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Sono due le donne lentinesi che nel giro di 24 ore hanno dovuto fare ricorso alle cure dei sanitari dell’Ospedale di lenini per essere inciampate nelle buche che costellano le strade di Lentini. Il primo episodio si è verificato giovedì sera in via Etenea, nei pressi dell’ex fab- brica degl ghiaccio. Una giovane signo- ra scende dal marciapiede davanti il tabacchino e inciampa su una buca. La caduta le ha causato delle lesioni alle gambe. La sera dopo un’altra donna è costretta a ricorrere alle cure dei sanitari del pronto soccorso del’Ospedale per- chè mentre stava attraversando via Polibio (all’altezza dell’ex stazione di servizio) è inciampata su una buca cadendo pesantemente a terra. Anche in questo caso è prontamente intervenuto il personale del 118 che ha provveduto a trasportare la malcapitata al pronto soc- coccorso dell’Ospedale di Lentini. Camminare per le strade di Lentini,quindi, è diventata un’impresa ad alto rischio e questo sta contribuendo ad alimentare la rabbia e le contestazio- ni considerato che i cittadini, pur pagan- do le tasse, non usufruiscono nemeno dei servizi più elementari. Discarica. Il Corordinatore del 4° Settore del Comune di Lentini, visto il rapporto d’abuso edilizio trasmesso dai Comando di polizia Municipale in data 30-08-2017 prot. 17292 al Coordinatore dei 4° Settore Urbanistica, relativo agli accertamenti di violazione urbanistico-- edilizia effettuati in data 18-05-2017, dal quale si evince che nei terreni riportati in catasto di proprietà della società Sicula Trasporti, rappresentata in qualità di amministratore unico da Giuseppe Leonardi, erano stati eseguiti lavori in assenza di titolo abitativo edilizio, lavori di scavo e di sbancamento, movimenta- zione e livellamento del terreno di rile- vante entità in un’area di circa mq. 33.500,00, in parte ricadente su area di interesse archeologico; lavori di demoli- zione di alcuni fabbricati, censiti al cata- sto, le cui tracce del materiale derivante dalla demolizione si notano fra il terreno movimentato; lavori di demolizione della recinzione e dei varchi esistenti lungo il confine che si affaccia sulla S.S. n. 194 e rifacimento degli stessi realiz- zati con muretti in cemento armato spes- sore cm. 20 altezza x cm 60, recinzione con paletti in ferro e rete metallica e can- cello scorrevole in profilati di ferro. Visti gli atti di ufficio, i vigenti strumenti urbanistici, il regolamento edilizio che disciplina l’edificazione nelle aree inte- ressate da detti lavori; visto che parte dei terreni interessati dagli scavi ricadono in area gravata da vincolo paesaggistico ingiunge a Giuseppe Leonardi di prov- vedere ,a propria cura e spese, al ripristi- no dei luoghi dello stato originario dei terreni in cui sono stati eseguiti i lavori di sbancamento e movimenti di terra in assenza dei titoli autorizzativi, indicati in premessa, entro il termine perentorio di giorni 90 (novanta) con effetto dalla data di notìfica del presente provvedi- mento. Decorso infruttuosamente il termine suindicato (90 gg) e constatata l’inot- temperanza, il bene o l’area di in que- stione, saranno acquisiti di diritto gratui- tamente al patrimonio del Comune. di Nello La Fata [email protected] www.lanotizia.tv e-mail: [email protected] La Notizia Cronaca, Attualità e Sport C C o o p p i i a a O O m m a a g g g g i i o o Anno 42 - N. 30 Domenica 17 Settembre Fondato e diretto da Nello La Fata “Premetto che l’accoglienza e l’Intercultura possono rappresentare una risorsa e una ricchezza per una Comunità, quando sono gestite con criterio, capacità e serietà. Riguardo all’adesione da parte dell’Amministrazione al progetto SPRAR, che prevede l’apertura di un centro di seconda accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo a Lentini. Ritengo che quest’Amministrazione abbia gestito e stia gestendo questa operazione in modo errato e poco responsabile. Infatti su una questione così importante che vede coinvolta tutta la nostra Comunità, sarebbe stato corretto e soprattutto necessario informare i Cittadini. Sarebbe stato opportuno, prima di prendere qual- siasi decisione, che l’Amministrazione.si fosse adoperata ad aprire un dibattito serio, corretto e trasparente su questo argomento. Dibattito che invece non si è mai avuto, né forse si è mai cercato, sia a livello di opinione pubblica sia a livel- lo istituzionale. Mai una parola in nes- suna riunione consiliare né in Consiglio Comunale. Tutte le infor- mazioni che sono circolate, in questi giorni, sui social, spesso risultano imprecise e poco corrette. E ciò non ha fatto altro che far aumentare le preoccupazioni, i dubbi dei cittadini. Lentini è una città che sta vivendo da diversi anni una crisi profonda, eco- nomica, sociale, strutturale, umana, senza tralasciare i gravi problemi di in-sicurezza che tutto ciò provoca in una comunità così provata. Un’Amministrazione che si dichiara “differente” non avrebbe imposto una decisione di tale portata ai suoi cittadini, non avrebbe agito senza una preventiva e consapevole condivisio- ne. Sig. Sindaco lei avrebbe dovuto prima informare i sui cittadini sui vantaggi o gli eventuali svantaggi di una eventuale adesione al progetto SPRAR. Avrebbe dovuto spiegare, con onestà, la situazione, senza giusti- ficare la propria scelta politica affer- mando: “che questo era il male mino- re”, utilizzando lo stesso registro lin- guistico di chi non d’accordo con lei vieni tacciato di razzismo ,divulgando imprecisioni sulla “clausola di salva- guardia “. Informati i suoi cittadini avrebbe dovuto “ascoltarli”, avvian- do tutta una serie di azioni, previste dal nostro Statuto Comunale TITO- LO V Istituti di partecipazione Art.74 consultazione popolare. E una volta acquisite le intenzioni dei suoi cittadi- ni, lei Sig. Sindaco avrebbe dovuto sottostare alla volontà della comunità, di cui lei è PRIMO CITTADINO. Senza decisioni prefettizie che tengo- no!!! Se ci chiedono quale sia la posi- zione del Movimento 5 Stelle Lentini sugli SPRAR, in generale, rispondia- mo dicendo che è forviante ed errato affrontare la questione dal punto di vista “ideologico”. Se sei contrario sei “razzista” se sei a favore sei “tolleran- te e per l’accoglienza”. Dividere le comunità in buoni e cattivi è puerile, infantile e pericoloso. La situazione invece deve essere analizzata dal punto di vista “pratico” rispondendo onestamente ai dubbi dei cittadini. Che cosa prevede il progetto? A Lentini visto la grave situazione di crisi, saremo in grado di dare la cosid- detta “accoglienza integrata”, non limitandoci esclusivamente al vitto e alloggio e col rischio di creare altri quartieri “ghetto”? Chi gestirà questo centro sarà un’azienda seria? (Vedi inchieste di Mafia Capitale o C.A.R.A di Mineo). Quali saranno i criteri di reclutamento del personale? Come saranno trattati gli ospiti del centro?” *Maria Cunsolo (M5S) Sprar/Dopo il comunicato stampa del M5S il sindaco Bosco ci ripensa “Lentini e lo SPRAR...Questo “MOSTRO” sconosciuto...” Le parole che seguono vogliono essere un tentativo, pur sempre limitato e super- ficiale, di chiarimento rispetto al grande mondo dell’Accoglienza in Italia. Quando parliamo di accoglienza ci rife- riamo a tutto quell’ambiente che si occu- pa della ricezione, gestione, collocazione e inserimento di una fetta del flusso migratorio, cioè di una percentuale molto piccola, su un totale di individui che si trovano nel limbo della regolarità provvisoria, in quanto in attesa della risposta delle Commissioni Territoriali o perché godono di una qualche protezio- ne temporanea. Parliamo, quindi, più in generale, della cosiddetta “Accoglienza secondaria”, promossa dalle istituzioni, gestita da cooperative, enti e associazio- ni e per ultimo, parodiata da alcuni ambienti militanti. Che cos’è l’Accoglienza e quali sono i suoi scopi reali? La necessità di scrivere queste quattro righe, nasce da una mancanza in Italia, almeno in alcune realtà, di un’analisi generale di tutto il sistema di gestione e controllo dei flussi migratori. Da una parte le analisi si aprono ad ampie consi- derazioni sulle frontiere, dall’altra i per- corsi di lotta restano sempre ancorati al sistema d’identificazione ed espulsione: la lotta contro i Cie, eticamente più sem- plici da delimitare e criticare. Con questo scritto, non si ha certo l’intenzione di dare una risposta a tale vuoto, bensì pro- porre una riflessione.Tante volte ci sarà capitato di incontrare persone, anche amici e amiche, che ci parlano ingenua- mente del loro lavoro svolto negli Sprar o peggio ancora nei Cara, dei loro corsi d’italiano per immigrati, dell’avvio alla formazione, degli escamotage e del loro costante impegno a dar loro una mano e ad integrarli. Giustificazioni abbastanza banali che vengono ripetute innumere- voli volte, sempre la stessa noiosa litania: “meglio io, a lavorare qui dentro, che qualcun altro” oppure peggio ancora “è dall’interno che si possono cambiare realmente le cose”. Affrontando, se pur superficialmente, il mondo dell’acco- glienza istituzionale, e in parte criticando il suo omologo scimmiottato dagli ambienti militanti, ci si rende conto che, nonostante i proclami di molti, tali per- corsi non hanno niente a che fare con autonomia e solidarietà, o perlomeno con l’idea che alcuni hanno di questi due concetti. Parliamo di Sprar è un acroni- mo che sta per Sistema per Richiedenti asilo e Rifugiati ed è conosciuto anche con il termine di “Accoglienza diffusa”, secondo molti, il fiore all’occhiello della gestione degli immigrati in Italia. Esso nasce nel 2002 a seguito di un protocol- lo d’intesa del 2001, stipulato tra Ministero dell’Interno, ANCI e UNHCR. Il Ministero degli Interni, dis- ponendo del denaro del Fondo naziona- le per le politiche e i servizi dell’asilo (FNPSA)2, ogni tre anni emana un bando a cui partecipano gli enti locali insieme alle specifiche associazioni e le Coop, ognuna con un proprio progetto che se giudicato idoneo sarà finanziato. Negli Sprar vengono “accolti” differenti profili di soggetti, tutti però rigorosa- mente dichiarati nullatenenti. Benché agli albori il progetto nacque unicamen- te per i beneficiari di protezione interna- zionale, in seguito dovette necessaria- mente allargare le proprie maglie a causa dello straripamento numerico del siste- ma. Questi soggetti immigrati sono sfruttati dalle maglie della prostituzione, minori, anziani, disabili. Chi entra all’in- terno di questo circuito accede ad una serie di servizi offerti dal Centro e da chi lo gestisce, in primis il vitto e l’alloggio per poi passare, attraverso step successi- vi, a corsi d’italiano, corsi di formazione, inserimento scolastico, assistenza legale e il tanto atteso inserimento lavorativo. All’interno dello Sprar si sta per un periodo di tempo limitato, in teoria fino ad avvenuta integrazione e in ogni caso per un massimo di 6 mesi, prorogabili per altri 6 a seconda delle necessità del caso. Il modo attraverso il quale il pro- getto dovrebbe svilupparsi è quello del- l’autonomia del beneficiario, dell’empo- werment individuale, termini ripetuti in modo ridondante nei vari documenti ufficiali del progetto. Detto ciò, quanto il percorso d’integrazione proposto dal- l’accoglienza diffusa vada a buon fine e quanto si giudichi “sensato” o positivo integrarsi nella società europea, ha un’importanza relativa rispetto alla criti- ca più profonda di tutto il sistema Sprar. La realtà dei fatti, quindi, dati alla mano, ci presenta un mondo molto diverso da quello dipinto dalle prassi sociologiche dei manuali o dalle storielle commoven- ti d’integrazione. “Ogni giorno di acco- glienza” la cifra si aggira dai 50 - 70 € al giorno, è monetizzato nelle tasche degli enti gestori. L’affare è chiaramente imponente e permette la creazione di un arcipelago di numerose e svariate coope- rative e associazioni, alcune delle quali sono le stesse che gestiscono. I privati che affittano le proprie proprietà per la sistemazione degli “ospitati” sono soprattutto albergatori (guadagnano di più con gli immigrati che con i turisti). I privati che affittano le proprie proprietà per la sistemazione degli “ospitati” senza cadere nella trappola dello “scandaloso magna-magna generale”. Il Sistema del- l’accoglienza secondaria è perciò un sistema infantilizzante e che rende dipendenti a 360 gradi i cosiddetti ospiti. Benché le parole chiave dei manuali per gli operatori non facciano altro che pro- pugnare l’idea dell’autonomia, la situa- zione è estremamente differente. Come si può parlare di autonomia per un siste- ma in cui anche cucinare da sé, pulire la propria stanza o farsi un caffè è solo un eccezione o come si può parlare di ini- ziativa individuale se ogni immigrato deve giustificare allontanamenti e ritardi sugli orari di rientro? il rientro notturno ad esempio, diverso a seconda dei pro- getti, fa di questi luoghi delle vere e pro- prie strutture semi-detentive (inoltre, se ci si allontana dalla struttura, dopo 8 mesi dall’allontanamento si perde anche la protezione di cui si beneficiava e si diventa ancora una volta irregolari, clan- destini).Un tale investimento, benché ancora agli albori, è estremamente con- veniente, così come è tutto il business (mascherato da inserimento) strutturato intorno alla popolazione carceraria. Molti Comuni chiudono le porte ai migranti perché?? e allora cosa accade in realtà? Accade che accogliamo tutti e poi li lasciamo vegetare come bestie. Nel frattempo ci siamo lavati la coscien- za di fronte al mondo e, se possibile, abbiamo riempito le casse di tante cooperative che si occupano di gestire gli immigrati e non concepiscono alcuna differenza tra un letamaio e una struttura di accoglienza. Massimo Leone PRIMA P AGINA Un vero business per i Comuni ed i privati Francofonte - Sottoscritto il contratto decentrato integrativo dei dipendenti comunali Russo:“Per il Silpol la partita da giocare è ancora aperta” Alla firma del contratto si è giunti dopo due anni di accesa battaglia sindacale a fronte della resistenza opposta dall’ammi- nistrazione comunale riguardo al piano della performance, strumento di valorizza- zione delle professionalità dei lavoratori del pubblico impiego, nonchè riguardo al riordino del personale, all’incentivazione dei servizi comunali ed all’organizzazione degli uffici. La stesura del contratto azien- dale, al quale hanno lavorato principal- mente i rappresentanti sindacali del silpol (Sindacato della polizia locale) tuttavia non esaurisce la contrattazione aziendale sulle vicende e problematiche comunali e non soddisfa per niente il bisogno di una nuova e più funzionale organizzazione comunale, improntata ancora ad un modello di tipo padronale, che lascia spa- zio in diverse occasioni ad ingerenze poli- tiche. “Siamo rimasti invece sorpresi, come silpol - afferma Nello Rsso - della posizione dichiaratamente avversa all’ap- plicazione delle 35 ore al personale turni- sta ed in particolare ai vigili urbani, espres- sa dalla cisl sul tavolo negoziale che ha assecondato la contrarietà dalla ammini- strazione comunale riguardo a questa spe- cifica norma prevista dal contratto nazio- nale di lavoro”. Una riflessione sulla gestione degli immigrati...

La Notizia · 2017-09-17 · La Notizia Copia Omaggio Cronaca, Attualità e Sport Anno 42- N. 30 Fondato e diretto da Nello La Fata Domenica 17 Settembre ... vi, a corsi d’italiano,

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Page 1: La Notizia · 2017-09-17 · La Notizia Copia Omaggio Cronaca, Attualità e Sport Anno 42- N. 30 Fondato e diretto da Nello La Fata Domenica 17 Settembre ... vi, a corsi d’italiano,

Sono due le donnelentinesi che nelgiro di 24 orehanno dovuto farericorso alle curedei sanitaridell’Ospedale dilenini per essereinciampate nelle

buche che costellano le strade di Lentini.Il primo episodio si è verificato giovedìsera in via Etenea, nei pressi dell’ex fab-brica degl ghiaccio. Una giovane signo-ra scende dal marciapiede davanti iltabacchino e inciampa su una buca. Lacaduta le ha causato delle lesioni allegambe. La sera dopo un’altra donna ècostretta a ricorrere alle cure dei sanitaridel pronto soccorso del’Ospedale per-chè mentre stava attraversando viaPolibio (all’altezza dell’ex stazione diservizio) è inciampata su una bucacadendo pesantemente a terra. Anche inquesto caso è prontamente intervenuto ilpersonale del 118 che ha provveduto atrasportare la malcapitata al pronto soc-coccorso dell’Ospedale di Lentini.Camminare per le strade diLentini,quindi, è diventata un’impresaad alto rischio e questo sta contribuendoad alimentare la rabbia e le contestazio-ni considerato che i cittadini, pur pagan-do le tasse, non usufruiscono nemenodei servizi più elementari.Discarica. Il Corordinatore del 4°Settore del Comune di Lentini, visto ilrapporto d’abuso edilizio trasmesso daiComando di polizia Municipale in data30-08-2017 prot. 17292 al Coordinatoredei 4° Settore Urbanistica, relativo agliaccertamenti di violazione urbanistico--edilizia effettuati in data 18-05-2017, dalquale si evince che nei terreni riportati incatasto di proprietà della società SiculaTrasporti, rappresentata in qualità diamministratore unico da GiuseppeLeonardi, erano stati eseguiti lavori inassenza di titolo abitativo edilizio, lavoridi scavo e di sbancamento, movimenta-zione e livellamento del terreno di rile-vante entità in un’area di circa mq.33.500,00, in parte ricadente su area diinteresse archeologico; lavori di demoli-zione di alcuni fabbricati, censiti al cata-sto, le cui tracce del materiale derivantedalla demolizione si notano fra il terrenomovimentato; lavori di demolizionedella recinzione e dei varchi esistentilungo il confine che si affaccia sulla S.S.n. 194 e rifacimento degli stessi realiz-zati con muretti in cemento armato spes-sore cm. 20 altezza x cm 60, recinzionecon paletti in ferro e rete metallica e can-cello scorrevole in profilati di ferro. Vistigli atti di ufficio, i vigenti strumentiurbanistici, il regolamento edilizio chedisciplina l’edificazione nelle aree inte-ressate da detti lavori; visto che parte deiterreni interessati dagli scavi ricadono inarea gravata da vincolo paesaggisticoingiunge a Giuseppe Leonardi di prov-vedere ,a propria cura e spese, al ripristi-no dei luoghi dello stato originario deiterreni in cui sono stati eseguiti i lavori disbancamento e movimenti di terra inassenza dei titoli autorizzativi, indicati inpremessa, entro il termine perentorio digiorni 90 (novanta) con effetto dalladata di notìfica del presente provvedi-mento. Decorso infruttuosamente il terminesuindicato (90 gg) e constatata l’inot-temperanza, il bene o l’area di in que-stione, saranno acquisiti di diritto gratui-tamente al patrimonio del Comune.

di Nello La [email protected]

www.lanotizia.tv e-mail: [email protected]

La NotiziaCronaca, Attualità e SportCCCCoooopppp iiii aaaa OOOOmmmmaaaagggggggg iiii oooo

Anno 42 - N. 30 Domenica 17 SettembreFondato e diretto da Nello La Fata

“Premetto che l’accoglienza el’Intercultura possono rappresentareuna risorsa e una ricchezza per unaComunità, quando sono gestite concriterio, capacità e serietà. Riguardoall’adesione da partedell’Amministrazione al progettoSPRAR, che prevede l’apertura di uncentro di seconda accoglienza perrifugiati e richiedenti asilo a Lentini.Ritengo che quest’Amministrazioneabbia gestito e stia gestendo questaoperazione in modo errato e pocoresponsabile. Infatti su una questionecosì importante che vede coinvoltatutta la nostra Comunità, sarebbestato corretto e soprattutto necessarioinformare i Cittadini. Sarebbe statoopportuno, prima di prendere qual-siasi decisione, che

l’Amministrazione.si fosse adoperataad aprire un dibattito serio, corretto etrasparente su questo argomento.Dibattito che invece non si è maiavuto, né forse si è mai cercato, sia alivello di opinione pubblica sia a livel-lo istituzionale. Mai una parola in nes-suna riunione consiliare né inConsiglio Comunale. Tutte le infor-mazioni che sono circolate, in questigiorni, sui social, spesso risultanoimprecise e poco corrette. E ciò nonha fatto altro che far aumentare lepreoccupazioni, i dubbi dei cittadini.Lentini è una città che sta vivendo dadiversi anni una crisi profonda, eco-nomica, sociale, strutturale, umana,senza tralasciare i gravi problemi diin-sicurezza che tutto ciò provoca inuna comunità così provata.Un’Amministrazione che si dichiara“differente” non avrebbe impostouna decisione di tale portata ai suoicittadini, non avrebbe agito senza unapreventiva e consapevole condivisio-ne. Sig. Sindaco lei avrebbe dovutoprima informare i sui cittadini suivantaggi o gli eventuali svantaggi diuna eventuale adesione al progettoSPRAR. Avrebbe dovuto spiegare,con onestà, la situazione, senza giusti-ficare la propria scelta politica affer-mando: “che questo era il male mino-re”, utilizzando lo stesso registro lin-guistico di chi non d’accordo con leivieni tacciato di razzismo ,divulgandoimprecisioni sulla “clausola di salva-guardia “. Informati i suoi cittadiniavrebbe dovuto “ascoltarli”, avvian-do tutta una serie di azioni, previstedal nostro Statuto Comunale TITO-LO VIstituti di partecipazione Art.74consultazione popolare. E una voltaacquisite le intenzioni dei suoi cittadi-

ni, lei Sig. Sindaco avrebbe dovutosottostare alla volontà della comunità,di cui lei è PRIMO CITTADINO.Senza decisioni prefettizie che tengo-no!!! Se ci chiedono quale sia la posi-zione del Movimento 5 Stelle Lentinisugli SPRAR, in generale, rispondia-mo dicendo che è forviante ed erratoaffrontare la questione dal punto divista “ideologico”. Se sei contrario sei“razzista” se sei a favore sei “tolleran-te e per l’accoglienza”. Dividere lecomunità in buoni e cattivi è puerile,infantile e pericoloso. La situazioneinvece deve essere analizzata dalpunto di vista “pratico” rispondendoonestamente ai dubbi dei cittadini.Che cosa prevede il progetto? ALentini visto la grave situazione dicrisi, saremo in grado di dare la cosid-detta “accoglienza integrata”, nonlimitandoci esclusivamente al vitto ealloggio e col rischio di creare altriquartieri “ghetto”? Chi gestirà questocentro sarà un’azienda seria? (Vediinchieste di Mafia Capitale o C.A.R.Adi Mineo). Quali saranno i criteri direclutamento del personale? Comesaranno trattati gli ospiti del centro?”

*Maria Cunsolo (M5S)

Sprar/Dopo il comunicato stampa del M5S il sindaco Bosco ci ripensa

“Lentini e lo SPRAR...Questo“MOSTRO” sconosciuto...”

Le parole che seguono vogliono essereun tentativo, pur sempre limitato e super-ficiale, di chiarimento rispetto al grandemondo dell’Accoglienza in Italia.Quando parliamo di accoglienza ci rife-riamo a tutto quell’ambiente che si occu-pa della ricezione, gestione, collocazionee inserimento di una fetta del flussomigratorio, cioè di una percentualemolto piccola, su un totale di individuiche si trovano nel limbo della regolaritàprovvisoria, in quanto in attesa dellarisposta delle Commissioni Territoriali operché godono di una qualche protezio-ne temporanea. Parliamo, quindi, più ingenerale, della cosiddetta “Accoglienzasecondaria”, promossa dalle istituzioni,gestita da cooperative, enti e associazio-ni e per ultimo, parodiata da alcuniambienti militanti.

Che cos’è l’Accoglienza e quali sono i suoi scopi reali?

La necessità di scrivere queste quattrorighe, nasce da una mancanza in Italia,almeno in alcune realtà, di un’analisigenerale di tutto il sistema di gestione econtrollo dei flussi migratori. Da unaparte le analisi si aprono ad ampie consi-derazioni sulle frontiere, dall’altra i per-corsi di lotta restano sempre ancorati alsistema d’identificazione ed espulsione:la lotta contro i Cie, eticamente più sem-plici da delimitare e criticare. Con questoscritto, non si ha certo l’intenzione didare una risposta a tale vuoto, bensì pro-porre una riflessione.Tante volte ci saràcapitato di incontrare persone, ancheamici e amiche, che ci parlano ingenua-mente del loro lavoro svolto negli Spraro peggio ancora nei Cara, dei loro corsid’italiano per immigrati, dell’avvio allaformazione, degli escamotage e del lorocostante impegno a dar loro una mano ead integrarli. Giustificazioni abbastanzabanali che vengono ripetute innumere-voli volte, sempre la stessa noiosa litania:“meglio io, a lavorare qui dentro, chequalcun altro” oppure peggio ancora “èdall’interno che si possono cambiarerealmente le cose”. Affrontando, se pursuperficialmente, il mondo dell’acco-glienza istituzionale, e in parte criticandoil suo omologo scimmiottato dagliambienti militanti, ci si rende conto che,nonostante i proclami di molti, tali per-corsi non hanno niente a che fare conautonomia e solidarietà, o perlomenocon l’idea che alcuni hanno di questi dueconcetti. Parliamo di Sprar è un acroni-mo che sta per Sistema per Richiedentiasilo e Rifugiati ed è conosciuto anchecon il termine di “Accoglienza diffusa”,secondo molti, il fiore all’occhiello dellagestione degli immigrati in Italia. Essonasce nel 2002 a seguito di un protocol-lo d’intesa del 2001, stipulato traMinistero dell’Interno, ANCI eUNHCR. Il Ministero degli Interni, dis-ponendo del denaro del Fondo naziona-le per le politiche e i servizi dell’asilo(FNPSA)2, ogni tre anni emana unbando a cui partecipano gli enti localiinsieme alle specifiche associazioni e leCoop, ognuna con un proprio progettoche se giudicato idoneo sarà finanziato.Negli Sprar vengono “accolti” differentiprofili di soggetti, tutti però rigorosa-mente dichiarati nullatenenti. Benchéagli albori il progetto nacque unicamen-te per i beneficiari di protezione interna-zionale, in seguito dovette necessaria-mente allargare le proprie maglie a causadello straripamento numerico del siste-ma. Questi soggetti immigrati sono

sfruttati dalle maglie della prostituzione,minori, anziani, disabili. Chi entra all’in-terno di questo circuito accede ad unaserie di servizi offerti dal Centro e da chilo gestisce, in primis il vitto e l’alloggioper poi passare, attraverso step successi-vi, a corsi d’italiano, corsi di formazione,inserimento scolastico, assistenza legalee il tanto atteso inserimento lavorativo.All’interno dello Sprar si sta per unperiodo di tempo limitato, in teoria finoad avvenuta integrazione e in ogni casoper un massimo di 6 mesi, prorogabiliper altri 6 a seconda delle necessità delcaso. Il modo attraverso il quale il pro-getto dovrebbe svilupparsi è quello del-l’autonomia del beneficiario, dell’empo-werment individuale, termini ripetuti inmodo ridondante nei vari documentiufficiali del progetto. Detto ciò, quanto ilpercorso d’integrazione proposto dal-l’accoglienza diffusa vada a buon fine equanto si giudichi “sensato” o positivointegrarsi nella società europea, haun’importanza relativa rispetto alla criti-ca più profonda di tutto il sistema Sprar.La realtà dei fatti, quindi, dati alla mano,ci presenta un mondo molto diverso daquello dipinto dalle prassi sociologichedei manuali o dalle storielle commoven-ti d’integrazione. “Ogni giorno di acco-glienza” la cifra si aggira dai 50 - 70 € algiorno, è monetizzato nelle tasche deglienti gestori. L’affare è chiaramenteimponente e permette la creazione di unarcipelago di numerose e svariate coope-rative e associazioni, alcune delle qualisono le stesse che gestiscono. I privatiche affittano le proprie proprietà per lasistemazione degli “ospitati” sonosoprattutto albergatori (guadagnano dipiù con gli immigrati che con i turisti). Iprivati che affittano le proprie proprietàper la sistemazione degli “ospitati” senzacadere nella trappola dello “scandalosomagna-magna generale”. Il Sistema del-l’accoglienza secondaria è perciò unsistema infantilizzante e che rendedipendenti a 360 gradi i cosiddetti ospiti.Benché le parole chiave dei manuali pergli operatori non facciano altro che pro-pugnare l’idea dell’autonomia, la situa-zione è estremamente differente. Comesi può parlare di autonomia per un siste-ma in cui anche cucinare da sé, pulire lapropria stanza o farsi un caffè è solo uneccezione o come si può parlare di ini-ziativa individuale se ogni immigratodeve giustificare allontanamenti e ritardisugli orari di rientro? il rientro notturnoad esempio, diverso a seconda dei pro-getti, fa di questi luoghi delle vere e pro-prie strutture semi-detentive (inoltre, seci si allontana dalla struttura, dopo 8 mesidall’allontanamento si perde anche laprotezione di cui si beneficiava e sidiventa ancora una volta irregolari, clan-destini).Un tale investimento, benchéancora agli albori, è estremamente con-veniente, così come è tutto il business(mascherato da inserimento) strutturatointorno alla popolazione carceraria.Molti Comuni chiudono le porte aimigranti perché?? e allora cosa accade inrealtà? Accade che accogliamo tutti e poili lasciamo vegetare come bestie. Nel frattempo ci siamo lavati la coscien-za di fronte al mondo e, se possibile,abbiamo riempito le casse di tantecooperative che si occupano di gestire gliimmigrati e non concepiscono alcunadifferenza tra un letamaio e una strutturadi accoglienza.

Massimo Leone

PRIMAPAGINAUn vero business peri Comuni ed i privati

Francofonte - Sottoscritto il contratto decentrato integrativo dei dipendenti comunali

Russo:“Per il Silpol la partitada giocare è ancora aperta” Alla firma del contratto si è giunti dopodue anni di accesa battaglia sindacale afronte della resistenza opposta dall’ammi-nistrazione comunale riguardo al pianodella performance, strumento di valorizza-zione delle professionalità dei lavoratoridel pubblico impiego, nonchè riguardo alriordino del personale, all’incentivazionedei servizi comunali ed all’organizzazionedegli uffici. La stesura del contratto azien-

dale, al quale hanno lavorato principal-mente i rappresentanti sindacali del silpol(Sindacato della polizia locale) tuttavianon esaurisce la contrattazione aziendalesulle vicende e problematiche comunali enon soddisfa per niente il bisogno di unanuova e più funzionale organizzazionecomunale, improntata ancora ad unmodello di tipo padronale, che lascia spa-zio in diverse occasioni ad ingerenze poli-

tiche. “Siamo rimasti invece sorpresi,come silpol - afferma Nello Rsso - dellaposizione dichiaratamente avversa all’ap-plicazione delle 35 ore al personale turni-sta ed in particolare ai vigili urbani, espres-sa dalla cisl sul tavolo negoziale che haassecondato la contrarietà dalla ammini-strazione comunale riguardo a questa spe-cifica norma prevista dal contratto nazio-nale di lavoro”.

Una riflessione sulla gestione degli immigrati...