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La celebrazione liturgica

La celebrazione liturgica La celebrazione La liturgia è più vasta della celebrazione; tuttavia, il mistero pasquale di Cristo si rende presente e operante

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La celebrazione liturgica

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La celebrazione La liturgia è più vasta della celebrazione; tuttavia, il mistero pasquale di Cristo si rende presente e operante nella celebrazione, che è un’azione rituale-sacramentale, per poter passare nella vita dei credenti, i quali a loro volta offrono se stessi per mettere in pratica la Parola di Dio.

La celebrazione liturgica è una mediazione, un modo con cui il mistero pasquale di Cristo si incontra con il culto spirituale dei fedeli.

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Chi celebraÈ tutta la comunità, il Corpo di Cristo (Chiesa intesa nella sua pienezza, terrestre e celeste) unito al suo Capo, che celebra. La liturgia è sempre azione di Cristo e del popolo, per cui è tutta la comunità radunata che celebra, nessuno escluso.

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Naturalmente, si tratta di una comunità gerarchicamente ordinata, cioè un organismo dove ognuno fa la sua parte;

è formata dai ministri ordinati, che lo Spirito Santo ha scelto e resi idonei ad operare nella persona di Cristo Capo per il servizio di tutte le membra della Chiesa, e da tutti i cristiani che hanno ricevuto i sacramenti d’iniziazione (che hanno il diritto e il dovere di partecipare), i quali esercitano il sacerdozio comune dei fedeli.

Tutto il popolo di Dio è coinvolto e tutti devono sentirsi parte attiva della celebrazione.

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L’assemblea è il primo segno liturgico che rende presente il Cristo secondo le sue parole: Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro (Mt 18,20).

Manifesta pure il popolo di Dio radunato per rendere grazie a Lui, per offrire la vittima immacolata e se stessi in unione con lei. Da ciò nasce il bisogno di formare un solo corpo evitando ogni forma di individualismo.

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Da ciò consegue che ognuno svolge il compito che gli è affidato evitando di dare alle stesse persone più mansioni. Infatti quanto più numerose sono le persone coinvolte nella liturgia, tanto più si evidenzia la partecipazione attiva dei fedeli.

L’unità dell’assemblea non dice, tuttavia, uniformità, ma essa si realizza nella molteplicità dei servizi che alcune persone svolgono per il bene di tutti; tali compiti specifici vengono chiamati ministeri e vanno svolti con gioia e disponibilità.

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Cristo è sempre presente nella Chiesa e nelle azioni liturgiche:

- è presente nel sacrificio della Messa, nella persona del ministro e soprattutto sotto le specie eucaristiche (è una presenza reale per antonomasia, per eccellenza, perché è una presenza che permane, in quanto c’è una trasformazione degli elementi);

- è presente nei sacramenti, di modo che è lui stesso che li amministra;

- è presente nella Parola, perché è Lui stesso che parla quando si legge la Sacra Scrittura;

- è presente nella Chiesa riunita che prega e loda.

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I ministeri nella celebrazione

Il presidente è colui che presiede l’Eucaristia.

Di per sé è il vescovo, quale successore degli apostoli; infatti ogni legittima eucaristia è presieduta da lui. Poiché, tuttavia, non è possibile farlo in tutte le comunità, il vescovo associa a sé i presbiteri quali collaboratori.

Entrambi presiedono in Persona Christi rendendolo presente quale capo del Corpo che è la Chiesa. La presidenza liturgica non è segno di potere, di dominio, ma di umile e limpido servizio a imitazione di Cristo.

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Poi c’è il diacono che, sebbene non presiede mai l’Eucaristia, ha in essa un compito particolare; innanzitutto il suo è un duplice servizio: verso chi presiede e verso il popolo.

In modo particolare, poi, proclama il Vangelo, svolge il servizio al calice e, stando accanto a chi presiede, lo aiuta intervenendo in alcuni momenti quali il segno della pace dove propone l’invito a scambiarselo.

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L’accolito è istituito per il servizio all’altare collaborando con il presbitero o il diacono nel preparare la mensa.

Come ministro straordinario può distribuire pure l’eucaristia qualora ci fosse una partecipazione talmente elevata di fedeli che si rischia di prolungare il momento della comunione in modo esagerato.

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Il lettore è il più antico dei ministeri liturgici; esso è deputato alla proclamazione delle letture bibliche, eccetto il Vangelo; in assenza del salmista può proporre anche il salmo responsoriale.

Tale servizio è di una grande importanza per cui chi lo svolge, oltre ad essere preparato spiritualmente, deve avere pure una competenza tecnica per veicolare la Parola di Dio in modo tale da farla capire all’assemblea. Non deve disturbare una buona comunicazione; ne va di mezzo la qualità del suo servizio.

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Date tali premesse, il Messale condanna ogni improvvisazione nella proclamazione della Parola di Dio perché sarebbe mancanza di rispetto verso di essa e addirittura un danno spirituale per i fedeli; non ci si può, dunque, limitare solo alla buona volontà da parte di chi si mette a disposizione per leggere. Poiché il lettore ha un suo ufficio proprio, deve esercitarlo anche se sono presenti ministri di ordine superiore.

Opportuna è anche una formazione biblica per conoscere i diversi generi letterari delle pagine bibliche e proporle in modo conveniente; infatti un testo poetico si proclama diversamente da uno storico; così come un oracolo profetico va letto in maniera diversa da una parabola.

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Il salmista è stato definito un lettore specializzato deputato al canto o alla proclamazione del salmo responsoriale. Si tratta di una figura diversa dal lettore e da lui si richiede l’arte del salmodiare, una buona pronuncia e una buona dizione (PNMR

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E’ ormai il tempo di capire che il salmo non è la cosa più facile da leggere per cui può essere affidato, come spesso capita, anche alla persona più timorosa o meno capace di proporre una lettura. Al contrario, dovrebbe essere affidato a chi ha una maggiore predisposizione al senso poetico, musicale e artistico.

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Il Messale propone altri ministeri che, di fatto, sono presenti nell’assemblea liturgica.

il suo compito è quello di eseguire a dovere le parti della celebrazione che vanno cantate; inoltre ha il dovere di aiutare e sostenere la partecipazione dell’assemblea che ha il diritto di cantare, diritto che spesso le viene negato. Dal confronto con questa affermazione dipende la bontà o meno di un coro che vuole svolgere bene il suo servizio liturgico.

si tratta di un gesto di ospitalità e fraternità reso da alcune persone a ciò deputate soprattutto nei confronti di coloro che non partecipano abitualmente a quell’assemblea e che potrebbero sentirsi un po’ estranei. Tale servizio aiuterebbe, in certi casi, anche una ordinata disposizione dei fedeli nell’aula liturgica. 

raccolgono le offerte in denaro che servono per le necessità della comunità e dei poveri. E’ bene che tale raccolta termini prima della preghiera eucaristica.

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Il ruolo dello Spirito Santo

Generata dal soffio potente della Pentecoste, la Chiesa si lascia condurre per mano da Colui che le pone sulle labbra le parole della lode e del ringraziamento, della supplica e della benedizione.

Ogni azione liturgica è un incontro tra Cristo e la sua Chiesa, e lo Spirito Santo aiuta l’assemblea a prepararsi a questo incontro.

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Inoltre, le ricorda il senso dell’evento della salvezza dando vita alla Parola di Dio, che viene proclamata per essere accolta e vissuta.

Lo Spirito vive poi nella risposta di fede dell’assemblea e, sotto la sua azione, la preghiera si fa universale.

Lo stesso Spirito che viene invocato per trasformare il pane e il vino nel Corpo e nel Sangue di Gesù salda anche l’unità del suo Corpo mistico, facendo dei molti un solo corpo e un solo spirito.

Infuso come dono di Dio nel cuore dei fedeli, è Lui che li conduce sulle vie del mondo, perché vi compiano la missione che è stata loro assegnata. È lo Spirito che attualizza il mistero pasquale e permette alla Parola di diventare «carne».

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La pietà popolare I pii esercizi del popolo cristiano (rosario, via crucis, tridui, novene, ecc.) sono molto raccomandati, purché conformi alle disposizioni della Chiesa.

Essi devono essere ordinati tenendo conto dei tempi liturgici ed essere in armonia con la liturgia, la quale è di gran lunga superiore alla pietà popolare.

D’altro canto, tra le due esiste anche una relazione, ossia i pii esercizi posso trarre in qualche modo ispirazione dalla liturgia (proprio perché è superiore) e, se ben ordinati, possono condurre ad essa il popolo cristiano.

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Arrivederci al prossimo incontro su

“Modalità, tempi e luoghi della celebrazione ”