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Quanto accumulato durante la nostra vita
lavorativa e qualche volta anche successivamente
costituisce per noi pensionati una fonte integrativa
delle risorse procurateci dal sistema previdenziale
(rendite INPS e Fondo pensione).
E’ quindi fondamentale gestire questi capitali in
una maniera quanto più possibile efficace ed
efficiente facendo ricorso alle tecniche messeci a
disposizione dalle più collaudate teorie sugli
investimenti.
Capita spesso invece di osservare come queste
disponibilità siano state accantonate in tempi
diversi ed impiegate secondo la moda del
momento con la logica del cassettista che spesso
privilegia il risultato del singolo investimento
sottovalutando invece il complesso; ne risulta che
oggi quel tesoretto può presentare caratteristiche
confuse e prive di quell’armonia necessaria per
ottenere risultati coerenti con gli obiettivi
prefissati.
Partiamo allora con il dire che secondo studi
consolidati il 90% dei risultati di un investimento
finanziario è procurato da una corretta allocazione
iniziale mediante l’utilizzo di prodotti che essendo
a bassa correlazione fra di loro prospettano un
andamento nel tempo più costante rispetto a quel
giardinetto che, pur valido in alcune sue
componenti, risulta disarmonico nel complesso
perché non è la sola diversificazione il fattore di
riparo dai rischi ma anche l’aspetto correlativo
gioca il suo ruolo. Trascurabile è poi quel dieci
percento della performance che speriamo di
ottenere dalla scelta del titolo buono al momento
giusto.
E’ poi da tener sempre ben presente l’avversione
al rischio che più o meno affligge ogni investitore
anche se in misura diversa da soggetto a soggetto.
Un importante studio condotto dal premio Nobel
per l’economia Daniel Kahnemanci dice al
riguardo che le possibili perdite “pesano”
tipicamente più dei guadagni.
Detto più in dettaglio, una perdita, supponiamo, di
1000 Euro, procurataci da un investimento ci
creerà uno stato psicologico di sconforto che non
verrà cancellato anche se successivamente
dovessimo realizzare con un altro investimento un
utile di 1000 euro. Per la maggioranza di noi, la
bilancia soggettiva torna all'equilibrio, cioè
ritroveremo la serenità economica, per questa
particolare vicenda, solo se la somma
guadagnatasi collocherà tra i 2250 e 2500 euro. In
circa 35 anni di ricerche nel campo delle scienze
cognitive applicate all'economia, questo dato, cioè
un'asimmetria di un fattore tra 2,25 e 2,50 tra
guadagni e perdite, è tra i più consolidati. Il
fenomeno di natura psicologica va sotto il nome di
«avversione alle perdite».
Gli studi del Prof Kahneman sembrano essere
confermati da una recentissima ricerca condotta
dal reparto di neuroscienze dell’Università San
Raffaele di Milano.
Come dobbiamo allora comportarci per
ottimizzare i nostri sudati risparmi cercando nel
contempo di minimizzare lo stress psicologico?
( continua alla pagina successiva )
Anno I°
Num. 8
Ottobre
2013
Organo d’informazione interna dell’Unione Pensionati Gruppo Unicredit
Sicilia Orientale e Calabria – Catania Redatto, stampato e distribuito in proprio, gratuitamente ed esclusivamente, al personale in quiescenza
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Redattori: Ninì Renzo Pappa, Pasquale Alessandro, Antonino Magrì
L’INVESTIMENTO DEI NOSTRI RISPARMI di Luciano Palmesi
( seguito pag. 1)
In prima battuta dovremmo fissare il livello di
rischio che siamo disposti a correre in funzione
non solo della nostra propensione a questo fattore
ma anche dell’orizzonte temporale
dell’investimento perché un rischio più alto
necessita di maggior tempo per essere assorbito
dalle naturali oscillazione dei valori di mercato.
Una volta fatto questo dovremmo scegliere il mix
delle singole componenti che dovranno comporre
il portafoglio: ad esempio obbligazioni, azioni,
depositi bancarie nell’ambito di ciascuna classe
quali titoli utilizzare ( singole azioni, obbligazioni,
fondi comuni oppure ETF quotati alla Borsa di
Milano).
Un interessante studio prodotto diversi anni fa’
negli USA consigliava di contenere la parte
azionaria e quella obbligazionaria ad alto rischio
in una percentuale calcolata sottraendo da 100
l’età del soggetto investitore: così che un
settantenne che vuol vivere sereno dal punto di
vista finanziario non dovrebbe detenere azioni o
altri titoli ad elevato rischio nella misura superiore
al 30% del proprio patrimonio mobiliare.
Fatto questo viene la parte più complessa del
processo consistente nel valutare ex-ante qual è il
ritorno ed il livello di rischio attesi e verificare poi
se il mix è efficiente o se necessita di quale
aggiustamento.
Gli operatori professionali come i fondi pensione,
le Banche, le società di gestione del risparmio, le
assicurazioni etc. dispongono di strumenti
sofisticati per assolvere questo compito ma anche
noi piccoli risparmiatori possiamo imitarli grazie
alla rete internet.
Il web mette infatti a disposizione strumenti più o
meno sofisticati, gratis o a pagamento, e
comunque accessibili a tutti
Tra questi segnalo quello reperibile collegandosi a
www.moneycontroller.it che ha avuto diversi
riconoscimenti dalla stampa nazionale e che è
stato certificato dal consiglio nazionale delle
ricerche.
L’utilizzo di moneycontroller può apparire un po’
complicato all’inizio ma con un po’ di pazienza e
buona volontà il mezzo è alla portata di tutti. Ho
avuto modo di esaminare e studiare questo
strumento e debbo dire che lo trovo utile
soprattutto perché consente oltre a quanto detto
sopra di controllare quanto i nostri sudati risparmi
siano vicini o lontani dalla cosiddetta “frontiera
efficiente” descritta dal Prof. Markowitz, ossia
l’autore di quella che è tuttora considerata da
molti la migliore teoria in materia.
Naturalmente nessuna teoria è in grado di
prevedere il futuro e nemmeno il modello
Markowitz ci riesce, ma avere un portafoglio
efficiente è meglio che abbandonarsi al caso
oppure alle nostre idee individuali perché come
scrisse Keynes, il più famoso economista del
secolo scorso, “ non ha nessuna importanza cosa
ognuno di noi pensa sul futuro di questo o quel
titolo è invece importantissimo anzi
indispensabile conoscere quello che tutti gli altri
investitori pensano al riguardo”. L’utilizzo quindi
di strumenti di analisi ci consente di avvicinarsi
alla realtà di mercato evitando almeno gli errori
più macroscopici che si possono commettere
affidandoci al nostro istinto che tendiamo spesso a
sopravvalutare.
********************************************************************************
Anno I°
Num. 8Ottobre
2013
Pag. 2
SOMMARIOPag 1 L’investimento dei nostri risparmi di L.Palmesi Pag. 5 Compleanni + vignetta e foto curiosa
Pag 2 seguito pagina 1 + sommario Pag. 6 La pagina della poesia di P.Savoca
Pag 3 Antonello da Messina di P.Alessandro Pag. 7 Mai dire mai di A. Teresi
Pag 4 L’angolo del buonumore Pag. 8 Lo Sport di n.r.pappa + Uni.C.A.
LA REDAZIONE RINGRAZIA IL COLLEGA DEL GRUPPO VENETO LUCIANO PALMESI - CONSIGLIERE EFFEPILUX
LUSSEMBURGO E GIA’ CONSIGLIERE SUPPLENTE DEL FONDO PENSIONE - PER L’INTERESSANTE ARTICOLO.
Sulla vita di Antonello da Messina si conosce
poco e le notizie più antiche, peraltro piuttosto
scarne, ci vengono riferite da Giorgio Vasari. Solo
nei primi anni del 900 verranno alla luce molti
aspetti della vita di Antonello soprattutto per
merito di due studiosi siciliani: il palermitano
Mons. Gioacchino di
Marzo e il messinese
Gaetano La Corte Cailler.
Antonello nasce a
Messina probabilmente
nel 1430.
Non si hanno notizie sulla
sua prima formazione, ma
secondo Vasari, Antonello
studiò per molti anni il
disegno a Roma e sembra
abbia svolto intorno al 1444 il suo noviziato a
Napoli, presso Colantonio, il cui ambiente era
aperto agli influssi fiamminghi, provenzali ed
iberici. Partito alla volta delle Fiandre, per
apprendere la tecnica della pittura ad olio
direttamente da Jan van Eyck che ne era
l’ideatore, Antonello fu chiamato a realizzare
opere pittoriche proprio per la sua padronanza
della tecnica ad olio e le altre caratteristiche
fiamminghe della pittura: i paesaggi e le
atmosfere luminose e colorate. Nel 1456 è
nuovamente a Messina dove mette bottega con
l’allievo Paolo di Ciacio, per dipingere nel 1457 la
prima opera firmata: un perduto gonfalone per
San Michele dei Gerbini di Reggio Calabria. A
parte una breve parentesi dedicata a Venezia, nel
1476 ritorna a Messina e vi rimane fino alla morte
anche se sporadicamente effettua viaggi di lavoro.
Negli anni 60 il nobile messinese Giovanni
Mirulla commissiona ad Antonello un dipinto su
fondo oro della Madonna e due gonfaloni. Tutte e
tre le opere sono andate perdute. Curiosa è la
ripetitività della produzione dei gonfaloni:
strutture lignee intagliate con una immagine
dipinta al centro e su entrambe le facce con alla
base un foro che permetteva l’inserimento di
un’asta di legno per portare i gonfaloni in
processione.
All’inizio degli anni 70 Antonello è a Noto dove
ottiene la commessa di un gonfalone, andato
perduto, dalla famiglia
Speciale. Qui rivede
Francesco Laurana, pittore
che aveva avuto modo di
conoscere a Napoli. E’
facile ipotizzare che tra i
due artisti sia avvenuto uno
scambio di idee tali da
influenzarne le opere alla
luce della conoscenza della
pittura di Piero della
Francesca. Infatti l’influsso di Piero della
Francesca è rintracciabile in dipinti successivi che
rivelano una nuova conquista del senso dello
spazio e del volume, in cui le figure risaltano in
interpretazioni più luminose.
Il punto più alto di queste ricerche è rappresentato
dal Polittico di San Gregorio (vedi foto, opera
custodita presso il Museo Regionale di Messina )
in cui la profondità dello spazio e la illusoria
tridimensionalità danno vita e risalto alle figure
della Madonna e dei Santi Gregorio e Benedetto.
Sono da ricordare i numerosi ritratti i cui
personaggi sono dipinti con stile fiammingo:
fondo scuro, posizione di tre quarti, grande
espressione degli occhi e penetrazione dello
sguardo.
Antonello da Messina, malato di tubercolosi,
muore a Messina il 14 febbraio 1479, lasciando un
grande vuoto nello scenario artistico
rinascimentale. Per sua disposizione venne sepolto
nel cimitero del convento di Santa Maria del
Gesù, cimitero che scomparve con una piena del
1863 e con esso le spoglie di questo grande figlio
di Messina.
ANTONELLO DA MESSINA di Pasquale Alessandro
Anno I°
Num. 8
Ottobre
2013
Pag. 3
quattro L’angolo del :
buon umore e relax
VITA DI COPPIA
Io e mio marito conosciamo il segreto per far
durare il matrimonio:due volte a settimana
andiamo in un ristorante carino, buon cibo,
buon vino e buona compagnia.
Lui va il martedì ed io……. il venerdì.
Mia moglie ha un tostapane elettrico,
un’impastatrice elettrica, un tritatutto elettrico.
Mi ha detto : “ci sono troppi aggeggi e nessun
posto dove sedersi“
Così le ho comprato una…sedia elettrica.
Mia moglie sta facendo una nuova dieta con
cocco e banane. Non ha perso peso però,
ragazzi, sapeste come si arrampica sugli alberi.
Mia moglie ha fatto una maschera di fango ed
è stata bellissima per due giorni. Poi….ha tolto
il fango.
Ricordate sempre: “ il matrimonio è la prima
causa di divorzio “
All’inizio Dio creò la terra e si riposò. Poi creò
l’uomo e si riposò. Poi creò la donna.
E da allora né Dio né l’uomo hanno più
riposato.
HANNO DETTO
Scherzando si può dire di tutto. Anche la
verità.
(Sigmund Freud )
Non si fa il proprio dovere perché qualcuno
ci dica grazie. Lo si fa per principio, per se
stessi, per la propria dignità.
(Oriana Fallaci )
Ricorda sempre che non è il coltello in se
che ferisce ma la mano di chi lo impugna.
(Anonimo )
La spiritualità, per una come me che non
crede in Dio, all’anima, all’aldilà sta nella
capacità di amare e comprendere gli altri-
uomini ed animali- e “ di non fare agli
altri quello che non vorresti fosse fatto a
te“. (Margherita Hack)
**********************************
Se mi interesso a quello che dicono i
cretini, non avrò più tempo per quello che
dicono le persone intelligenti.
( E. Schimitt )
Anno I°
Num. 8
Ottobre
2013
Pag. 4
Questo mese gli auguri vanno a :
Calanna Giuseppe (26), D’Augusta Perna Vittorio (17), Garofalo Giuseppa (11), Germanà
Mario (12), Lo Re Onofrio (24), Lo Turco Antonino (5), Managò Agatino (18), Moncada
Francesco (16), Musolino Vittorio (22), Pittera Francesca (28), Rinaldo Tobia (9), Sferrazzo
Alfina (16), Sidoti Francesco (19), Zerbonia Rosa (7).
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Se
LA VIGNETTA DEL MESE LA FOTO CURIOSA DEL MESE
( e li chiamano animali )
Anno I°
Num. 8
Ottobre
2013
Pag. 5
23 aprile 1958
Gagliardo, veloce scivola il legno sul mare
d’aprile
l’ultimo raggio accarezza la prora
ignora la sorte mentre guarda Bagnara.
Si spegne il lume
il faro scompare
s’alza il vento
tetto di nuvole nere s’appresta sul mare.
Il vento rabbioso, con furia omicida
s’abbatte sul legno, l’onda cattiva
impazzita s’infuria, ribolle il mare e si alza
sconvolge, urla di rabbia l’acqua impietosa.
Mare malvagio travolge, s’impenna,
il legno vacilla
ora s’alza, violento, s’abbatte, s’infrange,
ricade.
Taglia! Taglia! Taglia! sparisce nel vento l’anima L’antico richiamo,
la voce imperiosa non s’ode.
e il Faro
tende l’orecchio, nessun suono di brogna.
Fugge la notte inorridita, piange sul mare
che ha tradito la vita, rubata, spezzata, perduta!
L’alba smarrita si affaccia, nasconde il suo
volto,
su tanto dolore.
Accarezza la riva desolata, i piedi lambisce di
chi spera,
nel ritorno del legno gagliardo.
Un’ombra di pace e di silenzio il Faro avvolge.
Lacrime amare, cuore sconfitto, amor che non
torna.
�
L’ANTEFATTO
Alcuni anni prima, la stessa barca comandata da don
Peppino, uomo di grande carisma e indiscussa
autorevolezza, si era trovata nelle medesime
condizioni: tempesta di mare, vento di scirocco e la
palamitara calata nella posta prestabilita. Il capitano
con determinazione e assunzione di responsabilità
diede ordine di tagliare la cima della rete che teneva la
palamitara legata alla barca, che altrimenti, in quella
situazione di gran pericolo li avrebbe portati a fondo
zavorrando la barca. Egli stesso con un colpo secco
tagliò la corda e la barca, libera nella tempesta, tenne
il mare a forza di remi e braccia. Il suono acuto della
brogna, per segnalare la loro presenza in mare, fu
udito dalla Capitaneria di Bagnara che
tempestivamente, con le motovedette, accorse in loro
aiuto e li trasse in salvo. La comunicazione del
salvataggio giunse a Torre Faro tramite le autorità
marittime, con gran sollievo delle famiglie, con un
telegramma “Equipaggio salvo, palamitara persa”. Il
padrone della barca e della palamitara non la prese
bene e quando don Peppino arrivò a terra con tutto
l’equipaggio, disse ironicamente: “Bravo don
Peppino! Equipaggio salvo e palamitara persa!”
Da allora don Peppino non volle più comandare quella
barca in evidente disaccordo col proprietario.
Quel 23 aprile 1958 don Peppino doveva essere a
bordo di quella barca, perché lo avevano tanto pregato
e, anche se aveva preso altre strade, il mare restava la
sua passione. Per strada si attardò a chiacchierare sul
tempo che non prometteva niente di buono, e arrivò
tardi, tanto che la barca si era già allontanata.
La tempesta colse la barca con la palamitara già
calata, come testimoniarono i marinai delle altre
barche che avevano fatto loro cenno di tornare a
riva. Lo scirocco e il mare in tempesta non hanno
dato scampo ai 10 componenti l’equipaggio.
Cosa era successo? Nessuno può dirlo con certezza.
Secondo le ipotesi più accreditate, chi comandava non
volle perdere la rete come era accaduto anni prima. Se
don Peppino fosse stato a bordo, con la sua
autorevolezza avrebbe tagliato di nuovo la cima?
Sono decisioni contingenti al momento in cui si
vivono.
Quello che è certo è che si è persa la palamitara, la
barca e la vita di 10 persone.
LA PAGINA DELLA POESIA di Paola Savoca
Anno I°
Num. 8
Ottobre
2013
Pag. 6
Leggere molto non significa leggere tutto: il
vastissimo panorama offerto non renderebbe
sufficiente una vita intera per poter essere
letto. E quindi si sceglie di leggere, tra
l’offerta proposta, ciò che più si confà al
nostro gusto, al nostro interesse. Non ho mai
letto, per mia scelta, gli autori troppo fecondi
di scritti e ho scelto per questa ragione di non
leggere Camilleri: il lessico usato non mi
attrae, tanto quanto i soggetti e le
ambientazioni. Ma…mai dire mai.
Solitamente scelgo in libreria la maggior parte
dei doni natalizi e casualmente, in attesa che
la commessa si liberasse, gli occhi mi si
posarono sull’ultimo edito di Camilleri: “La
setta degli angeli”. E sempre in attesa lessi la
recensione sul retro di copertina, a firma di
Salvatore Silvano Nigro: “ Tutto di
invenzione è il rustico paesotto: il paesaggio
remoto, le otto chiese (sette per gli abbienti e
una per i contadini), il Circolo litigioso e
scalmanato, nel quale i soci, di surreale e
sgarbata scimunitaggine siedono male come
in una stampa di Hogarth; le scivolose
segretezze, le vacanterie escandescenti di
angusti e scaduti puntigli, le aggressioni
sbagliate fatte in nome dell’onore, la foia
atroce di un brigante dal nome biblico, l’astio
e le divisioni tra bassa aristocrazia di
campagna, professionisti borghesi, massari,
campieri, nullatenenti. Assolutamente vera è
invece la faccenda, testimoniata da Filippo
Turati e da Don Luigi Sturzo. E personaggio
storico è il protagonista Matteo Teresi,
avvocato dei poveri e dei deboli; e giornalista,
che la sua animosa attività di denuncia nutre
di socialismo umanitario…Corre l’anno
1901…”.
Come faccio a non leggerlo? Questa volta la
curiosità mi prende, per ovvie ragioni e
quindi, tra gli altri, anche il piccolo volume di
Camilleri scivola tra gli altri acquisti. Arrivata
a casa, lo leggo d’un fiato e scopro una figura
d’uomo, con due lauree in tasca, farmacista
prima e avvocato poi, che balza alta e
coerente tra le righe. Un uomo che scopre un
segreto tra le mura delle chiese del paese; un
segreto che coinvolge molte delle giovani
donne che vi abitano, vittime degli abusi di
una setta; un segreto che scuote le mura delle
parrocchie e vede colpevole il clero locale!
Un segreto che, grazie alle denunce del
Teresi, supera lo stretto e suscita lo sdegno di
molti esponenti politici, come Turati e Sturzo.
Lo scopre e per questo viene “invitato”, con
un colpo di lupara ben diretto e che appena lo
sfiora, a lasciar perdere l’inchiesta e i pezzi
scritti sul giornaletto locale “La battaglia”. Un
uomo che, lasciando col cuore in pezzi il
paese che ha indetto una crociata contro “il
diavolo sotto forma dell’Avvocato”, decide di
migrare in America, a Rochester,dove già il
fratello ha messo su famiglia e che in terra
straniera diviene il più famoso tutore della
legge in favore degli emigrati siciliani, di
quelli che dal suo paese sono fuggiti prima di
lui.
E per la prima volta ho letto Camilleri!
“Papà, ma questo Matteo era forse un tuo
parente? Aveva a che fare con la nostra
famiglia?”…
Che silenzio! La mia domanda resta e resterà
per sempre senza una risposta.
MAI DIRE MAI…….. ( di Anna Teresi )
Anno I°
Num. 8
Ottobre
2013
Pag. 7
Qualche socio ha osservato giustamente che
parliamo poco, o quasi niente, di sport.
E allora spendiamo qualche parolina
sull’argomento occupandoci
però non degli sport
maggiori, per i quali sono
piene le pagine dei giornali
sportivi e non, ma di quelli
minori che spesso ci
riservano delle enormi
soddisfazioni specialmente
se i protagonisti sono
siciliani o calabresi.
Di cosa o di chi parliamo
allora ? Di uno sport non
molto seguito e di un campionissimo di casa
nostra : ci riferiamo al siciliano Antonio
(Tony) Cairoli.
Nato a Patti (Messina ), ha già vinto ,con
quello di quest’anno, ben 7 titoli di campione
del mondo di motocross di cui 5 consecutivi
(2009, 2010, 2011 e 2012 e, appunto, 2013
nella categoria MX1, gli altri 2 li aveva vinti
gareggiando nelle MX2 ) e corre il rischio di
battere il record assoluto che appartiene al
belga Stefan Everts, che di titoli ne ha vinti 10
, e ciò considerata l’ancor
giovane età : Cairoli è nato
infatti il 23 settembre
1985.
Il corridore messinese può
essere considerato in
questo sport un grande
talento in assoluto: salito
la prima volta su una
minicross all’età di 4 anni
ha esordito a 7 anni
migliorando anno dopo
anno sino a raggiungere i risultati che sono
sotto gli occhi di tutti
Una curiosità : sin dall’esordio ha gareggiato
sempre , tranne un solo anno, con il numero
222 che è poi il numero di telaio della prima
moto.
Campagna di prevenzione 2012/2013
Facciamo presente agli assistiti che con inizio 01/08/2013 ha preso avvio la seconda fase della
Campagna di Prevenzione (che si concluderà il 30/11/2013, ma con possibilità di preattivazione
delle prestazioni presso le Strutture Convenzionate aderenti all’iniziativa entro e non oltre il
31/10/2013 ), riservata a chi non abbia partecipato alle due Campagne di Prevenzione
precedenti. Per ogni ulteriore informazione sulle modalità di attuazione del servizio, si prega
consultare il Manuale Assirecre.
Anno I°
Num. 8
Ottobre
2013
Pag. 8
LO SPORT di n.r.pappa
VERBALE RIUNIONE CONSIGLIO DI GRUPPO
In data 19 settembre 2013, alle ore 9,45 nei locali della Sede in corso Sicilia, 8 si sono riuniti i
Consiglieri, come da lettera di convocazione del 2 set c.a..
Sono presenti Bonanno Salvatore, Magrì Antonino, Pappa Ninì Renzo, Alessandro Pasquale,
Cardone Giovanni e Vivirito Osvaldo. Assenti giustificati il Consigliere Ignoti Giuseppe e il
Revisore dei Conti Pace Leonardo entrambi fuori sede.
Presenti inoltre, invitati, Cuturi Pietro, Di Nunzio Pietro, Mazzone Domenico, Alonzo Lilli e il
nuovo socio Pitrone Michele di Messina.
1° punto, prende la parola il Presidente che fa un breve resoconto dell’attività svolta dal Gruppo
nello scorso semestre, con particolare riferimento al corso di computer realizzato. Il buon
gradimento da parte dei soci partecipanti, induce a proseguire per il corrente semestre
nell’iniziativa. Al riguardo prende la parola Cuturi, quale responsabile dell’organizzazione, che ( 3°
punto dell’o.d.g.), riferisce di aver già contattato il docente, prof. Garagozzo il quale si è dichiarato
disponibile per un nuovo ciclo di lezioni da definire nei dettagli; previsto un incontro giovedì p.v. Si
fa presente che in atto la scuola “Cavour” ha un nuovo Preside in sostituzione del precedente,
andato in pensione. Si ritiene che il nuovo corso potrebbe essere effettuato entro i prossimi due
mesi.
2° punto dell’ordine del giorno “Internet” in uno con quello previsto al 5° punto “Eventuale
acquisto di un nuovo computer”, facendo riferimento a quanto deliberato nella riunione del
Consiglio del 19 settembre 2012, si ritiene opportuno ovviare all’acquisto di nuova stampante
poiché già sistemate quelle in nostro possesso; ma rimane necessario l’acquisto di un nuovo
computer (confermato l’incarico a Magrì e a Vivirito) perché da svariate prove effettuate, le
chiavette internet non danno segni di connessione.
4° punto, condizioni praticate sul c/c del Gruppo. Si rileva che esse sono in linea con le condizioni
standard e che non viene più addebitata la commisione di € 5,00 mensile.
6° punto, Input all’attività editoriale dell’Unione. Il Presidente sottolinea con soddisfazione che il
nostro periodico è gradito ed apprezzato anche da soci di altri Gruppi territoriali. Nel caso specifico,
evidenzia la partecipazione del socio Luciano Palmesi (Gruppo Veneto) con un articolo di carattere
finanziario che verrà inserito nel numero di ottobre p.v.
Inoltre, nell’intento di acquisire nuove e più funzionali forme nella impaginazione, nonché
arricchire con sempre più interessanti argomenti l’Unione, si conta di coinvolgere il nuovo socio
Pitrone - esperto nel settore giornalistico - il quale da la sua disponibilità ad una proficua
collaborazione con l’attuale Redazione.
7° punto, programmazione attività ludico/culturale. Si rimanda alla prossima primavera l’eventuale
gita alle isole Eolie. Di Nunzio propone per questo secondo semestre un giro dell’Etna con la
Circumetnea. Altra proposta viene fatta dalla socia Alonzo di una gita di un giorno a Centuripe con
visita al museo. Pappa propone una visita a Savoca con visita al convento dei Cappuccini.
Quanto prima verrà organizzata una pizzata.
…/…
NOTIZIE FLASH
8° punto, Rapporti con i pensionati delle banche coordinate. Rapporti improntati con la massima
cordialità e collaborazione.
9° punto, Proselitismo. Il Presidente, sulla scorta di elementi maturati nei trascorsi mesi, ritiene che
- pur in presenza di oggettive difficoltà a svolgere un proficuo lavoro di proselitismo nei confronti
di esodati ed in particolare nei confronti dei pensionati delle banche coordinate (B.Sicilia e
B.Roma) - sia necessario adottare tutte le energie per raggiungere l’obiettivo di incrementare il
numero degli iscritti. Pertanto è opportuno entrare subito in possesso di un elenco dei colleghi già
in esodo e di quelli che sono prossimi al pensionamento.
Varie ed eventuali
Messa per i nostri defunti: Il Presidente da incarico a Vivirito che propone la Parrocchia S.Pietro e
Paolo.
Omaggi di fine anno: limite massimo di spesa confermato in € 10,00 per gadget. Al riguardo si
delibera allargare la richiesta anche ad altri fornitori e non solo alla CIPI ovviamente per spuntare
prezzi più vantaggiosi.
Infine il Presidente propone ai Consiglieri di interpellare il Presidente Nazionale per esaminare la
possibilità di organizzare il prossimo Consiglio Nazionale nella nostra zona.
Non avendo altro da discutere, il Presidente dichiara chiusa la riunione alle ore 11,30.
f.to Bonanno (Presidente) f.to Cardone (Segretario)
SI INVITANO I SOCI
A
PARTECIPARE ALLA SANTA MESSA
IN
SUFFRAGGIO DEI NOSTRI CARI COLLEGHI
DEFUNTI
CHE SI TERRA’
IL 5 NOVEMBRE ALLE ORE 18,00
PRESSO LA PARROCCHIA
SANTI PIETRO E PAOLO
VIA SIENA, 1
CATANIA