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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 15 maggio 2011 ppure lo hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato, gli hai dato potere sulle opere delle tue mani tutto hai posto sotto i suoi piedi (salmo 8,6-7) Il desiderio di conoscere caratterizza l’essere umano. Già dai primi mesi di vi- ta il bambino guarda con occhi pieni di curiosità tutto ciò che lo circonda. Man mano che cresce e diventa adulto, discretamente appagato dalla cono- scenza della realtà che è intorno a lui e nella quale vede il segno di un proget- to intelligente che sorprende e meraviglia e fa pensare ad un Assoluto che re- gola stupendamente l’universo creato, l’uomo comincia a incuriosirsi di se stesso, a voler entrare nel suo mistero, un mondo ancor più interessante di quello che sta fuori di lui. Io chi sono? Che senso ha la mia vita? L’uomo è espressione della creazione: corpo e anima, mondo materiale e mondo spiri- tuale. È un richiamo dell’eterno, è un’immagine di Dio. E Assegnati i fondi dell’8 per mille opo l’approvazione del Consiglio Diocesano per gli Affari Economici e del collegio dei Consultori, le assegnazioni dei fondi dell’8 per mille compiuti dalla Diocesi di Livorno sono effettive. Il totale della somma assegnata a Livorno per l’anno 2010 ammonta a: 623.475 euro circa, per il culto e pastorale e a 388.579 euro circa, per la carità. Dalla somma per il culto e pastorale però sono stati tolti 250.000 euro che anche quest’anno vanno a coprire il debito contratto con la CEI per il prestito che ha consentito alla Diocesi di coprire l’ingente debito che aveva. (Rimangono ancora 8 rate da 250.000 euro da pagare per saldare il prestito) Della cifra destinata a Livorno restano dunque a disposizione circa 389 mila euro per gli interventi caritativi e circa 374 mila euro per il culto e pastorale. Queste somme sono state così distribuite: Budget a disposizione per il culto e la pastorale: 25.500 euro per i nuovi complessi parrocchiali (24.000 alla SS. Annunziata – La Leccia), i sussidi e la formazione degli operatori pastorali; quasi 324 mila euro per le spese di gestione e per il personale della curia (250.000 ), alle parrocchie in condizione di straordinaria necessità (50.000 a Capraia - nella foto in alto), come contributo alla Facoltà teologica (7.000 ) e per i mezzi di comunicazione sociale a finalità pastorale (13.850 a Toscana oggi); altri 22.000 euro circa sono stati assegnati per la formazione del clero (6.000) e dei seminaristi (13.000 circa allo Studio Teologico Interdiocesano); 1.000 per la pastorale vocazione e 2.000 per il diaconato permanente ed altri 1.000 all’ufficio missionario. Budget per la carità: 140.000 alla Fondazione Caritas per tutta l’attività del Porto di fraternità; quasi 16.000 per le mense per i poveri presenti in alcune parrocchie e istituti del territorio. Altri 50.000 sono stati assegnati alla manutenzione degli immobili dove vengono svolte attività caritative come Ceis, Oami, ecc. e altri 183.000 circa sono stati accantonati per la ristrutturazione del centro per i poveri che sta nascendo a Corea. Durante la presentazione del rendiconto agli organi competenti è stato sottolineato dall’economo diocesano e dal Vescovo che la linea che la Diocesi seguirà in futuro per la gestione di questi fondi dell’8 per mille, come già sta facendo da alcuni anni, è quella di ridurre al minimo i costi fissi, per liberare nuovi fondi per la pastorale. c.d. D LA MORTE DI PADRE GIOVANNI CALDIROLI BARNABITA meno di cinque mesi dalla scomparsa di Padre Angelo Fumagalli, la parrocchia di San Sebastiano piange un altro dei suoi Padri: il Reverendo Giovanni Caldiroli. Il 6 maggio, dopo alcuni anni di malattia che ne hanno segnato profondamente il fisico, il barnabita è morto all’ospedale di Cisanello a Pisa, dove si trovava dal Sabato Santo. L’ultima volta che i fedeli hanno potuto vederlo risale al Giovedì Santo, dove ebbe modo di concelebrare insieme agli altri Padri la sua ultima Santa Messa, durante la quale tradì nella voce tremolante tutto il suo dolore fisico. A fronte dello smarrimento dei fedeli per la triste notizia, il parroco Padre Giovanni Battista Damioli ha ricordato come subito dopo la morte abbia inizio la vita eterna, come ci insegna la Risurrezione di Gesù Cristo. Padre Giovanni aveva alle spalle una lunga storia di insegnamento nelle scuole. Prima di trasferirsi a Livorno, tra il 1976 e il 1985 fu rettore del Collegio alla Querce di Firenze, dopo esserne stato alunno prima e prefetto dopo. Forse per questo era molto legato ai più giovani e riponeva in loro grandi speranze. Chi lo ha conosciuto può testimoniare la sua determinazione e caparbietà nel perseguire i suoi obiettivi con quei suoi modi gentili, ma fermi, di porsi verso il prossimo. Amorevole con i bambini, ironico e stimolante con i giovani e gli adulti. Molti ricordano quando, ancora in salute, simulando stizza nello sguardo e aggrottando le ciglia diceva: «comportati bene, altrimenti avrai quel che meriti, una bastonata in testa!». Racconta l’organista che alla domenica, poco prima della Messa delle undici, passava davanti alla consolle dell’organo per dirigersi verso il confessionale. Volgendo a lui lo sguardo diceva con tono scherzosamente burbero: «suona bene questa volta!», non mancando mai, tornando in sagrestia a fine Messa, di ringraziarlo per le belle musiche eseguite. Molti ex studenti lo hanno cercato attraverso il sito web parrocchiale, avendo perso ogni contatto dopo il trasferimento a Livorno: nei messaggi lo salutavano e lo ringraziavano per l’affetto e gli insegnamenti ricevuti. Anche dopo la sua morte sono arrivati messaggi. Uno tra questi scrive: «Era un frate di immenso amore per il prossimo e soprattutto per i tanti giovani verso cui ha dedicato la sua opera educativa. Sarà stato accolto dal Padre con lo stesso amore che ha rivolto a tutti quelli che ha conosciuto». Le esequie si sono svolte a S. Sebastiano, celebrate dal Padre Generale Mons. Luigi Villa, con padre Damioli e i confratelli barnabiti venuti dalla provincia del Centro-Sud ed alcuni sacerdoti della Diocesi di Livorno. Il Padre Generale durante l’omelia ha ringraziato il Signore per averci donato un servitore di Dio che ha potutto condurre una vita piena, vissuta sin dall’adolescenza nella vita religiosa dell’ordine dei Barnabiti: sessantacinque anni di vita religiosa e cinquantacinque di vita sacerdotale. Padre Giovanni, fu anche assistente spirituale alla clinica «Villa Tirrena» a Livorno, dove tutti i giorni celebrava Messa e dava conforto ai suoi malati e sostituto cappellano alla Casa Circondariale delle «Sughere» per un breve ma intenso periodo che lasciò per sempre il segno nel suo cuore. Non mancò infatti di fare visita al penitenziario negli anni seguenti, continuando a celebrare Messa al sabato pomeriggio o alla domenica mattina, dando vita all’attività per il carcere del gruppo del Rinnovamento nello Spirito. Tra le parole pronunciate durante la Messa di saluto, ci piace ricordare quelle di monsignor Razzauti: «è stato una presenza silenziosa e preziosa dedita all’ascolto, un uomo di cultura che si è spogliato di parole di cultura e vestito di parole di semplicità». E la testimonianza di una parrocchiana, Irene, che ha preso la parola a nome del gruppo degli animatori: tra i molti ricordi, esternati con grande commozione, è emersa l’immagine di «Caldi» (nomignolo affettuoso con cui veniva spesso appellato dai giovani più scanzonati) durante la Santa Messa della domenica sera: le sue parole erano tanto sussurrate nella lettura del Vangelo, quanto urlate e tinte di passione durante l’omelia, dove spiccava tutta la sua assertività e la voglia di entrare nei cuori dei fedeli. E ancora, durante la confessione, ministero esercitato con profonda dedizione sino alla fine dei suoi giorni, come una spugna assorbiva il dolore ed il pentimento dei fedeli, riservando sempre belle parole di conforto e infondendo speranza e «coraggio». La salma è sepolta nel cimitero di famiglia a Marnate nei pressi di (Varese). Gaetano Mastrorilli A LA SUA VITA DI RELIGIOSO SPESA PER I GIOVANI Quasi 390 mila euro per la carità IL GRANELLO di senape di monsignor Ezio Morosi Ancora 8 anni per restituire il prestito alla CEI

La Settimana - n. 18 del 15 maggio 2011

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

15 maggio 2011

ppure lo hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato, glihai dato potere sulle opere delle tue mani tutto hai posto sotto i suoi piedi (salmo

8,6-7)

Il desiderio di conoscere caratterizza l’essere umano. Già dai primi mesi di vi-ta il bambino guarda con occhi pieni di curiosità tutto ciò che lo circonda.Man mano che cresce e diventa adulto, discretamente appagato dalla cono-scenza della realtà che è intorno a lui e nella quale vede il segno di un proget-to intelligente che sorprende e meraviglia e fa pensare ad un Assoluto che re-gola stupendamente l’universo creato, l’uomo comincia a incuriosirsi di sestesso, a voler entrare nel suo mistero, un mondo ancor più interessante diquello che sta fuori di lui. Io chi sono? Che senso ha la mia vita? L’uomo èespressione della creazione: corpo e anima, mondo materiale e mondo spiri-tuale. È un richiamo dell’eterno, è un’immagine di Dio.

E

Assegnati i fondidell’8 per mille

opo l’approvazionedel ConsiglioDiocesano per gliAffari Economici e

del collegio dei Consultori,le assegnazioni dei fondidell’8 per mille compiutidalla Diocesi di Livornosono effettive.Il totale della somma assegnata aLivorno per l’anno 2010 ammontaa: 623.475 euro circa, per il culto epastorale e a 388.579 euro circa,per la carità. Dalla somma per ilculto e pastorale però sono stati

tolti 250.000 euro che anchequest’anno vanno a coprire ildebito contratto con la CEI per ilprestito che ha consentito allaDiocesi di coprire l’ingente debitoche aveva. (Rimangono ancora 8rate da 250.000 euro da pagare per

saldare il prestito)Della cifra destinata aLivorno restano dunque adisposizione circa 389 milaeuro per gli interventicaritativi e circa 374 milaeuro per il culto e pastorale.Queste somme sono state

così distribuite:Budget a disposizione per il culto ela pastorale: 25.500 euro per inuovi complessi parrocchiali(24.000 € alla SS. Annunziata – LaLeccia), i sussidi e la formazionedegli operatori pastorali; quasi 324mila euro per le spese di gestione eper il personale della curia(250.000 €), alle parrocchie incondizione di straordinarianecessità (50.000 € a Capraia -nella foto in alto), comecontributo alla Facoltà teologica(7.000 €) e per i mezzi dicomunicazione sociale a finalitàpastorale (13.850 € a Toscanaoggi); altri 22.000 euro circa sonostati assegnati per la formazionedel clero (6.000€) e deiseminaristi (13.000 € circa alloStudio Teologico Interdiocesano);1.000 € per la pastorale vocazionee 2.000 per il diaconatopermanente ed altri 1.000 €all’ufficio missionario.Budget per la carità: 140.000 € allaFondazione Caritas per tuttal’attività del Porto di fraternità;quasi 16.000 per le mense per ipoveri presenti in alcuneparrocchie e istituti del territorio.Altri 50.000 € sono stati assegnatialla manutenzione degli immobilidove vengono svolte attivitàcaritative come Ceis, Oami, ecc. ealtri 183.000 € circa sono statiaccantonati per la ristrutturazionedel centro per i poveri che stanascendo a Corea.Durante la presentazione delrendiconto agli organi competentiè stato sottolineato dall’economodiocesano e dal Vescovo che lalinea che la Diocesi seguirà infuturo per la gestione di questifondi dell’8 per mille, come già stafacendo da alcuni anni, è quella diridurre al minimo i costi fissi, perliberare nuovi fondi per lapastorale.

c.d.

D

LA MORTE DI PADRE GIOVANNI CALDIROLI BARNABITA

meno di cinquemesi dalla

scomparsa di PadreAngelo Fumagalli, laparrocchia di SanSebastiano piange unaltro dei suoi Padri: ilReverendo GiovanniCaldiroli.Il 6 maggio, dopo alcunianni di malattia che nehanno segnatoprofondamente il fisico,il barnabita è mortoall’ospedale di Cisanelloa Pisa, dove si trovavadal Sabato Santo.L’ultima volta che ifedeli hanno potutovederlo risale al GiovedìSanto, dove ebbe mododi concelebrare insieme agli altri Padri la sua ultima Santa Messa,durante la quale tradì nella voce tremolante tutto il suo dolore fisico.A fronte dello smarrimento dei fedeli per la triste notizia, il parrocoPadre Giovanni Battista Damioli ha ricordato come subito dopo lamorte abbia inizio la vita eterna, come ci insegna la Risurrezione diGesù Cristo.Padre Giovanni aveva alle spalle una lunga storia di insegnamentonelle scuole. Prima di trasferirsi a Livorno, tra il 1976 e il 1985 furettore del Collegio alla Querce di Firenze, dopo esserne stato alunnoprima e prefetto dopo. Forse per questo era molto legato ai piùgiovani e riponeva in loro grandi speranze. Chi lo ha conosciuto puòtestimoniare la sua determinazione e caparbietà nel perseguire i suoiobiettivi con quei suoi modi gentili, ma fermi, di porsi verso ilprossimo. Amorevole con i bambini, ironico e stimolante con igiovani e gli adulti. Molti ricordano quando, ancora in salute,simulando stizza nello sguardo e aggrottando le ciglia diceva:«comportati bene, altrimenti avrai quel che meriti, una bastonata intesta!». Racconta l’organista che alla domenica, poco prima dellaMessa delle undici, passava davanti alla consolle dell’organo per

dirigersi verso il confessionale. Volgendo a luilo sguardo diceva con tono scherzosamenteburbero: «suona bene questa volta!», nonmancando mai, tornando in sagrestia a fineMessa, di ringraziarlo per le belle musicheeseguite.Molti ex studenti lo hanno cercato attraverso ilsito web parrocchiale, avendo perso ognicontatto dopo il trasferimento a Livorno: neimessaggi lo salutavano e lo ringraziavano perl’affetto e gli insegnamenti ricevuti. Anchedopo la sua morte sono arrivati messaggi. Unotra questi scrive: «Era un frate di immensoamore per il prossimo e soprattutto per i tantigiovani verso cui ha dedicato la sua operaeducativa. Sarà stato accolto dal Padre con lostesso amore che ha rivolto a tutti quelli che haconosciuto».Le esequie si sono svolte a S. Sebastiano,celebrate dal Padre Generale Mons. Luigi Villa,

con padre Damioli e i confratelli barnabiti venuti dalla provincia delCentro-Sud ed alcuni sacerdoti della Diocesi di Livorno. Il PadreGenerale durante l’omelia ha ringraziato il Signore per averci donatoun servitore di Dio che ha potutto condurre una vita piena, vissuta sindall’adolescenza nella vita religiosa dell’ordine dei Barnabiti:sessantacinque anni di vita religiosa e cinquantacinque di vitasacerdotale. Padre Giovanni, fu anche assistente spirituale alla clinica«Villa Tirrena» a Livorno, dove tutti i giorni celebrava Messa e davaconforto ai suoi malati e sostituto cappellano alla Casa Circondarialedelle «Sughere» per un breve ma intenso periodo che lasciò persempre il segno nel suo cuore. Non mancò infatti di fare visita alpenitenziario negli anni seguenti, continuando a celebrare Messa alsabato pomeriggio o alla domenica mattina, dando vita all’attività peril carcere del gruppo del Rinnovamento nello Spirito. Tra le parole pronunciate durante la Messa di saluto, ci piace ricordarequelle di monsignor Razzauti: «è stato una presenza silenziosa epreziosa dedita all’ascolto, un uomo di cultura che si è spogliato diparole di cultura e vestito di parole di semplicità». E la testimonianzadi una parrocchiana, Irene, che ha preso la parola a nome del gruppodegli animatori: tra i molti ricordi, esternati con grande commozione,è emersa l’immagine di «Caldi» (nomignolo affettuoso con cui venivaspesso appellato dai giovani più scanzonati) durante la Santa Messadella domenica sera: le sue parole erano tanto sussurrate nella letturadel Vangelo, quanto urlate e tinte di passione durante l’omelia, dovespiccava tutta la sua assertività e la voglia di entrare nei cuori deifedeli. E ancora, durante la confessione, ministero esercitato conprofonda dedizione sino alla fine dei suoi giorni, come una spugnaassorbiva il dolore ed il pentimento dei fedeli, riservando semprebelle parole di conforto e infondendo speranza e «coraggio». La salma è sepolta nel cimitero di famiglia a Marnate nei pressi di(Varese).

Gaetano Mastrorilli

A

LA SUA VITA DI RELIGIOSOSPESA PER I GIOVANI

Quasi 390 mila euro per la carità

IL GRANELLOdi senape

di monsignor Ezio Morosi

Ancora 8 anni per restituireil prestito alla CEI

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI15 maggio 2011II

La parola alla CARITAS DIOCESANA

a mensa della caritas spesso è vista solo come unsoddisfare il bisogno primario della fame, sicuramente èun obiettivo ma l’altro è sempre quello di rispondere adun bisogno cercando di puntare a quella che è la

prerogativa e l’attitudine della caritas, cioè la promozionedella persona umana.Cerchiamo di capire bene come funziona questo servizio perpoter essere anche fonte di informazione per tante personeche incontriamo nella nostra quotidianità.La mensa è coordinata dagli operatori presenti nellaquotidianità, ma che senza il contributo volontario di tantepersone non potrebbe sostenersi. Davvero il servizio di tantivolontari è una risorsa importante per la Caritas.Il pasto aspira ad essere un’occasione concreta per stabilirecon gli ospiti un’amicizia, di fatti la caritas desidera che ogniservizio che porta avanti sia permeato dallo stile dellafraternità e della condivisione. È molto bello che la strutturadella Caritas si chiami proprio «Porto di Fraternità».Per fruire il pasto i nostri amici devono essere in possesso diun buono rilasciato dal Centro di Ascolto. Mentre altri,soprattutto per il pranzo vengono autorizzati dal ServizioSociale territoriale.Il servizio a mensa da qualche mese è cambiato.L’impostazione del servizio è self-service, questo perpermettere di servire un numero maggiore di persone, perchégli spazi sono limitati. Sempre da poco tempo, siamo tornati ariutilizzare piatti di ceramica questo sia per creare unambiente più familiare e dignitoso ma anche per una sceltaecologica, attenta alla salvaguarda del creato. Per quanto riguarda l’erogazione del pasto del pranzo, vi è inatto una convenzione con il Comune di Livorno, che prevedeil rimborso parziale delle spese sostenute per i pasti. Questoavviene anche per il servizio dei pasti a domicilio sempre apersone segnalate dai Servizi Sociali. Il servizio a domicilio viene effettuato da SVS PubblicaAssistenza e dalla Misericordia di Livorno. Unacollaborazione che sta crescendo anche su altri livelli e cheporta con sé risultati molto positivi.

R.S.

L

na bustina appesa in cucina.Ce l’abbiamo in tanti ormai.Ci serve per raccogliere itappi di plastica. Qualcuno è

più creativo e magari ha un cestino ouna bottiglia abilmente tagliata percontenerli. Ma se alla base delmarketing le aziende pongono lapubblicità, mezzo primario per ilsuccesso di un’iniziativa, sembraproprio che il Centro MondialitàSviluppo Reciproco siacontrocorrente, visto che la loro armavincente è piuttosto il passaparola.Certo, cercano di farsi conosceresoprattutto nelle scuole, e proprio trai banchi nascono i maggioripromotori della raccolta: i bambini.«Gli incontri con le classi – spiegaAlberto Benvenuti, responsabileraccolta tappi- hanno un duplicescopo: quello di avvicinare i ragazzialla cooperazione con un gesto moltosemplice, e quello di parlare loro dieducazione ambientale».E sembra funzionare: basta guardare idati presentati nella conferenzastampa di mercoledì scorso nella sededi via della Madonna per lacampagna “dall’acqua perl’acqua…facciamola bere anche inTanzania”: 170 tonnellate di tappiraccolti in Toscana nel 2010, 65 traLivorno e provincia con un totaleitaliano che raggiunge i 448.820 Kg.Dati positivi che però si scontranocon la crisi che colpisce anche ilmondo della solidarietà: «Nel 2008–sottolinea Guido Frati, PresidenteCMSR- 1 tonnellata di tappi

corrispondevaa circa200/250Euro. Oggi lastessaquantitàrende intornoai 70 Euro».Un dato chepotrebbescoraggiare i“raccoglitori”,«Ma-prosegueFrati-nonostante inumeri delricavatoeconomicoche avrebberosuggerito dilasciarperdere,dobbiamostringere identi anche

perché sembra che si vada verso unaprogressiva ripresa».Il progetto del 2010 ha permesso lacostruzione di 7 pozzi che dannoacqua a circa 10.000 persone «Inrealtà – spiega Paolo Siani, DirettoreCMSR- il ricavato della raccolta deitappi non era bastato a coprire l’interaspesa, ma il CMSR si è impegnato arealizzare il progetto contando anchesull’aiuto di prestiti di privati e delComune di Livorno che lo scorsoanno ha destinato al CMSR 5000Euro a fondo perduto». A questo sisono aggiunte nel 2010 le entratederivanti dal 5x1000, una sommaintorno ai 16.000 Euro con circa 442firmatari.Per il progetto 2011 l’obiettivo è lacostruzione di 8 pozzi per 8 villaggiafricani i cui costi saranno in partecoperti dal credito di circa 22.000Euro che il CMSR deve riscuotere daalcune ditte: «L’oggettiva difficoltà –continua Frati- a piazzare sul mercatole materie prime da parte delleaziende, ci ha suggerito di andar loroincontro dilazionando i pagamenti inun periodo più lungo».L’interesse verso la raccolta di tappicresce man mano in tutta Italia, maper quest’anno il CMSR ha deciso dinon spingere molto verso la creazionedi nuovi punti di raccolta per le spesedi tipo logistico che essi comportano.Una volta passata la crisi, l’obiettivo èdi ingrandire ancora di più la raccolta,«Anche perché- conclude Igor Protti,testimonial dell’iniziativa- sembraproprio che a Livorno la gente non sistanchi di andare a caccia di tappi!»

Giulia Sarti

U

CINQUE GIORNI DI SPORT CON ATLETI MOLTO SPECIALI

A Livorno il Progetto «Filippide»na settimana piena perlo sport a Livornoquella dal 10 al 15maggio. Dopo aver

ospitato il giro d’Italia, inquesti giorni si sta svolgendoinfatti il Progetto Filippide2011: 5 giornate a partire damercoledì in cui 200 atletiaffetti da autismo e altrepatologie correlate sisfideranno nella corsa e nellamarcia. Un evento nazionaleche ha scelto la nostra cittàsotto la spinta dei genitori edegli operatori stessi, come haspiegato la presidentessa diAutismo Livorno Onlus, MalénTortajada Caro.«La cosa più bella- haproseguito la presidentessa- è che per laprima volta ragazzi adulti affetti daautismo correranno con i ragazzi dellescuole cittadine venerdì mattina al camposcuola».Una mini olimpiade con tanto di torciaolimpica che Fabrizio Mori accenderà altermine della sfilata di bandiere e stemmidei diversi comuni partecipanti venerdì alle

16, con partenza dalla Terrazza Mascagni earrivo all’Accademia Navale accompagnatadalla fanfara della Marina Militare.«Livorno si dimostra in un’altra occasionecittà ospitale e partecipativa allasolidarietà» afferma l’Ammiraglio PierluigiRosati e, continua l’assessore Cantù «chericonosce che nel suo DNA non c’è maistato steccato per nessuno».

«Quello che vogliamo riuscire afare- spiega Nicola Pintus,presidente Progetto Filippide- èdi creare un momento di festa esocializzazione» che allo stessotempo faccia passare ilmessaggio che «l’autismorappresenta una risorsa che faparte di un tutt’uno con lacittà», prosegue il consigliereValerio Vergili che aggiunge,«Lo sport è importantissimoperché con la competizioneaumenta l’autostima deiragazzi e si può provare atrasformare l’immaginedell’”atleta disabile” in quelladi “atleta”».Pintus conclude con un invitoagli organi di stampa: «Il vostro

servizio servirà ad avvicinare tutte quellefamiglie che ancora non fanno uscire dicasa i figli disabili».E domenica tutti in maglietta epantaloncini per correre 7 km sotto ilsegno della solidarietà e contro le diversità.Appuntamento per le 9 alla Rotonda diArdenza.

Giulia Sarti

U

Centro MondialitàSviluppo Reciproco

Dall’acquaper l’acqua

MENSA “G. B. QUILICI”Orario di servizio: Tutti i giorni dalle ore 12.30 alle ore 13.15 edalle ore 18.00 alle ore 19.00Via delle Cateratte, 15 - LivornoTel. 0586/884693 Fax 0586/[email protected]

MENSA “LUCIA” ANTIGNANOOrario di servizio: Tutti i giorni dalle ore 11.30 ore 12.45Via Urano Sarti, 89Tel. 0586/[email protected]

MENSA “OASI EMILIA”CASTIGLIONCELLOOrario servizio: Tutti i giorni dalle ore 12.00 alle ore 13.00Via Lungomonte, 7/bTel. 0586/[email protected]

I numeri dei servizi mensa CARITAS

«Il pastovuole essereun’occasioneconcretaper stabilirecon gli ospitiun’amicizia»

La mensa: un sostegnoper il corpoe per lo spirito

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI15 maggio 2011 III

Ai Salesiani apre un altrocentro di accompagnamento

AL SERVIZIODELLA VITA

enerdì scorso è stato inaugurato alla parroc-chia dei Salesiani il «Centro per la vita».

Quest’ultimo rappresenta l’ideale completa-mento dei centri già presenti all’interno dellaparrocchia stessa: quello psicopedagogico, ri-volto ai genitori che trovano difficoltà nel rap-porto con i figli, e quello legale, che fornisce gra-tuitamente un orientamento giuridico per i pro-blemi inerenti alla famiglia e soprattutto ai mi-nori.È proprio nell’ambito di questa attenzione allafamiglia, istituzione oggigiorno particolarmentefragile, che è nato questo Centro, gestito dal Mo-vimento Per la Vita.Nel presentare «l’ultimo nato», don Gino ha vo-luto ricordare le parole dell’indimenticato PapaGiovanni Paolo II: «Io non sarò un Papa ricor-dato dalla storia, ma se lo fossi, mi piacerebbeessere ricordato come il Papa della famiglia».Ricordando la strenua difesa e la continua atten-zione di Papa Wojtyla verso la famiglia, atten-zione condivisa pienamente anche da Benedet-to XVI, il Centro per la Vita vuole accompagnarenella formazione e nella risoluzione di proble-mi pratici, aiutando le donne che si trovano adaffrontare una gravidanza e versano in condi-zioni di difficoltà, materiali e psicologiche.È fondamentale capire che il problema della vi-ta non è un problema ristretto ai cattolici, bensìun problema che interpella qualsiasi uomo.Dall’approvazione della legge 194, nel 1978,che rendeva legale l’aborto, le generazioni suc-cessive sono cresciute senza coscienza, piena-mente convinte che interrompere una gravidan-za sia legale e, di conseguenza, la vita sia relati-va.All’indomani dell’approvazione di tale legge, laConferenza Episcopale Italiana indisse unaGiornata per la Vita, da celebrarsi la prima do-menica di febbraio. È questa una data impor-tante, da ricordare, perché la coscienza non puòe non deve essere imbrigliata da una leggesenz’anima.Certo, invertire l’attuale cultura non è affatto fa-cile. Tuttavia basterebbe riflettere sul fatto chenon sono soltanto le guerre ufficiali quelle gra-vi: molti di noi non hanno coscienza che anchel’aborto è un delitto e che migliaia di fetimuoiono ogni giorno, vittime innocenti di unasocietà egoista che si definisce democratica, maha eretto come idolo l’edonismo. Lo stesso valese consideriamo la fine della vita, e il dolorosocaso dei pazienti che versano in stato vegetativo.C’è stato insegnato che l’uomo senza coscienzaè un vegetale, che la sua vita non vale, è doloro-sa, non ha più niente da dire e, soprattutto, co-sta alla società: questo concetto va rimosso. Inquel corpo apparentemente assente c’è ancoraun’anima, c’è ancora l’impronta del DNA, cheiscrive scientificamente l’unicità di quell’essereumano: quel corpo è ancora una persona, nonun vegetale.Il progetto di questo Centro è quello di creareun punto di visibilità, ottenuto grazie alla par-rocchia dei Salesiani. Ogni lunedì mattina, nellocale attiguo alla chiesa, saranno a disposizio-ne le volontarie del Movimento Per la Vita, cheaccoglieranno nella semplicità qualunque don-na abbia bisogno di aiuto. È importante far sa-pere che esistono alternative all’aborto, che esi-stono progetti mirati a sostenere donne in gravi-danza: queste donne non sono sole. Spesse vol-te la solitudine e la paura portano a scelte sba-gliate, basti pensare che si arriva ad abortire an-che per un labbro leporino.Nello stesso tempo, per chi lo desidera, ogni ve-nerdì mattina sarà possibile assistere gratuita-mente a un corso di formazione volto a crearenuovi volontari, durante il quale verranno af-frontate tutte le tematiche inerenti alla vita, dal-la gravidanza alle tecniche naturali per il con-trollo delle nascite, troppo spesso soppiantatedai contraccettivi propriamente detti. È questauna grande opportunità per risvegliare le co-scienze e diventare, proprio come diceva Gio-vanni Paolo II «profeti di vita».

Benedetta Agretti

V

rande successosabato scorsoper il pellegri-naggio diocesa-

no dei bambini del cate-chismo insieme al Ve-scovo. Oltre 500 bambi-ni, tra cui una bella e nu-merosa rappresentanzascout, accompagnati dailoro catechisti e dai geni-tori si sono ritrovatipresso il piazzale Gio-vanni XXIII per un po-meriggio di preghiera edi festa.Alle 15.30 i bambinihanno accolto il vescovoSimone con canti ani-mati dal direttore del-l’ufficio catechistico donFabio Menicagli, da di-verse suore e da numero-si animatori.Dopo il gruppo ha ini-ziato la salita verso ilSantuario, sotto il sole diuna bellissima giornatadi maggio, recitando ilSanto Rosario che a ogni

decina era accompa-gnato da canti e pre-ghiere. All’arrivo sulsagrato del Santuariosi sono tutti seduti aterra per riprendersidalle fatiche della sa-lita ma subito prontia rialzarsi in piediper pregare tutti in-sieme e per vedere ar-rivare «lo zoppo diMontenero» magi-stralmente interpre-tato da don Fabioche rappresentava la tra-dizione secondo cui fuproprio uno storpio atrovare l’immagine dellaMadonna e a ricevere ilprimo miracolo.Tutto l’incontro si è ba-sato sull’importanza del-la preghiera nella pro-pria vita: ad ogni bambi-no è stata consegnatauna pallina in cui ha in-serito il proprio nome eche ha consegnato all’ar-rivo al Santuario; al ter-

mine della giornata ognibambino ha pescatoun’altra pallina con ilnome di un altro parteci-pante e si è preso l’impe-gno di pregare per lui.Anche l’intervento delVescovo Simone si è in-centrato sull’importanzadella preghiera nella vitadi tutti i giorni, tema cheha affrontato scendendodall’altare in mezzo aibambini. Il pellegrinag-gio è stato molto parteci-

pato sia dai bambini chedai loro accompagnato-ri, segno dell’importan-za del lavoro svolto nelleparrocchie e a livellodiocesano.Altro aspetto da sottoli-neare è stata l’ampia par-tecipazione dell’AGESCIgià vista nella giornatadelle Palme: una realtàviva e dedicata all’educa-zione alla fede dei ragaz-zi, integrata nelle attivitàdiocesane.

Le camice celesti e i pan-taloncini corti eranomolto visibili e i piccoliscout insieme ai loro re-sponsabili hanno anchecollaborato all’organiz-zazione dell’evento.Da segnalare anche unfolto numero di ragazzidell’Azione Cattolica Ra-gazzi che ha prolungatoil pellegrinaggio al San-tuario fino al giorno suc-cessivoGrande la soddisfazionedegli organizzatori e delVescovo per un pomerig-gio che ha visto unire lapreghiera alla spensiera-tezza dei canti e dei mo-menti di festa tipica deibambini: sicuramenteuno stimolo per affron-tare con sempre maggio-re entusiasmo il prossi-mo anno pastorale.

Gianluca Testi

G

INIZIATIVE PER CELEBRARE GIOVANNI PAOLO II

Un giardino ed una pubblicazionea parola Paradiso nellaBibbia si può tradurre

anche con il termine“giardino” ed è significativoche per questo parco sia stataproprio usata la parola“giardino”.Si richiama così ad un luogosereno, dove speriamo dirincontrarci tutti e dovesicuramente è già GiovanniPaolo II a cui esso èintitolato».Così monsignor Giusti hacommentato l’intitolazionedel parco pubblico di via degliOleandri, inaugurato insiemeall’assessore alle culture delComune Mario Tredici e alparroco di S. Rosa padreMaurizio De Sanctis.«Un giardino – ha continuatoil Vescovo – posto in unquartiere popolare, operaio,ma ricco di incontri così com’èstata la missione di ponteficedi Giovanni Paolo II».

Brava Flavia!a nostra redazione siimpreziosisce di

un’altra laureata. AncheFlavia Marco, nostracollaboratrice, haraggiunto la sospiratameta: laurea in LettereModerne con una tesisul capitolo 35 deiPromessi Sposi (chesiamo sicuri tutti andranno arileggersi dopo questo notizia!)Punteggio ottenuto? 109, ma siccomecome redazione ci aggiungiamo unaltro punto e la lode per ladisponibilità...per noi ha preso ilmassimo!Auguri e complimenti.

L

ella sala consigliare dellaProvincia, il direttore de«Il Tirreno»,

Roberto Bernabò, ha presentato ilvolume «Il nostro Wojtyla», pubblicatodal quotidiano livornese e stampatodall’editore De Batte. È stata -ha detto-un’operazione nata di corsa per dare ainostri lettori, nel momento dellabeatificazione, un’idea della presenza diPapa Giovanni Paolo II in Toscana, cheabbiamo trattato non dal punto di vistaideologico ma di cronaca, dalla qualesono emersi, due temi di grande edrammatica attualità: il lavoro e igiovani.Presenti i due autori del volume: MauroZucchelli e Lodovica Monarca, hannoprecisato che non si è voluto fare unbilancio né dare un giudizio sul Papa,ma un racconto giornalistico,riscoprendo quel periodo attraverso ibrani dei discorsi che lui aveva tenuto inToscana. Il libro -ha aggiunto Zucchelli-mette in rilievo il rapporto del Papa conil mondo operaio, un Papa che ha fattosaltare qualsiasi tipo di protocollo comeè avvenuto a Rosignano in un confrontospigoloso e duro alla Solvay, con igiovani della FGC a Firenze e con iminatori della Maremma. Il libro è statodedicato a Luciano De Maio, uncomunista convinto, ha detto Zucchelli,che ha trovato nel Papa momenti diassonanza, soprattutto nella scelta per la

N

pace, nella consapevolezza che «unmondo nuovo è possibile se costruitosulla dignità del lavoro e dei lavoratori».Don Antonio Cecconi, per anniresponsabile della Caritas pisana, nelricordare il suo incontro con il Papa hadetto che il suo guardare direttamentenegli occhi il proprio interlocutore eraindice di un interessamento genuino.Nel trentesimo anniversario dellaCaritas italiana aveva ribadito lanecessità «di una Chiesa in cui i poveripossano sentirsi di casa». Il Papa si èsempre battuto per rimuovere le causedelle ineguaglianze con la volontà diincidere sui meccanismi generatori diingiustizia. Nella «Sollicitudo reisocialis» ha rilevato che «la povertàplanetaria» era originata da «strutturedi peccato» come la fame, la guerra, ilcolonialismo vecchio e nuovo, perquesto diceva: «siamo tutti responsabilidi tutti». Papa polacco, straniero, siparagonava ad un «immigrato», e inquesto senso è stato un «significativoapripista» di una Chiesa e di una società

«in cui nessuno si deve sentirestraniero».Il professor Emanuele Rossi, docentedi Diritto Costituzionale alla S. Anna diPisa, nell’apprezzare il volume ha dettoche «consente una rilettura profonda delpensiero del Papa» e ha aggiunto diaver incontrato il Papa in tre occasioni, esempre lo aveva colpito la «capacità delgesto», della sua forza simbolica diattirare soprattutto i giovani per i qualitante volte ha rotto il cerimonialeconsueto. Ai gesti (quello dell’incontrotra le religioni ad Assisi è rimastomemorabile) facevano riscontro leparole con le quali ha riconosciuto ilruolo della scienza nella vita degliuomini, e anche il rispetto di ognicultura e delle regole. La diffusione delmessaggio evangelico è un camminoche ci ha lasciato aperto, così comequello di una Chiesa capace di grandigesti profetici e in grado di proporresempre le grandi verità.L’incontro è stato concluso dal Vescovo,nonsignor Simone Giusti, che ha

subito ricordato i suoi incontri con ilPapa, il primo a Castelgandolfo nelsettembre del 1979, in quella occasioneaveva espresso al Papa la sua idea dientrare in seminario. Giovanni Paolo IIriusciva ad «incontrare» grazie alla suapresenza di spirito, al sorriso aperto, allafacilità delle battute. Usava unlinguaggio giovanile e gli incontri eranobasasti «sull’esserci e sul comunesentire». Come grande comunicatoreriusciva ad instaurare con tutti uncontatto personale. È stato capace digesti profetici come quello di mettere indiscussione il primato pontificio neldialogo ecumenico; ebbe un affettodelicato per Paolo VI, per il suo pensieromite e nello stesso tempo coraggioso.Come lui si battè per una «civiltàdell’amore», dopo la morte delleideologie marxiste e capitaliste. Siprodigava affinché la Chiesa riuscisse amettere in moto la storia con un «nuovoumanesimo», incentrato sulla «capacitàdi sognare». Monsignor Giusti haespresso l’intenzione di far venire aLivorno Benedetto XVI a trent’anni dallavenuta di Giovanni paolo II. PapaRatzinger (che è già venuto nella nostracittà quando era Cardinale) durante unincontro con il Vescovo ha ricordato conpiacere la bellezza del lungomarelivornese.

Gianni Giovangiacomo

Il libro pubblicato per la beatificazione

Il nostro Wojtyla

I ragazzidella Diocesia MonteneroIn pellegrinaggio con il Vescovo al Santuario

Diocesi informa

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI15 maggio 2011IV

VENERDÌ 13 MAGGIONella mattina, udienze dei laici invescovado21.30 incontro di preghiera marianoalla parrocchia di San Giuseppe aPontedera

SABATO 14 MAGGIO18.00 S. Messa e cresime alla parrocchiadi San Leopoldo a Vada20.00 Incontro con le giovani famiglie

DOMENICA 15 MAGGIO11.00 S. Messa e cresime alla parrocchiadi Sant’Andrea apostolo17.00 Pellegrinaggio diocesano aMontenero 20.00 alla parrocchia della Seton, XXanniversario di alcuni diaconipermanenti21.00 incontro con alcune coppie disposi

MARTEDÌ 17 MAGGIO10.00 Simposio interreligioso (vedilocandina pag. 8)17.00 Simposio interreligioso (vedilocandina pag. 8)

MERCOLEDÌ 18 MAGGIO9.00 Simposio interreligioso (vedilocandina pag. 8)17.00 Simposio interreligioso (vedilocandina pag. 8)

GIOVEDÌ 19 MAGGIO10.00 A Firenze, giornata presbiteraleregionale17.00 Riunione amministrativa

VENERDÌ 20 MAGGIO10.00 In mattinata udienze laici e preti18.00 Il Vescovo partecipa allapresentazione del libro “L’esperienzadella morte” di P.L. Ladsberg a cura delprof. Silvano Zucal e della prof.ssaMilena Mariani, nella curia vescovile21.00 incontro con alcune coppie disposi

SABATO 21 MAGGIO8.00 pellegrinaggio mensile aMontenero, a seguire S. Messa10.30 il Vescovo partecipa alla festadella polizia al Museo di storia naturale

12.00 incontro con gli studenti diReggio Emilia in vescovado17.00 S. Messa presso l’associazionesarda a Montenero21.00 incontro con alcune coppie disposi

DOMENICA 22 MAGGIO11.00 S.Messa e cresime alla parrocchiadi Sant’Andrea apostolo17.30 Festa patronale di Santa Giulia

Agenda del VESCOVO

Libri da LEGGEREdi M.C.

Comastri A. - Giovanni Paolo II. Nel cuoredel mondo.- Ed. San Paolo, pp.120, €

13,00.

Angelo Comastri, Vicario generale di Be-nedetto XVI, presenta delle brevi riflessio-ni sui grandi orizzonti di Giovanni PaoloII. Un papa carismatico, capace di radu-nare folle oceaniche e di conversare con lastessa sensibilità e attenzione con gli umi-li, come con i potenti. Un papa consape-vole della sua missione, che ha interpreta-to il suo ruolo da pellegrino apostolico,deciso a raccontare a tutti la gioia di avereconosciuto e incontrato Gesù Cristo. Ladevozione mariana e le storiche visite inpolonia – un anno prima della nascita diSolidarnosc- e in Messico – dove ancorauna volta si schiera con i più deboli-, l’a-marezza per i viaggi mai fatti in Ciona eRussia, e l’attentato subito per mano diAlì Agca: il Cardinale Angelo Comastriracconta quest’uomo eccezionale da os-servatore privilegiato quale è stato, alter-nando storia e ricordi personali, non ulti-mo la benedizione ricevuta da papaWojtyla poche ore prima della sua morte.

Processione MarianaSABATO 14 MAGGIO ALLE 21.00Alla vigilia della festa della Madonna diMontenero, ripercorrendo il tracciato del pa-store, si svolgerà una processione con parten-za dall’Apparizione fino al Santuario di Mon-tenero, dove alle 22.45 il pievano della par-rocchia di Antignano celebrerà la S. Messa.

Simposio InterreligiosoMARTEDÌ 17 E MERCOLEDI 18 MAGGIOPresso la sala Fagioli della curia vescovile, laparrocchia della Santissima Trinità e la par-rocchia di Santissima Annunziata dei Greci,si svolgerà il Simposio interreligioso organiz-zato dal Ce. Do.MEI e dall’Associazione Ana-stasis dal titolo: "Il Paradiso giardino di speran-za". (Programma a pag 8)

Serra ClubLUNEDÌ 23 MAGGIO ALLE 17.30Nell’ambito delle iniziative del Serra Club li-vornese il Presidente Dott. Luca Mastrosimo-ne invita la cittadinanza all’incontro che siterrà lunedì 23 maggio alle ore 17,30 nellasalone della Parrocchia di Santa Rosa in viaMachiavelli, 36.Relatore sarà il Responsabile della Sezione diEndocrinologia dell’Ospedale di Livorno, ilDott. Daniele Barbaro che presenterà il tema:"la ricerca scientifica al servizio dell’uomo".Il tema proposto al relatore è complesso espazia dal rapporto tra scienza e etica, al valo-re della ricerca scientifica nella ricerca dellaverità, al significato che ha la scienza nel mi-gliorare la condizione umana.Occorre recuperare il giusto rapporto tra fedee scienza, considerando che per una fedeconsapevole è necessario l’uso dell’intelletto,quindi della ragione. La scienza è necessaria alla fede affinché nonscada in integralismo o in credulità, in mododa recuperare il ruolo insostituibile dell’intel-ligenza nella vita dell’uomo e la fede è neces-saria alla scienza perché essa mantenga unacerta umiltà e non perda di vista il punto cen-trale che è l’uomo, mantenendosi al suo ser-vizio.

BREVI DALLA DIOCESI

Domenica 22 MAGGIO Le celebrazioni per i festeggiamenti dellapatrona della Diocesi e della città di Livorno

La festa di Santa Giuliaarissimi,nell’imminenza della festa della PatronaS. Giulia desidero raggiungervi perrendervi partecipi dei festeggiamenti.

S. Giulia, giovane cartaginese, naufraga inCorsica, e martire per coerenza alla sequela delSignore, possa donare alla città ed alla chiesa diLivorno forza per scelte di accoglienza e diintegrazione, nel rispetto, delle tante diversitàdella nostra realtà.Certo di incontrarvi numerosi, nella gioia deltempo Pasquale, i saluti più fraterni.

Programma delle Celebrazioniore 17.30 in Cattedrale ConcelebrazioneEucaristica Presieduta dal Vescovo ore 18.30 processione con le reliquie dellaSanta

Dispongo che, domenica 22 maggio dalle ore17.30 in poi, in città di Livorno, non vi sianoaltre celebrazioni eucaristiche, concomitanti

con quella dellaCattedrale, al fine difavorire lapartecipazione aifesteggiamenti di S.Giulia.

+ Simone, Vescovo

C

SABATO 14 MAGGIO ALLE 16.30Presso il salone della parrocchia dei Sette Santi Fondatori, presentazionee discussione sulla seconda scheda del progetto educativo a cura del diac.Fulvio Falleni

DOMENICA 15 MAGGIO ALLE 20.00Presso la parrocchia della Seton, ci sarà la festa per il XX° di ordinazionedi alcuni diaconi della Diocesi.

Nel prossimo numero, un approfondimento su queste due giornate

Speciale Incontri dei DIACONI

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI15 maggio 2011 V

icolòStenone è unprotestante luteranoche

diventa Vescovoe proprio aLivorno, iniziail cammino diconversione alcattolicesimo.Era nato inDanimarca, aCopenaghen, ilprimo digennaio,secondo ilcalendariogiuliano (ilgiorno 11gennaio,secondol’attualecalendariogregoriano) dell’anno 1638.Non ebbe la vocazione«ecclesiastica» di pastoreluterano, come suo padre Petere molti del suo casato, mapraticava il luteranesimo confede viva, con entusiasmoreligioso e correttezza morale.Ebbe invece marcata vocazionescientifica. In un secolo genialee ricchissimo per la filosofia, lascienza, l’arte, la religione...,partecipò alla più bellaavventura del pensiero del suosecolo scoprendo alcuni segretidella natura e additando nuovemete alla ricerca umana.Nell’università di Copenaghenstudiò lingue, matematica,anatomia e medicina, congrande profitto. Viaggiò molto,destando nelle maggioriuniversità d’Europaammirazione e riscuotendostima.In una specie di diario,intitolato «Chaos», sul cuiprimo foglio scrisse «In nomineJesu», si legge: «Peccano controla grandezza di Dio coloro chenon vogliono studiaredirettamente le opere dellanatura... in tal modo si privanodella gioiosa osservazione dellemirabili opere di Dio». Aveva 21anni. A lui, tra le altre, si deve lascoperta del dotto salivare(Dotto di Stenone) el’affermazione comprobata cheil cuore è un muscolo. ACopenaghen riceverà il titolo di«Anatomicus regius». Perl’opera «De solido» ottiene iltitolo di «Fondatore dellageologia», scienza che studial’evoluzione della crostaterrestre. La Toscana è oggettodelle sue esperienze e rileva chetutta questa regione immersanel mare, in successive edalterne vicende, diventa la terrache noi oggi abitiamo. Studia iresti di animali e di piante(fossili) e dà inizio alla«paleontologia» ed anche alla«cristallografia geometrica». Fusuo convincimento che «bellesono le cose che si vedono, piùbelle quelle che si conoscono,ma più belle assai quelle chenon si possono conoscere».Desideroso di visitare l’Italia,dalla Francia approdò al portodi Livorno nel febbraio 1666.

LA CONVERSIONE ALCATTOLICESIMOProprio in Toscana, a Livorno,matura anche la suaconversione: la fede, la pietà ela devozione verso ilsacramento dell’Eucarestiamettono in moto un periodo diriflessione che culmina il 2novembre 1667 con il suopassaggio alla fede cattolica. Dalì si dedicò con impegno allostudio della Teologia, dellaSacra Scrittura e dei Padri dellaChiesa, anche per rispondere a

Nchi lo accusava di tradimentoverso la religione in cui eranato. Otto anni dopo (1675), a

Pasqua, ricevettel’ordinazionesacerdotale nelduomo diFirenze, doveiniziò il suoministero comeCurato.Non dimenticòmai Livorno,dove spessotornava perattendere, nellachiesa di S.Sebastiano, alleconfessioni edallapredicazione afavore deglistranieri che

si fermavano in questanostra città di mare. IlSignore però lochiamava ad un serviziopiù alto e piùimpegnativo e fuconsacrato Vescovo(1677): allorapellegrinò comepastore di anime eautentico missionarionei paesi del NordEuropa.Nominato VicarioApostolico dell’interaGermania nord-occidentale e dellaDanimarca -Norvegia, con sede adHannover, si distinseper grande carità egentilezza verso tuttied insieme per lafermezza nella difesadella verità cattolica.In questi anni haoccasione di dimostrare lasua discrezione nellaconversione di alcuniprotestanti al cattolicesimo, lasua carità verso tuttiaccompagnata da una grandepovertà personale, la sua onestàe rettitudine nei complicatirapporti tra sfera religiosa ecivile dei principati ecclesiasticidi allora, il suo amore per laverità della fede nei colloquicon i rappresentanti di altreconfessioni religiose. Lo stessofilosofo Leibniz lo stimò per lasua «grande pietà e dottrina»nonostante le personalidivergenze circa la riunionedelle Chiese, divise da guerre direligione.A Munster, dove fu inviatocome Vescovo «suffraganeo»,molto si adoprò e soffrì per ilbasso livello religioso della

popolazione, lamiseria sociale, ilcarrierismo ecclesiastico e lenegligenze del clero per il qualescrisse il libro «Doveripastorali».Fu il vescovo della carità, dellapazienza e del dialogo, maanche della fermezza comeattesta la sua fuga dalla città peropporsi all’elezione simoniacadel nuovo vescovo residenziale.Si trasferì ad Amburgo per

riassumeregli impegni di

Vicario Apostolico;ma, invitato dal duca diSchweverin, accettò l’umileincarico di costituire in quelpaese una comunità cattolicaprendendo cura dei pochicattolici ivi residenti. Qui vissecome semplice prete, tuttodedito al bene altrui, dimenticodi sè, ricco d’amore e nella piùgrande sofferenza che univa aidolori di Cristo crocifisso.Stroncato da una malattiamaligna rendeva l’anima a Diopregando «Gesù, sii il mioGesù». Era il 25 novembre (5dicembre del calendariogregoriano) del 1628. Depostocon le vesti pontificali nellacappella del palazzo reale, fusepolto nella cattedrale luteranadella città. Il Granduca CosimoIII di Toscana, suo grandeamico e benefattore, volledargli «sepoltura più condegna»e non avendolo potuto averecome Proposto della Collegiatadi Livorno, ne volle almeno lasalma nei suoi Stati.Il suo corpo, imbarcato adAmburgo, approdò al portodella sua indimenticabileLivorno e, trasferito a Firenze,riposa nella cripta della basiliadi S. Lorenzo.Il Papa Giovanni Paolo Il lo haiscritto tra i «beati» il 23 ottobre1988. La liturgia ne celebra lamemoria annuale il 5dicembre.(liberamente tratto dai testi di

don Roberto Angeli su NielsStensen)

Lo scienziatoche si convertì a Livorno

NICOLO’ STENONE.... .....

L’ISCRIZIONE SULLA SUA LAPIDEQui riposa ciò che fu terreno di Nicolò Stenone

Vescovo di Titiopolis, uomo ripieno di DioLa Danimarca lo partorì come eretico,

la Toscana come credente.Roma onorò la sua virtù con la dignità episcopale;

la Bassa Sassonia vide in luiil coraggioso annunziatore del Vangelo,Schwerin bramò invano di tenere per sé

quel corpo macerato dal lavoro e dalla fatica.La Chiesa lo pianse.

Firenze volle almeno riavere le sue sacre spoglie.Nell’anno del Signore 1687.

Proveniente dal luteranesimo, si convertì alcattolicesimo e fu vescovo nel nord Europa.Uomo di dialogo, con spiccata sensibilitàecumenica visse la sua fede tra numerosedifficoltà. A Livorno compì molti dei suoi studi.Ecco il profilo di Niels Stensen, Nicolò Stenone

SAN

TI e

BEATI

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI15 maggio 2011VI

Don Marco Bove della Diocesi di Milano nella seconda giornata di aggiornamento

Pastoralità e spiritualitàon Marco Bovedella Diocesi diMilano, che permolti anni ha

curato la formazionepermanente deisacerdoti, nel secondoincontro di formazioneha voluto invitare allariflessione riguardo lemodalità chedeterminano uncorretto rapporto tra«Pastoralità» e«Spiritualità» nelleparrocchie; questoperchè da una parte sidanno scontate alcuneesperienze che vengonofatte e dall’altra invece cirendiamo conto che nel«fare» non vi è crescitainteriore.Viene dunqueda domandarsi se ilcorpo ecclesiale abbiaun’anima.Per poter dare unarisposta a questadomanda emblematicaè necessario partire daun documentofondamentale che laChiesa italiana hacomposto per il TerzoMillennio e nel qualetroviamo benesplicitato:«Annunciareil Vangelo in un mondoche cambia». Laconsiderazione rilevanteconsiste nel fatto chementre nel passato sirichiedeva di tenere vivala fede, ora invece si

Dchiede di suscitarla,questo perchè chiapproda alle parrocchienon sempre ha fatto unpercorso di fede comeaccadeva in precedenza.Infatti oggi, sono molticoloro chesemplicemente si«affacciano alla soglia»,o non sono credenti, osono ricomincianti, osono reduci da un vuotospirituale e pertanto allaricerca. Questa nuovasituazione è statadeterminata da uncambiamento che daalcuni psichiartrifrancesi viene definitocome «l’epoca dellepassioni tristi».Un primo elemento dasottolineare riguarda ilfatto che è cambito ilrapporto con il futuro:prima era desiderato,veniva visto come riccodi promesse, specieriguardo al progresso eriguardo all’ambitoscientifico. Ora invece ilfuturo ha cambiatosegno, da positivo èdivenuto negativo; nonc’è più prospettiva. Intale ambito pertantodovremmo diventarecapaci di aiutare gli altria guardare al futuro consperanza. Un secondo elementodeterminante riguarda i

legami affettivi,interpersonali, segnatida una marcata fragilità,anche perchè a livelloistituzionale questi nonsono più garantiti. Siarriva al punto tale dicercare il possesso neilegami ma allo stessotempo questi nondevono essereimpegnativi. Assistiamopertanto a un aumentoesponenziale delleconvivenze e quando sitramutano inmatrimonio spesso ifigli sono già grandi.Un terzo elementoriguarda la trasmissionedei valori: non vengonopiù dati, i giovani nonriconoscono piùl’autorità e gli anzianinon vengono più tenutiin considerazione qualidepositari di tradizionie «modelli di saggezza».Addirittural’adolescenza, se da una

parte è precoce,dall’altra si dilata neltempo.Un ultimo elemento,ma non menoimportante, riguarda laconsiderazione deivalori quali il bello, ilvero, il giusto, l’etica. Seprima la ricercadell’uomo nonprescindeva da essi oggiinvece l’utilitarismo èdiventato l’unicoorizzonte verso il qualeci si dirige e la logica dimercato è quella cheprevale. Il neoliberismofa in modo che tutto sipossa comprare el’identità in tal caso nonha più senso.Quale atteggiamentopertanto assumere equali scelte operare perrecuperare un rapportointerpersonale cheristabilisca quei legamisociali e quellaprogettualità che danno

senso pieno alla vita?Facendoci aiutare ancheda figure che hannodato e ancora dannoalla Chiesa, quali ilCardinale Martini e ilCardinale Tettamanzi,alla luce della letteraapostolica sul nuovomillennio che invita a«fare la Chiesa casa escuola dellacomunione», prima diprogrammare èfondamentale farecrescere la dimesionetrinitaria e fare spazio alfratello. La parrocchiaha quindi il compito dieducare la comunità e diformare la vera vitacristiana. Deve curare inmodo specifico laspiritualità, che è fruttodi un atteggiamento diascolto, di silenzio, dovenon c’è spazio per ilsemplice arbitrio ma ilVangelo diventaparadigma delle scelte edelle«programmazioni».Ecco che se la Chiesariscopre quello chefaceva Gesù, che sifaceva prossimoall’uomo, diventeràcapace di portare allafede i lontani e le nostrepreghiere non sarannopiù ripetitive o vuote,ma lasceranno che loSpirito fecondi le anime.

Monica Cuzzocrea

LE INIZIATIVE DEDICATE AL DOTTORMASSIMO CECCARINI

Al via la prevenzionedermatologica

arà dedicata alla memoria di MassimoCeccarini, il primario dell’Unità Operativa

di Dermatologia recentemente scomparso, lasettimana di sensibilizzazione sui rischi eprevenzione del melanoma dal titolo «Salva laPelle» che si svolgerà a partire da lunedì 16 asabato 21 maggio. L’iniziativa è articolata inuna serie di incontri informativi e visitegratuite realizzati grazie alla collaborazionedell’Azienda USL 6 con il Comune di Livorno,attraverso la Presidenza del ConsiglioComunale, con l’Ordine dei medici, l’UfficioScolastico provinciale e le Farmacie comunalie private.«Per il dodicesimo anno consecutivo – diceGiovanni Bagnoni dell’Unità Operativa diDermatologia – il nostro reparto è impegnatonella organizzazione della Skin Cancer Week,la settimana di prevenzione dei tumori dellapelle. Si tratta di un evento, che era statofortemente voluto dal nostro primario,Massimo Ceccarini, e che si dimostra sempremolto importante per noi e per lacittadinanza. Nella provincia di Livorno, ognianno, vengono rilevati tra i 40 e i 50 casi dinuovi melanomi, mentre gli interventichirurgici si attestano sui 200/300. Questovuol dire che se da una parte il tumore dellapelle è in crescita, dall’altra anche la nostracapacità di diagnosi e intervento stamigliorando. Ma iniziative come questepossono aiutare molto soprattutto sul frontedella prevenzione fra i giovani». Per ridurrel’impatto dei tumori della pelle risulta, infatti,sempre più importante la sensibilizzazione deiragazzi alla corretta esposizione ai raggi delsole.Questi gli incontri in programma- Lunedì 16 maggio: farmacia comunale(viale Alfieri) dalle ore 9 alle 13; farmaciacomunale (La Rosa) dalle ore 16 alle 20.- Martedì 17 maggio: farmacia (via degliOleandri) dalle ore 9 alle 13; farmacia(Attias), dalle ore 16 alle 20.- Mercoledì 18 maggio: Liceo ScientificoEnriques, dalle ore 8.30 alle 12; farmaciacomunale (piazza Grande), dalle ore 9 alle 13.- Giovedì 19 maggio: farmacia Baroncini(via Grande 8), dalle ore 9 alle 13; farmaciacomunale (viale Alfieri) dalle ore 16 alle 20.- Venerdì 20 maggio: Liceo ScientificoCecioni dalle ore 8.30 alle 12; farmaciacomunale (piazza Grande), dalle ore 9 alle 13.- Sabato 21 maggio : Palazzo comunaledalle ore 9 alle 13, distribuzione materialeinformativo e visite gratuite.

S

La parrocchia ha il compito di educare la comunità e di

formare la vera vita cristiana.Deve curare in modo specifico

la spiritualità

Ripensiamoi percorsieducativi

Vescovi italiani hannoscelto di confrontarsi sultema educativo, lo hannofatto con la definizione

degli Orientamenti Pastoraliper il prossimo decenniocontenuti nel documento“Educare alla vita buona delVangelo”. Da questa scelta dipriorità pastorale è partita lariflessione che Vittorio Sozzi,responsabile nazionale delProgetto Culturale, ha svoltoin occasione della primagiornata dell’aggiornamentodiocesano per operatoripastorali. Una voceautorevole per sostenereanche l’approfondimentodiocesano sul progettoeducativo che sta per esserevarato dal Vescovo, dopol’esame che sarà svolto nellaprossima Assembleadiocesana.“La Chiesa deve essere vicinaa tutti coloro che si occupanodi educazione – ha dettoSozzi - partendo dall’ideaforte che la figura di GesùCristo ha un posto di rilievonei percorsi educativi. Maquesti percorsi hannobisogno di essere ripensatiperché la situazione attuale sipresenta comecompletamente nuova:osserviamo delle situazioni di

debolezza inedite in cuioccorre riproporre, con stile emetodi nuovi, la propostaesigente del Vangelo”. “Chi sisarebbe immaginato – adesempio - fino a qualcheanno la situazione di ungiovane solo davanti al suocomputer che dialoga con isuoi amici ? Dinanzi afenomeni di questo tipo – haaffermato - dobbiamorilanciare il ruolo dei soggettieducativi a partire dallafamiglia, che deve esseresostenuta dalla comunitàecclesiale nelle sue nuovedifficoltà. Viviamo un tempo– ha aggiunto - in cui lerelazioni tra le personesoffrono della scomparsa dialcune reti protettive che ledifendevano nel passatocome quella dei parenti, degliamici e dei vicini. Oggi lefamiglie sono sempre più solenel loro primario compitoeducativo e, come comunitàcristiana, dobbiamoesprimere gesti concreti disolidarietà, come siamocapaci di fare in molte altresituazioni di povertà”. Haquindi incoraggiato a“scoprire nuovi forme disostegno e di vicinanza allefamiglie coinvolgendolemeglio nella vita parrocchiale

e nei percorsi educativiecclesiali”. “Ci sono percorsieducativi – ha osservato - incui le parrocchie non possonofare da sole, ma devono unirele forze e fare riferimento adesperienze diocesane che leaiutino ad affrontare lequestioni nuove come, adesempio, quelle relative allacomunicazione che è moltocambiata in questi anni”.Nell’introdurre ildibattito successivo,il Vescovo haosservato come ilproblema educativooggi sia anche ilproblema di offrireun senso alla vita ditanti giovani. Inquesta prospettiva,monsignor Giustiha sostenuto lanecessità di contrastare ilmodello culturale dominantea Livorno che rischia dischiacciare il messaggiocristiano. Va in questadirezione l’impegno delProgetto Culturale che sipropone di orientare in sensocristiano la cultura del nostrotempo. Ha così annunciatol’intenzione di realizzare aLivorno un Convegno su“Urbanistica e Felicità” perlegare insieme il tema delle

scelte urbanistiche conl’obiettivo di aumentare lafelicità dei cittadini.Vittorio Sozzi nella replica aitanti interventi dei presentiha sottolineato con forza ilvalore, molto italiano, dellafamiglia sia dal punto di vistasocio – economico (lafamiglia italiana è statadeterminante per sosteneremeglio la crisi economica di

questi anni), siada quello delradicamento sulterritorio. “Mala sfidaeducativa – hadetto - deveessere affrontataanchescoprendonuove figureeducative,

capaci di stare in mezzo allagente e disposte a spenderegenerosamente il lorotempo”. Ha quindi auspicatoche le esperienze positive giàrealizzate al riguardo sianomesse maggiormente incircolazione, anche attraversole moderne forme dicomunicazione che, spesso,sembrano superficiali ma, neifatti, sono molto efficaci,soprattutto tra i giovani.

n.s.

I

Venerdì 20 maggio alle 18nel salone del vescovado

UN APPROFONDIMENTOSUL TEMA DELLAMORTE APERTO A TUTTI

no spiraglio sul mistero ci è dischiuso dall’esperienzadella «morte del prossimo», quando si spezza il «noi»

che avevamo costituito con una persona amata.L’esperienza della morte (1937), di cui viene quipresentata per la prima volta la traduzione italianadall’edizione tedesca, è il libro più conosciuto diLandsberg e ormai un vero classico della letteratura sultema. Con stile chiaro e suggestivo, a tratti poetico,l’autore ci introduce nel mezzo della problematicarappresentata dal senso della morte e dalla speranza nelsuo superamento.L’uomo vive la sua vita in un tempo circoscritto dallamorte, e tuttavia un fondo di speranza permane,ineliminabile. Partendo da questa speranza, connaturataalla persona umana, Landsberg accompagna il lettoreverso un ulteriore compimento, che ha la sua radice in unarelazione personale trascendente, a cui lo apre la fede.Partendo da questo testo i relatori approfondiranno iltema.

U

Il responsabile del Progetto Culturale Nazionalea Livorno sul tema della sfida educativa

SOZZI: «Sosteniamo la famiglia nelle sue nuovefragilità»

Aggiornamento diocesano TEOLOGICO - PASTORALE

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI15 maggio 2011 VII

Un cultoche diventavenerazione

DI GIANCARLO MERIGGIOLI

LA TRASLAZIONE DELLE RELIQUIE E ILPASSAGGIO DA LIVORNO

el 762 o nel763 la reginaAnsa, mogliedel re

longobardo Desiderio,fece traslare le spogliedi S.Giulia dallaCorsica, o dallaGorgona, a Brescia nelmonastero diS.Salvatore di cui eraabbadessa la figliaAngelberga.Riguardo alla localitàdove approdò la navecon le spoglie diS.Giulia, si puòipotizzare che lo sbarcosia avvenuto a PortoPisano, perché questoluogo era l’insenaturaportuale più vicina allaCorsica e alla Gorgonae lo scalo navale piùsicuro e controllato delregno longobardo.Non sappiamo quantole reliquie di S.Giuliasostarono nella nostrazona, ma tale periodofu certamentesufficiente perché sidiffondesse tra lapopolazione del Pianodel Porto, fin dal IXsecolo, un sentimentodi venerazione per lagiovane martire cosìforte e radicato da farladivenire in seguito laPatrona della città.

DOVE SI TROVANO LE RELIQUIE DI SANTAGIULIALe reliquie di S Giuliagiunsero dunque aBrescia, dove si trovanoattualmente. Con iltrascorrere del tempo,l’ulteriore aumentodella diffusione delculto della Santa portòad una crescenterichiesta di reliquie daparte di monasteri echiese a lei dedicate,cosicché oggi resti eframmenti del corpodella Santa, in veritànon sempre diprovenienzadocumentabile, sonopresenti in varielocalità.Importanti reliquie siconservano in Corsica,nella località di Nonza.

ALCUNE RELIQUIE SI TROVANO A LIVORNONella Livorno del XVIIsecolo, la crescentedevozione per laPatrona spinse lafamiglia granducale a

N

chiedere ed ottenerealcune reliquie dellaSanta.La prima reliquia,consistente in unafalange del quinto ditodella mano, fu donatanel 1610 allaCompagnia di S.Giuliadalla granduchessa diToscana, moglie delgranduca Ferdinandoda poco deceduto. Lareliquia, affidata airappresentanti dellagranduchessa dal

vescovo di Brescia,arrivò a Livorno inFortezza Vecchia il 22gennaio, custodita inun vasetto di agataverde, chiuso con tappoin oro smaltato.Qualche anno dopo,per dare una piùdecorosa collocazioneal venerato reperto,venne commissionatoun nuovo reliquiario inargento dove lareliquia, con unasolenne

cerimonia, fu riposta.

Cosimo III, che tenevain grandeconsiderazione laConfraternita diS.Giulia, nel 1693 volledare ulteriore lustro alSodalizio con il donodi un’altra reliquia dellagiovane martire. A talescopo prese contattocon il Monastero delle

suore di S.Giulia diBrescia, ottenendo dallaAbbadessa FlaviaAverolda un frammentodi un osso del cranio,che destinò conmotuproprio del 7marzo 1693 aiconfratelli di Livorno.Il granduca si riservò inquell’occasione ildiritto, peraltro maiesercitato, di prelevarein futuro, qualora neavesse avuto la volontà,una parte della reliquiaper sé. Fece poipreparare un reliquiarioin rame argentato edorato lavorato dagliargentieri Leonardi ePieralli, raffiguranteuna fortezza posata sulmare, con due torrilaterali - delle quali ladestra con una bandierarecante il motto Fides -e al di sopra dellafortezza la statua inargento della Santa. Latraslazione dellareliquia nella chiesaavvenne, con grandesolennità, il 22 maggiodel 1694.Nel tempo, questoreliquiario ha accoltotutte le reliquiericonducibili alla Santagiunte nel nostroterritorio e viene ancoraoggi utilizzato inoccasione delle

processioni del22 maggio inonore dellaPatrona.

CURIOSITÀ* Lo strettolegame tral’Arcicon-fraternita eLivorno siritrova anchenei simboli:l’effige di S.Giulia èpresente negliemblemi dellanostra città, daiprimi anni del‘600 fino altardo ‘700,quandoscompare pergli effetti delmovimentogiansenista.

* Santa Giulia èpatrona diLivorno e dellaCorsica ma,contrariamentea quanto sipotrebbepensare, non di

Brescia, i cui santipatroni sono Faustino eGiovita.

La riunionedella Consulta dei Laici

LA VEGLIADI PENTECOSTEE IL PROGETTOEDUCATIVO

ell’aprire l’incontro Monsignor Simone Giustiha espresso alle Aggregazioni il proprio

ringraziamento per la loro presenza in Diocesi neivari campi di competenza. Il Vescovo ha poiauspicato che le attività delle Aggregazioni sipossano ulteriormente potenziare per poter dare deipareri costruttivi nelle realtà civiche ed ha anchericordato come il Papa Giovanni Paolo II avessesempre creduto nella capacità di azione delleAggregazioni in un tempo non facile per lecomunità parrocchiali.Il presidente della Consulta, Sandra Cavallini, hapoi parlato dell’organizzazione della Veglia diPentecoste che si terrà sabato 11 giugno nellachiesa di Santa Caterina dalle ore 21. All’iniziodella Veglia un braciere sarà collocato all’ingressodella chiesa e, allo stesso modo del rito della VegliaPasquale, dal braciere saranno accesi sette cerimulticolori che saranno portati dai membri delleAggregazioni. Dietro suggerimento del Vescovoall’inizio della Veglia saranno letti alcuni brani sceltitra quelli proposti a suo tempo da Papa Wojtyla,espressamente per le Aggregazioni laicali. I settedoni dello Spirito Santo saranno illustrati daaltrettante opere pittoriche di alcuni artisti, a questosono stati individuati per ora: Marc Sardelli, MariaPaola Forlani, Gabriella Ulivieri, Mariano Piess eLara Tripodi. L’animazione sarà curata dal coro dellaComunità di S. Egidio e la stampa della brochuredella Veglia, in cui sarà descritta una breve biografiadegli artisti, sarà a cura della Diocesi.Venendo poi a parlare del Progetto EducativoDiocesano il Vescovo ha consegnato a tutti i presentile quattro nuove schede tematiche che raccolgonotutto il lavoro svolto dal Consiglio PastoraleDiocesano con l’importante apporto della ConsultaPastorale Familiare e dalla Pastorale Giovanile.Monsignor Giusti ha anche consegnato la sualettera programmatica per la stesura finale delleschede ed ha di nuovo chiesto alle Aggregazioni, leindicazioni, i contributi e le osservazioni scritte sulleproposte delle “Linee Pastorali Normative”, chesaranno lette durante l’Assemblea diocesana del 5giugno, perché dopo che il testo sarà emendato siprocederà a luglio alla sua stesura definitiva e l’8settembre sarà consegnato alla Diocesi in occasionedel Pellegrinaggio Diocesano a Montenero. Inoccasione dell’Assemblea Diocesana il Vescovopresenterà il suo ultimo volume: “Educare con ilcuore di Dio”.Al termine dell’incontro le Aggregazioni hannoaccolto una nuova componente: la signorina AngelaSpadaro che sarà la responsabile localedell’Associazione Aiart (l’Associazione degliSpettatori).La Comunità di S. Egidio ha reso noto che il 28maggio si terrà la «Giornata cittadina per la pace»nell’anniversario del bombardamento della città, iltema che sarà affrontato sarà quello della crescitadella violenza a livello locale e globale.L’Arciconfraternita di S. Giulia ha ricordato che ilgiorno 21 si terrà la processione per il trasferimentodelle reliquie della Santa dalla chiesa allaCattedrale. In occasione della «Settimana delleComunicazioni Sociali», la Società San Paolo il 1°giugno alle ore 17.30, presenterà presso il SaloneFagioli del vescovado il volume di don FrancoPatruno «Equivalenze o dello scrivere l’Arte, scrittiper l’Osservatore Romano», all’incontro, oltre alVescovo, interverranno tra gli altri, il dottor MarioAgnes, già direttore dell’Osservatore Romano, ilprofessor Franco Cardini, il direttore della rivista«Jesus» e don Antonio Tarzia; gli interventi sarannocoordinati da Antonello Riccelli, presidente UCSIdella Toscana.

Gianni Giovangiacomo

N

SantaGiulianostrapatrona/2

PREGHIERA A SANTA GIULIAGiulia martirenostra patronahai vissuto un amoregrande e fedeleper il tuo SignoreVogliamo spendere le nostre energie più bellenella dedizione di noi stessia coloro che amiamo per amore di GesùHai consegnato la tua vitae il tuo giovane corpoal legno della croceper amore di CristoChiediamo al Signore la graziadi vivere con gioia e libertà interiorein una castità motivata e non repressaHai sopportato con coraggiola violenza ingiusta e crudeledei persecutorisenza rispondere con altra violenzaInvochiamo il dono dello Spiritoche ci renda liberi dalla schiavitù del poteree dal fascino della forzacausa di morte e fonte di vendettae ci insegni il perdonocome unico fermento di vera paceAmen

(con approvazione ecclesiastica – Livorno, 8 settembre 2004)

Continua, in vista della festa del 22 maggio,l’approfondimento sul culto di S. Giulia, patrona della nostra città.Il governatore dell’Arciconfraternita a lei dedicata,Giancarlo Meriggioli, questa settimana racconta la storia delle reliquie

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI15 maggio 2011VIII