8
Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 29 settembre 2013 “La caratterizzazione ecumenica risponde a una grande esigenza da parte del mondo. Si invoca una Chiesa che per essere missionaria si presenti non divisa negli scandalosi contrasti confessionali e non di- visa al suo interno. La collaborazione culturale all’azione missionaria nella Chiesa deve rendersi conto che oggi, di fronte ad una Europa che si unisce, per quanto mutilata, le divisioni della Chiesa che ancora persistono diventano più scandalose e svuotano il gesto evangelizzan- te. La mediazione culturale ha qui largo spazio di intervento e di in- ventiva, con le profondità che può offrire studiando la storia dei po- poli e delle loro divisioni”. Impegno Missionario della Chiesa, 1979 Una Missione d’Accoglienza L’inizio della SettimanaVincenziana organizzata a Livorno e l’intervista al cardinal Gianfranco Ravasi La bellezza, la fede e la carità DI MAURO DONATEO l cardinal Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, ha aperto a Livorno la settimana di studi e appuntamenti dedicati alla figura del beato Federico Ozanam, nel bicentenario della sua nascita, organizzata dalla Società di San Vincenzo de’ Paoli, in collaborazione con la parrocchia S. Seton, la Diocesi attraverso la Pharus, le Figlie della Carità e il volontariato Vincenziano. Abbiamo colto l’occasione di questa presenza importante per raccogliere le impressioni del cardinale sul momento attuale della cultura e sulla nostra città. Eminenza, Lei ha offerto una bellissima riflessione, dove sono state toccate tre parole fondamentali, tra cui c’era anche “cultura”. Riguardo a questa, come siamo messi in Italia? «L’Italia è uno dei paesi più colti del mondo, se guardiamo dal punto di vista dei beni e delle arti. Basta girare per qualsiasi città per rendersene conto. Ma allo stesso tempo, è uno dei paesi più distratti nei confronti dei suoi beni, vedi Pompei che crolla….Insomma, credo che si debba ritornare a guardare al passato, guardare alla storia e alla cultura. Dove c’è bellezza, c’è dignità umana. In italiano abbiamo due parole che hanno la stessa radice, pur non essendo sinonime: bruttezza, che riguarda il campo estetico, e bruttura, di categoria invece morale. Ecco, spesso la bruttezza, come in alcune nostre periferie, qualche volta genera la bruttura, come il degrado civico e urbano, quindi torniamo a guardare al passato e impariamo. Ma un’altra cosa è importante, ricordiamoci che la cultura è continuamente creatività, ed è per questo che con l’eredità storica si deve costruire qualcosa di nuovo, ed è importante, quindi, che i governi investano e diano importanza alla ricerca scientifica, alle arti, e alla fruizione del cittadino normale dell’eredità che l’Italia custodisce». Il Papa ha espresso recentemente, durante un’intervista a Civiltà Cattolica, parole di apertura verso alcune categorie, spesso un po’discusse anche all’interno della Chiesa: omosessuali, separati, donne che hanno abortito ecc… Come commenta le frasi del Santo Padre? Possono aprire delle innovazioni pastorali, secondo Lei? «Sono parole che rientrano nelle linee guida di papa Francesco, e hanno due caratteristiche: la prima è che i principi non sono astratti, non devono essere formulati e imposti come schemi nelle persone. Devono essere incarnati. Non si nega nulla della nobiltà umana, ma questa dignità non può essere dichiarata solo come principio, escludendo poi che la miseria umana, la drammaticità della nostra esistenza, comprendono invece continue ferite a questi principi. Se la Chiesa deve stare sopra e dichiarare la sua verità, deve stare spalla a spalla con queste persone che soffrono. Per questo motivo credo che il Papa inviterà teologi, persone di Chiesa, ma anche fedeli, a riflettere pastoralmente su questi drammi, in modo concreto, per accompagnare questi drammi. E questo non vuol dire ferire i principi, ma renderli veri, incarnati». Che cosa conosce il Cardinale Ravasi della città di Livorno? «Sono stato alcune volte, in particolare venni tre giorni in occasione dell’inaugurazione della biblioteca diocesana, c’era il congresso dell’Abei (Associazione bibliotecari ecclesiastici italiani). E ho in mente due cose: la prima è che voi siete pur sempre una città di mare, legata anche alla marina, allora c’era la Vespucci. Vorrei dire ai livornesi di conservare questo spirito. Saint-Exupéry diceva che se vuoi preparare un marinaio, non devi insegnargli solo l’arte marina, ma anche il senso del mare, quel senso infinito, spazioso, in cui ci sei tu con il cielo. Vorrei che Livorno avesse questo respiro alto, questa nostalgia dell’infinito, che poi è l’arte. La seconda cosa che mi viene in mente, è che la città di Livorno è profondamente laica, spesso in conflitto con la religiosità. Devo dire che ha avuto vescovi capaci, come mons. Guano e mons. Ablondi, che sono stati capaci di interloquire e lasciare una scia in questa città. Un Presidente della Repubblica della vostra città, Ciampi, mi parlava di questo spirito liberale e laico, che però aveva in sé una sua nobiltà. Occupandomi adesso del Cortile dei Gentili, attraverso tante città del mondo e spesso secolarizzate, ma dove si può discutere quando uno e l’altro abbandonano il proprio palazzo e si incontrano nel cortile, in uno spazio libero dove c’è il cielo, dove passa anche la voce di Dio. Il Cristianesimo è ascolto dell’altro». Ha saputo che da poco abbiamo inaugurato una statua della Madonna all’interno del porto? I livornesi hanno apprezzato moltissimo questa opera d’arte, anche tra i non credenti. È stata chiamata “La Madonna dei Popoli”…. «Potrebbe diventare un simbolo della vocazione di Livorno, soprattutto di città di mare, che si affaccia sul Mediterraneo, un mare che ha in sé uno dei più intensi crocevia tra culture e drammi diversi. Per questo la Madonna dei Popoli può significare combattere certe chiusure e paure, spesso giustificate, e che faccia in modo di tendere la mano verso chi arriva e porta con sé una grande dose di disperazione». I UN ALTRO MOMENTO DEL CONVEGNO VINCENZIANO opo l’intervento del cardinal Ravasi e di padre Mezzadri sulla spiritualità vin- cenziana, iil convegno di studi su Federico Ozanam è proseguito nel pomeriggio con la relazione di don Gino Franchi e con la spiegazione dell’affresco del pittore Paolo Maiani sulla vita di Ozanam che ha abbel- lito la parete destra della chiesa della San- ta Seton. Don Gino ha diffusamente par- lato di fronte, ad un pubblico numeroso e attento, delle motivazioni che lo avevano spinto a ripubblicare l’opera di Ozanam “Il libro dei malati” uscito in lingua fran- cese grazie ad Amin de Terrazi, già Presi- dente Internazionale della Società San Vincenzo de Paoli. Un libro che nella me- ditazione della Sacra Scrittura permise ad Ozanam di trovare la forza di soffrire con pazienza e dare a sua volta un conforto verso tutti coloro che soffrono nella ma- lattia. Ozanam trovò nella Parola di Dio il nutrimento per la propria fede e sempre dalla Parola trasse il nerbo per affrontare i grandi temi della questione sociale che co- minciavano a prendere piede proprio ai suoi tempi. Federico Ozanam impostò quest’opera nella città di Livorno in cui trascorse nella malattia gli ultimi quattro mesi della sua esistenza curato dalla mo- glie Amelia. Don Gino ha avuto modo di ricordare la presenza della San Vincenzo in molte parrocchie di Livorno, in alcune delle quali l’adesione dei fedeli fu decisa- mente consistente. Riguardo all’affresco è singolare che il motto della San Vincenzo, scritto sui manifesti e sui depliants, sia “Dare una mano colora la vita”, infatti i colori che Paolo Maiani ha saputo immet- tere nei suoi dipinti sono uno sprazzo di luce e di vita malgrado la tristezza dei mo- D menti che illustrano. Le vetrate che sor- montano i due dipinti sono sei e illustra- no le opere di carità, quelle virtù cioè che dimostrano l’amore verso Dio e verso il prossimo, verso i bisognosi e gli infelici, specialmente i carcerati e i malati. I due imponenti affreschi evidenziano due momenti: la visita di Ozanam ad un pove- ro ammalato, e lo stesso Ozanam anche lui seriamente ammalato nella chiesa di Antignano assistito amorevolmente dalla moglie Amelia Soulacroix e dagli amici Fratelli Vincenziani di Livorno che lo han- no accompagnato durante la malattia per quattro mesi fino a pochi giorni della morte, Ozanam si spegnerà infatti in Fran- cia. Dopo l’intervento di don Gino, l’assisten- te nazionale dei Vincenziani, Padre Berge- sio, ha concluso il convegno con un mo- mento di preghiera invitando tutti a chie- dere al Signore “non di essere dei buoni cristiani ma dei santi” e -ha aggiunto- “co- me dice Papa Francesco di essere dei santi gioiosi e non degli zitelloni”, la gioia deve sempre trasparire sul nostro volto per sa- perla donare agli altri. Insieme ai presenti ha concluso con la lode “Te lodiamo Tri- nità” e con il Salmo “Salga a te o Dio la mia preghiera”. La serata ha avuto corona- mento alle 21 con il musical “Chiara e Francesco: l’amore Vero”. Gianni Giovangiacomo FOTO DI ROBERTO ONORATI L’intervista al cardinal Ravasi e l’inaugurazione del dipinto di Maiani sono in video sul blog Lasettima- natuttiigiorni nel sito della diocesi www.diocesili- vorno.it Mostrare la gioia anche nella sofferenza Sulle pareti della chiesa di Madre Seton un affresco su Federico Ozanam del pittore Paolo Maiani «Saint-Exupéry diceva che se vuoi preparare un marinaio, non devi insegnargli solo l’arte marina, ma anche il senso del mare, quel senso infinito, spazioso, in cui ci sei tu con il cielo. Vorrei che Livorno avesse questo respiro alto, questa nostalgia dell’infinito, che poi è l’arte» IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi Speciale Vincenziani e Federico Ozanam

La Settimana n. 34 del 29 settembre 2013

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Settimanale della Diocesi di Livorno

Citation preview

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

29 settembre 2013

“La caratterizzazione ecumenica risponde a una grande esigenza daparte del mondo. Si invoca una Chiesa che per essere missionaria sipresenti non divisa negli scandalosi contrasti confessionali e non di-visa al suo interno. La collaborazione culturale all’azione missionarianella Chiesa deve rendersi conto che oggi, di fronte ad una Europache si unisce, per quanto mutilata, le divisioni della Chiesa che ancorapersistono diventano più scandalose e svuotano il gesto evangelizzan-te. La mediazione culturale ha qui largo spazio di intervento e di in-ventiva, con le profondità che può offrire studiando la storia dei po-poli e delle loro divisioni”.

Impegno Missionario della Chiesa, 1979Una Missione d’Accoglienza

L’inizio della Settimana Vincenziana organizzata a Livorno e l’intervista al cardinal Gianfranco Ravasi

La bellezza, la fede e la carità

DI MAURO DONATEO

l cardinal Gianfranco Ravasi,presidente del PontificioConsiglio per la Cultura, haaperto a Livorno la

settimana di studi eappuntamenti dedicati allafigura del beato FedericoOzanam, nel bicentenario dellasua nascita, organizzata dallaSocietà di San Vincenzo de’Paoli, in collaborazione con laparrocchia S. Seton, la Diocesiattraverso la Pharus, le Figliedella Carità e il volontariatoVincenziano. Abbiamo coltol’occasione di questa presenzaimportante per raccogliere leimpressioni del cardinale sulmomento attuale della culturae sulla nostra città.

Eminenza, Lei ha offerto unabellissima riflessione, dovesono statetoccate tre parolefondamentali, tracui c’era anche“cultura”.Riguardo aquesta, comesiamo messi inItalia?«L’Italia è uno deipaesi più colti delmondo, seguardiamo dalpunto di vista deibeni e delle arti.Basta girare perqualsiasi città perrendersene conto.Ma allo stessotempo, è uno deipaesi più distrattinei confronti deisuoi beni, vediPompei checrolla….Insomma,credo che si debbaritornare aguardare alpassato, guardarealla storia e allacultura. Dove c’èbellezza, c’èdignità umana. In italianoabbiamo due parole che hannola stessa radice, pur nonessendo sinonime: bruttezza,che riguarda il campo estetico,e bruttura, di categoria invecemorale. Ecco, spesso labruttezza, come in alcunenostre periferie, qualche voltagenera la bruttura, come ildegrado civico e urbano,quindi torniamo a guardare alpassato e impariamo. Maun’altra cosa è importante,ricordiamoci che la cultura ècontinuamente creatività, ed è

per questo che con l’ereditàstorica si deve costruirequalcosa di nuovo, ed èimportante, quindi, che igoverni investano e dianoimportanza alla ricercascientifica, alle arti, e allafruizione del cittadino normaledell’eredità che l’Italiacustodisce».

Il Papa ha espressorecentemente, duranteun’intervista a CiviltàCattolica, parole di aperturaverso alcune categorie,spesso un po’discusse ancheall’interno della Chiesa:omosessuali, separati, donneche hanno abortito ecc…Come commenta le frasi delSanto Padre? Possono apriredelle innovazioni pastorali,secondo Lei?«Sono parole che rientrano

nelle linee guidadi papa Francesco,e hanno duecaratteristiche: laprima è che iprincipi non sonoastratti, nondevono essereformulati eimposti comeschemi nellepersone. Devonoessere incarnati.Non si nega nulladella nobiltàumana, ma questadignità non puòessere dichiaratasolo comeprincipio,escludendo poiche la miseriaumana, ladrammaticitàdella nostraesistenza,comprendonoinvece continueferite a questiprincipi. Se laChiesa deve staresopra e dichiarare

la sua verità, deve stare spalla aspalla con queste persone chesoffrono. Per questo motivocredo che il Papa inviteràteologi, persone di Chiesa, maanche fedeli, a rifletterepastoralmente su questidrammi, in modo concreto, peraccompagnare questi drammi.E questo non vuol dire ferire iprincipi, ma renderli veri,incarnati».

Che cosa conosce ilCardinale Ravasi della cittàdi Livorno?

«Sono stato alcune volte, inparticolare venni tre giorni inoccasione dell’inaugurazionedella biblioteca diocesana, c’erail congresso dell’Abei(Associazione bibliotecariecclesiastici italiani). E ho inmente due cose: la prima è chevoi siete pur sempre una città dimare, legata anche alla marina,allora c’era la Vespucci. Vorreidire ai livornesi di conservarequesto spirito. Saint-Exupérydiceva che se vuoi preparare unmarinaio, non devi insegnarglisolo l’arte marina, ma anche ilsenso del mare, quel sensoinfinito, spazioso, in cui ci seitu con il cielo. Vorrei cheLivorno avesse questo respiroalto, questa nostalgiadell’infinito, che poi è l’arte. Laseconda cosa che mi viene inmente, è che la città di Livornoè profondamente laica, spessoin conflitto con la religiosità.Devo dire che ha avuto vescovicapaci, come mons. Guano emons. Ablondi, che sono staticapaci di interloquire e lasciareuna scia in questa città. UnPresidente della Repubblicadella vostra città, Ciampi, miparlava di questo spiritoliberale e laico, che però avevain sé una sua nobiltà.Occupandomi adesso delCortile dei Gentili, attraversotante città del mondo e spessosecolarizzate, ma dove si puòdiscutere quando uno e l’altroabbandonano il propriopalazzo e si incontrano nelcortile, in uno spazio liberodove c’è il cielo, dove passaanche la voce di Dio. IlCristianesimo è ascoltodell’altro».

Ha saputo che da pocoabbiamo inaugurato unastatua della Madonnaall’interno del porto? Ilivornesi hanno apprezzatomoltissimo questa operad’arte, anche tra i noncredenti. È stata chiamata“La Madonna dei Popoli”….«Potrebbe diventare unsimbolo della vocazione diLivorno, soprattutto di città dimare, che si affaccia sulMediterraneo, un mare che hain sé uno dei più intensicrocevia tra culture e drammidiversi. Per questo la Madonnadei Popoli può significarecombattere certe chiusure epaure, spesso giustificate, e chefaccia in modo di tendere lamano verso chi arriva e portacon sé una grande dose didisperazione».

IUN ALTRO MOMENTO DEL CONVEGNO VINCENZIANO

opo l’intervento del cardinal Ravasi edi padre Mezzadri sulla spiritualità vin-

cenziana, iil convegno di studi su FedericoOzanam è proseguito nel pomeriggio conla relazione di don Gino Franchi e con laspiegazione dell’affresco del pittore PaoloMaiani sulla vita di Ozanam che ha abbel-lito la parete destra della chiesa della San-ta Seton. Don Gino ha diffusamente par-lato di fronte, ad un pubblico numeroso eattento, delle motivazioni che lo avevanospinto a ripubblicare l’opera di Ozanam“Il libro dei malati” uscito in lingua fran-cese grazie ad Amin de Terrazi, già Presi-dente Internazionale della Società SanVincenzo de Paoli. Un libro che nella me-ditazione della Sacra Scrittura permise adOzanam di trovare la forza di soffrire conpazienza e dare a sua volta un confortoverso tutti coloro che soffrono nella ma-lattia. Ozanam trovò nella Parola di Dio ilnutrimento per la propria fede e sempredalla Parola trasse il nerbo per affrontare igrandi temi della questione sociale che co-minciavano a prendere piede proprio aisuoi tempi. Federico Ozanam impostòquest’opera nella città di Livorno in cuitrascorse nella malattia gli ultimi quattromesi della sua esistenza curato dalla mo-glie Amelia. Don Gino ha avuto modo diricordare la presenza della San Vincenzoin molte parrocchie di Livorno, in alcunedelle quali l’adesione dei fedeli fu decisa-mente consistente. Riguardo all’affresco èsingolare che il motto della San Vincenzo,scritto sui manifesti e sui depliants, sia“Dare una mano colora la vita”, infatti icolori che Paolo Maiani ha saputo immet-tere nei suoi dipinti sono uno sprazzo diluce e di vita malgrado la tristezza dei mo-

D menti che illustrano. Le vetrate che sor-montano i due dipinti sono sei e illustra-no le opere di carità, quelle virtù cioè chedimostrano l’amore verso Dio e verso ilprossimo, verso i bisognosi e gli infelici,specialmente i carcerati e i malati.I due imponenti affreschi evidenziano duemomenti: la visita di Ozanam ad un pove-ro ammalato, e lo stesso Ozanam anchelui seriamente ammalato nella chiesa diAntignano assistito amorevolmente dallamoglie Amelia Soulacroix e dagli amiciFratelli Vincenziani di Livorno che lo han-no accompagnato durante la malattia perquattro mesi fino a pochi giorni dellamorte, Ozanam si spegnerà infatti in Fran-cia.Dopo l’intervento di don Gino, l’assisten-te nazionale dei Vincenziani, Padre Berge-sio, ha concluso il convegno con un mo-mento di preghiera invitando tutti a chie-dere al Signore “non di essere dei buonicristiani ma dei santi” e -ha aggiunto- “co-me dice Papa Francesco di essere dei santigioiosi e non degli zitelloni”, la gioia devesempre trasparire sul nostro volto per sa-perla donare agli altri. Insieme ai presentiha concluso con la lode “Te lodiamo Tri-nità” e con il Salmo “Salga a te o Dio lamia preghiera”. La serata ha avuto corona-mento alle 21 con il musical “Chiara eFrancesco: l’amore Vero”.

Gianni Giovangiacomo

FOTO DI ROBERTO ONORATI

L’intervista al cardinal Ravasi e l’inaugurazione deldipinto di Maiani sono in video sul blog Lasettima-natuttiigiorni nel sito della diocesi www.diocesili-vorno.it

Mostrare la gioia anche nella sofferenzaSulle pareti della chiesa di Madre Seton un affrescosu Federico Ozanam del pittore Paolo Maiani

«Saint-Exupérydiceva che sevuoi preparareun marinaio,non deviinsegnarglisolo l’artemarina, maanche il sensodel mare, quelsenso infinito,spazioso, in cuici sei tu con ilcielo. Vorreiche Livornoavesse questorespiro alto,questanostalgiadell’infinito,che poi è l’arte»

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

SpecialeVincenzianie FedericoOzanam

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI29 settembre 2013II

VENERDÌ’ 27 SETTEMBRE

el 70° anniversario della proclamazione dell’Armistizio Venerdì 27 set-tembre, presso la Sala Consiliare del Palazzo della Provincia di Livorno,

sarà consegnata una onorificenza al Comitato Livornese Assistenza fondatoda don Angeli. È prevista la presenza degli studenti e degli insegnanti chehanno partecipato al Treno della Memoria e al viaggio di Fossoli 2013, delleAutorità, degli estimatori di don Angeli.

Interverranno il Presidente della Provincia, Giorgio Kutufà, il Sindaco di Li-vorno, Alessandro Cosimi, Laura Bandini, Presidente dell’ ISTORECO, e En-rica Talà, Direttrice del Centro Studi Roberto Angeli. In tale occasione saran-no anche consegnati degli attestati ai docenti referenti del Treno della Memo-ria 2013. L’attrice Laura Cini leggerà dei passi scelti del libro di don Angeli"Vangelo nei lager".

N

a parrocchia di San GiovanniBosco continua gli

appuntamenti parrocchialidell’autunno iniziati con laprocessione per le strade delquartiere con l’immagine dellaMadonnina, processione che haavuto luogo lo scorso 7 Settembreproprio in occasione dellagiornata di preghiera per la paceindetta da Papa Francesco.Nei giorni scorsi la comunità di

Coteto è stataimpegnatanellasettimanabiblica, ogniannosolitamenteincentrata suun temaspecifico, lostesso cheviene poiaffrontatodurantel’inverno neicentri diascolto che siriuniscononelle case deiparrocchiani.

Quest’anno la Settimana è statauna sorta di ripartenza, un tornareai fondamenti della conoscenzabiblica: “abbiamo pensato –racconta il parroco don LucianoMusi – che fosse necessariotornare un po’ indietro e rafforzarele basi. I tempi cambiano, lepersone che partecipano agli

incontri della Parola cambiano equindi ci è sembrato necessarioripartire dai fondamenti, rivederele cose essenziali, prima diaffrontare gli approfondimentiproposti per l’ascolto equest’anno incentrati sul Vangelodi Matteo. Così dedicheremoquesta settimana alla lettura dialcune encicliche, partendo daquella di Pio XII “Divino afflantespiritu”, per rivedere le cosebasilari della Sacra Scrittura, comel’ispirazione, il linguaggio,l’interpretazione, il processostorico della formazione dellaBibbia e il messaggio: cinqueaspetti che sono stati spiegati dacinque relatori esperti dellaScrittura: don Valerio Barbieri,don Piergiorgio Paolini, mons.Benedetto Rossi, la prof.ssaAnnamaria Giorgi e don FrancescoVannini.

il video dell’intervista a donLuciano Musi è su La settimanatutti i giorni nel sitowww.diocesilivorno.it

Foto e servizio di Angela Blanco

L

a S. GIOVANNI BOSCO

Don Roberto Angelia 100 annidalla nascita

I campi dell’Agesci Livorno 10°

Scout: stare insieme all’apertoper imparare a crescere

l GruppoAGESCI -AssociazioneGuide e Scout

Cattolici Italiani -Livorno 10°, hasvolto in questaestate 4 campi ,impegnando circa90 ragazzi dagli 8 ai20 anni guidati da20 adulti Capieducatori. Il Gruppo èpresente ed operapresso la Parrocchiadi San Giuseppe inPiazza 2 Giugno epresso l’exVillaggioScolastico nelquartiere Coreafacendo riferimento allaParrocchia NS di Fatima.I lupetti di Corea - bambini dieta compresa 8 -11 anni,hanno svolto il loro campoestivo in accantonamento, aPracchia (PT) presso unastruttura Salesiana adibita persoggiorno di gruppi, mentre ilupetti di San Giuseppe sisono recati a Poggio di LoroCiuffena (AR) presso una casaparrocchiale.Il gruppo Esploratori-Guideragazzi di eta 12-16 anni hacampeggiato in tenda pressola Base Scout di Sereto nelComune di Cavriglia(AR)I Rover, giovani di 17-20 annihanno percorso a piedi circa100 km. cammminando pertratti diversi dellaViaFrancigena da Buonconventofino a Piazza San Pietro inRoma.Il Campo Scout nellapedagogia scout rappresentaun elemento fondamentale edunico che vede nella vitaall’aperto un fattoirrinunciabile per laformazione scout personale diogni ragazzo. Nel campoestivo si ha la possibilità disviluppare ed avere"relazioni" significative, discoprire la semplicità el’essenzialità nello stareinsieme, si sviluppanosentimenti di solidarietà, dicondivisione, di accoglienza ,di confronto ed accettazionedelle diversità. Sviluppare edabituare i ragazzi di ogni etàa scoprire e a stabilirerelazioni significativecostituisce una buona scuolaper un corretto sviluppo dipersonalità capaci di svolgerenel futuro un ruolopropositivo responsabile edattivo nei molteplici ambitiche la vita offre. Il Campoestivo rappresenta la sintesi diun anno di lavoro, è altamentesignificativo per aumentarela voglia di fare, sviluppare unforte spirito di adattamento edun forte stimolo allaresponsabilizzazione

personale e allapartecipazione attiva inprospettiva per il nuovo annoche si riaprirà con nuoveambizioni sogni e desiderio difare. Il Campo estivo per gliscout è un punto di arrivo eallo stesso tempo il punto di

partenza per tutte le attività.Un immenso “grazie” varivolto al al nostro AssistenteEcclesiastico Don CristianLeonardelli parroco di Valle

Benedetta, per lapartecipazione e per il suoapporto in tutti i 4 campisvolti.

Domenico Zucca

I

VITA DI COMUNITÀ

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI29 settembre 2013 III

L’INTERVISTA ALLA DOTTORESSAElisa Amato

In dialogo con i ragazzie con le famiglie

gni fase della nostra vitaè caratterizzata damomenti più o menobelli, ma sicuramente

ogni esperienza vissuta diventaparte della nostra esistenza e necaratterizza il prosieguo.

Inizia con queste parole la letterache la dottoressa Elisa Amato hascritto alle autorità e a tutte lecomponenti scolastiche, nel suosaluto di commiato prima dellapensione. Proprio all’inizio diquesto anno scolasticol’abbiamo intervistata perconoscere le sue opinioni sulmondo della scuola e su come ècambiata in questi anni.«Indubbiamente – premette ladottoressa - sono stata unadonna fortunata perché nellavita ho fatto ciò che volevo:prima insegnante, poi grazie alsostegno del professorSchiavone, il padre di donRaffaello, che mi ha convinto afare i concorsi per diventaredirigente scolastico e poil’incarico qui a Livorno è statadavvero una soddisfazione.Io ho iniziato come insegnantedi ruolo nel 1978 e devo dire chela scuola allora era diversa.C’erano meno mezzimultimediali, minoriattrezzature, gli insegnantiusavano ciò che avevano aportata di mano come supportoall’attività didattica. Il mio primoincarico è stato alla scuola mediaPistelli in Corea, lì ho toccatocon mano diverseproblematiche, sia ambientali,sia sociali, con bambini cheavevano sia problemi diapprendimento che familiari, èqui che ho imparato quanto siaimportante stare accanto airagazzi e alle loro famiglie. I

O

genitori – lo dico sempre - sonoal primo posto: io possoconoscere bene l’alunno che hoin classe solo se riesco ad avereun dialogo continuo con igenitori, perché i ragazzi nonsempre in classe si comportanocome a casa e viceversa. Maconoscere tutti gli aspetti di unragazzo significa anchecomprenderne le potenzialità edargli un maggiore sostegno nelsuo percorso di vita. Certo,prima i genitori erano più“rispettosi” nei confronti dellascuola:, avevano anche piùfiducia: oggi questa è andatadiminuendo. E questo è unaspetto veramente negativo:compito degli insegnanti adessoè anche conquistarsi la fiduciadelle famiglie».

Supporti multimediali e edificifatiscenti…nella scuola di oggiassistiamo a evidenticontraddizioni?«Sì, ma solo fino ad un certopunto. Ho visto che in questiultimi anni al Ministero ci sonoprogrammi e fondi perristrutturare gli edifici e metterein sicurezza le strutture

scolastiche, però docenti edirigenti scolastici, nonostante lestrutture carenti e il periododifficile che sta vivendo la scuola,ho visto che si impegnano almassimo, credendo nel lorolavoro e credendo nella suola.Ho definito i docenti “iprofessionisti dell’istruzione”, hovisto che anche a costo disacrifici si pongono comeobiettivo primario il bene deiloro alunni. E questa è la cosapiù importante».

Come si colloca Livorno in questo

panorama, è diversa rispetto adaltre città?«Come dirigente dell’ufficioscolastico provinciale ho avutoesperienza anche di altre città eposso dire che Livorno è unacittà dove il mondo della scuolaè molto attivo: ci sono tantissimiprogetti tutti rivolti ad accrescerele competenze e le conoscenzedei nostri ragazzi. Un altroaspetto secondo me moltosignificativo che ho riscontrato aLivorno è il lavorare in sinergia:mondo della scuola e tutti gli

enti, leassociazioni, leistituzioni, ilmondo delvolontariato:veramente unimpegno capillarein tutta laprovincia, avendotutti, a prescinderedai propri ruoli edalle proprie ideeun unicoobiettivo: lacentralità dellascuola e dellapersona umana».

Si ricorda qualcheepisodio particolare in questalunga carriera?“Ogni azione, ogni episodio cheho vissuto in questi anni, ancheil più piccolo è stato importantee sono convinta che abbialasciato qualcosa sia a me che ainostri ragazzi. Anche noi comedocenti, come dirigenti scolasticicresciamo e maturiamo insiemea loro, giorno dopo giorno, diquesto ne sono sempre stataconvinta».

Un tasto delicato…le scuoleparitarie, cosa ne pensa?«Personalmente credo molto nelvalore delle scuole paritarie: inquesti anni ho incontrato iresponsabili di queste scuole e idocenti e posso affermare che illoro lavoro è davveroammirevole. Nell’ultimoincontro che ho avuto con ilMinistro Carrozza a Pisa, misono rivolta a lei parlandoproprio di questo problema, deicontributi che vengono amancare a queste scuole e l’hovista molto attenta; spero chefaccia qualcosa, perché perderequesta opportunità educativasarebbe davvero un peccato, siaper la città che per tutte quellefamiglie che credononell’importanza di una scuola,quella cattolica, che estende laformazione dei ragazzi anche aduna visione religiosa della vita».

Chiara Domenici

l’intervista alla dottoressa ElisaAmato è sul blog La settimanatutti i giorni: http://www.livorno.chiesacattolica.it/news

Dopo una lunga e significativa carriera

nel mondo della scuola

la dottoressa ElisaAmato ha lasciato il

suo incarico didirigente scolastico

provinciale, l’abbiamoincontrata per

conoscere le sueopinioni su alcuniaspetti del mondo

dell’istruzione

n un clima incantevole e intrisodell’affascinante odore della santità

di un grande uomo che ci ha preceduto- e fra poco ne capirete il perché - sisono svolti nella scorsa settimana,presso una Casa di preghiera a Chiusidella Verna gli esercizi spirituali per iseminaristi della nostra diocesi. Sembra così semplice e scontatoaffermare - ma non lo è - che celebrarenei luoghi significativi della vita delpoverello d’Assisi ha reso le nostreEucaristie dei momenti davvero intensiper poter rivedere le nostre vite e inostri itinerari spirituali e consegnareal Signore noi stessi affinché,abbandonandoci al Suo amore, nerealizzi veramente ciò che a Lui piùpiace. Il nostro vescovo, Mons. SimoneGiusti, ha desiderato tanto esserpresente per l’intera durata degliesercizi e così è stato. Egli ha volutoesser vicino a ciascuno dei suoiseminaristi e ha desideratopersonalmente parlare con ciascuno diloro, con grande disponibilità eapertura di cuore. Accompagnavano inoltre i seminaristiil rettore don Paolo Razzauti, ilvicerettore don Rosario Esposito e ilVicario Generale don Ivano Costa,predicatore degli esercizi.Quest’ultimo, giorno dopo giorno, hacompiuto un itinerario spiritualeprofondo, mostrando come i padri deldeserto possano ancor oggi per ilcristiano, e per coloro che sonochiamati dal Signore un giorno adirigere le anime di coloro che sarannoloro affidate, rappresentare uncammino ascetico che conduce allapace del cuore. Significativa, cosìsintetica ma efficace, un’immagine inparticolare che mi è rimasta impressanel cuore: un albero si estende versol’alto quanto più profonde sono le sueradici.Una cronaca degli interi esercizirisulterebbe qui forse eccessiva - perovvie questioni di spazio - ma desiderobrevemente esporre una giornata tipo,perché coloro che leggeranno possanoimmaginare il clima di preghiera chenoi seminaristi abbiamo potutorespirare nei giorni scorsi. La giornata si apriva con il canto dellalodi, all’interno delle quali ilvicerettore don Rosario svolgeva unariflessione sulla lettura breve delgiorno; seguiva poi la celebrazioneeucaristica sui luoghi santi (in basilica,nella cappella delle Stimmate, in SantaMaria degli Angeli) sempre presiedutadal nostro vescovo; nel pomeriggio,dopo un breve riposo, la recitacomunitaria del rosario e quindi larecita dell’ora media; seguiva poi ilmomento centrale degli esercizi,ovvero la meditazione del vicariogenerale, dopo la quale era possibilecompiere un lavoro personale intensodi riflessione personale; ogni giorno viera inoltre l’adorazione eucaristica,conclusa dal canto del vespro, nelquale il rettore don Paolo svolgeva lapropria meditazione, un itinerario cheprogrediva giorno dopo giorno; dopola cena un momento comunitario e ilcanto della compieta. Tutto si è svoltoin un clima davvero intenso di canto epreghiera.Ringraziamo tutti coloro che hannosostenuto il seminario con la lorovicinanza nella preghiera e con il loroaffetto in questi giorni come coloroche sempre pregano e che vorrannocontinuare a pregare per noi.

S.B.

I

Gli esercizi spirituali deiseminaristi a La Verna

IN CAMMINO VERSO IL SACERDOZIO

L’augurio della dottoressa Amato ai ragazzi e agli insegnanti in questo iniziodi anno scolastico«Il mio augurio va naturalmente anche alle famiglie, perché co-me dicevo prima mondo della scuola e genitori devono lavora-re insieme per il bene dei ragazzi. Auguro a tutti un maggioreascolto: ai docenti che ascoltino di più i ragazzi e le loro fami-glie, ai genitori che ascoltino di più i loro figli e gli insegnanti eai ragazzi che siano attenti a ciò che dicono loro le persone chehanno a cuore il loro futuro».

«I genitori – lo dico sempre - sono al primo posto: io posso conoscerebene l’alunno che ho in classe solo seriesco ad avere un dialogo continuocon i genitori, perché i ragazzi nonsempre in classe si comportano comea casa e viceversa. Ma conosceretutti gli aspetti di un ragazzosignifica anche comprenderne le potenzialità e dargli un maggioresostegno nel suo percorso di vita»

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI29 settembre 2013IV

VENERDÌ 27 SETTEMBRENella mattina, udienze laici in vesco-vado18.00 S. Messa per la famiglia Vincen-ziana e conferimento del mandatoagli operatori della Caritas21.15 consulta delle aggregazioni lai-cali in vescovado

SABATO 28 SETTEMBRE9.00 intervento in occasione del de-cennale dell’Associazione Cure Pallia-tive

DOMENICA 29 SETTEMBRE11.00 S. Messa e Cresime alla parroc-chia di San Michele al Gabbro

LUNEDÌ 30 SETTEMBREIl Vescovo partecipa all’Incontro dellaCET

MARTEDÌ 1 OTTOBREIl Vescovo partecipa all’Incontro dellaCET18.30 in vescovado, tavolo dell’ogget-tività con i primari dell’ospedale

MERCOLEDÌ 2 OTTOBRE9.30 consiglio presbiterale in vescova-do

GIOVEDÌ 3 OTTOBRE9.30 incontro con il clero del sesto vi-cariato in vescovado11.00 consiglio episcopale in vescova-do

VENERDÌ 4 OTTOBRENella mattina, udienze clero in vesco-vado19.00 in Seminario, Lectio Divina

DOMENICA 6 OTTOBRE11.00 S. Messa e cresime in occasionedel cinquantesimo della consacrazio-ne della chiesa di S. Ranieri a Guastic-ce15.30 Convegno diocesano sul PrimoAnnuncio, chiesa di S. Andrea e Vesco-vado (Vedi Locandina pag.8)

Agenda del VESCOVO

La proposta dell’Ufficio di PASTORALE PER LA FORMAZIONE CRISTIANA

BREVI DALLA DIOCESI

Museo Fattori- Comune di LivornoSABATO 28 SETTEMBRE ALLE 17.00Presso la Sala degli Specchi di Villa Mimbelli , “NON SOLOCOLORE. Icone e feste della tradizione bizantina”di Gaetano Pas-sarelliInterverranno:Don Basilio Petrà, Professore di teologia moralePontificio Istituto Orientale di Roma; Don Roberto de Odori-co, Responsabile di redazione Nova Millennium Romae.Sarà presente l’autore e per l’occasione verranno esposte alcu-ne icone della collezione del Museo Fattori

Associazione maestri cattoliciVENERDÌ 4 OTTOBRE ALLE 16,45Alla parrocchia San Ferdinando, incontro dal titolo “CentoPiazze: L’impegno degli insegnanti per il futuro del Paese”. Letture emusicheL’evento è organizzato dall’ASSOCIAZIONE ITALIANA MAE-STRI CATTOLICI in collaborazione con l’Ufficio Nazionale perl’Educazione, la scuola e l’Università della CONFERENZA EPI-SCOPALE ITALIANA

La scuola di formazione teologicaper gli operatori pastorali

Libri da LEGGEREdi Mo.C

Paglia V.- A un amico che non crede- . Ed. Piem-me, pp.250, euro 16,50

“Carissimo amico”, comincia così la lunga ri-flessione di Monsignor Vincenzo Paglia, Pre-sidente della Federazione Biblica Internazio-nale e Presidente del Pontificio Consiglio perla Famiglia, sulle grandi questioni del viveree del credere. Lo stile semplice e colloquiale,si fonda sulla convinzione che solo in una di-namica di relazione profonda e di speciale at-tenzione all’altro, è possibile tentare queldialogo tra fede e ragione, tra credenti e noncredenti, indispensabile per affrontare i gran-di punti interrogativi dell’esistenza e il diso-rientamento del tempo presente. Con l’ami-co che non crede si possono condividere leinquietudini insopprimibili nell’uomo diogni tempo; esiste un Creatore? E se esistenon potrebbe avere la tenerezza di un Padre?C’è un disegno dietro ogni cosa o tutto è inbalia del caso? Come dare del Tu a Dio, difronte al male, alla sofferenza, alla solitudi-ne? Monsignor Paglia, in un percorso filoso-fico e teologico affascinante, sostiene che sipuò credere nell’uomo e si può credere inDio, ma entrambe le "fedi" sono necessarienell’orizzonte di una comune ricerca di sensoche restituisca verità e dignità al vivere diogni persona, in una dimensione d’amoreche apre le porte dell’Oltre.

opo vari anni di sperimentazioni, inaccordo con l’assemblea diocesana edopo la riunione congiunta tra Con-siglio Pastorale Diocesano e Consi-

glio Presbiterale, siamo giunti alla propostaformativa che resterà in vigore per almenoun quinquennio. Riconoscendo il primato educativo dei par-roci verso tutti i cristiani che operano nelleparrocchie, la proposta di formazione di ba-se sarà svolta primariamente da essi per ciòche riguarda i contenuti di fede, invece perquello che riguarda la formazione specificadelle aree pastorali sarà svolta dagli ufficipastorali competenti.L’offerta formativa diocesana sarà arricchitadalla Scuola di Formazione Teologica, chesarà rivolta a tutti coloro che, in particolare,saranno scelti dai parroci per svolgere unafunzione di coordinamento delle attivitàpastorali nelle parrocchie.Questa la proposta da parte del Centro Pa-storale per la Formazione Cristiana, chevuole come sempre essere un aiuto ad ogniparrocchia.

Don Fabio Menicagli

LA FORMAZIONE PER I NUOVILa SFOP propone per coloro che inizieran-no la formazione nelle aree: attenzione allapovertà, liturgica e catechetica; degli incon-tri per essere avviati nel loro servizio.

Questi incontri saranno attivati nei mesi daOttobre a Dicembre, in modo da permetteredi avere una prima formazione per coloroche si impegnano per la prima volta in unnuovo servizio. Preso atto che non sempre abbiamo nuovioperatori i corsi saranno attivati qualora cisiano richieste.

LA FORMAZIONE PER GLI ALTRILa formazione per tutti gli altri operatori pa-storali, sarà svolta con ogni probabilità indue sedi una cittadina e una nel V Vicariato,gli incontri saranno quindicinali e si svolge-ranno da Ottobre a Maggio. Saranno prece-duti da un momento di preghiera insieme epoi si divideranno nei tre ambiti proposti.L’orario sarà dalle 21,00 alle 22,45

LA FORMAZIONE TEOLOGICAGrazie alla presenza di docenti qualificatinella nostra Diocesi, anche quest’anno si at-tiverà un anno della Formazione teologicache seguirà la calendarizzazione classica(incontri semestrali con cadenza settimana-le dalle 19,00 alle 21,00. i corsi saranno se-mestrali di 14 lezioni ciascuno)

LE SEDILe sedi della SFOP saranno presumibilmen-te due: una in città, una nel V Vicariato, inbase alle iscrizioni che si avranno. Qualora

esse fossero esigue si procederà a riunire lesedi per il I e il II anno.

CHI SONO I REFERENTILe iscrizioni sono fatte in parrocchia, i par-roci poi le comunicheranno ai Vicari fora-nei. Questi ultimi si avvarranno della colla-borazione di un referente per la Formazionedel vicariato che si occuperà dei collega-menti tra la Scuola e gli iscritti.

I COSTISi richiede un contributo di euro15 per tuttii corsi attivati nell’anno. Il contributo ser-virà per il materiale e le sedi.

I CONTATTI VICARIATII vic: Don Donato Mollica 0586- 894090II vic.: Don Cornelio Benchea 0586-404088III vic.:Don Matteo Gioia 0586- 804070IV vic.Dom Luca Giustarini 0586- 576089V vic.: Don William Bianco 0586- 760137VI vic.: Don Jacek Macki 0586- 977230

DIOCESICuria di Livorno 0586- 276211Don Fabio Menicagli 328- 1676307

Indirizzo [email protected]

D

Nuove nomineDon Rosario Esposito, è il nuovo vice rettore delSeminarioDon Donato Mollica, vicario foraneo del I vicariatoDon Cornelio Benchea, vicario foraneo del II vicariatoDon Osvaldo Williams Bianco, vicario foraneo del V vi-cariatoDon Jacek Macky, vicario foraneo del VI vicariato

Diocesiinforma

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI29 settembre 2013 V

8. ALCUNI NODIDELL’EVANGELIZZAZIONE L’evangelizzazione è impegnoprimario di ogni cristiano e diogni comunità ma affinchéognuno viva la gioiadell’annuncio è necessario che ilsuo cuore batta con il cuore diGesù e senta con lui la passioneperché ogni suo figlio loincontri e amandolo abbia lavita in abbondanza. Se non si èanimati da una forte spiritualitàcristocentrica ci si perderà negliatti di pietà ma non si avrà pietàper coloro che non conosconoancora Cristo. Occorre quindi come abbiamoscritto nel nostro ProgettoEducativo Diocesano, mettere alcentro della pastorale laspiritualità convinti che inultima analisi esse coincidono.Ma tutto questo è necessario manon sufficiente, occorre concoraggio affrontare e scioglieredei nodi che di fatto legano lecomunità cristiane ad uno stilepastorale di un tempo che nonesiste più. Prendiamo atto ealecramente sciogliamo i nodiche avviluppanol’evangelizzazione, la Madonnache scioglie i nodi, ci aiuterà inquesta opera.

Questioni sulle quali sarànecessario un discernimentocomunitario:

1. Il primo problema pratico,pastorale, è di studiare linee distrategia per mettere inmovimento questa pesantemacchina delle comunità, dellestrutture esistenti e dellepratiche abituali, che riflettonoancora in gran parte lasituazione della societàcristiana. Queste realtà hannoun’enorme forza di inerzia equindi ci vuole una spinta bencalcolata per mettere in motoalcuni fattori che poi potrannotrascinare il resto.

2. Il secondo è il rapporto trapastorale cosiddetta "ordinaria"e pastorale di primo annuncio.Se è vero che la parrocchiarimane centrale, se allaparrocchia si richiede nonl’estinzione, ma la"conversione" in sensomissionario, ci si deve alloracoerentemente domandare:quali sono le condizioni dipossibilità perché la comunitàparrocchiale svolgaeffettivamente una pastorale diprimo annuncio?

3. Un terzo nodo va individuatonel rapporto pastori-laici. Perché si effettui una decisa einnovativa "conversione dellapastorale", è necessario che ipastori ridiventino innanzituttopescatori di uomini, ma è ancheindispensabile che i laici sianodisposti ad assumersi deiministeri con fisionomiamissionaria in tutti i campidella pastorale . Concretamentequesto significa rivedere laformazione dei pastori e deifedeli laici; significa anchereimpostare il rapporto trapastorale ordinaria e "pastoraled’ambiente"; inoltre occorre

rimettere a punto il rapporto traparrocchia e movimenti. "Non solo nel campodell’evangelizzazione ingenerale, ma anche in quellospecifico del nuovo o rinnovatoprimo annuncio del Vangelo leaggregazioni laicali possonooffrire un rilevante servizio, conla testimonianza personale ecomunitaria della fede, comepure con iniziative e attivitàmirate ad annunciare a tutti ilmistero di Cristo, per poterlodavvero manifestare,parlandone come si deve (cfrCol 4,3-4). È soprattutto nei variambienti di vita che i laici delleassociazioni, movimenti egruppi possono raggiungerequanti sono in attesadell’annuncio cristiano, nellaconvinzione che il lievito dellaPasqua non è un bene loroesclusivo, ma deve "fermentaretutta la pasta" (1Cor 5,6): dellavita e degli affetti, del lavoro edel tempo libero, dell’attivitàpolitica, economica, sociale eculturale. Una vasta e capillareopera di nuovaevangelizzazione richiederà chei rapporti tra parrocchie e nuoverealtà ecclesiali siano impostatinon secondo schemi di logichealternative, ma piuttostosecondo la cultura dellacomunione, che genera quella"pastorale integrata" o pastoraled’insieme, in cui il vescovo nonha solo un compito dicoordinamento e diintegrazione, ma di vera guida."

4. Come quarto nodo,bisognerebbe esaminare in chemodo si possono aiutare igenitori ad avere quellacompetenza di fare bene il primoannuncio cristiano ai proprifigli. È stato sottolineatogiustamente, che per latrasmissione della fede oggi, inItalia come in altri paesi, quelliche da adulti praticano la fedecristiana, lo devono quasi tuttiai genitori, a ciò che hannoricevuto nell’ambito familiare. Èun dato fondamentale da tenerepresente. L’ostacolo maggioreda vincere è la mentalità delladelega: scaricare questoinderogabile compito sulsacerdote, sulla suora, sullacatechista. Come possiamo farenoi, a livello pratico, per toglierequesta mentalità della delega,

incominciando dai genitori chefrequentano la chiesa?

5. Un grande problema, ilquinto nodo, è quello deigenitori che mandano i figli alcatechismo, mentrepersonalmente nonfrequentano la Chiesa. Comepossiamo incontrarli e comepossiamo parlare loro di questaproblematica di una fede chedovrebbero praticare ancheloro, se vogliono che i figliimparino qualcosa della fedecristiana? Ci ricorda la Nota CEIsul primo annuncio: "l’attesa ela nascita dei figli e soprattuttola richiesta del battesimo per ipropri piccoli costituiscono unapreziosa opportunità perproporre ai genitori un percorsoche li aiuti a rinnovare le loropromesse battesimali con unafede più solida e matura. Anchela richiesta di catechesi e deglialtri sacramenti per i figli non sipuò limitare ad un atto formale,ma deve favorire l’offerta aigenitori di cammini diriscoperta della fede perverificare e consolidare ilfondamento di ogni vitacristiana, che è e resta la Pasquadel Signore."

6a. Un sesto problema pratico sisitua piuttosto a livello delcatechismo parrocchiale.Il problema è il seguente: comepossiamo mettere in evidenzaquesta struttura basilare delprimo annuncio, del kerygmacristiano nella catechesiparrocchiale ai fanciulli e airagazzi. Per formulareadeguatamente il problemabisogna tenere presente il fattoche tra i bambini che vengonomandati alla prima catechesi, neabbiamo molti che sonopraticamente a livello zero diesperienza cristiana, cioè chenon hanno avuto quasi nessuncontatto con la fede cristiana.Altri sono a un discreto livellodi conoscenza e vivono datempo l’esperienza della fedecristiana. Possiamo dividerli indiversi gruppi? Dobbiamo dareuna formula unica? Comerisolvere questi problemi?

6b. Il primo annuncio agliadolescenti e ai ricomincianti Due categorie di personecostituiscono un’ottimaoccasione per fare entrare una

generosa attenzione al primoannuncio della fede: gliadolescenti che si approprianola fede proposta o ricevuta;giovani e adulti che intendonoriallacciare con la fedeabbandonata o totalmentetrascurata. Per gli adolescenti ilproblema della scelta(appropriazione) personaledella fede, solitamente nelmondo d’oggi non trovasufficiente sostegno nel deboleprimo annuncio ricevuto infamiglia e richiede una nuovaricapitolazione del primoannuncio, formulato però alivello della loro attualematurità e comprensioneumana, e tenendo conto deimaggiori ostacoli che essoincontra nel mondo attuale.Questa decisiva tematicainterpella la pastorale giovaniletutta e in particolare quellascolastica. Come sostenere lapastorale scolastica e in essa laparrocchia studentesca "BeatoStenone"; quale correttainterazione con gli insegnanti direligione cattolica?

6c. Lo stesso vale per coloro cheriprendono il contatto con lafede cristiana (fidanzati) chehanno conosciuto soltanto alivello del fanciullo. Per loro èindispensabile una fortericapitolazione del primoannuncio della fede a livellodell’adulto, ovveroabbandonare ovunque i cosìdetti Corsi per Fidanzati eavviare per essi dei veri e propripercorsi di evangelizzazione."Tra le tante occasioni per ilprimo annuncio, alcune sonoparticolarmente significative. Lapreparazione al matrimonio ealla famiglia deve partire da unarinnovata presentazione delVangelo dell’amore, che trova inCristo, crocifisso e risorto, lasorgente, il modello, la misura ela garanzia dell’amore cristianotra i coniugi."

6d. Forse anche per tutti gli adulti che frequentano laChiesa, ad intervalli di anni,nelle predicazioni domenicali oin altri contesti, bisogneràprocedere ad una efficacericapitolazione del primoannuncio della fede. Comeriuscire a raggiungere questameta ad esempio con i Centri diAscolto della Parola di Dio?

Alcune questioniper il discernimento

LA LETTERA PASTORALE/4.........

Proseguiamo con la lettura della quarta parte della letterapastorale

PAST

ORA

LELa

lette

ra

a parrocchia dei Salesianidel Sacro Cuore, come èormai consuetudine asettembre, ha compiuto

un pellegrinaggio a Bologna e aRavenna. Il pellegrinaggio-viaggio, ha detto il parroco donGino Berto,raffigura ilcammino dellanostra vita, uncammino disperanza che hacome metal’incontro conDio. Sono statetre giornateintense, ricche diemozioni,istruttive,racchiuse tra duemomentiliturgicisignificativi:quellodell’Esaltazionedella Santa Crocee quello dellafesta dellaVergineAddolorata. Ilfilo conduttore èstata la preghiera,infatti ha dettodon Gino, pregare significacoltivare una relazione,ascoltare Dio significa avere unpunto di riferimentoimportante, preghiera-relazioneche deve quindi diventare larealtà della nostra vita e da cuiricevere l’impulso per le nostreazioni quotidiane. Ilpellegrinaggio è stato dunqueun alternarsi e un integrarsi dimomenti spirituali, culturali,artistici, di svago e anchenaturalistici perché nell’ultimogiorno si è voluto visitare ilParco Naturalistico della salinadi Cervia situato sul Delta delPo. In questa occasione donGino ha sottolineato il valoresimbolico del sale, il sale dàsapore e sapere, nei battesimiveniva messo sulla lingua deibambini per chiedere il sapore(la conoscenza) e la sapienza diDio.La prima meta del viaggio èstata Bologna, la città è la sede,insieme a Parigi, della piùantica università del mondo, è

detta anche “la turrita” e duetorri, la Garisenda e quella degliAsinelli, abbelliscono il centrocittadino. Qui si trova anche laBasilica di San Petroniocostruita in stile gotico-romanico, dovuto alla presenzadei due ordini mendicanti:quello dei domenicani e quellodei francescani. Nella vicinachiesa di San Domenico si ergel’arca marmorea che custodiscele spoglie di San Domenico daGuzman. Il momento piùimportante è stata la visita, omeglio “la scalata”, al Santuariodi San Luca sul Monte dellaGuardia, lì un sacerdotediocesano ha spiegato allacomitiva la leggenda e la storiadell’icona della Beata Vergine equando ha saputo che ilgruppo veniva da Livorno haesclamato: “Ma voi avete laMadonna di Montenero!”. Ineffetti ci sono delle significativesomiglianze tra i dueavvenimenti che hanno incomune la Beata Vergine.

L’immagine diBologna, secondola tradizione, èstata trasportatada un pellegrinogreco provenienteda Istanbul nel1160, ladevozionepopolarecominciò nel1433 quandoBologna fusottoposta alladevastazionerovinosa dellepiogge incessanti

che avevano messo al tappetol’economia agricola della città.Il popolo pregò la Madonna ela portò in processione perimplorare la fine delle piogge.Arrivati ai piedi del monte lapioggia cessò e inringraziamento per il miracoloricevuto i cittadini decretaronoche una processione si sarebbedovuta ripetere in suo onoreogni anno. Come si può notarei punti di contatto tra la storiadella Vergine di San Luca equella della Madonna diMontenero sono notevoli. ARavenna non si poteva nonvisitare la tomba di DanteAlighieri voluta dal CardinalGonzaga nei pressi dellaBasilica di San Francesco. MaRavenna, oltre che per ilMausoleo di Galla Placidia eper quello di Teodorico nelquale è visibile una vasca inporfido dove aveva trovatosepoltura lo stesso Teodorico, èconosciuta per la bellezza deisuoi splendidi mosaici. Nella

Basilica di San Vitale che è apianta ottagonale sormontatada una grande cupola losguardo è subito attratto daglisplendidi mosaici dell’abside edalla raffigurazione dellacoppia imperiale di Bisanzio,Giustiniano e Teodora con ilseguito di dame e dignitari. Maè specialmente nella Basilica diSant’Apollinare Nuovo che sipuò vedere l’evoluzioneparietale dei mosaici, magnificisono quelli che mostrano ilParadiso e l’elevazione a Dio.Dopo la Messa officiata da donGino nella Chiesa della StellaMaris di Milano Marittima, ilpellegrinaggio si è concluso conla visita della Basilica diSant’Apollinare in Classe.Classe era il “porto della flotta”che Cesare Augusto fececostruire per la difesadell’Adriatico. Qui la bellezza ela luminosità dell’oro deimosaici ravvivano ladescrizione dell’episodio dellaTrasfigurazione del Signore sulMonte Tabor. Vi è poil’immagine di Melchisedech ilprimo grande sacerdoteabbinata al sacrificio di Abele,che come ha detto don Gino, èla prima vittima dell’umanitàche simboleggia il sacrificio diCristo. Cristo, inizio e fine deltempo. Cristo salvezza delmondo.E’ stato un pellegrinaggio, unviaggio, dove spiritualità ecultura si sono integrate , dovel’arte ha dimostrato tutta la suaforza per arrivare alla bellezzadi Dio.

Gianni Giovangiacomo

L

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI29 settembre 2013VI

abato 21 festa di San Matteol’Associazione Dogane sezione di

Livorno, alla presenza del direttore delleDogane di Livorno Massimo Ricasoli, si èriunita nella chiesa di San Ferdinando, perricordare la festa del patrono loro e dellaGuardia di Finanza. Presenti allacelebrazione eucaristica i socidell’Associazione Dogana, presieduta daAntonio Dioguardi, che nell’occasionefesteggiavano anche il 17esimoanniversario dell’inaugurazione della lorosede e la benedizione, dell’allora vescovo diLivorno Monsignor Alberto Ablondi,dell’immagine di San Matteo rappresentatasu ceramica dall’artista Carmela Polizzi eche sabato era stata posta davanti all’altare

maggiore dellachiesa di SanFerdinando. Laricorrenza di SanMatteo è statacommemorata dalparroco padreEmilio chenell’esaltare lafigura del Santo,ha ricordato come‘’il Patronorappresenta ilpadre di tutticoloroappartengano aduna stessacomunitàcondividendone i

valori dell’amicizia, dell’amore verso ilprossimo, dell’aiuto ai più deboli. Tuttiideali che il santo Patrono illumina di lucedivina. “San Matteo che di mestiere eraesattore delle gabelle, i nostri tributi dioggi, venne scelto da Pio XI con BrevePontificio del 10 aprile 1934, comePatrono della Guardia di Finanza conl’auspicio che tutti gli appartenenti alCorpo, potessero sul suo esempio, unirel’esercizio fedele del dovere verso lo Statocon la fedele sequela di Cristo”.La celebrazione ha avuto temine con ilsaluto rivolto ai presenti, da parte diGianfranco Broso dirigente interregionaledell’Associazione Dogane.

Roberto Olivato

S

Nella festa di San Matteopatronodegli operatoridella Doganae della Guardiadi Finanza

La parrocchia dei Salesiani in pellegrinaggioa Bologna e Ravenna

ella parrocchia di S. Agostinosi è tenuta laconcelebrazione eucaristicapresieduta dal Vescovo

Simone Giusti per l’inizio dell’annoscolastico e accademico, organizzatodall’Ufficio Scuola della Diocesi edall’Ufficio Pastorale Scolastico.E’ quanto mai necessario ritrovarsi apregare e ad invocare la benedizione

del Signore perché tutti coloro chesono impegnati nel mondo dellascuola sono consapevoli che educareè dare vita. Ma l’amore è esigente echiede che nell’impegno venganodate le migliori risorse e quindi c’èbisogno che in ciascuno sia presentela passione accompagnata dallapazienza. Ognuno, assumendosiresponsabilmente lo spazio che gliviene affidato, con le propriepeculiarità, si mette al servizio di unprogetto grande e duraturo che èquello di Dio per l’uomo. Pertanto inquesta società, dove trionfa l’etica divincitori, il Vescovo ha sottolineatol’importanza di una scuola aperta atutti che è segno di una grandeconquista perché solo chi ha cultura èun uomo libero. Purtroppo però inquesti ultimi anni si è registrato unprogressivo aumento delladispersione scolastica che haraggiunto nella nostra Provinciadiecimila abbandoni, specie negliIstituti Superiori. E’ una vera e propriaemergenza. Gli insegnanti devonostare molto vicino ai giovani perchécondividendo le loro difficoltà esperanze li aiutano non solo adiventare dei bravi studenti cheacquisiscono il bagaglio delleconoscenze, ma uomini e cittadiniconsapevoli e maturi.

Monica Cuzzocrea

N

Verso Dio attraversola bellezza

Educare è dare vita

«Il Patronorappresentail padredi tutti coloroche appartengonoad una stessacomunitàcondividendonei valoridell’amicizia,dell’amore versoil prossimo,dell’aiutoai più deboli»

Alla chiesa di San Ferdinando

A Sant’Agostino LA MESSA PER L’INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI29 settembre 2013 VII

Amichiamoci ricorda SIMONE CASAPIERI

ra i tanti impegniche Simoneportava avanti inparrocchia, per

diversi anni c’è statoanche Amichiamoci. Gliincastri impossibili per fartornare tutte le partite deitornei,le prove elaborateper la caccia al tesoro, lapresenza durante glieventi. E Amichiamocinon poteva non rivolgergliun pensiero durante lapreghiera ecumenica didomenica scorsa, proprionella sua parrocchia,quella del Rosario. Lo staff che si alza inpiedi e si posiziona dispalle sotto l’altare, inmodo da far leggere atutti quello che c’è scrittosulla maglia: "Ci sonocose per la quale vale lapena di vivere.Quali?Tutte", un mottoche ben rappresenta ilmodo in cui Simone havissuto la sua vita.Irene lo ha volutoricordare così:

“Ci sono cose per le qualivale la pena di vivere.Quali? Tutte! Tutta lavita merita di esserevissuta! E lesoddisfazioni chearrivano -tante- nonfanno che aumentare lagioia di farlo. E ledelusioni? Pure!”

Parole molto belle...masono solo questo, soloparole? Beh, se nonsapessi da quali labbraprovengono mi verrebbecertamente da pensare:"Facile a dirsi...ma se titrovassi davanti adelusioni vere, asofferenze che ti portanoa grandi rinunce,riusciresti ancora a direquesta frase?".(Ebbene)Beh,) sta difatto che conoscevomolto bene la personache ha pronunciatoqueste parole... Simone era un caroamico, lo conoscevo damolti anni. Anni ricchidi avventure edisavventure di unagioventù per certi versispericolata... Però hoavuto modo diapprofondire molto ilmio rapporto con lui inparticolare negli ultimi 4anni, da quando hocominciato a frequentare

la parrocchia delRosario.Parlava poco della suamalattia, sia perchè permolto tempo in effettinon c’era molto da dire,sia, quando invece cisarebbe stato tanto dadire, non ne parlaveperchè odiava piangersiaddosso e soprattuttoperchè non voleva farpreoccupare chi gli stavaintorno, le persone chegli volevano bene e a cuivoleva bene... La prima cosa che mi hacolpito quando sonoarrivata nell’ambientedel Rosario era quantofosse attivo! Lui stessomi ha sempre raccontatodi un periodo della suavita, quando era piùpiccolo, in cui veniva inparrocchia solo per"scaldare la sedia",prendeva le cose moltoalla leggera e si facevapochi problemi... poi, ungiorno, si è "svegliato",ha preso a cuore laparrocchia (e la Chiesanel suo insieme) come

non aveva mai fatto, l’hamessa tra le sue prioritàed ha cominciato aviverla come unimpegno forte e sinceroper poi arrivare a faretutto quello che hafatto... Animatore atempo pieno, adoratodai ragazzi, punto diriferimento per ciascunadelle realtà parrocchiali!Era come il"rappresentante" di noigiovani! Ha tirato su lesorti dei gruppi giovanilidei più piccoli insieme anoi pochi altri giovanidella parrocchia...Penserete che stoesagerando...ma non ècosì! Perchè quello era ilsuo modo di essere! Hasempre messo anima ecorpo in quello chefaceva: se si prendeva unimpegno era capace difare notti in bianco (e leha fatte davvero!) pur diportarlo a termine nelmigliore dei modi!E’ sempre stato unesempio di forza,determinazione ed

impegno! Ha fatto partedello staff diAmichiamoci per varianni e per un paio diquesti anni è statopraticamente l’unicostaffista attivo per laparrocchia del Rosario(con tutta la fatica chequesto comporta e checonosciamo bene..!!)! E la cosa più bella ditutto questo è che tutte levolte che lo incontravo,in questi momenti difolle frenesia in cui c’erail tempo solo perscambiarsi 3 parole, lasua frase tipica era :"sono distrutto..!!!Però...è stato stra-bello!!Ore vado che c’ho da

fare ancora mlle cose!!"E mi lasciava con quelsuo sorriso a 32 denti,accompagnato dai 2pollici all’insù che mifaceva sempre sbellicaredalle risare...Si è sempre impegnatoper risolvere i problemiparrocchiali e si è semprebattuto (fino anche alitigare in manieraaccesa) quando eraconvinto che qualcosadovesse essere cambiato!Ha fatto crescere i ragazzidel suo gruppo sia grazieal suo ruolo dianimatore, sia con il suo

esempio!Non era unsanto...era unragazzo comepotresti essere tu,che sei qui,adesso, adascoltare questeparole! Unragazzo checredeva in quelloche faceva e hadato veramentetanto a coloro cheaveva intorno...Ed è proprio perquesto che lo

vogliamo ricordare! Perchè questa vita deveessere vissuta fino infondo, realizzataappieno nel nostroessere CON e PER glialtri!

Come dice Schmitt inuno dei suoi romanzi:La vita è uno strano regalo. All’inizio lo si sopravvaluta[, questo regalo]: si crede diaver ricevuto la vita eterna.Dopo lo si sottovaluta, lo sitrova scadente, troppocorto, si sarebbe quasipronti a gettarlo. Infine cisi rende conto che non eraun regalo, ma solo unprestito. Allora si cerca dimeritarlo!

T

Le foto di AMICHIAMOCI

AM

ICHI

AM

OCI

Spec

iale

Tutta la vita merita di essere vissuta!Il momento di preghiera ecumenico

La Caccia, la Maratona, la S.Messa....

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI29 settembre 2013VIII