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professione infermieristica Anno XXIII - n. 1/2013 - Sped. Abbonamento Postale 70% 2 DCB FI n. 1/2013 www.ipasvifi.it Trimestrale di informazione attualità e cultura IPASVI FIRENZE Obbiettivo Il gioco si è rotto? no money, no welfare SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE Parafrasando la nota pubblicità del coktail alla moda e leggendo be- ne le recenti esternazioni di esponenti del governo quando afferma- no “la sostenibilità futura del sistema sanitario nazionale potrebbe non essere garantita se non si individueranno nuove modalità di finanzia- mento per servizi e prestazioni”, si può intuire bene quali e gravi rischi stia correndo la natura del Servizio Sanitario Nazionale, nato nel 1978 per estendere il diritto alla tutela della salute a tutta la popolazione.

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professione infermieristicaAnno XXIII - n. 1/2013 - Sped. Abbonamento Postale 70% 2 DCB FI

n. 1/2013

www.ipasvifi.it

Trimestrale diinformazioneattualitàe cultura

IPASVIFIRENZE

ObbiettivoIl gioco si è rotto?

no money, no welfare

SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

Parafrasando la nota pubblicità del coktail alla moda e leggendo be-ne le recenti esternazioni di esponenti del governo quando afferma-no “la sostenibilità futura del sistema sanitario nazionale potrebbe nonessere garantita se non si individueranno nuove modalità di finanzia-mento per servizi e prestazioni”, si può intuire bene quali e gravi rischistia correndo la natura del Servizio Sanitario Nazionale, nato nel 1978per estendere il diritto alla tutela della salute a tutta la popolazione.

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1/2013 IPASVI - Firenze Obbiettivo

Obbiettivoprofessione infermieristicaOrgano Ufficiale del Collegio InfermieriProfessionali Assistenti SanitariVigilatrici d’Infanzia di Firenze

Anno XXIII n. 1/2013Spedizione in a. p. 70% 2DCB

Direttore responsabileLuca BARTALESI

Comitato di redazioneFrancesca CASTIUAnna CIUCCIARELLILorenzo GIOVANNONILucia MAGNANILucia SALVADORILucia SETTESOLDINiccolò SCALABRINStefano CASPRINI

collaboratore esterno

Contatti: [email protected]

Segreteria di redazioneSilvia Miniati, Elisabetta TralloriTania Stella

Direzione e RedazioneCollegio IPASVIVia Pier Luigi da Palestrina, 1150144 FirenzeTel. 055 359866, fax 055 355648e-mail: [email protected] del Tribunaledi Firenze n. 4103 del 10/05/91È consentita la riproduzione totale o parziale degli articolie del materiale contenuto nella rivista purché vengano ci-tatati l’autore e la fonte («Obbiettivo professione infermie-ristica» rivista del Collegio IPASVI di Firenze). È graditacomunicazione per conoscenza alla redazione

Chiuso in tipografia il 20 febbraio 2013Impaginazione e stampaTip. Coppini Via Senese 56r50124 Firenze - Tel. 055.2207133

Chiara Barchielli Infermiera ASF - [email protected] Gheri Infermiere USL 11- [email protected] Brunetti Infermiere - [email protected] Lazzeroni Psicologa - [email protected] Giovannini Infermiera - [email protected] Capobianco Infermiera AUO Careggi - [email protected] Nerozzi Infermiera - [email protected] Mocali Infermiera ASF - [email protected] Responsabilità Professionale - Collegio IPASVI Firenze grupporesponsabilità@ipasvifiSpazio etico - referente Alessandro Mancini Infermiere USL 11 - [email protected]

3 Pluralità, dal confronto una opportunità di crescita D. Massai - Presidente Collegio IPASVI Firenze

4 Le viste mediche on line sono migliori delle visite mediche tradizionali? C. Barchielli

5 Liberi professionisti, le novità contributive ENPAPI dal 20136 L’esperienza CIVES in un maxi evento: concerto dei ‘Radiohead’ al Parco delle Cascine

F. Gheri

8 L’ombra della scure sulla sanità pubblica G. Brunetti

11 Il censimento 2011 della popolazione italiana, breve analisi dei dati L. Giovannoni

12 La soddisfazione professionale degli infermieri in ambito cardiologico:gli elementi determinanti M. Capobianco, V. Lazzeroni

18 La responsabilità professionale: i dati del Collegio Ipasvi di FirenzeM. Castagnoli, I. Galli, E. Nerozzi, G. Senes, M. Zanatta

20 L’infermiere e la violenza domestica M. Mocali

22 Tecnologia e Sanità I. Baracchini, M. Bernardeschi, M. Fadanelli, G. Favero, S. Francioni,C. Innocenti, A. Mancini, L. Tamburini

24 Progetto «Semina», la presentazione alle autorità e alla cittadinanza L. Giovannoni, E. Nerozzi

2 Sommario

Dove siamoIl Collegio IPASVI della provincia di Firenze si trova in Via Pier Luigi da Palestrina, 11 aFirenze a 200 metri dalla Stazione Leopolda dove è possibile trovare parcheggio auto etreni da e per Empoli.Per contattarci telefonare al numero 055/359866 oppure inviarci un fax al numero055/355648 www.ipasvifi.it [email protected] segreteria è composta da: Elisabetta Trallori, Silvia Miniati e Tania StellaL’orario di apertura al pubblico è: Lunedì e Mercoldì 14.00 - 17.00

Venerdì 9.30 - 12.30

Come inviare gli articoli a «Obbiettivo professione Infermieristica»• Gli articoli devono avere una lunghezza massima di 6000 battute spazi compresi oltre l’i-

conografia• Devono avere un taglio tipicamente positivo, apolitico.• Non devono contenere la bibliografia ma solo l’indirizzo a cui richiederla.• Devono essere inviati via mail all’indirizzo [email protected] riportando i recapiti

dell’autore.• Le pubblicazioni avverranno a discrezione della redazione previo liberatoria compilata e

firmata dall’autore da richiedere alla [email protected]• Le immagini (di buona qualità) devono riportare l’autore.

BibliografiaLa redazione demanda ogni responsabilità relativa a contenuti e bibliografia degli articolied elaborati agli Autori. La bibliografia è da richiedere direttamente all’autore.

in breve

Hanno collaborato a questo numero

Riferimenti fotograficiMarco Chisci, Infermiere ASF, [email protected]

L’editore è a disposizione con gli aventi diritto non potuti reperire.

“Obbiettivo” ricercacollaboratori

editorialisti e fotografiLa redazione ricerca tra gli iscritti alCollegio IPASVIFI collaboratori editoriali-sti e fotografi per la produzione autonomao su commissione di materiale da pubbli-care sulle proprie riviste ufficiali.Le proposte dovranno pervenire allacasella [email protected]

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Obbiettivo 1/2013 IPASVI - Firenze Editoriale 3

Pluralità, dal confrontouna opportunità di crescitaC’è stato un tempo in cui all’in-terno della nostra famiglia profes-sionale si riteneva irrinunciabileche tutti gli Infermieri parlasserocon una sola voce. Era un’idea mol-to sensata ed era necessario farvirichiamo, perché la professione,in quanto professione ausiliarianon aveva una propria autono-mia ed era sostanzialmente suc-cube, debole ed avrebbe rischia-to di essere ancora più debole se sifosse espressa con più voci. Ave-re un’unica voce che parlava pertutti i professionisti è stato sicura-mente importante per poter rag-giungere alcuni traguardi. Ma ades-so la nostra professione ha final-mente raggiunto lo status di pro-fessione autonoma, indipendente,dotata di una propria specifica areadi competenze, ha acquisito auto-revolezza, è ascoltata; inoltre ilmondo è cambiato, si è globaliz-zato, la circolazione delle idee èveloce come mai prima d’ora. Difronte a questi cambiamenti pro-babilmente non è più ragionevo-le pensare che 400.000 professio-nisti possano avere un’unica ideadella professione e quindi un’uni-ca voce. Il mondo contemporaneoci insegna che la diversità è unaricchezza, la pluralità di idee e dipunti di vista è un elemento fon-damentale per lo sviluppo e per lacrescita. La pluralità dei punti divista e delle idee amplia i nostriorizzonti ed ha un effetto positivoanche su coloro che hanno una vi-sione opposta alla nostra. Nel se-

condo decennio del 21° secolo an-che l’Infermieristica Italiana devefare i conti con questa nuova real-tà; dobbiamo riconoscere che ri-chiamare ancora oggi tutti i 400.000professionisti a una unicità di pen-siero è anacronistico e superato.Bisogna accettare il fatto che ci so-no visioni diverse, punti di vistadiversi, e che tutti questi punti divista hanno diritto a partecipare algioco democratico all’interno del-la professione e ad essere presi inconsiderazione. Non esistono e nonpossono esistere all’interno dellanostra categoria degli eretici dabruciare sul rogo o da demonizza-re. Abbandonare la visione secon-do cui chi non la pensa come la vo-ce unica sia un nemico da com-battere è ormai imperativo per unaprofessione che vuole essere mo-derna ed al passo coi tempi. Il plu-ralismo dei punti di vista deve quin-di diventare la normalità all’inter-no della nostra famiglia profes-sionale. Il dibattito aperto e tra-sparente tra visioni diverse devediventare la consuetudine. Ovvia-mente poi le necessità operativerichiedono una sintesi e questa sin-tesi sta proprio nei compiti degliorgani rappresentativi dei profes-sionisti a tutti i livelli: IPASVI, as-sociazionismo, società scientifi-che e sindacati. La comunità pro-fessionale fiorentina non è rima-sta immune, in passato, dalla ten-denza a demonizzare chi era por-tatore di idee diverse. La vici-nanza nel tempo mantiene anco-

Danilo Massai

ra aperta la ferita delle elezioni peril Consiglio direttivo del CollegioIPASVI di Firenze del 2008 in cuila presenza di tre liste contrappo-ste invece di essere vista come unastraordinaria opportunità di cre-scita per la comunità infermieri-stica, con l’apporto di punti divista nuovi e diversi, fu da alcunivissuta come un attentato alla pro-fessione stessa. Questo atteggia-mento ha provocato guasti che sisono trascinati fino ad oggi ed ègiunto il momento di superarli inmodo definitivo. Guasti che so-no consistiti nella creazione di spac-cature profonde nella famiglia pro-fessionale per nell’uso di paroleinaccettabili per definire colle-ghi stimati ed autorevoli, solo per-chè portatori di idee diverse.Come famiglia professionale dob-biamo tutti fare ammenda di que-sto e da qua iniziare una nuova fa-se in cui convivere nel rispetto dipunti di vista diversi, nell’unitàdella comune appartenenza.

Danilo Massai

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1/2013 IPASVI - Firenze Obbiettivo4 Attualità/Primo piano

Chiara Barchielli

Il 15 gennaio 2013 la Reuters Healthha pubblicato un articolo sulle visi-te on-line. L’argomento aveva già tro-vato ampia risonanza su JAMA loscorso dicembre, con la pubblicazio-ne di uno studio che comparava la va-lidità delle visite on-line con quelletradizionali focalizzandosi sulle pa-tologie sinusite ed infezione del trat-to urinario. Lo studio dimostra che levisite on-line producono outcomessimili a quelle tradizionali, anche sele prime si concludono più spesso conla compilazione di una prescrizionedi antibiotici (99% delle volte controil 49%). La conclusione è stata rag-giunta dopo l’analisi di un campionedi 8000 visite svoltesi tra gennaio2010 e maggio 2011 per le patologieindicate, il 90% delle quali si è svol-to in modo tradizionale.Con un account privato contenentetutta l’amnamnesi remota e con deimoduli predisposti sul sito che ilpaziente compilerà, questi avrà la suadiagnosi dopo che il medico o l’in-fermiere avranno analizzato la docu-mentazione da lui inviata. Uno degli autori dell’articolo, AteevMehorotra della University of Pitt-sburgh School of Medicine, nelle con-clusioni dichiara: “le visite on-linehanno molti vantaggi economici edincidono positivamente sull’efficienza,dando la possibilità di risparmiaretempo per il viaggio verso lo studiomedico, abbattendo i costi sanitari persostenere le visite e permettendo dievitare ingressi al pronto soccorso.

Le visite mediche on linesono migliori delle visitemediche tradizionali?

Negli Stati Uniti le visite on-line stan-no diventando ormai una realtà: sonopositive perchè permettono alle assi-curazioni private di risparmiare de-naro e portano beneficio al pazientepoichè gli fanno risparmiare tempo egli fanno decidere quando rivolgersial sanitario. Non dovremmo immediatamente pen-sare “ma qui non è possibile! La cul-tura è diversa!”, perchè il mondo sievolve anche senza la nostra parte-cipazione, che invece sarebbe il ca-so di sollecitare. Un servizio “a di-stanza” come questo potrebbe ave-re differenti applicazioni con diver-se sfumature, e magari potrebbe per-mettere cospicui risparmi: lo studioin oggetto ha infatti documentato cheil trattamento tradizionale di un pa-ziente con infezione del tratto urina-rio assorbe 93 dollari americani (al

cambio circa 69euro) contro i 74 ( cir-ca 54 euro) necessari alla realizza-zione di una visita on-line che, si ri-corda, non si è dimostrata essere me-no efficace. Nel nostro contesto potremmo pen-sare a questa possibilità come una so-luzione all’uso improprio del prontosoccorso ed anche come soluzionea ri-ricoveri impropri. Il salto è di natura culturale, ovveroconoscere ed incontrare il proprio me-dico di famiglia in uno spazio vir-tuale, che potrebbe comunque ave-re l’effetto di avvicinare una figurache è troppo spesso accusata di nonessere sufficientemente presente; so-no fatte salve le urgenze, ed una va-lutazione a distanza non compro-metterebbe la possibilità di un collo-quio successivo di persona, se fossestimato necessario.

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Obbiettivo 1/2013 IPASVI - Firenze Professione 5

Liberi professionisti, le novitàcontributive ENPAPI dal 2013

A partire dal 1 gennaio 2013 i contributi ENPAPI subi -ranno una sostanziale modifica progressiva fino al 2016per quanto riguarda la parte spettante per il contributo sog-gettivo che per il 2012 era pari a 12% del reddito profes-sionale con un minimo di 760,00 €.Avremo quindi:

Anno Aliquota % Minimo in €2012 12 760,002013 13 970,002014 14 1180,002015 15 1390,002016 16 1600,00

Il contributo integrativo è fissato nella misura del 4% sulreddito lordo imponibile con un minimo di 150,00 €.Il contributo di maternità determinato anno per anno,per il 2012 è stabilito in 37,00 €.

Le agevolazioni previste si riferiscono a:– i nuovi scritti con età inferiore a 30 anni;– i titolari di Partita IVA;– coloro che oltre alla libera professione svolgono atti-

vità dipendente con rapporto di lavoro a tempo parzialeed orario inferiore o pari alla metà del tempo pieno;

– coloro con un semestre di attività;– gli iscritti titolari di un trattamento pensionistico.Possono richiedere l’esonero dal versamento contributi-vo minimo gli iscritti che contestualmente alla libera pro-fessione svolgono lavoro dipendente a tempo pieno o contempo parziale superiore al 51% del tempo pieno. In ba-se alla percentuale di orario da lavoro dipendente svoltopotrà essere richiesto l’esonero dai contributi minimi sog-gettivo, integrativo e di maternità per orario da lavorodipendente pari al tempo pieno.Maggiori informazioni su www.enpapi.it

Secondo quanto definito dalla Legge 2/2009, art.16al comma 71 “I professionisti iscritti in albi ed elen-chi istituiti con legge dello Stato comunicano airispettivi ordini o collegi il proprio indirizzo di postaelettronica certificata o analogo indirizzo di postaelettronica di cui al comma 6 entro un anno dalladata di entrata in vigore del presente decreto. Gliordini e i collegi pubblicano in un elenco riservato,consultabile in via telematica esclusivamente dallepubbliche amministrazioni, i dati identificativi degliiscritti con il relativo indirizzo di posta elettronicacertificata”.La scadenza a cui si riferisce era quella del novem-bre 2009, per cui i professionisti che non abbianoancora provveduto, risultano di fatto inadempientiall’obbligo di legge. Per offrire un aiuto a quanti non siano ancora riusci-

ti ad ottemperare a quanto previsto, il CollegioIPASVI di Firenze, tramite una convenzione in attotra la Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI edun provider di PEC identificato dalla Federazionestessa, mette a disposizione gratuitamente ai propriiscritti la fornitura di una casella di Posta ElettronicaCertificata personale.Per ottenere tale casella PEC gli iscritti interessatidovranno far pervenire alla Segreteria del Collegio ilmodulo apposito (scaricabile anche dal sitowww.ipasvifi.it) firmato in originale con allegata lacopia di un documento d’identità in corso di validità.Un’opportunità non compresa dagli iscritti, che adoggi soltanto in 300 circa hanno richiesto l’atti-vazione PEC [email protected] .Il Collegio di Firenze rinnova l’invito a fruttare l’oc-casione.

Casella Posta Elettronica Certificataper gli iscritti al Collegio di Firenze

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1/2013 IPASVI - Firenze Obbiettivo6 Professione Nursing

Flavio Gheri

Quando parliamo di un evento dimassa, come ad esempio un con-certo che prevede l’afflusso di cir-ca 20.000 persone, nella maggiorparte dei casi viene subito da pen-sare a quale band si esibirà, oppu-re a come fare per essere tra i for-tunati ad aggiudicarsi un bigliettoutile ad assistere al concerto. Tuttoquello che fa da “cornice” all’e-vento in questione, per ovvi moti-vi, non viene mai considerato. Nonè facile immaginare la complessi-tà ed il numero di persone, per lamaggior parte volontari, che sonocoinvolte nell’organizzazione di unevento simile. Tutto questo impli-ca un sistema piuttosto complessoche prevede la collaborazione trapiù enti. Nella maggior parte dei ca-si la coordinazione logistica vieneaffidata alla Protezione Civile delcomune in questione, la quale a suavolta deve garantire sia la presen-za di personale atto a gestire tuttociò che fa parte delle strutture mes-se a disposizione per l’avvenimen-to che allo stesso tempo l’orga-nizzazione per quanto riguarda lasicurezza, da un punto di vista diassistenza sanitaria. È proprio il se-condo oggetto in questione che pre-senta a sua volta una complessitàorganizzativa molto importante.Questo perché non solo vengonoimplicati i sanitari (Medici ed In-

Linea diretta con CIVES

L’esperienza CIVES in unmaxi-evento: concerto dei‘Radiohead’ al Parco delle Cascine

Dati generali degli accessi ai due PTS

fermieri) che fanno parte del si-stema 118, ma allo stesso tempo siha il coinvolgimento di un nume-ro cospicuo di volontari delle varieassociazioni. Non è però possibileimmaginare che il solo numero disanitari del territorio possa da so-lo sopperire all’ipotetico afflussoche si può presentare all’interno deiPMA o PTS durante questi eventi.Per tale motivo, nell’organizzazio-ne del concerto dei Radiohead te-nutosi a Firenze nel mese di Set-tembre 2012 è stata richiesta la pre-senza degli infermieri del CIVES.L’organizzazione e la gestione del-l’eventuale centralizzazione degliaccessi più gravi è stato gestito in-

teramente dal 118 in collaborazio-ne con l’intera equipe impiegata nel-l’evento. All’interno del parco del-le Cascine (luogo dove si è tenutoil concerto) erano presenti due PTS,gestiti dalle associazioni di volon-tariato in collaborazione con gli in-fermieri del CIVES con la princi-pale funzione del trattamento delleacuzie. Inoltre erano presenti dueambulanze composte da volontaridi secondo livello e l’infermiere delCIVES. Importante dire che all’in-terno del perimetro dove si svolge-va l’evento erano anche dislocatedelle squadre BLS, BLS-D di re-cupero, composte dai vari volonta-ri. Tutto questo ci fa capire che l’or-

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Obbiettivo 1/2013 IPASVI - Firenze Professione Nursing 7

Numero totale di acessi 88Femmine 77Maschi 11Età media 29

ganizzazione era stata studiata attentamente per cer-care di fornire assistenza sanitaria immediata a tutticoloro che avrebbero preso parte all’avvenimento.Per rendere meglio l’idea dell’afflusso e delle pato-logie trattate è necessario presentare il tutto su deigrafici. Possiamo notare che è stato necessario ef-fettuare assistenza sanitaria per un numero totale di88 persone, nella maggior parte dei casi di sesso fem-minile e con una media di età di 29 anni.Nella maggior parte dei casi all’interno dei PTS i sa-nitari sono stati chiamati a gestire situazioni a bas-sa criticità per problematiche minori e lievi. A di-mostrazione di ciò, 86 pazienti su 88 sono stati trat-tati sul posto e poi dimessi, mentre solo 2 sono statiinviati presso strutture ospedaliere. Nei casi dove èstato necessaria la centralizzazione si è verificata lacooperazione tra i sanitari del 118 e gli infermieri delCIVES in modo da scegliere l’ospedale più idoneo.Le centralizzazioni sono state necessarie in seguitoad una sublussazione della mandibola (con invio pres-so il Centro Traumatologico-Ortopedico di Firenze)e un caso di abuso etilico (con invio all’ospedale diSanta Maria Nuova). Da questo possiamo notare an-che che nel primo caso l’invio in ospedale è dovutoad una necessità di intervento di tipo specialistico,mentre per l’altro caso la necessità del ricorso al ri-covero è dovuta principalmente al fatto di voler of-frire una tipologia di luogo più “protetto” per evita-re che la situazione già critica potesse, per ovvimotivi, degenerare provocando un netto peggiora-mento della stabilità clinica del paziente.Possiamo concludere, dopo una attenta lettura deidati, che il lavoro svolto dai sanitari (medici ed in-fermieri del 118 per quanto riguarda il coordinamento,gli infermieri del CIVES ed i quattro medici prove-nienti dalle associazioni) abbia garantito un’ ottimaassistenza sanitaria in loco evitando eccessivi ed inalcuni casi, inutili ricoveri trattando in modo effi-cace il 97,73% degli accessi. Potremmo quindi af-fermare, come già detto precedentemente nella no-stra introduzione che il supporto dei sanitari in si-tuazioni che possono essere definiti come maxi-even-ti risulti di fondamentale importanza. Tutto questonon fa altro che rafforzare ancora una volta come ilvolontariato, in questo caso attuato da professionistisanitari, non fa altro che migliorare la qualità del-l’assistenza che può essere fornita in queste situa-zioni. Successivamente gli infermieri del CIVES han-no preso parte ad altri eventi di massa riportando inogni situazione ottimi risultati nell’attuazione del-l’assistenza sanitari in situazioni di emergenza.

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8 Nursing nel mondo 1/2013 IPASVI - Firenze Obbiettivo

L’ombra della scuresulla sanità pubblica

Nel mirino i servizi alcittadino. Perché i de-biti della crisi econo-mica dovuti alla spe-culazione dei mercatifinanziari devono es-sere pagati dai popolisovrani? Naomi Klein,autrice di molti libri sulcapitalismo, tra i qua-li “No logo”, scrive:«Quelli che si oppon-gono al welfare statenon sprecano mai unabuona crisi»

Giancarlo Brunetti

La crisi economicaProvo a raccontarvi con parole sem-plici la crisi economica globale chedal 2008 ad oggi ci affligge. Pro-babilmente sarò rimproverato daeconomisti ed esperti del settore chene sanno più di me, tuttavia val lapena provarci vista la reale minac-cia che essa comporta ai principi ba-silari sui quali si regge il nostro si-stema sanitario: universalismo e gra-tuità delle cure.Dopo il crollo del muro di Berlinoe la fine del blocco comunista, il ca-pitalismo è stato considerato il si-stema economico più efficiente. Daquel momento si è sviluppato enor-memente fino a globalizzarsi, su-perando cioè i confini transnazio-nali, alla ricerca di nuovi mercati edi manodopera a buon mercato. Hacosì spostato le attività produttiveverso i paesi in via di sviluppo. Ingenti capitali si sono accentratinelle mani di pochi a fronte di unimpoverimento dei paesi del Suddel mondo depredati delle loro ri-sorse, come pure dei paesi occi-dentali dove ampie classi sociali so-no rimaste senza lavoro. L’impo-verimento della classe media ha ri-dotto i consumi e lo sviluppo eco-nomico. Per mantenere alto il livellodei consumi le banche hanno in-centivato i prestiti alle famiglie, spin-te a indebitarsi, e gli speculatori (ban-che d’investimento, imprese e fon-di finanziari) hanno approfittato del-l’abbassamento dei tassi d’inte-resse per investire sui mercati fi-

nanziari con la creazione di enormibolle speculative. Il capitalismo, oggi meglio identi-ficato come neoliberismo, vede imaggiori profitti nelle attività fi-nanziarie che secondo i principi dellibero mercato non hanno bisognodi alcuna regola di funzionamento.Quando i debitori non furono più ingrado di pagare i prestiti bancari, ilsistema si è afflosciato e alcune ban-che sono fallite. L’unico modo persalvare il sistema finanziario è sta-to soccorrere le banche, per il lororuolo cruciale nel sistema econo-mico. I governi sono intervenuti ab-bassando i tassi d’interesse e dan-do liquidità alle banche, innescan-do così una spirale perversa, per cuila crisi delle banche ha alimentatoquella dei debiti sovrani.

Tagli ai servizie alla sanità

Siamo arrivati ai tagli alla sanità, al-la scuola e ai servizi in genere, lacrisi economico-finanziaria sta im-ponendo al nostro welfare revisio-ni e ridimensionamenti che vannooltre alla normale ricerca di effi-cienza e di lotta agli sprechi.Ci sono tre esempi europei da ci-tare: Inghilterra, Spagna e Grecia.L’articolo “Servizi Sanitari Nazio-nali nel mirino” di Dirindin, Ma-ciocco (1) prefigura uno scenarioimpressionante, un vero “assalto aisistemi universalistici europei”. Inun breve lasso di tempo in Inghil-terra e Spagna sono state approva-

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te leggi che puntano alla privatiz-zazione con strategie diverse, nelprimo paese consegnando ai priva-ti la produzione e l’erogazione deiservizi, nel secondo spostando il fi-nanziamento dalla fiscalità genera-le ad un modello basato sulle assi-curazioni.Nonostante l’opposizione di medi-ci, infermieri e manager “indigna-dos” nel marzo del 2012 la legge vie-ne firmata dalla regina Elisabetta edopo un mese passa anche quella del

governo conservatore spagnolo diMariano Rajoy. Queste riforme han-no alcuni punti in comune che fan-no riflettere: sono state giustificateda motivi di urgenza legati alla cri-si economico-finanziaria; sono sta-te accompagnate da pesanti tagli al-la sanità; hanno una forte improntaliberista.In Grecia invece abbiamo assistitoal crollo del sistema sanitario. Nel-la sanità greca coesistono due siste-mi: il servizio sanitario nazionale,

finanziato dalla fiscalità generale eil sistema mutualistico, finanziatodai contributi dei datori di lavoro edei dipendenti.Ma a causa dell’inefficienza delsistema, la principale fonte del fi-nanziamento (circa il 40%) pro-viene direttamente dalle tasche deicittadini mediante pagamenti extranon sempre legali.La grave crisi economico-finanzia-ria in cui è sprofondata la Grecia siè inevitabilmente riflessa sul siste-ma sanitario che è al collasso, taglipesanti hanno portato al licenzia-mento di 26 mila dipendenti pub-blici del servizio sanitario (2). Na-turalmente vi è stato un peggiora-mento sensibile dello stato di salu-te dei greci, con aumento delle ri-nunce a visite mediche, aumentodei ricoveri nel settore pubblico ediminuzione nel privato; incrementodei suicidi, legati spesso all’inde-bitamento, raddoppio degli omici-di e dei furti; aumento delle infe-zioni da Hiv del 50 per cento nel2011 (3).

La situazione italianaMa in Italia cosa avviene? Partiamodalle recenti esternazioni di espo-nenti del governo, secondo loro: “lasostenibilità futura del sistema sa-nitario nazionale potrebbe non es-sere garantita se non si individue-ranno nuove modalità di finanzia-mento per servizi e prestazioni” chein parole povere vuol dire forme di-verse di finanziamento rispetto allafiscalità generale. Non era quantocontenuto nelle riforme di Spagna eRegno Unito?Un analisi approfondita di MarcoGeddes (4) si domanda se la spesasanitaria italiana è davvero insoste-nibile. A ben vedere rispetto ad al-tri sistemi sanitari europei quello ita-liano è uno dei meno spendaccioni.Le previsioni di spesa fino al 2060non sono allarmanti e attestano l’I-talia al di sotto della media europea,le stime rimangono comunque unaoperazione aleatoria anche se af-frontate con più metodologie.Giustamente la domanda viene spo-stata su quale tipo di sviluppo vo-

Obbiettivo 1/2013 IPASVI - Firenze Nursing nel mondo 9

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10 Nursing nel mondo 1/2013 IPASVI - Firenze Obbiettivo

gliamo nei prossimi decenni. Con-divido le conclusioni dell’autore checonsidera salute, istruzione, ricercacome una maggior spesa per il go-verno, pur tuttavia migliorando laqualità della vita delle persone.Altre spese potrebbero essere ridottee ottimizzate quali la spesa milita-re, la gestione dei rifiuti, dei consu-mi energetici e dei trasporti. Fa be-ne l’autore a domandarsi che tipo difuturo vogliamo. Infatti rimaniamoperplessi, se non scandalizzati, del-le recenti spese militari. L’interventoin Afghanistan (900 milioni), l’ac-quisto di due sottomarini (2 mi-liardi) e di 90 caccia F-35 (14 mi-

liardi) fanno un gruzzolo di quasi 16miliardi sono praticamente i tagliprevisti per la sanità da qui al 2014.Sono 14 miliardi decisi a partire dal-la manovra di Tremonti del 2011 fi-no a spending review e legge di Sta-bilità (Corriere della sera salute5/12/12).

Inversione di trendper gli infermieri

I guai della sanità sono anche iguai degli infermieri. I primi segnidi difficoltà per i neolaureati adentrare nel mondo del lavoro èstata rilevata da una indagine

SitografiaN. Dirindin G. Maciocco - Assalto all’universalismo Salute internazio-

nale 2012 http://www.saluteinternazionale.info/2012/01/assalto-alluniversalismo/

G.Maciocco Crisi economica, sistemi sanitari e salute. Il caso Grecia. Sa-lute internazionale 2011 http://www.saluteinternazionale.info/2011/10/crisi-economica-sistemi-sanitari-e-salute-il-caso-grecia/

S. Gabriele, G. France* (fonte: lavoce.info) La crisi fa male alla salute Ilfatto quotidiano 2012 http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/22/crisi-male-alla-salute/238063/

M. Geddes Spesa sanitaria italiana. Una crescita davvero insostenibile?Salute internazionale 2012 http://www.saluteinternazionale.info/2012/12/spesa-sanitaria-italiana-una-crescita-davvero-insostenibile/

EFN – Report on the Impact of the Financial Crisis on Nurses and Nurs-ing http://www.efnweb.be/wp-content/uploads/2012/05/EFN-Report-on-the-Impact-of-the-Financial-Crisis-on-Nurses-and-Nursing-January-20122.pdf

della  Conferenza nazionale deicorsi per le professioni sanitariedel MIUR che ha evidenziato unabbattimento della soglia occupa-zionale di oltre il 10% negli ultimianni. Solo l’80%, contro il 93%degli anni precedenti, raggiungeuna sicurezza lavorativa entrol’anno.Alla base ci sono il blocco deipensionamenti e delle assunzioni.Molti di quelli che si sono laureatidal novembre 2011 all’aprile2012 sono ancora in cerca di occu-pazione, lavorano saltuariamente,e con contratti a tempo determina-to o hanno optato per altri impie-ghi. La Federazione Europea delle As -sociazioni Infermieristiche (EFN)ha pubblicato un analisi comparati-va in Europa sull’impatto dellacrisi economica nel settore infer-mieristico in 34 paesi europei. InItalia una diretta conseguenza delladecisione del governo di tagliare icosti dell’assistenza sanitaria haportato ad un aumento di assunzio-ne di infermieri a bassa retribuzio-ne provenienti dall’estero impiega-ti principalmente nell’assistenzadomiciliare e in settori di ricoveroper gli anziani, a fronte di una ridu-zione di posti letto ospedalieri.Oggi, sebbene non ci siano statesostanziali variazioni dello stipen-dio, il costo della vita è moltoaumentato. Nel contempo la for-mazione infermieristica sotto-finanziata e la mancanza di svilup-po di carriera, in particolare neisettori clinici e della formazioneinfermieristica colpisce la profes-sione nel suo complesso. Con -dizione la fuga di infermieri ita lia-ni verso l’estero (Germania, In -ghilterra, Svizzera) favoriti dallaconoscenza di lingue straniere,dove le condizioni lavorative edeconomiche sono migliori. Negliultimi anni i pochi concorsi pub-blici stanno attirando l’attenzionedi centinaia o migliaia di candida-ti, questo per ironia della sorteviene utilizzato per mostrare chel’Italia non ha una carenza diinfermieri mentre la realtà e deltutto diversa.

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Obbiettivo 1/2013 IPASVI - Firenze Nursing nel mondo 11

Lorenzo Giovannoni

La popolazione italiana, riferita alcensimento del 9 ottobre 2011, am-monta a 59.433.744 unità.Rispetto al 14° Censimento, quan-do la popolazione residente censi-ta era risultata pari a 56.995.744,si registra un incremento com-plessivo di 2.438.000 individui(4,3%); considerato il lieve calodella popolazione di cittadinanzaitaliana, tale incremento è da attri-buire esclusivamente alla compo-nente straniera. Infatti, rispetto alcensimento del 2001 la popolazio-ne di cittadinanza italiana è dimi-nuita di oltre 250 mila individui (-0,5%), mentre quella straniera è au-mentata di 2.694.256 individui.Possiamo osservare che il feno-meno dell’invecchiamento si pre-senta in tutta la sua portata. Rispettoal censimento del 2001 notiamo,fatta eccezione per le classi 0-4 e5-9 anni, un minor peso delle clas-si più giovani (fino alla classe 35-39) ed una maggiore incidenza del-le classi più adulte già ad iniziaredalla classe 40-44 anni. Al Censi-mento del 2011 i residenti di etàcompresa tra i 10 e i 39 anni han-no subito una diminuzione per-centuale del -10,0% rispetto al Cen-simento del 2001. Nella classe dietà 25-29 anni la variazione per-centuale risulta ancora più mar-cata (-22,9%), mentre nella clas-se successiva (30-34 anni) la ridu-

Il censimento 2011della popolazione italiana,breve analisi dei dati

zione si attesta a -16,8%. La per-centuale di popolazione di 65 annie più è passata dal 18,7% nel 2001al 20,8% nel 2011. L’aumento è sta-to sensibile anche per le età piùavanzate: la popolazione di 75 an-ni e più è passata dall’8,4% del 2001al 10,4% del 2011. Anche i “gran-di vecchi”, ovvero gli ultra 85en-ni, incrementano il loro peso per-centuale sul totale della popola-zione residente (dal 2,2% del 2001al 2,8% del 2011) ma, se si ana-lizzano le variazioni percentuali al-l’interno di questo sottoinsieme dipersone, risulta che l’incrementomaggiore si registra nella classe 95-99 anni (+78,2%) e in quella de-gli ultracentenari (+138,9%).Da i dati riportati possiamo fare al-cune considerazioni di ordine sa-nitario, e cioè che si dovranno pen-sare nuovi sistemi per andare in con-tro al sempre maggior numero dipersone anziane e straniere.Già molti passi sono stati effettuati,come ad esempio la sanità di ini-ziativa, l’adozione del cronical ca-re model e la sanità di genere. Si-curamente il rafforzamento del ter-ritorio per la presa in carico del-l’anziano fragile e delle personeaffette da malattie croniche, può ri-solvere molti problemi legati al ri-schio di riospedalizzazione ed inalcuni casi può ridurre il carico chequeste persone hanno sulla fami-glia.La spesa sanitaria risulta ancora og-

gi una voce molto importante del-l’economia. “Nel 2010 il nostro pae-se ha speso in salute il 9,3% rispet-to al Pil. La spesa pro-capite si èaggirata sui 2.282€ per ogni abi-tante […]. La percentuale di spesasanitaria finanziata da fondi pubbli-ci è stata del 7,4%, pari all’80% deltotale della spesa sanitaria. L’au-mento delle spese out-of-pocket èstata una delle conseguenze del ta-glio dei finanziamenti in molti pae-si. Nel 2010 questo tipo di spesa,in Italia, è stato pari al 18% del to-tale.”Pertanto, in un momento dove tut-to punta al risparmio ed alla spen-dig review, si rende necessaria unapolitica che punti al rafforzamentodel territorio per la presa in caricodell’anziano fragile e delle perso-ne affette da malattie croniche, co-sì da diminuire al rischio di riospe-dalizzazione (effettuando una cor-retta prevenzione terziaria) ed in al-cuni casi ridurre il carico che que-ste persone hanno sulla famiglia.

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12 Studi e progetti 1/2013 IPASVI - Firenze Obbiettivo

La soddisfazione professionale degliinfermieri in ambito cardiologico:gli elementi determinanti

Marisa CapobiancoValentina Lazzeroni

INTRODUZIONE

La soddisfazione lavorativa è legataa fattori che vanno a minare la stabi-lità aziendale e il rendimento com-plessivo della stessa. È evidente, inquegli ambienti in cui l’insoddisfa-zione del personale infermieristico èpresente, come questa scateni una se-rie di conseguenze che generano uncircolo vizioso: l’uscita volontaria dalgruppo di lavoro si riversa sull’orga-nizzazione provocando a sua volta ul-teriori malcontenti dovuti ad esempioall’aumento dell’orario di lavoro, deiritmi e dei carichi di attività, dimi-nuzione dei riposi, turni più sfavore-voli, difficoltà ad ottenere giorni dipermesso o ferie; il tutto favorendoulteriormente il perpetuarsi del tur-nover.Il tema della Job Satisfaction, intesocome benessere psicologico, ha tar-dato ad inserirsi nella psicologia dellavoro e delle organizzazioni, a cau-sa del gap culturale che correlava illavoro a un dovere e ad una soffe-renza. Negli ultimi anni, si è assistito ad unincremento del numero di studi ri-guardanti il clima di lavoro e la sod-disfazione professionale anche attra-verso la costruzione di strumenti adhoc per la valutazione.Nello studio condotto, è stato utilizza-to l’“Index of Job Satisfaction” di Stamps,uno strumento dedicato, creato per ana-lizzare l’ambito sanitario ed in partico-lare il settore infermieristico.

METODO

È stato condotta una ricerca della let-teratura attraverso le principali ban-

Parole chiave: Infermiere; soddisfazione lavorativa; cardiologia; questionario;coordinamento; intensità di cura.Scopo: valutare il livello di soddisfazione degli infermieri afferenti al settore car-diologico.Background: la soddisfazione lavorativa risulta essere legata a fattori che minanoconcretamente alla stabilità dell’organizzazione e di conseguenza all’efficienza glo-bale. Metodo: Il questionario, composto da 44 items e 7 fattori, distribuito al personaleinfermieristico, afferente al dipartimento cuore e vasi dell’A.O.U.C. di Firenze,delle seguenti aree di attività: terapia intensiva e sub intensiva, cardiologia invasi-va, degenza.Risultati: I fattori che influenzano positivamente la soddisfazione lavorativa degliinfermieri sono lo status professionale, l’autonomia e l’interazione con i colleghimentre l’insoddisfazione è influenzata da fattori quali la retribuzione, politicheorganizzative e compiti richiesti. Le differenze nelle attività quotidiane delle quat-tro aree indagate spiegano il maggiore o minore livello di soddisfazione.Conclusioni: Lo strumento utilizzato risulta essere un valido aiuto per il coordina-tore nell’analisi del gruppo di lavoro in quanto consente di rilevare le eventuali cri-ticità che influiscono sulla soddisfazione del personale infermieristico, andando acompromettere la stabilità organizzativa e la qualità assistenziale.

che dati biomediche. Sono stati sele-zionati e analizzati studi principalmentein lingua inglese. È stato reperito an-che uno studio in lingua italiana, re-datto dal Prof. Cortese dell’Universi-tà degli Studi di Torino che analizza-va 667 questionari attraverso il ricor-so all’utilizzo dell’Index of Work Sa-tisfaction, strumento elaborato da Stampsnel 1997. Tale strumento, costituito da44 items, ha lo scopo di esplorare lasoddisfazione dell’infermiere in rap-porto a sei fattori quali: retribuzione,status professionale, politiche orga-

nizzative, compiti richiesti dal ruolo,interazioni e autonomia. I risultati evi-denziano l’efficacia dell’utilizzo di ta-le strumento diagnostico sul clima or-ganizzativo.

Criteri di inclusione: Infermieri af-ferenti al Dipartimento Cuore e Vasidell’A.O.U. Careggi di Firenze.

Strumenti: Il questionario J.S.S. è sta-to somministrato ad un campione di118 infermieri come evidenziato inTab.1.Gli intervistati esprimono il loro ac-

Tabella 1 – Infermieri coinvolti nello studio e questionari compilati.

Terapia intensiva

Terapia sub

intensive

Cardiologia invasiva

Degenza cardiologica

Tot.

Num. infermieri

43 31 24 20 118

Questionari compilati

32 18 7 8 65

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Obbiettivo 1/2013 IPASVI - Firenze Studi e progetti 13

cordo in merito ad ogni item utiliz-zando un punteggio da 1 a 7. Tali itemssono così distribuiti nei vari fattori: 6items per la retribuzione, 7 per lo sta-tus professionale, 7 per le politiche or-ganizzative, 6 per i compiti richiestidal ruolo, 10 per le interazioni, 8 perl’autonomia.La stratificazione dei dati è avvenutaper età, sesso, anni di servizio, titoli distudio e A.d.A.I dati sono stati elaborati dagli autorie i risultati sono presentati attraversografici e tabelle.Dall’analisi dei dati risulta che il per-sonale che ha partecipato allo studioha un’età media di 36 anni, princi-palmente di sesso femminile.

AUTONOMIA STATUS PROFESSIONALE

RETRIBUZIONE COMPITI RICHIESTI

POLITICHE ORGANIZZATIVE

INTERAZIONE CON I

MEDICI

INTERAZIONE CON I

COLLEGHI

TERAPIA INTENSIVA

% risp. negative 59,72% 16% 37,50% 34,89% 40,62% 38,75% 33,75%

% risp. positive 30,20% 71,87% 52,60% 53,64% 41,14% 33,13% 47,50%

TERAPIA SUB INTENSIVA

% risp. negative 49,38% 10,30% 34,25% 22,20% 28,70% 28,88% 42,20%

% risp. positive 25,30% 76,98% 56,48% 62% 58,30% 52,20% 37,77%

CARDIOLOGIA INVASIVA

% risp. negative 49,20% 8,16% 38% 14,28% 45,23% 51,42% 31,42%

% risp. positive 25,40% 75,50% 52,38% 59,52% 30,95% 28,57% 45,71%

DEGENZA CARDIOLOGICA

% risp. negative 52,12% 28,57% 25% 25% 52% 55% 47,50%

% risp. positive 42,18% 46,42% 58,33% 68,75% 37,50% 32,50% 37,50%

Tabella 2 – Percentuali di valutazioni positive e negative per fattore ed area di attività

L’anzianità di servizio è in media di 10anni, con un picco di 13,6 anni in Te-rapia Sub intensiva ed un nadir di 7,2anni in Terapia Intensiva. 31 infermierisono in possesso di un laurea trienna-le (fra questi 5 in possesso di un ma-ster di I livello), 34 sono in possessodi titolo di studio equipollente. Tra que-sti ultimi, 2 in possesso di master di Ilivello.

DISCUSSIONE

Dall’analisi dei dati risulta che, perquanto concerne il fattore I, legatoall’autonomia (vedi allegato n°1), ilgruppo di professionisti che maggior-mente avverte tale fattore è il perso-nale infermieristico della terapia in-tensiva. La maggiore autonomia è pro-babilmente legata alla complessità as-sistenziale che richiede competenze edabilità maggiori.In più, ad alimentare tale dato, è il rap-porto di assistenza infermiere/pazien-te, più limitato e che permette la presain carico totale del paziente data la va-sta gamma di bisogni assistenziali dipazienti spesso totalmente dipenden-ti. Il peso dello status professionale,corrispondente al fattore II, è invecemaggiore nelle aree di attività della Te-rapia Sub Intensiva, e a seguire nellaCardiologia Invasiva. Tale dato è, a

mio avviso, legato in parte alla mag-giore interazione con gli utenti. Tali professionisti infatti ricevono mag-giore gratificazione dal rapporto con ipazienti che gli si affidano in un mo-mento delicato dal punto di vista emo-tivo, spesso in preparazione di inter-venti o manovre invasivi e salvavita.L’influenza di tale fattore è meno sen-tita in degenza per il minor legame didipendenza tra utenza e professionisti,e in terapia intensiva, per il minor rap-porto relazionale. Il fattore III, retri-buzione, è quello che maggiormenteincombe sul personale della degenza,dato condizionato dall’insoddisfa-zione inerente i successivi fattori del-la scala. Nel complesso tutto il perso-nale delle 4 aree di attività esaminatepresta un’attenzione particolare al fat-tore retribuzione, probabilmente per-ché ritiene che debba avere un com-penso maggiore per la complessità e laminore programmabilità dell’assistenzaprestata nella specialità della cardio-logia rispetto ad altre. È ancora unavolta la degenza, nel fattore IV, com-piti richiesti dal ruolo, a far valere lasua alta percentuale di risposte nega-tive.Tale dato è legato alla mancanza ditempo, all’eccesso di lavoro burocra-tico dovuto alle molteplici ammissio-

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ni e dimissioni che, nell’arco della gior-nata, si susseguono concedendo po-ca sosta al personale, ma soprattuttoriducendo il tempo dedicato all’assi-stenza diretta. Condizione simile èquella subita dalla terapia sub inten-siva, mentre la terapia intensiva sem-bra ricevere influenza minore a taleproposito. La tendenza di tutte le 4 areedi attività è di insoddisfazione per icompiti richiesti, spesso in esubero ri-spetto alle possibilità del personale,sia per numero che in relazione al tem-po a disposizione.Nelle politiche organizzative, fattoreV, la degenza trova minore soddisfa-zione, seguita dalla cardiologia inva-siva e dalla terapia intensiva.Gode di condizioni migliori il perso-nale della terapia sub intensiva che,d’accordo con le altre aree di attivitàsulla distanza tra l’amministrazione ei problemi quotidiani del servizioinfermieristico, sulle scarse opportu-nità di fare carriera e di partecipazio-ne al processo decisionale di tipo am-ministrativo, ritiene di essere mag-giormente considerato dai responsa-bili del personale infermieristico as-serendo che generalmente viene daquest’ultimi consultato riguardo alleprocedure e ai problemi quotidiani emaggiormente partecipe alla pro-grammazione dei turni. Ciò può es-sere motivato da una buona organiz-zazione interna e dalla gestione delpersonale da parte del coordinatoreinfermieristico.La terapia sub intensiva gode, infatti,di maggiore stabilità dal punto di vistaorganizzativo, essendo guidata da unacoordinatrice infermieristica che pre-siede a tale posizione nella stessa areadi attività in modo continuativo da untempo maggiore rispetto ad altre areedi attività esaminate, come nello spe-cifico la terapia intensiva e la cardio-logia invasiva.Conflittuale risulta il rapporto con imedici, definito dal fattore VI, speciein degenza. Qui sono particolarmentenegative le risposte in merito alla col-laborazione e alla stima ricevuta.L’immagine che ne deriva è di medi-ci poco propensi al lavoro di squadra,poco rispettosi delle conoscenze e del-l’operato del personale infermieristi-co, con atteggiamento di superiorità,come si evince dalle risposte date al-l’item 39 dove si afferma che i medici

guardano “dall’alto in basso” il perso-nale infermieristico, item condivisomaggiormente dal personale della de-genza cardiologica, ma seguito in ma-niera simile dalla terapia sub intensi-va e dalla terapia intensiva.La cardiologia invasiva sente meno in-vece tale atteggiamento di superiorità,pur lamentando poca collaborazione erispetto. Maggiore comprensione e apprezza-mento per il lavoro svolto è rilevato co-munque in terapia sub intensiva.La terapia intensiva vede un rapporto,se pur non eccellente, di maggiore col-laborazione.La spiegazione di tali risultati può es-sere data dall’affiancamento necessa-rio del personale infermieristico e me-dico nell’esecuzione di manovre in cuientrambi gli operatori risultano indi-spensabili alla buona riuscita, comemanovre sterili, rianimazioni o stabi-lizzazione di parametri vitali.Il tempo condiviso al letto dell’assi-stito si riduce invece nelle degenze,influenzando così anche i rapporti difiducia e di collaborazione dati dallacondivisione di un obiettivo che in talcaso si sdoppia andando a scinderel’ obiettivo assistenziale, che divieneunico interesse infermieristico, e l’o-biettivo medico/terapeutico, unicoscopo medico, con limitazione di in-terazione tra le due figure.Il fattore VII, interazione con i colle-ghi è elemento negativo in degenza,dove troviamo una minore collabora-zione e il dato di personale poco so-cievole riscontrato unicamente in que-sta area di attività. La difficoltà di “sen-tirsi a casa” per i nuovi assunti, è mag-giore in terapia intensiva, dato condi-zionato dalla complessità assisten-ziale, e ancora una volta in degenza,per la complessiva insoddisfazione delpersonale con maggiore anzianità diservizio, che si riversa sul personale dapoco arrivato in un clima che non go-de di ottima salute.Maggiore aiuto tra i colleghi si riscontrain terapia sub intensiva,in cardiolo-gia invasiva e in terapia intensiva, do-ve è più presente il lavoro di équipe eil rispetto reciproco tra colleghi perla probabile condivisione sia di diffi-coltà quotidiane, legate all’organizza-zione e all’assistenza, sia di soddisfa-zioni lavorative.Altro dato a sfavore per la degenza è

l’elevata considerazione di sé che por-ta gli infermieri più esperti a collabo-rare poco con i meno esperti o menopreparati.Dall’analisi dei 7 fattori si determinal’esistenza di maggiori difficoltà in de-genza.Si può affermare che tale strumentoè stato un utile approccio per esegui-re una diagnosi delle 4 aree di attivitàesaminate, in merito alla soddisfazio-ne lavorativa. Grazie all’elaborazioneed al commento dei dati emersi dallostudio in esame si potrebbero miglio-rare i fattori che maggiormente in-fluiscono sulla soddisfazione del per-sonale là dove essi risultino elementidi scompenso per l’equilibrio dell’é-quipe, come per esempio lo stesso cli-ma di lavoro quando questo determi-ni, come è stato evidenziato in degen-za cardiologica, mancanza di colla-borazione, difficoltà di inserimentoper i neo assunti, poco coinvolgimen-to nell’organizzazione interna e pocoattaccamento di conseguenza al pro-prio lavoro.I dati ottenuti non si discostano mol-to dalla condizione immaginata, in-fatti, già la poca adesione allo studiodelle aree di attività che emergono conun quadro di soddisfazione minore,era stato presagio di una situazione dipoco interesse e partecipazione.Migliore la situazione in terapia in-tensiva, che nonostante le molteplicidifficoltà sia organizzative che assi-stenziali, presenta un personale conbuona collaborazione e autonomia.

CONCLUSIONI

La soddisfazione lavorativa trovadei punti di forza, nel valore attribui-to alla professione e dei punti di de-bolezza, legati alla limitata partecipa-zione alle decisioni organizzative e al-l’inadeguata retribuzione in relazionealle responsabilità richieste.La maggiori differenze riscontrate nel-le risposte al questionario sommini-strato (DS 2,01%) riguarda la sceltaprofessionale, infatti, l’item che ponela riflessione sulla scelta e sulla con-vinzione con la quale è stata eseguitain passato, propone l’idea di una se-conda possibilità, avanti alla quale larisposta non è univoca.La sensazione di frustrazione, legataa tempistiche lavorative limitate checompromettono l’assistenza auspica-

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ta, è presente nell’85% dei parteci-panti.Il rapporto con il personale medico ri-sulta essere ulteriore elemento deter-minante nell’insoddisfazione degli in-fermieri. Infatti, nel 90% del personaleinfermieristico è presente il desideriodi una maggiore autorevolezza legataalle proprie conoscenze e capacità.

La soddisfazione infermieristica po-trebbe trarre vantaggio dal migliora-mento del clima lavorativo, da un’a-deguata programmazione condivisacon il coordinatore e da un coinvol-gimento interprofessionale nelle atti-vità formative allo scopo di favorirel’interazione e integrazione, nonchéla conoscenza tra figure professiona-

li ancora erroneamente limitata a de-finizioni ormai superate dalla norma-tiva e dalla formazione infermieristi-ca.Alla luce delle varie fonti di insod-disfazione riscontrate, risulta esserecostante il forte attaccamento alla pro-pria mission, elemento di soddisfa-zione e forza della professione.

Allegato 1 – Items J.S.S., risultati sul campione complessivo.

ITEMS JOB SATISFACTION SCALE MEDIA D.S. % POS. % NEG.

1. Sono soddisfatto/a del mio attuale stipendio. 2,95 1,39 15,38 67,69

2. L’attività infermieristica non è generalmente considerata una professione importante.

4,53 1,7 50,76 29,23

3. Il personale infermieristico del mio reparto si aiuta a vicenda quando il lavoro diventa maggiormente frenetico

5,26 1,37 75,36 12,30

4. Si richiede troppo lavoro burocratico al personale infermieristico di questo ospedale

5,41 1,70 70,76 15,38

5. Nel mio ospedale il personale infermieristico ha la possibilità di partecipare alla programmazione dei turni.

3,09 1,97 21,53 61,53

6. In genere nel mio reparto i medici cooperano con gli infermieri. 3,4 1,34 21,53 56,92

7. Mi sembra di essere controllato/a più del necessario. 3,43 1,69 21,53 55,38

8. Penso che molti infermieri/e di questo ospedale non siano soddisfatti del proprio stipendio.

6,03 1,24 90,76 20,15

9. La maggior parte delle persone riconosce l’importanza delle cure offerte dagli infermieri ai pazienti.

4,81 1,45 61,53 15,38

10. Per i nuovi infermieri è difficile sentirsi “a casa”nel mio reparto. 4,56 1,86 49,23 29,23

11. Sono convinto che la mia attività lavorativa sia realmente importante. 6,49 0,81 96,92 1,53

12.Esiste una grande distanza tra l’amministrazione di questo ospedale e i quotidiani problemi del servizio infermieristico.

6,16 1,26 89,23 4,61

13. Mi sento sufficientemente stimolato/a nel prestare cure a ciascuno dei miei pazienti.

5,21 1,57 78,46 16,92

14. Considerando che cosa viene richiesto al personale infermieristico, il nostro stipendio è adeguato.

2,27 1,75 10,76 81,53

15. Penso che riuscirei a svolgere un servizio migliore se non avessi continuamente così tanto da fare.

5,87 1,38 84,61 7,69

16. C’è un buon lavoro di gruppo e una buona cooperazione tra i vari livelli del personale infermieristico del mio reparto

4,69 1,6 58,46 20

17.Ho troppa responsabilità e poca autorità 5,16 1,67 67,69 12,3

18. Il personale infermieristico di questo ospedale non ha sufficienti opportunità di fare carriera.

5,18 1,66 66,15 13,84

19. Infermieri e medici del mio reparto lavorano molto in gruppo. 3,09 1,64 20 58,46

(segue)

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16 Studi e progetti 1/2013 IPASVI - Firenze Obbiettivo

Segue Allegato 1

20. Durante il lavoro, i miei supervisori prendono tutte le decisioni e io ho poco controllo diretto sulla mia attività.

4,27 1,77 41,53 32,3

21. In questo ospedale gli aumenti di stipendio del personale infermieristico non sono soddisfacenti.

6,36 1,12 92,3 4,61

22. Sono soddisfatto/a delle varie attività che svolgo nel mio lavoro. 5 1,56 64,61 16,92

23. Il personale infermieristico del mio reparto non è socievole e amichevole come vorrei.

3,07 1,65 55,38 18,46

24. Ho molto tempo e occasioni per discutere con gli altri infermieri sui problemi relativi alla cura dei pazienti.

2,93 1,64 20 64,61

25. Ci sono ampie opportunità per gli infermieri di partecipare al processo decisionale di tipo amministrativo.

2,07 1,18 3 84,61

26. Ci è permessa una buona autonomia, anche se non espressamente richiesta. 3,89 1,41 35,38 36,92

27. Non faccio nulla di realmente significativo nella mia attività lavorativa. 2,15 1,42 9,23 81,53

28. Nel mio reparto c’è un’elevata considerazione di sé: gli infermieri raramente collaborano con quelli con minor esperienza o con differente preparazione.

2,66 1,47 10,76 73,84

29. Ho sufficiente tempo per dedicarmi alla cura dei pazienti. 3,24 1,59 18,46 56,92

30. Alcune volte mi sento frustrato/a perché mi sembra che tutte le mie attività siano già state programmate.

3,8 1,68 27,69 46,15

31. Talvolta sul lavoro mi viene chiesto di fare cose che sono contrarie alla mia etica professionale.

3,53 1,97 32,3 53,84

32. Rispetto a ciò che si sente dire sullo stipendio degli infermieri/e degli altri ospedali, noi qui siamo abbastanza ben retribuiti. 3,32 1,56 18,46 49,23

33. In questo ospedale le decisioni amministrative interferiscono troppo con la cura dei pazienti

5,10 1,83 66,15 20

34. Mi rende fiero/a parlare con altre persone di ciò che faccio nel mio lavoro 5,47 1,42 73,84 10,76

35. Mi piacerebbe che i medici di questo ospedale mostrassero maggior rispetto per le conoscenze e le capacità del personale infermieristico.

6,12 1,12 90,76 3

36. Potrei offrire un’assistenza migliore a ciascun paziente se avessi più tempo da dedicargli.

6,21 1,11 92,3 3

37. I medici di questo ospedale generalmente comprendono e apprezzano il lavoro che gli infermieri svolgono.

3,6 1,49 24,61 44,61

38. Se avessi la possibilità di ricominciare da capo intraprenderei nuovamente la professione di infermiere.

5,38 2,01 72,3 18,46

39. In questo ospedale i medici “guardano dall’alto in basso” il personale infermieristico.

3,98 1,79 40 35,38

40. Posso esprimermi liberamente riguardo al funzionamento del mio reparto. 4,66 1,8 58,46 18,46

41. La mia attività lavorativa non richiede troppe conoscenze o capacità. 1,6 1,23 6,15 95,38

42. I responsabili del personale infermieristico generalmente consultano gli infermieri riguardo alle procedure e ai problemi quotidiani.

3,26 1,91 26,15 53,84

43. Nel mio lavoro ho la possibilità di prendere autonomamente decisioni importanti e posso contare sul sostegno dei miei responsabili.

2,96 1,48 16,92 63

44. È necessario un aumento di stipendio per gli infermieri/e di questo ospedale. 6,61 0,87 95,38 3

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Obbiettivo 1/2013 IPASVI - Firenze Collegio 17

Collegio IPASVI Firenze«Punto d’ascolto»

essere migranti: sopravvivere… morire di cancro

mercoledì 20 marzo 2013Hotel Tornabuoni Beaccivia Tornabuoni, 3 - Firenze

Crediti ECM attribuiti n. 8

IPASVIProvincia di Firenze

IPASVI FirenzeAggiornamento indirizzi

posta elettronicaAvendo riscontrato che molti indirizzi email presentinella mailing list degli iscritti al collegio, sono errati onon più attivi, chiediamo a tutti gli iscritti all'albo d'in-viare un messaggio email dalla propria casella di postaa [email protected] avendo cura d'indicare nomecognome e data di nascita dell'iscritto .Questo consentirà di migliorare e velocizzare lo scam-bio d'informazione tra l'Ente ed i propri iscritti.

Proponi il tuo evento formativoRitieni un argomento d’interesse professionalealtamente rilevante, degno di un evento forma-tivo specifico ?Invia la tua proposta organizzativa alla segrete-ria del Collegio, [email protected]

Assicurazione obbligatoriaCon il DPR 7 Agosto 2012 n. 137 l’assicurazione responsabilità civile professionale e tutela giudizia-ria è divenuta obbligatoria per legge.…art. 5- È obbligatorio per il professionista stipulare un’assicurazione per i danni derivanti al cliente dal-l’esercizio dell’attività professionale, comprese le attività di custodia di documenti e valori ricevuti dalcliente stesso […].Gazzetta uff. 14/08/2012Contatta il Collegio IPASVI per avere informazione sulla convenzione nazionale tra CarigeAssicurazioni S.p.A e Federazione IPASVI.

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18 Collegio 1/2013 IPASVI - Firenze Obbiettivo

Il 10 dicembre us. si è realizzato a Fi-renze l’evento formativo, proposto dalCircolo Aretè “ La sicurezza del pa-ziente e del professionista alla lucedella spending review” .Con l’occasione la responsabile delGruppo per la Responsabilità Profes-sionale del Collegio Ipasvi di Firen-ze, Mariangela Castagnoli, ha pre-sentato i dati relativi ai cinque anni diattività e, nello specifico, l’attivitàsvolta nel corso del 2012.Il gruppo di lavoro, formato da in-fermieri specialisti con Master in Re-sponsabilità Professionale / Infermie-ristica Legale e Forense, che sono iscrit-ti al Collegio IPASVI di Firenze, si ri-uniscono a cadenza quindicinale peraccogliere, analizzare e dare suppor-to e consulenza ai Colleghi che ne fan-no richiesta tramite il sito web del Col-legio, per via telefonica o direttamen-te all’indirizzo mail dedicato .Gli obiettivi prioritari per l’anno 2012,che si realizzeranno anche nell’annoin corso sono orientati a:1. Conoscere e trattare la casistica ine-

rente la responsabilità professio-nale nell’area infermieristica:

– accoglienza ed analisi delle se-gnalazioni-richieste, pervenute daparte degli iscritti su tematiche inambito: ordinistico-disciplinare,amministrativo-disciplinare, ci-vile e penale.

2. Promuovere l’ascolto e la parteci-pazione attiva su aspetti etico-deon-tologici e giuridici, l’analisi dellanormativa vigente e la consulenzatramite l’attivazione di professio-nisti esperti.

3. Sensibilizzare gli infermieri sulla

La responsabilità professionale:i dati del Collegio Ipasvi di FirenzeA cura del Gruppo Responsabilità Professionale del Collegio Ipasvi di Firenze

L’attività dell’anno 2012 è stata realizzata con la collaborazione diMariangela Castagnoli, Irene Galli, Elena Nerozzi, Giovanni Senes, Maurizio Zanatta

partecipazione attiva alla culturaproattiva all’errore, sulla promozio-ne del sistema di protezione assi-curativa e legale e la consapevolez-za della tutela personale, soprattut-to attraverso la formazione.

4. Monitorare la casistica, attraversol’implementazione nella nostra ban-ca dati e diffondere l’informazionee la conoscenza in merito alle que-stioni e alle tematiche inerenti la re-sponsabilità professionale infer-mieristica.

5. Assistere l’iscritto nell’eventualeavvio dell’azione legale.

6. Rispondere alla richiesta di periziee/o consulenze tecniche d’ufficio.

Attivare un Osservatorio RegionalePermanente, attraverso la collabora-

zione dei 10 Collegi del Coordina-mento Regionale Toscana.Nella tabella 1, di seguito, è descrittala casistica complessiva trattata neicinque anni di attività in cui, come sipuò vedere, le problematiche maggiorisono rappresentate dal Diritto del La-voro e dall’applicazione del CCNL eCIA nelle strutture sanitarie pubblichee private della provincia di Firenze.Seguono in numero cospicuo le ri-chieste di intervento su tematiche diinteresse in merito alla responsabilitàprofessionale ed ordinistico-discipli-nare.Per dovere di lettura del dato possia-mo affermare che l’assegnazione al-l’area/ambito di trattamento della ri-chiesta è stata fatta secondo il conte-

Tab. 1 – Attività complessiva del Gruppo dal 2007 al 2012

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Obbiettivo 1/2013 IPASVI - Firenze Collegio 19

nuto prevalente dell’evento, ma in real-tà la maggior parte dei quesiti/ richie-ste di consulenza e d’intervento affe-risce a più di un ambito, con una com-plessità sia in termini di accoglienzadel singolo professionista che di equi-pe multidisciplinari.I casi che sono stati inviati ai legalidi competenza sono stati complessi-vamente 57 – colonna rossa – distri-buiti nei vari anni, di cui particolareinteresse è riferito all’ambito ordini-stico disciplinare, penale e civile che,data la rilevanza ed il tipo di evento, atutt’oggi, vede alcune pratiche anco-ra aperte.Le problematiche riferite al Diritto dellavoro e del CCNL , pur rimanendoil maggior numero di richieste da par-te dei Colleghi, come si può vedere an-che nella tabella 2, sono state trattatein tempi brevi e con un buon livello dirisoluzione, anche per quei casi che,nel corso dell’anno 2012 (25 sul tot.di 79 = 31,6% ), non hanno avuto ne-cessità di essere inviati al Legale dicompetenza.Sempre nell’anno 2012, sui casi re-lativi al Diritto penale e civile sono incorso di valutazione, per eventuale av-vio ai Legali, solo 4 casi.Purtroppo, rispetto ai tempi medi di ri-sposta degli anni precedenti (10 gg.con range da 2 a 20 gg.), nella secon-da metà dell’anno 2012, a causa dellasostituzione dell’ apparecchiatura in-formatizzata e dei software, questi sisono allungati, creando qualche diffi-coltà ai Colleghi che hanno fatto ri-chieste d’intervento. Comunque, in diversi casi, decisamente

prioritari rispetto alla programmazio-ne definita, è stato possibile attivareincontri ad hoc tra il professionista e/oil Legale e/o l’esperto di settore, perl’avvio di procedimenti di interessespecifico.Per quanto riguarda l’attività della for-mazione tutti i componenti del Grup-po si sono resi disponibili per realiz-zare aggiornamenti e/o formazione sutematiche di particolare interesse o ri-levanza, in accordo con i Dirigenti diriferimento. Per l’anno 2013 sono inprogettazione eventi formativi di in-teresse specifico ed accreditati ECM.Un altro monitoraggio che il Grup-po sta tenendo sotto controllo è rela-tivo all’adesione alla copertura assi-curativa per la responsabilità profes-sionale in ambito civile, rispetto aglieventi che si verificano nella nostra re-gione, i cui dati sono in elaborazionee saranno resi disponibili a breve.Al 31 dicembre 2012, nella provin-cia di Firenze, i Colleghi assicurati conWillis risultano essere 1063, un nu-mero decisamente inferiore rispettoalle attese, che rappresenta appena il15% di tutti gli iscritti. Il dato è, co-munque nel suo insieme, sicuramen-te sottostimato, poiché non si è a co-noscenza se i professionisti hanno co-perture di altre assicurazioni di questotipo, diverse da Willis. Vediamo adesso la classificazione del-l’evento o dell’argomento specificodei casi trattati nelle richieste che so-no pervenute al Gruppo.La maggior parte di essi riguarda even-ti riferiti a lesioni personali , docu-mentazione infermieristica incomple-

Tab. 2 – Attività sulla casistica del Gruppo dell’anno 2012

ta, sistema documentale aziendale edeventi verificatisi da addebitare al-l’organizzazione del lavoro…A questo proposito ci preme ricorda-re, in particolare per le lesioni perso-nali colpose che si sono verificate, chesi configurano come reato all’art. 590del codice penale, quelle più frequen-ti: danni da caduta, lesioni da pres-sione e da contenzione,infezioni, ustio-ni, terapia, stravasi, scambio saccheemazie, malposizionamento CV e CVP,omessa vigilanza, ritardo manovre …Sulla documentazione infermieristi-ca, che il Gruppo ha visionato, sonostate rilevate:– Compilazione irregolare, cancella-

ture non leggibili (art. 476 c.p. fal-so materiale in atto pubblico).

– Compilazione non veritiere (art.479 c.p. falso ideologico in atto pub-blico).

– Mancata o ritardata compilazione(art. 328 c.p. omissione di atti d’uf-ficio).

E, in relazione al sistema documenta-le aziendale:– Difformità di informazioni tra i va-

ri documenti, livello sanitario e li-vello gestionale/operativo.

– Discrepanza fra “azioni scritte” –“azioni fatte” da diversi operatori.

– Documenti non conosciuti dai pro-fessionisti.

– Procedure in uso, obsolete, da re-visionare…

Vogliamo ricordare, infine, gli eventiriferiti alla responsabilità ammini-strativa di cui non abbiamo ricevuto,ad oggi, nessuna segnalazione di con-tenzioso, ma che potrebbero rappre-sentare un rischio reale come segna-lato recentemente anche dal settima-nale Il Sole 24 Ore Sanità.Per quest’ultima siamo a promuove-re la copertura assicurativa ai pro-fessionisti interessati su questo livel-lo di lavoro, al fine di dare maggioretutela al proprio lavoro. Per un ulteriore approfondimento sia-mo a segnalare ai Colleghi la letturadell’articolo sul lavoro svolto daAge.na.s. in merito ai pericoli tecni-ci, ambientali e clinici con le rispet-tive mappature che, nello specificotrattato, possono orientare le sceltedegli infermieri – e non solo – sull’a-dozione di aspetti proattivi, realisti-camente fattibili nel lavoro quotidia-no, che siano tutela del professioni-sta e del cittadino.

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20 Nursing di genere 1/2013 IPASVI - Firenze Obbiettivo

Maria Mocali

La violenza di genere è la prima cau-sa di violazione dei diritti umani del-le donne identificabile come pro-blema principale di salute delle don-ne nel mondo. Rispetto alla Dichia-razione Universale dei Diritti Uma-ni, l’analisi oggettiva e la pianifica-zione di interventi per combatterequesto fenomeno, arrivano con no-tevole ritardo. Questa è una grandeingiustizia che potrebbe essere as-sunta come esempio di errore da nonripetere. Si definisce violenza do-mestica: “Ogni forma di violenza fi-sica, psicologica o sessuale che ri-guarda tanto soggetti che hanno, han-no avuto o si propongono di avereuna relazione intima di coppia, quan-to soggetti che all’interno di un nu-cleo familiare più o meno allargatohanno relazioni di carattere parenta-le o affettivo” (Organizzazione Mon-diale della Sanità OMS, 1996).La violenza in senso lato, è perpe-trata sempre verso chi è troppo de-bole, troppo malato o incapace di di-fendersi, combatterla significa con-dannare ogni discriminazione dellefasce deboli delle società moderne.Nel 2006 l’OMS ha pubblicato i ri-sultati dello studio multicentrico:“Salute delle donne nel mondo e vio-lenza domestica”. Lo studio è statorealizzato in 10 paesi all’interno deiquali sono state scelte aree urbanee aree rurali, per un campione totaledi 24.000 donne. I paesi studiati so-no stati il Bangladesh, la Thailandiae il Giappone in Asia; l’Etiopia, laTanzania e la Namibia in Africa; ilBrasile e il Perù in America Latina;Samoa nel Pacifico e la Serbia e ilMontenegro in Europa. Questi pae-si sono stati scelti con criteri speci-fici: presenza di gruppi locali paci-fisti capaci di usare l’informazioneper promuovere riforme politiche,

L’infermiere e la violenza domestica

assenza d’informazione sul tema eclima politico recettivo per affronta-re il problema. Gli obiettivi dello stu-dio erano: – Stimare la prevalenza della vio-

lenza contro le donne, in partico-lare la violenza fisica, sessuale epsicologica inflitta all’interno del-la coppia.

– Valutare il legame esistente tra laviolenza all’interno della coppiae una serie di sintomi ed eventi as-sociati alla salute.

– Definire i fattori che possono pro-teggere la donna o esporla a unasituazione di rischio di violenzaall’interno della coppia.

– Documentare e comparare le stra-tegie e i servizi usati dalle donneper affrontare la violenza inflittaall’interno della coppia.

I dati confermano che il fenomeno ècomplesso e “trasversale” ovvero pre-sente in tutti i paesi del mondo a pre-scindere dal gruppo sociale, econo-mico, religioso o culturale di appar-tenenza. E caratterizzato da “invisi-bilità” e conseguentemente è di dif-ficile quantificazione, i dati che sca-

turiscono dagli studi più accreditatisono di solito sottostime.Altro fattore comune emerso, è chela violenza contro le donne tra le mu-ra di casa non è inevitabile, possiamofare molto in ambito di prevenzioneattraverso la comprensione del con-testo e dei collegamenti tra i diversitipi di violenza, ponendo attenzioneai gruppi più vulnerabili, combatten-do la passività e ottenendo l’impegnodei responsabili delle decisioni. Da-ta la natura poliedrica e le complesseradici della violenza in generale e del-la violenza domestica in particola-re, è necessario che i governi e leorganizzazioni interessate a tutti ilivelli del processo decisionale, lo-cale, nazionale, internazionale sianocoinvolti nella prevenzione .La rete formale dovrebbe prevede-re la progettazione d’interventi arti-colati all’interno dei seguenti ambi-ti: socio-sanitario,sicurezza (forzedell’ordine), giustizia(mondo foren-se), permeati da una profonda siner-gia. Il Pronto Soccorso ad esempiorappresenta un osservatorio privile-giato, presso il quale con una fre-

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quenza di cinque volte superiore ri-spetto alle altre donne, la vittima diviolenza domestica affluisce, por-tando con sé un bisogno di salute cheattraversa gli ambiti di prevenzione,trattamento, cura e riabilitazione. L’in-fermiere che prende in carico per pri-mo la persona che accede al ProntoSoccorso riceve una formazione spe-cifica per compiere la funzione di Tria-ge, bagaglio prezioso di conoscenzee competenze che, tuttavia, nei casidi violenza domestica contro le don-ne si è dimostrato insufficiente nel-l’approccio a una problematica cosìcomplessa. L’accoglienza in Triagedella vittima di violenza domesticapuò costituire l’occasione per la don-na di percepire una problematica chela investe a 360° della quale può ave-re un livello di consapevolezza, va-riabile. Emergenza Sanitaria Territo-riale (118) e Pronto Soccorso sonofonte irrinunciabile di dati, al mo-mento purtroppo non disponibili, fon-damentali per la ricerca e la pianifi-cazione degli interventi. In Europae in parte anche in Italia, si sta facen-do molto per ottimizzare questa ri-sorsa per troppo tempo sottovaluta-ta, con interventi formativi volti aglioperatori sanitari, (medici, infermie-ri, personale di supporto), e con l’i-stituzione di punti di ascolto, del Co-dice Rosa, all’interno dei Pronto Soc-corso, creando canali preferenzialicon i Centri Anti-Violenza. Questerealtà si distribuiscono sul territorioitaliano a macchia di leopardo e sus-sistono grandi difficoltà nella perce-zione/rilevazione del fenomeno del-la violenza domestica.I punti elencati brevemente possonoassumere i contorni d’ideali lontanie per questo difficili da raggiungere.Dobbiamo considerare però che, incampo sanitario spesso anche picco-li investimenti e interventi possonoprodurre benefici ampi per la vittimadi violenza. Nel quotidiano gli ope-ratori in ambito sanitario dedicanomolto tempo alle vittime di abusi. L’in-fermiere deve lavorare con questaconsapevolezza, tenendo presente chela donna che si rivolge al servizio sa-nitario e che sta vivendo un proble-ma di violenza domestica ha diritto auna risposta adeguata al proprio bi-

sogno di salute. L’infermiere dovrebbeprendere coscienza che la vittima nel-la maggior parte dei casi desidera por-tare alla luce il proprio problema, hapaura, ma aspettala domanda giu-sta, la persona giusta, per aprire nel-la relazione uno spazio a volte molto

stretto e prezioso che non dobbiamopermetterci di trascurare o perdere.L’infermiere ha precise responsabi-lità che scaturiscono dalla normativae dal proprio Codice Deontologico.Quasi ogni articolo del Codice Deon-tologico dell’Infermiere (2009) in mo-do più o meno esplicito è correlabi-le a questa problematica.Già nel 2002 le raccomandazioni del-l’OMS prevedevano che nelle situa-zioni in cui i Ministeri della Saluteforniscano linee guida per i programmidi studio delle scuole di medicina edi scienze infermieristiche, l’azio-ne politica a livello nazionale dovessemirare a monitorare che tutto il per-sonale sanitario, nel proprio corso distudi, riceva formazione adeguatasulla problematica della violenza insenso lato. Dopo essersi diplomato,il personale sanitario dovrebbe esse-re in grado di riconoscere i segni diviolenza ed essere intenzionato a far-lo. Queste misure possono essere par-ticolarmente utili nei confronti dellevittime di violenza domestica. L’ap-plicazione pratica di queste politiche

deve essere implementata e valutatain modo attento al fine di evitare l’ul-teriore vittimizzazione dei soggettigià colpiti. Per fare un esempio, se ilpersonale sanitario accerta che unapaziente è stata vittima di violenza,le procedure volte a ottenere le pro-

ve di tale violenza non devono espor-re la paziente al rischio di nuove vio-lenze da parte dell’autore, né espor-la alla riprovazione della sua fami-glia o della comunità o determinarealtre conseguenze negative. Con-temporaneamente sussistono adem-pimenti di legge che devono essereespletati. Disponiamo di studi, lineeguida, protocolli, e altri strumentifruibili per mettere in atto interven-ti assistenziali di buona pratica in-fermieristica. Risposte assistenzialiinadeguate e ritardi nella presa in ca-rico da parte del personale sanitariodella donna che ha subito violenzadomestica e del suo bisogno di salu-te, non sono ormai compatibili conla figura dell’infermiere.

Risorse utili:http://servizi.regione.toscana.it/osservatoriosociale/img/getfile_img1.php?id=22613http://www.who.int/gender/violence/who_multicountry_study/en/http://whqlibdoc.who.int/publications/2002/9241545615_ita.pdf

Obbiettivo 1/2013 IPASVI - Firenze Nursing di genere 21

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22 a cura di L. Salvadori Spazio etico 1/2013 IPASVI - Firenze Obbiettivo

Il cittadino che oggi si accosta almondo sanitario non è un “attorepassivo” – inconsapevole e sot-tomesso alle decisioni altrui – ben-sì il protagonista principale dellapropria storia clinica, che ha ac-quisito ampie capacità riflessiveed ha una coscienza del propriocorpo, dei propri bisogni di salutee dei propri diritti. La realizzazione di questo cam-biamento di ruolo si è attuata perlo più nel corso dell’ultimo ven-tennio, grazie alla sinergia di piùelementi – leggi, istituzioni di nuo-vi enti ed associazioni, progressotecnologico, ecc–. Quest’ultimo

può essere considerato il princi-pale artefice del cambiamento dicui stiamo parlando ed è su di es-so che intendiamo focalizzare lanostra attenzione.A partire dai sofisticati sistemi diprevenzione, dalle modalità di ac-cesso alle cure, passando attraversole terapie di ultima generazione,per giungere infine alla gestionedei follow up, l’intero ambientesanitario ha fatto della tecnologiaun sostegno imprescindibile.Quando pensiamo a qualcosa ditecnologico, non di rado la primaimmagine che ci raffiguriamo men-talmente è quella di un robot. Que-

Tecnologia e SanitàRiflessioni promosse dai partecipanti agli incontri

dello Spazio Etico con il contributo di Ilaria Baracchini, Marta Bernardeschi, Mara Fadanelli,Gianluca Favero, Simona Francioni, Claudia Innocenti,

Alessandro Mancini, Ludovica Tamburini

«prima di pensare a co-noscere gli ausili tec-nologici che abbiamoa disposizione, occor-re aver consapevolez-za della nostra identi-tà di operatori sanita-ri; ciò vuol dire esserecoscienti che il ‘saperfare’ e non viene com-pletato da un adegua-to ‘saper essere’, ha benpoca importanza»

sto può accadere per reminescen-ze legate all’infanzia, di fatto sitraduce con l’inconsapevolezza dicome la tecnologia nell’ambientesanitario sia molto più diffusa diquanto non ci sembri.Internet, per esempio, con le sue

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Obbiettivo 1/2013 IPASVI - Firenze Spazio etico 23

centinaia di siti dedicati a temati-che mediche, è probabilmente ilprimo interlocutore a cui un indi-viduo si rivolge quando pensa diavere un problema di salute. In re-te infatti troviamo rubriche, arti-coli scientifici e blog che tratta-no di qualsiasi argomento possavenire in mente. Oggi inoltre, at-traverso i siti aziendali, le ASL sifanno conoscere dai cittadini edhanno l’opportunità di offrire lo-ro dei servizi – come la consulta-zione on line dei referti medici, ola prenotazione di visite speciali-stiche – semplicemente collegan-dosi al loro sito. Se la formazione e il modo di tra-smettere le informazioni si sono“evoluti”, stessa cosa possiamo af-fermare facendo riferimento aglistrumenti di lavoro. Il legno e lemolle hanno ceduto il posto ai me-talli, al silicone e al pvc; il mer-curio dei termometri è stato sosti-tuito dagli infrarossi; protesi di ul-tima generazione hanno concessoa centinaia di persone di tornare acamminare, vedere, ecc., supe-rando con disinvoltura disabilitàche non molto tempo fa’ appari-vano insormontabili. E ancora nel-le sale operatorie, attraverso l’u-tilizzo di un sofisticato macchi-nario, il chirurgo può svolgere

un intervento sul corpo di una per-sona che si trova fisicamente a di-versi chilometri di distanza.Lo strabiliante scenario che ci tro-viamo davanti racchiude in sé enor-mi potenzialità, ma occorre saperleutilizzare positivamente per noncommettere spiacevoli errori. Dache mondo è mondo, tra il profes-sionista sanitario e la persona siinterpone sempre qualche stru-mento – sia esso un computer, piut-tosto che un sollevatore meccani-

co, oppure un semplice paio diguanti –. Questa sorta di “intru-sione”, seppure talvolta sia ne-cessaria, partecipa nel bene o nelmale alla relazione determinan-done possibilità e limiti. “Possi-bilità”, per tutte le frontiere ab-battute di cui abbiamo fatto ac-cenno precedentemente; “limiti”,sia perché c’è il rischio che questipotenti mezzi veicolino l’atten-zione del professionista sanitarioverso il singolo particolare anzi-ché verso un’ottica olistica, siaperché scoraggiando il contatto tragli individui portano inevitabil-mente al raffreddamento dei rap-porti. Quando i nostri occhi si in-crociano con altri, quando le no-stre mani entrano in contatto conun corpo, due mondi si incontra-no dando origine ad uno scambioreciproco che mette in gioco le no-stre emozioni. L’esposizione quo-tidiana ad esperienze di vita comela nascita, la sofferenza, il dolore,la solitudine … la morte, ci fannosentire in qualche modo vulnera-bili, ed ecco che rifugiarsi nell’a-setticità della tecnologia magariponendo tra noi e la sofferenza unostrumento fosse anche solo lo scher-mo di un pc, può mettere “al si-curo” i nostri sentimenti.Quest’ultima considerazione cimette di fronte ad un dato di fatto:prima ancora di indossare unadivisa, prima ancora di utilizzareun macchinario, prima di pensarea conoscere gli ausili tecnologiciche abbiamo a disposizione, oc-corre aver consapevolezza dellanostra identità di operatori sanita-ri; ciò vuol dire essere coscientiche il “saper fare” se non vienecompletato da un adeguato “saperessere”, ha ben poca importanza. Ne deriva dunque che la tecnolo-gia da sola non è sufficiente pergarantire eccellenza e qualità nel-le nostre professioni. Essa rap-presenta un supporto molto effi-cace, ma la sua utilità rischia di es-sere controproducente se perdia-mo di vista l’obiettivo principale:prendersi cura della persona.

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24 Studi e progetti 1/2013 IPASVI - Firenze Obbiettivo

Luana Giovannini Elena Nerozzi

Come ricorderete nel n. 2/2012della nostra rivista fu presentatoai lettori il Progetto Semina, mi-rato a garantire la continuità te-rapeutica nelle scuole del comu-ne di Pontassieve. Nel dicem-bre scorso nella sala del Consi-glio del Comune di Pontassievesi è tenuta la presentazione delProgetto “Semina” alla presenzadegli assessori Monica Marini ePaolo Fini e di una parte della cit-tadinanza.Alla presentazione sono interve-nuti, come rappresentanti dell’A-zienda Sanitaria 10 di Firenze, lad.ssa Daniela Manzoli, la d.ssaCristina Rossi ed il dott. AntonioTocchini.Il progetto “Semina” nasce dalrecepimento del Protocollo perla somministrazione dei farmacia scuola stipulato fra la RegioneToscana- Direzione generale deldiritto alla salute e politiche di so-lidarietà e il Ministero dell’I-struzione- Direzione generale uf-ficio scolastico regionale per laToscana, nel quale si legge che:…il soccorso di alunni che esi-

gono la somministrazione difarmaci si configura come at-tività che non richiede il pos-sesso di cognizioni speciali-stiche di tipo sanitario, né l’e-sercizio di discrezionalità tec-nica da parte dell’adulto cheinterviene…

All’interno del Protocollo tro-viamo anche:– …II capo di Istituto, acquisiti

la richiesta dalla famiglia, odallo studente se maggioren-ne, e il modulo di autorizza-zione rilasciato dagli organicompetenti ,valutata la fattibi-lità organizzativa;

– costruisce con tempestività, in-sieme all’AUSL uno specificoPiano di trattamento sanita-rio, comprensivo di proceduretese a garantire una correttaconservazione dei farmaci, laformazione degli operatori sco-lastici, nonché la tutela dellaprivacy;

– individua il gruppo di opera-tori scolastici (docenti, non do-centi, personale educativo/as-sistenziale) per la sommini-strazione del farmaco salvavi-ta;

– acquisisce eventuali disponi-

bilità di operatori scolastici,adeguatamente formati, per la

– somministrazione dei farmaciindispensabili in orario scola-stico…

Durante la presentazione si è par-lato sia del Progetto pilota “Nar-doleo” che si è svolto presso lascuola Primaria del Comune diRufina, sia del Progetto Forma-tivo “Semina” che ha coinvoltogli operatori scolastici delle scuo-le afferenti ai comuni di Pontas-sieve/Rufina e Pelago con incontriformativi tenuti dalle infermieredall’AIT dei Presidi di Pontas-sieve e Rufina durante il periodo2011/2012.Hanno portato il loro contributoalla giornata, i rappresentati de-gli operatori scolastici degli isti-tuti comprensivi dei comuni diPontassieve e Rufina, i rappre-sentanti delle associazioni di vo-lontariato e delle associazionisportive del territorio.La mattinata si è conclusa conl’impegno delle istituzioni a so-stenere il Progetto “Semina” nel-le scuole e ad ampliare il coin-volgimento delle associazionisportive e delle associazioni divolontariato della zona.

Progetto «Semina»,la presentazionealle autoritàe alla cittadinanza