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MANUALE D’USO “Genikon” (Cariotipizzazione, FISH analisi, C.G.H. ,Multiplex Fish, Spot Counting, Ricercatore metafasi ) “Dicembre 2013”

MANUALE D’USO “Genikon” · 2014. 5. 19. · 5 ACQUISIZIONE IMMAGINI 5-29 5.1 Come si “fotografano ... 5.6.2 Soglia automatica con contrasto 5-40 5.6.3 Soglia automatica Adattiva

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MANUALE D’USO

“ Genikon” (Cariotipizzazione, FISH analisi, C.G.H. ,Multiplex Fish, Spot Counting, Ricercatore metafasi )

“Dicembre 2013 ”

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Prodotto: Genikon

Genikon è costruito e distribuito da:

Nikon Instruments S.p.A.

Tel. 055/300951 Fax 055/300995

SCOPO DI UTILIZZO: PER RICERCA E NON PER APPLICAZIONI IN ROUTINE

Le informazioni contenute all’interno di questo manuale sono soggette a variazioni senza preavviso.

Nessuna parte di questo manuale può essere copiata, distribuita o trasmessa senza il consenso di Nikon

Instruments S.p.A.

Versione: 3.8

Via di San Quirico N.300 - Campi Bisenzio (Firenze)www.genikon.it

Copyright: 2013 Nikon Instruments S.p.A

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Genikon

SOMMARIO

1 INTRODUZIONE AL SISTEMA 1-1

1.1 Hardware 1-1

1.2 Software 1-1

2 INTRODUZIONE ALLA SICUREZZA 2-1

2.1 La figura dell’ “Amministratore” 2-1

3 AVVIO DEL PROGRAMMA 3-1

3.1 “Login” 3-1

3.1.1 Primo accesso 3-1

3.1.2 Registrazione di un archivio 3-1

3.2 Il mouse di Genikon 3-3

3.2.1 Il tasto centrale 3-3

3.2.2 Il tasto sinistro 3-3

3.2.3 Il destro del mouse 3-8

3.3 Gestione degli utenti 3-9

3.4 Chiusura del programma 3-10

4 AMBIENTE PRINCIPALE 4-1

4.1 Gestione dei casi 4-1

4.1.1 Caso corrente 4-2

4.1.2 Mostra la lista dei casi 4-3

4.1.3 Creazione di un nuovo caso 4-5

4.1.4 Modifica del nome del caso 4-8

4.1.5 Eliminazione di un caso 4-8

4.1.6 Ricerca di un caso 4-8

4.1.7 Scheda paziente (scheda esame). 4-9

4.1.8 Elenco dei vetrini 4-11

4.1.9 Elenco delle cellule 4-11

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4.1.10 Immagini 4-13

4.2 Unità Rimovibili 4-15

4.2.1 Definizione delle unità rimovibili 4-15

4.2.2 Archiviazione di un caso 4-17

4.2.3 Ripristino dei casi da Unità rimovibile 4-20

4.2.4 Esportazione di un caso 4-21

4.2.5 Importazione di casi da Archiviazione 4-22

4.3 Gestione immagini 4-25

5 ACQUISIZIONE IMMAGINI 5-29

5.1 Come si “fotografano” nuove cellule 5-30

5.2 Scelta della modalità di lavoro 5-31

5.3 Setup della telecamera 5-32

5.4 Acquisizione di una nuova immagine 5-34

5.5 Acquisizione immagini da telecamere ad alta riso luzione 5-35

5.6 Sottrazione del fondo dalle immagini acquisite 5-36

5.6.1 Soglia manuale 5-37

5.6.2 Soglia automatica con contrasto 5-40

5.6.3 Soglia automatica Adattiva 5-41

5.7 Fusione di cromosomi esterni al campo 5-43

5.8 Controllo automatico del fuoco sull’immagine 5-44

6 ANALISI ED ELABORAZIONE DELLE IMMAGINI 6-1

6.1 Ambiente d’Analisi delle metafasi 6-1

6.1.1 Conta dei cromosomi 6-2

6.1.2 Appaiamento degli omologhi 6-2

6.2 Ambiente di Elaborazione 6-3

6.2.1 Gestione immagini in Ambiente d’Elaborazione 6-4

6.2.2 Toolbar d’elaborazione dei cromosomi 6-5

6.2.3 Identificazione delle strutture sulla metafase e\o sul cariotipo 6-6

6.2.4 Selezione e deselezione di cromosomi 6-7

6.2.5 Pseudocolore 6-8

6.2.6 Separazione di cromosomi uniti 6-9

6.2.7 Unione di frammenti di cromosoma 6-14

6.2.8 Funzione unione oggetti rapida 6-15

6.2.9 Selezione di tutte le strutture 6-15

6.2.10 Deselezione di tutte le strutture 6-15

6.2.11 Eliminazione di strutture 6-16

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Genikon

6.2.12 Ripristino di una struttura eliminata 6-16

6.2.13 Correzione sfondo e luminosità 6-16

6.2.14 Funzione di affinamento dei contorni 6-17

6.2.15 Ripristino dei cromosomi 6-18

6.2.16 Profilo 6-18

6.2.17 Ideogrammi di confronto 6-18

6.2.18 Aggiustamento dimensione ideogrammi a cromosomi 6-23

6.2.19 “Undo” 6-23

6.2.20 Salvataggio 6-24

6.2.21 Uscita dall’ambiente d’elaborazione 6-24

6.2.22 Creazione e modifica del cariotipo 6-24

6.2.23 Formato del cariotipo e posizione dei centromeri 6-26

6.2.24 Modifica dei cromosomi 6-27

6.2.23 Ritocco dei cromosomi 6-28

6.2.26 Conteggio delle bande 6-28

6.2.27 Aggiunta di testo e frecce 6-29

6.2.28 Creazione d’immagini “composizione” 6-29

6.2.29 Confronto tra omologhi 6-30

6.2.30 Raddrizzamento di un cromosoma 6-31

7 ANALISI IN FISH 7-1

7.1 Acquisizione d’immagine in FISH 7-1

7.1.1 Creazione della lista d’acquisizione dei fluorocromi 7-1

7.1.2 Creazione nuovi fluorocromi 7-2

7.1.3 Trasferimento fluorocromi alla lista 7-3

7.1.4 Memorizzazione della lista dei fluorocromi 7-4

7.1.5 Acquisizione dei fluorocromi 7-5

7.2 Sottrazione della soglia per immagini Fish 7-7

7.2.1 Zone di interesse 7-7

7.3 Acquisizione 3D focus in Fish 7-11

7.4 Analisi della FISH 7-15

7.5 Selezione delle motorizzazioni 7-18

7.6 Valutazione dell’intensità delle fluorescenze 7-19

8 CGH 8-1

8.1 Introduzione 8-1

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8.2 Acquisizione immagini in CGH 8-2

8.3 Sottrazione della soglia in CGH 8-2

8.4 Aggiustamento dello shift 8-3

8.5 Parametri di controllo per Acquisizione in CGH 8-4

8.6 Elaborazione d’immagini in CGH 8-5

8.7 Analisi dei risultati in CGH 8-6

8.8 Interpretazione dei profili 8-11

9 ANALISI IN MULTIPLEX FISH 9-1

9.1 Acquisizione d’immagini in Multiplex 9-1

9.1.1 Definizione della lista dei fluorocromi e della mappa associata 9-1

9.2 Acquisizione dei fluorocromi 9-4

9.3 Elaborazione ed analisi Multiplex FISH 9-6

9.4 Analisi dei singoli cromosomi in MFISH 9-11

10 IDEOGRAMMI 10-1

10.1 Anomalie 10-1

10.1.1 Editing anomalie 10-2

10.1.2 Archiviazione anomalie 10-3

11FOGLIO DI LAVORO 11-1

12STAMPA IMMAGINI E DATI 12-1

12.1 Finestra di controllo 12-1

12.2 Come creare un nuovo Layout di stampa 12-1

12.2.1 Barra delle funzioni 12-2

12.2.2 Barra di stato 12-9

12.2.3 Righello e linee guida 12-10

12.2.4 Gestione delle immagini del report 12-10

13PERSONALIZZAZIONE DELL’ARCHIVIO 13.1

14EDITOR DI SPECIE 14.1

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Genikon

14.1 Creazione di una nuova specie 14-2

14.2 Disegno del “Formato” del cariotipo 14-2

14.2.1 Come posizionare una classe all’interno dell’area di lavoro 14-2

14.2.2 Rimozione di una classe dall’area di lavoro 14-2

14.2.3 Raggruppamento di classi 14-3

14.3 Caricamento di una specie 14-3

14.4 Cancellazione di una specie 14-3

14.5 Uscita 14-3

15OPZIONI 15-1

15.1 Generale (impostazioni) 15-1

15.1.1 Posizione del server 15-2

15.1.2 Specie di appartenenza dei nuovi casi 15-2

15.2 Impostazioni per l’ambiente principale 15-2

15.3 Impostazioni per l’Acquisizione 15-3

15.3.1 “Telecamera principale” 15-3

15.3.2 “Ruota fitri” 15-4

15.3.3 Microscopio motorizzato 15-6

15.3.4 Configurazione filtri dei microscopi 15-6

15.3.5 Configurazione ruota filtri 15-8

15.3.6 Tavolini motorizzati 15-10

15.3.7 Soglia adattiva ed informazioni su singola cellula 15-10

15.4 Impostazioni di visualizzazione 15-11

15.5 Personalizzazione dei colori 15-19

16COMANDI DA TASTIERA 16-1

16.1 Associazione di funzioni a tastiera 16-1

16.2 Modifica di una combinazione 16-2

16.3 Eliminazione di una combinazione 16-2

16.4 Eliminazione di tutte le combinazioni impostate 16-3

16.5 Memorizzazione e richiamo di impostazioni prede finite 16-3

16.6 Memorizzazione di un elenco di impostazioni 16-3

16.7 Richiamo dell’elenco di impostazioni 16-3

16.8 Impostazioni per la stampa dei report 16-3

16.9 Impostazione per l’esecuzione di macro 16-4

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17MACROROUTINE 17-5

17.1 Creazione della macroroutine 17-5

17.2 Nomina della macroroutine 17-5

17.3 Memorizzazione della macroroutine 17-6

17.4 Associazione di una macro a tastiera 17-6

18SPOT COUNTING 18-1

18.1 Archivio 18-1

18.2 Ambiente di Acquisizione immagini 18-3

18.3 Calibrazione del sistema 18-4

18.4 Definizione del tipo di analisi 18-7

18.5 Inizio della scansione 18-8

18.6 Elaborazione 18-9

19RICERCATORE DI METAFASI 18-1

20RIEPILOGO 20-1

20.1 Procedura di Acquisizione - Analisi - Elaborazione 20-1

20.2 Funzioni accessibili tramite Menu 20.2

19.1 19-1/20

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Genikon

1-1

1 Introduzione al sistema

Genikon utilizza come sistema operativo Microsoft® Windows® 98, NT, 2000, XP. Per

eventuali informazioni relative al sistema operativo è possibile utilizzare la “guida in linea”

(da “Start” in basso a sinistra del monitor scegliere “Guida in linea”)

1.1 Hardware

Genikon è costituito da un computer, monitor, scheda di acquisizione, tastiera, mouse (a

tre tasti funzione che illustreremo in seguito), telecamera (differente secondo le

applicazioni), supporto per archivio (alternativo al disco rigido), stampante ed altre varie

periferiche °(tavolini motorizzati, ruote filtri..

Il microscopio è collegato mediante un adattatore passo C alla telecamera.

Le immagini che osserviamo al microscopio passano alla telecamera ed il segnale

analogico viene digitalizzato mediante la scheda di acquisizione collocata all’interno del

computer; nel caso di camere digitali non sono necessarie schede di acquisizione.

Genikon lavora in Campo chiaro(GTG), Fluorescenza (QFQ), FISH, MULTIPLEX FISH e

C.G.H.. Per le applicazioni in campo scuro è sempre buona norma accendere prima la

fluorescenza del microscopio e poi il PC, il monitor e le altre periferiche (stampanti). Per

quanto riguarda la chiusura non esiste invece una particolare sequenza.

1.2 Software

Genikon è costituito da un software principale che può essere integrato con più moduli

opzionali, in modo da soddisfare ogni tipo di applicazione. I moduli opzionali sono riportati

in Tabella 1.1.

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Modulo Nome Descrizione

A Archivio Memorizzazione casi su un archivio centrale

B Acquisizione Possibilità di acquisire immagini dal microscopio

C Alta risoluzione Acquisizione in alta risoluzione

D Software per PGD Acquisizione secondo la tecnica PGD

E Cariotipo manuale Funzione per effettuare manualmente il cariotipo

F Cariotipo automatico Possibilità di eseguire il cariotipo in automatico

G Software per FISH Analisi di immagini FISH

H Ruota dei filtri Controllo da PC della ruota dei filtri

J Comparative Genomic Hybridization Analisi di immagini CGH

T Ricercatore Ricercatore metafasi

Tabella 1.1: I Moduli di Genikon

I Motorizzazione per Nikon Controllo da PC del microscopi Nikon

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Genikon

2-1

2 Introduzione alla sicurezza

Genikon si utilizza sia come programma su un’unica stazione di lavoro (“stand alone”)

oppure se si dispone di una rete locale, è possibile attrezzare più stazioni in modo da

lavorare contemporaneamente sugli stessi casi, che risiedono fisicamente su una delle

stazioni collegate alla rete, (architettura “client-server”). Normalmente la stazione sulla

quale risiede l’archivio è un server e deve essere dedicato all’archivio e non utilizzato per

Analisi od Elaborazioni.

2.1 La figura dell’ “Amministratore”

In entrambi i casi è consigliabile che una sola persona si faccia carico di tenere sotto

controllo la situazione degli utilizzatori di Genikon. Costui viene detto “amministratore” del

sistema, e si occupa di effettuare il primo accesso al programma e di definirne gli

utilizzatori.

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Genikon

3-1

3 Avvio del programma

3.1 “Login”

Facendo doppio-click sull’icona di Genikon

Fig. 3.1: Icona di Genikon

il programma si avvia, e mostra la finestra di “login” (Fig.3.2).

Riempire le caselle “Nome utente” e “Password” con i propri parametri di accesso, come

concordato con l’amministratore.

Fig. 3.2: Finestra di “login”

3.1.1 Primo accesso

La prima volta che si avvia il programma deve essere l’amministratore ad accedere: solo

lui potrà creare gli utenti che lo utilizzeranno. Come “Nome utente” mettere “GKAdmin”, e

premere il tasto , senza inserire alcuna password.

Si ottiene così l’accesso al programma.

3.1.2 Registrazione di un archivio

Con il primo accesso il programma richiede di registrare un archivio (cioè di predisporre il

sistema per utilizzarne uno).

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3-2

Fig..3.3: Registrazione di un archivio

S lezioniamo un modello di archivio (un modello “Standard” viene fornito con Genikon ed

e è denominato tipico.gkm altrimenti, è possibile creare modelli personalizzati per mezzo

dell’applicazione esterna di “Personalizzazione archivi”: vedi capitolo 13) e digitiamo “Apri”

Premere il tasto di assenso per confermare.

Una volta terminata la fase di registrazione dell’archivio, Genikon si presenta come in

Figura 3.4. NESSUN CASO E’ APERTO, nulla è selezionato tranne la lista di casi che con

un sistema nuovo non dovranno essere presenti.

Fig. 3.4: Ambiente principale

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Genikon

3-3

3.2 Il mouse di Genikon

Al mouse del sistema GENIKON sono associate numerose funzioni:

In generale è necessario considerare che il mouse da utilizzare con Genikon deve essere

a tre tasti: sinistro, centrale, destro.

3.2.1 Il tasto centrale

1. Quando lavoriamo su una metafase o su un cariotipo, posizionati sulla finestra

principale del menu’ di elaborazione, se digitiamo il tasto centrale automaticamente si

otterrà un valore di zoom del doppio. Se digitiamo nuovamente il tasto ritorniamo

all’ingrandimento originale.

La stessa funzione si ottiene se digitiamo due volte il tasto di sinistra del mouse.

2. Quando dividiamo due oggetti manualmente e tracciamo la linea di separazione se

desideriamo torniamo indietro con la linea possiamo utilizzare il tasto centrale.

3.2.2 Il tasto sinistro

1. Il tasto sinistro è quello più utilizzato e generalmente si utilizza per selezionare con un

semplice click o per attivare o per lanciare un programma con un doppio click.

Al tasto sinistro sulla seguente icona sono associate tutte le funzioni di assenso e

conferma .

Vediamo cosa è associato ad un semplice o ad un doppio click.

� Con doppio click possiamo lanciare genikon dal pannello di controllo digitando

sull’icona di GENIKON.

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3-4

� Con il tasto di sinistra selezioniamo o deselezioniamo oggetti singoli o a gruppi.

Se con il mouse passiamo sopra agli oggetti compare un rettangolo tratteggiato che

visualizza come sono composti i gruppi; se desideriamo selezionarlo dobbiamo digitare il

tasto di sinistra del mouse. Il gruppo o l’oggetto singolo verrà circoscritto da una linea

continua. Da questo momento in poi tutte le funzioni saranno attive su quel gruppo o

oggetto singolo selezionato.

Se digito con il tasto sinistro su un nome di un caso specifico dalla lista dei casi, il sistema

apre automaticamente il caso e mostra il contenuto sulla galleria delle immagini:

Fig.3.5: Galleria immagini

Se digitiamo un altro nome automaticamente il caso si chiude e viene aperto quello nuovo

selezionato.

� Il tasto di sinistra si utilizza per muovere tutti i cursori di controllo:

Fig.3.6: Cursori

E’ necessario premere il tasto di sinistra e spostarlo fino al valore desiderato.

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Genikon

3-5

� Il tasto di sinistra è necessario anche per disegnare delle ROI (regioni d'interesse)

durante la fase di sogliatura del campo chiaro o FISH. Digitando il tasto di sinistra si

inizia a scrivere e ci si muove fino al punto successivo. Per terminare digitiamo il tasto

di destra.

Fig.3.7:Disegno delle R.O.I.

� Nella fase di fusione per trasferire degli oggetti possiamo utilizzare la funzione

specifica associata alla seguente icona , uno alla volta o tutti insieme; possiamo

anche trasferirli digitando il tasto di sinistra sul cromosoma prescelto e mantenendo

premuto si porta il mouse sulla finestra dove si desidera trasferire l’oggetto.

Fig.3.8:Trasferimento dei cromosomi da fusione

L’operazione di trasferimento dei cromosomi si può anche eseguire dalla metafase al

collage.

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3-6

� Il tasto di sinistra si utilizza per posizionare un punto sui cromosomi durante la

conta, si leva dalla conta digitando nuovamente il tasto di destra.

� Il tasto di sinistra si utilizza per iniziare il taglio manuale tra due oggetti. Digitiamo il

tasto di sinistra e tracciamo una linea lungo il punto di contatto, terminiamo con il tasto

di destra.

Fig.3.9: Taglio semi_manuale

� Durante la dissovrapposizione manuale è possibile posizionare 4 punti sull’incrocio col

tasto di sinistra o levarli con quello di destra.

Fig.3.10: Posizionamento dei punti di incrocio

� Se anche la dissovrapposizione manuale non ha funzionato possiamo procedere a

disegnare gli assi dei singoli cromosomi. Per disegnare l’asse iniziamo con il tasto di

sinistra e tenendolo premuto procediamo fino al termine dell’asse. Per terminare il

.

Fig.3.11: Disegno dell’asse di un cromosoma

� Per spostare i cromosomi sul foglio del cariotipo teniamo premuto il tasto sx e

posizionandoci al numero corretto della classe d' appartenenza.

� Di nuovo il tasto di sinistra serve per correggere la posizione del centromero dopo

attivazione della funzione specifica.

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Genikon

3-7

� Il tasto di sinistra entra in funzione per cancellare porzioni del cromosoma dopo avere

attivato la funzione specifica.

� Nella M_fish dopo avere costruito il cariotipo e dopo avere aperta la mappa dei

fluorocromi se ci si posiziona sul cromosoma anche sulla metafase il sistema mostra il

numero preciso del cromosoma.

Fig.3.12: Visualizzazione della Lista dei fluorocromi

� Negli ideogrammi il tasto di sinistra mostra l’etichetta della banda se si passa sopra

all’immagine. Digitando il tasto di sinistra l’etichetta verrà assegnata con possibilità di

trasferimento sul collage.

Fig.3.13: Posizionamento della banda

� Nella stampa durante la creazione di un referto stampa, se scegliamo nuova immagine

con il tasto si sinistra premuto (sul foglio di stampa) è possibile un’immagine di una

dimensione specifica.

.

Fig.3.14: Definizione della dimensione di un’immagine sulla stampa

� Sempre nel referto stampa il tasto sinistro si utilizza per inserire un testo specifico.

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3-8

3.2.3 Il tasto destro del mouse

Generalmente il tasto di destra del mouse serve per terminare operazioni iniziate con

quello di sinistra.

1. Se abbiamo ingrandito l’immagine col tasto centrale possiamo muoverci lungo l’area

digitando il tasto di destra più volte.

2. Il tasto destro serve per terminare la definizione delle Regioni d'Interesse (ROI).

3. Si utilizza per terminare la divisione di due oggetti.

4. Nell’analisi visiva si utilizza per assegnare il numero di coppia d'appartenenza.

5. Nella conta per eliminare dalla conta un cromosoma.

6. Durante il taglio semiautomatico per posizionare ed iniziare tale operazione.

7. Nella galleria immagini per visualizzare a dimensioni superiori una data immagine.

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Genikon

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3.3 Gestione degli utenti (utilizzatori)

Gli utenti di Genikon sono definiti scegliendo la voce “Gestione utenti …” dal menù “File”.

N.B.: l’utilizzo di questa funzione è permesso solo all’amministratore del sistema.

Si apre la finestra di Fig.3.15 mediante cui è possibile creare un nuovo utilizzatore.

Fig. 3.15: Gestione utenti

Premendo il tasto “nuovo” è possibile creare un ulteriore profilo. Riempire la casella “Nome

utente” con il nome dell’utilizzatore. E’ consigliabile assegnare una password ad ogni

utente, in modo da controllare gli accessi (questa possibilità è utile in particolare nel caso

di un sistema di rete): riempire la casella “Password” con una parola chiave (per conferma,

la chiave deve essere ripetuta nella casella “Conferma password”). Selezionare i permessi

concessi al nuovo utente. Premere il bottone di conferma per creare il nuovo profilo,

oppure chiudere la finestra con la � in alto a destra.

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Fig. 3.16: Nuovo utente

Per eliminare un utente definito in precedenza è sufficiente selezionarlo e digitare elimina.

Per modificare la password di un utente, oppure per assegnarne una all’amministratore,

selezionare l’utente dalla lista inserire la vecchia password (se esistente) riempire la

casella “Password” con una parola chiave (per conferma, la parola chiave deve essere

ripetuta nella casella “Conferma password”).

Fig. 3.17: Modifica della password

3.4 Chiusura del programma

Il programma si chiude tramite la voce “Uscita” del menù “File”, oppure con la � in alto a

destra.

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Genikon

4-1

4 Ambiente principale

4.1 Gestione dei casi

La schermata principale di Genikon consente di gestire i casi e di analizzare il contenuto

dei dati e delle immagini.

Sulla parte alta troviamo la “Barra strumenti” principale attraverso la quale, oltre ad

accedere ai vari ambienti di Genikon, possiamo utilizzare funzioni di lavoro per gestire

periferiche o connessioni con altre stazioni di lavoro:

Fig. 4.1: “Barra strumenti” della finestra principale

Gestione Archivio dati ed immagini

Ambiente d'Acquisizione

Acquisizione Spot

Ambiente d'Elaborazione

Fusione di cromosomi

Analisi visiva e conta

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Ricerca automatica delle metafasi

Menu di Stampa

Menu di Stampa veloce

Macroroutine

Menu Opzioni

Associazione tra tasti della tastiera e funzioni toolbar

Sotto alla barra principale lo schermo si suddivide in varie parti: Caso corrente, Scheda

paziente, Elenco dei vetrini, Elenco delle cellule, Galleria delle Immagini.

4.1.1 Caso corrente

Fig. 4. 2: Caso corrente

Mostra quale caso è stato selezionato e quindi quello sul quale stiamo lavorando. E’ da

questa finestra che possiamo selezionare un altro caso per aprirlo ed eventualmente

modificarlo.

I casi sono quelli presenti sull’hard disk del sistema ed è possibile:

• Scorrerli uno alla volta in avanti e indietro ;

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Genikon

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• Andare in fondo alla lista ;

• Posizionarsi all’inizio della lista .

L’indicatore mostra il numero del caso rispetto al totale (terzo caso su un totale di

10), l’icona indica se il caso è libero (colorazione verde) oppure se è aperto da un altro

utente su di un’altra stazione (colorazione rossa) oppure se è archiviato su unità rimovibile

(colorazione blu).

4.1.2 Mostra la lista dei casi

Si tratta di una funzione ON/OFF che si attiva o disattiva con un click del mouse sul tasto

.

Il sistema mostra la lista dei casi in ordine alfa-numerico; selezionando un caso con il

mouse (tasto di sinistra) viene chiuso il caso precedente e si apre quello scelto.

Fig.4.3: Elenco dei casi presenti sull’hard disk

I casi presenti sull’hard disk sono visualizzati premendo il pulsante ; il caso attivo è

evidenziato in blu, i casi trasferiti su supporti rimovibili sono identificabili premendo il

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pulsante: . La selezione contemporanea delle due icone e consente di avere

una visione completa dei casi presenti sul disco rigido e su rimovibile.

Digitando nuovamente l’icona , scompare la lista e appare nuovamente la scheda del

paziente.

L’ultima funzione di questo menu’ consente di eseguire la stampa dei nomi dei casi

presenti sull’hard disk.

4.1.3 Stampa dati anagrafici dei casi

Se lo desideriamo possiamo anche stampare la lista dei nomi dei casi e dei dati associti ai

casi selezionati se preceentemente abbiamo selezionato un’anagrafica Per accedere a

tale selezione prima di digitare la stampa selezioniamo la voce Importa anagrafica come

indicato in Fig. 4.4:

Fig.4.4: Esportazione anagrafica/stampa

Il sistema apre il seguente sottomenu’ mediante il quale possiamo selezionare le voci dei

dati che desideriamo stampare associate al nostro/i caso/i.

Fig.4.5: Selezione dei casi e voci dell’anagrafca per stampa

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Genikon

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Selezioniamo i casi col tatso di sinistra ed inviamoli mediante la freccia sulla parte dx.

Selezioniamo con un check le voci che desideriamo stampare della’anagrafica. Se ora

utilizziamo l’icona di stampa con l’anteprima:

Il sistema mostra i dati ed i casi prima dell’eventuale stampa

Fig.4.6: Anteprima di stampa

4.1.4 Creazione di un nuovo caso

Premendo l’icona si apre una finestra nella quale dobbiamo introdurre il nome del

caso. E’ possibile introdurre fino a 50 caratteri alfanumerici.

Una volta digitato il nome dobbiamo premere sul tasto di accettazione.

Fig. 4.7: Creazione nuovo caso

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Nel caso in cui il nome del caso sia già presente ell nostro sistema il sistema avverte con

il seguente messaggio:

Fig. 4.8 Nome del caso già presente

Esiste anche la possibilità di verificare se oltre ad un caso con lo stesso nome ma anche

con lo stesso nome del paziente o che presenti un’altra qualsiasi voce nell’anagrafica

identica è presente nel sistem . Per utilizzare questa possibilità prima creiamo il nome del

nuovo caso.Digitiamo poi l’icona scheda paziente, il sistema mostra il seguente menu’.

Fig. 4.9 Controllo dati già presenti

Introduciamo ora i dati da controllare e digitiamo la seguente icona , per esempio il nome

Rossi:

Se un altro caso con il nome Rossi esiste il sistema lo mostra insieme a quelo nuovo

credato ((test123 nel caso nostro)

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Genikon

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Fig. 4.10 Duplicazione nome del paziente

La stessa operazione effettuata sul nome del paziente può essere effettuata su una

qualsiasi altra voce dell’anagrafica.

4.1.5 Associazione immagini al caso

Nel menu’ precedente è inoltre presente un’altra icona che consente invece di associare al

caso creato immagini provenienti da fuori.:

Utilizzando questa funzione si presenta un ulteriore Menu di visualizzazione delle

immagini associate o per associare immagini a quel particolare caso:

Fig. 4.11 Visualizzazione immagini associate al caso

Per associare nuove immagini andiamo a caricarle da dove sono state eventualmente

salvate(i formati accettati sono TIFF,Jpeg , Bmp .

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Possiamo anche salvare le immagini oppure cancellare immagini associate

precedentemente.

4.1.6 Modifica del nome del caso

Selezioniamo il caso e nel menù “Archivio” (in alto a sinistra) scegliere la voce “Modifica

nome del caso”, inseriamo il nuovo nome, automaticamente sarà variato.

4.1.7 Eliminazione di un caso

L’eliminazione del caso corrente avviene per mezzo del tasto: .

N.B.: Con questa operazione cancelliamo tutto il caso ed il suo contenuto in maniera

irreversibile; è buona norma quindi assicurarsi che non desideriamo più il caso in

maniera definitiva, selezionando la forbice il sistema comunque invia un messaggio

di attenzione prima di procedere all’eliminazione definitiva.

4.1.8 Ricerca di un caso

Prima di effettuare una ricerca è necessario impostare un criterio. Premendo il Tasto

compare la lista dei campi dell’archivio con le scritte in blu. In ogni spazio dedicato ai dati

relativi alla scheda paziente, possiamo introdurre delle chiavi di ricerca per ritrovare ed

eventualmente rianalizzare dei casi analizzati in precedenza. E’ sufficiente inserire le voci

negli spazi specifici del database per definire le chiavi di ricerca.

La barra per la gestione dei casi si integra con queste nuove icone:

: serve per cancellare le chiavi inserite;

: tasto di tipo ON/OFF che permette di includere/escludere i casi esportati su unità

rimovibile;

: tasto di tipo ON/OFF consente di includere/escludere i casi importati da unità

rimovibile.

Premere il tasto per eseguire la ricerca (rimane schiacciato: ON). Il sistema seleziona i

casi in base alle chiavi che sono state immesse.

Le chiavi possono essere parziali mediante l’impiego del carattere speciale “%” (se per

esempio abbiamo bisogno di ricercare casi con 47,+21 e vogliamo ricercare tutti i casi

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Genikon

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+21, dobbiamo introdurre nel campo dove è stata immessa tale informazione :%+21%; il

sistema mostra tutti i casi con tale informazione).

Se osserviamo la lista dei casi saranno presenti solo quelli che presentano le chiavi di

ricerca che abbiamo appena inserito; se è presente un solo caso con quelle caratteristiche

il sistema lo apre direttamente.

Per terminare, premere nuovamente il tasto (ritorna normale: OFF). Le chiavi di ricerca

inserite resteranno a disposizione per il futuro.

4.1.9 Scheda paziente (scheda esame).

Fig.4.12: La scheda paziente

La scheda paziente consente di introdurre tutte le informazioni relative al paziente ed

all’esame in corso. La struttura della scheda si crea durante l’installazione del sistema,

utilizzando un programma esterno all’applicativo di Genikon che consente di soddisfare

perfettamente le esigenze del laboratorio. Con questo programma i tecnici Nikon

definiscono le intestazioni, il numero delle caselle e le dimensioni, per riflettere in pieno

quelle del referto abituale. E’ buona norma creare un archivio, all’inizio durante

l’installazione del sistema, per poi non dovere apporre nuove modifiche che potrebbero

causare problemi in seguito quando vogliamo imporre dei criteri di ricerca tra i nostri casi.

Indipendentemente dal numero, intestazione e dimensioni delle caselle esistono due

differenti tipi di caselle. Un tipo fisso, nel senso che per ogni scheda paziente dobbiamo

introdurre dei dati variabili. Un secondo tipo definito “tabella” che presenta sulla destra i

simboli sotto elencati:

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Apre una lista di informazioni frequenti (create in precedenza dall’operatore) ed uguali

per casi diversi. La lista può per esempio contenere il tipo di campione: liquido

amniotico, sangue periferico, midollo osseo, tessuto; nel momento in cui introduciamo

i dati di una specifica scheda paziente sarà sufficiente aprire la lista e selezionare la

voce appropriata senza doverla riscrivere.

Apre il menù per creare un nuovo elemento della lista:

Fig.4.13: Codifica dei valori possibili per i campi "a scelta"

Consente di creare una nuova voce per il campo.

Consente di modificare una voce introdotta precedentemente.

Cancella la voce selezionata.

La scheda paziente può essere costituita da più “fogli” se le informazioni da inserire per

ogni caso sono numerose.

Con “completo” immettiamo un’informazione che consentirà in seguito di filtrare i casi

quando dovremo trasferirli su un altro supporto, nel caso in cui si desideri trasferire solo

quelli completi (finiti).

N.B. Attenzione all’introduzione dei dati sul campo data.

Se infatti la data non è introdotta con la barra come 15/12/74 ma con 15\12\74 non viene

accettata da sistema e non consente il salvataggio dei dati del caso

Fig.4.14: Errore nell’introduzione dati “data”

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Genikon

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4.1.10 Elenco dei vetrini

Fig.4.158: Rappresentazione dei vetrini e delle Composizioni

E’ possibile analizzare il singolo, o tutti i vetrini in contemporanea.

Se con il mouse selezioniamo un solo vetrino automaticamente sono mostrate le cellule

appartenenti a quel vetrino. Selezionando “Tutti i vetrini”, si aprono tutte le cellule

appartenenti a tutti i vetrini. Ogni vetrino è caratterizzato da un colore specifico che

circoscrive anche le immagini delle cellule rappresentate sulla destrasecondo il vetrino di

appartenenza. Quando siamo in modalità “Tutti i vetrini”, le cellule vengono etichettate

secondo lo schema [vx; cx], dove vx è il nome del vetrino a cui appartiene al cellula cx.

E’ possibile assegnare un nome al vetrino selezionato, diverso da quello proposto,

semplicemente facendo click sulla scritta che compare sotto; la scritta cambierà aspetto,

indicando che n'è possibile la modifica. Inserire ora il nuovo testo.

Il tasto serve per ed aggiungere un nuovo vetrino alla lista. La lista può contenere al

massimo dieci vetrini.

Il tasto consente di eliminare il vetrino selezionato e tutte le sue cellule.

N.B.: l’operazione di eliminazione di un vetrino implica la cancellazione di tutte le

immagini di tutte le cellule di quel vetrino; l’operazione è irreversibile.

4.1.11 Elenco delle cellule

Fig.4.16: Rappresentazione grafica delle cellule

La modalità di selezione è identica a quella del vetrino se seleziono con il mouse una

cellula a destra sulla galleria si mostra solo quella cellula con tutte le immagini ad essa

appartenenti (metafase, cariotipo, fusione).

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Fig.4.17 Barra di scorrimento immagini nella modalità "Singola cellula"

Selezionando invece “Tutte le cellule” si osservano tutte le cellule appartenenti al vetrino in

esame.

Fig.4.18: Barra di scorrimento immagini nella modalità "Tutte le cellule"

Poichè è attiva la funzione “Tutti i vetrini” il sistema mostrerà tutte le cellule appartenenti a

tutti i vetrini di quel dato esame o caso.

Fig.4.19: Barra di scorrimento immagini nella modalità “Tutti i vetrini” e “Tutte le cellule”

Il passaggio rapido dalla modalità “Singola cellula” a “Tutte le cellule” si può effettuare

tramite il tasto , mentre apre l’elenco delle cellule disponibili per il vetrino

selezionato, dove è possibile passare alla cellula che più ci interessa (Fig.4.12). Questa

soluzione è molto utile quando siamo in altri ambienti dove non si ha visione diretta della

struttura vetrini-cellule.

Fig.4.20: Scelta della cellula dall'anteprima delle immagini

Il passaggio rapido dalla modalità “Singolo vetrino” a “Tutti i vetrini” e l’accesso all’elenco

dei vetrini disponibili per il caso selezionato, avviene in modo analogo a quanto descritto

per la gestione delle cellule.

L’operazione di modifica del nome d'ogni cellula è analoga a quella per i vetrini.

E’ possibile eliminare le cellule semplicemente premendo il bottone dopo aver

selezionato la cellula da eliminare.

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Genikon

4-13

N.B.: anche in questo caso l’operazione di eliminazione di una cellula è irreversibile.

L’eliminazione di una cellula comporta la cancellazione di tutte le immagini di quella

cellula.

4.1.12 Immagini

Sulla parte destra dello schermo sono visualizzate le immagini.

Ogni immagine può raffigurare una metafase, un cariotipo, una composizione, una fusione

marcati ognuno con una sigla specifica (in basso a destra):

M – metafase;

M+F– metafase con fusione

K – cariotipo;

C – immagine “composizione”;

F – immagine di fusione;

FH – immagine FISH (risultante dalla combinazione di fluorocromi);

CGH – immagine CGH (immagine ratio in falsi colori)

mFISH – immagine Multiplex Fish

xxx – fluorocromo: indicato con le prime tre lettere del nome se la lunghezza supera

quattro lettere (p. es.: DAPI - DAPI,FITC FITC, TRI. etc…).

La dicitura sotto ogni immagine ne indica la posizione, secondo lo schema [vx; cx], dove

vx è il nome del vetrino e cx è il nome della cellula. Inoltre se le cellule appartengono al

medesimo vetrino sono identificate da una barra in alto nella finestra del medesimo colore

(in modalità “Tutte le cellule”).

In basso, il sistema informa se stiamo lavorando con singola cellula o con tutte le cellule.

Sempre in basso troviamo delle frecce che consentono di scorrere avanti ed indietro le

immagini della cellula oppure in fondo o all’inizio della lista.

Digitando il tasto dx del mouse su un’anteprima di un’immagine, compare un menù che

permette principalmente di visualizzare in grande l’immagine, di eliminare un’immagine, e

di eseguire nuovamente la soglia. Altre funzioni sono disponibili a seconda del tipo di

immagine che abbiamo selezionato.

Importazione d'immagini

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Sempre in questa sezione dello schermo troviamo l’icona che consente di importare

immagini esterne a Genikon: .Con questa funzione è possibile leggere ed

eventualmente rianalizzare immagini in diversi formati (TIFF, JPeg, Bitmap, TGA),

richiamati da altri sistemi. Il sistema apre la lista dei file che si desiderano importare; dopo

avere scelto il nome del file è necessario sogliare per poi immettere nella nostra galleria

all’interno di un caso la nuova immagine. L’immagine importata genera una nuova cellula.

Per importare invece immagini in una cellula già esistente,utilizzare la seguente icona

: .

4.2 Trasferimento immagini da un vetrino (caso) all ’altro

Apriamo il caso sul quale sono selezionate le immagini acquisite in posizione errata

digitiamo poi la seconda delle icone che consente di salvare l’immagine corrente

,possiamo memorizzarla temporaneamente dove desideriamo anche sul desktop

Fig.4.22 Memorizzazione di una copia dell’immagine da trasferire

Posizioniamoci ora sul vetrino o sul nuovo caso dove desideriamo trasferire l’immagine e

digitiamo l’icona di importazione il sistema si posiziona dove l’imagine è stata salvata.

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Genikon

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N.B. è bee ricordarsi di cancellare l’immagine dall vetrino/caso precedente perché

abbiamo un duplicato.

4.3 Unità Rimovibili

(CDROM-DVDRAM-DISCHI OTTICI ed altri)

E’ possibile esportareed archiviare su unità rimovibili i casi che non vengono più utilizzati

ma che devono essere mantenuti nel caso in cui desideriamo rianalizzarli in un secondo

tempo. Esistono due diverse modalità di trasferimento dei casi molto diverse tra loro:

a- Archiviazione _ b- Esportazione

A- Archiviazione trasferisce il caso su una qualsiasi periferica ed automaticamente lo

cancella dall’archivio.

B-Esportazione copia il caso su una qualsiasi periferica ma non lo cancella

4.3.1 Definizione delle unità rimovibili

Qualsiasi procedura si desideri utilizzare è in ogni caso necessario definire l’unità sulla

quale si desidera trasferire i casi o il caso. Per prima cosa bisogna tenere presente che le

unità codificate mediante le utility del menu seguente, sono valide per l’archivio al quale

siamo correttamente collegati. Ciò significa che in una configurazione di rete, per la quale

sia stata preventivamente definita lamacchina su cui risiede l’Archivio di lavoro, è

possibile, da qual si voglia macchina CLIENT, codificare e dunque far conoscere

all’ARCHIVIO CENTRALE, unità removibili residenti sulle macchine CLIENT. In Fig.4.13 si

illustra la situazione sopra descritta:

Fig.4.23: Gestione unità rimovibili

La macchina di lavoro, nell’esempio in esame, è GENIKON2 ed in questo caso anche

l’archivio di lavoro è GENIKON2 mentre le unità disponibili sono raffigurate sotto la voce

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Unità locale. Occorre definire una volta il tipo d'unità rimovibili che si hanno a

disposizione. Per definire una nuova unità rimovibile, digitare nella sezione “Codifica

unità rimovibili”.

Fig.4.24 Creazione nuova unità

Specificare l’unità locale tra una di quelle proposte; se si desidera, inserire una breve

descrizione sul supporto. Nella casella “Nome” inserire un'etichetta identificativa per il

supporto scelto. Per confermare, premere (l’unità viene codificata e viene inserita

nell’elenco). Alle successive riaperture della finestra per la gestione delle unità rimovibili, le

unità codificate saranno elencate nella casella “Unità codificate” Trasferimento dei casi su

unità rimovibile. E’ anche possibile eliminare un’unità (se ancora non sono stati archiviati

casi) o modificare la descrizione di un’unità, con le icone accanto a quella della nuova

creazione.

Modifica

Eliminazione di un’unità rimovibile

Per chiudere invece il menu è sufficiente utilizzare la funzione seguente

Nel caso precedente abbiamo introdotto unità USB sul GENIKON2.

N.B. Può accadere che in fase di creazione il sistema visualizzi un Messaggio informativo

in cui afferma l’impossibilità di codifica. Questo accade poiché il sistema associa in

automatico un nome di condivisione all’unità definita. Il nome di condivisione è un numero

a partire dalla data ed ora corrente. L’evento descritto avviene se e solo se si è definito

due unità in un tempo inferiore ad un minuto. L’univocità del nome di condivisione impone,

infatti, una differenza di nome.

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Fig.4.25 Creazione di due unità

Nel caso in fig.4.15 abbiamo l’archivio residente su XPGE il nostro computer client è

DEBORAXP ed abbiamo disponibile in locale l’unità DVDRAM e CDRW che mostrano

correttamente un nome di condivisione differente. A questo punto possiamo decidere se

Esportare od Archiviare il caso. Se scegliamo la modalità d’archiviazione di un caso:

4.3.2 Archiviazione di un caso

Fig.4.26Archiviazione di un caso

Per prima cosa teniamo presente che quando siamo in archiviazione esiste sempre una

sorgente che è l’archivio di lavoro, ed una di Destinazione, cioè una cartuccia su unità

removibile. Nell’esempio in fig.4.16 l’archivio di lavoro è GENIKON2 e l’unità ad esso

selezionata è un USB. Poichè l’unità è attiva oppure se si tratta di un magneto ottico e la

cartuccia è inserita il sistema recupera in automatico il nome della cartuccia e l’elenco dei

casi presenti sulla stessa. Scegliamo dunque l’unità di archiviazione e selezioniamo i casi

che decidiamo trasferire. Per selezionare i casi possiamo digitare il tasto sx del mouse sul

singolo nome e con il tasto CTRL possiamo eseguire una selezione multipla a salti,

oppure con le frecce nere possiamo decidere di trasferirli tutti in una sola volta

Fig.4.27 Selezione dei casi ed informazione di occupazione di memoria

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per trasferire solo i casi selezionati.

Una volta selezionati i casi e trasferiti sulla destra, il sistema informa su quanto occupano

in memoria e quanto spazio è disponibile sull’unità di archiviazione:

Al termine di queste selezioni utilizziamo il tasto d’assenso il sistema procederà al

trasferimento al termine, comunica l’esito.

Fig.4.28 Trasferimento in atto del caso

Fig. 4.29 Esito di trasferimento avvenuto

� Chiusura del form

� BROWSER. La pressione del pulsante abilita un’interfaccia di selezione

mediante cui è possibile scegliere una qualche unità rimovibile di rete NON codificata e

dunque NON nota all’ARCHIVIO DI LAVORO. Quest’UTILITY può essere utile nei casi di

temporanea indisponibilità (esempio guasto) delle unità usualmente impiegate

dall’ARCHIVIO e correttamente codificate.

• Pulsante di REFRESH per aggiornare la lista dei casi su cartuccia.

Nell’ipotesi in cui il sistema incorra in errori d’archiviazione è fornito

Nell’ipotesi in cui il sistema incorra in errori d’ARCHIVIAZIONE è fornita all’utente, sempre e in

ogni modo, una messaggistica indicante il tipo di problema incontrato:

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Figura 4.30 Errori incontrati in archiviazione

� Al termine del processo d’archiviazione il sistema abilita in automatico un FORM

che indica quali casi siano stati correttamente archiviati e quali no:

Figura 4.31 Riepilogo archiviazione

OSSERVAZIONE: La rimozione dei casi da archivio è sempre subordinata al

favorevole esito di una serie di controlli di match fra il caso in archivio e la copia

eseguita sulla cartuccia. Nell’ipotesi di eventi non prevedibili né controllabili quale

la rottura del dispositivo di archiviazione durante il trasferimento o il suo

spegnimento (cessazione dell’alimentazione di rete), il sistema “dovrebbe” (sulla

base della progettazione eseguita e dei test realizzati) garantire una preservazione

dei dati o al più una duplicazione degli stessi all’interno della cartuccia senza che i

casi sorgenti risultino archiviati per il data base.

� E’ opportuno precisare che nella cartuccia di destinazione, al termine

dell’ARCHIVIAZIONE casi, il sistema trasferisce una copia del MODELLO d’ARCHIVIO

corrente. Il modello in oggetto si distingue da quello salvabile mediante PERSARC,

poiché il suo impiego permette il recupero delle TABELLE costruite dall’utente. Il

nome associato al modello coincide con quello posseduto dall’ARCHIVIO.

Nell’esempio corrente il file si chiamerebbe: XPGE.gkm

La chiusura del FORM d’ARCHIVIAZIONE comporta un aggiornamento dell’elenco casi

attiva nell’ambiente principale. Per una corretta procedura d’ARCHIVIAZIONE

sono da applicarsi le seguenti linee guida:

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1. Eseguire l’ARCHIVIAZIONE di un caso solo quando quest’ultimo può considerarsi

“ragionevolmente” concluso.

2. Eseguire sempre e in ogni modo un’ESPORTAZIONE dei casi che s’intende archiviare.

L’operazione di COPIA dei dati che si stanno per rimuovere dall’ARCHIVIO salvaguarda

l’utente finale da problemi di rottura, guasto, smagnetizzazione o altro del supporto

fisico (cartuccia) impiegato per l’ARCHIVIAZIONE.

3. Durante la fase di ARCHIVIAZIONE è vivamente CONSIGLIATO sospendere le attività

lavorative svolte dai CLIENT sull’archivio server.

4. Eseguire un’ARCHIVIAZIONE a step, ovvero trasferire sottogruppi di casi (esempio 5 –

10 – 15 casi per volta) al fine di avere un controllo più diretto sull’operazione in

esecuzione.

I casi trasferiti su unità rimovibile possono essere visti nell’elenco dei casi premendo il

tasto .

N.B.: i casi che vengono trasferiti su un’unità rimovibili vengono fisicamente spostati,

quindi la loro consultazione è impossibile se non si inserisce il supporto nell’unità

senza supporto è solo possibile consultare i dati dell’archivio ma non le immagini.

4.3.3 Ripristino dei casi da Unità rimovibile

Per riportare nell’archivio centrale un caso trasferito su un supporto rimovibile, occorre

scegliere la voce “Trasferisci caso da UR …” del menù “File” dell’ambiente principale di

Genikon. Sarà chiesto di inserire un supporto specifico (in base all’etichetta che abbiamo

dato in fase di trasferimento).

Fig.4.32 Ripristino casi da Unità rimovibile

Il sistema mostra a sinistra i casi presenti sulla cartuccia; anche in questo caso possiamo

selezionarli ed accettare.

Il tasto seguente:

Consente di visualizzare differenti periferiche sulle quali sono stati archiviati casi:

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Genikon

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Fig.4.33 Visualizzazione delle periferiche disponibili

Come per l’archiviazione il sistema al termine del ripristino conferma se avvenuto

positivamente il trasferimento dal supporto all’hard disk

Fig.4.34 Termine del trasferimento

4.3.4 Esportazione di un caso

Nel caso in cui desideriamo invece copiare senza cancellare dall’hard disk un caso

scegliamo la voce Esportazione di un caso e procediamo con il seguente menu:

Fig.4.35 Menu d’esportazione casi

Il menu è molto simile a quello d’archiviazione e la selezione dei casi avviene come

l’archiviazione. Per default il sistema seleziona Caso corrente se invece desideriamo

selezionare altri casi dobbiamo deselezionare l’icona di caso corrente ed eseguire

selezioni multiple seguendo la stessa modalità dell’archiviazione.

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4.3.5 Importazione di casi da Archiviazione

Fig.4.36 Importazione casi

I casi possono essere importati da Esportazione da Archiviazione o ripresi da un archivio

specifico.

o Esportati : con tale termine ci si riferisce a casi preventivamente esportati da altro

ARCHIVIO. I casi sono in formato compresso con estensione GXP.

o Archiviati/altro… : con tale termine ci si riferisce a casi presenti su cartuccia poiché

preventivamente archiviati oppure presenti in una qualche FOLDER locale o di rete. I casi in

oggetto sono delle semplici copie delle cartelle indicizzate recuperabili all’interno della

cartella ARCHIVE.

o Da Archivio : con tale termine ci si riferisce a casi attualmente presenti e attivi su un

ARCHIVIO di rete.

OSSERVAZIONE: E’ lecito supporre che le ultime due forme di recupero dati siano

riservate all’assistenza tecnica piuttosto che all’utente finale.

Nel caso in cui siano ripresi da un’esportazione semplicemente devono essere selezionati

con la solita modalità (singola multipla o in totale con le frecce) seguendo al termine il

tasto d’assenso. Se invece sono ripresi da archivio automaticamente si abilita una nuova

funzione che consente di associare o no dati. Nel caso in cui i casi provengano da un

archivio che ha campi diversi da quello in possesso.

Fig.4.37 Selezione per associazione di campi

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Genikon

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� Il trasferimento di uno o più casi nella lista di selezione, abilita in automatico il

pulsante di creazione MAPPA . La pressione del pulsante in oggetto attiva la

sezione di definizione MAPPA. Nell’ipotesi in cui i casi selezionati e presenti in lista

siano stati creati a partire dallo stesso modello d’archivio residente sul DATA BASE di

destinazione, il sistema visualizza il recupero dell’anagrafica. Nell’esempio di figura

4.24 i modelli d’archivio sono totalmente discordanti ciò significa che in automatico,

è eseguito il recupero del solo nome caso:

Fig. 4.38 Correlazione tra archivi

Nella colonna di sinistra (VOCI ARCHIVIO) sono elencate le voci del modello d’archivio

corrente. Nella colonna di destra (DATI ANAGRAFICI ) sono visualizzati i dati del caso

evidenziato all’interno della lista di selezione e associati in modo automatico.

L’utente, interessato al recupero di tutta l’anagrafica, può a questo punto procedere

con la costruzione dei LINK:

� Un semplice CLICK eseguito sulla colonna di destra in corrispondenza della voce di

ARCHIVIO da associare, abilita una COMBO di selezione al cui interno sono presenti

TUTTI i dati anagrafici associati al caso che si desidera importare:

Fig. 4.39 Rappresentazione associazione

La selezione di una delle voci in elenco abilita il LINK fra quella VOCE d’ARCHIVIO e

il DATO ANAGRAFICO. La VOCE D’ARCHIVIO associata è visualizzata in grassetto.

Nell’ipotesi in cui sia assente, fra quelli in lista, il dato anagrafico d’interesse, si

annulla il tentativo d’associazione scegliendo l’ultima voce d’elenco vuota.

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Fig.4.40 Associazione Dati archivio a casi

Le associazioni eseguite restano attive fino a che il FORM non viene chiuso. La

selezione dei casi successivi presenti in lista consente di testare la veridicità dei

LINK eseguiti ed eventualmente di modificarle e/o rimuoverle. Per una pulizia

completa di tutte le associazioni eseguite premere il pulsante , per il

salvataggio della mappa creata premere il pulsante ed infine per il caricamento

di una mappa precedentemente costruita premere il pulsante . Queste ultime

due operazioni hanno senso se si desidera importare i casi in tempi diversi

(chiusura e riapertura del FORM), senza perdere il lavoro di LINK eseguito.

� E’ opportuno precisare che i dati anagrafici del caso sorgente restano sempre e in ogni

modo fruibili per il caso importato, indipendentemente dalla costruzione o meno della

mappa di LINK. I dati sono accessibili nell’ambiente principale dell’ARCHIVIO nel

momento in cui si seleziona un caso importato, si accede all’anagrafica e quindi si

preme il pulsante

Fig. 4.41 Possibile successiva importazione dati

� Per il significato dei pulsanti fare riferimento a quanto detto per i precedenti FORM.

L’unica eccezione è rappresentata dal pulsante che in questo contesto avvia

l’operazione d’IMPORTAZIONE. In quest’operazione, durante la fase di trasferimento,

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Genikon

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è attivo il FORM di progressione precedentemente descritto ed il FORM riepilogativo

finale:

Fig.4.42 Esito importazione casi

� La chiusura del FORM d’IMPORTAZIONE comporta un aggiornamento della lista casi attiva

nell’ambiente principale.

Generalmente questa funzione si utilizza per eseguire assistenza poiché normalmente i

casi hanno lo stesso archivio di quelli trasferiti sul supporto.

Esiste un’ulteriore possibilità di ripristinare casi da un altro archivio che risiede su un

supporto diverso e magari su un’altra macchina in questo caso utilizzo l’ultima funzione di

ripristino casi da archivio ed il sistema chiede su quale postazione è collocato tale archivio

Fig.4.43 Selezione di una nuova postazione per trasferire casi

4.4 Gestione immagini

Sulla schermata iniziale di Genikon la gestione delle immagini avviene principalmente

dalla galleria. Automaticamente quando il caso è aperto il sistema mostra la prima

immagine del primo vetrino. Già abbiamo visto che è possibile selezionare una sola cellula

(in questo caso il sistema mostra tutti i dettagli relativi a questa cellula) oppure se siamo

nella modalità tutte le cellule mostra tutte le cellule appartenenti a quelle di uno o di tutti i

vetrini. Se desideriamo vedere a maggiore ingrandimento le cellule della galleria è

sufficiente digitare il tasto di destra sulla cellula e selezionare VISUALIZZA:

Fig.4.44 Galleria immagini

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Se vogliamo richiamare in sequenza le immagini digitiamo sulla freccia della tastiera

oppure se ne desideriamo un’immagine specifica digitiamo il tasto di sinistra del mouse

sull’immagine piccola della galleria. La stessa operazione è possible a grande schermo.

In quest’ultimo caso saranno operative solo le frecce da tastiera.

Ricordiamo che da questa modalità si accede anche alla possibilità di esportare

l’immagine di Genikon come Tiff,Jpeg,Bmp su un qualsiasi supporto. Il sistema offre 2

modalità di salvataggio con e senza TXT. Naturalmente nel caso di cariotipo è bene

salvare con Txt per esportare anche il numero relativo alle coppie di omologhi.

Fig.4.45 Salvataggio immagini inn formati diversi

Cliccando con il tasto di dx sull’immagine è possibile attivare altre 2 funzioni: a)

Introduzione di nuovi dati sulla singola immagine ed al nuovo thresholding dell’immagine:

Fig.4.46 Funzioni su singola cellula

a)Modifica informazioni aggiuntive:

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Genikon

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Fig.4.47 Introduzione informazioni aggiuntive

Consente, nel caso in cui sia stato introdotta ON la voce di introduzione di informazione su

singola cellula.

b)Se invece digitiamo su singola cellula di modificare il thresholding, potremo nuovamente

cambiare la sottrazione del fondo già effettuata in precedenza con il processo di

acquisizione. A questo livello se modifichiamo la sogliatura ad una metafase collegata ad

un cariotipo il sistema cancellerà il cariotipo a modifica della sogliatura.

Se sempre dalla galleria digitiamo su singola cellula il tasto dx sull’immagine del cariotipo

si aggiunge una nuva voce relativa all’eliminazione della sola immagine del cariotipo

Fig.4.48 Eliminazione immagine del cariotipo

4.5 Gestione immagini

Sempre nel menu di gestione del caso sulla galleria delle immagini il simbolo seguente

consente di selezionare o no le informazioni sottostanti alla cellla.

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Se

Abbiamo selezionato la funzione sotto all’immagine compaiono le informazioni

Fig.4.49 Informazioni sul vetrino e tipo di cellula

Fig.4.50 Immagine cellula senza informazioni

L’opportunità di mantenere le informazioni sulla parte bassa della cellula si ritrova anche

nel menu’ di processazione. In tale enu se l’icona è selezionata in basso a destra si

vedono o non si vedono il numero di conta delle strutture presenti sull’immagine.

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Genikon

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5 Acquisizione immagini

Per acquisire immagini, si seleziona dalla Toolbar Principale la seguente icona:

Fig.5.1: Menu di Acquisizione

Dall’ambiente di acquisizione possiamo comunque visualizzare le informazioni relative al

caso in esame:

il tasto permette di visualizzare l’elenco dei casi e la scheda dati per il caso in corso

(Fig.5.2).

Fig.5.2: Visualizzazione dell'elenco dei casi in fase d’acquisizione

Il tasto mostra i vetrini e le cellule del caso in corso (Fig.5.3);

Fig.5.3: Visualizzazione degli elenchi vetrini e cellule in fase di acquisizione

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mostra le immagini delle cellule acquisite (Fig.5.4): se stiamo acquisendo la prima

cellula tutte le finestre saranno vuote (nere).

Fig. 5.4: Visualizzazione delle immagini in fase di acquisizione

L’ambiente di acquisizione mostra 11 finestre dedicate alla visualizzazione delle immagini;

le 2 (a minore dimensione) + 1 (a dimensione maggiore) finestre sono utilizzate per la

gestione dell’immagine durante la fase di acquisizione e successivamente in quella di

elaborazione. La finestra più grande, mostra l’immagine della metafase sia “live” che

memorizzata e consente la perfetta messa a punto del fuoco e della luminosità

dell’immagine.

Le due finestre più piccole in basso servono per collocare eventuali fuse, collage, cariotipi.

Le otto finestre sulla sinistra consentono di osservare a piccolo ingrandimento tutte le

cellule associate a quel dato vetrino. Per scambiare un’immagine con l’altra facciamo click

con il tasto di sinistra del mouse sull’immagine desiderata automaticamente le immagini

saranno invertite.

Durante questa fase è possibile osservare le immagini della galleria a maggiore

ingrandimento se digitiamo il tasto di destra sull’immagine prescelta.

5.1 Come si “fotografano” nuove cellule

Le due icone che seguono consentono di passare a fotografare immagini. L’icona

consente di acquisire una nuova cellula, mentre cattura una cellula già “fotografata”

nel caso in cui si sia errata la procedura precedentemente o nel caso in cui si desideri

aggiungere delle fusioni a cellule precedentemente acquisite.

Se selezioniamo la prima icona avremo sulla finestra maggiore l’immagine “live”

corrispondente alla metafase che abbiamo posizionato sotto al microscopio a 100x.

Le altre icone del menu’ d’acquisizione hanno funzioni diverse.

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Genikon

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E’ una funzione di “undo” in altre parole di annullo dell’ultima operazione eseguita.

Consente di effettuare il salvataggio della cellula, in ogni modo il sistema salva

sempre in automatico l’immagine della metafase.

Esce dall’ambiente d’acquisizione.

Seleziona l’acquisizione con modalità in campo chiaro.

Seleziona l’acquisizione con modalità in fluorescenza (bande Q/R/DAPI).

Seleziona l’acquisizione con modalità in FISH.

Seleziona l’acquisizione con modalità in CGH.

Seleziona la ricerca automatica degli spot su nuclei interfasici

Prima di passare ad acquisire immagini dobbiamo eseguire un controllo del microscopio.

5.2 Scelta della modalità di lavoro

Se lavoriamo in campo chiaro, è buona regola che il microscopio sia correttamente

allineato; è dunque necessario eseguire il controllo dell’illuminazione secondo il principio di

Koheler; controlliamo inoltre che non siano inseriti nel percorso ottico i filtri della

fluorescenza; generalmente un filtro che può essere tenuto lungo il percorso è quello DAPI

che risulta essere inefficace con il campo chiaro, capita talvolta di non avere più posizioni

libere per lavorare in campo chiaro se il microscopio è dotato di tutti gli accessori

necessari per la FISH. E’ invece utile utilizzare un filtro verde, come per la fotografia, che

esalta i contrasti dei cromosomi; tale filtro può essere posto sul diaframma di campo del

microscopio nel caso in cui non sia stato dato come accessorio fisso nel corpo del

microscopio. Dobbiamo assicurarci che almeno il 50% della luce vada alla telecamera

oltre che agli oculari. Ciò dipende dal modello di microscopio che abbiamo in dotazione.

Alcuni microscopi consentono di vedere in contemporanea agli oculari ed alla telecamera.

Altri modelli invece inviano il 100% della luce agli oculari oppure il 100% è inviato alla

Seleziona l’acquisizione in Multiplex FISH.

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telecamera. Assicuriamoci dunque che almeno il 50% vada alla telecamera proprio come

si fa normalmente per inviare la luce alla macchina fotografica.

Se lavoriamo in fluorescenza è fondamentale che la lampada della fluorescenza sia

centrata. Controlliamo inoltre che lungo il percorso ottico sia posizionato il blocchetto di

filtri corretto per osservare il fluorocromo (quinacrina o arancio di acridina); anche in

questo caso come per il campo chiaro assicuriamoci che almeno il 50% della luce vada

alla telecamera. Scegliamo ora la modalità di lavoro: campo chiaro o fluorescenza (la

FISH sarà presa in esame successivamente). E’ fondamentale scegliere la modalità

corretta perché se scegliamo fluorescenza e poi lavoriamo in campo chiaro saremo in

saturazione se invece lavoriamo in fluorescenza e scegliamo il campo chiaro saremo in

assenza o bassa luminosità.

5.3 Setup della telecamera

Dopo avere selezionato la modalità di lavoro e con l’immagine live della metafase

possiamo almeno per la prima volta controllare il Setup della telecamera :

per acquisizioni in campo chiaro:

Fig.5.5: Regolazioni per Acquisire in campo chiaro

per acquisizioni in fluorescenza:

Fig.5.6: Set up acquisizione in fluorescenza

Se lavoriamo in campo chiaro, potremo gestire la luminosità e il contrasto dell’immagine; è

l’operatore che deve decidere la quantità di luce o di fondo che desidera sull’immagine;

variando le due regolazioni devo potere ottenere il massimo del contrasto. E’ sempre bene

prima osservare al microscopio con la quantità di luce corretta e l’apertura del

condensatore corretta secondo il tipo d’obiettivo col quale stiamo lavorando

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Genikon

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successivamente, aggiustiamo il sistema mantenendo la stessa quantità di luce in maniera

tale da non dovere cambiare ogni volta da microscopio a sistema. In fluorescenza potremo

gestire luminosità e contrasto ma a queste due voci si aggiunge la possibilità di integrare

(esposizione) la telecamera per consentire di osservare anche fluorescenze molto basse.

Alzando il valore d’esposizione si osservano strutture anche poco fluorescenti ed è

possibile raggiungere ugualmente un ottimo contrasto. I valori fissati dall’operatore si

possono ottenere anche lavorando sul controllo automatico della telecamera: se

selezioniamo regolazione automatica, da ora in poi è il sistema che controlla i valori di

contrasto e luminosità e cerca di trovare il massimo del contrasto dell’immagine senza

intervento dell’operatore. Se non desideriamo più tale controllo è sufficiente utilizzare il

tasto sinistro del mouse per deselezionare il controllo automatico. In entrambi i casi

dobbiamo avere l’immagine “live” sul monitor e naturalmente il percorso della telecamera

aperto. Con entrambe le modalità di lavoro (controllo manuale e/o automatico) il sistema

presenta una barra di controllo di colore verde (Fig.5.3) che rappresenta la quantità di luce

che proviene dal microscopio ed arriva alla telecamera ed indica il contrasto rilevato dal

sistema.

Fig.5.7: Barra della dinamica del segnale in ingresso

Se abbiamo immagini molto scure, la barra verde sarà disposta verso il basso; viceversa,

se le immagini sono molto chiare, la barra verde occupa tutto lo spazio. Agendo sulle

regolazioni dobbiamo rendere la banda verde più grande possibile, senza però che questa

sia troppo vicina ai bordi (si noterà che se la barra oltrepassa il limite superiore, comparirà

una tacca rossa in alto; una tacca blu comparirà se è il limite inferiore ad essere

oltrepassato).

N.B.: Nel caso in cui si lavori con l’integrazione della telecamera, è bene cercare di

tenere il valore di esposizione il più basso possibile e quindi giocare magari di più

con la luminosità poiché tempi alti di integrazione ritardano lo spostamento

dell’immagine ed anche la messa a fuoco.

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Per entrambe le modalità abbiamo comunque l’opportunità di eseguire un salvataggio del

setup , oppure possiamo richiamare l’ultimo salvataggio effettuato .

5.4 Acquisizione di una nuova immagine

• Apriamo un vecchio caso o creiamo un caso nuovo;

• entriamo nell’ambiente d’acquisizione

• selezioniamo la modalità di lavoro per esempio campo chiaro ;

• controlliamo il fuoco sul microscopio;

• controlliamo eventualmente i valori di luce e contrasto.

• selezioniamo l’icona per acquisire l’immagine .

A questo livello esistono due modi diversi di procedere a seconda se la cellula rientra o no

per intero nel campo del microscopio.

Tutti i cromosomi sono presenti nella prima immagine memorizzata

Possiamo subito premere il tasto per terminare l’acquisizione ed eventualmente

passare al processo successivo d’elaborazione (conta, analisi visiva o separazione dei

cromosomi per una successiva cariotipizzazione).

L’acquisizione è finita possiamo procedere ad acquisire o un’altra cellula o ad elaborare

l’immagine appena digitalizzata.

Mancano uno o alcuni cromosomi che sono posti esternamente al campo appena

fotografato

Dobbiamo procedere come segue:

• abbiamo già acquisito gran parte di cromosomi;

• spostiamo sul microscopio al centro del campo i cromosomi esterni;

• facciamo click nuovamente sull’icona per memorizzare la nuova immagine ;

• se ancora mancano cromosomi possiamo spostarci nuovamente e procedere come ai

punti due e tre;

• Una volta fotografati tutti i (anche se su immagini diverse)

possiamo fare click sull’icona seguente per terminare la fase d’acquisizione .

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Avremo così un’immagine principale descritta come metafase, più una certa quantità

d’immagini definite F1, F2, Fn, secondo quanti frame abbiamo fotografato.

5.5 Acquisizione immagini da telecamere ad alta ris oluzione

Nel caso in cui sia collegata al sistema una telecamera digitale ad alta risoluzione il

sistema lavora in live alla stessa risoluzione del monitore cioè 1024x1280.

L’alta risoluzione si ottiene con l’impiego di telecamere quali:

� HAMAMATSU ORCA 285

� COOLSNAP

� HESPFIRMA

� NIKON DS2 MONOCROMATICA RAFFREDDATA

è consentito solo in modalità ALTA RISOLUZIONE . Questo significa che sulla chiave hardware

del programma GENIKON deve essere attivo il relativo modulo. Il FORM LIVE in modalità ALTA

RISOLUZIONE consente una visione d’immagine pari a 1280x1024 pixel. Le SCROLLBAR

laterali permettono in ogni modo la visione dell’intera immagine così come acquisita dalla

telecamera d’impiego.

Fig.5.8 “LIVE” ad alta risoluzione

Al termine dell’acquisizione, determinata dalla pressione del pulsante di STOP ,

si attiva un FORM di SOGLIATURA, l’immagine è visualizzata nella classica dimensione

768x576. Per visualizzarla nel suo formato originale è necessario lavorare in

modalità GRANDE SCHERMO.

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Al LIVE AD ALTA RISOLUZIONE può essere associato l’impiego dell' E1000 e/o RUOTA

FILTRI, in modo analogo con quanto avveniva nelle precedenti versioni a BASSA

RISOLUZIONE.

� L’ingresso nell’ambiente LIVE con una modalità di lavoro CGH o MFISH comporta in

automatico il caricamento dell’ultimo profilo di acquisizione, impiegato e

memorizzato sui registri. Per la FISH il caricamento avviene se e solo se l’ingresso in

LIVE è avvenuto a partire da un vetrino vuoto, altrimenti il sistema carica il profilo

associato alla cellula d’ingresso per consentirne la sogliatura nuovamente.

5.6 Sottrazione del fondo dalle immagini acquisite

Al termine di ogni acquisizione, il sistema esegue in automatico la sottrazione del fondo, o

sogliatura, per ogni immagine catturata. Questa fase è molto delicata perché corrisponde

alla quantità di background che desideriamo eliminare dalla nostra immagine. E’

necessario controllare che insieme al fondo non siano eliminate parti appartenenti ai

cromosomi.

Fig.5.9: Sogliatura delle immagini acquisite (manuale)

Sul sistema Genikon esistono diverse modalità di sogliatura più o meno complesse e con

diversa efficienza selezionabili dalla voce opzioni della Main Tool Bar

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Genikon

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Fig.5.10: Selezione diverse modalità di sogliature

5.6.1 Soglia manuale

La prima soglia MANUALE indicata in figura 5.9 è quella che lascia maggiore libero

arbitrio all’utente.

Con tale menu è infatti possibile modificare il contrasto sull’imagine non solo abbassando

il livello massimo al di sotto di 255 ma anche il minimo sopra 0

Fig.5.11: Selezione diverso contrasto

Tale funzione leva il rumore di fondo alzando il livello minimo o schiarisce l’immagine

abbassando il massimo.

Fig.5.12: Aumento del filtro

Se invece aumentiamo il valore del filtro (circa 7) aumenterà la differenza dei livelli di

grigio determinando ua “messa a fuoco “ migliore dell’immagine.

La voce luminosità consente di schiarire o scurire l’immagine

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Fig.5.13: Variazione luminosità

L’icona seguenete abilita la possibilità di osservare quanto fondo verrà sottratta

all’immagine

. Fig.5.14: Visualizzazione della soglia

In questo caso è possibile aumentare o diminuire la sottrazione, muovendo la barra

seguente:

Fig.5.15: Slider per gestione soglia

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Genikon

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Quando agiamo sulla soglia è anche possibile definire delle ROI disegnando col tasto sx

del mouse intorno agli oggetti di interesse ed utilizzare i tasti +e- per aumentare o

diminuire la soglia sulle regioni identificate in manuale. E’ possibile definre quante regioni

l’utente ritiene necessarie.

Fig.5.16: Thresholding su ROI

Fig.5.17: Modifica soglia su ROI

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In questo caso in figura 5.17 abbiamo diminuito la sogliatura su una regione specifica

Digitando più volte il segno +.

L’icona seguente consente di cancellare ROI disegnate in maniera erronea

Terminate queste operazioni se decidiamo che debbano essere definitive anche sulle

piastre successive , per memorizzare i valori identivicati digitiamo il seguente tasto.

Le modifiche, saranno memorizzate anche nei casi successivi. Se invece desideriamo

apporre e modifiche solo sulla piastra che è in analisi in questo momento digitaimo il tasto

di assenso senza salvare:

Il sistema esce dal menu di thresholding e passa a quello di elaborazione. L’immagine è

pronta per essere processata.

Se abbiamo compiuto errori e decidiamo di ripristinare il valore di sogliatura originale

cliccando sull’icona seguente riportiamo il sistema ai valori originali:

5.6.2 Soglia automatica con contrasto

Dal Menu opzioni selezioniamo la voce soglia automatica con contrasto

Fig.5.18: Selezione soglia automatica

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Genikon

5-41

Rispetto alla modalità precedente la funzione è molto più limitata perchè nei contrasti

consente solo di modificare la luminosità dell’immagine e come per la precedente modalità

la sogliatura.

Rispetto alla precedente ha però il beneficio di modificare anche la luminosità su singole

regioni. Le altre icone hanno la stessa funzionalità prevista dalla precedente procedura

.

Fig.5.19: Soglia automatica

5.6.3 Soglia automatica Adattiva

Anche in questo caso la modalità è selezionabile dalla voce OPZIONI del menu principale.

Fig.5.20: Selezione Soglia automatica adattiva

La soglia adattiva rispetto alla precedente tende a uniformare il contrasto sull’immagine

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Fig.5.21: Selezione Soglia automatica adattiva

Inoltre sempre rispetto all’automatica consene di imporre un filtro graduato sull’immagine

che generalmente modifica il contrasto dell’immagine ed apporta benefici al punto di

fuoco. Anche per questa modalità le icone restanti presentano sempre lo stesso significato

della soglia manuale. La scelta della diversa modalità di sogliatura è a discrezione

dell’operatore. In generale l’adattiva è la più semplice da utilizzare ma anche più restrittiva

della manuale che invece dà piena disponibilità di funzioni all’operatore.

N.B.: durante questa operazioni di sogliatura controllare attentamente che una soglia

troppo alta non provochi la frammentazione dei cromosomi: in particolare

controlliamo i satelliti dei cromosomi della classe D che sono più chiari e più critici. Il

controllo è semplice poiché la diversa colorazione dei contorni consente di

intravedere quando stiamo dividendo un cromosoma. E’ bene comunque non

tenere la soglia troppo bassa perché rischiamo di dover eseguire successivamente

troppi tagli di cromosomi in manuale in quanto il sistema riconoscerà più gruppi che

cromosomi singoli.

Nel caso in cui si siano fatte delle fusioni il sistema automaticamente presenta tutte le

immagini che costituiscono la cellula (immagine principale più fusioni, sulle quali,

singolarmente secondo il contrasto dell’immagine, dobbiamo sottrarre il fondo).

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Genikon

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5.7 Fusione di cromosomi esterni al campo

Dopo avere confermato la soglia per l’immagine principale e per ogni fusione (vedi avanti

come acquisire cromosomi esterni al campo) dobbiamo passare alla fusione dei

cromosomi .

L’immagine dei cromosomi esterni al campo è sulla finestra principale e dobbiamo

trasferire i cromosomi mancanti nell’immagine principale. Selezioniamo tutti i cromosomi

mancanti con il tasto di sinistra del mouse e facciamo click sull’icona di trasferimento

automatico , oppure trasferiamoli uno ad uno selezionandoli e tenendo premuto il tasto

di sx del mouse dalla finestra grande del fuse a quella della metafase minore in basso; se

dei cromosomi rimangono da separare possiamo utilizzare le funzioni di taglio offerte

dall’ambiente di fusione.

Fig.5.22: Fusione dei cromosomi nella metafase

I cromosomi passano sulla piastra principale in alto a sinistra in fila e sono caratterizzati da

una “F”; il numero sulla “F” indica da quale fusione provengono. Nel caso in cui si desideri

spostare un cromosoma, è sufficiente posizionarsi sopra con il tasto di sinistra del mouse

e, tenendo premuto, è possibile posizionarlo su una nuova collocazione.

Altrimenti con il tasto di sinistra del mouse i cromosomi possono essere trasferiti uno per

volta dall’operatore semplicemente selezionando il cromosoma sulla fusione e con il tasto

di sinistra premuto trasferire sull’immagine della metafase nella posizione desiderata. Al

termine invertiamo le due immagini per avere a schermo maggiore l’immagine della

metafase completa digitando col tasto sinistro del mouse sull’immagine della metafase.

L’acquisizione è finita possiamo procedere ad acquisire un’altra cellula o ad elaborare

l’immagine appena digitalizzata.

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5.8 Controllo automatico del fuoco sull’immagine

Sempre in ambiente d’acquisizione, Genikon offre una funzione importante che si può

utilizzare anche se il microscopio non è dotato di un controllo elettronico del fuoco.

Digitando sull'icona del controllo automatico del fuoco il sistema chiede di seguire la

seguente procedura:

Fig.5.23: procedura per la cattura d’immagini utilizzando la funzione di fuoco automatico

Al termine il sistema mostra l’immagine della sequenza che ritiene essere la più a fuoco.

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Genikon

6-1

6 Analisi ed Elaborazione delle immagini

Genikon offre due ambienti per analizzare le immagini acquisite.

Il primo, definito “Analisi ”, è dedicato all’analisi visiva ed alla conta dei cromosomi .

Il secondo, definito di “Elaborazione ”, offre invece tutte le funzioni per separare e

cariotipizzare le metafasi . Se non siamo soliti contare o analizzare a vista le metafasi

possiamo direttamente passare alla separazione dei cromosomi ed alla relativa

cariotipizzazione. Ad entrambe le procedure si accede dalla toolbar principale.

Alla fase di elaborazione si accede anche dalla videata dell’ambiente principale di Genikon

con un doppio-click analizzare sul tasto di sinistra del mouse nella finestra relativa

all’immagine. Entrambe le procedure prevedono che sia stato aperto il caso e che sia stata

caricata o acquisita almeno una metafase.

6.1 Ambiente d’Analisi delle metafasi

Il processo d’analisi delle metafasi consente di contare in automatico e /o manuale e di

appaiare manualmente gli omologhi.

Fig.6.1 Toolbar d’Analisi

Fig.6.2: Analisi delle metafasi a pieno schermo

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6.1.1 Conta dei cromosomi

Nell’”Ambiente Analisi” troviamo una finestra principale di lavoro associata ad altre otto

finestre della galleria.

Posizioniamoci sulla finestra principale la cellula che dobbiamo analizzare.

Ci sono due possibilità di conta:

Abilita a contare in automatico i cromosomi. Un cromosoma identificato presenta un punto

rosso. Per rimuovere un dot, se la conta è errata, è sufficiente digitare il tasto di destra del

mouse, la conta automaticamente si aggiorna

Abilita a contare in manuale i cromosomi utilizzando il tasto di sinistra del mouse.

Sui singoli cromosomi compare un punto rosso (nel campo chiaro) o verde (nella

fluorescenza); per eliminarlo è sufficiente posizionarsi sopra e digitare il tasto di destra del

mouse, automaticamente la conta è aggiornata.

Sulla parte destra in basso all’ immagine è infatti indicato il numero degli oggetti contati

dall’operatore e dal sistema, (la conta eseguita può essere diversa se eseguita

dall’operatore o dal sistema che considera cromosomi si come un oggetto singolo).

Per annullare la conta eseguita ed iniziarne una nuova è sufficiente premere il tasto .

6.1.2 Appaiamento degli omologhi

Fig.6.3 Appaiamento degli omologhi

Con la funzione: ,si appaiano gli omologhi e si esegue un’Analisi Visiva.

Sono offerte una serie d’icone corrispondenti ad ogni coppia d’omologhi. Si seleziona il

cromosoma e si digita il tasto dx del mouse sul numero di coppia corrispondente.

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Genikon

6-3

Per tornare all’inizio della fase di riconoscimento si utilizza l’icona seguente , che

cancella tutti i numeri collocati in precedenza. E’ possibile procedere in sequenza ed il

sistema presenta a due a due le coppie; oppure se desideriamo passare da una coppia di

cromosomi ad un’altra senza seguire alcun ordine, dobbiamo digitare il tasto di sinistra del

mouse sul numero corrispondente alla coppia specifica sulla toolbar del menu infine è

possibile selezionare il numero d’interesse dalla legenda attivata mediante il tasto destro

del mouse. Il sistema assegna colori ben precisi alla casella del numero d’appartenenza.

Se i cromosomi identificati sono due, la casella si colora di verde, se il cromosoma è

singolo blu ed infine se i cromosomi sono tre il colore sarà rosso.

6.2 Ambiente di Elaborazione

Offre le funzioni per separare, analizzare e cariotipizzare i cromosomi. L’ambiente è

identico nelle diverse modalità di lavoro quali campo chiaro, fluorescenza o FISH.

Fig.6.4: Menu d’Elaborazione in primo piano cariotipo

Le funzioni variano a seconda se stiamo visualizzando la metafase o il cariotipo

Fig.6.5: Menu d’Elaborazione con in primo piano metafase

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6-4

6.2.1 Gestione immagini in Ambiente d’Elaborazione

Il sistema mostra, nel menu’ di elaborazione, 8 immagini in galleria che possono essere

spostate in primo o secondo piano digitando il tasto di sx sull’immagine che si desidera, a

queste si aggiungono altre tre immagini di dimensione maggiore. Le otto immagini della

galleria possono essere visualizzate a maggior ingrandimento digitando il tasto di destra

del mouse sull’immagine prescelta seguito dalla voce visualizza. Con questa modalità

possiamo confrontare metafasi tra loro e se desideriamo possiamo caricare a sinistra

anche un altro caso consentendo così di confrontare immagini provenienti da casi

differenti. Nel caso in cui sulla finestra a maggiore ingrandimento ci sia il collage, è

possibile trasferire dall’immagine della galleria un cromosoma per copiarlo sul collage

semplicemente selezionando il cromosoma e, tenendo premuto il tasto di sinistra del

mouse. Dobbiamo inoltre ricordare che sull’immagine principale possiamo ingrandire

Fig.6.6 Barra Elaborazione su cariotipo o metafase

digitando con il tasto centrale del mouse; se desideriamo muoverci sull’area ingrandita

possiamo digitare il tasto destro nel punto sul quale desideriamo muoverci. Abbiamo già

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Genikon

6-5

osservato che una volta ingradita l’immagine con “visualizza” possiamo scorrere a

maggiore ingrandimento tutte le immagini della galleria utilizzando le frecce di avanti ed

indietro della tastiera.

6.2.2 Toolbar d’elaborazione dei cromosomi

Abbiamo visto che si tratta di due diverse Toolbar con funzioni diverse e specifiche. In

particolare se abbiamo in primo piano la metafase avremo anche la funzione della

creazione del cariotipo mentre se in primo piano è posizionato il cariotipo compariranno le

funzioni di allineamento degli omologhi e raffronto degli ideogrammi. Vediamo comunque

in dettaglio le singole funzioni.

La barra strumenti, in particolare per le operazioni di separazione dei cromosomi, è

rappresentata da funzioni che lavorano in manuale o in automatico secondo la

complessità dei raggruppamenti degli oggetti.

Vediamo in sequenza le diverse funzioni associate alla Barra Strumenti d’Elaborazione:

Selezione di tutti gli oggetti Deselezione di tutti gli oggetti Colorazione oggetti

Eliminazione oggettiRipristina oggetti eliminati

Aumenta contrasti con filtri Modifica luminosità Ripristina contrasti originali

Valutazione dei profili

Divisione automatica Divisione manuale Dissovrapposizione Auto Dissovrapposizione manuale

Auto Divisione di più gruppi Disegno assi Unione oggetti Annotazione e testi

Creazione collage Eliminazione collage Invio oggetti al collage Modifica fondo collage

Creazione manuale Cariotipo Creazione automatica Cariotipo

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6-6

Con la creazione del cariotipo si aggiungono le seguenti Icone:

6.2.3 Identificazione delle strutture sulla metafas e e\o sul cariotipo

Sia sulla metafase che sul cariotipo, gli oggetti uniti si identificano mediante contorni a

colori continui. Il numero di cromosomi uniti sulla metafase dopo il processo di

acquisizione dipende dal valore di soglia che abbiamo immesso sulla nostra immagine;

tanto più alto è il valore imposto della soglia e tanto più divisi risulteranno i cromosomi. In

alcuni casi è comunque impossibile separare tutto con la sola sottrazione del fondo e

Allineamento centromeri

Posizione centromeri

Allineamento per lunghezza

Ingrandimento Raddrizzamento

Aggiustamento cromosoma ad

ideogramma Confronto omologhi

Inversione livelli Conta numero di bandePulizia dei cromosomi

Ideogrammi in manuale Ideogrammi in automatico

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Genikon

6-7

dobbiamo necessariamente procedere ai tagli manuali o automatici; rischieremmo di

perdere informazioni importanti relative ai cromosomi (per esempio satelliti).

Fig.6.6: Agglomerati

Il sistema consente di identificare subito ed in toto quali sono gli agglomerati da separare

(Fig.6.6) comunque per analizzare in dettaglio quali sono i cromosomi uniti e disgiunti è

necessario passare con il mouse sulle strutture alle quali siamo interessate ed il sistema

mostra contorni continui o separati che evidenziano eventuali gruppi o cromosomi singoli.

6.2.4 Selezione e deselezione di cromosomi

Se dunque passiamo sui cromosomi senza digitare il mouse il sistema mostra dei quadrati

tratteggiati che indicano se i cromosomi appartengono o no allo stesso gruppo.

Fig.6.7: Oggetti evidenziati dal cursore del mouse prima della selezione

Nel caso precedente il rettangolo è tratteggiato ma unico per i due cromosomi, ciò indica

che dovranno essere separati.

Per selezionarli dobbiamo digitare il tasto di sinistra del mouse sull’oggetto desiderato.

Fig.6.8: Oggetto selezionato

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In questo caso il rettangolo è continuo ed indica che i due cromosomi sono uniti ed è su

questi che possiamo lavorare per effettuare la separazione.

N.B.: Nelle divisioni è possibile selezionare contemporaneamente più gruppi ed il sistema

lavorerà su tutti in una volta.

6.2.5 Pseudocolore

Un’altra funzione, appartenente sempre al menu di elaborazione, aiuta l’operatore a

controllare quali sono i cromosomi separati e non: è la funzione dello pseudocolore: .

I cromosomi sono mostrati in colori differenti se sono separati, stesso colore se sono uniti.

Possiamo agire su quelli da dividere anche lasciando ON la funzione dello pseudocolore

ma non è raccomandabile poiché è difficile analizzare gli oggetti.

Fig.6.9: Oggetti senza pseudocolore

Fig.6.10: Oggetti con pseudocolore

La funzione dello pseudocolore ha un diverso effetto se dal “menu’ preferenze”

selezioniamo “attiva” la funzione indicata in Fig. 6.10

Fig.6.11 Opzione che applica colori casuali ai contorni

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Genikon

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In questo caso il sistema evidenzia con colori uguali i contorni di cromosomi uniti come

rappresentato in Fig.6.9.

Fig.6.11 Identificazione unioni mediante contorni

6.2.6 Separazione di cromosomi uniti

Esistono due tipi d’unione:

a) unione con contatto;

b) unione con sovrapposizione.

La procedura di separazione è completamente diversa.

A Separazione di cromosomi uniti per contatto

Dalla barra strumenti dell’ambiente d’analisi possiamo scegliere se separare in manuale o

in semi–automatico o in automatico (la scelta dipende dal grado di complessità

dell’unione).

Separazione manuale

Procedere come segue:

1. Selezionare la funzione di separazione manuale e semi - automatica dalla toolbar: ;

2. Selezionare il gruppo di cromosomi da separare;

3. Con il tasto di sinistra del mouse tracciamo la poligonale passante per i punti di contatto

tra i cromosomi. Mantenendo premuto il tasto del mouse, la poligonale è tracciata in

modo continuo, eseguendo invece dei click successivi con il tasto di sinistra è possibile

tracciare una poligonale a tratti. Il sistema agisce solo sui cromosomi selezionati

dall’operatore;

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6-10

4. Terminare la poligonale facendo click con il tasto di destra del mouse;

5. E’ possibile effettuare nuovi tagli, ripetendo i passi tre e quattro;

6. Eseguire un ultimo click sul tasto di destra del mouse se tutti i cromosomi del gruppo

selezionato sono separati.

Il sistema mostra i contorni dei cromosomi separati ed aggiorna la conta in basso a

destra.

Se si desidera annullare l’operazione di taglio è possibile tornare indietro con la

funzione di “undo” .

Separazione semi – automatica

Per il taglio manuale e semi – automatico risulta utile la funzione di ingrandimento di

porzioni dell’immagine; tale funzione si attiva digitando due volte il tasto di sinistra del

mouse sul particolare dell’immagine che desideriamo ingrandire oppure utilizzando il tasto

centrale del mouse. Per tornare alle condizioni originali è sufficiente eseguire doppio click

sull’immagine ingrandita oppure premere il tasto centrale del mouse.

Procedere come segue:

1. Selezionare all’inizio la funzione di separazione manuale e semi – automatica dalla

toolbar: ;

2. Selezionare il gruppo di cromosomi da separare;

Fig.6.12 Selezione di un oggetto

3. Posizionarsi con il puntatore del mouse nel punto di taglio desiderato.

Fig.6.13 Posizionamento sul punto di taglio

4. Eseguire un singolo click con il tasto di destra del mouse;

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Genikon

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Fig.6.14 Separazione semi - automatica

Il sistema mostra i contorni dei due cromosomi separati ed aggiorna la conta in basso a

destra.

Separazione automatica

Procedere come indicato:

1. Selezionare i gruppi che si desidera separare in automatico. E’ possibile selezionare più

gruppi di cromosomi in contemporanea. In questo caso è necessario prestare

attenzione a tutte le separazioni che effettua il sistema ed al fine di rilevare tagli scorretti

su cui intervenire successivamente;

Fig.6.15: Seleziona multipla

2. Utilizzare l’icona di taglio automatico: oppure eseguire un click sul tasto di destra

del mouse;

3. Il sistema ad ogni click sul tasto destro del mouse separa un cromosoma dal gruppo,

circoscrivendolo con un colore differente dal resto del gruppo.

Fig.6.16: Cromosomi generati dalla separazione

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Nel caso in cui non funzioni la separazione automatica o nel caso in cui non sia stata

precisa, possiamo utilizzare l’“undo” per procedere poi con il taglio manuale.

B Separazione di cromosomi uniti in sovrapposizione

Come per la divisione per contatto possiamo scegliere dalla barra strumenti se separare in

manuale o in automatico.

Dissovrapposizione manuale

Come per il taglio se non funziona la separazione automatica (si seleziona il gruppo e si

attiva la precedente funzione di dissovrapposizione automatica) possiamo utilizzare la

modalità manuale.

Nel caso in cui si presenti una situazione molto complessa è bene utilizzare la funzione di

disegno degli assi dei singoli cromosomi (vedi avanti).

Come si procede:

1. selezioniamo il gruppo;

2. Selezioniamo l’icona di separazione manuale: ;

3. Con il mouse, usando il tasto di sinistra posizioniamo quattro punti sugli angoli

dell’incrocio;

Fig.6.17: Dissovrapposizione manuale

4. Al termine digitiamo il tasto di destra del mouse.

Anche in questo caso il sistema mostrerà il tipo di taglio circoscrivendo i cromosomi con

un bordo colorato.

Fig.6.18: Cromosomi dopo dissovrapposizione

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Genikon

6-13

Dissovrapposizione automatica

Per prima cosa è necessario selezionare i cromosomi da separare; in questo caso è

possibile lavorare su più gruppi di cromosomi in contemporanea.

Come si procede:

1. si seleziona il gruppo (o più gruppi);

2. si preme il tasto di dissovrapposizione.

Nel caso in cui il sistema non riesca ad agire in automatico (avverte l’operatore con un

messaggio) procediamo in manuale.

N.B.: il sistema non ricrea in maniera arbitraria le bande del cromosoma sottostante ma

lascia quelle del cromosoma posizionato superiormente.

Separazione di gruppi complessi di cromosomi median te disegno degli assi

Utilizziamo il disegno degli assi se si tratta di un’unione complessa:

Fig.6.19: Disegno dell'asse

1. Selezioniamo sul gruppo sul quale desideriamo agire;

2. Selezioniamo l’icona per disegnare gli assi;

3. Procediamo con il tasto di sinistra del mouse nel disegno dell’asse su ogni cromosoma

(anche in questo caso possiamo procedere in continuo tenendo premuto il mouse o a

tratti digitando più volte il tasto di sinistra del mouse).Vedremo comparire insieme

all’asse il contorno dei cromosomi identificato dal sistema;

4. Al termine di ogni cromosoma digitiamo il tasto di destra;

5. Disegnati tutti gli assi digitiamo nuovamente il tasto destro per terminare.

Per questa particolare separazione l’utente può decidere, utilizzando il menù di

personalizzazione, quanto margine può portarsi dietro un dato cromosoma e quindi quanto

è lo spessore dei cromosomi. Si consiglia di tenere questo valore un po’ più largo perché

questo faciliterà l’identificazione sul foglio del cariotipo dei cromosomi che provengono da

un overlapping (generalmente 125 % è un valore medio buono per cromosomi non troppo

allungati.

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Fig.6.20 Definizione nelle "Opzioni" dello spessore dei contorni

N.B.: Se lavoriamo con un valore di spessore troppo basso è possibile che con il disegno

degli assi, se non siamo estremamente precisi e non passiamo esattamente nella

parte centrale del cromosoma, vengano eliminate delle porzioni di cromosoma.

Dovremo selezionare nuovamente i frammenti e riunirli al cromosoma mediante la

funzione d’unione oppure possiamo utilizzare la funzione di “undo” per ritornare

all’inizio della divisione degli assi.

Nell’immagine seguente è illustrato il caso in cui lo spessore medio dei cromosomi sia

basso rispetto ai cromosomi che stiamo analizzando.

Fig.6.21:Frammenti di cromosoma

Separazione completamente automatica

Genikon offre un’ulteriore funzione di separazione dei cromosomi da utilizzare nel caso in

cui si lavori con piastre non troppe complesse. Come si procede:

1. Selezioniamo tutti i gruppi da dividere;

2. Premiamo l’icona seguente .

E’ necessario che l’operatore controlli attentamente tutte le separazioni effettuate dal

sistema per correggere eventuali errori.

6.2.7 Unione di frammenti di cromosoma

Sempre dalla Barra principale possiamo utilizzare la funzione di unione di due cromosomi

rappresentata dalla seguente icona: .

E’ necessario selezionare uno per volta con il tasto di sinistra del mouse, i due frammenti

che desideriamo unire;

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Genikon

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1. Digitiamo l’icona per unire i due frammenti.

2. Attenzione Genikon consente di riunire solo due oggetti alla volta e solo quelli

selezionati tutto ciò è dovuto ad un controllo interno del sistema.

6.2.8 Funzione unione oggetti rapida

Nel caso in cui desideriamo unire due frammenti possiamo utilizzare il tasto di sinistra del

mouse tenuto premuto tra i punti che sono da congiungere, rilasciando il tasto di sinistra

automaticamente i due frammenti saranno uniti

Fig.6.22 Unione oggetti tramite mouse

6.2.9 Selezione di tutte le strutture

Consente di selezionare tutti i cromosomi in una sola volta .

Se desideriamo modificare il contrasto su tutti i cromosomi con un solo passaggio,

possiamo utilizzare l’icona di selezione di tutti e poi scegliamo il valore di contrasto.

Esiste un’altra possibilità per selezionare più oggetti in una sola volta. Se utilizziamo il

tasto di sinistra e poi trasciniamo il mouse (tenendo premuto il tasto di sinistra) viene

disegnato un rettangolo che ingloba e seleziona in automatico le strutture in esso

contenute. E’ una funzione utile per selezionare e cancellare in una sola volta tanti piccoli

frammenti.

6.2.10 Deselezione di tutte le strutture

Con questa funzione possiamo deselezionare in una sola volta tutti gli oggetti selezionati

sull’immagine: .

E’ l’esatto opposto della funzione precedente. Deseleziona tutto ciò che è stato

selezionato.

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6-16

6.2.11 Eliminazione di strutture

La funzione consente di eliminare tutti gli oggetti selezionati sull’immagine. Come già

detto gli oggetti possono essere selezionati uno per volta, a gruppi utilizzando il mouse e

disegnando rettangoli d’inclusione, tutti insieme con l’icona già sopra descritta.

Le strutture eliminate possono essere rese invisibili se nelle opzioni di personalizzazione

abbiamo selezionato di non voler mostrare gli oggetti eliminati. Se invece abbiamo

selezionato di mostrarli, gli oggetti rimarranno visibili ma circoscritti con un bordo rosso

che indica la loro eliminazione dalla conta e quindi dal successivo cariotipo.

6.2.12 Ripristino di una struttura eliminata

Se erroneamente abbiamo cancellato una struttura che è invece essere un cromosoma

possiamo utilizzare questa funzione per ripristinarla: .

Dobbiamo selezionare l’oggetto eliminato (come detto risulta circoscritto di rosso) e

digitiamo il tasto di ripristino. Automaticamente l’oggetto ricompare anche sul cariotipo e si

aggiorna anche la conta cromosomica.

6.2.13 Correzione sfondo e luminosità

E’ la funzione che consente di scurire o schiarire gli oggetti selezionati. E’ possibile

decidere se si desidera lavorare su tutti i cromosomi o su singoli o su alcuni.

Si apre un sottomenu che consente di operare con due funzioni: luminosità e sfondo

(Fig.6.23).

Le due funzioni lavorano in combinata e l’effetto è complessivo è dunque meglio agire

prima con una, studiare l’effetto e poi con entrambe associate.

Fig.6.23: Correzione luminosità e sfondo

Luminosità

Consente di schiarire i cromosomi se portiamo il cursore verso valori positivi, o scurire se

andiamo verso il negativo. Il valore centrale zero non ha naturalmente effetto. L’intervallo

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Genikon

6-17

di valori validi va da –10 a 10. Questa funzione si utilizza se abbiamo cromosomi troppo o

poco contrastati. La funzione agisce solo sui cromosomi selezionati; per procedere

possiamo prima vedere l’effetto dopo aver selezionato i cromosomi da variare, spostando

il cursore, quando raggiungiamo un buon contrasto, dobbiamo digitare il tasto d’assenso

verde per rendere la modifica effettiva. Solo dopo quest’operazione la modifica sarà

mantenuta e sommata alle operazioni successive. Se dunque desidero schiarire i

cromosomi devo lasciare il fondo tra i valori 0 e 255 mentre il cursore della luminosità si

sposterà da 0 a +10.

Sfondo

Agisce invece sul fondo della nostra piastra: permette di ottenere cromosomi con più o

meno fondo. I valori possibili per i due cursori sono tra 0 e 255. L’effetto del fondo è molto

utile se abbiamo metafasi con molto citoplasma. Anche se con l’effetto della soglia il fondo

si pulisce è possibile che i singoli cromosomi rimangano circoscritti di una patina grigia che

viene anche riportata poi sul cariotipo. Se dunque per esempio stiamo lavorando in campo

chiaro possiamo eliminare questo contorno selezionando i cromosomi sui quali

desideriamo lavorare ed alzando in positivo il valore del fondo.Se invece lavoriamo in

fluorescenza selezioniamo i cromosomi sui quali desideriamo lavorare e diminuiamo il

valore del fondo. Con questa modalità parte del fondo dovrebbe scomparire. Anche in

questo caso la funzione agisce solo sui cromosomi selezionati; per osservare come agire

possiamo prima vedere l’effetto spostando il cursore e quando raggiungiamo un buon

contrasto possiamo digitare il tasto d’assenso verde. Solo dopo quest’operazione la

modifica sarà mantenuta e sommata alle operazioni successive.

6.2.14 Funzione di affinamento dei contorni

Anche questa funzione apre una finestra che offre differenti modalità di affinamento dei

contorni. Consente di utilizzare filtri specifici a seconda della modalità di lavoro:

G/R/Q/dapi. Per ogni serie di filtri possiamo avere tre livelli di potenza. Oltre alle due serie

specifiche per le bande G/Q è offerta anche la possibilità standard di utilizzare filtri

affinamento o smorzamento che possono essere combinati per ottenere algoritmi specifici.

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Fig.6.24: filtri disponibili e potenza

Anche l’aumento o diminuzione del contrastoo agisce unicamente sui cromosomi

selezionati.

6.2.15 Ripristino dei cromosomi

Riporta i valori di contrasto, luminosità e di affinamento dei cromosomi alle condizioni

originali: . Non è un “Undo” poiché non annulla solo l’ultima funzione ma riporta i

contrasti dell’immagine così com’era stata acquisita dopo la sottrazione della soglia.

6.2.16 Profilo

Consente di osservare la distribuzione dei livelli di grigio lungo l’asse del cromosoma. In

teoria cromosomi omologhi dovrebbero mostrare lo stesso profilo; in realtà il profilo varia

secondo il livello di despiralizzazione del cromosoma. Un esempio di profilo è riportato in

Fig.6.25.

Fig.6.25: Profilo di un cromosoma

6.2.17 Ideogrammi di confronto

Esistono due diverse modalità di costruzione d’ideogrammi. Una modalità manuale ed

un’automatica. Qualunque sia la modalità gli ideogrammi che si ottengono possono essere

trasferiti sulle immagini del collage, cariotipo o metafase per eseguire confronti.

6.2.17.1 Modalità manuale

Il tasto apre il menu degli ideogrammi per la costruzione manuale.

Per l’ideogramma trasferito su cariotipo, metafase o composizione sono disponibili una

serie d’utility accessibili mediante legenda (fig. 6.23). Per accedervi è sufficiente

posizionarsi sull’ideogramma e premere il tasto destro del mouse.

NB: La lista delle funzioni si mostra solo con ideogramma NON SELEZIONATO. In caso

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Genikon

6-19

contrario la pressione del tasto destro del mouse comporta la separazione

dell’ideogramma nel punto di posizionamento del cursore.

Fig.6.26 Lista funzioni dell’ideogramma

Utility ideogramma

Voce legenda Descrizione

Bande RLa selezione della voce in oggetto consente un aggiornamento in tempo reale della

visualizzazione. Nel rispetto della risoluzione scelta si può visualizzare il bandeggio

di tipo G oppure quello di tipo R.

MOSTRA BANDE

La selezione della voce

comporta la visualizzazione

delle etichette NOME BANDA al

passaggio del cursore sulla

banda dell’ideogramma NON

SELEZIONATO. Per etichettare

in modo permanente una

banda è sufficiente eseguire

un click con il tasto sinistro

del mouse sulla banda

d’interesse. Per la rimozione

è sufficiente un secondo click.

Le etichette inserite

permangono anche in seguito

alla deselezione della voce

MOSTRA BANDE.

400 L’immagine dell’ideogramma è aggiornata in tempo reale al variare della risoluzione

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6-20

550

850

scelta.

COLORE…

La voce in oggetto apre

una tabella colori su cui

è possibile scegliere o

creare un nuovo colore

da associare al

bandeggio.

MODIFICA

ETICHETTA…

E’ possibile inserire una

stringa descrittiva

dell’ideogramma

oppure modificare

quella esistente.

RUOTA

La selezione di questa voce di legenda comporta una rotazione dell’ideogramma

nella direzione indicata dal cursore del mouse. Lo spostamento del cursore causa un

incremento o diminuzione dell’angolo di rotazione. Un click sul tasto sinistro del

mouse convalida l’angolo di rotazione visualizzato.

NB: Nell’ipotesi in cui sia desiderabile eseguire una rotazione di 180° o ribaltamento

dell’ideogramma in esame è consigliabile l’impiego dell’apposita funzione accessibile

dal tasto

Per l’oggetto ideogramma sono attive le seguenti funzioni:

Separazione

Un ideogramma può essere separato in qualsiasi punto. La funzione si attiva selezionando

l’ideogramma d’interesse con il tasto di sx del mouse, ci si posiziona in un punto interno

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Genikon

6-21

alla banda in corrispondenza del quale si desidera eseguire il taglio e quindi digitando il

tasto destro del mouse si effettua la divisione in due frammenti.

Unione

Per eseguire l’operazione d’unione non è necessario allineare i due oggetti da unire. E’

sufficiente selezionare i due elementi e quindi premere il tasto d’unione

Fig.6.24 Unione di due frammenti d’ideogramma

L’ideogramma risultante assume come angolo di rotazione quello eventualmente

posseduto dall’oggetto di testa. L’unione è sempre eseguita mantenendo le posizioni

relative.

6.2.17.2 Modalità automatica

Il tasto apre la finestra d’editing delle anomalie ideogrammi in modalità automatica

Per prima cosa è possibile la risoluzione di banda alla quale desideriamo lavorare e la

scelta è da 400-55-850 digitando sulla finestra seguente il valore prescelto

Fig.6.27 Identificazione risoluzione di bandeggio

E’ inoltre possibile rappresentare gli ideogrammi normalmente in G ma se si desidera

possiamo selezionare la modalità in R

Fig.6.28 Selezione bande R

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Possiamo inoltre selezionare il colore che desideriamo imporre ai frammenti che indicano

l’aberrazione (nella figura è rappresentato il rosso)

Fig.6.29 Definizione colore

E’ anche possibile eliminare il colore deselezionando il flag. Per iniziare a costruire

l’anomalia è necessario specificare quale anomalia stiamo analizzando. E’ possibile

scegliere fra traslocazioni, delezioni, inversioni, duplicazioni selezionando la finestra

seguente

Fig.6.30 (a/b) descrizione del tipo d’aberrazione

Dobbiamo ora indicare al sistema quali sono i cromosomi interessati:

Fig.6.31 Segnalazione cromosomi

E’ necessario posizionarsi con il mouse sull’ideogramma e spostarsi lungo l’asse per

vedere scorrere il numero di banda ci fermiamo alla banda d’interesse. Eseguiamo la

stessa cosa sul secondo cromosoma interessato. A questo punto per rappresentare gli

ideogrammi con l’anomalia digitiamo mostra sul menu seguente:

Fig.6.32 Risultato Ideogrammi

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Genikon

6-23

Questi due ideogrammi possono essere trasferiti sull’immagine della finestra maggiore nel

menu d’elaborazione, utilizzando il tasto di sinistra mantenuto premuto e trascinando il

mouse sulla finestra interessata. Possiamo decidere se mantenere nel nostro archivio

Fig.6.33 Archiviazione Anomalie

questo tipo d’anomalia digitando “Aggiungi” nel menu seguente. Nel riaprire il menu

successivamente noteremo che il tipo d’anomalia rimane e possiamo richiamarla senza

dover ricreare gli ideogrammi corrispondenti.

6.2.18 Aggiustamento dimensione ideogrammi a cromos omi

Accade spesso di dovere ingrandire il cromosoma e dover poi, per analizzare le bande,

aggiustarlo alla stessa dimensione dell’ideogramma. Dopo aver trasferito sul collage

cromosoma ed ideogramma selezioniamo entrambi e digitiamo la funzione di

autoaggiustamento:

Fig.6.34 Senza auto_aggiustamento Fig.6.35Con auto_aggiustamento

6.2.19 “Undo”

La funzione di “undo” consente di tornare indietro dall’ultima operazione eseguita: .

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6.2.20 Salvataggio

Consente di salvare le modifiche effettuate sull’immagine ( ).

6.2.21 Uscita dall’ambiente d’elaborazione

Esce dall’ambiente d’elaborazione e salva le modifiche effettuate.

Ogni volta che esco da questo menu il sistema chiede all’utente se si desidera salvare le

modifiche effettuate sull’immagine.

6.2.22 Creazione e modifica del cariotipo

Fig.6.36 Modalità automatica Fig.6.37 Modalità manuale

Terminata la separazione dei cromosomi possiamo procedere alla creazione del cariotipo.

Il cariotipo può essere creato in automatico o in manuale; la differenza fondamentale tra le

due procedure consiste nel fatto che mentre col cariotipo automatico è il sistema che

mostra una proposta del riconoscimento dei cromosomi, nel caso del cariotipo manuale è

l’operatore che assegna ad ogni cromosoma il numero specifico di classe.

Il sistema in automatico appaia gli omologhi in base alla lunghezza, posizione del

centromero e distribuzione dei livelli di grigio.

Nel caso di creazione del cariotipo in modalità automatica il sistema discrimina, in

base alla modalità di acquisizione impiegata, il tipo di bandeggio ed il tipo di cromosomi

(corti, medi lunghi) in analisi. Unica eccezione: l’acquisizione in CAMPO chiaro, in questo

caso l’utente è tenuto ad indicare se trattasi di un bandeggio di tipo G oppure R.

A creazione avvenuta l’immagine della metafase passa nella finestra in basso a sinistra ed

il cariotipo si sposta sulla finestra principale.

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Genikon

6-25

Fig.6.38: Cariotipo

Aggiustamento del cariotipo

Genikon può commettere errori nel riconoscimento di alcuni cromosomi, in questo caso è

opportuno eseguire un aggiustamento del cariotipo. La gestione delle finestre delle

immagini è la seguente: per spostare la finestra della metafase sulla finestra principale

facciamo click con il tasto di sinistra del mouse sull’immagine della metafase; per

visualizzare un’altra metafase e cariotipo (le immagini delle metafasi e dei cariotipi sono

sempre legate insieme) digitando il tasto sinistro due volte sulla metafase della galleria, la

carichiamo insieme al cariotipo. Se vogliamo aumentare il valore d’ingrandimento

digitiamo il tasto centrale del mouse digitando nuovamente il tasto centrale torniamo a

fattore d’ingrandimento uno. La possibilità di spostare le due immagini della metafase

con il cariotipo è una funzione molto comoda. Se non abbiamo separato due cromosomi

che risultano uniti sul cariotipo possiamo selezionare la coppia unita, invertire l’immagine

del cariotipo con quella della metafase dove automaticamente risultano selezionati e

procedere come al solito alla divisione Automaticamente ciò che facciamo sulla metafase

si esegue anche sul cariotipo e viceversa (consideriamo comunque che i cromosomi

possono essere divisi direttamente anche sul cariotipo). Vediamo ora come aggiustare la

posizione dei cromosomi sul foglio del cariotipo. Per spostare un cromosoma :

selezioniamo il cromosoma da spostare con il tasto sinistro del mouse; teniamo premuto e

spostiamo il mouse fino al raggiungimento della posizione corretta; il cromosoma si sposta

seguendo i movimenti del mouse. Rilasciamo il tasto del mouse quando il cromosoma è

posto nella giusta posizione. Se desideriamo invertire due cromosomi uno con l’altro è

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6-26

sufficiente selezionare il primo e sovrapporlo al secondo automaticamente saranno

scambiati.

Per rovesciare completamente un cromosoma (di 180°) è sufficiente digitare tasto di

destra del mouse sul cromosoma da invertire.

Per ruotare parzialmente un cromosoma è sufficiente tenere premuto il tasto di destra del

mouse e muovere il mouse sul cromosoma interessato: il sistema mostra lo mantenendo

sul fondo il cromosoma originale, rilasciando il mouse il sistema lascia l’ultima angolatura.

6.2.23 Formato del cariotipo e posizione dei centro meri

Esistono funzioni ulteriori che consentono di aggiustare il formato del cariotipo e la

posizione dei centromeri.

Queste funzioni sono attive nel momento in cui è stato creato il cariotipo e solo ora

compaiono sulla toolbar.

La prima funzione ( ) si utilizza per allineare tutti i cromosomi rispetto al

centromero . Normalmente i cromosomi sono tutti allineati alla base (Fig.6.20); con questa

funzione il sistema allinea tutti i cromosomi di una stessa riga sul centromero più alto

(Fig.6.37).

Fig.6.39: Allineamento cromosomi alla base Fig.6.40:Allineamento cromosomi per centromero

Quando i cromosomi sono allineati sul centromero, la posizione del centromero individuata

dal sistema è evidenziata con dei tratti orizzontali. Qualora il sistema non avesse

individuato correttamente il centromero, è possibile intervenire manualmente per mezzo

della funzione che si attiva con l’icona . Il cursore del mouse cambia in , ed ora è

possibile fissare la posizione corretta dei centromeri.

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Genikon

6-27

La seconda funzione è l’autoallineamento : consente di riaggiustare il formato del

cariotipo a seconda della lunghezza dei cromosomi ( ).

Può essere utilizzata contemporaneamente alla funzione d’allineamento sui centromeri

Fig.6.41: Cariotipo non autoallineato Fig.6.42: Cariotipo autoallineato

Tra la prima immagine e la seconda si nota che il sistema varia l’utilizzo dello spazio in

basso sfruttando tutto il foglio. Se dunque abbiamo cromosomi particolarmente allungati il

sistema consente di riaggiustare il foglio del formato per fare collocare correttamente

anche cromosomi di tale tipo.

6.2.24 Modifica dei cromosomi

I tasti e servono per ribaltare i cromosomi selezionati nei due sensi.

E’ anche possibile ingrandire i cromosomi selezionati per mezzo della funzione

(scalatura). Si apre la finestra di Fig.6.43, dove è possibile scegliere un ingrandimento tra

50 e 200 %.

Fig.6.43: Modifica della geometria

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6.2.25 Ritocco dei cromosomi

Fig.6.44 La gomma ha dimensioni differenti selezionabili

E’ possibile ritoccare eventuali cromosomi che presentano alcune parti sgradevoli alla

vista, come residui dovuti a delle separazioni approssimative. Si può utilizzare la funzione

della gomma , dopo aver selezionato un cromosoma. Quando il tasto è in posizione ON,

se ci si avvicina con il cursore del mouse, tenendo il bottone di sinistra premuto, si noterà

che la parte di cromosoma prossima al cursore scompare. La sequenza di Fig.6.45 mostra

un cromosoma che necessita di un ritocco, e come la funzione suddetta cancelli il

cromosoma modificando in maniera appropriata il contorno.

Fig.6.45:Cromosoma prima e dopo il ritocco

6.2.26 Conteggio delle bande

Genikon presenta una funzione che calcola automaticamente il numero di bande di un

cariotipo. L’icona da selezionare è . Il risultato del conteggio è espresso in basso a

destra dell’immagine cariotipo usando una notazione che riduce il risultato all’intervallo di

valori più probabile. La funzione è di tipo ON/OFF. La funzione è attiva e presente quando

in primo piano è collocato il cariotipo.

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Genikon

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6.2.27 Aggiunta di testo e frecce

E’ possibile inserire testi e frecce nella metafase, nel cariotipo e nel collage, premendo il

tasto .

Fig.6.46: Strumenti d’editing

La finestra che si apre (Fig.6.46) permette anche di scegliere il tipo di carattere e il colore.

Permette inoltre l’introduzione di Frecce. Una volta introdotte le frecce sull’immagine

possono essere anche successivamente modificate digitando il tasto dx del mouse.

Fig.6.47 Editing d’immagine

6.2.28 Creazione d’immagini “composizione”

Per trasferire gli oggetti selezionati, per fare dei confronti o per “incollare” oggetti di diversa

natura, premere il tasto . In questo modo è creata (se non c’è già) un’immagine

“composizione” (s’inizia con C1). Per “incollare” oggetti provenienti da altre immagini,

digitare il tasto destro del mouse sull’anteprima dell’immagine che ci interessa, scegliere la

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6-30

voce “Visualizza …” dal menù che compare, e trascinare gli oggetti che ci interessano

sulla “composizione”, utilizzando il tasto di sinistra premuto.

Mediante il tasto è possibile aggiungere una o più composizioni vuote. La loro

eliminazione è eseguibile mediante l’icona seguente .

consente di invertire il colore di sfondo della “composizione” corrente; se per

esempio dobbiamo trasferire cromosomi da Fish possiamo imporre alla composizione il

fondo nero.Le composizioni a corredo di un caso sono visibili in galleria selezionando:

nell’ELENCO DEI VETRINI. La visualizzazione della singola composizione nell’AMBIENTE

D’ELABORAZIONE IMMAGINI è resa possibile dall’organizzazione in FOLDER. Un semplice click

con il tasto sinistro del mouse sull’etichetta della composizione d’interesse, la dispone in

primo piano.

Fig.6.48: Composizione C1 in primo piano

6.2.29 Confronto tra omologhi

E’ possibile confrontare tra loro tutti i cromosomi del caso corrente che sono stati attribuiti

alla medesima classe utilizzando la seguente funzione:

Si apre la finestra mostrata in Fig.6.49.

Fig.6.49: Finestra per il confronto tra omologhi

Nelle caselle bianche è necessario inserire il numero della classe di omologhi che

desideriamo visualizzare; sarà così possibile confrontare in contemporanea 2 coppie di

omologhi relative a tutti i cariotipi creati in precedenza ed appartenenti a quel caso

specifico. Se selezioniamo la voce mostra ideogramma il sistema visualizza sulla sx anche

l’ideograma relativo alla coppia selezionata. I cromosomi possono essere anche modificati

dimensionalmente utilizzando la seguente icona:

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Genikon

6-31

Se spostiamo da dx a sx diminuiremo la dimensione.

Con la seguente icona invece possiamo spostare da sx a destra i cromosomi nel caso in

cui non sia possibile visualizzarli tutti perché sono stati fatti molti cariotipi.

Anche in questo caso il tasto: ,serve per trasferire i cromosomi selezionati nel

“collage”.

6.2.30 Raddrizzamento di un cromosoma

Fig.6.50 Cariotipo non raddrizzato Fig.6.51 Cariotipo raddrizzato

Per rendere attiva la funzione sono stati selezionati tutti i cromosomi e selezionata la

funzione di raddrizzamento. Naturalmente lo scopo maggiore si ottiene quando lavoriamo

su un collage e desideriamo eseguire un confronto con gli ideogrammi.

Fig.6.52 Raddrizzamento cromosomi su collage

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Genikon

7-1

7 Analisi in FISH

Genikon anche per l’analisi in FISH acquisisce immagini monocromatiche per piano di

fluorescenza ed impone ad ogni singola componente uno colore scelto dall’operatore.

Fig.7.1: Analisi in FISH

Il programma della FISH è integrato nella stazione con quello della cariotipizzazione ed

utilizza, infatti, gran parte delle funzioni che abbiamo già esaminato per il campo chiaro e

la fluorescenza. La gestione dei casi è identica all’altro due modo (campo chiaro e

fluorescenza); nella fase d’acquisizione si osservano alcune peculiarità che facilitano

l’operatore ad acquisire sequenze d’immagini corrispondenti ai singoli fluorocromi.

7.1 Acquisizione d’immagine in FIS

L’ambiente della FISH si abilita nel momento in cui in fase d’acquisizione si seleziona

l’icona della FISH: .

7.1.1 Creazione della lista d’acquisizione dei fluo rocromi

Rispetto alla fase d’acquisizione standard in campo chiaro e/o fluorescenza il programma

consente di creare una lista di fluorocromi che corrisponde alla sequenza con la quale li

desideriamo fotografare.

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Fig.7.2: Creazione di un profilo

Introduciamo il nome della lista, o nel caso in cui si sia già lavorato col Sistema, possiamo

richiamare la lista dalla memoria del Sistema

Fig.7.3: Ricarica di una sequenza precedentemente impostata

7.1.2 Creazione nuovi fluorocromi

Se il Sistema è vergine dovremo introdurre noi i fluorocromi e definirne anche il colore

( ). Fig.7.4 Inserimento nuovo fluorocromo

Introduciamo il nome del nostro fluorocromo e definiamo ora il colore, nel caso del DAPI è

per esempio azzurro

Fig.7.5 definizione del colore

Fig.7.6 selezione del colore

Per scegliere il colore corretto, ci posizioniamo con il tasto di sx del mouse sul colore

prescelto, digitiamo poi OK per accettare.

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Genikon

7-3

Possiamo scegliere il nome del filtro associato sul microscopio, nel caso in cui al sistema

sia interfacciato un microscopio motorizzato.

Fig.7.7 Selezione del filtro corrispondente sul microscopio

E’ inoltre possibile per ogni fluorocromo scegliere il numero di piani d’acquisizione e la

distanza fra ognuno nel caso in cui sia presente sul microscopio un controllo automatico

del fuoco. Generalmente la definizione del numero di piani e lo spessore è a discrezione

dell’operatore.

Fig.7.8 Definizione del numero di piani per singolo fluorocromo

7.1.3 Trasferimento fluorocromi alla lista

Una volta definiti i fluorocromi, possiamo trasferirli alla lista.

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7-4

Fig.7.9Trasferimento dei fluorocromi sulla lista

Teniamo premuto il tasto di sinistra del mouse sul nome e trasciniamolo a sinistra,

consideriamo che la lista della sequenza corrisponde a quella d’acquisizione. Nel caso in

figura il primo fluorocromo da acquisire sarà il dapi e seguiranno FITC e Trita.

Automaticamente il Sistema definisce il primo fluorocromo come counterstain ma questo

sarà modificabile in ogni momento. Da questo momento in poi nella lista rimarranno

memorizzati: colore, filtro e piani focali mentre i valori di set UP della telecamera devono

essere testati durante la fase d’acquisizione ed ogni volta memorizzati all’interno della

lista. Se invece il fluorocromo è stato inserito nella lista per la prima volta consideriamo

che i valori del set up sono tutti al minimo.

7.1.4 Memorizzazione della lista dei fluorocromi

Per rendere la lista attiva salviamola per poterla utilizzare altre volte.

Fig.7.10 Memorizzazione della lista

Abbiamo visto che nel caso in cui ci sia una motorizzazione (ruota o microscopio) è nella

definizione del fluorocromo che dobbiamo assegnare il filtro.

N.B. le opzioni di collegamento a ruota o Microscopio motorizzato si mostrano

automaticamente a questo livello solo se nel Menu’ delle personalizzazioni abbiamo

selezionato di interfacciare una specifica periferica al sistema. Se per esempio è stato

selezionato il microscopio E1000 il sistema mostrerà sotto alla lista del colore la lista dei

filtri da associare a quel fluorocromo. In particolare poiché l’installazione di un microscopio

motorizzato è fatta all’origine a questo livello sarà già nominato il nome del fluorocromo

specifico con la sistemazione del corretto blocchetto per la fluorescenza.

Per definire il counterstain della lista utilizziamo l’icona seguente:

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Genikon

7-5

Per cambiare la posizione della selezione del counterstain è sufficiente digitare due volte il

tasto di sinistra del mouse sulla sx del nome del fluorocromo:

Fig.7.11 Definizione del counterstain

Il profilo della lista può essere salvato in maniera tale che tutte le volte che desideriamo

lavorare con quella specifica sequenza dovremo semplicemente richiamarla dalla

memoria.

Fig.7.12: Conferma di aggiornamento del profilo

E’ sufficiente premere su “Sì”. Ogni volta che variamo qualcosa sul profilo se desideriamo

salvare la modifica dovremo nuovamente aggiornarlo.

7.1.5 Acquisizione dei fluorocromi

Possiamo ora procedere all’acquisizione dei fluorocromi.

N.B.: Con i sistemi di cariotipizzazione e FISH automatici è fondamentale che i microscopi

siano completi dei filtri corretti per i fluorocromi che vengono utilizzati.

In particolare è indispensabile che i filtri siano selettivi per ogni fluorocromo.

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7-6

E’ impossibile lavorare con filtri a doppia o a tripla banda a meno che non si spostino le

eccitazioni d’ogni fluorocromo. Con questa tecnica si ottengono ugualmente fluorescenze

singole ma di intensità luminosa ridotta rispetto ai singola banda poiché comunque sia

stiamo lavorando con un dicroico ed un barriera a tripla banda.

E’ inoltre necessario precisare che con il sistema è possibile lavorare con microscopi in

manuale oppure in automatico (se al microscopio sono collegate ruote filtri o microscopi

motorizzati). Se il microscopio è manuale l’operatore dopo ogni acquisizione di un singolo

fluorocromo deve spostare il blocchetto corrispondente alla sonda successiva presente

nella sequenza. Se invece ho una ruota filtri o un microscopio motorizzato è il sistema che

seleziona la lunghezza d’onda e presenta sul monitor l’immagine live dei fluorocromi

appartenenti alla sequenza. Per iniziare ad acquisire le immagini dobbiamo selezionare

le icone di acquisizione:

( oppure ).

A differenza delle altre modalità dobbiamo poi però utilizzare nuove funzioni per

memorizzare le singole fluorescenze, in particolare il simbolo della macchina fotografica

collocato sulla destra del nome d’ogni fluorocromo.

Prima di digitare il tasto di acquisizione dell’immagine è necessario che le immagini siano

ben contrastate ed eventualmente se necessario variamo i valori di set UP della TV

CAMERA utilizzando le regolazioni a disposizione. Come per la fluorescenza dobbiamo

valutare che l’esposizione sia corretta (nella finestra delle regolazioni) altrimenti non

vedremo sul monitor nessun’immagine. Una volta ottenuto il contrasto corretto e messo a

punto il fuoco dobbiamo salvare il set-up per il particolare fluorocromo in maniera tale che

la successiva sequenza che andremo ad acquisire non avrà più bisogno di alcun

aggiustamento. Se digitiamo sull’icona della telecamera il sistema memorizza l’immagine

del primo fluorocromo (DAPI) mostra l’immagine a destra in piccolo e passa al fluorocromo

successivo. A questo punto è necessario spostare il blocchetto della fluorescenza (se il

sistema è automatizzato lo farà da solo) e nuovamente dobbiamo controllare le regolazioni

per il secondo fluorocromo. Anche in questo caso memorizziamo il valore delle regolazioni

come abbiamo fatto per il primo fluorocromo. Dovremo fare queste operazioni per tutti i

fluorocromi presenti nella sequenza poiché Genikon deve, almeno per la prima volta,

memorizzare i valori di luce corretti per ogni “probe”. Al termine digitiamo sul simbolo di

termine di acquisizione come accadeva per le altre modalità di acquisizione.

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Genikon

7-7

Il sistema mostra subito l’immagine di composizione (denominata FH) che però se il

preparato non è molto buono dovrà essere elaborata nella sottrazione della soglia.

7.2 Sottrazione della soglia per immagini Fish

E’ importante eliminare il fondo da ogni fluorocromo (immagine) acquisito nella sequenza.

Fig.7.13: Sottrazione del fondo da un'immagine acquisita sul counterstain

Lo slide del contrasto funziona esattamente come nel campo chiaro o QFQ. Le altre icone

invece hanno il seguene significato: :

� Annulla le zone definite in precedenza

� Aggiunge nuove ROI all’immagine selezionata

� Cancella una ROI

� Quesa funzione rispetto al campo chiaro consente di

disegnare le regioni di interesse con modalità diversa dalla mano libera E’ dunque

possibile disegnare rettangoli , cerchi che facilitano la selezione di piccole spot.

� Questa icona consente di identificare con una sogliatura le soglie sottraendo

in modalità automatica tutto il fondo.

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7-8

Iniziamo dal counterstain poiché il sistema tiene in considerazione il fondo come soglia

massima sul quale verrano poi “adesi” gli altri piani di fluorescenza.

Fig.7.14: Sottrazione del fondo da un'immagine acquisita sul counterstain

Solo sul counterstain è visibile tutta l’immagie e solo sul counterstain possiamo filtrare e

vedere il controno. Sempre e solo sul counterstain è possibile memorizzare il default per le

cellule successive. Tutto ciò che non rientra nel counterstain e presente invece negli altri

piani di fluorescenza verrà comunque non considerato dal sistema. Il sistema mostra i

contorni relativi alla soglia ed al grado di separare degli oggetti presenti nel counterstain

con la stessa modalità già osservata nel campo chiaro e per la fluorescenza (bande Q).

Anche in questo caso possiamo aumentare il valore di soglia facendo attenzione a non

sottrarre troppo dal contorno perché questo equivale ad eliminare anche segnali che

stanno sui bordi dei cromosomi. (per esempio nel caso dei Telomeri). Una volta accettata

la soglia per il counterstain possiamo analizzare quella relativa agli altri piani di

fluorescenza.

Fig.7.15: Selezione dei fluorocromi non COUNTERSTAIN

A differenza del DAPI se andiamo a selezionare le singole componenti (in alto a sx

dell’immagine principale). Possiamo o agire in toto sull’immagine muovendo lo slider o

selezionando il range di lavoro. Invece sulle immagini dei singoli piani possiamo

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Genikon

7-9

selezionare singole regioni di interesse ed aggiungerle al piano singolo del fluorocromo

intenificando o diminuendo la potenza di singoli spot.

Per disegnare una regione disegnamo con il mouse lo spot ed agiamo successivamente

sul contrasto.

Fig.7.16: Prima della definizione della ROI

Fig.7.17: definizione della singola ROI

Quando la regione ha il giusto contrasto possiamo procedere ad aggiungerla utilizzando

l’apposita icona:

Il sistema aggiunge solo le due spot della componente della fluorescina.

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7-10

Possiamo disegnare altre zone ed aggiungere via via le singole spot. Al termine quando

tutte le spot di nostro interesse sono trasferite digitiamo il tasto di assenso.

Nel caso in cui non si desideri lavorare su singole spot è sufficiente sogliare tutta

l’immagine relativa a quello specifico piano di fluorescenza per modificare con un solo

passaggio il contrasto ad esso relativo

Quando tutte le componenti appartenenti alla lista di acquisizione sono state modificate ed

elaborate accetiamo definitivamente la sogliatura utilizzando il tasto di consenso:

In particolare e solamente su quest’immagne (FISH) è possibile aggiustare eventuali shift

avvenuti sull’immagine causati da errori dell’operatore o del microscopio. Se lo shift è fisso

Fig.7.17 Calibrazione degli “offset”

possiamo memorizzarlo sulla lista di acquisizione per avere la correzione effettiva ogni

volta che catturiamo un’immagine. In particolare l’utilizzo delle frecce nere consente

di spostare a dx,sx, alto e basso le spot sul counterstain. Quando è avvenuta la correzione

possiamo selezionare la lista (SPECORANGE in questo caso) e salvare la variazione con

il tasto di assenso.

Fig.7.18 salvataggio delle modifiche

Fig.7.19 Prima del riallineamento Fig.7.20 Dopo il riallineamento

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Genikon

7-11

Dobbiamo ricordare che Genikon consente di ritornare sempre sulla sogliatura. Per fare

questo, è sufficiente ritornare al menu’ principale e digitare il tasto di destra con visualizza

Fig.7.21 Sogliatura di immagini memorizzate

E’ necessario fare attenzione poiché nel caso in cui sia stato eseguito il cariotipo

l’operazione di sogliatura cancella il cariotipo precedentemente creato.

7.3 Acquisizione 3D focus in Fish

Questa funzione della Fish consente di eseguire acquisizioni in fluorescenza su più piani

per i singoli fluorocromi immessi nella lista. L’operatore deve decidere a priori quanti piani

ed il relativo spessore che desidera acquisire; il sistema al termine dell’acquisizione dei

fluorocromi mostra le immagini dei singoli fluorocromi ognuna delle quali sarà costtuita

dalla somma di tutti i piani focali identificati.

La procedura è simile all’acquisizione in FISH standard e per iniziare come per la FISH

dobbiamo entrare nel menu’ di aquisizione dala Main toolbar:

Fig.7.22 Introduzione alla Fish automatica

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Prima di fare questo dobbiamo considerare che il sistema ricerca una telecamera che

supporta il modulo (attualmente:COHU–DS2Mcooled,HamamtsuORCA) ed un

microsocpio che abbia lo spostamento automatico dei filtri (90i-Testa digitale +80i- 80i con

fuoco prior); sarà dunque necessario che sotto al menu’ OPZIONI tali periferiche siano

selezionate ed attive, altrimenti non sarà possibile procedere oltre.

Fig.7.23 Configurazione hardware per FISH automatica 3Dfocus

Digitando l’icona seguente si entra in acquisizione

e si apre il menu relativo alla sequenza dei fluorocromi alla quale si aggiunge una

nuova voce:

Fig.7.24 Attivazione fuoco automatico

L’attivazione del fuoco automatico prevede la creazione di fluorocromi ai quali l’operatore

ha assegnato :

• Colore

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Genikon

7-13

• Filtro corrispondente di fluorescenza

• Numero di piani e spessore da acquisire

Come in precedenza, nella fish standard, introduciamo le prime due voci relative al colore

e filtro e decidiamo il numero di piani e lo spessore tra un piano e l’altro da acquisire per

quel particolare fluorocromo.

Fig.7.25 Definizione numero di piani di acquisizione

Quando il sistema si apre generalmente propone su un fluorocromo nuovo come default

un numero di piani pari a 6 ed uno spessore tra un piano e l’altro pari a 200 micron.

Questi valori possono essere modificati dall’operatore stesso in virtu’ del tipo di campione

che desidera analizzare. Sarà infatti di solito necessario uno spessore maggiore sui tessuti

ed uno minore sui campioni citologici.

Al termine salviamo come sempre il fluorocromo.

Possiamo ora creare una lista di acquisizione all’interno della quale metteremo i piani di

fluorescenza decisi.

Prima di passare ad una acquisizione automatica dobbiamo però tenere conto di alcune

cose:

Quando il sistema passerà alla fase automatica non consentirà di modificare i livelli della

camera che, come già sappiamo dalla FISH, per la prima volta che si inserisce un nuovo

fluorocromo sono posizionati a zero.

E’ dunque fondamentale richiamare la lista che abbiamo appena creato , disabilitare il

fuoco automatico e procedere in manuale per ogni fluorocromo appartenente alla lista.

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7-14

Controlliamo per ogni fluorescenza l’immagine “live” e salviamo il set up della telecamera

per fluorocromo.

Ora siamo pronti per procedere con la fase automatica. Possiamo riabilitare l’acquisizione

su più piani di fuoco.

Digitando l’icona di fuoco automatico , in realtà si accede a tre distinte funzioni.

La prima funzione serve per visualizzare in falsi colori, la seconda è relativa al fuoco

automatico su più piani . La terza ed ultima funzione (individua spot) effettua una

sottrazione automatica del fondo direttamente sull’immagine somma di tutti i piani di fuoco.

Fig.7.26Attivazione fuoco automatico

A QUESTO PUNTO SIAMO PRONTI PER PROCEDERE CON UNA ACQUISIZIONE AUTOMATICA:

Digitiamo la seguente Icona pe procedere:

. Il programma in automatico farà le seguenti operazioni:

• Seleziona il filtro

• Apre lo shutter del microscopio

• Seleziona l’esposizione e contrasto della camera

• Ricerca il piano focale migliore

• Acquisisce uno stack di immagini

• Elabora la serie di immagini e crea l’immagine fusione dei diversi piani focali.

• Seleziona il fluorocromo successivo nella lista e ripete tutti i passi effettuati per il primo

fluorocoromo.

• Durante la fase di acquisizione si mostra come viene svolto il processo ed è possibile,

se l’operatore lo ritiene opportuno, annullare con il tasto di “STOP” la sequenza.

• Quando tutti i fluorocromi appartenenti alla lista sono stati acquisiti il sistema si ferma e

mostra l’immagine di merge elaborata. Il trattamento di questa immagine sarà identica

in tutte le fasi alla “fish standard non automatica”.

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Genikon

7-15

Fig.7.27 Visualizzazione del processo di acquisizione Fish 3D

7.4 Analisi della FISH

L’ambiente d’analisi presenta in gran parte le stesse funzioni del campo chiaro e/o

fluorescenza; una delle differenze fondamentali consiste invece nella presentazione delle

immagini poiché nel caso della FISH si tratta di sequenze d’immagini e non di singole

immagini. Per spostare le immagini della metafase e dell’immagine in pseudocolore o

dell’eventuale collage digitiamo il tasto di sinistra sull’immagine che desideriamo invertire.

Fig.7.28 Analisi d’immagini FISH

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7-16

Il programma consente di lavorare sulle due immagini principali:

a) Immagine di Fusione che mostra tutte le componenti della sequenza insieme in overlay a

colori. Su quest’immagine se desideriamo lavorare possiamo anche selezionare le singole

componenti utilizzando la lista dei fluorocromi in basso a destra. Se per esempio

selezioniamo il DAPI possiamo modificare nel contrasto solo il DAPI oppure possiamo

variare il colore nella barra strumenti che mostra la lista dei fluorocromi;

Immagine contenente la somma delle tre singole. In questo caso il programma mostra

un’immagine alla volta secondo ciò che selezioniamo in alto a sinistra sulla finestra.

Queste immagini possono essere in bianco e nero e/o a colori utilizzando la funzione di

colore dalla toolbar d’analisi. Anche in questo caso possiamo agire sulle singole

componenti in modalità separata per aumentare il contrasto o migliorare il fuoco

dell’immagine. Solo su queste immagini singole e non su quella di fusione possiamo

eseguire dei tagli e divisioni di cromosomi. E’ possibile inoltre eliminare delle strutture

semplicemente selezionandole ed utilizzando la funzione "elimina". Esistono invece due

funzioni che sono particolari dell’ambiente d’elaborazione d’analisi FISH:

Questa funzione ( ) consente di ottenere sull’immagine di fusione il DAPI invertito (e

comunque il fluorcoromo definito counterstain) con sopra i singoli segnali colorati:

Fig.7.29 Immagine DAPI reverse

La funzione abilitata dalla seguente icona:( ) consente di spostare la posizione di un

fluorocromo rispetto ad un altro nel caso in cui ci sia stato dello shift durante la fase di

acquisizione, già visto con la precedente funzione di calibrazione degli offset in

acquisizione.

E’ necessario selezionare (dalla lista dei fluorocromi) la componente che desideriamo

spostare e poi digitare sulle frecce per muoverci lungo gli assi x ed y.

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Genikon

7-17

Nella FISH inoltre la funzione della gomma assume nuove peculiarità:

Fig.7.30 Funzione della gomma

Abilitando la funzione della gomma è possibile nell’immagine in FISH agire su singole

componenti del blu,verde e rosso per evitare di cancellare elementi gendo su una sola

componente; per fare questo dobbiamo digitare col tasto sx del mouse sulla componente

desiderata. Agendo così l’eliminazione di elementi visibili è facilitata:

Fig.7.31 Prima di agire sulla componente TRITC

Fig.7.32 Dopo l’azione sulla componente TRITC

Terminata l’elaborazione il sistema memorizza l’immagine della FISH come FH anche se,

quando andiamo ad analizzare la singola cellula dall’ambiente di gestione del caso,

potremo osservare l’immagine di fusione più tante immagini quanti sono i fluorocromi

acquisiti. Se per esempio la sequenza è DAPI, FITC, TRITC avremo:

a) immagine di fusione (FH) b)immagine DAPI (DAPI) c) immagine FITC (FITC)d)TRITC

Le singole componenti non sono eliminabili poiché appartengono alla stessa cellula.

L’immagine della FISH come quella del campo chiaro può essere stampata.

E’ necessario però avere creato in precedenza un report di stampa dove sia stata caricata

l’immagine della FISH anziché quella del cariotipo o metafase o collage. Sull’immagine

della Fish è possibile costruire il cariotipo nella stessa modalità vista con il campo chiaro.

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7-18

Fig.7.33Costruzione del cariotipo in FISH

7.5 Selezione delle motorizzazioni

Nel caso in cui siano presenti dispositivi di motorizzazione è necessario selezionare

quale è attivo. Utilizziamo nella sezione dedicata alle impostazioni la voce

“Acquisizione”. Utilizziamo dunque la funzione OPZIONI dal menu principale ed apriamo il

sotto menu d’Acquisizione.

Fig.7.34Menu d’acquisizione delle OPZIONI

Per valutare gli altri menu ed avere maggior dettagli vedere il capitolo N.15 delle

personalizzazioni.Il menu consente di selezionare la telecamera con la quale stiamo

lavorando, il microscopio, la ruota filtri ed è possibile inoltre direttamente configurare sia la

ruota filtri che il microscopio motorizzato (vedi capitolo N.15). In questa fase d’acquisizione

in FISH è sufficiente selezionare le varie voci. Se abbiamo una ruota filtri è necessario

comunicare al sistema che modello è presente e selezionare la porta di connessione.

In presenza di un microscopio motorizzato selezioniamo il modello, come nell’esempio 90i.

Nel caso in cui il sistema sia collegato con un microscopio motorizzato non dovremo

cambiare posizione ai blocchetti passando da un fluorocromo ad un altro perché è il

sistema che si sposta in automatico. Non sarà neppure necessario chiudere il percorso

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Genikon

7-19

della fluorescenza al termine della sequenza perché anche lo shutter è gestito

automaticamente. La stessa cosa accade con la ruota motorizzata che posiziona i filtri

d’eccitazione per ogni fluorocromo ed al termine si mette in posizione di blank (chiuso).

N.B.:Nel setup della telecamera è anche possibile mettere ON_OFF la ruota filtri nel caso

in cui si desideri lavorare con un blocchetto a singola banda anziché con il filtro

dicroico e barriera della ruota.

Per quanto riguarda la Configurazione dei filtri andiamo al capitolo N.15.

7.6 Valutazione dell’intensità delle fluorescenze

L’accesso è reso possibile dalla pressione della seguente icona: , la funzione risulta

attiva solo con l’immagine FISH disposta in primo piano, sia a piccolo schermo che a grande

schermo. La pressione del pulsante in oggetto provoca l’apertura del form DENSITÀ OTTICA

INTEGRATA IN FISH:

Fig.7.35 valutazione delle fluorescenze

Il form in esame è così strutturato:

ELEMENTO FORM DESCRIZIONE

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7-20

Visualizzazione, in formato ALBERO GERARCHICO,

delle coppie VETRINO-CELLULA del caso corrente per

le quali esistono delle misure di densità

memorizzate. Al momento dell’apertura del form, il

FOCUS è disposto in automatico sulla cellula e vetrino

corrente.

Prospetto delle misure eseguite e/o memorizzate. Le

prime tre colonne, in colore nero, mostrano la misura

di TRASMISSIONE (T = LUCE TRASMESSA/ LUCE

INCIDENTE) eseguita per ciascuna componente del

profilo all’interno della regione d’interesse. Le

seconde tre colonne, in colore rosso, mostrano le

misure di DENSITÀ OTTICA INTEGRATA (OD = - LOG10

T). Il numero di colonne visualizzato dipende dal

numero di fluorocromi che compone il profilo

d’acquisizione della cellula. Il sistema NON consente

l’impiego del modulo con cellule acquisite con profili

composti da più di sei fluorocromi.

Pannello di selezione della modalità di tracciamento

della ROI d’interesse.

Pulsante per salvataggio dati. Il salvataggio è relativo

alle sole ROI tracciate per la cellula corrente.

Pulsante per accesso al REPORT riassuntivo del caso

in oggetto.

Pulsante per esportazione, in formato PDF o EXCEL

del REPORT.

L’apertura del form abilita il tracciamento delle ROI sull’immagine FISH secondo la modalità

impostata su pannello. Al termine del tracciamento il sistema esegue in automatico il

calcolo delle misure e la loro visualizzazione nella lista. Per ogni nuova ROI tracciata, la

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Genikon

7-21

lista si incrementa di una riga, nell’ipotesi in cui i dati ottenuti non siano d’interesse è

possibile rimuoverli deselezionando il check associato e quindi premendo il pulsante di

salvataggio.

Fig.7.36 Memorizzazione dei valori di densità ottica

La rimozione dei dati comporta in automatico un aggiornamento dell’immagine FISH sulla

quale viene mantenuta traccia delle sole ROI memorizzate.

La selezione di una fra le righe in lista comporta l’evidenziazione con colore rosso della

ROI associata sull’immagine FISH. La funzione in oggetto, così come la possibilità di

tracciare ROI su immagine FISH e il salvataggio dati, è attiva solo ed esclusivamente

nell’ipotesi in cui si mantenga il FOCUS, a livello di ALBERO GERARCHICO, sulla cellula

corrente. Nel caso in cui l’utente desideri visualizzare le misure eseguite a livello vetrino o

a livello di caso, esso è tenuto spostare il FOCUS all’interno dell’ALBERO GERARCHICO. La

lista visualizzata, poiché non è più riferita alla cellula corrente, sarà priva dei check di

selezione.

Il REPORT associato in automatico dal sistema organizza al suo interno i dati relativi

all’intero caso suddividendoli per vetrino e cellula:

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7-22

Eventuali elaborazioni incrociate sui dati memorizzati sono rese possibili esportando il

tutto in formato EXCEL e quindi elaborando i dati nel foglio elettronico di lavoro ottenuto.

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Genikon

8-1

8 CGH

8.1 Introduzione

L’Ibridazione Genomica Comparativa è una tecnica citogenetica relativamente nuova

utilizzata per individuare aberrazioni cromosomiche sbilanciate. La CGH permette di

analizzare, per mezzo di una singola ibridazione l’intero genoma evidenziando

amplificazioni o delezioni di regioni cromosomiche in cui potrebbero essere localizzati geni

aventi un ruolo nello sviluppo e nella progressione dei tumori. La CGH consiste dunque

nell’ibridazione competitiva di metafasi di cromosomi umani normali con due differenti

DNA genomici (DNA tumorale e DNA normale), marcati con due diversi fluorocromi per

esempio verde (fluorescina) e (rosso rodammina).Per mezzo di tale ibridazione la

differenza delle quantità dei DNA legati ai cromosomi ,viene evidenziata dal rapporto

dell’intensità della fluorescenza lungo ogni cromosoma metafasico, mostrando quali

regioni del genoma tumorale sono guadagnate o perse. Per eseguire la tecnica è possibile

utilizzare DNA genomico estratto da campioni criopreservati o da tessuti inclusi in

paraffina, permettendo così di effettuare studi di tipo retrospettivo utili per evidenziare

marcatori biologici correlabili con la prognosi della malattia. Tale metodica ha inoltre il

vantaggio di impiegare quantità minime di DNA estratto da biopsie o da agospirati. Con il

programma devono essere dunque acquisite per ogni singola cellula le immagini del DAPI,

della FITC e della Rodammina sulle quali automaticamente il sistema esegue sottrazione

del fondo e valutazione del rapporto delle fluorescenze del DNA test e di riferimento, sui

cariotipi delle cellule. Generalmente per convenienza si marca il counterstain in DAPI, la

FITC si utilizza per il TEST e la rodammina per il DNA di riferimento. Risulta dunque

evidente che per procedere ad analizzare campioni in CGH, l’operatore deve avere

familiarità con il programma di cariotipizzazione e con quello della FISH per

procedere oltre. Inoltre le nozioni base su come gestire il caso in esame devono essere

ben chiare; si consiglia dunque di esaminare i primi capitoli del manuale (gestione del

caso, acquisizione e cariotipizzazione) prima di procedere oltre con il programma della

CGH.

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8-2

8.2 Acquisizione immagini in CGH

Fig.8.1: Menu’ d’Acquisizione per CGH

Nella Comparative Genomica Hybridisation è necessario acquisire tre fluorocromi,

dobbiamo procedere dunque come per una normale acquisizione in FISH. Dopo aver

creato il caso (controlliamo che siano contenute solo cellule per analisi in CGH poiché non

è corretto mescolare la CGH con altri tipi di immagine per la seguente media sui profili

delle cellule), passiamo al menu di Acquisizione e selezioniamo l’icona della CGH.

Normalmente per evitare “shift” avremo delle periferiche (ruote o motorizzazioni)

controlliamo che la lista dei fluorocromi creati sia definita correttamente ed i fluorocromi

siano associati alla periferica idonea; carichiamo dunque la lista corretta per la CGH. (sarà

DAPI – FITC e TRITC). A questo punto digitiamo, come in FISH, prima sul DAPI poi sulla

FITC ed infine sulla TRITC, terminiamo quindi l’acquisizione. Il sistema passa a mostrare

la soglia da sottrarre dall’immagine del DAPI.

IN LIVE: esiste la possibilità d’interruzione ACQUISIZIONE in qualsiasi momento. Non è

necessario acquisire TUTTI i fluorocromi presenti nel profilo. L’interruzione del processo di

acquisizione è resa possibile dalla pressione del pulsante e comporta

l’annullamento dell’intera sequenza.

8.3 Sottrazione della soglia in CGH

La sottrazione della soglia segue le solite procedure di sottrazione del fondo. Spostiamo la

barra verso destra per aumentare il fondo, il sistema mostra i bordi dei contorni dei

cromosomi più vicini. E’ possibile anche selezionare ROI.

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Genikon

8-3

Fig.8.2: Sottrazione soglia in CGH

8.4 Aggiustamento dello shift

Fig.8.3:Immagine prima della correzione Fig.8.4:Immagine dopo correzione

E’ fondamentale almeno per la prima volta controllare che le immagini non siano spostate

(shift) e per ovviare sono forniti gli offset che consento di centrare nuovamente i due

fluorocromi (TRITC e FITC) rispetto al DAPI. Sull’immagine del DAPI, possiamo definire la

soglia (è il fondo che si sottrae a tutte le immagini) e la luminosità. Il sistema

automaticamente normalizza tutte e tre le acquisizioni.

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8-4

Digitando il tasto d’assenso comunichiamo al sistema di procedere alla valutazione

dell’acquisizione. Al termine il sistema mostra se accetta o no la metafase acquisita e

consente di valutare i parametri d’acquisizione.

8.5 Parametri di controllo per Acquisizione in CGH

Fig. 8.5: Parametri di controllo della CGH

Con la voce Distribuzione, per quanto riguarda il counterstain, si valuta la bontà della

metafase acquisita. Una metafase è buona per l’analisi CGH se i cromosomi sono ben

separati ed il rapporto tra lunghezza dei cromosomi e larghezza è elevato.

Sia per il DNA test che per quello di riferimento avremo i seguenti controlli:

Granularità indica che un valore alto è dato da un rumore ad alta frequenza che affligge

l’immagine e si verifica con scarsa omogeneità d’ibridazione.

La voce Variazione valuta il coefficiente di variazione dell’intensità della fluorescenza

dell’immagine. Per una buona analisi in CGH i cromosomi devono risultare intensi ed

omogenei, quindi la varianza deve essere la più bassa possibile.

Rapporto segnale/fondo valuta il rapporto tra l’intensità degli oggetti rispetto all’intensità

dello sfondo.

Omogeneità’ valuta l’omogeneità del campo che indica normalmente la corretta

illuminazione del campo.

L’operatore può decidere se la valutazione del sistema è corretta oppure se desideriamo

forzare il sistema nel caso in cui il sistema abbia scartato una cellula digitiamo ugualmente

l’assenso e procediamo all’analisi.

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Genikon

8-5

8.6 Elaborazione d’immagini in CGH

Fig.8.5 Menu d’Elaborazione della CGH

Per ottenere i profili relativi al rapporto del DNA Test e del DNA di riferimento per prima

cosa dobbiamo eseguire sull’immagine della metafase del DAPI (lo standard) REVERSE

il cariotipo utilizzando gli stessi tools del campo chiaro. In vero il cariotipo può essere

anche costruito e si può lavorare sull’immagine della metafase in fluorescenza senza

invertire il DAPI. Questo dipende da come l’operatore è abituato a riconoscere i

cromosomi.Per separare (le sovrapposizioni nel caso della CGH devono essere scartate

in quanto non idonee ad un successivo esame) i cromosomi, utilizziamo tutte le funzioni

già viste per cariotipizzare campioni di campo chiaro. Creiamo poi il cariotipo ed

aggiustiamo eventuali errori. Se vogliamo lavorare sull’immagine del fluorocromo DAPI

reverse digitiamo la seguente l’icona :

Utilizzando sull’immagine il filtro dei contrasti per bande Q l’immagine sarà ulteriormente

migliorata:

Fig.8.6:Immagine DAPI Fig.8.7 Dapi Reverse

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8-6

8.7 Analisi dei risultati in CGH

Fig.8.8: Menu’ d’Analisi dei profili della CGH

Selezioniamo sul foglio del cariotipo la voce Risultati della CGH, la Toolbar Principale

varia e mostra nuove ICONE che consentono di analizzare i dati ottenuti in maniera

dettagliata. (stanno tutte sotto la voce aspetto poiché consentono di visualizzare in

modalità diverse i profili ).Esistono diverse modalità per visualizzare i dati utilizzando i

folder posti in alto a sinistra del cariotipo.

Digitando le voci DAPI-FITC e TRITC è possibile visualizzare le singole acquisizioni dei tre

fluorocromi. Con gli altri possiamo invece analizzare i risultati in modalità differenti:

Fig.8.9 Ratio Fig.8.10 Ratio in reverse

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Genikon

8-7

Nella Fig.8.9 ed 8.10il sistema mostra il materiale in amplificazione o delezione

direttamente sui cromosomi e in DAPI reverse. Si accede a quest'immagine selezionando

RATIO dal folder in alto sulla finestra principale.

RATIO2 mostra invece l’immagine dei cromosomi in FISH standard con blu verde e rosso

sovrapposti è presente anche il DAPI ma le componenti possono essere selezionate

singolarmente.

Fig.8.11 Pseudocolore (Ratio2)

Nella a figura 8.9 si mostrano i valori del ratio rappresentato in blu come normale, rosso

perdita di materiale e verde aumento. (l’esempio in figura è una leucemia).

Infine in figura 8.12 sono rappresentati i risultati della CGH con i profili delle distribuzioni

dei rapporti lungo l’asse del cromosoma; si accede attraverso la voce RISULTATI della

CGH:

Fig.8.12 Profili del RATIO lungo l’asse

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8-8

Nell’immagine 8.11 i profili sono estratti da una media eseguita su un complessivo di 23

cellule. Ricordiamo che per la tecnica CGH è importante eseguire la media su un alto

numero di cellule infatti da questo deriva il valore di confidenza dell’esame che varia dal

95% (meno di 15 cellule) al 99% se si lavora con 100 cellule. Anche in quest’immagine si

nota che i profili passano dalla parte centrale del grafico senza espandersi né verso il

rosso né verso il verde in quanto il campione è normale. Esistono diverse modalità di

visualizzazione dei profili. A tali modalità si accede mediante le nuove icone che si aprono

selezionando appunto la voce “Risultati CGH”.

La prima icona consente di definire il SET UP:

Fig.8.13 Impostazioni grafici dei profili

Selezionando la voce Profili :

Il sistema consente di mostrare i profili dei rapporti delle fluorescenze lungo l’asse del

cromosoma :

a- cromosoma rappresentato sul cariotipo a sinistra

b- cromosoma rappresentato sul cariotipo a destra

c- media della coppia dei due omologhi

d- Media sui due omologhi della classe di tutte le cellule del vetrino

e- Media delle cellule di tutti i vetrini

Sulla parte sinistra viene invece si mostra in anteprima il grafico della distribuzione del

profilo.

L’Ampiezza consente di ingrandire il profilo

Centro di posizionare il profilo

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Genikon

8-9

La voce Intervallo consente di definire il range dei valori da 0 a 2. I valori di default sono

da 0,75 ad 1,25.

Il posizionamento del profilo su uno indica perfetta normalità senza né amplificazione né

delezione. La modifica di questo valore influenzerà unicamente la visualizzazione dei

profili senza modificare il valore della fluorescenza rilevata.

Il range di confidenza può essere fissato al 99% o 95% (indica il range all’interno del

quale si ritrovano il 95% o il 99% degli oggetti esaminati).

La seconda icona consente di analizzare singolarmente ogni classe d’omologhi

mostrando le singole fluorescenze (Dapi,FITC,TRITC) e l’immagine del ratio.

Fig.8.13 Icona visualizzazione dei singoli cromosomi

Il colore blu indica normalità con ratio 1, rosso i ndica ratio<1 delezione e verde >1

amplificazione. Per ultimo si mostra invece come appare il ratio del profilo appartenente

alla singola classe d’omologhi.

E’ inoltre possibile mostrare anche in contemporanea l’ideogramma della classe in esame.

Nella visualizzazione è consentito analizzare in contemporanea 2 differenti cromosomi in

contemporanea.

La terza icona consente di eseguire un’analisi statistica dei profili relativi ai vetrini

acquisiti.

Fig.8.14 Analisi dei profili

Apre automaticamente il seguente menu:

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8-10

E’ necessario introdurre la classe del cromosoma che desideriamo analizzare per esempio

classe 3, specifichiamo il valore del range di lavoro, da 0,75 a 1,25 sarà lo standard.

Sullo stesso grafico sono mostrate in contemporanea la perdita ed il guadagno. Con la

barra (utilizzando il tasto di sinistra del mouse) possiamo portarci su quella che

desideriamo analizzare e controllare per osservare se esiste perdita o aumento del DNA.

Se desideriamo osservare separatamente le perdite o l’aumento del DNA è necessario

digitare l'icona seguente che mostra alternativamente valori.

Fig.8.16 Separazione a dx e sx aumenti e perdite

Per analizzare insieme o separatamente i due omologhi dobbiamo utilizzare l’icona

seguente (vale anche per i profili):

Fig.8.18Unione aumenti e guadagni

Infine per analizzare i profili del ratio utilizziamo:

Fig.8.17 Visualizzazione dei profili

Automaticamente il sistema mostra i profili delle distribuzioni delle fluorescenze.

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Genikon

8-11

Anche sui profili è possibile posizionare la barra di controllo per vedere su quale banda

esiste la variazione.

I profili inoltre possono essere analizzati separatamente tra cromosoma di destra e quello

di sinistra.

Il profilo sul singolo cromosoma mostra l’andamento del rapporto. Se il profilo infatti passa

tutto dalla linea centrale vorrà dire che il cromosoma è normale. Se invece il profilo si

sposta verso il verde o il rosso avrà aumento o perdita di DNA.

8.8 INTERPRETAZIONE DEI PROFILI

E’ importante definire il livello di confidenza. Se lavoriamo con oltre cento cellule

cariotipizzate possiamo avere il 99% se invece lavoriamo con un numero di 15 cellule, il

livello di confidenza scenderà a 95%.

Il profilo sul singolo cromosoma mostra l’andamento del rapporto. Se il profilo infatti passa

tutto dalla linea centrale vorrà dire che il cromosoma è normale ed il rapporto è 1. Se

invece il profilo si sposta verso il verde o il rosso avrà aumento o perdita di DNA.

Se per esempio abbiamo una trisomia sul DNA TEST, un ratio di 3(test):2(controllo) o

1.5:1 dobbiamo allora aspettarci 1.5:1 dobbiamo allora aspettarci nell’area amplificazione.

Nel caso di una monosomia invece dovrebbe essere 0.5:1.

Questi ratio lavorano con DNA puramente tumorale ed i valori del default di 1,25 per

amplificazione e 0,75 per delezione sono fissati per compensare questa contaminazione.

Se invece il rapporto del campione è 50:50 di tumorale rispetto al normale dobbiamo

calcolare nuovamente il ratio.

La CGH, come il campo chiaro la fluorescenza e FISH, è gestibile anche a FULL SCREEN

utilizzando l’icona seguente:

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Genikon

9-1

9 Analisi in Multiplex FISH

La tecnica della Multiplex Fish si avvale dell’acquisizione di 5 immagini di una metafase

marcata in fluorescenza con fluorocromi specifici (+ dapi per il counterstain). Le immagini

acquisite singolarmente, mediante l’utilizzo di filtri specifici sul microscopio, sono

successivamente fuse mediante sistemi computerizzati per realizzare una singola

immagine composta. All’interno dell’immagine di fusione, ad ogni singola coppia

d’omologhi è associato un colore specifico derivante dalla sua composizione nei

flurorofori. La composizione in % di fluorocromo per la singola coppia di cromosomi è

assegnata in base al KIT che si utilizzato.Per l’analisi in Multiplex Fish valgono le

considerazioni svolte nell’ambito dell’analisi in FISH.Anche in questo tipo d’analisi, il

sistema acquisisce immagini monocromatiche per ogni singolo fluorocromo imponendo ad

ogni componente uno pseudocolore definito in precedenza dall’operatore.Il programma

della multiplex Fish è integrato nella stazione con quello della cariotipizzazione e FISH

standard ed utilizza infatti gran parte delle funzioni che abbiamo già esaminato per il

campo chiaro la fluorescenza e la FISH. La gestione dei casi è identica alle altre due

modalità d’acquisizione mentre nella fase d’acquisizione si osservano alcune peculiarità

che facilitano l’operatore ad acquisire sequenze d’immagini corrispondenti ai singoli

fluorocromi.

9.1 Acquisizione d’immagini in Multiplex

L’ambiente della MULTIPLEX FISH si abilita nel momento in cui in fase d’acquisizione si

seleziona la seguente icona :

9.1.1 Definizione della lista dei fluorocromi e del la mappa associata

Per la creazione e definizione della lista fluorocromi si procede in modo analogo a quanto

descritto nel paragrafo 7.1.1 nell’ambito della FISH.

Alla lista dei fluorocromi il sistema associa in automatico una mappa in cui l’operatore è

tenuto a trascrivere le combinazioni dei fluorocromi valide per l’identificazione delle classi

d’appartenenza dei cromosomi. La documentazione a corredo del KIT impiegato fornisce

all’utente tutte le indicazioni necessarie.

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Nell’ ipotesi in cui siano specificate nella documentazione le componenti RGB degli

pseudocolori da associare ai fluorocromi è possibile, in fase di definizione del fluorocromo,

selezionare il corretto colore richiamando l’apposito menu (fig. 9.1 ):

Fig. 9.1. – Selezione del colore dei fluorocromi

Una volta definita la lista dei fluorocromi si accede alla finestra d’impostazione del KIT

mediante il tasto .

Per ogni classe d’omologhi, l’utente deve indicare la corretta combinazione dei

fluorocromi. Sulle colonne sono indicate le etichette di classe valide per la specie in

esame, sulle righe sono riportati i nomi dei fluorocromi costituenti la lista attiva. Un

semplice click con il tasto sinistro del mouse sulla casella d’intersezione RIGA – COLONNA

inserisce un DOT di selezione (Fig.9.2.).

Fig.9.2 Dot di selezione della componente sulla coppia d’omologhi

Fig.9.3 – Impostazione del kit per la Multiplex Fish

Il tasto:

è da utilizzarsi al termine per convalida.

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Genikon

9-3

Nell’ipotesi in cui l’operatore abbia commesso un errore d’impostazione della tabella, il

sistema indica l’errata o parziale configurazione del KIT al momento della convalida. Il

sistema non permette di introdurre la stessa composizione in fluorocromi per due diverse

coppie d’omologhi.

Il tasto di sinistra del mouse digitato su un singolo quadrato in colore consente di

associare un colore specifico ad ogni classe d’omologo

Fig.9.4 Impostazione colore specifico per ogni classe d’omologhi

Fig.9.5 Selezione del colore specifico

Con quest’operazione si associa a ciascuna classe un falso colore calcolato sulla base

dei fluorocromi marcatori e degli pseudocolori ad loro associati. La scelta di quest’opzione

di lavoro permette di mantenere una congruenza fra i colori visualizzati nelle immagini in

pseudocolore e quelle ottenute per elaborazione.

Il ripristino dei colori di DEFAULT è reso possibile dalla pressione del tasto

La cancellazione delle impostazioni è eseguibile mediante il pulsante

Nell’ipotesi in cui il KIT impiegato preveda una diversa combinazione dei fluorocromi per il

braccio p e q di una stessa classe, è possibile scindere le due componenti eseguendo un

click con il tasto sinistro del mouse sull’etichetta della colonna (Fig. 9.6).

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9-4

Fig.9.6 – Kit con distinzione braccio p e braccio q

9.2 Acquisizione dei fluorocromi

Per l’acquisizione dei fluorocromi si procede in modo analogo a quanto indicato,

nell’ambito della FISH. La lista dei fluorocromi è creata in base al Kit d’utilizzo è chiaro che

se non si ha una lista di fluorocromi corretti anche la mappa non potrà essere creata e in

ogni modo la mappa utilizza gli stessi fluorocromi inseriti nella lista.

Nel caso del KIT Vysis i fluorocromi sono :

DAPI-Spectrum green-Spectrum Orange-Far red-Aqua-Gold.

E’ importante creare la lista con una sequenza che consenta di acquisire per primo il

GOLD, sarà il fluorocromo col qual è possibile ricercare le metafasi. Non dobbiamo

osservare o ricercare mai con il DAPI poiché fa’ decadere irreversibilmente il FAR RED.

Primo dunque Gold, secondo segue sempre il FAR red per evitare il decadimento ed infine

è consigliabile ma non obbligatorio mettere in sequenza Spectrum green, Spectrum

orange, Aqua ed infine DAPI. Ricordiamoci comunque, anche se viene acquisito per

ultimo, di assegnare DAPI come counterstain, perché è l’immagine DAPI quella di

riferimento ed è quella sulla quale il sistema andrà ad unire i 5 successivi fluorocromi. Per

cambiare il counterstain è sufficiente digitare due volte col tasto sinistra del mouse sulla sx

del fluorocromo prescelto. Per un KIT VYSIS la sequenza sarà dunque la seguente:

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Genikon

9-5

Fig.9.7 Lista fluorocromi KIT Vysis

Una volta creata la lista possiamo procedere ad acquisire come una normale FISH

selezionando i 6 fluorocromi e terminando come per una normale FISH.

Al termine dell’acquisizione la pressione del tasto di stop dell’operazione d’acquisizione

apre una sessione di lavoro in cui l’operatore definisce il corretto valore di soglia

dell’immagine DAPI e l’eventuale SHIFT da applicare ad ogni fluorocromo :

Fig.9.8 Definizione della soglia in Multiplex fish

Una volta corretta la soglia (normalmente si esegue una sola volta) ed eventualmente il

posizionamento degli shift come avevamo visto anche per la CGH, possiamo dare

l’assenso al sistema per creare l’immagine della metafase in Multicolor. Generalmente lo

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9-6

shift non è presente in quanto per la Multifish abbiamo un microscopio motorizzato che

normalmente non contiene aberrazioni. L’allineamento eventuale deve essere fatto su

ogni singolo piano di fluorescenza.

Il sistema impiega qualche secondo per associare ad ogni coppia le giuste componenti di

colore. Al termine mostra nel Menu’ d’elaborazione l’immagine della metafase in Multicolor

9.3 Elaborazione ed analisi Multiplex FISH

Fig.9.9 Immagine in M-fish (MFISH2)

La visualizzazione non è molto diversa dalla FISH.

Sulla finestra principale si possono scambiare per la visualizzazione le sei singole

immagini relativi ai piani di fluorescenza mentre nella galleria già sono visualizzate in

singola immagine. Ciò che personalizza la Mfish, è la presenza di due nuove

visualizzazioni che corrispondono alla MFISH1 e MFISH2. MFISH1 è lo pseudo-colore

associato dal sistema ad ogni coppia d’omologhi in base al criterio del kit in uso. MFISH2

è l’immagine della sovrapposizione dei sei fluorocromi in base ai colori assegnati nella lista

d’acquisizione.

E’ importante deselezionare (utilizzando l’icona in alto a dx sulla finestra principale) la

componente del DAPI che non apporta informazione ma serve solo per riconoscere e

separare successivamente i cromosomi. La selezione della componente del DAPI in

questa fase di visualizzazione introduce solo motivo di disturbo e falsa l’immagine.

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Genikon

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Fig.9.10 Immagine in Mfish (MFISH1)

La MFISH1 è invece l’immagine in colori assegnati dal sistema che non corrispondono

necessariamente a quelli della MFISH2. Sono falsi colori e spesso consentono di

evidenziare parti di cromosomi in maniera rapida e sicura.

A questo livello in ogni modo ciò che interessa è passare alla creazione del cariotipo. La

procedura standard prevede di selezionare l’acquisizione del DAPI e di utilizzare il

REVERSE per facilitare il riconoscimento e la divisione dei cromosomi. Comunque se

l’utente lo desidera è possibile cariotipizzare anche sul DAPI a colore.

Fig.9.11 Immagine in DAPI reverse

La procedura di separazione dei cromosomi è sempre la stessa già utilizzata con il campo

chiaro, la fluorescenza e la CGH. Il sistema offre la Toolbar completa per migliorare

l’aspetto dei cromosomi ed effettuare la separazione.

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Fig.9.12 Toolbar d’Elaborazione in M-FISH

N.B. Come per la CGH è ovvio che non sia corretto utilizzare cromosomi in

sovrapposizione poiché nei punti d’overlapping il risultato è falsato.

Una volta separati tutti i cromosomi possiamo procedere alla creazione del cariotipo

utilizzando la funzione di cariotipo automatico.

L’operatore può aggiustare in qualsiasi momento la posizione dei cromosomi.

Fig.9.13 Cariotipo in M-FISH

Al termine della creazione del cariotipo sono offerte alcune funzioni speciali per analizzare

il cariotipo di una M-FISH. In particolare si offre nella toolbar una nuova icona che

consente di aprire la Mappa dei fluorocromi:

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Genikon

9-9

Questa funzione è importante perché apre sotto all’immagine del cariotipo la mappa dei

fluorocromi. L’abilitazione della mappa dei fluorocromi abilita nuove funzioni specifiche per

la M-FISH.

a)Sia che si sia in visualizzazione della MFISH1 che MFISH2 se eseguo una selezione su

una coppia di omologhi, il sistema mostra l’immagine in bianco e nero con in overlay il

colore di appartenenza di quel dato cromosoma. Per esempio in figura 9.14 abbiamo

selezionato la Coppia d’omologhi N.2 ed il sistema mostra che una parte del braccio p del

N.2 è traslocata sul q del 3.

Fig.9.14 Selezione di una coppia di omologhi in multicolor

Tenendo premuto il tasto “ctrl” possiamo selezionare più di 2 cromosomi alla volta

Fig.9.14 Selezione multipla

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9-10

b)Inoltre se passiamo sui singoli cromosomi sia in metafase che sul cariotipo si visualizza

il numero di appartenenza, nel caso in cui sia aperta la “Mappa”

Fig.9.15 Visualizzazione della componente d’appartenenza

b) Se infine selezioniamo in basso il colore possiamo variare lo pseudocolore di

appartenenza della classe

In particolare possiamo osservare il default relativo al kit

Fig.9.16 Visualizzazione del default

Oppure quello previsto dallo pseudocolore

Fig.9.17 Visualizzazione del colore reale

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Genikon

9-11

Se vogliamo variare alcuni cromosomi dobbiamo utilizzare la solita voce del colore relativa

ad un singolo cromosoma . Clicchiamo sul tab del colore sotto ai singoli cromosomi .

Fig.9.18 Variazione dello pseudocolore della classe d’appartenenza

9.4 Analisi dei singoli cromosomi in MFISH

Anche per la multicolor come per la CGH e la FISH viene data l’opportunità di analizzare i

singoli crosmomi in dettaglio utilizzando l’icona seguente dalla Toolbar principale:

La visualizzazione è simile alla CGH. Il sistema consente di analizzare in contemporanea

2 coppie di omologhi e di rappresentare rispettivamente tutti i singoli piani della

fluorescenza, l’immagine della MFISH1 della MFISH2 ed il profilo somma di tutti i piani di

fluorescenza:

9.18 Analisi dei singoli cromosomi

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9-12

Anche per la Mfish come per la CGH possiamo variare la dimensione dei cromosomi,

scambiare il cromosoma dx col sx ed analizzare con la linea bianca ogni singola banda.

9.19 identificazione delle bande

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Genikon

10-1

10 Ideogrammi

Gli ideogrammi possono essere visualizzati con tre differenti valori di risoluzione (450,

550, 850). Ad ogni click per impostare la risoluzione, gli ideogrammi sono aggiornati in

automatico nella finestra di visualizzazione.

La selezione dell’opzione consente di visualizzare gli stessi ideogrammi in bande R.

Fig.10.1.: Ideogrammi

E’ possibile visualizzare in automatico tutte le

bande presenti sull’ideogramma oppure in

alternativa possiamo vedere le bande singole

passando con il mouse sull’ideogramma a

sinistra.

E’ possibile copiare un ideogramma sul cariotipo

o su un’immagine di composizione per

confrontare cromosomi all’ideogramma.

10.1 Anomalie

Nell’ambiente in esame è possibile creare e successivamente archiviare le aberrazioni

cromosomiche d’interesse.

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10-2

Fig.10.2 Anomalie ideogrammi

Per trasferire l’anomalia ottenuta al collage o metafase o cariotipo è sufficiente utilizzare il

tasto di sx premuto sull’ideogramma e spostare il mouse da sx a dx.

10.1.1 Editing anomalie

1. Nella sezione ANOMALIE selezionare l’aberrazione da comporre.

2. Sulla base dell’aberrazione scelta selezionare nelle sezioni IDEOGRAMMA 1 e IDEOGRAMMA 2

la classe dei cromosomi coinvolti. La banda o l’intervallo di bande interessate sono

identificate dalle frecce ETICHETTA BANDA MOBILI presenti a lato degli ideogrammi. Le scelte

eseguite nelle due sezioni di editing comportano un aggiornamento in automatico

dell’etichetta descrittiva dell’anomalia.

Fig.10.3. Etichetta anomalia

La pressione del pulsante "mostra" nella sezione RISULTATO mostra l’aberrazione

Il sistema esegue in automatico la composizione dell’ideogramma o degli ideogrammi

risultanti per le anomalie di seguito indicate:

Anomalia Espressioni Descrizione

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Genikon

10-3

del (Cl) (Bnd1) Eliminazione terminale

DELEZIONE

del (Cl) (Bnd1 Bnd2)Eliminazione interstiziale ovvero del tratto di

bande comprese fra Bnd1 e Bnd2

INVERSIONE inv (Cl) (Bnd1 Bnd2)Inversione del tratto di bande comprese fra

Bnd1 e Bnd2

TRASLOCAZIONE t (Cl1; Cl2) (Bnd1; Bnd2) Traslocazione

dup (Cl) (Bnd1) Duplicazione unica banda

dup (Cl) (Bnd1 Bnd2)Duplicazione del tratto di bande comprese fra

Bnd1 a Bnd2DUPLICAZIONE

inv dup (Cl) (Bnd1 Bnd2)Duplicazione ed inversione del tratto di bande

comprese fra Bnd1 a Bnd2

ins (Cl1; Cl2) (Bnd; Bnd1 Bnd2)Inserzione del tratto da Bnd1 a Bnd2 di Cl2 al

posto della banda Bnd in Cl1INSERZIONE

inv ins (Cl1; Cl2) (Bnd; Bnd1 Bnd2)Inserzione ed inversione del tratto da Bnd1 a

Bnd2 di Cl2 al posto della banda Bnd in Cl1

Tabella 10 Aberrazione automatiche

E’ possibile trasferire su cariotipo, metafase o su composizione l’ideogramma ottenuto

nella sezione RISULTATO. Per l’ideogramma copiato è attiva in automatico la

visualizzazione dell’etichetta descrittiva dell’anomalia. In base alle esigenze è possibile

modificare in tempo reale la visualizzazione degli ideogrammi selezionando la risoluzione

desiderata (400, 550, 850), il tipo di bandeggio (R) oppure il colore da associare alla

sezione anomala dell’ideogramma risultante.

10.1.2 Archiviazione anomalie

Nella sezione ARCHIVIO ANOMALIE è possibile memorizzare l’anomalia ideogrammi

avvalendosi del pulsante “aggiungi”. La selezione del tipo d’aberrazione eseguita nella

sezione ANOMALIE, attiva una ricerca automatica il cui esito è visualizzato nella finestra

della sezione d’ARCHIVIO. Nell’elenco visualizzato la selezione di una delle voci comporta la

generazione dell’ideogramma anomalo.

L’eliminazione di una delle voci d’elenco è resa possibile, previa selezione, dall’impiego

del tasto elimina.

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Genikon

11-1

11 Foglio di lavoro

Il foglio di lavoro è un documento correlato alla Conta cromosomica, all’Analisi visiva

(appaiamento degli omologhi) ed al Cariotipo eseguito sul caso specifico.

L’icona seguente abilita l’apertura del foglio di: ed è collegata al Menu’ principale.

Tale icona è in ogni modo accessibile anche dal Menu’ d’Elaborazione e da quello

d’acquisizione.

Fig.11.1: Il Foglio di lavoro

L’inserimento dei dati sul modulo è eseguito manualmente dall’operatore ed il foglio

costituisce il corrispettivo di quello cartaceo che normalmente è utilizzato nei laboratori di

citogenetica. Il foglio di lavoro di lavoro è strettamente associato all’archivio infatti è

possibile digitando col tasto sx del mouse su una delle voci di intestazione delle colonne

selezionare un campo specifico:

Fig.11.2 Associazione dei campi al foglio di lavoro

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11-2

Se le voci sono associate le intestazioni delle colonne diventano rosse.

Fig.11.3: Associazione dei campi al foglio di lavoro

Se anziché digitare il tasto sx utilizziamo il dx sull’intestazione , il sistema consente di

introdurre una specifica personalizzata dall’operatore aprendo un menu specifico:

Fig.11.4 Associazione a discrezione dell’utente

All’interno delle colonne possiamo scrivere informazioni o anche in questo caso utilizzare

le tabelle se sono state associate:

Fig.11.5: Utilizzo delle tabelle

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Genikon

11-3

L’icona di stampa consente un’anteprima del foglio e la stampa del medesimo.

Fig. 11.6 Anteprima della stampa foglio di lavoro

Naturalmente tutti i dati associati o scritti sul foglio di lavoro verranno automaticamente

salvati e saranno accessibili ogni qual volta che verrà aperto il foglio di lavoro da un

qualsiasi menu.

.

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Genikon

12-1

12 Stampa immagini e dati

Digitando l’icona della stampante ( ) nella toolbar principale, si apre la finestra per

creare o richiamare il report del paziente.

12.1 Finestra di controllo

Fig.12.1: Finestra di controllo delle stampe

Tale finestra consente di eseguire tutte le operazioni possibili a carico di un report.

Con “Crea /Modifica” è possibile creare o modificare visivamente un report.

“Carica” consente di caricare da disco un report precedentemente salvato. Quando si apre

il pannello di controllo è automaticamente caricato l’ultimo report utilizzato.

“Stampante” permette di scegliere la stampante da utilizzare e la modifica delle sue

proprietà.

Con “Anteprima” si visualizza l’anteprima di stampa del report corrente in base alla

stampante selezionata.

“Stampa” permette la stampa del report.

Il Tasto permette di gestire le immagini dell’archivio presenti nel report.

12.2 Come creare un nuovo Layout di stampa

Fig.12.2: barra degli strumenti dell'ambiente per la generazione di report

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12-2

12.2.1 Barra delle funzioni

Per creare un report si dispone di varie funzioni. In ordine da sinistra a destra abbiamo:

• nuovo: crea un nuovo report;

• apri: carica un report salvato in precedenza su un disco;

• salva: salva su disco il report corrente;

• anteprima: mostra l’anteprima di stampa;

• seleziona: consente di selezionare all’interno del report uno o più oggetti. Se passiamo

con il puntatore del mouse su un dato oggetto questo assume la forma di mano;

l’oggetto è selezionato con il tasto di sinistra del mouse è delimitato da un rettangolo.

Se durante la selezione si tiene premuto il tasto [Ctrl] sulla tastiera, è effettuata una

selezione multipla. Gli oggetti selezionati in modalità multipla possono essere spostati

insieme in un’altra posizione. Tenendo premuto il mouse si sposta il rettangolo in una

nuova posizione. Al momento del rilascio gli oggetti sono trasferiti nella nuova

posizione. Per deselezionare è sufficiente fare click su una zona vuota del report o su

un altro oggetto senza premere [Ctrl];

• testo: con il cursore del mouse, tenendo premuto il tasto sinistro, si traccia un

rettangolo(tratteggiato) che indica la zona all’interno della quale verrà inserito il testo.

Rilasciando il mouse il bordo del rettangolo diventa solido ed all’interno è visualizzato

un cursore di testo lampeggiante. Si può ora scrivere il testo desiderato all’interno del

rettangolo. Una volta terminata la scrittura si deve premere all’esterno del quadro. E’

possibile variare le dimensioni del rettangolo si scrittura tramite i quadrati di selezione.

E’ sempre possibile cambiare il carattere premendo il tasto di destra del mouse;

• linea: è utile per tracciare delle linee. Si deve premere il pulsante sinistro del mouse in

un punto e tenendolo premuto si traccia una retta fino alla posizione desiderata.

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Genikon

12-3

Tenendo premuto il tasto [Ctrl] sulla tastiera, la linea sarà tracciata solo nelle direzioni

cartesiane. E’ possibile variare il colore della retta agendo sulle barre degli strumenti;

• rettangolo: traccia degli oggetti rettangolo. Si preme il tasto sinistro del mouse in un

punto desiderato e si traccia un rettangolo delle dimensioni desiderate. Rilasciando il

pulsante è creato il rettangolo. Il colore si varia agendo sui controlli della barra degli

strumenti. Il rettangolo si può successivamente ingrandire o ridurre agendo sui vertici

del medesimo;

• immagine: permette l’inserimento di immagini all’interno del report. Premiamo il tasto di

sinistra del mouse in un punto del report e teniamo premuto; automaticamente si

traccia un rettangolo delle dimensioni desiderate (che rappresenta le dimensioni

dell’immagine una volta inserita). Rilasciando il mouse appare un menù a discesa con

il quale si può sceglie se inserire un’immagine da file oppure dall’archivio. Se

scegliamo di prendere un’immagine da file, si mostra una finestra di dialogo che

consente di caricare un’immagine tipo Bitmap, Tiff, Jpeg, Targa o Gif. (teniamo

presente che il report non include l’immagine all’interno, ma mantiene solo il

collegamento con essa); in caso di rimozione del file dalla posizione originale il report

non sarà più in grado di visualizzarla e mostrerà, al suo posto, un rettangolo di colore

chiaro visibile solo in fase di editing). Scegliendo l'inserimento dell’immagine

dall’archivio si apre un sottomenu dal qual è possibile selezionare il tipo d’immagine

che sarà inserito in quella posizione (metafase, cariotipo, collage ed altre)

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12-4

Fig.12.3Tipi d’immagini trasferibili sul foglio di stampa

E’ visualizzata l’immagine del tipo selezionato relativa al caso, vetrino ed alla cellula

selezionati.

In dettaglio dunque possiamo scegliere che tipo di immagine :

• Metafase , In automatico viene visualizzata la METAFASE corrispondente alla cellula

visualizzata in elaborazione nella finestra maggiore

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Genikon

12-5

• Cariotipo, si visualizza il cariotipo della cellula selezionata

• Composizione , il sistema se selezioniamo questa voce chiederà anche il numero di

composizione desideriamo collocare in stampa (questo anche se è stata effettuata una

sola composizione).

• Metafase Fish , Immagine della fish in metafase

• Analisi visiva (mostra l’immagine della metafase con i numeri relativi alla valutazione

fatta dall’operatore)

• Conta , valutazione del numero dei cromosomi

• Risultati della CGH mostrati con i Profili della CGH

• Immagine della MFISH1

• Immagine della MFISH2

• Immagine della Metafase originale

• Immagine della fusione

• Immagine del cariotipo in FISH

Un’immagine inserita nel report può essere ridimensionata tramite i quadrati di selezione;

Fig.12.4 Ridimensionamento di un’immagine

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12-6

Utilizzando i quadrati ai vertici, l’immagine è ridimensionata mantenendo le proporzioni

originali. Se si tiene premuto il tasto [Ctrl] è possibile ridimensionare l’immagine senza

mantenere le proporzioni.

Sull’immagine inserita se utilizziamo sul riquadro il tasto di destra il sistema consente di

inserire un LABEL; il label corrisponde alle informazioni inserite dopo la fase

d’acquisizione (numero cellula vetrino e seguenti se sono state inserite dall’operatore).

Fig.12.5 Inserimento di un label sull’immagine in stampa

Fig.12.6 Label inserito

Il label varia a seconda delle informazioni inserite sulla cellula in fase di acquisizione

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Genikon

12-7

Fig.12.7 Informazioni relative alla cellula

Se dunque la funzione delle informazioni della cellula è attiva in fase di acquisizione e se

abbiamo introdotto tali informazioni allora il label sarà maggiormente descrittivo, in caso

contrario si limiterà ad introdurre solo il numero del caso , della cellula e del vetrino.

La funzione “Label” è una funzione ON-OFF e si abilita semplicemente selezionandola

o deselezionandola.

Fig.12.8 Rappresentazione dell’Etichetta inserita

• Associazione alla stampa dei dati dell’archivio.

Digitando l’icona precedente si apre la lista dei campi dell’archivio. Se desideriamo

posizionare sul report di stampa delle informazioni relative al caso possiamo trasferirle

utilizzando premuto il tasto di sx del mouse sul campo prescelto e trascinarlo sul report di

stampa

• annulla: consente di annullare l’ultima operazione compiuta;

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12-8

• fattore di zoom: è possibile selezionare il fattore di zoom da tastiera;

• dati da archivio: premendo questo pulsante si mostra una finestra che contiene la lista

dei campi dell’archivio; tenendo premuto possiamo trasferire i singoli campi sul report;

Fig.12.9 Trasferimento dei dati dall’archivio al layout di stampa

Fig.12.10 Settaggio dei dati sulla stampa

I dati trasferiti dall’archivio possono essere spostati sul foglio di stampa, se li abbiamo

selezionati con il tasto di sx del mouse, oppure variati dimensionalmente muovendo le

barre rosse a dx o sx .

In relazione ai dati possiamo inoltre variare:

• grassetto, italico, sottolineato: impostano lo stile per il testo;

• allinea a sinistra, centra, allinea a destra: impostano l’allineamento del testo;

• allineamento degli “oggetti”: con una multi selezione possiamo poi allineare gli oggetti a

sinistra destra o centrare;

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Genikon

12-9

• porta sullo sfondo: consente di trasferire l’oggetto sullo sfondo od in primo piano

rispetto agli altri oggetti;

• carattere: imposta il tipo di carattere;

• dimensione: imposta la dimensione;

• colore: imposta il colore;

• spessore: imposta lo spessore applicabile a linee e rettangoli;

• cancella: elimina gli oggetti selezionati.

Sulla stampa possiamo anche introdurre testi liberi per l’operatore od importare da archivio

anche immagini diverse dando l’opportunità di immettere sul foglio stampa anche per

esempio il LOGO del laboratorio.

Al termine della creazione possiamo controllare con l’anteprima di stampa il tipo di report

creato.

Fig.12.11 Anteprima di stampa

12.2.2 Barra di stato

Fig.12.12: Barra di stato dell'ambiente per la generazione di report

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12-10

Nella parte inferiore, la barra di stato comunica le seguenti informazioni:

• numeri di pagina: ci indica su quale pagina ci troviamo rispetto al totale;

• vai a pagina: sul campo “numero pagina” facendo doppio-click posso inserire la pagina

sulla quale desidero andare;

• gestione pagine: consentono di scorrere le pagine;

• data del sistema: è la data di sistema.

12.2.3 Righello e linee guida

Premendo con il pulsante destro del mouse sopra uno dei due righelli appare un menu a

tendina che consente di impostare la scala del righello stesso. E’ possibile impostare la

scala in centimetri o in pollici.

Con un click con il tasto con il tasto sinistro del mouse sopra ad uno dei due righelli e

rilasciando subito il mouse si attiva l’inserimento di una linea guida. Muovendo il cursore

del mouse sulla pagina si può notare che questo viene seguito da una linea tratteggiata di

colore blu (orizzontale o verticale a seconda del righello sul quale si è agito). Tale linea

può essere portata nella posizione desiderata della pagina, facendo un altro click con il

tasto di sinistra la linea è rilasciata. Le linee così create sono utilizzabili per effettuare

l’allineamento di più oggetti. Spostando un oggetto, quando si giunge ad una delle

estremità in prossimità di una linea guida, l’oggetto stesso è agganciato alla linea. Per

spostare una linea guida è sufficiente premere il mouse e mantenerlo premuto; la linea

seguirà il cursore e quando si è raggiunta la posizione desiderata si rilasci il pulsante del

mouse. Per rimuovere una linea guida è necessario prelevarla e trascinarla all’esterno

della pagina.

Facendo click su questo campo il cursore assume la forma di una mano che tiene un

foglio; tenendo premuto il mouse spostiamoci sulla pagina, il cursore cambia di nuovo

forma specificando che il foglio può essere rilasciato. Rilasciando il mouse è inserito un

oggetto.

Premendo il tasto di destra su qualsiasi oggetto compare un menu a tendina comune a

tutti gli oggetti.

12.2.4 Gestione delle immagini del report

Fig.12.13 Accesso al confronto immagini

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Genikon

12-11

Per effettuare stampa fra immagini appartenenti a vetrini e cellule diverse dello stesso

caso è necessario utilizzare la funzione di gestione delle immagini presente nel pannello di

controllo del report. Si accede premendo il presente tasto:

Generalmente a questo menu’ si accede quando abbiamo creato un layout di stampa con

ad esempio almeno due immagini di metafasi di cellule o vetrini o casi diversi.

Fig.12.14 layout di stampa di due metafasi diverse

Nel momento in cui apriamo il pannello è offerta la possibilità di introdurre la prima

immagine della metafase

Fig.12.15 Pannello di controllo

Generalmente il sistema mostra la cellula rappresentata e selezionata dalla galleria

(Fig.12.15) se però vogliamo in stampa immagini di cellule diverse dobbiamo utilizzare il

cursore per selezionare cellule diverse :

Automaticamente il sistema mostra la nuova cellula sulla finestra di destra, se la cellula è

confermata digitiamo il tasto di assenso, automaticamente il sistema definisce la nuova

cellula come prima immagine del foglio di stampa.

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12-12

Fig.12.15 Selezione di altre cellule

La cellula è selezionata perché appare in rosso.

Per selezionare la seconda immagine digitiamo sulla freccia Immagine Metafase

Per fissarla come prima metafase dobbiamo digitare il tasto di assenso. L’immagine passa

a sinistra ed è memorizzata sulla stampa. Compare rossa la scritta Immagine 1 Metafase.

Fig.12.17 Metafase memorizzata sulla stampa

Procediamo sulla scelta della seconda immagine; possiamo selezionare un’altra cellula o

vetrino o caso. Dobbiamo prima scambiare a sinistra utilizzando l’apposita freccia

l’immagine della cellula 1 con una vuota.

Fig.12.18 Selezione seconda immagine

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Genikon

12-13

A questo punto procediamo nella scelta della seconda cellula che sarà visualizzata sulla

destra. Se va bene la scelta digitiamo il tasto di assenso.

Fig.12.19 Memorizzazione della seconda cellula

Il sistema visualizza a destra l’immagine se va bene tasto di assenso (il sistema inverte

con la nuova immagine la finestra a sx).Procediamo ora come per la prima immagine alla

selezione del caso, vetrino e numero di cellula. Nuovamente il sistema mostra a destra la

nuova immagine e se è corretta digitiamo il tasto di assenso. In anteprima immagine il

sistema mostrerà le due immagini di metafasi. Naturalmente se nel LAYOUT di stampa

Fig.12.20 Anteprima di due cellule diverse

abbiamo cariotipi o FISH o altro il sistema cambierà l’informazione e comunicherà:

Immagine 1= cariotipo/metafase o altro. Con la stessa modalità possiamo scambiare

cellule appartenenti a vetrini diversi o casi diversi e naturalmente se nel layout di stampa

sono presenti altri tipi di immagini (FISH CARIOTIPO o CGH o MFISH o Collage), potremo

combinare tra loro anche diversi tipi di immagini

Fig.12.21 Anteprima cariotipo e metafase in FISH

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Genikon

13-1

13 Personalizzazione dell’archivio

Normalmente l’archivio si stabilisce con i tecnici Nikon al momento dell’installazione della

strumentazione poiché modifiche avanzate nel tempo potrebbero causare problemi nel

caso in cui si utilizzino chiavi di ricerca che scompaiono o sono modificati nel tempo.

Generalmente dunque la modifica è eseguita al momento dell’installazione e variazioni nel

tempo devono essere fatte con estrema cautela. Per eseguire modifiche sull’archivio

bisogna entrare in un programma accessorio chiamato PERSARCH.

Il programma è sempre contenuto nella cartella GENIKON.

N.B. E’ molto importante, se vogliamo effettuare de lle modifiche all’archivio, che

l’applicativo di GENIKON non sia lanciato né sulla stazione di lavoro né su altre

eventuali stazioni in rete.

L’icona lancia l’applicativo è la seguente nel caso in cui sia stato inviato al desktop:

Il sistema mostra un nuovo ambiente col quale possiamo modificare la scheda.

Fig.13.1: Creazione di un archivio personalizzato

Le funzioni principali sotto illustrate consentono di:

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13-2

Fig.13.2: Barra di gestione degli archivi

� 1-creare una scheda ex novo;

� 2-richiamare una scheda dalla rete;

� 3-salvare una nuova scheda;

� 4-Salvare con altro nome

� 4-richiamare la scheda presente sull’applicativo.

Generalmente si richiama la scheda dall’applicativo e si procede alla sua modifica.

Fig.13.3: Barra di gestione dei campi

Fig.13.4 Caricamento dell’archivio esistente sull’applicativo

Fig.13.5 Inserimento di un nuovo campo

E’ possibile:

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Genikon

13-3

� creare un nuovo campo: per aggiungere un nuovo campo a quelli già esistenti. Si apre

una nuova finestra che ne consente la sua definizione.

Fig.13.6: Finestra di definizione del nuovo campo

Inseriamo quindi il nome del nuovo campo, il tipo (testo, numerico, note oppure data), e

le dimensioni (in caratteri, nel caso di un campo testo). Indichiamo infine se si tratta di

una tabella (avevamo spiegato l’utilità delle tabelle e ricordiamo appunto che si tratta di

quei campi nei quali possiamo inserire una lista di informazioni standard che possono

essere richiamate dalla scheda paziente senza dover essere digitate ogni volta per

un’analisi specifica);

Possiamo ora decidere la posizione e le dimensioni dei campi. Utilizzando il tasto di

sinistra del mouse selezioniamo il caso e lo spostiamo tenendo premuto il tasto di sinistra.

Se invece selezioniamo con il destro (sempre tenuto premuto), possiamo modificare,

posizionandoci lateralmente sulla finestra del campo interessato, le dimensioni in

lunghezza ed in larghezza.

E’ infine possibile aggiungere una nuova pagina (Folder), alla quale possiamo dare un

nuovo nome (p. es.: la prima pagina può essere relativa all’analisi che stiamo

conducendo e la seconda ai dati veri e propri del paziente).

� eliminare un campo indesiderato: è sufficiente selezionare il campo con il mouse e

digitare l’icona delle forbici;

� accettare le modifiche: per terminare la fase di creazione o cancellazione dei campi.

� E’ possibile inoltre creare un campo particolare denominato VERO o FALSO.

E’ introdotto questo nuovo tipo di campo per poter inserire sull’archivio un controllo sui

casi completi e non. Tale modalità consente di filtrare solo i casi completi ed archiviarli in

una sola selezione

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13-4

Fig.13.8 Introduzione di un campo tipo V/F Fig.13.9 Caso completo

� Possiamo inoltre voler introdurre un nuovo folder nel nostro archivio utilizziamo le

frecce per spostarci fino all’ultimo folder aggiungendone un altro il sistema chiede se

desideriamo introdurre un altro che definisce folder. Digitando su folder possiamo

introdurre un nome particolare

A questo punto l’operatore può uscire dalla personalizzazione e salvare le modifiche.

In vero il sistema chiede se si desidera salvare le modifiche. Se si decide di modificarle al

termine della memorizzazione il sistema invia un messaggio di salvataggio effettuato

positivamente.

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Genikon

14-1

14 Editor di specie

L’editor di specie è una funzione alla quale si accede dal Menu principale di GENIKON ed

è un sotto menu che permette di codificare nuove specie su cui lavorare, e di disegnarne il

“layout” del cariotipo (). A questo ambiente si accede tramite la voce “Editor di specie …”

del menù “Strumenti”, nell’ambiente principale.

Fig.14.1 Strumenti sulla Barra principale

Fig.14.2 Accesso menu di Editor di specie

Fig.14.3: Editor di specie

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14-2

14.1 Creazione di una nuova specie

La creazione di una nuova specie avviene premendo il tasto , oppure scegliendo la

voce “Nuova …” dal menù “Specie”. Si apre la finestra per la definizione della nuova

specie. Nella casella “Nome della specie” indicarne il nome (p. es.: “Uomo”); nella casella

“Descrizione” inserire un breve commento inerente la specie (p. es.: “Specie umana”);

infine indicare il numero di classi nella casella “Numero di classi”(nel caso dell’uomo

dobbiamo introdurre 24 per 22 omologhi ed i 2 eterologhi.

Fig.14.4: Definizione di una nuova specie

Premendo il tasto di conferma, la finestra di Fig.14.2 mostrerà tutte le classi nella parte

inferiore, ed il nome della specie saranno mostrati sopra l’area di lavoro.

Ogni classe è indicata simbolicamente con un rettangolo. Possiamo spostare ogni coppia

nella posizione desiderata.

14.2 Disegno del “Formato” del cariotipo

Ora è il momento di definire graficamente come sarà il cariotipo della specie in questione.

14.2.1 Come posizionare una classe all’interno dell ’area di lavoro

Per trasferire una classe nell’area di lavoro occorre trascinarla (anche a gruppi, con la

selezione multipla). Si può utilizzare il menù “Modifica” che permette di allineare ed

equidistanziare le classi. Lo stesso menù si ottiene facendo click con il tasto destro del

mouse sull’area di lavoro.

14.2.2 Rimozione di una classe dall’area di lavoro

Per rimuovere le classi selezionate dall’area di lavoro premere il bottone oppure

scegliere la voce “Rimuovi” dal menù “Modifica”. La stessa cosa avviene se si preme il

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Genikon

14-3

tasto [Canc] sulla tastiera. Per rimuovere tutte le classi premere il bottone oppure, dal

menù “Modifica”, scegliere la voce “Rimuovi tutto”.

14.2.3 Raggruppamento di classi

Per attribuire una medesima caratteristica alle classi selezionate, scegliere la voce

“Raggruppa …” del menù “Strumenti”. Verrà chiesto di inserire la caratteristica, che poi

comparirà a fianco di ciascuna classe.

14.3 Caricamento di una specie

Per caricare una specie fare click sul bottone , oppure utilizzare il menù “Specie” (voce

“Apri …”). Si apre la finestra di , nella quale possiamo scegliere la specie da caricare tra

quelle codificate. Caricata la specie, il suo nome compare sopra l’area di lavoro.

Fig.14.5: Caricamento di una specie

14.4 Cancellazione di una specie

La cancellazione è effettuata sempre sulla specie che abbiamo caricato nell’area di lavoro

(il cui nome è riportato sopra la stessa). Per eliminare la specie, premere il bottone ,

oppure scegliere la voce “Elimina” dal menù “Specie”.

N.B.: la cancellazione di una specie risulta essere un’operazione irreversibile.

14.5 Uscita

L’editor di specie si chiude tramite la voce “Uscita” del menù “Specie”, oppure con la � in

alto a destra.

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14-4

N.B. I nuovi formati creati sono utilizzabili e ricaricabili solo per la creazione del cariotipo

in manuale . Per rendere attivo il formato del cariotipo è necessario caricare il nuovo

formato dal menu’ opzioni e creare un nuovo caso. Il sistema per ogni caso riconosce il

medesimo formato di cariotipo e non accetta per uno stesso caso di utilizzare formati

differenti.

N.B.

E’ importante precisare che la variazione dell’editor diventa operativa quando si

acquisiscono nuove cellule e dal menu’ opzioni è stata caricata la specie . Il sistema del

resto quando carico un altro caso acquisito con una specie diversa automaticamente

rispristina per quel caso tale specie, questo per ovviare che sullo stesso caso si mescolino

specie differenti.

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Genikon

15-1

15 OPZIONI

Genikon può essere personalizzato dall’utente premendo il tasto nella barra degli

strumenti dell’ambiente principale, oppure scegliendo la voce “Opzioni …” del menù

“Strumenti”. Il menu Opzioni si divide in Generale, Visualizzazione, Personalizzazione,

Ambiente principale, Acquisizione.

Fig.15.1 Menu delle OPZIONI

15.1 Generale (impostazioni)

Le impostazioni generali sono quelle mostrate in Fig.15.2

Fig.15.2: Impostazioni generali

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15-2

15.1.1 Posizione del server

Serve ad indicare al programma dove si trova l’archivio centrale (se si dispone di più

stazioni collegate in rete).

15.1.2 Specie di appartenenza dei nuovi casi

Specifica la classe quando si fanno dei casi nuovi.

15.2 Impostazioni per l’ambiente principale

Fig.15.3: Impostazioni per l'ambiente principale

L’ambiente principale di GENIKON è diviso in tre parti: a sinistra la scheda con i dati del

caso, al centro la struttura vetrini-cellule, e a destra le anteprime delle immagini. Per

effettuare tali modifiche è sufficiente trascinare la parte che vogliamo spostare al di sopra

di un’altra utilizzando il tasto di sinistra del mouse.

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Genikon

15-3

Fig.15.4: dati e struttura invertiti

15.3 Impostazioni per l’Acquisizione

Fig.15.5: Impostazioni per l'acquisizione

Il menu’ di acquisizione consente di definire diverse periferiche che possono essere

presenti su Genikon. A seconda dell’hardware presente su questo menu è necessario

definirne il tipo .

15.3.1 “Telecamera principale”

Il sistema consente di interfacciare diversi modelli di telecamere;digitando sotto la

voce telecamere i modelli disponibili sono:

� Una Tv camera generica: normale analogica senza integrazione

� TV CAMERA DIGITALE Hesp Firma

� TV camera analogica COHU che si differenzia dalla precedente in quanto viene gestita

anche l’integrazione.

� Telecamere serie Photometrics (CoolsnapCF-Coolsnap FX)

� Telecamere serie Hamamatsu

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15-4

� Telecamera digitale JAI.

� Camera digitale DS2Mcooled e Ds5 a colori

15.3.2 “Ruota fitri”

Consente di selezionare la presenza di una ruota filtri.

Fig.15.6 Selezione ruota filtri

Genikon gestisce tre tipi diversi di ruote filtri.

� Una ruota filtri NIKON a 10 o 12 Filtri di eccitazione

Fig.15.7 Ruota filtri NIKON

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Genikon

15-5

� Ruota filtri PRIOR

Fig.15.7 Ruota filtri Prior

� Ruota filtri rappresentata dal FAD ad otto posizionI del microscopio E1000

Fig.15.8 Ruota filtri VFAD

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15-6

15.3.3 Microscopio motorizzato

Fig.15.7 Selezione diversi microscopi

Consente di selezionare diversi microscopi motorizzati tra i quali:

� E1000 NIKON

� Leica DMRA-2 nuova serie

� Nikon 90i

� Nikon 80i dgital head

� Olympus BX61

15.3.4 Configurazione filtri dei microscopi

L’utilizzo dell’icona :

consente di definire le posizioni dei filtri sia sui microscopi che sulle ruote.

Se dunque abbiamo selezionato per esempio la A-presenza del microscopio E1000 a 5

posizioni e digitiamo configura i filtri otterremo l’apertura del seguente menu:

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Genikon

15-7

Fig.15.8 Definizione dei filtri su E1000

E’ necessario introdurre il nome del filtro e la posizione. Utilizzando questa modalità

quando andremo a richiamare i fluorocromi sulla lista direttamente sapremo che filtro è

posizionato nelle 5 collocazioni.

Sempre nel menu’ precedente sono fornite i test necessari per controllare la presenza del

microscopio E1000.

Se digitiamo la voce test il sistema controlla il collegamento dell’E1000 e se le connessioni

sono corrette avvisa il corretto funzionamento. Controlliamo sempre che il cavo sia

collegato correttamente e la porta seriale sia corretta.

Se desideriamo inoltre vedere gli spostamenti lungo i filtri di fluorescenza è necessario

digitare le singole posizioni (1,2,3,4,5).

Una volta inseriti i singoli filtri e l’eventuale posizione di CLEAR cioè libero dobbiamo

salvare la configurazione

Fig.15.9 salvataggio della configurazione

Nel menu dobbiamo utilizzare la voce “salva configurazione” utilizzando il file di default. Da

questo momento in poi avremo nei controlli la gestione del microscopio E1000.

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15-8

Per interfacciare il microscopio LEICA utilizziamo la voce corretta:

B-LEICA DMR ed il sistema mostra come è accaduto per il NIKON il menu’ di interfaccia:

Fig.15.10 Interfaccia LEICA

Dobbiamo procedere come per l’E1000 selezionando e nominando i singoli filtri. Anche in

questo caso al termine della definizione è necessario salvare la configurazione.

C_Nikon 90i

Non serve configurare poiché Genikon recupera direttamente i dati dal software

accessorio di settaggio NIKON I toools pe quanto riguarda la configurazione dei filtri

D_Olympus BX61

Stessa cosa del 90i

Configurazione ruota filtri

a-Ruota Nikon

Fig.15.11 Ruota NIKON

E’ necessario definire se la ruota è a 10 o 12 posizione perché il ricollocamento dei filtri sia

corretto.

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Genikon

15-9

Come per i microscopi motorizzati dobbiamo definire le posizioni dei filtri di eccitazione, la

posizione di CLEAR ,lo shutter e la porta seriale. Salviamo infine la configurazione come

per i microscopi

b-Ruota filtri Prior

La procedura di configurazione della ruota è esattamente identica alla NIKON

Fig.15.12 Ruota filtri Prior

c_Vfad E1000

Nel caso in cui sia presente un microscopio E800 od E1000 con una motorizzazione ad 8

posizioni dobbiamo considerare la fluorescenza motorizzata come una ruota filtri poiché il

controllo è esterno alla motorizzazione del microscopio.

Fig.15.13 Fluorescenza ad 8 posizioni NIKON

La procedura è poi identica alla definizione delle ruote.

E’ necessario salvare come nelle precedenti configurazioni.

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15-10

15.3.6 Tavolini motorizzati

Dal menu’ di personalizzazione è consentito introdurre il tavolino merzauser mentre sul

menu’ dello Spot counting è interfacciabile quello della Prior

Fig.15.14 tavolino Merzauser

15.3.7 Soglia adattiva ed informazioni su singola c ellula

Sotto al sottomenu di acquisizione (sempre nelle personalizzazioni ) sono collocate altre

due voci relative alla fase di cattura immagine

Fig.15.15 Selezione della soglia adattiva e note

La voce attiva su l’inserimento di informazioni su singola cellula , comporta che al

momento di acquisizione dll’immagine , una volta sogliata il sistema presenta un form

speciale di note sull’immagine specifiche. Tali informazioni le ritroveremo se desideriamo

in stamap quando all’immagine della cellula viene aggiunta un’etichetta Tali informazioni

sono inoltre editabili dall’utente successivamente andando sul menu’ principale, in

modalità singola cellula e digitando il tasto di dx del mouse sull’immagine prescelta

Fig.15.16 Accesso alle note su singola cellula

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Genikon

15-11

Fig.15.17 Modifiche note su singola cellula

La selezione della soglia adattiva comporta che, al momento di sottrazione della soglia

dall’immagine, dopo la fase di acquisizione il sistema dia la possibilità di inserire dei filtri di

normalizzazione sull’immagine in modalità automatica. Avevamo già trattato nel menu’ di

sottrazione della soglia questa funzione che è di notevole importanza e consente un

aumento del contrasto.

Se l’operatore non ritiene mai utile avere tale filtro imposto sull’immagine può

deselezionare la soglia adattiva.

Sempre sotto questo menu troviamo la possibilità di scegliere tra la sogliatura manuale e

quella automatica. Anche queste funzioni sono ON-OFF

15.4 Impostazioni di visualizzazione

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15-12

Fig.15.18: Impostazioni di visualizzazione

A questo menu di visualizzazione sono associate numerose funzioni definite in gran parte

ON \OFF cioè che se selezionate sono attive e deselezionate disattive.

1. “Durante la visualizzazione di tutte le cellule, riserva una posizione in archivio per il

cariotipo”.

Nella modalità “tutte le cellule” permette di mantenere accanto all’immagine della metafase

una posizione che associa sempre un cariotipo. Nel caso in cui non sia stato costruito

ancora il cariotipo il sistema lascia uno spazio vuoto a destra della metafase. Se invece la

funzione è disabilitata tutte le cellule verranno messe una di seguito all’altra senza lasciare

spazi vuoti.

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Genikon

15-13

Fig.15.19: Immagini senza l'opzione contrassegnata

Fig.15.20: Immagini con l'opzione attivata

• “Nella visualizzazione a singola cellula, mostra an che le immagini originali”

Permette di vedere l’anteprima delle immagini originali (solo in modalità “singola

cellula”).

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15-14

Fig.15.21: Visualizzazione della “Raw”

• “Visualizza i fluorocromi a colori”

Se l’opzione è contrassegnata in anteprima i fluorocromi sono mostrati a colori,

altrimenti si vedranno in bianco e nero.

• “Mostra gli oggetti eliminati”

Permette di mostrare/nascondere gli oggetti che sono stati eliminati.

Nel caso in cui la funzione sia attiva gli oggetti eliminati sulla metafase compaiono

ma sono circoscritti da un contorno rosso (o di altro colore se nella persoalizzazione

lo abbiamo scelto diverso)che indica che l’oggetto anche se visibile non è

considerato nella conta e non sarà presente nel cariotipo.

Se la funzione invece è disattivata l’oggetto non compare proprio. Nel a caso in cui

abbiamo cancellato un oggetto che desideriamo ripristinare sarà necessario

selezionare la funzione, tornare sulla metafase ed includere nuovamente nella conta

la struttura. Se non utilizziamo come ON la funzione non potremo riselezionarla ed

attivare nuovamente la presenza dell’oggetto con la funzione “ripristina”.

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Genikon

15-15

Fig.15.22: Oggetti eliminati con contorno rosso

Fig.15.23: Oggetti eliminati non visualizzati

• Oggetti eliminati non presenti in stampa

La funzione consente di non vedere gli oggetti eliminati solo nella stampa mentre durante

l’elaborazione sono visibili ma eliminati perché circoscritti di rosso.

• “Evidenzia gli oggetti trasferiti dalle fusioni”

Gli oggetti trasferiti dalle fusioni sono evidenziati con un rettangolo e con una “F” se

l’opzione è contrassegnata.

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Fig.15.24: Oggetti da fusione contrassegnati

Il numero accanto alla F dipende dal numero relativo alla fusione associata.

• “Evidenzia gli agglomerati”

Se la casella è contrassegnata, gli agglomerati sono evidenziati da un’ellisse.

Fig.15.25: Oggetti evidenziati come gruppo

• “Evidenzia oggetti dopo le separazioni”

Dopo qualunque operazione di separazione, gli oggetti sono evidenziati da un bordo

colorato per controllare come è avvenuta la separazione.

Fig.15.26: Oggetti contornati dopo divisione

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Genikon

15-17

• “Seleziona automaticamente gli agglomerati dopo le separazioni”

Dopo qualunque operazione di separazione, gli oggetti che sono degli agglomerati

sono automaticamente selezionati.

Fig.15.27: Selezione automatica di gruppi dopo separazione

Questa operazione consente di non dovere nuovamente selezionare per separare

ancora i gruppi ma diversamente procedere con l’operazione per esempio di

sissovrapposizione (vedi Fig5.26)

• “Cariotipo: evidenzia cromosomi già classificati du rante la classificazione

manuale”

Se l’opzione è contrassegnata, i cromosomi già classificati sono evidenziati da un

bordo colorato.

Fig.15.28: Evidenzia cromosomi nel cariotipo manuale

In particolare se sono due i cromosomi trasferiti il contorno sarà verde (OK) se

invece >di due blu e se <2 rosso.

• “Sfuma i cromosomi in zoom”

In fase di editing, se è applicato un fattore di zoom per ingrandire l’immagine, i

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cromosomi risulteranno leggermente più sfumati (opzione contrassegnata).

Applica in automatico un filtraggio

• “Mostra linee quando viene impostato l’allineamento per centromero”

La funzione attiva consente di visualizzare e stampare le linee sul centromero.

Fig.15.29Cariotipo allineato per centromero Fig.15.30 Carioitpo allineato per linee

• “Applica colori casuali ai cromosomi”

La funzione attiva consente di utilizzare un colore coprente o solo contorni per

evidenziare gruppi di cromosomi

Fig.15.31 colore casuale Fig.15.32 Senza colore ma solo conorno

Tale funzione serve per evidenziare i cromosomi uniti in due diverse modalità.

La prima copre i cromosomi , la seconda pur evidenziando i gruppi lascia intravedere

i cromosomi.

• “Spessore medio dei cromosomi”

Questa barra serve per impostare lo spessore utilizzato durante il disegno degli assi

come percentuale rispetto allo spessore medio dei cromosomi della cellula.

E’ necessario aumentare il valore se osserviamo che durante i tagli sono eliminate

parti dei cromosomi. Fig.15.33 Definizione spessore cromosomi

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Genikon

15-19

Generalmente un valor medio di 100% è buono.

• “Distanza tra i cromosomi all’interno della classe”

Imposta la distanza tra i cromosomi all’interno della classe, durante la costruzione

del cariotipo.Un valore basso intorno ad 1 è comodo per osservare bene appaiati i

cromosomi

Fig.15.34 Distanza omologhi

• “Mostra box per classe”

La funzione attiva mostra le griglie che definiscono lo spazio riservato ad ogni cooppia di

omologhi

Fig.15.35 Box sul cariotipo

• Forza ingresso in modalità Reverse

E’ la funzione che consente di lavorare sempre in Q-REVERSE automaticamente una

volta acquisita l’immagine

15.5 Personalizzazione dei colori

La personalizzazione dei colori riguarda la fase di analisi e cariotipizzazione delle

metafasi.

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15-20

Per mezzo dei tasti: è possibile associare un colore per ognuna delle categorie

Fig.15.36 Personalizzazione dei colori

riportate in Fig.15.36.

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Genikon

16-1

16 Comandi da tastiera

E’ possibile associare alle funzioni della toolbar di elaborazione i tasti della tastiera, in

modo da rendere più veloce il compito dell’operatore. La pressione del bottone

permette di aprire la finestra mostrata in Fig.16.1.

Fig.16.1: finestra per la definizione dei comandi da tastiera

16.1 Associazione di funzioni a tastiera

Come associare una funzione ad un tasto della tastiera

Se questa finestra viene aperta durante la fase di elaborazione, è possibile effettuare le

associazioni semplicemente premendo sulla funzione che vogliamo utilizzare (ad esempio

i colori casuali).

Fig.16.2: Associazione di comandi a tastiera

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16-2

Comparirà una piccola finestra con il simbolo e la descrizione del comando

prescelto. Premiamo ora il tasto della tastiera al quale vogliamo attribuire quella funzione

(ad esempio la barra spaziatrice). Ripetuta questa operazione per le funzioni di uso più

comune, o comunque quelle che si preferiscono, la finestra si arricchirà con la descrizione

dei comandi ed il tasto scelto a lato.

Fig.16.3: Alcune delle possibili combinazioni di tasti

E’ possibile utilizzare tutti i tasti della tastiera più comuni (fatta eccezione per i caratteri

strani, le lettere accentate, ed altri tasti particolari quali [Esc], [F1], ecc…).

Come si vede dalla è possibile utilizzare anche i tasti [Ctrl], [Alt], [Maiusc] e loro

combinazioni. Se si chiude la finestra, si nota che le combinazioni di tasti sono già attive.

16.2 Modifica di una combinazione

E’ possibile modificare un’ impostazione (dopo averla selezionata nella lista) premendo il

tasto . Verrà chiesto di premere una nuova combinazione di tasti, che andrà a

sostituire quella precedente.

16.3 Eliminazione di una combinazione

L’eliminazione di una combinazione selezionata avviene per mezzo del bottone .

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16-3Genikon

16-3

16.4 Eliminazione di tutte le combinazioni imposta te

Il bottone rimuove tutte le combinazioni impostate.

16.5 Memorizzazione e richiamo di impostazioni pre definite

Il tasto ha una duplice funzione: memorizzare un elenco di impostazioni e richiamarlo

successivamente.

16.6 Memorizzazione di un elenco di impostazioni

Una volta che abbiamo definito un elenco di combinazioni, per memorizzarlo premere il

tasto .

N.B.: la memorizzazione ha effetto solo la prima volta; assicurarsi che l’elenco che si sta

per memorizzare sia il più esauriente possibile.

16.7 Richiamo dell’elenco di impostazioni

Il richiamo dell’elenco memorizzato si effettua tramite il bottone . L’elenco che viene

ripristinato va a sostituire quello corrente.

16.8 Impostazioni per la stampa dei report

Fig.16.4 Impostazione stampa report

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16-4

Ad Alcuni Layout è possibile associare tasti della tastiera potremo direttamente stampare

dei layout semplicemente digitando un tasto.

16.9 Impostazione per l’esecuzione di macro

Come per il menu precedente possiamo associare dei tasti della tastiera a delle

macroroutine.

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17-5Genikon

17-5

17 Macroroutine

La funzione delle macroroutine serve per associare alla tastiera dei tasti ai quali abbiamo

egato una serie di funzioni ripetitive.

Mettiamo per esempio il caso che desideriamo ogni volta imporre un filtro (Enhance) ad

una metafase e vogliamo anche contrastare (schiarire ) ogni volta i cromosomi della

stessa di un valore di +1, dobbiamo procedere come segue dopo aver selezoinato l’icona

delle macro:

17.1 Creazione della macroroutine

Il sistema apre il menu specifico

Fig.17.1 Menu Macroroutine

In questo caso il sistema è nuovo e non è mai stata registrata alcuna macroroutine per

incominciare a registrare utilizziamo il tasto rosso. Automaticamente il sistema consente di

entrare in elaborazione e svolgere le operazioni che desideriamo memorizzare.

17.2 Nomina della macroroutine

E’ prima necessario dare un nome alla macroroutine. In automatico il sistema propone un

default (Macro001) che è possibile editare, semplicemente scrivendo il nome che

desideriamo

Fig.17.2 Nomina della macro

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17-6

17.3 Memorizzazione della macroroutine

Procediamo ora in elaborazione come al solito e per esempio eseguiamo le operazioni di

selezione di tutti i cromosomi, utilizziamo i filtri di sharpen (GTG debole) e contrastiamo

con il valore di +1

Fig.17.3 Creazione della macroroutine

Si osserva che accanto al nome della macroroutine che stiamo creando il sistema mentre

l’operatore utilizza le funzioni memorizza ogni singolo passaggio.

A questo punto se abbiamo concluso fermiamo la registrazione digitando il tasto in verde

Fig.17.4 Chiusura di una macroroutine

Il sistema ora ha in memoria una macroroutine ma non è stato associato alcun tasto da

tastiera. Chiudiamo comunque il tasto del menu delle macro con il solito tasto di assenso.

17.4 Associazione di una macro ad un tasto

Per associare un qualsiasi tasto della tastiera utilizziamo la procedura già vista

nell’associazione dei tasti a singole funzioni. Utilizziamo l’icona solita:

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17-7Genikon

17-7

Fig.17.5 Associazione di un tasto alla macroroutine

Apriamo l’ulltimo folder e selezioniamo la Macro001 , utilizziamo la funzione di

associazione e digitiamo il tasto della tastiera (F6 per esempio)

Il sistema mostra subito che tasto viene associato alla nuova macro:

Fig.17.6 Tasto associato alla macroroutine

Da questo momento in poi , quando siamo in elaborazione, ogni volta che digitiamo il tasto

F6 il sistema eseguirà tutte le funzioni che sono state associate in automatico.

Come si vede dalla figura 17.6 una macroroutine può essere eliminata singolarmente

oppure con il pennello possono essere eliminate tutte in una sola volta:

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17-8

Se torniamo ancora sul menu di creazione di una macroroutine abbiamo a disposizione

altre funzioni

Fig.17.7 Menu di editing delle macroroutine

Partendo da sx , possiamo lanciare, creare, eliminare, importare, esportare una

macroroutine ed infine eseguire un comando specifico associato ad una macroroutine.

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18-1Genikon

18-1

18 Spot counting

18.1 Archivio

Fig.18.1 Gestione casi Spot

La gestione dei casi è simile alle modalità viste in precedenza.

Le differenze sono:

� Nella main tool bar compare una nuova icona che consente di accedere

all’acquisizione in modalità spot counting. La modalità di acquisizione è

completamente diversa e sarà descritta qui di seguito in maniera dettagliata.

� La selezione di un vetrino specifico per spot counting determina queste modifiche:

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18-2

o Nella galleria delle immagini vengono visualizzati campi acquisiti su ogni

specifico vetrino. Se abbiamo selezionato un singolo vetrino nella galleria

immagini compaiono i campi acquisiti su quel vetrino (FOV=field of view) . Se

siamo in modalità singola cellula nella galleria compaiono due immagini

associate a quella cellula: la prima è quello originale del fuoco, la seconda è

invece l’immagine elaborata. Se abbiamo selezionato la modalità tutte le

cellule, nella galleria compaiono tutte le cellule elaborate.

o Se digitiamo due volte sul FOV dalla galleria immagini si accede alla fase

d’elaborazione immagini

o Quando si seleziona un vetrino acquisito in modalità Spot counting non è

possibile importare alcun’immagine su quel vetrino specifico ed i tools

normalmente attivi appaiono non selezionabili: ( ).

Se digitiamo l’icona nella toolbar principale l’utilizzatore può accedere alla finestra

del set up.

Fig.18.2 Set up del modulo Spot counting

In particolare il set up consente di specificare le periferiche hardware connesse al sistema.

Dobbiamo infatti considerare che per lo spot counting sono necessarie delle nuove

componenti.

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18-3Genikon

18-3

• tavolino motorizzato :Genikon gestisce il PRIOR e l’OPTISCAN

• Controllo del fuoco : Optiscan ed E1000

• Filtri : Non è ancora utilizzata:

Tal selezione dell’hardware specifico consente di abilitare una o più componenti .

E’ fondamentale ora controllare che le porte seriale siano indirizzate correttamente

Una configurazione di default si può comunque sempre richiamare digitando l’apposita

icona: .In particolare il default è così rappresentato:

� Tavolino motorizzato – Optiscan prior

� focus drive – prior optiscan

� com1 porta seriale

L’ultimo elemento importante è rappresentato dalla camera . Il modulo spot counting

module lavora con camera a colori in particolare ad oggi sono interfacciate le seguenti

Camere:

� nikon dxm1200f

� hesp firma Fire ware digital camera

� nikon ds-5mc

18.2 Ambiente di Acquisizione immagini

Digitando l'icona dal Menu principale, è possibile accedere al menu Live solo se

possibile accedere e se sono soddisfatte tutte le seguenti condizioni:

1. Che sia abilitato il modulo spot counting sulla chiave

2. Che il vetrino sul quale vogliamo iniziare ad acquisire sia vuoto

3. Che la camera digitale sia connessa ed interfacciata correttamente.

4. Che il tavolo motorizzato ed il controllo del fuoco siano connessi correttamente.

Se una o più di queste condizioni non sono soddisfatte il programma genera un

messaggio dove viene indicato l’errore riscontrato.

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Fig.18.3 Menu Acquisizione

Nella barra di acquisizione compaiono ora tre nuove icone:

18.3 Calibrazione del sistema

� Icona di calibrazione. Consente di accedere alla menu relativo alla

calibrazione del sistema. Questa operazione viene eseguita solo quando si installa per la

prima volta la strumentazione e non dovrebbe essere necessaria in futuro a meno che lo

strumento non venga spostato. E’ necessario prendere immagini a seconda dell’obbiettivo

che desideriamo

o La telecamera in uso deve essere allineata correttamente .o L’adattatore passo C non deve cambiare a calibrazione avvenutao Calibrazioni diverse devono essere fatte per ogni obbiettivo(100x 60x)

Fig.18.4 Calibrazione ottica

Per creare una nuova calibrazione dobbiamo digitare la seguente icona: : .

L’operatore potrà editare il nome ed introdurre anche una nota specifica alla calibrazione.

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18-5Genikon

18-5

Fig.18.5 Nome e note sulla calibrazione

Digitando l’icona relativa all’immagine della camera possiamo avere l’immagine dal vivo

con il micrometro di riferimento. Durante questa operazione premiamo il tasto centrale per

disegnare la regione di interesse:

Fig.18.6 Selezione della misura di calibrazione

� Settaggio dello Spot counting : è costituito da 3 tasti

• Definizione dell’area:

Fig.18.7 Definizione dell’area di scansione

Per definire l’area procediamo come segue:

1. Digitare nel form due punti che definiscono l’area rettangolare di lavoro. Poiché l’immagine

è live possiamo controllare da questa operazione i livelli di controllo della telecamera.

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Step 1 Controllo set up camera

Step 2Controllo set up camera sul secondo punto

Step 3 Accettazione dei due punti relativi all’area di scansione

Al termine il sistema mostra che l’area è stata definita

Fig.18.8 visualizzazione dell’area di scansione

All’interno dell’area di scansione è comunque possibile selezionare una specifica area di

lavoro (subregione).Per effettuare ciò è sufficiente digitare il tasto di sx del mouse e

tenerlo premuto fino all’angolo opposto o dell’area desiderata.

Fig.18. 9 regioni interne all’area totale scansione

Se invece l’operatore ritiene di volere lavorare sull’area intera , digitiamo il tasto Area

intera di scansione.

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18-7Genikon

18-7

18.4 Definizione del tipo di analisi

Prima di procedere alla scansione è necessario indicare al sistema quale tipo di campione

si desidera analizzare. Attualmente Genikon è in grado di eseguire su campioni del tipo

raffigurati in fig.18.9

Fig.18. 9 regioni interne all’area totale scansione

Per ogni fluorocromo è possibile definire il colore utilizzando la seguente icona:

Che abilita il seguente menu:

Fig.18. 10 definizione del colore del fluoroforo

Sempre dal menu precedente possiamo accedere ad un altro form definito opzioni che

consente di definire funzioni specifiche per il tipo di analisi che desideriamo svolgere.

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Fig.18. 11 definizione del tipo di analisi

18.5 Inizio della scansione

Inizio scansione immagine. Il sistema esegue una prescansione durante la quale è

richiesto eseguire una correzione del punto di fuoco in manuale. Sempre durante questa

fase è inoltre necessario eseguire un controllo delle seguenti funzioni:

o Tempo di esposizione

o contrasto

o luminosità

o gain

o : le due icone consentono di trovare il primo campo valido.

o : di salvare i settaggi della telecamera

o : di richiamare i settaggi di default della telecamera

o : di iniziare la scansione

Durante il processo di scansione l’utilizzatore può controllare come sta lavorando il

sistema .

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18-9Genikon

18-9

Fig.18. 12 Visualizzazione del processo della scansione

La procedura di scansione può essere interrotta utilizzando il tasto centrale della toolbar.

18.6 Elaborazione

Al termine della scansione è possibile analizzare i risultati entrando nel menu di

Elaborazione.

Fig.18.13 Menu di Elaborazione

Nel Menu di Elaborazione troviamo una galleria specifica per lo Spot counting relativa alla

visualizzazione dei nuclei. I nuclei sono divisi in tre categorie principali:

Normali

Anomali

Non Classificati

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18-10

I gruppi nella finestra possono essere visualizzati insieme o singolarmente ed è possibile

editare ogni singola categoria quando si esegue un preview sul singolo nucleo:

Fig.18.14 Visualizzazione ed analisi del singolo nucleo

Possiamo decidere di classificare diversamente il nucleo in esame come:

o Anomalo

o normale

o Non classificato

In figura 18.14 osserviamo che il nucleo selezionato è quello in esame ed è quello sul

quale si apportano le modifiche eventuali.

Fig.18.15 Selezione del nucleo in esame

I tasti e permettono di cambiare le pagine

Nella parte finale della finestra della galleria dei nuclei esiste un’area dedicata ad

analizzare i risultati:

Fig.18.16 rappresentazione del Field of View (FOV)

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18-11Genikon

18-11

Sulla finestra di sx si mostra l’immagine del nucleo originale senza sottrazione del fondo.

Volendo l’immagine può essere ingrandita usando il tasto centrale del mouse.

Nella toolbar prncipale ci sono tre tasti:

o : Digitando questa icona il sistema rilocalizza il tavolino sul campo dove è

collocato il nucleo.

o : Digitando questa icona vengono invece mostrate le misure sull’immagine.

Fig.18.17 rappresentazione delle misure

E’ possibile disegnare delle misure di lunghezze che si ottengono in micron associando la

calibrazione eseguita su quel specifico vetrino. E’ sufficiente disegnare la linea per avere il

valore di misura ad esso relativo.

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Ricercatore di metafasi

Concetti di base Il ricercatore di metafasi (Metaphase Finder) è un modulo opzionale di Genikon che permette la

localizzazione e l’acquisizione in automatico di metafasi all’interno di uno o più vetrini.

Occorre disporre della necessaria strumentazione hardware. Nello specifico:

Microscopio provvisto di motorizzazione obiettivi e filtri

Tavolino motorizzato

Fuoco motorizzato

Oil dispenser (facoltativo)

Per ottenere l’acquisizione delle metafasi occorre procedere attraverso più fasi di lavoro, che possono

essere schematizzate in questo modo:

Impostazioni preliminari

Anteprima dei vetrini

Individuazione metafasi

Acquisizione

A parte la configurazione delle impostazioni preliminari, le altre fasi di lavoro prevedono l’utilizzo di un

obiettivo specifico, da indicare con gli strumenti di configurazione. In particolare si parla di:

Basso ingrandimento: solitamente 2x o 4x, per la creazione delle anteprime

Medio ingrandimento: solitamente 10x o 20x, per l’individuazione delle metafasi

Alto ingrandimento: solitamente 60x o 100x ad olio, per l’acquisizione delle metafasi

19-Genikon Metaphase Finder

19_1

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Opzioni La finestra di opzioni di Genikon presenta una sezione dedicata al ricercatore di metafasi.

In questa finestra è possibile specificare di quale strumentazione si dispone.

Barcode Reader: spuntare la casella se è installato un dispositivo di lettura dei codici a barre.

Revolver: spuntare la casella in presenza di un revolver motorizzato non integrato nel microscopio.

Tavolino Prior

Selezionare il tipo di tavolino installato (1 o 4 vetrini) oppure caricatore PL-200.

PLOIL Dispenser: spuntare la casella se è installato un dispositivo dispensatore di olio.

Tavolino Marzhauser

Selezionare il tipo di tavolino installato (4, 5 o 8 vetrini).

Impostazioni preliminari

Per iniziare ad utilizzare il ricercatore di metafasi, fare click sull’apposito bottone della toolbar

principale di Genikon.

Disposizione dei vetrini sul piatto del tavolino L’utilizzatore deve disporre i vetrini pronti per la scansione sui “bay” del piatto del tavolino. Ciascun bay

ospiterà un vetrino.

Attenzione: tutti i vetrini disposti sul piatto devono appartenere ad un’unica modalità di lavoro (campo

chiaro, oppure fluorescenza, oppure FISH, oppure SPOT COUNTING)… Non sono possibili sessioni di lavoro

in modalità mista es. campo chiaro e fluorescenza.

L’utilizzatore dovrà associare i vetrini su piatto ai corrispettivi casi presenti in archivio creandoli di nuovi se

necessario.

19_2

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Predisposizione dei casi e creazione dei vetrini in archivio Occorre predisporre uno o più casi dove verranno salvate le metafasi. In base ai vetrini disposti sul piatto

del tavolino, creare un numero sufficiente di casi e/o vetrini.

E’ possibile creare i casi ed i vetrini direttamente nell’ambiente principale di Genikon, oppure utilizzare gli

appositi strumenti del ricercatore di metafase.

I bottoni del riquadro “Caso” servono per:

per creare un nuovo caso;

per eliminare il caso evidenziato.

I bottoni del riquadro “Vetrino” servono per:

per creare un nuovo vetrino nel caso selezionato;

per eliminare il vetrino selezionato.

Selezione della modalità di lavoro La modalità di lavoro si sceglie tramite la toolbar evidenziata in figura.

Attenzione: la scelta della modalità di lavoro influenza tutti i vetrini sul piatto del tavolino.

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Campo Chiaro

Fluorescenza

Fish

Spot Counting

Pulsante che consente di salvare, per la modalità di lavoro selezionata, il profilo evidenziato come

default.

Associazione di ciascun vetrino da scansionare ad uno specifico vetrino

nell’archivio con profilo di scansione

Selezione del caso e del vetrino in archivio

Si selezioni il caso a cui appartiene il vetrino da scansionare. Successivamente, si selezioni il vetrino che

riceverà le metafasi trovate, all’interno del caso selezionato. Per questa fase, si utilizzino lo liste del

riquadro “Elenco dei casi”.

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Selezione del profilo

Esistono diversi profili di scansione pre-impostati, mostrati nella lista evidenziata in figura.

Un profilo di scansione è formato da una serie di impostazioni specifiche che possono differire in base al

tipo di preparato di ciascun vetrino.

Per la descrizione dettagliata dei parametri che compongono un profilo, si consulti la sezione dedicata in

questo manuale, oppure si contatti l’assistenza tecnica Nikon.

Associazione del vetrino fisico al vetrino dell’archivio

Per associare il vetrino fisico al relativo vetrino nell’archivio dei casi, e per indicare al sistema di utilizzare il

profilo selezionato, occorre premere il bottone “Associa” corrispondente al bay del vetrino scelto.

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Una volta associato, sotto al bay del vetrino scelto vengono riportate le seguenti impostazioni:

Nome del caso

Nome del vetrino

Profilo di scansione

Per modificare anche solo una di queste impostazioni, occorre premere il bottone “Annulla” per annullare

l’associazione.

Successivamente occorrerà modificare le scelte (come visto in precedenza) ed effettuare l’associazione

nuovamente (tramite il bottone “Associa”).

Nella figura mostrata sotto, viene mostrato come i vetrini 3 e 4 sono stati associati a casi diversi, con un

diverso profilo di scansione.

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Procedura interamente automatica Contrassegnare la casella “Abilita procedura automatica” per abilitare l’acquisizione automatica di uno

specifico numero di metafasi all’alto ingrandimento.

Questa procedura prevede che dopo l’anteprima, il sistema inizi l’individuazione delle metafasi, e, in

automatico, ne acquisisca all’alto ingrandimento, il numero specificato nella relativa casella di testo.

Per procedere con le anteprime dei soli vetrini associati, si prema il bottone di ok:

Per annullare, e tornare all’ambiente principale di Genikon, premere il bottone di annullamento:

Anteprima Una volta che l’anteprima è iniziata, l’ambiente del ricercatore di metafasi è mostrato nella figura

sottostante.

Prima della creazione dell’anteprima, il sistema esegue alcune inizializzazioni:

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Inizializzazione del tavolino

E’ un’operazione che prevede la completa movimentazione del tavolino. Viene eseguita solo la

prima volta, e non viene ripetuta fino a che il programma Genikon non viene riavviato.

Al termine delle anteprime sono eseguite alcune operazioni di autoregolazione a basso ingrandimento

che avranno effetto per le anteprime successive:

Rifocalizzazione

Viene individuato il fuoco di riferimento a basso ingrandimento per ogni vetrino, reimpostando lo

0.

Regolazione telecamera

Viene effettuata un’auto regolazione dei parametri della telecamera.

L’anteprima che viene composta, è mostrata nel riquadro in alto a sinistra.

Inizialmente, la toolbar è completamente disabilitata. Dopo un breve periodo, viene abilitato il bottone di

stop per consentire l’annullamento dell’operazione.

Il bottone permette di riprendere l’operazione.

Al termine della fase di anteprima di tutti i vetrini selezionati, la parte in alto a destra mostra il piatto del

tavolino con le anteprime.

Individuazione e modifica delle aree di scansione all’interno del vetrino Il sistema applica ad ogni anteprima l’area di scansione predefinita per il profilo selezionato.

E’ possibile modificare l’area semplicemente andando a ridimensionare il rettangolo con il mouse.

In alternativa, facendo click con il tasto destro del mouse sull’anteprima si apre un menù che permette di

eliminare una o tutte le aree impostate.

Anche con il bottone della toolbar si possono eliminare tutte le aree.

Con i bottoni e si sceglie la forma dell’area di scansione che si vuole aggiungere.

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Per aggiungere un’area, semplicemente si traccia la figura direttamente sull’anteprima del vetrino con il

mouse, premendo il tasto sinistro.

Per maggiore comodità, si possono visualizzare le anteprima in grande facendo doppio click con il pulsante

sinistro del mouse sopra l’anteprima di un vetrino.

Si possono tracciare così le aree nella nuova finestra mostrata sotto.

E’ possibile utilizzare i bottoni per passare in rassegna le anteprime dei vetrini, qualora sia

stata effettuata l’anteprima di più di un vetrino.

Premere il bottone per chiudere la finestra e convalidare le modifiche alle aree.

Premere il bottone per chiudere la finestra annullando le modifiche.

Una volta che le aree sono state definite, si può procedere all’individuazione delle metafasi.

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Scansione e ricerca delle metafasi

Per procedere all’individuazione delle metafasi al medio ingrandimento si prema il bottone .

Il sistema avvia la scansione dalla prima area del primo dei vetrini selezionati. Durante la ricerca delle

metafasi, la finestra si modifica come indicato sotto.

Nella parte in basso della finestra sono mostrate le metafasi trovate.

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Il bottone della toolbar consente di mostrare o nascondere le anteprime delle metafasi.

Attenzione: in questa fase le metafasi sono disposte in ordine temporale (nell’ordine in cui sono state

individuate), e non sono ordinate secondo alcun criterio di ‘bellezza’.

E’ possibile visualizzare le metafasi per ciascuno dei bay (o vetrini) selezionati, ed anche per area di

scansione. Nel primo caso si agirà sulle linguette poste sopra alle metafasi, nel secondo caso si selezionerà

una delle voci “Area” a destra, a fianco delle metafasi.

La visualizzazione delle metafasi è comunque a pagine, e sarà possibile ‘sfogliarle’ agendo sui bottoni

sempre a destra delle metafasi.

L’area che viene correntemente scansionata è evidenziata in blu.

Le aree già scansionate sono contrassegnate in verde.

Le aree che devono ancora essere scansionate sono evidenziate in rosso.

E’ possibile ancora modificare le aree da scansionare, e perfino l’area in fase di scansione. Per fare questo,

premere il bottone di pausa scansione e procedere alla modifica delle aree come descritto

precedentemente. Premere ancora il bottone per continuare con la scansione.

Attenzione: se si modifica l’area in fase di scansione, si perdono inevitabilmente tutte le metafasi trovate.

Il bottone di stop serve per terminare il processo di scansione. Verranno mantenute le metafasi

trovate per le aree completamente scansionate, mentre verranno perse quelle dell’area in fase di scansione

al momento della pressione del bottone di stop.

Il bottone permette di terminare la scansione dell’area corrente, e passare a scansionare l’area

successiva. Questo bottone è abilitato solo se c’è un’area di scansione successiva a quella corrente.

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Uno specifico bottone della toolbar permette di scegliere se il fuoco ottimale deve essere calcolato

automaticamente, oppure se si necessita di inserire manualmente una serie di punti di fuoco.

= fuoco automatico (AF – Automatico).

= fuoco manuale (MF – Manuale).

La modalità iniziale di questo bottone è impostabile tramite le opzioni di scansione (vedi menù “Opzioni

scansione”).

Acquisizione delle metafasi

Premere il bottone per acquisire le metafasi all’alto ingrandimento.

Se invece si preme il bottone si torna all’ambiente principale avendo salvato la scansione al medio

ingrandimento, ma senza effettuare alcuna acquisizione all’alto ingrandimento, acquisizione che potrà

essere eseguita in un momento successivo.

Inserimento manuale dei punti di fuoco Se è stata scelta la modalità manuale per quanto riguarda la ricerca del fuoco ottimale, si apre l’ambiente

mostrato in figura.

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A sinistra è riportata l’anteprima del vetrino. I punti evidenziati in blu sono già stati aggiornati, mentre il dot

rosso indica il punto corrente.

A destra c’è l’immagine in live, così com’è vista dalla telecamera, con l’obiettivo impostato per il medio

ingrandimento.

Si aprono anche altre due finestre: una è il joystick software, l’altra mostra i punti di fuoco.

Il sistema sceglie un certo numero di punti sui quali mettere a fuoco. Il numero di punti dipende dalla

grandezza dell’area. I punti scelti sono visualizzati nella finestra sottostante.

I punti sono indicati da una coppia di coordinate X,Y. Il valore per l’asse Z inizialmente non è assegnato. E’

quello che deve fare l’utente manualmente.

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Si selezioni il primo punto della lista. Il tavolino si sposta in quella posizione, e l’immagine in live mostra il

preparato.

L’utilizzatore a questo punto deve mettere a fuoco l’immagine, agendo sul joystick di corredo al

microscopio oppure sull’interfaccia del joystick software.

Una volta che l’immagine è a fuoco, si prema il bottone “Aggiorna punto”. Il sistema riporterà nella colonna

della Z il valore corrispondente a quella posizione sull’asse Z. E’ la posizione di fuoco per quel punto.

Premendo il bottone “AutoFocus” il sistema cerca di calcolare il valore sull’asse Z ottimale per quel punto.

Il bottone “Auto Expo” consente di effettuare l’auto esposizione della telecamera.

Il bottone “>>” permette di passare al punto di fuoco successivo.

Per aggiungere ulteriori punti di fuoco, spostarsi con il tavolino su un nuovo punto, mettere a fuoco, e

premere il bottone “Aggiungi punto”.

Acquisizione vera e propria delle metafasi Si apre la finestra mostrata sotto.

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Sulla parte sinistra è mostrata l’anteprima del vetrino. Sono ben visibili, nella banda blu, i riferimenti del

bay in scansione, e del vetrino così come viene registrato in archivio.

Anteprime delle metafasi

Nella parte inferiore sono riportate le anteprime delle metafasi trovate.

E’ possibile mostrare o nascondere le anteprime delle metafasi utilizzando il bottone della toolbar.

Selezionando un’area, nella lista a fianco sulla destra, vengono visualizzate solo le metafasi di quell’area di

scansione. Selezionando il vetrino, vengono visualizzate tutte le metafasi di tutte le aree.

Visualizzazione delle metafasi dell’area 1

Visualizzazione delle metafasi dell’area 2

Visualizzazione delle metafasi delle aree 1 e 2

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Attenzione: le anteprime delle metafasi sono disposte per ordine di ‘bellezza’ decrescente, quindi le prime

mostrate sono le più belle, fino ad arrivare alle meno belle.

La visualizzazione è a pagine, e possono essere sfogliate tramite i bottoni .

Il bottone serve per eseguire la procedura di ‘matching’ ovvero di centratura delle metafasi per il

vetrino corrente.

Selezione delle metafasi

Se è stata impostata la procedura automatica, il sistema selezionerà le prime metafasi (tante quante

specificato in precedenza).

In caso di procedura manuale, sarà l’utilizzatore a selezionare le metafasi che intende acquisire all’alto

ingrandimento.

La selezione avviene facendo click con il tasto destro del mouse sull’anteprima della metafase. L’anteprima

selezionata per l’acquisizione viene evidenziata con un bordo blu.

Passando con il cursore del mouse sopra le anteprime, si apre una finestra che mostra la metafase più in

grande. Questa finestra resta visibile fin tanto che il cursore resta sopra un’anteprima.

Rilocalizzazione

Facendo click con il tasto sinistro del mouse su di una anteprima, il sistema si posizionerà su quella

metafase utilizzando l’alto ingrandimento. La metafase che viene rilocalizzata avrà l’anteprima evidenziata

con un bordo magenta.

Contestualmente il sistema si porta in live, con l’immagine vista dalla telecamera mostrata in alto, sopra le

anteprime.

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Attenzione: se non è stato fatto in precedenza, il sistema richiederà di procedere al ‘matching’.

Strumenti di selezione

Utilizzando questi strumenti è possibile eliminare le anteprime indesiderate.

Dopo aver selezionato un certo numero di anteprime, se si contrassegna la voce “Mantieni” e si preme il

bottone di conferma il sistema eliminerà tutte le metafasi eccetto quelle selezionate.

Se invece si contrassegna la voce “Cancella” e si preme il bottone di conferma il sistema eliminerà

solo le metafasi selezionate.

Il bottone cancella la selezione effettuata.

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Acquisizione

Per procedere all’acquisizione, premere il bottone di avvio “macro” del pannello di strumenti

mostrato sotto.

Il sistema mostrerà il seguente messaggio.

Premere “Si” per acquisire solo le metafasi selezionate.

Premere “No” per acquisire tutte le metafasi (selezionate e non selezionate).

Premere “Annulla” per annullare l’acquisizione.

Durante la fase di acquisizione le metafasi già acquisite sono evidenziate da un bordo verde, la metafase in

fase di acquisizione avrà un bordo magenta, mentre le metafasi ancora da acquisire avranno un bordo blu.

Al termine dell’acquisizione, le metafasi acquisite all’alto ingrandimento sono già disponibili in archivio.

E’ possibile visualizzare le immagini acquisite oppure visualizzare l’anteprima del vetrino tramite il bottone

della toolbar.

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Menù La finestra di anteprima e di scansione dispone del seguente menù, per le impostazioni e gli strumenti.

Ricercatore Questo menù permette di accedere ad alcune finestre per la configurazione del ricercatore di metafasi.

Calibrazione obiettivi

Selezionando la voce “Calibrazione obiettivi” si apre la finestra mostrata sotto.

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E’ possibile impostare l’obiettivo da utilizzare selezionandolo dalla lista.

Premere il bottone “Autocalibra con rotazione” per effettuare la verifica dell’allineamento della telecamera

relativamente all’obiettivo impostato.

Viene effettuata una serie di spostamenti lungo gli assi X ed Y. Al termine dell’operazione il sistema calcola i

due valori di rotazione della telecamera. Entrambi i valori devono essere il più vicino possibile a 0.000.

Attenzione: se uno dei due valori è maggiore di 0.500 è assolutamente necessario contattare l’assistenza

tecnica.

Opzioni preview

Selezionando la voce “Opzioni preview” si apre la finestra mostrata sotto.

Spuntare la casella “Fuoco manuale iniziale” per impostare manualmente il fuoco prima di iniziare

un’anteprima.

Spuntare la casella “Abilita inizio scansione dopo preview” per avviare la procedura di ricerca delle metafasi

al termine delle preview.

Per definire le aree di anteprima, premere il bottone “Precedura Guidata Preview”. Verrà iniziata una

procedura guidata che porterà l’utilizzatore a definire le zone su cui eseguire l’anteprima (affinché

coincidano esattamente con la posizione dei vetrini nel piatto).

Per regolare le impostazioni della telecamera, premere il bottone “Regolazioni”.

Per effettuare comunque una regolazione automatica della telecamere dopo le operazioni di anteprima,

spuntare la casella “Auto regola”.

Opzioni scansione

Selezionando la voce “Opzioni scansione” si apre la finestra mostrata sotto.

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Queste impostazioni sono rivolte, per la maggior parte, al personale tecnico. Per l’utilizzo consueto, è

raccomandato che siano settate le seguenti impostazioni:

“Tipo scansione” = “Fast Standard”

“Fuoco” = “AF – Automatico”

“Accelerazione rampa Z” = “Slow”

“Utilizza fuoco di riferimento calcolato a basso ingrandimento” = Si

“Ricerca AUTOMATICA da preview” = Si (che prevede di calcolare il fuoco ottimale sul campo con

maggior contenuto di preparato)

“Regolazione automatica e telecamera e shading” = Si

E’ inoltre possibile selezionare l’obiettivo di scansione, ed effettuare le regolazioni della telecamera.

Profili

E’ possibile regolare i parametri dei profili di acquisizione.

Questo TOOL è riservato alla’assistenza tecnica ed è impiegarsi in fase di configurazione iniziale del sistema.

Esci

Esce dall’ambiente di ricerca delle metafasi.

Strumenti Nel menù, selezionare la voce “Strumenti”. Premere sulla voce “Modalità avanzata”. Il suddetto menù

viene arricchito con una serie di voci che consentono di aprire delle finestre per l’utilizzo di strumenti di

regolazione e controllo.

Regolazioni della telecamera

Apre una finestra che permette di regolare la telecamera. E’ una finestra ad uso esclusivo del personale

tecnico.

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Joystick software

Apre una finestra che permette di muovere il tavolino motorizzato attraverso un ‘joystick virtuale’.

Tramite questa finestra è possibile spostare il tavolino lungo gli assi X e Y usando il ‘pomello’ giallo.

Per gli spostamenti sull’asse Z (fuoco) si agisce sulla barra posta sulla destra della finestra.

Info XYZ

Apre una finestra che mostra in tempo reale le informazioni sul tavolino motorizzato (posizione negli assi X,

Y e Z).

Tavolino motorizzato

Apre una finestra ad uso esclusivo del personale tecnico.

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Fuoco

Apre una finestra ad uso esclusivo del personale tecnico.

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20-1Genikon

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20 Riepilogo

20.1 Procedura di Acquisizione - Analisi - Elaboraz ione

Per un utilizzo ottimizzato dello strumento, si può seguire lo schema riportato di seguito.

Premere“Nuova cellula”

Acquisire la metafase

Trasferire icromosomi sulla

metafase

Acquisire leimmagini di fusione

Ci sono tuttii cromo-somi?

Analisi dellametafase

Cariotipizzazione

ACQUISIZIONE FUSIONE

ANALISI

ELABORAZIONE

SI

NO