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Anno LVI - N. 7 Spedizione in a.p. 45% Autorizz. Dir. Prov. P.T. CT. www.vdj.it - [email protected] 1,00 Domenica, 14 luglio 2013 LA VOCE Jonio dell’ Periodico cattolico fondato da Orazio Vecchio A pochi giorni dalla storica visita di Papa Francesco a Lampedusa, proponiamo alcune riflessioni. E’ una visita improntata anch’es- sa alla semplicità, come tutti gli episodi del pontificato di questo Papa, a cui Bergoglio ci ha ormai quasi abituati, pur riuscendo, tuttavia, a continuare a stupirci ogni volta. Per sua espressa volontà, non sono presenti autorità e non c’è nessuno sfarzo. Delle au- torità istituzionali sono presenti solo il sin- daco Giuseppina Maria Nicolini e il prefetto di Agrigento Francesca Ferrandino (la quale si è presentata in jeans, camicetta bianca e scarpe sportive). L’altare è montato su una vecchia barca, il leggìo è fatto con pezzi di barconi di migranti, anche il calice della messa ed il pastorale sono stati ricavati da pezzi di legno dei barconi distrutti. Papa Francesco a Lampedusa con mons. Montenegro, vescovo di Agrigento Fortissimo il messaggio lanciato nell’ome- lia, durante la santa Messa concelebrata con l’arcivescovo di Agrigento mons. Francesco Montenegro, nello stadio straboccante di folla ed in cui, per fare più spazio, sono stati pure abbattuti i muri di recinzione. Prenden- do spunto dalle letture, il brano della Genesi in cui Dio chiede conto a Caino del fratello Abele ed il brano evangelico della strage degli innocenti perpetrata da Erode, Papa Francesco ha posto due domande: “Adamo dove sei?” e “Dov’è il sangue di tuo fratello?”. E ha poi sottolineato che nell’attuale mondo globalizzato si è diffusa la “globalizzazione dell’indifferenza”, per cui la sofferenza degli altri è una cosa che non ci riguarda, mentre si è persa pure la capacità di piangere per il dolore degli altri. E ancora, richiamando la figura manzoniana dell’Innominato, ha sottolineato che tutti siamo ormai diventa- ti ” innominati, responsabili senza nome e senza volto”. L’altare su cui ha celebrato Papa Francesco Molto significativi anche i gesti compiuti da Papa Francesco: la corona di fiori (crisan- temi bianchi e gialli) lanciata in mare, in omaggio a quanti sono morti nel tentativo di arrivare a Lampedusa, attraverso un mare che è invece diventato un grande cimitero; e l’incontro con gli immigrati, a cui ha stretto la mano quasi individualmente e di cui ha ascoltato la parola attraverso un loro rap- presentante che ha parlato in arabo con la traduzione istantanea di un mediatore cul- turale, anch’esso extracomunitario. E infine, è sicuramente da sottolineare anche il tono che il Papa ha voluto dare alla celebrazione eucaristica, di tipo penitenziale e con i para- menti viola. Una condanna, dunque, dell’indifferenza, ed un invito a piangere ed a condividere la sofferenza degli altri, di questi ultimi, che sono anch’essi fratelli e persone dotate di di- gnità umana. Nino De Maria Gesti semplici e sinceri che riscaldano i cuori Francesco “condanna” l’indifferenza globalizzata Una liturgia di penitenza ha preparato Papa Fran- cesco per la sua breve e intensa sosta a Lampedusa. Ed è stata come un forte grido di espiazione e di pianto per il male verso questi fratelli, doppiamente sventurati, simbolo dei poveri di tutto il mondo, che fuggendo verso mete ritenute di benessere e di pace, trovano la morte e il dolore nell’indifferenza di tutti. Una liturgia di penitenza ha preparato Papa Fran- cesco per la sua breve e intensa sosta a Lampedusa. Ed è stata come un forte grido di espiazione e di pianto per il male verso questi fratelli, doppiamente sventurati, simbolo dei poveri di tutto il mondo, che fuggendo verso mete ritenute di benessere e di pace, trovano la morte e il dolore nell’indifferenza di tutti. Colpisce l’insistenza del Pontefice verso questo male oscuro che tutti ci attanaglia: l’indifferenza che è peggio dell’odio, come spesso ripete il premio Nobel per la pace e sopravvissuto ad Auschwitz Elie Wiesel. Perché l’odio puoi, in qualche modo, indi- viduarlo e combatterlo, l’indifferenza no, perché si insinua nelle pieghe profonde dell’anima, perché è il cancro invisibile che rode e uccide, prima che sia possibile intravvederlo. P. R. S. (continua a pag. 2) DIOCESI Sul dopo-convegno col Vescovo Raspanti, Cancellieri e Salvi Legalità, Chiesa in prima fila La recente decisione del nostro Vescovo mons. Antonino Raspanti di non celebrare i funerali per i mafiosi che non hanno mostra- to segni di pentimento, resa pubblica duran- te il convegno “Conversazioni sulla legalità “ tenutosi il mese scorso presso la Chiesa di San Rocco in Acireale che ha visto la partecipazione, oltre che dello stesso vescovo, an- che del ministro Anna Maria Cancellieri e del Procuratore della Repubblica di Catania Giovanni Salvi, ha acceso di- battiti in tutta Italia in merito a diverse questioni che hanno come tema centrale la legalità. Del convegno diciamo a parte, tuttavia vogliamo affrontare gli aspetti etici che l’ar- gomento suggerisce, per contribuire, nel nostro piccolo, a diffondere una cultura della legalità che si fondi sui valori etici, civici, ol- tre che religiosi. La mafia, per la sua azione devastante, dirompente, ha suscitato negli ultimi tempi, soprattutto dopo la strage di Falcone e Borsellino, una mag- giore consapevolezza della ne- cessità di contrastarla con ogni mezzo. Orazio Maltese (continua a pag. 2) DIOCESI Guido Leonardi Suor Giovanna Maria lascia la sua Africa sceglie le Visitandine e si dona per sempre a Dio 7 DIOCESI 8 Lunedì 15 a Riposto “Festa del mare Sulla barca della fede” Una pastorale specifica G. Pulvirenti, A. Torrisi DIOCESI 2 Guido Leonardi Testimone racconta “Quando nell’estate ‘43 la statuta di S. Venera fu ‘sfollata’ a Pennisi” Cartoleria Acireale, Via Cavour 39 cartoleria articoli per ufficio prodotti professionali disegno e pittura fotocopie gadget regali Sconti su: quaderni, diari, zaini e borse delle MIGLIORI MARCHE ACIREALE Una serie di vantaggi per i turisti Ecco “Aci Welcome Card” Il Papa e il dovere dell’amore Arriva l’estate e con se porta quella tipica ventata d’ottimismo che ne carat- terizza la stagione. Nella fat- tispecie, prende vita nel ter- ritorio acese, un progetto di rilevanza turistica interna- zionale, progetto che sem- bra essere riuscito ad unire gli intenti di tutti gli operatori del settore attivi nella zona.Stiamo parlando di “Aci Welcome Card” , ideato dalla cooperativa Lemon tour di Acireale, dal comune di Acireale e coadiuvato dalle asso- ciazioni di albergatori, b&b, tassisti e guide professionistiche. Dario Liotta (continua a pag. 8) SOSTIENICI CON IL TUO 5 PER MILLE La legge Finanziaria prevede la possibilità di destinare il 5 per mille della propria imposta sul reddito ad associazioni di volontariato, onlus, ricerca etc. Il 5‰, altra cosa dal già sperimenta- to 8 ‰, non determina nessuna variazione nell’ammontare dell’imposta. Anche l’ Associazione Orazio Vecchio,nata soprattutto per curare La Voce dell’Jonio, è tra i soggetti beneficiari. Per destinare a noi il contributo basta compilare l’apposita scheda del 5‰ sul modello 730 o Unico: 1) Inserire i propri dati anagrafici e il codice fiscale; 2) Firmare nel riquadro indicato come Sostegno del Volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale.... (il primo a sinistra della scheda); 3) Indicare in quel riquadro il codice fiscale 90034160870 (come nell’esempio sopra) Lo 0.5 ‰ della tua imposta sul reddito può essere destinato all’associazione di volontariato “Orazio Vecchio” 9 0 0 3 4 1 6 0 8 7 0 Firma del dichiarante LAMPEDUSA Dall’estremo lembo meridionale dell’Europa un richiamo alle coscienze del mondo e un caldo grazie pagine speciali 4 e 5 DIOCESI A 400 anni dalla morte San Camillo è vivo

La Voce dell'Jonio numero 7-2013

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La Voce dell'Jonio numero 7-2013

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Page 1: La Voce dell'Jonio numero 7-2013

Anno LVI - N. 7

Spedizione in a.p. 45% Autorizz. Dir. Prov. P.T. CT.

www.vdj.it - [email protected] 1,00

Domenica, 14 luglio 2013

LA VOCEJoniodell’Periodico cattolico fondato da Orazio Vecchio

A pochi giorni dalla storica visita di Papa Francesco a Lampedusa, proponiamo alcune riflessioni. E’ una visita improntata anch’es-sa alla semplicità, come tutti gli episodi del pontificato di questo Papa, a cui Bergoglio ci ha ormai quasi abituati, pur riuscendo, tuttavia, a continuare a stupirci ogni volta. Per sua espressa volontà, non sono presenti autorità e non c’è nessuno sfarzo. Delle au-torità istituzionali sono presenti solo il sin-daco Giuseppina Maria Nicolini e il prefetto di Agrigento Francesca Ferrandino (la quale si è presentata in jeans, camicetta bianca e scarpe sportive). L’altare è montato su una vecchia barca, il leggìo è fatto con pezzi di barconi di migranti, anche il calice della messa ed il pastorale sono stati ricavati da pezzi di legno dei barconi distrutti.

Papa Francesco a Lampedusa con mons. Montenegro, vescovo di Agrigento

Fortissimo il messaggio lanciato nell’ome-lia, durante la santa Messa concelebrata con l’arcivescovo di Agrigento mons. Francesco Montenegro, nello stadio straboccante di folla ed in cui, per fare più spazio, sono stati pure abbattuti i muri di recinzione. Prenden-do spunto dalle letture, il brano della Genesi in cui Dio chiede conto a Caino del fratello Abele ed il brano evangelico della strage degli innocenti perpetrata da Erode, Papa Francesco ha posto due domande: “Adamo dove sei?” e “Dov’è il sangue di tuo fratello?”. E ha poi sottolineato che nell’attuale mondo globalizzato si è diffusa la “globalizzazione dell’indifferenza”, per cui la sofferenza degli altri è una cosa che non ci riguarda, mentre si è persa pure la capacità di piangere per il dolore degli altri. E ancora, richiamando la figura manzoniana dell’Innominato, ha sottolineato che tutti siamo ormai diventa-ti ”�innominati, responsabili senza nome e senza volto”.

L’altare su cui ha celebrato Papa Francesco Molto significativi anche i gesti compiuti da Papa Francesco: la corona di fiori (crisan-temi bianchi e gialli) lanciata in mare, in omaggio a quanti sono morti nel tentativo di arrivare a Lampedusa, attraverso un mare che è invece diventato un grande cimitero; e l’incontro con gli immigrati, a cui ha stretto la mano quasi individualmente e di cui ha ascoltato la parola attraverso un loro rap-presentante che ha parlato in arabo con la traduzione istantanea di un mediatore cul-turale, anch’esso extracomunitario. E infine, è sicuramente da sottolineare anche il tono che il Papa ha voluto dare alla celebrazione eucaristica, di tipo penitenziale e con i para-menti viola.

Una condanna, dunque, dell’indifferenza, ed un invito a piangere ed a condividere la sofferenza degli altri, di questi ultimi, che sono anch’essi fratelli e persone dotate di di-gnità umana.

Nino De Maria

Gesti semplici e sinceriche riscaldano i cuori

Francesco “condanna”l’indifferenza globalizzata

Una liturgia di penitenza ha preparato Papa Fran-cesco per la sua breve e intensa sosta a Lampedusa. Ed è stata come un forte grido di espiazione e di pianto per il male verso questi fratelli, doppiamente sventurati, simbolo dei poveri di tutto il mondo, che fuggendo verso mete ritenute di benessere e di pace, trovano la morte e il dolore nell’indifferenza di tutti. Una liturgia di penitenza ha preparato Papa Fran-cesco per la sua breve e intensa sosta a Lampedusa. Ed è stata come un forte grido di espiazione e di pianto per il male verso questi fratelli, doppiamente sventurati, simbolo dei poveri di tutto il mondo, che fuggendo verso mete ritenute di benessere e di pace, trovano la morte e il dolore nell’indifferenza di tutti.

Colpisce l’insistenza del Pontefice verso questo male oscuro che tutti ci attanaglia: l’indifferenza che è peggio dell’odio, come spesso ripete il premio Nobel per la pace e sopravvissuto ad Auschwitz Elie Wiesel. Perché l’odio puoi, in qualche modo, indi-viduarlo e combatterlo, l’indifferenza no, perché si insinua nelle pieghe profonde dell’anima, perché è il cancro invisibile che rode e uccide, prima che sia possibile intravvederlo.

P. R. S.(continua a pag. 2)

DIOCESI Sul dopo-convegno col Vescovo Raspanti, Cancellieri e Salvi

Legalità, Chiesa in prima filaLa recente decisione del nostro Vescovo

mons. Antonino Raspanti di non celebrare i funerali per i mafiosi che non hanno mostra-to segni di pentimento, resa pubblica duran-te il convegno “Conversazioni sulla legalità “ tenutosi il mese scorso presso la Chiesa di San Rocco in Acireale che ha visto la partecipazione, oltre che dello stesso vescovo, an-che del ministro Anna Maria Cancellieri e del Procuratore della Repubblica di Catania Giovanni Salvi, ha acceso di-battiti in tutta Italia in merito a diverse questioni che hanno come tema centrale la legalità.

Del convegno diciamo a parte, tuttavia vogliamo affrontare gli aspetti etici che l’ar-gomento suggerisce, per contribuire, nel nostro piccolo, a diffondere una cultura della legalità che si fondi sui valori etici, civici, ol-tre che religiosi.

La mafia, per la sua azione devastante, dirompente, ha suscitato negli ultimi tempi, soprattutto dopo la strage di Falcone e Borsellino, una mag-giore consapevolezza della ne-cessità di contrastarla con ogni mezzo.

Orazio Maltese(continua a pag. 2)

DIOCESI

Guido Leonardi

Suor Giovanna Marialascia la sua Africa

sceglie le Visitandinee si dona per sempre a Dio

7

DIOCESI

8

Lunedì 15 a Riposto“Festa del mare

Sulla barca della fede”Una pastorale specifica

G. Pulvirenti, A. Torrisi

DIOCESI

2Guido Leonardi

Testimone racconta“Quando nell’estate ‘43la statuta di S. Venerafu ‘sfollata’ a Pennisi”

CartoleriaAcireale, Via Cavour 39

cartoleria

articoli per ufficio

prodotti professionali

disegno e pittura

fotocopie

gadgetregali

Sconti su:quaderni, diari,

zaini e borsedelle MIGLIORI MARCHE

ACIREALE Una serie di vantaggi per i turisti

Ecco “Aci Welcome Card”

Il Papa e il dovere dell’amore

Arriva l’estate e con se porta quella tipica ventata d’ottimismo che ne carat-terizza la stagione. Nella fat-tispecie, prende vita nel ter-ritorio acese, un progetto di rilevanza turistica interna-zionale, progetto che sem-bra essere riuscito ad unire

gli intenti di tutti gli operatori del settore attivi nella zona.Stiamo parlando di “Aci Welcome Card”, ideato dalla cooperativa Lemon tour di Acireale, dal comune di Acireale e coadiuvato dalle asso-ciazioni di albergatori, b&b, tassisti e guide professionistiche.

Dario Liotta(continua a pag. 8)

SOSTIENICI CON IL TUO 5 PER MILLE

La legge Finanziaria prevede la possibilità di destinare il 5 per mille della propria imposta sul reddito ad associazioni di volontariato, onlus, ricerca etc. Il 5‰, altra cosa dal già sperimenta-to 8 ‰, non determina nessuna variazione nell’ammontare dell’imposta. Anche l’Associazione Orazio Vecchio,nata soprattutto per curare La Voce dell’Jonio, è tra i soggetti beneficiari. Per destinare a noi il contributo basta compilare l’apposita scheda del 5‰ sul modello 730 o Unico:1) Inserire i propri dati anagrafici e il codice fiscale;2) Firmare nel riquadro indicato come Sostegno del Volontariato, delle organizzazioni non

lucrative di utilità sociale.... (il primo a sinistra della scheda);3) Indicare in quel riquadro il codice fiscale 90034160870 (come nell’esempio sopra)

Lo 0.5 ‰ della tua

imposta sul reddito

può essere destinato

all’associazione

di volontariato

“Orazio Vecchio”

9 0 0 3 4 1 6 0 8 7 0Firma del dichiarante

LAMPEDUSA Dall’estremo lembo meridionale dell’Europa un richiamo alle coscienze del mondo e un caldo grazie

pagine speciali 4 e 5

DIOCESI A 400 anni dalla morte

San Camillo è vivo

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2 14 luglo 2013 In Seconda Joniodell’

RADICI E TRADIZIONI - 8 Rubrica di cucina, detti, proverbi, preghiere, feste e storia ...

Acireale: la Fiera di Santa Venera nel ‘31Non tutti sanno che duran-

te la seconda guerra mondia-le, e precisamente nell’estate del 1943, visto l’aggravarsi della situazione bellica in Sici-lia, il vescovo di Acireale - al-lora era mons. Salvatore Rus-so (1885-1964) – pensò bene di mettere in salvo la statua a mezzobusto, rivestita d’ar-gento, di Santa Venera, pa-trona della città di Acireale, e di custodire in luogo sicuro anche il pre-zioso tesoro di gioielli, do-nati “ex voto” dai fedeli. Il timore era che questi ogget-ti di valore – economico ma ancora di più affettivo – potessero fare gola e rima-nere in balìa delle truppe nemiche.

Come ha ben ricorda-to l’avv. Felice Saporita nel suo interessante volume “Acireale 1943”, il ve-scovo si consultò con alcuni parroci della città e, alla fine, decise che la statua doves-se essere portata e custodi-ta nella casa parrocchiale di Pennisi, allora abitata da don Giuseppe Arcidiacono.

Questa immagine esprime il messaggio che si vuole trasmettere con tale pagina: i resti di un tempio greco con accanto l’al-

bero di mandor-lo in fiore r a p p r e -sentano l ’a nt i c o che fiori-sce nella n o v i t à del pre-

sente…Così è della tradizione e della cul-tura di ogni popolo…tradizione e cultura che ne rappresentano le radici e come tali meritano di essere rivalutate e conosciu-te. E’bellissimo andare in giro alla ricerca di anziani che ti raccontano il passa-to…come si pregava…cucinava…gioca-va…lavorava…i loro volti s’illuminano nel ricordo…mentre il loro dire in sicilia-no…diventa una dolce melodia per chi li ascolta…

Letizia FranzoneProverbio del mese:L’amuri ammuccia ogni difettu. L’amo-

re nasconde ogni difetto.Morale: L’amore non nasconde i difetti

delle persone amate nel senso che faccia finta che non esistano, non sarebbe amo-re autentico questo…

L’amore nasconde i difetti delle persone amate nel senso che li accoglie con com-prensione e con tamta pazienza cerca di correggerli.

Preghiera del mese:Matri chi siti bedda, vi salutu,aiutatimi: ’n vita e morti lu vostru aiutu,vi salutu cu l’Avi Maria,o Matri mia, arricorditi di mia. Ave Maria…

La Fiera di S. Venera in Acireale, 1931:I preparativi della festa di S. Venera,

patrona di Acireale, iniziavano già il 26 Maggio, in un inno festoso del “ Toc-co” del cannone che annunciava che tra due mesi precisi, il popolo fedele avrebbe donato il suo affettuoso omag-gio alla Santa concittadina. Il 26 Luglio, giorno della festa, il Senato civico insie-me ai magistrati, uscivano nella berlina di gala, molto ricca di ori e di pitture, preceduti dal “ mazziere”, circondati da tanta gente, per venerare la bellissima statua nel ferculo d’argento.

L’origine del culto di Santa Venera risale prima del mille: vicina alle terme romane sorgeva una chiesetta dedicata alla Santa. Sia il tempo che i terremoti danneggiarono questo tempio primiti-vo, restauraro poi nel 1600 e riedificato nel 1620. Questa chiesetta che sorgeva vicino alla sorgente delle acque sulfu-ree, prendeva il nome di “ Santa Venera al pozzo” dando il nome alla contrada di Aci. Quando Aci-Aquilia si divise dai “ Casali” e acquistò rinomanza e ric-chezza, il poolo di Aci dedicò alla sua Santa il suo maggiore tempio, chia-mandola sua protettrice e padrona.

Legata agli antichi festeggiamenti di Santa Venera, vi era la celebre “ Fiera franca”, che si svolgeva nel territorio di “ Santa Venera al pozzo”, le cui origini si perdono nel tempo lontano quando Aci possedeva un rinomatissimo mer-cato. Gli storici arabi, intorno al mille, parlavano di “ Aci, terra marittima di antica civiltà con un mercato”. Un mer-cato ricchissimo invidiato dai prossimi vicini. Nel 1615, dopo che i “ Casali ” si distaccarono da Aquilia, si abbandona-

rono le terre che avevano visto svolger-si nei millenni, la vita del popolo di Aci, ed il mercato, ormai di fama europea, si svolse ogni anno nella città nuova che andava sempre più crescendo.

L’usanza era che dopo la prima quin-dicina del mese di luglio si innalzava sul campanile la bandiera di “ Fiera franca ” e allo sparo del cannone, la gente d’ol-tre terra e d’oltre mare accorreva.

Tutto poi si spense nelle mutate con-dizioni dei tempi e degli animi.

La famosa “ Fiera franca ” e poi “ Fiera di Santa Venera ”, rimane solo un orgoglioso ricordo per Acireale o po-trebbe rinascere con nuove vedute e con i nuovi mezzi odierni, ma con lo stesso amore per la città che animava l’antico popolo di Aci? Potrebbe diven-tare nuovamente un forte richiamo per il commercio, per l’artigianato ancora presente e per quel turismo che po-trebbe far rivivere la bellezza della no-stra Acireale nel momento in cui nuovi occhi lo apprezzerebbero.

Ma perché tutto questo non rimanga per Acireale, soltanto un bel biglietto di visita coperto dalla polvere degli scaffa-li dell’Archivio storico, è necessario che l’egoismo e l’indifferenza dei singoli la-scino il posto all’amore audace dei cit-tadini acesi… Basterebbe davvero così poco per risvegliare questa bellissima città…costretta a dormire… Bastereb-be solo amarla davvero…

Matri chi siti bedda, eu vi salutu, aiutatimi: ‘n vita e morti lu vostru aiutu; eu vi salutu cu l’Avi Maria, o Matri, arricurdativi di mia. Ave Maria...

STORIA LOCALE L’estate del ‘43 a Pennisi

La Patrona “sfollata”

Il Papa: “Indifferenzaglobalizzata”

Indifferenza globalizzata, l’ha chiamata Papa Bergoglio, perché diffusa ad ogni lati-tudine e in ogni tempo: l’indifferenza, ane-stesia del cuore, che ha serpeggiato per anni di fronte ai vagoni di morte nella seconda guerra mondiale, di fronte alla “sua” Argen-tina e alla brutale dittatura che ha fatto spa-rire nel nulla centinaia di migliaia di inermi cittadini. E non è certo solo questione di totalitarismo politico, se ancora oggi queste tragedie disumane continuano, nonostante le democrazie diffuse, nonostante l’Onu e i suoi proclami sui diritti umani, nonostante il rapido sviluppo delle comunicazioni mas-smediali, che ci restituiscono in tempo reale notizie e immagini sconvolgenti.

Eppure continuiamo a trascinare la nostre vite, pensando che è sempre responsabilità di un altro, come precisa il Papa, conosci-tore del cuore umano, ma non disposto a fare sconti a nessuno, nemmeno a se stesso. Di fronte al grido di Dio, dopo la morte di Abele: “Caino, dov’è tuo fratello?”, grido che ancora risuona in ogni parte del mondo, non c’è alternativa al pentimento, alla presa d’atto della propria, specifica responsabilità, al pianto. Sorprende questo riferimento al piangere e alla accorata considerazione che forse nessuno piange più per questa soffe-renza e per le tante morti, perché tutti ripie-gati sul proprio io e volti alla soddisfazione

dei propri, angusti desideri. Eppure ha ragione il Papa: bisogna reim-

parare a piangere, ad esprimere in modo concreto, immediato e non simbolico che qualcosa di prezioso – la commozione ver-so l’altro – si è perso, come si è smarrito il peso del dramma che queste tragedie com-portano. E’ come se il linguaggio non tro-vasse più le parole per dire partecipazione al mistero di male che ci avvolge, così che il piangere ne fosse invece la sua dimensione più completa, capace di superare la frattura tra la sfera fisica e quella spirituale.

P. R. S.

Legalità e Bene comuneLa Chiesa cattolica ha dato un enorme

contributo per svegliare le coscienze assopi-te e rassegnate alla violenza mafiosa. Ricor-diamo il vibrante discorso di papa Wojtyla nello stadio di Palermo proprio dopo la strage dei due coraggiosi magistrati siciliani e delle loro scorte, dove invitava i mafiosi a convertirsi.

Ma la Chiesa romana non si ferma qui: nomina in tutte le diocesi dell’isola vescovi di grande spessore umano e culturale che intraprendono iniziative coraggiose contro il fenomeno della criminalità organizzata e, dopo l’omicidio di don Pino Puglisi, il par-roco che ha sorriso persino ai suoi assas-sini, accelera il processo di beatificazione segnando senza ombre e senza indugio un

confine invalicabile tra la pratica religiosa e la cultura mafiosa.

Purtroppo siamo ancora lontani dalla consapevolezza della classe politica italiana di dover affrontare con altrettanta decisio-ne la questione legalità che comporterebbe maggiore giustizia ed attenzione al bene comune. Malgrado il gradimento dei citta-dini per i politici sia sceso a livelli così bassi, a causa degli innumerevoli scandali che li hanno riguardati, e la richiesta pressan-te dell’opinione pubblica di nuove norme che limitino la corruzione ed il malaffare e portare fuori dal Parlamento indagati e condannati, i nostri rappresentanti istitu-zionali, arroccati nel potere e nel privilegio, poco o nulla hanno fatto in questa direzio-ne, mentre il Paese precipita in una crisi senza precedenti, anche a causa di un livello di corruzione che distoglie dalle casse dello Stato circa 60 miliardi l’anno, come ci indi-ca il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino nella relazione per l’apertura dell’Anno Giudiziario a Roma del 15.2.2012.

Tuttavia si avverte sempre più la necessità da parte della società civile di essere gover-nati a livello locale, provinciale, regionale e nazionale, non solo da persone capaci (con-dizione indispensabile per gestire situazioni sociali ed economiche gravi e complesse) , ma anche da persone “perbene”, capaci cioè di amministrare le risorse pubbliche con saggezza, onestà ed equità.

Orazio Maltese

dalla prima

Racchiusa in una pesante cassa di legno, la statua di Santa Venera nei primi gior-ni di luglio venne condotta a Pennisi su di un carretto, “scortato” dai sacerdoti don Francesco Foti e don Carme-lo Gresti; qui fu segretamen-te nascosta all’interno della casa canonica e, precisamen-te, nella stanza da letto del parroco. Anche il venerato simulacro della Santa Patro-

na, quindi, come mol-tissimi altri acesi in quel tragico fran-gente della nostra storia, si trovò “sfol-lato” nella c a m p a g n e circostanti.

Due resi-denti, allo-ra bambini, r i c o r d a n o ancora quei fatti: Rosaria Russo (spo-sata Zappalà)

e Michele Fresta. Entrambi sono nati ed hanno sempre vissuto proprio accanto alla chiesa e alla casa canonica. La sig.ra Russo riferisce che tutto avvenne in segreto e solo tempo dopo si raccon-tò ai paesani di come la sta-tua era stata custodita dal parroco, che era il giovane don Giuseppe Arcidiacono (1906-1985). Originario di Guardia, fu per sedici anni (dal 1931 al 1947) parroco di Pennisi e contribuì, anche con il suo lavoro manuale, alla ricostruzione della chie-sa dedicata alla Madonna del Carmelo.

Un testimone diretto di quegli eventi è Michele Fre-sta (classe 1935): “Allora avevo otto anni. Noi bambi-ni andavamo a piedi scalzi e mi ricordo, abitando proprio in un casa attigua alla cano-nica, che una sera di luglio arrivò un carretto con un misterioso carico, che venne sistemato prima nel garage e, quindi, all’interno della casa canonica. Ho un vago ricor-do di quel misterioso carico, che venne poi sistemato nel-la piccola stanza da letto di padre Arcidiacono, coperto con lenzuola e altro materia-le”. All’inizio nessuno seppe che sotto quell’imballaggio si celava la statua a mezzobusto di Santa Venera. Terminato il conflitto, la statua venne poi riportata ad Acireale.

Nel frattempo, una cassetta contenente i preziosi ex-voto della Santa venne consegnata dal canonico Francesco Foti al barone Agostino Pennisi di Floristella, come risulta da una dichiarazione, firma-ta dal Vescovo, dal podestà e dal presidente della Reale Cappella di Santa Venera, che così recitava: “Dichiaria-mo di aver affidato al dott. Agostino Pennisi, barone di Floristella, una cassetta sigil-lata contenente oggetti pre-ziosi “ex voto” della Patrona di Acireale, Santa Venera.

Il dott. Agostino Pennisi, da noi pregato, ha accetta-to di prenderla in consegna per occultarla, nel luogo e nella maniera che egli riterrà più opportuno, ad eventuali trafugamenti in dipendenza alla deprecabile occupazio-ne nemica della nostra città”. Anche i preziosi ex voto, al termine del conflitto, fecero fortunatamente ritorno nella Cattedrale di Acireale.

Guido Leonardi

Il 10° Forum dell’Informazione cattolica per la salvaguardia del creato è stato in-centrato quest’anno sul tema “Le vie di comunicazione vecchie e nuove e il loro ruo-lo nella gestione e cura del territorio e nella ricerca della spiritualità legata al creato. Con incroci, reti e cammini a partire dalle Dolomiti, patrimonio dell’Umanità”.

Organizzato dall’associazione Greenaccord onlus, con il supporto della Provincia Autonoma e dell’Arcidiocesi di Trento, il Forum si è svolto per il secondo anno con-secutivo nel capoluogo trentino.

Si è parlato di cura del territorio, del ruolo degli ambienti montani per costruire reti e relazioni tra i popoli, dei nuovi modi di concepire le vie di comunicazione. Distribuite in tre giornate, cinque sessioni di la-voro hanno visto la partecipazione di un centinaio di giornalisti di testa-te nazionali e locali con l’obiettivo di esaminare, attraverso gli interventi di illustri relatori, il rapporto intrinseco tra montagna e comunicazione approfondendone l’aspetto ambientale, storico, economico, tecnologico e religioso.

Il sistema economico consumista che domina il mondo ha spezzato il rapporto armonioso tra uomo e natura. Di qui l’esigenza di tutelare il territorio e operare dei cambiamenti che ristabiliscano l’equilibrio nel creato.

Significativo, a conclusione dei lavori, l’appello di Andrea Masullo, presidente del comitato scientifico di Greenaccord, affinchè la politica tor-ni ad avere il primato sull’economia.

“Non possono essere le regole delle reti finanziarie a dominare sulle reti sociali, sui

sistemi ecologici, strumentalizzando la politica- egli ha detto. Le reti finanziarie si occupano di trasferimenti di valori virtuali, trascurando le conseguenze sull’ecologia e sulla società. Ma il vero valore alla base del benessere è la disponibilità di risorse e servizi ecologici, alimenti sani, aria e acqua pulite, un clima stabile e la qualità delle reti di relazioni sociali”. Bisogna dunque riscoprire la sacralità della natura e ritrova-re la tenerezza, come ha detto Papa Francesco, nel guardare alla fragilità della vita.

Nell’ambito del Forum è stato assegnato anche il premio giornalisti-co “Sentinella del creato”, voluto da Greenaccord in collaborazione con la Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) e con l’Ucsi (Unione cattolica stampa italiana), a vari giornalisti, attori, cantautori. Figure di-verse, ma accomunate dalla sensibilità mostrata nel trattare i temi am-bientali.

Sono stati premiati: Lucia Ascione e Nicola Ferrante, redattori di TV 2000; Gabriele Viola, collaboratore del settimanale della Diocesi di Cu-neo “La guida”; Enzo Quarto, giornalista Rai; Lorenzo Lucianer, del Tgr trentino della Rai, recentemente scomparso; Maria Grazia Cucinotta, attrice e Cinzia Tedesco (nella foto), cantautrice jazz, che ha animato la serata conclusiva del Forum con apprezzate performances.

Non è mancata una parentesi turistica grazie al press tour organiz-zato dall’Azienda del turismo di Pinè e Cembra che ha offerto ai con-

vegnisti la visita del lago Serraia e di Montagnaga di Pinè, con lo storico Santuario e l’albergo dismesso “Alla corona”, oggi museo del turismo.

Graziella Maugeri

La salvaguardia del Creato e il ruolo dei giornalisti cattolici

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Joniodell’

Page 3: La Voce dell'Jonio numero 7-2013

14 luglio 2013 3Cultura e SpettacoloJoniodell’

DIOCESI L’incontro sulla legalità con il vescovo mons. Raspanti, il procuratore Salvi e il ministro Cancellieri

”O con la Chiesa o con la mafia”Martedì 25 giugno, nello spazio aperto dell’Istituto Scolasti-

co Comprensivo di Santa Venerina, il M° Salvatore Musmeci ha presentato la serata dedicata all’inaugurazione della biblio-teca multimediale della stessa scuola,che si è potuta realizzare grazie ai fondi provenienti dalle iniziative di solidarietà conse-guenti al sisma del 2002. La più piccola degli alunni ha tagliato il nastro mentre, i più grandi, tra cui gli assessori e il sindaco del Consiglio dei Ragazzi, emozionatissimi, hanno pronun-ciato il loro discorso di ringraziamento. Presente all’evento

la nuova giunta comunale e il neo sindaco Salvatore Greco, invitato sul palco dalla di-rigente scolastica Mariangiola Ga-raffo, la quale ha voluto sottolinea-re quanto la cul-tura faccia l’uomo

libero e ha letto una lettera del sociologo Anselmo Roveda indirizzata alla scuola per l’occasione di questo evento. La manifestazione intitolata “Coltura, Cultura e Intercultura” ha previsto una simpatica rappresentazione teatrale degli stu-denti liberamente tratta da “I Promessi Sposi” del Manzoni, denominata “Quel ramo del Lago di Como”. Commovente per molti è stato l’incontro dei componenti di un gruppo, i qua-li, 10 anni prima, subito dopo il sisma che ha colpito Santa Venerina, hanno voluto creare un calendario per venderlo e raccogliere fondi per il territorio. Le slide che hanno mandato riportavano le varie foto dei ragazzi e di questo loro progetto, che fu seguito anche da reti televisive nazionali, come la Rai (I fatti vostri, Rai2) o come Mediaset (Verissimo, Canale 5). Ovviamente anche le reti locali vi si sono interessate, il grup-po ha infatti preso parte alla trasmissione “Insieme” di Salvo La Rosa su Antenna Sicilia. Una delle foto riconduceva alla vi-sita di Silvio Berlusconi al paese terremotato. Una dei membri del gruppo ha dichiarato: <<10 anni dopo siamo di nuovo qui, rimane in noi ancora la paura provata allora, ma, nonostan-te tutto, siamo decisi ad andare avanti!>>. A tutto il gruppo è stato consegnato un attestato tra gli applausi del numeroso pubblico.

Nhora Caggegi

Chiude l’anno l’ Università popolareDurante l’anno accademico dell’Università acese, giunto al

XV° anno di attività, si è registrato un ulteriore aumento del 10% di iscrizioni rispetto all’anno precedente. “Tutti i corsi, ben 38, sono stati seguiti e assai apprezzati - spiega il presi-dente, professore Alfio Mazzaglia nella sua relazione. “Il tra-dizionale e atteso corso di lingua italiana e il corso di recu-pero per immigrati tenuto per l’intero anno accademico - ci tiene a sottolineare il presidente - rappresenta il nostro punto di forza dell’impegno sociale della nostra Università.

Sono stati tanti gli incontri e le visite culturali che si sono svolti nel corso dell’anno accademico, ne citiamo alcuni.

Nella Basilica di San Sebastiano, sono stati organizzati tre incontri: il primo su “Presepe napoletano e presepe siciliano a confronto”; il secondo sull’Anno Costantiniano (XVII cente-nario dell’Editto di Milano) e sul tema della fede ( XXIV canto del Paradiso) a cura del prof. Franco Battiato. Nel terzo incon-tro il prof. Alfio Mazzaglia ha presentato il romanzo di Loren-zo Marotta “Le ali del vento”.

Nella sede dell’Università popolare il prof. Alfio Mazzaglia, letture del prof. Franco Battiato, ha presentato il libro di poe-sie di Ludovico Anastasi “Grigiori e scintille”.

Sal.Ci.

‘Cultura della legalità e società multireligiosa’: questo è il titolo del recente libro che il nostro Vescovo mons. Antonino Raspanti ha pre-sentato lo scorso 22 giugno nell’ambito di una conferenza di grande richiamo ed importanza per gli argomenti trattati, al cospetto di un uditorio numeroso ed interessato, presso la chiesa cittadina di San Rocco. Relatori della conferenza erano, nell’occasione, unitamente al Vescovo, il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, ed il procuratore della Repubblica di Catania, dott. Giovanni Salvi, alla presenza di numerose autorità civili e militari della città e dell’hin-terland, nonchè del vescovo emerito della nostra diocesi, mons. Pio Vittorio Vigo.

E’ stato il Ssindaco, on. Nino Garozzo, a porgere agli illustri ospiti il saluto di benvenuto, a nome proprio e della città; quindi si passava agli in-terventi dei relatori. mons. Raspanti porgeva il proprio deferente saluto al ministro, al procuratore Salvi ed alle autorità presenti, con le quali, sin dal proprio insediamento nella ‘cattedra’ diocesana, egli ha intrapreso un inten-so e proficuo rapporto di collabora-zione. Mons. Raspanti argomentava, poi, sul rapporto reciproco tra cultura e religione: da alcuni decenni, ormai, la coscienza ecclesiale, isolana e nazionale, ha operato delle profonde riflessioni sui feno-meni mafiosi e sulla loro estrema velocità nei reciproci collegamenti e/o aggiornamenti sulle ramificazioni nell’ambito della società civile. Tutto ciò a partire dalle omelie del compianto arcivescovo di Paler-mo, card. Salvatore Pappalardo, contro le organizzazioni mafiose, che si macchiavano di orrendi delitti. A questo punto, la fede esi-ge non solo una convinta adesione personale ma, soprattutto, una chiara riprovazione contro quella che è una vera e propria cultura di morte. Questa è l’esortazione che il compianto Papa Giovanni Paolo 2°, ormai prossimo agli onori degli altari, ha rivolto con una propria omelia, pronunciata il 9 maggio 1993 nella Valle dei Templi,

in Agrigento, sulla viva eco dell’omicidio del giudice Rosario Livati-no. Nell’occasione, il Pontefice esortava i mafiosi ad un coraggioso pentimento, ad un rinnovato atteggiamento di autentica conversio-ne del cuore; in tale ottica, va considerato il decreto che, a firma di mons. Raspanti, visti gli orientamenti della Conferenza Episcopale Siciliana, priva delle esequie coloro i quali, condannati in via definiti-va per fatti mafiosi, non abbiano dato, in punto di morte, il necessa-rio segno di ravvedimento per i crimini commessi.

E’ proprio il dialogo tra culture e religioni nello spazio pubblico che può ridare spessore al valore della legalità. In tal senso, il Cortile dei Gentili focalizza e connette in un unicum il tema della giustizia, nel suo snodo tra moralità e legalità, con la tradizione multicultura-

le e multireligiosa che, nel corso dei secoli, ha contraddistinto la storia della nostra isola, da sempre, anche per la propria privilegiata po-sizione geografica al centro del mare Mediter-raneo, ‘casa’ e crocevia di culture.

Diritto divino e giustizia umana, giustizia e libertà, legalità e diritti umani, pluralismo e re-ligioni, dunque, hanno costituito la pista entro la quale muoversi per la conferma di un’ampia

piattaforma comune. Gli intendimenti ed i pensieri di mons. Raspanti hanno, poi, tro-

vato ampia conferma negli interventi del procuratore della Repub-blica di Catania e del ministro Cancellieri; la giustizia deve, in ogni caso fare il proprio corso, onde far piena luce sui misfatti e, conse-guentemente, comminare le giuste pene a coloro che se ne rendono protagonisti. Il ministro Cancellieri sottolineava il coraggio con cui mons. Raspanti propone le proprie riflessioni su un tema che rima-ne di importanza capitale per la vita di tutti i cittadini e, dunque, oc-corre confermare l’impegno di tutti affinchè la cultura della legalità trovi sempre la più adeguata e tempestiva diffusione e dalle parole si possa passare, senza indugio alcuno, ai fatti concreti.

Nando Costarelli

ACIREALE Rituale appuntamento culturale in Cattedrale nel solstizio d’estate

Ortolani spiega la Meridiana

Post sisma a S. Venerina: inaugurata biblioteca multimediale nella scuola

in breve

Come è ormai tradizione da alcuni anni, il giorno del solstizio d’estate appassionati di astronomia, turisti e semplici curiosi si sono ritrovati nella Basilica-Cattedrale di Acireale per osservare il funzionamento della stupen-da meridiana orizzontale, rea-lizzata nel 1843 dall’astrono-mo danese Christian Friedrich Peters (1813-1890).

Quest’anno, quindi, è an-che ricordato il 170° anniver-sario della sua realizzazione. Il Peters, che si trovava già da qualche anno in Sicilia insie-me al collega tedesco Wolfang Sertorius per studiare la topo-grafia, geologia e mineralogia dell’Etna, fu invitato in città nel febbraio 1842; ad aprile, com-piute le preliminari osservazioni scientifiche, si davano avvio ai lavori, che furono termi-nati nel mese di giugno dell’anno seguente. Il costo dell’opera fu di complessivi 540 ducati. La meridiana riscosse il comune plauso per la sua artistica realizzazione (dovuta allo scul-tore catanese Carlo Calì) e per la precisione scientifica. Il tracciato, che dall’angolo nord della cappella di Santa Venera taglia trasver-salmente il transetto fin quasi a toccare il pilastro sinistro della navata principale, reca nella sua parte centrale, in marmo bianco di Carrara, oltre alla linea meridiana, un’interes-

sante serie di dati scientifici. Ai lati è presente una fascia di marmo giallo, intervallato da dodici piccoli rettangoli, entro cui sono in-tarsiate le figure che simboleggiano le dodici costellazioni. Nella parte inferiore una lapide

marmorea contiene l’iscrizione dedicatoria e riporta cinque mi-sure metriche europee dell’epoca (metro francese, piede parigino, piede inglese, palmo siciliano e palmo napoletano).

A presentare l’interessante evento culturale, reso possibile grazie alla disponibilità del par-roco, don Roberto Strano, è stato anche quest’anno l’ing. Antonino Ortolani, vero esperto acese di astronomia, che si è soffermato a spiegare scientificamente il feno-

meno del solstizio, nonchè la forma e il fun-zionamento della meridiana.

La meridiana è un orologio solare che se-gna il mezzogiorno esatto. Essa è costituita da una semiretta, che rappresenta la traccia del meridiano passante per quel luogo, orientata dal nord al sud geografico, e da un foro nel soffitto detto “gnomone”, attraverso cui filtra un raggio di sole che, quando va a posarsi in un punto della semiretta, indica che in quel-l’istante, in quel luogo, è il mezzogiorno astro-nomico.

Guido Leonardi

ACIREALE Applaudito saggio nella serata conclusiva dell’anno accademico dell’”Università popolare Giuseppe Cristaldi”

Con una manifestazione di chiusura, denominata “Recitazione, ballo poesia e…” nel teatro “S. Paolo”, messo a disposizione dal parroco don Se-bastiano Raciti, si è festeggiato l’anno accademico 2012/2013 dell’Univer-sità popolare di Acireale.

Il gruppo “Laboratorio di teatro: dal testo alla scena”, formato da par-tecipanti al corso teatrale tenuto da Alfio Vecchio, si è esibito in “Visita di condoglianze” di Achille Campanile.

“La finalità del corso - spiega Alfio Vecchio - è stata tendere, con lo studio e la rappresentazione di testi teatrali, alla padronanza delle proprie capa-cità di autocontrollo e di relazione con gli altri. In occasione di questo saggio finale, con l’ausilio del-l’attrice Carola Colonna, che mi è stata valido aiuto regista, abbiamo messo in scena un adattamento dell’esilarante atto unico di Achille Campanile, au-tore molto noto per il suo umorismo e per i giochi di parole. ‘Visita di condoglianze’, dopo la …manipolazione, è diventato ‘Prova di teatro per visita di condoglianze’, come se in teatro si svolgesse una prova a pochi giorni dall’andata in scena, vivendo così le dinamiche ed entrando nel vivo di come procede una prova da definire ‘seria’, con la assistenza e la presenza, in scena, del regista e dell’aiuto regista, e con il pubblico in sala.”

- Vuole raccontarci, brevemente, la trama?“L’atto unico si snoda, grossolanamente, su quattro fasi: una prima, in

cui ritroviamo i luoghi comuni più correnti (che poi diventano ridico-li) che si sentono in una visita di condoglianze; ‘ma come, così…all’im-provviso…’ ‘ma guardalo, sembra che sorrida…’ ‘ ha capito che stava per morire?’ ’ha sofferto?...’ Nella seconda, si discute su come telegrafare la notizia della morte a parenti lontani senza allarmarli, ma facendo in

modo che capiscano che è bene che vengano su-bito (e qui vengono fuori le proposte più strane). Nel terzo momento, uno dei convenuti in visita di condoglianze, partecipa la notizia della morte im-provvisa di un altro comune amico, Piero, per cui il gruppo degli amici in visita si volge a piangere per questa seconda morte; immaginare il dispiace-re e la reazione dei parenti del morto di casa…che vedono piangere un altro in casa loro invece di ve-dere piangere per il proprio defunto …e i tentativi di giustificazione di chi piange per il Piero. In fine, con grande sorpresa, naturalmente, arriva in visita

per la morte dell’amico, Piero, quello che, per equivoci di linguaggio e di interpretazione di parole, pochi minuti prima era stato dato per morto.”

- E’ soddisfatto di questa rappresentazione?“Il risultato è stato superiore alle aspettative, con grande soddisfazione

del pubblico che ha applaudito a scena aperta e degli attori che, molto preoccupati prima, hanno poi acquistato in sicurezza e padronanza di scena.”

Salvo Cifalinò

Corso di teatro chiuso con “Visita di condoglianze”

Nel cortile dell’Istituto Comprensivo di Santa Venerina, si è esibito il coro “Santa Venerina Pueri”diretto dal giovane maestro Giuseppe Musumeci. Il coro, conosciutissi-mo già nella zona, ha vinto il primo premio assoluto nel concorso nazionale “Salvuccio Percacciolo” di Mirto per la categoria “cori scuola primaria” e anche per i “solisti” con la piccola Marika Tomarchio, partecipante lo scorso anno alla trasmissione “Ti lascio una canzone” di Rai uno. Presente, tra gli altri, il neo sindaco, arch. Salvatore Greco, accompagnato dal baby sindaco del Consi-glio dei Ragazzi.

Il coro ha eseguito vari pezzi arrangia-ti dallo stesso Musumeci, da Salvatore Sgroi e dal maestro Salvatore Musumeci, quest’ultimo è stato anche il preparatore voci; hanno collaborato pure l’insegnante Miranda Grasso per la dizione e Anto-nio Tropella per l’assistenza tecnica. Per conseguire i prestigiosi risultati c’è voluto tanto lavoro da parte dell’intera équipe. La conferma di questo impegno è stata la magnifica esibizione della serata: “Vedrai

Miracoli”(di Schwarts), traduzione italiana del testo When you believe, , tema princi-pale del film “Il principe d’Egitto”; “Disney Memories”, un pour-pourri delle canzoni trratte dai vari capolavori Disney; “Pacem in Terris” (colonna sonora del film Papa Giovanni); Do RE MI (tratto dal musical The sound of music); “Romerito torero chiquito” ( di Giacomazzi e Musmeci), te-sto partecipante allo Zecchino d’Oro del 1978; “Goodbye” (dal musical The sound of music). Marika Tomarchio si esibita con “Caruso” (di Lucio Dalla), “Hallelujah” (di Cohen), “All the way” (di Cahan e Heusen), “Boemienne” (di Plamondon e Cocciante, dal musical Notre-Dame de Paris) con cui ha vinto il concorso Percacciolo. “Salvami”, un rap di Jovanotti il testo imparato dai ra-gazzi in un sologiorno, ha concluso l’esi-bizione confermando la bravura del coro , applaudito a lungo dal pubblico.

N. C

S. VENERINA Il coro scolasticoSi esibisce in... casa

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4 14 luglio 2013 Spazio Giovani Joniodell’

ACIREALE. La loro presenza ad Acireale da quel lontano 1741 ad oggi, si lega fortemente con la storia del territorio.

Già l’anno di cui sopra, il notabile Pietro Bar-rabili con una lettera – testamento disponeva di impiegare le rendite per la costruzione di un ospizio dei Ministri degli Infermi, divenuto tale nel 1743.

Nello stesso anno, per la prima volta ad Aci-reale veniva festeggiato san Camillo, beatificato l’anno precedente.

Intanto, l’opera di camilliani si andò sempre più diffondendo in città, impegnati com’erano a favore dei sofferenti e degli ultimi.

Diversi i nomi di quanti di essi si sono prodi-gati per il bene della gente, per chi viveva nella sofferenza e umiliazione.

Col trascorre degli anni e, successivamente dei secoli, i fratelli camilliani con la loro croce rossa cucita sul petto divennero punto di riferi-mento non solo per gli acesi ma per tutto l’hin-terland.

Oggi, li troviamo nel Centro accoglienza

Casa sollievo san Camillo, centro che si propone la promozione integrale del-la persona di ogni età che vive in uno stato di di-sagio e non trova risposta alcuna nella realtà che lo circonda.

Al l ’ inter-no di questa troviamo il

centro ascolto, la mensa quotidiana, il servizio docce, e l’accoglienza stabile di persone mag-giorenni in difficoltà.

Perla di bellezza è la chiesa dedicata al Santo, dove il venerdì sera si celebra l’adorazione eu-caristica e il 14 luglio la festa del santo compa-trono.

Punto di grande conforto è la cappellania del-l’Ospedale santa Marta e santa Venera.

A questo si unisce il servizio offerto dall’Uf-ficio diocesano della Pastorale della salute, dal-l’istituto pedagogico Giovanni XXIII, istituto che si occupa dei giovani portatori di handicap.

Fra le realtà create dai camillinai, c’è la Tenda san Camillo a Mangano, che proprio quest’anno compie 20 anni e che consiste in una casa fami-glia che accoglie persone che hanno contratto l’Aids, malati che vengono ancora oggi emargi-nati, considerati pericolosi e castigati.

Non ultima, come importanza, la Casa Spe-ranza Viviana Lisi, sorta a Riposto, sicuro ritro-vo per madri e piccoli in difficoltà.

Rita Caramma

MESSAGGI Il Superiore generale dei Ministri degli infermi, p. Renato Salvatore, e il Vescovo mons. Nino Raspanti

“Luminoso esempio di umanità”

ACIREALE Una presenza ultracentenaria che si lega fortemente con la storia e la vita della città e dell’hinterland

Promozione integrale della personaIl programma della festanelle Case camilliane e in cittàper il Compatrono di Acireale

Page 5: La Voce dell'Jonio numero 7-2013

14 luglio 2013 5Chiesa e SocietàJoniodell’

Preghiera a San Camillo nel IV centenario

ACIREALE La felice esperienza di un gruppo di giovani acesi diventati, con i Camilliani, clown per i malati

Quando le risate aiutano a guarire

Si avvicina l’apertura uffi-ciale, il 14 luglio prossimo, dei festeggiamenti per il quarto centenario della morte del fon-datore dell’Ordine dei Ministri degli infermi. È stato l’Altare della patria di Roma ad ospi-tare, sabato 6 scorso, il primo appuntamento in vista del-l’anno giubilare, con la depo-sizione di una corona di alloro al Milite ignoto e l’accensione della torcia della sanità milita-re. Presenti i rappresentanti del comune di Assisi e dell’Arma dei Carabinieri, del comune di Bucchianico, in provincia di Chieti (città natale del “gigante della carità”), e dell’associazione “Fiaccola della carità”. È al suo fondatore, il camilliano padre Ercole Meschini, che si deve la tradizionale offerta dell’olio che alimenta la lampada votiva del santuario di San Camillo a Bucchianico. Il rito si ripete ormai da cinquantaquattro anni, coinvolgendo enti militari e civili, e assume un significato particolare dal momento che San Camillo è patrono della sa-nità militare.

La celebrazione eucaristi-ca. Subito dopo, nella chiesa di Santa Maria Maddalena in Campo Marzio a Roma (casa generalizia dei Camilliani), il superiore generale padre Re-nato Salvatore ha officiato una Messa. Nel corso della celebra-zione, il sindaco di Bucchiani-co, Mario Antonio Di Paolo, e il presidente della onlus “Fiaccola della carità”, Pietro Dalla Negra, hanno rinnovato al generale di brigata Gaetano Maruccia, co-

mandante della legione Carabi-nieri Lazio, i loro sentimenti di gratitudine e riconoscenza al-l’Arma per il quotidiano lavoro svolto a servizio dei cittadini.

Nella sua omelia, padre Re-nato Salvatore ha ricordato “il coraggio di San Camillo nel guardarsi dentro con onestà,

mediante un percorso che da se stesso lo ha condotto verso Dio e gli altri, fino a fondare un ordine religioso i cui membri fossero disponibili anche a do-nare la loro vita per i malati”. “La fiamma ardente - ha aggiunto il superiore generale - ci ricorda la luce e il calore della carità che illuminano la vita, e pertanto va sempre tenuta accesa”.

L’inaugurazione dell’urna

monumentale per le spoglie di San Camillo. Nel pomeriggio, sempre nella chiesa di Santa Maddalena in Campo Marzio a Roma, è stata inaugurata l’urna monumentale per le sacre spo-glie di San Camillo, realizzata dal maestro Alessandro Roma-no. Lo scultore ha spiegato la genesi dell’opera, “la cui curva dorata, sorretta da due croci, alla cui base si trovano due Camilliani intenti a soccorrere due malati, rappresenta l’arco-baleno della santità”. La nuova urna “esprime in modo plastico il concetto per cui l’assistenza sanitaria non è solo un pro-gramma di cure, ma un modo per mettere al centro l’uomo”, secondo l’abate benedettino Michael John Zielinski, capo ufficio della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Di “coraggio e libertà nel percorso interiore dell’artista” ha parlato Alessan-dro Masi, segretario generale della Società Dante Alighieri, evidenziando come “l’arte ab-bia il potere di testimoniare chi siamo”. Ha espresso infine “gra-titudine per le storie di santità che rendono preziosa la vita della città” l’assessore alle Poli-tiche sociali di Roma Capitale, Rita Cutini.

È possibile rivedere l’inaugu-razione dell’urna collegandosi al sito internet www.camillo-delellis.org/tv, o su justin.tv/ca-millodelellistivu. In serata le celebrazioni si sono spostate a Bucchianico, dove la reliquia è stata accompagnata con una fiaccolata al Santuario.

ROMA Prime celebrazioni all’Altare della Patria e a S. M. Maddalena in Campo

Ecco la nuova urna monumentale

Camillo, fedele servitore del Signore, ricettacolo di un dono impossibile da contenere, con coraggio e generosità ti sei lasciato trasformare dall’ Amore

e, senza filtri o barriere lo hai riversato sui malati, gli emarginati, gli ultimi.

Guaritore ferito,la tua vulnerabilità e i tuoi limiti sono stati risorsa per

un amore che abbraccia senza possedere;che accoglie senza giudicare;che dona senza attesa di ricompensa.Come fuoco che arde, la passione ti ha consumato fa-

cendoti rivoluzionario e creatore di nuovi percorsi: l’Amo-re ha superato leggi e regole,

e sei andato spedito sulla via della carità.Hai dato vita a una “nuova scuola di carità”,modello ai compagni che seguirono le tue orme.Con la stessa passione di una madre china sull’unico

figlio malato, anche loro hanno assistito malati; accom-pagnato morenti; asciugato lacrime; riscattato coloro che avevano perso la libertà.

Il tuo carisma, scia luminosa che illumina di vivida luce il mondo, da 400 anni forgia persone di ogni latitudine:

a te guardano come modello

inarrivabile e attraente, peren-ne e sempre nuovo.

Conservaci nella freschezza del tuo messaggio di carità,

per restare chinati sul malato “nostro Signore e padrone”, con-sapevoli che la carità richiede sentimento, intelligenza e azio-ne.

Riscalda i nostri cuori al fuo-co della misericordia, così che il nostro operare sia guidato dalla tenerezza, dal rispetto, dall’acco-glienza e dalla generosità.

Apri i nostri occhi perché sappiamo guardare con sim-patia il tempo che viviamo e scrutare i bisogni nascosti nelle pieghe della società,

disposti a “scavare sotto la terra per trovare i poveri”.E, infine, sorretti dalle tue mille benedizioni,fa’ che restiamo fedeli non solo nelle giornate luminose,

fruttuose e di successo, ma anche in quelle oscure, aride e di fallimento.

Amen

Proclamato venerabile dal Papa il Servo di Diopadre Nicola D’Onofrio

Ad Acireale (Ct), in terra sici-liana dove – come in ogni sud del mondo – le crisi hanno un’eco maggiore, un gruppo di giovani coordinati dal camilliano Fratel Gerardo Diglio, hanno intrapreso un’esperienza nuova – per queste

zone - di approccio agli ammalati attraverso la clown terapia.

Questa tecnica, perfeziona-ta negli anni ’80 dal dr. Hun-ter Adams (noto come Patch Adams), sembra che, per gli sto-rici, sia nata addirittura agli ini-zi del ‘700 proprio grazie ad un religioso, il carmelitano Beato Angelo Paoli, che si travestiva da buffone per far sorridere i malati.

Riscoprendo questo metodo terapeutico e seguendo una for-mazione settimanale, i giovani di Acireale hanno così iniziato una significativa opera di vicinanza ai disabili psichici dell’Istituto Gio-vanni XXIII di Mangano (Ct), ai bambini del reparto di pediatria e di neuro–psichiatria infantile dell’ospedale Santa Marta e Santa Venera di Acireale, e nelle case di alcuni ragazzi paraplegici e affetti da diverse patologie.

L’intento è anche quello di evangelizzare: i giovani clown terapeuti, formandosi alla spiri-tualità camilliana, non solo sono convinti che nei malati che in-contrano c’è la presenza viva del

Salvatore Gesù, ma essi stessi si sforzano, attraverso il sorriso do-nato, di portare Gesù nel cuore di chi soffre.

Canzoni, sketch, giochi interat-tivi, travestimenti, sorprese va-rie, tutto è utilizzato per stupire,

suscitare gioia e strappare un sor-riso a quanti non sembrano più averlo.

Il Gruppo Smi-le – Donatori del sorriso Camil-liani Acireale, così si chiama, attualmente è co-stituito da 23 tra ragazzi e ragazze dai 15 ai 30 anni,

perlopiù studenti, ha in program-ma due importanti obiettivi: for-mulare uno statuto proprio; mi-

gliorare le tecniche di approccio terapeutico attraverso la parteci-pazione a corsi tenuti da clown professionisti.

Anni fa, in un’Inghilterra vit-toriana dalle tinte un po’ grigie e dalle forme alquanto gotiche, padre Friederick Faber - poeta ol-tre che sacerdote – in Il valore di un sorriso! aveva intuito che era importante riscoprire la luce sul volto stesso dell’uomo, attraverso il sorriso, quale mezzo da dona-re e da suscitare, per infondere un rinnovato ottimismo in una società che, forse, era troppo in-tenta a correre e poco incline ad ascoltare.

Non diversa da quell’Inghilter-ra di metà ‘800 è, forse, la nostra situazione: la crisi economica non sembra arrestarsi e, come diceva Papa Francesco a Pen-tecoste durante l’incontro con i

movimenti ecclesiali, il rischio è quello di badare più alla salvez-za delle cose (le banche!) che a quella delle persone! E’ in tempi come questi che, nella storia, è sempre nato nel cuore di alcuni l’intuizione ispirata di ri-cercare il volto dell’uomo, il suo sguardo, specie quello del sofferente.

In una società che dunque ap-pare così poco attenta ai volti delle persone e alle loro singole storie di vita, sapere che dei gio-vani trovano la forza di sorridere e di far sorridere, dà veramente speranza!

Possa il sorriso di questi giova-ni, accanto ad altre forme di at-tenzione umana ai malati, donare sollievo a chi è stanco, rinnovare il coraggio nelle prove, e nella tri-stezza essere medicina!

fr. Alfredo Tortorella

Il 5 luglio 2013 scorso, Papa Francesco ha proclamato venerabile il Servo di Dio

Nicola d’Onofrio. Una giornata storica per l’Ordine dei Mi-nistri degli Infermi.

Il Santo Padre, che ha ricevuto in Udienza privata Sua Eminenza Reveren-dissima il Signor Card. Angelo Ama-to, S.D.B., Prefetto della Congregazio-

ne delle Cause dei Santi, ha autorizzato la Congregazione a promulgare, fra gli altri, il Decreto riguardante le Virtù eroiche del Servo di Dio Nicola D’nofrio, Chierico pro-fesso dell’Ordine dei Ministri degli Infermi.

Il giusto coronamento di una vita spe-sa tutta nell’amore e nella carità verso gli infermi. “Nicolino” D’Onofrio, come af-fettuosamente viene chiamato, si ammalò presto gravemente e fu chiamato al cielo dopo soltanto 21 anni di una vita caratte-rizzata da una profonda e fervente fede cristiana e dalla completa dedizione verso i più poveri e sofferenti.

Questa mattina P. Renato Salvatore, Su-periore Generale, ha annunciato la lieta notizia all’inizio della S. Messa tenutasi alle ore 10.30 presso la chiesa di Santa Maria Maddalena in Campo Marzio a Roma, in occasione della benedizione dell’olio della Fiaccola della Carità e della consegna della reliquia del Cuore di San Camillo alle au-torità civili e religiose di Bucchianico, dove verrà inaugurato l’anno giubilare per il IV Centenario della morte di San Camillo il 14 luglio prossimo.

La vigilia delle celebrazioni per il IV Centenario non poteva essere allietata da notizia migliore di questa.

Il Superiore generale dell’Ordine Camilliano

P. Renato Salvatore

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6 14 luglio 2013 Chiesa e Società Joniodell’

DIOCESI Il vescovo mons. Raspanti ai 370 ministranti partecipanti al raduno annuale tenutosi a Pozzillo

“Se abitiamo nel Signore, Egli ci aprirà”

Convegno famiglie su crisi e conflitto nella coppiaL’Ufficio diocesano per la Pastorale della Famiglia organizza dal 19

al 21 luglio a Milo, presso l’Odar (Opera Diocesana Assistenza Re-ligiosa), il Convegno annuale estivo dal titolo “Crisi e conflitto nelle coppie”. La scelta dell’argomento non è casuale, ma nasce dal produt-tivo confronto con i vicariati. I direttori dell’Ufficio, Don Gaetano Caltabiano e i coniugi Anna R. Gioeni e Giacomo Trovato, durante l’anno pastorale, hanno vi-sitato le varie parti della Diocesi e dal confronto è sca-turito il desiderio di molti di affrontare tematiche non astratte, ma che toccano da vicino il vissuto familiare delle coppie della Diocesi. Più volte è stato ribadita la necessità di comprendere la profonda fragilità relazio-nale, che spesso mette a dura prova la vita di coppia. Relatori illustri sono stati invitati ad affrontare questo tema complesso e delicato: Mons. Carlo Rocchetta, teologo e responsabile del Centro Familiare “Casa del-la Tenerezza”- Perugia; la Dott.ssa Chiara Sanfilippo, psicologa di indirizzo clinico e di comunità e Sr Simo-na Corrado, mediatrice famigliare a Torino.

Un convegno che prende spunto anche dagli “Orien-tamenti pastorali sulla preparazione al matrimonio e alla famiglia” della Conferenza Episcopale Italiana. I Vescovi hanno sottolineato l’urgenza di offrire strumenti adeguati per gestire e su-perare i momenti di crisi, che fanno parte immancabilmente del cam-mino della coppia. La comunità ha il ruolo di accompagnare le giova-ni coppie, condividendo le gioie e principalmente supportandole nei

periodi di instabilità. Un convegno che va vissuto dall’inizio alla fine, sarebbe riduttivo ascoltare la singola relazione, perché quello che ver-rà proposto fa parte di un mosaico dove ogni tassello ha la sua impor-tanza: concetti fondamentali, aspetti psicologici e strategie pastorali,

solo nell’insieme offrono un quadro completo. Altro momento da non sottovalutare è l’attività la-

boratoriale. Tanti i frutti e gli spunti nati nei laboratori dello scorso anno, che hanno permesso di impostare in modo più adeguato al territorio il cammino dell’Ufficio. Ancora una volta quindi si auspica che i laboratori, or-ganizzati quest’anno con l’ausilio della psicologa, per-metteranno di confrontarsi e proporre idee utili per il cammino futuro. La famiglia, cellula vitale della socie-tà e della Chiesa, deve riscoprire il suo ruolo attivo nel territorio e nella comunità. L’ufficio famiglia ha dedica-to un intero anno al tema della corresponsabilità fami-glie-sacerdoti e tale tematica rimarrà come filo condut-tore anche nelle attività in programmazione. Solo dalla serena e entusiasta sinergia fra tutti i rappresentanti della società e della Chiesa potrà fiorire una società a misura di uomo e di cristiano. L’Ufficio per la Pastorale

della Famiglia si augura che, ancora una volta, questo Convegno sarà un’occasione per condividere il sogno di una Chiesa “famiglia di fa-miglie”. Per informazioni, riguardo il convegno, chiamare ai seguenti numeri: 3471323401- 3894887127 o rivolgersi nelle parrocchie, dove sono state consegnate locandine e brochure.

TRECASTAGNI La crisi economica non ferma la solidarietà Buona raccolta di viveri per la Caritas

La crisi non ferma la solidarietà. A dirlo sono i ri-sultati della colletta alimentare svoltasi sabato 29 giugno a Trecastagni. L’iniziativa è stata ideata dal Centro commerciale naturale a favore della Caritas San Nicola. Millecinquecento chili ( fra pasta, zucchero, tonno, conserve e ge-neri per l’infanzia ) di prodotti raccolti hanno costituito il bilancio di questa prima edizione che è andata ben oltre le migliori aspettative. “Le donazioni alimentari ricevute – afferma Nerina Ferlito, responsabile della Caritas par-rocchiale – serviranno ad integrare il nostro modesto banco alimentare divenuto insufficiente a soddisfare la crescente richiesta d’assistenza da parte di chi soffre la crisi e le problematiche legate alla disoccupazione”. Anche in tempi di ristrettezze economiche come quel-li attuali la solidarietà della gente nei confronti di chi sta vivendo un momento di difficoltà non si è lasciata intimorire. Molti, di fronte al maggior bisogno di altri, con il semplice gesto dell’ ‘offrire’ hanno messo al cen-tro di tutto la dignità e il valore della persona. Gratuità e condivisione del bisogno sono andate di pari passo.

Un segnale che veramente conforta: il valore di una collettività si misura anche nella sua capacità di proteg-gere le fasce più deboli. “ Questa esperienza mi ha pa-recchio entusiasmato – dichiara Joe Faro,componente

del direttivo di Trecastagni in Centro e ideatore dell’iniziativa -. Non ci aspetta-vamo questa corposa partecipazione. E’ stata un’esperienza che, alla sua prima edizione e visto il risultato ci piacerebbe diventasse una tradizione annuale nel nostro territorio. Un grazie va a tutti i volontari, tra cui molti giovani, che han-

no reso possibile la colletta, all’apporto di tutte quelle persone che nonostante il momento di difficoltà han-no comunque voluto donare parte della propria spesa e – conclude Faro – un particolare ringraziamento va ai responsabili di quei supermercati che hanno ospita-to l’iniziativa”. Gli fa eco mons. Currò arciprete della chiesa Madre: “ Lodevolissima iniziativa, splendido risultato, grande impegno dei volontari, fiducia che il Signore non ci abbandonerà mai e che la generosità non verrà mai meno”.

Caterina Maria Torrisi

“Se abitiamo nel Signore, Egli ci aprirà tutte le porte, anche quelle più inaspettate. Bisogna affidarsi completamente a Lui e vivere secondo il Vangelo, nel-la speranza e nella gioia”. Con queste parole, mons. Antonino Raspanti, vescovo della Dio-cesi di Acireale, ha salutato i 370 ministranti, provenienti da oltre 30 parrocchie, che hanno partecipato giorno 28 giugno al Raduno Diocesano dei Mi-nistranti, svoltosi nella mera-vigliosa frazione marinara di Pozzillo.

Il tema della giornata, or-ganizzata dal Seminario e dal Gruppo Propedeutico, “Pro-getta con Dio, abita il futuro”, è stato il filo conduttore dei mo-menti di riflessione di gruppo. Dopo il saluto del Rettore del Seminario, Padre Angelo Mi-lone, i ministranti, divisi in or-dine d’età in sei gruppi, hanno trascorso la prima parte della giornata meditando le paro-

le del Beato Don Pino Puglisi “Ognuno di noi sente dentro di sé una inclinazione, un cari-sma. Questa chiamata, questa vocazione è il segno dello Spi-rito Santo in noi”, socializzando e pregando per il proprio servi-

zio. La celebrazione eucaristica è stata animata dal gruppo dei ministranti della parrocchia “Sant’Antonio Abate” di Aci S.Antonio, che hanno ceduto lo Stendardo Diocesano, ricevuto

in consegna l’anno preceden-te, alla parrocchia “Madre di S.Isidoro Agricola” di Giarre. Durante la pausa, i giovani han-no visitato la mostra fotografica itinerante, allestita dal Beato Don Puglisi negli anni ’80, dal

titolo “Sì, ma verso dove?”: i pannelli, arricchiti da una breve sintesi sulla vita del primo par-roco Beato martire della mafia, diventano testimonianza diret-ta delle passioni – l’amicizia, la

La Giornata Meic a Zafferana Etnea, nella suggestiva struttura di un antico “pal-mento” del socio ing.Giuseppe Rossi, è densa di novità: si conclude dopo sei anni la presidenza della prof. Marinella Sciuto, donna di fervido pensiero, appassionata e coerente seguace degli alti ideali del Mo-vimento, di cui è consigliera nazionale. La sua fluida parola avvincente ripercorre le tappe fondamentali dell’organizzazione, nata dal Movimento Laureati di Azione Cattolica, nel 1980, come Movimento ec-clesiale di impegno culturale. Cita PaoloVI, entusiasta di tale denominazione, che met-te in luce Vangelo e cultura. Un passo avan-ti nell’approfondimento delle linee innova-tive del Vaticano II con Giovanni Paolo II, che, nel 1983, in un’assemblea congiunta di FUCI e MEIC, - entrambi i movimenti ri-tenuti “affini e complementari” nella consa-pevolezza da parte dell’uomo di fede di un cammino assieme agli altri,- ne definisce lo stile di “vera laicità”, incentrato su “ricerca” e “coscienza”, all’attenzione della Parola di Dio sull’uomo, calato nella storia, quale testimone. Viene evidenziato il “Progetto Concilio”, in commemorazione dei 50 anni, per “riprendere alcuni insegnamenti...,per comprendere quali cammini siano stati percorsi o interrotti, per cercare insieme quali vie si aprono”. Rilevata l’importanza del convegno sull’”impronta del Vaticano II nell’impegno di Mario Cortellese”, si dibat-te sulla formazione della coscienza civile e politica, sull’amore per la Verità, sulla edu-cazione alla creatività, sulla ricostruzione dell’archivio storico del gruppo acese, sul-

l’attivazione di una rete di contatti.Nella conclusione Marinella Sciuto con

leale soddisfazione per l’intenso lavoro svolto, ringrazia tutti i soci, riconfermando i valori di civiltà, libertà e democrazia, alla base del gruppo.

Seguono le riflessioni dell’assistente, mons. Sebastiano Raciti, su alcuni aspetti del libro del Qoèlet, oggetto della lectio di-vina durante l’anno sociale. Interessante la citazione di san Gerolamo circa l’ignoranza delle Scritture, classificata come ignoranza del Cristo. In sintesi, scalzando la cultura della provvisorietà, si esaltano le grandez-ze delle facoltà umane, la saggezza.

L’incontro conviviale sancisce l’amicizia tra i soci, in un clima di empatia.

Anna Bella

Meic acese: Sciuto chiude il mandatoed esalta i valori del movimento

Il preside Alfonso Sciaccasul culto di S. Espedito Una conferenza sapientemente proposta lo

scorso 21 giugno presso la chiesa di ‘San Do-menico’ dal prof. Alfonso Sciacca, dirigente scolastico emerito del liceo classico ‘Gulli e Pennisi’ di Acireale e brillantemente introdot-ta dal giornalista Antonio Trovato ha portato a conoscenza di un interessato uditorio la figu-ra di Sant’Espedito martire, pressocchè scono-sciuta oggi, ma oggetto di un culto particolar-mente sentito in città nei secoli scorsi. La festa di questo Santo si celebrava un tempo presso la chiesa di ‘Gesù e Maria’ il 19 aprile, ricor-renza del martirio.

Se ai culti religiosi si è data, altresì, nobile espressione, attraverso i secoli, con gli affreschi e le tele presenti nelle varie chiese cittadine ed il culto dei santi è legato alla protezione invo-cata dal popolo contro calamità e situazioni di vario genere, nella propria dotta relazio-ne il preside Sciacca introduceva la figura di sant’Espedito, il quale fu dichiarato ‘patrono meno principale’ della città, con Bolla del Ve-scovo di Catania, mons. Corrado Maria Deo-dati, su richiesta del Consiglio Comunale nel 1781, quando in Acireale era fiorente l’attività commerciale ed agricola, tanto che vi si svolge-va annualmente la ‘Fiera Franca’.

Non si hanno notizie certe sulla vita del santo; la statua, dovuta allo scultore Ignazio Castorina Canzirri, fu portata ad Acireale nella chiesa di ‘Gesù e Maria’ (che custodisce anche una tela del santo, dovuta a Michele Vecchio) da due sacerdoti gesuiti provenienti da Messina, successivamente alla soppressione dell’Ordine; il culto era stato ivi probabilmente impiantato da mercanti orientali.

Il simulacro presenta alla base una cornac-chia che grida ‘cras!’ cras’ cras’, cioè ‘domani! domani! domani!; un crocifisso che il santo reg-ge in mano, reca la scritta ‘hodie!’, cioè ‘oggi!’. Non rimandare a domani quanto puoi e devi fare oggi! Questo è il messaggio che il santo rivolge ai fedeli che lo invocano quale protet-tore della velocità di conclusione degli affari. Secondo un’interpretazione religiosa, il ‘cras’ si riferisce al pentimento tardivo dell’uomo (la cornacchia cerca di prendere tempo), ma Gesù attraverso il santo invita ad affrettarsi alla conversione del cuore.

Nando Costarelli

ACIREALEnatura, il francescanesimo, la cul-tura – e dell’impegno costante di evangelizzazione concreta.

Il momento ludico finale ha per-messo di continuare la riflessione sulla realizzazione dei propri obiet-tivi e di migliorare il rapporto dei

diversi gruppi di ministranti che, riuniti in squadre, si sono impe-gnati per vincere dei premi per la propria comunità parrocchiale.

Chiara Principato

Ritiro diocesano guidato dal Vescovo mercoledì 24 all’eremo di Sant’AnnaMercoledì 24 luglio 2013 si terrà presso l`Eremo di Sant`Anna ad Aci S. Fi-

lippo un ritiro spirituale guidato da S. E. Mons. Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale. Il ritiro è rivolto a tutti laici, sacerdoti e religiosi che vogliano vi-vere una giornata di riflessione, preghiera e meditazione. Il programma della giornata è così articolato: alle ore 9.00 la celebrazione delle Lodi mattutine a cui seguirà la Ia Meditazione. Alle ore 10.30 tempo di silenzio per favorire la riflessione personale che sarà seguita alle 12.15 dall’Adorazione Eucaristica.

Alle ore 13.00 il pranzo. Alle ore 14.30 la II a Meditazione. A conclusione della giornata verrà celebrata alle 16.30 la Santa Messa

L. P.

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14 luglio 2013 7Chiesa e SocietàJoniodell’

Sabato 15 giugno, si è svolta la professione perpetua di Suor Giovanna Maria dell’Ordine della Visitazione. La solenne cerimo-nia, su delega vescovile, è stata presieduta da don Orazio Greco, parroco della Parrocchia Sacratis-simo Cuore di Gesù in Aci-reale. Il Monastero della Vi-sitazione di Acireale, unico claustrale nella diocesi, è in-fatti annesso alla parrocchia e in un legame provviden-ziale entrambe queste realtà vivono la vita quotidiana, fatta di preghiera e iniziative comune.

La Professione Perpetua, al termine di un cammino di formazione, discernimento e preghiera, segna un tap-pa decisiva nel cammino di una professa, che si consa-cra interamente al Signore. La Chiesa del Sacro Cuore, nonostante le temperature ormai estive, era gremita di fedeli che facevano da coro-na alla neo Professa.

Suor Giovanna Maria è una delle nove claustrali del Monastero acese ed è di origi-ne africana. Arriva ad Acireale nel 2010 a causa di un tumore al terzo stadio; dopo un delicato interven-to chirurgico è arrivata, inaspet-tata, la completa guarigione, che

VISITANDINE La bella storia di suor Giovanna Maria, africana, vedova, mamma di 4 figli e nonna

“Resto qui e mi dono a Dio”

Raduno diocesano degli oratori estivi a FiumefreddoIl 12 luglio 2013 i ragazzi degli Oratori Estivi

hanno vissuto una giornata di festa presso la Villa Comunale di Fiumefreddo.

“Sono più di 800 i bambini e i ragazzi che fre-quentano le attività nei Grest dei vari oratori delle chiese della diocesi – dichia-ra Massimiliano Pappalar-do, segretario del COORDA . Il raduno è un momento di aggregazione che vede im-pegnati tutti i partecipanti in un incontro che è una festa, un momento di socia-lizzazione. Gli animatori or-ganizzano giochi a stand e spettacoli di clowneria per coinvolgere tutti i ragazzi. Durante il raduno si mettono insieme le esperienze dei singoli Grest che hanno avuto un tema unico incentrato sul cor-po. Il titolo del sussidio “Every Body. Un corpo mi hai preparato” ha guidato nelle riflessioni e nell’or-

ganizzazione degli oratori dando risalto al modo di esprimersi di ciascuno dei ragazzi attraverso il corpo, la gestualità, il gioco, il ballo.”

Sono già undici anni che si organizza il raduno a livello diocesano, manifestazione che nel tempo

riscuote sempre più consen-si. “Si è pensato, negli ultimi anni, di fare un raduno iti-nerante, continua Massimi-liano, per coinvolgere le am-ministrazioni locali dei vari comuni della diocesi nell’or-ganizzazione. Quest’anno è stata la volta di Fiumefred-

do; il comune, i vigili urbani si sono adoperati per l’organizzazione logistica e gli animatori, con la loro opera di volontariato fanno sempre in modo che i ragazzi trovino un ambiente sano in cui gio-care, confrontarsi e crescere in amicizia”.

Laura Pugliatti

la stessa Suor Giovanna Maria attribuisce al Santo Bambino di Praga, venerato nella Chiesa del S.Cuore. Sposata, vedova, madre di quattro figli e nonna di nove ni-poti: questa la storia straordinaria di Suor Giovanna Maria, che con

una gioia evidente a tutti si dona per sempre al Signore.

Il Parroco nell’omelia si è così rivolto alla neo-professa: “Forse per il mondo è difficile da capire

RADUNO INTERREGIONALE Forte presenza acese alla “Festa” di Scilla

Quelli del Masci giovani dentro e di forti ideali“Eran 300, eran giovani e forti”. Beh! 300 non c’eravamo. Gio-

vani, neanche. Forti, sicuramente! Forti nelle nostre convinzioni, forti nei nostri ideali che da oltre cinquant’anni ci accomunano fa-cendoci diventare una Comunità.

Eravamo gli Adulti Scout del profondo sud di Calabria e Sicilia che con il nostro solito, gioioso modo di comportarci, vivevamo in comune l’Incontro di Primavera a Scilla, la dove il Tirreno si fonde con lo Jonio per diventare il “mare nostrum”. Anche la Comunità di Acireale era rappresentata con ben 12 partecipanti guidati dalla magister Rosanna Scuto.

È stata la prima volta che l’annuale incontro si tenesse in comu-ne fra le due regioni per svolgere insieme le attività all’insegna del gioco, della fratel-lanza scout e dell’avventura nello stupen-do scenario del castello Ruffo che si riflet-teva nelle cristalline acque contornate da stupende spiagge di bianca sabbia.

La cronaca del fine settimana inizia con l’alzabandiera, in stile scout, nel cortile del castello di Scilla che ha visto la parteci-pazione del primo cittadino del comune calabrese. Subito dopo hanno avuto inizio i giochi che hanno tenuto impegnati tutti i partecipanti che, in ma-niera non facile per effetto della “giovane” età di molti, sono andati su e giù per le vie e scale del paese coinvolgendo anche gli abitanti locali.

Il dopo cena è stato senza ombra di dubbio il momento clou del-l’incontro. Quale migliore “festa” si poteva immaginare in onore di S. Giorgio, il santo protettore degli scout di tutto il mondo, oltre alla “cantata” di Pippo Lo Cicero “San Giorgiu cavaleri” che narra la storia del santo come veniva raccontata dagli antichi siciliani. E come non riflettere sul significato della filastrocca scritta dall’acese Nino Leotta “Il cantastorie a Salerno” (ove era stata presentata in prima “mondiale” assoluta): la metafora della vita e dell’uomo di oggi con i suoi problemi, i suoi pregi ed i suoi difetti; che esalta l’al-truismo, l’amicizia, il servizio, la vita di comunità, la salvaguardia

della città e della natura secondo gli usi i costumi e gli obiettivi del-le 3 “C” del MASCI. Ma non si può neppure trascurare il senso del messaggio che proviene dal duetto siculo-calabro che, sulla base di una idea di Ficarra e Picone, abilmente adattata alla bisogna, af-fronta il problema di essere e sentirsi orgogliosi di essere calabresi o siciliani con tutte le considerazioni che questo sentimento può comportare.

Ed infine come non fare un elogio a tutti quei siciliani che in costume folcloristico regionale, con le varie sfumature provinciali, hanno dato vita e festosa coreografia agli inserti cantati.

Un grazie particolare va a tutti quei calabresi, ed in particolare agli scout del MASCI di Scilla, che hanno

meravigliosamente organizzato l’acco-glienza e la logistica per quasi 250 “invaso-ri” in un comune di soli 5.000 abitanti.

L’idea della “Festa” interregionale era nata contornata da timori di vario genere per la sua riuscita anche per l’impegnativo ed ambizioso sottotitolo “Conoscenza del territorio e salvaguardia dell’ambiente”. I risultati hanno superato ogni più rosea aspettativa grazie anche alla riesumazione

di antichi giochi popolari, bagaglio e cultura dei popoli, che hanno creato una virtuosa vicinanza fra persone che non si conoscevano prima: la vicinanza, la vita comune tra persone è un ponte che crea occasione di dialogo e condivisione.

“L’attenzione che avete voluto porre sulla salvaguardia dell’am-biente testimonia la vostra consapevolezza che un mondo diverso e migliore è possibile solo se riusciremo a lasciare alle future gene-razioni un pianeta capace e accoglierle” ha scritto Riccardo Della Rocca nel suo messaggio inviato per l’occasione.

Il MASCI del sud ci ha provato e continuerà a farlo l’anno prossimo ed in quelli successivi facendo affidamento sul pon-te che si crea fra gli uomini e non su quello, indispensabile ma improbabile, sullo stretto.

Pippo Sorrentino

questo tuo gesto dentro le grate. Ma proprio perché a noi sembra inutile la tua decisione (quando per inutile intendo senza alcuna utilità umana) la tua scelta e la tua vita è preziosa agli occhi di Dio. Si, perché se oggi il mondo ci

parla di utile economico, Dio parla di donazione; se oggi il mondo ci parla di successo, carriere, protagonismo, Dio sussurra al nostro orecchio la parola Croce; se oggi il mon-do ci impone di essere egoi-sti, superbi, orgogliosi, Dio ci parla di Amore. Scorgiamo più volte come le nostre me-schine vie non coincidono con le sue profonde e vere vie, con lui che è la via.

Alla fine della celebrazione Suor Giovanna Maria ha let-to una commovente testimo-nianza ringraziando Dio, la Madre del Monastero e tutti i parrocchiani presenti. “La mia gioia – raccontava – è la gioia di tutti voi, adesso la mia vita non appartiene più a me ma solo a Dio”.

Nel corso del momento di fraternità, offerto dalle suore

della Visitazione, Suor Giovanna Maria ha ricevuto in dono dai parrocchiani un’icona della Beata Vergine Maria.

Guido Leonardi

Per la triste vicenda che l’accomuna alla chiesa di Bongiardo, frazione di Santa Venerina, c’è chi la definisce ‘sua gemella’. La sorella in questione è la parrocchia S. Antonio di Padova, a Mon-terosso Etneo che si è vista improvvisamente revocato un finanziamento regionale di circa 250 mila euro, tra l’altro già stabilito dal prece-dente Governo e che sarebbe servito per il consolidamen-to della struttura e soprat-tutto per la manutenzione del tetto seriamente danneg-giato dal terremoto. Circa un decennio fa, la chiesetta, orgoglio delle trecento ani-me che popolano Monteros-so, per i gravi danni strut-turali subiti in seguito al terremoto, venne messa in sicurezza dai vigili del fuoco. Subito ci si attivò inoltrando l’iter per la richiesta del fi-nanziamento regionale che avrebbe permesso di esegui-re i lavori necessari. Sono passati anni e questo finan-ziamento che inizialmente si aggirava intorno ai 300 milioni delle vecchie lire è rimasto bloccato a Palermo. L’anno scorso, esattamen-

te il tredici giugno, festa di S.Antonio a cui la chiesetta è dedicata, il sindaco Cutu-li durante la messa solenne comunicò che finalmente la Regione con la giunta Lom-bardo, aveva concesso un finanziamento di 150 mila euro. Sebbene l’importo del contributo fosse insufficien-te a coprire tutte le spese, gli animi dei monterossini scoppiavano di gioia perché almeno avrebbe permesso di dare il via ai lavori. Speranze deluse. Qualche settimana fa l’amministrazione comunale santantonese ha infatti rice-vuto una nota della segrete-ria generale della presidenza della Regione che notifica la revoca del finanziamen-to già accordato lo scorso anno. Sindaco, parroco e parrocchiani vogliono ve-derci chiaro sulla questione e sapere il perché di questa improvvisa e ingiustificata revoca. Secondo voci di cor-ridoio pare che il parroco sac. Giuseppe Arcidiacono abbia scritto al Presidente della Regione Crocetta per chiedere chiarimenti in me-rito. Si attendono risposte.

Caterina Maria Torrisi

A Monterosso attendonodi sistemare la chiesa

“Grazie di cuore”di Alfio Russoalla MisericordiaAbbiamo ricevuto e pubblichiamo:La presente per esprimere, at-

traverso il suo apprezzato giornale, al Presidente della “Misericordia” di Acireale, anche a nome della famiglia, il profondo apprezza-mento per la professionalità e la puntualità con le quali il personale di questa bellissima realtà acese ha

condotto un opera altamente me-ritoria.

Il 2 giugno c.a. la prefettura di Catania aveva convocato il Ser-gente (in congedo assoluto) Sciuto Giovanni, reduce della 2^ guerra mondiale per la consegna della “medaglia d’Onore ai cittadini civi-li e/o militari deportati e internati nei lager nazisti dall’8 settembre 1943 fino alla loro liberazione nel 1945.

Il Serg. Sciuto, data l’età avanza-ta - classe 1919 - non era in con-dizioni di poter intervenire alla cerimonia organizzata presso la Prefettura di Catania, perciò con il consenso della famiglia ci siamo rivolti a questa benemerita As-sociazione che ha messo a dispo-sizione un’autoambulanza con il relativo personale per permettere a quest’eroico figlio d’Acireale d’es-sere presente e così ricevere (unico vivente presente su 4) dalle mani di S.E. il Prefetto – d.ssa Cannizzo – la medaglia istituita con legge n. 296/2006.

Mi corre obbligo, infine di se-gnalare i nomi dei due “soccorri-tori” – Signori Marco Catalano e Carmelo Fassari – per come hanno svolto al meglio con grande spirito di sacrificio e senso del dovere, tut-te le operazioni concernenti, il tra-sporto e all’assistenza del decorato con efficienza e massima devozio-ne, dando esempio di professiona-lità e spiccato senso del dovere.

Un sentito grazie per l’ospitalità.Alfio Russo

Forte devozione per le reliquiedel beato Giovanni Paolo II

Nella chiesa Madre S. Leonardo Abate di Mascali, i fedeli e l’arciprete parroco padre Rosario Di Bella hanno accolto il prezioso reliquiario contenente alcune gocce del san-gue del Beato Giovanni Paolo II. Due gior-nate all’insegna della preghiera, che hanno visto la presenza attiva di molti fedeli, gio-vani e animatori della parrocchia e non solo. Nella giornata di sabato, dopo la celebrazio-ne eucaristica animata dagli alunni delle scuole elementari di Mascali, il reliquiario è stato portato in visita ad alcuni ammalati della parrocchia. I giovani della Parrocchia hanno animato la Veglia Eucaristica e tra-smesso un video su Giovanni Paolo II. Nella giornata di domenica, alle ore 10 si è svolta la santa messa solenne animata dalla Schola Cantorum parrocchiale Giovanni Paolo II. Nel pomeriggio padre Francesco Broccio ha celebrato la s. messa vespertina di interces-sione animata dai giovani della Fraternità Carismatica “Gesù, confido in te”. A seguire, i fedeli hanno portato in processione la reli-quia attorno la chiesa parrocchiale.

”La reliquia del Beato Giovanni Paolo II è stata accolta dalla comunità con grande gioia. In quest’occasione molti fedeli e bam-bini hanno partecipato con compostezza e con la preghiera alle celebrazioni”- ha detto padre Di Bella. “I fedeli si stanno attivando per mettere insieme i soldi per l’acquisto della statua raffigurante il Papa Beato che nei giorni scorsi è stata apposta sulla balau-stra centrale riscuotendo grande devozione e adorazione da parte della comunità reli-giosa mascalese e dai fedeli delle parrocchie vicine”.

Angela Di Francisca

MASCALI

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Joniodell’8 14 luglio 2013 Cronaca

ACIREALE Iniziativa partita dalla “Lemon Tour” alla prova del gradimento

Card di sconti per turisti

ACIREALE Il canone annuo per l’illuminazione di una tomba a cielo aperto è passato da 19 a 50,41 euro

Servizi cimiteriali quasi triplicatiTempo addietro il Sindaco di Acireale,

con la sua faccia rubiconda e sorridente ed il vocione roboante, dichiarò con grande pomposità che al cimitero di Acireale si andava verso un miglioramento dei servizi perché la gestione veniva affidata a privati. Dichiarò in quella occasione che non sareb-bero state aumentate le tariffe, con ciò rassi-curando i cittadini.

Bisogna dare atto, ad onor del vero, che un piccolo miglioramento nei servizi si è avuto, specie per quanto attiene la pulizia dei luo-ghi dei quali, prima, bisognava vergognarsi. Ma ogni medaglia ha il suo rovescio. Chi aveva il contratto per la illuminazione delle tombe è stato invitato (non per iscritto) a rinnovare entro il 30 giugno detto contratto con la richiesta di un piccolo balzello in più. Per una tomba di famiglia a cielo aperto, ad esempio, il canone annuo è passato da 19 € a

50,41: un piccolo aumento di quasi il 200%.In un momento quale quello attuale

quando da ogni parte sale l’invocazione a ridurre le tasse, un aumento di siffatta entità riesce solo ad accentuare il distacco dei citta-dini verso la politica e verso coloro che della politica hanno fatto il loro mestiere.

Sarebbe già sufficiente il citato aumen-to per irritare notevolmente i cittadini che sono stati costretti a ridurre perfino i consu-mi alimentari; ma non è tutto. Ne avevamo parlato qualche anno fa su queste pagine prevedendo un aumento dei costi per i cit-tadini: i fatti, purtroppo, ci hanno dato ragio-ne. Dello stesso parere era il Vice Presidente del Consiglio comunale, Nando Ardita, che rivolgendosi al Sindaco esprimeva la sua as-soluta contrarietà alla privatizzazione della gestione cimiteriale.

E le cose si ingarbugliano. Lo stesso Ardita

chiede “perché tutto questo ginepraio nella gestione?”. Ci sono ditte vincitrici della gara che si ritirano dalla gestione per “mancati introiti” per poi, dopo pochi giorni, parteci-pare alla nascita di una nuova società di pro-getto della quale “vendono” la propria quota societaria agli altri partecipanti alla società.

Capire questo “ginepraio” risulta diffici-le anche agli esperti commercialisti. Ma su tutto svetta la richiesta, sempre di Ardita, di inviare tutti gli atti alla Procura della Repub-blica ed alla Procura della Corte dei Conti.

Cosa c’è dietro? I cittadini, che si sentono presi in giro, hanno diritto di sapere cosa sta succedendo nella nostra città e perché il gestore dei servizi cimiteriali ha triplicato gli oneri a loro carico. Attendiamo una risposta che sia veloce, esauriente e chiara.

Pippo Sorrentino

(continua da pag 1)Abbiamo incontrato la pre-

sidentessa della Lemon Tour di Acireale, Lucia Calderone, che ci ha ben illustrato l’ambizione e l’indirizzo che si è voluto dare a questo disegno.

“Aci Welcom Card consiste in una serie di opportunità per il turista che viene a visitare la nostra terra senza il rischio di essere abbandonati a se stessi e dando loro l’opportunità di co-noscere il territorio dove, nella maggior parte dei casi, si ferma-no solo per pernottare.”

Ma andando più nello speci-fico, il turista che acquista que-sta card accede ad una serie di agevolazioni interessanti sia dal

Quanti si meravigliano alla vista del mare! Una distesa sconfinata, imponente e silenziosa che lambisce le nostre coste, la nostra quotidia-nità, le nostre storie passate, presenti e future. Eppure cos’è il mare? Per molti è occasione di relax durante le vacanze. Sono persone che sulle spiagge o su barche di varia grandezza sfuggono - per un po’ - dalla consuetudine della loro vita, per divertimento, distrazione o, se volete, riposo. Alla fine della vacanza abbandoneranno mare e spiagge per riprendere la vita di sempre. Lo incontreranno ancora in qualche passeggia-ta sul lungomare o alla prossima vacanza. Per molti il mare è piuttosto luogo di lavoro. Si alzano presto, raggiungono le loro imbarcazioni e partono verso orizzonte. Sono pescatori che dal mare traggono ricchezza e nella speranza di una pesca provvida costruiscono il loro futuro. Altri sono naviganti che prestano servizio sulle navi che incrociano le numerose rotte di navigazione. La maggior parte di loro trascorrono mesi o anni lontani dagli affetti e dai luoghi a loro cari. Molti sono poi coloro che ad ogni ora e con qualunque condizione meteorologica intervengono in soccorso di chi è in difficoltà. Il loro aiuto è prezioso e indispensabile. Per altri il mare è una frontiera da su-perare alla ricerca della salvezza, della libertà, di un’ultima possibilità di avere un futuro. Questi nel mare cercano la vita stessa, e troppo spesso vi trovano la morte. È ormai consuetudine sentire di centinaia di persone in barconi fatiscenti, che attraversano i nostri mari fino alla costa. Molto meno sappia-mo dei tanti che non hanno la medesima fortuna e nel mare trovano la loro tomba. Sono uomini, donne e bambini che chiedono il diritto alla vita e lo fanno attraversando il mare. Se per tanti è un confine di divisione tra diffe-renti realtà, per molti altri il mare è allora ciò che unisce. Del resto, da una parte o dall’altra, chi lo guarda prova la stessa meraviglia e la stessa speranza di superare l’orizzonte. Questi sentimenti animeranno a Riposto, lunedì 15, la Festa del Mare “Sulla barca della fede”, per promuovere la cura pastorale della gente di mare, organizzata dal settore Stella Maris dell’Ufficio diocesa-no Migrantes, con il patrocinio del Comune di Riposto, la collaborazione della Capitaneria di Porto e in sinergia con le parrocchie della città.

G. Pulvirenti - A. Torrisi

Finisce in ... ballo l’anno sociale al “S. Venera”a. b.) Si è chiuso l’anno sociale 2012-13 del Centro comunale Santa

Venera, presidente il dott. Paolo Battiato, con un saggio artistico molto apprezzabile, a cura degli insegnanti Graziella Caruso e Salvatore Straci, che hanno lavorato con grande im-pegno, senza fini di lucro, esclusiva-mente mossi dall’amore per il vo-lontariato nei riguardi degli anziani. Lo spettacolo dei balli di gruppo si è svolto nel cortile dei locali dell’IPAB di via Pennisi. La tarantella e la ba-chata, l’esibizione Charleston, sia nella versione “piccola” che nell’altra “Brawn”, l’esibizione “country”, il “tra-vel too spin”, la “polka country a cerchio”, come anche altri balli, sono stati accolti dal numeroso pubblico, con entusiastici applausi.

DIOCESI La festa del 15 a Riposto

Mare è vita

punto di vista turistico/ricreativo che dal punto di vista storico/architettonico; infatti, sono con-templati quattro percorsi guidati che riguardano la R.N.O. della Timpa, i centri storici delle Aci, un tour gastronomico ed un giro marittimo della costiera jonica etnea, oltre a riservare al pos-sessore degustazioni gratuite e sconti nei tanti ristoranti aderen-ti al progetto. Altra peculiarità della card è la particolare tariffa per i taxi.

Proprio i tassisti hanno anche attivato un servizio notturno su chiamata per consentire a chiun-que di godere della possibilità di muoversi liberamente senza il pensiero del rientro in albergo.

“Tutte le categorie hanno col-laborato attivamente alla realiz-zazione di Aci Welcome Card – continua Lucia Calderone – capendo che l’affermazione della vocazione turistica del nostro hinterland passa soprattutto da iniziative come questa. Abbiamo una grandissima ricchezza sto-rico naturalistica che dobbiamo sfruttare per fronteggiare una crisi economica senza preceden-ti e la cooperazione di diverse categorie può sicuramente rea-lizzare il sogno di tutti, vedere Acireale come meta turistica non solo per il pernottamento ma soprattutto per il patrimonio che essa custodisce.”

La card ha un costo accessibile

a tutte le tasche (da un minimo di 6 €per un giorno ad un mas-simo di 20€ per una settimana) ed è acquistabile presso tutte le strutture ricettive e ristorative che hanno aderito all’iniziativa, presso edicole e tabacchini che espongono specifici totem.

Nel disegno finale saranno coinvolti anche i commerciati del centro storico, chiamati a posticipare le chiusure serali in modo da costituire un ulteriore attrattiva per turisti e non.

Dario Liotta