1
La narrazione come strumento di ascolto e sostegno per i professionisti della cura Alessandra Cosso [1] , Nicola Castelli [2] , Sergio Fucci [3] Obiettivi Dimostrare che la narrazione può essere uno strumento molto efficace di ascolto e diagnosi del clima organizzativo. Nei casi di crisi organizzativa aiuta a intervenire efficacemente per migliorare lo stato di salute emotiva delle persone che lavorano, in particolare nelle organizzazioni sanitarie che sono più esposte situazioni di burn out e disagio. Un esempio di come può essere il testo di una fiaba semistrutturata: ecco una parte della fiaba usata per questo studio Fiaba del Villaggio C’era una volta una -donna/uomo- che camminando/volando/ navigando/ …………………………………………………………………………… ……………….arrivò in un villaggio che non aveva mai visto prima. Era il Villaggio che si chiamava …………………………………………………… …………………………………………………………………………………………… In quel paese abitavano molte persone ed erano bravi a/impegnati in/ conosciuti per ………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………… Gli abitanti erano (ad es: giovani, vecchi, magri, simpatici, cordiali, diffidenti, alti...)…………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………… ………………………….le case erano (ad es: grandi, piccole, alte, basse, decorate, piene di fiori, cadenti ecc)………….………………………………… ………………………………………………………….……………………………… Quando l’uomo/la donna vide il Villaggio pensò fose……………………… ……………………e che era il posto per fermarsi perché avrebbe potuto …………………………………………………………………………………… Ma un giorno accadde che …………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………. 1. Counselor AT, giornalista professionista, ricercatrice e docente Fondazione ISTUD specializzata in narrazione organizzativa 2.Ricercatore e docente Fondazione ISTUD 3.Professore a contratto di Bioetica, magistrato, vice Presidente del Comitato per l’Etica di fine vita; studioso della bioetica e della problematica inerente la legislazione e la responsabilità civile, penale e deontologica del medico e dell’infermiere. 4.Vladimir Propp, Morfologia della fiaba, Einaudi, 2000 Popolazione coinvolta Fiabe raccolte Questionari quali-quanti- tativi raccolti Periodo osservato (durata) Periodo osservato (distanza dal momento di crisi) 180 persone 118 127 Cinque mesi Un anno circa Metodi L’intervento è stato condotto su 180 infermieri di un’organizzazione sanitaria lombarda subito dopo uno scandalo di “malasanità” che l’aveva colpita. Per ottenere una diagnosi organizzativa che tenesse conto non solo del sentire consapevole, ma anche delle emozioni profonde che in tali situazioni sono spesso misconosciute, oltre ai consueti strumenti formativi, a tutta la popolazione infermieristica è stata somministrata una fiaba semi-strutturata da completare. La fiaba, costruita secondo la teoria di Propp [4] permette di fare emergere il “non detto”, (e spesso il “non dicibile” in queste situazioni). Analizzando le immagini, le metafore, le parole che sono state scritte nei diversi punti di snodo della trama della fiaba, è stato possibile fare emergere aspetti sino ad allora non visibili - e non comunicati - del vissuto degli infermieri e progettare un piano di recupero del loro benessere emotivo. Diagnosi L’analisi delle fiabe prodotte dalla popolazione infermieristica ha offerto numerosi spunti di riflessione che non erano affatto emersi durante il confronti in aula e con la somministrazione di questionari quali- quantitativi. Ecco un esempio concreto: “Un virus attaccò tutte le piante e fiori, e lui fu costretto a malincuore ad andarsene via” “Gli abitanti del villaggio vennero colpiti da stress, i fiori appassirono, gli uccelli smisero di cantare, gli abitanti non erano più sereni...” .”.. la gente inizia ad avere una malattia sconosciuta e mancavano le persone per curare questa malattia...” Nei molti riferimenti a un virus, a una malattia sconosciuta, che si era insinuata nella struttura senza che nessuno ne fosse consapevole, si è riscontrata un’evidente rappresentazione del trauma vissuto con la scoperta dello scandalo, scoppiato “a tradimento”, senza preavviso e senza la possibilità di difendersi. Solo grazie alle fiabe è stato possibile fare emergere questa sottile sensazione di vulnerabilità e lo smarrimento relativo; solo così si è compreso che il lavoro di intervento doveva coinvolgere non solo gli infermieri, ma tutta l’organizzazione, cambiando i processi e la cultura della comunicazione interna, migliorando le relazioni, l’integrazione e la comunicazione, accompagnando a una reale condivisione dei processi sempre nell’ottica della promozione del senso di appartenenza. Prossimi passi L’intervento auspicato: • Interventi di formazione dedicati alla popolazione infermieristica particolarmente sul tema della Salute emotiva, in alcuni casi con un follow up sul campo, con gruppi di counseling e supervisione. • Interventi trasversali a tutta la struttura per tutte le professioni (infermieri, medici, responsabili di vario livello) con lo scopo di diffondere un cambiamento culturale nei processi di comunicazione interni. • Interventi per i ruoli decisionali, per cambiare lo stile gestionale e favorire il passaggio al concetto di governance, intesa come alleanza tra chi guida e chi viene guidato, intendendo con questa definizione, tutti gli stakeholder della struttura sanitaria: i dipendenti, i pazienti, le loro famiglie, i cittadini... • Sostegno al ruolo: interventi di counseling per chi occupa funzioni di responsabilità e richiede un accompagnamento al cambiamento. Corresponding author Alessandra Cosso Tel. 3316507841 Email: [email protected] Outcome di cura È stato proposto un intervento organizzativo su più livelli con un metodo di intervento il più possibile partecipativo per non fare in alcun modo cadere dall’alto le decisioni di cambiamento. Solo così si poteva ricostruire il clima di fiducia che, dall’analisi operata, era risultato fortemente compromesso. La cultura dell’ascolto e del feedback andavano sviluppate a tutti i livelli, partendo da i ruoli gestionali e intervenendo anche nello stile di gestione delle riunioni di reparto e bisognava migliorare gli standard di comunicazione tra i ruoli professionali coinvolti nei percorsi di cura.

La narrazione come strumento di ascolto e sostegno per i

  • Upload
    others

  • View
    7

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: La narrazione come strumento di ascolto e sostegno per i

La narrazione come strumento di ascolto e sostegno per i professionisti della curaAlessandra Cosso[1], Nicola Castelli[2], Sergio Fucci[3]

Obiettivi Dimostrare che la narrazione può essere uno strumento molto efficace di ascolto e diagnosi del clima organizzativo. Nei casi di crisi organizzativa aiuta a intervenire efficacemente per migliorare lo stato di salute emotiva delle persone che lavorano, in particolare nelle organizzazioni sanitarie che sono più esposte situazioni di burn out e disagio.

Un esempio di come può essere il testo di una fiaba semistrutturata: ecco una parte della fiaba usata per questo studio

Fiaba del Villaggio

C’era una volta una -donna/uomo- che camminando/volando/navigando/ …………………………………………………………………………………………….arrivò in un villaggio che non aveva mai visto prima.

Era il Villaggio che si chiamava …………………………………………………………………………………………………………………………………………………

In quel paese abitavano molte persone ed erano bravi a/impegnati in/conosciuti per ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

Gli abitanti erano (ad es: giovani, vecchi, magri, simpatici, cordiali, diffidenti, alti...)………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….le case erano (ad es: grandi, piccole, alte, basse, decorate, piene di fiori, cadenti ecc)………….…………………………………………………………………………………………….………………………………

Quando l’uomo/la donna vide il Villaggio pensò fose……………………………………………e che era il posto per fermarsi perché avrebbe potuto ……………………………………………………………………………………

Ma un giorno accadde che……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

1. Counselor AT, giornalista professionista, ricercatrice e docente Fondazione ISTUD specializzata in narrazione organizzativa2. Ricercatore e docente Fondazione ISTUD3. Professore a contratto di Bioetica, magistrato, vice Presidente del Comitato per l’Etica di fine vita; studioso della bioetica e della problematica inerente la legislazione e la responsabilità

civile, penale e deontologica del medico e dell’infermiere.4. Vladimir Propp, Morfologia della fiaba, Einaudi, 2000

Popolazione coinvolta

Fiabe raccolte

Questionari quali-quanti-tativi raccolti

Periodo osservato(durata)

Periodo osservato (distanza dal momento di crisi)

180 persone 118 127 Cinque mesi Un anno circa

Metodi L’intervento è stato condotto su 180 infermieri di un’organizzazione sanitaria lombarda subito dopo uno scandalo di “malasanità” che l’aveva colpita. Per ottenere una diagnosi organizzativa che tenesse conto non solo del sentire consapevole, ma anche delle emozioni profonde che in tali situazioni sono spesso misconosciute, oltre ai consueti strumenti formativi, a tutta la popolazione infermieristica è stata somministrata una fiaba semi-strutturata da completare. La fiaba, costruita secondo la teoria di Propp[4] permette di fare emergere il “non detto”, (e spesso il “non dicibile” in queste situazioni). Analizzando le immagini, le metafore, le parole che sono state scritte nei diversi punti di snodo della trama della fiaba, è stato possibile fare emergere aspetti sino ad allora non visibili - e non comunicati - del vissuto degli infermieri e progettare un piano di recupero del loro benessere emotivo.

Diagnosi L’analisi delle fiabe prodotte dalla popolazione infermieristica ha offerto numerosi spunti di riflessione che non erano affatto emersi durante il confronti in aula e con la somministrazione di questionari quali-quantitativi.

Ecco un esempio concreto:“Un virus attaccò tutte le piante e fiori, e lui fu costretto a malincuore ad andarsene via” “Gli abitanti del villaggio vennero colpiti da stress, i fiori appassirono, gli uccelli smisero di cantare, gli abitanti non erano più sereni...” .”.. la gente inizia ad avere una malattia sconosciuta e mancavano le persone per curare questa malattia...”

Nei molti riferimenti a un virus, a una malattia sconosciuta, che si era insinuata nella struttura senza che nessuno ne fosse consapevole, si è riscontrata un’evidente rappresentazione del trauma vissuto con la scoperta dello scandalo, scoppiato “a tradimento”, senza preavviso e senza la possibilità di difendersi.

Solo grazie alle fiabe è stato possibile fare emergere questa sottile sensazione di vulnerabilità e lo smarrimento relativo; solo così si è compreso che il lavoro di intervento doveva coinvolgere non solo gli infermieri, ma tutta l’organizzazione, cambiando i processi e la cultura della comunicazione interna, migliorando le relazioni, l’integrazione e la comunicazione, accompagnando a una reale condivisione dei processi sempre nell’ottica della promozione del senso di appartenenza.

Prossimi passiL’intervento auspicato:

• Interventi di formazione dedicati alla popolazione infermieristica particolarmente sul tema della Salute emotiva, in alcuni casi con un follow up sul campo, con gruppi di counseling e supervisione.

• Interventi trasversali a tutta la struttura per tutte le professioni (infermieri, medici, responsabili di vario livello) con lo scopo di diffondere un cambiamento culturale nei processi di comunicazione interni.

• Interventi per i ruoli decisionali, per cambiare lo stile gestionale e favorire il passaggio al concetto di governance, intesa come alleanza tra chi guida e chi viene guidato, intendendo con questa definizione, tutti gli stakeholder della struttura sanitaria: i dipendenti, i pazienti, le loro famiglie, i cittadini...

• Sostegno al ruolo: interventi di counseling per chi occupa funzioni di responsabilità e richiede un accompagnamento al cambiamento.

Corresponding authorAlessandra CossoTel. 3316507841Email: [email protected]

Outcome di curaÈ stato proposto un intervento organizzativo su più livelli con un metodo di intervento il più possibile partecipativo per non fare in alcun modo cadere dall’alto le decisioni di cambiamento. Solo così si poteva ricostruire il clima di fiducia che, dall’analisi operata, era risultato fortemente compromesso. La cultura dell’ascolto e del feedback andavano sviluppate a tutti i livelli, partendo da i ruoli gestionali e intervenendo anche nello stile di gestione delle riunioni di reparto e bisognava migliorare gli standard di comunicazione tra i ruoli professionali coinvolti nei percorsi di cura.