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L’inclusione Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali Luciano Berti. LA COSTITUZIONE ITALIANA. Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di …. condizioni personali … Art.34 La scuola è aperta a tutti. - PowerPoint PPT Presentation
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LA COSTITUZIONE ITALIANA
• Art. 3Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di …. condizioni personali …
• Art.34La scuola è aperta a tutti.L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
L’Inserimento• Art. 28 L. n. 118 del 30.3.1971
(Provvedimenti per la frequenza scolastica)L'istruzione dell'obbligo deve avvenire nelle classi normali della scuola pubblica, salvi i casi in cui i soggetti siano affetti da gravi deficienze intellettive o da menomazioni fisiche di tale gravità da impedire o rendere molto difficoltoso l'apprendimento o l'inserimento nelle predette classi normali.Sarà facilitata, inoltre, la frequenza degli invalidi e mutilati civili alle scuole medie superiori ed universitarie.Le stesse disposizioni valgono per le istituzioni prescolastiche e per i doposcuola.
L’inserimento degli “svantaggiati”
• DPR n. 1518 del 22 dicembre 1967• ISTITUZIONE DI CLASSI DIFFERENZIALI
NELLE SCUOLE COMUNI• soggetti ipodotati intellettuali non gravi,
disadattati ambientali, o soggetti con anomalie del comportamento, per i quali possa prevedersi il reinserimento nella scuola comune
La legge n. 517 del 4.8.1977
Art. 2 (Scuola elementare) - Art. 7 (Scuola media)• attività scolastiche integrative organizzate per
gruppi di alunni della classe oppure di classi diverse per realizzare interventi individualizzati.
• Forme di integrazione a favore degli alunni portatori di handicap.
• Assegnazione di insegnanti specializzati.• Programmazione educativa individualizzata per
"....agevolare l'attuazione del diritto allo studio e la promozione della piena formazione della personalità degli alunni, in particolare dei portatori di handicap....“
• Integrazione specialistica, servizio socio-psico-pedagogico e forme particolari di sostegno secondo le rispettive competenze dello Stato e degli enti locali preposti.
L’integrazione nella scuola dell’infanzia
• La presenza nella scuola dei bambini in difficoltà è fonte di una preziosa dinamica di rapporti e di interazioni, che è, a sua volta, occasione di maturazione per tutti, dalla quale si impara a considerare ed a vivere la diversità come una dimensione esistenziale e non come una caratteristica emarginante.
L’handicap• La scuola offre ai bambini con handicap
adeguate opportunità educative, realizzandone l'effettiva integrazione secondo un articolato progetto educativo e didattico.
• La formulazione di specifici progetti educativi individualizzati deve considerare il soggetto protagonista del proprio personale processo di crescita (sul piano relazionale, sociale e cognitivo)
La legge n. 104 del 5.2.1992
Art. 3È persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.
LA DOCUMENTAZIONEArt. 12 e D.P.R. 24 febbraio 1994
"Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle unità sanitarie locali in materia di alunni portatori di handicap"
Diagnosi funzionale • Descrizione analitica della compromissione funzionale dello stato
psicofisico dell'alunno in situazione di handicap.• Redatta dal medico specialista nella patologia segnalata, dallo
specialista in neuropsichiatria infantile, dal terapista della riabilitazione, dagli operatori sociali in servizio presso la unità sanitaria locale o in regime di convenzione
• Finalizzata al recupero del soggetto, tenendo conto delle potenzialità negli aspetti:
• a) cognitivo;• b) affettivo-relazionale;• c) linguistico;• d) sensoriale con particolare riferimento alla vista, all'udito e al tatto;• e) motorio-prassico nelle componenti: motricità globale e motricità fine;• f) neuropsicologico: memoria, attenzione e organizzazione spazio temporale;• g) autonomia personale e sociale.
LA DOCUMENTAZIONEArt. 12 e D.P.R. 24 febbraio 1994
"Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle unità sanitarie locali in materia di alunni portatori di handicap"
Profilo dinamico funzionale• Caratteristiche fisiche, psichiche e sociali ed
affettive dell'alunno• Rileva le difficoltà di apprendimento
conseguenti alla situazione di handicap, le possibilità di recupero, le capacità possedute che devono essere sostenute, sollecitate e progressivamente rafforzate e sviluppate
• Elaborato e verificato dagli operatori delle unità sanitarie locali, della scuola e delle famiglie.
• Aggiornato a conclusione della scuola materna, elementare, media e durante il corso di istruzione secondaria superiore.
LA DOCUMENTAZIONE Art. 12 e D.P.R. 24 febbraio 1994
"Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle unità sanitarie locali in materia di alunni portatori di handicap"
Piano educativo individualizzato• Strumento di lavoro per rendere operativi i dati del Profilo
Dinamico Funzionale.
• Documento nel quale vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra di loro, predisposti per l'alunno in situazione di handicap, in un determinato periodo di tempo, ai fini della realizzazione del diritto all'educazione e all'istruzione
• Elaborato dai docenti di classe con la collaborazione dei genitori e degli operatori socio-sanitari. Programmazione di obiettivi, interventi, verifiche e valutazioni in relazione ai bisogni dell'alunno.
• Progettazione di interventi riabilitativi e di socializzazione individualizzati e di forme di integrazione tra attività scolastiche ed extrascolastiche.
• Soggetto a verifiche e ad aggiustamenti periodici.
Nuove procedure di segnalazione (DPCM 185/06)
• Valutazione clinica presso strutture autorizzate (pubbliche e private)
• Richiesta del genitore di accertamento dell’handicap presso la commissione medica collegiale competente
• Esame documentazione e visita in commissione• Rilascio dell’attestazione di handicap da parte della
commissione• Elaborazione della Diagnosi funzionale da parte della
struttura che ha effettuato la valutazione• Consegna della documentazione a scuola• Richiesta da parte della scuola del sostegno didattico e
educativo (U.S.T. e Comune di residenza dell’alunno)
13
La valutazione degli esami di statodel I Ciclo
D.P.R. n. 122 del 22.6.2009Art. 9. Valutazione degli alunni con disabilità• Riferita al comportamento, alle discipline e alle attività svolte sulla base
del piano educativo individualizzato• Espressa con voto in decimi• Prove di esame differenziate, comprensive della prova Invalsi• Riferimento agli insegnamenti impartiti• Adattamento delle prove al piano educativo individualizzato• Valutazione del progresso dell'alunno in rapporto alle sue potenzialità e ai
livelli di apprendimento iniziali.• Valore equivalente delle prove differenziate per il conseguimento del
diploma di licenza.• Uso di attrezzature tecniche e sussidi didattici necessari.• Voto finale in decimi, senza menzione delle modalità di svolgimento e di
differenziazione delle prove.• Alunni con disabilità che non conseguono la licenza: attestato di credito
formativo per l'accesso ai percorsi integrati di istruzione e formazione.
La valutazione degli esami di statodel II Ciclo
D.P.R. n. 122 del 22.6.2009
Art. 9. Valutazione degli alunni con disabilità• Prove equipollenti e tempi più lunghi• Assistenti per l'autonomia e la comunicazione.• Uso degli ausili necessari.
Alunno con disabilità che ha svolto un percorsodidattico differenziato senza conseguire il diploma:• rilascio di attestato recante gli elementi informativi relativi a:
- indirizzo- durata del corso di studi - materie di insegnamento del piano di studi- competenze, conoscenze e capacità acquisite- crediti formativi documentati in sede di esame.
Linee guida sull'integrazione scolastica degli alunni con disabilità 4.8.2009
Piano culturale e pedagogico:• Condizione di handicap come risultante di una interazione tra situazione di
disabilità, contesto sociale, elementi di facilitazione o di ostacolo messi in atto nell’ambiente di vita del soggetto disabile;
• Preferenza per i nuovi sistemi di classificazione della disabilità, basati sull’ICF (International Classification of Functioning) ;
• Consapevolezza che un vero processo di integrazione non può limitarsi alla sola esperienza scolastica, ma che vada proiettato nella costruzione di un vero e proprio progetto di vita.
Piano giuridico ed istituzionale:• Diritto all’integrazione, fondato su una interpretazione dinamica della Costituzione e dei
documenti internazionali;• Esigenza che il POF (piano dell’offerta formativa) sia esplicitamente orientato
all’inclusione.
Piano operativo e progettuale:• Condivisione delle responsabilità tra tutti gli insegnanti del gruppo docente:
l’integrazione è problema della classe e della scuola;• Preferenza per le didattiche attive e cooperative (cooperative learning), per la
valorizzazione della diverse intelligenze dei disabili;• Divieto di pratiche separatrici, dell’impropria utilizzazione delle figure di sostegno.
Lo svantaggioOrientamenti della scuola dell’infanzia 1991
• bambini le cui difficoltà e i cui svantaggi possono risalire a condizionamenti di natura socio-culturale. La loro integrazione deve essere favorita con ogni mezzo, in modo da rispondere ai loro specifici bisogni relazionali e cognitivi e da svilupparne e rafforzarne le capacità individuali
Lo svantaggioOrientamenti della scuola dell’infanzia 1991
• Tutti gli insegnanti della scuola concorrono collegialmente alla riuscita del progetto educativo generale e di integrazione, … e il personale ausiliario
• La tempestività degli interventi educativi di integrazione costituisce una delle forme più efficaci di prevenzione dei disagi e degli insuccessi che ancora si verificano lungo la carriera scolastica.
Lo svantaggionei programmi della scuola elementare 1985
• L'esercizio del diritto all'educazione ed all'istruzione non può essere impedito dalla presenza di difficoltà nell'apprendimento scolastico, sia esso legato a situazioni di handicap o di svantaggio che, peraltro, non vanno tra loro confuse.
• La condizione di svantaggio è legata a carenze familiari ed affettive, a situazioni di disagio economico e sociale, a divari culturali e linguistici dovuti a scarsità di stimolazioni intellettuali.
• La programmazione educativa e didattica deve prevedere la costruzione e la realizzazione di percorsi individuali di apprendimento scolastico che, considerando con particolare accuratezza i livelli di partenza, ponga una progressione di traguardi orientati, da verificare in itinere.
Gli obiettivi e i metodi per l’integrazione
• Utilizzazione di tutti i canali della comunicazione per perseguire, attraverso una appropriata metodologia, una sostanziale equivalenza di risultati. (programmi scuola elementare 1985)
• L’individualizzazione degli itinerari di apprendimento è garanzia, per l'alunno, di effettiva soddisfazione del diritto allo studio (programmi scuola media 1979)
LEGGE 8 ottobre 2010 , n. 170Nuove norme in materia di disturbi specifici di
apprendimento in ambito scolastico.
Le Finalità: • garantire il diritto all'istruzione;• favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche
di supporto, garantire una formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzialità;
• adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti;
• preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche legate ai DSA;
• favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi;• incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia,
scuola e servizi sanitari durante il percorso di istruzione e di formazione;
• assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale.
LEGGE 8 ottobre 2010 , n. 170Nuove norme in materia di disturbi specifici di
apprendimento in ambito scolastico.
La Diagnosi:• Effettuata nell'ambito dei trattamenti specialistici già
assicurati dal Servizio sanitario nazionale o da specialisti o strutture accreditate.
• Attivare, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti, sulla base dei protocolli regionali di cui all'articolo 7, comma 1. L'esito di tali attività non costituisce, comunque, una diagnosi di DSA.
• Compito delle scuole di ogni ordine e grado attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti, sulla base dei protocolli regionali
LEGGE 8 ottobre 2010 , n. 170Nuove norme in materia di disturbi specifici
di apprendimento in ambito scolastico.
Formazione nella scuola • Adeguata preparazione riguardo alle problematiche relative ai DSA,
finalizzata ad acquisire la competenza per individuarne precocemente i segnali e la conseguente capacità di applicare strategie didattiche, metodologiche e valutative adeguate.
Misure per i familiari • Diritto per i familiari di usufruire di orari di lavoro flessibili.
Misure educative e didattiche di supporto • Provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilità didattica nel
corso dei cicli di istruzione e formazione e negli studi universitari. • Uso di una didattica individualizzata e personalizzata, con forme
efficaci e flessibili di lavoro scolastico che tengano conto anche di caratteristiche peculiari dei soggetti, quali il bilinguismo, adottando una metodologia e una strategia educativa adeguate;
LEGGE 8 ottobre 2010 , n. 170Nuove norme in materia di disturbi specifici
di apprendimento in ambito scolastico.
Misure educative e didattiche di supporto • Introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di
apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonché misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere;
• Insegnamento delle lingue straniere, con uso di strumenti compensativi che favoriscano la comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali di apprendimento, prevedendo anche, ove risulti utile, la possibilità dell'esonero.
• Monitoraggio dell’attività per valutarne l'efficacia e il raggiungimento degli obiettivi.
• Garanzia di adeguate forme di verifica e di valutazione, anche per quanto concerne gli esami di Stato e gli esami universitari.
LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI CON DSA
D. M. 12 LUGLIO 2011
• I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTOdislessia – disgrafia – disortografia - discalculia – comorbilità
• DIDATTICA INDIVIDUALIZZATA E PERSONALIZZATA
• STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE DISPENSATIVE
• DIDATTICA PER GLI ALUNNI CON DSAlettura – scrittura – calcolo - apprendimento delle lingue straniereScuola dell’infanzia - primaria - secondaria di I e di II grado
• COMPITI DEGLI ATTORIU.S. R. - Dirigente scolastico - Referente di istituto
• Docenti – Famiglia – Studenti – Università
• FORMAZIONE
La valutazione degli alunni con difficoltà specifica di apprendimento
Art. 10 D.P.R. n. 122/2009• Valutazione che tiene conto delle
specifiche situazioni soggettivedi tali alunni.
• Adozione di strumenti metodologico-didattici compensativi e dispensativi.
• Diploma finale senza menzione delle modalità di svolgimento e di differenziazione delle prove.
L’integrazione degli alunni stranieri
• C. M. n. 301/1989 e C. M. n. 205/1990• diritto all’istruzione dei minori stranieri e concetto
di arricchimento reciproco (CM 205/90)• D.P.R. N. 394/1999
T.U. sulla condizione dello straniero in Italia Regolamento: accoglienza/integrazione, organizzazione. Valorizza il ruolo della scuola nell’integrazione
• Direttiva 2010/99 art. 19: formazione dei docenti operanti in scuole ad alto flusso migratorio
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L’integrazione degli alunni stranieri
(Linee guida 1.3.2006)
• Equilibrata distribuzione della presenza degli alunni stranieri
• Le modalità di accoglienza• L’insegnamento dell’italiano come
seconda lingua (per comunicare e per studiare)
• La valutazione e l’orientamento• Le figure dei mediatori linguistici e
culturali a scuola• La formazione del personale
Normativa per l’integrazione degli alunni stranieri
• D.P.R. n. 89 20 marzo 2009Utilizzazione delle 2 ore settimanali di insegnamento dellaseconda lingua comunitaria nella scuola media per potenziarel’insegnamento della lingua italiana per gli alunni stranieri non inpossesso delle necessarie competenze di lingua italiana
• C. M. n. 2 8 gennaio 2010Indicazioni e raccomandazioni per l’integrazione dialunni con cittadinanza non italianalimite del 30% dell’accoglienza di iscrizioni di alunni stranierinelle prime classi
• C.M. n. 48 del 31.5.2012Esonero dalla prova scritta di II lingua all’esame di Stato
La Direttiva Ministeriale del 27.12 2012
La Circolare Ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013
• STRUMENTI DI INTERVENTOper alunni con bisogni educativi speciali
ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE
per l’inclusione scolastica
Da integrazione a inclusione• IntegrazioneE’ destinata ad un gruppo minoritario di alunni• InclusionePresuppone un concetto di equitàL’idea che la differenza favorisce l’apprendimento di TuttiCompito della scuola è accompagnare tutti valorizzando le differenze mettendole al centrodell'azione educativa
La grande area dei B.E.S.
• La disabilità• I disturbi specifici di apprendimento
• I disturbi evolutivi specifici• Lo svantaggio
socio-economicolinguistico culturale
I disturbi dell’attenzione e dell’iperattività
• A.D.H.D. - D.D.A.I.(Attentione Deficit Hyperactivity Disorder)(Deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività)
• LA COMORBILITÀ CON ALTRI DISTURBID.S.A., oppositivo-provocatorio, della condotta, di ansia, dell’umore
AREE NON RIENTRANTI NELLADISABIITÀ CHE COMPROMETTONO ILPERCORSO SCOLASTICO
Il funzionamentocognitivo limite
• Borderline• Disturbo evolutivo misto
Disturbi legati a fattori neurobiologici e spesso associati ad altri disturbi
AREE NON RIENTRANTI NELLADISABIITÀ CHE COMPROMETTONOIL PERCORSO SCOLASTICO
LA FINALITÀ• L’ESTENSIONE DEL CAMPO DI
INTERVENTO E DI RESPONSABILITÀ DELLA SCUOLA (E DEL TERRITORIO) ALL’INTERA AREA DEGLI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
• LA TRADUZIONE DEL PRINCIPIO DI INCLUSIONE IN SCELTE EDUCATIVE
I COMPITI DELLA SCUOLA
• Intervento per tutti gli alunni con bisogni educativi speciali
• Individuazione precoce di tutte le difficoltà• Comprensione dei fattori che generano le
difficoltà• Ampliamento dell’area della formazione• Collegamento con il territorio
Diritto alla personalizzazione dei percorsi di apprendimento per
TUTTI gli alunni con B.E.S.(Principi della legge n. 53 /2003)
• Possibilità di adozione di una didattica personalizzata e dell’adozione di misure compensative e/o dispensative piano personalizzato
• Possibilità di redazione del Piano Didatttico Personalizzato
• Possibilità di piani finalizzati al raggiungimento dei livelli essenziali / minimi di competenza
RESPONSABILITÀ ESCLUSIVA DI CONSIGLIO DI CLASSE / GRUPPO DEI DOCENTI
L’Adattamento degli obiettivi
della classe
in relazione alla presenza di alunni disabili o alunni con bisogni educativi speciali
non riduzione del livello ma DIFFERENZIAZIONE DELLE SCELTE METODOLOGICHE, CONTENUTISTICHE
degli alunni con BES
in relazione agli obiettivi della classe (tecniche di facilitazione)
Modalità operative
In mancanza di certificazioneclinica o diagnosi
• Possibilità di redazione di un P.D.P. come:- strumento di lavoro in itinere
- documentazione delle strategie di intervento programmate
Deliberazione del Consiglio di classemotivata sulla base di considerazionipedagogico –didatticheFirma del Dirigente scolastico, dei docenti, dellafamiglia
Modalità operative• Certificazione clinica o diagnosi
(anche se rilasciata anche da struttura privata)
OBBLIGO DI REDAZIONE DEL PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO
anche ad anno scolastico inoltrato• Esami di Stato
Certificazione presentata entro il 31 marzo (Art. 1 Accordo della conferenza Stato – Regioni R. A. n. 140 del 25.7.2012)
Gli alunni con B.E.S. temporanei
Motivazioni fisiche, biologiche, psicologiche,socialiIndividuazione sulla base di elementi oggettivi(segnalazioni di operatori dei servizi sociali,psicologici, medici specialisti)
Stranieri di recente immigrazione
ATTIVAZIONE DI PERCORSI PERSONALIZZATIADOZIONE DI STRUMENTI COMPENSATIVI E/ODISPENSATIVI CON CARATTERE TRANSITORIO ELIMITATO AGLI ASPETTI DIDATTICI
I compiti degli Enti locali rispetto agli alunni D.V.A.
• Organizzare gli asili nido per renderli adeguati alle esigenze dei bambini portatori di handicap, onde permettere gli interventi di recupero, socializzazione.
• Fornire gli operatori e assistenti specializzati per l'autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap fisici o sensoriali.
• Fornire la dotazione alle scuole e alle università di attrezzature tecniche e di sussidi didattici, anche mediante convenzioni con centri specializzati, aventi funzione di consulenza pedagogica, di produzione e adattamento di specifico materiale didattico
Le azioni
• Promuovere negli insegnanti la diffusione delle competenze per leggere, prevenire e intervenire sul disagio scolastico;
• Promuovere una più stretta collaborazione tra i diversi insegnanti e tra la scuola e il territorio
• Costruire reti tra scuole e tra scuole e territorio
Le azioni negli istituti• Formazione docenti ed educatori • Definizione dei team di progetto
(docenti/educatori) • Individuazione degli studenti
(osservazione, prove)• La formazione mista dei gruppi classe • Patto educativo studente /famiglia/scuola • Definizione dei PDP • Attività didattiche ed educative • Orientamento
Le azioni sul territorio
• La costruzione di reti di scuole• La ridefinizione del ruolo degli enti locali• La costruzione di patti con gli enti territoriali
(associazioni, volontariato, privato sociale…)attraverso INTESE, PROTOCOLLI, CONTRATTI
La formazione• Superamento della formazione intesa
esclusivamente come partecipazione in presenza a corsi, seminari….
• Superamento dell’aggiornamento inteso come partecipazione volontaria
• La formazione a distanza – I siti
IL CAMBIAMENTO DELLA DIDATTICA
• LA GESTIONE DEI B.E.S. IMPONE UN RIPENSAMENTO DELLA DIDATTICA IN TERMINI DI:
• PERSONALIZZAZIONE DEI PERCORSI DI APPRENDIMENTO
• INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI• SCELTE METODOLOGICHE• SCELTE DEI CONTENUTI• VALUTAZIONE
L’organizzazione territoriale
Centri Territoriali di Supporto (C.T.S)• Istituiti presso scuole polo• Coordinamento delle attività con Enti Locali e
Territoriali (Province, Comuni,Servizi Sanitari, Associazioni delle persone DVA,Centri di ricerca, formazione e documentazione
• Gestione delle risorse disponibili• Offerta di servizi adeguati
I Centri Territoriali di Supporto• Definizione di un piano annuale di intervento
relativo ad acquisti ed iniziative di formazione• Informazioni a docenti, famiglie e studenti delle
risorse disponibili• Organizzazione di iniziative di formazione sui
temi dell’inclusione, dei B.E.S., delle tecnologie per l’integrazione per docenti e famiglie
• Proposta di soluzioni di software• Consulenza sull’uso delle tecnologie e sulle
modalità didattiche per l’alunno e per la classe
I Centri Territoriali di Supporto• Acquisto e gestione degli ausili• Servizio di comodato d’uso in caso di
progetti delle scuola• Raccolta e documentazione delle buone
pratiche di inclusione• Promozione di attività di ricerca e
sperimentazione• Promozione di intese territoriali per
l’inclusione
L’organizzazione dei C.T.S.• Dirigente scolastico della scuola polo
Responsabilità gestionale ed organizzativa del Centro
• Equipe di docenti specializzati3 di cui 1 specializzato in D.S.A. con obbligo di formazione continua
• Comitato Tecnico ScientificoRedige il piano annuale di interventoDirigente scolastico, rappresentante dell’U.S.R, dei Servizi Sanitari, degli Enti locali, delle Associazioni di persone con disabilità e delle famiglie
L’organizzazione dei C.T.S.I C.T.S. regionaliRaccordo , consulenza e coordinamento delle attività dei C.T.S.1 Rappresentante di ogni C.T.S. territoriale e il referente per ladisabilità/D.S.A dell’U.S.R.
COORDINAMENTO NAZIONALE DEI C.T.S.COMITATO NAZIONALE SCIENTIFICOIL PORTALEArea della formazioneForumNewsArea riservata
I Gruppi di lavoro per l’integrazione scolastica (art. 15)
G.L.H. di istituto• Composto da insegnanti, operatori dei servizi, familiari e
studenti.• Collaborare alle iniziative educative e di integrazione
predisposte dal piano educativo.• Consulenza e proposta, di collaborazione con gli enti locali e
le unità sanitarie locali per: - la conclusione e la verifica dell'esecuzione degli accordi di
programma; - per l'impostazione e l'attuazione dei piani educativi individualizzati
- qualsiasi altra attività inerente l'integrazione degli alunni in difficoltà di apprendimento.
Organizzazione a livello di istituto
Dal G.L.H.I. al G.L.I GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE• Estensione delle problematiche dei D.V.A. a tutti i
B.E.S.• Gruppo composto da insegnanti, operatori dei
servizi, familiari, studenti e. F.S.O.F., insegnanti di sostegno, Educatori, assistenti alla comunicazione, docenti con formazione specifica
• Coordinamento di classi, genitori esperti esterni e istituzionali
• Rilevazione, interventi, azioni di miglioramento
GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE
Compiti• Rilevazione dei B.E.S presenti• Raccolta e documentazione degli interventi didattico-
educativi• Consulenza e supporto a docenti• Rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di
inclusività nella scuola• Interfaccia della rete dei C.T.S. e dei servizi sociali e
sanitari del territorio• Elaborazione del piano per l’inclusività contenente
un’ipotesi di utilizzazione funzionale delle risorsedeliberato dal Collegio dei docenti a giugnoInviato all’U.S.R per l’assegnazione del sostegno
GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE
Attività specificheGiugno• Elaborazione del piano per l’inclusività
contenente un’ipotesi di utilizzazione funzionale delle risorsedeliberato dal Collegio dei docenti Inviato all’U.S.R per l’assegnazione del sostegno
Settembre• Adattamento del piano sulla base delle risorse
assegnate• Dirigente scolastico: assegnazione delle risorse• Docenti : redazione del PE.I.