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Dopo le nuove Intese
n Il titolo parla di Intese al plurale: n DPR 20-8-2012, n. 175 (nuova Intesa) n DPR 11-2-2010 (Indicazioni infanzia e 1° ciclo) n DPR 20-8-2012 (Indicazioni 2° ciclo)
n Dal punto di vista istituzionale per l’Irc e per l’Idr non cambia assolutamente nulla.
n Dal punto di vista pratico cambiano molte cose: il profilo di qualificazione professionale per l’Idr e l’identità didattica dell’Irc.
2 Sergio Cicatelli
3 Sergio Cicatelli
Il DPR 175/12 n Trattative avviate nel 2010. n Firma dell’Intesa il 28 giugno 2012. n Revisione della sola quarta parte: “Profili di
qualificazione professionale degli insegnanti di religione cattolica”.
n Aggiornamento lessicale di tutto il testo. n Il DPR 175/12 sostituisce integralmente il DPR
751/85.
4 Sergio Cicatelli
Perché la revisione
n Per adeguare i livelli di formazione iniziale richiesti agli Idr a quelli previsti oggi per tutti gli altri insegnanti (laurea quinquennale per tutti, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria).
n Per tenere conto del nuovo ordinamento accademico degli ISSR (Congregazione per l’educazione cattolica, Istruzione sugli istituti superiori di scienze religiose, 28 giugno 2008).
5 Sergio Cicatelli
I criteri di revisione
n Elevamento: innalzato il livello dei titoli di studio degli Idr in ogni ordine e grado di scuola.
n Unitarietà: sono richiesti ovunque gli stessi titoli di studio.
n Specificità: i titoli devono essere esclusivamente di carattere teologico.
n Gradualità: il nuovo sistema andrà a regime solo dal 2017.
6 Sergio Cicatelli
I nuovi titoli n Chi già insegna ed è in regola con i titoli richiesti dalla
vecchia Intesa non deve far nulla. n Per gli altri, i titoli di accesso sono uguali per ogni
ordine e grado di scuola: n baccalaureato, licenza o dottorato in teologia; n corso completo del seminario maggiore; n laurea magistrale in scienze religiose.
n Scompaiono il Magistero e il Diploma di SR (unito a una laurea o diploma secondario).
n La laurea triennale in SR non basta (neanche unita a una laurea civile).
7 Sergio Cicatelli
L’insegnante di classe/sezione n Idonei e disponibili all’Irc (dichiarazione entro la
scadenza per gli organici). n Possono impartire l’Irc se lo hanno già fatto per un
anno nel quinquennio 2007-12. n Altrimenti devono conseguire un titolo specifico:
master di secondo livello per l’Irc. n Nota 2989 del 6-11-2012: devono essere già titolari di
altro nella classe o sezione (possono quindi insegnare Rc in più di una classe, ma senza diventare specialisti).
8 Sergio Cicatelli
Tempi di attuazione
n Fino al 31-10-2012 valevano i titoli della vecchia Intesa. n Dal 31-10-2012 al 31-8-2017 valgono i titoli della
vecchia e della nuova Intesa. n Dal 1-9-2017 valgono i titoli della nuova Intesa, la quale
tiene però in vita i titoli della vecchia Intesa se sostenuti dal requisito del servizio (un anno = 180 giorni).
n Si potevano conseguire i vecchi titoli di SR entro l’anno accademico 2013-14.
Conseguenze per l’Irc
n Dal DPR 175/12 non deriva nessuna modifica dell’assetto istituzionale dell’Irc, che rimane disciplina scolastica facoltativa che trova le sue radici nel Concordato del 1984.
n Insegnamento e insegnante sono espressione della collaborazione di Stato e Chiesa «per la promozione dell’uomo e il bene del paese».
n Per l’Idr è confermato che deve essere fornito di idoneità ecclesiastica e deve essere nominato d’intesa con l’ordinario diocesano.
9 Sergio Cicatelli
Nuove Indicazioni
n Maggiori novità possono esserci per l’Irc dopo le nuove Indicazioni, che delineano un profilo della disciplina aggiornato alle problematiche e alle sollecitazioni attuali, come deve essere per una disciplina che si colloca «nel quadro delle finalità della scuola».
n Ciò non vuol dire che cambia il profilo istituzionale dell’Irc, che rimane insegnamento confessionale di una religione positiva, pur nell’apertura rivolta allo scenario culturale e religioso plurale in cui va oggi ad inserirsi.
10 Sergio Cicatelli
Nuove Indicazioni
n Le Indicazioni sono solo orientative e non richiedono un atteggiamento esecutivo da parte dell’Idr, ma devono essere conosciute nei dettagli e applicate coerentemente.
n L’insistenza su alcuni concetti è rivelatrice di una impostazione da seguire.
n La proposta didattica delle nuove Indicazioni si concentra infatti su alcune tematiche qualificanti.
11 Sergio Cicatelli
Indicazioni primo ciclo/1
TSC inf TSC prim OA prim TSC sec OA sec Totale
Storia degli effetti 1 2 5 3 7 18
Bibbia 2 1 7 1 3 14
Chiesa 1 1 4 1 6 13
Pluralismo religioso 3 1 4 1 4 13
Dio 2 1 5 - 4 12
Gesù 1 2 7 1 1 12
Fede - - 2 2 5 9
Liturgia/feste 1 2 4 1 1 9
Linguaggio religioso 3 3 1 1 1 9
Condizione umana 2 - 1 2 2 7
Sergio Cicatelli 12
Indicazioni primo ciclo/2
TSC inf TSC prim OA prim TSC sec OA sec Totale
Domande di senso - 1 1 1 3 6
Morale 1 - 2 1 1 5
Vissuto religioso 3 1 1 - - 5
Preghiera 1 - 2 1 1 5
Salvezza - 1 1 1 2 5
Spirito Santo - - 1 - 1 2
Speranza 1 - - - 1 2
Amore/carità - - 2 - - 2
Alleanza - - 1 - 1 2
Sergio Cicatelli 13
Indicazioni secondo ciclo
Licei Tecnici Prof.li IFP Totale Bibbia 6 7 8 6 27
Storia degli effetti 7 7 7 4 25
Tematiche morali 7 6 6 6 25
Pluralismo religioso 4 6 6 5 21
Chiesa nella storia 5 5 5 3 18
Domande di senso 4 4 4 4 16
Relazioni umane e affettività 3 4 4 4 15
Gesù Cristo 3 4 4 3 14
Tematiche teologiche 3 2 2 2 9
Storia della salvezza 2 2 2 - 6
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L’Europa e l’IR n L’Europa lancia una sfida all’Irc perché insiste in numerosi
documenti sull’importanza della religione a scuola, ma secondo una impostazione comparativa.
n Congr. Educ. Catt., Lettera ai presidenti delle Conferenze episcopali sull’IR a scuola (920/09): n 11. «In una società pluralista, il diritto alla libertà religiosa esige sia
l’assicurazione della presenza dell’insegnamento della religione nella scuola, sia la garanzia che tale insegnamento sia conforme alle convinzioni dei genitori».
n 12. «La marginalizzazione dell’insegnamento della religione nella scuola equivale, almeno in pratica, ad assumere una posizione ideologica che può indurre all’errore o produrre un danno agli alunni. Inoltre, si potrebbe anche creare confusione o generare relativismo o indifferentismo religioso se l’insegnamento della religione fosse limitato ad un’esposizione delle diverse religioni, in un modo comparativo e “neutro”».
15 Sergio Cicatelli
Documenti europei n Consiglio d’Europa, Racc. 1178/92 su Sette e nuovi movimenti religiosi:
n «Il curricolo dell’istruzione di base deve comprendere informazioni oggettive e fattuali sulle religioni istituzionali e le loro principali varianti, in base ai principi della religione comparata, dell’etica e dei diritti personali e sociali».
n Consiglio d’Europa, Racc. 1396/99 su Religione e democrazia: n L’Assemblea parlamentare raccomanda ai governi «di promuovere
l’educazione in materia religiosa e in particolare: n a) rafforzare l’apprendimento delle religione quale insieme di valori nei
confronti dei quali i giovani devono sviluppare un senso critico, nel quadro dell’insegnamento dell’etica e della cittadinanza democratica;
n b) promuovere a scuola l’insegnamento della storia comparata delle differenti religioni, insistendo sull’origine e la somiglianza di alcuni loro valori e sulla diversità di costumi, feste, tradizioni, ecc.; […]».
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Documenti europei n Consiglio d’Europa, Racc. 1720/05 su Istruzione e religione:
n «1. L’Assemblea parlamentare ribadisce con forza che la religione di ogni persona, compresa l’opzione di non avere religione, è un fatto strettamente personale. Tuttavia, ciò non contrasta con l’idea che una buona conoscenza generale delle religioni e il conseguente senso di tolleranza sono essenziali all’esercizio di una cittadinanza democratica. […]».
n 14.1. l’obiettivo di questa educazione deve essere quello di far scoprire agli alunni le religioni praticate nei loro paesi e in quelli vicini, di far loro percepire che ognuno ha lo stesso diritto di credere che la sua religione sia la “vera fede” e che gli altri non sono esseri umani diversi perché hanno una religione diversa o non hanno affatto una religione;
n 14.2. deve comprendere, con assoluta imparzialità, la storia delle principali religioni, così come l’opzione di non avere religione; […]
n Cons. d’Europa, Racc. 1804/07 su Stato, religione, laicità e diritti umani: n «La conoscenza delle religioni è parte integrante della conoscenza della
storia umana e delle civiltà. È diverso dal credere, o dal venerare, una particolare religione. Anche i paesi in cui una religione è prevalente hanno il compito di insegnare le origini di tutte le religioni».
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Documenti europei n Principi guida di Toledo sull’insegnamento delle religioni e delle credenze
nelle scuole pubbliche (Osce-Odhir 2007): n «La conoscenza delle religioni e delle credenze è parte essenziale di una istruzione
di qualità». n «Coloro che insegnano le religioni e le credenze devono possedere una dedizione
alla libertà religiosa tale da contribuire a un ambiente scolastico e a pratiche capaci di promuovere i diritti degli altri in uno spirito di rispetto e comprensione reciproci tra i membri di una comunità scolastica. L’insegnamento delle religioni e delle credenze è una grande responsabilità delle scuole, ma il modo in cui questo insegnamento si svolge non deve indebolire o ignorare il ruolo delle famiglie e delle organizzazioni di religione o di fede nel trasmettere valori alle generazioni successive».
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