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http://www.collezionedatiffany.com/piero-guccione-armonia-invisibile-2017/ Page 1 of 2 Sep 06, 2017 04:34:49AM MDT Piero Guccione_Dopo il tramonto, 1985-1987, olio su tela, 84×108 cm, Collezione Giuseppe Iannaccone L'artista siciliano Piero Guccione L'armonia dell'invisibile: quando la sostanza travalica l'apparenza collezionedatiffany.com Un borgo medievale, il cielo stellato e il profumo del mare: in tale contesto, lo scorso 22 luglio l’artista Piero Guccione ha ricevuto l’edizione 2017 del “Premio Pio Alferano”, “per avere reso la pittura poesia immortale, per avere sublimato i luoghi e la ”. In natura in messaggi lirici e metafisici concomitanza alla serata di premiazione, è stata inaugurata la mostra personale dell’artista: “ ”, a cura di Giuseppe L’armonia dell’invisibile Iannaccone, che resterà allestita nelle sale del Castello di Castellabate sino al prossimo 30 settembre. Le opere esposte sono poi contenute in un apposito catalogo, in cui, oltre all’indicazione delle informazioni tecniche (dimensioni, stile, etc.) e alla presentazione della vita e del profilo di Guccione, lo stesso Iannaccone, unitamente al direttore artistico, Vittorio Sgarbi e al coordinatore artistico, Rischa Paterlini, descrivono con dedizione e accuratezza, in tre distinti testi, le impressioni più intime dei dipinti e della persona dell’artista, supportando il visitatore nella profonda comprensione del percorso di Guccione. Si tratta di un progetto espositivo “speciale”, espressione di un sodalizio tanto bizzarro quanto vero tra due personalità (in apparenza) poco confacenti l’una all’altra ma, al contempo, parimenti lungimiranti. Da un lato, Iannaccone, il curatore eccentrico e determinato, dall’altro, Guccione, l’artista riservato, austero ed effimero, le cui opere appagano (o comunque “placano”) il bisogno di poetica del primo, rappresentando, senza mito, né contestazione, l’infinità dell’essere e la purezza primordiale della natura, ormai precaria. Non a caso, il primo incontro tra Iannaccone e Guccione ha avuto luogo nelle campagne sicule, dove l’artista vive.  Il carattere innovativo e l’approccio metafisico con cui Guccione rappresenta elementi ricorrenti della tradizione pittorica italiana, quali il mare, gli alberi e le campagne, avevano “incuriosito” il collezionista al punto tale da voler vedere dal vivo, con i propri occhi, i paesaggi raffigurati e comprendere a fondo l’ispirazione dell’artista. Quel primo incontro (e l’immersione nella natura) fu rivelatore della capacità di Guccione di sublimare la realtà: le terre dipinte erano, come dichiarato dallo stesso Iannaccone, “più dolci ” di quelle reali. Come emerge anche dalla mostra in corso, Guccione vede, rappresenta e e romantiche racconta la spiritualità dei paesaggi, che l’osservatore coglie mediante la contemplazione delle opere, immergendosi nel senso di calma e integrità a cui i dipinti mirano. L’essenza “isolana” di Guccione invade impetuosamente nei suoi lavori per poi “disperdersi”: da un lato, il mare azzurro, la sabbia dorata, i caldi tramonti evocano nell’osservatore le bellezze naturali della Sicilia e il senso di appartenenza a quella terra; dall’altro lato,

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Piero Guccione_Dopo il tramonto, 1985-1987, olio su tela,84×108 cm, Collezione Giuseppe Iannaccone

L'artista siciliano Piero Guccione

L'armonia dell'invisibile: quando la sostanza travalical'apparenza collezionedatiffany.com

Un borgo medievale, il cielo stellato e il profumo delmare: in tale contesto, lo scorso 22 luglio l’artistaPiero Guccione ha ricevuto l’edizione 2017 del“Premio Pio Alferano”, “per avere reso la pitturapoesia immortale, per avere sublimato i luoghi e la

”. Innatura in messaggi lirici e metafisiciconcomitanza alla serata di premiazione, è statainaugurata la mostra personale dell’artista: “

”, a cura di GiuseppeL’armonia dell’invisibileIannaccone, che resterà allestita nelle sale delCastello di Castellabate sino al prossimo 30settembre. Le opere esposte sono poi contenute in

un apposito catalogo, in cui, oltre all’indicazione delle informazioni tecniche (dimensioni, stile, etc.) e allapresentazione della vita e del profilo di Guccione, lo stesso Iannaccone, unitamente al direttore artistico,Vittorio Sgarbi e al coordinatore artistico, Rischa Paterlini, descrivono con dedizione e accuratezza, in tredistinti testi, le impressioni più intime dei dipinti e della persona dell’artista, supportando il visitatore nellaprofonda comprensione del percorso di Guccione.

Si tratta di un progetto espositivo “speciale”, espressione diun sodalizio tanto bizzarro quanto vero tra due personalità(in apparenza) poco confacenti l’una all’altra ma, alcontempo, parimenti lungimiranti. Da un lato, Iannaccone, ilcuratore eccentrico e determinato, dall’altro, Guccione,l’artista riservato, austero ed effimero, le cui opereappagano (o comunque “placano”) il bisogno di poetica delprimo, rappresentando, senza mito, né contestazione,l’infinità dell’essere e la purezza primordiale della natura,ormai precaria. Non a caso, il primo incontro tra Iannacconee Guccione ha avuto luogo nelle campagne sicule, dovel’artista vive.  Il carattere innovativo e l’approccio metafisicocon cui Guccione rappresenta elementi ricorrenti della

tradizione pittorica italiana, quali il mare, gli alberi e le campagne, avevano “incuriosito” il collezionista alpunto tale da voler vedere dal vivo, con i propri occhi, i paesaggi raffigurati e comprendere a fondol’ispirazione dell’artista. Quel primo incontro (e l’immersione nella natura) fu rivelatore della capacità diGuccione di sublimare la realtà: le terre dipinte erano, come dichiarato dallo stesso Iannaccone, “più dolci

” di quelle reali. Come emerge anche dalla mostra in corso, Guccione vede, rappresenta ee romanticheracconta la spiritualità dei paesaggi, che l’osservatore coglie mediante la contemplazione delle opere,immergendosi nel senso di calma e integrità a cui i dipinti mirano.

L’essenza “isolana” di Guccione invadeimpetuosamente nei suoi lavori per poi “disperdersi”: daun lato, il mare azzurro, la sabbia dorata, i caldi tramontievocano nell’osservatore le bellezze naturali della Sicilia

e il senso di appartenenza a quella terra; dall’altro lato,

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Deborah Caputo

Piero Guccione, Albero del Siparietto, 1989, pastello su carta,27×38 cm, Collezione Giuseppe Iannaccone

e il senso di appartenenza a quella terra; dall’altro lato,l’infinito delle acque, le linee d’orizzonte sfumate, lastaticità delle immagini, esprimono le emozioni piùcontrastanti di chi supera romanticamente i confini,travalicando nell’assoluto.  Il messaggio di Guccione infondo va ben oltre “i limiti” della sua terra: tramite ilcostante contrasto tra ciò che è e ciò che appare,l’artista si propone di esprimere il bisogno dell’uomocontemporaneo di recuperare la purezza primordialedella natura, ora infranta dalla civiltà industriale. Ciò cheGuccione comunica tramite le proprie opere è la presadi coscienza di una società e di una terra che stacambiando: è così che al mare limpido, alle terre aridema ospitali si aggiungono spesso pezzi di legno e di

ferro arrugginito, sacchi della spazzatura e autovetture. Nonostante alcune opere rappresentino “terrespaccate”, quella di Guccione non è una denuncia sociale, né l’urlo di un conservatore ma laconsapevolezza dell’uomo moderno di potere ritrovare se stesso solo recuperando quella natura sempreesistente ma semplicemente occultata da una realtà apparente.

© 2017, . Tutti i diritti riservati.Collezione da Tiffany

Deborah Caputo

Consulente legale specializzato nel diritto societario e commerciale, con una significativaesperienza sia in ambito giudiziale che stragiudiziale, acquisita grazie alla collaborazionecon importanti studi legali milanesi. A partire dal 2015, si occupa di diritto dell’arte,impegnandosi, peraltro, in prima persona, nell’organizzazione di convegni dedicati alla

materia. Collabora con Collezione da Tiffany quale contributor writer incaricato alla redazione diapprofondimenti tecnico – giuridici in tema di diritto dell’arte.

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