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La nascita e la diffusione del telegrafo e del telefono
furono l’inizio di una vera rivoluzione tecnologica e sociale.
Sul finire dell’Ottocento tale rivoluzione sconvolse
i modi e le forme della comunicazione,
innescando il processo culminato nella globalizzazione economica e culturale
che noi oggi viviamo.
Ovidio Mario Bucci
Università degli Studi di Napoli Federico Ii
PROGRAMMA MUSICALE
Abbassa la tua radio L'uccellino della radio Ba ba baciami piccina Did you ever see a dream walking Body and soul All of me This masquerade The look of love Besame mucho One note samba
ENSEMBLE FEDERICO II JAZZ ORCHESTRA
CARMEN VITIELLO voce FLAVIO GUIDOTTI piano elettrico GIOVANNI ROMEO batteria MICHELE FIORE contrabbasso
Responsabile Federico II Jazz Orchestra Stefano Irace
Prof. Ovidio Mario Bucci
Nato nel 1943, si è laureato con lode in Ingegneria
Elettronica presso l'Università di Napoli nel 1966.
Assistente ordinario dal 1967 del prof. Gaetano Latmiral,
uno dei fondatori dell’Elettromagnetismo italiano, dal
1976 è professore ordinario di Campi Elettromagnetici
presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Napoli.
E’ stato, tra l’altro, direttore del Dipartimento di
Ingegneria Elettronica e pro Rettore dell'Università di
Napoli Federico II, presidente del Gruppo Nazionale di
Elettromagnetismo del CNR, direttore del Centro
Interuniversitario di Ricerca sulle Microonde e le Antenne.
Dal 2001 è direttore dell’Istituto per il Rilevamento
Elettromagnetico dell’Ambiente del CNR.
La sua attività scientifica riguarda l’Elettromagnetismo teorico ed applicato, e trova
riscontro in oltre 300 pubblicazioni, per gran parte su riviste internazionali o atti di convegni
internazionali.
E’ Fellow dell’IEEE (Institute of Electrical and Electronic Engineers) e membro dell’Accademia
Pontaniana.
E’ stato insignito di diversi premi, tra cui la medaglia d'oro del Presidente della Repubblica
quale benemerito della Scienza e della Cultura.
COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Quando le vecchie tecnologie erano nuove: LA NASCITA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II
TELEFONO ED INTERNET: LA STORIA SI RIPETE
Ovidio Mario Bucci
Professore di Campi Elettromagnetici Università degli Studi di Napoli Federico II
La nascita e la diffusione del
telegrafo e del telefono, contestualmente
allo sviluppo della rete elettrica, e poi, sul
volgere del secolo, del fonografo, del
cinema, della radio, costituirono una vera
rivoluzione tecnologica e sociale,
paragonabile a quella oggi in corso. Sul
finire dell’Ottocento tale rivoluzione
sconvolse i modi e le forme della
comunicazione, innescando il processo
culminato nella globalizzazione economica e
culturale che noi oggi viviamo.
Le analogie tra le trasformazioni
vissute dalle società industriali dell’epoca
vittoriana e quelle avutesi nell’ultimo quarto
del secolo appena trascorso sono notevoli,
per quanto queste ultime siano avvenute
dopo la conclusione del processo di
industrializzazione della cultura di massa,
che ha segnato tutto il XX secolo, e dopo la
diffusione in tutto il corpo sociale delle
tecnologie primarie della comunicazione.
Una prima analogia è l’esistenza di
un elemento unificante forme e strumenti di
comunicazione fortemente eterogenei: la
rete. Nell’Ottocento il ruolo delle odierne
reti globali fu svolto, oltre che dalle reti
telegrafiche e telefoniche, dalla rete
elettrica. Quest’ultima ebbe un’influenza sia
diretta, in quanto permise lo sviluppo e la
penetrazione degli apparati, sia indiretta, in
quanto contribuì a modificare gli orari ed i
tempi della vita pubblica e privata.
In secondo luogo, nell’Ottocento,
così come nel Novecento, non si ebbe solo
una lunga serie di innovazioni tecnologiche,
bensì una vera svolta di sistema, che
modificò in profondità il modo stesso di
concepire la comunicazione. In particolare,
alla comunicazione orale fu data la
possibilità di abbattere le barriere dello
spazio e del tempo, sino ad allora privilegio
della comunicazione scritta.
Una terza, e forse più importante
analogia, è che, in entrambi i casi, lo
sviluppo dei mezzi di telecomunicazione è
stato il mezzo ed il motore di un assai più
vasto processo di trasformazione economica
e tecnologica. Lo sviluppo di tecnologie
innovative di comunicazione fornì non tanto
(almeno all’inizio) prodotti per la nuova
industria, quanto strumenti per la
razionalizzazione (ed il controllo) produttivo
e sociale. Da questo punto di vista si è
sostenuto, non senza ragione, che la
cosiddetta società dell’informazione e della
comunicazione nasce nel cuore del XIX
secolo come risposta alla necessità di
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COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Quando le vecchie tecnologie erano nuove: LA NASCITA DELLE TELECOMUNICAZIONI
controllare una produzione potenzialmente
illimitata ed un mercato sempre più lontano
dalla produzione.
Ma, al di là delle analogie, la nascita
delle telecomunicazioni evidenzia in modo
esemplare la caratteristica fondamentale di
uno sviluppo economico basato su
un’applicazione intensiva della conoscenza
scientifica: la stretta interconnessione tra
Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II
ricerca scientifica, innovazione tecnologica e
realtà socioeconomica. Ciò rese, e rende, la
ricerca e l’educazione scientifica un
prerequisito essenziale dello sviluppo
economico. Come già accaduto
nell’Ottocento, il futuro appartiene a quei
paesi che meglio sono in grado di
rispondere a questa sfida.
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COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Quando le vecchie tecnologie erano nuove: LA NASCITA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II
UN MONDO PIÙ PICCOLO. UN MERCATO PIÙ GRANDE
Vincenzo Giura
Professore di Storia Economica Università degli Studi di Napoli Federico II
Ricordate il giro del mondo in 80
giorni di Jules Verne? La scommessa
apparentemente folle di effettuare il giro del
mondo in un tempo, per l’epoca (1872),
assai breve? Ricordate come si giunge ad
essa in un salone del Reform club di
Londra? Quattro gentiluomini giocano a
whist discutendo tra un rubber e l’altro, del
furto avvenuto pochi giorni prima al Bank of
England. Ad Andrew Stuart che sostiene
che la terra è abbastanza grande perché un
ladro possa far perdere le proprie tracce,
uno degli altri giocatori, l’indimenticabile
Phileas Fogg, risponde: lo era un tempo…..
E in effetti è proprio a partire dalla
seconda metà del XIX secolo che la terra
diventa più piccola e il mercato più grande,
grazie ai progressi tecnologici che
conducono alla rivoluzione dei trasporti e ai
nuovi mezzi di comunicazione, dapprima il
telegrafo e più tardi la radio.
Lo sviluppo delle ferrovie iniziato nel
ventennio 1830-50 diviene vertiginoso in
quello successivo. In Europa la rete
ferroviaria che nel 1830 contava solo 96 km
passa a circa 105.000 nel 1870; negli Stati
Uniti si va dai 4.500 km del 1840 ai 90.000
del 1870, mentre, sia pure a distanza,
seguono gli altri continenti portando in
questi quarant’anni la rete mondiale da 96
a 210.000 km.
I vantaggi di questa rivoluzione sono
evidenti. Vita economica e movimento
commerciale vedono schiudersi nuovi
orizzonti. Le regioni interne vengono tratte
dal loro isolamento ed inserite nei circuiti
internazionali favorendo la specializzazione
della produzione. Se poi a questo
aggiungiamo il fortissimo, progressivo,
sviluppo della marina a vapore, passata da
pochi milioni di tonnellate nel 1870 –
quando ancora prevaleva largamente la
vela – ai 50 milioni di tonnellate del 1913,
possiamo comprendere perché si sia avuto
un così intenso sviluppo degli scambi
internazionali. Il commercio mondiale
aumenta del 40% tra il 1830 e il 1840, di
circa altrettanto nel decennio successivo,
dell’80% tra il ’50 e il ’60 e di circa il 50%
tra il ’60 e il ’70.
Se lo sviluppo dei mezzi di
comunicazione aveva ridotto i tempi di
attesa delle notizie necessarie a chi,
commerciando con paesi lontani, doveva
prendere delle decisioni, con il telegrafo si
abolì praticamente ogni attesa.
Grazie ad esso, infatti, fu possibile
conoscere quasi immediatamente
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COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Quando le vecchie tecnologie erano nuove: LA NASCITA DELLE TELECOMUNICAZIONI
l’andamento delle spedizioni, la domanda,
l’offerta ed i prezzi delle merci, in una
parola le prospettive dei mercati. Il cavo
sottomarino Dover–Calais, ad esempio,
permetteva alle borse di Londra e Parigi di
confrontare i prezzi ora per ora, mentre gli
uomini di affari potevano osservare quel
che accadeva di continuo sulle diverse
piazze finanziarie e mercantili. Si andò così
formando un mercato mondiale per i titoli,
per i principali generi di consumo e per i
noli, in quanto era sufficiente inviare un
Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II
cablogramma per comunicare alle navi le
direzioni loro assegnate. Se i
contemporanei, come spesso accade, non
avvertirono nella loro interezza tutti i
mutamenti avvenuti e che avvenivano
intorno ad essi, Phileas Fogg, invece, aveva
capito tutto. Grazie ai progressi della
scienza, il giro fu compiuto, la scommessa
fu vinta, e con in più l’aggiunta di aver
conquistato una donna deliziosa (questo in
verità né per merito della scienza né dello
sviluppo economico).
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COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Quando le vecchie tecnologie erano nuove: LA NASCITA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II
RITORNO AL FUTURO. LA NASCITA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Sergio Brancato
Professore di Sociologia delle Comunicazioni Università degli Studi di Salerno
In un romanzo del 1907, Emilio
Salgari abbandonò i mari della Malesia per
azzardare qualche passo nel futuro,
inoltrandosi in quel secolo XX che lui,
tuttavia, non avrebbe mai visto dispiegarsi
(lo scrittore veronese morì suicida nel 1911
a Torino, nei luoghi che avrebbero visto la
Grande Esposizione Universale). Ne Le
meraviglie del Duemila, il creatore di
Sandokan e del Corsaro Nero ipotizza un
viaggio nel tempo a venire, approdando in
un mondo in cui la cultura industriale ha
realizzato mirabolanti progressi, ma al
prezzo di un’isteria collettiva causata dal
diffondersi dell’elettricità nell’aria. Il
romanzo si chiude così: “Io ora mi domando
se aumentando la tensione elettrica,
l’umanità intera, in un tempo più o meno
lontano, non finirà per impazzire”. Una
frase interessante, ed eco curiosa di ciò che
Georg Simmell, uno dei padri della
sociologia, affermava nel suo saggio del
1903 sulla metropoli: “La base psicologica
su cui si erge il tipo delle individualità
metropolitane è l’intensificazione della vita
nervosa, che è prodotta dal rapido e
ininterrotto avvicendarsi di impressioni
esteriori e interiori”.
I due si incontrano nell’idea del
progresso scientifico e dei suoi effetti sulle
forme dell’esistenza umana. Se Salgari
incarna le paure del rapporto
corpo/tecnologia, Simmell si interroga su
una comunicazione che, intensificando la
vita nervosa, trasforma nel profondo i
vissuti individuali e le strutture sociali.
Entrambi, tuttavia, convergono su un
aspetto fondamentale della trasformazione
in atto, quello dell’elettrificazione del
territorio. La soluzione energetica garantita
dall’elettricità è la premessa di quelle
tecnologie – dal telegrafo al telefono, e poi
alla radio – che riconfigureranno gli equilibri
geopolitici così come la vita quotidiana.
Grazie all’elettricità, le comunicazioni
divennero istantanee, collegando il mondo
all’interno di una “rete” che annullava le
distanze e ridefiniva il senso del luogo.
Un nuovo concetto di spaziotempo
ridisegnava, così, la costruzione sociale
della realtà, orientando le strategie
tecnologiche in direzioni impreviste. La
ricerca sul telegrafo favorì la trasmissione
del suono a distanza, inaugurando la
telefonia come modello di comunicazione
privata, punto a punto, che permette di
coltivare nuovi rapporti dilatando lo spazio
delle relazioni sociali. All’inizio, il telefono
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COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Quando le vecchie tecnologie erano nuove: LA NASCITA DELLE TELECOMUNICAZIONI
servì anche come laboratorio sperimentale
della radio attraverso il Teatrofono, che
permetteva di ascoltare concerti e
commedie dall’apparecchio domestico.
Come si vede, le moderne
telecomunicazioni – sia pubbliche che
private – esistevano già nel nevralgico
snodo tra ‘800 e ‘900. Quella rete di
Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II
tecnologie e culture è sopravvissuta,
diventando l’odierna rete informatica: i
personal media come il pc si sostituiscono
ai media di massa, facendoci riscoprire quel
lontano “futuro” della comunicazione che i
nostri antenati avevano immaginato così
simile al presente.
Emilio Salgari
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COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Quando le vecchie tecnologie erano nuove: LA NASCITA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II
LO “STRAORDINARIO INCANTESIMO”
Paolo Macry
Professore di Storia Contemporanea Università degli Studi di Napoli Federico II
Il telefono è “uno straordinario
incantesimo”, aveva scritto Marcel Proust
nei Guermantes, ricordando una
conversazione con la nonna. L’individuo
all’altro capo del filo “si trova d’un colpo
trasferito a centinaia di leghe di distanza”,
così vicino che ne distinguono chiaramente
le parole. Ma si tratta di una presenza
astratta, senza espressioni del viso, senza
profumi, impossibile da toccare. Una
presenza invisibile, aveva osservato Proust,
intuendo il prezzo da pagare ai nuovi mezzi
di comunicazione. Fra tardo Ottocento e
primo Novecento, telefono e radio
avrebbero polverizzato le distanze,
rompendo gli antichi vincoli del territorio
materiale, e tuttavia il salto dalle
corripondenze epistolari alla comunicazione
via cavo e dalla stampa quotidiana al
notiziario on air sarebbe stato
accompagnato da dubbi e resistenze. Presto
avrebbe preso piede un neologismo,
phoney, che stava per fasullo, e nel 1902 il
caustico H.G. Well avrebbe fatto notare
come, grazie alla voce che corre sul filo,
“l’uomo d’affari può star seduto a casa sua
e dire fandonie che mai oserebbe scrivere”.
Nel 1876, appena ottenuto il
brevetto, Alexander Graham Bell aveva
mostrato il suo telefono alla regina Vittoria,
facendole ascoltare una canzone in voga e
riempiendola di ammirazione. Da questo
momento, l’Occidente atlantico cominciò ad
essere ricoperto da una rete di fili. Il cavo
sottomarino tra Francia e Inghilterra fu
aperto nel 1891, la linea tra New York e
Chicago nel 1892. Alla vigilia della Grande
Guerra, in Gran Bretagna si contavano
700.000 apparecchi, in Germania
1.300.000, negli Stati Uniti dieci milioni.
Detto altrimenti, nel corso del 1914, gli
americani fecero qualcosa come quaranta
miliardi di telefonate. Ovviamente non si
trattava soltanto di conversazioni familiari.
Il nuovo medium venne usato dai giornalisti
che dettavano i loro pezzi di cronaca, dagli
uomini d’affari che scambiavano merci e
titoli, dai metereologi che segnalavano
l’arrivo delle tempeste. E –inutile dire- da
politici, governanti, diplomatici.
Nell’autunno del 1918, durante le frenetiche
trattative che avrebbero portato alla resa
degli Imperi Centrali, i palazzi del potere di
Berlino e di Vienna risuonavano in
continuazione dello squillo dei telefoni. E,
come era capitato l’anno prima allo zar
Nicola, anche il kaiser Guglielmo e
l’austriaco Carlo d’Asburgo decisero di
rinunciare ai loro imperi solo dopo aver
alzato per l’ultima volta una cornetta e aver
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COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Quando le vecchie tecnologie erano nuove: LA NASCITA DELLE TELECOMUNICAZIONI
ascoltato dai propri generali e ministri
l’ennesima sollecitazione ad abdicare.
Frattanto era comparso all’orizzonte
il mondo senza fili. The Wireless Man, un
libro di F.A. Collins dedicato ai cultori della
nuova comunicazione via etere, arrivò in
libreria nel 1912. Quello stesso anno, nella
notte del 14 aprile, furono le onde radio che
captarono l’SOS del Titanic squarciato
dall’iceberg e che diffusero la notizia ai
giornali per l’edizione del mattino seguente.
Di lì a poco, nelle case (ancora poche)
giunse dal Metropolitan di New York la voce
di Enrico Caruso e, dal New England, la
cronaca della partita di football Yale-
Harvard. La tecnologia senza fili diventava
broadcasting: nel 1919 nacque la Radio
Corporation of America e subito dopo, nei
primi anni Venti, la Bbc, la Nbc, la Cds, la
berlinese Vox Haus, la russa Popov. Era The
Wireless Age, come recitava il titolo di una
rivista pubblicata dalla Marconi Company,
e, nei paesi più avanzati, gli apparecchi si
contavano ormai a milioni.
Informazioni, spettacoli, musica,
pubblicità (o l’indottrinamento sovietico)
non avevano più confini materiali. Se
nell’Ottocento la valanga delle invenzioni
aveva avuto i suoi simboli nella terra
faticosamente rigenerata dalla chimica, nel
lavoro disumano delle miniere,
nell’arrancare delle locomotive, nella sala
macchine delle navi a vapore, il Novecento
si apriva sotto il segno di tecniche e
professioni depurate dal sudore della
fronte. I suoi simboli erano l’informazione in
tempo reale (condita con ketchup e
saponette) e il mito maschilista delle
telefoniste. A dispetto delle ideologie
divisive e dei futuri massacri bellici, era
nata una comunità globale che prometteva
di annullare l’ancestrale localismo dei
gruppi umani. “C’è un numero infinito di
spazi che sono in movimento l’uno rispetto
all’altro”, aveva scritto nel 1920 Einstein.
Ma naturalmente, per dirla con Proust,
sarebbe toccato alla coscienza individuale di
orientarsi nel vorticoso movimento di
contrazione e dilatazione delle distanze. Gli
uomini, che se ne rendessero conto o
meno, dovevano fare i conti con
l’immaterialità.
Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II
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COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Quando le vecchie tecnologie erano nuove: LA NASCITA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II
DALLE COMUNICAZIONI OTTICHE A QUELLE QUANTISTICHE
Salvatore Solimeno
Professore di Struttura della Materia Università degli Studi di Napoli Federico II
La storia delle telecomunicazioni è
stata segnata da una crescita esponenziale
delle informazioni trasmesse, e dal
conseguente aumento delle frequenze
utilizzate. Dopo un lungo periodo
caratterizzato dallo sviluppo di tecnologie a
radiofrequenza, negli anni ‘60 si assisté ad
una rivoluzione tecnologica segnata
dall’irrompere delle sorgenti laser.
Nacquero così le comunicazioni ottiche.
Sostituendo le portanti a RF con fasci ottici
si passò dai gigahertz alle centinaia di
terahertz, con un incremento di quasi un
milione nelle frequenze trasmesse. Negli
anni che immediatamente seguirono furono
proposti e realizzati collegamenti basati su
trasmettitori laser e schiere di foto-
rivelatori, opportunamente disposti in modo
da minimizzare gli effetti della turbolenza
atmosferica. I primi tentativi di
ottimizzazione di questi canali riproposero i
precedenti schemi sviluppati per i canali
affetti da fading. Teorie molto complesse
sulle proprietà statistiche della turbolenza
furono sviluppate per opera dei ricercatori
russi, Tatarski e Chernov, che estesero
precedenti studi sugli effetti della
turbolenza nelle immagini astronomiche.
Analogamente la modellistica del rumore
venne rivoluzionata dalla teoria di
Kolmogorov.
Intanto, con la messa a punto della
tecnologia della Chemical Vapor Deposition
cominciarono ad apparire sul mercato fibre
ottiche a bassa attenuazione, tali da
permettere la trasmissione ottica su
distanze di alcuni chilometri. Ciò produsse
l’abbandono di schemi basati sulla
propagazione libera per far posto a
complesse reti di comunicazioni in fibra.
Oggi queste nuove tecnologie di
comunicazione ottica offrono bande
passanti molto elevate; fibre in silice a
bassa attenuazione coprono con relativa
facilità lunghe distanze; i collegamenti sono
immuni da interferenze a bassa frequenza
nonché facilmente schermabili, riducendo
problemi di diafonia. Per contrastare
l’attenuazione si è sviluppata la tecnologia
dell’amplificazione ottica: introducendo
delle impurezze in una fibra ottica della
lunghezza di qualche metro si amplifica la
luce attraverso il fenomeno della emissione
stimolata.
A metà degli anni ‘60 Carl Helstrom,
dell’Università di California a La Jolla
pubblicò un lavoro che combinava la teoria
statistica delle comunicazioni con le
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COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Quando le vecchie tecnologie erano nuove: LA NASCITA DELLE TELECOMUNICAZIONI
proprietà quantistiche: lo shot noise dei
fotoni non veniva più introdotto
artificialmente, ma discendeva dalle
proprietà quantistiche del campo. Questo
lavoro passò a lungo inosservato perché
l’attenzione in quegli anni era concentrata
sull’utilizzazione di fibre ottiche.
Gli anni ’80 hanno registrato una
seconda e più radicale innovazione, che ben
presto ha assunto il carattere di una vera e
propria mutazione, legata alla scoperta che
le leggi quantistiche sono più “ricche” di
quelle della fisica classica, nel senso che
una tecnologia che attinga ad esse è in
grado di risolvere problemi di grande
interesse pratico, irrisolvibili con l’odierna
tecnologia. Richard Feynman, uno dei
fondatori dell’elettrodinamica quantistica,
capitalizzando sul principio di
sovrapposizione degli stati quantistici
propose in quegli anni l’uso di dispositivi
bistabili quantistici in grado di
immagazzinare una generica combinazione
di bit |0> e |1>. Nasceva così il q-bit,
|0>+ |1>, ovvero una generica
combinazione di |0> e |1>. Il semplice
fatto di introdurre dei coefficienti
complessi , raddoppiava da un lato
l’informazione e dall’altro apriva le porte a
una gamma infinita di nuove operazioni.
Dispositivi basati sui q-bit si comportano
come le CPU dei PC che lavorano
distribuendo le risorse tra più programmi,
con la differenza che i primi possono far
girare contemporaneamente un numero
infinito di programmi. L’innovazione
sconvolse il mondo dell’informatica. Peter
Shor, un matematico dei Bell Labs, sviluppò
nel 1994 un algoritmo per la fattorizzazione
efficiente di grandi numeri interi N, con
tempo di calcolo crescente con una potenza
e non più un esponenziale di N. Una volta
disponibile un computer quantistico questo
algoritmo renderà possibile l’uso di chiavi in
collegamenti crittografati con dimensioni N
che garantiranno trasferimenti sicuri di
danaro in quantità oggi impensabili.
Tra le altre novità si è scoperto che
un oggetto quantistico non può essere
clonato; l’attributo “quantistico” gli
attribuisce una sorta di codice genetico
impenetrabile. In un collegamento tra Alice
e Bob, che si scambiano impulsi di
radiazione di tipo “quantistico”, se Eva
(l’intruso) cerca di intrufolarsi sottraendo e
reimmettendo il segnale dopo averlo
esaminato, Alice e Bob si accorgono
dell’intrusione. Ergo, impulsi “quantistici”
possono garantire la massima segretezza.
Perché queste prospettive divengano
realtà resta però da realizzare un computer
quantistico. L’Europa ha deciso di
partecipare all’impresa varando un
programma quadro che prevede come
obiettivi a medio termine lo sviluppo di un
Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II
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COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Quando le vecchie tecnologie erano nuove: LA NASCITA DELLE TELECOMUNICAZIONI
processore elementare e scalabile, di
sistemi di comunicazione sicuri grazie alla
crittografia quantistica, di dimostrazioni di
comunicazioni quantistiche a più lunga
distanza e di corrispondenti gruppi
funzionali tecnologici. Le attività si stanno
concentrando sulla transizione verso una
Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II
Richard Feynman Peter Shor
rete integrata che garantisca la
connettività personale a livello planetario e
consenta l’accesso a comunicazioni e servizi
multimediali a tutti, da qualsiasi punto, in
qualsiasi momento.
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COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Quando le vecchie tecnologie erano nuove: LA NASCITA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II
IL FUTURO DELLE TELECOMUNICAZIONI È INIZIATO SESSANTA ANNI FA….
Ernesto Conte
Professore di Telecomunicazioni Università degli Studi di Napoli Federico II
….e precisamente nel 1948, data di
pubblicazione dell’articolo A Mathematical
Theory of Communications, in cui Claude
Shannon, formalizzato con un modello
astratto il processo di comunicazione,
formulava una teoria matematica che non
solo forniva un quadro teorico unificante
per tutti i sistemi di Telecomunicazione
all’epoca conosciuti, ma ne stabiliva anche
le prestazioni limite ottenibili e delineava la
strada della loro evoluzione: la
digitalizzazione e la conseguente possibilità
di trasmettere su di un’unica rete voce,
video, testo, immagini, dati, ecc.
Un primo risultato cruciale di tale
teoria è infatti la possibilità di
rappresentare qualsiasi messaggio in forma
digitale, cioè attraverso successioni di
“zero” e “uno” (bit), a prescindere dalla
natura fisica della sorgente; in particolare,
le sorgenti analogiche possono essere
digitalizzate con un prefissato, arbitrario
livello di fedeltà. Questo risultato,
sintetizzabile nella frase “un bit è un bit
indipendentemente da cosa esso
rappresenti”, suggeriva il ricorso a sistemi
digitali anche per applicazioni, quali la
telefonia, la diffusione radio e TV, che
all’epoca apparivano inevitabilmente legate
a tecnologie analogiche.
Punto di partenza della teoria di
Shannon è la definizione dell’informazione
come grandezza fisica misurabile, il che,
immediatamente, consente di definire in
quali condizioni essa sia trasferibile in modo
affidabile. Un “trasferimento da qui a lì”,
cioè tra punti fisicamente distanti, è
possibile solo se il canale di comunicazione
ha una capacità – intesa come quantità
d’informazione trasferibile in modo
affidabile - non inferiore alla quantità
d’informazione da trasferire; un risultato
analogo vale anche in un trasferimento “da
ora a dopo”, cioè quando l’informazione va
memorizzata per essere poi riutilizzata in
seguito. Il messaggio deve però essere
opportunamente elaborato prima del
trasferimento: ad una preliminare
operazione di rimozione di ogni forma di
ridondanza, tesa a rappresentare in modo
efficiente il messaggio (compressione),
deve, infatti, seguire l’introduzione di una
ridondanza controllata, atta a garantire la
protezione dagli errori (codifica).
Compressione e successiva codifica sono
elaborazioni comunemente impiegate, in
genere su base intuitiva, nella
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COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Quando le vecchie tecnologie erano nuove: LA NASCITA DELLE TELECOMUNICAZIONI
comunicazione interpersonale: le
abbreviazioni impiegate nel linguaggio degli
SMS sono un esempio di compressione e
l’abitudine di indicare le lettere di una
parola mediante nomi di città, il famoso “A
come Ancona”, “N come Napoli”, ecc. sono
un esempio di codifica. In conclusione,
potremmo dire che il contributo
Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II
Sintesi delle comunicazioni radiofoniche,Benedetta Cappa
Sintesi delle comunicazioni telefoniche e telegrafiche, Benedetta Cappa
rivoluzionario di Shannon è inquesta
“reductio ad unum” dei processi di
rappresentazione, elaborazione e
trasferimento dell’informazione, il che
costituisce la radice di quell’osmosi tra
discipline, competenze e tecnologie
storicamente distinte che oggi viene
comunemente chiamata convergenza.
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COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Quando le vecchie tecnologie erano nuove: LA NASCITA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II
COME RENDERE VISIBILE L’INVISIBILE OVVERO L’USO MEDICO DELLE ONDE ELETTROMAGNETICHE
Silvana Del Vecchio
Professoressa di Diagnostica per Immagini e Radioterapia Università degli Studi di Napoli Federico II
Invisibile e’ ciò che non si può
percepire con la vista. E’ invisibile ciò che è
immateriale ed incorporeo. Ma è invisibile
anche una moltitudine di oggetti che, pur
dotati di corporeità, sono irraggiungibili dal
nostro sguardo per distanza, dimensioni o
collocazione. Parliamo di galassie lontane o
di batteri? No, parliamo di corpo umano e di
tutte quelle sue componenti che risultano
nascoste al nostro sguardo. Quando W.C.
Röntgen nel 1895 scoprì fortuitamente i
raggi X, ci procurò lo strumento per
guardare all’interno del corpo umano opaco
alle radiazioni luminose.
I raggi X sono onde elettro-
magnetiche con lunghezza d’onda inferiore
a quella della luce capaci di penetrare
attraverso la materia vivente.
Nell’attraversare un distretto dell’organismo
essi vengono assorbiti in misura dipendente
da composizione, densità e spessore dei
tessuti attraversati per andare infine ad
impressionare una pellicola fotografica
producendo un’mmagine. Variazioni di
densità, la presenza di aria, cavità, corpi
estranei, fratture o alterazioni strutturali di
tessuti, assorbendo i raggi in misura
diversa, determinano variazioni di
annerimento della pellicola e quindi
dell’immagine.
Fin qui l’immagine che si forma e’ a
due dimensioni: larghezza e lunghezza, non
esiste la profondità. C’e’ voluta un’altra
invenzione per dare profondità alle
immagini: la tomografia assiale
computerizzata (TAC). Per questa
invenzione nel 1979 fu conferito il premio
Nobel per la Medicina a A.M. Cormack e
G.N. Hounsfield. Quest’ ultimo era a quel
tempo responsabile della divisione di ricerca
medica della EMI, Electric and Musical
Industries, la nota compagnia che ha
prodotto i dischi dei Beatles e dei Pink Floyd
e che, nel corso degli anni, ha avuto
svariati programmi di ricerca e sviluppo nel
campo delle radiotelecomunicazioni. Nei
moderni apparecchi di tomografia
computerizzata la sorgente di raggi X ruota
in maniera continua intorno al paziente che
e’ in movimento longitudinale su un lettino
(TC spirale). I raggi X inviati da diverse
angolazioni attraversano strati definiti
dell’organismo, vengono parzialmente
assorbiti dai tessuti attraversati per poi
essere registrati da rivelatori situati dalla
parte opposta della sorgente. I segnali
registrati vengono quindi elaborati da un
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computer che ricostruisce le immagini nei
tre piani dello spazio utilizzando strumenti
matematici tra cui quelli derivati dalle teorie
proposte dal matematico J. Radon (1887-
1956). Con i moderni apparecchi si possono
esaminare ampi volumi del corpo umano
con un abbattimento considerevole dei
tempi di scansione, si possono ottenere
immagini tridimensionali di un distretto
corporeo e si possono esplorare dall’interno
organi cavi come bronchi o colon
(broncoscopia o colonscopia virtuale).
Altre onde elettromagnetiche
utilizzate in medicina sono i raggi gamma
che originano da sostanze radioattive
naturali o artificiali. Molecole di interesse
biologico vengono marcate con queste
sostanze radioattive e somministrate al
paziente per visualizzare la funzione degli
organi. Esse seguono i percorsi metabolici
dei loro analoghi non radioattivi e vengono
captate dagli organi che si accendono
sull’immagine in base al grado di integrità
della loro funzione. E’ così possibile sapere
se la parete del cuore e’ irrorata dal
sangue, se un tumore e’ vitale, se il rene
filtra il sangue a sufficienza e molte altre
cose.
Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II
Forma e funzione degli organi
possono essere esplorate mediante
risonanza magnetica nucleare che fa uso di
campi magnetici e radiofrequenze. I nuclei
atomici posti in un campo magnetico
ruotano con una frequenza che dipende
dall’intensità del campo magnetico. La loro
energia può essere aumentata se assorbono
onde radio con la stessa frequenza
(risonanza). Quando i nuclei atomici
ritornano al livello energetico originario
emettono onde radio che vengono rilevate
da una antenna. E’ possibile quindi ottenere
immagini tridimensionali che riflettono la
struttura chimica del tessuto in esame.
Non ci rimane che sottolineare
quanta creatività e immaginazione oltre che
rigore scientifico siano stati necessari per
rendere visibile l’invisibile e quanto altro
impegno sarà ancora necessario per
raggiungere nuovi traguardi in questa
direzione.
Salvador Dalì, L’uomo invisibile (1929).
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LA TELEMEDICINA
Bruno Trimarco
Professore di Medicina Interna Università degli Studi di Napoli Federico II
La Telemedicina è stata
storicamente considerata come il mezzo più
idoneo per risolvere delle situazioni
complesse in luoghi difficilmente
raggiungibili. In questo ruolo storico si è
avuta una crescita rapidissima soprattutto
grazie all’enorme progresso tecnologico.
Neanche Giulio Verne avrebbe infatti
immaginato che dal “classico” teleconsulto
si potesse, nel volgere di non molti anni,
arrivare a realizzare per questa via anche
complessi interventi chirurgici. Ma ciò che
ha consentito alla telemedicina di fare un
salto sostanziale nel numero di vite salvate
è stato certamente la grande diffusione di
queste tecniche, ad esempio, per le
emergenze. Non c’è dubbio infatti che
senza la possibilità di far viaggiare le
indagini diagnostiche, dall’Ecg alla
tomografia, per via telematica prima di
spostare il paziente abbia costituito un
concreto potenziamento dell’organizzazione
sanitaria per le emergenze. Ma in un
contesto sanitario in cui l’arma vincente
sembra essere solo la prevenzione, non
avendo mezzi sufficienti per assistere
adeguatamente un numero sempre
crescente di malati, è evidente che non si
può trascurare il vantaggio che la
telemedicina può offrire in questo contesto.
In questo campo, infatti, troviamo numeri
enormi di soggetti o pazienti da gestire, a
seconda che parliamo di prevenzione
primaria o secondaria, e l’ausilio della
telemedicina costituisce l’unico mezzo per
evitare caos ed insuccessi. Un esempio
tipico viene dalla gestione del paziente con
ipertensione essenziale. Questa condizione
morbosa per la sua diffusione, 20% in
media della popolazione con percentuali che
superano il 50% nelle persone anziane,
crea grandi problemi organizzativi non
affrontabili adeguatamente in un sistema
fondato sulla gestione di questi pazienti
affidata prevalentemente agli specialisti.
Una possibile soluzione organizzativa
basata sulle nuove tecnologie di
comunicazione è stata sperimentata con
successo nella nostra Regione con il
progetto “Campania Salute” coordinato dal
Centro per la lotta all’ipertensione arteriosa
del Dipartimento di Medicina Clinica e
Scienze Cardiovascolari ed Immunologiche
dell’Università degli Studi Federico II. La
struttura di questo progetto prevede
intorno al Centro Coordinatore la presenza
di venti strutture localizzate in Ospedali e
ambulatori ASL della Campania. A ciascuna
di queste strutture afferiscono 10 medici di
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COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Quando le vecchie tecnologie erano nuove: LA NASCITA DELLE TELECOMUNICAZIONI
medicina generale scelti tra quelli dotati di
computer che gestiscono numeri consistenti
di pazienti afferenti agli ambulatori per
l’ipertensione arteriosa dei Centri coinvolti.
Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II
Centro di coordinamento, centri
periferici e medici di medicina generale
condividono la cartella informatizzata del
paziente che viene archiviata presso il
Centro di riferimento. In questo modo il
medico di famiglia è pienamente informato
delle indagini svolte presso il Centro dal
“suo” paziente, ed egli stesso può
prenotarle per via telematica.
Contemporaneamente lo specialista è
continuamente informato del decorso clinico
dello stesso paziente tramite gli
aggiornamenti che ad ogni visita il medico
di medicina generale fa sulla “unica”
cartella clinica. La disponibilità di un
archivio informatico ha anche altri vantaggi.
In primo luogo consente un controllo
continuo dell’efficacia della terapia e della
frequenza dei controlli sanitari a cui il
paziente si sottopone rendendo possibile
l’invio di “sollecitazioni” al paziente o di
“memo” al medico, mediante SMS, in caso
di scarsa compliance al programma di
follow-up o di insufficiente risposta
terapeutica. Inoltre, dal momento che ad
ogni paziente viene fornita una carta
sanitaria a micro-chip contenente tutta la
cartella clinica, nel caso in cui abbia
necessità di assistenza in una sede diversa
da quella di abituale residenza, può
consegnare la carta ad una qualunque
struttura della rete autorizzandola ad
accedere a tutte le indagini strumentali da
lui eseguite ed archiviate presso il Centro di
Coordinamento. I vantaggi offerti da questo
tipo di organizzazione riguardano sia i
pazienti, con una significativa riduzione
degli eventi cardiovascolari, che la
comunità che ottiene un risparmio della
spesa sanitaria anche attraverso la
riduzione degli accessi in pronto soccorso
ed i ricoveri ospedalieri.
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Apertura edizione 2005-06: The Terrorist Regia: Santosh Sivan03/11/05
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Rassegna cinema del Mediterraneo: Le Grand Voyage Regia: Ismael Ferrukhi 22/06/06