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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 3 giugno 2012 C hi vive pensando solo a se stesso è vecchio perché in contrasto con la novità di Dio che sparge continuamente nel creato la sua sa- pienza, la sua bellezza, il suo amore; chi invece dà alla sua vita una impronta di generosità è nuovo. Chi ama egoisticamente, chi ama solo chi è amabile, simpatico, piace- vole, è vecchio; chi invece ama come ama Dio, sapendo vedere in ogni creatura la sua impronta, volendo bene anche a chi se lo merita poco o niente, a chi non ci ama, somiglia a Dio ed è nuova creatura. Il mondo ha bisogno di creature nuove. Il mondo ha bisogno di sposi che intraprendono questa nuova via dell’amore, della vera libertà, del vero senso della vita. SANTA GIULIA la morte riscattata dal dono d’amore l vescovo Simone si siede. L’omelia è conclusa. Parte un applauso. Inusuale ma caloroso. Forse a colpire i livornesi che come ogni 22 maggio hanno riempito il Duomo per partecipare alla messa in onore della loro patrona, sono state le parole sulla storia di una ragazza forte e decisa che si chiamava Giulia e che aveva nel cuore “un desiderio di Dio divenuto simile alla passione dell’amante per la persona amata”, tanto potente da non piegarsi neppure di fronte alla morte. Perchè con una presenza così nel cuore, ha continuato il vescovo, l’uomo non può a sua volta non essere grande. «Grande Dio, grande l’uomo», ha ripetuto per tre volte. «I martiri come Santa Giulia, sono l’esempio di come la morte è riscattata solo dal dono d’amore, di come il martirio la possa cambiare in radice». O forse i fedeli sono stati colpiti soprattutto dal modo in cui Monsignor Giusti ha parlato della violenza che in questi giorni riempie i fatti di cronaca. «La storia -ha detto con voce forte- non può essere il racconto del macello dell’uomo sull’uomo. Alla violenza non si può rispondere con altrettanta violenza». C’è solo un modo giusto di reagire, ha detto.«Immaginate il dolore di quei genitori di Brindisi che si sono visti portare via una figlia. Ma l’amore che li legava terrà in vita Melissa per sempre». Perché è quando si ama e si è amati che si crea un legame talmente forte che neppure la morte può distruggere in nessun modo, ha concluso. Come i santi, che cambiano la storia con il loro amore verso Dio e verso gli altri: «Possono venire da qualunque luogo e estrazione sociale, quello che poi li differenzia è quello che si può vedere in loro, il volto di Cristo che il popolo cristiano incontra nel loro modo di vivere». E così come la canonizzazione parte dal basso, dai fedeli che riconoscono per intuito di fede la “fama di santità” segnalando candidati che testimoniano come virtù civiche e cristiane siano conciliabili, così anche nella società deve partire un rinnovamento dal basso che metta al servizio del bene comune persone disinteressate al fine economico. E fa degli esempi: «Moro, De Gasperi, La Pira sono morti così come hanno vissuto, senza tesori nascosti, ma con la capacità di dialogare con culture diverse». O, ancora, forse, quell’applauso era per il gesto che il Vescovo ha ricordato, di destinare la somma di denaro prevista per lo spettacolo pirotecnico della sera precedente, alla Caritas dell’Emilia Romagna per venire incontro alle necessità delle popolazioni colpite dal terremoto. Un’omelia che vuoi per le parole, vuoi per i toni, sembra essere piaciuta alla folla che alla fine della Messa ha accompagnato le reliquie della Santa lungo le strade della città. Usciti dalla cattedrale, alla presenza delle autorità, della Filarmonica Puccini di Segromigno Monte, la festa per Santa Giulia, iniziata nei giorni precedenti con concerti, dibattiti, manifestazioni e momenti di preghiera, è proseguita con la processione che presa la via Grande, ha fatto tappa in Piazza della Repubblica per poi tornare in Duomo passando per via degli Avvalorati. Una festa patronale vissuta e partecipata, proprio come il vescovo Simone aveva sperato quando aveva lanciato l’idea del Comitato Santa Giulia. Giulia Sarti I l termine “Caàta”, contenuto in una nuvoletta della storia di S. Giulia a fumetti, ha suscitato pareri contrastanti. Alcuni lettori si sono scandalizzati sia del fatto che fosse stata scritta (perché tra vederla scritta e sentirla pronunciare c’è una grande differenza), sia del fatto che a diffondere un termine simile fosse proprio la Diocesi e per di più in un libricino distribuito ai bambini. Altri invece hanno commentato con ironia la cosa, apprezzando in chiave “vernacolare” il dialogo tra i due discoli nipotini, sottolineando come una battuta così contrastante con il resto della storia potesse aiutare a ricordare più facilmente quello che si era letto, altri ancora rivelandoci come di fronte a quella scenetta si fossero fatti una bella risata, come da tanto non facevano. Come ufficio comunicazioni sociali, quando abbiamo pensato i dialoghi del fumetto, ci siamo chiesti se quel termine fosse adatto o meno al contesto, ma non certo se quella parola potesse essere ritenuta scandalosa, visto il linguaggio che la Tv utilizza, anche in prima serata! Anche davanti ai bambini! Un linguaggio talmente forte e volgare, che il nostro “caàta” a confronto sembra quasi un complimento. Sicuramente quella battuta ha reso molto più viva la storia, inserendo un piccolo squarcio del nostro vivere quotidiano e delle nostre origini popolari livornesi. Un elemento che certo poteva essere diverso, ma che non avrebbe reso lo stesso effetto. Ringraziamo comunque tutti coloro che, in un modo o nell’altro, hanno voluto farci sapere che lo avevano letto. Chiara Domenici direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali I QUELLA PAROLA «SCANDALOSA» A proposito del fumetto IL GRANELLO DI SENAPE per gli sposi di mons. Ezio Morosi La festa patronale Le parole delVescovo: «La storia non può essere il racconto della violenza»

La Settimana n. 21 del 3 giugno 2012

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Page 1: La Settimana n. 21 del 3 giugno 2012

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

3 giugno 2012

Chi vive pensando solo a se stesso è vecchio perché in contrasto conla novità di Dio che sparge continuamente nel creato la sua sa-

pienza, la sua bellezza, il suo amore; chi invece dà alla sua vita unaimpronta di generosità è nuovo.

Chi ama egoisticamente, chi ama solo chi è amabile, simpatico, piace-vole, è vecchio; chi invece ama come ama Dio, sapendo vedere in ognicreatura la sua impronta, volendo bene anche a chi se lo merita pocoo niente, a chi non ci ama, somiglia a Dio ed è nuova creatura.

Il mondo ha bisogno di creature nuove. Il mondo ha bisogno di sposiche intraprendono questa nuova via dell’amore, della vera libertà, delvero senso della vita.

SANTA GIULIAla morteriscattatadal dono d’amore

l vescovo Simone si siede.L’omelia è conclusa. Parteun applauso. Inusuale macaloroso.

Forse a colpire i livornesi checome ogni 22 maggio hannoriempito il Duomo perpartecipare alla messa inonore della loro patrona, sonostate le parole sulla storia diuna ragazza forte e decisa chesi chiamava Giulia e che avevanel cuore “un desiderio di Diodivenuto simile alla passionedell’amante per la personaamata”, tanto potente da nonpiegarsi neppure di fronte allamorte. Perchè con unapresenza così nel cuore, hacontinuato il vescovo, l’uomonon può a sua volta non esseregrande. «Grande Dio, grandel’uomo», ha ripetuto per trevolte. «I martiri come SantaGiulia, sono l’esempio di comela morte è riscattata solo daldono d’amore, di come ilmartirio la possa cambiare inradice». O forse i fedeli sono staticolpiti soprattutto dal modo incui Monsignor Giusti haparlato della violenza che inquesti giorni riempie i fatti dicronaca. «La storia -ha detto

con voce forte- non può essereil racconto del macellodell’uomo sull’uomo. Allaviolenza non si può risponderecon altrettanta violenza». C’èsolo un modo giusto direagire, ha detto.«Immaginateil dolore di quei genitori diBrindisi che si sono vistiportare via una figlia. Mal’amore che li legava terrà invita Melissa per sempre».Perché è quando si ama e si èamati che si crea un legametalmente forte che neppure lamorte può distruggere innessun modo, ha concluso.Come i santi, che cambiano lastoria con il loro amore versoDio e verso gli altri: «Possonovenire da qualunque luogo eestrazione sociale, quello chepoi li differenzia è quello chesi può vedere in loro, il voltodi Cristo che il popolo

cristiano incontra nel loromodo di vivere». E così come lacanonizzazione parte dalbasso, dai fedeli chericonoscono per intuito di fedela “fama di santità” segnalandocandidati che testimonianocome virtù civiche e cristianesiano conciliabili, così anchenella società deve partire unrinnovamento dal basso chemetta al servizio del benecomune persone disinteressateal fine economico. E fa degliesempi: «Moro, De Gasperi, LaPira sono morti così comehanno vissuto, senza tesorinascosti, ma con la capacità didialogare con culture diverse».O, ancora, forse,quell’applauso era per il gestoche il Vescovo ha ricordato, didestinare la somma di denaroprevista per lo spettacolopirotecnico della seraprecedente, alla Caritasdell’Emilia Romagna per venireincontro alle necessità delle

popolazioni colpite dalterremoto.Un’omelia che vuoi per leparole, vuoi per i toni, sembraessere piaciuta alla folla chealla fine della Messa haaccompagnato le reliquie dellaSanta lungo le strade dellacittà. Usciti dalla cattedrale,alla presenza delle autorità,della Filarmonica Puccini diSegromigno Monte, la festa perSanta Giulia, iniziata nei giorniprecedenti con concerti,dibattiti, manifestazioni emomenti di preghiera, èproseguita con la processioneche presa la via Grande, hafatto tappa in Piazza dellaRepubblica per poi tornare inDuomo passando per via degliAvvalorati.Una festa patronale vissuta epartecipata, proprio come ilvescovo Simone aveva speratoquando aveva lanciato l’ideadel Comitato Santa Giulia.

Giulia Sarti

Il termine “Caàta”, contenuto inuna nuvoletta della storia di S.

Giulia a fumetti, ha suscitato parericontrastanti.Alcuni lettori si sono scandalizzatisia del fatto che fosse stata scritta(perché tra vederla scritta e sentirlapronunciare c’è una grandedifferenza), sia del fatto che adiffondere un termine simile fosseproprio la Diocesi e per di più in unlibricino distribuito ai bambini.Altri invece hanno commentato conironia la cosa, apprezzando inchiave “vernacolare” il dialogo tra idue discoli nipotini, sottolineandocome una battuta così contrastantecon il resto della storia potesseaiutare a ricordare più facilmentequello che si era letto, altri ancorarivelandoci come di fronte a quellascenetta si fossero fatti una bellarisata, come da tanto non facevano.Come ufficio comunicazionisociali, quando abbiamo pensato idialoghi del fumetto, ci siamochiesti se quel termine fosse adattoo meno al contesto, ma non certo sequella parola potesse essere ritenutascandalosa, visto il linguaggio chela Tv utilizza, anche in primaserata! Anche davanti ai bambini!Un linguaggio talmente forte evolgare, che il nostro “caàta” aconfronto sembra quasi uncomplimento.Sicuramente quella battuta ha resomolto più viva la storia, inserendoun piccolo squarcio del nostrovivere quotidiano e delle nostreorigini popolari livornesi. Unelemento che certo poteva esserediverso, ma che non avrebbe reso lostesso effetto.Ringraziamo comunque tutti coloroche, in un modo o nell’altro, hannovoluto farci sapere che lo avevanoletto.

Chiara Domenicidirettore dell’Ufficio diocesano per

le Comunicazioni Sociali

I

QUELLA PAROLA«SCANDALOSA»

A proposito del fumetto

IL GRANELLODI SENAPEper gli sposi

di mons. Ezio Morosi

La festapatronale

Le parole del Vescovo: «La storia non può essere il racconto della violenza»

Page 2: La Settimana n. 21 del 3 giugno 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI3 giugno 2012II

Progetto CULTURALE

Il nostro sistema non aiuta la famigliaSul matrimonio continua il dibattito

ella Sala del Balì di Via Borra, laFondazione Cassa di Risparmi ha

festeggiato i suoi 20 anni di attività(1992-2012) rivolti a sostenere l’Arte,l’Educazione, il Volontariato e la Sanità.È stata l’occasione per il suo Presidente,l’avvocato Luciano Barsotti, dipresentare alla comunità livornese ealla stampa le iniziative, alcune giàrealizzate, per il corrente anno. IlPresidente ha elencato con dovizia diparticolari le finalità degli interventi eha terminato citando una frase dell’exPresidente della Repubblica, CarloAzeglio Ciampi, tratta dal volume «Lefondazioni bancarie tra passato e

futuro», in cuivenivanoelencate lebenemerenzedelleFondazioni neldare «unarricchimentosignificativo allacultura», al«rafforzamentodellademocrazia»,alla «sussidarietàdello Stato nellaformazione».Tra i molti entiinvitati afesteggiare la

Fondazione, che da essa hannoricevuto aiuti consistenti, c’erano AnnaRoselli, direttrice del Museo di Storianaturale, che ha ricordato i 12 anni difattiva collaborazione e la recenteorganizzazione del Convegno"Investire in cultura"; monsignor PietroBasci, direttore dell’ufficio per i Beniculturali della Diocesi, che ha ricordatol’impegno della Fondazione per lechiese di Livorno ed in particolare perquella di S. Caterina; Cecilia Laschi chepartecipa al progetto guidato dal Prof.Paolo Dario per la robotica marina hasottolineato come il rapporto traFondazione e Scuola Superiore S. Annasia in atto dal 1995 e sia alla base anchedel progetto Octopus, innovativo ealtamente tecnologico, che verràpresentato allo Scoglio della Regina, sipropone il prelievo di materiale el’esplorazione a distanza senza rovinarei fondali marini.Tra gli invitati anche la Caritasdiocesana con la sua presidente SuorRaffaella Spiezio che ha annunciatoche, grazie alla Fondazione, si potràrealizzare in Via Donnini un progettopolifunzionale che riguarderà lasocializzazione, la formazione el’accoglienza, con una Scuola dimestieri per l’idraulica e l’impiantisticaelettrica. Il Centro si proporrà anche dieducare i giovani alla carità e ci saràanche un consultorio per la famiglia asostegno della genitoralità e dellamaternità. La Fondazione sarà vicinaanche ai malati, all’Ospedale diLivorno: sarà consegnato un ecografoportatile per il DipartimentoEmergenza e Urgenza che lo scorsoanno ha visto il ricovero di ben 610pazienti gravi. A Cecina sotto la guidadel Professor Luigi Carnicellil’Associazione Cure Palliative potràprendersi cura dei malati terminali edelle loro famiglie nell’elaborazionedel lutto.La Fondazione sarà vicina anche aigiovani, sostenendo un’iniziativa inprogramma al Mercato Centrale,proposta dagli studenti dell’IPSIAOrlando, che riguarderà l’esibizione digiovani talenti.La Fondazione -ha ricordato l’assessorealle culture del Comune Mario Tredici-è stata sempre «un fattore di garanzia esicurezza» per la città ed è statadeterminante la sua collaborazione conla Fondazione Goldoni e con L’IstitutoMascagni. L’avvocato Barsotti ha poi distribuito lemedaglie di benemerenza a coloro chein passato avevano ricoperto la carica diPresidente e poi, a sorpresa, il Prof.Carlo Venturini, dirigente dellaFondazione, ha donato una medagliaanche all’avvocato Barsotti tra gliapplausi generali.

Gianni Giovangiacomo

N

20 anni DI VITA

La FondazioneCassa di Risparmidi LivornoFesteggiatol’anniversario

olti gli spunti e leosservazionidecisamenteinteressanti emerse al

Convegno Giuridico coordinatodal Dr. Ugo De Carlo dal titolo:“il matrimonio un cantiereaperto”. Tra questi colpisce laposizione di chi vorrebbemaggiori tutele per la famiglia difatto, quasi (sempre che chiscrive abbia colto il sensodell’intervento) una sorta diequiparazione tra questa e lafamiglia “istituzionale”, come seil comportamento della coppiacon convivenza stabile, in tutto eper tutto assimilabile alcomportamento di due sposi(magari con prole), dovesseessere inteso dal legislatore comeun comportamento nel qualeleggere comunque una sorta di“tacito” negozio nuziale.Ebbene, al di là della doverosatutela da assicurare ai figli nati intali unioni – tutela che nelnostro ordinamento sembracomunque garantita come èparso emergere dagli interventidegli stessi relatori – non si vedeobiettivamente quale sia ilmotivo per cui chiedere didisciplinare in maniera piùspecifica e approfondita e diassicurare maggiori tutele aquesto tipo di unioni. La coppiache convive ha la possibilità(sempre che non si tratti dicoppie omosessuali)di unirsi inmatrimonio, se non lofa è proprio perchéintende sfuggire, contutta probabilità, aquel complesso diregole che disciplinal’istituto matrimonialee che fa assumere aglisposi preciseresponsabilità. Orbene, la coppiascegliendo tale tipo di unione hamanifestato la propria volontàindirizzandola in direzione benprecisa, ed accordare a questatutele particolari e genericheequiparazioni alla coppiasposata, oltre a rappresentareuna forzatura della volontà deiconviventi può spingere aderesponsabilizzare gli stessi e aconfigurare tutele senzarichiedere impegni.

Probabilmente questeconsiderazioni possonorappresentare una eccessivasemplificazione e perfino unabanalizzazione di argomenti etematiche che richiederebberoapprofondimenti di ben altrospessore, ma permettete un po’di sana banalità e un pizzico diottuso realismo da parte di chi,

come lo scrivente, dopoessersi“masochisticamente”unito in matrimoniocon la propria sposa, sitrova a barcamenarsiquotidianamente conuna “corposa” famiglia(cinque figli) tra imeandri di un sistemache non pare affatto

porre in cima alle propriepriorità il sostegno alla famiglia,soprattutto a quella numerosa(in barba all’art. 31 dellaCostituzione che recita: “LaRepubblica agevola con misureeconomiche e altre provvidenzela formazione della famiglia el’adempimento dei compitirelativi, con particolare riguardoalle famiglie numerose”). Questebanali osservazioni muovono daaltrettanto semplici

considerazioni (al limitedell’ingenuità) dettate da un“laicissimo” pragmatismo:l’ordinamento può e devedisciplinare e dare tutela ainteressi OGGETTIVAMENTEmeritevoli, essenza dei “diritti”disciplinati dalla collettività chehanno sempre degli speculari“doveri”. E’ evidente che la“meritevolezza” degli interessi –in assenza di una Verità che ipoveri e sparuti cattolici siostinano pervicacemente aprofessare – è argomentoestremamente relativo e quindidecisamente “scivoloso”. Nonresta pertanto rifarsi allaobiettiva utilità che la tutela deiridetti interessi apporta allacollettività… altrimenti il rischioè quello di assurgere a veri epropri “diritti” quelli che inrealtà sono semplici “desideri”dei singoli individui. La naturastessa e quel complesso diprincipi iscritti nel cuoredell’uomo possonorappresentare l’indicatore diquesta obiettività cui rifarsi perlegiferare in materie tantodelicate senza condizionamentidi mode e culture del momentoo, peggio, pregiudizi di altro

genere. La famigliatradizionalmente intesa conprecisi impegni reciproci deglisposi sembra essere istitutoconforme a quegli indicatoririchiamati, e gli individuipossono fare questa sceltaoppure no. Capiscoperfettamente che questi sonoargomenti oggi molto poco“chic” e che sia molto piùelegante “mostrare attenzioneper le realtà che stannoemergendo” per dirla allamaniera del nostro ministro dellavoro, per “evitare fattori diinstabilità sociale oltre cheeconomica”.. ma siamo sicuriche “rincorrere” tutte questenuove forme di convivenzaalternativa al matrimonio neltentativo di dare tutela da partedella collettività a scelte chevolutamente voglionoprescindere dall’impegno presoinnanzi alla collettività, possaaiutare a dare stabilità sociale edeconomica più che seriepolitiche a favore della famigliatradizionale (penso al“quoziente familiare” osimilari)? Come si dice… aiposteri...

Lorenzo Mini

M

i sono due linguaggi che iragazzi di oggi capiscono, esono lo sport e la musica».Don Marco Pozza, giovane

prete di Calvene, cappellano del carcere dimassima sicurezza di Padova, da anniappassionato maratoneta, spiega così ilmotivo della pubblicazione del suo nuovoromanzo “Contropiede. La vittoria èimpossibile solo per chi non crede neipropri sogni”, durante la presentazione alteatro Filicchi nell’ambito deifesteggiamenti di Santa Giulia.Un romanzo che unisce impegno sportivoe fede, e racconta la storia di una banda diwriter, otto ragazzi della periferia romanache passano le loro giornate ad imbrattare imuri del quartiere, considerati per questoscalmanati e nullafacenti. Ragazzi che forsehanno perso la fiducia in se stessi ma chepresto capiranno di poter realizzarequalcosa di bello. Un motivo di riscattoviene loro offerto da un allenatore, dietrola cui immagine si nasconde quella di uneducatore morale, Pierluigi Mangiametri,ex meccanico appassionato di atletica, chein soli sei mesi riuscirà a farli gareggiarealla maratona di New York. Un allenatoreche non mira a formare un campione deldomani, ma un ragazzo di oggi. Si tratta delracconto di una sfida educativa, che vuolemettere alla luce la bellezza dei ragazzi,«che sono quelle persone che quando tu lipensi sconfitti, si alzano e ripartono in

contropiede».Don Marco Pozzaafferma che non èfacile educare iragazzi, non èsemplice far sentirloro il divertimentodentro al cuore; maquesto diventa possibile andando incontroalle loro esigenze, cercando di capire il lorolinguaggio, e tentando di amare quello cheloro amano, perché è importante quelloche diceva don Bosco: «Prima ama quelloche i ragazzi amano e loro siinnamoreranno di te». Un messaggioquello di don Marco che vuole essere unmonito alla Chiesa, rimasta spesso vuota epriva di attività che possono attirare i piùgiovani, a causa di coloro che pensano chela sfida con i ragazzi sia ormai persa. Macon queste pagine don Marco vuoledimostrare che i ragazzi possono ancoraandare incontro alla Chiesa se il messaggiodi Gesù viene raccontato con un linguaggiopiù vicino alla società moderna.La narrazione sportiva diventa quindi unescamotage per parlare della vita, perparlare di quei ragazzi che popolano lenostre strade e non hanno avuto lapossibilità di conoscere la bellezza di Dio,e che è possibile raggiungere solo attraversolo sport e la musica. Lo sport riesce a farriscoprire lo stupore per le cose semplici, ètutto tranne che improvvisazione, è fatica,

dona un senso di stanchezza che stanca ilcorpo ma che ti fa sentire bene. Anche SanPaolo utilizzava il linguaggio del lottatoreper parlare di Gesù Cristo, in una frase cheidentifica la corsa come una forma diascesi: «Ho corso perché sono statoconquistato», ed è questa la sensazione chesta nel cuore di un atleta.La prefazione del romanzo è stataassegnata alla firma del campione olimpicoAlex Schwazer, che parla del romanzo inquesto modo: «è questa la prospettivacolorata che abita questo splendidoromanzo del mio amico don Marco: lottareun centimetro alla volta per educare iragazzi attraverso lo strumentomeraviglioso dello sport. Basta uncentimetro, a volte, per conoscersi meglio escoprire le cose che davvero contano nellavita, anche se qualcuno all’inizio nonimmaginerebbe che lo sport potesse tanto.«Contropiede» non è soltanto una bellastoria, ma è soprattutto un invito giovane acredere nello sport come palestra perdiventare uomini felici».

Alice Carpentiere

La Diocesi e laFondazioneCaritas eranotra gli entipresenti allafesta perringraziare laFondazionedel sostegnoricevuto inquesti anni

Don Marco Pozza racconta comeavvicinarsi ai giovani

La fedein «Contropiede»

Pensarea politiche di sostegno come il quozientefamiliare

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI3 giugno 2012 III

L’INTERVISTA A Carlo Picchietti

Camminare per riflettere

vevamo parlato conCarlo Picchietti circaun anno fa, quando ciaveva raccontato di

come avesse riscoperto il"cammino di Santa Giulia", unpellegrinaggio che da Livornoarriva fino a Brescia, città checustodisce le spoglie dellanostra patrona. Carlo è partito,e al suo ritorno lo scorsosettembre era già deciso apartire di nuovo. Gli abbiamochiesto i motivi.

Quando hai parlato con noiprima di iniziare il tuo viaggio,ci avevi detto che partivi percercare latranquillità. L’haitrovata?«Direi che ilcammino è statoin realtà l’inizio diun percorso cheho scoperto esserequello adatto a meper trovarla. Misono accorto che ilsilenzio dellanatura, è la stradagiusta per trovarequello interiore eriallineare il mioequilibrio che erastato modificatonegli anni dallamia voglia dicambiare».

Come è iniziato il viaggio?«Il 2 settembre, il giorno primadi partire, Don Corneliodurante la messa mi habenedetto con la benedizionedel pellegrino. Il 3 sono partitoed è iniziato il viaggio trastrade, sentieri, momentifaticosi e momenti fantastici».

L’arrivo a Brescia: come ti seisentito?«Non posso dire di non essermisentito pieno di felicità, ma misono accorto che quello cheavevo imparato dal camminoera che la meta è l’ultima cosa,tutto quello che ci sta prima, ilviaggio per arrivarci è il veroobiettivo, la vera crescita».

Che cosa ti ha lasciato ilviaggio?«Ogni persona che hoincontrato e che mi ha accolto,mi ha lasciato una perla dispiritualità diversa che mi hasuggerito un messaggio. C’èstato il parroco con cui hoparlato di fede, quello con cuiho pregato e adorato il Signore,ma anche quello di montagnache mi ha suggerito una stradamigliore per la prossima volta».

Cosa ti è mancato?«Avrei partecipato volentieri aqualche messa in più.Arrivando nei conventi e chiesela sera, la messa in genere eragià stata celebrata. Però

Acamminando ho parlato moltocon Dio. Dal punto di vistapratico invece c’erano troppestrade trafficate e un po’pericolose per un pedone».

C’è stato un momento un cuihai detto "torno a casa"?«Non proprio. Anzi mi sonoscoperto con una forza divolontà molto più forte diquella che pensassi. Ci sonostati dei momenti in cui lastanchezza diventavaveramente tanta, ma dopo unapausa di rilassamento la vogliadi ripartire era ancora più forte.Un altro episodio che mi ha

messo alla prova èquando nellaPianura Padana, hosbagliato la spondadel canale daseguire. Circa tre oredi cammino"buttato" perritornare sullastrada giusta, maanche questo è statoun insegnamento divita».

Adesso cosa ti spingea ripartire?«E’ come se l’arrivodi fronte allespoglie di SantaGiulia in realtà nonfosse stato che ilpunto di partenza,

che mi ha convinto ancora dipiù di quanto quello che valgasiano le cose spirituali e nonquelle futili. E poi ritrovarequel silenzio in mezzo allanatura in cui meditare epregare»

.Sarà lo stesso percorso?«No. Come dicevo il parroco diCollagna, una persona dallepoche parole, mi ha suggeritoun percorso alternativo perevitare strade trafficatepassando da Reggio Emiliainvece che da Cremona. Inquesto modo tra l’altro ilpercorso si accorcerà di unasessantina di chilometripassando quasi interamenteper sentieri CAI. Prevedo 15tappe, un giorno in più rispettoallo scorso anno per evitare diavere tappe faticose concentratenei giorni successivi e avernealcune un po’ più rilassantimagari di 10 chilometri anziché30 giornalieri».

Totale?«Sono circa 335 chilometri.»

Cosa rimetterai nello zaino e dicosa invece ti sei accorto dipoter fare a meno?«A un certo punto, quando sistava per spengere, mi sonoaccorto di aver perso il caricabatterie del cellulare. Ma questonon mi ha sconvolto più ditanto. Di quello avrei anchepotuto fare a meno se non fossestato per tranquillizzare a casache andava tutto bene. E poiavevo troppi vestiti! Due paia discarpe e cambi che mi avevanofatto partire con più di 20 chilisulle spalle. Uno strumento cheè diventato invece mio grandeamico è stato il satellitare su cuierano caricati i miei percorsi,utilissimo per orientarsi. Poicon me porterò sicuramente unlibro di preghiere. Questa voltalo zaino però peserà un decimodello scorso anno».

Al tuo ritorno hai aperto unblog. Più per te o per gli altri?«Il blog è nato per caso una seradi fronte a una birra. L’idea è diutilizzarlo come strumento didiffusione del cammino diSanta Giulia perché sempre piùpersone possano conoscerlo eseguirlo, ma è anche un

"luogo" in cui parlo delcamminare comeattività per riflettere.Secondo me, ilcammino di SantaGiulia, per i luoghi chetocca, naturali espirituali, è unostrumento veramentevalido per farlo. Mipiacerebbe davvero chediventasse anche peraltri un mezzo perintraprendere un viaggiodi ricerca dentro se stessie trovare la tranquillità.E poi, un modoconcreto per unire due

città come Brescia e Livorno chehanno così tanto amore versoSanta Giulia». Se volete partire o dire la vostra:http://ilcamminare.

«Ogni personache hoincontrato e che mi haaccolto, mi ha lasciato una perla di spiritualitàdiversa che mi ha suggeritoun messaggio»

In questi giorni in cui abbiamo festeggiato SantaGiulia, siamo andati a trovare un pellegrino che ha deciso di ripercorrere, dopo l’esperienzadello scorso anno, ancora una volta il camminodella Santa a piedi, fino a Brescia

conclusione del ciclo diincontri dal titolo “Diamoali alle strade”,in occasionedel 220° anniversario della

nascita di don Giovanni BattistaQuilici, “Gli amici di don Quilici”presentano l’ultimo appuntamentodal titolo: «RISCOPRIRE IL VOLTODELL’ALTRO: responsabilità edimpegno per ogni uomo per costruireun’umanità più giusta, più libera, piùsolidale» venerdì 1 Giugno pressol’auditorium della Camera diCommercio.Il relatore della serata sarà don LuigiCiotti, presidente del Gruppo Abele edell’Associazione Libera.Chi è don Luigi Ciotti?Nel 1965, insieme ad alcuni amici,promuove un gruppo di impegnogiovanile che prenderà in seguito ilnome di Gruppo Abele. Fra le sueprime attività, un progetto educativo

negli istituti di pena minorili e lanascita di alcune comunità peradolescenti alternative al carcere.Il Gruppo Abele non si occupa solodi droga, ma sviluppa proposte peraffrontare il disagio sociale nel modopiù ampio possibile.Negli anni 90 l’impegno di donCiotti si allarga al contrasto allacriminalità organizzata: nel 1995infatti, fonda il coordinamento diLibera. Associazioni, nomi e numericontro le mafie, oggi punto diriferimento per oltre 1.600 realtànazionali e internazionali (fra cuidiverse sigle del mondodell’associazionismo, della scuola,della cooperazione e del sindacato).Nel 1996 Libera promuove laraccolta di oltre un milione di firmeper l’approvazione della leggesull’uso sociale dei beni confiscati, enel 2010 una seconda grandecampagna nazionale contro lacorruzione. Obbiettivo di Libera èalimentare quel cambiamento etico,sociale, culturale necessario perspezzare alla radice i fenomenimafiosi e ogni forma d’ingiustizia,illegalità e malaffare. L’appuntamento prevedeun’apericena alle 19.00 ed a seguirealle 20.30 l’incontro pubblico.

A

Don Ciotti a Livornovenerdì 1 giugno

Diamo alialle stradeUltimo appuntamento di quest’anno con leiniziative degli «Amici di don Quilici» con un incontro dal titolo «Riscoprireil volto dell’altro».L’appuntamento prevedeun’apericena alle 19.00 ed a seguire alle 20.30l’incontro pubblico

MARCELLO MURZIANI È STATO ELETTO

Un livornese governatoredei Lions della Toscana

arcello Murziani, con ben 252 voti di preferenza è statoconfermato Governatore dai 282 delegati arrivati a Marina di

Carrara da tutti i Lions club della Toscana.È la prima volta, dalla nascita del distretto108la, che un livornese viene chiamato aricoprire il prestigioso ruolo diGovernatore della Toscana. MarcelloMurziani porta in dote ai Lions toscani,oltre alle sue professionalità ricche ecomposite, raccolte in più di 20 anni comedirigente della “Cassa di Risparmio diLivorno”, anche il tratto e l’ottimismocostruttivo che lo distingue: un’iniezionedi energia in un momento storico moltocomplesso ma anche molto appassionante,come tutte le sfide nei momenti di grandicambiamenti.Le prossime settimane per il Governatoresaranno dense di eventi e diappuntamenti: il 17 luglio il ConvegnoNazionale Lions di Genova, subito dopoquello mondiale in Corea, per poi ritornare il 14 luglio al Lido diCamaiore per assegnare le cariche e presentare ai Soci il proprioprogramma Annuale.

M

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI3 giugno 2012IV

VENERDÌ 1 GIUGNONella mattina , udienze laici in vesco-vado14.30 a Ragusa, incontro con i giovanidella diocesi

SABATO 2 GIUGNOA Ragusa, incontro con i giovani dellaDiocesi19.00 in prefettura, festa della Repub-blica

DOMENICA 3 GIUGNO10.30 S. Messa e cresime alla chiesa diSant’Agostino

LUNEDÌ 4 GIUGNO9.00 in vescovado, incontro con il diri-gente provinciale scolastico

MARTEDÌ 5 GIUGNO9.30 alla Camera di Commercio, gior-nata dell’economia10.00 festa dei CarabinieriDalle 11.30 Udienze clero in vescova-do16.00 S. Messa per la giornata diocesa-na del malato alla chiesa dei Salesiani

MERCOLEDÌ 6 GIUGNO9.00 incontro con la Caritas in vesco-vadoDalle 10.00 Udienze clero in vescova-do11.00 incontro con i vicari episcopaliin vescovado18.00 in vescovado, incontro con icoordinatori del Progetto Culturale

GIOVEDÌ 7 GIUGNO9.30 in vescovado, incontro con il sin-daco di Collesalvetti Lorenzo Bacci10.00 incontro con la commissione re-gionale per la catechesi in vescovadoDalle 12.00 udienze clero in vescova-do19.00 incontro con il GAV del V vica-riato a Rosignano Marittimo

VENERDÌ 8 GIUGNONella mattina udienze laici in vescova-do18.30 S.Messa ed incontro con i vo-lontari ACOS (Associazione cattolicaoperatori sanitari) a Quercianella

SABATO 9 GIUGNOA Camaiore, consiglio dei Vescovi alloSTI 18.00 S. Messa e cresime alla chiesa diS.M. del Soccorso

DOMENICA 10 GIUGNO10.30 S. Messa e processione del SS.Corpo e Sangue di Cristo a Castell’An-selmo18.00 S. Messa e processione del SS.Corpo e Sangue di Cristo dalla chiesadi S. M.del Soccorso fino alla cattedra-le

Agenda del VESCOVO

Le proposte di PHARUS VIAGGI

1° giorno - 22 luglio: ritrovo all’aeroportodi Pisa e partenza per Tel Aviv. All’arrivotrasferimento per la Galilea. In serata arrivosul Monte Tabor. Sistemazione e cena. Nellanotte celebrazione eucaristica e tempo per lapreghiera notturna personale.2° giorno - 23 luglio: in prima mattinatapartenza per Nazareth. All’arrivo preghiera aNazareth e Santa Messa. Al termine visitaorante dei luoghi dell’infanzia di Gesù eMaria. Rientro al Tabor per il pranzo. Nelpomeriggio riposo e tempo libero per lavisita del Tabor. Meditazione e tempo per lapreghiera personale. Veglia di preghiera sulMonte Tabor . Cena e al termine S. Rosariomeditato.3° giorno - 24 luglio: in pirma mattinata,partenza per il Monte delle Beatitudini,Betsaida, Kursi e Hippos. Rientro per ilpranzo al Tabor, riposo e nel pomeriggiomeditazione e tempo per la preghierapersonale. S.Messa e adorazione eucaristicasul Monte Tabor . Cena e al termine S.Rosario meditato.4° giorno - 25 luglio: in mattina partenzaper la Samaria. Luoghi di visita: Samaria conil pozzo della Samaritana Sichem e ilmonte Garizim. Sosta a Zababdeh. Visitaalle rovine di Sebaste ed alla località di

Nablus, la biblica Sichem, divenuta lacapitale del Regno del nord. Visita del sitoarcheologico e della basilica bizantina sulmonte Garizim. Ai suoi piedi si trova il’pozzo di Giacobbè, dove Gesù incontrò laSamaritana e dove ora sorge una chiesaortodossa. Pranzo e nel pomeriggio arrivo aGerusalemme. Se possibile, in serata SantaMessa nella Chiesa di S. Anna. Rientro inhotel per la cena. Al termine Rosario per laVia Dolorosa a Gerusalemme.5° giorno - 26 luglio: Tempo per lapreghiera personale e CelebrazioneEucaristica al Santo Sepolcro. In mattinata,se possibile salita alla spianata dellemoschee. Discesa e sosta al Muro del Pianto,che gli Ebrei chiamano Occidentale, l’unicaparte superstite delle mura costruite daErode per sorreggere l’enorme terrapieno sucui sorgeva l’antico Tempio diGerusalemme, distrutto dai soldati romaninel 70 d.C.. Rientro in albergo per il pranzo.Nel pomeriggio visita del Sion cristiano.Cena in albergo . Veglia di preghiera alGetsemani. 6° giorno - 27 luglio: prima colazione inalbergo e trasferimento a Betlemme. Visitadella Basilica con la Grotta della Natività e laGrotta del latte. S.Messa alla Chiesa del

Latte. Rientro a Gerusalemme e tempolibero a disposizione per acquisto ricordi.Visita notturna della città.7° giorno - 28 luglio: Tempo per lapreghiera personale e CelebrazioneEucaristica al Santo Sepolcro Visita ad AbuGosh (Emmaus con la chiesa Benedettina equella dell’Arca dell’Alleanza). Pranzo liberoin aeroporto e imbarco per l’Italia .

Quota di partecipazione euro 960,00 per persona + euro 30,00 quotaiscrizioneSupplemento camera singola euro 190,00

Vivere la Terra Santa pregando

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Sorrentino D. – L’economista di Dio: GiuseppeToniolo- Ed.AVE, pp. 350, euro 15,00

Domenico Sorrentino, Arcivescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, Postulatoredella causa di beatificazione di Giuseppe To-niolo, ci presenta un personaggio chiave delmovimento cattolico italiano. Nella biografiaegli affronta e ricostruisce con attenzione tut-ti gli aspetti della sua ricchissima esperienzaumana e cristiana: la famiglia, l’università,l’impegno politico e sociale, la sua opera distudioso e di uomo di cultura, il suo impe-gno ecclesiale. E’ stato grazie al suo quotidia-no operare in questi diversi ambiti, in pienaarmonia con il Vangelo e con la vita dellaChiesa, che egli è oggi presentato come mo-dello di santità laicale. La sua beatificazionerappresenta il riconoscimento di una vitaispirata alla fede in Cristo, vissuta come la so-la via per un’autentica realizzazione dellapersona. Viene anche presentata un’antolo-gia che permette di confrontarsi direttamentecol pensiero di Toniolo e di coglierne lastraordinaria ricchezza e validità.

i è conclusa sabato 19 maggio, presso la Chiesa di San GiovanniBosco, la stagione organistica. Il parroco, don Luciano Musi, si

è detto già dispiaciuto di non poter gustare, durante il periodoestivo, il sublime canto di lode a Dio che proviene dalle cannedell’organo quando è suonato da grandi maestri, come nella sta-gione appena terminata; tanto che forse ci riserverà presto qual-che piacevole sorpresa fuori programma. Un ringraziamento par-ticolare è andato al Maestro Claudia Termini, che ha deliziato gliauditori per l’intero corso dell’anno, presentando i più vari pro-grammi ed esaltando magnificamente le variegate qualità sonoree timbriche che l’organo di Coteto possiede. La ricchezza timbricae la grandezza dell’organo stesso, lo rendono duttile all’esecuzio-ne di ogni genere di repertorio. Nell’occasione particolare di sabato 19, insieme al Maestro Termi-ni, si è esibito al pianoforte, con arte e virtuosismo veramente in-cantevoli, il Maestro Riccardo Risaliti, interpretando prima glistessi brani poi suonati all’organo. Il confronto ha esaltato en-trambi gli strumenti, facendo gustare le meravigliose possibilitàdinamiche e l’eleganza del pianoforte e allo stesso tempo le mol-teplici potenzialità timbriche e la magnificenza del principe deglistrumenti musicali, l’organo. Il programma ha previsto l’esecuzione, sempre prima al pianofor-te poi all’organo: Johann Sebastian Bach (1685-1750), Preludio-Corale "Nun komm, der Heiden Heiland" BWV 659; Toccata e fu-ga in re min. BWV 565; César Franck (1822-1890), Prèlude, Fu-gue, Variation; Franz Liszt (1811-1886), Preludio e fuga su B-A-C-H.Il concerto si è presentato come un piccolo assaggio di ciò che ciriserveranno le future rassegne organistiche. Il Maestro Termini hapromesso, ha promesso, che ci farà compiere nella prossima sta-gione, per mezzo di lezioni-concerto, un vero e proprio viaggio al-la scoperta dell’organo, mostrandocene tutti i segreti più nascosti.

S. B.

S

Domenica 10 giugno alle 18.00alla chiesa di S.M. del Soccorso

Solennità del SantissimoCorpo e Sangue di Cristo

arissimi,nella ricchezza di celebrazioni ed incontri di questo

periodo, siamo prossimi alla Solennità del Corpo eSangue di Cristo, fulcro e culmine della nostra vita diFede.La Chiesa di Livorno celebrerà la Solennità, oltre chenelle singole Parrocchie, a livello Diocesano, come daprogramma qui di seguito riportato.Desidererei, per rendere ancora più significativa la Fe-sta, la partecipazione, oltre a quella del clero e delle re-ligiose, di tutti gli accoliti, lettori, Ministri straordinaridella Comunione e ministranti della Diocesi, nonchédi tutti i bambini e le loro famiglie che hanno celebra-to, in questo anno, la Messa della Prima Comunione.

Programmaore 18 S. Messa nella Chiesa di S. Maria del Soccorso;ore 18.50 inizio della processione (dalla Chiesa di S.Maria del Soccorso alla Cattedrale);ore 19.30 in Cattedrale, Benedizione Eucaristica.

Per favorire una piena partecipazione di Clero e Fedeli,dispongo che Domenica 10 Giugno, in città di Livorno,non vi siano altre celebrazioni eucaristiche, concomi-tanti con quella diocesana. Prego di dare lettura di questo mio breve a tutte le S.Messe di Domenica 3 Giugno.Grato, vi saluto nel nome del Signore

Simone, Vescovo

C

CONCERTI A S. GIOVANNI BOSCO...non finisce qui

Dal 22 al 28 Luglio con monsignor Giusti nei luoghi sacri della Terra Santa

Diocesiinforma

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI3 giugno 2012 V

on è facile realizzareuna relazioneeducativa «rispettosa»della vita, una

relazione in grado di realizzareun equilibrio dinamico traautorità e novità.Qualcuno ha detto chel’adolescenza e la giovinezzasono un periodo in cui duegenerazioni (quella dei giovanie quella degli adulti) siincontrano, si fronteggiano,discutono, non solo peradattarsi reciprocamente, maper decidere un processo dirinnovamento e nello stessotempo di conservazione. Ma sel’adulto non c’è o non èadulto? Un adulto è stato adolescente egiovane. È importante attingeredalla propria vita quegliatteggiamenti che ci hannopermesso di crescere. Ognunopuò fermarsi a rileggerela propria esperienza edimparare da ciò che havissuto per trovarein sé quegliatteggiamenti educativiche promuovono efanno crescere lapersona.

Alcune immaginidell’educatoreL’educatore faro: si limitaa segnalare le coste e aindicare i pericoli, sta lìfermo sulla riva mentrela nave cerca una suarotta e deve trovare ilmodo di attraccare.

L’educatore sirena: attrae inaviganti malcapitatisugli scogli su cui giàhanno fatto naufragio uominidel passato.

L’educatore guida: segue davicino il navigatore, sollecita,sorregge, ma non sostituiscechi deve imparare. E’ come laguida alpina che fa in modoche lo scalatore, appena è ingrado, salga da solo; la cordache lega lo guida al suocompagno ed è insieme unasicurezza e un limite, ma serveper salire e salire insieme incerti momenti.

I giovani oggi cercano talieducatori.

NLE PAURE DELL’EDUCATOREL’educatore oggi sembra soffrire di tre grosse paure: la pauradi non saperne abbastanza, dinon saper rispondere alledomande, di non averestrumenti per organizzare ilgruppo o l’azione educativa; lapaura di non essere accettato,come persona, come proposta,di non ottenere il consenso; lapaura di essere sopraffatto daigiovani considerati comepotenziali nemici. In genere cerchiamo disconfiggere queste paure o conla fuga e con il silenzio o con laricerca dell’onnipotenza odell’onniscienza. Nel primo caso si risolve la crisigettando la spugna, rendendocicomplici delle insufficienze deigiovani (educatori permissivi).Nel secondo caso, per nonperdere la battaglia ci si

immagina onnipotenti,risolvendo la relazioneeducativa con l’affermazionedella propria supremazia(educatori autoritari). Sono le tentazionidell’educatore che vanno vintee superate, sono vecchie come ilmondo, le troviamo anche nelmodello educativo proposto daGesù che ha rinunciato di fare ilmaestro onnipotente perproporre un modo diverso direlazione.Egli è il «maestro», e non harifiutato di esserlo, ma si mettea servizio dell’altro, ha qualchecosa da

proporre, fa un discorsoautorevole, ma domanda ladecisione personale, sollecita il«se vuoi», si mette adisposizione e si coinvolgesenza farsi travolgere. Il modello educativo pereccellenza che è Gesù. ci indicatre importanti caratteristichedella relazione educativa,caratteristiche che oggiconosciamo e verifichiamoinsieme.

LA RELAZIONE EDUCATIVAUn entrare in relazione con ilgiovane richiede il «lasciarsigiocare» e modificare dall’altro,stabilendo dei leganti chefavoriscono la reciproca crescitae maturazione.Un’ entrata in relazione con ilgiovane richiede, in particolare,la consapevolezza di unprocesso educativo che è tutto

da scoprire.

a) Relazione asimmetrica:La consapevolezza delladisparità, non assoluta matransitoria è importante .per chi educa. Unaasimmetria che riguardatutto ciò che concernel’esperienza di vita, la sceltadi fede, la maturitàpersonale. Essa favorisce, diconseguenza, unacomunicazionescambievole, che permettel’intervento educativo.Un educatore che sa staredentro questa asimmetria,è una persona che può eche sa educare perché nonsi identifica con colui concui entra in relazione, sacogliere le esigenze e le

problematiche dell’altro senzaconfonderle con le proprie.Concretamente gli educatori«amiconi» non servono, igiovani non sanno di chefarsene dei «vieni qua che ciconsoliamo insieme» educanopoco. Usare le stesseespressioni, lo stesso linguaggiodei giovani per farci accettare daloro non veicola mai interventieducativi corretti. Al contrario,la consapevolezza dei propriocompito e ruolo, dentro unabuona capacità di flessibilità, lapossibilità di orientare, disostenere proprio a partire dallaconsapevolezza di una diversità

di esperienza e di maturità,favorisce la crescita e lamaturazione dei giovane.

b) Relazione complementare La relazione asimmetricarichiama necessariamentel’aspetto dellacomplementarità.L’altro nella relazione invoca divolta in volta aiuto sostegno,orientamento. Il completarsi avicenda è riconoscere che ladiversità è ricchezza e chepermette ad ognuno di riceveredall’altro. Se asimmetriaeducativa ci permette diriconoscere il compitodell’educatore e di viverepositivamente la divergenza,l’aspetto della complementaritàci fa sentire il donodell’educatore, la possibilità dicrescita e di sviluppo che noistessi riceviamo.E’ una complementarità a varilivelli, tutta da scoprire nelprocesso educativo, ma che siconiuga con espressioni dicollaborazione, dicorresponsabilità diarricchimento reciproco, divicinanza. Spesso noisperimentiamo chenell’educatore riceviamo moltoanche per la nostra crescita,questa esperienza è esperienzadella complementarità.

e)Relazione reciproca L’educatore dei giovani vive lareciprocità nell’entrare inrelazione; coglie perciò lapropria diversità e la diversitàdell’altro come ricchezze, comepossibilità di crescita per sé. Sadialogare, perché non si ponemai come uno che ha la veritàin tasca»; sa ascoltare, perchénel tu del giovane che incontrasa riconoscere il Tu di Dio.Essere reciproci in un rapportoeducativo è essere disponibili alconfronto, al cambiamento, èriconoscere i propri e gli altruilimiti, è valorizzare le proprie ele altrui abilità. Gesùincontrandosi con gli uomini ele donne del suo tempo hasaputo entrare nella lorovicenda umana, li ha ascoltati,ha instaurato un rapporto cheha permesso ad ogni persona di sentirsi grande,importante, unica, amataimmensamente dal Padre.

EDUCATORI per passione

COME ENTRARE POSITIVAMENTE IN RELAZIONE CON I RAGAZZI... ......

«L’educatore oggi sembrasoffrire di tre grosse

paure: la paura di nonsaperne abbastanza,

di non saper rispondere alle domande,

di non avere strumentiper organizzare

il gruppo o l’azioneeducativa» CATEC

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Entrare in relazione con il giovanerichiede, in particolare,la consapevolezzadi un processoeducativo che ètutto da scoprire

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI3 giugno 2012VI

Parrocchia di SAN LUCA

E quando pensi che sia tuttofinito… siamo solo all’inizio!

Ai nastri di partenza il GUASTAGNO 2012

ono passati quasi 50 anni da quandoGiovanni XXIII, il Papa Buono, indisse ilConcilio Vaticano II, spiazzando moltibenpensanti i quali lo avevano confina-

to nella poco azzeccata definizione di “Papadi transizione”.Quel pontefice invece, lungimirante come èchi si fa guidare dalle ispirazioni dello SpiritoSanto, rivoluzionò la Chiesa con un evento diportata mondiale: quattro sessioni svoltesinell’arco di tre anni (dal 1962 al 1965), 2540vescovi presenti, quattro Costituzioni pro-mulgate, assieme a tre dichiarazioni e noveDecreti.Si era finalmente creata l’occasione per cono-scere le varie realtà ecclesiali, soprattuttoquelle rimaste ai margini come quelle dellechiese di rito orientale, quelle latino america-ne ed africane. Parteciparono inoltre, per laprima volta, anche esponenti delle correntiscismatiche dalla Chiesa di Roma, come orto-dossi e protestanti. “Chiesa, cosa dici di te stessa?”: questa la do-manda provocatoria di Papa Paolo VI, chia-mato alla morte di Roncalli a dirigere i lavoridel Concilio. Non era quindi solo necessariauna definizione più precisa del concetto diChiesa, ma anche un suo rinnovamento, unasua maggiore apertura al mondo esterno: perintendersi, non un maquillage di facciata,bensì una ristrutturazione profonda e massic-cia dell’assetto ecclesiale. Le quattro Costitu-zioni dogmatiche promulgate in quei fertilianni, definiscono nei dettagli i vari aspetti diquesto imponente processo di rinnovamen-to.In breve:la Dei Verbum: inerente la Parola di Dio, rimi-se la Bibbia al centro della vita della Chiesa e

dei singoli cristiani. Incoraggiò la ricerca suitesti originali, la traduzione del testo in lin-gue vive e la pratica della Lectio Divina;la Lumen Gentium: rappresenta la Costituzio-ne più importante riguardante la Chiesa, lasua natura e organizzazione. Confermò l’im-portanza della presenza dei laici e, in genera-le, del popolo di Dio alla vita della Chiesastessa;la Sacrosantum Concilium: riguardante la litur-gia sacra, fonte e culmine della vita ecclesiale,ebbe un’ampissima eco per il riconoscimentodelle lingue volgari come “adatte” per la cele-brazione di Sacramenti come la Messa e la Li-turgia delle Ore, affrancando quindi la Chiesadall’utilizzo esclusivo della lingua latina e, co-sì facendo, coinvolgendo maggiormente i fe-deli nella stessa liturgia;la Gaudium et Spes: con questa costituzione si

cercò di aprire un proficuo confronto con lacultura e il mondo contemporaneo.Si valutò la necessità di riallacciare legamicon uomini e donne di buona volontà, al finedi collaborare in modo comune per la pace,la giustizia, la scienza e le libertà fondamen-tali.Tuttavia, al di là dei rinnovamenti più eviden-ti, è doveroso chiedersi quanto dello SpiritoConciliare sia stato effettivamente assimilatoed applicato. Per questo, la parrocchia del Sa-cro Cuore ha organizzato dal 4 giugno, unaserie di incontri volti ad approfondire i variaspetti del Concilio Vaticano II. Gli incontri,due a settimana, saranno condotti da variesperti e rappresentano una valida occasioneper approfondire la riflessione e la consape-volezza del nostro essere cristiani in dialogo.

Benedetta Agretti

S

Il Concilio Vaticano II:tra memoria e profezia

on l’incontro con monsignor Basi-lio Petrà, presbitero della diocesi di

Prato e professore ordinario di Teolo-gia morale fondamentale e di Moralefamiliare alla Facoltà Teologica dell’I-talia centrale, si è concluso il cammi-no, per quest’anno, della consulta del-la Pastorale familiare. L’ultimo appun-tamento aveva come tema “Il magiste-ro nella pastorale dei separati, divor-ziati e risposati”, in linea con il per-corso di approfondimento affrontatoquest’anno dalla Consulta.È stato un incontro davvero moltobello che ha approfondito le normati-ve magisteriali in particolare nel deli-cato settore delle coppie irregolari.Mons. Petrà non ha svolto il suo inter-vento limitandosi alla enucleazionenormativa ma ha inserito le normedella chiesa in un contesto di “acco-glienza” che ha lasciato tutti moltocolpiti.Verità e accoglienza sono state infattidefinite da Petrà come le due bracciadella Chiesa, sta a noi cercare di co-niugarle senza far perdere le caratteri-stiche specifiche di ciascuna.Partendo poi dalla constatazione chele coppie irregolari non sono scomu-nicate, mons. Petrà ha inoltre sottoli-neato come sia la chiesa stessa a chie-dere a queste la presenza all’interno diessa, in una comunione “imperfettama vera”.Certo i nodi da sciogliere sono ancoramolti, in particolare quelli relativi al-l’impossibilità di accesso per le coppieirregolari ai sacramenti, ma la sensa-zione che viene dall’ascolto di questaconversazione è che comunque lachiesa non stia, come tanti pensanoed affermano, con le “mani in mano”allontanando per il momento il pro-blema, ma sia pienamente impegnata,attraverso la teologia e lo studio dipossibili strade che sono già aperte adesempio nella fede ortodossa, a cerca-re possibili vie di soluzione.La strada è certamente lunga, ma in at-tesa che lo Spirito Santo possa dare laluce ai nostri pastori per trovare quellache sarà la soluzione migliore, non re-sta che impegnarci ad amare questinostri fratelli e fare di tutto perchénessuno possa mai sentirsi esclusodalle nostre comunità.

A.D.

C

Monsignor Petràospite della Consultadi Pastorale familiare

VERITÀ E ACCOGLIENZA:LE DUE BRACCIADELLA CHIESA

il motto delleattività estive dellaParrocchia SanLuca – chiesa san

Leonardo, che anchequest’anno stapreparando ilGUASTAGNO 2012 e icampi estivi.C’è fermento inparrocchia , perchéappena sono state apertele iscrizioni… l’unicotimore è stato quello dirimanere esclusi da ciòche è una festaquotidiana del paese diStagno, una festa lunga3 settimane!Sono giornate allegre,allietate dal suono dellamusica, dai sorrisi e dai coloridei bambini, che girano per lestrade del paese indossando lastessa maglietta. Strade di millecolori: bambini, animatori,operatori dei laboratori chesembrano coriandolisvolazzare di qua e di là.Guastagno 2012 si svolgeràpresso l’oratorio Pier GiorgioFrassati della parrocchia SanLuca a Stagno da lunedì 11 avenerdì 29 giugno, dalle 9.30alle 12.30 e dalle ore 14.30 alle17.30. Quali servizi offre?C’è un “servizio accoglienza”dalle 8.00 alle 9.30 per queigenitori che iniziano a lavorarepresto, in questo modopossono lasciare i figli a ungruppo di signore che liaccoglie e li fa giocare inoratorio.C’è il servizio di baby sitter, acura della pastorale giovanileparrocchiale, per i bambini chenon possono tornare a casa epranzano al sacco nelrefettorio.Ci sono i laboratori: pasta disale, bigiotteria e corallini,decorazione, manualità,cucito, il campionato Europeo

È

a squadre con premiazionefinale e il famoso“spettacolando”, corso diteatro e ballo direttototalmente dagli animatori.E poi giochi, caccia al tesoro,olimpiadi con l’acqua, salticon la fune, canti, per nondimenticare “l’albero della

merenda” e le bellissime gitedel mercoledì . Alla fine dellagiornata, due volte allasettimana, c’è il corso dibasket . Non manca,certamente, il momento dipreghiera prima di iniziare lagiornata.Questo è ciò che il Guastagno

offre e ci saranno anchenuove sorprese: il corsodi chitarra che si èsvolto tutto l’anno inoratorio, continuaanche in estate perprepararsi all’evento

finale, la festa conclusiva divenerdì 29 giugno, con cenacondivisa, manifestazionisportive e spettacolo. E allorache aspettate? Correte! Leiscrizioni termineranno il 30maggio… noi siamo qui abraccia aperte!

M.C.

I bambini della PRIMA COMUNIONE

Alla parrocchia del Sacro Cuore gli incontri per ripercorrere l’evento storico di 50 anni fa

4 GIUGNO: "Il Vaticano II, storia e attualità diun Concilio entusiasmante"(prof. Riccardo Burigana,docente all’Istituto di Studiecumenici di Venezia e direttoredel Centro studi perl’ecumenismo in Italia,collaboratore dell’OsservatoreRomano)

7 GIUGNO: "Sia questa l’ora in cui la Chiesadeve approfondire la coscienzadi se stessa. La Lumen Gentium"(prof. Maria Enrica Senesi,

docente alla scuola diformazione teologica diocesana)

11 GIUGNO: " Il dialogo fra la Chiesa e ilmondo moderno … unostimolo, una vocazione. LaGaudium et Spes" (prof. MariaEnrica Senesi, docente allascuola di formazione teologicadiocesana)

14 GIUGNO: "La Parola per dare un’animaalle parole. La Dei Verbum" (donRoberto Filippini, professore di

Sacra Scrittura alloStudioTeologico interdiocesanodi Camaiore e rettore delSeminario di Pisa)

18 GIUGNO: " Solo una vita celebrata puòdiventare una vita vissuta? Allascoperta della SacrosantumConcilium" (diac. EnricoSassano, cultore di liturgia)

21 GIUGNO:"Una comunità che vuole dire ilVangelo nell’oggi dell’uomo"(don Gino Berto, parroco)

ORDO VIRGINUM: FORMAZIONEe donne delle Diocesi toscane consa-crate nell’Ordo virginum, quelle in

cammino verso la consacrazione e tuttecoloro interessate a questa forma di vita siincontranoSabato 2 Giugno ore 11 ad Arezzo, Semi-nario Arcivescovile , piaggia Murello 2con mons. Riccardo Fontana, Arcivescovodi Arezzo.sul tema: «Dalla croce la purificazione peruna rinnovata relazione sponsale»Si ricorda anche l’Incontro Nazionale del-le donne consacrate delle Diocesi d’Italia,a Mazara del Vallo (Trapani) dal 25 al 29Agosto sul tema: “Voi invece siete stirpeeletta” (1 Pt 2,9) – Ordo virginum, An-nuncio di Carità.

Info: [email protected]

L

IL PROGRAMMA

Il gruppo dei bambinidella parrocchia di San Luca di Stagnoche ha ricevuto la Prima Comunionenelle scorse settimane,nella foto insieme al parroco don Piotr Grajper e alla catechista

Page 7: La Settimana n. 21 del 3 giugno 2012

a giornata "Slow food",organizzata nel parco diVilla Mimbelli, ha vistoprotagonista il cibo, ma

soprattutto moltibambini di alcuninidi, centri e scuoledell’Infanzia e dialcune scuoleprimarie che,durante tutto l’annoscolastico, hannocurato il loro ortiscolastici: hannopreparato il terrenoper le coltivazioni,hanno piantato,annaffiato e poiraccolto i loroprodotti. Tutto ciòcon lapartecipazioneattiva delleinsegnanti che sisono prodigatelavorando a fiancodegli alunni e

accompagnando questopercorso - almeno per i piùgrandi - con la didattica. Moltidei prodotti esposti sono statianche portati a casa per farliassaggiare alle famiglie (ibaccelli, i ravanelli e ilradicchio).Questa giornata è quindi laconclusione di un percorsoche ha coinvolto i bambinidurante tutto l’anno e che,oltre a metterli in contatto conuna natura che è sempre menoapprezzata e conosciuta dallenuove generazioni che vivonoin città, ha permesso di farloro gustare le verdure - chemagari a casa non mangiano,ma che se sono coltivate da

loro, vengono assaggiate -.Dopo il saluto delle autorità -erano presenti l’Assessore alloSviluppo alla persona delComune di Livorno CarlaRoncaglia e l’Assessoreall’Agricoltura, Turismo, Pescae Marketing territoriale dellaProvincia di Livorno PaoloPacini - la festa è iniziata.Gli intervenuti hanno avuto lapossibilità di visitare i banchidove erano in mostra iprodotti degli orti scolasticiche potevano essere comprati.Nella ludoteca “la Serraincantata” era statoorganizzato il laboratorio dipane e olio ai profumidell’orto.Nel “salotto di paglia” si sonosusseguite una degustazione diolio dedicata ai bambini enei“granai della memoria”,sono stati narrati racconti delnostro passato.Er a stato allestito uno spazioper il "libero scambio diricette", uno spazio autogestitodi pietanze cucinate daigenitori accompagnate dallericette. Inoltre vi era uno"Spazio Mostra" con tutti glielaborati dei bambini dellescuole coinvolte.Nonostante la pioggia è statoun grandissimo successo siaper l’entusiasmo di tutti ipartecipanti che per la raccoltafondi. I soldi raccolti sarannodestinati ad accogliere“comunità del cibo” cheparteciperanno dal 25 al 29ottobre p.v. al SaloneInternazionale del Gusto eTerra Madre.

Elena Cerini

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI3 giugno 2012 VII

DI GIANNIGIOVANGIACOMO

al 27 ottobre del2011 collaboranella nostraDiocesi, don

Annibale ReyesHernandez, avere duecognomi è unaconsuetudine nei paesilatino-americani dove aquello del padre siaggiunge quello dellamadre, infatti donAnnibale è nato a SantaMarta, una ridente cittàturistica che si affacciasull’Oceano AtlanticoColombiano, nel Maredelle Antille. Loabbiamo incontrato perconoscere la sua storia.

Come è divenutosacerdote?«A Bogotà ho seguito icorsi di formazione: treanni di filosofia equattro di teologia, hopoi conseguito la

Licenza in Teologia aSan Buenaventura.Sono stato ordinatosacerdote secolare il 15aprile 1980 nelladiocesi di Garagoa,provincia di Boyacà, quisono stato parroco econtemporaneamenteVicario Episcopale».

Quali altri studi hafatto?«Ho conseguito lalaurea in DirittoCanonico a Roma,dopo aver frequentatodal ’86 al ’90 ilPontificio AteneoRomano della SantaCroce, ho poi ottenutola specializzazione inDiritto Canonico aBogotà frequentandol’Università Saverianadei Padri Gesuiti».

Quali sono stati i suoiincarichi fino ad oggi?«In Colombia sonostato 10 anni nei

Tribunali Ecclesiastici,ho svolto la mansionedi Vicario Giudizialeaggiunto a Bogotà perl’intero Stato dellaColombia. Sono statoPresidente del TribunaleRegionale Ecclesiasticodi Barranquilla (si trattadi una città situatavicino a Santa Marta) eparroco a Bogotà e aBarranquilla».

Come è arrivato aLivorno?«Per mezzo di unafamiglia che conoscevamolto bene monsignorGiusti, avevo sentito chea Livorno avevanobisogno di sacerdoti,così ho avuto uncolloquio con ilVescovo che ha accoltola mia richiesta dicollaborazione. Nonsono ancora"incardinato" nellaDiocesi, sono qui permezzo di una

convenzione tra la miadiocesi colombiana equella di Livorno,secondo una normadella CEI».

Attualmente qualemansione svolge?«Abito nella parrocchiadi San Martino aSalviano dove cerco didare la miacollaborazione; ilVescovo mi ha chiesto,

vista la miapreparazione, un aiutoin curia per dirimere lediverse situazionigiuridiche eattualmente incancelleria seguo lepratiche giuridicherelative ai sacerdoti;monsignor Giusti mi hadetto anche che durantel’estate mi affiderà unaparrocchia comeparroco».

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Il ricordo del prof. Ripoli

Un coraggioso e vero testimone del Vangelo

I bambini di Livorno e lo Slow food DayA Villa Mimbelli il primo mercatinocontadino delle scuole cittadine

ei giorni scorsi, dopo lunga malattia, ètornato alla Casa del Padre Emanuele

Ripoli (il Prof. Ripoli). Con Lui scompareanche uno degli ultimi componenti di quelgruppo di giovani cattolici che, capitanatida Mario Razzauti, hanno fatto la storiadella Chiesa livornese del dopo guerra eper molti di loro anche quella della Città.Era un gruppo nato nell’Azione Cattolica eche nei diversi anni ha vissuto l’esperienzadei comitati civici e dell’impegno in polti-ca (ci furono anni nei quali oltre la metàdei consiglieri della DC –allora una quin-dicina- proveniva da quel gruppo).Un gruppo che non viveva soltanto di farema che, settimanalmente, si ritrovava an-che per pregare e che, ogni anno, nonmancava di andare a fare gli esercizi spiri-

tuali predicatida don ArturoPaoli.Giovani corag-giosi e testimoniveri del Vangelo,giovani che nontemevano diprendere sec-chiate di colla o“altro” pur di af-figgere manife-sti, giovani chenon temevanonel 1948 di farscudo all’Imma-gine della Ma-donna di Mon-tenero alla Chie-sa del Soccorso.Consani, Tonel-li, Antonio Ri-poli, LardicciAllori, Mazzetti,Antonovich, Pi-ni, Emanuele Ri-poli ed altri do-navano tutto illoro tempo libe-ro per la loro te-stimonianza dicristiani.Emanuele Ripo-

li , colui che per me è rimasto sempre ilprof. Ripoli, cristiano integerrimo e profes-sore universitario di grande levatura, comeil suo Maestro Prof. Francesco Cecioni (al-tro presidente di Azione Cattolica).Il prof. Ripoli, per la sua correttezza era “ilterrore” degli studenti di Ingegneria; unesame con Lui significava notti insonni pri-ma e spesso il cruccio di dover tornare.D’altra parte per il Professore, gli alunnierano tutti uguali e non concedeva alcunapresentazione né tantomeno “raccoman-dazione”. Ricordo di una volta, quando mi telefonòun parroco di Pistoia per raccomandarmiun suo catechista che aveva già tentato didare l’esame con Ripoli per dodici volte!La mia risposta fu che, se gli avessi dettoqualcosa, a parte la risposta che sapevo,quello studente rischiava ancora di più. Larisposta a quel prete fu di suggerire al suocatechista di applicarsi di più, perché chistudiava con “il Ripoli” non aveva diffi-coltà.Nel rinnovo degli anni Emanuele fu unconvinto assertore del Concilio Vaticano IIe partecipò con entusiasmo e competenzaai Consigli pastorali di S. Agostino, senzafar mancare le sue critiche costruttive e lesue battute.Spesso era presente all’Eucaristia quotidia-na e, poi, restava volentieri a parlare, ad ap-profondire, a continuare- in fondo- a cono-scere quel Gesù che lo aveva sempre guida-to nella sua vita.Negli ultimi anni avevo perduto un po’ icontatti, ma quando incontrai suo figlio alreparto di cure palliative e mi disse che suobabbo era li ricoverato, sul subito non riu-scii a dire niente; poi nei giorni seguentichiesi il numero del suo letto e avvicinato-mi pregai su di Lui e lo Benedissi.È stato il mio saluto ad un Uomo, un Cri-stiano che ha dato tanto alla nostra Chiesa;fu il mio messaggio da portare a tutti gliamici di una volta che avrebbe incontratonel Regno. Ed a coloro che sono ancora a vivere la lo-ro vita un invito: non dimentichiamoci diLoro, perché troppo spesso Livorno si di-mentica di chi l’ha aiutata a rinascere, pen-sando che tutto nasca oggi.Arrivederci “Professore”, mi auguro ungiorno di incontrarti di nuovo per fare fe-sta insieme.

Don Paolo Razzauti

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Conosciamo DON ANNIBALE REYES HERNANDEZ

Il sacerdote arrivatodalla ColombiaUn aiuto in curia e in parrocchia

Cristianointegerrimo e professoreuniversitario di grandelevatura

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI3 giugno 2012VIII