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ǯ Ǥ ǯ Dz dz Ǥ Tanto peserà sulle famiglie la manovra economica. Una stangata che deriva dal taglio di tutte le agevolazioni fiscali (figli a carico, spese per la sanità, redditi da lavoro dipendente, asili, tasse universitarie) e dalla riduzione degli sconti fiscali su detrazioni e deduzioni per la casa, dall’introduzione dei ticket sanitari, dalla conferma degli aumenti delle accise sui prodotti energetici, dal blocco della rivalutazione delle pensioni. Un terremoto che ha il suo epicentro nel welfare ǯ î /$ 92&( '(/ 3232/2 e riempie di crepe il sistema dei servizi e della protezione sociale. La manovra è stata presentata, discussa, approvata e promulgata praticamente in una sola settimana, in un clima di emergenza e di grande preoccupazione per la tenuta economica dell’Italia. In meno di due mesi siamo passati infatti dal “Paese dai conti in ordine che ha retto meglio di altri in Europa all’impatto della crisi” – come scandiva instancabilmente il Presidente del Consiglio – al Paese sull’orlo del precipizio di venerdì 8 luglio. Gli esperti concordano nel dire che oggi l’Europa è campo di battaglia della speculazione e che l’obiettivo ultimo è lo scardinamento dell’euro. Le tensioni di Irlanda, Portogallo e Grecia non sarebbero che l’inizio delle operazioni, già sufficienti però a far emergere i distinguo di un’Europa in perenne deficit di strategia e di coesione politica. Nel quadro di debolezza complessiva dell’Unione, elezioni amministrative prima e referendum poi hanno fatto esplodere in Italia le contraddizioni nel Governo e nella sua maggioranza, con una presa di distanza dalla politica di bilancio portata avanti dal ministro Tremonti. Un conflitto che ha aperto le porte alla speculazione e innescato sulla nostra economia una disastrosa tempesta finanziaria. Il rigore della manovra dovrebbe fare argine alla speculazione, ma è troppo presto per dire se il segnale ha davvero convinto i mercati. Si allarga però sulla manovra il dissenso sociale. La critica è sui contenuti non sugli obiettivi e nemmeno sui saldi complessivi del provvedimento: si tolgono decine di miliardi alla spesa sociale, ma ancora una volta non si toccano le rendite patrimoniali e quelle finanziarie; si riafferma la lotta all’evasione fiscale ma contemporaneamente si allentano le maglie dei controlli; si impongono sacrifici immediati a lavoratori e pensionati, ma i costi della politica e dei suoi privilegi rimangono invariati. In un documento sindacale di queste ore si leggono due parole programmatiche delle prossime settimane e dei prossimi mesi: contrattazione e mobilitazione. Non contro la manovra, ma per metterci un po’ di equità. ǤǤ Ǥ Ǥ Ǥ Con una mano porge le parole nitide del principio, con l’altra accarezza e chiama a sé. È quanto acca- de alla donna di Samaria (Giovanni 4,1-42). Questa donna è “altra” perché eretica, perché donna, perché con cinque storie di mariti alle spalle. Eppure Gesù non evita di chiederle da bere, non le rinfaccia le sue povertà: solo fa saltare fuori dal cuore la verità. Da parte della donna, il correre verso gli altri e poi ancora verso Gesù non è risposta a timori e decreti: è risposta a ciò che ormai non può più trattenere dentro, l’invito ad una vita luminosa. Qui c’è tutto. C’è il rischio di Gesù che va sempre oltre confine, c’è il rischio di una persona che si lascia coinvolgere e mettere a nudo, c’è il rischio di una domanda sulla religione e quello di una risposta che spiazza: la vera adorazione è interiore e nella verità. È un cambiamento di rotta. Ed è indicazione di metodo. Africa. La morte del vescovo Cesare Mazzolari Coordinamento famiglie affidatarie. “I bambini vi cercano” Enzo Torri. La Cisl tra manovra e contrattazione Mandelli: “Brescia: io ci credo anche grazie a Facebook” ǤǤǤ Ǧ Ǧ ǤǤ Ȁ ȋǤ Ǥ ȀȀ λ Ȍ Ǥǡ ǡ ȋȌ Ǧ ǡ Ǧ ǤǤ Missione metropoli. Fisichella: “Ripartire dalle cattedrali” Il regista Ermanno Olmi: “Con gli occhi dell’innamorato”

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Andavamo a cento all'ora - Aumentano anche a Brescia e provincia le multe e le postazioni degli autovelox. Un tema che suscita polemiche tra l’esigenza di maggior sicurezza stradale e il temuto sospetto che i provvedimenti mirino solo a fare cassa per i Comuni

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Tanto peserà sulle famiglie la manovra economica. Una stangata che deriva dal taglio di tutte le agevolazioni fiscali (figli a carico, spese per la sanità, redditi da lavoro dipendente, asili, tasse universitarie) e dalla riduzione degli sconti fiscali su detrazioni e deduzioni per la casa, dall’introduzione dei ticket sanitari, dalla conferma degli aumenti delle accise sui prodotti energetici, dal blocco della rivalutazione delle pensioni. Un terremoto che ha il suo epicentro nel welfare

e riempie di crepe il sistema dei servizi e della protezione sociale. La manovra è stata presentata, discussa, approvata e promulgata praticamente in una sola settimana, in un clima di emergenza e di grande preoccupazione per la tenuta economica dell’Italia. In meno di due mesi siamo passati infatti dal “Paese dai conti in ordine che ha retto meglio di altri in Europa all’impatto della crisi” – come scandiva instancabilmente il Presidente del Consiglio – al Paese sull’orlo del precipizio di venerdì 8 luglio. Gli esperti concordano nel dire che oggi l’Europa è campo di battaglia della speculazione e che l’obiettivo ultimo è lo scardinamento dell’euro. Le tensioni di Irlanda, Portogallo e Grecia non sarebbero che

l’inizio delle operazioni, già sufficienti però a far emergere i distinguo di un’Europa in perenne deficit di strategia e di coesione politica. Nel quadro di debolezza complessiva dell’Unione, elezioni amministrative prima e referendum poi hanno fatto esplodere in Italia le contraddizioni nel Governo e nella sua maggioranza, con una presa di distanza dalla politica di bilancio portata avanti dal ministro Tremonti. Un conflitto che ha aperto le porte alla speculazione e innescato sulla nostra economia una disastrosa tempesta finanziaria. Il rigore della manovra dovrebbe fare argine alla speculazione, ma è troppo presto per dire se il segnale ha davvero convinto i mercati. Si allarga però sulla

manovra il dissenso sociale. La critica è sui contenuti non sugli obiettivi e nemmeno sui saldi complessivi del provvedimento: si tolgono decine di miliardi alla spesa sociale, ma ancora una volta non si toccano le rendite patrimoniali e quelle finanziarie; si riafferma la lotta all’evasione fiscale ma contemporaneamente si allentano le maglie dei controlli; si impongono sacrifici immediati a lavoratori e pensionati, ma i costi della politica e dei suoi privilegi rimangono invariati. In un documento sindacale di queste ore si leggono due parole programmatiche delle prossime settimane e dei prossimi mesi: contrattazione e mobilitazione. Non contro la manovra, ma per metterci un po’ di equità.

Con una mano porge le parole nitide del principio, con l’altra accarezza e chiama a sé. È quanto acca-de alla donna di Samaria (Giovanni 4,1-42). Questa donna è “altra” perché eretica, perché donna, perché con cinque storie di mariti alle spalle. Eppure Gesù non evita di chiederle da bere, non le rinfaccia le sue

povertà: solo fa saltare fuori dal cuore la verità. Da parte della donna, il correre verso gli altri e poi ancora

verso Gesù non è risposta a timori e decreti: è risposta a ciò che ormai non può più trattenere dentro, l’invito

ad una vita luminosa. Qui c’è tutto. C’è il rischio di Gesù che va sempre oltre confine, c’è il rischio di una persona

che si lascia coinvolgere e mettere a nudo, c’è il rischio di una domanda sulla religione e quello di una risposta che spiazza: la

vera adorazione è interiore e nella verità. È un cambiamento di rotta. Ed è indicazione di metodo.

Africa. La mortedel vescovo Cesare Mazzolari

Coordinamentofamiglie affidatarie.“I bambini vi cercano”

Enzo Torri.La Cisl tra manovra e contrattazione

Mandelli: “Brescia: io ci credo anche grazie a Facebook”

Missione metropoli.Fisichella: “Ripartire dalle cattedrali”

Il regista Ermanno Olmi: “Con gli occhi dell’innamorato”

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iciotto multe al minuto: questa è stata la media delle contravvenzioni elevate nelle città italia-ne capoluogo di provin-

cia nel 2010. Ogni italiano lo scorso anno ha pagato 132 euro in multe. In questa singolare graduatoria Brescia ha occupato la terza posizione con 116 euro pro capite di contravvenzio-ni pagate. Quasi 78mila sono state le multe comminate lo scorso anno nel Bresciano, per il mancato rispetto delle norme del codice della strada, con un aumento dell’85% (pari a quasi 36mila multe) rispetto al 2009.Molti anche i Comuni della provin-cia che “hanno conquistato” i posti più alti di una classifica che non si fa fatica a considerare odiata da molti. Gargnano, con una media di 142 euro di multe per ogni abitante è stato nel 2010 il Comune del Bresciano più “ge-neroso” con le casse pubbliche, segui-to da Nuvolera con 115, Paratico con 102, Vallio Terme con 99,9, Roncadelle

tantissime delle contravvenzioni ele-vate raccontano di comportamenti che poco o nulla hanno a che fare con il codice della strada, ndr.) e che ve-dono nelle multe un escamotage a cui molte amministrazioni ricorrono per rimpinguare (oggi più che mai) casse comunali che risentono della stagio-ne di crisi. D’altra parte basta leggere i bilanci di previsione di tanti Comuni per rendersi conto che le entrate “da multe” sono voce tutt’altro che se-condaria nell’architettura complessi-va delle finanze comunali. E quando una voce è messa a bilancio, si sa, de-ve essere in qualche modo garantita... Sull’altro piatto della bilancia vi sono però tanti comportamenti che non è possibile non sanzionare non solo perché contrari alle più elementa-ri norme del codice della strada (il divieto di sosta), ma anche perché pericolosi per la vita comune, come il superamento dei limiti di velocità su tante strade del Bresciano, usate come vere e proprie piste.

con 75, Sirmione con 69,3, Maclodio con 53 e Gardone Riviera con 50,5. I bresciani più virtuosi (probabilmente anche in virtù di condizioni ambien-tali più tolleranti) sono quelli di Bo-vegno e Ono San Pietro che nel 2010 non hanno sborsato alcun centesimo per multe e contravvenzioni. Quello delle multe, come per altro documen-tato dall’attenzione con cui i mezzi di comunicazione hanno seguito il feno-meno, è uno di quei temi che nel Bre-sciano sono particolarmente avverti-ti e che dividono l’opinione pubblica: da una parte i multati che si sentono molto spesso dei tartassati (anche se

Sono molte le strade bresciane su cui quotidianamente si giova la “battaglia” tra gli automobilisti e gli strumenti messi in campo per dissuadere eventuali comportamenti contrari al codice della strada. Praticamente non c’è chilometro della rete viaria presente nel Bresciano che sfugga a questa contesa. Alcuni tratti più di altri, però, sono nell’occhio del ciclone. Nel sistema viario dei Comuni del Sebino, per esempio, negli

ultimi cinque anni, c’è stato un raddoppio delle infrazioni al codice della strada con il conseguente innalzamento del numero delle multe. Spostandosi da un lago all’altro a Gavardo, a pochi chilometri dal lago di Garda, il primo semestre di questo 2011 il numero delle contravvenzioni elevate si è praticamente quadruplicato rispetto allo stesso periodo del’anno precedente. 20mila sono state le contravvenzioni

elevate tra Desenzano e Lonato, con il secondo Comune particolarmente severo con chi supera i limiti di velocità. Esemplare a questo riguardo, però, è quanto sta avvenendo in quel tratto di tangenziale sud posto nel territorio del Comune di Roncadelle. Che la tangenziale, soprattutto dopo i lavori di ammodernamento degli scorsi, anni fosse uno dei tratti stradali bresciani a stimolare la voglia di velocità di tanti era

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Un quarto dei veicoli transitati durante la sperimentazione ha superato il limite dei 90 km previsto con casi limite, fortunatamente pochi, di automobilisti o motociclisti che hanno toccato nel tratto una velocità prossima ai 200 km/h. Nel passaggio dalla fase sperimentale a quella della piena operatività, nonostante una campagna informativa non indifferente la situazione non è cambiata con uno stillicidio di multe che ha suscitato anche l’interesse del Codacons.

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risaputa. La struttura della sede stradale rendeva veramente difficile il rispetto di limiti che in alcuni tratti della stessa sembravano veramente severi.Nei mesi scorsi è stato così posizionato un autovelox al chilometro 2 in direzione Verona, con l’intento, più volte ribadito dalle autorità competenti, di monitorare i comportamenti di tanti autombilisti in un tratto di tangenziale particolarmente impegnativo per i volumi di

traffico giornalieri e la sicurezza. L’apparecchiatura montata, prima in via sperimentale e poi con l’obiettivo di “pizzicare” i trasgressori, rileva l’eccesso di velocità e scatta un’immagine del veicolo che commette l’infrazione, identificandone la targa. Già dopo la prima settimana di sperimentazione l’occhio elettronico ha la sensazione che molti considerino la tangenziale una sorta di autodromo.

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ono circa 10 milioni le per-sone colpite da siccità e ca-restia che stanno affliggen-do il Corno d’Africa per la scarsità delle precipitazioni

degli ultimi due anni e il conseguente innalzamento del prezzo di cibo e ac-qua. Secondo i dati Onu si tratta del-la peggiore siccità degli ultimi 60 anni e coinvolge 3,2 milioni di persone in Kenya, 2,6 in Somalia, 3,2 in Etiopia, 117mila a Gibuti, ed anche parte del-la popolazione in Eritrea. A soffrirne sono soprattutto i bambini: in Soma-lia uno su tre è denutrito. Si teme che l’emergenza travolga anche Tanzania e Sud Sudan. La siccità sta determi-nando anche la morte di molti capi di bestiame e grandi spostamenti di per-sone in tutto il Corno d’Africa, soprat-tutto in Kenya, dove i campi profughi sono ormai al limite della capienza. “La situazione umanitaria in Soma-lia è disastrosa” ha dichiarato mons. Giorgio Bertin, presidente di Caritas Somalia, amministratore apostolico

il Papa – a queste popolazioni soffe-renti la nostra solidarietà e il concreto sostegno di tutte le persone di buona volontà”. Tempestiva, come in altre occasioni, la risposta fornita dalla Ca-ritas italiana, che da anni è impegnata nel Corno d’Africa, in collaborazione con le Chiese locali, in ambiti diversi quali la salute, la lotta all’esclusione sociale, l’istruzione. In occasione di questa nuova emergenza è in costan-te contatto con le Caritas africane attive nei Paesi colpiti dalla siccità e ha offerto sostegno alle azioni in at-to e al piano in via di definizione. In Somalia, Caritas Somalia attraverso l’operazione Lifeline, raggiunge con aiuti d’urgenza 7000 persone, di cui circa 1400 bambini e anziani. Inoltre la rete Caritas sta offrendo assisten-za a 70mila persone seminomadi nel Somaliland orientale. In Kenya, Caritas Kenya distribuisce generi di prima ne-cessità a 40mila persone nelle aree più gravemente colpite e nella Rift Valley. I primi ad essere soccorsi sono stati i

di Mogadiscio e vescovo di Gibuti. “Nel sud della Somalia – ha aggiunto il Vescovo – gli effetti della siccità si sommano a 20 anni di vuoto politico e conflitti. Se vogliamo evitare la ca-tastrofe umanitaria occorre agire ve-locemente e con grande attenzione alla complessità del contesto”. Anche Benedetto XVI, nell’Angelus di dome-nica scorsa, ha sottolineato la gravità della situazione e ha auspicato l’inter-vento della comunità internazionale “per inviare tempestivamente soccor-si a questi nostri fratelli e sorelle già duramente provati, tra cui vi sono tan-ti bambini. Non manchi – ha auspicato

Nelle scorse settimane l’arcidiocesi di Kirkuk, in Iraq, ha promosso una conferenza, finanziata dall’Associa-zione per i popoli minacciati di Erbil (Kurdistan), a cui hanno partecipato oltre 150 fra politici e leader religiosi delle comunità cristiane e musulma-ne di etnia curda, araba, turcomanna, caldea, assira yazida, mandea. Insie-me a mons. Sako, arcivescovo di Kir-kuk, sono intervenuti tre rappresen-tanti delle comunità musulmane di etnia kurda, araba e turkmena: Umer Ibrahim, Abdul Karim Khalifa e Adil Salih che hanno analizzato il tema del-la convivenza sul piano socio-cultura-le, educativo-psicologico e religioso. “L’Iraq – ha affermato mons. Sako – è formato da vari gruppi, che costitui-scono un mosaico di culture e civiltà, religioni, sette e linguaggi con più fac-

ce e colori. Tutti però portano con sé un patrimonio, che ci lega in profon-dità. Il nostro Paese ha ora bisogno di un modello culturale e sociale che promuova l’unità attraverso il plura-lismo, la tolleranza e la convivenza armoniosa fra le varie religioni ed et-nie”. Secondo l’Arcivescovo gli odii del moderno Iraq sono stati generati da una eccessiva politicizzazione del-la religione. L’Arcivescovo ha indicato poi alcune proposte pratiche per favorire l’unità e la separazione fra religione e poli-tica a partire da un sistema educati-vo che spinga all’unità nazionale, eli-minando nei programmi scolastici, nei libri e nelle istituzioni religiose, espressioni che invitano all’odio e all’emarginazione di un gruppo reli-gioso rispetto a un altro.

bambini e le mamme, ed è in corso un programma veterinario per assistere circa 15mila bovini. Mons. Peter Kiha-ra, vescovo di Marsabit, una delle aree più gravemente colpite, ha lanciato un appello per aiuti immediati. In Etiopia, nella zona meridionale dove i pastori Borana sono in gravi difficoltà per ca-renza di acqua e di pascoli, la rete Ca-ritas sta aiutando circa 25mila famiglie nel mantenimento dei propri capi di bestiame. Caritas Etiopia sta inoltre distribuendo cibo e acqua a 80mila per-

sone nelle regioni di Haraghe e Meki. In Eritrea, la Caritas sta monitorando la situazione per mettere a punto un piano di intervento. A rafforzamento delle azioni già avviate la rete Caritas sta predisponendo un programma glo-bale di aiuto d’urgenza riguardante i Paesi che verrà lanciato nelle prossime settimane. Caritas bresciana ha lancia-to una raccolta fondi a sostegno degli interventi in atto. Per informazioni: 030/3757746; www.brescia.caritas.it; e-mail: [email protected]

Mettere a confronto le diverse visioni dell’Europa e dell’impatto dell’integrazione politica sui cittadini; promuovere gemellaggi e altre forme di partenariato tra gli enti regionali e locali dell’Ue; sostenere il programma “L’Europa dei cittadini” finanziato dal bilancio l’Unione. Sono questi alcuni degli obiettivi del “Congresso della cittadinanza e dei gemellaggi” che si svolgerà dal 29 settembre al 1 ottobre a Rybnik, Polonia, promosso da

Commissione Ue, presidenza polacca di turno dell’Unione e Ccre (Conseil des Communes et Régions d’Europe). Informazioni sull’incontro continentale sono presenti sul sito www.rybnik2011.eu, mediante il quale si trovano programma e modalità di iscrizione. All’evento sono attese alcune centinaia di politici, amministratori locali, rappresentanti della società civile e organizzazione di

cittadini. Tra le domande che saranno rivolte agli esperti, chiamati nella cittadina polacca in qualità di relatori, figurano: Come favorire lo sviluppo di una “democrazia di prossimità”? Cosa significa oggi essere europei? Come promuovere a livello locale una società che sia inclusiva? Quali forme di gemellaggio possono contribuire a rispondere alle esigenze dei cittadini e degli enti locali nel contesto comunitario?

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olto è stato scritto in questi giorni sulla fi-gura di mons. Cesare Mazzolari, il vescovo comboniano di Rum-

bek, deceduto improvvisamente men-tre celebrata la Messa nella sua catte-drale. Un ricordo inedito del missio-nario bresciano è quello proposto da p. Giulio Albanese, comboniano come mons. Mazzolari e che con il Vescovo di Rumbek ha condiviso la passione per l’Africa. “Mons. Mazzolari – ha affermato p. Albanese – è stato un grande della missione che si è prodi-gato per i poveri”, per la gente della diocesi di Rumbek che il combonia-no definisce “bassifondi della storia”. Mons. Mazzolari, sono ancora consi-derazioni di p. Albanese, si è sempre prodigato per la pace. “Contrariamen-te a quanto molti hanno scritto – ha continuato – non si è mai schierato per una parte in causa. Non ha esitato a condannare con durezza sia le vio-lenze del regime governativo ma an-che gli abusi dei ribelli del Sud. Il suo punto di riferimento è sempre stata la gente che per tanti anni ha dovuto sopportare la tragedia della guerra”. Tra i grandi meriti del Vescovo scom-parso va annoverato, secondo p. Al-banese, anche quello di aver dato vo-ce a situazioni sconosciute. “Quando divenne amministratore apostolico di Rumbek nel 1990 nessuno parlava del

Sud Sudan e della guerra in corso or-mai da sette anni”. Una delle sue prio-rità fu dunque quella di far conoscere al mondo questa tragedia e di spiega-re che la guerra non era dettata solo da ragioni culturali e religiose. “Disse senza mezzi termini – ha ricordato p. Albanese – che c’erano soprattutto ra-

Il Parlamento, a tempo di record, ha approvato nei giorni scorsi la mano-vra finanziaria che punta al pareggio di bilancio entro il 2014. Importan-te, nella rapidità dell’approvazione, è stato il ruolo del presidente del-la Repubblica (nella foto) che, con due inediti interventi pubblici, una dichiarazione scritta e una lettera al “Sole 24 Ore”, ha accompagnato la promulgazione della manovra su cui, però, grava un’incognita. Al di là del-le decisioni immediatamente opera-tive, che riguardano essenzialmente misure-tampone, per la gran parte a carico dei “soliti noti” del prelievo fi-scale italiano, essa prevede nell’arco dei prossimi anni la necessità di scel-te invece strutturali. A partire da una riduzione, che si vuole e non può che essere esemplare, dei “costi della po-litica”. Questi obiettivi non possono essere ulteriormente dilazionati, a

partire da due punti: una lotta signi-ficativa all’evasione fiscale, che dan-neggia due volte la collettività nazio-nale e i contribuenti e una concreta promozione della famiglia, che anco-ra e sempre rappresenta la vera forma del welfare nazionale. D’altra parte la necessità di un orizzonte strutturale diventa sempre più stringente, da un lato perché la crisi finanziaria, come dimostrano le vicende del bilancio americano, non è superata, dall’al-tro per il nuovo quadro di regolazio-ne mondiale, che si tratta, non senza fatica, di delineare proprio in questi anni. È, quello attuale, un momento complesso, ma anche importante e creativo. Certo la confusione è evi-dente: sembrano infatti giocarsi in contemporanea due partite. Accanto a quella tradizionale di questo quindi-cennio, tra la coalizione berlusconia-na e “gli altri”, che si è dipanata nelle

successive elezioni politiche, se ne sta sviluppando un’altra, più sottile sui contorni e il quadro della nuova of-ferta politica. Mentre i riflettori sono ancora puntati sulla prima, comincia la seconda: perciò la vicenda di que-sti mesi conclusivi della legislatura è importante. E così il gioco si fa du-ro, si affollano diversi attori, interni ed esterni al sistema politico, in uno scoppiettante stillicidio di conflitti e di sorprese. Se la dialettica si fa dun-que sempre più aspra, quel che conta è comunque salvaguardare il quadro d’insieme e la coerenza di un percorso di sostenibilità e di sviluppo del siste-ma-Paese. In questo senso è richiesto sempre più un pensare strategico: ri-spetto al ruolo dell’Italia in Europa e dell’Europa nel quadro globale, rispet-to alla coesione sociale in Italia ed alla necessità di misurarsi con la sua salvaguardia nei prossimi decenni.

Percentuali “stabili”, ma che confermano una situazione di precarietà delle famiglie italiane, in particolare quelle numerose e che vivono al Sud. È quanto emerge dal rapporto Istat sulla povertà in Italia, relativo al 2010 per il quale “l’11% delle famiglie è relativamente povero e il 4,6% lo è in termini assoluti”. Se “la stima dell’incidenza di povertà relativa” è rimasta sostanzialmente stabile rispetto al 2009, “segnali di peggioramento – rileva l’Istat – si osservano, tuttavia,

tra le famiglie di cinque o più componenti (dal 24,9% al 29,9%), in particolare nel Centro (dal 16,1% al 26,1%), tra quelle con membri aggregati (dal 18,2% al 23%) e di monogenitori (dall’11,8% al 14,1%)”, mentre “nel Mezzogiorno peggiora la condizione delle famiglie con tre o più figli minori”. In Italia, nel 2010, “sono 2 milioni 734mila le famiglie in condizione di povertà relativa”, pari all’11% di tutte quelle residenti, cioè “8 milioni 272mila individui poveri, il 13,8% dell’intera

popolazione”. La soglia di povertà relativa (pari alla spesa media pro capite nel Paese), per una famiglia di due componenti, è di 992,46 euro, mentre la soglia mensile di povertà assoluta, sempre per una famiglia di due componenti con 18-59 anni, oscilla tra i 747,71 euro per chi vive in un piccolo Comune del Sud e 1.057,18 euro per i residenti in un’area metropolitana al Nord. In condizioni di povertà assoluta vivono 1 milione 156mila famiglie, il 5,2% dell’intera popolazione.

gioni economiche legate al controllo di importanti bacini petroliferi”. Quel che per il comboniano non bisogna di-menticare di mons. Mazzolari, anche in termini di eredità, è la sua azione evangelizzatrice. “Padre Cesare – ha affermato p. Albanese – ha lasciato un messaggio che vale non solo per i Sud Sudan, ma per l’intera Chiesa: l’evan-gelizzazione non è solo una questione di numeri. Anche una presenza nume-ricamente insignificante, com’è quella dei cattolici nella diocesi di Rumbek, può essere elemento trainante per la costruzione di una società nuova”. Da bresciano, poi, mons. Mazzolari ha tracciato anche la via per una mis-sionarietà operosa.

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La parola ha un futuro o sarà fagocitata dai gesti e dalle immagini? Come sempre, e su tutti gli argomenti, le opinioni oscillano fra i sì, i no e i ni. Nel frattempo gli interrogativi si moltiplicano e investono non tanto l’uso o meno della parola, quanto il senso delle parole. A volte si ha l’impressione che il linguaggio esca da un frullatore dopo che ha macinato vocabolari di lingue diverse.Oggi però siamo alle prese con un’altra sfida, quella della scrittura. L’avvento del computer e degli altri strumenti della comunicazione moderna ha ridotto l’uso di penne, biro, matite e generi vari. Aumenta a vista d’occhio il numero dei ragazzi (e degli adulti) che scrivono in stampatello perché trovano ostico il corsivo. E non finisce qui. Infatti dal prossimo autunno nello Stato americano dell’Indiana i bambini che inizieranno la scuola non avranno più bisogno di portare penne e matite e non dovranno più incominciare a fare le aste perché sul banco avranno il computer. In verità il Dipartimento per l’educazione di

In arrivo 100mila euro da Telethon per la ricerca scientifica bresciana: dopo la valutazione da parte della Commissione medico-scientifica della Fondazione, tra i progetti finanziati c’è anche quello di Dario Finazzi dell’Università di Brescia. Salgono così a 2,2 milioni di euro i fondi totali stanziati ad oggi da Telethon nella provincia di Brescia. Il progetto neofinanziato, che coinvolge anche due gruppi di ricerca milanesi, riguarda una rara sindrome di origine genetica

chiamata Pkan. Alla base della sindrome c’è il difetto in una proteina chiamata pantotenato-chinasi (Pkan), che porta a un anomalo accumulo di ferro nel cervello già a partire nella prima infanzia. Tra i sintomi principali gravi problemi nel controllo di tutti i muscoli, che con il tempo compromettono la capacità di camminare e di mangiare. Anche la retina va incontro a degenerazione progressiva: le capacità visive diminuiscono, fino alla cecità.

Ha inizio domenica 31 luglio la Settimana teologica di Camaldoli, storico appuntamento della Federazione universitaria cattolica italiana. Una tradizione che si rinnova dal lontano 1933, anno in cui l’allora assistente ecclesiastico nazionale, Giovanni Battista Montini, la inaugurò con un gruppo di fucini. Sono attesi circa 100 studenti universitari provenienti da tutta Italia per partecipare all’appuntamento nazionale che si protrarrà fino a sabato 6 agosto.

“Mettimi come sigillo sul tuo cuore” (Ct 8,6). La cura dei legami nell’epoca delle passioni tristi: questo il tema che impegnerà le riflessioni dei partecipanti alla Settimana. A guidarli, nel corso delle giornate camaldolesi, saranno don Gianantonio Borgonovo, biblista, e i coniugi Claudio e Laura Gentili, fondatori del Centro Betania, centro di consulenza familiare. È possibile reperire il programma delle Settimane sul sito www.fuci.net.

T. Poe ha ricordato che ci sono voluti 175mila anni prima che l’uomo imparasse a scrivere. “Parlare e ascoltare costa poco – ha spiegato il professore –. Scrivere e leggere, invece, ci costa. E per ragioni che ancora non conosciamo ci sarà sempre una minoranza di bambini che non riusciranno mai a scrivere”. Ma su una cosa gli evoluzionisti sono d’accordo: la scrittura a mano è tra quelle poche cose che ci distinguono come specie. Una tv locale dell’Indiana ha raccolto

l’indignazione degli anziani: “E quando si tratterà di firmare un assegno?”. Quelli favorevoli rispondono che quando questi bambini avranno l’età di usarli si pagherà tutto col telefonino. “La verità è che i professori ormai da tempo avevano smesso di insegnare a scrivere a mano”, ha detto Andree Anderson dell’Indiana University. “Non era considerata una priorità. E intanto la scrittura dei nostri studenti è diventata atroce”. Sto scrivendo queste parole sul

Indianapolis ha sottolineato che la scelta spetterà alle scuole. È difficile pensare che non prevalga la novità e la semplicità di una tastiera che sforna lettere e parole senza fatica.E viene il momento degli esperti. Paul Sullivan sostiene che la scrittura a mano “sviluppa anche la capacità di pronuncia. E aiuta a capire meglio quello che si legge. C’è un legame nel cervello tra la capacità di imparare queste abilità e la capacità di scrivere”. Marshall

computer e le copio dai fogli che ho scritto a mano perché non mi riesce di scrivere direttamente sul computer. O, meglio, lo faccio ma soltanto per cronache brevi e scontate. Se si tratta di riflessioni, anche semplici, non riesco a concentrarmi perché la tastiera richiede un’attenzione che non è necessaria per la penna che scorre più facilmente, sotto dettatura del cervello (quando c’è). Ho l’impressione che la scrittura diretta sul computer comporti uno stile freddo e meccanico. Opinione personale.Devo dire che mi ha colpito il fatto che nel giorno in cui ho letto la notizia, lo stesso giornale, qualche pagina più in là, riferiva che giovedì 14 luglio da Sotheby’s, a Londra, si batteva all’asta il manoscritto di “The Watsons” di Jane Austen (fra le scrittrici che preferisco, per quel che vale la mia opinione) 68 pagine vergate a mano in una calligrafia squisita, minuta, precisa. Belle da vedere. E penso al legame tra la scrittura e la personalità dello scrivente. Cancellato dalla omologazione di una battitura a macchina. È solo nostalgia? Non penso.

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ono tanti i bambini che anche solo per un tempo limitato hanno bisogno di sentire il calore di una famiglia affidataria. Sono

tanti i bambini che soffrono situa-zioni difficili. Oggi più di ieri, ver-rebbe da dire, se si pensa alle cause di separazioni e divorzi anche trau-matici ma anche alla crisi economi-ca che ha impoverito le famiglie. L’esperienza dell’affido familiare in Italia funziona da più di 30 anni, ma è ancora poco conosciuta. La famiglia affidataria è una famiglia un po’ “speciale” che deve essere pronta a essere una famiglia aperta, perché il bambino porta se stesso, il suo vissuto e il tessuto sociale del suo territorio. È bello pensare che la famiglia affidataria svolge un ser-vizio sociale: la comunità gli affida un bambino perché lo possa cresce-re in un luogo protetto. Solitamente il Tribunale dei minori seleziona lo strumento dell’affido (due anni più altri due anni, ma non sono infre-quenti i casi di ragazzi che arrivano alla maggiore età o restano per sem-pre con la famiglia affidataria) per cercare poi di riportare – laddove è possibile – il bambino all’interno del nucleo familiare naturale. Attual-mente sono coinvolte nel coordi-namento bresciano un centinaio di famiglie affidatarie, ma l’obiettivo è quello di coinvolgerne altre – anche

Coordinamento permette anche di non essere “soli” e di condividere un percorso in questa difficile ope-ra educativa: la difficoltà, spesso, è maggiore nella fase dell’adolescen-za e della preadolescenza. Non può essere una esperienza relegata alla sola sfera privata, perché altrimen-ti rischierebbe di schiacciare sotto il peso delle responsabilità i pro-tagonisti della vicenda. Singolare l’esperienza nel Bresciano di alcu-ne coppie di giovani pensionati che decidono di mettersi nuovamente in gioco, portando la loro esperienza, diventando famiglie affidatarie. Il

attraverso l’ausilio di campagne di sensibilizzazione (l’ultima realizza-ta con il Comune di Brescia aveva come slogan “Un bambino vi cer-ca”) – per avere una rosa più ampia per la destinazione dei bambini. Il

Borgo San Giacomo è sempre stato terra fertile di vocazioni sacerdota-li. Fra tutti i sacerdoti nati in questo paese, il più conosciuto è stato cer-tamente don Angelo Pietrobelli. A questo proposito, pochi mesi or so-no si è costituito, sotto l’impulso de-cisivo del parroco locale don Renato Baldussi, un Comitato con lo scopo preciso di promuovere la richiesta, da sottoporre al Vescovo di Brescia, di beatificazione di questo sacerdote

originario della comunità gabianese. Angelo Pietrobelli era nato a Borgo San Giacomo il 13 marzo del 1908. Ha donato molto alla Chiesa bresciana ed ai poveri in tanti modi: consulen-te ecclesiastico del Movimento ciechi, assistente dell’Associazione dei fami-liari del clero, superiore delle Suore del “Buon Pastore”, assistente della Compagnia delle Figlie di S. Ange-la Merici, assistente dei malati della Casa di Dio, fondatore della Caritas

vescovile, assistente spirituale della Cooperativa Radio Taxi di Brescia, assistente spirituale della Associa-zione Alpini, cappellano del Carcere Giudiziario di Canton Mombello. La straordinaria vita di don Angelo eb-be anche, negli anni, riconoscimenti ufficiali che ne premiavano la dedi-zione all’uomo ispirata dal profondo senso religioso. Fra questi, si ricorda in particolare il Premio Bulloni rice-vuto nel 1992.

Coordinamento delle famiglie bre-sciane coltiva anche il sogno di uno spazio accogliente che possa essere un luogo ideale per far incontrare le famiglie di origine e le famiglie affidatarie. La struttura dell’affido è una risposta a un problema so-ciale che può anche diventare (se non controllato) un problema eco-nomico per le casse dello Stato: in-tervenire oggi praticamente a costo zero, significa evitare un domani di avere persone difficili da gesti-re. Può sembrare un’analisi un po’ materialista, ma trova radici nella quotidianità.

A Brescia il Coordinamento delle famiglie affidatarie è sorto ufficialmente nel 2005 e, gestito da famiglie affidatarie (che hanno sperimentato l’esperienza dell’affido), unisce tre associazioni: le famiglie di Cana con sede a Lograto (presidente Angelo Bulgarini); l’associazione l’affido a Carpenedolo (presidente Maria Panizza); l’Abfa (Associazione bresciana famiglie affidatarie) a Capriolo con la presidente Fabrizia Quecchia.

Entro fine anno dovrebbe nascere, per coprire maggiormente il territorio, un ulteriore gruppo che faccia capo alla città di Brescia. Il Coordinamento delle famiglie affidatarie si può trovare presso Cascina Botà (all’interno dello “Spazio Famiglia” del Comune), in via S. Zeno 174 (accanto al PalaBrescia). Il lunedì, il mercoledì, il giovedì (solo il pomeriggio) e il venerdì dalle 9.30 alle 12.30 è aperto lo sportello. Per ricevere informazioni, si può

contattare il numero 0303531078 ([email protected]). Fra le attività dell Coordinamento, si segnala anche l’organizzazione di convegni e la promozione di campagne di sensibilizzazione sul tema dell’affido. A questo proposito va precisato che i genitori sono disponibili anche a tenere serate o incontri di formazione negli oratori o nelle associazioni, perché la testimonianza diretta vale di più di mille parole scritte su carta.

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l Comune di Brescia ha firma-to un accordo (da giugno 2011 a marzo 2012 per un esborso di 85mila euro) con l’associa-zione Centro aiuto alla vita

(Cav) per le gestanti in difficoltà. Il servizio è rivolto alle donne re-sidenti a Brescia, che necessitino di aiuto e di ascolto finalizzato al-la prevenzione dell’interruzione della gravidanza e sostegno alla maternità. Le donne potranno ac-cedere spontaneamente o su segna-lazione dei Servizi sociali, di priva-ti cittadini, di gruppi parrocchiali e associazioni, consultori familiari, enti ospedalieri ecc. L’Associazio-ne svolgerà l’attività di supporto e di sostegno a favore delle donne e dei loro bambini da zero a un an-no, impegnandosi ad accogliere le richieste spontanee di sostegno e valutazione del bisogno e attivan-do, ove opportuno, i sostegni rela-zionali ed economici. Non va trascurato il ruolo che po-trà essere esercitato dalla rete so-ciale parentale, amicale, di vicina-to, parrocchiale, associativa ecc. Il sostegno si esplica in generi di prima necessità (pacchi alimenta-ri e vestiario; corredi per bambini; latte in polvere, pannolini...) indi-viduando anche una sede idonea per la consegna. L’accordo prevede anche una collaborazione tra il Cav e il Comune: il Cav potrà segnala-

e/o educativi da parte della stessa Associazione. Nei casi di maggiore complessità e bisogno economico-sociale (es. donne sole senza dirit-to a ricevere assegno di maternità o altri benefici previsti dalla legge) nella strutturazione ed attuazione di progetti individualizzati, i due contraenti (Comune e Cav) con-corderanno tempi e rispettivi ruoli, tramite una condivisione operativa e definizione del progetto con l’as-sistente sociale referente. Le fami-glie seguite dal Centro aiuto alla vita potranno altresì accedere al Banco alimentare dell’Associazio-ne Bimbo chiama Bimbo di Brescia per le necessità dei bambini da zero a sei mesi, sulla base degli accordi stipulati dal Comune con la mede-sima Associazione. Per la gestione delle attività oggetto della conven-zione, l’Associazione si avvarrà di proprio personale volontario e/o professionista. L’Associazione si impegna altresì a contrarre, per il personale volontario, apposita po-lizza assicurativa con massimali congrui, per i danni che potrebbero derivare agli operatori stessi duran-te l’esecuzione del servizio o questi causare agli utenti, esonerando il Comune da ogni responsabilità in merito. Il Comune, invece, metterà a disposizione due unità abitative (monolocali e bilocali) da destinare a situazioni d’emergenza.

Una petizione “Piazze storiche aperte alle persone” a favore della pedonalizzazione del nostro centro cittadino. “Si tratta di una mozione – spiega Paolo Vitale, portavoce del gruppo Ecodem – avanzata da una quindicina di movimenti e associazioni con la quale si chiede che le piazze del centro storico, piazza Vittoria, piazza Loggia e l’adiacente bella Italia, piazza Rovetta, piazza Paolo VI con il cortile del Broletto e piazza del Mercato, non siano più adibite a

parcheggio per auto ma diventino a tutti gli effetti Ztl riservate ai residenti delle piazze stesse e delle vie limitrofe 24 ore su 24, in quanto luoghi di socializzazione e di valenza artistico-monumentale”. Una petizione che ha raccolto alla fine di febbraio oltre 300 firme in due ore, ma che non è stata ancora sottoposta ad approvazione, quando avrebbe dovuto essere votata entro 60 giorni. Nella conferenza stampa Giorgio De Martin, coordinatore cittadino

del Pd, punta il dito anche su una macchina molto costosa, installata per aspirare aria e per rimetterla in circolo senza Pm 10, che contrasta con una piazza ridotta a parcheggio. “Come si può ben vedere – precisa Emilio Del Bono, capogruppo del Pd in Loggia – le nostre piazze non hanno nulla di europeo, intasate come sono di automobili a tutte le ore. La colpa è della politica schizofrenica della giunta Paroli che prima per un anno e mezzo sbandiera un ‘piano sosta’ da ‘libera

auto in libera città’, poi cambia rotta e va verso una pedonalizzazione radicale, almeno nelle intenzioni. Il progetto di pedonalizzare a metà, in questo primo step, piazza Duomo e corso Mameli è da noi pienamente condiviso. Valuteremo di volta in volta i passi seguenti in quanto ci sembra che la politica della giunta Paroli cozzi ancora con troppi elementi di contraddizione. Se la giunta si avvierà su una strada europea avrà il nostro appoggio”. (v.b.)

re ai Servizi sociali le situazioni in difficoltà per le quali non è stato possibile l’attivazione di adeguati sostegni economici, socio-sanitari

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La mobilità a Brescia tra progetti e analisi dei ri-sultati. È stato presenta-to il rapporto sulle attività del gruppo nell’anno 2010.

I presidenti delle quattro società del gruppo, Valerio Prignachi per Brescia Mobilità, Andrea Gervasi per Brescia Trasporti, Giovanna Prandini di Sinte-si e Marco Medeghini di Omb, hanno esposto ciascuno i risultati ottenuti e i progetti avviati lo scorso anno con l’obiettivo dichiarato di trasparenza nei confronti del Comune, azionista principale del gruppo, e dei cittadini di Brescia. L’intervento iniziale di Pri-gnachi ha posto l’accento sulla neces-sità di fare sistema per migliorare la competitività della realtà bresciana dei trasporti e i servizi ai cittadini: “Le partecipate del gruppo svolgono mol-teplici funzioni sempre più integrate tra loro per cercare di far vivere me-glio la città nel connubio tra traspor-to privato e pubblico, in un momen-to in cui il territorio è attraversato da

ristrutturazione generale delle linee, soprattutto a nord-ovest della città, dove siamo un po’ carenti. L’ultimo aspetto da sottolineare è l’attenzione all’ambiente: una quota sempre mag-giore dei nostri automezzi, infatti, è alimentata a metano”. Per quanto ri-guarda Sintesi, cui spetta la gestione dei parcheggi in struttura, grande at-tenzione viene dedicata alla sicurezza e al mondo universitario. “Quest’anno abbiamo lanciato due progetti – rac-conta la presidentessa Prandini – uno legato alla sicurezza nei parcheggi e al potenziamento degli help point, mentre un altro si rivolge agli studenti universitari, in città quasi 18mila, con app dedicate per android e i-phone ol-tre ad abbonamenti e riduzioni per i parcheggi nelle vicinanze delle facol-tà, come Fossa Bagni”. L’ultima rela-zione è toccata a Medeghini di Omb, la società che produce strumenti di raccolta rifuti, ultima acquisita da Brescia Mobilità: “Dopo che nel 2009 abbiamo attuato una strategia di rilan-

importanti rivoluzioni del sistema di viabilità”. Successivamente la parola è passata a Gervasi che ha illustrato la situazione di Brescia Trasporti e le sue prospettive di espansione sulle tratte cittadine: “A fronte di una di-minuzione dell’uso di biglietti singo-li, abbiamo avuto lo scorso anno un forte incremento degli abbonamenti, segno che i bresciani stanno pren-dendo sempre più consuetudine con il trasporto pubblico. Il costo dei bi-glietti è aumentato, ma in compenso sono state mantenute le esenzioni per le categorie che in precedenza ne usufruivano. Ora ci aspetta una

L’audizione in Commissione urbanistica del direttore generale della Poliambulanza Enrico Zampedri (nella foto) è stata l’occasione per presentare il progetto di ampliamento della Fondazione Poliambulanza. Dal gennaio 2010 con l’acquisizione del Sant’Orsola, la Poliambulanza mira a fare di due realtà attive nell’ambito della sanità cattolica una realtà ancora più grande. L’obiettivo è quello di raggiungere una migliore efficienza clinica,

operativa e gestionale per favorire lo sviluppo delle eccellenze. Per migliorare la qualità dei servizi si prevede un piano a lungo termine. Non si può non citare, poi, la garanzia dei livelli occupazionali per i circa 1800 dipendenti. Il progetto prevede la realizzazione di nuovi posti letto (oggi sono 400 in Sant’Orsola e 360 in Poliambulanza): a regime l’unione delle due strutture porterà a 650 posti letto con l’attenzione ai nuovi bisogni. Il tutto senza

perdere di vista una presenza storica (90mila persone ogni anno accedono ai servizi ambulatoriali dei Fatebenefratelli). Fino all’estate 2013 resteranno nell’attuale sede, poi sarà scelta un’atra localizzazione. Il piano d’intervento architettonico (2010-2013) prevede: la realizzazione di un nuovo edificio a torre di cinque piani destinato ad accogliere l’incremento dei posti letto; l’ampliamento del Pronto Soccorso con lo spostamento dell’ingresso e dell’elisuperficie; la

realizzazione del nuovo ingresso principale della struttura, di una nuova sala convegni e di una cappella; la realizzazione di una nuova piastra per il nuovo blocco operatorio, le terapie intensive e il blocco parto; un nuovo parcheggio multipiano destinato ai dipendenti; lo sviluppo di una struttura ambulatoriale in centro storico denominata Poliambulanza Centro. Sul sito www.radiovoce.it si può ascoltare l’intervista integrale al direttore generale Enrico Zampedri.

Il Meeting del libro usato festeggia la sua nona edizione con una grossa novità: tutte le iniziative del Meeting si spostano a Brescia. La compraven-dita di libri scolastici usati al 50%, si terrà dal primo settembre presso i locali dell’oratorio “Beato Palazzo-lo”, in via Claudio Botta 46, zona Pa-labrescia. Rivolto agli studenti delle Medie e delle Superiori, il Meeting svolge una funzione intermediaria tra chi vende i propri libri usati e chi li acquista. Al termine della manifesta-zione l’intero ricavato della vendita al 50% del prezzo di copertina viene re-stituito ai legittimi proprietari, insie-me a eventuali libri rimasti invenduti. Di anno in anno il Meeting ha visto un aumento del numero delle perso-ne interessate all’acquisto, alla ven-dita dei libri o ad entrambi i servizi:

nell’ultima edizione, in particolare, si è registrato l’afflusso massimo di 220 persone al giorno e sono state ser-vite complessivamente più di 1.000 famiglie, raggiungendo all’incirca la cifra di 12.000 libri immagazzina-ti nel corso del mese di settembre 2010. Accanto alla compravendita è andato sviluppandosi anche un ve-ro e proprio evento culturale: come sempre vi saranno concerti, spetta-coli teatrali e conferenze legati da un tema comune che viene espresso nel titolo. Quello dell’edizione 2011 sa-rà: “…tra te e me l’estraneità è tolta. Se Dio è diventato uomo ed è qui e si comunica a noi, tu e io siamo una cosa sola”. Nei locali del teatro San Carlino, in Corso Giacomo Matteotti 6/A, si approfondirà il tema della co-munità umana della Chiesa.

cio, lo scorso anno ci siamo consoli-dati soprattutto nei mercati mondiali dove prevale la meccanizzazione della raccolta di rifiuti”. In chiusura un’ al-tra affermazione di Prignachi sottoli-nea quella che vuole essere una delle particolarità del gruppo nel rapporto con l’utenza: “A differenza delle azien-de private – puntualizza – cerchiamo di conciliare una necessaria autono-mia finanziaria, attenta alle logiche di mercato, con il rispetto e il servizio nei confronti dei cittadini”.

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asce a Brescia il nuovo Collegio universitario, voluto da Università degli Studi, Fondazio-ne Lucchini e Fonda-

zione collegio universitario, con il sostegno di Fondazione Cariplo. “Sarà un collegio di merito – spie-ga il prof. Augusto Preti, presiden-te della Fondazione collegio uni-versitario – ovvero ospiterà gio-vani di elevate potenzialità, con un curriculum di buon livello, con l’obiettivo di stimolare la crescita della persona nella sua integrità at-traverso lo scambio di conoscen-

gegneria. Il terreno su cui sorgerà il complesso, di proprietà dell’Uni-versità degli Studi di Brescia, è sta-to concesso in diritto di superficie alla Fondazione Lucchini, che si occuperà integralmente dei costi di realizzazione e gestione della strut-tura, anche grazie al contributo di 1 milione e 750mila euro concesso da Fondazione Cariplo. “Il soste-gno delle due Fondazioni è stato fondamentale per dare vita ad un progetto che ha subito molte inter-ruzioni – continua il prof. Preti – e in particolare la costituzione della Fondazione collegio universitario,

partecipata paritariamente da Luc-chini e Università, ha permesso di precisarne gli obiettivi ed iniziare i lavori di costruzione”. Il Collegio disporrà di un’area di circa 3000 mq, distribuita su cinque piani e potrà ospitare fino a 60 studenti in camere doppie o singole. Gli studenti potranno usufruire di quattro aule studio, due sale au-dio-video, un auditorium, una sala comune di aggregazione e una bi-blioteca. All’esterno verranno inol-tre ricavati 44 posti auto ed un’area verde. Il completamento dell’opera è previsto entro il luglio dell’anno

prossimo, in modo da poter ospi-tare gli studenti iscritti all’anno ac-cademico 2012-2013. Concorde nel valutare l’importanza del progetto anche il prof. Sergio Pecorelli, ret-tore dell’Università, “perché si trat-ta di un’opera che mette in primo piano l’interesse per il cittadino e permette di investire nel futuro pun-tando sui giovani che costituiranno le nuove classi dirigenti”. Entusia-smo è stato espresso anche dal rag. Sergio Bocchio in rappresentanza di Fondazione Lucchini, e del sen. Elio Fontana, commissario di Fon-dazione Cariplo.

ze multidisciplinari”. L’edificio, la cui prima pietra è stata posata ve-nerdì scorso con la benedizione di mons. Gianfranco Mascher, sarà eretto tra via Valotti e via Branze, nelle vicinanze della Facoltà di In-

Il Centro turistico studentesco di Brescia si arricchisce di nuovi spazi e nuovi progetti. Nella sede di via Niccolò Tommaseo 2/a è stata inaugurata “La Veranda”, luogo all’interno del quale confluiranno diverse attività di promozione e organizzazione di percorsi enogastronomici e turistici. “Questo spazio – spiega Luigi Bandera, presidente di Cts – è funzionale all’idea del viaggio inteso come un’esperienza che va accompagnata prima, durante e dopo la sua

realizzazione”. In questo luogo i giovani potranno ricevere una consulenza organizzativa da parte degli operatori Cts, ma anche creare occasioni di confronto. “Abbiamo definito ‘La Veranda’ una ‘finestra sul mondo’, ma anche un ‘corridoio geoculturale’ all’interno del quale tutti i partner di Cts, del Forum del Turismo sociale, dell’Associazione Longobardia e di qualunque altra associazione di volontariato potranno presentare le loro attività”. Molto stretta sarà

la collaborazione con la Strada del Vino “Colli dei Longobardi”: la Veranda sarà lo spazio privilegiato in cui ricevere informazioni e pianificare le attività lungo questo percorso enogastronomico, che si snoda attraverso nove Comuni. A partire dal 1° luglio è stato attivato un servizio di noleggio di biciclette sia per l’utilizzo turistico in città che per escursioni lungo la Strada del Vino o per percorsi lungo il lago di Garda (realizzati in collaborazione con il Cts di Desenzano). Altre

biciclette saranno dislocate nei vari Comuni della Strada del Vino; la previsione è di circa 160 mezzi messi a disposizione in diversi punti. “Brescia deve scommettere sul cicloturismo – afferma l’assessore Andrea Arcai – per valorizzare i propri territori, soprattutto dopo un riconoscimento come quello assegnato dall’Unesco”. La Veranda è aperta: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19, il sabato dalle 9 alle 12; per informazioni 03041899, [email protected]. (a.g.)

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ta tornando la chiesa di S.Rocco”. Ad annunciar-lo volantini e manifesti sparsi per il centro storico clarense. Per la chiesetta

dall’omonima via, lambita dalla vec-chia roggia, è qualcosa di simile al ritorno in patria di un personaggio rimasto a lungo lontano dalla sua ter-ra. Del suo “ritorno” si sta occupando da anni il gruppo costituitosi ad hoc nel 1993, “Gli amici di San Rocco”, persone che hanno a cuore il recu-pero dell’edificio, un po’ claudican-te ma immutato nella sua originaria bellezza, accomunate dall’obiettivo di riportare la chiesa al suo antico splendore e piena funzionalità. Noti-zie storiche in merito al monumento sono poche e al condizionale. Manca-no fonti d’archivio. È stato incarica-to don Giuseppe Fusari di occuparse-ne. L’epoca presunta di costruzione risalirebbe alla fine del Quattrocen-to. Si sa che la pianta è veneziana, co-sì come la facciata, ornata in alto da

ro. Co-progettista sarà Franco Maf-feis di Orzinuovi. Si comincerà con la facciata, ma in futuro non è escluso un intervento di più ampio respiro. Restaurare una chiesa della quale poco o nulla si sa, comporta notevo-li rischi. “Ecco perché – spiega l’ar-chitetto Ercolini – allo stato attuale sono in corso delle indagini diagno-stiche preliminari necessarie alla co-noscenza del monumento stesso che verranno presentate alla Soprinten-denza per i beni architettonici e pae-saggistici per le province di Brescia, Cremona e Mantova, la quale dovrà dare il benestare e, approvato il pro-getto, vigilerà i lavori.Negli anni passati, grazie all’impegno degli Amici di San Rocco e al contri-buto di generosi privati, è stato possi-bile restaurare il tetto, il campanile, mettere a norma l’impianto elettrico e sistemare la casa della custode. Il 16 agosto si celebrerà la ricorrenza del Santo, e anche quest’anno è sta-to messo a punto un programma

due statue lignee, anch’esse avvolte dal mistero per origine, committen-te, autore. Lo stesso alone di mistero d’altronde aleggia intorno alla figura di S. Rocco, pellegrino e taumaturgo, nato a Montpellier (Francia) presu-mibilmente tra il 1345 e il 1350, il cui culto, diffusosi soprattutto nell’Italia del Nord, è legato in particolar modo al ruolo di protettore contro la peste. Già nel 2002 uno studio di fattibilità per il restauro conservativo dell’im-mobile fu presentato dall’architetto clarense Laura Ercolini, lo stesso al quale oggi la parrocchia ha conferito il mandato per il progetto di restau-

Tempo di feste: musica con ballo liscio, spiedo, salamine, formaggio, patatine, casoncelli... A Ghedi erano tre le manifestazioni che tenevano banco nei due mesi estivi. C’era la festa del quartiere Cave e quella della Protezione civile. Ma quella storica era quella dell’Avis, conosciuta col nome di ferragosto avisino. Queste feste, almeno come eravamo abituati a conoscerle, non si faranno più: la festa delle Cave e quella della Protezione civile sono saltate; quella dell’Avis

verrà proposta in altra forma. “Ci hanno detto che non eravamo a posto – ha riferito Pierino Festa, del gruppo che organizzava la festa alla Cave –, e che dovevamo metterci a norma, altrimenti l’Asl ci avrebbe bacchettato. Pare non siano più disposti a ‘sorvolare’ su alcune questioni su cui prima chiudevano un occhio. Ci è stato detto che l’impianto elettrico non è a norma, che la cucina non è a norma, che non possiamo più mettere i tavoli sull’erba… Così

abbiamo chiuso”. La responsabilità, continua Pierino Festa, “non è certo dell’Amministrazione comunale, che, anzi, si era impegnata a pagarci le spese purché riproponessimo la festa. Pare che tutto sia nato da un reclamo della Confesercenti. Faranno le feste solo alcuni partiti, che possono contare su una struttura sovracomunale e, in parte, l’Avis”. L’Avis propone qualcosa di alternativo. “Per cause organizzative – si legge in un comunicato –, sempre al Palazzetto dello Sport

apriamo le manifestazioni con danze con il dj, Ruota della fortuna e ristoro al ristorante pizzeria Gaydum, così da rispettare le normative igienico alimentari. Dal 15 luglio al 14 agosto, tutti i venerdì, sabato e domenica si potranno trascorrere le serate all’aperto con un po’ di divertimento e gustando del buon cibo. Dal 7 al 21 agosto, nell’Auditorium della Bcc Agrobresciano, è in programma una mostra d’arte contemporanea”. (mtm)

Se n’è andata in silenzio, discreta nella morte come lo era stata in vita. Elvira Bicelli, classe 1926, mantovana di na-scita, ma monteclarense d’adozione, custode per quasi 40 anni del Teatro Sociale oggi ribattezzato Bonoris, è scomparsa sabato dopo alcuni gior-ni di coma seguito all’emorragia ce-rebrale che l’aveva colpita. Umile e modesta, Elvira ha rappresentato la vera anima della bomboniera monte-clarense, fin dal lontano 1959 quan-do subentrò alla madre, “Annetta del teatro”, nell’attività di custode. E di personaggi famosi, Elvira, ne ha visti tanti passare e calcare il palcosceni-co, con alcuni dei quali aveva anche intrattenuto piacevoli e divertenti dialoghi prima o dopo gli spettaco-li. Il teatro divenne così la sua vita, al quale si dedicò in maniera sempre

delicata, con quel suo fare di perso-na d’altri tempi, gioviale e affabile con tutti. Anche durante la meritata pensione, giunta nel 1996, non si era persa d’animo ed aveva sempre ga-rantito la sua disponibilità e presenza nelle tante iniziative culturali monte clarensi. Elvira, si teneva lontana dal-le luci della ribalta, preferiva il dietro le quinte, proprio come quando, da custode, si occupava di tenere in or-dine il teatro, curare un aspetto della scenografia, garantire che tutto fosse in ordine per l’opera che di lì a poco sarebbe andata in scena. Mancherà a tutta Montichiari la sua silenziosa, ma viva presenza e il Teatro Bonoris, ora, sarà un po’ più povero: la sua anima non c’è più, ma il nome di Elvira è già entrato di diritto nell’alveo dei mon-teclarensi più illustri. (f.m.)

che dal 14 al 16 vedrà in campo una esposizione di opere d’arte, musica e una lotteria finalizzata alla rac-colta di fondi per i lavori. Un’opera-zione trasparente al punto tale che sul volantino in circolazione, sono pubblicati i costi del restauro (400 euro al mq) e il numero di conto corrente per chi volesse contribu-ire: parrocchia SS. Faustino e Gio-vita c/o Ubi Banco di Brescia –A.G. Chiari-Piazza Zanardelli, 2 Iban 32°0350054340000000009217C/C.

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ntra nel vivo la rassegna estiva di spettacoli “Vivi Montichiari” organizza-ta dall’assessorato alla Cultura del Comune in

collaborazione con Montichiari Mu-sei. Nel prossimo fine settimana so-no previsti numerosi appuntamenti di vario genere: si parte venerdì 22 luglio alle 21.30 nella piazzetta ex-Galeter dove si esibirà il quintetto Zizkov Rock Surf Noir che porterà in scena i brani più famosi del suo ricco repertorio. Sempre venerdì 22 e, ogni sera fino al 26 luglio, con ini-zio alle ore 21 nel cortile delle scuo-le primarie del capoluogo, saranno di scena i burattini di Onofrio, ras-segna itinerante dal titolo “Come ci si divertiva un tempo”. Giaco-mo Onofrio, erede di generazioni di burattinai, torna a Montichiari per offrire ai più piccoli momenti di divertimento con le sue famose creazioni, capaci altresì di far riflet-tere su vizi, costumi e virtù del ge-nere umano. La giornata di domenica 24 vedrà, invece, tre appuntamenti: dalle 10 alle 24, nell’Atelierfotogek avrà luo-go “Arteuforia”, sfilata di moda e fo-tocaccia al tesoro in collaborazione con il Café di Piöcc e Corazonado (in caso di pioggia l’appuntamento si terrà domenica 31 luglio); alle 18 nella Pieve di San Pancrazio quin-to ed ultimo concerto della Rasse-gna internazionale di canto corale Città di Montichiari con l’esibizione del coro americano Monterey Stu-dent Choir e del gruppo portoghe-se Orfeao de Portoalegre. A chiu-dere il ricco week-end di iniziative è il consueto mercatino mensile dell’antiquariato in programma in Piazza Santa Maria dalle 8 alle 20: i numerosi espositori metteranno in mostra, come sempre, interessanti

prelibate che si potranno gustare non mancherà la musica (il liscio su tutti) per attirare gli appassiona-ti del settore e l’immancabile lotte-ria con ricchi premi: il ritrovo è al centro giovanile di Santa Giustina. Sarà, poi, la volta di Novagli, la più popolosa frazione monteclarense, a offrire spazio di festa per tutti: dal 5 al 10 agosto, infatti, torna una delle sagre più amate che, tra i tanti even-ti in programma, vedrà il consueto e tradizionale palio degli asini fissa-to per la serata di domenica 7 ago-sto. La parrocchia e i tanti volonta-ri della frazione sono già al lavoro per preparare la manifestazione. Il quartiere di Bredazzane, dal 13 al 16 agosto, vivrà i suoi momenti di festa con la sagra di San Rocco e, sempre il 16 agosto, alle Quattro Vie, la comunità locale si ritrove-rà per la consueta festa che vedrà anche la partecipazione del Café di Piöcc. Durante la serata verrà gra-tuitamente distribuito ai presenti l’opuscolo realizzato da Vigilio Bel-letti che contiene notizie culturali e storiche di particolare interesse. Dal 19 al 21 agosto toccherà, inve-ce, agli Alpini monteclarensi darsi da fare nella loro festa del quartie-re Allende. “Last, but not least”, per dirla come gli inglesi, la sagra dei Chiarini in programma dall’1 al 4 settembre, l’ultimo evento dell’anno che chiude il ciclo delle sagre citta-dine. Attorno alla chiesa saranno al-lestiti numerosi stand gastronomici e la consueta pista di ballo per dar modo, nei quattro giorni di festa, di far divertire più gente possibile. Per maggiori informazioni sulle attività estive del Comune si può chiamare l’ufficio Cultura al nume-ro 030/9656309 o visitare il sito in-ternet comunale all’indirizzo www.montichiari.it.

Ludriano è una delle parrocchie bresciane dedicate a San Filastrio, ottavo vescovo di Brescia e Padre della Chiesa vissuto nel IV secolo. Domenica la comunità ludrianese si è ritrovata per la festa del patrono. Il parroco don Giancarlo Zavaglio ha chiamato mons. Mario Delpini, vescovo ausiliare di Milano, a presiedere l’eucaristia serale seguita dalla processione. Una scelta, come ha spiegato lo stesso parroco, dovuto a un particolare legame spirituale fra Ludriano e la Chiesa

milanese: l’arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini non fu estraneo alla realizzazione della parrocchiale che ben conosceva e vi sostava volentieri in preghiera quando era in visita alla famiglia Folonari. Nell’omelia mons. Delpini, partendo dalla parabola del grano buono e della zizzania, ha voluto invitare a vedere l’azione positiva di Dio nella storia: il bene fiorisce nonostante il male. E ha ricordato ai fedeli che la loro chiesa fu pensata proprio in un momento tragico e

drammatico della guerra, quando il conte Antonio Folonari fece voto di costruire il nuovo tempio a Ludriano se si fosse salvato. Ma poi l’ausiliare di Milano ha invitato a guardare al presente: i cristiani devono essere responsabili del mondo. Devono esser grano buono e lievito nella massa. Devono testimoniare al mondo che non è la violenza ma la vita retta e onesta che salva e fa vincere il male. Il suo è stato un invito attuale per questo mondo in rapido cambiamento che

tocca anche il “microcosmo” di un paese quale Ludriano che, fra l’altro, in 10 anni è passato da 800 a 1.500 abitanti. E la statua di Filastrio, che è passata benedicente per le vie del paese, quasi accarezzando le vecchie abitazioni rurali e le villette dell’espansione urbanistica recente, le abitazioni private e gli edifici pubblici, ha voluto essere il segno che il futuro sarà bello e radioso solo se non si smarriscono le radici cristiane che permettono di essere grano buono. (Gabriele Filippini)

chicche con la possibilità, per i vi-sitatori, di strappare qualche buon affare. E veniamo all’importante e segui-ta serie di sagre estive delle frazio-ni, momenti in grado di calamitare il pubblico delle grandi occasioni, alla ricerca di buona cucina e di chiacchiere in compagnia. A breve festeggeranno S. Antonio, Ro e San-ta Giustina che il 29, 30 e 31 luglio daranno il meglio di sé con i tanti volontari impegnati a preparare di tutto punto un appuntamento co-me si deve. Assieme alle leccornie

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Il Comune di Ghedi ha aderito all’iniziativa (promossa dalla Provincia) “Gioventù Card”, una tessera gratuita, per giovani tra i 18 e i 35 anni, che consente di avere sconti e agevolazioni negli esercizi commerciali e in attività economiche, nonché l’erogazione di servizi in campo culturale, formativo, sportivo e ricreativo. La tessera, valida fino al 31 dicembre 2015, è fruibile fino al compimento del 36esimo anno di età. L’assessore alle Politiche giovanili

Gianmario Messa sintetizza i motivi dell’iniziativa: “Riteniamo sia importante il progetto, perché è una buona opportunità per i giovani. Non solo: Gioventù Card è anche un’ottima occasione per le attività commerciali”. Per richiedere il documento è necessario collegarsi al sito www.gioventucard.it. Il rilascio avverrà invece a cura dell’Ufficio Politiche giovanili del Comune (piazza Roma 45). Informazione:030-9058211, 030-9058259.

mpegno, formazione in ambi-to economico-sociale, atten-zione alla realtà civile ed alle sue problematiche. Questa è stata l’attività della sezione

Ucid di Manerbio-Bassa Brescia-na, presieduta dal dott. Giuseppe Pozzi, nell’anno 2010-2011.

  L’impegno civile si è mostrato sin dall’apertura, nel settembre 2010, con la visita a San Martino della Battaglia, teatro della battaglia che pose fine alla Seconda guerra di indipendenza italiana. Con questa iniziativa, il sodalizio ha precorso i tempi, dando il via alle celebrazio-ni per il 150° anniversario della ri-unificazione. In ottobre, il gruppo ha proposto un incontro dedicato al divertimento e ai suoi risvolti negativi, come la dipendenza dal gioco: il tema è drammaticamente attuale, perché coinvolge i giovani e, spesso, anche gli adulti.

  Imprenditoria in prospettiva cri-stiana significa anche attenzione alla salute pubblica: così può es-sere letto l’incontro che l’Ucid ha tenuto in novembre con i dirigenti ospedalieri. La visita ai lavori in corso alla strut-tura manerbiese è stata accompa-gnata da un dibattito sul tema delle dipendenze, delle speranze e delle angosce che affliggono i più giova-ni. In virtù della filosofia cristiana ed umana alla sua base, l’impegno

ucidino non può mancare anche in questi settori della vita pubblica.Le tematiche di natura economico-imprenditoriale hanno avuto il loro clou nell’incontro con Marco Vitale, economista d’impresa, bresciano di nascita, milanese di residenza, internazionale per cultura, attivi-

tà e per le sue pubblicazioni. Altro momento importante è stata la vi-sita alla 83° Fiera agricola italiana (Eventi zootecnici internazionali) di Montichiari. Ci sono stati poi ap-puntamenti culturali, come la rela-zione tenuta dal giornalista Egidio Bonomi, sulla figura del Beàt Cu-radì e su quella romanzata di Ga-sparo, figure bresciane di grande popolarità. Altrettanto significativa è stata la visita storico-culturale alla restau-rata Pieve di Corticelle. Altri mo-menti sono stati dedicati ancora all’Unità d’Italia: il 17 marzo, una delegazione è ritornata a Solferi-no per rivivere il passato e per un confronto sul costante e necessa-rio dialogo fra Stato e Chiesa. A conclusione dell’anno di attività, il gruppo si è recato in Sicilia. A Mar-sala, i membri hanno vissuto il con-nubio fra il passato (testimoniato dagli eventi del 1860) e il presente. Il presente vive nell’attività impren-ditoriale delle cantine Caruso-Mini-ni (visitate dagli ucidini), esempio riuscito della collaborazione fra imprenditoria bresciana e sicilia-na. Nella dimensione economico-imprenditoriale, alla luce dell’inse-gnamento della Chiesa e del bene dell’uomo, con lo sguardo rivolto al passato, al presente ed al futuro, l’Ucid ha operato e intende conti-nuare a farlo.

L’undicesima edizione di “Odissea - Festival della Valle dell’Oglio” organizzato dal Piccolo Parallelo, diretto da GianMarco Zappalaglio ed Enzo G. Cecchi, farà tappa a Verolavecchia, sabato 23 luglio, alle 21.30, nell’anfiteatro presso la Torre civica (in caso di pioggia, nella palestra comunale); in scena “Taiko-Flamenco Duel”, performance con protagoniste Catia Castagna e Rita Superbi, ai tamburi giapponesi taiko e Giorgia Celli, danzatrice di flamenco. L’ingresso è gratuito.

Va in scena dal 21 al 23 luglio, presso il castello di Padernello, “Deserto”, spettacolo teatrale di Gianluca Alberti, lavoro dal taglio beckettiano che affronta il tema della solitudine. Questo è l’ultimo degli appuntamenti della rassegna teatrale “Ecce histrio”, svoltasi lungo tutto il mese di luglio sotto la direzione artistica di Paolo Peli. come di consueto, l’inizio dello spettacolo è previsto per le ore 21, il biglietto d’ingresso costerà 10 euro.

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’estate bedizzolese è ricca di appuntamenti che con-ciliano fede e divertimen-to. La comunità si prepara a vivere giornate intense

fatte di celebrazioni, devozioni, pro-cessioni e musica, ma anche di stand gastronomici e lotterie a scopo be-nefico. Venerdì 15 luglio, con la festa della Madonna del Lazzaretto di Ma-sciaga, i bedizzolesi hanno festeggia-to attorno al Santuario mariano che dal 1763 custodisce l’affresco cinque-centesco della Madonna, da oltre 200 anni punto di riferimento per l’intero paese. Sabato 16, è stata la volta del-la “sfida del pondòr” con giochi gon-fiabili per bambini; mentre domenica 17 grande affluenza per la grande asta delle torte. Molto ricca è anche la pro-grammazione di questa settimana. Si comincia venerdì 22, alle ore 19: per i nostalgici si segnala il torneo di cal-ciobalilla. Sabato 23, invece, dopo la Santa Messa delle ore 18.30 in onore a Santa Maria porta del cielo, la grande

Chiese. Per l’occasione, la celebrazio-ne religiosa delle ore 20.30 sarà pre-sieduta da mons. Polvara, provicario generale. Durante le serate, saranno disponibili gratuitamente giochi gon-fiabili per i bambini. Ultima, ma non per questo meno importante, la festa di San Rocco dal 12 al 16 di agosto, preceduta da martedì 9 dalla Messa mattutina in onore del Santi Fermo e Rustico con la benedizione del pane, del sale e di piccoli animali, per le ore 9. La mattina di venerdì 12, la Messa per anziani e pensionati alle 11; la se-ra, a partire dalle 19, l’apertura con la tombolata. Lunedì 15, invece, la recita del Rosario alla Cappella dell’Assunta in San Rocco per le ore 20.30. Martedì 16 agosto, in onore del Santo, serata danzante con l’estrazione della lotte-ria, dopo le 23. Un’estate all’insegna del divertimento e della spensieratez-za quella bedizzolese, dove tradizione estiva e fede si incontrano e si rinno-vano ogni anno con il contributo di numerose persone.

tombolata agricola, fissata per le ore 20. Domenica 24 luglio, alle ore 20.30, la chiusura della festa della Madonna del Lazzaretto con la partecipazione della Marching Band bedizzolese che accompagnerà la comunità durate la processione mariana conclusiva. Il ricavato della festa sarà destinato al-la realizzazione di un nuovo impian-to di riscaldamento per il Santuario. Il 28 luglio è la volta della storica Fe-sta di San Giovanni Nepomuceno a Pontenove, che si protrarrà fino al 31 luglio. Nella serata di apertura, si ripeterà l’antico rito della posa della statua del Santo nelle acque del fiume

Tempo d’estate e di gite. In Valle Sabbia da tempo viene pubblicato l’opuscolo “Valle Sabbia, un viaggio nella storia, nei colori, nei sapori”, un programma relativo alle manifestazioni estive in tutta la Valle che copre l’arco di sei mesi (giugno-novembre). Quest’anno, per dare un orientamento al turista che arriva in Valle Sabbia, l’Agenzia territoriale per il turismo Valle Sabbia e Lago d’Idro, fresca di trasloco da Nozza di Vestone alla nuova sede di Idro, ha recentemente pubblicato anche

l’opuscolo “Turismo di transito… percorso cultural-gastronomico della Valle Sabbia”. Questa pubblicazione permette al visitatore di farsi un’idea su alcune delle maggiori attrattive valsabbine e dei paesi che le propongono, nonché delle manifestazioni a cadenza annuale che coinvolgono i paesi con date e dettagli sulle tradizioni. Come si può leggere nell’introduzione del presidente dell’Agenzia Gian Zeno Marca, l’intenzione della pubblicazione è “unire sotto un

unico calendario tutte le iniziative culturali-gastronomiche volte a far conoscere un territorio diverso dove la cultura e il piacere si legano strettamente alle bellezze naturali e ai prodotti di qualità”. Ecco le manifestazioni segnalate: il carnevale e la manifestazione “La transumanza – riscoperta di un mondo perduto” a Bagolino, il palio delle contrade di Roè Volciano, la passeggiata in malga e la festa di Sant’Andrea a Pertica Alta, le manifestazioni “Sentieri da gustare”

e “Percorsi di… vino” di Pertica Bassa, il “Ferragosto murense” a Mura, la sagra del pesce a Ponte Caffaro, la manifestazione “Sapori e melodie di un tempo” a Preseglie, “Bröstoi e formai” a Serle, la sagra di San Gottardo a Barghe, i Cortili in festa di Idro, i mercatini natalizi e il For… maggio in musica su quattro ruote classiche a Vallio Terme e la festa parrocchiale dedicata alla visitazione di Santa Maria a Sant’Elisabetta di Vestone. Per info www.vallesabbia.info. (n.t.)

Fino al 15 settembre il battello “scirocco” torna a navigare le acque del lago d’Idro. La provincia di Brescia dopo due anni di sperimentazione ha ottenuto il via libera dal Pirellone per la linea estiva di navigazione del lago. La rotta garantirà il servizio di trasporto pubblico locale integrato autobus e battello da Crone (Comune di Idro) a Ponte Caffaro con fermata ad Anfo, Vantone, Vesta con la nuova aggiunta di Bontone (Trento). La società Trasporti Brescia Nord e la consorziata Sia realizzano il servizio. Tre i Comuni bresciani (Idro, Bagolino e Anfo) interessati dal servizio sperimentale nel mese di agosto 2009 e nei mesi di luglio e agosto 2010 con un successo in termini di passeggeri: circa 3.600 nel 2009 e circa 7.400 nel 2010. “È un progetto in cui la Provincia di Brescia ha creduto molto” ha commentato Corrado Ghirardelli, assessore ai Trasporti della Provincia.

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Multe selvagge o autisti senza regole? Nel numero di luglio del mensile “La Voce della Valtrompia”, in distribuzione da domani, il primo piano analizza la situazione delle multe sul territorio. Nei cittadini cresce sempre di più la consapevolezza che in questi ultimi anni di tagli dal governo centrale, i Comuni utilizzino lo strumento delle multe per fare cassa, magari a scapito del cittadino, con autovelox in strade ad alto scorrimento. Il mensile presenta

anche un’intervista all’argentino Catriel Soto, che in quel di Collio sta preparando per la mountain bike le Olimpiadi 2012 di Londra. Prosegue fino al 31 luglio anche, presso il forno fusorio di Tavernole, la mostra pittorica “Valtrompia: il mito della montagna”. L’esposizione, aperta raggruppa 43 dipinti che immortalano la Valle tra Ottocento e Novecento. La rassegna è aperta dal martedì al venerdì dalle 19 alle 21, il sabato e la domenica dalle 15 alle 20.

a Madonna dell’Accoglien-za vi dice ‘Sono contenta che amiate la montagna luogo di meditazione’, invi-tandoci a guardare in alto

dove c’è un’altra montagna...”. Queste parole dette da mons. Bruno Foresti, nel momento della benedizione, so-no bella sintesi del significato e del-le emozioni che suscita il nuovo mo-saico collocato nella cappelletta del monumento al Redentore sulla vetta del Gölem, pala per il piccolo altare, cuspide d’oro con la colomba al cen-tro verso il cielo blu stellato che ne ricopre il soffitto. Dalla grande aure-ola circolare, dal manto disegnato da fasci di luce che lo avvolgono emergo-no il viso di fanciulla e le grandi mani delle braccia spalancate. Fasci di luce fatti cangianti dai riflessi delle 25mi-la piccole tessere di vetro di Murano, dove domina l’azzurro nelle diverse tonalità, il colore delle Madonne di tutti i secoli a cominciare da quella del Beato Angelico nell’Annunciazio-ne al Prado di Madrid (pure sormon-tata da soffitto azzurro stellato). Non manca, sulla cima della montagna di luce, la raffigurazione del monumen-to. Lo firma il bravo Marco Furri, ar-tista bresciano affermato: è sua la XIV stazione (la discesa dello Spirito Santo) della Via Lucis a S. Eufemia, e lo sono anche gli arredi sulle navi di Costa Crocere. Mons. Bruno Foresti era sul Gölem, domenica scorsa, ter-za di luglio, per la Messa solenne della

Festa del Redentore, appuntamento da oltre un secolo per i bresciani: da quando il 24 agosto 1902 venne inau-gurato il Monumento realizzato dal comitato presieduto da Giorgio Mon-tini. Quel giorno lassù c’era anche il futuro Paolo VI, suo figlio Giovanni Battista (aveva cinque anni) portato in spalla a tratti da Giacinto Contrini.

La ricorrenza quest’anno era impre-ziosita da due circostanze: il nuovo mosaico nella chiesetta del monu-mento restaurato nel 1966 su spinta e iniziativa del Papa bresciano, ricor-dato lassù dalla bella statua in bron-zo a lui dedicata collocata il 4 ottobre del 1998 (pure inaugurata dal vesco-vo Foresti), e dal 40° di Messa di don Lorenzo Pedersoli, parroco di Zone. Il tempo era incerto ma in tanti non han-no voluto mancare: durante la Messa concelebrata con don Lorenzo e don Eugenio Panelli (parroco di Inzino) condecorata dal Coro Inzino, si sono dovuti infilare giacche a vento e aprire ombrelli. Ma ci ha pensato il Vescovo emerito con le sue parole semplici e toccanti a riscaldare il cuore. Hanno portato i saluti delle autorità civili il sindaco di Zone, Marco Antonio Zat-ti, con l’assessore provinciale Aristide Peli. Il nuovo mosaico è l’atto conclu-sivo dell’impresa della Associazione culturale Redentore presieduta da Ce-sare Giovanelli, l’anima da 15 anni, dal 1997 centenario della nascita di Paolo VI, di tutte le iniziative che, dopo la realizzazione della statua bronzea di Paolo VI, hanno via via fatto diventa-re il monumento straordinario e unico coi magnifici grandi mosaici (45 mq) di autori diversi sulle pareti esterne e il portale bronzeo dedicato a papa Wojtyla. Ora il sogno di Giovanelli è che per l’anno prossimo, a 110 anni dall’inaugurazione, il luogo diventi un “santuario mariano”.

“Il 1° agosto la miniera Marzoli riapre al pubblico”: è il risultato annunciato dal sindaco di Pezzaze Sergio Richiedei dopo il certosino lavoro per comporre il difficile “puzzle” dell’operazione, concluso in poco più di un mese con ultimo unanime passaggio in Consiglio per il “subentro del Comune di Pezzaze nella gestione, fruizione e valorizzazione della miniera Marzoli inserita nel contesto del Museo del ferro e delle Miniere”. La Marzoli (20mila visitatori nel

2006) è chiusa dallo scorso 27 maggio, quando i soci (Comunità montana e Comuni) hanno deciso la liquidazione dell’Agenzia Parco Minerario con incarico al presidente Mauro Tognoli e al professionista Ivano Porteri. “Bisognava riaprire subito – ha spiegato il Sindaco – per non vanificare il lavoro di 11 anni.” Il Comune, proprietario dell’attiguo immobile reception e museo del Ferro e delle miniere, verificata in Regione la possibilità del subentro al Parco nel “permesso di ricerca“

indispensabile per la gestione della miniera, coi liquidatori, ha fatto la relativa domanda. Poi, con questi e con l’accordo della Comunità montana ha ottenuto miniera e attrezzature in “comodato gratuito”. Gestirà la miniera la Cooperativa Ski-Mine di Schilpario, che opera da tempo (1997) ed ha già realizzato vari percorsi nelle miniere bergamasche (Parco Bonicelli). L’onere per il Comune è riferito alla tassa annuale della concessione: 957 euro. (e.b.)

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e Sezioni Ana di Valleca-monica e di Trento orga-nizzano il 48° Pellegrinag-gio in Adamello dal 28 al 31 luglio. Molto attesa la

meta della celebrazione di sabato 30 luglio che quest’anno sarà il Passo Lagoscuro, dove sorgeva un villag-gio alpino d’alta quota fin dal giugno 1915 quando il Comando militare ita-liano si rese conto dell’importanza fondamentale del Castellaccio per controllare la conca del Presena e la valle del Narcanello. Fu guerra ricca di imprese alpinistiche ardite e impe-gnative, come quelle che nella notte del 25 agosto videro alpini-alpinisti impegnati a salire tutte le creste più impervie per prendere di sorpresa gli austriaci asseragliati nella conca del Presena. Ma da allora il Lagoscuro e il Castellaccio divennero posizioni dominanti strategiche per le Truppe alpine impegnate nel primo conflitto mondiale. Qui gli Alpini scavarono trincee, camminamenti, gallerie, ri-pari, costruirono fortificazioni e, ap-punto, un intero villaggio capace di ospitare fino a 1.000 combattenti. Fu, questo, un esempio di quella “guerra di mina” che mise a dura prova tec-niche e resistenze, mezzi e uomini, di una guerra combattuta tutta sul-le cime più alte delle Alpi italiane. Il 48° Pellegrinaggio avrà il compito di ricordare tutto questo proprio nel

150° dell’Unità d’Italia, a sottolineare che la Prima guerra mondiale venne combattuta nelle condizioni umane più difficili per le truppe e per gli Al-pini. Sarà proprio la conca del Lago-scuro, con i resti di quel grande vil-

“Funghi e ricette di Vallecamonica” è senz’ombra di dubbio uno dei volumi più “appetitosi” editi sino ad oggi dalla Comunità montana. Dovuto alla penna (ed all’obiettivo fotografico) del micologo Carlo Piumetti (tra l’altro titolare anche dei centri di consulenza micologica di Edolo, Vezza d’Oglio e Ponte di Legno). Sfogliando le prime pagine ci vien subito ricordato che“…nessun fungo commestibile può essere considerato veramente sicuro in cucina, soprattutto

se consumato crudo, o in dosi eccessive”. Continuando scopriamo anche antiche ricette delle nonne che per secoli hanno portato sul piatto il profumo e il sapore della montagna. Il materiale non si limita a questo libro: ci sono due poster che riproducono le specie di boleti; due cd che trattano dello stesso argomento; un altro volume “Il regno dei funghi” di Alessandra Bordignon Favero e Santino Bonazzoli, con tavole a colori di Mariangela Tramontana,

una pubblicazione dal punto di vista didattico. Il raccoglitore camuno risulta abbastanza supponente e in più insiste forse un po’ troppo nel raccogliere soltanto il porcino. Per invertire questa tendenza, da vari anni la Comunità montana è entrata nelle elementari, con specialisti che parlano agli alunni della natura, del rispetto per il prezioso habitat degli animali, dei fiori, delle piante e dei frutti. Una delle prime cose che il fanciullo apprende è che nel bosco, a raccogliere funghi, bisogna

andare con un cestino di vimini areato, perché le spore possano disseminarsi lungo il cammino; guai ad usare una borsina di plastica: si può verificare una reazione che rende velenoso anche il fungo innocuo. Anche quest’anno vige il solito regolamento comprensoriale. Il limite giornaliero procapite è determinato in tre chilogrammi. Per i cittadini che abbiano la residenza in Valle Camonica la raccolta è gratuita. Per gli altri il permesso (per un giorno) costa 8 euro.

numero 2), che da giovedì 28 raggiun-gerà il Garibaldi, quindi venerdì 29 la Lobbia Alta, sabato 30 il Lagoscuro per rientrare al Tonale. La colonna numero 3 che venerdì 29 dal Prese-na raggiungerà il Mandrone e sabato 30 il Lagoscuro; la numero 4 che dal “Cantiere” salirà a Capanna Presena e quindi, il 30, a Lagoscuro; infine la numero 1 che sabato 31 dal “sentie-ro dei fiori” raggiungerà Lagoscuro per congiungersi alle altre colonne. Dal versante trentino sono previste quattro colonne: la 1, la 3 e la 4 per-correranno lo stesso itinerario delle analoghe colonne camune, mentre la 2 arriverà venerdì 29 al Rifugio Be-dole in Val di Genova e raggiungerà il Lagoscuro sabato 30. Terminata la cerimonia in alta quota, ci sarà un ritorno al Passo del Tonale dove alle 16.30 verranno resi gli onori ai caduti del sacrario del Tonale. La sera a Pon-te di Legno è stata programmata una grande festa alpina cui parteciperà la Fanfara alpina taurinense, con un carosello ed un concerto. Domenica 31 cerimonia conclusiva a Ponte di Legno a partire dalle 9 con l’ammas-samento, la sfilata per le vie del pae-se, l’arrivo nel grande spazio erboso della telecabina Ponte-Tonale, la ce-rimonia civile con i discorsi ufficia-li e la S. Messa presieduta da mons. Angelo Bazzari, presidente della Fon-dazione Don Gnocchi.

laggio, ad ospitare la celebrazione in quota, con le Delegazioni ufficiali, le colonne camune e trentine, gli alpini italiani e dall’estero, i soldati tedeschi dell’Alpen Korps e gli austriaci “Kai-serjäger”. Tutti parteciperanno alla S. Messa in suffragio di tutti i Cadu-ti, di ogni parte e su ogni fronte, ma particolarmente di quelli adamellini, nella mattinata di sabato 30 luglio. Sarà il cardinale Giovanni Battista Re a presiedere anche questa solen-ne celebrazione che si preannuncia tra le più suggestive nella storia dei pellegrinaggi. Qui convergeranno le quattro colonne: quella più lunga (la

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leno, per la Valcamonica e la Val di Scalve è triste ricordo che evoca un’im-mane tragedia, accaduta il primo di dicembre del

1923. Dal celebre studio di Giacomo Sebastiano Pedersoli “Il disastro del Gleno” (ultima edizione “Toroselle”, Pian Camuno, 1998) traiamo l’ag-ghiacciante resoconto dei terribili momenti nei quali si materializzò il crollo: “Il primo di dicembre, al-le 6.30, il guardiano della diga, do-po aver risposto ad una telefonata, nell’attraversare la passerella fron-teggiante lo sbarramento, avverte un moto sussultorio violento. Alle 7.15 avviene il crollo del bacino. Le te-stimonianze escludono che vi siano stati movimenti sismici, atti violenti esterni, o attentati. Alle 7.30 l’onda-ta violentissima raggiunge e spazza via la borgata di Dezzo”, poi non si placa sino a quando sfocia sul fondo-valle a Corna di Darfo. I morti accer-tati furono oltre 500: molti i bambini. Facciamo un passo indietro. La ditta Galeazzo Viganò di Ponte Albiate in provincia di Milano aveva ottenuto la concessione e aveva iniziato i lavori. Nel luglio 1919 i primi scavi. Nell’in-vaso dovranno confluire le acque dei torrenti Povo, Nembo, Tusio e mino-ri. Il 22 ottobre 1923 il bacino si riem-pie per la prima volta. Le perdite ri-sultano essere molte, ma nessuno si

preoccupa più di tanto. Il 30 marzo 1925 si apre il dibattimento contro Vi-gilio Viganò. Il 4 luglio 1927 termina il processo riconoscendo “negligen-za ed imperizia nella costruzione”, ma comminando pene relativamen-te lievi. Dopo 88 anni la sciagura ri-vivrà, il 6 agosto 2011 alle ore 9.30,

Come in passato, anche per il 2011 il Parco dell’Adamello intende con-tribuire ad arricchire e valorizzare il tempo libero dei cittadini residenti e di quanti soggiornano in Valle Camo-nica per trascorrere le vacanze. Gli eventi, che proseguono sino al mese di ottobre, prevedono incontri di ap-profondimento sulle peculiarità natu-ralistiche, storiche e culturali del ter-ritorio, escursioni guidate in ambien-te alla scoperta dei paesi, della flora, della fauna, dei prodotti tipici e delle opere realizzate dall’uomo nei secoli. Con tale spirito il Parco offre a bam-bini, ragazzi, adulti ed esperti escur-sionisti, attività un po’ per tutti: per chi ama la vita attiva e per chi ama il “relax”; per chi ama la natura e la cul-tura; per chi ama la buona tavola; per chi ama ascoltare la musica immersi in paesaggi magici, ma anche per chi è solo curioso e vuole trascorrere il suo

tempo libero all’aria aperta. Ad ospi-tare gli avvenimenti sono: la casa del Parco a Vezza d’Oglio; il centro fauni-stico di Paspardo; la casa del Parco di Saviore dell’Adamello. Per quanto concerne l’elenco completo e detta-gliato del programma di animazione estiva ovviamente rimandiamo al ca-talogo completo edito dalla Comuni-tà montana. Qui di seguito ci limitere-mo a segnalare qualche “perla” che ci sembra più caratteristica ed interes-sante anche per la sua originalità. Gio-vedì 21 luglio, Vezza d’Oglio, ore 9.30-17, trekking someggiato nei boschi, in compagnia di docili asinelli (per bambini dai 6 agli 11 anni). Giovedì 21 luglio, Edolo, ore 17.30 rassegna “Afternoon’s Jazz Edolo”. Sabato 23 luglio, Sonico: “GirovagArte”, festival degli artisti di strada. Sabato 30 luglio, Saviore dell’Adamello, ore 8, casa del Parco: “Ricerchiamo e raccogliamo

i funghi in compagnia di un esperto micologo”. Domenica 31 luglio, Berzo Demo, alpeggio “Malga Loa” “Bagni di fieno”. Venerdì 5 agosto, Temù, piazza Municipio, “Apprendisti archeologi in Val Canè” (attività per bambini dal 6 agli 11 anni). Sabato 6 agosto, Edolo, ore 17, Malga Stain “Ad un passo dal cielo osserviamo le stelle”. Domenica 7 agosto, Paspardo, ore 14.30, con lo specialista Enzo Bona “Piante e fiori del parco dell’Adamello”. Martedì 10 agosto, Cimbergo, Malga Volano “Ce-nando sotto le stelle nella notte di san Lorenzo”. Mercoledi 17 agosto, Cede-golo, ore 9 “Sugli alpeggi del ‘Fatulì’, una merenda in malga”. Sabato 20, Sonico, ore 20.30, spettacolo teatrale “Streghe di Valcamonica”. Giovedì 25 agosto, Vezza d’Oglio, ore 21, casa del Parco dell’Adamello, serata con usci-ta notturna “Occhi gialli tra gli abeti: civette e gufi del Parco”.

Domenica 24 luglio alle ore 11.15 si svolgerà la cerimonia di intitolazione della piazzetta del “Capalà” a Giacomo Matti detto “Barbù” “Un contadino prestato alla cultura”, nato a Cevo nel 1889, dal 1915 fino a pochi mesi prima della sua morte ha annotato in un diario divenuto poi un libro, fatti e riflessioni di quanto accadeva intorno a lui. Ha parlato del mondo piccolo di Cevo, ma si è spinto anche oltre i confini della sua esigua comunità per guardare ai grandi

eventi di quel mezzo secolo di storia. ha incrociato quattro papi, due re e un dittatore. Nel secondo dopoguerra è stato figura di spicco nell’opera di ricostruzione di Cevo dalle rovine del 3 luglio 1944. Del suo vecchio nucleo infatti, quasi interamente bruciato durante la Seconda guerra mondiale, restano solo pochi angoli caratteristici, che conferiscono al paese un aspetto accogliente. E nell’immediato dopoguerra ci fu una forte emigrazione.

Giovedì 28 luglio alle 21 alle Terme di Boario è in programma il concerto di beneficenza del “Gruppo Armonie” di Bienno con il patrocinio dell’assessorato al turismo, commercio e sport. Dirige il maestro Torri, conduce Ambrogio Minini. L’ingresso è offerta libera perchè il ricavato va a favore del Comitato Maria Letizia Verga, che si impegna per i bambini colpiti da leucemia. Il Comitato Maria Letizia Verga per la cura e lo studio della leucemia del bambino, fondato nel

1979, riunisce genitori, amici ed operatori sanitari con l’obiettivo di offrire ai bambini ammalati di leucemia in cura presso la clinica pediatrica dell’ Università Bicocca di Milano Ospedale S. Gerardo di Monza, l’assistenza medica e psico-sociale più qualificata al fine di garantire le più elevate possibilità di guarigione. L’indirizzo dell’Associazione è presso l’ospedale S. Gerardo di Monza ([email protected]).

proprio là dove si consumò. Il gior-nalista Emanuele Turelli, con ospite il musicista Tiziano Incani (in arte “Bepi”), ai piedi dell’imponente ma-nufatto sbrecciato darà vita ad una speciale, suggestiva “performance”. Turelli racconterà il suo monologo sulle vicende che portarono prima all’edificazione e poi al crollo del-lo sbarramento. Sarà accompagna-to dalla “band” “The Prismas” e dal cantautore Incani che eseguiranno le colonne sonore composte da Clau-dio Cominardi e lo struggente brano “Gleno” che ha dato il titolo al penul-timo e particolarmente fortunato cd di “Bepi”. Si stima un’affluenza supe-riore alle 3000 persone.

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i accenderà sabato sera 30 luglio la fiaccola della 37ª “Marcia della Solidarietà” ideata dal Gruppo sportivo “Vita per la Vita” di Cocca-

glio e ormai pronta a salpare alla volta dell’Australia, sempre all’insegna del-lo slogan “Costruiamo la solidarietà per abbattere il muro dell’indifferen-za, la civiltà dell’amore senza frontie-re”. “L’obiettivo – hanno sottolineato gli organizzatori guidati dal promoto-re e presidente dell’Aido provinciale Lino Lovo – è quello di raggiungere i continenti del mondo per incontrare le varie associazioni della donazione

30 per poi, passando da Castrezzato e Chiari, raggiungere Coccaglio. Dal giorno seguente inizierà poi la lun-ga corsa a tappe (471 chilometri da percorrere con una media oraria di 10 km) verso Brisbane che verrà rag-giunta venerdì 5 agosto. Oltre alla tradizionale marcia estiva, i volonta-ri coccagliesi hanno in cantiere altri due appuntamenti: a ottobre verrà or-ganizzato un convegno internazionale incentrato sulla donazione di organi, tessuti e cellule e verrà promossa la “Marcia delle capitali d’Italia: Torino-Firenze-Roma”. Per informazioni, 335/5477413.

gratuita e anonima di sangue, organi, tessuti e cellule. Abbiamo deciso di dirigerci verso l’Austrialia, dove anni addietro si riversarono molti francia-cortini”. La squadra di tedofori parti-rà da Rovato attorno alle 20 di sabato

Avis e Aido di Castegnato hanno lasciato un segno positivo con la Festa della Solidarietà che si è conclusa la scorsa settimana con il patrocinio dell’Amministrazione comunale. I quattro giorni di festa sono stati scanditi da due momenti che l’hanno qualificata: l’apertura dedicata ai bambini e la scelta ecologica. Ai bambini che a settembre frequenteranno la prima classe della scuola Primaria Edmondo De Amicis, sono stati consegnati gli “”zainetti della

solidarietà” con i loghi dei donatori di sangue (una goccia) e di organi (il pellicano). Con i presidenti Avis e Aido, Nicoletta Tagliani e Pietro Bariselli,. alla cerimonia di consegna erano presenti il sindaco Giuseppe Orizio e l’assessore all’Istruzione Adriano Orizio. Particolarmente significativa è stata le scelta ecologica della festa che per prima e per ora unica, a Castegnato, ha utilizzato piatti e stoviglie fornite dalla locale ditta Leber, interamente riciclabili nell’umido domestico.

Ogni anno la terza settimana di luglio, Clusane con l’Otc (Operatori turistici Clusane)propone la tradizionale “Settimana della tinca al forno con polenta”, dove tutti i ristoranti associati fanno degustare in un menu a prezzo fisso la propria ricetta della tinca al forno. La manifestazione, giunta alla 30ª edizione, prosegue fino al 24 luglio. Giovedì 21 luglio c’è una serata dedicata a Fred Buscaglione, venerdì 22 luglio,

invece, c’è il concerto della banda cittadina di Iseo; sabato 23 luglio “I maniac” portano sul palco un revival degli anni Settanta, Ottanta e Novanta. Il gran finale è, come consuetudine, riservato ai fuochi d’artificio nella serata di domenica. Sempre il 24 luglio alle 17 il lungolago Capponi ospita il campionato dei Naecc “Remo del Sebino”. Per maggiori informazioni, telefonare al numero 0309829142 o consultare il sito www.clusane.com.

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“Calopicos” è l’acrostico dei Comuni di Castro, Lovere, Pisogne e Costa Volpino, ovvero dei Comuni lacuali dell’Alto Sebino che si sono associati in “Agenda 21”, ovvero nel programma di azioni che le autorità locali concertano con i cittadini e gli altri portatori di interessi a livello locale per individuare piani di sviluppo durevoli, in linea con il documento di intenti del 1992 con cui le Nazioni Unite si sono impegnate alla promozione dello sviluppo sostenibile nel XXI

secolo. Per sviluppo sostenibile si intende uno “sviluppo che risponde alle necessità del presente, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie esigenze” (Bruntland, 1987). L’obiettivo è di integrare l’ambiente e lo sviluppo sostenibile nei programmi ambientali, sviluppando nuovi criteri per la regolamentazione territoriale, sfruttando strumenti economici, di mercato e incentivi. Lo sviluppo sostenibile richiede

la visione d’insieme delle componenti dell’ecosistema che definiscono valori e regole del territorio. “Calopicos” ha sviluppato azioni tangibili di sviluppo e sensibilizzazione tra cui si ricordano la Fiera dell’Energia e la costituzione di Point 21, un ufficio dedicato alla raccolta di dati, ascolto e consultazione con la cittadinanza e gestione delle iniziative. L’attuale presidente è Elio Musati, assessore all’Ambiente del Comune di Pisogne.

Per tornare indietro nel tempo e riassaporare il passato. Visite gui-date con possibilità di assistere al-la mungitura, il cibo nostrano pro-dotto in cascina, lo spiedo tradi-zionale. Sono queste alcune delle proposte originali in piena estate che, con la collaborazione del Co-mune di Castegnato con il suo pa-trocinio, l’Agriturismo Esposto di Castegnato organizza per tutti i fi-ne settimana di agosto. Per tutte le informazioni, si può contattare il numero 0302722202.

ullo specchio del Sebino si riflette il fascino del borgo antico di Pisogne, pronto ad accogliere uno degli eventi più importanti del-

la stagione estiva. 10 giorni ricchi di teatro, musica, danza, giocole-ria, iniziative, mostre, visite gui-date e artigianato proveniente da tutta Italia e anche dall’estero. Una grande varietà di spettacoli, un ba-gaglio di esperienze ludiche e cul-turali per adulti e bambini. Il tema scelto per ispirare la 14ª rassegna è l’opera “Le città invisibili” di Ita-lo Calvino, una narrazione imma-

ginaria del dialogo tra Marco Polo e Kublai Khan, in cui il veneziano descrive l’anima delle città incon-trate. Un poema d’amore alle città, nel momento in cui diventa sempre più difficile viverle come città. Ve-dere l’invisibile: ecco la sfida che si apre al pubblico in questa ma-nifestazione che offre al visitatore gli spunti per ricreare la magia dei luoghi e degli angoli più nascosti di Pisogne. Da riscoprire nei gesti, nelle tradizioni e nella creatività ar-tistica che caratterizza da sempre la manifestazione. La Mostra mercato nell’edizione 2011 ospita un centi-

naio di artigiani espositori con di-mostrazioni degli antichi mestieri, della Scuola di scultura del legno di Pisogne, della ceramica raku e della birra artigianale. L’Associa-zione internazionale slow food che proporrà crociere con cena a bordo del battello in collaborazione con i barcaioli di Montisola e il mercato contadino in cui le aziende agrico-le presenteranno le eccellenze a km zero. Oltre 70 spettacoli di strada che la sera animeranno gli angoli del paese, mentre mostre d’arte sa-ranno accessibili tutti i giorni. Vico-li incantati, scorci di lago, percorsi

da sperimentare. L’Ufficio turistico, in collaborazione con la Pro Loco, organizza visite guidate alla chiesa del Romanino e alla Pieve di San-ta Maria in Silvis, aperture nottur-ne dei siti culturali e crociere alla scoperta degli scorci più belli del Lago. I bambini diventeranno artisti nella settimana “Ri…creativa” con laboratori ludico-espressivi, artisti-co-creativi e naturalistico-culturali ed iniziative proposte dalla Biblio-teca comunale. Nel fine settimana potranno improvvisarsi pirati all’ar-rembaggio sul Battello dei Pirati con musica e animazione.

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“E rimetti a noi i nostri debiti: per la tua ineffabile misericordia, per la po-tenza della passione del tuo Figlio diletto e per i meriti e l’intercessione della beatissima Vergine e di tutti i tuoi eletti. Come noi li rimettiamo ai nostri debitori: e quello che noi non rimettiamo pienamente, tu, Signore, fa’ che pienamente perdoniamo, co-sicché, per amor tuo, amiamo sin-ceramente i nemici e devotamente intercediamo per loro presso di te, non rendendo a nessuno male per male e impegnandoci in te ad essere di giovamento in ogni cosa”. C’è una parola che ritorna nell’ampliamen-to che Francesco fa sulle parole del Padre Nostro relative al perdono: in-tercedere. Sappiamo di essere quoti-dianamente dentro l’esperienza della

di una perla; come a un contadino il pesce pregiato. Chi cerca sa cosa cer-ca e ne capisce il valore. Chi non cer-ca non sa il valore che sta perdendo perché semplicemente non conosce (o non vuol conoscere) quel valore. Così è per ogni valore. E anche se ri-teniamo che ci siano valori assoluti, condivisi, indubitabili, troviamo che questi valori non lo sono stati nella storia o lo sono stati e non lo sono più oggi, o, semplicemente, seppure valori sono prevaricati da chi mette il suo interesse al di sopra del valore. Così tutto sarebbe relativo: al tempo, alla cultura, alla sensibilità. Forse. E per molti è così. Non inganniamoci: molti pensano che il valore sia relati-vo al tempo o alla situazione. Perché non vedono come sia possibile che ci sia un valore che sta al di sopra del-la valutazione che possiamo dare noi uomini in un tempo e in uno spazio precisi. Per questo Gesù usa l’imma-gine del cercare e del trovare: perché in questo modo il valore non dipende da chi lo trova ma chi lo trova ha solo il compito di capire quel valore. Tro-

viamo solo quello che cerchiamo. E se cerchiamo un tesoro quello potremo trovare. E potremo vederne il valore solo se ci saremo abituati al valore di Dio. Altrimenti negozieremo anche i valori della fede sulla misura dei valo-ri umani e riterremo importanti solo quei valori di fede che sono condivisi dagli uomini. Il nostro tesoro rischia di svuotarsi. Perché ci sono valori che gli uomini da soli non riescono a tro-vare e che, nel percorso storico, sono diventati patrimonio dell’umanità so-lo su sollecitazione della fede e oggi sono valori condivisi. Altri sono rite-nuti non necessari e altri in contrasto con i valori di oggi. Ma è il tesoro del vecchio e del nuovo che lo scriba di-ventato discepolo è capace di accu-mulare. Senza paura del nuovo, ma conscio di quello che c’è, del vecchio continua ad essere valore, anche se ha perso lo smalto della moda e segnala la difficoltà dell’essere praticato. Ma il valore di Dio si trova, non si attribu-isce come con le nostre cose. E questa è la libertà davanti alla quale siamo messi: di cercare o di non cercare.

rovare. Non si può capi-re completamente il sen-so della libertà lasciata da Dio agli uomini senza comprendere in profondi-

tà cosa significhino i verbi cercare e trovare. Alla ricerca si mette un col-lezionista di perle e gli capita di tro-vare una perla di grande valore; alla ricerca del pesce si mette il pesca-tore gettando la rete nel mare e può trovare pesce buono e pesce cattivo. Può capitare anche di trovare senza cercare, come quell’uomo che tro-va il tesoro nel campo; ma anche lui qualcosa avrà cercato. Si trova solo quello che si cerca. La nostra men-te (e i nostri occhi) selezionano cosa cercare e cosa trovare a seconda del nostro interesse. Siamo ciechi davanti a quello che non ci interessa, davanti a quello che non cerchiamo. Per que-sto non tutti trovano il Regno: perché non tutti lo cercano. Quindi non tutti lo possono vedere. E non ne possono capire il valore. Perché non sappiamo cosa sia quel ‘tesoro’, e a un collezio-nista di diamanti può sfuggire il valore

nostra fragilità, del nostro egoismo nei confronti di ciò che Dio ci propo-ne per la nostra felicità. Questa man-canza sappiamo essere colmata dalla misericordia di Dio e dalla morte e ri-surrezione del suo Figlio. Facciamo, nella fede, l’esperienza di vivere all’in-terno di un perdono che ci avvolge e Maria, come Madre intercede per noi. Ma la vita ci fa sperimentare la fatica del perdonare. Chiediamo a Dio di di-menticare le nostre colpe, ma noi sia-mo abilissimi nel ricordare nei minimi particolari parole, gesti, persone che ci hanno ferito. Francesco conosce molto bene questa fatica dell’uomo e la trasforma in preghiera (quello che noi non rimettiamo fa che pienamente perdoniamo). Questa esperienza spi-rituale ci guarisce e chiediamo a Colui

che può tutto di giungere là dove non riusciamo. Ma poi, questo è il salto di qualità di chi vive il Vangelo, France-sco chiede di farci intercessori pres-so il Padre per i nostri nemici. Proprio come Gesù sulla Croce, come Gesù ci ha chiesto di fare (Mt 5,44: Amate i vo-stri nemici, pregate per i vostri perse-cutori). Ma tutto questo perché e per chi? “Per amor tuo”. Se imparassimo a fare le cose per amore potremmo osare molto di più di quello riuscia-mo. Si tratta di compiere la salita dal livello emozionale (rabbia, rancore) a quello spirituale (per amore di Ge-sù). L’amore rende audaci: per amore sopportiamo fatiche e sacrifici perché l’amore reca in sé una promessa di fe-licità. Come diceva S. Massimiliano Kolbe “Solo l’amore crea”.

Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?”. Gli risposero: “Sì”. Ed egli disse loro: “Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche”.

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i chiamerà “Missione me-tropoli” la nuova iniziati-va pastorale per la nuova evangelizzazione che, nella Quaresima 2012, coinvolge-

rà contemporaneamente alcune delle maggiori città europee. A darne noti-zia è stato mons. Rino Fisichella, pre-sidente del Pontifico consiglio per la

promozione della nuova evangelizza-zione, all’indomani della riunione te-nutasi nella sede del nuovo dicastero in Vaticano. Novità nella proposta e nelle modalità di attuazione. “È una delle iniziative” che il Pontificio con-siglio “pone in essere nei prossimi mesi”, spiega mons. Fisichella. “L’ab-biamo chiamata ‘Missione metropo-

Nel mondo si stima che ad oggi siano oltre 34 milioni i malati di Aids, di cui 22 milioni nella sola Africa. Il dato è stato diffuso in occasione della sesta conferenza mondiale sull’Aids. La Chiesa è da oltre 20 anni impegnata nella lotta a questa pandemia. Una delle azioni più importanti consiste nella promozione dell’accesso universale alle terapie antiretrovirali. Nessuno più di mons. Jean-Marie Mupendawatu, segretario del Pontificio Consiglio

per gli operatori sanitari conosce l’impegno della Chiesa nel settore: “Oggi sono oltre 120mila le strutture sanitarie che fanno riferimento a questo Pontificio Consiglio – racconta – , dal piccolo dispensario nella giungla al grande policlinico metropolitano. Vi sono recenti segnali di una rinnovata volontà di estendere le terapie antiretrovirali; speriamo che gli impegni formali trovino una rapida ed efficace attuazione.

Come più volte sollecitato da questo Dicastero, alcune società di settore stanno cercando di trovare delle soluzioni per andare incontro ai bisogni delle popolazioni meno abbienti, Inoltre la Fondazione ‘Buon samaritano’, istituita da Giovanni Paolo II nel 2004, ha la finalità di soccorrere gli affetti da malattie come l’Hiv-Aids che, proprio a causa della mancanza di accesso alle cure, continuano a mietere milioni di vittime ogni anno”.

Per rispondere poi a coloro che dipingono la Chiesa come “retrograda” circa la morale sessuale e l’approccio alla prevenzione dell’Aids mons. Mupendawatu afferma: “Le più recenti ricerche di settore sono tutt’altro che in contraddizione con il Magistero, se si considera che la riduzione del tasso d’infezione da Hiv è avvenuta nei Paesi che hanno attuato delle campagne basate sulla castità e la fedeltà tra coniugi”.

E adesso c’è anche la “cyber suora”. Suor Elvira Maria de Witt – questo il nome della religiosa – secondo il “Corriere” “fino a qualche anno fa suonava Chopin e incantava le pla-tee con i suoi gorgheggi, adesso re-cluta online nuove novizie”. Nella laicissima Olanda, questa suora mo-derna, anzi modernissima – annota il sito del “Corriere” – “riesce riesce ogni anno ad arruolare due novizie”. E così è diventata un “fenomeno”,

chiamata all’estero, un po’ ovunque per raccontare la sua esperienza.La notizia ci interessa per almeno due motivi. Il primo riguarda un cer-to atteggiamento che sembra di po-ter cogliere in chi racconta/osserva la storia di suor Elvira, quasi fosse un fenomeno da baraccone. C’è for-se lo stupore che una religiosa (an-tiquata per forza?) possa sentirsi a suo agio e utilizzare la tecnologia (la modernità?). In realtà i cristiani stan-

no nell’agorà contemporanea e non di rado sono ben capaci di animar-lo e dargli senso. Il secondo motivo richiama l’impegno di sempre della Chiesa. Lo “stare nella contempora-neità”, infatti, è un dovere rispetto al mandato dell’evangelizzazione. La storia di suor Elvira non è una rarità, piuttosto la conferma di un impegno che non viene meno e si manifesta in mille modi. Nel tempo e negli spazi degli uomini e delle donne di oggi.

li’ perché sono stati con noi diversi cardinali e vescovi di città europee – per il momento solo grandi città – per concordare insieme in che modo dare una risposta alla nuova evangelizza-zione, nella situazione di crisi in cui si trova l’Europa”. “Per evitare il rischio che la nuova evangelizzazione diven-ti solo una fortunata formula adatta a

ogni stagione – aggiunge il Presidente del dicastero pontificio dalle colonne de ‘L’Osservatore Romano’ –, è impor-tante che essa venga riempita di con-tenuti in grado di qualificare l’azione pastorale delle diverse comunità cri-stiane. “Benedetto XVI, parlando alla prima plenaria del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evan-gelizzazione, ha detto quanto sia de-cisivo andare oltre la frammentarietà e presentare segni concreti capaci di dare risposta alle grandi sfide presen-ti nella società”, rammenta mons. Fi-sichella. Di qui l’idea di porre in atto una “missione metropoli” per “dare un segno di unità tra diverse diocesi presenti in grandi città europee se-gnate dal secolarismo”. L’iniziativa è al momento “limitata ad alcune grandi diocesi” per “verificarne più concreta-mente l’efficacia”. La scelta dell’Euro-

pa, fa notare il Presule, “è determina-ta dal fatto che ben due Sinodi hanno riflettuto sull’attuale situazione. Nel 1991 e nel 1999 i vescovi hanno ana-lizzato non solo le condizioni sociali e culturali di questi Paesi, ma soprattut-to in quale modo le Chiese avrebbero potuto dare una risposta adeguata”. Con Ecclesia in Europa Giovanni

Paolo II “indicava un percorso per recuperare un impegno unitario delle Chiese. In questo senso, la ‘Missione metropoli’ intende essere un primo passo”. Il progetto “si qualifica per la realizzazione di iniziative comuni e contemporanee, che troveranno spazio nella Quaresima del 2012 con segni pubblici offerti alla città”. La cattedrale sarà il luogo centrale per questi segni: “Anzitutto, lettura con-tinuata dei Vangeli per porre al cen-tro la Parola di Dio; poi tre catechesi del Vescovo dedicate ai giovani, alle famiglie e ai catecumeni; quindi, una celebrazione del sacramento della riconciliazione per attirare l’atten-zione sulla confessione, anche per il suo valore antropologico. Un gesto di carità completerà l’esperienza per evidenziare che la fede professata e pregata va anche testimoniata. Da ul-

timo, un segno di spiritualità con la lettura di testi significativi ad esem-pio di Sant’Agostino”. Queste inizia-tive, osserva il capo dicastero vatica-no, “partiranno dalla cattedrale per il suo alto valore simbolico, ma con l’intento di estendersi alle parrocchie della diocesi per un’azione più diret-ta nel territorio. Insomma, la ‘Missio-ne metropoli’ desidera raggiungere quanti vivono la fede e quanti, pur lontani dalla fede, sono però attratti dalla persona di Gesù Cristo”. In tal modo “le diocesi camminano insie-me per un progetto comune, forti del-le esperienze proprie e peculiari; si sostengono a vicenda per le comuni difficoltà che si incontrano, e – con-clude mons. Fisichella – guardano al futuro con la speranza di unità di in-tenti per favorire l’apporto creativo e credibile dei cristiani”.

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i è chiuso il percorso di “Terre di fede” con le ul-time due tappe: “Brescia dell’Ottocento” e “Brescia del Novecento”.

“Brescia dell’Ottocento” si è svolta nel cortile del Centro pastorale Pa-olo VI che fu, nel periodo storico in questione, il Seminario Sant’Angelo. “Un periodo in evoluzione, rispetto al precedente. Un periodo che riscopre nel dedicarsi agli altri, ai bambini e ai più bisognosi − ha raccontato don Giuseppe Fusari, direttore del Mu-seo diocesano − il senso dell’essere Chiesa. Anche l’architettura, come il cortile, rispecchia l’apertura. Gran-di chiostri in palazzi che uniscono il desiderio delle zone di preghiera che ricordano il mondo monastico e allo stesso tempo aperto alle esi-genze di un mondo in cambiamento.La musica, suonata dal complesso bandistico S. Cecilia di Nave diretta dal maestro Lelio Epis, ha reso tan-gibile l’atmosfera ottocentesca, cari-cata di significato dalle parole lette da Luciano Bertoli tratte dagli scritti del beato Giuseppe Tovini: “L’esser cattolico non mi ha mai impedito di essere italiano e di volere come tale la libertà, indipendenza, grandezza della Patria”.“Brescia del Novecento”, l’ultima tappa, si è svolta nella casa natale di Paolo VI, all’Istituto Paolo VI perché il Novecento è stato incredibilmen-

In dialogo con l’uomoe il suo tempo

Un modo dialogico che si esprime in maniera particolare nel rappor-to che Paolo VI ha costruito con gli artisti. Non c’è più opposizione alla modernità, ma il desiderio di cam-minare insieme. La Chiesa non più committente, ma in dialogo con gli artisti perché si pongano domande sul sacro”.La scansione della serata è stata rit-mata dalla musica dell’ensemble Si-fnos. Le parole di Paolo VI hanno se-gnato la serata tanto con l’enciclica Ecclesiam suam quanto con l’ultima preghiera fatta propria da ciascuno: “Signore, io credo: io voglio credere

te segnato dal Pontefice bresciano. “Una nuova modalità di essere Chie-sa è uscita dal Concilio Vaticano II − ha evidenziato don Giuseppe − una Chiesa in dialogo e non più l’in-segnante nei confronti dell’alunno.

È stata una bella giornata sotto tutti i punti di vista, quella di saba-to scorso nella casa dei Silenziosi operai della croce a Montichiari: il sole che inondava di luce il grande parco posto sul colle che domina dall’alto la cittadina della Bassa era mitigato da un vento leggero che stormiva tra gli alberi, mentre sul palco, allestito per l’occasione molte storie vere, intense e profon-de venivano raccontate, tracciando

in qualche modo la storia bresciana del Centro volontari della sofferen-za, in prossimità dell’anniversario della morte del fondatore mons. Luigi Novarese. Una storia fatta di volti e persone, di legami di aiuto reciproco che attraversano gli an-ni, sempre tenendo presente l’in-tuizione del fondatore, cioè quella di cambiare la situazione dell’am-malato facendolo passare da ogget-to di carità a soggetto di azione e

di aiuto per gli altri ammalati. Sul palco, accompagnati dal flauto del maestro Giuseppe Spalenza e dal piano di Andrea Resconi, si sono alternate le voci di chi sta nel Cvs da una vita, come Luigina, e di chi, invece l’ha scoperto solo da pochi anni e per la prima volta ha dato la sua testimonianza, è il caso per esempio di Ivan. E poi ancora il referente bresciano per Aisla (As-sociazione italiana sclerosi latera-

le amiotrofica) Paolo Marchiori e molti altri. Voci che raccontano di dolore trasformato, anzi trasfigu-rato. Dopo le testimonianze è stata celebrata la Santa Messa, presiedu-ta dal cardinale di Palermo mons. Paolo Romeo e per finire, a partire dalle 20, la serata si è conclusa con un momento di fraternità tra buffet e musica; sani e malati insieme, nel ricordo di chi ha dato origine a que-sta straordinaria esperienza.

in Te”. Dopo l’elevazione spirituale è stato possibile visitare la collezione di arte contemporanea di Paolo VI, a conferma di quanto spiegato da don Giuseppe Fusari. “Terre di fede” si è proposto come un cammino storico, culturale e spi-rituale proposto alla scoperta del senso di essere Chiesa nella storia per guardare a come essere Chiesa nel futuro. Da ciascun periodo sto-rico è stato possibile scoprire un modo diverso di porsi nei confronti dell’umanità. La Chiesa non è fuori dal tempo, è nel tempo ed è in rela-zione con l’uomo, sempre.

Giovedì primo settembre la Chiesa italiana celebra per la sesta volta la “Giornata per la salvaguardia del creato” che quest’anno avrà come tema “In una terra ospitale educhiamo all’accoglienza”. Nel messaggio consegnato dalle commissioni episcopali competenti il giorno di Pentecoste, vengono evidenziati gli stretti legami che intercorrono tra la tematica del rispetto dell’ambiente e quella dell’accoglienza dei

migranti, entrambe obiettivo di una proposta educativa. Anche la nostra diocesi partecipa all’iniziativa producendo, a cura dell’ufficio di pastorale sociale, un supporto cartaceo che fornisce alcuni spunti interessanti: dopo che nelle prime pagine vengono riportati il Cantico delle creature di San Francesco e il messaggio dei Vescovi italiani, al lettore si propongono alcuni temi di approfondimento:

dall’accoglienza all’educazione a nuovi stili di vita, dalla Terra come sfida per la famiglia umana ai migranti ambientali e la sostenibilità dello sviluppo. Il volumetto riporta anche alcune tracce utili per prolungare la riflessione durante tutto il mese di settembre, sia per quanto riguarda l’approfondimento personale sia rispetto alle celebrazioni comunitarie e alle omelie delle Sante Messe domenicali. (f.u.)

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Domenica 24 luglioOre 11.00 – Stadolina – Santa Messa per il 400° di dedicazione della chiesa parrocchiale

Lunedì 25 luglioOre 10.30 – Gussago – Santa Messa con i Fidei donum in Germania presso il Santuario della Stella

Per le parrocchie, gli oratori le associazioni che lo desiderano, è disponibile una mostra fotografica per l’anniversario dell’Unità d’Italia. La mostra tratta il ruolo dei cattolici italiani e anche bresciani. Ha curato l’opera il prof. Lucio Bregoli, in collaborazione con la Cisl. La mostra è disponibile presso la sede provinciale Acli, in via Corsica 165, chiedendo della segreteria. È ancora disponibile la mostra su don Primo Mazzolari, presso l’Ufficio diocesano di pastorale sociale.

–– ono tanti i bresciani, gio-

vani e meno giovani, che ogni anno decidono di de-dicare una parte delle loro vacanze a un’esperienza

in terra di missione. Spesso, però, i racconti di questi viaggi restano li-mitati al gruppo o alla comunità di appartenenza. Da alcuni anni l’Uf-ficio missionario diocesano propo-ne, per tutti quelli che hanno fatto questo tipo di esperienza, una due giorni di condivisione a Zone (il 10 e l’11 settembre). Il tentativo è quel-lo di far sì che il viaggio non diven-ti un fatto relegato alla sola sfera dell’emotività, ma possa essere ana-lizzato in tutti i suoi aspetti senza lezioni teoriche, ma partendo dalla concretezza che deriva da chi ha fat-to iniziative analoghe. Durante l’an-no, inoltre, c’è anche l’opportunità di seguire un corso di formazione per prepararsi al meglio alla missio-ne. Il Centro missionario, nella sua veste formativa, e nello specifico la Commissione giovani e missione stanno cercando di recensire tutte le varie esperienze di gruppi, oratori e associazioni bresciane, anche per questo motivo è gradita la segnala-

zione. Solo dal confronto possono nascere idee nuove per crescere e per, l’anno successivo, predisporre un percorso ancora più mirato. Il programma di Zone, presso la casa di don Tonino Zatti, ha inizio alle 15 di sabato, giornata che si conclu-de, dopo una cena condivisa, con una veglia sotto le stelle; la dome-nica è e dedicata alla rielaborazio-ne dell’esperienza missionaria e al-la Santa Messa, presieduta da don Carlo Tartari, nuovo vicedirettore

del Centro missionario diocesano. Le iscrizioni (il costo è di 15 euro per l’alloggio – bisogna portare le lenzuola e il sacco a pelo – e la co-lazione) per la due giorni si ricevono entro il 26 agosto presso il Centro missionario (telefono 0303754560 o via e-mail [email protected]). I partecipanti sono invi-tati a portare 15 foto che possono te-stimoniare in maniera più immedia-ta l’estate missionaria. Le immagini possono valere più di mille parole.

Un weekend per i giovani, per una spiritualità della politica. Organizzato dall’ufficio per la Pastorale sociale per il 24 e il 25 settembre all’eremo di Montecastello, è intitolato “Costruirsi sulla roccia”. La proposta è rivolta ai giovani tra i 18 e i 35 anni, il costo è di 70 euro, comprensivi di tutte le spese. Il termine ultimo per iscriversi sarà domenica 11 settembre, mandando un’email all’indirizzo [email protected].

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fine luglio si conclude-rà il percorso del secon-do gruppo di giovani che ha aderito al proget-to Giovani & Comunità

(Gio&Com) promosso dalla Caritas diocesana in collaborazione con gli uffici diocesani Vocazioni e tempi dello Spirito, Oratori e Pastorale gio-vanile. Gio&Com è una proposta per giovani, tra i 18 e i 30 anni, in cerca di valori e di relazioni significative. Il progetto infatti è nato per offrire un’opportunità di discernimento delle proprie scelte di vita attraverso l’espe-rienza di comunità e di servizio. Dopo la prima esperienza, che ha visto coin-volto un gruppo di ragazzi, conclusasi positivamente nel mese di febbraio, nel mese di marzo hanno iniziato cin-que ragazze che hanno condiviso la loro quotidianità in un appartamento messo a disposizione dalla Fondazio-ne Opera Caritas San Martino in cen-tro storico. L’esperienza di comunità si è accompagnata alla partecipazione a momenti comuni di formazione, ad attività di testimonianza presso alcuni gruppi giovanili parrocchiali, alla col-laborazione nel servizio educativo in una parrocchia della zona. Come per il primo gruppo a spingere le ragazze ad iniziare questa esperienza è stato il desiderio di sperimentare un perio-do di autonomia da casa, scelta che è ricaduta in una fase particolare di transizione della loro vita. Il confron-to con altre giovani che condividono la stessa dimensione di ricerca e con due figure di responsabili della co-munità hanno rappresentato l’ingre-diente fondamentale per approfon-

frattempo un piccolo seme viene lan-ciato anche verso i giovani che parte-ciperanno alla Giornata mondiale del-la gioventù di Madrid: non mancherà infatti nei loro zainetti un segnalibro del progetto Gio&Com. Chissà che l’esperienza di incontro con i giova-ni di tutto il mondo, con il Papa, con “Dio Amore” faccia gemmare frutti nella direzione di una convivenza tra coetanei per sperimentarsi in un cam-mino umano e spirituale, personale e sociale. Per informazioni e colloqui sia con i giovani che con sacerdoti o animatori interessati, i referenti del progetto, Diego Mesa e suor France-sca Becattini, sono contattabili presso la Caritas diocesana allo 030.3757746 (www.brescia.caritas.it).

dire la conoscenza di sé e degli altri e per riflettere sulle scelte di vita che le attendono. L’esperienza, che dove-va terminare inizialmente nel mese di giugno, è stata prolungata su richiesta delle partecipanti fino a fine luglio. La pausa estiva servirà per verificare il progetto e impostare il prossimo tur-no previsto nel mese di settembre. Nel

Il “profumo di relazioni”, respirato durante l’esperienza del convegno diocesano delle Caritas parrocchiali, non cessa di alimentare esperienze inedite. Il primo luglio un gruppo di 50 preadolescenti partecipanti al Grest di Nave, luogo nel quale si era tenuto il convegno, percorrendo in bicicletta la pista ciclabile che costeggia il fiume Mella, sono giunti al Magazzino Ottavo giorno – la piattaforma alimentare della Caritas diocesana, sita presso

l’Ortomercato – per incontrare i volontari e capire in che modo questo progetto sta supportando l’emergenza della povertà nella diocesi. Ma che hanno in comune un austero capannone pieno di alimenti destinati ai poveri e il clima scanzonato e leggero del Grest? Il Grest di quest’anno, “Battibaleno”, è incentrato sul tema del tempo. Attraverso la testimonianza dei volontari, una caccia al tesoro tra gli scaffali alla ricerca dei generi alimentari che

compongono i pacchi viveri, un laboratorio di decorazione delle borse che vengono consegnate alle famiglie indigenti, i ragazzi hanno avuto modo di riflettere sul valore del tempo speso per gli altri e sulla possibilità che ciascuno ha di contribuire al benessere di tutti. Tra il vociare divertito e caotico dei ragazzi, e una fetta di anguria, l’Ottavo giorno si è riscoperto luogo di incontro e segno di carità anche per i più giovani. Esperienza da ripetere!

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e associazioni, il volontaria-to, il “lavoro” quotidiano a vantaggio del prossimo co-me palestra di vita per chi ha difficoltà a camminare

rettamente lungo un sentiero che si snoda fra i mille accadimenti dell’ado-lescenza. Da sempre il volontariato si china sul disagio per cercare quanto-meno di arginarlo mentre da qualche tempo il Csv, in collaborazione con enti diversi, cerca attraverso il mez-zo stesso del “fare del bene” di por-tare dalla propria parte – la parte che coincide con i valori della cittadinan-za attiva e dell’aiuto gratuito – perso-ne che hanno commesso degli errori o che fanno fatica ad orientarsi. Lo scorso 14 luglio è stato presentato un accordo fra il Comune di Brescia e il Csv per l’impiego nelle associazioni di ragazzi in carico ai Servizi sociali. “Estate Bene”, un progetto della Log-gia che era stato pensato per avvicina-re i giovani al mondo del volontariato, si è quindi sviluppato ed è diventato la base di una collaborazione che permetterà a ragazzi dai 16 ai 21 an-ni, con problemi in casa o comunque relativi ad una crescita che presenta vuoti educativi, di mettersi al servizio del prossimo, di sentirsi utili e parte di un progetto che prevede anche il loro apporto e quindi la loro respon-sabilizzazione. Un accordo che va ad aggiungersi ad altri stipulati nei mesi scorsi con lo stesso comun denomina-tore di intendere il volontariato come medicina utilizzata per sanare alcuni intoppi capitati durante il percorso: “Ripuliamo le cattive strade” è un pro-tocollo siglato con l’associazione Car-

sate da incidenti; altra intesa è stata siglata con l’Ufficio servizi sociali per i minorenni che hanno commesso un reato e che quindi sono a disposizio-ne dell’Autorità giudiziaria minorile che può somministrare misure alter-native alla detenzione. Tutte funzioni che non sarebbero strettamente de-mandate ai Centri di servizi per il vo-lontariato, ma che vengono intraprese con entusiasmo e convinzione; quella convinzione che il volontariato possa e debba giocare una parte importan-te all’interno della città, insieme alle altre componenti che muovono, pro-grammano e animano i diversi servi-zi e le molteplici attività che rendono comunità l’insieme delle persone che condividono tempi e luoghi della vita.

cere e territorio e con il Garante dei detenuti per permettere esperienze formative prima della scarcerazione; con l’Associazione familiari vittime della strada è iniziata una collabora-zione per commutare la sanzione eco-nomica inflitta a chi è colto alla guida in stato di ebbrezza in un’attività di as-sistenza a portatori di disabilità cau-

Rimangono ancora una decina di giorni utili per presentare la propria tesi di laurea dedicata allo studio del volontariato. Nell’anno dedicato dall’Unione europea alle attività di volontariato e della cittadinanza attiva, l’Associazione Anteas (acronimo che sta per Associazione nazionale terza età attiva per la solidarietà di Brescia), il Csv e l’Osservatorio sul volontariato dell’Università cattolica del Sacro Cuore sede di Brescia, stanno infatti per chiudere

il bando denominato “Osservando il volontariato europeo”, indetto per il conferimento di due premi di laurea dell’importo di 2000 euro cadauno, che sono stati destinati a laureandi di corsi di laurea specialistici e giovani dottorandi di ricerca (per un massimo di 35 anni d’età), provenienti da diversi ambiti disciplinari e geografici, che abbiano elaborato una tesi sui temi del volontariato.Le tesi ammesse sono quelle discusse nell’arco di tempo che

comprende gli anni accademici 2008/09, 2009/10 e 2010/11. Saranno però escluse le tesi che abbiano già ricevuto riconoscimenti in termini di sussidi economici e/o di pubblicazione. Per coloro che fossero interessati, la domanda di ammissione al concorso va presentata entro le ore 17 del 1° agosto 2011 presso la direzione di sede dell’Università cattolica. La modulistica è scaricabile dal web all’indirizzo: http://centridiricerca.unicatt.it/osservo.

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a bellezza di un appunta-mento come quello della Gmg sta anche nel fatto che essa riesce a catalizza-re e risvegliare energie che

magari, nella quotidianità dell’azione pastorale, possono a volte apparire disperse o indebolite. Così la prepara-zione diventa una sorta di volano che può prolungare il suo effetto benefico anche oltre la contingenza per cui si svolge. È il caso per esempio delle no-ve parrocchie del centro storico che, costituite in unità pastorale a partire dal 2008 hanno avviato un percorso di pastorale giovanile integrata, affidata al vice parroco dei Santi Nazaro e Cel-so don Manuel Donzelli. Quest’ultimo vede la Gmg come una tappa fonda-mentale nel percorso sinora portato avanti: “Dopo che è stata costituita l’unità pastorale non è stato facile far decollare la nuova realtà. Questa è una delle prime iniziative in cui ve-diamo i frutti di quanto fatto negli an-ni scorsi”. I ragazzi iscritti sono infatti 25, prevalentemente tra i 20 e i 30 an-ni, che viaggeranno insieme al gruppo del villaggio Badia, che conta una ven-tina di iscritti. Dopo i tre incontri tenu-tisi tra febbraio e marzo per conoscer-

si meglio e presentare la Gmg insieme al tema di questa edizione, il gruppo si ritroverà per i primi di agosto per ricevere il kit preparato dal Centro oratori e ricevere le ultime indicazio-ni di viaggio. Il morale è alto e, anche se magari concentrata su aspetti più “mondani”, l’attesa è grande: “molti – continua infatti don Manuel – pen-sano più al viaggio e alla visita della

città, ma questa è un’esperienza che sicuramente li potrà colpire nel pro-fondo, so per esperienza che riserva molte sorprese”. E la prima si è forse già verificata, vedendo i ragazzi di di-verse parrocchie fare gruppo: “Spes-so siamo noi adulti a vedere proble-mi dove non ci sono – conclude don Manuel – i ragazzi ci insegnano a su-perare gli steccati senza problemi”.

Si stanno preparando dal 4 novembre dello scorso anno quando, in occasione della memoria liturgica di San Carlo, a cui il loro centro giovanile è dedicato, hanno organizzato la festa dell’oratorio e messo da parte il ricavato in vista di quest’appuntamento. Sono i ragazzi, 13 in tutto tra i 15 e i 23 anni, della parrocchia cittadina del Sacro Cuore, retta dai frati Cappuccini. Mettendosi in qualche modo sotto la protezione

del grande Santo milanese che si distinse proprio per l’attenzione pastorale, hanno cominciato così un percorso che ha visto anche altri momenti importanti condivisi con la comunità, per esempio durante la festa di carnevale o quella dello sportivo. E proprio sulla dimensione comunitaria pone l’accento fra Francesco Serra, responsabile del gruppo: “All’interno delle associazioni e dei gruppi parrocchiali l’evento è stato sin

da subito molto sentito, tanto che spontaneamente ognuno di essi ha portato il suo contributo perché i ragazzi potessero parteciparvi”. Il gruppo, quasi totalmente rinnovato rispetto a quello che partecipò alla Gmg di Colonia, viaggerà insieme a Fiumicello appoggiandosi alla proposta delle parrocchie della zona XXVI: partiranno il 15 agosto sostando per un giorno a Barcellona, mentre il ritorno è previsto per il 22.

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rescia è diventata vera-mente una città d’arte? All’interrogativo si pro-va a rispondere ormai da qualche anno, da quan-

do la città ha visto la nascita dell’era delle “grandi mostre”. Dopo il tra-monto dell’immagine industriale, la città è alla ricerca di una nuova iden-tità e, negli ultimi 10 anni, le ammi-nistrazioni locali hanno promosso una serie di eventi espositivi “a ef-fetto”, nella speranza di inaugurare un nuovo corso. Dopo un decennio di grandi mostre, occorre ora chie-dersi se queste esposizioni abbiano cambiato il modo di fare cultura in città e se, oltre all’aspetto turistico ed economico – ovviamente non irri-levante –, i bresciani abbiano matu-rato una maggiore sensibilità verso il patrimonio artistico di casa. Seb-bene non manchino iniziative lode-voli, prima fra tutte il tanto atteso ri-allestimento della pinacoteca Tosio Martinengo, molti cittadini sembra-no ignari delle bellezze di Brescia, e se ne accorgono, quasi stupiti, in ra-re occasioni aggregative. La nostra città, al contrario delle vicine Man-tova e Verona, non è mai stata capi-

preoccupato a monitorare l’affluen-za di visitatori anziché a garantire la qualità del prodotto finale. In arte, come altri contesti culturali, i nume-ri da record non sempre sono indice del valore del prodotto che sempre più risponde alla fruizione veloce e “sminuzzata” della cultura di massa. Purtroppo i dati riferiti ai flussi turi-stici dell’anno 2010 a Brescia, segna-no pesanti cali nelle presenze e negli arrivi in città e bisognerebbe inter-rogarsi seriamente sulle motivazio-ni, che solo in parte possono esse-re attribuite alla crisi economica. A Brescia, le grandi esposizioni sono servite ad accrescere il numero di informazioni disponibili e la consa-pevolezza dei cittadini, ma allo sta-to il cammino appare ancora lungo. Bisognerebbe forse avere coraggio e puntare su progetti a lungo periodo, con sforzi decennali che valorizzino il patrimonio locale e che coinvol-gano i centri di ricerca, l’università, le associazioni e le gallerie. Occorre fare tesoro delle specificità di un ter-ritorio vasto, che non si limita alla città, ma ad una provincia che per varietà paesaggistica trova pochi confronti a livello nazionale.

tale di uno Stato, ma può comunque vantare un patrimonio culturale di tutto rispetto tra chiese, monumen-ti, palazzi e gallerie che andrebbero adeguatamente valorizzati. Il feno-meno delle grandi mostre, approda-to in Italia piuttosto tardi rispetto all’America, sembra mosso, a Bre-scia come in tante altre città, da lo-giche quasi mercantili che poco o nulla hanno a che fare con la cultura locale e con gli artisti che vi hanno operato. Secondo la museologia mo-derna, ogni nuova mostra dovrebbe essere il frutto di studi, scoperte e novità, eppure una minima parte delle esposizioni mondiali soddisfa questo criterio: quante esposizioni sono state fatte senza che venisse detto niente di nuovo? Oggigiorno chi organizza mostre sembra più

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La Giornata mondiale della gioventù è diventato un appuntamento di grande coinvolgimento; i giovani di tutto il mondo si incontrano, pregano, condividono riflessioni, proposte… C’è spazio per tutto, anche per il folklore, ma sicuramente le proposte che emergono in questi incontri sono oggetto di dibattito e di impegno che diventano piattaforma comune per il lavoro dei giovani nelle diocesi, perché chi vi partecipa lo fa a nome di tutti, anche di quelli

che non possono essere fisicamente presenti a Madrid. Il sito delle Paoline www.paoline.it propone una rubrica che accompagna in tappe successive l’immediata preparazione alla Gmg 2011 e offre ai giovani una occasione per… esserci senza partire! E soprattutto per farsi coinvolgere nei temi trattati. La rubrica contiene interviste, provocazioni, oltre a tracce di riflessione sul tema Gmg: “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”.

Prosegue con grande successo il Festival del Vittoriale che propone per i prossimi giorni due attesissimi concerti di Lou Reed (venerdì 22) e Vinicio Capossela (martedì 26 luglio). Per entrambi gli eventi sono esauriti tutti i posti a sedere e anche gli ultimi posti in piedi. Il nuovo festival Vittoriale tener-a-mente registra così nuovi soldout.Lou Reed (nella foto), il controverso artista newyorkese, icona leggendaria del rock, ha appena compiuto 69 anni e torna in Italia

dopo quattro anni con una line-up allargata comprensiva di ottoni, tastiere e pianoforte, con cui ripercorrerà buona parte del suo repertorio della fine degli anni Settanta.Vinicio Capossela svilupperà i temi esistenziali della grande letteratura di mare, evocandoli con una complessa architettura musicale e con arrangiamenti che sono una vera e propria colonna sonora dell’immaginazione e dall’asciuttezza.

Venerdì 22 luglio, all’interno della rassegna “Luglio a San Giovanni” organizzata da Centro culturale e cinecircolo “Il Chiostro”, ritorna al chiostro di San Giovanni, a due anni di distanza, una grande inter-prete e autrice della canzone italia-na: Patrizia Laquidara (nella foto) portando un progetto singolare e molto diverso dai precedenti, le-gato al quarto album pubblicato: Il Canto dell’Anguana (Slang Re-cords, 2011).Questo progetto di poesia, musica e canto nasce dal desiderio di Pa-trizia Laquidara di cantare e dar vo-ce a una figura, quella dell’Angua-na, misteriosa e quasi dimenticata creatura femminile della tradizione popolare veneta presente anche in altre tradizioni, sia nordiche che mediterranee, dalla Francia al Sud America. Nelle tracce delle leg-

gende che le riguardano, le angua-ne appaiono presso caverne, corsi d’acqua, pozzi e sorgenti (che gra-zie alla loro presenza acquistano poteri magici), nelle notti di luna piena mentre stendono il bucato, e attirano con la loro bellezza e il loro canto l’attenzione di fortuiti viandanti destinati a innamorarsi di una di loro e a delirare.Tutte le liriche sono state scritte in dialetto alto-vicentino dal poeta e scrittore Enio Sartori, e le musi-che da Patrizia Laquidara e Alfon-so Santimone (uno dei protagonisti più attivi della scena della musica improvvisata in Italia). È un lavoro ricco in sonorità, profondità d’in-tenti, ricerca e ricchezza letteraria dove l’impiego di strumenti tradi-zionali di molte culture (mandoli-no, fisarmonica, oboe, marranzano, tamorra, flauti, bombarde, ghiron-

de, chitarre, percussioni, tromboni, batterie) si mescola sapientemente con l’elettronica e si fonde con la splendida voce di Patrizia Laquida-ra che diventa, a seconda dei bra-ni, dolce o autoritaria, preghiera e incanto, lamento e danza. Una can-tante che è stata definita come una delle migliori esponenti della musi-ca popolare in Italia.Il disco alterna sonorità da tarante, fanfare balcaniche, canti di lavoro veneziani con il chiaro intento di mescolare culture popolari musi-cali diverse.Il concerto si terrà all’aperto, pres-so il Chiostro di San Giovanni (Contrada San Giovanni 8) a Bre-scia, con inizio alle ore 21.30. In caso di maltempo il concerto si terrà nel teatro del Chiostro. Info: 030289099 (dal lunedì al sabato dal-le 15 alle 18).

iprende sabato 23 luglio, alle pendici dell’Adamel-lo, Passi nella Neve, la manifestazione, giunta alla sua sesta edizione,

che vuole ricordare e commemorare le vicende della Prima guerra mondia-le. Nata nel 2006, da un’idea di Carla Bino, Francesco Gheza e Giancarlo Maculotti, è stata fortemente voluta e riconfermata, dopo il successo degli anni passati, dal Comune di Ponte di Legno e da quello di Temù.Al via dunque la nuova edizione di Passi nella Neve. Negli anni passati Marco Paolini, Luigi Lo Cascio, Mi-chele Placido, Maria Paiato, Anto-nella Ruggiero, Fabrizio Gifuni, Lel-la Costa, Sergio Rubini, Alessandro Baricco hanno affrontato la sfida di raccontare la guerra nei luoghi dov’è stata vissuta, combattuta e sofferta. Quest’anno il testimone passa ad al-tri due grandi nomi del panorama ar-tistico italiano: Erri De Luca e Ales-sio Boni.Il primo appuntamento, sabato 23 lu-glio alle ore 17 nel Prato della Chiesa di Santa Giulia a Temù, sarà con Erri De Luca a confronto con Giancarlo Maculotti. Titolo dell’incontro “Mon-

il noto scrittore e alpinista racconterà queste montagne, le nostre montagne, non soltanto con gli occhi dello stori-co che le vede come teatro di guerra, ma anche con gli occhi dell’appassio-nato che ne fa emergere la bellezza e la maestosità in tempo di pace.Come ogni anno non mancherà il tra-dizionale appuntamento al Rifugio Bozzi in Località Montozzo dove, do-menica 7 agosto alle ore 8.30, i tanti appassionati di montagna e di teatro, potranno rivivere l’indimenticabile esperienza degli anni passati: il lungo cammino per raggiungere il luogo di spettacolo percorso fianco a fianco, lo sfondo delle trincee della Prima guerra mondiale e il silenzio quasi sur-reale della montagna nelle prime ore del mattino. Al centro di questo pal-coscenico naturale Alessio Boni ac-compagnerà il pubblico in un viaggio alla scoperta della vita di quei giovani, rubati alle loro case e alle loro vite e portati al fronte, racconterà la storia di quegli alpini in “Montagne in guer-ra” un testo che Carla Bino ha predi-sposto ispirandosi a “La guerra nelle montagne” di Rudyard Kipling. Info fino al 5 agosto: 0303759792 (lun-ven: ore 11-13) - www.adamelloski.com

tagna: teatro di guerra, teatro di pace”. Partendo dalle immagini fortemente suggestive e solenni dell’Adamello, e dal massacro di alpini avvenuto su questo fronte raccontati in “Primizia”,

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rmanno Olmi (Bergamo, 24 luglio 1931) regista, sceneggiatore, direttore della fotografia, montato-re, produttore cinemato-

grafico e scenografo italiano, da tutti conosciuto come il maestro. Ha ricevuto al Vittoriale un pre-mio che celebra la forza della bellezza e il genio dell’estetica e dell’arte. Ci si ritrova?Non è frivolezza o falsa umiltà, ma mi pare parlino di altri. Non si ha mai la consapevolezza di ciò che si fa. Cito Borges; quando parla della creatività dice: sempre il poeta non è mai con-sapevole di ciò che ha scritto; se fosse consapevole perderebbe quello stato di innocenza al punto da divenire uno sprovveduto. Come quando si è inna-morati. Se non si perde la testa non si può sfiorare la poesia, altrimenti è ra-zionalità; riguarda l’intelligenza e non l’intuizione di ciò che c’è nel mistero che ci circonda. Prendiamo un albero:

l’uomo lo pota e gli dà una forma, ma l’albero è un mistero straordinario, quel mistero che affascina e attrae, come gli occhi di una fanciulla quan-do ti accorgi che le pulsazioni cam-biano ritmo. Non sai perché, però è quel volto, è quello sguardo.Partendo da “Centochiodi”: c’è una sorta di condanna sull’esse-re sagomati sul costo delle cose e non sul valore.Sì, ma attenzione. Ho avuto anche una polemica con Diliberto. Diceva che Olmi, come il nazismo, condan-na i libri. Non ha capito niente. Nelle immagini ci sono dei chiodi conficcati nel libro aperto e non chiuso. Non vo-glio eliminare il libro e non farlo apri-re, ma ho inchiodato le parole perché noi leggiamo un libro, condividiamo il contenuto, ne prendiamo possesso e a volte li ripetiamo con le nostre pa-role. Il problema è che non mettiamo in pratica ciò che abbiamo letto. Ci accontentiamo di sapere, ma il sape-

mo artefice, creatore o altro, imme-diatamente trasferisci la questione dall’immanente al trascendente. Se c’è una cosa che Dio ha fatto, penso anche con un certo sforzo, è trasfor-marsi nell’immanente. Allora perché cercarlo oltre le nubi, quando è qui davanti a noi. Se invece di chiamarlo

re comporta il dovere di fare. Allora, parole, se non avete la forza di farmi agire, io vi inchiodo. Cito l’unica vera rivoluzione della storia dell’umanità: la rivoluzione cristiana. Quando leg-giamo alcuni passi del Vangelo, certo sono parole scritte, ma sono parole che ti scuotono e non ti danno pace. Bastano poche parole del discorso della montagna o di qualche parabo-la perché risuonino continuamente dentro di noi, tanto che dobbiamo far fatica per farle tacere. Se il cristianesi-mo è durato 2000 anni è perché queste parole a qualcuno hanno fatto l’effetto di agire. Ditemi quali altre rivoluzioni o oggetti ci mettono nella condizione di agire necessariamente. Tutto è am-ministrabile. Quando ti innamori no, diventi un bambino e nulla può sup-plire a quello sguardo.È ancora possibile parlare di Dio agli uomini di oggi con il cinema?Basta cambiargli nome. Quando parli di Dio usando il termine Dio o il som-

“Da qualche anno – ha spiegato Emmanuel Anati, direttore del Centro camuno studi preistorici –, i ‘Symposia’ uniscono nel dialogo esperti di discipline diverse. Le ricerche permettono di fare passi verso la lettura dell’arte rupestre intesa come ‘scrittura prima della scrittura’ e la sfida, oggi, è riuscirci”. Per ragioni di spazio, possiamo qui riferire solo di alcuni tra i numerosi contributi presentati nel corso delle giornate di lavori. Pier Luigi Bolmida e

Umberto Sansoni, a esempio, ipotizzando un’unica lingua delle origini, hanno sostenuto che “il linguaggio umano costituisce un meccanismo difensivo che, in un secondo momento, viene utilizzato per l’elaborazione di segni e simbologie”. La danese Lisbeth Bredholt, trattando di comunicazione non verbale ha notato come danza, scultura, musica, non possono direttamente essere trascritte verbalmente, quindi esigono un diverso livello

di approccio. Per l’archeologa Gabriella Brusa Zappellini, ornarsi con un dente di lupo, o dipingere un lupo sulla roccia, equivale a una diversità di linguaggi simbolici e, a suo dire, lo studio approfondito delle logiche associative, sostenute dalle basi neuronali del cervello nell’uomo del Paleolitico, possono venirci in aiuto. L’indiano Somnath Chakraverty è convinto che una comparazione tra le varie forme di arte delle società pre-letterate potrebbe essere uno strumento

utile per l’interpretazione dell’arte rupestre, sia nel significato sincronico che in quello diacronico. Il camuno Federico Troletti, infine, ha offerto alcune riflessioni sulle affinità di comunicazione tra arte preistorica e culto cristiano, mentre Matilde Vigneri, medico psichiatra dell’Università di Palermo, ha concluso sostenendo che l’arte rupestre evolve in parallelo alla sempre maggiore presa di coscienza che l’uomo fa di se stesso. (e.g.)

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Dio, lo chiami albero, Paola... non è questo Dio? Quando nei testi diciamo che Dio ci ha dato la vita è giusto ma Dio ha trasferito se stesso, in quanto è vita, in tutto ciò che è davanti al no-stro sguardo. Allora, se parliamo delle cose in cui Dio si è manifestato, que-sto è parlare di Dio. Cristo ha capito questa cosa quando dice sono figlio del Padre; tutti siamo figli di questo Padre. Il suo insegnamento è chiaro. Se parli delle cose parli di Dio.Ne “Il mestiere delle armi” Gio-vanni non si preoccupa della sua fine trascendente, ma del ricordo molto immanente.Giovanni dice “Vogliatemi bene quan-do sarò morto”. Quando tu vuoi bene, a qualcuno che non c’è più, questo be-

ne rispetto a quando è vivo, cambia? Certo e ti suggerisce in termini quasi fisici l’idea della trascendenza: al di là della tua presenza, io ti amo.Aveva detto che non avrebbe più fatto film, invece ne farà un altro.Dissi che non avrei fatto più film di finzione ma documentari: la ragio-ne per cui sono tornato al lungome-traggio con il prossimo film è dovuto alla mia caduta. Dovevo stare fermo 70 giorni; sarei diventato pazzo; allo-ra mi sono fatto dare il computer da mia moglie, l’ho messo sulla pancia e ho scritto una drammaturgia. È il do-cumentario che avevo programmato di fare: un giro delle coste del Medi-terraneo, dove prima della scoperta dell’America, tutte le culture si sono affacciate, combattute e amalgamate. Volevo andare incontro a frammenti di realtà sopravvissuti di quelle cultu-re. Avevo dato un bel titolo: “Era qui un momento fa”. Si riportavano quelle culture facendo una sorta di compo-sizione di una tale varietà di pensie-ro che sarebbe servito ad affrontare la globalizzazione, che invece tende a unificare le sfumature, creando comunque separazione. I ragazzi in Oriente, in Nord Africa e in altri Pa-esi sentono il bisogno di ribellarsi a politiche di programmazione di pro-fitto economico. Quando invocano la libertà, invocano principalmente la libertà di pensare al futuro, quella libertà di dare alla loro vita un signi-ficato. Tutto è già accaduto e l’uomo l’ha spiegato con una sintesi incredibi-le, come i proverbi o gli ammonimenti della cultura. Si deve tornare ai prin-cipi fondamentali, dove tutti i popo-li si riconoscono. Adesso si cerca di salvare un sistema economico morto: per salvare l’Italia abbiamo bisogno di 50 miliardi di euro; l’anno venturo avremo bisogno di 100 miliardi. Se non cambiamo la testa sarà dura. La civiltà contadina è l’unica compiuta.

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Lo avevamo detto più volte durante lo scorso autunno, quando il digita-le terrestre stava lentamente diven-tando una realtà per tutta l’Italia: il moltiplicarsi dei canali non avrebbe necessariamente portato a un molti-plicarsi di idee e nuovi programmi. Nessuno voleva portare sfortuna, era ovvio che sarebbe stato così: per ogni nuova trasmissione serve un in-vestimento, alto o basso che sia, e se l’idea non funziona si perdono soldi. Certo, questo teorema va contro alle basi del cosiddetto spirito imprendi-toriale, che dovrebbe saper rischia-re il tutto per tutto pur di crescere economicamente e non solo, nel ca-

so della tv ci sono in gioco credibi-lità, responsabilità civile e sociale, impegno culturale. Insomma, chi lavora nel mondo della televisione dovrebbe confidare nella sperimen-tazione, nella novità, nel dinamismo. Se non per uno slancio filantropico almeno per la crescita del fatturato: stiamo parlando di uno dei settori più potenti al mondo. E, guarda ca-so, il problema sta proprio qui. La tv è il potere allo stato puro, chi la possiede ha in mano tutti gli altri. Il recente scandalo che sta coinvol-gendo l’impero mediatico di Rupert Murdoch è l’esempio lampante del-la consuetudine secondo la quale la

televisione, e più in generale i mezzi di comunicazione, godono di un le-game indissolubile con il potere. È nel loro dna essere posizionati fra la gente e i potenti.Cosa ci si dovrebbe quindi aspetta-re da chi fa tv in Italia? Esattamen-te la stessa cosa. E comunque non di certo una crociata che metta al primo posto il benessere mentale e spirituale dei propri “sudditi”. Il pro-blema dell’azienda-tv non è il profit-to, ma il potere. Per esercitarlo biso-gna fare delle scelte ben precise, e la prima di queste è proprio non fa-re scelte, continuare con lo stesso disco, lasciare che la goccia cinese

penetri a fondo nella piccola testa del grande pubblico. Ecco che la folla, dopo anni passati in silenzio davanti alla routine an-nuale dei palinsesti, si lascia plasma-re a immagine e somiglianza della tv: monotona, ripetitiva, impostata. Un dolce annullamento, la sensa-zione di aver perso qualcosa ma di non ricordare più a che servisse, un disincanto che in sostanza dà tran-quillità e calma. Un esempio fra tanti: se già esiste il canale Italia1, perché bisogna crear-ne un altro e chiamarlo Italia2? Per-ché altrimenti la gente non lo acco-glierebbe, non può abituarsi a un no-

me nuovo, è più sicuro assecondare la sua “cautela intellettiva”. E così è nato anche Mediaset Italia2, sul ca-nale 35 del digitale terrestre, tutto dedicato ai giovani. Serie tv, cartoon giapponesi, Simpson & Griffin, film horror e d’azione, sport e qualche videoclip. La scelta è stata quella di mettere insieme tutto ciò che già piace al pubblico dei giovani. Che fatica: copiare qua e là fra ciò che è già in voga. Da 10 anni su internet si trovano gli stessi prodotti, gratis, senza pubblicità e a qualsiasi ora. Dove sono le novità? Dov’è il rischio imprenditoriale? Dov’è la crescita? Stiamo ancora aspettando.

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ieci anni di vita di un per-sonaggio e di un gruppo di attori, che sono di-ventati adulti giocandosi la loro “second life” nel

mondo magico di Hogwarts. “Harry Potter e la pietra filosofale” fu, nel 2001, il primo della serie di otto film (o meglio sette, l’ultimo diluito in due puntate) sull’ex maghetto ormai pro-fessionista dell’incantesimo. Un suc-cesso planetario che ha moltiplicato quello dei libri di J.K Rowling e che non si smentisce oggi, con le sale ita-liane invase dall’episodio conclusivo della saga, la seconda parte di “Har-ry Potter e i doni della morte”. Cono-scendo Hollywood, d’altra parte, c’è da scommettere che non finirà qui. Dieci anni sono un tempo sufficiente anche per riprendere la storia da ca-po – magari in mano a un regista me-no ordinario di David Yates, direttore degli ultimi quattro film – e poi, a ben vedere, Harry ha avuto la buona idea di generare dei figli… Al netto di truc-chi, magie ed effetti speciali la serie, per dichiarazione degli stessi autori, è più di tutto un inno al potere salvi-fico dell’amicizia. Il legame tra Har-ry Potter, Ron Weasley e Hermione Granger (i tre attori Daniel Radcliffe, Rupert Grint e Emma Watson, ormai tutti sorprendentemente cresciuti)

rimane inscindibile fino al termine, quando c’è da combattere il corpo a corpo finale con il malvagio Lord Voldemort (Ralph Fiennes). Una lotta che assume i connotati metaforici di una contrapposizione tra democrazia e assolutismo, con quell’esercito del male lanciato all’assalto del castello di Hogwarts, che qui ricompare dopo essere stato abbandonato da Harry, nella prima parte, per sfuggire all’in-vasione delle forze di Voldemort. An-che nel castello è nascosto uno degli Horcrux, gli oggetti nei quali sono conservati frammenti dell’anima di Voldemort che, se distrutti, rende-rebbero il signore del male finalmen-te vulnerabile. Quello che Harry an-cora non sa è che l’ultimo Horcrux è più vicino a lui di quanto egli possa credere. Con la maturazione dei per-sonaggi si fa più evidente la scoperta che nel mondo adulto le cose funzio-

nano spesso in modo complesso, che bene e male si possono trovare ambi-guamente mescolati in quasi ogni es-sere umano. Anche nell’enigmatico professor Severus Piton, che da un episodio all’altro Alan Rickman ha re-so la figura più interessante fra i tanti coprotagonisti. Al momento cruciale, basta una lacrima di Piton ad aprire, con una trovata suggestiva, una fine-stra su una visione diversa della sto-ria di Harry. Il resto sono battaglie e inseguimenti in un mondo divorato dalla cupezza, fra draghi sputafuoco, macerie, esplosioni, Mangiamorte, or-chi, enormi stanze ricolme di oggetti e caverne labirintiche, fiamme viven-ti, feticci magici dal potere fin trop-po indomabile. Nella carrellata sfila-no tutti gli ottimi attori che – spesso sottoutilizzati – hanno attraversato la serie: tra loro Helena Bonham Carter, Maggie Smith, Jim Broadbent e pure i personaggi che nel frattempo sono defunti, il Silente di Michael Gambon o il Sirius Black di Gary Oldman. Ri-dotta al minimo ogni attenzione alle sfumature psicologiche, tutto corre verso la conclusione: nient’altro che il classico duello western trasmigra-to nel mondo dei maghi, con Harry e Lord Voldemort che, anziché sfode-rare le Colt, si fronteggiano a colpi di bacchetta magica.

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intensive di Brescia lo scorso 19 luglio nei campi dell’azienda agricola Gorini di Comezzano-Cizzago, in via Rudiana. Ad aprire l’edizione 2011 dell’iniziativa è stato il presidente del Consorzio Giacomo Lussignoli, che insieme al direttore Fernando Galvan ha illustrato le novità assicurative predisposte per fronteggiare questa insidiosa emergenza. Presenti alla giornata anche due fra le massime autorità in materia di diabrotica del mais: il professor Richard Edwards della

Purdue University in Indiana (Usa), riconosciuto come uno dei più grandi esperti mondiali sul tema ed ormai di casa a Brescia dove da molto tempo collabora con il Consorzio, e il tecnico del Codife Mauro Agosti, che hanno illustrato le ultime notizie sullo studio della biologia e del comportamento di questo temibile insetto, con l’obbiettivo di fornire al mondo agricolo bresciano le più aggiornate conoscenze sulla diffusione e sul contenimento della diabrotica.

Una giornata per conoscere gli ultimi sviluppi degli studi e delle ricerche sulla diabrotica del mais, per verificare sul campo gli effetti che questo insetto può avere sulla principale coltura della provincia di Brescia ed avere notizie sulle apposite polizze agevolate anti-diabrotica con contributi pubblici messe a punto a partire proprio da quest’anno dal Codife di Brescia. Questo l’obbiettivo dell’ormai tradizionale Giornata in campo tenuta dal Consorzio difesa colture

a Cisl di Brescia tra con-trattazione, rappresentan-za e manovra economica. L’assise del sindacato di via Altipiano d’Asiago, ri-

unitosi nei giorni scorsi alla presenza del segretario generale aggiunto Gior-gio Santini, ha giudicato importante e positivo il recente accordo sottoscrit-to dalle organizzazioni dei sindacati Cgil, Cisl e Uil con Confindustria sulla contrattazione nazionale e decentra-ta . “L’accordo è l’ultimo passo – ha spiegato Santini – della riforma della contrattazione, ma è anche il primo di un nuovo percorso. Ci auguriamo sia il primo passo di una nuova fase di rapporti tra le confederazioni e della capacità di fare della contrattazione un ruolo propulsivo, un motore che favorisca lo sviluppo, la crescita dei redditi e dei salari e che migliori le aziende. Un ruolo che in questi anni è rimasto imbrigliato dalle difficoltà della crisi e dai contrasti, un ruolo che può diventare forte nell’interesse dei

zionata dalle speculazioni sui mercati e che ora dovrà dimostrare di sapere attrarre gli investimenti. Serve una riforma finanziaria che dia una orga-nizzazione dall’alto ma che allo stesso tempo dia un input perché il mercato si muova dal basso. Vorremmo che i risparmi effetto della manovra fosse-ro impiegati per la riduzione delle ali-quote piuttosto che del debito. Dob-biamo trovare le modalità per cui la riforma fiscale si faccia, si faccia nei tempi previsti e si faccia dando un contributo alla crescita, sollevando la domanda interna e dando quindi la possibilità all’economia italiana di crescere con gli investimenti, per dare un innesco positivo anche allo svilup-po del Paese”. Per questo occorre una classe politica che dia dei segnali for-ti, abbandonando la difesa di interessi di parte e riducendo i costi. “Anche la Cisl ha l’autorevolezza, per la sua sto-ria e per il ruolo che ha svolto in questi anni di grande responsabilità verso il Paese, di continuare a richiedere que-

lavoratori”. E l’auspicio è che le ri-cadute siano positive anche in terra bresciana. “Siamo preoccupati – ha affermato il segretario bresciano En-zo Torri – che la Cgil bresciana anche in contrasto con la segreteria nazio-nale abbia espresso giudizi negativi, ci auguriamo però che quando ci si trovi a discutere sul terreno concreto si trovino spunti comuni”. Ma la con-temporaneità dell’approvazione della manovra economica del Governo, te-sa ad azzerare il deficit pubblico entro il 2014, impone una discussione anche sui suoi contenuti. Santini l’ha defini-ta “una operazione fortemente condi-

La forza di un’idea originale e la capacità di tradurla nella realtà. Sono questi i due criteri fonda-mentali sui quali l’Associazione commercianti di Brescia assegne-rà per la prima volta un premio agli esercizi commerciali che si siano dimostrati in grado di innovare la propria attività. “L’innovazione che cerchiamo – afferma il presidente di Ascom Carlo Massoletti nel cor-so della conferenza stampa di pre-sentazione venerdì scorso – non è tanto quella tecnologica quanto piuttosto nel settore logistico e di rapporto con i clienti”. In palio una targa e l’iscrizione all’Ascom per un anno, oltre alla frequentazione di un laboratorio di strategie di marketing. Partner dell’iniziativa è Ubi-Banco di Brescia, rappresen-

tata dal vicedirettore generale Ste-fano Kuhn che commenta: “Abbia-mo aderito anche per migliorare la nostra sensibilità nei confronti dei piccoli esercizi”. La particolarità del premio è che prende in consi-derazione progetti già realizzati, valorizzando così, secondo quan-to afferma Fabrizio Valente di Kiki lab, un gruppo di esperti nei pro-cessi di rinnovamento delle impre-se, “il coraggio di chi mette in atto un’idea contando sui propri mezzi, cercando di creare un circolo vir-tuoso”. Gli interessati al concorso, non necessariamente iscritti all’as-sociazione, potranno partecipare ritirando l’apposita scheda presso la sede di Ascom (via Bertolotti 1, Brescia) oppure scaricandola dal sito www.ascom.brescia.it. (f.u.)

gli interventi tesi a tutelare i soggetti più deboli, che sono coloro che nella crisi rischiano di pagare il prezzo più duro, per riportare l’equità necessa-ria”. A Brescia scatterà la fase della mobilitazione, insieme a quella della trattativa. “Nei prossimi giorni – an-nuncia Torri – verranno calendarizzati presìdi e incontri istituzionali e inizie-rà la fase del confronto anche con le amministrazioni locali e la Provincia, perché i tagli non devono significare minori garanzie per le fasce deboli”.

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ipartiAmo Brescia! Io ci credo. Non solo come assessore allo sport del-la Provincia di Brescia, ma come appassionato

tifoso che di partite allo stadio non ne ha persa praticamente nessuna, né in seria A né in serie B. Un tifo-so attaccato alla maglia che capisce quando è il momento di incitare la squadra. Credo ai tanti volti nuovi per questa stagione, soprattutto in società con la presenza dell’amico Ugo Calzoni e del nuovo direttore sportivo, Andrea Iaconi. Credo che questo Brescia stia partendo con il piede giusto soprattutto grazie al loro impegno e alla serietà con cui si sono insediati. La squadra deve tornare a convincere, ad appas-sionare ma soprattutto a divertire. Fare squadra ed essere in grado di costruire un gruppo solido, facen-do crescere nel migliore dei modi i tanti giovani sui quali si è deciso di scommettere. La strada del mister Scienza parte sicuramente in salita, ma l’esperienza e il calibro profes-sionale del nostro nuovo allenatore sono sicuro sapranno scardinare lo scetticismo iniziale. Credo che a questa squadra serva un capitano come Marco Zambelli. Proprio per questo motivo ho deci-so di aprire su Facebook una cam-pagna per dimostrare l’affetto dei bresciani per un ragazzo straordi-

nario come lui, non solo sul campo di gioco. Innamorato della maglia da sempre. Un nuovo progetto deve ri-partire da una bandiera. Proprio per questo ho voluto dar voce al pen-siero di tanti tifosi: Zambelli non si deve vendere. Il nome del gruppo, a cui chiedo a tutti i lettori di iscri-versi, è: “Zambelli biancoazzurro per sempre”. In pochi giorni abbia-mo superato i 1000 iscritti e tanti

sono stati i commenti lasciati sulla bacheca a testimonianza di un’incre-dibile stima nei confronti di Marco. Ho scelto un social network come Facebook per dimostrare come sia-no soprattutto i più giovani a cre-dere nella squadra, esaltandosi per i valori in cui si immedesima quoti-dianamente Zambelli. Infatti ha già comportamenti da leader. È il primo ad arrivare al campo, l’ultimo ad an-

Prima la grande paura, con il rischio, causa mancanza della fideiussione, dell’iscrizione in Lega Pro 2, poi, finalmente, è arrivato il sospiro di sollievo. Con qualche patema d’animo di troppo la rosa della prima squadra dell’AC Montichiari è pronta per il prossimo campionato anche se con alcune riserve essendo il mercato ancora aperto. L’11 rossoblù sarà guidato ancora dal tecnico della salvezza 2011 Claudio Ottoni; sono da sottolineare

partenze “pesanti” come quelle portiere Brignoli nonché di Fusari e Zaffagnini. Cinque, per ora, gli acquisti tra cui l’attaccante Murano e l’estremo difensore Polizzi. “Anche per la stagione 2011/2012 – ha dichiarato il neo direttore sportivo Christian Botturi – ci affideremo ai giovani, prodotti del nostro vivaio, che, sono certo, non faranno mancare il loro fondamentale apporto alla squadra. Ci manca ancora qualche pedina, ma il più è fatto”. (fe.mi.)

È partita mercoledì 20 luglio l’11a edi-zione del Brixia Tour, la corsa a tappe internazionale riservata a corridori ci-clisti professionisti. Cinque le giorna-te di gara – da mercoledì a domenica 24 luglio – per un totale di oltre 830 chilometri da percorrere, raccolti in tutta la provincia bresciana. Con una novità: il gran finale, teatro di un’an-nunciata sfida tra le ruote veloci, avrà luogo nel suggestivo centro di Verona. Ai nastri di partenza 19 formazioni

tra le più blasonate del panorama ci-clistico. Sei le maglie in palio. Al vin-citore della classifica generale andrà la maglia azzurra Colnago, al leader del ranking a punti la rossa firmata GSport; il vincitore della classifica Gpm indosserà la maglia verde Car-rera mentre al miglior giovane andrà la maglia bianca Maniva Ski. Maglia gialla Matellese Assicurazioni al le-ader dei traguardi volanti mentre la speciale classifica Grancombinata ri-

servata alle società metterà in palio la maglia arancio Bossini Docce. Come detto la corsa è partita mercoledì da Ponte di Legno per arrivare a Edolo. Doppio impegno nella seconda gior-nata di giovedì 21: la prima semitappa partirà da Pisogne per concludersi a Brescia, mentre la seconda semitappa proporrà una cronometro individuale proprio nel centro della Leonessa. La terza frazione muoverà venerdì 22 dal Centro Sportivo Rigamonti di Buffa-

lora e porterà i corridori sul traguar-do di Prevalle. I 1.800 metri del Pas-so Maniva saranno ancora una volta teatro della sfida clou che deciderà, sabato 23 luglio, le sorti del Brixia Tour, in una quarta tappa che pren-derà il via da Concesio. Il gran finale, domenica 24, sarà dedicato ai veloci-sti: la partenza verrà data da Calcina-to, mentre l’arrivo godrà della magni-fica cornice di Corso Porta Nuova nel centro di Verona.

darsene, e risponde sempre con un sorriso alle tante iniziative sociali sparse per il territorio provincia-le. Nei giorni scorsi sono andato a trovare i ragazzi al ritiro di Temù: ho trovato entusiasmo sia nella so-cietà che nei tifosi, in una splendi-da location. Per questo motivo non finirò mai di complimentarmi con il Comune di Temù: il campo è stu-pendo e l’organizzazione impeccabi-le. Anche per questo motivo tornerò per l’inaugurazione della Cittadella dello sport. La scommessa del Bre-scia Calcio coincide con le aspetta-tive di un’intera provincia: ripartire, nell’anno del centenario della nostra amata squadra, dai giovani per con-solidare una  sicurezza societaria, fondamentale per un team vincente. In bocca al lupo a tutta la squadra e in particolar modo al Presidente cha anche questa volta riuscirà a ri-trovare la grinta dei giorni migliori. Mentre ai tifosi rivolgo un appello ricordando le parole di un famoso coro: “I ragazzi han bisogno di noi!”

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i chiude con un significa-tivo pensiero di Giovan-ni Paolo II, beatificato il 1° maggio scorso, la bro-chure di presentazione

del Camposcuola 2011 del Centro sportivo italiano: “I valori dello sport non sono automaticamente assicurati. Come tutte le cose uma-ne hanno bisogno di essere purifi-cati, di essere protetti”. L’iniziativa si svolgerà dal 25 al 29 luglio nella stupenda cornice di Tonezza del Cimone, in provincia di Vicenza.Senza dubbio si tratta di un’espe-rienza coraggiosa come afferma il presidente nazionale Massimo Achini: “Ci vuole coraggio per proporre a un dirigente, allena-tore, animatore o arbitro di dedi-care una settimana di ferie ad un momento di formazione nazionale tuffandosi in una full immersion di lezioni e approfondimenti. Ci vuo-le ancora più coraggio – afferma nuovamente Achini – ad accetta-re l’invito per vivere sette giorni di gioiosa fatica tra le più qualificanti e indimenticabili di tutto il sistema sportivo italiano”.L’obiettivo primario di questo evento, infatti, è certamente quello di investire sul futuro partendo da un’esperienza di vita che possa es-sere utile a progettare e pianifica-re non solo a livello collettivo, ma anche a livello individuale strate-gie educative finalizzate allo sport.Il programma prevede in tutto no-ve corsi, organizzati nell’arco dei

È la Reggina Calcio la vincitrice dell’edizione 2011 della Danone Nations Cup. La finale nazionale della 12ª edizione del torneo internazionale di calcio a 9 per ragazzi tra gli 11 e i 12 anni organizzato in Italia insieme al Csi ha visto affrontarsi gli amaranto e la Cremonese, sconfitta 1-0 dai calabresi. Ai grigio rossi, invece, è andato il premio fair play. Oltre 2.800 ragazzi hanno partecipato alle otto tappe nelle province di Andria, Bergamo, Cremona, Genova, Roma,

Cava dei Tirreni, Reggio Calabria e Parma. In autunno i ragazzi della Reggina voleranno a Madrid, dove sfideranno i pari età di 39 nazioni al mitico Santiago Bernabeu. In palio l’ambito trofeo mondiale. Questa la classifica finale: 1) Reggina Calcio (Reggio Calabria); 2) Us Cremonese (Cremona); 3) Ares Casoria (Cava Dei Tirreni); 4) Aurora Seriate (Bergamo); 5) Asd Lodigiani (Roma); 6) Asd Don Uva Calcio 1971 (Andria); 7) Athletic Club (Genova); 8) Real Crociati (Parma).

cinque giorni in terra vicentina. Si parte da quello per esperti nazio-nali allenatori fino a quello dedica-to ai formatori di nuovi arbitri, ani-matori e allenatori. Corsi specifici saranno dedicati anche ad orienta-tori sportivi e osservatori arbitrali, promotori e specialisti animatori, senza dimenticare dirigenti junior e senior. C’è tanta carne al fuoco, dunque, c’è da immaginare che le

giornate trascorreranno veloci tra lezioni, seminari e incontri. Non solo attenzione per la parte tec-nica, però: tutti gli appuntamen-ti, infatti, saranno ulteriormente arricchiti da quella componente umana che è basilare in ogni espe-rienza targata Csi. Sarà così pos-sibile compiere il passaggio che trasformerà un’esperienza corag-giosa e impegnativa in qualcosa di arricchente e indimenticabile per ciascuno. La chiave di lettura individuale, però, per quanto im-portante, non sarà l’unica: il Cam-poscuola 2011, infatti, sarà anche un’appuntamento che porterà frut-ti preziosi per l’intero movimento.

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LEONESSAPROMOZIONE LEGA 2

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nche se vanta ormai una storia pluridecen-nale (è stato inaugurato nella prima metà degli anni Settanta) Garda-

land continua a essere una delle me-te preferite per una gita fuori porta. Singolare il fatto che si tratti di un polo di attrazione multigeneraziona-le. Ad affollare il parco di Castelnuo-vo del Garda non sono soltanto, come si potrebbe pensare, giovani e giova-nissimi. Molte sono anche le perso-ne “giovani dentro” che si mettono in paziente coda per vivere le emozioni delle ultime attrazioni. Quello di Gar-daland, dunque, è a tutti gli effetti un successo senza tempo, che si perpe-tua di anno in anno, anche grazie ad un lavoro di costante rinnovo del par-co. È la politica scelta dal più grande parco divertimenti d’Italia: proporre ad ogni stagione qualcosa di nuovo che renda sempre piacevole un viag-gio sulla sponda veronese del lago di Garda. Regina delle attrazioni 2011, per altro anticipata da una campagna promozionale che ha preso il via an-

cora la scorsa stagione, è Raptor, le prime montagne russe alate. Si tratta di un’attrazione che unisce all’adre-nalina tipica dei questo tipo di ottovo-lante un fantasioso viaggio nel mondo della preistoria. La storia narra di un implacabile predatore, una scono-sciuta creatura alata che, svegliata dal suo antico sonno nel sottosuolo di Gardaland durante i lavori per la costruzione delle nuove montagne russe, ha iniziato a devastare la terra per vendicarsi dell’umano affronto. È feroce, spietata, enorme, veloce, po-tente, invincibile... Rapisce chiunque tenti di domarla trascinandolo in un volo estremo attraverso enormi aride foreste e terre devastate. Non c’è per-sona, grande o piccola che sia, che re-siste al fascino di lasciarsi coinvolgere in questo viaggio, grazie anche ad una ambientazione ricostruita con grande cura dei particolari. Per i bresciani, poi, c’è un motivo di interesse in più. Gli spot per pro-muovere Raptor sono stati infatti girati nelle gallerie del sistema mi-nerario della Valtrompia. La tema-

tizzazione di Raptor è stata ideata e sviluppata dal team creativo di Merlin Studios di Londra che si con-fronta abitualmente con le esigenze di tutti i parchi divertimento dello stesso gruppo.Questa e molte altre sono le ragio-ni che inducono ogni anno (anche in virtù di una stagione sempre più lunga caratterizzata dalle appendici di Hallowen e del periodo natalizio) spingono ogni anno anche migliaia di bresciani a spingersi su quella che ormai è nota come la riviera dei parchi per trascorrere una giornata a Gardaland. Che siano gruppi orga-nizzati (con i grest degli oratori su tutti), famiglie, amici o singole per-sone, poco importa. Ciò che vera-mente conta è mettere da parte per qualche ora la quotidianità e credere che gli unici problemi siano trovare il coraggio per affrontare le monta-gne russe e le mille altre attrazioni del parco. Forse è proprio questo il segreto che fa di Gardaland un par-co divertimento autenticamente senza limiti d’età.

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato Associato

Perché l’omologazioneè un vizio?

Egr. direttore,oso fare alcune considerazioni ri-guardo al seguente interrogativo: perché il nuovo conformismo che tutto e tutti omologa sarebbe un vizio? Perché uniforma un po’ tut-ti a un pensiero unico, a un stile di vita unico. E per di più illude di es-sere sé stessi, di essere liberi, solo perché viene data la possibilità di poter scegliere tra mille modelli la maglietta e le scarpe che fanno più trend. Il processo di omologa-zione fallirebbe se non avesse nei mezzi di comunicazione un formi-dabile alleato. Radio, televisione e anche internet sono luoghi di tante voci, di tanti racconti di vita. Ma fondamentalmente dicono tutti le stesse cose annullando progres-sivamente le differenze culturali, religiose, etiche che ancora sus-sistono tra gli uomini. E come se fossimo immersi in un “monologo collettivo” che non comunica ma uniforma. Omologa il pensiero, il giudizio morale, le scelte.Ecco perché l’omologazione è un vizio: perché riduce l’uomo a strumento funzionale al sistema. Il conformista, non avendo al-tri riferimenti se non quello che questo mondo tecnico-economi-co promuove, vive delle opinioni correnti nella convinzione di tro-varsi sempre dalla parte “giusta”. Forte delle opinioni mediatiche del giorno ignora le complessità delle situazioni e spara sentenze a raffica. Pensarla diversamente? Certamente è difficile. Parrebbe quasi impossibile. Di fronte alla

crisi del nostro sistema emerge forse un nuovo pensiero, qualco-sa di alternativo? Semplicemente si cerca di tamponare le falle. Ma è proprio così: tutti omologati? Dif-ficile contestare la deriva confor-mista. Tuttavia non mancano né spiriti critici, né voci profetiche per nulla omologati. Certamen-te fanno una gran fatica a farsi ascoltare. Ma ci sono. Qualcuno ha scritto che la religione e la morale ovviamente cattoliche creano solo dei conformisti. Il rischio c’è. Pe-rò, se si aprono gli occhi e il cuo-re, ci si accorge che la più grande libertà contro tutti i conformismi di questo mondo viene proprio dal Vangelo, il quale, insegna il senso autentico della vita, i valori che danno significato e orientamen-to al vivere e al convivere umano.Anche la morale cristiana − no-nostante il coro uniforme di voci contrarie − è una parola che rom-pe e contesta i tanti pensieri unici del nostro tempo. La stessa Chiesa cattolica − pur con tutti gli avveni-menti che in questi anni l’affliggo-no − è la voce critica di un sistema che pialla le coscienze e tutto as-sorbe ed uniforma. Esagerazioni? Contro l’asfissia del pensiero uni-formato c’è una Parola più effica-ce? La Parola più efficace, libera ed esigente del Vangelo è forse la sola vera voce anticonformista.Gianfranco Bertoglio

Quelle tre croci rimosseperché “offendevano”

Egr. direttore, non sono una persona che di so-lito scrive ai giornali, ma questa

volta ho sentito il bisogno di farlo per mettere a conoscenza e condi-videre con altre persone un fatto che mi ha lasciato molto perplessa.Abito a Sant’Eufemia, proprio alle pendici del monte Maddalena, da dove parte il sentiero che condu-ce alla Croce (posta a ricordo della missione fatta nel 1958). Durante la Quaresima si è soliti con i ra-gazzi del catechismo percorrere il sentiero che conduce alla croce recitando la Via crucis; è sempre stata un’esperienza molto sentita e partecipata. Quest’anno abbiamo avuto la fortuna di trovare sulla via delle belle stazioni della Via crucis realizzate in legno e recanti all’in-crocio dei bracci di ciascuna del-le belle immagini del percorso di Gesù sofferente. Realizzata grazie al contributo di persone volente-rose che si sono messe a disposi-zione, questa opera è stata accol-ta con favore da molte persone. Ma non da tutte. Infatti, cessato il periodo della Quaresima, è stato chiesto dal Gruppo Val Carobbio la rimozione di tre croci situate sul loro territorio e poste quasi all’ini-zio del percorso con, a quanto ho sentito dire, questa motivazione: per non offendere le persone ap-partenenti ad altre religioni. Sono rimasta esterrefatta: quale offesa può causare la vista dell’immagine di Gesù in croce? Gesù non è in at-teggiamento offensivo, ma remis-sivo e accogliente. Se guardiamo a Lui come Dio, si può rimanere colpiti dal profondo abbassamento che ha fatto di sé stesso per poter star vicino all’uomo: un Dio così può essere sentito vicino in ogni situazione e in particolare nella

sofferenza, perché lui per primo ha sofferto. Ma anche nel male e nel peccato, perché ha avuto paro-le di perdono e non di condanna. Quindi è sempre aperto uno spi-raglio di speranza. Se guardiamo a Gesù come semplice uomo, in-giustamente condannato e messo in croce, si può guardare a lui con empatia, con un senso di profonda vicinanza, a prescindere da qual-siasi credo. È un uomo come noi, che ha sofferto. Chi nella sua vita può dirsi esentato dal misterioso dramma della sofferenza? Ognuno potrebbe trovare un sottile filo che lo lega alla sofferenza di ogni altro uomo, anche a quelle, in quanto uomo, di Gesù. In ogni modo, sia che lo consideriamo Dio, sia solo uomo, in cosa Gesù è offensivo? Io credo che l’offesa consista nel non rispettare la dignità e il valore dell’altro, nel voler imporre e pre-varicare. Ma se guardiamo a Gesù, lo vediamo offeso e non offensore, calpestato e non uno che calpesta. Credo che eliminare queste croci dalla nostra vista sia in fondo an-che un eliminare, in qualche modo, una parte di noi stessi, le nostre sofferenze, i nostri limiti, ma an-che la vicinanza nei confronti degli altri. Non vedo, sinceramente, un buon esito di questa scelta. Solo un renderci più soli e meno vicini. Mi piacerebbe che ognuno di coloro che non vogliono queste tre croci o che non vedono niente di strano in una Via crucis mutilata, si chie-desse nel profondo del cuore: ma perché? E nutrisse anche un pic-colo dubbio: sono proprio sicuro che è bene fare così?Barbara Brogioni

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