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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% /ROMA/AUT.N.102/2008 - RIVISTA DELLO C.S.A.IN. CENTRI SPORTIVI AZIENDALI E INDUSTRIALI port n°3 marzo 2009 Tempo L’astrofisica Margherita Hack e la sua passione giovanile: l’atletica Compie 90 anni Edoardo Mangiarotti, schermidore con 13 medaglie olimpiche Le scarpe dello sport ormai sono diventate un vero attrezzo per gli atleti Decolla il 2009 dello CSAIN con la festa della neve disputata a Sappada

L A I R T S U D o port - CSAIn · preparazione e sensibilità sociale dei Dirigenti ter - ritoriali, che completati i cicli elettivi, siamo sicuri si dedicheranno, oltre all'attività

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portn°3 marzo 2009

Tempo

L’astrofisicaMargherita Hacke la sua passionegiovanile: l’atletica

Compie 90 anniEdoardo Mangiarotti,schermidore con13 medaglie olimpiche

Le scarpe dello sportormai sonodiventate un veroattrezzo per gli atleti

Decolla il 2009 delloCSAIN con la festadella neve disputataa Sappada

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2 C’è la crisi e lo CSAIN rilanciaper aiutarsi e aiutare

di Luigi Fortuna

3 Addio Candido, giornalistacon l’anima del grande atleta

di Giacomo Crosa

4 Gioia di nevedi Paolo Germano

8 Un salto dalla terra alle stelledi Giacomo Crosa

14 Edoardo XIII,il re di spade

di Vanni Loriga

19 SuperDino torna in campodi Alessio Crosa

22 Gli abbiamo rifatto le scarpedi Marcello Faina

(ha collaborato Claudio Gallozzi)

25 I “pesi” della vecchiaiadi Renato Manno

28 Il Tain Quan darà il benvenuto

di Veronica Vanessa Rizzo

30 La “Boga” è povera ma belladi Santino Morabito

32 La señorita Flavia è tornatadi Roberto Minetti

34 Il cavallo è “scosso”?Giochiamo

a cura del CTE e Csain Equitazione

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N.3

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RIVISTA DELLO CSAINCentri SportiviAziendali e Industriali

DIRETTORELuigi FortunaDIRETTORE RESPONSABILEGiacomo CrosaVICE DIRETTORESandro AquariCOORD. REDAZIONEPaolo Germano PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONEAmbra AquariSEGRETERIA DI REDAZIONEMaria Grazia BiancofioreSilvano MorraSimonetta SgrignaSEDE E SEGRETERIA Viale dell'Astronomia, 3000144 RomaTel. 06.5903526 / 06.5925637Fax. 06.5903242 / [email protected] web: www.csain.itStampa: Grafica Giorgetti, Via di Cervara, 10 – 00155 Roma (tel. 06-2294336)Iscrizione Tribunale di Roman.187/08 del 02/05/2008Numero chiuso in redazione il 9 marzo 2009La riproduzione parziale o totale degli articoli è consentita solocitando la fonteFoto copertina: Lavinia e LucreziaGermano, due “cucciole” dello sciIn ultima pagina, la “baby-fondista”Anna Collazzo

36 Diritto di poppata,ma anche di pappa

a cura di Anima

37 I Mondiali si presentano

38 Mondo CSAIN

46 Organigramma CSAIN

48 L’Italia non finisce in Riga

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I l d i r e t t o r e

di Luigi Fortuna

C’È LA CRISI E LO CSAIN RILANCIAPER AIUTARSI E AIUTARE

sopra delineato, cosa di cui CSAIN è fin da ades-so riconoscente. L’Amicizia, poi, è uno degliaspetti consequenziali del continuo lavoro digruppo, che arricchisce di valore aggiuntol’Appartenenza di chi condivide principi, ideali eobiettivi. Ma voi questo bene lo sapete.Incontrarsi e sorridere apertamente agli Altri, sonoun altro aspetto che dona serena condivisione eallevia le tensioni e le fatiche di una dura prepara-zione.I Vostri messaggi saranno gli ingranaggi e le mol-tipliche. Nella comunanza non ci sono limitiall’operare. Si conclude con il mese di marzo il primo ciclo diuna serie che ci auguriamo infinita di questanuova edizione di TempoSport.Abbiamo voluto far rivivere la nostra storica rivi-sta, dopo anni di abbandono, proprio perché cre-diamo che la cultura sia un elemento fondamen-tale di tutte le nostre attività. Nelle pagine chesino a qui avete sfogliato, si sono affacciati alnostro mondo protagonisti della politica, dell’indu-stria, firme autorevoli del giornalismo, esperti deipiù vari campi della scienza. E’ stato possibileincontrare personaggi dello sport e non solo,uomini e donne del nostro tempo e del tempopassato.Con TempoSport ha avuto visibilità la realtà cen-trale e periferica dello CSAIN: dirigenti, allenatori,atleti giovani e vecchi, donne e uomini il cui entu-siasmo organizzativo e di partecipazione merita-va la giusta pubblicità e riconoscenza.In futuro, voi dovrete essere ancor più i protagoni-sti di TempoSport. Dipende solo da voi. Per que-sto grazie e sinceri saluti. l

Appartenenza, questo collante difficile dadescrivere nella sua interezza, nelle suemille sfaccettature, tutte motivanti, giustifi-canti e coinvolgenti, fa si che una moltitudine

di persone sensibili “al gruppo”, vivano pienamen-te il Loro tempo mettendolo a disposizione degliAltri e, non da meno e nello stesso tempo, affidan-dosi Loro stessi ad Altri.CSAIN rilancia con convinzione l’appartenenzaalle radici proprio in momenti di affanno dell'eco-nomia, con la volontà di rivolgersi maggiormentealle Aziende, ai Cral, ai Lavoratori e alle Famiglie;saranno intensificate le attività orientate ad alle-viare il tempo libero dei lavoratori, cercheremo diaprire a nuova formazione verso quei giovanimeno fortunati con l’obiettivo di trovare loro nuovisbocchi. Attività itineranti di grandi gruppi e multi-disciplinari, accomunando sport, turismo e cultu-ra, serviranno a movimentare trasporti e indotto,muoveranno certamente non piccole economie;sicuramente gradite al settore trasporti, esercizi,albergatori e non solo.Stiamo progettando un cambiamento in questadirezione, in corso d’opera, ma convinti che sidebba fare, perché CSAIN deve essere un sog-getto attivo. Parte da qui l’invito alla famigliaCSAIN affinché si manifestino su www.csain.it [email protected], idee, aspettative, sugge-rimenti, esigenze, spunti, disponibilità per fare efare meglio, esperienze da esportare, con il finedi raggiungere “gli altri come noi”.Progetto non ambizioso, perché consapevoli dellapreparazione e sensibilità sociale dei Dirigenti ter-ritoriali, che completati i cicli elettivi, siamo sicurisi dedicheranno, oltre all'attività locale, a quanto

L

portTempo

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i l d i r e t t o r e r e s p o n s a b i l e

di Giacomo Crosa

ADDIO CANDIDO, GIORNALISTACON L’ANIMA DEL GRANDE ATLETA

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n’è andato uno di loro. Forse una razza a rischioestinzione. Candido Cannavò era uno di quegli uomini di cui,ora, mi piace portarmi dietro il ricordo e il rumoredel passo. Con delicatezza. Candido Cannavòaveva idee, tante idee e per professione era,ovviamente, chiamato a manifestarle, a confron-tarle. A questo proposito ricordo una chiacchiera-ta che avemmo una decina di anni fa.L’argomento era il doping. Anche in quello, il suoamore per gli atleti si manifestava. Io, da ex-atletache accusavo gli atleti, lui che li difendeva. Li con-siderava vittime del sistema, anelli deboli dellacatena sport. Io, invece, protagonisti primi e ultimidel tutto. Nel bene come nel male. Amore controrabbia. Non abbiamo più avuto l’occasione di con-frontarci direttamente sull’argomento. Nei suoiultimi scritti su vicende doping mi è sembrato rile-vare un doloroso ripensamento, quasi si sentissetradito. Ma forse è solo, culturalmente parlando,una mia impressione. Non posso poi dimenticar-mi, e qui ricordare, il suo affiancare OscarPistorius nella battaglia che l’atleta di Pretoria hacondotto per farsi considerare più uguale tra gliuguali. Pistorius mi è sembrato sintetizzare esublimare con quel suo corpo mutilato, la figuraideale dell’atleta che era nell’anima generosa eromantica di Candido Cannavò. Io, pur sensibile come tutte le persone di buonsenso, alla storia di Pistorius, non ero e non sonod’accordo con quello che era il pensiero diCandido. Ribadirlo ora, io sconfitto, mi sembral’omaggio più onesto, più generoso, più rispettoso,più sincero nei confronti di un grande giornalistadall’anima di atleta. l

rrivo ultimo. Non è un disonore. CandidoCannavò merita anche un pensiero sentitoper non dire commosso di TempoSport. Unpiccolo pensiero tra i tanti che l'hanno riguar-

dato dal giorno della sua morte.E’ la storia a dire che Candido Cannavò è stato, asuo modo e nel suo ruolo, un protagonista dellosport italiano. La sensazione che ho sempre avutoleggendo le sue parole e vedendolo al lavoro o,più genericamente, all’opera durante Giochi olim-pici o Giri d’Italia, era quella di una persona cheavrebbe voluto, in qualsiasi momento, entrare nelcorpo di quei protagonisti che erano l’essenza delmondo che lui amava raccontare. Per prendernemeglio l’anima. Gli atleti. Un giorno avrebbe volu-to essere Berruti, un altro Carl Lewis. Un giornoPlatinì, un altro Paolo Rossi. Un giorno JosefaIdem, un altro Federica Pellegrini. Senza distinzio-ne di sesso e in un vorticare di generazioni.Mi piaceva il suo amore per il mondo olimpico.Non ho mai avuto la sensazione che fosse un sen-timento strumentale. Ho sempre percepito passio-ne. Magari qualcuno lo riterrà blasfemo ma ognivolta che mi capitava d’incontrarlo e di far duechiacchiere con lui, avevo la sensazione di averedi fronte uno di quegli allenatori, uno di quei diri-genti di società che tanto, tanto tempo fa, m'intro-dussero nel mondo dello sport, che mi portaronoad amare e a praticare l’atletica leggera. Quegli uomini avevano passione, avevano cuore,avevano un qualche cosa da dare. Erano un po’come Candido. Erano uomini che nell’entusiasmocontagioso esprimevano la loro forza. Ho l’impres-sione che nello sport di oggi, di uomini così ce nesiano sempre meno. Con Candido Cannavò se

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di Paolo Germano

Gioia diNEVEA Sappada la festa dello sci CSAIN è un successo. Il sole ha aiutato

l’ottima organizzazione. Nella discesa il migliore è il reatino Luca Gianni,nel fondo il piemontese Gian Luca Sperotto. Ma alla fine hanno vinto tutti

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Grande festa della neve aSappada. La piccola localitàdelle dolomiti bellunesi, vicinaalla più famosa Cortina, mafamosa anch’essa perché pro-prio da questi monti nasce ilfiume Piave, ha ospitato la 2ªedizione del Gran Prix Nevedello CSAIN, finale nazionaledello sci di discesa e di fondo.La fortuna ha voluto che, dopotre giorni di copiose nevicateche hanno portato il mantonevoso a sfiorare in quota i tremetri, il 7 marzo, giorno dellegare, il sole ha illuminato lepiste rendendo più facile il com-pito agli organizzatori e certa-mente più piacevole il cimentar-si degli atleti. Già dal giorno prima, il villaggiodolomitico Ge.Tur. che ha ospi-tato l’intera comitiva, si è anima-to con atleti e “familiari” delloCSAIN. Nel pomeriggio gli arrividei vari pullman e in serata,dopo la cena, tutti in riunioneper il rito della consegna deipettorali e dei pacchi gara e peralcuni, a dir la verità, quest’ulti-mi più graditi dei primi. Il giornofatidico si inizia di buon mattino.La sveglia per tutti è alle 7.00 ealle 7.30 la sala colazioni del vil-laggio è tutto un brulicare di per-sone che hanno, chi più chimeno, la testa già alle gare dellamattinata, vuoi per parteciparvia pieno titolo, vuoi per fare il tifoper i propri familiari o amici.Alle 8.30 tutti pronti per partirealla volta di Sappada, distanteappena quattro chilometri daPiani di Luzza, frazione di ForniAvoltri in Friuli Venezia Giulia esede del villaggio, chi con imezzi propri chi con i vari bus

anni appena compiuti a MarioGiangualano che di primaverene ha 75, di affrontare la garacon relativa tranquillità. E pro-prio Mario da San Mauro, paesi-no alle porte di Torino, ci svelaun suo piccolo segreto: «Il miosport praticato da sempre,anche con buoni risultati, non èlo sci ma il tennis, anzi a sciareho iniziato solo a 50 anni».Come è vero che non è maitroppo tardi…La prima a partire, come da sor-teggio, è la piemontese SaraDal Vecchio della categoria gio-

navetta messi a disposizionedall’organizzazione.L’appuntamento per gli atletiche parteciperanno allo slalomgigante, è alle 9,00 in punto allabase dell’impianto della pistaEiben Nazionale, una “nera”molto adatta ad ospitare lamanifestazione. Pista riservata,chiusa agli altri sciatori, ottima-mente preparata dalla seraprima, dove le 36 porte sistema-te senza particolari difficoltà eposte nella parte più soleggiata,hanno permesso a tutti, dallapiccola Lavinia Germano di 7

Un gruppo di sciatori festeggia

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vani, che ha avuto l’onore diaprire la manifestazione e,anche se un pò tradita dall’emo-zione, è giunta nona ma primadella classifica femminile.Appartenente alla stessa cate-goria anche il reatino LucaGianni dello sci club Vazia ,primo in assoluto con 36”61 cheha dato quasi 2 secondi al “cugi-no” Luca Di Fiore dello sci clubTerminillo. Luca Gianni, che frapochi giorni festeggerà il suo17° compleanno, ha messo glisci ai piedi la prima volta a 4anni e ha dimostrato il suotalento già dalle prime garette dibambini. Varie volte vincitore inprove dei campionati studente-schi e provinciali nella categoriaallievi e ragazzi, ha vinto anchealcune gare regionali e ha par-tecipato al campionato naziona-le italiano a Zoldo nel 2007. Chimeglio di lui quindi per descrive-re tecnicamente la prova. «Misono subito ambientato, la neveera bella e veloce e già nel girodi ricognizione mi sono resoconto che avrei potuto far bene.Sono partito con il numero 5,sicuramente un buon numeroanche se io in genere preferiscopartire dopo i primi dieci, la pistaera tecnica, un po’vcorta, circa

la metà del soli-to e non moltoveloce, ma nelcomplesso otti-mamente trac-ciata. Mi sonodivertito. Unabella esperien-za che spero diripetere in futu-ro». Il rapidos u s s e g u i r s idelle partenzenon lasciatempo all’emo-zione. Casco intesta come daregolamento adaspettare lachiamata alcancelletto dipartenza. Chi silancia in speri-colati esercizi diriscaldamento -la temperaturain effetti consi-

glia il movimento - chi invecescherza con gli amici per esor-cizzare l’attesa, chi infine sichiude in sè per cercare un po’di concentrazione. Lo spirito ècomunque quello giusto. Dopo igiovani tocca alla categoria“adulte” dove alla fine la spunte-rà la piemontese Daniela DeJoannes. Tra i “veterani” il primoa partire, il laziale MarioRossetti, è anche quello cherisulterà alla fine primo in classi-fica. Laziali anche i vincitoridella categoria“adulti” e “senior”.Nella prima infattiè Marcello Nobilicon 39”21 a sba-ragliare il lottodella categoriacon più parteci-panti iscritti, men-tre nella secondala palma delmigliore tocca adA l e s s a n d r oPanunzi.Ultimi a partire,ma solo per moti-vi strategici, ilsole infatti scaldaun po’ di più e illu-mina tutta la pistaed il tracciato si è

certamente “ammorbidito”, sonogli splendidi partecipanti dellacategoria “cuccioli”. Nei lorovolti non traspare quella tensio-ne tipica di chi è consapevoledell’importanza, anche se relati-va, della manifestazione, masolo la gioia e la voglia di cimen-tarsi con i propri coetanei dandoil massimo di se. Nella mentedei papà e delle mamme che liaccompagnano alla partenza oche li attendono all’arrivo, scor-rono invece velocemente le ore

Parte Marcello Nobile: sarà il 1° degli “adulti”

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La partenza dei fondisti

Luca Gianni, il migliore al via

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mentre tutti gli altri percorreran-no per tre volte l’anello esternodi 3 km dove la salita Schveckerappresenta la difficoltà piùimpegnativa. Pochi in realtà ipartecipanti. La piccola ElideRosso, 7 anni ancora da com-piere, è l’unica della sua catego-ria ma si merita comunque a

passate a vestirli, ad allacciargligli scarponi e a convincerli adalzarsi presto la mattina e i tantisoldi spesi in maestri di sci, Mail tutto passa in fretta appenal’altoparlante annuncia il nomedel proprio figlio e quei pochi otanti secondi che trascorrono trala partenza e l’arrivo vengonovissuti praticamente in apnea. Ilpremio più importante è ovvia-mente uguale per tutti: esserearrivati in fondo, dopo ben 36porte, le stesse degli adulti, feli-ci e soddisfatti. Quindi, solo perpuro dovere di cronaca, anno-tiamo che il primo tra i maschiet-ti è il valdostano AlessandroSerafino e tra le femminucce lalaziale Lucrezia Germano.Conclusa la prova di slalomgigante, sotto l’attenta supervi-sione del responsabile naziona-le dello sport CSAIN SalvatoreScarantino, c’è tempo di farsiqualche sciata in compagnia, digodersi lo splendido scenario diuna Sappada stracolma di nevecome non capitava da molti annie di mangiare, magari in uno deirifugi del comprensorio, prima dipassare nel primo pomeriggioalla gara di fondo a tecnica libe-ra. La pista è quella dei“Camosci” del Centro FondoSappada, che si trova a ridossodel paese. I più piccoli percorre-ranno l’anello interno di 1 kmperfettamente pianeggiante,

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Festeggia il gruppo degli atleti laziali, primi nella classifica a squadre

pieno titolo il primo posto, pertutti gli altri, stravolgendo il pro-gramma e l’organizzazione, unaclassifica unica dove a primeg-giare, è stato il piemontese GianLuca Sperotto. Stanchi ma felicidopo una giornata trascorsa tragare e divertimento e consape-voli di aver dato il massimo di se

stessi, tutti i partecipan-ti si sono ritrovati dopola cena nella grandehall del villaggio, per lacerimonia delle premia-zioni.Particolarmente graditala presenza del dott.Massimiliano Pachnerin rappresentanza delPresidente dellaRegione VenetoGiancarlo Galan e del-l’assessore Oscar DeBona, che ha aiutatol’organizzatore eresponsabile degli sportinvernali Pier CarloIacopini nella premia-zione degli atleti.Medaglie e cappellinoper tutti, premi per iprimi tre di ogni catego-ria e premi speciali per ipiù piccoli, per il più“anziano”, per l’atletacon il miglior tempo inassoluto, per i primidelle categorie adulte,veterani e fondo e per laMario Rossetti, primo “veterano”

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Regione prima classificata. Loscorso anno questo ambito pre-mio fu del Piemonte, quest’an-no, con merito, è stato il Lazioad aggiudicarselo e ad alzare lacoppa il Presidentedell’Intermotor Club di RietiAntonio Massari. l

TRA ALLEGRIA E ANSIA IL GIORNO SPECIALEDELLA BABY-SQUADRA di mamma Cinzia

Siamo un allegro gruppo di amici con una passione in comune: losci. Una passione che condividiamo da parecchio tempo e che hacoinvolto anche i nostri figli. Venerdì 6 marzo la sveglia, come sem-pre, suona alle 7.00, ma è una giornata diversa dalle altre. La miadestinazione non sarà la scuola elementare e il mio ruolo non saràquello della maestria dalla penna rossa. Tutti noi saremo coinvoltiin un’avventura entusiasmante: Il Gran Prix Neve CSAIN. Partiamoda Torino con il pullman alle ore 9.50 e nella simpatica brigata bril-lano per il loro entusiasmo l’affascinante Sara di quasi 12 anni chearriva da Carmagnola, Alberto undicenne cittadino moncalierese,Alessandro un bel giovanotto di 10 anni “purosangue” torinese,Virginia una graziosa sciatrice di 9 anni che arriva da Venaria Realee Fabio un "boy" intraprendente di 15 anni che giunge dai laghi diOrigliana. Manca purtroppo Emanuela, la vincitrice dello scorsoanno che, a causa di una frattura alla clavicola procuratasi in unincontro di judo, ha dovuto rinunciare a difendere il titolo. Durante ilviaggio Sara e Alessandro giocano al Nintendo DS, addirittura col-legati in wireless così da divertirsi assieme. Fra un panino e l’altroVirginia tenta di completare un cruciverba, Fabio invece non si stadivertendo e, alquanto annoiato, dichiara la necessità di incontraregiovani e carine coetanee da circuire. Alberto invece per passare iltempo ci racconta due veloci barzellette sullo sci. A metà pomerig-gio aumenta l’ansia da prestazione per la gara del giorno dopo e leloro affermazioni non fanno che confermarlo. Alessandro: «Io perdomani sono molto preoccupato, come ad ogni gara. Spero di vin-cere il primo premio come Emanuela lo scorso anno. L’importanteperò è divertirsi e quindi faccio un in bocca al lupo a tutti». Virginia:«Credo che sarò molto ansiosa, comunque spero di arrivare prima

o seconda, perché questa coppa per me è moltoimportante, incrociate le dita e fate il tifo per me».Sara: «Io, adesso non sono molto agitata per lagara, però ho l’impressione che alla partenza avròuna fifa incredibile e temo che non riuscirò a termi-nare la discesa entro l’orario di chiusura degliimpianti!». Il sabato mattina i ragazzi sono un po’ agi-tati, fanno colazione e pongono continue domandesulla gara e sul suo svolgimento. La cosa buffa èche, non soddisfatti delle nostre risposte, interpella-no tutte le persone che ritengono possano esserepiù informati; le loro domande sono frenetiche e iloro volti un po’ tesi. Sara è la prima a partire, è tesama concentrata e il suo risultato è buono,Alessandro ottiene un tempo eccellente da vero atle-ta, Fabio e Alberto appaiono felici di aver portato atermine la gara, mentre Virginia alla fine, apparerilassata. I nostri figli comunque sono felici, hannotutti gareggiato e ora trascorrono un sereno pomerig-gio tra sci e piscina. Arriva il momento tanto atteso,la premiazione. Sara e Alessandro ottengono il podiomentre Virginia si aggiudica il secondo posto. Eccole loro impressioni finali. Alessandro: «Sono moltofelice, sono arrivato primo e dedico la vittoria aEmanuela la nostra amica assente». Sara: «Sonostata l’unica ragazza della mia categoria a gareggia-re, ma questo non ha influito sul mio stato di agita-zione e sono comunque contenta di aver partecipa-to». Virginia: «Questi momenti ci resteranno semprenel cuore, un pensiero ancora alla mia amica, che ilprossimo anno sono sicura sarà nuovamente agareggiare con noi».

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Tocca a Daniela De Joannes,prima “adulta”

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Nell’Anno Internazionale dell’Astronomia, Margherita Hack,la grande astrofisica italiana, parla di quella che è stata la sua vera

passione, lo sport, l’atletica in particolare. Ha praticato con significativi risultati le discipline dell’alto e del lungo

Wilde e diceva “mettigli unamaschera e allora dirà la verità".Buffo. Ero sicuro, mi sarei trova-to di fronte, da lì a poco, a unpersonaggio che di quella realtàumana rappresentava la classi-ca eccezione.Il primo dettaglio che noto sonoi suoi occhi azzurri, quasi cele-sti. Poi la sua mano nodosa econtorta come il ramo di un ulivosecolare. E’ una mano sicuraper nulla vecchia, se non nellapelle che la ricopre.L’abbigliamento è casual, unpaio di pantaloni e una magliet-ta a maniche corte. Ci sediamosu due divani che dominanouno degli ambienti dell’hotel. E’un hotel curioso. Quadri d’auto-re dalle pareti. I più sono moder-ni. Sculture ad arredare gli spazivuoti.Si respira aria particolare. Allenostre spalle una grande libreriaa vetrina. Sono esposti moltioggetti degni del miglior colle-zionismo. Noto un bel "33" diJimmy Hendrix con autografoautentico. L’occhio vagabondo

Difficile star dietro al dinami-smo di Margherita Hack.Frenetico ben oltre i suoi 86anni d’età. Ci siamo incontrati aTorino. Una delle tante tappedel suo vagabondare per rac-contare il cielo e i suoi protago-nisti. Lei, si sa, è una delle piùaffascinanti e instancabili divul-gatrici culturali del nostrotempo. Erano anni che deside-ravo guardarla negli occhi,ascoltare direttamente dalla suavoce le vicende della sua favoladi vita nella quale lo sport èstato un protagonista per nulladi secondo piano. Nella corrispondenza email cheha preceduto la nostra stretta dimano, mi ero emozionato edivertito per il suo “Caro colle-ga... ” originato dalla nostracomunanza con quell’eserciziodella mente che è il salto in alto.Dall’aeroporto verso il raffinatoHotel Boston, la radio di bordodiffonde note di musica classi-ca. Tra un brano e l’altro, unavoce riferisce pensieri illustri.Uno mi colpisce. Era di Oscar

di Giacomo Crosa

Un salto dalla terra alle

STELLE

L’atleta Margherita Hack

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cade sulla copertina di un altroLP. E’ dei Pink Floyd, “The darkside of the moon”, il titolo.Curiosa coincidenza, dico trame e me, convincendomi diessere nel posto giusto per ini-ziare la conversazione.Da collega mi piace ricordareche Eugenio Montale disse“amo l’Atletica perché è poe-sia”; lei, poco tempo fa, hatenuto a precisare che il suogrande interesse per il cielo,per l’universo, il suo studiarela luce emessa dai corpi celestiè sempre stato razionalitàpura, mentre la sua vera pas-sione, il suo amore, era salta-re, era lo sport, può confer-marmelo?«Sicuro. L’atletica e il salto inalto in particolare, anche se hofatto bene anche nel salto inlungo».Mi aiuta a ricordare queglianni? (Sarà la semplicità dell’in-vito, ma ho l’impressione che inlei si scateni l’entusiasmo dellamemoria. Ogni sua parola siaccompagna a gesti delle manie a sorrisi che fanno trasparireuna spontanea partecipazione).«Erano gli anni Quaranta – miracconta - Avevo appena finito illiceo. Era da tempo che volevofare atletica, ma non sapevocome e dove cominciare. Poi ungiorno - frequentavo ancora ilterzo liceo - mi dissero che aRoma si disputavano i Giochidella gioventù e che c’era biso-gna di una lanciatrice di peso. Ionon sapevo nulla di quell’eserci-

zio. Accettai comunque conentusiasmo. Mi dissero comedovevo prendere il peso, mimostrarono come dovevo fare ecosì andai a Roma, senza alle-namento e preparazione.Naturalmente feci schifo. Peròlì, a Roma, c’era DaniloInnocenti, ex primatista italianodel salto con l’asta, DaniloInnocenti detto "Piccio", che midisse: tu non hai il fisico dellalanciat r ice,vieni allaGiglio Rossoche si vedecosa si puòfare… E cosìandai alcampo dellaGiglio Rosso.Ho comincia-to così. Io,però, avevoda studiare eallora anda-vo molto pre-sto al campo.Prendevo labicicletta edero lì verso lesei e mezza,sette. Mi alle-navo finoverso ledieci. Danilo,più pigro dime arrivavaper quell’orae così ci sivedeva amalapena. Ilpiù delle

Una rara foto della Hack in una gara di lungo: aveva un primato di 5,20

volte mi allenavo da sola.Facevo qualche giro di pista perriscaldarmi, facevo un po’ disalti in lungo. Poi andavo sullapedana del salto in alto. Altrisalti, alla fine ero io che avevodeciso che sarei stata una salta-trice. A quei tempi si saltava perlo più con la forbice, all’america-na si diceva, anche se già sivedeva il ventrale che eraapparso ai Giochi Olimpici diBerlino. Danilo mi fece quasisubito cambiare e in pocotempo guadagnai dieci centime-tri».Peccato non ci fosse ancora ilFosbury.«Peccato veramente anche sedevo dire che a vederlo mi sem-bra sempre una tecnica difficileda interpretare».L’Olimpiade è mai stata unsuo sogno?«Sì. Fui convocata in nazionaleper i Giochi europei della gio-ventù, ma la guerra cancellòtutto, quei Giochi e poi anche iGiochi olimpici».Una pausa nel ricordo e poi un

Il 2009 è l’anno internazionale dell’astronomia

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sorriso più divertito degli altri.«A proposito di quella convoca-zione. Si era in raduno a Varesee lo stadio aveva una pista diciclismo al suo interno. Un gior-no chiesi a un ragazzo che siallenava "Che mi presti la bici-cletta, mi fai fare un giro?". Luidisse sì. Salii sulla bici e via afare giri di pista. Io non sapevoche la bicicletta da pista avesseil pignone fisso. Io ero abituataad andare in bicicletta con laruota libera. A un certo momen-to gira e gira mi stancai e mivenne di fermare la pedalata. Ipedali, invece, continuavano agirare ed io fui sbalzata versol’alto e ricaddi sul sellino, nonfinii a terra solo per fortuna...Che figura».La gran risata si conclude conun “non me lo aspettavo!".C’è una gara in particolare chericorda tra quelle cui ha parte-cipato?«Su tutte i primi Littoriali che fecia Firenze. Era l’estate del 1941,facevo il primo anno diUniversità. Ero felice di saltarenella mia città. Vinsi salto in altoe salto in lungo».Essere un’atleta donna in quelperiodo era un qualcosa diparticolare?«No, direi di no. Di grandi van-taggi economici non è che ce nefossero per tutti, ogni tanto c’eraqualche premio. Non mi ricordoMa

rghe

rita H

ack IN ONORE DEI SUOI STUDI

UN'ASTEROIDE PORTA IL SUO NOMEMargherita Hack è nata a Firenzeil 12 giugno 1922. Dopo avercompiuto gli studi presso il LiceoClassico "Galileo" del capoluogotoscano, si è laureata in fisicacon una tesi di astrofisica sulleCefeidi, realizzata sempre aFirenze presso l'osservatorio diArcetri, nel 1945. È stata profes-soressa ordinaria di astronomiadal 1964 al 1997 all'Università diTrieste, dove poi è passata nelruolo di professore emerito dal1998. Ha diretto l'OsservatorioAstronomico di Trieste dal 1964al 1987, portandolo a rinomanzainternazionale. Membro delle piùprestigiose società fisiche eastronomiche, Margherita Hack èstata anche direttore delDipartimento di Astronomiadell'Università di Trieste dal 1985al 1991 e dal 1994 al 1997. È unmembro dell'AccademiaNazionale dei Lincei (socionazionale nella classe di scienzefisiche matematiche e naturali;categoria seconda: astronomia,geodesia, geofisica e applicazio-ni; sezione A: Astronomia e appli-cazioni). Ha lavorato pressonumerosi osservatori americanied europei ed è stata per lungotempo membro dei gruppi dilavoro dell'ESA e della NASA. InItalia, con un'intensa opera dipromozione, ha ottenuto che lacomunità astronomica italianaespandesse la sua attività nel-l'utilizzo di vari satelliti giungendoad un livello di rinomanza inter-nazionale. Ha pubblicato oltre250 lavori originali su riviste inter-nazionali e numerosi libri siadivulgativi sia di livello universita-rio. Nel 1994 ha ricevuto la TargaGiuseppe Piazzi per la ricercascientifica. Nel 1995 ha ricevuto ilPremio Internazionale CortinaUlisse per la divulgazione scienti-fica. Nel 1978 fondò la rivistabimensile L'Astronomia il cuiprimo numero vide la luce nelnovembre del 1979; successiva-mente, insieme con CorradoLamberti, diresse la rivista didivulgazione scientifica e di cul-tura astronomica Le Stelle. Insegno di apprezzamento per ilsuo importante contributo, le èstato anche intitolato l'asteroide8558 Hack. Margherita Hack èmolto nota anche per le sue atti-vità non strettamente scientifichein campo sociale e politico.

di quanto. Mi viene da dire millelire, ma mi sembrano troppe peril periodo….c’era anche la can-zone mille lire al mese… Sì, misembrano troppe, comunque miricordo che ogni tanto ci scap-pava qualche soldo, ma noi era-vamo gratificate soprattutto dal-l’andare in giro. In ogni caso –continua la Hack - fare sport pernoi donne non era nulla di stra-no: sotto il fascismo c’era moltostimolo a praticarlo e forse que-sto è stato forse uno dei pochimeriti del fascismo. In un modoo nell’altro in quegli anni hosempre cercato di fare sport.Quando tutto tornò alla normali-tà, io ormai avevo terminatol’Università, mi ero trasferita aMilano per lavorare. Sì, era ini-ziata una nuova vita».Nella pausa per un bicchiered’acqua escono i nomi di ArturoMaffei, di Angiolo Profeti, diOndina Valla, di ClaudiaTestoni.Oggi segue ancora le vicendedello sport?«Sì, soprattutto l’atletica».Ha qualche ricordo dei Giochidi Pechino?«Ho seguito soprattutto atleticae nuoto. Che fenomenoFederica Pellegrini e che straor-dinaria macchina da corsaUsain Bolt!».Al citare il nome del velocistagiamaicano c’è uno scarto nella

La Hack ha diretto l’osservatorio di Trieste per 23 anni

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voce per tornare indietro neltempo.«A proposito di corridori,un’atleta ho ancora ben presen-te, è un’emozione ed è WilmaRudolph ai Giochi Olimpici diRoma 1960. Che eleganza!”.Dice questo Margherita Hack e

si compiace del ricordo. Le suemani sembrano tracciare lapista dell’Olimpico. Poi conquella “c” toscana che sembrauna “h” "Che cavallina…Chehavallina!"Il livello delle prestazioni conuna grande presenza di tecno-

logia definiscono da sole ladifferenza dello sport di oggicon quello dei suoi anni. Nonc’è forse troppa tecnologia adiscapito dell’uomo in quantotale?«Mah, sa, l’è una cosa naturale,come per la scienza. Se lascienza, se l’astronomia avessecontinuato a lavorare comefaceva Galilei non avrebbe fattole scoperte che ha fatto oggi».Ma non è un poco alterarel’entità dell’uomo in quantotale?«Beh, ma l’uomo ha costruitotante macchine che estendono isuoi sensi, mi sembra quindi lastessa cosa, mi sembra tuttonaturale».Di fronte a tanto lucido raziona-lismo mi arrendo, ma con sem-pre la tecnologia sullo sfondopronuncio la parola doping.«Il doping è un truffare, è unbarare al gioco oltre che unmodo stupido per rovinarsi lasalute. In questo caso la tecno-logia non è colpevole. C’è sem-pre chi la utilizza per miglioraree chi invece sulla tecnologia cispecula e pensa solo a faresoldi. E’ l’aspetto negativo,certo, ma la responsabilità, ilpeccato è di chi la utilizza inquesto modo».Vogliamo parlare del suo esse-

Margherita Hack in una vecchia foto con un suo cane

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RICORDANDO GALILEO L'ANNO INTERNAZIONALEDELL'ASTRONOMIA SI CONCLUDERÀ A PADOVANel 2007 l’ONU decise di dichiarare, su proposta dell’UNESCO edell’IAU (Internazionale Astronomical Union), il 2009 come AnnoInternazionale dell’Astronomia. L'Italia è stata tra i primi promotori diquesta iniziativa già a partire dal 2003. Il 15 gennaio scorso, nellasede dell'UNESCO di Parigi, si è dato il via alle celebrazioni: in tuttoil mondo si terranno mostre e convegni, incontri e conferenze, spet-tacoli e manifestazioni per osservare il cielo con telescopi professio-nali o amatoriali, fino al 9 gennaio 2010, quando l’Italia ospiterà aPadova la manifestazione ufficiale di chiusura. Non è un caso chel'Italia e Padova abbiano un ruolo di primo piano: infatti, proprio aPadova, nel 1609, 400 anni fa, Galileo Galilei alzò per la prima voltaal cielo il suo cannocchiale. In questi dodici mesi, sotto il coordina-mento dell’Istituto Nazionale di AstroFisica (Inaf), nel nostro Paese sisvolgeranno numerose iniziative il cui calendario è visibile sull'appo-sito sito www.astronomy2009.it. Nelle celebrazioni ci sarà natural-mente anche spazio per l’astronautica, sia per sottolineare gli impor-tanti traguardi che l’esplorazione spaziale sta raggiungendo in questiultimi tempi che per ricordare le imprese del passato con la celebra-zione del quarantennale dello storico sbarco sulla Luna da parte diNeil Armstrong e “Buzz” Aldrin

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«Non credo proprio, in ognicaso è un olimpionico dellaScienza».Quanto in lungo e in alto si èandati dai tempi di Galileo?«In proporzione, sicuramentepiù in alto di quanto abbia fattol’uomo passando dalla tecnica aforbice al Fosbury. Oggi, se ci silimitasse a guardare le stelleanche con telescopi molto piùpotenti ovviamente di quellousato da Galileo, non si cave-rebbe un ragno da buco, comesi dice a Firenze. Oggi per inter-pretare, per capire qual è lavera natura dei corpi celestibisogna analizzare la luce cheemettono, scomporla nelle suecomponenti monocromatichedal rosso al violetto, e là ci sonoun mucchio d'informazioni sullafisica dei corpi celesti, peresempio qual è lo stato dellamateria delle stelle, liquido, soli-do, gassoso; qual è la tempera-tura, la densità, la composizionechimica, i moti della stella nelsuo insieme; i moti della stellanella sua atmosfera. Tutte que-ste informazioni fisiche, oggi, leacquisiamo attraverso l’analisidegli spettri, cioè disperdendola luce. E poi all’inizio delNovecento i progressi della fisi-ca, della fisica quantistica, ci

hanno insegnato a leggere e ainterpretare questi messaggi».C’è ancora un qualcosa di quelsuo essere stata saltatrice inalto, nella sua vita di oggi?«Certamente. Io sono stata,sono e sarò sempre una naturacompetitiva. Lo sono stata nellosport, lo sono stata nella scien-za. Lo sono - ad esempio - oggi,quando vado in macchina. Losono, quando vado in biciclettae qualcuno mi sorpassa. Nonguardo la mia età e cerco subitodi stargli dietro».Mani, braccia e occhi fanno agara nel sostenere questo motodi agonismo che improvvisa-mente s’interrompe in alcunicolpi di tosse insistiti.«Purtroppo fisicamente nonsono più la stessa dall’annoscorso, quando mi hannomesso tre bypass. Prima peda-lavo per chilometri sulle collinedi Trieste, giocavo a pallavolo.Soprattutto mi facevo delle bellenuotate a mare… 800, 1500metri senza fermarmi. Ora miviene il fiatone e devo fare dellepause… e in acqua mi devomettere a fare il morto per recu-perare…».Margherita Hach, 86 anni, orgo-glio della grande Tribù dei salta-tori in alto. l

re vegetariana? Mai provatala sensazione piacevole alcospetto di una bella bistecca,magari una “fiorentina”?«Vegetariana lo sono da sem-pre, lo erano i miei genitori, losono io. Non mi sembra miabbia fatto male. Per quanto miriguarda è una buona regola. Inogni caso il sapore della carnerossa l’ho provato, mi ha lascia-to indifferente. Mentre disgusto-so ho trovato il sapore delpesce».La smorfia della sua facciamette il sigillo sull’argomento.Questo è un anno particolareanche per una saltatrice inalto e astrofisica come lei…«Eh sì, quattrocento anni fa, nel1609, Galileo Galilei guardò ilcielo con un cannocchiale. Unostrumento molto modesto chedava immagini iridate per aber-razione cromatica, immaginimolto brutte… Io ci ho guardatoattraverso… Era nell’osservato-rio di Arcetri. Però fece dellescoperte straordinarie anche daun punto di vista filosofico. Peresempio vide che la Luna avevamontagne, pianure, era del tuttosimile alla terra e non quelcorpo perfetto, indistruttibile,fatto addirittura di materia diver-sa da quella che c’è sulla terracome sosteneva Aristotele.Osservò che il Sole ha dellemacchie, che queste macchiecompaiono e scompaiono, men-tre secondo Aristotele i corpicelesti erano immutabili e per-fetti. Scoprì che cosa era la ViaLattea, un grande ammassarsidi stelle in quelle direzioni. Poila grande scoperta dei quattromaggiori satelliti di Giove: dopolunghe osservazioni che duraro-no mesi, si accorse che ruota-vano appunto intorno a Giove.Questo rappresentò per lui unvero e proprio modello in minia-tura del sistema solare. Cioè laprova che era la Terra e gli altripianeti che giravano intorno alSole e la Terra non era al centrodell’universo come sostenevaAristotele, la Chiesa del tempoe come scriveva la Bibbia».Ci si può immaginare unGalileo Galilei atleta?

Margherita Hack in un ritratto del celebre pittore fiorentino Manfredi

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di Vanni Loriga

qualsiasi altro, che si è ancheimpegnato sempre al massimoper la dignità di tutti coloro che,come lui, si sono battuti per rap-presentare il modello italianonel mondo. Ricordiamo, ed elenchiamo aparte, i momenti più importantidella sua carriera agonistica adalto livello protrattasi per circaun quarto di secolo, compresafra le sue partecipazioniolimpiche con debutto aBerlino 1936 e addio allearmi a Roma 1960: ai dueestremi di una striscia vin-cente, le due medaglied’oro nella spada a squa-dre e complessivamentetredici presenze sul podioolimpico e tredici voltecampione iridato.La storia di questo campio-ne coincide in pratica conquella della schermamoderna italiana e interna-zionale. Cerchiamo di rias-sumerla.La leggenda della famigliaschermistica Mangiarottiprende il via dalla GalleriaVittorio Emanuele II inMilano. Siamo esattamente

nel 1906. Dopo uno spettacololirico alla Scala, un giovaneGiuseppe Mangiarotti (nato aBroni, in provincia di Pavia, il 27maggio 1883) incontra al CaffèBiffi il Direttore della Gazzettadello Sport Camillo EugenioCostamagna (“Magno” è il suonome de plumme), che gli pre-senta Roderico Rizzotti, redatto-re e campione di scherma.

Il 7 aprile compirà 90 anni “Edo” Mangiarotti, lo schermidore che ha vintopiù di ogni altro atleta italiano ai Giochi olimpici: 13 medaglie tra il 1936 eil 1960. Un onomastico che dà lo spunto per ricordare la leggenda di questo

campione e di una straordinaria famiglia entrata nella storia dello sport

Edoardo XIII, il re di spade

Edoardo Giovanni MarioMangiarotti taglia, il giorno 7aprile 2009, il traguardo deinovanta anni. Come tutti sanno,si tratta dello schermitore e del-l’atleta italiano più decorato che

Vanni Loriga è uno dei decani del giornalismo sportivo. Ha seguito da inviato speciale tutti i Giochi olimpici estivi dal 1956 al 2000. E' stato titolare delle cattedre di Atletica Leggera e di Orientamento alla SMEF e socio fondatore del CS Esercito. Già comandante del Plotone Pugili 1960, allenatore delle nazionali pentathlon moderno e militare,comandante della Compagnia atleti di Roma. E' autore dei libri Esercito e Sport, Atleti in Uniforme, Uniformi nello Sport, Storia delle Fiamme Oro. Ha vinto due volte il premio CONI-USSI per l'inchiesta e la cronaca

Roma 1960: Edo Mangiarotti chiude la sua grande carriera

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“Pino” Mangiarotti non nascon-de la sua incredulità, costatan-do che il Rizzotti è per costitu-zione piuttosto esile, mentre lui,che ha frequentato anche lapalestra dove si allena GiovanniRaichevich, il campione delmondo di lotta, è dotato di unaforza erculea. Lo schermidoreribatte che nel suo sport contapiù la tecnica di ogni altro fatto-re; una parola tira l’altra e alla

fine i due si sfi-dano: appun-tamento unmese dopocon incontroalla spada,alle venti stoc-cate con unvantaggio diotto perMangiarotti. Ilquale prendela cosa tre-mendamentesul serio e perun mese sidedica a sco-prire i segretidel maneggiodella spada.In quel perio-do si trova a

Milano Lanza di Brolo, un nobilesiciliano che gira il mondo parte-cipando ad acclamatissimeaccademie, reduce da un perio-do trascorso in Argentina conEugenio Pini, Maestro eccelsodi cui accenniamo a parte. Eproprio con Lanza, Mangiarottitrascorre trenta giorni senzarespiro di lezioni e di assalti,svolti nella “Sala dei Duelli” inGalleria. Il giorno del confronto

si verificano due sorprendentiavvenimenti: GiuseppeMangiarotti batte Rizzotti e deci-de di lasciare il suo commerciodi automobili per diventare unoschermidore. Gli piace soprat-tutto la spada, allora in Italianegletta. Perciò si trasferiscearmi e bagagli a Torino doveinsegna, al Villino dei Glicini delValentino, Luigi Colombetti, unsuo cugino, anche lui delPavese, esattamente diStradella, e che nel triennio1895-1898 ha frequentato icorsi della Scuola Magistrale diRoma, diretta da MasanielloParise, per trasferirsi poi alladirezione del Circolo delle Armidi Torino, città presso il cuiMagistero vincerà la cattedra discherma.Nella spada Colombetti si è per-fezionato nel 1901 sotto laguida del Maestro franceseRenaud. Giuseppe Mangiarottiè tanto bravo e appassionatoche solo due anni dopo è inclu-so nella squadra italiana dispada che partecipa ai Giochi diLondra del 1908, gli stessi diEnrico Porro, di Alberto Bragliae soprattutto di Dorando Pietri.La formazione azzurra è direttadal già citato Masaniello Parisee comprende MarcelloBertinetti, Giuseppe Nowak eAbelardo Olivier. Si classifica alquarto posto, conquistato il 24luglio, stesso giorno della dram-matica corsa di maratona cherese celebre Dorando Pietri.Anche Bertinetti fu capostipite diun’altra grande famiglia di cam-pioni: a parte gli dedichiamodoverosamente un sinteticoricordo.Ultimato l’impegno londinese,Giuseppe Mangiarotti torna aMilano e fonda in via Chiossettouna famosa sala. E’ già diventa-to un famoso Maestro, soprat-tutto di spada, tanto che ItaloSantelli lo invita preso la suafamosa Sala d’Armi diBudapest, dove ha creato quel-la scuola magiara di sciabolache in sede olimpica troppospesso ci ha lasciato le briciole.Giuseppe si ferma in Ungherianel 1913 e nel 1914 e allo scop-

In una recente foto Edo Mangiarotti con la figlia Carola (anche lei olimpica) e il fratello Dario

Edo Mangiarotti a Pechino festeggia il neo olimpionico dispada Matteo Tagliarol

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pio della Prima guerra mondialeritiene prudente rientrare inItalia. Ha già capito comeandranno le cose, ma ItaloSantelli non si muove. “Quisono molto benvoluto – afferma- nessuno mi farà nulla di male”.E invece nel 1915, quandol’Italia entra in guerra, è rinchiu-so in campo di concentramento,dove trascorrerà tre anni, per-ché Santelli, che prestò servizionel 2° Reggimento Granatieriprima di emigrare, non rinunciòmai alla nazionalità italiana,tanto che il figlio Giorgio avreb-be vinto con i nostri colori il tito-lo olimpico di sciabola a squa-dre nel 1920 ad Anversa. Intanto Giuseppe Mangiarotti siè sposato con Rosetta Pirola,anche lei brava schermidrice,argento a un campionato italia-no. Nel 1915 nasce Dario; nel1919, a Renate, Edoardo CarloGiovanni; nel 1921 è la volta diMario. Tutti e tre vengono dalpadre avviati alla scherma, masi capisce subito che il più dota-to dei tre è proprio Edo. Vieneimpostato come “mancino” percreare maggiori problemi agliavversari e di sinistro tira, anche

Tecnico per Radiotecnici. È con-vocato come probabile olimpiconella spada in vista dei GiochiOlimpici di Berlino 1936. Hadiciassette anni e deve prepara-re gli esami di maturità. NedoNadi, Presidente dellaFederazione ed anche DirettoreTecnico, affida gli allenamentidella spada a GiuseppeMangiarotti, che lavora su unasquadra formidabile.Ricordiamo che a Berlino laspada azzurra occupa i tre postisul podio individuale con il ter-zetto Riccardi, Ragni,Cornaggia Medici. Edo dà ungrosso contributo nella gara asquadre, in cui Nadi l'ha inclusodi prepotenza, preferendolo alfratello maggiore Dario, chepure ha vinto il titolo italiano.Gli allenamenti si svolgonopresso l’Hotel Paradiso diPontepetri, sull’AppenninoPistoiese, e il problema èsoprattutto quello di non inter-rompere gli studi alla vigilia deldiploma. Arriva allora al Presideingegner Beltrami una lettera diAchille Starace, Presidente delCONI e Segretario Generale delPNF, e si trova la soluzione giu-sta: un professore dell’Istituto è

se ai Mondiali del 1952, per unaferita alla mano durante la garadi fiioretto, impugna l’arma conla mano “giusta” e vince il titolodi spada.Si allena e studia all’Istituto

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Helsinki 1952: Edo consola il fratello Dario dopo averlo battuto in finale

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Londra 1908: gli spadisti Bertinetti,Giuseppe Mangiarotti e Novak conMasaniello Parise, fondatore della ScuolaMagistrale di scherma, fucina di campioni

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comandato anche lui in collegia-le e così Edoardo può recarsi aBerlino già diplomato. Il titolo diperito industriale radiotecnicose lo merita tutto, consideratoche proprio nel 1936 ha notevol-mente contribuito alla realizza-

zione del primo segnalatoreelettrico di stoccata per laspada. In seguito s'iscriverà allaBocconi, ma non terminerà glistudi universitari, chiamato allearmi. Allievo ufficiale ad Avellino(primo del corso, e fra i suoi

compagni c’èanche il futuro ef a m o s oG e n e r a l eG i a n a d e l i oMaletti); poicomandante diplotone mortaida 81 nel 7° reg-gimento fanteriaa Milano e aMalnate. Da quil’8 settembre1943 con i suoi100 soldatiespatria inSvizzera, aiutan-do sette famiglieebree ad attra-versare il confi-ne. NellaConfederazioneelvetica riesceanche ad alle-narsi e vieneinvitato a darelezioni neimigliori circoli;

s'ingegna e riesce a guadagna-re parecchi quattrini con il com-mercio delle pigne usate per ilriscaldamento.Quando finalmente torna inItalia è pronto per riprenderel’attività agonistica ad alto livel-lo. Ha perso, come tutti gli atletidella sua generazione, due edi-zioni dei Giochi Olimpici (1940 e1944) e otto edizioni deiCampionati Mondiali.I suoi successi agonistici sonoconsultabili nella scheda chepubblichiamo a parte.

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Aggiungiamo unaltro suo record: èstato alfiere dellasquadra italianaper due volte, aMelbourne 1956 ea Roma 1960.Insuperabile infineil suo impegno afavore dello sportn a z i o n a l e :Presidente dell’Unione nazionaleveterani sportivi edell’Associazionemedaglie d’oro alvalor atletico, si èsempre battutoper ottenere prov-videnze a favoredegli sportivimeno fortunati.Anche questo suosogno alla fine siè realizzato. Nelgiorno del suoimportante gene-tliaco, è doveroso dirgli, in nomedi tutto lo sport italiano: Grazie,Edo! Novant’anni spesi bene. l

I BERTINETTI, I NADI, I MONTANO:ECCO LE ALTRE DINASTIE D'ORODetto dei Mangiarotti, senza peròdimenticare anche Carola, figlia diEdoardo, olimpica di fioretto ai Giochidel 1976 e 1980, fra le grandi famigliedella scherma italiana, meritano unapatente di primogenitura i Bertinetti daVercelli. Capostipite quel Marcello che,dopo aver partecipato ai Giochi del1908 (fu argento nella sciabola a squa-dre) e aver vinto nello stesso annoanche lo scudetto del calcio con la sua“Pro”, partecipa, come ufficiale medico,alla campagna di Libia e alla GrandeGuerra. Torna in pedana per leOlimpiadi del 1924 e 1928, con dupliceoro. Sarà responsabile della Sanitàmilitare nella campagna di Russia.Sono atleti olimpici anche il figlioFranco (oro nel 1952 e 1956) e il nipo-te Marcello (presente a Montreal 1976).Spera di diventarlo l'ultimo rappresen-tante della dinastia, il ventitreenneRoberto.

Ma anche il cognome Nadi rappresentaun imprescindibile punto di riferimento

nella storia della scherma italiana. Giuseppe (Beppe) Nadi nasce aPistoia il 22 settembre 1860, si trasferisce giovanissimo a Livorno,dove si arruola nei pompieri comunali, frequenta la sala d’armi diEugenio Pini, fonda il Circolo Fides, uno dei santuari della schermaitaliana. Beppe Nadi vanta fra i suoi ascendenti uomini d’arme chehanno combattuto con Giovanni dalle Bande Nere e con EmanueleFiliberto di Savoia (quello di San Quintino e non quello di “ballandocon le stelle”); darà vita a sua volta a una discendenza leggendariacon i figli Nedo (6 ori olimpici di cui 5 nella stessa edizione deiGiochi) e Aldo (3 ori e un argento olimpico).

Nedo e Aldo non lasciano eredi: il primo riposa nel cimitero diPortofino: le ceneri del secondo furono, per suo volere, disperse daun aereo sull’oceano Atlantico.

Il circolo Fides vanta un albo d’oro probabilmente inimitabile, dovespicca un'altra dinastia, quella dei Montano: Aldo senior, Tulliosenior, Mario Aldo, Mario Tullio, Carlino, Tommaso e Aldo junior. Unadinastia che ha portato a Livorno titoli mondiali e medaglie olimpiche,le ultime grazie al talento di Aldo junior: oro nella sciabola individua-le e argento in quella squadre ad Atene 2004 e bronzo nella sciabo-la a squadre a Pechino 2008. Per ciò che riguarda il glorioso circoloFedis è doveroso ricordare altri campioni da lì provenienti: SanteCeccherini, Dino Urbani, Baldo Baldi, Oreste Puliti, Ugo Ughi, AthosTanzini, Manlio e Livio Di Rosa, Mario Curletto, Rolando Rigoli,Angelo Scuri. Tutti vincitori di medaglie olimpiche e mondiali, a parteil grande maestro Livio Di Rosa che le medaglie le fece vincere aisuoi allievi (da Dal Zotto a Numa, da Borella a Cipressa, daVaccaroni a Bartolozzi).

Non si può chiudere questa panoramica sulle grandi famiglie dellascherma senza ricordare anche Giulio e Renzo Nostini; Saverio eAntonella Ragno; Giorgio Anglesio e la figlia Alessandra; Stefano,Luca e Marta Simoncelli; i cugini di primo grado Fabio Dal Zotto,Marco Borella e Andrea Borella con la moglie Francesca Bortolozzi;Aldo e Vannetta Masciotta; Luigi Colombetti e la nipote Bruna, a suavolta zia di Attilio Rota. Come dire, nella scherma buon sangue nonmente davvero.

La Mangiarotti family. Dal davanti Rosetta, Mario, Dario, Edo e papàGiuseppe. In alto Aldo Montano jr

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di Alessio Crosa

SuperDino sta alla pallacane-stro come Tomba allo sci,Mennea o la Simeoni all'atletica,Rosolino al nuoto, Pizzo allapallanuoto, la Vezzali alla scher-ma. In un'era in cui la politicadecide anche chi deve fare ilpresidente di un condominio, lascelta di un ex grande atleta,

che è tutto meno cheun politico, ma piutto-sto un uomo di con-cretezza, così comeera concreto e senzafronzoli il suo gioco,rappresenta unmomento di rottura,soprattutto in unmondo dove i dirigen-ti di spessore sembra-no svaniti. E' statauna scelta propiziatacon coraggio dal pre-sidente del ConiGianni Petrucci cheprima ha affidato aMeneghin, già teammanager e uomoimmagine dellaFederazione, il ruolodi commissario dopoil disfacimento delgoverno-Maifredi, poi

lo ha convinto a candidarsi allapresidenza, peraltro senza riva-li.Ovviamente non esiste nessunaequazione per cui "grande atle-ta uguale grande dirigente",visto anche che non esiste nep-pure quella, magari un po' piùlogica, di "grande atleta ugualegrande tecnico": gli esempi di

Il basket si è affidato a Meneghin, una leggenda dello sport italiano,per il difficile compito di rilanciare la nazionale e trovare la formula

giusta per far crescere tutto il movimento

C’è chi ha parlato di eventostorico per lo sport italiano. Disicuro l'elezione del 7 febbraiodi Dino Meneghin alla presiden-za della Federazione italianapallacanestro ha costituito unavvenimento di particolaresignificato. Meneghin è una leg-genda del basket, ma non solo.

SUPERDINOtorna in campo

Meneghin nel giorno dell’elezione a presidente (Foto Ciamillo-Castoria)

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Bianchini e Peterson, Scariolo eMessina, magici allenatorisenza essere stati giocatori,parlano a sufficienza.Non è la prima volta che uncampione va a guidare unafederazione italiana.Attualmente dirige l'atletica leg-gera, con risultati che si spera increscendo, Francesco Arese,che del mezzofondo italiano èstata una star; nel nuoto, giàcon uno splendido lavoro allespalle, c'è Paolo Barelli, finalistaolimpico e bronzo mondiale instaffetta; recentemente la velasi è affidata a Carlo Croce (figliodel grande Beppe), anche luicon un passato olimpico; a reg-gere il canottaggio c'è EnricoGandola, due volte campionemondiale nei pesi leggeri. Perquanto riguarda il passato èbello ricordare che a guidare iltennis vi fu per undici anni(1958-1969) Giorgio De Stefaniche fu anche finalista al RolandGarros, mentre la schermavanta tra i suoi presidente il miti-co Nedo Nadi (dal 1936 al1940)e Renzo Nostini (quattro argentiolimpici e titoli mondiali vari), alvertice federale per ventidueanni. Infine, forse è utile ram-mentarlo, dal 1944 al 1946 adirigere la Federcalcio, conOttorino Barassi, vi fu ancheFulvio Bernardini che poi intempi più vicini divenne ancheMa

rghe

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ack A 16 ANNI ERA GIÀ AZZURRO

E’ L’UNICO GIOCATORE ITALIANONELLA HALL OF FAMEDino Meneghin, nato il 18 genna-io 1950 ad Alano di Piave(Belluno), ha chiuso la sua carrie-ra agonistica a 44 anni, dopoaverla iniziata a 16. Ha giocato 28stagioni in serie A dove ha dispu-tato 836 partite, primato assoluto,con 8.580 punti realizzati, e conun figlio, Andrea, che fu ancheavversario in campionato. Haesordito in serie A nella stagione1966-67 nell'Ignis Varese. Ha gio-cato per quindici stagioni a Vareseprima di trasferirsi nell'allora"nemica" Milano, l'avversaria disempre. A Milano è rimasto ottoanni vincendo tutto il possibile.Quindi il passaggio alla StefanelTrieste per tre stagioni e nell'esta-te 1993, il ritorno a Milano per l'ul-tima annata da giocatore. Nellasua carriera ha vinto 12 scudetti(7 a Varese, 5 a Milano), 7 Coppedei Campioni (5 a Varese, 2 aMilano), 2 Coppe delle Coppe(entrambe con Varese), unaKorac (con Milano), 3Intercontinentali (2 a Varese, unaa Milano), 6 Coppe Italia (4 aVarese, 2 a Milano). Anche la suacarriera azzurra iniziò a 16 anni.Con la nazionale ha partecipato aquattro Olimpiadi (Monaco '72,Montreal '76, Mosca '80 e LosAngeles '84), due Campionati delmondo (Lubiana '70, Manila '78)ed otto Campionati europei. Havinto l'oro all'Europeo di Nantes1983, l'argento ai Giochi olimpicidi Mosca 1980 ed infine il bronzoall'Europeo di Essen 1971 e aquello di Belgrado 1975. Ha chiu-so la sua carriera in nazionale con271 presenze (secondo assolutodopo Pierluigi Marzorati che ne hatotalizzate 278). Nella stagione95-96, come general managerdella Stefanel Milano ha vinto laCoppa Italia e lo scudetto. Nel1974 fu invitato dai New YorkKnicks ad un camp estivo, ma uninfortunio al menisco gli impedì dipartecipare. Nel 1979 fu sceltodagli Atlanta Hakws, primo italia-no in assoluto a finire nelle scelteNba, dove però non giocò mai.Nel 1991 la rivista Giganti delBasket lo ha eletto come più gran-de giocatore europeo di tutti itempi. Il 5 settembre 2003 èentrato nella Hall of Fame delbasket a Springfield, il maggiorriconoscimento mondiale che ungiocatore di pallacanestro possaricevere.

cittì della nazionale. Oggi fare il "premier" di unafederazione è tutt'altra cosarispetto al passato e tutt'altracosa è dirigere una federazionedove un ruolo fondamentalehanno le leghe, cioè i privati,cioè i presidenti dei club chedisputano i campionati e cherischiano in proprio.Tra le tante cose che Meneghindovrà cercare di risolvere c'èproprio il rapporto con le societàche vogliono avere sempre piùvoce nella gestione del movi-mento e che, in sostanza,hanno scarso interesse a pro-muovere vivai e a dare, più perregolamento che per capacità,maggiore spazio ai giocatori ita-liani. Il nodo è proprio questo:ormai gli italiani sui campi dibasket di Lega A sono semprepiù mosche bianche e pochi rie-scono a ritagliarsi un ruoloimportante. Tutto ciò ha (e pur-troppo ha già avuto…) riflessidisastrosi sulla nazionale chedopo l'argento di Atene ha fallitola partecipazione ai Giochi diPechino e rischia di non parteci-pare neppure ai prossimiEuropei che si svolgeranno inPolonia dal 7 al 20 settembre.Dopo aver mancato la primachance lo scorso anno, all'Italiadi Charlie Recalcati (anche luicon un passato di giocatore dialto livello) non resta che cen-

Meneghin ha giocato fino a 44 anni

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trare l'obiettivo in quello che èdefinito l'Additional Round: unsolo posto da conquistare, ilprossimo agosto, ma ai danni,non tanto della Finlandia, mapiuttosto di una Francia che seavrà i suoi numerosi giocatori dimilitanza Nba (a cominciare daTony Parker) sarà un avversariodifficilissimo. Ovviamente anchel'Italia (e qui avrà il suo peso ilcarisma del neo-presidente)spera di giocarsela contando,cosa non avvenuta nella primafase, su Bargnani, Gallinari eBelinelli, i tre azzurri che sonosbarcati nel pianeta professioni-stico americano.I problemi che si trova di fronteMeneghin non potrà risolveredall'oggi al domani ("Non sono ilmago di Oz", ha detto in un'in-tervista): ci sono tutti i campio-nati da riformare per riuscire adare spazio ai giovani di casache fanno panchina, come haricordato Valerio Bianchini sulnumero scorso di questa rivista,anche durante gli allenamenti;c'è da rilanciare la Nazionale neirisultati, nell'immagine e nell'or-ganizzazione; c'è, infine, e que-sto è il nodo forse più delicato,da riuscire a dare ai club profes-sionisti le opportunità per una

sopravvivenza che non sia ailimiti dell'affanno. Lo scorsoanno sono uscite, per motivi varima fondamentalmente econo-mici, ben quattro società dal cir-cuito pro: Capo d'Orlando,Fabriano, Napoli e Modena. Oraa questo elenco sta per aggiun-gersi Rieti.Intanto, nel primo consigliofederale, quello del 22 febbraio,Meneghin è riuscito a trovare unaccordo transitorio con la Legaper la stagione 2009-2010 inattesa di un piano a più lungotermine legato proprio allaristrutturazione dei campionati:nella prossima stagione nellaquota dei sei stranieri diminui-ranno da quattro a tre il numerodi extraeuropei (leggi americani)mentre nei sei italiani restanodue naturalizzati, ma è introdot-to il concetto di eleggibilità perla Nazionale. Poco, ma per ilmomento non si poteva chiede-re di più.Meneghin si è costruita unasquadra dove ci sono altri ex-giocatori, tutti con lunga militan-za sui parquet: tra i consiglierifigurano infatti MaurizioRagazzi, Giuseppe Cassì eSandra Palombarini. Ed è stataaccolta con interesse e fiducia

anche la nomina alla presiden-za della Lega di A2 di MarcoBonamico, compagno di vittoriedello stesso Meneghin. Per illavoro che attende il nuovo pre-sidente e tutto il basket italianopotrà avere un'importanza fon-damentale quello che accadràin Turchia il 22 e 23 maggioquando la Fiba dovrà scegliereil paese organizzatore deiMondiali del 2014: in lizza conCina e Spagna c'è anche l'Italiache mai ha organizzato unevento che negli ultimi anni haacquistato spessore grazie allapresenza di una squadra ameri-cana figlia della Nba, comeavviene dal 1992 per i Giochiolimpici. L'Italia non è favoritarispetto alla Spagna che ha giàorganizzato nel 1986, ma cheha ben altro movimento, benaltri impianti ed è comunque lanazione campione in carica.Ma, intanto, esserci è già signifi-cativo. Ad aiutare Meneghin nelsuo difficile compito forse avràpiù peso quella che ormai sem-bra la scontata rielezione diGianni Petrucci, che per lungamilitanza ha sempre il basketnel cuore, alla presidenza delConi: elezioni il prossimo 6maggio. l

Il cittì Recalcati (al centro) durante un raduno (foto Ciamillo-Castoria)

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di Marcello Faina in collaborazione con Claudio Gallozzi

anche perché da sempre l’uomoha cercato di rendere più con-fortevole la deambulazione pro-teggendo i propri piedi.Già diecimila anni fa, infatti, gliuomini costruivano calzature dicorteccia per poter marciare eper proteggere le dita dei piedidurante la corsa nelle battute dicaccia, per poi passare all’usodi materiali come il cuoio e lapelle, oppure, per rendere piùmorbido l’impatto con il suolo, aimateriali derivati dalla lavorazio-ne di vegetali quali muschi osoffice lana. Già nelle prime edi-zioni delle Olimpiadi greche, gliatleti potevano competere, intutte le prove, muniti di sandalicostruiti dagli artigiani dell'epo-

ca, anche se grandi campionivinsero gare molto importanticome il Dolichos (4/5 km) a piedinudi. Un passo significativo inavanti si registrò, tuttavia, solonel 1832, in America, quandoWait Webster brevettò la primasuola di gomma, mentre nel1839, Charles Goodyear scoprìun metodo rivoluzionario peraumentare notevolmente la resi-stenza della gomma, il processodi "vulcanizzazione". Queste ultime scoperte deriva-vano, in realtà, dall’osservazio-ne fatta nel 1736 dai colonizza-tori europei, che gli indiosdell'Amazzonia, per proteggere ipiedi, li ricoprivano con una linfache fuoriusciva dall'albero del

Il prof. Faina prosegue il viaggio nella tecnologia. Ci parla delle calzature, diventate ormai un vero e proprio attrezzo sportivo sempre più

sofisticato. Per i campioni solo modelli personalizzati

Quando penso alla scarpasportiva e alla sofisticazione conla quale oggi essa viene costrui-ta, mi torna ineluttabilmente allamemoria la figura di Abele Bikilail maratoneta etiope che vinse lamaratona di Roma a piedi nudi,così come ai tanti bambini afri-cani che si preparano a diventa-re grandi fondisti correndo,anch’essi a piedi nudi, nellesavane. Certo, oggi sarebbeimpensabile che si ripeta un’im-presa come quella di Bikila,

Marcello Faina è Specialista inMedicina dello Sport ed in Malattiedell’apparato respiratorio. E' respon-sabile dell’Unità di Scienza delloSport dell’Istituto di Medicina eScienza dello Sport di CONI Servizi.Tra gli altri incarichi più significativi:professore incaricato di “Valutazionefunzionale dell’atleta” nelle Scuole diSpecializzazione in Medicina delloSport della Università Statale diRoma, dell’Università Cattolica diRoma, della II Università di Roma,Tor Vergata e dell’Universitàdell’Aquila.

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Gli abbiamo rifatto le

SCARPE Ecco come eranoi “scarpini” di calcioalla fine dell’800

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modula ta ,e s t r e m a -m e n t eimportante,in quantorappresen-ta uno deglie l e m e n t iprincipali disalvaguar-dia di tuttol ’apparatolocomotore.Ne conse-gue cheuna calza-

tura deve assolvere un duplicecompito: quello di migliorare lacapacità ammortizzante degliurti, senza, tuttavia, far perdereal piede la sensibilità. Esistono,peraltro, ulteriori aspetti da con-siderare nel disegnare e sce-gliere una calzatura.Il piede, infatti, non sempre sicomporta in maniera ideale,perché potrebbe essere “difetto-so” o affetto da qualche patolo-gia (basti pensare a come pos-sono alterare la deambulazionei fastidiosissimi calli).

sono a monte, sopporta puòessere elevatissimo. Alcuni cal-coli hanno mostrato, ad esem-pio, che per una distanza di1.500 metri in un soggetto di 70Kg, ogni piede sopporta più di60 tonnellate durante la marcianormale e 110 tonnellate duran-te la corsa a 12 Km/h!L’azione del piede non consiste,tuttavia, solo nell’assorbirel’energia meccanica generatanell’impatto con il suolo, ma haanche la capacità di immagazzi-narne parte sotto forma di ener-gia elastica e neltrasmettere, nellafase di spinta, laforza generata daimuscoli: una sorta,insomma, diammort izzatorebiologico.Se consideriamo ilpiede come un“organo” di senso,va tenuto presenteche le terminazioninervose che essopossiede, stimola-te durante la sta-zione eretta e ilmovimento, invia-no al cervello tuttele informazionirecepite, che,associate a quelleprovenienti daaltre fonti, qualia r t i c o l a z i o n i ,muscoli, occhi,labirinto, mandibo-la, permettono alsistema nervoso diformulare unarisposta motoria

caucciù che poi facevano asciu-gare al fuoco, permettendo cosìalla gomma di solidificare ecostituire una valida protezione. La prima scarpa sportiva, cosìcome la conosciamo oggi, consuola di gomma e tomaia in tela,nacque nel 1850, ad opera degliinglesi. La scarpa, fu chiamata"Plimsoll" perché sui fianchiaveva una striscia di gommabianca che ricordava vagamen-te la linea di galleggiamento(ideata da Samuel Plimsoll)disegnata sulle fiancate dellenavi per evidenziarne i limiti disicurezza del carico.Il progresso della calzatura èandato di pari passo con lo svi-luppo delle conoscenze sullabiomeccanica del piede.Si è, infatti, compreso sempre dipiù il ruolo del piede, che, in pra-tica, agisce come un vero e pro-prio organo e rappresenta il ter-minale delle azioni che tutto ilcorpo mette in atto per muover-si nell’ambiente esterno.Esso, dunque, agisce sia mec-canicamente, sopportandonotevoli sollecitazioni in funzio-ne dello sport praticato, comebrusche accelerazioni, arrestirepentini, ripetuti slittamenti, vio-lente ricadute e cambi di direzio-ne, sia informando il cervellosulle sollecitazioni alle quali èsottoposto e sulla natura del ter-reno sul quale viene a operare.Non è un caso se spesso, i tec-nici, parlano di “sensibilità” delpiede per descrivere atleti condifferente facilità di corsa.Da un punto di vista meccanicoil carico di lavoro che il piede,ma anche le articolazioni che gli

Usain Bolt mostra a Pechino le sue scarpe da record. A destra, le scarpe chiodate di Jesse Owens

Michael Jordan mostra un modello delle “Air Jordan”,tra le scarpe più vendute al mondo

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Un piede difettoso, ad esempio,è quello nel quale il calcagnonon è in asse con la gamba. Siparla, in questo caso, di piedevaro, calcagno deviato versol’esterno, o di piede valgo,deviazione interna, le cui causesono generalmente congenite,ma possono essere aggravateda un deficit della muscolaturadi sostegno del piede o daeccessivo carico ponderale (fre-quente, infatti, nei bambinisoprattutto obesi). Un piede sif-fatto non riesce ad assolvere inmodo appropriato il propriocompito e determina o favorisceun'instabilità dell’appoggio che,a sua volta, può rappresentarecausa o concausa di eventipatologici riguardanti il piedestesso o strutture diverse anchea esso non collegate, comeginocchia, bacino e colonna ver-tebrale. In pratica, il difetto delpiede diventa causa di alterazio-ni posturali di tutto l’apparatolocomotore con possibile insor-genza di patologie da sovracca-rico a livello delle articolazioni(ginocchio e anca), dei tendini(tendine d’Achille e rotuleo) edella colonna vertebrale.Per questi e altri motivi l’integri-tà del piede deve essere preser-vata da idonee calzature duran-te la pratica dell’attività sportivae le scarpe sportive devonoessere considerate a tutti glieffetti un vero e proprio attrezzoche come tutti gli altri (sci, rac-chette da tennis, pattini, ecc) hauna propria specificità in funzio-ne della disciplina praticata.

secondi l'ammortizzazione puòessere considerata intelligente,in quanto reagisce dinamica-mente in base alle sollecitazioni.Nel 1995, ad esempio, è statomesso a punto un sistema costi-tuito da alveoli comunicanti tra-mite speciali canali a flusso con-trollato, che distribuiscono l'aria,

gas pressuriz-zati o specialisostanze col-loidali, secon-do le sollecita-zioni garanten-do stabilità eammor t izza-zione.Cont inuandosu questa lineadi ricerca, moltii n n o v a z i o n iriguardanti lasuola appaio-no quasi con

regolarità sul mercato, come peresempio quelle che vedonoinserite al proprio interno dellevere e proprie molle.Naturalmente, le proprietà diuna scarpa non si limitano allasola suola. Altrettanta attenzio-ne deve essere posta alla strut-tura della stessa: alla tomaia,così come alla parte posterioredi sostegno del calcagno, perfinire alla parte interna di appog-gio del piede.Da quanto esposto è evidente lanecessità di una corretta sceltadella scarpa in funzione delladisciplina praticata ma anchedelle caratteristiche fisiche, dellivello tecnico e dell’età dellosportivo.E’ bene scegliere la scarpa affi-dandosi a personale esperto e anegozi che garantiscano un’am-pia scelta di modelli, evitandosoprattutto di seguire la moda.Si rischierebbe di acquistare unascarpa apparentemente molto“competitiva”, ma molto danno-sa per il piede. La migliore cal-zatura è quella che consente alpiede la ricerca di validi appoggiche oltre ad affaticarlo meno, glipermettano una migliore distri-buzione dei carichi nonché delleforze da trasmettere con la pos-sibilità di insorgenza di patologieda sovraccarico. l

A tali considerazioni si deve senel Novecento si è registrataun’evoluzione strabiliante nellacalzatura sportiva. Innanzi tuttovi fu per ogni sport una linea discarpe (calcio, rugby, pallacane-stro, pallavolo, tennis, ecc.) perpoi arrivare a scarpe differenti aseconda della disciplina pratica-ta (atletica leggera), per termi-nare con le scarpe personaliz-zate e costruite su misura perogni singolo piede.La “personalizzazione” dellascarpa si è accompagnataall’evoluzione "tecnica" dellastessa, rivolta, in particolare,alla realizzazione e alla produ-zione di nuovi materiali sintetici,capaci di enfatizzare il ruolo diammortizzatore biologico delpiede e di proteggerlo nellostesso tempo. Fra questi vannoricordate le mescole di EVA, checonferiscono elasticità introdu-cendo i cosiddetti elastomeri.Questi sistemi e tutti quelli affinireagiscono, quando sono solle-citati e compressi dal carico tra-smesso dal piede.Nella ricerca di sempre più ulte-riore sofisticazione sono statiprogettati sistema di ammortiz-zamento passivi o attivi.Nei primi, capsule o cuscinettisono posizionati nell'intersuolain modo fisso e stabile; nei

Lo scarpino da calcio personalizzato perCristiano Ronaldo (a destra)

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di Renato Manno

per giovani adulti e atleti: più siva avanti con l'età e più le diffe-renze fra gli individui aumenta-no, sia per genetica sia per sto-ria personale. Ciò è dovuto prin-cipalmente allo stile di vita, più omeno attivo, ma giocano ancheun ruolo decisivo le malattie, ipostumi d'in-fortuni, l’usodi farmaci.Questa con-dizione èancora piùaccentuatanelle donne.In sintesi èfacile trovar-si di frontead un atleti-co sessan-tenne comea un cin-quantenne inforte sovrap-peso, porta-tore di fattoridi rischio esedentario, eciò può evi-d e n z i a r eenormi diffe-renze dicapacità di

prestazioni: un sessantenneallenato può avere la capacità diforza di un quarantenne seden-tario.Perciò, nel valutare ciò che unsoggetto può fare nei primi alle-namenti, bisogna aggiungereall'età la conoscenza delle con-

Dopo aver spiegato che con l’età l’essere umano perde inevitabilmente forza, ora il prof. Manno illustra l’allenamento con sovraccarichi che gli

anziani possono eseguire per riacquistare un utile tono muscolare

Nell’allenamento della forzanegli adulti e anziani valgono iprincipi generali dell’allenamen-to che si applicano alle personepiù giovani e agli atleti, ancheper quanto riguarda l’allena-mento con i sovraccarichi, cioè ipesi, le macchine e gli attrezziche si trovano nelle palestre.Sono però necessari accorgi-menti decisivi affinché l’allena-mento sia efficace e soprattuttoprivo di rischi.Con l’età, come descritto nell'ar-ticolo pubblicato sulla rivista difebbraio, c’è un indebolimentogeneralizzato, ma si conservanobuone capacità di adattamento,perciò per procedere in modoefficace nell’età matura, è moltoimportante accentuare l’indivi-dualizzazione dell’allenamento,ancor di più di quanto si faccia

I“PESI”della vecchiaia

Il prof. Renato Manno è docente diMetodologia dell'allenamentoall'Università Cattolica di Roma eall'Università dell'Aquila e pressol’istituto di Medicina dello Sport diRoma dove è anche responsabile della formazione

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chezza, mobilitando di più gliormoni, come quello della cre-scita; sarebbe bene eseguirlidiverse ore prima di andare aletto, preceduti da un buonriscaldamento e seguiti da unutile defaticamento. Quest’ultimo elimina più veloce-mente le tracce di fatica e l’adre-nalina che il sollevamento di uncarico inevitabilmente attiva.Un ruolo importante può essereaffidato agli esercizi “misti”,quelli che prevedono un po' diforza e un pò di resistenza,anche perché l'allenamento coni soli sovraccarichi non sonomolto efficaci per allenare ilsistema cardiorespiratorio e laresistenza aerobica. Invece ilavori organizzati con esercizidiversi, per 15-20 ripetizioni conun breve intervallo fra ogni eser-cizio, e cambiando subito dopoesercizio (allenamento circuito),per 6-12 esercizi, può stimolaresia la forza sia la resistenza eavere effetti migliori sul dima-gramento come prevenzioneper l’ipertensione (i sovraccari-chi non sembrano essere altret-tanto efficaci). Se è possibile,sarebbe bene alternare le duemetodiche di allenamento (eser-cizi per la forza ed esercizi a cir-cuito).Dai lavori scientifici pubblicatiemerge che le intensità superio-ri a quelle citate non sono obbli-gatoriamente negative; adesempio, in uno studio su sog-getti di età molto avanzata (oltresettanta anni ad oltre novanta)si è visto che anche carichiall’80% non causano particolariproblemi, anzi sono decisivi peraumentare l’efficacia deambula-toria. L’ipotesi che l’adattamentomuscolare al lavoro sia ancorapossibile e significativo, non puòfar dimenticare che esso avvie-ne con maggiore lentezza pro-porzionalmente con l’età, pro-babilmente per la minore reatti-vità ormonale. Per cui, prima diiniziare il programma, è impor-tante, soprattutto negli individuiche ne hanno bisogno, una gra-duale introduzione che li porti

Per costruire un buon allena-mento bisogna definire un pro-gramma che tenga presenteche il soggetto migliorerà e che,per avere buoni risultati, biso-gnerà modificare l’impegno infunzione dei suoi progressi.Perciò è necessario deciderel'intensità del carico: ad esem-pio quanti chili usare per unesercizio con i pesi, ma anchequante ripetizioni e per quantevolte. Infatti, è importante nonstancarsi subito e scegliere uncarico da poter ripetere il mag-gior numero di volte, senzaquindi impegnarsi in un eserci-zio “all’ultimo sangue”. In gene-re, bisognerebbe prevedere uncarico pari al 50-60% del suppo-sto massimo, da ripetere, all’ini-zio, da 6-7 volte fino a 10-12ripetizioni di seguito, intervallateda 2-3 minuti di recupero.All’inizio bisogna partire con ilnumero di ripetizioni più piccoloe il riposo più lungo; poi bisognapuntare ad aumentare il numerodelle serie, da due fino a quat-tro. Ogni seduta può prevederetre esercizi principali, con 2-4serie, e due meno importanti; ilvalore dell'esercizio dipende dalnumero di muscoli impegnati,da quanto è eseguito veloce-mente e da quanto è comples-so. Questi esercizi sono piùstancanti e richiedono con-centrazione e freschezza;quelli meno importanti sonosemplici e possono essereeseguiti alla fine della seduta.Una seduta impegnativa nondovrebbe essere eseguita

più di due volte a settima-na, salvo che per i più

allenati che talvoltapossono arrivare a

tre sedute.Gli esercizi in

cui si solle-vano piùchili sonoquelli incui sonoattivati im u s c o l i

più grandie che danno

maggiore stan-

dizioni individuali, le esperienzee gli eventi passati e bisognatenere presente la storia, anchemedico-clinica, del soggettovalutando le eventuali patologiedi cui è affetto. E’ buona normapartire da una certificazionemedica che prescriva l’eserci-zio; l’ideale sarebbe approfondi-re con il medico sportivo, che hamaggiore confidenza con le pra-tiche possibili e con le loro com-patibilità, l’ipotesi di un program-ma di lavoro, specie se sonopresenti una o più condizioni dirischio (ipertensione, dismeta-bolismi ecc.) .

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molto prudentemente alle formedi allenamento tradizionali. Taleperiodo, opportuno anche per ipiù giovani, è di maggiore lun-ghezza nelle età più avanzate epuò includere, nelle fasi iniziali,carichi bassissimi o a corpo libe-ro, anche se progressivamentecrescenti. In soggetti di età piùavanzata, anche se apparente-mente non vi sono fattori dirischio quali il fumo o lieve iper-tensione, è bene passare attra-verso un controllo medico, cosache diventa obbligatoria e deter-minante se i fattori di rischio siaccompagnano con patologienote di natura cardiaca e/ometabolica. I test massimali possono essereevitati e limitati a una prova ditre o sei ripetizioni per una stimadell'80%-90% del massimo,oppure raggiungendo gradual-mente un carico impegnativoche però va annotato attenta-mente, così come ogni allena-mento che diventa la base per ilprossimo se la distanza ditempo non supera i 2-4 giorni;se l’intervallo è superiore è beneripartire con prudenza.Ovviamente per avere unavisione più generale degli effettidel lavoro, soprattutto con i più

so è lento, anche se efficace.Uno studio americano ha addi-rittura dimostrato che l'allena-mento con i sovraccarichi portaprogressi nella mobilità funzio-nale e nell'autonomia in sogget-ti fino a 96 anni. La capacità di forza apparelegata alla velocità di deambula-zione ed anche alla sua durata,cosi come alla capacità di alzar-si senza difficoltà da una sedia,tanto che è stato codificato unospecifico test. In conclusione negli ultimidecenni si è chiaramente affer-mata l’idea che è possibile svi-luppare un allenamento di forzain un modo sicuro in soggettianziani non solo sani, ma anchecon patologie compatibili, otte-nendo notevoli risultati sullecapacità di autonomia del sog-getto, nella prevenzione dellecadute e nelle abilità di basedella vita sociale, quali cammi-nare, salire le scale, compieremovimenti necessari con inten-sità di contrazione rilevante. Per realizzare un intervento effi-cace che riduca al massimo irischi, è necessario, oltre al con-trollo medico, una capacità disupervisione professionale ele-vata, una capacità di elaborare

programmi di pre-parazione com-pleti e complessie una notevolecapacità di moti-vare i soggetti,sicuramente spe-ciali, ma probabil-mente più sensi-bili dei giovani auna crescita diefficienza dopoanni di decadi-mento. Oltre ciò èn e c e s s a r i oosservare rigoro-samente un certonumero di normee principi, delresto abbastanzasimili a quelle chesono consigliateper l’allenamentodei più giovani,anche sportivi. l

anziani, sarebbero ottimaliun’assistenza e un monitoraggioclinico-nutrizionale e di compor-tamento. In questo caso l’osser-vazione del cammino, del salirele scale, del sollevamento dallapoltrona, delle misure di trofi-smo muscolare, dell'introito ali-mentare, così come la raccoltadelle impressioni soggettive delmaturo atleta, vanno tenute ingrande evidenza. Effetti della forza sulla deambu-lazione e sul controllo posturalenei soggetti di età avanzata. Nell’età avanzata si può avereuna perdita di efficacia dei siste-mi di controllo motorio e, insie-me alla perdita di forza, si pos-sono avere delle carenze sul-l’equilibrio in condizioni di solle-citazione, perché alcuni mecca-nismi sono meno efficienti erispondono insufficientementeai disturbi della stabilità postura-le. Tali carenze possono facilita-re la caduta e ciò aggrava iltutto, in quanto uno studio sugliinfortunati ha mostrato una per-dita notevole di forza dinamica.Anche in questo caso, conancora maggiore pazienza,bisogna impegnarsi a recupera-re l’efficienza perduta sapendoche ciò è possibile, ma il proces-

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di Taiji Quan del M° CarmeloScaletta (colgo l’occasione perringraziarlo della preziosa colla-borazione), ho potuto costatareche tale arte marziale, se segui-ta nel corso della gravidanza,non solo può aiutare a mantene-re la salute e il benessere fisico,trasmettendo pace e libertà siaal corpo sia alla mente dellafutura mamma e del suo bambi-no, ma può aiutare anche agestire la dinamica del travaglioe del parto, e a controllare glistati depressivi del post partum.Come tutti ben sanno, la gravi-danza ha un profondo impattosul corpo che è sottoposto agrandi cambiamenti. In modograduale alcuni movimenti, alcu-ne prestazioni fisiche, divente-ranno sempre più difficili.Praticando il Taiji Quan la donnain attesa diventa sempre piùcosciente delle incredibili tra-sformazioni del proprio corpo,accogliendole con maggioreconsapevolezza. È naturale che la donna, con unaddome che aumenta sempre dipiù, tenda ad assumere unaposizione sbagliata, “inarcando-si”, cioè buttando le spalle all’in-

possono ottenere solo con l’ac-quisizione delle “CinqueEnergie”: Mian (come la seta),Lian (continua), Yuan (circolare),Guan (concentrazione) e Quan(completa).In altre parole nel Taiji Quanoccorre muoversi dolcemente econ moto circolare, gli esercizidevono essere eseguiti con lamassima concentrazione, favo-rendo in tal modo lo scorreredell’energia in un flusso continuodall’inizio alla fine dell’esercizio,chiamando in causa l’interocorpo. Diventare teneri e flessi-bili come un bambino, muoversicome nuvole nel vento con dol-cezza e consapevolezza, ascol-tando il respiro, nuotando nel-l’aria e danzando con la mente eil corpo uniti: questa è la veraessenza del Taiji Quan.E una donna in gravidanza puòtrarre vantaggi dalla pratica delTaiji Quan? In passato era opi-nione comune pensare la donnagravida come una donna “fragi-le”; difficilmente si poteva pen-sare che la donna in tale statopotesse svolgere delle attivitàsportive. Contrariamente a taleopinione, frequentando il corso

di Veronica Vanessa Rizzo

Il TAIJIQuandarà il benvenuto

Una dottoressa in ostetricia, appassionata della millenaria arte cinese,oggi considerata come “ginnastica dolce”, spiega come questa

disciplina possa essere di grande aiuto per le donne in stato di gravidanza

Il Taiji Quan fa parte dei cosid-detti “stili interni” del Wushu, l’ar-te marziale millenaria della Cinapopolare. Nel Taiji Quan mag-gior enfasi è data alla ricercadell’energia vitale chiamata Chio Q. Definito “ginnastica dolce”riesce a fondere tre principi fon-damentali della filosofia cinese:la funzione curativa del movi-mento, l’importanza della cresci-ta spirituale e l’autodisciplinadell’arte marziale. Tali effetti si

Veronica Vanessa Rizzo nella foto èdottoressa in Ostetricia. Si è laureatapresso la Clinica Ostetrica dell'ospedale Vittorio Emanuele di Cataniacon voto finale di 110 e lode. E’ socia CSAIN, presso la "Training Club di Misterbianco (CT)" dove pratica Taiji Quan con il M° CarmeloScaletta (allievo del M° Nello Mauro,Responsabile Naz. Wushu Csain)

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dietro. È proprio in questo casoche la donna comincerà adavvertire un progressivo indo-lenzimento alla schiena. Graziealla pratica costante del TaijiQuan si riesce a mantenere unanormale morfologia della colon-na vertebrale; inoltre si determi-na un irrobustimento della strut-tura ossea e un rafforzamentodella muscolatura. La donna rie-sce in tal modo ad avere unamaggiore elasticità nei movi-menti, elasticità che riuscirà asfruttare durante il travaglio diparto. In breve tempo s'impara alegare i movimenti in unasequenza che consente allamamma in attesa di ascoltarsicon maggiore consapevolezza edi percepire meglio il contattocon il suo bambino. In tal modosi creano le condizioni favorevo-li per rafforzare il Bonding, ossiail saldo legame tra mamma ebambino.Come si affrontano il travaglio diparto e soprattutto il parto?E’ chiaro che il momento del tra-vaglio e ancor di più il parto rap-presentano per la donna vere eproprie paure. Con le tecnicherespiratorie del Taiji Quan ladonna riesce ad ottenere unmaggior controllo al momentodel travaglio, favorendo unamigliore ossigenazione del san-gue e dei tessuti, e di conse-guenza una migliore ossigena-zione fetale. Di certo ciò che ter-rorizza più le donne non è l’af-frontare il travaglio, ma il dolore

delle contra-zioni. Le sen-sazioni deldolore sonosempre sog-gettive e per-sonali, èc o m u n q u eimpor tan teche la donnasia pronta ada f f r o n t a r etale dolore.Le tecnichedel Taiji Quannon invitanoa eliminare ildolore né arepr imer lo ,bensì ad accettarlo serenamen-te come evento naturale che tra-sforma, rinnova e dà la vita.L’aspetto importante è l’atteggia-mento che la donna ha nei con-fronti del dolore, la donna, infat-ti, riesce ad accettare la contra-zione considerandola un’ondache arriva, prende e rilascia lamamma e il bambino.Il Taiji Quan è anche considera-to una forma di “ginnasticameditativa anti stress” che deter-mina uno stato di benesseregenerale. Grazie a tale benesse-re la donna riesce ad affrontaremeglio il periodo del post par-tum. In tale periodo, infatti, lecrisi di pianto, i cambiamenti diumore, l’irritabilità, l’affaticamen-to, l’inappetenza sono sintomiche colpiscono gran parte delledonne, caratterizzando quella

Giorgio e Maurizio Damilano a “passeggio”

particolare forma di disturbo ner-voso conosciuta sotto il terminedi “depressione post partum”.A tal proposito è stato riscontra-to che la pratica del Taiji Quan,grazie al movimento lento earmonico del corpo, coordinatoalla respirazione addominale,migliora i livelli di noradrenalinae serotonina, in altre parole ineurotrasmettitori più importantinel controllo fisiologico e patolo-gico degli stati emozionali. Ladonna riesce il tal modo adavere un maggior controllo di sestessa e quindi degli eventualistati depressivi.Maggior controllo avrà anchel’incontinenza urinaria: è norma-le avere qualche piccola perditanei mesi che seguono il parto.Con il Taiji Quan l’incontinenzaurinaria sarà la prima a esserecontrollata, infatti, con l’aiuto dialcuni esercizi i muscoli del pavi-mento pelvico acquisteranno iltono giusto, evitando la compar-sa di problemi futuri da inconti-nenza da sforzo. Il Taiji Quan quindi, grazie alletecniche respiratorie e meditati-ve, riesce a migliorare la salutefisica e mentale durante i mesidella gravidanza e i successivi.Voglio terminare precisando chela pratica di tale disciplina è inol-tre consigliata:1) per migliorarela postura; 2) durante la meno-pausa e nei soggetti affetti daosteoporosi; 3) per il controllodei dolori durante il ciclomestruale; 4) per il drenaggiolinfatico. l

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facilmente digeribili e adatte atutte le età della vita, dallo svez-zamento alla terza età quandoadentulia e protesi fanno sentirei loro effetti. Apportano un’am-pia gamma di vitamine e di saliminerali, tra cui lo Iodio ormairarissimo sulla crosta terrestre,ma hanno da qualche decennioun valore aggiunto nella qualitàdei loro grassi. Era, e purtroppo ancora permolti lo è, comune la convinzio-ne che tutti i grassi di origineanimale facessero aumentare ilcolesterolo nel sangue e di con-seguenza, per l’effetto del cole-sterolo sul cuore, portasseroinevitabilmente all’infarto. Nel 1980 un gruppo di ricercato-ri, non capendo perché i danesi,a parità di consumo di grassi,presentavano un'elevata morta-lità per malattie cardiovascolarerispetto ai dirimpettai eschimesi,condussero uno studio epide-miologico. I risultati ipotizzaronoper la prima volta l’esistenza di

difficile riconoscere il pesceimbellettato o rivitalizzato espesso ci dobbiamo fidare delvenditore, cosa superflua se,invece di scegliere il pesce pre-giato, ci orientassimo verso spe-cie “meno pregiate” che hannouna durata media della vitapost-pescato notevolmente piùcorta. Cos’è che definisce oggipregiato un pesce? E’ il rappor-to tra la disponibilità dell’offertaal mercato e la richiesta del con-sumatore, richiesta spesso det-tata da semplicità di preparazio-ne, da pregiudizi sulla delicatez-za, e perché no magrezza, chehanno finito per farci dimentica-re una quantità di specie itticheche oggi sono definite “neglet-te”. Il pregio commerciale nonha assolutamente niente a chevedere con le qualità organolet-tiche e i principi nutrizionali.Tutti i pesci contengono nelleloro carni proteine a elevatovalore biologico e scarso tessu-to connettivo che le rendono

di Santino Morabito (Specialista in Scienza del’Alimentazione)

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Eravamo abituati alla stagio-nalità della frutta e della verdu-ra. Eravamo, perché col passa-re del tempo la ricchezza deimercati ci ha sconvolto idee eritmi con le ciliegie del Cile, l’uvadel Sud Africa, le arance dellaCalifornia e via via discorrendo.Figurati pensare a una stagio-nalità del pesce quando sullanostra tavola, fra le mille specieittiche consumate nel mondo,che in Italia si riducono a circaduecentocinquanta, siamo abi-tuati a vedere sempre le stesse,in numero inferiore alle ditadelle mani e quasi sempre aforma di bistecca o di bastonci-no. Eppure ogni pesce, come lafrutta e la verdura, ha la sua sta-gione, quella in cui il prezzo èpiù conveniente per la maggioreofferta e soprattutto è più gusto-so e più nutriente. La composizione della carne delpesce subisce, infatti, dellemodificazioni durante il corsodell’anno in relazione alla diver-sa disponibilità di cibo e soprat-tutto in relazione al ciclo ripro-duttivo. In questo periodo ilpesce trasferisce parte dellesue riserve nutritive ai gameti e,pertanto, dopo la deposizionedelle uova e la fecondazione, lesue carni sono meno saporite emeno nutrienti, si modificasoprattutto la quantità e la quali-tà dei grassi. La freschezza è unaspetto importante cui teniamotutti, anche se sappiamo che è

Il nostro alimentarista ci parla del valore nutritivo del pesce e dei suoi effetti sulla salute.

Ogni specie ha la sua stagione e a marzo c’è un “leader” a sorpresa

La “Boga” è

POVERAma bella

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una relazione tra bassa mortali-tà per malattie cardiovascolari ele specifiche abitudini dietetico-nutrizionali di questa popolazio-ne, i cui grassi della dieta deri-vavano dal pesce consumatocon una media a persona di 400grammi il giorno.Fu poi scoperto che l’effetto eradovuto alla presenza nel pescedi due acidi grassi polinsaturi,dai nomi impronunciabili,Eicosapentanoico e Docasa-seinoico, ma universalmenteormai conosciuti come omega-3. La loro presenza nel sanguee nelle cellule riduce il coleste-rolo cattivo e innalza quellobuono, riduce la pressione emigliora la circolazione, previe-ne l’insorgenza del diabete mel-lito di tipo 2 e riduce i sintomidell’artrite reumatoide e del-l’asma bronchiale.Si è scoperto un loro ruolo nelladiminuita incidenza di alcunitumori sperimentali e sono usatiin terapia per contrastare ilgrave decadimento organico el’anoressia tipica di queste gravimalattie. Non ultimo hannoeffetto sulla crescita del feto eriducono l’incidenza della gesto-si gravidica e della depressionepost-partum.Nonostante tutte queste bellescoperte e conoscenze in Italia,paese quasi totalmente circon-dato dal mare, il consumo dipesce non è eccezionale e siattesta in media a 60 g/pro capi-te al giorno.

Il 50% è pesce d'importazione equesto comporta, oltre al costodel carburante consumato dauna nave, o più frequentementeda un aereo per consentire l’ab-battimento dei tempi di conse-gna a dispetto dei chilometri,l’emissione di sostanze inqui-nanti nell’atmosfera. Perchéimportarlo quando possiamotrovare del buon pesce fresco achilometri e carburante zero? I2/3 del pesce inoltre viene con-sumato al ristorante e ciò signi-fica che, nonostante la nostracultura marinara e innumerevoliricette a base di pesce, abbia-mo perso la capacità di cucinar-lo.Torniamo ora un attimo allastagionalità del pesce: marzo èun mese ottimo per il rombo e larazza, il san pietro e la triglia, loscorfano e lo sgombro. Ma ilpesce di marzo per eccellenza,che figura solo in pochi elenchi,presente e in abbondanza in

tutti i nostrimari, rintrac-ciabile solosui banchidei mercatirionali o neiborghi deipescatori emai visto sulb a n c o n edell’ipermer-cato, è laboga. E’ unodei pesci piùpoveri e piùn e g l e t t i ,costa poco,non lo com-pra quasinessuno etra breve

non sarà più il caso di pescarlopoiché un sarago di 1/2 chilo faguadagnare di più di cinque chilidi boga. Ha un corpo lungo di coloreverde-grigio-azzurro con sfuma-tura gialla, occhi molto grandi euna lunghezza che può raggiun-gere i 20 cm proprio nel mese dimarzo, quando le sue carnisono più saporite e maggiore èla quantità di grasso, ma sem-pre inferiore al 2% della famosa“scatoletta” perché si trattacomunque un pesce rigorosa-mente magro. Ma perché fra tanti pesci amarzo proprio la boga? Forse latabella che si trova in questapagina riuscirà a esprimere inmaniera immediata i concetti ele ragioni che stanno alla basedi questa scelta. I valori riportatisi riferiscono alla porzione con-sigliata negli enunciati di unacorretta alimentazione: carnefresca g 100, legumi secchi,compresi ovviamente le lentic-chie g 30, ortaggi g 250, pesceg 150, latte g 125, formaggiofresco g 100 e stagionato 50. E’ inutile parlare qui di valorebiologico delle proteine e di bio-disponibilità del ferro tra gli ali-menti di origine animale e vege-tale, perché la tabella mostra,anche ai profani, tanti buonimotivi per memorizzare il nomeboga e considerare questopesce come un’ottima scelta,non solo per il mese di marzoma per tutte quelle volte in cui lotroviamo sul banco al mercato.Sicuramente fresco, perché conla boga e con il suo valore com-merciale, nessuno s'impegne-rebbe in una frode. lAlcuni esemplari di boga appena pescati

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Roberto Minnetti, proprietario e chef di “Poggio Antico”a Montalcino

di Roberto Minnetti

LE RICETTE DEI CAMPIONI

Ormai vive e si allena in Spagna, ma la Pennetta resta la figura più rappresentativa del tennis

italiano: è un passo dall’ingresso tra le prime dieci al mondo. Niente paella nel gustoso menu

preparato dal nostro chef

La señorita FLAVIAè tornatarendere reale il suo grande

sogno, l'ingresso tra le primedieci tenniste del mondo. A feb-braio era giunta sulla soglia del-l'élite assoluta, con il suo undi-cesimo posto nel ranking mon-diale. Adesso è sempre lì, inattesa sull'uscio, pronta a rag-giungere un traguardo impor-tante, soprattutto per il nostrotennis, che da troppo tempo nontrova personaggi di assolutovalore. Basta ricordare che daquando esistono circuiti e clas-sifiche nessuna azzurra è mairiuscita a raggiungere una posi-zione tra le prime dieci, mentre

Niente paella, né zarzuela,né gazpacho per FlaviaPennetta nel suo menu virtualeche le proponiamo. Sappiamobene, al momento, che nonsaranno gli intensi saporinostrani a farla tornare a viverein Italia. Innanzitutto perché leigià confessa che a tavola unadelle sue passioni è comunquela pasta e che a portarla a emi-grare in Spagna sono statiprima l'amore e poi l'organizza-zione sportiva che ha trovato aBarcellona. E' qui, dunque, chela bella tennista pugliese stacercando, ora più che mai, di

tra gli uomini bisogna andareindietro nel tempo di oltre tren-t'anni per trovare gli unici "topten" italiani: Adriano Panatta eCorrado Barazzutti, rispettiva-mente quarto nel 1976 e settimonel 1978.Flavia Pennetta, cui non mancacerto carattere e grinta (comealla sua amica FrancescaSchiavone, che è andata a farle

compagnia inCatalogna),è decisa afare centro

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Dunque, con piacere, le offria-mo un filetto di merluzzo brasa-to con molluschi e salsa verde,con melanzane e peperoni. A seguire dei calamaretti interisu ragù di seppioline e polpa digranchio e, per i non acconten-tabili, una guarnitura di funghiarrosto. Pensando alla mia terradei piccoli cannelloni ripieni diricotta ed erbette di campo, conragù di Cinta senese eChianina. Un buon spezzatinodi cinghiale al ginepro potrebbeessere il piatto di unione traSpagna e Italia. Tralascerei ilformaggio per passare a unbuon dolce di pere avvolte nellasfoglia con salsa calda di vani-glia e grappa di pere. Per i vini,fate voi, ma sul cinghiale abbi-nerei il Brunello 2004dell'Az.Ag. Tassi in prima uscitamondiale. l

entro questo2009, soprat-tutto adessoche si è messadefinitivamen-te alle spalleun nerissimo2007, conl'operazione alpolso subitaalla fine del-l'anno prima, ela dolorosa rot-tura sentimen-tale da CarlosMoya, il tom-beur de fem-mes, con cuiformava lacoppia piùammirata delcircuito inter-nazionale. Ma la Pennettanon ha ripostotutto nel cas-setto: si è tenu-ta ben stretta l'organizzazionespagnola, quella che secondolei non è riuscita a trovare inItalia, affidandosi all'allenatoreGabriel Urpi e a Guglielmo, unopsicologo che l'ha aiutata a farpiazza pulita di dubbi e incertez-ze mentali. «Ho ventisette anni; - ha detto in

La Pennetta col sombrero dopo aver vinto nel 2008 ad Acapulco

un'intervista concessa ad iniziod'anno - tutto quello che ho rag-giunto l'ho pagato caro. Niente èstato per caso, ho fatto sacrificie ho imparato che nessunasulla carta è più forte di me. E' questa consapevolezza chemi ha cambiato». Se è non con-vinzione questa…

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Lo stile della Pennetta. A destra, in versionesexy ospite di Chiambretti

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st'aspetto che l’uomo può svol-gere un ruolo determinante,perché nella “domesticazione”le abitudini cinetiche sono stateincanalate verso forme di lavoroe attività ricreative. Il cavallo moderno, molto proba-bilmente, adotta queste attivitàcome analoghe del gioco natu-rale e il legame con l’uomo puòessere il segreto del successocon cui questo bell’animale si èadattato alla domesticazione,conservando sia la sua reattivitàtipicamente selvatica e al con-tempo assicurandosi integrazio-ne e benessere in condizioni dicattività. Anche i cavalli dellamiglior genealogia, meglio nutri-ti e meglio allenati risentono difattori legati al gioco, i qualihanno un effetto duraturo su fisi-co e psiche. Dall’osservazione elo studio del comportamentoanimale è stato riscontrato cheall’interno di gruppi di animalisociali come il cavallo si svilup-pano forti relazioni associative.[…] Nel cavallo, la tendenza asso-ciativa, è attualmente ricono-sciuta come una manifestazionedella sua scelta “consapevole” edel suo “bisogno” di compagnia.Il rapporto tra cavallo e uomo,che dura da migliaia di anni, èun legame familiare e abitualeche dipende essenzialmentedalla capacità di quest'animale

Pubblichiamo una nuova tesina di uno degli allievi che hanno partecipato con successo agli ultimi corsi. Si parla dell’importantelavoro fatto sull’animale libero

A CURA DELLA CONFEDERAZIONE TECNICI EQUESTRI E CSAIN EQUITAZIONE

Il cavallo è “scosso”?GIOCHIAMO

di instaurare rapporti affiliativi,garantendone la sua sopravvi-venza, una sopravvivenza pro-babilmente diversa da quellanaturale, ma non meno realedal punto di vista biologico. Lacapacità affiliativa nei riguardidell’uomo era ed è una caratte-ristica “prototipica” del cavallo,chiaramente essenziale per la sua adeguata cura. A questoscopo è necessario stabilire emantenere un legame appro-priato tra cavallo e cavaliere.Ciò presuppone che l’uomo siail “soggetto dominante” tra i duee al contempo fornisca al caval-lo tutta la necessaria protezionedalla fame, dalla sete, dallapaura, dal disagio, dal dolore elo stress ambientale, dalla soli-tudine e la noia. Bisogna impa-rare a riconoscere (nel cavallo)la qualità del contatto come lavera natura del legame sociale,come probabilmente lo ricono-scono i cavalli nei nostri con-fronti. Un incontro sociale negativonon favorisce l’instaurarsi di unlegame, tuttavia tenere la frustalunga mentre giriamo un cavalloalla corda o il frustino mentre lomontiamo, servirà a trasmetterequel messaggio “dominante”,nei casi in cui sia necessario.Teniamo presente come il caval-lo ha una notevole capacitàemotiva, e un legame positivo è

Premesso che un animalecomplesso come il cavallo puòapprendere in tanti modi diversi,chi lo “addestra”, “ammaestra” e“allena” sceglierà i metodi d'in-segnamento che meglio si adat-tano al singolo soggetto, in fun-zione di ciò che vuole ottenere.Spesso una combinazione dimetodi si rivela la soluzionemigliore, senza mai tralasciare il“benessere” fisico e psico-emo-tivo dell’animale che dovrebbeessere alla base del rapporto“uomo-cavallo” e più in genera-le “uomo-natura”.Un elemento fondamentale, sianello sviluppo del cavallo sianella “relazione amicale” conesso, è costituito dal “gioco”. Inaltre parole, se vogliamo stabili-re un’amicizia col cavallo e otte-nere la sua “fiducia”, dobbiamoimparare a giocare un po’ conlui. […] E’ chiaro quindi che ilcomportamento ludico rivesteun ruolo di primo piano nello svi-luppo comportamentale, socialee fisico del cavallo, tanto più se“atleta”. Dalla forza fisica alle capacitàcognitive, dall’acquisizione dischemi comportamentali allacostituzione e rinforzo dei lega-mi sociali. E’ proprio in que-

di Antonio Causa

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un’associazione altamente qua-litativa. Le forme di gioco cheiniziano nei primi giorni di vita,seguono tra i puledri e continua-no in età adulta. Si riassumonoprincipalmente in quattro attivi-tà: “saltellare”, “mordicchiare-spintonare”, “inseguire-carica-re”, “fare coppia con un amico”.È evidente che un legame a duesi forma come conseguenza diuna serie di episodi, interazionie dinamiche di gioco con regoleben precise. L’attività ludica fra“amici” inizia quasi sempre conil collo di uno che si sovrapponea quello dell’altro. Ho potutosperimentare, con un cavalloscosso in un tondino (recintocircolare di 15/18 m di diame-tro), che mettere il mio bracciopiegato al gomito sul collo delmio amico equivale a dire “ini-ziamo a giocare”, e ciò vienerecepito esattamente in questemodalità. La fase successiva èstata quella di appoggiare unamano sulla spalla del cavallo, econ una pressione progressivaspingerlo verso lo steccato.Come risultato il cavallo ha ini-ziato a trotterellare in circolo. Sipossono ottenere molti risultatiattraverso interazioni che richia-mano le modalità ludiche delcavallo. Quando lavoriamo con il cavalloscosso è molto importante lapostura del nostro corpo e comeci muoviamo all’interno del

recinto. I nostri gesti possonosollecitare o rallentare il suoprocedere o effettuare transizio-ni alle tre andature: passo, trot-to e canter. Per esempio se ilsoggetto procede a mano sini-stra a un trotto svogliato, è suffi-ciente fare uno o due passiverso di lui in direzione delleanche, alzando il braccio destroteso all’altezza della nostraspalla per sollecitare l’andatura.Viceversa, se il suo trotto èaffrettato, il nostro movimentosarà volto a chiudergli la stradaalzando un po’ il braccio sinistrodavanti a lui per comunicargli dirallentare.Anche la voce è molto importan-te, specialmente se accompa-gnata ai gesti. La voce può inci-tare, moderare, rassicurare orichiamare.Un altro esercizio che inizial-mente è opportuno effettuarecon l’ausilio di una “longia”, èinsegnare al cavallo a cambiaredirezione alle due mani com-piendo una mezza volta.Inizialmente al passo, con ilmoschettone della longiaagganciato all’anello più bassodella capezza fra la barbozza ela ganascia. Quando decidiamoil cambio di mano, invitiamo ilcavallo a uscire dalla pista eprocedere verso di noi, mentreindietreggiamo manteniamouna distanza tra noi e il cavallodi circa due metri. Quando il

cavallo si trova in prossimità delcentro, indicheremo a esso ladirezione (se gira a mano destrala sinistra e viceversa).Tenendo la longia verso la dire-zione indicata e quasi contem-poraneamente, effettuiamo una“pressione” con il nostro corpo,senza contatto, spingendo ilcavallo verso la direzione indi-cata (inseguire-caricare).L’esercizio andrà ripetuto piùvolte alle due mani, chiedendoal cavallo di effettuare la mezzavolta verso l’interno del circolo,sia al passo sia al trotto, allun-gando via via la longia.Rassicuriamolo e premiamoloogni qual volta il gioco è beneseguito.Successivamente, senza longiacol cavallo scosso, sarà suffi-ciente indietreggiare di qualchepasso e indicare la direzione e ilcavallo eseguirà il cambio dimano corretto.E’ nota a molti la grande sensi-bilità del cavallo che durante gliesercizi mantiene i suoi sensirivolti verso di noi, ed è opportu-no imparare a modulare lanostra energia e a lavorare conanimo sereno, la rabbia, l’in-quietudine, il nervosismo nongiovano a ottenere buoni risulta-ti. Oltretutto, un cavallo adde-strato con sistemi repressivi o di“punizione-ricompensa” puòrisultare “non addestrato” esotto stress.[…] Stringere lega-mi di amicizia con i cavalli èmolto utile nel lavoro in maneg-gio, sia per avere cavalli piùsereni e volenterosi, che peraver un maggior controllo dellaripresa e quindi garantire sicu-rezza e professionalità. Dal lavoro del cavallo scosso, sipossono ottenere ottimi risultatidi addestramento in quanto ilcavallo può trovare un suo equi-librio cinetico naturale, decon-trazione delle rigidità, tonomuscolare, ritmo nelle andature.In oltre, essendo “libero”, ha piùaccentuata la sensazione del“giocare” o quindi più predispo-sto a costituire o rafforzare quellegame a due fondamentale peril suo benessere ed essenzialeper uno sviluppo atletico. l

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A CURA DELLA CONFEDERAZIONE TECNICI EQUESTRI E CSAIN EQUITAZIONE

I partecipanti al corso per Tecnici di Equitazione di Campagna

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CSAIN e ANIMA PER IL SOCIALE

ne di un cd “Piccoli Segnid’Amore” e l’agenda“Salvabebè/Salvamamme”2009. I fondi raccolti nei puntivendita di Gruppo Mercurio, cheda dicembre 2007 a dicembre2008 sono stati oltre 90.000euro, hanno permesso il 29 feb-braio 2008 l’apertura del primoCentro di distribuzione del lattepresso la sede dello SportelloSalvabebè/Salvamamme in viaAttilio Friggeri, 63. A partire dal 1° marzo 2008 èstata avviata la distribuzione dellatte. Il centro è stato attrezzatoper consentire l’adeguata acco-glienza delle utenti e la distribu-zione di confezioni di latte inpolvere. Alla fine del primo anno di rac-colta fondi, dopo la rispostapositiva del territorio e in parti-colare vista la centralità dellaquestione, Gruppo Mercurio hadeciso di continuare il suo per-corso di sensibilizzazione, por-tando avanti la raccolta fondiattraverso il coinvolgimento diclienti, collaboratori e partnercommerciali e istituzionali. Unaraccolta fondi che diventeràparte centrale dell'evoluzionenaturale e fondamentale delprogetto: “Diritto di Poppata”diventa “Diritto di Pappa e diPoppata” per continuare ad aiu-tare le mamme anche nella suc-cessiva fase di crescita dei lorobambini. Per maggiori informa-zioni sul progetto e per cono-scere i risultati raggiunti:www.gruppomercurio.it l

garantire il latte a ogni neonatoa rischio denutrizione. Si propo-ne il recupero, in collaborazionecon l' Azienda S. Camillo -Forlanini, del latte materno ovesia possibile e la distribuzione dilatte artificiale. Municipi eComuni inviano le utenti, cosìpure le assistenti sociali dellegrandi associazioni el'Emergenza Sociale delComune di Roma. Le Aziendesanitarie certificano la mancan-za di latte nella mamma el'Associazione si occupa con-cretamente della distribuzionedel latte artificiale. Il Gruppo Mercurio, aziendaassociata ad Anima, sostiene epromuove il progetto con unaraccolta di fondi, con una cam-pagna di comunicazione e disensibilizzazione stampa/radio-fonica, con una mostra fotogra-fica dal titolo ‘IntimaMente’

(testimonial deidodici scatti sonostate le mamme e ibambini del proget-to Diritto diPoppata), con unprogramma d'in-centivazione frontline delle casse,con un’attività con-tinuativa e costan-te di un ufficiostampa, con il coin-volgimento all’ini-ziativa di alcuneaziende (fornitori)di Gruppo Mercurioe con la produzio-

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L’Associazione “I Diritti Civilinel 2000 - Salvabebè/Salva-mamme”, attiva da più di undecennio, riunisce donne euomini animati dalla volontà diricerca e intervento sul terrenodelle vecchie e nuove sacche diemarginazione e, ormai damolto tempo, pone ampia atten-zione e impegno ai temi legatiall’infanticidio e al sostegno allemamme in condizioni di estremadifficoltà. Gli sportelli Salvamamme, attivia Roma, accolgono quotidiana-mente donne che si trovano incondizioni di estrema difficoltà,sostenendole nel periodo dellagravidanza, del parto e in quellosuccessivo della maternità conl’offerta di un supporto psicolo-gico, logistico, legale, medico,di mediazione con le istituzioni emateriale. "Diritto di Poppata" èil progetto che ha lo scopo di

Diritto di POPPATA, ma anche di papa

Dopo il successo ottenuto si allarga l’iniziativa del Gruppo Mercurio a favore delle neo-mamme che si trovano in difficoltà:non solo latte, saranno sostenute anche per la prima alimentazione

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Il prossimo 8 aprile il coun-tdown dei Mondiali di nuotoimboccherà una sorta di rettili-neo finale: mancheranno 100giorni all'inizio della grandemanifestazione romana che ini-zierà il 17 luglio con le gare dituffi, anche se la cerimonia uffi-ciale di apertura avverrà il gior-no dopo. Dall'8 aprile saliràanche la pressione per ilComitato organizzatore. Infatti,per completare quella che saràl'impiantistica di gara ci vorrà unvero e proprio sprint: il Centraledel Tennis e lo Stadio dellaPalacorda, entrambi al ForoItalico, cuore della manifestazio-ne, saranno consegnati agliorganizzatori solo dal 1° giugnoper installare le due piscinetemporanee. Nel Centrale sisvolgeranno le gare di sincro,mentre nell'impianto dellaPallacorda le partite di pallanuo-to. In un summit svolto a finegennaio le ditte interessatehanno assicurato che gliimpianti saranno completatientro il 30 giugno, 17 giorniprima del via mondiale.Intanto il 18 febbraio a Bruxellesl'avvenimento è stato presenta-to al Parlamento europeo, men-tre il 21 il presidente dellaFederazione, Paolo Barelli, hapresentato l'evento al Bit, laBorsa Internazionale delTurismo. Uno studio commissio-nato all'Istituto Piepoli ha quan-tificato, per i Mondiali, un incre-mento sul segmento turistico diRoma pari al 12% e a 770 milio-ni di euro. Le pre-visioni parlano di400.000 turistiche arriverannonella Capitalesulla scia deiMondiali che,come noto, coin-volgeranno 4000tra atleti e tecnici

e 1500 addetti all'informazionescritta e radio-televisiva. Continua a pieno ritmo la prela-zione dei biglietti (nella tabella ilprezzo degli abbonamenti per levarie discipline) i cui costi pergiornata variano dai cinque ainovanta euro. Tutte le informa-zioni si trovano sul sitowww.Roma09.it, dove è possibi-le scaricare anche il modulo diprelazione che va poi inviato alseguente indirizzo email: [email protected]. In seguitosi riceverà una conferma ineren-te alla richiesta e le modalità pereffettuare il pagamento (bonificobancario, carta di credito, ban-comat, contanti) e ritirare gliabbonamenti e/o biglietti diretta-mente al Foro Italico in PiazzaLauro De Bosis, 3 – 00194Roma, dal lunedì al venerdìdalle 10 alle 13 e dalle 14 alle17. La cerimonia di apertura sisvolgerà il 18 luglio. Sarannocomunicati in seguito il luogo disvolgimento (probabilmente loStadio dei Marmi), i prezzi deibiglietti e la modalità di richie-

Cresce l’attesa per il grande evento romano del nuoto:se n’è parlato al Parlamento europeo e alla Borsa del Turismo.

Ottimismo sul flusso dei visitatori

I MONDIALIsi presentano

sta. Per ulteriori informazioni èattivo, dal lunedi al venerdi dalleore 10 alle 13 e dalle 14 alle 17,il numero verde 800 31 64 64. l

La Hunziker, una delle belle madrine di Roma09

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CSAIN

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Ha riscosso un grande successo la partecipazioneall’evento internazionale “Danza in Fiera”, svoltosi a Firenze.

E per il 2009 il Lazio annuncia numerose iniziative

IL MONDO

di Marcello Pace

BALLANDO con lo CSAINTutù colorati, scarpet-te, paillettes, danzatoridi tutte le età, professio-nisti, allievi o sempliciamatori, questo è il qua-dro che ci si è presenta-to arrivando a "Danza inFiera" a Firenze, eventointernazionale giuntoalla sua 4ª edizione edisputatosi dal 19 al 22 febbraio. Padiglioni gremi-ti di gente, quattro giorni di spettacoli di scuole ecompagnie, concorsi, gare, lezioni, stage conmaestri e coreografi internazionali. Tra i presen-ters Steve La Chance, Rossella Brescia, BillGoodson, Luciana Savignano e molti altri. Il setto-re Danza CSAIN non poteva mancare a questaeccezionale kermesse per promuovere le tanteiniziative in programma nel 2009. Grandissimaaffluenza di pubblico presso lo stand CSAIN dovesono stati presenti per i quattro giorni di FieraMarcello Pace (Presidente CSAIN Lazio),Barbara Raselli (Coordinatrice settore danzaCSAIN Lazio) Stefania Gerardi (vicepresidenteCSAIN Lazio), Ivan Sansoni (collaboratoreCSAIN Lazio), Romeo Mignacca (PresidenteCSAIN Latina), Svetlana Celli (ReferentePromozione eventi CSAIN Lazio) e la segreteriadi MondoFitness. Tutti hanno esaudito le tanterichieste d'informazioni riguardo al prossimoConcorso Nazionale di Danza e Coreografia"Passi in Scena 2009" che coinvolgerà moltissimescuole italiane e si terrà a Roma in aprile; sulCampus Estivo "Danza sul Mare", durante il qualeragazzi provenienti da tutta Italia saranno ospitidel Centro di Preparazione Olimpica CONI diFormia (dal 27 luglio al 1° agosto) per studiare edivertirsi in compagnia di maestri e coreografi dichiara fama nel mondo della danza internaziona-

le; e infine per saperne di più di MondoFitness,grande contenitore di sport, eventi e spettacoliche sarà presente nel centro di Roma per tutto ilperiodo estivo. Lo CSAIN si è posto come obietti-vo quello di avvicinare le diverse realtà delladanza in Italia offrendo agli allievi, alle scuole e aimaestri un'effettiva occasione di confronto, in unclima positivo e professionale. La risposta c'èstata e stanno a testimoniarla i numeri: circa13.500 i visitatori dello stand, oltre sessanta gliallievi partecipanti alla lezione gratuita del mae-stro coreografo Alessandro Nahman offerta daCSAIN. Oltre cinquanta gli allievi delle scuole affi-liate che si sono esibiti sul prestigioso palcosceni-co di "Danza in Fiera". La Santinelli DanceAcademy di Paola Santinelli e "ArteMiDanza" diBarbara Raselli hanno partecipato agli spettacolidel 21 e 22 febbraio rappresentando CSAIN conle loro coreografie e con i loro giovanissimi allievidalla grinta contagiosa che ha strappato al nume-ro pubblico calorosi applausi. Un ringraziamentoparticolare va a Walter Santinelli, Presidente dellaFederazione Italiana Tecnici Danza, che, insiemealla Lega Nazionale Dilettanti Danza, si è unitoalla grande famiglia CSAIN. Un abbraccio dicuore a Barbara, Ivan e Stefania per l'impegnocostante la passione e l'amore che hanno dimo-strato sempre il sorriso che ha contraddistinto lostand CSAIN. l

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Le partecipanti al corso per giudici di ginnastica

QUI LIGURIAAD ARMA DI TAGGI IL CARNEVALESI FESTEGGIA CON I GIOCHI DI SPORT

Grande festa di carnevale ad Arma di Taggia, inprovincia di Imperia. Lo Sport Club Moonlight diTaggia, la Polisportiva Dilettantistica Principato diVillaregia Santo Stefano al Mare, la Riviera Cittàdelle Rose di Ospedaletti, in collaborazione con loCSAIN della Riviera dei Fiori, hanno organizzatola manifestazione "Sport in maschera". L'evento,ideato nel 2000 dal Presidente ProvincialeCSAIN, Raffaele Regina, si è svolto presso laPalestra del Liceo dello Sport di Arma di Taggia,dove sono intervenuti un centinaio di bambini ebambine dai quattro ai dieci anni, rigorosamentevestiti con fantasiose maschere. Non sono statepremiate le maschere più belle o più originali, matutti i bambini che si sono cimentati in diversediscipline sportive: calcio balilla, freccette, pingpong, dama, volano, tamburello, tiri al canestro,calcio goliardico e corsa campestre. Per tutti undiploma di partecipazione. Le piccole mascherehanno trascorso una giornata in allegria insiemeai genitori e parenti, che hanno preparato loro unagustosa merenda a base di cioccolata calda, dol-cini al limone e torte variopinte dedicate alCarnevale. Il Comitato Organizzatore, a salva-guardia dello sport dilettantistico rivierasco, haringraziato tutti i partecipanti augurando un buonritorno alla festa più pazza dell'anno. Per il 2010,decennale dell’evento, la manifestazione si svol-gerà a Sanremo. l

QUI VENETOVIA AD UN'ALTRA ATTESA STAGIONEDELL'UDACE-CSAIN DI TREVISO

Prende il via con l'appuntamento del 14 marzo lastagione su strada dell'Udace-CSAIN trevisana.Apertura con la manifestazione di Fossalunga diVedelago, che ha preso il posto, a causa dellestrade impraticabili, della consueta sede diCastelfranco. Lo aveva annunciato, nella bellafesta provinciale che si era svolta a fine novem-bre, il presidente provinciale Renzo Campaner. Inquell'occasione, presente anche Pierluigi D'Incà,

neo presidente provinciale CSAIN e vice regiona-le, che aveva sottolineato il ruolo primariodell'Udace trevigiana nell'ambito CSAIN,Campaner aveva fatto il bilancio di un'altra stagio-ne felice per l'attività provinciale: tesserati aumen-tati di 150 unità con 10 nuove asd. C'era stataanche una lunga e festosa premiazione degli atle-ti, con ben diciannove tesserati che hanno con-quistato titoli a livello nazionale e internazionale.Per tornare all'attività 2009 sono state conferma-te le tre gran fondo, con l'aggiunta di un'altramanifestazione il 19 aprile in Istria a Vrsar, vicinoa Rovigno. Il medio fondo ha in programma laprova di Istrana, il 2 giugno, e la Prosecco cyclingclassic a Valdobbiadene il 4 ottobre. Infine da sot-tolineare che in provincia di Treviso c'è ora anchesquadra tutta al femminile allestita dall’asd F.lliLunardelli. l

QUI LAZIOA ROMA CONCLUSO IL CORSOPER GIUDICI DI GINNASTICA

Grande partecipazione al corso di I Livello perGiudici di Ginnastica Artistica e di aggiornamentoper Giudici Nazionali, organizzato dallo CSAINRoma. Le giornate del corso si sono svolte presso lasede del Comitato Provinciale il 21 dicembre2008, il 18 gennaio 2009 e il 25 gennaio 2009 conFrancesca Papi, Simonetta Carrarini, Maria RosaConterno, Barbara Marrocco e Annalisa Orlandi

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come docenti. Al termine (7 febbraio 2009) c’èstato un esame teorico e pratico con la simulazio-ne di una gara tramite supporto video. Per tutti gliidonei, oltre all’attestato di qualifica di GiudiceCSAIN, ci sarà un periodo di tirocinio, durante legare del Campionato Provinciale e Regionale, inaffiancamento ai giudici più esperti. l

QUI PUGLIA

MOLFETTA, SUI BANCHI DI SCUOLA ARRIVA LA CAPOEIRA

Organizzata dallo CSAIN, attraverso i ComitatiProvinciale e Zonale di Bari e Molfetta e in colla-borazione con l’ASD Lembrança Negra di Bari edel 1° circolo didattico “A. Manzoni” di Molfetta, siè svolta presso la palestra del plesso “G.Cozzoli”una manifestazione promozionale del ballo sporti-vo afro-brasiliano “capoeira”. L’istruttore PaoloFasciano, che è anche un valido atleta e presi-dente dell’ASD Lembrança Negra di Bari, unita-mente al mestre (maestro di grado superiore)Birimbao e all’altro istruttore Sciandao, entrambibrasiliani, ha condotto la lezione per gli alunni, idocenti e i genitori presenti. Si sono esibiti ingruppo e singolarmente anche dei ragazzi eragazze che praticano la capoeira in scuole ele-mentari di Bari. Esibizione anche per un’atletaagonista, a conferma di quanto in Italia la capoei-ra sia seguita dalle donne. Sono state descritteanche le origini storiche della capoeira.

Prove di capoeira per una giovane allieva

Durante l’evento, che per la prima volta si è svol-to in una scuola primaria, a Molfetta, si è respira-ta un'atmosfera allegra ed esaltante. Samba,forro, axè e danze afro sono stati gli elementi chehanno prodotto divertimento ma anche apprendi-mento di tecniche e stili. Il prof. Fasciano ha spie-gato come ogni principiante che si avvicina allacapoeira partecipa poi al Batizado (battesimo),manifestazione durante la quale è riconosciutaall’allievo l’appartenenza al gruppo. Si fa, simboli-camente, con una corda crua (cruda) legata intor-no alla vita, gesto semplice ma importante che ini-zia il neofita al percorso personale nell’affascinan-te mondo della capoeira. Gli allievi già “battezza-ti” negli anni precedenti partecipano invece altroca de corda (cambio di corda), vale a dire lasostituzione della propria corda con una di gradosuperiore. Tutta l’esibizione è stata bellissima,coinvolgente al punto che hanno cantato in porto-ghese ed hanno ballato capoeira anche gli alunni,i docenti e i genitori presenti.E’ stato un mix di espressione culturale brasiliana,di tradizione interetnica al suono di strumenti tipi-ci, di sana attività sportiva. Il CSAIN di Molfettad’intesa con il Prof. Michele Laudadio, dirigentescolastico del 1° circolo didattico “A. Manzoni",che ha fortemente voluto questa iniziativa, speri-menteranno d’intesa con il corpo docente la disci-plina capoeira in orario curriculare ed extracurri-culare in modo da poter coinvolgere per la primavolta gli alunni. Mimmo de Candia, presidenteprovinciale CSAIN, visto il gradimento della capo-eira, ha assicurato che verso la fine dell’anno sco-lastico si organizzerà la prima festa del “Batizadoscolastico” a Molfetta. l

QUI SICILIA

ANCHE IN SICILIA LA GINNASTICA"ARRUOLA" NUOVI GIUDICI

In vista delle imminenti selezioni regionali peraccedere alle finali nazionali del prossimo 30maggio-2 giugno, il Comitato CSAIN Sicilia haorganizzato un corso regionale per giudici di gin-nastica artistica e uno di aggiornamento. Un wee-kend d'intenso lavoro ha visto i partecipanti impe-

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gnati nell’attento studio dei punteggi e dei codiciper ogni singola specialità di ginnastica femminilee attrezzistica maschile. Partecipanti di diverseprovince siciliane hanno arricchito e specializzatoil corpo giudici regionali CSAIN. Hanno superatoil corso: Mariella Nastasi, Alessandra Sciacca,Marianna D'Aquino, Nadia Messina, MonicaCatalano, Loredana Cutuli, Chiara TamburinoAlessandra La Ferla, Giuliana Tiralosi, FrancescaPrivitera. Direttrice del corso: prof.ssa MirandaCarastro, responsabile giuria regionale.Coordinamento: prof.ssa Italia Bianchi, responsa-bile nazionale “Ginnastica & Fitness CSAIN”. l

TRE WEEKEND DI STUDIO E LAVOROE NASCONO ISTRUTTORI DI AEROBICA

Concluso il corso nazionale per istruttori di 1°livello CSAIN per Ginnastica Aerobica, corso ini-

ziato nello scorsonovembre presso ilcomitato regionaleCSAIN Sicilia. Tre iweekend di studio elavoro pratico sullametodologia applica-ta alla GinnasticaAerobica. Intenso equalificato lavoroche alla fine ha “lau-reato” (con diplomanazionale) otto deicandidati all'inse-gnamento dell'aero-

bica. Hanno superato il corso: Katia Grasso,Gaetana Buscemi, Daniela Impellizzeri, AdrianaGiompapa, Rosaria Catania, Rosaria Petralia,Rosaria Maraviglia, Alessia Bordonaro. Il corso siè basato su argomenti teorici di medicina e psico-logia dello sport, di alimentazione, di primo soc-corso, e pratici specifici della disciplina sportiva.Hanno diretto il corso Lorenzo Giacobone(Direttore Tecnico Nazionale settore FitnessCSAIN) ed Enzo Ventimiglia (Formatore FitnessCSAIN). Coordinamento: prof.ssa Italia Bianchi(responsabile nazionale “Ginnastica & FitnessCSAIN”) l

RAGUSA, LA HYBLA-MARATHONVINTA DA MASSIMO CATANIA

Si è svolta a Ragusa l'11 gennaio, in coincidenzacon il 316° anniversario del terremoto nel Val di

Noto, la 6ª edizio-ne della Hybla-Marathon. Unagara fortementevoluta da PippoCabibbo, il neo-presidente dellaPol. “No al doping”di Ibla, in collabo-razione con loCSAIN Ragusa,l ’ A s s o c i a z i o n eDiabetici-AIAD e ilComitato per Ibla,La novità di que-st’anno era costi-

Il gruppo che ha partecipato al corso per giudici di ginnastica. Sotto, i partecipanti al corso per istruttori di aerobica

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zionale. Da segnalare a Pedara la presenza in gara di dueamici di Treviso della “Wushu-School” diColfosco. Il prossimo giugno, grazie alla collabo-razione della “Wushu-School”, si disputerannonella provincia di Treviso le finali di Coppa ItaliaSanda CSAIN. A Pedara hanno partecipato 78atleti in rappresentanza di dodici associazioniCSAIN di diverse province. Direttore di gara: M° Carmelo Scaletta. Presidentidi Giuria: Marina Di Francesco, GiovanniNicoloso. Arbitro Centrale: Lorenzo Riela. Giudicidi sedia: Yvonne Guglielmino, Antonino Greco,Matteo Guglielmino. l

IL KUNG-FU FA SEMPRE SPETTACOLOE PICCOLI ALLIEVI CRESCONO

Con l'appuntamento svoltosi nella palestra comu-nale di Pedara (Ct), si è conclusa il 1° marzo laselezione della sezione Wushu Kung-Fu delloCSAIN Sicilia. Nel dicembre 2008 la competizioneera stata dedicata al Wushu moderno, questa

volta protagonista è stato il Kung-Fu tradizionale. Così è stato pos-sibile accontentare gli appassio-nati praticanti delle due versionimoderne, seconda quella che è ladistinzione di quest'arte cinese.Come sempre si è respirato aria disportività fra tutte le associazionipresenti. I piccoli atleti sono stati ipiù seguiti e i più applauditi daparenti e dal numeroso pubblicoche, con passione e partecipazio-ne, hanno incoraggiato ragazzidurante le loro prove a “maninude” e con le “armi”. Fra le diverse categorie hanno

tuita da un’unica partenza alle 8.00, con laStraRagusa AIAD di 21,097 km solo a carattere“non-competitivo”. La gara, che rientrava comeprima prova del G.P. Ibleo di Maratona CSAIN(strutturato su tre eventi), è vissuta sul duello tuttosiciliano tra Vito Massimo Catania, GiuseppeVeletti e il locale Maurizio La Carrubba. Alla fine sul traguardo di Piazza Duomo si è pre-sentato per primo il portacolori dell’AmatoriRegalbuto, Massimo Catania, il quale si è invola-to nella parte intermedia del percorso, che preve-deva il suggestivo “circuito dei tre ponti” della cittàalta. Tra le donne vittoria di una sempreverde M.Grazia Navacchia, sulla siciliana Giusy Chiolo eun’ottima Nadia Dal Ben. Tra gli amatori sicilianibuona prova corale del GS Valle dei Templi diMario Palumbo e il Track Club Caltanisetta del trioFantasia, Cammarata, Arcadipane. l

ASPETTANDO LE FINALI DI COPPA PROVE DI SEMI-SANDA A PEDARA

L'8 febbraio, nella palestra comunale di Pedara(Ct), si è svolta la 1ª prova regionale di semi-sanda, un appuntamento atteso da parte degliappassionati di questo sport da combattimentocinese che negli ultimi anni sta riscuotendo sem-pre più successo e non solo da parte dei pratican-ti di arti marziali cinesi (Wushu Kung-Fu). Il semi-sanda è la versione "light" del Sanda (combatti-mento libero) originato dal wushu moderno.Negli ultimi anni si registra la nascita di associa-zioni dove si pratica esclusivamente questa spet-tacolare arte “del combattere”. In Sicilia loCSAIN, all’avan-guardia nelleorganizzazioni diarti marziali cine-si, da anni coordi-na una capillareattività fra le pro-prie associazionidove si pratica ilWushu Sanda,con corsi di for-mazioni, stage,aggiornamenti eattività a livelloregionale, nazio-nale ed interna-

Foto di gruppo per il sanda

Atleti del sanda premiati

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brillato gliatleti dellaMaster Clubdi Calta-giro-ne (M°G i a c o m oScaffazzillo),d e l l oS p o r t i n gS.Paolo diG r a v i n a( I s t r u t t o r eL o r e n z oRiela) e dellaT r a i n i n g

Club di Misterbianco (M° Carmelo Scaletta). Inparticolare meritano la citazione Andrea Discolo,Salvatore Sicali e Jonathan Bartolotta.Nelle categorie Principianti ed Intermedi premiper tutti i partecipanti che si sono alternati sulpodio in rappresentanza delle associazioni dellediverse province. La Segreteria CSAIN Sicilia ègià pronta per organizzare la trasferta in pullmanper atleti, tecnici, dirigenti e accompagnatori cheparteciperanno alla finale nazionale del 4 e 5 apri-le presso l’accogliente Villaggio Ge.Tur. diLignano Sabbiadoro. l

I KARATECA SICILIANI PRONTIPER LA FINALE NAZIONALE DI APRILE

Conclusa il 1° marzo a Pedara (Ct) la secondafase della selezione che porterà i “karateca” sici-liani di targa CSAIN alla finale nazionale che sisvolgerà a Lignano Sabbiadoro il prossimo 4-5aprile, manifestazione che il responsabile nazio-nale M° Mauro Mion sta preparando con la con-sueta professionalità per accogliere nel modomigliore gli affezionati soci CSAIN (Karate) cheaccorreranno da tutte le regioni per questa impor-tante kermesse nazionale.La Sicilia sarà presente con tutte le categorie sia

nel kata sia nel kumite, con atleti di buon livelloprovenienti da diverse associazioni sportive inrappresentanza di quasi tutte le province, con lasperanza di figurare al meglio delle proprie possi-bilità e portare a casa ottimi piazzamenti.Manifestazione, quella di Pedara, curata nei mini-mi dettagli dal Responsabile Regionale KarateCSAIN, M° Davide Riso, che coadiuvato, per laparte arbitrale, dal gruppo Fudokan CSAIN (M°Gianni Ferrara) e Fenam CSAIN (M° AlfredoAiello), ha trasformato il tutto in un incontro, sìprofessionale con regole ben precise, ma anchecome una gioiosa festa associativa di amici ches'incontrano per “giocare” e, perché no, per vince-re. Appuntamento a Lignano per seguire i “cam-pioni” dello CSAIN Sicilia. o Greco, MatteoGuglielmino. l

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Le squadre del Master Club e dello Sporting S.Paolo. Sotto, allievi di Kung-Fu premiati

I karateca siciliani sul podio

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da un’ampia depressione, formatasi nel corso del-l’eruzione, per il collasso della volta della cavità.Si accede alla grotta attraverso una scalinata dipietre che porta alla base della depressione.Procedendo verso valle, la cavità presentaun’ampia galleria che si divide in due livellisovrapposti, di cui quello inferiore si chiude subi-to dopo circa 25 m. La galleria superiore prose-gue e, dopo aver svoltato a sinistra, si biforca: ilramo di destra prosegue per circa 80 m e quellodi sinistra per circa 120 m. La grotta ha un'esten-sione complessiva di circa 300 m. l

PROVE DI SPELEOLOGIA: SIVISITA LA GROTTADEL MONTEINTRALEO

Un gruppo di giovanispinti dalla stessa pas-sione hanno costituitodue associazioni con lafinalità di praticare attivi-tà fisica in “natura”, dun-que la conoscenza del-l’ambiente in tutti gli aspetti più intrinseci escientifici. Come primaattività, e per avvicinarsial misterioso mondodella speleologia, hanno preferito un approccio“leggero” in una grotta dell’Etna, grotta del MonteIntraleo, affidandosi a dei professionisti del setto-re.Così il dott. Giovanni Nicoloso (Geologo, socioCAI, Istruttore di Speleologia, volontario soccorsoalpino e speleologico, socio CSAIN) ha accompa-gnato “per mano” questi ragazzi alla loro primaesperienza “ipogea”. Con molta “esperienza emestiere” ha preparato e messo a proprio agio ivolenterosi e provetti “esploratori” e chiacchieran-do di geologia, di grotte vulcaniche e di tecnichespeleo è riuscito a entusiasmare anche i più titu-banti, non ultimo un “coraggioso” bambino di ottoanni che faceva parte della spedizione.Il tutto si svolgeva durante la visita-passeggiata ingrotta, tante le domande così come tante le emo-zioni. Accoglievano i visitatori dei simpatici e gra-ziosi pipistrelli che, impassibili al passaggio,hanno mantenuto la loro posizione aggrappati allaroccia vulcanica (e tagliente) a testa in giù.Entusiasti di questa esperienza e ancora più con-vinti, i soci e i dirigenti delle due associazionihanno già discusso su delle possibili iniziativefuture che proporranno al Comitato CSAINRegionale, con il necessario supporto di espertiche sposeranno le loro idee e proponimenti.La grotta del monte Intraleo si trova nel Comunedi Adrano (Ct), in località Monte Intraleo, nel ver-sante occidentale del vulcano, a una quota dicirca 1500 m slm, e si sviluppa in una colata sto-rica del 1595. L’ingresso della cavità è costituito

Immagini del gruppo degli “esploratori”

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VALLE D’AOSTAtel. e fax 0165.1825170 [email protected]: Ruggiero MichielettoPIEMONTEcell. 335/8099671fax 015/[email protected]: Pierfranco GilardinoLOMBARDIAcell. [email protected] Vitale MontiTRENTINO ALTO ADIGE(tel. e fax 0461/983894)Presidente: Paolo MontresorVENETOtel. 045/7153017 [email protected]: Eugenio FerrariFRIULI VENEZIA GIULIAtel. 0432/851560 [email protected]: Nevio CiprianiLIGURIAtel. e fax 010/317751,[email protected]: Sergio Corradi

EMILIA ROMAGNAtel. e fax 0544/[email protected]: Roberto CicognaniTOSCANAtel. 055/354833 fax 055/[email protected]: Aldo BombonatiUMBRIAtel. 075/5004591 fax 075/[email protected]: Andrea MannaMARCHEtel. 0733/202466 fax 0733/201033Presidente: Maurizio GiustozziLAZIOtel [email protected] Marcello PaceABRUZZOtel. e fax 0863/509346Presidente: Sante VolpeMOLISEtel. e fax 0865/955159

Presidente: Carlo De LisiCAMPANIAtel. 089/[email protected]: Gerardo Dino TorrePUGLIAtel. 080/5503679 fax 080/[email protected].: Michele MatarreseBASILICATAtel. e fax 0975/383186Presidente: Giuseppe PascaleCALABRIAtel. 0981/56103Presidente: Antonio FaillaceSICILIATel. 095.397040 fax [email protected]: Luigi FortunaSARDEGNAtel. 070-4818839 fax 070/41492 cell. 339-3668898Presidente: Giorgio Sanna

PRESIDENTI ONORARI

Fiorenzo MagniEugenio Korwin

PRESIDENTEAntonio MauriVICE PRESIDENTEAndrea Manna*

CONSIGLIERILucio Argentieri

Aldo Bombonati*Franco Cacelli *Roberto Cicognani*Rosario FatuzzoRaffaello GerminiEnea GoldoniGabriele MartinuzziMichele Matarrese*Ruggiero MichielettoGiancarlo MoroCarmelo PaceBiagio Saccoccio*

Salvatore Scarantino*resp. naz. sport

Cristiana Torre

SEGRETARIO GENERALELuigi Fortuna

COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTIGaetano Nicotra (presidente)Roberto Selci Salvatore Bartolo Spinella

il consiglio nazionale

i comitati regionali

* componenti la giunta esecutiva

I COM

ITATI

REGIO

NALI

L’ ORGANIGRAMMA

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ATLETICA LEGGERAGiovanni Di Nucci [email protected] SOCCERPaola Di Martino 06.5903526BOCCE ALLA VENETAEnea Goldoni 329-290372CALCIO A 5Pierluigi D’Incà 330-537609 [email protected] CALCIO A 11Pierfranco Gilardino335-8099671 [email protected] Saccoccio [email protected] (PROMOZIONE) Vincenzo Silluzio [email protected] ABILICarlo De Nicola [email protected] Caserta [email protected]

GINNASTICA ARTISTICAGiulia Ciaccia [email protected] AEROBICAItalia Bianchi [email protected] KARATEMauro Mion [email protected] Tamburo [email protected] JITSUCosimo Costa [email protected] LOTTAM.Cristina Cirillo [email protected] NUOTO/PALLANUOTOGiancarlo Toppi [email protected] PALLACANESTROMaurizio Vortici [email protected]

Massimo Scibetta [email protected] PESCAEugenio Ferrari [email protected] Macchi [email protected] Iacopini [email protected] EQUESTRIMassimo Garavini 340-3771660TAEKWONDOVitale Monti [email protected] Celestini 338.3679091tel. 0761.352601 fax 0761.346255TIRO AL PIATTELLOGiuseppe Curatolo 339.3722870WUSHUSebastiano Mauro [email protected]

ALFA Accordo Libero Federativo tra Associazioni Via Giardino, 8 - 30175 VeneziaPresidente: Carlo Tosetti (333.4156851) tel. fax 041-5344209 [email protected]

ANFE Associazione Nazionale Federativa Circoli Via Verga, 3 - 58100 Grosseto Presidente: Gabriele Martinuzzi tel. 348-8805237 fax 0572-901660

ARBAV Associazione Regionale Bocce alla Veneta c/o Maniero Giorgio (segr. gen.) Via Brentasecca, 52 - 35020 Saonara PD tel. fax 049-644060 Presidente: Enea Goldoni

CIAS Centro Intern. Amici della Scuola Via dei Coronari, 181 - 00186 Roma tel. fax 06-68309516 e-mail:[email protected],sito: www.ciasonline.it Presidente: Edmondo Coccia Segretario Generale: Pina Gentili

ENALCACCIA P.T. Enalcaccia Pesca e Tiro Via La Spezia, 35 - 00182 Roma tel. 06-77201467-68-69 fax 06-77201456Presidente: Lamberto Cardia. Segretario Generale: Giuseppe Tarullo e-mail: [email protected]

FABI Federazione Autonoma Birillistica Italiana Via Generale Pennella, 12 - 31100 Trevisotel. fax 0422-304200 336-422003 ab. 0422-451870 Presidente: Giuliano Fantin

FDT Italia - Federazione Dilettantistica Taekwondo Italia Via XX Settembre 4/6 21013 Gallarate (VA) Te. 0331-245850 fax 0331-708517 Presidente Vitale Monti [email protected]

FIAS Federazione Italiana Attività Subacquee Viale Andrea Doria, 8 - 20124 Milano Tel. 02.6705005 340-9305274 Fax 02.67077302 e mail: [email protected] Presidente: Bruno Galli

FIGF Federazione Italiana Gioco Freccette Via Generale Pennella,12 - 31100 Treviso [email protected], [email protected] www.FIGF_ITALIA.IT tel. fax 0422-307209 Presidente: Luciano Caserta Segretario: Maurizio Vitari

FITA Federazione Italiana Teatro Amatori Via di Villa Patrizi, 10 - 00161 Roma tel. fax 06-44235178 Presidente: Carmelo Pace. Segretario Generale: Giovanni D’Aliesio (tel. 019-821950) [email protected] - [email protected]

UDACE-CSAIN Unione degli Amatori del Ciclismo Europeo Via G. Govone, 100 - 20131 Milano tel. 02-89691713, fax 02-89691731Presidente: Franco Barberis, via degli Zuavi, 28 – 13100 Vercelli ([email protected]). Segretario nazionale: Giovanni Stagni [email protected]

UFI Unione Folclorica Italiana Piazza Duomo Palazzo Bassi - 33081 Aviano PN [email protected] Presidente: Maurizio Negro tel. fax 0481.391078/329.4196789 [email protected] Segretario: Luciano Romano Via Pal Piccolo, 22 - 33029 Villasantina UD tel. fax 0433.759004 [email protected]

coordinatori di sezione

le sezioni specialistiche

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Il Wushu Team CSAIN è stato grande protagonista del campionato internazionale svoltosi nella capitale della Lettonia: secondo posto

per nazioni e ben sedici successi individuali

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L’Italia non finisce in RIGAFederazione diSan Pietroburgo(Russia) dellasignora EleonoraVolokontseva.Calorosa l’acco-glienza e l’ospi-talità a Riga daparte del M°R o m a nVlasenko, patrondella manifesta-zione. Prossimoi m p o r t a n t eappuntamentoCSAIN Wushu aLignano Sabbiadoro per ilCampionato Nazionale del 4 e 5aprile. Ecco i risultati ottenutidagli atleti CSAIN.l Raffaella Pane (cat. 12 anni,Dragoni Del Sud): 1° Spada-Wushu; 1° Tradizionale; 2°Lancia-Wushu; 3° Changquan-Wushu.l Antony Impellizzeri (13-16anni, Dragoni del Sud): 1°Nandao-Wushu; 1° Nangun-Wushu; 1° Tradizionale; 6° ArmiTradizionale; 2° nella categoria.l Antonino Greco (17-30 anni,Sporting S.Paolo): 1°Tradizionale; 2° Nangun -Wushu; 3° Nandao-Wushu; 3°Armi Tradizionale; 5° Nanquan-Wushu; 4° nella categoria.l Gianmarco Cosentino (17-30anni, Dragoni del Sud): 1° ArmiTaiji; 1° Combattimento (fightingset) con armi; 1° Nangun-Wushu; 2° Tradizionale; 4°Nanquan-Wushu; 3° nella cate-goria.l Walter Pantellaro (17-30 anni,

Una prova eccellente degliatleti CSAIN ha permessoall’Italia di classificarsi al secon-do posto, con sedici ori, ottoargenti e sei bronzi, dietro la for-tissima Russia nel XICampionato internazionale diWushu che si è svolto a Riga, inLettonia, dal 20 al 23 febbraio.Sono state conquistate meda-glie in quasi tutte le categorie digara (a mani nude e con armi) edi età. Gli atleti italiani sono statiprotagonisti, sia nel WushuModerno sia nel Kung-FuTradizionale. Il team Italiano era rappresenta-to da quattro AssociazioniCSAIN, fra questi spiccavano gliatleti dei “Dragoni del Sud” diSan Gregorio (Ct), delloSporting San Paolo di Gravina(Ct), dell'A.K.T. Lombardia e delCristal Club Milano.Ottimo il lavoro svolto dal coachdel Wushu, M° Rino Limoli(Dragoni del Sud) che ha sapu-to dare la giusta carica e i con-sigli per ben figurare. Preziosol’apporto del M° Maurizio Giola(A.K.T. Lombardia) per gli stiliTradizionali. Numerosi i compli-menti ricevuti da parte dei venti-cinque team presenti che rap-presentavano buona parted’Europa e tutti i paesi Baltici.Più che soddisfatto il M° NelloMauro (team leader, Responsa-bile Nazionale Wushu CSAIN),che nei giorni di gara ha strettoancora di più i rapporti d’amici-zia e collaborazione con i diri-genti dei paesi stranieri.Ottima l’organizzazione della

Dragoni del Sud): 1° Spada-Wushu; 1° Tradizionale; 2°Lancia- Wushu ; 2° Armi-Tradizionale; 5° nella categoria.l Claudio Conti (17-30 anni,Dragoni del Sud): 1°Combattimento (fighting set)con armi; 2° Doppie armiTradizionale; 3° Sciabola-Wushu; 3° Bastone-Wushu; 3°Tradizionale; 4° Changquan -Wushu; 6° nella categoria 17-30.l Davide Barbieri (+31 anni,A.K.T. Lombardia): 1° ArmiTradizionale; 2° Tradizionalemani nude.l Emanuele Sarfatti (17-30anni, Cristal Club Milano): 2°Tradizionale mani nude; 5°Armi Tradizionale.l Claudio Di Lorenzo (17-30anni, Dragoni del Sud): 4°Tradizionale mani nude; 5° ArmiTradizionale . Classifica per nazioni: 1)Russia; 2) Italia; 3) Lettonia; 4)Belgio; 5) Olanda; 6) Francia. l

La squadra del Wushu Team CSAIN

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