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Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in Legge n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 2 - CNS BA Mensile della parrocchia SS. Crocifisso - Barletta anno VIII 61 “PREMIO FALLANI Miglior Testata 2007” giu-lug 2011 Laudato sì, mi Signore, per sor aqua, la qua- le è multo utile et umile et preziosa et casta. Così cantava il serafico Francesco nel suo Cantico delle creature! Ma che vuol dire casta? Castità è amare senza possedere, quindi senza nessuna forma di egoismo e il poverello di Assisi non a caso attribuisce questa virtù proprio a sor aqua perché essa è l’emblema del farsi dono a tutti e per tutti. La parafrasi di una periodo così bello potreb- be già bastare di per sé per scandagliare le de- rive capitalistiche che non si fermano nemmeno dinanzi a un bene così prezioso qual è l’acqua. Ma non ci fermiamo a questo e rendiamo ragio- ne della nostra posizione con argomenti di tipo razionale. Per molti l’acqua è definita un patrimonio ma a noi questa dicitura proprio non piace, con buona pace del Parlamento Europeo e del Co- mitato Internazionale che rispettivamente nel 2000 e nel 1998 così la definirono. E il mo- tivo per cui ci sta sullo stomaco è perché l’accezione di tale concetto è troppo spic- catamente economica e fino a quando adopereremo questa terminologia continueremo a prestare il fian- co a chi considera l’acqua alla stessa stregua di tutte le altre cose mercificabili. Perché l’ac- qua è più che un patrimonio: è un Bene Comune! Appartie- ne all’umanità ed è destinata all’umanità. Questo è l’assioma incontrovertibile da cui si deve partire per ogni tipo di discus- sione sulla liberalizzazione della gestione dell’acqua fortemente voluta dalle banche, dai grandi gruppi finanziari e dalle lobby di grandi imprese multinazionali. Conosciamo anche gli scia- gurati tentativi di chi vuole giu- stificare una così nefasta legge, che ricordiamo è già vigente e che col referendum abrogativo la comunità italiana è chiamata a mettere in discussione. Sono diversi e noi ne prendiamo in considerazione due perché rappresentano le colonne por- tarti di tutto questo sub- dolo sistema. Cadendo queste non vi restano che macerie. Il primo consiste nel divertirsi a giocare con le parole. Non si tratta, dicono, di privatizzazio- ne ma di liberalizzazione. Infatti la legge Ronchi approvata definitivamente il 2009 parla di libe- ralizzazione così da aver aperto il mercato della gestione di questi servizi anche ai soggetti privati evitando così il controllo (il monopolio lo chiama- no loro) degli enti locali (l’in house). Ma questa modalità ha già procurato un innalzamento delle tariffe e ha creato quella che da qualche anno a questa parte viene chiamata la “casta dell’acqua”. Nulla di nuovo sotto il cielo perché alle S.P.A. non interessa il bene dei cittadini perché sono avide solo di dividendi, di utili e di guadagni. Pertanto sostenendo che ad essere privatiz- zata sarebbe solo la gestione dell’acqua, ovve- ro i tantissimi servizi, interventi e manutenzioni che permettono a questa di passare dalla fonte ai rubinetti, provano a tenerci tranquilli con il fat- to che comunque la proprietà (la fonte) rimane demaniale. Ma cambiando l’ordine degli addendi il risul- tato non cambia! Per cui anche la gestione deve rimanere pubblica perché solo così si evita di mercificare un bene così unico e di giocare a rim- piattino. L’altro tentativo di difendere la Legge sulla privatizzazione dell’acqua si fonda sull’incapacità (alcune volte vera) di molte amministrazioni pub- bliche di gestire bene il sistema idrico. Ma il gioco non vale la candela perché la po- litica (con la Magistratura) deve presiedere alla verifica delle eventuali negligenze delle ammini- strazioni e agire con eventuali sanzioni. Dovreb- be combattere la corruzione, l’inefficienza, gli sprechi e non giustificarli o far finta di niente per poi servirsene come un grimaldello per sottrarre la gestione agli enti pubblici. Allora si voti con un Sì corale per abrogare questa spazzatura: in questi tempi di vacche ma- gre in cui si vocifera che finite le guerre per il petrolio ci prepareremo a quelle per l’ accapar- ramento dell’acqua (l’oro blu), non è proprio la legge che serve a questo Paese. L’Italia ha altre priorità che il Governo fa fatica a vedere e a ri- solvere. Ma non è il caso di sparare sulla Croce Rossa perché questa è un'altra storia. [email protected] corali

La Stadera N°61 - Giugno-Luglio 2011

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La Stadera N°61 - Giugno-Luglio 2011

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Page 1: La Stadera N°61 - Giugno-Luglio 2011

Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. in Legge n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 2 - CNS BA

Mensile della parrocchia SS. Crocifi sso - Barletta

anno VIII

n°61

“PREMIO FALLANI Miglior Testata 2007”

giu-lug

2011

Laudato sì, mi Signore, per sor aqua, la qua-le è multo utile et umile et preziosa et casta.

Così cantava il serafico Francesco nel suo Cantico delle creature! Ma che vuol dire casta? Castità è amare senza possedere, quindi senza nessuna forma di egoismo e il poverello di Assisi non a caso attribuisce questa virtù proprio a sor aqua perché essa è l’emblema del farsi dono a tutti e per tutti.

La parafrasi di una periodo così bello potreb-be già bastare di per sé per scandagliare le de-rive capitalistiche che non si fermano nemmeno dinanzi a un bene così prezioso qual è l’acqua. Ma non ci fermiamo a questo e rendiamo ragio-ne della nostra posizione con argomenti di tipo razionale.

Per molti l’acqua è definita un patrimonio ma a noi questa dicitura proprio non piace, con buona pace del Parlamento Europeo e del Co-

mitato Internazionale che rispettivamente nel 2000 e nel 1998 così la definirono. E il mo-

tivo per cui ci sta sullo stomaco è perché l’accezione di tale concetto è troppo spic-

catamente economica e fino a quando adopereremo questa terminologia

continueremo a prestare il fian-co a chi considera l’acqua alla stessa stregua di tutte le altre cose mercificabili. Perché l’ac-qua è più che un patrimonio: è un Bene Comune! Appartie-

ne all’umanità ed è destinata all’umanità. Questo è l’assioma incontrovertibile da cui si deve partire per ogni tipo di discus-sione sulla liberalizzazione della gestione dell’acqua fortemente voluta dalle banche, dai grandi gruppi finanziari e dalle lobby di grandi imprese multinazionali.

Conosciamo anche gli scia-gurati tentativi di chi vuole giu-stificare una così nefasta legge, che ricordiamo è già vigente e che col referendum abrogativo la comunità italiana è chiamata a mettere in discussione. Sono diversi e noi ne prendiamo in considerazione due perché rappresentano le colonne por-tarti di tutto questo sub-

dolo sistema. Cadendo queste non vi restano che macerie.

Il primo consiste nel divertirsi a giocare con le parole. Non si tratta, dicono, di privatizzazio-ne ma di liberalizzazione. Infatti la legge Ronchi approvata definitivamente il 2009 parla di libe-ralizzazione così da aver aperto il mercato della gestione di questi servizi anche ai soggetti privati evitando così il controllo (il monopolio lo chiama-no loro) degli enti locali (l’in house). Ma questa modalità ha già procurato un innalzamento delle tariffe e ha creato quella che da qualche anno a questa parte viene chiamata la “casta dell’acqua”. Nulla di nuovo sotto il cielo perché alle S.P.A. non interessa il bene dei cittadini perché sono avide solo di dividendi, di utili e di guadagni.

Pertanto sostenendo che ad essere privatiz-zata sarebbe solo la gestione dell’acqua, ovve-ro i tantissimi servizi, interventi e manutenzioni che permettono a questa di passare dalla fonte ai rubinetti, provano a tenerci tranquilli con il fat-to che comunque la proprietà (la fonte) rimane demaniale.

Ma cambiando l’ordine degli addendi il risul-tato non cambia! Per cui anche la gestione deve rimanere pubblica perché solo così si evita di mercificare un bene così unico e di giocare a rim-piattino.

L’altro tentativo di difendere la Legge sulla privatizzazione dell’acqua si fonda sull’incapacità (alcune volte vera) di molte amministrazioni pub-bliche di gestire bene il sistema idrico.

Ma il gioco non vale la candela perché la po-litica (con la Magistratura) deve presiedere alla verifica delle eventuali negligenze delle ammini-strazioni e agire con eventuali sanzioni. Dovreb-be combattere la corruzione, l’inefficienza, gli sprechi e non giustificarli o far finta di niente per poi servirsene come un grimaldello per sottrarre la gestione agli enti pubblici.

Allora si voti con un Sì corale per abrogare questa spazzatura: in questi tempi di vacche ma-gre in cui si vocifera che finite le guerre per il petrolio ci prepareremo a quelle per l’ accapar-ramento dell’acqua (l’oro blu), non è proprio la legge che serve a questo Paese. L’Italia ha altre priorità che il Governo fa fatica a vedere e a ri-solvere. Ma non è il caso di sparare sulla Croce Rossa perché questa è un'altra storia.

[email protected]

coraliSÌ

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Direttore editoriale:don Ruggiero Caporusso

Direttore responsabile:Ruggiero Dimonte

Vicedirettore:Angela RizziRuggiero Rutigliano

Redazione:Rossella Acconciaioco, Maria Rita Borraccino, Mario Borraccino, Liana Caputo, Daniela D’Alba, Nicola Dileo, Antonio Diodovich, Floriana Filannino, Francesca Leone, Salvatore Mellone, Massimo Serio

Hanno collaborato:Abramo Ferrara, Gerardo Del Negro, Pasquale Delvecchio, Alfredo Negro

Premio “Fallani”

Miglior Testata 2007

LA STADERAMensile di informazionee formazione della ParrocchiaSS. Crocifi sso - BarlettaAnno VIII - n. 61 giu-lug 2011Registrazione n. 4 del 5/2/2007presso il Tribunale di Trani

Direzione, redazione e ammin.:Parrocchia SS. Crocifi ssoVia Zanardelli, 3376121 BarlettaTel. e fax 0883.333382

Impaginazione e stampa:Editrice Rotas - Barletta

NOI PARROCCHIA

Sono dieci anni del nostro Oratorio Estivo! Era l’estate del 2001 quando ci siamo tuffati in questa avventura soste-nuti dall’entusiasmo di don Luigi. Così questa esperien-

za ha preso un avvio stabile, evolvendosi nel corso degli anni. Siamo passati attraverso la semplice struttura che prevede-va alcuni laboratori, attraverso la svolta dell’anno 2003 con l’introduzione del “catechigiocando”, per passare all’attuale architettura nell’anno 2004. È stato l’impulso di don Rino a spingerci ad elaborare un progetto più completo e articola-to, dove l’impronta cristiana della fede, non fosse un mero aspetto marginale ma un pre-supposto su cui fondare l’intero impianto oratoriano.

Oratorio Estivo è sinonimo di Evangelizzazione. Ad alcuni potrà sembrare un accosta-mento forzato, infatti, con la mente siamo immediatamente rimandati alle attività ludiche, ai “giochi senza frontiere”, alle partite di calcio. Ci siamo fer-mati all’aspetto che nell’imma-ginario collettivo accostiamo all’oratorio. C’è tanto altro: la preghiera che quotidianamente apre il nostro pomeriggio e ci ricorda nel nome di Chi stiamo cominciando il nostro divertimento; la drammatizzazione che nel linguaggio più appropriato ai ragazzi, media la novità del Vangelo e i principi cristiani. Non dimentichiamo però che il gioco è un aspetto fondamentale dell’impianto oratorio. Il gio-co è capace di educare, mediando contenuti che difficilmente si renderebbero in altro modo.

Il sussidio scelto per quest’anno, “Gioco libera tutti”, rileva proprio quest’ultimo aspetto proponendo un’attività estiva nel segno del gioco e di tutte le potenzialità che rappre-senta per la crescita dei ragazzi. Spontaneo, gratuito, libero, vitale… il gioco ci afferra e ci rinforza nel piacere dell’avventu-ra, della cosa insolita, della curiosità, della competitività e nel senso di affermazione. Ci fa crescere nel senso di sacrificio e nello spirito di squadra. Ci fa assaporare il gusto dell’impegno e il senso delle regole. Ci allena alla vita.

Il gioco è un importantissimo strumento per la crescita dei ragazzi che il Signore ci chiede di accompagnare nella loro for-

mazione. È un ottimo metodo per interagire con le regole, che diventano nel gioco, senza che i ragazzi ne sentano il peso, il fulcro intorno al quale esprimersi. Nel gioco si scoprono e si superano i propri limiti, sia fisici sia psicologici, si valorizza la relazione interpersonale, si trasmettono messaggi e contenuti senza che i ragazzi li considerino pesanti e faticosi.

Con “Gioco libera tutti”, intendiamo rivolgerci non solo ai ragazzi delle scuole elementari e medie che “affollano” la no-stra estate. Interpelliamo anche gli adolescenti e i giovani che

intendono rendere la loro estate utile e bella, coinvolgendoli in quest’avventura come animato-ri. Per loro il gioco, la preghiera e il servizio, diventano un’op-portunità per mettersi in gioco e assumersi responsabilità. Fare gruppo nell’equipe degli anima-tori sarà occasione per speri-mentare relazioni autentiche e profonde con gli altri e, allo stes-so tempo, accedere a una con-sapevolezza dei propri limiti. Il gruppo è il luogo dove è più facile prendere coscienza di sé, l’altro animatore sarà come uno specchio nel quale ricono-scere ciò che ho di bello e pre-zioso e ciò che posso migliorare.

Quest’anno “Gioco libera tutti” non darà scampo a nessu-no! Le sagre saranno un’eccezionale opportunità per anima-re adulti e anziani della comunità. Saranno proposti giochi e balli adeguati a ogni età. Le sagre, infatti, hanno come sco-po primario quello di suscitare una maggiore comunione tra i parrocchiani. Attraverso questo spazio d’intrattenimento, si crea un momento di condivisione che prende vita attraverso il divertimento e la reciproca conoscenza.

Questo difficilmente può avvenire in altri spazi della vita della parrocchia.

Ci impegneremo a fare del nostro meglio affinché nessuno resti scontento; a voi tutti chiediamo di aderire con entusia-smo, non dimenticando di avere un po’ di indulgenza se tal-volta non saremo pienamente dei “professionisti” in questa missione. Il 27 giugno saremo pronti a partire!

Nicola [email protected]

Con Gioco libera tutti

festeggiamoil decennaledell’Oratorio Estivo!

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SFIDA EDUCATIVA

Nel precedente articolo ci si è sof-fermati sull’importanza del lavoro strettamente legata alla dignità

dell’uomo. Abbiamo constatato una si-tuazione purtroppo rilevabile sotto gli occhi di tutti, ossia la problematica della disoccupazione giovanile, della preca-rietà ormai diffusa che la politica attual-mente ha proposto voler risolvere. Gli scopi che ci siamo preposti sono legati ad una sfida educativa che specificata-mente nell’ambito del lavoro porti ad una cultura diffusa che permetta l’at-tualizzazione delle conoscenze legate ai mestieri e agli studi particolari. Una sfida ancor più impegnativa risulta es-sere quella legata al miglioramento delle condizioni dei lavoratori. La sicurezza sul lavoro continua a essere uno dei temi di importanza drammatica che la cronaca non smette di portare in evidenza quasi ogni giorno.

Quello della formazione in ma-teria di salute e sicurezza sul lavo-ro è un campo nel quale si riscon-tra anche una notevole confusione ed assenza di regole chiare e pre-cise, così come richiederebbe inve-ce la materia specifica.

In riferimento alle statistiche sugli infortuni sul lavoro in Italia, si nota, però, come a partire dal dopoguerra vi sia stata una pro-gressiva riduzione degli infortuni a seguito delle graduali applicazioni delle norme di sicurezza.

Gli ambiti in cui si sono effet-tuate tali rivisitazioni sono stati quelli della prevenzione degli infortuni sugli stabilimenti, della sicurezza dei cantieri e dell’igiene del lavoro.

La pubblicazione del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.(meglio nota come Testo Unico sulla Sicurezza del Lavoro), ridisegnando la normativa precedente, ha portato con forza le tematiche riguardanti la salute e la Sicurezza dei lavoratori. Un sistema di Gestione per la Salute e la Sicurezza sul lavoro ha consentito la gestione del-le problematiche relative alla sicurezza in azienda, attraverso la valutazione a priori dei rischi e la loro riduzione me-diante azioni preventive.

La parola chiave in quest’ambito è diventata la prevenzione; la valutazio-ne dei rischi è divenuta fondamentale nell’ottica del prevenire. L’idea di fon-do diventa “saper fare in sicurezza” e la formazione assume, oggi, un ruolo finalizzato a tale filosofia. L’andamento degli infortuni sul lavoro relativo al mese di Marzo 2011 (in riferimento all’anno 2010), pubblicato dall’INAIL, dichia-ra stime incoraggianti, considerando i 15mila infortuni in meno sul lavoro. In relazione al fenomeno infortunistico,

sono circa 775mila le denuncie di infortunio del 2010 con un calo dell’1,9% rispetto alle 790mila del 2009; l’INAIL segnala in tal modo una diminuzio-ne, seppur modesta, che sta consolidando l’andamento decre-scente degli infortuni in atto dal 2002.

Quelli che vengo-no registrati sono in-cidenti che possono provocare invalidità permanenti, infortuni temporanei, malattie professionali e morte. La sicurezza nei luo-

ghi di lavoro comprende quelle precau-zioni che devono essere prese per ga-rantire ai lavoratori un luogo di lavoro sicuro e sano, con lo scopo finale di evi-tare questi infortuni e/o malattie profes-sionali mentre si lavora. Per cui solo dei sopralluoghi mirati, la certezza dell’ido-neità dei luoghi di lavoro, le valutazioni dei vari rischi nei vari settori (espres-se nella redazione del documento di valutazione dei rischi DVR), solo tutta una serie di pratiche preventive messe in atto da tutti possono migliorare la si-curezza sul lavoro. Oggi la sicurezza sul lavoro deve essere considerata come un dovere assoluto per l’azienda e per il datore di lavoro, un diritto per il la-voratore, una tutela per la salute nei luoghi di lavoro, una vera emergenza da attuare ogni giorno,insomma, un com-pito di tutti!

Siamo consapevoli che si tratti di una sfida educativa di un certo livello; ma la presenza di un numero sempre più cre-scente di aziende e studi tecnici, che per-mettono l’osservanza di tali normative, ci fa ben sperare che un fenomeno simile vada migliorando giorno per giorno. La complessa e ampia legislazione impone

precisi obblighi per tutte le aziende. Pre-vede anche una capillare sorveglianza, sull'osservanza delle norme, esercitata da organismi vari (ASL, VVF, Direzione Provinciale del Lavoro, etc.), con possi-bili azioni sanzionatorie.

Da qui nasce anche l'esigenza da parte delle aziende di affidarsi ad orga-nismi esterni, per consulenze e servizi adeguati. La conoscenza e il mantenersi sempre aggiornati diventano tratti pe-culiari del buon lavoratore o del buon imprenditore. A tal proposito la città di Barletta grazie all’azione della ASL/BAT si è fatta promotrice della dif-fusione di questa cultura della si-curezza, organizzando numerosi corsi fra cui quelli sulla Sicurezza Stradale e per i Moltiplicatori della Prevenzione (si vedano i servizi giornalistici presenti su youtube.it ).

E nella speranza di non udire nuove notizie di incidenti sul lavoro proponia-mo l’attenzione di tutti per tenere sem-pre alto il valore della Vita di ognuno di noi.

Daniela D’[email protected]

INFORTUNI SUL LAVORO DENUNCIATI PER RAMO DI ATTIVITÀ ECONOMICA - ANNI EVENTO 2006-2010

SETTORE 2006 2007 2008 2009 2010(*) Var.% 2010/2009

Agricoltura 63.082 57.205 53.354 52.665 50.100 -4,9

Industria 413.368 400.099 366.159 296.381 278.400 -6,1

Servizi 451.690 455.098 455.631 441.066 446.750 1,3

TOTALE 928.140 912.402 875.144 790.112 775.250 -1,9

(*)Stima previsionale. Dal sito www.inail.it

u n c o m p i t o d i t u t t i !SICUREZZA SUL LAVORO

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Gli alunni della 1^C e della 1^D il 26 Maggio nell’aula magna della loro scuola hanno presentato lo spetta-colo musicale “MOUSIKE’”. Il dirigente didattico dott.

Luigi Terrone e l’insegnante referente del “Progetto musica 2020” del circolo Rossana Belardinelli, hanno evidenziato come in questa rappresentazione la musica ha portato con se tutte le forme di comunicazione umana: la parola, il suono e la danza. Il linguaggio della musica ci ricorda che il corpo umano sintetizza l’armonia della vita, poiché in esso convi-vono, con i sentimenti, le stesse fonti musicali e le melodie.

Le delicate voci dei bambini hanno cantato suonando gli strumentini ORFF: sonagli, triangoli, maracas e

ritmici accompagnati egregiamente dalla mae-stra di chitarra Paola Duranta e dal maestro di

pianoforte Ruggiero Morelli. Marce ritmiche,

girotondi e saltelli hanno dato origine a balletti simpatici ed allegri. Non è mancato il momento dell’inno alla scuola Gi-rondi e dell’inno di Mameli, quest’ultimo accompagnato sem-pre dagli strumenti ritmici.

Le mamme degli alunni hanno partecipato attivamente all’iniziativa curando i costumi ben coordinati tra loro, con allegre notine colorate che hanno danzato sulle gonnelline delle bambine e le chiavi di violino ben delineate sulle maglie dei maschietti.

Sicuramente una bella manifestazione che conclude il pri-mo anno scolastico di questi bambini: la musica, così presen-tata si è rivelata di grande aiuto per il loro sviluppo sempre più armonico.

Liana [email protected]

Arriva l'estate, aumenta il caldo, si va al mare o in

montagna (chi può...), ma il desiderio di lettura non diminuisce affatto. E allora facciamo frusciare tra le dita le pagine di un buon libro e “divoriamo” quella scrittura, lasciandoci prendere dalle storie con gli occhi della mente e del cuore.Entrando in esse, gustiamole a pieno e magari agli ultimi righi sussurriamo un grazie a chi ci ha regalato idee.

Dopo un buon libro non si è uguali a come si era all'incipit. Delle proposte dunque: Nessuno al mondo di Hisham Matar (Einaudi) racconta, attraverso i sentimenti del piccolo Suleiman, la Libia degli anni Settanta

del secolo scorso, quando Gheddafi sale al potere per governare il paese africano. Uno sguardo al passato per interpretare il presente. Pietra miliare della letteratura internazionale

è Padri e figli di Ivan Turgenev (Einaudi). Evgenij Bazarov, il protagonista del romanzo, è l'antesignano di tutti i nichilisti, anche di quelli moderni, che non ammettendo Dio nella storia. Vogliono un presente animato da tecnocrati pronti a decidere per tutti su basi esclusivamente scientifiche. Così annientano e si annientano.Tornando ad autori moderni, Erri De Luca con il suo E disse (Feltrinelli) traccia, dalla sua visuale di conoscitore attento dei

testi biblici, la vicenda umana di Mosè. Racconto e poesia fluiscono insieme, regalando spunti di profondità lieve.In ultimo, un classico della spiritualità: Lettere dal deserto di Carlo Carretto (Editrice La Scuola). Un viaggio che

dalla purificazione del cuore conduce ad una preghiera in “spirito e verità”. Il deserto è contemporaneamente sullo sfondo della narrazione e dentro chi la scrive. Esso non crea solitudine ma affratella e fa alzare gli occhi a Dio per ringraziarlo del supremo dono della vita.

Salvatore [email protected]

testi biblici, la vicenda umana di Mosè. Racconto e poesia fluiscono insieme, regalando spunti di profondità lieve.In ultimo, un classico della spiritualità: Lettere

di Carlo Carretto (Editrice La Scuola). Un viaggio che

[email protected]

Liber nostrum

CULTURA

LIBRI, LIBRI, LIBRI...… e ancora LIBRI!LIBRI!LIBRI

La scuola primaria “Raffaele Girondi” mette in scena la Musica

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Intorno ad un falò, sotto una splendi-da luna piena, in spiaggia con il telo da mare è più facile raccontarsi. E’

più spontaneo svelarsi. Il campo-scuola per i nostri ragazzi è proprio questo. Alcuni giorni per assaporare la bellezza dello stare insieme in maniera armoniosa e divertirsi con tanta gioia senza man-dare in ferie Gesù dalle nostre relazioni.

Sì, perché Cristo così li vuole i gio-vani: gioiosi e frizzanti. La sua presenza non toglie nulla alle nostre relazioni e al nostro divertimento eppure quando compare sulla scena rende tutto ancora più bello e più dignitoso.

Questa è l’esperienza che vivremo dal 23 al 28 Luglio a Gallipoli: le mattine ci godremo il mare cristallino del Salen-to, le sere ascolteremo la frenesia delle strade affollate della città e il pomerig-gio ci riserveremo alcuni brevi momenti per crescere insieme dialogando non sui massimi sistemi ma su quello che ha a che fare con la nostra vita, con le do-mande che incalzano la nostra esistenza perché noi non crediamo che i ragazzi di questa generazione hanno perso il sen-so della loro esistenza. Forse siamo noi adulti che lo abbiamo perduto e lo ab-biamo fatto smarrire anche ai giovani. Ma loro hanno una vita per recuperare, ritrovare e ricominciare.

Noi adulti non possiamo più fare passi falsi e non possiamo più sbagliare.

Quei giorni noi saremo il campo da arare e daremo a Gesù Cristo che ci ama la possibilità di innaffiare, custodi-re e far crescere i semi che vivono già in noi in virtù del Battesimo. Si farà spe-ciale compagno di viaggio per aiutarci a farli maturare e fruttificare.

Tra tutti i frutti che nascono da que-sti semi (che sono i doni dello Spirito Santo donatici col Battesimo) il più im-portante di tutti è l’amore. Non si può vivere senza l’amore!

Però non quello infla-zionato e deprezzato ma quello autentico e oblati-vo.

Caratteristica dell’amo-re è il suo profumo ine-briante e contagioso ma oggi questa fragranza è pian piano sostituita dal lezzo della violenza a cui assistiamo fin dentro le mura domestiche.

Alleanza! Di questo ab-biamo bisogno oggi in que-sto tempo di prova. La scuola, la famiglia e la parrocchia devono ca-pire che educare è que-stione di vita o di morte. Devono unire le forze per far fronte allo scem-pio a cui stiamo assi-

stendo di cui i nostri giovani sono pur-troppo le prime vittime.

Ecco perché abbiamo scelto come tema della nostra

esperienza Educarci all’umanità per prenderci le mani, unire tutte le nostre forze e per gridare a tutti che la vio-lenza e il male ci fanno schifo! Perché abbiamo fatto l’esperienza di un amore che non vogliamo più abbandonare. Im-parando a guardare nel volto dell’altro il nostro volto vinceremo la tentazione della violenza verso cui il mondo odier-no, in cui vige la legge della giungla, vuole spingerci.

Vieni, e vedi.

Massimo [email protected]

sti semi (che sono i doni dello Spirito Santo donatici col Battesimo) il più im-portante di tutti è l’amore. Non si può

Però non quello infla-zionato e deprezzato ma quello autentico e oblati-

Caratteristica dell’amo-re è il suo profumo ine-briante e contagioso ma oggi questa fragranza è pian piano sostituita dal lezzo della violenza a cui assistiamo fin dentro le

Alleanza! Di questo ab-biamo bisogno oggi in que-sto tempo di prova. La

Ecco perché abbiamo scelto come tema della nostra

sto tempo di prova. La scuola, la famiglia e la parrocchia devono ca-pire che educare è que-stione di vita o di morte. Devono unire le forze per far fronte allo scem-pio a cui stiamo assi-

sto tempo di prova. La scuola, la famiglia e la parrocchia devono ca-pire che educare è que-stione di vita o di morte. Devono unire le forze per far fronte allo scem-pio a cui stiamo assi-

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VERSO L'ESTATE

Educarci al beneper gridare che la violenza ci fa schifo!

Gli educatori del camposcuola 2010

Camposcuola 2010

Il gruppo che lo scorso anno ha partecipato al camposcuola di Marina di Lesina

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MISSIO.EDU 2011UN CAMPO SCUOLA CHE APRE AL MONDO

Si svolgerà dal 24 al 31 luglio prossimi a Genova il campo scuola organizzato dal Movimento Giovanile Missionario dal tema “Alla scuola dei popoli per dia-logare con il mondo”.

Il campo scuola è rivolto a giovani e animatori parrocchiali e diocesani dai vent'anni in su, ha un costo di 200,00 euro, e si propone di formare chi vi parteci-perà ad un diverso approccio alla vita missionaria sulla base di quanto affermato dalla CEI nel suo progetto decennale sulla sfida educativa. Ripartire anche da una coscienza che sappia essere missionaria nel quotidiano di ogni cristiano è più volte ripetuto negli Orientamenti Pastorali della Conferenza Episcopale Italiana.

Nel campo scuola si curerà in modo particolare la spiritualità missionaria, aprendo confronti diretti con la parola di Dio e si evidenzierà, attraverso il tema del blog e la missione, il nesso tra comunicazione moderna e annuncio. Inoltre si indicheranno nuovi stili di vita compatibili con un progetto sinceramente mis-sionario e cattolico e contemporaneamente si aiuteranno i partecipanti ad essere giovani controcorrente nella vita di tutti i giorni. Infine si apriranno gli orizzonti alla mondialità facendo scoprire la bellezza e la forza del dialogo con chi sembra diverso, formando alla pace e consegnando così i fondamenti della missione.

Tutti gli argomenti saranno trattati a livello teorico e pratico da esperti in ma-teria. Tra gli obiettivi del campo scuola missionario c'è anche quello di cercare il coinvolgimento delle realtà diocesane ai temi e alle attività legate alla missione.

Per saperne di più:www.mgm.operemissionarie.it

Salvatore Mellone, [email protected]

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NOI CHIESA

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Come è nato il movimento del Rin-novamento nello Spirito Santo?"Nel 1967 a Pittsburgh (Usa) dei giovani universitari si riunirono in una cappella davanti al Santissimo e, sull’esempio dei pentecostali, iniziarono a invocare lo Spirito Santo; lo invocarono con così tanta fede che lo Spirito Santo si scate-nò provocando guarigioni fisiche, guari-gioni spirituali, conversioni. Così nasce il Rinnovamento nello Spirito Santo. Questa esperienza si diffonde nel mon-do e approda in Italia. Nascono i primi gruppi a Roma e nelle città più grandi d’Italia; pian piano il Rinnovamento è cresciuto proprio come dice la Parola: “Il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che veniva-no salvati”(At 2,48). Nel giro di po-chi anni i gruppi del Rinnovamento co-minciarono ad essere centinaia. I primi anni, il Rinnovamento ha avuto molte difficoltà, pochi sacerdoti accoglievano i gruppi, perché questi cantavano in lin-gue, perché durante i loro incontri avve-nivano guarigioni inspiegabili; i sacerdo-ti avevano paura, perché non sapevano controllare questa realtà, nonostante il Papa dell’epoca avesse accettato que-sta spiritualità, pur non avendola ancora ufficializzata. Ancora oggi ci sono molti sacerdoti che non la comprendono nono-stante il Rinnovamento sia un movimen-to ecclesiale, riconosciuto dalla Chiesa. Il primo statuto è stato approvato dal-la CEI nel 1995. Prima l’esperienza del Rinnovamento si focalizzava molto sulle guarigioni, sulla preghiera di liberazio-ne; la Chiesa ha detto al Rinnovamento di portare Cristo alla gente; che poi fa-cendo l’esperienza di Cristo si ottiene la guarigione, ben venga. Il Rinnovamento è un movimento che ha voluto sempre seguire le orme della Chiesa ed è per

questo che ha accettato le sue “condizioni”. La Chiesa è

Cristo e per questo non avrebbe avuto senso

continuare a pregare, senza essere in sintonia con la Chiesa. Se tu stai all’ob-bedienza della Chiesa, il Signore ti be-nedice. Quelli che ci stanno rovinando sono quei movimenti carismatici che non hanno accettato di stare all’obbedienza ma che utilizzano gli stessi nostri canti, fanno le stesse cose nostre. Vorrei met-tere in guardia i vostri lettori, da queste false copie, dicendo che a Barletta solo due sono i gruppi del RnS riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa e si trovano uno presso la parrocchia SS. Crocifisso e l’altro alla Sacra Famiglia".

Come si svolgono gli incontri e cos’è l’abbandono nello Spirito?"La preghiera inizia con i canti di lode; durante questi canti si fanno delle pre-ghiere spontanee, che in realtà non sono spontanee, ma ispirate. Tutto si svolge fra canti, preghiere e aperture bibliche. Se la preghiera è particolarmente for-te o c’è una persona con dei problemi di salute o spirituali, può essere tocca-to dalla Grazia e cadere nell’abbandono dello Spirito; a noi succede raramente. Uno può anche simulare, ma simulare una cosa del genere è un grave pecca-to, è una grave offesa a Dio, anche se a volte può succedere con dei fanatici. Quando cadi nell’abbandono, anche se cadi in malo modo non ti fai niente, que-sto è già un segno; inoltre, solo quando si sta invocando lo Spirito Santo o quan-do la preghiera è particolarmente forte o quando c’è un momento di liberazione, solo allora l’abbandono può avvenire; ma se vedi qualcuno cadere all’improv-viso, allora puoi avere dei dubbi. Du-rante l’abbandono quella persona è co-

sciente, sente tutto, però non è in grado di muoversi, perché sta facendo espe-rienza con lo Spirito Santo. È una bella esperienza, sperimenti in quel momento un angolo di Paradiso. La sensazione è di toccare con mano il Signore".

Cos’è il canto in lingue? "Il canto in lingue ancora oggi molte persone non lo capiscono, eppure ne parla la Bibbia.

La Bibbia dice chiaramente che esiste. La lingua italiana non conosce vocaboli adatti per lodare degnamente il Signo-re, per lodare la grandezza di Dio. Tutti i vocaboli che abbiamo sminuiscono la grandezza di Dio. Quando veramente entri in contatto con Dio e fai esperienza con Dio, vieni investito di questa Grazia e quando preghi invece di pregare con le tue parole, si sovrappone un’altra voce; questi sono i gemiti dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo usa te per lodare Dio. Quel canto sono dei gemiti inesprimibili, simili a quelli di un bambino che balbet-ta. Il bambino comunque parla, cerca di farsi capire, ma mai ti dirà che ha fame, o che ha sete. La stessa cosa fa lo Spiri-to Santo; prende possesso e lui che pre-ga dentro di te, tu diventi tempio dello Spirito Santo. Questo è il canto in lin-gue, poi c’è il parlare in lingue. Il parlare in lingue è un’altra cosa; noi ad esempio non parliamo mai in lingue, perché per parlare in lingue ci deve essere quello che ha il dono di interpretare le lingue dice San Paolo. Se non c’è chi le inter-preta non ci può essere neppure chi par-la in lingue, perché la lingua resterebbe non compresa e quindi quella preghiera non edificherebbe la comunità. La pre-ghiera deve essere rivolta a Dio ma deve edificare la comunità; ecco per-ché la preghiera comunitaria, non può essere silenziosa. Quando il Santissimo viene esposto solennemente io non me ne posso stare in silenzio, devo esulta-re, devo gioire, perché è arrivato il mio Signore".

Angela [email protected]

Seconda parte dell'intervi-sta, già proposta nel numero di marzo, a Giuseppe Ricatti componente del gruppo del RnS presente nella nostra parrocchia, il quale ci de-scrive questo movimento.

RINNOVAMENTONELLO SPIRITO SANTO

Il presidente nazionale del RnS Salvatore Martinez

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Page 7: La Stadera N°61 - Giugno-Luglio 2011

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LA SOLENNITÀ DEL CORPUS DOMINI, CELEBRAZIONE DEL DIO CON NOI

“Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramen-to dell'Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della

tua Pasqua, fa' che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per sen-tire sempre in noi i benefici della redenzione”. È un passaggio della preghiera di Colletta della solennità del SS.mo Corpo e Sangue di Cristo (in latino Corpus Domini, Corpo del Signore) che ben spiega la profonda valenza spirituale e vitale del sacramento dell'Eucaristia istitui-to da Gesù il Giovedì Santo e celebrato dalla

Chiesa fino al giorno della sua Parusia. Il Corpo e il Sangue di Cristo sono il memoriale della sua

Pasqua di Risurrezione: Egli stesso afferma nel Vangelo di Giovanni di essere il pane vivo disceso

dal cielo per nutrire l'uomo nella sua vita terrena e condurlo a quella eterna (cfr. Gv 6,51). La solennità del

Corpus Domini ha origini medievali: secondo la tradizione attorno al 1208, in Belgio, una monaca di nome Giuliana ebbe una

visione nella quale la luna sembrava avere un lato in ombra. Questo fatto venne interpretato come la mancanza nella Chiesa di una festa dedicata al SS.mo Sa-cramento al di là del Giovedì Santo. Venne successivamente fatta una richiesta al vescovo di Liegi nell'ottica di avere un ulteriore giorno in cui celebrare con onore e gioia il mistero dell'Eucaristia. Il vescovo accettò di istituire la festa del Corpus Domini. In seguito dalla diocesi belga la celebrazione di questa festa si estese ad altre regioni europee fino a quando papa Urbano IV, convinto anche dal miracolo Eucaristico di Bolsena del 1263 dove un sacerdote dubbioso sul mistero della transustanziazione del pane e del vino in Corpo e Sangue di Cristo vide sgorgare dall'Ostia sangue che cadde sul corporale, con la Bolla “Transiturus de hoc mundo” l'11 agosto 1264 non istituì questa festa per tutta la Chiesa.

All'uomo moderno cosa dice l'Eucaristia? Gli suggerisce forse di andare oltre la razionalità sfrenata che parte dai propri sensi e torna ad essi con risposte parziali o nulle, e gli consiglia, in maniera non invadente, di abbandonarsi alla fede coniu-gando ad essa una ragione scevra da condizionamenti per costruirsi un itinerario umanamente nuovo e più completo, poiché “mediante la celebrazione eucaristica ci uniamo già alla liturgia del cielo e anticipiamo la vita eterna, quando Dio “sarà tutto in tutti” (1Cor 15,28)” (CCC n.1326). E proprio tutti, come ha detto Papa Benedetto XVI nell'omelia della solennità del SS.mo Corpo e Sangue di Cristo dello scorso anno, «sacerdoti e fedeli, ci nutriamo della stessa Eucaristia, tutti ci prostriamo ad adorarla, perché in essa è presente il nostro Maestro e Signore».

Salvatore Mellone, [email protected]

Ancora una volta affrontiamo il tema Vita, grazie alla testimonianza di Francesco Rutigliano, un nostro parrocchiano il quale ci scrive: “Una delle malattie infantili poco conosciute e mal dia-gnosticate a causa della poca conoscenza dei pediatri di base, oggi è l’autismo. L’autismo o, più correttamente, i disturbi dello spettro autistico, sono una realtà complessa e differenziata che comportano difficoltà e che interferiscono pesantemente con i processi di integrazione sociale a partire dai primissimi anni di vita. Ancora oggi non esiste una cura specifica che risolva in ma-niera definitiva questa malattia; tuttavia vari interventi educativi speciali, precoci e tempestivi possono portare notevoli miglioramenti a livello di autonomia personale. A tale scopo è nata l'angsa –Associazione Nazionale Genitori di Soggetti Autistici- che si impegna a dare una spe-ranza ed un futuro dignitoso alle persone colpite da autismo sostenendo le famiglie e diffondendo una corretta informazione, sollecitando la ricerca scientifica e adeguati interventi qualitativi. I genitori dell’angsa con il loro comitato scientifico, hanno messo a punto uno schema che ha lo scopo di rendere comprensibile a tutti i principali modelli operativi considerati efficaci dalla Co-munità Scientifica Internazionale. L’angsa è presente su tutto il territorio nazionale con diverse sezioni regionali e locali le cui attività sono il sostegno e l’informazione alle famiglie, con le scuole di ogni ordine attraverso organizzazione di convegni e informazioni destinati ai docenti, collabora con gli enti pubblici (Regione, Province, Comuni, ASL) al trattamento e assistenza delle persone autistiche. Nella nostra regione nella sede regionale è nato da circa 2 anni il centro Micheli dove vengono svolte tutte le attività di sostegno e integrazione dedicate alle famiglie ed a tutti gli ope-ratori scolastici e sanitari che sono vicini agli autistici. Questo centro si trova a Bari (zona Japigia) in Via Divisione Acqui n. 1 tel./fax 0809671705 presidente Mario Chimenti”.

Grazie Francesco per aver voluto divulgare l’esistenza di questa associazione, con l’augurio che da questo momento altre famiglie possano rivolgersi per chiedere aiuto e per farvi cresce-re con la loro esperienza. Per saperne di più visita il sito: www.angsaonlus.org/puglia

Angela Rizzi [email protected]

realtàAUTISMO

CHIESA E SOCIETÀ

PENSANDO AL BENE COMUNE

Il 15 e 16 maggio scorsi, abbiamo assistito, ed ovviamente partecipato, alla tornata elettorale per l'elezione del nuovo sindaco e del consiglio co-munale. L'esito di queste elezioni ha visto la riconferma del sindaco uscen-te, Nicola Maffei, al quale tutta la re-dazione rivolge un sincero augurio di buon lavoro per questo mandato che i cittadini di Barletta hanno voluto ri-affidargli con un consenso abbastanza rilevante.

Una nota positiva di queste elezio-ni può essere vista nel fatto che nel nuovo consiglio comunale ci sarà la presenza di molte "facce nuove", al-cune delle quali molto giovani, a di-mostrazione di un cambiamento ge-nerazionale che la gente ha sentito il bisogno di fare.

Quello che noi auspichiamo e au-guriamo è che il sindaco e i "nuovi consiglieri comunali" svolgano il loro lavoro pensando a quella che era la mission della politica: il bene co-mune.

È per questo che i vecchi notabili facevano politica: associare passione (e gratuità) al bene comune. Magari, anzi sicuramente, sono solo parole scontate e concetti di un'idealista, ma vogliamo essere ottimisti. Vogliamo pensare di vivere in una città migliore, con più servizi, con possibilità di lavo-ro (onesto) per i giovani, dove ci sia il rispetto della legalità, dell'ambiente in cui viviamo.

Noi vorremmo questo... d'altronde queste sono anche le "promesse elet-torali!"

Angela [email protected]

Page 8: La Stadera N°61 - Giugno-Luglio 2011

agendagiu-ago 2011

Intenzione missionaria dell’apostolato della preghiera di aprile:

perché lo Spirito Santo faccia sorgere dalle nostre comunità numerose vocazioni missionarie, disposte a consacrarsi pienamente alla diffusione del Regno di Dio.

per segnalazioni e comunicazioni

[email protected] relazioni stampa

[email protected]

cinemacinema

4 sab ore 19.00 Consegna Credo alla 3ª Media ore 20.00 Consiglio Pastorale Parrocchiale

5 dom ore 11.30 Prime Comunioni, gruppo di Sr. Luciana e Michele ore 20.30 Festa del Perdono, gruppo di Maria e Rosaria

6 lun ore 19.30 Preghiera di Lode RnS (ogni lunedì)

7 mar ore 17.30 Prime Confessioni, gruppo di Lucia e Damiana ore 19.30 Incontro Catechisti

9 gio ore 8.00 Gruppo volontariato (decoro della Chiesa ogni giovedì) ore 9.00 Gruppo Caritas (ogni giovedì) ore 17.30/19.00 Gruppo EPASS (scuola scrittura ogni giovedì) dalle ore 18.00 alle ore 22.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici

11 sab ore 20.00 Incontro Animatori dell’Oratorio ore 21.00 Veglia di Pentecoste al Santuario dello Sterpeto

12 dom ore 20.30 Festa del Perdono, gruppo di Lucia e Damiana e Seconde Comunioni, gruppo di Sr. Luciana e Michele

16 gio dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici

19 dom ore 10.00 Prime Confessioni gruppo di Enza Curci e G. Giampiero

ore 20.30 S. Messa di Ringraziamento e Festa del Perdono ore 20.00 Catechesi Associati

22 mer ore 9.00 Ritiro Spirituale Cresimandi Incontro di preghiera animatori oratorio ore 17.30 Prime Confessioni gruppo di Maria e Anna

23 gio ore 9.00 Ritiro Spirituale cresimandi dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici

25 sab ore 15.30 Festa Inizio Oratorio e Biciclettata ore 19.00 Festa Apertura Oratorio Estivo ore 20.00 Cresime

26 dom ore 19.00 Festa del Perdono gruppo di Maria e Anna

29 mer ore 20.00 Sagra del Wurstel

30 gio dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 22.00 S. Messa e rito dell’Incubatio e Adorazione

Notturna

Forum Catechetico

6 mer Sagra del Salame e Mortadella

9-10-11 Festa Patronale

12 mar Gita a “Le onde park” di Venosa

13 mer Sagra della Focaccia

14-15 Tornei di Pallavolo e Calcetto

20 mer ore 20.00 Festa chiusura Oratorio Sagra a Sorpresa

23-29 Campo Scuola giovani/issimi a Gallipoli

27 Lug7 Ago

Never-Lourdes-Parigi-Lisieux-S. Michel

14 dom ore 21.00 Veglia di Preghiera in cortile Compleanno del Parroco

GIUGNO

LUGLIO

AGOSTO

Dio non sta mai alle spalle. Non appartiene al passato, custodito nei ricordi. È un Dio vivo, più vivo di noi: sta al presente e ci chiama dal futuro. (Germano Pattaro, teologo)

L’appartenenza non è un insieme casuale di persone. Non è un consenso a un’apparente aggregazione. L’apparte-nenza è avere gli altri dentro sé. (Giorgio Gaber, cantautore)

La Verità non è una pietra preziosa che si può mettere in tasca, bensì un mare sconfinato in cui gettarsi. (Robert Musil, scrittore)

Iddio ama mostrare la sua potenza servendosi del nulla: Egli si servirà della nostra piccolezza e debolezza per com-piere la sua opera. (Teresa di Lisieux)

Non chiamare intelligenti solo quelli che la pensano come te. (Ugo Oietti)

“IL REGNO DEI CIELI È SIMILEAD UN TESORO NASCOSTO

NEL CAMPO” (Mt 13,44)

È un luogo prezioso il campo per un contadino: da esso egli raccoglie i frutti che diverranno poi la sua economia permettendogli di vivere e dunque di esi-stere come individuo. Un campo, dunque, ha in sé ric-chezze sconfinate ed una forza particolare, quella cioè di generare misteriosamente vita dalle sue viscere e di donare prosperità mediante i suoi prodotti all'uomo. “Sora nostra madre terra”, come direbbe San France-sco d'Assisi, è sempre prodiga verso tutti ed al tempo stesso ha un tesoro nascosto in sé: questo tesoro è il segreto del produrre bene per gli altri, in due pa-role “generosità semplice”. La terra del campo in cui vi è un tesoro non è altro che la vita di ognuno: in profondità custodisce il vero significato dell'esistere che è “generosità semplice” verso l'altro e verso Dio allo stesso tempo. Là sotto è il regno dei cieli, proprio dove risuona “ama Dio sopra ogni cosa e il prossimo tuo come te stesso”. Chi scopre questa qualità gioiosa sotto la crosta superficiale (posta alle intemperie dei giorni vissuti) del proprio campo, non può che far ri-torno velocemente ai propri averi, venderli perché non appaiono più soddisfacenti e, con quello che si è rica-vato, comprare quel campo, cioè rientrare in possesso di se stessi perché la vera gioia è quel tesoro nascosto dentro. In ogni campo Dio ha posto il tesoro nascosto del suo regno: scavare, trovarlo e convertirsi è compi-to umano, sempre sostenuto da Colui che non ci lascia mai la mano per non farci sentire soli.

Salvatore Mellone [email protected]

VI PROPONIAMO …

L’estate è il periodo del riposo. Noi vogliamo pro-porvi un riposo riflessivo con la visione di alcuni films. La prima cosa bella, un film di P. Virzì, che descrive fin dove può arrivare l’amore di una madre. Si ascolta: “Perché dall’amore di una mamma così come la nostra purtroppo o per fortuna non c’è via di scampo”. È an-che la storia di un figlio che si trova a fare i conti con il rapporto a dir poco conflittuale che ha sviluppato negli anni con la madre. L’altra faccia della medaglia è La solitudine dei numeri primi, di S. Costanzo, che mostra fino a che punto un genitore, seppure in ma-niera inconsapevole, può distruggere la vita di un figlio tanto da portarlo ad autolesionarsi ed ad isolarsi dal mondo. Il giardino dei limoni sul possibile rappor-to tra palestinesi ed israeliani. Saranno due donne a cercare di superare il confine storico-politico oltre che fisico di questi Paesi. C’è chi dice no, di G. Avellino, che racconta la nascita di un movimento che si batte contro i raccomandati e che vede ogni giorno il merito calpestato. Ci si domanda: “dove andrà a finire questo Paese? Nessuno studia più niente!”. Il gioiellino, di A. Molaioli descritto: “Un’opera discreta che studia e non condanna, il torbido dei prestigiatori finanziari”. Si riflette sulla “condizione dell’uomo che non concede tempo per la sua coscienza e intraprende un destino di distruzione”. Il discorso del re (di Hooper), da un critico definito: “la storia di un uomo speciale, che ri-pone la propria fiducia in un altro uomo di ben diversa caratura sociale”.

Buona visione!

Angela Rizzi, [email protected]

Chiàn chiàn e sòt sòt, ca do p'd du ciuccie nan s' facie meng 'u brot! (Gerard, filosofo di vita)

Trad: “Piano piano e lento lento, che dal piede dell'asino non si fa nemmeno il brodo!”

ORARIO ESTIVO SANTE MESSEfestivi ore 8,30 - 19,00 - 20,30 / feriali ore 19,00