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6 Questa pagina può essere fotocopia esclusivamente per uso didattico. © Loescher Editore - Edizioni La Linea, Torino - Bologna 2016 M. Cecalupo, La strada delle competenze. Storia e geografia Unità 5 SCAMBI CULTURALI. Tempo libero per tutti L'ALBERO DELLA MUSICA Come si può rappresentare la varietà dei generi musicali del mondo? Non è un compito facile, perché un genere musicale nasce da molti elementi già esistenti in altri generi (stru- menti, tonalità, melodie, ritmi, temi), combinati diversamente o suonati in modo nuovo. Poi- ché la musica è un tratto culturale, i nuovi generi nascono sempre quando diverse culture si incontrano e si mescolano tra loro, o quando la società cambia. Una “mappa della musica”, quindi, deve per forza essere come un albero o un fiume o una rete, deve essere fatta di rami, linee, punti, nodi o flussi, in modo che possa mostrare i legami tra i generi, l’evoluzione nel tempo, i punti di incontro o di separazione tra gli stili e le cultu- re che suonano e ascoltano musica. Prendiamo, per esempio, la storia del jazz, nato negli Stati Uniti all’inizio del XX secolo. La maggior parte degli studiosi di musica è d’accordo su un punto: il jazz è nato quando la musica degli afro-americani liberati dalla schiavitù si è “incontrata” con la musica degli americani bianchi. Attraverso lo studio della musica e dei testi delle canzoni, le biografie dei musicisti, la conoscenza del pubblico e dell’industria discografica, ma anche della società più in generale, si possono descrivere le sue evoluzioni nel tempo e nello spazio. Secondo lo storico inglese Eric Hobsbawm (▶ p. 134), nella storia del jazz i cambiamenti musicali sono legati ai cambiamenti sociali, perché «in sostanza il jazz, durante tutta la sua storia, ha usato gli strumenti come fossero voci». Alle origini, era una musica popolare locale, piuttosto lenta e malinconica, suonata da afro- americani poveri per un pubblico di afro-americani poveri, che immigravano dalle campa- gne del Sud degli Stati Uniti verso i ghetti neri delle grandi città di New Orleans, St. Louis, New York e Chicago. Poi, nella sua “età dell’oro”, tra gli anni Venti e gli anni Cinquanta del XX secolo, è stato il ritmo alla moda nelle radio, nei teatri e nelle sale da ballo in tutta l’America, l’Europa e in altri paesi: allegro e ballabile, apprezzato da giovani e adulti, anche bianchi, di tutte le classi sociali. Infine, negli ultimi decenni, è diventato una musica internazionale (tra i musicisti contemporanei più apprezzati ci sono bosniaci, tunisini, francesi, giappo- nesi, nigeriani, italiani ecc.), seguita da un ristretto pubblico d’élite, composto in genere da gente adulta, colta e raffinata, e anche ricca. Il jazz ha alcune caratteristiche musicali precise: utilizza delle scale musicali (gruppi di note) derivate dalla musica africana, che normal- mente non si usano nella musica europea, e ne crea di nuove (come la scala blues); è basato sul ritmo, che combina due elementi, un beat (bat- tito) sempre costante e un grande numero di variazioni ritmiche; gli strumenti musicali, anche se sono gli stessi, sono suonati in modo non tradizionale, e dunque producono nuovi suoni; non esistono voci o suoni “corretti”, qualsiasi innova- zione è ben accetta; a partire dal blues e dalla musica popolare, ha costruito dei temi musicali, i cosid- detti standard, che i musicisti han- no eseguito nel tempo con infinite variazioni, rendendoli dei classici; ogni musicista ha uno stile proprio inconfondibile, infatti in origine, quando raramente il jazz era tra- scritto sugli spartiti musicali, tutto era basato sull’improvvisazione e quindi ogni esecuzione era unica. Perché il jazz ha avuto questa evoluzione? La musica popolare dei giovani afro-americani e dei poveri, oggi ha preso altre strade: il rhythm&blues (RnB), il rap (che dal jazz hanno entrambi origine) e i ritmi latino-ame- ricani, importati dalle nuove ondate di immigrati. Inoltre, a partire dagli anni Sessanta, il jazz è stato superato dal rock come forma di espressione della protesta giovanile di massa (▶ p. 143). Il rock, con il quale pure aveva dei legami, ha tolto a suon di decibel il pubblico (e il mercato discografico) ai jazzisti, che però continuano a suonare, trasformando una musica

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6Questa pagina può essere fotocopia esclusivamente per uso didattico.© Loescher Editore - Edizioni La Linea, Torino - Bologna 2016

M. Cecalupo, La strada delle competenze. Storia e geografia

Unità 5 SCAMBI CULTURALI. Tempo libero per tutti

L'ALBERO DELLA MUSICA

Come si può rappresentare la varietà dei generi musicali del mondo? Non è un compito facile, perché un genere musicale nasce da molti elementi già esistenti in altri generi (stru-menti, tonalità, melodie, ritmi, temi), combinati diversamente o suonati in modo nuovo. Poi-ché la musica è un tratto culturale, i nuovi generi nascono sempre quando diverse culture si incontrano e si mescolano tra loro, o quando la società cambia. Una “mappa della musica”, quindi, deve per forza essere come un albero o un fiume o una rete, deve essere fatta di rami, linee, punti, nodi o flussi, in modo che possa mostrare i legami tra i generi, l’evoluzione nel tempo, i punti di incontro o di separazione tra gli stili e le cultu-re che suonano e ascoltano musica.

Prendiamo, per esempio, la storia del jazz, nato negli Stati Uniti all’inizio del XX secolo. La maggior parte degli studiosi di musica è d’accordo su un punto: il jazz è nato quando la musica degli afro-americani liberati dalla schiavitù si è “incontrata” con la musica degli americani bianchi. Attraverso lo studio della musica e dei testi delle canzoni, le biografie dei musicisti, la conoscenza del pubblico e dell’industria discografica, ma anche della società più in generale, si possono descrivere le sue evoluzioni nel tempo e nello spazio. Secondo lo storico inglese Eric Hobsbawm (▶ p. 134), nella storia del jazz i cambiamenti musicali sono legati ai cambiamenti sociali, perché «in sostanza il jazz, durante tutta la sua storia, ha usato gli strumenti come fossero voci». Alle origini, era una musica popolare locale, piuttosto lenta e malinconica, suonata da afro-americani poveri per un pubblico di afro-americani poveri, che immigravano dalle campa-gne del Sud degli Stati Uniti verso i ghetti neri delle grandi città di New Orleans, St. Louis, New York e Chicago. Poi, nella sua “età dell’oro”, tra gli anni Venti e gli anni Cinquanta del XX secolo, è stato il ritmo alla moda nelle radio, nei teatri e nelle sale da ballo in tutta l’America, l’Europa e in altri paesi: allegro e ballabile, apprezzato da giovani e adulti, anche bianchi, di tutte le classi sociali. Infine, negli ultimi decenni, è diventato una musica internazionale (tra i musicisti contemporanei più apprezzati ci sono bosniaci, tunisini, francesi, giappo-nesi, nigeriani, italiani ecc.), seguita da un ristretto pubblico d’élite, composto in genere da gente adulta, colta e raffinata, e anche ricca.

•Il jazz ha alcune caratteristiche musicali precise: utilizza delle scale musicali (gruppi di note) derivate dalla musica africana, che normal-mente non si usano nella musica europea, e ne crea di nuove (come la scala blues); è basato sul ritmo, che combina due elementi, un beat (bat-tito) sempre costante e un grande

numero di variazioni ritmiche; gli strumenti musicali, anche se sono gli stessi, sono suonati in modo non tradizionale, e dunque producono nuovi suoni; non esistono voci o suoni “corretti”, qualsiasi innova-zione è ben accetta; a partire dal blues e dalla musica popolare, ha costruito dei temi musicali, i cosid-

detti standard, che i musicisti han-no eseguito nel tempo con infinite variazioni, rendendoli dei classici; ogni musicista ha uno stile proprio inconfondibile, infatti in origine, quando raramente il jazz era tra-scritto sugli spartiti musicali, tutto era basato sull’improvvisazione e quindi ogni esecuzione era unica.

Perché il jazz ha avuto questa evoluzione? La musica popolare dei giovani afro-americani e dei poveri, oggi ha preso altre strade: il rhythm&blues (RnB), il rap (che dal jazz hanno entrambi origine) e i ritmi latino-ame-ricani, importati dalle nuove ondate di immigrati. Inoltre, a partire dagli anni Sessanta, il jazz è stato superato dal rock come forma di espressione della protesta giovanile di massa (▶ p. 143). Il rock, con il quale pure aveva dei legami, ha tolto a suon di decibel il pubblico (e il mercato discografico) ai jazzisti, che però continuano a suonare, trasformando una musica

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popolare in una musica colta. Anche l’arrivo dell’elettronica, negli stessi anni, ha diminuito l’importanza dell’improvvisazione e del talento fisico individuale, perché oggi un bravo tec-nico del suono in uno studio di registrazione può modificare il risultato finale del sound, fino a diventare egli stesso più importante del cantante o del musicista.Ecco come la pensa Harry Carney, un sassofonista di Boston che nel 1927, a diciassette anni è scappato da casa per andare a suonare nell’orchestra di Duke Ellington: «I critici se la pren-dono troppo sul serio. Continuano a tirar fuori teorie e a scrivere sulla storia del jazz, sulla giungla, i tam-tam e l’influsso dell’uomo bianco. Prendetevela calma! Il jazz si suona per il piacere che ci si prova, e non per fare storia.»

Questo albero del jazz è stato realizzato da Movi-Lab, un collettivo francese di persone che si occu-pano di tecnologia libera e condivisa. Vediamo cosa racconta. Al di sotto della superficie, ci sono le radici musica-li africane (il blues e il gospel) ed europee (le bande militari e il ragtime). Alla base del tronco c’è lo sti-le New Orleans, rappresentato da Louis Armstrong, che si evolve poi nel be-bop di Charlie Parker e Dizzy Gillespie. Nel periodo d’oro si affermano anche le grandi voci femminili: Sarah Vaughan, Ella Fitzge-rald, Billie Holiday. L’ultimo grande protagonista del jazz classico è stato Miles Davis. Dal tronco partono tanti rami. Alcuni sono variazioni antiche o moderne del jazz (come lo stile Chicago, quel-lo delle Big Bands o il jazz fusion). Altri rami oggi sono diventati veri e propri nuovi generi (come il rhythm&blues, il rock, il funk, la bossa nova e il rap).

•Il decibel è una scala di numeri utilizzata per esprimere l’intensità delle onde sonore percepite dall’o-recchio umano. Il valore di zero de-cibel (0 dB) corrisponde al silenzio, ogni 3 dB il livello del suono rad-doppia. Per fare qualche esempio: il fruscio delle foglie misura 20 dB; una normale conversazione avvie-ne a circa 50 dB; un concerto rock a più di 100 dB; il decollo di un razzo spaziale a 180 dB.

• Il termine blues deriva dall’inglese “blue devils” (diavoli blu), e indica uno stato di depressione o tristezza. La forma musicale ha origine tra gli afroamericani degli USA tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Come nella tradizione africana, è un canto a domanda-risposta, ma men-tre i cori gospel cantavano nelle chiese inni e salmi su temi religiosi, i musicisti blues esprimevano − nei loro pezzi lenti, tristi ma ironici − le

dure condizioni di vita, i temi so-ciali e l’amore. Il testo e la musica sono basati su strofe di 12 battute, divise in tre versi (i primi due spes-so uguali). L’uso degli strumenti eu-ropei per suonare le “scale blues” e le “note blues”, diverse da quelle eu-ropee, creò una musica originale. Il blues è considerato l’anima del jazz.

Sul web troviamo tanti esempi di mappe della musica, con forme molto diverse e curiose, che possono servirci per avvicinarci alla musica jazz, o a qualsiasi altro genere musicale che magari conosciamo poco o non conosciamo per niente.

© Movilab

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Se cerchi “Musica cubana” su Wikipedia in lingua tedesca, appare questa mappa che spiega le origini dei generi musicali diffusi a Cuba nel XX secolo. Qui il colore delle linee ha un significato geografico, che ci racconta bene la storia del paese e la diversa origine culturale dei suoi abitanti. In rosso, ci sono i generi musicali dei coloni francesi e spagnoli di Cuba; in nero, la tradizione africana, arrivata con gli schiavi; in verde, l’influenza della Jamaica, l’isola dei Caraibi più vicina; in blu, la musica proveniente dagli Stati Uniti, la grande potenza che l’ha controllata prima della rivoluzione comunista ▶ p. 141).

Due blogger, Dave e Fran, hanno pubblicato nel 2015 il proprio per-sonale albero della musica. Le colonne colorate rappresentano i decenni (gli anni Sessanta, gli anni Settanta ecc.). Le linee sono i pun-ti di contatto tra i generi musica-li. Dopo un attento ascolto, hanno scelto un album rappresentativo per ciascuno degli oltre 60 gene-ri musicali. Dave ci avvisa di «non prendere l’albero troppo alla lette-ra, specialmente le linee. È ricavato dalla mia limitata conoscenza della musica e dalla mia prospettiva per-sonale». La mappa si ferma ai primi dieci anni del XXI secolo. Se voles-si aggiungere a destra della mappa una colonna per il secondo decen-nio di questo secolo, quali generi musicali dovresti inserire? E quali album o canzoni sceglieresti?© frananddavesmusicaladventure.files.wordpress.com

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Su Musitronic, un blog in lingua spagnola specializzato in musica elettronica, troviamo que-sto albero di famiglia della musica moderna. La mappa comprende solo i generi musi-cali oggi più popolari ed è centrata su tre generi principali: la musica africana, la musica classica europea e quella elettronica.

Per leggerla, bisogna capire il signi-ficato dei colori: le linee bianche in-dicano una forte influenza diretta; le linee rosse una influenza a metà con un altro genere musicale; le linee blu indicano diverse influenze, in misura maggiore o minore. Gli autori precisa-no che «l’intenzione è, prima di tutto, concentrarci sul ruolo della musica elettronica e sulla sua influenza sul-la musica da ballo e sperimentale che si ascolta oggi». L’albero dimostra che «tutte le musiche che ascoltiamo alla radio, nei media, al cinema, sono in qualche modo collegate tra loro, anche se hanno ritmi, tonalità e armonie di-verse.»

Nel film The School of Rock (Usa, 2003), l’attore comico Jack Black disegna alla lavagna per i suoi studenti una storia dei generi musicali più diffusi. La mappa ci conferma che il jazz, come hai già studiato, è diventato solo un’antica radice del rock, la musica più suonata e ascoltata negli ultimi 50 anni.

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Il blues non è uno stile o un periodo del jazz, ma una costante di tutti gli stili. Non è tutto il jazz, ma è il cuore del jazz, dice Hobsbawm. Il blues classico – aggiunge - è un’arte femminile e la sua maggior gloria è Bessie Smith

(1894-1937). Nata in un sobborgo povero di Nashville, nel Tennesse (USA), cantò le illusioni del denaro, dell’amicizia, dell’alcol e dell’amore perché, diceva, «io sono in gamba

come qualsiasi altra donna in città» ma «non devi fidarti di nessuno, tanto vale stare sola».

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Forse si è finalmente avverata la profezia fatta un secolo fa dal rabbino Stephen Wise? Egli disse che «quando l’America ritroverà la sua anima, il jazz scomparirà». Come abbiamo visto, non si è trattato di una scomparsa, ma di una trasformazione. Qualche anno fa, durante una cerimonia alla Casa Bianca a Washington DC, questa trasformazione fu ben chiara. Una jam session che comprendeva Barack Obama (primo presidente USA afro-americano), Mick Jag-ger (leader dei Rolling Stones, una mitica rock band), BB King e Buddy Guy (tra i migliori chi-tarristi di electronic blues) suonava Sweet Home Chicago, un brano di Robert Johnson del 1936.Ora non ci resta che ascoltare questa musica per farci un’idea e un po’ di cultura.

1 RIASSUMERE I CONTENUTI Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

V Fa. Il jazz è nato in Africa ed è stato esportato in America dagli schiavi. ▢ ▢b. Ogni nuovo genere musicale ha caratteristiche proprie e originali. ▢ ▢c. Il jazz è diventato negli ultimi decenni un genere musicale internazionale. ▢ ▢d. Il jazz è nato negli Stati Uniti come genere musicale popolare. ▢ ▢e. I nuovi generi, come il rock o il rap, non hanno nulla in comune con il jazz. ▢ ▢f. Gli standard jazz sono temi musicali di un secolo fa, ormai abbandonati. ▢ ▢ g. Un “albero della musica” può rappresentare il tempo e lo spazio. ▢ ▢h. Il rhythm&blues, come già dice il suo nome, è un’evoluzione del jazz. ▢ ▢

2 CONFRONTARE LE CULTURE Costruisci, con la forma che desideri, il tuo personale albero del-la musica. Inserisci i generi e i nomi dei principali musicisti e band che hai ascoltato nelle diverse fasi della tua vita fino a oggi. Poi confrontati con un/a compagno/a, costruite insieme una mappa della vostra musica e infine rispondete insieme alle domande.

a. Ci sono generi musicali che piacciono ad entrambi? Quali? Per quali ragioni?b. I cambiamenti nei gusti musicali corrispondono a momenti precisi della vostra vita? Quali?c. Con chi e in quali momenti, luoghi o situazioni, suonate o ascoltate la musica?d. Che cosa rappresenta la musica, nella vostra vita?

3 ORIENTARSI NEL MONDO Spotify, un sito di musica a pagamento, ha creato sul web “Every Noise At Once”, una mappa interattiva dei generi musicali: sono indicate centinaia di generi e sottogeneri, associati ai nomi di centinaia di musicisti. Cliccando su ciascun genere o nome, è possibile anche ascoltare brevi brani di esempio. Puoi usare questa mappa interattiva in tanti modi, qui ti diamo le indicazioni per un gioco.

•A turno, un alunno sceglie un genere o un artista sulla mappa (senza che sia visibile agli altri) e fa ascoltare il brano di esempio.•Gli altri devono scrivere, per ogni brano ascoltato, l’artista e il genere a cui appartiene.•Si vincono 2 punti per ogni artista e 1 punto per ogni genere indovinato (se i giocatori sono solo

3 o 4, si possono fare più turni).•Al termine, chi ha fatto più punti è proclamato “esperto musicale”.