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30/05/2011 Prof. Patrizia Amadori 1
LA GESTIONE DEL GRUPPO:
il gruppo maschile e il gruppo femminileCorso Allenatori di primo GradoCremona, 30 maggio 2011Docente: Patrizia Amadori
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GESTIONE – GESTIRE (CONDURRE, DIRIGERE)
AMMINISTRAZIONE O CONDUZIONE CON
POTERI DECISIONALIDI UN‟AZIENDA O DI
UN‟IMPRESA PUBBLICA O
PRIVATA
ESERCIZIO DI UNA FUNZIONE DI
CONTROLLO O DI GUIDA
DEL PERSONALE: attivita‟ volta a regolare
e organizzare le relazioni che intercorrono fra l‟azienda e i suoi dipendenti
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GRUPPO
INSIEME INDIVIDUATO
DA UNA PROPRIA CONFIGURAZIONE O
FISIONOMIA
GRUPPO SOCIALE: un insieme di 2 o piu‟ persone
che interagiscono reciprocamente e sono interdipendenti, nel senso
che sono spinti dai propri bisogni ed obiettivi ad affidarsi l‟uno all‟altro
e a influenzare reciprocamente il comportamento (Kurt Lewin, 1948)
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IL GRUPPO SPORTIVO
• Insieme in numero ristretto di persone impegnate nel conseguimento di obiettivi comuni.
• I membri condividono obiettivi, spazi, processi, valori e modi di pensare.
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LA SQUADRA COME GRUPPO DI LAVORO
• Considerata come gruppo formale (ruoli, regole e compiti…)
• Creata appositamente per il raggiungimento di uno scopo specifico
• Avente da una parte un responsabile, dall‟altra un organigramma ben definito.
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OBIETTIVI, VALORI E MODI DI PENSARE
OBIETTIVI:1. PROMOZIONE
2. CRESCITA3. PERFORMANCE
VALORI:Stabiliscono quali oggetti sociali,
azioni, idee possono ritenersi positive o, al contrario, negative per il conseguimento
Del fine del gruppo. Si esprimono sottoforma di dettami morali
e di modelli di comportamento. Si esprimono spesso sottoforma
di riti, gerghi e cerimoniali che costituisconola cultura di un gruppo
e la sua ideologia di base.
MODI DI PENSARE:•REGOLE O NORME
•CREDENZE•METE
•VALORI
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Parliamo di....
• MEMBERSHIP rappresentazione mentale che permette di identificare il gruppo come opportunità per la soddisfazione dei propri desideri
• GROUPSHIP:rappresentazione di un soggetto diverso dai singoli individui
• LEADERSHIP:processo di guida degli individui o dei gruppi nel raggiungimento di obiettivi
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I SEGNALI DI MALESSERE DEL GRUPPO SQUADRA
• allagamenti emotivi che paralizzano e riducono laqualità della performance
• riduzione della partecipazione/condivisione degli aspetti formali della vita di squadra (regole, piano degli allenamenti, scelte tattiche, distribuzione compiti e ruoli tra gli atleti)
• ricerca di rapporti privilegiati e “alleanze contro” (soprattutto con primo e/o viceallenatore, dirigente, capitano)
• il gioco delle “simpatie-antipatie”
• centratura sui propri bisogni e interessi di singolo
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…i rimedi
• Accrescere la „visibilità del senso della vita del/nelgruppo/squadra
• Recuperare di continuo il „mandato‟ (societario) e gliobiettivi che ne conseguono per la squadra
• Aiutare le persone a „focalizzarsi‟ sul proprio sé‟. Così facendo diminuisce l‟enfasi sul gruppo/squadracome un tutto impersonale e si sviluppa nel contempo la capacità di produrre benessere e apprendimento e di raggiungere obiettivi
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•saper ascoltare per prevenire e comprendere aggressioni allegame alla squadra/società e al rapporto tra squadra erealtà esterna
•sostenere la definizione dei compiti, dei criteri di decisione,dell‟oggetto di lavoro
• tollerare di essere oggetto di attacchi e critiche (allenatore)
• tutela del gruppo (valorizzazione dei risultati intermedi e deisuccessi)
• tutela del compito (rappresentazione del percorso di lavoro e dei risultati, degli errori e dei rimedi)
• comprensione di ciò che accade nel gruppo a livello delprocesso del compito e interpersonale
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LE VARIABILI SITUAZIONALI CHE INFLUISCONO SULLA LEADERSHIP
DELL‟ALLENATORE
Dirigenza
Pressioni al successo
Altre variabilisituazionali
Capitano
Atleti
Collaboratori: 2^ all, fisio,Scout man,Video man,
ecc
Organizzazionesocietaria
LEADERALLENATORE
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LO STILE DELL‟ALLENATORE o comportamento relazionale dell‟allenatore
• PRESCRIVERE x una bassa maturità
• VENDERE x una maturità medio-bassa
• COINVOLGERE x una maturità medio-alta
• DELEGARE x un‟alta maturità
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UN BUON ALLENATORE
• saper MOTIVARE
• saper COMUNICARE
• saper PROGRAMMARE
• saper OSSERVARE
• saper VALUTARE
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LA COMUNICAZIONE
INTENZIONE
di chi
COMUNICAMESSAGGIO
INTERPRETAZIONE
di chi
RICEVE
CONTESTO AMBIENTALE
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LA COMUNICAZIONE
CONTENUTO• dati• concetti• comportamenti• tecniche
• VERBALE
• RELAZIONE• sentimenti
• affetti
• stima
• approvazione
• sfiducia
• NON VERBALE
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UNA PARTE IMPORTANTE DELLE INFORMAZIONI
SCAMBIATE IN UN PROCESSO COMUNICATIVO
NON E‟ INTENZIONALE
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COMPORTAMENTI CHEOSTACOLANO LA COMUNICAZIONE
• far valere il proprio ruolo/status
• parlare sull‟altro
• sollecitare soluzioni affrettate
• rimproverare
• utilizzare etichettamenti
• rigettare responsabilità
• negare i sentimenti altrui
• contraddire per principio
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L‟ALLENATORE PREFERITO
• è colui che mostra maggior frequenza di:
• - istruzioni tecniche
• - rinforzi specifici su quello che i bimbi fanno e incoraggiamenti giusti
• - istruzioni tecniche dopo l‟errore
• - organizzazione
• - mantenimento della disciplina
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Gruppo maschile vs gruppo femminile
• Le donne sono + diligenti o più capaci di sforzi, più pazienti e più resistenti allo agli stress
• Le donne sono più conseguenti nel seguire un piano di allenamento una volta che lo hanno intrapreso
• Verso le critiche le donne reagiscono sensibilmente a ogni improvvisazione o cambiamento a breve termine, li percepiscono come critica all‟allenamento svolto fino a quel momento
• Le donne tendono ad interpretare le critiche come un fatto personale, si sentono respinte in quanto persone e minacciate nella loro femminilità. Per questa ragione nei colloqui e discussioni è necessaria una particolare attenzione, spt se si toccano temi sensibili come il peso o la sessualità. Si devono evitare assolutamente giudizi globali. Sono possibili discussioni oggettive ma finalizzate a rafforzare la capacità di autovalutazione
• Le donne agiscono in modo cauto di fronte a nuove sfide sportive, affrontano meno rapidamente rischi fisici o non si mettono volentieri in situazioni limite (serve maggior gradualità)
• Per le donne la posizione sociale all‟interno del gruppo di allenamento molto più importante che per i maschi. Spesso considerano rivali anche all‟interno della loro società. Invece di utilizzare la rivalità sportiva come elemento di motivazione e di stimolo a migliorare le loro prestazioni, spesso reagiscono frapponendo barriere personali fra loro e le compagne, che dall‟esterno è percepito come atteggiamento “scostante” e “sostenuto”…….
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AMADORI PATRIZIADott in Scienze Motorie e 1^ allenatore pallavolo Pisogne
Preparatore fisico per la pallavoloLaurea in Psicologia dello sviluppo e dell‟educazione
GRAZIE per l‟attenzione
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Bibliografia consigliata
• Cuccarini, Bechi Gabrielli, APPLICAZIONI PRATICHE DELLA PSICOLOGIA NELL‟ALLENAMENTO DELLA PALLAVOLO, Calzetti Mariucci Ed.
• Marcello Lippi, LA SQUADRA, Ed. Rizzoli
• Spinelli, PSICOLOGIA DELLO SPORT, Ed.
• Roberti, Belotti, IL COACH, NLP ITALY