8
la tófa Non sapere cosa è avvenuto prima di noi è come rimaner sempre bambini Quindicinale per la conoscenza del patrimonio culturale torrese in collaborazione con www.latofa.com Anno 3 - N. 64 Quindicinale 24 dicembre 2008 Esce il mercoledì ( 0,50 il ballatoio di TOMMASO GAGLIONE L’anno volge al termine. Sono queste le ultime note di “ballatoio” redatte nel 2008 a commento di un anno non certo semplice. Il nostro giornale ha, però, registrato un notevole miglioramento sia nel gradimento dei lettori, sia nei riconoscimenti che vengono da più parti. E’ doveroso, quindi, un grazie a tutte le componenti del giornale, dalla di- rezione editoriale ai redattori, dal progetto grafico alla stampa, che tutti insieme hanno fatto sì che con puntualità e precisione, ma soprattutto con presenza attiva sui servizi offerti, “la tòfa” potes- se essere nelle case dei Torresi. Un grazie che pre- mia degli sforzi e dei sacrifici sostenuti per pro- durre un giornale che dica in modo diverso la sua sulla vita cittadina e sulla storia di questa bella città. Il giornale ha proposto conferenze ed incon- tri, ha arricchito i servizi offerti, ha potenziato il sito web con interventi anche video ed ha contri- buito alla pubblicazione di un libro ad opera del collega ed amico Ciro Adrian Ciavolino. Un bilancio,dunque, estremamente positivo, nono- stante le difficoltà editoriali dovute al fatto che non si naviga certo nell’oro ed i costi di gestione sono sempre in aumento. Ma va detto che si fa di tutto per non deludere le attese dei nostri lettori. Grazie ancora di cuore a tutti. Cosa augurarci per il nuovo anno? Quello che va via non è stato molto semplice e lineare. I pro- blemi nazionali si sono riverberati sul panorama politico e sociale cittadino, avendo vita facile su un tessuto locale già debole, provato ed alla ricer- ca costante di un recupero della vivibilità della nostra Torre del Greco. Sono stati fatti numerosi sforzi e tentativi, la buo- na volontà non è mancata, ma tanto si deve anco- ra fare per dare concretezza a slogans e proclami di risoluzione a breve e medio termine dei proble- mi atavici della nostra città. In scorcio d’anno abbiamo vissuto e sofferto lo scandalo del declassamento del nostro ospedale che si ripercuote sui problemi di salute dell’intera cittadinanza. Abbiamo assistito ad inizio d’anno ad una presenza costante dell’Amministrazione su taluni problemi legati alla sicurezza ed alla vivibilità, ma poi questa presenza e questa costanza hanno battuto il passo. A proposito dei mercatini giustamente dislocati nelle aree adiacenti via Circumvallazione, è stata adottata una decisione a dir poco disarmante vale a dire quella di allocare nuovamente in “piazzetta” e solo per il periodo natalizio, gli ambulanti e quanti erano stati ospi- tati nelle aree nuove di via Circumvallazione. Come a dire: scusate, ma questo provvedimen- to va bene a mesi alterni. Come reagirà la gente, i commercianti e quant’altri a tutto ciò? Quale cre- dibilità può avere l’Amministrazione in questo caso. Sarà necessario nel 2009, anno che si preannuncia già nero e fosco per i temi legati all’andamento dell’economia mondiale, dare un impulso diverso alla strategia della civica ammi- nistrazione, impulso che dovrà riguardare tutti i settore per dare risposte alle attese dei Torresi. Buon Natale e Buon anno a tutti. Buon Natale e Buon Anno Ci auguriamo che la nostra città sia capillarmente ben governata nell’ordinaria amministrazione. Ci auguriamo che la nostra città finisca di piangersi addosso e che rabbiosa- mente s’intervenga per rifondare l’Ospedale pubblico, da secoli sempre pre- sente nel nostro territorio, che si chiamasse Santa Maria dell’Ospedale nel ‘600, o Succursale dell’Ospedale degli Incurabili nell’800. Ci auguriamo che la nostra città sia resa sicura con efficaci vie di fuga in caso d’ipotetiche eruzioni del nostro Vesuvio, per riprendere possesso del nostro territorio pochi giorni dopo l’evento, senza lutti e senza danni letali. Ci auguriamo che si creino progetti soprattutto d’eccellenza, che riescano a contagiare gli imprenditori privati ed esaltare le doti degli amministratori e dei dirigenti comunali. Ci auguriamo che le nostre autorità, attraverso concorsi internazionali d’idee, scelgano i migliori architetti che da anni operano con lodevoli interventi in Italia e Europa, per decidere soluzioni urbanistiche d’alta qualità, che creino fermento e opportunità di lavoro. Ci auguriamo che la nostra città possa godere dell’attenzione delle più grandi firme dell’architettura urbanistica mediterranea per risistemare questa nostra città di mare senza mare ”, entusiasmandoci nel lavorare tutti insieme per rive- derla bella e umana, quindi creatrice d’iniziative e di buon vivere civile.

la tófa - Torreomnia tofa 064.pdf · Lo sfrenato abusivismo edilizio che soffoca la parte storica di Torre e l’abbandono del territo-rio da parte dei nostri artigiani è stata

  • Upload
    others

  • View
    3

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: la tófa - Torreomnia tofa 064.pdf · Lo sfrenato abusivismo edilizio che soffoca la parte storica di Torre e l’abbandono del territo-rio da parte dei nostri artigiani è stata

la tófaNon sapere cosa è avvenuto prima di noi è come rimaner sempre bambini

Quindicinale per la conoscenza del patrimonio culturale torrese in collaborazione con www.latofa.com

Anno 3 - N. 64 Quindicinale

24 dicembre 2008 Esce il mercoledì( 0,50

il ballatoiodi TOMMASO GAGLIONE

L’anno volge al termine. Sono queste le ultimenote di “ballatoio” redatte nel 2008 a commentodi un anno non certo semplice. Il nostro giornaleha, però, registrato un notevole miglioramento sianel gradimento dei lettori, sia nei riconoscimentiche vengono da più parti. E’ doveroso, quindi, ungrazie a tutte le componenti del giornale, dalla di-rezione editoriale ai redattori, dal progetto graficoalla stampa, che tutti insieme hanno fatto sì checon puntualità e precisione, ma soprattutto conpresenza attiva sui servizi offerti, “la tòfa” potes-se essere nelle case dei Torresi. Un grazie che pre-mia degli sforzi e dei sacrifici sostenuti per pro-durre un giornale che dica in modo diverso la suasulla vita cittadina e sulla storia di questa bellacittà. Il giornale ha proposto conferenze ed incon-tri, ha arricchito i servizi offerti, ha potenziato ilsito web con interventi anche video ed ha contri-buito alla pubblicazione di un libro ad opera delcollega ed amico Ciro Adrian Ciavolino. Unbilancio,dunque, estremamente positivo, nono-stante le difficoltà editoriali dovute al fatto chenon si naviga certo nell’oro ed i costi di gestionesono sempre in aumento. Ma va detto che si fa ditutto per non deludere le attese dei nostri lettori.Grazie ancora di cuore a tutti.

Cosa augurarci per il nuovo anno? Quello cheva via non è stato molto semplice e lineare. I pro-blemi nazionali si sono riverberati sul panoramapolitico e sociale cittadino, avendo vita facile suun tessuto locale già debole, provato ed alla ricer-ca costante di un recupero della vivibilità dellanostra Torre del Greco.

Sono stati fatti numerosi sforzi e tentativi, la buo-na volontà non è mancata, ma tanto si deve anco-ra fare per dare concretezza a slogans e proclamidi risoluzione a breve e medio termine dei proble-mi atavici della nostra città.

In scorcio d’anno abbiamo vissuto e sofferto loscandalo del declassamento del nostro ospedaleche si ripercuote sui problemi di salute dell’interacittadinanza. Abbiamo assistito ad inizio d’annoad una presenza costante dell’Amministrazionesu taluni problemi legati alla sicurezza ed allavivibilità, ma poi questa presenza e questa costanzahanno battuto il passo. A proposito dei mercatinigiustamente dislocati nelle aree adiacenti viaCircumvallazione, è stata adottata una decisionea dir poco disarmante vale a dire quella di allocarenuovamente in “piazzetta” e solo per il periodonatalizio, gli ambulanti e quanti erano stati ospi-tati nelle aree nuove di via Circumvallazione.Come a dire: scusate, ma questo provvedimen-to va bene a mesi alterni. Come reagirà la gente,i commercianti e quant’altri a tutto ciò? Quale cre-dibilità può avere l’Amministrazione in questocaso. Sarà necessario nel 2009, anno che sipreannuncia già nero e fosco per i temi legatiall’andamento dell’economia mondiale, dare unimpulso diverso alla strategia della civica ammi-nistrazione, impulso che dovrà riguardare tutti isettore per dare risposte alle attese dei Torresi.

Buon Natale e Buon anno a tutti.

Buon Natalee Buon Anno

Ci auguriamo che la nostra città sia capillarmente ben governata

nell’ordinaria amministrazione.

Ci auguriamo che la nostra città finisca di piangersi addosso e che rabbiosa-

mente s’intervenga per rifondare l’Ospedale pubblico, da secoli sempre pre-

sente nel nostro territorio, che si chiamasse Santa Maria dell’Ospedale nel

‘600, o Succursale dell’Ospedale degli Incurabili nell’800.

Ci auguriamo che la nostra città sia resa sicura con efficaci vie di fuga in caso

d’ipotetiche eruzioni del nostro Vesuvio, per riprendere possesso del nostro

territorio pochi giorni dopo l’evento, senza lutti e senza danni letali.

Ci auguriamo che si creino progetti soprattutto d’eccellenza, che riescano a

contagiare gli imprenditori privati ed esaltare le doti degli amministratori e

dei dirigenti comunali.

Ci auguriamo che le nostre autorità, attraverso concorsi internazionali d’idee,

scelgano i migliori architetti che da anni operano con lodevoli interventi in

Italia e Europa, per decidere soluzioni urbanistiche d’alta qualità, che creino

fermento e opportunità di lavoro.

Ci auguriamo che la nostra città possa godere dell’attenzione delle più grandi

firme dell’architettura urbanistica mediterranea per risistemare questa nostra

“città di mare senza mare”, entusiasmandoci nel lavorare tutti insieme per rive-

derla bella e umana, quindi creatrice d’iniziative e di buon vivere civile.

Page 2: la tófa - Torreomnia tofa 064.pdf · Lo sfrenato abusivismo edilizio che soffoca la parte storica di Torre e l’abbandono del territo-rio da parte dei nostri artigiani è stata

la tófa n u m e ro 6 4 / 2 0 0 82

La quota per i soci

fondatori e ordinari anche

per l’anno 2009 rimane di

30,00 euro.

I soci sostenitori stabili-

ranno autonomamente la

quota annuale.

Il versamento va esegui-

to a mezzo vaglia postale

intestato a: Associazione

Culturale La Tófa, Via

Cimaglia 23/e 80059 Tor-

re del Greco (Na).

Tutti i soci riceveranno il

quindicinale “la tófa” a do-

micilio.

Il Presidente

Antonio Abbagnano

la tófa

p r o g e t t o g r a f i c o V i n c e n z o G o d o n o

EditriceAssociazione Culturale “La Tófa”

Direzione EditorialeANTONIO ABBAGNANO

Direttore ResponsabileTOMMASO GAGLIONE

Redazione webVINCENZO ABBAGNANO

e-mail: [email protected]

[email protected]

Telefono 0818825857 3336761294

Stampa CCIAA n. 0563366 NAReg. Tribunale T/Annunziata N° 6 del 8/8/2006

Nei pressi della villa comu-nale lato grattacielo, unsignore barcolla e sta per

cadere. Alcune signore lo sorreg-gono, dal negozio adiacente unaragazza porta una sedia. Si cercadi aiutarlo chiedendogli un nume-ro telefonico per avvertire qualcheparente: “Non c’è nessuno in casaa quest’ora” risponde appena.

Ha gli occhi sbarrati per la pau-ra, afferma che gli gira la testa eallora si decide di chiamare il 118.

“Vi avvertiamo che la telefonataè registrata” risponde la segreteriatelefonica del 118, cui immediata-mente segue una voce umana:“Pronto”.

“Chiamo da Torre del Greco…”“Attenda.” replica immediata-

mente l’addetto al 118 “Le passosubito Torre del Greco”.

Dopo un nuovo avviso della se-greteria telefonica che avverte chela telefonata è registrata, rispondecon solerzia un signore: “Pronto118 Torre del Greco”

“Salve, c’è un signore che stamale nei pressi della Villa Comu-nale. Potete mandare un soccorso,un’autoambulanza?”

“Mi dispiace, ma non abbiamoautoambulanze disponibili. Viconsiglio di fermare un’auto dipassaggio e di portarlo al ProntoSoccorso”. Clic.

Giovedì, 18 dicembre ore 12.24.La telefonata è registrata.

Antonio Abbagnano

Stiamo perdendo lentamen-te, ma inesorabilmente unaspetto romantico del no-stro paesaggio, presto pur-troppo potremmo non ve-

der più svettare verso il cielo le foltechiome delle maestose palme che col-pite dal Punteruolo Rosso (Rhin-chophorus Ferrugineus) stanno lancian-do da tempo l’S.O.S.

Abbiamo interpellato il SettoreFitosanitario della Regione Campaniae c’è stato riferito che:- in applicazione del D.L.vo 214 del

19 agosto 2005 e del Decreto diri-genziale regionale n. 33 del31.01.2006, ogni proprietario di pal-me (quindi anche il Comune) entro

Sei giorni per va-lorizzare le cultu-re innovative e le

produzioni tradizionali a cui si legano i diversi compartiartigiani, nell’ottica di un proficuo incontro e scambio fraproduttori e consumatori. Questo ed altro ancora è Mercarte,la prima mostra mercato dell’artigianato di qualità che si ètenuta a Torre del Greco dal 18 al 23 dicembre 2008.

Fortemente voluto dall’Assessorato alle attività Econo-miche Produttive del comune di Torre del Greco, guidatoda Mimmo Esposito, l’evento ha ospitato più di 100espositori da varie regioni d’Italia in uno spazio espositivodi 2.000 metri quadrati.

Vetrina imprescindibile per l’artigianato, Mercarte è luo-

Chi fa da séfa per 11810 giorni dall’accerta-

mento del problema - cheè tenuto a far verificareper legge - deve provve-dere ad abbattere e di-struggere la palma, non più risanabilee fonte della diffusione del parassitaoltre che di pericolo per l’incolumitàdella persona;

- qualora invece la pianta non sia an-cora irrimediabilmente compromes-sa, effettuare i trattamenti fitosanitaricon i prodotti insetticidi autorizzati.

- L’abbattimento e distruzione e/o itrattamenti insetticidi sono riportatiin apposito documento diffuso dallaregione;

- Il mancato rispetto degli obblighi di

cui sopra comporta sanzioni ammi-nistrative che vanno da 500 a 3.000euro o, nei casi di legge, la denunciaall’Autorità Giudiziaria, ai sensidell’art. 500 del Codice Penale.

- L’abbattimento deve avvenire allapresenza di un ispettore fitosanitario,previa comunicazione di almeno 5giorni prima;Per ulteriori eventuali chiarimenti è

possibile telefonare allo 081/7967206/07 o al fax 7966063;

Vincenzo Sportiello

go privilegiato per le conferme del mercato e le anticipa-zioni di ciò che avverrà nel mondo dell’arte.

Gioielli, fiori, articoli da regalo, abiti, accessori, articoliper la casa, libri, auto, moto, prodotti di enogastronomia:questi i prodotti messi sotto i riflettori per questo evento dimadrelingua torrese. Una serie di iniziative collaterali, spet-tacoli e convegni hanno vivacizzato la kermesse commer-ciale con l’intento di rafforzare il ruolo della mostra, qualeosservatorio annuale di riferimento per il mondo dell’arti-gianato. In evidenza la mostra espositiva “L’Oro del Vesu-vio”, che ha messo in luce il gioiello “Made in Torre delGreco”, la mostra di presepi artistici e gli interventi diMarcello D’Orta ed Ermanno Corsi.

Maria Consiglia Izzo

I Mulini Marzoli fannospazio all’artigianato

Sos palmeUna palma già colpitadal Punteruolo Rossoed abbattuta,non incorniciapiù la facciatadella chiesadi S. Antonio

Mala tempora

Page 3: la tófa - Torreomnia tofa 064.pdf · Lo sfrenato abusivismo edilizio che soffoca la parte storica di Torre e l’abbandono del territo-rio da parte dei nostri artigiani è stata

la tófan u m e r o 6 4 / 2 0 0 8

Chiude PalatoneDopo la scomparsa della sig.ra Augusta Palomba e la conseguentechiusura del ristorante Stefano, ancora tristezza ed amarcordper un altro santuario della cucina tradizionale che se ne va.Per problemi personali Rita Frangiosa e suo fratello Franchinosono costretti ad abbandonare i fornelli dell’antica osteria Palatone.

di VINCENZO SPORTIELLO

Il nostro territorio -l’intera regione cam-pana- paga da tempo la mancanza diuna politica moderna capace di coniu-gare lo sviluppo economico con il ri-spetto e la tutela del paesaggio.

Le peculiarità del nostro territorio sono sta-te spesso sottovalutate, mentre la miopia deinostri tecnici ha sempre impedito di propor-re una seria programmazione urbanisticadella nostra città.

Si è arrivati a considerare l’intera normativavincolistica -le leggi di tutela paesaggistica- unvero e proprio “catenaccio” per il nostro terri-torio. Un catenaccio che ha vincolato e limita-to le costruzioni e le modifiche edilizie, quindigli involucri d’ogni tipo d’attività, rendendodifficile la stesura di un coerente pianoregolatore generale ed oggi di un piano urba-nistico comunale.

Lo sfrenato abusivismo edilizio che soffoca laparte storica di Torre e l’abbandono del territo-rio da parte dei nostri artigiani è stata la conse-guenza logica e naturale alle cause di cui sopra.

Riusciamo ancora a leggere l’identità dellanostra città solo attraverso il tessuto storico ur-banistico, creato fino agli anni ’30. Dopo sem-bra che le leggi nazionali e i modesti piani diprogrammazione locale siano serviti solo asconvolgere il vero volto della nostra città.

La recente normativa regionale (legge 16/2004) e i recenti indirizzi del piano territorialedi coordinamento provinciale offrono concre-te direttive da seguire per attuare lo sviluppodell’intero territorio provinciale sia pure in pre-senza delle cancrenose problematiche di cuisopra.

Lo scorso 17 novembre 2008 sono scaduti itermini per le osservazioni che i vari consiglicomunali potevano fare sul piano provincialeed era una possibilità da non perdere per farpresente le esigenze della nostra città attraver-so la richiesta motivata di modifica di articoli,o parte di essi, costituenti le norme d’attuazio-ne del piano, al fine di rendere coerenti le stes-se alle finalità del proprio piano urbanisticocomunale e/o viceversa data l’obbligatorietàdel rispetto del Piano Territoriale.

Ma andiamo con ordine e torniamo agli in-terventi significativi dello sconvolgimento diTorre, sono stati tanti...

I più sconvolgenti sicuramente quelli chehanno riguardato la zona mare negli anni ’60.Quelli che hanno inurbato e distruttopaesaggisticamente parti importanti della no-stra città: Rione Raiola, Via Monsignor Feli-ce Romano, Palazzo Speranza, viaCastelluccia, via De Gasperi, via Litoranea,dove enormi barriere di pietra e di cemento sisono interposte tra la città storica ed il mare,chiudendo fantastici scorci di panorama.

Ci fa piacere sapere, ma ci vuole tanto co-raggio e capacità per riuscire nella concretaattuazione, delle direttive dell’art 8 comma 6delle norme del Piano Territoriale ai Piani Ur-banistici Comunali- o alle varianti di essi ecioè: che possono essere individuati edificiesistenti in forte contrasto con i valoripaesaggistici, naturalistici, culturali dispo-nendo la demolizione degli stessi e laricomposizione delle aree di sedime, dandoperò ai proprietari fino al 50% in più dellesuperfici delocalizzate.

Gli interventi di cui sopra appaiono assaipiù improbabili se si pensa alle capacità di-mostrate, quando sono stati realizzati gli ulti-mi interventi edilizi, circa venti anni fa: quel-li delle zone di S. Antonio.

Programmazione e sicurezzaQuesti potevano rappresentare un’ultima

possibilità di edificazione in zone centrali nelrispetto degli standard edilizi; ma così non èstato, tali edifici non dispongono nemmenodi sufficienti e sicure strade di accesso -viadel Poggio S. Antonio- ma solo di percorsi intrincea dove due auto non possono nemmenoincrociarsi, per la presenza di assurdi pali e ca-tene di congiungimento, con i quali singoli cit-tadini hanno inteso far uso personale di suolivietando l’uso e la sicurezza collettiva.

Abitudini di tipo tribale senza che da de-cenni la Pubblica Amministrazione sia maiintervenuta a mettere ordine, legalità e sicu-rezza in luoghi di uso pubblico, sui quali harilasciato concessioni edilizie e cospicue au-torizzazioni per attività pubbliche, non sal-vaguardando però con un’attività di control-lo il corretto utilizzo dei luoghi e delle stradedei cittadini.

E’ mai possibile che nessun addetto ai la-vori (vigili, tecnici o amministratori) abbiamai visto e mosso un dito per uno scempiosimile?

Di chi sarà la responsabilità se un ragazzi-no correndo, o un anziano inciamperà sullecatene e finirà sotto le ruote di un’auto del-l’automobilista?

Siamo nel 2008 al centro di Torre del Gre-co.

Auguro un sereno Natale a tutti.

Abitudini di tipo tribale senza cheda decenni la Pubblica Amministrazionesia mai intervenuta a mettere ordine,legalità e sicurezza in luoghi di uso pubblico,sui quali ha rilasciato concessioni ediliziee cospicue autorizzazioni per attivitàpubbliche, non salvaguardando però conun’attività di controllo il corretto utilizzodei luoghi e delle strade dei cittadini.

Ci s’incontrava fuori da Polpettonee si proseguiva per Largo Santissimo, il Vico delle Carrozze e, attraversando Via Falanga, si arrivava al terzo Vico Orto Contes-

sa, angolo antico forno Papariello, ed ecco difronte l’antica osteria Palatone.

Filari di pomodorini del pennolo, dicerasielli, d’aglio e di cipolle ti accoglievanoall’ingresso. Il servizio spartano prevedevasempre e in ogni caso tutto al centro del tavo-lo e vale a dire, piatti, tovaglioli, posate e bic-chieri . Seguivano quasi subito:

D’inverno la zuppa di fagioli o di soffritta,pezzo di carne al ragù con braciola di cotica,fegato e salsiccia di maiale con fumantifriarielli sempre saporiti di sale, aglio ecerasiello.

In primavera/estate, in giardino, conspungilli, cacavozzoli e maruzzielli scaldati,purpitiello all’insalata, linguine allaputtanesca, soutè di lupini, cannollicchi, von-gole riccie e cozze di scoglio e poi paranzellafritta con alici, pettini, azzeccaspase, pintirrè.Cassuola di seppie e calamari, pesce all’acquapazza. Vino mai etichettato ma imbottigliatonelle migliori cantine di sotto il Vesuvio!

Spesso incontravi persone importanti e per-sonaggi noti come Mastelloni, RaimondoVianello, Antonio Casagrande, Ottavia Picco-lo e tanti altri.

Vincenzo Palomba

Urbanistica | Gli strumenti legislativi per voltare pagina ci sarebbero, ma sulle capacità degli organismi preposti...

Metti una sera a cena. Dove? Ma da Palatone, dia-mine! Metti un’allegra brigata di amici che scen-dono, vociando, gli sconnessi gradini che mena-no all’osteria situata nel cuore della zona merca-to.

Metti un intrigante profumo di ragù, lo sfrigolio musicale dell’olioche promette dorate fritture di “paranzella”, l’inconfondibile aromadei famosi “fagioli” cucinati con una saporosa quanto misteriosa einaccessibile ricetta.

Metti la possibilità di incontrare, fra gli avventori, qualche notoattore che, alla fine dello spettacolo o della ripresa televisiva, correa gustare le specialità, in compagnia di colleghi, prima diffidenti perla “location”, poi entusiasti del cibo e dell’atmosfera nobilmenteprimitiva del locale.

Metti FRANCO con la sua faccia da hidalgo che scruta i nuoviclienti, pronto a rintuzzare, con ruvida cortesia, chiunque osi, siapure solo mimicamente, esprimere qualche perplessità sul servizio.

Metti la tua gioventù, esuberante e romantica, che, fra un bicchieree l’altro, insegue le sue utopie e disegna futuri d’arte o di rivoluzioniideali.

Metti che tutto questo non sia più possibile, perché il tempo hascavato solchi terribili, perché le mani che elaboravano i cibi con lamaestria e la sapienza di un’artista ora, snervate e languide, nonpossono operare più, perché l’hidalgo è stanco e sfiduciato, perché,alla fine dei gradini sconnessi, c’è un’insegna dolorosamente spen-ta, perché l’uccello ha perso le ali, perché tu trascini il tuo tempocon fatica e con l’assedio dei ricordi che urgono, metti che stai percedere a un abbandono di lacrime, quando un profumo di fagiolidalla ricetta misteriosa, venuto chissà da dove, ti ricama sull’animaun sorriso dolce e ti pare che, da qualche parte, l’hidalgo stia appa-recchiando soltanto per te.

Lello Ferrara

Ogni tanto chiedevo ai miei amici torresi:“Quando andiamo a mangiare là doveil cucchiaio si mantiene dritto da solonella zuppa di fagioli, tanto è densa?”.Ora chiedo: “Quando vi potremo tor-

nare a mangiare?”. Ma so che torneremo, prima opoi, perché Palatone è un luogo di leggende e le leg-gende non muoiono mai.

La leggenda dice, ad esempio, che nel giardino esti-vo della trattoria Giovanni Capurro, il poeta di ‘Osole mio, scrutando un avventore diventato troppoallegro - era il 1919, si vestiva “di voile e di chiffon”- trovò ispirazione per Totonno ‘e Quagliarella, untrattato di filosofia diventato canzone per la voce eter-na di Raffaele Viviani. La leggenda dice, ad esempio,che Salvatore Frangiosa detto Tore ‘a signora per l’ele-ganza - dal quale Rita e Franchino discendono - allavigilia dell’Assunta del 1949 partì per il Venezuela el’aereo precipitò nel mare crudele d’Irlanda. Moriro-no in sessanta ma Tore si salvò, grazie alla protezionedella Vergine ma forse pure grazie alla forza dovutaai mezzanielli allardiati e al baccalà mangiati nel suopiccolo regno saporito.

Già il nome è genuino, Palatone viene dalla formapiù consistente del pane. Aggiungete il fatto che inqueste sale e sotto questi aranci hanno agitato posatee levato i calici Salvatore Accardo, AntonioCasagrande, Gennaro Vitiello e mille altri clienti ditalento e capirete perché la sopravvivenza di Palatoneè una questione di civiltà. Alla prossima zuppa di fa-gioli, e salute.

Pietro Gargano

3

Page 4: la tófa - Torreomnia tofa 064.pdf · Lo sfrenato abusivismo edilizio che soffoca la parte storica di Torre e l’abbandono del territo-rio da parte dei nostri artigiani è stata

la tófa n u m e r o 6 4 / 2 0 0 84

di ANGELO DI RUOCCO

In questi giorni, nel risistemarealcuni scaffali della libreria, miè capitato tra le mani il prezioso libricino

“Vita in villa” di ClotildeMarghieri, la prima edizio-ne del 1960, credo rara, acura della casa editriceRicciardi.

Questo piccolo volume,libro di esordio come scrit-trice della Marghieri, è unaraccolta di racconti ispiratiai luoghi della sua amata dimora ed ai personaggi che frequentarono la suacasa.

Villa Marghieri, situata in localitàLeopardi, una palazzina di due pianicon terrazzo da un lato affaccia sulgolfo, con vista da Posillipo a PuntaCampanella; un altro lato su Vesuvioe Villa delle Ginestre. Ristrutturata eben tenuta dall’attuale proprietà, lasocietà BTicino, è adibita attualmentead ufficio vendita della società.

La Villa è ad un tiro di schioppo daVilla delle Ginestre, dimora torresedel poeta Leopardi, dalla casetta bian-ca che appartenne al poeta Angioletti,amico devoto della scrittrice, che dellibro scrisse una sorta di presentazio-ne - prefazione (anch’essa disposta al-l’interno della proprietà BTicino), daVilla Betocchi, dimora della madredella Marghieri, dal palazzo della mar-chesa Eleonora De Cillis Carafad’Andria, nobile figura, per censo ecomportamento, che ha lasciato unvivo e benevolo ricordo nella popola-zione locale, tanto che una vasta area

di Via Leopardi e conosciuta sotto ilnome di “nt’ adda Marchesa”.

La Marghieri, che adottò il cogno-me del casato del marito, giornalista epoi anche scrittrice in età matura, na-poletana di nascita e fiorentina d’edu-cazione, dagli anni 30 del secolo scor-so, passava gran parte dell’anno inquesta villa a Santa Maria La Bruna,dove aveva vissuto l’infanzia. Fin dagiovanissima collaborò a numerosiquotidiani e riviste, tra cui Il Mattino,Il Mondo, Il Corriere della sera, La Na-zione ed Il Gazzettino.

Ebbe una vita ricca d’incontri e

frequentazioni, nella sua casa trova-rono ospitalità diplomatici, scienziati,artisti, letterati e personaggi illustri del-la cultura internazionale. Lo stessoAngioletti, prima di costruirsi il suo“buen retiro”, “L’Elzeviro”, dove vis-se fino alla fine dei suoi giorni, fu ospi-te più volte a Villa Marghieri, da quil’innamoramento per questi luoghi eanche attraverso i racconti della Marghieri, la conoscenza per questaterra.

Il ciclo di circa sessanta opere, tradipinti, pastelli, disegni, che il pittoreRenato Guttuso dedicò a Torre del

Greco fu realizzato du-rante il suo soggiornoalla Villa.

Ho avuto modo di co-noscere alcune personeche sono state al servi-zio della Marghieri o chele sono state in qualchemodo vicino, autista, co-loni, contadini, personeche, tranne qualcuno an-ziano, sono passate a mi-glior vita. Ebbene, attraverso il ritrat-to penetrante e arguto di queste perso-ne che Lei traccia nei racconti, ho poi

riconosciuto incontrandoli di perso-na nella vita di tutti i giorni. Personeche avevano conservato i loro tratticaratteriali, le loro passioni, la loro sag-gezza contadina, le loro ostilità, i lororisentimenti, i loro malumori, che laMarghieri aveva magistralmen-te rappresentato.

In alcuni passaggi degli stessi rac-conti, la scrittrice, molto sottilmente,già individua i mali che poi negli annia venire affliggeranno la nostra città. Ilpaesaggio sublime di Santa Maria La Bruna, tra mare e Vesuvio, che Lei tan-to amava, iniziava a deturparsi con lacostruzione di brutti edifici, i “palazzacci” anche lungo la linea dicosta, con conseguente distruzione delverde.

La Marghieri ha adorato questi luo-ghi, come lo stesso Angioletti e, purdi non rinunciare alla Villa, uno deiluoghi che ha amato di più, ha sop-portato fastidi, pregiudizi, prepotenzee anche tanta ignoranza.

Dopo il libro di esordio “Vita in Vil-la”, che all’uscita fu un piccolo caso

letterario, la Marghieri scrisse altri tre romanzi:Le educande di PoggioGherardo del 1963, Il se-gno sul braccio del 1970e Amati enigmi del 1974,ristampato nel 2001 daAvagliano (che nel 2004ristamperà anche Vita invilla, ndr). Pochi mesiprima di morire, nel 1981,pubblicò Specchio dop-

pio, epistolario intrattenuto conBernard Berenson durante trenta annidi amicizia.

Clotilde Marghieri

Vita in villa

Page 5: la tófa - Torreomnia tofa 064.pdf · Lo sfrenato abusivismo edilizio che soffoca la parte storica di Torre e l’abbandono del territo-rio da parte dei nostri artigiani è stata

la tófan u m e r o 6 4 / 2 0 0 8 5

di GIORGIO CASTIELLO

Nel periodo natalizio è consuetu-dine andare a visitare i presepiallestiti nelle chiese, nelle mostreorganizzate appositamente e nel-

le case di privati cittadini, che ogni annoripropongono con semplici varianti le rap-presentazioni presepiali del tardo ‘700 napo-letano. Una delle scene che attira maggioreattenzione è quella della taverna che era il

festeggiamenti che la corte allestiva in occa-sioni di matrimoni o per la nascita di un in-fante, partecipando all’assalto della cucca-gna. Lady Anne Miller nelle sue lettere dal-l’Italia, ci descrive una di queste cuccagnerealizzata nel 1770 . “Esattamente davantial Palazzo Reale, c’é una collina, dal centrodella quale sgorga una fontana, ed il liquidocade giù in una vaschetta; la base presentaincrostazioni di rocce e di conchiglie che lefanno assomigliare ad una grotta; così ap-

pare dalle finestre del palazzo; ma quest’ap-parenza d’incrostazione è fatta di pesce sec-co verniciato e dorato, mescolato con pa-gnotte; il tutto è così ben disposto da in-gannare l’occhio. Sui lati di que-sta collina (coperta di rami ver-di) vi sono agnelli vivi ornati dinastri e di fiori artificiali; daun’altra parte, tra i rami, visono vitelli e buoi, ed oche epiccioni sono legati per le ali.In alto vi è una figura diApollo che suona la lira. Unavolta tutti questi animali erano messilà vivi e strettamente legati alle travidi legno; ora, in seguito ad un ordi-ne particolare della gentile Regi-na, i buoi vengono uccisi prima checominci il divertimento. Le guar-die sono piazzate tutto attorno aquesta collina per impedirne disor-dini; ad un dato segnale, la follasi precipita, distrugge la costru-zione, porta via tutto quello chepuò acchiappare, e combat-te fino a che, come spesso av-viene, non succede qualche

incidente fatale”. (Miller, Lady Anne, Lettersfrom Italy in 1770 and 1771, London, 1776).

Ma alla corte brillante e cosmopolita del reFerdinando e della Regina Maria Carolinad’Austria, cosa si mangiava?

Ancora una volta ci aiuta Lady Anne Millerche nelle sue lettere dall’Italia, ci descriveuna cena a cui partecipò nel 1771 alla Reg-gia di Caserta: “Dopo il ballo eseguito nel

teatrino di corte, a mezzanotte la Regina sitoglie la maschera e tutti gli altri fanno

lo stesso; poi vanno a cena, ed esco-no per primi quelli che sono più

vicini alla porta, e l’etichetta quiè ridotta a tal punto che può ca-pitare che le loro Maestà posso-

no anche essere gli ultimi. Quan-do la Regina è vicino alla portai cortigiani le si affollano at-torno in ginocchio per baciar-le le mani, che essa offre datutte e due le parti in modomolto affabile. Dopo aversalito una scala si passaattraverso diverse ampiesale, tappezzate e adornedi damasco cremisì, divelluto, ecc. ed ampia-mente illuminate, secon-

do il gusto italiano. Le se-die sono tutte messe lungo i muri, e

ciascuno si siede dove vuole. Questesale erano così piene di gente, che nel

mezzo vi era una doppia fila di sedie, schie-

Riflessioni storiche, ammirandoi presepi napoletani del ‘700

na a schiena, e il caso mi mise proprio difaccia alla Regina, che prese la prima sediache trovò libera. In nessuna delle sale vi sonotavole, ma quando ogni persona è seduta ser-vono la cena in questo modo: i soldati piùbelli, scelti tra le guardie del corpo del Re,portano la cena con lo stesso ordine, regola-rità e gravità con cui farebbero una mano-vra militare. Prima arriva un soldato che por-ta una grande cesta piena di tovaglioli, se-guito da un paggio che li apre e li distende ingrembo a ciascun invitato, ovunque sia se-duto; ma quando tocca alla Regina, alloraun gentiluomo di Corte offre il tovagliolo aSua Maestà. Il primo soldato viene imme-diatamente seguito da un secondo che portaun paniere colmo di piatti d’argento; un al-tro porta coltelli e forchette; segue un quar-to soldato con un gran pâté, (n.d.r. pastic-cio) fatto di maccheroni, burro e formaggio;egli è accompagnato da un écuyer tranchant,(n.d.r. scudiero trinciante) armato di un col-tello lungo all’incirca trenta centimetri, concui taglia il pâté, ne mette una larga fetta sulpiatto che è stato posto sulle ginocchia diciascun invitato; poi viene un quinto solda-to, con un paniere vuoto, per portar via i piattisporchi, altri seguono nello stesso ordine,portando vino, acqua fresca, ecc. le bibitevengono servite tra una portata e l’altra. Ilresto della cena era costituito da vari piattidi pesce, sughi, cacciagione, carni fritte edarrosto, pasticci di Pèrigord, teste di cinghia-le, ecc. Il dessert era fatto a piramide e por-tato in giro allo stesso modo; vi erano dol-ciumi, biscotti, gelati di cioccolato e unagrande varietà di frutta in ghiaccio, creme,ecc. La Regina mangiò due cose soltanto cheerano state preparate apposta per lei dallesue cuoche tedesche... la Regina appena siaccorse che tutta la compagnia aveva cena-to, si alzò e si avviò verso la sala del caffé, ecosì fecero quelli che ne desideravano. Lasala è attrezzata proprio come un caffé diParigi; le pareti sono coperte di scaffali suiquali vi sono tutte le qualità di liquori e divini greci. Vi sono tavole dietro alle qualistanno alcuni giovani con berretti e giacchebianchi, che fanno e servono il caffé e altririnfreschi, dei quali vi è una grande abbon-danza... Il ballo durò fino alle sette del mat-tino, ma noi, essendo molto stanchi di balla-re, venimmo via alle quattro.” (Miller, LadyAnne, Letters fromo Italy in 1770 and 1771,London, 1776).

La disparità tra i nobili e il popolo sembra-va agli occhi degli stranieri mitigarsi, spe-cialmente quando essi vivevano in prima per-sona quel tumultuoso spettacolo che osser-vavano in piazza della Carità, invasa da car-rozze con domestici in livrea, da nobili inpompa magna, da stranieri provenienti datutta Europa, dalla moltitudine di genti, e dauna quantità di popolo, che sembrava a suomodo libero e potente, come eccellentemen-te notò lo scrittore francese Girardin parlan-do proprio di loro: “Nelle nostre città vi èpopolo solo nei giorni di festa. A Napoli ilpopolo è di tutti i giorni, di tutti gli istanti.La città gli appartiene, le vie sono per lui.Banchetti di limonari, fruttivendoli,cambiamonete, cucine portatili, tutto annun-zia il popolo e non solo in alcuni quartierima dappertutto. Il popolo eclissa tutto; do-vunque formicola, dovunque si fa sentire. Lavita del popolo a Napoli occupa più postoche in ogni altro luogo. E’ questo popolo cheha segnato la città della sua indelebile im-pronta, che l’ha così adattata ai suoi gusti aisuoi usi, è libero e potente a suo modo.”.

Il presepe dellacuccagna

luogo dove avventori, viaggiatori e mercan-ti, giocatori e soldati, trovavano rifugio.

Una delle taverne più belle è quella del pre-sepe reale di Caserta, che rende in modo ma-gistrale i caratteri essenziali dell’osteria dicampagna all’aperto, con la cucinasottostante e con il balconcino al piano supe-riore da cui si affaccia una giovane richia-mata dalle note di una canzone. All’ombradella pennata sono poste una serie di cibariesimbolicamente alla portata di tutti, con lacanonica presenza dei tavoli imbanditi tra cuirazzolano gli animali da cortile, mentre gliastanti sono allietati dai musici e dai cantantie attorniati da una folla di villici vestiti a fe-sta.

In questo tripudio vivissimo di colori, suo-ni e rumori, la musica non costituiva un solocorredo, ma, come un contrappunto poetico,riproduceva nei testi e nel ritmo gioioso del-le villanelle, questo spettacolo d’abbondan-za e opulenza. Ma la realtà di questi musicantiera ben diversa dallo scenario cui assisteva-no; emarginati da qualunque opportunità la-vorativa e corporativa, costretti alla questuae alla posteggia, vivevano in uno stato d’in-digenza e di fame endemica, con i volti sca-vati e rugosi in stato di perenne rassegnazio-ne come ben documentano i bellissimi esem-plari settecenteschi del Celebrano.

La scena presepiale raffigurante l’opulen-za contrastava con la realtà quotidiana dellapopolazione napoletana, che doveva in qual-che modo trovare non pochi espedienti persfamarsi.

Alexandre Dumas padre, nel 1835 pubbli-ca sulle pagine del “Corricolo”, una raccol-ta di ricordi sul suo soggiorno napoletano,lasciandoci un’insuperabile descrizione diVia Toledo: “Toledo è la via di tutti, è la viadei ristoranti, dei caffé, delle botteghe: è l’ar-teria che alimenta e attraversa tutti i quar-tieri della città; è il fiume in cui vanno aconfluire tutti i torrenti della folla. L’aristo-crazia vi passa in carrozza, la borghesia vivende le sue stoffe, il popolo vi fa la siesta.Per il nobile è una passeggiata, per il mer-cante è un bazar, per il lazzarone è un domi-cilio”.

Via Toledo era nota perché si poteva trova-re ogni prelibatezza commestibile, dalla fruttaagli ortaggi, dai fiori ai cetrangoli, dai caprettiai maccheroni, dal caso et oglio, al pesce, inun caleidoscopio di luci, odori e suoni. Nonè solo la gran confusione che stupiva chi ve-niva in questa strada, ma era anche il frastuo-no di tutti quei venditori che gridavano le qua-lità delle loro mercanzie.

L’unica occasione nella quale il popolopoteva procurarsi quel cibo che non avrebbemai potuto mangiare, era durante i grandi

Page 6: la tófa - Torreomnia tofa 064.pdf · Lo sfrenato abusivismo edilizio che soffoca la parte storica di Torre e l’abbandono del territo-rio da parte dei nostri artigiani è stata

la tófa n u m e r o 6 4 / 2 0 0 86

di ROBERTA RINALDI

Come ogni anno ho scritto la mia bella letterinaa Babbo Natale, ma come ogni anno già so chela metà dei regali non li troverò sotto l’albero,

date le mie eccessive richieste. Magra consolazione: piut-tosto che aspettare Babbo Natale ed i suoi regali ho pen-sato da sola a me stessa. Poiché sono stanca, ho il peso diun intero anno di lavoro sulle spalle, ho deciso di farmiun bel regalo. Si, me lo merito. Ho pensato con l’amicadel cuore che dovevamo gratificarci per i sacrifici di unintero anno e siamo partite per un weekend a Parigi. Na-turalmente abbiamo cercato uno di questi voli low cost,che io continuo a sostenere siano una fregatura dato chenon riesco mai a trovare l’offertona che tutti invece dico-no di acquistare. Riuscire a spendere poco non è nellemie capacità, visto che non prenoto mai mesi prima e,data la repentinità della decisione, ero certa di non riusci-re a trovare il volo-offerta. Sta di fatto che i prezzi conve-nienti non siamo riusciti a trovarli, ma ormai avevamodeciso di farci questo bel regalo e non c’è stato niente enessuno che ci abbia fermato: freddo, intemperie, pauradi blocchi aerei e via discorrendo e siamo volate alla vol-ta di Parigi. Il portafoglio ne ha risentito, è vero, eil tempo non era dei migliori, ma mettere piede aParigi ci ha fatto rinascere perché è una cittàin cui si respira aria di festa ovunque si vada.

Non ho mai amato troppo i parigini e ricor-davo che i francesi erano poco “aperti”. In-vece stavolta sembravano tutti molto dispo-nibili e quando abbiamo chiesto qualche in-formazione abbiamo sempre trovato personeben disposte ad aiutarci. Mah, sarà la crisi.

Regalareun sorrisoL’8 e il 9 Dicembre al Teatro Corallo diTorre del Greco è andata in scena la com-pagnia Media Musical di Liborio Preiteriproponendo ormai il collaudato spet-tacolo “Pescatori” di Viviani, rivisitato dalregista che lo ha reso un inedito musi-cal. Le due serate sono state non solo un successo per lacompagnia, ma per lo stesso pubblico, che ha seguitoogni attimo con interesse ed attenzione, mostrando diemozionarsi e di partecipare alla storia della commedia.Lasciatemi dire: “Che bello!” Che bello vedere sul voltodi questi anziani il sorriso, la battuta pronta quasi ad anti-cipare quella dell’attore, vedere l’emozione, la commo-zione. che bello!”.Le iniziative “intelligenti” per regalare momenti d’emo-zioni e di serenità ai nostri concittadini, soprattutto sequesti sono ultrasessantacinquenni, sono sempre benvolute, anche se troppo poche.Tutto questo deve essere di grande soddisfazione per l’am-ministrazione comunale, per l’assessore alle politiche so-ciali Mimmo Esposito, che, unico rappresentante dell’am-ministrazione comunale, si rende sempre disponibile af-finché per gli anziani ci sia impegno ed attenzione.Promesse natalizie? A Natale si è sempre più buoni!Ma esiste un natale tutto l’anno. Manterrà l’Amministra-zione l’impegno per gli anziani per tutto l’anno venturo?Avremmo gradito una partecipazione più massiccia de-gli amministratori, ma la macchina comunale ha impe-gni vieppiù gravosi e poi quando non ci sono “grandi”nomi da… quindi bisogna capire.Noi torresi siamo abituati a capire e, armati di pazienza edi buona volontà, aspettiamo fiduciosi che Babbo Nataleporti nel suo sacco più amore e un pizzico di sensibilità inpiù.Intanto un grazie va alla Pro Loco di Torre del Greco perl’impegno profuso nell’organizzare tale manifestazione eche ha assolto questo compito con la competenza e pro-fessionalità tipica di questo storico Ente, da sempre pro-tagonista prezioso nei principali comuni d’Italia.

Maria Paci

Stando in una delle città della moda siamo andate ingiro a fare shopping natalizio nelle vie più “in” della cit-tà. Una passeggiata su Champs Elysees, una specie diVia Salvator Noto mille volte più lunga e più larga, pienadi negozi e brulicante di vita, dove non abbiamo compra-to nulla, ma abbiamo visitato uno ad uno i negozi piùfashion, da Hermes a Prada, con una piccola puntatina daChanel e uno sguardo a Gucci. Quello che più ci ha sor-preso è stata anche qui la disponibilità dei commessi. Eh,i tempi sono davvero cambiati! Lo ammetto a me spessocapita di andare in giro per negozi non sempre di questolivello, ma quello che mi ha sorpreso rispetto ai negoziitaliani è stata la disponibilità dei commessi che sebbeneconsapevoli che non avremmo acquistato niente, ci han-no fatto sentire in ogni caso delle super vip molto fashion.Quasi quasi la voglia di spendere c’era venuta... peccatoche, anche se avessimo voluto mettere mano al portafo-glio,... le finanze non ce lo permettevano. Quindi nienteregali né per noi, né per gli altri. L’intento iniziale eraanche quello di fare shopping natalizio per gli amici, mai programmi, si sa, sono fatti per essere cambiati e abbia-mo pensato esclusivamente a noi, trattandoci con i guantifin dove potevamo.

Come tutte le cose piacevoli, la mini vacanza èfinita e siamo ritornate alla realtà, alla routine quo-tidiana. Adesso in giro per negozi continueremo

ad andare, ma non per noi. La fase egoistica èfinita, anche il divertimento ed i soldi sono allimite ma Natale arriva e almeno per i “buoni”qualche sacrificio bisogna farlo e quindi ora siparte alla problematica ricerca del regalo per-

fetto.Babbo Natale, era meglio quando ci pensavi tu.

di NATALE PALOMBA

Qual è la situazione attuale del Ve-suvio?

“Stazionaria. Il Vesuvio si trova dal1944 in uno stato di quiescenza, in altreparole in quello stato di riposo che in-tercorre tra due cicli eruttivi.

In questa fase, la probabilità d’eruzio-ne immediata è bassa, ma è necessariauna sorveglianza costante per diagno-sticare eventuali segnali precursori diuna ripresa dell’attività.

L’Osservatorio Vesuviano sorveglia ilVesuvio 24 ore su 24 mediante reti dimonitoraggio sismico, geodetico,geochimico e gravimetrico. In caso di

anomalie è allertato immediatamente ilDipartimento della Protezione Civile.

Tuttavia, è importante ricordare che isegnali precursori si manifestano setti-mane o mesi prima di un’eventuale ri-presa eruttiva”.

I progressi della vulcanologia hannoconsentito agli esperti di fare previ-sioni a più lungo periodo?

“In questo periodo non è possibile fareprevisioni a lungo termine per eruzionivulcaniche.

Questo è dovuto sia ad una non com-pleta conoscenza della struttura internadei vulcani e dei processi che ne regola-no la dinamica, sia alle componenti ca-suali associate ad alcuni fenomeni, comei processi di fratturazione, che non se-guono leggi deterministiche.

Per le analisi a lungotermine è fondamentalelo studio della storia delvulcano dalla quale è pos-sibile conoscere latipologia predominantedelle eruzioni, la statisti-ca sull’intensità delle eru-zioni e la durata del tem-po di riposo nei vari se-coli.

La storia eruttiva delVesuvio è ben nota e que-sto ci permette di fare unaproiezione statistica sulsuo comportamento futu-ro. In particolare è notoche le eruzioni più inten-se (es: come quella chedistrusse Pompei) sonomeno frequenti di quelledi media scala (es: quel-

le del 1631 e del 472), a lorovolta meno frequenti di quel-le più piccole (come quelle del1906 e del 1944)”.

La diffusione delle notiziesui piani di evacuazione dal-la zona rossa consentono dicreare una vera “cultura delrischio vulcanico” o solodell’allarmismo?

“La conoscenza delle moda-lità di evacuazione di un areaesposta a rischio ne miglioracertamente la sicurezza. Adesempio, come nel caso degliedifici pubblici e dei cinema,la conoscenza del sistema del-le uscite di sicurezza può sal-vare vite umane in caso d’in-cendio o di pericolo.

A mio avviso, lo stesso av-viene nelle grandi aree sogget-te ai rischi naturali, come learee a rischio sismico, vulca-nico o d’inondazione. Anche

nel caso del Vesuvio, laconoscenza delle normedi sicurezza e d’eva-cuazione può servire siaa migliorare la percezio-ne del rischio vulcani-co, evitando di sottova-lutare la pericolosità ocreare inutili allarmi-smi, sia a mettere in si-curezza la popolazionenel caso si evidenzinosegnali precursori diuna ripresa di attivitàvulcanica. E’ necessa-rio, tuttavia, che l’infor-mazione sia sempre cor-retta e ritengo che laScuola sia l’istituzionepiù idonea per creareuna “cultura del rischiovulcanico” a lungo ter-mine”.

Intervista di fine anno con Marcello Martini Direttore Osservatorio Vesuviano

Vesuvio sotto controllo

Babbo Natale in recessione

La conoscenza delle norme di sicurezzae d’evacuazione può servire siaa migliorare la percezione del rischiovulcanico, evitando di sottovalutarela pericolosità o creare inutili allarmismi,sia a mettere in sicurezza la popolazionenel caso si evidenzino segnali precursoridi una ripresa di attività vulcanica

La crisi economica investe inevitabilmente le feste natalizie. Ma i regali...

Successo per “Pescatori” di Vivianiriproposto dalla Media Musical diLiborio Preite per gli anziani torresi

Page 7: la tófa - Torreomnia tofa 064.pdf · Lo sfrenato abusivismo edilizio che soffoca la parte storica di Torre e l’abbandono del territo-rio da parte dei nostri artigiani è stata

la tófan u m e r o 6 4 / 2 0 0 8 7

A CURA DI TOMMASO GAGLIONEbrevi

Viaggiando a cura di

GIRAMONDO VESUVIANO

GIRAMONDOVESUVIANO

augura Buon Natalee un felice 2009

CORTINA D’AMPEZZOUn magico luogo avvolto dallaneve. Simbolo di tante feste, ditanti racconti e di tanti film.Meta per vipissimi e personecomuni che vogliono solo tra-scorrere qualche giorno in mon-tagna. Una città di una bellezzastraordinaria, ottima meta in cuisi può festeggiare la Notte di SanSilvestro circondati dalla neve,da tanta bella gente e gustandol’ottima cucina locale. Duranteil giorno ci s’immerge sulle pisteda sci a bordo di uno slittino peri più piccoli, sugli sci o sullosnowboard e dopo tanta faticanon manca un pit stop in baitadove è possibile gustare una bellacioccolata calda o ciò che piùaggrada: una piccola rifocillata e poidi nuovo il via verso altre corse.

Roberta Rinaldi

Ritrattielli

Manchiamo ai ritratti di signori, o di dame.Facciamo un ritrattiello di Natale, senza cavalletto e senza carboncino: c’inventiamo

un uomo solo che cammina di sera, tardi, con le mani in tasca e il bavero aizato cull’uocchie sotto ‘o cappiello annascunnuto, che ha imparato ‘a luna rossa me parla ‘e te,rasenta i muri delle grande città, la faccia ha sussulti davanti alle vetrine lucenti, vaverso un luogo di sconosciuti dove qualcuno prepara un piatto caldo, e un sorriso, allesue orecchie giunge l’ultima litania di signori e signore che cantano con una candela inmano, col pensiero volto alla tavola infiocchettata e imbandita.

Conosco l’asprezza di uomo solo tra le luci del Natale, con la stessa mestizia degliocchi innocenti nostri nel buio del vicolo, una piccola lampada piena di ragnatele cirischiarava i capelli e le mani che arrossavano di geloni, quasi cercate dal vento ditramontana. Le abbiamo riscaldate schiaffeggiando la terra, giocandoci rettangolini dicarta con le immagini di Silvio Piola, di Sentimenti IV, di Bacigalupo, di Meazza, diDoris Duranti, di Francot Tone, di Fred Astaire, di Gary Cooper, di Barbara Stanwich,erano le nostre monete protette tra le gambe, accovacciati a cerchio.

L’uomo solo di città andrà in cerca di occhi rossi come i suoi, balenanti dietro unafaccia scura come la sua, il suo paese è lontano, è lontano da qui ma vicino ad un altrodove un bambino nasceva, anche egli con la faccia scura, non aveva oro intorno a sé, nésfolgorìo di luci. Aveva una lucerna a olio che schiariva appena una stamberga, unastalla, uguale alla nostra lampada coperta di ragnatele sotto un portone.

Sui nostri ritrattielli, curvati, per meglio voltarli a uno schiaffo sopra un basolo dietroun portone pesante, e marcio, e stinto, non c’erano facce nere.

“Conchiglie per una Signora” è iltitolo del libro di Ciro AdrianCiavolino, presentato giovedì 11 di-cembre al Circolo Nautico di Torredel Greco.

Edito dalla Duemme edizioni eAmici della Tofa, il libro rappresen-ta una raccolta di scritti in partepubblicati sul quindicinale cultura-le “la tófa”.

“Ciavolino ha la capaci-tà di partire da un argo-mento generale per poicalarsi nel particolare, pergiungere a discutere del-l’elemento locale, del fa-scino e della magia di que-sta città” commenta Giu-seppe Sbarra nel suo inter-vento.

Il giornalista Pietro Gar-gano, presente con Anto-nio Abbagnano e all’auto-re del testo, afferma che: “Ciro Adrian Ciavolino ciriporta in un’anima di questa città a molti sconosciu-ta, con colori, suoni, odori ed atmosfere che ne rive-lano la singolarità. In questo libro si assapora il gu-sto della memoria senza nostalgia, per un passato checi ha regalato figure ormai sparite”.

NATALE A TORREMolteplici sono le iniziative che hanno caratterizzato il programma delle manifestazioni previ-ste dal Comune per il Natale 2008. Pare che la cifra spesa sia pari a 110mila euro. Alla facciadei risparmi! Il dato positivo è che in più d’una occasione sono stati coinvolti gruppi e movi-menti culturali locali per costituire una programmazione per tutti i gusti e per coprire il periodoche va da dicembre fino al 6 gennaio 2009.

EVENTI TEATRALINicola Di Lecce ha proposto la Natività di Gesù in un lavoro curato dal suo gruppo di ricercaetnica Ditirambo che, come al solito, con la sua certosina ricerca e serietà ha proposto unlavoro teatrale fresco ed interessante. A causa di un serio incidente stradale occorso al regista-attore Pierino Vitiello, investito in piazza Palomba la sera del 19 dicembre, (a cui vanno inostri affettuosi auguri per una pronta guarigione), è stata rinviata al 2 e 3 gennaio 2009 laCantata dei Pastori proposta dal Gruppo teatrale diretto dallo stesso Vitiello ed in programmainizialmente il 20 e 21 dicembre. I due spettacoli sempre al Teatro della Sala del Fanciullo invia Madonna del Principio. Molto applaudito lo spettacolo curato dal regista Gigi Di Lucanella serata inaugurale (19 dicembre a Palazzo Vallelonga) della mostra sui coralli trapanesi. Lospettacolo curato dal Gruppo Etnos ha infatti avuto come tema dominante la Sicilia. La mostradella BCP sarà visitabile fino al 1° febbraio.E’ stato affidato al comico Biagio Izzo il compito di salutare il nuovo anno 2009 nella VillaComunale la sera del 31 dicembre. Questo grande evento si unisce alla presenza a Torre delGreco in Santa Croce di Katia Ricciarelli lo scorso 21 dicembre.

SALVATORE RAIOLAFino al 31 dicembre mostra personale del maestro Salvatore Flavio Raiola con il suo “Omaggioa Federico Fellini”, in Sorrento. La mostra è ospitata nel Chiostro di San Francesco ed è visitabiledalle ore 10,00 alle ore 13,00 e dalle ore 17,00 alle ore 20,00.

GLI AGENTI DI VIAGGIO SFIDANO

LE VECCHIE GLORIE DEL FLAMENCOLa Nazionale Italiana Agenti di Viaggio ha in-contrato le vecchie glorie del Flamenco in unincontro di calcio svoltosi a Rio de Janeiro,con incasso interamente devoluto ai bambinidelle favelas brasiliane. L’incontro è stato di-retto dall’arbitro benemerito Liberato Espositoed ha visto la partecipazione dell’avv. Palombadella Giramondo Vesuviano, del dottor DarioMazzarelli, nostri concittadini.

La forma epistolare in cui sono redatti i brani dà l’im-pressione di sbirciare tra la corrispondenza privata del-l’autore che, preso dall’ispirazione scatenata da un detta-glio colto per caso nella quotidianità, compie un viaggio aritroso nel tempo, selezionando ricordi ed emozioni che ilquadro della Torre del Greco di una volta, brillante nei suoiquartieri dimenticati o relegati alla periferia degradata.

“Ho scritto di varia umanità sotto il titolo della rubrica“Conchiglie”- racconta Ciavolino- Poi è arrivata la letteradi una lettrice che, trasferitasi da tempo lontano da Torredel Greco, ricordava la città attraverso i miei articoli. Cosìda quel momento è diventata l’interlocutrice immagina-ria, ma allo stesso tempo presente, delle mie Lettere aduna Signora. Da qui il titolo del libro Conchiglie per unaSignora”.

Un libro che, attraverso descrizioni quasi poetiche, ri-sveglia curiosità verso realtà cittadine passate, che in altromodo noi giovani non avremmo mai potuto conoscere.

Raimonda Granato

JUBILATE DEO A SANTA CROCE

PER IL CONCERTO DI NATALEIl 29 dicembre 2008 alle ore 19,30 l’Associa-zione Musicale “JUBILATE DEO” torna nella Basi-lica di Santa Croce per l’atteso “CONCERTO DINATALE 2008” per soli, coro e orchestra.La proposta di quest’anno segue la tradizio-ne, ormai consolidata negli anni, che vuolel’Associazione Musicale JUBILATE DEO impegnatanell’esecuzione di quei capolavori che hannosegnato i momenti più significativi della Storiadella Musica.La scelta della Iª SINFONIA in DO Magg. op.21 di Ludwig van Beethoven ha l’intento diconfermare la devozione incondizionata a quelcompositore, che è universalmente riconosciu-to come il “Titano della Musica”.La seconda parte del programma prevedel’esecuzione del seducente ed estroverso GLO-RIA per soprano, coro ed orchestra di FrancisPoulenc, mirabile composizione scritta alla finedegli anni ’50 del secolo scorso.Gli interpreti: soprano Lucia Petrosino, il CoroFilarmonico JUBILATE DEO, l’orchestra“Collegium Philarmonicum”, direttore Giusep-pe Polese.Il Concerto sarà replicato il 3 gennaio 2009alle ore 20.00 a Sant’Agata de’ Goti.

Presentato il libro “Conchiglie per una Signora”

Jimmy Ghione di Strisciala Notizia, Junior della

nazionale brasilianae Vincenzo Palomba

[[

La n

occ

ioli

na d

i C

log

ant

IL FUTURO?Non lasciamo che vada a...

di CIRO ADRIAN CIAVOLINO

Page 8: la tófa - Torreomnia tofa 064.pdf · Lo sfrenato abusivismo edilizio che soffoca la parte storica di Torre e l’abbandono del territo-rio da parte dei nostri artigiani è stata

Dis

tribuzione Latticini Campani D.O.P.

Questo slogan evidenzia esattamente il modo dioperare di Almalat nella distribuzione di prodottialimentari.Una passione che dura da una vita, quindi anchecompetenza e serietàche durano da unavita.Almalat si avvale dicollaboratori cortesied espertissimi perseguire da vicino laproduzione e la quali-tà dei prodotti da di-stribuire.Sulle confezioni, oltrealle informazioni ob-bligatorie previste dal-le leggi comunitarie, appare infatti, accanto alnome della casa produttrice, la garanzia delmarchio di distribuzione Almalat.

Perché la qualità è una cosa seriae con passione e competenza

Almalat la difende.

SedeCorso Vittorio Emanuele, 99(di fronte a Palazzo Vallelonga)

TORRE DEL GRECO (NA)tel. 081 8492133 - 335459190www.almalat.com - [email protected]

Formaggi e Salumi Selezione D.B.

Una vita per una passione…una passione che dura da una vita.

con i negoziin franchising“Qui è Napoli”presenti inToscana

Qui è NapoliVia Giuseppe Verdi, 13(presso Piazza del Risorgimento)

52100 Arezzo (AR)