28
“Quod vere quibusdam solacio est, mihi auget questionem” (Ciò che a certuni sta bene, mi preoccupa) Publio Cornelio Tacito La Voce del Circolo Culturale Clarense Gio. Battista Balladore N° 10 - Agosto 2012

La Voce del Circolo Culturale Clarense Gio. Battista Balladore … · AVVISO PER I LETTORI. Chiedo scusa ai nostri lettori se, dopo un lungo periodo di silenzio sul quale tornerò

Embed Size (px)

Citation preview

“Quod vere quibusdam solacio est, mihi auget questionem”

(Ciò che a certuni sta bene, mi preoccupa)

Publio Cornelio Tacito

La Voce del Circolo CulturaleClarenseGio. Battista Balladore

N° 10 - Agosto 2012

Direttore responsabile: dott. Sandro Arturo Prati

Recapito postale: dott. Sandro Arturo Prati via Pioppi N°2

Sede del Circolo Balladore: ex scuderie villa Mazzotti

I diritti di riproduzione sono riservatiNessuna parte di questa rivista può essere utilizzata riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi senza autorizzazione del Presidente del C. C. C. G. B. Balladore dott: Sandro Arturo Prati.

AVVISO PER I LETTORIChiedo scusa ai nostri lettori se, dopo un lungo periodo di silenzio sul quale tornerò più

avanti, la rivista trimestrale del nostro Circolo Culturale G. B. Balladore “LA VOCE” esce in una veste dimessa all’insegna del risparmio. Vi assicuro, tuttavia; che, nonostante contrattempi, tradimenti e acciacchi vari, il suo contenuto continuerà a giungervi con la stessa serietà, con la stessa dignità, con lo stesso amore per la Cultura che mi ha sempre guidato.

Tre sono i motivi su cui ci siamo temporaneamente arenati. Trascuro gli acciacchi del Presidente (ottantenne!).

Il tradimento riguarda tre membri del Direttivo: il Vice Presidente (Ing. Ettore Seneci), il Consigliere (Prof. Antonio Portale), il Consigliere (studente Stefano Vertua).

I motivi da loro addotti riguardavano tutti la conduzione del Circolo da parte del Presidente, se non che, ignorando lo Statuto, come del resto si era verificato più volte negli anni precedenti, non si erano nemmeno accorti che le accuse a me rivolte erano viceversa valide, Statuto alla mano, per incolpare loro e addirittura estrometterli dal Circolo, come mi consigliò di fare l’avvocato da me interpellato, per togliermi ogni scrupolo.

Quei tre, annusata l’aria di provvedimenti drastici, mi hanno preceduto autoescludendosi dal Direttivo e addirittura dal Circolo. Del resto non sono mai entrati nello spirito del Circolo, ma vorrei dire della Cultura.

Non hanno mai scritto non dico un libro, ma addirittura un articolo per la rivista. Non di rado dovevo scriverlo io firmandolo col loro nome e non col mio. Non hanno mai fatto una proposta culturale in nove anni e nello stesso tempo non sono riusciti a portare un solo socio nuovo nel Circolo. Erano invece propensi a criticare, in barba allo statuto, il Presidente, l’unico, (devo pur dirlo) che mandava avanti il Circolo con idee progetti e il proprio denaro!

Più volte ho chiesto loro perché si fossero iscritti al Circolo Balladore. Si limitavano a bofonchiare delle non risposte. Come si vede abbiamo perso poco!

Però il danno c’è stato: trovare un Vice presidente e due Consiglieri per un Circolo Culturale in una città come Chiari, dove la Cultura ha una consistenza evanescente, è un’impresa, credetemi! Tuttavia ora tutto è a posto, almeno per quanto concerne il Direttivo. I sostituti sono: Vice Presidente la dott/ssa Luisa Lucente Molinari, i due consiglieri l’Avv. Andrea Bianchi e il Dirigente Fulvio Mondini. Purtroppo ci sono stati, e ci saranno, anche dei contrattempi, per usare un eufemismo, e vengono da parte di un Ente pubblico che dovrebbe farsi un vanto, oltre il dovere, di aiutare un Circolo come il nostro che, detto con umiltà ma con la verità nella mente e nella mano è, fino a prova del contrario, l’unico centro culturale, a Chiari, che abbia interpretato, pur con limiti e lacune inevitabili, la Cultura nella sua poliedrica articolazione .

La Letteratura è il nostro distintivo, ma la nostra mente studia la vita e l’ambiente da cui deriva, vicino, lontano, remoto che sia, magari oltre le stelle… chi leggerà l’ultimo libro della Pentalogia “Viaggio nella mente”, di chi scrive, ma non ancora pubblicato per mancanza di mezzi, capirà che non mento.

Termino con un messaggio a quell’Ente. “Chi trascura la cultura non si aspetti alcun bene”.

Sandro Arturo Prati

“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti, i propri doveri”.

Antonio Gramsci, Socialismo e cultura.

“TSUNAMI” ANTICULTURALE

“Dopo una snervante attesa (attesa che ha recato al Circolo Culturale Clarense G.B. Balladore, e conseguentemente alla nostra città, un danno notevole per la quasi totale assenza dalla sua vita culturale) finalmente ci è stata assegnata dal Comune una sede degna di quanto lo stesso Circolo ha realizzato, pur tra difficoltà di ogni genere, in otto anni di intenso lavoro.

Anzitutto, prima di entrare nel merito di altri eventi, desidero esprimere al nostro Sindaco Sen. Sandro Mazzatorta (e a chi altri si sia adoprato per scongiurare la chiusura del Circolo culturale più importante della città e più noto ben oltre i suoi confini!) il mio grato ringraziamento che rispecchia il sentimento del Direttivo e dei Soci tutti”.

Questo era l’incipit del N°10 della “Voce del Circolo Balladore di circa un anno e mezzo fa. Il resto, lasciato intatto il doveroso ringraziamento, lo abbiamo sostituito con quello che segue.

Ora si tratta di recuperare il tempo perduto per la lunga mancanza di una sede, di mezzi e, per di più, relegati in un isolamento tanto assurdo quanto immeritato, ma anche per il rilassamento culturale cui quell’isolamento culturale stava avviando alcuni di noi.

Talvolta, purtroppo, specie in chi non ha ben saldi certi principi guida, sentirsi abbandonati affievolisce l’entusiasmo e la voglia di reagire.

Perciò non sarà cosa facile risollevarsi di colpo così come stenta a rialzarsi chi è stato ferito, ma noi (perlomeno alcuni di noi) siamo di scorza dura e abbiamo ben chiaro in testa, come da sempre, il significato del vocabolo CULTURA, e quindi sappiamo ciò che ci aspetta: lavoro, lavoro e ancora lavoro.

A testimonianza di queste affermazioni rimando il lettore a un’altra parte di questo N° 10 della rivista “LA VOCE” che esce un anno dopo il previsto, con argomenti e toni diversi da quelli dell’inizio di questo editoriale, come il lettore attento capirà facilmente leggendo le poche pagine della rivista.

Prima però intendo soffermarmi su cosa significhi (o non significhi) il vocabolo

CULTURA.

Nell’ultimo decennio, ma segnatamente negli ultimi anni, in Italia (benché sia un fenomeno planetario pur tenendo conto di diversificazioni contingenti) la Cultura ha subito un crollo di crescente entità, potenzialmente in grado di annullare la civiltà umana o, nel migliore dei casi di riportarla indietro di secoli se non di millenni.

Mi riferisco naturalmente agli sviluppi e agli usi che potrà avere in futuro la scienza in campo nucleare.

Ma anche uscendo dal catastrofismo e dal nucleare, non sfugge ormai a nessuno che si stanno già verificando nel nostro pianeta dei cambiamenti climatici e altri fenomeni naturali, connaturati all’incontrollato sviluppo economico di vaste aree del pianeta, che da soli porterebbero, se non bloccati in tempo, a disastri altrettanto immani di quelli di un conflitto nucleare.

Per ora siamo allo scioglimento dei ghiacciai dei poli, a radicali cambiamenti dei ritmi stagionali con alluvioni disastrose; domani potrebbero sprofondare nel mare città come Venezia, New York ecc., subire tracolli irreparabili intere economie agricole e industriali a causa di esondazioni ed altri eventi naturali. In definitiva l’umanità è giunta al redde rationem.

Non tenerne il debito conto significherebbe ciò che i credenti definiscono l’Apocalisse e che chi scrive, nel suo piccolo, definisce “il comportamento più stupido che si possa immaginare”.

Queste gravi considerazioni aprono un discorso che non va fuori tema in quanto, soffermandosi su una mentalità dilagante che spigola epigoni a tutto spiano, contribuisce a ridurre il problema, di cui sopra, al semplice arco di una vita.

Mi spiego meglio.

Più passa il tempo più trovi gente che pensa e dice: “Caschi pure il mondo, ma dopo che sarò morto!”

Se mi soffermo su una frase del genere mi vengono i brividi.

A tutta prima dovrebbe suscitare ilarità e, invece, secondo me, è il sintomo più

squillante di degrado culturale che mi sia dato riscontrare di quelli che ho inserito, assieme ad altri comportamenti, nel termine DEFORMAZIONE, sul quale tornerò più avanti.

Analizzando il significato di quella apparente battuta, viceversa espressione di un convincimento sempre più radicato, esce, salvando le eccezioni, il seguente profilo dell’uomo moderno.

Uno che ama il denaro, molto e subito, alieno da sacrifici e fatica, insensibile ai disagi e alla povertà altrui, sempre più sensibile alle chiacchiere dei politicanti e sordo ai Comandamenti religiosi e ai valori laici, indifferente alle minacce naturali se non compromettono l’arco della sua vita e quindi indifferente del futuro dopo la sua morte.

Neppure i legami di sangue, i figli, lo trattengono da tanto egoistico menefreghismo.

È di questi giorni la notizia che sono stati cancellati due concorsi nazionali, cui partecipavano concorrenti laureati, per un motivo incredibile: dopo la prova scritta nessun concorrente è stato ritenuto idoneo per la prova orale.

Non cito, per amor di patria, gli strafalcioni dei testi di quegli scritti, compatibili si e no nei primi anni delle Elementari e che inducono a chiedersi in che modo quei concorrenti abbiano potuto ottenere un titolo accademico.

Il che tira in ballo la scuola!

Questo su scala nazionale, ma analoghe situazioni, pur con diverse connotazioni che tuttavia denotano un pressoché totale disinteresse culturale, si riscontrano anche in provincia, non esclusa la nostra.

Ebbene, è da queste contingenze culturali e da altre che sarebbe lungo enumerare che emerge prepotente nella mente di pochi l’esigenza di salvaguardare la Cultura, i suoi valori dallo sfascio prodotto dagli antivalori e dall’ignoranza dilagante.

CLUNY ed EPIGONI CLUNIACENSI

In tempi bui del passato, come ad esempio è stato definito il Medio Evo, tempo di degrado culturale in senso lato (fatte salve poche eccezioni sparse qua e là), per l’appunto quelle eccezioni hanno poi assunto nella storia successiva un valore culturale di portata europea.

Soffermiamoci un momento a ricordare e a ragionarci sopra.

Nell’abbazia di Cluny, centro della rivoluzione benedettina, non ha assunto vigore e fama soltanto l’architettura e la riforma monastica.

I frati cluniacensi, amanuensi provetti, hanno avuto il merito, in questo presto imitati dai loro confratelli sparsi in tutta Europa, di traghettare per i posteri l’immensa e preziosa eredità classica lasciataci dal mondo greco e da quello latino, patrimonio culturale fondamentale che ha reso possibile il balzo culturale del Rinascimento e, cavalcando i secoli, l’attuale grado di civiltà (o meglio di progresso che non vuole sempre dire civiltà).

Precisando, a modo di scusa, che non è possibile condensare in poche righe il contenuto di un arco culturale che occupa un millennio, valga perlomeno il tentativo dello scrivente di indicare il concetto che gli serve per questo articolo e quindi per rivendicare, non soltanto in un ambito provinciale e nazionale (!) i meriti del Circolo Culturale Clarense G.B. Balladore.

La cultura non segue un percorso omogeneo o, se vogliamo usare un paragone geometrico, rettilineo, procede bensì per alti e bassi.Può raggiungere altezze sublimi come quella rinascimentale e bassezze mortificanti e talora drammatiche come quella attuale. Non starò qui a cincischiare tra le cause, il che esigerebbe più spazio di quello consentitomi dalla necessaria brevità di questo scritto (approfondirò il problema su un libro ancora da terminare intitolato “LA DEFORMAZIONE”).

Qui mi preme, ripeto, puntualizzare un concetto che si può riassumere in poche parole. Come, cioè, cosa fare per aiutare la cultura, perlomeno per cercare di evitare

che la sua attuale caduta diventi una frana pressoché irreversibile?

Attaccare il problema nella sua globalità sarebbe quanto meno presunzione. D’altronde è pur vero che si arriva a capire le cose grandi o almeno a renderle meno incomprensibili osservando e studiando le cose piccole. Non lo affermo io, ma i filosofi. E allora soffermiamoci su Chiari, piccola rispetto al mondo, ma densa di esempi esplicativi sui quali può essere utile dibattere.

Quando nel 1946, sospinta dal vento della guerra, la mia famiglia è giunta a Chiari, provenendo oltretutto da un villaggio storicamente importante1 ma culturalmente povero, vi ha trovato, a prescindere dal carattere ostico dei suoi abitanti, un ambiente culturalmente vivace.

Un breve elenco: un Istituto scientifico e il Liceo classico che organizzava visite a città d’arte (es. Venezia) e a luoghi di interesse paesaggistico (es. Lago Maggiore); due cinematografi, ciascuno sede di un proprio Cine Club; un piccolo teatro (inserito in uno dei due locali cinematografici) che nel corso degli anni ha ospitato, per citarne alcuni, personaggi come la soprano Toti Dal Monte, i fratelli Cavalieri, Giulio Stival, il poeta don Davide Maria Turoldo.

C’erano anche due compagnie teatrali locali gestite dal signor Frigoli, formate da giovani clarensi che si esibivano in atti unici sia nel teatrino del collegio Rota sia nel teatro comunale; inoltre non mancava una sala da ballo, benché rustica, ricavata da una cascina a nord della ferrovia (i Pescali), dove si svolgevano anche le feste delle matricole universitarie.

E termino qui l’elenco tralasciando per brevità altre manifestazioni culturali minori.

Ebbene, di tutto ciò cosa è rimasto? Niente, ripeto a malincuore: niente o, volendo sottilizzare, briciole. Allora Chiari era il primo paese della provincia sia considerando il dato demografico sia valutando altri parametri, come s’usa oggi. Oggi ha perso molte posizioni sopravanzato da paesi più attivi culturalmente, come è facile riscontrare.

1) Vedi “Il castello delle comete” primo volume di una pentalogia di Sandro Arturo Prati

IL CIRCOLO CULTURALE CLARENSE G.B. BALLADORE

Ho stilato l’elenco di cui sopra con relativa amara considerazione finale perché è da lì, da quel senso di mortificazione che mi ha colto nel tempo, mano a mano si rendeva sempre più visibile il degrado culturale (e l’equivoco creatosi volendo gabellare per cultura ciò che cultura non è o lo è marginalmente, molto marginalmente!), che è scaturita nella mia mente l’idea di creare un centro di autentica cultura che non fosse l’ennesima associazione sportiva o l’ennesima associazione musicale, affrettandomi a precisare che io amo sia lo sport sia e soprattutto la musica (come dimostrerò più avanti) ma altresì ribadendo che entrambi questi ambiti culturali non esauriscono, ma nemmeno rendono pregnante la cultura clarense.

Ora vorrei che qualcuno avesse l’onestà intellettuale di rispondere a queste domande o a confermare la risposta che darà il sottoscritto alla fine.

Chi ha strappato dal dimenticatoio il nome di Gio. Battista Balladore denunciando il riprovevole silenzio di chi non si è mai neppure sognato di farlo?

Chi, scrivendo di Gio. Battista Balladore ha catapultato il suo nome (e quello della città di Chiari) oltre oceano, negli U.S.A. dove lo “Zibaldone 1796”, pubblicato dal Circolo Balladore ora è negli scaffali della Libreria del Congresso degli U.S.A. e in quelli di cinque università americane (Harvard, Yale, New York, Michigan, Cornel) e inoltre in una dozzina di librerie sparse negli U.S.A.?

Chi ha strappato dal dimenticatoio il nome illustre del musicista Piccinelli, autore, tra l’altro, di “Ta ta ta pum” e di “Creola”, col libro poi richiesto dal Vaticano e dal sindaco di Roma?

Chi ha ricordato il Clarense dott Alberto Molinari, appassionato botanico e uomo di cultura?

Chi ha commemorato il dott. Manlio Prati, ritenuto da tutti i primari ospedalieri il migliore, il più preparato, il più umano

medico-chirurgo che Chiari abbia avuto dalla fine della guerra in poi?

Chi o meglio quale Istituto Culturale ha avuto l’onore di vedere un proprio socio inserito nella Storia della letteratura Italiana del 900 e nel Catalogo degli autori italiani del 900 (Editore Miano – Milano)?

Chi o meglio quale Istituto può vantare tre premi letterari nazionali (narrativa primo classificato, poesia secondo classificato e saggistica secondo classifica-to)?

Chi ha partecipato a due mostre di Storia postale (Brescia, terzo posto e Parma medaglia d’oro?).

Chi o quale Istituto, con le sue pubblicazioni di Geopolitica (autore l’ambasciatore della Repubblica Italiana in Pakistan dott Vincenzo Prati, clarense nato a Chiari), ha diffuso il nome della città di Chiari nelle sedi diplomatiche di mezzo mondo?

Chi o quale Istituto può vantare le due benemerenze riportate più avanti, la prima firmata da un ex Presidente del Consiglio dei Ministri (Giuliano Amato)?

Chi, con lavoro meticoloso di ricerca, ha scritto la prima “Storia del Tennis Club Chiari”?

Chi ha scritto il saggio “Grafica futurista minima” basato sullo studio di oggetti futuristi di formato minimo come cartoline d’epoca, tessere, avvisi ecc. suscitando l’interesse di ambienti ministeriali e la richiesta del volume da parte del Sindaco di Roma on. Giovanni Alemanno, come attesta la sua lettera di ringraziamento successiva, a me diretta?

Chi o quale Istituto ha inserito nel proprio programma il “sociale” con tre campagne:

1) la protezione dei diversamente abili,

2) una campagna anti fumo nelle scuole,

3) una serie di conferenze su “Droghe e tossicodipendenza”, valendosi di specialisti del settore?

Chi ha avviato un progetto come l’A.C.O.B. (Associazione Comuni Ovest Bresciano) di cui abbiamo già siglato un reciproco documento di accettazione con i tre Comuni di Palazzolo S/O, di Pontoglio, di Rovato?

Chi ha organizzato gite culturali per

visitare mostre o luoghi storici in varie città italiane?

Chi, e qui tremano a chi scrive le dita sui tasti del computer, ha proposto all’Amministrazione la costruzione della più volte dal sottoscritto descritta e decantata “Casa della cultura onnicomprensiva”?

La risposta a tutti questi interrogativi (e ad altri di minore pregnanza) è sempre la stessa: il “CIRCOLO CULTURALE CLARENSE G.B. BALLADORE”.

PERCHÉ?

A questo punto la protesta è indifferibile.

Troppo il dispendio di mezzi personali e di lavoro e di fatica e di rabbia.

Troppo il silenzio di chi avrebbe il dovere di ascoltare e di parlare ragionando sui fatti e degli effetti negativi sulla comunità, inevitabili seguitando a praticare una politica che privilegia l’interesse politico (o il proprio?) alle necessità della comunità che non sono solo patate fagioli pane pesce e via dicendo ma anche e soprattutto la cultura, ripeto CULTURA! perché, “signori delle poltrone”, è potenziando la cultura che si migliora l’economia e la qualità della vita.

Non è un’idea mia, l’ho mutuata dalla storia leggendo i libri e cercando conferme nei fatti.

Non si possono calpestare impunemente le verità.

Ti sembra giusto, cittadino lettore, dopo avere letto quella sfilza di “Chi” e verificando la situazione cul-turale clarense, scoprire che Chiari pullula di Circoli e circoletti (manca solo quello della briscola!) e che il Circolo culturale più maltrattato e umiliato sia paradossalmente il migliore di tutti, il più onesto, il più rispettoso della verità, il più vicino alla sua comunità, quello che cerca di migliorarla avendone in cambio cosa? calunnie pregiudizi improperi e, nel peggiore dei casi, silenzio perché il silenzio è proprio l’arma di quelli che hanno qualcosa da nascondere?

(Rammenti Shakespeare? “... il resto è silenzio”.)

Un giorno parlavo con un municipale di rango (si fa per dire!) lamentando questo stato

di cose… Non hai mai guardato, lettore, negli occhi chi sa a priori che dovrà risponderti picche? È uno sguardo… non riesco mai a trovare un aggettivo esaustivo, che definisca quello sguardo… sembrava che parlasse.

Parlasse? Ma si, che sciocco sono, a volte le risposte ritenute difficili poi si rivelano le più semplici.

“Purtroppo” mi disse con tutta calma, abbassando quello sguardo parlante, “la politica a volte è cinica, costretta a privilegiare chi dispone di un serbatoio di voti più ampio”.

E soggiunse: “Oggi la cultura non fa proseliti. I giovani amano lo sport (sano o corrotto che sia!), la musica assordante delle discoteche, la danza, i motori…”.

Capito l’antifona, lettore?

Sta il fatto che noi, il Circolo Balladore, adesso, dopo la parentesi di un anno e mezzo di indigenza, finalmente dotati di una sede degna, tuttavia, siamo come un gentiluomo vestito da Armani ma senza un quattrino nelle tasche.

Tutto ciò è grottesco, e sarebbe degno di una comica plautina se, invece, esasperando gli animi, non rischiasse di produrre guasti potenzialmente pericolosi.

Il Presidente del Circolo Culturale Clarense G.B. Balladore, dal 2002 a oggi, ha sborsato a fondo perduto somme ingenti per sostenere la sua creatura di cui va fiero, ma, da quando l’allora presidente del consiglio, il comunista D’Alema, trasgredendo ogni norma giuridica, si è impossessato della liquidazione dei medici pensionati (argomento questo che sarà ampiamente trattato nel secondo volume del ciclo “Viaggio nella mente”) non è più in grado neppure di dotare la sede della necessaria cancelleria.

J’ACUSE

Perché accade tutto questo?

E non mi si venga a raccontare baggianate tirando in ballo la politica e il cinismo della politica.

Compito primario della politica, in uno Stato civile, ripeto CIVILE!, è sempre stato quello di salvaguardare la cultura perché è dalla cultura che emana la civiltà, il grado di

civiltà di un popolo.

Altrimenti trionfano gli interessi individuali, l’ignoranza e il degrado... e in più, come io ho scoperto la DEFORMAZIONE1.

Esattamente ciò che sta accadendo di questi tempi.

Per farsene un’idea basta guardare il livello dei programmi televisivi, la faziosità e l’inconsistenza della carta stampata e lo scadi-mento del livello medio di vita.

I pochi che vorrebbero salvaguardare la cultura, perlomeno salvare il salvabile, dovendo prima favorire i bisogni famigliari, non dispongono neppure del denaro per pubblicare i propri libri.

In questa atmosfera di disagio e d’incertezza di fronte a un futuro prevedibilmente problematico, che fanno i “signori delle poltrone” che abbiamo votato e ora decidono per noi?

L’ho già detto ed è un’accusa rovente!1) “La deformazione” di Sandro Arturo Prati non è stato ancora pubblicato per mancanza di mezzi!

POST SCRIPTUM

Perché l’Amministrazione Comunale non ha accolto la nostra proposta relativa alla “Casa della cultura onnicomprensiva?” Perché non ci ha almeno rivelato le ragioni del rifiuto? Perché non ha voluto ascoltare il presidente del Circolo Culturale Clarense G.B. Balladore che più di una volta si era offerto di illustrare, in una riunione della Amministrazione, i benefici che la città avrebbe tratto accettando quella proposta, quanto meno i punti essenziali? Cosa le costava un semplice civile dibattito?

La risposta è facilissima ma anche potenzialmente pericolosa. Chi è in dolo sa cosa intendo dire! Per questo chi scrive è obbligato a tornare sull’argomento in modo più appropriato e meno aggressivo in attesa del momento più propizio per agire come i fatti esigono!

Nel frattempo affermiamo che il cosiddetto Museo di Chiari pressoché vuoto, costato un mucchio di soldi al Comune (indebitato!) e quindi ai cittadini e che serve soltanto a fare mostre per le quali era più che sufficiente la Fondazione Morcelli Repossi, si è voluto sostituirlo alla CASA DELLA CULTURA ONNICOMPRENSIVA che avrebbe reso fama e gloria alla nostra città come ho già spiegato qui e altrove.

Aveva soltanto il difetto che a proporla era il sottoscritto che da quel maledetto 1946 (lui e la sua famiglia) è stato perseguitato da tutte le amministrazioni che da allora si sono succedute perché ostili alle verità scomode e alla giustizia.

Ma…Quo usque, abutere patientia nostra? (E fino a quando abuserai della nostra pazienza?) Cicerone, I° Catilinaria

Dies irae, dies illa… (il giorno dell’ira, quel giorno…) Versetto ecclesiastico

Quid magis est saxo durum? Quid mollius unda? Dura tamen molli saxa cavantur aqua. (Che cosa c’è più dura di un sasso, che più molle dell’acqua? Eppure la molle acqua scava il sasso. Ovidio, Ars. Am.

Un altro prestigioso riconoscimento ha premiato il Circolo Culturale Clarense G.B. Balladore

È pervenuto dall’ISTITUTO DELLA ENCICLOPEDIA ITALIANA al Circolo Culturale Clarense G.B. Balladore un “ATTESTATO DI PRIVILEGIO” (datato 17 marzo 2011) a dimostrazione del nostro ruolo attivo, in collaborazione con l’ISTITUTO stesso, “nella tutela e conservazione della nostra cultura nazionale”.

Il documento è firmato dal Presidente del Gruppo Editoriale Treccani GIULIANO AMATO, già Presidente del Consiglio dei Ministri (1992-93 e 2000-01).

Il Circolo Culturale Clarense G.B. Balladore, nel ringraziare il Presidente Giuliano Amato e l’ISTITUTO dell’ENCICLOPEDIA ITALIANA (TRECCANI) per l’alto onore riservatoci, assicura la continuità programmatica che ci ha privilegiato con questo riconoscimento.

Dott. Sandro Arturo Prati Presidente del Circolo Culturale

Clarense G.B. Balladore

(Chiari 5 luglio 2011)

UN ESEMPIO GROTTESCO DI DEFORMAZIONE PUBBLICA1

Neppure il tempo di compiacerci dell’attestato di stima ricevuto dal nostro Circolo Culturale G.B. Balladore, che ci perviene un altro documento, riportato nella pagina precedente a questa, a testimonianza dei rapporti nazionali e internazionali che noi del Circolo Balladore (in questo caso il nostro illustre socio clarense, nato a Chiari, dott. Vincenzo Prati Ambasciatore in Pakistan della Repubblica Italiana) intratteniamo onorando il nome del nostro Circolo e della nostra città.

In compenso dei circa trenta circoli/associazioni della città, che ricevono aiuto economico dal Comune di Chiari, il nostro Circolo Culturale G.B. Balladore, nonostante culturalmente sia il più importante della città come invano abbiamo proposto di dimostrare dove si vuole e con chi si vuole, secondo le varie Giunte comunali succedutesi dal 2002, anno di fondazione del Circolo Culturale G.B. Balladore, ma soprattutto secondo quest’ultima, si sarebbe meritato (stando anche al “documento comunale” riportato più avanti) l’ultimo gradino della scala dei valori, contraddicendosi, l’ultima Giunta, per quanto scritto in un documento ufficiale dall’Assessore alla Cultura riportato per intero in un numero precedente della VOCE del Circolo Balladore e comunque consultabile a richiesta.

Ci sarebbe da ridere se non si trattasse di un argomento serio, anzi talmente serio che peserà sui gestori della cosa pubblica come loro neppure immaginano.

S. A. P.

N.B. Più avanti renderò pubblico il documento comunale che contiene l’elenco dei “foraggiati” dal Comune.

1) Il termine deformazione è (oltre che una novità storico-letteraria per il significato attribuitogli dall’Autore nel contesto in cui si dispiegherà nella sua devastante realtà) uno dei tre punti cardinali del quinto libro del Ciclo “Viaggio nella mente”, di Sandro Arturo Prati, intitolato ”L’intelligenza e il nulla” non ancora pubblicato per mancanza di mezzi.

CONSIDERAZIONIDi fronte a questi prestigiosi attestati di impegno e di risultati culturali ottenuti dal Circolo

Culturale Clarense G. B. Balladore, così come ad altri consimili in passato, il Comune di Chiari adotta la politica del silenzio, comodo espediente per significare senza troppo esporsi una colpevole indifferenza verso la cultura, ma forse dovrei aggiungere verso il nostro Circolo e al suo Presidente, che a tratti rasenta il disprezzo.

A conferma di questa grave accusa il Circolo Culturale Clarense G.B. Balladore, pubblica un documento come prova, anzi come una delle prove, ma forse più convincente di altre, (in ottemperanza al detto che “quasi sempre la verità sta nei soldi”) della veridicità di quanto più sopra affermato, usi come siamo a sostenere le nostre convinzioni senza peli sulla lingua, lasciando il silenzio agli ignavi.

S. A. P.

Solo l’uomo colto è libero Epitteto, Dissertazioni

La vera cultura vive di simpatie e ammirazioni, non di antipatie e disprezzo William James, Memorie e studi

La cultura è la forza umana che scopre nel mondo le esigenze di un mutamento e ne dà coscienza al mondo Elio Vittorini, Diario in pubblico

CONTENUTO DEL DOCUMENTO COMUNALEBeneficiari per sollievo disabili.... 19.510 Associazione ACUS................... 3.000 Ass. Paracadutisti di Chiari........ 20.000 + 5.000 Vigili del fuoco.................... 30.364 Coro Bandistico Pedersoli........... 13.500 + 32.000 Coro polifonico..................... 9.000 + 9.000 Scuola Musica Chiari................ 10.940 + 7.000 Acc. Musica S: Bernardino........... 10.000 + 500 + 7.000 Amici Fond. Morc. Repossi........... 500 Circ.Cult. Balladore................ 1.000 ACSU................................ 3000 Ass. L’Impronta..................... 8.000 Idea Teatro......................... 500 Anpi................................ 1.500 ANA Chiari.......................... 3.600 + 3.400 + 400 ASS. Fante Chiari................... 1.000 Carabinieri Chiari.................. 2.300 Pallavolo Chiari.................... 3.000 + 880 + 3.400 + 700 AtleticaLibertas.................... 800 + 1.040 + 2.000 + 7.500 BasketChiari........................ 3.500 + 800 + 2.500 + 1.500 SSGO................................ 2.000 Karate.............................. 1.000 + 880 + 1.000 + 1,700 Tennis Club Chiari.................. 800 + 1.000 + 7.000 Chiari calcio a 7................... 3.000 + 850 Club cannisti....................... 500 CAI................................. 780 Sbandieratori Zeveto................ 800 + 1.800 Gruppo Sport alternativi............ 880 + 6.000 + 1500 Calcio Amatori...................... 800 Pesca Sport......................... 500 Ass, Pension. Chiari................ 37.000 + 25.000 + 1.400 + 1.200 Gruppo Quadra Zeveto................ 4.000 + 1.300 Gruppo Quadra Marengo............... 4.000 Gruppo quadra Villatico............. 4.000 Gruppo Quadra Cortezzano............ 4.000 Fond. Morcelli Repossi.............. 26.000 Ist. Comprens. Martiri.............. 9.969 + 4.500 + 19.772 + 12.819 .................................... + 3.679 + 27.730 Ist. Toscanini...................... 6.401 + 3.127 + 13.767 + 3.000 .................................... + 8.908 + 3.551 + 19.270 Ist, S. Bernardino.................. 2.500 + 2.500 + 3.000 Scuola Mazzotti Bergomi............. 232.500 TOTALE.............................. 1.573.978.87

N.B.: Ci scusiamo se, per brevità, i nomi dei Circoli, associazioni ecc. sono incompleti o abbreviati e se dalle cifre corrispondenti abbiamo tolto, tranne che nel totale, i centesimi.

CONFRONTI E DOMANDEIo amo la musica, ma quando vedo che le

varie associazioni musicali clarensi ottengono nel 2010 dal Comune € 99.000 mi faccio delle domande.

Io amo lo sport, l’ho anche praticato, ma quando vedo che lo sport clarense ottiene dal Comune € 12.500 circa, mi faccio delle domande.

Io amo la cultura, oserei dire che è la ragione della mia vita, come peraltro è facile dimostrare, tanto che neppure il mio più acerrimo nemico potrebbe contraddirmi. Tuttavia, quando vedo che istituti/circoli/associazioni culturali, che rispettano (o dovrebbero rispettare nella denominazione) la poliedrica struttura della cultura e che ottengono dal Comune € 64.000 circa e, di questa cifra, il Circolo Culturale Clarense G.B. Balladore ottiene dal Comune € 1.000 (dico mille), anche qui, anzi soprattutto qui! mi pongo delle domande.

Queste ed altre domande mi piacerebbe rivolgerle alla Giunta riunita al completo, ma non sono cosi ingenuo da sperarlo perché anche i componenti la Giunta non sono così ingenui da rischiare un confronto potenzialmente spiacevole…per loro naturalmente. Mi resta un’arma più tagliente delle parole perché resiste al tempo: la scrittura. Per qualcuno non sarà una lettura piacevole…

Termino mettendo una ciliegina sulla torta. Giorni addietro ho trovato, infilata sotto la porta del corridoio che mena al mio studio della Sede, una lettera in cui mi si ingiunge, come precisato nel contratto di cessione della sede, di pagare € 300/400 per luce gas pulizie ecc.

Se non che (forse stanco delle diatribe tra i tre fruitori della sala in questione) il Vice Sindaco Ing. Luca Seneci, nel suo ufficio, davanti a me e al vice presidente di allora, disse che i tre fruitori della sala dovevano accordarsi tra loro.

Ora, nell’anno 2010 di cui si sta parlando, come ho precisato altrove, il Comune ha elargito al Circolo Culturale Clarense G.B. Balladore l’esiguo obolo di € 1000 (mille)

che sono serviti con € 2.000 da me sborsati (poco meno di due mesi della mia pensione) per la pubblicazione del mio libro “1945 Il Marasma”. Ebbene durante tutto l’anno 2010 il nostro Circolo ha occupato la sala, proprio per mancanza di fondi, una sola volta per la presentazione del libro di cui sopra. Chieda il Comune quante decine di volte gli altri due fruitori della sala (AVIS e VESPA CLUB) l’hanno usata nell’intero anno.

Dopo di che noi, per l’uso di un solo giorno, e senza un centesimo nella cassa del nostro Circolo, dovremmo pagare la stessa cifra di chi la sala l’ha strausata?

Tenuto conto che nell’anno in corso 2011 addirittura il Comune non ci ha elargito un solo euro peggiorando la già grave situazione dell’anno precedente, il Circolo Culturale Clarense G.B. Balladore per luce gas ecc non pagherà un solo euro. Anzi, furibondi per questo stato di cose, abbiamo interpellato un legale per sapere se la distribuzione di denaro, da parte del Comune a enti culturali di provata serietà e risultati, è facoltativa da parte del Comune o viceversa un preciso dovere, come io sono convinto. Il responso del legale è leggibile nelle ultime pagina della rivista.

S.A.P.

SILENZIO + ASSENZA + OLTRAGGIO + BEFFA = a…? (Io metterei una parolaccia perciò giudichi il lettore!)

Giorni addietro ho ricevuto un invito dal Comune di Chiari all’inaugurazione della mostra di un pittore che si terrà al “Museo di Chiari” (Ex carceri, si precisa forse per non confonderlo con l’altro Museo di cui già fruiva la città e al quale non auguro futuri bisticci col prevedibile concorrente). Ebbene quell’invito per me equivale a un oltraggio e a una beffa che resteranno scritte a ricordo della malefatta descritta brevemente nel prosieguo dell’articolo.

Quando il Comune non aveva ancora

deciso in cosa trasformare l’ex Comune e adiacenze, io avevo proposto al Sindaco di adattare l’edificio a “Casa della cultura onnicomprensiva” una novità per Chiari, per la provincia e addirittura per l’Italia, essendo quell’edificio culturale una prerogativa tipica del nord Europa. Glielo illustrai dettagliatamente e lui mi parve attento e convinto anche se continuava a definire l’edificio “Museo di Chiari”.

“Guardi che c’è una differenza sostanziale” alla fine mi sgolai. Lui promise comunque che mi avrebbe convocato per discuterne, ma quella restò l’unica volta. Il Comune indisse un concorso e uno dei concorrenti, non bresciano, saputo che avevo scritto un libretto sull’argomento mi pregò di spedirgliene uno, cosa che feci immantinente. Il resto è cosa nota. Animato da intenti mai rivelati o da interessi estranei a ogni concetto culturale sorretto dalla logica, il Sindaco commise nel più assoluto silenzio un errore madornale, forse allettato anche da gretti concetti campanilistici.

La casa della cultura onnicomprensiva, questa sì, avrebbe rappresentato per Chiari non solo motivo di orgoglio, come ho già detto, ma avrebbe offerto alla gioventù moderna, notoriamente allergica alla cultura, un modo nuovo di avvicinarcisi.

E la ragione è che il Museo, pur sempre importante e indispensabile alla cultura è improntato più alla conservazione del passato artistico e, in un certo senso esplica un’attività passiva ancorché lodevole. La Casa della cultura onnicomprensiva è tutt’altra cosa, è cioè un laboratorio culturale teso anche a valorizzare il passato quando lo merita ma è piuttosto teso verso il futuro. Entrambi gli edifici hanno al centro il presente solo che il primo è un presente volto al passato mentre l’altro è volto al futuro.

Quest’ultimo cioè è attivo muovendosi non solo per conservare le tracce artistiche lasciate dai nostri progenitori, ma studiando tutto ciò, oggetti e idee, che escono dal nostro cervello. S’è mai visto in un museo un mestolo da un quarto di litro che, tempo addietro, serviva al carrettiere ambulante per vendere il latte porta a porta, o un telefonino che con quel mestolo potrebbero, da soli,

indicare ai giovani il passaggio da un’era sopita ma non del tutto sparita a un’altra con le sue allarmanti implicazioni?

Chi ha cervello per riflettere dovrebbe meditare sulla diversità tra i due contenitori di cultura sommariamente delineati per ragioni di spazio.

C’è poi un’altra differenza che, coi tempi che corrono, non è da sottovalutare. La Casa della Cultura Onnicomprensiva conteneva (nelle mie intenzioni) una sala per conferenze inerenti la funzione dell’edificio e soprattutto un laboratorio di ricerca e di restauro. In tal modo i giovani da semplici spettatori diventavano operatori attivi e persino protagonisti indotti a cercare nelle loro case oggetti da offrire all’edificio laboratorio, magari un telefonino, come dicevo, di prima generazione smesso e cacciato in soffitta.

Io personalmente, ancor prima di suggerire al Sindaco l’idea della Casa della Cultura Onnicomprensiva avevo raccolto un notevole numero di oggetti, taluni di notevole interesse, materiale che avrei offerto tutto quanto gratis all’edificio che avevo stampato in mente e che ora, in parte per ragioni di spazio, è raccolta nella sede del Circolo Culturale G.B. Balladore, visibile a tutti, dietro richiesta al sottoscritto.

Mi spiace dirlo, ma l’inspiegabile voltafaccia del Sindaco ha recato un danno alla città di cui ritengo in parte responsabili anche i cittadini, perlomeno quelli che avevano un intelletto adeguato a capire cosa stava succedendo e le future conseguenze, ma nulla hanno fatto per dissuadere “quelli delle poltrone”, neppure collaborare con quella dozzina di volonterosi determinati, moderni clunisti, a salvare il salvabile.

Sandro Arturo Prati

P.S. Il Sottoscritto e il Circolo Culturale G.B. Balladore hanno ricevuto una cartolina di auguri natalizi dal Comune. Indovina, lettore, cosa rappresenta la facciata illustrata della cartolina. Niente meno che il cosiddetto Museo di Chiari. Si può essere più perfidi? Pazienza, è scritto che tutti i nodi vengano al pettine…

cuique reo iustitia personam avelles (e a ciascun reo la giustizia strappi la maschera)

GEOPOLITICA E GIORNALISMO

Il nostro socio (nonché mio fratello) dott. Vincenzo Prati, Ambasciatore dell’Italia in Pakistan, ha pubblicato il suo terzo libro intitolato “Cominciando da Pechino”.

Pechino è stato il suo primo incarico diplomatico il ché spiega il titolo del libro.

Me lo ha comunicato da Roma dove si è recato per lavoro, ma non solo. Infatti ha impiegato diversi giorni per arredare la sua magnifica villa all’Olgiata essendogli giunti i mobili e l’arredamento acquistato nei vari luoghi in cui si recava con l’incarico di Ambasciatore.

Così non ha potuto venire a Chiari.

Mi ha promesso che tornerà tra qualche mese e allora speriamo di poter presentare il libro nella nostra sede.

Questa nuova dimostrazione di alta cultura è un orgoglio, oltre che per l’Autore, per me, per la famiglia Prati, per il Circolo Culturale Clarense G. B. Balladore e, alla faccia di quello zoccolo di imbecilli che dal 1946 ha perseguitato e ancora oggi continua a perseguitare la mia famiglia, per la parte sana di questa città.

S.A.P.

RICORDI INDELEBILINella prefazione del volumetto “Flora

spontanea bresciana e di altri luoghi, pubblicato nel novembre del 2008, e presentato al pubblico clarense con il patrocinio del Circolo Culturale Clarense G.B. Balladore, avevo ricordato brevemente il percorso che, nell’arco degli anni aveva portato alla creazione di un archivio fotografico di grandi dimensioni, comprendente una parte consistente della flora italiana.

Da parecchio tempo il Presidente del Circolo dott. Sandro Prati, amico fraterno di mio marito Alberto fin dai tempi della loro adolescenza, mi incoraggiava affettuosamente a intraprendere la scelta, la selezione e l’assemblaggio delle fotografie da inserire nella pubblicazione: lo ringrazio

proprio per questa sua determinazione, che mi ha portato a concretizzare finalmente questo progetto che mi ha procurato tante soddisfazioni.

Infatti, dopo la prima presentazione del volume, ho ricevuto altre richieste, sia a Chiari da parte della direzione del Club Alpino Italiano, sia a Brescia da parte dell’Ateneo, ed entrambe le presentazioni sono state onorate da una grande affluenza di pubblico al di là delle più rosee aspettative.

Durante la presentazione del volume, gli organizzatori mi hanno sempre sollecitata a dire brevi frasi di introduzione ed io, poco abituata a parlare in pubblico, sono partita dalla falsariga della prefazione, da me scritta di getto e con estrema semplicità, per dare spazio ai ricordi di una vita intera.

Tutta la nostra vita insieme è stata caratterizzata dalla condivisione totale del nostro tempo, ad iniziare dal lavoro in comune, per finire fino all’ultimo minuto del nostro tempo libero.

E proprio sull’onda di questi ricordi, solamente da pochi giorni mi è tornato alla mente un particolare che non avevo certamente dimenticato (e come avrei potuto farlo?) ma che solo recentemente ho collegato ad avvenimenti successivi.

Era il febbraio 1952 ed io ero arrivata a Modena dalla Liguria proveniente dall’Università di Genova presso la quale, tuttavia, non avevo neppure iniziato a frequentare le lezioni, sapendo che a breve mi sarei trasferita con la mia famiglia in provincia di Mantova, dove mio padre aveva vinto a concorso una piccola farmacia in un paese agricolo della “bassa”.

Ero quindi arrivata, ad anno accademico abbondantemente iniziato, senza conoscere assolutamente nessuno: la prima lezione era il laboratorio di Botanica, durante la quale ci si doveva esercitare a riconoscere le varie specie floristiche tramite l’uso del microscopio.

Arrivata con notevole anticipo mi ero messa in disparte ad aspettare l’apertura dell’aula, quando venni avvicinata da un ragazzo, dall’aspetto molto giovane e timido, che mi chiese (inventando un neologismo che, per quanto ne possa sapere, non è mai

entrato a far parte della lingua italiana…) “Microscopiamo assieme?” Lo ringraziai, ed accettai con riconoscenza, perché in questo modo mi aveva fatto sentire ben accolta in un ambiente nuovo e a me totalmente estraneo.

Non potevo certo immaginare che accettando la sua offerta avrei dato inizio a una vita intera di condivisione, vita nella quale tanta parte avrebbero avuto in seguito, fiori, piante, microscopi, classificazione botanica generale…

Tuttavia, per arrivare a questa fase, dobbiamo fare un salto di parecchi anni, anni durante i quali, dopo il matrimonio, abbiamo dedicato tutto il nostro tempo in primo luogo ai nostri due figli, ed anche al consolidamento della nostra professione, occupandoci del lavoro in farmacia, dei vari traslochi sia dell’abitazione che dei locali in cui svolgere la nostra attività, di tutto quello che concerne la vita di una famiglia agli inizi.

Tuttavia, anche in questo primo periodo, durante i fine settimana e soprattutto nelle vacanze, dalle nostre scelte emergevano già quelle che sarebbero state le nostre future passioni: andavamo alla ricerca di luoghi in cui la natura era ancora incontaminata e poco frequentati dal turismo di massa.

Ci eravamo interessati prevalentemente verso le vacanze in campeggio, e questo, soprattutto nei primi anni, ci ha dato la possibilità di vivere la natura secondo i nostri gusti, e incontrare persone con le quali avevamo in comune preferenze e stili di vita.

E’ stato però nella prima metà degli anni settanta che, durante una serie di conferenze tenute all’Università di Siena ed aventi per argomento le proprietà medicamentose di alcune piante, ho fatto la conoscenza di una persona che non esito a definire straordinaria, alla quale mi sono immediatamente legata di un’amicizia che è durata fino alla sua recente scomparsa.

(Continua al prossimo numero della “VOCE”)

Dott/ssa Luisa Lucente Molinari

IL FONDO DELLA DEFORMAZIONE ?

Nel quinto volume del ciclo “Viaggio nella mente” mi sono proposto di definire uno degli aspetti, tra i più negativi, delle società moderne con un termine, appunto la deformazione (da non confondere col termine degrado, nonostante una certa parentela concettuale). Ho già descritto, anche in questo numero della “VOCE” qualche esempio di deformazione culturale, ma l’episodio esecrando riportato in questi giorni da giornali e televisione mi obbliga a tornare sull’argomento.

Un individuo di 35 anni dal volto patibolare ha preso a martellate con furia bestiale una statua, parte di una delle più celebri fontane di Roma. Come il crimine sia stato ripreso per intero da un apparecchio televisivo e, in caso affermativo, se fisso o mobile non è dato sapere. La scena suscita incredulità e una rabbiosa voglia di punizione. Il criminale avrebbe poi giustificato il suo gesto con “l’intento di farsi notare”.

Successivamente ho ascoltato alla TV brevi ma illuminanti parole del prof. Sgarbi a tutti noto. “E’ incredibile” ha detto con gli occhi stralunati dall’amarezza certo riferendosi a questo e ad altri (troppi!) episodi similari, “la bellezza reca gioia e letizia, migliora la nostra vita e non ha mai fatto male a nessuno… non capisco!” Ha poi fatto un cenno alla scuola che non educa e al degrado della cultura in Italia. Il suo tono deluso e la tristezza che emanava da tutta la persona insolitamente dimessa mi hanno fatto pena.

Per quanto riguarda quell’idiota martellatore credo di indovinare l’indegno prosieguo: qualche settimana in un reparto psichiatrico e poi… il suo rilascio in libertà. E’ questa, rifletta il lettore, la deformazione maggiore perché proviene da chi dovrebbe tutelare la legge. E’ anche per causa di giudici indegni del loro titolo accademico (salvando poche, troppo poche eccezioni!) che in Italia l’Istituto della pena fa acqua da tutte le parti.

Sandro Arturo Prati

Iudex damnatus ubi nocens absolvitur (L’assoluzione del colpevole condanna il giudice). Publio Siro, Sentenze

Rara cartolina di Chiari, emessa per l’inaugurazione della nuova sede del Circolo Culturale Clarense G.B. Balladore

Rara cartolina di Chiari emessa in occasione della conferenza “Droghe e tossicodipendenze”, relatore dott. Fabio Roda e dott/Silvia Antonelli

POESIE

RISACCA

Dal mare siamo nati ed effimera onda è la vita nel lungo, ossia breve, scivolare sull’acqua e spesso accidentato per poi infrangersi e morire sulla riva che l’attende con le altre successive.

Incantato da un lento ritmo di risacca mi siedo all’asciutto e lasciando libera la mente d’immaginare i percorsi a ritroso delle onde rivedo gli anni miei e quelli dei miei morti.

IN ATTESA DEL NULLA

Come i raggi del sole scoccati sulla terra la illuminano e poi dilatandosi la sbiancano cedendo infine alla sera, così la gaia giovinezza prorompe per poi dileguarsi e smarrirsi nella canuta penitenza in attesa del nulla.

(2004)

N.B. Poesie di Sandro Arturo Prati tratte da un suo libro di poesie non ancora pubblicato

Sul fiach e smórt

Desedàt d’ön bröt ensòme ghó dervìt la finestra e sübit i mè s’è sguinsàcc i sgrìsoi per töta la schéna, encantàt a fisà öcc de rozàda söi fiur pasìcc del zardì, dóe töt parìa avisàm che la stagiù dei culur l’ja pasàda, e chèla ré a vegner l’arès portàt ‘n aria grisa cóme grise j’éra le mé previsiù, per mia dì piö tat amò. Entàt, deanti a ‘sté finestra dierta söl mónd se léa ‘n sulèt fiach e smórt, mia asé a smolsinà pensér de mórt.

(15/agosto/2009)

SOLE FIACCO E SMORTO

Svegliato da un brutto sogno ho spalancato/ la finestra e subito mi si/ sono diramati i brividi per tutta la schiena/ incantato a fissare occhi di rugiada/ sui fiori appassiti del giardino, dove tutto sembrava/ avvisarmi che la stagione dei colori/ era passata, e quella in arrivo avrebbe/ portato un’aria grigia come grigie erano/ le mie previsioni, per non dire di peggio./ Intanto, davanti a questa finestra aper-ta/sul mondo si alza un piccolo sole fiacco e smorto,/ poco adatto a lenire pensieri di morte.

N.B. Questa poesia in vernacolo clarense proviene da un mio libro di poesie in vernacolo clarense non ancora pubblicato (come altri sette miei libri, poesia e narrativa) che giacciono nei cassetti del mio studio per mancanza di mezzi del Circolo Culturale Balladore che, nonostante sia il più prestigioso della città (e non solo!) è totalmente ignorato dal Comune di Chiari attratto da ben altri interessi… (Vedi l’ultimo articolo di questa rivista!)

DOVERI E INADEMPIENZE(La risposta del Legale da me interpellato)

Egr. Dott. Sandro Prati,

facendo seguito alla Sua gentile richiesta, di seguito Le rilascio alcune mie considerazioni legali in merito alla questione sottoposta al mio esame e relativa al diritto dell’associazione Circolo Culturale Balladore di poter godere di sovvenzioni pubbliche per la copiosa attività di promozione culturale svolta nel territorio attraverso anche la pubblicazione di numerosi testi volti a valorizzare il patrimonio artistico, culturale e sociale del Comune di Chiari.

Mi limiterò, al riguardo, a citare in questa fase alcuni articoli dello Statuto del Comune di Chiari.

Art. 1 : “Il Comune”

Comma n. 2: Il Comune di Chiari è ente autonomo che persegue, tutela e rappresenta gli interessi della comunità locale, nell’ambito dei principi generali fissati dalle leggi della Repubblica.

Art. 2 : “Autonomia e competenze”

Comma n. 2: Il Comune di Chiari, quale autorità territorialmente più vicina alla comunità locale, riconosce come proprie tutte le responsabilità pubbliche, anche al fine di favorire l’assolvimento di funzioni e di compiti di rilevanza sociale da parte delle famiglie, associazioni e comunità.

Art. 8 : “Obiettivi preminenti”

1. Il Comune, valendosi delle proprie competenze, in concorso con lo Stato, la Regione e la Provincia:

promuove le condizioni per rendere effettivo il godimento di tutti i diritti previsti dalla Costituzione;

concorre ad assicurare i servizi civili fondamentali, con particolare riguardo alla salute, all’abitazione, al lavoro, all’istruzione, alla promozione culturale, alla sicurezza sociale, ai trasporti pubblici, alle attività sportive ed all’impiego del tempo libero;

tutela i valori del paesaggio e del patrimonio naturale, storico, artistico e culturale.

Art. 12 : “Tutela del patrimonio naturale, storico ed artistico”

Comma n. 1 : Il Comune promuove la piena valorizzazione del paesaggio e del patrimonio storico ed artistico, quali beni essenziali della Città, e concorre a tutelarli.

Art. 16 : “Partecipazione”

Comma n. 2 : Valorizza le libere forme associative e promuove organismi di partecipazione democratica all’attività del Comune.

Art. 70 : “Partecipazione dei cittadini”

Comma n. 2 : Il Comune, per assicurare il buon andamento, l’imparzialità e la trasparenza, valorizza le libere forme associative incentivandone l’accesso alla struttura ed ai servizi dell’ente.

Comma n. 3 : Il Comune, a tal fine, favorisce la formazione di organizzazioni di volontariato, di associazioni senza scopo di lucro, finalità umanitarie, scientifiche, culturali, religiose, sindacali, di promozione sociale, civile e sportiva, di salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio culturale ed artistico.

Comma n. 7 : La valorizzazione delle libere forme associative può avvenire mediante concessione di contributi.

Ebbene, da tutto quanto sopra riportato, si evince che il Comune di Chiari, con l’approvazione delle norme primarie previste dallo Statuto, si è assunto il precipuo compito di promuovere ed assistere le associazioni ed enti aventi finalità di natura artistica e culturale.

E’ il Comune di Chiari medesimo, all’art. 70 sopra citato, ad assumersi in prima persona un onere, nei confronti delle associazioni che svolgono attività di promozione culturale nel territorio, attraverso il riconoscimento e l’erogazione di appositi contributi pubblici.

Ci si domanda infatti : “In quale altra modalità potrebbe mai avvenire una valorizzazione delle forme associative, se non attraverso un aiuto economico che contribuisca ad affrontare le varie spese che un ente culturale deve annualmente sostenere per l’attività promozionale culturale che persegue ? ”.

Si sottolinea come il Circolo Culturale Balladore da Lei presieduto, abbia svolto negli anni una attività costante ed incessante di promozione culturale attraverso convegni, incontri, dibattiti e soprattutto numerose pubblicazioni.

Tutta questa mole di lavoro è stata svolta negli anni con l’unico fine di incrementare ed accrescere l’interesse della popo-lazione del luogo nei confronti della storia culturale ed artistica del proprio territorio.

E’ circostanza nota che soprattutto le pubblicazioni abbiano avuto, come hanno tutt’ora, dei costi e delle spese che andrebbero, quanto meno per una quota parte, rimborsate dal Comune di Chiari attraverso la concessione di una minima contribuzione annua in favore del Circolo Culturale Balladore attingendo ai fondi previsti dall’art. 70 per la valorizzazione delle libere forme associative di gruppi che svolgano attività di promozione culturale.

Augurandomi di essere risultato sufficientemente esaustivo (e spero non eccessivamente prolisso) nel chiarimento richiesto, Le porgo i miei migliori saluti.

Milano, lì 17.10.2011 Avv. Andrea Bianchi

Ringrazio l’Avv. Andrea Bianchi per la convincente risposta al mio quesito, riscontrando con piacere l’identità delle nostre vedute in proposito.

Speriamo, benché ne dubiti, che “quelli delle poltrone” si sturino le orecchie.

Mi premeva soprattutto che i concetti esposti in questo numero della “VOCE del Circolo Culturale Clarense G. B. Balladore giungessero alla cittadinanza avvallati dall’autorità della LEGGE.

Dott. Sandro Arturo Prati Presidente del Circolo Culturale Clarense

G. B. BALLADORE

Il CASTELLO DELLE COMETE(Panzano - MO) - Fronte nord e fronte sud

PROPOSTA PER UNA PIACEVOLE GITA CULTURALEAvremmo in animo, io e i miei Collaboratori, di organizzare una gita nel paese del “Castello

delle comete”1.

Questo il programma. Partenza da Chiari in autobus, visita, una volta giunti, al castello che contiene una collezione di automobili d’epoca di fama internazionale, sede della Specola Cassini dove il famoso astrofisico Cassini e il padrone di casa Cornelio Malvasia studiavano, dalla specola, le comete, appunto.

A mezzogiorno un buon pranzetto, cucina emiliana, in una trattoria sita nello stesso paese.

Nel pomeriggio breve tragitto in autobus fino a Modena per visitare la famosa cattedrale romanica con le sculture di Viligelmo per vedere le quali vengono da tutto il mondo. Insomma ce n’è per tutti: storia, sport, astro-fisica e… cucina emiliana.

La visita al castello è gratuita perché il vostro Presidente è amico dell’attuale proprietario del grande castello, signor M. Righini.

Pure gratuita la visita alla cattedrale perché a fare da modesto Cicerone ci sarà il vostro Presidente.

Si pagherà solo il viaggio e il pranzo in trattoria, spese comunque contenute che saranno comunicate per tempo ai partecipanti.

Naturalmente potranno fruire dell’occasione anche chi non è socio del Circolo Balladore, alle stesse condizioni dei soci.

Non appena avremo pattuito il prezzo globale con l’agenzia degli autobus e quella del pranzo in trattoria, comunicheremo quello pro capite per i partecipanti.

Per essere certi di trovare posto si è convenuto che ognuno si prenoti pagando subito la propria quota.

Arrivederci a presto.1) Panzano di Castelfranco Emilia (MO)

Dott. Sandro Arturo Prati Presidente del

Circolo Culturale Clarense G.B. Balladore

PUBBLICAZIONI DEL CIRCOLO

1) “Cominciando da Pechino” di Vincenzo Prati (al suo prossimo rientro in Italia, la presentazione)

2) Il N° 10 della “VOCE del CIRCOLO BALLADORE”

3) “Gate 8” (Cancello d’imbarco 8) di Anna Prati - Edit. Trevisini .

La povertà di pubblicazioni del Circolo Culturale G.B. Balladore, nell’ultimo anno e mezzo, è dovuta alla totale assenza di aiuto economico al Circolo stesso da parte del Comune di Chiari attratto da ben altri interessi…

Otto sono i libri scritti dal sottoscritto, ma non pubblicati, che giacciono nei cassetti del mio studio (narrativa 6, poesia in italiano 1, poesia in vernacolo clarense 1).

L’ultimo numero, il N° 9, della “Voce del Circolo Balladore” porta la data del settembre 2008 (dicasi duemilaotto!).

Confronta, lettore, questi dati col documento municipale, riportato più sopra, quello che elenca le elargizioni economiche del Comune alla Cultura (sì, quella con la C maiuscola).

Ti servirà a farti un’idea delle metodiche e delle valutazioni adottate da “quelli delle poltrone” di casa nostra, e, dove più dove meno, anche del resto del Paese!

LIBRI RICEVUTI1) Tre parole di troppo - romanzo di Andrea Bianchi

2) Pagina Zero - rivista del “Terzo millennio” (Pontoglio)

3) Ultimo numero (purtroppo) della rivista A.S.L.A.I. col quale l’Associazione ASLAI cessa la sua lodevole attività.

4) Favole - di La Fontaine – Giunti Editore I Vangeli e le òpere de j apòstoi en dialèt bressà di Don Antonio Bonometti Pinocchio (in dialetto bresciano) Giacomo Ceruti (detto il Pitocchetto) Penelàde ‘n bresà - di G. Scaramella I Nedai - di Claudio Ascolti

(Le 6 opere sono state donate dalla poetessa Anna Maria Crapiz, di Brescia, cui va la nostra riconoscenza)

5) De Fletu ecclesiae di Giovanni Da Legnano (donazione delle “Grafiche Masneri” di Palazzolo S/O).

6) “Quello che bisogna sapere per parlare d’arte” – Saggio di Ambrogio Dell’Era – Ediz. SEB2mila

IL GRIDO DI UN VECCHIO STUDIOSOChiunque detentore del potere conferito loro dai cittadini tradisca la Cultura (non la

culturetta che procura voti alle elezioni, signor Vice Sindaco!) o addirittura le anteponga interessi propri o comunque estranei, se non proprio dannosi ad essa, costui o costoro, ma particolarmente, ripeto, chi ricopra una carica pubblica, va bollato come faccendiere senza dignità e non merita il rispetto dei cittadini che si lasciano abbindolare da parole ed... elargizioni in attesa, ingenuamente depredati dei loro sacrosanti diritti, di inesistenti vantaggi. Quei faccendieri prima o poi pagheranno il fio dei loro intrallazzi.

La Cultura, quella vera, quella che nobilita l’uomo, nonostante i suoi detrattori, signor Vice Sindaco, è di gran lunga più forte dei propositi volti a interessi personali o politici che siano, e trova sempre un “Clunista” disposto a battersi e a sacrificarsi per assicurarne la continuità. Altro che “Oggi la cultura non attira e cede al desiderio del denaro facile e al piacere, lecito o no poco importa!”, signor Vice Sindaco!

So, usando questo tono, di tirarmi la zappa sui piedi, ma mio Padre, il cui ricordo mi ha sempre inorgoglito, pretendeva dai suoi figli di non dimenticare mai il proprio dovere.

Sandro Prati

Direttore della “Voce del Circolo Culturale G.B. Balladore”

Monimentis, quae consacravit sapientia, vetusta nocere non potest, nulla abolebit aetas nulla demi-nuet. (Alla Cultura non si può nuocere; il tempo non la cancella, nessuna cosa la può sminuire.) (SENECA, De brev. vit. 15,4)

Che bell’onor s’acquista in far vendetta. (DANTE, canzone: Così nel mio parlar voglio esser aspro.)

Di entrambe le cartoline, edite dal Circolo Culturale G.B. Balladore, la prima si riferisce alla presentazione del libro di Sandro Prati “Voci e volti dall’ambulatorio” mentre la seconda alla presentazione dell’opera del Dott. Alberto Molinari dal titolo “Flora spontanea bresciana e d’altri luoghi”