Upload
others
View
4
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
1
Nella letteratura specializzata sono reperibili numerose definizioni di “progetto”, fra loro spesso
discordanti. Tra queste, quella più incisiva è senza dubbio quella fornita da R.D.Archibald: “un impresa
complessa, unica e di durata determinata, rivolta al raggiungimento di un obiettivo chiaro e predefinito
mediante un processo continuo di pianificazione e controllo di risorse differenziate e con vincoli
interdipendenti di costi-tempi-qualità”1
La prima connotazione evidenziata nella definizione è quella della complessità che si impone come
peculiarità del progetto. Alla sua realizzazione, infatti, partecipano numerosi attori di estrazione tecnica
differente, che pur svolgendo attività diverse concorrono insieme per il raggiungimento di un unico
obiettivo: la realizzazione del progetto.
Oltretutto il carattere di complessità viene amplificato dall’insorgere di eventuali fenomeni esterni
imprevisti, che tendono a modificare il normale andamento del lavoro, rendendo così ancora più intricato il
quadro complessivo. La caratteristica di complessità del progetto va di pari passo con quella di unicità: ogni
progetto infatti è diverso l’uno dall’altro, risulta dunque impossibile proporre una rappresentazione
schematica già collaudata nel passato. Sono quindi necessarie tecniche di Project Management che
minimizzino l’insuccesso finale.2
L’edilizia si configura come SEMPLICE o COMPLESSA e la distinzione tra le due forme avviene sulla base di:
• Tecniche costruttive
• Numero di protagonisti
• Caratteristiche degli impianti
• Conflittualità tra gli attori del processo
1 Project Management: la gestione di progetto e programmi complessi, Franco Angeli, Milano 1989
2 “Tecniche di project management: la struttura analitica del project (W.B.S.) nel processo edilizio- Tesi di laurea di Alberto Melis, relatori: Carlo Argiolas, Emanuela Quaquero
MODULO ZERO
INTRODUZIONE AL CORSO
LA COMPLESSITA’ DEL PROJETC
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
2
Inoltre l’edilizia complessa si avvale di nuove Tecniche costruttive, di un’alta percentuale di
industrializzazione, di forme architettoniche (molto articolate o non Euclide), dell’unicità dell’opera e della
molteplicità degli attori coinvolti.
La complessità del progetto viene affrontata e risolta mediante un costante AGGIORNAMENTO.
È necessario stare al passo con l’evoluzione della normativa e con la creazione e l’utilizzo di nuovi materiali
e tecniche costruttive; fondamentale diviene la pianificazione del processo tramite le tecniche di Project
Management.
•Tecniche costruttive in opera
•Scarso numero di attori
•Appalto al massimo ribasso
•Predisposizione degli impianti inferiore al 20%
•Rappresentazione progettuale con tecniche in 2D
•Scarsa pianificazione con l'utilizzo di diagrammi temporali lineari (GANTT)
EDILIZIA SEMPLICE
•Tecniche costruttive industrializzate
•Alto numero di attori
•Appalto Integrato
•Predisposizione degli impianti superiore al 20%
•Rappresentazione progettuale con Tecniche in 3D , 4D e BIM
•Ottimale pianificazione con l'utilizzo di tecniche reticolari (PERT)
EDILIZIA COMPLESSA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
3
L’unicità del project diventa importante e la simulazione contribuisce a studiarne le caratteristiche
qualitative e prestazionali .
La logica esigenziale -prestazionale è la descrizione astratta del processo che, dai bisogni innati dell’uomo,
porta alla produzione dei beni che li soddisfano.
La logica prestazionale può essere sintetizzata in una successione che “implica la consapevolezza di un dato
bisogno, l’esprimerlo come esigenza, la definizione dei requisiti da soddisfare, la realizzazione di un
dispositivo con prestazioni sufficientemente prossime a quelle desiderate e il controllo che i requisiti voluti
restino soddisfatti”, è l’uso che “dà luogo al controllo della risposta, sollecita le eventuali correzioni e
trasforma la successione in un ciclo continuo”3.
In edilizia, tale teoria viene ulteriormente specificata in una serie di momenti operativi il cui succedersi è
indicato col nome di processo edilizio.
L'analisi del processo edilizio può essere condotta secondo vari modelli, di cui se ne propone uno basato
sull'ipotesi che il processo edilizio sia descrivibile come una sequenza di operazioni di trasformazione di
sistemi.
Il processo edilizio può essere inteso come:” una sequenza organizzata di fasi decisionali, operative e
gestionali finalizzata alla programmazione, progettazione, realizzazione e fruizione di beni in un contesto a
risorse limitate”.
Il processo comporta un investimento di risorse (materiali,economiche,umane..) e fattori produttivi per
ottenere una “utilità superiore” per ogni fase di trasformazione. 4
» L’Articolazione del processo
Esso si articola in sotto-processi e in più fasi. Tra i sottoprocessi individuiamo
SOTTO -PROCESSO DECISIONALE
SOTTO -PROCESSO PRODUTTIVO - ESECUTIVO
3
Caniglia, Costanza, L’ambiente è uno strumento?, in: «Paesaggio Urbano», Genn.-Febb.1994.
4 Ossola, La gestione del processo edilizio
MODULO ZERO
INTRODUZIONE AL CORSO
1. IL PROCESSO EDILIZIO NEI SUOI ASPETTI TRADIZIONALI: operatori ed
organizzazione
IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
4
APPALTO COLLAUDO
SOTTO -PROCESSO GESTIONALE
SOTTO -PROCESSO DI CONTROLLO
I primi tre sono consequenziali, mentre il quarto non è cronologicamente inquadrabile in quanto presente
in tutti i sotto – processi.
Il sotto -processo decisionale va dalle fasi strategiche iniziali fino all’approvazione del progetto.
Attraverso l’appalto,cerniera tra i due, si passa al sotto – processo produttivo. Dopo il collaudo, seconda
cerniera del processo edilizio, inizia la vita utile del bene edilizio dando vita al terzo: sotto – processo
gestionale.
» La Circolazione delle informazioni nel processo
Il sempre crescente flusso d’informazioni che si creano in un processo produttivo deve circolare in modo
controllato tra tutti gli attori del processo. Non basta che una soluzione progettuale esista, deve anche
essere conosciuta dagli operatori interessati.
Ad uno stesso progetto sono interessati più studi di progettazione, da quello architettonico a quello
strutturale, impiantistico idrico, elettrico, termico …, per intuire quanto rapidamente debba circolare il
flusso delle informazioni. In questo campo si sono verificati notevoli progressi grazie alle reti informatiche,
tanto da ribaltare i termini del problema. La facilità della circolazione delle informazioni ha cambiato il
modo di operare tra i vari operatori. E’ usuale, utilizzando internet, reti intranet e reti locali, collaborare tra
studi, imprese e ditte di produzione distribuite nel territorio nazionale ed internazionale, condividendo
progetti a cui si lavora contemporaneamente in tempo reale.
SOTTOPROCESSO
DECISIONALE
FASE DI PROGRAMMAZIONE
FASI PROGETTUALI
SOTTOPROCESSO
PRODUTTIVO
FASE DI PIANIFICAZIONE
OPERATIVA
FASI REALIZZATIVE
SOTTOPROCESSO
GESTIONALE
FASE GESTIONALE
FASE DI
ESERCIZIO
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
5
L’informazione trasmessa o ricevuta con gli input/output, deve essere adeguata, completa ed allo stesso
livello di dettaglio e precisione dei contenuti.
L’informazione è un processo a senso unico, formato da una quantità di nozioni che parte da un emittente
per fermarsi ad un ricevente che elabora le informazioni, le confronta e le archivia.
La comunicazione è un processo reso reversibile che si sviluppa circolarmente con una continua interazione
tra l’emittente ed il ricevente.
L’informazione deve rispondere a criteri di :
Accuratezza
Tempestività
Controllo
Verifica (conformità e aggiornamento alla norma tecnica)
» Gli Aspetti organizzativi del processo
Abbiamo già definito il processo edilizio come una sequenza organizzata di fasi operative che portano dal
rilevamento delle esigenze al loro soddisfacimento in termini di produzione edilizia.
Il processo edilizio, inquadrato nella più vasta ottica dell’industrializzazione edilizia, è caratterizzato da:
la tendenza all'impiego di tecniche previsionali ad elevato contenuto metodologico e scientifico
derivate dalla disciplina della ricerca operativa e riguardanti la progettazione, la programmazione ed
il controllo;
la tendenza all'utilizzo di tecniche produttive ad elevato contenuto scientifico.
Il processo edilizio passa attraverso i quattro MOMENTI di:
INIZIATIVA
ELABORAZIONE
COSTRUZIONE
CONTROLLO
Cui possiamo far corrispondere tre personaggi che possono o meno coincidere con singole persone fisiche:
INPUT OUTPUT TRASFORMAZIONE
FeedBack
Rappresentazione dello schema di trasformazione nel processo edilizio
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
6
COMMITTENTE O STAZIONE APPALTANTE (Iniziativa)
PROGETTISTA (Elaborazione)
APPALTATORE (Costruzione)
DIREZIONE DEI LAVORI, COLLAUDATORE (controllo)
» Gli operatori
Il committente
Il committente è il promotore dell’iniziativa, in generale può essere costituito da:
il singolo UTENTE FINALE, nel caso di piccole costruzioni generalmente a carattere monofamiliare;
l’UTENTE FINALE ORGANIZZATO, tipicamente le cooperative per l’edilizia residenziale;
l’IMPRENDITORE, che si sostituisce all’utente e, sulla base di un modello medio di utente, chiede ad un
progettista di elaborare il progetto di un bene edilizio che poi egli stesso costruirà o farà costruire e poi
venderà all’utente finale.
La STAZIONE APPALTANTE in caso di edilizia pubblica ( Comuni, Regioni …..)
Il progettista
Il progettista è colui che cura l’elaborazione dell’opera. A seconda dell’entità dei lavori può essere il
DIRETTORE DEL PROGETTO (qualora siano distinte le figure dei progettisti dell’architettonico, delle
strutture, degli impianti).
La sua attività si esplica a monte, con l’analisi e la sintesi delle problematiche esigenziali e a valle, con delle
scelte che devono soddisfare le esigenze normative, tecniche, architettoniche ma soprattutto economiche.
Sono quindi necessarie elevate doti di preparazione tecnica, conoscenza dell’ambito di intervento, capacità
di relazione.
Il progettista, se vuole realizzare le proprie idee, deve trovare soluzioni che passino anche attraverso il
raggiungimento degli obiettivi altrui, deve quindi conoscere gli altri operatori del processo, capirne i
problemi, aiutarli a risolvere tali problemi, essere consapevole che il proprio ruolo si realizzi in quanto
partecipa con tutti gli altri al processo della costruzione.
Un buon progetto è quello in cui tutti possono identificarsi per poter dare il massimo per la sua
realizzazione.
L’appaltatore e l’impresa
L’impresa è l’organismo che materializza la figura dell’appaltatore; scopo dell’impresa è la produzione. Essa
in relazione al suo organico ed ai suoi mezzi d’opera, deve sviluppare tutte le procedure attinenti la
produzione. La struttura organizzativa dell’impresa è modellata in relazione alla tipologia e alla dimensione
dei lavori che usualmente sono oggetto del suo operare. Un’ipotesi di quadro organizzativo completo è
quella rappresentata nello schema seguente.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
7
Alla DIREZIONE dell’impresa competono in generale:
la selezione delle iniziative da intraprendere;
il procurare i fattori necessari alla produzione;
il coordinamento e lo sviluppo produttivo della commessa dall’inizio alla consegna dei lavori.
In relazione alla configurazione del mercato edilizio, caratterizzato da episodicità della domanda, una delle
maggiori difficoltà delle imprese è quella di attuare un modello organizzativo efficiente ma non
sovradimensionato.
Gli strumenti di cui le imprese dispongono per affrontare la variabilità del mercato sono:
il ricorso a forme legali di subappalto;
il ricorso a consorzi temporanei di imprese.
La prima ipotesi prevede la delega di una modesta parte di opere spettanti all’impresa a mano d’opera
autonoma, pur rimanendo l’impresa unico referente nei confronti della committenza.
Nella seconda ipotesi vengono costituiti veri e propri raggruppamenti di risorse tecniche e umane, mirati a
garantire la totale e completa capacità realizzativa di opere edilizie di una certa consistenza. In questo caso
i rapporti con la committenza sono tenuti da una delle imprese consorziate nominata referente primario.
Il direttore dei lavori
Normalmente, il progettista viene incaricato della direzione dei lavori di costruzione. Questa consuetudine,
tipicamente Italiana, è legata alla necessità di dare continuità all’opera progettuale nella fase realizzativa.
Questa consuetudine ha favorito l’abitudine di colmare lacune progettuali con la direzione dei lavori.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
8
INFORMAZIONE
ISTANZE UTENZA
RISORSE DISPONIBILI
DATI CONTESTUALI
NORMATIVA
SOLUZIONE OTTIMALE
Lo sviluppo del processo edilizio tradizionale si attua attraverso una serie di fasi, di cui due particolarmente
evidenti e consolidate: quella progettuale e quella esecutiva. Le altre due fasi quella gestionale e quella di
controllo, sono molto meno consolidate, e solo oggi, spinte dalle nuove normative, cominciano ad
assumere l’importanza che meritano.
» La Struttura Del Processo Progettuale
In via del tutto generale il processo progettuale può essere descritto dal diagramma di flusso riportato
sotto.
MODULO ZERO
INTRODUZIONE AL CORSO
ANALISI
SINTESI
VERIFICA
AVVIO
NO
SI
RET
RO
AZI
ON
E
1.1 LA FASE PROGETTUALE NEL PROCESSO EDILIZIO TRADIZIONALE
IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
9
Analizziamo i tratti essenziali dei diversi blocchi.
INFORMAZIONE
È costituita da quattro sottoclassi di informazione di cui è fondamentale la conoscenza:
1) le istanze dell’utenza, senza le quali il processo edilizio non può essere considerato di tipo
esigenziale;
2) l’entità e le caratteristiche delle risorse disponibili;
3) i dati contestuali, relativi alla politica territoriale, al contesto fisico, al mercato edilizio, al contesto
organizzativo in cui si colloca l’intervento;
4) la normativa esterna.
ANALISI
Si tratta di costruire modelli, anche parziali, dei subsistemi che devono essere ottimizzati, singolarmente
ed in rapporto alla totalità dell’intervento, tramite la progettazione.
L’analisi può mettere in discussione le ipotesi iniziali e le strategie messe a punto all’avvio della
procedura, nonché il flusso di informazioni provenienti dagli atti decisionali che si vanno man mano
definendo (retroazioni).
SINTESI
Mira a verificare la validità degli assunti derivanti dalla fase di analisi ed a controllare lo scostamento fra
il prodotto progettuale e le istanze iniziali.
VERIFICA
Comprende il confronto, la valutazione e la scelta di alternative in relazione ai criteri prefissati.
RETROAZIONI
La direzione del flusso non è unidirezionale ma prevede continui ritorni e modifiche di decisioni già
prese al manifestarsi di problemi critici dei quali non poteva prevedersi l’esistenza o dei quali erano stati
erroneamente sottovalutati gli effetti. Tale fase è ancora più necessaria in edilizia vista la specificità di
ogni oggetto edilizio e quindi del processo che lo ha concepito e prodotto. La logica progettuale
descritta, che prevede continui flussi di informazione che “viaggiano” all’interno dello schema visto, può
essere applicata anche ai tre MOMENTI OPERATIVI in cui viene abitualmente suddivisa la progettazione
nel processo edilizio tradizionale.
» L’Evoluzione della fase progettuale nel processo edilizio industrializzato
La superiore complessità del processo decisionale di un programma industrializzato di intervento
edilizio si può riscontrare nella maggiore articolazione delle tre fasi operative di:
1) METAPROGETTAZIONE dell’intervento;
2) PROGETTAZIONE e PIANIFICAZIONE dell’intervento;
3) PROGRAMMAZIONE dell’intervento.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
10
Per inciso intenderemo con “pianificazione” la definizione della sequenza di operazioni da eseguire e con
“programmazione” la determinazione della durata delle varie attività ed il loro ordinamento secondo un
inquadramento logico-temporale tendente in generale a minimizzare il costo globale di realizzazione.
Ognuna delle tre fasi può essere ulteriormente suddivisa in sottofasi che possiamo brevemente sintetizzare
nello schema seguente.
SCHEMA DEI CONTENUTI DEI LIVELLI DI PROGETTO PREVISTI DALLA L. 143 DEL 1949
METAPROGETTAZIONE DELL’INTERVENTO
Metaprogettazione delle unità ambientali del sistema.
Metaprogettazione delle unità tecnologiche del sistema.
Metaprogettazione degli elementi spaziali del sistema.
Metaprogettazione degli elementi tecnici del sistema.
PROGETTAZIONE DELL’INTERVENTO
Progettazione funzionale-spaziale dell’organismo edilizio.
Progettazione tecnologica dell’organismo edilizio.
Progettazione operativa dell’organismo edilizio.
Progettazione gestionale dell’organismo edilizio.
Progettazione economica dell’organismo edilizio.
PROGRAMMAZIONE DELL’INTERVENTO
Programmazione operativa dell’organismo edilizio.
Programmazione gestionale dell’organismo edilizio.
Programmazione economica dell’organismo edilizio.
PROGETTO
PROGETTO DI MASSIMA
RELAZIONE SINTETICA DELLE OPERE PROSPETTATA
ELABORATI PROGETTUALI SOMMARI
ELENCO SINTETICO DEI LAVORI
PREVENTIVO SOMMARIO DI SPESA
PROGETTO ESECUTIVO
RELAZIONE DESCRITTIVA DELLE OPERE
RELAZIONE TECNICA SULLE CARATTERISTICHE TIPOLOGICHE,TECNOLOGICHE E FUNZIONALI
RILIEVI,ANALISI GEOLOGICHE
RAPPRESENTAZIONE DIMENSIONALE STATICA, IMPIANTISTICA
COMPUTO METRICO
ANALISI DEI PREZZI UNITARI
STIMA LAVORI
PARTICOLARI COSTRUTTIVI E
DECORATIVI
DETTAGLI DI OPERE
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
11
Il processo esecutivo si identifica con l’insieme delle fasi operative che conducono dall’appalto alla
costruzione degli organismi edilizi sul territorio, sulla base di quanto definito dalle fasi decisionali di
progettazione e di programmazione dell’intervento. In esso possiamo riconoscere tre fasi significative:
la PRODUZIONE;
la PREFABBRICAZIONE;
la COSTRUZIONE.
» La fase di produzione
Questa fase riguarda i prodotti edilizi non ancora funzionalmente finalizzati ad una specifica destinazione
d’uso, trasformando il materiale grezzo in materiale da costruzione, in semilavorati, in elementi semplici.
Per materiale grezzo si intende il prodotto della trasformazione della materia prima tratta da cava o
miniera con caratteristiche tali da poter essere impiegato in processi di produzione.
Per materiale da costruzione si intende un prodotto della trasformazione del materiale grezzo con
caratteristiche tali da poter essere direttamente impiegato nel processo produttivo edilizio.
Per semilavorato si intende un prodotto della trasformazione del materiale grezzo con caratteristiche
tecnologiche tali da poter essere impiegato nel processo produttivo edilizio e con caratteristiche
dimensionali che ne definiscono almeno una sezione.
Per elemento semplice intendiamo un prodotto della trasformazione del materiale grezzo e/o
semilavorato con caratteristiche tecnologiche tali da poter essere impiegato nel processo produttivo
edilizio, morfologicamente e dimensionalmente definito.
» La fase di prefabbricazione
Questa seconda fase, caratteristica dell’industria edilizia, riguarda i prodotti edilizi già funzionalmente
finalizzati ad una specifica destinazione d’uso, trasformando i materiali da costruzione, i semilavorati, gli
elementi semplici in subcomponenti, elementi tecnici, subsistemi tecnologici, ciò in base alla progettazione
tecnologica del sistema edilizio.
MODULO ZERO
INTRODUZIONE AL CORSO
1.2 LA FASE ESECUTIVA DEL PROCESSO EDILIZIO TRADIZIONALE
IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
12
» La fase di costruzione
La terza fase contempla tutte le attività da svolgere nel cantiere edile per la realizzazione del bene edilizio
finale. Tali attività andranno chiaramente programmate secondo uno schema generale del tipo riportato in
figura.
OPERATIVAMENTE le attività possono essere brevemente riassunte nei seguenti punti:
preparazione dell’area di intervento (tracciati planimetrici e altimetrici delle opere);
esecuzione di scavi e spianamenti;
trasporto dei prodotti e dei prefabbricati nel cantiere;
formazione in opera di manufatti e/o il montaggio di elementi tecnici e subsistemi tecnologici;
sistemazione finale dell’area di intervento (allacciamento agli impianti e alle infrastrutture urbane).
Tutto ciò deve essere svolto e controllato in base alle indicazioni del progetto esecutivo dell’organismo e
con riferimento diretto al programma operativo ed economico dell’intervento edilizio. In sintesi l’aspetto
esecutivo non è da intendersi in coda al progetto ma di questo deve essere uno dei principali soggetti
informatori.
Il livello di rispondenza fra progetto e opera finita è proporzionale alla “coscienza esecutiva” del
progettista; al di là di ogni interpretazione circa il modo di intendere l’architettura, si ritiene che proprio la
profonda conoscenza dei mezzi tecnici e degli aspetti esecutivi possa liberare da condizionamenti il
progetto, garantendone al tempo stesso la realizzabilità.
PIANIFICAZIONE DELLE OPERE EDILIZIE
IDENTIFICAZIONE DELLE CORRELAZIONI E DEI
CARATTERI DEL PROGETTO
RIPARTIZIONE DELLE OPERE IN CICLI OPERATIVI
DEFINIZIONE DEI TEMPI E DELLE PROCEDURE
ESECUTIVE
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
13
Il processo gestionale si identifica con l’insieme delle fasi operative che, a partire dall’ultimazione
dell’organismo edilizio e dall’inizio dell’utilizzazione dello stesso, si susseguono fino alla demolizione
dell’opera edilizia quando essa ha esaurito il suo ciclo di vita funzionale. Da un punto di vista strettamente
economico il ciclo di vita della costruzione prosegue fino all’eventuale riciclaggio di parti dell’organismo ed
al riutilizzo del territorio (concetti questi ultimi, che sempre più si diffonderanno in futuro per la
impossibilità di antropizzare tutto il territorio a disposizione).
Nel processo gestionale si riconoscono delle fasi operative che possono essere così sintetizzate:
gestione corrente delle parti dell’organismo edilizio;
esercizio degli impianti tecnici;
manutenzione ordinaria di parti dell’organismo edilizio;
manutenzione straordinaria di parti dell’organismo edilizio;
ristrutturazione dell’organismo edilizio;
demolizione dell’organismo edilizio;
recupero e riciclo di parti e/o materiali dell’organismo edilizio.
MODULO ZERO
INTRODUZIONE AL CORSO
1.3 LA FASE GESTIONALE DEL PROCESSO EDILIZIO TRADIZIONALE
IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
14
Il processo del controllo si identifica con l’insieme dei momenti e delle operazioni di controllo che vanno
previsti in corrispondenza di ognuna delle fasi del processo progettuale, di quello esecutivo e di quello
gestionale. Si tratta di un processo che si sviluppa in parallelo al succedersi delle fasi del processo edilizio ed
è finalizzato al controllo della qualità durante e al termine della costruzione dell’opera edilizia.
Abbiamo già detto che il processo edilizio può essere descritto, in linea assolutamente generale, come una
sequenza di operazioni di trasformazione di sistemi. Se consideriamo ognuna di queste sequenze come
singoli blocchi decisionali possiamo collocare il processo di controllo internamente o esternamente a tali
blocchi.
Il CONTROLLO INTERNO presiede all’ottimizzazione relativa delle decisioni di fase e si preoccupa di
verificarne le conformità.
Il CONTROLLO ESTERNO è posto in posizione intermedia di passaggio fra blocchi contigui, assume dunque le
ottimizzazioni relative e compie operazioni di confronto per verificare la congruità fra scelte e modelli di
riferimento.
Allo stato attuale i controlli interni alle fasi sono quasi sempre processi spontanei e spesso non vengono
realizzati sulla base di specifiche competenze attribuite a particolari soggetti del processo, i controlli esterni
si configurano invece come azioni coscienti svolte da soggetti delegati o da organismi specifici.
Nel loro complesso le operazioni di controllo, se condotte nell’ambito di un programma di intervento
edilizio, cioè se progettate come sottofasi del processo edilizio, contribuiscono in maniera determinante a
conferire alta affidabilità circa la convergenza della qualità finale dell’opera edilizia nei confronti della
qualità attesa in termini progettuali.
Poiché la possibilità di effettuare detti controlli dipende strettamente dalle caratteristiche del modello
organizzativo- procedurale che si decide di adottare per un dato intervento edilizio, consegue che tale
scelta è di fondamentale importanza per determinare la qualità finale dell’opera edilizia.
MODULO ZERO
INTRODUZIONE AL CORSO
CONTROLLO
SOTTOPROCESSO DECISIONALE
SOTTOPROCESSO PRODUTTIVO
SOTTOPROCESSO GESTIONALE
1.4 LA FASE DI CONTROLLO DEL PROCESSO EDILIZIO TRADIZIONALE
IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
15
In generale il modello organizzativo da utilizzare può essere definito utilizzando i seguenti parametri di
analisi:
DESCRIZIONE E AMBITO DI ATTIVITÀ, cioè i campi di applicazione, gli assetti generali delle responsabilità,
gli oggetti dell’intervento;
QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO GENERALE nel quale si colloca l’approccio considerato, cioè
input di tipo normativo che vincolano l’autonomia dei principali operatori;
STRUTTURA, RUOLI E CARATTERISTICHE DEI PRINCIPALI OPERATORI, cioè analisi degli ambiti di
intervento che un particolare approccio riserva al committente, al progettista, al costruttore, al
produttore di componenti;
DIMENSIONE DI INTERVENTO, cioè dimensioni che rendono attuabile un determinato approccio dal
punto di vista economico, temporale e di concentrazione territoriale;
STRUMENTAZIONE OPERATIVA E GESTIONALE, cioè esame degli strumenti fondamentali per gestire,
guidare e controllare il funzionamento del processo;
POSSIBILITÀ DI AGGREGAZIONE DELLA DOMANDA, cioè valutazione della possibilità del processo di
portare al consolidamento una domanda di dimensioni sufficienti per sviluppare una produzione evoluta
e specializzata;
APPROCCI EVOLUTIVI, cioè analisi, sulla base di un modello particolare, di approcci che tentano di
risolvere alcuni elementi di scompenso, o che si propongono di incrementarne l’efficacia;
RISULTATI CONSEGUIBILI ed effetti nei confronti della politica di settore, cioè esame delle conseguenze
dei differenti approcci nei confronti del quadro generale dell’edilizia e dell’evoluzione tecnologica e
tipologica.
MODULO ZERO
INTRODUZIONE AL CORSO
1.5 I MODELLI ORGANIZZATIVI DEL PROCESSO TRADIZIONALE
IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
16
PROGETTISTA (TECNICI)
APPALTATORE
1.5.1. Architettura vernacolare
Cronologicamente è il primo processo edilizio con cui l’uomo ha avuto a che fare. La stessa persona
racchiude tutte le figure in quanto pensa, progetta e realizza da sé le costruzioni di cui necessita.
1.5.2. Architettura con superiore complessità funzionale
Nel momento in cui la complessità dell’abitazione diventa superiore alle capacità del singolo, di costruirla
con le proprie mani, egli deve rivolgersi ad una figura con competenze specifiche, il costruttore, che si
avvale eventualmente del supporto di tecnici. In questa fase la figura del progettista non è ancora ben
delineata.
1.5.3. Approccio tradizionale
COMMITTENTE (UTENTE)
PROGETTISTA
APPALTATORE
BENE
COMMITTENTE (UTENTE)
APPALTATORE (COSTRUTTORE)
BENE
COMMITTENTE PROGETTISTA BENE
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
17
PROGETTISTA
PRODUTTORI
SUBAPPALTATORI
L’approccio tradizionale è uno schema che ancora oggi troviamo nella realtà. Riguarda casi di costruzioni
private di entità ed importanza limitate e, più raramente, di interventi di grandi dimensioni.
La committenza è distribuita su un’ampia gamma di tipi, dal singolo utente che costruisce la propria
abitazione al promotore di grandi interventi privati. Il modo di intervenire della committenza nel processo
può limitarsi alla formulazione di alcune direttive generali atte a vincolare le decisioni del progettista in
ordine alle scelte tecniche, tipologiche ed economiche, o può estendersi a fornire norme (standard
tipologici, urbanistici, tecnici) per la progettazione o per l’esecuzione dell’opera (capitolati o specificazioni
tecniche).
1.5.4. Committente – impresa
Nel caso dell’edilizia residenziale l’utente finale è in realtà un modello di utente rappresentato dalle ipotesi
formulate dal promotore dell’iniziativa. L’utente finale cioè non contribuisce alla definizione delle
caratteristiche dell’abitazione in base alle proprie esigenze ma è costretto ad acquistare un bene che altri
hanno pensato e realizzato per lui.
1.5.5. Committenza organizzata (cooperative)
Un modello che si è notevolmente affermato negli ultimi decenni è quello della committenza organizzata,
poiché permette dei sensibili risparmi sui costi di costruzione nonché la progettazione sulla base di esigenze
espresse dagli utenti finali riuniti in cooperativa. Lo schema prevede che gli utenti finali si organizzino in
COMMITTENTE- IMPRESA
MAESTRANZE BENE DA VENDERE
ALL'UTENTE FINALE
COMMITTENZA (SOCI)
PROGETTISTA
APPALTATORE BENE
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
18
PRODUTTORI MATERIALI
PRODUTTORI SISTEMI
PRODUTTORI COMPONENTI
cooperativa, nominino un progettista di loro fiducia, in maniera tale da avere maggiore potere contrattuale
nei confronti degli appaltatori e dei fornitori. Il risparmio economico è soprattutto derivante dal particolare
statuto giuridico di cui godono le cooperative che non avendo fini di lucro, non pagano tasse.
1.5.6. Involuzione della committenza organizzata
Il modello della committenza organizzata ha dato origine negli anni a delle organizzazioni fortemente
strutturate che, anziché sciogliersi all’ultimazione delle opere, hanno continuato ad agire nel campo
edilizio. Le cooperative, tali solo dal punto di vista giuridico, in pratica si sono poste alla ricerca di nuove
aree fabbricabili, cercando nuovi soci e costruendo nuove unità residenziali. Il socio della cooperativa, che è
poi anche l’utente finale, è così ridiventato un semplice acquirente dell’abitazione.
Il risparmio economico continua a sussistere, anche se in forma minore, ma l’iniziativa torna nelle mani del
costruttore per cui viene a mancare il fondamento stesso della committenza organizzata e si ricade nello
schema già analizzato riguardante lo stato attuale.
1.5.7- Appalto concorso/integrato
È una modalità operativa di tipo tradizionale utilizzata quando il committente, quasi sempre pubblico,
necessita di una gamma molto ampia di risposte per un suo problema.
La committenza, insieme al proprio progettista, fornisce delle indicazioni generali di specificazione delle
esigenze e bandisce una gara d’appalto.
Alla gara possono partecipare le imprese che, con una propria struttura di progettazione, presentano un
progetto che tiene in massimo conto delle prassi operative e le tecnologie tipiche dell’impresa stessa.
La committenza gestisce le diverse offerte, sceglie quella a lei confacente e controlla i lavori svolti: in ogni
caso si configura come struttura tecnica che agisce essenzialmente a livello di normazione e controllo del
processo.
Il progettista è obbligato a collaborare, nel corso del processo, con gli specialisti nel campo delle strutture,
degli impianti; il suo ruolo è quindi molto più specializzato che nell’approccio tradizionale.
COMMITTENZA E
TECNICI
APPALTATORE E PROGETTISTA
BENE EDILIZIO
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
19
Tale procedura comporta in ogni caso per l’appaltatore (l’impresa) l’onere di tutti i costi sostenuti per la
redazione del progetto e la partecipazione all’appalto, anche se quest’ultima dovesse rivelarsi infruttuosa.
L’aggiudicazione non viene fatta esclusivamente tenendo conto dell’offerta più bassa, ma valutando le
soluzioni progettuali proposte dal punto di vista economico, tecnico, gestionale e di manutenzione (offerta
economicamente più vantaggiosa).
» Evoluzione dei modelli organizzativi nel processo edilizio industrializzato
1.5.7. General manager contractor
La figura del G.M.C. si evidenzia quando alla tradizionale attività di progettazione e realizzazione di un bene
edilizio si affianca un’attività di progettazione e di appalto di componenti forniti e montati sotto la
responsabilità del fornitore dei componenti che diventa così General Manager Contractor. Un tipico
esempio di G.M.C. si ha nel caso in cui tutta la fase di progettazione, esecuzione e montaggio di una parte
dell’edificio, per esempio quella degli elementi strutturali, venga eseguita da una struttura operativa
esterna che realizzerà quelle opere scorporate, sia in fase di progetto che di appalto, dalle rimanenti.
Un differente caso nel quale emerge sempre la figura del G.M.C. è quello in cui una aggregazione anche
temporanea di imprese nomini un General Manager Contractor (che può essere o meno una persona fisica)
che si occupi di programmare e coordinare il lavoro di tutte le imprese che intervengono nella costruzione.
1.5.8. Project manager e construction manager Entrambe queste figure emergono in un tipo di approccio basato sul management, il cui concetto base è
quello di gestire una serie di interventi in un quadro unitario e coordinato.
Sotto questa classificazione, sono comprese diverse ipotesi organizzative, tutte caratterizzate da un (più o
meno esteso) intervento della committenza, che assume un ruolo preponderante nell’intero processo e
delega soltanto funzioni tecnico-esecutive, assumendo direttamente funzioni progettuali, di indirizzo e di
programmazione del processo.
Ulteriore caratteristica fondamentale è quella di eliminare, attraverso nuove strumentazioni
amministrative, il filtro dell’impresa da costruzione, fra committenza e produttori di componenti, che
troviamo invece in quasi tutti gli altri tipi di approccio.
Nel caso dell’approccio conosciuto con il nome di CONSTRUCTION MANAGEMENT, la committenza ha il
compito di mettere a punto il progetto globale di intervento contenente tutte le indicazioni tipologiche,
tecniche, amministrative, ed organizzative necessarie, delegando al Construction Manager la sola gestione
della fase esecutiva e di appalto di un processo. Il progetto globale costituisce la normativa interna
dell’intervento, di validità limitata alla durata del programma stesso e può essere messo a punto dalla
committenza tramite una propria struttura tecnica interna, oppure tramite strutture professionali esterne.
Nel caso in cui le strutture esterne ricevano la delega ad assumere anche le funzioni di guida dell’intero
processo la committenza riacquista in termini più aggiornati ed evoluti la sua funzione originaria di
promotore del processo e si origina un tipo di approccio che va sotto il nome di PROJECT MANAGEMENT.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
20
PRODUTTORI MATERIALI
PRODUTTORI SISTEMI
PRODUTTORI COMPONENTI
PROGETTISTI DI SISTEMI
PROGETTISTI DELL'INTERVENTO
PRODUTTORI COMPONENTI
PRODUTTORI MATERIALI
PRODUTTORI SISTEMI
PROGETTISTI DELL'INTERVENTO
PROGETTISTI DI SISTEMI
COMMITTENZA
COMMITTENZA E
TECNICI
PROJECT MANAGER
COSTRUTTORE
BENE EDILIZIO
CONSTRUCTION MANAGER
COSTRUTTORE
BENE EDILIZIO
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
21
La NORMATIVA ATTUALE per l’edilizia privata, prevede delle modalità di progettazione, esecuzione e
controllo.
In generale il processo edilizio tradizionale subisce nel suo iter una serie di controlli che possono essere così
schematizzati.
CONTROLLI con responsabilità del PROGETTISTA:
Approvazione del progetto previo accertamento sulla:
Rispondenza del progetto alla normativa urbanistica
Rispondenza del progetto dell’impianto elettrico alla normativa
Rispondenza del progetto alla normativa sul risparmio energetico
Rispondenza del progetto alla normativa sull’abbattimento delle barriere
architettoniche
Rispondenza del progetto alla normativa antincendio
CONTROLLI con responsabilità dell’IMPRESA:
Deposito del progetto strutturale al Genio Civile
Realizzazione “a regola d’arte” delle costruzioni (garanzia decennale) ·
CONTROLLI con responsabilità del DIRETTORE DEI LAVORI:
Rispondenza dell’edificio realizzato al progetto approvato dal Comune
Certificato di abitabilità (Comune o autocertificazione della Direzione Lavori)
CONTROLLI con responsabilità del COLLAUDATORE
Collaudi in corso d’opera delle opere in cemento armato
Collaudo finale Statico ed Amministrativo
MODULO ZERO
INTRODUZIONE AL CORSO
2. LA SITUAZIONE ATTUALE NELL’EDILIZIA PRIVATA
IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
22
In un modello teorico alla committenza-utenza spetta il compito di definire i requisiti cui deve rispondere il
prodotto, alla produzione spetta la definizione tecnica del prodotto stesso sulle basi delle prestazioni
definite, all’ente di progettazione spetta il compito di fungere da cerniera fra i primi due, concretizzando in
via preventiva il prodotto e rispettando le esigenze di entrambi.
Questa distinzione di ruoli, ben difficilmente può trovarsi nella realtà attuale, con possibili ripercussioni
sulla qualità del prodotto finale. Quest’ultima dipende infatti strettamente dai modi con cui ogni singola
fase è coperta dagli enti interessati e quindi dalla capacità di ognuno di essi di rispondere allo specifico
ruolo che gli compete nel processo.
Le carenze normative, la sovrapposizione fra enti chiamati ad operare nella fase di attuazione, la confusione
fra i loro compiti, la mancanza di coscienza del ruolo degli operatori, hanno portato spesso i diversi enti a
sconfinare dal loro campo d’azione o, più frequentemente, a non coprirlo completamente, lasciando spazi
che sono stati facilmente occupati da chi, per diversi motivi, ha avuto tutto l’interesse ad ampliare quanto
più possibile il proprio peso.
Il settore produttivo edilizio che ha da sempre avuto capacità organizzative ed imprenditoriali si è perciò
guadagnato un ruolo determinante ed ha finito per far prevalere i propri interessi a quelli degli altri enti,
condizionando fortemente sia le scelte che i risultati.
In particolare per quanto riguarda l’edilizia privata, soprattutto residenziale, il settore produttivo ha finito
per sostituirsi spesso all’utenza, la quale si è ritrovata nel processo quasi esclusivamente come fruitore del
prodotto o come potenziale acquirente, senza avere la possibilità e la capacità di esprimere quegli aspetti
della domanda in grado di condizionare e determinare la qualità del prodotto.
Una delle più grandi difficoltà è quella di spostare l’interesse dell’utenza dalle scelte di dettaglio alle scelte
di fondo. Abitudini ormai radicate portano a concentrare l’attenzione dell’utenza in due momenti che sotto
il profilo della qualità sono quasi totalmente ininfluenti:
- la progettazione architettonica degli interni dell’alloggio;
- le scelte che si trovano nelle fasi finali del processo, quando ormai le caratteristiche dell’alloggio
sono definite e la qualità reale del bene casa è già ampiamente determinata.
Abbiamo detto che, per quanto riguarda l’edilizia residenziale, il settore produttivo ha finito per sostituirsi
spesso all’utenza; a questa situazione ha certo negativamente contribuito la REALTÀ PRODUTTIVA ITALIANA
che, senza numeri, può essere così sintetizzata:
· pochissime grandi imprese di costruzione gestite managerialmente;
· poche medie imprese gestite individualmente;
· una miriade di piccole e piccolissime imprese e artigiani.
È quindi necessario sostituire alla nozione di utente-acquirente quella ben più evoluta di utente-
committente, un utente cioè che faccia pesare il potere che gli deriva dal fatto di essere non solo il
destinatario del prodotto, ma anche colui che direttamente o indirettamente lo rende fattibile
immettendo nel processo la domanda relativa ed il capitale necessario. Un utente che acquisisca, in
definitiva, la coscienza del proprio ruolo centrale nel processo.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
23
Per superare l’attuale situazione non possono essere indicate metodologie di sicuro effetto; solo dalla presa
di coscienza dei diversi problemi e dalla volontà di risolverli da parte di tutti i settori che ruotano intorno
all’edilizia, può venire un deciso contributo al miglioramento. E non potrebbe essere diversamente, visto
che la qualità è un concetto dinamico e la ricerca della qualità è un processo in continua evoluzione.
Al fine di costruire un approccio serio al problema della qualità possiamo indicare alcune strade da seguire
(sono stati numerati alcuni punti oggetto di approfondimento), ad esempio:
ricerca di regole che consentano di misurare la qualità a partire da dati di fatto oggettivamente
riscontrabili e confrontabili;
maggiore diffusione della certificazione, con la quale l’utente finale possa essere tutelato circa la
rispondenza dell’opera edilizia a determinati criteri di qualità;
ridefinizione della figura della Direzione Lavori, che potrebbe diventare un controllore e
certificatore in corso d’opera della qualità, per esempio della qualità tecnologica;
certificazione del processo progettuale
ulteriore sviluppo ed utilizzazione della progettazione assistita dal computer; ( tecniche di
modellazione e di intelligenza artificiale)
responsabilizzazione diretta, per specifiche aree di competenza, di tutti i soggetti coinvolti;
enfatizzazione delle trasformazioni in atto e quindi maggior attenzione ai processi di
management, di gestione e di impresa;
maggiore interesse al sistema delle strutture e infrastrutture per la comunicazione e
l’informazione che costituiscono l’asse portante della formazione all’interno del settore edilizio; in
passato si è sempre prestata più attenzione al mestiere e alla formazione in cantiere piuttosto che
alla formazione meglio strutturata;
nuove modalità di raccolta, e presentazione dell’informazione tecnica;
razionalizzazione della normativa tecnica secondo i dettati comunitari anche per l’edilizia
privata;
costituzione di database contenenti informazioni sull’edilizia esistente.
MODULO ZERO
INTRODUZIONE AL CORSO
La via da seguire è quella di porsi, nei confronti della qualità, in un’ottica che preveda un approccio
multidisciplinare: coinvolgendo competenze diverse e mantenendo un costante riferimento al contesto
ed alle azioni di carattere nazionale ed internazionale.
3. IL SUPERAMENTO DELLA SITUAZIONE ATTUALE
IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
24
La certificazione è una validazione della qualità da parte di un organismo indipendente e può riguardare sia
i prodotti che le aziende. Per queste ultime si certifica il cosiddetto SISTEMA QUALITÀ. Secondo la
terminologia delle norme ISO 9000 (recepite in Italia dalle norme UNI EN 29000), il Sistema Qualità è un
complesso di caratteristiche tecniche e gestionali interno dell’azienda e finalizzato al controllo della qualità
del processo di produzione e costruzione.
In generale non esistono metodi validi in assoluto ma soltanto metodi adatti, volta per volta, ad accertare
ben determinati tipi di qualità. In questa ottica si possono definire dei caratteri generali del controllo che
sono di seguito riassunti.
· Per quanto riguarda i materiali e i semilavorati:
controllo e certificazione della qualità, accertamento delle prestazioni.
· Per quanto riguarda i componenti, gli elementi tecnici:
controllo di qualità e loro certificazione;
accertamento del mantenimento nella serie della qualità caratteristica del tipo;
verifica della congruità fra comportamenti dei componenti singolarmente idonei allo scopo
prefissato.
· Per quanto riguarda gli elementi spaziali:
controllo sul progetto per valutarne la qualità potenziale;
controllo su elementi spaziali realizzati e in uso per valutarne il gradimento da parte dell’utenza e
l’accettabilità delle condizioni ambientali fornite (ruolo di guida per gli interventi successivi).
MODULO ZERO
INTRODUZIONE AL CORSO
3.1 LA CERTIFICAZIONE DELLA QUALITA’
IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
25
Industrializzare l’edilizia significa programmare il processo progettuale e quello costruttivo secondo un
certo ordine ed una certa logica che tengano conto della realtà in cui si opera. Obiettivo primario di ogni
ipotesi di industrializzazione è dunque l’organizzazione dell’attività edilizia come sequenza di momenti
operativi, organizzativi e gestionali coerenti e coordinati in vista dell’ottimizzazione dei risultati conseguibili
con determinate risorse e condizioni contestuali.
In tale approccio la progettazione diventa vincolante per tutti i personaggi del processo, in modo che il
prodotto finito non possa essere diverso da quello progettato.
Tutte le fasi a monte e a valle della produzione, nonché la produzione stessa, debbono essere integrate in
un processo organizzato predisposto scientificamente. E’ la cosiddetta: progettazione integrale
Appare indispensabile distinguere fra l’ATTIVITÀ EDILIZIA che è la risultante dell’impiego di risorse
intellettuali e materiali ed il PROCESSO EDILIZIO.
L’UNI (ente italiano di unificazione) definisce il processo edilizio, come: “sequenza organizzata di fasi
operative che portano dal rilevamento delle esigenze al loro soddisfacimento in termini di produzione
edilizia” .
Il ricorso al metodo della produzione industriale nella realizzazione degli interventi edilizi non è altro che
una soluzione operativa del fare edilizia allineata all’evolversi delle risorse economico-produttive che la
ricerca, la sperimentazione e l’innovazione tecnologica manifestano;
Storicamente l’industrializzazione si è affermata principalmente come PREFABBRICAZIONE realizzando in
stabilimento i manufatti dell’edilizia tradizionale, applicando criteri di produzione industriale a tipi
tecnologici che erano nati per essere realizzati in opera e che rappresentavano la sintesi di secoli di
esperienza basata su contesti socio-economici che esigevano di percorrere quella strada. Questo approccio
all’industrializzazione intesa dunque come mera prefabbricazione di un manufatto, ha portato alla frattura
tra il momento progettuale del singolo intervento e la progettazione degli elementi prefabbricati. In questa
negativa esperienza, il progettista finiva per delegare il suo ruolo alla produzione. Inoltre, non veniva posta
sufficiente attenzione, in fase di messa in opera dei prefabbricati, con la conseguenza del vedere vanificati
tutti i vantaggi dell’industrializzazione.
» Caratteristiche dell’industrializzazione
Industrializzare l’edilizia significa concepire la produzione del bene edilizio in termini di processo di
progettazione, produzione e gestione, cioè come sequenza di momenti operativi, organizzativi e gestionali
MODULO ZERO
INTRODUZIONE AL CORSO
3.2 INDUSTRIALIZZARE L’EDILIZIA
IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
26
coerenti e coordinati finalizzati alla ottimizzazione dei risultati conseguibili con determinate risorse e
condizioni contestuali. È dunque una metodologia alla quale riferirsi per fare edilizia.
L’alto grado di organizzazione, cioè di integrazione e coerenza, di tutte le fasi del processo edilizio può
essere raggiunto solo con una struttura di tipo industriale.
Il metodo di produzione industriale, per essere funzionale all’obiettivo di industrializzazione dell’edilizia
deve tendere all’ottimizzazione relativa di quattro caratteristiche peculiari:
la qualità del prodotto
la complessità del prodotto
la producibilità in serie
l’automazione del processo di produzione
LA QUALITÀ DEL PRODOTTO: è proporzionale alla rispondenza del prodotto finito con le esigenze
dell’utenza. Il prodotto edilizio industrializzato, per definirsi tale, deve essere un PRODOTTO COMPLESSO
cioè un prodotto dal quale sia desumibile la coerenza a due descrizioni dell’intervento edilizio di cui fa
parte:
del SISTEMA AMBIENTALE - SPAZIALE, concernente le caratteristiche esigenziali e
funzionali degli ambienti artificiali e degli spazi fruibili;
del SISTEMA TECNOLOGICO, afferente la costituzione fisica e materiale degli involucri e
delle attrezzature di tali ambienti.
In altre parole il prodotto deve contenere intrinsecamente i segni della sua appartenenza al sistema che è
derivato dalla definizione delle esigenze dell’utenza e non può essere considerato una entità a destinazione
indifferenziata.
Per quanto concerne la PRODUCIBILITÀ IN SERIE essa è da intendersi soprattutto come ripetizione di
operazioni analoghe di lavorazione e montaggio suscettibile di fornire prodotti morfologicamente simili ma
dimensionalmente e prestazionalmente diversificati.
L’AUTOMAZIONE DEL PROCESSO DI PRODUZIONE è da intendersi estesa all’intero processo di produzione,
cioè anche alla fase di trasporto e montaggio del prodotto in cantiere.
La producibilità in serie, insieme all’automazione del processo di produzione conferiscono al metodo di
produzione industriale la grande potenzialità di incrementare la produttività e l’economicità degli interventi
edilizi.
» L’industrializzazione per componenti
L’edilizia industrializzata è formata essenzialmente da componenti edilizi, di diversa natura e complessità,
che possono essere variamente assemblati fino a costituire il bene edilizio finale. L’industrializzazione dà
sempre origine dunque ad una EDILIZIA PER COMPONENTI facendo però attenzione a ridefinire
completamente la concezione di tali prodotti ed il significato storico di edilizia per componenti.
È innanzitutto necessario porsi in maniera rigorosa il problema della finalizzazione del prodotto,
abbandonando l’idea del prodotto che va bene per tutte le situazioni.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
27
Il componente è, secondo le definizioni già viste, un prodotto complesso per il quale è necessario definire:
un PACCHETTO DI PRESTAZIONI che quel prodotto è in grado di fornire in determinate
condizioni d’uso e di sollecitazione;
una PROGETTAZIONE, dopo un approfondito esame di tutte le variabili che possono aiutare a
far emergere una soluzione ottimale per lo specifico contesto in cui quel prodotto deve essere
impiegato, sfruttando al meglio la tecnologia più o meno innovativa che si intende impiegare.
Il componente edilizio inteso in questa maniera è portatore di innovazioni che, se adeguatamente recepite
dal progettista, danno luogo ad una nuova concezione sia formale che sostanziale dell’edificio.
» Diffusione dell’edilizia industrializzata
E’ intuitivo che per lo sviluppo di un processo industrializzato debbano sussistere almeno due condizioni
fondamentali: la continuità della domanda e la possibilità di istituire una struttura operativa, organizzata e
gestionale per la guida dell’intero processo produttivo, caratterizzata dalla concentrazione dei poteri
decisionali. Tali condizioni difficilmente appartengono alla natura del settore edilizio.
Un intervento edilizio industrializzato potrà ottenere benefici e vantaggi solo se di grande dimensione, cioè
se la produzione consegue ad una significativa quantità di bene da produrre. Per intervento di grande
dimensione intendiamo un intervento edilizio di particolare consistenza, effettuato in un preciso ambito
territoriale oppure un intervento edilizio diffuso nello spazio ma rispondente ad una precisa
programmazione della domanda nel tempo.
Il verificarsi della concentrazione dei poteri decisionali esige di riferimenti per la guida ed il controllo del
processo edilizio industrializzato. Tali riferimenti possono essere ricercati nella normativa, intesa come
insieme di condizioni, di istruzioni che devono essere rispettate da un processo produttivo e dai suoi
operatori per perseguire un obiettivo prestabilito.
Il CORPO NORMATIVO, è la vera ossatura del moderno processo edilizio industrializzato.
La normazione si colloca nelle fasi del processo edilizio a monte del progetto come processo analitico volto
a dotare di elementi di giustificazione razionale le singole scelte progettuali che costituiscono il processo
decisionale complessivo. In questa accezione la normativa costituisce la premessa affinché l’organizzazione,
la programmazione, la guida ed il controllo del processo edilizio possano concretamente attuarsi.
Nella pratica costruttiva l’industrializzazione delle opere per l’edilizia è, salvo alcuni casi di realizzazione di
alloggi per edilizia popolare o di alloggi con notevole complessità strutturale e tecnologica, ancora poco
diffusa.
I MOTIVI DELLA POCA DIFFUSIONE sono diversi, in particolare:
dal punto di vista dell’utente: l’attività artigianale permette di completare la costruzione nel tempo,
in dipendenza delle risorse finanziarie disponibili, e di apportare variazioni in corso d’opera;
L’industrializzazione pone la progettazione al centro del processo produttivo.
Una progettazione rigorosa evita qualunque improvvisazione in tutte le fasi produttive. Tutto deve
essere rigidamente organizzato e finalizzato alle fasi seguenti del processo. Sono, dunque, necessari
progettisti e operatori altamente qualificati.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
28
dal punto di vista dell’impresa: le piccole imprese a carattere artigianale, che sono la maggioranza,
tendono a bloccare un’organizzazione di tipo industriale che sconvolgerebbe il loro equilibrio;
esiste una forte frammentazione e variazione della domanda e delle risorse imprenditoriali.
l’utente (e non solo il piccolo utente!) ha notevoli difficoltà di lettura del progetto. Solo
visualizzandolo in corso di costruzione, con la possibilità di varianti in corso d’opera riesce ad
ottenere un bene più confacente alle proprie esigenze.
La realtà produttiva italiana può essere così sintetizzata: pochissime grandi imprese gestite
managerialmente, poche medie imprese gestite individualmente, una miriade di piccole e
piccolissime imprese artigiane. Per avere una maggior diffusione dell’industrializzazione è quindi
necessario che l’innovazione interessi soprattutto quest’ultima categoria di attori del processo
edilizio.
I contenuti minimi delle innovazioni potrebbero allora essere:
dal punto di vista dell’utente: finanziamenti agevolati per la prima casa ed utilizzo di linguaggi
espressivi (tecniche CAD, modellazioni, intelligenza artificiale) coerenti con la complessità del
progetto al fine di migliorarne la comprensione;
dal punto di vista dell’impresa: qualificazione, anche culturale, del personale e specializzazione delle
singole imprese artigianali in determinati campi;
in generale: un reale e tangibile risparmio in termini economici e il rendersi conto, da parte delle
imprese ma anche da parte dei professionisti, che il loro ruolo sta cambiando ed è certamente
destinato ad evolversi ancora.
Allo stato attuale sembrano più adatte al mondo dell’edilizia applicazioni industriali mirate alla produzione
di parti da assemblare, inserendole in un organismo edilizio il cui grado di industrializzazione dipende dalle
realtà locali. La costruzione di uno stesso edificio a Cagliari, Sassari, Milano risentirà di tre realtà locali
completamente diverse fra loro (bacini di manodopera, vicinanza di fabbriche, potenzialità economiche) ed
il grado di organizzazione delle fasi esecutive sarà sicuramente diverso nelle tre città.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
29
Questo accade principalmente per due motivi:
· di ogni modello possiamo conoscere tutto, salvo la collocazione nel territorio, perché è stato
progettato in ogni minimo particolare;
· sul modello possiamo investire grosse cifre per il suo miglioramento, cifre che verranno recuperate
con le grandi quantità di “pezzi” costruiti.
Superata la fase di industrializzazione “pesante” che ha proposto un modello di grossi agglomerati urbani
periferici, l’aspetto negativo cui si è accennato tende progressivamente a scomparire con l’aumento dei
modelli presenti sul mercato.
Si tende oggi, soprattutto per quanto riguarda le case singole in tipologia isolata, a rivalutare l’aspetto
positivo costituito dal fatto che il modello consente l’analisi della propria qualità sotto tutti i punti di vista,
può quindi essere progettato e realizzato secondo criteri di qualità globale, ma soprattutto la sua qualità
può essere verificata prima dell’acquisto.
Anche importanti enti italiani, le Poste, l’Enel, la Telecom hanno intrapreso già da anni questa strada e
costruiscono in tutta Italia uffici e centrali in base a progetti e componenti standard.
In Sardegna esiste già qualche impresa, specialmente nel caso in cui la figura dell’imprenditore e quella del
costruttore coincidano, che costruisce insediamenti abitativi di case unifamiliari e bifamiliari combinando
variamente una serie di quattro-cinque modelli base, ed i risultati sembrano incoraggianti. 5
Molto recente è la progettazione della casa ecosostenibile presentata al MAXXI da due Ingegneri sardi.
1 www.marraiafura.com
2 www.rinnovabili.it
MODULO ZERO
INTRODUZIONE AL CORSO
Nonostante questo tipo di progettazione induca una sorta di timore per una standardizzazione
dell’abitazione con conseguente perdita di individualità sia della casa che degli individui che la abitano,
essa rappresenta una delle poche strade certe verso la qualità.
Infatti la spinta verso l’industrializzazione del processo edilizio induce la ricerca edilizia ad orientare oggi
sempre di più il proprio campo di interesse verso l’innovazione di sistema anziché verso quella di
prodotto.
3.3 LA PROGETTAZIONE PER MODELLI
IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
30
“Un’ abitazione di 45 mq innovativa, improntata alla tutela del paesaggio e al risparmio energetico. Una
casa ecologica. Questa è la casa panoramica, pensata in Sardegna dagli architetti Marinella Cogodda e
Giaime Cabras. Sarà costruita in tre panorami diversi con altrettante fasce climatiche: il territorio costiero
di Bugerru sulla costa occidentale sarda, il territorio cittadino di Cagliari nel sud e il territorio montano di
Gavoi, sul lago Taloro a est dell’isola. La casa panoramica è formata da tre blocchi – servizi, living e notte –
distribuiti tenendo conto dei punti cardinali e della conseguente esposizione al sole, in modo che calore e
luce siano naturalmente presenti in base all’uso diverso delle stanze durante l’arco della giornata.
L’intero edificio verrà realizzato con il sistema X-LAM , pannelli in legno che garantiscono velocità nella
costruzione (in 25 giorni la casa è pronta!), solidità e ecologicità (i pannelli provengono da selvicoltura
sostenibile e si montano a secco, senza leganti o malte). 1
Ciò che distingue la Casa Panoramica e che le è valso il prestigioso riconoscimento EcoLuoghi, è la capacità
di adattarsi a qualunque latitudine e zona climatica mantenendo inalterate le sue prestazioni in classe A+.
L’elevato isolamento termico naturale dell’involucro, l’accurata progettazione bioclimatica e
l’orientamento ottimale, permettono alla Casa Panoramica di mantenere un fabbisogno energetico molto
basso completato dalla dotazione impiantistica alimentata quasi esclusivamente da fonti rinnovabili. 2
Altre realtà, come quella americana, propongono la scelta della casa direttamente dal catalogo e la
possibilità di visitarla, realmente costruita, in appositi spazi di esposizione.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
31
Un discorso più ampio di quello che può essere svolto in questa sede meriterebbe la progettazione assistita
dal computer che si è sviluppata enormemente negli ultimi anni ed è diventata assolutamente insostituibile
in uno studio di ingegneria.
In linea generale appare fondamentale distinguere fra:
· DISEGNO ASSISTITO, che reitera tecniche di progettazione tradizionali utilizzando i programmi CAD
solo per la fase di restituzione degli elaborati progettuali;
· PROGETTAZIONE ASSISTITA, che apporta un’innovazione sostanziale alla progettazione in quanto
utilizza dai CAD tridimensionali che consentono la fedele riproduzione, al calcolatore, dell’oggetto che verrà
realizzato. Soprattutto le ultime generazioni di CAD utilizzano primitive grafiche di tipo architettonico che
memorizzano nel database del programma tutte le informazioni riguardanti materiali e spessori di cui è
costituito ogni elemento strutturale del progetto; in questo modo è anche possibile l’immediata redazione
del computo metrico relativo all’opera.
» L’Informazione Tecnica
Secondo le indicazioni del Progetto Finalizzato Edilizia del C.N.R. “l’informazione tecnica diventerà uno dei
principali strumenti per la ristrutturazione ed il riordino dell’intero processo edilizio”. Cerchiamo di
analizzare meglio le priorità e le modalità, tenendo presente che la normativa sarà il tramite che
permetterà di far giungere tale informazione agli utenti.
Per quanto riguarda la documentazione dei prodotti, l’informazione sulle caratteristiche e le prestazioni dei
componenti e dei sottosistemi edilizi presenti sul mercato dovranno essere unificate secondo la codifica
adottata nella normativa CEE più recente.
Un’altra grande area riguarderà i processi di organizzazione e gestione dell’intera vita degli edifici.
Un ulteriore campo d’azione dell’informazione tecnica riguarderà la formazione degli operatori, sia a livello
tecnico che a livello di produzione in stabilimento o in cantiere.
Riguardo alla forma in cui verranno organizzate le informazioni sono consultabili dei Testi Unici di
riferimento su settori specifici in materia edilizia.
MODULO ZERO
INTRODUZIONE AL CORSO
3.4 LA PROGETTAZIONE ASSISTITA
IL CONCETTO DI INDUSTRIALIZZAZIONE APPLICATO ALL’EDILIZIA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
32
» L’informatizzazione del Settore
L’informatica si rivelerà insostituibile nella sistematizzazione della enorme mole di informazioni che
provengono dal campo dell’edilizia. Non mancano esempi concreti anche a livello nazionale, come la
UNIbase, banca dati delle norme tecniche italiane su CD-ROM. Ma un ulteriore passo può essere
rappresentato da enti specifici che si prendano carico di rendere disponibili in rete, Internet o simili, tutte le
norme tecniche e legislative riguardanti l’edilizia. I nuovi strumenti quali le reti telematiche offrono la
possibilità di poter essere aggiornabili in tempo reale e di poter essere facilmente raggiunti da un numero
teoricamente infinito di utenti.
L’Italia non è particolarmente arretrata rispetto agli altri paesi europei per quanto riguarda lo sviluppo e la
diffusione di software e di sistemi informativi per l’edilizia, mentre per quanto riguarda la circolazione
dell’informazione in rete siamo appena agli inizi. Esistono un numero decisamente consistente di banche
dati ma è stata rilevata una sostanziale incapacità di comunicazione fra i diversi sistemi. Conseguentemente
sono stati riconosciuti praticamente nulli gli effetti sul progetto, sui costi di costruzione, sulla qualità, di
questi sussidi informatici. Un obiettivo di lungo periodo in questo settore è allora quello della definizione di
un consistente telaio concettuale nonché della strutturazione e gestione dell’informazione tecnica che
siano univoci a livello nazionale e di Comunità Europea.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
33
Le prime enunciazioni dei concetti fondamentali sulla regolazione degli appalti pubblici e dei progetti
risiedono nelle:
Tali normative, in particolare, prevedevano che la redazione di un progetto venisse suddivisa in fasi
successive:
Il contributo della L. 143/49 sull'esercizio professionale degli ingegneri e degli architetti articolò la
prestazione del professionista suddividendo il progetto in tre momenti distinti di elaborazione e di
approfondimento:
MODULO 1.1
IL PROGETTO
ACQUISIZIONE DELLE ISTANZE DELLA COMMITTENZA E DEFINIZIONE DELLE
ESIGENZE AMBIENTALI E TECNICHE
STUDIO ED ELABORAZIONE DEL PROGETTO TECNICO-ECONOMICO
PREPARAZIONE SISTEMATICA DEGLI ELABORATI PROGETTUALI
- legge n. 2248/1865, "Legge sulle opere pubbliche"
- R.D. n. 350 del 25-05-1895 "Regolamento per la direzione, contabilità e collaudo dei lavori dello Stato che sono nelle attribuzioni del
Ministero dei Lavori Pubblici"
- D.M. del 28-05-1895 "Capitolato generale per gli appalti dipendenti dal Ministero dei Lavori Pubblici",
- D.M. del 29-05-1895 "Regolamento per la compilazione dei progetti di opere dello Stato che sono nelle attribuzioni del Ministero
dei Lavori Pubblici"
1. IL PROGETTO NELLA LEGISLAZIONE ITALIANA: EVOLUZIONE DEL
QUADRO NORMATIVO NELL’ULTIMO VENTENNIO
IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
34
Le prime enunciazioni dei concetti fondamentali sulla regolazione degli appalti pubblici e dei progetti
risiedono nelle:
Il campo dell’edilizia è sempre stato un avvicendarsi normativo di chiarimento delle modalità di
conseguimento del titolo abilitativo, creando numerose problematiche di coordinamento tra le fonti, che
solamente con l’emanazione del D.P.R. 380/2001 (Testo Unico dell’Edilizia) sono stati chiariti.
MODULO 1.1
IL PROGETTO
Le norme che introdussero una primissima forma di controllo della Pubblica Amministrazione nel nostro ordinamento normativo sull’attività edilizia furono
l’art. 4 R.D.L. 640/1935 e l’art. 6 R.D.L. 2105/1935, che avevano previsto il vincolo obbligatorio del
RILASCIO DI UN’OPPORTUNA AUTORIZZAZIONE
da parte dell’autorità municipale per l’esecuzione di nuove costruzioni o la trasformazione o l’ampliamento di quelle preesistenti su tutto il territorio
comunale.
In un secondo tempo con l’art. 31 legge 1150/1942 venne previsto
L’OBBLIGO DI LICENZA
del podestà per qualsivoglia persona avesse intenzione di realizzare nuove costruzioni o ampliare quelle esistenti o modificarne la struttura o l’aspetto nei centri abitati e, in cui vi fosse il piano regolatore comunale, altresì nelle zone di
espansione.
Una forma di controllo più completa fu introdotta con l’art. 10 legge 765/1967 (cd. «Legge Ponte»), che, introdusse
L’OBBLIGO DI LICENZA EDILIZIA
sull’intero territorio comunale e ugualmente per la modifica o la demolizione delle costruzioni esistenti come parimenti per l’esecuzione dei lavori di urbanizzazione.
- legge n. 2248/1865, "Legge sulle opere pubbliche"
- R.D. n. 350 del 25-05-1895 "Regolamento per la direzione, contabilità e collaudo dei lavori dello Stato che sono nelle attribuzioni del
Ministero dei Lavori Pubblici"
- D.M. del 28-05-1895 "Capitolato generale per gli appalti dipendenti dal Ministero dei Lavori Pubblici",
- D.M. del 29-05-1895 "Regolamento per la compilazione dei progetti di opere dello Stato che sono nelle attribuzioni del Ministero
dei Lavori Pubblici"
2. L’IMPORTANZA DELLE INNOVAZIONI DELLA NORMATIVA PER
L’EDILIZIA
IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
35
La giurisprudenza definì la licenza edilizia come un’autorizzazione, vale a dire come un accorgimento con
cui la Pubblica Amministrazione destituiva, con influenza reale e non personale, un limite all’esercizio di
una facoltà. Secondo questa concezione il diritto di costruire (iusaedificandi) era interpretato come una
facoltà compresa nel diritto di proprietà.
Lo spazio di controllo della Pubblica Amministrazione veniva così ulteriormente esteso ad ogni attività
umana che richiedesse una modificazione anche unicamente visiva del paesaggio, al contrario erano esclusi
dall’obbligo di concessione gli interventi di manutenzione ordinaria poiché erano da considerarsi gratuiti.
La riforma verificatasi nell’ambito normativo in esame era costituita dall’uso del termine «concessione» al
posto di «licenza», visto che, tradotto testualmente, questo sembrava aver spostato il titolo edilizio
dall’ambito dei titoli autorizzatori a quello dei titoli concessori. Le concessioni, in ugual modo come le
autorizzazioni, sono provvedimenti burocratici aventi effetti favorevoli per il destinatario, ma si
diversificano da queste in quanto non eliminano un limite posto dalla legge all’esercizio di una condizione di
vantaggio che si trova oramai nella titolarità del privato, ma hanno l’effetto di conferire a quest’ultimo una
condizione giuridica di cui egli prima non era titolare.
La legge Bucalossi rappresentò il culmine del controllo pubblico sulle attività edificatorie private, e già
dall’anno seguente, iniziò un processo di chiarificazione che vide la sua prima tappa con la legge
457/197830, il cui art. 48 prevedeva che per gli interventi di «manutenzione straordinaria» la concessione
edilizia fosse sostituita da un’autorizzazione del Sindaco ad eseguire i lavori.
L’impiego della D.I.A. non era comunque possibile nel caso in cui l’immobile fosse subordinato a vincoli o
fosse asservito dallo strumento urbanistico ad una disciplina specificatamente volta alla tutela delle loro
caratteristiche paesaggistiche, ambientali, storico-archeologiche, storico-artistiche, storico-architettoniche
e storico-testimoniali.
Riguardo il procedimento, l’interessato, doveva presentare la D.I.A., seguita da un dettagliato rapporto a
firma di un progettista abilitato, venti giorni prima dell’effettivo inizio dei lavori, e inoltre dagli appropriati
elaborati progettuali che asseverassero la corrispondenza delle opere da compiere agli strumenti
Trascorso un periodo di 10 anni, con la legge 10/1977 (c.d. «Legge Bucalossi») la licenza edilizia venne sostituita con la
CONCESSIONE EDILIZIA
che implicava l’obbligo di corrispondere un contributo di natura economica commisurato all’incidenza dei costi di urbanizzazione e alla spesa di costruzione
Successivamente le attenzioni si raggrupparono sulla
DENUNCIA DI INIZIO ATTIVITÀ
che, dopo essere stata prevista in una serie di decreti legge non convertiti e reiterati con minime varianti, venne introdotta a regime dall’art. 2, comma 60 legge 662/1996. La D.I.A. edilizia, tuttavia, non consentiva
istantaneamente l’inizio dei lavori, ma solamente dopo venti giorni dalla presentazione dalla denuncia.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
36
urbanistici adottati o approvati ed ai regolamenti edilizi in vigore, nonché il rispetto delle norme di
sicurezza e di quelle igienico-sanitarie.
Dove venisse riscontrata l’mancanza di uno o più requisiti stabiliti dalla legge per incominciare l’intervento
edilizio, il Sindaco doveva rendere noto agli interessati l’ordine giustificato di non effettuare le previste
modificazioni, ed era fatta salva la prerogativa dell’interessato di avanzare una nuova D.I.A. o di domandare
il rilascio dell’autorizzazione.
La D.I.A. era assoggettata al termine massimo di validità di tre anni, e l’interessato aveva il dovere di
comunicare al comune la data di ultimazione dei lavori , alla scadenza dei quali il progettista doveva
consegnare un certificato di collaudo finale che certificasse la conformità dell’opera al progetto presentato.
L’esigenza di un riordino della disciplina dei titoli edilizi era evidente, e con l’art. 7 legge 50/1999 il Governo
venne incaricato di emanare dei testi unici che riorganizzassero le disposizioni in materia edilizia.
L’incarico venne esercitato col D.Lgs. 301/2002, la nitida separazione tra permesso di costruire e D.I.A.
delineata dalla stesura originaria del T.U., venne alterata con l’introduzione della «SUPER D.I.A.», per
meglio dire l’eventualità di valersi della D.I.A. per l’esecuzione di certi interventi che di per sé sarebbero
stati soggetti a permesso di costruire. 1
La conseguenza fu l’emanazione di un decreto legislativo comprendente le disposizioni aventi rango legislativo (D. Lgs. 6 giugno 2001, n. 378), di un regolamento contenente le disposizioni aventi rango
disciplinare (D.P.R. 6 giugno 2001, n.379) e del citato D.P.R. 380/2001, che, con finalità solamente compilativa, includeva l’intero
TESTO UNICO DELL’EDILIZIA
Il T.U. semplificò sensibilmente il quadro, abolendo dal sistema l’autorizzazione edilizia, in modo da limitare il sistema dei titoli abilitativi alla sola D.I.A. e al
PERMESSO DI COSTRUIRE
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
37
La legge 10/77, meglio nota con il nome di Legge Bucalossi, modificata con l'opera di "semplificazione"
realizzata tramite l'introduzione del testo unico in materia edilizia, fissava le norme relative all'edificabilità
dei suoli.
Come anticipato, la legge Bucalossi stabiliva nuove norme per l'edificabilità dei suoli, individuando nella
concessione edilizia il presupposto necessario per l'avvio di attività di trasformazione urbanistica o opera
edile.6
La concessione edilizia doveva essere richiesta secondo la procedura fissata dalla legge, veniva rilasciata dal
sindaco al titolare dell'area coinvolta dai lavori o a chi ne avesse titolo, al suo interno dovevano essere
indicati i termini di avvio e conclusione dei lavori. In particolare, secondo quanto stabilito dalla Legge
Bucalossi il temine di avvio non doveva essere superiore ad un anno mentre quello relativo alla conclusione
non doveva superare i tre anni, il legislatore aveva tuttavia previsto la possibilità di usufruire di una proroga
del temine di conclusione. Per il rilascio della concessione era inoltre previsto il pagamento di un contributo
commisurato all'incidenza dei costi relativi all'urbanizzazione e ai costi previsti per la realizzazione dei lavori
edili.
Attualmente la concessione edilizia così come regolata dalla legge Bucalossi è stata sostituita dal permesso
di costruire.7
Il permesso di costruire è richiesto dai soggetti che hanno titolarità ad effettuare gli interventi che non sono
soggetti a procedure semplificate e, generalmente, è soggetto al pagamento di oneri concessori
(analogamente al precedente istituto della concessione edilizia).
Qualora l'intervento interessi beni soggetti a particolari tutele (ambientali, architettoniche, artistiche, ecc.)
il rilascio del permesso di costruire è vincolato al preventivo nulla osta da parte dell'ente deputato alla
tutela del vincolo. Alla richiesta di permesso di costruire deve essere allegato un progetto - redatto da un
professionista abilitato all'esercizio della professione - che descriva compiutamente e dettagliatamente le
opere che si intende eseguire e ne attesti la conformità urbanistico/edilizia e la rispondenza ai requisiti
normativi tecnici (es. antisismici, acustici, di isolamento termico, ecc.).8
6 ” Evoluzione della normativa urbanistica, il D.C.P.P. come tutela delle responsabilità del progettista”, Tesi di laurea di MariaFrancesca Serra, Relatori: Carlo Argiolas, Emanuela Quaquero
7 www.edilizia-ristrutturazioni.com 8 www.wikipedia.org
MODULO 1
IL PROGETTO
2.1 LA RIVOLUZIONE DELLA LEGGE BUCALOSSI
IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
38
L’istituzione della D.I.A. apparve per la prima volta nel nostro sistema normativo nell’art. 19 legge
241/1990, rivolto alla «Semplificazione dell’azione amministrativa», con il nome di «denuncia di inizio
attività», assumendo solamente dal 2005 l’appellativo di «dichiarazione di inizio attività»
In via di prima approssimazione, il meccanismo permetteva ad un soggetto, tramite la presentazione di una
denuncia, di svolgere un’attività per la quale in precedenza era previsto come imprescindibile il precedente
rilascio di un’autorizzazione.
Il provvedimento autorizzatorio fu perciò sostituito dalla denuncia stessa, che a sua volta doveva
dimostrare la sussistenza dei presupposti e dei requisiti previsti dalla legge per l’esercizio dell’attività.
Con il D.P.R. 300/1992 furono tabellate le attività che disponevano della facoltà di essere immediatamente
iniziate a seguito della presentazione della denuncia e quelle per cui al contrario necessitava stare in attesa
del decorso di un certo termine.
L’immenso numero delle esclusioni delle attività e le complessità di identificazione di queste ostacolarono
la sottomissione alla nuova disciplina di procedimenti di rilievo, e la «crisi» del modello generale spinse il
legislatore a prendere provvedimenti un'altra volta, da un lato anticipando il modello della denuncia di
inizio attività in alcune discipline di settore, tra cui quello edilizio, e dall’altro modificando l’istituto da
«denuncia» a «dichiarazione» di inizio attività.
Il funzionamento della S.C.I.A., (Segnalazione Certificata Di Inizio Attività), è affine ad una D.I.A. che
ammette di avviare subito l’attività, per cui numerose delle riflessioni svolte dalla dottrina in rapporto alla
D.I.A. rimangono attuali e possono essere ancora usate.
L’autorità amministrativa non agisce più ex ante per acconsentire l’attuazione di un’attività privata, ma
viene esercitata esclusivamente ex post per constatare se l’attività che il privato si prefigge di realizzare sia
consona alle disposizioni legali e se il privato sia in possesso dei titoli prescritti per svolgerla.
In questo modo viene messa in evidenza l’autoresponsabilità del privato, a cui è data la possibilità di
predeterminare il risultato a cui ambisce con l'esclusione dell’indispensabile intermediazione del potere
amministrativo, ma con l’accettazione dell’incognita di vedersi bloccato lo svolgimento dell’attività in caso
dell’assenza dei requisiti e dei presupposti che egli ha certificato come reali con la documentazione e
relazioni tecniche (dichiarazioni sostitutive di certificazioni e atto di notorietà, testimonianze e
asseverazioni di tecnici competenti o dichiarazioni di conformità da parte dell’Agenzia delle imprese).
La S.C.I.A. e la D.I.A. si collocano quindi come mezzi di «liberalizzazione», che implicano non la piena
destituzione di ogni potere amministrativo o di qualsivoglia ipotesi normativa riguardante l’attività da
MODULO 1
IL PROGETTO
2.2 LA D.I.A. E LA S.C.I.A.
IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
39
intraprendere, bensì più precisamente la libertà di porre in essere un’attività senza l’intermediazione di uno
determinato decreto amministrativo come titolo di legittimazione. 9
All’inizio degli anni 90 si è assistito ad un forte periodo di crisi politica ed istituzionale, in cui “ogni appalto
implicava un illecito ed un possibile episodio di corruzione”. La legge del 1865 a cui si faceva riferimento
risultava ormai essere inadeguata ai nuovi processi, in particolare non impediva di:
realizzare un intervento senza inserirlo in un programma complessivo di opere da costruire;
fare opere pubbliche senza verificarne l’esigenza;
appaltare un’opera con un progetto di massima e contenente cifre approssimate che veniva
moltiplicato con le “inevitabili varianti in corso d’opera”;
evitare una precisa distinzione tra progettazione ed esecuzione. Il progettista realizzava gran parte
della progettazione in fase di esecuzione, nella sua doppia funzione di progettista-direttore dei
lavori.
L’articolazione della nuova normativa si tradusse in provvedimenti che incisero sulle attività di tutti i
protagonisti del processo edilizio. Nello specifico, la Legge Quadro 109/94 (Legge Merloni) disciplinò:
- l’obbligo di programmazione di investimenti e interventi da realizzare
- l’introduzione del Project Financing
- l’inserimento in pubblica amministrazione del RUP
- la della progettazione su tre livelli, PRELIMINARE, DEFINITIVO ED ESECUTIVO
- l’obbligo di qualifica degli operatori
- l’attribuzione puntuale di responsabilità ai soggetti operanti
- la regolamentazione delle varianti progettuali
- la modifica delle procedure per l'affidamento degli incarichi di progettazione e per la scelta del
contraente
- l’introduzione di un’attenta attività di controllo del processo precedente alle procedure di
aggiudicazione dei lavori.
La normativa pose a carico dei progettisti compiti e responsabilità ben maggiori delle precedenti.
L’attività di progettazione, secondo la legge 109 si articola in 3 fasi: preliminare, definitiva ed esecutiva, e il
prodotto di tale processo è il progetto. Quest’ultimo si presenta come quell’insieme di elaborati, relazioni
9 Evoluzione della normativa urbanistica, il D.C.P.P. come tutela delle responsabilità del progettista”, Tesi di laurea di MariaFrancesca Serra, Relatori: Carlo Argiolas, Emanuela Quaquero
MODULO 1.1
IL PROGETTO
3. L’IMPORTANZA DELLE INNOVAZIONI DELLA NORMATIVA PER I
LAVORI PUBBLICI
IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
40
tecniche e rappresentazioni grafiche, idonei a individuare specificatamente l’opera, definendone la natura,
la forma, le dimensioni, la struttura essenziale e le soluzioni tecniche realizzative.
Prima della Legge Quadro, si assisteva ad una situazione in cui il progettista collaborava con la P.A.
svolgendo gli incarichi in maniera fiduciaria. Non esistevano gare d’appalto, ma ci si basava sulla fiducia e
sull’affidamento. Questo permetteva al progettista di non seguire precise scadenze e di non progettare in
maniera esaustiva: durante i lavori infatti si verificavano numerose varianti in corso d’opera.
Tutto il periodo ante-Merloni, infatti, era caratterizzato da assenza di una precisa distinzione tra
progettazione ed esecuzione e dall’assegnazione degli incarichi di progettazione e direzione lavori con
scelta discrezionale. Il legislatore “cercava” di porre fine ad un periodo in cui avevano dominato le scelte
progettuali esclusive delle Imprese Appaltatrici: infatti, a causa di progettazioni inadeguate poste a base di
gara, le imprese, dopo l’appalto, avevano mano libera nella “rivisitazione” del progetto, imponendo varianti
in corso d’opera e nuovi prezzi così sostanziali che, a volte, avevano un importo pari o superiore a quello
dell’appalto.
L’articolazione della normativa si tradusse in 4 testi fondamentali:
Legge Quadro 109/94
Regolamento Generale DPR.554/99
Regolamento di qualificazione delle imprese DPR. 34/2000
Capitolato generale d’appalto Dm. 145/2000
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
41
La progettazione rappresentò uno dei punti più importanti nella strategia della "Legge Quadro in materia di
LLPP", in quanto superò le devianze nate nel settore dei lavori pubblici a causa di carenti o inadeguate
attività di progettazione che consentivano l'abuso delle varianti in corso d'opera e delle offerte anomale.
I lavori pubblici previsti dalla vigente normativa possono essere realizzati esclusivamente tramite contratti
d'appalto o di concessione, oltre che, per alcuni specifici casi, in economia.
La nuova legge introduce modifiche sostanziali ad entrambe le tipologie principali di contratto
introducendo concetti che in qualche modo incentivano la partecipazione dell'imprenditore alla
realizzazione e alla gestione dell'opera, fino alla partecipazione alla stessa fase progettuale.
Il D.P.R. 207 è il Nuovo Regolamento del Codice degli Appalti, che il 10 Giugno 2011 è andato a sostituire il D.P.R. 554/99.
Nel 2006 con il Codice degli Appalti (D.LGS. 163 s.m.i.) è stato mappato l’intero processo edilizio e si è
focalizzata l’attenzione sulle prime parti della programmazione, dall’analisi delle esigenze, al documento
preliminare fino alla progettazione, con l’intervento di un protagonista principale, denominato
Responsabile Unico del Procedimento (RUP).
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
42
Con la nuova regolamentazione, sono stati introdotti i concorsi di progettazione nei quali i progettisti (che
spesso coincidono con i Direttori dei Lavori) danno una notevole ed assoluta importanza al progetto. Il
progettista diventa garante del progetto che tramite la validazione assume un carattere unitario ed
esecutivo. Al centro di tutto il project compare il RUP, attore fondamentale di tutto il processo edilizio.
Le imprese non possono affrontare varianti in corso d’opera per un importo maggiore del 5% del costo
totale dell’opera e per l’aggiudicazione dell’appalto devono presentare l’offerta economicamente più
vantaggiosa. Quest’ultimo aspetto v a discapito dei materiali e della qualità del costruito.
L'organizzazione del processo edilizio è composta da una sequenza di fasi o sotto-fasi a loro volta scindibili
in più momenti principali che possono essere considerati dei veri e propri sotto-processi, ovvero:
il sotto-processo decisionale
il sotto-processo esecutivo
il sotto-processo gestionale
il sotto-processo di controllo
Mentre i primi tre sono da considerarsi sequenziali, come vedremo in seguito, il momento di controllo è
parallelo ad ogni sotto-processo. E' opportuno ricordare pertanto che in ogni fase del processo edilizio vi
sarà la concomitanza di più operatori che apparterranno o ad uno o all'altro sotto-processo e saranno
pertanto degli operatori di "trasformazione" e degli operatori di "controllo".
MODULO 1.1
IL PROGETTO
SOTTOPROCESSO
DECISIONALE
SOTTOPROCESSO ESECUTIVO
SOTTOPROCESSO GESTIONALE
SOTTOPROCESSO DI CONTROLLO
4. LE FASI E SOTTO-FASI DEL PROCESSO EDILIZIO TRACCIATO DALLE
NUOVE NORME
IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
43
LE FASI DI PROGRAMMAZIONE DI UN’OPERA PUBBLICA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
44
Studi di fattibilità
Piano triennale
Committente
Responsabile del Procedimento
Consulenti
Progetto Preliminare
Elenco Annuale
Committente
Responsabile del Procedimento
Consulenti
Progetto Esecutivo
Pianificazione di progetto
Committente
Responsabile del Procedimento
Consulenti
MODULO 1.1
IL PROGETTO
FASE DECISIONALE
Analisi di fattibilità
Sistema di obiettivi e
vincoli
Programma di intervento
Linee guida per la
progettazione
Bandi di gara
FASI PROGETTUALI
FASI DI
METAPROGETTAZIONE
SISTEMA AMBIENTALE
SISTEMA
TECNOLOGICO
FASI DI
PROGETTAZIONE
SISTEMA AMBIENTALE
SISTEMA
TECNOLOGICO
Progetto Definitivo Progetto Esecutivo
FASI DI
PIANIFICAZIONE
E
OPERATIVA
Piani Operativi Piani Economici
Piani Manutentivi Piani di Sicurezza Piano Temporali
Responsabile del Procedimento
Progettisti
Coordinatori Sicurezza per la Progettazione
SOTTOPROCESSO DECISIONALE
4.1. IL SOTTO-PROCESSO DECISIONALE
IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
45
In esso sono raccolte tutte le operazioni che implicano delle decisioni di carattere fondamentale per
l'intervento, da quella iniziale di attivazione del processo alla formulazione delle esigenze da soddisfare,
dalle indagini sulla fattibilità alle operazioni di progettazione, pianificazione e programmazione. In ognuno
di questi momenti i diversi "operatori" del processo si occupano dei due aspetti principali del sistema,
quello ambientale e quello tecnologico, prima esplorando diverse strategie e modelli di comportamento e
funzionamento, definendo puntualmente con la progettazione tutte le specifiche dell'oggetto da realizzare.
L'attività di progettazione si articola su tre livelli come previsto dalla nuova legislazione sui lavori pubblici
ed è costituita da una sequenza elaborata di fasi che, si sostanzia nella sequenza preliminare, definitiva,
esecutiva.
La legge prevede:
una pluralità di indagini, relative all'individuazione delle esigenze da soddisfare, delle
caratteristiche del luogo dell'intervento e del contesto, naturale e costruito, ecc.;
la definizione delle modalità di esecuzione;
la valutazione costi-benefici:
la funzionalità dell'organismo architettonico, per rappresentare la realizzabilità della
costruzione:
la fattibilità economico-finanziaria dell'opera;
la verifica della capacità programmatica del committente.
L'attività della progettazione, quindi, si configura come la sintesi di un procedimento articolato, arricchito
di analisi critiche e di successivi adeguamenti, il cui prodotto finale è certamente un insieme di elaborati
tecnici, ma che per il suo corretto svolgimento richiede, a livello programmatico, la pianificazione
strategica, economico-finanziaria e temporale degli interventi e, a livello operativo, coinvolge una figura
fondamentale nella gestione del processo decisionale, il responsabile unico del procedimento.
PROGETTO PRELIMINARE PROGETTO DEFINITIVO PROGETTO ESECUTIVO
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
46
A valle del contratto di appalto vi è il passaggio alle fasi di realizzazione dell'oggetto edilizio progettato.
Bisogna dire che non sempre è netta la linea di demarcazione fra i due momenti decisionale ed esecutivo:
se non si considera il regime dei lavori pubblici regolamentato dal nuovo Codice, alcune operazioni
progettuali e soprattutto quelle di tipo pianificatorio e programmatorio, vengono effettuate o integrate dai
tecnici dell'impresa appaltatrice: è uno di quei casi in cui la suddivisione sequenziale del processo mostra di
essere non tanto di ordine temporale bensì logico. Ad esempio la programmazione dei lavori, la quale può
essere stilata nel dettaglio solo conoscendo con precisione i mezzi e le risorse che utilizzerà il costruttore,
rimane pur sempre un atto di tipo decisionale, anche in virtù delle numerose influenze che essa ha sulle
fasi di progettazione,anche se le ragioni sopra esposte fanno preferire, per quanto possibile, un suo
slittamento temporale a valle del contratto di appalto.
D'altronde oggi, con l'entrata in vigore della nuova normativa TUSL sulla sicurezza nei cantieri (D.lgs
81/2008), al professionista incaricato dal committente è ormai demandato il compito di definire in maniera
assai particolareggiata tutto l'intervento : ciò comporta una definizione delle attività di cantiere a monte
del contratto di appalto.
Il sotto-processo esecutivo comprende quindi tutte le fasi di produzione dei materiali e dei componenti in
stabilimento, la realizzazione dei manufatti e il montaggio dei semilavorati e dei componenti in cantiere,
nonché le fasi di pianificazione e di programmazione operativa necessarie per la corretta, efficace e
razionale attuazione dell'intervento secondo lo schema:
MODULO 1.1
IL PROGETTO
4.2. IL SOTTO-PROCESSO ESECUTIVO
IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
47
SOTTOPROCESSO ESECUTIVO
FASE DI APPALTO FASE DI COLLAUDO FASI DI
PROGRAMMAZIONE
E ORGANIZZAZIONE
DELLA PRODUZIONE
E DEL CANTIERE
FASE DI
REALIZZAZIONE
ESECUZIONE LAVORI
E GESTIONE
BANDO DI GARA
GARA D’APPALTO
AGGOIDICAZIONE DEI LAVORI
PROJECT MANAGEMENT
PROGRAMMI OPERATIVI
GESTIONE COMMESSA
VERIFICA ED ACCETTAZIONE DEL PRODOTTO
GARANZIA ED ASSICURAZIONI
DEFINIZIONE CONTENZIOSO
VALUTAZIONE E
QUALIFICAZIONE
DELL’IMPRESA
CONTRATTO D’APPALTO
SISTEMA QUALITÀ VISION 2000
PIANI QUALITÀ DI COMMESSA (PQC)
PIANI DI CONTROLLO QUALITÀ IN
CANTIERE (PCQC)
ORGANIZZAZIONE DI IMPRESA
ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE
PIANI DI MONTAGGIO
PIANI DI
TRACCIAMENTO
PIANI DI SICUREZZA
PROGRAMMA LAVORI
PIANI ECONOMICO-FINANZIARI
PIANI GESTIONE ESERCIZIO E
MANUTENZIONE
PIANI DI CONTROLLO QUALITÀ DEL
PRODOTTO
POLIZZE ASSICURATIVE
COMMITTENTE
RUP
APPALTATORE
RUP
DIRETTORE DEI LAVORI (DL)
RESPONSABILE DELLA QUALITÀ
DIRETTORE CANTIERE
ASSICURATORI
COORDINATORE PER LA SICUREZZA IN FASE
DI ESECUZIONE (CSE)
COMMITTENTE
RUP
DIRETTORE DEI LAVORI (DL)
RESPONSABILE DELLA QUALITÀ
DIRETTORE CANTIERE
ASSICURATORI
FASI
SOTTO
FASI
OU
T PU
T O
PER
ATO
RI
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
48
In vari momenti dell’iter di realizzazione degli interventi pubblici,s’inserisce l’affidamento di incarichi di
progettazione, direzione lavori, collaudi e così via.
Di seguito si riporta un elenco delle attività che contraddistinguono i primi due sottoprocessi, ordinate
cronologicamente.
Nomina Dirigente Competente
Identificazione Bisogni
Studio Di Fattibilità
Programma Triennale
Nomina Del Responsabile Del Procedimento
Documento Preliminare Alla Progettazione (D.P.P)
- Affidamento Della Progettazione Preliminare
Progetto Preliminare
Verifica Del Progetto Preliminare
Elenco Annuale
- Affidamento Della Progettazione Definitiva
Progetto Definitivo
- Affidamento Della Progettazione Esecutiva
Progetto Esecutivo
Validazione Del Progetto Esecutivo
Piani Di Manutenzione
- Affidamento Ufficio Direzione Dei Lavori
Direttore Dei Lavori
Bando Di Gara
Aggiudicazione
Contratto
Piani Di Sicurezza
Consegna Lavori
- (Eventuale Affidamento Collaudi In Corso D’opera)
S.A.L (Stato Di Avanzamento Lavori) E Certificati Di Pagamento
Varianti In Corso D’opera
Sospensioni E Proroghe
Riserve E Contenzioni
Ultimazione Dei Lavori
Stato Finale Dei Lavori
- Affidamento Collaudi
Collaudo Statico
Collaudo Tecnico Amministrativo
Certificati Di Collaudo
4.2.1. ITER DI REALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI PUBBLICI,
TRACCIATO DALLE NUOVE NORME
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
49
Dal collaudo inizia la vita utile del bene prodotto. In fase pianificatoriasono state analizzate le caratteristiche
del progetto anche dal punto di vista della durata e del degrado, e sono stati stabiliti i livelli prestazionali del
bene edilizio in vista delle condizioni ambientali in cui va ad inserirsi e del tempo per il quale dovranno
essere mantenuti.
Esistono, poi, delle prescrizioni sul tipo di operazioni da effettuarsi, affinché i livelli di prestazione
previsti nel tempo siano effettivamente rispettati. L'esecuzione delle istruzioni citate è parte integrante
delle operazioni di gestione del manufatto edilizio, che vanno dall'esercizio corrente degli spazi (pulizia,
imbiancatura, ...) a quello delle parti a più alto contenuto tecnologico (esercizio e manutenzione degli
impianti, ...) fino alla manutenzione delle parti edili e strutturali.
Nella fase gestionale dell’intervento si studiano tutti quei casi di beni edilizi che possono essere inseriti in
un discorso di riuso sia da un punto di vista del riciclaggio del materiale che potrà essere trasformato, o
semplicemente smontato e riutilizzato.
E’ l’utente del bene edilizio (con esecuzione diretta o tramite aziende e tecnici specializzati),che dovrà
occuparsi della gestione prodotto e della sua eventuale dismissione.
MODULO 1.1
IL PROGETTO
SOTTOPROCESSO GESTIONALE
•GESTIONE CORRENTE ELEMENTI SPAZIALI
•ESERCIZIO IMPIANTI
•MANUTENZIONE ORDINARIA
•MANUTENZIONE STRAORDINARIA
•RISTRUTTURAZIONE
•DEMOLIZIONE
•RECUPERO E RICICLO COMPONENTI
PERIODO DI VITA UTILE
4.3. IL SOTTO-PROCESSO GESTIONALE
IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
50
II controllo avviene sistematicamente ad ogni stadio di trasformazione del processo, così come
rappresentato in tabella, ed è finalizzato alla verifica di congruenza e di rispondenza dei risultati ottenuti
dalle trasformazioni rispetto al sistema di obiettivi, vincoli e dati di ingresso di riferimento.
Tra i momenti di controllo più significativi rientrano il controllo qualità del progetto, articolato nei tre livelli
di progettazione preliminare, definitivo, esecutivo ed il controllo qualità del prodotto, attuato sia in fase di
produzione e accettazione dei materiali e dei componenti, che in fase di verifica e accettazione dell'opera
(collaudo lavori finale o in corso d'opera).
Il controllo oggi non è però più riconducibile solo a questi due momenti principali: si devono anche
verificare e controllare le procedure oltre che i costi, per arrivare al controllo della tempistica delle risorse
impiegate.
Alcune fasi, quelle più riconducibili a matrici di tipo industriale (produzione e lavorazioni in serie)
possiedono procedure di controllo collaudate, che conducono all'ottenimento di prodotti certificati
secondo le più recenti direttive della Comunità Europea.
Allo stesso modo le aziende che intervengono nell'ambito gestionale del processo si dotano di manuali di
qualità procedurali, al fine fornire servizi adeguati alle richieste del cliente, perseguendo parallelamente
l'obiettivo di ottenere la "certificazione di qualità".
La parte di processo sulla quale è necessario approfondire metodologie e strumenti di controllo è costituita
dalle fasi decisionali, dall'esplicitazione delle esigenze all'estensione del progetto.
MODULO 1.1
IL PROGETTO
SOTTOPROCESSO DI CONTROLLO
•PROGRAMMA DI INTERVENTO
•SISTEMA OBIETTIVI/VINCOLI
•VERIFICA RISPONDENZA
•DATI INPUT
FASE DECISIONALE
•PROGETTO
•VERIFICA QUALITATIVA, ECONOMICA, TEMPORALE, OPERATIVA
•CONTROLLO QUALITÀ PROGETTO FASE PROGETTUALE
•PRODOTTO
•VERIFICA RISPONDENZA PRGETTO
•CONTROLLO QUALITà
•COLLAUDO
FASE DI ESECUZIONE
PROCEDURE
VERIFICHE DI EFFICACIA
MO
MEN
TI DI C
ON
TRO
LLO M
OM
ENTI
DI C
ON
TRO
LLO
4.4. IL SOTTO-PROCESSO DI CONTROLLO
IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
51
Studi statistici effettuati in ambito europeo da diversi ricercatori ed organismi di ricerca, rilevano come il 50-
60% delle patologie dovute a degrado anticipato verificato su beni edilizi, sia dovuto ad errori di
progettazione, mentre solo un 20-25% è attribuibile rispettivamente a deficienze esecutive e gestionali.
Anche gli operatori di progettazione, oggi tendono a dotarsi di un sistema di qualità secondo la norma ISO 9001
al fine di definire "la struttura organizzativa, le procedure ed i processi e le risorse necessarie ad attuare la
gestione della qualità".
La richiesta di verifica di rispondenza agli obiettivi predefiniti o alla conformità alle norme è un passaggio ormai
obbligatorio anche per le opere non soggette alla normativa dei lavori pubblici.
Se la verifica del prodotto finale ha ormai trovato in molteplici casi una metodologia standardizzata, molto
ancora c'è da definire per il controllo della qualità del progetto (inteso in senso ampio) anche se nuovi
strumenti stanno rapidamente e radicalmente mutando questo aspetto. In sede Uni è stata approvata una
norma (10914-1:2001)dal titolo "Qualificazione e controllo del progetto edilizio di interventi di nuova
costruzione e di interventi sul costruito”
A tal fine la norma fornisce la guida alla definizione ed attuazione di un processo di qualificazione e controllo
del progetto edilizio, fornendo i criteri specifici per:
- definire, prima dell'avvio della progettazione, le finalità ed i vincoli posti alla base dell'intervento
attraverso la redazione del documento di programma
- assicurare, lungo l'iter di definizione dell'opera, una progressiva ed adeguata rispondenza del progetto
ad esso
- verificare, prima della messa in produzione del bene, la conformità effettiva progetto-programma
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
52
Qualsiasi processo edilizio nasce dall’iniziativa di un soggetto promotore che al fine di soddisfare determinate
esigenze o per investire denaro, si affianca ad altri operatori al fine di produrre un bene edilizio.
Il promotore potrà essere un soggetto pubblico o privato ma in entrambi i casi si cercherà di ottenere il
massimo profitto con il minimo rischio per ottenere la massima utilità con il minimo impiego di risorse. In ogni
caso sarà il promotore dell’iniziativa a decidere il livello di rischio accettabile e le risorse da mettere a
disposizione per ogni singolo intervento.
Nel caso di un’opera pubblica tutta l'attività di realizzazione dei lavori pubblici si svolge sulla base di un
programma triennale e dei suoi aggiornamenti annuali predisposti ed approvati dalla stazione appaltante,
unitamente all'elenco dei lavori da realizzare nell'anno stesso, escludendo dall'inserimento nel programma
triennale tutti i lavori di importo inferiore o uguale a 100.000 €.
È chiaro, quindi, che un ampio ventaglio di micro lavori, che pur costituiscono una larga parte dell'attività della
Pubblica Amministrazione, restano fuori dalla programmazione triennale. Questo garantisce di poter
affrontare, con maggiore disinvoltura, lavori di modesto importo.
Sia il promotore un ente pubblico o un soggetto privato, la prima fase sarà quella di individuare le esigenze da
soddisfare, ovvero definire la domanda di beni edilizi caratterizzata sia come tipologia di beni attesi, sia come
quantità e qualità richiesta per tali beni. Inoltre la domanda deve essere precisata come distribuzione e
variazione nel tempo anche a fronte di eventuali modificazioni che possono intervenire a causa di mutamenti
dell'offerta. Infatti, nel lasso di tempo che intercorre dall’individuazione delle esigenze alla realizzazione dei
beni edilizi programmati per rispondere a tali esigenze, possono intervenire variazioni del contesto e quindi
della domanda.
Una corretta analisi del mercato consente, quindi, non solo di acquisire i dati fondamentali per la
programmazione e progettazione dell'intervento, ma riduce anche in modo significativo il rischio di insuccesso
dell'intervento stesso.
Il fine di un progetto è quello di creare risultati attesi, creare output, creare sostanzialmente un valore
aggiunto. Il project genera un risultato che a sua volta genera un valore che può avere una certa durata nel
tempo.
Nella fase di definizione è pensata la nascita del progetto scaturita da un’opportunità di miglioramento di
un contesto, da un problema che si presenta nel breve periodo, da un’idea o da un piano strategico di lungo
termine. L’idea del privato è finalizzata alla capitalizzazione e all’investimento. Il settore pubblico al
contrario, non ha alcun interesse a finanziare, perciò l’idea nasce spesso da propositi elettorali.
La prima fase è a livello cerebrale e quando l’idea prende forma ci si avvia nel primo gate di passaggio, che
consiste nel passare dal processo mentale al primo livello di strutturazione, attraverso ad esempio le prime
MODULO 1.1
IL PROGETTO
5. LA FASE DECISIONALE
IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
53
analisi di fattibilità.
E’ necessario pensare a come si possa reggere in piedi l’idea, quali siano i soggetti coinvolti (stakeholders) e
quali siamo gli aspetti del triplice vincolo. Quest’approccio è consentito tramite lo svolgimento e l’analisi
degli studi di fattibilità.10
La "business idea" ed il sistema di obiettivi e vincoli del promotore/committente dell'intervento devono essere
verificati come fattibilità giuridico- normativa, tecnica, operativa, gestionale, economica e finanziaria mediante
appositi studi, in base ai risultati dei quali il sistema stesso potrà essere modificato in tutto o in parte; potrà
essere anche deciso di soprassedere all’attivazione dell'intervento, o di procedere ad un’attivazione parziale
scegliendo quali delle esigenze individuate potranno essere soddisfatte.
10 “ Strumenti Di Analisi E Valutazione Economico-Sociale Di Un’opera Pubblica: Il Parco Della Musica A Cagliari, Tesi di laurea di Monica Costa, Relatori: Carlo Argiolas, Filippo Melis
MODULO 1.1
IL PROGETTO
NORMATIVA INTERNA DEL PROCESSO
OU
T PU
T
OU
T PU
T
DEFINIZIONE DEL
SISTEMA DI
OBIETTIVI E VINCOLI VERIFICHE DI
FATTIBILITÀ
VALUTAZIONE
DELLA
CONVENIENZA
SOCIALE ED
ECONOMICA
DELL’INTERVENTO
DISCIPLINARE PER
L’APPALTO DI
SERVIZI
DIINGG.ED ARCHH
LINEE GUIDA E
CONTROLLO
DELLE FASI
PROGETTUALI
COMMITTENTE
RESPONSABILE
DEL
PROCEDIMENTO
ANALISI DI
MERCATO
ANALISI DEL
VALORE
BU
SINESS ID
EA
INDIVIDUAZIONE E
SCELTA DELLE
ESIGENZE DA
SODDISFARE
COMMITTENTE
TECNICI
Feedback di 1° livello
Feedback di 2° livello
COMMITTENTE
TECNICI
VARIE
DISCIPLINE
COMMITTENTE
5.1 GLI STUDI DI FATTIBILITA’
IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
54
Vengono esaminate diverse strategie di intervento delle quali si cerca di conoscere, tramite valutazioni
sintetiche di tipo parametrico fino a che punto rispondano alle esigenze individuate oppure rappresentino un
buon investimento per il committente, cioè fino a che punto può considerarsi ottimale l'utilizzo dei fattori
produttivi e delle risorse impiegate, a fronte dell'utilità sociale o personale ottenuta.
A tale proposito si parla anche di soglie di qualità: un intervento che venisse prospettato con livelli prestazionali
molto alti, ma chiaramente incompatibili con i vincoli economico-finanziari o temporali del committente,
quindi al di là delle soglie di qualità da esso previste, è da considerarsi un'ipotesi non conveniente e da scartare,
pur se mirante all'ottenimento di un prodotto eccellente.
“La qualità può essere intesa come grado di corrispondenza del bene realizzato al sistema di obiettivi e vincoli
fissato”. In quest'ottica diventa sempre più importante il ruolo del committente nel definire, nelle fasi
decisionali, i termini di riferimento rispetto ai quali confrontare la qualità ottenuta con quella attesa.
Un aspetto importante delle analisi di fattibilità è quello che si occupa di valutare rischi e benefici derivanti dal
l'intraprendere l'iniziativa: è infatti naturale che il promotore, particolarmente se di natura privata, tenti di
ottenere il massimo profitto con il minimo rischio, due risultati generalmente non associati.
Il Promotore individua dei bisogni, degli obiettivi, delle esigenze e perciò nello studio di fattibilità si
indicano quali lavori sono necessari per soddisfare questi bisogni. Questi lavori devono avere caratteristiche
di tipo:
- FUNZIONALI
- TECNICHE
- GESTIONALI
- ECONOMICO-FINANZIARIE
Lo studio di fattibilità si compone anche dell’analisi dello stato di fatto dell’intervento nelle sue
componenti:
- STORICO-ARTISTICHE
- ARCHITETTONICHE
- PAESAGGISTICHE
- DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
- SOCIO-ECONOMICHE
- AMMINISTRATIVE E TECNICHE
È fondamentale, quindi, che le analisi di fattibilità abbiano carattere di rapidità ed incisività, che considerino
pochi e sintetici parametri in modo da permettere di comprendere in breve tempo se l'intervento è
vantaggioso o meno.
Lo studio di fattibilità deve essere elaborato in maniera esaustiva e contenere tutti questi aspetti
affrontabili in maniera flessibile perché deve essere proporzionata con i problemi individuati. Per quanto
riguarda l’utilizzo programmato dell’opera, esso deve essere fattibile, basato su metodologie e informazioni
reperibili. Infine è necessario che tutti i procedimenti siano verificabili, valutabili e certificabili.
Queste specifiche valutazioni di fattibilità devono essere precedute da una serie di analisi propedeutiche e
concludersi con una analisi dei rischi sulla realizzabilità dell’opera.
La struttura di base dello SDF è dunque la seguente:
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
55
Analisi propedeutiche ed alternative di progetto
Gli elementi conoscitivi di base riguardano: l’inquadramento complessivo dell’opera, la stima ed analisi del
fabbisogno (domanda) e della proposta per il suo soddisfacimento (offerta), il modello di gestione e
manutenzione dell’opera e la presa in conto delle alternative progettuali di maggiore rilevanza. Tutti gli SDF
debbono affrontare queste analisi di base, ovviamente con un grado di approfondimento e di completezza
consoni alla dimensione ed alla fattispecie dell’opera studiata.
Fattibilità tecnica
L’ipotesi (tecnica) di opera pubblica, prescelta fra le alternative considerate per rispondere al fabbisogno
individuato, da sottoporre a studio di fattibilità va delineata e descritta con un dettaglio sufficiente per
permettere di realizzare le successive fasi di fattibilità (in particolare quelle: ambientale, finanziaria ed
economica). Si tratta di identificare le funzioni da insediare, di descrivere le caratteristiche tecnico-
funzionali e dimensionali, con riferimento alle opere necessarie per la realizzazione dell’intervento, nonché
di individuarne la localizzazione. La descrizione delle (cosiddette) opere distinguibili, delle attività
elementari, delle relazioni logiche e temporali fra attività ed opere e della loro proiezione su un calendario
presumibile, deve essere sufficientemente dettagliata per individuare chiaramente cosa debba essere fatto,
come e quando e per permettere le valutazioni di convenienza finanziaria ed economica. Lo strumento più
efficace per fornire questi elementi in modo sintetico può essere considerato il cosiddetto diagramma di
Gantt. Vanno poi dettagliatamente descritti, in termini quantitativi e qualitativi, gli output (beni e/o servizi)
previsti dell’opera.
Compatibilità ambientale
La valutazione di compatibilità ambientale di un’opera pubblica dovrebbe assicurare che nei processi di
formazione delle decisioni non siano compromessi gli obiettivi generali di protezione della salute e della
qualità della vita, di mantenimento della biodiversità, di riproduzione degli ecosistemi, di utilizzo razionale e
durevole delle risorse naturali e più ingenerale sia garantita la sostenibilità dell’intervento antropico.
Si tratta in sostanza di un’attività istruttoria alla fase di valutazione di impatto ambientale o allo studio di
compatibilità ambientale, nella quale vengono sinteticamente individuati a livello macro le principali
situazioni di criticità e rischio ambientale.
La sostenibilità finanziaria
Scopo delle analisi è quello di prospettare un valido piano di finanziamento dell’opera e di verificare e
valutare quella che sarà la situazione finanziaria per la gestione e manutenzione dell’opera. Quest’ultimo
aspetto assume una particolare rilevanza poiché se la gestione dell’opera prevede rientri finanziari di
qualunque natura (riscossione di tariffe, canoni, vendita di beni e servizi, sovvenzioni pubbliche, ecc.) essi
1. ANALISI PROPEDEUTICHE 2. ALTERNATIVEDI PROGETTO 3. FATTIBILITÀ TECNICA 4. COMPATIBILITÀ AMBIENTALE 5. SOSTENIBILITÀ FINANZIARIA 6. CONVENIENZA ECONOMICO-SOCIALE 7. VERIFICA PROCEDURALE 8. ANALISI DI RISCHIO E SENSITIVITÀ
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
56
dovrebbero almeno coprire tutte le uscite, se invece si tratta di un’opera per la quale non sono prevedibili
rientri si tratterà di programmare la copertura del deficit di esercizio, individuandone le competenze,
titolarità e modalità.
La convenienza economico-sociale
L’analisi economico-sociale all’interno dello studio di fattibilità di un’opera pubblica ha lo scopo di verificare
il grado di utilità dell’opera per la collettività. L’analisi economica è strutturalmente simile a quella
finanziaria, ma deve tenere conto anche degli eventuali costi e benefici economici esterni o indiretti. Per
costi esterni si intendono quei costi sopportati da soggetti diversi da quello cui compete la realizzazione o la
gestione dell’opera. Si può trattare dei costi relativi ad opere collaterali all’intervento ma necessarie per la
sua funzionalità, di quelli connessi alle attività economiche indotte (ai quali corrisponderanno i relativi
benefici esterni), dei costi ”esterni al mercato” cioè relativi a beni e servizi non vendibili (per esempio i costi
sociali relativi alla salute, all’impiego del tempo ecc.).
La verifica procedurale
Gli aspetti amministrativi e procedurali giocano un ruolo molto rilevante sulla probabilità di realizzare e
gestire in modo efficiente le opere pubbliche. Lo studio di fattibilità deve dunque verificare le condizioni
istituzionali, amministrative, organizzative ed operative necessarie alla realizzazione dell’intervento.
L’analisi di rischio e sensitività
L’analisi di rischio ha lo scopo di identificare gli eventi sfavorevoli che possono incidere sulle condizioni di
fattibilità dell’opera (realizzazione e gestione). Il fine è poi quello di valutare entro quali limiti i rischi insiti
nel progetto possano, eventualmente, influenzare i risultati economici e finanziari dell’opera. Le condizioni
di incertezza che il progetto deve affrontare (in particolare le situazioni “peggiorative”rispetto a quanto
previsto) possono riguardare una gamma molto vasta di aspetti: i tempi di realizzazione,gli impatti
ambientali, la variabilità della domanda, l’evoluzione tecnologica, la partnership, il modello digestione, i
costi ecc.
L’analisi di sensitività, consiste nell’esaminare la variazione dei risultati finanziari ed economici in relazione
a variazioni dei costi, dei rientri e dei benefici. Lo scopo è quello di verificare la validità e stabilità delle
ipotesi e di identificare le aree di maggiore incertezza e prevedere le misure da prendere per minimizzare
gli effetti negativi. Si effettuano differenti simulazioni circa una sola variabile del progetto mantenendo
invariate tutte le altre.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
57
PIANO TRIENNALE è il documento che redige la stazione appaltante nel caso di LLPP. Secondo la legge 109
in caso di programma dei LLPP, tutta l’attività di realizzazione dei lavori pubblici si svolge sulla base di un
programma triennale e dei suoi aggiornamenti annuali predisposti ed approvati dalla stazione appaltante.
Con la nuova legge del 2002, si escludono dall’inserimento nel programma triennale tutti i lavori di importo
inferiore o uguale a 100.000 euro.
La stazione appaltante dovrà effettuare corrette valutazioni sulla domanda quantitativa e qualitativa di beni
per la definizione delle priorità da assegnare agli interventi da inserire nei programmi. Il Programma
Triennale dei Lavori Pubblici si configura quindi come un documento di sintesi che riporta la descrizione
degli Interventi. In particolar modo specifica:
• la localizzazione dell’intervento;
• la stima dei costi;
• la tipologia e la categoria dell'intervento;
• gli apporti di capitale privato;
• la distinta dei lavori da realizzarsi nell’anno cui l’elenco si riferisce;
• il nominativo del responsabile del procedimento;
• lo stato della progettazione;
• le finalità dell'intervento;
• la conformità ambientale e urbanistica;
• l’ordine di priorità dell'intervento.
In merito all’ultimo aspetto, le opere hanno un ordine di priorita’:
Il Piano triennale si articola in una serie di schede definite nel Decreto Ministeriale.
Le schede riportano una suddivisione per anni dei finanziamenti e degli stanziamenti per gli interventi. Una
prima scheda è una sintesi delle risorse economiche disponibili. Una seconda scheda sintetizza ogni singolo
MODULO 1.1
IL PROGETTO
LAVORI DI MANUTENZIONE
LAVORI DI RECUPERO DEL PATRIMONIO ESISTENTE
COMPLETAMENTO DI LAVORI GIA’ INIZIATI
INTERVENTI PER I QUALI RICORRE LA POSSIBILITA’ DI FINANZIAMENTI CON CAPITALI PRIVATI
5.2. IL PROGRAMMA TRIENNALE
IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
58
intervento riportandone una breve descrizione. Una terza scheda riporta l'Elenco Annuale nel quale si
danno informazioni circa lo stato della progettazione e i tempi per l'esecuzione.
Trattandosi di documenti allegati al bilancio ed essendo per loro natura e definizione molto sintetici, non
hanno grandissima importanza progettuale se non come atto amministrativo in sé.
Allo stesso tempo, però, rappresentano uno strumento di gestione e controllo degli interventi costruendi:
• è infatti previsto che in essi siano indicati i tempi dell'inizio lavori e dell'esecuzione;
• sono aggiornati anno per anno in base ai finanziamenti e allo stato di avanzamento dell'intervento.
Questi documenti rappresentano l'atto di chiusura di un iter che parte dall'ideazione di una proposta fino
all'elaborazione e approvazione dello Studio di Fattibilità.
Il responsabile del procedimento ha la funzione di coordinatore e gestore del processo edilizio in ambito
pubblico, con il fine di colmare le lacune e le discontinuità nel flusso di informazioni all'interno della gestione
del Lavoro Pubblico, derivate dalla frammentazione di competenze e responsabilità. Per svolgere la sua
funzione di gestore del flusso di informazione, il responsabile del procedimento deve, per ovvietà di cose, saper
gestire anche i contenuti dell'informazione tecnica inerenti le scelte progettuali presenti nel progetto in
appalto. D'altra parte è onere del responsabile del procedimento creare le condizioni affinché il processo
realizzativo dell'intervento risulti condotto in modo unitario in relazione ai tempi e ai costi preventivati, e
soprattutto nel rispetto del livello qualitativo richiesto dalla stazione appaltante, qualità ottenibile solo in
funzione di scelte oculate e ottimizzate dal punto di vista della sicurezza e salute dei lavoratori e delle
procedure operative di messa in opera. Affinché possa gestire sapientemente la complessa mole di
informazioni tecniche operative, il responsabile del procedimento deve essere un professionista con specifiche
competenze di carattere tecnico, economico-finanziario, amministrativo, organizzativo e legale in relazione alle
caratteristiche dell'intervento.
Il responsabile del procedimento deve inoltre provvedere direttamente o con il supporto tecnico dei propri
uffici alla verifica e validazione dei progetti. Qualora all’interno delle amministrazioni non esistano le
competenze richieste, può rivolgersi ad organismi di controllo esterni autorizzati.
Il responsabile del procedimento, nominato dal responsabile del piano triennale, ha la funzione di coordinatore
e gestore dei processo edilizio in ambito pubblico, va individuato all’interno dell’Amministrazione, tra le figure
professionali con la necessaria esperienza (funzionario con idonea professionalità e con anzianità di servizio in
MODULO 1.1
IL PROGETTO
5.3. IL RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO
IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
59
ruolo non inferiore a cinque anni). In caso di impossibilità si deve ricercarla tra i tecnici liberi professionisti o
ricorrere all’esercizio associato tra più comuni.
HA IL COMPITO DI:
1. vigilare durante tutte le fasi di progettazione, affidamento ed esecuzione di ogni singolo intervento
2. provvede a creare le condizioni affinché il processo realizzativo risulti adeguato in relazione ai tempi ed ai costi preventivati, alla qualità richiesta, alla sicurezza ed alla salute dei lavoratori ed in conformità a qualsiasi altra disposizione di legge in materia
3. formula proposte al responsabile del programma triennale e fornisce allo stesso dati ed informazioni
4. promuove e sovrintende agli accertamenti ed alle indagini preliminari necessari per verificare la fattibilità tecnica, economica ed amministrativa degli interventi
5. verifica la conformità ambientale, paesistica, territoriale ed urbanistica degli interventi
6. indica e motiva la scelta del metodo di affidamento degli incarichi di natura tecnica, coordina e verifica la predisposizione dei bandi di gara, nonché il successivo svolgimento delle relative procedure
7. coordina l’attività di redazione del progetto preliminare, verificando che sia rispettato il contenuto del documento preliminare alla progettazione e che siano indicati gli indirizzi che devono essere seguiti nei successivi livelli di progettazione
8. coordina l’attività di redazione del progetto definitivo ed esecutivo, verificando che siano rispettate le indicazioni
contenute nel documento preliminare alla progettazione e nel progetto preliminare
9. coordina l’attività di redazione del piano di sicurezza e di coordinamento e del piano generale di sicurezza
10. propone all’amministrazione aggiudicatrice i sistemi di affidamento dei lavori
11. promuove l’istituzione dell’ufficio di direzione dei lavori
12. effettua, prima dell’approvazione del progetto in ciascuno dei suoi livelli, le necessarie verifiche circa la rispondenza
dei contenuti del documento alla normativa vigente, alle indicazioni del documento preliminare ed alle disponibilità
finanziarie
13. svolge la funzione di vigilanza sulla realizzazione dei lavori verificando il rispetto delle prescrizioni contrattuali
14. raccoglie, verifica e trasmette all’osservatorio dei lavori pubblici gli elementi relativi agli interventi di sua competenza
15. per ragioni di pubblico interesse, può ordinare la sospensione dei lavori
16. assicura che ricorrano le condizioni di legge previste per le varianti in corso d’opera
17. applica penali per il ritardato adempimento degli obblighi contrattuali
18. propone la risoluzione del contratto ogni qualvolta se ne realizzino i presupposti
19. propone la risoluzione bonaria delle controversie che insorgono in ogni fase di realizzazione dei lavori
20. impartisce, con ordine di servizio, al direttore dei lavori:
- le istruzioni occorrenti a garantire il corretto svolgimento dei lavori;
- le indicazioni circa la periodicità con la quale il direttore dei lavori è tenuto a presentare un rapporto sulle principali
attività di cantiere
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
60
La progettazione edilizia è un insieme di atti programmatori necessari ad ottenere un equilibrato percorso di
formazione di un determinato progetto in relazione alle esigenze dell'utente ed alle implicazioni ambientali,
operative, economiche e temporali del processo attivato.
L'attività di progettazione:
riguarda il processo di ideazione, pianificazione, sviluppo e costruzione dell'organismo;
si attua attraverso l'acquisizione delle informazioni che derivano dall'utente e dal contesto in cui si opera;
si attiva attraverso l'individuazione dei requisiti ambientali, tecnologici e dei modelli d'uso;
si sviluppa attraverso lo studio delle soluzioni specifiche;
si realizza nella definizione delle scelte progettuali attraverso l'identificazione ed il confronto tra soluzioni
compatibili e congruenti.
La progettazione viene condotta attuando uno scambio di informazioni tra le vari fasi del processo progettuale,
e viene sviluppata in due fasi successive, la prima dedicata alla definizione del tipo di attività ed alle modalità di
svolgimento per ogni organismo edilizio, la seconda relativa alle soluzioni proponibili per soddisfare le esigenze
individuate, ed i requisiti richiesti.
MODULO 1.1
IL PROGETTO
LIVELLI DI PROGETTAZIONE
PRELIMINARE
VERIFICA
DEFINITIVO ESECUTIVO
VALIDAZIONE
6. I LIVELLI DI PROGETTAZIONE
IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
61
L'insieme dei requisiti costituisce quindi il corpo di regole che mettono in relazione gli obiettivi iniziali con la
qualità del bene offerto, e la normativa è lo strumento che raccoglie e codifica queste regole, indicando le
caratteristiche di un elemento e i suoi comportamenti, anche in rapporto agli altri elementi posti all'interno di
un insieme organico. Il corpo di regole viene organizzato all'interno di una normativa, che pone una serie di
condizioni che devono essere rispettate nel processo di progettazione, di esecuzione e di gestione di un
determinato organismo.
Il processo progettuale è un sistema aperto che ha profonde interazioni con l'utente e con l'ambiente, dal
quale provengono continui e tumultuosi input, e che si sviluppa in modo interdisciplinare.
PROGETTO
IDENTIFICAZIONE DI SOLUZIONI COMPATIBILI
ELABORAZIONE DI DATI IN INGRESSO SECONDO CRITERI
DI CONGRUENZA E DI CONFRONTO FRA SOLUZIONI
COMPATIBILI
STUDIO CORRETTO, COMPRENSIBILE DELLA
FATTIBILITÀ E DELLA CONVENIENZA ECONOMICA- FINANZIARIA DEL PRODOTTO
DEFINIZIONE E SCELTA DEGLI OBIETTIVI FUNZIONALI, SPAZIALI, TECNOLOGICI,
ECONOMICI E TEMPORALI
Le esigenze sono viste come esplicitazioni di bisogni dell'utenza finale (utilizzatore del bene edilizio),
tenendo conto dei vincoli e dei condizionamenti che l’ambiente naturale pone all'ambiente costruito. La
loro individuazione avviene attraverso l'analisi dei bisogni da soddisfare, confrontati con fattori di tipo
ambientale, culturale ed economico.
I requisiti sono da considerarsi come trasposizione a livello tecnico delle esigenze. La loro individuazione
passa attraverso l'analisi delle esigenze, confrontate con i sistemi di agenti, ovvero dell'insieme dei fattori
ambientali ed economici che interessano gli organismi edilizi.
La progettazione è un insieme di atti decisionali ed operativi. Si basa sull'esperienza di lavori precedenti,
sulla profondità di analisi delle proprie scelte, sul confronto critico con le idee degli altri, e si manifesta
attraverso la capacità di esprimersi tramite indicazioni e strumenti chiari, completi, uniformi, e, quindi,
facilmente trasmissibili e comprensibili.
.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
62
PROGRAMMAZIONE
Analisi e studio delle esigenze
Studi di fattibilità
Programma Triennale
Elenco Annuale
Documento Preliminare alla Progettazione
Affidamento degli incarichi per i servizi
tecnici
PROGETTAZIONE
Progetto Preliminare
Progetto Definitivo
Progetto Esecutivo
Verifica e validazione del progetto
Appalto per l'esecuzione dei lavori
ESECUZIONE
Ruolo dell'impresa
Subappalto
Collaudi e Chiusura lavori
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
63
Qualsiasi processo edilizio nasce dall’iniziativa di un soggetto promotore che al fine di soddisfare determinate
Da rilevare con interesse nella fase di progettazione, l’introduzione del documento preliminare alla
progettazione (DPP). Esso rappresenta il documento a cavallo tra l’individuazione del bisogno, l’idea della
progettazione vera e propria. Nel DPP la Stazione Appaltante attraverso il responsabile del procedimento
da indicazioni circa:
Tutte le successive fasi di progettazione dovranno essere svolte a soddisfare le indicazioni espresse dalla
Stazione Appaltante, in qualità di committente, nel DPP.
Contenuti:
• situazione iniziale, vincoli di legge relativi al contesto, regole e norme tecniche da rispettare;
• obiettivi generali da perseguire e le strategie per raggiungerli;
• esigenze e bisogni da soddisfare;
• funzioni che dovrà svolgere l’intervento;
• requisiti tecnici da rispettare;
• livelli di progettazione ed elaborati da redigere;
• limiti finanziari, stima dei costi e le fonti di finanziamento.
MODULO 1.1
IL PROGETTO
DOCUMENTO PRELIMINARE ALLA PROGETTAZIONE
STATO DI FATTO
VINCOLI DI LEGGE RELATIVI AL CONTESTO
NORME TECNICHE DA RISPETTARE
OBIETTIVI GENERALI DA
PERSEGUIRE E LE STRATEGIE PER RAGGIUNGERLI
ESIGENZE E BISOGNI DA SODDISFARE
FUNZIONI CHE DOVRÀ SVOLGERE
L’INTERVENTO;
REQUISITI TECNICI CHE DOVRÀ RISPETTARE
LIVELLI DI PROGETTAZIONE E GLI ELABORATI DA
REDIGERE
LIMITI FINANZIARI, LA STIMA DEI
COSTI E LE FONTI DI
FINANZIAMENTO
- E’ UN ELABORATO CHE DEVE ESSERE REDATTO, PER CIASCUN INTERVENTO, DAL R.U.P.
PRIMA DI DARE INIZIO ALLA PROGETTAZIONE VERA E PROPRIA
- RAPPRESENTA LA CHECK LIST DEGLI ADEMPIMENTI PROGETTUALI;
- CONTIENE L’ESPLICITAZIONE E LA FORMALIZZAZIONE DEGLI INDIRIZZI PROGETTUALI
DELLA COMMITENZA RIVOLTI AI TECNICI CHE VERRANNO INCARICATI DELLA
PROGETTAZIONE.
6.1 IL DOCUMENTO PRELIMINARE ALLA PROGETTAZIONE
IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
64
Esperita la gara d’appalto di servizi per scegliere gli operatori di progettazione (o assegnato direttamente l'incarico
di progettazione per importi inferiori a 100.000€), inizia la fase progettuale.
La Legge 166/02, (art.16 3° comma) definisce il primo livello di progettazione (Progetto Preliminare):
"II progetto preliminare definisce le caratteristiche qualitative e funzionali dei lavori, il quadro delle esigenze da
soddisfare e delle specifiche prestazioni da fornire e consiste in una relazione illustrativa delle ragioni della
scelta della soluzione prospettata in base alla valutazione delle eventuali soluzioni possibili, anche con
riferimento ai profili ambientali, della sua fattibilità amministrativa e tecnica, accertata attraverso le
indispensabili indagini di prima approssimazione, dei costi, da determinare in relazione ai benefici previsti,
nonché in schemi grafici per l'individuazione delle caratteristiche speciali, tipologiche, funzionali e tecnologiche
dei lavori da realizzare".
Il progetto preliminare, si configura quindi come il programma indicativo dei lavori di progettazione, fase-
metaprogettuale, perché si fa carico di:
raccogliere e ordinare gli obiettivi del committente;
individuare i vincoli e le norme tecniche da rispettare;
identificare le caratteristiche spaziali-funzionali e tecnologico-materiche dell'opera;
indicare ordini attendibili di spesa da sostenere in funzione della tipologia e delle scelte progettuali.
MODULO 1.1
IL PROGETTO
6.2. IL PROGETTO PRELIMINARE
IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
65
FINANZA DI PROGETTO
PROPOSTA DI INTERVENTO
FINANZIAMENTI PRIVATI
IMPORTO LAVORI
> 100.000 €
INFRASTRUTTURA OPERA STRATEGICA
LAVORI DI MANUTENZIONE
NOMINA RUP
STUDI DI FATTIBILITÀ
IMPORTO LAVORI > 100.000.000 €
IMPORTO LAVORI > 1.594.370 €
ELABORAZIONE ED APPROVAZIONE DPP
PROCEDURA AFFIDAMENTO INCARICHI SERVIZI TECNICI
PROGETTO PRELIMINARE
APPROVAZIONE PROGETTO PRELIMINARE
STIMA DEI COSTI
INSERIMENTO DELL'INTERVENTO NEL PROGRAMMA
TRIENNALE DEI LAVORI PUBBLICI
POSSIBILE RICVORSO ALLA PROCEDURA INDICATA NELLA
L.144/1999
NON INCLUSO NEL PROGRAMMA
TRIENNALE
POSSIBILE RICORSO AL CONTRAENTE
GENERALE.
SI
NO
NO
NO
NO
NO
NO
SI SI
SI
SI
SI
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
66
Stabilisce i profili e le caratteristiche più significative degli elaborati dei successivi livelli di progettazione, in
funzione delle dimensioni economiche della tipologia e categoria dell’intervento e, normalmente, è
composto dai seguenti elaborati:
La relazione illustrativa richiede la motivazione della soluzione progettuale prescelta fra quelle possibili, in
rapporto alle esigenze da soddisfare, ai profili ambientali, all'impiego di materiali provenienti dalle attività di
riuso e di riciclo; richiede, inoltre, la valutazione tecnica della fattibilità tecnica ed amministrativa dell'opera
in base ad indagini di prima approssimazione.
Gli schemi grafici consentono di individuare le caratteristiche dimensionali, volume-triche, tipologiche,
funzionali e tecnologiche dei lavori da realizzare, esplicitando la quantità e la qualità delle opere e le
prestazioni attese.
Il calcolo preventivo del costo dell'opera consente di valutare gli impegni finanziari e il rapporto costi-benefici
che possono scaturire dalla realizzazione dell'opera.
Il progetto preliminare rappresenta l'elaborato cardine in cui sono espresse in termini edilizi le scelte
"politiche" del committente per la successiva trasformazione in documenti tecnici-amministrativi ed esecutivi
di progetto e di cantiere.
La Verifica del progetto preliminare
La verifica del progetto preliminare è finalizzata ad accertare la qualità concettuale, sociale, ecologica, ambientale
ed economica della soluzione progettuale prescelta e la sua conformità alle specifiche disposizioni funzionali
prestazionali e tecniche contenute nel documento preliminare alla progettazione. La necessità della verifica del
progetto preliminare nasce dal ruolo centrale che esso assume nelle decisioni della pubblica
amministrazione in fase di programmazione.
La verifica verrà effettuata da organismi di controllo diversi a seconda dell’importo dei lavori. Se si
tratta di importi superiori a 20 milioni di euro tali organismi dovranno essere accreditati secondo le
norme europee, nel caso in cui non si arrivi a tale importo saranno le stazioni appaltanti, se
dispongono di un sistema interno di controllo di qualità, ad effettuare i l controllo o soggetti esterni
autorizzati secondo i criteri stabiliti dal regolamento.
1. RELAZIONE ILLUSTRATIVA
2. RELAZIONE TECNICA
3. STUDIO DI PRE-FATTIBILITÀ AMBIENTALE
4. INDAGINI GEOLOGICHE, IDROGEOLOGICHE,
ARCHEOLOGICHE PRELIMINARI
5. PLANIMETRIA GENERALE E SCHEMI GRAFICI
6. PRIME INDICAZIONI E DISPOSIZIONI PER LA
STESURA DEI PIANI DI SICUREZZA
7. CALCOLO SOMMARIO DELLA SPESA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
67
La Legge Quadro definisce:
"II progetto definitivo individua compiutamente i lavori da realizzare, nel rispetto delle esigenze, dei criteri,
dei vincoli, degli indirizzi e delle indicazioni stabiliti nel progetto preliminare e contiene tutti gli elementi
necessari ai fini del rilascio delle prescritte autorizzazioni ed approvazioni. Esso consiste in una
relazione descrittiva dei criteri utilizzati per le scelte progettuali, nonché delle caratteristiche dei
materiali prescelti e dell'inserimento delle opere sul territorio; nello studio di impatto ambientale ove
previsto; in disegni generali nelle opportune scale descrittive delle principali caratteristiche delle
opere, delle superfici e dei volumi da realizzare, compresi quelli per l'individuazione del tipo di
fondazione; negli studi ed indagini preliminari occorrenti con riguardo alla natura ed alle caratteristiche
dell'opera; nei calcoli preliminari delle strutture e degli impianti; in un disciplinare descrittivo degli
elementi prestazionali, tecnici ed economici previsti in progetto nonché in un computo metrico estimativo.
Gli studi e le indagini occorrenti, quali quelli di tipo geognostico, idrologico, sismico, agronomico, biologico,
chimico, i rilievi e i sondaggi, sono condotti fino ad un livello tale da consentire i calcoli preliminari delle
strutture e degli impianti e lo sviluppo del computo metrico estimativo "
I destinatari dei risultati della progettazione definitiva sono gli Enti e le Autorità preposte alla attività di
indirizzo e vigilanza nel campo dell'edilizia per il rilascio di pareri, nulla-osta, autorizzazioni, concessioni.
Infatti il Progetto Definitivo contiene tutti gli elementi necessari ai fini del rilascio della concessione edilizia
e degli altri atti di natura urbanistica.
Gli elaborati grafici del progetto definitivo sono generalmente redatti in scala 1:100 e di fatto presentano un
livello di approfondimento superiore a quello che era proprio del cosiddetto "progetto comunale" per la
richiesta della Concessione Edilizia. Possiamo riassumerli in:
relazione descrittiva (e non solo illustrativa come nel preliminare) dei criteri che hanno guidato le scelte progettuali (spaziali, distributive, tecnologiche, materiche) anche in relazione all'inserimento nel contesto edilizio, urbano, territoriale;
relazioni tecniche specialistiche;
studio di impatto ambientale (se previsto) attraverso un processo di analisi;
della natura e degli obiettivi dell'intervento;
dell'ambiente coinvolto;
delle ricadute delle scelte progettuali sia in fase di costruzione che di vita utile dell'opera;
delle aree sensibili e delle soluzioni alternative;
elaborati grafici delle dimensioni dell'opera
MODULO 1.1
IL PROGETTO
6.3. IL PROGETTO DEFINITIVO
IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
68
calcoli e dimensionamento preliminari delle strutture portanti e degli impianti;
disciplinare descrittivo degli elementi tecnici con individuazione dellespecifiche prestazionali ed economiche (con elenco dei prezzi unitari)delle varie categorie di lavoro;
computo metrico estimativo, contenente tipo, qualità, quantità, costi unitari e costi totali dei procedimenti costruttivi;
relazione relativa alle indagini, alle ricerche, ai sondaggi agli studi di tipo geognostico, idrologico, sismico, biologico, chimico per valutare pienamente tutte le variabili progettuali;
piano particellare di esproprio;
quadro economico
Dal progetto definitivo, ottenute le necessarie autorizzazioni amministrative si passa alla redazione del
progetto esecutivo. Esso determina l'opera ed il costo relativo in ogni particolare per definire in modo
chiaro, univoco, congruente il contenuto dell'appalto ed il livello prestazionale atteso (durante la il ciclo di
vita dell'opera), deve permettere la successiva realizzazione dell'intervento senza ulteriori integrazioni
progettuali da parte del progettista. Il progetto esecutivo definisce compiutamente ed in ogni particolare
architettonico, strutturale ed impiantistico l’intervento da realizzare, si configura infatti come l'elaborato da
utilizzare in cantiere.
Il progetto esecutivo è composto da:
1) relazione generale esplicitante le scelte progettuali esecutive per quanto riguarda forma e tipologia
anche in rapporto a qualità e prezzo; eventuale
2) relazioni specialistiche per l’approfondimento delle soluzioni prospettate in funzione di ulteriori
indagini di natura geologica, geotecnica, idrologica e idraulica, compresi gli interventi previsti di
abbattimento massimo dell'impatto ambientale;
3) rappresentazione grafica completa e dettagliata di tutte le caratteristiche architettoniche dell'opera;
4) calcoli ed elaborati grafici esecutivi di strutture portanti ed impianti;
5) piani di sicurezza e di coordinamento; elaborato contenente indicazioni ai fini della prevenzione e
protezione dai rischi cui sono esposti i lavoratori (D.LGS 81/2008)
6) piani di manutenzione dell’opera e di sue parti;
7) cronoprogramma; è il documento che illustra le fasi attuative dell’intervento con l’indicazione dei
tempi di svolgimento delle varie attività di progettazione, approvazione, affidamento, esecuzione e
collaudo.
8) elenco dei prezzi unitari e eventuali analisi;
MODULO 1.1
IL PROGETTO
6.4. IL PROGETTO ESECUTIVO
IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
69
9) computo metrico estimativo definitivo e quadro economico; computo metrico estimativo con la
descrizione dettagliata delle opere per categoria e sottocategorie e con individuazione delle
lavorazioni elementari, delle modalità di svolgimento, delle risorse coinvolte, delle unità di misura,
dei criteri di misurazione, della normativa di riferimento, sviluppando, ove necessario, le voci previste
nella fase precedente.
10) quadro dell’incidenza percentuale della quantità di manodopera per le diverse categorie di cui si
compone l’opera od il lavoro;
11) schema di contratto e capitolato di appalto.
La Validazione del progetto esecutivo
Il responsabile del procedimento verifica prima della sua approvazione la conformità del progetto alla normativa
vigente ed al documento preliminare della progettazione. L’eccezione esiste in caso di appalto integrato dove
la verifica ha ad oggetto il progetto definitivo.
“Prima della approvazione, il responsabile del procedimento procede in contraddittorio con i progettisti a
verificare la conformità del progetto esecutivo alla normativa vigente ed al documento preliminare alla
progettazione”
La validazione riguarda fra l’altro:
a) la corrispondenza dei nominativi dei progettisti a quelli titolari dell'affidamento e la sottoscrizione dei documenti per l’assunzione delle rispettive responsabilità;
b) la completezza della documentazione relativa agli intervenuti accertamenti di fattibilità tecnica, amministrativa ed economica dell'intervento;
c) l’esistenza delle indagini, geologiche, geotecniche e, ove necessario, archeologiche nell'area di intervento e la congruenza dei risultati di tali indagini con le scelte progettuali;
d) la completezza, adeguatezza e chiarezza degli elaborati progettuali, grafici, descrittivi e tecnico-economici, previsti dal regolamento;
e) l’esistenza delle relazioni di calcolo delle strutture e degli impianti e la valutazione dell'idoneità dei criteri adottati;
f) l’esistenza dei computi metrico- estimativi e la verifica della corrispondenza agli elaborati grafici, descrittivi ed alle prescrizioni capitolari;
g) la rispondenza delle scelte progettuali alle esigenze di manutenzione e gestione;
h) l’effettuazione della valutazione di impatto ambientale, ovvero della verifica di esclusione dalle procedure, ove prescritte;
i) l’esistenza delle dichiarazioni in merito al rispetto delle prescrizioni normative, tecniche e legislative comunque applicabili al progetto;
l) l’acquisizione di tutte le approvazioni ed autorizzazioni di legge, necessarie ad assicurare l’immediata cantierabilità del progetto; il coordinamento tra le prescrizioni del progetto e le clausole dello schema di contratto e del capitolato speciale d’appalto nonché la verifica della rispondenza di queste ai canoni della legalità.
Dopo l’acquisizione dei pareri tecnici necessari alla definizione di tutti gli aspetti del progetto si svolge la
conferenza dei servizi che procede a nuovo esame del progetto. Ciascuna amministrazione aggiudicatrice
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
70
procede successivamente all’approvazione del progetto secondo i modi e i tempi stabiliti dal proprio
ordinamento.
Il piano di manutenzione è il documento che deve essere redatto nel terzo livello di progettazione
divenendo parte integrante del progetto esecutivo.
Questo documento prevede, pianifica e programma, tenendo conto degli elaborati progettuali esecutivi o di
effettiva realizzazione, l'attività di manutenzione dell'intervento al fine di mantenere e/o ripristinare nel
tempo la funzionalità, le caratteristiche di qualità, l'efficienza ed il valore economico. Si fa, quindi, riferimento
implicito ai criteri di scelta dei materiali e delle tecnologie in relazione all'affidabilità, alla durabilità ed alla
manutenzione degli stessi.
I documenti che supportano il piano di manutenzione sono principalmente di tre tipi:
1. Schede tecniche di riferimento:
contengono la descrizione dei livelli di prestazione richiesti in relazione alle soglie di funzionamento
del componente, i valori caratteristici e le modalità di controllo dello stato di funzionamento e
conservazione
2. Schede diagnostiche:
costituiscono la guida al rilevamento e monitoraggio dei dati riguardanti la condizione degli oggetti
da sottoporre a manutenzione e riportano oltre all’ oggetto del monitoraggio,a i termini e alle
condizioni operative le modalità e i risultati del controllo e monitoraggio.
3. Schede cliniche:
descrivono la "terapia" da adottare sulla base di quanto è stato riscontrato nella fase diagnostica. Le
stesse schede vengono poi riprese a conclusione dell'intervento per riportare il livello di recupero
della prestazione raggiunto a seguito degli interventi (relazione sull'efficacia dell'operazione).
Il Nuovo DPR 207 disciplina i contenuti e gli strumenti operativi del piano di manutenzione e prevede sia
composto da tre elaborati fondamentali:
IL MANUALE D'USO
Si riferisce alle modalità di utilizzazione e di gestione dei principali sistemi componenti l'opera con particolare
attenzione alle parti impiantistiche; deve fornire al futuro utente tutte le informazioni che gli consentono di
usufruire correttamente dell'opera per evitare un degrado anticipato. Esso dovrà avere tutti gli elementi
necessari per utilizzare correttamente il bene e riconoscere tempestivamente i fenomeni di deterioramento
al fine di richiedere un intervento specialistico.
Il manuale d’uso a tal fine dovrà contenere delle informazioni specifiche sulla collocazione nell’intervento
delle parti menzionate, descrivendole e rappresentandole graficamente, indicando infine le modalità di uso
corretto.
6.4.1 I PIANI DI MANUTENZIONE
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
71
IL MANUALE DI MANUTENZIONE
Deve contenere le prescrizioni necessarie all'esecuzione della manutenzione dell'opera e egli impianti
tecnologici con l'indicazione delle aziende cui riferirsi (centri di assistenza o di servizi) in relazione alle
diverse unità tecnologiche, alle caratteristiche dei materiali o dei componenti interessati. Anche in
questo caso deve essere descritto in maniera dettagliata l'intervento: l'ubicazione, la rappresentazione
grafica, la descrizione delle risorse necessarie per l'intervento manutentivo, il livello minimo delle
prestazioni, le anomalie riscontrabili, le manutenzioni eseguibili direttamente dall'utente e le
manutenzioni da eseguire a cura di personale specializzato.
IL PROGRAMMA DI MANUTENZIONE
Distribuisce nel tempo i controlli e gli interventi in modo da ottimizzare il funzionamento dell'opera e da
realizzare una sua corretta gestione; la stesura avviene attraverso la realizzazione di tre sottoprogrammi:
II sottoprogramma delle prestazioni nel quale si esplicitano le prestazioni offerte nell’intero ciclo di
vita da ciascun oggetto argomento del piano in relazione alla "classe di requisito";
II sottoprogramma dei controlli che definisce il programma delle verifiche e dei controlli al fine di
individuare l’andamento della caduta prestazionale avente come "estremi il valore di collaudo
e quello minimo di norma";
II sottoprogramma degli interventi di manutenzione che indica in ordine temporale gli interventi da
eseguire.
La normativa di riferimento alla Sicurezza è il Testo Unico D.lgs 81/2008 che incorpora le vecchie L.494/96 e
626/94
L’art.100 del D.lgs 81/2008 definisce:
“Il piano e' costituito da una relazione tecnica e prescrizioni correlate alla complessità dell'opera da
realizzare ed alle eventuali fasi critiche del processo di costruzione, atte a prevenire o ridurre i rischi per la
sicurezza e la salute dei lavoratori nonché la stima dei costi. Il piano di sicurezza e coordinamento (PSC) e'
corredato da tavole esplicative di progetto, relative agli aspetti della sicurezza, comprendenti almeno una
planimetria sull'organizzazione del cantiere e, ove la particolarità dell'opera lo richieda, una tavola tecnica
sugli scavi.
Il piano di sicurezza e coordinamento e' parte integrante del contratto di appalto”.
In relazione alla vecchia direttiva, la recente normativa italiana in ambito della sicurezza sposta
parte della responsabilità dall'impresa al committente con l'obbligo di quest'ultimo di far redigere un
piano di sicurezza e coordinamento prima di bandire la gara di appalto.
Attualmente pertanto si configurano due situazioni ben distinte:
• da un lato la responsabilità diretta dell'impresa e del direttore di cantiere sugli approntamenti
di sicurezza delle singole attività di cantiere.
6.4.2 I PIANI DI SICUREZZA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
72
• dall'altro la responsabilità diretta del committente di approntare un piano di sicurezza e
coordinamento e un piano generale di sicurezza e coordinare pertanto gli approntamenti di
sicurezza derivanti dalle sovrapposizioni delle diverse lavorazioni.
Contenuti minimi del PSC
Il PSC é specifico per ogni singolo cantiere temporaneo o mobile e di concreta fattibilità.
Il PSC deve contenere almeno i seguenti elementi:
- l'identificazione e la descrizione dell'opera
- l'individuazione dei soggetti con compiti di sicurezza, esplicitata con l'indicazione dei
nominativi del responsabile dei lavori, del coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione e, qualora
già nominato, del coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione ed a cura dello stesso coordinatore per
l'esecuzione con l'indicazione, prima dell'inizio dei singoli lavori, dei nominativi dei datori di lavoro delle
imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi;
- una relazione concernente l'individuazione, l'analisi e la valutazione dei rischi in riferimento all'area
ed all'organizzazione dello specifico cantiere, alle lavorazioni interferenti ed ai rischi aggiuntivi
rispetto a quelli specifici propri dell’attività delle singole imprese esecutrici o dei lavoratori
autonomi;
- le scelte progettuali ed organizzative, le procedure, le misure preventive e protettive e i dispositivi
di protezione (DPI)
- le misure di coordinamento relative all'uso comune da parte di più imprese e lavoratori autonomi,
come scelta di pianificazione lavori finalizzata alla sicurezza, di apprestamenti, attrezzature,
infrastrutture, mezzi e servizi di protezione collettiva ;
- le modalità organizzative della cooperazione e del coordinamento, nonché della reciproca
informazione, fra i datori di lavoro e tra questi ed i lavoratori autonomi;
- l'organizzazione prevista per il servizio di pronto soccorso, antincendio ed evacuazione dei
lavoratori, nel caso in cui il servizio di gestione delle emergenze é di tipo comune,
- la durata prevista delle lavorazioni, il cronoprogramma dei lavori, nonché l'entità presunta del
cantiere espressa in uomini-giorno;
- la stima dei costi della sicurezza.
I piani di sicurezza e di coordinamento sono i documenti complementari al progetto esecutivo che prevedono
l’organizzazione delle lavorazioni atta a prevenire o ridurre i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori. La
loro redazione comporta, con riferimento alle varie tipologie di lavorazioni, individuazione, l’analisi e la
valutazione dei rischi intrinseci al particolare procedimento di lavorazione connessi a congestione di aree di
lavorazioni e dipendenti da sovrapposizione di fasi di lavorazioni.
Il piano di sicurezza diventa parte integrante del progetto e deve essere redatto da chi conosca in maniera
approfondita il progetto, il sito, le tecniche da utilizzare, le attrezzature e le tempistiche e non può essere
"un'appendice" indipendente dal cantiere;
- la notifica preliminare
- il piano di sicurezza e di coordinamento ed il relativo fascicolo tecnico contenente le informazioni
utili ai fini della prevenzione e protezione dai rischi cui sono esposti i lavoratori
6.4.3 I DOCUMENTI PREVISTI DAL D.LGS 81/2008
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
73
- il piano generale di sicurezza
I documenti sopra, elencati non sono sempre tutti indispensabili, ma vengono redatti in relazione all'entità
dei lavori ed alla natura di tali lavori.
La notifica preliminare contiene:
1. Data della comunicazione;
2. Indirizzo del cantiere;
3. Committente, nome e indirizzo;
4. Natura dell'opera;
5. Responsabile dei lavori, nome e indirizzo;
6. CSP nome e indirizzo;
7. CSE nome e indirizzo;
8. Data presunta d'inizio dei lavori in cantiere;
9. Durata presunta dei lavori in cantiere;
10. Numero massimo presunto dei lavoratori sul cantiere;
11. Numero previsto di imprese e di lavoratori autonomi sul cantiere;
12. Identificazione delle imprese già selezionate;
13. Ammontare complessivo presunto dei lavori.
PSC
PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO
Esame del progetto esecutivo
Analisi dell’opera e definizione
degli obiettivi con i progettisti e
con il committente
Individuazione delle attività
Determinazione dei tempi, delle
durate e delle risorse
Organizzazione del Programma
Lavori
Individuazione dei sistemi
operativi di costruzione
Definizione della squadra
operativa
Individuazione delle sostanze
pericolose
Individuazione delle macchine e
delle attrezzature
Valutazione dei rischi
Definizione delle misure di
prevenzione e protezione
Si è raggiunto un livello di
sicurezza soddisfacente? NO
SI
Valutazione dei costi
Redazione dei fascicolo
dell’opera
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
74
Il TU oltre a definire i contenuti dei piani di sicurezza, individua una chiara matrice di responsabilità degli
operatori introducendo tre nuove funzioni/figure nell'ambito del processo edilizio, e precisamente:
• RESPONSABILE DEILAVORI:
Soggetto incaricato dal committente per la progettazione o per l'esecuzione o per il controllo
dell'esecuzione dell'opera; Può coincidere con il progettista, con il DL (direttore dei lavori) o in caso di LLPP con
il RUP
• COORDINATORE PERLA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE:
Soggetto incaricato della redazione (durante la progettazione) del piano di sicurezza e del fascicolo
contenenti informazioni utili ai fini della prevenzione e protezione dei rischi a cui sono soggetti i lavoratori.
È nominato dal committente o responsabile dei lavori nel caso in cui partecipino più imprese anche non
contemporaneamente.
• COORDINATORE PER LA SICUREZZA IN FASE DI ESECUZIONE:
Soggetto incaricato dal committente o dal responsabile dei lavori. Durante l’esecuzione dell’opera deve
dare tutte le disposizioni atte a prevenire e proteggere i lavoratori dai rischi a cui sono esposti.
Nello specifico verifica l’applicazione del PSC, verifica l’idoneità del POS, organizza tra i datori di lavoro e i
lavoratori autonomi la cooperazione ed il coordinamento delle attività e la loro informazione, sospende in
caso di pericolo grave ed imminente le lavorazioni fino alla verifica degli adeguamenti, segnala al
committente o al responsabile dei lavori le inosservanze da parte delle imprese.
IL LAVORATORE
Persona che indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito
dell’organizzazione di un datore di lavoro, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un
mestiere, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari.
Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti
sul luogo. Deve contribuire all’adempimento degli obblighi previsti a tutela della salute e sicurezza.
Osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti, preposti. Utilizzare
correttamente l’attrezzatura da lavoro e in modo appropriato i dpi, sottoporsi ai controlli sanitari, segnalare
condizioni di pericolo.
RSPP_RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
Persona in possesso di capacità e dei requisiti professionali tale da coordinare il servizio di prevenzione e
protezione dei rischi, designata dal datore di lavoro, può essere il datore di lavoro stesso se possiede i
requisiti. I suoi requisiti devono essere adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro
Deve provvedere alla valutazione dei rischi e all’individuazione delle misure per la sicurezza e la salubrità
dei luoghi di lavoro.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
75
Le altre figure contemplate dalla direttiva sono:
IL COMMITTENTE:
Il soggetto per conto del quale l’intera opera viene realizzata, indipendentemente da eventuali
frazionamenti della sua realizzazione. Nel caso di appalto di opera pubblica, è il soggetto titolare del potere
decisionale e di spesa.
Designa il CSP e il CSE, verifica l’idoneità tecnico-professionale dell’impresa affidataria, delle imprese
esecutrici e dei lavoratori autonomi ai quali invia il PSC, trasmette la notifica preliminare alla ASL.
IL LAVORATORE AUTONOMO:
Persona fisica la cui attività professionale concorre alla realizzazione dell’opera senza vincolo di subordinazione
IL RUOLO E I COMPITI DEL COORDINATORE
COMMITTENTE
RESPONSABILE DEI LAVORI
(OBBLIGO DI VIGILANZA)
IMPRESE ESECUTRICI
LAVORATORI AUTONOMI
RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PROGETTISTA
CSP
COORDINATRORE DELLA SICUREZZA IN FASE DI
PROGETTAZIONE
CSE
COORDINATRORE DELLA SICUREZZA IN FASE DI
ESECUZIONE
Redige o fa redigere il PSC
(Piano di Sicurezza e Coordinamento)
Predispone un fascicolo, da prendere in esame
all’atto di eventuali lavori successivi all’opera,
contenente le informazioni utili ai fini della
prevenzione e protezione dei rischi cui sono
esposti i lavoratori.
Assicura l’applicazione dei piani e procedure di
lavoro
Adegua i piani e il fascicolo in relazione
all’evoluzione dei lavori ed eventuali varianti
Organizza tra datori di lavoro la cooperazione e il
coordinamento dell’attività
Assicura (nei cantieri di opere di elevate
dimensioni con la presenza di più imprese) il
coordinamento dei vari RLS (Responsabili dei
Lavoratori per la Sicurezza)
Propone la sospensione di lavori in caso di gravi
inosservanze
Sospende i lavori in caso di pericolo grave
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
76
IL DATORE DI LAVORO:
Soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, cmq, soggetto che, secondo il tipo e l’assetto
dell’organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività, ha la responsabilità
dell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa.
A lui spetta la valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del documento, la designazione
del RSPP, la nomina del medico competente, la fornitura dei DPI necessari ai lavoratori, l’informazione ai
lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave, l’obbligo di informazione, formazione e addestramento,
l’elaborazione del POS, la comunicazione all’INAIL i dati sugli infortuni, la dotazione ai lavoratori di
tesserino di riconoscimento, la convocazione della riunione periodica.
Prima di passare al sottoprocesso esecutivo e per poter realizzare le opere di cui sono stati già elaborati i
progetti si deve procedere alla fase di appalto.
In relazione al livello di progettazione i contratti di appalto possono essere così classificati:
- DPP o Progetto preliminare: Appalto concorso
- Progetto definitivo: Appalto integrato
- Progetto esecutivo: Pubblico incanto o asta pubblica, licitazione privata e licitazione privata
semplificata, trattativa privata;
Esistono poi 2 diversi tipi di concessione:
- Il project financing
- Concessione
L'appalto concorso è una forma di contratto di appalto di un'opera pubblica a titolo oneroso che ha come
oggetto la progettazione definitiva, esecutiva e l'esecuzione dell'opera. La Stazione Appaltante può ricorrere a
questa forma di contratto per importi superiori a 25.000.000 di euro, per speciali lavori o per la realizzazione di
opere complesse con elevata componente tecnologica la cui progettazione richieda conoscenze particolari o la
scelta tra soluzioni tecniche differenti. La stessa predispone il DPP ed eventualmente il progetto preliminare ed
il capitolato prestazionale dove sono indicati i requisiti tecnici inderogabili. L'appaltatore, per partecipare all’
MODULO 1.1
IL PROGETTO
7. L’APPALTO
IL PROCESSO EDILIZIO E L’INNOVAZIONE NORMATIVA
7.1 APPALTO CONCORSO
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
77
appalto concorso, deve possedere i requisiti progettuali previsti dal bando o deve avvalersi di un progettista
qualificato alla realizzazione del progetto definitivo ed esecutivo, nonché dei computi per la stima finale dei
costi. Il progettista potrà essere un soggetto appartenente alla struttura dell’impresa o un professionista
esterno. L’offerta ha per oggetto il progetto esecutivo ed il prezzo, e sarà comprensiva delle opere e delle spese
di progettazione. La stazione appaltante indirà una licitazione privata in cui l’offerta sarà valutata non solo sulle
condizioni più vantaggiose ma anche in relazione ad alcuni elementi variabili dell’opera da realizzare quali:
1. il prezzo
2. il valore tecnico ed estetico delle opere progettate;
3. il tempo di esecuzione dei lavori;
4. il costo di utilizzazione e di manutenzione;
5. ulteriori elementi individuati in base al tipo di lavoro da realizzare;
L'appalto integrato è una forma di contratto di appalto di un'opera pubblica a titolo oneroso che ha come
oggetto la progettazione esecutiva e l'esecuzione di lavori la cui componente impiantistica o tecnologica incida
per più del 60% sul valore dell'opera o per lavori di manutenzione, restauro e scavi archeologici e per tutte le
tipologie di lavoro di importo inferiore a 200.000 euro o di importo pari o superiore a 10 milioni di euro.
L'appaltatore, per partecipare ad un appalto integrato, deve possedere i requisiti progettuali previsti dal bando
o deve avvalersi di un progettista qualificato alla realizzazione del progetto esecutivo individuato in sede di
offerta o eventualmente associato. I requisiti, tecnici, economici e finanziari, richiesti al progettista sia esso
appartenente allo staff tecnico dell’appaltatore o esterno dovranno essere esattamente come se fosse separata
dall'esecuzione lavori.
Il bando dovrà indicare l'ammontare delle spese di progettazione esecutiva comprese nell'importo a base di
appalto ed i requisiti richiesti al progettista, in conformità a quanto dettato dalla normativa in materia di gare di
progettazione.
L'ammontare delle spese di progettazione non è soggetto a ribasso d'asta e l’importo dovrà essere definito
tenendo conto della normativa vigente per il calcolo delle parcelle professionali.
Con l'appalto integrato l'appaltatore risponde dei ritardi e degli oneri conseguenti alla necessità di introdurre
varianti in corso d'opera, dovute a carenze del progetto esecutivo.
Questo configura una responsabilità diretta dell'appaltatore in quanto responsabile del progetto e, come tale,
chiamato a rispondere direttamente degli errori progettuali a livello tecnico, economico e temporale.
Naturalmente questa tipologia di appalti è stipulata a corpo ad esclusione, di casi specifici.
La gara per l'affidamento dell'appalto integrato viene esperita sulla base del progetto definitivo,
precedentemente validato dal responsabile del procedimento; l'aggiudicatario, una volta stipulato il contratto,
procede alla redazione della progettazione esecutiva e quindi all'esecuzione dell'opera.
La Stazione Appaltante rende noto al pubblico l’oggetto e le condizioni del contratto, impegnandosi ad
accettare come contraente colui che ha fatto la migliore offerta sempre che possieda i requisiti di
ammissibilità e le qualificazioni richieste. Il bando di gara è costituito da 2 parti fondamentali, nella prima vi
7.2 APPALTO INTEGRATO
7.3 PUBBLICO INCANTO O ASTA PUBBLICA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
78
è l’oggetto del bando e le condizioni di realizzazione, nella seconda sono elencate le modalità di
svolgimento della gara.
Si aggiudicherà la gara il partecipante che ha offerto il prezzo più basso, mediante la procedura del taglio
delle ali.
“Nei caso di aggiudicazione di lavori di importo pari o superiore al controvalore in euro di 5.000.000, con il
criterio del prezzo più basso, l'amministrazione interessata deve valutare l'anomalia delle offerte,
relativamente a tutte le offerte che presentino un ribasso pari o superiore alla media aritmetica dei ribassi
percentuali dì tutte le offerte ammesse, con esclusione del dieci per cento, arrotondato all'unità superiore,
rispettivamente delle offerte di maggior ribasso e di quelle di minor ribasso, incrementata dello scarto
medio aritmetico dei ribassi percentuali che superano la predetta media. Le offerte debbono essere
corredate, fin dalla loro presentazione, da giustificazioni relativamente alle voci di prezzo più significative,
indicate nel bando di gara o nella lettera d'invito, che concorrono a formare un importo non inferiore al 75
per cento di quello posto a base d'asta. Relativamente ai soli appalti di lavori pubblici di importo inferiore
alla soglia comunitaria, l'amministrazione interessata procede all'esclusione automatica dalla gara delle
offerte che presentino una percentuale di ribasso pari o superiore a quanto stabilito ai sensi dei primo
periodo del presente comma. La procedura di esclusione automatica non è esercitatole qualora il numero
delle offerte valide risulti inferiore a cinque.”
Facciamo un esempio:
ribassi: 1%; : 2%;: 3%;: 4%;: 5%;: 6%;: 7%;: 8%;: 9%;: 10%;
media dei ribassi: (2+3+4+5+6+7+8+9):8 = 5,5 5,5%
scarto medio aritmetico: è[(-5,5+6)+(-5,5+7)+(-5,5+8)+(-5,5+9)]:4=2 2%
offerta anomala: >5,5%+2%=7,5%
sono offerte anomale 8%;: 9%;
Alla licitazione privata per l’affidamento di lavori pubblici di qualsiasi importo sono invitati dalle Stazioni
Appaltanti tutti i soggetti che possiedano i requisiti di qualificazione richiesti dal bando e che abbiano fatto
richiesta di partecipazione.
Le imprese che intendono partecipare alla gara, invieranno richiesta di invito con le autocertificazioni che
attestino i requisiti delle stesse. L’aggiudicazione avverrà nei modi stabiliti per il pubblico incanto.
La licitazione privata semplificata può essere utilizzata esclusivamente per appalti di lavori di importo inferiore a
750.000 euro. Secondo questa procedura, le Stazioni Appaltanti possono invitare a presentare l’offerta almeno
trenta concorrenti scelti a rotazione fra quelli di un elenco di fiducia preventivamente costituito. In questo
elenco, le imprese sono iscritte e classificate in base alla qualificazione e all'importo di lavori eseguibili.
Per creare gli elenchi si procede ad una preventiva pubblicità, in seguito alla quale le imprese interessate ad
essere invitate alle gare, possono presentare apposita domanda. Le imprese dovranno possedere i requisiti e le
qualifiche adeguate alla tipologia dei lavori da eseguirsi.
7.4 LICITAZIONE PRIVATA
7.5 LICITAZIONE PRIVATA SEMPLIFICATA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
79
Secondo le attuali disposizioni normative la Stazione Appaltante può ricorrere alla trattativa privata, senza alcun
vincolo da rispettare, per affidare qualsiasi tipo di lavoro il cui importo sia inferiore a 100.000 euro.
Per i lavori compresi tra 100.000 e 300.000 euro, la trattativa privata è ammessa solo nei casi in cui: la
precedente gara è andata deserta; l'attività è sottoposta a privativa industriale; urgenza; circostanze speciali ed
eccezionali che rendono impossibile il ricorso alle procedure ordinarie.
Gli altri casi in cui la Stazione Appaltante può far ricorso alla trattativa privata sono:
- Lavori di importo superiore a 300.000 euro, ma relativi esclusivamente al ripristino di opere già esistenti
e funzionanti, danneggiate e rese inutilizzabili da eventi imprevedibili di natura calamitosa;
- Lavori di restauro e manutenzione di beni mobili e superfici architettoniche decorate, nel limite di
importo di 300.000 euro.
Per questa ultima tipologia di lavori la Legge introduce, la possibilità di un affidamento fiduciario per lavori di
importo inferiore a 40.000 euro, con il solo obbligo di verificare la sussistenza dei requisiti dell'affidatario e di
motivarne la scelta in relazione ai lavori da eseguire.
Per i lavori della stessa tipologia, ma superiori o uguali a 40.000 euro, come pure per i lavori delle altre tipologie
con importo superiore a 300.000 euro (ripristino di opere già esistenti, danneggiate da eventi calamitosi)
l'affidamento di appalti a trattativa privata avviene mediante gara informale alla quale debbono essere invitate
almeno quindici concorrenti, se sussistono in tale numero soggetti qualificati per i lavori oggetto dell'appalto.
La disciplina del project financing prevede l’intervento diretto del capitale privato nella promozione e
realizzazione di un'opera pubblica in regime di concessione. L’importanza di questo istituto sta nella possibilità
per il privato, di avere un ruolo propositivo nella fase di programmazione delle opere pubbliche di una
amministrazione.
Il promotore privato deve presentare, una proposta che verrà analizzata dalla stazione appaltante la quale
nomina il responsabile del procedimento che verificherà tempestivamente la completezza della
documentazione inviata con eventuale richiesta d'integrazione. Ove necessario, il responsabile del
procedimento concorda per iscritto con il promotore un più lungo programma di esame e valutazione.
Successivamente sarà inserita negli strumenti programmatori e si avvia la procedura per individuare il soggetto
cui affidare la realizzazione in concessione degli interventi.
Per quel che riguarda la scelta del concessionario, l'amministrazione indirà la gara entro tre mesi dalla data in
cui la proposta è stata ritenuta di pubblico interesse. La gara può essere, una licitazione privata o un appalto
concorso. Lo scopo è quello di individuare due concorrenti del promotore con cui avviare la procedura
negoziata.
Nella procedura negoziata, per salvaguardare l'iniziativa del promotore, si dà allo stesso la possibilità di
adeguare la propria proposta a quella giudicata dall'amministrazione più conveniente.In questo caso, il
promotore risulterà aggiudicatario della concessione.
7.6 TRATTATIVA PRIVATA
7.7 PROJECT FINANCING
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
80
Le concessioni di lavori pubblici sono contratti aventi ad oggetto la progettazione definitiva, la progettazione
esecutiva e l'esecuzione dei lavori pubblici nonché la loro gestione funzionale ed economica.
Qualora la Stazione Appaltante fosse già in possesso del progetto definitivo ed esecutivo, potrà comunque
essere prevista una concessione che si limiti, perciò che attiene alla fase progettuale, alla sola revisione della
progettazione esistente e al suo eventuale completamento.
A base della gara per l'affidamento della concessione è necessario un progetto almeno di livello preliminare,
prevedendo, quindi, la possibilità di concessione anche per opere di cui sia già stato redatto il progetto
definitivo ed esecutivo.
Qualora i prezzi o tariffe predeterminati alterino l’equilibrio economico finanziario della concessione,
l’amministrazione, verificata la necessità, può intervenire erogando un contributo finanziario al fine di non
alterare tale equilibrio.
L'amministrazione aggiudicatrice, al fine di assicurare il perseguimento dell'equilibrio economico-finanziario
degli investimenti del concessionario, può stabilire che la una durata sia determinata in funzione del
rendimento della concessione, del prezzo eventualmente erogato e dei rischi connessi alle condizioni di
modifica del mercato.
Le imprese collegate al concessionario saranno equiparate a tutti gli effetti alle imprese controllate e, quindi
possono accedere all'esecuzione dei lavori per affidamento diretto del concessionario. L’affidamento della
concessione mediante licitazione privata debbano avvenire mediante l’offerta economicamente più
vantaggiosa prendendo in considerazione:
1. il prezzo;
2. il valore tecnico ed estetico dell'opera progettata;
3. il tempo di esecuzione dei lavori;
4. il rendimento;
5. la durata della concessione;
6. le modalità di gestione, il livello e i criteri di aggiornamento delle tariffe da praticare all'utenza;
7. ulteriori elementi individuati in base al tipo di lavoro da realizzare.
La tipologia di contratto preferenziale da utilizzarsi nella realizzazione dell'opera pubblica è: il contratto a corpo.
I contratti a misura vengono stipulati facoltativamente per la sola esecuzione di lavori pubblici di importo
inferiore a 500.000 euro e per i contratti di appalto relativi alle opere in sotterraneo e quelli afferenti alle opere
di consolidamento dei terreni, nonché quelli relativi a manutenzione, restauro e scavi archeologici. Di seguito
riportiamo la tabella che schematizza le condizioni in cui adottare i diversi tipi di contratto e quindi di tipologia
d’appalto:
7.8 CONCESSIONE
7.9 I LAVORI A CORPO E A MISURA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
81
TIPO DI CONTRATTO
QUANDO SI STIPULA COME SI APPALTA
LAV
OR
I A C
OR
PO
Possono essere stipulati per qualsiasi genere di lavoro.
Sono obbligatori per gli appalti integrati di progettazione esecutiva ed esecuzione qualora riguardino lavori la cui componente impiantistica o tecnologica incida per più del 60% sul valore dell'opera o lavori di importo inferiore a 200.000 euro o lavori dì importo pari o superiore a 10 milioni di euro e non abbiano come oggetto, lavori di manutenzione, restauro e scavi archeologici nonché opere in sotterraneo e di consolidamento terreni.
Possono essere appaltati mediante ribasso sull'importo dei lavori a base d'asta.
Possono essere appaltati mediante offerta a prezzi unitari.
LAV
OR
I A M
ISU
RA
Possono essere stipulati per la sola esecuzione di lavori di importo inferiore a 500.000 euro.
Possono essere stipulati per lavori di manutenzione, restauro e scavi archeologici.
Possono essere stipulati per opere in sotterraneo e di consolidamento terreno.
LAV
OR
I A C
OR
PO
E A
MIS
UR
A
Non possono essere stipulati per gli appalti integrati di progettazione esecutiva ed esecuzione qualora riguardino lavori la cui componente impiantistica o tecnologica incida per più del 60% sul valore dell'opera o lavori di importo inferiore a 200.000 euro o lavori di importo pari o superiore a 10 milioni di euro e non abbiano come oggetto, lavori di manutenzione, restauro e scavi archeologici nonché opere in sotterraneo e dì consolidamento terreni.
Possono essere stipulati per qualsiasi tipologia di lavoro diversa da quella di cui al punto precedente. In ogni caso la parte liquidabile a misura deve riguardare le lavorazioni per le quali in sede di progettazione risulti eccessivamente oneroso individuare in maniera certa e definita le rispettive quantità.
Possono essere appaltati esclusivamente mediante offerta a prezzi unitari
Gli appalti di sola esecuzione di lavori pubblici costituiscono, nonostante l'accresciuto peso degli appalti
integrati, la maggioranza di contratti di lavori pubblici. La soglia di 500.000 euro per la possibilità di
appaltare con contratto a misura per tutte le tipologie di opere permette di includere una percentuale
altissima di lavori svolti dalle pubbliche amministrazioni.
Sulla base di quanto disposto dal Codice dei Contratti (art. 81), i criteri di aggiudicazione degli appalti sono
due:
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
82
Le Stazioni Appaltanti si trovano a poter scegliere liberamente tra i due criteri indicati, optando per quello
ritenuto più adeguato in relazione alle caratteristiche dell’oggetto del contratto.
La scelta tra un criterio e l’altro, quindi, non è più determinato dalla legge ma è rimessa alla Stazione
Appaltante. Il Codice abbandona lo sfavore verso il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa,
affermando la pari dignità dei due sistemi. È sempre l’art. 81 che sancisce l’assoluta equivalenza tra i due
criteri di scelta.
IL CRITERIO DEL PREZZO PIÙ BASSO:
Negli appalti aggiudicati in base al criterio del prezzo più basso o del massimo ribasso le imprese sono
concentrate quasi esclusivamente sul calcolo del prezzo che consentirà loro di vincere la gara d’appalto.
Questa tipologia di procedura di scelta del contraente conduce ad una disgregazione del progetto sino alle
tradizionali voci di computo (intonaco, calcestruzzo, ferro, ecc.) a cui l’impresa partecipante alla gara dovrà
associare i prezzi più bassi possibili al fine di battere la concorrenza e, contemporaneamente, produrre utili.
Oggi negli appalti al massimo ribasso l’impegno di molte imprese è concentrato nel calcolare il tasso di
sconto che permetterà di aggiudicarsi l’appalto, preoccupandosi solo a posteriori degli effettivi costi da
sostenere. Questo porta spesso alla situazione di costi superiori all’offerta presentata. Da qui il ricorso agli
strumenti ormai molto noti che consentono margini di ricavo: riserve, accordi bonari, contenziosi e risparmi
sulle condizioni di sicurezza.
IL CRITERIO DELL’OFFERTA ECONOMICAMENTE PIÙ
VANTAGGIOSA:
Nel criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa vengono considerati e valutati, oltre al prezzo
anche tanti altri elementi di natura sia quantitativa che qualitativa. Questi elementi variano in funzione
della tipologia dell’appalto. Il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, contrapponendosi ai
criteri automatici, tende a ridare elasticità all’aggiudicazione stimolando le capacità tecniche delle imprese
che si trovano a doversi confrontare non soltanto sul fattore prezzo, ma sulla vantaggiosità complessiva
dell’offerta combinata alle soluzioni tecniche proposte e, in particolare, sul rapporto costi-benefici.
Il bando di gara elenca i criteri di valutazione e precisa la ponderazione relativa attribuita a ciascuno dei
parametri scelti. Il bando per ciascun criterio di valutazione prescelto prevede, ove necessario, i sub - criteri
e i sub - pesi o i sub - punteggi. Se la stazione appaltante non è in grado di stabilirli, nomina uno o più
esperti affidando ad essi l'incarico di redigere i criteri, i pesi, i punteggi e le relative specificazioni, che
verranno indicati nel bando di gara. La commissione giudicatrice, prima dell'apertura delle buste contenenti
le offerte, fissa in via generale i criteri motivazionali cui si atterrà per attribuire a ciascun criterio e sub-
criterio di valutazione il punteggio tra il minimo e il massimo prestabiliti dal bando.
7.10 CRITERI DI SCELTA DEL CONTRAENTE
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
83
Quando la scelta della migliore offerta avviene con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa,
la valutazione è demandata ad una commissione giudicatrice. La commissione, nominata dalla stazione
appaltante, è composta da un numero dispari di componenti, esperti nello specifico settore cui si riferisce
l'oggetto del contratto. La commissione è presieduta da un dirigente della stazione appaltante. I commissari
sono selezionati tra i funzionari delle stazioni appaltanti. In caso di accertata carenza in organico di
adeguate professionalità, i commissari sono scelti con un criterio di rotazione tra gli appartenenti alle
seguenti categorie:
Con il Testo Unico è stata, quindi, codificata la perfetta alternatività tra il criterio di scelta del massimo
ribasso a quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa. È necessario scegliere, di volta in volta, il
criterio più adatto alle caratteristiche dell’oggetto dell’appalto. Risulta ormai evidente che il criterio del
prezzo più basso può considerarsi solo per lavori standardizzati, per lavori privi di apporto tecnologico,
ripetitivi ed elementari. In questo nuovo scenario la P.A. vede crescere il suo potere discrezionale, cui fanno
da contrappeso l’aumento di responsabilità, procedure di valutazione rigorose che dovrebbero garantire un
“non ritorno” al passato.
Purtroppo, spesso accade, che quando aumenta la discrezionalità della P.A., aumenta anche la probabilità
di errore e la probabilità che si verifichino abusi ed irregolarità. La P.A. è obbligata a motivare la scelta del
contraente secondo regole fissate a monte della gara che tengano conto delle circostanze, delle specifiche
esigenze ed aspettative da soddisfare. Ciò significa che la discrezionalità deve essere vincolata a quanto
specificatamente richiesto a monte della procedura d’appalto (bando e capitolato) per evitare di pervenire
a scelte illegittime e facilmente impugnabili. Il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa,
pertanto, consente un maggior margine di apprezzamento e di valutazione delle offerte. Tuttavia il metodo
è caratterizzato da molte perplessità in quanto possibile strumento per abusi da parte delle stesse Stazioni
Appaltanti o per strumentalizzazioni da parte delle stesse imprese concorrenti. Inoltre, si è spesso
sottolineata la difficoltà di gestire questo procedimento, il quale richiede innegabilmente elevate
professionalità e costi aggiuntivi nonché una dilatazione dei tempi.
Mentre in ambito comunitario il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa è visto con generale
approvazione in quanto maggiormente idoneo a conseguire la corretta individuazione dell’offerta migliore,
in ambito nazionale permangono forti riserve, fatto dimostrato da un ricorso assai limitato a tale
strumento contro un uso ancora piuttosto massiccio del criterio automatico del prezzo più basso.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
84
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
85
La gestione della qualità è uno tra gli aspetti della cultura delle imprese, che, in questi ultimi anni, hanno
riscosso maggiore interesse. Le industrie di prodotto e di servizio hanno mutato, perciò, sia pure in
modo vario, i propri assetti tecnico-organizzativi.
Il cambiamento è stato impostato su:
Lungimiranti strategie di innovazione tecnologica, supportate da notevoli investimenti nella ricerca e
nello sviluppo dei prodotti e dei servizi;
Coinvolgimento e formazione continua delle risorse umane.
I primi esempi di gestione della qualità si inquadrano nell’ambito dell’industria termonucleare (Norma
UNI 8450) dove si introdusse un programma di garanzia della qualità della singola commessa, nel quale
apparivano basilari le attività di controllo e verifica ispettiva.
Nel 1992, la British Standards Institution emanò una norma dedicata proprio al TOTAL QUALITY
MANAGEMENT. Gli obiettivi erano:
MODULO 1.2
IL PROGETTO
•Coordinamento : Individuazione degli obiettivi della politica della qualità
•Organizzazione : Realizzazione degli obiettivi della politica della qualità
•Progettazione: Definizione dei requisiti di prodotto
•Costruzione : Fabbricazione del prodotto secondo prestazioni determinanti
INDIVIDUARE LE ATTIVITÀ CHE INFLUENZANO LA
QUALITÀ
•Valutare l'organizzazione interna esistente (risorse intellettuali e mezzi)
•Adeguare l'organizzazione agli obiettivi di qualità (risorse intellettuali e mezzi)
•Definire, valutare, scegliere, pianificare e programmare le attività di verifica
•Integrare le attività di verifica con quelle produttive
CREARE ORGANIZZAZIONE CHE PERSEGUE LA POLITICA DELLA
•Attribuire i poteri necessari per:
•Promuovere azioni
•Avviare soluzioni
•Verificarne l'attuazione
•Rispondere dell'andamento delle attività per controllare la non conformità e registrare i problemi della non qualità
DEFINIRE RESPONSABILITÀ e RUOLI
1. EVOLUZIONE STORICA DELLA QUALITA’ NEL PROCESSO
PRODUTTIVO
IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI
QUALITA’
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
86
Spesso ci si chiede per quale motivo sia cresciuto così tanto l’interesse per il concetto di qualità ed il
motivo è, ovviamente, che i modi di produrre nel tempo sono mutati e mutano con continuità verso la
soddisfazione dei bisogni espressi ed impliciti del cliente.
Le principali realtà produttive esistenti possono ricondursi al sistema di produzione industriale -aziendale
ed al sistema di produzione artigianale, le cui caratteristiche sono:
- contesto limitato;
- conoscenze e competenze concentrate;
- poco o niente personale;
- verifica immediata dei risultati.
La qualità della produzione artigianale, inoltre, è agevolata in seguito ai seguenti fattori:
- bassi volumi di produzione;
- una sola funzione aziendale;
- una sola funzione dedicata alla qualità (l’artigiano stesso);
- manodopera qualificata addestrata per affiancamento;
- produzione per mercati ristretti (prodotti su misura)
Nel ‘900 la rivoluzione industriale individua nuove tecniche di produzione caratterizzate da:
- produzione di massa;
- concentrazione di un gran numero di addetti;
- gestione con un gran numero di operatori;
- scomposizione del processo produttivo;
- ciascun addetto conosce solo la sua operazione;
- separazione tra qualità e quantità.
Intorno al 1920, si assiste alla nascita delle attività di ispezione e del collaudo finale soprattutto nell’ambito
delle grandi opere navali, terrestri e belliche.
Tra i due conflitti mondiali (1930-50) cambia l’ottica d’intervento: si introducono le fasi di verifica durante il
processo produttivo e nasce il controllo qualità (CQ), inteso come “attività di rilevazione e misura delle
caratteristiche di un prodotto, componente, materiale o procedimento verificate a fronte di valori
preventivamente fissati (specifiche). Tale controllo si basa su tecniche statistiche (campionamento).
È proprio in questo periodo (anni ’30) che si inserisce l’attività dell’americano W.Edwards Deming che, con
una formazione culturale e tecnica di tipo statistico, sviluppò teorie sul controllo di qualità che ebbero
effetti benefici sulla produzione americana bellica, riducendo sprechi e rifacimenti.
I 14 punti della filosofia manageriale di W.E.Deming, applicabili a qualunque settore della produzione e dei
servizi e a qualunque dimensione aziendale, sono:
- definire obiettivi aziendali chiari e rimanervi coerenti;
- adottare una filosofia aziendale basata sul riconoscimento della responsabilità di
ogni livello operativo e decisionale;
- abbandonare la "cultura dell'ispezione" come strumento di gestione aziendale;
- abbandonare l'idea che la salute aziendale consiste nel vendere il prodotto al massimo
prezzo possibile e recepire che il vero affare consiste nel produrre al minimo costo;
La qualità del prodotto è intesa come grado di conformità alle specifiche e bassa percentuale di difetti.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
87
- monitorare e migliorare continuamente e ininterrottamente il sistema e il processo
produttivo per migliorare la qualità, produttività e diminuire i costi;
- promuovere continui corsi di formazione per i dipendenti;
- promuovere la "cultura della leadership";
- non utilizzare sistemi repressivi di gestione del personale e creare un ambiente psicologicamente
gradevole e coinvolgente;
- creare comunicazione e collaborazione e abbattere le barriere tra i diversi diparti
menti dell'azienda (progettazione, produzione, ricerca e sviluppo);
- eliminare esortazioni pedantesche, slogan e risultati numerici;
- non considerare la qualità di prodotto come obiettivo; non utilizzare la qualità del pro
dotto giornaliero procapite come indice di bontà dell'azione del singolo lavoratore;
- rendere la forza-lavoro orgogliosa delle proprie capacità;
- promuovere intensi programmi di auto-apprendimento e auto-istruzione;
- coinvolgere ognuno a livello della trasformazione della politica aziendale.
Deming stesso enuncia poi le cinque cause più frequenti del crollo qualitativo dei prodotti industriali:
- mancanza o inconsistenza di obiettivi aziendali chiari e coerenti;
- eccessiva enfasi sul profitto a breve termine;
- eccessiva pressione ispettiva sulla forza lavoro;
- eccessiva frequenza di cambi di vertice aziendali;
- concentrazione del potere decisionale in pochi dirigenti e mancato riconoscimento del valore dei
singoli operatori.
Un altro americano, Joseph Juran, contribuisce all’evoluzione del controllo qualità. Egli sviluppa lo studio
dei principi che gestiscono le attività di management integrando il controllo di qualità entro il controllo di
gestione, evidenziando che il soddisfacimento del cliente richiede anche l'applicazione di strumenti per la
misura della qualità e rilevando che va inteso come cliente non solo l'utente finale, ma anche quello
interno che partecipa al processo produttivo.
Questo nuovo approccio alla qualità, se da un lato garantiva un miglioramento un deciso passo avanti,
dall’altro presentava ancora una serie di carenze:
- il controllo è solo finale (ottica del passa/non passa);
- molto tempo per il controllo;
- de-responsabilizzazione della produzione;
- mancata correzione dei difetti all’origine;
- intasamento del controllore.
Nel periodo compreso tra gli anni ‘60-’70 si assiste ad una ulteriore e decisiva evoluzione: nasce la garanzia
di qualità, ossia l’insieme delle azioni pianificate, sistematiche e documentate atte a dare un adeguato
grado di fiducia che un prodotto o un impianto diano le prestazioni richieste nelle varie condizioni operative
per essi previste.
L’attenzione si sposta dal prodotto alla catena produttiva
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
88
In Europa la normativa della qualità nasce in Inghilterra, prima, negli anni '60, con il Ministero della Difesa che
impone norme per la garanzia della qualità delle forniture militari, e poi, negli anni '70. con le norme del British
Standard Institute, che introducono sistemi di garanzia della qualità diventando norma di riferimento.
A sua volta l'ISO, International Standard of Organization (ovvero Organizzazione Internazionale per la
Normazione ) nel 1987 emette nuovi documenti normativi, la serie ISO 9000-9004.
Le norme ISO coinvolgevano tutto il sistema normativo relativo alla "conduzione aziendale per la qualità e i
sistemi qualità aziendali". Il sistema aveva una validità generale, applicabile ad ogni sistema produttivo, indi-
pendentemente dalla natura e dalla consistenza del prodotto o del servizio.
MODULO 1.2
IL PROGETTO
1.1 LE NORME ISO 9000
IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI
QUALITA’
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
89
Una volta che le norme vengono recepite in un singolo paese, viene aggiunta la sigla dell’ente formatore del
paese. Nel caso dell’Italia, il cui ente formatore è l’UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione, avremo una
norma UNI EN ISO 9001 “Sistema di gestione per la qualità – Requisiti.
Le norme per la qualità possono riguardare
o la qualità dei processi (cioè il Sistema Qualità)
o la qualità dei prodotti e la relativa certificazione
o l’uso dei metodi statistici per il controllo della qualità nelle produzioni seriali di tipo
industriale.
Nella revisione delle ISO 9000 dell'anno 2000 viene adottato un approccio per processi, pur mantenendo
sostanzialmente invariati i contenuti delle precedenti versioni.
Il Comitato Tecnico dell'ISO rilevò le esigenze e le aspettative degli utenti per una revisione delle norme
relative a:
I primi due punti e l'ultimo, infatti, manifestano l'esigenza di avere come riferimento un sistema normativo
snello, espresso con linguaggio di uso comune ed un modello di gestione aziendale e di sistemi qualità per
l'azienda, e non strutture che si sovrappongono in modo complicato e costoso al sistema di gestione
aziendale.
Il terzo e quarto punto sottolineano, invece, l'esigenza di migliorare l'efficacia del sistema qualità, secondo
una visione organizzativa "per processi" e non più "per funzioni", costruendo un sistema qualità più
aderente all'effettiva conduzione aziendale che viene gestita per processi (pianificazione delle risorse,
progettazione, produzione, ecc.), per i quali vengono definiti i ruoli, le responsabilità, le risorse, le
metodologie, le procedure.
II quinto punto riguarda la ricerca di una effettiva compatibilità con le norme che regolano la gestione e
l'applicazione dei sistemi di gestione ambientale (famiglia delle ISO 14000) che si configura come una
parte, talvolta importantissima, del sistema qualità aziendale.
1. Semplificazione nella terminologia e nell’uso delle norme
2. possibilità di integrare il sistema di gestione della qualità nel sistema di gestione aziendale;
3. opportunità di enfatizzare gli aspetti relativi alla soddisfazione del cliente, al miglioramento continuo ed alla prevenzione delle non conformità;
4. struttura basata su di un modello "per processi";
5. compatibilità con le norme della famiglia ISO 14000 (norme relative ai sistemi di gestione ambientale);
6. possibilità di adattare la norma a diverse realtà aziendali escludendo taluni requisiti.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
90
MODULO 1.2
IL PROGETTO
ISO 9000:2000
Sistemi di gestione della qualità - Concetti e terminologia
Norme di carattere terminologico e concettuale, dove sono confluite la iSO 8402 e la ISO 9000-1
ISO 9001:2000
Sistemi di gestione della qualità - Requisiti.
Modelli di assicurazione della qualità per scopi contrattuali, dove sono confluite le ISO 9001/94, le ISO 9002/94 e le ISO 9003/94.
La norma consente di non attuare quei requisiti non applicabili alla realtà di una determinata organizzazione. La semplificazione terminologica è attuata abbandonando la definizione di "Modello di assicurazione della qualità", sostituendo il termine "fornitore" con "organizzazione", il termine "subfornitore" con "fornitore", mentre l'ampliamento dei concetti si rileva nel termine "prodotto" con "prodotto o servizio";
ISO 9004:2000
Sistemi di gestione della qualità – Guida per il miglioramento delle prestazioni.
Guida generale alla gestione per la qualità dove sono confluite le quattro parti della ISO 9004. Sistemi di gestione della qualità - la norma viene strutturata secondo uno schema identico a quello adottato per la ISO 9001:2000;
ISO 10011
Norme di supporto per l'audit e la metrologia:
Linee guida per i sistemi di auditing della qualità, dove sono confluite le ISO 10011-1, le ISO 10011-2, ISO10011-3, , per le ISO 10012-1 e ISO 10012-2 è in programma la riunificazione sotto il riferimento ISO 10012;
guide generali e settoriali per l'applicazione delle ISO 9001 e 9004.
1.2 L’ARCHITETTURA DEL SISTEMA ISO 9000 /2000 (VISION 2000)
IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI
QUALITA’
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
91
Dalla definizione dei nuovi principi di gestione aziendale emerge una chiara volontà di strutturare una norma
meno rigida, in cui viene ribadito il ruolo centrale della funzione direttiva, cui sono attribuite in modo esplicito
molte responsabilità, come la definizione della politica, la pianificazione, il controllo delle registrazioni della
qualità, il riesame del sistema qualità, ecc.
La nuova norma, inoltre, enfatizza la ricerca del miglioramento continuo, cui viene dedicato un intero requisito,
sui quattro operativi, per misurare e monitorare le performance del processo, del sistema e della soddisfazione
del cliente.
Le nuove ISO 9000, 9001 e 9004 sono caratterizzate da contenuti tra loro compatibili e coerenti, e
sviluppano i cosiddetti otto principi della qualità.
La ISO 9000 presenta due tipologie di contenuti:
Fondamenti dei sistemi di gestione per la qualità;
o organizzazione orientata al cliente, in modo che l'azienda che si propone di soddisfare il
cliente ne comprenda pienamente le esigenze attuali e future, cioè le recepisca, le trasmetta
correttamente, le comprenda fino a fornire un prodotto, un servizio che vada oltre le sue
aspettative, considerando cliente non solo l'utente finale (consumatore), ma anche tutti quelli
che si possono trovare ad ogni passo del processo;
o leadership, affermata dalla Direzione che deve definire in modo chiaro ed unitario la
missione e le strategie dell'azienda, creando e mantenendo un ambiente dì lavoro con
personale motivato al raggiungimento degli obiettivi aziendali;
o coinvolgimento del personale, che costituisce il fulcro dell'organizzazione aziendale,
poiché la componente di risorse umane può fornire un effettivo vantaggio competitivo, e questo
vale, in particolare, per gli organismi di progettazione ove la professionalità e l'impegno del
singolo e l'armonia operativa del gruppo prevale sulle risorse fisiche (macchine, attrezzature,
software, ecc.) e fa la differenza rispetto alla concorrenza;
o approccio basato su processi, su cui si basa correntemente la gestione delle attività e
delle risorse aziendali, la definizione degli input e degli output, l'individuazione dei rischi, il
controllo dei processi, la definizione delle responsabilità;
MODULO 1.2
IL PROGETTO
ISO 9000
1.3 I CONTENUTI DELLE NORME
IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI
QUALITA’
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
92
o visione "sistemica" della gestione aziendale, che controlla un unico sistema dei vari
processi interagenti;
o orientamento dell'organizzazione al miglioramento continuo, che si configura come
l'obiettivo di qualsiasi organizzazione che impegna tutte le proprie forze per ottenere, a tutti i
livelli, un continuo miglioramento dei processi produttivi e del personale;
o utilizzo dì dati ed informazioni attendibili nel prendere le decisioni, che devono basarsi su un
lavoro di raccolta accurato ed affidabile, anche se spesso, nelle organizzazioni più piccole, si
tende a basarsi soprattutto sull'esperienza del titolare;
o rapporti di reciproca utilità con i fornitori, soprattutto in un momento in cui le aziende più
organizzate gestiscono gli appalti come "general contractor", creando un rapporto di
interdipendenza e di fiducia con i propri fornitori selezionati accuratamente.
La semplificazione dell'apparato normativo del nuovo sistema ISO 9000, che pone maggior
attenzione all'efficienza del sistema qualità piuttosto che all'applicazione dei singoli
requisiti, passa attraverso l'accorpamento di alcune norme e la ricerca di requisiti normativi.
Termini e definizioni
o Sistema di gestione: sistema per stabilire politica e obiettivi e per conseguire tali obiettivi;
o Politica della qualità: obiettivi ed indirizzi generali di un organizzazione, relativi alla qualità,
espressi in modo formale dall’alta direzione;
o Obiettivo per la qualità: qualcosa cui ci si ispira o a cui si mira, relativo alla qualità;
o Miglioramento continuo: attività ricorrente mirata ad accrescere la capacità di soddisfare i
requisiti;
o Cliente: Organizzazione o persona che riceve un prodotto;
o Fornitore: Organizzazione o persona che fornisce un prodotto;
o Processo: insieme di attività correlate o interagenti che trasformano elementi in entrata in
elementi in uscita;
o Procedura: modo specificato per svolgere un attività o un processo;
o Conformità: soddisfacimento di un requisito;
o Riesame: attività effettuata per riscontrare l’idoneità. L’adeguatezza e l’efficacia di qualcosa
a conseguire gli obiettivi stabiliti.
Nota: Nella versione attuale si indica con il termine “organizzazione” l’entità alla quale si applica il sistema
qualità; l’uso di tale termine ha lo scopo di accentuare il fatto che si parla non solo del mondo della
produzione ma anche di quello dei servizi in senso ampio. Il termine “fornitore” della vecchia edizione
indicava l’attuale organizzazione, mentre ora viene usato per indicare quello che prima era il subfornitore
dell’organizzazione.
La ISO 9001 ha lo scopo di stabilire i requisiti del sistema di gestione per la qualità, quando
un’organizzazione deve dimostrare la propria capacità di fornire prodotti e/o servizi conformi; essa è
orientata al cliente e sarà utilizzabile anche per la certificazione dei sistemi di gestione per la qualità delle
organizzazioni o delle imprese.
ISO 9001
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
93
Tale norma presenta una struttura suddivisa in otto capitoli: i primi quattro sono di natura introduttiva
(Scopo e campo di applicazione, Riferimenti normativi, Campi e definizioni, Requisiti del sistema di gestione
per la qualità), gli ultimi quattro costituiscono il cuore della normativa (Responsabilità della direzione, Gestione
delle risorse, Realizzazione del prodotto e/o servizio, Misurazione, Analisi e miglioramento), ed inglobano i
20 requisiti della versione 1994, organizzandoli secondo il flusso dei processi di un'organizzazione.
Il quinto capitolo (responsabilità della direzione), enfatizza il ruolo della Direzione, che ha il compito e la
responsabilità di gestire non solo tutti gli aspetti relativi alle politiche della qualità (definendo obiettivi adeguati
all'organizzazione e alle esigenze del cliente, impegno al miglioramento continuo ed al riesame degli obiettivi),
ma anche la pianificazione e la gestione del sistema qualità (affidando direttamente responsabilità ed
autorità, incaricando un proprio rappresentante di garantire l'applicazione, il controllo, il miglioramento del
sistema di gestione della qualità, applicando prescrizioni e procedure del Manuale della qualità, mantenendo
in efficienza il sistema di comunicazioni interne e di gestione delle comunicazioni).
Il sesto capitolo si occupa interamente della gestione delle risorse, dando risalto ad uno dei processi
fondamentali dell' azienda: l'organizzazione delle risorse per mantenere efficiente il sistema di gestione delle
qualità. Viene dato rilievo all'organizzazione delle risorse umane che devono essere responsabilizzate in base alle
capacità, alle conoscenze, all'esperienza, all'addestramento, e che devono essere periodicamente valutate e
valorizzate per mantenere la consapevolezza del proprio ruolo all'interno della struttura aziendale e la
propria responsabilità nel perseguire gli obiettivi della politica della qualità.
È messo in maggiore evidenza la necessità di offrire infrastrutture adeguate (posto di lavoro, attrezzature,
macchine, apparecchiature elettroniche, software) ed ambienti di lavoro organizzati e gestiti in condizioni di
salute e di sicurezza, riprendendo le problematiche espresse dalle normative della sicurezza sui luoghi di lavoro.
II settimo capitolo, il più corposo della norma, riguarda la realizzazione della norma e/o servizio, e
comprende tutte le fasi del processo produttivo vero e proprio: dall'accertamento delle esigenze del cliente,
alla progettazione, agli acquisti, alle operazioni di produzione, immagazzinamento e controllo del prodotto,
aspetti prima distribuiti su molti requisiti diversi.
Continua ad avere un ruolo centrale la fase della progettazione e dello sviluppo del processo progettuale,
l'approvvigionamento di prodotti e servizi, mentre viene rivalorizzata l'attività di produzione e di rivalutazione
dei servizi attraverso l'integrazione diretta con gli aspetti relativi alla identificazione e rintracciabilità dei
prodotti, alla movimentazione, all'imballaggio, all'immagazzinamento, alla conservazione, alla consegna, al
controllo delle apparecchiature, che nella norma precedente erano disarticolati in requisiti autonomi.
L'ultimo capitolo, relativo alla misurazione, all'analisi e al miglioramento del sistema, pone in rilievo
l'esigenza di gestire in modo dinamico e non formale le non conformità, le azioni preventive e correttive, le
verifiche ispettive interne, le tecniche statistiche. Viene inoltre introdotto il concetto di misurazione e
controllo delle prestazioni, del sistema e della soddisfazione del cliente.
Mentre l'introduzione di un opportuno sistema di gestione può consentire il controllo puntuale delle
proprie prestazioni (anche se una certa complessità si manifesta per le piccole strutture), la verifica della
soddisfazione del cliente deve essere attentamente ponderata per gli organismi di progettazione, per i quali il
rapporto con il cliente è di tipo impersonale (nel caso di lavori pubblici) oppure fiduciario (nel caso di lavori
privati), e risulta poco agevole ottenere un feedback dal cliente che sia al tempo stesso reale, immediato,
obiettivo e costruttivo.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
94
La ISO 9004 ha lo scopo di fornire una guida al miglioramento del sistema di gestione per la qualità che
contribuisce all’eccellenza dell’azienda. Questa propone le linee guida per l’auto-valutazione.
TERMINOLOGIA E CONCETTI DI BASE La qualità è definita, oltre che come conformità ai requisiti prescritti dei prodotti e dei servizi e come
idoneità allo scopo, quale adeguatezza alle esigenze definite o potenziali degli utenti, vale a dire, come
adeguatezza all’insieme delle proprietà e delle caratteristiche che conferiscono al prodotto la capacità di
soddisfare esigenze espresse o implicite.
Tale conformità è ottenuta attraverso la
ossia l’insieme delle azioni pianificate e sistematiche necessarie a garantire che un prodotto o servizio
soddisfi determinati requisiti di qualità a costi ottimali.
Tutto ciò è consentito dalla presenza di un
ossia l’insieme della struttura organizzativa, delle responsabilità, delle procedure, delle attività e delle
risorse finalizzato all’attuazione della gestione della qualità. È chiaro che un sistema qualità riguarda le
modalità di connessione delle singole fasi del processo che devono essere affrontate complessivamente.
Accanto alla definizione di GARANZIA DI QUALITA’, individuiamo anche il
che tende a differenziarsi perché estende certe metodologie gestionali alle funzioni finanziarie e
commerciali delle aziende e si riferisce non solo al mantenimento di certi livelli qualitativi, ma anche al
miglioramento continuo sia dei processi manifatturieri sia delle prestazioni e delle caratteristiche dei
prodotti e dei servizi, avendo come finalità un aumento delle quote di mercato detenute, il contenimento
dei costi, l’accrescimento dei profitti ed il miglioramento della stabilità sociale nella fabbrica e nell’ufficio.
La gestione della qualità concerne sia la grande che la piccola e media impresa, sia le aziende che lavorano
esclusivamente su commessa che quelle che fabbricano prodotti seriali per una clientela anonima, seppure
con diversi risvolti.
I settori nei quali la garanzia di qualità e, in misura minore, la qualità totale ha inizialmente incontrato i
maggiori successi sono il settore petrolifero, il settore termonucleare, l’industria automobilistica e
MODULO 1.2
IL PROGETTO
ISO 9004
GARANZIA DI QUALITÀ
SISTEMA DI QUALITÀ
TOTAL QUALITY CONTROL
2. LA GESTIONE DELLA QUALITA’ NELLE INDUSTRIE DI PRODOTTO E
SERVIZIO: TERMINOLOGIA E CONCETTI DI BASE
IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI
QUALITA’
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
95
l’elettronica, sino ad estendersi a tutti i comparti produttivi, dalla siderurgia all’industria tessile, dai servizi
di trasporto aereo ai servizi bancari.
È importante evidenziare che la qualità deve appartenere ancor prima che al prodotto, al processo che lo
genera.
Tale processo comprende le seguenti fasi: l’analisi di mercato, la ricerca di mercato, la progettazione e
sviluppo del prodotto, l’approvvigionamento, la pianificazione e lo sviluppo del processo produttivo, la
produzione vera e propria, le prove, i controlli, i collaudi intermedi e finali, l’imballaggio e
l’immagazzinamento, la vendita e la distribuzione.
La gestione della qualità non si limita, quindi, al mero controllo della produzione (con la conseguente
rilavorazione del pezzo) ma deve agire prevenendo sistematicamente le cause delle eventuali non
conformità.
è la struttura organizzativa predisposta per guidare e coordinare persone, macchine ed informazioni nel
modo migliore e più pratico, ai fini dell’ottenimento della soddisfazione del cliente al miglior costo possibile
per l’azienda.
Esso si compone sostanzialmente dei seguenti sottosistemi:
- Qualità nella pianificazione e sviluppo di nuovi prodotti;
- Qualità nella progettazione;
- Qualità delle forniture;
- Qualità nei processi produttivi;
- Qualità nella manutenzione;
- Qualità nelle spedizioni;
- Qualità nelle vendite e nel servizio;
- Qualità nel marketing.
è l’attestazione della presenza nella gestione aziendale di elementi qualitativi minimi.
Avviene ad opera di enti terzi: tali enti si avvalgono di gruppi di valutatori dei sistemi qualità che devono
includere almeno un esperto del settore tecnologico in cui opera l’azienda che richiede la certificazione.
In Italia, il Sistema Nazionale di Accreditamento degli Organismi di Certificazione è il SINCERT.
MODULO 1.2
IL PROGETTO
SISTEMA QUALITÀ
CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ
2.1 LA CERTIFICAZIONE DI QUALITA’
IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI
QUALITA’
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
96
Il processo di certificazione si articola nelle seguenti fasi:
Richiesta preliminare informale da parte dell’azienda;
Invio della modulistica per l’inoltro della domanda ufficiale; richiesta della documentazione (manuale
qualità, descrizione dell’azienda, descrizione delle caratteristiche della produzione e del mercato) da
parte del servizio tecnico dell’organismo di certificazione;
Esame preliminare del contenuto della documentazione preparata dall’azienda; valutazione della
completezza e della possibilità di apertura del piano di certificazione; eventuale richiesta di
completamento, da parte del servizio tecnico dell’organismo di certificazione;
Apertura del piano di certificazione; formazione del gruppo di valutatori sistema qualità, da parte del
servizio tecnico dell’organismo di certificazione;
Esame approfondito della documentazione dell’azienda, della sua conformità alla normativa di
riferimento, degli eventuali completamenti; pianificazione della verifica ispettiva, da parte del gruppo di
valutatori sistemi qualità;
Esecuzione della verifica ispettiva presso l’azienda; rilevamento contestuale delle eventuali non
conformità di applicazione del sistema documentato e riunione finale, al termine della visita con i
rappresentanti dell’azienda, da parte del gruppo di valutatori sistemi qualità;
Nel caso di non conformità, compilazione della relazione ufficiale comprensiva delle non conformità e
delle osservazioni; inoltro della relazione ufficiale presso l’azienda, da parte del gruppo di valutatori
sistemi qualità;
Nel caso di non conformità, pianificazione ed attivazione delle azioni correttive conseguenti alle non
conformità; notifica all’organismo di certificazione dell’avvenuta soluzione, da parte dell’azienda;
Nel caso di non conformità, pianificazione della seconda visita ispettiva per accertare l’avvenuta
eliminazione delle non conformità, da parte del gruppo di valutatori sistemi qualità;
Nel caso di non conformità, esecuzione della verifica ispettiva presso l’azienda con riunione finale per
l’esposizione dei risultati alla presenza dei rappresentanti dell’azienda, da parte dei valutatori sistemi
qualità;
Stesura della relazione finale con tutti i dati relativi alle analisi e alle verifiche ispettive compiute, da
parte del gruppo di valutatori sistemi qualità;
Esame della pratica completa e decisione di concessione della certificazione; stesura del piano di
sorveglianza, da parte del comitato di certificazione;
Notifica all’azienda e diffusione alla stampa, da parte del servizio tecnico dell’organismo di
certificazione;
Applicazione delle verifiche periodiche di sorveglianza, da parte del gruppo di valutatori sistemi qualità.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
97
La struttura della documentazione del Sistema Qualità deve coprire in modo esauriente, attraverso
un’organizzazione gerarchica dei documenti, le modalità di gestione di tutte le attività che influenzano la
qualità del prodotto "progetto" in conformità ai requisiti normativi ed in particolare della politica per la
qualità.
La documentazione deve contenere:
indipendentemente dalla complessità del lavoro, dai materiali usati, dalle capacità del personale coinvolto. Il sistema della documentazione è strutturato su quattro livelli:
1° livello: Manuale della Qualità, contenente le prescrizioni generali di sistema per la conduzione di
tutta l'organizzazione della struttura produttiva (Azienda. Organismo di progettazione): ha funzioni
programmatiche di sintesi e di collegamento e formalizza "chi fa che cosa":
2° livello: Procedure della Qualità, contenenti le prescrizioni specifiche per la conduzione delle singole attività e delle relazioni fra di esse: sono di supporto alla corretta applicazione del Sistema, dettagliano il "cosa" e formalizzano "come, quando, dove":
3° livello: Istruzioni, contenenti le prescrizioni dettagliate per lo svolgimento operativo delle attività da parte del personale: integrano le procedure, e formalizzano "come" a causa della complessità dell'attività;
4° livello: Documenti di registrazione della Qualità, contenenti le testimonianze dell’effettiva applicazione del Sistema per ogni attività.
MODULO 1.2
IL PROGETTO
MODALITÀ OPERATIVE
(come)
SCOPO
(perchè)
CAMPO D'APPLICAZIONE
(quando)
2.2 I DOCUMENTI GESTIONALI ED OPERATIVI DEL SISTEMA QUALITA’
IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI
QUALITA’
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
98
I primi tre livelli rappresentano la documentazione di definizione della qualità, e quindi possono essere certificati, mentre il quarto livello rappresenta la documentazione di attuazione del Sistema Qualità.
Il supporto documentativo di un sistema qualità dovrebbe, pertanto,constare in:
Il manuale della qualità;
I piani della qualità;
Le procedure gestionali della qualità generali, dipartimentali o locali;
Le istruzioni operative.
è un documento direttore, rivolto prevalentemente verso l’esterno, verso i committenti e gli enti di
certificazione. Si tratta della sintesi descrittiva di come l’azienda lavora, di come si è organizzata,
funzionalmente e tecnicamente, per il perseguimento della qualità e per assolvere ai requisiti della
normativa.
Il manuale è articolato in capitoli speculari nei confronti della normativa assunta a riferimento, nel senso
che deve essere predisposta la tabella di correlazione tra i contenuti della norma della serie UNI EN ISO
9000 ed i relativi paragrafi nel manuale.
Questo documento deve definire la struttura organizzativa dell’azienda, le responsabilità funzionali delle
principali posizioni organizzative e le modalità operative più significative richiamando, di volta in volta, i
documenti di maggior dettaglio (procedure, istruzioni) precisandone sinteticamente il contenuto.
Significativa per l’impiego del manuale deve essere la modalità di gestione della documentazione
(emissione, identificazione, raccolta, archiviazione, distribuzione, modificazione e conservazione).
Il manuale della qualità includerà:
o La dichiarazione della politica aziendale sulla qualità;
o La descrizione della struttura organizzativa della società (organigramma delle differenti attività
per la gestione della qualità);
o La descrizione sommaria della società (età, storia, ambito di attività, consistenza finanziaria);
o La gestione della documentazione (procedura per gli aggiornamenti, per la diffusione, per
l’attuazione e per il controllo del sistema qualità);
o La descrizione dell’applicazione del sistema qualità rispetto alle norme della serie UNI EN ISO
9000;
o L’elenco delle procedure e delle istruzioni;
o Gli allegati.
o
Costituisce l’applicazione del Sistema Qualità Aziendale allo specifico progetto; infatti, i suoi contenuti sono
già espressi, in termini generali, nel Manuale e nelle Procedure. Si tratta dell’identificazione e della
predisposizione dell’organizzazione (risorse umane, hardware, software, attrezzature, modalità operative,
strumentazione e documentazione gestionale) per assicurare il soddisfacimento dei requisiti specificati per
un determinato progetto.
MANUALE DELLA QUALITÀ
PIANO DELLA QUALITÀ
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
99
Il piano della qualità è, quindi, un documento utilizzato per la gestione della qualità del processo
progettuale e costruttivo ma anche per comunicare al cliente l’insieme delle azioni pianificate e
sistematiche necessarie a determinare la fiducia dell’impresa.
Gli elementi fondamentali che devono essere specificati nel piano di qualità, sono:
• Il “cosa”, ossia gli obiettivi preposti, definiti sulla base dei requisiti esterni da soddisfare (attività,
ottenute dalla scomposizione del progetto, contemplate nella WBS e nei WP);
• Il “chi”, ossia la descrizione della struttura organizzativa, le funzioni, le responsabilità e le relative
modalità di interazione (Matrice delle responsabilità);
• Il “come”, ossia l’organizzazione delle attività da svolgere, la definizione dei metodi e degli strumenti per
la gestione ed il controllo del processo progettuale (WP);
• Il “quando”, ossia il programma temporale definito sulla base delle scadenze di Contratto (Gantt, Pert,
Cpm, Dpm, Gert);
• Il “quanto”, ossia il consumo delle risorse ed i costi attesi (WP).
Il piano della qualità consente l'applicazione del controllo della qualità alla gestione della specifica
commessa, in quanto non sono individuabili a priori processi con validità generale, ma solo sequenze di
operazioni che vengono pianificate e gestite tenendo conto delle esigenze e dei requisiti richiesti dallo
specifico progetto.
Si può elaborare come uno strumento flessibile in grado di offrire un approccio metodologico e procedurale
di tipo standardizzato per progetti seriali, e poi essere adattato all'applicazione operativa di singole
commesse. In questi casi si configura come uno strumento che fornisce una serie di input di processo e di
controllo, costituendo una "griglia di riferimento" adattabile in funzione alle caratteristiche oggettive di
ogni commessa.
Le fasi fondamentali del piano di qualità del progetto sono:
Il riesame del contratto ed il controllo della progettazione.
Il riesame del contratto:
Il rapporto progettista-committente, porta a definire un accordo formale (contratto) che consente di
acquisire e trattare le specifiche relative all'offerta ed alla richiesta. Il contratto, scritto o verbale, contiene,
quindi, i requisiti concordati, e la sua stipulazione rappresenta per il progettista la definizione degli obiettivi
predefiniti per il prodotto finale, mentre per il committente lo strumento di verifica della qualità del
prodotto elaborato.
Il riesame del contratto tra Organismo di progettazione e committente è la prima fase del piano della
qualità perché serve a definire con precisione i termini dell'incarico (tecnico, finanziario, legale, ecc.) e
quindi i contenuti ed i limiti del progetto in funzione dei risultati attesi.
L'attività di riesame del contratto è una procedura da attivare in corso di trattativa per
verificare:
- la compatibilità economica e temporale fra l'accordo e le esigenze di sviluppo dell'elaborazione
progettuale;
- la compatibilità dell'accordo con le leggi vigenti;
- l'eventuale incongruità fra realizzazione attesa e vincoli normativi del luogo;
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
100
- la presenza di vincoli e requisiti impliciti ma costituenti la "qualità attesa".
acquisire dati relativi:
- al tipo di organismo da progettare;
- al sito di localizzazione;
- alle esigenze dell'utilizzatore;
- alle scadenze intermedie e finali di consegna degli elaborati;
- alle modalità di pagamento;
- all'entità del prezzo riconosciuto a fronte della prestazione offerta;
- alle penali per ritardi.
Il riesame prevede,quindi, due momenti distinti:
- un momento preliminare, che richiede una valutazione di fattibilità e di adeguatezza della struttura
aziendale ad affrontare le prescrizioni contrattuali;
- un momento operativo, che affronta un lavoro di verifica e di rettifica dei contenuti
progettuali in modo da definire il valore dell'offerta in rapporto ai vincoli tecnologici, economici e
temporali.
Il controllo della progettazione:
Il controllo della progettazione va inteso come l'attuazione delle procedure che accompagnano tutte le fasi
del processo progettuale e che deve garantire determinati standard di qualità.
E’ una fase suddivisibile in otto sottofasi che permettono di seguire e controllare ogni passo della
progettazione.
sono i documenti che definiscono le condizioni, le modalità e le responsabilità con le quali devono essere
effettuate determinate azioni tecniche o gestionali.
Esse devono precisare:
o Una breve sintesi del contenuto;
o Le finalità e gli scopi;
o I documenti di riferimento;
o Le eventuali definizioni ed abbreviazioni;
o L’applicabilità;
o le responsabilità;
o Le modalità operative, con riferimento a diagrammi di flusso, schemi matriciali, documenti
emessi;
o Gli eventuali forum ed allegati.
sono le informazioni documentate, atte ad offrire, in modo sintetico, le prescrizioni relative allo
svolgimento di determinate attività, senza che siano stabilite le responsabilità degli addetti.
Esse devono contenere:
o L’identificazione della commessa, del prodotto o del servizio a cui si riferisce;
o Caratteristiche di identificazione del documento mediante sistemi numerici o alfanumerici;
PROCEDURA GESTIONALI
ISTRUZIONI OPERATIVE
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
101
o Titolo del documento;
o Numero o indice di revisione del documento e data, con sommaria descrizione delle modifiche ed
individuazione dell’eventuale documento che sostituisce o dal quale è sostituito;
o Nome e cognome (firma e data) di chi autorizza l’uso del documento per gli scopi a cui è
destinato ed eventualmente anche di coloro che hanno svolto su di esso azioni rilevanti per la
qualità;
o Posizione di archivio;
o Numero totale delle pagine;
o Nome del cliente, del fornitore o altre notizie legate ad aspetti contrattuali;
o Numero e denominazione dei particolari.
Le procedure gestionali e le istruzioni operative formano il nucleo del sistema qualità, perchè
rappresentano il che cosa, il dove, il quando ed il come dei processi aziendali.
I documenti di registrazione della qualità includono: i rapporti di controllo e di collaudo, i dati di prova, i
rapporti di qualifica, i rapporti di validazione, i rapporti di verifica ispettiva, i rapporti di riesame dei
materiali, i dati di taratura, i rapporti sui costi della qualità.
Il settore edilizio ha conosciuto, contemporaneamente alle industrie di prodotto e di servizio, una
considerevole evoluzione nell’ambito della gestione della qualità. Nonostante ciò, questo settore
economico è risultato notevolmente penalizzato rispetto agli altri in seguito a diversi fattori:
- Molteplicità dei centri decisionali (promotori immobiliari, committenze pubbliche e private,
strutture di gestione dell’intervento, organismi di progettazione e società di consulenza
tecnico-economica, società di controllo tecnico, enti di certificazione, imprese di costruzioni,
produttori industriali, utenze, pubbliche amministrazioni preposte al rilascio delle approvazioni
e concessioni, enti statali e regionali che emanano articoli legislativi sull’uso del territorio);
- Aleatorietà delle previsioni sull’andamento del mercato;
- Unicità dei requisiti espressi dalla committenza.
-
A cui si aggiungono, inoltre, le carenze strutturali tipiche del settore edilizio del nostro Paese:
- Subappalto di solo lavoro con il conseguente elevato tasso di infortuni sul lavoro;
- Frammentazione eccessiva delle imprese;
- Temporalità del lavoro;
- Dequalificazione della manodopera artigianale;
MODULO 1.2
IL PROGETTO
2.3 LA GESTIONE DELLA QUALITA’ NELL’INDUSTRIA DELLE
COSTRUZIONI
IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI
QUALITA’
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
102
- Modalità di appalto carenti.
- Nel processo edilizio sussiste, infatti, un passaggio delicato tra la qualità dei prodotti o servizi
manifatturati e la qualità dei prodotti e dei servizi messi in opera, i quali risultano mediati dalla
qualità del processo tecnico-organizzativo. Da questo punto di vista, i modelli procedurali di
appalto (con le relative modalità di remunerazione) sono sicuramente direttamente influenti sulla
gestione della qualità. L’impiego delle forme procedurali di appalto tradizionali con aggiudicazione
in base all’offerta più vantaggiosa in termini esclusivamente di prezzo, nonostante possa
permettere apparentemente alla committenza ed alle imprese concorrenti di definire
anticipatamente i parametri economici, tecnologici e temporali, rischia di basarsi su stime
economiche errate e di non tenere conto delle modalità esecutive caratteristiche di ciascuna
impresa e degli eventuali in corso d’opera.
- Questo tipo di gestione diventa eccessivamente complicata ed onerosa nei piccoli e medi organismi
di progettazione e nelle piccole e medie imprese, che caratterizzano il nostro settore edilizio e che
raramente hanno la possibilità di effettuare elevati investimenti fissi nella gestione della qualità;
- Presenza di piccole e medie imprese o piccoli e medi organismi di progettazione, che difficilmente
hanno la possibilità di effettuare elevati investimenti fissi nella gestione della qualità.
- In effetti, una grande organizzazione necessita maggiormente di proceduralizzare formalmente le
proprie attività e le proprie linee di comunicazione interne ed è certo in grado di sostenere gli oneri
derivanti dall’introduzione e dal mantenimento del sistema qualità e da una eventuale
certificazione da parte di un ente terzo.
- Committenza impreparata.
Altro argomento strettamente connesso alla gestione della qualità è quello delle stazioni appaltanti e
delle committenze. L’introduzione del sistema qualità risulta un’azione di notevole impegno per
qualsiasi organizzazione, dato che la semplice formalizzazione della documentazione implica un’opera
intensa di analisi degli aspetti aziendali e deve trovare riscontro nella reale applicazione delle attività
considerate nel manuale qualità e nel repertorio procedurale.
In queste condizioni diventa necessario l’acculturamento della domanda in termini di gestione qualità,
ossia la consensualità delle committenze (private o pubbliche) nel richiedere la garanzia di qualità oltre
che dei soggetti imprenditoriali nell’attuarla, anzitutto per i propri fini interni di efficienza ed efficacia.
Le stesse committenze e stazioni appaltanti dovrebbero adottare per prime le metodologie gestionali in
questione, dato che la loro capacità di esprimere, nella fase di istruzione preliminare della commessa, il
proprio programma esigenziale innesca un meccanismo organizzativo più mirato.
Per quanto finora affermato, la riuscita della gestione della qualità nel processo edilizio dipende
principalmente dall’attività svolta dalle committenze.
In questo senso risultano molto importanti le strutture di project management.
PROJECT MANAGER, funzione (interna o esterna alla stazione appaltante) che gestisce un’intera commessa
per conto della committenza.
Al project manager è affidato il compito di emanare il piano di qualità ed il conseguimento dei livelli
qualitativi indicati dalla committenza, nel rispetto dei tempi e dei costi fissati.
Per interventi di notevole complessità tecnologica e per appalti comportanti un ingente importo, il project
manager si avvarrà del:
DESIGN MANAGER, incaricato di:
2.3.1 IL SISTEMA QUALITÀ NELLE STRUTTURE DELLA COMMITTENZA
ORGANIZZATA
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
103
o Redigere, d’intesa con la committenza, i disciplinari d’incarico per i progettisti (architettonico,
strutturale, impiantistico) e per i consulenti tecnico-economici;
o Stendere la programmazione operativa dei lavori di progettazione;
o Consultare, in maniera informale, esclusivamente per i contratti privati, i potenziali concorrenti
alla gara d’appalto, circa la fattibilità di alcune ipotesi di progetto;
o Richiedere agli organismi di progettazione l’esistenza di un sistema qualità operativo e la
redazione di un piano qualità;
o Istituire tramite un controllo di seconda parte o una società indipendente, un sistema di
resocontazione relativo allo stato di avanzamento dei lavori di progettazione e degli eventuali
scostamenti nei costi;
o Programmare il piano economico finanziario relativo alla realizzazione ed alla gestione degli
organismi edilizi d’intesa con l’economista edilizio;
o Integrare il lavoro dei singoli specialisti attraverso riunioni periodiche transdisciplinari;
o Assicurare l’ordinato flusso dei contenuti informativi relativi al processo decisionale tra i diversi
progettisti e consulenti.
o Garantire la correttezza dei contenuti tecnici del progetto;
o Garantire l’esaustività dei contenuti informativi del progetto e l’efficacia delle loro modalità di
trasmissione tra i diversi operatori.
Tali informazioni dovrebbero essere univocamente comprensibili e non lasciare adito ad interpretazioni
discrezionali, che andrebbero a discapito della qualità dell’opera realizzata, della stima dei costi e dei
tempi necessari all’esecuzione.
Non è difficile assistere ai seguenti eventi:
o Le informazioni relative ad una funzione progettuale sono incomplete, carenti, tardive e
lacunose;
o Le informazioni relative ad una funzione progettuale, espresse in forma testuale ed in forma
grafica, siano conflittuali ;
o Le informazioni relative ad una specifica lavorazione non sono contenute in documenti
appositamente redatti;
o Le informazioni relative all’introduzione, in sede di progetto, di un componente nel sistema
tecnologico edilizio, sono contrastanti con quanto indicato nello schema di piano operativo
predisposto dal produttore industriale.
Il direttore di progetto ha, quindi, il compito di programmare i lavori di progettazione (attraverso gantt,
pert, cpm), di aggiornare tale programma attraverso la resocontazione degli stati di avanzamento, di
eseguire la revisione di progetto.
Lo strumento fondamentale per questa pianificazione e programmazione è la Work Breakdown Structure
(WBS), ossia l’analisi del ciclo di realizzazione, delle necessarie risorse progettuali ed esecutive e dei relativi
costi di ogni elemento da cui è costituito l’organismo edilizio.
La direzione dei lavori è, in genere, espletata dal:
CONSTRUCTION MANAGER, che, alle dipendenze del project manager, organizza una struttura di controllo
articolata secondo le tipologie delle lavorazioni, nel senso che vi saranno assistenti del direttore dei lavori
preposti alla parte strutturale, a quella impiantistica, etc.
Scopo principale del direttore dei lavori è verificare l’esecuzione delle opere in conformità alle condizioni
espresse nel contratto e nel capitolato speciale d’appalto, ossia lo svolgimento delle procedure di controllo
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
104
che ciascuna impresa specialistica o l’impresa mandataria, nel caso di consorzi, ha descritto nel proprio
piano qualità di commessa e nei piani di controllo qualità di cantiere.
La direzione dei lavori deve, anzitutto, rivedere ed aggiornare la programmazione operativa tenendo
conto, secondo lo stato di avanzamento dei lavori, degli scostamenti che si possono verificare rispetto al
programma iniziale, in quanto la committenza potrebbe dover sostenere ulteriori oneri a causa della
ritardata consegna dell’opera.
La direzione dei lavori deve, inoltre, verificare la puntualità delle consegne e lo svolgimento del controllo
qualità nella consegna delle forniture.
Il project manager deve, infine, accertarsi che, sia in fase di progettazione sia in fase di esecuzione, sia
operativo il coordinatore della sicurezza, ossia il tecnico specializzato nell’approntare i necessari dispositivi
di sicurezza previsti dalla legge.
La tematica della gestione della qualità non investe solo le imprese di costruzioni, ma anche gli organismi di
progettazione. La maggiore difficoltà nell’applicazione dei principi che reggono il sistema qualità agli
organismi di progettazione pare, tuttavia, significativa, rispetto ad altre esperienze in atto nel settore. La
garanzia che un organismo operi sistematicamente secondo regole definite, che si premuri di interpretare
correttamente le esigenze (talvolta implicite o mal espresse) della committenza, che verifichi le congruità
tra i dati di ingresso alla progettazione ed il progetto che ne risulta, che rediga e distribuisca i documenti
progettuali secondo tecniche documentali, che ricorra a strumenti di controllo del processo progettuale,
che ottemperi tempestivamente ai termini contrattuali, potrebbe presentare notevoli vantaggi per la
committenza.
Un aspetto fondamentale che riguarda il sistema gestionale di un organismo di progettazione, é l’attività di
istruzione preliminare dei lavori di progettazione denominata .
Tale attività, che comprende l’esecuzione dello studio di fattibilità e la valutazione del progetto
d’investimento, consiste nell’individuare formalmente le esigenze ed i vincoli del committente per tradurli
in soluzioni di progetto conformi. Il corretto dipanarsi di questa fase riduce i malintesi caratteristici dei
rapporti tra il committente e i gruppi di progettazione.
Il briefing, infatti, è la fase del processo edilizio nella quale si trasferisce il quadro delle esigenze della
committenza ai gruppi di progettazione, tramite uno strumento comunicativo in grado di tradurre, in
termini concretamente tecnologici, un insieme di istanze spesso indefinite.
In conclusione il sistema qualità in un organismo di progettazione dovrebbe fornire la garanzia al
committente che le attività espletate siano conformi a regole ordinate di erogazione di un servizio che
comporta notevoli criticità rispetto alla fase successiva di esecuzione cui è finalizzato.
L’applicazione del sistema qualità dovrebbe, del resto, prevedere:
- L’esecuzione sistematica delle attività progettuali;
- Il facile reperimento dei documenti riguardanti ogni funzione della progettazione;
- La fissazione delle responsabilità cui è chiamato ciascun incaricato e la sequenza in cui devono
avvenire le attività;
- Il periodico controllo (autocontrollo, controllo interno, controllo esterno) e la verifica ispettiva
dell’operato dell’organismo;
BRIEFING
2.3.2 IL SISTEMA QUALITÀ NEGLI ORGANISMI DI PROGETTAZIONE
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
105
- La riduzione dei costi causati dalla non qualità (la correzione ed il rifacimento di calcoli e disegni, la
perdita di credibilità presso la committenza, le eventuali penalità);
- La revisione dei disciplinari d’incarico;
- Il coordinamento e la congruità dei documenti grafici ed alfanumerici;
- Il conseguimento di un miglioramento continuo delle prestazioni fornite (tramite retroazione delle
esperienze passate sulle future iniziative);
- La formazione e la motivazione del personale;
- La revisione annuale, da parte dei dirigenti dell’organismo, del sistema qualità.
La formalizzazione minuta di tutte le attività, può, inoltre, risultare utile nel caso di un frequente turn-over
del personale: tale documentazione può, infatti, facilitare la continuità delle prestazioni al variare degli
individui.
La precisazione degli organigrammi e dei ruoli decisionali servirebbe a chiarire formalmente
l’organizzazione reticolare, tutt’oggi raramente palesata, delle società di progettazione che, per sgravarsi
dai costi fissi, fanno ricorso, analogamente alle imprese di costruzioni, ad un fitto numero di subfornitori. In
questo modo la committenza organizzata avrebbe maggiore conoscenza e controllo circa le capacità, la
tempestività e la correttezza di organismi preposti alla progettazione di opere imponenti e complesse.
Essenziale al funzionamento di un sistema qualità è la loro corretta verifica al termine di ciascuna fase di
definizione progettuale.
Le committenze strutturate, al contrario, raramente affidano al progettista architettonico tale compito,
preferendo istituire uno staff specificamente costituito, coordinato da un responsabile e composto da
specialisti delle diverse progettazioni (e relative lavorazioni), che segue e verifica le opere quotidianamente.
In questo caso, al progettista restano mansioni di consulenza e di approvazione delle decisioni che il project
manager prende per conto della committenza.
Resta, inoltre, da osservare che il controllo interno o l’autocontrollo dovrebbero avvenire sistematicamente
in modo campionario ed essere affiancati dalla revisione del progetto, che è attività relativamente
discontinua, e che si addensa solo al termine di determinate sottofasi del flusso progettuale.
La revisione del progetto è l’esame formale, documentato, esauriente e sistematico di quanto progettato,
per valutare sia i requisiti considerati nella progettazione, sia l’idoneità della medesima a soddisfarli e a
individuare i problemi e predisporne soluzione.
Essa si avvale, fra l’altro, dell’esecuzione dei calcoli alternativi, di prove sperimentali e del confronto con
progetti precedenti.
La revisione progettuale è uno strumento di controllo che affianca le verifiche abituali caratteristiche del
controllo interno dell’attività di progettazione. Essa ha lo scopo di individuare le criticità che possono
rendere il prodotto scarsamente sicuro, affidabile, durevole, manutenibile, producibile.
La garanzia di qualità deve, quindi, vertere su un approccio strutturato alla gestione ed al controllo
dell’organismo di progettazione, approccio che migliori la capacità di offrire prodotti o servizi in conformità
alle prestazioni, al tempo ed al costo fissati dalle committenze, al fine di conseguire tollerabili ritorni
dell’investimento.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
106
Le imprese di costruzioni e le ditte di installazione e di manutenzione degli impianti tecnologici, sono dei
soggetti che presentano forti resistenze all’introduzione di un sistema qualità.
Il numero elevato di piccole e medie imprese di costruzioni operanti sul mercato suggerisce che la maggior
parte delle unità operative nel settore non abbia la capacità di strutturare un’attività corrispondente ai
criteri espressi nelle serie normative riferite al sistema qualità.
Occorre, inoltre, considerare che se, da un verso, sono le grandi imprese a richiedere e ad agevolare
l’introduzione di metodologie gestionali, da un altro, esse ricorrono spesso a forme organizzative reticolari
ed alla prassi del subappalto, cosicché i contenuti cantieristici risultano dislocati ancora una volta verso le
piccole e medie imprese
2.3.3 IL SISTEMA QUALITÀ NELLE IMPRESE DI COSTRUZIONI
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
107
Al fine di individuare i diversi aspetti che concorrono a formare la qualità del costruito (opera edilizia
compiuta) dovranno essere soddisfatte sia la “QUALITA’ DI PROCESSO” che la “ QUALITA’ DI FRUIZIONE”.
Per soddisfare la prima è necessario intraprendere un percorso di qualità che parte dalla qualità nello
studio di progettazione, prosegue nella scelta dei prodotti e nel processo costruttivo.
MODULO 1.2
IL PROGETTO
QU
ALI
TA’
D
I
P
RO
CES
SO
Qualità del prodotto
Innovazione tecnologica
Affidabilità e durabilità
Benestare tecnico
qualità operativa
Certificazione
Regime assicurativo
Certificazione d’impresa
Idoneità tecnica
Miglioramento delle procedure
Controllo di qualità in cantiere
Project management
Flessibilità
Nuovi modelli d’uso
Sviluppo e controllo
Qualità del processo
Qualità del progetto
Ricorso a prodotti certificati
Sistema qualità
3. IL SISTEMA DELLA QUALITA’ EDILIZIA: LA QUALITA’ DEL COSTRUITO
IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI
QUALITA’
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
108
Per la qualità di fruizione, i filoni nei quali si è indirizzata negli anni la ricerca sono schematizzabili in:
QUALITÀ FUNZIONALE-SPAZIALE:
legata alla sicurezza d’uso, alla flessibilità, all’abitabilità, alle relazioni che possono instaurarsi fra gli
abitanti;
QUALITÀ AMBIENTALE:
legata alle condizioni di microclima create all’interno degli spazi costruiti;
QUALITÀ TECNOLOGICA:
legata alle caratteristiche dei sistemi e dei prodotti da costruzione, ai componenti e agli impianti
tecnologici.
Q
UA
LITA
’
DI
F
RU
IZIO
NE
Qualità tecnologica
Qualità iniziale
Qualità di durata
Manutenibilità
Qualità funzionale
Affidabilità
Benessere termico
Benessere acustico
Qualità operativa
opoperativatecnicaqu
alità operativa
Benessere igrometrico
Benessere visivo
Abitabilità
Adattabilità a nuovi modelli d’uso
Flessibilità
Sicurezza d’uso
Qualità ambientale
Qualità spaziale e funzionale
Sicurezza ambientale domestico
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
109
La qualità ambientale e quella tecnologica sono state raggruppate per la mutua influenza che le scelte
operative su un aspetto, inducono sull’altro aspetto della qualità. Possono essere definiti come la corretta
risposta di un complesso insediativo, di un organismo abitativo, di un alloggio, alle esigenze di benessere fisico,
di sicurezza, durabilità, manutenibilità, affidabilità dell’utenza.
Per sistema ambientale ci si riferisce a quegli aspetti inerenti alle condizioni di tipo microclimatico (generate
all’interno di spazi costruiti) percettivo sensoriale ed al rapporto tra organismo ed ambiente esterno; si
parlerà, dunque, di un intorno termoigrometrico, di un intorno visivo – attenzionale, di un intorno olfattivo
– respiratorio, etc. L'opportuna valutazione di ognuno di questi intorni permetterà di stabilire i valori dei
parametri ambientali entro i quali attenersi (nel caso ad esempio dell'umidità relativa entro 30-60%) o il
corretto dimensionamento degli impianti oppure la loro distribuzione spaziale.
Il sistema funzionale-spaziale è riferito alla caratterizzazione degli ambienti secondo una logica che segua,
appunto, le funzioni che si dovranno svolgere al loro interno; saranno propri di questo sistema gli aspetti
quali: fruizione, flessibilità, componibilità, interazione spaziale, attrezzabilità etc.
Il sistema tecnologico riguarderà la scelta della tecnologia con la quale risolvere i diversi aspetti, il suo
dimensionamento in funzione delle esigenze e del tipo di materiale ed il dimensionamento degli impianti a
servizio dell'organismo; appartengono al sistema tecnologico: resistenza, durevolezza, sicurezza, innocuità,
funzionamento, aspetto, manutenibilità, etc.
Al fianco di questi sistemi si aggiunge il sistema procedurale, al suo interno saranno contenute tutte le
procedure per la realizzazione del bene in oggetto, contemplando, dunque, il processo di affidamento, le
operazioni di progettazione, costruzione e gestione, le responsabilità ed i controlli da eseguire.
Per ognuno dei sistemi proposti esisterà un livello prestazionale minimo che assicuri il soddisfacimento delle
esigenze.
In un approccio secondo cui per "qualità" viene intesa la capacità di un bene o servizio di rispondere alle
esigenze che lo hanno determinato, potremo allora parlare di qualità ambientale, qualità funzionale-
spaziale, qualità tecnologica e qualità procedurale.
MODULO 1.2
IL PROGETTO
3.1 LA QUALITA’ AMBIENTALE, TECNOLOGICA E FUNZIONALE
SPAZIALE (TIPOLOGICA)
IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI
QUALITA’
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
110
La grande evoluzione di forme, materiali e tecniche alla quale si sta assistendo negli ultimi anni ha potuto
esprimersi solo in alcune tipologie per lo più destinate alle grandi infrastrutture urbane (aeroporti, musei,
centri commerciali, luoghi di lavoro e di svago …), ma ben poco è cambiato nei riguardi dell’abitazione
dell’uomo.
Ad esempio la sostenibilità: sono sostenibili i nostri edifici? Se consideriamo sostenibilità la capacità di
adattarsi ai cambiamenti, la risposta alle richieste degli occupanti, l’adattamento al contesto, la maggior
parte dei nostri edifici deve essere considerata insostenibile: alto consumo energetico, cattive condizioni di
comfort, condizioni ambientali non ottimali, orientamento casuale, materiali inappropriati scelti solamente
in base al gusto estetico dell’utente. D’altronde si è passati in poco tempo dall’edificio murario a quella
macchina per abitare in cui l’insieme impiantistico è preponderante. Oggigiorno le abitazioni, gli uffici, le
costruzioni civili o industriali sono ricchi di impianti di ogni genere, che forniscono servizi sempre più
evoluti, personalizzati alle necessità dell’utente e mutevoli nel tempo: l’acqua, l’elettricità, il gas, il telefono,
la televisione, il bagno, la cucina, gli scarichi, il condizionamento, la ventilazione, il computer, l’irrigazione, i
sistemi di sicurezza e antifurto, le infrastrutture per i portatori di handicap e molto altro ancora. Le due
diverse matrici culturali che si sono avvicinate a questo problema, l’una estetico- umanistica l’altra
tecnologico-funzionale, hanno in sostanza creato una disunità progettuale, nella quale si ritiene
l’impiantistica un corpo estraneo all’edificio, dove ogni intervento sostitutivo o manutentivo viene visto
come una sorta di “violenza” all’edificio. D’altronde se l’edificio non è preparato a questi interventi, questi
dovranno adattarvisi in qualche modo, spingendo e cercando spazi tra le murature, con risultati precari e
inestetici.
Ciò che si deve ricercare è quell’unità progettuale che oggi non può più limitarsi alla regolamentazione di
una collaborazione di facciata tra il progettista e l’impiantista, ma una progettazione del tipo integrated
design con soluzioni condivise con architetti, ingegneri, ecologisti, economisti, ecc. ma dove la tecnologia
sia sempre più integrata e flessibile.
Ormai non è più conveniente pensare gli edifici come “eterni”: gli interventi di adeguamento e di
manutenzione, le modifiche, e tutti quei fattori che un edificio deve affrontare per restare al passo con i
tempi, ne aumentano talmente i costi e le problematiche di gestione che sarebbe più opportuno pensare a
una completa intercambiabilità, quasi una capacità di trasformismo dello stesso. Allora è sicuramente a
monte, nella fase di progettazione, che devono essere pensati tutti quegli accorgimenti capaci di garantire
la cosiddetta qualità di gestione . Pensiamo ad esempio alla possibilità di garantire la completa flessibilità
degli spazi interni di un alloggio, o l’uso di moderne soluzioni di involucro esterno, ottenibili con le
MODULO 1.2
IL PROGETTO
3.2 LA MANUTENZIONE E LA FLESSIBILITA’ DEGLI SPAZI
IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI
QUALITA’
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
111
metodologie illustrate nelle pagine seguenti. A fronte di una spesa iniziale forse più elevata si ottengono
vantaggi indiscutibili anche ai fini degli interventi manutentivi e di gestione.
Il principio dell’adattabilità dello spazio come presupposto fondativo delle scelte operate in fase di
progettazione dell’abitazione rende possibile rispondere alle diverse e mutevoli esigenze degli utenti.
Realizzare un edificio flessibile significa assicurare in tempi diversi un’adeguata fruibilità dell’organismo
edilizio, evitando costose distruzioni e rifacimenti costruttivi per adattare l’alloggio a bisogni diversi da
quelli iniziali.
Sono questi, solo alcuni tra gli aspetti da considerare ai fini del perseguimento della cosiddetta qualità nella
fase manutentiva, ma aiutano in ogni caso ad avere un’idea ben precisa di quale sia la strada da seguire in
questa direzione.
Le pareti divisorie
L’idea è un sistema di pareti scorrevoli che creino presupposti per un’adattabilità pressoché illimitata nella
progettazione e nell’utilizzazione degli ambienti. Molte volte la parete più facilmente spostabile è proprio
quella in laterizi e intonaco, almeno confrontandola con un certo tipo di cosiddette “pareti mobili” presenti
ancora sul mercato. Oltre alla difficoltà effettiva di montaggio e ancoraggio, questi tramezzi (in materiali
plastici o in legno) presentano altri tipi di difetti non meno importanti: lo scarso isolamento acustico
(spesso sono richieste complesse e poco efficaci operazioni per garantire un adeguato livello di isolamento
acustico tra ambienti contigui), gli elevati costi e, dal punto di vista estetico, la lontananza dall’idea di
solidità e calore che il muro deve fornire. In rapporto alla qualità complessiva degli spazi è dunque
necessario valutare attentamente la corretta collocazione degli elementi di partizione mobile all’interno
dell’alloggio, al fine di sfruttarne al massimo le potenzialità e limitarne gli aspetti negativi.
Vi sono oggi sul mercato prodotti e materiali in
grado di ovviare a queste problematiche: pannelli
in cartongesso, in conglomerato di legno, in
polistirene espanso, rivestiti nelle più svariate
maniere. La principale caratteristica di tale tipo di
pannelli è la facilità di montaggio e smontaggio
(non è necessario forare i pavimenti, basta una
striscia di silicone), e non bisogna dimenticare che
oggigiorno questi prodotti hanno raggiunto ottimi
livelli di fono isolamento, resistenza al fuoco,
resistenza termica, resistenza agli urti etc. I
divisori in cartongesso, o simili, ad orditura
metallica permettono poi di montare nello spessore cavi elettrici, tubazioni per acqua, riscaldamento, gas,
nonché di sistemare apparecchiature varie (igienico sanitarie, termosifoni, mobili pensili etc.); sono poi
adatti per essere realizzati nei più svariati cicli tecnologici di cantiere ed inoltre esistono diversi materiali
speciali adatti all’uso in corrispondenza di bagni e cucine. L’aspetto della parete ultimata è come quello di
un qualsiasi altro tipo di parete o tramezzo tradizionale.
3.2.1 PROCEDIMENTI COSTRUTTIVI E PRODOTTI EDILIZI PER
INCREMENTARE LA FLESSIBILITA’ DEGLI SPAZI
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
112
FIGURA 3
Le cellule bagno. Tramite l’utilizzo di cellule bagno prefabbricate, si ottiene l’obbiettivo di poter modificare
nello spazio e nel tempo la posizione, la tipologia o la quantità dei bagni di un alloggio o di un ufficio, oltre
che il vantaggio della costruzione, della verifica e del collaudo in stabilimento. Oggi sono presenti in
commercio cellule monolitiche di vario tipo (figura 2), costruite con scocca rigida in materiale plastico
rivestita in cartongesso, a misura secondo progetto. Anche la distribuzione degli impianti, gli spessori delle
superfici ed il cavedio seguono le esigenze tecniche del progettista. Gli unici vincoli dimensionali sono quelli
legati al trasporto. La presenza poi di pompe trituratici rende queste cellule indipendenti dalla posizione
degli scarichi, e dunque realmente posizionabili dove si voglia all’interno di un edificio.
I pavimenti sopraelevati. L’integrazione del pavimento sopraelevato con le altre finiture tecniche, pareti
mobili e controsoffitti, è auspicabile per dare maggior flessibilità agli ambienti e ancor più per consentire un
intervento coordinato nell’architettura dello spazio. Risulta vincente la soluzione di adottare pavimenti
sopraelevati (figura 3) laddove le esigenze di flessibilità, capillarità e manutenzione degli impianti
richiedono soluzioni progettuali altrettanto flessibili e l’utilizzo di elementi facilmente removibili,
sostituibili, intercambiabili. Anche all’esterno, per terrazzi e coperture, è auspicabile l’utilizzo di un sistema
di pavimentazione sopraelevata a pannelli modulari, con distanziatori fissi o regolabili (figura 4). La finitura
può variare dal gres a qualunque tipo di pietra. I vantaggi di questo sistema, da applicare al disopra della
impermeabilizzazione, sono la facilità di posa, la semplice rimovibilità, il rapido deflusso delle acque, la
possibilità di dilatazione delle strutture sottostanti, la maggiore coibentazione termica.
Le casseforme a perdere. Un altro prodotto che può risultare molto importante ai fini del miglioramento
della manutenzione e della flessibilità di un edificio è la cassaforma in plastica a perdere per la realizzazione
di pavimentazioni areate. Le casseforme del tipo “Iglù” , di dimensioni 50x50x27 cm, autobloccanti fra loro
e poggianti su una superficie (pavimentazione, magrone) consentono di realizzare una pavimentazione con
intercapedine continua costituita da volte armate, arcate e pilastrini di cui essi sono contemporaneamente
stampo e barriera al vapore. L’intercapedine continua tra queste ed il terreno o il solaio permette, oltre
all’aerazione nelle due direzioni, di collocare al suo interno i cavi e i tubi degli impianti elettrico ed idraulico.
I tempi di realizzazione di tali pavimentazioni sono sensibilmente minori rispetto a quelle tradizionali e il
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
113
FIGURA 5
risparmio di peso è notevole: il sistema è quindi di gran lunga più economico.
I cavi ed i tubi Anche in questo campo sono già disponibili sul mercato prodotti interessanti e innovativi il
cui sfruttamento permette un notevole aumento della qualità gestionale e manutentiva. Basti pensare ai
tubi di rame (figura 6), impiegabili per impianti idro-termo-sanitari, per l’aria compressa, gas e liquidi
combustibili o refrigeranti. Questi tubi possono essere rivestiti con diversi materiali (principalmente diversi
tipi di PVC) e possono essere utilizzati in svariate maniere. I maggiori pregi di questo tipo di tubature sono
la versatilità e la facilità di utilizzo e di montaggio, l’elevata resistenza termica (possono resistere a
temperature da +105°C a -40°C), la permeabilità al vapore, la resistenza agli agenti chimici, la resistenza agli
urti e alla lacerazione, l’elevata capacità di deformazione.
I procedimenti costruttivi. Analizziamo alcune possibili varianti costruttive per ottenere un alloggio più flessibile. Una prima soluzione impiegabile è la sistemazione degli impianti nel controsoffitto. Non è infrequente al giorno d’oggi trovare alloggi e uffici che adottano tale collocazione. Gli indubbi vantaggi sono quelli di poter raggiungere con qualunque tipo di impianto ogni punto dell’alloggio, di poter ospitare le pareti mobili e di contenere i tubi e i cavi in uno spazio relativamente ridotto. Ma i problemi di tale soluzione sono evidenti: il difficile posizionamento dei tramezzi mobili e l’isolamento acustico degli ambienti. Infatti lo stesso controsoffitto finisce per fungere da canale di trasmissione dei rumori da un ambiente all’altro. Per ovviare a queste problematiche una procedura diffusa è quella di concentrare gli impianti in una zona ristretta (ad esempio in corrispondenza dei corridoi) ma questa soluzione contrasta con l’idea di completa flessibilità che andiamo perseguendo. Infatti il circoscrivere la zona degli impianti impone una determinata configurazione dell’alloggio e limita l’utilizzo delle pareti mobili.
Allora una possibile una soluzione architettonica sarebbe quella di confinare tubi, cavi e macchinari in zona
ispezionabile, alta circa 50 cm, separata dalla zona abitabile da un vero e proprio solaietto dallo spessore di
circa 10 cm. Questo tipo di alloggiamento ha i vantaggi di poter isolare ottimamente gli impianti, di
garantire una perfetta capillarità, di non permettere la trasmissione dei rumori, di poter inserire al meglio i
tramezzi interni. Gli svantaggi di questa soluzione sono di carattere normativo. Infatti se non cambiano le
norme urbanistiche, è quasi impensabile dedicare tanta cubatura all’impiantistica, sacrificando tanto
volume abitabile. Invece, se venisse effettuata una revisione delle normative, tenendo conto solo
dell’altezza netta interna, si garantirebbe un discreto ritorno economico per l’operazione.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
114
Prendiamo in considerazione ora il caso di pavimento passante con impianti collocati nello stesso,
realizzabile in varie modalità, dal semplice massetto in calcestruzzo alle più ardite tipologie di pavimento
flottante.
Una soluzione di questo tipo presenta gli indubbi vantaggi di poter raggiungere con qualunque tipo di
impianto ogni punto dell’alloggio, di poter ospitare le pareti mobili e di contenere i tubi e i cavi in uno
spazio relativamente ridotto (lo spessore può variare dai 15 ai 30 cm). I maggiori svantaggi consistono in
problematiche di carattere igienico (nel caso di pavimento flottante) e nella difficile manutenzione,
soprattutto nel caso di impianti affogati in un massetto di calcestruzzo. Una soluzione interessante sta
nell’applicazione di canalizzazioni, tubi protettivi rigidi, di diametro fino a mm 70-80 nei quali alloggi ogni
tipo di cavo (dal doppino telefonico al coassiale per la tv satellitare) o tubo (dall’impianto idrosanitario alla
climatizzazione). Così protetti i tubi e i cavi possono quindi essere inseriti, eliminati o sostituiti in una
qualunque parete, o in un massetto di calcestruzzo, o, meglio ancora, all’interno delle casseforme a
perdere del tipo visto in precedenza. I terminali degli impianti potrebbero poi essere riuniti e alloggiati, ad
esempio, sotto il vano finestra, coperti da un pannello richiamante l’infisso stesso, magari prodotto insieme
all’infisso: in tal modo si garantirebbe l’ispezionabilità, ed ogni ambiente dell’appartamento sarebbe dotato
di una sorta di centralina autonoma, collegata alle altre, dalla quale gestire tutta l’impiantistica . Infatti la
tendenza attuale è quella di abbandonare l’utopia della centralizzazione e dotare non solo ogni singola
abitazione di un impianto autonomo, ma addirittura se possibile personalizzare la gestione di ogni singola
stanza. Con un sistema siffatto sarebbe realmente possibile collocare ovunque si voglia i servizi igienici (con
sistemi prefabbricati del tipo visto nel paragrafo precedente, uniti al sistema di smaltimento rifiuti con
pompe trituratici) o la cucina. In tal modo verrebbero a cadere alcuni dei vincoli più grossi che oggi si
oppongono alla flessibilità interna di un alloggio.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
115
La gestione del Sistema Qualità prevede la definizione di ruoli, mansioni e responsabilità per ogni settore aziendale
e per ogni attività intrapresa.
STRUMENTI PER LA GESTIONE DELLE RESPONSABILITÀ
Gli strumenti per la definizione delle responsabilità sono fondamentalmente tre:
• la matrice delle responsabilità, costituita da una griglia in cui vengono riportate in ascissa le attività ed in
ordinata le figure professionali, in modo da schematizzare i livelli di responsabilità nell'eseguire determinati
compiti;
• la descrizione delle attività (job description), che integra la matrice delle responsabilità definendo, per ogni
operatore previsto, i compiti specifici, le finalità del ruolo, i rapporti in relazione all'organigramma per quello
specifico lavoro;
• l'organigramma funzionale, che schematizza, tramite una struttura gerarchica, i rapporti fra gli operatori
interni.
GERARCHIA DELLE RESPONSABILITA’ L'attività di pianificazione della progettazione richiede la ripartizione delle mansioni e dei compiti e la definizione
dei livelli di responsabilità per ogni attività a partire da quelle di coordinamento fino a quelle operative.
Le responsabilità, generali e specifiche, del personale preposto al coordinamento ed alla gestione di ogni attività
seguono una gerarchia, che consente di codificare dei rapporti chiari attraverso l'individuazione di mansioni
specifiche e di aree di interesse operativo ben delimitate.
La gerarchia individuabile nella fase di progettazione è più o meno articolata in relazione al tipo di organizzazione
dell'Organismo di progettazione, ma facendo riferimento alle funzioni svolte all'interno dell'azienda si possono
individuare le seguenti funzioni:
• coordinamento di commessa
• coordinamento di progetto
• coordinamento delle sezioni progettuali
• coordinamento di assicurazione qualità
MODULO 1.2
IL PROGETTO
4. LA RESPONSABILITA’ DELLA PROGETTAZIONE
IL PROGETTO COME “PRODOTTO” DEL PROCESSO PROGETTUALE DI
QUALITA’
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
116
ORGANIGRAMMA FUNZIONALE DI UN ORGANISMO DI PROGETTAZIONE
QUALITY
MANAGER
DIREZIONE COMMITTENTE
PROJECT
CONTROLLER
PROJECT MANAGER
RESPONSABILE
SETTORE
AMMINISTRATIVO
RESPONSABILE
SETTORE TECNICO
RESPONSABILE
SETTORE
COMMERCIALE
RESPONSABILE
SEZIONE PROGETTO
ARCHITETTONICO
RESPONSABILE
SEZIONE PROGETTO
STRUTTURE
RESPONSABILE
SEZIONE PROGETTO
IMPIANTI TERMO-
IDRAULICI
RESPONSABILE
SEZIONE PROGETTO
IMPIANTI ELETTRICI
RESPONSABILE
SEZIONE CONTABILITA’
RESPONSABILE
SEZIONE PROGETTO
SICUREZZA
RESPONSABILE
SEZIONE DIREZIONE
LAVORI
RESPONSABILE
SEZIONE DIREZIONE
CANTIERI
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
117
TIPI DI CONTROLLO DELLA PROGETTAZIONE La misurazione della qualità dell'attività di progettazione richiede lo studio e l'applicazione di un sistema di
prevenzione finalizzato a trovare, evidenziare ed eliminare i fattori di non qualità in contrasto con gli obiettivi
generali di processo e gli obiettivi specifici per ogni attività.
Per queste ragioni è necessario attivare una serie di controlli articolati su tutto il piano della progettazione,
individuando e differenziando compiti ed obiettivi in diversi livelli, integrati e coordinati fra loro:
1. autocontrollo: sistema di controllo dell'operatore preposto all'attività, che si configura come uno strumento di
verifica usato dai responsabili dell'attività specifica;
2. controllo interno, sistema di controllo all'interno del coordinamento della attività composta o della procedura,
in correlazione con operatori autonomi;
3. controllo esterno: sistema di controllo applicato da personale estraneo alla attività o alla procedura esaminata.
Ogni risultato ottenuto va testimoniato attraverso una documentazione chiara, precisa ed accessibile per
affrontare agevolmente la fase di riesame del progetto e per impostare, al termine del progetto esecutivo, la fase
di produzione sulla base di una pianificazione completa e sistematica della progettazione.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
118
Le nuove tecnologie, i nuovi dispositivi e l’aggiornamento dei software stanno cambiando il modo di
progettare e le modalità di conduzione di un processo edilizio.
Il computer non è più considerato come uno strumento che agevola il processo ma una componente
essenziale dello stesso.
Il progetto e le informazioni connesse alla sua gestione devono essere organizzate in un sistema
informativo del progetto ed il mancato utilizzo del computer preclude l’accesso alle informazioni e la
partecipazione attiva di un qualunque attore.
Nel passaggio dalla fase di progettazione a quella di costruzione gran parte delle informazioni progettuali e
costruttive restano negli archivi degli studi di progettazione e delle imprese.
Nel momento in cui l'opera edificata viene consegnata al Committente il passaggio di informazioni è
limitato a poche tavole cartacee, a volte prive degli aggiornamenti relativi a varianti realizzate in corso
d'opera. Per evitare questa perdita di conoscenze è necessario che dalla fase progettuale in poi, si lavori ad
un unico modello, costantemente aggiornato, che contenga tutte le informazioni necessarie a gestire la
vita utile dell'edificio. La strada che si sta percorrendo per avvicinarsi il più possibile a questi obiettivi,
prevede l'utilizzo di tecnologie "Intelligent Objects", che permettono di creare, organizzare, gestire e
sopratutto condividere oggetti, mantenendo il collegamento a fonti di dati, documenti di archivi esterni e
di gestire processi in cui gli oggetti sono coinvolti. 11
Il CAD fu un passaggio tecnologico irrinunciabile e fondamentale per l’evoluzione dell’attività progettuale
su un sistema geometrico 2D.
1. CAD 2D →automatizzazione dei gesti del disegnatore con utilizzo di elementi grafici semplici (punti,
linee, archi, etc…)
2. Introduzione del concetto di layer (gruppi di elementi di una stessa classe in un unico livello), ossia
fogli virtuali di carta lucida finalizzati a strutturare graficamente il disegno, raggruppando in un
unico livello tutti gli elementi strutturali di una stessa classe.
11 “Modello di dati a modello di informazioni nella progettazione architettonica”,Tesi di Mauro Mulas, Relatori Carlo Argiolas, Emanuela
Quaquero
MODULO 1.3
IL PROGETTO
Evoluzione dal CAD al BIM
1. DAL CAD AL BIM
LA SIMULAZIONE
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
119
I CAD 3D della generazione successiva mirarono a supportare la visualizzazione tridimensionale del
progetto, fornendo rendering molto realistici uniti alla possibilità di creare effetti di luce ed ombra.12
3. CAD 3D → possibilità di estendere il disegno alla terza dimensione mantenendo l’inserimento di
simboli 2D
4. OOCAD → CAD orientati agli oggetti
5. B.I.M. →unico database contenente tutte le informazioni del processo edilizio (progettazione
concettuale, studio volumetrico, calcolo strutturale, modellazione tridimensionale con
l’introduzione della variabile tempo, gestione e manutenzione dell’opera etc…)
L’ultima generazione di sistemi OOCAD si caratterizza per l’adozione di un paradigma denominato Building
Information Modeling (BIM), secondo il quale tutti gli oggetti intelligenti dell’edificio possono coesistere in
un unico database del progetto denominato “virtual building” che cattura ed unifica tutte le informazioni
del progetto fornendo un’unica, logica e consistente sorgente di tutte le informazioni associate al progetto.
12 Raccontando il dettaglio. Ricerca e sperimentazione nel processo di produzione e management edilizio. Carlo Argiolas
Esempio di render_Modello 3D realizzato con AllPlan
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
120
Oggi la globalizzazione dei mercati e ICT mettono ancora maggiormente in risalto l’inadeguatezza delle
nostre prassi esasperando la competizione: la conoscenza e la capacità di innovazione sono fattori chiave
per vincere una competizione sempre più serrata.
Il settore delle costruzioni, tenutosi sempre distante da esperienze di innovazione rispetto agli altri ambiti
economici, oggi deve necessariamente affrontare un inevitabile processo di crescita. E’ necessario un
grande lavoro di crescita manageriale per il settore delle costruzioni del nostro Paese ed un notevole
impegno nel ridisegnare i processi di settore alla luce di questi nuovi elementi
Ai progettisti spetterà evolvere verso il concetto di:
MODELLO 2D AUTOCAD DISEGNO DI PIANTE,
PROSPETTI, SEZIONI ....
MODELLO 3D ALLPLAN
-MODELLO DI EDIFICIO
- DISEGNO DI PIANTE, PROSPETTI, SEZIONI ....
MODELLO 4D REVIT
EDILUS
-MODELLO DI EDIFICIO CON PRODOTTI ELEMENTARI
- DISEGNO DI PIANTE, PROSPETTI, SEZIONI, ELEMENTI PER LA PIANIFICAZIONE, LA GESTIONE, IL COMPUTO ED IL CALCOLO STRUTTURALE...
MODULO 1.3
IL PROGETTO
Gli strumenti per la fase progettuale
PROGETTO
ROBUSTO
2. IL PROGETTO ROBUSTO
LA SIMULAZIONE
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
121
Nell’ottica di un cambiamento nella gestione del processo edilizio, il concetto di progettazione deve volgere
ad un significato più ampio:
- ideare un oggetto edilizio in rapporto alle possibilità e ai metodi di produzione, al suo utilizzo ed
alla sua manutenzione.
Il progetto robusto è costituito dall’insieme delle schede relative a ciascun prodotto elementare e le
specifiche relative alla produzione di quest’ultimo .
Il progetto robusto si ottiene individuando tutte le attività necessarie a realizzare ciascun prodotto
elementare definito:
DA QUANTO APPENA DEFINITO:
È necessario fare ricorso ad una metodologia di supporto che consenta di gestire in modo efficace,
efficiente e coordinato tutti i prodotti elementari e le informazioni ad essi correlate:
IL METODO BIM COME APPROCCIO VINCENTE E DI SUPPORTO AL PROGETTO ROBUSTO
Con un approccio BIM e con i software che sulla base di esso sono stati sviluppati , è possibile capitalizzare
e strutturare tutta l’informazione relativa ad un progetto affinché questa possa essere facilmente
rintracciabile e compresa da tutti i soggetti coinvolti nello specifico processo edilizio. Gli attuali software
che supportano la filosofia BIM (Revit, All Plan…) strutturano l’informazione relativa ad un progetto
attraverso dei modelli tridimensionali dell’opera da realizzare, in cui gli oggetti che lo costituiscono non
sono altro che i prodotti elementari precedentemente definiti.
- Natura, entità ed impegno delle risorse
- Tecniche e tecnologie di produzione
- Procedure di sicurezza
- Durata dei lavori
- Importo complessivo dei lavori
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
122
Del progetto esiste un unico archivio digitalizzato (comprensivo di tutti i documenti, grafici e non, di tutte le
specifiche ecc..) che memorizza:
• ogni dettaglio costruttivo,
• ogni intervento,
• ogni fase realizzava, dalla progettazione alla consegna, alla successiva manutenzione.
Il dettaglio diventa parte di un tutt'uno coerente, una zoomata su una parte del modello e la coerenza tra
tutti i dettagli è garantita.
Il progetto diventa
• “il catalogo” dei prodotti elementari che costituiscono l’opera architettonica
• “il manuale” che contiene tutta la storia dell'edificio, prima guidando le fasi progettuali e
costruttive, poi la gestione dell'edificio e le eventuali ristrutturazioni.
L’adozione di una tecnologia BIM non è né semplice
né immediata e richiede un approccio
completamente differente rispetto alla progettazione
tradizionale. Infatti esso postula la necessità di
progettare l’edificio e di pianificare completamente la
sua esecuzione prima che essa cominci.
l’acquisizione di un software BIM è l’investimento di
minor rilievo per garantire il successo dell’iniziativa.
Ciò che è difficile, ma fondamentale, è la modifica
delle procedure tradizionali che caratterizzano il
processo edilizio e la reingegnerizzazione dello stesso
come un business process in cui tutti gli attori
(committente, progettista, fornitori etc.) cooperano
per raggiungere il successo, utilizzando una comune
sorgente di dati.
Ciascun attore del processo edilizio deve avere consapevolezza che il livello di informazione a cui accede e
le modifiche che egli apporta al progetto, sono parte di un business plan globale e contribuiscono
sensibilmente alla buona riuscita dello stesso.
MODULO 1.3
IL PROGETTO
3. IL SISTEMA BUILDING INFORMATION MODELING (BIM)
LA SIMULAZIONE
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
123
Esempio BIM
Eureka tower
Location: Melbourne, Australia.
Costruzione: agosto 2002 - giugno 2006.
Status: completo.
Inaugurazione: 11 ottobre 2006.
Destinazione d’uso: mista.
Dimensioni: 300m (91 piani + 1 interrato).
Architetto: Fender Katsalidis.
Software: ArchiCAD 6.5, Artlantis
Costo complessivo: circa A$ 500 milioni.
L’Eureka Tower, non è soltanto l’edificio residenziale più alto del mondo, ma è anche uno dei più grandi
progetti realizzato utilizzando i principi, la metodologia e i processi del Building Information Modeling. FKA
ha scelto di utilizzare ArchiCAD perché sembrava offrire l’approccio object-oriented e database-driven che
stavano cercando.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
124
Lo sforzo per la modellazione è stato largamente ricompensato da una riduzione globale (tempo, lavoro e
personale) del 76%.
Ha consentito di individuare in anticipo e risolvere tutta una serie di problemi ed ha consentito,
soprattutto, di raddoppiare le dimensioni dell’edificio. Originariamente, infatti la torre doveva avere solo 45
piani, mentre oggi se ne contano addirittura 91. Questo è stato possibile grazie all’utilizzo dello strumento
BIM.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
125
PROGETTO A EUREKA TOWER
Dimensioni: 45 piani 91 piani
Tempo per i documenti: 100% 50 %
Staff impiegato: 100% 66%
Ore di lavoro a settimana: 72 hrs 51 hrs
La maggior parte dei documenti (circa 1000 A1) vennero prodotti direttamente dal modello. Il modello
venne usato per molti altri progetti eD analisi. È stato utile per il design d’interni, perché ha permesso di
esplorare le combinazioni dei materiali.
Ha inoltre consentito di controllare automaticamente gli impianti.
Non è stato possibile utilizzare il modello per le collaborazioni perché la maggior parte dei consulenti
utilizzavano ancora i CAD 2D, perciò vennero condivisi con l’intero building team solo i disegni 2D e non
l’intero modello.
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
126
Autodesk REVIT fornisce un’interpretazione puntuale del BIM in quanto implementa un unico
database centralizzato del progetto. La forza di questo approccio risiede nella capacità di
coordinare ogni elemento costruttivo tramite un unico database fornendo la possibilità di
conoscere in tempo reale qualunque aggiornamento e/o modifica effettuati sul modello, avere
viste progettuali e disegni aggiornati e di risolvere ogni problema nel coordinamento degli attori.
Tuttavia, REVIT adotta un modello dei dati proprietario di un’interfaccia di programmazione molto
limitata per lo sviluppo di applicazioni integrative da parte dell’utente.13
13 Raccontando il dettaglio. Ricerca e sperimentazione nel processo di produzione e management edilizio. Carlo Argiolas
MODULO 1.3
IL PROGETTO
3.1 REVIT
LA SIMULAZIONE
Processi e Metodi della Produzione Edilizia Dispense del corso tenuto dal Prof. Carlo Argiolas agg.2015
127
LIVELLI DI SCOMPOSIZIONE
SCOMPOSIZIONE DELL’OPERA IN FASE
ESECUTIVA
SCOMPOSIZIONE PROGETTO IN PRODOTTI
ELEMENTARI
SCOMPOSIZIONE PROGETTO IN REVIT
1 EDIFICIO Prodotto finale (Project) PROGETTO ROBUSTO 2 STRUTTURA Macro-prodotto FASE 3 PILASTRO Prodotto CATEGORIA 4 PILASTRO Rettangolare
PILASTRO Circolare Sotto-prodotto FAMIGLIA
5 Pilastro Rettangolare (30 x 35 cm) e (35 x 40) ecc…
Prodotto elementare TIPO