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LA FORTUNA DI UN ARMA Primi elementi di giudizio La pistola Beretta Px4 Storm Sub Compact Type F in alcuni articoli di giornalismo specializzato Quando un prodotto nasce sotto una buona stella, e il mercato ne apprezza la qualità e la validità, anche gli specialisti e il serio giornalismo gli danno risalto e valore. E’ il caso della pistola Beretta, modello Px4 Storm Sub Compact Type F. A quasi un anno di distanza dal mio precedente articolo in merito, sempre sulle colonne di questo sito (http://www.tiropratico.com/Gerardo_Pecci/PX4.pdf ), ritorno sull’argomento perché ho seguito costantemente questo prodotto italo-americano, che ha avuto interessanti recensioni da parte di riviste di settore. Quest’arma, prevalentemente dedicata alla difesa personale, è prodotta negli Stati Uniti d’America da Beretta USA Corp. AccoKeek MD (Maryland). Essa appartiene alla fortunata serie delle pistole semiautomatiche della famiglia Px4 Storm e si affianca alle sorelle maggiori, la Full Size e la recente Compact, con cui condivide il mercato. Ma rispetto a queste ultime certamente vince in occultabilità e portabilità e costituisce un valido prodotto che integra e/o può sostituire validamente le pistole full size. Passiamo ad analizzare alcuni articoli e giudizi espressi da specialisti e pubblicati in riviste specializzate. Il primo articolo che ho consultato è quello di Roberto Allara, dal titolo Piccola ma non troppo. Beretta Px4 Storm Subcompact, apparso nella rivista “Diana Armi”, n.452, luglio 2008 (pp.78-83), quando l’arma ancora non era stata importata in Italia. Il giornalista afferma già all’inizio dell’articolo, in sintonia con quanto testé affermato da me, che la sfida della Beretta è stata quella di realizzare una pistola nuova nel campo delle armi corte, da porto occulto, in grado di essere leggera, affidabile e con grande capacità di fuoco, ma soprattutto egli sottolinea la grande ergonomia e il buon comportamento balistico sul campo di tiro, con bersagli posti a 25 metri, tutti colpiti regolarmente.

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LA FORTUNA DI UN ARMA Primi elementi di giudizio

La pistola Beretta Px4 Storm Sub Compact Type F in alcuni articoli di giornalismo specializzato

Quando un prodotto nasce sotto una buona stella, e il mercato ne apprezza la qualità e la validità, anche gli specialisti e il serio giornalismo gli danno risalto e valore. E’ il caso della pistola Beretta, modello Px4 Storm Sub Compact Type F.

A quasi un anno di distanza dal mio precedente articolo in merito, sempre sulle colonne di questo sito (http://www.tiropratico.com/Gerardo_Pecci/PX4.pdf), ritorno sull’argomento perché ho seguito costantemente questo prodotto italo-americano, che ha avuto interessanti recensioni da parte di riviste di settore. Quest’arma, prevalentemente dedicata alla difesa personale, è prodotta negli Stati Uniti d’America da Beretta USA Corp. AccoKeek MD (Maryland). Essa appartiene alla fortunata serie delle pistole semiautomatiche della famiglia Px4 Storm e si affianca alle sorelle maggiori, la Full Size e la recente Compact, con cui condivide il mercato. Ma rispetto a queste ultime certamente vince in occultabilità e portabilità e costituisce un valido prodotto che integra e/o può sostituire validamente le pistole full size. Passiamo ad analizzare alcuni articoli e giudizi espressi da specialisti e pubblicati in riviste specializzate. Il primo articolo che ho consultato è quello di Roberto Allara, dal titolo Piccola ma non troppo. Beretta Px4 Storm Subcompact, apparso nella rivista “Diana Armi”, n.452, luglio 2008 (pp.78-83), quando l’arma ancora non era stata importata in Italia. Il giornalista afferma già all’inizio dell’articolo, in sintonia con quanto testé affermato da me, che la sfida della Beretta è stata quella di realizzare una pistola nuova nel campo delle armi corte, da porto occulto, in grado di essere leggera, affidabile e con grande capacità di fuoco, ma soprattutto egli sottolinea la grande ergonomia e il buon comportamento balistico sul campo di tiro, con bersagli posti a 25 metri, tutti colpiti regolarmente.

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Ottimo il giudizio sulle mire, fisse e pretarate in fabbrica, e sulla presenza di inserti luminescenti in superluminova sulla tacca di mira e sul mirino, per il tiro operativo nella semioscurità o nell’oscurità. Poi l’articolo si sofferma sulla parte tecnica e sul funzionamento dell’arma che sfrutta il sistema Colt-Browning, con doppia molla di recupero. La ridotta lunghezza della canna, conclude il giornalista, non inficia la precisione di tiro e la velocità del proiettile anche se un po’ inferiore a quella canonica, ma non è significativa ai fini dell’efficacia operativa. L’arma è prodotta anche in calibro .40 Smith & Wesson, oltre che in 9x21 IMI (per il mercato civile italiano). Entrambi più che adeguati per la difesa personale. Altro articolo di presentazione dell’arma, prima ancora che essa fosse importata e commercializzata in Italia è quello pubblicato su I grandi speciali di Armi Caccia Tiro, Pistole semiautomatiche. La guida più completa al mondo sulle pistole semiautomatiche, Caff editrice, Anno I, numero 1, 2009. L’articolo sulla pistola di cui ci stiamo occupando si trova alle pagine 58-59. Il collega articolista mette in rilievo la perfetta gestibilità dell’arma nel momento del tiro, con un rinculo ridottissimo, che ha permesso di ottenere nelle prove di tiro una notevolissima precisione nel rilevamento dei bersagli e nella loro centratura. Poi sottolinea la buona occultabilità dell’arma e la buona impugnabilità grazie anche al sistema dello “Snap grip” di cui è dotato uno dei due caricatori in dotazione, che permette l’appoggio sicuro del dito mignolo della mano forte in fase di puntamento e tiro. Non manca di sottolineare il notevole numero di colpi che il serbatoio del caricatore bifilare è in grado di contenere, ben tredici in cal. 9x21 IMI e dieci in calibro .40 Smith & Wesson. Il giudizio generale è che l’arma presenta un positivo rapporto potenza/ingombro, molto spinto, ma l’estetica generale a suo giudizio è un po’ tozza. Gli spigoli dei bordi esterni dell’arma sono correttamente sagomati in modo da permettere un agile inserimento e un’altrettanto agile estrazione dell’arma da un’idonea fondina, appositamente dedicata.

Al momento, purtroppo, bisogna ancora rilevare, a circa un anno dall’inizio della commercializzazione e vendita in Italia dell’arma (l’ho comprata a metà del mese di ottobre del 2009) che manca la traduzione e la stampa, da parte della casa produttrice Beretta, del manuale ufficiale che l’accompagna e che purtroppo risulta stampato esclusivamente in lingua inglese. Mi è stato assicurato dal Dott. Antonelli, della Beretta, che la traduzione in lingua italiana è in fase avanzata di approntamento e che presto verrà stampata. Così gli acquirenti italiani potranno finalmente avere, speriamo in tempi brevissimi e certi, il manuale nella loro madrelingua, che è anche quella della casa madre di Gardone Val Trompia. Cosa che la fabbrica americana avrebbe dovuto già fare e almeno nelle altre principali lingue europee (spagnolo, francese e tedesco) considerato il mercato internazionale di vendita dei rinomatissimi prodotti della casa costruttrice Beretta. Altra particolarità commerciale è certamente quella della vendita dell’arma allo stesso prezzo della versione “Full Size” e della più recente “Compact” (al momento la Px4 Storm Sub Compact è in vendita al prezzo di Euro 839,00, che è lo stesso delle altre “sorelle”, come chiaramente indicato nel catalistino pubblico di aprile 2010 della Beretta). L’acquirente comune sicuramente avrebbe gradito un prezzo minore rispetto alle versioni maggiori dell’arma, così come invece hanno fatto e fanno altre case costruttrici. Ma sono scelte di marketing del tutto legittime e sulle quali non mi pronuncio, né ho elementi per farlo. Ogni casa costruttrice è libera di adottare le strategie di vendita e i prezzi che ritiene più opportuni. Ma tutti sappiamo che il marchio e l’alta qualità si pagano...

Nel maggio 2010 anche la rivista Armi e Munizioni si è preoccupata di pubblicare un articolo su questa pistola, a firma di Francesco Battista (Piccola & cattiva. Beretta Px4 Subcompact, n.5, maggio 2010, pp.66-75). L’articolo, approfondito ed esaustivo, sostanzialmente conferma il giudizio positivo dato da altri giornalisti e da specialisti del settore; presenta una ricca serie di informazioni e fotografie con particolari dell’arma, com’è ottima consuetudine nella rubrica “Prove” relative alle armi presentate di volta in volta, con cadenza mensile. Il collega prima di tutto mette giustamente in evidenza, con acume e competenza, la novità di quest’arma e l’ottima occultabilità che la pone sicuramente ai vertici di questo segmento di armi corte portatili. A tal

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proposito egli ricorda che il progetto della Px4 Storm Subcompact è nato con il preciso intento di soddisfare una nutrita richiesta di armi occultabili con facilità, per il mercato statunitense. Poi l’offerta di questo prodotto si è naturalmente allargata anche oltreoceano, coinvolgendo l’Italia e l’Europa. L’apparato fotografico ben mette in evidenza l’intercambiabilità di ben tre dorsalini di diverso spessore che sono un valido aiuto per l’adattabilità dell’impugnatura dell’arma a mani di differente grandezza e conformazione, così come pure il già citato sistema dello “snap grip” che è utilissimo per l’appoggio del dito mignolo sull’impugnatura dell’arma, per una più salda presa nel momento del puntamento e dello sparo. Ottimo il giudizio sul polimero rinforzato, (Poliammide 12) di cui è costituito il fusto dell’arma, e sul carrello d’acciaio rivestito con Bruniton, come è d’uso per le armi Beretta.

La prova cui l’arma è stata sottoposta, con bersagli posti alla distanza di dieci metri hanno dimostrato l’intrinseca precisione della piccola sub compatta, ma anche la sua efficacia sui venticinque metri, attraverso il tiro lento mirato. Anche Francesco Battista ha rilevato che l’arma ha un rinculo modesto e un efficace rilevamento, cosa di non poco conto considerato il calibro e le dimensioni dell’arma. Il suo giudizio finale è estremamente positivo e vale la pena di citarlo integralmente: «La Px4 Subcompact si inserisce con autorità in un settore delle pistole di grosso calibro ottimizzate per la difesa personale e per l’impiego come arma di scorta per gli agenti di polizia e gli operatori della sicurezza […] Il nuovo progetto Beretta possiede quindi tutte le carte per il successo e per assicurare la migliore protezione a chi debba portare un’arma poco ingombrante ma in grado di fornire una risposta adeguata a tutte le evenienze.» (p.74) Più o meno sullo stesso tono di quello di Battista è l’articolo più recente che è uscito su quest’arma a firma di Gianfranco Peletti, dal titolo Simile ma non uguale, pubblicato nella rivista Armi Magazine, Anno XVI, Numero 8, Agosto 2010, pp. 82-87. L’autore esordisce ricordando come la sub compatta statunitense a firma Beretta è un’ottima arma di “Back-up” e ha avuto immediato successo di pubblico e di vendita «tanto che fino ad oggi l’intera produzione è stata assorbita da questo mercato. Solo ora, Beretta ha iniziato la distribuzione e la vendita anche in Italia, per venire incontro alle richieste e alle esigenze di numerosi operatori e appassionati del nostro Paese.» (p.82) In verità l’arma è stata importata dagli Stati Uniti e distribuita in Italia dalla casa madre di Gardone Val Trompia e già correntemente posta in vendita, commercializzata, da almeno undici mesi. Quindi non si tratta di una novità o di una commercializzazione recentissima.

Fatta questa precisazione è importante dire che Peletti riconosce a quest’arma una grande importanza sotto il profilo della sicurezza. La semiautomatica possiede una funzionale sicura abbatticane, nonché quella sul percussore, e ha un’ottima impugnabilità, attraverso tre dorsalini intercambiabili. Anche nell’articolo di Peletti emerge l’intrinseca precisione e l’ottima gestibilità della piccola e occultabile pistola semiautomatica Beretta Px4 Storm sub compact Type F, sia alla distanza dei dieci metri come dei venticinque metri, mantenendo sempre un’ottima precisione di tiro, a riprova che non sempre è vero che una linea di mira molto lunga ripaga in ogni caso. Infatti, Pelettistesso ci dice che ha « avuto modo di apprezzare le caratteristiche dell’arma di rimanere sempre sul bersaglio, anche durante rapide ripetizioni di colpi. Anche la forma ergonomica dell’arma, l’angolo di calcio, la forma e il dimensionamento degli organi di mira consentono un rapidissimo ingaggio del bersaglio, caratteristica fondamentale per armi di questo tipo.» (p.87) Come si vede tutti i colleghi giornalisti che professionalmente hanno recensito quest’arma sostanzialmente hanno concordemente ripetuto la grande validità di essa, sia come arma di difesa personale e per il porto occulto, sia come seconda arma di riserva per le forze di polizia.

Ma qui il problema si allarga a un altro elemento che va considerato con estrema attenzione, ossia quello della scelta e dell’uso di una fondina idonea per quest’arma. Nessuna pistola potrà mai essere usata correttamente se non è altrettanto correttamente portata in fondine espressamente dedicate a questo o quel tipo di arma posseduta. Portare un’arma addosso significa prima di tutto disporre di

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un meccanismo di ritenzione dell’arma efficace ed efficiente, senza il quale non ha senso portare l’arma stessa. Sappiamo che è pericoloso portare una pistola nelle tasche dei pantaloni o, peggio, infilata nella cintura dei pantaloni o in improbabili borse e borselli, spesso inidonei al trasporto di armi, perché possono essere tranquillamente scippati da malviventi, con tutte le conseguenze del caso. Potrebbe sembrare alquanto bizzarro, ma anche per la sola difesa abitativa è opportuna la ritenzione della pistola in una fondina idonea al modello dell’arma stessa, ancorata saldamente a un’altrettanto idonea cintura dei pantaloni. E’ l’unico modo per poter avere la certezza della massima sicurezza durante i movimenti e i gesti che noi compiamo nella nostra vita quotidiana, senza mai dimenticare di avere un’arma addosso. Ne consegue che sottovalutare il corretto porto dell’arma è altrettanto grave quanto l’incapacità di maneggio di un’arma da fuoco, specie per chi vuole portare l’arma con il classico “colpo in canna”, pronto ad essere esploso solo e soltanto in caso di estrema necessità.

Una fondina idonea al tipo di arma e all’uso e alle abitudini di vita di chi può girare armato per difesa personale o di chi per professione usa la pistola come parte integrante dei propri attrezzi lavorativi è quasi altrettanto importante come il tipo di arma che si è scelto di portare sempre con sé. Per quanto riguarda la pistola Beretta Px4 Storm Sub Compact Type F esiste ora un’idonea ed elegante fondina dell’importante ditta italiana Vega Holster. Si tratta del modello di fondina denominato F106. E’ una fondina in cuoio, sformata e con doppia asola per il porto in cintura. Ha un’ottima capacità di ritenzione e la sformatura delle pareti in cuoio ricalca perfettamente le forme dell’arma che perciò si conforma alle pareti interne della fondina, come se questa fosse una seconda pelle, e la ingloba, la contiene e l’avvolge in maniera eccellente.

L’arma risulta quasi essere “saldata” alla fondina attraverso un ponte di cuoio che fascia il cane e fissa l’arma con un bottone a sgancio rapido, in maniera da non permettere qualsiasi caduta accidentale o un’estrazione non voluta. La Pistola Beretta Px4 Storm Sub Compact Type F e la fondina Vega Holster F 106 rappresentano un connubio ideale per il porto in sicurezza di quest’arma, che sicuramente farà ancora parlare di sé in modo positivo poiché rappresenta una vera rivoluzione nel campo delle pistole semiautomatiche destinate al porto occulto, anche grazie al calibro più che adeguato alla difesa personale, al grande volume di fuoco e a un sicuro e fluido funzionamento, se correttamente portata, conservata, pulita e maneggiata con competenza e in sicurezza.

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Fig. 1 - Beretta Px4 Storm Subcompact abbinata all’ottima fondina F106 della Vega Holster e due porta caricatori in cordura della Vega Holster.

La Beretta Px4 Storm Subcompact nella fondina dafianco F 106 della Vega Holster.

GERARDO PECCI