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1 La presentazione di gesù al tempio e la giornata della vita consacrata Il 2 febbraio la Chiesa celebra la festa della Presentazione di Gesù al Tempio (Lc 2,22-39), popolarmente nota come la “Candelora”. Tale festa ha la sua origine nel vangelo di Luca, quello che ci fornisce maggiori informazioni sull’infanzia di Gesù. Al secondo capitolo, l’evangelista ci dice che, passati 40 giorni dalla sua nascita, Giuseppe e Maria portarono il loro figlio nel Tempio di Gerusalemme per offrirlo a Dio, secondo quanto stabiliva la legge ebraica. Giuseppe offrì a Dio una coppia di giovani colombi e il bimbo Gesù venne preso in braccio da due anziani: Simeone e Anna. Se si legge il passo evangelico si noterà con estrema facilità che Luca insiste molto sul fatto che tutto avviene secondo la legge del Signore. A chi ha una buona familiarità con la Sacra Scrittura non sfuggirà la somiglianza con un passo dell’Antico Testamento (Es 40,16-38) dove si narra che la GLORIA di Dio prende possesso del Tabernacolo degli Ebrei e si manifesta sotto forma di LUCE. ANNO 8 - NUMERO 3 - DAL 2 AL 16 FEBBRAIO 2020

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La presentazione

di gesù

al tempio

e

la giornata

della vita

consacrata

Il 2 febbraio la Chiesa celebra la festa della Presentazione di Gesù al

Tempio (Lc 2,22-39), popolarmente nota come la “Candelora”. Tale festa ha la

sua origine nel vangelo di Luca, quello che ci fornisce maggiori informazioni

sull’infanzia di Gesù. Al secondo capitolo, l’evangelista ci dice che, passati 40 giorni

dalla sua nascita, Giuseppe e Maria portarono il loro figlio nel Tempio di

Gerusalemme per offrirlo a Dio, secondo quanto stabiliva la legge ebraica. Giuseppe

offrì a Dio una coppia di giovani colombi e il bimbo Gesù venne preso in braccio da

due anziani: Simeone e Anna.

Se si legge il passo evangelico si noterà con estrema facilità che Luca insiste

molto sul fatto che tutto avviene secondo la legge del Signore. A chi ha una buona

familiarità con la Sacra Scrittura non sfuggirà la somiglianza con un passo dell’Antico

Testamento (Es 40,16-38) dove si narra che la GLORIA di Dio prende

possesso del Tabernacolo degli Ebrei e si manifesta sotto forma di LUCE.

ANNO 8 - NUMERO 3 - DAL 2 AL 16 FEBBRAIO 2020

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All’interno del Tabernacolo degli Ebrei c’era l’Arca dell’alleanza che a sua volta

conteneva le tavole della Legge. Essa era dunque l’oggetto più sacro della religione

ebraica, soprattutto perché era considerata il trono di Dio sulla terra e quindi un se-

gno della sua presenza in mezzo al popolo di Israele.

Questa Arca dell’alleanza era scomparsa dopo la distruzione del tempio di Gerusa-

lemme ad opera dei babilonesi. Quando il tempio in seguito venne ricostruito, esso

era dunque vuoto. E vuoto era anche al tempo di Gesù. Ecco allora che

l’evangelista vuole presentare Maria come l’Arca della nuova alleanza e Gesù come

la nuova legge di Dio. Luca ci sta insomma descrivendo l’ingresso della nuova Arca

dell’alleanza, di cui l’antica era solo una prefigurazione, nel tempio di Gerusalemme.

Ed è Gesù il “luogo” della nuova e definitiva presenza di Dio fra gli uomini. In lui in-

fatti, come dirà l’apostolo Paolo, abita corporalmente la divinità. Anche nelle parole

del vecchio Simeone si può sentire l’eco del passo vetero-testamentario; egli infatti

parla di Gesù come di una “LUCE per illuminare le Genti e GLORIA di Israele”.

Questo bambino, ci fa capire il Vangelo, è di capitale importanza sia per gli e-

brei, sia per le genti (i non ebrei), ovvero per tutta l’umanità, perché egli, secondo

le stesse parole del vecchio Simeone che lo abbraccia, è “la salvezza preparata da

Dio per tutti gli uomini”, non solo come individui, ma anche come popoli. È per

questo motivo che, nella liturgia di questa festa, in chiesa accendiamo le candele,

per ricordare a tutti noi che la luce di Cristo rischiara la vita di tutti gli uomini e di

tutti i popoli.

Siccome Simeone ed Anna erano sempre nel Tempio, la Chiesa dedica questa ri-

correnza ai religiosi e ai consacrati, cioè a tutte le persone che hanno deciso di dedi-

care tutta la loro vita a Gesù, seguendolo sulla strada dei consigli evangelici di po-

vertà, castità ed obbedienza.

Nella nostra Comunità in occasione di questa festa

vengono benedette le candele e si fa una breve pro-

cessione, ricordando le parole di Simeone che ha defi-

nito Gesù “luce per illuminare le genti”.

Il TERZ’ORDINE FRANCESCANO

ha offerto € 300,00

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APRITE LE PORTE ALLA VITA

Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente per la 42a Giornata Nazionale per la Vita

2 febbraio 2020

Desiderio di vita sensata

1. “Che cosa devo fare di buono per avere la vita eter-

na?” (Mt 19,16). La domanda che il giovane rivolge a

Gesù ce la poniamo tutti, anche se non sempre la la-

sciamo affiorare con chiarezza: rimane sommersa dalle

preoccupazioni quotidiane. Nell’anelito di quell’uomo

traspare il desiderio di trovare un senso convincente

all’esistenza.

Gesù ascolta la domanda, l’accoglie e risponde: “Se

vuoi entrare nella vita osserva i comandamenti” (v.

17). La risposta introduce un cambiamento – da avere

a entrare – che comporta un capovolgimento radicale

dello sguardo: la vita non è un oggetto da possedere o un manufatto da produrre, è piut-

tosto una promessa di bene, a cui possiamo partecipare, decidendo di aprirle le porte.

Così la vita nel tempo è segno della vita eterna, che dice la destinazione verso cui siamo

incamminati.

Dalla riconoscenza alla cura

2. È solo vivendo in prima persona questa esperienza che la logica della nostra esistenza

può cambiare e spalancare le porte a ogni vita che nasce. Per questo papa Francesco ci

dice: “L’appartenenza originaria alla carne precede e rende possibile ogni ulteriore consa-

pevolezza e riflessione”. All’inizio c’è lo stupore. Tutto nasce dalla meraviglia e poi pian

piano ci si rende conto che non siamo l’origine di noi stessi. “Possiamo solo diventare

consapevoli di essere in vita una volta che già l’abbiamo ricevuta, prima di ogni nostra

intenzione e decisione. Vivere significa necessariamente essere figli, accolti e curati, an-

che se talvolta in modo inadeguato”.

È vero. Non tutti fanno l’esperienza di essere accolti da coloro che li hanno generati: nu-

merose sono le forme di aborto, di abbandono, di maltrattamento e di abuso.

Davanti a queste azioni disumane ogni persona prova un senso di ribellione o di vergo-

gna. Dietro a questi sentimenti si nasconde l’attesa delusa e tradita, ma può fiorire anche

la speranza radicale di far fruttare i talenti ricevuti (cfr. Mt 25, 16-30). Solo così si può

diventare responsabili verso gli altri e “gettare un ponte tra quella cura che si è ricevuta

fin dall’inizio della vita, e che ha consentito ad essa di dispiegarsi in tutto l’arco del suo

svolgersi, e la cura da prestare responsabilmente agli altri”.

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Ospitare l’imprevedibile

3. Sarà lasciandoci coinvolgere e partecipando con gratitudine a questa esperienza che potremo andare oltre quella chiusura che si manifesta nella nostra società ad ogni livello. Incrementando la fiducia, la solidarietà e l’ospitalità reciproca potremo spalancare le por-te ad ogni novità e resistere alla tentazione di arrendersi alle varie forme di eutanasia. L’ospitalità della vita è una legge fondamentale: siamo stati ospitati per imparare ad ospi-tare. Ogni situazione che incontriamo ci confronta con una differenza che va riconosciuta e valorizzata, non eliminata, anche se può scompaginare i nostri equilibri. È questa l’unica via attraverso cui, dal seme che muore, possono nascere e maturare i frutti (cf Gv 12,24). È l’unica via perché la uguale dignità di ogni persona possa essere rispettata e promossa, anche là dove si manifesta più vulnerabile e fragile. Qui infatti e-merge con chiarezza che non è possibile vivere se non riconoscendoci affidati gli uni agli altri. Il frutto del Vangelo è la fraternità. In questa Giornata la Caritas e il Gruppo Animazione Missionaria della nostra Comunità pastorale invitano ad iscriversi o a rinnovare l’adesione al “Centro aiu-to alla Vita” del Decanato di Vimercate, per aiutare le tante mamme e famiglie in difficoltà nell’accogliere la vita. Vengono anche raccolti contributi che invieremo al CAV unitamente all’adesione dei Soci. Grazie fin da ora a chi vorrà partecipare a questa iniziativa!

Preghiera per la Giornata Mondiale del Malato

«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro»

11 febbraio 2020

Padre onnipotente, Signore del cielo e della terra,

tu hai rivelato ai piccoli i misteri del regno dei cieli.

Nella malattia e nella sofferenza

ci fai sperimentare la nostra vulnerabilità

di fragili creature:

donaci in abbondanza la tua benevolenza.

Figlio unigenito,

che ti sei addossato le sofferenze dell’uomo,

sostienici nella malattia

e aiutaci a portare il tuo giogo,

imparando da te che sei mite e umile di cuore.

Spirito Santo, Consolatore perfetto,

chiediamo di essere ristorati

nella stanchezza e oppressione,

perché possiamo diventare noi stessi

strumenti del tuo amore che consola.

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RIPOSANO NEL SIGNORE

Cornate: Vitali Angela anni 87

Sala Volfrano Vittorio anni 89

Meani Eraldo anni 70

Porto: Sgariboldi Elena Amelia anni 70

Colombo Angelo anni 85

Colnago: Consonni Rita anni 76

SEGRETERIA PARROCCHIALE CORNATE

Martedì 9.30-11.30

Mercoledì 15.30-18.30

COLNAGO

don Emidio: Lunedì 10.00-11.30

don Luigi: Mercoledì 9.30-11,30 e Giovedì 18.30-19.30

PORTO

don Emidio: Venerdì 15.30-17.30

Don Emidio Rota Don Luigi Didoni Don Matteo Albani

039.2182514

039.2182514