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ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE “VINCENZO DANDOLO” SEDE COORDINATA DI LONATO DEL GARDA - BRESCIA LA COLTIVAZIONE DELL’UVA E LA PRODUZIONE DI VINO SUL LAGO DI GARDA CANDIDATO: STEFANO MAINETTI CLASSE 5M ANNO SCOLASTICO: 2013-2014

LA COLTIVAZIONE DELL’UVA E LA PRODUZIONE DI VINO …acssantomaso.altervista.org/wp-content/tesine-1314/... · 2014-12-08 · Solo la grande esperienza e soprattutto la sempre vigile

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ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE “VINCENZO DANDOLO”

SEDE COORDINATA DI LONATO DEL GARDA - BRESCIA

LA COLTIVAZIONE DELL’UVA E

LA PRODUZIONE DI VINO SUL

LAGO DI GARDA

CANDIDATO: STEFANO MAINETTI

CLASSE 5M

ANNO SCOLASTICO: 2013-2014

INDICE

1 -Cenni storici

2- Produzione e diffusione della vite sul lago di Garda

2.1- Caratteristiche dei terreni

2.2- Clima

2.3- Tipi d’ allevamento della vite sul lago di Garda

2.4- I vini tipici del Garda Bresciano

3- Malattie più diffuse della vite

4- Tipi di vinificazione e rifermentazione

5- L’imprenditore agricolo

6- Costi di produzione di un’ azienda vitivinicola

7- Traduzione di un’ etichetta di Lugana

8- Dati ISTAT sulla produzione di vino in Lombardia

1. Cenni storici

Fin dalla preistoria il territorio Gardesano ha conosciuto la presenza

dell’uomo e del vino . sulle colline moreniche del lago di Garda , è stato

ritrovato il più antico aratro costruito dall’ uomo che, cinquemila anni

prima di cristo, conosceva la vite selvatica e probabilmente anche il vino.

Saranno però gli Etruschi, nel V secolo a.c. ad introdurre nel Bresciano la

coltivazione della vite “addomesticata” soppiantando quella selvatica.

Anche i Romani si stabiliranno nel bresciano; Ne è un esempio Sirmione

dove i continui ritrovamenti archeologici testimoniano la fama della

cittadina fin dall’età di Cesare. Nel VIII secolo d.C. le terre dello Stato

Romano e dei re Barbari e Longobardi, saranno donate o infeudate ai

grandi monasteri. Dagli inventari delle loro terre emergono lunghi elenchi

di vigneti ed ingenti redditi da vino e da torchio.

2. Produzione e diffusione della vite sul

lago di Garda

2.1 caratteristiche dei terreni

I terreni sono ghiaiosi e molto sciolti, ma non è solo così, infatti la

notevolissima eterogeneità dei terreni della costa sud-occidentale del

Benaco ci fa trovare le seguenti situazioni:

- Zone tipicamente moreniche , soprattutto alla sommità delle colline e

sulle porzioni alte dei versanti . Qui i terreni sono caldi, asciutti,

generalmente abbastanza profondi ,con ricca componente sabbiosa e molto

scheletro (sassi, ghiaia). I vini che ne derivano esprimono il buon

equilibrio di cui la vite gode, sono caratterizzati da colori gradevoli anche

se non necessariamente carichi, freschezze floreali, notevole sapidità e

media struttura , eccellente finezza, ottima persistenza. Una faccia

intermedia dove troviamo terreni originati da un misto di antica morena ,

mescolata a componenti alluvionali limo-argillose. Questi suoli sono più

difficili perché tendenzialmente capaci di migliori accumuli idrici, ma

anche esplorabili meno in profondità dalle radici e quindi nei vigneti che

crescono in queste condizioni si corre il rischio di incontrare problemi di

carenza idrica in caso di stagioni asciutte. I loro figli sono vini più ricchi

dei precedenti, dove la caratteristica varietale si esprime appieno, le

differenze si notano soprattutto in eleganza ed esplosioni olfattive come

nei famosi Garda classico Chiaretto; è vero che è più difficile raggiungere

e mantenere l’equilibrio vegeto-produttivo, ma chi sa ben controllare la

vite ottiene da essa più struttura e complessità, ampiezza e variegata

personalità, vini che possono durare anche a lungo.

- Aree un tempo paludose e quindi spesso ricchissime di sostanza organica,

che sono situate generalmente sul fondo delle vallette laterali, ai piedi delle

colline o in zone di remoto allagamento nella fascia in antichità a bordo

lago, ad oggi talvolta ancora punteggiate da piccole risorgive. Anche qui le

difficoltà per i viticoltori non mancano: le vigne tendono a crescere

rigogliose e quindi a ritardare la maturazione, l’umidità di un tempo tende

a affiorare anche oggi e quindi è molto difficile mantenere perfettamente

sane a lungo le uve. Solo la grande esperienza e soprattutto la sempre

vigile attenzione di chi cura il proprio vigneto quotidianamente permettono

di mantenere sane a lungo le uve, nelle quali a fine stagione si ritrovano le

sostanze che la pianta ha lentamente assorbito con le lunghe radici;

regolando oculatamente la vite e il suo vigore si riesce a sfruttare la buona

dotazione idrica del territorio che garantisce perfetta funzionalità

fisiologica anche nelle annate più asciutte. Si ottengono vini ricchi di

colore, con profumi speziati e intensi, ottimo corpo, ricca trama,

equilibrata consistenza e adatti al medio lungo affinamento.

- Zone di deposito glaciolacustre, ricchissime in limi e argille, senza ciotoli

né sabbia, molto diverse dai circostanti terreni morenici. Qui i suoli sono

decisamente pesanti, freddi, ricchi in calcare e altri sali. Le radici faticano

a crescere in profondità, ma trovano un terreno ricchissimo in calcare e

Sali minerali. Questi ultimi, assorbiti dalla pianta e depositati nella polpa,

ci regalano vini molto sapidi. Sono terreni particolarmente adatti ai vini

bianchi e che si esprimono anche in Chiaretti decisi e intensi.

2.2 Il clima

Il clima del Garda è notoriamente mitigato dalla presenza delle acque del

lago. Grazie agli inverni non troppo freddi, possono infatti sopravvivere

olivi in produzione alla latitudine più a nord del mondo.

Ma anche in estate i giorni non sono così caldi e le notti così fredde come

in un clima continentale, quindi gli sbalzi termici non sono particolarmente

forti. La vite cresce in un ambiente favorevole alla maturazione delle uve,

ma anche reso difficile dalle notti estive abbastanza miti, che mantengono

elevata la pressione di alcuni patogeni fungini dell’uva. Quindi l’abilità dei

viticoltori del territorio nel quale si producono vini della D.O.C. del Garda

Classico risale a formazioni geologiche molto diverse, e gode di un

microclima particolarmente mite, regolato dalle acque del lago e da una

buona ventilazione, condizione ideale per la crescita armonica della vite,

ma anche dell’ulivo e degli agrumi. Cuore dell’area è la Val Tènesi, dalla

storica vocazione vitivinicola. Nella varietà di uve coltivate in questo

territorio, il Groppello è il vitigno più rappresentativo. Questo vitigno è

alla base di tutti i vini rossi e rosati, compreso ovviamente l’omonimo

Groppello. La zona di produzione del San Martino della Battaglia coincide

parzialmente con quella del Garda Classico, comprendendo in tutto o in

parte i comuni di Sirmione, Desenzano, Lonato e Pozzolengo. Esso occupa

le zone pianeggianti e le cerchie moreniche a sud del lago di Garda, dove il

Tocai, che in questo vino deve essere presente almeno all’80%, ha trovato

il suo ambiente ideale.

2.3 Tecniche di allevamento della vite sul Garda

I vari metodi di allevamento per la viticoltura sono stati selezionati e

migliorati nel corso della storia al fine di ottenere maggiori quantità di

prodotto tenendo però conto anche della qualità dell’uva e di conseguenza

del vino. Tra i maggiori metodi di allevamento in Italia e all’estero si

ricordano i sistemi :

- ad Alberello

- a Guyot semplice

- a Cordone speronato

- a Casarsa

Profilo botanico La vite fruttifica esclusivamente sui tralci dell’anno precedente. Il

principio su cui si basa il Guyot è quello di ottenere il capo a frutto, da cui

si svilupperanno i tralci fruttiferi, e lo sperone, da cui si svilupperanno 2 o

3 tralci da cui nella potatura successiva, si selezionerà il nuovo capo a

frutto.

Alberello

L’alberello è il sistema di allevamento più anticamente diffuso nell’Italia

meridionale e insulare e largamente diffuso anche in altre regioni a clima

caldo-arido o a clima freddo. E’ concepito per sviluppare una vegetazione

di taglia ridotta allo scopo di adattare la produttività del vigneto alle

condizioni sfavorevoli dei suoli poveri e siccitosi e delle basse

temperature. In generale, la pianta ha un tronco di 20-100 centimetri di

altezza, terminante con un sistema di 3-4 branche brevi, portanti speroni

tagliati a 1-3 gemme e, talvolta capi a frutto. Questo sistema di

allevamento non necessita di impalcatura di sostegno oppure si presta per

l’impiego di tutori semplici e individuali.

Guyot semplice

Le pratiche da eseguire su questo tipo di allevamento sono molto semplici.

Dopo la fruttificazione di settembre- ottobre si attende la completa caduta

delle foglie quindi, a metà inverno, si comincia a effettuare la potatura per

la nuova produzione. Dopo aver effettuato un esame preliminare sulla

pianta si procederà alla potatura. Alcuni coltivatori utilizzano un metodo

secondo il quale nella vite si hanno tre fasi distinte:

-passato: ciò che è stato lasciato nell’anno passato sulla pianta

-presente: l’insieme di vegetazione sulla quale si dovrà effettuare la

potatura

-futuro:ovvero quello che, nelle attuali condizioni, si intende lasciare per

l’anno a venire.

Questo metodo di allevamento si intende ad eliminare tutta la vegetazione

ad eccezione di un tralcio vecchio di un anno (capo a frutto) e un piccolo

sperone, ovvero una porzione di tralcio di dimensioni ridotte, portante 2-3

gemme. Il Guyot, come tutti i sistemi di potatura mista, si presta per i

vitigni altamente produttivi che fruttificano principalmente sui tralci

emessi dalle gemme intermedie del capo a frutto: in questi vitigni la

potatura corta (a speroni) non garantirebbe un’adeguata produzione a

causa della scarsa produttività delle gemme basali . Il numero di gemme di

cui si compone il capo a frutto del Guyot varia secondo le condizioni

ambientali (fertilità del terreno e disponibilità irrigua) e le potenzialità

produttive del vitigno.

Cordone speronato

Uno dei più diffusi metodi di allevamento della vite è senz’altro il cordone

speronato, di più facile gestione e manutenzione rispetto ad altri. Qualche

mese dopo l’inizio del riposo invernale si esegue la potatura lasciando uno

o due rami che resteranno sulla pianta per almeno 4 o 5 anni. Su di essi si

lasceranno quattro speroni equidistanti fra loro. Grazie a questa forma la

potatura sarà più semplificata negli anni a venire in quanto si dovrà solo

rinnovare lo sperone anno per anno. Questo sistema di allevamento è

adatto ai vitigni che fruttificano sui tralci emessi dalle gemme basali, che

richiedono una potatura corta.

Casarsa

Adatto ad aree fertili e soggette a brinate primaverili, prevede una potatura

ad archetto su cordone speronato permanente nel caso in cui l’archetto

venga legato e non lasciato libero. La vegetazione nuova è sostenuta da fili

in ferro.

2.4 - Vini tipici del lago di Garda Bresciano

Lugana Doc, Lugana Superiore Doc e Lugana Spumante

Doc.

Questo vino proviene da un vitigno autoctono denominato "Turbiana" e

cresce su un terreno di remota origine morenica, composto da una

variegata combinazione di argilla stratificata, prevalentemente calcarea e

ricca di minerali. La zona del Lugana si colloca nell’entroterra della

sponda meridionale del lago di Garda che da Desenzano del Garda

attraversa Sirmione, fino a Peschiera, nella provincia di Verona, e

prosegue nell’entroterra morenico di Pozzolengo e Lonato del Garda. Il

Vino Lugana viene prodotto in tre versioni: Doc, Superiore e Spumante

Doc.

S. Martino della Battaglia Doc e S. Martino della Battaglia

Doc liquoroso

Prende il nome dall’omonima località in cui, il 24 giugno 1859, si

combatté la storica battaglia risorgimentale. La zona di produzione si

estende a sud del Garda, privilegiando le aree collinari più aride e sassose

dove il Tocai friulano, presente in questo vino almeno all’80%, ha trovato

il suo ambiente ideale. La produzione limitata e le raffinate tecniche di

vinificazione producono vini piacevoli, dalle caratteristiche aromatiche,

esaltate in modo particolare nella versione liquorosa.

Garda classico Doc.

Di grande e antica tradizione, la denominazione comprende un vasto

territorio che da Sirmione arriva fino a Limone, al confine con la provincia

di Trento. Questo vino, ricavato da nobili e generosi vitigni, è intenso e

profumato, schietto e sincero, come la terra e le persone che lo producono.

Il Garda classico Doc comprende i vitigni Groppello e Groppello Riserva,

Rosso e Rosso Superiore, Chiaretto, Bianco.

3.2- Malattie più diffuse nella vite.

PERONOSPORA VITICOLA

Agente patogeno: fungo Plasmopara viticola

Sintomi: in inverno danneggia le radici della pianta dopo di che durante il

germoglio fa crescere macchie d’olio sulla foglia. per verificarsi la

malattia si deve verificare la regola dei tre 10 (entro 24 ore 10mm di

pioggia per metro quadrato , tralcio più lungo di 10cm e temperatura

minima di 10 gradi).

Cure : prodotti antifungini endoterapeutici (poltiglia bardolese)

OIDIO

Agente patogeno : fungo Oidium tukeri o Necator

Sintomi : le aree colpite dalla malattia prima si decolorano poi avviene la

necrosi dei tessuti, in seguito si verifica disseccamento o spaccature.

Difesa : la difesa contro il mal bianco si effettua preventivamente con

trattamenti a base di zolfo in polvere

BOTRITE O MUFFA

GRIGIA

Agente patogeno: fungo

Sintomatologia : attacca il grappolo

penetrando attraverso le ferite

provocando altri danni causando

malattie come la Botrite e marciumi

Cura : aggiunta di zolfo e prodotti a

base del fungo antagonista o

antiperonosforici efficaci per la botrite

TIGNOLA DELLA VITE

Agente patogeno : insetto lepidottero

Sintomatologia: le larve degli insetti di seconda generazione attaccano il

grappolo.

Cure : la specie è ostacolata da alte temperature estive ( 32-35 gradi )

creando un elevata mortalità delle uova oppure si possono fare interventi

di lotta chimica o utilizzare max trap a soglia di danno del 5%

LOBESIA BOTRANA

Agente patogeno: tignoletta della

vite

Sintomi: causa malattie come botrite

e marciume acido, in più attira anche

insetti come vespe e moscerini

Cura : aracnidi ed altri predatori

naturali degli insetti

FLAVESCENZA DORATA

Agente patogeno: fitoplasma (parassita vegetale )

Sintomi : incompleto o stentato germoglio del capo a frutto sulla

vegetazione primaverile; ingiallimento delle foglie; caduta delle foglie;

disseccamento dei grappoli; ispessimento della lamina fogliare che ha un

aspetto carnoso con accentuati ripiegamenti dei germogli verso il basso

Cure : eliminare le piante infettate e trattamenti con insetticidi

MAL DELL’ ESCA

Agente patogeno: un gruppo di funghi che colpisce i vasi linfatici del

legno

Sintomi: questi funghi producono delle tossine che, traslocate alla chioma

attraverso il flusso xilematico, sono responsabili della formazione di

macchie internervali clorotiche e necrotiche sulle foglie. Questa

sintomatologia, a carico delle foglie, è denominata tigratura. Sull'uva è

accompagnata dalla comparsa di macchie violacee sugli acini.

Cure : contrassegnare le piante malate e potare in modo separato le piante

colpite e allontanarle dal vigneto. Ridurre il ricorso a grossi tagli di

potatura e disinfettare le ferita con mastice

4- Tipi di vinificazione e rifermentazione

Vinificazione in bianco Può essere fatta con uva bianca o con uva rossa senza macerazione e cioè

non mettendo le bucce a contatto con il mosto.

Vinificazione in rosso Può essere fatta solo con uva rossa mediante il processo di macerazione e

cioè mettendo le bucce dell’uva a contatto con il mosto durante la

fermentazione.

Vinificazione per vini rosè E’ una vinificazione in rosso con l’ aggiunta di polpa proveniente da uva

bianca.

Metodi classici di rifermentazione per spumanti con metodo

Charmat e Champenois.

Il metodo classico di produzione dei vini spumante, detto Champenois

consiste nella rifermentazione in bottiglie ermetiche di vino bianco

derivante da uve chardonay, pinot nero o grigio vinificate in bianco per

aggiunta di saccarosio, lieviti saccharomices e bentonite. La bottiglia da

spumante viene tappata e inizia così la rifermentazione che dura 1-1,5 mesi

e durante tale periodo si ha il remuage ovvero le bottiglie sono poste in

orizzontale nelle pupitres per essere ruotate e gradualmente portate in

posizione verticale. I lieviti e i residui, cioè le fecce, a questo punto si sono

raccolti in posizione del collo della bottiglia e può essere effettuata la

sboccatura . Il liquido fuoriuscito si sostituisce con il liqueur d’expèdition.

La bottiglia viene definitivamente tappata.

Con questo metodo si producono lo champagne e lo spumante

Franciacorta. Il metodo Charmat prevede che la rifermentazione avvenga

in recipienti ermetici di acciaio di grande capacità resistenti alla pressione,

chiamati autoclavi , invece che in bottiglie. La qualità dello spumante è

inferiore. Per poter effettuare tale metodo è necessario che il disciplinare di

produzione lo preveda un esempio di spumante particolare è il moscato.

5- Imprenditore agricolo La definizione d’imprenditore agricolo ci viene data dall’ articolo

2135 del codice civile, che si suddivide in 3 commi:

Comma 1: è imprenditore agricolo chi svolge 1 delle seguenti attività

(coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività

connesse).

Comma 2: per selvicoltura ed allevamento s’intendono tutte quelle attività

svolte per la cura di più o un intero ciclo biologico vegetale ed animale. Si

tratta di attività che utilizzano o possono utilizzare fondo bosco e acque

dolci, marine e salmastre.

Comma 3: Per attività connesse si intendono le attività volte alla

conservazione, trasformazione, manipolazione, commercializzazione e

valorizzazione svolte dal medesimo imprenditore agrario che svolge una

delle attività agricole che abbiano ad oggetto prodotti derivati in

prevalenza da una delle attività agricole principali. Si intendono connesse

anche le attività di fornitura di beni o servizi agricoli effettuate mediante

l’utilizzo di attrezzature normalmente impiegate nell’azienda agricola

comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale

e forestale e le attività di recezione e ospitalità all’interno di strutture

agricole.

Attività principali Le attività principali sono: la coltivazione, selvicoltura e allevamento.

Per coltivazione di un fondo s’intende lo sfruttamento di un terreno per

trarre tutto ciò che esso può dare. La coltivazione rimane attività agricola

anche se viene svolta in ambienti artificiali. Sono equiparate ai terreni le

acque.

La selvicoltura è la coltivazione del bosco per l’estrazione del legname. La

legge per tutelare l’ambiente e il territorio boschivo può imporre numerosi

vincoli ed obblighi. Fino al 2001 il Codice parlava di bestiame e non di

animali in quanto alludeva soltanto alle specie animali tradizionalmente

allevate su un fondo come: ovini, caprini, suini, bovini ed equini.

Attualmente il Codice ha ampliato le possibilità di allevamento animale.

Anche gli allevamenti agricoli possono essere svolti in ambienti artificiali.

Attività connesse tipiche Le attività connesse sono tutte elencate nel terzo comma dell’ art. 2135 e si

suddividono in attività tipiche e atipiche. Le attività connesse tipiche sono

(conservazione, trasformazione, manipolazione, commercializzazione e

gestione). Si tratta di attività che devono essere svolte dallo stesso

imprenditore che svolge le attività agricole altrimenti diventano attività

commerciali e si viene sottoposti allo statuto.

1. Iscrizione nel registro delle imprese.

2. Tenuta delle scritture contabili.

3. Fallimento.

L’unico obbligo dell’impresa agricola è iscriversi nella sezione speciale

del registro delle imprese. La legge non richiede che i prodotti oggetto

delle attività connesse, provengano tutti dalle attività principali, perché è

sufficiente che ne derivino solo per la maggior parte.

Attività connesse atipiche Sono elencate tutte nella seconda parte del terzo comma dell’art. 2135.

Anche per le attività connesse valgono le considerazioni fatte per quelle

tipiche. Svolgono 1 delle attività principali. Esempi di attività connesse

atipiche sono i vivai, i maneggi, agro energia e BMB se svolte tutti da

imprenditori agricoli come seconda attività, devono essere svolte in

strutture agricole come gli agriturismi. Le attività agrituristiche erano

inizialmente attività di recessione, ospitalità e somministrazione dei pasti.

La legge ha ampliato i servizi e le attività che gli agriturismi possono

offrire per cui oggi negli agriturismi vengono svolte attività ricreative

colturali, didattiche, sportive, escursionistiche, di degustazione. Tutto

questo per valorizzare il territorio e il patrimonio rurale permettendo agli

agricoltori d’ integrare i propri rediti. Gli agriturismi sono regolati dalle

leggi naturali per quanto riguarda i principi generali, mentre sono regolati

da leggi regionali per quanto riguarda aspetti particolari, come ad esempio

prodotti, il tempo che l’imprenditore deve dedicare all’agriturismo,

numero posti letto, coperti, obblighi amministrativi, aspetti igienico

sanitari.

Il coltivatore diretto Il coltivatore diretto è una delle figure più importanti di imprenditore

agrario, è definito dall’art. 1647 del Codice Civile “Il coltivatore diretto è

colui che in veste di proprietario o affittuario coltiva un fondo con il lavoro

prevalentemente proprio e dei suoi famigliari.” Il coltivatore diretto è

anche un piccolo imprenditore. I coltivatori diretti conservano la loro

qualifica e quindi conservano tutte le agevolazioni fiscali e creditizie

previste dalla legge anche se fanno parte di consorzi agricoli, cooperative

agricole e società agricole di persone (s.s. ,s.n.c. , s.a.s.). Alcune leggi

speciali richiedono per il coltivatore diretto ulteriori requisiti; la legge sui

contratti agrari richiede che il coltivatore diretto e la sua famiglia

rappresentino un terzo della forza lavoro per la conduzione del fondo. La

stessa legge equipara a coltivatori diretti i diplomati e i laureati in materie

agrarie e forestali che si impegnano a coltivare un fondo per almeno nove

anni e non abbiano ancora 55 anni. La legge previdenziale richiede che

l’attività di coltivazione prevalga sulle altre attività sia per quanto riguarda

il tempo e il reddito.

Imprenditore agricolo a titolo principale L’imprenditore agrario a titolo principale (I.A.T.P.) è una figura di

imprenditore agrario introdotta nel 1975 allo scopo di ottenere dei

finanziamenti per il potenziamento e l’ammodernamento dell’azienda

agricola. Gli I.A.T.P. devono dedicare almeno i due terzi del loro tempo

all’attività agricola e ricavare da essa almeno i due terzi del loro reddito

complessivo. L’I.A.T.P. deve inoltre possedere specifiche competenze

professionali che acquisisce con il superamento di un esame regionale.

Sono esonerati all’esame i diplomati e laureati in materie agrarie, forestali,

materie ambientali e chi ha lavorato per almeno tre anni in un’azienda

agricola. La qualifica di I.A.T.P. si ottiene da una cooperativa o da una

società agricola. Se l’I.A.T.P. possiede requisiti di efficienza produttiva,

rispetto delle norme igienico sanitarie e di rispetto delle norme ambientali

può ottenere finanziamenti dall’U.E.

Imprenditore agricolo professionale L’imprenditore agricolo professionale (I.A.P.) è un ulteriore figura munita

di competenze professionali al quale la legge riserva agevolazioni e

finanziamenti. L’I.A.P. deve dedicare almeno la metà del suo tempo

lavorativo all’attività agricola e ricavare da essa almeno la metà del credito

complessivo.

Impresa agraria famigliare L’art. 230 bis si applica anche all’impresa agraria famigliare, anche se in

via del tutto eccezionale l’imprenditore agricolo a capo dell’impresa è un

coltivatore diretto. Bisogna distinguere tra due situazioni:

1. Il coltivatore diretto è proprietario del fondo

2. Il coltivatore diretto è un affittuario

In entrambi i casi si applica l’art. 230 bis, nel secondo caso sono però

applicate anche delle disposizioni contenute nella legge sui contratti agrari.

Disposizioni L’impresa si identifica non soltanto con l’imprenditore ma con tutto il

nucleo famigliare. Il concedente (proprietario del fondo) può chiedere che

venga nominato un rappresentante della famiglia, altrimenti ciascun

componente della famiglia può interagire con lui. Per debiti assunti in

nome dell’impresa risponde l’impresa stessa con beni comuni. Ma i

creditori possono anche rivalersi sui beni personali dei componenti che

hanno agito in nome e per conto dell’impresa. L’attività d’impresa

continua anche se rimane un solo componente della famiglia purché

garantisca almeno un terzo della forza lavoro necessaria per coltivare il

fondo.

6- Costo di produzione di un’azienda vitivinicola

- L’ azienda è ubicata in zona collinare nelle vicinanze del lago di Garda

- Il clima è mediterraneo sempre mite e con molte precipitazioni

- Il terreno è a medio impasto argilloso

- E’ a gestione familiare con pochi dipendenti, anche essi salariati

avventizi

- Si estende per quindici ettari producendo uva nera

- I vini che produce sono Lugana, Trebbiano, Pinot nero e Garda classico .

- L’ imprenditore deve sostenere le seguenti spese :

Costo di produzione = Imposte + spese varie + quote + salari + stipendi +

beneficio fondiari + interessi

Quote cantina:30000,00€ x 1% = 300,00€

Quote su macchine e attrezzature varie:40000,00€ x 15 % = 6000,00€

Spese varie( Telefono, corrente, acqua, antiinsetticida, disinfettanti e

bottiglie : 600,00€

Salari: 30 giornate x 50,00€ = 1500,00€

Stipendi: prodotto lordo vendibile 45340,00€ x 5% = 2267,00€

Spese varie: 45340,00€ prodotto lordo vendibile x 10% = 4534,00€

Imposte:100,00€ x 15 ettari = 1500,00€

Beneficio fondiario: 20,00€ di canone affittuario x 15 ettari = 300 €

Interesse del capitale d’ anticipazione: 300,00€ + 1500,00€ + 15201,00€ =

17001 x 6% x 6/12= 510,03€

Interessi sulle attrezzature(macchinari e trattore):

40000,00€ x 6% = 2400,00€

Costo di produzione totale: 17001,00€ + 510,03€ + 2400,00€ = 19911,03€

7- Etichettatura in inglese di 1 bottiglia di Lugana

Trebbiano Lugana

Intense straw yellow with greenish reflections possible, tending to gold

with the 'aging, intense, large, hints of fresh spices, flowers and fruit taste

fruity, dry, remarkable texture, fresh and persistent

8-12 degrees

1-2 years

suitable for cocktails, hors d'oeuvres, fish dishes, especially fresh water

fish and vegetables, cheese

8- Grafico di produzione di vino in Lombardia

(dati ISTAT) Per la Lombardia il 2012 è stato un anno un po’ strano. La produzione è

calata in modo piuttosto sensibile (-7%), ma soprattutto è cambiato il mix

produttivo, da sempre incentrato su una crescente produzione DOC. Nel

2012 la produzione di vini si è leggermente spostata verso gli IGT. Ciò

non toglie che guardando i dati Federdoc (come ben sapete aggiornati al

2011) ci sono buone notizie: la DOC Franciacorta supera ormai i 160mila

ettolitri di produzione, la DOC Oltrepo’ Pavese mantiene una buona massa

critica nonostante lo “spacchettamento” in singole denominazioni

monovitigno, ma si profila all’orizzonte una nuova denominazione forte,

Lugana, che per la prima volta supera gli 80mila ettolitri di produzione di

vino.

1. Produzione di vino 2012. La produzione di vino scende del 7% nel

2012 a 1.2 milioni di ettolitri, essenzialmente a causa del forte calo

produttivo delle aree “secondarie” della regione, mentre nella

provincia di Pavia la vendemmia è data per stabile da ISTAT a

739mila ettolitri. A Brescia, patria del Franciacorta, si sono prodotti

invece 284mila ettolitri, il 12% in meno rispetto al 2011.

2. Produzione per categorie qualitative. Dopo due anni di produzione

DOC intorno al 60%, nel 2012 secondo i dati ISTAT c’è stata una

“sostituzione” tra DOC e IGT. I vini DOC sono scesi da circa

800mila ettolitri a 680mila, -16%, mentre i vini IGT sono saliti da

300mila a 350mila ettolitri (+17%). I vini comuni restano

leggermente sotto i 200mila ettolitri, circa il 16% della produzione

totale della regione.

3. Produzione per colore. La produzione di vino bianco resta al 46-47%

del totale, un livello stabile da ormai qualche anno a questa parte.

4. Superfici vitate 2010 secondo censimento ISTAT. Il censimento

mostra come la regione Lombardia sia fortemente votata ai vini di

qualità, con circa 19mila dei 23mila ettari vitati impegnati per i vini

DOC. In particolare è vicina al 90% la superficie DOC in provincia

di Pavia e anche nella piccola (ma famosa) provincia di Sondrio.

5. Dati Federdoc 2011. Come per molte altre regioni il 2011 Federdoc è

un anno di “dati completi”. La produzione di vini DOC è stata di

870mila ettolitri secondo Federdoc, quindi circa il 10% in più di

quanto riportato da ISTAT. L’Oltrepo’ Pavese ha le principali

denominazioni: la denominazione base a poco meno di 197mila

ettolitri, mentre tra le “monovitigno” in cui è stata spaccata la DOC

Bonarda dell’OP è molto vicina a 196mila ettolitri. Tutte le altre

DOC delle zona portano il totale poco sopra i 400mila ettolitri DOC.

6. Fuori dall’Oltrepo’ va menzionata sicuramente la forte crescita della

DOC Lugana, che ha superato nel 2011 gli 80mila ettolitri. Sempre

in crescita anche la DOC Franciacorta, a 167mila ettolitri, il massimo

storico per la denominazione, in crescita continua da ormai 6 anni a

questa parte, su una superficie vitata che ha raggiunto i 2600 ettari.