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LO STADIO DELLO SCARABOCCHIO E DEL DISEGNO
Modulo II Lezione I
In questa lezione si parlerà delle origini del gesto grafico, con cenni di
grafomotricità, e di neurofisiologia del gesto grafico, a partire dallo
scarabocchio nel bambino, come forma importante di espressione del
sé, del suo inconscio e di comunicazione non verbale.
Si parlerà anche dell’evoluzione del gesto grafico dallo scarabocchio allo
stadio del disegno nel bambino, in linea o meno con l’evoluzione psico-
emotiva e cognitiva, fino alle prime forme di scrittura a mano.
Modulo II Lezione I
L’analisi del disegno e della scrittura in età evolutiva ci fa capire molte
cose sullo sviluppo del bambino. Molto spesso, attraverso questo
studio, possiamo comprendere le ragioni di tanti comportamenti e
rispondere a interrogativi che non trovano risposte con altre strade di
ricerca.
Introduzione
Il disegno è qualcosa di eccezionale, è l’espressione della nostra
profondità e i segreti dell’inconscio. La scrittura è la storia di ognuno di
noi. E’ anche la storia di un corpo e di una mente, di un cuore e di
sentimenti e di innumerevoli emozioni nascoste. Entrambe (disegno e
scrittura) consentono di aprirci alla complessità dell’essere umano.
Modulo II Lezione I
La grafologia studia il gesto grafico nella sua integrità sia neurofisiologica
che simbolica. Il gesto grafico è un prodotto della nostra energia interna,
unica ed individuale, che rappresenta la sintesi tra mente e corpo (fattore
genetico), tra l’io e l’altro (fattore ambientale), tra la debolezza interiore
e forza esterna (fase dell’imprinting).
Introduzione
Su queste basi il rapporto tra grafologia e crescita del bambino è
indiscutibile perché osservabile e analizzabile attraverso il disegno e la
scrittura.
Modulo II Lezione I
Il bambino vive tre periodi del suo sviluppo. Questi periodi
rientrano nella legge della natura per facilitare
il percorso di crescita del bambino e sono dimostrabili da
cambiamenti psico neurologici ma anche mentali e relazionali.
Il passaggio da un periodo all’altro avviene attraverso
un salto di qualità. E’ verso l’età di un anno e mezzo che il
bambino inizia a sperimentare lo SCARABOCCHIO.
Introduzione
Modulo II Lezione I
Un ottimo supporto all’analisi del grafismo infantile, a maggior
ragione in età pre-scolare, quando il bambino ancora non ha
imparato a scrivere, è rappresentato dall’interpretazione del
disegno, alla cui base troviamo lo stesso criterio valido per
l’interpretazione della scrittura, ossia il simbolismo dello spazio
magistralmente elaborato da Max Pulver negli anni ’30.
Immaginando il foglio su cui scriviamo come una proiezione
dell’ambiente in cui ci muoviamo, lo vedremo diviso in quattro
zone o “dimensioni spaziali”, rappresentative dei quattro grandi
vettori che orientano l’Io nella realtà con cui deve interagire.
Introduzione
Modulo II Lezione I
Entrano in gioco molti fattori nello scarabocchio: lo sviluppo
psicomotorio, la stimolazione da parte degli adulti, il desiderio
di comunicare e di esprimere emozioni e scoperte.
Nel corso dello sviluppo, il bambino migliora la coordinazione
tra il sistema percettivo ed il sistema motorio e la
sperimentazione permetti di scoprire le potenzialità di questo
mezzo comunicativo.
Introduzione
PREMESSA
Inizialmente il disegno è la semplice espressione del gesto, è una traccia che necessita di un mediatore
(dito e matita), poi le tracce permangono e vengono reiterate e quindi inizia l’uso del pensiero e il
tentativo di disciplinare quel gesto sentendosene causa.
Dalla fase dello scarabocchio, si arriverà a tracciare il cerchio, poi a nominare il disegno (anche se a
produzione finita) fino a una rappresentazione più variegata e complessa del disegno stesso. Insomma
un passaggio graduale: dal gesto, all’uso di uno strumento mediatore, all’intenzionalità, alla
permanenza della traccia stessa, fino alla sua denominazione ed esplicita rappresentazione.
Modulo II Lezione I
LO SCARABOCCHIO: LE PRIME RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE DEI BAMBINI
I primi disegni dei bambini sono realizzati con movimenti casuali e non controllati, il risultato sul foglio
è un insieme confuso e disordinato di linee, circolari o spezzate, in cui non si individuano immagini
socialmente condivise, come una palla o un fiore o un omino: è il modo del bambino di utilizzare la
matita e il colore sul foglio, tra i 12 mesi e i due anni di età circa; queste prime produzioni prendono il
nome di “scarabocchi”.
A ben guardarli, gli scarabocchi hanno dei tratti comuni in tutti i bambini di una stessa età ed infatti lo
sviluppo dell’attività grafico-pittorica è universale: gli studi hanno permesso di delineare degli stadi di
sviluppo della capacità grafica, nei primi tre stadi i bambini tracciano sul foglio degli scarabocchi.
Modulo II Lezione I
Il primo stadio viene denominato “dello scarabocchio disordinato” e si situa nella fascia d’età che va
dai 12 ai 18 mesi circa. In questo stadio gli scarabocchi dei bambini hanno tre caratteristiche principali:
• Sono disordinati
• Sono omolaterali
• Sono centrifughi
Il secondo stadio dello sviluppo grafico-pittorico è detto “stadio dello scarabocchio ordinato”: intorno
ai 18 mesi di vita negli scarabocchi iniziamo a riconoscere delle prime forme, anche se non ancora
possiamo attribuire a nessuna di queste un significato condiviso; lo scarabocchio resta principalmente,
anche in questo stadio, un’attività ludica motoria, di scarica di energia vitale, mentre l’intenzione
rappresentativa e comunicativa da parte del bambino arriverà soltanto più in là.
Modulo II Lezione I
Tra i due e i tre anni il bambino ad organizzare i suoi scarabocchi a forme riconoscibili, come radiali,
giri, soli, mandala; si accorge che c'è un rapporto tra i suoi movimenti e i segni ottenuti, inizia così
l’ultimo dei tra stadi di sviluppo in cui il bambino si esprime graficamente con gli scarabocchi, lo
“stadio delle forme”.
È grazie alla maturazione del sistema nervoso e della capacità motoria fine che il bambino inizia a
desiderare e poter controllare i suoi movimenti e di seguirli con lo sguardo: aumenta la coordinazione
tra i movimenti del braccio e della mano e lo sguardo e migliora anche la capacità del bambino di
mantenere l’attenzione sull’attività che sta svolgendo.
Modulo II Lezione I
L’EVOLUZIONE NEL DISEGNO
ETÀ ORIENTATIVE
FASI O ACQUISIZIONIESEMPI E/O IMPLICAZIONI
PSICOLOGICHE
2/3 ANNI PREGRAFISMO: il bambino comincia a pensare dipoter fermare il gesto e possiamo immaginareun inizio di disegno, una produzione un po’ piùstrutturata.
3 ANNI CONTROLLA PARTENZA E FINE. RIESCE ACHIUDERE LE LINEE APERTE.
Inizialmente il bambino denomina sempre dopo,prima vede cosa rivela spontaneamente ildisegno, è molto più preoccupato i identificarecosa disegna piuttosto di come lo disegna.
Finché non è vicino alla triangolazione nonriesce a disegnare quadrati o triangoli.
Piacere di fantasia, di associare con qualcosa.
Modulo II Lezione I
ETÀ ORIENTATIVE
FASI O ACQUISIZIONIESEMPI E/O IMPLICAZIONI
PSICOLOGICHE
4 ANNI CAPACITÀ DI PARTIRE DA UNA PARTE QUALSIASI EDI COLLEGARLA.Compare l’intenzionalità rappresentativa ed èimportante ed è importante a questo puntoosservare come il bambino corregge i disegni.Cominciano a distinguersi somiglianze edifferenze.Spesso il bambino è molto più preoccupato diidentificare cosa disegna piuttosto di comedisegna.
Esempi:La faccia con gli occhi attaccati alla circonferenzao le case con le finestre agli estremi, vedi lacapacità o meno di staccarsi un po’ dalla madre(si sentono separati ma hanno bisogno di essereappoggiati).
4/5 ANNI È come se dovesse cogliere il realismo di quelloche vede. Usa il disegno come linguaggio, noncome una sorta di trasposizione. Il disegnocomincia ad essere un segno di comunicazione.
Più il bambino è soddisfatto della sua traccia, piùla reitererà.
Esempi di trasparenze:Macchina con 4 ruote con omino all’interno chesi vede per intero).
Costanza dell’oggetto (ripetizioni).
Modulo II Lezione I
ETÀ ORIENTATIVE
FASI O ACQUISIZIONIESEMPI E/O IMPLICAZIONI
PSICOLOGICHE
5/6 ANNI Il bambino passa dal disegno tracciato da tutti ipunti di vista, al disegnare da un punto di vistaunico.
Passa dal disegnare tutto quello che sa disegnareal disegnare tutto quello che vuole.Passa da una fase indifferenziata e onnipotentead un disegno dove si vedono i particolari.
- Cade animismo- Il pensiero si evolve- C’è un minimo di soggettività (fuori dalla
simbiosi)
Concetto di permanenza dell’oggetto.Es. c’è un oggetto intero anche se non lo facciovedere tutto.
Modulo II Lezione I
Modulo II Lezione I
STILE DEL DISEGNO E TRATTI DI PERSONALITÀ
Ulteriori elementi concorrono ad un’esaustiva lettura del disegno infantile poiché la scelta di forme e
colori particolari esprimono il rapporto che c’è fra il pensiero e le emozioni, permettendo
all’immaginario del bambino di manifestarsi:
• Il tratto (più o meno calcato)
• Lo spazio (invasione o meno dell’area del foglio)
• Il colore (che uso ne fa?)
• Il simbolismo
• La narrazione che lo accompagna
I suddetti appaiono tutti come
aspetti significativi di cui avvalersi
prima di una mera interpretazione
psicoanalitica.
Modulo II Lezione I
TEST
• MACHOVER’S TEST o DISEGNO DELLA FIGURA UMANA
• I DISEGNI DELLE EMOZIONI
• DISEGNO DELLA FAMIGLIA DI ANIMALI (Brem Graser’s test)
• DISEGNO DELLA FAMIGLIA
• TEST DELL’ALBERO
• TEST DELLA CASA DI BUCK
Modulo II Lezione I
Modulo II Lezione I
Disegnare occupando una sola zona del foglio, lasciando il resto vuoto, segnala
una difficoltà di rapporto con quella specifica parte dell’universo simbolico: il bambino più
introverso, timido e riflessivo, bisognoso della protezione materna, che deve essere
particolarmente stimolato e incoraggiato, disegnerà privilegiando la sinistra, mentre il
bambino più estroverso, disinvolto, sicuro di sé e incuriosito dall’ambiente circostante si
espanderà su tutto il foglio, andando a occupare anche la zona destra.
Occupazione del foglio
Modulo II Lezione I
La predilezione per la parte bassa del foglio caratterizza un bambino dall’intelligenza
pratica, spesso ben inserito nel sociale, mentre il bambino più fantasioso, e magari
anche più svagato e distratto, occuperà di preferenza la zona alta. L’occupazione della
sola parte centrale può segnalare un senso di isolamento, di difficoltà di
comunicazione, soprattutto se il disegno si presenta piccolo e dal tratto leggero.
Maggiore socievolezza, espansività e ricerca di contatto fisico nella scelta del foglio in
posizione orizzontale; la scelta verticale ha invece una valenza meno affettiva e più
individualista: appartiene al bambino più indipendente, riservato, razionale.
Occupazione del foglio
Modulo II Lezione I
Il Test dei quattro elementi è utilizzato in Grafologia conbambini anche molto piccoli, che ancora non sanno scrivere,ma che già sono in grado di eseguire alcuni semplici disegni.
È anch’esso interpretabile sulla base del campo grafico diPulver, arricchito dall’espressività di quattro grandi simboli dalricchissimo e sfaccettato linguaggio.
Il test dei 4 elementi
Modulo II Lezione I
Il sole, principio maschile per eccellenza, collegato all’elemento fuoco, nei
disegni dei bambini rappresenta il padre. Positivo ed equilibrato se
collocato nella parte destra del foglio, a seconda della dimensione che
occupa descrive la “misura” della figura paterna nella vita del bambino: se
è eccessivamente grande può avere un richiamo un po’ opprimente,
soprattutto se di un rosso aggressivo. Se invece è troppo piccolo,
insignificante, dal colore pallido o senza raggi, evoca una carenza di
disponibilità, di sicurezza, se non addirittura un’assenza.
Il test dei 4 elementi
Modulo II Lezione I
L’acqua, elemento fluido e femminile collegato all’origine della vita, ci parla
del rapporto che il bambino ha con la madre. Se viene disegnata come una
specie di oceano che invade tutto lo spazio richiama una madre
iperprotettiva; se è una pioggia che cade simboleggia una madre
ipercritica o severa; se è un laghetto tranquillo evoca una madre
disponibile, rassicurante. Se l’acqua è disegnata vicino al sole e nella stessa
parte del foglio la coppia genitoriale trasmette al bambino serenità e senso
di unione, se i due elementi sono lontani il bambino percepisce un distacco
o un disaccordo. Cascate, fiumi scuri, mari agitati, presenza di rocce e sassi
indicano legami conflittuali, tensioni e disarmonie, soprattutto se disegnati
nella parte sinistra del foglio.
Il test dei 4 elementi
Modulo II Lezione I
La casa ha un importantissimo contenuto emotivo perché simboleggia la vita delbambino nel suo mondo familiare: nel test viene collegata all’elemento aria.
Fino ai 5 anni e mezzo circa è disegnata come un rettangolo tutto in altezza, e lefinestre sono altri piccoli rettangoli più meno regolari, spesso con dei trattiincrociati che a quest’età hanno unicamente un valore di auto-protezione e dirassicurazione sul proprio spazio vitale.
Il test dei 4 elementi
Dopo i 7 anni la casa si allarga sulla facciata orizzontale, ma bisognerà aspettare i9-10 anni per riconoscere l’idea della prospettiva, il rapporto delle proporzioni etutti i dettagli che la “personalizzano”: spesso i bambini particolarmenteimmaginativi, o quelli che cercano un rifugio ideale, rappresentano la casa comeun castello.
La cura con cui la casa è disegnata, la scelta di un colore più o meno vivace, lapresenza di finestre aperte o chiuse, servono a capire se il bambino si sentesufficientemente amato e protetto nell’ambiente in cui vive.
Modulo II Lezione I
Il serpente è collegato all’elemento terra e simboleggia, in questo test, il
bambino stesso, la sua curiosità, la vivacità della sua intelligenza, il suo
bisogno di conoscere, di esplorare, di guardarsi attorno.
È importante soprattutto la sua collocazione: fin verso i 7 anni il bambino
tende a disegnarlo a sinistra, perché il bisogno di protezione materna è
molto presente e non c’è ancora il desiderio di uscire dall’infanzia per
“avventurarsi” nel mondo. Se è disegnato a destra, grande e colorato, il
bambino è alla ricerca di spazio per appagare la sua curiosità: è vivace,
talvolta irrequieto, ansioso di scoprire cose nuove.
Il test dei 4 elementi
Modulo II Lezione I
Inizialmente il bambino tende a produrre un tracciato
da un punto e cerca di concludere nelle vicinanze dello
stesso punto, con un gesto arrotondato.
Il primo periodo
Modulo II Lezione I
Verso i due anni, il tracciato si frena in favore
di una rappresentazione meno impulsiva.
Ci può essere un tratto rettilineo.
Il primo periodo
Modulo II Lezione I
Verso i due anni e sette mesi, c’è una volontà
di organizzare il tracciato è più evidente, per
esempio nel voler unire un tracciato con un
altro.
Il primo periodo
Modulo II Lezione I
Nel primo periodo il bambino ha solo il disegno come
gesto grafico dapprima come gioco e poi come
arte liberatoria ed espressione delle proprie emozioni
interne e vissuto biografico inconscio. In questa
fase il bambino è molto sensibile agli agenti esterni e
qualsiasi trauma che subisce.
Il primo periodo
Scarabocchio circolare. Ilgesto è disteso e fluido
Scarabocchio con traccericche di tensione eaggressività
Modulo II Lezione I
Il primo periodo
Nel primo caso il ritmo si divide in due tipi diinclinazione (a sinistra e a destra) e il bambinousa il colore nero. Nel secondo caso il ritmo èpendolare. La bambina usa due colori conangolosità fortemente accentuate.
E lo spazio, come viene gestito?
Modulo II Lezione I
Il primo periodoNel primo caso c’è una convessità verso destra, unaspecie di asta ritorta, un solo colore, una povertà delgesto.Nel secondo caso il bambino ha riempito tutto lo spazio asua disposizione, l’ha arricchito di colori, ha creato enarrato una storia. Il tracciato è fatto di movimentiverticali e orizzontali, concavi e convessi angolosi e curvi.Certamente è un bambino che non si lascia travolgeredall’emozione primarie come la rabbia, la paura e la noiama va al di là. Osserva, è curioso, si meraviglia del mondocircostante, è pieno di stupore. Ha una carica esplosivainterna che bisogna canalizzare, fare in modo che ilfiume della vita arriva a sentire l’oceano.
E lo spazio, come viene gestito?
Modulo II Lezione I
Il primo periodoScarabocchio posto al centro del foglio.Annerimento, tratto pesante e forte appoggio.Il disegno sembra un gomitolo che si rannicchia, senzaslanci liberatori.
Modulo II Lezione I
Il primo periodo – dallo scarabocchio al disegno
Verso i 3 anni il bambino comincia a disegnare.Il disegno precede la scrittura soprattutto perché le regole del disegno sono molto piùelastiche di quella della scrittura ed il foglio bianco diventa dunque una palestra in cuipuò liberamente allenare le abilità motorie.
Tra i 4 e i 5 anni il bambino comincia a posizionare gli elementi sul foglio e adorientarli nello spazio.
La prima forma di orientamento spaziale che tende ad emergere è quella dellaverticalità; poi nei rapporti sinistra-destra, sotto-sopra, davanti-dietro.
A 5 anni il disegno è completo (testa, corpo, membra).
A 7 anni, le membra sono rappresentate con due tratti. Il sesso della figura umana èrappresentata dai vestiti.
A 8 anni compaiono le spalle e altri dettagli.
Modulo II Lezione I
Il primo periodo – dallo scarabocchio al disegno
Cosa esprime il disegno del proprio volto?
Bambino, 8 anni
Modulo II Lezione I
Il primo periodo – dallo scarabocchio al disegno
Disegno dell’albero fatto da 6 ragazzi in età prepubere (9anni).Anche in questo caso sono state date le stesseopportunità per il disegno in bianco e nero, a colori, lastessa ambientazione in classe, con atmosfera di gruppocollaborativa e senza stress.
Modulo II Lezione I
Il primo periodo – dallo scarabocchio al disegno
L’albero rappresenta un archetipo dell’umano (misterodella vita, crescita, nutrimento), del divino (il tempio,l’antica foresta) e del cosmico (nasce dalla terra e vaverso il cielo).L’albero 3 è un albero che si inserisce bene nella naturariprendei colori, la forma, la morbidezza, la forza, la generosità (frutti).L’albero 5 fa un passo in avanti: è il contatto tra la terrae il cielo, tra la il corpo e lo spirito anche se con qualchesenso di melanconia (la particolare forma della chioma,le nuvole), come un bisogno di vivere e godere la vitanella sua immensità, nella sua totalità. Nella sesta figuraci sono due alberi: due parti di sé in contrasto, nonarmoniose, probabilmente vissute in una condizione esituazione di disadattamento. C’è l’autunno e laprimavera, la gioia e il dispiacere.L’albero 1 e l’albero 4 si rifanno a degli stereotipi: c’è unsenso di infantilismo, di immaturità.
Modulo II Lezione I
Il primo periodo – dallo scarabocchio al disegno
Bambino, 7 anniIl disegno della famiglia
Modulo II Lezione I
Il primo periodo – dallo scarabocchio al disegno
Bambino, 6 anniIl disegno della famiglia
Modulo II Lezione I
Il primo periodo – dallo scarabocchio al disegno
Bambina, 11 anniIl disegno della famiglia
Modulo II Lezione I
Il primo periodo – dallo scarabocchio al disegno
Bambino, 13 anniIl disegno della famiglia
Modulo II Lezione I
Il primo periodo – dallo scarabocchio al disegno
Bambina, 6 anniIl disegno della casa, di sé, del sole, dell’alberoNatura estroversiva, equilibrata, buon attaccamentoalle figure genitoriali.
Modulo II Lezione I
Il primo periodo – dallo scarabocchio al disegno
Disegni fatti da bambini con un vissuto di disagio
Modulo II Lezione I
Il primo periodo – dallo scarabocchio al disegno
Disegni fatti da bambini con un vissuto di disagio
Bambino, 8 anni.Iperattivo, inquieto, ribelle
Modulo II Lezione I
MOLTO IMPORTANTE è L’ANALISI DEL TRATTO !
LO STADIO DELLO SCARABOCCHIO E DEL DISEGNO
PREMESSA
Modulo 2 Lezione 1
Inizialmente il disegno è la semplice espressione del gesto, è una traccia che necessita di un mediatore
(dito e matita), poi le tracce permangono e vengono reiterate e quindi inizia l’uso del pensiero e il
tentativo di disciplinare quel gesto sentendosene causa.
Dalla fase dello scarabocchio, si arriverà a tracciare il cerchio, poi a nominare il disegno (anche se a
produzione finita) fino a una rappresentazione più variegata e complessa del disegno stesso. Insomma
un passaggio graduale: dal gesto, all’uso di uno strumento mediatore, all’intenzionalità, alla
permanenza della traccia stessa, fino alla sua denominazione ed esplicita rappresentazione.
LO SCARABOCCHIO: LE PRIME RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE DEI BAMBINI
Modulo 2 Lezione 1
I primi disegni dei bambini sono realizzati con movimenti casuali e non controllati, il risultato sul foglio
è un insieme confuso e disordinato di linee, circolari o spezzate, in cui non si individuano immagini
socialmente condivise, come una palla o un fiore o un omino: è il modo del bambino di utilizzare la
matita e il colore sul foglio, tra i 12 mesi e i due anni di età circa; queste prime produzioni prendono il
nome di “scarabocchi”.
A ben guardarli, gli scarabocchi hanno dei tratti comuni in tutti i bambini di una stessa età ed infatti lo
sviluppo dell’attività grafico-pittorica è universale: gli studi hanno permesso di delineare degli stadi di
sviluppo della capacità grafica, nei primi tre stadi i bambini tracciano sul foglio degli scarabocchi.
Modulo 2 Lezione 1
Il primo stadio viene denominato “dello scarabocchio disordinato” e si situa nella fascia d’età che va
dai 12 ai 18 mesi circa. In questo stadio gli scarabocchi dei bambini hanno tre caratteristiche principali:
• Sono disordinati
• Sono omolaterali
• Sono centrifughi
Il secondo stadio dello sviluppo grafico-pittorico è detto “stadio dello scarabocchio ordinato”: intorno
ai 18 mesi di vita negli scarabocchi iniziamo a riconoscere delle prime forme, anche se non ancora
possiamo attribuire a nessuna di queste un significato condiviso; lo scarabocchio resta principalmente,
anche in questo stadio, un’attività ludica motoria, di scarica di energia vitale, mentre l’intenzione
rappresentativa e comunicativa da parte del bambino arriverà soltanto più in là.
Modulo 2 Lezione 1
Tra i due e i tre anni il bambino ad organizzare i suoi scarabocchi a forme riconoscibili, come radiali,
giri, soli, mandala; si accorge che c'è un rapporto tra i suoi movimenti e i segni ottenuti, inizia così
l’ultimo dei tra stadi di sviluppo in cui il bambino si esprime graficamente con gli scarabocchi, lo
“stadio delle forme”.
È grazie alla maturazione del sistema nervoso e della capacità motoria fine che il bambino inizia a
desiderare e poter controllare i suoi movimenti e di seguirli con lo sguardo: aumenta la coordinazione
tra i movimenti del braccio e della mano e lo sguardo e migliora anche la capacità del bambino di
mantenere l’attenzione sull’attività che sta svolgendo.
L’EVOLUZIONE NEL DISEGNO
Modulo 2 Lezione 1
ETÀ ORIENTATIVE
FASI O ACQUISIZIONIESEMPI E/O IMPLICAZIONI
PSICOLOGICHE
2/3 ANNI PREGRAFISMO: il bambino comincia a pensare dipoter fermare il gesto e possiamo immaginareun inizio di disegno, una produzione un po’ piùstrutturata.
3 ANNI CONTROLLA PARTENZA E FINE. RIESCE ACHIUDERE LE LINEE APERTE.
Inizialmente il bambino denomina sempre dopo,prima vede cosa rivela spontaneamente ildisegno, è molto più preoccupato di identificarecosa disegna piuttosto di come lo disegna.
Finché non è vicino alla triangolazione nonriesce a disegnare quadrati o triangoli.
Piacere di fantasia, di associare con qualcosa.
Modulo 2 Lezione 1
ETÀ ORIENTATIVE
FASI O ACQUISIZIONIESEMPI E/O IMPLICAZIONI
PSICOLOGICHE
4 ANNI CAPACITÀ DI PARTIRE DA UNA PARTE QUALSIASI EDI COLLEGARLA.Compare l’intenzionalità rappresentativa ed èimportante a questo punto osservare come ilbambino corregge i disegni.Cominciano a distinguersi somiglianze edifferenze.Spesso il bambino è molto più preoccupato diidentificare cosa disegna piuttosto di comedisegna.
Esempi:La faccia con gli occhi attaccati alla circonferenzao le case con le finestre agli estremi, vedi lacapacità o meno di staccarsi un po’ dalla madre(si sentono separati ma hanno bisogno di essereappoggiati).
4/5 ANNI È come se dovesse cogliere il realismo di quelloche vede. Usa il disegno come linguaggio, noncome una sorta di trasposizione. Il disegnocomincia ad essere un segno di comunicazione.
Più il bambino è soddisfatto della sua traccia, piùla reitererà.
Esempi di trasparenze:Macchina con 4 ruote con omino all’interno chesi vede per intero).
Costanza dell’oggetto (ripetizioni).
Modulo 2 Lezione 1
ETÀ ORIENTATIVE
FASI O ACQUISIZIONIESEMPI E/O IMPLICAZIONI
PSICOLOGICHE
5/6 ANNI Il bambino passa dal disegno tracciato da tutti ipunti di vista, al disegnare da un punto di vistaunico.
Passa dal disegnare tutto quello che sa disegnareal disegnare tutto quello che vuole.Passa da una fase indifferenziata e onnipotentead un disegno dove si vedono i particolari.
- Cade animismo- Il pensiero si evolve- C’è un minimo di soggettività (fuori dalla
simbiosi)
Concetto di permanenza dell’oggetto.Es. c’è un oggetto intero anche se non lo facciovedere tutto.
Modulo 2 Lezione 1
STILE DEL DISEGNO E TRATTI DI PERSONALITÀ
Modulo 2 Lezione 1
Ulteriori elementi concorrono ad un’esaustiva lettura del disegno infantile poiché la scelta di forme e
colori particolari esprimono il rapporto che c’è fra il pensiero e le emozioni, permettendo
all’immaginario del bambino di manifestarsi:
• Il tratto (più o meno calcato)
• Lo spazio (invasione o meno dell’area del foglio)
• Il colore (che uso ne fa?)
• Il simbolismo
• La narrazione che lo accompagna
I suddetti appaiono tutti come
aspetti significativi di cui avvalersi
prima di una mera interpretazione
psicoanalitica.
TEST
Modulo 2 Lezione 1
• MACHOVER’S TEST o DISEGNO DELLA FIGURA UMANA
• I DISEGNI DELLE EMOZIONI
• DISEGNO DELLA FAMIGLIA DI ANIMALI (Brem Graser’s test)
• DISEGNO DELLA FAMIGLIA
• TEST DELL’ALBERO
• TEST DELLA CASA DI BUCK
LA SCRITTURA NEL MODELLO SCOLASTICO E
L’APPRENDIMENTO DELLA SCRITTURA
Modulo II Lezione II
In questa lezione si parlerà del modello scolastico di riferimento nell’apprendimento della
scrittura, e cenni sul mancinismo.
Si parlerà anche del processo di apprendimento della scrittura da parte del bambino e leeventuali difficoltà che potrebbe incontrare in questo percorso, anche alla luce dei cambiamentiintervenuti nella società odierna con l’uso massivo delle tecnologie.
Prime forme di comunicazione scritta: pittografia e segno
o Ancor prima della comparsa della scrittura, l’uomo ha tramandato nel tempo le proprie
conoscenze mediante segni tracciati o incisi che raffiguravano immagini realistiche o stilizzate di
animali, persone, piante e di insiemi di segni, probabilmente con significato mitico e religioso.
o Questa forma primitiva di scrittura viene chiamata pittografia e i disegni o segni, pittogrammi;
nonostante la distanza geografica tra i popoli, taluni simboli assunsero forme uguali in paesi ed
epoche diverse.
Modulo II Lezione II
Prime forme di comunicazione scritta: pittografia e segno
o Tra il 25.000 e il 15.000 a.C. si sviluppa la grande arte parietale, di cui è rimasta traccia in vari
paesi del mondo, opera di gruppi di cacciatori-raccoglitori che raffiguravano uomini, animali,
bisonti, cervidi, cavalli, mammut, rinoceronti e felini, disegnati sulle pareti di rocce e di grotte.
o Probabilmente alcuni pittogrammi erano realizzati in luoghi sacri, isolati dalla comunità e legati a
riti di iniziazione delle attività divinatorie.
Modulo II Lezione II
Una curiosità…
Immagini realizzate sulle rocce con carbone di legna o ossido di manganese e poi sfumati con le dita
Modulo II Lezione II
Prime forme di comunicazione scritta: pittografia e segno
Con il passare del tempo intorno al 9000 a.C. si cominciò a disegnare
su corteccia d’albero, pietre, osso, avorio, pelli di animali, supporti
mobili che custodivano la memoria del popolo che veniva tramandata
ai giovani, e i lunghi racconti venivano disposti a spirale con l’inizio
della storia al centro.
Modulo II Lezione II
Una curiosità…
Il famoso Disco di Festo,ritrovato nell’isola di Creta,un disco di terracotta di cm20 e tutt’ora indecifrato.
Allevamento di bovini-Etàneolitica
Incisione rupestre del 2.000a.C.
Modulo II Lezione II
Prime forme di comunicazione scritta: pittografia e segno
o Compaiono intanto stilizzazioni di figure schematiche incise o dipinte con linee rette, incrociate,
curve, cerchi, triangoli, rettangoli, che rappresentano forme rudimentali di scrittura, che non
hanno permesso ad oggi di ricostruire un codice grafico significativo.
o Secondo gli studiosi della preistoria figure e pitture incise costituiscono un insieme di segni visivi,
che parlano un linguaggio da percepire nella totalità dei segni e che tutt’oggi è oggetto di
studio.
Modulo II Lezione II
Ideografia: prime forme di scrittura e istruzione
o Il gesto grafico comincia a coincidere con il linguaggio articolato:
nasce la scrittura sintetica o scrittura di idee o ideografia, in cui un solo
disegno ha lo scopo di suggerire un’intera frase lasciando ampio
margine all’interpretazione personale.
o La stilizzazione volontaria di forme naturalistiche nella scrittura non si
riduce solo a semplici esigenze di semplificazione, ma anche alla
nascita di concetti astratti.
Modulo II Lezione II
Ideografia: prime forme di scrittura e istruzione
o L’ideografia è la rappresentazione delle idee per mezzo dei segni che
suggeriscono quelle idee, quindi i segni richiamano un concetto per
elaborare un discorso.
o Il rapporto tra la singola parola e il segno che la rappresenta è più
stretto ed inizia a coincidere con il linguaggio parlato.
Modulo II Lezione II
Ideografia: prime forme di scrittura e istruzione
o Intorno al 3000 a.C. nascono diversi sistemi di scrittura ideografica: in
Egitto con i geroglifici, ed in Mesopotamia con la scrittura cuneiforme
dei Sumeri.
o La scrittura geroglifica, scrittura sacra va dal 3000 a.C. al III sec. d.C.,
ha qualche somiglianza con quella sumerica, ma si è evoluta più
velocemente, attraversando 4 fasi, sino a diventare libraria: lo scritto
veniva eseguito su papiro con pennello e inchiostro nero e rosso.
Modulo II Lezione II
Ideografia: prime forme di scrittura e istruzione
o I segni principali erano 24, era già un alfabeto e si poteva già considerare una
scrittura di parole. Gli egiziani ebbero una grande cura del sapere e
favorirono una notevole fioritura di scuole, alle quali potevano accedere solo
i figli dei sacerdoti e dei guerrieri.
o Le scuole avevano sede nei templi e gli insegnanti erano sacerdoti che
redigevano gli atti ufficiali del faraone e i testi sacri, venivano chiamati
ierogrammati = scrittori di cose sacre.
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Ideografia: prime forme di scrittura e istruzione
La scrittura cuneiforme del 3.200 a.C. è costituita da tratti geometrici,
diritti, verticali, orizzontali e obliqui, a forma di cuneo e veniva eseguita
su tessere di argilla, lamine di bronzo o d’oro, ciottoli, legno, cera e
cuoio. Essa ha costituito il mezzo espressivo di diversi popoli: Sumeri,
Assiri, Babilonesi, Persiani che hanno inciso nelle tavolette di argilla la
loro storia, le loro scoperte scientifiche, le leggi, gli eventi religiosi.
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Ideografia: prime forme di scrittura e istruzione
A differenza di altri supporti deperibili, l’argilla con le scritte è arrivata
ai giorni nostri, come il codice legislativo di Hammurabi di Babilonia del
1800 a.C. ed altri reperti importanti.
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Una curiosità…
Modulo II Lezione II
Ideografia: prime forme di scrittura e istruzione
o Nelle scuole assiro-babilonesi l’istruzione era riservata a persone di
alta casta, ai sacerdoti e magi, le donne e il popolo erano esclusi.
o I persiani curavano soprattutto l’educazione intellettuale e religiosa,
alle quali seguivano quella militare e civile.
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La nascita degli alfabeti e l’evoluzione della cultura greca
o L’Alfabeto nasce nel momento in cui i singoli segni non corrispondono
più alle immagini ma ai singoli suoni; la scrittura diventa fonetica ed è
il suo ultimo stadio evolutivo. Si riducono i segni a poche decine e le
combinazioni sono infinite.
o Il primo alfabeto nacque nel 1.300 a.c. ad opera dei Fenici, che lo
diffusero in tutto il Mediterraneo insieme alle loro merci, in quanto
erano un popolo di abili navigatori e commercianti.
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La nascita degli alfabeti e l’evoluzione della cultura greca
o L’alfabeto era composto da 22 lettere consonanti, ed ogni parola erain genere costituita da 3 di esse: trilitterismo.
o Ogni consonante corrispondeva all'inizio della parola a cui si riferiva,ad esempio m come mare.
o Semplice da imparare e quindi molto funzionale, creò le basi per lanascita degli altri alfabeti occidentali e orientali, ad eccezione di quellidell’Estremo Oriente.
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La nascita degli alfabeti e l’evoluzione della cultura greca
o Intorno all’anno 1000 a.C. i Greci crearono un alfabeto sulla base diquello Fenicio, adattandolo alla loro lingua e portando modifichesostanziali: aggiunsero le vocali, altre consonanti e diedero all’aspettografico dell’alfabeto simmetria e forma artistica.
o Con il passaggio dalla scrittura ideografica e cuneiforme, a quellafonicografica, si estese il processo di espansione della alfabetizzazioneche diede luogo in Grecia nei secoli VII e VI a.C., alla nascita diistituzioni educative, sulle quali verrà in seguito edificatol’ordinamento scolastico del mondo occidentale.
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Una curiosità…Alfabeto greco
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La nascita dell’alfabeto latino e l’istruzione romana
o Intorno all’anno 1.000 a.C. lungo il Tevere nacque la civiltà Romana,che diventò uno dei popoli più potenti del mondo antico.
o Nel VI sec. a.C. si originò la lingua latina, basandosi sull’alfabeto grecoe italico, dei quali vennero modificate alcune lettere per esigenzelinguistico-tecniche, e solo durante il I sec. d.C. avvenne lacodificazione dell’alfabeto latino, che è divenuto la base dellemoderne lingue occidentali.
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La nascita dell’alfabeto latino e l’istruzione romana
o I vari alfabeti esistenti in Italia si combinarono tra loro, influenzandosia vicenda e creando forme di scrittura più scorrevoli.
o La scrittura latina era dominante e divenne una moda, un elemento didistinzione, mantenne una grande stabilità nel tempo e conobbe unagrande diffusione grazie al diffondersi del potere di Roma.
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Una curiosità…Alfabeti italici
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Il Rinascimento: scrittura e istruzioneo Il Rinascimento, nato in Italia nel XIV sec. si diffuse sino al XVI sec. in
tutta Europa, portò grandi cambiamenti e fu caratterizzato dalrinnovamento culturale della lingua e della letteratura classica, dalrifiorire delle scienze, delle arti, della politica, degli studi e deicostumi.
o La scoperta della stampa di Gutenberg nel 1437, portò un grandecambiamento nella storia della scrittura; vi erano due scritture, quellamanuale e quella meccanica, la diffusione del sapere era cosìgarantita su ampia scala.
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Il Rinascimento: scrittura e istruzione
o La funzione del libro mutò radicalmente, assumendo un ruolo semprepiù importante, divenendo così uno strumento di studio e non piùsolo un oggetto di lusso.
o Nonostante questo fu mantenuto un largo uso della scrittura, per ilsuo aspetto pratico, in quanto le dimensioni e la disposizione spazialeerano libere e per l’aspetto di autenticità; basti pensare che idocumenti ufficiali, gli atti notarili e processuali sono stati scritti amano sino a non molto tempo fa.
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Il Rinascimento: scrittura e istruzione
o La scrittura diventò più vivace e vitale, nacque così la “cancellerescacorsiva” che esprimeva lo spirito del momento, mentre scomparve lascrittura libraria.
o Il concilio di Trento del 1545 diede un grande impulso alle scuole;incoraggiò gli istituti religiosi perché diffondessero l’istruzione a tutti,poveri e ricchi.
o Nel XVII sec. nacquero gli Istituti Magistrali per la formazione deimaestri; le scuole professionali per agricoltori, commercianti,industriali e artigiani; le scuole serali e domenicali che diedero grandeimpulso all’evoluzione dell’istruzione.
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Una curiosità…
Esempio di scrittura «cancelleresca corsiva»
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La nascita dell’istruzioneo L’istruzione con la nascita della scuola diventa un’attività intenzionale e formalmente
organizzata, che nel tempo ha acquisito maggiore specificità e complessità,
identificandosi come il processo di trasmissione di un complesso di conoscenze
selezionate e strutturate in programmi.
o Lo scopo è l’acquisizione da parte degli individui di determinate conoscenze e
tecniche per assicurare ad un gruppo sociale la sua continuità e identità nel tempo.
o Il significato culturale della nascita e dello sviluppo della scrittura è fondamentale per
comprendere l’importanza che questo strumento riveste nell’evoluzione
dell’istruzione, in qualità di pietra miliare della cultura.
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La calligrafia nelle scuole
o Nei sec. XV, XVI e XVII la scrittura cerca di adeguarsi ai criteri estetici e
formali del Rinascimento, superando la sua funzione principale di
rappresentazione scritta del linguaggio e di conservazione del
pensiero, per sviluppare l’arte della calligrafia.
o Molti umanisti europei studiosi della grafia o calligrafi fecero della
scrittura un campo di ricerca scientifica, furono scritti diversi trattati
sugli aspetti tecnici della scrittura latina e della scrittura dell’Europa
occidentale.
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La calligrafia nelle scuole
o Nel 1479 fu stampato il più antico trattato di calligrafia di Domenico de
Moyllis di Parma e nel 1522 fu pubblicato a Roma il primo manuale
italiano di calligrafia sulla scrittura italica, rotonda, elegante e corsiva,
ad opera dello scrivano papale Ludovico degli Arrighi, detto il
Vicentino.
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La calligrafia nelle scuole
o Nel sec. XVIII, con il risveglio scientifico dovuto all’Illuminismo, la
scrittura perse il suo aspetto vezzoso ed elaborato, per divenire più
semplice e lineare nell’aspetto, e grazie a questo cominciò ad
acquisire il carattere di individualità.
o Vi fu anche un grande cambiamento dovuto ai mezzi scrittori, dal
pennino e calamaio si passò alle penne stilografiche e le biro che
rendevano l’apprendimento della scrittura più facile.
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La calligrafia nelle scuole
o In Italia la calligrafia cessa di essere materia di apprendimento nel
1969, anno in cui viene ufficialmente abolita dai programmi
ministeriali.
o Oggi la calligrafia è stranamente assente in Italia, dove è nata, ma è
presente in Francia, Spagna, Gran Bretagna e Germania, dove esistono
le figure dei calligrafi professionisti.
o In Oriente la scrittura riveste ancora un carattere di sacralità, in
quanto espressione dello spirito e della religiosità.
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Distinzione tra calligrafia e grafologiao La calligrafia avendo un carattere esclusivamente formale, non è
particolarmente analizzabile dal punto di vista grafologico, infatti, più
la scrittura si allontana dal modello calligrafico, più è espressiva e
personale; delle volte la scrittura formalmente bella non è detto che
lo sia dal punto di vista psico-grafologico.
o La distinzione tra calligrafia e scrittura riveste un carattere
fondamentale, in quanto la calligrafia da kalòs=bello e gràpho=scrivo
riguarda il tratto elegante e formale delle lettere alfabetiche, in
questo caso la volontà disciplina i movimenti; mentre nella scrittura i
segni grafici vengono tracciati spontaneamente ed automaticamente.
Modulo II Lezione II
Le fasi di apprendimento della scrittura
o L’apprendimento della calligrafia è un processo lento e lungo, cherichiede anni di “allenamento”. E’ nella scuola primaria che lemaestre si impegnano ad insegnare con metodo la scrittura e ilbambino inizia a confrontarsi con le richieste di scrivere cheprovengono dagli adulti.
o Non dobbiamo però pensare che imparare la scrittura sia un processolegato solo alla “formazione delle lettere”, obiettivo che si inizia aperseguire alle elementari. Infatti per imparare a scrivere servonotutta una serie di prerequisiti, che vengono appresi anche moltoprima. Quali? Pensate che per scrivere (e per imparare a scrivere!) albambino sono richieste competenze linguistiche, cognitive, motorie(coordinamento, lateralizzazione, etc.), lessicali, ortografiche, etc.
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Il mancinismoo E’ indubbio che l’esercizio della scrittura da parte dei mancini (coloro
che scrivono con la mano sinistra) presenta maggiori difficoltàoggettive o perlomeno peculiari, rispetto a quella del destrimane nelnostro sistema di scrittura che procede da sinistra andando verso ladestra.
o Mentre infatti il destrimane può vedere ed osservare la propria grafiamentre viene eseguita, il mancino invece ci passa sopra con la mano ela copre, eseguendo il proprio tracciato con braccio e mano intensione, invece che in estensione, oppure assumendo pose scomodee inadeguate, infatti una postura sbagliata può portare a dei problemidi dolenzia alla schiena, alla testa ed alla vista.
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Il mancinismo
o Il destrimane trascina, in un certo senso, la propria grafia, il mancinoinvece la spinge, procedendo come contro-corrente in un verso chenon gli è naturale.
o La grafia del mancino solitamente presenta delle forme originali,talvolta innovative, talvolta un po’ ‘bizzarre’, inoltre tende a staccarepiù spesso la penna fra le lettere, tuttavia questi stacchi, piccoli evivaci, non partecipano sempre autenticamente al segno Staccata, masono agevolazioni, creazioni, soluzioni che il mancino deve inventarsiper uscire da una oggettiva difficoltà di percorso.
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Il mancinismo
o La soluzione spesso viene raggiunta sollevando la mano o tenendolanella parte sopra il rigo, con la punta delle dita rivolte verso il basso inmodo tale da avere una minima visione di ciò che sta scrivendo.
o Tuttavia i segni grafologici, la cui idea o progetto si forma a livellodella neocorteccia cerebrale, sono gli stessi per i destrimani e per imancini.
o Le difficoltà di percorso sono dunque solo in (minima) parte dovutealla scomodità oggettiva di scrivere con la mano sinistra, procedendoverso destra e invece, come per tutti, seguono e descrivono una dataindole soggettiva.
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Il mancinismo
o Pare che tutti i mancini abbiano un gene in più rispetto ai destrimaniche si tradurrebbe in un vantaggio, soprattutto in campo creativo.
o Di solito vi sono più mancini uomini che donne (11% contro il 13%nell’Europa centro-meridionale).
o Se un bambino è indeciso tra mano sinistra e destra, è opportunoindirizzarlo sulla mano destra. Se scrive con la sinistra, non si deve inalcun modo forzarlo a scrivere con la destra.
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Il secondo periodo o Nel secondo periodo evolutivo il bambino apprende a scrivere e impara la
struttura, l’organizzazione e l’ordine delle lettere. Ma fino a un certo punto.Oggi non è più come un tempo quando i padri della grafologia hannostudiato il tracciato grafico avendo un punto di riferimento nelle certezzedella società a livello calligrafico, a livello sociale, a livello istituzionale.
o Oggi siamo in una fase di incertezza in cui le regole grafiche non sono portatea termine in modo lineare considerando il nichilismo, il relativismo culturalein cui è impregnato la società e la dominanza tecnologica. C’è unacontraddizione apparente tra mente e cervello e emozioni. In questo giocodelle parti molte scritture si trasformeranno in scritture recitative, nonautentiche. Cioè sono scritture autografe, redatte dal soggetto maesprimono un falso sé che in quel momento appare il vero sé strutturato delsoggetto (vedi uso massivo dello stile stampatello).
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Lo stile stampatello e script
o Ci si domanda, in particolare, se un modello scrittorio oggi piuttosto
diffuso tra i banchi delle scuole primarie italiane, importato dalla
cultura americana, lo script, sia un modello davvero idoneo,
soprattutto nelle prime fasi di apprendimento della scrittura;
o È vero che si tratta di un modello di scrittura piuttosto “facile” da
apprendere, ma è pure vero che gli interrogativi sollevati da
pedagogisti, psicologi dell’età evolutiva ed esperti del gesto grafico
fanno sorgere non trascurabili dubbi sulla sua effettiva funzionalità
formativa.
Modulo II Lezione II
Modelli culturalio E’ importante considerare, quando si fa un’analisi grafologica, il
modello scolastico di riferimento della scrittura, in quanto ogni paese
adotta uno stile differente di apprendimento, anche all’interno dello
stesso alfabeto. Ad esempio lo script (stampatello minuscolo) è molto
diffuso del modello anglosassone.
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Lo stile stampatello e scriptFasi di acquisizione della lingua scritta in riferimento alla ricerca di Ferreiro e
Teberosky, all’inizio degli anni ‘80:
o Scarabocchi
o Scrittura preconvenzionale
o Scrittura sillabica convenzionale
o Scrittura sillabico-alfabetica
o Scrittura alfabetica convenzionale
Modulo II Lezione II
Scrittura preconvenzionaleNon c’è corrispondenza fra segni tracciati e i suoni delle parole da
scrivere, mentre è presente una relazione tra la parola scritta e le
caratteristiche del referente.
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Scrittura sillabica convenzionaleC’è corrispondenza fra quantità delle sillabe della parola detta e
quantità di segni che bisogna scrivere.
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Scrittura sillabico alfabeticaE’ rappresentato un numero di suoni superiore a quello delle sillabe, ma
non ancora tutti i suoni che compongono le parole.
Modulo II Lezione II
Scrittura alfabetica convenzionaliIn questa fase i bambini capiscono che la quantità di lettere della parola
scritta deve corrispondere alla quantità di suoni della parola detta.
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Processo di acquisizione della scritturaProcesso di acquisizione della scrittura (Uta Frith 1985):
• Fase logografica : vocabolario visivo;
• Fase alfabetica : conversione grafema /fonema;
• Fase ortografica : associazione gruppi grafemici /suono singolo;
• Fase lessicale : scrittura diretta della parola secondo un processo automatico.
Modulo II Lezione II
Scrittura spontaneaAttività nella quale il bambino viene sollecitato a scrivere parole e frasi “Così
come sai!”
o si individua l’evoluzione del livello di concettualizzazione della scrittura
o si controlla l’esecutività della scrittura (direzione, orientamento lettere,
occupazione spazio foglio, adeguatezza del segno grafico, ecc.)
Modulo II Lezione II
L’importanza del corsivo
Modulo II Lezione II
o Scrittura personalizzata
o Importanza dei legamenti: pensiero e
azione
o Rielaborazione personale
o Evoluzione cognitiva