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La mostra nasce da un’idea di Gregorio Pezzato, Capogruppo del Gruppo Alpini di Vallarsa, nel contesto dell’edizione 2012 di “Tra le Rocce e il Cielo”, il Festival della montagna vissuta con consapevolezza, che ha dedicato uno spazio consistente al tema della Grande Guerra.Il progetto è stato elaborato e realizzato dalla patnership costituita dall’associazione culturale Tra le Rocce e il Cielo e da Acca-demia della Montagna del Trentino, con il contributo della Fondazione CaritroLa mostra, curata da Nicola Spagnolli, ricercatore storico, con progetto grafico di Lucia Marana, racconta e illustra la mo-bilitazione dell’infanzia nel primo conflitto mondiale attraverso le pagine del “Corriere dei Piccoli”, supplemento del “Corriere della Sera” pubblicato dal 1908 e dedicato ad un pubblico di bambini e ragazzi. Durante la prima Guerra Mondiale, il giornalino venne utilizzato come strumento per educare i giovani alla guerra e come arma di propa-ganda, anche in chiave irredentista, attra-verso le rubriche, i racconti e, soprattutto, attraverso le sue tavole illustrate popolate di personaggi come Schizzo, Italino, Tofoletto Panciavuota, Didì, Abetino.
La Grande Guerra del “Corriere dei Piccoli” 1914-1919
Presentazione della mostra
Caratteristiche tecniche
La mostra è composta da 31 pannelliin cartone a nido d’ape leggeri e facilida trasportare.
Dimensioni dei pannelli: Altezza: 200 cmLarghezza: 100 cmSpessore: 1 cmLa mostra misura in totale 31 m lineari.
Il montaggio della mostra, che richiede due persone, è assai semplice e flessibile per quan-to riguarda il posizionamento dei pannelli, che può avvenire linearmente, accostandoli e vincolandoli l’uno all’altro, o a fisarmonica o realizzando anche dei totem a base quadrata o triangolare (si vedano le foto nel prosieguo).
Contatti
Tra le Rocce e il Cielo. Associazione per l’arte e la cultura della montagnaFraz. Zendri, 16 - Vallarsa (TN)Responsabile: Fiorenza Astecell. 392-2272326 e-mail: [email protected]
Nicola Spagnolli, curatore della mostraVia Pasini, 46 – 38060 Pomarolo (TN)cell. 339-4658150e-mail: [email protected]
VETTORIALE
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Immagini tratte dall’allestimento presso il Museo della Civiltà Contadinadi Riva di Vallarsa (30 agosto – 15 settembre 2012)
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La PrimaGuerra
Mondiale e l’impegno del “CdP”
La prima guerra del “CdP”, 31 marzo
1912
Il precedente Coerentemente con la linea del “Corriere della Sera” che appoggiava la guerra italo-turca intrapresa dal governo Giolitti per il possesso della Libia (1911-1912), anche il “CdP”,per la prima volta, schierò i propri personaggi a favore della guerra, come il personaggio Gian Saetta di Attilio Mussino, valoroso bersagliere a caccia di nemici nel deserto libico.
Tirature del “CdP” 1913-1919
1913 156.836
1914 152.836
1915 174.681
1916 189.575
1917 186.514
1918 226.907
1919 326.213
annata numero copie
23 aprile 191616 maggio 1915
3 ottobre 1915
16 gennaio 1916
18 febbraio 1917
Mentre gli uomini sono alla guerra
Anche l’uso dei gas asfissianti o di armi
batteriologiche assume i contorni della burla da parte di Luca contro
Bombarda.
26 novembre 1916.Luca bombarda l’officina Anderkrupp di Selvonia, chiaro riferimento alla
storica fabbrica tedesca Krupp che durante la Prima Guerra Mondiale produceva
le artiglieriedell’esercito germanico come il noto mortaio da
420 mm.
20 maggio 1917.Il nemico è pavido per natura, così Bombarda
porta sempre con sémaschera e un flacone
antiasfissiante. Ma Luca con l’aiuto del cane
Blick mette in scacco Bombarda che cade vittima
di un narcotico.
15 luglio 1917.Con questa beffa di Simon
e Luca si chiude senzafinale la saga che Rubino
non conclude, impegnato con altri personaggi e con il periodico “La Tradotta”.
18 giugno 1916 6 agosto 1916
Il prestito di guerra
Durante l’impegno bellico, partico-larmente martellante fu la campagna per la sottoscrizione dei prestiti nazionali lanciata per raccoglie-re dal risparmio privato ulteriori fondi per sostenere lo sforzo eco-nomico. Anche sulle pagine del “CdP” com-paiono inviti più o meno espliciti alla sottoscrizione. I bambini più che destinatari di-retti del messaggio, furono tal-volta utilizzati come portatori di questo al mondo adulto. In altri casi furono invitati loro stessi a devolvere i loro piccoli risparmi alla causa della vittoria.
27 febbraio 1916. Il sogno di Dino per il prestito
nazionale
18 febbraio 1917
3 marzo 1917.L’immagine del soldato che
punta il dito verso lo spet-tatore per invitarlo a fare il proprio dovere fu disegna-ta da Achille Luciano Mauzan (1883-1952). Nato in Francia ma trasferitosi in Italia, Mauzan nel 1917 realizzò il manifesto riprodotto anche
dal “CdP” per il Credito Ita-liano di guerra.
25 febbraio 1917
16 gennaio 1916
La vittoria dopo la disfatta
18 novembre 1917,Il piccolo Pertichino
realizza per gioco un tra-foro per collegare la
Francia all’Italia.
30 dicembre 1917.Dopo essere rimasto assente dal luglio del 1917, torna Schizzo che nel suo sogno
porta doni ai soldati fran-cesi, inglesi e italiani.
6 gennaio 1918
6 gennaio 1918
7 aprile 1918.Schizzo, mancato novelloPietro Micca, il militare dell’esercito del Ducatodi Savoia che nel 1706sacrificò la sua vita durante l’assedio francese diTorino, sorvola il Piaveriuscendo a saltare dal veli-volo prima dell’esplosioneche coinvolge invece i soldati nemici.
Le gesta patriottiche degli eroi del “CdP” ebbero una battuta d’arresto dopo la rotta di Caporetto dell’ot-tobre del 1917 che provo-cò complessivamente 280.000 prigionieri, 350.000 sban-dati, 11.000 morti e cir-ca 29.000 feriti tra le fila italiane.Con il protrarsi della guerra, le conseguenti per-dite umane e le difficol-tà economiche, inoltre, il periodico abbandonò i toni trionfalistici riproponen-do storie lontane dai tea-tri di guerra e riportando i lettori sul terrenodell’evasione. Una volta superato il trau-ma della disfatta di Ca-poretto grazie al conso-lidamento della linea del Piave, anche il “Corrieri-no” riprese coraggio ripri-stinando racconti e tavole
le “due sorelle siamesi della retorica tradiziona-le” come le chiama Ange-lo Vivante in Irredentismo adriatico (1912) sono final-mente italiane.Continua, come durante la guerra, la celebrazione dei trentini che scelsero di combattere per l’Italia o che rifiutarono di combat-tere per la monarchia au-striaca. Nel Trentino an-nesso al Regno d’Italia, nel clima nazionalistico del dopoguerra, il ricordo dei volontari trentini nel-le fila dell’esercito ita-liano (furono 700) prevalse sino a rimuovere il ricordo dei 55.000 soldati trenti-ni che avevano combattuto con la divisa austriaca. Di questi, 10.500 caddero sui campi del fronte orientale in Galizia, Bucovina, Voli-nia.
di ambientazione belli-ca, anche se dovette fare a meno di due autori impor-tanti come Rubino e Mussi-no, chiamati sotto le armi o impegnati, è il caso di Rubino, con “La Tradotta”, giornale illustrato desti-nato ai soldati realizza-to dall’Ufficio Informazioni della 3° Armata e pubblica-to dal marzo 1918 al luglio del 1919. L’offensiva italiana par-tita il 24 ottobre 1918 si conclude con la vittoria di Vittorio Veneto e l’ar-mistizio di Villa Giusti, firmato il 3 novembre. Lo stesso giorno squadroni del 140° Cavalleggeri di Ales-sandria entrano a Trento.Il 4 novembre alle 18.20 entra in vigore l’armisti-zio di Villa Giusti.Il “Corrierino” celebra la vittoria: Trento e Trieste,
Presentiamo una selezione di alcuni pannelli nella loro reale resa grafica.Il materiale qui riprodotto (testi e immagini) è pro-tetto da copyright.
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