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MENSILE DI INFORMAZIONE CITTADINA
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1 GIUGNO 2011
Ph: Nico Mongelli
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3 GIUGNO 2011
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LA PIAZZA
ASS. AMICI DELLA PIAZZAII TRAV. MARCONI,4270054 GIOVINAZZO (BA) ITALY
Via Cairoli, 95 Giovinazzo 70054 (Ba)Edito da Ass. Amici della PiazzaIscr. Trib. di Bari n. 1301 del 23/12/1996Part. IVA 05141830728 Iscr. al REA n.401122Telefono e Fax 080/394.63.76IND.INTERNET:www.giovinazzo.itE_MAIL:[email protected]
Fondatore Sergio Pisanidirettore responsabile Sergio Pisani
redazioneGiusy Pisani - Porzia Mezzina - AgostinoPicicco - Alessandra Tomarchio - Damianode Ceglia Marianna La Forgia - DanielaStufano - Vincenzo Depalma- OnofrioAltomare - Angelo Guastadisegni - Die-go de Ceglia - Michele Carlucci - MimmoUngaro - Pino Lisi - Marta De Vivocorrispondenti dall’esteroVito Bavaro - Nick PalmiottoGiuseppe Illuzzi - Rocco Stellaccistampa - Nuova Poligrafica (Modugno)progetto grafico - Ass. Amici dellaPiazzaGrafica pubblicitaria: C. Moreseresponsabile marketing & pubblici-tà: Roberto Russo tel. 347/574.38.73
ABBONAMENTIGiovinazzo: 10 EuroItalia: 20 EuroEstero: 60 EuroGli abbonamenti vengono sottoscritti conc.c postale n.80180698 o con vaglia posta-le o assegno bancario intestato ad:
La collaborazione é aperta a tutti. La reda-zione si riserva la facoltà di condensare omodificare secondo le esigenze gli scrittisenza alterarne il pensiero. Gli articoli im-pegnano la responsabilità dei singoli autorie non vincolano in alcun modo la linea edi-toriale di questo periodico.Finito di stampare il 20/05/2011
La fotocomposizione è di un improvvi-sato Oliviero Toscani di casa nostra. Im-provvisato perché di Oliviero Toscani cen’è solo uno. Improvvisato sì ma nontroppo impreparato, perché «l’autore»(non si offendano i grafici degli eventi di-gitali) conosce Giovinazzo come la sto-ria del conte Dracula anche perché lui cisguazzava quando vestiva con l’uniformeun po’nera. Il nodo vero - lo diciamosubito - non sono certo le sue idee, alcu-ne volte condivisibili altre volte meno,
di Giovinazzo
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perché viaggiavano alla velocità con cuile cambiava. Il nodo vero sono le suefoto (per gli addetti ai lavori sembranol’oracolo del giorno dopo). Per motivinostalgici o artistici ci piace immagina-re gli amministratori come «I neri percaso», la grande famiglia pop che svo-lazza tra i clienti sui tavoli, tra una ca-pricciosa e una margherita, avvolta nelmantello dei vampiri. Non resta cheaspettare il 26 giugno, quando «a SanGiuan scittet a mèr c tutte le pann»: qui il
5 GIUGNO 2011
PANTALEO MAGARELLI,
ALIAS IL GIAGUARO, PRO-
TETTORE DELLE PIANTAGIONI
DI MAIS MA ANCHE DI TUTTI
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SANNO A CHE ANIMALE
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COPERTINA
Hit parade dell’horror – fantasy: chisale e chi scende. Scendono i draculadell’ultima legislatura, avanza un santovicino all’architetto di Dio.«Riaccendiamo la nostra città», l’offici-na dei sogni è già un 6x3 in manifestoall’americana. Solo che gli manca l’au-reola. Life is now! Immaginate il sensoprofondo di quel Riaccendia-mo la nostra città pronunciato da un ami-co vero in grado di cambiare solo sestesso: è come svegliarsi al mattino eritrovarsi soli nel letto con le mutandi-ne rosa di tua moglie chissà dove e conchi. Peggio ancora però, non trovarepiù al tuo fianco il telefonino che ti sve-glia col il muuuuuuuu, il verso amico dellavacca. Immaginate che sapore abbia unagiornata senza sogni. Una giornata ug-giosa. Immaginate tanta uggia sulla vo-stra città per 365 giorni all’anno aspet-tando un sogno. Life isn’t now! E allo-ra? «Riaccendiamo la nostra città». Ungiorno Giovinazzo sarà «la città del sole».Un giorno, mica il 26 giugno 2011 quan-do i vampiri toccheranno lo zenit e tuavrai le mani vuote dopo aver grattatodieci Megamiliardari della fortuna e nonti rimarrà che solo un telefonino wi-fiperché in esso è racchiuso tutto il rac-conto di una vita. Life is now. La Vita èadesso cantava Baglioni più di 20 annifa. Ancor prima che Belen sculettasse inpasserella a Sanremo. Questo tempoaffamato consuma la mia allegria. Caropiromane, la mia Hyundai è ancoraimmacolata, il tuo cervello non è piùun’appendice dei genitali e la città hagià un battito nuovo. Buona estate a tut-ti!
SERGIO
PISANI
vampirismo raggiunge il suo zenit. Al-tro che bagni! Da quando Madre Natu-ra si è ribellata erodendo la nostra sco-gliera e il sindaco ha interdetto ad horasl’accesso al tratto di costa sul Lungo-mare Marina Italiana tra via Venturierie Cala Crocifisso delimitandolo e chiu-dendolo con transenne per la messa insicurezza, ci tocca correre sul tratto dispiaggia restante e piantare lì l’ombrel-lone come fece Armstrong che piazzòla bandiera Usa sulla luna. Sarà comeconquistare un territorio e pensare incuor nostro: questo posto Dio me l’hadato e guai a chi lo tocca! Da quandoTremonti ha venduto anche le nostrespiagge, cercando di estendere il dirit-to di superficie per gli arenili a 90 anni,bisogna evitare la grande famiglia deivampiri, bisogna sfuggire alle ancestralipaure dei Neri per Caso (i morsi, il san-gue, il male). E la Giovinazzo bucolica,gli scorci mozzafiato e il centro storicoda cartolina perfetto per un VittorioSgarbi in cerca di privacy? No, quest’an-no accontentiamoci di essere la locationper la saga di Twilight. Tanti lupi man-nari, vampiri autentici o sedicenti chesbucherebbero dai vicoli del centro sto-rico, anche dai tombini come i famosiscarafaggi di Giovinazzo per chiedertil’ultima buona fiasca di sangue. Non c’èmolto da scherzare! Clima plumbeo, tu-rismo zero, nessun libro della Meyer invetrina a Giovinazzo: questa sarà l’en-nesima estate che verrà! L’Oliviero Tosca-ni di casa nostra che conosce la strada ela fame questa volta ha consultato l’ora-colo del giorno prima ispirandosi ai vec-chi e giovani rampolli della congrega deisucchiasan-sangue. E pare averci azzeccato!
6
La strada la trovi da te. All’ex passaggio a livello di via
Bitonto, ora c’è un muro. E una stradina così stretta che
ti porta dritto all’inferno. In località lama Castello. Fian-
cheggiandola sulla sinistra a ridosso della ferrovia scorgi
il «Lazzaretto». Lo sguardo si apre: gli invisibili diventa-
no visibili. Sono i rom di Giovinazzo. Una decina in tut-
to. Ma lo diciamo subito: sono rom per bene. Lavorano
saltuariamente nei campi. Gli olivicoltori che hanno im-
parato a conoscerli, li ingaggiano saltuariamente. Ora per
la raccolta delle olive, ora per la potatura. Lavorano per
S.R.L.infissi metallici
lavorazione in ferroStrada vicinale Montedoro 70054
Giovinazzo tel. - fax: 080/394.58.07
attualita’
30-40 euro al giorno. Senza orologio da polso a scandire
il tempo del lavoro. Le donne si offrono per fare le puli-
zie nelle case dei più ricchi. Bari e dintorni sono i luoghi
preferiti di lavoro. Tre, quattro ore al giorno fanno 20-30
euro massimo. I rom di Giovinazzo non li vedremo mai
raccogliere la spazzatura dai cassonetti Non vivono in
tende ma in un «Lazzaretto» che li ospita. Non possono
essere dunque inseguiti dalle forze dell’ordine, nessuna
ruspa può sgomberare la loro casa, cancellare le loro trac-
ce.
«GIOVINAZZESI? BRAVISSIMA GENTE»I ROM DI GIOVINAZZOI ROM DI GIOVINAZZO
7 GIUGNO 2011
Il «Lazzaretto» come si vede in fo-
tografia è sventrato in due parti.
All’interno c’è un rifugio dove po-
tersi rifugiare dalle intemperie: qual-
che materasso per dormire, qualche
arredo di fortuna e una tv. Così i
rom si difendono dalle notti fred-
de. C’è la corrente ma non c’è ac-
qua calda e il riscaldamento. Intor-
no al rifugio, c’è un cortile. L’erba
è alta, ci sono rovi e qualche trici-
clo parcheggiato per la felicità dei
bambini. I rom di Giovinazzo si
sono insediati da due anni. In que-
sto «Lazzaretto» ci vivono due fa-
miglie. Parla uno dei due papà. Par-
la un italiano stentato, ma i concetti, nella sua testa e per
noi che stiamo lì ad ascoltarlo sono fin troppo chiari:
«Siamo cittadini d’Europa. Esistono dei diritti internazionali
che valgono per tutti, anche per noi che siamo Rom. Perchè dob-
biamo essere trattati come bestie? Che cosa abbiamo fatto di
male?». Parlano in difesa degli altri rom che quotidiana-
mente sono oggetto di accanimento da parte degli italia-
ni e che vivono nei campi-rom di Bari o nelle campagne
di Cerignola e Trinitapoli. «I Giovinazzesi? Bravissima gen-
te. Hanno sempre il cuore aperto alla solidarietà» - questo in
sintesi il pensiero nei confronti della nostra gente che li
ospita. Lavoratori precari, non accattoni I rom di
Giovinazzo hanno la fedina penale pulita, non fanno nulla
di male. Nessuno li può identificare come criminali, non
è gente dedita ai furti né taglia il silenzio cittadino con la
melodia della fisarmonica. Ci risparmia anche questo!
Non accampa alcun diritto, anche se qualsiasi persona
ha bisogno di lavarsi tutti i giorni, ha bisogno di dormire
in un letto con lenzuola pulite, di avere un tetto sopra la
testa, di mangiare bene e non aspettare alcuna mano ca-
Foto e servizio
ROBERTO RUSSO
ritatevole. La vera bestia è chi li costringe a vivere da be-
stie. Quando ci vedono, gli occhi dei più piccoli si riem-
piono di terrore. I più grandi ti invitano a non scattare
foto, a non riferire nomi e riferimenti di luogo. Non si sa
mai. Un giorno potrebbero arrivare a portarsi i bambini. Il
rischio è concreto quando i bambini cresceranno. Le fami-
glie con bambini scolarizzati potranno continuare a rima-
nere, non scolarizzati, invece debbono andar via. Invece
noi siamo venuti a portare dolci e cioccolate per i più pic-
coli. E subito i bambini cambiano aspetto. Sorridono. Le
due famiglie vivono nascoste tra gli ulivi. Magari potreb-
bero trovare un alloggio meno precario dove potersi fare
una bella doccia calda. Magari…
I rom ringraziano sempre i volontari della parrocchia. Loro
non perdono di vista gli «invisibili». Famiglie spesso con
bambini piccoli. Invece i servizi sociali non si sono mai
occupati di loro.
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9 GIUGNO 2011
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Giaguaro -
Magarelli sarà
uno dei 13mila
candidati –
sindaco del
2012?
«Stufano sarà
uno di 13mila
candidati sin-
daco. Io sarò
invece uno dei
tre-quattro
candidati-sin-
daco! E’ la
gente che me
lo chiede!»
Nome: Pantaleo
Cognome: Magarelli
Soprannome: Il giaguaro
Perché il ruggito del giaguaro 2? Significa che nel
primo episodio il giaguaro non ha colpito a morte
con il suo balzo felino?
Il primo ruggito è servito a emettere avvisi di garanzia,
denunce alla procura, esposti preventivi per il concorso
per il posto di Comandante della Polizia Municipale di
un candidatosindaco per voltaun candidatosindaco per volta
DI SERGIO PISANI
11 GIUGNO 2011
Giovinazzo, esposti successivi al fine di rimborsare an-
che le spese sostenute dai candidati per il Concorso di
Dirigente amministrativo. Ho chiesto di non far met-
tere più a bilancio le spese ordinarie e straordinarie di
30mila euro mensili della Global Service società che
fa capo ad un noto politico. Questo è il ruggito del
giaguaro1. Nel ruggito del giaguaro 2 queste persone
saranno ferite a morte.
Quando il giaguaro fallisce il colpo, non ci riprova
una seconda volta. Significa che non sei un gia-
guaro vero?
Non conosco una preda che è sfuggita dalle mie man-
dibole ed è corsa ad annunciare la notizia ai giornali.
Il tuo potere è forte e versatile. Per questo hai fatto
il salto della quaglia?
Non ho fatto alcun salto della quaglia. Natalicchio go-
verna anche con i voti miei. Il giorno in cui il sindaco
ha estromesso il mio assessore, per correttezza politi-
ca doveva anch’egli farsi da parte.
In Centro e Sudamerica il giaguaro è il Signore
degli Animali nonché il principale alleato di molti
sciamani. A Giovinazzo chi sono i tuoi alleati?
Tutti coloro che non si sentono rappresentati da que-
sta amministrazione. Politicamente il PDL e la Lista
Schittulli. Stiamo avendo anche l’appoggio della Pri-
mavera prima di Tutto di Fitto. Per non parlare di tutti
gli operatori commerciali e turistici che non abbiamo
mai – e ribadisco mai – abbandonato in questi anni di
legislatura.
Molti sciamani alla morte diventano
definitivamente giaguari. Sarà il caso del tuo fido
Dagostino?
Lui è già un giaguarino!
Il Giaguaro è il protettore delle piantagioni di mais
ma anche di tutti gli automobilisti con il vizietto
del rosso che non sanno a che animale politico af-
fidarsi?
Questo è quello che vuol far credere l’amministrazio-
ne. Io difendo i trasgressori non per il piacere di far
risollevare le case comunali. Il tempo mi darà ragione!
Facci il riassuntino. Quali sono i profili di illegitti-
mità dei due photored adesso sotto sequestro dal
parte della Procura di Bari?
1: La gara di appalto è viziata. C’è stata la procedura di
urgenza: sull’installazione di un photored non si ravvi-
sano i caratteri dell’urgenza. Cosa ancora più strana
che qualora si ravvisasse l’urgenza devono partecipare
tre ditte all’appalto. Invece risulta dalle carte che è sta-
ta la ditta Italtrafff di Manduria a proporre la propria
candidatura il 5 novembre 2010. Lo stesso 5 novem-
bre il Comandate - si legge dalle carte – affida l’incari-
co alla stesso che aveva presentato il preventivo. 2: Non
c’è collaudo né l’ufficio tecnico è stato interessato. Chi
ha dato parere favorevole è un vigile non super partes
ma interno che ha ricevuto l’avviso di garanzia e un
millantatore (altro che dipendente!) della ditta fornitrice
dell’impianto di photored 3: Il giallo anticipava di due
secondi il rosso e non di 4 sec. come sostiene l’ass.
Albrizio. 4: La foto del trasgressore viene scattata non
1 sec. dopo l’attraversamento del rosso ma contem-
poraneamente (ho visto le foto)!
E se alla fine tutti i trasgressori pagheranno il dop-
pio dell’ammenda, Giaguaro Magarelli tornerà a
ruggire tra gli Indios dell’Amazzonia?
Nel campo delle ipotesi molto remote pagheranno solo
la multa. Ma ricordiamoci che c’è un avviso di garan-
zia in corso per falso ideologico! Io resterò tra la mia
gente a vigilare sulla città.
Facci il riassuntino. Quali sono i profili di illegitti-
mità del Concorso per il posto di
Comandante della Polizia Municipale di
Giovinazzo, sospeso dall’amministrazione
Natalicchio.
La Finanziaria del governo blocca le assunzioni del per-
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Qualora se ne presenti la necessità, la figura professionaledeve essere attinta all’interno dell’Ente e magariprofessionalizzata. Senza bandire un concorso per amici,un comandante all’interno dell’Ente ce l’abbiamo già. Per-ché allora l’amministrazione ha bandito il concorso?
Ci dici in anteprima chi sarà il vincitore del concorsodi Comandante della Polizia Municipale?Non ci sarà nessun vincitore. Il concorso è stato sospeso.Io ho chiesto l’annullamento totale! Con le stesse modali-tà ho chiesto l’annullamento del concorso di Dirigenteamministrativo, anche se hanno già svolto le prove scrittee sono risultati idonei in 10! Tra questi – ma è solo un caso– c’è un nome parlante! Tranquilli: è solo un caso!Signore degli Animali. Per questo motivo una voltaall’anno diventavi «Viaggiatore tra i Mondi» raggiun-gendo i tuoi simili nella terra di Chavez con i soldiche Antonello & Co ti elargivano?Non c’è alcuna delibera di spesa né ho mai percepito uneuro per andare in Venezuela. Ho pagato io! I populismi lilasciamo a Stufano & Co.Giaguaro - Magarelli sarà uno dei 13mila candidati –sindaco del 2012?Stufano sarà uno di 13mila candidati sindaco. Io sarò in-vece uno dei tre-quattro candidati-sindaco! E’ la gente cheme lo chiede!Da quando non c’è più il tuo sciamano assessoreDagostino, mi mancano le sfilate del regista Mondellie le tette al vento delle sue modelle. Provvediamo?Abbiamo portato le bellezze di Giovinazzo in giro per l’Ita-lia. Molti commercianti hanno trovato giovamento. Ho
riempito le piazze anche nei mesi morti come gennaio. Sia-mo andati anche sul satellite. Adesso la sinistra si meritasolo le pagine nere de La Gazzetta del Mezzogiorno.
Il provvedimento che hai deliberato di cui più ti vergo-gni?Solo un po’ di rabbia: la D1.1. L’amministrazione si lasciatravolgere dagli eventi della magistratura e non fa nienteper arginare il problema sociale di tante famiglie che hannoinvestito i risparmi di una vita e non vedono la luce infondo al tunnel!Giovinazzo marcia sempre contro la mafia, anche fuoripaese. Ma non siamo mica a Corleone?Quando c’è da allestire pullman per i week-end, Giovinazzomarcia anche fuori regione contro la Mafia. Naturalmente ipullman non li paga chi ha un ruolo attivo in questa spache combatte le mafie! Li paga il comune! Li paghiamonoi!Che fine faranno le costruzioni sotto sequestro nellaD1.1?Non credo che si realizzi un’intera zona e l’amministrazio-ne non ne sappia nulla! Qualcuno che doveva vigilare nonl’ha fatto! Qualcuno paghi per le proprie deficienze!Diceva Einstein: «Solo i cretini non cambiano maiidea». A guardare il gioco delle alleanze per la poltro-na di sindaco sembra di essere davanti ad autenticiscienziati?Stufano non ha cambiato idea. Poi c’è l’altro candidato cheha cambiato il libero pensiero. Da libero pensiero è diven-tato pensiero politico. Si deve fare le ossa ma per Einsteinè uno scienziato!
13 GIUGNO 2011
Ammonirai gli avversari come hai fatto alle ammini-strative del 2007: «Ritiratevi per evitare la dispersio-ne dei voti. Ritiratevi per facilitare l’elezione di un sin-daco vero?»Lo dissi allora per spianare la strada a Natalicchio - sinda-co. Lo dico ora a beneficio dei tanti mediocri che si vor-ranno candidare. Io sarò il meno mediocre. Perciò ritira-tevi anzitempo!Parliamo del meraviglioso mondo degli animali. Par-liamo della tua lista. Perché «Io sud?» e non «NoiSud?».Io-Sud perché la scelta è personale, voglio dare un contri-buto alla storia del Sud. Noi – Sud, quando saremo unpopolo che cammina unito per la vittoria!Quali sono le condizioni che il Signore degli Animaliha dettato agli emissari di Io sud per allearsi con loro?La sen. Adriana Poli Bortone mi ha illustrato il suo pro-gramma. Io non ho dettato alcuna condizione. Per me ioSud è come dire Io – Giovinazzo.Se rispondessero le grandi famiglie dei felidi, canidi,i topi e i conigli, Giaguaro Magarelli sarebbe SubitoSindaco. Invece?Siccome risponderà non un animale ma il cittadino-elet-tore, sarò Subito Sindaco!Io Sud segue a grandi linee il modello Bossi e dellasua Lega Nord per la costituzione di un movimentoper il Sud. Da contrapporre a chi? Ad Antonello sin-daco e all’ass. Cosmo Damiano Stufano?Da contrapporre all’egemonia della sinistra che alimentale proprie lobby e relega la povera gente al ruolo di eletto- SERGIO PISANI
re-illuso!
Quanti animali - amici hai su Facebook?Quattrocento! Sono pochi per arrivare a quelli di Emiliano-sindaco?Se odo un Giaguaro ruggire, è possibile che lo spiritodi un morto stia venendo a parlarmi o forse un tem-porale stia per scuotere la mia vita, caricandomi dienergia vitale?Se odi un giaguaro quello sono io che ti sto dando la cac-cia!Il Giaguaro, animale lunare, esce a caccia soprattut-to di notte. Maestro nell’agguato attende il momentoopportuno per attaccare e ferire a morte con le suepotenti mandibole. Come mai il piromane delle autosopravvive ancora e trova nutrimento nella notte?Da quando il giaguaro vigila di notte non solo sulle pian-tagioni di mais ma anche sulle macchine, non si registra-no episodi di vandalismo!
Giovinazzo sarà la città del sole?«La Città del sole» di Tommaso Depalma è solo una cittàcostruita sulle parole fumose. Bisogna andare a leggeregli atti, acquisire i fascicoli. Tutti siamo buoni ad organiz-zare una festa patronale. Per fare il sindaco, bisogna averfatto una lunga partecipazione politica, svolto profondeesperienze di partito, anteporre i fatti alle parole. Finoadesso ho soltanto ascoltato il rosario dei buoni e cattivigiudizi. Ma le novità le stiamo tutti aspettando. Forse l’an-no che verrà!
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no aumentando esponenzialmente e sono sem-
pre più i cantieri edili e le aziende che vengono
derubate.
A ingolosire i malviventi contribuiscono sicura-
mente la quotazione del rame sui mercati mon-
diali, che nel febbraio 2011 ha raggiunto il massi-
mo storico, e la relativa semplicità nello smistare
poi la refurtiva. Per questo accanto ai ladri im-
provvisati, provenienti soprattutto dall’Europa
orientale, si sono costituite delle vere e proprie
bande specializzate nel furto dell’oro rosso, dive-
nuto, ormai, un vero e proprio business.
30 APRILE. FURTO NELLA NOTTE,
COLPO AL NETIUM CAFFÈ
Raid notturno al Netium Caffè, lungo via
Deceglie. Nel cuore della notte ignoti si sono in-
fatti introdotti all’interno dell’attività commer-
ciale, posta nelle immediate vicinanze del centro
sportivo Netium. Approfittando dell’oscurità i
ladri si sono portati sul lato dell’edificio che ospi-
ta il bar, forzando una finestra laterale. Poi, una
volta all’interno, i malviventi hanno raggiunto il
registratore di cassa e l’hanno scassinato per pre-
levare il denaro che c’era dentro. Ma il bottino è
stato a dir poco misero. Ed i ladri se la sono svi-
gnata con soli 50 euro. È stato lo stesso proprie-
tario, nella mattinata del 30 aprile, all’apertura del
bar ad accorgersi che il suo locale era stato deruba-
to ed ha prontamente allertato il numero di pub-
blica utilità 112. Sul posto sono intervenuti i Ca-
rabinieri della locale Stazione che stanno effettuan-
do gli accertamenti del caso.
05 MAGGIO. COLPO A GIOVINAZZO, RA-
PINATORE ARRESTATO A BITONTO
Nonostante abbia un “pedigree” di tutto rispet-
to ha commesso una leggerezza da sprovveduto:
ha rapinato una tabaccheria di Giovinazzo (quella
ubicata in via Molfetta, ndr) e poi è fuggito al
volante della sua auto, una Fiat Punto. E proprio
dal numero di targa, rilevato da un cittadino, i
Carabinieri della Stazione di Bitonto sono arriva-
ti al rapinatore. I militari, ai comandi del luogote-
nente Marcello Presicce, hanno bussato alla porta
di casa sua, nel centro della città bitontina, intor-
no alle ore 22.00 del 5 maggio. E il 32enne, con
numerosi precedenti penali sulle spalle tra rapine
e furti, non ha opposto resistenza e si è lasciato
portare nella casa circondariale di Bari. Secondo
gli investigatori è lui il rapinatore con il volto
travisato da cappellino e passamontagna che la
sera del 5 maggio, in compagnia di un complice
non ancora identificato, ha rapinato la Rivendita
di Tabacchi n. 7 ubicata lungo via Molfetta im-
possessandosi di poco meno di 1.000 euro in
contanti e di 13 ricariche telefoniche. Ma la sua
fuga è durata davvero poco. Nel giro di pochi
minuti, infatti, il pregiudicato è stato identificato
e consegnato nelle mani della giustizia con l’accu-
sa di rapina.
Il colpo, il quarto dall’inizio del 2011 in riva al-
l’Adriatico, è andato in scena alle ore 21.15, quan-
do due individui, con il volto travisato da cappel-
lino e passamontagna ed armati di pistola, han-
no fatto irruzione nella tabaccheria di via Molfetta.
«Fermi è una rapina», ha detto uno dei banditi.
All’interno dell’esercizio commerciale, sotto l’in-
sidia dell’arma (forse un semplice giocattolo pri-
vo del tappo rosso, ndr), i due rapinatori hanno
minacciato il titolare e due avventori (tra cui un’an-
ziana, ndr). Nessuno ha reagito, nessuno ha op-
posto resistenza nel timore che il malvivente ar-
mato potesse sparare: in pochissimi secondi i due
rapinatori sono riusciti ad impossessarsi di poco
meno di 1.000 euro in contanti, contenuti nel
registratore di cassa, e di 13 ricariche telefoniche.
I due, infine, si sono precipitati verso l’uscita,
sono risaliti sull’automobile (una Fiat Punto, ndr)
e sono fuggiti a tutta velocità. Qualcuno, però, ha
fatto in tempo ad annotare i numeri di targa, il
modello e la via di fuga del mezzo comunican-
doli al numero di pubblica utilità 112. L’accerta-
mento è stato immediato e sulla base dei pochi
elementi a disposizione, i Carabinieri della Sta-
zione di Bitonto sono riusciti a risalire
Si sente spesso parlare della rapida ascesa della
microcriminalità nel territorio di Giovinazzo.
Secondo i pareri dell’opinione pubblica è che i
malviventi (rapinatori e topi d’appartamento in
primis, ndr) sono sempre all’erta e che di sicuro
non c’è stato un calo nel numero dei reati preda-
tori, quali appunto i furti e le rapine. La realtà
però è ben diversa, infatti nell’ultimo mese
Giovinazzo non è mai balzata agli onori della
cronaca nera. C’è stato quindi un calo comples-
sivo del numero dei reati compiuti corredato
comunque 1 rapina all’interno della Rivendita
di Tabacchi n. 7 ubicata lungo via Molfetta, 5
incursioni in altrettanti appartamenti e 2 raid ai
danni del Netium Caffè, lungo via Deceglie.
26 APRILE. FURTO AL PORTO, RUBA-
TI 200 DI RAME
Hanno raggiunto il fanale rosso del porto di
Giovinazzo, posto all’estremità del molo di Le-
vante, hanno aperto alcuni pozzetti d’ispezione
e sono riusciti a portare via l’intero cavo di ali-
mentazione per caricarlo, molto probabilmen-
te, su un furgone. A scoprire il furto, nella serata
del 26 aprile, sono stati gli uomini dell’Ufficio
Locale Marittimo. Nel corso di un servizio
perlustrativo, infatti, i militari si sono insospet-
titi nel notare la mancata accensione del fanale
rosso del porticciolo giovinazzese ed a quel pun-
to si sono portati all’estremità del molo di Le-
vante. E lì hanno constatato la forzatura di nu-
merosi pozzetti d’ispezione e il furto dell’inte-
ro cavo di alimentazione del fanale rosso, lungo
circa 200 metri, «ma - secondo gli inquirenti, che
conducono le indagini - dallo scarso valore economi-
co». «Elevato, invece, - fanno sapere - è il danno
derivato dall’asportazione del cavo in rame» in termi-
ni di disagio ai diportisti ed ai pescatori
giovinazzesi, reintegro del materiale asportato e
lavoro aggiuntivo per il ripristino del regolare
funzionamento del fanale rosso.
Purtroppo, nell’intera provincia di Bari, i furti di
quantità più o meno ingenti di oro rosso stan-
la cronaca nera
NESSUN ROGO NOTTURNO GRAZIE ALCONTROLLO DEI CARBINIERI
Giovinazzo si riscopre più sicura
15 GIUGNO 2011
all’intestatario dell’autovettura, rinvenuta par-
cheggiata ancora con il motore caldo nei pressi
dell’abitazione del proprietario. L’irruzione nel-
l’abitazione del 32enne è stata immediata. Ed il
rapinatore è stato addirittura sorpreso con 13
ricariche Vodafone, proprio quelle appena rapi-
nate, ancora tra le mani.«La successiva perquisizione
dell’intera casa - spiegano dalla Compagnia di
Molfetta - ci ha consentito di rinvenire gli indumenti
utilizzati durante il colpo in quel di Giovinazzo». Nel-
l’abitazione del pregiudicato bitontino, infatti, i
militari hanno rinvenuto una felpa nera con una
evidente striscia bianca orizzontale, una giacca di
tuta ginnica, un cappellino di stoffa nera con vi-
siera e delle scarpe da ginnastica nere indossati
dal rapinatore. Lo stesso che, secondo gli
inquirenti, «ripreso dalle telecamere a circuito chiuso
dell’esercizio commerciale e con fare violento, aveva sot-
tratto poco prima il denaro e le ricariche telefoniche
all’interno della tabaccheria di via Molfetta». Tratto in
arresto, su disposizione della Procura della Re-
pubblica di Bari, l’uomo è stato associato presso
la locale casa circondariale del capoluogo mentre
la refurtiva, purtroppo non interamente
recuperata, è stata restituita all’avente diritto. L’at-
tività investigativa, però, non è affatto conclusa.
«Sì, l’indagine non è conclusa. Certo, è sicuramente a
buon punto, visto che siamo arrivati ad arrestare uno dei
due rapinatori, ma sono in corso ulteriori indagini fina-
lizzate all’individuazione del complice» è il commen-
to conclusivo degli inquirenti.
7 MAGGIO. FURTO NOTTURNO, VIA LE
SLOT MACHINE DAL NETIUM CAFFÈ
È ancora da definire, ma dovrebbe aggirarsi in-
torno ai 2.000 euro, il bottino del colpo messo a
segno nella notte tra il 6 e il 7 maggio ai danni del
Netium Caffè da una banda di malviventi. I ladri
si sono introdotti all’interno dell’esercizio com-
merciale di via Deceglie sfondando una finestra
laterale, posta nella parte posteriore della struttu-
ra. E poi, approfittando delle tenebre, hanno avu-
to tutto il tempo, visto che il locale è un po’
isolato e non confina minimamente con i com-
plessi abitativi di via Dickinson, di ripulire il regi-
stratore di cassa, ma si sono dovuti accontentare
di appena 20 euro. Prima di darsi alla macchia,
infine, hanno caricato, molto probabilmente con
l’aiuto di un’autovettura, le due slot machine
presenti nel bar, regolarmente detenute e corret-
tamente collegate con i Monopoli di Stato. Da lì
i malviventi, secondo una prima ricostruzione
fornita dai Carabinieri della locale Stazione, si
sono recati alle spalle di un casolare rurale, ad un
paio di chilometri dal luogo del furto, dove han-
no abbandonato le slot machine, dopo averle
scassinate e svuotate delle monete. «Secondo una
prima stima, dalle due slot machine, sarebbero stati
trafugati circa 2.000 euro», fa sapere il gestore del
locale che poco dopo l’alba, al momento del-
l’apertura mattutina del Netium Caffè, ha sco-
perto l’ennesimo furto con scasso. E dopo la
spiacevole sorpresa ha immediatamente allertato
il numero di pubblica utilità 112. Intorno alle
ore 08.30, infine, entrambe le macchinette, ov-
viamente senza soldi, sono state trovate abban-
donate alle spalle di un casolare rurale, in località
Sant’Antonio, assieme ad una Fiat Punto, risul-
tata rubata poche ore prima a Terlizzi, e molto
probabilmente utilizzata dai banditi per traspor-
tare le due slot machine al riparo da occhi indi-
screti. Sulla vicenda stanno ora indagando i Ca-
rabinieri della locale Stazione che, dopo aver ef-
fettuato tutti i rilievi del caso e sulla base dei
pochissimi elementi a disposizione, hanno dato
il via alle indagini per cercare di risalire agli autori
del ladrocinio.
11 MAGGIO. SENZA BIGLIETTO, AG-
GREDISCE I MILITARI: ARRESTATO
UN 26ENNE
Alla semplice richiesta di documenti ha aggredi-
to due militari dell’Arma dei Carabinieri tentan-
do la fuga. Ma dopo qualche metro è finito in
manette. Si tratta di un 26enne nigeriano, di cui
non sono state fornite le generalità, arrestato
l’11 maggio a Bari dai Carabinieri della Stazione
di Bari Scalo intervenuti su richiesta di due colle-
ghi, liberi dal servizio rispettivamente di quella
Stazione e del Comando Provinciale del capo-
luogo pugliese. I militari, in viaggio su un treno
delle Ferrovie dello Stato lungo la tratta che col-
lega Barletta a Bari, giunti allo scalo ferroviario
di Giovinazzo, sono intervenuti per un alterco
tra il controllore ed un extracomunitario, sprov-
visto del titolo di viaggio, che rifiutava di farsi
identificare. Dopo essersi qualificati, alla richie-
sta dei documenti da parte degli operanti, il
26enne, andato completamente in escandescen-
za, ha tentato invano la fuga dopo averli aggre-
diti e minacciati. Ma bloccato dopo qualche me-
tro è stato tratto in arresto e poi associato pres-
so la casa circondariale di Bari dove dovrà ri-
spondere di violenza, minaccia e resistenza a
pubblico ufficiale.
16
17 GIUGNO 2011
Giovinazzo al passo con i tempi e la mobilità sostenibile. E’ quello che
avverrà, in due tranches, quando si metterà materialmente in moto la
macchina organizzativa del Comune dopo aver approvato, con deter-
minazione n.41 del 01/10/2010, il documento programmatico per la
rigenerazione urbana relativo al Piru (programma integrato di
rigenerazione urbana). Un atto dovuto per avere accesso ai fondi co-
munitari relativi all’asse per lo sviluppo del Territorio e delle Aree
Urbane e la riqualificazione di quartieri, edifici pubblici, e infrastruttu-
re di rilevanza sociale.
Il Comune ha individuato come intervento strategico proprio la rea-
lizzazione di due aree di parcheggio attrezzate come centri intermodali
di scambio del percorso ciclabile (bici-auto) per il quale è stato
quantificato un importo di 2milioni di euro. Adesso però c’è tutta una
fase burocratica da sciropparsi (la prima fase del progetto in sostanza)
per l’affidamento del servizio di assistenza al responsabile unico del
procedimento, l’ingegnere Daniele Carrieri, funzionario del Comu-
ne, per redigere gli studi di fattibilità degli interventi previsti nel docu-
mento programmatico: le figure ricercate sono ingegnere o architetto
o laureati in economia e commercio o giurisprudenza esperti nella
gestione dei programmi comunitari. Tutti i dettagli però sono a di-
sposizione sul sito www.comune.giovinazzo.ba.it.
Questa prima fase costerà alle casse del Comune 3mila e 600euro, il
resto finanziato con i contributi comunitari. Nel secondo step il
prescelto supporterà gli uffici comunali nella redazione dei progetti
esecutivi dei singoli interventi ritenuti finanziabili dalla Regione Puglia:
si procederà con il progetto se verranno soddisfatte tutte le condizio-
ni di ammissibilità al finanziamento pubblico.
palazzo di citta’
2MILIONI DI EURO PER LA REALIZZAZIONE
DI DUE AREE DI PARCHEGGIO ATTREZZATE
DI MARIANNA LA FORGIA
La loro è una bat-taglia per un dirit-to. Una battagliaper la civiltà e lademocrazia. Quel-la di lasciare liberoil cittadino di espri-mere il proprioconsenso o menodopo essersi informato e aver valutato. Eccoquello che tira fuori dal cilindro il gruppogiovinazzese «Sì per l’Acqua Bene Comune» chesi è da pochissimo costituito per fare infor-mazione, sensibilizzazione ed approfondimentosulle ragioni del ‘sì’ al prossimo referendum del12 e 13 giugno.L’adesione è partita abbastanza bene (18 i ri-scontri finora) ma gli obiettivi sono più alti,soprattutto se bontà fa rima con «questione diprincipio». E domani nella sede del centro cit-tadino di Azione Cattolica (palazzo Vescovile,via Marco Polo) si terrà un altro incontro perfare il punto della situazione: a coordinare i la-vori e il neonato gruppo è Vincenzo Castrignanopronto a illuminare i cittadini sui pericoli di unapossibile privatizzazione di un bene comune inconnessione con le conseguenze della determi-nazione della tariffa del servizio idrico integra-to in base all’adeguata remunerazione del capi-tale investito. Il principio è quello di pensareall’acqua come un bene il cui accesso non puòessere oligarchico e antidemoctratico, né un en-nesimo business su cui mettere le mani perorientare la classe politica alla monarchia eco-nomica: l’acqua deve essere collettivamente conla partecipazione diretta dei lavoratori, dei cit-tadini e delle comunità locali come garanti del-la giusta ed equa distribuzione dei beni per nonessere sacrificati in nome di un’iniziativa priva-ta della quale non si riescono a prevedere concertezza i limiti, i contorni e i risultati.
Aspettando il
Programma integrato
di rigenerazione urbana
Sì per l’acquabene comune
MARIANNA LA FORGIA
18
19 GIUGNO 2011
Giovinazzo è in scena già da un bel po’, ilsuo bel tendone è gonfio e da lì sta per sal-tar fuori non la donna cannone ma, si spe-ra, la coscienza di ogni cittadino-spettatorestanco di guardare i soliti saltimbanchi e lesolite attrazioni. Qualcuno a Giovinazzosente il bisogno di alzare la testa, di disto-gliere lo sguardo dall’arena del circo e diguardare altrove? Riaccendiamo la città, lacittà di Tommaso Depalma. Non solo unmanifesto programmatico, un 6x3 all’ame-ricana che campeggia dopo il sottopassodi via Bitonto. Ma una comunione di inten-ti, un programma condiviso su cui discute-re e a cui far seguire un alacre lavoro perrealizzarlo.«Smettiamo di chiederci cosa la città può fare pernoi , rimbocchiamoci le maniche e iniziamo a farequalcosa per lei ...» - legge su facebook chiun-que voglia avere maggiori informazioni sullanatura di questo appuntamento. Non unsemplice invito ad un pubblico incontro,rivolto a tutti coloro che hanno ancora acuore le sorti della città in cui vivono e cheintendono liberare Giovinazzo dalla coltredi fumo grigio che la sta avvolgendo spe-gnendone vivacità e colori. Non un sempli-ce messaggio da comunicare, ma un mes-saggio vero: change, cambiamento. L’in-tento è quello di creare una partecipazionevera, sentita, concreta e dal basso e mobili-tare il maggior numero di persone ripor-tando una speranza che al momento sem-bra riposare sotto chissà quali ceneri. A più
Questa volta non si tratta di un’intimidazio-ne del piromane di Giovinazzo nétantomeno di uno slogan pubblicitario adeffetto. È un imperativo, un sogno da con-dividere con i cittadini volenterosi. Noi deLa Piazza non potevamo mancare alla pri-ma del candidato sindaco TommasoDepalma (si scrive de + il cognome, il com-plemento d’origine tutto attaccato). Noi deLa Piazza non potevamo mancare per rife-rire su queste colonne del sogno diTommaso Depalma di riaccendere la città. Iltempo è galantuomo e dirà se quel sognosarà una melodia sul telefonino di un cimiterodi campagna di Battisti. Intanto conosciamomeglio il primo candidato -sindaco ufficia-le per la poltrona del 2012. Conosciamomeglio Tommaso è un eufemismo. Perchésu noi de la Piazza abbiamo scritto a metàla sua agiografia. Tommaso. Un meritoglielo riconosciamo da subito: come unbuon formaggio Locatelli, TommasoDepalma sa fare le cose per bene. Ed eccoil banditore in giro per le strade due giorniprima ad annunciare questo meeting citta-dino. Non un semplice passaparola, un «civediamo in piazza domenica sera». I mani-festi all’americana, le newsletters a tutti ifriends di facebook, gli oratori di grido cheinformano l’annunciazione della prima diTommaso Depalma. E allora, «Venghino, si-gnori, venghino». Non alla solita fiera del ridi-colo, al teatrino di marionette o al circo difenomeni da baraccone. Il circo di
LUTTO
di un anno dalle prossime amministrative ènecessario sì fare il punto della situazionema anche proiettarsi nel futuro per costru-ire la città in cui desideriamo vivere. Conti-nuiamo a fare il riassuntino a margine dellaprima di Tommaso Depalma. Gente ce n’è.E pure tanta. Ma gli astanti sembrano diascoltare il comizio di un Beppe Grillo dipaese. Insomma il solito refrain che riferia-mo…. «Stufi dei soliti brodini elettorali, dei pro-grammi copia-incolla che non dispensano altro chepolvere negli occhi degli elettori, occorrono proposteserie ed in linea con i sogni e i bisogni reali dei citta-dini. Ma prima di tutto serve una nuova mentalità,non più asservita alla logica del potere e del cliente-lismo che impera ormai a tutti i livelli di politica.Occorre una ventata di aria nuova che investa nonsoltanto le regole del gioco ma anche i programmi.Solo con regole improntate alla onestà, alla traspa-renza e all’efficienza si possono stilare programmiche siano davvero espressione del comune sentire deicittadini e che apportino benefici a tutti. Obiettivoprioritario per Giovinazzo era e continua ad essereil potenziamento del turismo attraverso politiche disviluppo delle infrastrutture, di rilancio dei prodottiagricoli, di riordino cittadino, di cultura e sicurez-za. Tante finora le ombre sulla politica condotta aGiovinazzo e numerosi i problemi: discarica, vigiliurbani, multe e grattini, affitti dei locali comunali,edilizia, sperpero di contributi e sussidi, pubblicitàmediatica negativa, per citarne solo alcuni. Quellache in definitiva si sta tentando di attuare a livellolocale è una ‘rivoluzione copernicana’, un nuovo mododi fare politica che passi anche attraverso i voltinuovi di cittadini capaci non solo di prendere impe-gni ma soprattutto di mantenerli.Come ogni rivolu-zione che si rispetti è necessario il contributo di cia-scuno. Cambiare si può, ma occorre innanzituttovolerlo e poi impegnarsi nel piccolo ad attuarlo conl’idea di fondo che ciascuno di noi è utile e può con-tribuire alla comune causa di ritornare a far splen-dere il sole a Giovinazzo. Il tempo dei rimpianti edel ‘piangere sul latte versato’ è ormai andato. Biso-gna guardare oltre. Bisogna sentirsi parte di unprogetto a prescindere dal ruolo che si riveste. Offri-re una buona prestazione senza badare sempre agrandi risultati». La platea alla fine gradisce illibero pensiero. Torna a casa con un con-vincimento in più: il rampollo dell’architet-to di Dio proverà a traghettarla dalle paro-le ai fatti. GIUSY
PISANI
«Riaccendiamola città»
DI GIUSY PISANI
«Riaccendiamola città»
il fattoil fatto
20
DI SERGIO PISANI
21 GIUGNO 2011
NEL MONDO. Sull’ultimo numero de La Piazza
l’ingegner Nick Palmiotto, nella sua consueta corri-
spondenza dagli Stati Uniti, con lucido realismo,
dopo un’intera vita lavorativa spesa nel settore
energetico, ricordava a tutti noi che non esistono,
attualmente, scorciatoie per colmare il deficit di ener-
gie senza che vengano prodotti veleni e morte.
Queste parole non saranno piaciute alle anime belle
ed ipocrite che a tutti i livelli agiscono da gruppi di
potente pressione mediatica sull’opinione pub-
blica nazionale. Il pensiero del nostro ingegnere è
stato confermato dal Presidente Obama che ha deci-
so di far riprendere le trivellazioni nel golfo del
Messico e in Alaska. La sua decisione frutto del
realismo e del pragmatismo a cui tutti i presidenti
americani, alla fine sono da sempre stati fedeli, è
frutto di alcune considerazioni. Il prezzo del pe-
trolio è in aumento, è arrivato a 4 dollari al gallone
e le altre fonti nell’immediato non possono ga-
rantire la quantità di energia di cui ha bisogno l’eco-
nomia americana per continuare a crescere. Inoltre
Cina, India e Brasile, ma in particolare la Cina, non
andranno tanto per il sottile pur di conquistare
quantità di energia, petrolio soprattutto ma non
solo, per garantire la propria costante crescita pro-
duttiva. Non baderanno a spese e la Cina ormai
agisce da superpotenza senza alcuno scrupolo. Il
presidente Obama sa benissimo che le elezioni
presidenziali del prossimo anno si giocheranno
principalmente sui problemi interni e l’importan-
tissimo risultato ottenuto con l’uccisione di Osama
Bin Laden sarà in parte dimenticato. Gli americani
voteranno influenzati in modo determinante dal-
la situazione economica ed anche il prezzo della
benzina avrà il suo peso sulle decisioni dell’eletto-
rato americano. Il presidente Obama, nella campa-
gna elettorale presidenziale, aveva più volte sotto-
lineato la volontà di incentivare la produzione di
energia da fonti alternative. Non ho motive di
pensare che abbia accantonato la volontà di segui-
re questa strada, in questo Nick Palmiotto potreb-
be aiutarmi, ma la recente decisione di riprendere
le trivellazioni appare come se non una sconfes-
sione del suo programma quantomeno un
ripensamento profondo della politica energetica
nazionale. Questa scelta è frutto della situazione
contingente, della constatazione che il tempo gio-
ca a sfavore e la ‘fame’ di energia a prezzi ragione-
voli non può essere soddisfatta nell’immediato
che con i mezzi classici. E’, certamente, affasci-
nante parlare del futuro ed un qualsiasi leader
politico deve avere la dimensione, la visione del
domani ma deve avere la capacità di coniugare
tutto ciò con la gestione del presente. Non ho
notizie di polemiche politiche sul provvedimen-
to di Obama da parte del partito repubblicano
che, più volte in alcuni suoi esponenti come Sarah
Palin, si era dichiarato a favore della ripresa delle
trivellazioni petrolifere.
A GIOVINAZZO. Nelle nostre famiglie in una
situazione di difficoltà economica si tende a ri-
sparmiare, a tirare la cinghia. Da noi, anche nella
nostra Giovinazzo, si preferisce criticare la penu-
ria di risorse degli affamatori al governo. Nessu-
na riflessione su ciò che si può e si deve fare sul
versante dei risparmi. E’ facile spendere, difficile
risparmiare. La politica del risparmio che benin-
teso dovrebbe coinvolgere tutti dal governo, al
parlamento, alla regione, alla provincia fino al co-
mune. Brutto ma necessario. Ed a questo pro-
posito, mentre scrivo apprendo la notizia che il
direttore del Fondo Monetario Internazionale
Dominique Strass - Kahn è stato arrestato con l’ac-
cusa di violenza sessuale su una cameriera di un
lussuoso albergo di Manhattan. Non entro nel
merito delle accuse ancora tutte da confermare e
provare ma la notizia emblematica è che il costo a
notte della stanza è di 3.000 dollari a notte. Il
probabile candidato socialista alla presidenza della
repubblica di Francia stava per decollare alla volta
dell’Europa per un incontro sui nuovi sacrifici
imposti dal FMI, da lui diretto, alla Grecia. Pen-
so che per chiedere altri pesanti sacrifici bisogne-
rebbe essere un po’ più morigerati nelle spese. La
stanza a 3.000 dollari a notte, figuriamoci il resto.
Questo offre anche la prova che spesso in Italia
soffriamo di un complesso di inferiorità o, se
volete, di provincialismo. Ogni mondo è paese e
anche all’estero non scherzano in quanto a spre-
chi. Di fronte a queste notizie i nostri piccoli avve-
nimenti locali appaiono dettagli inutili. Forse vale
la pena comunque spendere qualche parola sulle
notizie degli ultimi giorni. Da GiovinazzoLive ap-
prendiamo da un articolo del 12 maggio, con tan-
to di testimonianza fotografica, che anche nel no-
stro piccolo non ci facciamo mancare niente. Non
so quanti ricorderanno il «patto della crostata» si-
glato nel 1996 da Berlusconi e D’Alema con il
quale, si disse, i due si accordarono per tornare
protagonisti della scena politica nazionale. Ebbe-
ne a Giovinazzo, ecco servito il patto delle ostri-
che. Mica pizza e fichi. Due protagonisti della sce-
na politica giovinazzesi, due di peso non due qua-
lunque, il plurivotato assessore Cosimo Damiano
Stufano e l’ex sindaco Antonio Berardi, entrambi
del PD ma di provenienze diverse, avranno sigla-
to il patto per le prossime amministrative? Si
saranno accordati sul candidato sindaco e su tutto
il resto? Avranno pianificato l’emarginazione del-
la parte del PD che non li vorrebbe emarginare? O
semplicemente, dopo aver gustato olive e mozza-
relle, avranno deciso l’equa spartizione delle ostri-
che ancora sul tavolo? I sorrisi e la convivialità
dell’immagine farebbe pensare a una familiarità
non solo culinaria. Vedremo. Al «patto delle ostri-
che» hanno risposto idealmente dal terzo polo
con una «nuova» proposta alla città. L’accordo po-
litico elettorale fra l’UDC di Savino Lasorsa, il FLI
di Sara Achille, il gruppo dell’ex sindaco Pasquale
Stufano e l’associazione Nuova Giovinazzo di cui
non ho capito se faccia ancora parte il consigliere
comunale Filippo Cortese ex lista Palmiotto e ora
Forza Italia. Sì, Forza Italia, secondo il sito del
Comune di Giovinazzo, il consigliere risulta ap-
partenente al gruppo del partito sciolto da tempo.
Sarebbe il caso di aggiornarlo oppure il gruppo
esiste ancora? Fatelo sapere a chi aggiorna il sito.
Caspita ! Che novità! Tutti si affannano a dichia-
rarsi nuovi, a elaborare un nuovo progetto politi-
co, una nuova Giovinazzo. Ma siamo sicuri che
basti dichiararsi nuovi per esserlo realmente al di
là delle più o meno lunghe e ondeggianti militanze
politiche?
Dal patto della crostataal patto delle ostriche
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23 GIUGNO 2011
Volevo scrivere la solita satira da quattrosoldi. Ma il mio umore è sotto i piedi. Chis-sà se me lo risolleva Tommaso con la suacittà del sole. Si dice che un sorriso muovei 40 muscoli del viso.«Riaccendiamo la cit-tà», con una foto di auto bruciate, ha allena-to i miei muscoli mimici senz’ala necessitàdi guardare il film di Pierino torna a scuola suTeleNorba. Spero che abbia fatto anchesperare agli inquirenti che il piromane diGiovinazzo avesse tirato giù la maschera.Sergio Pisani tirando un sospiro di sollievo,dopo aver pubblicamente sfidato il serialkiller delle auto locali», ha disdetto la poliz-za incendio sulla propria vettura. Certo chequesto candidato, o chi per lui, parte conun illecito amministrativo: ha imbrattato lacittà di manifesti posti in ogni dove. Senzapagare spese di affissione e senza preoccu-parsi di una prima regola di chi vuolecandidarsi ad amministratore. Avrebbe do-vuto dare il buon esempio e rispettare ildecoro della città. Invece, il nuovo si affac-cia con il vecchio sistema del «più bombardovisivamente più il mio movimento entrerà nell’incon-scio degli elettori». Ma sono piccoli errori diingenuità che certamente la gente vorrà per-donargli, redarguirlo potrebbe fargli benevista l’avventura in cui si è cimentato. Piùdrastica invece sarà la terapia contro il «Dioè con noi». Agli iscritti di Facebook, un bel
dì arrivò una newsletter che ripor-to parzialmente: «Stamattina sonouscito di casa alle 6,00 e già campeg-giava un sole fantastico e ripensando agliultimi giorni grigi e piovosi ho pensatoche la natura ci passa messaggi straor-dinari che spesso non comprendiamo. Ilsole stamattina, voleva dirci che dopo ilbrutto arriva sempre il bello, l’impor-tante è saperlo riconoscere e apprezza-re». Insomma non esistono più lemezze stagioni. Vabbè, non èl’unico nuovo candidato che si af-faccia sulla scena politica in pre-visione delle amministrative del2012. Leggo su un giornale online: «La passionaria della politicagiovinazzese (Sara Achille) battezza il suo movi-mento dichiarando che si era allontanata dalla po-litica perché nauseata…». Mi tocca per doveredi onestà e cronaca fare un passo indietro.Non fu la stessa ad essere allontanata daglielettori quando candidandosi nelle ultimeamministrative non solo non risultò elettaconsigliere comunale, ma neanche la primadei non eletti? A volte, si sa, la passione ac-ceca e fa dire e scrivere cose un po’ distantidalla realtà. Noi elettori crediamo nella buo-na fede di tutti coloro che si affacciano adamministrarci. Lo dimostra la nostra bellacittadina ridotta ai minimi termini. Un sin-
candidamenteDI BRUNO LANDO
A Giovinazzo scende in campo NeroneMANIFESTO SHOCK DEL CANDIDATO SINDACO TOMMASO DEPALMA
daco che inizia il countdown segnandocome un carcerato le croci sul calenda-rio ai giorni che mancano alla fine delsuo mandato, una opposizione che si op-pone a se stessa e tante lotte intestine nelcentro sinistra a chi dovrà candidarsi.Volevo scrivere la solita satira da quat-tro soldi. Ci ho provato, ma l’umore èsotto i piedi. La mia città oggi sembraun’escort da 4 soldi, incapace di chiede-re l’adeguata somma per una prestazio-ne degna di questo nome. Aspetto.Aspettiamo che il sole ci ricordi che«dopo il brutto arriva sempre il bello»
24
25 GIUGNO 2011
26
DI VINCENZO
DEPALMA
Nelle abitazioni moderne, anche se di
rado, si possono ancora trovare nell’ar-
redo tracce di queste apparecchiature
ormai ridotte più a preziosi pezzi di an-
tiquariato che a effettivi strumenti di
uso quotidiano. Ignote ai giovanissimi
e conosciute almeno di vista dai gio-
vani, tali apparecchiature rivestivano
ai miei tempi un’importanza fonda-
mentale, molto difficile da spiegare
oggigiorno.
Comincerò a parlarvi della radio. Pri-
ma e durante la guerra potevano per-
mettersela solo i ricchi. Ricordo che in
questo periodo, per poter ascoltare la
clandestina «Radio Londra», per il cui
ascolto si rischiava la galera, cercava-
mo informazioni per costruirci
apparecchiature chiamate «radio a
galena» con le quali qualcuno riusciva
a captare, nonostante le numerose sca-
riche elettriche, qualche parola della
controinformazione fascista. Un lun-
go filo di corrente, collegato ai ferri del
balcone, fungeva da antenna. Dopo la
guerra la radio ha cominciato a diffon-
dersi sempre più entrando a pieno ti-
tolo nell’arredo della casa come bene
prezioso. Vecchie apparecchiature a
valvola cu mobile a fare bella mostra di
sé jnze o salotte.
Tra le molteplici marche, molto rino-
mate erano le Radiomarelli, la Geloso,
l’Allocchio Bacchini. Quest’ultima
aveva addirittura l’occhio magico, cioè
un dispositivo munito di un diafram-
ma luminoso di colore verde che con-
sentiva di centrare la stazione radio.
L’EIAR era l’unico operatore
radiofonico che trasmetteva nell’Italia
fascista. Si poteva dunque ascoltare
una sola stazione, le altre era difficile
se non addirittura impossibile captar-
le. Anche chi non aveva la fortuna di
possedere una radio poteva ugualmen-
te ascoltarla perché quando c’erano tra-
smissioni interessanti qualcuno mette-
va a disposizione finanche la propria
casa mentre i più aprivano porte e fi-
nestre alzando la radio a tutto volume
quasi a voler rimarcare ca jè, la radie la
tenghe! Facile immaginare le liti che ne
scaturivano specie ad opera di qualche
malato che, in modo molto colorito ma
efficace gridava: «La puttene! Manghe ne
picche de rispette pe’ nu cristiene ca ste pe’
mereje!».
Quando trasmetteva il maestro Cinico
Angelici con la sua meravigliosa orche-
stra ed i suoi apprezzati cantanti Gino
Latilla, Nilla Pizzi, Natalino Otto e Al-
berto Rabagliati, tutto il paese si fer-
mava ed anche se non possedevi la ra-
dio era sufficiente passeggiare per stra-
da per non perdersi neanche un pezzo.
Tutte le radio erano sintonizzate sulla
stessa lunghezza d’onda; usci e finestre
inondavano di suoni le stradine di
Giovinazzo.
La radio era anche occasione di incon-
tro per noi giovani. Si andava nei cir-
coli e ci si riuniva intorno alla radio per
ascoltare le radiocronache delle parti-
te e i commenti sportivi del Giro d’Ita-
lia e del Tour de France.
Mentre la radio trasmetteva solo in ora-
ri prestabiliti, per ascoltare a
piacimento musica e canzoni sopperiva
il grammofono. Ricordo quello di casa
«La voce del padrone» con la targhetta
smaltata raffigurante un cane in posi-
zione di ascolto e la grossa tromba con
i colori dell’iride, che attirava l’atten-
zione di quanti venivano fatti accomo-
dare nel salotto. Su quell’apparecchio
si appoggiavano i dischi in vinile a 75
giri che era possibile ascoltare solo dopo
aver dato la carica al grammofono con
la manovella a mano. Dopo ogni disco
si doveva provvedere a cangè la pundine
del braccio mobile che si poggiava con
estrema delicatezza sui dischi pe’ non falle
arraschè.
All’epoca i motivi in voga erano Mam-
ma, O sole mio, Funiculì funiculà, ‘O
marinariello. Subito dopo la guerra, con
l’avvento du pibigas, da Caporizzi si po-
tevano acquistare i primi fornelli a gas
ed i primi giradischi. Un motorino elet-
trico aveva sostituito la manovella a
mano del grammofono. Rimaneva solo
il fastidio di dover cambiare la puntina
ad ogni disco. Che bel periodo per noi
ragazzi! Il giradischi fu l’inizio della
socializzazione tra ragazzi e ragazze e
specie per noi studenti che ogni tanto
trovavamo un motivo buono per balla-
re. Il giradischi si collegava all’audio
della radio, si toglieva il tavolo di mez-
zo, si disponevano un po’ di sedie lungo
le pareti e si dava inizio alle danze. Si
ballavano valzer, fox-trot e slow. Per
rendere le serate più allegre si passava-
no cicere sfritte, frsidde e nu bicchierine di
Vermouth previa colletta fatta dai maschi.
Le canzoni al giradischi erano piacevol-
mente ascoltate dalle donne mentre sbri-
gavano le faccende domestiche. Impa-
rati i testi a memoria, non mancavano
di accompagnare le canzoni con la loro
voce, cercando anzi di sovrastare quel-
LA RADIE, U GRAMMOFENE
E U GIRADISCHE
LA RADIE, U GRAMMOFENE
E U GIRADISCHE
27 GIUGNO 2011
la del cantante stesso. Quando il disco piaceva,
lo si rimetteva a suonare anche più volte nel-
l’arco di una stessa giornata.
Come per la radio, anche per il giradischi era
possibile ascoltare le canzoni dalle porte e fine-
stre aperte, con il volume al massimo.
Era arrivata nel frattempo l’era di Giacomo
Rondinella e soprattutto quella del grande Clau-
dio Villa. In via Veneto, dove abitavo, nel
sottano sottostante casa mia, abitava una don-
na di Molfetta, La frastere. Impazziva per i gor-
gheggi di Villa quando cantava Luna Rossa.
Molto spesso anticipava le parole della canzo-
ne trepidando quando arrivava al punto “Oggi
mi guardi e fai l’indifferente, sei senza cuore, non hai
pietà di me”. Solo che il termine “indifferente”
doveva essere troppo difficile per lei che, a voce
dispiegata, cantava: “Oggi mi guardi e fai la diffe-
renze”. Inutile raccontarvi i nostri commenti.
Oggi radio, giradischi e patetiche canzoncine
sono quasi del tutto scomparse. Ragazzi e ra-
gazze vanno in giro con auricolari infilati nelle
orecchie improvvisando mosse di ballo. La mu-
sica è solo per loro, a loro esclusivo uso e con-
sumo. Di rado si vede passare qualche auto,
munita di potente stereo, con il volume a palla
che riverbera forti e ritmici rumori che fanno
sobbalzare sia gli occupanti dell’auto che l’au-
to stessa. E’proprio vero che hanne passete chidde
timbe!
COMPLIMENTI VINCENZONEW YORK. Vincenzo sei un genio perché hai inventato (anche se virtual-mente) la macchina del tempo.... Caro Vincenzo, se mi permetto un tono cosìconfidenziale con te è perché, dopo averti conosciuto personalmente per laprima volta a Giovinazzo nell’estate 2009, ho immediatamente capito d’averincontrato un uomo dalle apprezzabili doti comunicative, degno di ammira-zione e massima stima, ed inoltre di aver acquisito la tua inestimabile ed in-condizionata amicizia. Da fanciullo in occasione dei periodici incontri di fa-miglia, i miei nonni materni Gaetano e Nunzia Santoro spesso menzionavano lafamiglia Fasano tra gli amici di vecchia data, ed in particolare parlavano di unloro figlio, domiciliato a Bari e particolarmente portato per la meccanica, cheaveva dedicato parte della sua vita all’attuazione di un fantasmagorico pro-getto purtroppo mai realizzato: il moto perpetuo. Invece tu hai inventato «Lamacchina del tempo». Leggo con estremo piacere le tue memorie, frutto diesperienze vissute, che mi riportano indietro nel tempo con struggente no-stalgia e che mi fanno porre un interrogativo: non erano forse quelli i ‘beitempi’ se paragonati agli odierni? Non erano quelli i ‘bei tempi’, quelli in cuila parola “semplicità’ regnava sovrana nel nostro caro paesello superando leattuali reciproche cattiverie, calunnie e ipocrisie? Non erano quelli i “bei tem-pi” quando i bambini con un tappo di bottiglia di birra facevano “il girod’Italia” oppure aspettavano con ansia la befana ed erano felici anche se lacalza conteneva un paio di mandarini, qualche cioccolatino o gomme damasticare “americane” e a volte carrube cosparse da un sottile velo di zuc-chero? Oggi invece per appagare le esigenze della nuova generazione è neces-sario accendere un mutuo: evviva il progresso. E potrei continuare, ma mifermo per evitare di tediarti. Caro Vincenzo cerca, fruga, scava, indaga perchènon venga mai interrotto il corso di questo meraviglioso meccanismo da tecreato. Continua a dilettarci con le tue esperienze. Continua a farci viaggiarein questo nostalgico sogno, perchè quando leggiamo le ultime parole del tuoscritto si ha la sensazione di essere giunti ad un capolinea e trepidanti aspettia-mo il seguente numero de “La Piazza” con la speranza, che ci trascini ancorauna volta in questo fantastico viaggio indietro nel tempo alla riscoperta dellanostra cultura. Confidando in un tuo riscontro, ti saluto con stima ed affetto. ROCCO STELLACCI
28
29 GIUGNO 2011
Il miglior posto dove valga la pena vivere?Sicuramente nel nostro Sud. E chi lo dicenon è la solita indagine basata sugliinoppugnabili ma limitati parametri dellavivibilità ‘civile’ riscontrata al momento, maquello che da sempre è stato e resta il piùattendibile specchio di tempi e costumi: ilCinema. Ed è infatti un Sud che straripa,che spopola quello che emerge dal Daviddi Donatello del 2011 (l’Oscar italiano delCinema ). Successo annunciato (e plausibil-mente pianificato per la ricorrenza dei 150anni dell’Unità d’Italia) se la Giuria ha pre-miato in casa nostra, e se vogliamo pure ad
abundantiam, il risorgimentale e bello «Noicredevamo» di Mario Martone con 7statuette su 13 candidature, il vero grandedato di quest’anno su cui riflettere è inveceil numero impressionante di nomination concui film dai titoli inequivocabili come «Ben-venuti al Sud» (10) e «Basilicata coast tocoast» (8) si sono presentati al notissimoappuntamento romano. Se poi si dovessetenere pure in conto il successo tutto bare-se e personale di Checco Zalone (GloboD’oro 2010 per ‘Cado dalle Nubi’, 1°pre-mio 2011 al BiFest di Bari per «Una bellagiornata» ma soprattutto il suo record as-soluto come film italiano più visto di tutti itempi) beh, non ci vuole né un ragionierené un genio per capire l’appeal straordina-rio che sono in grado di esercitare la nostraterra e i suoi straordinari valori quale mate-ria prima alla base di tutte queste afferma-zioni. Tralasciando il resto per motivi dispazio e di pertinenza, appuntiamo però lanostra attenzione sul vero grande exploitdi questo David, e cioè il fenomeno RoccoPapaleo. Già premiato al TraniFilmFestival2010, è in occasione di questo Premio chei suoi tanti talenti hanno però avuto pieno
ed inconfutabile ricono-scimento. Ricordandoanche la candidatura diPapaleo come miglioreattore non protagonistain «Nessuno mi può giu-dicare», veniamo peròora alla grande rivelazio-ne di questa manifesta-zione e cioè al suo bellis-simo ‘Basilicata coast tocoast’ . Otto nominationtra cui quella più impor-tante come miglior film
(queste le altre: migliore
sceneggiatura – Papaleo eValter Lupo, miglior pro-
duttore - Isabella Cocuzzae Arturo Paglia, migliore
attrice non protagonista – Claudia Potenza, mi-
glior fonico di presa diretta – Francesco Liotard)sono ben tre le statuette assegnate: oltre alprestigiosissimo David a Rocco Papaleocome miglior regista esordiente, quelloper miglior musicista, sempre a lui in cop-pia con Rita Marcotulli per Basilicata coast to
coast ed infine quello per la migliore can-
zone originale a Mentre dormi di MaxGazzè e Gimmi Santucci. A bocca asciuttala nostra Puglia (il più che meritevoleVallanzasca – Gli angeli del male del nostroMichele Placido è purtroppo restato al palodelle nomination per le troppe polemicheche l’hanno accompagnato) non abbiamocomunque di che lamentarci perché la vit-toria di Rocco Papaleo è un po’ anche no-stra ed in modo particolare di Giovinazzodove lui è stato e di cui è rimasto letteral-mente affascinato (vedi nostra intervista-vi-deo su giovinazzo.it). Giusto ricordando unafrase di un suo amico attore pugliese che gli
è molto cara «Se apri il cofano della Puglia,ci trovi la Basilicata», non posso che aggiun-gergli di non dimenticare che a Giovinazzoc’è sempre e comunque anche un pezzo del-la sua Lucania. Ma cosa ancor più impor-tante è che questo è il posto giusto per po-ter realizzare qualcosa di veramente gran-de, sempre politica permettendo, e per il
Sud e per il Cinema.
spettacolo
Rocco Papaleo superstar ai David 2011Grandissima affermazione del regista-attore innamorato di Giovinazzo
ENRICO TEDESCHI
Rocco Papaleo premiato
al TraniFilmFestival 2010
Rocco Papaleo con il nostro Pippo Mezzapesa
David 2004 per il corto Zinanà ph.E.Tedeschi
30
E’ un classico che i padri lascino ai figli l’attività ben avvia-
ta nella quale hanno investito tutto il loro presente e futuro,
esperienza e danaro, ed è consequenziale quindi che ai fi-
glioli insegnino tutti i trucchi del mestiere perché più agile
sia il loro percorso lavorativo. Se l’impresa è di tipo familia-
re in essa confluiscono anche parenti collaterali e affini, zii,
nipoti, etc.. Purtroppo si partecipa però sia agli utili se il
bilancio è in attivo ma se è in passivo, solo per far salvo il
buon nome della ditta, ci si accolla a volte il difficile compi-
to di mantenere a galla un relitto di impresa, della quale re-
sta solo il bel ricordo negli attrezzi di cui era dotata. Magari
può anche capitare che diversi discendenti si stacchino dal
ramo principale della ditta per creare “filiali” della stessa, e
perciò il cognome “Tal dei Tali” identificherà il mestiere stes-
so, tramandato di padre in figlio, ma non la specifica impre-
sa.
Un siffatto sintetico quadro è stato suggerito dalla lettura di
due atti notarili del secolo XVII relativi ad una attività di
calderaro.
In premessa è il caso di accennare che esistono diverse città
denominate Pignano. Di una di queste di cui non è meglio
identificata la regione, erano originari nel sec. XVII erano
alcuni calderari impiantatisi a Giovinazzo, i Di Franco.
Il primo atto notarile è del notaio Giambattista Cianciola
(ASBa, p.za di Giovinazzo, sk. 18, vol. 303, f. 144) di fronte
al quale si costituirono «mastro Antonio Di Franco,
calderaro della città di Pignano accasato et habitante nella
terra di Cassano, al presente in questa di Giovinazzo noto,
da una parte, e mastro Colantonio di Franco similmente
calderaro della detta città di Pignano accasato et habitante
in quella di Bari, nec non Michele di Franco figlio di detto
mastro Colantonio et Angelo di Franco nepote di detto
mastro Colantonio similmente di Pignano, al presente in
questa di Giovinazzo, ben noti, dall’altra parte». Dei calderari
Di Franco, Antonio doveva essere il più ricco e alle sue di-
pendenze lavoravano Colantonio, con il figlio e il nipote,
oltre ad altri, nella sua «frigia o sia botega attinente al me-
stiere di calderari». Ma forse, visto che l’attività era piutto-
sto redditizia, Colantonio aspirò ad una certa indipendenza,
lungi dal tentare di costituire società col primo «perché non
hanno l’intera capitania ò sia capitale per mantenere detta
bottega». Per cominciare necessitava procurarsi la materia
prima, perciò Colantonio, col figlio ed il nipote, oltre che
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per chiedere porzioni di rame vecchio, «sono ricorsi dal
medesimo mastro Antonio acciò li dasse portione della
rame che detto mastro Antonio li giorni passati portò
da Venetia e proprie di quella che l’ill.mo sig. conte del-
la Rocca don Domenico Chiurlia ha fatto comprare in
detta città di Venetia per mezzo di detto mastro Anto-
nio, al quale le fu assegnata netta la rame sudetta». Al
desiderio di Colantonio di «lavorare e … vivere ed in-
dustriarsi con detta loro professione», corrispose quello
di mastro Antonio di «compiacere e far cosa grata alli
sopradetti padre, figlio e nepote ut supra respective pre-
senti», pertanto egli volentieri accettò di «darli portione
della sudetta rame nuova ... di detto ill.mo sig. Conte,
come anco libbre ducento sessanta di rame vecchia,
come con effetto l’hanno di già ricevuta, ascendente la
portione della suddetta rame nuova in docati
storiaDI DIEGO
ARTIGIANI GIOVINAZZ
IL CALDERARO
31 GIUGNO 2011
restituire similmente le sopradette libbre 260 di rame vec-
chia al suddetto mastro Antonio».
La famiglia del calderaro Colantonio Di Franco era in ve-
rità più numerosa avendo egli, oltre a Michele, altri due
figlioli, Nicola Francesco e Giovanni Battista, che eserci-
tavano identico mestiere come possiamo dedurre da un
successivo rogito notarile del 20 giugno 1700 sempre del
notaio Cianciola (vol. 304, f. 77). Comparvero infatti di-
nanzi al notaio da una parte sempre lo stesso «mastro An-
tonio di Franco, calderaro della città di Pignano accasato
et habitante nella terra di Cassano, al presente in questa di
Giovinazzo noto» e dall’altra mastro Colantonio col figlio
Nicola Francesco ed il nipote Angelo che fanno riferimen-
to a Giovanni Battista quando devono richiamare alla
memoria tutto il contenuto dell’atto precedente, clausole
comprese, prima di narrare quanto dovettero patire per
insolvenza. Il danaro e il rame vecchio «li sopradetti mastro
Colantonio e … figlio e nepote ut supra, le pigliarono per
capitania della loro botega di caldarari, che sin da detto
anno passato eressero fuori di questa predetta città, …
promisero et s’obligarono pagarli e restituirla al detto
mastro Antonio per tutto l’ultimo del mese d’aprile prossi-
mo passato del corrente anno 1700. ... Et essendo elasso il
tempo del pagamento sudetto e consegna di detta rame
vecchia, detto mastro Antonio intendendo voler essere
sodisfatto ..., li giorni passati fè astringere (arrestare n.d.r.)
il sopradetto mastro Colantonio nella città di Monopoli».
Tale Carmelo Penta di Monopoli però si era impegnato a
saldare a mastro Antonio il debito pendente di Colantonio,
come si deduce da una obbligazione allegata all’atto del
notaio Cianciola, «e ciò non ostante detto mastro Antonio
nel passato mese di maggio fe carcerare detto mastro
Colantonio nella terra di Cassano per la sodisfattione e
restituttione sudetta, e perchè detto mastro Colantonio e
detti suoi figlio e nepote in conto di detta partita di denaro
e rame l’hanno fatto pagare e pagato diverse summe, han
demandato e preteso sempre la terminatione et ultimatione
di detto conto per la qual causa si sono in questa città
dette parti unite». Parte del debito quindi era stato pagato,
ma la rigida pretesa del creditore mastro Antonio indusse i
Di Franco a comparire davanti al notaio, al quale precisa-
rono infatti che avevano «amichevolmente fatti tra di loro
a nostra DE CEGLIA
(parte 2^)
ZESI DEL XVII SECOLO
trecentosettantaquattro, e grana
settantatrè». L’accordo tra le parti
fu stilato con diverse clausole, per
tutelare il generoso mastro Antonio.
Infatti ricevuto il danaro, fidando
nella buona riuscita del nuovo pro-
getto d’impresa e in un bilancio in
attivo, con giuramento il padre
Colantonio Di Franco, il figlio Mi-
chele ed il nipote Angelo «ducati 374
e grana 73 … come anco le suddet-
te libbre 260 di rame vecchia per essi
ricevuta, promettono e s’obbligano
darli e pagarli e consegnarla anzi
restituirla al suddetto mastro Anto-
nio, per tutto l’ultimo del mese
d’aprile prossimo dell’anno intrante
1700». Ma gli affari sarebbero an-
che potuti andar male e pertanto fu
previsto che «per mancanza del pa-
gamento delli sopradetti ducati 364
e grana 73 come anco della restituzione di dette libbre
260 di rame vecchia nel tempo di sopra stabilito, il pre-
sente instrumento sia liquido e si possi rescindere e li-
quidare contro delli sopradetti padre, figli e nepote in
ogni corte loco et foro et avanti quasivoglia giudice».
V’era altresì la possibilità che non fosse il mercato della
richiesta e dell’offerta a condizionare le entrate econo-
miche della bottega, ma l’impegno stesso dei suoi con-
duttori, pertanto «con patto et conditione ancora che in
caso che li sudetti padre, figlio e nepote dismetteranno o
non eserciteranno la sudetta bottega prima del termine
di sopra prefisso di pagare la sopradetta summa e resti-
tuire la sudetta rame vecchia, in tal caso, et ex nunc pro
tunc che dismetteranno la sudetta bottega, siano tenuti,
conforme nella presenza nostra promettono, e s’obbli-
gano subito pagare li sopradetti docati 374 e grana 73 e
IMPRESA EdileDo.mi.ni.gi.di Donato LINZALATA
Ristrutturazioni facciate
Costruzioni in genere
TermoidraulicaVia I trav. Molfetta, 7 - Giovinazzo
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32
e con l’intervento di communi amici detti conti da quali
si scorge restar debitori detti padre, figlio e nepote ut in
docati 68 e grana 25, come da bilancio dal quale si vede
ascendere il credito di detto mastro Antonio in docati 457
e grana 3 et il suo debito in docati 388 grana 77 e cavalli
9 conchè mancano li sudetti ducati 68, grana 25 e cavalli
3. Nel qual conto e bilancio (inferius) sta posto in credito
di detti padre figlio e nepote il loro steglio (mobili ed arre-
di della bottega n.d.r.) per docati 30». Mastro Antonio
quindi, a garanzia del prestito fatto e del suo saldo, rilevò
in pegno gli arnesi del mestiere del povero Colantonio che
aveva a sua volta dei conti sospesi con terzi, elencati in
uno dei documenti allegati al rogito notarile. E’ questo un
classico d’ogni commerciante: una catena di debiti e cre-
diti che compromettono il bilancio dell’impresa.
Un altro allegato consente invece di conoscere tutti gli
arredi della bottega. «Nota del stillio restato in potere di
Mastro Antonio Franco per pegno per ducati 30 da riscat-
tarlo per tutto l’ultimo di agosto del corrente anno 1700:
sei mazze; sette magli, cinque martelli; due pali, ed una
biscorna; quattro para di tenaglie di rame et un paro di
ferro; due para di cesure; due incudinette di cavaglione;
uno strangolo; un compasso; una lima; una soppostame;
uno martello senza pistone, le quali cose pesate montano
il peso di libre 249 di più un’incudinetta, ed una stadera
quali robbe riposte tutte in un cassone di detto Mastro
Antonio».
DIEGO DE CEGLIA
Peppino Lepore, amico degli amici, l’uomo che nonha mai saputo dire di no, ha sempre aiutato tuttidurante l’espletamento del proprio lavoro. Entratonel lontano 1977 nelle Poste Italiane e dopo averprestato servizio a Milano, Polignano e Bari, ap-proda dopo 12 anni nell’Ufficio Postale di Giovinazzomostrandosi sempre zelante nei confronti degli uten-ti. Dal 2 Maggio 2011 lascia il suo Lavoro per go-dersi la sua meritata Pensione. Tanti auguri caroPeppino. E non sentirti vecchio... Il tuo divertimen-to comincia adesso! Ora che sei in pensione, saraisommerso da dubbi amletici: cosa guardare in Tv,cosa mangiare a pranzo e a cena? Ma non ti preoc-cupare: supererai anche quest’altra fase della vita!Un carissimo benvenuto dai tantissimi amici che go-dranno con te le tue giornate libere ad ascoltaretanta musica.
PEPPINO, UNO DI NOI
TUO AMICO GIOVANNI PARATO
33 GIUGNO 2011
34
35 GIUGNO 2011
la pagina dell ’emigrantee
A metà aprile la nota emittente televisivapugliese Telenorba è sbarcata a Milano conil suo seguito di giornalisti e rappresentantidel mondo della cultura, della politica,dell’imprenditoria per presentare il nuovocanale digitale TG Norba 24.La peculiarità di tale canale di informazio-ne visibile su tutto il territorio nazionale na-sce dall’intuizione dell’emittente di Conver-sano di partire dal Meridione per diffon-dersi sul territorio nazionale, non perdendola sua caratteristica tipicamente meridiona-le. La nuova iniziativa editoriale è stata pre-sentata in un convegno dal titolo “Il ruolodell’informazione televisiva nell’Italia federale: il casoTG Norba 24”, svoltosi nella prestigiosacornice della sala convegni di Palazzo Reale(accanto al Duomo). Il convegno, presie-duto dall’ing. Luca Montone, presidentedel Gruppo Norba, e moderato dal diret-tore Vincenzo Magistà, ha visto, tra glialtri, la partecipazione come relatori del pre-sidente dell’Ente Fiera del Levante, l’eco-nomista Gianfranco Viesti, del presidentedella Provincia di Bari Francesco Schitulli,della senatrice Adriana Poli Bortone, delsindaco di Bari Michele Emiliano, del vicesindaco di Milano Riccardo De Corato,dell’assessore della Regione Lombardia
Alessandro Colucci, del ministro Raf-faele Fitto, e il contributo in video con-ferenza del ministro allo sviluppo econo-mico Paolo Romani, del presidente dellaRegione Puglia Nichi Vendola, e del pre-sidente della Regione Lombardia Rober-to Formigoni.A fare gli onori di casa e a curare l’acco-glienza a Milano dei conterranei pugliesi,l’Associazione Regionale Pugliesi con il suopresidente Dino Abbascià.Di fronte al numeroso pubblico di pugliesi,di pugliesi-milanesi, di giornalisti e diret-tori di testata - mentre i canali del gruppoNorba trasmettevano in diretta intervistealle autorità intervenute – gli illustri relatorihanno rivolto grandi elogi all’emittenteTelenorba e al suo gruppo per il qualifica-to servizio di comunicazione svolto datrent’anni e per aver sviluppato tanti setto-ri legati alle nuove tecnologie e alla nuovepossibilità offerte dalla distribuzione digi-tale multipiattaforma (satellitare e digitaleterrestre). Si è entrati poi nel vivo della di-scussione esaminando il lavoro svolto daicanali di Telenorba in questi anni, avendopresente il pluralismo dell’informazione ele caratteristiche di imparzialità e originali-tà.
E’ stato spiegato che la cornice in cui col-locarsi è quella di un Sud che dialoga. Pro-prio il governatore Vendola ha evidenziatoche il nostro Sud si racconta poco e in com-penso è raccontato dagli altri, non semprebene. Ecco allora l’obiettivo di Telenorba:raccontare il Sud, le sue forze, opportunitàe intelligenze. Si tratta di un passaggio chenon riguarda solo un flusso che va da Suda Nord, ma anche, come il convegno hadimostrato, di un flusso comunicativo cheva anche da Nord a Sud, facendo prevale-re la fiducia e i fatti concreti. In questo sen-so l’intervento di Adriana Poli Bortone cheha invitato a riappropriarsi dell’orgogliomeridionale. A cui ha fatto eco il presiden-te Montrone dicendo che più cresce il Sud,più l’Italia è vicina all’Europa.Il presidente Schittulli, dopo un garbatobattibecco con il sindaco Emiliano (che hafatto crescere l’interesse per il convegno mi-lanese dandogli adeguata vivacità in chiaveamministrativa barese), ha collocato l’im-pegno di Telenorba non solo in campo in-formativo, ma anche sul più ampio ver-sante culturale, quindi della formazionedell’utenza. Il sindaco Emiliano ha affer-mato che la tv è una fede ed è utile pereducare alla democrazia. L’assessoreColucci ha poi parlato delle tv locali comestrumento e veicolo di coesione territoria-le, fattori di democrazia e fattori di svilup-po anche economico. Insomma, il gruppopugliese, esportando il suo prodotto alnord, punta a parlare del sud e dei suoiproblemi all’intero paese. Un’idea per raf-forzare il dialogo tra le due “anime” del-l’Italia e per favorire i tanti telespettatori diorigine meridionale che vivono in Lom-bardia, se si considera che fra Milano e laLombardia i pugliesi di prima, seconda eterza generazione ammontano a 400.000unità, numero che fa di Milano una impor-tante città pugliese. Ma a Milano non sitrattava solo di fare cultura in senso acca-demico. La giornata infatti è proseguitaanche con la festa per i trent’anni diTelenorba. L’aspetto più ludico e monda-
no, infatti, si è svolto presso un notolocale della movida milanese in cui i duepresidenti Montrone e Abbascià hannotagliato la torta dei trent’anni e datomodo al selezionato parterre – com-posto dai soci dell’Associazione Regio-nale Pugliesi e da personaggi dello spet-tacolo e della politica - di degustare,direttamente dalle magiche mani di chefpugliesi, i cibi squisiti e abbondanti daisapori caratteristici. Anche in questocaso Milano si è rivelata città accoglien-te, amica della Puglia, e adeguata corni-ce per la presentazione delle potenzialitàmeridionali e del loro sviluppo su scalanazionale.
DI AGOSTINO PICICCO
IL TG NORBA SI
PRESENTA A MILANO
IL TG NORBA SI
PRESENTA A MILANO
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37 GIUGNO 2011
illis temporibusDI ANGELO GUASTADISEGNI
La bara sotto il lettoLUTTO
I più attempati ricorderanno l’usanza di tener giàbell’e pronta, sotto il proprio letto, la bara cheun dì avrebbe accolto le spoglie mortali. Antica-mente, infatti, tombe, loculi e cappelle eranoappannaggio di pochi ricchi. Ecco perché la pra-tica di sepoltura più diffusa era quella di inuma-re il defunto sottoterra. Per questa ragione lacassa da morto era fatta di legno lucido e duro,per resistere alle condizioni sussistenti sotto lasuperficie terrestre. Scavata la fossa sottoterra,c’era solo una piccola lastra di ferro con un nu-mero ed una croce ad indicare la presenza deldefunto. L’usanza di acquistare già in vita la barasi collegava alle difficili condizioni di vita di al-lora. La giornata cominciava all’alba. Ogni com-ponente della famiglia aveva un ruolo ben preciso: gli adulti uscivano dicasa molto presto. Il loro pasto era un semplice tozzo di pane che dove-va servire per tutta la giornata, molto faticosa, se si pensa che bisognavaanche camminare a lungo per raggiungere le campagne, dove si lavoravasenza sosta fino al tramonto del sole. A stento si sbarcava il lunariolavorando duramente nei campi o logorando il proprio fisico nelle cave.Ciò che si guadagnava non era proporzionato alla qualità e quantità dilavoro effettuato. Ciononostante, una volta tornati a casa, si riscopriva ilpiacere del focolare domestico e, nonostante le avverse condizioni eco-nomiche, ogni nuovo figlio che veniva donato ai coniugi era visto comeuna benedizione del cielo e come una risorsa preziosa. Le famiglie di unavolta confidavano molto nella Provvidenza. I coniugi nutrivano la spe-ranza che, una volta morti, i loro corpi riposti nelle bare sarebbero torna-ti alla terra mentre le loro anime sarebbero state accolte in cielo. Nonsempre però questa usanza produceva gli esiti sperati come accadde adun signore che aveva dedicato la sua vita al lavoro ed aveva, grazie aisuoi risparmi, acquistato la bara e riposta sotto il letto. Quotidianamen-te si adoperava perché la bara conservasse la sua foggia: lucidava il le-gno e puliva gli intarsi. Mai però l’aveva scoperchiata e guardata dentro.Pensava così di essersi garantito la sua memoria una volta giunto al ca-polinea della vita. Quando lo colse la morte, i vicini ebbero modo diconstatare la serenità del suo volto. Nonostante tutti i sacrifici fatti invita le spoglie di quel signore non poterono riposare nella bara che si erapreparato. Tarme e umidità avevano logorato l’interno della cassa. Mos-si a compassione, furono i vicini a provvedere all’acquisto di una nuovabara e alla celebrazione delle esequie.
Ha fatto del lavoro la sua ragio-
ne di vita. Chi lo ha conosciuto
lo ricorderà senz’altro come un
uomo dalla vita semplice, fatta
di lavoro umile e faticoso come
carpentiere. Sia quando si è de-
dicato all’impresa del fratello,
sia quando ha lavorato in pro-
prio, è stato esempio di forza, di
generosità e di vita vissuta con
energia affrontando col sorriso
sulle labbra ogni genere di diffi-
coltà. Ora niente più chiodi da
piantare, mattoni da piazzare,
muri da erigere. Solo un enorme
vuoto in coloro che hanno in-
crociato la tua strada unito alla
certezza che il Cielo ti ha già
amorevolmente accolto.
Il 3 aprile ci ha lasciatoDomenico Di Natale
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Con un simbolo color sangue ormaiconsiderato in parecchie parti del mon-do un quasi equivalente della CroceRossa, Emergency è una associazioneindipendente che offre gratuitamentecure medico-chirurgiche alle vittimedelle guerre e della povertà; una realtàtutta orgogliosamente italiana che rie-sce ad essere operativa, però, grazie so-prattutto al volontariato e ai contribu-ti di chi la sostiene nelle forme più di-verse. Anche con spettacoli che fini-scono poi col divenire appuntamentitout- court, anche a prescindere dallestesse nobili finalità che li promuovo-no. E’ quanto è successo anche que-st’anno al teatro Garibaldi che, per laquarta edizione del concerto di benefi-
cenza che si tiene a sostegno diEmergency, ha visto il tutto esaurito.Punto di forza e di appeal immediato,ancora una volta i Sottosuono, la vali-dissima band pugliese che si stameritatamente ritagliando la sua buonafetta di notorietà nel pur difficile mon-do della canzone. Ma c’era davveromolto di più in questa serata che si èrivelata un vero e proprio show in pienaregola. E dove anche Giovinazzo, hafinito col fare la sua parte e non certoin un ruolo da comparsa: emigranti dellacultura, visto che non c’è (?) una ribal-ta cittadina da cui lanciare messaggi,promuoversi, e fare spettacoli – «dovenon c’è un teatro non può esserci cul-tura»! – i giovinazzesi sono saliti sulla
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Con l’Alta Moda anche Giovinazzo sul palcoConcerto per Emergency
scena a Bisceglie a dare il loro contribu-to ad Emergency , che non a caso avevaselezionato quanto di meglio in zona perconsolidare la fama di questo appunta-mento annuale come evento locale di ri-lievo. Ecco così anche spiegata la sceltadella nostra Michela Lanzellotti, talen-to emergente del fashion artigianale purin una Puglia leader indiscussa negli abitida sposa e di alta sartoria. Ma non solomises da sogno per il giorno più bello dellavita, la Lanzelloti ha anche fatto sfilareabiti da sera sensuali ed attualissimi neiloro richiami al fascino senza tempo delvicino oriente, dando persino una super-ba prova d’arte - in diretta e sulle notedi una sola canzone – con l’approntaresul palco e davanti al pubblico una sua
DI ALESSANDRA TOMARCHIO
39 GIUGNO 2011
creazione su una modella. Non il solitoballetto, dunque, ma un glamour
apprezzatissimo e soprattutto utile, comecornice ad una serata che si è rivelata unavera e propria kermesse di talenti anche noti:oltre ai Sottosuono con un repertorio dav-vero impressionante (dalla selezione diloro inediti a rivisitazioni di brani di suc-cesso di Sting e Jovanotti) esibizioni sulpalco del sassofonista Vittorio Gallo, delquartetto d’archi Hathor ed anche deiBlack and Blues, il coro gospel capitanatoda Amelia Milella e di cui fa parte anchela giovinazzese Ivana Andriano già bennota per la sua straordinaria voce comesolista. Se a tutto questo poi ci aggiun-giamo la verve e la simpatia assoluta dell’attore barese Fabio Giacobbe (di recenteanche nel cast del film Manuale d’Amore
3) lì come eccezionale presentatore e ani-matore della serata, beh non è certo diffi-cile sostenere che si è trattato di un veroe proprio show degno a pieno titolo di que-sto nome e tutto da vedere. La solidarietàche aiuta ad alleviare le sofferenze di tan-ti, stavolta è servita anche per divertire.E pure alla grande.
IN ALTO: Michela Lanzellotti con alcune sue cre-azioni della collezione di quest’anno.A FIANCO: La stilista giovinazzese con l’attoreFabio Giacobbe ph. Enrico Tedeschi
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41 GIUGNO 2011
Ai tifosi della pazza Inter e ai nostalgi-ci di Mourinho sarà di certo piaciuto lospettacolo calcistico visto alla finaledella Coppa del Re che ha visto affron-tarsi il Barcellona ed il Real Madrid. Pri-mo «titulo» per il Real vinto proprio conun allenatore che ha dato lustro ancheall’Inter e che Moratti purtroppo non èriuscito a trattenere a Milano, con som-mo dispiacere da parte di tutti i tifosi.Sebbene il Presidente dell’Inter attri-buisca alla stanchezza dei giocatori lanon competitività della squadra in cam-pionato, viene facile pensare al fattoche tutti gli stranieri ingaggiati, nonappena firmano il contratto in Italia,di essa assimilano subito usi e costumiper cui piuttosto che impegnarsi a dareil meglio di sé in squadra, pensano soloa far parlare di sé nei rotocalchi sullavita notturna dei vip. Problema diver-so è quello di dotare i grandi club diallenatori con esperienza, che non ne-cessariamente devono essere ex gioca-tori perché, come ebbe a dire Pelè inun’intervista, c’è un’enorme differen-za tra fare il giocatore e fare il mister.Il periodo di crisi dell’Inter èparagonabile alla crisi che attraversa la
DI VITO BAVARO
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cucina italiana qui negli States.La televisione americana abbonda diprogrammi di cucina italiana, ma que-sta ormai non ha più il sapore di unavolta. Viene snobbata e sostituita daifast food.Alcuni anni fa quando si passeggiavain Mulberry St. della Little Italy di NewYork ci si inebriava con i profumi cheprovenivano dalle cucine dei ristoran-ti italiani. Ricordo il Ristorante da An-gelo, famoso per la cucina napoletana,sempre pieno di gente di un certo li-vello, in giacca e cravatta.Noi invece preferivamo il ristorantePaoluccio, situato proprio di fronte al-l’altro, cui si accedeva dopo aver sali-to cinque gradini. Era molto più eco-nomico e non c’era l’obbligo di vesti-re in giacca. Le specialità di questo ri-storante erano due: la trippa alla na-poletana e il pollo alla scarpariello.L’odore di queste pietanze riempivanon solo il ristorante ma si diffondevatutto intorno, fuori al locale. Ora nonè più come una volta. L’aroma di que-sto piatto povero non esiste più. È di-ventato un piatto dei ricchi, ma senzapiù sapore.
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43 GIUGNO 2011
NEWYORK. Sono ancora impressi nellamente i volti degli oltre un milione di pelle-grini arrivati a Roma per celebrare e festeg-giare, il primo maggio, il nuovo Beato. La-crime, cori, fedeli in ginocchio suisampietrini per le strade e nelle piazze limi-trofe a piazza San Pietro hanno salutato cosìil Beato Karol Wojtyla. Per ore e ore la RAIha mandato in onda sul canale televisivoRAI-International questo evento. Insieme aqueste immagini anche quelle cheevidenziano l’immancabile sfarzo dei pre-lati. Per il Papa tutto era broccato in oro:vestiti, poltrona, e anche un grande cappel-lo tipo “faraone egiziano”. Un gran nume-ro di cardinali, anch’essi con paramentibroccati in oro, anch’essi indossando il cap-pello faraonico, sfilavano uno dopo l’altrofacendo sfoggio di sontuosità. Per noi al-l’estero RAI-International è il solo canaletelevisivo che permette di essere informatisu quanto succede in Italia. Nonostante ilfuso orario, anche i telegiornali americanihanno commentato la cerimonia dibeatificazione ricordando che entrambi ipapi, sia Ratzinger che Wojtyla, sono statiattivi protagonisti durante il periodo deigrandi scandali di abusi sessuali avvenuti negliUSA, ordinando alle diocesi americane difare tutto quanto il possibile per evitare ladivulgazione di questi scandali, che si dif-fondevano a macchia d’olio in molti statiamericani. A due giorni di distanza dallabeatificazione, martedì 3 maggio, gli stessicanali televisivi hanno trasmesso una notiziache non ha mancato di suscitare polemichee divisioni fra cattolici. Benedetto XVII hainfatti rimosso dai suoi incarichi il vescovoWilliam Morris, della diocesi diToowoomba, in Australia (Queensland) perle sue idee anticonformiste. Questo vesco-vo infatti, nel 2006, aveva chiesto una rifor-ma della Chiesa per aprire le porte del sa-cerdozio anche alle donne e agli uomini spo-sati, e così superare le fratture in seno ai cri-
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stiani tra anglicani e protestanti.La propo-sta deve aver scandalizzato già gli stessiparrocchiani che, nutrendo forse rancoriverso il vescovo, hanno fatto pervenire lanotizia al Vaticano che si è subito attivatoper le indagini.Papa Benedetto XVI, cosìcome fece il suo predecessore GiovanniPaolo II, ha ribadito che solo uomini celibipossono essere ordinati sacerdoti nella Chie-sa Cattolica Romana, anche se negli USAha fatto alcune eccezioni. Il vescovo Morrissi distinse quando, a seguito di indagini, punìun professore di una scuola cattolica accu-sato di aver commesso un abuso sessuale.Nonostante lo zelo dimostrato, il Vaticanoha fatto immediatamente cessare le funzionipastorali e amministrative di questo Vesco-vo che dirigeva la sua diocesi dal 1993. Ri-medi analoghi non sono stati invece attuatiper i pur numerosi scandali sessuali avve-nuti nei USA.I cittadini di Toowoomba hanno organiz-zato una veglia con una fiaccolata che hapercorso le strade principali della città. Lemanifestazioni di affetto e solidarietà deifedeli potranno poco contro la scelta delVaticano, che ha ormai deciso di aprire unnuovo ciclo.Questo è quanto ci hanno raccontato imedia. Sarebbe auspicabile conoscere an-che le ragioni della Chiesa per poter fareuna valutazione obiettiva..
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45 GIUGNO 2011
DI ONOFRIO ALTOMARE
Giovinazzo, «città dell’eravamo»
’
Io vidi tanti giovani del bar accanto
Ormai da mesi non avevano da bere
birra
E si avvicinano alla mia bancarella
Non volevo rimandarli assetati indie-
tro
Perché come il lavoro o l’acqua
non si nega una birra a nessuno
Chiesi loro: -Quante birre vi potete
comprare?
-Oggi niente Onofrio abbiamo elemo-
sinato
Pochi soldi dai nostri nonni e genitori.
Ordinai al barista di dare da bere a
tutti.
Il barista portò in un giorno sette bido-
ni di birre vuote
Sul carrino del netturbino.
Quelli che avevano bevuto erano tutti
Assetati di lavoro
Congedato da questi giovani senza la-
voro
Mi avviai verso la bancarella dei ricci
Che traballavo come un’asino
E tutti ridevano come somari.
i racconti del pescatore
LA BANCARELLA DELBUON GESU’
«Giovinazzo città dell’olio». Questo è l’iscri-
zione che legge qualche turista disperso tra
gli ulivi del nord barese. Sulla 16bis si trova
un altro cartello che indica la Cattedrale di
Bitonto. Non c’è nessun cartello che indica
“mare”, chiuso ai bagnanti. Oppure «cen-
tro storico». O anche «Dolmen di San
Silvestro», chiuso. Nessun cartello che dica
di Giovinazzo come di una città ricca di
storia e leggende. Città morta se si parla di
turismo, sepolta dopo la chiusura della
ferriera, priva di una realtà socio-econo-
mica. Manca anche un cartello che dica
«Giovinazzo, città senza futuro per i giova-
ni» oppure «città mangia pstazz». Sul finire
del mese di aprile c’era un manifesto affis-
so sul muro dell’Arciconfraternita Maria SS.
del Carmine che invitava i giovinazzesi stan-
chi di vedersi morire la propria città a par-
tecipare ad un dibattito sulle prospettive di
sviluppo del territorio. Prese parte a quel-
l’evento anche il nostro Sindaco. C’erano
inoltre Francesco Mariani, Commissario
dell’Autorità Portuale del Levante e
Giancarlo Di Paola, Presidente della Ca-
mera di Commercio di Bari e molti altri
esperti. Presenti anche studenti e giovani di
Giovinazzo che esibivano il manifesto
«Eboli è tutto il meridione, Giovinazzo è
dimenticata da Cristo». Aprendo il dibatti-
to, Enzo Fiorentino, sociologo nonché Di-
rigente scolastico dell’Euclide di Bari ha sot-
tolineato che abbiamo-avevamo bellezze ar-
tistiche come i dolmen e la Cattedrale, un
invidiato centro storico e ci ritroviamo in-
vece un centro storico con tanto di cartelli
di locali e fast food e un porticciolo che
non ha più il cartello “Giovinazzo, prima
marineria dell’Adriatico”. Ha lamentato la
mancanza di spirito d’impresa e del corag-
gio di operare una rivoluzione. Giancarlo
Di Paola richiede per i giovani trasfusioni
di imprenditorialità, spirito di abnegazione
e formazione tecnologica. Nelle parole di
Francesco Mariani la richiesta di riapertura
del collegamento portuale tra Giovinazzo
e Dubrovnik, l’esigenza che la nostra città
sia debitamente pubblicizzata sui siti internet.
Infine è intervenuto il Sindaco Natalicchio
che ha parlato di come solo sette impren-
ditori (rispetto ai cento della vicina Bitonto)
abbiano aderito al Piano Metropoli in Ter-
ra di Bari, associato al GAL, e destinato a
finanziare solo i progetti di clientelismo
politico con i 12 milioni di euro. Sotto tiro
sono anche le banche padane, Cattolica e
Ambrosiana, ree di ostacolare le iniziative
turistico-culturali del Mezzogiorno, specie
poi di Giovinazzo. Ha poi vantato la qua-
lità dell’olio nostrano, rinomato già nel
1600 perché prediletto dai sovrani euro-
pei. I nostri ulivi sono stati poi soppiantati
dalle olive coratine, ritenute
quantitativamente più remunerative a sca-
pito della qualità dell’olio. Ora infatti è la
Sardegna a fregiarsi del titolo di «capitale
dell’olio».
A riportare il dibattito su un terreno più
concreto ci ha pensato un giovane secon-
do cui Giovinazzo deve emergere nei set-
tori dell’agro-pesca e nel turismo e pro-
ponendo ai politici locali di investire mag-
giori risorse nel Giovinazzo Rock Festival,
evento musicale capace di attirare a
Giovinazzo centinaia di migliaia di giova-
ni.
A conclusione di tutto il dibattito possia-
mo affermare che gli unici cartelli che do-
vrebbero avere diritto di cittadinanza a
Giovinazzo sono quelli con la scritta «Ab-
biamo».
ONOFRIO ALTOMARE
Auguri...
Al nostro caro ing. Gianni, congra-
tulazioni vivissime per la tua lau-
rea e per la determinazione e la te-
nacia che hanno contrad
distinto il tuo percorso, con l’augu-
rio che la laurea sia solo il primo di
una lunga serie di traguardi!
«Auguri al
piccolo
Agostino
Piscitelli per
il suo primo
compleanno,
al nostro
piccolo
grande amo-
re, dai nonni
e dagli zii».
FAMIGLIA PISCITELLI E
FAMIGLIA CAMPOREALE
FAMIGLIA PISCITELLI
IL 15MAGGIO
NICOLABAVAROHA
COMPIUTO
80 ANNI
«Mattia, Anna e Giorgio augu-rano tanta felicità a nonno Ni-cola per i suoi primi 80 anni»
80 candeline
culle«Lo scorso 6 aprile2011, a Corato, una
piccola stella, dinome DENNIS
DEPALMA, è cadutadal cielo per far brillare i nostricuori. Auguri di un inizio di vitache ti sta aspettando e che saràfantastico da mamma Antonella,
da papà Giuseppe e dalla sorellinaSwamy»
laurea
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47 GIUGNO 2011
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