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ANNO III - N. 2 MARZO 2005 PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE ONLUS “MONDIVERSI” DISTRIBUZIONE GRATUITA (continua a pag. 4/5) (continua a pag. 2) Ph. G. Tricarico G. BATTISTA GENOVA* La ricerca di risorse esterne al bilancio comunale per sostenere le opere di infrastrutturazione e lo sviluppo della città è stato uno de- gli assilli dell’amministrazione co- munale. Non è, infatti, possibile fare fronte alle tante esigenze della nostra città solo con le sempre più ridotte disponibilità economiche comunali. Il Comune di Corigliano, per ciò, ha approfittato, come mai era avvenuto in passato, di tutte le op- portunità che gli si sono presentate per reperire risorse con le quali fi- nanziare i numerosi progetti mate- riali e immateriali di ammoderna- mento della città. Particolare attenzione è stata ri- volta ai Fondi Strutturali della Co- munità Europea (POR Calabria), per i quali si sono presentati pro- gettazioni in tutte le misure e per i quali la Città di Corigliano ha rice- vuto importanti riconoscimenti. In particolare il PIT N° 4 “Alto Jonio Casentino”, di cui sono Presi- dente, è stato ritenuto uno dei mi- gliori della Regione, tanto da meri- tare l’attenzione del quotidiano economico Il Sole 24 Ore. I PIT (Piani Integrati Territoria- li) sono uno degli strumenti più im- portanti del Piano Operativo Re- gionale. Per mezzo di essi, i comuni, rag- gruppati per aree omogenee, hanno avuto la possibilità di progettare dal basso lo sviluppo dei propri ter- ritori, secondo le loro reali esigen- ze e secondo un’idea base che ispi- rasse e rendesse organica la proget- tazione. Il PIT Alto Jonio Cosentino comprende i 24 comuni, fra Rossa- no e Rocca Imperiale, che gravita- no sulla fascia jonica ed è stato fi- nanziato per 47 milioni di euro. Lo sviluppo ed i fondi europei MARIA SALIMBENI LA MIA CITTA’ Il giudizio sulle cose , così come sulle persone che si amano non è mai obiettivo, di solito si è portati ad essere indulgenti non perché se ne accettano passiva- mente i limiti ma perché si ha fi- ducia nel fatto che quegli stessi li- miti possano essere superati. Amo la mia città come tutti quelli che ci sono nati, come tutti quelli che in questa città sono tor- nati dopo aver sperimentato altri contesti urbani, consapevole che nella nostra città la qualità della vita è migliore di altre ma che molto ancora c’è da fare. Prima ancora che di sevizi, di infrastrutture, di lavori pubblici, la nostra città ha bisogno di percorsi culturali che ci abituino al bello, al giusto, al senso della cosa comune. Tutti lamentiamo, ad esempio, una carenza nel servizio della raccolta dei rifiuti, chi non vede gli accumuli di rifiuti magari ai margini dei cassonetti, a ridosso dei vicinati, sulla spiaggia, nelle pinete. Ne lamentiamo e subiamo la presenza, ma quanti di noi fan- no la raccolta differenziata ? quanti di noi rispettano gli orari e gli spazi per la raccolta degli in- gombranti? Quanti si preoccupa- no di ripulire dopo aver sporcato uno spazio pubblico? (continua a pag. 7) LA PROVINCIA DI SIBARI COSIMO ESPOSITO L’ente provincia, lungi dall’es- sere un ente quasi inutile, va sem- pre più acquisendo nuovi poteri, diventando un vero e proprio ente di coordinamento e di programma- zione nei vari campi d’intervento della politica; nel campo della pro- grammazione territoriale, per esempio, le recenti linee guida re- gionali prevedono un PCTP (piano di coordinamento territoriale pro- vinciale) al quale i nuovi piani re- golatori dei comuni (oggi denomi- nati Piani Strutturali Comunali) devono tassativamente adeguarsi; un altro esempio oggi sotto i nostri occhi riguarda le liste per il consi- glio regionale che sono presentate in ambito territoriale provinciale (continua a pag. 8) EMERGENZA LAVORO Le vicende dei lavoratori delle aziende printec e sensitec si devono inserire in un contesto non solo ver- tenziale, ma in uno più ampio, di forte impatto e connotazione sociale. Quello che sta avvenendo nelle due aziende, ma complessivamente nell’ intero distretto industriale Cori- glianese, rappresenta uno spaccato di quello che doveva essere e non è stato, il cosiddetto sviluppo alterna- tivo, quello che avrebbe dovuto so- stenere ed affiancare le vocazioni territoriali quali il turismo e l’agri- coltura della piana di Sibari. Le aree industriali nascevano per dotare i territori di bacini di svilup- po con industrie eco-compatibili che avrebbero dovuto dare spinte ad una flebile economia, rappresentata dalla sola agricoltura. ANGELO SPOSATO (continua a pag. 6) Capitano NICOLA CALIPARI ULTIMO SALUTO Sergente SALVATORE MARRACINO Racconto di un viaggio... ANTONIO APRELINO Fare un resoconto pubblico del- l’esperienza maturata in circa due anni di gestione dall’A.T.I. Fra- mundo (Coop. Sociale Sinergie, Achei Communication, RTS-Repor- tage Television Studio), nell’ambito del Museo Castello Ducale, ci con- sente, senza ombra di dubbi, di esprimere considerazioni ed aspetta- tive, tenuto conto del lavoro prodot- to dalla Framundo (gestione), della morfologia del Castello e delle atti- vità ad esso collegate (valorizzazio- ne) e del centro storico (accessibili- tà/fruizione). Prima di riportare delle valutazio- ni in tale direzione, è opportuno ri- percorrere, seppur in sintesi, quello che è stato il cammino fatto sino ad oggi dalla Framundo e quello che realmente è stato prodotto in termini occupazionali diretti ed indiretti nel- l’ambito del nostro territorio. L’articolo di Antonio Gioiello “La mia Città”, pubblicato nel numero di gennaio-febbra- io, ha suscitato molto interesse; i lettori che vogliano esprimere la loro opinione possono inviare i loro articoli alla reda- zione; in questo numero ospitiamo il con- tributo di Maria Salimbeni.

LA MIA CITTA’ · BONSAI AID AIDS 2005. Queste sono solo alcune delle iniziative che, nel breve periodo, la gestione Framundo ha intrapreso e portato a buon fine e che siamo cer-ti

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ANNO III - N. 2 MARZO 2005

PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE ONLUS “MONDIVERSI”

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(continua a pag. 4/5) (continua a pag. 2)

Ph. G. Tricarico

G. BATTISTA GENOVA*La ricerca di risorse esterne al

bilancio comunale per sostenere leopere di infrastrutturazione e losviluppo della città è stato uno de-gli assilli dell’amministrazione co-munale. Non è, infatti, possibilefare fronte alle tante esigenze dellanostra città solo con le sempre piùridotte disponibilità economichecomunali.

Il Comune di Corigliano, perciò, ha approfittato, come mai eraavvenuto in passato, di tutte le op-portunità che gli si sono presentateper reperire risorse con le quali fi-nanziare i numerosi progetti mate-riali e immateriali di ammoderna-mento della città.

Particolare attenzione è stata ri-volta ai Fondi Strutturali della Co-munità Europea (POR Calabria),per i quali si sono presentati pro-gettazioni in tutte le misure e per iquali la Città di Corigliano ha rice-vuto importanti riconoscimenti.

In particolare il PIT N° 4 “AltoJonio Casentino”, di cui sono Presi-dente, è stato ritenuto uno dei mi-gliori della Regione, tanto da meri-tare l’attenzione del quotidianoeconomico Il Sole 24 Ore.

I PIT (Piani Integrati Territoria-li) sono uno degli strumenti più im-portanti del Piano Operativo Re-gionale.

Per mezzo di essi, i comuni, rag-gruppati per aree omogenee, hannoavuto la possibilità di progettaredal basso lo sviluppo dei propri ter-ritori, secondo le loro reali esigen-ze e secondo un’idea base che ispi-rasse e rendesse organica la proget-tazione.

Il PIT Alto Jonio Cosentinocomprende i 24 comuni, fra Rossa-no e Rocca Imperiale, che gravita-no sulla fascia jonica ed è stato fi-nanziato per 47 milioni di euro.

Lo sviluppo edi fondi europei

MARIA SALIMBENI

LA MIA CITTA’

Il giudizio sulle cose , cosìcome sulle persone che si amanonon è mai obiettivo, di solito si èportati ad essere indulgenti nonperché se ne accettano passiva-mente i limiti ma perché si ha fi-ducia nel fatto che quegli stessi li-miti possano essere superati.

Amo la mia città come tuttiquelli che ci sono nati, come tuttiquelli che in questa città sono tor-nati dopo aver sperimentato altricontesti urbani, consapevole chenella nostra città la qualità dellavita è migliore di altre ma che

molto ancora c’èda fare.

Prima ancorache di sevizi, di infrastrutture, dilavori pubblici, la nostra città habisogno di percorsi culturali checi abituino al bello, al giusto, alsenso della cosa comune.

Tutti lamentiamo, ad esempio,una carenza nel servizio dellaraccolta dei rifiuti, chi non vedegli accumuli di rifiuti magari aimargini dei cassonetti, a ridossodei vicinati, sulla spiaggia, nellepinete. Ne lamentiamo e subiamola presenza, ma quanti di noi fan-no la raccolta differenziata ?quanti di noi rispettano gli orari egli spazi per la raccolta degli in-gombranti? Quanti si preoccupa-no di ripulire dopo aver sporcatouno spazio pubblico?

(continua a pag. 7)

LA PROVINCIADI SIBARI

COSIMO ESPOSITOL’ente provincia, lungi dall’es-

sere un ente quasi inutile, va sem-pre più acquisendo nuovi poteri,diventando un vero e proprio entedi coordinamento e di programma-zione nei vari campi d’interventodella politica; nel campo della pro-grammazione territoriale, peresempio, le recenti linee guida re-gionali prevedono un PCTP (pianodi coordinamento territoriale pro-vinciale) al quale i nuovi piani re-golatori dei comuni (oggi denomi-nati Piani Strutturali Comunali)devono tassativamente adeguarsi;un altro esempio oggi sotto i nostriocchi riguarda le liste per il consi-glio regionale che sono presentatein ambito territoriale provinciale

(continua a pag. 8)

EMERGENZALAVORO

Le vicende dei lavoratori delleaziende printec e sensitec si devonoinserire in un contesto non solo ver-tenziale, ma in uno più ampio, diforte impatto e connotazione sociale.

Quello che sta avvenendo nelledue aziende, ma complessivamentenell’ intero distretto industriale Cori-glianese, rappresenta uno spaccatodi quello che doveva essere e non èstato, il cosiddetto sviluppo alterna-tivo, quello che avrebbe dovuto so-stenere ed affiancare le vocazioniterritoriali quali il turismo e l’agri-coltura della piana di Sibari.

Le aree industriali nascevano perdotare i territori di bacini di svilup-po con industrie eco-compatibili cheavrebbero dovuto dare spinte ad unaflebile economia, rappresentata dallasola agricoltura.

ANGELO SPOSATO

(continua a pag. 6)

Capitano NICOLA CALIPARI

ULTIMO SALUTO

Sergente SALVATORE MARRACINO

Racconto di un viaggio...ANTONIO APRELINO

Fare un resoconto pubblico del-l’esperienza maturata in circa dueanni di gestione dall’A.T.I. Fra-mundo (Coop. Sociale Sinergie,Achei Communication, RTS-Repor-tage Television Studio), nell’ambitodel Museo Castello Ducale, ci con-sente, senza ombra di dubbi, diesprimere considerazioni ed aspetta-tive, tenuto conto del lavoro prodot-to dalla Framundo (gestione), dellamorfologia del Castello e delle atti-vità ad esso collegate (valorizzazio-ne) e del centro storico (accessibili-tà/fruizione).

Prima di riportare delle valutazio-ni in tale direzione, è opportuno ri-percorrere, seppur in sintesi, quelloche è stato il cammino fatto sino adoggi dalla Framundo e quello cherealmente è stato prodotto in terminioccupazionali diretti ed indiretti nel-l’ambito del nostro territorio.

L’articolo di Antonio Gioiello“La mia Città”, pubblicatonel numero di gennaio-febbra-io, ha suscitato molto interesse; i lettoriche vogliano esprimere la loro opinionepossono inviare i loro articoli alla reda-zione; in questo numero ospitiamo il con-tributo di Maria Salimbeni.

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ANTONIO APRELINO

Racconto di un viaggio: la gestione A.T.I. Framundo del Museo Castello Ducale

L’A.T.I. Framundo ha iniziato lapropria attività di gestione in data1° agosto 2003 – contratto firmatoil 31 luglio - subentrando allaS.A.C.A.I.M. di Venezia, impresaesecutrice dei lavori a cui era stataaffidata l’apertura provvisoria delCastello dal giorno di inaugurazio-ne: 15 dicembre 2002.

Il nostro insediamento non è sta-to certo indolore; garantire da subi-to la fruizione e i servizi del Castel-lo ad un pubblico, questa volta pa-gante, in applicazione del regola-mento approvato dal Consiglio Co-munale ed introdotto in pari data,non è stata cosa facile.

Le difficoltà si sono presentateda subito. È opportuno ricordareche i visitatori totali nel solo mesedi agosto furono circa 5.500, men-tre, oltre alla mostra fotografica(giugno/agosto), nove furono lemanifestazioni che si svolsero inquelle sere richiamando carovanedi turisti. La convegnistica (oltre 40nel primo anno, alcuni di più gior-nate), con commesse avute da partedi organi istituzionali, tra questi ilMinistero dei Beni Culturali e dellePolitiche Agricole, con un loro tar-get, ha richiesto, in linea agli stan-dard nazionali, un alto profilo pro-fessionale dei nostri collaboratori.Ma la difficoltà più grande è statasoprattutto garantire l’apertura quo-tidiana e la fruizione del MuseoCastello. Mi preme sottolineare ilproblema della fruizione interna alCastello, che è connaturata alla na-tura stessa dei luoghi e che poco sipresta ad un museo contemporaneo(museografia/museologia). Si ricor-da che parliamo di un Castello me-dievale, rimaneggiato nei secoli eche conserva una sola via di ingres-so/uscita con problemi connessialla sicurezza dei singoli visitatori espazi/cunicoli diversi l’uno dall’al-tro: la torre, la prigione, le cucine,le vasche, ecc., con percorsi interni/esterni non omogenei tra loro.

A tal proposito, abbiamo prov-veduto a rendere accessibile il pia-no ammezzato, quello delle cucine,che erano fruibili solo in parte, ediverse sale del piano nobile e delpiano servitù, che non erano ancoraallestite. E ancora, alla perimetra-zione delle sale con dissuasori, allasegnaletica di sicurezza e museale,all’individuazione delle ditte part-ner del territorio a cui affidare leordinazioni, affinché la ricadutaeconomica fosse diretta (oltre 20sono le aziende che collaboranocon noi), alla cura e manutenzionedel giardino del fossato e contem-poraneamente aggiornare la prepa-razione professionale dei singolioperatori sia interna che esterna.

Sempre l’A.T.I. Framundo, nel-l’ambito della promozione turisticadel Castello, ha firmato, a dicembredello stesso anno, il protocollod’intesa e cooperazione culturale

con il museo Amarelli - protocolloideato da noi – alfine di creare unafiliera turistico culturale tra i duemusei e conoscere le aspettative ele esigenze dei visitatori con scam-bio degli stessi (è volontà delladott.sa Luppino, direttrice del Mu-seo Archeologico Nazionale dellaSibaritide, partecipare a questo pro-getto e ampliare l’offerta turisticaterritoriale). E ancora, sempre suiniziativa dell’A.T.I. Framundo,l’articolo sul Castello sulla rivistamensile, nazionale, Bell’Italia, edi-ta da Mondadori (approfitto per evi-denziare che è prossima l’uscita diun numero speciale per gli StatiUniti, dove è stato inserito l’artico-lo relativo al Castello); la realizza-zione del framundomagazine, sup-plemento editoriale alle attività turi-stico culturali del museo; la stampadi oltre 20.000 brochure con distri-buzione in agenzie, centri turistici e

benessere, con itinerari in Calabriarealizzata in collaborazione conl’Andirivieni Travel di Rossano; in-crementato l’orario di apertura esti-vo con visita notturna sino a mezza-notte; la stampa di cartoline, gad-get, schede informative sulla storiadel Castello; la raccolta dei dati per-sonali per l’invio di informazionion line; l’apertura quotidiana delcallcenter del museo+39.0983.81635; la creazione di iti-nerari turistici guidati, anche in lin-gue, nel centro storico, con partico-lare attenzione al patrimonio chie-sastico; il mantenimento dei serviziconnessi al corso di laurea in infor-matica in videoconferenza dall’Uni-versità di Bari; la collaborazionecon l’Università Mediterranea diReggio Calabria con presentazionedel museo informatizzato del Ca-stello in occasione del ciclo di studi“Cultural Heritage” tenutosi a Tuni-si; incontrato gli operatori del setto-re turistico calabrese presso il Mu-seo Amarelli nell’ambito del proto-collo d’intesa (luglio ‘04); parteci-pato alla XXV Giornata Mondiale

del Turismo del CTG - Centro Turi-stico Giovanile tenutasi a Cami-gliatello (settembre ‘04); tenuto,presso il Castello, in collaborazionecon la Euroidee s.r.l. di Corigliano,il corso di corso di alta formazione“esperto in gestione integrata dellafascia costiera per uno sviluppo so-stenibile (ottobre/febbraio)”.

A queste iniziative turistico-cul-turali bisogna aggiungere quelle ascopo sociale. Diverse sono state lenostre manifestazioni gratuite, traqueste ci piace ricordare: arrancatiggenti… a ru Castielli con il grup-po popolare A. De Bartolo e F.T.N.– Forme Teatrali Nuove (dicembre2003); la mostra “Le percezionisensoriali: didattica e riabilitazio-ne” con il Lions Club CoriglianoThurium (dicembre 2004); il con-certo “Quartetto… sonorità a con-fronto”, raccolta fondi per le vitti-me del maremoto nel sud-est asiati-co con l’Associazione bandisticapopolare A. De Bartolo (gennaio2005); e ancora – 27, 28 e 29 mar-zo c.a.- l’inserimento del MuseoCastello Ducale tra le principalipiazze italiane per la raccolta fondia favore dell’ANLAIDS Onlus:BONSAI AID AIDS 2005.

Queste sono solo alcune delleiniziative che, nel breve periodo, lagestione Framundo ha intrapreso eportato a buon fine e che siamo cer-ti porteranno benefici nel lungo pe-riodo al Castello ed alla città.

Con soddisfazione posso direche si è superata ogni difficoltà e siè raggiunto un buon livello graziealla capacità dei singoli, che cono-scevano la struttura per via di espe-rienze maturate anni prima nel-l’ambito del Castello, ed a quelladel gruppo che si è venuto a creare;tutti questi sacrifici, unitamente alrispetto per la struttura ed al sensodi appartenenza, hanno creato i pre-supposti per andare ben oltre quelleche erano le normali possibilità tec-nico-logistiche e ci hanno permessodi formare quella che mi piace defi-nire …la famiglia Framundo. Vaevidenziato, inoltre, che tutti i col-laboratori lavorano ogni giorno,compresi i fine settimana, le princi-pali festività ed in occasione deiconvegni, con orari che vanno benoltre quelli ordinari; questo per uncompenso mensile, ove onorabile,di quattrocento euro…

Ma analizziamo i dati. Quelliraccolti analiticamente dalla Fra-mundo, nei primi due anni, nonsono del tutto incoraggianti; questimostrano chiaramente un decre-mento delle presenze in linea col“fenomeno euro” e alla “conse-guente crisi di presenze generaliz-zati nel settore turistico calabrese ea livello nazionale” e soprattuttoalla possibilità di “raggiungeremete ambite e prestigiose a prezziirrisori”.

Ad esempio, a novembre 2003

abbiamo avuto 1.075 presenze tota-li; mentre a novembre 2004 le pre-senze totali sono state 576.

Ad un problema di presenze, acui il più delle volte non corrispon-de una reale entrata economica, sisovrappongono quelli dell’accessi-bilità e della fruizione; elementichiave che certamente contribuireb-bero alla crescita del Castello e delcentro storico. Registriamo da partedelle agenzie nazionali la non possi-bilità e/o volontà di inserire il no-stro Castello negli itinerari promo-zionali internazionali, soprattuttoturismo scolastico e religioso, per-chè il centro storico non presentastrutture di ricezione interne e nonconsente la circolazione e la sosta dipiù autobus contemporaneamente.

Gli stessi problemi sono staticonsiderati prioritari anche dal-l’Amministrazione Comunale, masiamo consapevoli che la creazionedi una strada e parcheggi a serviziodel Castello e della città richiede unprogetto politico condiviso con ri-sorse finanziarie, che vanno ben ol-tre i soli confini comunali.

Un recentemente rapporto delMinistero dei Beni Culturali sullafruizione dei musei nella RegionePuglia, pubblicato sul Sole 24 Ore,esplicita che “per compensare lespese dei servizi, un museo deve es-sere frequentato da almeno 200.000visitatori l’anno: cifra che in Pugliaè stata superata soltanto da Casteldel Monte e solo nel 2002” (dati SI-STAN – Sistema Statistico Nazio-nale). Le presenze registrate dallabiglietteria del Museo Castello Du-cale nei primi 12 mesi di gestionesono stati pari a 23.453 presenze(paganti n. 20.036).

I numeri, purtroppo, non sonodalla nostra parte. Ma l’entusiasmoe l’ottimismo lo sono, insieme al-l’incoscienza dell’essere giovani ead una visione globale della gestio-ne del Museo Castello Ducale. Tut-to questo ci permette di andare fieridi quello che è stato fatto … consa-pevoli di quello che certamente do-vrà ancora essere fatto.

3dal MondoFacciamo parte della prima generazione

che può eliminare la povertàa cura di ANTONIO GIOIELLO

All’inizio del 21° secolo più di unmiliardo di persone sono ancora con-dannate alla povertà estrema. 104milioni di bambini non possono an-dare a scuola. 860 milioni di adulti (lamaggior parte donne) non sanno néleggere né scrivere. La fame è unarealtà quotidiana per 852 milioni dipersone. Un miliardo e 400 milioni dipersone non hanno un lavoro digni-toso. Altrettante non hanno accessoall’acqua potabile. In alcune parti delmondo, la morte delle mamme almomento del parto e la morte di bam-bini nei loro primi anni di vita è an-cora un dramma quotidiano per lamancanza di servizi sanitari di base.Alle guerre e alle emergenze provo-cate dalle calamità naturali, comequella dell’oceano indiano, si sommal’emergenza dell’Aids, che ha giàcontagiato 40 milioni di persone. Lapovertà è la più grande violazione deidiritti umani. La Dichiarazione Uni-versale dei Diritti Umani riconosce atutti, il diritto ad un tenore di vita di-gnitoso; il diritto di avere cibo, vestia-rio, cure mediche, un’abitazione,un’istruzione, un lavoro. Questi dirittisono oggi negati a un terzo dell’uma-nità e minacciati anche all’interno deipaesi più ricchi, mentre nel mondo sispendono ogni anno quasi 1000 mi-liardi di dollari per guerre e armamenti.

Per far fronte a questa situazionenel Settembre del 2000, durante ilMillennium Summit, 189 Capi di Statoe di Governo si sono impegnati a la-vorare insieme per costruire un mondo

mare le loro politiche, destinando leproprie risorse al raggiungimento deiprimi sette obiettivi. Mentre i paesiricchi, dalla loro parte, hanno pro-messo di garantire un aiuto maggiore,più rapido e di miglior qualità, di as-sicurare una maggiore riduzione deldebito, di garantire più opportunitàcommerciali e regole di mercato piùeque e di incrementare il trasferimen-to di tecnologie verso i paesi pove-ri (impegni espressi nell’Obiettivo8).

Gli impegni assunti solennementedai governi del mondo con la Dichia-razione del Millennio per combatterela povertà e promuovere lo svilup-po sostenibile, i diritti umani e la pace,sono però solo il primo passo. Epurtroppo dopo cinque anni, non sonoancora stati rispettati. L’aiuto allosviluppo dei paesi ricchi è inadeguatosia in termini di quantità che di qua-lità. Le promesse di cancellazione deldebito non si sono ancoraconcretizzate, né sono stati rivisti imeccanismi ingiusti del commercio.

Il Governo italiano, nonostante ireiterati impegni presi in sede inter-nazionale e nell’Unione Europea, hacontinuato a ridurre le già misere ri-sorse dedicate alla cooperazione in-ternazionale, alla lotta alla povertàe all’Aids, al punto che oggi l’Ita-lia è all’ultimo posto nella classifi-ca dei paesi donatori in Europa. Tratagli e inefficienze, la cooperazioneitaliana allo sviluppo langue da lungotempo in uno stato disastroso men-tre Governo e Parlamento continuanoad aumentare le spese militari.

Nel 2005 i capi dei governi di tuttoil mondo saranno chiamati a rendereconto di quanto realizzato in un nuovovertice delle Nazioni Unite ed ilSegretario Generale dell’ONU haavviato la campagna “No excuse2015. Il 2005 può essere l’anno delcambiamento.

Siamo giunti ad un punto cru-ciale della nostra storia. Sradica-re la povertà è possibile. Raggiun-gere gli Obiettivi di Sviluppo delMillennio non è un optional, è ilminimo che si possa e si debba fare.Per la prima volta abbiamo le ri-sorse e le conoscenze per potermigliorare le condizioni di vita ditanta gente oggi disperata. E’ im-pegno di tutti fare pressione suipropri governi perché si adoperinoa rispettare gli impegni solenne-mente assunti.

più sicuro, più prospero ed equo pertutti entro il 2015. In tale sede i lea-der dei paesi ricchi e poveri hannoadottato otto Obiettivi di Sviluppo delMillennio, i quali richiedono l’attua-zione di un modello di sviluppo cheponga le persone al centro delle po-litiche locali, nazionali e globali. QuestiObiettivi hanno impegnato paesi ricchie poveri a sradicare l’estrema povertàe la fame, eliminare le disuguaglianzedi genere e il degrado ambientale edassicurare accesso ad istruzione, sa-nità ed acqua potabile entro il 2015.Per raggiungere questi Obiettivi, siai paesi ricchi che quelli poveri devo-no realizzare azioni concrete.

I paesi poveri si sono impegnati amigliorare le loro istituzioni e a rifor-

4

Della consistente ed articolataprogettualità complessiva del PIT n.4, i progetti che riguardano la cittàdi Corigliano sono quattro, per unimporto complessivo di circa tre mi-lioni di euro: 1) Restauro e rifun-zionalizzazione del complesso mo-nastico della Riforma; 2) Interventodi riqualificazione ambientale perl’accoglienza dei turisti nelle locali-tà di soggiorno e visita- Lungomaredi Schiavonea; 3) Realizzazione delParco Ambientale del Coriglianeto;4) Miglioramento logistico e funzio-nale del Porto.

Tutti gli interventi si avvalgonodi un cofinanziamento, in misura del20% delle somme previste, da partedel Comune di Corigliano.

Si tratta di quattro importantiopere che si propongono di qualifi-care beni pubblici, ambientali e set-tori economici cittadini, che appar-tengono a tipologie diverse, ma chesi inseriscono alla perfezione nelprogramma dell’AmministrazioneComunale per lo sviluppo e la mo-dernizzazione della Città.

Gli interventi previsti dal PIT, as-sieme a quelli programmati nelPSU, nei PIS, nei PIAR, nel CER-TIS, nel Patto per il Sociale e nellealtre misure del POR Calabria, as-sieme agli interventi finanziati conrisorse comunali, formano un insie-me organico, che, nelle intenzionidell’Amministrazione Comunale,disegneranno una città più modernae più vivibile invertendo una lineadi tendenza che, fino ai primi anniduemila, aveva privilegiato il caos eil degrado.

Resta il rammarico per un’impo-stazione eccessivamente centralisti-ca e per i molti colpevoli ritardi ac-cumulati dalla Regione Calabriasenza i quali il POR Calabria avreb-be potuto essere uno strumento riso-lutivo per molti annosi problemi deinostri territori e capace d’imprimereun impulso decisivo al loro sviluppoeconomico e sociale.

Per quelle che sono state le possi-bilità concesse dall’impostazionevoluta dal Governo Regionale, lanostra Città è stata comunque ingrado di coglierne al massimo le op-portunità, mettendo a disposizionedella comunità opere che migliore-ranno in modo decisivo il decoro, laqualità della vita e l’economia diCorigliano.

E’ stato un lavoro dispendioso,difficile, a volte sconfortante per inumerosi e spesso immotivati ritardiregionali, ma che ha costituito unodegli ambiti amministrativi nei qualimaggiormente ci siamo impegnatinella consapevolezza che i fondi eu-ropei costituiscono una occasione chenon può andare persa. Alcuni frutti listiamo già raccogliendo, come la ri-strutturazione dell’exmercato copertoa Centro di Eccellenza Regionale perle tematiche sociali. Altri verranno abreve, e sono sicuro che i cittadini sa-pranno apprezzare gli sforzi compiu-to e le scelte operate.

*Sindaco di Corigliano

Lo sviluppo ed i fondi europeiDALLA PRIMA PAGINA

G. BATTISTA GENOVA*

Per questo progetto, stretta-mente legato con gli interventirientranti nel progetto integrato“Sistema d’accoglienza turisticadella Sibaritide”, che si proponeil recupero del complesso dellaRiforma, in Corigliano Centro, èprevista una spesa di 867.000 _.

L’operazione fa parte delleazioni integrate, che si propon-gono di valorizzare il patrimo-nio culturale, nel tentativo di au-mentare e anche qualificare ladomanda turistica e nello stesso

Restauro e rifunzionalizzazione del complesso monastico della Riformatempo di provocare un impattosociale positivo, sulla comunitàlocale, capace di innescare l’atti-vazione di notevoli moltiplicatorieconomici.

L’intervento, previsto suun’area di 1.500 mq., si proponeil restauro e il riutilizzo a fini tu-ristici di uno dei più noti com-

plessi architettonici di Cori-gliano Centro.

Il progetto prevede il com-pletamento del recupero strut-turale già in atto e l’acquisto diarredi, strumenti, attrezzatureed apparecchiature audiovisiveche serviranno ad attivare unmuseo, il teatro e l’auditorium.

Intervento di riqualificazione ambientale per l’accoglienza dei turistinelle località di soggiorno e visita- Lungomare di Schiavonea

Questo progetto, per il quale èprevista una spesa di 408.000 _, sipropone la riqualificazione am-bientale del Lungomare di Schia-vonea, con l’obbiettivo di sostene-re le attività economiche e dell’oc-cupazione , in un ottica di sinergiacon le attività turistiche locali.

Si vuole con ciò accrescerel’integrazione produttiva del siste-ma turistico e, pertanto, favorire lanascita di nuove realtà produttiveo la crescita di quelle preesistentiutilizzando e valorizzando inmodo nuovo le risorse e prodottituristici tradizionali ed il recuperodell’identità e della cultura locale.

Il progetto prevede l’abbatti-mento delle barriere architettoni-che; la sistemazione e la pavimen-tazione dei marciapiedi e dellepiazzole di sosta; l’adeguamentonormativo ed il potenziamentodella pubblica illuminazione; la si-stemazione ed il potenziamentodelle aree destinate a verde pub-blico; l’acquisto e la posa in operadi arredi urbani e segnaletica turi-stica.

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Realizzazione del Parco Ambientale del Coriglianeto

Lo sviluppo ed i fondi europeiQuesto progetto si avvale di

una dotazione economica di circa1.040.000 _ e si propone di valo-rizzare, tutelare e circuitare ilcomplesso delle risorse ambien-tali dell’area del Coriglianeto inuna prospettiva di sviluppo so-cio-economico sostenibile.

Più specificamente ci si ponel’obbiettivo di migliorare il patri-monio naturalistico e culturale,riducendone il degrado e l’abban-dono e, contemporaneamente,stimolandone la fruizione in unottica di turismo ambientale diqualità.

L’intervento è finalizzato allacreazione del Parco Comunaledel Coriglianeto attraverso il re-cupero ambientale dell’area ed ilrestauro dei beni architettoniciche vi si trovano.

Si prevede la pulizia dell’al-veo del torrente con la raccolta elo smaltimento dei rifiuti; il re-stauro degli argini; il ripristino edil recupero ambientale dei ver-santi; l’eliminazione delle con-dotte di scarico; il rimboschimen-to delle sponde cpn specie au-toctone; il restauro e la raziona-lizzazione delle colture in atto; ilrestauro e la fruizione dei monu-menti architettonici situati all’in-terno del Parco.

Un finanziamento di 600.000_ è riservato al miglioramentologistico e funzionale del Porto,al fine di sostenere lo svilupposostenibile delle attività econo-miche e dell’occupazione me-diante il rafforzamento dellacompetitività dei sistemi di pe-sca.

Lo scopo è quello di miglio-rare dal punto di vista sia fun-zionale, sia logistico il Porto diCorigliano in funzione dello svi-luppo delle attività di pesca e diquelle ad essa connesse.

Gli interventi previsti sono: ilcompletamento e l’attivazionedi una banchina già destinataallo sbarco e imbarco dei natan-ti; la realizzazione di un’area dadestinare alla manutenzione deinatanti e delle attrezzature spe-cifiche; la messa in opera del-l’illuminazione dei piazzali inte-ressati alla movimentazione deiprodotti ittici; la realizzazione,all’interno dell’area portuale,delle reti idriche e fognarie,compresa la depurazione, la re-cinzione, i varchi d’accesso euna stradina di accesso all’esi-stente mercato ittico.

Miglioramento logistico e funzionale del Porto

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EMERGENZA LAVOROANGELO SPOSATO

DALLA PRIMA PAGINA

Così non è stato, per via di moltifattori, primo fra tutti, la scarsa ca-pacità di fare impresa, con una im-prenditoria territoriale impreparataa nuove tecnologie e ai nuovi mer-cati, anche se vi è da dire che pocoè stato fatto a sostegno dell’Impre-sa, perché forti sono i ritardi neiservizi infrastrutturali, e nella inca-pacità di creare sistemi a filiera,capaci di fare interagire le aziendesulla base della domanda e del mer-cato. Se a ciò si aggiunge il difficileaccesso al credito e la lontananzadelle istituzioni a queste problema-tiche, il risultato è sotto gli occhi ditutti. Aziende che chiudono sul na-scere, illeciti, abuso spinto del fi-nanziamento pubblico e decine disequestri di aziende ed inchiestemultiple.

La questione SENSITEC ePRINTEC, si innesta in questomeccanismo, facendo emergere tut-te le contraddizioni di un sistemache colpisce sempre l’anello più de-bole, il LAVORATORE.

I 50 lavoratori delle due Azien-de, molti di essi giovani, avevanocreduto, così come tanti altri lavo-ratori dell’area, all’idea del lavorosicuro, creandosi aspettative di vita,

impegnandosi economicamente,creando nuove famiglie, nuove se-renità, immaginando che qualcosaforse stava cambiando seriamentein positivo in questa nostra terra,abbandonando l’idea della obbliga-ta migrazione in cerca di lavorocosì come avveniva negli anni ses-santa-settanta.

Le vicende di questi giorni, in-vece, hanno fatto tramutare le cer-tezze e le promesse in forte illusio-ne, e come sempre accade, tuttociò si è trasformato in emergenzavertenziale, con la rincorsa ai mec-canismi della contrattazione sinda-cale, il ricorso al ministero ed agliammortizzatori sociali, per tentareogni strada per il sostegno al reddi-to dei lavoratori e mantenere vivala speranza di quel futuro sognato erincorso.

Noi crediamo che le vertenzadelle due Aziende, per ciò che rap-presentano in termini di impatto so-ciale ed occupazionale, non sianoun problema solo delle parti socia-li, dei lavoratori e del sindacatocome qualcuno pensa sbagliando .

Noi crediamo che il governo delterritorio, a partire dai piccoli co-muni, si concretizza , se alle scelte

politiche-amministrative si aggiun-gono politiche di sviluppo economi-co del territorio stesso, sia esso ter-ritorio comunale, provinciale e re-gionale. Occorre compiere uno sfor-zo innovativo ed aggiungere, alcomplesso lavoro e alla gestionedella macchina comunale e alle ope-re pubbliche, un progetto per losviluppo economico della Città edel territorio, mettendo al centro ILLAVORO ed attivando quelle siner-gie tra domanda ed offerta che pur-troppo il mercato ed il privato nonriesce a connettere. Ma lo sviluppo,ovviamente non può esserci senzauna cabina di regia di chi ha dele-ghe normative come il Governo na-zionale e regionale , responsabili

in questi anni di un declino econo-mico e sociale per cui oggi tutti pa-ghiamo le conseguenze. Altrimenti,succede che la politica quandochiamata a dare il proprio contribu-to come nel caso delle vertenze deilavoratori di PRINTEC E SENSI-TEC, rischia di trovarsi impreparatae confusa, e non riesce ad andareoltre alla manifestazione certamen-te gradita di solidarietà. Il sindaca-to con i lavoratori, stanno cercandodi fare la propria parte, attivandosipresso il dipartimento occupazionedella Presidenza del Consiglio deiMinistri e al Ministero del Lavoroper la tutela dei livelli occupaziona-li e per mantenere viva la speranzache

GISELLA REDA

NOSTRO SIGNORE REALITY SHOW

ROMA- Pochi giorni fa sullatormentata linea del 40notturno, inquel di Roma, mi è capitato diascoltare uno stralcio di conversa-zione fra due ragazzi autoctoni (ge-neralmente ben pochi sul bus di cuisopra) a proposito di un tale Diegoora “tronista” (cioè alla ricerca diragazze che lo corteggino) di Uo-mini e Donne, programma pomeri-diano di Maria De Filippi. Il dialo-go si svolgeva più o meno su questitoni:

X:“Ahò, ma possibile che a cor-teggià ‘sto Diego ce vanno tutte ‘efighe der Dams de Roma 3?”

Y:“’O so, forse è pecchè se mette‘e magliette de Joe Galliani o erjeans de Cavalli”

Ora, non vogliamo star qui a di-squisire sull’apodittico successo ditale ragazzo con gli occhialini daintellettuale, la risposta pronta e lasagacia di un coccodrillo che vendele sue pelli ad un cacciatore pur diavere un briciolo di notorietà. Maipotizzo con facilità che un tale tipodi conversazione avrebbe potutosvolgersi senza difficoltà, magari

con un linguaggio e qualche riferi-mento diverso, in una qualsiasi pa-ninoteca di C/da S.Francesco o in-torno alla piazzetta di Schiavoneafra qualche adolescente in preda adepressione post-primi NO dallaragazzina di turno.

Ci si lamenta tanto con noi (?)giovani di come siamo fatti, diquanto siamo diversi dalle genera-zioni che ci hanno preceduto, dellanostra precocità e tutte le tiriterevarie sul “prima era meglio”etc.etc.e nessuno che faccia mai qualcosacontro l’unica baby-sitter miliarda-ria sulla faccia della terra.

Tutti a chiederci perché la Tvpubblica sia diventata un ammassodi immondizia legalizzata, dove va-dano a finire i soldi di questo bene-detto canone, e poi il venerdi sera9milioni di persone incollate da-vanti al televisore a vedere “l’isoladei famosi”, genitori, nonni e bam-bini, con qualche ex vip (Very Im-portant Person..!) a scannarsi peruna fetta di cocco o a schiaffeggiar-si per decidere chi è la più bella delreame . E sì che esistono tutta una

serie di normative volte a tutelare laqualità della Tv e quella della Raiin particolar modo. C’è un contrattodi servizio in cui si afferma che lerisorse di derivazione pubblica (ca-none) devono essere destinate uni-camente all’attività di servizio pub-blico e, in generale, non meno del65 per cento della programmazioneannuale televisiva della Rai devevertere su tematiche socio-cuturali ocomunque di riconosciuto valore.Esistono dei comitati, il CNU (con-siglio nazionale degli utenti) prepo-sti ad indirizzare l’attività del servi-zio pubblico, c’è poi la “sede diconfronto per la programmazionesociale” prescelta per controllareche vengano effettivamente trattatitemi sociali nella programmazioneRai. Eppure, ognuno di noi è prontoa salire su una giostra dove il vip diturno non sembra più essere l’otto-volante sempre troppo alto e diffici-le da raggiungere, ma è quella spe-cie di piccolo pony dove anche ilpiù imbranato dei ragazzini può sa-lire. Perché anche lui sbaglia i con-giuntivi e non sa una parola di in-glese e ama tanto che gli altri si gi-rino a guardare i suoi bei jeans nuo-vi quando “sfila” per i corridoi del

liceo o dell’ufficio.Questo per dire che il gioco del-

l’identificazione è forte, e vedereche anche il vicino di casa può far-cela (a proposito, ad Amici c’è unballerino nato e cresciuto a Rossa-no), fa accrescere le nostre speran-ze, fortifica le nostra debolezze esoprattutto giustifica le nostre man-canze, per cui “se non studio la ge-ografia non è un problema perchétanto Costantino Vitagliano, che hasi e no la terza media, guadagna piùsoldi di mamma e papà messi insie-me che sui libri ci sono stati unavita”.

E allora i grandi si lisciano ilpelo dalle frustrazioni che hannopiù o meno accumulato in una vita,mentre i piccoli giovani pregustanosogni di gloria a suon di ospitate escalate sociali. Chiaramente questoè solo uno spicchio di realtà e an-che di parecchio semplificata ma lavia maestra percorsa ad oggi dallaTV è questa, e dato che ormai tantola Rai quanto le Tv private di pub-blicità e telepromozioni, e quindi dishare, vivono tanto vale che ci dia-no in pasto quello che di più sce-gliamo dal menu dei nostri teleco-mandi…

Ovvero, perché la televisione sembra essere finita in pasto ad un branco di idioti

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DALLA PRIMA PAGINA

LA MIA CITTA’

Ph. G. Tricarico

Chi ha l’opportunità di frequen-tare città più grandi della nostra nonpuò non convenire sul fatto che Co-rigliano non ha insuperabili proble-mi in fatto di traffico e di parcheg-gi, semmai la necessità di un rior-dino della viabilità e di un sistemadi mobilità alternativo. Un territoriodisarticolato come il nostro necessi-ta di un servizio pubblico efficienteche metta bene in rete i diversi cen-tri urbani. Il trasporto pubblico seben organizzato è ancora un’ottimaalternativa all’auto maggiormenteinquinante.

Per scelta dell’attuale ammini-strazione le strade di nuova costru-zione prevederanno piste ciclabili espazi pedonali autonomi che sonoun’ottima alternativa di mobilità inuna città come la nostra che gode diun clima temperato diversi mesi al-l’anno.

Il nostro piano si sviluppo urba-no proprio sulla mobilità sostenibilepunta per attuare una riqualificazio-ne della città che possa dirsi moder-na, accogliente.

La prevista autostazione è primadi ogni altra cosa la previsione di

un luogo fisico dove in modo ordi-nato avverrà lo snodo del serviziodi trasporto pubblico. Il progettoprevede la razionalizzazione e ot-timizzazione del trasporto su gom-ma regionale ed extra regionale eli-minando i fattori di criticità nellesoste e nei tracciati urbani poten-ziando l’offerta del servizio pubbli-co e migliorando il servizio stesso.Tale progetto si integra con la va-lorizzazione e il potenziamento del-la fruizione pedonale del centro sto-

rico poiché anche da qui partirannobus navetta per raggiungere il Ca-stello e l’Ospedale.

Ma anche in questa direzioneoccorre accompagnare politiche ur-bane a politiche culturali che abitui-no i cittadini a una nuova concezio-ne della città .

L’amministrazione deve prima diogni altra cosa avere un progettoambizioso: insistere nell’affermarepolitiche di crescita culturale cheelevano i cittadini dal bisogno, do-tandoli di capacità critica e di giudi-zio. La rivalutazione dei beni cultu-rali , la musica , l’arte, il saperesono gli strumenti su cui insistereper il cambiamento.

Corigliano non soffre, ancora, perfortuna, delle difficoltà di una cittàmetropolitana tentacolare e distratta.Conserva, soprattutto nel suo tessutosociale valori di solidarietà e di stilidi vita tipici delle piccole comunitàomogenee. Tale elementi sono i suoipunti di forza, da sostenere e inco-raggiare. Perché diventi un cittàmoderna con i benefici in terminidi servizi e opportunità, con un’otti-ma qualità della vita è necessario

uno sforzo collettivo perché si affer-mi il nostro modello di città: unacittà a misura d’uomo.

I processi di cambiamento, disviluppo hanno bisogno di pratichedi buona amministrazione consoli-date, di tempi che segnino in modoinequivocabile la differenza tra unmodo di intendere la città comebottino da arraffare e un altro chevede la città come bene da tutelarecon il concorso di tutti nessunoescluso.

Capita raramente che Coriglia-no ospiti manifestazioni di carat-tere culturale che vadano oltre iristretti limiti cittadini. Quandoqualche manifestazione partico-larmente significativa viene co-munque organizzata è altrettantofacile che essa si perda in mezzoa tante altre notizie facendonesvanire, così, la portata innovati-va e originale.

Eppure, nei giorni scorsi, suCorigliano sono stati puntati gliocchi di tutto il mondo scolasticocalabrese per un evento che nonha precedenti nella nostra regio-ne: il 1° concorso regionale digiornalismo scolastico.

L’ideazione, l’organizzazionee la gestione dell’iniziativa sideve a due testate gionalistiche diCorigliano, Ragazzi 2000 (gior-nalino dell’Istituto Comprensivo

“Leonetti senior” di Schiavonea)e Pensieri e parole (periodicodegli studenti dell’I.T.G. “Falco-ne-Borsellino” di Corigliano Sca-lo).

Perché l’idea di dare vita adun concorso regionale?

Innanzi tutto per fare emergereil ricco e variegato mondo delgiornalismo scolastico in Cala-bria, dopo che lo scorso anno laprima rassegna a livello provin-ciale ha avuto un grande succes-so. Poi non mancano le finalità diordine più generale: studenti edocenti che lavorano in una reda-zione di un giornale scolasticosono consapevoli dell’indubbiovalore formativo, didattico e cul-turale di questa esperienza.

Che la manifestazione abbiaavuto un notevole risalto lo di-mostrano le ben 92 testate scola-stiche che hanno aderito all’ini-

ziativa, la curiosità che l’iniziativaha suscitato negli operatori dellascuola, la massiccia partecipazio-ne di studenti, docenti e dirigentiscolastici al convegno-dibattitosvoltosi lo scorso 12 marzo sultema A scuola di in-formazione,atto finale del concorso e duranteil quale sono state premiate le te-state scolastiche vincitrici.

Proprio il convegno, tenutosinel Salone degli Specchi del Ca-stello Ducale (una meraviglia chemolti dei partecipanti provenientida tutta la Calabria hanno avutol’opportunità di ammirare per laprima volta!) ha confermato il va-lore della manifestazione grazieall’interessante ed avvincente bot-ta e risposta tra i tanti studentipresenti e Gennaro Cosentino,giornalista di RAI 3 Calabria. An-che all’Ufficio Scolastico Regio-

nale della Calabria non è sfuggitoil valore di questa prima edizionedel concorso di giornalismo scola-stico, tant’è che il dott. RaffaelePerri, dirigente del servizio perl’informatica e la comunicazionedell’USR, ha annoverato l’inizia-tiva di Corigliano tra quelle meri-tevoli di essere presentate comepunto di forza del fare scuola inCalabria.

La mostra di tutti i giornaliscolastici che hanno partecipato alconcorso è allestita presso il Ca-stello ducale e può essere visitatafino al 25 aprile. Il bel colpo d’oc-chio della mostra dà l’idea dellavarietà e del buon livello del gior-nalismo scolastico calabrese.

Dato il successo di critica e dipartecipazione ottenuto, l’iniziati-va avrà certamente un seguito eCorigliano farà da suggestivo sce-nario.

CORIGLIANO CAPITALEDELLA SCUOLA CALABRESE

RIFLESSIONI SUL 1° CONCORSO REGIONALEDI GIORNALISMO SCOLASTICO

MARIA SALIMBENI

TONINO PISTOIA

Ph. G. Tricarico

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Autorizz. Tribunale di Rossano - Reg. Periodici N. 02/03 - 25 marzo 2003Sede: Via Sicilia, 1 - Tel. 0983.885582 - CORIGLIANO SCALO (Cs)

Direttore Responsabile: MARIO DELPIANOCaporedattore: FABIO PISTOIA

Redazione:FABIO BUONOFIGLIO, MARIA CALOROSO, LUIGI CHIARO,

LOREDANA MERINGOLO, FABIO PISTOIA, ADALGISA REDA, MARIO REDA

Stampa: TECNOSTAMPA - Largo Deledda - Tel. 0983.885307 - Corigliano Scalo

LA PROVINCIA DI SIBARICOSIMO ESPOSITO

DALLA PRIMA PAGINA

(per esempio Cosenza ha liste di15 candidati, mentre Crotone eVibo Valentia le hanno rispettiva-mente di 4 e di 3) il che potrebbetradursi in un risultato che veda laSibaritide senza consiglieri regio-nali nella prossima legislatura,mentre Crotone ne avrà sicura-mente 4 e Vibo 3.

Tutto ciò per dire dell’impor-tanza della istituzione della pro-vincia di Sibari per la Sibaritide eil Pollino; ma l’importanza mag-giore della nuova provincia con-siste nel fornire al nostro territo-rio un centro politico di parteci-pazione, di confronto e di pro-grammazione sulla generalitàdei problemi del NOSTRO terri-torio gestito dalle nostre popola-zioni; a tale scopo bisogna dire chela proposta Corigliano-Rossano,pur pienamente legittima, perdevalidità vuoi per la sicura autoe-sclusione dell’Alto Jonio, conconseguente venir meno del requi-sito di legge dei 200 mila abitanti,vuoi per il valore politico generaledi cui è portatrice la nuova istitu-zione, indipendentemente dallasede del capoluogo; altra cosa èl’auspicabile adesione di Castro-villari e del suo circondario , cherappresenta un valore aggiunto in

termini di maggiore forza dellanuova provincia. Gli ostacoli sulcammino della provincia di Sibarisono tanti : il Governo, i nostrirappresentanti politici sovracomu-nali, la provincia di Cosenza, laregione Calabria , i partiti locali,le amministrazioni locali. Vedia-mo più in dettaglio queste difficol-tà.

Il governo Berlusconi, portato atermine nel maggio 2004 l’obietti-vo di istituire le province di Mon-za, Barletta e Fermo, pervicace-mente voluto da Bossi e da altrimembri della maggioranza di cen-tro destra, ha fatto calare il silen-zio sulle altre 7 richieste di istitui-re nuove province, rispettose ditutte le condizioni previste dallalegge vigente ( tra le 7 c’è Sibari enon c’è Castrovillari); lo stessoGoverno, per bocca del sottose-gretario agli Interni D’Alì, è statocostretto ad assumere l’impegnodi portarle alla discussione in Aula, ma l’impegno dal maggio 2004rimane non onorato perfino nelpasso elementare e preliminare difornire le proposte della necessa-ria relazione tecnica.

I nostri rappresentanti istituzio-nali sovracomunali , con la solaeccezione del sen. Marini, dopo

l’adesione iniziale alle azioni delcomitato popolare pro provincia diSibari, hanno progressivamenteabbandonato a se stesso lo stessocomitato. Gli esponenti locali digoverno nazionale e regionale pa-iono completamente disinteressati.L’On. Geraci, parlamentare dimaggioranza, mostra indifferenza.L’assessore Dima, dopo varie insi-stenze del comitato, ha procuratoun incontro a Catanzaro con il pre-sidente Chiaravalloti, nel gennaio2003, durante il quale insieme allostesso Chiaravalloti assunse l’im-pegno che la regione Calabriaavrebbe sollecitato al Governo lanecessità di riequilibrare la provin-cia di Cosenza troppo vasta e trop-po eterogenea (il 45% del territorioregionale con 1 provincia e il 55%con 4); da 26 mesi il comitatoaspetta di sapere se l’impegno èstato onorato e tuttora permane unsilenzio totale sulla questione. Ipartiti e gli amministratori locali,salvo pochissime e lodevoli ecce-

zioni, hanno perso sul tema laspinta propulsiva, se mai l’hannoavuta, nel timore di incappare inqualche censura da parte dei ri-spettivi partiti cosentini , forieradi qualche bocciatura di promessecandidature o altro. Resta , o reste-rebbe, la mobilitazione popolareper il raggiungimento dell’obietti-vo; anche in questa direzione peròè necessario il supporto politico elogistico delle amministrazioni edei partiti locali, degli eletti sovra-comunali , oltre che del nostro co-mitato che dal maggio 2004 si starapportando con gli altri comitatirelativi alle altre proposte e insie-me ad essi ha creato un coordina-mento nazionale, coordinato dalnostro presidente Casciaro, che hatenuto già 2 incontri a Roma con lapartecipazione di molti parlamen-tari dei territori interessati conl’obiettivo di programmare la mo-bilitazione. Un più dettagliato re-soconto di questi ultimi avveni-menti è stato fornito alle ammini-strazioni ed ai consiglieri comuna-li dal coordinamento nazionale deicomitati popolari, al fine di ripri-stinare la necessaria tensione poli-tica. Serve però che i partiti e gliamministratori locali, gli eletti so-vracomunali e anche gli attualicandidati si scrollino di dosso lasudditanza verso Cosenza ed agi-scano concordemente per il riscat-to del nostro territorio, per il qualel’autonomia amministrativa è unapremessa irrinunciabile.

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