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Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015 1 Nella letteratura specializzata sono reperibili numerose definizioni di “progetto”, fra loro spesso discordanti. Tra queste, quella più incisiva è senza dubbio quella fornita da R.D.Archibald: “un impresa complessa, unica e di durata determinata, rivolta al raggiungimento di un obiettivo chiaro e predefinito mediante un processo continuo di pianificazione e controllo di risorse differenziate e con vincoli interdipendenti di costi-tempi-qualità” 1 La prima connotazione evidenziata nella definizione è quella della complessità che si impone come peculiarità del progetto. Alla sua realizzazione, infatti, partecipano numerosi attori di estrazione tecnica differente, che pur svolgendo attività diverse concorrono insieme per il raggiungimento di un unico obiettivo: la realizzazione del progetto. Oltretutto il carattere di complessità viene amplificato dall’insorgere di eventuali fenomeni esterni imprevisti, che tendono a modificare il normale andamento del lavoro, rendendo così ancora più intricato il quadro complessivo. La caratteristica di complessità del progetto va di pari passo con quella di unicità: ogni progetto infatti è diverso l’uno dall’altro, risulta dunque impossibile proporre una rappresentazione schematica già collaudata nel passato. Sono quindi necessarie tecniche di Project Management che minimizzino l’insuccesso finale. 2 L’edilizia si configura come SEMPLICE o COMPLESSA e la distinzione tra le due forme avviene sulla base di: Tecniche costruttive Numero di protagonisti Caratteristiche degli impianti Conflittualità tra gli attori del processo 1 Project Management: la gestione di progetto e programmi complessi, Franco Angeli, Milano 1989 2 “Tecniche di project management: la struttura analitica del project (W.B.S. ) nel processo edilizio- Tesi di laurea di Alberto Melis, relatori: Carlo Argiolas, Emanuela Quaquero MODULO ZERO INTRODUZIONE AL CORSO LA COMPLESSITA’ DEL PROJETC

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Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015

1

Nella letteratura specializzata sono reperibili numerose definizioni di “progetto”, fra loro spesso

discordanti. Tra queste, quella più incisiva è senza dubbio quella fornita da R.D.Archibald: “un impresa

complessa, unica e di durata determinata, rivolta al raggiungimento di un obiettivo chiaro e predefinito

mediante un processo continuo di pianificazione e controllo di risorse differenziate e con vincoli

interdipendenti di costi-tempi-qualità”1

La prima connotazione evidenziata nella definizione è quella della complessità che si impone come

peculiarità del progetto. Alla sua realizzazione, infatti, partecipano numerosi attori di estrazione tecnica

differente, che pur svolgendo attività diverse concorrono insieme per il raggiungimento di un unico

obiettivo: la realizzazione del progetto.

Oltretutto il carattere di complessità viene amplificato dall’insorgere di eventuali fenomeni esterni

imprevisti, che tendono a modificare il normale andamento del lavoro, rendendo così ancora più intricato il

quadro complessivo. La caratteristica di complessità del progetto va di pari passo con quella di unicità: ogni

progetto infatti è diverso l’uno dall’altro, risulta dunque impossibile proporre una rappresentazione

schematica già collaudata nel passato. Sono quindi necessarie tecniche di Project Management che

minimizzino l’insuccesso finale.2

L’edilizia si configura come SEMPLICE o COMPLESSA e la distinzione tra le due forme avviene sulla base di:

• Tecniche costruttive

• Numero di protagonisti

• Caratteristiche degli impianti

• Conflittualità tra gli attori del processo

1 Project Management: la gestione di progetto e programmi complessi, Franco Angeli, Milano 1989

2 “Tecniche di project management: la struttura analitica del project (W.B.S.) nel processo edilizio- Tesi di laurea di Alberto Melis, relatori: Carlo Argiolas, Emanuela Quaquero

MODULO ZERO

INTRODUZIONE AL CORSO

LA COMPLESSITA’ DEL PROJETC

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Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015

2

Inoltre l’edilizia complessa si avvale di nuove Tecniche costruttive, di un’alta percentuale di

industrializzazione, di forme architettoniche (molto articolate o non Euclide), dell’unicità dell’opera e della

molteplicità degli attori coinvolti.

La complessità del progetto viene affrontata e risolta mediante un costante AGGIORNAMENTO.

È necessario stare al passo con l’evoluzione della normativa e con la creazione e l’utilizzo di nuovi materiali

e tecniche costruttive; fondamentale diviene la pianificazione del processo tramite le tecniche di Project

Management.

•Tecniche costruttive in opera

•Scarso numero di attori

•Appalto al massimo ribasso

•Predisposizione degli impianti inferiore al 20%

•Rappresentazione progettuale con tecniche in 2D

•Scarsa pianificazione con l'utilizzo di diagrammi temporali lineari (GANTT)

EDILIZIA SEMPLICE

•Tecniche costruttive industrializzate

•Alto numero di attori

•Appalto Integrato

•Predisposizione degli impianti superiore al 20%

•Rappresentazione progettuale con Tecniche in 3D , 4D e BIM

•Ottimale pianificazione con l'utilizzo di tecniche reticolari (PERT)

EDILIZIA COMPLESSA

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Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015

3

L’unicità del project diventa importante e la simulazione contribuisce a studiarne le caratteristiche

qualitative e prestazionali .

La logica esigenziale -prestazionale è la descrizione astratta del processo che, dai bisogni innati dell’uomo,

porta alla produzione dei beni che li soddisfano.

La logica prestazionale può essere sintetizzata in una successione che “implica la consapevolezza di un dato

bisogno, l’esprimerlo come esigenza, la definizione dei requisiti da soddisfare, la realizzazione di un

dispositivo con prestazioni sufficientemente prossime a quelle desiderate e il controllo che i requisiti voluti

restino soddisfatti”, è l’uso che “dà luogo al controllo della risposta, sollecita le eventuali correzioni e

trasforma la successione in un ciclo continuo”3.

In edilizia, tale teoria viene ulteriormente specificata in una serie di momenti operativi il cui succedersi è

indicato col nome di processo edilizio.

L'analisi del processo edilizio può essere condotta secondo vari modelli, di cui se ne propone uno basato

sull'ipotesi che il processo edilizio sia descrivibile come una sequenza di operazioni di trasformazione di

sistemi.

Il processo edilizio può essere inteso come:” una sequenza organizzata di fasi decisionali, operative e

gestionali finalizzata alla programmazione, progettazione, realizzazione e fruizione di beni in un contesto a

risorse limitate”.

Il processo comporta un investimento di risorse (materiali,economiche,umane..) e fattori produttivi per

ottenere una “utilità superiore” per ogni fase di trasformazione. 4

» L’Articolazione del processo

Esso si articola in sotto-processi e in più fasi. Tra i sottoprocessi individuiamo

SOTTO -PROCESSO DECISIONALE

SOTTO -PROCESSO PRODUTTIVO - ESECUTIVO

3

Caniglia, Costanza, L’ambiente è uno strumento?, in: «Paesaggio Urbano», Genn.-Febb.1994.

4 Ossola, La gestione del processo edilizio

MODULO ZERO

INTRODUZIONE AL CORSO

1. IL PROCESSO EDILIZIO NEI SUOI ASPETTI TRADIZIONALI: operatori ed

organizzazione

IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA

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Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015

4

APPALTO COLLAUDO

SOTTO -PROCESSO GESTIONALE

SOTTO -PROCESSO DI CONTROLLO

I primi tre sono consequenziali, mentre il quarto non è cronologicamente inquadrabile in quanto presente

in tutti i sotto – processi.

Il sotto -processo decisionale va dalle fasi strategiche iniziali fino all’approvazione del progetto.

Attraverso l’appalto,cerniera tra i due, si passa al sotto – processo produttivo. Dopo il collaudo, seconda

cerniera del processo edilizio, inizia la vita utile del bene edilizio dando vita al terzo: sotto – processo

gestionale.

» La Circolazione delle informazioni nel processo

Il sempre crescente flusso d’informazioni che si creano in un processo produttivo deve circolare in modo

controllato tra tutti gli attori del processo. Non basta che una soluzione progettuale esista, deve anche

essere conosciuta dagli operatori interessati.

Ad uno stesso progetto sono interessati più studi di progettazione, da quello architettonico a quello

strutturale, impiantistico idrico, elettrico, termico …, per intuire quanto rapidamente debba circolare il

flusso delle informazioni. In questo campo si sono verificati notevoli progressi grazie alle reti informatiche,

tanto da ribaltare i termini del problema. La facilità della circolazione delle informazioni ha cambiato il

modo di operare tra i vari operatori. E’ usuale, utilizzando internet, reti intranet e reti locali, collaborare tra

studi, imprese e ditte di produzione distribuite nel territorio nazionale ed internazionale, condividendo

progetti a cui si lavora contemporaneamente in tempo reale.

SOTTOPROCESSO

DECISIONALE

FASE DI PROGRAMMAZIONE

FASI PROGETTUALI

SOTTOPROCESSO

PRODUTTIVO

FASE DI PIANIFICAZIONE

OPERATIVA

FASI REALIZZATIVE

SOTTOPROCESSO

GESTIONALE

FASE GESTIONALE

FASE DI

ESERCIZIO

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5

L’informazione trasmessa o ricevuta con gli input/output, deve essere adeguata, completa ed allo stesso

livello di dettaglio e precisione dei contenuti.

L’informazione è un processo a senso unico, formato da una quantità di nozioni che parte da un emittente

per fermarsi ad un ricevente che elabora le informazioni, le confronta e le archivia.

La comunicazione è un processo reso reversibile che si sviluppa circolarmente con una continua interazione

tra l’emittente ed il ricevente.

L’informazione deve rispondere a criteri di :

Accuratezza

Tempestività

Controllo

Verifica (conformità e aggiornamento alla norma tecnica)

» Gli Aspetti organizzativi del processo

Abbiamo già definito il processo edilizio come una sequenza organizzata di fasi operative che portano dal

rilevamento delle esigenze al loro soddisfacimento in termini di produzione edilizia.

Il processo edilizio, inquadrato nella più vasta ottica dell’industrializzazione edilizia, è caratterizzato da:

la tendenza all'impiego di tecniche previsionali ad elevato contenuto metodologico e scientifico

derivate dalla disciplina della ricerca operativa e riguardanti la progettazione, la programmazione ed

il controllo;

la tendenza all'utilizzo di tecniche produttive ad elevato contenuto scientifico.

Il processo edilizio passa attraverso i quattro MOMENTI di:

INIZIATIVA

ELABORAZIONE

COSTRUZIONE

CONTROLLO

Cui possiamo far corrispondere tre personaggi che possono o meno coincidere con singole persone fisiche:

INPUT OUTPUT TRASFORMAZIONE

FeedBack

Rappresentazione dello schema di trasformazione nel processo edilizio

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COMMITTENTE O STAZIONE APPALTANTE (Iniziativa)

PROGETTISTA (Elaborazione)

APPALTATORE (Costruzione)

DIREZIONE DEI LAVORI, COLLAUDATORE (controllo)

» Gli operatori

Il committente

Il committente è il promotore dell’iniziativa, in generale può essere costituito da:

il singolo UTENTE FINALE, nel caso di piccole costruzioni generalmente a carattere monofamiliare;

l’UTENTE FINALE ORGANIZZATO, tipicamente le cooperative per l’edilizia residenziale;

l’IMPRENDITORE, che si sostituisce all’utente e, sulla base di un modello medio di utente, chiede ad un

progettista di elaborare il progetto di un bene edilizio che poi egli stesso costruirà o farà costruire e poi

venderà all’utente finale.

La STAZIONE APPALTANTE in caso di edilizia pubblica ( Comuni, Regioni …..)

Il progettista

Il progettista è colui che cura l’elaborazione dell’opera. A seconda dell’entità dei lavori può essere il

DIRETTORE DEL PROGETTO (qualora siano distinte le figure dei progettisti dell’architettonico, delle

strutture, degli impianti).

La sua attività si esplica a monte, con l’analisi e la sintesi delle problematiche esigenziali e a valle, con delle

scelte che devono soddisfare le esigenze normative, tecniche, architettoniche ma soprattutto economiche.

Sono quindi necessarie elevate doti di preparazione tecnica, conoscenza dell’ambito di intervento, capacità

di relazione.

Il progettista, se vuole realizzare le proprie idee, deve trovare soluzioni che passino anche attraverso il

raggiungimento degli obiettivi altrui, deve quindi conoscere gli altri operatori del processo, capirne i

problemi, aiutarli a risolvere tali problemi, essere consapevole che il proprio ruolo si realizzi in quanto

partecipa con tutti gli altri al processo della costruzione.

Un buon progetto è quello in cui tutti possono identificarsi per poter dare il massimo per la sua

realizzazione.

L’appaltatore e l’impresa

L’impresa è l’organismo che materializza la figura dell’appaltatore; scopo dell’impresa è la produzione. Essa

in relazione al suo organico ed ai suoi mezzi d’opera, deve sviluppare tutte le procedure attinenti la

produzione. La struttura organizzativa dell’impresa è modellata in relazione alla tipologia e alla dimensione

dei lavori che usualmente sono oggetto del suo operare. Un’ipotesi di quadro organizzativo completo è

quella rappresentata nello schema seguente.

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7

Alla DIREZIONE dell’impresa competono in generale:

la selezione delle iniziative da intraprendere;

il procurare i fattori necessari alla produzione;

il coordinamento e lo sviluppo produttivo della commessa dall’inizio alla consegna dei lavori.

In relazione alla configurazione del mercato edilizio, caratterizzato da episodicità della domanda, una delle

maggiori difficoltà delle imprese è quella di attuare un modello organizzativo efficiente ma non

sovradimensionato.

Gli strumenti di cui le imprese dispongono per affrontare la variabilità del mercato sono:

il ricorso a forme legali di subappalto;

il ricorso a consorzi temporanei di imprese.

La prima ipotesi prevede la delega di una modesta parte di opere spettanti all’impresa a mano d’opera

autonoma, pur rimanendo l’impresa unico referente nei confronti della committenza.

Nella seconda ipotesi vengono costituiti veri e propri raggruppamenti di risorse tecniche e umane, mirati a

garantire la totale e completa capacità realizzativa di opere edilizie di una certa consistenza. In questo caso

i rapporti con la committenza sono tenuti da una delle imprese consorziate nominata referente primario.

Il direttore dei lavori

Normalmente, il progettista viene incaricato della direzione dei lavori di costruzione. Questa consuetudine,

tipicamente Italiana, è legata alla necessità di dare continuità all’opera progettuale nella fase realizzativa.

Questa consuetudine ha favorito l’abitudine di colmare lacune progettuali con la direzione dei lavori.

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INFORMAZIONE

ISTANZE UTENZA

RISORSE DISPONIBILI

DATI CONTESTUALI

NORMATIVA

SOLUZIONE OTTIMALE

Lo sviluppo del processo edilizio tradizionale si attua attraverso una serie di fasi, di cui due particolarmente

evidenti e consolidate: quella progettuale e quella esecutiva. Le altre due fasi quella gestionale e quella di

controllo, sono molto meno consolidate, e solo oggi, spinte dalle nuove normative, cominciano ad

assumere l’importanza che meritano.

» La Struttura Del Processo Progettuale

In via del tutto generale il processo progettuale può essere descritto dal diagramma di flusso riportato

sotto.

MODULO ZERO

INTRODUZIONE AL CORSO

ANALISI

SINTESI

VERIFICA

AVVIO

NO

SI

RET

RO

AZI

ON

E

1.1 LA FASE PROGETTUALE NEL PROCESSO EDILIZIO TRADIZIONALE

IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA

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Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015

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Analizziamo i tratti essenziali dei diversi blocchi.

INFORMAZIONE

È costituita da quattro sottoclassi di informazione di cui è fondamentale la conoscenza:

1) le istanze dell’utenza, senza le quali il processo edilizio non può essere considerato di tipo

esigenziale;

2) l’entità e le caratteristiche delle risorse disponibili;

3) i dati contestuali, relativi alla politica territoriale, al contesto fisico, al mercato edilizio, al contesto

organizzativo in cui si colloca l’intervento;

4) la normativa esterna.

ANALISI

Si tratta di costruire modelli, anche parziali, dei subsistemi che devono essere ottimizzati, singolarmente

ed in rapporto alla totalità dell’intervento, tramite la progettazione.

L’analisi può mettere in discussione le ipotesi iniziali e le strategie messe a punto all’avvio della

procedura, nonché il flusso di informazioni provenienti dagli atti decisionali che si vanno man mano

definendo (retroazioni).

SINTESI

Mira a verificare la validità degli assunti derivanti dalla fase di analisi ed a controllare lo scostamento fra

il prodotto progettuale e le istanze iniziali.

VERIFICA

Comprende il confronto, la valutazione e la scelta di alternative in relazione ai criteri prefissati.

RETROAZIONI

La direzione del flusso non è unidirezionale ma prevede continui ritorni e modifiche di decisioni già

prese al manifestarsi di problemi critici dei quali non poteva prevedersi l’esistenza o dei quali erano stati

erroneamente sottovalutati gli effetti. Tale fase è ancora più necessaria in edilizia vista la specificità di

ogni oggetto edilizio e quindi del processo che lo ha concepito e prodotto. La logica progettuale

descritta, che prevede continui flussi di informazione che “viaggiano” all’interno dello schema visto, può

essere applicata anche ai tre MOMENTI OPERATIVI in cui viene abitualmente suddivisa la progettazione

nel processo edilizio tradizionale.

» L’Evoluzione della fase progettuale nel processo edilizio industrializzato

La superiore complessità del processo decisionale di un programma industrializzato di intervento

edilizio si può riscontrare nella maggiore articolazione delle tre fasi operative di:

1) METAPROGETTAZIONE dell’intervento;

2) PROGETTAZIONE e PIANIFICAZIONE dell’intervento;

3) PROGRAMMAZIONE dell’intervento.

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Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015

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Per inciso intenderemo con “pianificazione” la definizione della sequenza di operazioni da eseguire e con

“programmazione” la determinazione della durata delle varie attività ed il loro ordinamento secondo un

inquadramento logico-temporale tendente in generale a minimizzare il costo globale di realizzazione.

Ognuna delle tre fasi può essere ulteriormente suddivisa in sottofasi che possiamo brevemente sintetizzare

nello schema seguente.

SCHEMA DEI CONTENUTI DEI LIVELLI DI PROGETTO PREVISTI DALLA L. 143 DEL 1949

METAPROGETTAZIONE DELL’INTERVENTO

Metaprogettazione delle unità ambientali del sistema.

Metaprogettazione delle unità tecnologiche del sistema.

Metaprogettazione degli elementi spaziali del sistema.

Metaprogettazione degli elementi tecnici del sistema.

PROGETTAZIONE DELL’INTERVENTO

Progettazione funzionale-spaziale dell’organismo edilizio.

Progettazione tecnologica dell’organismo edilizio.

Progettazione operativa dell’organismo edilizio.

Progettazione gestionale dell’organismo edilizio.

Progettazione economica dell’organismo edilizio.

PROGRAMMAZIONE DELL’INTERVENTO

Programmazione operativa dell’organismo edilizio.

Programmazione gestionale dell’organismo edilizio.

Programmazione economica dell’organismo edilizio.

PROGETTO

PROGETTO DI MASSIMA

RELAZIONE SINTETICA DELLE OPERE PROSPETTATA

ELABORATI PROGETTUALI SOMMARI

ELENCO SINTETICO DEI LAVORI

PREVENTIVO SOMMARIO DI SPESA

PROGETTO ESECUTIVO

RELAZIONE DESCRITTIVA DELLE OPERE

RELAZIONE TECNICA SULLE CARATTERISTICHE TIPOLOGICHE,TECNOLOGICHE E FUNZIONALI

RILIEVI,ANALISI GEOLOGICHE

RAPPRESENTAZIONE DIMENSIONALE STATICA, IMPIANTISTICA

COMPUTO METRICO

ANALISI DEI PREZZI UNITARI

STIMA LAVORI

PARTICOLARI COSTRUTTIVI E

DECORATIVI

DETTAGLI DI OPERE

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Il processo esecutivo si identifica con l’insieme delle fasi operative che conducono dall’appalto alla

costruzione degli organismi edilizi sul territorio, sulla base di quanto definito dalle fasi decisionali di

progettazione e di programmazione dell’intervento. In esso possiamo riconoscere tre fasi significative:

la PRODUZIONE;

la PREFABBRICAZIONE;

la COSTRUZIONE.

» La fase di produzione

Questa fase riguarda i prodotti edilizi non ancora funzionalmente finalizzati ad una specifica destinazione

d’uso, trasformando il materiale grezzo in materiale da costruzione, in semilavorati, in elementi semplici.

Per materiale grezzo si intende il prodotto della trasformazione della materia prima tratta da cava o

miniera con caratteristiche tali da poter essere impiegato in processi di produzione.

Per materiale da costruzione si intende un prodotto della trasformazione del materiale grezzo con

caratteristiche tali da poter essere direttamente impiegato nel processo produttivo edilizio.

Per semilavorato si intende un prodotto della trasformazione del materiale grezzo con caratteristiche

tecnologiche tali da poter essere impiegato nel processo produttivo edilizio e con caratteristiche

dimensionali che ne definiscono almeno una sezione.

Per elemento semplice intendiamo un prodotto della trasformazione del materiale grezzo e/o

semilavorato con caratteristiche tecnologiche tali da poter essere impiegato nel processo produttivo

edilizio, morfologicamente e dimensionalmente definito.

» La fase di prefabbricazione

Questa seconda fase, caratteristica dell’industria edilizia, riguarda i prodotti edilizi già funzionalmente

finalizzati ad una specifica destinazione d’uso, trasformando i materiali da costruzione, i semilavorati, gli

elementi semplici in subcomponenti, elementi tecnici, subsistemi tecnologici, ciò in base alla progettazione

tecnologica del sistema edilizio.

MODULO ZERO

INTRODUZIONE AL CORSO

1.2 LA FASE ESECUTIVA DEL PROCESSO EDILIZIO TRADIZIONALE

IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA

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12

» La fase di costruzione

La terza fase contempla tutte le attività da svolgere nel cantiere edile per la realizzazione del bene edilizio

finale. Tali attività andranno chiaramente programmate secondo uno schema generale del tipo riportato in

figura.

OPERATIVAMENTE le attività possono essere brevemente riassunte nei seguenti punti:

preparazione dell’area di intervento (tracciati planimetrici e altimetrici delle opere);

esecuzione di scavi e spianamenti;

trasporto dei prodotti e dei prefabbricati nel cantiere;

formazione in opera di manufatti e/o il montaggio di elementi tecnici e subsistemi tecnologici;

sistemazione finale dell’area di intervento (allacciamento agli impianti e alle infrastrutture urbane).

Tutto ciò deve essere svolto e controllato in base alle indicazioni del progetto esecutivo dell’organismo e

con riferimento diretto al programma operativo ed economico dell’intervento edilizio. In sintesi l’aspetto

esecutivo non è da intendersi in coda al progetto ma di questo deve essere uno dei principali soggetti

informatori.

Il livello di rispondenza fra progetto e opera finita è proporzionale alla “coscienza esecutiva” del

progettista; al di là di ogni interpretazione circa il modo di intendere l’architettura, si ritiene che proprio la

profonda conoscenza dei mezzi tecnici e degli aspetti esecutivi possa liberare da condizionamenti il

progetto, garantendone al tempo stesso la realizzabilità.

PIANIFICAZIONE DELLE OPERE EDILIZIE

IDENTIFICAZIONE DELLE CORRELAZIONI E DEI

CARATTERI DEL PROGETTO

RIPARTIZIONE DELLE OPERE IN CICLI OPERATIVI

DEFINIZIONE DEI TEMPI E DELLE PROCEDURE

ESECUTIVE

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Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015

13

Il processo gestionale si identifica con l’insieme delle fasi operative che, a partire dall’ultimazione

dell’organismo edilizio e dall’inizio dell’utilizzazione dello stesso, si susseguono fino alla demolizione

dell’opera edilizia quando essa ha esaurito il suo ciclo di vita funzionale. Da un punto di vista strettamente

economico il ciclo di vita della costruzione prosegue fino all’eventuale riciclaggio di parti dell’organismo ed

al riutilizzo del territorio (concetti questi ultimi, che sempre più si diffonderanno in futuro per la

impossibilità di antropizzare tutto il territorio a disposizione).

Nel processo gestionale si riconoscono delle fasi operative che possono essere così sintetizzate:

gestione corrente delle parti dell’organismo edilizio;

esercizio degli impianti tecnici;

manutenzione ordinaria di parti dell’organismo edilizio;

manutenzione straordinaria di parti dell’organismo edilizio;

ristrutturazione dell’organismo edilizio;

demolizione dell’organismo edilizio;

recupero e riciclo di parti e/o materiali dell’organismo edilizio.

MODULO ZERO

INTRODUZIONE AL CORSO

1.3 LA FASE GESTIONALE DEL PROCESSO EDILIZIO TRADIZIONALE

IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA

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Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015

14

Il processo del controllo si identifica con l’insieme dei momenti e delle operazioni di controllo che vanno

previsti in corrispondenza di ognuna delle fasi del processo progettuale, di quello esecutivo e di quello

gestionale. Si tratta di un processo che si sviluppa in parallelo al succedersi delle fasi del processo edilizio ed

è finalizzato al controllo della qualità durante e al termine della costruzione dell’opera edilizia.

Abbiamo già detto che il processo edilizio può essere descritto, in linea assolutamente generale, come una

sequenza di operazioni di trasformazione di sistemi. Se consideriamo ognuna di queste sequenze come

singoli blocchi decisionali possiamo collocare il processo di controllo internamente o esternamente a tali

blocchi.

Il CONTROLLO INTERNO presiede all’ottimizzazione relativa delle decisioni di fase e si preoccupa di

verificarne le conformità.

Il CONTROLLO ESTERNO è posto in posizione intermedia di passaggio fra blocchi contigui, assume dunque le

ottimizzazioni relative e compie operazioni di confronto per verificare la congruità fra scelte e modelli di

riferimento.

Allo stato attuale i controlli interni alle fasi sono quasi sempre processi spontanei e spesso non vengono

realizzati sulla base di specifiche competenze attribuite a particolari soggetti del processo, i controlli esterni

si configurano invece come azioni coscienti svolte da soggetti delegati o da organismi specifici.

Nel loro complesso le operazioni di controllo, se condotte nell’ambito di un programma di intervento

edilizio, cioè se progettate come sottofasi del processo edilizio, contribuiscono in maniera determinante a

conferire alta affidabilità circa la convergenza della qualità finale dell’opera edilizia nei confronti della

qualità attesa in termini progettuali.

Poiché la possibilità di effettuare detti controlli dipende strettamente dalle caratteristiche del modello

organizzativo- procedurale che si decide di adottare per un dato intervento edilizio, consegue che tale

scelta è di fondamentale importanza per determinare la qualità finale dell’opera edilizia.

MODULO ZERO

INTRODUZIONE AL CORSO

CONTROLLO

SOTTOPROCESSO DECISIONALE

SOTTOPROCESSO PRODUTTIVO

SOTTOPROCESSO GESTIONALE

1.4 LA FASE DI CONTROLLO DEL PROCESSO EDILIZIO TRADIZIONALE

IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA

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In generale il modello organizzativo da utilizzare può essere definito utilizzando i seguenti parametri di

analisi:

DESCRIZIONE E AMBITO DI ATTIVITÀ, cioè i campi di applicazione, gli assetti generali delle responsabilità,

gli oggetti dell’intervento;

QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO GENERALE nel quale si colloca l’approccio considerato, cioè

input di tipo normativo che vincolano l’autonomia dei principali operatori;

STRUTTURA, RUOLI E CARATTERISTICHE DEI PRINCIPALI OPERATORI, cioè analisi degli ambiti di

intervento che un particolare approccio riserva al committente, al progettista, al costruttore, al

produttore di componenti;

DIMENSIONE DI INTERVENTO, cioè dimensioni che rendono attuabile un determinato approccio dal

punto di vista economico, temporale e di concentrazione territoriale;

STRUMENTAZIONE OPERATIVA E GESTIONALE, cioè esame degli strumenti fondamentali per gestire,

guidare e controllare il funzionamento del processo;

POSSIBILITÀ DI AGGREGAZIONE DELLA DOMANDA, cioè valutazione della possibilità del processo di

portare al consolidamento una domanda di dimensioni sufficienti per sviluppare una produzione evoluta

e specializzata;

APPROCCI EVOLUTIVI, cioè analisi, sulla base di un modello particolare, di approcci che tentano di

risolvere alcuni elementi di scompenso, o che si propongono di incrementarne l’efficacia;

RISULTATI CONSEGUIBILI ed effetti nei confronti della politica di settore, cioè esame delle conseguenze

dei differenti approcci nei confronti del quadro generale dell’edilizia e dell’evoluzione tecnologica e

tipologica.

MODULO ZERO

INTRODUZIONE AL CORSO

1.5 I MODELLI ORGANIZZATIVI DEL PROCESSO TRADIZIONALE

IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA

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PROGETTISTA (TECNICI)

APPALTATORE

1.5.1. Architettura vernacolare

Cronologicamente è il primo processo edilizio con cui l’uomo ha avuto a che fare. La stessa persona

racchiude tutte le figure in quanto pensa, progetta e realizza da sé le costruzioni di cui necessita.

1.5.2. Architettura con superiore complessità funzionale

Nel momento in cui la complessità dell’abitazione diventa superiore alle capacità del singolo, di costruirla

con le proprie mani, egli deve rivolgersi ad una figura con competenze specifiche, il costruttore, che si

avvale eventualmente del supporto di tecnici. In questa fase la figura del progettista non è ancora ben

delineata.

1.5.3. Approccio tradizionale

COMMITTENTE (UTENTE)

PROGETTISTA

APPALTATORE

BENE

COMMITTENTE (UTENTE)

APPALTATORE (COSTRUTTORE)

BENE

COMMITTENTE PROGETTISTA BENE

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PROGETTISTA

PRODUTTORI

SUBAPPALTATORI

L’approccio tradizionale è uno schema che ancora oggi troviamo nella realtà. Riguarda casi di costruzioni

private di entità ed importanza limitate e, più raramente, di interventi di grandi dimensioni.

La committenza è distribuita su un’ampia gamma di tipi, dal singolo utente che costruisce la propria

abitazione al promotore di grandi interventi privati. Il modo di intervenire della committenza nel processo

può limitarsi alla formulazione di alcune direttive generali atte a vincolare le decisioni del progettista in

ordine alle scelte tecniche, tipologiche ed economiche, o può estendersi a fornire norme (standard

tipologici, urbanistici, tecnici) per la progettazione o per l’esecuzione dell’opera (capitolati o specificazioni

tecniche).

1.5.4. Committente – impresa

Nel caso dell’edilizia residenziale l’utente finale è in realtà un modello di utente rappresentato dalle ipotesi

formulate dal promotore dell’iniziativa. L’utente finale cioè non contribuisce alla definizione delle

caratteristiche dell’abitazione in base alle proprie esigenze ma è costretto ad acquistare un bene che altri

hanno pensato e realizzato per lui.

1.5.5. Committenza organizzata (cooperative)

Un modello che si è notevolmente affermato negli ultimi decenni è quello della committenza organizzata,

poiché permette dei sensibili risparmi sui costi di costruzione nonché la progettazione sulla base di esigenze

espresse dagli utenti finali riuniti in cooperativa. Lo schema prevede che gli utenti finali si organizzino in

COMMITTENTE- IMPRESA

MAESTRANZE BENE DA VENDERE

ALL'UTENTE FINALE

COMMITTENZA (SOCI)

PROGETTISTA

APPALTATORE BENE

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PRODUTTORI MATERIALI

PRODUTTORI SISTEMI

PRODUTTORI COMPONENTI

cooperativa, nominino un progettista di loro fiducia, in maniera tale da avere maggiore potere contrattuale

nei confronti degli appaltatori e dei fornitori. Il risparmio economico è soprattutto derivante dal particolare

statuto giuridico di cui godono le cooperative che non avendo fini di lucro, non pagano tasse.

1.5.6. Involuzione della committenza organizzata

Il modello della committenza organizzata ha dato origine negli anni a delle organizzazioni fortemente

strutturate che, anziché sciogliersi all’ultimazione delle opere, hanno continuato ad agire nel campo

edilizio. Le cooperative, tali solo dal punto di vista giuridico, in pratica si sono poste alla ricerca di nuove

aree fabbricabili, cercando nuovi soci e costruendo nuove unità residenziali. Il socio della cooperativa, che è

poi anche l’utente finale, è così ridiventato un semplice acquirente dell’abitazione.

Il risparmio economico continua a sussistere, anche se in forma minore, ma l’iniziativa torna nelle mani del

costruttore per cui viene a mancare il fondamento stesso della committenza organizzata e si ricade nello

schema già analizzato riguardante lo stato attuale.

1.5.7- Appalto concorso/integrato

È una modalità operativa di tipo tradizionale utilizzata quando il committente, quasi sempre pubblico,

necessita di una gamma molto ampia di risposte per un suo problema.

La committenza, insieme al proprio progettista, fornisce delle indicazioni generali di specificazione delle

esigenze e bandisce una gara d’appalto.

Alla gara possono partecipare le imprese che, con una propria struttura di progettazione, presentano un

progetto che tiene in massimo conto delle prassi operative e le tecnologie tipiche dell’impresa stessa.

La committenza gestisce le diverse offerte, sceglie quella a lei confacente e controlla i lavori svolti: in ogni

caso si configura come struttura tecnica che agisce essenzialmente a livello di normazione e controllo del

processo.

Il progettista è obbligato a collaborare, nel corso del processo, con gli specialisti nel campo delle strutture,

degli impianti; il suo ruolo è quindi molto più specializzato che nell’approccio tradizionale.

COMMITTENZA E

TECNICI

APPALTATORE E PROGETTISTA

BENE EDILIZIO

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Tale procedura comporta in ogni caso per l’appaltatore (l’impresa) l’onere di tutti i costi sostenuti per la

redazione del progetto e la partecipazione all’appalto, anche se quest’ultima dovesse rivelarsi infruttuosa.

L’aggiudicazione non viene fatta esclusivamente tenendo conto dell’offerta più bassa, ma valutando le

soluzioni progettuali proposte dal punto di vista economico, tecnico, gestionale e di manutenzione (offerta

economicamente più vantaggiosa).

» Evoluzione dei modelli organizzativi nel processo edilizio industrializzato

1.5.7. General manager contractor

La figura del G.M.C. si evidenzia quando alla tradizionale attività di progettazione e realizzazione di un bene

edilizio si affianca un’attività di progettazione e di appalto di componenti forniti e montati sotto la

responsabilità del fornitore dei componenti che diventa così General Manager Contractor. Un tipico

esempio di G.M.C. si ha nel caso in cui tutta la fase di progettazione, esecuzione e montaggio di una parte

dell’edificio, per esempio quella degli elementi strutturali, venga eseguita da una struttura operativa

esterna che realizzerà quelle opere scorporate, sia in fase di progetto che di appalto, dalle rimanenti.

Un differente caso nel quale emerge sempre la figura del G.M.C. è quello in cui una aggregazione anche

temporanea di imprese nomini un General Manager Contractor (che può essere o meno una persona fisica)

che si occupi di programmare e coordinare il lavoro di tutte le imprese che intervengono nella costruzione.

1.5.8. Project manager e construction manager Entrambe queste figure emergono in un tipo di approccio basato sul management, il cui concetto base è

quello di gestire una serie di interventi in un quadro unitario e coordinato.

Sotto questa classificazione, sono comprese diverse ipotesi organizzative, tutte caratterizzate da un (più o

meno esteso) intervento della committenza, che assume un ruolo preponderante nell’intero processo e

delega soltanto funzioni tecnico-esecutive, assumendo direttamente funzioni progettuali, di indirizzo e di

programmazione del processo.

Ulteriore caratteristica fondamentale è quella di eliminare, attraverso nuove strumentazioni

amministrative, il filtro dell’impresa da costruzione, fra committenza e produttori di componenti, che

troviamo invece in quasi tutti gli altri tipi di approccio.

Nel caso dell’approccio conosciuto con il nome di CONSTRUCTION MANAGEMENT, la committenza ha il

compito di mettere a punto il progetto globale di intervento contenente tutte le indicazioni tipologiche,

tecniche, amministrative, ed organizzative necessarie, delegando al Construction Manager la sola gestione

della fase esecutiva e di appalto di un processo. Il progetto globale costituisce la normativa interna

dell’intervento, di validità limitata alla durata del programma stesso e può essere messo a punto dalla

committenza tramite una propria struttura tecnica interna, oppure tramite strutture professionali esterne.

Nel caso in cui le strutture esterne ricevano la delega ad assumere anche le funzioni di guida dell’intero

processo la committenza riacquista in termini più aggiornati ed evoluti la sua funzione originaria di

promotore del processo e si origina un tipo di approccio che va sotto il nome di PROJECT MANAGEMENT.

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PRODUTTORI MATERIALI

PRODUTTORI SISTEMI

PRODUTTORI COMPONENTI

PROGETTISTI DI SISTEMI

PROGETTISTI DELL'INTERVENTO

PRODUTTORI COMPONENTI

PRODUTTORI MATERIALI

PRODUTTORI SISTEMI

PROGETTISTI DELL'INTERVENTO

PROGETTISTI DI SISTEMI

COMMITTENZA

COMMITTENZA E

TECNICI

PROJECT MANAGER

COSTRUTTORE

BENE EDILIZIO

CONSTRUCTION MANAGER

COSTRUTTORE

BENE EDILIZIO

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La NORMATIVA ATTUALE per l’edilizia privata, prevede delle modalità di progettazione, esecuzione e

controllo.

In generale il processo edilizio tradizionale subisce nel suo iter una serie di controlli che possono essere così

schematizzati.

CONTROLLI con responsabilità del PROGETTISTA:

Approvazione del progetto previo accertamento sulla:

Rispondenza del progetto alla normativa urbanistica

Rispondenza del progetto dell’impianto elettrico alla normativa

Rispondenza del progetto alla normativa sul risparmio energetico

Rispondenza del progetto alla normativa sull’abbattimento delle barriere

architettoniche

Rispondenza del progetto alla normativa antincendio

CONTROLLI con responsabilità dell’IMPRESA:

Deposito del progetto strutturale al Genio Civile

Realizzazione “a regola d’arte” delle costruzioni (garanzia decennale) ·

CONTROLLI con responsabilità del DIRETTORE DEI LAVORI:

Rispondenza dell’edificio realizzato al progetto approvato dal Comune

Certificato di abitabilità (Comune o autocertificazione della Direzione Lavori)

CONTROLLI con responsabilità del COLLAUDATORE

Collaudi in corso d’opera delle opere in cemento armato

Collaudo finale Statico ed Amministrativo

MODULO ZERO

INTRODUZIONE AL CORSO

2. LA SITUAZIONE ATTUALE NELL’EDILIZIA PRIVATA

IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA

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In un modello teorico alla committenza-utenza spetta il compito di definire i requisiti cui deve rispondere il

prodotto, alla produzione spetta la definizione tecnica del prodotto stesso sulle basi delle prestazioni

definite, all’ente di progettazione spetta il compito di fungere da cerniera fra i primi due, concretizzando in

via preventiva il prodotto e rispettando le esigenze di entrambi.

Questa distinzione di ruoli, ben difficilmente può trovarsi nella realtà attuale, con possibili ripercussioni

sulla qualità del prodotto finale. Quest’ultima dipende infatti strettamente dai modi con cui ogni singola

fase è coperta dagli enti interessati e quindi dalla capacità di ognuno di essi di rispondere allo specifico

ruolo che gli compete nel processo.

Le carenze normative, la sovrapposizione fra enti chiamati ad operare nella fase di attuazione, la confusione

fra i loro compiti, la mancanza di coscienza del ruolo degli operatori, hanno portato spesso i diversi enti a

sconfinare dal loro campo d’azione o, più frequentemente, a non coprirlo completamente, lasciando spazi

che sono stati facilmente occupati da chi, per diversi motivi, ha avuto tutto l’interesse ad ampliare quanto

più possibile il proprio peso.

Il settore produttivo edilizio che ha da sempre avuto capacità organizzative ed imprenditoriali si è perciò

guadagnato un ruolo determinante ed ha finito per far prevalere i propri interessi a quelli degli altri enti,

condizionando fortemente sia le scelte che i risultati.

In particolare per quanto riguarda l’edilizia privata, soprattutto residenziale, il settore produttivo ha finito

per sostituirsi spesso all’utenza, la quale si è ritrovata nel processo quasi esclusivamente come fruitore del

prodotto o come potenziale acquirente, senza avere la possibilità e la capacità di esprimere quegli aspetti

della domanda in grado di condizionare e determinare la qualità del prodotto.

Una delle più grandi difficoltà è quella di spostare l’interesse dell’utenza dalle scelte di dettaglio alle scelte

di fondo. Abitudini ormai radicate portano a concentrare l’attenzione dell’utenza in due momenti che sotto

il profilo della qualità sono quasi totalmente ininfluenti:

- la progettazione architettonica degli interni dell’alloggio;

- le scelte che si trovano nelle fasi finali del processo, quando ormai le caratteristiche dell’alloggio

sono definite e la qualità reale del bene casa è già ampiamente determinata.

Abbiamo detto che, per quanto riguarda l’edilizia residenziale, il settore produttivo ha finito per sostituirsi

spesso all’utenza; a questa situazione ha certo negativamente contribuito la REALTÀ PRODUTTIVA ITALIANA

che, senza numeri, può essere così sintetizzata:

· pochissime grandi imprese di costruzione gestite managerialmente;

· poche medie imprese gestite individualmente;

· una miriade di piccole e piccolissime imprese e artigiani.

È quindi necessario sostituire alla nozione di utente-acquirente quella ben più evoluta di utente-

committente, un utente cioè che faccia pesare il potere che gli deriva dal fatto di essere non solo il

destinatario del prodotto, ma anche colui che direttamente o indirettamente lo rende fattibile

immettendo nel processo la domanda relativa ed il capitale necessario. Un utente che acquisisca, in

definitiva, la coscienza del proprio ruolo centrale nel processo.

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Per superare l’attuale situazione non possono essere indicate metodologie di sicuro effetto; solo dalla presa

di coscienza dei diversi problemi e dalla volontà di risolverli da parte di tutti i settori che ruotano intorno

all’edilizia, può venire un deciso contributo al miglioramento. E non potrebbe essere diversamente, visto

che la qualità è un concetto dinamico e la ricerca della qualità è un processo in continua evoluzione.

Al fine di costruire un approccio serio al problema della qualità possiamo indicare alcune strade da seguire

(sono stati numerati alcuni punti oggetto di approfondimento), ad esempio:

ricerca di regole che consentano di misurare la qualità a partire da dati di fatto oggettivamente

riscontrabili e confrontabili;

maggiore diffusione della certificazione, con la quale l’utente finale possa essere tutelato circa la

rispondenza dell’opera edilizia a determinati criteri di qualità;

ridefinizione della figura della Direzione Lavori, che potrebbe diventare un controllore e

certificatore in corso d’opera della qualità, per esempio della qualità tecnologica;

certificazione del processo progettuale

ulteriore sviluppo ed utilizzazione della progettazione assistita dal computer; ( tecniche di

modellazione e di intelligenza artificiale)

responsabilizzazione diretta, per specifiche aree di competenza, di tutti i soggetti coinvolti;

enfatizzazione delle trasformazioni in atto e quindi maggior attenzione ai processi di

management, di gestione e di impresa;

maggiore interesse al sistema delle strutture e infrastrutture per la comunicazione e

l’informazione che costituiscono l’asse portante della formazione all’interno del settore edilizio; in

passato si è sempre prestata più attenzione al mestiere e alla formazione in cantiere piuttosto che

alla formazione meglio strutturata;

nuove modalità di raccolta, e presentazione dell’informazione tecnica;

razionalizzazione della normativa tecnica secondo i dettati comunitari anche per l’edilizia

privata;

costituzione di database contenenti informazioni sull’edilizia esistente.

MODULO ZERO

INTRODUZIONE AL CORSO

La via da seguire è quella di porsi, nei confronti della qualità, in un’ottica che preveda un approccio

multidisciplinare: coinvolgendo competenze diverse e mantenendo un costante riferimento al contesto

ed alle azioni di carattere nazionale ed internazionale.

3. IL SUPERAMENTO DELLA SITUAZIONE ATTUALE

IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA

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La certificazione è una validazione della qualità da parte di un organismo indipendente e può riguardare sia

i prodotti che le aziende. Per queste ultime si certifica il cosiddetto SISTEMA QUALITÀ. Secondo la

terminologia delle norme ISO 9000 (recepite in Italia dalle norme UNI EN 29000), il Sistema Qualità è un

complesso di caratteristiche tecniche e gestionali interno dell’azienda e finalizzato al controllo della qualità

del processo di produzione e costruzione.

In generale non esistono metodi validi in assoluto ma soltanto metodi adatti, volta per volta, ad accertare

ben determinati tipi di qualità. In questa ottica si possono definire dei caratteri generali del controllo che

sono di seguito riassunti.

· Per quanto riguarda i materiali e i semilavorati:

controllo e certificazione della qualità, accertamento delle prestazioni.

· Per quanto riguarda i componenti, gli elementi tecnici:

controllo di qualità e loro certificazione;

accertamento del mantenimento nella serie della qualità caratteristica del tipo;

verifica della congruità fra comportamenti dei componenti singolarmente idonei allo scopo

prefissato.

· Per quanto riguarda gli elementi spaziali:

controllo sul progetto per valutarne la qualità potenziale;

controllo su elementi spaziali realizzati e in uso per valutarne il gradimento da parte dell’utenza e

l’accettabilità delle condizioni ambientali fornite (ruolo di guida per gli interventi successivi).

MODULO ZERO

INTRODUZIONE AL CORSO

3.1 LA CERTIFICAZIONE DELLA QUALITA’

IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA

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Industrializzare l’edilizia significa programmare il processo progettuale e quello costruttivo secondo un

certo ordine ed una certa logica che tengano conto della realtà in cui si opera. Obiettivo primario di ogni

ipotesi di industrializzazione è dunque l’organizzazione dell’attività edilizia come sequenza di momenti

operativi, organizzativi e gestionali coerenti e coordinati in vista dell’ottimizzazione dei risultati conseguibili

con determinate risorse e condizioni contestuali.

In tale approccio la progettazione diventa vincolante per tutti i personaggi del processo, in modo che il

prodotto finito non possa essere diverso da quello progettato.

Tutte le fasi a monte e a valle della produzione, nonché la produzione stessa, debbono essere integrate in

un processo organizzato predisposto scientificamente. E’ la cosiddetta: progettazione integrale

Appare indispensabile distinguere fra l’ATTIVITÀ EDILIZIA che è la risultante dell’impiego di risorse

intellettuali e materiali ed il PROCESSO EDILIZIO.

L’UNI (ente italiano di unificazione) definisce il processo edilizio, come: “sequenza organizzata di fasi

operative che portano dal rilevamento delle esigenze al loro soddisfacimento in termini di produzione

edilizia” .

Il ricorso al metodo della produzione industriale nella realizzazione degli interventi edilizi non è altro che

una soluzione operativa del fare edilizia allineata all’evolversi delle risorse economico-produttive che la

ricerca, la sperimentazione e l’innovazione tecnologica manifestano;

Storicamente l’industrializzazione si è affermata principalmente come PREFABBRICAZIONE realizzando in

stabilimento i manufatti dell’edilizia tradizionale, applicando criteri di produzione industriale a tipi

tecnologici che erano nati per essere realizzati in opera e che rappresentavano la sintesi di secoli di

esperienza basata su contesti socio-economici che esigevano di percorrere quella strada. Questo approccio

all’industrializzazione intesa dunque come mera prefabbricazione di un manufatto, ha portato alla frattura

tra il momento progettuale del singolo intervento e la progettazione degli elementi prefabbricati. In questa

negativa esperienza, il progettista finiva per delegare il suo ruolo alla produzione. Inoltre, non veniva posta

sufficiente attenzione, in fase di messa in opera dei prefabbricati, con la conseguenza del vedere vanificati

tutti i vantaggi dell’industrializzazione.

» Caratteristiche dell’industrializzazione

Industrializzare l’edilizia significa concepire la produzione del bene edilizio in termini di processo di

progettazione, produzione e gestione, cioè come sequenza di momenti operativi, organizzativi e gestionali

MODULO ZERO

INTRODUZIONE AL CORSO

3.2 INDUSTRIALIZZARE L’EDILIZIA

IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA

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coerenti e coordinati finalizzati alla ottimizzazione dei risultati conseguibili con determinate risorse e

condizioni contestuali. È dunque una metodologia alla quale riferirsi per fare edilizia.

L’alto grado di organizzazione, cioè di integrazione e coerenza, di tutte le fasi del processo edilizio può

essere raggiunto solo con una struttura di tipo industriale.

Il metodo di produzione industriale, per essere funzionale all’obiettivo di industrializzazione dell’edilizia

deve tendere all’ottimizzazione relativa di quattro caratteristiche peculiari:

la qualità del prodotto

la complessità del prodotto

la producibilità in serie

l’automazione del processo di produzione

LA QUALITÀ DEL PRODOTTO: è proporzionale alla rispondenza del prodotto finito con le esigenze

dell’utenza. Il prodotto edilizio industrializzato, per definirsi tale, deve essere un PRODOTTO COMPLESSO

cioè un prodotto dal quale sia desumibile la coerenza a due descrizioni dell’intervento edilizio di cui fa

parte:

del SISTEMA AMBIENTALE - SPAZIALE, concernente le caratteristiche esigenziali e

funzionali degli ambienti artificiali e degli spazi fruibili;

del SISTEMA TECNOLOGICO, afferente la costituzione fisica e materiale degli involucri e

delle attrezzature di tali ambienti.

In altre parole il prodotto deve contenere intrinsecamente i segni della sua appartenenza al sistema che è

derivato dalla definizione delle esigenze dell’utenza e non può essere considerato una entità a destinazione

indifferenziata.

Per quanto concerne la PRODUCIBILITÀ IN SERIE essa è da intendersi soprattutto come ripetizione di

operazioni analoghe di lavorazione e montaggio suscettibile di fornire prodotti morfologicamente simili ma

dimensionalmente e prestazionalmente diversificati.

L’AUTOMAZIONE DEL PROCESSO DI PRODUZIONE è da intendersi estesa all’intero processo di produzione,

cioè anche alla fase di trasporto e montaggio del prodotto in cantiere.

La producibilità in serie, insieme all’automazione del processo di produzione conferiscono al metodo di

produzione industriale la grande potenzialità di incrementare la produttività e l’economicità degli interventi

edilizi.

» L’industrializzazione per componenti

L’edilizia industrializzata è formata essenzialmente da componenti edilizi, di diversa natura e complessità,

che possono essere variamente assemblati fino a costituire il bene edilizio finale. L’industrializzazione dà

sempre origine dunque ad una EDILIZIA PER COMPONENTI facendo però attenzione a ridefinire

completamente la concezione di tali prodotti ed il significato storico di edilizia per componenti.

È innanzitutto necessario porsi in maniera rigorosa il problema della finalizzazione del prodotto,

abbandonando l’idea del prodotto che va bene per tutte le situazioni.

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Il componente è, secondo le definizioni già viste, un prodotto complesso per il quale è necessario definire:

un PACCHETTO DI PRESTAZIONI che quel prodotto è in grado di fornire in determinate

condizioni d’uso e di sollecitazione;

una PROGETTAZIONE, dopo un approfondito esame di tutte le variabili che possono aiutare a

far emergere una soluzione ottimale per lo specifico contesto in cui quel prodotto deve essere

impiegato, sfruttando al meglio la tecnologia più o meno innovativa che si intende impiegare.

Il componente edilizio inteso in questa maniera è portatore di innovazioni che, se adeguatamente recepite

dal progettista, danno luogo ad una nuova concezione sia formale che sostanziale dell’edificio.

» Diffusione dell’edilizia industrializzata

E’ intuitivo che per lo sviluppo di un processo industrializzato debbano sussistere almeno due condizioni

fondamentali: la continuità della domanda e la possibilità di istituire una struttura operativa, organizzata e

gestionale per la guida dell’intero processo produttivo, caratterizzata dalla concentrazione dei poteri

decisionali. Tali condizioni difficilmente appartengono alla natura del settore edilizio.

Un intervento edilizio industrializzato potrà ottenere benefici e vantaggi solo se di grande dimensione, cioè

se la produzione consegue ad una significativa quantità di bene da produrre. Per intervento di grande

dimensione intendiamo un intervento edilizio di particolare consistenza, effettuato in un preciso ambito

territoriale oppure un intervento edilizio diffuso nello spazio ma rispondente ad una precisa

programmazione della domanda nel tempo.

Il verificarsi della concentrazione dei poteri decisionali esige di riferimenti per la guida ed il controllo del

processo edilizio industrializzato. Tali riferimenti possono essere ricercati nella normativa, intesa come

insieme di condizioni, di istruzioni che devono essere rispettate da un processo produttivo e dai suoi

operatori per perseguire un obiettivo prestabilito.

Il CORPO NORMATIVO, è la vera ossatura del moderno processo edilizio industrializzato.

La normazione si colloca nelle fasi del processo edilizio a monte del progetto come processo analitico volto

a dotare di elementi di giustificazione razionale le singole scelte progettuali che costituiscono il processo

decisionale complessivo. In questa accezione la normativa costituisce la premessa affinché l’organizzazione,

la programmazione, la guida ed il controllo del processo edilizio possano concretamente attuarsi.

Nella pratica costruttiva l’industrializzazione delle opere per l’edilizia è, salvo alcuni casi di realizzazione di

alloggi per edilizia popolare o di alloggi con notevole complessità strutturale e tecnologica, ancora poco

diffusa.

I MOTIVI DELLA POCA DIFFUSIONE sono diversi, in particolare:

dal punto di vista dell’utente: l’attività artigianale permette di completare la costruzione nel tempo,

in dipendenza delle risorse finanziarie disponibili, e di apportare variazioni in corso d’opera;

L’industrializzazione pone la progettazione al centro del processo produttivo.

Una progettazione rigorosa evita qualunque improvvisazione in tutte le fasi produttive. Tutto deve

essere rigidamente organizzato e finalizzato alle fasi seguenti del processo. Sono, dunque, necessari

progettisti e operatori altamente qualificati.

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dal punto di vista dell’impresa: le piccole imprese a carattere artigianale, che sono la maggioranza,

tendono a bloccare un’organizzazione di tipo industriale che sconvolgerebbe il loro equilibrio;

esiste una forte frammentazione e variazione della domanda e delle risorse imprenditoriali.

l’utente (e non solo il piccolo utente!) ha notevoli difficoltà di lettura del progetto. Solo

visualizzandolo in corso di costruzione, con la possibilità di varianti in corso d’opera riesce ad

ottenere un bene più confacente alle proprie esigenze.

La realtà produttiva italiana può essere così sintetizzata: pochissime grandi imprese gestite

managerialmente, poche medie imprese gestite individualmente, una miriade di piccole e

piccolissime imprese artigiane. Per avere una maggior diffusione dell’industrializzazione è quindi

necessario che l’innovazione interessi soprattutto quest’ultima categoria di attori del processo

edilizio.

I contenuti minimi delle innovazioni potrebbero allora essere:

dal punto di vista dell’utente: finanziamenti agevolati per la prima casa ed utilizzo di linguaggi

espressivi (tecniche CAD, modellazioni, intelligenza artificiale) coerenti con la complessità del

progetto al fine di migliorarne la comprensione;

dal punto di vista dell’impresa: qualificazione, anche culturale, del personale e specializzazione delle

singole imprese artigianali in determinati campi;

in generale: un reale e tangibile risparmio in termini economici e il rendersi conto, da parte delle

imprese ma anche da parte dei professionisti, che il loro ruolo sta cambiando ed è certamente

destinato ad evolversi ancora.

Allo stato attuale sembrano più adatte al mondo dell’edilizia applicazioni industriali mirate alla produzione

di parti da assemblare, inserendole in un organismo edilizio il cui grado di industrializzazione dipende dalle

realtà locali. La costruzione di uno stesso edificio a Cagliari, Sassari, Milano risentirà di tre realtà locali

completamente diverse fra loro (bacini di manodopera, vicinanza di fabbriche, potenzialità economiche) ed

il grado di organizzazione delle fasi esecutive sarà sicuramente diverso nelle tre città.

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Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015

29

Questo accade principalmente per due motivi:

· di ogni modello possiamo conoscere tutto, salvo la collocazione nel territorio, perché è stato

progettato in ogni minimo particolare;

· sul modello possiamo investire grosse cifre per il suo miglioramento, cifre che verranno recuperate

con le grandi quantità di “pezzi” costruiti.

Superata la fase di industrializzazione “pesante” che ha proposto un modello di grossi agglomerati urbani

periferici, l’aspetto negativo cui si è accennato tende progressivamente a scomparire con l’aumento dei

modelli presenti sul mercato.

Si tende oggi, soprattutto per quanto riguarda le case singole in tipologia isolata, a rivalutare l’aspetto

positivo costituito dal fatto che il modello consente l’analisi della propria qualità sotto tutti i punti di vista,

può quindi essere progettato e realizzato secondo criteri di qualità globale, ma soprattutto la sua qualità

può essere verificata prima dell’acquisto.

Anche importanti enti italiani, le Poste, l’Enel, la Telecom hanno intrapreso già da anni questa strada e

costruiscono in tutta Italia uffici e centrali in base a progetti e componenti standard.

In Sardegna esiste già qualche impresa, specialmente nel caso in cui la figura dell’imprenditore e quella del

costruttore coincidano, che costruisce insediamenti abitativi di case unifamiliari e bifamiliari combinando

variamente una serie di quattro-cinque modelli base, ed i risultati sembrano incoraggianti. 5

Molto recente è la progettazione della casa ecosostenibile presentata al MAXXI da due Ingegneri sardi.

1 www.marraiafura.com

2 www.rinnovabili.it

MODULO ZERO

INTRODUZIONE AL CORSO

Nonostante questo tipo di progettazione induca una sorta di timore per una standardizzazione

dell’abitazione con conseguente perdita di individualità sia della casa che degli individui che la abitano,

essa rappresenta una delle poche strade certe verso la qualità.

Infatti la spinta verso l’industrializzazione del processo edilizio induce la ricerca edilizia ad orientare oggi

sempre di più il proprio campo di interesse verso l’innovazione di sistema anziché verso quella di

prodotto.

3.3 LA PROGETTAZIONE PER MODELLI

IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA

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Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015

30

“Un’ abitazione di 45 mq innovativa, improntata alla tutela del paesaggio e al risparmio energetico. Una

casa ecologica. Questa è la casa panoramica, pensata in Sardegna dagli architetti Marinella Cogodda e

Giaime Cabras. Sarà costruita in tre panorami diversi con altrettante fasce climatiche: il territorio costiero

di Bugerru sulla costa occidentale sarda, il territorio cittadino di Cagliari nel sud e il territorio montano di

Gavoi, sul lago Taloro a est dell’isola. La casa panoramica è formata da tre blocchi – servizi, living e notte –

distribuiti tenendo conto dei punti cardinali e della conseguente esposizione al sole, in modo che calore e

luce siano naturalmente presenti in base all’uso diverso delle stanze durante l’arco della giornata.

L’intero edificio verrà realizzato con il sistema X-LAM , pannelli in legno che garantiscono velocità nella

costruzione (in 25 giorni la casa è pronta!), solidità e ecologicità (i pannelli provengono da selvicoltura

sostenibile e si montano a secco, senza leganti o malte). 1

Ciò che distingue la Casa Panoramica e che le è valso il prestigioso riconoscimento EcoLuoghi, è la capacità

di adattarsi a qualunque latitudine e zona climatica mantenendo inalterate le sue prestazioni in classe A+.

L’elevato isolamento termico naturale dell’involucro, l’accurata progettazione bioclimatica e

l’orientamento ottimale, permettono alla Casa Panoramica di mantenere un fabbisogno energetico molto

basso completato dalla dotazione impiantistica alimentata quasi esclusivamente da fonti rinnovabili. 2

Altre realtà, come quella americana, propongono la scelta della casa direttamente dal catalogo e la

possibilità di visitarla, realmente costruita, in appositi spazi di esposizione.

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Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015

31

Un discorso più ampio di quello che può essere svolto in questa sede meriterebbe la progettazione assistita

dal computer che si è sviluppata enormemente negli ultimi anni ed è diventata assolutamente insostituibile

in uno studio di ingegneria.

In linea generale appare fondamentale distinguere fra:

· DISEGNO ASSISTITO, che reitera tecniche di progettazione tradizionali utilizzando i programmi CAD

solo per la fase di restituzione degli elaborati progettuali;

· PROGETTAZIONE ASSISTITA, che apporta un’innovazione sostanziale alla progettazione in quanto

utilizza dai CAD tridimensionali che consentono la fedele riproduzione, al calcolatore, dell’oggetto che verrà

realizzato. Soprattutto le ultime generazioni di CAD utilizzano primitive grafiche di tipo architettonico che

memorizzano nel database del programma tutte le informazioni riguardanti materiali e spessori di cui è

costituito ogni elemento strutturale del progetto; in questo modo è anche possibile l’immediata redazione

del computo metrico relativo all’opera.

» L’Informazione Tecnica

Secondo le indicazioni del Progetto Finalizzato Edilizia del C.N.R. “l’informazione tecnica diventerà uno dei

principali strumenti per la ristrutturazione ed il riordino dell’intero processo edilizio”. Cerchiamo di

analizzare meglio le priorità e le modalità, tenendo presente che la normativa sarà il tramite che

permetterà di far giungere tale informazione agli utenti.

Per quanto riguarda la documentazione dei prodotti, l’informazione sulle caratteristiche e le prestazioni dei

componenti e dei sottosistemi edilizi presenti sul mercato dovranno essere unificate secondo la codifica

adottata nella normativa CEE più recente.

Un’altra grande area riguarderà i processi di organizzazione e gestione dell’intera vita degli edifici.

Un ulteriore campo d’azione dell’informazione tecnica riguarderà la formazione degli operatori, sia a livello

tecnico che a livello di produzione in stabilimento o in cantiere.

Riguardo alla forma in cui verranno organizzate le informazioni sono consultabili dei Testi Unici di

riferimento su settori specifici in materia edilizia.

MODULO ZERO

INTRODUZIONE AL CORSO

3.4 LA PROGETTAZIONE ASSISTITA

IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA

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32

» L’informatizzazione del Settore

L’informatica si rivelerà insostituibile nella sistematizzazione della enorme mole di informazioni che

provengono dal campo dell’edilizia. Non mancano esempi concreti anche a livello nazionale, come la

UNIbase, banca dati delle norme tecniche italiane su CD-ROM. Ma un ulteriore passo può essere

rappresentato da enti specifici che si prendano carico di rendere disponibili in rete, Internet o simili, tutte le

norme tecniche e legislative riguardanti l’edilizia. I nuovi strumenti quali le reti telematiche offrono la

possibilità di poter essere aggiornabili in tempo reale e di poter essere facilmente raggiunti da un numero

teoricamente infinito di utenti.

L’Italia non è particolarmente arretrata rispetto agli altri paesi europei per quanto riguarda lo sviluppo e la

diffusione di software e di sistemi informativi per l’edilizia, mentre per quanto riguarda la circolazione

dell’informazione in rete siamo appena agli inizi. Esistono un numero decisamente consistente di banche

dati ma è stata rilevata una sostanziale incapacità di comunicazione fra i diversi sistemi. Conseguentemente

sono stati riconosciuti praticamente nulli gli effetti sul progetto, sui costi di costruzione, sulla qualità, di

questi sussidi informatici. Un obiettivo di lungo periodo in questo settore è allora quello della definizione di

un consistente telaio concettuale nonché della strutturazione e gestione dell’informazione tecnica che

siano univoci a livello nazionale e di Comunità Europea.

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Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015

33

Le prime enunciazioni dei concetti fondamentali sulla regolazione degli appalti pubblici e dei progetti

risiedono nelle:

Tali normative, in particolare, prevedevano che la redazione di un progetto venisse suddivisa in fasi

successive:

Il contributo della L. 143/49 sull'esercizio professionale degli ingegneri e degli architetti articolò la

prestazione del professionista suddividendo il progetto in tre momenti distinti di elaborazione e di

approfondimento:

MODULO 1.1

IL PROGETTO

ACQUISIZIONE DELLE ISTANZE DELLA COMMITTENZA E DEFINIZIONE DELLE

ESIGENZE AMBIENTALI E TECNICHE

STUDIO ED ELABORAZIONE DEL PROGETTO TECNICO-ECONOMICO

PREPARAZIONE SISTEMATICA DEGLI ELABORATI PROGETTUALI

- legge n. 2248/1865, "Legge sulle opere pubbliche"

- R.D. n. 350 del 25-05-1895 "Regolamento per la direzione, contabilità e collaudo dei lavori dello Stato che sono nelle attribuzioni del

Ministero dei Lavori Pubblici"

- D.M. del 28-05-1895 "Capitolato generale per gli appalti dipendenti dal Ministero dei Lavori Pubblici",

- D.M. del 29-05-1895 "Regolamento per la compilazione dei progetti di opere dello Stato che sono nelle attribuzioni del Ministero

dei Lavori Pubblici"

1. IL PROGETTO NELLA LEGISLAZIONE ITALIANA: EVOLUZIONE DEL

QUADRO NORMATIVO NELL’ULTIMO VENTENNIO

IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA

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34

Le prime enunciazioni dei concetti fondamentali sulla regolazione degli appalti pubblici e dei progetti

risiedono nelle:

Il campo dell’edilizia è sempre stato un avvicendarsi normativo di chiarimento delle modalità di

conseguimento del titolo abilitativo, creando numerose problematiche di coordinamento tra le fonti, che

solamente con l’emanazione del D.P.R. 380/2001 (Testo Unico dell’Edilizia) sono stati chiariti.

MODULO 1.1

IL PROGETTO

Le norme che introdussero una primissima forma di controllo della Pubblica Amministrazione nel nostro ordinamento normativo sull’attività edilizia furono

l’art. 4 R.D.L. 640/1935 e l’art. 6 R.D.L. 2105/1935, che avevano previsto il vincolo obbligatorio del

RILASCIO DI UN’OPPORTUNA AUTORIZZAZIONE

da parte dell’autorità municipale per l’esecuzione di nuove costruzioni o la trasformazione o l’ampliamento di quelle preesistenti su tutto il territorio

comunale.

In un secondo tempo con l’art. 31 legge 1150/1942 venne previsto

L’OBBLIGO DI LICENZA

del podestà per qualsivoglia persona avesse intenzione di realizzare nuove costruzioni o ampliare quelle esistenti o modificarne la struttura o l’aspetto nei centri abitati e, in cui vi fosse il piano regolatore comunale, altresì nelle zone di

espansione.

Una forma di controllo più completa fu introdotta con l’art. 10 legge 765/1967 (cd. «Legge Ponte»), che, introdusse

L’OBBLIGO DI LICENZA EDILIZIA

sull’intero territorio comunale e ugualmente per la modifica o la demolizione delle costruzioni esistenti come parimenti per l’esecuzione dei lavori di urbanizzazione.

- legge n. 2248/1865, "Legge sulle opere pubbliche"

- R.D. n. 350 del 25-05-1895 "Regolamento per la direzione, contabilità e collaudo dei lavori dello Stato che sono nelle attribuzioni del

Ministero dei Lavori Pubblici"

- D.M. del 28-05-1895 "Capitolato generale per gli appalti dipendenti dal Ministero dei Lavori Pubblici",

- D.M. del 29-05-1895 "Regolamento per la compilazione dei progetti di opere dello Stato che sono nelle attribuzioni del Ministero

dei Lavori Pubblici"

2. L’IMPORTANZA DELLE INNOVAZIONI DELLA NORMATIVA PER

L’EDILIZIA

IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA

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35

La giurisprudenza definì la licenza edilizia come un’autorizzazione, vale a dire come un accorgimento con

cui la Pubblica Amministrazione destituiva, con influenza reale e non personale, un limite all’esercizio di

una facoltà. Secondo questa concezione il diritto di costruire (iusaedificandi) era interpretato come una

facoltà compresa nel diritto di proprietà.

Lo spazio di controllo della Pubblica Amministrazione veniva così ulteriormente esteso ad ogni attività

umana che richiedesse una modificazione anche unicamente visiva del paesaggio, al contrario erano esclusi

dall’obbligo di concessione gli interventi di manutenzione ordinaria poiché erano da considerarsi gratuiti.

La riforma verificatasi nell’ambito normativo in esame era costituita dall’uso del termine «concessione» al

posto di «licenza», visto che, tradotto testualmente, questo sembrava aver spostato il titolo edilizio

dall’ambito dei titoli autorizzatori a quello dei titoli concessori. Le concessioni, in ugual modo come le

autorizzazioni, sono provvedimenti burocratici aventi effetti favorevoli per il destinatario, ma si

diversificano da queste in quanto non eliminano un limite posto dalla legge all’esercizio di una condizione di

vantaggio che si trova oramai nella titolarità del privato, ma hanno l’effetto di conferire a quest’ultimo una

condizione giuridica di cui egli prima non era titolare.

La legge Bucalossi rappresentò il culmine del controllo pubblico sulle attività edificatorie private, e già

dall’anno seguente, iniziò un processo di chiarificazione che vide la sua prima tappa con la legge

457/197830, il cui art. 48 prevedeva che per gli interventi di «manutenzione straordinaria» la concessione

edilizia fosse sostituita da un’autorizzazione del Sindaco ad eseguire i lavori.

L’impiego della D.I.A. non era comunque possibile nel caso in cui l’immobile fosse subordinato a vincoli o

fosse asservito dallo strumento urbanistico ad una disciplina specificatamente volta alla tutela delle loro

caratteristiche paesaggistiche, ambientali, storico-archeologiche, storico-artistiche, storico-architettoniche

e storico-testimoniali.

Riguardo il procedimento, l’interessato, doveva presentare la D.I.A., seguita da un dettagliato rapporto a

firma di un progettista abilitato, venti giorni prima dell’effettivo inizio dei lavori, e inoltre dagli appropriati

elaborati progettuali che asseverassero la corrispondenza delle opere da compiere agli strumenti

Trascorso un periodo di 10 anni, con la legge 10/1977 (c.d. «Legge Bucalossi») la licenza edilizia venne sostituita con la

CONCESSIONE EDILIZIA

che implicava l’obbligo di corrispondere un contributo di natura economica commisurato all’incidenza dei costi di urbanizzazione e alla spesa di costruzione

Successivamente le attenzioni si raggrupparono sulla

DENUNCIA DI INIZIO ATTIVITÀ

che, dopo essere stata prevista in una serie di decreti legge non convertiti e reiterati con minime varianti, venne introdotta a regime dall’art. 2, comma 60 legge 662/1996. La D.I.A. edilizia, tuttavia, non consentiva

istantaneamente l’inizio dei lavori, ma solamente dopo venti giorni dalla presentazione dalla denuncia.

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urbanistici adottati o approvati ed ai regolamenti edilizi in vigore, nonché il rispetto delle norme di

sicurezza e di quelle igienico-sanitarie.

Dove venisse riscontrata l’mancanza di uno o più requisiti stabiliti dalla legge per incominciare l’intervento

edilizio, il Sindaco doveva rendere noto agli interessati l’ordine giustificato di non effettuare le previste

modificazioni, ed era fatta salva la prerogativa dell’interessato di avanzare una nuova D.I.A. o di domandare

il rilascio dell’autorizzazione.

La D.I.A. era assoggettata al termine massimo di validità di tre anni, e l’interessato aveva il dovere di

comunicare al comune la data di ultimazione dei lavori , alla scadenza dei quali il progettista doveva

consegnare un certificato di collaudo finale che certificasse la conformità dell’opera al progetto presentato.

L’esigenza di un riordino della disciplina dei titoli edilizi era evidente, e con l’art. 7 legge 50/1999 il Governo

venne incaricato di emanare dei testi unici che riorganizzassero le disposizioni in materia edilizia.

L’incarico venne esercitato col D.Lgs. 301/2002, la nitida separazione tra permesso di costruire e D.I.A.

delineata dalla stesura originaria del T.U., venne alterata con l’introduzione della «SUPER D.I.A.», per

meglio dire l’eventualità di valersi della D.I.A. per l’esecuzione di certi interventi che di per sé sarebbero

stati soggetti a permesso di costruire. 1

La conseguenza fu l’emanazione di un decreto legislativo comprendente le disposizioni aventi rango legislativo (D. Lgs. 6 giugno 2001, n. 378), di un regolamento contenente le disposizioni aventi rango

disciplinare (D.P.R. 6 giugno 2001, n.379) e del citato D.P.R. 380/2001, che, con finalità solamente compilativa, includeva l’intero

TESTO UNICO DELL’EDILIZIA

Il T.U. semplificò sensibilmente il quadro, abolendo dal sistema l’autorizzazione edilizia, in modo da limitare il sistema dei titoli abilitativi alla sola D.I.A. e al

PERMESSO DI COSTRUIRE

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Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015

37

La legge 10/77, meglio nota con il nome di Legge Bucalossi, modificata con l'opera di "semplificazione"

realizzata tramite l'introduzione del testo unico in materia edilizia, fissava le norme relative all'edificabilità

dei suoli.

Come anticipato, la legge Bucalossi stabiliva nuove norme per l'edificabilità dei suoli, individuando nella

concessione edilizia il presupposto necessario per l'avvio di attività di trasformazione urbanistica o opera

edile.6

La concessione edilizia doveva essere richiesta secondo la procedura fissata dalla legge, veniva rilasciata dal

sindaco al titolare dell'area coinvolta dai lavori o a chi ne avesse titolo, al suo interno dovevano essere

indicati i termini di avvio e conclusione dei lavori. In particolare, secondo quanto stabilito dalla Legge

Bucalossi il temine di avvio non doveva essere superiore ad un anno mentre quello relativo alla conclusione

non doveva superare i tre anni, il legislatore aveva tuttavia previsto la possibilità di usufruire di una proroga

del temine di conclusione. Per il rilascio della concessione era inoltre previsto il pagamento di un contributo

commisurato all'incidenza dei costi relativi all'urbanizzazione e ai costi previsti per la realizzazione dei lavori

edili.

Attualmente la concessione edilizia così come regolata dalla legge Bucalossi è stata sostituita dal permesso

di costruire.7

Il permesso di costruire è richiesto dai soggetti che hanno titolarità ad effettuare gli interventi che non sono

soggetti a procedure semplificate e, generalmente, è soggetto al pagamento di oneri concessori

(analogamente al precedente istituto della concessione edilizia).

Qualora l'intervento interessi beni soggetti a particolari tutele (ambientali, architettoniche, artistiche, ecc.)

il rilascio del permesso di costruire è vincolato al preventivo nulla osta da parte dell'ente deputato alla

tutela del vincolo. Alla richiesta di permesso di costruire deve essere allegato un progetto - redatto da un

professionista abilitato all'esercizio della professione - che descriva compiutamente e dettagliatamente le

opere che si intende eseguire e ne attesti la conformità urbanistico/edilizia e la rispondenza ai requisiti

normativi tecnici (es. antisismici, acustici, di isolamento termico, ecc.).8

6 ” Evoluzione della normativa urbanistica, il D.C.P.P. come tutela delle responsabilità del progettista”, Tesi di laurea di MariaFrancesca Serra, Relatori: Carlo Argiolas, Emanuela Quaquero

7 www.edilizia-ristrutturazioni.com 8 www.wikipedia.org

MODULO 1

IL PROGETTO

2.1 LA RIVOLUZIONE DELLA LEGGE BUCALOSSI

IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA

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38

L’istituzione della D.I.A. apparve per la prima volta nel nostro sistema normativo nell’art. 19 legge

241/1990, rivolto alla «Semplificazione dell’azione amministrativa», con il nome di «denuncia di inizio

attività», assumendo solamente dal 2005 l’appellativo di «dichiarazione di inizio attività»

In via di prima approssimazione, il meccanismo permetteva ad un soggetto, tramite la presentazione di una

denuncia, di svolgere un’attività per la quale in precedenza era previsto come imprescindibile il precedente

rilascio di un’autorizzazione.

Il provvedimento autorizzatorio fu perciò sostituito dalla denuncia stessa, che a sua volta doveva

dimostrare la sussistenza dei presupposti e dei requisiti previsti dalla legge per l’esercizio dell’attività.

Con il D.P.R. 300/1992 furono tabellate le attività che disponevano della facoltà di essere immediatamente

iniziate a seguito della presentazione della denuncia e quelle per cui al contrario necessitava stare in attesa

del decorso di un certo termine.

L’immenso numero delle esclusioni delle attività e le complessità di identificazione di queste ostacolarono

la sottomissione alla nuova disciplina di procedimenti di rilievo, e la «crisi» del modello generale spinse il

legislatore a prendere provvedimenti un'altra volta, da un lato anticipando il modello della denuncia di

inizio attività in alcune discipline di settore, tra cui quello edilizio, e dall’altro modificando l’istituto da

«denuncia» a «dichiarazione» di inizio attività.

Il funzionamento della S.C.I.A., (Segnalazione Certificata Di Inizio Attività), è affine ad una D.I.A. che

ammette di avviare subito l’attività, per cui numerose delle riflessioni svolte dalla dottrina in rapporto alla

D.I.A. rimangono attuali e possono essere ancora usate.

L’autorità amministrativa non agisce più ex ante per acconsentire l’attuazione di un’attività privata, ma

viene esercitata esclusivamente ex post per constatare se l’attività che il privato si prefigge di realizzare sia

consona alle disposizioni legali e se il privato sia in possesso dei titoli prescritti per svolgerla.

In questo modo viene messa in evidenza l’autoresponsabilità del privato, a cui è data la possibilità di

predeterminare il risultato a cui ambisce con l'esclusione dell’indispensabile intermediazione del potere

amministrativo, ma con l’accettazione dell’incognita di vedersi bloccato lo svolgimento dell’attività in caso

dell’assenza dei requisiti e dei presupposti che egli ha certificato come reali con la documentazione e

relazioni tecniche (dichiarazioni sostitutive di certificazioni e atto di notorietà, testimonianze e

asseverazioni di tecnici competenti o dichiarazioni di conformità da parte dell’Agenzia delle imprese).

La S.C.I.A. e la D.I.A. si collocano quindi come mezzi di «liberalizzazione», che implicano non la piena

destituzione di ogni potere amministrativo o di qualsivoglia ipotesi normativa riguardante l’attività da

MODULO 1

IL PROGETTO

2.2 LA D.I.A. E LA S.C.I.A.

IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA

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Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015

39

intraprendere, bensì più precisamente la libertà di porre in essere un’attività senza l’intermediazione di uno

determinato decreto amministrativo come titolo di legittimazione. 9

All’inizio degli anni 90 si è assistito ad un forte periodo di crisi politica ed istituzionale, in cui “ogni appalto

implicava un illecito ed un possibile episodio di corruzione”. La legge del 1865 a cui si faceva riferimento

risultava ormai essere inadeguata ai nuovi processi, in particolare non impediva di:

realizzare un intervento senza inserirlo in un programma complessivo di opere da costruire;

fare opere pubbliche senza verificarne l’esigenza;

appaltare un’opera con un progetto di massima e contenente cifre approssimate che veniva

moltiplicato con le “inevitabili varianti in corso d’opera”;

evitare una precisa distinzione tra progettazione ed esecuzione. Il progettista realizzava gran parte

della progettazione in fase di esecuzione, nella sua doppia funzione di progettista-direttore dei

lavori.

L’articolazione della nuova normativa si tradusse in provvedimenti che incisero sulle attività di tutti i

protagonisti del processo edilizio. Nello specifico, la Legge Quadro 109/94 (Legge Merloni) disciplinò:

- l’obbligo di programmazione di investimenti e interventi da realizzare

- l’introduzione del Project Financing

- l’inserimento in pubblica amministrazione del RUP

- la della progettazione su tre livelli, PRELIMINARE, DEFINITIVO ED ESECUTIVO

- l’obbligo di qualifica degli operatori

- l’attribuzione puntuale di responsabilità ai soggetti operanti

- la regolamentazione delle varianti progettuali

- la modifica delle procedure per l'affidamento degli incarichi di progettazione e per la scelta del

contraente

- l’introduzione di un’attenta attività di controllo del processo precedente alle procedure di

aggiudicazione dei lavori.

La normativa pose a carico dei progettisti compiti e responsabilità ben maggiori delle precedenti.

L’attività di progettazione, secondo la legge 109 si articola in 3 fasi: preliminare, definitiva ed esecutiva, e il

prodotto di tale processo è il progetto. Quest’ultimo si presenta come quell’insieme di elaborati, relazioni

9 Evoluzione della normativa urbanistica, il D.C.P.P. come tutela delle responsabilità del progettista”, Tesi di laurea di MariaFrancesca Serra, Relatori: Carlo Argiolas, Emanuela Quaquero

MODULO 1.1

IL PROGETTO

3. L’IMPORTANZA DELLE INNOVAZIONI DELLA NORMATIVA PER I

LAVORI PUBBLICI

IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA

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tecniche e rappresentazioni grafiche, idonei a individuare specificatamente l’opera, definendone la natura,

la forma, le dimensioni, la struttura essenziale e le soluzioni tecniche realizzative.

Prima della Legge Quadro, si assisteva ad una situazione in cui il progettista collaborava con la P.A.

svolgendo gli incarichi in maniera fiduciaria. Non esistevano gare d’appalto, ma ci si basava sulla fiducia e

sull’affidamento. Questo permetteva al progettista di non seguire precise scadenze e di non progettare in

maniera esaustiva: durante i lavori infatti si verificavano numerose varianti in corso d’opera.

Tutto il periodo ante-Merloni, infatti, era caratterizzato da assenza di una precisa distinzione tra

progettazione ed esecuzione e dall’assegnazione degli incarichi di progettazione e direzione lavori con

scelta discrezionale. Il legislatore “cercava” di porre fine ad un periodo in cui avevano dominato le scelte

progettuali esclusive delle Imprese Appaltatrici: infatti, a causa di progettazioni inadeguate poste a base di

gara, le imprese, dopo l’appalto, avevano mano libera nella “rivisitazione” del progetto, imponendo varianti

in corso d’opera e nuovi prezzi così sostanziali che, a volte, avevano un importo pari o superiore a quello

dell’appalto.

L’articolazione della normativa si tradusse in 4 testi fondamentali:

Legge Quadro 109/94

Regolamento Generale DPR.554/99

Regolamento di qualificazione delle imprese DPR. 34/2000

Capitolato generale d’appalto Dm. 145/2000

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La progettazione rappresentò uno dei punti più importanti nella strategia della "Legge Quadro in materia di

LLPP", in quanto superò le devianze nate nel settore dei lavori pubblici a causa di carenti o inadeguate

attività di progettazione che consentivano l'abuso delle varianti in corso d'opera e delle offerte anomale.

I lavori pubblici previsti dalla vigente normativa possono essere realizzati esclusivamente tramite contratti

d'appalto o di concessione, oltre che, per alcuni specifici casi, in economia.

La nuova legge introduce modifiche sostanziali ad entrambe le tipologie principali di contratto

introducendo concetti che in qualche modo incentivano la partecipazione dell'imprenditore alla

realizzazione e alla gestione dell'opera, fino alla partecipazione alla stessa fase progettuale.

Il D.P.R. 207 è il Nuovo Regolamento del Codice degli Appalti, che il 10 Giugno 2011 è andato a sostituire il D.P.R. 554/99.

Nel 2006 con il Codice degli Appalti (D.LGS. 163 s.m.i.) è stato mappato l’intero processo edilizio e si è

focalizzata l’attenzione sulle prime parti della programmazione, dall’analisi delle esigenze, al documento

preliminare fino alla progettazione, con l’intervento di un protagonista principale, denominato

Responsabile Unico del Procedimento (RUP).

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Con la nuova regolamentazione, sono stati introdotti i concorsi di progettazione nei quali i progettisti (che

spesso coincidono con i Direttori dei Lavori) danno una notevole ed assoluta importanza al progetto. Il

progettista diventa garante del progetto che tramite la validazione assume un carattere unitario ed

esecutivo. Al centro di tutto il project compare il RUP, attore fondamentale di tutto il processo edilizio.

Le imprese non possono affrontare varianti in corso d’opera per un importo maggiore del 5% del costo

totale dell’opera e per l’aggiudicazione dell’appalto devono presentare l’offerta economicamente più

vantaggiosa. Quest’ultimo aspetto v a discapito dei materiali e della qualità del costruito.

L'organizzazione del processo edilizio è composta da una sequenza di fasi o sotto-fasi a loro volta scindibili

in più momenti principali che possono essere considerati dei veri e propri sotto-processi, ovvero:

il sotto-processo decisionale

il sotto-processo esecutivo

il sotto-processo gestionale

il sotto-processo di controllo

Mentre i primi tre sono da considerarsi sequenziali, come vedremo in seguito, il momento di controllo è

parallelo ad ogni sotto-processo. E' opportuno ricordare pertanto che in ogni fase del processo edilizio vi

sarà la concomitanza di più operatori che apparterranno o ad uno o all'altro sotto-processo e saranno

pertanto degli operatori di "trasformazione" e degli operatori di "controllo".

MODULO 1.1

IL PROGETTO

SOTTOPROCESSO

DECISIONALE

SOTTOPROCESSO ESECUTIVO

SOTTOPROCESSO GESTIONALE

SOTTOPROCESSO DI CONTROLLO

4. LE FASI E SOTTO-FASI DEL PROCESSO EDILIZIO TRACCIATO DALLE

NUOVE NORME

IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA

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LE FASI DI PROGRAMMAZIONE DI UN’OPERA PUBBLICA

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Studi di fattibilità

Piano triennale

Committente

Responsabile del Procedimento

Consulenti

Progetto Preliminare

Elenco Annuale

Committente

Responsabile del Procedimento

Consulenti

Progetto Esecutivo

Pianificazione di progetto

Committente

Responsabile del Procedimento

Consulenti

MODULO 1.1

IL PROGETTO

FASE DECISIONALE

Analisi di fattibilità

Sistema di obiettivi e

vincoli

Programma di intervento

Linee guida per la

progettazione

Bandi di gara

FASI PROGETTUALI

FASI DI

METAPROGETTAZIONE

SISTEMA AMBIENTALE

SISTEMA

TECNOLOGICO

FASI DI

PROGETTAZIONE

SISTEMA AMBIENTALE

SISTEMA

TECNOLOGICO

Progetto Definitivo Progetto Esecutivo

FASI DI

PIANIFICAZIONE

E

OPERATIVA

Piani Operativi Piani Economici

Piani Manutentivi Piani di Sicurezza Piano Temporali

Responsabile del Procedimento

Progettisti

Coordinatori Sicurezza per la Progettazione

SOTTOPROCESSO DECISIONALE

4.1. IL SOTTO-PROCESSO DECISIONALE

IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA

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In esso sono raccolte tutte le operazioni che implicano delle decisioni di carattere fondamentale per

l'intervento, da quella iniziale di attivazione del processo alla formulazione delle esigenze da soddisfare,

dalle indagini sulla fattibilità alle operazioni di progettazione, pianificazione e programmazione. In ognuno

di questi momenti i diversi "operatori" del processo si occupano dei due aspetti principali del sistema,

quello ambientale e quello tecnologico, prima esplorando diverse strategie e modelli di comportamento e

funzionamento, definendo puntualmente con la progettazione tutte le specifiche dell'oggetto da realizzare.

L'attività di progettazione si articola su tre livelli come previsto dalla nuova legislazione sui lavori pubblici

ed è costituita da una sequenza elaborata di fasi che, si sostanzia nella sequenza preliminare, definitiva,

esecutiva.

La legge prevede:

una pluralità di indagini, relative all'individuazione delle esigenze da soddisfare, delle

caratteristiche del luogo dell'intervento e del contesto, naturale e costruito, ecc.;

la definizione delle modalità di esecuzione;

la valutazione costi-benefici:

la funzionalità dell'organismo architettonico, per rappresentare la realizzabilità della

costruzione:

la fattibilità economico-finanziaria dell'opera;

la verifica della capacità programmatica del committente.

L'attività della progettazione, quindi, si configura come la sintesi di un procedimento articolato, arricchito

di analisi critiche e di successivi adeguamenti, il cui prodotto finale è certamente un insieme di elaborati

tecnici, ma che per il suo corretto svolgimento richiede, a livello programmatico, la pianificazione

strategica, economico-finanziaria e temporale degli interventi e, a livello operativo, coinvolge una figura

fondamentale nella gestione del processo decisionale, il responsabile unico del procedimento.

PROGETTO PRELIMINARE PROGETTO DEFINITIVO PROGETTO ESECUTIVO

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A valle del contratto di appalto vi è il passaggio alle fasi di realizzazione dell'oggetto edilizio progettato.

Bisogna dire che non sempre è netta la linea di demarcazione fra i due momenti decisionale ed esecutivo:

se non si considera il regime dei lavori pubblici regolamentato dal nuovo Codice, alcune operazioni

progettuali e soprattutto quelle di tipo pianificatorio e programmatorio, vengono effettuate o integrate dai

tecnici dell'impresa appaltatrice: è uno di quei casi in cui la suddivisione sequenziale del processo mostra di

essere non tanto di ordine temporale bensì logico. Ad esempio la programmazione dei lavori, la quale può

essere stilata nel dettaglio solo conoscendo con precisione i mezzi e le risorse che utilizzerà il costruttore,

rimane pur sempre un atto di tipo decisionale, anche in virtù delle numerose influenze che essa ha sulle

fasi di progettazione,anche se le ragioni sopra esposte fanno preferire, per quanto possibile, un suo

slittamento temporale a valle del contratto di appalto.

D'altronde oggi, con l'entrata in vigore della nuova normativa TUSL sulla sicurezza nei cantieri (D.lgs

81/2008), al professionista incaricato dal committente è ormai demandato il compito di definire in maniera

assai particolareggiata tutto l'intervento : ciò comporta una definizione delle attività di cantiere a monte

del contratto di appalto.

Il sotto-processo esecutivo comprende quindi tutte le fasi di produzione dei materiali e dei componenti in

stabilimento, la realizzazione dei manufatti e il montaggio dei semilavorati e dei componenti in cantiere,

nonché le fasi di pianificazione e di programmazione operativa necessarie per la corretta, efficace e

razionale attuazione dell'intervento secondo lo schema:

MODULO 1.1

IL PROGETTO

4.2. IL SOTTO-PROCESSO ESECUTIVO

IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA

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SOTTOPROCESSO ESECUTIVO

FASE DI APPALTO FASE DI COLLAUDO FASI DI

PROGRAMMAZIONE

E ORGANIZZAZIONE

DELLA PRODUZIONE

E DEL CANTIERE

FASE DI

REALIZZAZIONE

ESECUZIONE LAVORI

E GESTIONE

BANDO DI GARA

GARA D’APPALTO

AGGOIDICAZIONE DEI LAVORI

PROJECT MANAGEMENT

PROGRAMMI OPERATIVI

GESTIONE COMMESSA

VERIFICA ED ACCETTAZIONE DEL PRODOTTO

GARANZIA ED ASSICURAZIONI

DEFINIZIONE CONTENZIOSO

VALUTAZIONE E

QUALIFICAZIONE

DELL’IMPRESA

CONTRATTO D’APPALTO

SISTEMA QUALITÀ VISION 2000

PIANI QUALITÀ DI COMMESSA (PQC)

PIANI DI CONTROLLO QUALITÀ IN

CANTIERE (PCQC)

ORGANIZZAZIONE DI IMPRESA

ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE

PIANI DI MONTAGGIO

PIANI DI

TRACCIAMENTO

PIANI DI SICUREZZA

PROGRAMMA LAVORI

PIANI ECONOMICO-FINANZIARI

PIANI GESTIONE ESERCIZIO E

MANUTENZIONE

PIANI DI CONTROLLO QUALITÀ DEL

PRODOTTO

POLIZZE ASSICURATIVE

COMMITTENTE

RUP

APPALTATORE

RUP

DIRETTORE DEI LAVORI (DL)

RESPONSABILE DELLA QUALITÀ

DIRETTORE CANTIERE

ASSICURATORI

COORDINATORE PER LA SICUREZZA IN FASE

DI ESECUZIONE (CSE)

COMMITTENTE

RUP

DIRETTORE DEI LAVORI (DL)

RESPONSABILE DELLA QUALITÀ

DIRETTORE CANTIERE

ASSICURATORI

FASI

SOTTO

FASI

OU

T PU

T O

PER

ATO

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In vari momenti dell’iter di realizzazione degli interventi pubblici,s’inserisce l’affidamento di incarichi di

progettazione, direzione lavori, collaudi e così via.

Di seguito si riporta un elenco delle attività che contraddistinguono i primi due sottoprocessi, ordinate

cronologicamente.

Nomina Dirigente Competente

Identificazione Bisogni

Studio Di Fattibilità

Programma Triennale

Nomina Del Responsabile Del Procedimento

Documento Preliminare Alla Progettazione (D.P.P)

- Affidamento Della Progettazione Preliminare

Progetto Preliminare

Verifica Del Progetto Preliminare

Elenco Annuale

- Affidamento Della Progettazione Definitiva

Progetto Definitivo

- Affidamento Della Progettazione Esecutiva

Progetto Esecutivo

Validazione Del Progetto Esecutivo

Piani Di Manutenzione

- Affidamento Ufficio Direzione Dei Lavori

Direttore Dei Lavori

Bando Di Gara

Aggiudicazione

Contratto

Piani Di Sicurezza

Consegna Lavori

- (Eventuale Affidamento Collaudi In Corso D’opera)

S.A.L (Stato Di Avanzamento Lavori) E Certificati Di Pagamento

Varianti In Corso D’opera

Sospensioni E Proroghe

Riserve E Contenzioni

Ultimazione Dei Lavori

Stato Finale Dei Lavori

- Affidamento Collaudi

Collaudo Statico

Collaudo Tecnico Amministrativo

Certificati Di Collaudo

4.2.1. ITER DI REALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI PUBBLICI,

TRACCIATO DALLE NUOVE NORME

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Dal collaudo inizia la vita utile del bene prodotto. In fase pianificatoriasono state analizzate le caratteristiche

del progetto anche dal punto di vista della durata e del degrado, e sono stati stabiliti i livelli prestazionali del

bene edilizio in vista delle condizioni ambientali in cui va ad inserirsi e del tempo per il quale dovranno

essere mantenuti.

Esistono, poi, delle prescrizioni sul tipo di operazioni da effettuarsi, affinché i livelli di prestazione

previsti nel tempo siano effettivamente rispettati. L'esecuzione delle istruzioni citate è parte integrante

delle operazioni di gestione del manufatto edilizio, che vanno dall'esercizio corrente degli spazi (pulizia,

imbiancatura, ...) a quello delle parti a più alto contenuto tecnologico (esercizio e manutenzione degli

impianti, ...) fino alla manutenzione delle parti edili e strutturali.

Nella fase gestionale dell’intervento si studiano tutti quei casi di beni edilizi che possono essere inseriti in

un discorso di riuso sia da un punto di vista del riciclaggio del materiale che potrà essere trasformato, o

semplicemente smontato e riutilizzato.

E’ l’utente del bene edilizio (con esecuzione diretta o tramite aziende e tecnici specializzati),che dovrà

occuparsi della gestione prodotto e della sua eventuale dismissione.

MODULO 1.1

IL PROGETTO

SOTTOPROCESSO GESTIONALE

•GESTIONE CORRENTE ELEMENTI SPAZIALI

•ESERCIZIO IMPIANTI

•MANUTENZIONE ORDINARIA

•MANUTENZIONE STRAORDINARIA

•RISTRUTTURAZIONE

•DEMOLIZIONE

•RECUPERO E RICICLO COMPONENTI

PERIODO DI VITA UTILE

4.3. IL SOTTO-PROCESSO GESTIONALE

IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA

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II controllo avviene sistematicamente ad ogni stadio di trasformazione del processo, così come

rappresentato in tabella, ed è finalizzato alla verifica di congruenza e di rispondenza dei risultati ottenuti

dalle trasformazioni rispetto al sistema di obiettivi, vincoli e dati di ingresso di riferimento.

Tra i momenti di controllo più significativi rientrano il controllo qualità del progetto, articolato nei tre livelli

di progettazione preliminare, definitivo, esecutivo ed il controllo qualità del prodotto, attuato sia in fase di

produzione e accettazione dei materiali e dei componenti, che in fase di verifica e accettazione dell'opera

(collaudo lavori finale o in corso d'opera).

Il controllo oggi non è però più riconducibile solo a questi due momenti principali: si devono anche

verificare e controllare le procedure oltre che i costi, per arrivare al controllo della tempistica delle risorse

impiegate.

Alcune fasi, quelle più riconducibili a matrici di tipo industriale (produzione e lavorazioni in serie)

possiedono procedure di controllo collaudate, che conducono all'ottenimento di prodotti certificati

secondo le più recenti direttive della Comunità Europea.

Allo stesso modo le aziende che intervengono nell'ambito gestionale del processo si dotano di manuali di

qualità procedurali, al fine fornire servizi adeguati alle richieste del cliente, perseguendo parallelamente

l'obiettivo di ottenere la "certificazione di qualità".

La parte di processo sulla quale è necessario approfondire metodologie e strumenti di controllo è costituita

dalle fasi decisionali, dall'esplicitazione delle esigenze all'estensione del progetto.

MODULO 1.1

IL PROGETTO

SOTTOPROCESSO DI CONTROLLO

•PROGRAMMA DI INTERVENTO

•SISTEMA OBIETTIVI/VINCOLI

•VERIFICA RISPONDENZA

•DATI INPUT

FASE DECISIONALE

•PROGETTO

•VERIFICA QUALITATIVA, ECONOMICA, TEMPORALE, OPERATIVA

•CONTROLLO QUALITÀ PROGETTO FASE PROGETTUALE

•PRODOTTO

•VERIFICA RISPONDENZA PRGETTO

•CONTROLLO QUALITà

•COLLAUDO

FASE DI ESECUZIONE

PROCEDURE

VERIFICHE DI EFFICACIA

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4.4. IL SOTTO-PROCESSO DI CONTROLLO

IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA

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Studi statistici effettuati in ambito europeo da diversi ricercatori ed organismi di ricerca, rilevano come il 50-

60% delle patologie dovute a degrado anticipato verificato su beni edilizi, sia dovuto ad errori di

progettazione, mentre solo un 20-25% è attribuibile rispettivamente a deficienze esecutive e gestionali.

Anche gli operatori di progettazione, oggi tendono a dotarsi di un sistema di qualità secondo la norma ISO 9001

al fine di definire "la struttura organizzativa, le procedure ed i processi e le risorse necessarie ad attuare la

gestione della qualità".

La richiesta di verifica di rispondenza agli obiettivi predefiniti o alla conformità alle norme è un passaggio ormai

obbligatorio anche per le opere non soggette alla normativa dei lavori pubblici.

Se la verifica del prodotto finale ha ormai trovato in molteplici casi una metodologia standardizzata, molto

ancora c'è da definire per il controllo della qualità del progetto (inteso in senso ampio) anche se nuovi

strumenti stanno rapidamente e radicalmente mutando questo aspetto. In sede Uni è stata approvata una

norma (10914-1:2001)dal titolo "Qualificazione e controllo del progetto edilizio di interventi di nuova

costruzione e di interventi sul costruito”

A tal fine la norma fornisce la guida alla definizione ed attuazione di un processo di qualificazione e controllo

del progetto edilizio, fornendo i criteri specifici per:

- definire, prima dell'avvio della progettazione, le finalità ed i vincoli posti alla base dell'intervento

attraverso la redazione del documento di programma

- assicurare, lungo l'iter di definizione dell'opera, una progressiva ed adeguata rispondenza del progetto

ad esso

- verificare, prima della messa in produzione del bene, la conformità effettiva progetto-programma

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Qualsiasi processo edilizio nasce dall’iniziativa di un soggetto promotore che al fine di soddisfare determinate

esigenze o per investire denaro, si affianca ad altri operatori al fine di produrre un bene edilizio.

Il promotore potrà essere un soggetto pubblico o privato ma in entrambi i casi si cercherà di ottenere il

massimo profitto con il minimo rischio per ottenere la massima utilità con il minimo impiego di risorse. In ogni

caso sarà il promotore dell’iniziativa a decidere il livello di rischio accettabile e le risorse da mettere a

disposizione per ogni singolo intervento.

Nel caso di un’opera pubblica tutta l'attività di realizzazione dei lavori pubblici si svolge sulla base di un

programma triennale e dei suoi aggiornamenti annuali predisposti ed approvati dalla stazione appaltante,

unitamente all'elenco dei lavori da realizzare nell'anno stesso, escludendo dall'inserimento nel programma

triennale tutti i lavori di importo inferiore o uguale a 100.000 €.

È chiaro, quindi, che un ampio ventaglio di micro lavori, che pur costituiscono una larga parte dell'attività della

Pubblica Amministrazione, restano fuori dalla programmazione triennale. Questo garantisce di poter

affrontare, con maggiore disinvoltura, lavori di modesto importo.

Sia il promotore un ente pubblico o un soggetto privato, la prima fase sarà quella di individuare le esigenze da

soddisfare, ovvero definire la domanda di beni edilizi caratterizzata sia come tipologia di beni attesi, sia come

quantità e qualità richiesta per tali beni. Inoltre la domanda deve essere precisata come distribuzione e

variazione nel tempo anche a fronte di eventuali modificazioni che possono intervenire a causa di mutamenti

dell'offerta. Infatti, nel lasso di tempo che intercorre dall’individuazione delle esigenze alla realizzazione dei

beni edilizi programmati per rispondere a tali esigenze, possono intervenire variazioni del contesto e quindi

della domanda.

Una corretta analisi del mercato consente, quindi, non solo di acquisire i dati fondamentali per la

programmazione e progettazione dell'intervento, ma riduce anche in modo significativo il rischio di insuccesso

dell'intervento stesso.

Il fine di un progetto è quello di creare risultati attesi, creare output, creare sostanzialmente un valore

aggiunto. Il project genera un risultato che a sua volta genera un valore che può avere una certa durata nel

tempo.

Nella fase di definizione è pensata la nascita del progetto scaturita da un’opportunità di miglioramento di

un contesto, da un problema che si presenta nel breve periodo, da un’idea o da un piano strategico di lungo

termine. L’idea del privato è finalizzata alla capitalizzazione e all’investimento. Il settore pubblico al

contrario, non ha alcun interesse a finanziare, perciò l’idea nasce spesso da propositi elettorali.

La prima fase è a livello cerebrale e quando l’idea prende forma ci si avvia nel primo gate di passaggio, che

consiste nel passare dal processo mentale al primo livello di strutturazione, attraverso ad esempio le prime

MODULO 1.1

IL PROGETTO

5. LA FASE DECISIONALE

IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA

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analisi di fattibilità.

E’ necessario pensare a come si possa reggere in piedi l’idea, quali siano i soggetti coinvolti (stakeholders) e

quali siamo gli aspetti del triplice vincolo. Quest’approccio è consentito tramite lo svolgimento e l’analisi

degli studi di fattibilità.10

La "business idea" ed il sistema di obiettivi e vincoli del promotore/committente dell'intervento devono essere

verificati come fattibilità giuridico- normativa, tecnica, operativa, gestionale, economica e finanziaria mediante

appositi studi, in base ai risultati dei quali il sistema stesso potrà essere modificato in tutto o in parte; potrà

essere anche deciso di soprassedere all’attivazione dell'intervento, o di procedere ad un’attivazione parziale

scegliendo quali delle esigenze individuate potranno essere soddisfatte.

10 “ Strumenti Di Analisi E Valutazione Economico-Sociale Di Un’opera Pubblica: Il Parco Della Musica A Cagliari, Tesi di laurea di Monica Costa, Relatori: Carlo Argiolas, Filippo Melis

MODULO 1.1

IL PROGETTO

NORMATIVA INTERNA DEL PROCESSO

OU

T PU

T

OU

T PU

T

DEFINIZIONE DEL

SISTEMA DI

OBIETTIVI E VINCOLI VERIFICHE DI

FATTIBILITÀ

VALUTAZIONE

DELLA

CONVENIENZA

SOCIALE ED

ECONOMICA

DELL’INTERVENTO

DISCIPLINARE PER

L’APPALTO DI

SERVIZI

DIINGG.ED ARCHH

LINEE GUIDA E

CONTROLLO

DELLE FASI

PROGETTUALI

COMMITTENTE

RESPONSABILE

DEL

PROCEDIMENTO

ANALISI DI

MERCATO

ANALISI DEL

VALORE

BU

SINESS ID

EA

INDIVIDUAZIONE E

SCELTA DELLE

ESIGENZE DA

SODDISFARE

COMMITTENTE

TECNICI

Feedback di 1° livello

Feedback di 2° livello

COMMITTENTE

TECNICI

VARIE

DISCIPLINE

COMMITTENTE

5.1 GLI STUDI DI FATTIBILITA’

IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA

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Vengono esaminate diverse strategie di intervento delle quali si cerca di conoscere, tramite valutazioni

sintetiche di tipo parametrico fino a che punto rispondano alle esigenze individuate oppure rappresentino un

buon investimento per il committente, cioè fino a che punto può considerarsi ottimale l'utilizzo dei fattori

produttivi e delle risorse impiegate, a fronte dell'utilità sociale o personale ottenuta.

A tale proposito si parla anche di soglie di qualità: un intervento che venisse prospettato con livelli prestazionali

molto alti, ma chiaramente incompatibili con i vincoli economico-finanziari o temporali del committente,

quindi al di là delle soglie di qualità da esso previste, è da considerarsi un'ipotesi non conveniente e da scartare,

pur se mirante all'ottenimento di un prodotto eccellente.

“La qualità può essere intesa come grado di corrispondenza del bene realizzato al sistema di obiettivi e vincoli

fissato”. In quest'ottica diventa sempre più importante il ruolo del committente nel definire, nelle fasi

decisionali, i termini di riferimento rispetto ai quali confrontare la qualità ottenuta con quella attesa.

Un aspetto importante delle analisi di fattibilità è quello che si occupa di valutare rischi e benefici derivanti dal

l'intraprendere l'iniziativa: è infatti naturale che il promotore, particolarmente se di natura privata, tenti di

ottenere il massimo profitto con il minimo rischio, due risultati generalmente non associati.

Il Promotore individua dei bisogni, degli obiettivi, delle esigenze e perciò nello studio di fattibilità si

indicano quali lavori sono necessari per soddisfare questi bisogni. Questi lavori devono avere caratteristiche

di tipo:

- FUNZIONALI

- TECNICHE

- GESTIONALI

- ECONOMICO-FINANZIARIE

Lo studio di fattibilità si compone anche dell’analisi dello stato di fatto dell’intervento nelle sue

componenti:

- STORICO-ARTISTICHE

- ARCHITETTONICHE

- PAESAGGISTICHE

- DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

- SOCIO-ECONOMICHE

- AMMINISTRATIVE E TECNICHE

È fondamentale, quindi, che le analisi di fattibilità abbiano carattere di rapidità ed incisività, che considerino

pochi e sintetici parametri in modo da permettere di comprendere in breve tempo se l'intervento è

vantaggioso o meno.

Lo studio di fattibilità deve essere elaborato in maniera esaustiva e contenere tutti questi aspetti

affrontabili in maniera flessibile perché deve essere proporzionata con i problemi individuati. Per quanto

riguarda l’utilizzo programmato dell’opera, esso deve essere fattibile, basato su metodologie e informazioni

reperibili. Infine è necessario che tutti i procedimenti siano verificabili, valutabili e certificabili.

Queste specifiche valutazioni di fattibilità devono essere precedute da una serie di analisi propedeutiche e

concludersi con una analisi dei rischi sulla realizzabilità dell’opera.

La struttura di base dello SDF è dunque la seguente:

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Analisi propedeutiche ed alternative di progetto

Gli elementi conoscitivi di base riguardano: l’inquadramento complessivo dell’opera, la stima ed analisi del

fabbisogno (domanda) e della proposta per il suo soddisfacimento (offerta), il modello di gestione e

manutenzione dell’opera e la presa in conto delle alternative progettuali di maggiore rilevanza. Tutti gli SDF

debbono affrontare queste analisi di base, ovviamente con un grado di approfondimento e di completezza

consoni alla dimensione ed alla fattispecie dell’opera studiata.

Fattibilità tecnica

L’ipotesi (tecnica) di opera pubblica, prescelta fra le alternative considerate per rispondere al fabbisogno

individuato, da sottoporre a studio di fattibilità va delineata e descritta con un dettaglio sufficiente per

permettere di realizzare le successive fasi di fattibilità (in particolare quelle: ambientale, finanziaria ed

economica). Si tratta di identificare le funzioni da insediare, di descrivere le caratteristiche tecnico-

funzionali e dimensionali, con riferimento alle opere necessarie per la realizzazione dell’intervento, nonché

di individuarne la localizzazione. La descrizione delle (cosiddette) opere distinguibili, delle attività

elementari, delle relazioni logiche e temporali fra attività ed opere e della loro proiezione su un calendario

presumibile, deve essere sufficientemente dettagliata per individuare chiaramente cosa debba essere fatto,

come e quando e per permettere le valutazioni di convenienza finanziaria ed economica. Lo strumento più

efficace per fornire questi elementi in modo sintetico può essere considerato il cosiddetto diagramma di

Gantt. Vanno poi dettagliatamente descritti, in termini quantitativi e qualitativi, gli output (beni e/o servizi)

previsti dell’opera.

Compatibilità ambientale

La valutazione di compatibilità ambientale di un’opera pubblica dovrebbe assicurare che nei processi di

formazione delle decisioni non siano compromessi gli obiettivi generali di protezione della salute e della

qualità della vita, di mantenimento della biodiversità, di riproduzione degli ecosistemi, di utilizzo razionale e

durevole delle risorse naturali e più ingenerale sia garantita la sostenibilità dell’intervento antropico.

Si tratta in sostanza di un’attività istruttoria alla fase di valutazione di impatto ambientale o allo studio di

compatibilità ambientale, nella quale vengono sinteticamente individuati a livello macro le principali

situazioni di criticità e rischio ambientale.

La sostenibilità finanziaria

Scopo delle analisi è quello di prospettare un valido piano di finanziamento dell’opera e di verificare e

valutare quella che sarà la situazione finanziaria per la gestione e manutenzione dell’opera. Quest’ultimo

aspetto assume una particolare rilevanza poiché se la gestione dell’opera prevede rientri finanziari di

qualunque natura (riscossione di tariffe, canoni, vendita di beni e servizi, sovvenzioni pubbliche, ecc.) essi

1. ANALISI PROPEDEUTICHE 2. ALTERNATIVEDI PROGETTO 3. FATTIBILITÀ TECNICA 4. COMPATIBILITÀ AMBIENTALE 5. SOSTENIBILITÀ FINANZIARIA 6. CONVENIENZA ECONOMICO-SOCIALE 7. VERIFICA PROCEDURALE 8. ANALISI DI RISCHIO E SENSITIVITÀ

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dovrebbero almeno coprire tutte le uscite, se invece si tratta di un’opera per la quale non sono prevedibili

rientri si tratterà di programmare la copertura del deficit di esercizio, individuandone le competenze,

titolarità e modalità.

La convenienza economico-sociale

L’analisi economico-sociale all’interno dello studio di fattibilità di un’opera pubblica ha lo scopo di verificare

il grado di utilità dell’opera per la collettività. L’analisi economica è strutturalmente simile a quella

finanziaria, ma deve tenere conto anche degli eventuali costi e benefici economici esterni o indiretti. Per

costi esterni si intendono quei costi sopportati da soggetti diversi da quello cui compete la realizzazione o la

gestione dell’opera. Si può trattare dei costi relativi ad opere collaterali all’intervento ma necessarie per la

sua funzionalità, di quelli connessi alle attività economiche indotte (ai quali corrisponderanno i relativi

benefici esterni), dei costi ”esterni al mercato” cioè relativi a beni e servizi non vendibili (per esempio i costi

sociali relativi alla salute, all’impiego del tempo ecc.).

La verifica procedurale

Gli aspetti amministrativi e procedurali giocano un ruolo molto rilevante sulla probabilità di realizzare e

gestire in modo efficiente le opere pubbliche. Lo studio di fattibilità deve dunque verificare le condizioni

istituzionali, amministrative, organizzative ed operative necessarie alla realizzazione dell’intervento.

L’analisi di rischio e sensitività

L’analisi di rischio ha lo scopo di identificare gli eventi sfavorevoli che possono incidere sulle condizioni di

fattibilità dell’opera (realizzazione e gestione). Il fine è poi quello di valutare entro quali limiti i rischi insiti

nel progetto possano, eventualmente, influenzare i risultati economici e finanziari dell’opera. Le condizioni

di incertezza che il progetto deve affrontare (in particolare le situazioni “peggiorative”rispetto a quanto

previsto) possono riguardare una gamma molto vasta di aspetti: i tempi di realizzazione,gli impatti

ambientali, la variabilità della domanda, l’evoluzione tecnologica, la partnership, il modello digestione, i

costi ecc.

L’analisi di sensitività, consiste nell’esaminare la variazione dei risultati finanziari ed economici in relazione

a variazioni dei costi, dei rientri e dei benefici. Lo scopo è quello di verificare la validità e stabilità delle

ipotesi e di identificare le aree di maggiore incertezza e prevedere le misure da prendere per minimizzare

gli effetti negativi. Si effettuano differenti simulazioni circa una sola variabile del progetto mantenendo

invariate tutte le altre.

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Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015

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PIANO TRIENNALE è il documento che redige la stazione appaltante nel caso di LLPP. Secondo la legge 109

in caso di programma dei LLPP, tutta l’attività di realizzazione dei lavori pubblici si svolge sulla base di un

programma triennale e dei suoi aggiornamenti annuali predisposti ed approvati dalla stazione appaltante.

Con la nuova legge del 2002, si escludono dall’inserimento nel programma triennale tutti i lavori di importo

inferiore o uguale a 100.000 euro.

La stazione appaltante dovrà effettuare corrette valutazioni sulla domanda quantitativa e qualitativa di beni

per la definizione delle priorità da assegnare agli interventi da inserire nei programmi. Il Programma

Triennale dei Lavori Pubblici si configura quindi come un documento di sintesi che riporta la descrizione

degli Interventi. In particolar modo specifica:

• la localizzazione dell’intervento;

• la stima dei costi;

• la tipologia e la categoria dell'intervento;

• gli apporti di capitale privato;

• la distinta dei lavori da realizzarsi nell’anno cui l’elenco si riferisce;

• il nominativo del responsabile del procedimento;

• lo stato della progettazione;

• le finalità dell'intervento;

• la conformità ambientale e urbanistica;

• l’ordine di priorità dell'intervento.

In merito all’ultimo aspetto, le opere hanno un ordine di priorita’:

Il Piano triennale si articola in una serie di schede definite nel Decreto Ministeriale.

Le schede riportano una suddivisione per anni dei finanziamenti e degli stanziamenti per gli interventi. Una

prima scheda è una sintesi delle risorse economiche disponibili. Una seconda scheda sintetizza ogni singolo

MODULO 1.1

IL PROGETTO

LAVORI DI MANUTENZIONE

LAVORI DI RECUPERO DEL PATRIMONIO ESISTENTE

COMPLETAMENTO DI LAVORI GIA’ INIZIATI

INTERVENTI PER I QUALI RICORRE LA POSSIBILITA’ DI FINANZIAMENTI CON CAPITALI PRIVATI

5.2. IL PROGRAMMA TRIENNALE

IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA

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intervento riportandone una breve descrizione. Una terza scheda riporta l'Elenco Annuale nel quale si

danno informazioni circa lo stato della progettazione e i tempi per l'esecuzione.

Trattandosi di documenti allegati al bilancio ed essendo per loro natura e definizione molto sintetici, non

hanno grandissima importanza progettuale se non come atto amministrativo in sé.

Allo stesso tempo, però, rappresentano uno strumento di gestione e controllo degli interventi costruendi:

• è infatti previsto che in essi siano indicati i tempi dell'inizio lavori e dell'esecuzione;

• sono aggiornati anno per anno in base ai finanziamenti e allo stato di avanzamento dell'intervento.

Questi documenti rappresentano l'atto di chiusura di un iter che parte dall'ideazione di una proposta fino

all'elaborazione e approvazione dello Studio di Fattibilità.

Il responsabile del procedimento ha la funzione di coordinatore e gestore del processo edilizio in ambito

pubblico, con il fine di colmare le lacune e le discontinuità nel flusso di informazioni all'interno della gestione

del Lavoro Pubblico, derivate dalla frammentazione di competenze e responsabilità. Per svolgere la sua

funzione di gestore del flusso di informazione, il responsabile del procedimento deve, per ovvietà di cose, saper

gestire anche i contenuti dell'informazione tecnica inerenti le scelte progettuali presenti nel progetto in

appalto. D'altra parte è onere del responsabile del procedimento creare le condizioni affinché il processo

realizzativo dell'intervento risulti condotto in modo unitario in relazione ai tempi e ai costi preventivati, e

soprattutto nel rispetto del livello qualitativo richiesto dalla stazione appaltante, qualità ottenibile solo in

funzione di scelte oculate e ottimizzate dal punto di vista della sicurezza e salute dei lavoratori e delle

procedure operative di messa in opera. Affinché possa gestire sapientemente la complessa mole di

informazioni tecniche operative, il responsabile del procedimento deve essere un professionista con specifiche

competenze di carattere tecnico, economico-finanziario, amministrativo, organizzativo e legale in relazione alle

caratteristiche dell'intervento.

Il responsabile del procedimento deve inoltre provvedere direttamente o con il supporto tecnico dei propri

uffici alla verifica e validazione dei progetti. Qualora all’interno delle amministrazioni non esistano le

competenze richieste, può rivolgersi ad organismi di controllo esterni autorizzati.

Il responsabile del procedimento, nominato dal responsabile del piano triennale, ha la funzione di coordinatore

e gestore dei processo edilizio in ambito pubblico, va individuato all’interno dell’Amministrazione, tra le figure

professionali con la necessaria esperienza (funzionario con idonea professionalità e con anzianità di servizio in

MODULO 1.1

IL PROGETTO

5.3. IL RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO

IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA

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59

ruolo non inferiore a cinque anni). In caso di impossibilità si deve ricercarla tra i tecnici liberi professionisti o

ricorrere all’esercizio associato tra più comuni.

HA IL COMPITO DI:

1. vigilare durante tutte le fasi di progettazione, affidamento ed esecuzione di ogni singolo intervento

2. provvede a creare le condizioni affinché il processo realizzativo risulti adeguato in relazione ai tempi ed ai costi preventivati, alla qualità richiesta, alla sicurezza ed alla salute dei lavoratori ed in conformità a qualsiasi altra disposizione di legge in materia

3. formula proposte al responsabile del programma triennale e fornisce allo stesso dati ed informazioni

4. promuove e sovrintende agli accertamenti ed alle indagini preliminari necessari per verificare la fattibilità tecnica, economica ed amministrativa degli interventi

5. verifica la conformità ambientale, paesistica, territoriale ed urbanistica degli interventi

6. indica e motiva la scelta del metodo di affidamento degli incarichi di natura tecnica, coordina e verifica la predisposizione dei bandi di gara, nonché il successivo svolgimento delle relative procedure

7. coordina l’attività di redazione del progetto preliminare, verificando che sia rispettato il contenuto del documento preliminare alla progettazione e che siano indicati gli indirizzi che devono essere seguiti nei successivi livelli di progettazione

8. coordina l’attività di redazione del progetto definitivo ed esecutivo, verificando che siano rispettate le indicazioni

contenute nel documento preliminare alla progettazione e nel progetto preliminare

9. coordina l’attività di redazione del piano di sicurezza e di coordinamento e del piano generale di sicurezza

10. propone all’amministrazione aggiudicatrice i sistemi di affidamento dei lavori

11. promuove l’istituzione dell’ufficio di direzione dei lavori

12. effettua, prima dell’approvazione del progetto in ciascuno dei suoi livelli, le necessarie verifiche circa la rispondenza

dei contenuti del documento alla normativa vigente, alle indicazioni del documento preliminare ed alle disponibilità

finanziarie

13. svolge la funzione di vigilanza sulla realizzazione dei lavori verificando il rispetto delle prescrizioni contrattuali

14. raccoglie, verifica e trasmette all’osservatorio dei lavori pubblici gli elementi relativi agli interventi di sua competenza

15. per ragioni di pubblico interesse, può ordinare la sospensione dei lavori

16. assicura che ricorrano le condizioni di legge previste per le varianti in corso d’opera

17. applica penali per il ritardato adempimento degli obblighi contrattuali

18. propone la risoluzione del contratto ogni qualvolta se ne realizzino i presupposti

19. propone la risoluzione bonaria delle controversie che insorgono in ogni fase di realizzazione dei lavori

20. impartisce, con ordine di servizio, al direttore dei lavori:

- le istruzioni occorrenti a garantire il corretto svolgimento dei lavori;

- le indicazioni circa la periodicità con la quale il direttore dei lavori è tenuto a presentare un rapporto sulle principali

attività di cantiere

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60

La progettazione edilizia è un insieme di atti programmatori necessari ad ottenere un equilibrato percorso di

formazione di un determinato progetto in relazione alle esigenze dell'utente ed alle implicazioni ambientali,

operative, economiche e temporali del processo attivato.

L'attività di progettazione:

riguarda il processo di ideazione, pianificazione, sviluppo e costruzione dell'organismo;

si attua attraverso l'acquisizione delle informazioni che derivano dall'utente e dal contesto in cui si opera;

si attiva attraverso l'individuazione dei requisiti ambientali, tecnologici e dei modelli d'uso;

si sviluppa attraverso lo studio delle soluzioni specifiche;

si realizza nella definizione delle scelte progettuali attraverso l'identificazione ed il confronto tra soluzioni

compatibili e congruenti.

La progettazione viene condotta attuando uno scambio di informazioni tra le vari fasi del processo progettuale,

e viene sviluppata in due fasi successive, la prima dedicata alla definizione del tipo di attività ed alle modalità di

svolgimento per ogni organismo edilizio, la seconda relativa alle soluzioni proponibili per soddisfare le esigenze

individuate, ed i requisiti richiesti.

MODULO 1.1

IL PROGETTO

LIVELLI DI PROGETTAZIONE

PRELIMINARE

VERIFICA

DEFINITIVO ESECUTIVO

VALIDAZIONE

6. I LIVELLI DI PROGETTAZIONE

IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA

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61

L'insieme dei requisiti costituisce quindi il corpo di regole che mettono in relazione gli obiettivi iniziali con la

qualità del bene offerto, e la normativa è lo strumento che raccoglie e codifica queste regole, indicando le

caratteristiche di un elemento e i suoi comportamenti, anche in rapporto agli altri elementi posti all'interno di

un insieme organico. Il corpo di regole viene organizzato all'interno di una normativa, che pone una serie di

condizioni che devono essere rispettate nel processo di progettazione, di esecuzione e di gestione di un

determinato organismo.

Il processo progettuale è un sistema aperto che ha profonde interazioni con l'utente e con l'ambiente, dal

quale provengono continui e tumultuosi input, e che si sviluppa in modo interdisciplinare.

PROGETTO

IDENTIFICAZIONE DI SOLUZIONI COMPATIBILI

ELABORAZIONE DI DATI IN INGRESSO SECONDO CRITERI

DI CONGRUENZA E DI CONFRONTO FRA SOLUZIONI

COMPATIBILI

STUDIO CORRETTO, COMPRENSIBILE DELLA

FATTIBILITÀ E DELLA CONVENIENZA ECONOMICA- FINANZIARIA DEL PRODOTTO

DEFINIZIONE E SCELTA DEGLI OBIETTIVI FUNZIONALI, SPAZIALI, TECNOLOGICI,

ECONOMICI E TEMPORALI

Le esigenze sono viste come esplicitazioni di bisogni dell'utenza finale (utilizzatore del bene edilizio),

tenendo conto dei vincoli e dei condizionamenti che l’ambiente naturale pone all'ambiente costruito. La

loro individuazione avviene attraverso l'analisi dei bisogni da soddisfare, confrontati con fattori di tipo

ambientale, culturale ed economico.

I requisiti sono da considerarsi come trasposizione a livello tecnico delle esigenze. La loro individuazione

passa attraverso l'analisi delle esigenze, confrontate con i sistemi di agenti, ovvero dell'insieme dei fattori

ambientali ed economici che interessano gli organismi edilizi.

La progettazione è un insieme di atti decisionali ed operativi. Si basa sull'esperienza di lavori precedenti,

sulla profondità di analisi delle proprie scelte, sul confronto critico con le idee degli altri, e si manifesta

attraverso la capacità di esprimersi tramite indicazioni e strumenti chiari, completi, uniformi, e, quindi,

facilmente trasmissibili e comprensibili.

.

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PROGRAMMAZIONE

Analisi e studio delle esigenze

Studi di fattibilità

Programma Triennale

Elenco Annuale

Documento Preliminare alla Progettazione

Affidamento degli incarichi per i servizi

tecnici

PROGETTAZIONE

Progetto Preliminare

Progetto Definitivo

Progetto Esecutivo

Verifica e validazione del progetto

Appalto per l'esecuzione dei lavori

ESECUZIONE

Ruolo dell'impresa

Subappalto

Collaudi e Chiusura lavori

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63

Qualsiasi processo edilizio nasce dall’iniziativa di un soggetto promotore che al fine di soddisfare determinate

Da rilevare con interesse nella fase di progettazione, l’introduzione del documento preliminare alla

progettazione (DPP). Esso rappresenta il documento a cavallo tra l’individuazione del bisogno, l’idea della

progettazione vera e propria. Nel DPP la Stazione Appaltante attraverso il responsabile del procedimento

da indicazioni circa:

Tutte le successive fasi di progettazione dovranno essere svolte a soddisfare le indicazioni espresse dalla

Stazione Appaltante, in qualità di committente, nel DPP.

Contenuti:

• situazione iniziale, vincoli di legge relativi al contesto, regole e norme tecniche da rispettare;

• obiettivi generali da perseguire e le strategie per raggiungerli;

• esigenze e bisogni da soddisfare;

• funzioni che dovrà svolgere l’intervento;

• requisiti tecnici da rispettare;

• livelli di progettazione ed elaborati da redigere;

• limiti finanziari, stima dei costi e le fonti di finanziamento.

MODULO 1.1

IL PROGETTO

DOCUMENTO PRELIMINARE ALLA PROGETTAZIONE

STATO DI FATTO

VINCOLI DI LEGGE RELATIVI AL CONTESTO

NORME TECNICHE DA RISPETTARE

OBIETTIVI GENERALI DA

PERSEGUIRE E LE STRATEGIE PER RAGGIUNGERLI

ESIGENZE E BISOGNI DA SODDISFARE

FUNZIONI CHE DOVRÀ SVOLGERE

L’INTERVENTO;

REQUISITI TECNICI CHE DOVRÀ RISPETTARE

LIVELLI DI PROGETTAZIONE E GLI ELABORATI DA

REDIGERE

LIMITI FINANZIARI, LA STIMA DEI

COSTI E LE FONTI DI

FINANZIAMENTO

- E’ UN ELABORATO CHE DEVE ESSERE REDATTO, PER CIASCUN INTERVENTO, DAL R.U.P.

PRIMA DI DARE INIZIO ALLA PROGETTAZIONE VERA E PROPRIA

- RAPPRESENTA LA CHECK LIST DEGLI ADEMPIMENTI PROGETTUALI;

- CONTIENE L’ESPLICITAZIONE E LA FORMALIZZAZIONE DEGLI INDIRIZZI PROGETTUALI

DELLA COMMITENZA RIVOLTI AI TECNICI CHE VERRANNO INCARICATI DELLA

PROGETTAZIONE.

6.1 IL DOCUMENTO PRELIMINARE ALLA PROGETTAZIONE

IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA

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Esperita la gara d’appalto di servizi per scegliere gli operatori di progettazione (o assegnato direttamente l'incarico

di progettazione per importi inferiori a 100.000€), inizia la fase progettuale.

La Legge 166/02, (art.16 3° comma) definisce il primo livello di progettazione (Progetto Preliminare):

"II progetto preliminare definisce le caratteristiche qualitative e funzionali dei lavori, il quadro delle esigenze da

soddisfare e delle specifiche prestazioni da fornire e consiste in una relazione illustrativa delle ragioni della

scelta della soluzione prospettata in base alla valutazione delle eventuali soluzioni possibili, anche con

riferimento ai profili ambientali, della sua fattibilità amministrativa e tecnica, accertata attraverso le

indispensabili indagini di prima approssimazione, dei costi, da determinare in relazione ai benefici previsti,

nonché in schemi grafici per l'individuazione delle caratteristiche speciali, tipologiche, funzionali e tecnologiche

dei lavori da realizzare".

Il progetto preliminare, si configura quindi come il programma indicativo dei lavori di progettazione, fase-

metaprogettuale, perché si fa carico di:

raccogliere e ordinare gli obiettivi del committente;

individuare i vincoli e le norme tecniche da rispettare;

identificare le caratteristiche spaziali-funzionali e tecnologico-materiche dell'opera;

indicare ordini attendibili di spesa da sostenere in funzione della tipologia e delle scelte progettuali.

MODULO 1.1

IL PROGETTO

6.2. IL PROGETTO PRELIMINARE

IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA

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FINANZA DI PROGETTO

PROPOSTA DI INTERVENTO

FINANZIAMENTI PRIVATI

IMPORTO LAVORI

> 100.000 €

INFRASTRUTTURA OPERA STRATEGICA

LAVORI DI MANUTENZIONE

NOMINA RUP

STUDI DI FATTIBILITÀ

IMPORTO LAVORI > 100.000.000 €

IMPORTO LAVORI > 1.594.370 €

ELABORAZIONE ED APPROVAZIONE DPP

PROCEDURA AFFIDAMENTO INCARICHI SERVIZI TECNICI

PROGETTO PRELIMINARE

APPROVAZIONE PROGETTO PRELIMINARE

STIMA DEI COSTI

INSERIMENTO DELL'INTERVENTO NEL PROGRAMMA

TRIENNALE DEI LAVORI PUBBLICI

POSSIBILE RICVORSO ALLA PROCEDURA INDICATA NELLA

L.144/1999

NON INCLUSO NEL PROGRAMMA

TRIENNALE

POSSIBILE RICORSO AL CONTRAENTE

GENERALE.

SI

NO

NO

NO

NO

NO

NO

SI SI

SI

SI

SI

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Stabilisce i profili e le caratteristiche più significative degli elaborati dei successivi livelli di progettazione, in

funzione delle dimensioni economiche della tipologia e categoria dell’intervento e, normalmente, è

composto dai seguenti elaborati:

La relazione illustrativa richiede la motivazione della soluzione progettuale prescelta fra quelle possibili, in

rapporto alle esigenze da soddisfare, ai profili ambientali, all'impiego di materiali provenienti dalle attività di

riuso e di riciclo; richiede, inoltre, la valutazione tecnica della fattibilità tecnica ed amministrativa dell'opera

in base ad indagini di prima approssimazione.

Gli schemi grafici consentono di individuare le caratteristiche dimensionali, volume-triche, tipologiche,

funzionali e tecnologiche dei lavori da realizzare, esplicitando la quantità e la qualità delle opere e le

prestazioni attese.

Il calcolo preventivo del costo dell'opera consente di valutare gli impegni finanziari e il rapporto costi-benefici

che possono scaturire dalla realizzazione dell'opera.

Il progetto preliminare rappresenta l'elaborato cardine in cui sono espresse in termini edilizi le scelte

"politiche" del committente per la successiva trasformazione in documenti tecnici-amministrativi ed esecutivi

di progetto e di cantiere.

La Verifica del progetto preliminare

La verifica del progetto preliminare è finalizzata ad accertare la qualità concettuale, sociale, ecologica, ambientale

ed economica della soluzione progettuale prescelta e la sua conformità alle specifiche disposizioni funzionali

prestazionali e tecniche contenute nel documento preliminare alla progettazione. La necessità della verifica del

progetto preliminare nasce dal ruolo centrale che esso assume nelle decisioni della pubblica

amministrazione in fase di programmazione.

La verifica verrà effettuata da organismi di controllo diversi a seconda dell’importo dei lavori. Se si

tratta di importi superiori a 20 milioni di euro tali organismi dovranno essere accreditati secondo le

norme europee, nel caso in cui non si arrivi a tale importo saranno le stazioni appaltanti, se

dispongono di un sistema interno di controllo di qualità, ad effettuare i l controllo o soggetti esterni

autorizzati secondo i criteri stabiliti dal regolamento.

1. RELAZIONE ILLUSTRATIVA

2. RELAZIONE TECNICA

3. STUDIO DI PRE-FATTIBILITÀ AMBIENTALE

4. INDAGINI GEOLOGICHE, IDROGEOLOGICHE,

ARCHEOLOGICHE PRELIMINARI

5. PLANIMETRIA GENERALE E SCHEMI GRAFICI

6. PRIME INDICAZIONI E DISPOSIZIONI PER LA

STESURA DEI PIANI DI SICUREZZA

7. CALCOLO SOMMARIO DELLA SPESA

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La Legge Quadro definisce:

"II progetto definitivo individua compiutamente i lavori da realizzare, nel rispetto delle esigenze, dei criteri,

dei vincoli, degli indirizzi e delle indicazioni stabiliti nel progetto preliminare e contiene tutti gli elementi

necessari ai fini del rilascio delle prescritte autorizzazioni ed approvazioni. Esso consiste in una

relazione descrittiva dei criteri utilizzati per le scelte progettuali, nonché delle caratteristiche dei

materiali prescelti e dell'inserimento delle opere sul territorio; nello studio di impatto ambientale ove

previsto; in disegni generali nelle opportune scale descrittive delle principali caratteristiche delle

opere, delle superfici e dei volumi da realizzare, compresi quelli per l'individuazione del tipo di

fondazione; negli studi ed indagini preliminari occorrenti con riguardo alla natura ed alle caratteristiche

dell'opera; nei calcoli preliminari delle strutture e degli impianti; in un disciplinare descrittivo degli

elementi prestazionali, tecnici ed economici previsti in progetto nonché in un computo metrico estimativo.

Gli studi e le indagini occorrenti, quali quelli di tipo geognostico, idrologico, sismico, agronomico, biologico,

chimico, i rilievi e i sondaggi, sono condotti fino ad un livello tale da consentire i calcoli preliminari delle

strutture e degli impianti e lo sviluppo del computo metrico estimativo "

I destinatari dei risultati della progettazione definitiva sono gli Enti e le Autorità preposte alla attività di

indirizzo e vigilanza nel campo dell'edilizia per il rilascio di pareri, nulla-osta, autorizzazioni, concessioni.

Infatti il Progetto Definitivo contiene tutti gli elementi necessari ai fini del rilascio della concessione edilizia

e degli altri atti di natura urbanistica.

Gli elaborati grafici del progetto definitivo sono generalmente redatti in scala 1:100 e di fatto presentano un

livello di approfondimento superiore a quello che era proprio del cosiddetto "progetto comunale" per la

richiesta della Concessione Edilizia. Possiamo riassumerli in:

relazione descrittiva (e non solo illustrativa come nel preliminare) dei criteri che hanno guidato le scelte progettuali (spaziali, distributive, tecnologiche, materiche) anche in relazione all'inserimento nel contesto edilizio, urbano, territoriale;

relazioni tecniche specialistiche;

studio di impatto ambientale (se previsto) attraverso un processo di analisi;

della natura e degli obiettivi dell'intervento;

dell'ambiente coinvolto;

delle ricadute delle scelte progettuali sia in fase di costruzione che di vita utile dell'opera;

delle aree sensibili e delle soluzioni alternative;

elaborati grafici delle dimensioni dell'opera

MODULO 1.1

IL PROGETTO

6.3. IL PROGETTO DEFINITIVO

IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA

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68

calcoli e dimensionamento preliminari delle strutture portanti e degli impianti;

disciplinare descrittivo degli elementi tecnici con individuazione dellespecifiche prestazionali ed economiche (con elenco dei prezzi unitari)delle varie categorie di lavoro;

computo metrico estimativo, contenente tipo, qualità, quantità, costi unitari e costi totali dei procedimenti costruttivi;

relazione relativa alle indagini, alle ricerche, ai sondaggi agli studi di tipo geognostico, idrologico, sismico, biologico, chimico per valutare pienamente tutte le variabili progettuali;

piano particellare di esproprio;

quadro economico

Dal progetto definitivo, ottenute le necessarie autorizzazioni amministrative si passa alla redazione del

progetto esecutivo. Esso determina l'opera ed il costo relativo in ogni particolare per definire in modo

chiaro, univoco, congruente il contenuto dell'appalto ed il livello prestazionale atteso (durante la il ciclo di

vita dell'opera), deve permettere la successiva realizzazione dell'intervento senza ulteriori integrazioni

progettuali da parte del progettista. Il progetto esecutivo definisce compiutamente ed in ogni particolare

architettonico, strutturale ed impiantistico l’intervento da realizzare, si configura infatti come l'elaborato da

utilizzare in cantiere.

Il progetto esecutivo è composto da:

1) relazione generale esplicitante le scelte progettuali esecutive per quanto riguarda forma e tipologia

anche in rapporto a qualità e prezzo; eventuale

2) relazioni specialistiche per l’approfondimento delle soluzioni prospettate in funzione di ulteriori

indagini di natura geologica, geotecnica, idrologica e idraulica, compresi gli interventi previsti di

abbattimento massimo dell'impatto ambientale;

3) rappresentazione grafica completa e dettagliata di tutte le caratteristiche architettoniche dell'opera;

4) calcoli ed elaborati grafici esecutivi di strutture portanti ed impianti;

5) piani di sicurezza e di coordinamento; elaborato contenente indicazioni ai fini della prevenzione e

protezione dai rischi cui sono esposti i lavoratori (D.LGS 81/2008)

6) piani di manutenzione dell’opera e di sue parti;

7) cronoprogramma; è il documento che illustra le fasi attuative dell’intervento con l’indicazione dei

tempi di svolgimento delle varie attività di progettazione, approvazione, affidamento, esecuzione e

collaudo.

8) elenco dei prezzi unitari e eventuali analisi;

MODULO 1.1

IL PROGETTO

6.4. IL PROGETTO ESECUTIVO

IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA

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69

9) computo metrico estimativo definitivo e quadro economico; computo metrico estimativo con la

descrizione dettagliata delle opere per categoria e sottocategorie e con individuazione delle

lavorazioni elementari, delle modalità di svolgimento, delle risorse coinvolte, delle unità di misura,

dei criteri di misurazione, della normativa di riferimento, sviluppando, ove necessario, le voci previste

nella fase precedente.

10) quadro dell’incidenza percentuale della quantità di manodopera per le diverse categorie di cui si

compone l’opera od il lavoro;

11) schema di contratto e capitolato di appalto.

La Validazione del progetto esecutivo

Il responsabile del procedimento verifica prima della sua approvazione la conformità del progetto alla normativa

vigente ed al documento preliminare della progettazione. L’eccezione esiste in caso di appalto integrato dove

la verifica ha ad oggetto il progetto definitivo.

“Prima della approvazione, il responsabile del procedimento procede in contraddittorio con i progettisti a

verificare la conformità del progetto esecutivo alla normativa vigente ed al documento preliminare alla

progettazione”

La validazione riguarda fra l’altro:

a) la corrispondenza dei nominativi dei progettisti a quelli titolari dell'affidamento e la sottoscrizione dei documenti per l’assunzione delle rispettive responsabilità;

b) la completezza della documentazione relativa agli intervenuti accertamenti di fattibilità tecnica, amministrativa ed economica dell'intervento;

c) l’esistenza delle indagini, geologiche, geotecniche e, ove necessario, archeologiche nell'area di intervento e la congruenza dei risultati di tali indagini con le scelte progettuali;

d) la completezza, adeguatezza e chiarezza degli elaborati progettuali, grafici, descrittivi e tecnico-economici, previsti dal regolamento;

e) l’esistenza delle relazioni di calcolo delle strutture e degli impianti e la valutazione dell'idoneità dei criteri adottati;

f) l’esistenza dei computi metrico- estimativi e la verifica della corrispondenza agli elaborati grafici, descrittivi ed alle prescrizioni capitolari;

g) la rispondenza delle scelte progettuali alle esigenze di manutenzione e gestione;

h) l’effettuazione della valutazione di impatto ambientale, ovvero della verifica di esclusione dalle procedure, ove prescritte;

i) l’esistenza delle dichiarazioni in merito al rispetto delle prescrizioni normative, tecniche e legislative comunque applicabili al progetto;

l) l’acquisizione di tutte le approvazioni ed autorizzazioni di legge, necessarie ad assicurare l’immediata cantierabilità del progetto; il coordinamento tra le prescrizioni del progetto e le clausole dello schema di contratto e del capitolato speciale d’appalto nonché la verifica della rispondenza di queste ai canoni della legalità.

Dopo l’acquisizione dei pareri tecnici necessari alla definizione di tutti gli aspetti del progetto si svolge la

conferenza dei servizi che procede a nuovo esame del progetto. Ciascuna amministrazione aggiudicatrice

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70

procede successivamente all’approvazione del progetto secondo i modi e i tempi stabiliti dal proprio

ordinamento.

Il piano di manutenzione è il documento che deve essere redatto nel terzo livello di progettazione

divenendo parte integrante del progetto esecutivo.

Questo documento prevede, pianifica e programma, tenendo conto degli elaborati progettuali esecutivi o di

effettiva realizzazione, l'attività di manutenzione dell'intervento al fine di mantenere e/o ripristinare nel

tempo la funzionalità, le caratteristiche di qualità, l'efficienza ed il valore economico. Si fa, quindi, riferimento

implicito ai criteri di scelta dei materiali e delle tecnologie in relazione all'affidabilità, alla durabilità ed alla

manutenzione degli stessi.

I documenti che supportano il piano di manutenzione sono principalmente di tre tipi:

1. Schede tecniche di riferimento:

contengono la descrizione dei livelli di prestazione richiesti in relazione alle soglie di funzionamento

del componente, i valori caratteristici e le modalità di controllo dello stato di funzionamento e

conservazione

2. Schede diagnostiche:

costituiscono la guida al rilevamento e monitoraggio dei dati riguardanti la condizione degli oggetti

da sottoporre a manutenzione e riportano oltre all’ oggetto del monitoraggio,a i termini e alle

condizioni operative le modalità e i risultati del controllo e monitoraggio.

3. Schede cliniche:

descrivono la "terapia" da adottare sulla base di quanto è stato riscontrato nella fase diagnostica. Le

stesse schede vengono poi riprese a conclusione dell'intervento per riportare il livello di recupero

della prestazione raggiunto a seguito degli interventi (relazione sull'efficacia dell'operazione).

Il Nuovo DPR 207 disciplina i contenuti e gli strumenti operativi del piano di manutenzione e prevede sia

composto da tre elaborati fondamentali:

IL MANUALE D'USO

Si riferisce alle modalità di utilizzazione e di gestione dei principali sistemi componenti l'opera con particolare

attenzione alle parti impiantistiche; deve fornire al futuro utente tutte le informazioni che gli consentono di

usufruire correttamente dell'opera per evitare un degrado anticipato. Esso dovrà avere tutti gli elementi

necessari per utilizzare correttamente il bene e riconoscere tempestivamente i fenomeni di deterioramento

al fine di richiedere un intervento specialistico.

Il manuale d’uso a tal fine dovrà contenere delle informazioni specifiche sulla collocazione nell’intervento

delle parti menzionate, descrivendole e rappresentandole graficamente, indicando infine le modalità di uso

corretto.

6.4.1 I PIANI DI MANUTENZIONE

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71

IL MANUALE DI MANUTENZIONE

Deve contenere le prescrizioni necessarie all'esecuzione della manutenzione dell'opera e egli impianti

tecnologici con l'indicazione delle aziende cui riferirsi (centri di assistenza o di servizi) in relazione alle

diverse unità tecnologiche, alle caratteristiche dei materiali o dei componenti interessati. Anche in

questo caso deve essere descritto in maniera dettagliata l'intervento: l'ubicazione, la rappresentazione

grafica, la descrizione delle risorse necessarie per l'intervento manutentivo, il livello minimo delle

prestazioni, le anomalie riscontrabili, le manutenzioni eseguibili direttamente dall'utente e le

manutenzioni da eseguire a cura di personale specializzato.

IL PROGRAMMA DI MANUTENZIONE

Distribuisce nel tempo i controlli e gli interventi in modo da ottimizzare il funzionamento dell'opera e da

realizzare una sua corretta gestione; la stesura avviene attraverso la realizzazione di tre sottoprogrammi:

II sottoprogramma delle prestazioni nel quale si esplicitano le prestazioni offerte nell’intero ciclo di

vita da ciascun oggetto argomento del piano in relazione alla "classe di requisito";

II sottoprogramma dei controlli che definisce il programma delle verifiche e dei controlli al fine di

individuare l’andamento della caduta prestazionale avente come "estremi il valore di collaudo

e quello minimo di norma";

II sottoprogramma degli interventi di manutenzione che indica in ordine temporale gli interventi da

eseguire.

La normativa di riferimento alla Sicurezza è il Testo Unico D.lgs 81/2008 che incorpora le vecchie L.494/96 e

626/94

L’art.100 del D.lgs 81/2008 definisce:

“Il piano e' costituito da una relazione tecnica e prescrizioni correlate alla complessità dell'opera da

realizzare ed alle eventuali fasi critiche del processo di costruzione, atte a prevenire o ridurre i rischi per la

sicurezza e la salute dei lavoratori nonché la stima dei costi. Il piano di sicurezza e coordinamento (PSC) e'

corredato da tavole esplicative di progetto, relative agli aspetti della sicurezza, comprendenti almeno una

planimetria sull'organizzazione del cantiere e, ove la particolarità dell'opera lo richieda, una tavola tecnica

sugli scavi.

Il piano di sicurezza e coordinamento e' parte integrante del contratto di appalto”.

In relazione alla vecchia direttiva, la recente normativa italiana in ambito della sicurezza sposta

parte della responsabilità dall'impresa al committente con l'obbligo di quest'ultimo di far redigere un

piano di sicurezza e coordinamento prima di bandire la gara di appalto.

Attualmente pertanto si configurano due situazioni ben distinte:

• da un lato la responsabilità diretta dell'impresa e del direttore di cantiere sugli approntamenti

di sicurezza delle singole attività di cantiere.

6.4.2 I PIANI DI SICUREZZA

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72

• dall'altro la responsabilità diretta del committente di approntare un piano di sicurezza e

coordinamento e un piano generale di sicurezza e coordinare pertanto gli approntamenti di

sicurezza derivanti dalle sovrapposizioni delle diverse lavorazioni.

Contenuti minimi del PSC

Il PSC é specifico per ogni singolo cantiere temporaneo o mobile e di concreta fattibilità.

Il PSC deve contenere almeno i seguenti elementi:

- l'identificazione e la descrizione dell'opera

- l'individuazione dei soggetti con compiti di sicurezza, esplicitata con l'indicazione dei

nominativi del responsabile dei lavori, del coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione e, qualora

già nominato, del coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione ed a cura dello stesso coordinatore per

l'esecuzione con l'indicazione, prima dell'inizio dei singoli lavori, dei nominativi dei datori di lavoro delle

imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi;

- una relazione concernente l'individuazione, l'analisi e la valutazione dei rischi in riferimento all'area

ed all'organizzazione dello specifico cantiere, alle lavorazioni interferenti ed ai rischi aggiuntivi

rispetto a quelli specifici propri dell’attività delle singole imprese esecutrici o dei lavoratori

autonomi;

- le scelte progettuali ed organizzative, le procedure, le misure preventive e protettive e i dispositivi

di protezione (DPI)

- le misure di coordinamento relative all'uso comune da parte di più imprese e lavoratori autonomi,

come scelta di pianificazione lavori finalizzata alla sicurezza, di apprestamenti, attrezzature,

infrastrutture, mezzi e servizi di protezione collettiva ;

- le modalità organizzative della cooperazione e del coordinamento, nonché della reciproca

informazione, fra i datori di lavoro e tra questi ed i lavoratori autonomi;

- l'organizzazione prevista per il servizio di pronto soccorso, antincendio ed evacuazione dei

lavoratori, nel caso in cui il servizio di gestione delle emergenze é di tipo comune,

- la durata prevista delle lavorazioni, il cronoprogramma dei lavori, nonché l'entità presunta del

cantiere espressa in uomini-giorno;

- la stima dei costi della sicurezza.

I piani di sicurezza e di coordinamento sono i documenti complementari al progetto esecutivo che prevedono

l’organizzazione delle lavorazioni atta a prevenire o ridurre i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori. La

loro redazione comporta, con riferimento alle varie tipologie di lavorazioni, individuazione, l’analisi e la

valutazione dei rischi intrinseci al particolare procedimento di lavorazione connessi a congestione di aree di

lavorazioni e dipendenti da sovrapposizione di fasi di lavorazioni.

Il piano di sicurezza diventa parte integrante del progetto e deve essere redatto da chi conosca in maniera

approfondita il progetto, il sito, le tecniche da utilizzare, le attrezzature e le tempistiche e non può essere

"un'appendice" indipendente dal cantiere;

- la notifica preliminare

- il piano di sicurezza e di coordinamento ed il relativo fascicolo tecnico contenente le informazioni

utili ai fini della prevenzione e protezione dai rischi cui sono esposti i lavoratori

6.4.3 I DOCUMENTI PREVISTI DAL D.LGS 81/2008

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73

- il piano generale di sicurezza

I documenti sopra, elencati non sono sempre tutti indispensabili, ma vengono redatti in relazione all'entità

dei lavori ed alla natura di tali lavori.

La notifica preliminare contiene:

1. Data della comunicazione;

2. Indirizzo del cantiere;

3. Committente, nome e indirizzo;

4. Natura dell'opera;

5. Responsabile dei lavori, nome e indirizzo;

6. CSP nome e indirizzo;

7. CSE nome e indirizzo;

8. Data presunta d'inizio dei lavori in cantiere;

9. Durata presunta dei lavori in cantiere;

10. Numero massimo presunto dei lavoratori sul cantiere;

11. Numero previsto di imprese e di lavoratori autonomi sul cantiere;

12. Identificazione delle imprese già selezionate;

13. Ammontare complessivo presunto dei lavori.

PSC

PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO

Esame del progetto esecutivo

Analisi dell’opera e definizione

degli obiettivi con i progettisti e

con il committente

Individuazione delle attività

Determinazione dei tempi, delle

durate e delle risorse

Organizzazione del Programma

Lavori

Individuazione dei sistemi

operativi di costruzione

Definizione della squadra

operativa

Individuazione delle sostanze

pericolose

Individuazione delle macchine e

delle attrezzature

Valutazione dei rischi

Definizione delle misure di

prevenzione e protezione

Si è raggiunto un livello di

sicurezza soddisfacente? NO

SI

Valutazione dei costi

Redazione dei fascicolo

dell’opera

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74

Il TU oltre a definire i contenuti dei piani di sicurezza, individua una chiara matrice di responsabilità degli

operatori introducendo tre nuove funzioni/figure nell'ambito del processo edilizio, e precisamente:

• RESPONSABILE DEILAVORI:

Soggetto incaricato dal committente per la progettazione o per l'esecuzione o per il controllo

dell'esecuzione dell'opera; Può coincidere con il progettista, con il DL (direttore dei lavori) o in caso di LLPP con

il RUP

• COORDINATORE PERLA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE:

Soggetto incaricato della redazione (durante la progettazione) del piano di sicurezza e del fascicolo

contenenti informazioni utili ai fini della prevenzione e protezione dei rischi a cui sono soggetti i lavoratori.

È nominato dal committente o responsabile dei lavori nel caso in cui partecipino più imprese anche non

contemporaneamente.

• COORDINATORE PER LA SICUREZZA IN FASE DI ESECUZIONE:

Soggetto incaricato dal committente o dal responsabile dei lavori. Durante l’esecuzione dell’opera deve

dare tutte le disposizioni atte a prevenire e proteggere i lavoratori dai rischi a cui sono esposti.

Nello specifico verifica l’applicazione del PSC, verifica l’idoneità del POS, organizza tra i datori di lavoro e i

lavoratori autonomi la cooperazione ed il coordinamento delle attività e la loro informazione, sospende in

caso di pericolo grave ed imminente le lavorazioni fino alla verifica degli adeguamenti, segnala al

committente o al responsabile dei lavori le inosservanze da parte delle imprese.

IL LAVORATORE

Persona che indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito

dell’organizzazione di un datore di lavoro, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un

mestiere, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari.

Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti

sul luogo. Deve contribuire all’adempimento degli obblighi previsti a tutela della salute e sicurezza.

Osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti, preposti. Utilizzare

correttamente l’attrezzatura da lavoro e in modo appropriato i dpi, sottoporsi ai controlli sanitari, segnalare

condizioni di pericolo.

RSPP_RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

Persona in possesso di capacità e dei requisiti professionali tale da coordinare il servizio di prevenzione e

protezione dei rischi, designata dal datore di lavoro, può essere il datore di lavoro stesso se possiede i

requisiti. I suoi requisiti devono essere adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro

Deve provvedere alla valutazione dei rischi e all’individuazione delle misure per la sicurezza e la salubrità

dei luoghi di lavoro.

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75

Le altre figure contemplate dalla direttiva sono:

IL COMMITTENTE:

Il soggetto per conto del quale l’intera opera viene realizzata, indipendentemente da eventuali

frazionamenti della sua realizzazione. Nel caso di appalto di opera pubblica, è il soggetto titolare del potere

decisionale e di spesa.

Designa il CSP e il CSE, verifica l’idoneità tecnico-professionale dell’impresa affidataria, delle imprese

esecutrici e dei lavoratori autonomi ai quali invia il PSC, trasmette la notifica preliminare alla ASL.

IL LAVORATORE AUTONOMO:

Persona fisica la cui attività professionale concorre alla realizzazione dell’opera senza vincolo di subordinazione

IL RUOLO E I COMPITI DEL COORDINATORE

COMMITTENTE

RESPONSABILE DEI LAVORI

(OBBLIGO DI VIGILANZA)

IMPRESE ESECUTRICI

LAVORATORI AUTONOMI

RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PROGETTISTA

CSP

COORDINATRORE DELLA SICUREZZA IN FASE DI

PROGETTAZIONE

CSE

COORDINATRORE DELLA SICUREZZA IN FASE DI

ESECUZIONE

Redige o fa redigere il PSC

(Piano di Sicurezza e Coordinamento)

Predispone un fascicolo, da prendere in esame

all’atto di eventuali lavori successivi all’opera,

contenente le informazioni utili ai fini della

prevenzione e protezione dei rischi cui sono

esposti i lavoratori.

Assicura l’applicazione dei piani e procedure di

lavoro

Adegua i piani e il fascicolo in relazione

all’evoluzione dei lavori ed eventuali varianti

Organizza tra datori di lavoro la cooperazione e il

coordinamento dell’attività

Assicura (nei cantieri di opere di elevate

dimensioni con la presenza di più imprese) il

coordinamento dei vari RLS (Responsabili dei

Lavoratori per la Sicurezza)

Propone la sospensione di lavori in caso di gravi

inosservanze

Sospende i lavori in caso di pericolo grave

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76

IL DATORE DI LAVORO:

Soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, cmq, soggetto che, secondo il tipo e l’assetto

dell’organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività, ha la responsabilità

dell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa.

A lui spetta la valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del documento, la designazione

del RSPP, la nomina del medico competente, la fornitura dei DPI necessari ai lavoratori, l’informazione ai

lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave, l’obbligo di informazione, formazione e addestramento,

l’elaborazione del POS, la comunicazione all’INAIL i dati sugli infortuni, la dotazione ai lavoratori di

tesserino di riconoscimento, la convocazione della riunione periodica.

Prima di passare al sottoprocesso esecutivo e per poter realizzare le opere di cui sono stati già elaborati i

progetti si deve procedere alla fase di appalto.

In relazione al livello di progettazione i contratti di appalto possono essere così classificati:

- DPP o Progetto preliminare: Appalto concorso

- Progetto definitivo: Appalto integrato

- Progetto esecutivo: Pubblico incanto o asta pubblica, licitazione privata e licitazione privata

semplificata, trattativa privata;

Esistono poi 2 diversi tipi di concessione:

- Il project financing

- Concessione

L'appalto concorso è una forma di contratto di appalto di un'opera pubblica a titolo oneroso che ha come

oggetto la progettazione definitiva, esecutiva e l'esecuzione dell'opera. La Stazione Appaltante può ricorrere a

questa forma di contratto per importi superiori a 25.000.000 di euro, per speciali lavori o per la realizzazione di

opere complesse con elevata componente tecnologica la cui progettazione richieda conoscenze particolari o la

scelta tra soluzioni tecniche differenti. La stessa predispone il DPP ed eventualmente il progetto preliminare ed

il capitolato prestazionale dove sono indicati i requisiti tecnici inderogabili. L'appaltatore, per partecipare all’

MODULO 1.1

IL PROGETTO

7. L’APPALTO

IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA

7.1 APPALTO CONCORSO

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77

appalto concorso, deve possedere i requisiti progettuali previsti dal bando o deve avvalersi di un progettista

qualificato alla realizzazione del progetto definitivo ed esecutivo, nonché dei computi per la stima finale dei

costi. Il progettista potrà essere un soggetto appartenente alla struttura dell’impresa o un professionista

esterno. L’offerta ha per oggetto il progetto esecutivo ed il prezzo, e sarà comprensiva delle opere e delle spese

di progettazione. La stazione appaltante indirà una licitazione privata in cui l’offerta sarà valutata non solo sulle

condizioni più vantaggiose ma anche in relazione ad alcuni elementi variabili dell’opera da realizzare quali:

1. il prezzo

2. il valore tecnico ed estetico delle opere progettate;

3. il tempo di esecuzione dei lavori;

4. il costo di utilizzazione e di manutenzione;

5. ulteriori elementi individuati in base al tipo di lavoro da realizzare;

L'appalto integrato è una forma di contratto di appalto di un'opera pubblica a titolo oneroso che ha come

oggetto la progettazione esecutiva e l'esecuzione di lavori la cui componente impiantistica o tecnologica incida

per più del 60% sul valore dell'opera o per lavori di manutenzione, restauro e scavi archeologici e per tutte le

tipologie di lavoro di importo inferiore a 200.000 euro o di importo pari o superiore a 10 milioni di euro.

L'appaltatore, per partecipare ad un appalto integrato, deve possedere i requisiti progettuali previsti dal bando

o deve avvalersi di un progettista qualificato alla realizzazione del progetto esecutivo individuato in sede di

offerta o eventualmente associato. I requisiti, tecnici, economici e finanziari, richiesti al progettista sia esso

appartenente allo staff tecnico dell’appaltatore o esterno dovranno essere esattamente come se fosse separata

dall'esecuzione lavori.

Il bando dovrà indicare l'ammontare delle spese di progettazione esecutiva comprese nell'importo a base di

appalto ed i requisiti richiesti al progettista, in conformità a quanto dettato dalla normativa in materia di gare di

progettazione.

L'ammontare delle spese di progettazione non è soggetto a ribasso d'asta e l’importo dovrà essere definito

tenendo conto della normativa vigente per il calcolo delle parcelle professionali.

Con l'appalto integrato l'appaltatore risponde dei ritardi e degli oneri conseguenti alla necessità di introdurre

varianti in corso d'opera, dovute a carenze del progetto esecutivo.

Questo configura una responsabilità diretta dell'appaltatore in quanto responsabile del progetto e, come tale,

chiamato a rispondere direttamente degli errori progettuali a livello tecnico, economico e temporale.

Naturalmente questa tipologia di appalti è stipulata a corpo ad esclusione, di casi specifici.

La gara per l'affidamento dell'appalto integrato viene esperita sulla base del progetto definitivo,

precedentemente validato dal responsabile del procedimento; l'aggiudicatario, una volta stipulato il contratto,

procede alla redazione della progettazione esecutiva e quindi all'esecuzione dell'opera.

La Stazione Appaltante rende noto al pubblico l’oggetto e le condizioni del contratto, impegnandosi ad

accettare come contraente colui che ha fatto la migliore offerta sempre che possieda i requisiti di

ammissibilità e le qualificazioni richieste. Il bando di gara è costituito da 2 parti fondamentali, nella prima vi

7.2 APPALTO INTEGRATO

7.3 PUBBLICO INCANTO O ASTA PUBBLICA

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78

è l’oggetto del bando e le condizioni di realizzazione, nella seconda sono elencate le modalità di

svolgimento della gara.

Si aggiudicherà la gara il partecipante che ha offerto il prezzo più basso, mediante la procedura del taglio

delle ali.

“Nei caso di aggiudicazione di lavori di importo pari o superiore al controvalore in euro di 5.000.000, con il

criterio del prezzo più basso, l'amministrazione interessata deve valutare l'anomalia delle offerte,

relativamente a tutte le offerte che presentino un ribasso pari o superiore alla media aritmetica dei ribassi

percentuali dì tutte le offerte ammesse, con esclusione del dieci per cento, arrotondato all'unità superiore,

rispettivamente delle offerte di maggior ribasso e di quelle di minor ribasso, incrementata dello scarto

medio aritmetico dei ribassi percentuali che superano la predetta media. Le offerte debbono essere

corredate, fin dalla loro presentazione, da giustificazioni relativamente alle voci di prezzo più significative,

indicate nel bando di gara o nella lettera d'invito, che concorrono a formare un importo non inferiore al 75

per cento di quello posto a base d'asta. Relativamente ai soli appalti di lavori pubblici di importo inferiore

alla soglia comunitaria, l'amministrazione interessata procede all'esclusione automatica dalla gara delle

offerte che presentino una percentuale di ribasso pari o superiore a quanto stabilito ai sensi dei primo

periodo del presente comma. La procedura di esclusione automatica non è esercitatole qualora il numero

delle offerte valide risulti inferiore a cinque.”

Facciamo un esempio:

ribassi: 1%; : 2%;: 3%;: 4%;: 5%;: 6%;: 7%;: 8%;: 9%;: 10%;

media dei ribassi: (2+3+4+5+6+7+8+9):8 = 5,5 5,5%

scarto medio aritmetico: è[(-5,5+6)+(-5,5+7)+(-5,5+8)+(-5,5+9)]:4=2 2%

offerta anomala: >5,5%+2%=7,5%

sono offerte anomale 8%;: 9%;

Alla licitazione privata per l’affidamento di lavori pubblici di qualsiasi importo sono invitati dalle Stazioni

Appaltanti tutti i soggetti che possiedano i requisiti di qualificazione richiesti dal bando e che abbiano fatto

richiesta di partecipazione.

Le imprese che intendono partecipare alla gara, invieranno richiesta di invito con le autocertificazioni che

attestino i requisiti delle stesse. L’aggiudicazione avverrà nei modi stabiliti per il pubblico incanto.

La licitazione privata semplificata può essere utilizzata esclusivamente per appalti di lavori di importo inferiore a

750.000 euro. Secondo questa procedura, le Stazioni Appaltanti possono invitare a presentare l’offerta almeno

trenta concorrenti scelti a rotazione fra quelli di un elenco di fiducia preventivamente costituito. In questo

elenco, le imprese sono iscritte e classificate in base alla qualificazione e all'importo di lavori eseguibili.

Per creare gli elenchi si procede ad una preventiva pubblicità, in seguito alla quale le imprese interessate ad

essere invitate alle gare, possono presentare apposita domanda. Le imprese dovranno possedere i requisiti e le

qualifiche adeguate alla tipologia dei lavori da eseguirsi.

7.4 LICITAZIONE PRIVATA

7.5 LICITAZIONE PRIVATA SEMPLIFICATA

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79

Secondo le attuali disposizioni normative la Stazione Appaltante può ricorrere alla trattativa privata, senza alcun

vincolo da rispettare, per affidare qualsiasi tipo di lavoro il cui importo sia inferiore a 100.000 euro.

Per i lavori compresi tra 100.000 e 300.000 euro, la trattativa privata è ammessa solo nei casi in cui: la

precedente gara è andata deserta; l'attività è sottoposta a privativa industriale; urgenza; circostanze speciali ed

eccezionali che rendono impossibile il ricorso alle procedure ordinarie.

Gli altri casi in cui la Stazione Appaltante può far ricorso alla trattativa privata sono:

- Lavori di importo superiore a 300.000 euro, ma relativi esclusivamente al ripristino di opere già esistenti

e funzionanti, danneggiate e rese inutilizzabili da eventi imprevedibili di natura calamitosa;

- Lavori di restauro e manutenzione di beni mobili e superfici architettoniche decorate, nel limite di

importo di 300.000 euro.

Per questa ultima tipologia di lavori la Legge introduce, la possibilità di un affidamento fiduciario per lavori di

importo inferiore a 40.000 euro, con il solo obbligo di verificare la sussistenza dei requisiti dell'affidatario e di

motivarne la scelta in relazione ai lavori da eseguire.

Per i lavori della stessa tipologia, ma superiori o uguali a 40.000 euro, come pure per i lavori delle altre tipologie

con importo superiore a 300.000 euro (ripristino di opere già esistenti, danneggiate da eventi calamitosi)

l'affidamento di appalti a trattativa privata avviene mediante gara informale alla quale debbono essere invitate

almeno quindici concorrenti, se sussistono in tale numero soggetti qualificati per i lavori oggetto dell'appalto.

La disciplina del project financing prevede l’intervento diretto del capitale privato nella promozione e

realizzazione di un'opera pubblica in regime di concessione. L’importanza di questo istituto sta nella possibilità

per il privato, di avere un ruolo propositivo nella fase di programmazione delle opere pubbliche di una

amministrazione.

Il promotore privato deve presentare, una proposta che verrà analizzata dalla stazione appaltante la quale

nomina il responsabile del procedimento che verificherà tempestivamente la completezza della

documentazione inviata con eventuale richiesta d'integrazione. Ove necessario, il responsabile del

procedimento concorda per iscritto con il promotore un più lungo programma di esame e valutazione.

Successivamente sarà inserita negli strumenti programmatori e si avvia la procedura per individuare il soggetto

cui affidare la realizzazione in concessione degli interventi.

Per quel che riguarda la scelta del concessionario, l'amministrazione indirà la gara entro tre mesi dalla data in

cui la proposta è stata ritenuta di pubblico interesse. La gara può essere, una licitazione privata o un appalto

concorso. Lo scopo è quello di individuare due concorrenti del promotore con cui avviare la procedura

negoziata.

Nella procedura negoziata, per salvaguardare l'iniziativa del promotore, si dà allo stesso la possibilità di

adeguare la propria proposta a quella giudicata dall'amministrazione più conveniente.In questo caso, il

promotore risulterà aggiudicatario della concessione.

7.6 TRATTATIVA PRIVATA

7.7 PROJECT FINANCING

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80

Le concessioni di lavori pubblici sono contratti aventi ad oggetto la progettazione definitiva, la progettazione

esecutiva e l'esecuzione dei lavori pubblici nonché la loro gestione funzionale ed economica.

Qualora la Stazione Appaltante fosse già in possesso del progetto definitivo ed esecutivo, potrà comunque

essere prevista una concessione che si limiti, perciò che attiene alla fase progettuale, alla sola revisione della

progettazione esistente e al suo eventuale completamento.

A base della gara per l'affidamento della concessione è necessario un progetto almeno di livello preliminare,

prevedendo, quindi, la possibilità di concessione anche per opere di cui sia già stato redatto il progetto

definitivo ed esecutivo.

Qualora i prezzi o tariffe predeterminati alterino l’equilibrio economico finanziario della concessione,

l’amministrazione, verificata la necessità, può intervenire erogando un contributo finanziario al fine di non

alterare tale equilibrio.

L'amministrazione aggiudicatrice, al fine di assicurare il perseguimento dell'equilibrio economico-finanziario

degli investimenti del concessionario, può stabilire che la una durata sia determinata in funzione del

rendimento della concessione, del prezzo eventualmente erogato e dei rischi connessi alle condizioni di

modifica del mercato.

Le imprese collegate al concessionario saranno equiparate a tutti gli effetti alle imprese controllate e, quindi

possono accedere all'esecuzione dei lavori per affidamento diretto del concessionario. L’affidamento della

concessione mediante licitazione privata debbano avvenire mediante l’offerta economicamente più

vantaggiosa prendendo in considerazione:

1. il prezzo;

2. il valore tecnico ed estetico dell'opera progettata;

3. il tempo di esecuzione dei lavori;

4. il rendimento;

5. la durata della concessione;

6. le modalità di gestione, il livello e i criteri di aggiornamento delle tariffe da praticare all'utenza;

7. ulteriori elementi individuati in base al tipo di lavoro da realizzare.

La tipologia di contratto preferenziale da utilizzarsi nella realizzazione dell'opera pubblica è: il contratto a corpo.

I contratti a misura vengono stipulati facoltativamente per la sola esecuzione di lavori pubblici di importo

inferiore a 500.000 euro e per i contratti di appalto relativi alle opere in sotterraneo e quelli afferenti alle opere

di consolidamento dei terreni, nonché quelli relativi a manutenzione, restauro e scavi archeologici. Di seguito

riportiamo la tabella che schematizza le condizioni in cui adottare i diversi tipi di contratto e quindi di tipologia

d’appalto:

7.8 CONCESSIONE

7.9 I LAVORI A CORPO E A MISURA

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81

TIPO DI CONTRATTO

QUANDO SI STIPULA COME SI APPALTA

LAV

OR

I A C

OR

PO

Possono essere stipulati per qualsiasi genere di lavoro.

Sono obbligatori per gli appalti integrati di progettazione esecutiva ed esecuzione qualora riguardino lavori la cui componente impiantistica o tecnologica incida per più del 60% sul valore dell'opera o lavori di importo inferiore a 200.000 euro o lavori dì importo pari o superiore a 10 milioni di euro e non abbiano come oggetto, lavori di manutenzione, restauro e scavi archeologici nonché opere in sotterraneo e di consolidamento terreni.

Possono essere appaltati mediante ribasso sull'importo dei lavori a base d'asta.

Possono essere appaltati mediante offerta a prezzi unitari.

LAV

OR

I A M

ISU

RA

Possono essere stipulati per la sola esecuzione di lavori di importo inferiore a 500.000 euro.

Possono essere stipulati per lavori di manutenzione, restauro e scavi archeologici.

Possono essere stipulati per opere in sotterraneo e di consolidamento terreno.

LAV

OR

I A C

OR

PO

E A

MIS

UR

A

Non possono essere stipulati per gli appalti integrati di progettazione esecutiva ed esecuzione qualora riguardino lavori la cui componente impiantistica o tecnologica incida per più del 60% sul valore dell'opera o lavori di importo inferiore a 200.000 euro o lavori di importo pari o superiore a 10 milioni di euro e non abbiano come oggetto, lavori di manutenzione, restauro e scavi archeologici nonché opere in sotterraneo e dì consolidamento terreni.

Possono essere stipulati per qualsiasi tipologia di lavoro diversa da quella di cui al punto precedente. In ogni caso la parte liquidabile a misura deve riguardare le lavorazioni per le quali in sede di progettazione risulti eccessivamente oneroso individuare in maniera certa e definita le rispettive quantità.

Possono essere appaltati esclusivamente mediante offerta a prezzi unitari

Gli appalti di sola esecuzione di lavori pubblici costituiscono, nonostante l'accresciuto peso degli appalti

integrati, la maggioranza di contratti di lavori pubblici. La soglia di 500.000 euro per la possibilità di

appaltare con contratto a misura per tutte le tipologie di opere permette di includere una percentuale

altissima di lavori svolti dalle pubbliche amministrazioni.

Sulla base di quanto disposto dal Codice dei Contratti (art. 81), i criteri di aggiudicazione degli appalti sono

due:

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82

Le Stazioni Appaltanti si trovano a poter scegliere liberamente tra i due criteri indicati, optando per quello

ritenuto più adeguato in relazione alle caratteristiche dell’oggetto del contratto.

La scelta tra un criterio e l’altro, quindi, non è più determinato dalla legge ma è rimessa alla Stazione

Appaltante. Il Codice abbandona lo sfavore verso il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa,

affermando la pari dignità dei due sistemi. È sempre l’art. 81 che sancisce l’assoluta equivalenza tra i due

criteri di scelta.

IL CRITERIO DEL PREZZO PIÙ BASSO:

Negli appalti aggiudicati in base al criterio del prezzo più basso o del massimo ribasso le imprese sono

concentrate quasi esclusivamente sul calcolo del prezzo che consentirà loro di vincere la gara d’appalto.

Questa tipologia di procedura di scelta del contraente conduce ad una disgregazione del progetto sino alle

tradizionali voci di computo (intonaco, calcestruzzo, ferro, ecc.) a cui l’impresa partecipante alla gara dovrà

associare i prezzi più bassi possibili al fine di battere la concorrenza e, contemporaneamente, produrre utili.

Oggi negli appalti al massimo ribasso l’impegno di molte imprese è concentrato nel calcolare il tasso di

sconto che permetterà di aggiudicarsi l’appalto, preoccupandosi solo a posteriori degli effettivi costi da

sostenere. Questo porta spesso alla situazione di costi superiori all’offerta presentata. Da qui il ricorso agli

strumenti ormai molto noti che consentono margini di ricavo: riserve, accordi bonari, contenziosi e risparmi

sulle condizioni di sicurezza.

IL CRITERIO DELL’OFFERTA ECONOMICAMENTE PIÙ

VANTAGGIOSA:

Nel criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa vengono considerati e valutati, oltre al prezzo

anche tanti altri elementi di natura sia quantitativa che qualitativa. Questi elementi variano in funzione

della tipologia dell’appalto. Il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, contrapponendosi ai

criteri automatici, tende a ridare elasticità all’aggiudicazione stimolando le capacità tecniche delle imprese

che si trovano a doversi confrontare non soltanto sul fattore prezzo, ma sulla vantaggiosità complessiva

dell’offerta combinata alle soluzioni tecniche proposte e, in particolare, sul rapporto costi-benefici.

Il bando di gara elenca i criteri di valutazione e precisa la ponderazione relativa attribuita a ciascuno dei

parametri scelti. Il bando per ciascun criterio di valutazione prescelto prevede, ove necessario, i sub - criteri

e i sub - pesi o i sub - punteggi. Se la stazione appaltante non è in grado di stabilirli, nomina uno o più

esperti affidando ad essi l'incarico di redigere i criteri, i pesi, i punteggi e le relative specificazioni, che

verranno indicati nel bando di gara. La commissione giudicatrice, prima dell'apertura delle buste contenenti

le offerte, fissa in via generale i criteri motivazionali cui si atterrà per attribuire a ciascun criterio e sub-

criterio di valutazione il punteggio tra il minimo e il massimo prestabiliti dal bando.

7.10 CRITERI DI SCELTA DEL CONTRAENTE

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Quando la scelta della migliore offerta avviene con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa,

la valutazione è demandata ad una commissione giudicatrice. La commissione, nominata dalla stazione

appaltante, è composta da un numero dispari di componenti, esperti nello specifico settore cui si riferisce

l'oggetto del contratto. La commissione è presieduta da un dirigente della stazione appaltante. I commissari

sono selezionati tra i funzionari delle stazioni appaltanti. In caso di accertata carenza in organico di

adeguate professionalità, i commissari sono scelti con un criterio di rotazione tra gli appartenenti alle

seguenti categorie:

Con il Testo Unico è stata, quindi, codificata la perfetta alternatività tra il criterio di scelta del massimo

ribasso a quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa. È necessario scegliere, di volta in volta, il

criterio più adatto alle caratteristiche dell’oggetto dell’appalto. Risulta ormai evidente che il criterio del

prezzo più basso può considerarsi solo per lavori standardizzati, per lavori privi di apporto tecnologico,

ripetitivi ed elementari. In questo nuovo scenario la P.A. vede crescere il suo potere discrezionale, cui fanno

da contrappeso l’aumento di responsabilità, procedure di valutazione rigorose che dovrebbero garantire un

“non ritorno” al passato.

Purtroppo, spesso accade, che quando aumenta la discrezionalità della P.A., aumenta anche la probabilità

di errore e la probabilità che si verifichino abusi ed irregolarità. La P.A. è obbligata a motivare la scelta del

contraente secondo regole fissate a monte della gara che tengano conto delle circostanze, delle specifiche

esigenze ed aspettative da soddisfare. Ciò significa che la discrezionalità deve essere vincolata a quanto

specificatamente richiesto a monte della procedura d’appalto (bando e capitolato) per evitare di pervenire

a scelte illegittime e facilmente impugnabili. Il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa,

pertanto, consente un maggior margine di apprezzamento e di valutazione delle offerte. Tuttavia il metodo

è caratterizzato da molte perplessità in quanto possibile strumento per abusi da parte delle stesse Stazioni

Appaltanti o per strumentalizzazioni da parte delle stesse imprese concorrenti. Inoltre, si è spesso

sottolineata la difficoltà di gestire questo procedimento, il quale richiede innegabilmente elevate

professionalità e costi aggiuntivi nonché una dilatazione dei tempi.

Mentre in ambito comunitario il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa è visto con generale

approvazione in quanto maggiormente idoneo a conseguire la corretta individuazione dell’offerta migliore,

in ambito nazionale permangono forti riserve, fatto dimostrato da un ricorso assai limitato a tale

strumento contro un uso ancora piuttosto massiccio del criterio automatico del prezzo più basso.

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85

La gestione della qualità è uno tra gli aspetti della cultura delle imprese, che, in questi ultimi anni, hanno

riscosso maggiore interesse. Le industrie di prodotto e di servizio hanno mutato, perciò, sia pure in

modo vario, i propri assetti tecnico-organizzativi.

Il cambiamento è stato impostato su:

Lungimiranti strategie di innovazione tecnologica, supportate da notevoli investimenti nella ricerca e

nello sviluppo dei prodotti e dei servizi;

Coinvolgimento e formazione continua delle risorse umane.

I primi esempi di gestione della qualità si inquadrano nell’ambito dell’industria termonucleare (Norma

UNI 8450) dove si introdusse un programma di garanzia della qualità della singola commessa, nel quale

apparivano basilari le attività di controllo e verifica ispettiva.

Nel 1992, la British Standards Institution emanò una norma dedicata proprio al TOTAL QUALITY

MANAGEMENT. Gli obiettivi erano:

MODULO 1.2

IL PROGETTO

•Coordinamento : Individuazione degli obiettivi della politica della qualità

•Organizzazione : Realizzazione degli obiettivi della politica della qualità

•Progettazione: Definizione dei requisiti di prodotto

•Costruzione : Fabbricazione del prodotto secondo prestazioni determinanti

INDIVIDUARE LE ATTIVITÀ CHE INFLUENZANO LA

QUALITÀ

•Valutare l'organizzazione interna esistente (risorse intellettuali e mezzi)

•Adeguare l'organizzazione agli obiettivi di qualità (risorse intellettuali e mezzi)

•Definire, valutare, scegliere, pianificare e programmare le attività di verifica

•Integrare le attività di verifica con quelle produttive

CREARE ORGANIZZAZIONE CHE PERSEGUE LA POLITICA DELLA

•Attribuire i poteri necessari per:

•Promuovere azioni

•Avviare soluzioni

•Verificarne l'attuazione

•Rispondere dell'andamento delle attività per controllare la non conformità e registrare i problemi della non qualità

DEFINIRE RESPONSABILITÀ e RUOLI

1. EVOLUZIONE STORICA DELLA QUALITA’ NEL PROCESSO

PRODUTTIVO

IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI

QUALITA’

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Spesso ci si chiede per quale motivo sia cresciuto così tanto l’interesse per il concetto di qualità ed il

motivo è, ovviamente, che i modi di produrre nel tempo sono mutati e mutano con continuità verso la

soddisfazione dei bisogni espressi ed impliciti del cliente.

Le principali realtà produttive esistenti possono ricondursi al sistema di produzione industriale -aziendale

ed al sistema di produzione artigianale, le cui caratteristiche sono:

- contesto limitato;

- conoscenze e competenze concentrate;

- poco o niente personale;

- verifica immediata dei risultati.

La qualità della produzione artigianale, inoltre, è agevolata in seguito ai seguenti fattori:

- bassi volumi di produzione;

- una sola funzione aziendale;

- una sola funzione dedicata alla qualità (l’artigiano stesso);

- manodopera qualificata addestrata per affiancamento;

- produzione per mercati ristretti (prodotti su misura)

Nel ‘900 la rivoluzione industriale individua nuove tecniche di produzione caratterizzate da:

- produzione di massa;

- concentrazione di un gran numero di addetti;

- gestione con un gran numero di operatori;

- scomposizione del processo produttivo;

- ciascun addetto conosce solo la sua operazione;

- separazione tra qualità e quantità.

Intorno al 1920, si assiste alla nascita delle attività di ispezione e del collaudo finale soprattutto nell’ambito

delle grandi opere navali, terrestri e belliche.

Tra i due conflitti mondiali (1930-50) cambia l’ottica d’intervento: si introducono le fasi di verifica durante il

processo produttivo e nasce il controllo qualità (CQ), inteso come “attività di rilevazione e misura delle

caratteristiche di un prodotto, componente, materiale o procedimento verificate a fronte di valori

preventivamente fissati (specifiche). Tale controllo si basa su tecniche statistiche (campionamento).

È proprio in questo periodo (anni ’30) che si inserisce l’attività dell’americano W.Edwards Deming che, con

una formazione culturale e tecnica di tipo statistico, sviluppò teorie sul controllo di qualità che ebbero

effetti benefici sulla produzione americana bellica, riducendo sprechi e rifacimenti.

I 14 punti della filosofia manageriale di W.E.Deming, applicabili a qualunque settore della produzione e dei

servizi e a qualunque dimensione aziendale, sono:

- definire obiettivi aziendali chiari e rimanervi coerenti;

- adottare una filosofia aziendale basata sul riconoscimento della responsabilità di

ogni livello operativo e decisionale;

- abbandonare la "cultura dell'ispezione" come strumento di gestione aziendale;

- abbandonare l'idea che la salute aziendale consiste nel vendere il prodotto al massimo

prezzo possibile e recepire che il vero affare consiste nel produrre al minimo costo;

La qualità del prodotto è intesa come grado di conformità alle specifiche e bassa percentuale di difetti.

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- monitorare e migliorare continuamente e ininterrottamente il sistema e il processo

produttivo per migliorare la qualità, produttività e diminuire i costi;

- promuovere continui corsi di formazione per i dipendenti;

- promuovere la "cultura della leadership";

- non utilizzare sistemi repressivi di gestione del personale e creare un ambiente psicologicamente

gradevole e coinvolgente;

- creare comunicazione e collaborazione e abbattere le barriere tra i diversi diparti

menti dell'azienda (progettazione, produzione, ricerca e sviluppo);

- eliminare esortazioni pedantesche, slogan e risultati numerici;

- non considerare la qualità di prodotto come obiettivo; non utilizzare la qualità del pro

dotto giornaliero procapite come indice di bontà dell'azione del singolo lavoratore;

- rendere la forza-lavoro orgogliosa delle proprie capacità;

- promuovere intensi programmi di auto-apprendimento e auto-istruzione;

- coinvolgere ognuno a livello della trasformazione della politica aziendale.

Deming stesso enuncia poi le cinque cause più frequenti del crollo qualitativo dei prodotti industriali:

- mancanza o inconsistenza di obiettivi aziendali chiari e coerenti;

- eccessiva enfasi sul profitto a breve termine;

- eccessiva pressione ispettiva sulla forza lavoro;

- eccessiva frequenza di cambi di vertice aziendali;

- concentrazione del potere decisionale in pochi dirigenti e mancato riconoscimento del valore dei

singoli operatori.

Un altro americano, Joseph Juran, contribuisce all’evoluzione del controllo qualità. Egli sviluppa lo studio

dei principi che gestiscono le attività di management integrando il controllo di qualità entro il controllo di

gestione, evidenziando che il soddisfacimento del cliente richiede anche l'applicazione di strumenti per la

misura della qualità e rilevando che va inteso come cliente non solo l'utente finale, ma anche quello

interno che partecipa al processo produttivo.

Questo nuovo approccio alla qualità, se da un lato garantiva un miglioramento un deciso passo avanti,

dall’altro presentava ancora una serie di carenze:

- il controllo è solo finale (ottica del passa/non passa);

- molto tempo per il controllo;

- de-responsabilizzazione della produzione;

- mancata correzione dei difetti all’origine;

- intasamento del controllore.

Nel periodo compreso tra gli anni ‘60-’70 si assiste ad una ulteriore e decisiva evoluzione: nasce la garanzia

di qualità, ossia l’insieme delle azioni pianificate, sistematiche e documentate atte a dare un adeguato

grado di fiducia che un prodotto o un impianto diano le prestazioni richieste nelle varie condizioni operative

per essi previste.

L’attenzione si sposta dal prodotto alla catena produttiva

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In Europa la normativa della qualità nasce in Inghilterra, prima, negli anni '60, con il Ministero della Difesa che

impone norme per la garanzia della qualità delle forniture militari, e poi, negli anni '70. con le norme del British

Standard Institute, che introducono sistemi di garanzia della qualità diventando norma di riferimento.

A sua volta l'ISO, International Standard of Organization (ovvero Organizzazione Internazionale per la

Normazione ) nel 1987 emette nuovi documenti normativi, la serie ISO 9000-9004.

Le norme ISO coinvolgevano tutto il sistema normativo relativo alla "conduzione aziendale per la qualità e i

sistemi qualità aziendali". Il sistema aveva una validità generale, applicabile ad ogni sistema produttivo, indi-

pendentemente dalla natura e dalla consistenza del prodotto o del servizio.

MODULO 1.2

IL PROGETTO

1.1 LE NORME ISO 9000

IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI

QUALITA’

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Una volta che le norme vengono recepite in un singolo paese, viene aggiunta la sigla dell’ente formatore del

paese. Nel caso dell’Italia, il cui ente formatore è l’UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione, avremo una

norma UNI EN ISO 9001 “Sistema di gestione per la qualità – Requisiti.

Le norme per la qualità possono riguardare

o la qualità dei processi (cioè il Sistema Qualità)

o la qualità dei prodotti e la relativa certificazione

o l’uso dei metodi statistici per il controllo della qualità nelle produzioni seriali di tipo

industriale.

Nella revisione delle ISO 9000 dell'anno 2000 viene adottato un approccio per processi, pur mantenendo

sostanzialmente invariati i contenuti delle precedenti versioni.

Il Comitato Tecnico dell'ISO rilevò le esigenze e le aspettative degli utenti per una revisione delle norme

relative a:

I primi due punti e l'ultimo, infatti, manifestano l'esigenza di avere come riferimento un sistema normativo

snello, espresso con linguaggio di uso comune ed un modello di gestione aziendale e di sistemi qualità per

l'azienda, e non strutture che si sovrappongono in modo complicato e costoso al sistema di gestione

aziendale.

Il terzo e quarto punto sottolineano, invece, l'esigenza di migliorare l'efficacia del sistema qualità, secondo

una visione organizzativa "per processi" e non più "per funzioni", costruendo un sistema qualità più

aderente all'effettiva conduzione aziendale che viene gestita per processi (pianificazione delle risorse,

progettazione, produzione, ecc.), per i quali vengono definiti i ruoli, le responsabilità, le risorse, le

metodologie, le procedure.

II quinto punto riguarda la ricerca di una effettiva compatibilità con le norme che regolano la gestione e

l'applicazione dei sistemi di gestione ambientale (famiglia delle ISO 14000) che si configura come una

parte, talvolta importantissima, del sistema qualità aziendale.

1. Semplificazione nella terminologia e nell’uso delle norme

2. possibilità di integrare il sistema di gestione della qualità nel sistema di gestione aziendale;

3. opportunità di enfatizzare gli aspetti relativi alla soddisfazione del cliente, al miglioramento continuo ed alla prevenzione delle non conformità;

4. struttura basata su di un modello "per processi";

5. compatibilità con le norme della famiglia ISO 14000 (norme relative ai sistemi di gestione ambientale);

6. possibilità di adattare la norma a diverse realtà aziendali escludendo taluni requisiti.

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MODULO 1.2

IL PROGETTO

ISO 9000:2000

Sistemi di gestione della qualità - Concetti e terminologia

Norme di carattere terminologico e concettuale, dove sono confluite la iSO 8402 e la ISO 9000-1

ISO 9001:2000

Sistemi di gestio­ne della qualità - Requisiti.

Modelli di assicurazione della qualità per scopi contrattuali, dove sono confluite le ISO 9001/94, le ISO 9002/94 e le ISO 9003/94.

La norma consente di non attuare quei requisiti non appli­cabili alla realtà di una determinata organizzazione. La semplificazione terminologica è attuata abbandonando la definizione di "Modello di assicurazione della qualità", sostituendo il termine "fornitore" con "organizzazione", il termine "subfornitore" con "fornitore", mentre l'ampliamento dei concetti si rileva nel termine "prodotto" con "prodotto o servizio";

ISO 9004:2000

Sistemi di gestio­ne della qualità – Guida per il miglioramento delle prestazioni.

Guida generale alla gestione per la qualità dove sono confluite le quattro parti della ISO 9004. Sistemi di gestione della qualità - la norma viene strutturata secondo uno schema identico a quello adottato per la ISO 9001:2000;

ISO 10011

Norme di supporto per l'audit e la metrologia:

Linee guida per i sistemi di auditing della qualità, dove sono confluite le ISO 10011-1, le ISO 10011-2, ISO10011-3, , per le ISO 10012-1 e ISO 10012-2 è in programma la riunifica­zione sotto il riferimento ISO 10012;

guide generali e settoriali per l'applicazione delle ISO 9001 e 9004.

1.2 L’ARCHITETTURA DEL SISTEMA ISO 9000 /2000 (VISION 2000)

IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI

QUALITA’

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Dalla definizione dei nuovi principi di gestione aziendale emerge una chiara volontà di strutturare una norma

meno rigida, in cui viene ribadito il ruolo centrale della funzione direttiva, cui sono attribuite in modo esplicito

molte responsabilità, come la definizione della politica, la pianificazione, il controllo delle registrazioni della

qualità, il riesame del sistema qualità, ecc.

La nuova norma, inoltre, enfatizza la ricerca del miglioramento continuo, cui viene dedicato un intero requisito,

sui quattro operativi, per misurare e monitorare le performance del processo, del sistema e della soddisfazione

del cliente.

Le nuove ISO 9000, 9001 e 9004 sono caratterizzate da contenuti tra loro compatibili e coerenti, e

sviluppano i cosiddetti otto principi della qualità.

La ISO 9000 presenta due tipologie di contenuti:

Fondamenti dei sistemi di gestione per la qualità;

o organizzazione orientata al cliente, in modo che l'azienda che si propone di soddisfare il

cliente ne comprenda pienamente le esigenze attuali e future, cioè le recepisca, le trasmetta

correttamente, le comprenda fino a fornire un prodotto, un servizio che vada oltre le sue

aspettative, considerando cliente non solo l'utente finale (consumatore), ma anche tutti quelli

che si possono trovare ad ogni passo del processo;

o leadership, affermata dalla Direzione che deve definire in modo chiaro ed unitario la

missione e le strategie dell'azienda, creando e mantenendo un ambiente dì lavoro con

personale motivato al raggiungimento degli obiettivi aziendali;

o coinvolgimento del personale, che costituisce il fulcro dell'organizzazione aziendale,

poiché la componente di risorse umane può fornire un effettivo vantaggio competitivo, e questo

vale, in particolare, per gli organismi di progettazione ove la professionalità e l'impegno del

singolo e l'armonia operativa del gruppo prevale sulle risorse fisiche (macchine, attrezzature,

software, ecc.) e fa la differenza rispetto alla concorrenza;

o approccio basato su processi, su cui si basa correntemente la gestione delle attività e

delle risorse aziendali, la definizione degli input e degli output, l'individuazione dei rischi, il

controllo dei processi, la definizione delle responsabilità;

MODULO 1.2

IL PROGETTO

ISO 9000

1.3 I CONTENUTI DELLE NORME

IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI

QUALITA’

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92

o visione "sistemica" della gestione aziendale, che controlla un unico sistema dei vari

processi interagenti;

o orientamento dell'organizzazione al miglioramento continuo, che si configura come

l'obiettivo di qualsiasi organizzazione che impegna tutte le proprie forze per ottenere, a tutti i

livelli, un continuo miglioramento dei processi produttivi e del personale;

o utilizzo dì dati ed informazioni attendibili nel prendere le decisioni, che devono basarsi su un

lavoro di raccolta accurato ed affidabile, anche se spesso, nelle organizzazioni più piccole, si

tende a basarsi soprattutto sull'esperienza del titolare;

o rapporti di reciproca utilità con i fornitori, soprattutto in un momento in cui le aziende più

organizzate gestiscono gli appalti come "general contractor", creando un rapporto di

interdipendenza e di fiducia con i propri fornitori selezionati accuratamente.

La semplificazione dell'apparato normativo del nuovo sistema ISO 9000, che pone maggior

attenzione all'efficienza del sistema qualità piuttosto che all'applicazione dei singoli

requisiti, passa attraverso l'accorpamento di alcune norme e la ricerca di requisiti normativi.

Termini e definizioni

o Sistema di gestione: sistema per stabilire politica e obiettivi e per conseguire tali obiettivi;

o Politica della qualità: obiettivi ed indirizzi generali di un organizzazione, relativi alla qualità,

espressi in modo formale dall’alta direzione;

o Obiettivo per la qualità: qualcosa cui ci si ispira o a cui si mira, relativo alla qualità;

o Miglioramento continuo: attività ricorrente mirata ad accrescere la capacità di soddisfare i

requisiti;

o Cliente: Organizzazione o persona che riceve un prodotto;

o Fornitore: Organizzazione o persona che fornisce un prodotto;

o Processo: insieme di attività correlate o interagenti che trasformano elementi in entrata in

elementi in uscita;

o Procedura: modo specificato per svolgere un attività o un processo;

o Conformità: soddisfacimento di un requisito;

o Riesame: attività effettuata per riscontrare l’idoneità. L’adeguatezza e l’efficacia di qualcosa

a conseguire gli obiettivi stabiliti.

Nota: Nella versione attuale si indica con il termine “organizzazione” l’entità alla quale si applica il sistema

qualità; l’uso di tale termine ha lo scopo di accentuare il fatto che si parla non solo del mondo della

produzione ma anche di quello dei servizi in senso ampio. Il termine “fornitore” della vecchia edizione

indicava l’attuale organizzazione, mentre ora viene usato per indicare quello che prima era il subfornitore

dell’organizzazione.

La ISO 9001 ha lo scopo di stabilire i requisiti del sistema di gestione per la qualità, quando

un’organizzazione deve dimostrare la propria capacità di fornire prodotti e/o servizi conformi; essa è

orientata al cliente e sarà utilizzabile anche per la certificazione dei sistemi di gestione per la qualità delle

organizzazioni o delle imprese.

ISO 9001

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Tale norma presenta una struttura suddivisa in otto capitoli: i primi quattro sono di natura introduttiva

(Scopo e campo di applicazione, Riferimenti normativi, Campi e definizioni, Requisiti del sistema di gestione

per la qualità), gli ultimi quattro costituiscono il cuore della normativa (Responsabilità della direzione, Gestione

delle risorse, Realizzazione del prodotto e/o servizio, Misurazione, Analisi e miglioramento), ed inglobano i

20 requisiti della versione 1994, organizzandoli secondo il flusso dei processi di un'organizzazione.

Il quinto capitolo (responsabilità della direzione), enfatizza il ruolo della Direzione, che ha il compito e la

responsabilità di gestire non solo tutti gli aspetti relativi alle politiche della qualità (definendo obiettivi adeguati

all'organizzazione e alle esigenze del cliente, impegno al miglioramento continuo ed al riesame degli obiettivi),

ma anche la pianificazione e la gestione del sistema qualità (affidando direttamente responsabilità ed

autorità, incaricando un proprio rappresentante di garantire l'applicazione, il controllo, il miglioramento del

sistema di gestione della qualità, applicando prescrizioni e procedure del Manuale della qualità, mantenendo

in efficienza il sistema di comunicazioni interne e di gestione delle comunicazioni).

Il sesto capitolo si occupa interamente della gestione delle risorse, dando risalto ad uno dei processi

fondamentali dell' azienda: l'organizzazione delle risorse per mantenere efficiente il sistema di gestione delle

qualità. Viene dato rilievo all'organizzazione delle risorse umane che devono essere responsabilizzate in base alle

capacità, alle conoscenze, all'esperienza, all'addestramento, e che devono essere periodicamente valutate e

valorizzate per mantenere la consapevolezza del proprio ruolo all'interno della struttura aziendale e la

propria responsabilità nel perseguire gli obiettivi della politica della qualità.

È messo in maggiore evidenza la necessità di offrire infrastrutture adeguate (posto di lavoro, attrezzature,

macchine, apparecchiature elettroniche, software) ed ambienti di lavoro organizzati e gestiti in condizioni di

salute e di sicurezza, riprendendo le problematiche espresse dalle normative della sicurezza sui luoghi di lavoro.

II settimo capitolo, il più corposo della norma, riguarda la realizzazione della norma e/o servizio, e

comprende tutte le fasi del processo produttivo vero e proprio: dall'accertamento delle esigenze del cliente,

alla progettazione, agli acquisti, alle operazioni di produzione, immagazzinamento e controllo del prodotto,

aspetti prima distribuiti su molti requisiti diversi.

Continua ad avere un ruolo centrale la fase della progettazione e dello sviluppo del processo progettuale,

l'approvvigionamento di prodotti e servizi, mentre viene rivalorizzata l'attività di produzione e di rivalutazione

dei servizi attraverso l'integrazione diretta con gli aspetti relativi alla identificazione e rintracciabilità dei

prodotti, alla movimentazione, all'imballaggio, all'immagazzinamento, alla conservazione, alla consegna, al

controllo delle apparecchiature, che nella norma precedente erano disarticolati in requisiti autonomi.

L'ultimo capitolo, relativo alla misurazione, all'analisi e al miglioramento del sistema, pone in rilievo

l'esigenza di gestire in modo dinamico e non formale le non conformità, le azioni preventive e correttive, le

verifiche ispettive interne, le tecniche statistiche. Viene inoltre introdotto il concetto di misurazione e

controllo delle prestazioni, del sistema e della soddisfazione del cliente.

Mentre l'introduzione di un opportuno sistema di gestione può consentire il controllo puntuale delle

proprie prestazioni (anche se una certa complessità si manifesta per le piccole strutture), la verifica della

soddisfazione del cliente deve essere attentamente ponderata per gli organismi di progettazione, per i quali il

rapporto con il cliente è di tipo impersonale (nel caso di lavori pubblici) oppure fiduciario (nel caso di lavori

privati), e risulta poco agevole ottenere un feedback dal cliente che sia al tempo stesso reale, immediato,

obiettivo e costruttivo.

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La ISO 9004 ha lo scopo di fornire una guida al miglioramento del sistema di gestione per la qualità che

contribuisce all’eccellenza dell’azienda. Questa propone le linee guida per l’auto-valutazione.

TERMINOLOGIA E CONCETTI DI BASE La qualità è definita, oltre che come conformità ai requisiti prescritti dei prodotti e dei servizi e come

idoneità allo scopo, quale adeguatezza alle esigenze definite o potenziali degli utenti, vale a dire, come

adeguatezza all’insieme delle proprietà e delle caratteristiche che conferiscono al prodotto la capacità di

soddisfare esigenze espresse o implicite.

Tale conformità è ottenuta attraverso la

ossia l’insieme delle azioni pianificate e sistematiche necessarie a garantire che un prodotto o servizio

soddisfi determinati requisiti di qualità a costi ottimali.

Tutto ciò è consentito dalla presenza di un

ossia l’insieme della struttura organizzativa, delle responsabilità, delle procedure, delle attività e delle

risorse finalizzato all’attuazione della gestione della qualità. È chiaro che un sistema qualità riguarda le

modalità di connessione delle singole fasi del processo che devono essere affrontate complessivamente.

Accanto alla definizione di GARANZIA DI QUALITA’, individuiamo anche il

che tende a differenziarsi perché estende certe metodologie gestionali alle funzioni finanziarie e

commerciali delle aziende e si riferisce non solo al mantenimento di certi livelli qualitativi, ma anche al

miglioramento continuo sia dei processi manifatturieri sia delle prestazioni e delle caratteristiche dei

prodotti e dei servizi, avendo come finalità un aumento delle quote di mercato detenute, il contenimento

dei costi, l’accrescimento dei profitti ed il miglioramento della stabilità sociale nella fabbrica e nell’ufficio.

La gestione della qualità concerne sia la grande che la piccola e media impresa, sia le aziende che lavorano

esclusivamente su commessa che quelle che fabbricano prodotti seriali per una clientela anonima, seppure

con diversi risvolti.

I settori nei quali la garanzia di qualità e, in misura minore, la qualità totale ha inizialmente incontrato i

maggiori successi sono il settore petrolifero, il settore termonucleare, l’industria automobilistica e

MODULO 1.2

IL PROGETTO

ISO 9004

GARANZIA DI QUALITÀ

SISTEMA DI QUALITÀ

TOTAL QUALITY CONTROL

2. LA GESTIONE DELLA QUALITA’ NELLE INDUSTRIE DI PRODOTTO E

SERVIZIO: TERMINOLOGIA E CONCETTI DI BASE

IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI

QUALITA’

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95

l’elettronica, sino ad estendersi a tutti i comparti produttivi, dalla siderurgia all’industria tessile, dai servizi

di trasporto aereo ai servizi bancari.

È importante evidenziare che la qualità deve appartenere ancor prima che al prodotto, al processo che lo

genera.

Tale processo comprende le seguenti fasi: l’analisi di mercato, la ricerca di mercato, la progettazione e

sviluppo del prodotto, l’approvvigionamento, la pianificazione e lo sviluppo del processo produttivo, la

produzione vera e propria, le prove, i controlli, i collaudi intermedi e finali, l’imballaggio e

l’immagazzinamento, la vendita e la distribuzione.

La gestione della qualità non si limita, quindi, al mero controllo della produzione (con la conseguente

rilavorazione del pezzo) ma deve agire prevenendo sistematicamente le cause delle eventuali non

conformità.

è la struttura organizzativa predisposta per guidare e coordinare persone, macchine ed informazioni nel

modo migliore e più pratico, ai fini dell’ottenimento della soddisfazione del cliente al miglior costo possibile

per l’azienda.

Esso si compone sostanzialmente dei seguenti sottosistemi:

- Qualità nella pianificazione e sviluppo di nuovi prodotti;

- Qualità nella progettazione;

- Qualità delle forniture;

- Qualità nei processi produttivi;

- Qualità nella manutenzione;

- Qualità nelle spedizioni;

- Qualità nelle vendite e nel servizio;

- Qualità nel marketing.

è l’attestazione della presenza nella gestione aziendale di elementi qualitativi minimi.

Avviene ad opera di enti terzi: tali enti si avvalgono di gruppi di valutatori dei sistemi qualità che devono

includere almeno un esperto del settore tecnologico in cui opera l’azienda che richiede la certificazione.

In Italia, il Sistema Nazionale di Accreditamento degli Organismi di Certificazione è il SINCERT.

MODULO 1.2

IL PROGETTO

SISTEMA QUALITÀ

CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ

2.1 LA CERTIFICAZIONE DI QUALITA’

IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI

QUALITA’

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Il processo di certificazione si articola nelle seguenti fasi:

Richiesta preliminare informale da parte dell’azienda;

Invio della modulistica per l’inoltro della domanda ufficiale; richiesta della documentazione (manuale

qualità, descrizione dell’azienda, descrizione delle caratteristiche della produzione e del mercato) da

parte del servizio tecnico dell’organismo di certificazione;

Esame preliminare del contenuto della documentazione preparata dall’azienda; valutazione della

completezza e della possibilità di apertura del piano di certificazione; eventuale richiesta di

completamento, da parte del servizio tecnico dell’organismo di certificazione;

Apertura del piano di certificazione; formazione del gruppo di valutatori sistema qualità, da parte del

servizio tecnico dell’organismo di certificazione;

Esame approfondito della documentazione dell’azienda, della sua conformità alla normativa di

riferimento, degli eventuali completamenti; pianificazione della verifica ispettiva, da parte del gruppo di

valutatori sistemi qualità;

Esecuzione della verifica ispettiva presso l’azienda; rilevamento contestuale delle eventuali non

conformità di applicazione del sistema documentato e riunione finale, al termine della visita con i

rappresentanti dell’azienda, da parte del gruppo di valutatori sistemi qualità;

Nel caso di non conformità, compilazione della relazione ufficiale comprensiva delle non conformità e

delle osservazioni; inoltro della relazione ufficiale presso l’azienda, da parte del gruppo di valutatori

sistemi qualità;

Nel caso di non conformità, pianificazione ed attivazione delle azioni correttive conseguenti alle non

conformità; notifica all’organismo di certificazione dell’avvenuta soluzione, da parte dell’azienda;

Nel caso di non conformità, pianificazione della seconda visita ispettiva per accertare l’avvenuta

eliminazione delle non conformità, da parte del gruppo di valutatori sistemi qualità;

Nel caso di non conformità, esecuzione della verifica ispettiva presso l’azienda con riunione finale per

l’esposizione dei risultati alla presenza dei rappresentanti dell’azienda, da parte dei valutatori sistemi

qualità;

Stesura della relazione finale con tutti i dati relativi alle analisi e alle verifiche ispettive compiute, da

parte del gruppo di valutatori sistemi qualità;

Esame della pratica completa e decisione di concessione della certificazione; stesura del piano di

sorveglianza, da parte del comitato di certificazione;

Notifica all’azienda e diffusione alla stampa, da parte del servizio tecnico dell’organismo di

certificazione;

Applicazione delle verifiche periodiche di sorveglianza, da parte del gruppo di valutatori sistemi qualità.

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La struttura della documentazione del Sistema Qualità deve coprire in modo esauriente, attraverso

un’organizzazione gerarchica dei documenti, le modalità di gestione di tutte le attività che influenzano la

qualità del prodotto "progetto" in conformità ai requisiti normativi ed in particolare della politica per la

qualità.

La documentazione deve contenere:

indipendentemente dalla complessità del lavoro, dai materiali usati, dalle capacità del personale coinvolto. Il sistema della documentazione è strutturato su quattro livelli:

1° livello: Manuale della Qualità, contenente le prescrizioni generali di sistema per la conduzione di

tutta l'organizzazione della struttura produttiva (Azienda. Organismo di progettazione): ha funzioni

programmatiche di sintesi e di collegamento e formalizza "chi fa che cosa":

2° livello: Procedure della Qualità, contenenti le prescrizioni specifiche per la conduzione delle singole attività e delle relazioni fra di esse: sono di supporto alla corretta applicazione del Sistema, dettagliano il "cosa" e formalizzano "come, quando, dove":

3° livello: Istruzioni, contenenti le prescrizioni dettagliate per lo svolgimento operativo delle attività da parte del personale: integrano le procedure, e formalizzano "come" a causa della complessità dell'attività;

4° livello: Documenti di registrazione della Qualità, contenenti le testimonianze dell’effettiva applicazione del Sistema per ogni attività.

MODULO 1.2

IL PROGETTO

MODALITÀ OPERATIVE

(come)

SCOPO

(perchè)

CAMPO D'APPLICAZIONE

(quando)

2.2 I DOCUMENTI GESTIONALI ED OPERATIVI DEL SISTEMA QUALITA’

IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI

QUALITA’

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98

I primi tre livelli rappresentano la documentazione di definizione della qualità, e quindi possono essere certificati, mentre il quarto livello rappresenta la documentazione di attuazione del Sistema Qualità.

Il supporto documentativo di un sistema qualità dovrebbe, pertanto,constare in:

Il manuale della qualità;

I piani della qualità;

Le procedure gestionali della qualità generali, dipartimentali o locali;

Le istruzioni operative.

è un documento direttore, rivolto prevalentemente verso l’esterno, verso i committenti e gli enti di

certificazione. Si tratta della sintesi descrittiva di come l’azienda lavora, di come si è organizzata,

funzionalmente e tecnicamente, per il perseguimento della qualità e per assolvere ai requisiti della

normativa.

Il manuale è articolato in capitoli speculari nei confronti della normativa assunta a riferimento, nel senso

che deve essere predisposta la tabella di correlazione tra i contenuti della norma della serie UNI EN ISO

9000 ed i relativi paragrafi nel manuale.

Questo documento deve definire la struttura organizzativa dell’azienda, le responsabilità funzionali delle

principali posizioni organizzative e le modalità operative più significative richiamando, di volta in volta, i

documenti di maggior dettaglio (procedure, istruzioni) precisandone sinteticamente il contenuto.

Significativa per l’impiego del manuale deve essere la modalità di gestione della documentazione

(emissione, identificazione, raccolta, archiviazione, distribuzione, modificazione e conservazione).

Il manuale della qualità includerà:

o La dichiarazione della politica aziendale sulla qualità;

o La descrizione della struttura organizzativa della società (organigramma delle differenti attività

per la gestione della qualità);

o La descrizione sommaria della società (età, storia, ambito di attività, consistenza finanziaria);

o La gestione della documentazione (procedura per gli aggiornamenti, per la diffusione, per

l’attuazione e per il controllo del sistema qualità);

o La descrizione dell’applicazione del sistema qualità rispetto alle norme della serie UNI EN ISO

9000;

o L’elenco delle procedure e delle istruzioni;

o Gli allegati.

o

Costituisce l’applicazione del Sistema Qualità Aziendale allo specifico progetto; infatti, i suoi contenuti sono

già espressi, in termini generali, nel Manuale e nelle Procedure. Si tratta dell’identificazione e della

predisposizione dell’organizzazione (risorse umane, hardware, software, attrezzature, modalità operative,

strumentazione e documentazione gestionale) per assicurare il soddisfacimento dei requisiti specificati per

un determinato progetto.

MANUALE DELLA QUALITÀ

PIANO DELLA QUALITÀ

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Il piano della qualità è, quindi, un documento utilizzato per la gestione della qualità del processo

progettuale e costruttivo ma anche per comunicare al cliente l’insieme delle azioni pianificate e

sistematiche necessarie a determinare la fiducia dell’impresa.

Gli elementi fondamentali che devono essere specificati nel piano di qualità, sono:

• Il “cosa”, ossia gli obiettivi preposti, definiti sulla base dei requisiti esterni da soddisfare (attività,

ottenute dalla scomposizione del progetto, contemplate nella WBS e nei WP);

• Il “chi”, ossia la descrizione della struttura organizzativa, le funzioni, le responsabilità e le relative

modalità di interazione (Matrice delle responsabilità);

• Il “come”, ossia l’organizzazione delle attività da svolgere, la definizione dei metodi e degli strumenti per

la gestione ed il controllo del processo progettuale (WP);

• Il “quando”, ossia il programma temporale definito sulla base delle scadenze di Contratto (Gantt, Pert,

Cpm, Dpm, Gert);

• Il “quanto”, ossia il consumo delle risorse ed i costi attesi (WP).

Il piano della qualità consente l'applicazione del controllo della qualità alla gestione della specifica

commessa, in quanto non sono individuabili a priori processi con validità generale, ma solo sequenze di

operazioni che vengono pianificate e gestite tenendo conto delle esigenze e dei requisiti richiesti dallo

specifico progetto.

Si può elaborare come uno strumento flessibile in grado di offrire un approccio metodologico e procedurale

di tipo standardizzato per progetti seriali, e poi essere adattato all'applicazione operativa di singole

commesse. In questi casi si configura come uno strumento che fornisce una serie di input di processo e di

controllo, costituendo una "griglia di riferimento" adattabile in funzione alle caratteristiche oggettive di

ogni commessa.

Le fasi fondamentali del piano di qualità del progetto sono:

Il riesame del contratto ed il controllo della progettazione.

Il riesame del contratto:

Il rapporto progettista-committente, porta a definire un accordo formale (contratto) che consente di

acquisire e trattare le specifiche relative all'offerta ed alla richiesta. Il contratto, scritto o verbale, contiene,

quindi, i requisiti concordati, e la sua stipulazione rappresenta per il progettista la definizione degli obiettivi

predefiniti per il prodotto finale, mentre per il committente lo strumento di verifica della qualità del

prodotto elaborato.

Il riesame del contratto tra Organismo di progettazione e committente è la prima fase del piano della

qualità perché serve a definire con precisione i termini dell'incarico (tecnico, finanziario, legale, ecc.) e

quindi i contenuti ed i limiti del progetto in funzione dei risultati attesi.

L'attività di riesame del contratto è una procedura da attivare in corso di trattativa per

verificare:

- la compatibilità economica e temporale fra l'accordo e le esigenze di sviluppo dell'elaborazione

progettuale;

- la compatibilità dell'accordo con le leggi vigenti;

- l'eventuale incongruità fra realizzazione attesa e vincoli normativi del luogo;

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- la presenza di vincoli e requisiti impliciti ma costituenti la "qualità attesa".

acquisire dati relativi:

- al tipo di organismo da progettare;

- al sito di localizzazione;

- alle esigenze dell'utilizzatore;

- alle scadenze intermedie e finali di consegna degli elaborati;

- alle modalità di pagamento;

- all'entità del prezzo riconosciuto a fronte della prestazione offerta;

- alle penali per ritardi.

Il riesame prevede,quindi, due momenti distinti:

- un momento preliminare, che richiede una valutazione di fattibilità e di adeguatezza della struttura

aziendale ad affrontare le prescrizioni contrattuali;

- un momento operativo, che affronta un lavoro di verifica e di rettifica dei contenuti

progettuali in modo da definire il valore dell'offerta in rapporto ai vincoli tecnologici, economici e

temporali.

Il controllo della progettazione:

Il controllo della progettazione va inteso come l'attuazione delle procedure che accompagnano tutte le fasi

del processo progettuale e che deve garantire determinati standard di qualità.

E’ una fase suddivisibile in otto sottofasi che permettono di seguire e controllare ogni passo della

progettazione.

sono i documenti che definiscono le condizioni, le modalità e le responsabilità con le quali devono essere

effettuate determinate azioni tecniche o gestionali.

Esse devono precisare:

o Una breve sintesi del contenuto;

o Le finalità e gli scopi;

o I documenti di riferimento;

o Le eventuali definizioni ed abbreviazioni;

o L’applicabilità;

o le responsabilità;

o Le modalità operative, con riferimento a diagrammi di flusso, schemi matriciali, documenti

emessi;

o Gli eventuali forum ed allegati.

sono le informazioni documentate, atte ad offrire, in modo sintetico, le prescrizioni relative allo

svolgimento di determinate attività, senza che siano stabilite le responsabilità degli addetti.

Esse devono contenere:

o L’identificazione della commessa, del prodotto o del servizio a cui si riferisce;

o Caratteristiche di identificazione del documento mediante sistemi numerici o alfanumerici;

PROCEDURA GESTIONALI

ISTRUZIONI OPERATIVE

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o Titolo del documento;

o Numero o indice di revisione del documento e data, con sommaria descrizione delle modifiche ed

individuazione dell’eventuale documento che sostituisce o dal quale è sostituito;

o Nome e cognome (firma e data) di chi autorizza l’uso del documento per gli scopi a cui è

destinato ed eventualmente anche di coloro che hanno svolto su di esso azioni rilevanti per la

qualità;

o Posizione di archivio;

o Numero totale delle pagine;

o Nome del cliente, del fornitore o altre notizie legate ad aspetti contrattuali;

o Numero e denominazione dei particolari.

Le procedure gestionali e le istruzioni operative formano il nucleo del sistema qualità, perchè

rappresentano il che cosa, il dove, il quando ed il come dei processi aziendali.

I documenti di registrazione della qualità includono: i rapporti di controllo e di collaudo, i dati di prova, i

rapporti di qualifica, i rapporti di validazione, i rapporti di verifica ispettiva, i rapporti di riesame dei

materiali, i dati di taratura, i rapporti sui costi della qualità.

Il settore edilizio ha conosciuto, contemporaneamente alle industrie di prodotto e di servizio, una

considerevole evoluzione nell’ambito della gestione della qualità. Nonostante ciò, questo settore

economico è risultato notevolmente penalizzato rispetto agli altri in seguito a diversi fattori:

- Molteplicità dei centri decisionali (promotori immobiliari, committenze pubbliche e private,

strutture di gestione dell’intervento, organismi di progettazione e società di consulenza

tecnico-economica, società di controllo tecnico, enti di certificazione, imprese di costruzioni,

produttori industriali, utenze, pubbliche amministrazioni preposte al rilascio delle approvazioni

e concessioni, enti statali e regionali che emanano articoli legislativi sull’uso del territorio);

- Aleatorietà delle previsioni sull’andamento del mercato;

- Unicità dei requisiti espressi dalla committenza.

-

A cui si aggiungono, inoltre, le carenze strutturali tipiche del settore edilizio del nostro Paese:

- Subappalto di solo lavoro con il conseguente elevato tasso di infortuni sul lavoro;

- Frammentazione eccessiva delle imprese;

- Temporalità del lavoro;

- Dequalificazione della manodopera artigianale;

MODULO 1.2

IL PROGETTO

2.3 LA GESTIONE DELLA QUALITA’ NELL’INDUSTRIA DELLE

COSTRUZIONI

IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI

QUALITA’

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102

- Modalità di appalto carenti.

- Nel processo edilizio sussiste, infatti, un passaggio delicato tra la qualità dei prodotti o servizi

manifatturati e la qualità dei prodotti e dei servizi messi in opera, i quali risultano mediati dalla

qualità del processo tecnico-organizzativo. Da questo punto di vista, i modelli procedurali di

appalto (con le relative modalità di remunerazione) sono sicuramente direttamente influenti sulla

gestione della qualità. L’impiego delle forme procedurali di appalto tradizionali con aggiudicazione

in base all’offerta più vantaggiosa in termini esclusivamente di prezzo, nonostante possa

permettere apparentemente alla committenza ed alle imprese concorrenti di definire

anticipatamente i parametri economici, tecnologici e temporali, rischia di basarsi su stime

economiche errate e di non tenere conto delle modalità esecutive caratteristiche di ciascuna

impresa e degli eventuali in corso d’opera.

- Questo tipo di gestione diventa eccessivamente complicata ed onerosa nei piccoli e medi organismi

di progettazione e nelle piccole e medie imprese, che caratterizzano il nostro settore edilizio e che

raramente hanno la possibilità di effettuare elevati investimenti fissi nella gestione della qualità;

- Presenza di piccole e medie imprese o piccoli e medi organismi di progettazione, che difficilmente

hanno la possibilità di effettuare elevati investimenti fissi nella gestione della qualità.

- In effetti, una grande organizzazione necessita maggiormente di proceduralizzare formalmente le

proprie attività e le proprie linee di comunicazione interne ed è certo in grado di sostenere gli oneri

derivanti dall’introduzione e dal mantenimento del sistema qualità e da una eventuale

certificazione da parte di un ente terzo.

- Committenza impreparata.

Altro argomento strettamente connesso alla gestione della qualità è quello delle stazioni appaltanti e

delle committenze. L’introduzione del sistema qualità risulta un’azione di notevole impegno per

qualsiasi organizzazione, dato che la semplice formalizzazione della documentazione implica un’opera

intensa di analisi degli aspetti aziendali e deve trovare riscontro nella reale applicazione delle attività

considerate nel manuale qualità e nel repertorio procedurale.

In queste condizioni diventa necessario l’acculturamento della domanda in termini di gestione qualità,

ossia la consensualità delle committenze (private o pubbliche) nel richiedere la garanzia di qualità oltre

che dei soggetti imprenditoriali nell’attuarla, anzitutto per i propri fini interni di efficienza ed efficacia.

Le stesse committenze e stazioni appaltanti dovrebbero adottare per prime le metodologie gestionali in

questione, dato che la loro capacità di esprimere, nella fase di istruzione preliminare della commessa, il

proprio programma esigenziale innesca un meccanismo organizzativo più mirato.

Per quanto finora affermato, la riuscita della gestione della qualità nel processo edilizio dipende

principalmente dall’attività svolta dalle committenze.

In questo senso risultano molto importanti le strutture di project management.

PROJECT MANAGER, funzione (interna o esterna alla stazione appaltante) che gestisce un’intera commessa

per conto della committenza.

Al project manager è affidato il compito di emanare il piano di qualità ed il conseguimento dei livelli

qualitativi indicati dalla committenza, nel rispetto dei tempi e dei costi fissati.

Per interventi di notevole complessità tecnologica e per appalti comportanti un ingente importo, il project

manager si avvarrà del:

DESIGN MANAGER, incaricato di:

2.3.1 IL SISTEMA QUALITÀ NELLE STRUTTURE DELLA COMMITTENZA

ORGANIZZATA

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103

o Redigere, d’intesa con la committenza, i disciplinari d’incarico per i progettisti (architettonico,

strutturale, impiantistico) e per i consulenti tecnico-economici;

o Stendere la programmazione operativa dei lavori di progettazione;

o Consultare, in maniera informale, esclusivamente per i contratti privati, i potenziali concorrenti

alla gara d’appalto, circa la fattibilità di alcune ipotesi di progetto;

o Richiedere agli organismi di progettazione l’esistenza di un sistema qualità operativo e la

redazione di un piano qualità;

o Istituire tramite un controllo di seconda parte o una società indipendente, un sistema di

resocontazione relativo allo stato di avanzamento dei lavori di progettazione e degli eventuali

scostamenti nei costi;

o Programmare il piano economico finanziario relativo alla realizzazione ed alla gestione degli

organismi edilizi d’intesa con l’economista edilizio;

o Integrare il lavoro dei singoli specialisti attraverso riunioni periodiche transdisciplinari;

o Assicurare l’ordinato flusso dei contenuti informativi relativi al processo decisionale tra i diversi

progettisti e consulenti.

o Garantire la correttezza dei contenuti tecnici del progetto;

o Garantire l’esaustività dei contenuti informativi del progetto e l’efficacia delle loro modalità di

trasmissione tra i diversi operatori.

Tali informazioni dovrebbero essere univocamente comprensibili e non lasciare adito ad interpretazioni

discrezionali, che andrebbero a discapito della qualità dell’opera realizzata, della stima dei costi e dei

tempi necessari all’esecuzione.

Non è difficile assistere ai seguenti eventi:

o Le informazioni relative ad una funzione progettuale sono incomplete, carenti, tardive e

lacunose;

o Le informazioni relative ad una funzione progettuale, espresse in forma testuale ed in forma

grafica, siano conflittuali ;

o Le informazioni relative ad una specifica lavorazione non sono contenute in documenti

appositamente redatti;

o Le informazioni relative all’introduzione, in sede di progetto, di un componente nel sistema

tecnologico edilizio, sono contrastanti con quanto indicato nello schema di piano operativo

predisposto dal produttore industriale.

Il direttore di progetto ha, quindi, il compito di programmare i lavori di progettazione (attraverso gantt,

pert, cpm), di aggiornare tale programma attraverso la resocontazione degli stati di avanzamento, di

eseguire la revisione di progetto.

Lo strumento fondamentale per questa pianificazione e programmazione è la Work Breakdown Structure

(WBS), ossia l’analisi del ciclo di realizzazione, delle necessarie risorse progettuali ed esecutive e dei relativi

costi di ogni elemento da cui è costituito l’organismo edilizio.

La direzione dei lavori è, in genere, espletata dal:

CONSTRUCTION MANAGER, che, alle dipendenze del project manager, organizza una struttura di controllo

articolata secondo le tipologie delle lavorazioni, nel senso che vi saranno assistenti del direttore dei lavori

preposti alla parte strutturale, a quella impiantistica, etc.

Scopo principale del direttore dei lavori è verificare l’esecuzione delle opere in conformità alle condizioni

espresse nel contratto e nel capitolato speciale d’appalto, ossia lo svolgimento delle procedure di controllo

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104

che ciascuna impresa specialistica o l’impresa mandataria, nel caso di consorzi, ha descritto nel proprio

piano qualità di commessa e nei piani di controllo qualità di cantiere.

La direzione dei lavori deve, anzitutto, rivedere ed aggiornare la programmazione operativa tenendo

conto, secondo lo stato di avanzamento dei lavori, degli scostamenti che si possono verificare rispetto al

programma iniziale, in quanto la committenza potrebbe dover sostenere ulteriori oneri a causa della

ritardata consegna dell’opera.

La direzione dei lavori deve, inoltre, verificare la puntualità delle consegne e lo svolgimento del controllo

qualità nella consegna delle forniture.

Il project manager deve, infine, accertarsi che, sia in fase di progettazione sia in fase di esecuzione, sia

operativo il coordinatore della sicurezza, ossia il tecnico specializzato nell’approntare i necessari dispositivi

di sicurezza previsti dalla legge.

La tematica della gestione della qualità non investe solo le imprese di costruzioni, ma anche gli organismi di

progettazione. La maggiore difficoltà nell’applicazione dei principi che reggono il sistema qualità agli

organismi di progettazione pare, tuttavia, significativa, rispetto ad altre esperienze in atto nel settore. La

garanzia che un organismo operi sistematicamente secondo regole definite, che si premuri di interpretare

correttamente le esigenze (talvolta implicite o mal espresse) della committenza, che verifichi le congruità

tra i dati di ingresso alla progettazione ed il progetto che ne risulta, che rediga e distribuisca i documenti

progettuali secondo tecniche documentali, che ricorra a strumenti di controllo del processo progettuale,

che ottemperi tempestivamente ai termini contrattuali, potrebbe presentare notevoli vantaggi per la

committenza.

Un aspetto fondamentale che riguarda il sistema gestionale di un organismo di progettazione, é l’attività di

istruzione preliminare dei lavori di progettazione denominata .

Tale attività, che comprende l’esecuzione dello studio di fattibilità e la valutazione del progetto

d’investimento, consiste nell’individuare formalmente le esigenze ed i vincoli del committente per tradurli

in soluzioni di progetto conformi. Il corretto dipanarsi di questa fase riduce i malintesi caratteristici dei

rapporti tra il committente e i gruppi di progettazione.

Il briefing, infatti, è la fase del processo edilizio nella quale si trasferisce il quadro delle esigenze della

committenza ai gruppi di progettazione, tramite uno strumento comunicativo in grado di tradurre, in

termini concretamente tecnologici, un insieme di istanze spesso indefinite.

In conclusione il sistema qualità in un organismo di progettazione dovrebbe fornire la garanzia al

committente che le attività espletate siano conformi a regole ordinate di erogazione di un servizio che

comporta notevoli criticità rispetto alla fase successiva di esecuzione cui è finalizzato.

L’applicazione del sistema qualità dovrebbe, del resto, prevedere:

- L’esecuzione sistematica delle attività progettuali;

- Il facile reperimento dei documenti riguardanti ogni funzione della progettazione;

- La fissazione delle responsabilità cui è chiamato ciascun incaricato e la sequenza in cui devono

avvenire le attività;

- Il periodico controllo (autocontrollo, controllo interno, controllo esterno) e la verifica ispettiva

dell’operato dell’organismo;

BRIEFING

2.3.2 IL SISTEMA QUALITÀ NEGLI ORGANISMI DI PROGETTAZIONE

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105

- La riduzione dei costi causati dalla non qualità (la correzione ed il rifacimento di calcoli e disegni, la

perdita di credibilità presso la committenza, le eventuali penalità);

- La revisione dei disciplinari d’incarico;

- Il coordinamento e la congruità dei documenti grafici ed alfanumerici;

- Il conseguimento di un miglioramento continuo delle prestazioni fornite (tramite retroazione delle

esperienze passate sulle future iniziative);

- La formazione e la motivazione del personale;

- La revisione annuale, da parte dei dirigenti dell’organismo, del sistema qualità.

La formalizzazione minuta di tutte le attività, può, inoltre, risultare utile nel caso di un frequente turn-over

del personale: tale documentazione può, infatti, facilitare la continuità delle prestazioni al variare degli

individui.

La precisazione degli organigrammi e dei ruoli decisionali servirebbe a chiarire formalmente

l’organizzazione reticolare, tutt’oggi raramente palesata, delle società di progettazione che, per sgravarsi

dai costi fissi, fanno ricorso, analogamente alle imprese di costruzioni, ad un fitto numero di subfornitori. In

questo modo la committenza organizzata avrebbe maggiore conoscenza e controllo circa le capacità, la

tempestività e la correttezza di organismi preposti alla progettazione di opere imponenti e complesse.

Essenziale al funzionamento di un sistema qualità è la loro corretta verifica al termine di ciascuna fase di

definizione progettuale.

Le committenze strutturate, al contrario, raramente affidano al progettista architettonico tale compito,

preferendo istituire uno staff specificamente costituito, coordinato da un responsabile e composto da

specialisti delle diverse progettazioni (e relative lavorazioni), che segue e verifica le opere quotidianamente.

In questo caso, al progettista restano mansioni di consulenza e di approvazione delle decisioni che il project

manager prende per conto della committenza.

Resta, inoltre, da osservare che il controllo interno o l’autocontrollo dovrebbero avvenire sistematicamente

in modo campionario ed essere affiancati dalla revisione del progetto, che è attività relativamente

discontinua, e che si addensa solo al termine di determinate sottofasi del flusso progettuale.

La revisione del progetto è l’esame formale, documentato, esauriente e sistematico di quanto progettato,

per valutare sia i requisiti considerati nella progettazione, sia l’idoneità della medesima a soddisfarli e a

individuare i problemi e predisporne soluzione.

Essa si avvale, fra l’altro, dell’esecuzione dei calcoli alternativi, di prove sperimentali e del confronto con

progetti precedenti.

La revisione progettuale è uno strumento di controllo che affianca le verifiche abituali caratteristiche del

controllo interno dell’attività di progettazione. Essa ha lo scopo di individuare le criticità che possono

rendere il prodotto scarsamente sicuro, affidabile, durevole, manutenibile, producibile.

La garanzia di qualità deve, quindi, vertere su un approccio strutturato alla gestione ed al controllo

dell’organismo di progettazione, approccio che migliori la capacità di offrire prodotti o servizi in conformità

alle prestazioni, al tempo ed al costo fissati dalle committenze, al fine di conseguire tollerabili ritorni

dell’investimento.

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106

Le imprese di costruzioni e le ditte di installazione e di manutenzione degli impianti tecnologici, sono dei

soggetti che presentano forti resistenze all’introduzione di un sistema qualità.

Il numero elevato di piccole e medie imprese di costruzioni operanti sul mercato suggerisce che la maggior

parte delle unità operative nel settore non abbia la capacità di strutturare un’attività corrispondente ai

criteri espressi nelle serie normative riferite al sistema qualità.

Occorre, inoltre, considerare che se, da un verso, sono le grandi imprese a richiedere e ad agevolare

l’introduzione di metodologie gestionali, da un altro, esse ricorrono spesso a forme organizzative reticolari

ed alla prassi del subappalto, cosicché i contenuti cantieristici risultano dislocati ancora una volta verso le

piccole e medie imprese

2.3.3 IL SISTEMA QUALITÀ NELLE IMPRESE DI COSTRUZIONI

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107

Al fine di individuare i diversi aspetti che concorrono a formare la qualità del costruito (opera edilizia

compiuta) dovranno essere soddisfatte sia la “QUALITA’ DI PROCESSO” che la “ QUALITA’ DI FRUIZIONE”.

Per soddisfare la prima è necessario intraprendere un percorso di qualità che parte dalla qualità nello

studio di progettazione, prosegue nella scelta dei prodotti e nel processo costruttivo.

MODULO 1.2

IL PROGETTO

QU

ALI

TA’

D

I

P

RO

CES

SO

Qualità del prodotto

Innovazione tecnologica

Affidabilità e durabilità

Benestare tecnico

qualità operativa

Certificazione

Regime assicurativo

Certificazione d’impresa

Idoneità tecnica

Miglioramento delle procedure

Controllo di qualità in cantiere

Project management

Flessibilità

Nuovi modelli d’uso

Sviluppo e controllo

Qualità del processo

Qualità del progetto

Ricorso a prodotti certificati

Sistema qualità

3. IL SISTEMA DELLA QUALITA’ EDILIZIA: LA QUALITA’ DEL COSTRUITO

IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI

QUALITA’

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108

Per la qualità di fruizione, i filoni nei quali si è indirizzata negli anni la ricerca sono schematizzabili in:

QUALITÀ FUNZIONALE-SPAZIALE:

legata alla sicurezza d’uso, alla flessibilità, all’abitabilità, alle relazioni che possono instaurarsi fra gli

abitanti;

QUALITÀ AMBIENTALE:

legata alle condizioni di microclima create all’interno degli spazi costruiti;

QUALITÀ TECNOLOGICA:

legata alle caratteristiche dei sistemi e dei prodotti da costruzione, ai componenti e agli impianti

tecnologici.

Q

UA

LITA

DI

F

RU

IZIO

NE

Qualità tecnologica

Qualità iniziale

Qualità di durata

Manutenibilità

Qualità funzionale

Affidabilità

Benessere termico

Benessere acustico

Qualità operativa

opoperativatecnicaqu

alità operativa

Benessere igrometrico

Benessere visivo

Abitabilità

Adattabilità a nuovi modelli d’uso

Flessibilità

Sicurezza d’uso

Qualità ambientale

Qualità spaziale e funzionale

Sicurezza ambientale domestico

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109

La qualità ambientale e quella tecnologica sono state raggruppate per la mutua influenza che le scelte

operative su un aspetto, inducono sull’altro aspetto della qualità. Possono essere definiti come la corretta

risposta di un complesso insediativo, di un organismo abitativo, di un alloggio, alle esigenze di benessere fisico,

di sicurezza, durabilità, manutenibilità, affidabilità dell’utenza.

Per sistema ambientale ci si riferisce a quegli aspetti inerenti alle condizioni di tipo microclimatico (generate

all’interno di spazi costruiti) percettivo sensoriale ed al rapporto tra organismo ed ambiente esterno; si

parlerà, dunque, di un intorno termoigrometrico, di un intorno visivo – attenzionale, di un intorno olfattivo

– respiratorio, etc. L'opportuna valutazione di ognuno di questi intorni permetterà di stabilire i valori dei

parametri ambientali entro i quali attenersi (nel caso ad esempio dell'umidità relativa entro 30-60%) o il

corretto dimensionamento degli impianti oppure la loro distribuzione spaziale.

Il sistema funzionale-spaziale è riferito alla caratterizzazione degli ambienti secondo una logica che segua,

appunto, le funzioni che si dovranno svolgere al loro interno; saranno propri di questo sistema gli aspetti

quali: fruizione, flessibilità, componibilità, interazione spaziale, attrezzabilità etc.

Il sistema tecnologico riguarderà la scelta della tecnologia con la quale risolvere i diversi aspetti, il suo

dimensionamento in funzione delle esigenze e del tipo di materiale ed il dimensionamento degli impianti a

servizio dell'organismo; appartengono al sistema tecnologico: resistenza, durevolezza, sicurezza, innocuità,

funzionamento, aspetto, manutenibilità, etc.

Al fianco di questi sistemi si aggiunge il sistema procedurale, al suo interno saranno contenute tutte le

procedure per la realizzazione del bene in oggetto, contemplando, dunque, il processo di affidamento, le

operazioni di progettazione, costruzione e gestione, le responsabilità ed i controlli da eseguire.

Per ognuno dei sistemi proposti esisterà un livello prestazionale minimo che assicuri il soddisfacimento delle

esigenze.

In un approccio secondo cui per "qualità" viene intesa la capacità di un bene o servizio di rispondere alle

esigenze che lo hanno determinato, potremo allora parlare di qualità ambientale, qualità funzionale-

spaziale, qualità tecnologica e qualità procedurale.

MODULO 1.2

IL PROGETTO

3.1 LA QUALITA’ AMBIENTALE, TECNOLOGICA E FUNZIONALE

SPAZIALE (TIPOLOGICA)

IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI

QUALITA’

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110

La grande evoluzione di forme, materiali e tecniche alla quale si sta assistendo negli ultimi anni ha potuto

esprimersi solo in alcune tipologie per lo più destinate alle grandi infrastrutture urbane (aeroporti, musei,

centri commerciali, luoghi di lavoro e di svago …), ma ben poco è cambiato nei riguardi dell’abitazione

dell’uomo.

Ad esempio la sostenibilità: sono sostenibili i nostri edifici? Se consideriamo sostenibilità la capacità di

adattarsi ai cambiamenti, la risposta alle richieste degli occupanti, l’adattamento al contesto, la maggior

parte dei nostri edifici deve essere considerata insostenibile: alto consumo energetico, cattive condizioni di

comfort, condizioni ambientali non ottimali, orientamento casuale, materiali inappropriati scelti solamente

in base al gusto estetico dell’utente. D’altronde si è passati in poco tempo dall’edificio murario a quella

macchina per abitare in cui l’insieme impiantistico è preponderante. Oggigiorno le abitazioni, gli uffici, le

costruzioni civili o industriali sono ricchi di impianti di ogni genere, che forniscono servizi sempre più

evoluti, personalizzati alle necessità dell’utente e mutevoli nel tempo: l’acqua, l’elettricità, il gas, il telefono,

la televisione, il bagno, la cucina, gli scarichi, il condizionamento, la ventilazione, il computer, l’irrigazione, i

sistemi di sicurezza e antifurto, le infrastrutture per i portatori di handicap e molto altro ancora. Le due

diverse matrici culturali che si sono avvicinate a questo problema, l’una estetico- umanistica l’altra

tecnologico-funzionale, hanno in sostanza creato una disunità progettuale, nella quale si ritiene

l’impiantistica un corpo estraneo all’edificio, dove ogni intervento sostitutivo o manutentivo viene visto

come una sorta di “violenza” all’edificio. D’altronde se l’edificio non è preparato a questi interventi, questi

dovranno adattarvisi in qualche modo, spingendo e cercando spazi tra le murature, con risultati precari e

inestetici.

Ciò che si deve ricercare è quell’unità progettuale che oggi non può più limitarsi alla regolamentazione di

una collaborazione di facciata tra il progettista e l’impiantista, ma una progettazione del tipo integrated

design con soluzioni condivise con architetti, ingegneri, ecologisti, economisti, ecc. ma dove la tecnologia

sia sempre più integrata e flessibile.

Ormai non è più conveniente pensare gli edifici come “eterni”: gli interventi di adeguamento e di

manutenzione, le modifiche, e tutti quei fattori che un edificio deve affrontare per restare al passo con i

tempi, ne aumentano talmente i costi e le problematiche di gestione che sarebbe più opportuno pensare a

una completa intercambiabilità, quasi una capacità di trasformismo dello stesso. Allora è sicuramente a

monte, nella fase di progettazione, che devono essere pensati tutti quegli accorgimenti capaci di garantire

la cosiddetta qualità di gestione . Pensiamo ad esempio alla possibilità di garantire la completa flessibilità

degli spazi interni di un alloggio, o l’uso di moderne soluzioni di involucro esterno, ottenibili con le

MODULO 1.2

IL PROGETTO

3.2 LA MANUTENZIONE E LA FLESSIBILITA’ DEGLI SPAZI

IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI

QUALITA’

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111

metodologie illustrate nelle pagine seguenti. A fronte di una spesa iniziale forse più elevata si ottengono

vantaggi indiscutibili anche ai fini degli interventi manutentivi e di gestione.

Il principio dell’adattabilità dello spazio come presupposto fondativo delle scelte operate in fase di

progettazione dell’abitazione rende possibile rispondere alle diverse e mutevoli esigenze degli utenti.

Realizzare un edificio flessibile significa assicurare in tempi diversi un’adeguata fruibilità dell’organismo

edilizio, evitando costose distruzioni e rifacimenti costruttivi per adattare l’alloggio a bisogni diversi da

quelli iniziali.

Sono questi, solo alcuni tra gli aspetti da considerare ai fini del perseguimento della cosiddetta qualità nella

fase manutentiva, ma aiutano in ogni caso ad avere un’idea ben precisa di quale sia la strada da seguire in

questa direzione.

Le pareti divisorie

L’idea è un sistema di pareti scorrevoli che creino presupposti per un’adattabilità pressoché illimitata nella

progettazione e nell’utilizzazione degli ambienti. Molte volte la parete più facilmente spostabile è proprio

quella in laterizi e intonaco, almeno confrontandola con un certo tipo di cosiddette “pareti mobili” presenti

ancora sul mercato. Oltre alla difficoltà effettiva di montaggio e ancoraggio, questi tramezzi (in materiali

plastici o in legno) presentano altri tipi di difetti non meno importanti: lo scarso isolamento acustico

(spesso sono richieste complesse e poco efficaci operazioni per garantire un adeguato livello di isolamento

acustico tra ambienti contigui), gli elevati costi e, dal punto di vista estetico, la lontananza dall’idea di

solidità e calore che il muro deve fornire. In rapporto alla qualità complessiva degli spazi è dunque

necessario valutare attentamente la corretta collocazione degli elementi di partizione mobile all’interno

dell’alloggio, al fine di sfruttarne al massimo le potenzialità e limitarne gli aspetti negativi.

Vi sono oggi sul mercato prodotti e materiali in

grado di ovviare a queste problematiche: pannelli

in cartongesso, in conglomerato di legno, in

polistirene espanso, rivestiti nelle più svariate

maniere. La principale caratteristica di tale tipo di

pannelli è la facilità di montaggio e smontaggio

(non è necessario forare i pavimenti, basta una

striscia di silicone), e non bisogna dimenticare che

oggigiorno questi prodotti hanno raggiunto ottimi

livelli di fono isolamento, resistenza al fuoco,

resistenza termica, resistenza agli urti etc. I

divisori in cartongesso, o simili, ad orditura

metallica permettono poi di montare nello spessore cavi elettrici, tubazioni per acqua, riscaldamento, gas,

nonché di sistemare apparecchiature varie (igienico sanitarie, termosifoni, mobili pensili etc.); sono poi

adatti per essere realizzati nei più svariati cicli tecnologici di cantiere ed inoltre esistono diversi materiali

speciali adatti all’uso in corrispondenza di bagni e cucine. L’aspetto della parete ultimata è come quello di

un qualsiasi altro tipo di parete o tramezzo tradizionale.

3.2.1 PROCEDIMENTI COSTRUTTIVI E PRODOTTI EDILIZI PER

INCREMENTARE LA FLESSIBILITA’ DEGLI SPAZI

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112

FIGURA 3

Le cellule bagno. Tramite l’utilizzo di cellule bagno prefabbricate, si ottiene l’obbiettivo di poter modificare

nello spazio e nel tempo la posizione, la tipologia o la quantità dei bagni di un alloggio o di un ufficio, oltre

che il vantaggio della costruzione, della verifica e del collaudo in stabilimento. Oggi sono presenti in

commercio cellule monolitiche di vario tipo (figura 2), costruite con scocca rigida in materiale plastico

rivestita in cartongesso, a misura secondo progetto. Anche la distribuzione degli impianti, gli spessori delle

superfici ed il cavedio seguono le esigenze tecniche del progettista. Gli unici vincoli dimensionali sono quelli

legati al trasporto. La presenza poi di pompe trituratici rende queste cellule indipendenti dalla posizione

degli scarichi, e dunque realmente posizionabili dove si voglia all’interno di un edificio.

I pavimenti sopraelevati. L’integrazione del pavimento sopraelevato con le altre finiture tecniche, pareti

mobili e controsoffitti, è auspicabile per dare maggior flessibilità agli ambienti e ancor più per consentire un

intervento coordinato nell’architettura dello spazio. Risulta vincente la soluzione di adottare pavimenti

sopraelevati (figura 3) laddove le esigenze di flessibilità, capillarità e manutenzione degli impianti

richiedono soluzioni progettuali altrettanto flessibili e l’utilizzo di elementi facilmente removibili,

sostituibili, intercambiabili. Anche all’esterno, per terrazzi e coperture, è auspicabile l’utilizzo di un sistema

di pavimentazione sopraelevata a pannelli modulari, con distanziatori fissi o regolabili (figura 4). La finitura

può variare dal gres a qualunque tipo di pietra. I vantaggi di questo sistema, da applicare al disopra della

impermeabilizzazione, sono la facilità di posa, la semplice rimovibilità, il rapido deflusso delle acque, la

possibilità di dilatazione delle strutture sottostanti, la maggiore coibentazione termica.

Le casseforme a perdere. Un altro prodotto che può risultare molto importante ai fini del miglioramento

della manutenzione e della flessibilità di un edificio è la cassaforma in plastica a perdere per la realizzazione

di pavimentazioni areate. Le casseforme del tipo “Iglù” , di dimensioni 50x50x27 cm, autobloccanti fra loro

e poggianti su una superficie (pavimentazione, magrone) consentono di realizzare una pavimentazione con

intercapedine continua costituita da volte armate, arcate e pilastrini di cui essi sono contemporaneamente

stampo e barriera al vapore. L’intercapedine continua tra queste ed il terreno o il solaio permette, oltre

all’aerazione nelle due direzioni, di collocare al suo interno i cavi e i tubi degli impianti elettrico ed idraulico.

I tempi di realizzazione di tali pavimentazioni sono sensibilmente minori rispetto a quelle tradizionali e il

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113

FIGURA 5

risparmio di peso è notevole: il sistema è quindi di gran lunga più economico.

I cavi ed i tubi Anche in questo campo sono già disponibili sul mercato prodotti interessanti e innovativi il

cui sfruttamento permette un notevole aumento della qualità gestionale e manutentiva. Basti pensare ai

tubi di rame (figura 6), impiegabili per impianti idro-termo-sanitari, per l’aria compressa, gas e liquidi

combustibili o refrigeranti. Questi tubi possono essere rivestiti con diversi materiali (principalmente diversi

tipi di PVC) e possono essere utilizzati in svariate maniere. I maggiori pregi di questo tipo di tubature sono

la versatilità e la facilità di utilizzo e di montaggio, l’elevata resistenza termica (possono resistere a

temperature da +105°C a -40°C), la permeabilità al vapore, la resistenza agli agenti chimici, la resistenza agli

urti e alla lacerazione, l’elevata capacità di deformazione.

I procedimenti costruttivi. Analizziamo alcune possibili varianti costruttive per ottenere un alloggio più flessibile. Una prima soluzione impiegabile è la sistemazione degli impianti nel controsoffitto. Non è infrequente al giorno d’oggi trovare alloggi e uffici che adottano tale collocazione. Gli indubbi vantaggi sono quelli di poter raggiungere con qualunque tipo di impianto ogni punto dell’alloggio, di poter ospitare le pareti mobili e di contenere i tubi e i cavi in uno spazio relativamente ridotto. Ma i problemi di tale soluzione sono evidenti: il difficile posizionamento dei tramezzi mobili e l’isolamento acustico degli ambienti. Infatti lo stesso controsoffitto finisce per fungere da canale di trasmissione dei rumori da un ambiente all’altro. Per ovviare a queste problematiche una procedura diffusa è quella di concentrare gli impianti in una zona ristretta (ad esempio in corrispondenza dei corridoi) ma questa soluzione contrasta con l’idea di completa flessibilità che andiamo perseguendo. Infatti il circoscrivere la zona degli impianti impone una determinata configurazione dell’alloggio e limita l’utilizzo delle pareti mobili.

Allora una possibile una soluzione architettonica sarebbe quella di confinare tubi, cavi e macchinari in zona

ispezionabile, alta circa 50 cm, separata dalla zona abitabile da un vero e proprio solaietto dallo spessore di

circa 10 cm. Questo tipo di alloggiamento ha i vantaggi di poter isolare ottimamente gli impianti, di

garantire una perfetta capillarità, di non permettere la trasmissione dei rumori, di poter inserire al meglio i

tramezzi interni. Gli svantaggi di questa soluzione sono di carattere normativo. Infatti se non cambiano le

norme urbanistiche, è quasi impensabile dedicare tanta cubatura all’impiantistica, sacrificando tanto

volume abitabile. Invece, se venisse effettuata una revisione delle normative, tenendo conto solo

dell’altezza netta interna, si garantirebbe un discreto ritorno economico per l’operazione.

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114

Prendiamo in considerazione ora il caso di pavimento passante con impianti collocati nello stesso,

realizzabile in varie modalità, dal semplice massetto in calcestruzzo alle più ardite tipologie di pavimento

flottante.

Una soluzione di questo tipo presenta gli indubbi vantaggi di poter raggiungere con qualunque tipo di

impianto ogni punto dell’alloggio, di poter ospitare le pareti mobili e di contenere i tubi e i cavi in uno

spazio relativamente ridotto (lo spessore può variare dai 15 ai 30 cm). I maggiori svantaggi consistono in

problematiche di carattere igienico (nel caso di pavimento flottante) e nella difficile manutenzione,

soprattutto nel caso di impianti affogati in un massetto di calcestruzzo. Una soluzione interessante sta

nell’applicazione di canalizzazioni, tubi protettivi rigidi, di diametro fino a mm 70-80 nei quali alloggi ogni

tipo di cavo (dal doppino telefonico al coassiale per la tv satellitare) o tubo (dall’impianto idrosanitario alla

climatizzazione). Così protetti i tubi e i cavi possono quindi essere inseriti, eliminati o sostituiti in una

qualunque parete, o in un massetto di calcestruzzo, o, meglio ancora, all’interno delle casseforme a

perdere del tipo visto in precedenza. I terminali degli impianti potrebbero poi essere riuniti e alloggiati, ad

esempio, sotto il vano finestra, coperti da un pannello richiamante l’infisso stesso, magari prodotto insieme

all’infisso: in tal modo si garantirebbe l’ispezionabilità, ed ogni ambiente dell’appartamento sarebbe dotato

di una sorta di centralina autonoma, collegata alle altre, dalla quale gestire tutta l’impiantistica . Infatti la

tendenza attuale è quella di abbandonare l’utopia della centralizzazione e dotare non solo ogni singola

abitazione di un impianto autonomo, ma addirittura se possibile personalizzare la gestione di ogni singola

stanza. Con un sistema siffatto sarebbe realmente possibile collocare ovunque si voglia i servizi igienici (con

sistemi prefabbricati del tipo visto nel paragrafo precedente, uniti al sistema di smaltimento rifiuti con

pompe trituratici) o la cucina. In tal modo verrebbero a cadere alcuni dei vincoli più grossi che oggi si

oppongono alla flessibilità interna di un alloggio.

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115

La gestione del Sistema Qualità prevede la definizione di ruoli, mansioni e responsabilità per ogni settore aziendale

e per ogni attività intrapresa.

STRUMENTI PER LA GESTIONE DELLE RESPONSABILITÀ

Gli strumenti per la definizione delle responsabilità sono fondamentalmente tre:

• la matrice delle responsabilità, costituita da una griglia in cui vengono riportate in ascissa le attività ed in

ordinata le figure professionali, in modo da schematizzare i livelli di responsabilità nell'eseguire determinati

compiti;

• la descrizione delle attività (job description), che integra la matrice delle responsabilità definendo, per ogni

operatore previsto, i compiti specifici, le finalità del ruolo, i rapporti in relazione all'organigramma per quello

specifico lavoro;

• l'organigramma funzionale, che schematizza, tramite una struttura gerarchica, i rapporti fra gli operatori

interni.

GERARCHIA DELLE RESPONSABILITA’ L'attività di pianificazione della progettazione richiede la ripartizione delle mansioni e dei compiti e la definizione

dei livelli di responsabilità per ogni attività a partire da quelle di coordinamento fino a quelle operative.

Le responsabilità, generali e specifiche, del personale preposto al coordinamento ed alla gestione di ogni attività

seguono una gerarchia, che consente di codificare dei rapporti chiari attraverso l'individuazione di mansioni

specifiche e di aree di interesse operativo ben delimitate.

La gerarchia individuabile nella fase di progettazione è più o meno articolata in relazione al tipo di organizzazione

dell'Organismo di progettazione, ma facendo riferimento alle funzioni svolte all'interno dell'azienda si possono

individuare le seguenti funzioni:

• coordinamento di commessa

• coordinamento di progetto

• coordinamento delle sezioni progettuali

• coordinamento di assicurazione qualità

MODULO 1.2

IL PROGETTO

4. LA RESPONSABILITA’ DELLA PROGETTAZIONE

IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI

QUALITA’

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116

ORGANIGRAMMA FUNZIONALE DI UN ORGANISMO DI PROGETTAZIONE

QUALITY

MANAGER

DIREZIONE COMMITTENTE

PROJECT

CONTROLLER

PROJECT MANAGER

RESPONSABILE

SETTORE

AMMINISTRATIVO

RESPONSABILE

SETTORE TECNICO

RESPONSABILE

SETTORE

COMMERCIALE

RESPONSABILE

SEZIONE PROGETTO

ARCHITETTONICO

RESPONSABILE

SEZIONE PROGETTO

STRUTTURE

RESPONSABILE

SEZIONE PROGETTO

IMPIANTI TERMO-

IDRAULICI

RESPONSABILE

SEZIONE PROGETTO

IMPIANTI ELETTRICI

RESPONSABILE

SEZIONE CONTABILITA’

RESPONSABILE

SEZIONE PROGETTO

SICUREZZA

RESPONSABILE

SEZIONE DIREZIONE

LAVORI

RESPONSABILE

SEZIONE DIREZIONE

CANTIERI

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TIPI DI CONTROLLO DELLA PROGETTAZIONE La misurazione della qualità dell'attività di progettazione richiede lo studio e l'applicazione di un sistema di

prevenzione finalizzato a trovare, evidenziare ed eliminare i fattori di non qualità in contrasto con gli obiettivi

generali di processo e gli obiettivi specifici per ogni attività.

Per queste ragioni è necessario attivare una serie di controlli articolati su tutto il piano della progettazione,

individuando e differenziando compiti ed obiettivi in diversi livelli, integrati e coordinati fra loro:

1. autocontrollo: sistema di controllo dell'operatore preposto all'attività, che si configura come uno strumento di

verifica usato dai responsabili dell'attività specifica;

2. controllo interno, sistema di controllo all'interno del coordinamento della attività composta o della procedura,

in correlazione con operatori autonomi;

3. controllo esterno: sistema di controllo applicato da personale estraneo alla attività o alla procedura esaminata.

Ogni risultato ottenuto va testimoniato attraverso una documentazione chiara, precisa ed accessibile per

affrontare agevolmente la fase di riesame del progetto e per impostare, al termine del progetto esecutivo, la fase

di produzione sulla base di una pianificazione completa e sistematica della progettazione.

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Le nuove tecnologie, i nuovi dispositivi e l’aggiornamento dei software stanno cambiando il modo di

progettare e le modalità di conduzione di un processo edilizio.

Il computer non è più considerato come uno strumento che agevola il processo ma una componente

essenziale dello stesso.

Il progetto e le informazioni connesse alla sua gestione devono essere organizzate in un sistema

informativo del progetto ed il mancato utilizzo del computer preclude l’accesso alle informazioni e la

partecipazione attiva di un qualunque attore.

Nel passaggio dalla fase di progettazione a quella di costruzione gran parte delle informazioni progettuali e

costruttive restano negli archivi degli studi di progettazione e delle imprese.

Nel momento in cui l'opera edificata viene consegnata al Committente il passaggio di informazioni è

limitato a poche tavole cartacee, a volte prive degli aggiornamenti relativi a varianti realizzate in corso

d'opera. Per evitare questa perdita di conoscenze è necessario che dalla fase progettuale in poi, si lavori ad

un unico modello, costantemente aggiornato, che contenga tutte le informazioni necessarie a gestire la

vita utile dell'edificio. La strada che si sta percorrendo per avvicinarsi il più possibile a questi obiettivi,

prevede l'utilizzo di tecnologie "Intelligent Objects", che permettono di creare, organizzare, gestire e

sopratutto condividere oggetti, mantenendo il collegamento a fonti di dati, documenti di archivi esterni e

di gestire processi in cui gli oggetti sono coinvolti. 11

Il CAD fu un passaggio tecnologico irrinunciabile e fondamentale per l’evoluzione dell’attività progettuale

su un sistema geometrico 2D.

1. CAD 2D →automatizzazione dei gesti del disegnatore con utilizzo di elementi grafici semplici (punti,

linee, archi, etc…)

2. Introduzione del concetto di layer (gruppi di elementi di una stessa classe in un unico livello), ossia

fogli virtuali di carta lucida finalizzati a strutturare graficamente il disegno, raggruppando in un

unico livello tutti gli elementi strutturali di una stessa classe.

11 “Modello di dati a modello di informazioni nella progettazione architettonica”,Tesi di Mauro Mulas, Relatori Carlo Argiolas, Emanuela

Quaquero

MODULO 1.3

IL PROGETTO

Evoluzione dal CAD al BIM

1. DAL CAD AL BIM

LA SIMULAZIONE

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119

I CAD 3D della generazione successiva mirarono a supportare la visualizzazione tridimensionale del

progetto, fornendo rendering molto realistici uniti alla possibilità di creare effetti di luce ed ombra.12

3. CAD 3D → possibilità di estendere il disegno alla terza dimensione mantenendo l’inserimento di

simboli 2D

4. OOCAD → CAD orientati agli oggetti

5. B.I.M. →unico database contenente tutte le informazioni del processo edilizio (progettazione

concettuale, studio volumetrico, calcolo strutturale, modellazione tridimensionale con

l’introduzione della variabile tempo, gestione e manutenzione dell’opera etc…)

L’ultima generazione di sistemi OOCAD si caratterizza per l’adozione di un paradigma denominato Building

Information Modeling (BIM), secondo il quale tutti gli oggetti intelligenti dell’edificio possono coesistere in

un unico database del progetto denominato “virtual building” che cattura ed unifica tutte le informazioni

del progetto fornendo un’unica, logica e consistente sorgente di tutte le informazioni associate al progetto.

12 Raccontando il dettaglio. Ricerca e sperimentazione nel processo di produzione e management edilizio. Carlo Argiolas

Esempio di render_Modello 3D realizzato con AllPlan

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120

Oggi la globalizzazione dei mercati e ICT mettono ancora maggiormente in risalto l’inadeguatezza delle

nostre prassi esasperando la competizione: la conoscenza e la capacità di innovazione sono fattori chiave

per vincere una competizione sempre più serrata.

Il settore delle costruzioni, tenutosi sempre distante da esperienze di innovazione rispetto agli altri ambiti

economici, oggi deve necessariamente affrontare un inevitabile processo di crescita. E’ necessario un

grande lavoro di crescita manageriale per il settore delle costruzioni del nostro Paese ed un notevole

impegno nel ridisegnare i processi di settore alla luce di questi nuovi elementi

Ai progettisti spetterà evolvere verso il concetto di:

MODELLO 2D AUTOCAD DISEGNO DI PIANTE,

PROSPETTI, SEZIONI ....

MODELLO 3D ALLPLAN

-MODELLO DI EDIFICIO

- DISEGNO DI PIANTE, PROSPETTI, SEZIONI ....

MODELLO 4D REVIT

EDILUS

-MODELLO DI EDIFICIO CON PRODOTTI ELEMENTARI

- DISEGNO DI PIANTE, PROSPETTI, SEZIONI, ELEMENTI PER LA PIANIFICAZIONE, LA GESTIONE, IL COMPUTO ED IL CALCOLO STRUTTURALE...

MODULO 1.3

IL PROGETTO

Gli strumenti per la fase progettuale

PROGETTO

ROBUSTO

2. IL PROGETTO ROBUSTO

LA SIMULAZIONE

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Nell’ottica di un cambiamento nella gestione del processo edilizio, il concetto di progettazione deve volgere

ad un significato più ampio:

- ideare un oggetto edilizio in rapporto alle possibilità e ai metodi di produzione, al suo utilizzo ed

alla sua manutenzione.

Il progetto robusto è costituito dall’insieme delle schede relative a ciascun prodotto elementare e le

specifiche relative alla produzione di quest’ultimo .

Il progetto robusto si ottiene individuando tutte le attività necessarie a realizzare ciascun prodotto

elementare definito:

DA QUANTO APPENA DEFINITO:

È necessario fare ricorso ad una metodologia di supporto che consenta di gestire in modo efficace,

efficiente e coordinato tutti i prodotti elementari e le informazioni ad essi correlate:

IL METODO BIM COME APPROCCIO VINCENTE E DI SUPPORTO AL PROGETTO ROBUSTO

Con un approccio BIM e con i software che sulla base di esso sono stati sviluppati , è possibile capitalizzare

e strutturare tutta l’informazione relativa ad un progetto affinché questa possa essere facilmente

rintracciabile e compresa da tutti i soggetti coinvolti nello specifico processo edilizio. Gli attuali software

che supportano la filosofia BIM (Revit, All Plan…) strutturano l’informazione relativa ad un progetto

attraverso dei modelli tridimensionali dell’opera da realizzare, in cui gli oggetti che lo costituiscono non

sono altro che i prodotti elementari precedentemente definiti.

- Natura, entità ed impegno delle risorse

- Tecniche e tecnologie di produzione

- Procedure di sicurezza

- Durata dei lavori

- Importo complessivo dei lavori

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Del progetto esiste un unico archivio digitalizzato (comprensivo di tutti i documenti, grafici e non, di tutte le

specifiche ecc..) che memorizza:

• ogni dettaglio costruttivo,

• ogni intervento,

• ogni fase realizzava, dalla progettazione alla consegna, alla successiva manutenzione.

Il dettaglio diventa parte di un tutt'uno coerente, una zoomata su una parte del modello e la coerenza tra

tutti i dettagli è garantita.

Il progetto diventa

• “il catalogo” dei prodotti elementari che costituiscono l’opera architettonica

• “il manuale” che contiene tutta la storia dell'edificio, prima guidando le fasi progettuali e

costruttive, poi la gestione dell'edificio e le eventuali ristrutturazioni.

L’adozione di una tecnologia BIM non è né semplice

né immediata e richiede un approccio

completamente differente rispetto alla progettazione

tradizionale. Infatti esso postula la necessità di

progettare l’edificio e di pianificare completamente la

sua esecuzione prima che essa cominci.

l’acquisizione di un software BIM è l’investimento di

minor rilievo per garantire il successo dell’iniziativa.

Ciò che è difficile, ma fondamentale, è la modifica

delle procedure tradizionali che caratterizzano il

processo edilizio e la reingegnerizzazione dello stesso

come un business process in cui tutti gli attori

(committente, progettista, fornitori etc.) cooperano

per raggiungere il successo, utilizzando una comune

sorgente di dati.

Ciascun attore del processo edilizio deve avere consapevolezza che il livello di informazione a cui accede e

le modifiche che egli apporta al progetto, sono parte di un business plan globale e contribuiscono

sensibilmente alla buona riuscita dello stesso.

MODULO 1.3

IL PROGETTO

3. IL SISTEMA BUILDING INFORMATION MODELING (BIM)

LA SIMULAZIONE

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Esempio BIM

Eureka tower

Location: Melbourne, Australia.

Costruzione: agosto 2002 - giugno 2006.

Status: completo.

Inaugurazione: 11 ottobre 2006.

Destinazione d’uso: mista.

Dimensioni: 300m (91 piani + 1 interrato).

Architetto: Fender Katsalidis.

Software: ArchiCAD 6.5, Artlantis

Costo complessivo: circa A$ 500 milioni.

L’Eureka Tower, non è soltanto l’edificio residenziale più alto del mondo, ma è anche uno dei più grandi

progetti realizzato utilizzando i principi, la metodologia e i processi del Building Information Modeling. FKA

ha scelto di utilizzare ArchiCAD perché sembrava offrire l’approccio object-oriented e database-driven che

stavano cercando.

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Lo sforzo per la modellazione è stato largamente ricompensato da una riduzione globale (tempo, lavoro e

personale) del 76%.

Ha consentito di individuare in anticipo e risolvere tutta una serie di problemi ed ha consentito,

soprattutto, di raddoppiare le dimensioni dell’edificio. Originariamente, infatti la torre doveva avere solo 45

piani, mentre oggi se ne contano addirittura 91. Questo è stato possibile grazie all’utilizzo dello strumento

BIM.

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PROGETTO A EUREKA TOWER

Dimensioni: 45 piani 91 piani

Tempo per i documenti: 100% 50 %

Staff impiegato: 100% 66%

Ore di lavoro a settimana: 72 hrs 51 hrs

La maggior parte dei documenti (circa 1000 A1) vennero prodotti direttamente dal modello. Il modello

venne usato per molti altri progetti eD analisi. È stato utile per il design d’interni, perché ha permesso di

esplorare le combinazioni dei materiali.

Ha inoltre consentito di controllare automaticamente gli impianti.

Non è stato possibile utilizzare il modello per le collaborazioni perché la maggior parte dei consulenti

utilizzavano ancora i CAD 2D, perciò vennero condivisi con l’intero building team solo i disegni 2D e non

l’intero modello.

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Autodesk REVIT fornisce un’interpretazione puntuale del BIM in quanto implementa un unico

database centralizzato del progetto. La forza di questo approccio risiede nella capacità di

coordinare ogni elemento costruttivo tramite un unico database fornendo la possibilità di

conoscere in tempo reale qualunque aggiornamento e/o modifica effettuati sul modello, avere

viste progettuali e disegni aggiornati e di risolvere ogni problema nel coordinamento degli attori.

Tuttavia, REVIT adotta un modello dei dati proprietario di un’interfaccia di programmazione molto

limitata per lo sviluppo di applicazioni integrative da parte dell’utente.13

13 Raccontando il dettaglio. Ricerca e sperimentazione nel processo di produzione e management edilizio. Carlo Argiolas

MODULO 1.3

IL PROGETTO

3.1 REVIT

LA SIMULAZIONE

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LIVELLI DI SCOMPOSIZIONE

SCOMPOSIZIONE DELL’OPERA IN FASE

ESECUTIVA

SCOMPOSIZIONE PROGETTO IN PRODOTTI

ELEMENTARI

SCOMPOSIZIONE PROGETTO IN REVIT

1 EDIFICIO Prodotto finale (Project) PROGETTO ROBUSTO 2 STRUTTURA Macro-prodotto FASE 3 PILASTRO Prodotto CATEGORIA 4 PILASTRO Rettangolare

PILASTRO Circolare Sotto-prodotto FAMIGLIA

5 Pilastro Rettangolare (30 x 35 cm) e (35 x 40) ecc…

Prodotto elementare TIPO