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parmigiano-reggiano
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parmigiano reggiano
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caseifi ci e territorio nella provincia di Modena
con il contributo di
del Parmigiano-Reggianole strade
Le Strade del Parmigiano-ReggianoCaseifici e territorio nella provincia di Modena
© Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano sezione di Modena
© Eccentrico
riproduzione vietata
Coordinamento editoriale, progetto grafico, impaginazione
Eccentrico
Testi
Francesca Zanetti
Testi da pagina 16 a pagina 29
Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano
Coordinamento pagine caseifici
Claudio Guidetti, Federica Rondelli
Sezione di Modena del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano
Raccolta dati caseifici
Sezione di Modena del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano
I crediti fotografici sono indicati alla fine del volume
Stampa
Grafiche Callegaro (Padova)
Si ringrazia la Provincia di Modena per la collaborazione fornita
dall’Assessorato Cultura e Turismo in relazione a materiale fotografico
e redazionale attraverso Graziella Martinelli Braglia e Giorgia Venturelli
Modena
Sassuolo
Formigine
Maranello
CastelnuovoRangone
Vignola
Castelvetro
Spilamberto
CastelfrancoEmilia
Guiglia
Zocca
Montese
Fanano
Sestola
LamaMocogno
Frassinoro
Palagano
Montefiorino
Prignanosulla Secchia
Polinago
Serramazzoni
Pavullonel Frignano
Montecreto
Pievepelago
Carpi
Campogalliano
BassaPianura
AltaPianura
Alta Valledel Panaro
Frignano
Valli delDolo edel Dragone
Soliera
Nonantola
San Prospero
San Possidonio
Concordiasulla Secchia
Novi diModena
Indice Generale
intervento di Aldemiro Bertolini Presidente della Sezione di Modena del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano 9
intervento di Claudio Guidetti Segretario della Sezione di Modena del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano 11
Come leggere questa guida 13
I segreti e la storia del Parmigiano-Reggiano 16
Le visite nei caseifici del Parmigiano-Reggiano 29
Elenco dei caseifici con vendita all’ingrosso 147
Bibliografia di approfondimento 159
La Bassa PianuraCampogalliano, Carpi, Concordia sulla Secchia, Nonantola, Novi di Modena, San Possidonio, San Prospero sulla Secchia, Soliera 32
Indice dell’area 35
Il territorio 36
I caseifici con punto vendita al pubblico 50
L’Alta PianuraCastelfranco Emilia, Castelnuovo Rangone, Castelvetro, Formigine, Maranello, Modena, Sassuolo, Spilamberto, Vignola 56
Indice dell’area 59
Il territorio 60
I caseifici con punto vendita al pubblico 76
Il FrignanoFanano, Lama Mocogno, Montecreto, Pavullo nel Frignano, Pievepelago, Polinago, Serramazzoni, Sestola 86
Indice dell’area 89
Il territorio 90
I caseifici con punto vendita al pubblico 106
Valli del Dolo e del DragoneFrassinoro, Montefiorino, Palagano, Prignano sulla Secchia 114
Indice dell’area 117
Il territorio 118
I caseifici con punto vendita al pubblico 126
Alta Valle del PanaroGuiglia, Montese, Zocca 130
Indice dell’area 133
Il territorio 134
I caseifici con punto vendita al pubblico 140
I comuni della provincia di Modena dove trovare caseifi ci produttori
di Parmigiano-Reggiano con punto vendita aperto al pubblico
9
Filiera produttiva, promozione dei prodotti tipici del territorio, sinergie tra gli
operatori, in due parole marketing territoriale; filosofia, azione, espressione di un
concetto che sottende un progetto promozionale legato a un territorio.
Così nasce l’idea della Guida ai caseifici del Parmigiano-Reggiano nella provincia
di Modena. Da sempre, ormai da più di otto secoli, il Parmigiano-Reggiano
nasce e trova le sue ragioni di esistere nel profondo e inscindibile legame con il
territorio di origine, con la sua gente, la sua cultura, con i valori e le tradizioni di
un’agricoltura che si colloca all’interno di quella che in molti definiscono “l’isola
del tesoro”.
Modena, insieme a Bologna alla sinistra del Reno, Mantova alla destra del Po,
Reggio Emilia e Parma, delimita questi confini.
Modena, provincia che ha dato i natali a molti personaggi apprezzati in ambito
internazionale per le loro qualità professionali e ai quali è stato assegnato
il “Coltellino d’Oro”, la massima onorificenza che il Consorzio attribuisce ai
Modenesi famosi nel mondo per la loro attività.
Alcuni di loro sono stati menzionati tra le pagine del volume, senza per questo
voler far torto alcuno agli altri, tanti, che sono stati premiati dal 1988 ad oggi.
Questa pubblicazione è pensata per l’orientamento del turista enogastronomico,
per colui che è di passaggio per lavoro o per diletto, per chi è nato e cresciuto in
queste zone dove si può scoprire, a fianco dei produttori di Parmigiano-Reggiano,
degli allevatori e dei casari, un territorio meraviglioso, paesaggi incantevoli e
cultura che trasuda dalle pietre con cui sono fatte le corti, le chiese e i monumenti
storici. E’ un invito a non percorrere distrattamente le strade che si snodano sul
territorio modenese, ma a gettare uno sguardo attento per scoprire e apprezzare
questa terra, i suoi segni e le sue tradizioni antiche, immergendovisi in profondità
e scoprendo così anche le differenze che caratterizzano gli 83 “casari”, come
venivano chiamati anticamente a Modena i caseifici che producono il Parmigiano-
Reggiano.
Ringrazio il Consiglio della sezione di Modena del Consorzio del Formaggio
Parmigiano-Reggiano, che ha creduto nel progetto di marketing territoriale e di cui
la Guida rappresenta una parte, il Presidente Generale ed il Comitato Esecutivo
del Consorzio per averci sostenuto, le istituzioni modenesi a partire dalla Camera
di Commercio e dalla Provincia di Modena per aver contribuito fattivamente alla
realizzazione della Guida.
Un ringraziamento particolare va all’Assessorato Cultura e Turismo della Provincia
di Modena che ha fornito parte del materiale necessario alla compilazione del
volume.
Aldemiro BertoliniPresidente della Sezione di Modenadel Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano
Perché questo volume
11
All’osservatore attento non sfugge certo la posizione baricentrica della città
di Modena rispetto ai confini provinciali, così come l’intersecazione della
via Emilia con essa, che taglia in due tutta l’Emilia Romagna. Lungimiranti i
Romani nell’ideare questa e altre importanti vie di comunicazione. Non può
allora nemmeno sfuggire il fatto che 83 caseifici si trovino sparsi dai piedi del
monte Cimone lungo il corridoio a cavallo tra i fiumi Secchia e Panaro, che
dall’Appennino lambisce i confini toscani fino a raggiungere quelli mantovani
attraverso l’estrema pianura della provincia di Modena. Sagaci i produttori
di Parmigiano-Reggiano nel presidio del territorio, per facilitare alle stalle la
consegna del latte. Ne sono una valida testimonianza, oltre a quelli in attività,
le decine di antichi “caselli” di forma ottagonale che ancora oggi resistono
all’inclemenza del tempo.
Allora ecco che in una sottile linea virtuale il fattore produttivo si integra, si
confonde, si mescola con l’elemento umano, storico, paesaggistico, culturale,
operando una perfetta sinergia tra il Parmigiano-Reggiano e il territorio.
Per ogni caseificio troverete alcuni dati essenziali per permettervi di conoscere
la singola realtà produttiva, da quando ha iniziato l’attività, quanto produce e se
all’interno esiste il punto vendita aperto al pubblico.
Per visitare un caseificio e assistere alla nascita del Parmigiano-Reggiano, il
Consorzio è disponibile a condurvi a fianco del casaro che ogni mattina compie
gli antichi gesti per trasformare il latte in formaggio. Trovate le indicazioni per
usufruire di questo servizio a pagina 29 della Guida.
Se poi vorrete concedervi l’occasione di una sosta per conoscere e scoprire
meglio il carattere del territorio e delle persone che lo vivono, troverete segnalati
sulla cartina i ristoranti del Consorzio Modena a Tavola, che nasce per iniziativa
della Camera di Commercio di Modena con il preciso intento di conservare,
valorizzare e promuovere la cultura gastronomica modenese. Questo folto gruppo
di ristoratori, quotidianamente, dispensa questa filosofia professionale sulle
tavole dei propri locali. Nell’approccio al mondo del Parmigiano-Reggiano sono
cinque le zone sulle quali consiglio di focalizzare l’attenzione, tre in montagna,
una in collina e una in pianura, per scoprire tra un caseificio e l’altro veri e propri
“gioielli” di interesse turistico. Siano essi un parco naturale, un’abbazia, una
sconfinata pianura, un museo o un’antica pieve, saranno lì a raccontarci la storia
e le vicende del territorio modenese, di cui il Parmigiano-Reggiano fa parte da
diversi secoli.
Claudio GuidettiSegretario della Sezione di Modena delConsorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano
Utilizziamo la guida
13
L’unicità e le tante qualità di questo formaggio sono strettamente legate alla
cultura e alla natura di un territorio unico.
Acquistare il Parmigiano-Reggiano dal produttore diventa occasione per
scoprire e riscoprire il territorio “culla” di una significativa eccellenza gastrono-
mica.
Nella guida il territorio provinciale è suddiviso in cinque aree.
Le mappe schematiche all’inizio di ogni capitolo permettono di individuare sul
territorio i caseifici produttori di Parmigiano-Reggiano con punto vendita
aperto al pubblico e indicano i siti di interesse culturale, artistico e am-
bientale presenti nella zona.
Nell’indice vicino alla mappa si rimanda agli approfondimenti sul territorio
e alle schede dei caseifici con tutte le informazioni pratiche come l’indirizzo,
gli orari di apertura, i prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano.
I dati sono aggiornati ad aprile 2009.
Sono state inserite anche informazioni sui principali eventi ed appuntamen-
ti: gastronomia, ricorrenze e celebrazioni, feste popolari e tradizioni, eventi cultu-
rali; nel segno della gastronomia modenese di qualità vengono indicati anche
i ristoranti che aderiscono al Consorzio Modena a Tavola.
In fondo al volume si trova il compendio dei caseifici produttori di Parmigiano-
Reggiano nella provincia di Modena che effettuano soltanto la vendita all’in-
grosso.
Come leggere la guida
15
i segreti e la storia del Parmigiano-Reggiano
caratteristiche di un’eccellenza
16 17
Mantova
Reggio Emilia
Parma
BolognaModena
Zona d’origine
Otto secoli di nobiltà
Il Parmigiano-Reggiano ha un legame imprescindibile con la sua zona di origine. Nelle province di
Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna alla sinistra del fiume Reno e Mantova alla destra del fiume
Po avviene sia la produzione del latte sia la trasformazione in formaggio.
In questa zona, dai foraggi naturali e dall’uso di latte crudo, senza l’aggiunta di alcun additivo, ha
origine il segreto di tanta bontà. Infatti, durante la lunga stagionatura, i fermenti naturali del latte,
donano al formaggio le caratteristiche di gusto e struttura, in altri termini di tipicità.
I primi casari che ottennero
da forme lavorate quei carat-
teri unici che rendono ancora
oggi il prodotto inimitabile si
resero subito conto di avere
creato una opera d’arte; e
da uomini saggi si contentaro-
no dell’eccellenza qualitativa
raggiunta. L’ impegno e la de-
dizione erano stati premiati;
ma come per ogni lavoro crea-
tivo non era mancata “la parte
di Dio”. Infatti, oltre alla mano
dell’uomo, molti altri elementi indipendenti dai
suoi sforzi avevano concorso a produrre il ri-
sultato perfetto. Sono elementi che raramente
si riscontrano altrove e mai nella stessa irripe-
tibile composizione: la formazione geologica
del terreno, la particolarità degli allevamenti,
quella dosata combinazione di circostanze
E’ invece da attribuire tutto agli uomini il
merito di aver conservato orgogliosamente
attraverso i secoli le patenti di nobiltà del
Parmigiano-Reggiano e di non aver ceduto,
nemmeno oggi - in cui tutto è tecnologia ed
automazione - alla tentazione di semplificare
le funzioni e le attività.
Quando si dice che il Parmigiano-Reggiano
è “da almeno otto secoli un gran formaggio”
non si afferma soltanto la sua antichissima ori-
gine; quello che si mette in evidenza è che
questo formaggio è oggi esattamente com’era
ben otto secoli fa, con lo stesso aspetto e la
stessa straordinaria fragranza, fatto allo stes-
so modo, negli stessi luoghi, con i medesimi
e sapienti gesti rituali. Testimonianze stori-
che dimostrano che già nel 1200-1300 il
Parmigiano-Reggiano aveva raggiunto
quella tipizzazione perfetta che si è con-
servata sostanzialmente immutata fino ai
nostri giorni. Il che significa che la produzio-
ne casearia del comprensorio ha sicuramente
origini molto più antiche, dal momento che si
può ragionevolmente supporre che le carat-
teristiche peculiari del prodotto fossero state
raggiunte molto tempo prima. Lo “standard”
del Parmigiano-Reggiano è infatti un’evoluzio-
ne di antichi e straordinari formaggi, già citati
da autori latini, determinata dal costante per-
fezionamento delle tecniche di caseificazione.
Così i casari, oggi come una volta, conti-
nuano nella loro fatica e nel loro rischio,
ostinandosi con lealtà e con fierezza a
fare il loro formaggio solo con il latte, col
caglio, col fuoco e con l’arte e perseve-
rando nell’osservanza schietta e rigorosa
di metodi secolari e nell’applicazione di una
tecnica che è frutto di particolare vocazione e
di maturata esperienza.
agro-geo-ambientali ed umane che permette
la produzione di un latte di pregio, diverso an-
che da quello di zone geograficamente vicine,
l’unico latte che può dare origine a un formag-
gio eccezionale, capace di una maturazione
lentissima, che lo carica di sapori inimitabili.
Le origini
1934
1934
1936
18 19
Come si fa ilParmigiano-Reggiano
Stagionatura edespertizzazione
Marchiatura
Il verbo “fare” va benissimo in questo caso
perché il Parmigiano-Reggiano non si fab-
brica, ma “si fa”, oggi come otto secoli or
sono, con gli ingredienti essenziali e genu-
ini: il latte pregiato della zona tipica, il fuoco e
il caglio, con i buoni metodi antichi, con l’arte e
la sapienza del casaro.
E poi invecchia naturalmente per due anni e
più; e anche questo è lavoro perché bisogna
pulire e rivoltare le forme, curarle, sorvegliarle
e controllarne giorno per giorno la conformità
al rigoroso standard di affinamento; ed è anche
rischio e trepidazione perché il miracolo della
perfetta maturazione è essenzialmente affidato
ai lenti ritmi della natura.
Ogni giorno, il latte della mungitura serale
viene lasciato riposare sino al mattino in
ampie vasche, nelle quali affiora sponta-
neamente la parte grassa, destinata alla
produzione di burro. Insieme al latte intero
della mungitura del mattino, appena giunto da-
gli allevamenti il latte scremato della sera vie-
ne poi versato nelle tipiche caldaie di rame a
forma di campana rovesciata, con l’aggiunta di
caglio di vitello e del siero innesto, ricco di fer-
menti lattici naturali ottenuti dalla lavorazione
del giorno precedente. Il latte coagula in una
decina di minuti.
La cagliata che si presenta viene frammentata
in minuscoli granuli grazie ad un antico attrez-
zo detto spino. E’ a questo punto che entra in
scena il fuoco, per una cottura che raggiunge
i 55 gradi centigradi, al termine della quale i
granuli caseosi precipitano sul fondo della cal-
daia formando un’unica massa.
Dopo circa cinquanta minuti, la massa caseo-
sa viene estratta, con sapienti movimenti, dal
casaro.
Tagliato in due parti e avvolto nella tipica tela,
il formaggio viene immesso in una fascera che
gli darà la sua forma definitiva.
Con l’applicazione di una placca di ca-
seina, ogni forma viene contrassegnata
con un numero unico e progressivo che
Nel silenzio dei magazzini le forme si rincor-
rono in lunghe file.
Per ognuna di esse sono stati necessari circa
600 litri di latte, e l’impegno costante di alle-
vatori e casari.
Ma il lavoro continua.
La parte esterna del formaggio, lasciato ripo-
sare su tavole di legno, si asciuga formando
una crosta naturale, senza trattamenti, perciò
perfettamente edibile.
Quella del Parmigiano-Reggiano è una storia
lunga, ma è anche una storia lenta, che scorre
al naturale ritmo delle stagioni.
La stagionatura minima è infatti di dodici
mesi, ed è solo a quel punto che si po-
trà dire se ogni singola forma potrà con-
servare il nome che le è stato impresso
all’origine.
Gli esperti del Consorzio di tutela esaminano
le forme una ad una.
Dopo la verifica dell’organismo di controllo,
viene applicato il bollo a fuoco su quelle che
hanno i requisiti della Denominazione d’Origi-
ne Protetta.
Alle forme che non presentano i requisiti per
la DOP vengono asportati tutti i contrassegni
e la scritta a puntini.
Per i maestri casari è uno dei momenti più
delicati, e per i consumatori è la fase più im-
portante: è il momento della selezione e del-
la certificazione di una garanzia assoluta sul
prodotto.
l’accompagnerà proprio come una carta
d’identità. Dopo poche ore, una speciale fa-
scia marchiante incide sulla forma il mese e
l’anno di produzione, il numero di matricola
che contraddistingue il caseificio e l’inconfon-
dibile scritta a puntini su tutta la circonferen-
za delle forme, che a distanza di pochi giorni
vengono immerse in una soluzione satura di
acqua e sale. E’ una salatura per assorbimento
che in poco meno di un mese conclude il ciclo
di produzione e apre quello non meno affasci-
nante della stagionatura.
20 21
Il Bollino
Contrassegni
che fa la differenza
e marchi di garanzia
Le tre stagioni del Parmigiano-Reggianomarchiate a vista
I marchi d’origine
Bollino aragosta: Parmigiano-Reggiano oltre 18 mesi di stagionatura.
Presenta una base lattica piuttosto accentuata, accompagnata da note ve-
getali quali erba, verdura lessa e a volte fiori e frutta.
Ideale tagliato a cubetti per l’aperitivo, preferibilmente da abbinare con vini
bianchi secchi e accostato a frutta fresca come pere e mele verdi.
Bollino argento: Parmigiano-Reggiano oltre 22 mesi di stagionatura. Gli
aromi si accentuano, si possono apprezzare note di burro fuso, frutta fre-
sca e agrumi che fanno la loro comparsa accanto a cenni di frutta secca. Il
formaggio evolve in un equilibrio di dolce e saporito, si presenta perfetta-
mente solubile, friabile e granuloso.
Perfetto se abbinato con vini rossi abbastanza strutturati. Ottimo se pre-
sentato tagliato a petali in un’insalata di frutta condita con aceto balsa-
mico tradizionale di Modena o Reggio Emilia. Può essere accompagnato
a qualsiasi tipo di frutta secca, è superbo in abbinamento con prugne e
fichi secchi.
Bollino oro: Parmigiano-Reggiano oltre 30 mesi di stagionatura (stravec-
chio). Questo formaggio, il più ricco di elementi nutritivi, risulta più asciut-
to, più friabile e più granuloso. Il sapore più deciso e le note di spezie e
frutta secca risultano predominanti.
Per questo carattere estremamente determinato, Parmigiano-Reggiano
bollino oro si abbina sia con vini rossi di elevato corpo e struttura che
con vini bianchi passiti e da meditazione. Da provare il perfetto connubio
con l’aceto balsamico tradizionale di Modena o Reggio Emilia (magari di
veneranda età) e l’abbinamento con mieli di diverso tipo.
Dolce e morbido, saporito e friabile, oppure dal tono aromatico e speziato, e granuloso.
Per scegliere il Parmigiano-Reggiano DOP per ogni occasione i bollini contrassegnano la stagiona-
tura e aiutano nell’acquisto.
Il formaggio Parmigiano-Reggiano è un prodotto a Denominazione d’Origine Protetta (DOP), secondo
la norma europea del Reg. CEE 2081/92 ed il riconoscimento del Reg. (CE) N. 1107/96. Solo il
formaggio prodotto secondo le regole raccolte nel Disciplinare di Produzione può fregiarsi del mar-
chio Parmigiano-Reggiano e quindi deve riportare sulla forma i contrassegni nella loro integrità atti
a identificare e distinguere il prodotto. Il Consorzio è il detentore dei marchi della DOP Parmigiano-
Reggiano ed è incaricato di svolgere attività di vigilanza , fra l’altro, sul corretto uso dei marchi stessi.
Essi sono distinti tra marchi d’origine e marchi di selezione.
Il Parmigiano-Reggiano. Il Consorzio ha indivi-
duato e registrato il marchio “forma e punta con
scritta PARMIGIANO-REGGIANO su fondo nero”
come riferimento visivo di identificazione e di ri-
conoscimento del Parmigiano-Reggiano in parti
di forma. Con la riproduzione di tale marchio sul-
le confezioni, si identifica quel formaggio che, in
sede di esame di selezione per la conformità alla
DOP, è stato riconosciuto di prima categoria. Su queste forme vi sono i contrasse-
gni di origine (scritta a puntini) e il marchio ovale impresso a fuoco.
Parmigiano-Reggiano GRATTUGIATO. La Denominazione “Parmigiano-Reggia-
no” può essere utilizzata per designare il prodotto grattugiato ottenuto da formag-
gio intero in possesso dei requisiti definiti dal Disciplinare.
Parmigiano-Reggiano Mezzano. Con questo nome viene
identificato quel Parmigiano-Reggiano che presenta difetti di
lieve o media entità nella struttura della pasta e/o sulla crosta,
ma senza alterazioni delle caratteristiche organolettiche tipiche
del prodotto. Al marchio ovale a fuoco viene aggiunto sulla cro-
sta, lungo tutto lo scalzo, uno speciale contrassegno costituito
da solchi paralleli posti sulla scritta a puntini.
Parmigiano-Reggiano EXTRA. Si tratta di Parmigiano-Reg-
giano che, trascorsi 18 mesi di stagionatura, ha superato un
ulteriore esame di “espertizzazione” del Consorzio richiesto
volontariamente dal detentore del formaggio.
Parmigiano-Reggiano EXPORT. Come per il marchio EXTRA,
si tratta di Parmigiano-Reggiano che, superata la stagionatura
di 18 mesi, gli esperti del Consorzio hanno identificato come
“scelto”.
Le forme che non sono valutate conformi alle caratteristiche
della DOP vengono dequalificate con l’eliminazione della scritta
a puntini.
I marchi d’origine, apposti alla nascita del formaggio, sono:
a) i segni impressi con la fascera marchiante lungo tutto lo scalzo
della forma, che riportano i puntini con la scritta “PARMIGIANO-
REGGIANO”, il numero di matricola del caseificio, il mese e l’anno
di produzione, la scritta “DOP”, la scritta “CONSORZIO TUTELA”;
b) la placca di caseina applicata sulla superficie, la scritta
“C.F.P.R.”, ed un codice alfanumerico che identifica in modo uni-
voco ogni singola forma.
22 23
Il taglio, la porzionatura, Le caratteristichela conservazione alimentari
Il coltello a mandorla
Porzionatura e confezione
La conservazione
Se si osserva il
modo in cui si di-
vide una forma di
Parmigiano-Reg-
giano per la vendita
al minuto, la prima
cosa che colpisce
l’attenzione è il
particolare ed origi-
nale strumento che
si adopera. Si tratta
di un coltello carat-
teristico, a lama corta e appuntita, dalla forma
a mandorla; uno dei lati e più sottile per facili-
tare la penetrazione mentre l’altro è più spesso
perché deve fungere da cuneo. La forma di
Parmigiano-Reggiano, infatti, non si taglia, ma
si “apre” in modo da non alterarne la struttura
interna e la caratteristica granulosità. Con la
punta del coltello si traccia una linea che divide
la forma a metà, sul diametro delle due facce,
La moderna tecnica dell’imballaggio e della
preconfezione consente oggi di offrire al setto-
re della distribuzione il prodotto già tagliato in
pezzature idonee per soddisfare qualsiasi esi-
genza di vendita. I vantaggi maggiori della pre-
confezione sono: l’eliminazione del calo peso e
del decadimento qualitativo, l’assoluta garanzia
igienica della merce, la facilità dell’esposizione
e presentazione del prodotto che può essere
presentato assieme ad altri prodotti alimentari
posto che non assorbe e non emana odori ed
aromi di sorta. Si tratta di un servizio al prodot-
to che è particolarmente rispondente alle atte-
se del moderno consumatore ed ai più esigenti
stili di vita che richiedono prodotti alimentari
sempre più pronti e fungibili.
La componente proteica del Parmigiano-
Reggiano si caratterizza per la ricchezza
in aminoacidi essenziali (per cui risulta utile
l’aggiunta alla pasta per completare lo spettro
aminoacidico del frumento, carente in lisina)
e per la facilità di assimilazione poiché, in
seguito all’azione degli enzimi proteolitici pre-
senti nel latte e nel sieroinnesto, la caseina
subisce modificazioni paragonabili ad una
predigestione che porta alla formazione di
composti a peso molecolare sempre più bas-
so, fino ad aminoacidi liberi in grado di venire
prontamente assorbiti e di stimolare la secre-
zione gastrica sia acida che pepsinica.
E’ acquisizione degli ultimi anni che questa at-
tività proteolitica liberi peptidi “nascosti” nelle
proteine. Tali peptidi bioattivi agiscono sull’or-
ganismo con meccanismi specifici raggiun-
gendo siti target del tratto gastrointestinale o,
dopo essere stati assorbiti nel circolo sistemico
attraverso trasporto carrier-mediato o per via
paracellulare, degli organi periferici.
I biopeptidi sono potenziali modulatori di vari
processi regolatori dell’organismo: i peptidi op-
pioidi sono ligandi dei recettori oppioidi con
attività agonista o antagonista; i peptidi inibi-
tori dell’enzima convertitore dell’angiote-
sina-I (ACE) possono esercitare un effetto
antipertensivo; i peptidi immunomodulanti
stimolano l’attività di cellule del sistema
immunitario e svariati peptidi citomodula-
tori inibiscono la crescita di cellule tumo-
rali; i peptidi antimicrobici hanno azione batte-
ricida nei confronti di microrganismi sensibili; i
peptidi antitrombotici inibiscono il legame del
fibrinogeno a specifici recettori piastrinici e ini-
biscono l’aggregazione piastrinica; i caseinofo-
sfopeptidi possono formare sali organofosfati
solubili e funzionare da carriers per diversi mi-
nerali, in particolare per il calcio. Inoltre, molti
peptidi sono dotati di attività multifunzionale,
potendo svolgere due o più attività biologiche.
Infine, la predigestione della caseina ren-
de il Parmigiano Reggiano simile ad un
idrolisato proteico, che potrebbe avere
un ruolo nell’alimentazione dei soggetti
Con l’impiego di materiali di confezionamento
più moderni, igienicamente perfetti ed erme-
ticamente sigillati, il formaggio Parmigiano-
Reggiano confezionato sottovuoto può essere
conservato anche per lunghi periodi a tempe-
ratura da 0 a +5 gradi centigradi.
Qualora il formaggio Parmigiano-Reggiano sia
acquistato in spicchi non preconfezionati, la
conservazione a livello domestico può avvenire
nel frigorifero, insieme agli altri prodotti alimen-
tari, entro gli appositi contenitori da formaggio
di vetro o di plastica disponibili sul mercato o
avvolto e protetto in un film di alluminio.
proseguendo sulla fiancata o “scalzo”. Si incide
la crosta lungo questa linea penetrando a tratti
con il coltello per una profondità di uno o due
centimetri; quindi ai due punti estremi del dia-
metro di una delle facce, a cavallo tra la faccia
ed il fianco, si conficcano a forza due coltelli in
modo che, funzionando essi da cuneo, la forma
si apre in due metà uguali. Questo procedimen-
to richiede esperienza ed attenzione perché
l’apertura risulta perfetta solo se la struttura
interna del formaggio è stata messa in grado
di opporre la stessa resistenza sia nell’una che
nell’altra metà. Anche le incisioni successive,
“taglio” o “minutamento”, devono avvenire con
lo stesso metodo; una metà viene divisa in due
quarti seguendo un raggio che sia esattamen-
te in mezzo alla semicirconferenza delle facce
piatte: un quarto di divide in ottavi, gli ottavi in
sedicesimi e così via. Si ottengono così in tutti i
pezzi le stesse proporzioni tra pasta e crosta.
Composizione media
per 100 g di formaggio
ACQUA g 30,8
PROTEINE TOTALI g 33,0
GRASSO g 28,4
VALORE ENERGETICO Kcal 392
CLORURO DI SODIO g 1,39
CALCIO mg 1160
FOSFORO mg 680
SODIO mg 650
POTASSIO mg 100
MAGNESIO mg 43
ZINCO mg 4
VITAMINA A mcg 270
VITAMINA B1 mcg 34
VITAMINA B2 mcg 370
VITAMINA B6 mcg 110
VITAMINA B12 mcg 4,2
VITAMINA PP mcg 55
ACIDO PANTOTENICO mcg 320
COLINA mg 40
BIOTINA mcg 23
Valorinutrizionali
24 25
allergici alle proteine del latte vaccino. La
componente lipidica è quella di un formaggio
semi-grasso, essendo prodotto con latte par-
zialmente scremato: il Parmigiano-Reggiano
ha infatti un contenuto in grassi, sul sec-
co, inferiore a quello della maggior parte
degli altri formaggi. I carboidrati sono prati-
camente assenti nel Parmigiano Reggiano che
si caratterizza per l’assenza di lattosio, che
scompare nelle primissime ore di vita del pro-
dotto essendo la trasformazione di questo in
acido lattico e la collegata immediata acidifica-
zione del mezzo uno dei cardini del peculiare
processo produttivo.
Quanto sopra è stato documentato anche in
modo sperimentale attraverso una serie di ana-
lisi dalla quale è emerso che la concentrazione
del lattosio è risultata con un range compreso
tra “non dosabile” e 0.39 mg/100 gr equi-
valenti a 0,1 mg/100 kcal: di conseguenza il
Parmigiano Reggiano può essere senza dubbio
definito un alimento privo di lattosio.
I termini “probiotico” (microrganismo vivo in
grado di apportare effetti benefici sull’ospite)
e “prebiotico” (ovvero il substrato indigeribile
dall’uomo in grado di promuovere la crescita
del probiotico) sono entrati nel lessico anche
comune nel corso degli ultimi anni. Il prin-
cipale effetto riconosciuto a probiotici e
prebiotici è quello della modulazione del-
la flora intestinale, che è costituita da un
complesso ecosistema in parte dipendente
dai nutrienti introdotti con la dieta e che
svolge un ruolo importante su talune fun-
zioni metaboliche e sulla resistenza alle
infezioni batteriche.
Un bambino allattato con formula adattata ha
una flora batterica intestinale in cui predomina-
no coliformi, enterococchi e bacteroides, men-
tre in un bimbo allattato al seno i bifidobatteri
predominano su batteri potenzialmente pato-
geni, ed è questo uno dei motivi principali per
cui il latte materno garantisce un miglior stato
di salute del bambino.
A partire dagli anni’80 è stata ipotizzata la
presenza nel Parmigiano-Reggiano di un
“fattore bifidogeno” dotato di specifica at-
tività prebiotica che lo rende indicato nel-
la dieta di bimbi neonati per i suoi effetti
prebiotici.
Il Parmigiano-Reggiano mette d’accordo ga-
stronomi e medici, poeti e letterati, virtuosi e
gourmet della mensa e tecnici della nutrizione.
E’ raro che ciò che fa a tavola la delizia dei
gastronomi incontri l’approvazione del medico
e del dietista. Il cuoco viene lodato, ma il medi-
co protesta; chi mangia cibi succulenti, spesso
“li tiene in bocca pochi istanti, nello stomaco
alcune ore e nei depositi di grasso del corpo
per sempre”.
Il formaggio Parmigiano-Reggiano è una del-
le pochissime felici eccezioni: nutrientissimo,
di sapore pieno e stuzzicante, delizia come
condimento e come formaggio da tavola il ga-
stronomo più esigente e, nello stesso tempo,
soddisfa per la sua digestione ed assimilazio-
ne facilitata il dietologo, che lo raccomanda
anche nell’alimentazione dei bambini, del-
le gestanti, dei convalescenti e degli an-
ziani. E naturalmente è particolarmente racco-
mandato per chi desidera mantenere la linea.
Qual è il segreto? O meglio, perché elementi
di solito in contrasto come valore nutritivo e
digeribilità convivono armonicamente nel Par-
migiano-Reggiano? Perché è un alimento tutto
e solo naturale.
Nel Parmigiano-Reggiano c’è una vera e pro-
pria concentrazione di sostanze nutritive, per-
ché un chilo di formaggio si ottiene da
ben sedici litri del pregiatissimo latte della
zona tipica, eccezionale per tenore di protei-
ne e vitamine, per ricchezza di calcio e di fo-
sforo. Il latte è, in se stesso, alimento completo
di digeribilità relativamente facile, perché con-
tiene sostanze semplici ed essenziali di facile
assimilazione da parte dell’organismo.
Questa carica nutritiva si concentra nella
pasta del Parmigiano-Reggiano e, nel lun-
ghissimo periodo di invecchiamento natu-
rale, resta viva, in un processo che ne esalta i
suoi pregi organolettici e sviluppa contempora-
neamente i caratteri che la renderanno ancora
più facilmente assimilabile. L’affinamento è as-
solutamente naturale, non forzato da sostanze
estranee o da alterazioni della temperatura
ambiente; e questo è uno dei segreti che dan-
no al Parmigiano-Reggiano, in grado eccellen-
te, i tre pregi di cui si parlava: conservazione di
un altissimo potere nutritivo, sapore inimitabile,
facile digeribilità.
Dai molti studi e ricerche, che sono stati com-
piuti in epoche diverse e che si sono recen-
temente moltiplicati, si può indicare - in sin-
tesi - quale è il contenuto nutritivo medio del
Parmigiano-Reggiano.
Il 33% è costituito da sostanze proteiche; un
indice questo superiore a quello di qualunque
altro formaggio. Il suo contenuto medio in
lipidi è basso, appena il 28,4%, mentre
valori molto alti si registrano per il calcio
(1,16%) e per il fosforo (0,68%). Le vitami-
ne sono presenti in quantità eccezionalmente
varia ed equilibrata. Il valore in calorie è di 392
per etto. In sintesi: un’ altissima quota di ele-
menti proteici e lipidi nobili, una concentrazio-
ne straordinaria di vitamine e sali minerali.
Gli scienziati, nello studio della biochimica, e i
dietisti, nell’applicare tali studi all’alimentazio-
ne, con una particolare recente accentuazione
a livello dei pediatri, sono stati concordi nell’as-
segnare al Parmigiano-Reggiano una parte
privilegiata tra i nostri prodotti tipici. Esso è
consigliato infatti non solo per un uso sempre
più esteso nell’alimentazione quotidiana (come
condimento, come ingrediente di base per
piatti sani e squisiti, come formaggio da tavola,
come stuzzicante novità, con gli aperitivi, me-
rende, party, pic-nic e nei cocktail), ma anche
come componente importante in diete parti-
colari per le speciali necessità imposte dalla
crescente e specifica attenzione agli aspetti
salutistici e qualitativi della dieta.
I pediatri, per esempio, raccomandano
di condire con il Parmigiano-Reggiano le
prime pappe dei bambini; nel periodo della
crescita poi, l’apporto di calcio, di fosforo, di
altri sali minerali e di vitamine, assicurato da
questo straordinario formaggio, costituisce una
risorsa validissima per le esigenze del giova-
ne organismo. In un’alimentazione razionale,
quale dovrebbe essere quella abituale delle
persone che si preoccupano di mantenersi in
buona salute fino all’età più tarda, non dovreb-
be mai mancare il Parmigiano-Reggiano: non
solo come condimento o come ingrediente
di base nei piatti squisiti della cucina italiana,
ma anche come formaggio da tavola, magari
accompagnato dalla frutta di stagione: pere,
Un alimento straordinario, nutriente e leggero
Sedici litri di latte
Fa bene a tutte le età
26 27
Il Parmigiano-Reggiano ha sempre stuzzicato
l’estro e l’entusiasmo dei gastronomi e dei
cuochi. Non sono pochi i nostri scrittori che
si sono specializzati nella storia e letteratura
della cucina, dall’Alberini, al Di Corato, al Mo-
nelli, al Paolini che hanno celebrato le virtù di
questo formaggio unico al mondo, dottamente
dissertando, per esempio, su quali vini meglio
gli si accompagnino. Senza voler aggiungere
niente alle loro sapienti conclusioni, ricordia-
mo soltanto che nella zona dove il Parmigiano-
Reggiano si produce, il vino che da secoli lo ac-
compagna è di solito il lambrusco. Ma valga, in
ogni caso, il consiglio del Monelli: serbare per il
Parmigiano-Reggiano la bottiglia migliore.
Dove parlano i poeti della mensa occorre dar
la parola anche ai grandi cuochi, a coloro che
sono in modo diverso autentici vati della cuci-
na. Luigi Carnacina, maestro della “grande cu-
cina” di fama internazionale, così si esprime: “Il
Parmigiano-Reggiano, per conto mio, è il for-
maggio completo, il formaggio re. Infatti, anche
come formaggio da tavola, ha una fragranza,
un suo aroma, che soddisfa tanto il delicato
quanto il forte mangiatore. Ed è sempre il for-
maggio che soddisfa il competente e il poeta
della tavola”.
Ci sembra che questo elogio sia così autorevo-
le e così eloquente da non dover aggiungere
niente di più.
Musica classica e formaggio Parmigiano-Reg-
giano. Un abbinamento che a prima vista può
sembrare alquanto azzardato.
Ma è proprio il forte contrasto tra la raffinatez-
za e l’eleganza di un “evento” quale il concerto
e la sobrietà e la genuinità di un luogo come
una sala di produzione tra vasconi in rame o
una sala di stagionatura tra scaffalature con le
forme di Parmigiano-Reggiano accatastate, che
colpisce e incuriosisce il pubblico. Elementi
portanti del progetto sono il fare cultura e la
scoperta di luoghi densi di valori tipici della
nostra terra come possono essere le latterie
dell’Emilia. Muoversi tra le armonie musicali
e le forme del Parmigiano-Reggiano vuol dire
ripercorrere attraverso la musica l’idea di un
viaggio, un percorso che parte dalle malghe
sperdute sugli Appennini fino ad arrivare nelle
latterie di campagna della bassa, avvolte nella
torrida calura estiva.
A proposito di calura: cosa c’è di più bello che
passare un’ora seduti nel fresco di un magazzi-
no di stagionatura nelle torride serate d’estate
immersi tra armonie di suoni e profumi?
A volte oltrepassare l’ingresso di una sala con-
certistica o di un teatro può rappresentare un
ostacolo insormontabile dettato forse dal timo-
re reverenziale che questi luoghi incutono.
Portare la musica classica fuori dai tradizio-
nali contesti, vuol dire riproporla in una veste
nuova, cercando di rompere quelle che sono le
inevitabili barriere che generalmente si creano
fra l’artista e l’ascoltatore.
Il progetto prevede l’organizzazione di una ras-
segna di concerti di musica classica all’in-
terno dei caseifici del territorio della zona
d’origine del Parmigiano-Reggiano.
Non dimentichiamoci infine dei buffet: sarà un
viaggio di sapori che ci porterà alla scoperta di
tanti tesori che esalteranno le individualità ga-
stronomiche delle quattro province di Parma,
Reggio Emilia, Modena e Mantova.
Culatelli, mortadelle, aceti balsamici, erbaz-
zoni, prosciutti, lambrusco e naturalmente il
Parmigiano Reggiano saranno il filo conduttore
degli appuntamenti.
Sono forse le parole che in queste pagine sono
state usate di più per qualificare il formaggio
Parmigiano-Reggiano. Non sono attributi né
metaforici né amplificativi, ma corrispondono a
concreti caratteri del prodotto.
E’ legittimo chiamare “naturale” il Parmigiano-
Reggiano perché l’estensione di significato che
la parola assume nel nostro caso è veramente
minima. A produrre il Parmigiano-Reggiano in-
terviene certo la mano dell’uomo, ma l’arte dei
casari non ha bisogno di aggiungere alla mate-
ria prima, il latte pregiato, nessun ingrediente
chimico né di ricorrere all’uso di macchine com-
plesse. Naturale è il latte che si adopera, non
toccato dall’intervento di antifermentativi, ma
vivo, come si ottiene dalla mungitura; naturale
il caglio che è un prodotto di origine animale
(proviene dallo stomaco di vitelli lattanti).
La grande cucina
Naturale, genuino, unico
L’armonia delle forme, concerti nei caseifici
mele , pesche, fichi, uva, ecc... E’ un alimento
completo e ideale perché concentra molta par-
te delle sostanze indispensabili al nostro so-
stentamento e soprattutto perché assicura un
eccellente benessere corporeo. Ciò ha fatto sì
che anche i preparatori atletici ed i respon-
sabili dell’alimentazione degli sportivi ab-
biano scoperto la particolare rispondenza
di Parmigiano-Reggiano per la dieta degli
atleti e di chi pratica sport, perché nutre
senza appesantire ed è un alimento a digestio-
ne facilitata.
I Concerti dellavia Lattea
29
Vedere per sapere
Le visite nei caseifi cidel Parmigiano-Reggiano
Il Consorzio del formaggio Parmigiano-Reggiano offre la possibilità di effettuare visite guidate nei
caseifici della provincia di Modena per vedere all’opera i casari che ripetono i gesti antichi della
trasformazione del latte.
Vi condurremo alla scoperta di un autentico “mito vivente”, dalla sua nascita che avviene una sola
volta al giorno, alla lunga e lenta maturazione nei magazzini di stagionatura.
Le visite guidate sono gratuite e si svolgono dal lunedì al venerdì.
Orario di inizio entro le ore 8.30
Durata della visita circa due ore
I visitatori sono sempre accompagnati da un nostro incaricato.
Per ulteriori informazioni potete contattarci:
telefono 059.315915 fax 059.450365
email: [email protected]
Per le province di produzione di Bologna, Mantova, Reggio Emilia e Mantova
consultare il nostro sito internet: www.parmigiano-reggiano.it
31
dove si fa il Parmigiano-Reggiano
il territorio della provincia di Modena
Massimo BotturaModena
Chef Osteria Francescana
13° posto nella classifica San Pellegrino World’s 50 Best Restaurants 2009
Coltellino d’Oro 2008 assegnato dal Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano
Credo nella mungitura della mucca, nel latte crudo e nella lunga stagionatura: il Parmigiano-Reggiano
è parte del mio DNA, con il Parmigiano-Reggiano ci sono cresciuto e sto crescendo i miei figli...
cerco di capire perché è un formaggio così profondo, perché trasforma gli elementi, c’è un’evoluzione
dentro la sua anima, nella sua stagionatura... vado a reinterpretare ciò che è il Parmigiano-Reggiano,
l’ingrediente principe della cucina italiana... trasforma tutto, è un ingrediente vivo da usare con i guanti...
i nostri sogni sono ridurre una crosta di Parmigiano-Reggiano in un’aria soave,
qualcosa che scompare solo a toccarla.
(VIII Congreso Lomejordelagastronomia - novembre 2006 - San Sebastiàn, Paesi Baschi, Spagna)
Bassa Pianura
Campogalliano
Carpi
Concordia sulla Secchia
Nonantola
Novi
San Possidonio
San Prospero sulla Secchia
Soliera
I Torrioni di San Prospero
dalla bruma delle vallialla porta dell’Abbazia
la bassa pianura modenese tra naturae testimonianze storiche millenarie
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Fiume P
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Fiume SECCHIA
Autostrada A1
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2864
2666
1358
Modena
Nonantola
Bomporto
San ProsperoCamposanto
San Felicesul Panaro
Medolla
Cavezzo
MirandolaSanPossidonio
Concordiasulla Secchia
Novi di Modena
Soliera
Bastiglia
Sorbara
Carpi
Campogalliano
Indice Bassa Pianura
1017 Punto Latte p.50
1019 Cas. Soc. La Cappelletta p.50
1217 Az. Agr. Serafi ni Giovanni e Duilio p.51
1358 Latteria di Campogalliano p.51
2515 Az. Agr. Verdeta p.52
2577 Cas. Soc. San Paolo p.52
2608 Cas. Oratorio San Giorgio p.53
2666 Cas. Morello di Mezzo p.53
2864 Cas. Razionale Novese p.54
1 Museo della Bilancia p.36
2 Parco fluviale del Secchia p.36
Campogalliano
6 I mulini natanti p.38
7 Oasi Valdisole p.39
Concordia sulla Secchia
Il coro delle Mondine p.42
10 Siepi e antiche piantate p.42
Novi di Modena
La pera tipica p.44
12 Le ville storiche p.45
San Prospero sulla Secchia
L E G E N D A
arte - cultura
natura - ambiente - attività
curiosità
i ristoranti di “Modena a Tavola”
I caseifici con vendita al pubblico
Eventi & Appuntamenti p.48
Ristoranti di “Modena a Tavola” p.49
3 I Musei di Palazzo Pio p.37
4 Oasi la Francesa p.38
5 Piazza Martiri p.37
Carpi
8 L’Abbazia di San Silvestro p.40
9 La Partecipanza e il Torrazzuolo p.41
La Via Romea Nonantolana p.41
Nonantola
Fer pcaria p.43
11 L’ecosistema delle ex cave p.44
La mela campanina p.43
San Possidonio
13 Rocca Campori p.45
14 Soliera in bici p.46
Soliera
36 37
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Il museo della precisione
Il Museo della Bilancia, unico di questo genere in Italia,
è direttamente collegato alla realtà produttiva del terri-
torio di Campogalliano, la città della bilancia, di cui è al
contempo memoria storica e centro propulsore per la
conoscenza storica, tecnica
e scientifica.
L’esposizione documenta
la storia della pesatura e
della misura dall’epoca
medioevale ai giorni no-
stri: bilance, bascule, sta-
dere e un ricco patrimonio
documentario costituito da
manifesti, cataloghi, stampe
originali e riproduzioni fotografiche di materiali d’epo-
ca. La “storia della precisione” nell’arco della storia
dell’Uomo è narrata attraverso pannelli illustrativi, ri-
produzioni fotografiche, documenti, manifesti e stam-
pe originali.
I Musei di Palazzo Pio
Il Palazzo dei Pio, grazie ad un importante processo di
ristrutturazioni, è un significativo polo museale de-
dicato all’arte, alla storia e all’apprendimento. Gli
Appartamenti Nobili ospitano le collezioni del Museo
del Palazzo, articolate in un percorso espositivo che
esalta gli ambienti quattro-cinquecenteschi in armonia
con le opere esposte: pregevoli testimonianze di età ri-
nascimentale, il patrimonio xilografico tra cui i Sette
Fogli di Ugo da Carpi (l’inventore della xilografia a tre
legni) e la Pinacoteca ricca di opere pittoriche e dise-
gni dal XV al XX secolo. Il Museo della Città ospita
invece il patrimonio artistico e artigianale del vecchio
Museo civico, fondato nel 1898: istituzione che rac-
coglieva, oltre a opere d’arte, tutto ciò che esprimesse
l’attività e l’ingegno dell’uomo nei secoli a Carpi. Il
Castello dei Ragazzi è un grande spazio dedicato ai
più giovani e ospita la Ludoteca, la biblioteca del Falco
Magico ed il Teatro della Luce: il Castello dei Ragazzi
propone un ricco programma di attività per i giovani da
0 a 16 anni, all’insegna della scoperta e del gioco. E’ il
tema della Memoria al centro del Museo Monumento
al Deportato, un’esposizione di grande impatto emo-
tivo con alle pareti composizioni di grandi artisti come
Picasso, Leger e Guttuso per commemorare le vittime
della Deportazione: insieme al Campo di Fossoli co-
stituisce un importante polo di conservazione e
approfondimento della memoria storica.
Il Parco fluviale del Secchia
Le casse d’espansione vennero costruite negli anni ot-
tanta per controllare le piene del fiume Secchia. All’in-
terno di una vasta area di riequilibrio ecologico è
stata realizzata una riserva naturale orientata di circa
200 ettari comprendente zone d’acqua e isolotti, terri-
tori agricoli e cave di sabbia e ghiaia oltre ad un tratto
del fiume lungo diversi km.
Numerosi itinerari percorribili a piedi o in bicicletta
permettono di scoprire la ricchezza di quest’area pro-
tetta nei suoi diversi aspetti collegati al passare delle
stagioni e al rapporto tra Uomo e Natura, scoprendo i
segreti del fiume e delle casse di espansione.
La riserva costituisce un piccolo eden per tante spe-
cie di animali, soprattutto uccelli, e vegetali: in questo
contesto si trovano anche i Laghi Curiel di Campogal-
liano. Questi laghi, immersi nel verde, sono originati
da grandi cave di ghiaia riempite dall’acqua sorgiva e
qui è possibile praticare diverse attività sportive, tra
cui canottaggio ed equitazione. La zona dei laghi è
un ambiente ideale anche per passeggiare o riposare
tranquillamente in mezzo al verde.
Dalla bruma delle Vallialla porta dell’Abbaziala bassa pianura modenese tra natura
e testimonianze storiche millenarie
Le terre della bassa pianura accolgono generosamente i visitatori.
Il benvenuto è nel profumo dei frutti estivi, nelle sfumature rosa dei filari
di alberi fioriti in primavera. Nelle architetture illuminate di grandi piazze
rinascimentali e signorili dimore di campagna. Nell’abbraccio ovattato della
nebbia, quella fumana che nella stagione fredda sale dall’acqua delle valli
basse e ammanta di irreale i contorni delle cose. Nebbia che si schiude
mostrando il cuore caldo e pulsante di paesi antichi, dove sui portali delle
chiese si leggono ancora le gesta di re, santi e profeti.
Dove la geometria delle stradine di campagna si intreccia ordinata in un
mosaico verde di campi e antiche siepi. Luoghi dove è bello perdersi per
scoprire un gusto nuovo, una sfumatura diversa, percorsi originali.
Bassa pianura
Campogalliano
Carpi
Concordia sulla Secchia
Nonantola
Novi
San Possidonio
San Prospero sulla Secchia
Soliera
Nel cuore di Carpi la grande Piazza dei Martiri rappresenta pienamente
l’ideale progettazione dell’ambiente rinascimentale: con i suoi 15.000 mq è
una delle maggiori piazze italiane. La sua struttura armoniosa è dominata sul
lato orientale dalla mole del Palazzo dei Pio, castello medievale nominato sin
dal mille, che raggiunse il suo splendore fra Quattro e Cinquecento quando
il principe umanista Alberto III Pio lo trasformò in una delle dimore di corte
più sontuose del Rinascimento padano: la facciata, ristrutturata sui modelli
romani da Baldassarre Peruzzi, allievo di Raffaello, è definita dal suggestivo
susseguirsi di torrioni e rocche. Di fronte al Palazzo dei Pio si sviluppano
le 52 arcate del Portico Lungo, di origine tardomedievale, a cui si aggiunge
la mole del Portico del Grano, risalente al XVI secolo e sede della Gabella dei Grani. I due lati maggiori della piazza
conducono prospetticamente alla solenne barocca facciata del Duomo dedicato all’Assunta.
Comune di Campogalliano
Comune di Carpi
I N F O
Modena > Campogalliano
Museo della Bilancia, Via Garibaldi 34/a, Campogalliano tel. 059.527133 www.museodellabilancia.it
I N F O
Modena > Carpi
Palazzo dei Pio, Piazza dei Martiri, 68 - Carpitel. 059.649955 www.carpidiem.it
I N F O
Modena > Campogalliano
Consorzio di gestione del Parco Fluviale del Secchiatel. 0522.627902
www.parcosecchia.it
Piazza Martiri
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I 20 ettari compresi nel territorio dell’Oasi costituisco-
no un notevole patrimonio di biodiversità: l’ambiente
è costituito da boschi, siepi e diverse zone umide
che ospitano una ricca varietà di animali e ve-
getali. In particolare l’avifauna trova qui il suo rifu-
gio privilegiato e, grazie al capanno di osservazione
nascosto nel verde, è possibile studiarne la vita e i
movimenti. Tra le attività che l’Oasi propone vi è anche
il Percorso Sensoriale: l’annusare i fiori o le foglie, toc-
care cortecce, erbe e terra ed altri elementi naturali,
percepire gli aromi di frutti selvatici e le essenze di
erbe spontanee, concentrarsi sul canto degli uccelli,
osservare e contemplare forme e colori dell’ambiente
naturale, interpretare i suoni e percepire emozioni al-
trimenti non sperimentabili.
Oasi La Francesa
I N F O
Modena > Carpi > Fossoli
Associazione Panda Carpi
www.oasilafrancesa.org [email protected]
I N F O
Modena > Concordia
I N F O
Modena > Concordia
Comune di Concordia, Ufficio Ambiente
tel. 0535.412945
Comune di Concordia sulla Secchia
Gli antichi mulini natanti di ConcordiaA Concordia la bella Passeggiata dei Mulini corre lun-
go l’argine del fiume nel tratto tra Ponte sulla Secchia
e la scalinata di Largo La Couronne.
Intorno alla metà del XVI secolo questo tratto di
fiume era caratterizzato da ben undici mulini na-
tanti, costruiti per volere dei Pico signori di Mirandola
che ricavavano così guadagni significativi dall’attività
molitoria.
Questi opifici erano tipici dei grandi fiumi (come ne
Il mulino del Po, il celebre romanzo di Riccardo Bac-
chelli) ed erano caratterizzati da grosse zattere dal
fondo piatto che, ancorate controcorrente, sfruttavano
la forza dell’acqua per il funzionamento di macine o di
altri meccanismi produttivi.
Le strutture dei mulini erano solitamente in legno di
rovere, essenza che ben sopporta l’umidità e periodi-
camente venivano impermeabilizzate con il catrame:
ogni mulino poteva essere formato anche da più zatte-
re. Il regime solitamente torrentizio del fiume Secchia
richiese anche la costruzione di chiuse lungo il suo
corso per poter sfruttare meglio il flusso dell’acqua:
questo generava discordia tra i proprietari dei mulini
e gli agricoltori e barcaioli che usavano le acque per
irrigare e navigare e che vedevano calare la portata
Il paesaggio agricolo nei dintorni di Concordia è ar-
ricchito dalla presenza di un’area naturalistica di 25
ettari dove la mano dell’Uomo ha aiutato la Natura a
ripristinare il suo equilibrio.
L’Oasi Valdisole nasce dal recupero di alcuni terreni
sede di attività estrattive, le cui conche sono state
naturalmente colmate dalle acque delle falde sotto-
stanti: laghi, canaloni, stagni e zone acquitrinose
costituiscono un angolo di natura protetta in cui
nidificano diverse specie protette di uccelli, come
la rara moretta tabaccata, l’anatra in via di estinzione
che ha trovato nell’oasi il suo habitat ideale.
Gli ambienti umidi erano tipici di questo territorio già
prima della conversione all’attività estrattiva: nella zona
infatti si trovavano diversi macereti per la canapa, sor-
ta di grandi vasche scavate nel terreno dove i fusti di
canapa venivano posti a macerare in acqua per poterli
poi separare facilmente dalla corteccia.
La coltivazione della canapa era molto diffusa nel ter-
ritorio emiliano prima dell’avvento delle fibre sintetiche
e la fibra che si otteneva dalla lavorazione del fusto era
resistente e versatile.
Meno pregiata di lino e cotone per via della sua ru-
videzza, la canapa veniva usata per fabbricare tele,
corde, spaghi, sacchi e carta.
del fiume, deviato a favore dell’attività molitoria.
Lungo la Passeggiata dei Mulini è possibile saperne di
più grazie ai pannelli che illustrano questo interessante
aspetto della vita di un tempo, mentre presso la sede
del Municipio si può osservare un modello in scala del
Mulino ancorato nell’antico Porto di Concordia.
L’Oasi naturalistica Valdisole
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Comune di Nonantola
L’Abbazia di San Silvestro
L’Abbazia benedettina di
Nonantola è un esem-
pio di romanico unico
per la sua bellezza e
solennità. Venne fon-
data nel 752 dall’Abate
Anselmo per volere del
re longobardo Astolfo e
ricostruita nel XI secolo
dopo un terremoto.
La sua mole in laterizio
è compatta, imponente
e severa, arricchita da
importanti elementi de-
corativi come il portale
con le formelle scolpite,
attribuibili a seguaci di
Wiligelmo o allo stesso
maestro, così come i leo-
ni che sorreggono il protiro. Tra gli elementi decorativi
dell’interno è di particolare suggestione la cripta: cu-
stodisce le reliquie dell’Abate Anselmo tra le sessanta-
quattro colonnine ornate di antichi capitelli che creano
un delicato gioco di luci.
L’Abbazia ospitava anche un monastero benedettino
e soprattutto intorno all’anno mille era un centro di
prestigio internazionale: amministrava infatti vasti pos-
sedimenti terrieri nell’Italia settentrionale e centrale.
Nel Museo e nell’Archivio abbaziale sono conser-
vate importanti testimonianze storiche legate alla
storia dell’Abbazia; oltre ai preziosi dipinti di scuo-
la emiliana come un San Carlo Borromeo di Ludovico
Carracci, agli arredi liturgici e ai reliquiari che costitu-
La Partecipanza è un’antica e particolare forma
di proprietà collettiva di terreni agricoli: ricca di
implicazioni storiche e sociali, è basata su una forma
di solidarietà che lega determinati gruppi sociali ad un
preciso territorio, basandosi sullo spirito e sulla volon-
tà di conservare la propria cultura e la propria identità.
Seguendo regole quasi immutate nel tempo, il patri-
monio fondiario collettivo viene a tutt’oggi periodica-
mente ripartito tra gli aventi diritto (i discendenti delle
antiche famiglie legate agli stessi territori), secondo
antiche regole. All’interno del territorio della Par-
tecipanza si trova l’area di riequilibrio ecologico
del Torrazzuolo, circa 70 ettari che comprendono
una zona umida, rimboschimenti e aree prative. Nella
zona umida vivono numerose specie di uccelli acqua-
tici fra cui germani reali, aironi rossi, cinerini, svassi, il
martin pescatore e tanti altri. La restante zona boschi-
va è stata ottenuta reimpiantando essenze autoctone
nell’area un tempo occupata dallo storico Bosco della
Partecipanza: le farnie, gli aceri, i frassini, i pioppi e le
altre piante che sono state messe a dimora a partire
dal 1985 hanno creato la più estesa area boscata di
tutta la pianura modenese.
iscono il Tesoro dell’Abbazia, si trovano oltre seimila
pergamene di alto pregio. I diplomi più noti sono di
Carlo Magno e di Federico Barbarossa, oltre a quelli
di gran parte degli imperatori e dei papi, insieme alle
chartae di Matilde di Canossa e dei suoi antenati.
E proprio qui è conservata la charta di Gottescalco
con cui nel 1058, a fronte della costruzione di alcune
opere difensive, l’abate Gottescalco sanciva la conces-
sione perpetua di terreni e privilegi al popolo nonanto-
lano, secondo una precisa regolamentazione. Questo
documento fu alla base di quella particolare forma di
amministrazione collettiva dei terreni che per secoli
rimase immutata, arrivando fino al giorno d’oggi con il
nome di Partecipanza Agraria.
I N F O
Modena > Nonantola
L’Abbazia è visitabile dalle 7 alle 21
Museo Benedettino Nonantolano e Diocesano di Arte sacramartedì-sabato 9 - 12,30 15 - 18,30 domenica 15 - 18
www.abbazia-nonantola.netwww.comune.nonantola.mo.it
tel. 059.549025
I N F O
Modena > Nonantola > loc. Ponte Sant’Anselmo
Comune di Nonantola, Ufficio Ambientetel. 059.549020
LIPU sezione di Modena, via Sghedoni 24, tel. 059.222161 www.comune.modena.it/associazioni/lipu
Intorno all’VIII secolo l’Italia settentrionale era divisa in territori controllati dai
Bizantini e possedimenti longobardi: in un’epoca di continue battaglie che ren-
devano pericolose e impraticabili le grandi vie di comunicazione erano neces-
sari collegamenti più sicuri e lontani dagli avamposti bizantini. La via Romea
Nonantolana venne tracciata da Anselmo, cognato del Re longobardo Astolfo
e per secoli ebbe grande importanza religiosa e strategica. La via collegava
l’Abbazia di Nonantola agli altri monasteri benedettini sull’Appennino, fondati
dallo stesso Anselmo, ma anche i territori al confine con il dominio bizantino
con i ducati longobardi di Spoleto e di Benevento. Questa strada per secoli fu
percorsa da milizie, corti reali, viandanti e pellegrini che scendevano alla volta
di Roma: oggi è stato ripristinato un sentiero di 115 km che ne ripercorre le
tracce.
I N F O La via Romea Nonantolana, mappa in scala 1:50000, Provincia di Modena
La via Romea Nonantolana
L’Oasi del Torrazzuolo e la Partecipanza agraria
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Comune di Novi Comune di San Possidonio
Fer pcariaLa pcaria era il momento della macellazione del maia-
le: ogni abitazione di campagna aveva il proprio chiu-
so, il vano della stalla dove il maiale veniva allevato
e fatto ingrassare, dal momento che i suini erano in
passato una risorsa imprescindibile nella vita rurale.
La sostanziosa carne del maiale aiutava a superare
gli inverni più rigidi fornendo l’energia necessaria nei
lavori agricoli e prestandosi a molte e versatili prepa-
razioni che ne consentivano anche la conservazione a
lungo termine.
La pcaria avveniva al freddo: dicembre o gennaio era-
no i mesi migliori per questo momento assai significa-
tivo nella vita e nell’economia contadina.
Una vera e propria festa, la celebrazione di un
rito profondamente sentito che coinvolgeva tut-
ti gli abitanti della corte nella preparazione delle
scorte di insaccati diversi da consumarsi durante tutto
l’anno: salami, pancetta, coppa, cotechini e zamponi...
I prosciutti erano ovviamente la parte più pregiata e
non mancavano mai i calderoni di ciccioli fumanti, pic-
coli ritagli di carne messi a soffriggere nello strutto
bollente poi strizzati accuratamente, messi “in torta” e
consumati come saporiti bocconcini.
Il Coro delle MondineLe mondariso erano le giovanissime donne impegnate
nel lavoro stagionale di monda e trapianto del riso nel-
le piane dell’Oltrepo’.
La stagione della monda durava 40 giorni: le giovani
lasciavano le loro case e alloggiavano insieme in ca-
pannoni, sacrificandosi molto duramente per far fronte
alle necessità delle famiglie che le attendevano a casa.
Per otto ore al giorno le mondine lavoravano curve
sotto al sole cocente, le gambe nell’acqua e le mani
sporche di fango, in mezzo agli insetti. Per ingannare
il dolore, la fatica e la nostalgia di casa le mon-
dine cantavano: le risaie risuonavano dei canti delle
lavoratrici, utili a dare il ritmo al lavoro ma soprattutto
ad alleviare le pene di un lavoro così duro.
Siepi e antiche piantate
Il sistema di siepi Coccapana, Canalazzo e Resega è
un’area protetta dove l’agricoltura di tipo non invasi-
vo ha permesso lo sviluppo di un ecosistema tipico
dell’ambiente padano del XVI-XVII secolo.
Queste siepi spontanee si estendono per oltre 6
km e sono ciò che rimane del bosco che fino al
1500 circa si estendeva tra Novi e Rolo: sono im-
portanti perché ospitano specie vegetali sempre più
rare nella zona modenese, come rosa canina, sambu-
co, pioppo nero e salice bianco. Anche la fauna è ricca
e comprende diversi uccelli tra cui aironi e sparvieri
oltre a piccoli mammiferi.
Un’altra importante testimonianza del paesaggio agra-
rio di pianura nei secoli XVI - XVII era la piantata: gli
alberi di olmo, acero o pioppo venivano organiz-
zati in filari e usati come supporti per la crescita
della vite. I vantaggi di questo “matrimonio vegetale”
erano diversi: oltre al vantaggio di sviluppare contem-
poraneamente colture diverse, la piantata fungeva da
regolatore di umidità del terreno e garantiva alla vite
le migliori condizioni di crescita oltre a fornire fogliame
verde come nutrimento al bestiame.
Si dice che sia per colpa di un parassita dell’olmo se la
piantata non è più diffusa, ma in realtà venne sostituita
dai moderni vigneti con sostegni a palo per agevolare
l’uso di tecniche meccaniche di lavorazione.
Questi canti erano vere e proprie lezioni di vita attra-
verso cui si diffondeva tra le donne la consapevolezza
della condizione femminile e dei problemi sociali dei
lavoratori. Il lavoro delle mondariso durò fino agli anni
‘60 quando l’agricoltura subì un processo di industria-
lizzazione e i diserbanti chimici sostituirono le mani
delle donne, ma il patrimonio culturale dell’epopea
delle risaie, importante esperienza umana e sociale,
non è andato disperso. A metà degli anni settanta
nasce il Coro delle Mondine di Novi: ne fanno parte
un gruppo di amiche accomunate dal lavoro in risaia a
cui si aggiungono figlie e nipoti.
In trent’anni il coro ha tenuto concerti in tutto il mondo,
ha contribuito a progetti musicali dal rock alla musica
elettronica, è stato protagonista di un documentario e
ha cantato per il Presidente della Repubblica: ora con
il sito internet “Mondine 2.0 - di madre in figlia” la
storia delle mondine diventa un progetto multimediale
e interattivo proiettato nel futuro. Tradizione era anche che le rezdore, le donne di casa,
preparassero un saporitissimo ragù con i “ritagli” della
carne fresca con cui condire un bel piatto di pasta ce-
lebrando con i familiari il giorno di lavoro e festa.
C’era una volta, nelle terre basse modenesi e mantovane, una piccola mela dalla buccia sottile e verde, il cui colore
virava al rosso se esposta alla luce del sole. Questa piccola mela dalla polpa aromatica e profumata veniva raccolta
tra settembre e ottobre: era considerata la mela dell’inverno perché non temeva il clima rigido e poteva soppor-
tare una lunghissima conservazione senza alterarsi. Anzi, il
freddo degli inverni tipici della Bassa le conferiva ulteriore
aroma ed un sapore inconfondibile. Tuttavia nel dopoguerra
la coltivazione di questo piccolo e delizioso frutto venne quasi
del tutto abbandonata: il mercato richiedeva mele più dolci,
più grandi e belle, insomma più vantaggiose dal punto di
vista economico.
Oggi si stanno riscoprendo le tante virtù che questo antico
frutto racchiude: le proprietà antiossidanti sono quattro vol-
te superiori rispetto alle altre mele e la coltivazione richiede
un limitato uso di fitofarmaci, per via della sua elevata resi-
stenza ai parassiti. La coltura della “campanina” sta dunque
riconquistando il suo meritato spazio nelle campagne della
Bassa.
I N F O www.melacampanina.com
Piccola e buona: la mela campanina
I N F O
www.mondinedinovi.it
Testi, foto, storia e date delle tournée
I N F O
Modena > Carpi > Novi di Modena
Biciguida n. 3 Provincia di Modena,itinerario numero 30, Le campagne intorno a Novi
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L’ecosistema delle ex cave
L’area delle ex Fornaci di Budrighello era in passato
sede di attività estrattiva di materiali per l’edilizia, in
virtù dello spesso strato di argilla depositata dalle ac-
que del Fiume Secchia nel corso del tempo.
L’attività era stagionale. In primavera e in estate veni-
vano prodotti mattoni di prima qualità oltre a coppi e
piastrelle per pavimenti: il lavoro era duro e faticoso,
svolto principalmente a mano.
Nel 1974 la fornace ha terminato la produzione e col
La bicicletta è il mezzo ideale per andare alla scoper-
ta delle più belle e caratteristiche costruzioni antiche
della pianura modenese, riscoprendo il loro rapporto
con l’ambiente e le importanti testimonianze dei secoli
passati. Nella campagna tra San Prospero, San Pietro
in Elda e Staggia sono ben rappresentate le diverse
tipologie edilizie che nel corso dei tempo hanno ca-
ratterizzato questi insediamenti. La tradizionale villa
di campagna era la dimora lontana dal paese o dalla
città che soddisfaceva anche le esigenze dell’attività
agricola, come il particolare edificio cinquecentesco
dei Torrioni. I “casini delle delizie” erano invece di-
more signorili dedicate soprattutto allo svago, dove si
Rocca Campori
E’ la struttura architettonica che maggiormente
caratterizza il tessuto urbano di Soliera. La sua
costruzione risale agli Estensi che la fecero erigere
intorno al XII secolo a scopo difensivo. Successivi ri-
maneggiamenti ne hanno alterato l’aspetto originario,
che resta imponente e maestoso: dell’edificio origina-
rio rimangono due torrioni quattrocenteschi e gli stem-
mi della famiglia Campori sul voltone d’ingresso. Nei
secoli la rocca fu trasformata da disadorna fortezza
in lussuosa dimora signorile, ampliata e ulteriormente
fortificata nel XIV e XV secolo dai vari signori che la
abitarono; la vicinanza a sud con Modena e a nord-
tenevano feste, banchetti e battute di caccia:
si affermarono nel Modenese soprattutto dal
‘500. Esempi architettonici sono il Casino
Barbieri e il settecentesco Casino Zanfrogni-
ni. La casa a corte aveva invece funzione di
grande azienda agricola e comprendeva più
abitazioni e diversi rustici, come stalle, fienili,
granai, porcilaie, forni, cantine, ripostigli vari.
Questi edifici potevano essere uniti (corte
chiusa) o staccati (corte aperta). Tra i più
antichi esemplari di corte chiusa è la Corte
Bocchi di Staggia (prima metà del ‘400);
altri interessanti complessi sono la settecen-
tesca Corte Verdeta e l’ottocentesca Corte
Tusini. La torre a colombaia caratterizzava complessi a
più piani di forma slanciata, nella cui parte sommitale
era presente l’alloggio per i colombi, allevati a scopo
alimentare ma anche ammaestrati per portare messag-
gi. La torre meglio conservata appartiene alla Casa
Tusini di via Olmo, mentre la più antica, trecentesca è
quella annessa al Casino Torre.
Il territorio di San Prospero con le sue frazioni è il cuo-
re della zona di produzione della pera di Modena:
proprio qui infatti questa coltivazione ha trovato un
adattamento particolarmente favorevole in termini di
caratteristiche climatiche e pedologiche, tale da con-
sentire l’ottenimento di un prodotto dalle caratteristi-
che inimitabili.
L’adattamento favorevole delle cultivar all’ambiente si
traduce nelle caratteristiche organolettiche uniche di
questi frutti, protetti ora da un disciplinare di produ-
zione. Queste caratteristiche sono date da terreni di
medio impasto non eccessivamente sciolti, dalle pro-
duzioni quantitativamente non elevate, dalle escursioni
termiche già significative alla terza decade del mese di
agosto; è il territorio che esalta le caratteristiche
del frutto.
Abate Fetèl, Kaiser, Conference, William, Decana del
Comizio, Santa Maria: l’abbinamento perfetto è sem-
pre e comunque il formaggio Parmigiano-Reggiano.
tempo le cave si sono progressivamente riempite
di acqua di falda dando vita a un ricco ecosistema
in cui flora e fauna hanno preso il sopravvento,
favorendo lo sviluppo di un ecosistema acquatico ricco
e ben equilibrato.
Nell’area è stata istituita una zona di recupero ecolo-
gico di quasi 9 ettari, composta da tre laghi, un ampio
parco di specie autoctone e 6 km di sentieri: passeg-
giando o pedalando tra i canneti e i robusti rami dei
salici, dei pioppi e degli olmi è facile osservare ger-
mani reali, folaghe, gallinelle d’acqua, garzette, aironi
cenerini, svassi, testuggini palustri, cannareccioni…
tutti alla ricerca di un rifugio tranquillo.
Un’oasi di riposo nel verde non solo per la fauna che la
abita, ma per tutti gli amanti della natura.
I N F O
Modena > Cavezzo > San Possidonio > loc. Forcello
Comune di San Possidoniotel. 0535.417915 [email protected]
I N F O
Modena > San Prospero > San Pietro in Elda
Percorso ciclabile “Le ville di San Prospero”, opuscolo e mappa,
Comune di San Prospero, tel. 059.809711 www.comune.sanprospero.mo.it
Comune di San Prospero sulla Secchia
Comune di Soliera
Al contadino non far sapere...
Le ville storiche di San Prospero
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ovest con Carpi ne fecero un obiettivo desiderabile
tanto dagli Este quanto dai Pio, signori della vicina
Carpi: a lungo venne contesa dalle due casate. Nel
1635 Soliera fu eretta a marchesato e concessa a
Pietro Campori, esponente di una nobile famiglia ori-
ginaria della Garfagnana; da allora la rocca divenne
residenza dei marchesi Campori.
Oggi la Rocca è sede comunale e ospita la Biblioteca
Campori di Soliera.
I N F O
Modena > Soliera
www.comune.soliera.mo.it
I N F O
Modena > Soliera
Modena in bici, biciguida n. 3 edita dalla Provincia di Modena
Soliera in bici
Gli scenari della pianura offrono la possibilità di
muoversi lungo la rete viaria minore e fuori dal-
le arterie del grande traffico, godendo degli scorci
tipici delle campagne coltivate, un vero mosaico di
campi e frutteti.
Alcuni percorsi poi sono attrezzati e riservati alla cir-
colazione ciclopedonale, come il tratto del Percorso
Natura del Fiume Secchia (continuazione del percorso
che arriva da Sassuolo attraverso la pianura) che se-
gue su fondo bianco l’argine del fiume ad est della cit-
tadina. Nei dintorni è possibile pedalare seguendo an-
che altri itinerari segnalati che si snodano nel territorio
di Soliera: il percorso Lama, nella zona nord-ovest del
territorio, dalla frazione di Limidi fino all’impianto di
sollevamento “Pratazzola”.
L’itinerario ha due possibili varianti: breve di circa 10
Km e lunga di circa 19 Km ed utilizza principalmente
strade di campagna e tratti di strade sterrate (es. vie
Nasi Interno, Viazza, Papotti).
Il percorso Secchia invece corre nella zona est del ter-
ritorio, fino al confine con Modena a sud (via Morello
Confine e Passo dell’Uccellino) e nei pressi del confi-
ne con Carpi a nord (via Grillenzona e via Foschiera).
Anche questo itinerario ha due versioni: 11 Km e 16
Km, con la possibilità di utilizzare la pista sull’argine
in alternativa alle strade (via Serrasina e via Canale) a
ridosso del fiume Secchia.
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I ristoranti di Modena a TavolaBastigliaLE CARDINAL - chiuso mercoledì e domenica sera
Via Canaletto 23, Bastiglia, tel. 059.904260
www.lecardinal.it [email protected]
CampogallianoLAGHI di Campogalliano - chiuso stagione invernale
lunedì martedì mercoledì, estiva: mercoledì
Via Albone 27, Campogalliano tel. 059.526988
CarpiL’INCONTRO - chiuso domenica e lunedì a mezzogiorno
Via delle Magliaie 2/4, Carpi, tel. 059.693136
www.lincontroristorante.it [email protected]
Finale EmiliaESTE’ Ristorante - chiuso lunedì
Via per Modena 32, Finale Emilia, tel. 0535.780380
www.estenseparkhotel.it [email protected]
OSTERIA LA FEFA - chiuso martedì
Via Trento Trieste 9/c, Finale Emilia, tel. 0535.780202
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NonantolaGREEN VILLAGE - chiuso domenica sera e lunedì
Via Maestra 4, Bagazzano (Nonantola), tel. 059.549388
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Trattoria del CAMPAZZO - chiuso martedì
Via Farini 82, Campazzo (Nonantola), tel. 059.547552
www.trattoriadelcampazzo.it
SolieraOSTERIA BOHEMIA - chiuso domenica e lunedì
Via Canale 497, Sozzigalli di Soliera, tel. 059.563041
www.osteriabohemia.it
eventi & appuntamenti
informazioni & accoglienza
Primavera
Concordia, 25 aprile, Concordia in fiore: festa dei fiori e della libertà
Nonantola, fine aprile, Nonantola Film Festival
Carpi, maggio, Carpi Balsamica, Festival Internazionale delle Abilità Differenti, festa del Patrono
Soliera, metà maggio, Popolarissima della Balorda
Novi, 13 giugno, Sagra patronale di S. Antonio
Estate
Soliera, giugno, Artivive Festival
Novi, II domenica di luglio, Fiera di Luglio
Campogalliano, ultima domenica di luglio, Fiera di Luglio
San Possidonio, ultima settimana d’agosto, Fiera d’agosto e sagra del Crocifisso
Autunno
Carpi, fine settembre, FestivalFilosofia
Campogalliano, settembre/ottobre, I Giorni della Bilancia
Concordia, fine settembre, Raduno nazionale degli artisti di strada
Nonantola, fine settembre, Sòghi, saba e savòr
Carpi, ottobre, Maratona d’Italia
Novi, II domenica di ottobre, Fera d’Utober
Soliera, metà ottobre, Il profumo del mosto cotto
Carpi, fine ottobre, Carpi a tavola
San Prospero, fine novembre, Viva San Prospero: la festa dei sapori caratteristici
Nonantola, metà novembre, Profumo di Cioccolato
Inverno
Carpi, dicembre, Natale a Carpi
San Possidonio, dicembre, Presepe Vivente
IAT “Terre d’Argine” dell’Unione dei Comuni di Carpi, Campogalliano, Novi di Modena, Soliera
Via Berengario 2, Carpi tel. 059.649255, [email protected]
Concordia sulla Secchia: Piazza Repubblica 19, tel. 0535 412911, [email protected]
San Possidonio: Piazza Andreoli 1, tel. 0535.417911, comune.sanpossidonio.mo.it
San Prospero sulla Secchia: Via Pace 2, tel. 059.711, [email protected]
Nonantola: Ufficio Turistico, Via Marconi 11, tel. 059.896 555, [email protected]
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Punto LatteVia per Novi, 46 - San Giovanni
41033 Concordia sulla Secchia (Mo)
tel. e fax 0535.40321
www.puntolatte.it
coordinate geografiche
44° 53’ 53,2’’ N - 10° 57’ 51,1’’ E
Azienda Agricola Serafini Giovanni e DuilioVia Pioppi, 26 - Campazzo
41015 Nonantola (Mo)
tel. e fax 059.549372
coordinate geografiche
44° 42’ 4’’ N - 11° 2’ 26,2’’ E
Caseificio Sociale La CappellettaVia Matteotti, 80
41039 San Possidonio (Mo)
tel. e fax 0535.39084
coordinate geografiche
44° 53’ 8,9’’ N - 10° 59’ 26,3’’ E
Latteria di CampogallianoVia Reggio, 1
41011 Campogalliano (Mo)
tel. e fax 059.526517
coordinate geografiche
44° 41’ 52’’ N - 10° 49’ 7’’ E
apertura punto vendita
tutti i giorni
8.30 - 12.30 15.30 - 19.30
chiuso: lunedì mattina
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
burro, ricotta, carni suine e bovine fresche,
piatti pronti gastronomici, salumi, vasta
scelta di formaggi, idee regalo, ceste
natalizie
apertura punto vendita
tutti i giorni
8.00 - 12.00 13.30 - 19.00
chiuso: domenica mattina
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
ricotta, salumi, miele, marmellate, altri
formaggi, sottaceti, vini, olio
altri punti vendita
Via 2 Giugno, 7/A Nonantola (Mo)
Mercato di Crevalcore martedì mattina
apertura punto vendita
tutti i giorni
10.00 - 12.30 17.00 - 19.30
chiuso: mercoledì pomeriggio e domenica
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
ricotta, caciotta, yogurt, panna cotta,
formaggio fuso, burro
apertura punto vendita
tutti i giorni 16.30 - 20.30
chiuso: domenica e festivi
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
burro
Allevamenti conferenti latte (n°) 1Latte lavorato annuo (q.li) 9.125Produzione annuale forme (n°) 1.800Caldaie sala lavorazione (n°) 10Attivo dal (anno) 2000
Allevamenti conferenti latte (n°) 1Latte lavorato annuo (q.li) 7.200Produzione annuale forme (n°) 1.315Caldaie sala lavorazione (n°) 3Attivo dal (anno) 1978
Allevamenti conferenti latte (n°) 37
Latte lavorato annuo (q.li) 150.000
Produzione annuale forme (n°) 26.924
Caldaie sala lavorazione (n°) 40
Allevamenti conferenti latte (n°) 28Latte lavorato annuo (q.li) 115.000Produzione annuale forme (n°) 20.000Caldaie sala lavorazione (n°) 32Attivo dal (anno) 1967
matricola matricola matricola matricola1358121710191017
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Azienda Agricola VerdetaVia Verdeta, 14
41030 San Prospero (Mo)
tel. 059.908006 fax 059.908032
coordinate geografiche
44° 46’ 52’’ N - 11° 2’ 47’’ E
Caseifi cio Oratorio San GiorgioVia delle Nazioni Unite, 16 int. 1
41012 Carpi (Mo)
tel. 059.664029 fax 059.668133
www.caseificiosangiorgio.it
coordinate geografiche
44° 45’ 55’’ N - 10° 50’ 54’’ E
Caseifi cio Sociale San PaoloVia per Vallalta, 2
41033 Concordia sulla Secchia (Mo)
tel. 0535.40534 fax 0535.412245
coordinate geografiche
44° 55’ 31,2’’ N - 10° 59’ 56,1’’ E
Caseifi cio Morello di MezzoVia, Morello di Mezzo, 679
41019 Soliera (Mo)
tel. e fax 059.567591
coordinate geografiche
44° 43’ 15,1’’ N - 10° 55’ 57,4’’ E
apertura punto vendita
tutti i giorni
8.00 - 12.30 15.00 - 19.30
chiuso: domenica e festivi
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
burro, ricotta, salumi, miele, vino
apertura punto vendita
dal lunedì al sabato 7.30 - 19.30
domenica 8.00 - 13.00
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
stracchino, caciotte, Golosetto (formaggio
fuso), mascarpone, aceto balsamico, vini,
spumanti, yogurt, panna cotta, salumi, burro,
tosone, ricotta, mostarda, crema di pere
altri punti vendita
Presso il mercato alimentare “Porta Modena”
p.le Ramazzini, 50 - Carpi (Mo)
apertura punto vendita
tutti i giorni
9.00 - 12.30 16.00 - 19.30
chiuso: domenica pomeriggio
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
ricotta, salumi, aceto, olio, confetture, sottoli,
vino, ceste regalo, yogurt, burro, panna
cotta, mascarpone
apertura punto vendita
giorni feriali 8.00 - 13.00 15.00 - 19.30
giorni festivi 8.30 - 12.30
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
Parmigiano-Reggiano da agricoltura
biologica, burro, ricotta, aceto
Allevamenti conferenti latte (n°) 2Latte lavorato annuo (q.li) 6.200Produzione annuale forme (n°) 1.300Caldaie sala lavorazione (n°) 3Attivo dal (anno) 1996
Allevamenti conferenti latte (n°) 10Latte lavorato annuo (q.li) 27.557Produzione annuale forme (n°) 4.842Caldaie sala lavorazione (n°) 9Attivo dal (anno) 1933
Allevamenti conferenti latte (n°) 14Latte lavorato annuo (q.li) 70.000Produzione annuale forme (n°) 12.000Caldaie sala lavorazione (n°) 17Attivo dal (anno) 1965
Allevamenti conferenti latte (n°) 3Latte lavorato annuo (q.li) 30.000Produzione annuale forme (n°) 5.400Caldaie sala lavorazione (n°) 10
matricola matricola matricola matricola2666260825772515
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Caseifi cio Razionale NoveseVia Provinciale Mantova, 73
41016 Novi di Modena (Mo)
tel. 059.670094 fax 059.6788154
coordinate geografiche
44° 54’ 36’’ N - 10° 54’ 39’’ E
apertura punto vendita
tutti i giorni
8.30 - 12.30 15.30 - 19.30
chiuso: domenica
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
burro, ricotta, vino, aceto balsamico, miele,
salse, mozzarelle, yogurt, stracchino
Allevamenti conferenti latte (n°) 57Latte lavorato annuo (q.li) 250.000Produzione annuale forme (n°) 45.000Caldaie sala lavorazione (n°) 64Attivo dal (anno) 1953
matricola2864
Valerio Massimo ManfrediCastelfranco Emilia
Archeologo e scrittore. Ha insegnato in diverse Università in Italia e all’estero, quali la Bocconi di Milano e la
Sorbona di Parigi. Attualmente insegna Storia del territorio e della città antica alla Facoltà di Conservazione dei
Beni Culturali dell’Università di Bologna presso Ravenna. Ha pubblicato molti articoli, saggi e romanzi storici tradotti
in tutto il mondo, è autore di soggetti e sceneggiature per il cinema e la televisione. Conduttore di trasmissioni
televisive, da alcuni suoi libri sono stati tratti fi lm per il cinema e la televisione.
Coltellino d’Oro 2003 assegnato dal Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano
“Sono molto legato al Parmigiano-Reggiano, non solo perché è un prodotto della mia terra...
mio nonno aveva la stalla, era Presidente di un caseifi cio che faceva Parmigiano-Reggiano a Piumazzo.
Ricordo ancora che con mio fratello Fabrizio portavamo il latte al caseifi cio con un carretto costruito
da mio padre e trainato da un magnifi co cane lupo che tutti i bambini del vicinato ci invidiavano”
(da una dichiarazione durante la 32° Festa dei Caseifi ci modenesi del 24 giugno 2003)
Alta Pianura
Castelfranco Emilia
Castelnuovo Rangone
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Piazza della Pomposa, Modena
tra la via Emiliae le colline
le arti, i sapori e l’ingegno in una terra generosa da sempre
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Savignanosul PanaroVignola
Maranosul Panaro
Sassuolo
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Indice Alta Pianura
L E G E N D A
arte - cultura
natura - ambiente - attività
curiosità
i ristoranti di “Modena a Tavola”
I caseifici con vendita al pubblico1 La chiesa di S. Maria Assunta p.60
2 Villa Sorra p.61
3 Le casse di espansione del Panaro p.61
Castelfranco Emilia
10 Il mito delle Rosse p.66
11 Il torrente Tiepido p.67
12 Villa Rangoni Machiavelli p.67
Maranello
14 Il Palazzo Ducale p.70
15 Le Salse di Nirano p.71
16 Le Terme di Salvarola p.70
Sassuolo
6 Il borgo medievale p.63
7 Nelle terre del Grasparossa p.64
Rosso e frizzante p.64
Castelvetro di Modena
8 Il castello p.65
9 Villa Gandini e il parco p.65
Le ville p.66
Formigine
4 La Terramara di Montale p.62
5 I parchi di Castelnuovo Rangone p.62
Castelnuovo Rangone
13 Lo scrigno del centro storico p.68
ModenaEventi & Appuntamenti p.74
Ristoranti di “Modena a Tavola” p.75
1012 Soc. Agr. Montorsi p.76
1117 Ind. Casearia Pelloni p.76
1120 Az. Agr. Moscattini p.77
1176 Soc. Agr. Fava Santino e Figli p.77
1240 Cas. Soc. 4 Madonne p.78
1306 Cas. Soc. San Pietro p.78
1321 Soc. Agr. Coop. Nuova Martignana p.79
1383 Soc. Agr. Coop. San Silvestro p.79
2552 Coop. Cas. Valtiepido p.80
2585 Soc. Agr. Coop. San Bartolomeo p.80
2629 Soc. Agr. San Michele p.81
2750 Cas. Nuova Superchia p.81
2847 Az. Agr. Benedetti p.82
2894 IPSA Lazzaro Spallanzani p.82
2924 Soc. Agr. Hombre p.83
2944 Soc. Agr. Ca’ Denina p.83
2959 Coop. Cas. San Lucio p.84
2973 Coop. Cas. Castelnovese p.84
Terre del Balsamico p.71
17 Natura lungo il Panaro p.72
Spilamberto
18 La Rocca p.73
19 Magie della fioritura p.73
Vignola
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La Chiesa di Santa Maria Assunta
E’ la chiesa più antica di Castelfranco, edificata verso il
XIII secolo e ristrutturata nel corso dei secoli.
L’edificio, che nel 1704 presentava un’unica navata,
ha subito negli anni numerosi lavori di ampliamento
che hanno portato, alla fine dell’Ottocento, alla co-
struzione di tre navate e all’eliminazione di un portico
verso la via Emilia.
Sull’altare maggiore si trova la meravigliosa As-sunta, dipinta nel 1627 dal celebre Guido Reni.
Il dipinto è famoso ed emblematico dell’arte di Guido
Reni: la rappresentazione dell’Assunta richiama una
sacralità ispirata e ancestrale e la sua bellezza è tale
per cui nel 1797 Napoleone cercò di portarla in Fran-
cia. I castelfranchesi, consapevoli di ciò, sostituirono
l’originale con una copia evitando così il furto del pre-
zioso quadro.
Le statue ai lati dell’altare maggiore raffiguranti Abra-
mo e Davide sono opera del bolognese Filippo Scan-
dellari, attivo nel Settecento.
Tra i capolavori custoditi nella chiesa si trovano dipinti
di maestri bolognesi come Santa Barbara di Giuseppe
Varotti, l’Angelo Custode di Francesco Gessi, allievo di
Reni e la Madonna e i Santi di Prospero Fontana.
Villa Sorra
La tenuta di Villa Sorra si estende per oltre 40 ettari
e comprende il parco, il giardino storico e la villa set-
tecentesca, esempio significativo di barocchetto emi-
liano. Il giardino, ristrutturato nella prima metà dell’Ot-
tocento, è uno dei più bei giardini “romantici” del
territorio emiliano. Il giardino, oltre a ospitare spe-
cie vegetali di grande interesse, venne progettato in
maniera scenografica con finti ruderi, raffinati giochi
d’acqua e altri elementi particolari che ben esprime-
vano il gusto della nobiltà dell’epoca per l’atmosfera
romantica secondo la moda del giardino “all’inglese”:
grotte artificiali, una finta capanna di pescatore e per-
sino la povera stanza di un romito che all’interno cela
una raffinata sala da tè. Il parco invece offre ampi
prati ed eleganti filari di pioppi che incorniciano
armoniosamente la villa: ancora oggi come nel ‘700
questi spazi verdi sono perfetti per riposarsi o fare
attività nel verde, quello che qualche secolo fa chiama-
vano “necessario commodo di villeggiare”.
Da non dimenticare le visite guidate alla scoperta dei
segreti di questo posto magico e il ricco programma
di iniziative domenicali che nella bella stagione anima
il parco della villa.
Un percorso ciclopedonale collega Castelfranco a Villa
Sorra passando per Panzano.
Tra la via Emiliae le colline
le arti, i sapori e l’ingegno in una terra generosa da sempre
E’ la pianura che sale dolcemente dalla via Emilia verso le prime colline a
raccontare una storia affascinante in cui si intrecciano le sfumature diverse
che rendono unica questa terra.
La storia delle tracce romaniche millenarie e delle nobili corti degli Este, dei
Pico e dei Pio, le cui eredità artistiche testimoniano autentica grandezza.
La storia dei fiumi che solcano la pianura, custodi da sempre di ecosistemi
preziosi.
Ma anche la storia del talento creativo di gente appassionata, di tradizioni
antiche che danno vita ad eccellenze gastronomiche uniche.
Un viaggio tra arte, sapori, cultura e natura nell’alta pianura modenese.
Alta pianura
Castelfranco Emilia
Castelnuovo Rangone
Castelvetro
Formigine
Maranello
Modena
Sassuolo
Spilamberto
Vignola
Comune di Castelfranco Emilia
I N F O
Modena > Castelfranco
Via Crespellani 7, Castelfranco Emilia
“Ecclesia, i beni ecclesiastici del territorio di Castelfranco Emilia”, Guida alle chiese del territorio
I N F O
Modena > Gaggio in Piano
www.villasorra.it Comune di Castelfranco Emilia tel. 059.959216
Visite guidate del giardino storico:punto di ritrovo davanti al cancellomarzo, aprile e maggio: ore15,30 e 17giugno e settembre: ore 16 e 17,30 - luglio e agosto: ore 18
Da sempre i fiumi hanno costituito la fortuna e la
rovina degli abitanti di pianura.
Garanti della fertilità delle terre, con le loro pie-
ne hanno segnato momenti di miseria e sventu-
ra, fino a che l’uomo ha imparato a domare e
contenere la forza distruttrice delle acque con la
realizzazione di importanti opere idrauliche: le
casse di espansione fluviale.
Queste strutture sono edificate a lato degli alvei
dei fiumi con lo scopo di far defluire le acque di
piena, che vengono così immagazzinate tempo-
raneamente ed in parte reimmesse in quantità
controllata nei tratti arginati del fiume. Le casse
di espansione del Panaro possono contenere un volume d´acqua di circa 1.200.000 metri cubi e svolgono anche
l’importante funzione di riserva irrigua per le aziende agricole circostanti oltre a costituire l’habitat idoneo di nume-
rose specie animali.
I N F O Modena > Castelfranco E. > loc. Sant’Anna
Rete dei Centri di Educazione Ambientale - Provincia di Modena tel. 059.209427 - [email protected]
Le casse di espansione del Panaro
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Comune di Castelnuovo Rangone
Comune di Castelvetro di Modena
La Terramara di Montale
Durante l’età del bronzo, ai tempi in cui Akhenaton
e Tutankamon regnavano in Egitto e le navi micenee
solcavano il Mediterraneo, l’Europa era abitata da co-
munità che pur non conoscendo la scrittura avevano
sviluppato un evoluto sistema socioeconomico: tra
queste, la civiltà delle terramare che si affermò circa
3500 anni fa nella pianura padana.
Il Parco archeologico di Montale è uno dei pochi “mu-
sei archeologici open air” d’Italia dove scoprire
toccando con mano la vita delle popolazioni che
abitavano qui 3500 anni fa. Questo è possibile gra-
zie all’archeologia sperimentale, ovvero la ricostruzio-
ne a grandezza naturale di una parte del villaggio.
I parchi di Castelnuovo e la geografia degli affetti
I parchi pubblici di Castelnuovo Rangone sono molto
originali e testimoniano un’attenzione particolare nei
confronti della dimensione emotiva e affettiva degli
spazi pubblici: visitandoli si raccoglie un invito a per-
correre anche i propri spazi interio-
ri. Inaugurato nel 1985 il Parco John
Lennon è dedicato alla figura del musi-
cista e pacifista ex Beatles, figura capa-
ce di parlare a milioni di persone degli
ideali della pace e del valore dell’imma-
ginazione: il parco ospita anche una sta-
tua a grandezza naturale del famoso e
amato musicista.
Una parte del Parco Rio Gamberi invece
è dedicata ai più piccoli. Nella Collina
delle Fiabe ci sono Pinocchio, Cappuc-
cetto Rosso, Alice nel Paese delle Me-
raviglie, Pulcinella che pesca nel lago e il Teatrino di
Mangiafuoco: sono le decorazioni colorate realizzate
dal grande scenografo genovese Emanuele Luzzati,
che è anche cittadino onorario di Castelnuovo.
Il Parco Giovane Holden è un invito alla lettura e
all’amore per i libri: dedicato ad adolescenti e ragazzi
è arredato con tavoli e panchine di legno e con la
riproduzione ad altezza d’uomo della copertina, della
prima e dell’ultima pagina del famosissimo romanzo
di J.D. Salinger.
E poi ancora il Parco Sandro Pertini con i fumetti
del grande Paz, Bruno Munari, la pista ciclabile Jack
Kerouac (tratto della ciclabile Modena-Vignola), le
bacheche poetiche sparse per il paese con estratti di
poesie, brani di canzoni, frammenti di libri...
Si possono osservare il fossato, il terrapieno sormon-
tato dalla palizzata, la grande porta che permette di
accedere allo spazio abitativo occupato dalle case e
dagli impianti produttivi legati alle attività artigianali
che caratterizzavano il popolo delle terramare. E an-
cora, all’interno delle abitazioni arredi, suppellettili,
telai, utensili, armi, capi di abbigliamento fedelmente
ricostruiti. Pannelli illustrati guidano il visitatore in un
percorso che racconta la storia del sito sin dal primo
impianto. L’area archeologica è coperta e protetta da
una struttura che ricrea il profilo dell’originaria colli-
netta: al suo interno i calchi della stratigrafia e di uno
strato particolarmente ricco di resti dei pali in legno
che costituivano una delle abitazioni, offrendo la stra-
ordinaria opportunità di leggere nel terreno la storia
plurisecolare del villaggio.
I N F O
Modena > Montale Rangone
Strada Statale 12 – Nuova Estense Montale Rangone (Mo)tel. 059.203 3101 - 059.532020
www.parcomontale.it
I N F O
Modena > Castelnuovo Rangone
Comune di Castelnuovo Rangone tel. 059.534811www.comune.castelnuovo-rangone.mo.it
Adagiato sulle prime col-
line modenesi in una cor-
nice verde e suggestiva,
il borgo di Castelvetro
ha origini antiche e nel
tempo ha mantenuto il
suo carattere medie-
vale.
Nel borgo circondato dai
resti delle possenti mura
svettano torri e campani-
li, tra cui in piazza Roma
la Torre delle Prigioni e
la Torre dell’Orologio, le
ultime testimonianze del
castello che nel XIV seco-
lo dominava la borgata.
Sulla stessa piazza si
affaccia anche il bel Pa-
lazzo Comunale di epoca
settecentesca che venne
restaurato agli inizi del ‘900 per armonizzarne la fac-
ciata con il resto dell’ambiente: la particolare pavimen-
tazione di questo spazio è realizzata in cotto e al cen-
tro si trova una scacchiera “regolamentare” in marmo
e sasso, utilizzata per i tornei di dama vivente.
Nel ‘400 Castelvetro era feudo della famiglia Rangoni,
alleati degli Este; ancora oggi a palazzo Rangoni si
possono osservare le belle sale affrescate dai soffitti
in legno e cornici con volute, fogliami, armi, fiori, ma-
scheroni, uccelli e delfini; ovunque appare la conchi-
glia, emblema araldico dei Rangoni. In una di queste
sale soggiornò il grande letterato Torquato Tasso: in
fuga verso Mantova, giunse a Castelvetro come ospite
dei Rangoni per poter preparare in serenità la propria
difesa in seguito ad una falsa accusa di calunnia.
Secondo la tradizione, il poeta compose proprio a Ca-
stelvetro un canto della Gerusalemme Liberata.
I N F O
Modena > San Vito > Castelvetro
www.comune.castelvetro-di-modena.mo.it
Il borgo medievale di Castelvetro
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Il territorio di Castelvetro di Modena, a metà strada fra
pianura e Appennino, è ricco di vigneti che caratte-
rizzano la produzione del “Grasparossa”, il Lam-
brusco doc tipico del territorio. Gli amanti delle peda-
late in bicicletta troveranno molti spunti per muoversi
lungo le strade che attraversano le colline, circondati
dai bellissimi panorami collinari.
I sei itinerari del circuito Castelvetro Bike si sno-
dano lungo i torrenti, sui crinali, immersi in un paesag-
gio ricco di costruzioni antiche e di edifici storici, di
essenze vegetali tipiche delle zone collinari interrotte
dai maestosi calanchi con macchie boscose e ginestre
tipiche.
Questi itinerari sono di diversa lunghezza e difficoltà
e percorrono il territorio, dalla valle del Guerro fino ai
borghi di Levizzano, Puianello e Solignano.
Nella cornice suggestiva di questo paesaggio collinare
ogni anno si svolge la Graspalonga, una gara ciclistica
in mountain bike di 42 km per un dislivello complessi-
vo di 1400 m che vede la zona intorno a Castelvetro
animarsi di ciclisti colorati e tifosi con le loro urla di
incitamento.
Pedalando nelle Terre del Grasparossa
I N F O
Modena > San Vito > Castelvetro
Mappe interattive dei sei percorsi ciclisticiwww.comune.castelvetro-di-modena.mo.it
tel. 059.758860 Comune di Castelvetro
La Graspalonga: http://nuke.hillcup.com
I N F O
Modena > Formigine
Castello di Formigine Piazza Calcagnini 1, Formiginetel. 059.416145 www.comune.formigine.mo.it
I N F O
Modena > Formigine
Via S. Antonio 4 Formigine tel.39 059.416246
Insieme al Lambrusco di Sorbara e al Salamino di Santa Croce,
il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro rappresenta la tipicità
dell’enologia modenese. E’ prodotto con vitigno Grasparossa,
chiamato così perché in autunno oltre alle foglie si arrossano
anche raspo e pedicelli del grappolo. Tra i lambruschi DOC, il
Grasparossa ha corpo più pieno e intenso e si abbina perfetta-
mente con primi piatti ben conditi e dal gusto deciso, come ad
esempio i tradizionali maccheroni al pettine al ragù o taglia-
telle coi funghi, oltre ai vari tipi di arrosti, bolliti e zampone: la
piacevole acidità del lambrusco si accompagna bene ai piatti
tipici modenesi molto sostanziosi, equilibrando piacevolmente il
pasto. Il colore del Grasparossa è rosso rubino dai riflessi viola-
cei mentre il profumo è intenso, fruttato, complesso; al gusto è
sapido e fruttato con sfumature delicatamente amarognole.
I N F O www.lambrusco.net
Sito del Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi
Rosso e frizzante
Comune di Formigine
Il Castello di Formigine
E’ una struttura di origine medievale ricchissima di sto-
ria. Venne eretto nel 1201 dal Comune di Modena per
presidiare il confine con le terre reggiane: le sue mura
cingevano un piccolo centro abitato, un vero e proprio
villaggio fortificato che venne abitato fino alla fine del
XIV secolo.
I Pio, già signori di Carpi trasformarono poi il castello
in propria residenza e sotto il loro dominio la struttura
assunse l’attuale fisionomia. Circondato da un peri-
metro quadrilatero di mura con torri angolari e da un
fossato profondo almeno tre metri, era difeso nel suo
accesso dalla torre più possente, il mastio, l’attuale
torre dell’Orologio.
Il castello passò poi nelle mani degli Estensi e succes-
sivamente ceduto al marchese Calcagnini, funzionario
ducale. Oggetto di un imponente e accurato proget-
to di recupero archeologico e di restauro la Rocca
è diventata un luogo per riscoprire e studiare le
vicende locali dal medioevo ad oggi, depositario
dell’identità storica dei cittadini formiginesi. Sede di
un interessantissimo museo multimediale e inte-
rattivo sul medioevo progettato dal noto centro
di ricerca artistica milanese Studio Azzurro, ospita
eventi culturali di vario genere, come mostre, convegni
e concerti.
Villa Gandini e il suo parco all’ingleseE’ nota anche come Villa della Re-
sistenza o villa Aggazzotti, rispetti-
vamente dal nome del parco in cui
è inserita e dal nome della famiglia
che l’ha posseduta nei decenni
centrali del secolo scorso.
La villa risale al Settecento ma fu
ampliata e riqualificata attorno al
1840 in stile neoclassico dall’ar-
chitetto Francesco Vandelli.
Fu il conte Luigi Alberto Gandini,
proprietario della villa e appassio-
nato di botanica e giardinaggio,
a definire l’attuale estensione del
giardino storico negli anni Settanta
dell’Ottocento. Le aiuole irregola-
ri nei pressi della villa vennero realizzate secondo la
moda del giardino all’inglese per armonizzare l’archi-
tettura con il parco circostante. Al secondo dopoguer-
ra risalgono invece il laghetto sul lato est e il campo
da tennis ora trasformato in pista
da pattinaggio. Successivamente
Daria Bertolani Marchetti, illustre
botanica formiginese, sistemò una
porzione del parco a “boschetti”
secondo il gusto paesistico del
giardino all’inglese. Il bel parco
si estende per oltre 10 ettari e
ospita essenze arboree di pre-
gio come la pluricentenaria farnia,
i maestosi faggi e due notevoli
esemplari di ginkgo biloba. Attual-
mente la villa e gli edifici accessori
ospitano la Biblioteca comunale, lo
Spazio giovani e la Ludoteca.
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Sono quasi un’ottantina le ville storiche disseminate sul territorio
di Formigine e la loro varietà architettonica e decorativa copre
un ampio arco cronologico.
Sono edifici padronali immersi nel verde, spesso legati allo sva-
go e al bel vivere di alta borghesia e nobiltà cittadina: vere e
proprie delizie di campagna dove i signori potevano dedicarsi
ai piaceri dell’otium. Ma soprattutto, in questa fertile zona, la
villa era anche il centro di gestione delle tenute agricole e dei
possedimenti su cui era fondata la ricchezza e lo status sociale
della famiglia.
E’ possibile percorrere in bicicletta un anello di circa 30 km
nelle campagne formiginesi alla scoperta di queste meraviglie
nascoste tra il verde grazie alla comoda mappa informativa del
Comune di Formigine.
I N F O Comune di Formigine tel. 059.416244
www.comune.formigine.mo.it
Il parco di Villa Rangoni Machiavelli si
estende su 10 ettari e ospita trentaquat-
tro importanti sculture contemporanee.
Il Parco Rangoni Machiavelli è un luogo
particolare e ricco di suggestioni: uno spa-
zio d’integrazione tra natura e cultura, tra
arte contemporanea ed ambiente, al pun-
to che molte delle opere sono state pen-
sate appositamente per essere collocate
in precisi punti del parco.
Passeggiando nel verde si possono am-
mirare importanti sculture contemporanee
come La fontana degli sposi di Pietro Ca-
scella, La porta e il Sole di Gio’ Pomodoro
o Le vie dell’acqua di Yoshin Ogata.
I N F O via Sant’Antonio 11 - 13/1 a Pozza di Maranello tel. 0536.240.010 www.maranello.it
Le ville
Villa Rangoni Machiavelli e il parco delle Sculture
Comune di Maranello
I N F O
Modena > Formigine > Maranello
Galleria Ferrari, via Dino Ferrari 43, Maranellotel. 0536.943204 www.galleria.ferrari.comtutti i giorni dalle 9:30 alle 18
I N F O
Modena > Castelnuovo > Torre Maina, Gorzano o Pozza
Comune di Maranello, tel. 0536.240000 www.maranello.it
Il mito delle Rosse
Maranello è conosciuta in tutto il mondo e la sua fama
è indissolubilmente legata al mito della Ferrari. Dal
1943 la casa automobilistica più prestigiosa del mon-
do, emblema dell’ingegno raffinato e della passione
per il lavoro che da sempre appartiene a queste terre,
ha la sua sede a Maranello e ne ha profondamente
caratterizzato il tessuto urbano e sociale. Dal punto di
vista architettonico, ad esempio, in città sono visibili
le strutture avveniristiche degli stabilimenti Fer-
rari e la Galleria del Vento, opera di grandi archi-
tetti del calibro di Renzo Piano, Massimiliano Fuksas
e Jean Nouvel. A Fiorano Modenese, nelle vicinanze
di Maranello, si trova il Circuito di sperimentazione e
collaudo delle vetture Ferrari da competizione e gran
Il percorso naturalistico sul torrente Tiepido corre
per otto chilometri lungo il letto del fiume ed è stato
realizzato con un intervento di recupero ambientale.
Si tratta, infatti, di un vero e proprio “corridoio
ecologico” completamente fruibile a piedi o
in bicicletta che permette un’immersione totale
nella natura maranellese, a diretto contatto con
la fauna e la flora tipiche del luogo. Tra le piante
spiccano le orchidee e il salice bianco, il pioppo, il
ciliegio selvatico, il biancospino, la rosa selvatica e la
ginestra. Un osservatore attento può inoltre scorgere
il coloratissimo martin pescatore e il cuculo, l’airone
cinerino, il gufo, il pettirosso e la cinciallegra; tra i
mammiferi, invece, popolano la fascia fluviale scoiattoli
turismo, dove la squadra sportiva e i tecnici testano le
performance delle auto. Nei pressi dell’impianto non
è difficile sentire il rombo delle potenti macchine che
sfrecciano in pista.
La Galleria Ferrari è invece dedicata alla storia
del mitico Cavallino rampante: intitolato alla memo-
ria del fondatore Enzo Ferrari e meta d’obbligo per tut-
ti gli appassionati delle Rosse, è il museo più visitato
della provincia di Modena. Nel Museo è raccontata la
leggenda della scuderia del Cavallino attraverso un ric-
co repertorio di cimeli storici, immagini, auto d’epoca
e monoposto da corsa.
Un’altra eccellenza maranellese a carattere motoristico
è l’Istituto Professionale Statale “A. Ferrari”. Fonda-
to nel 1962 ad opera dello stesso ingegnere Enzo
Ferrari, è una struttura strategica sia per lo sviluppo
e l’innovazione dell’azienda che per la formazione di
maestranze altamente specializzate nel settore della
mobilità e dei veicoli, con un’attenzione particolare alle
innovazioni e alle avanguardie della mobilità ecoso-
stenibile.
e ricci, volpi, tassi, cinghiali e caprioli. Nell’alveo del
torrente, nella zona tra Gorzano e Pozza di Maranello
sono visibili numerosi affioramenti di fossili,
testimonianza di antichissimi ambienti marini.
Il percorso si snoda da Rio Piodo a Torre Maina fino
al confine con il Comune di Formigine, ha vari punti
di accesso (Rio Piodo, area di interscambio di Torre
Maina, Gorzano, Pozza) ed è attrezzato con aree par-
cheggio per auto e camper, zone di sosta con tavoli
e barbecue, punti di ristoro e aree gioco.
Il corridoio ecologico del Tiepido
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Modena e lo scrigno del centro storico
La bellezza e la grazia del centro storico di Modena si
scoprono seguendo il ritmo dei propri passi attraverso
le eleganti quinte di una città a misura d’uomo, straor-
dinariamente ricca di arte e cultura.
Il cuore storico e urbanistico della città è Piazza
Grande su cui affaccia il meraviglioso complesso del
Duomo, uno dei più alti esempi di arte romanica e
Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1997.
La costruzione di questa cattedrale iniziò nel 1099
ad opera di due grandi figure: l’architetto Lanfranco e
lo scultore Wiligelmo, artefici di un capolavoro unico
di altissimo livello che avrà grande influenza su tutta
l’arte romanica europea. Le magnifiche decorazioni
scultoree raccontano di episodi biblici, profeti e santi
e costituiscono la cosiddetta Bibbia dei Poveri: chiun-
que, anche se analfabeta, poteva ricevere l’istruzione
religiosa attraverso l’eloquente linguaggio dei basso-
rilievi e delle sculture. La maestosa mole in marmo
bianco della cattedrale è affiancata dalla Torre cam-
panaria detta Ghirlandina, così chiamata per l’ele-
gante motivo di colonnine e balaustre che ne recinge
la cuspide alla sommità dei suoi 86 metri. Accanto alla
cattedrale, i Musei del Duomo conservano preziose
opere scultoree e architettoniche, lastre decorate, co-
dici e importanti opere d’arte legate alla storia mille-
naria della cattedrale.
Lungo la via Emilia, arteria di origini romane che attra-
versa la città, si susseguono armoniosamente i portici
delle eleganti dimore signorili dalle linee sette-
ottocentesche, mentre le vie laterali offrono sugge-
stive divagazioni: ad esempio la scoperta delle trac-
ce medievali e rinascimentali negli edifici lungo Corso
Duomo o l’atmosfera raccolta di piazza della Pompo-
sa, in un tessuto urbano ancora medievale. Alcune vie
del centro si snodano secondo un tracciato ricurvo,
naturale conseguenza dell’originario assetto urbanisti-
co caratterizzato dalle vie d’acqua che un tempo si
intrecciavano allo scoperto nel cuore della città e che
ancora “scorrono” nella toponomastica stradale: corso
Canalgrande, Canalchiaro, via Canalino.
Dal 1598 Modena diventa capitale del Ducato
estense e per tre secoli la grandezza degli Este si
rifletterà chiaramente nel patrimonio artistico e cultu-
rale della città. Il Palazzo Ducale in piazza Roma è uno
splendido e maestoso esempio di barocco emiliano:
costruito per volontà del duca Francesco I d’Este a
partire dal 1634 è l’attuale sede dell’Accademia Mili-
tare. Altra elegante testimonianza estense è il Giardino
Ducale con la Palazzina edificata da Gaspare Vigarani
e l’Orto Botanico settecentesco. Non lontano, sull’ari-
stocratico corso Canalgrande si affaccia l’ottocentesco
Teatro Comunale “Luciano Pavarotti”, dedicato al ce-
leberrimo tenore modenese. Innumerevoli sono poi le
chiese che punteggiano il centro storico, impreziosite
dai capolavori di artisti come Antonio Begarelli, Guido
Mazzoni, Guercino, Mattia Preti e tanti altri.
Il Palazzo dei Musei ospita le principali istituzioni
culturali cittadine, tra cui la Biblioteca e la Galle-
ria Estense con le numerose e preziose opere d’arte
delle collezioni ducali. Nello stesso Palazzo si trovano
anche il Museo Civico Archeologico Etnologico,
dove sono conservate le più antiche testimonianze
della presenza umana in territorio modenese oltre a
ricche collezioni antropologiche ed etnologiche di di-
verse parti del mondo e il Museo Civico d’Arte, che
documenta nelle eterogenee e splendide raccolte di
dipinti, arredi sacri, tessuti, ceramiche, l’illustre pas-
sato d’arte della città. Gli spazi della Galleria Civica
ospitano invece esposizioni di arte contemporanea e
fotografia, oltre al Museo della Figurina.
Questi sono solo alcuni tra i ricchi spunti e le
variegate suggestioni che la città di Modena of-
fre ai suoi visitatori: le opportunità di scoperta sono
innumerevoli e sarà difficile non rimanere affascinati
dalle eccellenze culturali, artistiche e gastronomiche
che Modena conserva come gioielli.
Comune di Modena
I N F O
http://turismo.comune.modena.itwww.duomodimodena.it
Musei Civici:
Galleria Estense, Museo Civico Archeologico Etnolo-gico, Museo Lapidario Estense, Biblioteca Estense, Lapidario Romano dei Musei Civici, Museo Civico d’Arte, Gipsoteca Giuseppe Graziosi, Museo Civico del Risorgimento.v.le Vittorio Veneto 5 , tel. 059.2033100, [email protected] www.museimodenesi.it www.galleriaestense.beniculturali.it
Museo del Duomo e Museo Lapidario Via Lanfranco 6, tel. e fax 059.4396969
Palazzo Ducale, piazza Roma, visite guidate su prenotazione (I.A.T.)
Galleria Civica e Museo della Figurina, Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103, tel. 059.2032911
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Comune di Sassuolo
Comune di Spilamberto
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Modena > Sassuolo
sabato 15 - 18 domenica e festivi 10 - 13 e 15 - 18
I.A.T Sassuolo tel. 0536.1844853 [email protected]
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Modena > Fiorano Modenese > Centro Visita Cà Tassi
Centro Visita ca’ Tassi, tel. [email protected]
Il Palazzo Ducale e lo splendore del Barocco
La reggia di Sassuolo era la “delizia” di villeggiatu-
ra del duca Francesco I d’Este e rappresenta un vero
gioiello della cultura barocca dell’Italia setten-
trionale. Il meraviglioso palazzo risulta dalla trasfor-
mazione, a partire dal 1634, di un precedente castello
medievale che già dall’anno mille fu dimora dei signori
della Rosa e dei Pio, prima di passare definitivamente
agli Este nel 1599. La reggia viene trasformata in un
lussuoso luogo di villeggiatura secondo un raffinato
disegno architettonico barocco, opera dell’architet-
to Bartolomeo Avanzini e arricchita dall’intervento
dello scenografo Gaspare Vigarani. Secondo il gusto
dell’epoca, l’enorme parco si arricchisce di fontane
elaborate e terrazze belvedere mentre l’interno del
palazzo è un vero e proprio trionfo fastoso di pre-
ziosi stucchi, affreschi, sofisticati giochi prospet-
tici, espressione della miglior tradizione quadraturista
del tempo. Al piano nobile si accede dal maestoso e
scenografico scalone d’onore: le 28 stanze riservate ai
signori della famiglia regnante erano progettate all’in-
Oro Nero modenese
L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena è una del-
le più apprezzate specialità del territorio, frutto
delle particolari caratteristiche pedoclimatiche della
zona unite all’antica arte tradizionale del processo
produttivo. Il mosto cotto, ottenuto da uve autocto-
ne, viene posto a maturare per lunghissimo tempo
in vaselli di legno di diversa dimensione, composti
da diverse essenze come rovere, castagno, gelso e
ciliegio. La maturazione naturale, la lenta acetifi-
cazione e la progressiva concentrazione data dal
sapiente travaso conferiscono al nettare la sua
meravigliosa fragranza ben equilibrata tra l’agro
e il dolce e la caratteristica sciropposità.
La collocazione delle acetaie nel sottotetto delle case
è dovuta all’importanza dell’escursione termica nel
processo di maturazione dell’aceto. Le soffitte sono
Salse di Nirano
La Riserva Naturale delle Salse di Nirano è posta sulle
colline a calanchi di Fiorano Modenese, in una bel-
la conca verdeggiante. La particolarità della riserva è
costituita dalla presenza delle Salse, curiosi episodi
geologici similvulcanici.
Le Salse sono emissioni ribollenti di fanghi salati e
acque melmose fredde che si depositano forman-
do caratteristici vulcanelli conici di diversa altez-
za, dai quali gorgogliano gas e sostanze bituminose,
originando caratteristiche colate grigie che conferisco-
no ai dintorni uno strano aspetto lunare, mentre nel
segna dell’opulenza, riccamente decorate da affreschi
a tema mitologico e celebrativo della casa d’Este e del
suo mecenatismo. Protagonista è il pittore francese
Jean Boulanger, allievo di Guido Reni. Gli ultimi restauri
hanno permesso di ritrovare le testimonianze sorpren-
denti del grande palazzo castellano. In particolare, al
piano terra, la Camera della Cancelleria, con le pitture
di Domenico Carnevali e l’Appartamento dei Giganti
con i cassettoni lignei con gli emblemi estensi e le
cinquecentesche pitture con scudi araldici. Il palazzo è
stato finemente restaurato ed è sede espositiva dedi-
cata ad eventi artistici.
rilassante silenzio del luogo si percepiscono i deboli
borbottii prodotti dalle bolle di gas liberato.
Si tratta di un fenomeno legato alla presenza nel
sottosuolo di giacimenti di idrocarburi gassosi
(metano) e in minima parte liquidi, originati dalla de-
composizione anaerobica di resti organici di origine
animale: la spinta del gas porta in superficie acqua
marina fossile che scioglie l’argilla sedimentata nel
sottosuolo dando origine a fanghi salsi, ovvero salati.
La vegetazione in prossimità dei conetti è un esempio
di adattamento a condizioni estreme: l’elevata salinità
del terreno argilloso determina la presenza di specie
vegetali alofile, amanti del sale. Il campo di Nirano
è il fenomeno più imponente a livello italiano: fin
dall’antichità storici e studiosi ne hanno esaltato l’inte-
resse con osservazioni, spesso molto fantasiose.
Le Salse della zona tra Nirano e Sassuolo furono inte-
ressate fin dall’antichità da diversi fenomeni di sfrut-
tamento: i giacimenti di idrocarburi liquidi (rivelatisi
poi piuttosto modesti) permettevano l’estrazione di un
olio minerale usato per l’illuminazione e perfino per usi
medicinali dopo un processo di raffinazione.
I fanghi venivano anche usati per fangature con finalità
dermatologiche e cosmetiche: studi più recenti accer-
tarono però la presenza di gas come il radon e tale
prassi venne abbandonata. Sopravvive invece la fidu-
cia dei poteri curativi dei fanghi delle Salse in campo
veterinario: vengono applicati alle giunture dei cavalli
per sfiammarne le articolazioni.
L’ambiente rasserenante delle Terme della Salvarola è uno dei più ap-
prezzati della regione. Le acque salsobromoiodiche, sulfuree, magne-
siache di Salvarola che sgorgano dalle profondità della Terra sono
conosciute fin dai tempi dei Romani e utilizzate per le loro benefiche
proprietà. Il centro termale offre la fango-balneo-terapia indicata per
numerose patologie, e nel verde di un parco secolare si trova un mo-
dernissimo Centro Benessere e Riattivazione Psicofisica.
L’azione combinata delle proprietà del fango e dei trattamenti tradizio-
nali viene esaltata dai benefici delle piscine con acqua termale a di-
versa temperatura, idromassaggi e giochi d’acqua. Il centro offre varie
attività all’insegna del benessere come lo yoga e trattamenti innovativi
a base di uva, ciliegie, aceto balsamico e miele delle colline.
I N F O Modena > Fiorano Modenese > Salvarola Via Salvarola 131, Sassuolo (Mo) tel.0536.987511 [email protected]
Le Terme della Salvarola
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generalmente ben areate e sottoposte a forti sbalzi
di temperatura: il freddo umido dell’inverno impedisce
l’eccessiva evaporazione del liquido mentre il caldo
estivo risveglia l’attività degli acetobatteri, responsabili
della maturazione e concentrazione dell’aceto.
Nella tradizione familiare modenese il valore delle
“batterie” di vaselli per l’invecchiamento dell’aceto era
tale da costituire la dote delle future spose, oltre che
una tradizione familiare da tramandare di generazione
in generazione e custodire gelosamente.
Il Museo del Balsamico Tradizionale di Spilamber-
to, ospitato nella neoclassica villa comunale Fabriani,
è dedicato alla storia e ai processi produttivi secolari
dell’oro nero modenese e offre le vive testimonianze di
un prodotto considerato patrimonio culturale.
I N F O
Modena > Spilamberto
villa comunale Fabriani, via Roncati 28, Spilambertotel. 059.781614 da martedì a domenica 9.30 - 13 15 - 19
www.museodelbalsamicotradizionale.org
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Modena > Spilamberto >Vignola
Comune di Vignola tel. 059.777550
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Modena > Spilamberto >Vignola
Piazza dei Contrari 4, Vignola (Mo) tel. 059.775246 www.fondazionedivignola.it
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Modena > Spilamberto
Comune di Spilamberto, tel 059.782654 - 059.782317
Destinato a pedoni e ciclisti, il percorso corre per
circa 34 km lungo la sponda sinistra del Panaro,
da Modena est a Casona di Marano.
Partendo da Modena si percorrono le tracce dei vec-
chi meandri formati dal fiume, luoghi in cui la cassa
d’espansione ha favorito la formazione di una zona
umida di grande interesse ambientale e naturalistico.
Tra San Cesario e Spilamberto il letto del fiume, forte-
mente scavato dall’erosione, ha favorito la scoperta di
numerosi siti di interesse archeologico; a Spilamberto
il complesso medioevale del Torrione ospita la Mostra
permanente archeologica del fiume Panaro.
L’itinerario continua superando il centro di Vignola con
il suo castello, proseguendo verso Marano sul Panaro
lungo il preesistente tracciato denominato Percorso
Sole; qui l’elemento più caratteristico è dato dai ter-
razzi formati dal fiume attraverso fasi successive di
erosione e si possono notare muraglioni e manufatti
costruiti in epoche diverse a difesa dalle acque. Nel
centro storico di Marano, all’interno di un antico edifi-
cio restaurato dal Comune, si trova il Museo di ecologia
e storia naturale che ospita vetrine, pannelli, acquari,
acquaterrari, diorami, che ricostruiscono fedelmente i
più importanti ambienti naturali della provincia e una
ricca biblioteca.
Proseguendo oltre il parco fluviale di Marano, rea-
lizzato recuperando una degradata area golenale, si
entra nella zona collinare fino a Casona, dove inizia
il Percorso Belvedere e il Parco regionale dei Sassi di
Roccamalatina.
Natura lungo il corso del Panaro
Comune di Vignola
La Rocca di VignolaL’imponente mole della Rocca è il simbolo della città di
Vignola. Edificata su di una rupe calcarea a picco sul
fiume, secondo la tradizione venne fondata intorno all’
VIII secolo dal longobardo Anselmo, abate di Nonanto-
la, allo scopo di proteggere i territori dell’Abbazia dal
vicino esarcato bizantino.
Passano i secoli e intorno al 1400 Vignola appartiene
agli Este di Ferrara che ne investono la nobile famiglia
dei Contrari: d’ora in poi il castello vivrà il suo momen-
to di massimo arricchimento artistico.
In questo periodo infatti la struttura muta la sua fun-
zione e da fortilizio difensivo si trasforma in sontuosa
dimora ricca di affreschi e decorazioni, in sintonia
con la magnificenza della corte ferrarese cui apparte-
neva la ricca famiglia dei Contrari.
I cinque piani su cui si sviluppa il castello sono ricchi
di cicli affrescati e sale fastose; in particolare, la cap-
pella con i suoi affreschi è uno degli episodi più alti
del gotico “internazionale” d’area padana. Il castel-
lo offre scorci suggestivi: si possono percorrere gli
Passeggiare tra i ciliegi in fiore
Il territorio vignolese è celebre per la produzione di
buonissime e abbondanti ciliegie che maturano a
partire dalla metà di maggio: poco tempo prima, tra
marzo e aprile, gli alberi di ciliegio che circondano
Vignola offrono il meraviglioso spettacolo della
fioritura.
In questo periodo è suggestivo passeggiare all’aria
aperta immersi nelle nuvole bianche di ciliegi in fiore,
magari seguendo l’itinerario che per 4 km sale in dire-
zione di Marano sul Panaro. Partendo dalla zona delle
piscine si segue il percorso Sole (tratto vignolese del
Percorso Natura del Panaro) che costeggia la riva del
fiume, lungo i suoi meandri sassosi. Dopo un paio di
km si giunge, sulla destra, alla via che collega Vignola
a Marano e proseguendo si raggiunge l’antico Santua-
rio della Madonna della Pieve, di impianto romanico:
da qui uno stradello in ghiaia sale in dolce passeggia-
ta tra querce secolari ed un boschetto che ospita un
centro di osservazione della LIPU, fino a giungere al
borgo di Campiglio.
antichi camminamenti delle guardie che collegano le
belle torri merlate da cui ammirare il panorama sulla
valle del Panaro.
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eventi & appuntamenti
informazioni & accoglienza
Primavera
Castelfranco, marzo, Motori & Sapori
Formigine, marzo, Formigine per la Pace
Modena e provincia, metà aprile,
Musei da Gustare
Sassuolo, 23 aprile, San Giorgio,
Festa del patrono
Vignola, marzo/aprile, Festa dei Ciliegi in fiore
Modena e provincia, aprile/maggio, Terra di Motori
Castelnuovo, fine maggio, Fiera di Maggio
Castelfranco, primavera/estate,
Domeniche al Parco di Villa Sorra
Estate
Castelvetro, inizio giugno ogni due anni,
Mercurdo: il Mercato dell’Assurdo
Maranello, giugno, Giugno Maranellese
Modena, metà giugno, Serate Estensi
Spilamberto, metà giugno, Fiera di San Giovanni
Vignola, fine giugno, Jazz in’it
Modena, metà luglio, Festival Internazionale
delle Bande Militari
Modena, Sassuolo e Carpi, fine settembre,
FestivalFilosofia
Castelfranco, II settimana di settembre,
Festa di San Nicola e Sagra del Tortellino
Castelvetro, settembre, Dama Vivente e
Sagra del Lambrusco
Formigine, settembre, Tour nelle ville in occasione
delle Giornate Europee del Patrimonio
Autunno
Castelnuovo R. e Terre di Castelli,
fine settembre, Poesiafestival
Spilamberto, primo fine settimana di ottobre,
Vetrine, motori e balsamici sapori
Sassuolo, ottobre, Fiere d’Ottobre
Inverno
Castelnuovo, II domenica di dicembre,
Superzampone
Castelnuovo, febbraio/marzo, CinefestivalDoc
Modena, 31/01, San Geminiano
Festa del Patrono
IAT R Modena, Piazza Grande 14, tel. 059.2032660 fax 059.2032659, [email protected]
MODENATUR Via Scudari 8, Modena, tel. 059.220022 fax 059.2032688 www.modenatur.it
IAT “Terre di Castelli” dell’Unione dei Comuni di Spilamberto, Vignola, Castelnuovo Rangone,
Castelvetro di Modena, Savignano: via Roncati 28, Villa Comunale Fabriani, Spilamberto
tel. 059.781270 fax 059.781286 [email protected]
Castelfranco Emilia: Piazza della Vittoria 8, tel. 059.959216 fax 059.922166,
IAT dei Comuni di Sassuolo, Fiorano Modenese, Formigine
Piazzale Avanzini, Paggeria Nuova, Sassuolo tel. 0536 1844853 fax 0536 805527, [email protected]
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41100 Modena (Mo)
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tel. 059.932016 fax 059.932343
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Società Agricola Fava Santino e FigliVia Spilamberto, 40
41014 Castelvetro (Mo)
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chiuso: domenica
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
burro, ricotta, formaggi, olio, vino, aceto,
confetture, salumi
altri punti vendita
Via Panaria Bassa, 73 Solara di Bomporto (Mo)
tel. e fax 059.901608
Via Nazionale, 37/A Sorbara di Bomporto (Mo)
tel. 059.902295
apertura punto vendita
tutti i giorni
8.30 - 12.30 15.30 - 19.00
chiuso: mercoledì pomeriggio
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
burro, ricotta, salumi, pecorino, yogurt
apertura punto vendita
tutti i giorni
8.30 - 12.30 16.30 - 19.30
chiuso: domenica pomeriggio
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
burro, ricotta, caciotte, pecorini, prodotti
della “Sorgente di Barigazzo” (marmellate,
liquori, biscotti)
apertura punto vendita
tutti i giorni
7.00 - 12.00 16.00 - 19.30
chiuso: domenica
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
burro, ricotta, latticini
Allevamenti conferenti latte (n°) 20
Latte lavorato annuo (q.li) 70.000
Produzione annuale forme (n°) 14.000
Caldaie sala lavorazione (n°) 31
Allevamenti conferenti latte (n°) 15Latte lavorato annuo (q.li) 50.000Produzione annuale forme (n°) 9.000Caldaie sala lavorazione (n°) 13Attivo dal (anno) 1977
Allevamenti conferenti latte (n°) 7Latte lavorato annuo (q.li) 34.000Produzione annuale forme (n°) 6.800Caldaie sala lavorazione (n°) 9Attivo dal (anno) 1963
Allevamenti conferenti latte (n°) 15Latte lavorato annuo (q.li) 50.000Produzione annuale forme (n°) 9.000Caldaie sala lavorazione (n°) 15Attivo dal (anno) 1976
matricola matricola matricola matricola1383132113061240
80 AP
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aseific
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Cooperativa Casearia ValtiepidoVia Montanara, 5 - Torre Maina
41050 Maranello (Mo)
tel. 0536.940041 fax 0536.948549
coordinate geografiche
44° 30’ 40,2’’ N - 10° 53’ 20’’ E
Società Agricola San MicheleVia Tabaretto, 4 - Montale
41050 Castelnuovo Rangone (Mo)
tel. 059.530075 fax 059.531269
coordinate geografiche
44° 34’ 40,4’’ N - 10° 53’ 49,4’’ E
Società Agricola Cooperativa San BartolomeoVia S. Antonio, 24
41043 Formigine (Mo)
tel. e fax 059.558641 negozio 059.570756
www.coopsanbartolomeo.compossibilità di acquistare i prodotti on-line
coordinate geografiche
44° 34’ 14,5’’ N - 10° 51’ 39’’ E
Caseifi cio Nuova SuperchiaVia San Michele, 67
41049 Sassuolo (Mo)
tel. e fax 0536.871011
coordinate geografiche
44° 31’ 13,9’’ N - 10° 45’ 49,5’’ E
apertura punto vendita
tutti i giorni
9.00 - 12.20 16.00 - 19.30
chiuso: domenica pomeriggio e martedì
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
vino, aceto, pecorino sardo, mozzarelle,
burro, ricotta, confetture
apertura punto vendita
tutti i giorni
10.00 - 13.00 15.30 - 19.30
chiuso: martedì pomeriggio
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
salumi, caciotte, pecorino
apertura punto vendita
tutti i giorni
8.00 - 13.00 16.00 - 19.30
chiuso: domenica
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
salumi, vino, aceto balsamico, yogurt,
formaggio fuso, burro, ricotta, tosone,
caciotte, mozzarella, stracchino, caciotte
misto pecora
apertura punto vendita
tutti i giorni
8.00 - 12.00 15.00 - 19.00
chiuso: domenica
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
caciotte e pecorino misti
Allevamenti conferenti latte (n°) 14Latte lavorato annuo (q.li) 32.000Produzione annuale forme (n°) 5.266Caldaie sala lavorazione (n°) 11
Allevamenti conferenti latte (n°) 2
Latte lavorato annuo (q.li) 17.000
Produzione annuale forme (n°) 2.300
Caldaie sala lavorazione (n°) 8
Allevamenti conferenti latte (n°) 4Latte lavorato annuo (q.li) 22.000Produzione annuale forme (n°) 4.200Caldaie sala lavorazione (n°) 8Attivo dal (anno) 1965
Allevamenti conferenti latte (n°) 2
Latte lavorato annuo (q.li) 1.417
Produzione annuale forme (n°) 314
Caldaie sala lavorazione (n°) 2
matricola matricola matricola matricola2750262925852552
82 AP
- c
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AP
- c
aseific
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ndita
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Istituto di Istruzione Superiore Lazzaro SpallanzaniVia Solimei, 21/23
41013 Castelfranco Emilia (Mo)
tel. 059.926022 fax 059.923914
www.ipsaaspallanzani.it
coordinate geografiche
44° 35’ 24,1’’ N - 11° 3’ 12,8’’ E
Azienda Agricola Benedetti Bruno e FratelloVia Bassa Paolucci, 50 - Casinalbo
41041 Formigine (Mo)
tel. e fax 059.550165
coordinate geografiche
44° 35’ 14’’ N - 10° 52’ 36’ E
Società Agricola Ca’ DeninaVia Santa Liberata, 1693
41057 Spilamberto (Mo)
tel. e fax 059.784867
www.cadenina.it
coordinate geografiche
44° 31’ 23’’ N - 11° 0’ 2’’ E
Società Agricola HombreVia Corletto Sud, 320
41100 Modena
tel. 059.510660 fax 059.510733
www.hombre.it
coordinate geografiche
44° 37’ 11’’ N - 10° 50’ 23’’ E
apertura punto vendita
tutti i giorni 8.00 - 12.30
chiuso: domenica
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
confetture, prodotti di erboristeria, aceto bal-
samico, aceto di mele, aceto di vino, passata
di pomodoro, frutta e verdura “di stagione”,
fiori, piante orticole, stelle di Natale e ceste
natalizie (nel periodo natalizio)
apertura punto vendita
tutti i giorni
8.00 - 13.00 15.00 - 19.30
chiuso: domenica
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
ricotta, burro, vino
apertura punto vendita
tutti i giorni
9.00 - 12.00 14.00 - 18.30
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
vino, aceto
apertura punto vendita
tutti i giorni
9.00 - 12.30 15.00 - 19.00
chiuso: domenica e festivi
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
Parmigiano-Reggiano da agricoltura
biologica, burro, ricotta, prodotti biologici,
salumi, vino, miele, marmellate, sottoli, olio,
aceto balsamico
Allevamenti conferenti latte (n°) 1Latte lavorato annuo (q.li) 4.000Produzione annuale forme (n°) 800Caldaie sala lavorazione (n°) 2Attivo dal (anno) 1951
Allevamenti conferenti latte (n°) 1Latte lavorato annuo (q.li) 8.000Produzione annuale forme (n°) 1.500Caldaie sala lavorazione (n°) 3Attivo dal (anno) 1977
Allevamenti conferenti latte (n°) 1Latte lavorato annuo (q.li) 6.000Produzione annuale forme (n°) 1.200Caldaie sala lavorazione (n°) 3
Allevamenti conferenti latte (n°) 1Latte lavorato annuo (q.li) 20.000Produzione annuale forme (n°) 3.600Caldaie sala lavorazione (n°) 7Attivo dal (anno) 1986
matricola matricola matricola matricola2944292428942847
84 AP
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Cooperativa Casearia CastelnoveseVia Cavidole, 6
41051 Castelnuovo Rangone (Mo)
tel. 059.535364 fax 059.537081
www.coopcastelnovese.altervista.org
coordinate geografiche
44° 33’ 6’’ N - 10° 57’ 8’’ E
apertura punto vendita
tutti i giorni
8.30 - 12.30 15.30 - 19.30
chiuso: domenica
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
vino, caciotte, aceto balsamico, salumi, tigel-
le, panna cotta, yogurt, burro, ricotta, panna
Allevamenti conferenti latte (n°) 27Latte lavorato annuo (q.li) 100.000Produzione annuale forme (n°) 17.500Caldaie sala lavorazione (n°) 25Attivo dal (anno) 1960
Cooperativa Casearia San LucioVia Pratomavore, 2/A
41058 Vignola (Mo)
tel. e fax 059.774276
coordinate geografiche
44° 29’ 1’’ N - 10° 58’ 46’’ E
apertura punto vendita
tutti i giorni
8.00 - 12.30 15.30 - 19.00
chiuso: domenica
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
burro, ricotta, prosciutto, formaggio fuso,
caciotte
Allevamenti conferenti latte (n°) 14Latte lavorato annuo (q.li) 25.000Produzione annuale forme (n°) 4.000Caldaie sala lavorazione (n°) 7Attivo dal (anno) 1960
matricola matricola2959 2973
Luca ToniSerramazzoni
Campione del Mondo 2006 con la Nazionale Italiana di calcio
Coltellino d’Oro 2005 assegnato dal Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano
...davanti a 7 troupe televisive, 5 radio e 12 tra le più importanti testate giornalistiche,
Toni ha confessato di viaggiare per il mondo
“sempre con una punta di Parmigiano-Reggiano in valigia...”
(da “Luca Toni e l’Emilia ‘in vetrina’ a Monaco” - Il Resto del Carlino, 1 marzo 2008)
Frignano
Fanano
Lama Mocogno
Montecreto
Pavullo nel Frignano
Pievepelago
Polinago
Serramazzoni
Sestola
Traversata in cresta tra monte Rondinaio e monte Giovo
dalle brughiere a mirtillo del Libro Aperto
alle capanne dei Celti
castelli e cascate, attività all’aria aperta:
tutti i gusti del Frignano
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M. Cimone
M. Giovo
Libro Aperto
Fium
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Fium
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2901
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2590
2978 2844
1016
2935
1006
2895
2820
1415
1229
1276
2876
Serramazzoni
Pavullo nel Frignano
Polinago
Lama Mocogno
Montecreto
Sestola
Fanano
Riolunato
Pievepelago
Fiumalbo
Indice Frignano
L E G E N D A
arte - cultura
natura - ambiente - attività
curiosità
i ristoranti di “Modena a Tavola”
Eventi & Appuntamenti p.104
Ristoranti di “Modena a Tavola” p.105
I caseifici con vendita al pubblico
1006 Cas. Soc. del Panaro di Verica p.106
1016 Cas. Poggiocastro p.106
1229 Cas. Soc. San Lucio Montardone p.107
1276 Cas. Soc. Rio San Michele p.107
1415 Cas. Soc. Pelloni p.108
2590 Cas. Soc. Santa Maria p.108
2661 Soc. Coop. Superchina Canevare p.109
2820 Cas. Soc. San Pietro in Rio Torto p.109
2828 Cas. Soc. Santa Lucia p.110
2844 Cas. Soc. San Martino p.110
2876 Ind. Cas. Pievepelago p.111
2895 Cas. Soc. Santa Rita p.111
2901 Cas. Soc. Roncoscaglia p.112
2919 Cas. Soc. San Giuseppe p.112
2935 Cas. Soc. Sant’Antonio di Crocette p.113
2978 Cas. Soc. Beato Marco p.113
1 Simposio di Scultura su pietra p.90
L’oro di Felix p.91
2 Estate nel Parco del Frignano p.91
3 Dai Taburri al Libro Aperto p.92
Fanano
9 Il castello di Montecuccoli p.95
10 Olina p.96
11 Sassoguidano p.96
Raimondo il condottiero p.96
Pavullo nel Frignano
4 Montecenere e Sassostorno p.92
5 La Via Vandelli p.93
Lama Mocogno
15 Gli asinelli di Gombola p.99
16 Il ponte del Diavolo p.99
Polinago
20 La rocca p.102
21 Il Lago della Ninfa p.102
Sestola
6 Il borgo di Acquaria p.94
7 Il comprensorio del Cimone p.94
8 Relax all’ombra dei castagni p.95
Montecreto
12 Roccapelago p.97
13 Lago Santo p.98
14 Il ponte della Fola p.98
Pievepelago
17 I luoghi dell’anima p.100
18 Varana e i Sassi p.100
19 Arrampicata sportiva p.101
Serramazzoni
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E’ l’arte secolare dei “picchiarini”, degli scalpellini,
quella che viene celebrata ogni due anni a Fanano in
occasione del Simposio della Scultura su Pietra.
Nel territorio a sud di Fanano infatti si trovano giaci-
menti significativi di arenaria da cui ricavare la pietra
serena o “di Fanano” da sempre utilizzata per le co-
struzioni: una roccia sedimentaria costituita da sabbia
cementata che forma l’ossatura dell’Appennino Mode-
nese. Dalle prime testimonianze di epoca romana, alle
strutture monastiche dell’alto medioevo, ai numerosi
palazzi delle più facoltose famiglie ed in ogni edificio
La storia di Felice Pedroni inizia nel 1858, quando
nasce ultimo di sei fratelli nel borgo di Trignano, vi-
cino a Fanano. Destinato alla dura vita dei contadini
del luogo e rimasto orfano, nel 1881 Felice Pedroni
parte come tanti emigranti di fine secolo in cerca
di migliori prospettive. Arrivato prima in Francia e
poi negli Stati Uniti si lascia contagiare dalla febbre
dell’oro: spostandosi in aree impervie dello Yukon
e dell’Alaska a cavallo di un mulo, in mezzo a tor-
mente di neve, notti interminabili e condizioni di vita
estreme, scopre nel 1902 un giacimento d’oro nel
torrente Pedro Creek, che ancora oggi dà ai cerca-
tori le preziose pagliuzze.
Pedroni, uomo di strenua volontà e caparbietà non
comune, nel frattempo viene ribattezzato Felix Pedro
e ottiene la concessione governativa per l’estrazione
diventando il presidente del nuovo Distretto minerario,
che dà buoni frutti e continua a richiamare cercatori:
nasce così il primo agglomerato di quella che sarà la
città di Fairbanks, a tutt’oggi una delle più importanti
dell’Alaska e con cui Fanano è gemellata dal 2002.
Laghi glaciali, praterie in quota, profumi di bosco e
piante secolari. Nell’area protetta del Parco del Fri-
gnano la Natura è padrona: paesaggi incontaminati
e luoghi di interesse culturale sono la cornice ideale
per rilassarsi, recuperare energia e fare attività all’aria
aperta. La rete sentieristica è molto estesa e per gli
amanti del trekking c’è solo l’imbarazzo della scelta. Vi
sono infatti 18 percorsi tema-
tici, dalla “Ricerca del Lupo” a
“La vita in montagna nel secolo
scorso”, passando per “Le ca-
panne e la via Vandelli”.
Questi sentieri attraversano l’in-
tera area e sono mappati con il
Gps, per non rischiare di perde-
re la rotta.
Cavalcare nel verde è un altro
modo stimolante per ritrovare
l’armonia: il Parco del Frignano
offre molti percorsi numerati e
segnalati, tra strade, mulattiere
e carrarecce, boschi, laghi, sor-
genti e suggestive borgate.
La montagna modenese è attraversata dalla grande
“Ippovia Appennino Emilia-Romagna”, un circuito
equestre che si estende per oltre mille chilometri attra-
verso tutte le province dell’Emilia-Romagna.
I centri ippici dell’Appennino offrono una grande varie-
tà di servizi al mondo equestre: dalle brevi passeggiate
alle più lunghe e impegnative escursioni, dal trekking
rurale, muretto di confine e maestà è usata questa pie-
tra, plasmata dall’esperienza degli scalpellini locali.
Il Simposio vede la sua prima edizione nel 1983 e
rappresenta la naturale continuità di un’attività
tradizionale e significativa: attualmente a Fanano
è possibile ammirare più di 200 opere di scultura
contemporanea disseminate per le vie, i giardini
e i parchi del paese. Il Simposio, con il suo Museo
all’aperto, costituisce un richiamo per artisti di fama
internazionale, critici e amanti dell’arte.
I tipi di arenaria usati per le sculture di Fanano sono
principalmente due: la pietra serena (utilizzata fino al
1993 per i bassorilievi) e l’arenaria di Fanano, estratta
in blocchi che hanno dato vita a sculture a tuttotondo.
Lo spettatore ha ampia libertà di scelta del proprio
itinerario all’interno del centro storico, e non solo. Le
opere possono infatti essere ammirate anche nelle fra-
zioni vicine a Fanano: Lotta, Trentino, Ospitale, Serraz-
zone, Fellicarolo, Trignano e Canevare, su un territorio
di oltre novanta chilometri quadrati.
Ogni anno la città di
Fairbanks celebra
nei Golden Days la
figura del suo fon-
datore, simbolo di
intuito, coraggio e
tenacia ma anche
dell’emigrazione:
affrontare coraggio-
samente un destino
spesso ignoto e
crudele ma neces-
sario alla soprav-
vivenza, fenomeno molto comune nell’Appennino del
secolo scorso.
Felix Pedro è l’archetipo dell’uomo che cerca, che
viaggia, che affronta l’ignoto portando in sè i destini
delle grandi migrazioni.
Dalle brughiere a mirtillodel Libro Apertoalle capanne dei Celticastelli e cascate, attività all’aria aperta: tutti i gusti del Frignano
Lo sguardo vaga libero: dai vasti orizzonti del crinale appenninico scende
accarezzando il verde intenso delle praterie o rimane abbagliato dal cando-
re della neve in inverno. I giochi di luce tra gli alberi del bosco si specchiano
mutevoli nelle acque cristalline di laghi e torrenti, la mole possente dei ca-
stelli richiama alla memoria le gesta di grandi condottieri del passato.
La genuinità dei piccoli frutti, il sentore boscoso di funghi e castagne offrono
profumi inebrianti ed assaggi gustosi.
Il corpo apprezza le tante opportunità di movimento e scoperta: cammi-
nando e cavalcando si attraversano antiche contrade e valichi percorsi dai
pellegrini, angoli di natura incontaminata.
Frignano
Fanano
Lama Mocogno
Montecreto
Pavullo nel Frignano
Pievepelago
Polinago
Serramazzoni
Sestola
Comune di Fanano
I N F O
Modena > Vignola > Fanano
www.simposiodifanano.it [email protected]
I N F O
www.felicepedroni.it
Il Simposio di Scultura su Pietra
Fanano, Fairbanks e l’oro di Felix
Estate al Parco del Frignano
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di uno o più giorni alle lezioni con istruttore, oltre al
vitto, alloggio e pensione per cavalli.
Inoltre il Parco è il luogo ideale per praticare lo
sport dei boschi per eccellenza, l’orienteering: ci
si muove a squadre alla ricerca di punti segnalati su
di una mappa topografica utilizzando la bussola e le
proprie gambe, magari impegnati in una divertente
competizione. All’interno del Parco sono allestiti anche
dei campi specifici per la pratica di questo sport, ap-
prodato qui nel 1996.
I N F O
Modena > Vignola > Fanano
www.parcofrignano.it
IAT del Cimone - Punto informativo di Fanano tel. 0536.68696
Carta dei Sentieri dell’Alto Appennino Modenese CAI sezione di Modena
I N F O
Modena > Pavullo > Lama Mocogno > Montecenere > Sassostorno
www.montecenere.it www.comune.lamamocogno.mo.it
[email protected], tel. 0536.344390
I N F O
Modena > Pavullo > Lama Mocogno > Santona
http://sentieriweb.regione.emilia-romagna.it
Un itinerario attraverso paesaggi modellati dall’azione glaciale, le
vaste brughiere a mirtillo che in autunno si colorano di rosso acceso,
le praterie d’alta quota dove è frequente udire i fischi d’allarme delle
marmotte, i giganteschi faggi, spesso contorti in forme bizzarre dai
fulmini e dall’inclemenza degli elementi. Questo sentiero è esem-
plare e regala la scoperta di un angolo di Appennino selvaggio e
di particolare bellezza: si inizia il cammino dall’area attrezzata dei
Taburri (1.230 metri), si prosegue a destra lungo i sentieri CAI 433
e 445. Poco dopo aver guadato il torrente Doccione, con l’ausilio di
una passerella in legno, si svolta a sinistra (sentiero 433), iniziando
la ripida salita nella faggeta, giungendo a costeggiare la tondeg-
giante sommità del Monte Seruca da dove ha inizio la parte pano-
ramica del percorso che prosegue fino all’aereo crinale del monte
Libro Aperto, panoramico spartiacque tra Emilia e Toscana.
Consigliato a chi ha una minima esperienza di camminate in mon-
tagna.
I N F O Modena > Vignola > Fanano > Fellicarolo > I Taburri
http://sentieriweb.regione.emilia-romagna.it
Verso il crinale:dai Taburri al Libro Aperto
Tempo di percorrenza: 4 ore e 45 minuti Dislivello: 700 m circa
Carta dei Sentieri dell’Alto Appennino ModeneseCAI sezione di Modena
Comune di Lama Mocogno
Sono le eco di antiche battaglie medievali quelle che
risuonano a Montecenere, anche se vista la dolcezza
del luogo è necessario sforzare un po’ la fantasia.
Secondo antiche credenze popolari infatti l’insedia-
mento in origine aveva nome di Montebello ma quan-
do, secondo la tradizione, il temibile Federico Barba-
rossa mise a ferro e fuoco la zona non rimase altro che
un mucchio di cenere, da cui l’origine del toponimo
odierno. La testimonianza più viva di quel momento
tormentato che fu il medioevo è la massiccia torre di
avvistamento, risalente al XIII secolo circa: la torre
dalle spesse mura faceva parte del sistema difensivo
del castello di Montecuccoli, potenti signori del Fri-
In località La Santona, pochi chilometri dopo Lama Mo-
cogno in direzione Pievepelago, è possibile ripercorre-
re a piedi l’antico tracciato della Via Vandelli: nel
bosco di faggi e abeti infatti si snodano ancora alcuni
dei tratti meglio conservati di questa antica via di co-
municazione.
Seguendo il segnavia n. 579 del CAI si scoprono ora
le lastricature di arenaria originali e ben conservate, ora
i muretti a secco che fiancheggiavano il percorso; la
strada si restringe e diventa sentiero, tornando poi ad
allargarsi di nuovo per condurre il viandante alle antiche
tracce delle osterie che ristoravano e offrivano alloggio
ai pellegrini dell’epoca.
Una camminata suggestiva, su di una piccola traccia
di una grande strada, se si considera l’importanza che
ricopriva nel passato la Via Vandelli.
Ultimata nel 1752 e con uno sviluppo massimo di cir-
ca 160 km, la Via venne progettata dal matematico e
ingegnere Domenico Vandelli su incarico del duca Fran-
cesco III d’Este allo scopo di collegare Modena con
Massa ed il mar Tirreno con una strada percorri-
bile anche da cavalli e carrozze. Un’importante ne-
cessità politica, strategica ed economica, ma non poche
erano le difficoltà da superare: Vandelli dovette proget-
tare il percorso mantenendo una pendenza accettabile
ed una percorrenza agevole per le carovane in transito
e mantenendo l’itinerario fuori dallo Stato Pontificio, dal
Ducato di Lucca e dal Granducato di Toscana. Nono-
stante diverse innovazioni tecnologiche come l’uso del-
le curve di livello in cartografia e la Calda e la Fredda,
due varianti alte della Via da percorrere a seconda delle
stagioni, la durezza dell’inverno rendeva assai difficile,
se non impossibile il transito delle carovane con la neve
e le rigide temperature. Con l’annessione del Ducato di
Modena e Reggio al nascente Stato italiano nel 1859 la
strada, ormai infestata dai briganti, perderà progressi-
vamente la sua importanza e sarà sostituita dall’attuale
via Giardini.
Le antiche leggende di pellegrini nella tormenta, loschi
briganti dal tabarro nero e carovane di mercanti di sale
continuano tuttora a echeggiare lungo la Via Vandelli
mentre gli escursionisti ne ripercorrono le tracce ripor-
tando a nuova vita questo mitico percorso transappen-
ninico.
gnano. Oggi la torre è stata restaurata e fa parte del
Sistema Museale della Provincia di Modena: ogni anno
a luglio si tiene “La Torre in Festa”, un momento con-
viviale con cibi tipici, passeggiate nella natura, musica
e rievocazioni storiche.
Sono gli storni che nidificavano numerosi negli anfratti
di roccia a caratterizzare invece il toponimo di Sasso-
storno, antico e particolare insediamento di fronte alla
mole troneggiante del Cimone.
A differenza delle altre borgate appenniniche infat-
ti Sassostorno non è costituito intorno ad un nucleo
specifico: la zona infatti è stata spesso soggetta a ro-
vinose slavine, grandi frane che nel corso dei secoli
hanno distrutto l’insediamento, modificato il paesaggio
e forgiato la capacità di adattamento degli abitanti. La
ricostruzione delle case quindi avveniva nelle zone che
garantivano maggiore sicurezza, magari sparse nella
vallata: a tutt’oggi è possibile vedere la costellazione
di casali nel verde delle colline circostanti e i resti delle
antiche slavine, grandi massi sparsi e rocce affioranti.
La Torraccia invece è il nome della vecchissima torre
d’avvistamento databile all’XI secolo di cui ancora oggi
rimangono le rovine svettanti a forma di lama, sugge-
stivamente arroccate su un macigno di ofiolite.
Montecenere e Sassostorno
Via Vandelli: appunti per un trekking
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Comune di Montecreto
Comune di Pavullo nel Frignano
Il toponimo di Acquaria evoca lo
scorrere cristallino delle acque: si
dice infatti che Acquaria fosse luo-
go di fonti termali, di cui dovrebbe
rimanere traccia in un tronco dell’ac-
quedotto che porta l’acqua alla fon-
tana pubblica.
Nella zona però l’acqua scorreva
impetuosa anche nel sottosuolo e
proprio la presenza di queste acque
sotterranee causò nel tempo rovi-
nose frane che mutarono costan-
temente la morfologia del paese.
Oggi il borgo di Acquaria possie-
de ancora il suo fascino antico:
da visitare la chiesa parrocchiale di Sant’Andrea.
Ricostruita nel 1622 in seguito ad una frana che di-
strusse anche l’antico castello, conserva al suo interno
un pregevole Crocifisso in legno policromo di scuola
catalana, risalente al XII-XIII secolo: il più antico esem-
A circa 4 km a sud di Pavullo, su di una dorsale bo-
scosa sorge l’imponente castello di Montecuccoli,
un nucleo tipicamente medievale con il castello
fortificato e le case arroccate ai sui piedi. La strut-
tura è caratterizzata da un’alta torre merlata edificata
nel punto più alto del monte, leggermente separata
dal resto della struttura per ragioni difensive, su cui
convergono ben tre cinte murarie. Tra i secoli XI e XIII
il borgo era la sede del potere politico e amministra-
Montecreto fa parte del comprensorio sciistico del
monte Cimone insieme a Fanano, Riolunato, Sestola,
Pievepelago, Fiumalbo e Lama Mocogno. Il compren-
sorio del monte Cimone (2165 m) offre il più grande
carosello sciistico dell’Appennino settentriona-
le: 50 km di piste tutte collegate tra loro, accessibili
con un unico skipass elettronico e servite da impianti
moderni e veloci. Lungo i tre versanti della montagna
si snodano tracciati per tutti i gusti: lunghi e larghi,
con pendii impegnativi e oltre 600 metri di dislivel-
lo per gli sciatori esperti; piste più corte e facili per
chi ama lo sci in pieno relax. Alcune piste omologate,
inoltre, sono attrezzate e riservate esclusivamente per
gli allenamenti degli atleti mentre per gli amanti dello
snowboard è in funzione lo snowpark, che ha ospitato
gare di livello nazionale, attrezzato con strutture fisse
di half pipe, fun box e big air. Non mancano le aree
dedicate ai più piccoli con giochi e corsi su misura
per i baby sciatori, mentre l’offerta ricettiva in tutto
il comprensorio è sempre all’insegna della qualità e
dell’accoglienza.
pio di scultura lignea nella provincia
di Modena, ulteriormente affascinan-
te poichè le sue origini richiamano
alla memoria gli antichi pellegrinag-
gi in terra iberica, verso Santiago di
Compostela.
Grazie al recupero degli antichi fab-
bricati del luogo convertiti in strutture
ricettive, Acquaria oggi rappresenta
una bella coniugazione di ospita-
lità tradizionale, cultura e cucina:
un’esperienza coinvolgente che ben
rappresenta lo spirito originale del
Frignano.
tivo della zona del Frignano e residenza della famiglia
dei feudatari Montecuccoli. L’architettura è della mas-
sima essenzialità e severità, tuttavia ricca di elementi
significativi come portali e finestre lavorati a scalpello
e i frontoni degli splendidi camini. Oggi il castello è
stato restaurato ed è sede del Museo naturalistico
del Frignano “Ferruccio Minghelli”: le diverse sale
espositive sono dedicate alle Scienze della Terra, alla
Zoologia ed alla Botanica tipiche della terra frignane-
se, mentre lo splendido panorama dei boschi e delle
vallate che è possibile ammirare dalle finestre arricchi-
sce ulteriormente l’esperienza della visita.
Il castello ospita anche due collezioni d’arte sug-
gestivamente allestite, dedicate ad artisti pavul-
lesi: Gino Covili e Raffaele Biolchini.
Acquaria, il borgo e i sapori
Montecuccoli: il castello dei musei
Con gli sci nel comprensorio del Cimone
I N F O
Modena > Pavullo > Acquaria
www.acquaria-mo.it
Comune di Montecreto tel. 0536.63722
I N F O
Modena > Pavullo
www.comune.pavullo-nel-frignano.mo.it
Ufficio cultura del Comune di Pavullo nel FrignanoPalazzo Ducale - Via Giardini 3 - tel. 0536.29022
I N F O
Modena > Pavullo > Lama Mocogno > Montecreto
Modena > Vignola > Fanano > Sestola > Montecreto
Consorzio Valli del Cimonetel 0536.325586 - www.vallidelcimone.it
Il Parco del Castagno a Montecreto è un’area verde attrezzata con giochi e
tavoli da pic-nic all’ombra di meravigliosi castagni secolari, uno degli spazi
verdi più belli e suggestivi dell’Appennino, ideale per trascorrere una giornata
di svago e riposo. All’interno del parco c’è anche una pista di pattinaggio
ed un antico metato ristrutturato recentemente. Il metato è la tradizionale
struttura a due piani dove una volta si essiccavano le castagne, accendendo
un fuoco al piano inferiore che scaldasse in maniera dolce e costante le
castagne stivate al piano superiore. I metati sono la viva testimonianza di
quanto la coltivazione del castagno fosse fondamentale per le genti dell’Ap-
pennino: le castagne erano infatti una delle principali risorse alimentari della
vita montanara, potevano essere trasformate in un’infinità di prodotti diversi
(farine, pani, conserve...)
Negli ultimi anni il Parco del Castagno è luogo di incontro per il progetto “Ci-
mone in Famiglia”, un ricco calendario estivo di eventi ed iniziative dedicati
a grandi e piccini.
I N F O Modena > Pavullo > Lama Mocogno > Montecreto
Comune di Montecreto tel. 0536.63722 [email protected]
Relax all’ombra dei castagni
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Nacque a Montecuccolo di Pavullo nel 1609. Intelligenza vivace, fin dalla giovane età si dedicò allo studio; affasci-
nato dalla carriera militare si arruolò nelle fila dell’esercito asburgico e, grado dopo grado, scalò la gerarchia militare
diventando feldmaresciallo, ovvero comandante in capo, condottiero vittorioso in tutte le campagne militari d’Europa
dal 1625 al 1675, dalla Guerra dei Trent’Anni (1618-1648) in poi. E’ soprattutto celebre per aver fermato l’avan-
zata dell’esercito turco su Vienna nel 1664. Il conte modenese fu anche uno straordinario stratega, uomo politico e
diplomatico di primo piano; nei suoi trattati a carattere principalmente militare si ritrova l’eco della sua vasta cultura.
Un personaggio di grande risonanza, ammirato anche da Voltaire e Napoleone, considerato da Ugo Foscolo come il
più importante erudito capo militare italiano di epoca moderna.
Raimondo Montecuccoli
Il toponimo Olina deriva dal latino aula, un luogo ario-
so e libero, aperto: Olina infatti era una località fertile
e dal clima mite che ricopriva un ruolo chiave nella
Su di uno sperone roccioso che precipita a picco sul
borgo di Roccapelago sorge il pittoresco castello di
Obizzo da Montegarullo, condottiero ribelle vis-
suto nel XIV secolo che osò sfidare il potere degli Este
di Ferrara.
Sul finire del Cinquecento il castello viene trasforma-
to in un complesso ecclesiastico; tuttavia gli elementi
tipici dell’architettura castellana sono ancora ben visi-
bili: nel punto più alto, il mastio è riconvertito in cam-
panile; il corpo principale del palazzo del feudatario
viene adattato a chiesa parrocchiale, fra le più ricche
della montagna modenese per importanza dei dipinti
La riserva naturale orientata di Sassoguidano com-
prende un’area di circa 280 ettari, affacciata sulle rive
del fiume Panaro. La zona di Sassoguidano presenta
caratteristiche geomorfologiche particolari e ospi-
ta numerose specie protette di animali e vegetali, tra
cui la presenza spettacolare di numerosi rapaci come
il falco pellegrino, la poiana, il gheppio e lo sparviere.
Questi uccelli trovano il loro habitat di nidificazione
nel Cinghio di Malvarone, un imponente complesso
viabilità transappenninica del XVI secolo come fiorente
punto di incontro di traffici e commercio rurale.
Al 1522 risale infatti il meraviglioso ponte sullo
Scoltenna, uno dei manufatti ingegneristici più signi-
ficativi di tutto il Frignano.
Il ponte è costituito da un’unica arcata di forma para-
bolica, sormontata da un’edicola coperta da un tettuc-
cio a due falde, che ospita sedili per i viandanti. Oltre
al ponte, dalla linea leggera e possente allo stesso
tempo, ad Olina si può ammirare anche la graziosa
parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo situata nella
parte alta del borgo medievale: citata nei documenti
fin dal 1400 ospita una bella pala d’altare del 1610
dai colori di forte impatto, La Madonna del Rosario fra
i Santi Pietro e Paolo, opera del fananese Magnanini.
Nella chiesetta si trova anche un organo di Domenico
Traeri, famoso organaro del ducato estense.
e degli arredi lignei seicenteschi,
mentre il corpo di guardia all’ingres-
so, è stato recentemente “ricreato”
dall’allestimento museale con armi
e presidio militare.
In quelle che un tempo erano le
prigioni del maniero ora è ospitato
il museo “Sulle orme di Obizzo”,
una suggestiva ricostruzione di
reperti medievali, stemmi, armi
e costumi, con una ricca parte do-
cumentaria che rievoca gli eventi
cruciali accaduti a Roccapelago nel
1393: seguendo la narrazione della
Cronaca contemporanea di Giovan-
ni Sercambi si ripercorrono le fasi
del conflitto fra la Repubblica di Lucca, alleata degli
Este, e il ribelle Obizzo da Montegarullo che qui aveva
il suo rifugio.
roccioso in roccia calcarenitica: un tipo di roccia sedi-
mentaria composta da frammenti di alghe, molluschi e
altri organismi marini fossili. Il Cinghio di Malvarone
divide il territorio della Riserva in due parti: l’altopiano
di Sassoguidano, a nord nord-est, e i pendii argillosi
che scendono fino alla fondovalle del Panaro, a sud
sud-ovest.
Un altro aspetto geomorfologico interessante è la pre-
senza di una forma di carsismo superficiale che
crea le tipiche depressioni: l’acqua presente nel ter-
reno dissolve lentamente il carbonato di calcio nelle
rocce determinando la formazione di imbuti, inghiotti-
toi, piccole doline. Proprio sul fondo di una di queste
depressioni del terreno si raccolgono le acque che
danno vita allo stagno di Sassomassiccio, un piccolo
ambiente umido abitato da anfibi come il tritone cre-
stato, il rospo e la raganella.
Numerose e interessanti le attività in calendario
proposte dal Centro Visita: feste all’aperto, educa-
zione ambientale, sport e letture animate.
Olina
Sulle orme di Obizzo
Birdwatching e geologia a Sassoguidano
I N F O
Modena > Pavullo > Olina
www.comune.pavullo-nel-frignano.mo.it
I N F O
Modena > Pavullo > Sassoguidano
www.riservasassoguidano.it
tel. [email protected]
I N F O
Modena > Pavullo > Lama Mocogno > Pievepelago
www.roccapelago.it
Via della Chiesa - 41020 Roccapelagotel. 0536.72319 - 71278.71890
Comune di Pievepelago
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Le capanne celtiche sono particolari costruzioni in pietra, diffuse soltanto
nella valle del Pelago, ad uso agricolo o pastorale. Caratterizzate da una
semplice struttura a pianta rettangolare e costruite in sasso, hanno le
“penne” sul tetto: lastre di arenaria che sostengono il tetto, anticamen-
te ricoperto di paglia di segale dalle ottime proprietà isolanti. Proprio
l’aspetto caratteristico conferito dalle “penne” ha fatto sì che gli studiosi
riconducessero tali costruzioni a quelle irlandesi e bretoni ad opera dei
Celti, facendo ipotizzare la presenza dell’antico popolo in queste zone
intorno al IV secolo a.C. Non esistono tuttavia ipotesi concordanti e l’ori-
gine di queste misteriose capanne non è ancora stata chiarita. E’ invece
più certa, seppur ammantata di leggenda, l’origine del Ponte della Fola,
sul torrente Scoltenna: un magnifico esemplare di ponte in pietra a dop-
pia arcata, ovvero a schiena d’asino. Costruito in epoca tardomedievale,
è l’unico esemplare di ponte in pietra a due arcate in tutta l’Emilia: la
perizia e la maestria con cui venne edificato era tale che la tradizione
popolare lo diceva opera del Diavolo. Il ponte è ben visibile dalla strada
per Pievepelago.
I N F O Modena > Pavullo > Lama Mocogno > Pievepelago
Le misteriose capanne e il ponte della Fola
Il Lago Santo è incastonato nell’alta valle delle Tagliole
a 1500 m di altitudine.
La sua posizione è scenografica, con la parete del
monte Giovo che piomba nel lago sul lato ovest, ed è
strategica per chi vuole avventurarsi alla scoper-
ta della bellezza di questo angolo di montagna.
Dal lago Santo infatti sono numerosi i sentieri che si
dipartono, ad esempio alla volta del monte Giovo o,
spostandosi in una valle laterale, raggiungono il più
selvaggio Lago Baccio, sempre di origine glaciale, per
Nei boschi di quercia e castagno al confine con i tre
comuni di Polinago, Lama Mocogno e Pavullo si trova
una delle meraviglie geologiche più interessanti
dell’Appennino modenese: è un grande monolito di
arenaria modellato in forma di ponte dagli agenti at-
mosferici. E’ lungo 33 metri, alto 3 e con un’ arcata al-
trettanto alta, sotto alla quale si trova una depressione
del terreno che diventa un piccolo torrentello durante
le piogge, ma nella tradizione popolare sono molte le
leggende fiorite per spiegarne le origini...
Il Diavolo in persona infatti avrebbe dovuto do-
nare questo ponte ad un contadino che, stanco di
dover faticare nel guado di un corso d’acqua, in cam-
bio del ponte avrebbe venduto l’anima al maligno. Ma
nel bosco il Diavolo si imbattè in un sabba di streghe
che ballavano in una radura e ammaliato dalla danza
si dimenticò del sorgere del sole: fu costretto ad una
precipitosa fuga, lasciando il ponte dove si trova ora.
proseguire fin sulla cima del monte
Rondinaio da cui è possibile con-
catenare sul crinale, ritornando
sulla vetta del Giovo. Un pic-nic
estivo sulla riva del Baccio, una
camminata più impegnativa fino
al crinale o un itinerario alpinistico
invernale nei numerosi canali del
monte Giovo offrono soddisfazio-
ne a tutti gli amanti della mon-
tagna, ad ogni livello. E ancora
scialpinismo, passeggiate con le
ciaspole...
Particolarmente d’effetto (ma ri-
servata ad alpinisti esperti) la
traversata invernale dalla cima del
Rondinaio a quella del Giovo: un itinerario ad anello
lungo l’aerea cresta tra i due monti che non ha nulla da
invidiare ad altri e più alti ambienti alpini.
Inoltre la zona del lago Santo è servita da due rifugi in
cui è possibile mangiare e pernottare.
Nell’eco della leggenda i geologi hanno riscontrato
anche un pizzico di verità poichè si è appurato che il
ponte è stato spostato qui per effetto di un cataclisma
naturale o un forte movimento tellurico. Il ponte è rag-
giungibile da Brandola con una camminata di un paio
d’ore o da Lama Mocogno, la via più diretta.
Lago Santo: escursionismo e alpinismo
Ponte Ercole il ponte del Diavolo
I N F O
Modena > Pavullo > Lama Mocogno > Pievepelago > Loc. Tagliole
www.appenninomodenese.net
I N F O
Modena > Maranello > Serramazzoni > Gombola
Ass. Aria Aperta tel. 0536.49195 www.aria-aperta.it
I N F O
Modena > Maranello > Serramazzoni > Polinago > Brandola
http://sentieriweb.regione.emilia-romagna.it
Comune di Polinago
Il Castello medievale di Gombola è costruito su di un
impervio cinghio a precipizio sul fiume. Nei pressi del
Castello rimangono la chiesa, un massiccio campa-
nile con base a scarpa, un oratorio e la Podesteria.
Quest’ultima, un tempo residenza del podestà estense
che governava la valle, è stata ristrutturata ed è di-
ventata un ostello agreste tutto particolare, un luogo
di accoglienza e di sperimentazione dedicato soprat-
tutto ai bambini; in un ambiente verde e tranquillo
è possibile fare passeggiate, conoscere la storia
e i prodotti tipici dell’Appennino ma soprattutto
scoprire un amico insolito: l’asino.
L’Asineria di Gombola è la “casa” degli asini di Gombo-
la: inserita in un ambiente ad alto valore paesaggistico,
è il luogo ideale per familiarizzare con gli asinelli, svol-
gere passeggiate e riposare nell’ombra del boschetto,
mentre nel CarezZoo è possibile fare la conoscenza
ravvicinata degli altri animali del mondo agreste: abi-
tuati alla presenza umana infatti questi animali si la-
sciano avvicinare e accarezzare da grandi e piccini. Le
attività che si possono fare a Gombola sono tantissi-
me, aperte a tutti e sempre nel segno della natura.
Gombola la podesteria e gli asinelli
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I N F O
Modena > Maranello > Serramazzoni > Monfestino
www.parcoluoghidellanima.it
per richiedere la pubblicazione [email protected]
I N F O
Modena > Sassuolo > Varana
Gruppo Naturalistico L’Ofiolite di Varana tel. 059.570369
Comune di Serramazzoni
Il Parco dei Luoghi dell’Anima è un parco diffuso
sul territorio e collega simbolicamente tra loro
diversi luoghi, significativi in termini di fede, spi-
ritualità e ispirazione; luoghi che naturalmente of-
frono occasioni per fermarsi, per riconciliarsi con la
natura, con gli uomini e con sé stessi, per riscoprire
valori e significati a volte dimenticati. Testimonianze
storiche e artistiche, antiche tradizioni agiografiche e
culturali - presenti anche in eventi, sagre e feste che
tuttora scandiscono l’anno - comunità religiose e mo-
nastiche. Nel territorio di Serramazzoni, la pieve ro-
manica di Rocca Santa Maria è luogo di ispirazione
e raccoglimento: arroccata su di una roccia scoscesa,
quasi inaccessibile e molto suggestiva, ha origini mol-
Il borgo antico di Varana con le sue graziose case
in sasso ben ristrutturate si raccoglie intorno ad una
bella rupe ofiolitica che domina la valle.
I Sassi, grandi macigni dal colore scuro-verdastro
simile alla pelle dei rettili, sono affioramenti di roc-
cia vulcanica probabilmente di origine effusiva sotto-
marina. Le ofioliti o serpentiniti, dure e compatte, si
distinguono grazie al fenomeno dell’erosione selettiva
che le fa emergere chiaramente dall’interno di giaci-
menti argillosi, rocce meno coese e più facilmente in-
taccabili dagli elementi.
Proprio per questo motivo in tutta la zona appenninica
molti affioramenti ofiolitici sono stati spesso la sede
deputata alla costruzione di rocche, castelli e sistemi
fortificati: anche sui Sassi di Varana un tempo sorgeva
un’antica torre di difesa.
Il particolare ambien-
te naturale dei Sassi
costituisce un habi-
tat molto vario per
numerose specie
vegetali e animali:
non è difficile veder
fiorire l’aquilegia, il
giglio martagone e il
campanellino mentre
durante i tramonti
estivi gli arrampicatori
che scalano le pareti
dei sassi sono accom-
pagnati dai movimenti
furtivi dei biacchi, in-
nocui rettili che abita-
no gli anfratti rocciosi
di Varana.
Nei pressi del borgo è stato allestito un orto botanico
a cura del Gruppo Naturalistico l’Ofiolite di Varana, che
organizza eventi e incontri alla scoperta del magico
ambiente dei Sassi.
to remote, addirittura preceden-
ti all’anno Mille. L’interno della
chiesa è maestoso e solenne
nella sua semplicità, imprezio-
sito dai magnifici capitelli delle
colonne, scolpiti finemente e
decorati con motivi a fogliame,
a intrecci vegetali e geometrici.
Le cascate del Bucamante
sono un altro luogo ricco di fa-
scino, nascosto fra i boschi di
carpini e querce nella stretta
valle fra il castello di Monfesti-
no ed il monte Cornazzano. Il
rio Bucamante qui scorre cre-
ando suggestive balze d’acqua
mentre il letto del torrente è ammantato di bianco, per
effetto dei residui calcarei dell’acqua. L’evocativo topo-
nimo è legato alla leggenda dell’amore infelice tra due
giovani che avevano le cascate come luogo di incontro
prediletto: la loro unione, osteggiata dal padre della
fanciulla, ebbe tragica conclusione proprio nel buco
scavato dallo scorrere dell’acqua e dal quel momento
le cascate divennero la Buca degli Amanti.
I Luoghi dell’Anima cascate, antichi castelli e rocche sacre
L’ofiolite e il borgo di Varana sassi
L’arrampicata sportiva è un’attività che consente uno stretto
contatto con la natura, una disciplina molto varia che oltre alle
capacità tecniche richiede agilità, senso dell’equilibrio, forza
mentale e tattica.
Forse non tutti sanno che Varana era la palestra di roccia dei
Modenesi dove si scalava già dagli anni ‘50.
Dimenticata per lunghi anni a favore di altre falesie di arram-
picata, la palestra di roccia di Varana è stata recentemente
riattrezzata: più di 40 itinerari di arrampicata sportiva di ogni
difficoltà si trovano sulle pareti del sasso più alto, alcuni riper-
corrono vie storiche e altri sono stati aperti ex novo.
Le vie sono state ripulite e messe in sicurezza con l’utilizzo di
nuovi chiodi e nuove catene per le soste.
I N F O
Modena > Sassuolo > Varana
“Falesie ritrovate: Varana, Valbona San Leonardo”
Marcello Lugli Giampaolo Simonini,
Eccentrico Edizioni 2008
ASD Equilibrium, via Tincani Martelli 140, Portile, Modena
tel.059460538 www.equilibriumweb.it
Arrampicata sportivasulle pareti di Varana
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Comune di Sestola
I N F O
Modena > Vignola > Fanano > Sestola
Musei del Castello tel. 0536.62324 0536.62743
I N F O
Modena > Vignola > Fanano > Sestola
Parco del Frignano, tel. 0536.72134
Ufficio IAT del Comune di Sestola, tel. 0536.62324.
Il paese di Sestola è dominato
dalla mole imponente del castel-
lo, un sistema fortificato risalente
addirittura all’VIII secolo, arrocca-
to su un alto sperone roccioso a
picco sulle vallate di Scoltenna e
Leo. Durante il Medioevo la rocca
aveva un’importanza strategica
nel controllo del territorio frigna-
nese e fu lungamente contesa da
Modenesi e Bolognesi: nel XVI
secolo l’architettura del fortilizio
venne rafforzata per resistere ai
colpi di artiglieria e ancora oggi,
nonostante le modifiche che si sono succedute nel
corso degli anni, si possono notare i bastioni a stella
che racchiudono il castello. Dentro alla cinta mura-
ria si può visitare il bell’oratorio dedicato a San
Nicolò, un piccolo capolavoro di impianto romanico
dove sono stati portati alla luce alcuni affreschi del
‘400 opera del lucchese Tommaso Ribechino, rimasti
nascosti per trecento anni in un’intercapedine muraria.
Nel castello di Sestola sono ospitati due particolari
Sulle pendici del Cimone a 1500 m di altitudine il Lago
della Ninfa è circondato dai boschi: un ottimo luogo
di sosta per crogiolarsi nella natura a bordo lago, cer-
cando la sfuggente ninfa dagli occhi verdissimi che si
dice abitasse questi luoghi. O magari partire alla volta
di una delle emozionanti avventure che il luogo propo-
ne ai visitatori. Chi ama camminare può percorrere
il Sentiero dell’Atmosfera: un percorso che da Pian
Cavallaro sale sulla vetta del monte Cimone (circa 300
metri di dislivello) ed introduce, passo dopo passo, ai
segreti dell’atmosfera e del clima che cambia grazie
ai punti informativi disseminati lungo il percorso. Sulla
vetta del Cimone infatti si trova la stazione di ricerca
“O.Vittori”, uno dei due osservatori del CNR-ISAC che
misurano lo stato di salute e la composizione dell’atmo-
sfera: l’altro è sito ad oltre 5000 metri di quota, pres-
so il Laboratorio-Osservatorio Piramide del Comitato
Ev-K²-CNR ai piedi del versante nepalese dell’Everest.
Grandi e piccini in cerca di un brivido in più potran-
no divertirsi sui percorsi attrezzati dell’Adventure
Park: tree climbing, arrampicata, tirolesi tese tra gli
alberi su cui scivolare a tutta velocità e ponti tibetani
sospesi nel vuoto sono solo alcune delle innumerevo-
li, divertenti attività che si svolgono in sicurezza sotto
l’occhio attento delle Guide Alpine del Cimone.
musei: il Museo della Civiltà
Montanara e il Museo degli
Strumenti Musicali Meccanici.
Nel primo sono raccolti più di
1500 oggetti di uso quotidiano
della vita montanara del passa-
to mentre il secondo propone
l’originale Collezione Eduard
Thoenes: un itinerario sonoro
curioso, dal Seicento a oggi, at-
traverso la musica di pianole, or-
ganetti, carillons e automi, cioè
macchine destinate a suonare
senza l’intervento dell’uomo: la
musica infatti è “scritta” su un supporto meccanico,
come un cilindro punzonato, un cartone perforato, un
disco metallico. E poi, ancora i preziosi piani a cilindro
provenienti dalla Svizzera e dalla Germania, i pianofor-
ti automatici e gli antichi organetti di Barberia.
Sestola e la sua rocca
Ninfe, scienza e brividi sospesi all’ombra del Cimone
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eventi & appuntamenti
informazioni & accoglienza
Primavera
Pievepelago, aprile, Festa del Coccin Coccetto
Pavullo, inizio aprile, Festa del Cioccolato
Pievepelago, fine maggio,
Infiorata del Corpus Domini
Pievepelago, metà maggio,
Rassegna Verdepieve: festa delle colture locali
Estate
Sestola, metà giugno, Notte Blu e Bike Festival
Serramazzoni, da giugno a settembre,
venerdì sera, Mercatino Artigianato e Natura
Montecreto, inizio luglio, Festa della Madonna
del Trogolino e Palio degli Asini
Fanano, fine luglio, Rassegna dei
Frutti di Montagna
Pievepelago, fine luglio, Appennino Cinefestival e
Fiera del libro di montagna, le Vie del Suono
Pavullo, terzo fine settimana di luglio, Sagra di
Monfestino e Rievocazione Medievale
Polinago, fine luglio, Brandola in Festa
Pievepelago, agosto, Rievocazione storica
e festa medievale
Montecreto, agosto, Festival Itinerante
di Cultura Popolare
Pavullo, 13-15/08, Sagra dell’Assunta
Pavullo, 24 agosto, Sagra di San Bartolomeo
Pavullo, fine agosto, Sagra della Crescentina
Fanano, fine agosto, Sagra del Mirtillo
Serramazzoni, fine agosto, Sagra del Borlengo
Autunno
Fanano, fine settembre, Festa del Fungo
Lama Mocogno, inizio ottobre, Sagra del
Parmigiano Reggiano
Sestola, ottobre, Giochi di cioccolato e croccante
Fanano, metà ottobre, Festa della castagna
Montecreto, fine ottobre, Festa della Castagna
Pievepelago, fine ottobre, Castagnammm!
Festa della Castagna
Inverno
Pievepelago, I fine settimana di dicembre,
Mercatini natalizi
Polinago, 24 dicembre, Zampognata di Natale
Sestola, 24/25 dicembre, Presepe vivente
itinerante e Concerto di Natale
Sant’Anna Pelago, 5 gennaio,
Mascherata della Befana
IAT del Cimone, Comuni di Sestola, Fanano, Fiumalbo, Lama Mocogno, Montecreto, Pievepelago,
Riolunato, Serramazzoni
Corso Umberto I° 3, Sestola, tel. 0536 62324, fax 0536 61621 - [email protected]
UIT del Frignano dei Comuni di Pavullo e Polinago:
Piazza Montecuccoli 1, Pavullo nel Frignano tel. 0536 29021- 0536 29964, fax 0536 29961
Polinago: Corso Roma 71, tel. 0536 47000 fax 0536 47672
www.appeninomodenese.net
sapori tipici, musica, mercatini, feste in piazza, teatro, tradizioni e celebrazioni...
I ristoranti di Modena a TavolaMontecretoCA’ CERFOGLI - chiuso lunedì e mercoledì
Via Montegrappa 6/8, Acquaria di Montecreto, tel. 0536.65052
www.albergocacerfogli.it
MARIA - chiuso lunedì
Via Montegrappa 26, Acquaria di Montecreto, tel. O536.65007
SerramazzoniLA NOCE - chiuso domenica
Via Giardini 7, Montagnana, tel. 0536.957174
www.lanoce.it
SestolaSAN ROCCO - chiuso lunedì
C.so Umberto I 47, Sestola, tel. 0536.62382
ZITA - chiuso martedì e mercoledì
Piazza San Giorgio 11, Sestola (loc. Vesale), tel. 0536.64278
www.locandazita.com
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Caseifi cio Sociale Del Panaro di VericaVia Fondovalle Panaro, 20 - Verica
41020 Pavullo nel Frignano (Mo)
tel. e fax 053648267
coordinate geografiche
44° 20’ 2,8’’ N - 10° 55’ 41,8’’ E
Caseifi cio Sociale San Lucio MontardoneVia Giardini Nord, 7087 - Rocca Santa Maria
41028 Serramazzoni (Mo)
tel. e fax 0536.957038
coordinate geografiche
44° 28’ 12’’ N - 10° 48’ 32’’ E
Caseifi cio Poggio CastroVia Giardini Nord, 32
41026 Pavullo nel Frignano (Mo)
tel. 0536.23963 fax 0536.324151
coordinate geografiche
44° 21’ 10,6’’ N - 10° 50’ 27’’ E
Caseifi cio Sociale Rio San MicheleVia Giardini Sud, 327 - Camatta
41020 Pavullo nel Frignano (Mo)
tel. e fax 053641006
coordinate geografiche
44° 18’ 42,1’’ N - 10° 47’ 30,7’’ E
apertura punto vendita
tutti i giorni
8.30 - 12.30 15.30 - 19.30
chiuso: mercoledì
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
salumi, aceto, sottoli, miele, confetture,
panna cotta, formaggio fuso, burro, ricotta,
caciotte, pecorini, caprino
prossima apertura punto vendita
tutti i giorni
8.30 - 12.30 16.00 - 20.00
apertura punto vendita
tutti i giorni
8.30 - 13.00 16.00 - 19.00
chiuso: lunedì
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
salumi vari, pecorino, yogurt, marmellate,
pasta, farina, ricotta, burro
apertura punto vendita
tutti i giorni
8.30 - 12.30 15.30 - 19.30
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
pecorini, caprini, caciotte, burro, ricotta
Allevamenti conferenti latte (n°) 8
Latte lavorato annuo (q.li) 12.000
Produzione annuale forme (n°) 3.631
Caldaie sala lavorazione (n°) 8
Allevamenti conferenti latte (n°) 9Latte lavorato annuo (q.li) 28.000Produzione annuale forme (n°) 5.200Caldaie sala lavorazione (n°) 7Attivo dal (anno) 1950
Allevamenti conferenti latte (n°) 2Latte lavorato annuo (q.li) 23.000Produzione annuale forme (n°) 4.100Caldaie sala lavorazione (n°) 8Attivo dal (anno) 1990
Allevamenti conferenti latte (n°) 12
Latte lavorato annuo (q.li) 22.000
Produzione annuale forme (n°) 4.000
Caldaie sala lavorazione (n°) 6
matricola matricola matricola matricola1276122910161006
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Caseifi cio Sociale PelloniVia San Dalmazio, 1113
41028 Serramazzoni (Mo)
tel. e fax 0536.953600
coordinate geografiche
44° 24’ 45,9’’ N - 10° 50’ 57,6’’ E
Società Cooperativa Superchina CanevareVia Ca’ Frati, 200
41021 Fanano (Mo)
tel. e fax 0536.68031
coordinate geografiche
44° 12’ 26’’ N - 10° 46’ 23’’ E
Caseifi cio Sociale Santa MariaVia del Fiorentino, 2 - Cinghianello
41040 Polinago (Mo)
tel. e fax 0536.47387
coordinate geografiche
44° 20’ 57’’ N - 10° 44’ 26’’ E
Caseifi cio Sociale San Pietro in Rio TortoVia Giardini Sud, 2451 int.1 - Selva
41028 Serramazzoni (Mo)
tel. e fax 0536.954706
coordinate geografiche
44° 24’ 28,2’’ N - 10° 47’ 52,1’’ E
apertura punto vendita
tutti i giorni
8.00 - 12.30 16.00 - 19.30
chiuso: martedì pomeriggio
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
pecorino misto, pecorino sardo, caciotte,
gorgonzola, miele, salumi, vino, aceto,
sottoli, confetture, burro, ricotta
apertura punto vendita
tutti i giorni 8.30 - 12.30 15.00 - 19.00
estivo: 8.30 - 12.30 15.30 - 19.30
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
yogurt, mozzarelle, panna cotta, spalmino,
salumi, marmellate, vini, dolci, aceto balsa-
mico tradizionale, olio extravergine, pane
fresco, sottoli, burro, ricotta
apertura punto vendita
tutti i giorni
7.00 - 12.00 16.00 - 19.30
chiuso: lunedì pomeriggio
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
formaggio fuso (vari gusti), caciotta mista,
caciotta solo latte di mucca, caciotta pe-
peroncino, pecorino toscano dolce, peco-
rino sardo, pecorino stagionato in grotta,
formaggio di capra, prodotti della “Sorgente
di Barigazzo”
apertura punto vendita
tutti i giorni
8.30 - 12.30 16.00 - 19.30
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
salumi, caciotte, pecorini, salse, burro, ricotta
Allevamenti conferenti latte (n°) 3Latte lavorato annuo (q.li) 31.000Produzione annuale forme (n°) 5.000Caldaie sala lavorazione (n°) 8
Allevamenti conferenti latte (n°) 10Latte lavorato annuo (q.li) 22.800Produzione annuale forme (n°) 3.200Caldaie sala lavorazione (n°) 9Attivo dal (anno) 1971
Allevamenti conferenti latte (n°) 13Latte lavorato annuo (q.li) 30.000Produzione annuale forme (n°) 5.000Caldaie sala lavorazione (n°) 8Attivo dal (anno) 1965
Allevamenti conferenti latte (n°) 9Latte lavorato annuo (q.li) 19.000Produzione annuale forme (n°) 3.600Caldaie sala lavorazione (n°) 7Attivo dal (anno) 1995
matricola matricola matricola matricola2820266125901415
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Caseifi cio Sociale Santa LuciaVia per Vesale, 141
41029 Sestola (Mo)
tel. e fax 0536.67161
coordinate geografiche
44° 15’ 36,4’’ N - 10° 49’ 29’’ E
Industria Casearia PievepelagoVia Isola Lunga, 4
41027 Pievepelago (Mo)
tel. e fax 0536.71860
coordinate geografiche
44° 11’ 54’’ N - 10° 36’ 36’’ E
Caseifi cio Sociale San MartinoVia Giardini, 14
41023 Lama Mocogno (Mo)
tel. e fax 0536.41205
coordinate geografiche
44° 18’ 41’’ N - 10° 46’ 27’’ E
Caseifi cio Sociale Santa RitaVia Pompeano, 2290/1 - Pompeano
41028 Serramazzoni (Mo)
tel. 0536.950193 fax 0536.951007
www.caseificiosantarita.com
coordinate geografiche
44° 23’ 28’’ N - 10° 46’ 15’’ E
apertura punto vendita
tutti i giorni
9.00 - 12.30 15.00 - 19.00
chiuso: lunedì
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
pecorino, vino, aceto, sottaceti, sottoli, olio,
confetture
apertura punto vendita
tutti i giorni
7.30 - 13.00 15.00 - 19.00
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
miele, burro, ricotta
apertura punto vendita
tutti i giorni
8.30 - 12.30 15.30 - 19.30
chiuso: lunedì pomeriggio
apertura punto vendita
tutti i giorni
9.30 - 12.30 15.30 - 19.00
chiuso: lunedì e giovedì pomeriggio
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
Parmigiano-Reggiano da agricoltura biologi-
ca, Parmigiano-Reggiano “Vacche Bianche”,
marmellate, vino, pasta, salumi biologici,
miele, sottaceti, olio, aceto, liquori, farine
Allevamenti conferenti latte (n°) 5
Latte lavorato annuo (q.li) 15.000
Produzione annuale forme (n°) 2.273
Caldaie sala lavorazione (n°) 5
Allevamenti conferenti latte (n°) 23Latte lavorato annuo (q.li) 23.000Produzione annuale forme (n°) 4.100Caldaie sala lavorazione (n°) 6Attivo dal (anno) 1953
Allevamenti conferenti latte (n°) 5Latte lavorato annuo (q.li) 9.000Produzione annuale forme (n°) 1.750Caldaie sala lavorazione (n°) 5Attivo dal (anno) 1965
Allevamenti conferenti latte (n°) 9Latte lavorato annuo (q.li) 23.084Produzione annuale forme (n°) 4.087Caldaie sala lavorazione (n°) 6Attivo dal (anno) 1964
matricola matricola matricola matricola2895287628442828
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Caseifi cio Sociale RoncoscagliaVia Statale per Roncoscaglia, 78 - Roncoscaglia
41029 Sestola (Mo)
tel. 0536.62099 fax 0536.900213
www.roncoscaglia.itpossibilità di acquistare i prodotti on-line
coordinate geografiche
44° 14’ 36’’ N - 10° 44’ 44’’ E
Caseifi cio Sociale Sant’Antonio di CrocetteVia Giardini Nord, 155
41026 Pavullo nel Frignano (Mo)
tel. e fax 0536.23200
coordinate geografiche
44° 22’ 8’’ N - 10° 50’ 6’’ E
Caseifi cio Sociale San GiuseppeVia Pangone, 11 - Pianorso
41023 Lama Mocogno (Mo)
tel. e fax 0536.47170
coordinate geografiche
44° 20’ 15’’ N - 10° 41’ 23,8’’ E
Caseifi cio Sociale Beato MarcoVia per Palagano, 73
41023 Lama Mocogno (Mo)
tel. e fax 0536.44242
coordinate geografiche
44° 18’ 34,5’’ N - 10° 42’ 44,2’’ E
apertura punto vendita
tutti i giorni
7.30 - 12.30 15.00 - 19.30
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
prodotti equosolidali, prosciutti locali, burro,
ricotta
apertura punto vendita
tutti i giorni
9.00 - 12.30 16.00 - 19.30
chiuso: martedì pomeriggio
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
salumi, marmellate, aceto balsamico, sotta-
ceti, burro, ricotta
apertura punto vendita
tutti i giorni
8.30 - 12.30 15.30 - 19.30
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
pecorino, caprino, caciotte, salumi, vino,
confetture, burro, ricotta
apertura punto vendita
tutti i giorni
8.00 - 12.30 15.30 - 19.30
chiuso: lunedì pomeriggio
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano
vino, aceto, caciotte, pecorino, miele,
caprino, burro, ricotta
Allevamenti conferenti latte (n°) 9Latte lavorato annuo (q.li) 18.000Produzione annuale forme (n°) 3.100Caldaie sala lavorazione (n°) 4Attivo dal (anno) 1954
Allevamenti conferenti latte (n°) 5Latte lavorato annuo (q.li) 10.000Produzione annuale forme (n°) 1.700Caldaie sala lavorazione (n°) 4Attivo dal (anno) 1958
Allevamenti conferenti latte (n°) 5Latte lavorato annuo (q.li) 6.000Produzione annuale forme (n°) 1.100Caldaie sala lavorazione (n°) 3Attivo dal (anno) 1950
Allevamenti conferenti latte (n°) 12Latte lavorato annuo (q.li) 15.000Produzione annuale forme (n°) 2.400Caldaie sala lavorazione (n°) 6Attivo dal (anno) 1962
matricola matricola matricola matricola2978293529192901
Leo TurriniFrassinoro
Scrittore e giornalista. Segue da anni i grandi dello sport per i quotidiani Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno.
E’ considerato uno dei maggiori esperti di Formula 1 in particolare della Ferrari,
ma la sua attività si concentra anche su calcio, ciclismo e pallavolo.
Coltellino d’Oro 2007 assegnato dal Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano
A Montefiorino ci sono tante cose buone.
A Palagano ci sono tante cose buone.
A Frassinoro ci sono tante cose buone
A Prignano ci sono tante cose buone.
Ci sono anche, in ognuno di questi quattro territori, tante persone buone.
Assieme, fanno un Parmigiano Reggiano buonissimo: parola di montanaro!
Valle del Dolo e del Dragone
Frassinoro
Montefiorino
Palagano
Prignano sulla Secchia
Prati primaverili intorno a Palagano
Le tracce di Matilde di Canossa
ed i luoghi della Libertàun percorso tra Storia e Memoria
alla scoperta di sapori preziosied antiche tradizioni
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Dra
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2852
Prignanosulla Secchia
per Polinago
per Serramazzoni
per Lama Mocogno
per Pievepelago
Passo delle Radici
Montefiorino
Palagano
Frassinoro
Indice Valli del Dolo e del Dragone
L E G E N D A
arte - cultura
natura - ambiente - attività
curiosità
I caseifici con vendita al pubblico
3 Il Museo della Repubblica Partigiana p.119
4 La centrale di Farneta p.120
5 Vitriola e la Via Bibulca p.120
Il tartufo p.121
Montefiorino
1 L’Abbazia di Frassinoro p.118
2 Il Sentiero Matilde p.119
Frassinoro
6 Monte Santa Giulia p.121
7 La Valle del Dragone p.122
Palagano
8 Sassomorello p.122
9 La Rupe del Pescale p.123
Prignano sulla SecchiaEventi & Appuntamenti p.124
1263 Coop. Cas. San Lorenzo p.126
2852 Coop. Cas. Val del Dolo p.126
2854 Cas. Soc. Casola di Montefi orino p.127
2877 Cas. Coop. di Monchio p.127
2887 Cas. Soc. di Costrignano p.128
2981 Coop. Cas. Savoniero e Susano p.128
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Nel 1071 Beatrice di Lotaringia e la figlia contessa
Matilde di Canossa fondarono un’abbazia benedettina
che aveva in dote vasti possedimenti terrieri ed eserci-
tava il suo dominio sulle vallate di Dolo e Dragone.
L’abbazia era ben diversa dalle altre chiese della montagna modenese: costruita con marmo di Carra-
ra e pezzi di reimpiego di epoca romana, rappresenta-
va il prestigio e il potere della dinastia canossiana.
Andata distrutta nel XV secolo a causa di una frana, i
pochi pezzi rimasti vennero utilizzati per edificare l’at-
Nella Rocca medievale di Montefiorino, massiccio ba-
luardo difensivo anticamente appartenuto ai signori
di Montecuccolo, è allestito uno dei più importanti musei della Resistenza esistenti in Italia. Il luogo
è profondamente simbolico dal momento che proprio
nella Rocca fu la sede della Repubblica Partigiana di
Montefiorino: uno dei primissimi e coraggiosi tentati-
vi, nell’Italia del 1944 invasa dall’esercito tedesco, di
I possedimenti della Contessa Matilde nell’XI secolo
comprendevano un feudo molto esteso, che andava
dall’Alto Lazio al lago di Garda.
Nel territorio dell’Appennino tosco-emiliano le vecchie
direttrici viarie che collegavano le terre di Matilde sono
state recuperate: nel territorio modenese, tra il ponte
di Cadignano (Frassinoro) e il passo di San Pellegrino
in Alpe ci sono 25 km di sentieri percorribili a pie-di o in mountain bike, la naturale continuazione dell’itinerario matildico proveniente dalle terre reggiane. La tratta modenese è suddivisa in tre tap-
pe che attraversano antiche borgate, faggete e laghi,
ampi prati e castagneti ricalcando le orme della Gran
Contessa e delle sue genti. Il sentiero è di livello escur-
sionistico e ben segnalato.
tuale chiesa: i bei capitelli scolpiti furono usati come
acquasantiere mentre a testimonianza della ricchezza
del complesso abbaziale dell’epoca rimane una pissi-
de di rame in forma di colombina, meravigliosamente
lavorata. Ciò che sicuramente non è andato per-duto nelle terre di Frassinoro è l’eco delle gesta di Matilde di Canossa, magna comitissa che incarna
una delle figure più interessanti del Medioevo italiano.
Donna coraggiosa e forte, a soli 17 anni assunse il co-
mando di un territorio vastissimo che andava dal Lazio
alle prealpi bresciane durante un periodo storico trava-
gliato da battaglie, grandi cambiamenti politico-sociali
e intrighi. Matilde, alleata del Papa, dimostrò una forte
attitudine al comando e al tempo stesso era sostenitri-
ce della riforma della Chiesa all’insegna di una rinno-
vata purezza spirituale. Visse da protagonista la “lotta
delle investiture”, la complessa disputa sull’esercizio
del potere tra Papato ed Impero e nel 1077 mediò per
il perdono dell’imperatore Enrico IV, scomunicato dal
Papa Gregorio VII e arrivato a Canossa per chiedere
perdono.
Matilde di Canossa morì nel 1115 a 69 anni senza
occupare stabilmente un territorio e di dare vita ad
amministrazioni comunali democratiche elette dalla
popolazione, per di più a ridosso della Linea Gotica
controllata dalle forze naziste.
Grazie ad un allestimento coinvolgente l’esposizione
ripercorre la storia della Repubblica di Montefio-rino e delle altre zone libere d’Italia conquistate dai Partigiani: gli oggetti, le foto e i video in mostra
sono la testimonianza della dura guerra in montagna,
raccontata dalla viva voce dei protagonisti.
Un vero viaggio nel tempo in uno dei momenti storici
più importanti del XX secolo.
eredi: i suoi vasti possedimenti vennero frammentati
e il suo regno, il cui punto cardine erano i castelli e le
abbazie dell’Appennino Tosco-Emiliano, si dissolse.
La figura di Matilde entrò nella leggenda.
Le tracce di Matilde di Canossaed i luoghi della Libertàun percorso tra Storia e Memoria
alla scoperta di sapori preziosi ed antiche tradizioni
E’ un intreccio unico di storia e natura a caratterizzare le vallate del Dolo e del Dragone. La costellazione di testimonianze storiche disseminate sul territorio racconta le gesta coraggiose della contessa Matilde, mentre cam-minando nei boschi dove i partigiani hanno combattuto per la libertà si rivivono i momenti cruciali della storia del ventesimo secolo.Luoghi custodi di memoria storica e di tradizioni antiche che vengono co-stantemente riscoperte con passione: nel segno delle tipicità gastronomiche locali come il pregiato tartufo e nel segno della cultura, con i musei, le vivaci feste popolari e le rievocazioni storiche suggestive.Le valli del Dolo e del Dragone regalano esperienze coinvolgenti, difficili da dimenticare.
Valle del Doloe del Dragone
FrassinoroMontefiorino
PalaganoPrignano sulla Secchia
Comune di Frassinoro
Comune di Montefiorino
I N F O
Sassuolo > Cerredolo > Montefiorino > Frassinoro
www.frassinoro.net
I N F O
Sassuolo > Cerredolo > Montefiorino > Ponte di Cadignano
IAT Valli del Dragone, Montefiorino tel. [email protected]
I N F O
Modena > Sassuolo > Cerredolo > Montefiorino
www.resistenzamontefiorino.it
Aperturasettembre - giugno: domenica 10-12.30 15-18luglio - agosto: 10-12.30 15-18.30 chiuso lunedì
La Badia di Frassinoro e la tradizione canossiana
Il Museo della Repubblica Partigiana di Montefiorino
Il Sentiero Matilde
120va
lli d
el dolo
e d
el dra
gone
121
valli
del dolo
e d
el dra
gone
La centrale idroelettrica di Farneta è stata
costruita grazie al duro lavoro di ben 1.500
operai tra il 1924 e il 1928, è ancora attiva
ed è anche un esempio di archeologia in-dustriale di notevole interesse.
Sfruttando la potenza dell’acqua raccolta
negli invasi di Fontanalucccia e Riccovolto
(a cui è collegata tramite una galleria di ben
9 km) la centrale forniva energia per gli imponenti lavori di bonifica delle zone paludose della bassa pianura, crean-
do così una singolare sinergia tra monta-
gna e pianura proprio nel pieno del secolo
dell’elettricità, il 1900. Oltre che funzionale al suo sco-
po, la centrale di Farneta è anche bella da vedere:
la progettazione dell’epoca infatti coniugò armoniosa-
mente criteri estetici e funzionali come si può vedere
nella enorme sala dei quadri di comando, pavimentata
in marmo rosa e dai lucernari di vetro colorato.
Durante la Seconda Guerra mondiale la centrale era
un obiettivo ambito: sfuggì ai bombardamenti grazie
ad un prato fatto crescere sui tetti in modo da mime-
tizzarla con il verde dei dintorni. La centrale oggi è vi-
I 28 ettari di verde e boschi intorno alla cima del Mon-
te Santa Giulia sono dedicati alla memoria e ospitano
Parco della Resistenza. Il Parco commemora la terribile
strage di civili che avvenne a Monchio, Susano e Co-
strignano nel 1944: le 14 sculture disposte in cerchio
sono opera di artisti da tutto il mondo e costituiscono
un invito coinvolgente alla riflessione sulla vio-lenza della guerra e sulla pace rigenerante che deriva dal dialogo e dal confronto tra i popoli.Durante la Resistenza Monte Santa Giulia fu punto di
riferimento importante della Repubblica di Montefio-
rino: sulla sommità sorge la Pieve dei Monti, edificio
risalente al X-XI secolo che venne distrutto dai nazisti
sitabile ed è ancora possibile vedere le grandi turbine,
i generatori ed i sistemi di condutture sotterranee che
portavano l’acqua alla centrale e la scaricavano nel
torrente Dolo: il ciclo pulito dell’acqua dove l’energia
è (quasi) un regalo.
e poi ricostruito negli anni ‘50 nel suo stile romanico
originale.
Oltre alle valenze storiche l’area racchiude interessanti
aspetti naturalistici e una parte del parco è attrezzata
per lo svago nella natura.
Tutta l’area è percorribile a piedi, in bicicletta, a caval-
lo: la zona inoltre è attrezzata con un campo - scuola
di orienteering.
Farneta, l’energia pulita arriva dall’acqua
Il Parco di Monte Santa GiuliaI N F O
Montefiorino > Gusciola > Farneta
Via della Centrale, 16
Visite su prenotazione,Comune di Montefiorino tel. 0536.965139
I N F O
Modena > Sassuolo > Palagano > Monchio
Consorzio Valli del Cimone tel. 0536.325586
www.vallidelcimone.it
Il sentiero CAI 599 che oggi si snoda per 30 km dalla confluenza dei torrenti Dolo e Dragone fino al Passo delle Radici e San Pellegri-no in Alpe era in tempi remoti parte della via Bibulca, collegamento transappenninico tra Modena e Lucca la cui larghezza consentiva il passaggio di una coppia di buoi affiancati che trainavano un carro. Il tracciato della via è di antiche origini romane e venne poi sfruttato in tutto il Medioevo: sul percorso si trovano diverse pievi di epoca matil-dica a testimoniare l’importante influenza politica e religiosa che ebbe l’Abbazia di Frassinoro, fondata nel XI secolo da Beatrice, madre di Matilde di Canossa.Nel piccolo borgo di Vitriola la Pieve romanica di Sant’Andrea è una di queste: la struttura conserva ancora i fianchi e la facciata originali e all’interno si trova un’arcaica lunetta di arenaria scolpita, databile all’XI secolo. Le case-forti invece sono strutture architettoniche del XIII secolo: servivano a garantire sicurezza agli abitanti di Vitriola, insediamento che per il clima mite e la relativa prosperità attirava predoni e malfattori.
I N F O Modena > Sassuolo > Cerredolo > Montefiorino > Vitriola
Vitriola e l’antica via Bibulca
L’aroma inconfondibile del tartufo aggiunge un tocco di raffinatezza ad ogni ricetta, dalla più semplice alla più elabo-rata. Questo prezioso tubero cresce sottoterra, in simbiosi con alcune piante come quercia, pioppo, nocciolo: le diver-se essenze delle piante tartuficole che “ospitano” i piccoli tuberi determinano le loro caratteristiche organolettiche. Ad esempio i tartufi cresciuti nei pressi della quercia avranno un profumo più intenso, mentre quelli vicino ai tigli saranno più chiari ed aromatici. La forma, invece, dipende dal tipo di terreno: se soffice il tartufo si presenterà più liscio, se compatto, diventerà nodoso e bitorzoluto per la difficoltà di farsi spazio. Nel territorio di Frassinoro, Montefiorino, Palagano e Prignano il tartufo è particolarmente diffuso ed il suo profumo e sapore lo rendono un prodotto di alto pregio, una preziosa tipicità agroalimentare del territorio modenese.
I N F O www.tartufovallidoloedragone.it
Sapore prezioso:il tartufo delle Valli del Dolo e del Dragone
Comune di Palagano
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Furono probabilmente il rumore rombante del torrente
e le leggende di animali mostruosi che popolavano le
selve attigue a suggerire agli antichi abitanti del posto
l’appellativo Dragone. Uno dei luoghi di maggiore interesse della vallata è l’ofiolite di Boccassuolo,
il più grande affioramento di queste rocce magmati-
che di tutto l’Appennino modenese: un sito di alto valore paesaggistico e naturalistico caratterizza-to da boschi di castagno e quercia, fresche sor-genti, cascatelle e antichi metati per l’essicazione
delle castagne eretti nei prati al limitare dei bosco. Un
luogo perfetto da esplorare camminando o pedalando
in mountain bike. Un altro elemento rende questo am-
biente ancora più affascinante: la presenza di vecchie
La pista ciclabile che corre lungo l’argine del fiume
Secchia è lunga trentacinque km e partendo da Mode-
na attraversa aree verdi ed oasi naturalistiche popolate
da aironi, folaghe e cavalieri d’Italia.
Il punto di arrivo del percorso è la rupe del Pescale, un imponente sperone roccioso che si innalza sul fiume Secchia alla confluenza con il rio Pescarolo.
Questo luogo è particolare non solo per i bei panorami
che offre allo sguardo dei visitatori ma anche per il
suo valore storico: sullo spiazzo
pianeggiante in cima alla rupe sorgeva un grande villaggio preistorico di età neolitica. Gli
importanti reperti trovati - fondi
di capanna, focolari, tombe, ma-
nufatti in pietra e osso, terracotta
e vasellame - sono oggi custoditi
nel Museo Civico Archeologico
di Modena e testimoniano che
l’insediamento era composto da
ampie capanne circolari in legno
e argilla, abitato indicativamente
dal 4000 al 2000 a.C.
E’ possibile approfondire la co-
noscenza di questo luogo grazie
alla cartellonistica informativa
storico-archeologica che accompagna i passi di chi
sale sulla cima della rupe ad ammirare il panorama del
fiume che si apre nella pianura.
miniere di rame, ferro e oro. Le rocce ofiolitiche di Boc-
cassuolo infatti per via del loro particolare processo
metamorfico presentavano giacimenti di minerali sfrut-
tati sin dall’antichità: Etruschi, Romani e poi gli Este
scavavano in cerca di metalli preziosi anche se veni-
vano estratte più che altro modiche quantità di rame.
In totale le miniere erano dodici, di sviluppo estrema-
mente variabile: dai pochi metri di alcuni saggi di scavo
agli oltre settecento della galleria più estesa. Tuttavia
alcune tracce d’oro rimangono nel toponimo Palagano,
derivante dall’antico palaga, ovvero pepita d’oro.
A piedi lungo la Valle del Dragone
Preistoria in bicicletta alla rupe del Pescale
I N F O
Modena > Sassuolo > Palagano > Boccassuolo
Comune di Palagano - Informazioni turistichetel. 0536.961370
I N F O
Modena > Sassuolo > Prignano > Sassomorello
I N F O
Modena > Sassuolo > S. Michele dei Mucchietti oppure pista ciclabile da Ponte Alto (Modena)
Modena in bici: itinerari ciclabili in provincia di Modena,pubblicazione e cartografia a cura della Provincia di Modena
Comune di Prignano
Il piccolo borgo di Sassomorello
domina la media valle del Ros-
senna dall’alto della scura rupe ofiolitica su cui è arroccato, alta quasi 70 metri e ben vi-sibile dalla strada che scen-de in direzione di Gombola.
La località viene citata per la
prima volta nel 1197, quando
giurò fedeltà al Comune di Mo-
dena. Nei dintorni, scendendo
verso Gombola, si può ammi-
rare il borgo rurale denominato
La Cà, un bellissimo esempio di insediamento a corte
aperta che si sviluppa attorno ad un ampio spazio in
cui, centralmente, si trova una torre cinquecentesca
con cordolo di colombaia in arenaria e con il portale
scolpito a croce. Interessante un edificio che presenta
architrave arcuato poggiato su mensole, affiancato ad
una residenza padronale che presenta un grosso arco
a tutto sesto. Pregevoli anche le mensole sagomate
che sorreggono il tetto di un vecchio fienile. L’orato-
rio dedicato alla Sacra Famiglia presenta sulla facciata
una finestrella quadrilobata con data incisa dell’inizio
del XVIII secolo e all’interno è presente un considere-
vole altare in stucco.
Sassomorello
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eventi & appuntamenti
informazioni & accoglienza
Primavera
Montefiorino, inizio giugno, Zona Libera: eventi resistenti
Frassinoro, periodo pasquale, Via Crucis Vivente
Frassinoro, metà maggio, Festa di Primavera
Estate
Palagano, fine giugno, Sagra del Ciaccio Palaganese
Prignano, giugno, Fiera della Gastronomia Montana
Prignano, giugno/agosto, Estate Prignanese
Montefiorino, fine luglio, A tutto nero... il Tartufo Nero d’Estate
Frassinoro, luglio, Settimana Matildica nelle Terre della Badia
Frassinoro, agosto, Frassinoro Arte Festival
Palagano, metà agosto, Festa dei Matti della contrada Aravecchia
Frassinoro, Prignano, Montefiorino, luglio e agosto, Rassegna Montagnafelice
Autunno
Montefiorino, ultimo fine settimana di ottobre, Sagra del Tartufo Modenese
Prignano, ottobre, Festa della Castagna
Prignano, novembre, Polentata di San Martino
Inverno
Frassinoro, 5/01, Mascherata della Befana
UIT dei Comuni di Montefiorino, Frassinoro, Palagano, PrignanoVia Rocca 1, Montefiorino, tel. 0536 962727 fax 0536 965312
Frassinoro: Via Miani 16, tel. 0536 971015 / 971003 fax 0536 971002, [email protected]
Palagano: Via XXIII Dicembre 74, tel. 0536 970918 fax 0536 970901, [email protected]
Montefiorino: Via Rocca 1, tel. 0536 962711 fax 0536 965535,
Prignano sulla Secchia: Via Allegretti 216, tel. 0536 892911 fax 0536 893227
www.appenninomodenese.net
sapori tipici, musica, mercatini, feste in piazza, teatro, tradizioni e celebrazioni...
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Cooperativa Casearia San LorenzoVia Torre, 409
41048 Prignano sul Secchia (Mo)
tel. e fax 0536.894681
coordinate geografiche44° 26’ 19’’ N - 10° 41’ 54,7’’ E
Caseifi cio Sociale Casola di Montefi orinoStrada Statale Montefiorino, 104 - Casola
41040 Montefiorino (Mo)
tel. e fax 0536.972094
www.caseificiodicasola.com
coordinate geografiche44° 20’ 13’’ N - 10° 37’ 0’’ E
Cooperativa Casearia Val del DoloVia Chiesa, 36 - Romanoro
41044 Frassinoro (Mo)
tel. e fax 0536.963062
coordinate geografiche44° 18’ 39’’ N - 10° 31’ 36’’ E
Caseifi cio Cooperativo di MonchioVia San Vitale, 1/A - Monchio
41040 Palagano (Mo)
tel. e fax 0536.966123
coordinate geografiche44° 23’ 9,5’’ N - 10° 38’ 20,2’’ E
apertura punto venditatutti i giorni9.00 - 13.00
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggianopecorini, caciotte, yogurt, panna cotta, ricotta, burro
apertura punto venditatutti i giorni9.00 - 12.30 15.30 - 19.30chiuso: giovedì e domenica pomeriggio
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggianoburro, ricotta
apertura punto venditatutti i giorni 10.00 - 12.30 15.30 - 19.30domenica 10.00 - 12.30chiuso: lunedì
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggianocaciotte, misto pecorino toscano, burro, ricotta
apertura punto venditatutti i giorni8.30 - 12.30 16.00 - 20.00
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggianocaciotte, burro, ricotta
Allevamenti conferenti latte (n°) 14
Latte lavorato annuo (q.li) 40.000
Produzione annuale forme (n°) 8.000
Caldaie sala lavorazione (n°) 13
Allevamenti conferenti latte (n°) 15Latte lavorato annuo (q.li) 34.000Produzione annuale forme (n°) 6.200Caldaie sala lavorazione (n°) 10Attivo dal (anno) 1953
Allevamenti conferenti latte (n°) 6Latte lavorato annuo (q.li) 15.000Produzione annuale forme (n°) 2.920Caldaie sala lavorazione (n°) 5Attivo dal (anno) 1952
Allevamenti conferenti latte (n°) 13
Latte lavorato annuo (q.li) 25.000
Produzione annuale forme (n°) 4.400
Caldaie sala lavorazione (n°) 7
matricola matricola matricola matricola2877285428521263
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Caseifi cio Sociale di CostrignanoVia Panoramica, 40 - Costrignano
41040 Palagano (Mo)
tel. e fax 0536.965297
coordinate geografiche44° 21’ 51,1’’ N - 10° 40’ 2,8’’ E
Cooperativa Casearia Savoniero e SusanoVia Querciola, 2 - Savoniero
41040 Palagano (Mo)
tel. e fax 0536.965201
coordinate geografiche44° 20’ 39’’ N - 10° 39’ 23’’ E
apertura punto venditatutti i giorni8.00 - 13.00 16.00 - 20.00
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggianoburro, ricotta
apertura punto venditatutti i giorni8.00 - 12.30 16.00 - 19.30chiuso: lunedì pomeriggio
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggianoburro, ricotta, caciotte, yogurt, panna cotta, tosone, formaggio fuso, mozzarelle
Allevamenti conferenti latte (n°) 6
Latte lavorato annuo (q.li) 18.000
Produzione annuale forme (n°) 3.100
Caldaie sala lavorazione (n°) 6
Allevamenti conferenti latte (n°) 9Latte lavorato annuo (q.li) 28.000Produzione annuale forme (n°) 4.000Caldaie sala lavorazione (n°) 8Attivo dal (anno) 1963
matricola matricola29812887
Maurizio CheliZocca
Primo astronauta italiano in qualità di “Specialista di missione”, ad affiancare i due piloti
dello Space Shuttle Columbia nella missione STS-75 del 22 febbraio 1996
Capo collaudatore di Alenia Aeronautica
Coltellino d’Oro 1996 assegnato dal Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano
... Cheli infatti è stato il primo astronauta spaziale che nella missione a bordo dello Shuttle ha scelto
il Parmigiano-Reggiano come alimento per la sua permanenza in orbita...
(da “Parmigiano-Reggiano ha premiato l’astronauta” - Gazzetta di Modena 7 maggio 1996)
... il Parmigiano-Reggiano si è fatto onore da solo: portato con me a bordo non è durato molto, non
perché ce ne fosse poco, perché se lo mangiavano tutti... abbiamo mangiato anche le croste... visto
che vengo da questa zona, volevo portare assolutamente qualcosa che mi ricordasse il luogo e la
terra da cui provengo...
(da una dichiarazione durante la 25° Festa dei Caseifici modenesi del 27 aprile 1996)
Alta valle del Panaro
GuigliaMonteseZocca
Impressioni al limitare del bosco
lungo la Via del Castagno tra borgate secolarie guglie di arenaria
il paesaggio è testimone del legameindissolubile tra Uomo e Natura
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Zocca
Montese
Castel d’Aiano (Bo)
Marano sul Panaro
Guiglia
Indice alta Valle del Panaro
L E G E N D A
arte - cultura
natura - ambiente - attività
curiosità
I caseifici con vendita al pubblico1 La Pieve di Trebbio p.134
2 I Sassi di Roccamalatina p.135
3 Tigelle al museo p.135
Guiglia
4 La Rocca e il Museo p.136
5 Monte Belvedere p.136
6 Gli antichi mulini p.137
Montese
7 La civiltà del Castagno p.137
8 Borghi e curiosità naturali p.138
ZoccaEventi & Appuntamenti p.139
1026 Caseifi cio Rosola di Zocca p.140
1335 Cas. Soc. Benvenuto p.140
2637 Soc. Agr. Coop. Lame p.141
2949 Cas. Soc. Dismano p.141
2962 Soc. Agr. Coop. Montalto - Montetortore p.142
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Lungo la Via del Castagno tra borgate secolari e guglie di arenaria
il paesaggio è testimone del legame indissolubile tra Uomo e Natura
Lo scorrere del fiume Panaro marca il territorio di queste vallate addolcite ora da nuvole di ciliegi in fiore, ora dal fulvo dei castagneti in autunno. Luoghi dove le tradizioni gastronomiche secolari accompagnano ancora oggi lo scorrere del tempo all’ombra di antichi borghi, castelli e ombrose pievi immerse nel verde. Meraviglie geologiche che creano habitat unici per fiori e animali protetti regalando ai visitatori la possibilità di infinite scoper-te, in una terra dove la Natura ha da sempre intrecciato la sua vita a quella dell’Uomo nel segno di una coesistenza armoniosa.Il valore culturale, naturale ed etnologico dell’Alta valle del Panaro è un patrimonio da esplorare, assaporare lentamente e custodire con cura.
Alta valle del Panaro
Guiglia
Montese
Zocca
Da notare ad esempio i capitelli della cripta e della
navata centrale, alcuni frammenti dell’ambone e del
recinto del presbiterio, buona parte della vasca batte-
simale contenuta nel battistero e l’archetto sulla porta
d’ingresso a sud. Le decorazioni presentano motivi
tipici della scultura preromanica: elaborati intrecci
di nastri, fogliame, motivi geometrici e floreali, alcuni
dei quali di derivazione bizantina. Il leggio che si trova
sull’ambone presenta un raro San Giovanni Evangelista
alato. Di particolare interesse si rivela il terzo capitello
a destra che raffigura una scena con due cavalieri ed
un drago. Da segnalare, di fronte alla facciata, su un
alto pilastro, un altorilievo in terracotta raffigurante la
Madonna con il Bambino, opera forse del primo Cin-
quecento. Nei dintorni della pieve si possono osser-
vare diversi insediamenti a casa-torre e corte aperta,
risalenti al ‘500 e al ‘700 (Casa Giuti, Lavinia, Piscina
di Sotto e Piscina di Sopra).
Il termine “pieve” deriva dal latino plebs, popolo, e sta
ad indicare una chiesa rurale dove poteva essere con-
ferito il battesimo e dunque di particolare importanza.
La pieve di Trebbio è dedicata a San Giovanni
Battista e sorge al cospetto dei Sassi di Roccama-
latina, in un paesaggio dolce e verdeggiante, circon-
data da alberi secolari.
E’ di origini molto antiche (XI sec.) e si attribuisce
la sua fondazione a Matilde di Canossa: nonostante
alcuni lavori di restauro discutibili risalenti a diver-
si momenti storici, la chiesa conserva testimonianze
pregevoli ed uniche rimanendo uno dei più importanti
esempi di romanico in Appennino.
I Sassi di Roccamalatina sono tre possenti torrioni di
arenaria, alti fino a 70 metri, che svettano nel dolce
paesaggio circostante verde di prati.
Queste geoformazioni si sono originate 90 milioni di
anni fa in ambienti di mare profondo: l’arenaria infat-
ti è una roccia sedimentaria, composta da granuli di
sabbia. Essendo maggiormente resistenti all’erosione,
queste guglie di arenaria sono emerse dal substra-
to geologico circostante assumendo una tipica con-
formazione verticale. Oltre ad essere particolarmente
affascinanti dal punto di vista paesaggistico i Sassi
raccolgono intorno a sè ecosistemi diversi come
boschi, coltivi, corsi d’acqua e proprio questa ric-
chezza costituisce un habitat prezioso per molte spe-
cie di flora e fauna: le pareti rocciose
accolgono i nidi del falco pellegrino
e nei limpidi torrenti nuotano ancora
i gamberi di fiume, mentre caprioli,
tassi, volpi e istrici vivono indisturbati
nei boschi circostanti.
Le possibilità di esplorare il Parco
sono numerose, tante quanti i sen-
tieri che si dipanano nel verde, percor-
ribili a piedi, a cavallo o in mountain
bike in un ambiente tranquillo e rige-
nerante fruibile in tutte le stagioni: i
più avventurosi possono salire sulla
vetta del Sasso della Croce grazie ad
un ripido sentiero attrezzato con pioli
e funi di metallo infissi nella roccia.
Il Parco organizza un ricco programma di attività
divulgative tra cui gli emozionanti safari notturni alla
scoperta della vita degli animali, eventi accompagnati
da cene tipiche e pernottamento in foresteria all’inter-
no del Parco.
Comune di Guiglia
I N F O
Modena > Vignola > Guiglia > Pieve di Trebbio
Accesso dalle 9 alle 11,15 e dalle 14 alle 17 (solo in estate); per aperture su richiesta tel. 059.792437
www.parks.it/parco.sassi.roccamalatina
I N F O
Vignola > Guiglia > Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina
Centri Visita a Pieve di Trebbio (Il Fontanazzo), Rocca di Sopra (Borgo dei Sassi) e Samone.
tel. 059.795721 - [email protected]
www.parks.it/parco.sassi.roccamalatina
Tracce romaniche: la Pieve di San Giovanni Battista
Il Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina
La tigella, crescentina per i puristi, è probabilmente il cibo ambascia-tore dell’Appennino modenese. Questa specialità è un antico pane di forma circolare anticamente cotto tra due formelle di terracotta del diametro di 10-12 cm, le tigelle vere e proprie, spesso decorate con la Rosa Comacina a sei petali, un arcaico simbolo di buon auspicio. Le tigelle (o meglio le crescentine...) si gustano farcite con salume, formag-gi o, come vuole la tradizione, con un pesto di lardo, pancetta, aglio e rosmarino, senza dimenticare una bella spolverata di Parmigiano-Reg-giano. Proprio alle tigelle è dedicata una mostra permanente nel borgo di Samone, in una casa-torre trecentesca. In una bella sala affrescata, è presentata una panoramica sulle tecniche e i saperi di questa gustosa tradizione gastronomica che si perde lontano nella storia.
I N F O Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina Centro visita di Samone, Via Castello 105, tel. 059.795721
www.parks.it/parco.sassi.roccamalatina
Tigelle in mostra
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La Rocca di Montese ha origini antichissime, si presu-
me infatti che risalga al XIII secolo.
Nel corso dei secoli la sua poderosa struttura e
la bella torre merlata hanno visto lotte furiose tra
famiglie rivali, scontri tra Bolognesi e Modenesi, crolli,
Chi conosce la differenza tra marrone e castagna?
La differenza c’è, si sente e si vede. Il marrone è più
dolce e aromatico ed ha pezzatura più grande: un ric-
cio racchiude al massimo 2 o 3 frutti.
La coltivazione avviene in modo naturale e i frutti pos-
siedono un ampio patrimonio di sostanze nutritive pre-
giate come sali minerali, amidi e zuccheri complessi,
perfetti per giovani e sportivi.
In ogni caso marroni e castagne sono frutti del sole e
della terra, una vera bontà.
A tutti gli amanti di questo sapore tipico è consiglia-
Il monte Belvedere, nel comune di Montese,
con i suoi 1200 m di altezza è il punto di
arrivo di una vasta e varia rete di sentieri per-
corribili a piedi, a cavallo o in mountain bike.
Il Percorso Belvedere parte da Casona di Ma-
rano e costeggiando la riva destra del Panaro
offre un eccezionale panorama sulla vallata:
il percorso entra poi nel Parco Regionale dei
Sassi di Roccamalatina toccando diversi punti
di interesse naturalistico e storico-culturale.
Cascate e corsi d’acqua, vecchie borgate e
antiche mulattiere fanno da cornice all’itinera-
rio che nella sua interezza raggiunge i 48 km:
è tuttavia possibile percorrere i diversi rami in
cui è suddiviso scegliendo in base alle proprie caratte-
ristiche e desideri. Da segnalare l’Itinerario della Me-
moria (sentieri 452 e 400/4), un anello di 5 km che
parte dalla chiesa di Ronchidoso e ripercorre uno dei
tratti più significativi della Linea Gotica, il fronte
che tagliava in due parti la penisola italiana, esteso per
320 km da Massa-Carrara a Pesaro. Una linea difen-
siva che, nell’inverno 1944/45, vedeva contrapporsi
i militari nazifascisti e le forze alleate: il sistema difen-
sivo sfruttava le caratteristiche morfologiche dei rilievi
appenninici oltre a barriere costruite dall’uomo come
trincee, bunker e reticolati di cui è ancora possibile
trovare traccia durante le escursioni. Un vero e proprio
percorso nella memoria e nella storia.
periodi di oblio, restauri e nuovi fasti.
Oggi la Rocca è la sede del Museo Storico di
Montese, autentico “museo del territorio” che
ripercorre le vicende e gli aspetti tipici della vita
in questi luoghi: una panoramica completa ed af-
fascinante sulla zona di Montese, la sua storia e le
sue risorse dall’epoca preistorica fino all’età contem-
poranea. Nel museo vengono illustrati la lavorazione
del latte ed il processo di produzione del Parmigiano-
Reggiano, la risorsa del legno nella tradizione locale e
l’uso specifico delle diverse essenze arboree.
Il museo ospita anche un’interessante sezione
dedicata alla II Guerra mondiale, alla vita quotidiana
dei soldati e alle particolari vicende belliche nel terri-
torio montesino, con ricostruzioni storiche di ambienti
specifici e possibilità di visita guidata alle postazioni
di guerra.
ta una visita al museo... Nel contesto suggestivo dell’
Ospitale di San Giacomo, circondato da castagneti se-
colari, il Museo del Castagno di Zocca offre un
giusto riconoscimento ad un albero che ha carat-
terizzato la vita, la storia e la cultura di questa
terra. Tre le sale dedicate: la ricostruzione dell’habitat
del castagneto, la sua coltivazione, la sala della ca-
stagna con gli attrezzi e l’illustrazione dei processi di
produzione della farina.
Nella bella cornice dell’Ospitale, ogni anno in estate
vengono organizzate presso il Museo del Castagno
Comune di Montese
Comune di Zocca
I N F O
Modena > Vignola > Guiglia > Montese
Via della Rocca, 291 Montese - tel 059.971127
www.museo.comune.montese.mo.it
I N F O
Modena > Vignola > Guiglia > Montese
Eco Musei e Carta dei Sentieri, a cura di Enrico Marchetti e Laura Corsini, Comunità Montana Appennino Modena Est
www.turismo.montana-est.mo.it
Saperi e tradizione la rocca e il museo
La civiltà del castagno e del marrone
Monte Belvedere: in cammino con la Storia
Altre significative testimonianze della tradizione montesina sono i mulini ad acqua: se ne contano ben 37.La difficoltà di trasporto di derrate e granaglie data dalla conformazio-ne montana del terreno faceva sì che ogni piccolo insediamento abita-tivo avesse il proprio sistema idraulico per la molitura. Spesso questi mulini sopperivano anche alle necessità più diverse: fino al 1930 circa venivano prodotti, oltre a farine di cereali e castagne, anche calce, pol-vere da sparo e polvere di carbone. Il mulino delle Coveraie in località La Fredda è dotato di due grandi ruote lignee, davvero notevoli; il muli-no di Mamino in località San Martino macina ancora oggi castagne ed orzo: di notevole interesse storico-didattico, la sua struttura in sasso è stata recuperata al suo antico utilizzo ed è visitabile in estate e durante la stagione delle castagne.
I N F O www.turismo.montana-est.mo.it/ecomusei IAT Montese tel. 059.971122 [email protected]
Il mulino delle Coveraie ed il mulino di Mamino
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diverse serate a tema, da quelle dedicate alla natura
con conferenze e proiezioni di diapositive, a quelle de-
dicate alla gastronomia, con la preparazione e la degu-
stazione di piatti tipici del territorio come crescentine,
tigelle e borlenghi. Infatti nello stesso Ospitale si trova
anche il Museo del Borlengo, con tanto di laborato-
rio didattico per apprenderne l’antica arte. Il borlengo
è una sottilissima sfogliata a base di farina e acqua,
cotta su di una piastra molto calda e condita con la
cunza, un battuto di pancetta, lardo, aglio, rosmarino e
l’immancabile Parmigiano-Reggiano.
I N F O
Modena > Vignola > Zocca
Via S.Giacomo o via Fontanellepresso l’antico Ospitale di S. Giacomo - Zoccatel. 059.985584/986524 (PromAppennino)
http://museodelcastagno.promappennino.it
I N F O
Modena > Vignola > Zocca
www.turismo.montana-est.mo.it
I dintorni di Zocca sono costellati da borghi antichi e
interessanti elementi naturali: lo scenario perfetto per
una gita in mountain bike o una rigenerante passeg-
giata all’aperto.
Nel suggestivo borgo di Montalbano si respira
ancora l’atmosfera di una volta lungo il saliscendi
di vicoli, con la piccola chiesa settecentesca e la
graziosa canonica con il campanile del ‘600. La
piazzetta è ornata da un loggiato cinquecentesco dai
delicati capitelli mentre poco più avanti si incontra la
chiesa di Santa Maria Assunta, esempio di architet-
tura del 1700. Il panorama è incantevole e la vista
spazia dai boschi che risalgono il Monte della Riva
fino al crinale dell’Appennino con le vette di Corno
alle Scale e Cimone. Sono circa 6,5 i km che separa-
no Montalbano dal borgo di Montecorone, insedia-
mento antichissimo annidato su di una dorsale
circondata da una corona di monti verdeggianti.
Questo borgo, dal chiaro impianto difensivo medieva-
le, è uno dei meglio conservati dell’intero Appennino
tosco-emiliano. Poco lontano da Montecorone sorge
il Sasso di Sant’Andrea, una formazione di arenaria
risalente a 25 milioni di anni fa e alta quasi 150 metri:
l’arenaria dalla tipica conformazione a reggipoggio è
stata profondamente plasmata dagli elementi naturali
e forma pareti verticali ed anfratti di grande effetto.
In questo ambiente particolare crescono alcune piante
rare per queste zone, come il faggio, la lingua cervina
ed il giglio martagone, mentre al riparo delle cavità
di roccia nidificano numerosi uccelli rapaci. Nei pressi
sgorga anche una sorgente di acque solforose.
Antichi borghi e curiosità naturali
eventi & appuntamenti
informazioni & accoglienza
Primavera
Guiglia, tutti i fine settimana di maggio, Sagra del Borlengo
Guiglia, fine maggio, Il Cantamaggio
Guiglia, domenica in Albis, Festa del Paese
Estate
Montese, metà settembre, Sagra della Patata e del Parmigiano Reggiano
Zocca, luglio, premio letterario ZoccaGiovani
Zocca, fine luglio, gara in MTB la Runeda
Zocca, agosto, Festa della Libertà
Autunno
Montese, ottobre, Sagra della Castagna
Zocca, domeniche di ottobre, Sagra della Castagna
UIT dei Comuni di Zocca, Guiglia, Montese, Marano s/P Via M. Tesi, 1209, Zocca tel. 059.985584
Guiglia: Piazza Gramsci 1, tel. 059.709911, [email protected]
Montese: Ufficio Turistico, Via Panoramica 25, tel. 059.705711, [email protected]
sapori tipici, musica, mercatini, feste in piazza, teatro, tradizioni e celebrazioni...
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Caseifi cio Rosola di ZoccaVia Rosola, 1083
41059 Zocca (Mo)
tel. e fax 059.987115
coordinate geografiche44° 19’ 50’’ N - 10° 59’ 2’’ E
Società Agricola Cooperativa LameVia Berzo, 240
41059 Zocca (Mo)
tel. e fax 059.987235
coordinate geografiche44° 20’ 7’’ N - 11° 0’ 40’’ E
Caseifi cio Sociale BenvenutoVia Serravalle, 194
41052 Guiglia (Mo)
tel. e fax 059.792327
coordinate geografiche44° 25’ 28’’ N - 10° 59’ 9’’ E
Caseifi cio Sociale DismanoVia Montebelvedere, 300
41050 Montese (Mo)
tel. e fax 059.983010
coordinate geografiche44° 13’ 45’’ N - 10° 55’ 30’’ E
apertura punto venditatutti i giorni9.00 - 12.30 16.00 - 19.00chiuso: tutto lunedì e giovedì pomeriggio
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-ReggianoParmigiano-Reggiano “Vacche bianche”, ricotta, burro, formaggio fuso, yogurt bio, caciotte
apertura punto venditatutti i giorni8.30 - 12.30 16.00 - 19.30chiuso: giovedì
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggianoburro, ricotta, latte fresco, yogurt, caciotta, Ghiottosino (formaggio fuso), panna cotta, aceto balsamico tradizionale di Modena, prodotti biologici: liquori, sottaceti, farine di farro e castagna
apertura punto venditatutti i giorni9.00 - 13.00 16.00 - 19.00chiuso: lunedì e giovedì pomeriggio
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggianoburro, ricotta
apertura punto venditatutti i giorni9.00 - 12.00 16.00 - 19.00chiuso: martedì pomeriggio
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggianoburro, ricotta
Allevamenti conferenti latte (n°) 7Latte lavorato annuo (q.li) 13.000Produzione annuale forme (n°) 2.200Caldaie sala lavorazione (n°) 7Attivo dal (anno) 1966
Allevamenti conferenti latte (n°) 6
Latte lavorato annuo (q.li) 33.000
Produzione annuale forme (n°) 5.800
Caldaie sala lavorazione (n°) 10
Allevamenti conferenti latte (n°) 6Latte lavorato annuo (q.li) 12.500Produzione annuale forme (n°) 2.250Caldaie sala lavorazione (n°) 6Attivo dal (anno) 1973
Allevamenti conferenti latte (n°) 15Latte lavorato annuo (q.li) 40.000Produzione annuale forme (n°) 8.000Caldaie sala lavorazione (n°) 11Attivo dal (anno) 1950
matricola matricola matricola matricola2949263713351026
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Società Agricola Cooperativa Montalto - MontetortoreVia Lastrelle, 1401 - Montalto
41055 Montese (Mo)
tel. e fax 059.987374
coordinate geografiche44° 19’ 0,9’’ N - 11° 0’ 7,1’’ E
apertura punto venditatutti i giorni9.00 - 12.30 16.00 - 19.30chiuso: giovedì
altri prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggianoburro, ricotta
Allevamenti conferenti latte (n°) 6Latte lavorato annuo (q.li) 17.500Produzione annuale forme (n°) 3.160Caldaie sala lavorazione (n°) 5Attivo dal (anno) 1959
matricola2962
146 147
Modena
Sassuolo
Vignola
Pavullonel Frignano
Carpi
Mirandola
1004 29772861
14702967
2659
1477
1155
2905
1015
2873
2968
1024
14302780
1126
2975
29711384
1177
2912
2720
2559
2566
1086
1073 2979
1029
1308
I caseifi ci con vendita all’ingrosso
1004 Cas. Soc. Tre Torri p.148
1015 Coop. Casearia del Frignano p.148
1024 Cas. Soc. San Lucio p.148
1029 Cas. Soc. La Guardia p.148
1073 Cas. Soc. Vallurbana p.149
1086 Cas. Soc. San Giovanni p.149
1126 Coop. Cas. Santa Liberata p.149
1155 Cas. Soc. Santi Pietro e Paolo p.149
1177 Az. Agr. Sole p.150
1308 Cas. Soc. San Luigi p.150
1384 Nuova Coop. Cas. Spilambertese p.150
1430 Az. Agr. Ca’ Bocchi p.150
1470 Az. Agr. Baruffi Ferruccio e Cesare p.151
1477 Cas. Soc. Nuovo Malandrone p.151
2559 Saviola p.151
2566 Cas. Soc. San Luca p.151
2659 Cas. Soc. San Pietro p.152
2720 Cons. Granterre Cas. Albareto p.152
2780 Cons. Granterre Cas. Ca’ Vecchino p.152
2861 Nuova Casearia di Verica p.152
2873 Cons. Granterre Cas. Pramoreto p.153
2905 Coop. Cas. Belvedere p.153
2912 Cons. Granterre Cas. Riolo p.153
2967 Cas. Soc. Della Croce p.153
2968 Cas. Soc. Casello p.154
2971 Coop. Cas. Poggioli p.154
2975 Coop. Cas. Castiglione p.154
2977 Cas. Soc. Iddiano p.154
2979 Cons. Granterre Cas. Valnirano p.155
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Caseifi cio Sociale Tre TorriVia Verica, 4/6
41026 Pavullo nel Frignano (Mo)
tel. e fax 0536.21133
coordinate geografiche44° 19’ 53,5’’ N - 10° 50’ 52,6’’ E
Caseifi cio Sociale San LucioVia Casa Grana, 1001/1 - San Dalmazio
41028 Serramazzoni (Mo)
tel. e fax 0536.953851
coordinate geografiche44° 24’ 47,6’’ N - 10° 51’ 36,4’’ E
Caseifi cio Sociale VallurbanaVia Vallurbana, 17 - San Michele
41049 Sassuolo (Mo)
tel. e fax 0536.852350
coordinate geografiche44° 30’ 44,6’’ N - 10° 45’ 38,9’’ E
Cooperativa CaseariaSanta LiberataVia Santa Liberata, 1538/A
41057 Spilamberto (Mo)
tel. e fax 059.785223
coordinate geografiche44° 31’ 23,3’’ N - 11° 0’ 10,2’’ E
Cooperativa Casearia del FrignanoVia Casa Baracca, 4
41026 Pavullo nel Frignano (Mo)
tel. 0536.51111 - fax 0536.327014
coordinate geografiche44° 21’ 43,3’’ N - 10° 47’ 40,3’’ E
Caseifi cio Sociale La GuardiaVia Coscogno, 86 - Coscogno
41050 Pavullo nel Frignano (Mo)
tel. e fax 0536.54033
coordinate geografiche44° 23’ 17,2’’ N - 10° 51’ 1,1’’ E
Caseifi cio Sociale San GiovanniVia Pescarola, 544 - Varana
41028 Serramazzoni (Mo)
tel. e fax 0536.951900
coordinate geografiche44° 26’ 53,7’’ N - 10° 45’ 28,7’’ E
Caseifi cio Sociale Santi Pietro e PaoloVia Gaiato, 182 - Gaiato
41020 Pavullo nel Frignano (Mo)
tel. e fax 0536.42087
coordinate geografiche44° 17’ 16’’ N - 10° 51’ 7’’ E
Allevamenti conferenti latte (n°) 13Latte lavorato annuo (q.li) 50.000Produzione annuale forme (n°) 8.780Caldaie sala lavorazione (n°) 13Attivo dal (anno) 1967
Allevamenti conferenti latte (n°) 4Latte lavorato annuo (q.li) 11.000Produzione annuale forme (n°) 1.800Caldaie sala lavorazione (n°) 4Attivo dal (anno) 1964
Allevamenti conferenti latte (n°) 9Latte lavorato annuo (q.li) 23.000Produzione annuale forme (n°) 4.000Caldaie sala lavorazione (n°) 9
Allevamenti conferenti latte (n°) 1Latte lavorato annuo (q.li) 13.870Produzione annuale forme (n°) 3.000Caldaie sala lavorazione (n°) 4
Allevamenti conferenti latte (n°) 19Latte lavorato annuo (q.li) 65.000Produzione annuale forme (n°) 11.300Caldaie sala lavorazione (n°) 17Attivo dal (anno) 1990
Allevamenti conferenti latte (n°) 8Latte lavorato annuo (q.li) 25.000Produzione annuale forme (n°) 4.058Caldaie sala lavorazione (n°) 6
Allevamenti conferenti latte (n°) 16Latte lavorato annuo (q.li) 45.700Produzione annuale forme (n°) 7.500Caldaie sala lavorazione (n°) 10
Allevamenti conferenti latte (n°) 3Latte lavorato annuo (q.li) 28.000Produzione annuale forme (n°) 5.000Caldaie sala lavorazione (n°) 7Attivo dal (anno) 1967
matricola matricola
matricola
matricola
matricola
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0000matricola
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matricola
matricola
matricola
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matricola11551126
10861073
10291024
10151004
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Azienda Agricola SoleVia Lavichielle, 3
41013 Castelfranco Emilia (Mo)
tel. 059.932115 [email protected]
coordinate geografiche44° 35’ 8’’ N - 11° 7’ 53’’ E
Nuova Cooperativa Casearia SpilamberteseVia Castelnuovo Rangone, 2925/A
41057 Spilamberto (Mo)
tel. 059.798759 fax 059.7579042
coordinate geografiche44° 32’ 7,9’’ N - 10° 59’ 3,6’’ E
Azienda Agricola Ca’ BocchiVia per Ospitaletto
41054 Marano sul Panaro (Mo)
tel. e fax 059.793325
coordinate geografiche44° 26’ 1,9’’ N - 10° 53’ 45,8’’ E
Caseifi cio SaviolaVia dei Fabbri, 20
41037 Mirandola (Mo)
tel. 0535.35334 www.saviola.it
coordinate geografiche44° 54’ 5’’ N - 11° 6’ 14,4’’ E
Caseifi cio Sociale San LuigiVia Ponte Samone, 1623 - Samone
41050 Guiglia (Mo)
tel. 059.700100
coordinate geografiche44° 21’ 40,8’’ N - 10° 56’ 39,5’’ E
Caseifi cio Sociale Nuovo MalandroneVia per Polinago, 35 - Miceno
41026 Pavullo nel Frignano (Mo)
tel. 0536.21002 fax 0536.22352
coordinate geografiche44° 20’ 37’’ N - 10° 49’ 3’ E
Azienda Agricola Baruffi Ferruccio e CesareVia Camurana, 14 - Benedello
41020 Pavullo nel Frignano (Mo)
tel. e fax 0536.21471
coordinate geografiche44° 21’ 50,1’’ N - 10° 52’ 33,1’’ E
Cooperativa Casearia San LucaVia Camurana, 7
41036 Medolla (Mo)
tel. e fax 0535.52482
coordinate geografiche44° 51’ 40’’ N - 11° 5’ 3’’ E
Allevamenti conferenti latte (n°) 1Latte lavorato annuo (q.li) 13.000Produzione annuale forme (n°) 2.900Caldaie sala lavorazione (n°) 5Attivo dal (anno) 2002
Allevamenti conferenti latte (n°) 25Latte lavorato annuo (q.li) 90.000Produzione annuale forme (n°) 16.200Caldaie sala lavorazione (n°) 24Attivo dal (anno) 1982
Allevamenti conferenti latte (n°) 1Latte lavorato annuo (q.li) 15.000Produzione annuale forme (n°) 2.500Caldaie sala lavorazione (n°) 4
Allevamenti conferenti latte (n°) 28
Latte lavorato annuo (q.li) 140.000
Produzione annuale forme (n°) 25.000
Caldaie sala lavorazione (n°) 24
Allevamenti conferenti latte (n°) 21Latte lavorato annuo (q.li) 37.000Produzione annuale forme (n°) 6.200Caldaie sala lavorazione (n°) 10
Allevamenti conferenti latte (n°) 4Latte lavorato annuo (q.li) 25.000Produzione annuale forme (n°) 4.500Caldaie sala lavorazione (n°) 7Attivo dal (anno) 1973
Allevamenti conferenti latte (n°) 1Latte lavorato annuo (q.li) 8.000Produzione annuale forme (n°) 1.837Caldaie sala lavorazione (n°) 3
Allevamenti conferenti latte (n°) 10Latte lavorato annuo (q.li) 50.000Produzione annuale forme (n°) 9.000Caldaie sala lavorazione (n°) 22Attivo dal (anno) 1966
matricola matricola
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14771470
14301384
13081177
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Consorzio Granterre Caseifi cio AlbaretoVia Munarola, 123 - Albareto
41000 Modena
tel. 059.318397 fax 059.843196
coordinate geografiche44° 41’ 17’’ N - 10° 58’ 43’’ E
Nuova Casearia di VericaLa Frullina, 26 - Verica
41020 Pavullo nel Frignano (Mo)
tel. e fax 0536.48124
coordinate geografiche44° 19’ 9’’ N - 10° 53’ 7’’ E
Consorzio Granterre Caseifi cio Ca’ VecchinoVia Chiesa, 41
41054 Marano sul Panaro (Mo)
tel. e fax 059.794402
coordinate geografiche44° 26’ 2’’ N - 10° 53’ 21’’ E
Consorzio Granterre Caseifi cio RioloVia Morano, 6
41013 Castelfranco Emilia (Mo)
tel. 059.937107 fax 059.937023
coordinate geografiche44° 36’ 26’’ N - 11° 5’ 32’’ E
Caseifi cio Sociale San PietroVia Spinzola, 34 - Benedello
41020 Pavullo nel Frignano (Mo)
tel. e fax 0536.20145
coordinate geografiche44° 22’ 6,4’’ N - 10° 51’ 42,3’’ E
Consorzio Granterre Caseifi cio PramoretoVia Provinciale Sud, 22
41046 Palagano (Mo)
tel. e fax 0536.961462
coordinate geografiche44° 18’ 35,3’’ N - 10° 38’ 33,2’’ E
Cooperativa Casearia BelvedereVia Riva, 655 - Maserno
41050 Montese (Mo)
tel. e fax 059.980038
coordinate geografiche44° 15’ 26,4’’ N - 10° 55’ 22,6’’ E
Allevamenti conferenti latte (n°) 16Latte lavorato annuo (q.li) 151.526Produzione annuale forme (n°) 27.739Caldaie sala lavorazione (n°) 40
Allevamenti conferenti latte (n°) 11Latte lavorato annuo (q.li) 24.700Produzione annuale forme (n°) 4.500Caldaie sala lavorazione (n°) 7Attivo dal (anno) 1974
Allevamenti conferenti latte (n°) 28Latte lavorato annuo (q.li) 60.000Produzione annuale forme (n°) 10.900Caldaie sala lavorazione (n°) 22
Allevamenti conferenti latte (n°) 10Latte lavorato annuo (q.li) 114.559Produzione annuale forme (n°) 21.334Caldaie sala lavorazione (n°) 26
Allevamenti conferenti latte (n°) 6Latte lavorato annuo (q.li) 11.000Produzione annuale forme (n°) 2.100Caldaie sala lavorazione (n°) 5Attivo dal (anno) 1973
Allevamenti conferenti latte (n°) 11Latte lavorato annuo (q.li) 30.000Produzione annuale forme (n°) 5.500Caldaie sala lavorazione (n°) 12
Allevamenti conferenti latte (n°) 8Latte lavorato annuo (q.li) 26.500Produzione annuale forme (n°) 4.755Caldaie sala lavorazione (n°) 9
Caseifi cio Sociale Della CroceVia Camurana, 3 - Benedello
41020 Pavullo nel Frignano (Mo)
tel. e fax 0536.22242
coordinate geografiche44° 21’ 50,1’’ N - 10° 52’ 33,1’’ E
Allevamenti conferenti latte (n°) 7Latte lavorato annuo (q.li) 19.000Produzione annuale forme (n°) 3.196Caldaie sala lavorazione (n°) 6Attivo dal (anno) 1962
matricola matricola
matricola
matricola
matricola
matricola
matricola
matricola
matricola
matricola2912
29052873
28612780
27202659
2967
154 c
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cas
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Caseifi cio Sociale IddianoVia Verica, 70 - Iddiano
41026 Pavullo nel Frignano (Mo)
tel. e fax 0536.48069
coordinate geografiche44° 20’ 9’’ N - 10° 52’ 41’’ E
Soc. Agr. Coop.CastiglioneVia Claudia, 8814
41056 Savignano sul Panaro (Mo)
tel. e fax 059.774886
coordinate geografiche44° 27’ 11,9’’ N - 10° 59’ 14,3’’ E
Consorzio Granterre Caseifi cio ValniranoVia Nirano II Tronco, 2
41042 Fiorano Modenese (Mo)
tel. 0536.843838 fax 059.450441
coordinate geografiche44° 30’ 4’’ N - 10° 48’ 55’’ E
Allevamenti conferenti latte (n°) 3Latte lavorato annuo (q.li) 35.000Produzione annuale forme (n°) 6.200Caldaie sala lavorazione (n°) 9Attivo dal (anno) 1962
Allevamenti conferenti latte (n°) 6Latte lavorato annuo (q.li) 15.000Produzione annuale forme (n°) 2.200Caldaie sala lavorazione (n°) 5Attivo dal (anno) 1963
Allevamenti conferenti latte (n°) 36Latte lavorato annuo (q.li) 108.650Produzione annuale forme (n°) 21.730Caldaie sala lavorazione (n°) 34Attivo dal (anno) 1996
Caseifi cio Sociale CaselloLocalità Il Casello, 101/A - Acquaria
41025 Montecreto (Mo)
tel. e fax 0536.65149
coordinate geografiche44° 17’ 15’’ N - 10° 45’ 31’’ E
Allevamenti conferenti latte (n°) 12Latte lavorato annuo (q.li) 42.000Produzione annuale forme (n°) 7.800Caldaie sala lavorazione (n°) 10Attivo dal (anno) 1961
Cooperativa Casearia PoggioliVia Montanara, 1550
41057 Spilamberto (Mo)
tel. e fax 059.783155
coordinate geografiche44° 31’ 23,5’’ N - 10° 59’ 37,4’’ E
Allevamenti conferenti latte (n°) 4Latte lavorato annuo (q.li) 71.000Produzione annuale forme (n°) 12.000Caldaie sala lavorazione (n°) 16Attivo dal (anno) 1979
matricola matricola
matricola
matricola
matricola
matricola
matricola2979
29772975
29712968
159
Il territorio della Provincia di Modena
- Modena una provincia da scoprire: rocche e castelli - musei e raccolte - itinerari nella storia (volume I)
a cura di Debora Dameri, Achille Lodovisi, Lauretta Longagnani, Provincia di Modena, 1999
- Modena una provincia da scoprire: parchi, oasi e riserve naturali - il pane e la castagna - itinerari fra le acque (volume III) a cura di Debora Dameri, Achille Lodovisi, Lauretta Longagnani, Provincia di Modena, 2002
- Patrizia Belloi, Elis Colombini, Romanico illustrato: visita guidata al Romanico della Provincia di Modena,
Colombini Editore, Modena 1999
- a cura di Enrico Marchetti e Laura Corsini, Ecomusei, volume e cd rom, Comunità Montana Appennino
Modena Est, 2004
- Cuore Verde: conoscere e vivere le Aree naturali protette della Provincia modenese, Provincia di Modena, 2009
- Passaggi e paesaggi. Itinerari nell’Appennino modenese (volume I), Provincia di Modena, 2004
- Passaggi e paesaggi. Luoghi, arte, natura, sapori, eventi nella pianura e nella collina modenese (volume II)
Provincia di Modena, 2005
- Le Biciguide della Provincia di Modena con opuscolo e mappe dettagliate, Modena 2007
Modena in bici: itinerari ciclabili nella provincia di Modena tra la via Emilia e le colline (vol.2)
Modena in bici: itinerari ciclabili nella provincia di Modena nella pianura a nord della Via Emilia (vol. 3)
- L’alto Appennino modenese: guida escursionistica sui sentieri del CAI, A. Marchiorri, CAI, Modena 1995
- Carta dei Sentieri dell’Alto Appennino Modenese, 1:25.000, CAI
- I sentieri della Luce, guida e cartografia sul sito http://www.provincia.modena.it
Gastronomia e sapori tipici
- Storie di terra e di rezdore, volume e cd rom, Provincia di Modena, 2009
- Savor. Ricordi, ricette e filmati per tramandare la cultura delle rezdore modenesi, volume e dvd, Provincia di
Modena, 2009
- Miria Burani, Le strade del borlengo. Benvenuti tra il Reno e il Panaro, Vaccari, Modena 2000
- Modena una provincia da scoprire: borghi dell’Appennino - tradizioni agroalimentari - itinerari nella scienza
(Volume II), a cura di Debora Dameri, Achille Lodovisi, Lauretta Longagnani, Provincia di Modena, 2000
- Collezioni e tentazioni: ricette dai musei modenesi, Provincia di Modena, 2009
Bibliografi a di approfondimento
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© immagini fotografiche
Enrico Valenti e Francesca Zanetti (Eccentrico)pag. 25 alto, 26 basso, 28, 29, 31, 33, 38 basso, 40, 41 alto, 43 alto, 44 alto, 45 alto, 46,
60, 61 alto, 62 basso, 64, 65 basso, 66 alto, 68, 69, 71, 86, 87, 92, 93 alto, 94 alto, 101,
114, 115, 119 alto, 122 alto, 123, 125, 135 alto, 138 basso, foto caseifici
Emmanuele Coltellaccipag. 38 alto, 41 basso, 47, 58, 59, 63, 67, 72 basso, 73 basso, 93 basso, 98 basso, 103,
130, 131
Archivio fotografico del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggianopag. 5, 18-23, 26 alto, 27, 144, 145
Archivio Claudio Guidettipag. 17
Archivio fotografico della Provincia di Modenapag. 39 basso, 45 basso, 61 basso, 62 alto, 97 alto, 97 basso, 100 alto, 134, 135, 138
alto, 42 (aniMOweb - Centro Documentazione Donna)
Archivio fotografico della Provincia di Modena: Nicola Nannavecchia 2004 - 2005pag. 36 alto, 37 alto, 39 alto, 44 basso, 66 basso, 72 alto, 73 alto, 91 basso, 95, 96, 98
box alto, 102, 119 basso, 120, 121, 122 basso, 136 basso
Archivio fotografico della Provincia di Modena: Federico Meneghetti 1999pag. 37 basso, 65 basso, 70, 118, 136 alto, 137
iStockphotopag. 24, 25 basso, 43 basso, 90, 94 basso, 99 alto
Finito di stampare nel mese di maggio 2009
presso Grafiche Callegaro, Padova
eccentrico.eu