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L’Isola di TIFEO

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L’Isola di TIFEO. La leggenda di Tifeo. La natura vulcanica dell’isola d’Ischia e i frequenti movimenti tellurici che la tormentarono nell’antichità si prestarono bene ad alimentare il mito di TIFEO, gigante ribellatosi a Giove e da questi scagliato in mare e - secondo la - PowerPoint PPT Presentation

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La natura vulcanica dell’isola d’Ischia e i frequenti movimenti tellurici che la tormentarono nell’antichità si prestarono bene ad alimentare il mito di TIFEO, gigante ribellatosi a Giove e da questi scagliato in mare e - secondo latradizione latina, a partire da Virgilio- condannato a giacere sotto la superficie dell’isola d’Ischia.Con le sue contorsioni il gigante provocava terremoti modificando lo stato dei luoghi espellendo liquidi caldi che secondo alcuni poeti rinascimentali fertilizzava la terra, e produceva acque medicamentose.

La leggenda di Tifeo

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Nel sistema di credenze isolano, le spiagge ,nella notte che precede la festa di S. Giovanni, sono attraversate in volo da Janare, da cui i malefici ci si può difendere con manciate di sabbia ,elemento utilizzato anche nel confezionare dei “sacchetti” di protezione magica che si facevano indossare ai bambini.Caverne subacquee s’aprivano sotto i piedi degli impenitenti nel giorno di S. Giovanni si tuffavano in mare, infrangendosi così un divieto imposto al santo stesso.

Barano… le prime credenze

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In un’ antica storia è narrato che un uomo insabbiò il proprio asino sulla spiaggia dei Maronti a Barano, per curarlo dai dolori articolari che lo affliggevano. A sera, quando andò a liberarlo, scoprì con raccapriccio che dell’asino era rimasta solo la testa, il cui muso spasimava in un riso sardonico, mentre tutto il resto dell’animale era stato inghiottito dal fondo sabbioso, sede di arcaiche e potenti forze ctonie (divinità femminili)e sottomarine. Le stesse che restituirono l’oro del Crocifisso facendolo riaffiorare dalla sabbia… o anche dalle ceneri, tutti simboli del mondo dei morti. Dalla spiaggia, inoltre, si compivano rituali tesi per allontanare le trombe marine e temporali ma anche, secondo testimonianze demologiche, riti per provocare dei nubifragi e naufragi. In molti racconti, sono proprio le anime del Purgatorio a salvare dai naufragi le imbarcazioni dei pescatori.

Storie e antiche Legende

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Il nome “Barano” lo si trova per la prima volta in una lapide del 1374 che ricorda alcune opere del vescovo Bartolomeo Bussolaro.Alcuni studiosi, invece, ritengono che tale nome risalga al 1270. In un documento riguardante i Casali dell’isola tassati in tale anno è riportato il nome di “Eramo”. I sostenitori di tale tesi ritengono che l’Autore del testo a noi prevenuto abbia male trascritto o interpretato l’origine di “Barano”. “Barano” significa “contra moerorem” oppure “luogo delizioso” oppure “podere vario”.

Origine del nome: Barano

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Costruita probabilmente alla fine del XVI sec., fu sede di un convento agostiniano fino al 1653. Ospita varie tele del pittore lacchese Alfonso Di Spigna. La statua a mezzobusto di San Sebastiano risale al XVIII sec.. Fu fondata nel 1321 da un certo Giacinto di Colantonio, fu rifatta nel 1823 dal comune e nel 1851 fu ampliata. Altri lavori di restauro furono eseguiti negli anni cinquanta.Le opere d’arte che troviamo sono: statua lignea della Madonna Addolorata rivestita di una clamide ricamata a sbalzo con fili d’oro, una statuetta di San Vito, una statua di S. Sebastiano Martire, tela riproducente la “SS. Trinità, Madonna e Santi”; organo a canne del settecento.Fu fondata nel 1321 da un certo Giacinto di Colantonio, fu rifatta nel 1823 dal comune e nel 1851 fu ampliata. Altri lavori di restauro furono eseguiti negli anni cinquanta.Le opere d’arte che troviamo sono: statua lignea della Madonna Addolorata rivestita di una clamide ricamata a sbalzo con fili d’oro, una statuetta di San Vito, una statua di S. Sebastiano Martire, tela riproducente la “SS. Trinità, Madonna e Santi”; organo a canne del settecento.

Chiesa di San Sebastiano

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ForioSulle origini del nome di Forìo esistono opinioni diverse. Tra queste una delle più accreditate è quella che fa derivare dal greco phoros(latino feraz) che significa feritile –ferace, cioè terreno fertile . La definizione più pittoresca è quella che ci è stata tramandata dello storico Giuseppe D’Ascia.. La storia narra che un’abitante del castello d’Ischia, stano dal sovraffollamento e dalla monotonia ,decise di ritirarsi in una terra fertile e più adatta alle sue esigenze. Nel momento in cui uscì dal castello pronunciò: “Fuor io” cioè vado fuori . Questo nome andò alla terra dove lui andò ad abitare .Secondo Jasolio medico del 500 Forìo deriverebbe da Fiorio o dal greco Chorìon(villaggio).

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Chiesa del SoccorsoLa Chiesa di Santa Maria del Soccorso edificata nel 1350.Durante il terremoto del 1833 crollò e fu poi ricostruita in tempi successivi di dimensioni più modeste. Nella chiesa sono conservate: una tela di Alfonso di Spigna raffigurante S .Agostino; una tela di Cesare Calise che riproduce un immagine in cui sono ritratti S. Agostino e S. Nicola(1633)

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Storia: Chiesa del SoccorsoA picco sul mare sorge la chiesa del Soccorso, che ha dato il nome al piccolo promontorio, dedicata a Santa Maria della neve. E', unitamente al Torrione, il simbolo della cittadina di Forio e uno dei più singolari risultati architettonici dell'Isola. E' posta sul promontorio del Soccorso ed è circondata per tre lati dal mare, su di un vasto piazzale dal quale, nelle belle giornate, si intravede l'Isola di Ventotene. Antico convento degli Agostiniani, fu fondato verso il 1350 e soppresso nel 1653, ma la chiesa, nella sua veste attuale, risale al 1864. Alla chiesa si accede da 20 scalini in piperno che portano all'atrio ove sono poste cinque croci sempre in piperno. La chiesa è conosciuta in tutto il mondo non solo per la sua posizione, ma soprattutto per la sua singolarissima facciata., bianca e adornata di ricca scala ricoperta di preziose maioliche del 700, raffiguranti santi e scene della Passione di Cristo. Lo stile è inconfondibile: la chiesa, sia pure nella elegante semplicità, riassume l'architettura grecobizantina, moresca e mediterranea in una mirabile fusione di graziose e armoniche forme. L'interno è di grande interesse per il succedersi dei tipi di volta. Si presenta ad una navata con cappelle laterali e l'abside sulla quale, fino al terremoto del 1883, s'innalzava una svettante cupola come quella della chiesa di S. Gaetano.

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IL PaeseForio ha subito nei secoli diverse invasioni da parte dei Saraceni,di cui conserva segni nell’architettura locale. Negli ultimi cinquanta anni molti artisti di tutto il mondo si davano appuntamento in questo comune ,attratti dalla bellezza dei luoghi e della cordialità dei residenti. Lungo la costa sorgono molte torri di avvistamento e difesa,la più famosa è la torre di Torrione.Forio possiede il proprio dialetto,il foriano,caratterizzato da suoni lemmi e molto diversi da quello degli altri comuni isolani e dal dialetto napoletano,tuttavia non è del tutto estraneo. Il dialetto foriano con una difficile fonetica, è tutta via quello conoscibile grazie alla vasta produzione letteraria che il Comune può vantare .Poche furono le persone importanti o quelle che si ricordano maggiormente ad abitare a Forio,tra questi ricordiamo:∞Gaetano Morgera: nato a Forio il quattro gennaio del 1770,sacerdote e fu giustiziato a Napoli nel 1799.∞Luca Balsofiore: nato l’11 gennaio 1906 e morto in azione nel Mediterraneo.

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Serrara FontanaIl comune di Serrara Fontana nasce dalla fusione dei centri abitati di Serrara e di Fontana. Il territorio comunale, si compone di diverse località: Noia, Calimera, Ciglio, Succhivo e Sant'Angelo.Alcuni dei nomi dei luoghi indicano la presenza dell'uomo fin dalla preistoria, avvalorato anche dai reperti archeologici, che vanno dall'età del ferro al periodo della Magna Grecia, come per esempio il nome Fontana, dovuto alla presenza di una copiosa fonte d'acqua potabile, intorno alla quale dovette sorgere il casale.Il nome Serrara, invece, è più recente e significa "montuoso". Compare ufficialmente insieme all'abitato con la fondazione della Parrocchia nel 1641.Inoltre Serrara Fontana ha molto luoghi di interesse come per esempio è la piazzetta di Fontana, da qui si gode di una vista privilegiata sui comuni di Barano d'Ischia e di Ischia e sul golfo di Napoli con le isole di Vivara e Procida.Seppur nelle sue molte varianti, dovute alla vicinanza con centri abitativi diversi (la zona nord, più vicina al comune di Barano d'Ischia, quella sud alla frazione di Panza), anche il comune di Serrara Fontana, possiede il suo dialetto, in cui a differenza degli altri centri isolani molto forti sono gli influssi della lingua siciliana.Serrara Fontana, conserva ancora intatte le antiche tradizioni: la lingua, gli usi e i costumi che rispecchiano quelli degli avi. La terra da coltivare, rimane l’unica fonte di reddito per i pochi abitanti.

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Questo comune prende nome da due principali villaggi che lo compongono, l'uno situato sulla vetta meridionale del Monte Epomeo, e l'altro a mezza costa. Questo comune è chiamato con romantica similitudine, la Svizzera dell'isola d'Ischia, sia per la sua montana postura, sia per l'industria pastorizia de'suoi montanari. Sono questi due villaggi affratellati, e congiunti dalla natura, e dall'organica amministrazione civile e militare, divisi nel ramo chiesastico in due parrocchie.Questi due villaggi negli antichi tempi non erano che campagne occupate da agricoltori e pastori; avevano una sola parrocchia, ed era quella di Fontana la più antica dell'isola. Nel lato amministrativo essi, coi loro piccoli casali accessori, dipendevano- come le altre terre di quest'isola dalla città o castello d'Ischia. Essendo cresciuta la popolazione per tutta l'isola in processo di tempo Serrara e Fontana formarono parte dell'università del terzo.Nel 1806 questi due paesetti acquistarono la loro autonomia amministrativa, e fu innalzato il consorzio a comune di terza classe.Da un dizionario geografico-storico del 1802 ricaviamo che Fontana casale dell'isola d'Ischia unito coll'altro di Serrano avea una popolazione composta di 700 anime.Attualmente la popolazione del comune riunito ascende, secondo la statistica ufficiale, a 1793 anime, ma da notizie precise raccolta da fonti autorevoli, 1869 abitanti, i quali si dividono in agricoltori, pastori marini e possidenti-coloni.Questo comune riunito confina da levante col comune di Barano, da mezzogiorno col mare e col comune di Testaccio, da settentrione con quello di Casamicciola, da ponente con quello di Forio. Comincia il suo territorio alla Croce di Colajacono al Ciglio, termina alla valle di Bellarita in Moropano.Oggi è divenuto comune di sesta classe, appartenente al mandamento d'Ischia.

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Questa struttura Antica fu il primo comune di Serrara Fontana, mentre affianco possiamo vedere la chiesa di S. Maria del Carmine.

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S.ANGELO D’ISCHIAPITTORESCO BORDO DEI

PESCATORI Ai piedi del Comune di Serrara Fontana e quindi a diretto contatto con il mare vi è: Sant'Angelo d'Ischia, antico borgo di pescatori e oggi rinomata meta del turismo internazionale. Sant'Angelo d'Ischia è in realtà il vero gioiello dell'Isola d'Ischia ed è celebre per la sua piazzetta, le sue stradine e il suo fascino particolare.

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Visita il pittoresco Borgo di Pescatori e trascorri le tue vacanze a Sant'angelo d'Ischia Oasi di Pace e Benessere a Sud dell'Isola d'Ischia. Cuore del paese, rinomata meta del turismo italiano e internazionale, è la celebre Piazzetta, aperta sulla spiaggia e sulla banchina del porticciolo, dove si concentrano negozietti e lussuose boutiques, ristoranti e bar che la sera si affollano di turisti. Ischia è un isola inconfondibile, che fà sognare tanti poeti e scrittori alla presenza dei suoi incantevoli panorami e del suo mare sempre blu e Sant'Angelo d'Ischia, pittoresco Borgo di Pescatori rappresenta in questo scenario una vera Oasi di Pace e Benessere. Sant'angelo d'Ischia ha un territorio ricco di sorgenti termali, In particolare la sorgente di Cavascura, ed è esposto geograficamente a Sud, riparato dai venti freddi e raccolto in una tipica insenatura sabbiosa. Sant'Angelo d'Ischia la si può raggiungere in due modi. Sbarcando ad Ischia Porto vi sono 2 linee di autobus: Una che passa per i comuni di Casamicciola Terme, Lacco Ameno e Forio d'Ischia, e l'altra che passa per i Comuni di Barano d'Ischia e Serrara Fontana. Entrambe le linee fanno capolinea a Sant'Angelo d'Ischia, nella grande Piazza Antistante, che prende il nome di Cava Grado. Dal Porto di Sant'Angelo d'Ischia, vi sono diverse possibilità di girare in barca ed ammirare la bellezza del paesaggio marino e costiero. Vi è un servizio di barche che da Sant'angelo d'Ischia và in di bella e incantevole Baia di Sorgeto, dove durante il percorso è anche possibile ammirare l’affascinante grotta dell’ Elefante.

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Oasi di Pace e di BenessereSant'Angelo d'Ischia, il piccolo villaggio di pescatori a sud dell'isola d'Ischia ha sempre sprigionato un suo particolare fascino sul turista, alla perenne ricerca del luogo caratteristico, dell'angolo "incontaminato e primordiale". Le quattro casette rabbracciate alla meglio sotto la Torre e il centro antico che parte dalla Piazzetta con un grappolo di vecchie abitazioni in parte restaurate, per poi aprirsi a ventaglio e invadere le campagne delle Madonnelle, di Ruffano e del Fondolillo, non hanno in realtà guastato questo remoto angolo paradiso.Sant'Angelo d'Ischia è in realtà uno scoglio, un cono di tufo, legato al resto dell'isola da un sottilissimo istmo e a testimonianza della sua natura vulcanica si estende sul mare con una striscia di sabbia scura. Nella parte superiore dell'isolotto denominata "Torre" sorgeva un tempo una chiesetta dove si instaurò il culto dell'Arcangelo San Michele, l'Angelo protettore che, sembra diede il nome al villaggio. Sant'Angelo d'Ischia ha un territorio ricco di sorgenti termali ed è esposto geograficamente a Sud, riparato dai venti freddi e raccolto in una tipica insenatura sabbiosa. Sul lato destro del villaggio, oltrepassata la chiesa parrocchiale, si arriva a Cava Petrelle, dove si trovano le stufe e dove a fior di sabbia si cuoce un uovo sodo in meno di un minuto. Sant'Angelo d'Ischia è oggi una delle mete turistiche più ambite con i suoi giardini termali, alberghi curati e ristoranti all'aperto che offrono panorami bellissimi e soprattutto quiete e tranquillità, senza contare le belle boutique che offrono capi di moda di prima scelta. Il territorio di Sant'Angelo d'Ischia è ricco di sorgenti termali e offre bellissime spiagge tra cui quella delle fumarole. Sant'Angelo d'Ischia offre insomma pace, tranquillità e benessere a chi sceglie di passare la Vacanza vicino all'incantevole bellezza del mare e della spiaggia.

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Le Fonti TermaliImboccando il vallone che si incontra passeggiando sulla spiaggia delle fumarole in direzione "Maronti", e seguendo il corso di un rivoletto d'acqua che apre il piccolo letto fra le pareti tufacee della collina insieme ad un gioco di colori che si osserva man mano che ci si addentra, si giunge alle famose Terme di Cavascura. Cavascura è un bacino idrologico allo stato naturale, scavata nella viva pietra di un vallone, non è stata trasformata col passare degli anni ma conserva ancora le sue grotte, le sue piccole cascate, le sue sorgenti bollenti che continuano a venire giù dal monte alla incredibile temperatura di 90°. Le Terme di Sant'Angelo d'Ischia sono tra le più antiche dell'isola e le terapie sono principalmente orientate verso la cura della pelle.

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Succhivo tra Storia e TradizioneSucchivo è un paese di circa 300 abitanti situato a soli 500 metri dalla dal più noto borgo di Sant’Angelo, a Sud dell’Isola d’Ischia.E’ adagiato al centro di uno dei più rinomati e incantevoli paesaggi rivieraschi d’Italia, tra verdi pendii di viti e l’acre odore degli aranceti. Succhivo si sviluppa tutta in stradine che fiancheggiano orti secolari, cantine e case contadine, immerse nel silenzio perché non raggiunte dal rumore delle auto. Chi vi capita a settembre può ancora assistere ai lavori della vendemmia, spesso praticata con tecniche tradizionali.Il centro di Succhivo è costituito da un gruppo di casette, la Chiesa di Montevergine e i caratteristici negozi con prodotti agricoli e di artigianato locale.Succhivo è meta molto apprezzata dai turisti poiché offre una atmosfera riposante ma allo stesso tempo pittoresca ed allegra. La natura subtropicale, i centri di cura con bagni termali e saune naturali, le calette di acqua limpida, i centri sportivi per praticare ogni tipo di disciplina, il cibo, il vino eccellente e la ospitalità degli abitanti fanno di Succhivo un angolo di paradiso ancora intatto.Anche per questo il paese, ogni primavera, si ripopola di visitatori che continuano a tornarvi da anni, per passare un periodo di piena tranquillità.

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Territorio Situato nella parte più settentrionale dell'isola d'Ischia dispone di un porto misto commerciale e turistico. Confina con il Comune di Ischia, con il Comune di Barano d'Ischia lungo il sentiero che separa il bosco della Maddalena dal Monte Maschiatta. L'orlo delle colline Jetto, separa il Comune da quello di Serrara Fontana, toccando il Comune di Forio lambendo con la Fundera anche quello diLacco Ameno. Ha una superficie di circa 5,5 km², con una conformazione in gran parte collinare. Man mano che si risale verso l'entroterra, allontanandosi dalla costa, la densità demografica diminuisce, azzerandosi o quasi, in prossimità del monte Epomeo. La popolazione ha da sempre sfruttato le sorgive termali di Casamicciola, rendendo famosa questa località per la qualità delle cure termali. Lungo la costa ci sono tre spiagge equi distanziate, in zona fundera, marina e Perrone.Etimologia Alcuni fanno derivare il toponimo Casamicciola da Casa Nìsola, dal nome di una vecchia matrona eritrese, Nisola, che, inferma, fu qui abbandonata trovando guarigione nelle acque termali del Comune. Altri da Casamice cioè luogo di funghi, altri ancora da Casa in insula. Nel 1956 a ragione dell'abbondanza delle sue acque termali assunse l'appellativo Terme.

Casamicciola Terme

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Storia Il comune di Casamicciola Terme è situato nel versante settentrionale dell'Isola d'Ischia. Dal punto di vista storico rappresenta il comune dell'isola con la più antica vocazione turistica. Originariamente, oltre all'amenità dei luoghi, il richiamo turistico proveniva dalla presenza di molte fonti di acqua termale, che i casamicciolesi sapientemente sfruttano da tempi immemorabili. Fino alla fine dell'Ottocento il centro principale del paese, ove si collocavano la quasi totalità delle strutture termali e alberghiere, era situato nella parte collinare. Un nucleo importante era situato a piazza Bagni e nelle zone limitrofe, ma la maggior parte degli alberghi era situato tra la località Sentinella e piazza Maio, che era anche la sede della parrocchia e della piazza principali. Dopo il disastroso terremoto del 1883 che praticamente rase al suolo il comune, il centro cittadino fu spostato nella parte bassa. In questa zona, infatti, furono costruiti due rioni, composti essenzialmente di baracche, per accogliere i senzatetto. Un rione aggiuntivo fu costruito nella località di Perrone.

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Questo spostamento dalla parte alta a quella bassa del paese, comportò anche lo spostarsi del centro cittadino, che tuttora rimane intorno a piazza Marina. Il turismo a Casamicciola all'origine era quindi essenzialmente legato alla presenza di stabilimenti balneo-termali che, fino a tutti gli anni sessanta, erano i più rinomati dell'isola e forse di tutta la Campania. Lo stabilimento termale storico per eccellenza era il Pio Monte della Misericordia, fondato nel 1610 dall'omonima congregazione di nobili napoletani, e ne rappresentava l'emblema. Situato originariamente nei pressi di piazza Bagni, fu ricostruito in riva al mare dopo il terremoto. Questa istituzione caritatevole ha fornito, per molti secoli, i benefici delle cure termali ai poveri napoletani, che vi si potevano curare ricevendo gratuitamente, oltre alle cure termali, vitto e alloggio per un periodo di 15 giorni a persona. La struttura, ricostruita dopo il terremoto del 1883, è stata attiva fino alla fine degli anni sessanta per poi cadere in disuso, restando in uno stato di totale abbandono in cui versa tuttora. Attualmente è ridotta a dei ruderi visibili appena si arriva nel porto. Altra attività tradizionale degli abitanti di Casamicciola era l'agricoltura, pian piano soppiantata dal turismo. La perdita dell'identità agricola del paese ha di fatto coinciso con l'avvio del turismo di massa, avviatosi negli anni sessanta e mai più fermatosi nel suo sviluppo caotico. Tale sviluppo ha interessato tutta l'isola e i terreni agricoli sono stati pian piano soppiantati da ville, alberghi, pensioni e seconde case, riducendo ai minimi termini le aree ancora coltivate.

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Territorio Situato nell'isola d'Ischia, occupa la parte nord-occidentale dell'isola e si estende lungo il mare e sulle prime pendici del Monte Epomeo. Confina a Est con Casamicciola Terme e a Ovest con Forio.Etimologia Il nome Lacco secondo la maggior parte degli studiosi deriva dal greco lakkos che significa pietra. Il 18 novembre 1862 il Consiglio comunale, presieduto dal Sindaco Carmine Mennella, chiedeva al re Vittorio Emanuele II l’aggiunta dell’aggettivo "Ameno" al nome Lacco, concessione accordata con Decreto Ministeriale del 4 gennaio 1863.Monumenti e luoghi di interesse Lacco Ameno, un anfiteatro naturale che si apre sul mare, presenta le acque termali con il più alto coefficiente di radioattività nelle fonti cosiddette di Santa Restituta, patrona della cittadina e dell’intera Isola.Sulla piazza Santa Restituta si affacciano: la Torre del Municipio, un ex-convento dei Carmelitani edificato nel '600 e la Basilica di Santa Restituta. Al di sopra della Basilica paleocristiana (visitabile) sorse nel 1036 un Oratorio dedicato alla Santa, ingrandito poi nel 1301. Sul finire del'500 i Carmelitani ne modificarono la struttura costruendo l'attuale Basilica dotandola di diversi altari e della statua in legno della santa. L'attuale facciata è di stile neoclassico (1910), vi si legge: Divae Restitutae V. et M. Patronae Totius Aenariae SacrumSecondo la tradizione, nel 304, Proclinio, dopo averla martirizzata, la mise in una barca impeciata affinché fosse bruciata in mezzo al mare. Il fuoco si appiccò invece alla barca dei carnefici mentre la salma della Vergine Restituta di Cartagine, giunse miracolosamente dalla lontana Africa approdando nella baia di "San Montano".

Lacco Ameno

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Un angelo in sogno avvertì la matrona Lucina dell'arrivo delle spoglie della santa. Prontamente la matrona accorse alla baia miracolosamente fiorita di gigli (pancratium maritimum) Da allora Santa Restituta è la patrona dell'isola e il santuario a lei dedicato, il 16, 17 e 18 maggio di ogni anno è sede, a ricordo di tale miracoloso evento, di solenni festeggiamenti.Lacco Ameno, consta di tre chiese: la Basilica, la Parrocchia di Santa Maria delle Grazie la cui data di fondazione s'ignora. Custodisce al suo interno una statua di Ercole leonino del I secolo a.C., trasformata oggi in acquasantiera, e un pulpito in legno scolpito, proveniente dalla ex-Cattedrale del Castello Aragonese di Ischia. Abbandonata per lungo tempo, fu riaperta al culto solo nel luglio del 1942. La terza chiesa del comune è dedicata alla SS. Annunziata.Al Santuario si trova un piccolo museo (Museo e Scavi di Santa Restituta), con reperti preistorici e resti dei prodotti dei ceramisti greci dei sec.VIII-II a.C.

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StoriaEtimologiaIl nome Ischia deriverebbe da Insula Maior corrotto poi in Iscla da cui l'odierno Ischia. Il comune ha un principale abitato suddiviso in due nuclei, il capoluogo, denominato ufficialmente solo "Ischia" ma comunemente noto come "Ischia Porto", e la zona di "Ischia Ponte", che prende il nome dal ponte di legno (oggi in muratura) che, fino al settecento, collegava il castello aragonese con il borgo.Monumenti e luoghi di interessePochi sanno che l'attuale porto di Ischia era originariamente un piccolo lago detto Pantaniello che accoglieva al suo interno anche un piccolo isolotto, il Tondo sui cui i Basiliani eressero una cappella a San Nicola. Il laghetto era profondo poco più di due metri e vi si pescavano pesci pregiati. Nel 1670, per eliminare il cattivo odore, si aprì una piccola bocca. La trasformazione del laghetto però in porto si deve alla volontà del Re Ferdinando II. Una lapide posta all'ingresso del porto ricorda l'inaugurazione del porto da parte del sovrano avvenuta nel settembre del 1854. Sempre alla volontà del sovrano è da ricondursi la chiesa di Portosalvo, inaugurata nel 1857, che si apre col suo peristilio ionico sul porto.Non lontano trovasi lo Stabilimento Balneo-Termale Militare, l'ex Palazzo Reale di Ischia. Percorrendo la vicina via Roma, oggi cuore dello shopping isolano, facilmente si raggiunge l'altra zona del comune, detta Ischia ponte. Si affaccia su questa strada la Chiesa di san Pietro o di Santa Maria delle Grazie, eretta nel 1781. La chiesa fu teatro di una triste esecuzione. Il 19 luglio del1799, Pasquale Battistessa nobile napoletano, fu condannato insieme ad altri insorti dal giudice Speciale all'impiccagione per aver partecipato ai moti della Repubblica Napoletana

Ischia

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I cadaveri furono portati in una delle stanze adiacenti alla chiesa di san Pietro. Battistessa, che era stato creduto morto, si riebbe e si trascinò sui gradini dell'altare maggiore, ma su ordine dello stesso giudice fu lì sgozzato. Le sue ceneri riposano ora nella fossa della chiesa.Prima di giungere ad Ischia ponte, si possono notare la Chiesa ed il Convento di sant'Antonio Eretti nel 1740, su primitive costruzioni del 1225 distrutte dalla colata dell'Arso. Custodisce il corpo di San Giovan Giuseppe della Croce. A fianco alla Chiesa si trova oggi la Biblioteca Antoniana.Nell'antico Borgo di celso (oggi Ischia ponte) sorgono i palazzi degli antichi patrizi ischitani. Qui sorge la Chiesa dello Spirito Santo eretta dai pescatori nel 1652 e accanto la Congrega di Santa Maria di Costantinopoli eretta nel 1613 in cui si tenevano le tornate consiliari.Non lontano è la cattedrale. Fu costruita da Pietro Cossa, duca di Bellante, nel 1390, rinnovata dagli Agostiniani che la tennero dal 1596 al 1613, divenne cattedrale nel 1810. Al suo interno, il fonte battesimale con colonne e statue proviene dalla tomba di Giovanni Cossa nella vicina cattedrale del Castello Aragonese. Sempre dal Castello Aragonese di Ischia fu portato nel 1811 un crocefisso ligneo del XIII sec. e il reliquiario del braccio di sant'Andrea con lo stemma dei Cossa.Nella zona di Cartaromana si trova la Torre di Guevara oTorre di sant'Anna o di Michelangelo( in accordo alla tradizione popolare che vuole la torre essere stata disegnata dall'artista fiorentino. Fu eretta nella prima metà del '500 da Giovanni di Guevara, duca di Bovino. A fianco il duca vi costruì un Ninfaio dove si trovava la fontana di Restituta di Bulgaro che ispirò il Boccaccio nella sesta novella del quinto giorno del Decamerone.

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Non lontano la Chiesa di sant'Anna, eretta da Bernardino Galatola nel 1498. Sull'omonima collina sorge la Chiesa di san Domenico, nel luogo ove nel 1580 sorgeva un ospizio di monaci domenicani. Nella località Campagnano si trova invece la Chiesa della Annunziata costruita nel 1602.Nella zona detta dei Pilastri, trovasi un grande e bell'acquedotto fatto erigere nel 1637 da Girolamo Rocca, vescovo di Ischia.La Chiesa di san Ciro che si trova nell'abitato omonimo fu ricostruita nel 1926 sul vecchio edificio risalente al 1893, portandosi verso la piazza, sulla destra percorrendo Via Cavone della Panzesa (oggi Via delle Vigne) si sbocca in via Nuova dei Conti al cui termine si trova una piccola edicola votiva dedicata alla Vergine del Terzito, eretta da Gaetano San filippo, di Lipari che coi suoi fratelli introdusse sull'isola la solforazione delle viti attaccate dalla crittogama.EconomiaIschia è il comune con maggiore popolazione dell'isola, con numerosi alberghi di ogni categoria e un intenso movimento turistico. Possiede uno shopping center, che si estende tra la via Roma ed il corso Vittoria Colonna. Non mancano il divertimento e diverse attrazioni di tipo turistico: basti pensare, tra l'altro, alla cosiddetta "rive droite" (la riva destra del porto) con night-club, piano-bar, discoteche, taverne folkloristiche, enoteche, ristoranti tipici, negozi con artigianato locale e boutique.

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OEI

FT

Avanti

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TLa Temperatura è legata all’energia cinetica media delle particelle che costituiscono un corpo, particelle che sono in continuo moto casuale

1 Caloria è quell’energia sotto forma di calore in grado di far aumentare la temperatura di un Kg d’acqua distillata da 14,5 °C a 15,5 °C

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I

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FUna Forza può mettere in movimento un corpo a riposo, oppure può accelerare un movimento modificandone la velocità, in modulo, direzione o verso

Forza PesoG= 9,8 m/s2

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Il Vulcanismo SecondarioIl vulcanismo secondario rappresenta una serie di fenomeni che sono la manifestazione secondaria dell'attività di un vulcano. Questi fenomeni prendono origine a causa della presenza di magma in prossimità del suolo che, raffreddandosi, determina la liberazione di gas o il riscaldamento delle acque del sottosuolo, con conseguente emissione di gas e vapori d'acqua. Esempi sono le fumarole, i geyser, le sorgenti termali, i soffioni, le mofete, le solfatare, ec. Un altro fenomeno di vulcanismo secondario è il bradisismo, che consiste nel movimento verticale del terreno veloce dal punto di vista geologico ma lento per noi poiché impercettibile.