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FESTIVAL BAROCCO 2008 17 agosto 17 ottobre Luoghi e spettacoli PROVINCIA DI VITERBO Assessorato al Turismo REGIONE LAZIO MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI VITERBO - LUGLIO 2008

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FESTIVALBAROCCO

200817 agosto17 ottobre

Luoghie spettacoli

PROVINCIA DI VITERBOAssessorato al Turismo

REGIONE LAZIO

MINISTERO PER I BENIE LE ATTIVITÀ CULTURALI

VITERBO - LUGLIO 2008

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CALENDARIO DEGLI SPETTACOLI

TUSCANIA - Basilica di S. PietroL’HOMME ARMÉ

Andrew Lawrence King, direttoreG.B. Lulli: Un fiorentino a Versailles

CANEPINA - Museo delle Tradizioni PopolariRICCARDO MINASI, violinoLUDOVICO MINASI, violoncelloGIULIA NUTI, clavicembaloHändel, Le Sonate per violino e basso continuo

RONCIGLIONE - Chiesa di S. Maria della PaceLA STAGIONE ARMONICA

Sergio Balestracci, direttoreMusiche di Alessandro e Domenico Scarlatti

VITERBO - Chiesa di S. Maria della VeritàLA RISONANZA

Fabio Bonizzoni, direttoreMusiche di G. F. Händel

VITERBO - Chiesa di S. FrancescoENSEMBLE L’ARTE DELL’ARCO

Christopher Hogwood, clavicembalista e direttoreA. Vivaldi, L’Estro Armonico

VITERBO - Teatro dell’UnioneI SOLISTI VENETI

Claudio Scimone, direttoreVirtuosismo e melodia italiana dal Barocco alRomanticismo.Spettacolo a favore dell’AIRC(fuori abbonamento - Euro 25.00)

VITERBO - Cattedrale di S. LorenzoAMSTERDAM BAROQUE ORCHESTER

Ton Koopman, direttoreJ.S. Bach, Cantate BWV 1060, 202, 82, 49

VITERBO - Cattedrale di S. LorenzoCLEMENCIC CONSORT

René Clemencic, direttoreIn Dulci Jubilo

VITERBO –Teatro dell’UnioneTHE SWINGLE SINGERS

Jazz Sebastian Bach

CAPRAROLA - Palazzo FarneseJORDI SAVALL, viola da gamba ROLF LISLEVAND, tiorba e chitarraFolias y Romanescas

TARQUINIA - Chiesa di S. Maria in CastelloENSEMBLE ZEFIRO

Alfredo Bernardini, oboista e direttoreMusiche di Albinoni, Vivaldi, Galuppi, Bigaglia,Marcello, Platti

CAPRANICA - Chiesa di S. FrancescoENSEMBLE BAROCCO DELLA TUSCIA

Susanne Kellig, sopranoMusiche di Quantz, Telemann, Degli Antonii,Händel

CASTEL S. ELIA - Basilica di S. EliaACCADEMIA DELLA LIBELLULA

Cinzia Pennesi, direttoreA. Scarlatti, Serenata a tre con stromenti(rev. di D. Carboni) Prima esecuzione moderna

DOMENICA 17 AGOSTO 2008 MARTEDÌ 9 SETTEMBRE 2008

VENERDÌ 12 SETTEMBRE 2008GIOVEDÌ 21 AGOSTO 2008

VENERDÌ 22 AGOSTO 2008

LUNEDÌ 25 AGOSTO 2008

VENERDÌ 29 AGOSTO 2008

SABATO 30 AGOSTO 2008

SABATO 6 SETTEMBRE 2008

SABATO 13 SETTEMBRE 2008

VENERDÌ 19 SETTEMBRE 2008

SABATO 20 SETTEMBRE 2008

VENERDÌ 17 OTTOBRE 2008

INIZIO SPETTACOLI ORE 21.00Biglietti: interi € 15,00 - ridotti € 10,00 (studenti)

Abbonamento a 12 concerti € 100,00 - ridotto € 65,005 concerti di Viterbo € 40,00 - ridotti € 28,00

Info e Prevendita: UNDERGROUND (lunedì - sabato)Viterbo, Piazza della Rocca 24 -Tel. 0761 306340

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PROVINCIA DI VITERBOAssessorato al Turismo

REGIONE LAZIOAssessorato alla Cultura

MINISTERO PER I BENIE LE ATTIVITÀ CULTURALI

FESTIVAL BAROCCO 2008Luoghi e spettacoli

a cura del Servizio Turismo della Provincia di ViterboTel. 0761 313292 - http://www.provincia.vt.it/turismo - [email protected]

direttore artistico: Riccardo Marini

Ufficio stampa: Annalisa RinaldiTel. 328 8656366 - [email protected]

Sito internet: http://www.provincia.vt.it/barocco

Riduzione e adattamento testiClaudia Chiovelli, Graziano Cerica, Daniela Stoppacciaro

Grafica e impaginazioneGraziano Cerica, Micaela Ugolini

RedazioneNovella Brizi, Claudia Chiovelli, Roberta Evangelisti, Mario ImbastoniFernando Nobili, Carlo Prugnoli, Daniela Stoppacciaro, Micaela Ugolini

FotografieArchivio fotografico Provincia - Archivio artisti - Archivio fotografico Comuni

Coordinamento editoriale: Graziano Cerica

Foto di copertinaBagnoregio, Chiesa di San Francesco. M. BENEFIAL, San Francesco consolato dall’angelo musicante (part).

VITERBO - LUGLIO 2008

StampaTipografia Agnesotti - Viterbo

COMUNI DIVITERBO - TUSCANIA - CASTEL SANT’ELIA - CANEPINACAPRAROLA - TARQUINIA - CAPRANICA - RONCIGLIONE

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Provincia di Viterbo e Festival Barocco: una grande manifestazioneall’insegna di un felice binomio. Il luogo (la Tuscia) e l’ambito tempora-le (il Barocco) genialmente accostati per rinnovare ogni anno atmosfereed emozioni, antiche ma sempre nuove, attraverso la musica che, forsepiù di ogni altra forma artistica, riesce ad unificare spazio e tempo. Nelcorso dei secoli diciassettesimo e diciottesimo la musica si trasforma:decade la polifonia vocale a vantaggio dei generi strumentali e si affer-ma il teatro in musica con l’aumento della produzione, dell’esecuzione edel numero dei fruitori; per dirla in maniera estremamente sintetica silaicizza indossando i panni della nascente borghesia. Il fatto che lamusica di quel tempo abbia ancora oggi molti cultori e appassionati in

tutto il mondo è di grande interesse per quel settore del movimento turistico che trae dagli eventi cultu-rali la principale motivazione. Per dare più ampia e soddisfacente risposta all’esigenza del “turista cul-turale” il programma del Festival si svolge in contesti vari che non si pongono semplicemente comediversificazione scenografica. Viterbo, Tuscania, Tarquinia, Castel S. Elia, Canepina, Ronciglione,Caprarola e Capranica rappresentano quest’anno la Tuscia affiancando ai concerti le loro particolaritàarcheologiche, storico-artistiche ed enogastronomiche. Ma c’è di più: dall’area dei Monti Cimini, cheospita questa edizione in quattro dei suoi Comuni, provengono illustri personaggi che, dal tardo rinasci-mento ai nostri giorni, sono stati protagonisti in ambito musicale: compositori, strumentisti, costruttoridi organi, insegnanti…Mi limito per brevità a ricordare i più antichi e il più moderno: i valleranesi fra-telli Nanino e il ronciglionese, recentemente scomparso, Sandro Verzari, tra l’altro virtuoso interprete dimusica barocca. Nella mia veste di Assessore provinciale al Turismo, convinto che l’evento sia perfetta-mente in tono con il programma di sviluppo turistico che stiamo perseguendo, auguro al FestivalBarocco, al suo direttore artistico e ai concertisti un meritato successo e agli spettatori la migliore frui-zione delle musiche e delle bellezze dei luoghi in cui vengono eseguite.

Angelo Cappelli(Assessore al Turismo Provincia di Viterbo)

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La musica incontra l’arte e si trasforma in spettacolo straordinario.Anche quest’anno torna il Festival Barocco, un evento che non habisogno di grandi presentazioni. La sua formula collaudata e speri-mentata ne rappresenta infatti il miglior biglietto da visita.Dal 17 agosto al 17 ottobre: due mesi in cui la musica barocca e lepiazze, le chiese e i palazzi della Tuscia ci faranno vivere momentimagici. Dove l’atmosfera dell’arte di questa terra si mescola ai suonidegli archi.I tredici concerti in cartellone si terranno a Viterbo, Tuscania,Canepina, Castel Sant’Elia, Caprarola, Tarquinia, Capranica eRonciglione, per dare vita a un festival di musica itinerante davvero danon perdere.

La rassegna offre a tutti quelli che vi prenderanno parte la possibilità di essere spettatori e turisti allostesso tempo. Il carattere itinerante dell’iniziativa ha quindi un’importanza cruciale anche sotto ilprofilo della promozione per un territorio che merita davvero di essere valorizzato e apprezzato nelmigliore dei modi. E la formula del Festival Barocco, in questo senso, è musica per la Tuscia.

Alessandro Mazzoli(Presidente Provincia di Viterbo)

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La programmazione del Festival Barocco predilige anche quest’anno le interpre-tazioni su strumenti originali, nel pieno rispetto delle esecuzioni “filologiche”,presentando anche esecuzioni su strumenti moderni e, come è ormai consueto,qualche “trasgressione”. La grande novità per l’edizione 2008 è la partecipazionedi Cristopher Hogwood che guiderà il complesso italiano L’Arte dell’Arco nel-l’esecuzione di una serie di concerti vivaldiani tratti da “L’Estro Armonico”. Perla prima volta prende parte al Festival La Risonanza diretta da Fabio Bonizzoni:con un programma interamente dedicato ad Händel, prosegue il tracciato, inizia-to lo scorso anno, dedicato al compositore sassone in omaggio al triennio della

sua presenza in Italia tra il 1707 e il 1709, omaggio completato dall’esecuzione integrale delle “Sonateper violino e basso continuo” a cura del giovane Riccardo Minasi che si sta affermando come uno deimaggiori specialisti emergenti. Tornano poi complessi quali l’Ensemble Zefiro condotto da AlfredoBernardini per un programma di rari e interessanti concerti per strumenti a fiato e archi, L’Homme Arméche sotto la guida di Andrew Lawrence King propone un interessante programma monografico conmusiche di Lully, e il complesso vocale La Stagione Armonica con un programma polifonico dei dueScarlatti (Alessandro e Domenico) a confronto. I grandi interpreti del panorama internazionale mondialesono presenti anche quest’anno: tornano Jordi Savall, con la sua viola da gamba, e I Solisti Veneti checelebrano i 50 anni della loro attività. Poi ancora René Clemencic, che compie quest’anno gli 80 anni,con un programma di rarità cameristiche vocali e strumentali eseguito dal Clemencic Consort con la par-ticolarissima voce del celebre sopranista Radu Marian; Ton Koopman dirigerà l’Amsterdam BaroqueOrchestra in un programma dedicato alle Cantate di Bach. La “trasgressione” è presente anche que-st’anno con un programma di musiche di Bach e altri autori eseguito da The Swingle Singers, nei lorotradizionali adattamenti a metà strada tra il classico ed il jazz. Manteniamo vive, inoltre, alcune consue-tudini che caratterizzano il Festival da alcuni anni: la dedica di uno spazio a musicisti emergenti dell’am-bito locale con l’Ensemble Barocco della Tuscia, che affianca la voce eclettica e accattivante di SusanneKelling in un programma di rarità cameristiche strumentali e vocali, e la proposta di un lavoro inedito inprima esecuzione moderna: rivedranno la luce quest’anno la “Missa Clementina II” (eseguita dallaStagione Armonica nella revisione di Sergio Balestracci) e la “Serenata a tre con stromenti. Il Genio diPartenope, la Gloria del Sebeto, il Piacere di Mergellina” di Alessandro Scarlatti, nella revisione diDomenico Carboni, affidato alla bacchetta di Cinzia Pennesi che guida l’Accademia della Libellula.Come di consueto, un grande elemento di forza del Festival è fornito dalle cornici di rara bellezza cheospitano i concerti, con quell’inimitabile e magico connubio di Musica, Arte e Storia che si crea al levar-si delle prime note di ogni serata.

Riccardo Marini (Direttore Artistico del Festival)

Abbiamo accolto la difficile sfida dell’organizzazione di questa XXXVIII edi-zione, forti della consapevolezza che accostare un’offerta di altissima qualitàartistica alla ben nota bellezza e accoglienza della nostra incantevole terrafosse la scelta migliore per proporre anche quest’anno il Festival Barocconella Tuscia.Grazie al lavoro svolto in sinergia con tutti i soggetti interessati, mi sento diaffermare che il risultato sia stato raggiunto. Grazie, quindi, a tutti, e in particolar modo al gruppo di lavoro del ServizioTurismo che, alla consueta competenza e professionalità, ha aggiunto l’entu-siasmo in grado di trasformare un buon lavoro in un risultato eccellente.

Mara Ciambella(Dirigente Servizio Turismo - Provincia di Viterbo)

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I LUOGHI DEL FESTIVAL: TUSCANIA

L’imponenza della struttura e la sua ubicazioneall’estremità dell’omonimo colle, la magnifi-cenza dell’apparato decorativo e le torri che lacircondano, quasi a proteggerla, rendono lachiesa di San Pietro un monumento di indubbiasuggestione e bellezza. La facciata colpisce perlo splendido rosone circondato da una moltitu-dine di elementi decorativi e il portale maggio-re opera di un marmoraro romano di scuolacosmatesca. Scandito da tre rincassi con colon-ne, capitelli e archivolti, è decorato da mosaicie bugne ornate da segni zodiacali e figurazionidei lavori stagionali. Sopra il portale è una log-getta formata da colonnine con capitelli ioniciin marmo ai cui lati sono due grifoni alati chetengono fra gli artigli una preda. Sopra la log-getta il rosone cosmatesco, formato da tre cer-chi concentrici, mostra agli angoli quattro scul-ture che richiamano gli Evangelisti mentre ai

lati due draghi che inseguono una preda. Ai latidi questi sono due bifore: quella di destra è cir-condata da figure fantastiche e demoniache,quella di sinistra dall'Agnus Dei e da rappre-sentazioni di angeli e Padri della Chiesa.All'interno, diviso in tre navate, spicca un pavi-mento cosmatesco a decorazioni geometrichee, vicino l'ingresso principale alla cripta, unciborio risalente al XIII secolo. Il transetto rial-zato ospita un presbiterio con ciborio di XIsecolo, seggio vescovile e ambone di epocaromanica costruito utilizzando elementi altomedievali. Il tetto è a capriate lignee. La mag-gior parte della decorazione pittorica è andatapurtroppo perduta ma nella parte sommitale delpresbiterio rimane, in minima parte, un ciclo diaffreschi, che fanno riferimento alla vita di SanPietro, la cui datazione potrebbe variare fra lafine dell'XI secolo e la metà del XII.Scendendo alla cripta si possono vedere partidi murature romane in opus reticulatum. Lacripta è impreziosita da una selva di ventottocolonne, l’una diversa dall’altra e quasi tutte direimpiego provenienti da edifici romani o alto-medieavali, ed è databile al XII secolo. Sonogiunti sino a noi una “Madonna in Trono fraAngeli”, dipinto dell'absidiola d'altare, ed unaffresco risalente al XIV secolo che rappresen-ta i Santi Protettori di Tuscania, attribuito aGregorio d'Arezzo.Vista della Basilica di San Pietro (foto F. Biganzoli)

Basilica di San Pietro. Facciata (foto G. Cerica)

BASILICA DI SAN PIETRO

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BASILICA DI SAN PIETRO - 17 AGOSTO 2008, ORE 21.00

Fondato nel 1982, l'Insieme Vocale e StrumentaleL'Homme Armé è oggi riconosciuto come unadelle realtà più interessanti nel campo della musi-ca antica. Nel corso degli anni ha collaborato coni più apprezzati interpreti del panorama musicaleinternazionale come Frans Brüggen, HowardArman, Kees Boeke, Johanna Knauf e AndrewLawrence King.Nel 2000, in occasione delle celebrazioni dellanascita del melodramma, L’Homme Armé haprodotto, con la direzione di Andrew LawrenceKing e la regia di Luciano Alberti, gli “Intermediper la Pellegrina” (1589) di Girolamo Bargaglieseguiti al Teatro della Pergola di Firenze.

L’Homme ArméAndrew Lawrence King direttore

GIOVANNI BATTISTA LULLI: UN FIORENTINO A VERSAILLES

La Comédie, La Musique et Le Ballet - Entrée Italienne -Entrée EspagnoleEntrée des Avocats - Chaconne: La Comédie, La Musique et Le Ballet Le Combat d'Amour & Bacchus - L'Opération - Chaconne d'Amadis

Andrew Lawrence King, arpa, cembalo e direzioneElena Cecchi Fedi e Santina Tomasello soprani

Elena Cavini mezzosopranoRoberto Casi tenore

Alfredo Grandini baritonoLuigi Cozzolino, Anna Noferini violini

Flavio Flaminio, Oliviero Ferri viole da braccio Marco Pesci chitarra, tiorba

Francesca Chiocci viola da gamba

Negli ultimi anni, L’Homme Armé ha focalizzatoil suo interesse sull’analisi delle connessioni trarepertorio antico e musica contemporanea, met-tendo a fuoco una serie di rimandi tra segni sono-ri e musicali ‘storicamente distanti’ ma sorpren-dentemente vicini nello spazio dell’ascolto. Daquesta ricerca sono nati alcuni programmi musi-cali come “Tempo-Spazio-Memoria. Janequin,Vecchi, Berio” e “Grida e intonazioni. JosquinNono Kurtag Pezzati” con cui l’ensemble ha rice-vuto un notevole successo di critica. Come associazione culturale, l'Homme Arméorganizza e produce a Firenze e in Toscana even-ti musicali di grande rilievo.

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I LUOGHI DEL FESTIVAL: CANEPINA

Museo delle Tradizioni Popolari (ex convento deiCarmelitani). Santa Teresa attraversa il fiume di notte gui-data dagli angeli; in basso il Chiostro (foto F. Ceccarini)

Annesso alla Chiesa di San MicheleArcangelo, l’antico convento dei fratiCarmelitani che ospita oggi il Museo delleTradizioni Popolari, è una seicentesca strutturaornata di affreschi nel chiostro, nel salone alpiano terra e sulle pareti che fiancheggiano lescale che portano al primo piano dell’edificio.L’intero ciclo di pitture murali, che decorano lelunette e i pennacchi del chiostro, è databile trail 1610 e il 1627 e sono visibilmente tre i mae-stri attivi nei tre bracci del chiostro, tutti dellascuola di Giuseppe Sebastiani da Macerata,che operava per conto del cardinale OdoardoFarnese nell’omonimo Palazzo della vicinaCaprarola. L’espressione artistica e i contenutisono quelli dettati dal Concilio di Trento: sidovevano adornare i chiostri dei conventi e deimonasteri con le storie dei santi più rappresen-tativi dei rispettivi Ordini; alcune didascalieillustravano l’episodio che, comunque, doveva

MUSEO DELLE TRADIZIONI POPOLARI

essere di facile lettura; le singole scene dipintemostravano il santo vicino alla gente comune,immerso nei fatti del quotidiano. Altri dipintiemersi sono databili a metà del 1700 e sono delviterbese Domenico Corvi.

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CHIOSTRO DEL MUSEO - 21 AGOSTO 2008, ORE 21.00

L'immensa fortuna incontrata da Händel è all'ori-gine della diffusione di numerosi falsi a lui attri-buiti che hanno reso complessa e faticosa l'operadi compilazione dei cataloghi delle sue opere daparte di storici e filologi.Anche le sue composizioni cameristiche pongononumerosi problemi di datazione e persino diautenticità.Il programma del concerto raccoglie quelle sona-te dell'op. 1 la cui paternità händeliana sembraormai essere stata accertata in maniera definitiva.Le sonate in questione, dal carattere ibrido, inquanto non ascrivibili in modo assoluto al generedella sonata da camera o a quello della sonata dachiesa, sono debitrici alla tradizione compositivadi Arcangelo Corelli e ci mostrano un Händel chesi muove tranquillamente a suo agio nelle formedella musica di chiaro stampo italiano, seppur piùridotte ed intime rispetto a quelle per grandi com-plessi strumentali a cui è specialmente legata lasua fama.Le sonate H.W.V. 364a e 359a, nonostante il chia-ro attaccamento agli stilemi tipici della scuolacorelliana, portando la loro datazione al periodo dipermanenza a Roma di Händel, brillano per unaestrema libertà espressiva, tradotta con squisito

Riccardo Minasi violinoLudovico Minasi violoncello

Giulia Nuti clavicembaloGEORG FRIEDRICH HÄNDEL Le Sonate per violino e basso continuo

intuito teatrale in uncontinuo avvicendarsidi episodi cantabili,fughe dal severo carat-tere teutonico e gighedal sapore vagamentepartenopeo. Le sonateH.W.V. 370 e 361sembrano invece do-ver essere datate inepoca successiva al1711, anno in cuiHändel, a seguito delclamoroso successo del suo "Rinaldo", si trasferì aLondra per fondarvi il teatro della Royal Academyof Music.Questa sera saranno eseguite a completamento delprogramma la sonata in re magg H.W.V. 371, che

Händel stesso eseguìa Londra assieme aFrancesco SaverioGeminiani, la sonatadi rara esecuzioneH.W.V. 358 compo-sta verosimilmenteattorno al 1708 aRoma, caratterizzatada una scritturacuriosamente “anti-violinistica” e daquattro note acutissi-

me in prossimità della conclusione dell’ultimomovimento (forse una sorta di sberleffo e parodiadello sfoggio di un virtuosismo fine a se stessoproprio di alcuni virtuosi dell'epoca) e la sonata inMi min. originariamente concepita per il flautotraverso, composta ad Halle negli anni '30 del‘700.

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I LUOGHI DEL FESTIVAL: CASTEL SANT’ELIA

La Basilica di Sant'Elia, in stile romanico conelementi di origine lombarda, sorge su un ripia-no al centro della Valle Suppentonia, probabil-mente sulle rovine o nei pressi di struttureromane, data la presenza di marmi architettoni-ci di riutilizzo.Fondata tra l’VIII e il IX secolo e ricostruitaall’inizio dell’XI secolo, è caratterizzata da unafacciata affiancata da ali laterali e adorna di treportali due dei quali realizzati con frammentidi marmo, probabilmente appartenenti alla pri-mitiva Basilica.L'impianto planimetrico è costituito da trenavate ed un transetto, sopraelevato di tre gra-dini. Nella navata centrale, le colonne, prove-nienti dallo spoglio di ville e monumenti roma-ni, sono ornate da capitelli corinzi. Il transettoe la navata centrale conservano parti del pavi-mento cosmatesco; l'altare maggiore è sormon-tato da un elegante ciborio decorato da unacroce e sorretto da quattro pregevoli colonne.Particolarmente interessante è la decorazionepittorica del transetto che comprende scenetratte dall’Apocalisse di S. Giovanni, la mortee i funerali dell'abate Anastasio e, nell’abside,una teoria di vergini, mentre nel catino dominala figura del Redentore.

Nella navata destra sono conservati dipinti diartisti locali raffiguranti l'immagine dellaMadonna.La cripta, costituita da due ambienti, conservale tombe di S. Nonnoso e di S. Anastasio.

BASILICA DI SANT’ELIA

Ciborio ed abside (arch. fot. Provincia)

Interno (foto F. Biganzoli)Basilica di Sant’Elia. Facciata (foto F. Biganzoli)

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BASILICA DI SANT’ELIA - 22 AGOSTO 2008, ORE 21.00

Cinzia Pennesi è nata a Tolentino ( MC) nel1965. Direttore d’orchestra e di coro, pianista,compositrice, svolge intensa attività concerti-stica in Italia, Germania, Austria, Spagna,Inghilterra, Grecia, Romania, Svizzera,Yugoslavia, Malta, Russia, Sud America e NewYork.Si è diplomata con il massimo dei voti in pia-noforte sotto la guida di R. Marini e in musicacorale e direzione di coro con G. Agosti. Hafondato ed è direttore stabile dell’Orchestra“Accademia della Libellula” con la quale svol-ge intensa attività concertistica.Ha diretto diverse importanti orchestre, fra lequali l’Orchestra Sinfonica della Radio-Televisione Serba, l’Orchestra Sinfonica diStato di San Pietroburgo, I Solisti Aquilani,l’orchestra del Centro Europeo della Musica,l’orchestra “Pomeriggi musicali” di Milano, il“Florilegio Musicale Barocco”, l’orchestra diSolingen (Germania), l’orchestra Sinfonicadella Romagna, l’orchestra Spontini… È stataAssistente di Neville Marriner nell’ambito diun work-shop culminato in un concerto allaCarnegie Hall di New YorkNel 2000, ha diretto per Arena Sferisterio diMacerata, “Rappresentatione di Anima et diCorpo” di Emilio De’ Cavalieri in occasionedel quarto centenario della prima esecuzione.Si è esibita come direttore in vari Festival tracui Festival di Ravello, Festival Barocco diViterbo, Macerata Opera-Arena Sferisterio,

Festival di Todi, Cumbre Mundial del Tango-Montevideo, e in luoghi di prestigio come SalaMaffeiana-Verona, Teatro Kefalos-Cefalonia,Teatro Rossini-Pesaro, Sala Kolarek-Belgrado… Ha registrato per la Rai, Sky-TV,Radio Vaticana e RadioTelevisione Serba einciso per la KHO.Dal 2003 ha ideato ed è Direttore Artistico di“Opera Aperta”, che realizza opere delNovecento storico e contemporaneo prodottenei teatri della provincia di Macerata in co-pro-duzione con importanti Enti.È Direttore Artistico del Teatro Piermarini diMatelica, degli “Amici della Musica” diFabriano e del festival “Conosciamo l’Autore”di Terra di Teatri in provincia di Macerata. Dal 1994 al 1996 è stata Direttore Artistico eDirettore della Sezione Ricerca dellaFondazione Pergolesi Spontini di Jesi.

ALESSANDRO SCARLATTI

Il Genio di Partenope, la Gloria del Sebeto, il Piacere di MergellinaSerenata a tre con stromenti (1696)

Revisione di Domenico Carboni (prima esecuzione in tempi moderni)

Cecilia Marinelli, Genio di PartenopeElisabetta Lombardi, Gloria del SebetoCamelia Kader, Piacere di Mergellina

Accademia della LibellulaCinzia Pennesi direttore

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Il Palazzo è uno dei più grandi capolavori del-l'architettura rinascimentale, creato per cele-brare i fasti della famiglia Farnese e di papaPaolo III, il suo esponente di maggior spicco.Intorno al 1520 venne affidata la progettazionedella residenza caprolatta ad Antonio daSangallo il Giovane e la struttura, a pianta pen-tagonale con bastioni angolari difensivi ed unfossato perimetrale, ha l’aspetto e la funzionedi una vera fortezza. I lavori vennero sospesiquando, nel 1534, il cardinale salì al sogliopontificio con il nome di Paolo III. Nel 1559, ilavori ripresero con il nipote del papa, anch’e-gli di nome Alessandro, che affidò l’incarico aJacopo Barozzi detto il Vignola che trasformòil palazzo da fortezza a residenza di nobile rap-presentanza. Venne modificato anche l’assettourbano del borgo con la realizzazione dellacosiddetta Via Dritta che aveva una duplicefunzione, di raccordo e prospettica. Il Palazzopuò considerarsi terminato nel 1575.

I LUOGHI DEL FESTIVAL: CAPRAROLA

PALAZZO FARNESE

Il Piano Rialzato, detto dei Prelati, con ambien-ti affrescati da Taddeo e Federico Zuccari, per-mette di raggiungere lo straordinario cortileprogettato dal Vignola in forma circolare, com-posto da due porticati sovrapposti le cui voltevennero magistralmente affrescate da AntonioTempesta, come pure le pareti della scala eli-coidale interna la cui originale interpretazioneusciva dalle regole dell'epoca tanto che vennechiamata Scala Regia. Sopra è il Piano Nobile,diviso in due appartamenti: quello estivo affre-scato da Taddeo e Federico Zuccari, e quelloinvernale dipinto dal Bertoja, da Raffaellino daReggio e da Giovanni De Vecchi. Qui si trovaanche la Stanza dei Fasti Farnesiani, che narranegli affreschi la storia della famiglia.Nello stesso piano si trova l'Anticamera delConcilio, dove l'attenzione è rivolta alla figuradi Paolo III e al Concilio di Trento. Segue laSala di Ercole in cui i pregevoli affreschi sirifanno alla leggenda di Ercole che diede origi-ne al Lago di Vico. Alla villa sono annessi gli "Orti farnesiani",uno splendido esempio di giardino tardo-rina-scimentale realizzato con terrazzamenti colle-gati alla residenza dal Vignola attraverso deiponti.

Palazzo Farnese. La facciata e, a sinistra in basso, ilgiardino all’italiana (foto F. Biganzoli)

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Jordi Savall è una figura eccezionale nel pano-rama musicale attuale. Per oltre 30 anni si èdedicato alla scoperta di tesori musicali abban-donati: trent’anni di ricerca e studio, sia comeviolista che come direttore. A partire dal 1970incide come solista i capolavori del repertorioper viola da gamba. Viene rapidamente ricono-sciuto dalla critica internazionale come uno deipiù grandi interpreti di questo strumento. Con i tre gruppi musicali Hesperion XXI, LaCapella Reial de Catalunya e Le Concert desNations, fondati insieme al soprano MontserratFigueras, Savall esplora e crea un universo diemozioni e bellezza, restituendolo a milioni diamanti della musica, facendo conoscere almondo la viola da gamba e le musiche dimenti-cate di diversi paesi e accreditandosi così comeuno dei principali difensori della musica antica.Unanimemente riconosciuto come uno deimaggiori interpreti di musica antica, JordiSavall è senza dubbio una delle personalitàmusicali più eclettiche della sua generazione:violista, direttore e creatore di uno stile perso-nale e inconfondibile, le sue attività di concerti-

sta, pedagogo e ricercatore ne fanno uno deiprincipali protagonisti dell'attuale rivalutazionedella musica storica. Dal 1965 avverte rapidamente l'importanzadella musica antica (Ars Musicae), imparandoda solo a suonare la viola da gamba, strumentopraticamente dimenticato, così come del patri-monio musicale sconosciuto della penisola ibe-rica. Completa la sua formazione presso laSchola Cantorum Basiliensis (Svizzera 1968-1973) dove nel 1973 succede al suo maestroAugust Wenzinger.Il suo nuovo libro-disco “Cristoforo Colombo: iparadisi perduti” (2006), in cui Jordi Savall pre-senta una combinazione di fonti storiche emusicali del XV secolo spagnolo, è un ulterioreesempio di recupero totale del patrimonio musi-cale e testuale della penisola iberica e del nuovomondo.Nell’ultimo lavoro che ha appena prodotto,“Lachrimae Caravaggio”, si uniscono in formanuova la letteratura, la musica e la pittura in unCD dedicato a questo geniale e sfortunato pit-tore. La musica d’epoca di Savall fa da “colon-na sonora immaginaria” alla sua vita, mentresette ultimi dipintidi Caravaggio sonocommentati dalloscrittore Domi-nique Fernandez(considerato unodegli “Immortali”con la sua recentenomina all’Acca-demia della Let-teratura).

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PALAZZO FARNESE - 25 AGOSTO 2008, ORE 21.00

Jordi Savall e Rolf Lislevand

FOLIAS Y ROMANESCAS

MUSICHE DI ORTIZ, HUME, SANZ, MARAIS, FERRABOSCO, DE VIZÉE

Jordi Savall, viola da gamba - Barak Noman, London 1697Rolf Lislevand, tiorba e chitarra

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I LUOGHI DEL FESTIVAL: TARQUINIA

La Chiesa di Santa Maria in Castello, l'edificioreligioso più importante del borgo medioevale,fu iniziata nel 1121 e consacrata nel 1208. Nel1566 venne affidata ai Carmelitani ma già nel1569 risulta sconsacrata. Nel 1875 il RealeGoverno Italiano riconobbe Santa Maria inCastello come monumento nazionale.La facciata a coronamento orizzontale, sormon-tata da un campaniletto a vela, è tripartita inbasso da lesene. Il portale centrale e la grandiosabifora sovrastante sono ornate da decorazionicosmatesche, opera di Pietro di Ranuccio roma-no (1143). Di schietta impronta romanica, l'interno è suddi-viso in tre navate, coperte da volte e coronate datre absidi. Degli otto altari di cui si è a conoscen-za è oggi sopravvissuto solamente quello mag-giore con ciborio sorretto da quattro colonne erisalente al 1168 ad opera dei romani Giovanni eGuittone figli di Nicola Ranucci. Il pavimentodella chiesa è costituito da preziosi mosaici ese-guiti da maestri marmorari romani ed è ricco diiscrizioni pagane e cristiane incise su materialedi reimpiego. La cupola, a pianta ellittica sor-montata da un cupolino di influenza araba, è oggisostituita da un semplice tiburio. A metà dellaquarta campata maggiore di sinistra è un ambo-ne del 1209 eseguito dalla mano di Giovanni diGuittone. Nella terza campata della navata destraè, infine, il fonte battesimale ad immersione diforma ottagonale, rivestito di marmi policromi.

CHIESA DI SANTA MARIA IN CASTELLO

MUSEO ARCHEOLOGICO

Santa Maria in Castello (foto E. Valerioti)

Museo Archeologico. Cavalli alati (arch. fot. APT)

Il Museo Archeologico Nazionale, tra i più impor-tanti d'Italia per la ricchezza e la varietà dei reper-ti esposti, è ospitato nel Palazzo Vitelleschi, auten-tico capolavoro architettonico rinascimentale conelementi in stile gotico e catalano. Conserva al suointerno un repertorio vascolare unico per forme edecorazioni figurative, sarcofagi notevolissimi difamiglie tra le più importanti d’Etruria, terrecottearchitettoniche di finissima esecuzione come l'ele-gante scultura fittile dei cavalli alati, famosa intutto il mondo.

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CHIESA DI SANTA MARIA IN CASTELLO - 29 AGOSTO 2008, ORE 21.00

MUSICA SERENISSIMA

MUSICHE DI ALBINONI, VIVALDI, GALUPPI, BIGAGLIA, A. MARCELLO, PLATTI

Ensemble ZefiroAlfredo Bernardini oboista e direttore

Nel 1989 a Mantova, gli oboisti AlfredoBernardini e Paolo Grazzi ed il fagottistaAlberto Grazzi fondano Zefiro, un complessocon organico variabile specializzato in quelrepertorio del Settecento in cui i fiati hanno unruolo di primo piano. In questi anni Zefiro èdiventato un punto di riferimento, in ambitointernazionale, per il repertorio di musica dacamera del ‘700 e ‘800 con strumenti d'epoca. I suoi fondatori, insegnanti presso iConservatori di Musica di Amsterdam,Barcellona, Mantova, Verona e Milano, sonoconsiderati tra i più validi esecutori nell'ambitodella musica antica e apprezzati solisti di famo-se orchestre; si avvalgono della collaborazionedei migliori strumentisti in campo europeo.Zefiro è presente nei principali festival europeidi musica (Amsterdam, Barcellona, Ginevra,Helsinki, Innsbruck, Lione, Londra,Manchester, Milano, Monaco di Baviera, Palmadi Mallorca, Parigi, Praga, Regensburg,Salisburgo, Utrecht, Vienna, ecc.) e con tournéein Israele, in Egitto, in Sud America (Cile,Argentina, Uruguay e Brasile - estate 2004), inGiappone (gennaio 2005), Canada (giugno2006) e in Corea (settembre 2006), riscuotendoovunque un grande successo di pubblico e dicritica. Zefiro è stato scelto dalla televisione belga perun documentario su Vivaldi ed ha al suo attivola registrazione di 13 compact disc, tra cui le seisonate di J. D. Zelenka, la musica per insiemedi fiati di W.A. Mozart, la “Water Music” diHändel e “Wassermusik” di Telemann, gliarrangiamenti per 13 strumenti a fiato di arie daopere di Mozart e la pubblicazione dei

“Concerti per vari strumenti” di A. Vivaldi(Opus 111/Naïve). Le registrazioni più recentihanno ricevuto diversi premi internazionali, efanno di Zefiro un punto di riferimento per que-sto repertorio nel mondo intero.Harmoniemusik di Beethoven ha ottenuto cin-que diapason e Divertimenti per archi e fiati diMozart ha ricevuto il primo premio nella sezio-ne musica da camera del National Prize ClassicVoice 2007.L'attività di Zefiro si divide in tre organici:ensemble da camera, gruppo di fiati“Harmonie” ed orchestra barocca, proponendouna grande varietà di programmi dall'ampiorepertorio del Settecento: dai concerti a 5 e perstrumenti solisti di Vivaldi alle opere teatrali emusica festiva di Händel, dalle cantate di Bachalle Messe di Haydn, fino alla musica per fiatidi Mozart, Beethoven e Rossini.

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I LUOGHI DEL FESTIVAL: CAPRANICA

La chiesa, romanica ma restaurata daAntonio Munoz nel 1927, è caratterizzata dauna facciata a tre spioventi, di cui quelli late-rali più bassi ed è adorna di rosone centrale.L’ingresso è preceduto da una doppia scali-nata che racchiude una cappella votiva.Titolata inizialmente a S. Lorenzo martire,fu poi dedicata a S. Francesco con l’arrivodei Francescani e custodisce al suo interno,in uno splendido sepolcro marmoreo dalleforme gotiche, le sepolture dei gemelliFrancesco e Nicola Anguillara, morti nel1406 e 1408. Il sarcofago, sostenuto dacolonne tortili, ospita, giacenti su un pianoinclinato, le statue dei fratelli; due angeliaprono le cortine mentre al di sopra è unastatua della Madonna col Bambino affianca-ta dalle statue dei due fratellini.

CHIESA DI SAN FRANCESCO

Chiesa di San Francesco. A destra: esterno (foto F. Biganzoli).

In basso: interno (Arch. fot. Comune di Capranica)

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Susanne Kelling, nata aF r i e d r i c h s h a f e n(Germania), dopo la matu-rità ha studiato violoncellopresso il Conservatorio diColonia e canto lirico con ilsoprano Klesie Kelly(USA). Ha frequentato icorsi di perfezionamento

presso la Sommerakademie del Mozarteum diSalisburgo, la Hugo-Wolf-Akademie di Stoccardacon Gérard Souzay e nel quadro del festival Richard-Strauss-Festspiele di Garmisch-Partenkirchen conHermann Prey. Dal 1995 ha approfondito gli studidel repertorio operistico italiano con il baritono S.Bruscantini presso l’Accademia di Santa Cecilia aRoma, dove ha cantato in qualità di protagonista laCenerentola di Rossini al teatro Valle. In seguito haproseguito il suo perfezionamento col sopranoGabriella Ravazzi a Genova. Vincitrice di una borsa di studio della fondazioneRichard-Wagner-Stiftung, ha partecipato, comeinterprete solista, a vari festival internazionali qualiSettembre Musica di Torino, Emilia RomagnaFestival, Chants sacrés en Méditéranée di Marsiglia,Arts baroques en Provence, MusikfestspielePotsdam Sanssoucis, MusikTriennale 2000 diColonia; ha collaborato con Ensemble Modern diFrancoforte, l’orchestra dell’Opera di Stato e l’or-chestra della radio BR di Monaco di Baviera, l’or-chestra sinfonica di Amburgo, l’orchestraFilarmonica di Praga, l’orchestra della radio WDR diColonia. Dal 1998 lavora stabilmente all’Opera diStato di Monaco di Baviera dove ha cantato sotto ladirezione di Zubin Mehta ed Ivor Bolton.

L’Ensemble Barocco della Tuscia è stato creatonel 2007 con l’intento di favorire la diffusione dimusica cameristica di rara esecuzione; attraverso lacollaborazione di musicisti locali emergenti esportatali produzioni anche all’estero onde favorire la dif-fusione del prodotto culturale della provincia diViterbo attraverso i suoi migliori giovani esponen-ti. Il debutto dell’Ensemble è avvenuto a Monaco diBaviera, durante una importante manifestazione dipromozione turistica, ed ha subito riscosso unanimiapprezzamenti per l’alta qualità delle esecuzioni.I programmi comprendono il repertorio sonatisticodel barocco e varie cantate da camera di autori ita-liani e tedeschi, per la realizzazione delle qualil’Ensemble collabora con importanti voci del pano-rama musicale internazionale. Hanno fatto finoraparte dell’Ensemble gli oboisti Marco Salvatori(primo oboe dell’ Orchestra del Maggio MusicaleFiorentino ) e Giulio Costantino, i violinisti PaoloMarchi e Alessandro Marini, il violista AlessandroMarchi, la violoncellista Alessandra Vitali conRiccardo Marini al cembalo che ne cura laDirezione Artistica.

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CHIESA DI SAN FRANCESCO - 30 AGOSTO 2008, ORE 21.00

Ensemble Barocco della TusciaSusanne Kelling soprano

MUSICHE DI TELEMANN, HÄNDEL, DEGLI ANTONII, QUANTZ

Roberto Cilona, flautoPaolo Marchi, violino

Alessandra Vitali, violoncelloRiccardo Marini, clavicembalo e direzione

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I LUOGHI DEL FESTIVAL: RONCIGLIONE

Di fronte al Palazzo Comunale si erge laFontana Grande o dei Cavalli Marini, un ele-gante esempio di fontana da piazza attribuitapopolarmente al Vignola, l’architetto del palaz-zo Farnese a Caprarola, in realtà commissiona-ta dal cardinale Alessandro Farnese ad AntonioGentili da Faenza ed eretta nel 1566. Attornoalla fontana sono fiorite leggende, come quellache voleva i cavalli marini interi con briglied’oro rubate al tempo dell’incendio dei france-si (1799) ed altre fantasticherie, come quellache ai lati della fontana fossero collocate quat-tro vasche minori usate come abbeveratoi.

all’altare maggiore “Apparizione della Madonnaa S. Francesco di Sales” di Sebastiano Conca, e“Madonna del Suffragio” di anonimo del XVIIIsecolo. Presso il primo altare è uno splendidoCrocifisso ligneo quattrocentesco e una“Madonna Addolorata”, statua lignea pure delXVIII secolo, mentre in fondo alla parete una teladel Cavalier d’Arpino raffigura la “Crocifissione”e di fronte, nella parete sinistra, “Gesù e S.Andrea”, copia seicentesca di Francesco Giorgi

da un quadro del Barocci del 1583. In unacappella interna sono custoditi una tavoladel tardo cinquecento e un tabernacolo rina-scimentale attribuito al Sansovino.Notevolissimo anche un tabernacolo eucari-stico in marmo pario, originariamente un’a-ra romana utilizzata anche come mensa d’al-tare: due iscrizioni, una medioevale del1214 e una rinascimentale del 1483, si rife-riscono alle successive riutilizzazioni; ladecorazione è pure quattrocentesca.In un piccolo giardino interno è un bell’arcotrionfale con fregio rinascimentale.

La chiesa di S. Maria della Pace, fatta costruireper i Padri Agostiniani dal cardinale AlessandroFarnese dopo la metà del XVI secolo ed attribui-ta al Vignola o al Rainaldi, ha semplice facciatacorsa da lesene.L’interno, ad unica navata e tetto a capriate, esi-bisce un altare barocco aggiunto nel 1618 e laCantoria sopra l’ingresso realizzata dal Vani inepoca successiva.Notevoli i dipinti conservati nella chiesa: vicino

CHIESA DI SANTA MARIA DELLA PACE

FONTANA GRANDE

A sin. S.Maria della Pace. Facciata (foto F.Biganzoli)

In basso: Fontana Grande. Particolare(foto G. Cerica)

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CHIESA SANTA MARIA DELLA PACE - 6 SETTEMBRE 2008, ORE 21.00

La Stagione ArmonicaSergio Balestracci direttore

La Stagione Armonica viene fondata nel 1991 daimadrigalisti del Centro di Musica Antica diPadova, del quale hanno costituito il nucleo fon-damentale dal 1981. L’ensemble, specializzato nelrepertorio rinascimentale e barocco, ha lavoratocon musicisti quali Andrea von Ramm, AnthonyRooley, Nigel Rogers, Jordi Savall, Peter Maag,Gianandrea Gavazzeni, Gustav Leonhardt,Andrea Marcon, Ottavio Dantone, ReinhardGoebel, e con orchestre e gruppi strumentali tracui Hesperion XX, Orchestra di Padova e delVeneto” Il Giardino Armonico, AccademiaBizantina, Orchestra Barocca di Venezia. Ha partecipato ai più importanti festival e rasse-gne in Italia e all'estero. Ha tenuto concerti inSvizzera, Germania, Francia, Portogallo, Austria,Spagna, Gran Bretagna, Belgio e Olanda e colla-borato con enti ed associazioni quali il Teatro LaFenice di Venezia, l'Ente Lirico Arena di Verona,l'Unione Musicale di Torino, la Schola CantorumBasiliensis. Ha registrato per la RAI e per le radioe televisioni tedesca, svizzera, francese, belga edha inciso per Astrée, Rivo Alto, Tactus, Denon,Argo-Decca, Bongiovanni, Arabesque,Symphonia, CPO, Deutsche Grammophon e perla rivista Amadeus. Oltre che del proprio gruppo vocale e strumenta-le, La Stagione Armonica si avvale della collabo-razione di cantanti solisti e strumentisti tra i piùrinomati specialisti del repertorio barocco. Dal

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1996 è diretta e preparata da Sergio Balestracciche ne ha assunto la direzione artistica. Dal 1997 ha inoltre intrapreso lo studio e la prati-ca del canto Gregoriano, fondando la ScholaGregoriana de La Stagione Armonica.

DUE GENERAZIONI A CONFRONTO

ALESSANDRO SCARLATTI (1660-1725)Toccata per organo n. 15 in do maggiore

Missa Clementina II a 5 (prima esecuzione in tempi moderni)

DOMENICO SCARLATTI (1685-1757)Fuga per organo K 58

Stabat Mater a 10 voci e bc

Gabriele Palomba, Franco Pavan, tiorbeCarlo Rossi, organo

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La chiesa sorge sul colle del Duomo, già abitatofin dal tempo degli Etruschi, dove sembra fosseun tempio pagano dedicato ad Ercole il cuiricordo è oggi emblematicamente presente nelleone nemeo da lui ucciso che, insieme allapalma (conquistata a Ferento nel 1172), è lostemma della città. I primi dati sulla chiesarisalgono all’anno 805 in un documento delRegesto di Farfa. Il 1192 è l’anno della consa-crazione. Di originario impianto romanico, ha pianta basi-licale divisa in tre navate da due file di colonneche sostengono archi a tutto sesto; nella navatacentrale si conserva ancora l’originale pavimen-to cosmatesco.Alla seconda metà del XIV sec. si fa risalire laricostruzione del campanile in forme gotiche,scandito da quattro livelli di bifore e vivacizza-to dalla bicromia bianca e grigia di ascendenzatoscana. I lavori di ristrutturazione eseguiti nelXV-XVI sec. vedono il rifacimento dell’anticafacciata romanica mentre, nella seconda metàdel Seicento, verranno occultate le ultime testi-monianze della chiesa medioevale. Danneggiatadalle incursioni aeree del 1944, la cattedrale èstata restaurata ripristinando le antiche formeromaniche, e conserva numerose testimonianzeartistiche come un pregevole ciclo affrescatoattribuibile ad Antonio del Massaro detto “IlPastura”; la Cappella Bonaparte; il monumenta-le fonte battesimale in marmo realizzato daFrancesco d’Ancona (1470); una telacon la raffigurazione della“Decollazione di S. Giovanni Battista”,opera di Anton Angelo Bonifazi; la“Sacra Famiglia e S. Bernardino” diGiovan Francesco Romanelli (1612-1662); la cappella dei SS. Ilario eValentino, progettata nel 1696 dall’ar-chitetto Giovan Battista Contini e deco-rata da Ludovico Mazzanti; una tela diMarco Benefial raffigurante S. Lorenzo.

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I LUOGHI DEL FESTIVAL: VITERBO

CATTEDRALE DI SAN LORENZO

Cattedrale di San Lorenzo. Esterno e interno(foto G. Cerica)

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Ton Koopman hafondato l’AmsterdamBaroque Orchestranel 1979. Il gruppo èformato da musicistispecializzati nell’am-bito della musicabarocca a livellointernazionale che siritrovano insiemevarie volte all’annoper preparare ed ese-guire nuovi program-

mi. Per i musicisti ogni concerto è una grande espe-rienza e l’energia unita all’entusiasmo di Koopmansono una garanzia della migliore qualità di ogni sin-gola rappresentazione. Il repertorio dell’orchestracomprende tutti i brani strumentali e vocali compo-sti tra il 1600 e il 1791. “Traccio il confine allamorte di Mozart” afferma Ton Koopman. Per la rara combinazione di chiarezza e flessibilitànell’interpretazione l’Amsterdam Baroque Choir èconsiderato uno dei cori più significativi presentinel panorama odierno.Nel 1994 Ton Koopman, insieme all’AmsterdamBaroque Orchestra & Choir, ha intrapreso la realiz-zazione di uno dei più ambiziosi progetti discogra-fici delle ultime decadi: l’esecuzione e la registra-

JOHANN SEBASTIAN BACH

Cantata “Weichet nur, betrübte Schatten” BWV 202 (1718)Cantata “Ich habe genug” BWV 82 (1727)

Concerto per oboe e violino in do minore BWV 1060Cantata “Ich geh und suche mit Verlangen” BWV 49 (1726)

Johannette Zomer, sopranoKlaus Mertens, basso

Catherine Manson, Foskien Kooistra, David Rabinovich, violiniSabine Dziewior, viola

Jonathan Manson, violoncelloMichele Zeoli, contrabbassoAntoine Torunczyk, oboe

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CATTEDRALE DI SAN LORENZO - 9 SETTEMBRE 2008, ORE 21.00

Amsterdam Baroque OrchestraTon Koopman direttore

zione del ciclo completo delle Cantate di Bach, siasacre che profane, eseguite secondo le più recentiricerche musicologiche. Per i primi 4 volumi TonKoopman e l’Amsterdam Baroque Orchestra &Choir hanno ricevuto il Deutsche SchallplattenpreisEcho Klassik in Germania. Del progetto fannoparte anche tre pubblicazioni sulle Cantate scritte daChristoph Wolff e Ton Koopman, e la trasmissioneda parte della TV olandese di 6 documentari dedi-cati a questo straordinario progetto.L’Orchestra ha prodotto per diverse case discogra-fiche registrazioni delle maggiori opere barocche eclassiche. Tra i molti premi ha ricevuto ilGramophone Award, Diapason d’Or, 10-Repertoire, Stern des Monats-Fono Forum, PrixHector Berlioz e due Edison Awards.

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I LUOGHI DEL FESTIVAL: VITERBO

PALAZZO DEI PAPI

Il Palazzo è un complesso imponente caratteriz-zato da massicci contrafforti che lo identificanopiù come una fortezza che non come una resi-denza. Vi si accede da un’ampia scala, sormon-tata da due colonne e terminante in un vastoripiano, con parapetti ad avancorpo, sostenutoda un arco. Nella sobria facciata, coronata damerli guelfi, si aprono sei finestre a feritoia e seifinestre a bifore trilobate che danno luce allaSala del Conclave, di gran lunga la più famosadi tutto il monumento. I due archetti trilobati diciascuna finestra poggiano sulla colonnina dimezzo e sulle due mezze colonnine dei lati,adorne di capitelli a caulicoli, con le basiunghiate ai quattro angoli. Sulla facciata sidistinguono gli stemmi dei Gatti. La Loggia fufatta costruire, infatti, da Andrea di BeraldoGatti nipote di Raniero e a lui succeduto nellacarica di Capitano del Popolo nel 1267. Fuaggiunta probabilmente per sopperire alla man-canza di un verone da cui il pontefice potesseaffacciarsi per benedire le folle e colpisce unacerta differenza di stile con il palazzo, sebbenela cornice che collega i due prospetti crei unasintesi architettonica di non comune genialità. Instile gotico, ha sette arcate con un doppio ordinedi otto colonnine sostenenti archi a tutto sestoche formano archi a sesto acuto: suggestivafusione della forma ogivale con la romanica. Ilcolonnato è sormontato da una trabeazione ametope in cui sono raffigurati, in origine anima-ti da una vivace policromia, il leone di Viterbocon la lancia trifida simulante la palma diFerento, lo stemma della famiglia Gatti (scudicon quattro barre orizzontali), l’aquila ad alispiegate simbolo dell’Impero e le doppie infuleinsieme alle chiavi papali. Un identico disegnoera sull’altro lato raccordato al primo da untetto: l’eccessivo peso della trabeazione, sovrap-posta all’esile teoria delle colonnine, aumentatodalla spinta dei due spioventi della coperturagravò talmente su queste che già poco dopo il1325 crollò il prospetto a valle ed il tetto. L’altroprospetto fu salvato frapponendo agli archi unasolida muratura rimasta fino agli inizi di questo

secolo quando vennero effettuati lavori direstauro all’intero edificio, eliminando anchel’avancorpo che nella seconda metà delCinquecento era stato costruito lungo l’interafacciata del palazzo. La loggia poggia su ungrande arco con un sottostante pilastro ottagona-le al cui interno è la tromba di una cisterna checonteneva l’acqua portata fino al Palazzo Papaledalla sorgente della Mazzetta. Parti di questo fonspapalis, la tazza a scannellature ornata da teste dianimali e il sostegno centrale, pare costituiscanola fontana che si trova al centro della loggia com-posta nell’insieme da varie parti di epoche diver-se. Ebbero come dimora il Palazzo di Viterbomolti papi tra cui Giovanni XXI, eletto nel 1276e morto nello stesso anno, il cui sepolcro è nellaCattedrale; Martino IV eletto nel 1280 non senzapressioni lasciò la città scagliando su di essa l’in-terdetto. Condannata a diroccare una buona partedelle mura cittadine, Viterbo vide cadere nell’ab-bandono il superbo palazzo che divenne infine ladimora dei vescovi diocesani.

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Palazzo dei Papi (foto F. Biganzoli)

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Il Clemencic Consort, costituito da quasi cinquan-ta anni, si avvale di musicisti internazionali il cuinumero può variare da tre a quarantacinque secon-do le esigenze del programma: mirata a ricreareun’ interpretazione storicamente autentica, l’intensa attività del consort si realizza in un vastis-simo repertorio che va dalla musica medioevale aquella barocca, in un ventaglio di proposte chetestimoniano la straordinaria apertura dei suoi ele-menti alle varie forme di musica. Oltre ad un cen-tinaio di incisioni discografiche, ai concerti tenutiin tutto il mondo, alle produzioni radiotelevisiveed ai numerosi riconoscimenti internazionali,sono da ricordare le rappresentazioni di commediemedioevali, di opere barocche e di oratori, a voltecon la partecipazione di attori e danzatori, perfinocon la Commedia dell’Arte.

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CATTEDRALE DI SAN LORENZO - 12 SETTEMBRE 2008, ORE 21.00

Clemencic ConsortRené Clemencic direttore

IN DULCI JUBILO

MUSICHE DI PICCININI, COZZOLANI, MONTEVERDI, LANDI

BARTOLOTTI, SANZ, DE MURCIA, COUPERIN HÄNDEL

Radu Marian, sopranistaArmin Gramer, controtenorePierre Pitzl, chitarra barocca

René Clemencic, organo, clavicembalo, flauto dolce

René Clemencic,è compositore, di-rettore d’orchestra,virtuoso di flauto,fondatore e diret-tore del ClemencicConsort; musico-logo e scrittore,dottore in filosofia,collezionista di in-cunaboli, di libriemblematici e disculture. Dopo glistudi di filosofia,matematica e musicologia a Vienna e Parigi silaurea nel 1956 con la tesi “Essere e coscienzain Luois Lavelle” all’ Università di Vienna.

Studia il flauto dolce, il cla-vicembalo e la prassi esecu-tiva della musica antica aVienna, in Olanda e aBerlino. Studia teoria dellamusica e composizione conE. Ratz e J. Polnauer, allievie amici di Schoenberg, e lateoria dodecafonica di J.M.Hauer da Johannes Schwe-iger. Ha inciso più di 100dischi e cd, da solista e diret-tore del Clemencic Consort edi diverse orchestre di tuttoil mondo.

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I LUOGHI DEL FESTIVAL: VITERBO

che prevedevano grandi scenografie, basti pensareche l'attuale uscita di sicurezza sul fondo del palcoveniva utilizzata per introdurre carrozze e cavalli perparticolari rappresentazioni. Danneggiato dai bom-bardamenti che colpirono la città nel 1943-44, l’edi-ficio venne in seguito totalmente ceduto dallaSocietà dei Palchettisti all’AmministrazioneComunale. In un documento del 1950 l’ingegnereromano Domenico Smargiassi lodò l’architettura inmuratura e non in legno del Vespignani, che avevapermesso così di salvarne la struttura. Ad oggi leuniche parti che si conservano della struttura origi-naria sono i palchi e parti della facciata.Il soffitto è opera del pittore viterbese AngeloCanevari, mentre a Felice Ludovisi fu affidata larealizzazione delle tele del soffitto dell'atrio e dellabiglietteria. I medaglioni dell'atrio sono opera delpittore Badaloni. I meccanismi scenici riproduconofedelmente quelli originali. L’edificio ha una capien-za di 660 posti, dei quali 270 in platea ed i restantinei quattro ordini di palchi.

L’edificio, in stile neoclassico, esibisce un’ampiafacciata strutturata in due ordini, dorico e ionico, congrandi finestre sormontate da un "attico" e chiusa daun grande timpano. La nascita del teatro fu determi-nata dalla volontà della Società dei Palchettisti, piùtardi Società dell’Unione, costituita da cittadini chedesideravano uno spazio teatrale in alternativa al giàesistente Teatro del Genio. I progetti presentati in unprimo momento non convinsero i membri dellaSocietà; si decise così di dare vita ad un vero e pro-prio bando, in cui vennero inserite le misure dadover rispettare nell’ideazione del progetto. VinseVirginio Vespignani, già artefice del Teatro civico diOrvieto. I lavori, iniziati nel novembre del 1846, ter-minarono solo nel 1855. Il 4 novembre dello stessoanno il teatro venne inaugurato con la rappresenta-zione di “Rigoletto”. Più tardi fu perfezionata l’illu-minazione a cera della sala, sostituita nel 1855 daquella a gas, e completata la decorazione del soffit-to e dei lacunari, grazie all’opera dei bolognesiSamoggia e Dal Pane, e degli stucchi affidati aGiuliano Corsini da Urbino. Il lampadario, su dise-gno dello stesso Vespignani, fu realizzato dalla fab-brica Boni e Guerrini di Ancona, con materialeimportato da Parigi. Il teatro presenta una pianta ret-tangolare con sala semicircolare a ferro di cavallo,pareti ricurve e quattro ordini di palchi, il loggione,la galleria e il palcoscenico. Daniele Ferretti fu l’au-tore del meccanismo del palcoscenico, dotato di unosplendido sipario dipinto da Pietro Gagliardi con laraffigurazione di grandi poeti e musicisti italiani cheascendono al tempio della Gloria. Le sue proporzio-ni erano state studiate in funzione di opere liriche

TEATRO DELL’UNIONE

Teatro dell’Unione. Facciata, interno e particolaredel sipario (foto F. Biganzoli)

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JAZZ SEBASTIAN BACH

MUSICHE DI: PURCELL, BACH, MOZART, BRAHMS, ALBIONI, RAVEL, MURPHY,

LENNON/MCCARTNEY, N.DRAKE, JEM/GREEN, PIAZZOLLA, COREA, JONES, VIVALDI,

Soprani: Julie Kench – Joanna Goldsmith

Contralti: Clare Wheeler - Johanna Marshall

Tenori: Christopher Jay - Richard Eteson

Bassi: Tobias Hug – Kevin Fox

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TEATRO DELL’UNIONE - 13 SETTEMBRE 2008, ORE 21.00

The Swingle Singers

Dite a un trombettista che fa “cantare” il suostrumento: gli avrete fatto un grande elogio, maprovate a dire a un cantante, che sembra unatromba! La risposta non sarà gentile, a meno chenon abbiate a che fare con The Swingle Singers.“Cantare una musica eseguendola come se fossesuonata”: questo è, in breve, il motto degliSwingle Singers e della loro attività. Il complesso, costituito da Ward Swingle agliinizi degli anni ’60 a Parigi, poi ricomposto inoccasione del trasferimento di questi a Londra,sulla base del doppio-quartetto con otto vocalistieducati secondo i canoni della tradizione coraleinglese sulla quale Swingle proseguí la sua ricer-ca stilistica - introducendo e definendo quell’or-mai inconfondibile sound che lo caratterizza -riscosse subito l’approvazione del pubblico edella critica.La tecnica vocale impeccabile, la notevolearmonia e fusione dei timbri musicali, permetteagli Swingles di avere un repertorio che spaziada Bach al Jazz, dai madrigalisti francesi a DukeEllington, da Mozart a Gershwin. Sebbene Ward Swingles si sia trasferito nellanativa America per attivitá didattiche, il com-plesso continua ad avvalersi della sua consulen-za artistica, proseguendo sempre con maggiorsuccesso il suo cammino che si applica nei cen-tri di produzione classica come in quelli di jazz,del pop, musica contemporanea, oltre chenell´ormai tradizionale concerto speciale dellanotte di Natale al Canadian Brass di Toronto.

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I LUOGHI DEL FESTIVAL: VITERBO

L’edificio, unitamente all’adiacente complessomonastico, nasce agli inizi del XIII secolo articola-to su una icnografia a croce latina coperta da unsemplice tetto a capriate decorato da pianelle dipin-te. La fondazione fu opera dei monaci premostra-tensi, ma pochi decenni dopo il complesso eraoccupato dall’ordine dei Servi di Maria che impo-sero la nuova dedicazione alla Madonna con il tito-lo di S. Maria della Verità. La facciata esterna, ricostruita nel secondo dopo-guerra, si propone in forme semplici, con una corti-na di lastre di peperino su cui si apre un portale cin-quecentesco, sormontato da lunetta vuota tra duestatue in pietra.L’interno, di una grandiosità essenziale intonata airifacimenti della seconda metà del Quattrocento,mostra il transetto aperto da un grande arco ogivaleche poggia su esili colonnine pensili. Gioiello della chiesa è la splendida cappellaMazzatosta che, a pianta quadrata in forme tardo-gotiche, conserva ancora l’originale cancellata inferro battuto e parte del pavimento a piastrelle dimaiolica. La cappella, fatta edificare nella metà delQuattrocento da Nardo Mazzatosta, aristocraticoviterbese, fu dipinta da Lorenzo da Viterbo che ter-minò la sua opera nel 1469. Le scene, di soggettomariano, distrutte dai bombardamenti aerei, venne-ro sottoposte ad un intervento di ricostruzione erestauro innovativo e rivoluzionario: ventitremilaframmenti furono recuperati e ricollocati in situ.Nella parete sinistra si articola il capolavoro cuiLorenzo deve la sua fama: nella lunetta superiore la“Presentazione di Maria al Tempio”, nel fascionesottostante lo “Sposalizio di Maria”. L’affresco ha

CHIESA DI SANTA MARIA DELLA VERITÀ

anche un grande valore documentaristico, “…sonomolti giovani cavati dal naturale” scriverà il croni-sta viterbese Nicolò della Tuccia raffigurato anch’e-gli tra la folla. La chiesa di S. Maria della Verità ancora conserva,inoltre, frammenti della decorazione pittorica chetra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo orna-vano le cappelle precedenti ai rifacimenti rinasci-mentali

S. Maria della Verità. Interno e particolare dellavolta della Cappella Mazzatosta (foto G. Cerica)

Cappella Mazzatosta. Lo sposalizio della Vergina(foto arch. fot. APT)

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strumenti di G.F. Händel. La Risonanza è ospi-te regolare dei più importanti festival di musi-ca antica quali il Festival di Utrecht, di Brugge,il Festival di Cuenca, di San Sebastian, diSantander, di Saint Michel en Tiérache e diimportanti istituzioni quali il Bozar diBruxelles, il Rheingau Musik Festival diWiesbaden, Styriarte di Graz, l’Arsenal diMetz, l'Accademia di Santa Cecilia di Roma ela Società del Quartetto di Milano.

HÄNDEL: LA MUSICA SACRA ITALIANA

O qualis de coelo sonus “Mottetto per soprano, archi e bc”Haec est Regina Virginum “Mottetto per soprano, archi e bc”

Sonata a 5, Salve Regina “Mottetto per soprano, organo, archi e bc”

Il pianto di Maria “Cantata per soprano, archi e bc” (Händel-Ferrandini)

Yetzabel Arias Fernandez, soprano

Nick Robinson, Silvia Colli, Rossella Borsoni, Claudia Combs, violini

Gianni De Rosa, viola

Caterina Dell’Agnello, violoncello

Davide Nava, violone

Fabio Bonizzoni, clavicembalo, organo, direzione

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CHIESA DI SANTA MARIA DELLA VERITÀ - 19 SETTEMBRE 2008, ORE 21.00

La RisonanzaFabio Bonizzoni direttore

Fondata nel 1995 da Fabio Bonizzoni come unensemble vocale e strumentale, La Risonanzasi è progressivamente trasformata in un’orche-stra da camera su strumenti originali. Il suorepertorio è quello della musica italiana e, piùin generale, della musica influenzata dallo stileitaliano scritta nel XVII e XVIII secolo e pre-senta spesso programmi in cui partecipanosolisti vocali. Dopo aver registrato nel 1996 un CD dedicatoa Girolamo Frescobaldi per la rivistaAmadeus, la Risonanza ha inciso unCD con la Missa non sine quare diJohann Caspar Kerll per la casa dis-cografica Symphonia (disco che havinto lo “CHOC” di Le monde de laMusique) ed un CD dedicato alle can-tate di Luigi Rossi pubblicato daStradivarius.Attualmente, per Glossa ed in colla-borazione con la Facoltà diMusicologia dell'Università di Paviae con l'Associazione Händel diMilano, La Risonanza è impegnatanel primo progetto di registrazioneintegrale delle cantate italiane con

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I LUOGHI DEL FESTIVAL: VITERBO

L’attuale edificio, frutto della ricostruzione deldopoguerra, è il risultato di una fase costruttivafrancescana iniziata nel 1236 e di una successiva diampliamento in pure forme gotiche realizzatoquando Viterbo era sede della corte pontificia.La facciata è caratterizzata da un’apertura ad arco instile romanico con colonnine tortili, tre monoforeed un semplice oculo. Sull’angolo destro è colloca-to un pulpito eretto nel 1429, mentre dietro si scor-ge il campanile a vela con due fornici.La grandiosa navata unica è chiusa da un’absidequadrata, nella quale si apre una grande quadrifora

CHIESA DI SAN FRANCESCO

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gotica con rosoni. Lecapriate del tetto,rimesse in luce dairestauri che hanno eli-minato le volte baroc-che, sono sostenuteda archi a sesto acuto;l’abside ed il transettosono coperti da volteogivali profilate dacostoloni che ricado-no su pilastri compo-siti, decorati conmotivi floreali dischietto stile gotico.Nel transetto destro siconservano i resti delmonumento funebre di Pietro di Vico, realizzato daPietro di Oderisio nel 1269, raffinata creazione instile gotico impreziosita da stemmi e mosaici.Un arco a sesto acuto, strombato e ornato da colon-nine tortili immette nella cappella del S.S.Sacramento, eretta dalla famiglia Gatti, potentefamiglia di origine brettone protagonista della vitacivile e politica di Viterbo. A fianco emerge in tuttoil suo splendore il Mausoleo di Adriano V attribui-to ad Arnolfo di Cambio, monumento gotico-cosmatesco, autentico gioiello d’arte medievale; lastatua coricata, vestita con abiti pontificali, è postasu un duplice basamento intarsiato con splendidimarmi policromi. In simmetria, nel transetto sinistro, è il Mausoleo diClemente IV, di Pietro Oderisio (1270), un taberna-colo in stile gotico con la statua distesa su un sarco-fago romano con bassorilievo collocato su un basa-mento marmoreo decorato con intarsi di suggestivapolicromia. Sempre nel transetto sinistro è il porta-le d’accesso alla cappella Botonti (sec. XVI), per laquale era stata dipinta, tra il 1515 e il 1516, la cele-bre “Pietà” di Sebastiano Del Piombo, attualmenteconservata al Museo Civico.

Chiesa di San Francesco. Facciata, interno e monu-mento a Papa Adriano V (foto G. Cerica)

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CHIESA DI SAN FRANCESCO - 20 SETTEMBRE 2008, ORE 21.00

è regolarmente presente nei piùimportanti festival di musicaantica. Il gruppo collabora conartisti acclamati qualiChristopher Hogwood (direttoreospite sin dal 1997), GustavLeonhardt, Pieter Wispelwey,Cecilia Gasdia, etc. Fin dall'apparizione della suaprima registrazione L'Artedell’Arco ha ricevuto premi qualiil Premio Internazionale delDisco Antonio Vivaldi a Venezia(1995, 1996) e tutti i maggioririconoscimenti dei periodici spe-

cializzati e dalla stampa internazionale. Nel 1997 L’Arte dell’Arco ha avviato uno dei pro-getti di registrazione più ambiziosi delle ultimedecadi: l'incisione completa di tutti i Concerti diTartini.

L’Arte dell’Arco sin dalla suacostituzione nel 1994 ha ottenutoil riconoscimento internazionaleper i suoi concerti e le sue regi-strazioni. Fanno parte dell’en-semble padovano alcuni deimigliori musicisti italiani, specia-lizzatisi nell’esecuzione su stru-menti antichi collaborando con lepiù importanti orchestre baroccheeuropee.L’Arte dell’Arco ha un organicovariabile che, partendo da un pic-colo ensemble di tre musicisti pergiungere ad orchestra classica di30 elementi, permette di affrontare un ampiorepertorio, ricercando e rivalutando anche lavorirari e dimenticati. Una particolare attenzioneviene posta alla riscoperta del repertorio venezia-no e dell’opera barocca italiana. L’Arte dell'Arco

L’Arte dell’ArcoChristopher Hogwood direttore

ANTONIO VIVALDI

L’Estro armonico, op. III

Federico Guglielmo, maestro di concerto al violinoChristopher Hogwood, cembalo e direzione

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I LUOGHI DEL FESTIVAL: VITERBO

San Pellegrino è un esempio di contrada duecen-tesca perfettamente conservata, dall'elevato valoreurbanistico, con le torri, le case, i cavalcavia, iprofferli (scale esterne), le bifore romaniche. Le case che si affacciano sulla Via San Pellegrinosono costruite direttamente sul tufo con muri rea-lizzati con blocchi di pietra squadrati, composte dauno o più piani. L’accesso dalla strada al primopiano della casa era garantito dal profferlo, mentreil locale a piano terra era adibito a bottega; alcuneabitazioni non si affacciavano direttamente sullastrada, ma avevano una corte, a volte in comunecon altre abitazioni, che in dialetto viterbese pren-de il nome di “richiastro”. Caratteristica di questoquartiere è anche la “casa a ponte” tipo di abita-zione che unisce due fabbricati, separati dalla stra-da, all’altezza del primo o del secondo piano,creando suggestivi passaggi coperti.Al centro del quartiere si apre l'omonima piazzacon il Palazzo degli Alessandri e sul retro l'impo-nente Torre Scacciaricci e la Chiesa di S.Pellegrino. Nel complesso l'aspetto della piazza,nonostante i vari rifacimenti succeduti nel tempo,è unitario e ciò è dovuto anche all'impiego, sia pergli edifici che per la pavimentazione, di peperinoe basaltina, pietre locali di origine vulcanica diuniforme colore grigio scuro. La chiesa di SanPellegrino, insieme al Palazzo, è la costruzionepiù importante e antica della piazza omonima,menzionata nei documenti di archivio già nel1045. Il suo aspetto dopo numerosi rimaneggia-menti si presenta oggi con un tetto a capanna, unrosone ed un portale sormontato da un arco a tuttosesto e sorretto a sua volta da due esili colonne concapitelli fogliati mentre della costruzione origina-ria si conservano alcuni tratti delle mura esterne eun arco a tutto sesto formato da conci a cuneo chesormonta il portale laterale. Il Palazzo degliAlessandri, unitamente allo stabile con il portico,congiunto a questo attraverso un passaggio aereosorretto da un mezz’arco, inteso come il comples-so della dimora nobiliare e degli alloggi dei dome-stici, fu costruito verso la prima metà del XIIIsecolo, in un momento fiorente per la città diViterbo. Il modello della dimora, di estensione

QUARTIERE SAN PELLEGRINO

limitata, fu dovuto alla mancanza di grandi spaziedificabili all'interno delle mura urbane e talesituazione consentì a più immobili di essere forni-ti di un affaccio sulla via principale, ma allo stes-so tempo produsse un più intenso sviluppo inaltezza, l’utilizzazione dei piani sotterranei e lanascita delle “case-ponte”, o almeno la realizza-zione di una porzione del palazzo sulla via pub-blica. L’ordinamento della parte interna delPalazzo degli Alessandri mostra, infatti, aspettianaloghi a quelli di altre abitazioni della città,essendo formato da un piano interrato, un pianter-reno, un primo ed un secondo piano sebbene inquesta circostanza al pianterreno non si aprano leclassiche botteghe o negozi, giacché il casato eradi estrazione aristocratica. L’esterno è caratteriz-zato da un ampio balcone che si prolunga sotto ungrandioso arcone ribassato; di fronte, un semiarcoed un portico a due campate su massicce colonne,dietro il quale si eleva la Torre Scacciaricci.

San pellegrino in fiore. Sullo sfondo Palazzo degliAlessandri (foto F. Biganzoli)

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TEATRO DELL’UNIONE - 17 OTTOBRE 2008, ORE 21.00

I Solisti VenetiClaudio Scimone direttore

VIRTUOSISMO E MELODIA ITALIANA DAL BAROCCO AL ROMANTICISMO

MUSICHE DI BOCCHERINI, VIVALDI, DRAGONETTI, PASCULLI, PAGANINI, ROSSINI

Claudio Scimone, fondatore e direttore de “ISolisti Veneti”, direttore invitato presso moltedelle maggiori Orchestre mondiali e direttoreonorario dell’Orchestra Gulbenkian diLisbona, ha studiato direzione con DimitriMitropoulos e Franco Ferrara.Ha raggiunto una reputazione internazionalesul podio in qualità di direttore sinfonico e diopera dirigendo, fra l'altro al Covent Garden diLondra, all’Arena di Verona, al Teatro LaFenice di Venezia, alle Terme di Caracalla perl’Opera di Roma, al Rossini Opera Festival diPesaro, ai Teatri d’Opera di Zurigo, New York,Parigi (Chatelet), Macerata (Sferisterio),Houston, Melbourne, ecc. Ha al suo attivo leprime esecuzioni moderne rossiniane di “Mosèin Egitto”, “Maometto II”, “Edipo a Colono”,tutte per il Rossini Opera Festival di Pesaro, laprima vivaldiana di “Orlando Furioso”(Verona, Teatro Filarmonico), la prima moder-na di Salieri (“Le Jugement Dernier”) e nume-rosissime altre.

Ha fondato “I Solisti Veneti” nel 1959 aPadova, sua città natale, e da allora li ha guida-ti in oltre cinquemila concerti in più di ottantapaesi e nei principali Festival internazionali,rendendoli uno dei gruppi più prestigiosi ecelebri nel mondo. Ospite abituale delle piùimportanti reti televisive italiane e straniere, èstato al centro di alcuni dei più significativifilm o programmi televisivi di contenuto musi-cale tra cui “Vivaldi, pittore della musica” diFrançois Reichenbach e le “Le Sette UltimeParole di Cristo” su musica di F.J. Haydn, gira-to nella Cappella degli Scrovegni di Giotto,con la regia di Ermanno Olmi. La sua produ-zione discografica è vastissima e conta oltre350 titoli per le più importanti case a distribu-zione mondiale (Erato-WEA, Philips, BMG-RCA, ecc.). Si è dedicato con passione alla for-mazione dei giovani musicistici. È stato docen-te di Esercitazioni Orchestrali presso ilConservatorio di Venezia e, per 27 anni,Direttore del Conservatorio di Padova.

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Benvenuti nella Tuscia ViterbeseBenvenuti in una terra dal cuore antico, pun-teggiata da laghi e boschi secolari, da areearcheologiche, da ville e palazzi rinascimen-tali, da miracolose sorgenti termali ...

Benvenuti in provincia di ViterboQui i borghi medievali, appollaiati sulle rupitufacee, sfidano le leggi della fisica; qui par-chi e riserve naturali sanno ancora racconta-re natura e ambienti incontaminati;qui gli itinerari culturali e turistici attraver-sano quattro millenni di storia...Benvenuti nelle strade del vino e dell’olio,tra prodotti tipici e tradizionali alla risco-perta di una cucina dal sapore unico ...

Benvenuti in Tusciainformadove è possibile scegliere la localizzazionedel soggiorno, i percorsi turistici da fruire ei servizi da prenotare.

Bomarzo - Parco dei mostri (Foto Mattioli)

Tarquinia - Ara della Regina(Foto Biganzoli)

Viterbo - Il Bulicame (Foto arch. APT)

Soriano nel Cimino. La faggeta(Foto F. Biganzoli)