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Sergio Valentini © 2013
UNIVERSITA’ DI BERGAMO
Sergio Valentini
Corso di Economia e Tecnica del Commercio Internazionale
Rapporti Commerciali Internazionali
Venerdì 7 febbraio 2013
2
Come si muovono le imprese italiane all’estero: interlocutori,
esigenze e necessità
Chi affianca le imprese per
l‘internazionalizzazione?
• Interlocutori
Sergio Valentini © 2013
Decisioni
• Internazionalizzarsi è diventata una
Condizione strategica di sviluppo
aziendale:
Su questa base l’impresa decide quante e
quali risorse destinare allo sviluppo dei
mercati internazionali valutandone costi e
benefici attesi
A NEW APPROACH
VALID FOR
ACP COUNTRIES • Azioni di sostegno diretto alle imprese: contributi per
acquisizione di servizi a valore aggiunto, assistenza specialistica, progetti di penetrazione economico commerciale, riduzione rischio operativo
• Strumenti di sostegno su base regionale: bandi per contributi e voucher per fiere, missioni, progetti di aggregazione per incoraggiare le imprese a fare “massa critica” nelle loro azioni sui mercati internazionali
• Strumenti di supporto strategico del sistema lombardo: azioni di sistema e di diplomazia economica per consolidare la leadership e rafforzare i legami con le aree strategiche (forum di confronto, attuazione di protocolli), attrazione di IDE
Strutture pubbliche di supporto
Nazionali
• Ministeri, ICE/ACE (per promozione estera)
• SACE (per assicurazione crediti)
• SIMEST (per investimenti in jv estere)
• InvItalia (attrazione investimenti esteri)
Locali
• Regioni (con loro enti strumentali: Toscana Promozione,
CESTEC, ERSAV, ERSAF e/o finanziarie: Friulia,
Finlombarda)
• Camere di Commercio (con loro UR e aziende speciali:
Promos, LarioDesk) 6
Altri “Internazionalizzatori” in Italia • Consorzi Export
• Consorzi per l’Internazionalizzazione
• Associazioni imprenditoriali
• Banche e istituti di credito
• Consulenti e aziende specializzate
• Governi esteri presenti in Italia: – agenzie di attrazione di investimenti nazionali (FIPA,
ITD, LDA, CzechInvest, Kotra) e regionali (WDA, Wallonie, Illinois)
– uffici di supporto alle esportazioni (ambasciate, consolati, agenzie: CMA, Taitra, ProChile, FinPro)
– uffici di supporto al commercio tra i paesi (ambasciate, consolati o agenzie: Jetro, CCPIT)
IN REALTA’, come operano le
imprese italiane?
• Il 56% delle imprese italiane si
muove all’estero senza consultare
nessuno
• Il dato è in crescita!
Fonte: Fondazione NordEst (2011)
Perché? • Problema 1: sistema Paese assente -
indispensabile per affrontare mercati
enormemente più grandi di Italia e delle imprese
• Problema 2: imporre e legittimare un sistema
produttivo composto di PMI – rispetto a
concorrenti (Francia e Germania) che hanno
gruppi industriali trainanti
• È davvero così?
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Contesto aziendale italiano
• Diversamente dagli altri Paesi europei e/o
esportatori, l’Italia si caratterizza per il
numero elevato di PMI
• “in contrasto” con la teoria, l’Italia è
estremamente performante sui mercati esteri
anche se le dimensioni medie aziendali non
consentono economie di scala come nel caso
altri paesi (USA, Cina) e imprese (MNE,
grandi gruppi)
Cosa serve?
• Esigenze
Fonte: indagine Confindustria Lombardia - 2010
L’internazionalizzazione delle imprese lombarde – Giugno 2010
Servizi a supporto dell’internazionalizzazione richiesti
La domanda dei servizi in Lombardia
Fonte: indagine Assolombarda 2012
Ostacoli per l’internazionalizzazione
Difficoltà nell’approccio ai mercati esteri
Fonte: Assolombarda 5 marzo 2012
Supporto all’internazionalizzazione:
utilizzo di fornitori pubblico-privati
Dati in % Più risposte possibili
Fonte: Assolombarda 5 marzo 2012
Supporto all’internazionalizzazione:
soddisfazione sui fornitori pubblico-privati
Dati in % sul totale utilizzo
Fonte: www.lombardiapoint.it
In ordine di importanza i servizi maggiormente richiesti dalle aziende riguardano:
• Dogane e intrastat (26,4%)
• Fiscalità internazionale (21,1% del totale delle richieste)
•Contrattualistica Internazionale (14,5%)
• Ricerca partner (8,4%)
• Analisi dei mercati (5,8%)
• Finanziamenti e investimenti (5,8 %)
• Pagamenti e Trasporti (5,3%)
• Fiere e Missioni (6,2%)
Altri servizi riguardano Informazioni Generali (2,6%) Documenti per l’export (1,5%), Appalti internazionali (0,9%), Marchi e brevetti (0,7%),
Formazione (0,3%), Promozione (0,2%), Assicurazioni (0,1%)
I servizi più richiesti
Sergio Valentini © 2013
Le difficoltà da superare per
vendere all’estero: situazione
Sergio Valentini © 2013
1. L’effettiva protezione dei mercati emergenti
rimane molto elevata
2. Gli accordi bilaterali hanno aumentato la
complessità (invece che semplificare)
3. Le procedure di co-decisione comunitarie
non permettono strategie nazionali
Scambi e accordi internazionali
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Dazi medi per area geografica
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Dazi in % delle entrate statali
PAESI OCSE AFRICA MEDIO ORIENTE
Australia 2,68 Costa d’Avorio 29,70 Iran 38,90
Canada 1,69 Lesotho 54,58 Israele 1,06
Grecia 0,03 Sud Africa 3,20 Kuwait 77,78
Italia 0,01 ASIA AMERICA LATINA
USA 1,98 Afghanistan 68,34 Argentina 4,94
EST EUROPA Cina 7,45 Cile 2,62
Russia 9,06 India 17,02 Guatemala 11,03
Ucraina 9,54 Indonesia 4,4 Venezuela 8,64
Source: World Bank, World Development Indicators
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• Riduzione dei dazi dagli anni ‘50
….per effetto GATT/OMC e di accordi regionali
Average world trade tariffs
on merchandise imports
0
10
20
30
40
50
60
1950s Today
% o
f im
po
rted
valu
e
“Esplosione” dei Regional Trade Agreements:
calo tendenziale dei dazi
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La realtà degli accordi di libero scambio regionali:
“Spaghetti Bowl”
Sergio Valentini © 2013
RECIPROCITA’: I membri hanno diritti e obblighi vicendevoli per riduzione
delle barriere, con l’obiettivo della progessiva liberalizzazione degli scambi
CONSENSUALITA’: le decisioni richiedono unanimità di tutti
NON-DISCRIMINAZIONE:
NATIONAL TREATMENT (NT): una volta entrati nel territorio nazionale i
prodotti di altri stati non possono essere discriminati (distribuzione
selettiva)
MOST FAVORED NATION (MFN): salvo accordi d’integrazione regionale,
un Paese membro non può applicare dazi differenti da quelli di un altro
membro (art. XXIV del GATT)
IMPEGNATIVITA’ DI DAZI E TARIFFE: una volta concordata una riduzione di
dazi/tariffe, diventa vincolante e non possono essere incrementati senza
sanzioni
MA….: non coprono temi come IDE e aspetti sociali, per l’ambiente c’è
clausola di salvaguardia
Regole dell’OMC/WTO
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Regole del Commercio Internazionale
• Regole: in teoria dal 1995 OMC ha sostituito il GATT (organismo internazionale con Paesi Membri e procedure formali di ammissione, non un accordo provvisorio): copre beni, servizi e regole generali, con meccanismo cogente per risolvere le dispute
• In realtà? – Olimpiadi di Parigi!
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Economie emergenti: guidano la ripresa ma sono
concorrenza più estesa e agguerrita
Accordi (trade negotiations) “confusi” con crescita
delle barriere non tariffarie, contraffazione,
concorrenza sleale, protezione elevata
Relativa debolezza delle PMI europee sui mercati
globali – concorrenza asimmetrica
Tendenze di fondo
Lo Scenario Attuale
• Shock esterni e continui (2008-2012, fluttuazioni
valute, SARS, 9/11, Sud Est Asia’90, Argentina,
etc.) influiscono sulle performances economiche –
domino effect
• Accelerazione del cambiamento: evoluzioni e
cambiamenti continui rendono difficile/impossibile
definire e seguire piani a medio lungo termine
• NB: gli shock sono tali in quanto inattesi: né “Moody’s” né “Standard &
Poor’s” avevano previsto la crisi asiatica-russo-latinoamericana del
1997-98, né argentina 2001-02, né subprime 2007-08 e il loro rating di
Enron non fu modificato fino a 4 giorni prima del fallimento
Volatilità
• L’interconnessione tra economie (poca
governance internazionale per veti
incrociati, interessi conflittuali e shock
esogeni) influisce sulle performance
economiche
• Le strategie servono a evitare di reagire
alle emergenze invece che seguire linee
coerenti
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Strategia di export
• L’attività di export deve essere inquadrata
in una strategia aziendale chiara
• Solo una buona strategia può aiutare la
performance internazionale ->
• Cosa è strategia?
• Perchè e come svilupparla?
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Strategia e Tattica
• Strategia (pensiero che cerca modi di
esprimersi in azione) e Tattica (i mezzi per
mettere in pratica il pensiero e tradurre in
pratica) svolgono funzioni diverse ma
strettamente connesse
LA STRATEGIA VIENE SEMPRE PRIMA
DELLA TATTICA
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Definizioni: Strategia e Tattica
• La Strategia determina l’allocazione delle
risorse:
è il Piano che mette in relazione i mezzi e i
fini, obiettivi e tattiche
• La Tattica definisce l’uso delle risorse:
è l’Implementazione del piano
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Azione
• Strategia: fare la cosa giusta
• Tattica: eseguire in modo giusto la
cosa da fare
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Come distinguere strategia e
tattica?
Ammiraglio Mahan:
“Contatto è la parola che meglio
definisce la linea di demarcazione
tra tattica e strategia”
• Tutte le attività di pianificazione sono
strategia
• Tutte le attività di implementazione che
richiedono contatto sono tattica
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Esempi
• Timone e Motore
Strategia: la direzione da tenere per
conseguire gli obiettivi
Tattica: la forza che spinge verso il
risultato voluto
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Attenzione
• Nessuna strategia è una “strategia”
• Una strategia può ovviare a carenze di risorse
• Una strategia errata provoca effetti slegati dalle
intenzioni (di norma negativi)
• Idem per una strategia corretta implementata in
modo erroneo
Conoscenza dei mercati internazionali
Accompagnamento all’export
Espansione Internazionale
1
Accesso ai Mercati Mondiali
2
3
4
Cooperazione e investimenti diretti
all’estero, tecnologia
5
Il percorso strategico di internazionalizzazione
Teoria tradizionale
36
Proviamo a cambiare le lenti…
Ipotesi di lavoro
(Necessità di) Internazionalizzazione
Le conoscenze, i mezzi, le persone o
ogni altro fattore che è funzionale
all’impresa per mantenere e/o
accrescere la propria competitività,
che NON sia già disponibile
localmente o sul mercato domestico
Nuovo contesto competitivo • La nuova geografia economica mondiale dà un ruolo senza
precedenti alla dimensione commerciale e finanziaria delle
attività economiche: la pressione concorrenziale
internazionale va a colpire progressivamente TUTTI i settori di
attività
• Le relazioni di coop-concorrenza tra Paesi e tra aziende si
sviluppano su scacchieri diversi con ritmi e logiche complesse
e contraddittorie
• Le MNEs si sviluppano nel cuore degli scambi mondiali in una
permanente relazione di collaborazione e concorrenza - la
stessa logica prevale tra i blocchi economici mentre nelle
relazioni internazionali riprendono fiato le dinamiche nazionali
• Il livello regionale o locale diventa a sua volta portatore di una
nuova pratica strategica, in particolare tra regioni Europee 38
CARL PHILIPP GOTTLIEB VON CLAUSEWITZ
DELLA GUERRA, 1832
La Guerra è una delle forme del
commercio tra gli uomini
39
GUIDO CERONETTI
CORRIERE DELLA SERA, 31 OTTOBRE 2012
Se questa è realmente una crisi
economica, io sono un lupo
mannaro!
40
Rapporto Martre
• I rapporti di forza nel commercio internazionale si
esprimono in primis tra le prime 500 MNE in una
competizione commerciale e tecnologica specializzata
caratterizzata dalla ricerca di massa critica
• Queste MNE controllano il 40% dell’import USA e 35%
dell’export: il commercio interno tra filiali di MNE sarebbe
già superiore a quello tra tutte le altre aziende assieme
• Gli scontri seguono la logica della co-opetition: il
vantaggio competitivo come « primi entranti» con lle
tecnologie di punta sui mercati globalizzati e la posizione
di forza contrattuale è « motore » di questa logica
41
Visti dall’esterno: LE DISPOSITIF NATIONAL
DE COMMERCE EXTÉRIEUR ITALIEN (Rapporto Martre):
• le aziende italiane privilegiano l’interscambio piuttosto
che stabilirsi con filiali all’estero
• Sulla riforma del 1992 (Cabina di regia per migliore
utilizzo delle risorse) il commento è che « vista la crisi del
settore pubblico nel Paese, gli attori economici italiani
non si aspettano granchè dalle riforme» con l’effetto
indiretto di portare le regioni più forti a sviluppare proprie
strutture di sostegno per coordinare le loro politiche
• Dispositivo di supporto istituzionale: ICE (Promozione e
partecipazione a fiere internazionali, Incontri B2B tra operatori, Informazioni )
• Secondo pilastro del dispositivo sono le CCIAA (supportato
dalle CCIE - con una produttività molto variabile)
• A lato delle reti istituzionali, ci sono le reti associative: più
di 300 associazioni mobilizzate a supporto delle PMI 42
Caratteristiche del sistema
italiano di supporto
• Flessibile e poco gerarchico, si sviluppa sul
coordinamento dei Ministeri ma:
• La maggioranza degli imprenditori italiani – molto individualisti
– utilizza molto poco queste fonti di informazione e preferisce
agire tramite cooperazione tra imprese
• Il fenomeno ricorda quello dei consorzi di grandi imprese per
coordinare le proprie azioni sui mercati esteri (aeroporti,
forniture)
44
Vigilanza Economica nei principali Paesi
(1) • Germania: competenze nella gestione strategica
dell’informazione dalle radici storiche del commercio.i flussi
informativi convergono verso centro strategico di interessi delle
banche, grandi gruppi industriali, sindacati e assicurazioni. Il
consenso sull’interesse strategico nazionale è primario
vantaggio culturale dell’economia tedesca
• Giappone: competitività centrata sull’utilizzo collettivo
dell’informazione (in primis dalla copertura dei mercati internazionali dei
grandi gruppi e rete informativa mondiale in tempo reale)
• Saldatura di fatto tra imprese e pubbliche amministrazioni
46
Vigilanza economica: Giappone
Vigilanza Economica nei principali Paesi
(2) • Regno Unito: a differenza del passato, oggi i sistemi di
vigilanza economica britannici sono essenzialmente al servizio
della finanza, mentre questa competenza non è mai stata
trasferita all’industria nazionale
• USA: il sistema informativo economico è ricco e diversificato
ma basato su logiche del tutto individuali, nato negli anni 50
dalle imprese che si confrontavano sul mercato domestico.
Oggi il dibattito in corso testimonia di una evoluzione verso un
sistema misto pubblico-privato
Vigilanza Economica nei principali Paesi
(3) • Svezia: vi è una stretta simbiosi tra imprese e pubbliche
amministrazioni, confermata da riunioni ad alto livello per
definire strategie d’informazione economica al servizio dei
risultati dell’economia svedese
• Francia: dopo studi approfonditi dei sistemi esteri, si è dotata di
una strategia complessiva - Vigilanza economica obbligatoria
nei CV accademici di economica dal 2013.
• Ha mobilizzato le capacità difensive e offensive degli attori
economici (non solo aeronautico, energia e
ma anche manifatturiero)
Dall’internazionalizzazione alla
Vigilanza Economica • La vigilanza economica diventa strumento di conoscenza
e comprensione permanente dei mercati, delle tecniche,
dei modi di pensare dei concorrenti, delle loro intenzioni e
della capacità di realizzarle
• È l’insieme delle azioni coordinate di ricerca,
elaborazione, distribuzione e protezione delle informazioni
ottenute legalmente che sono utili agli attori economici
• Nel contesto attuale di competizione economica mondiale,
s’impone l'analisi dei sistemi di vigilanza economici esteri
più performanti
Vigilanza Economica: vincoli alla
diffusione • I due principali freni alla diffusione della vigilanza economica
sono:
– La protezione da parte delle imprese del loro patrimonio
intellettuale e industriale non ha nelle PMI il corrispettivo di
ricerca informativa costante che ha già l’innovazione e la
commercializzazione dei prodotti nelle MNEs
– Non è ancora chiaramente percepito come la gestione
strategica delle informazioni economiche abbia una funzione
di competitività e di difesa dei posti di lavoro
• I nuovi modelli di comportamento aziendale dovrebbero esere
chiaramente orientati sui bisogni di conoscenza per perseguirli
e difenderli
50
Ri-partire
dall’internazionalizzazione 2.0
Conseguenze operative
• Internazionalizzarsi è diventata una Condizione
strategica di sviluppo aziendale:
• Su questa base l’impresa decide quante e quali
risorse destinare allo sviluppo dei mercati
internazionali valutandone costi e benefici attesi
• È opportuno muoversi nell’ambito di una
strategia complessiva di gestione della
competitività, invece di considerare i raporti con
l’estero un “episodio” nella vita aziendale!
Lo Stato
• Il ruolo dello Stato dovrebbe essere di stimolo alle
amministrazioni coinvolte per spingerle ad adattare la loro
azione - con un dibattito pubblico - alle nuove sfide
dell’internazionalizzazione
– Adattando il sistema informativo pubblico al nuovo scenario
– Aprendo i circuiti pubblici di scambio delle informazioni
scientifiche, tecniche ed economiche alle imprese
– Costruendo una visione strategica complessiva globale
– Mobilizzando gli attori economici su priorità di azione definite
in funzione dei poli multipli dell’economia nazionale
Le regioni • L’ambito regionale è emerso con sempre maggiore importanza nelle
dinamiche della globalizzazione degli scambi
• L’anticipazione di rischi e opportunità legate all’internazionalizzazione
spinge gli attori locali (pubblici e privati) a definire una gestione collettiva
delle informazioni
• Le tre priorità delle strategie regionali sono (dovrebbero
essere):
– Intensificazione delle azioni di sviluppo locale (in
collaborazione con altre regioni)
– Intensificazione delle alleanze inter-regionali e costituzione
di reti di supporto all’export
– Cooperazione tra imprese, regioni e amministrazioni
nazionali competenti
• Il tutto nell’ambito di una strategia nazionale a lungo termine
Le imprese
• Le imprese sono costrette ad adattare le loro
strategie in funzione di un nuovo assetto di
complessità crescente delle realtà concorrenziali
all’opera sui mercati mondiali, nazionali e locali
• L'efficacia dell’azione è basata sulla messa in
pratica di dispositivi di vigilanza economica che per
porre la gestione strategica dell’informazione come
leva al servizio del risultato economico, della
competitività e creazione di lavoro
• Le imprese non si stanno curando di questo aspetto!
In pratica?
57
CDG Ottobre 2012
Letture
• La guide du routard de l’intelligence economique (pdf)
• Qiao Liang – Wang Xiungsui – Guerra senza limiti –l’arte
della guerra asimmetrica fra terrorismo e globalizzazione
(ed Goriziana)
• Samuel Huntington – Lo scontro tra civiltà (The Clash of
Civilizations and the re-making of world order - Penguin)
• Steven Levitt, Stephen Dubner – Freakonomics
(Penguin) - ewww.FT.com freakonomics pages
• Joseph S. Nye Jr – Leadership e potere: hard, soft,
smart power (Laterza)
Grazie
Sergio Valentini