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La città oggi. Ragioni dell’interesse nelle Scienze Sociali. Prof.ssa Francesca Zajczyk Dr.ssa Nunzia Borrelli. Perché è cresciuto l’interesse per le città?. - PowerPoint PPT Presentation
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La città oggi. Ragioni dell’interesse nelle Scienze Sociali
Prof.ssa Francesca Zajczyk
Dr.ssa Nunzia Borrelli
Perché è cresciuto l’interesse per le città?
Il crescente interesse alla città è stato dovuto alle trasformazioni che hanno investito il sistema sociale e nello specifico i territori
urbani.
02/10/2012 2Corso di Sociologia Urbana
Tali trasformazioni sono riconducibili a 4 eventi principali.
La globalizzazione (Bauman) e la deindustrializzazione
Integrazione EuropeaRidefinizione dello Stato-nazione La crescita di complessità della struttura
sociale
02/10/2012 3Corso di Sociologia Urbana
La globalizzazione dovuta in larga parte alla crisi economica del modello fordista, ha implicato: la crescita della deregolazione dei mercati
finanziari e della volatilità del capitalel’aumento di istituzioni politiche transnazionali
(Bauman).
02/10/2012 4Corso di Sociologia Urbana
L’integrazione Europea ha stimolato:– la ridefinizione dei territori locali– l’introduzione di politiche per le città che si basassero su
concetti di integrazione, intersettorialità e territorialità.
02/10/2012 5Corso di Sociologia Urbana
I due fattori poc’anzi citati hanno a loro volta contribuito in maniera determinante alla crisi ed alla ri-definizione dello Stato-nazione, sia come organizzazione territoriale sia come istituzione.
02/10/2012 6Corso di Sociologia Urbana
L’ultimo evento riguarda la struttura sociale che:– ha visto crescere la complessità e la
frammentazione sociale e politica – ha maturato la necessità di definire un progetto
strategico che rendesse i territori locali e le città più competitive all’esterno.
02/10/2012 7Corso di Sociologia Urbana
Le novità organizzative delle imprese e il processo di terziarizzazione hanno aumentato la differenziazione delle
classi sociali, il che ha implicato che la struttura sociale diventasse più complessa e difficili da decifrare, che nuovi stili di vita urbani maturassero, e che nuove popolazioni
urbane emergessero.
02/10/2012 8Corso di Sociologia Urbana
La globalizzazione, l’integrazione europea e l’indebolimento dello Stato-nazione hanno
sollecitato i territori sub-nazionali e soprattutto le città ad entrare nelle arene
internazionali come soggetti autonomi dallo Stato-nazione e a dotarsi di una loro
progettualità e intenzionalità.
02/10/2012 9Corso di Sociologia Urbana
All’avvento del nuovo secolo, la città appare nuovamente come un
luogo strategico per la comprensione delle tendenze che modellano
l’ordinamento sociale.
Entro questa nuova prospettiva, le città introducono nuove questioni
problematiche.
Il ‘nuovo intermezzo
storico’
(i neo-weberiani)
Il filone di ricerca sulle città europee inaugurato da Bagnasco e Le Galès (1999) sostiene che lo svuotamento dello
stato ha prodotto una particolare congiuntura di incertezza e debolezza dei poteri superiori, ma ha anche determinato le
precondizioni favorevoli per la creazione di uno spazio politico delle città relativamente
autonomo e distinto.
Derivandola dal lavoro di Max Weber (1922), questa particolare congiuntura è stata definita come un nuovo intermezzo
storico: si tratta di un ruolo che non è nuovo per le città europee, perché presenta delle analogie con il modello delle
città medioevali studiato nel secolo scorso da Weber.
L’emergere di questa nuova corrente di studi – denominata neoweberiana – pone al centro dell’attenzione le
città come società locali dotate di una particolare divisione del lavoro tra il mercato, le strutture sociali e le istituzioni politiche e capaci di ridefinire
le proprie strategie di azione.
Questi modelli di organizzazione urbana costituiscono un modo originale di riguardare i processi urbani:La ‘parole chiave’ di questi modelli è:
urban governancedeclinata lungo i concetti di:
1. città come attore collettivo2. (produzione di) capitale sociale
3. pianificazione strategica (deliberativa)
Le popolazioni metropolitane
(la nuova ecologia umana)
Il filone di ricerca sulle popolazioni metropolitane inaugurato da Martinotti (1993) percorre un approccio che abbandona i
limiti dell’ecologia umana ‘classica’ e amplia la visuale dalle popolazioni che abitano la città a quelle
che usano la città (i city users).
Alla popolazione residente – che in città vota, paga le tasse e il cui status è inversamente proporzionale alla distanza dal
centro urbano – si affiancano i flussi dei city users: pendolari e consumatori provenienti dall’atollo
corallino dell’area metropolitana e i businessmen della città delle reti che «vivono tra le città, piuttosto che nelle
città».