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Numero 45 – 01.10.2012 Libero boardgame in libero stato Camillo Benso, conte di Cavour Be, a dirla tutta con la scusa che ho inserito in precedenza uno special basato su un report battle, ho potuto sfruttare lo spazio liberato per un numero diverso … Spazio quindi ai libri, alle preview, e a idee varie. In questo numero si ritorna a parlare della battaglia d’Inghilterra (una mia fissa), di produzione industriale, e di simulazioni più semplici non troppo complesse, in effetti le prossime pagine sono proprio dedicate a una simulazione senza troppe pretese storiche. Prossimamente in questi schermi troverere uno special sulla Folcon 2012 e la Valcon 2012, ma per la disponibilità che ho mi sa che se riparla per fine novembre, be! intanto buona lettura e ancora ciao Fabio

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Numero 45 – 01.10.2012

Libero boardgame in libero stato

Camillo Benso, conte di Cavour

Be, a dirla tutta con la scusa che ho inserito in precedenza uno special basato su un report battle, ho potuto sfruttare lo spazio liberato per un numero diverso … Spazio quindi ai libri, alle preview, e a idee varie. In questo numero si ritorna a parlare della battaglia d’Inghilterra (una mia fissa), di produzione industriale, e di simulazioni più semplici non troppo complesse, in effetti le prossime pagine sono proprio dedicate a una simulazione senza troppe pretese storiche. Prossimamente in questi schermi troverere uno special sulla Folcon 2012 e la Valcon 2012, ma per la disponibilità che ho mi sa che se riparla per fine novembre, be! intanto buona lettura e ancora ciao Fabio

Hurtgen: Hell’s Forest (Decision Games)

Ultimo entrato nel gran Gotha della mia collezione - Hurtgen: Hell’s Forest fa seguito a Wacht an Rhein, in due mappe sono simulate la battaglia per la presa di Aachen (prima città tedesca a essere conquistata dagli alleati) e le battaglie dalle parti di Hurgten forest.

La simulazione può essere catalogata per principianti che con i suoi 7 countersheet per un totale di 2240 pedine può essere giocata (parlo dello scenario campagna il più lungo) in tre o quattro ore … Ehmm … Questo è perlomeno quello che dovete dire per convincere i più timorati di fronte a questa simulazione.

Grafica mappa: mostruosamente elegante Grafica pedine: very professional Regolamento : lo hanno ristrutturato un pò meglio In fututo : nel 2013 esce il nuovo Atlantic Wall con lo stesso regolamento!

Hurtgen, Vossenack, Schmidt se queste località non vi dicono nulla eseguite pure una ricerca su Wikipedia …

1975 – Rivista Jagdpanther

Di questa rivista ne so molto ma molto poco; so solo che questa rivista & game allegati usciva verso la metà degli anni 70. Sono riuscito a trovare qualche numero per puro caso, per voi li ho tirati su (male) con lo scanner e li ho piazzati nell’area allegati. Meritano una vostra sbirciata, perché qui veramente specialmente per gli over 50 toccherò sicuramente qualche corda sentimentale, perché vi catapulterete in un’era mitologica … Degna di nota è vedere il tipico font dell’epoca, tenete presente che trovate scenari e varianti, e non vi spaventate se mancano delle pagine, sono quelle del gioco che non ho trovato incluse …

Numero 3_10 – luglio 1975 MechWar 77 Anzio 1776 Sinai Third Reich PanzerBliz Richthofen’s War

Numero 3_12 – gennaio 1976 Anzio Luftwaffe Third Reich PanzerLeader Diplomacy Fast Carrier 1776

Numero 4_12 – aprile 1976 Third Reich Invasion: America! West quadrigame Sniper D-Day

Appunti di storia – 1943 USA - La riconversione delle industrie e il fronte interno … Sotto l’alterigia si intravedeva la supplica. Quarantacinque mesi di guerra avevano stremato la Gran Bretagna. Più del 12 per cento della sua popolazione era sotto le armi: la mobilitazione nazionale era quasi completa e si profilava la minaccia di una grave carenza di uomini, se la guerra si fosse protratta a lungo e soprattutto se fosse stato necessario invadere l’Europa fortificata attraverso la Manica. Il paese aveva già avuto più di 100 mila caduti al fronte e migliaia di dispersi; la marina mercantile aveva perduto 20 mila marinai e i bombardamenti tedeschi avevano fatto 45 mila vittime nel Regno Unito. La salvezza era qui, in America. Quello che appena un paio d’anni era l’inesperto e debole esercito americano ora contava più di 6 milioni di uomini, al comando di un migliaio di generali, 7 mila colonnelli e 343 mila tenenti. L’aviazione era aumentata del 3500 per cento dalla metà del 1941, il corpo dei genieri del 4000 per cento. Una marina che, dopo Pearl Harbor, contava appena otto portaerei, alla fine del 1943 ne avrebbe avute cinquanta, fra grandi e piccole. Quell’anno gli Stati Uniti avrebbero costruito più navi da trasporto — una nave modello Liberty ora richiedeva appena cinquanta giorni di lavoro, dalla costruzione della chiglia al varo - di quante ne possedesse l’intera flotta mercantile britannica. Proprio quel giorno Roosevelt, forse per lanciare un sottile monito a Churchill prima del suo arrivo, aveva annunciato che la produzione di aerei statunitense - 86 mila nel 1943 - supera ora quella di tutte le altre nazioni messe insieme. Dei 48 miliardi di dollari di forniture belliche concesse dagli Stati Uniti ai suoi alleati, due terzi sarebbero andati alla Gran Bretagna. I primi diciotto mesi di guerra degli Stati Uniti erano stati all’insegna dell’inesperienza, dell’inefficienza e molto, anzi troppo spesso dell’inettitudine. C'erano voluti un lungo processo di maturazione e una cernita, ancora in atto, all’interno delle unita combattenti e fra i loro comandanti: dei forti dai deboli, degli efficienti dagli inefficienti e, come sempre, dei fortunati dagli sfortunati. Il veterano degli inviati di guerra del “New York Times” Hanson Baldwin, dopo un lungo viaggio su vari fronti, aveva concluso proprio quel martedi mattina la sua colonna in prima pagina con queste parole: “ll problema più serio dell'America é la leadership: l'esercito non é riuscito finora a produrre neppure una frazione di comandanti all’altezza del loro compito”. Quanto alla truppa, in media “non é temprata mentalmente, né sufficientemente determinata. Non ci mette l’anima” In patria, però, dove la capacita produttiva dell’industria era quasi al massimo, il processo era più avanzato. Il paese era passato dai modelli di pace ai modelli di guerra, galvanizzato come mai prima e forse neppure dopo d’allora. L’ultima automobile era uscita dalle linee di montaggio il 10 febbraio 1942, nel 1943 al suo posto ci sarebbero stati 30 mila carri armati, più di tre all’ora per ventiquattrore al giorno e più di quanti la Germania ne costruì dal 1939 al 1945. La Rudolph Wurlitzer Company adesso fabbricava bussole e dispositivi antighiaccio anziché pianoforti e fisarmoniche; l’International Silver sfornava fucili automatici invece delle posate e diversi stabilimenti di cosmetici, macchine da scrivere e coppe per ruote costruivano, rispettivamente, rivestimenti per cartucce, mitragliatrici ed elmetti.

Conversioni analoghe erano in atto in tutto il sistema economico, questo nel 1943 avrebbe fornito 6 milioni di fucili, 98 mila bazooka, 648 mila autocarri, 33 milioni di pantaloni militari in cotone, 61 milioni di paia di calze di lana e cosi via. La guerra si era insinuata dentro ogni cucina, ogni armadio, ogni cassetta dei medicinali. I primi a essere razionati erano stati lo zucchero, i pneumatici e la benzina, poi via via quasi tutto il resto, dalle scarpe al caffe. “Usalo fino in fondo, consumalo, fallo durare o fanne a meno” divenne il mantra dei consumatori. I bottoni non erano più di ottone ma di plastica, i centesimi di zinco anziché di rame. Per risparmiare 50 milioni di tonnellate di lana all’anno, il governo aveva messo al bando le magliette, i polsini, le tasche applicate e i grandi risvolti alle giacche; gli orli si erano alzati, le gonne a pieghe erano svanite e un decreto, che imponeva la riduzione del 10 per cento del tessuto per i costumi da bagno femminili, aveva portato alla nascita del due pezzi. La disposizione L-85, emanata dalla direzione della produzione bellica, aveva non soltanto razionato le fibre naturali, ma anche limitato la gamma dei colori delle stoffe a quella approvata dal comitato consultivo per le tinture, che comprendeva l’oro, simbolo dell'onore, il rosso del valore e l’azzurro del coraggio. La penuria di mollette aveva spinto i parrucchieri a ricorrere agli stuzzicadenti e le donne, anziché indossare introvabili calze di seta, ora se le dipingevano sulle gambe con sostanze del tipo “Calze liquide, pellicola per gambe Velva”. Le automobili non potevano superare il “limite di velocità della vittoria”: i cinquanta chilometri all’ora. Dal giorno in cui il governo aveva lanciato una campagna per la raccolta dei tubetti del dentifricio – sessanta tubetti contenevano una quantità di stagno sufficiente a saldare tutti i collegamenti elettrici di un bombardiere B-17 — la nazione ne aveva raccolti 200 milioni in sedici mesi. “Seppellite i giapponesi sotto i rottami” urlavano i manifesti, mentre grafici complicati informavano gli americani che dieci secchi bucati fornivano acciaio sufficiente per un mortaio, dieci stufe quello per una camionetta da ricognizione e con 252 tagliaerba si fabbricava un cannone antiaereo. Ma tutti quei tagliaerba e quei tubetti di dentifricio riciclati, tutte le navi da guerra e gli aerei e le calze di lana sarebbero serviti soltanto se alla fine fossero stati catapultati nelle battaglie giuste, nelle offensive giuste, condotte con la giusta strategia, quella vincente. Una strategia che non esisteva ancora. …

Tipologia: capolavoro storico-letterario

Aspettando la FolCon 2013 Ritorna a furor di popolo uno delle rubriche più amate dai lettori di questo sito: Aspettando la FolCon idee, ipotesi, suggerimenti, consigli e varianti sulla più amata delle convenscion italiane. Dopo lo sfolgorante successo della FolCon 2012 (nel prossimo numero arriva spero lo special relativo), ecco una nuova proposta intrigante e affascinante, Just a Peiper dream? la simulazione inclusa in non so quale numero della rivista Against the Odds permette di simulare la cavalcata del famoso colonnello Peiper nelle Ardenne. Come dice sempre Stefano (è una frase cult) “È un gioco semplice ma non semplicistico!”, in effetti la simulazione viene da molti considerata il diretto erede di Wacht am Rhein della Decision Games, ma con una sequenza molto più lineare e snella. Sebbene il piazzamento iniziale delle 11 pedine americane – per come siamo organizzati sempre alla Folcon – porti via un minimo di tre ore – tra chi non vuole fare il setup, tra quello che arriva il giorno dopo, da quello che vorrebbe fare un gioco diverso da quello stabilito già da quattro mesi, da quello che rema contro, da quello che vorrebbe provare una sua personale variante (e qui si, che bisogna veramente toccarsi i coglioni …), la simulazione si ripaga nel saper coinvolgere e gestire più giocatori (tranquillamente fino a cinque per il suo designer …) Possiamo dire che questa simulazione è il candidato ideale per la prossima FolCon del 2013 … E forse partecipa anche Marco, perché l’argomento … si stuzzica …

qui mappa completa e pedine …

regolamento – corposo ma sobrio …

Accessori http://www.sicher.it/contplastscomp.htm Servono sempre e non ce ne sono mai abbastanza, l’articolo 67 lo visto durante l’ultima partita con Alessandro in Guderian’s Blizkrieg II – nulla da dire, con un paio di scatole tutte le pedine del monster vengono facilmente gestite …

Area Web

Vi ricordo che in youtube potete vedere tutta una serie di preview di simulazioni e di report battle (sintetici) e varie; White Star Rising nel link sotto …

http://www.youtube.com/watch?v=hBBYLIW2Mig

Google Map & campi di battaglia - Cassino Sicuramente farci un giro direttamente e meglio, ma come alternativa più economica, potete sfruttare google, andare nella sezione maps selezionare la località, e poi spostare l’omino giallo su una strada, e in seguito muovervi nelle varie strade e guardate il paesaggio...

L’abbazia di Cassino (ricostruita) vista nell’ultima curva prima di raggiungerla …

Praticamente potete intuire nella foto più avanti, che un osservatore tedesco con un binocolo poteva vedere e passare le coordinate all’artiglieria anche delle singole pecore che gli passavano d’avanti …

Si noti che questo meccanismo ha il pregio di poter analizzare tutti i principali passi / strade che fungevano da asse di avanzata per gli alleati, nella campagna d’Italia del 43

veduta panoramica da un paio di curve sotto l’abbazia …

I pochi – Alex Kershaw

A chi non si allineava, ci pensava FBI a controllare il tutto, e si poteva andava (sembra quasi incredibile) persino in prigione con relativa multa salata; il nostro gruppo di volontari, di nascosto superò il confine col Canada, ma restarono un pò sorpresi dal fatto che gli Inglesi non li volevano! Semplicemente venivano visti come avventurieri e mercenari, e non era proprio così, molti erano sinceramente anti-nazisti che smaniavano di battersi contro la dittatura del III Reich.

I nostri a un certo punto si stufano, e si offrono ai francesi, questi ultimi non ci penseranno troppo a dare il loro assenso; giunti in Francia i piloti USA si trovano nel cataclisma dell’avanzata tedesca, in un clima di dissoluzione totale, alcuni di loro riusciranno pure a fare qualche missione con degli aerei paurosamente obsoleti – “da pregare il signore di non trovare qualche tedesco in giro”, come disse uno di loro.

Con il crollo della Francia i nostri scappano in Inghilterra, anche questo viaggio è paurosamente avventuroso, basta pensare che riescono a prendere una nave due ore prima che i tedeschi arrivino a occupare il porto; 48 ore dopo, la nave senza essere attaccata da aerei tedeschi, giungeva a Plymounth.

Anche a quel punto gli Inglesi faranno storie ad accettarli, ma qualcosa si stava muovendo, un politico inglese, stava iniziando a difendere le loro buone intenzioni, e qualcuno si stava rendendo conto che questi piloti USA erano quanto di più propagandistico si poteva trovare in giro …

Finalmente i nostri entrano nella Raf, e qui il libro si innesta nella battaglia d’Inghiterra, ci sono aneddoti, come per esempio la storia della squadriglia dei milionari, una squadrone della riserva costituito prima della guerra, tutte da persone iper-facoltose (dirigenti, milionari ecc.), quando inizierà la guerra e scatterà il razionamento, uno verrà incaricato di procurarsi la benzina, e scoprirà che dentro il club c’era un direttore della Shell o giù di li, in pratica si compreranno una stazione di servizio e risolveranno i problemi per qualche anno di guerra …

Non considero questo libro, un capolavoro della narrativa storica, ma alcune particolarità vanno segnalate, per esempio è stato eletto libro dell’anno dal Military Book Club ed è stato opzionato per un potenziale film dal regista Michael Mann (L’ultimo dei Mohicani, Insider, Heat, Collateral), e se farà il film probabilmente - si - andremo tutti a vederlo … Il libro narra la storia, di alcuni volontari americani, che decidono di volare per la RAF nella battaglia d’ Inghilterra, non c’e solo la loro storia, ci sono molto aspetti di questa battaglia famosa che vengono analizzati. Il volare sotto le ali della RAF, non fu comunque una banalità, tanto per cominciare, nel 1940 il governo americano, vieto ai suoi cittadini di andare in Francia & Inghilterra, e ovviamente di combattere per loro, il governo USA non voleva assolutamente essere immischiato in episodi diplomatici o imbarazzanti.

Comunque sia, la squadriglia dei milionari si comporterà con onore e eroismo, per la cronaca non ci sarà un pilota del club che sopravviverà alla fine della battaglia …

Le fasi della battaglia d’Inghilterra sono ben conosciute, e mi ci soffermo solo un maniera blanda, abbiamo la prima fase dei combattimenti sul canale della manica per interdire la navigazione, una seconda fase di attacchi tedeschi ai radar, e poi la più pericolosa per gli inglesi, gli attacchi agli aereoporti del comando caccia.

Poi abbiamo qualche bombardiere tedesco che sgancia qualche bomba su Londra, la rappresaglia inglese su Berlino, e a questo punto Hitler decide di concentrare gli attacchi su Londra.

Attenzione però, perché il libro svela particolari interessanti, molto probabilmente alla Luftwaffe, se tutti fossero stati d’accordo, con dotte spiegazioni tecniche si poteva menare per il naso il Führer, e stabilire una strategia alternativa, il problema e che non esisteva unanimità di giudizio, per uno Sperrle che sosteneva la necessità di continuare gli attacchi contro gli aeroporti, un Kesselring ribadiva la necessità di colpire Londra.

La Luftwaffe cambierà di nuovo obbiettivo; e qui va segnalato che dal primo Ministro inglese all’ultimo aviere della RAF, tutti capirono che i tedeschi avevano fatto un errore, concentrandosi su Londra, la città allora più grande del mondo, capace di reggere ai bombardamenti tedeschi, e di dare fiato al Fighter Command.

In questa fase della battaglia, è affascinante notare la moltiplicazione dei problemi, per i piloti tedeschi, non solo la Luftwaffe non aveva più il fattore sorpresa, dovendo eseguire delle rotte quasi fisse per raggiungere Londra, ma lo stress e le perdite in battaglia stavano tracimando …

Alcuni reparti cominciavano ad avere perdite al 50% per missione, persino Gallant, il famoso asso tedesco, confesso che si rendeva perfettamente conto che sarebbero morti tutti, il suo unico obbiettivo si riduceva alla speranza di essere tra gli ultimi a cadere …

Kesselring, ha tutto un suo ruolo in questa battaglia, aveva sbagliato nell’asserire che bombardare Londra, avrebbe chiuso vittoriosamente la campagna aerea, ma è anche colui che si prende la briga di telefonare a Goring e di sbottare con un: “Cosi non possiamo andare avanti! stiamo scendendo al di sotto degli standard di sicurezza!”.

Quel giorno stesso due attacchi sferrati da Kesselring, furono un completo fallimento, non solo il Fighter Command non era stato spazzato via, ma aveva brillantemente impegnato i caccia di scorta tedeschi al limite del loro raggio di autonomia, per poi decimare il fior fiore delle unita di bombardieri della Luftwaffe.

La battaglia d’Inghilterra era praticamente finita; il libro prosegue poi seguendo gli eventi successivi dei nostri volontari, alcuni di questi poi cadranno anche loro in scontri aerei.

Alla fine del ‘41 gli Stati Uniti entrano in guerra ed è curioso scoprire che dovranno essere emanate alcune leggi per evitare che i volontari,rientrano nel loro paese, non vengano incriminati …

Tipologia: Il libro si legge eccome...

71 Squadron, the first all-American unit in RAF history.

Narvik (GDW)

Il giro è stato tortuoso, sono partito da Merita Merkur che volevo preparare per la ValCon 2012, e ho pensato. “Ma dovrei avere un promemoria delle regole serie Europa …”, vado nella scatola di Fire in the East e – gelo – non trovo il regolamento …

Comincia a tirare fuori tutte le scatole della serie, finalmente trovo il regolamento nella scatola Urals, ma nel frattempo avendo trovato Narvik ho scoperto un serie di fotocopie giratami all’epoca da Alessandro, articolo e varie …

Gli archeologici interpellati, hanno dichiarato che la datazione del documento oscilla sicuramente dopo quella dei Manoscritti del Mar Morto (100 a.C. circa), io sono più propenso a datarla attorno al 1980/ rivista The Grenadier.

Materiale tirato su con scanner in ambiente totalmente asettico e poi inserito nell’area allegati

Parigi & France

Parigi 1980? L’ultima volta che ero andato a Parigi risaliva a circa 30 anni fa, e di quel viaggio ricordo che girando attorno all’ Opèra National scoprii un negozietto che vendeva ooooh gioia ooooh delizia - bordgame and games! Su quel negozio (considerato ora a tutti gli effetti monumento della cultura francese), comprai anche una simulazione made in France. La simulazione in questione era a zone e trattava della campagna tedesca del 41 in Russia, ho fatto una ricerca su internet ma non c’e stato verso che io riuscissi a risalire alla casa editrice e alla simulazione – meno che meno una immagine da pubblicare qui …

Parigi 2011 Week-end famigliare di nuovo giro dei monumenti, e casuale giro attorno all’Opèra National e … grande la mia sorpresa a rivedere il negozio in questione, i war-boardgame per la verità sono scomparsi, e sono rimasti fantasy / carte / ecc., parlando col titolare ho scoperto che il negozio è passato di padre in figlio … Come promemoria ricordo per chi va a Parigi, che la maggior parte dei negozi ludici, li trovate nelle vicinanze della Sorbonne nei pressi delle università …

E in un supermercato nell’area giornali e libri … E per la prima volta in volta mia proprio in questo week-end parigino, ho trovato in una supermercato una rivista di boardgame! Non un negozio specializzato di ludica, ma un’area con quotidiani & riviste varie, certo qui la Vae Victis in questa città giocava in casa comunque … La simulazione: Sicile 1943 - Be! Gioco quasi ideale per la Folcon – mappa A3 purtroppo però il regolamento di 6 pagine mi è sembrato un pò troppo pesante …

France 2012 Guardate, sarà perché in Francia qualche avvenimento storico è accaduto, comunque sta di fatto che le riviste storiche stanno a quelle italiane in un rapporto di 3:1, ogni estate è una sempre una grande abbuffata, e se non fossi impegnato allo spasimo con quest’ultimo progetto di merda informatico qui a Schio (VI) mi metterei a tradurre articoli su articoli e proporli qui …

NukeWar 1980 (Avalon Hill) Avrete un nodo alla gola … forse molti di voi piangeranno senza ritegno … ma questo e DDG emozioni senza fine … Ve li ricordate? Commodore 64 / televisore come schermo / programmi su nastro

La Avalon Hill si lancio pure su questo mercato, fece uscire un paio di simulazioni, ma non fecero grandi cose e poi chiusero tutto, NukeWar l’unico che ho preso all’epoca …

http://www.brutaldeluxe.fr/projects/cassettes/microcomputergames/

( 2) Apettando la Folcon 2013 … Be! Stefano ci ha pensato su, e mi ha accennato a una simulazione che sa coniugare felicemente il realismo storico con le emozioni di un gioco avvincente …

Pamplona per chi non lo sapesse, è una località spagnola dove ogni anno avviene una corsa dei tori all’interno della cittadina. Ma non è questo l’argomento di questa simulazione storica, Viva Pamplona! tratta dell’oscuro ma intrigante argomento della guerra civile spagnola che precedette la seconda guerra mondiale.

Quello che ha colpito Stefano e lo ha fulminato come San Paolo sulla via di Damasco, e l’incredibile simbologia di questa simulazione, per esempio il toro nero: e come non vedere in questo animale l’analogia e la rappresentazione della forza e dell’aggressività delle forze dell’Asse.

E che dire del drappo rosso che fa incazzare il toro, nella sua incredibile simbologia, a testimonianza della resistenza dei comunisti …

Stefano quando inizia a parlare di questa simulazione va in estasi e va avanti per ore e ore, sinceramente non so si può trovare di meglio …

E ricordatevi che non ci sono solo le simulazioni alla FolCon, ma anche le originali esibizioni dei giocatori da vedere e rivedere … Andrea ha promesso che riproverà (come ha tentato quest’anno ) a saltare lo stagno che si trova vicino al luogo della convencion …

Mondo cipolla … Il mondo è un luogo semplice. Prendiamo una cipolla e parliamo di come funziona il mondo discutendo di materie prime e tempo.

Primo strato: il mondo come noi lo conosciamo. I social network, il cellulare, il traffico, il lavoro che ci stressa (oppure la sua mancanza che ci stressa anche di più). Un mondo apparentemente semplice. Qui vivono le persone che hanno una percezione temporale di 3 mesi. Ogni azienda ragiona in trimestri. Le persone che vivono qui hanno scarse informazioni e vivono in un incertezza cosmica (niente “pessimismo cosmico” quello era appannaggio di Leopardi!).

Secondo strato: il mondo dei politici. È l’unico mondo con cui la popolazione interagisce volontariamente. Di solito li votiamo, a volte fan tutto loro (in questo caso li si chiama tiranni o despoti…). ll politico medio, escluso il tiranno, ha un arco temporale di 4,5 anni. La sua visione è semplice, il suo ruolo è di amministrare la nazione che lo ha eletto. Egli è un intercapedine, più o meno spessa, tra il mondo reale e quello percepito (il nostro insomma).

Terzo strato: il mondo della geopolitica. Qui ci si comincia a divertire. Qui vivono o han vissuto uomini come Mcnamara che con il suo Fog of War, ha spiegato come funziona il mondo. Uomini con Zbigniew Brzezinski autore de La grande scacchiera dove, cito testualmente, egli scrive “È imperativo che nessuna potenza Euroasiatica emergente possa dominare l’Eurasia e divenire una sfida per gli Usa”. Uomini come Edward Luttwak che ha scritto Colpo di stato: manuale tascabile. Uomini che hanno una visione di minimo 10 anni, spesso consiglieri dei nostri politici. Loro sono i nocchieri dei nostri politici (volenti o nolenti!).

Quarto strato: materi prime. Qui si gioca seriamente e la cipolla prende sapore. Petrolio, oro, ma anche i meno nobili ferro, rame. Qui le grandi transnazionali (tanto per far qual che nome: Tyson & Cargill per il cibo, Vale, BHP Billiton, Rio Tinto per l’estrazione dei metalli, Glencore e Xstrata per il brokeraggio dei metalli) giocano la loro partita più grande. Orizzonte temporale e decisionale minimo 10-20 anni (del resto una miniera non la metti in piedi in 4 mesi!). Qui il mondo della geopolitica si incontra con chi decide le sorti di intere nazioni.

Quinto strato: il cuore della cipolla, materie prime di nicchia. Tantalio, niobio, gallio, indio, terre rare (neodimio, europio etc..), litio e la lista continua. Il tantalio non vi dice nulla? È in ogni cellulare del pianeta, senza, i nostri smartphone non sarebbero così smart. La quasi totalità dei giacimenti di questi minerali (nel caso delle terre rare parliamo del monopolio!) sono al momento in mano alla Cina. Tradotto se la Cina si incazza salutiamo il nostro mondo avanzato. La tanto decantata “green economy” ha un cuore tecnologico basato su europio, gallio, neodimio. Niente minerali niente impianti eolici e Toyota plus. Le armi intelligenti occidentali (che poi tanto intelligenti non sono dato che ogni 2 mesi casca un drone da qualche parte..) necessitano di terre rare per essere intelligenti. Senza, possiamo dire addio alla supremazia tecno-militare occidentale. Il mondo è un luogo semplice, le materie prime e il loro utilizzo lo plasmano, dal centro della cipolla vengono prese le decisioni. E per chi sta sulla buccia? bè…. Pensateci …