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MUSICA COME METODO LA CITTÀ, LA CULTURA DI MASSA E LA MUSICA

LA CITTÀ, LA CULTURA DI MASSA E LA MUSICA MUSICA … · LA GRAMMATICA DELLA MODERNIT ... un minimo di criterio, anche nella musica popolare. Se qualcuno canta delle parole, non abbiamo

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MUSICA COME METODOLA CITTÀ, LA CULTURA DI MASSA E LA MUSICA

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LA CULTURA POPOLARE

▸ Tradizione – trasformazione – traduzione: quando il ‘popolo’ fa parte dell’equazione culturale e minaccia il regime al potere. Il passaggio dalla ‘folla’ o la ‘plebe’ al ‘popolo’ sotto la tutela di ‘legge e ordine’

▸ L’organizzazione capitalistica del mondo: la storia della razionalizzazione delle risorse e dei lavori in una economia politica specifica che porta il nomi di capitalismo e modernità

▸ La nascita della città industriale e la distribuzione degli spazi urbani secondo le divisioni di lavoro, di classe e di cultura

▸ La fabbrica e il fordismo come modello e metafora della società produttiva

▸ Cultura e consumismo, e il rifacimento della ‘cultura’

▸ La lotta per la cultura: tra condizioni impostati, negoziati, tradotti e traditi, e forme di rifiuti e resistenze

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TESTO

LA SFIDA DELLA CITTÀ

▸ La cultura come luogo di processi storici – non un oggetto da difendere o appropriare, ma una composizione in continua via di elaborazione

▸ Si tratta di un ‘mix’, o una serie di combinazioni e assemblaggi, sostenuto dai linguaggi forniti dalla tecniche inscritte nella vita urbana

▸ La città, come macchina della modernità, custodisce una moltiplicazione di appartenenze (o identità) sospese nei rapporti di poteri asimmetrici tra storie e culture diverse (registrate e/o rifiutate)

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LE STORIE DAL BASSO

LA GRAMMATICA DELLA MODERNITÀ

▸ Le culture rese subalterne e marginali dalle definizioni istituzionali della cultura nazionale

▸ La flessibilità dei linguaggi forniti dalla riproducibilità tecnica: radio, dischi, cinema, televisione, internet

▸ Il caso dei suoni: una grammatica che eccede i confini linguistici e culturali locali e nazionali

▸ Viaggiando degli archivi della storia in modo diverso, non-autorizzato

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SCRIVERE UNA STORIA DELLA CULTURA DELLE CLASSI POPOLARI ESCLUSIVAMENTE DALL’INTERNO DI QUELLE CLASSI, SENZA COMPRENDERE I MODI IN CUI QUESTE SONO TENUTE COSTANTEMENTE IN RAPPORTO CON LE ISTITUZIONI DELLA PRODUZIONE CULTURALE DOMINANTE, SIGNIFICA ESSERE FUORI DEL XX SECOLO.

Stuart Hall, ‘Appunti sulla decostruzione del “popolare”’

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VOGLIO AFFERMARE… CHE NON ESISTE NESSUNA “CULTURA POPOLARE” COESA, AUTENTICA E AUTONOMA CHE SOPRAVVIVE FUORI DEL CAMPO DI FORZE DELLE RELAZIONI DI POTERE E DI DOMINIO CULTURALE.

Stuart Hall, ‘Appunti sulla decostruzione del “popolare”’

TESTO

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…PENSO CHE LA CULTURA DOMINANTE SIA PRESA DA UNA SORTA DI LOTTA CONTINUA, NECESSARIAMENTE IRREGOLARE E SQUILIBRATA, PER CERCARE DI DISORGANIZZARE E RIORGANIZZARE LA CULTURA POPOLARE, PER INCAPSULARE E CONFINARE LE SUE FORME E RAPPRESENTAZIONI ALL’INTERNO DI UN PIÙ AMPIO SPETTRO DI FORME DOMINANTE

Stuart Hall, ‘Appunti sulla decostruzione del “popolare”’

TESTO

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Steve Race, Melody Maker, 1956

IL PROCESSO CULTURALE

Quando “Hound Dog” fu lanciato sul mercato - e credetemi “lanciato” è la parola giusta - vi prestai un’attenzione tutta particolare. Molte volte mi è capitato di sentire brutti dischi, repellenti, monotoni e incoerenti, ma Hound Dog rappresentava qualcosa di ancora più basso nella mia esperienza (...) Deve esserci un minimo di criterio, anche nella musica popolare. Se qualcuno canta delle parole, non abbiamo il diritto di pretendere che queste parole siano comprensibili? (...) Fino a che punto il pubblico può essere spinto ad allontanarsi dall’arte di Ella Fitzgerald e dalla sofisticata e sensuale musicalità di Frank Sinatra?

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MI SEMBRA CHE IL PROCESSO CULTURALE – IL POTERE CULTURALE –NELLE NOSTRE SOCIETÀ DIPENDE, IN PRIMA ISTANZA, DALLA COSTRUZIONE… TRA CIÒ CHE DEVE ESSERE INCORPORATO ALLA “GRANDE TRADIZIONE” E CIÒ CHE DEVE ESSERE ESCLUSO. LE ISTITUZIONE CULTURALI E EDUCATIVE , INSIEME ALLE TANTE COSE POSITIVE CHE FANNO, COLLABORANO IN MODO INTENSO ANCHE A DISCIPLINARE E A SORVEGLIARE QUESTA CONFINE.

Stuart Hall, ‘Appunti sulla decostruzione del “popolare”’

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LA CULTURA POPOLARE È UNO DEI CAMPI DOVE SI SVOLGE IN MODO PIÙ CRUENTE LA LOTTA IN FAVORE E CONTRO UNA CULTURA DEI POTENTI: RAPPRESENTA ANCHE CIÒ CHE SI PUÒ VINCERE O PERDERE IN QUELLA BATTAGLIA. È L’ARENA DEL CONSENSO E DELLA RESISTENZA, MA ANCHE IL LUOGO DOVE EMERGE E DOVE SI AFFERMA L’EGEMONIA.

Stuart Hall, ‘Appunti sulla decostruzione del “popolare”’