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La radio si rinnova, trasformandosi in mezzo per un pubblico differenziato; la Tv continua a proporsi come veicolo di educazione e cultura di massa per un pubblico generalista.

La radio si rinnova, trasformandosi in mezzo per un pubblico … · 2019. 4. 1. · Il contesto comunicativo (b) 1975 14 aprile: Legge Riforma Rai n. 103 • Controllo sul servizio

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Page 1: La radio si rinnova, trasformandosi in mezzo per un pubblico … · 2019. 4. 1. · Il contesto comunicativo (b) 1975 14 aprile: Legge Riforma Rai n. 103 • Controllo sul servizio

La radio si rinnova, trasformandosi in mezzo per un pubblico differenziato; la Tv continua a proporsi

come veicolo di educazione e cultura di massa per un pubblico generalista.

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Il contesto politico-sociale Periodo travagliato per storia italiana: si esaurisce spinta industrializzazione, ma continua processo di modernizzazione socio-culturale; movimenti studenteschi e operai (diritto allo studio, aumenti salariali, migliore qualità di vita e lavoro, contro le istituzioni “autoritarie”); iniziano “gli anni di piombo”; calamità naturali; crisi economica mondiale (petrolio); avvio rivoluzione nel sistema comunicativo.

•  1966 - 4 Novembre: l’Arno rompe gli argini; Rai di Firenze unico ponte di collegamento con il resto d’Italia

•  1966/68 - Studenti universitari occupano Università di Trento, poi Pisa, Torino, Cattolica di Milano… Protesta studentesca si estenderà alle scuole e si collegherà con movimento operaio

Marzo ‘68, Valle Giulia a Roma, primo scontro violento studenti-polizia.

•  1968 - Terremoto in Sicilia (la Rai raccoglie fondi)

•  1968/76 - Si susseguono governi a guida DC (monocolore e/o con centro-sinistra)

•  1969 - 20/21 luglio: sbarco sulla Luna (in diretta Tv e radio)

- Le lotte operaie dell’ “autunno caldo” - 12 Dicembre: strage di Piazza Fontana a Milano, 17 morti. È il primo di una lunga serie di

attentati che insanguinerà l’Italia negli anni successivi: Brescia, Piazza della Loggia, 1974, 8 morti; Treno Italicus, 1974, 12 morti; Stazione di Bologna, 1980, 85 morti; Rapido 904, 1984, 17 morti; …

•  1970 - 20 maggio: Legge n. 300 sullo Statuto dei lavoratori •  1971 - 27 Dicembre: Giovanni Leone sesto Presidente della Repubblica (1971-78)

•  1973 - Forte recessione nei Paesi capitalistici (crisi petrolifera). Dal 1°dicembre 1973 al 2 giugno 1974 decretato dal Governo lo stato di “austerità”: le auto non possono circolare la Domenica; cinema e

•  1974 - 12 Maggio: referendum sul divorzio (60% i SI)

teatri chiudono alle 23; la tv chiude le trasmissioni entro le 22,45 e la radio alle 23

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Il contesto comunicativo (a)

•  1966 - Riforma della programmazione radiofonica (Leone Piccioni) - 6 Marzo: cominciano le trasmissioni in Italia di Radio Montecarlo

•  Fine ’60 - Diffusione in Italia filodiffusione (distribuzione programmi radio su rete telefonica), transistor (radio tascabile), autoradio (ascolto in mobilità)

•  1970 - marzo: da Partinico, trasmette illegalmente e per sole 27 ore, la prima radio libera: Radio Sicilia Libera (Danilo Dolci)

•  1971 - Avvio trasmissioni delle Tv private via cavo (Telebiella)

•  1972 - Scade concessione ventennale Rai (poi rinnovata fino al ’94)

•  1973 - Trasmissioni radio e Tv in Italia della Svizzera italiana e Capodistria

•  1974 - Dimissioni Ettore Bernabei (DG) e Umberto Delle Fave (Presidente) - Avvio trasmissioni Telemilano cavo (S. Berlusconi) - Sentenze Corte Costituzionale n. 225 e n. 226

•  1975 - Marzo: avvio boom radio private con Radio Milano International (oggi R101)

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Il contesto comunicativo (b)

1975  14 aprile: Legge Riforma Rai n. 103

•  Controllo sul servizio pubblico passa dal governo al Parlamento (tramite Commissione di Vigilanza, 40 membri nominati dal Parlamento)

•  Rai società per azioni a totale partecipazione pubblica (IRI 99,55%, SIAE 0,45)

•  Principali organi: Assemblea generale dei soci, Consiglio d’amministrazione (16 membri), Presidente, Direttore generale

•  Ristrutturazione interna (per radio e tv): Reti, Testate, Dipartimento scolastico-educativo, Supporti (ogni struttura opera in autonomia)

•  Previsione nuova rete Tv a carattere regionale (Rai 3, dal 1979) •  Normativa che accoglie sentenze C.C. in merito a emittenti estere e via cavo

(effetto di un ampio movimento d’opinione politico, sindacale, culturale e professionale, e all’interno stesso della Rai, in direzione maggiore autonomia e pluralismo gestionale dell’azienda)

* * * Abbonati Tv in costante crescita: 2 milioni nel 1960; 6 milioni nel 1965; 10 milioni nel 1971; 12 milioni nel 1975 (abbonamento Tv comprensivo anche della radio) Abbonati solo radio in progressiva diminuzione: dai 6 milioni circa dei primi anni ’60 ai 700mila nel 1975.

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Rendere complementari i due mezzi

mezzo per un pubblico differenziato (una radio dei giovani e per i giovani)

mezzo per un pubblico ampio, popolare e il più possibile omogeneo

(la tv strumento di unificazione socio-culturale del Paese)

Radio Televisione

1 Orientamenti del potere politico/azienda

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Radio: mezzo per un pubblico differenziato

Rendere la radio un mezzo di svago e di informazione adeguato - sia nello stile sia nei contenuti - alle diverse abitudini di ascolto e alla mutata composizione

del pubblico.

- Maggiore stabilità della collocazione oraria dei vari generi di trasmissione - Snellimento delle trasmissioni culturali, più brevi, più numerose, maggiormente legate a fatti e problemi di attualità - Maggiore attenzione ai problemi della divulgazione musicale

(Rai, Relazione e Bilancio 1967, p.16) (Rai-Documentazione e Studi, Annuario 1968, Torino, ERI 1968, pp.11-12)

1a Orientamenti del potere politico/azienda (a)

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Radio: mezzo per un pubblico differenziato

Una tappa importante: la Riforma della programmazione (Leone Piccioni, 1966) -  Palinsesto differenziato per fasce orarie e categorie sociali (maschi, casalinghe e giovani) -  Particolare attenzione per il pubblico giovanile -  Sperimentazione di nuovi linguaggi e generi radiofonici

Le premesse generali: -  Il transistor e la filodiffusione cambiano profondamente le modalità di ascolto e favoriscono il consumo di musica per i giovani

-  Affermazione di una “cultura giovanile”, che trova elemento forte di identificazione nella musica rock (nata in Usa e “rielaborata” in Inghilterra); ruolo importante di

Radio Luxembourg, delle ”radio pirata”, di Radio Montecarlo; 1965 anno cruciale per Italia (i Beatles, la rivista musicale Big, Il Piper Club; ma già precedentemente: i Festival del

rock and roll, il fenomeno Celentano, i primi complessi “beat”)

“Questa musica che incatena i giovani e talvolta li rende più liberi, più felici, più aperti” (Radiocorriere n. 43, 1966, p. 34)

1a Orientamenti del potere politico/azienda (b)

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Palinsesto più variato e strutturato su appuntamenti fissi; ulteriore valorizzazione fasce orarie diurne; ampio ricorso al contenitore e a forme di dialogo con il pubblico. Dal 1968, il Secondo Programma trasmette 24 ore su 24.

✔ Informazione e cultura

Tra le novità: - Speciali GR (1970) - Corso di storia del teatro in 42 serate (1969)

- Le interviste impossibili (1974, scrittori contemporanei in dialogo con grandi personaggi del passato)

2a Caratteri della programmazione (a) Radio

Interviste Impossibili Umberto Eco intervista Beatrice

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✔ Intrattenimento (musica, varietà, quiz, sport, ecc.)

- i giovani: da Bandiera gialla 1965 a Per voi giovani 1966, Hit Parade 1967, Alto gradimento 1970, Popoff 1973 - la famiglia: Gran Varietà 1966, Il Gambero 1967, La corrida 1968 - le casalinghe: Una commedia in trenta minuti 1969, lo sceneggiato quotidiano (da Rocambole 1967 a trasposizioni da fumetto, originali, soap) -  i maschi: notiziari e commenti sportivi, radiocronache calcio, ciclismo, automobilismo

Contenitori: Chiamate Roma 3131 (1969, prima trasmissione con il pubblico protagonista); Voi ed io (1970, intrattenimento e attualità, animato da un personaggio dello spettacolo); Buon pomeriggio (1970, sui problemi gente comune, tra interviste, consulenze, inchieste tra il pubblico)

2a Caratteri della programmazione (b) Radio

Gran Varietà Paolo Stoppa e Rina Morelli (1970)

Gino Cervi in Le inchieste del commissario Maigret (1966)

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Televisione: mezzo per un pubblico ampio, popolare e il più possibile omogeneo

Si punta, da un lato, su spettacolo leggero (varietà, musica, sport); dall’altro su offerta di informazione e cultura di qualità (rubriche, inchieste, documentari, dibattiti)

maggiormente orientata alla divulgazione e all’approfondimento (meno pedagogismo).

!

✔ Dimensione ascolto su base ormai familiare (nel ‘75, circa il 90% delle famiglie ha un televisore in casa) ✔ Pubblico non solo da educare, ma “consumatore”

✔ Educazione scolastica intesa come integrazione e/o ampliamento dei contenuti educativi tradizionali (soprattutto dai primi anni ‘70)

1b Orientamenti del potere politico/azienda

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Palinsesto organizzato in base a “politica dei generi” (differenziazione netta tra tipi di programma). Dal 1968, si estende la programmazione alla fascia meridiana (12.30-14); al mattino, i programmi scolastici e la messa domenicale.

✔ Informazione - TG (servizi puntuali sui principali eventi, dalla guerra in Vietnam alle proteste studentesche e operaie) - Rubriche, dibattiti, inchieste e speciali di approfondimento su attualità interna e internazionale: Faccia a faccia 1968 (rappresentanti del pubblico in studio fanno domande a protagonisti eventi); AZ: un fatto come e perché 1969 (inchieste in studio), Stasera 1972 (rotocalco)

Caratteri della programmazione (a) Televisione

2b

La sigla di AZ La sigla di Faccia a faccia

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✔ Educazione e cultura - Divulgazione scientifica (Orizzonti della scienza e della tecnica 1966) - Approfondimento umanistico e scientifico (Sapere 1967) - Narrazione storiografica e documentari (I giorni della storia 1968, Nascita di una dittatura 1972)

✔ Intrattenimento - Musica e varietà (Festivalbar 1966, Senza rete 1968, Settevoci 1966, Speciale per voi 1969; Rischiatutto 1970) - Fiction (film, telefilm, sceneggiati di impronta più cinematografica: L’Odissea 1968) - Sport (notiziari, rubriche, radiocronache, dibattiti: 90°minuto 1970, Domenica sprint 1975)

Caratteri della programmazione (b) Televisione

2b

Nascita di una dittatura Speciale per voi

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3 Il pubblico

Radio Televisione

✔ Pubblico differenziato per categorie sociali

✔ Radio come “medium individuale” e personalizzato

✔ Radio strumento di compagnia, “sottofondo sonoro”, nello svolgimento di altre attività

- maschi adulti (informazione e sport) - casalinghe (fiction e intrattenimento vario) - giovani (programmi musicali)

✔ Pubblico generalista e dimensione familiare dell’ascolto

✔ Tv come “medium domestico” per eccellenza (luogo di incontro familiare)

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Radio: “una radio dei giovani e per i giovani” (intrattenimento musicale e confronto pubblico sui problemi giovanili). Primi segnali di una radio come strumento della partecipazione (informazione alternativa, pratica politica), che troverà più completa espressione con il boom delle radio private da seconda metà anni ‘70. La radio si rivela mezzo capace di adattarsi al cambiamento socio-culturale.

TV: strumento di diffusione culturale permanente, ma anche veicolo di un “intrattenimento ad ogni costo”, che mal si concilia con il clima di grande tensione sociale. Viene meno l’identificazione con modelli di vita condivisi che aveva caratterizzato la prima fase di sviluppo.

***

Se la radio sa cogliere ed esprimere le istanze di una crescente cultura giovanile, la Tv (almeno dopo il ’68), non riesce a rappresentare in maniera efficace la crisi del sistema sociale (fine del “miracolo economico”, ribellioni studentesche, protesta sociale). Su tematiche giovanili, la tv esprime attenzione informativa, ma anche atteggiamento paternalistico. Il successo di pubblico tuttavia continua, legato soprattutto a intrattenimento e informazione quotidiani.

4 Ruoli e funzioni sociali (a)

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Riflessioni finali sulla Tv…

“… è vero che la TV ha influito sul costume del nostro paese come avviene dovunque, vista la potenza di questo mass-media. Ma quell’influsso è stato assolutamente negativo non foss’altro perché ha accreditato l’immagine falsa di un’Italia con i lustrini, che non è mai esistita e mai esisterà… ‘Può una televisione, gestita in un regime di monopolio controllato dai partiti della maggioranza, essere lo specchio fedele di quel pluralismo culturale che caratterizza, per nostra fortuna l’Italia di questi anni?’ La risposta è decisamente negativa”. (A. Sensini, Il monopolio ha impedito alla Tv di entrare nella maggiore età, “Corriere della sera”, 4 gennaio 1974)

“Dominata senza possibilità di autonomia da un potere politico… la TV ha costantemente espresso una contraddizione. Da un lato ha alimentato l’immagine di un paese modesto, bigotto, morigerato, cui era bene non offrire eccessive aperture, cui era opportuno mostrare la vita come tranquilla accettazione dell’autorità, delle vecchie regole morali, dei vecchi principi legati alla società contadina o piccolo borghese; dall’altro lato ha dato sfogo alle sollecitazioni consumistiche, intervenendo pesantemente (e non soltanto con la pubblicità vera e propria) per trasformare la gente delle parrocchie in avidi instancabili, insaziabili consumatori… Ed è nato così l’italiano televisivo, cioè l’italiano secondo la rappresentazione televisiva”.

(R. Leydi, Che cosa ha fatto la TV agli italiani, “Europeo”, dicembre ’73-gennaio ‘74)

4 Ruoli e funzioni sociali (b)