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 JOHANN G . HAMANN SCRITTI S U L LINGUAGGIO  F ll lr t i *  s ' 5 - f _ - 1 á *yš * f â Q _ß:\_;~« É BIBLIOPOLIS

Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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J O H A N N G . H A M A N N

SCRITTI

SUL LINGUAGGIO

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B I B L I O P O L I S

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ISTITUTO

ITALIANO

PER GLI STUDI FILOSOFICI

Serie Testi

I

NAPOLI 1977

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J O H A N N

G .

H A M A N N

SCRITTI SUL LINGUAGGIO

1760-177

a cura d z '

Angelo Pupi

 

fl ì r fl fi w

\

~

BIBLIOPOLIS

 

/:W ,

5

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Proprietà letterar ia riservata

Copyright © 1977

by « Bibliopolis, edizioni d i

filosofia e scienze

spa»

Napoli,

via

Arangio Ruiz 8 3

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INDICE

Introduzione del traduttore:

1 )

Saggio attorno ad una questione accademica

2)

Miscel lanea

di

annotaz ioni

sul la

struttura

della

lingua

francese

3)

Aertbetica in nuce

4 ) La critica a Herder e

la

polemica contro la nuova

cultura fino a l

1 7 7 4

Testi hamann ian i :

1 )

Saggio attorno ad una quest ione

accademica

di Ari-

s tobu lo

2) Miscel lanea di

annotaz ioni

sul la struttura della

lingua francese m e s s a

insieme

con patriottica li-

bertà da

un i l lustre

dotto

franco-tedesco

3)

Aertbetica in

nuce. Una

rapsodia in

prosa

cabba-

listica

4 ) Du e recensioni con un'aggiunta,

circa

l'origine

del

linguaggio

5) Ultime volontà

d el

Caval iere di

Rosacroce

attorno al-

l'origine

divina

e

umana del linguaggio

6) Ghiribizzi

e

dubbi filologici attorno ad una m e-

moria

accademica

7 )

Al Salomone

d i Prussia

8 )

Alla

Giunta

segreta della Loggia

Massonica

d i

Königsberg

9 )

Soliloquio d i un

autore

1 0) Alla Strega di Kadmonbor

1 1 ) Apologia

della lettera I-I

Note

del traduttore

Nota bibliografica

Indici

p a g .

13

22

39

42

8 3

9 5

1 09

1 37

1 51

1 65

1 87

1 9 7

2 0 . 3

21 7

225

24 5

31 5

31 9

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ABBREVIAZIONI

=

J o : - I A N N G E O R G HAMANN, Sãmtlicbe

Werke, a cura d i Josef

Nadler,

voll.

6,

Vienna,

1 9 4 9 - 1 9 5 7 .

= I O H A N N Glzoxc I - I A M A N N , Brieƒwec/asel, edito da W .

ZIESEMER

e A.

HENKEL,

voll.

I-V

( 1 7 51 - 1 7 8 5 ) , W ie sb ad e n , 1955-1965.

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INTRODUZIONE DEL

TRADUTTORE

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I. S A G G I O A T T O R N O A D U N A Q U E S T I O N E A C C A D E M I C A

«Ieri l'altro mentre si

imband ivano

le mense ho portato

a termine un piccolo saggio, che d ov reb b e a ppa rire - m a

ho

ancora molti d u b b i

- sul nostro

settimanale. Questo

lavoro

mi è

stato

suggerito in maniera

inopinata ed altrettanto ino-

pinatamente è

stato da m e

intrapreso: un in te ro fo glio

di

stampa

su

carta

da

lette ra a tto rn o

a ll'in fluenza tra

l inguaggi

e

opinioni, scritto

da Aris tobu lo, maestro in congedo del re

Tolomeo (2 Macc.

I):

in

realtà

è diretto contro

Michaelis.

Quando

avrete letto la recensione del Sussidio per la l ingua

ebraica, ti invierò una lettera critica su questo libro, da m e

redatta

a suo tempo: è buttata giù d”un f iato, tuttavia qua

e

potresti

trovare

qualche

seme

buono.

N on

ostante

io

volentier i

intoni

il canto che dice

' Fatevi beffe

dei fa ls i idoli'

e

l'ironia

vigente tra

i figli deIl ' incredulità mi risulti

assai

fiacca

al confronto dell 'uso che d i

questa

figura

fanno i Pro-

feti, non posso negare che spesso il m io stile m i fa

sudare

f reddo e arrossire e che

alla

maniera del

podagroso am i

e

nello

stesso tempo tema

questo vino. Eppure

un

figlio

del

tuono

posò

sul Suo

petto e

fu

amato

› › .

Così

nello

stile denso

e

allusivo più

vicino

al

tuono

profetico

che

all'agile

discorrere

voltair iano giunse al

fratello

Johann Christoph l 'annuncio della

prim iz ia d i Johann

Georg

H a m a n n da Königsberg il 21 maggio

1760 : il Versucb

über

eine a/eademiscbe Frage apparve

sulle

« W öchentliche

Königsbergische

Frag- und Anzeignungsnach-

richten»

(numer i 24 e 25) del 1 4 e

21

giugno 176O(1 ) .

(1 ) Cfr. ZH, II, 22-23.

Cfr. anche

la

lettera

d el 13 giugno

176 0

a

I. G .

Lindner, ib. 26-27.

Il

Versuc/9

a s s u n s e veste d i fascicolo

a

s é stante nel

1760 a

Königs-

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1 4

scxrrrl

sUL

L I N G U A G G I O

L'ultima delle

tre

lettere

dei G iu dei d i Gerusa lemme ai

com patrioti

in

Egitto,

che aprono il Secondo libro dei

Mac-

cabei, si

r ivolge in particolare ad Aris tobu lo, precettore

del

re

Tolomeo

III

Euergete

e

discendente

dalla

fam iglia

dei

s a -

cerdoti consacrati: assumendo il n o m e d i questo figlio della

gente

depositaria della Rivelazione e del Patto

div ino,

che

pu r

avendo un diritto d i nascita al sacerdozio,

fu maestro

del reggitore del

regno della sapienza mondana

tentatrice

d i Israele, H a m a n n

dichiara

il suo ruolo d i Luterano (figl io

della

Patria

tedesca

e

crist iana),

che

pu r

non

avendo

adem-

piuto fino da l principio una vocazione

sacra

e avendo intrat-

tenuto

un rapporto,

r isultato

alla

fine

comunque magistrale,

con il m o n d o illuministico si erge a

difesa

della

tradizione

religiosa contro i suoi

detrattori .

È facile

vedere

nella con-

notazione d i «mae s t ro in congedo» il r icordo

degl i

anni

pe-

dagogici

term ina ti

nell”avventura

con

i

Berens,

mentre

l'ironia

profetica contrapposta

a ll'iron ia illum in is tica

r ich iama

l'im-

magine

del Socrate cristianizzato dei Mem orab ili

dell 'anno

innanzi, che s e da una

parte

aveva

suscitato perples s ità per

il suo dire labirintico

aveva tuttavia poggiato

defini t ivamente

il capo sul petto d i Cristo com e il figlio di Zebedeo

evan-

gelista.

H a m a n n , cristiano

a

contatto

con

il

paganesimo

illu-

m inist ico in ru o lo d i

m a es tro s oc ra tic o

e d i profeta, deve

d i-

fendere

i

diritti

dei

fratelli, r imas t i

indietro

nella Gerusa-

l e m m e

del Testamento

Antico, dallo spregio con cu i il Mi-

chaelis

aveva

degradato

il

ruolo del l inguaggio ebraico, che

pure aveva

accolto la Rivelazione divina (e nei cu i confront i

H a m a n n

esercitava

in

quei

m e s i

qualche

tentativo

d i

studio) .

Discendente

da

una dinastia d i

biblisti ed

oriental ist i

Iohann

David Michaelis (nato

a Hal le ñèPì718) fulfëßdeíie

ed

i l lustre continuatore della tradizione fam iliare c ome

scrittore,

docente

e

organizzatore. Un

soggiorno a

Londra,

a

Oxford

e a

Leida

aveva

completato gli s tud i compiu t i a Hal le,

volgendo

in

senso

illuministico

la

formazione iniziale

pietistica

già

tem-

perata da

element i wol f i iani . Da l

1 7 4 5

per

quarantasei

anni

berg presso I. ].

Kanter e

fu incluso nei Kreuzzüge de:

Pbilologen pu b-

blicat i presso lo s t e s s o Kanter nel

1762.

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INTRODUZIONE DEL

TRADUTTORE 15

fu professore presso

l ”Università

Georgia

Augusta

d i Gott inga,

dove tenne corsi

dotti

e brillanti d i esegesi

vetero

e neote-

stamentar ia, d i antichità ebraiche, d i diritto mosaico, di

l ingua

ebraica,

a raba , c aldea ,

siriaca

inaugurando un

indirizzo

storico-crit ico nel campo d ella teo logia bibl ica sostenuto

da

un chiaro

intento illu m inist ico . M e m b r o fondatore ( 1 7 5 1 )

della Göttinger Societät

der

Wíssenscbaƒten fu redattore

da l

1753 delle Gele/arte Am/eigen e fu nel 1762 l 'organizzatore

di una

spedizione

archeologica in

Egitto

e in Arabia

soste-

nuta

da l

re

d i

Danimarca

Federico

V .

La

sua

attività

lette-

raria

cu lm inò

nella

pubblicazione

della « Oriental ische und

exegetische

Bibl iothek › ›

(24

voll.

1 7 7 1 - 1 7 8 9 )

continuata fino

al 1 7 9 1 dalla « N e u e orientalische

und

exegetische Bibl io-

thek › › .

Senza tentare d i

segnalare le mol te

celebri sue

opere

d i esegesi

bibl ica,

d i antichità e

filologia orientale,

c i

limi-

t i amo

a

r icordare

tra

gli

scritti

pubbl icat i

pr ima

del

'60

una

grammat ica

ebraica ( 1 7 4 5 ) ,

il

Poetisc/:er

Entwurƒ der

Gedan/een

des

Predìger

Salomonis (

1 7 5 1 ) ,

la Abband lung über d ie Ebege-

setzen Moris

( 1755 ) ,

la Beurtbei lung der Mittel, welcbe m an

anwendet , d ie

aurgertorbene

bebräiscbe Sprache zu verrteben

(1757).

A

q ues t'u l tim o

saggio

pare

riferirsi

l 'accenno

d i

H a m a n n

nella citata lettera al fratello del

21

maggio '60 e esso offre il

tema all'ultima

delle tre lettere

datate.. . 1 7 5 9

(I),

1 °

marzo

1760

(II), 25 febbraio 1760

(III) raccolte sotto il titolo di

Kleelalatt

bellenist ircber

Brieƒe e

pubbl icate

per

la pr ima

volta nel 1762 nei Kreuzzüge des Pbilologen.

È facile

scor-

gere

attraverso

la

t rama delle

al lusioni

l ' indice

ammon i to re

rivolto contro q u a nti v og lio no giudicare i l inguaggi (ebraico,

greco, lat ino), che sono

stati

corpo della Rivelazione cri-

stiana, unicamente

da

un punto di v is ta le tte rario -es te tico

o

storico-scientifico.

« È proprio de ll'un ità della Rivelazione divina che lo Spi-

rito

d i

Dio

attraverso

lo

stile

vivente

degl i

u o m i n i

sacri

che

sono guidat i

dalla

sua

m a n o

si umilii e si svuot i

della

sua

maestà,

c ome

il F ig lio d i

Dio

assumendo

la

figura d i servo

e

come

opera d i suprema um iltà è l'intera Creazione. Limi-

tarsi ad

ammi ra re

nella Natura il Dio che solo è sapiente è

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1 8 scRI'rTI sUL L I N G U A G G I O

leur Influences dans la Langue. C'est qu'alors le peuple

s'ap-

proprie

plusieurs

ex pres sions q ue les Savans ont

inventées;

com m e ceux-c i

adoptent souvent à leur tour, des expressions

populaires

› >

(pp.

8

e

9 ) .

I fi losofi,

gli

scienziati, i poeti

nonché

il bel

s e s s o

sono

g li artefici de ll'arr icc him ento e della purif icazione del

lin-

guaggio

popolare c ome fonti e canali di una cultura

più

elevata.

La pr ima sezione dello scritto

si svolge attraverso piace-

voli

esempi

dello

scambio

vitale

tra

cultura

e

l inguaggio

da

Dio e i de mo n i in

Grecia,

in R o m a , nel

m o n d o

alessandrino,

alle

dispute teologiche e filosofiche

sul concetto

d i essenza,

dal mito d i psiche,

alla

lebbra, al

s e s s o

dei vegetal i e di

tutte

le cose secondo il

Corano.

I benefici

inf lussi

del l inguaggio sulla

cultura sono

- nella

seconda

edizione

-

fatti

risalire principalm ente

alla

abbon-

danza del numero dei term in i d i una l ingua e

alla

ricchezza

concettua le del

contenuto

dei

term in i

stessi disvelato dal-

l 'et im ologia e dall'espressione.

«On ne s au roit c roire

- scrive il Michaelis a

p. 27

-

combien

de bonnes choses sont contenues dans

l'Etym ologie.

Elle

est

une

trésor

de

bon-sens:

elle

renferme

des

vérités

q u i

échappent à la plúpart des philosophes, et q u i illustreront

un

jour

le philosophe q u i

en

fera la découverte sans que lui

m ê m e

soupçonne

que

depuis

un temps i m m é m o r i a l elles sont

dans

la

bouche de tout le

monde .

Cela

n'est

point du tout

surprenant.

Les

langues

sont l 'amas de la s a g e s s e et

du

génie

des

nations,

chacun

a

m is

du

sien

› › .

N on

tanto

i

pochi

dotti o i rigidi tutori

dell 'ortodossia

quanto

piuttosto

lo

spontaneo

spirito dell'uom o di

buon

senso, lo

slancio

di li-

bertà

dell 'eretico,

l ' innocenza

infanti le,

il buon

u m o r e inco-

ra ggia to m a ga ri

da l vino

contr ibuiscono ad adunare il v ivo

tesoro del

l inguaggio, che l'et im ologia riscopre. Certamente

il

l inguaggio

serba

com e una

bibl ioteca

nei

suoi

termini

una

cultura in cu i la verità è commis ta all'errore e l ' indagine

etim ologica non è d i per

s é

sola sorgente

certa

d i verità. Par-

ticolarm ente

utile

l°etim ologia

risulta nel r itrova m ento del

significato orig ina rio d i

ist i tuzioni

mora l i e sociali, che

nel

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IN'rxoDUzIoNE D E L

T R A D U T T O R E 1 9

corso della

storia

hanno subito m u t a m e n t i

progressivi

talora

deformant i , qualora

l ' indagatore sia

nel

contempo

fornito d i

adeguata conoscenza della storia del l inguaggio studiato.

Un

ampio

esempio

i l lustra

il

significato

del

term ine

mat r imon io

risalendo alle origini del

term ine

greco.

Notevole

inf luenza sulla

pratica esercita il giudizio

a c c e s -

sorio d i approvazione o di disapprovazione che è implicito

in

ogni

termine: l 'avere

chiamato operation turque

ou tartare

la vaiolizzazione non giovò alla sua

popolarità,

così c ome il

n o m e

d i

Dio

nelle

varie l ingue

si

accompagna

ora

all' idea

d i

punizione ora

all' idea

d i bontà; il

term ine

piacere con cu i

Epicuro

indicava

in greco la fruizione

intellettuale

fu m a-

l inteso dalla virtus

guerriera

dei Roman i . L'abbondanza nu-

m erica dei termini infine giova al

sapere

scientifico: è evi-

dente l ” impaccio d i un

botanico

che non trovi nella propria

l ingua

natale

termini

sufficienti per

la

classificazione

dei

d i-

versi

fenom eni vegeta li,

c ome

quel lo del

matemat ico costretto

entro una l ingua che non

conosca

più d i una ventina d i cifre.

Il cuore della trattazione pare essere la terza

sezione

dedi-

cata alla d enuncia d elle inf luenze nocive

esercitate

da l l in-

guaggio sulla cultura. Palese è il

danno derivante da

un l in-

guaggio

povero

di

termini

m a

non

minori

svantaggi

può

pro-

durre la sovrabbondanza dei m edes im i, che induce attra -

verso l'om on im ia

il

rischio

dell 'equivocità

ben

nota

alle

d i-

spute f ilosofiche

e

alle dottr ine

teologiche.

Anche le:

idées accessoires possono colorare il term ine d i

una luce favorevole o

sfavorevole

in

contrasto

con la verità,

così

ad

esempio

i

leibniziani

lamentano

che

le

nozioni

d i

spazio e di tempo risultino sempre in un 'in tonaz ione d is fo rm e

dalle

loro intenzioni

teoretiche.

La ricchezza d i

strati f icazioni

storiche che rendono pre-

gnante

un

term ine,

che

etim ologia ed

espressione mani festano,

alberga non d i rado, ins ieme a verità, disastrosi pregiudizi

ereditat i

da

età

lontane.

S e

è

fac ile replica re

ad

un

Signor

A da ns on, a utore d i una Storia del Senegal, q u and o pro po nga

d i abolire ogni m eta fora

ed

espressione

f igurata

da l

lin-

guaggio,

che

la

sua conoscenza della natura del Senegal è

certamente m igl iore

della

sua

conoscenza

del l inguaggio,

non

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20

SCRITTI SUL LINGUAGGIO

d i

meno le figu re retoric he in questione r isultano

a l

Mi-

chaelis

responsabil i , uni tamente all ' ignoranza della storia dei

l inguaggi, d i errori

terribili

e di pregiudizi secolari. Che dire

d i

un

Maomet to

che

prescrisse

ai

suoi

fedel i

di

non

uccidere

le cavallette perché designate in arabo con il n o m e di armata

di

Dio

o che volle fosse inteso

alla

lettera che il

ladro

nel-

l'altra vita dovrà

portarsi

sulle

spalle l'intero fardello

degli

oggetti

rubat i?

E: «ici il

échappe - per

dirla con il Me-

rian ( 6 )

- à notre

Auteur une

petite comparaison

de

M a h o m e t

avec

St.

August in,

qu°i l

regarde c o m m e

les

deux

patriarches

de la prédestination absolue; et quelq ue d ifference qu°i l y

a it d'ail leurs entre eux à l 'égard

de la doctrine

et des

moeurs ,

il croit

pour tant que leu rs erreu rs (car il ainsi

les

n o m m e ) ,

partent du m ê m e principe › › .

L'ignoranza

del parlare

metafor ico

- t ipico

ad

esempio

dell 'ebraico

-

avrebbe

indotto

a

prendere

alla

lettera

le

im -

magin i

figurate,

in

particolare attr ibuendo

all'azione diretta

d i Dio ciò che in

realtà

avviene per opera d i cause seconde.

«Ou

s”im agine q ue

Dieu est

la

cause

immedia te de toutes les

actions

q u i lui son

attribuées: qu'il

produit

miracu leusement

le

bien

et le

m al

m o r a l

q u i

est dans

l ' h om m e,

ou du m oins

le

dernier

par

le

refus

d'une

grace

miraculeuse

sans

laquel le

nous ne pouvons pas nous em pêcher de le c om m être. . . C'es t

c e q u i arriva à M aho me d , trop ignorant pour faire de s a

langue un examen phi losophique et pour discerner le

propre

du

figuré.

La langue arabe, q u i a beaucoup d'afinité

avec

l”I-Iéb reu , e t q u i parle

avec la

m ê m e emphase des oeuvres de

la

providence,

porta

le

prophete

q u i

avai t Pim agination

vive

et

mélancol ique,

et dont la personne était une singulier m é-

lange de

fourbe

et d'enthousiaste, elle le

porta, dis-je, à

en-

seigner

le décret le plu s rigoures em en t absolu, et à convert ir

les h o m m e s en pures m ach ines ››(7 ) .

L'ignoranza

dell 'ebraico giocò lo stesso

tiro

a

S .

Agostino,

con la

non

piccola

conseguenza

che

la

dottrina

della

pre-

(°) Cfr.

appendice

all'edizione d i Brema del 1762 del saggio del

Michaelis in esame pp. 201-202.

( 7 )

Cfr.

Michaelis, op.

cit.,

pp.

123 e 124.

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I N T R O D U Z I O N E

D E L

T R A n U T T o I z E

2 1

destinazione si sarebbe così definitiva m ente insediata

nella

cultura

cristiana

successiva .

< < Il

s'est

répandue dans

le Christ ianisme une doctrine

sem-

b la ble tou ch ant

un

décret

absolu et

s e s

effets

immédia ts ,

sur

la conversion

ou s u r P end urc is sem ent des h o m m e s ; doctrine,

qui ,

dans toutes

les

trois

Religions Chrêtiennes, a t rouvé des

patrons et des adversaires, et je

ne

sais si elle

ne

vient pas

de

la m êm e source.

Ce

qu'il y a

de

sur,

c”est

qu”elle

s'est

éternée

par

l°explication fausse

et perverse de

certains

phrases

de

la

Bible,

et

parceque

l'on

a

pris

les

figures

orientales

dans la

propriété

de signification la

plus

rigoureuse. Mais

c e n'est pas

encore

c e que je veux dire.

St.

August in est

sens

contredit,

p a r m i les Chrêtiens, le

patriarche

de cette

doctrine: avec

un

savoir fort

mediocre,

il avoi t

l'im a ginat ion

trè s chaude: il étoit

Afr icain,

et pour

le

n o m m e r d”après s a

langue,

il

étoit

Carthaginois.

Dans

les

villes

d'Afrique

on

parloit latin

à

la

verité, mais

c e

n'étoit pas le Latin de Rome:

l'on

y

remarque un

coloris Afriquain:

le Latin

faisoit

le corps

de cette

langue; le Puniq ue en fa isoit l 'âme:

et ce

fut la

langue

maternel le

de

St. Au gu stin, q u i

Pentendoit très

bien,

et q u i

s'en

sert

quelquefois

pour éclaircir des dict ions

hé-

braiques. . .

Ainsi

le

bon

Eveque

parloit

Hébreu

sans

le

savoir :

s'il

avoi t

connu l 'a lphabet héb reu , et s'il s'etoit donné quelque

peine pour étudier la

difference q u i est

entre

cette langue et

la langue

punique d'alors, au

lieu

de

la

grossiere ignorance

des deux

langues

originales de l'Ecriture Sainte q u i

on

lui

reproche; il

auroi t

m erité Phonneur de passer pour le pere

de

la

Philologie

orientale

››(”) .

A

completare il poco lusinghiero

quadro

del Padre della

Chiesa

si aggiunse

un paragone, inteso a rinvenire in Agost ino

tratti psicologici e spirituali caratterist ici d i

Maomet to ,

che

lo stesso Merian trova < <

qu'il serait

injuste de pousser trop

loin › › . È facile

immag inare

lo sdegno hamanniano

S e

u n ling ua ggio

indotto

e

povero

è

occasione

d i

frainten-

d imento nella tradizione del sapere, non

minore

pregiudizio

(3 ) ib . pp. 125-126.

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22

s c R I - I - T I sUL L I N G U A G G I O

viene alla verità

-

a

detta

del Michaelis - dalla raffinatezza

estetica del dire e d a lla ricerca ta dialett ica: c ome dimostre-

rebbe il decadere delle l ingue dotte, si che la mor te del greco

classico

sembra

prefigurare

la sorte

analoga

dell 'esprít

fran-

c e s e .

I

l inguaggi

confluiscono

l'unO nell'altro

nel corso sto-

rico,

convogl iando

verità ed errori; la

sezione quarta

che

conclude la trattazione

cerca d i

proporre

dei filtri

metodo-

logici atti a

purificare

il

più

possibile

la linfa

l inguistica a

beneficio delle culture.

Rim a ne a perto

il

problema

d i

quale

l inguaggio

megl io

gio-

verebbe

alla vita della républ ique de lettres:

condannato è

senza

appelli

il lat ino,

che solo

in

forza

d i accadiment i

reli-

giosi si

impossessò

del

ruolo di langue savante

abusivamente,

non essendo a

ciò

destinato in

quanto

troppo

povero

nella

sua purezza originaria e

im ba rba rito

d i term in olo gie estranee

nell'età cristiana.

Meglio

avrebbe

soddisfatto

al

compi to

il

greco classico

oppure

la r icchissima l ingua

degl i

Arabi .

Il Michaelis siglò il suo saggio con la

divisa:

Caesar dum

m a g n a : altum Fu lm ina t

Eupbratem

bello,

v ictorque volente:

per populos

da t

jura.

II. MISCELLANEA

D I A N N O T A Z I O N I S U L L A

S T R U T T U R A D E L L A

L I N G U A F R A N C E S E

L'interesse

d i

H a m a n n per

la

«

struttura

› ›

della

l ingua

francese

è annesso al

suo sorgere

anche

ad un impegno d i-

dattico relativo al ruolo d i

precettore

privato esercitato nei

primi

anni

d i vagabondaggio.

Quat t ro pagine

conservate presso

la Staats- und

Universitätsbibl iothek

di

Königsberg (G .

II, 5)

c i offrono un abbozzo d i

grammat ica

francese (s i tratta d i

una

bella

copia

stesa

d i

m a n o

del

fratello

con

glosse

di

m a n o

d i Ha m a nn ) . Il

Nadler

(N . III, 4 8 4 ) fa

risalire

l 'abbozzO al-

l 'autunno avanzato del

1758

e lo ritiene steso a Riga per

uno

dei

b a m b i n i

Berens. In

appoggio

c'è

un passo della lettera

d i H a m a n n a Gottlob

I m m a n u e l Lindner

del 9 marzo 1759

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24 SCRITTI

SUL LINGUAGGIO

Il Chladen m i sembra ben lungi da l

cogliere

il m otiv o d i

Agostino.

Si aiuta con una battuta d i Lucilio, citata

da

Cice-

rone nel De oratore,

«malo

non intelligi orationem m e a m ,

quam

reprebendi

› › :

preferisce

inoltre

non

essere

letto

da

lettori totalmente

ignorant i

e da lettori

troppo com petenti,

perché gli u n i non lo

capirebbero,

g li altri

andrebbero

troppo

oltre le sue intenzioni.

Un

desiderio siffatto, c ome

la c ita ta

maniera di

scrivere,

conviene

ad

u n ora tore

politico

ed acca-

demico che non cerca che consenso ed

applauso:

e nella scuola

non

si manca d i addestrare

ad una

cotale oratoria

stuzzicante

O

ciarliera

quanto

s e ne fa uso nella vita quotidiana e non

c'è

in

proposito penuria

né di

maest r i

d i

m odel li, né di

Ciceroni, né di Attici. M a un galantuomo potrebbe preferire

uno stile suscettibi le magar i d i venire crit icato non

però

abusato

e

potrebbe

augurarsi:

«

Preferisco non

essere

capito

affatto piuttosto che essere frainteso

› › . I

concett i a m m e s s i

da

Agostino contraddicono

in

certa

misura ai primi presup-

post i

che s iamo soliti accettare a r iguardo d i uno stile

buono.

Egl i

ammet te che

la

verità può sussistere,

pu r

nella m a s s i m a

m oltepl ic i tà d i opin ion i attorno ad un unico identico fatto,

proprio

perché

s i

augura

d i

poter

scrivere

in

m o d o

tale

che

coloro

che avessero per fede

un' idea

della forza creativa di

Dio «in

quam l ibe t sen tentiam cog itando

venissent,

eam

non

praeterrnissam in paucis verbis

tui

f a m u l i reperirent et s i

alius

aliam

vidisset in luce

veritatis,

nec ipsa in iis dem v erb is intel-

l igenda

deesset

› › ; il che equivarrebbe in sostanza a dire, che

egli

potrebbe

essere

un

cartesiano

o

un

newtoniano, potrebbe

seguire le

ipotesi

del Burnet O del

Buffon

e

vedere

la Natura

nella luce

presa

a pres tito d a ll'u no o dall'altro sistema e

vedere non

di meno

nelle

brev i parole

dello scrittore

ispirato

tracce

d i

una possibile spiegazione

secondo

le

sue dottrine

predilette, trovarvi

allusioni. La

verità

risulta

così

simi le

ad

un

seme,

cu i

l ' uomo

il corpo

che

vuole;

a

questo

corpo

della verità

poi si addice

una veste d i

espressione

conforme

al gusto d i ciascuno

O

secondo

le legg i d ella m o d a . Si potreb-

bero però

immag inare

innumerevol i casi capaci d i determ inare

un nuovo ind irizzo s tilis tico . Talora l ” introduzione di pochi

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INTRODUZIONE DEL TRADUTTORE 25

nuov i

concett i ha

muta to il linguaggio f ilosof ico: c ome quando

cominc iò a

circolare

nei libri e

nelle

dissertazioni d i medic ina

Peccitabilità.

Allo stesso m odo uno s c ritto re d iplo m a tic o o

prammat i co

ad

cu lmen

auctoritat is

si

atterrà

ai

termini

dei

document i

e

delle

autori tà, lasciando stare

le scrit ture

m o-

nacali

e

le lettere

runiche e

seguirà

magar i

il suo im peratore

nella

declinazione

del

term ine

scb isma

al femmin i le .

Sotto

un'analoga pressione

viene a

t rovars i

un autore

che scrive in

una

l ingua

che

non

si parla più

perché

è mor ta :

non s i fiderà

dei

suoi

contemporanei

c ome

d i

falsif icatori,

negherà

il

genius

della

sua l ingua

materna

o

delle l ingue

viventi che avrebbe

potuto imparare e non potrà fare altro che

dimostrare

ai

co-

noscitor i la sua

conoscenza degl i ant ichi

e

la

sua puntual i tà

nel

riportarne e armonizzarne le fo rmu le . S e un siffatto Romano

artif icioso

volesse

dire

d i

un

onest 'uomo che si occupa del

pubbl ico

bene «

opt ime

sentit, sed nocet interdum Reipublicae;

loquitur enim t amquam

in

republica

Platonis

nec t amquam

in ƒ a e c e R o m u l i

-

o

s e

si preferisce

-

saeculi › › , si troverebbe

da eccepire a questo stile e si r improverebbe all”epistolista

che

ha

rubato

la

sua lode a

Catone

e che

ha

così

difeso uno

sciocco

a

cu i m ai

un

solo

Romano

avrebbe

badato nelle

sue

epistolae ƒamil iares.

Seguendo

il

pensiero d i Agost ino

circa

lo stile letterario

si

vedrebbe il m a s s i m o errore t ras formato in una bellezza, la

chiarezza in un

im preciso s ignifica to equivoco.

Il fi losofo che

parlò troppo l imp idamente della verità più grande, cioè del-

l'immortalità

del l 'anima,

indusse

i

suoi

ascoltatori

alla

de-

cisione

per

la

peggiore

delle

colpe, ossia

al suicidio.

S e dunque

non

si

può

aspettarsi che

una cattiva applicazione delle

verità

più chiare, la prudenza vuole che le

si

coprano e si faccia uso

del velo della

falsità

a danno del proprio

onore

alla maniera

d i

T a m a r

e le si

vendichino

tanto più efficacemente nel tem po

a

spese

dell 'onorato

loro

cavaliere.

Vi comunico ques ti pens ie ri del tutto peregrini s olo perc hé

sono in

qualche

m o d o connessi con la

m ia

grammat ica fran-

c e s e

a

cu i

penso d i prem ettere

alcune osservazioni

generali

su l l inguaggio u m a n o in quanto tale: a

questo

scopo ho già

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26 SCRITTI SUL

LINGUAGGIO

raccolto

alquanto

materiale, m a

avrò diff icoltà

a siste-

mar lo . . .

› › ( 1 ° ) .

L'in te resse per

gli

aspetti f i losofici

del prob lema del l in-

guaggio

indussero

ben

presto

H a m a n n

a

r inunciare

al

pro-

getto grammat ica le,

tuttavia

l 'esplicito passaggio che

egli

d i-

chiara esistere tra l 'abbozzo e il seguente saggio sulla strut-

tura della l ingua francese c i induce a non dim entica re le

scarne

paginette.

Il

28

agosto 1 761 H a m a n n

scriveva

a

Gottlob

I m m a n u e l

Lindner:

«

Vi

invierei

ben

volentier i

il

m io

inizio d i

gram-

mat ica

francese,

s e c i

fosse dentro qualcosa.

Adesso

però

non ne vale

più

la pena: I) è

sbagliata

nel taglio:

perché?...

sarebbe

troppo lungo

entrare nei particolari . Il

suo

im pianto

è sim ile ad una

definizione

che è nello stesso

tempo

troppo

ampia

e

troppo

angusta

rispetto al definito. II) Manca l'eti-

mologia ;

qu ind i

non

ne

cavereste

nulla.

Il

megl io

è

conden-

sato nella Miscellanea di annotazioni [Verm isc bte

Anmerleun-

gen] ed

è anche chiaro

dove sta

il nodo. N el Restaut

tro-

verete tutto, anche

s e

ques t 'uomo non

ha

avuto il

coraggio

di mettere in

pratica

c iò

che insegna.

Per m etter lo in ordine

un

po' megl io e

svi lupparlo non avete

bisogno

della

m ia

guida.

Sono

giù

d i

eserc iz io con

il

francese

e

l'ho

quas i

messo

da parte.. . › ›

( 1 1 ) .

Riportiam o a questo punto l°abbozzo d i

grammat ica fran-

cese in

questione,

traducendo il testo re da tto o rig in a lm en te

in francese e cercando d i integrare le lacune d ov ute a llo stato

del manoscritto( ).

< < molte

proposizioni

c h e non sono

parti

integranti

le une

d elle a ltre m a

che

sono ta lmente

legate

ins ieme

che

le u ne s uppongono necessariamente le altre per la

pienezza

del

senso

tota le . Le

propos iz ion i parz ia li

del

pe-

( 1 ° ) Cfr. Z H ,

I,

334-336.

(U) Cfr. Z H ,

II,

112.

( 1 2 ) Cfr. N

IV, 247-248.

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I N T R O D U Z I O N E D E L

T R A D U T T O R E

27

riodo,

che

non

sono

le une parti integranti delle altre,

prendono

il

n o m e di m e m b r i d el perio do .

Tutti

i rapporti

dei

termini tra

loro

possono ridursi a

due

specie

generali

O s s i a

al

rapporto

di

determ inazione

e al rapporto

di

identità.

La

reggenza

consiste nella de te rm ina zione delle f o r m e

di

comp lemen t i

g rammat ica l i , facendo as traz ione

da

ogni

disposizione

e

da ogni costruzione. La

sintassi

di reg-

genza non fa quindi

che caratterizzare e

rendere

sensi-

bili i rapporti di

determinazione

che i termini possono

avere

tra

loro.

Si ch iama complemento di una parola un'addiz ione

fatta

ad

e s s a allo scopo di mutarne o

completarne

il si-

gnificato.

Ci sono in genere due specie di termini suscettibili

di

complemento :

1 )

termini

che hanno u n

significato

ge-

nerale, che

può di

conseguenza r icevere

gradi

divers i

di

determ inazione;

2) termini che hanno di per s é u n

signi-

ficato relativo e che

esigono

Pespressione di

u n

term ine

conseguente

del rapporto che

essi

espr imono.

L'addizione serve

a muta re

il s ign ifi ca to d ei termini

della pr ima specie

e

completa il significato dei

termini

della

seconda.

Il

complemento

prospettato nella

ƒorma

della

sua

espressione pu ò essere non-complesso o complesso

e

que-

s t`u lt im o

a

sua

volta

O

grammat i ca le o logico.

Il term ine

che

viene pr ima nell'ordine analit ico e al

quale sono subord inat i

tutti

gli

altri

è

il complemento

grammat ica le e la totalità dei termini che cost i tu iscono

la compless i tà

prende il

n o m e di complemento logico.

In

francese

non

è

m a i

lecito

spezzare

l'unità di

un

c o m -

plemento complesso per ins erire tra

le

sue parti u n

altro

complemento

dello

stesso term ine. È

tutto

il contrario

del

[ tedesco] .

M a in tedesco, dove la diversità delle desinenze vale

a

megl io

caratterizzare la diversità delle funzioni, a lmeno

i

comp lemen t i

assumono

il

lo ro ru olo

gerarchico

in

fun-

zione della loro

po s sib ile rela zio ne

al verbo che la

copula

an ima

della costruzione tedesca.

Nell'ordine analit ico la relazione di

u n comp lemen to

con il

term ine

che esso

completa è tanto

più

sensibi le

in quanto i due termini sono più ravvicinati

e

questo

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SCRITTI SUL LINGUAGGIO

avv ic inamento è tanto

più

necessario

negl i

idiomi nei

qua l i

la diversità delle desinenze non può

caratterizzare

la diversità

delle

funzioni dei termini.

È

regola

generale

in

francese che

i

comp lemen t i

de-

vono essere tanto

più

vicini

al

term ine che comple tano

quanto

minore è

la loro

estensione.

In tedesco i

comp lemen t i

oggett iv i assumono il loro

posto

non tanto in relazione alla loro

lunghezza

o brevità

quanto in ragione della

relazione che

possono intratte-

nere

con il verbo.

I com plem enti del

tedesco

sottostanno maggiormente

alla

legge

della reggenza; la magg ior pa rte d ei c om plem en ti

della

l ingua

francese ne

è

invece

dispensata.

La sintassi della concordanza si rifà

a

due punti ca-

pitali:

1 ) la concordanza del l 'aggett ivo con il n o m e ,

che

comprende

anche

la

concordanza

dell'articolo

congiunt ivo

con Pantecedente .

2) la concordanza della

persona

verbale con il sog-

getto.

Il

correlat ivo

dominante

per gli

aggett iv i è

un

n o m e

appellativo;

per

i verbi

è

un nom e q uals iasi

o

un pro-

n o me .

Gli aggett iv i e

i

verbi sono subord inat i : spetta

a

loro

concordarsi .

La loro dipendenza

s i fonda

su

u n ra ppo rto

di identità.

L'identità che

fonda la concordanza è l'identità del sog-

getto nei due aspetti differenti nei due termini correlativi

messi in concordanza. Questo soggetto è presentato in m a-

niera vaga

e indefinita

negl i

aggett iv i e

nei verbi,

in

maniera

inv ece precis a e determ ina ta nei

n o m i

e nei

pronomi.

M a s e

la e

della pr ima persona del presente è stata

muta ta in i nella seconda

persona,

la i diventa nella

seconda persona singolare

dell'imperativo ed

elim ina la e

fina le :

ad

es.

Icb gebe, du gibst.

Imperativo:

gib (non

è

né geb né gibe) . Le

voca l i

ii ,

ö della

seconda

persona

del

presente

r id iventano

all'imperativo

a

e

o;

ad

es.:

Ich

ƒalle, du ƒällst. Imperativo: ƒal le

La terza persona

singolare

e

tutte le persone plurali

dell'imperativo sono

regolari, perché d eriv a no d al presente

indefinito

del congiunt ivo, che

non è irregolare.

I termini supplettivi

servono

a

suppl ire le idee ac-

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INTRODUZIONE

DEL TRADUTTORE

29

cessorie

di

relazione

O di

rapporto che

non sono comprese

nel s ign ifica to

primitivo

dei termini general i suscett ibi l i di

essere

suppliti.

Le preposizioni

sono

termini

supplettivi

che

designano

rapporti generali con totale indeterminazione d i ogni ter-

m i n e antecedente

e

conseguente. Il term ine antecedente

non può

essere

che un n o m e appel lat ivo, un aggettivo

fisico, un

verbo O

un avverb io .

Il termine conseguente

s i ch iama complemento della preposizione

e

non può es-

sere che un

n o m e

O

u n pronome,

a

cu i s i r i fer iscono

pure

gli

infiniti

dei

verbi .

In francese s i contano 35 preposiz ioni che reggono

il dat ivo (il tedesco ne ha invece circa 1 3 ) :

Au s , de, par, bars , dehors .

AUS S E R ,

bors, borm is .

BEY,

cbez,

auprès de, a .

G E G E N U B E R , vis à vis.

MIT,

S A M T ,

NEEsT,

a v e c .

NACH,

vers, après.

NÃ.cIIsT, zUNAcIIsT, procbe d e , a p r è s .

O B, sur.

SEIT, depuis.

V O N ,

d e .

Z U,

à .

8 reggono

l 'accusat ivo:

DURCH,

par, à travers, pendant.

FüR,

pour,

au

l ieu.

GEN, vers,

à .

O H N E ,

S O N D E R , s a n s .

UM ,

a u to u r, e nv iro n,

pour.

WIDER,

contre.

9 che reggono il dativo quando s i

tratta

di quiete o

di situazione

fissa e l 'accusat ivo

quando

s i tratta d i u n

m o t o

O di

una

tendenza

a qualche oggetto › › .

Altri

motivi

Oltre

al

tema

della

l ingua

francese

e

del

lin-

guaggio

in generale operavano tuttavia

nel l'an im o

di H a m a n n .

L a nnu nzio d el 22 ottobre

1760

a

I. G . Lindner

della

nascita

di

un

nuovo

piccolo saggio apre

uno spiraglio in

mezzo a

mol te incertezze:

«La

scorsa

sett imana

sotto il pergolato ho

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50 SCRITTI SUL

LINGUAGGIO

messo insieme alcune Vermiscbte / lnmerkungen

über

d ie

l l”/ortƒi igung

in der ƒranzösiscben

S pracbe

e

le ho già

inviate

a

Kowalevvsky:

sono curioso della

loro

sorte. S e m i va dritta,

l'ho

fatta

franca

per

la

seconda

volta.

Sono

un

po'

preoccu-

pato per tre passi: il pr imo

l'ho

già in cuor

m io

muta to ; il

secondo r iguarda la

mus ica da

chiesa dei nostr i

colonizzatori

d i q u i e a

difesa della

medes ima

ho già

mezza pronta

una

Lettera ad una Signora in cu i seguirò

nel

ta g lio un

po'

la

Epitre

à Uranie d i Voltaire,

un

po ' la lettera d i Ö st a

Doris;

l'ultimo

r iguarda

i

Mem . . .

de

Brand. . .

››(“).

Circa la genesi dello scrittarello è d etto troppo

poco.

I

pochi accenni

delle

lettere seguenti si

incentrano

prevalen-

temente sul

permesso d i

pubblicazione

da

parte del censore

( ).

Da l passo si possono tuttavia ricavare due tracce

definite:

la « questione circa la mus ica da chiesa e la lettera ad una

Signora

› › .

G ià

nel '59 con

la pu b blic az ione

dei Mem orab ili socra-

tici H a m a n n aveva mostra to la

singolarità

del suo m o d o d i

r ivolgersi al pubbl ico,

consistente

nel renderlo pa rtec ipe n on

soltanto d i alcune sue o pin ion i in

astratto

attorno a

t em i

d i

interesse

generale m a dei

propri affari

personali del mo me n t o ,

che

per il

fatto d i

essere

presentati

nei

particolari

più

contin-

genti e imme d ia t i

si r ivestivano d i una luce incom prensibile

ai

più,

donde

appena

qualche a llu sione potev a balenare a

chi avesse

notizia

della situazione,

fino

ad essere del tutto

palesi a

ch i

fosse partecipe diretto della situazione in

propor-

zione

alla

sua im m ers ione nella medes ima .

( 1 3 ) Cfr. Z H , II, 45.

( 1 4 )

« Per

via della nota sono dovuto andare di persona da che

contro ogni attesa mi ha

con la

m a s s i m a benevolenza concesso l'impri-

matur › › (a I.

G . Lindner,

30

d icembre 1760 : cfr. ZH,

II,

55) . Si

tratta

di Coelestin Kowalewsk i (17 00-17 71 ) , cancelliere dell'Università d i

Kö-

nigsberg. «Circa il mio

trattato su lla d ispos iz ione dei

termini

nella

lingua

francese

ho

ora

molte

preoccupazioni:

è

necessità

attendere

ed

a da tta rs i a lle

c i rcostanze»

scr ive

a

I.

G.

Lindner il 5 n o ve m b r e

176 0

(cfr.

ZH, II, 4 7 ) . Il 21 n o ve m b r e è

ancora

sul le

spine: «Che sarà delle

m ie

Annotazioni su lla d isposiz ione

dei

term ini in francese ancora non

so. La loro sorte

dovrebbe essere

decisa

presto

› ›

(ZH,

II,

4 9 ) e

il

giorno

seguente: « S e il

m io

trattato fosse

q u i

bocciato, lo manderei per

tramite Vostro a Pietroburgo › › (ZH, II, 59 ) .

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I N T R O D U Z I O N E D E L

T R A D U T T O R E 3 1

< < Il

principio

a

cu i s i

possono r icondurre

tutte

quante

le

espressioni d i H a m a n n

-

osservava

Goethe

in

Dicbtung

und

Wabrbei t (15)

-

è

questo:

“Tutto c iò che l ' uomo intraprende

-

sia

c iò

realizzato

con

l 'azione

o

la

parola

o

altrimenti

-

deve scaturire

dalla

r iunione d i

tutte

le forze:

ogni

fattore

singolarmente

isolato

non è accettabile' . Splendida m ass im a

Diffic ile tu ttav ia

da

seguire. È certo val ida per

la

vita e per

l'arte:

per

ogni

comunicazione però per

v ia di

parola, che

non sia

esplici tam ente

poetica, si riscontra una grossa diffi-

coltà,

giacché

la

parola

deve

sciogliersi,

deve

singolarizzarsi

per

potere

dire qualcosa, per avere un

significato.

L ' u o m o , in

quanto parla, deve per q uel m om ento diventare parziale:

non è possibile comunicazione né dottr ina

senza

astrazione.

Da l

m om ento però che

H a m a n n

si è

rifiutato una volta

per

tutte

a

questa

separazione,

e ha

preteso - allo

stesso

m o d o

in

cu i

sentiva

immag inava

e

pensava

nell'unità

-

anche

d i

parlare e ha

preteso

lo stesso dagl i altri, entrò in

contrasto

con il suo proprio stile e con tutto c iò che gli altri potevano

produrre › › .

A questo punto per

inserirsi

nel dire di

H a m a n n

occorre

adattars i

ad

una

in formazione

d i cronaca del tutto al d i là

d i

quanto un norm a le

scritto

pubbl icato

pu ò s upporre.

Tra

il 1 7 4 9

e il

'50

H a m a n n

non

ancora

ventenne

studente

universitario aveva dato vita con i

compagn i

Iohann

Gotthelf

Lindner e Iohann Christoph Berens

ad una

piccola rivista

letteraria, < < Daphne

› › . N el 1 7 5 5 il

Berens,

alla

testa d i una

notevole

im pres a com m erc ia le e permeato d i p r o g r a m m i

en-

ciclopedistici,

ch iamò

H a m a n n

a

Riga: il

suo

ruolo

sarebbe

stato quello

del

consigliere

«ideologico › › dell'im presa e

di

educatore

d i

una

nuova classe dirigente

borghese.

In questa

prospettiva H a m a n n

ottenne

l ' incarico d i una

miss ione

cultu-

rale che

attraverso

un viaggio

per

alcuni centri dell'illumi-

n ismo de1l 'Europa settentrionale lo portò a

Londra

nell 'arco

d i

alcuni

m e s i

del

'57

e

del

'58. La

missione

londinese

falli

e H a m a n n attraverso un'esperíenza contraddit tor ia entrò in

( 1 5 )

Parte III,

libro

XII.

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32 SCRITTI SUL

LINGUAGGIO

una

crisi d i

coscienza che

lo

portò

a rinnegare

gli ideali il-

luministici

e a

schierarsi

per

una l inea

spirituale cristiana.

Tra scors i a lc uni

m esi presso

i Berens a

Riga,

H a m a n n ri-

parò

definitiva m ente

a

Königsberg

all'inizio

del

'59,

r ifiutando

d i

col laborare

u lteriorm ente all'im presa economico-cul turale.

Nell'estate H a m a n n , assunte le

vest i

ironiche d i un Socrate

cristiano, rifiutò pubbl icamente nei Memorab i l i

socrat ic i Ogni

partecipazione

all'Opera della

Auƒkl i i rung, r ispondendo

ad

un

ultimo

tentativo

compiu to da l Berens con l'aiuto di Kant .

Negl i

ultimi

m e s i

trascorsi

a

Riga

H a m a n n ,

investito

da

un ru o lo p ro fetic o , aveva chiesto

in mogl ie la < <

figlia

della

c a s a

› › Katharina Berens: la domanda non

aveva

avuto esito.

Si era

ritirato

solitario allora nella

c a s a

pa terna im m ergen-

dosi in le ttu re d i greco e di ebraico, rim editand o

la

sua

vicenda: in una situazione materiale e psicologica sempre

più

precaria.

In queste meditazioni e

fantasticherie fu

certo dominante

l ' immagine della

vita

di Riga e della dov iz iosa Katharina, che

fu probabi lmente in teressa ta a l

denso

canovaccio di

avide

let-

ture delle

novità

della repubblica

letteraria. N on è

q u i

il luogo

di avventurars i in analisi ed ipotesi psicologiche; è un fatto

che,

decidendo

di

dare

alla

stampa

un

fastello

d i

osserva-

zioni

sulla

l ingua

francese,

H a m a n n pensò a Katharina Berens

e non poté

trattenersi

da l r ivolgersi a le i pr ima in maniera

indiretta,

poi addirittura

pubbl ica .

N el

raccogliere

le

sparse osservazioni sulla lingua fra n-

c e s e in

un piccolo

saggio - che apparve in tre puntate il 6,

13

e

20

d icembre

1760

sui

nu m er i

4 9 ,

50,

51

delle

< <

W ö-

chentliche

Königsbergische Frag- und

Anzeignungsnachrich-

ten

››(“')

-

H a m a n n

pensò

a Katharina

Berens

in connes-

sione con un giudizio

sulla

mus ica

da chiesa e la mus ica

francese espresso

da

Friedrich

Carl

von Moser. Q ues to pen-

siero

si concretò in un'appendice

al

saggio sulla struttura

gram-

matica le del

francese

e

diede

luogo

subito

dopo

al

piccolo

( 1 6 ) Il saggio

apparve

c o m e

fascicolo

a

s é stante presso Kanter

a

Königsberg

nel

1761 e

fu inc luso

poi

nei

Kreuzzi ige des Pbilologen (Kô-

nigsberg, Kanter,

1762) .

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I N T R O D U Z I O N E D E L

T R A D U T T O R E

33

Lamento

poetico in

ƒorma di

lettera

sul la mus ica di

cbiesa

ad una Signorina di spirito di ƒuor i

paese

(Königsberg, presso

Kanter, 1761)( ).

L'intento

d i

un

contatto

personale

con

Katharina

Berens

attraverso

l 'occasione letteraria, più o meno art if ic iosa m ente

cercata, è

confermato

da un passo della lettera a

Iohann

Gott-

h elf Lind ner del

1 7

gennaio 1 7 6 1 : < < Mi prendo la l ibertà

-scrive H a m a n n -

di accludere,

car iss imo

am ico, due

esem-

plari d i u na piccolezza : uno è per Voi; all'altro - su cu i

troverete

una

piccola

dedica

d i

una

riga

-

avrete

la bontà

d i procurare

accesso

al

tavol ino

da notte d i una Signorina,

già

m ia

ospite in Riga, dopo averlo chiuso in una busta senza

indir izzo

sigillata con lacca

nera.

Spero che

non

Vi

scandalizzerete né

Vi farete

scrupolo

di prestarVi

a dare

m a n o ad una

piccola ga lan te ria d'autore

per

compiacere

un

amico .

Im porterà

a

Voi

non

m e n o

che

a

m e l 'accoglienza che ne avrà. Il giudizio

sarà dato

da l

punto

d i vista d i Micol

O

di Abigai l : la cosa non ci r iguarda

più.

Tutto ciò tra

noi: senza

che ne sia

in form ata

alcuna terza

persona › › ( 1 8 ) .

Il Lamento

poetico

s i rivolge alla « ca ra K.

› ›

in tono

art i f ic iosamente

galante:

« ...non siete Voi forse tan to s trao rd in a ria da

preferire

il carteggio con

un

u o m o poco brillante nella conversazione

alla proficua compagnia di signorini d i spirito e d i signori v i-

rili per età e professione, che quanto a sapere

però

sono vacui ,

anche

s e le loro

sentenze rotolano c ome m oneta s pic ciola per

i

conviti

e

il

loro spirito

duro

c ome

i

colpi

sul bancone

del

macel laio, pesante c ome una

mac ina

di

mu l ino nel

suo pro-

cedere,

accarezza

le

membrane d el c erv ello?

› › ( 1 9 ) .

È facile

sospettare il r isen tim ento

del

vagheggiatore po-

( 1 7 )

Anche

il Klaggedicbt

fu

incluso

nei

Kreuzziige d el

'62.

( 1 3 )

Cfr. ZH, II, 58 . Già nella lettera

d el

21-22 n o ve m b r e

1760

a

Iohann

Gottlob

Lindner

Hamann

aveva raccomandato il silenzio: «Vogl io

a s s olu ta m e nte re s ta re ancora in incognito

e Voi

non

dovete tradirmi

lasciare

trapelare nulla

d el

fatto

che siete a m i c o dell'autore › › (ZH, II, 52).

( 1 9 ) Cfr. Klagged icb t in Gesta l t

eines

Sendscbreiben

ü ber

d ie

Kir-

c b e n m u s i k an e in g eis tre ic b es F r a u enz i mmer ausser

Landes.

N II, 1 4 7 .

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54 SCRITTI SUL

LINGUAGGIO

vero

verso la fanciul la del

gran

mondo. . . in ogni m o d o l 'occa-

sione

è

offerta

da l nobile dip lom at ico

Friedrich Ca rl v on Moser.

«Questi la m en ti po etic i - spiega infatti H a m a n n -

trag-

gono

occasione

da

una

Miscellanea

di

annotazioni sulla

strut-

tura della

l ingua francese

messe insieme con patriottica li-

bertà...

seguendo il passo di

un

celebre

giovin signore,

che

con una caricatura della magia

nera

del governare

e

della

d ona zione eroica del serv ire mena per il naso la balorda

plebe. Permet te temi d i

citare

q u i un solo

passo

che ho con-

sacrato

a

fondamento

della

m ia

lettera.

  Rousseau, il

f i losofo

di Ginevra, ha

cercato

d i conquistare

alla nazione

francese ogni diritto

circa cert i meriti

in

campo

musicale,

in forza delle qualità proprie del suo l inguaggio.

Partita già vinta per lui Qualora si voglia assumere la m u-

sica

di chiesa dei nostr i

colonizzatori

a model lo d i

paragone

oppure

l'indefinito

t imbro

di

voce

d i lat inardi

eunuchi

a

criterio di giudizio del l'arm onia ' › › ( 2 ° ) .

Il La m ento poetico protes ta

contro la posizione di

ch i

voglia

mettere

sul lo

stesso piano il sacro

e il profano: sembra

piuttosto che

si tratti d i v a lori

distinti, non

è lo

spirito della

l ingua

quanto

la genialità del

composi tore

che fa

la

mus ica .

«

Che

razza

d i

lente

iperbolica

occorre

pe r in gran d ire

una

puntura

d i zanzara fino a farne i lom b i d i uno scrittore pro-

fano, che si

arroga

il

diritto

non solo d i c ita re la

mus ica

d i

chiesa di una nostra pacifica comuni tà

ad esemplare

nega-

tivo

d i

paragone

nel l'a m b ito

di

un'arte bella,

m a lega ad

un

unico

giogo cose sacre e

volgari

e (secondo

il dissennato

m o d o

d i

espr imers i

abituale

dei

nostr i

zelatori

della circon-

cisione del Crist ianesimo)

cerca

di

mettere

d'accordo Cristo

con Baal

Mi

guard i la Musa dal l 'ammettere

l 'accusa

di scono-

sciut i avversari e dal di fendermene dicendo che

non

è d i

pregiudizio alla santità di un servizio religioso il fatto

che

la

sua

mus ica

sia

da

considerarsi

ovunque

misera,

giacché

l'intento d i

questa

mus ica non è d i piacere

agli

uomin i .

( 2 0 ) Cfr.

op.

cit.: N

II,

146 .

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INTRODUZIONE DEL TRADUTTORE 35

Perché dovrebbe

preoccuparsi del

gusto morta le

colei che

ottiene l 'onore

d i essere serva nella

c a s a

del

Signore, s e

l'Altissimo guarda alla

sua bassezza e

proprio da questa

si

lascia

indurre

a

porgere

a

le i

il

suo

orecchio:

al

contrario

c iò che

m a n d a

in estasi gli u o m i n i è un orrore agli occhi

d i Dio .

Dio

si preoccupa dei tori e dei vitelli per

la

nostra

mensa?. . .

Egli, che si

adatta alla

voce dei

corvi , quando lo

ch iamano e

può fa re della bocca

dei

lattanti

l 'araldo

della sua gloria,

preferisce

la

rigorosa

esattezza

di

un

s os piro s offoc ato

-

d i

una lagr ima trattenuta - alla acuta precisione dell ' intona-

zione e del grasso generoso del coro › › ( 2 1 ) .

La

annotazione hamanniana

sulla

mus ica da chiesa

si

connette a quanto pare con la querelle des

bouflons

scatena-

tasi a Parigi a seguito della rappresentazione della Serva

padrona

di

G .

B.

Pergolesi

nel

1752,

che

vide

gli

«Encic lo-

pedist i › ›

fautori

della nuova linea italiana schierarsi contro

i

fautori

d i Rameau e

della tradizione classica locale.

In quello

stesso anno

era

stata

eseguita a Fontainebleau

un' intermède

d i

Iean-Iacques Rousseau: Le

devin

du

vil lage. Il

Rousseau

s c e s e

in campo contro Rameau e

la

tradizione

francese

a sostegno

di

una tes i

già

in

precedenza

proposta

-

con

la

Lettre

à

M .

G r i m m

au

su/'et des remarques a/'outées à sa lettre sur O m -

pbale (1752) , cu i fec ero s egu ito

nel

'53

la Lettre

a un s y m -

pboniste

de

l'/ lca dém ie

royale de

mus ique à

s e s

camarades

de

l 'orcbestre

e la

Lettre

sur la

mus ique

f rançaise e

nel '54 la

Lettre à M . l 'abbé Raynal au su/'et

d'un

nouveau m ode de

mus ique

inventé

par

M . B la inv ille

ed

altri

saggi.

H a m a n n

prestò attenzione

alla discussione:

c o m e prova

un

r iassunto

della lettera rousseauiana Sur

la mus ique f ran-

çoise

contenuto con alcuni

titoli

d i scritti del '54 relativi alla

polemica

nel Taccuino berlinese (cfr . NV, 1 4 3 , 18-27) .

N on

è del tutto chiaro c o m e H a m a n n abbia potuto

ad-

dossare

a l

nob i luomo

Friedrich

Carl

v on

Moser

una

speci-

fica responsab ilità nella faccenda della

mus ica da

chiesa

e

( 2 1 ) Cfr. O p . cit.: N

II, 146-147.

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36

s cRITTI s UL

L I N G U A G G I O

della

nazione francese.

I

riferimenti sono

tuttavia esplicit i .

Il

titolo della

Miscellanea

di annotaz ioni su lla struttura della

l ingua francese

messa

ins ieme con patriottica

l ibertà

da un

illu s tre d otto

franco-tedesco

m i m a

palesemente

il

titolo

del

trattatello del Moser (la cu i prefazione è datata: Frankfurt

am Mayn, den 18

Oct .

1 7 5 8 ) ; Der Herr und Diener gescbi ldert

mit Patrio tiscb er Fre ibe it.

Il

22

novembre

1760 H a m a n n aveva

precisato a Iohann

Gotthelf

Lindner:

< < Il

trattato è diretto

principalm ente

contro

il

Signore

d i

Moser

il

cu i

sciocco

Memor ia le

nell 'aflaire

Wald e ck m i ha ulter iorm ente

irritato

› ›

( 2 2 ) .

Trov iamo

ripetuti

accenni a

Moser

in un

biglietto

datato

23

gennaio

1 7 6 1 ,

in cu i

H a m a n n

rib a tte pu nto per punto

alle crit iche

avanzate

da Iohannes Gotthelf Lindner - a sua

richiesta

-

alla

Miscellanea di annotazioni(B) .

< <

La

struttura

gra m m a tic ale d ella

l ingua

francese

non

è

certo né lo scopo né il tema principale del prim o tra tta to :

non è che un mezzo d i tra s po rto , u n vebiculum per affrontare

con

maggiore

pompa e

trionfalità

la m ental ità alla Moser oggi

d om ina nte. A nche

s e

c iò che

c'è

scritto sulla

l ingua

francese

fosse di bassa lega quanto

s i vuole, non

farebbe

nulla

› >

( 2 4 ) .

«

L'a tta cc o pu ò

essere

feroce

e

anche

non

esserlo:

il

m io

diritto

si fonda comunque

sulla

misura con cu i Moser ha

m is ura to s ignori

e servi.

È lontano

e questa ferocia

non lo

tocca né

lo

interessa. Le sue buone intenzioni a m e r isul-

tano

invisibili; non sono un esperto di cuor i io . Io mi attengo

a c iò che dice e al m o d o nonché ai suoi ben intenzionati am -

m irator i.

I

Moser,

che

mi

sono

pross imi ,

mi

hanno

fatto

uscire da i gangheri.

( 2 2 ) Cfr.

ZH,

II, 52.

(B )

Il

biglietto «da rileggere a ll'occas ione ››

è

accluso

alla

lettera

d i Hamann

a Iohann

Gotthelf Lindner del 7

marzo

1761 ( Z H , II 63-68,

in

ZI-I ,

II,

4 8 7 - 4 9 0

c i

è

serbato

anche

u n

abbozzo

d el

m e de s i m o ) .

( 2 4 )

Così

s i

espr ime H a m a n n nel l 'abbozzo

d el

biglietto d el 23 gen-

naio '61 (cfr. ZH, II, 4 8 8 ) : nella

versione

definitiva

(cfr.

ZH, II 64 )

H a m a n n

soggiunge: «Questo

ga lan tuomo

non

è poi così economo

quan to gli

imitatori

della

bella natura;

a l contrario

è

assai più prodigo

c o m e Voi

sapete

e rimproverare

_

la vera natura che egl i am a

è

il suo a po crifo m o dello in

essa

› › .

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INTRODUZIONE DEL

TRADUTTORE

37

Il suo libro non m erita l'a m m ira z ion e che riesce a strap-

pare -

continu a H am a nn

commentando

il giudizio del l'am ico

Lindner su l libro del Moser -. S e qualcuno rompe qualcosa

deve

non

solo

restituire

m a

essere

punito.

Voi

emettete

una

sentenza su l suo libro e lo incr im ina te per rapina

senza

prove. Io porto le

prove

non a sostegno d i una sentenza m a

d i una l icentia poetica; e poi m i s i accusa di essermi

preso

la briga di garantire

la

condanna operata

da

altri...

succede

che 'il m o n d o galante am i più le bagatelles che

i

geroglifici.

Anche

i

Farisei non volevano fare

parte

del

m o n d o

galante

e

tuttavia

amavano

menta,

aneto e

comino

più che

i segni

della

giu stiz ia nel giudicare

e

del l'am ore nel condonare.

Il

fatto

d i andare

troppo

oltre è implicito

nel

concetto

stesso

d i

l icentia

poetica: altrimenti

non

sarebbe

una l icentia

né tanto m eno poetica .

S e

po i

la l ibertà

patriottica non vada

troppo

in

O

troppo

oltre,

è

cosa

a

cu i

non

si

pensa

o

non

s i ha

piacere

di

stabil ire

un paragone tra i due fatti. S e

un lunat ico

servo

del sole

vuole

predicare i mis ter i della

morale, deve

attaccare fuori

l ' insegna,

c ome ho dovuto fare

io;

un

patriota

invece

deve

sapere

governare

la

sua

penna

con t remore e mol ta saggezza, con l'accortezza del serpente

e

la

sem plici tà

della

co lomba.

Il m o n d o galante detesta le bagatelles non m e n o di quanto

le

ama . Stima assai anche i geroglifici anche

s e

fa most ra di

non

conoscerne. Il

m io

m o n d o

galante,

s e stesse a

m e,

vorrei

che

fosse

la posterità:

d i cu i i

figli di

questo secolo

non

sanno

gustare

il

vigore.

S e

depongo

la

maschera

dello

scoliaste

giudico

ben

altri-

m e n t i

il

lavoro del Signor

v on

Moser e t rovo in

esso non

solo

b aga telles m a una

quant i tà

di geroglifici, che i suoi

ammi ra to r i

con

tutta

probabi l i tà

non c om prend ono, d el che io ho prove,

che il

m io giudice

potrebbe

mostrare

al

m o n d o

per compen-

sare r iccamente lo scandalo della nudità delle b aga telles con

la

bellezza

della

nudità

dei

geroglifici,

e

r im ettere

tutto

a

posto con sovrabbondanza ecc... › ›

( 2 5 ) .

( 2 5 ) Cfr. Z H , II,

66-67.

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3 8

s c R I T T I s U L L I N G U A G G I O

Nell 'abbozzo

d i

queste

risposte

alle obiezioni del

Lindner

H a m a n n scriveva ancora:

< < Concludo

questo fogl io con due

a ltre a m m oniz ioni. La prim a potrà risultarVi presuntuosa: non

m i

vergogno

per

questo

della

verità;

una

menzogna

m erita

il disprezzo per quanto

possa insinuarsi

con um iltà , buona

creanza e fare cristiano.

I) L'autore della

Miscellanea

d i annotazioni ha

tanto

tem-

po

e si

prende tanto

tem po per preparare, stendere e

rive-

dere i

suoi lavor i ,

quanto

Voi

non

potete

mettere

a dispo-

sizione

per considerarl i

e

scorrerli.

A m or proprio

e

tim ore

lo

rendono

tanto

guardingo

a coprire e celare i lati debol i

della sua forza

quanto l'invidia

e la m a levolenza possono

acuire e potenziare g li occhi di quel l i che lo insidiano.

II) Considera parte del suo dovere sc ioglie re a suo tempo

spontaneamente i

nodi

che

va

ora facendo e completare l'opera

che

q u i

ha

iniziata

› ›

( 2 6 ) .

A b b i a m o raccolto qua e là qualche f r amme n to

da aggiun-

gere

a quel l i

dello scrittarello

proposto

alla

lettura.. .

Ricord iamo

ancora

che

Friedrich Karl von Moser

(1723-

1 7 9 8 ) com pì una fortunata carriera d i u o m o d i stato

presso

il

ducato di Assia

e d i

Darmstad t ,

proponendo

una linea

d i

ispirazione

luterana

con

intonazione

pietistica.

Herr und Diener

è

una

raccolta d i

consigl i pratic i

e d i

osservazioni em piric he c ondotte

a

livello di buon

senso:

una

specie

d i

manua le

per l'u om o d i

corte

destinato

alle piccole

cort i

tedesche.

Il

Moser delinea

l ' immagine del principe e del

m inis t ro

ideali, tenendosi lontano da

ogni

aspirazione alata e

mirando

al

raggiungimento

d i

una

concreta

ammin is t raz ione

feudale aliena il più possibile da dissolutezze e

debit i .

L'ope-

rina del Moser soddisfece la rg hi s tra ti della nobiltà tedesca

campagnola,

anche

s e

non sono

les ina te le

lodi a Federico II.

H a m a n n fu

assai

lusingato

quando

ai suoi

colpi

di

spillo

il Moser

rispose

con un Treuerziges Scbreiben

eines

Layen-

bruders

im

Reicb

an

den

Magum

in

Norden nel

XVI

vol .

dei

« Briefe d ie neueste Literatur betreffend

› ›

(pp. 60-68),

donde

venne

a lui il

gradito soprannome

d i Mago del Nord .

( 2 6 ) Cfr. Z H , II, 490.

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INTRODUZIONE DEL TRADUTTORE

I rapport i

tra i due furono in

seguito

buon i

e solo

un

gioco

di

circostanze

fece s ì che Moser non

fosse il benefat-

tore di H a m a n n dal punto di vista della sistemazione m a-

teriale.

III. « A E S T H E T I C A

I N

N U O E › ›

Dopo

i Memorab i l i socratici

( 1 7 5 9 )

il secondo punto d i

r iferim ento nel

percorrere

l'itinerario

della

generazione

lette-

raria

di

H a m a n n è

una

raccolta d i

scritti vecchi

e nuov i pub-

blicata nel '62

a Königsberg

presso l 'editore

Kanter

cu i

l 'autore

impose

l 'elaborato titolo di

Kreuzziige

des Pbilologen,

siglata

dalla

cornuta

facies

di

Pan

e

dal l 'ammoniz ione

profe-

tizzante

virgi l iana: < < ci

saranno

di nuovo guerre... › › .

H a m a n n il f i lologo, ossia l 'amante del

Verbo, conduce

le

sue crociate che

non

hanno l'im pegno d i una decisa azione

m ilita re

che

liberi

Gerusa lemme, m a sono un cont inuo « a n -

dare e

venire

› > dall 'apparenza spesso

s conclu siona ta , d ov e

non

si

nasconde

una

certa

distrazione

e

pigrizia

( 2 7 ) .

Il titolo bene

si

intona alla situazione d i quest i tre anni

s egu iti im m ed ia ta m ente

al ritorno

definit ivo nella

c a s a

pa-

terna:

occupati

soltanto da

scorrerie di

letture tra i

classici

greci, i

Padr i

crist iani, lo

studio

dell 'ebraico e

dell 'arabo

e

da

una avida

attenzione a

tutto c iò che apparisse

a

stampa.

Sotto

una

breve

introduzione

sono

raccolt i

dodic i

contri-

buti della Musa

hamman iana .

Aprono la serie i due saggi

su l l inguaggio già esposti

seguiti

dallo

scherzo I m a g i venut i

dal l 'Oriente

rivolto

a lla s ped iz ione

del Michaelis, cu i si ag-

giunge

il

Lanzento

poetico. Al quinto posto

sta

il

Französiscbe

Project

(suscitato

da un saggio

di N . I. Selis, L'inoculat ion

du

bon

sens,

1 7 6 1 )

apparso

nel '61

presso

Kanter.

Nello

stesso

( 2 7 )

Circa la

ricostruzione

d el senso

h am an n ian o

d el

termine Kreuz-

ziige

si

veda: I. Nadler, Iobann Georg

Hamann

(1730-1788) . Der Zeuge

des

Corpus

m y s t i c u m , Salzburg, 1 9 4 9 ,

p.

126.

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40 SCRITTI SUL

LINGUAGGIO

anno Kanter aveva

edito una critica

a

M .

Mendelssohn avan-

zata sotto il n o m e d i Abelardus Virbius a

proposito

di

Rous-

seau:

Cbimär iscbe Einfi i l le. Il sett imo scritto fu composto

proprio

per

i

Kreuzzi ige:

Kleeblatt

bellenist iscber Briefe.

In

tre lettere si riprende il

tema

della

cultura

mondana , della

rivelazione divina e dei l inguaggi a

cu i

la Parola si è affi-

data nel tem po storico. Le Gbiottonerie del

salotto

di

un

ec-

clesiastico fanno eco

a lle Näscbereyen

d i S . F. Trescho

( 1 7 6 1 )

e sono una critica del saggio De la

nature

(A ms te r d am, 1 7 6 1 )

d i

Iean-B.

René

Robinet.

La

critica

era

stata

pu bb lic ata nel

1 7 62 già da Kanter c ome pezzo a s é stante. Il contr ibuto

più

esteso,

composto appositamente per i Kreuzzuge, è Una

rapsodia in prosa cabbalist ica:

Aestbetica

in nuce. La rac-

colta si conclude con alcuni contributi giovanil i :

l'Exercitium

l a t inum, legato

alla

dissertazione del l 'amico

Lindner all'Al-

bert ina

nell 'aprile

del

'51,

una

manciata

di

vers i

d'occasione

e

il discorso in mor te della m adre:

Den/emal.

A b b i a m o

un

accenno

in

una lettera

a I.

G .

Lindner del

19 d icembre

1 7 6 1 :

«I m ie i lavor i procedono - grazie a

Dio

-bene, anche s e lentamente. Il nocciolo

sarà costituito

da una Rapsodia in prosa cabbalist ica d i

circa

tre sedice-

simi

› ›

(28).

Un altro

enigmist ico

accenno,

incentrato sul personaggio

di

Fulberto Kulm ius

(il

Nicolai come

obiettore ai Cbimã-

riscbe Einfàl le di Abelardo

Virbio da i

< < Literaturbriefe ››)

t rov iamo nella lettera

a Moses

Mendelssohn del 1 2 feb-

braio 1762 :

«

N on

Vi

spiaccia

una

im itaz ione

(a )

dello stile

episto-

lare

ellenistico,

(b )

della

cabbalist ica.. . Vox

fauc ibus baesit.

Per

accrescere

q ues t'u l tim o

orrore l 'autore ha unito il

cabba-

l istico

con

il

rapsodista.. . Dato

che nel

significato più

antico i

òailupöoi erano

šppxnvåwv šppfqveiíç, Fulberto Kulm ius

non

potrà l amentars i in base a questo et imo del nesso della rapsodia

con la

cabbala

› ›

( 2 9 ) .

Ancora

scrivendo a Iohann

Gotthelf Lindner

il 27 maggio

( 2 1 1 )

Cfr.

Z H , II,

125.

( 2 9 ) Cfr. Z H ,

II,

128-129.

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I N T R O D U Z I O N E D E L T R A D U T T O R E

4 1

'62, H am ann

al lude

in l inguaggio

cifrato e

indiretto:

«

Alla

Musa del f i lologo il parto

di un fanciul letto

cabbalist ico è

r isultato

tanto amaro che ha

fatto

non so quale voto ad

una

com are ebrea;

continua però la

sua

campagna

con

più

determinazione

che m a i .

Appena

trascorsi i giorni della

pu-

rificazione, darà un'altra test imonianza. . . Cosa fatta capo ha:

parli

pure il m ondo , conviene non perdere occasione per bat-

tere il ferro mentre è

caldo. Forse

posso per una seconda

volta fare m io il mot to

d i que l

Greco: “ nis i peri issemus,

peri issemus

'.

Spesso

la

v ia

m igl iore

per

salvare

la

vita

sta

nel non badare e nel

but tars i del iberatamente

avant i › › ( 3 ° ) .

Poche notizie abb iamo circa la

cronaca

esterna della ste-

sura del saggio in esame: sappiamo che la composiz ione ti-

pografica

dei

Kreuzziige

si è svolta

len tam en te com pletandos i

nel marzo del

'62.

Ricord iamo

che

per

un

incontro

con

il

m o n d o

interiore

d i

H a m a n n ,

che

in

varie luc i balena attraverso i m m a g i n i e

s imbol i , si deve tenere d'occhio il saggio del

'61,

che s i al-

linea alla

temat ica

dei

Memorab i l i socratici,

che non entrò

a fare

parte dei Kreuzziige,

in cu i r ipetutam ente

viene

discusso

l 'oscurità

del d ire d ell'a u to re e che signif ica tiva m ente porta

il

titolo

aristofanesco

di

Nuvole .

Ricord iamo

ancora

che

la

vita di H a m a n n subì in quei

m e s i

l ' influsso della presenza

d i Anna

Regina

Schumacher,

la

ragazza di servizio

diventata

mogl ie morganat ica e

il

vincolo

con la qua le H a m a n n dichiarò

nella

lettera del 3 agosto

1762

a

F. Nicolai .

Le in form az ioni relative alle circostanze della formazione

dell ' / lestbetica

in

nuce

direttam ente

disponibi l i

e

atte

a

fa-

cil itare al lettore

l'incontro

con il testo non sono

mol te . Sarà

bene tenere

d'occhio

i

t e m i

r iguardant i il l inguaggio u m a n o

e

la

rivelazione divina che affiorano

nel Trifoglio

di lettere

ellenisticbe (Kleeblatt bellenist iscber Briefe), che uni tamente

alla Rapsodia cabbalist ica

vide

la luce

la pr ima

volta

nei

Kreuzziige,

dove

la

posizione

hamanniana

è

assunta

in

pre-

valenza in rapporto al Michaelis e d i cu i già abb iamo

dato

qualche notizia.

( 3 0 ) Cfr. Z H , II, 153-154.

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42

scRITTI

sUL

L I N G U A G G I O

IV. LA

cRITIcA

A H E R D E R

E L A P O L E M I C A

C O N T R O L A N U O V A

G U L T U R A F I N O

A L 1774

Dieci

anni

separano

l 'Aestbetica

in

nuce

d a lla ripres a

della

discussione

su l l inguaggio, che ha il suo nucleo

attorno

ad un

altro concorso sul l 'argomento

proposto

dal l 'Accademia ber-

l inese: l'origine

del linguaggio.

Il decennio, privo d i episodi d i

pr imo piano q uanto

a

produzione letteraria. è il periodo

dell 'assestamento

nella quo-

t idianità

e

della m a tu ra zione

di

pensiero

di

H a m a n n .

G ià

nella pr imavera

del

'62

si

era

delineata

la relazione con Anna

Regina

Schumacher. Per sei

m e s i

H a m a n n si era

adattato

dal

lugl io

del '63 ad un pos to nella amministraz ione locale, ab-

bandonato alla fine del gennaio '64 per

soccorrere

il padre

vittima di apoplessia;

continuava intanto

la

marcia del fra-

tello

Christoph

verso la

demenza.

N el

giugno

del '64

H a m a n n

fuggiva dalla penosa atmosfera d i

c a s a cercando

una sistema-

zione a ll'es te ro c on fo rm em en te ad una

precedente

proposta

fatta da l Moser: il tutto si

risolse

in un vagabondaggio, che

da

Francoforte si allargò

fino

a Basilea per conc luders i a

Königsberg

alla fine

d i

settembre,

senza

nessun concreto

ri-

sultato.

Dall'estate

del '62

fino alla

fine del novembre

'64

sog-

giornò a Königsberg

il

giovane Herder e in questo arco d i

tempo furono

poste le bas i di una fraterna

amiciz ia

con

H a m a n n .

La

situazione

domest ica

si

appesantiva

tanto

che

nel giu gno

del

'65 H am ann

s i trasferì in

qual i tà -

pare

-

d i segretario

presso il

giurista Tottien

a

Mitau,

al cu i servizio

restò fino

al gennaio

del '67, accompagnandolo anche in un

soggiorno

d i alcuni mes i a Varsav ia . L'esilio fu allietato

da

due incontri

con

l 'amico

Herder .

N el

settem b re del

'66

era

mor to

il

padre

e

al

ritorno

in

città

qualche mese

più

tardi H a m a n n

si t rovò impelagato

in

una sgradevole e sfortunata questione di successione: si

s is tem ò alla m eno peggio per Pinteressamento anche di I.

Kant presso

gli

uff ici dogana li nel maggio del '67 e verso

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I N T R O D U Z I O N E D E L

T R A D U T T O R E 4 3

la

fine dell 'anno stabil ì

casa

propria con Anna

Regina,

con

cu i concluse un regolare a tto m a trim o nia le alla

fine

del

'68.

Per

il

giorno

d i S . Michele del '7 0 il Mago del

Nord inaugurò

un'abitazione

di

sua

proprietà

«

am

Alten

Graben

7 58

› › .

Dalla

prim avera del '66 s i era costituita a

Königsberg

la

General-Accise

und

Z ollad m in is t rat ion,

organo

di

esazione fi -

scale

affidato da

Federico

II a funzionar i

f rancesi

con un pro-

g r a m m a severo. H am a nn, profond am ente os tile

a

questa am -

ministrazione,

si t rovò nella necessità di servirla in

qual i tà

di t raduttore

tedesco-francese: a questa occasione risalgono

alcune ricerche su lla l ingua d i Francia e soprattutto uno

spirito

d i

polemica

che

si

espresse in scritti

satirici.

La

frattura

con lo spirito francese ha radic i antiche in

H a m a n n ed è operante negli

anni

dei

Kreuzziige,

c ome testi-

moniano i

due

Essais

à

la

Mosaique:

la

Lettre

néologique

et provinciale e

la

Glose pbil ippique del 1762 (già apparsi

separatamente

l 'anno

precedente).

Gli anni '62-'63 rappre-

sentano

un episodio definito e consis tente della produzione

letteraria

hamanniana:

a fianco dei Kreuzziige (che

diedero

luogo

ad

uno

scambio

polemico con

la

< < Hamburg ische

Nach-

richt

› ›

nel

'63)

si

addensano

Scbrif tsteller

und

Kunstr icbter

(1762) , Leser und Kunstr icbter

(

1762) , i

Fiinf

Hirtenbriefe

su l dram m a

scolastico

(1762) , ai qua l i

si uniscono

alcuni

abbozzi su l

Cantico

dei

cantic i (1762) sull 'originalità ( 1 763 ) ,

sulla

censura l ibraria

( 1 7 63 ) .

N el decennio

seguente

la

Musa

hamanniana tace, mentre

l 'autore

s i

t rasforma

in

paziente

redattore

e

col laboratore

delle bisettim ana li « Königsbergische G elehrte u nd Politis che

Zei tungen›› ,

edite

da l Kanter

a partire

da l 1764 .

H a m a n n

contr ibuì con decine di brev i recensioni, soddisfacendo il

naturale

bisogno

d i giudizio

sulle

mol te le ttu re in cu i era

senza

posa

im m er s o e che t rovava

sfogo

costante nel carteggio,

d i

cu i

interlocutore

principale

d ivenne da l

'65

Herder.

In

una

Nacbr icb t del 27 gennaio '64 e nei n ume r i 1 e 3 (rispettiva-

m ente del 3 e del 1 0

febbraio

dello stesso anno) H a m a n n

espone moraleggiando l ' idea del

giornale

e della sua funzione

presso il

pubbl ico. Il

13

febbraio

'64 prende posiz ione netta

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44

scRITTI sUL

L I N G U A G G I O

in una recens ione

del

II tom o De

la Nature

(Amsterdam

1 7 6 3 ) contro

il deismo

del Robinet.

Fino

al 7 maggio del

'64

H a m a n n

è

presente

sulla Gazzetta regiomontana

con annunci

d i

scritti

anche

frivoli,

con

analisi

d i riviste

e

recensioni

ser-

rate.

Not iamo il 2 marzo

l 'analisi

delle «

Ausführ l iche

u nd

k ritis che N achrichten, v on den besten und merkwürd igs ten

Schriften

unserer

Ze i t

› > e il 1 6

marzo un

giudizio

sui

« Briefe

d ie neueste Litteratur

betreffend › › .

Il

30

m a r z o recensisce

i Vernunf t - und

scbri f tmàssige

Gedanken

von

den Lebens-

p flicb te n d er

Cbristen

d i Da niel

Heinr ich

Arnoldt

(Königsberg,

1 7 6 4 ) e il 30

aprile

un 'a ltra p rim iz ia

locale: le Beobacbtungen

i iber das Gefüb l des Scbönen und Erbabenen del Magister

I. Kant.

Particolarm ente estesa è

la

discussione - nel numero 22

del 16

aprile 1764

- attorno alla seconda parte della Inter-

pretazione

della

lette ra a gli

Eb rei d i

I.

D.

Michaelis

( 3 1 ) .

Una

puntig liosa so tto lineatura

passo

per passo delle forzature ra -

zionalistiche della lettura del

tes to finis ce

in un giudizio d i

tono

grottesco: < < L'autore ha

fatto

un uso

tanto balordo,

per

non dire ingenuo, delle

sue fonti

di questa

lettera paolina

che non c onv errà ai

futuri

interpreti neppure stendere questa

pelle

d i

vitello

su

un

t amburo . Per pa rte nostra

seguiamo

il

consiglio

d i Pope: bere di più per

ritornare

in sé; e consi-

der iamo vera fonte d i buone idee

un

cuore sano.. .

› › ( 3 2 ) .

Dopo

il maggio '64 i

contributi

di H a m a n n si r iducono per

il '65 a ll'espos iz ione in

tre puntate

d i un

discorso

sensazionale

al

Parlamento

inglese;

e

sono nulli nel

'66.

N el luglio del '67

registriam o

alcune

Annotaz ioni

sugl i

scritti

ed

i

cos tum i

di

I. I. Rousseau.

Ma è tempo d i spostare

l 'attenzione

su Herder, destinato

ad

essere al centro

delle d is cu s sioni

che H a m a n n - dopo il

decennio

d i

silenzio

-

riprenderà

su l

tema

del

l inguaggio

( 3 1 )

Iohann David Michael is , Erlelärung des

Brieƒes

an

d ie

I-Iebrãer.

Z w eiter Th eil,

Francoforte

e Lipsia (I. G. Garbe), 1764.

( 3 2 ) Cfr.

N . IV,

287-288.

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INTRODUZIONE

DEL

TRADUTTORE 45

Appena

ventenne

Herder lasciava

Königsberg per la Ospi-

ta le Riga, dove il Lindner gli aveva messo a

disposizione

un

posto

alla Domscbu le . A Königsberg il giovane

aveva

potuto

aprirsi

una strada

nella teologia

e

nelle

lettere:

aveva

seguito

le lezioni di Kant e f requentato la l ibreria di Kanter,

dove

H a m a n n

oltre

ad avviar lo

all'inglese e

all ' i taliano

lo arricchì

di

geniali

spunti ,

che la

facile

vena dell 'al l ievo

non mancò

di diluire in sovrabbondant i esposizioni

per

anni.

Il fitto

car-

teggio con H am ann a lim entò in seguito ancora la fantasia

herderiana.

A

Riga

H erd er trov ò

una

sistemazione

oltre

che

nella scuola nell'am m inis traz ione

ecclesiastica:

ebbe

successo

c ome predicatore e

avviò una

notevole

attività

letteraria,

col-

laborando

alle

« Konigsbergische Zei tungen

› ›

guidate

da H a-

m a n n e

ai

< <

Gelehrte

Beiträge

› ›

che afiiancavano la Gazzetta

d i Riga.

Tra

il '67

e

il

'68 I-Ierder

si

r ivolse

al

grande

pubbl ico

con tre raccolte anonime

d i Fragmente

i iber

d ie

neuere deutscbe

Literatur: « Anche

il

profi lo

d i quest'Opera e i primi tratti

- scrive R.

Ha y m

( 3 3 ) - erano

stat i abbozzat i già

a Königsberg

e H a m a n n ne era al corrente. Sappiamo dalle test imonianze

del suo compagno di Königsberg, Bock, che già durante il

periodo degli

s tud i

Herder

r imuginava

il proposito

d i

«ag-

giunte

f rammentar ie

› ›

a i « Literaturbriefe › › che andava stral-

ciando e r iassumendo con cura › › .

I

< < Briefe d ie

neueste

Litteratur betreffend › › ( 1759 -1765)

erano

stati

fondat i da

Lessing

con l ' intentO di promuovere

una letteratura nazionale originale, erano

stati

portati avant i

da l

Nicola i

(che

da l '64

proseguì

da

solo

la

sua

lunga

campagna

critica con la «

Al lgem eine

deutsche Bibliothek ›› ) e soprat-

tutto d al M end els soh n, che aveva saputo

accaparrarsi la col-

laborazione efficace

del

giovane Th. Abbt,

che nel '61 aveva

animato lo

spirito patriottico

dei Tedeschi

in una perigliosa

fase d ella gu erra fr idericiana dei 7

anni

con il sermone

V om

Tode

fiirs

Vater land.

Dialogando con i < <

Literaturbriefe › ›

aveva

svi luppato la

sua

( 3 3 ) Cfr. R. H aym , H erd er, Berlino 1954, I,

134.

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46

scRITTI sUL L I N G U A G G I O

stagione letteraria l 'autore dei Mem orab ili

socratici.

Il genio

delle

nazioni,

la

plural ità

delle culture, le tradizioni,

il

lin-

guaggio furono i t e m i che Herder seppe evidenziare, susci-

tando interessi

e

consensi.

N ell'ins iem e

i

F r a m m e n t i

sono

l 'abbozzo d i una

storia

dello spirito che viene alla luce nel

l inguaggio, f iorisce nella poesia e fruttifica nei

molti

c a m p i

della letteratura

e

della

dottr ina. La Pr ima raccolta è dedi-

cata al

l inguaggio

(gli

echi

delle

conversazioni

con H a m a n n

sono distinti): il l inguaggio è la

base

della cul tura; in esso

sembrano

discernibi l i

un'età

poetica,

un'età

prosaica

ed

un'età

filosofica:

gravitant i

r ispettiva m ente verso la bellezza, la fun-

zionalità e la

perfezione. Ai

prob lemi fi losofic i si intrecciano

i t e m i d i una questione della l ingua tedesca: si

discutono

le proposte già avanzate, s i cons id era la diversità

dei valor i

rappresentati

dalla correttezza

O

dalla

ricchezza del

dire, s i

esamina

il

problema degli

idiotismi.

Palesemente

è

l 'esigenza

della nazione

tedesca

unif icatr ice dei

particolar ism i

della storia

polit ica il motore della discussione.

Ciò è

confermato da l

paragone ampio tra lingua tedesca e l ingua greca, latina e

francese che emerge nella

trattazione

del tema delle t radu-

zioni. Attenzione è dedica ta a lla peculiarità

sintattica

e sti-

l istica

che

caratterizza

la

l ingua

tedesca.

Il

XVIII

Frammento

della I

Raccolta

una caratterizzazione degli

scrittori

tipici

per stile d ella nu ova letteratura tedesca: dopo Winc ke lm a nn ,

Hagedorn, Moser, Abbt, Spa ld ing, Mendelssohn, Less ing la

rassegna è conclusa

da

H a m a n n da considerarsi < < s e non una

stella, alm eno una

meteora

e comunque un fenomeno

della

nuova

cultura

› › .

Il

nocciolo

dei

suoi

scritti

-

riconosceva

il

giovane

critico - contiene

molti

sem i d i

grandi

verità, d i os-

s erv azioni nu ov e e d i r imarchevol i

letture:

l ' involucrO è un

tessuto fat icosamente intrecciato

d i espressioni etim ologiche,

di al lusioni e di fiori l inguistici .

N el 1768 Herder

presentò

in anon imo un ritratto funebre

d i

Thomas

Abbt

(mor to

due

anni

pr ima ) :

Ueber

Tbomas

Abbts Scbriften. Der Torso von

einen

Denkmale

an

seinem

Grabe erricbtet: H a m a n n

provvide in tono

giocoso m a

con

m a n o non l ieve

a

r idimensionare

il personaggio in

una

recen-

sione

sulle

< <

Königsbergische

Zei tungen

› ›

del 29

giugno

1768

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I N T R O D U Z I O N E D E L

T R A D U T T O R E

47

e Herder s i adeguò ( 3 1 ) . Par iment i

Herder si ritrasse dall 'at-

teggiamento

laudat ivo assunto nei Fragmente (II e III Rac-

colta)

nei confront i del celebrato f i lologo d i Hal le Christ ian

Adolf

Klotz

(1 7 3 8 -1 7 7 1 ) , ed itore

da l

1764

degli

«

Acta

l iteraria › ›

e da l

'66 delle

«

Neue

hall ische

gelehrte Zei tungen

› › ,

che andava

es erc ita nd o u na

azione d i potere

crescente

nel

m o n d o dotto

finita con uno

scontro frontale

con Lessing.

All'inizio del '68 Klotz aveva varato

la

< < Deutsche

Bi-

bliothek der schönen Wissenschaf ten › › con palesi

intenzioni

di

attacco

in

più

direzioni:

in

particolare

non

era

r isparmiata

la «set ta

d i Königsberg

› › .

Tra il giugno e l 'agosto del '68

Lessing

contrattaccò con una serie d i Briefe ant iquariscben

Inbal ts,

Herder s c e s e

in

campo

soltanto l 'anno

seguente

con

il II

e III dei Krit iscbe l l ' /àlder, oder Betracbtungen d ie

Wissenscbaf t

und Kuns t des

Scbönen

betreffend, nacb Massgabe

neuerer

Scbriften:

più

rapido Ham ann

aveva

già

il

1 5

gen-

naio

del '68 recensito il

pr imo

numero della « Deutsche Bi-

bliothek der schönen Wissenschaf ten › › sulla Gazzetta di

Kö-

nigsberg;

il 22

luglio

recensiva il

saggio del

Klotz:

Ueber

das N utzen und Gebraucb

der

alteren gescbnittenen Steine und

ibrer Abdriic/ee (Al tenburg,

1 7 6 8 ) ,

il 2 d icembre i n u m e r i

II-VI

della

< <

Bibliothek

› ›

klotziana

e

il

9

d icembre

il

saggio

Ueber

das Pu blicu m (Iena ,

1 7 6 8 )

di Fr. I.

Riedel,

braccio

destro del Klotz. Recensendo il

30 gennaio 1 7 69

una Italie-

niscbe

Biograpbie

di cu i appariva allora il

I vo l u m e

con pre-

fazione

del

Klotz, H a m a n n

denunciò

l 'azione

commerc ia le che

mirava

a impossessarsi del mercato

librario:

accenni

al

Klotz

compaiono

ancora

nella

recensione

(6 febbraio

1 7 6 9 )

dei

Kri-

tiscbe W à l d e r

herderiani,

in cu i il n o m e del l'anon im o autore

è

fatto trasparire al

fianco del

W i n c k e l m a n n

e

di Lessing.

L'atto di guerra

è

così

per

il

m o m e n t o

concluso: nei

re-

stanti contributi dell 'anno H a m a n n s i diverte con il perso-

( 3 4 ) Nel nov em b re d el

'68

Herder

scr iveva

a

H a m a n n (ZH,

II,

4 2 7 ) : « Abbt

non

fu certo il miglior

giudice

di cenci

alla

m o d a latina

estetico-f i losof ico-oraziana. Sono già

stato

punito --

e con m e

anche

i

«Litteraturbriefe» _

a suff icienza

per l'indulgenza, tanto che

avrò

presto -- credo -- Occasione

nel

secondo

volume

su

Abbt

di

m ettere

con buona grazia i puntini sugl i i... › › .

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48

scRITTI sUL L I N G U A G G I O

naggio

dell 'abate Genest e

il grande teatro della

corte del

Re

Sole,

così c ome

le segnalazioni del

1 7 7 0 indugiano

sulla pro-

duzione letteraria

inglese: Shenston, Barett i,

Iohnson, M.

B r o w n ,

con

un

intermezzo

sulla

gotta

e

su i

fondament i

della

virtù...

N el

lugl io

del '7 1 la

polemica

che

aveva

visto H a m a n n

dirigere

Herder è lontana e in due

puntate

la

Gazzetta d i

Königsberg riporta i Pensieri notturni di un dubbioso.

N el luglio

del

'69

Herder

lasciata defini t ivamente

Riga

inizia il

lungo viaggio

che

toccherà la

Parigi

enciclopedistica

e

culminerà nell ' incontro con il giovane

Goethe a

Strasburgo,

per

concludersi a

Bückeburg.

N el 1769 l 'Accademia berlinese band i un nuovo concorso

a premio per una trattazione attorno al problema: «

En

supposant

les

h o m m e s

abandonnés

à

leur

facultés

naturelles,

sont-ils en état d' inventer le langage? et par

quels

moyens

parviendront-i ls

d 'eux-mêmes

à cette invent ion? › › . Pur tro-

vandosi in viaggio Herder

decise

di partecipare

al concorso,

il cu i tema r i t rovava congeniale ai

suoi interessi

( 3 3 ) .

Il

lavoro fu completato

a

Strasburgo

pr ima

del

Natale

del

'7 0

e

s ped ito a nonim o

al

Formey ,

segretario

del l 'Accademia

berlinese.

Herder

subiva una cura chirurgica ad un occhio

e si era fo rmata la pr ima

consuetudine

con

Goethe,

che c i

ha serbato in Dicbtung und W a b rb e it (III parte, libro X)

l 'a tmOsfera d i quei giorni e le pr ime sue

impressioni

su l

saggio:

«m

confidò

che

pensava

di

concorrere

al

premio

per

il miglior sc ritto su ll'o rig ine del l inguaggio posto in

palio

da Berlino. Il

lavoro

era

quas i finito

e poiché la sua

grafia

era

mol to lim pida poté farmi leggere un

manoscr i t to

assai chiaro

un fascicolo dopo l'altro. N on

avevo

m ai riflettuto su

simili

temi , ero

ancora troppo

preso dentro

nel bel mezzo

delle

cose

per

pensare al

principio

e

alla

fine.

D'altra

parte

la dom anda

( 3 5 )

«Un

prob lema

centrato, importante

e

davvero

fi losofico

che

sembra

fatto

apposta per m e › > scr iveva a

Hartknoch

da Nantes e

anche

nel Giornale

di

viaggio

cita il tem a con

soddisfazione.

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INTRODUZIONE

DEL

TRADUTTORE 49

mi r isultava anche

alquanto

oziosa: s e Iddio

aveva

creato

l ' uomo,

gli

era stato

creato

ins ieme il l inguaggio non

meno

che la stazione eretta, com e aveva dovuto accorgersi di e s -

sere

in

grado

d i

camminare

e

di

afferrare,

così

doveva

rendersi

conto d i essere capace d i em ettere suoni

con

la gola e d i

potere m od ific are v a ria m ente q uei suoni per mezzo

di l ingua,

guance e labbra. S e l ' uomo

era di

discendenza

div ina, lo era

certo anche il l inguaggio, s e invece l ' uomO, considerato nel-

l'am b ito

della Natura , risu lta va un essere di Natura anche

il

l inguaggio

era

un

fatto

naturale.

N on

r iuscivo

a

separare

quest i fattori c ome non mi r iusciva di staccare l 'anima da l

corpo.

Süssmi lch,

sulla base d i

un

crudo real ismo

non

alieno

da

fantasticheria,

si

era

messo

dalla

parte

d ell'o rig in e d iv in a

secondo

cu i

i n s om m a

Dio s i

sarebbe

assunto con

i

primi

u o m i n i

il

compi to

d i

maestro

d i

scuola.

La

trattazione

d i

Herder si impegnava a mostrare com e

l ' uomo,

proprio

perché

uom o, può e deve

invece

giungere

ad

u n lingu a ggio in

virtù

delle sue

proprie

forze.

Io lessi il

trattato

con mol ta soddisfazione e per

m io

personale

arricch im ento: non

ero

però al

livello né

per dot-

trina

per

pensiero

di

potere

esprimere

un

giudizio

fondato

sul l 'argomento.

Mostra i

pertanto

all 'autore il

m io consenso

avanzando

insieme soltanto

poche

osservazioni, che venivano

dal m io m o d o d i sentire.

Sia

l 'una

che l'altra cosa furono

accolte

allo

stesso

m o d o :

rim prove ri

e rimbrotti; non ri-

maneva che essere d'accordO O in assoluto O

relat iva m ente

› › .

Il

saggio

herdiano

fu

r iconosciuto

vincitore

nella

seduta

del 6 giugno 1 7 7 1 del l 'Accademia berlinese e

Herder

ne fu

uff ic ialm ente in fo rm ato con una

lettera

del Formey,

segretario,

dell' 8 giugno 1 .771 . Lo scritto coronato fu pubbl icato

l'anno

seguente < < per ordine del l 'Accademia

› ›

presso

Christ ian

Voss

a Berl ino(3°).

( 3 3 ) Abbandlung ü ber den Ursprung der Spracbe

w e lcb e den v on

der

Königl. Academic

der Wissenscbaften fiir

das

Iabr 1770 gesetzten

P re is e rb a lte n

bat. Von

Herrn

HERDER.

Auf Befeb l der A ca dem i c beraus-

gegeben. -

Vocabula

sunt nota rerum. Cic. _Berlin (bey Christian

Voss), 1772 (222 pp. in 8°) .

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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50 SCRITTI SUL

LINGUAGGIO

La pr ima delle due parti del saggio (pp. 2-1 4 0) a ffronta

in

tre sezioni la

domanda : « aff idati

alle loro capacità

natural i

poterono gli u o m i n i da

sol i

inventare

il loro

l inguaggio? › › .

N el

m o n d o

vivente

extra-umano,

dominato

dalla

finalità

unitaria della Natura,

il

suono opera un col legamento sociale

tra g li

individui: l'individuo affetto da

una

esigenza vitale

em ette suoni che agiscono

su

altri individui, che

vengono da

essi

convogl iat i

a prestare un aiuto

efficace quanto inconsa-

pevole.

«Già

in

quanto

animale

l ' uomo

ha

un l inguaggio.

Tutte

le sensazioni forti e in

particolare le

più violente tra

esse,

ossia

le

sensazioni

dolorose

del corpo,

le

passioni violente

del l 'anima,

si

esternano

immed ia tamente

in

grida, in

voci ,

in

suoni

selvaggi

inart icolati . Una

bestia

che

soffre, non meno

dell'eroe Filottete, sotto

l'assalto

del dolore

manderà

gem iti,

emetterà

lament i :

anche

s e

fosse

abbandonata

su

un'isola

deserta, senza alcuna

prospettiva, né traccia, né speranza

d i

u n cons im ile soccorrevole › › ( 3 7 ) .

«Questi

sospiri,

quest i suoni sono l inguaggio:

c'è

un

linguaggio del sentire che è una legge

immedia ta

della Na-

tura

› › ( 3 3 ) .

Questa

«lingua

della

Natura

› ›

è

presente

nel

fondo

del-

l ' uomo

ed

emerge

nelle interiezioni suscitate da emozioni

prim ordia l i:

« L'im peto d i una passione che travolge,

l'im-

provvisa sopraffazione della gioia O dell 'allegria, dolore e

pena che scavano solchi nell'an im a, un incontenibi le senti-

mento d i vendetta, d i disperazione, d i rabbia, d i spavento, d i

raccapriccio:

tutto

c iò

si

manifesta

e

ciascuna

emozione

a

suo m od o ,

diversamente.

Quante

sono le specie

d i emozion i

possibi l i

che sonnecchiano

nella

nostra natura, altrettante

sono le specie

d i voci . . .

› › ( 3 3 ) .

« In

tutte le l ingue delle origini r isuonano

ancora

reliquie

d i

queste

voc i della Natura; non sono certamente i filoni prin-

cipali

del

l inguaggio

um ano, non

sono

le

sue

vere

radici,

sono

( 3 7 )

Herder, op.

cit.,

p. 3 .

( 3 3 ) ib .

p.

6.

( 3 9 ) ib .

p. 7 .

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mrnonuzrouß

D E L T R A D U T T O R E 5 1

tuttavia

i succhi che danno vita alle radici del l inguaggio › › (“°).

Le interiezioni,

r imaste

vive soprattutto nei

l inguaggi

del-

l'Oriente o dei

popol i

selvaggi

-

espressioni di

gioia,

d i lutto,

di

guerra

ecc.

-

sono

le

tes tim onia nz e d el

col legamento

del

l inguaggio u m a n o con il grembo

della

Natura

profonda.

Il

prologo

largamente

figurato

impone il

tema fondamen-

ta le : l'ances tra le legame del

l inguaggio u m a n o con la Natura ;

il controsoggetto è

fornito dalla tesi d e ll'o rig ine d iv ina

del

l inguaggio, avanzata

da l Süssmi lch in una memor ia letta già

nel

'56 d av anti

al l ”Accademia

e

pubbl icata dieci

anni

più

tardi

a Berlino: Beweis, dass der Ursprug der

mense/ølic/nen

Sprac/ve

göttlic/J sei.

Il

Süssmi lch

aveva

sostenuto che la riducibilità

d i

tutti

i

suoni

presenti

nelle

diverse

l ingue ad una ventina d i tipi

caratterizzati dalle le ttere de ll'a lfabeto

starebbe a significare

che

il

l inguaggio

è

stato

fornito

al l 'uomo

da

un

insegnamento

diretto

d i

Dio,

autore del

l inguaggio stesso.

Chiamando in causa il

L amb e r t

e alcuni studiosi del

lin-

guaggio d i popol i

selvaggi viventi,

Herder nega

la riducibilità

delle l ingue alla

combinazione d i

una

ventina

di suoni: il

l inguaggio

è un essere vivente che non si lascia

scomporre

meccanicamente:

i

segni

furono

sempre

inadeguat i

a

rendere

la creativa novità della parola e sarebbe curioso che

1'alfabeto

usato dagl i u o m i n i - con

tutta

la sua insufficienza -

fosse

proprio

opera

di

Dio

Herder

insiste

piuttosto sul lo stretto

legame

vitale

che unisce suono e sentire e

conclude:

« S e vo-

gl iamo chiamare

l inguaggio i suoni imme d ia t i che

accompa-

gnano

il sentire,

t rovo

che

la

sua

origine

è

affatto naturale

in

ogni caso. N on

solo non

è sovrumana, m a è chiaramente

animale:

la

legge naturale

d i una m acchina senziente › › ( 4 1 ) .

Il

l inguaggio

u m a n o è

tuttavia

d i altra specie.

«

Tutti gli

an ima l i

fino

al

pesce

più

ottuso danno

suono

al loro sentire: per

questo

però nessun animale,

neppure

il

più perfetto ,

ha

dato il

m i n i m o

inizio

autentico

ad

un

l in-

guaggio

umano .

Si elabori,

si

rafl ini,

si organizzi questo

insieme

( 4 0 )

ib . p. 1 0.

( 4 1 ) ib.

p.

23 .

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52 SCRITTI SUL

LINGUAGGIO

di

suoni

com e si vuole, s e non

sopravviene

una

determina-

zione [Verstand]

di usare

questo

suono

con in tenz ione , non

vedo com e secondo la

legge

di natura esistente questo

suono

possa

diventare

un

l inguaggio

umano ,

un

l inguaggio

delibe-

rato. I

b a m b i n i producono mani festazioni

sonore

del

sentire:

come

gli anim ali; m a il l inguaggio che essi apprendono

dagl i

u o m i n i non è forse tutt'altra

cosa?

› ›

( 4 2 ) .

Herder condanna

Condil lac

quanto Rousseau: l'uno per

avere

ridotto l ' uomo

al

livello

del l'an im ale, l'altro

per

avere

innalzato

l'anim ale

indebi tamente

alla

dimensione

umana :

occorre

dichiarare

con

precisione

la

differenza

specifica del-

l ”uomo

rispetto agli altri

viventi.

Negl i

an ima l i la sensibil i tà,

le

disposiz ioni

e le capacità operative sono in funzione del-

l 'ampiezza e

m oltepl ici tà

della sfera d'azione: l ' uomo non ha

una sfera determinata, le sue capacità sono disperse sull ' intera

superficie

terrestre:

sul

piano

dell'istinto

è

l'ultimo

degl i

ani-

mal i ,

manca

anche

d i quei meccan ism i di segnalazione ope-

rativa

che

sembrano costituire

il lingu aggio d egli animal i .

« L'ape ronza mentre succhia, l 'uccello

canta

mentre fa il

nido:

com e parla invece

natura lmente l ' uomo?

N on parla

affatto

proprio c ome poco o nulla fa in forza del solo istinto

alla

maniera

del l'an im ale.

Un

neonato

u m a n o

-

s e

si

pre-

scinde da l

pianto

che viene

da l

suo sensibile

organismo

-

è m u t o : non es terna con i suoni

rappresentazioni

né im -

puls i (cosa che

fa

invece

ogni

animale a seconda della

specie

a

cu i

appartiene): posto

sempl icemente in mezzo

agli

animal i ,

è l'ultimo orfanello

della Natura . N u d o ed inerme, debole e

senza

mezzi ,

tim ido

e

senza

difesa

e

-

s o m m a

di

tutta

la

sua

miseria -

privo

d i ogni gu ida nella

vita.

Nato con una

sensi-

bilità

distratta e indebol i ta, con capacità indefinite e son-

nacchiose, con

incl inazioni

m olteplic i e fiacche,

palesemente

volto a

m ille esigenze,

destinato

ad una la rga sfera, eppure

tanto diseredato

e

abbandonato da non essere

dotato

neppure

d i

un lin guag gio per

esprimere

la

sua

insuflicienza. . .

N o

una

s iffa tta contraddizione non è compat ib i le con l”econom ia della

Natura .

In lu ogo d egli

istinti

altre segrete forze devono dor-

( 4 2 ) ib.

p.

24 .

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I N T R O D U Z I O N E D E L

T R A D U T T O R E

53

mi re

in

lui Nato m u t o , ma . . . ››('“). Sulla

base d ella b ontà

e logicità

della

Natura si deve arguire che

c'è nell'uom o una

forza ulteriore, capace d i situarlo adeguatamente

nell 'ordine

universale:

proprio

la

mancanza

di

una

destinazione

e

di

una

attrezzatura

precisa

fa

tra lu cere la l ibertà

e l ' intell igenza.

« Si

ch iam i

com e s i vuole questa disposizione complessiva

delle

sue

forze: intelletto, ragione,

intenzione ecc.

Purché

non

si

intenda con

ques to nom e forze isolate

o m e r i

gradi

della

scala

delle

forze

animal i , per m e è lo stesso.

È

l'im-

pianto

complessivo

di

tutte

le forze

umane,

è

l'intera

eco-

nomia della sua natura sensitiva e

conoscit iva,

cognitiva e

volitiva, o megl io è l ”um'ca forza posit iva del pensiero che

unita ad un certo organism o corporeo assume

nell'uom o

il

n o m e d i ragione, laddove

negli

a nim a li d iv enta capacità tec-

nica:

nell'uom o s i

ch iama

l ibertà,

negli

an ima l i si fa

ist into.

La

differenza

non

è

però

d i

grado,

consiste

in

un

incre-

mento di forze,

bensì

è il volgersi e

svi lupparsi

di

tutte

le

forze in una direzione

affatto

diversa

› ›

( 4 4 ) . Pu r essendo iden-

t iche le forze

natural i

in

gioco,

opposto

è

il loro

convogl ia-

mento :

ciò

fa s ì che non

c i

sia

possibil ità

di svi luppo né

d i

passaggio da ll'an im ale a l l 'uomo, anche s e comune è il

grembo

materiale

della

Natura .

Herder

è

preoccupato

di

serbare

l'unità

della Natura : r i fugge palesemente da una separazione essen-

ziale

tra mater ia e spirito,

sottolinea

tuttavia che lo svi luppo

in

senso

mater iale o

spirituale

della Natura

luogo a feno-

m e n i

distinti e irriducibili.

Così,

pure procedendo con l 'ani-

ma le dalla

stessa fonte, l ' uomo

assume fino dalle

pr ime mani -

festazioni

vitali

caratteri

essenzialmente

divers i

e

singolari.

< < È l 'um`ca forza posit iva del l'an im a che opera in questa

disposizione: un essere s e è più sensibile sarà meno razionale,

s e

è più razionale sarà meno vitale,

s e

più

illuminato

meno

mosso da impu l s i

oscuri :

è evidente

Tuttavia

lo

stato

d i

m ass im a

sensibil i tà

del l 'uomo

fu

pu r sempre

u m a n o

e

operava

in

lui

pu r

sempre

un'intenzione

consapevole

[Beson/1enbeit ] ,

anche

s e in

grado

meno notevole: par im enti

lo

stadio

d i

( 4 3 ) p.

37 .

( 4 4 ) ib . pp.

42-43.

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54

scan-T1 sUL Lmcuacc io

m i n i m a sensibil i tà

degli an ima l i r imane pu r sempre

animale

e

nella mass i ma

chiarezza

delle loro

rappresentazioni

[Ge-

danken l ] non c i fu m ai la consapevole intenzionalità d i

un

concetto

u m a n o

› >

( 4 5 ) .

Il m o d o d i essere

propriam ente

u m a n o è

l 'z'ntenzione

con-

sapevole o riflessione [Besonnenbeit,

Re/lexion] ;

da

questo

m o d o d i

essere il

l inguaggio

procede in

guisa

affatto

natu-

rale,

semplice, c ome una

spontanea manifestazione.

« L 'uomo dà prova d i riflessione, allorché la

forza

della

sua

anim a opera

in

maniera

ta nto lib era

da

potere

nell'intero

oceano d i sensazioni che scroscia per

tutti

i sensi.. . separare

un'onda,

fe rm a rla , c oncentra rv i l 'attenzione

e rendersi

conto

di

nota rla . Dà

prova d i

riflessione

quando emergendo dall ' in-

tero aleggiante sogno d i i m m a g i n i che

gli

trascorre

innanzi

è in grado d i raccogliersi in

un

m o m e n t o di veglia, d i in -

dugiare

volontar iamente

su

un'unica

immag ine ,

sottoporla

ad

un'osservazione

chiara più

t ranqui l la,

distinguerne i caratteri

in m o d o che il suo

oggetto

sia quel l ” immagine e null'altro.

Dà cioè prova d i

rif lessione

non quando è in grado d i

ricono-

scerne

v ivacemente

e chiaramente

tutte

le caratteristiche, m a

è in condizione d i discernere per suo uso uno o più caratteri

c ome

nota

dist int iva:

il

pr imo

atto

d i

questo

discernimento

dà il

concetto

dist into:

è il pr imo g iud iz io de ll'an im a

Come

ha avuto

luogo

questo d is cernim ento ? G ra zie ad un

carat-

tere che è stato costretto a dist inguere e che gli è

r isultato

ben preciso quale segno dell ' intenzione.

Beniss imo

Gr id iamo

con lui süpmca Questo pr ima contrassegno dell ' intenzione

è

la

parola

dell'an im a

Con ciò

è

stato

inventato

il

lin-

guaggio

u m a n o › › ( 4 6 ) .

Con m a ggiore c om piu tez za Herder espr ime - secondo la

disposizione

a lla fa nta sia che gli è propria - il suo intento

attraverso un esempio accuratamente esposto:

l ' uomo

che

vuole conoscere

la

pecora.

« Q u a n d o

[l'uomo]

giunge

a

desiderare

d i

conoscere

la

pecora non è più distratto da istinto a lcuno, non

c'è

più

( 4 5 ) p. 51 .

( 4 6 ) ib . pp. 52-53.

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INTRODUZIONE

DEL

TRADUTTORE

55

sentire che

violentemente

lo attragga o respinga nei

con-

fronti del suo oggetto:

la pecora

sta

li

completamente

quale

si palesa

ai

suoi

sensi. Bianca, morb ida , lanosa; la

sua an ima ,

che

opera

in

piena

consapevolezza,

cerca

un

segno

dist in-

tivo: 'la pecora bela ” . H a t rovato il carattere. Opera ora

il

senso

interno. Il belare - che ha

impressionato

mass ima-

mente l 'an ima, che s i è distaccato da tutti gli altri

dat i

del-

l 'osservazione

visiva

e

tattile,

che è balzato in evidenza, che

s i

è

imposto

nella maniera più

incisiva -

r imane presente

al l 'anima. La

pecora

r itorna:

bianca,

morb ida ,

lanosa;

la

vede, la tocca, s i r icorda, cerca il segno: la pecora bela

ed

ecco, l'anim a ora

la

riconosce “ Ahà sei la cosa che bela '

sente

dentro

di

s é :

la ha riconosciuta a

livello

u m a n o

proprio

perché la riconosce

e

le

dà un n o m e in maniera dist inta,

ossia in

base

ad un

carattere...

In

base

ad

un carattere dunque

e

che

cosa

è

un

carattere

s e

non

una

parola

interiore?

Il

suono del

be la to , pe rcepito

da un'an ima u m a n a quale segno

distintivo della pecora, è diventato

-

in

forza

d i

questa

intentio

-

n o m e della pecora: e c iò anche s e

m a i la

sua l ingua

avesse tentato d i

pronunciar lo.

L 'uomo

ha r iconosciuto

la

pecora al belato: un segno ben com preso in

grazia

del

quale

l'anim a

giungeva

a

ricordare

con

precisione

un' idea.

Che

cosa è questo s e non

parola?

e che cosa è compless ivamente

il l inguaggio u m a n o s e non una raccolta di paro le s iffa tte?

Quindi, anche s e non capitasse

m ai

al l'uom o

d i

rendere

que-

st'idea

ad

un'altra creatura e di volere e

potere

manifestare ad

e s s a

questo ca ra tte re della sua

intenzione

producendo con

le

labbra un

belato,

la

sua

anim a a vrebbe

tuttavia

belato nel

suo

intimo,

per il

fatto

d i avere scelto questo suono a segno

rammenta t i vo ,

e avrebbe

belato

una seconda volta per aver-

celo r iconosciuto. . . il l inguaggio è

inventato

è

s ta to s coperto

con la stessa

naturalezza

e necessità per l ”uomo con cu i l ' uomo

è uomo. . . ››(47). Così - con pecore e

belat i

-

Herder

ha

esposto

la

sostanza

della

sua

teoria.

Si inserisce ora

un

attacco

a Süssmi lch,

che ha sottolineato

un

nesso

essenziale

tra

ragione

e

l inguaggio

a sostegno della

( 4 7 ) ib .

pp. 54-56.

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56 SCRITTI SUL LINGUAGGIO

tesi di un”origine divina del l inguaggio umano .

Herder

gli

r im provera un circolo vizioso. «

Senza

l inguaggio

l ' uomo

non

avrebbe

la ragione, e

senza

la ragione non avrebbe l inguaggio.

Senza

l inguaggio

e

ragione

l ' uomo

non

sarebbe

suscettibi le

d i

un

insegnamento da

parte

di

Dio;

e senza insegnamento

da

parte

di Dio non avrebbe

d'altra

parte né

ragione

l inguaggio. . . e

dove and iamo

a

finire? Come può

l ' uomo

ap-

prendere il l inguaggio

mediante

insegnamento da

parte

di

Dio s e è privo di ragione? d'altra parte

senza

l inguaggio non

avrebbe

il

m i n i m o

uso

di

ragione.

Deve dunq ue

l ' uomo

avere

un l inguaggio pr ima d i averlo e d i poterlo avere? oppure

deve potere

diventare

ragionevole senza

il

m i n i m o uso d i

ragione?

Per potere profittare della pr ima sil laba

dell ' inse-

gnamento d i

Dio

deve

già

essere un

uomo. . . ,

ossia potere

pensare distintam ente: m a con

il

prim o pensiero distinto c'è

già

nella

sua

an ima

un

l inguaggio

e

questo

l inguaggio

è

stato

inventato con mezz i

u m a n i

e non per opera d i un insegna-

mento div ino. . .

Iddio non ha affatto

inventato

un l inguaggio

per gli uomin i : sono stat i gli uomin i , sempre con l 'opera

delle loro

forze e

solo

sottostando

ad

un'organizzazione su-

periore,

che hanno

dovuto

inventarsi il loro

lingu a ggio. P er

poter

ricevere

dalla

bocca

di

Dio

anche

soltanto

la

pr ima

parola in quanto

parola

-

ossia

c ome

carattere

distintivo

d ella ragione - occorreva la ragione e l ' uomo dovette im -

piegare

per capire q u ella pa rola c ome parola la

stessa

intel-

l igenza che avrebbe dovuto usare per inventarla origina-

r iamente

› ›

(“).

Lo stretto

legame

tra

ragione,

l inguaggio

e

umani tà prova

secondo

Herder

semplicemente

la

cooriginarietà

di

quest i

fattori: non si può essere u o m i n i

senza

l inguaggio e

senza

ragione:

il l inguaggio è connaturale a l l 'uomo.

L”attenzione s i sposta

ora

alla

considerazione

di un even-

tuale stato prim ord ia le in cu i

l ' uomo sarebbe

vissuto tra gli

an ima l i

in

condizione

ferina:

c iò

non

autorizza

affatto

a

concludere

con il Süssmi lch che

l ' uomo sarebbe

stato innal-

zato da quel lo stato da

un

intervento storico di Dio, che in

( 4 3 ) ib .

pp. 61-63.

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I N T R O D U Z I O N E D E L

T R A D U T T O R E

57

tale occasione gli av rebbe insegna to

anche

a parlare. Herder

r isponde che un tale stato di ferinità può essere

inteso

solo

c ome u na d egenera zione dovuta ad inf luenze esterne alla

natura

umana ,

capaci

di

opprim erla

non però

di

modi f icar la:

com e un vegetale che si curva perché im pedito

da

un osta-

colo m a appena l ibero riprende la sua

crescita verticale,

così

l ' umana

natura l iberata da

condiz ioni ambienta l i avverse

spontaneamente

proced e v ers o

la

vita

spirituale e

s i espr ime

nella

parola.

Come

il

bisturi che toglie

la cataratta

dall 'occhio

non

gli

dona

la

vista

m a

solo

r imuove

un

imped imento

al

suo esercizio.

In

questa

prospett iva

rivela la sua inconsistenza anche

l'ipotesi di

Rousseau d i

un

«

u o m o

d i natura

› ›

che

s i evol-

verebbe da ll'an im a lità alla

spir itual ità.

Per

Herder

non

c'è

passaggio:

l 'animale

non è che animale e

l ' uomo

per

quanto

ridotto

in

condizioni

esterne

di

abiezione

r imane

sempre

u o m o .

La

sc immia e il

pappagallo im itano fenomeni esterni

di compor tamento

u m a no :

manca tuttavia

la pa rola interiore

della intenzione consapevole.

« La

volpe

ha

m ille volte

agito c ome viene fatta agire

in Esopo; non ha tuttavia

m a i agito

con l ' intenzione che

le pres ta

Esopo:

e

s e m m a i

c iò

avvenisse

Sora

Volpe

avrebbe

inventato il l inguaggio e andrebbe favoleggiando di Esopo

proprio

c o m e ora Esopo di le i

› › ( 4 9 ) .

Il l inguaggio e la

ragione sono il

carattere specifico

ri-

spett ivamente esterno

ed interno dell'uom o: «

N on posso

pensare

il pr imo pensiero

u m a n o

né fo rmu la re il pr imo giu-

dizio

sostenuto

da

un'intenzione

consapevole,

senza

che

dia-

loghi

- o

cerchi di

dialogare

-

dentro la m ia

an ima ; il

pr imo

pensiero u m a n o dispone perciò per

sua

natura a l

dialogo

con

gli altri › › ( 5 ° ) .

La

terza

sezione si apre con una lunga

disquiz ione attorno

alla

funzione prim ar ia del

suono

n ella c os tituz io ne del

l in-

guaggio

esteriore

(pp.

75 -94 ) .

( 4 9 ) ib . p. 71 .

( 5 0 ) ib . p.

74 .

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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5 8 sciurrl

sui .

L I N G U A G G I O

I suoni emess i dagl i an ima l i e

dalle

cose in genere

sono

i

contrassegni

per

cu i

l ' uomo

pr imar iamente

li dist ingue e

li riconosce:

in

q uesta azione d i f issazione

di

un

carattere

distintivo

consiste

già

il

l inguaggio.

Herder

insiste

sul

pri-

m a to che l'udito ha rispetto

agli altri sensi

in questa opera-

zione d i instaurazione della vita spirituale. Dando l ibero sfogo

alla

fantasia

e all 'eloquenza l 'autore

ci

offre un bozzetto del

sorgere del l inguaggio in un u o m o

ipotetica m ente

solo in

un'isola abbandonata

per

opera

del

suono

e

del l 'udi to.

< <

Sis tem a telo c om odo

e a

suo

agio

su

un'isola

deserta:

la

Natura

si rivelerà a lui attraverso l'udito:

m igl iaia

d i crea-

ture

che

non

è in grado d i

vedere

sembreranno parlare

con

lui e

anche s e la

sua bocca e

il

suo

occhio r imanessero

chiusi

es ternam ente, la

sua an ima

non

sarebbe

del

tutto

priva

d i

l in-

guaggio. S e le foglie

d ell*a lb ero s torm end o fanno piovere

frescura

sul

povero

solitario,

s e

il ruscello

che

trascorre

m or -

morando g li culla il sonno e

spirandogl i

incontro il

vento

del l 'Ovest

respiro alle sue guance, s e

gli dona

latte la

belante

pecora,

acqua la gemente fonte,

frutti

la

pianta

sus-

surrante,

c i

sono sufficienti interessi per conoscere quegl i

esseri benefici, c'è sufficiente

impu lso

per dare loro un nome,

pu r

senza

vedere

fare

uso

della

l ingua,

all ' interno

del-

l 'an ima. L'albero chiamerà

il « sussurrante››, «

spirante›› il

vento del l 'Ovest , « gemente

› ›

la fonte: ecco già un piccolo

dizionario in attesa del

conio

da

parte degli

organi

del l in-

guaggio. Com e

dovrebbero essere tuttavia povere e disgre-

gate le rappresentazioni che

Pammuto l i t o

connetterebbe con

q uei suoni

O ra

si conceda a l l'uom o l 'uso d i

tutti

i sensi: che veda,

tocchi e senta

ad

un tempo

tutti gli

esseri che parlano al suo

orecchio: cielo che

scuola di

idee e

di l inguaggio

N on è

necessario

fare

scendere

dalle

nuvole

c ome deu: ex mac/nina

né Mercur io né Apol lo: tutta

quanta la

divina Natura

da i

molti

suoni

è

maestra

d i

l inguaggio

e

Musa

Ella g li

fa

pas-

sare

davant i

tutte

le

creature:

ciascuna porta il suo n o m e

sulla

l ingua e si proclama a questa divinità visibi le velata

serva e vassalla. Registra il suo contrassegno nel libro della

sua signoria c ome

un

tributo,

affinché

l ' uomo a que l n o m e

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INTRODUZIONE DEL

TRADUTTORE

s i r icordi di lei, abbia in seguito a chiamar la e ad usufru i rne.

Mi

chiedo s e questa verità

“l'intelletto, grazie

a cu i

l ' uomo

è signore della Natura ,

fu

il padre di un l inguaggio v ivo , che

r icavò

dai

suoni

degli an ima l i

dotat i d i

voce

assurt i

a

segni

distintivi ',

questa

arida verità

m i

chiedo

s e non possa

essere

espressa in

maniera

più

bella e

nobile alla

maniera

orientale

dicendo

che '

Iddio

condusse

a

lui

g li

an ima l i perché vedesse

c o m e

chiamarli e

a l

modo

in cui egli li avesse

denominati

avrebbero dovuto

chiamars i

'. Come s i sarebbe potuto dire

in

maniera

più

precisa

secondo

lo

stile

poetico

orientale:

“ l'u om o inv entò

da

s é il l inguaggio, sulla

base

dei suoni della

Natura

vivente, a

contrassegno

del suo

intelletto

domi -

na tore ' › › ( 5 1 ) .

La s toria

del l inguaggio è legata alla storia del l'uom o che

da condizioni di povertà e di debolezza va v ia v ia dispie-

gando

le

sue

potenzialità

nella

direzione dello

spirito.

Il l inguaggio u m a n o è pertanto alle sue origini pross imo

alla sensibil i tà e alla s po nta neità della Natura intiera. Ope-

razioni, suoni, parole: i suoni della Natura assunt i a con-

trassegni delle cose diventano

parole d i uomin i .

«Tutta la Natura dà

suono e

nulla è più

naturale

per

l ' uomo

sensibile

che

vivere,

parlare,

agire

››(52).

Le

interie-

zioni, le ripetizioni

dei

suoni del

m o n d o circostante

danno

luogo ai primi verb i che designano le

azioni:

dalle

qua l i an-

cora non si

dist inguono

i soggetti,

significati

più ta rd i dai

nomi .

Gli articol i esprimerebbero connotazioni d i

valore:

amico-nemico,

forte-debole,

masch io- femmina .

Il

l inguaggio

nasce

da

un'an ima

bamb ina

che

interpreta

il

m ond o c ircos ta nte nelle

i m m a g i n i del

mi to

e che si

espr ime

natura lmente in guisa poetica.

Si può

essere

d”accordo nel dire

che

il

pr imo l inguaggio

u m a n o fu un

canto,

purché non si confonda

questo

canto

-

che è appunto l”espressione

immedia ta

del sentire u m a n o

in

quanto

u m a n o

-

con

il

canto

d i

altri

esseri:

ad

e s .

degli

uccell i .

( 5 1 ) pp. 77-79 .

( 5 2 ) ib . p. 82.

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60 SCRITTI SUL

LINGUAGGIO

< < Il

l inguaggio dell'am ore

è nel

nido

dell”usignolo

un

dolce canto, m a

è

ruggito nella tana del leone, un nitrito

nella

selva

e nel cantuccio dei gatt i uno strepito d i urlacci:

ogni

specie

parla la

sua

l ingua,

non per

gli

u o m i n i

m a

per

s é , gradevole a s e

stessa

non meno del canto del Petrarca a

Laura ››(53). N el canto dell'uom o non c i sono

soltanto

emo-

zioni e suoni m a c i sono

n o m i .

Alla

radice del

l inguaggio

e

della mus ica

d i

ogni popolo

sta lo < < spirito della l ingua

› ›

alla q ua le

occorre

attingere, s e

al

d i

delle

sparse

m e m b r a

delle

reliquie letterarie

del

pas-

sato si vuole r itrovare la

vivente

poesia di una cultura.

La III sezione tratta

successivamente

(pp. 9 4 -1 06) della

formazione del l inguaggio relat ivamente ad oggetti esterni

alla zona audi t iva . Herder cerca d i collegare

gli

altri dat i

sensoriali all'udito: il col legamento

avviene nel

Geğbl a

cu i

si

r iducono

tutti

i

fenomeni

d el s entire

c o m e

a

denomi-

natore

comune continuo.

«

Alla

base

di

tutti i sensi sta il

Geƒii/al

e ciò

dà alle

sensazioni

più diverse già un legame

tanto intimo, vigoroso, ineffabile, che da questa

unificazione

nascono i fenomeni più singolari

› ›

( 5 ^ ) . Oltre

la

lenta e labo-

riosa

unificazione

operata dalla ra gione, c 'è

l ' incessante

un ifi-

cazione

che

spontaneamente

opera

nel

profondo

del sentire

«

l 'oscuro

sent imento

› ›

e che sfugge prevalentemente all 'os-

servazione.

« Nelle creature

senzienti,

che

percepiscono si-

mul taneamente attraverso sensi differenti, è

inevitabile una

concrezione delle idee: cosa sono infatti tutti i sensi s e non

maniere

di rappresentare d i una forza posit iva unica del-

l'an im a?. . .

Quanto

più

i

sensi

sono

oscuri

tanto

più

conflui-

scono uno

nell'altro

e quanto meno sono es erc ita ti, quanto

meno si è

imparato ad usarne

uno senza

gli

altri

con

cogni-

zione

e precisione, tanto maggiore è l'os cu r ità A pplich iam o

questo

all'inizio del l inguaggio

La fanciul lezza e

l ' inespe-

rienza del genere

u m a n o

ha favori to il l inguaggio ››(55).

L 'uomo

emerge

da

un

oceano

di

impressioni

confuse

e

( 5 5 ) ib . p. 89 .

( 5 4 ) ib . p.

94 .

( 5 5 )

ib . p.

9 6.

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INTRODUZIONE DEL

TRADUTTORE

61

v ia v ia va

dist inguendo

una sensazione dalle altre:

facile

è

però

che

dat i

sensoriali diversi si scambino in un'identica

rappresentazione: ad

e s .

il

l ampo

è un

dato

solo

vis ivo,

m a

la

sua

rappresentazione

è

integrata

di

fatto

da l

dato

audit ivo

del

tuono

che concorre a dare il senso

della ra pid ità . H e rd e r

r iconduce così tutto il

problema a

due punti .

«(1) Poiché

tutti

i sensi

non sono

che maniere d i rappre-

sentazione del l'an im a, basta che l'an im a abbia una rappre-

sentazione distinta ossia un carattere

distintivo

e con questo

carattere

ha

già

u n lingu aggio

interiore.

(2)

Poiché

tutti

i

sensi, specialmente nella

fase

della

fanciullezza

umana , non

sono che

m o d i di

sen tire (Geğb lsa rten ) d i

un'unica

an ima

e

il

sent imento si

espr ime

sempre immed ia tamente

in

suoni

secondo una

legge

della

natura animale,

basta che un senti-

mento

sia elevato alla distinzione

propria

di un carattere,

perché già

la parola

divent i

un linguaggio

esternato

› ›

( 5 6 ) .

Per Herder

l'udito è l 'organo prim ar io del l inguaggio ed

è il

centro

del sentire um ano: < < da l m o m e n t o che l ' uomo

riceve soltanto

attraverso l'udito il l inguaggio della Natura

che

lo ammaes t ra

e senza

di

ciò

non può inventare

il

l in-

guaggio,

l'udito

è

diventato in

certo

m o d o

il senso

centrale,

la

vera

porta

del l'an im a

e

il

legame

unificatore

degli

altri

sensi

››(57). L'udito è infatti a

metà tra lo sconfinato campo

della vista e

la

troppo

angusta

area del tatto, media è la

sua posizione rispetto

agli

altri sensi anche quanto a pre-

cisione, vivacità, tempo di operazione, esigenza espressiva,

svi luppo.

Risulta agli occhi d i Herder una m irab ile organi-

cità

nel

m o n d o

d el s en tire

che

inserisce

final ist icamente

l ' uomo

nel l'arm onia

cosmica.

Il lingu a ggio d ell”u om o risulta un elemento essenziale

del

concerto della Natura .

Il r imanente della III sezione (PP. 109 -140 ) è la enun-

ciazione di cinque canoni relativi all 'antichità del l inguaggio,

debi tamente

esempl ificat i

e

commenta t i .

Ecco

gli

enunciati :

1 ) «

Quanto più

le l ingue sono antiche ed originarie,

( S 6 )

ib .

p . 9 9 .

( S 1 )

i b .

p p .

9 9 - i o o .

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62

SCRITTI

SUL LINGUAGGIO

tanto

più

la

formazione

dei n o m i

segue

l 'analogia dei

sensi

nei

loro

etimi › › (il naso dice

lo spirare

dell ' ira,

il

respiro

la vita ecc.)(58).

2)

«

Quanto

più

le

l ingue

sono

antiche

ed

originarie

tanto più negli et im i anche i sent im enti si intrecciano

› ›

(le

metafore)

( 5 9 ) .

3 ) «Quanto

più

una l ingua

è

originaria,

quanto

più

fre-

quentemente

i

sent iment i

si

intrecciano in e s s a , tanto meno

quest i

ultimi possono essere

dispost i in una subordinazione

esatta

e

logica.

La

l ingua

è

allora

ricca

d i

s inonimi :

pu r

sulla

base

d i una sostanziale povertà fruisce d i un'enorme inutile

superfluità › > (°°).

4 ) « C o m e l ”anima umana non è in grado di

r icordarsi

d i alcuna

astrazione

operata nel

regno

degli spiriti, m a è

giunta alla

astrazione

attraverso

occasioni

e r i ch iami

dei

sensi,

par im enti

nessuna

l ingua

possiede

nozioni

astratte

s e

non

conseguite per

v ia

d i

suono

e d i sent imento.

Più una

l ingua

è originaria, meno

f requent i

sono le

astrazioni

e tanto

più abbondant i i sent iment i › › (°').

5) « da l m o m e n t o che ogni grammat ica

non

è che una

fi losofia

attorno ad

u n lingu aggio

ed un metodo

per il suo

uso,

è

necessità

che

quanto

più

una

l ingua

è

originaria

minore

sia

la

grammat ica : la

l ingua più

antica

non

è

che

il

dizio-

nario

della

Natura

››(°2).

I

c om m en t i

d i quest i

enunciat i sono

sostenuti

da

un'in-

tenzione polemica

contro la tes i dell”origine divina del l in-

guaggio: le

metafore,

la sovrabbondanza

dei

s inonimi , la

scarsità

dei

term in i

astratt i

(i

nu m er i

ad

e s .

sono

relativi

al-

l 'uso effettivo che un popolo

ne

fa ) sono per Herder

segni

d i una capacità espressiva povera d i mezz i che

fat icosamente

cerca di

procurarseli ,

test imonianza d i un'origine terrena,

umana, storica del l inguaggio. Proprio

perché privo

d i ter-

( 5 5 ) ib.

p. 108 .

( 5 9 )

ib. p. 1 1 0 .

( 5 0 )

ib. p. 1 7 7 .

( 5 1 ) ib. p.

112 .

( 6 2 )

ib. p. 129 .

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INTRODUZIONE

DEL TRADUTTORE

mini adeguati

l ' uomo

cerca con

la m eta fora

d i estendere un

significato

noto ad un'intenzione ulteriore: proprio perché

privo d i un dizionario adeguato

l ' uomo

da più

parti

si in -

dustria

ad

indicare

la

stessa

cosa

dando

luogo

nel

tempo

ad

un

accumu lo

inutile d i s inonimi .

La sezione cu lm ina in un profilo di

grammat ica

storica

generale, che

vede procedere i n o m i

da i verbi ; vede i termini

v ia v ia adattars i ad una più precisa circostanziazione arti-

colandosi

secondo coniugazioni

e declinazioni, per polveriz-

zarsi

infine

nelle

partice lle avv erb ia li,

preposizionali

ecc.

Una

legge

di

econom ia gov erna

lo

svi luppo.

Il

progresso

del l in-

guaggio

è infinito quanto quello del l'Um an ità: tutto è storia,

m o t o da l

basso

verso

l'alto.

La

seconda

parte del saggio (pp. 143-222)

affronta la

do-

manda : «Per quale

v ia

l ' uomo

ha

megl io potuto e

dovuto

inventare

il

l inguaggio?

› › .

Herder,

presupponendo un

fina l i smo

universale

della Na-

tura,

si

aspetta

che

ad una

disposizione del l luomo

al l in-

guaggio

corrisponda

un concorso d i aiut i nel l'am biente esterno,

si che lo svi luppo delle facoltà

u m a n e

avvenga

lungo un

iti-

nerario

logico ottim ale. Herder enuncia

quattro

«leggi capi-

tal i

della

natura

e

della

specie

› ›

u m a n e

che

presiedono

allo

svi luppo del l inguaggio.

I)

< <

L 'uomo è un essere

pensante

l ibero e att ivo, le cu i

forze

operano in progressione:

per

questo

è un essere par-

lante

› ›

( 6 3 ) .

II) « L 'uomo è per

destinazione essenziale una

creatura

di

gruppo, un

animale

sociale:

Pelaborazione

di

un l inguaggio

gli

risulta pertanto naturale, essenzia le, necessaria ››(“).

III)

« Poiché non era possibile che l'intero genere u m a n o

r imanesse

un gruppo unico, non era

neppure

possibile che

la l ingua

r imanesse

unica. Si ha dunque

la

formazione

d i

diverse l ingue nazional i › ›

( 6 5 ) .

IV)

«

Allo

stesso

m o d o

in

cu i

con

tutta probabi l i tà

il

( ß ß ) i b . p . 1 4 4 .

( 6 ^ ) i b . p . 1 7 0 .

( 6 5 )

i b .

p . 1 8 7 .

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64 SCRITTI SUL LINGUAGGIO

genere u m a n o è un'unità in progresso da un'origine unica

verso un'unica

grande

organizzazione vitale, lo stesso

accade

per tutti i l inguaggi e con

essi

per

l'intera

concatenazione

della

civiltà

› ›

(°°).

N on

c i impegnamo nell 'analisi dettagliata di questa

s e -

conda parte, che sodd is fa la fo rma della

domanda

posta da l-

l 'Accademia m a che

nulla

aggiunge a quanto

abbondante-

mente

è

stato

già

detto c irca la

natura e

l 'origine

del

l inguaggio

nella

parte

iniziale della trattazione.

Herder spazia

verso

il

tema

d i

una

storia

generale

del l'Um a nità:

bast i

q u i

ricor-

dare

quanto occorre

per la comprensione della discussione

ripresa

da H a m a n n sul

tema

specifico della natura del l in-

guagg io .

All'ultimo biglietto d i Herder dell 'ottobre del '69 da

Nantes,

seguì

nel

fitto

c om m erc io epis tola re

tra

H a m a n n

e

Herder un silenzio di quas i

tre

anni.

Il

27 gennaio del '7 0 H a m a n n annotava in appendice ad

una lettera al

Nicolai :

< < Del nostro 'torsista ' non

ho

più

avuto neppure una riga dopo il suo imbarco. Adesso dovrebbe

essere a Parigi:

vorrei

che il suo

cursar fosse presto

c o m -

piuto

› ›

(67).

Il

12 settembre

del

”7 0

-

scrivendo ancora al Nicola i -

commenta : « Il

Sig.

Herder pare av e rm i totalmente d imen-

t icato: ho avuto un”u l tim a

sua

lettera

ancora

pr ima che

salisse a bordo a Riga.

Mi

viene voglia di pronunciare su

H u m e

e anche su d i lui il Tam* m i e a x e

tant

pis del Mar-

quir

››(°8).

H a m a n n

è

comunque

in form ato

del

successo

nel

concorso berlinese, c ome

appare

dalla

lettera

al

Nicola i del

22 settembre 1 7 7 1 , alla

conclusione

della q ua le s criv e:

« È

ancora

v ivo

il nostro Herder? Il suo scritto di concorso

non

sarebbe

dovuto

uscire per lo

scorso S .

Michele?

››(°°).

N on abb iamo

notizia

più

ricca dello

stato d 'an imo, non

( 5 5 ) ib . p.

203.

( 5 7 ) Cfr. Z H . III, 2.

( 5 5 ) Cfr. Z H . III,

3 .

( 5 9 ) Cfr. Z H .

III, 6.

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iN'i'xoi›UzioNE

n i - : L T R A D U T T o i u - :

65

certo

soddisfatto, di H a m a n n

nei

confront i del

saggio acca-

dem ico del giov ane a m ico: certo il silenzio è eloquente

L'attacco

a Herder è

preparato

da

un'azione

di accosta-

mento

al

tema,

consistente

nella

recensione

su l

n u m .

1 04

delle «

Königsbergsche

gelehrte u nd politis che

Zei tungen › ›

del venerdì

27

dicembre 1 7 7 1 del

Versucb

einer Erk lärung

der Ursprungs der

Sprache

d i

Dietrich Tiedemann

(edito a

Riga presso Har tknoch

con

la data 1 7 7 2 ) .

Il Tiedemann ( 1 7 4 8 - 1 8 0 3 ) entrava allora nel m o n d o dei

dotti

e

H a m a n n

lo

qual ifica

«

candidatus

juris

ed

ex-precettore

in Liv on ia ››(7°). La breve

recensione

di

H a m a n n

si con-

clude

con

l 'annuncio del saggio

di Herder.

La

recensione al

saggio herderiano

sull 'origine

del

lin-

guaggio fu pubbl icata

nel n u m .

26

d i

lunedì 30 m arzo 1 7 7 2

sulle « Königsbergsche

gelehrte u nd politis ch e

Zei tungen

› ›

e

completato

da

una

«

/ lbƒert igung

› ›

nella

Beylage

al

n u m .

37

dello

stesso giornale,

in cu i H a m a n n prende la

parola

in

veste d i

Aris tobu lo

« maestro del re Tolomeo, appartenente

alla

stirpe

dei sacerdoti consacrati con

l ”unzione

› ›

(2 Mac-

cabei

I,

10) .

La recensione al Tiedemann

e

le due parti della

recen-

sione

a

Herder

apparvero

riunite

in

un

vo lumet to ,

edito

nel 1 7 7 2 da Kanter a Königsberg.

Herder

ricevette

la pr ima pa rte della recensione al suo

saggio attraverso Har tknoch che si era recato alla fiera d i

Lipsia. La seconda parte g li

fu

inviata

da H a m a n n stesso

ins ieme

ad

una lettera del 14 giugno 1 7 7 2 .

«Vecch io

e

caro

amico

-

scriveva

H a m a n n

-

dopo

tanto

Vi abbraccio e Vi scr ivo con mol ta

confusione.

Da

quanto

ho

potuto tirare fuori dai m ie i am i c i di

Curlandia

e Liv on ia d i

ritorno d alla fiera d i Lipsia Voi non m i capite proprio più

( 7 0 )

Il

T i edema nn

divenuto

nel

1 7 8 6

ordinario

di

f i losofia

a Mar-

burgo con

una s toria della fìlosofia

in

6

voll . (Marburgo, 1790-97) :

Geist

der :pe/eulat iven

Pbilosopbie

von Tbale:

b is

Berkeley.

Si ricorda ancora

il Syrtem d er

Stoisc/Jen

Pbilosopbie (Lipsia,

1 7 7 6 3

voll.), i tre volumi

di Unterrucbungen

ü ber

den

Menscben

(Lipsia, 1 7 7 7 - 8 ) , il Tbeätet oder

über da: menrcb l i cbe

Wissefl .

Ein Beitrag

zur

Vernunft/eriti/e (Franco

forte

s .

M.,

1794 ) ,

usato come b a s e

dogmatica

nella polemica

antikantiana.

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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66 sciurrr sUL L I N G U A G G I O

e questo è un triste presagio

per

la nostra amiciz ia,

quanto

alla q uale potete fare

conto

della m ia

incrol labi l i tà,

per quello

che è concesso a

noi

m orta l i. Da i

fogli

acclusi potete vedere

che

i recensori

hanno

l iqu idato:

quanto

al

resto

la

faccenda

non m i

interessa

più d i quanto

abbia

m otiv o d i interessare

Voi. . .

› › ( 7 1 ) .

Il

biglietto

è concluso

da

un invito a Königsberg

e dall 'annuncio

della nascita del l'orm ai

treenne prim ogenito.

H a m a n n non

abbandonò

la discussione

sul

l inguaggio e

dalla

lettera

del

1 °

agosto

1 7 7 2

di

Herder

sappiamo

che

un

nuovo contr ibuto hamanniano è

stato

distribuito a

pochi

eletti: Des Ritter:

von

Rorenkreuz

letzte

W i l l e n s m e y m m g

i iäer den göttl icben and

mense/Jl icben

Urs pru ng der

Spracbe,

edito

in appena 12 esemplar i da l

Kanter con la

falsa data 1 7 7 0 .

In

mancanza d i altre

in formaz ioni

esterne c i

sembra

op-

portuno

riportare

la

pr ima

parte

della

citata

lettera,

in

cu i

Herder

cerca

d i giustif icare la

propria

posizione e dà notizia

dell 'elaborazione del

nuovo

saggio Ueber d ie älterte Ur/eunde.

< <

Stanno

q u i davant i a m e, st imat iss imo, venerato vecchio

amico , tre cose

su

cu i

io -

per

quanto

inadeguatamente

-

devo dare r isposta:

la vos tra

lettera, i due nu m er i di gior-

nale

(con

appendice

e

farsa)

e

il

nobile

cavaliere

di

Rosa-

croce, la cu i an ima Iddio faccia beata e cosi sia N on

posso

dire d i capire

tutto:

né so com e possiate Voi aver scritto

tutto

questo, né

vedo

quale filo stendete

fra

i

tre

pezzi: d'altra

parte,

poiché la Vostra maniera d i

pensare non m i

è

stata

m ai

più

scoperta

m ai

è

coincisa

d i più

con il m io inten-

d imento,

accolgo

anche

i

tre

pezzi,

c ome

m i

venissero

dalla

cieca e

dorata

età d i

Sa tu rno: c om prend endo e traendone

vantaggio

per quello che

posso.. .

Mi

è intanto pu r sempre

inco m prens ib ile

che - per dirla

in

gergo s cola stic o

e letterario - il Vostro dono

l inguistico

si

diparta

da l

m io. Ch i

dubi ta, o ha m ai

dubitato

o può du-

bitare

con

tutte

le

' r ts p 1 . o r o ' to 's i . ç

del

fatto

che

Iddio

abbia

prodotto il

l inguaggio

attraverso

gli uomin i? Che

Iddio

non

abbia agito per v ia m is tica bensì abbia parlato

attraverso

la

( 7 1 )

Cfr. Z H ,

III,

7-8.

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INTRODUZIONE DEL

TRADUTTORE 67

Natura ,

g li

animal i , attraverso

un

pantheon di voc i

parlanti,

una spinta derivante da i bisogni um ani, ch i lo ha

m ai

am -

messo più d i m e? Dico

' a m m e s s o

',

perché

dim ost rar lo [il

cabbalista

ed

il

vate

del

tripode

investito

da l

vento

può

dire

e mostrare ( o r 1 p . o u É v s w )

quello

che

vuo le ] al cospetto del-

l 'illu s tris s im a regia Accadem ia prussiana delle scienze non

era certo

affar

m i o

Prendete c ome volete il rompicapo che io ho scritto

questo

trattato non in qual i tà di

concorrente

al premio bensì d i

a

Strassburgo,

giacché

dovevo

andare

~

e

sono

andato

-a

Fi-

renze, Parigi,

Londra ecc.

con

Sua

Grazia il Principe di

I-Iolstein (di cu i

ognuno -

d ico ognuno

-

mi diceva mera-

vigl ie) . . .

Il

fatto

che abbia accom pa gna to con un

biglietto

il pari-

m e n t i

anon imo

scritto inviato

al Formey

e che

questo

avesse

lo

scopo

d i

volere

r isultare

uno

'

scritto

di

un b a lordo

'

non

già

del reame

di Yvetot ' m a

dell ' intera

superficie terrestre,

che aspettava la sua

sentenza a

Ragusa o in Cornovaglia. . .

/ : inc rigna, nota e la crym a e rerum ...

Aggiungete ancora che

la

buccia leibnizio-estetica era

proprio l 'unica maschera

d i

cu i potessi avva lermi . . .

i n s o m m a

H a m .

non

ha

certo

scritto

questa

volta

c ome

ch i

voglia

dare

una m ano. E per maggiore

disgrazia

io non posso

leggere

i

vostr i oracoli s e non c ome provenient i da l deserto.

Che vi scrivo tutto questo al d i fuori d i tutte

le

connes-

sioni

polit iche

mi è

test imone,

pr ima delle Mu se, il

Padre

di

tutte le

cose. Nicola i

mi ha inviato

il Vostro Rosacroce

e

detto

che

egli

e

Mosè

[Mendelssohn]

non

lo

hanno

capito

e che Mosè è del

Vostro

parere

circa

la

tesi del l'um an ità del

l inguaggio: egli lo considera

div ino.

Vedete dunq ue per quale

canale nobile e comprensivo

il

V o s tro s c ritto è giunto a

m e.

Vi

assicuro anche che la m ental ità di quel lo scritto d i

concorso ha, può e deve avere su d i m e un`influenza tanto

scarsa

quanto

il

quadro

che

sto

ora

inchiodando

al

m u r o .

Mostrerà

che

le

cose stanno

proprio

a1l'opposto

uno

scritto

attorno a l pr imo

documento del l'um an ità,

di cu i

il

pr imo

esemplare è destinato

(non so s e

a volare

o

a

strisciare,

a

secondo

d i quanto imporranno le

caurae

secundae) al l'am ico

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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68 SCR ITTI SUL LINGUAGGIO

H a m a n n . E

questo sarà il m io pr imo

scritto

'senza

n o m e

'

› › ( 7 2 ) .

Herder

non

aveva

indicato

il

proprio

indirizzo

e

in

base

a

questo fatto

H a m a n n mot i va il ritardo

della

sua risposta,

che è

datata 6

ottobre

1 7 7 2 .

In questa lettera

c 'è l 'annunzio

del comp imento d i

un

nuovo scritto

destinato a

concludere

la

querelle

sul l inguaggio e

sulla

c on do tta ten u ta da

Herder

con

gli

avversari berl inesi in quell 'occasione.

< <

il

sopraggiungere

della

Vostra

visita

è

stato

ancora

più

significat ivo, perché stavo

proprio completando

il m io

pr imo e

forse ultimo lavoro e che avevo in an imo

d i

dedi-

care proprio a Voi. Appena arriva dalla s tam pa, dove l”ho

mandato , il

pr imo

esemplare

arriverà

a Voi di volo: per d i-

vertirVi,

farVi venire

l ”acqual ina

in bocca e farVi

sognare

la

notte

con

impegno

d i

m e.

Leggete

q u i

la

testata.

Philologische

Einfãlle

und Zwe i fe l

über

eine

akademische Preisschri f t

Ps.

CXX.

4 .

Ein

Fragment

von

Herrn

Johann Georg Hamann

genannt

Magus

im

Norden

haussässig am alten Graben N. 7 5 8 .

zu

Königsberg in Preussen

7 7 3

im W e i n m o n a t .

Chi mi v u o l

cercare adesso

qu ind i m i può trovare

››...

( 7 7 ) Cfr. Z H , III, 10-11.

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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I N T R O D U Z I O N E D E L T R A D U T T O R E 69

« La m ia anima aveva

già

anticipato tutto c iò che la

V os tra lettera m i

ha detto

circa il nostro

f ra intendim ento

o piuttosto circa il

f ra intendim ento

da

parte

del pubbl ico,

che

-

purtroppo

o

grazie

a

Dio

-

non

giunge

a

capire

neppure

s é medes imo

ed

è

l 'occasione più

propizia per la

pesca degli

uomin i .

O g n i schermaglia ha dunque fine.

Alleluia

Sono adesso il pr imo a

ridere

della m ia

mestiz ia

per il

fatto

che

un

giovane

c o m e Herder avesse potuto essere

tanto

debole

da

prostituirsi

a

im itare

i

begl i

spiriti

del

suo

secolo

e il

loro

bon ton

››...

« Le

m ie scorrerie domestiche

contro

il

pitico

vincitore

sono l”u l tim a impresa con cu i spero di coronare quest 'anno

ed eternare

la

nostra amiciz ia. . .

Il

m io

Herder d ia

loro pane

e

vino. . .

e a

m e nessun

mo n ume n t o

d i

pietra.

Exegi. . .

Horat.

EccoVi qui , ottimo amico , il principio e la

fine mancano

i passi d i m ezzo, né sono richiesti: qualora dovessero però

essere richiesti, s i

tro vera nno fa cilm ente

› > ( 7 3 ) .

Un

altro prob lem a tra va glia va H a m a n n

in

que i

giorni:

una r iduzione d i stipendio connessa con

il riassetto

in corso

negli

uff ici

ammin i s t ra t i v i

prussiani

secondo

il

piano

della

Plurmacberei di

stile francese

introdotta da

Federico

II nel-

l'impianto

fiscale. « sono da l '67 secretaire t raducteur presso

l'Acci:e e Direction

doganale

di qu i : ho

cominciato

con

1 6

talleri al

mese di

stipendio

e

con

mol ta

fatica

sono arrivato

a

30. Adesso sono stato ridotto

a 25. M a

voglio

m orire

c ome

Sansone

e

vend icarmi

dei

Filistei

del l'ar it/J m etiq ue

poli-

t ique.. . › › ( 7 7 ) .

La v end etta

s ans onia na s i concretò in

un

pa m pb let v io len -

t iss imo

contro

Federico II, la sua

politica fiscale

vessatoria

e a ntited es ca , le idee f i losofiche irreligiose e i m m o r a l i che

( 7 5 )

Lettera d i Hamann

a Herder del 6

ottobre 1772 : ZI-I,

III,

15-17.

Echi

degli stessi tem i si trovano nella lettera d i H aman n a August

Eberhard

del

7 ottobre 1772.

HI

( 7 4 ) Cfr.

lett. cit. d i Hamann

a Herder del 6

ottobre 1772 : Z H ,

, 17 - 18 .

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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7 0 sciurr i s U L L I N G U A G G I O

ne

stavano alla

base: il

testo

è a

noi

r imasto

in f o rma quas i

d i

lettera Au Salomon de

Prusre

ed

è

redatto in francese.

Au Salomon

de

Prusse

fu

steso non soltanto contempo-

raneamente

ai

Gbiribizzi

e

d u b b i filologici

bensi

faceva

corpo

con essi in

m o d o da costituire un'unica

opera bicipite e

b i-

l ingue,

c ome ha provato al di là

d i ogni dubb io il

control lo

del Nadler

( 7 5 ) . L'babitus

hamanniano del

concreto

cultu-

rale e vissuto e l'intento d i crociata

a ntillu m inist ica

che

m u o v e

l'opera del Mago del

Nord

rendono

l'unità delle due azioni

polemiche

sostanziale,

si che

si deve

leggere

un

unico

iden-

tico

scrit to, anche

s e

è

o r m a i

corrente l 'uso d i presentare le

due parti divise.

Per

questo vale la

pena

d i

non

lasciare

cadere

altri

scrittarel l i

d i polemica

legati

a

questa

vicenda,

nei

qua l i non s i fa

parola

esplicita forse

del problema

l in-

guaggio, m a

che stabil iscono

l'equilibrio

prospettico

entro

cu i

l 'autore

è

situato

consapevolmente.

La

crudezza

-

a

volte

temeraria

-

dell 'attacco contro il Salomon de Prurse fece

che l'intero scritto franco-tedesco fosse

rifiutato

dagl i

am i c i

editori Har tung e Kanter. H a m a n n

insistette

- con la palese

intenzione d i fa re uno scandalo - con una

ironica

lettera

alla loggia massonica d i

Königsberg,

d i

cu i erano m e m b r i

i

due

librai,

in

data

13

ottobre

1772(7° ) .

Per la II domenica d i Avvento

( 1 7 7 2 )

H a m a n n com -

pletò un secondo scritto

provocator io

diretto al

Nicolai ,

al

quale

offr iva

per la pubbl icazione il

manoscr i t to

r ipudiato

in

camb io

d i una som m a assurda: Selbstgesprãcb eines Autori.

Herder ebbe

il

pr imo annuncio

dello

scritto -

uni tamente

all 'annuncio

d i

un

altro

saggio

polemico

contro

]ohann

Augus t

Eberhard -

il 13

gennaio

del ' 73 .

< < G ià

in

novembre è stata

l icenziata

per

essere stampata

nella ' sveva

Hal le

' una Beylage zu

clen

Den/ewiirdigkeiten

des seligen Sokrates d i un Ecclesiastico d i Svevia. Sarebbe

dovuta essere pronta già

nell 'anno o r m a i

trascorso: non si

( 7 5 ) Cfr.

N.

III, 424-425.

( 7 5 ) Cfr. Z H , III, 22-25.

A bb ia m o ins erito la lettera tra

i

testi

seguendo l'esem pio

d el

Nadler di cui

a bb ia m o s egu ito

anche l'edizione:

N. III, 61-65.

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I N T R O D U Z I O N E D E L T R A D U T T O R E

7 1

s a però ancora

neppure

una sil laba del

destino

d i questo

pic c olo m a nosc ritto ,

a

c u i pro b ab ilm e nte

succederà c ome alla

pr ima parte. Appena ne avrò saputo qualcosa e il

ba m b i no

sarà

venuto

a lla lu ce,

provvederò

a

soddisfare

la

Vostra

curiosità. . .

Ho speranza che riceviate pr ima uno stravagante pro-

g r a m m a : il Soli loquio di

un

autore. Ho d'altra parte

la sfor-

tuna d i dover trattare con gente che è priva d i sent imento e

per

di

più

fuori strada, anche

s e supplica in

ginocchio

per un

paio

d i righe: non riesco ad ottenere nulla s e non a prezzo

di

tempeste

e

tem pora l i

nel

senso

estetico.

Anche

dell'esito

di

questo

lavoro

si prenderà d unq ue cura

la dea Túxn

Spero che il

m io

prospectus

non

Vi

faccia

paura,

Vi

faccia

arrossire, né

Vi

fa ccia crepa re da l ridere

c ome que l

filosofo

per

v ia

del gusto del

suo

asino per

i

fichi . . . spero

ancora

che lo scherzo

sia

considerato senza

mal iz ia,

che

i

critici

r imangano

a

bocca

aperta

com e

uccell i

davant i

a

grap-

poli d'uva dipinti, nel caso che lo scherzo non risulti

per

loro

troppo alto, ossia acerbo secondo il l inguaggio della

volpe.

Mi

aspetto in proposito

da

parte

Vostra

una dichia-

razione leale e

da

amico , qu ind i qualcosa d i più d i un

sem-

plice

recepisse. N on Vi espongono quanto m e stesso e Voi siete

coperto

almeno

quanto

io

m i

preoccupo della m ia

pelle.

Da l

m o m e n t o che

siete

diventato

un P ita go ric o, fa te la

Vostra

parte dell'osservatore

olim pico fino

a

che

st imate

che ne valga

la pena

› › ( 7 7 ) .

H a m a n n

ricevette

la pr ima

copia

d i stampa del Soli loquio

il

21

gennaio

' 73 ,

com e risulta dalla sua lettera a Herder

del

24 .

(Lo

aveva

stampato

Hinz

a

Mitau

o

Har tknoch

a

Riga).

«Viva il

re

ed ogni

Prussiano

che va in

esilio dica:

A m e n A m e n Dio

solo

s a

c ome ho passato

questo

tempo. . .

Forse

il Soli loquio

sarà

arrivato

pr ima

della Vostra lettera,

che ho r icevuto solo con

l'ultima

posta

il 21 .

S e sia giunto

in

tempo

ai suoi superiori non so: e - a

que l

che pare -

non

devo

neppure

saperlo.

Uno

dei

primi

esemplar i

è

stato

r iservato

a Voi: non

s o

però c ome

per opera d i chi.

( 7 7 ) Cfr. lettera di Hamann a Herder del 1 3 gennaio 1773 : Z H ,

III,

32-33.

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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7 2

s c R I T T I

s U L L I N G U A G G I O

Comunica temi

il

giorno

del

r icev im ento,

possibi lmente

a giro

di posta. Ho

davvero

val icato il

Rubicone

della

follia

e

sarò costretto a gius tif ica rm i con un romanzo, che per amore

di

Brooke

voglio

intitolare

Le

ƒ ou

de

lettrer

e

forse

La m ia

palinodia, perché

il titolo d i Apologia m i fa nausea e mi è

odioso.

Aiu ta tem i, così

c ome io ho v o lu to a iu ta rV i.

Voluirre

sat ert.

Forse

abb iamo una buona occasione per ridare vita

alla

favola

d i Oreste e Pilade.. . N on

s o

ancora

nulla della

Beylage

dell'ecclesiastico

di

Svevia

› › ( 7 5 ) .

N el

numero

14

del

1 5

febbraio

1 7 7 3

delle

«

Königsbergsche

gelehrte und politische Zeitungen › › H a m a n n dava

l 'annuncio

del Soli loquio

di un

autore: «

Quest i

due

sedicesími

sono

stat i

stampat i

com e si dice all'Inferno

per

m a n o

del Dottor

Faust

e sotto il suo

mante l lo :

oltre a c iò che dice il titolo

contengono la

sostanza

della lettera d i

un Cinese,

che

si

ch iama

Mien-Man-Hoam,

ad

un

celebre

editore

di

B.

››(7°).

N el numero

21

d i

giovedì

1 1

marzo

1 7 7 3

dello

stesso

giornale d i Königsberg Nicola i dava

notizia

della sua risposta

stampata

in 24 esemplar i in f o rm a d i lettera

Al

Mago del Nord

a Königsberg in Prussia, res idente a lla

Fossa

Veccbia n. 758 .

Altrimenti

cb iedere a lla libreria Kanter.

Stampe

con

porto

pagato

( 5 ° ) .

N el numero

seguente del 15

marzo

'7 3

le

< < Königsbergsche

gelehrte und

politische

Zei tungen › › portavano il

seguente

avviso: < < A richiesta del f irm atar io: un pa io d i buon i amic i ,

che il

cielo

conosce megl io di m e, si sono intesi per fare

del numero di

casa

m ia il punto di

r ifer im ento

di un

loro

carteggio

segreto

e

invero

l'uno

sotto

il

n o m e

d i

un

uccel lo

cinese, l'altro s otto q uello, che incute

magg ior

r ispetto, di

un

corrispondente romano. . .

Perché

non mi succeda

per

v ia

di questo scherzo

come

al povero Suarle con la sua

c a s a

spi-

ritata nel Fool

of q ua lity

del sig. Brooke, sono costretto ad

in formare

ciascuno

ed

in particolare

eventual i

comprator i

( 7 9 ) Cfr.

lettera

d i Hamann

a

Herder

del

24 gennaio 1773 : ZI-I,

III,

35-36.

( 7 9 )

Cfr. N. IV, p. 3 7 7 .

( 0 0 ) Cfr. N. III, p. 430 . .

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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INTRODUZIONE

DEL

TRADUTTORE

73

che

l 'attuale

proprietario

della c a s a s ita a lla

Fossa Vecchia

n.

7 58 non

è

m ai s ta to

un mago,

né d iv enterà m a i un

alchi-

mis ta ,

intrattiene il

m i n i m o

rapporto d i intesa

con

ombre

venute

da

lontano

con

fuoch i

fatui

d'a l

di

del

prato.

N on negherò certo d i avere

proclamato alcune

pagine,

con

il

tono

e il senso in cu i le ho

scritte,

più d i una

volta

il ca-

polavoro del m io

estro,

m a già da qualche

tempo

sono state

riposte in luogo sicuro in

attesa

di

un m om ento

di maggiore

tranquillità e freschezza per

la

messa a punto f inale, soprat-

tutto

per q u a nto rigua rda

alcuni

passi

per la verif ica

dei

qua l i

aspetto

prospettive

d'altra parte.. . Sia

comunque

com e vorrà:

m i propongo espressamente di scoprire di

persona tutta

quella

messa in scena e quella

farsa

cinese e spero d i poterla sma-

scherare,

s e

potrò, con

l 'azione

e i fatti, che al

m io

gusto sono

l 'eloquenza

m igl iore.

]ohann

Georg H a m a n n

› ›

( 5 1 ) .

Herder ricevette

il

Soli loquio hamanniano il 1 0 marzo

del

'7 3 con una lettera accompagnator ia da

parte del Nicola i

e ne diede immedia ta notizia a H a m a n n in una lettera piena

d i

sospetti

e

d i

timori:

lamenta

d i

non

sapere

d i

che

cosa

si tratti, chiede di vedere il testo che

sta

alla radice del sempre

più complesso e misterioso gioco, protesta le proprie respon-

sabil ità

d i

ecclesiastico,

il m om ento d elic ato

in cu i

si

trova, la

violenza

che H a m a n n pare esercitare

sugli am ic i

coinvol-

gendoli in un affare tanto oscuro

q u anto pericolos o ecc.

ecc.

( 5 2 ) .

La

risposta

d i

H a m a n n

è

sarcastica

(20

marzo

' 7 3 ) :

da e s s a

apprendiamo in

particolare

che

ha

provveduto affinché

non esista altro che una copia del pericoloso

testo franco-

tedesco

(Gbiribizzi

e Au Salomon

de

Prurse).

« Mi compiacc io che siate cosi preoccupato del

Vostro

man-

tello e del V os tro c olletto . N on considerate

però

la m ia Musa

una

mogl ie

d i P otifa r. . .

Lode

a

Dio

e

che

siate

riuscito

ad

( 0 1 ) Cfr.

N .

IV, 378 .

( 0 7 ) Cfr.

lettera d i

Herder a

Hamann del l '11

marzo '73:

Z H ,

III, 36-37.

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74

scRITTI

sUL L I N G U A G G I O

avere il

Soli loquio

e che sia proprio

M . Coelius

[Nicolai]

la

persona

che dovete ringraz ia re per questa cortesia...

A h A h Le figure contorte anomale

allegoriche

sono

dunque

diventate

il

m io

elemento,

senza

d i

cu i non

posso

respirare

pensare Da l m o m e n t o che m i considerate

proprio la mogl ie d i Poti far, perché non

dovrei

a m ia volta

paragonare

il

nostro

corrispondente romano [Nicolai]

alla

f e mm i n a Giaele?

Ella,

richiesta d i acqua,

gli diede latte

e

portò

burro su uno splendido piatto.. . Voi, reverendo

amico ,

avevate

sete

del l 'acquoso

Soli loquio

e

-

guarda

un

po”

-

ri-

cevete ins ieme una sostanziosa risposta -

uni tamente

ad un

chiodo

e

ad

un m artello

da

fabbro, che Vi

ha procurato

un

po' d i ma le d i testa. Fate uso dell 'accluso ba lsamo

n u m .

22

[delle

' Konigsbergsche Zei tungen ']

e

s e

Vi

fa bene, non

scordateVi

di intonare con

Debora

Sia

benedetta

tra le

donne

Giaele,

la m oglie

di Eber il

Kenita

Sia

benedetta tra

le

donne della tenda

. . .Forse

s e

foste

arrivato con la Vostra

richiesta 4 set-

t imane

pr ima,

forse sarei stato tanto

debole

da eleggerVi

depositario

del

m io piatto coperto: a

condizione però

che

poteste essere

esposto

a qualche

tentazione

della carne, d i cu i

adesso

siete del tutto

esentato.

Il m io

manoscr i t to

poi non

è di natura

ta nto s piritu a le né

trasfigurata

da

potere essere

depositato s imul taneamente in due luoghi .

Per

quello che

m i

consta

in questo m o m e n t o non ne

esiste

al

m o n d o

che

un

unico

esemplare, ed

io

ne ho bruciato d i

m ia

m a n o tutto il

materiale

relat ivo. N on preoccupateVi :

I Coelii

e

l'intera

c o m -

briccola

che andate sogna ndo non hanno letto nulla e non

sanno

nullal...

› › ( 5 5 ) .

H a m a n n

condusse

la

sua

operazione

in silenzio, tenendo

abi lmente

Herder

all 'oscuro

d i

ogni

sua

mossa .

Il

mano-

( 9 5 ) Cfr.

lettera

d i

Hamann

a Herder del 20 marzo

1773 :

Z H ,

III,

p. 38.

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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I N T R O D U Z I O N E

D E L

T R A D U T T O R E 75

scritto

dei

Gbiribizzi e del Salomon du Nord r imasto sottratto

ad

ogni occhio indiscreto finì per essere depositato nelle

m a ni del Moser: la lettera stampata del Nicola i al Mago del

Nord

apparve

nel

corso

del

'7 3

in

u n fa s cic oletto

edito

da

Gebhard a

Francoforte sul

Meno

(e stampato

a

Mitau da

Hintz) in

unione

con

la

risposta hamanniana Alla Strega di

Kadmonbor . In un abbozzo d i lettera ad un destinatario ri-

masto indeterm inato del

25

marzo '7 3

ved iamo

intrecciarsi

la d is cu ss ione c on

il

Nicola i con un altro saggio

d i polemica

contro

la nuova

politica

economica

di

m arca francese:

La

lettre perdue

d'une

sauuage du Nord à un financier de Pe-Kim

(edita da Hintz a

Mitau

nel marzo e nell 'agosto del 1 77 3) .

« Ho inviato il 6

febbraio

al sig. Hintz un piccolo

mano-

scritto e il

10 alcuni

esemplar i

d i una risposta

a

stampa. Gli

ho scritto

il 3 di questo mese e il 20. L°ho scongiura to di

d a r m i

almeno

notizia

di

avere

r icevuto,

perché

la

cosa

m i

sta a cuore, e non sono s ta to degna to d i un rigo, né

posso

sperare risposta. Un siffatto compor tamento è sgradevole in

ogni

senso

e

quas i

intollerabile,

perché ha

tempo per corri-

spondere con

Varsavia

e chissà con quale a ltra lo ca lità .

La

S . V . ammet terà che il m io mestiere non è quello

dello

scrit-

tore

e

che

il

m io

ruolo

a ttu ale non

è

un

punto

d i

arrivo

m a

solo un mezzo per un certo scopo.

Ho

la

soddisfazione, altrimenti fino a q u i non sperimen-

tata,

d i avere raggiunto interam ente i

m ie i scopi

con la risposta

di M. Coelius e di

arrivare

così, Oltretutto in

maniera

im -

prevista, al nocciolo della faccenda. In alto loco mi ha nno da to

l ' incarico

di

scrivere

attorno

alla

famigerata

Histoire

pbilo-

ropbique et

pol i t ique

d ei etabl issemens et du

commerce

d ei

Européens

dans le:

deux Ind es , Am s terda m , 1 7 7 2 , 6

vol l .

in 8° gr. Una Signorina, che ch iameremo Catina per ev ita re

un

r idicolo scam b io con una davvero troppo grande Cate-

r ina, è decisa a non r inunciare a lla s tram b a idea di

pubbl icare

la

lettera

perduta

d i

un

S a u - u a g e

du

Nord

à

un

Financier

de

Pe-Kim attorno alla citata

opera.. .

››(“).

( 0 4 ) Cfr. abbozzo d i Ham ann del 25

marzo

1773 : Z H ,

III,

42.

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76 SCRITTI SUL

LINGUAGGIO

Il

gioco

è

tutto fatto

d i

al lusioni

e i colpi sono

in

gran

parte

in funzione

d i

un

fa r

credere, sospettare,

indurre a

scoprirsi, a saggiare ecc.: le lettere d i cu i

disponiamo

sono

ovv iamente

-

non

m e n o

degli

sc r itta relli d i

cu i c i

occupiamo

-

element i della partita, non

forniscono faci l i

element i d i cronaca

e devono essere alla loro volta pazientemente decifrate. N on

lo tenteremo e c i accontenteremo di stralciare qua e

qualche

nota d i colore e d i ambiente. Ecco ad

e s .

un

passo della let-

tera di H a m a n n al

Nicola i

del 27 marzo ' 73 :

«

V .

E.

avrà

probabi lmente

letto

nel

n u m .

22

delle

°

Ge-

lehrte u nd

politische Z eitu ngen” d i q u i la

m ia

dichiarazione.

Dato

che

po t r em m o

essere ent ramb i

un po' troppo parzial i

nel giudicare

della corrispondenza

del l 'ex-Mandarino

con

M.

Coelius Serotinus,

possa la cosa

servire

d i passatempo ai cri-

tici, specialmente

ai più recenti,

s e t rovano che ne valga

la

pena.

S e

l 'ex-Mandarino

ha

avu to la

mi ra

d i

renderm i

r idicolo o d i spaventarmi , posso garant irgl i che nessuna delle

due cose

gli

è

r iuscita.

N é la sua caricatura cinese né il tubus

d i qualche altro pseudo-profeta o

progettista

mi

distrarranno

dalla meta .

Il pr imo e

miglior

m o m e n t o d i quiete sarà per

il

m io pic co lo m a nosc ritto e farò

per parte m ia

tutto

il

pos-

sibile

per

facilitare

il

superamento

dell 'esame

da

parte

della

censura

pubbl ica

e avverare

senza

usura sibil l ina la

profezia

del

nostro

padre antico in nostrae amici t iae m e m o r i a m .

Questo è quanto t rovo

necessario

a ggiu ngere a lla

m ia

dichiarazione scritta e stampata nei Vostri confront i

parti-

colarmente c ome u o m o d i

parola.

Ricavo da l

m io

vecchio

onesto

Montaigne

(II

Ch.

1 7 ) .

Qi/on

accuse,

s i

on

ueut,

m on

projet, mais m on progrez , non...

Aspettate

dunque quanto

al manoscr i t to

d i

esserne

Voi

stesso il

giudice

o quel lo che vorrete. Di più non

potete at-

tenderVi da un autore onesto e distaccato per tappare la

bocca al boia. Si Dominus uoluerit ,

ƒaciemus

boc et

illud

› › ( 5 5 ) .

Tralasciando

l 'analisi

della

selva

d i

a llu s io ni m in ute

delle

non mol te

lettere dell'ultimo

semestre

del

'7 3 preferiam o

( 0 5 ) Cfr. Z H , III,

43-44.

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INTRODUZIONE

DEL TRADUTTORE 77

limitarci a

stralciare

da un abbozzo della lettera di

H a m a n n

a Friedrich Carl

v on

Moser del 1 ° d icembre '7 3 uno schizzo

del l'ins iem e

della

situazione,

in

cu i

si illum inan o significati-

vamente

anche

i

motivi

di

fondo

dell'opera

letteraria

del

Mago del

Nord .

«Le

m ie

due speranze s ono relative ad un

manoscr i t to

che tengo in

tasca

e

ad

una

operazione

che ho in petto:

su

c iò

mi spiegherò con chiarezza

e senza pudori .

V . E. ha avuto

la grazia

d i prendere

v ivo interesse alla

m ia m icros copica

opera

letteraria

fino

a

q u i

data alla luce

e

in

base

ad un

espressivo

Suo cenno

posso annoverarla tra

que i

lettori

il

cu i

consenso è l 'unico olio per

la m ia lampada

d i au tore . Presentem ente - a quello che pare

-

il

m io intero

piano

d'attacco è

a punto

e mi r iprom etto pertanto una si-

curezza

ancora

maggiore nel caso che dovesse occorrermi d i

d i fendermi

e

gius t if ica rm i.

La vocaz ione soc ra tica

fu

di

trapiantare

la mora le dal-

l'Olimpo sulla terra e

di

spiegare a

livello

d i

evidenza

pratica

un

piccolo oracolo

delfico,

la

m ia

vocazione

è

stata quel la

di sconsacrare in guisa analogica il s antu ario d el nostro credo

e del nostro

canone,

d i

renderlo

corrente e di perseguire con

il

flagello

dell”ironia

moderna

i

m oralis t i

falsi,

apparenti

e

spacconi.

I n s o m m a tutti ins ieme

i m ie i

opuscula sono

un

bussolotto

per

dirla con Alcibiade. Tutti s i sono in

parte

scandalizzati in

parte

presi

spasso

del

satiro e

nessuno ha

pensato a l catechism o luterano di cu i m i

sta

a cuore assai la

fede,

il n o m e e il gusto e il

c ui v ig ore

è nato

appunto

destinato

al papa

e

ai

Turchi

di

oggi.. .

Come ho detto, il manoscr i t to è nella

m ia

tasca e non m i

serve più,

perché ho già raggiunto i m ie i

intenti

senza

d i

esso e

potrò

raggiungerl i in ogni m om ento, s e così vorrà una

volontà superiore.

Sono poche pagine.

N on s i può negarne il

colore locale e nazionalistico. Tutto in

esso

è locale e indi-

viduale

e

il

buon

sale

vi

abbonda

con

laconica generos ità .

La

s to ria rig uarda i 5 talleri delle m ie

finanze

che m i sono

stati

decurtat i dalla ar itbm etiqu e pol i t ique sans r ime et ra ison.

N on è però che un broui l lon scritto nell 'ottobre

1 7 7 2

e cosa

tanto

vecchia per

m e

che

m i

fa nausea il

vederlo.

Il fedele

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78

SCRITTI

SUL LINGUAGGIO

fratello dovrebbe

ricevere questa reliquia cosi

c ome

è ,

ag-

giungere su

un

foglietto

quella parola

o due che

ancora

manca,

farmelo avere

a

volta di corriere

oppure

consegnarlo

d i

persona

al

suo

Mago

in

occasione

d i un'altra

missione

d i

pace

nel

Nord

con un giudizio en

general

o en detail : esclu-

s ivamente a beneficio dei m ie i

futuri

lavor i ed elucubrazioni ,

s e Iddio mi darà

vita.

Gli

altri m ie i motivi per

sopprimere

questo l ibriccino,

dolce

al

palato

m a duro per la digestione

per m e e per

gli

altri, r isulteranno

forse

a l pr imo sguardo,

s e

non

ho

perduto

del

tutto

il

discernimento,

il

che

è

pu r

sempre il v ero prob lem a .

Ripeto:

non è che un broui l lon che non posso più vedere,

tanto meno mettere in bella copia,

perché

il

m io

povero

fratello amma la to non

prende o r m a i

più la penna per m e,

m a passa

la

maggiore

parte

del tempo a letto o nella sua

cella.

Basta

così

per

l'intento

e

il

metodo

della

m ia

attività

lette-

raria

perché

mi interessano d i più d i

tutte

le contingenze

della medes ima. . . › ›

( 3 5 ) .

La

lettera del 27 febbraio 1 7 7 4 ci

in fo rm a

che H a m a n n

ha affidato l 'unica copia del

manoscr i t to

franco-tedesco in

questione al signore di Moser.

«

Per quanto r iguarda

il

manoscr i t to

tutto

s i

r iduce

forse

ad un ingenuo

errore,

che non mi vergognerei m ai d i am -

mettere.

Mi

sono figurato in buona fede che l 'abbozzo, per

quanto sia rozzo e debba in parte risultare tale, non sarebbe

r isultato

indifferente

al benefico u o m o di Stato

al

fedele

fratello laico, da l m o m e n t o che tratta lo stesso argomento

da

due

punti

d i

vista

assai

opposti,

tra

i

qua l i

non

ho

saputo

trovare

m igl iore

term ine

med io che

il

detto profetico:

' Na-

bucodonosor, il m io

servo

':

in c iò

risiede anche il punctum

saliens

di questo parto prematuro .

N el caso che V .

E.,

avendone m ai tempo e

voglia,

dovesse

trovare

in quest i

fogli

qualcosa d i prammat i co e

magico

d i

Suo

gusto,

chiedo

c ome

unica

grazia

d i

buttare

giù

in

fretta

e senza

preoccuparsi

c iò

che

la lettura

le abbia

suggerito e

( 0 5 ) Cfr. Z H ,

III, 414-415.

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INTRODUZIONE DEL TRADUTTORE

79

d i

farmelo

conoscere:

nel quale caso

aspetterei

di ritorno

all 'occasione

manoscr i t to

e annotazioni relative com e

contro-

camb io con usura:

a questo

punto probabi lmente c ome N o e m i

mi

sottoporrei

a

nuove doglie,

s e

il

malcapi tato

capolavoro

potesse in un tale m o d o

ottenere

nuova

f o rma .

N el caso invece

che V . E.

non trovasse nulla

che corrispondesse

al dip loma

assegnatomi, l 'unica

m ia

richiesta è che

l'a t tua lm ente

unico

esemplare

esistente,

d i

cu i

per

di

più

non

esiste

assolutamente

copia,

dove e c ome è pereat , com e si

conviene

ai m o n u m e n t i

del l 'umana

vanità

› ›

( 5 7 ) .

Il

manoscr i t to

f inì con il cadere nelle m a n i d i Herder,

avendone tuttavia fatta fare il Moser

copia:

e

fu

serbato nel

Nacblass

herderiano.

G ià pr ima

che

la

questione dei Gbiribizzi filologici s i

fosse

composta

nel

silenzio,

un

nuovo

personaggio

si

era

fatto luce nella mente d i H a m a n n : il maestro Heinr ich Schröder,

destinato a difendere

la

presenza dello

Spirito

div ino nel lin-

guagg io , des ta to dalle Betrac/atungen

über

d ie Religion pubbl i -

cate nel '7 3

dall'illuminista

Christ ian Tobias

D a m m .

L'an-

nuncio è nella lettera d i H a m a n n a Herder

del

13

novem-

bre

1773.

< < Ehi amico car iss imo

State

attento

al

vecchio

Heinrich

Schröder, ab itan te nella \Veissgerbergergasse a Pisa in Prussia:

che non gli venga in mente di s criv ere delle Considerazioni

stravagant i attorno

a ll'et im olog ia

e

la

sintassi della sua m a-

terna l ingua tedesca Comunque il buon ciclope monocolo

per

Vostra

for tuna

in

mater ia

di

ortografia non

si

spinge

mol to più in

là › ›

( 5 5 ) .

Il saggio fu edito nel 1 7 7 3 a Francoforte da Gebhard:

Nuova apologia della

lettera

H.

Il 26

agosto

del '7 4 H am a nn

trascriveva

« per

la

sua

brevità e innocenza › › ad uso del l'am ico Herder una recen-

sione

apparsa

a

Kiel:

( 0 7 ) Cfr. lettera d i

Hamann

a Friedrich Carl

von

Moser del 27 feb-

braio 1 7 7 4 : ZH, III, 7 1 .

( 5 0 ) Cfr.

Z H ,

III,

63 .

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80

scRITTI

S U L

L I N G U A G G I O

< < Innanz i tutto

c 'è una

polemica

contro un così

detto

maestro di religione straordinario C.T.D. circa l 'uso della

lettera H in

fine

e in corpo di

parola.

Poi un'apologia della

medes ima

lettera

compiuta

da

e s s a

stessa.

La prim a

parte

tra-

bocca di

chiacchiere

d i cattiva lega m al connesse: la seconda

è pazzia. A r iprova di q ues t'u l tim o fatto valga il passo che

segue,

giacché quella

lettera s a anche scrivere: ' La m ia

esistenza e

sopravvivenza.. .

' Cfr. ' Kieler gelehrte Zei tung ':

num . 29 .. .

› › ( 5 5 ) .

( 0 9 ) Cfr. ZH,

III

,102-103.

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TESTI HAMANNIANI

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Saggio

attorno

ad

una

questione

accademica

di

Aristobulo

Orazio.

nos

roelia

virginum

sectis

in

/'uvenes virginibus acrium

cantamus vacui, sive quid ur imur,

non praeter solitum leve:

1 .

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W D

F O R T U N A M PRIAMI

C A N T A B O

E T NOBILE BELLUM

Scriptor cyclicus olim

2 .

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SAGGIO ATTORNO AD

UNA

QUESTIONE ACCADEMICA

Il titolo d i

questo

soggetto è ta lmente problemat ico che

non posso incoraggiare nessun

m io

lettore a divinarne il senso.

Spiegherò

dunque che

m i

è venuta voglia d i mettere per

iscritto

a lc uni pens ieri

attorno

al

tema

pro po sto d a ll'A cc a-

demia

d i

Berl ino

per l 'anno 1 7 59 . Questa

celebre

società

ha

r i tenuto

d i

partecipare

al m o n d o il

la v o ro pre m ia to uni tamente

alle

t rattazioni

dei sei altri concorrenti sotto il titolo d i

Dissertation,

q u i a

remporté

le prix proposé par

l 'Academie

Royale des sciences et

belles

lettres

de

Prusse, sur l ' influence

reciproque

du

langage

sur

les

opinions

et

des

opinions

sur

le

langage. Avec les pieces,

q u i ont concouru,

à

Berlin

MDCCLX,

4 .

A m io

pa rere la

questione dell ' influenza reciproca d i opi-

nioni e

l inguaggio

avrebbe potuto essere superata più facil-

mente s e si

fosse definito

il prob lema

pr ima d i procedere

alla

soluzione(1) .

Da l

m o m e n t o

però

che

i

dotti

( 2 )

non

hanno

bisogno d i tale

asciutta

fondatezza per in tend ers i tra loro,

forse per il

fatto

che su proposizioni indeterm ina te si può

scrivere più doviziosamente e a

buon

mercato, gioverà ai let-

(1 )

Hsp

iravcóç,

IB

- m v . ,

pia

åpx-h,

10€;

| I . é ) . ) . o u a ' i .

xaìtóãç

ßou7»zu[a']üa|.,

š | . 8 é v < 1 . L

S a t

- : c a p i oil üv - E - h ßoult i ) , 'ñ

åitav-ro;

å|J.a.p-ráwatv

åvdtyxw

'roùç

S è itokkaùç

Mìnüsv

51|. oúx

  I a ' a a ' I .

1 : - h v oùa lav šuáowou ,

c h e

oüv

: E 5 6 1 1 - : g 0 1 ' ) Btauoìoyoüvsai

åv åpxfi 'rñç

exérliewç,

i tposìàlóv-rs; ö è -rò slxòç á.-::o8I.8óow'w, oiire 'yàp

åauro íç

oü-re

á)~.k[f | }»]oI .ç o | . x . o } » o - y o ü ç i v . 'E-ycb

oüv mzl. où pù

- i t á . 0 u › | , 1 . € v 5

oùòtotç

e * n : L ¬ : | . -

|J . í I › | .Lev òuokoyiç

i)é|.i:vo|.

öpov,

sl; 10610

ånoß ìénovreç

xal .

âvaqzápowsç -rùv

o u é x l i t v i c o i z b u a i ä a Socrate

nel

Fedro di Platone 3 .

(2) AOEOZOKDOI

'fzyovó-:se

åvrl . e o ø p ú ' › v , Ibidem 4 ,

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UNA QUESTIONE

ACCADEMICA

89

poli,

delle società, delle sette e degli uomin i , una

compara-

zione d i p iù

l inguaggi

e d i un unico

l inguaggio

in diverse con-

nessioni

d i luogo, di tempo e d i oggetto favor iscono un

mare

di

osservazioni,

che

un

dotto

f i losofo

saprebbe

ridurre

a

principii

sempl ic i e a classi

generali. S e le

nostre

rappre-

sentazioni

si

orientano

secondo

la prospe ttiva de ll'an im a , che

alla

sua volta secondo l'o pin io ne d i molti è determ inata

dallo

stato

del corpo , un 'applicaz ione

analoga

si

può

fare per il

corpo di un intero popolo. I l ineament i

del loro

l inguaggio

corrisponderanno

dunque

al l'or ientam ento

della

loro

m entalità

ed ogni popolo lo manifesterà

a ttra v ers o la

natura,

la

f o rma ,

le leggi e le n o rme del suo parlare altrettanto bene che con

la sua cultura esteriore e lo spettacolo d i

azioni

pubbl iche.

Si è raffrontato il

dialetto ionico

con lo stile che gli

è

proprio;

d'altro canto la puntigl iosità legale, che rese tanto

cieco

il

popolo

ebraico

al

tem po della

divina

tentazione,

salta

agli

occhi dallo

stesso suo l inguaggio. Da questo orienta-

mento della m ental ità

si

origina la relativa

ricchezza d i

uno

stesso

l inguaggio in cert i

camp i e

la

corrispondente

povertà

in

altri

fenomeni derivant i dalla medes ima

sproporzione che

vengono

calcolat i

vuo i come perfezione vuo i

c o m e imperfe-

zione:

il

capriccio

rivelato

dagl i

idiotismi

e

tutto

c iò

che

s i

intende

per

genio d i una l ingua. Questo

tratto

naturale non

deve essere

confuso

né con la grammat ica né con

l 'eloquenza,

più

né meno

com e la somiglianza di un dipinto non è

della

stessa

specie

della

s immet r ia

del disegno e della commis t ione

delle tinte

O

della

luce e

delle

ombre, bensì è

indipendente

da

quest i

fattori.

Lettori che abbiano familiarità a lmeno con u n buon

pe-

riodico

o una biblioteca si r icorderanno fac ilm ente il n o m e

d i due dotti7 che posseggono intelligenza e

meriti

d i prim 'or-

ordine,

il più vecchio nella gra m m a tica e f i lologia germanica,

il più

giovane

nella gra m m a tic a e f i lologia

orientale,

che tut-

tavia

hanno

assunto

a

metro

del

loro

giudizio

e

vogl iono

sta-

bilire

pubbl icamente

parecchi pregiudizi d i miopia

filosofica

e d i ciarlataneria filologica nei confront i del genio di queste

l ingue. L'onorif ico titolo d i maestro d i l inguaggio e di poli-

store

non è indispensabile a

ch i

abbia la fortuna di azzeccare

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90

scRITTI sui . L I N G U A G G I O

il

genio

della

sua

professione.

Vale anche q u i quanto Esiodi

parlando d i

navigazione

dice a proprio vanto:

Asúšw

5 - h

T o i .

uárpa

1 r o } » u c p } » o É o ' ß o L o

ñakåaanç

olive

'ri

vauirhinç o ' e o ' o < p | . o ' p . š v o g

oííre

'rt

vnãv

åtivlvà

xoti.

63;

špšw

Znvòg vóov aiybóxoio '

Moücrou.

-yåp

pf šöúöotšotv åñšocpasov i iuvov 8 s w 4 .

-. U L

G *

Poiché

la

nostra m ental ità si fonda su impressioni sensi-

bili e

sulle

sensazioni

connesse,

è assai

ver is im ile

l ' ipotesi d i

u na concorda nza

degl i

s t rument i

del sent imento con

le

mol le

del

parlare

umano . Allo stesso m o d o in

cu i

fa

proprio

d i un

popolo

un certo colo re O

un

certo

taglio

degli

Occhi, la

natura

senza diff icoltà

ha

potuto partecipare

modi f icaz ioni delle

l ingue

e

delle labbra,

che a noi

sfuggono.

Thomas \W il lis

(Cerebri

A na tom e nerv oru m q ue d es criptio et

usus: cap.

XXII)

t rovò

nelle

ramificaz ioni

della

quinta

coppia

d i

nerv i

la

causa

per

cu i gli sguardi

amoros i e i baci

servono da

vocabolario

uni-

versale

a

questa eloquente

passione 9 .

Il commerc io con sordi e muti

fornisce

mol ta luce

sulla

natura dei l inguaggi più antichi. Il solo spirare d i un suono

basta

per Operare le dist inzioni più sottili. La voce degli ani-

m a l i

si

presenta

a

noi

più

limitata

d i

quanto

deve

essere

per

la

sua

funzione

d i

scambio comune,

per il

fatto

che i nostr i

sensi sono inf ini tam ente più ottusi. Con la disponibil i tà a

parlare(4)

e

l 'abi tudine ad ascoltare

cresce

la

distrazione

da

a m b o

le

parti

e il

bisogno

d i nuov i sussidi. Ri tmo e accentua-

zione

tenevano

il ruolo della

dialettica posteriore:

un orecchio

sicuro

del

ritmo

ed

una gola

ricca

di

tonalità

erano

un tem po

principii ermeneutic i e om iletic i che non

avevano

nulla da

invidiare ai nostr i quanto a fondatezza

ed evidenza.

Si vede

da

ciò c ome la na tu ra dell 'attenzione e dei suoi

oggetti

possa

ampl iare O restringere il l inguaggio d i un

popolo

e

dargl i

questa

o quella

coloritura

 .

Secondo:

mode ,

pregiudizi

di

apparenza

e

d i

prestigio

corrent i

in un popolo ne

costi tuiscono anche

la m ental ità

(4 ) Sam. W eren fe ls , Diss. de Loque la in O p u s c u lis T b eo lo gic is Pbi-

losopbicis

et

Pbilologicis,

p.

760, 76 110 .

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92 SCRITTI SUL LINGUAGGIO

condo l 'uso

patrio O

d i

questa

O d i

quella

m o d a che un

dotto

(napakoyilóusvoç

šv

mi}owo}»oyiqt15)(°) s a rendere

verisi-

mile a i s u o i uditori.

Terzo:

il

campo

del

l inguaggio

si

estende

da l

sil labario

fino

ai

capolavor i della

poesia e

della

più ra ffina ta filoso fia ,

del

gusto e della critica; e il

loro

carattere

è

dovuto

s ia

alla

scelta dei

vocabol i sia alla

formazione

fraseologica. Da l

m o m e n t o

che il

significato

del termine l inguaggio

è

assai vario sarebbe

megl io determinarne il

concetto

badando al suo

intento

quale

mezzo

per

partecipare

i

nostr i

pensieri

e

comprendere

i

pen-

sieri altrui. La posizione del l inguaggio rispetto a questo

duplice scopo sarebbe

pertanto

la dottrina capitale, in

base

alla

quale

si potrebbe

sia

spiegare che dedurre a priori i

fenomeni del

reciproco

inf lusso d i opin ion i e l inguaggio.

Poiché so che ai lettori delle < < W öchentliche Frag- und

Anzeichnungsnachrichten

› ›

non può

interessare

lo

svi luppo

d i questo concetto, né nu lla io

devo

at tendermi né per il

m io

n o m e

per i m ie i provent i dalle espressioni del

loro

giudizio, sono

dispensato dalla fatica d i sciogliere

personal-

mente con questa chiave

la

questione accademica.

Un filosofo

che trovi

più com od o s criv ere una dozzina di trattati attorno

ad

una

proposizione

scolastica

piuttosto

che

leggerne una

mezza

dozzina d i già

stampat i sarà

contento della tracc ia

q u i indicata

circa

que l rapporto,

quanto l 'antico

f i losofo alla vista d i una

f igura

geometr ica, giacché non avrebbe più considerato

un

paese sconosciuto un semplice deserto incolto.

N on c i

mancano le os serv azioni

per

determinare in m a-

niera

piuttosto

precisa

il

rapporto

del

l inguaggio

con

il

suo

reciproco uso.

La

penetrazione d i questo rapporto e l 'arte

di trarne applicazioni fa

tutt'uno

con lo spirito delle leggi

e i segreti del governo ( 7 ) 1 7 .

Proprio

questo rapporto crea

autor i classici. L'eccesso d i confondere i

l inguaggi

e la fede

(5) Coloss. 2.

4 .

(7 ) « 1 : e | . p C › v ¬ : a . v .

S è

-ru/re;

mzl.

o'uvá.†ew the 'Ovouaxpi - :ou u èv yev ou š vo u 1 ¬ : p d › - : o u

ö e w o ü - m a p vouoñeaiav, yuuvaairñvai

5' ¢ \ ' › - : ò v

š v

Kpfrrn

Aoxpòv

övsa

:cai

šmön-

u oü v s a xovrå 'réxv-nv p.av¬:v.x-hv- 'roúsou

S è yevåaìiou. Oáùm-:zz šratìpov,

Odcìtnroç

8 ' á o c p o o t ¬ : † | v Auxoüp-fov

:cal

Zátìtsuxov, Zaksúxou ö š

Xapobvöav

› › . Aristotele,

de

Repub l . lib. II, cap. 1215.

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U N A

Q U E S T I O N E AccADEiviIcA 93

acritica in cert i

segni

e f o rmu le sono talora colpi di stato

che nel regno della verità contano d i p iù che la più vigorosa

radice di un vocabolo a ppena s ca va to

fuori

o l'infinita

genea-

logia

d i

un

concetto;

colpi

d i

stato

che

non

vengono

in

mente

neppure nei

sogni più rosei ad

un dotto

ciarlatore né

a

un

loquace

apprendista

artigiano.

Vogl io concludere

con un paio d i esempi nei

qua l i

pare

che il

l inguaggio

es erc iti u n influsso sulle opinioni e

le

opi-

nioni s u l linguaggio.

Chi

scrive

in

una

l ingua

straniera

deve

sapere

adattare

la sua m ental ità

com e

un amante(5) . . . Chi

scrive

nella sua

l ingua materna ha il diritto del marito(') s e

la

s a

dominare.

Uno

che pensi con la sua

testa

farà sempre

violenza

alla

l ingua, invece un

autore

al soldo d i una società si adatterà

alle parole prescritte com e un poeta mercenario s i a da tta a lle

r ime

f inal i

(bout- r imés) ,

che

lo

conducono su i

binari

dei

pensieri e

delle opinioni

più convenienti .

La repubblica

il

più

delle

volte

ha per q ues ti

scrittori

corrivi

la

debolezza d i

un

maestro di

scuola d i ruolo nei

confront i

d i

al l ievi

che

sono

pronti

a

snocc io la re la

lezione anche

s e non ne capiscono più

di quanto il sig.

Merian

1 ° della

nuova

l ingua materna della

repubblica

dei

dotti.

Ho

letto

il

conciso

e

st im olante

profi lo

del

lavoro

premiato di questo degno

m e m b r o

con tanta più

soddisfazione in quanto posso

trarne

occasione per

ripensare

all 'onore d i

un

rapporto

con

lui e

avva lerm i

d i questa circo-

stanza

per

celebrare con il più

devoto

rispetto il r icordo della

sua amiciz ia .

'H

'AFAHH

o \ . ' › 5 š - : c o r e

T u i r : - r s .

cifre

S è

HPOCIJHTEIAI, x a -

Tapynñiìaovrai- e i ' - r s

FLQZEAI,

^ n : < z ú o ' o v ¬ : o u . '

si-re

FNQZIZ,

x a - r a p † ' q 1 7 r ' 1 o ' s - t o u . .

'EK

M E P O Y 2 S è y iyvoßexousv xaì .

'EK

M E P O Y S npogonrsúouev' 2 ° .

( 1 )

Ogn i

l ingua richiede una mentalità ed un gusto,

che

le sono

propri:

perciò Ennio si

vantò

d i avere

un cuore

triplice,

quasi come

Montagne di avere

un'anima

a tre

piani.

Q.

Ennius

tria corda

habere

se dicebat , q u o d loqui

Graece

et Osce et Latine

sciret.

A. Gellius,

Noci. Artic. XVII , 1 7 .

(9 ) solecismusi ceat

fecisse marito. Giovena le ,

VI,

45610.

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Miscellanea d i

annotazioni

sulla struttura

della

l ingua

f rancese

messa insieme con patriottica lib ertà

da u n illustre dotto f ranco-tedesco.

LECTORI

MALEVOLO

S .

Adulescens quoniam sermones

habes non

publici saporis,

et quod

rar iss imum est, am as bonam m entem , non ƒraudabo te arte secreta.

T.

P E T R O N I U S

ARBITER

2 1 .

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MISCELLANEA DI

ANNOTAZIONI

Il denaro e il

l inguaggio

sono due

oggetti

il cu i studio è

profondo ed

astratto

quanto generale

ne è l 'uso. C'è tra i due

una parentela più stretta d i quanto si potrebbe sospettare (1).

La teoria

dell 'uno

spiega

la

teoria

dell'altro, sì

che

paiono

discendere da principii comun i .

La ricchezza di

ogni

conoscenza

u m a n a poggia

sullo

scambio

delle

parole (2); e un teologo d i

spirito

penetrante

definì la

teologia,

questa

sorella maggiore delle

scienze

superiori, una

gra m m a tica del l inguaggio della

sacra

Scrittura. Di contro tutti

i beni della vita civi le e soc ia le s i r i fanno a l d ena ro com e a loro

metro

universale:

tale, secondo alcune t raduzioni, lo

avrebbe

r iconosciuto anche Salomone

(5).

N on

deve

qu ind i fare

m erav ig lia

che

l 'eloquenza abbia

avuto

nelle

intraprese

statal i

dei t em p i

più antichi

u n

peso

grande quanto

la

f inanza nella prudenza

e fortuna

dei nostr i

governi (4). N el nostro

s ecolo s areb be

probabi lmente parso a

( 1 ) Cfr. Leibniz,

Unvorgreifl.

Gedan/een

betreflend

die Ausbi ldung

l x š n d l gerbesserung

der

deutscben

Sprache

in

Collectaneis

Etymologic.

i ( 2 ) . Speech,

tboagbt's

canal speecb

tbougbt's

criterion too.' Young.

( 5 ) 253.1 mi

mp'

najfl E c c l e s .

X .

1 9 . . . . .  Ev 8 1 5 si 6 2 €

r i v e r ,

-roüro

6'åE

ùitoöšacwç'

B iò

v ó u . | . ø ' p . ¢

xuìtsi-rai '

¬ : o ü ' c o

'fàp

T r å v - r a .

- : c o r s i

aúuusrpa'

U « € 1 P E í ' = < 1 ; I -

'råp

' rråvw vouíøuaru. Aristoteles de Moribus Lib. V. cap.

8 .

N el pr imo l ibro de republica definisce il denaro

c e o i x e ì o v

mi

- n é p a e

-rñ;

åìkayñç

2 4 ,

(4 ) 'A|.I.o|.ß'h 'yåp Home voufoiiaroç 1 '] - : O G ìóyou xpšuz Plutarçhus de

Pytb iae

o ra c u lis m etrìc is . Lo stesso

nella vita

di Focione:

c h e

-fàp

1 ')

- r o ü

vouiciiarog åšia

'nkzlø'-r'nv

åv öyxip

ßpaxu-rá ' rq› , Súvotisiv ë x e r . ,

o i ) - r q › M700

Bswórnç

šëóxsi nokká

cnuafvsiv

å n' óhfyuv

2 5 .

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100 SCRITTI SUL LINGUAGGIO

Giulio Cesare(5)

altrettanto

utile forse essere

un

eccezio-

na le es perto di moneta quanto

g li

r isultò a suo

tempo

d i

vanto l 'essere un rafinato

grammat i co .

I suoi libri de ana-

logia

sono

andat i

perdut i

2 7

e

non

erano

presumib i lmente

del

livello

della storia delle sue

imprese

eroiche, c ome potrà

faci lmente

giudicare

ogni

lettore crit ico.

Tanto meno deve

m erav ig liarc i

che un Varrone per le sue

opere sul l 'economia agraria e l'et im ologia goda del titolo d i

dot t iss imo

tra

i Rom an i(°) , s e una astronomica

descrizione

di

viaggio

della

v ia lattea,

l 'apologia

di

qualche

esoterico

termine metafisico, la

raccomandazione

d i

nuove concinnitates

et ingeniosae ineptiae (come dice

Bacone

da qualche parte)

in

fisica e in etic a d anno s ov ente al n o m e dei nostr i più recenti

scrittori

ali, almeno incerate.

L'indif ferenza dei negozianti, specialmente d i q uelli

fortu-

nati,

è

un

beneficio

per

lo

stato,

che

in

mancanza

d i

virtù

patriott iche

correrebbe assai

maggior i pericoli s e ci fossero

vis ioni più

chiare

che non soffra danni ora

per

l ' indebita sot-

trazione

delle foglie d i fico che le coprono.

L a w ,

il celebre traff icante d i azioni, aveva studiato il

de-

naro da

f i losofo

e

da

u o m o d i

Stato;

conosceva il commerc io

megl io del

gioco

in

borsa,

per

compiacere

il

quale

s i

fece

cavaliere

errante.

Il

suo cuore non

era però par i

al suo

intelletto:

m a n dò a

rom picol lo i suoi

progetti e

ha reso

spre-

giato il suo r icordo, per

la

cu i

riabil i tazione

io mi

limito

agli scritti suoi rim as tic i. 2 9 .

L'ignoranza da

parte

del dotto

delle

profondità ( 7 ) del

( 5 )

Cfr. De

la

Pause,

Traduzione francese

delle Vite d i Svetonio

p.

XXXIV,

XXXV

7 5 . _

( 5 ) Doctiss im us togatorum . Cicero, Quaest. Acad.

2 0 .

( 7 )

L'etablissement d e s langues n'a

pas

été fait par d e s raison-

nemens

et des discussions a ca dem iq ues m a is

pa r

l 'assemblage

bizarre en

apparence

d'une

infinité

de

hazards

emp l i qués ; et

cependent

y

regne

aufond une espece de Metaphys ique fort subtile, qui a tout conduit

Un

des plus

penibles

soins

est

de

devel lopper cette Metaphys ique,

q u i c e

cache

et

ne apparçüe

que

par

d e s yeux

a s s e z

perçans. L'esprit

d'ordre, de clarté, de precision necessaire

dans

ces r icherches delicates

est

ce lu i qui

sera

la clef

de

plus hautes sciences, pourvu qu'on

l'y

applique

de la

maniere q u i leur

conv ien t. Fontenelle Tom .

3,

p. 382 etc.

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M I S O E L L A N E A sULLA L I N G U A 1 = R A N c E s E

1 0 1

l inguaggio offre

già

il f ianco a infiniti abusi, ne previene

forse

però d i

maggior i , che r isulterebbero al

genere u m a n o

tanto

più dannosi, quanto

meno al giorno

d'oggi

le

scienze

sono in

grado

d i

adempiere

la

loro

promessa

d i

m igl iorare

lo

spirito.

Questo rim provero confonde al m a s s i m o

grammat i c i

e filo-

logi,

che possono considerarsi i

banchier i

della

repubbl ica dei

dotti.

Pace vestra l iceat

dixisse,

primi

om n i u m . . .

Petronio 5 ° .

N el confronto tra l ingua latina e francese instaurato in

occasione di una polemica c i si imba t te anche in un esame

d ella teoria

delle

inversioni.

È

noto

quanto

larga

sia

nella

l ingua di R o m a

la

lib ertà d i mutare di

luogo

i vocabol i e d i

c ome sia d'uso

nelle

scuole

nul l ificare

questa

venustà degli

ant ichi scrittori con la così

detta costruzione,

giacché con

questa

m etod ic a b alord aggine

s i

sottrae

all 'orecchio della

gioventù

l 'esercizio

del l'arm onia che

conviene

al periodo

latino

e

ins ieme

va

perduta

il

più

delle

volte

l 'accentuazione

del

si-

gnificato, quando la

posizione

dei vocabol i è

destinata

a su-

scitare e a mantenere a diversi livelli l 'attenzione del lettore

o dell 'ascoltatore(5).

La

lingua tedesca a

preferenza

d i

altre

è per sua natura

capace di queste inversioni, la cu i

audacia

contr ibuisce

al

prestigio

del

nostro

stile

poetico.

Addur rò

un facile

esempio.

Noi

poss iamo

dire senza pregiudizio d i purezza e

d i

chiarezza:

Er

b a t mir das Buch gegeben.

Mir ba t er das Bucb gegeben.

Das Bucb ba t er

mir gegeben.

Gegeben

ba t

er

mir

das Bucb.

La pr ima

disposizione

dei vocabol i è la più

diretta: ossia

l 'accento è

posto

su colu i che

ba

da to; nella seconda il con-

cetto principale

è nella pa rola a m e; nella

terza

si indica il

libro;

nell'ultima l 'azione

del verbo. Si vede che l ' inversione

non

è

senz'altro

arbitraria O

casuale,

bensi

sottoposta

al giu-

dizio

dell'intelletto

e

dell 'orecchio.

(5) Oeuvres d u Conte Algarotti. Vol.

VII,

p.

3 04

5 1 .

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1 0 2 sciuTTI sUL L I N G U A G G I O

La cagione per

cu i questa

sostituzione d i posto dei

voca-

boli

è

più o meno

consentita

alla sintassi

d i

alcune

l ingue

dipende prevalentemente

dalla natura della loro

etim ologia

grammat ica le .

Quanto

più

questa

è

cara tte ris tica , tan te

più

inversioni

t rovano

luogo

nella d ispos iz ione dei vocabol i .

Quanto più le mutaz ion i delle parti

mobili

del discorso,

sostantiv i e verbi , sono

indicate

c ome m olteplic i e sensibi l i

da ll'etim ologia grammat ica le

tanto

più sciolta

può essere la

loro disposizione sintatt ica. L'et im ologia della grammat ica

francese

non

ha

caratteri

tanto

numeros i

tanto

notevol i ,

perciò

d i per s é si nega l 'uso delle inversioni nella sua

sintassi.

Mancano del tutto al francese le desinanze e qu ind i le

decl inazioni(9) . Per

indicare la

dipendenza

dei sostantiv i

c i

si serve il più f requentemente delle preposizioni

de

(di)

e

à

(a),

com e

l ' inglese

o ƒ

(da)

e

to

(verso),

che

s i

potrebbero

paragonare al +

e _

a i

segni

cioè delle due principal i ope-

razioni ari tmetiche).

Un sostantivo, s e è retto immed ia tamente (ossia

senza

preposizione) da l verbo, deve qu ind i prendere ordinatamente

posizione

dietro

q ues t'u l tim o,

s e

si vuole

tutelarne

la dipen-

denza.

< < Le ƒeune Hébreu

tu a le

géant

Le

géant tu a

le

/'eune Hébreu › › .

« M e m e s articles: m e m e s mo t s : et deux sens contradìc-

toires › › , disse lo s critto re da l quale prendo a

prestito questo

esempio(1°) .

Il

tedesco

invece

ammet te

q u i

un

m u ta m en to

d i posizione senza

rovesciamento

del significato.

Der /Jebräiscbe Iiingling erlegte

den

Riesen.

oppure:

Den Riesen erlegte der bebräiscbe Iiingling.

(9 ) Qpúyreautxpóv

- v v .

napauktvovrec'

Socrate

nel Cratilo di Pla-

tone 5 2 .

( 1 0 )

La

Méchanique

d e s langues ou l 'art de les enseigner. Par M r.

Pluche,

à

Paris

1 7 5 1 . Cfr.

lib. I.

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ivIIscELLANEA

sULLA L I N G U A

i = i z A N c i - : s E

103

La

desinenza

dell 'articolo e del

sostantivo tedesco

basta

a distinguere l'ambito di azione del verbo e la pos iz ione d ei

vocabol i non abolisce questa distinzione.

Come

la

declinazione

latina

attraverso un

falso

impiego

s i è insinuata nella grammat ica francese, così la

teoria

degli

articol i

e dei sostantiv i vi si è smarr i ta in seguito ad una

cattiva osservazione.

Per

ragioni d i

brevità(11)

r imando

alla

gram m atica del

Restaut

5 4 ,

che non mi assumo l'im pegno né d i r iassumere né

di

completare.

Si è

voluto

addossare ai Saraceni

l 'origine

dell 'art icolo,

non

so

con quale fondamento . N on

po treb b ero a llo ra

avere

introdotto nella poesia anche il gioco dei campanel l i o lo

scampanare delle r ime? ( 1 2 e

1 4 ) .

In

un

trattato

del

Vescovo

Pontoppidan”

sulla

l ingua

danese

m i

r icordo

d i avere letto che sua

singolarità

è di

ap-

plicare

gli articol i

dietro

ai

relativi

sostantiv i ( 1 4 ) , un

analogo

contrasto produce

l 'Empbasis

Aramea nei

dialetti orientali .

Q

_ ( 1 1 ) L . _ . I ;

q š z ç a u n i b i l

aures

vacuas

atque

eruditas po test

e s s e

perƒectius.

uznt. z

.

.

( 1 2 ) R by tbm i cum alliteratione

avidissimae

sunt aures Arabum. ALB.

S C I I U L T E N S in

Florileg.

Sentent.

Arabic.

adi.

Rudimentis

Linguae

Ara-

bicae

auctore

Thoma

Erpenio

p. 160. Nella

prefazione Schultens dice

d i

questa antologia: Florilegium

Sentent iarum

excerptum ex

M S.

Codice

Bibliotecae

publicae, in quibus linguae arabicae

Genius

egregie

relucet,

nativumque

illud

cernere licet caracterem

qui per

rytbmos

et

alliterationes

m e ra

vibrat

acumina... Elnawabig

v el

E n n a w a w i g ,

inscribitur

istud

Florilegium

ve n us t i s s í m um ,

q uod v oca bu lu m

designat scatur ientes

partim

poetas,

partim

versus

vel

r y t b m o s

nobiliare quadam

vena

sese c o m m e n -

dantes.. . Dignum

est

totum

illud

opusculum com m enta rio Z am acbs ia rii,

Pbilologum

arabum

/aci le principis, illustratum, q u o d diem

l uc e m q ue

adspiciat

5 5 .

( 1 3 )

Questa pensata è già

stata accolta

c o m e verità storica

da

molti

dotti.

A nche

di recente ho letto n ella Sto ria di Napoli d el

Giannone

(lib.

IV, cap.

X),

che i

Siciliani

avrebbero

appres o la

rim a dagli

Arabi

e

da

qui

s i sarebbe estesa a tutti gli Italiani.

T o m a s o Campanel la

sapeva a

m e m o r i a

u n canto Slavo in

cui

era

detto

che gli Arabi avreb-

bero introdotto

la

rima in Spagna. L'editore.

( 1 4 ) Les Basques

des ignent le m e m e

s e n s

par

une particule encli-

tique qu'ils

mettent

à

la fin

des

n o m s .

Beauzée dans

la G r a m m a i r e

generale.

Tom.

I,

p.

313

5 7 .

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1 0 4 s c R I T T I

s U L L I N G U A G G I O

Il vero uso dell 'articolo è principalm ente logico(15) e

serve a dare al

significato

d i una parola la lim itaz ione con-

veniente o un senso

particolare.

In

che

cosa

però

propriam ente

consista

la na tu ra

della

dete rm inazione ris iedente nell 'articolo

le , la

e

le specie

di

tale d eterm ina zione non è stato ancora

definito

in maniera

suflicientemente precisa(1°).

La

colpa

a m io

giudizio

è

s o -

prattutto

delle definizioni difettose del

giusto

concetto d i

nom e sostantivo e d i aggettivo (n om in is s u b s ta n tiv i et adjec-

tivi),

che

pu re m eritereb b e

un

ruolo

prim ar io

tra

i

prob lemi

ontologici . Tutti i nomina propria sono

m e r i

aggett iv i(17),

per il fatto

che

non

r ichiedono

alcun

art icolo, anzi

con

l'ag-

giunta

dell 'articolo

diventano appellat iv i c ome in francese gli

aggettivi diventano in tale m o d o sostantivi . Su c iò si

fondano

le regole

capital i dei

generi dei

vocabol i

nel

latino e

in

altre

l ingue.

Questa

equivoci tà

nella

qual i tà

grammat ica le

dei

n o m i

non è stata superata da lle Re/lex ions pbi losopbiques sur l'ori-

gine des langues et sur la

signification

des mots di un Mau-

pertuis4°. . .

(Quis

desiderio s it pudor aut modus Tam cbar i

capitis? . . .) 4 1 .

I

lettori

che

non

badano

solo

a

c iò

di

cu i

si

scrive

m a

anche a c iò che

si

intende(15) potranno

allargare

le

presenti

( 1 5 )

Articulus numeralis

(ein,

eine)

notat

vocis generalis

parti¬

culari cuidam (sive specie,

sive indiv iduo saltem vago)

applicationem

Articulus

dem onst ra t ivu s (der, d ie, das) notat particularium un ius

plurium

e (quibus

actu

applicatur

vox

general is)

de te rm ina tionem .

Neuter

horum

articulorum

praefigitur

vel voci generali generaliter

significanti

(utpote cu jus significatio particularibus actu

non

applicatur)

vel

homini

proprio (quod

ex

s e satis innuit

et

individuum

et

quidem determinatum

v el etia m

ubi

aliud

aliquod

adject ivum adest, q u o d hos virtualiter con-

tineat (redundarent e n i m )

Io. Wallis Geom etriae Professoris

Saviliani

G ra m m a tic a lingu ae Angl icanae. O x o n i ae 1653, cap. 354.

( 1 5 ) G r a m m a i r e generale

et

raisonnée. Ou v r a ge de

l'invention

d u

grand

Arnauld

et

de

la

composit ion

de

Dom . Cl. Lancelot.

Edition

de

Meynier

à

Erlang. 1 7 6 4 , pag. 4 9 .

( 1 7 ) Leibniz

ne r icavò _om e

è

noto_' a ss ioma : Omnia n o m i n a

propria

fuisse aliquando appella tiva

5 9 .

( 1 0 ) In

o m n i b u s

ejus

operabus

intelligitur

plus semper q u a m

pin-

gitur, diše

Plinio

del

pennel lo di

Timante

in

Hist.

Nat . lib. XXXV,

cap.

36 .

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MISCELLANEA SULLA LINGUA

FRANCESE 105

annotaz ioni fac ilm ente

e d i

buon

grado senza

la

guida

altrui

alla caratteristica etim ologica dei verb i che in francese

si

rivela più all 'occhio che all 'orecchio. Ai bamb in i , ai qua l i si

deve ficcare

in

bocca

la

pappa

d i

un

cibo

d i

immedia ta

a s -

simi lazione, convengono scrittori che sono più fondat i maestr i

d i quanto lo

possa

essere uno che butta

giù

annotazioni . Ai cono-

scitori e intenditori, che sanno

annotare

da

s é , non

manca

certo

la

capacità d i trarre profitto dalle

note altrui

e

d i

r idurre al pratico le ellissi di un trattato

senza

ricorrere a

un

Lamber tus

Bos

( 1 5 ) .

Soprattutto la disponibil i tà dei p r o n o m i

personali

in fran-

cese

è un comodo contrassegno dei verb i che raramente si

dist inguono

da i n o m i e da i determ inat iv i in forza d elle desi-

nenze e viene anche così del tutto evitato il f ra intendim ento

delle

persone,

che sarebbe

a ltr im en ti,

com e in tedesco, fatale.

La

particella

negativa

ne,

le

particelle

relazionali

y

e

en,

che

vengono

in francese premesse ai verbi, hanno

dovuto

pro-

babi lmente

per

ragioni

d i sicurezza

scegliersi da s é la loro

posizione,

giacché il significato di una

propos iz ione d ipende

inf ini tam ente da l loro corpo m onadico. L'ordine d i

queste

particelle

del discorso, alle

qua l i appartengono

anche alcuni

pronomi ,

pare

dovuto

inoltre

alla

fluidità

dell'espressione

e

ad alcune

contingenze della

loro

unione.

Ordin is haec virtus

erit et Venus (aut ego fallor)

Ut

jam

nunc dicat,

jam

nunc

debentia

dic i

Pleraque

dif ferat et praesens in

tempus

omittat;

H oc

amet ,

hoc

spernat

promiss i carmin is

auctor.

Hor. ad Pis. 4 4

O ra

scuoto

la

polvere

della b otteg a d alla

m ia

penna,

che

tanto

per

cambiare

oserà

ancora una

sortita

sul

campo aperto

dell 'osservazione e

del

gusto, dopo avere

però

r icordato a

coloro che accusano la l ingua francese di monotonia nella

( 1 9 )

Un dotto

olandese il cui

glossario

d ei m o d i di dire

ellittici

della

lingua

greca è b en noto nelle scuole 4 5 .

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106

scRITTI sUL L I N G U A G G I O

disposizione

dei vocabol i che

un'analoga

monotonia è inevi-

tabile

anche in

latino

per le udibili finali e i loro troppo

fre-

quent i

incontri .

Rousseau,

il

filosofo

di

Ginevra,

ha

cercato

in

una

lettera

aperta

sulla mus ica francese di contestare a questa

nazione

ogni

presunto

m erito nel

campo

del l'arm onia a cagione delle

caratteristiche

del suo l inguaggio 4 5 . Partita

vinta la sua

s e

si

vuole assumere

a

campione d i paragone la mus ica da chiesa

dei

nostr i

coloni oppure fa re giu dic e d i armonia la tra sogna ta

voce

d i evirat i

di

ma la

razza

latina.

Tuttavia

i

difetti

che

si

addossano

alle

l ingue procedono sempre da ll 'im periz ia d i

un

autore O composi tore

nello

scegliere

la

sua

mater ia e nella

maniera

di trattarla.

Suam

qu ique

culpazn actores

ad negotia trasferunt(2°)

. .

_

_

.cui

lecta

potenter

erit

res,

nec facundia

deseret hunc,

nec lucidus ordo(21).

Che la l ingua francese

sia

di per s é disposta alla poesia

epica può

r isultare

a pr ima vista più da

qualche

vaudevi l le

che

dalla

Henriade. Il

concludere da una

filastrocca

da

trivio

all'esistenza

futura d i

un'epica

eroica

non

risulterà

ad

alcuno

un'avventura

dopo la scoperta

d i

una m ano maestra

all'ori-

gine

d i un'opera più im portan te di

un'epopea

e da

r icavare,

sempre in

Francia,

da

un

vaudevi l le da nulla 4 1 1 .

Les Bourbons - ammet te un'attendibi le storiografa della

loro

schiatta

( 2 2 )

5 ° - sont gens ƒort appliqués aux ba atelles...

peut-être

m o i - m e m e

auss i

bien

que

les

autres...

( 2 0 )

Sallust. in Iugurtba

4 5 .

( 2 1 )

Horat. ad Pison 4 7 .

( 2 2 ) C ƒ r . Herr und Diener

gescbildert

m it patriotiscber Freybeit,

p.

1 4 7 4 9 .

Per soddis fare

a l titolo della

m ia M is cella nea

di annotaz ioni ,

m i

avva lgo

di

questo

occasionale

richiamo

per

lasciar

via

il

mio

illustre

e

dotto patriottismo circa

la

descriz ione

d el

signore e

d el

padrone.

Questa

rapsodia

è

intessuta

in parte di seta francese fantasia,

perciò s i

è stati

tanto coscienziosi da rim borsare ad

usura la Fra nc ia

per

l'uso

d ei

suo i

materiali:

un'altra prova

del l 'onestà tedesca,

che tuttavia

spesso

è

di pregiudizio

alla

crescita

d ella pru denz a.

Dal m o m e n t o che

la

fulgida

pelle de1l'originale ha

destato

molta

im press ione, converrà

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i v I r s c E L L A N E A

s U L L A L I N G U A

i = i z A N c E s E 1 0 7

La purezza di una l ingua è a scapito della sua ricchezza;

una correttezza troppo

vincolante nuoce

alla sua forza e al

suo

vigore. In

una città

grande

c ome Parigi si possono senza

esagerazione

trovare ogni

anno

quaranta

dotti

che

sanno

in -

fa l lib ilm ente

ciò

che

è

genuino

e leggiadro

nella loro l ingua

materna ed è neces sa rio a l monopol io d i q ues to c ia rpa m e.

Una volta a distanza d i secoli succede tuttavia che cada

da l

cielo

un dono di Pallade 5 4 , una

immag ine

d ' uo mo avente

i pieni poteri di

ammin is t rare

con la saggezza di un Sully

il

pubbl ico

tesoro

di

un

l inguaggio

O

d i

accrescerlo con

l 'ac-

cortezza

d i

un

Colbert

5 5 .

inserire q u i una som m aria analis i de ll'im pianto interno. «L'autore pare

un estraneo al

gabinetto

m a ben noto nella s a l a

d'udienza

e

nella can-

celleria La vera arte

del governo sarebbe troppo pratica e

scaltra

per

accontentarsi

d i

pia

desideria

5 1 ,

non

deve

neppure

e s s e r e

confusa

con sentenze di principio, vantaggi co m m e rc i a l i

e

leggi cerimoniali Sulla

sua conoscenza

dei

libri

e

del m ondo non

si

deve contare, ƒundusque

mendax 5 2 ,

d i cu i si può applicare quanto

Orazio dice

dei rapporti

con

le matrone:

unde

laboris

Plus

baurire

m a l i

est,

quam

et

re

decerpere

ƒructus

5 5 .

Una rivista del

buon

gusto non può tenere il

luogo

della

docu-

mentazione

dottrinale.

L'occhio

instabile

d i

un

curioso

(che

non

ha

lo

sguardo

fisso di un osservatore che

scru ta )

stanca senza saziare (sia nei

viaggi

sia

soprattutto nelle corti),

fornisce

più distrazione che ammae-

s tram ento, abi tua al l'a .m m iraz ione

non

però a l giudizio, che deve essere

più corretto

e

fine

nel

biasimare

che

nel lodare L'indigeribil ità

dei

fatti rende

m a l s a n o lo

sti le,

che

sa

più di

fiele e

d'aceto che di

sale

e d i spezie,

muta con

il caldo e il

freddo. Un pedagogo

d i

principini

(che però hanno serv i grandi, si dice, [Cfr.

dell'

XI

Tomo

dei

«

Briefe

d ie

neueste

Litteratur

betreffend››

il post-scr iptum

d el

180°

Brief

a

p.

3 7 ] e

d i fatto

ne

avrebbero estremo

bisogno) saprà

accettare questa

licentia poetica di

u no

scoliaste

con

la

moderaz ione che è consigl iabi le

all'età avanzata e a i

suo i

frutti,

di cui profet izza

la

prefazione. L'animo

del Signore d i Moser

è del

resto

troppo

nobile perché possa preferire

i baci d i

un chiacchierone ai colpi,

del resto

bene

intenzionati, d i

chi

gli vuole bene.

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AESTHETICA

IN

NUCE

Una

rapsodia

in

prosa

cabbalistica

5 °

Libro dei Giudici, V.

30.

. ¬ o p ¬ O ~ :° :s

. S ä o

5 5 2 ; ' o t s i s ä O ~ n r . ` [ : ¬ v a i : F '

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Eliu

nel

Libro

di

Giobbe

XXXII,

19-22

nnsr-.\'5 3 :

* s u n

n i . - I

:ypr

n ~ : : z ¬ n

mzsn

¬ ' › m ¬ ¬ 1 n ' ¬ : - . N

z m f , - s i

~ n . - : I v

n n a a - :

i : z ~ : < - u a

ses

si-Ss

: . - . m s

: < 5

n ¬ : : ° 1 › . ~ ¦ 1

m : . ~ : - ~ n y ¬ ¬

: < 1 › ' ¬ : .

:urzy ~ J x : v ¬

urp: 5 °

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H O R A T I U S

Odi

profanum

vulgus et arceo.

Favete l inguis

carmina

non prius

Audi ta ,

Musarum

sacerdos,

Virginibus

puerisque

canto.

Regum t imendorum

in

proprios greges;

Reges in

ipsos

im perium

est

]ovis,

Clari giganteo trium pho,

Cuncta supercil io movent is 5 9 .

Niente lira

né pennellol : un vaglio4 ° per

la

m ia

Musa,

per

spazzare l'aja

d i santa

Letteratural . . . Salute all 'Arcangelo

sulle

reliquie del l inguaggio di Cana su belle asine(1)

corre

a gara; il

saggio idiota

di Grecia

intanto

toglie a prestito

il superbo stal lone

d'Eutifrone

( 2 ) per lo scambio d i

pa role fi-

lologico.

Poesia

è

la

l ingua

madre del

genere u m a no ; com e l'orti-

cultura

è più antica dell 'agricoltura, la pittura più antica che

(1 )

Libro

dei

Giudici,

V, 1 0

5 1 .

( 2 ) Cfr. P L A T O N E , Cratilo, Ermogene: Ka u š v S i i , Ö 2 f › ' › › ¢ i › w r E ; , å s ß x v ù s

poi.

öoxzíç

ú ' › o ' 1 ¬ : : - : p

o n ' .

è v ? / o \ › o | . ó ' › v - c i - 1 ;

Èšaflcpvnç

Xpnoqsöaív.

Socrate: Kai.

a L ¬ : I . ô ' . › U . o u .

yz , 6 5 'Epuóysvi-iç, | . I á . ) . | . < r ¬ : o t

o t ü ¬ : - ñ v amò Eùüúc ppovoç

- c o ü I lpoarruùvriou

i rpod iss icrmxåvai

p . o | . '

ë w ô s v

yåp 1 r o } » } » ò I

o u ' › T ¢ I s

d u v ñ :cal ivzapcíxov

'rà Urra . Ktvöuvsús i

o ü v

švüouoiöv o ù uóvov

'cà

Jxrå

uou šuirl»-ñcai 'rñe

'óctiiioviaç

ooqiiotç, åìkå m d. 'rñç Lliuxñç šnrikñoñat. A o xs í oöv pot Xpñvau oürwol ñuãç

1 t o I . ñ c r a t t ° ' s ò pè v 'rf'||J.spov

elvat

) ( p ^ f | a ' a w i } a u .

o u ' › ¬ : ñ

ailpiové , åv

mzl.

ùuív Euv-

öoxñ,

ånoöionouirnusüdt

're

aür-hv miti.

xañapoúusì la ššsupóvrsç öcrriç -rà ' r o i o t u - 1 : 1 1

8 : - : w ò ç

xafiaipeiv, s i - r s 'rüv

i e p é w v 'rie

sita - : G W c r o q s t o ' - r ó ' › v 5 2 .

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1 1 4

s c R I T T I

s U L L I N G U A G G I O

la scrit tura,

il

canto che la declamazione, la

s im ilitu dine

che

l 'argomentazione

( 5 ) , il

baratto

che il

commerc io .

Un più pro-

fondo sonno era

il riposo

dei

nostr i progenitori;

e il loro

m oto un'ondeggiante

danza.

Sette

giorni

sedevano

nel s ilenzio

della rifless ione o

dello

stupore: e a priv ano la

loro

bocca

a sentenze alate.

Sensi e

passioni

non pa rla no

ed intendono

che

immag in i .

Di i m m a g i n i è fatto

l'intero

tesoro

del l 'umana

conoscenza e

felicità. Il

pr imo

erompere della Creazione e la pr ima im -

pressione

del

suo

cronista;

la

r ima

manifestazione

e

il

pr imo

godimento della natura

si

r iuniscono nella

parola:

sia

la luce da q u i ha inizio il senso della presenza delle cose

(4).

Infine

Iddio

coronò

la rivelazione sensibile della sua gloria

con il capolavoro del l 'uomo. Creò

l ' uomo

in f o rma

div ina;

a immag ine d i Dio lo creò

4 5 .

Q ues to d ec reto del Creatore

scioglie

g li

intricati

nodi

della

natura

u m a n a

e

della

sua de-

stinazione. Ciechi pagani hanno

r iconosciuto

l'invisibilità, che

l ' uOmo ha

in

comune

con D10. La

velata

f igura del

corpo 5 ° ,

il volto del

capo

e

l'es trem ità delle

braccia sono lo schema

visibi le in

cu i noi r ientriam o:

eppure

non

è

propriam ente

che

un accenno dell'uom o nascosto

in noi;

E x e m p l u m q u e

DEI

quisque

est

in

imagine

parva(5) .

Il

prim o nu trim ento

venne da l regno vegetale 5 5 : il latte

dei v ec ch i, il v ino; la più a ntica a rte poetica v iene denominata

dal suo dotto scoliaste

[a

seguito

della

favola d i Gio tamo e

Gioas(5) ] botanica (7); anche il pr imo

vest imento

del l 'uomo

fu

una

rapsodia d i

foglie

d i fico.

Ma

il

S I G N O R E

IDDIO

fece

vest i

d i pell i

e

li

r ivestì :

. . . 7 2

per i

nostr i

progenitori ai qua l i la

conoscenza del

bene

e del

(5) ...ut bieroglypbica literis: s ic

parabolae argument i s

ant iquiores,

d ice B acone:

il

mio

Eutifrone 5 5 .

(4 )

- n : ã v

-yàp cpavepoúiizvov quis;

šarw

5 4 ,

(5)

Manilius

Astronom.

Lib.

IV

5 7 .

(5)

Libro d ei

Giudici,

IX;

2 Cron.

XXV,

18 5 9 .

(7 ) . . ._quum planta sit poesis,

quae

veluti a _ terra luxuriante absque

certo semine germinaverit,

supra

ceteras doctr inas excrevit et di f fusa

est. Bacone de A u g m . Scient. Lib. II. Cap.

1 3

7 0 . Cfr. Anmerkungen

zu

Roberti

Lowth

de sacra

poesi

Praelect ionibus

Academic is Oxonii habitis

p. l00(18).

del

Sig. Consigl iere Iohann David Michael is 7 1 .

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A E S T H E T I C A I N

N U C E

115

ma le

aveva insegnato

la v ergogna .. .

S e la necessità è

un' in-

ventrice d i comodi tà e d i arti, si ha mot i vo di m erav ig liarc i

con

Goguet75

due volte d i

come

abbia potuto nascere in

Oriente

la m oda

di

vestirsi

e

per

d i p iù

con

pelli

di

animal i .

Posso fare

un'ipotesi,

che

non ritengo affatto sensata? ...Io

pongo l 'origine

d i questo costume nella generale costanza dei

caratteri

an ima l i conosciuta da A d a m o grazie al commerc io con

l 'antico

poeta (che nella

l ingua d i Cana

ha n o m e Abaddon, in

greco invece Apol l ione)74,

la

quale spinse il pr imo u o m o a

t rasmettere

alla

posterità

sotto

la

pelle

presa

a

prestito

una

conoscenza intuitiva di accadiment i passati e futuri...

Parla,

sì che

ti veda 7 5 .

Questo desiderio fu adempiuto

dalla creazione che è un parlare alla

creatura

mediante la

creatura; giacché un

giorno

dice

all'altro

ed una notte dà no-

tizia

all'altra. La

loro parola r isolutiva trascorre per ogni

c l ima

fino

alla

fine

del m ondo

ed

in

ogni

dialetto

s e

ne

ode

la v oce... 7 ° .

La

colpa può

essere

com unq ue dove

vuole

(dentro

o fuori d i no i) : noi non disponiamo per

nostro

uso nella

natura che d i v ers i confu s i e disiect i m e m b r a poetae 7 7 . Rac-

coglierl i è compi to

del l 'erudito, interpretarli

del fi losofo;

im i-

tarli(5)

- O ancora più audacemente

- m etter li in

sesto è

la

parte

assegnata

al

poeta.

Parlare

è t radurre:

da un l inguaggio di angeli in

un

lin-

guaggio d i u om in i, ossia

pensieri

in parole, fatti in nom i ,

i m m a g i n i in segni, che possono essere

poetici

O

kyriologici (5),

storici, o

s imbo l i c i

o geroglif ici. . . e fi losofic i o caratterist ici

( 1 ° ) .

( 5 ) Rescisso discas componere nom ine v ersu m ;

Lucili vatis s ic imitator eris.

Ausonius.

Epist. V 7 1 1 .

( 9 ) Ad

i l lustrazione s i

può

vedere

il pr imo paragrafo della

Naturae

et

Scripturae Concordia . Commentat io de

litteris

a c num eris prim aev is

aliisque

rebus memorabi l ibus

cum

ortu

l iterarum

coniunctis. (Lips.

et

Hafn. 1752 ) d el Wachter 7 9 .

( 1 0 )

Come

segno

d i

quest'ul t ima

specie

è

da

intendere

il

seguente

passo

di

Petronio,

che mi trovo costretto

a

citare

nel

suo contesto, dato

che

a n c h ' e s s O

si dovrebbe

intendere

come una

satira rivolta al

filologo

e a i suo i

contem poranei:

nuper v en to sa is th aec et enorm is loquaci tas

Athenas ex

Asia commigravit,

an imosque juvenum ad m a g n a surgentes

veluti pestilenti q uo d am sidere

afliavit, s i m u l q u e corrupta eloquent iae

tegula

stetit et obmutuit.

Quis

postea

ad

s u m m a m

Thucydidis? (È

detto

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1 1 6 sciurrr

s U L L I N G U A G G I O

Questa

maniera

d i tra du rre

( intendi :

di

pa rlare )

assomigl ia

più di ogni altra alla parte rovescia

degl i

arazzi.

Ana' sbews th e

stufl,

b u t

not

t / o e

war/emanflt :kill

8 2 ;

o

assomigl ia

a

un

eclissi

d i

sole

r im irata

in

un recipiente

co lmo

cl'acqua

(“

) .

La fiaccola di Mosè

illum ina

anche il m o n d o intellettuale,

che ha pure il suo

cielo

e

la

sua terra. Bacone

paragona

per-

tanto

le

scienze

alle

acque che

stanno

sopra e

sotto

le

volte

della

nostra atmosfera.

Quelle sono com e

u n

mare trasparente,

c ome

cristal lo

cornmisto

a

fuoco,

queste

invece

com e

una m a no

d 'uomo .

La creazione

dell 'arnbiente

sta

alla

creazione del l'uom o:

c ome la poesia epica alla drammat ica . La pr ima

avvenne

per

opera d ella pa rola , la seconda mediante azione.

A n i m o

Sii

c ome

u n

m a r e t ranqui l lo Ascolta il con-

siglio:

Facciamo

l ' uomo,

un ' immag ine

che

c i somigl i ,

che

ne

sia Signorel.. . Ecco l 'azione: e il

S I G N O R E

IDDIO fece l ' uomo

da una

zolla

di terra.. . Confronta consiglio ed azione; adora

con il Salmista il

Parlatore

potente ( 1 2 ) , con la

evangelista

dei

discepoli il creduto

ortolano(“),

e con l'Apostolo di f i losofi

ellenisti e d i scr ibi

ta lm ud is ti

il Vasaio ( 1 4 ) .

Il

g ero glific o A d am o

è

la storia

dell”intero

genere

u m a n o

il Pindaro deg li s to riografi ) quis Hyperidis?

(che

denudò il

s e n o

d i Frine

per convicere i giudici della bontà

della

sua causa) ad famam pro-

cessit? Ac ne carmen quidem sani coloris enituit; sed omnia, quasi

eodem cibo pasta,

non potuerunt

usque ad senectutem

canescere.

PICTURA

q u oq u e non

alium exitum fecit,

postquam

AEGYPTIORUM

AUDACIA

ta m magnae

artis

COMPENDIARIAM invenit

3 ° .

Si

con-

fronti in

proposito

la profonda profezia

che Socrate

pone sulle labbra

d el

re

egiziano T h a m u s circa la scoperta

di

Thot, s ì

che Fedro esc lama :

 íì

) I d › x p a . - t t - z ç , b á r ö t w ç

Añyuitríouç x m l . òttoöamoùç liv

š ö é ì » - n g

M-fouç rtoisìç 3 1 ,

( 1 1 )

La prima meta fora è tratta dal l 'Essay

ou

t ranslated verse

del

conte d i Roscommon

e dalle

Lettres d i Howel ; entrambi

hanno

tolto

a

prestito questa

similitudine

d a l Saavedra,

s e

non erro;

la

seconda

m e-

tafora

è

presa da

uno dei

principali

settim a na li (The

Adventurer) :

sono

usate

però ad illuxtrationem (a guarniz ione

d el

vestito), qui ad

involucrum (come camicia

sul corpo

nudo),

come

insegna

a

distinguere la

Musa d i Eutifrone 3 3 .

( 1 2 )

Salm. XXXIII,

9 3 4 .

( 1 3 ) Giov. X X ,

15-17

8 5 .

( 1 4 ) Rom.

IX ,

2136.

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A E S T H E T I C A I N

N U C E

117

nella

sua ruota s imbol ica: ...il carattere d i Eva, Poriginale

della natura bella

e dell'econom ia

sistematica, che non sta

scritto

con santità

metodica

sul

frontespizio,

m a s i

fo rma

giù

nella

terra

e

giace

nascosto

nelle

viscere,

nei

reni

della realtà

stessa dei fatti.

Virtuosi dell'età, presente,

su i

qua l i

il

S I G N O R E

Inmo

ha

fatto

cadere un sonno

profondo Voi, pochi nobili traete

vantaggio da questo sonno ed edificate

sulla

costola di questo

Endimione” la nuova

edizione del l'anim a umana , che

v ide

nel

suo

sogno

m at tu t ino

il

bardo

d i

notturni

canti(15 ) ,. .. non

però

da vic ino.

La

prossima età

si

desterà c ome un

gigante

dall 'ebbrezza,

ad abbracciare

la

vostra

Musa e a

gridarle

esultando la tes tim onia nz a: Questa

è pu r carne della m ia

carne

e ossa delle

m ie ossa

8 9 .

S e questa rapsodia dovesse cadere di

passaggio sotto

lo

sguardo

di

un

levita

della

più

recente

letteratura”,

so

in

precedenza che

s i segnerebbe com e San

Pietro ( 1 6 )

innanzi alla

grande tela legata a i

quattro estremi

in cu i con uno sguardo

percepì e

v ide quadrupedi della terra e

fiere

selvatiche, e

rettili e

uccel l i

del cielo... « O no indem oniato . .. Samari-

tano ››” . . . (così farà scherm o al filologo che

ha

in cuore)

a

lettori

di

gusto

ortod os s o non

s i

addicono

espressioni

volgar i

argomentazioni

impure . . .

Imposs ib i l i ss imum est,

c o m m u n i a

proprie

dicere.. .93. Ecco per questo succede che

un

Autore

il cu i gusto non è più

vecchio

di una

sett imana,

m a è circon-

ciso,

scarichi nelle sue fascie l imp id iss ima genziana: ad onore

del l 'umana

m iser ia l . . . La favolosa bruttezza dell'antico

Frigio

è

di

fatto

assai

meno

accecante

della

bellezza

estetica

del

nuovo Esopo. È di

oggi

l 'attuazione della tipica ode di

Orazio

ad

Aristio, secondo

cu i un cantore della

dolce-ridente

Lalage,

che ancor più dolcemente di

quanto

ride bacia, ha fatto

d i

bruti sabini, apul i e maur i t an i dei

damer in i . . .

( 1 7 ) . Si può del

resto essere un u o m o senza aver bisogno di diventare uno

( 1 5 )

Cfr.

D.

Young,

Lettera all 'Autore del Grandison attorno all'ori-

ginalità

delle

opere d”arte

3 1 1 .

( 1 6 )

Atti

Ap., X,

1 1 9 1 .

( 1 7 )

Lib. I.

od .

22

9 4 .

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A E S T H E T I C A I N N U C E 1 1 9

che

l'Orbi.t pictur

del fa m os o s ogna tore,

maestro

e filologo

A m o s Comenius ( 2 2 ) e g li Exercit ia del Muzell1°3 sono libri

troppo

dotti per i b a m b i n i che

sono

ancora al sil-la-ba-rio...

e

in

verità,

in

verità

b a m b i n i

dobb iamo diventare,

s e

vo-

gl iamo ricevere lo

spirito della verità,

che il m o n d o

non può

comprendere,

perché

non lo vede e (se anche

lo

vedesse) non

lo conosce.. .

1 ° “ .

Perdonate la s toltezza della m ia maniera d i

scrivere, che non si intona con il peccato ereditario matema-

tico dei vostr i

scritti

più antichi

né con la

sp iritosa rinasc ita

excessus.

Alter e i u s m o d i

praesupponi t

in

Scripturis perfect ionem ,

ut

etiam omnis

Philosophia

ex earum fontibus peti

debeat,

a c si Philosophia

alia quaevis

r e s

profana e s s e t et ethnica. Haec

intemperies

in

Schola

Paracels i praecipue

nec non

apud

nos invaluit; initia

autem

eius à

Rabb in is et CABBALISTIS

defluxerunt. Verum

istiusmodi homines non

id assequuntur, quod volunt : neque enim

honorem,

u t putant, Scripturis

deferunt,

sed

easdem

potius

depr imunt

et

polluunt.

Q uem a dm odum enim

Theologiam

in Philosophia quaerere, perinde es t ac

s i v ivos quaeras

inter

mortuos:

ita

Philosophiam in Theologia quaerere,

non

aliud est,

quam

mortuos

inter vivos.

Alter

autem

interpretandi

modus (quem

pro excessu s t a t u i m us ) videtur primo intuito sobr ius et

castus ; sed

t a m e n

et Scripturas

ípsas

dedecorat, et plurimo Ecclesíam afficit

detrimento.

Is

est

(ut verbo

d i c am us )

q u an do Sc riptu ra e

divinitus

inspiratae

eodem,

quo

scripta

humana

explicantur

modo . Meminisse

autem oportet, D 1 5 0

Scripturarum Auctori, duo

illa

patere, quae

humana

ingenia fugiunt:

Secreta

nimirum

cordis et

successiones

temporis.

Q uu m Sc riptu ra ru m

dictamina ta lia s in t, ut ad

cor

scribantur,

et

omnium

saeculorum vic issi-

tud ines

complectantur;

cum aeterna et

certa

praescientia

omnium haere-

s i u m ,

contradictionum et status

Ecclesiae

varii et mutabilis, tum in

commun i , tum in electis

singulis:

interpretandae

non sunt solum m odo

secundum

latitudinem et obvium sensum loci: aut respic iendo

ad o c c a -

sionem,

ex

qua

verba erant prolata: aut praecise

ex

contextu

verborum

praecedentium

et s eq u en t i u m ; a u t

contemp lando

scopum

dicti princi-

p a l e m :

sed

sic,

ut

intelligamus,

com plec ti

eas,

non solum

totaliter,

a u t

col lect ive, sed distributive,

etiam

in

clausul is

et v oc ab u lis singul is ,

innu-

meros doctr inae rivulos et venas,

a d Ec cles ia e

singulas

partes

et an imas

fidelium i r r igandas. Egregie

enim

observa tum est, q u o d Responsa Sal-

vatoris

nostri

a d

quaestiones non paucas, ex

iis,

quae

proponebantur,

non

videntur ad r e m , sed q u a s i

impertinentia.

Cuius re i causa duplex

est. Altera,

quod quum

cogitationes

eorum,

q u i

interrogabant,

non

ex

verb is ,

ut

nos homines

so lemus,

sed i m m e d i a t e

et ex sese

cognovisset,

ad

cogitat iones e o r um , non

ad

verba

respondet:

Altera,

q u o d

non

ad

eos

solum

locutus est, qui tunc

aderant,

sed ad nos

et iam ,

qui vivimus

et ad o m n i s

aev i ac loci

hom ines ,

q u ib us E va ngeliu m fuerit

praedi-

candum. Quot etiam in a liis Scriptu ra e locis obtinet. Baco

de

Aug m .

Lib. I X 1 1 1 1 .

( Z 2 )

Cfr.

la raccolta

delle lettere

d el

Sig. Leibniz curata

da l Kort-

holt: vol.

3.

Ep. 29102.

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1 2 0 scnirr i s U L

L I N G U A G G I o

dei Vostri scritti più recenti, s e prendo un esem pio da ll”abbe-

cedario senza

dubbio più vecchio della Bibbia. Le

lettere

A,

B, C,

perdono

forse il loro

significato

naturale s e nell'in-

finito

compors i

di

segni

arbitrarii

c i

r icordano

idee

che

esi-

stono,

s e

non in cielo, a lmeno nel

cervel lo?.. .

N el caso in

cu i

però

l'intera

m eritevole

giustizia

d i

un dotto

d ella Sc rit-

tura s i r iduce al

cadavere

della

lettera: che

cosa ne

dice lo

spirito?

N on

s i ridurrà ad essere nulla più che

un

came-

riere della lettera mor ta o

addir i t tura

un semplice scudiero

di

una

lettera

che

uccide?

N on

sia

mai l . . .

Grazie

alla

Vostra

lunga

penetrazione

del significato dei fatti

fis ic i

Voi sapete

megl io

d i quanto io

non possa r icordarVi ,

che

il vento spira

dove vuole 1 1 1 5 . Indipendentem ente

da l

fatto che s e ne ode

il

sussurro, tuttavia

si arguisce

da l più instabi le

galletto-segna-

tempo

donde v iene o

megl io

dove s i dirige... › › .

Ah scelus

i nd ignum

solvetur l itera dives?

Frangatur

potius

legum veneranda potestas.

Liber et a lma Ceres succurr i te . . . ( ” )1°° .

( 7 - 1 )

Cfr.

l'editto

poet ico

dell'Imperatore

Ottavio

Augusto

in

forza

del quale s i

deve

annullare l”u l tim a volontà d i Virgilio de abolenda

Aeneide.. . Si può consentire

a

due m a n i

a

quanto il

D.

George Ben-

son 1 1 1 7

con s c a r s a ponderatezza, scelta

e

unzione ha

più affastellato che

elaborato

circa l”unità del l” intelletto. S e a v e s s e voluto parteciparci

alcuni

principii terreni

sull'unità della

interpretazione,

la

sua fondatezza ci ri-

sulterebbe più sensibile N on si possono percorrere i

quattro

vo lum i

di questa spiegazione parafrast ica

senza

u n

sorr iso assai

equivoco

e senza

mancare i

f requenti

passi

dove

il

D.

Benson con

la

trave del

Papato

nel

suo occhio

s i

affanna attorno alle schegge della Chiesa ro m a n a

e

imita

i nostri teologi di corte che f ragorosamente a ppla ud ono og ni affrettata

cieca trovata in

grazia

di cui a l

Creatore

venga reso minore

onore

che

alla creatura Prima

d i tutto bisognerebbe

chiedere al

D. Benson

s e

l'unità

non

possa

sussistere

ins ieme

alla

molteplicità. Uno stud ioso di

Omero

corre

lo stesso pericolo di perdere

l'unità

dell'intellezione ad

opera

di u n parafraste francese

c o m e

il

La Motte e

u n dogmat i co pro-

fondo

c o m e S a m u e l

Clarke1°11.

Il

senso

letterale

o

grammat i ca le ,

il

senso

carnale o dialettico, il

senso

cafarnaico1°9 0

stor ico

sono in s o m m o

grado

mistici e dipendono da congiunture

e

c irc os ta nz e m o m en ta nee,

spir i tose, arbitrarie, tali che

senza

ascendere verso il

c ielo non

s i possono

tirare giù

le

chiavi

della loro

conoscenza

e nessun v iaggio oltre il m a r e

né nelle contrade

d i

tali

o m b r e

deve intimidire coloro che da ieri

o

ieri

l 'altro,

da

cento

o da mil le anni-misteri -anno creduto,

par-

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A E S T H E T I C A I N N U C E

1 2 1

Le opinioni dei fi losofi sono m o d i d i leggere la na tu ra e

precett i

dei teologi

m o d i

di leggere la

Scrittura. L'Autore

il miglior interprete

delle

sue parole:

Egli può

pa rla re per

mezzo

di

creature,

d i

avveniment i

o

per

mezzo

di

sangue

e

fuoco e vapore

di f u m o ( 2 4 ) , nel che consiste il l inguaggio

del

Santuario.

Il

libro

della creazione

contiene

esempi

d i

concetti uni-

versal i che IDDIO ha voluto rivelare a lla c rea tu ra attraverso

la

creatura; i libri dell 'Al leanza contengono esempi di arti-

col i

segreti

che

IDDIO

ha

voluto

rivelare

a l l 'uomo

attraverso

gli

uomin i . L'unità del Creato re si rispecchia nel dialetto

delle

sue

opere;

in

tutte un tono

d i incommensurab i le altezza

e profondità Una

prova

della maestà

più

gloriosa e

della

donazione più

esaustiva

Un

miracolo

di

tale infinito

silenzio,

che

rende

IDDIO simi le al nulla al

punto

che uno è

costretto

o

a

negarne

in

coscienza

l 'esistenza

o

ad

essere

un

animale

( z 5 ) ;

nello

stesso tem po però

d i una ta le

infinita

forza, che tutto

rico lm a

in

tutti

al punto che non c i s i s a salvare dalla sua

più

in tim a

insistenza

S e s i viene al gus to della devozione, che

consiste nello

spirito filosofico e nella verità poetica, e

s e

si viene

alla

pru-

denza

politica

della

versificazione,

si

può

certo

addurre un

test imone

degno

d i fede c ome

l'im m orta le Vo lta ire

( Z 6 ) , che

de-

fp / › -

lato,

sofierto, dei qual i

la storia universale

non

ci

fornisce

più notizia

d i quanto

trova

pos to sulla più angusta

lapide

mortuaria, o d i quanto

possa

trattenere

in

una

volta

Eco,

la

Ninfa

dalla

laconica

memor ia

1 1 ° .

Deve

davvero

possedere le chiav i del cielo

e dell'inferno colui che c i

vuole

confidare

i progetti che

scrittori

ricchi d i pensiero forgiano in s e d e

critica per la convers ione dei loro fratell i increduli Per il fatto

che

Mosè pone la vita nel sangue, tutti i Rabbini

battezzati

hanno orrore al

cospetto dello

spirito e della

vita d ei profeti

in

cui l'intellezione

della

parola,

come

un unico

figlio prediletto, viene

immolata

š v napaßokñ 1 1 1

e

tramuta in sangue i ruscelli

della

saggezza orientale L'uso di

ques t i

pensieri strangolati non

si addice

ad

alcuno

stomaco

debole.

Abstracta

ínitii: occultis;

concreta

m atur itat i conveniunt

secondo il Gnomone

del Bengel (plane pollex, non index) 1 1 2 .

( 2 4 )

Atti

Ap. II, 1 9 1 1 3 .

( 2 5 ) Salmo,

LXXIII, 21 ,

22 1 1 4 .

( 2 6 ) La reule

politique dam

un

Poeme doit être

de

faire

dei

bons

vers,

dice il Sig. Voltaire nella sua professione di fede attorno

al1'ep0pea.

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122

sciurrl

sui . L I N G U A G G I O

finisce

quas i la religione la pietra

angolare

dell'epica

e

nulla

lamenta

più

del

fatto che

la sua

religione

( 2 1 )

sia l 'opposto

della mitologia?

Bacone

si

raff igurava

la

m itologia

c ome

un

giovinetto

alato

d i Eolo, che

ha

il Sole alle spalle, nuvole a sgabello dei

piedi

e per

la

noia

soflia

in

un fla u to

greco ( 1 8 ) .

M a

Voltaire, il

S o m m o

sacerdote del

tempio

del

gusto,

argomenta con il rigore di

Caifa(29) e pensa più fruttuo-

samente di

Erode(3°)11°.

S e

la

nos tra teologia

è

tanto

inferiore

per valore

alla

m i-

tologia, c i è assolutamente

im poss ibi le

raggiungere - non

dico poi superare

-

la poesia dei pagani, com e sarebbe

nostro

dovere e ambiz ione. M a

s e

non va le la nostra poesia, allora

la nostra storiografia risulterà più magra ancora che una

vacca

del

Faraone 1 2 ° ,

anche

s e

favole d i fate e gazzettini d i

corte surrogano

la

vostra

mancanza

d i

storici.

Alla

filosofia

non

vale certo la pena d i pensare,

specialmente poi ad

al-

( 2 7 ) Circa ciò

che

il Sig. Voltaire

intenda per

relig ione Gram m atic i

certant

et

a db u c sub Iudice

lis

e.tt115; di c iò

non

deve

preoccupars i

il

filologo

tanto meno

il suo

lettore.

Si può

in tendere per

religione

d i Vol-

taire la

libertà

della

Chiesa

gal l icana

oppure

i

fiori

sulfurei

d el

più

schietto natural ismo; com unq ue entram b e le s piega zioni poco contribui-

rebbero

all'unità

dell'intellezione.

( 2 3 )

Fabu lae mytho log icae

videntur esse instar tenuis cu jusdam aurae,

quae

ex

traditionibus nationum magis antiquarum in Graecorum fistulas

inciderunt. De Augm. Scient. Lib. II. Cap. XIII 1 1 6 .

( 2 9 )

Qu”un h o m m e

ait

du jugement

ou non, il profite

egalement

des vos ouvrages: il

ne lui

faut q u e

de

la m em oire,

dice in faccia a l

Sig.

Voltaire

uno

scrittore

dal

labbro profetico

Kat-:ot

o ö x

liv

- i e p é i t o v .

- f a

šnukñduova

: Ivan l> a . \ › q › 5 ò \ › ävöpa.. Socrate nello Iofle (li

Platone 1 1 7 .

( 3 0 ) Fozio (nelle

Ampbílocbiae

Quaest . CXX connessa da ]oh. Chr.

Wolf

alla

sua cornucopia di grilli filologici

e

critici) cerca una profezia

nelle

parole

di Erode

a i

Magi venuti

dall'Oriente «

perché anc/:›'io

venga e

lo

adori», le met te a confronto con

la sentenza di Caifa

(Giov. XI, 49-52) e osserva:

  löotç

5'ä.v

napanknaiwç

roú-tot; x c t l . I - f r s p a t

'Iwa uaxoúpytp uàv

- y v d › p . 1 | mzl.

òptrn uta tšóv tp nposvnvayušva ,

'rtåptzç

öš

Irpe-

q›n1'I.xòv

èùcqqaóra.

Fozio s i immagina

Erode un Ianus

biƒronr che per

stirpe

rappre-

sentava i pagani, per carica i G i u d e i 1 1 1 1 .

Moltissime battute ma l igne

e

inutili (di cu i s i

pavoneggiano

Servi

e padroni)

ci s i

presenterebbero

sotto una

luce del tutto diversa,

s e

talvolta fossimo in grado d i ricordarci s e pa rlino d i s é medesimi

oppure

debbono e s s e r e intesi profeticamente.

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A E S T H E T I C A

I N

N U C E

1 2 5

manacch i

sistematici lz

più che a ragnatele d i elucubrazioni

in un castello in

rovina.

Quals iasi

perdigiorno in grado di capire con la necessaria

precisione

la tino d i

cucina

e

tedesco

svizzero,

il

cu i

nome

però

sia

bollato

con l ' intera -

o anche mezza

- cifra M 1 2 1

del l'an im ale

accademico,

dimostra essere menzogna che

i

banchi e i

bestioni che ci s tanno sedut i

sopra debbano

ne-

cessariamente

gridare « all 'oltraggio › › , i primi s e avessero

orecchi, e i

secondi,

non ostante che

un'irr iverente

befia d ia

loro

il

n o m e

d i

uditori

1 ,

s e

fossero

addestrat i

ad

usare

gli

orecchi

per ascoltare...

« Dov'è

la

f rusta d i E u tifro ne , o c av a llu cc io om bro so?

aflìnché

il

m io c arretto non resti

bloccato. . .

› › .

Mitologia d i

qua

Mitologia d i

( 3 1 ) .

Poesia

è

un” imi ta-

zione della na tu ra be lla : potranno

le scoperte d i

Nieuwenty t

1 2 ,

Ne wton , Buffon

tenere il posto d i

una dottrina favolist ica

di

dubbio

gusto?. . . Certo

dovrebbero

e lo farebbero anche;

s e solo

ne fossero

capaci. Perché allora non

succede?

Perché

è

im poss ib ile, rispondono

i nostr i

poeti.

La natura

opera

per

sensi

e

passioni.

Chi

ne

m ut ila

gli

organi come potrà sentire? Sono

inclini

al

mo v ime n to anche

i nerv i

paralizzati?

. L a Vostra

fi los ofi a b u gia rd a e assassina

ha

tolto

di mezzo

la

natura,

perché

pretendete

a questo punto che la

im i t i amo?

Per

potervi

r innovare il piacere d i assassinare anche i di-

scepoli

della

natura?

Sì,

v o i sottili critici

chiedete

sempre

la

verità e infilate

sempre la porta

perché

non potete sopportare alcuna risposta

a questa domanda

Le

vostre

m a n i sono sem pre

lavate,

sia

che

vogliate

man-

giarv i il vostro

pane,

sia che

abbiate magar i

pronunciato le

vostre

sentenze

d i

morte . Neppure

chiedete

in

che

m o d o

ab-

( 3 1 )

Fontenelle sur la

Poes ie en

general. Quand on s'aura

employer

d'une

maniere

nouvel le les im a ges fabu leuses, il est

s ür

qu'el les feront

u n grand effet

1 1 1 .

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124

scRITTI

sUL

L I N G U A G G I G

biate tolto d i

mezzo

la natura. . . Bacone vi

accusa

d i averla

scorticata con le

vostre

astrazioni. Dice la verità Bacone?

Orbene al lora

lapidatelo,

gettate

fango e palle d i neve contro

la

sua

om bra . ..

S e risplende gloriosa c ome il sole

un'unica

verità125: al-

lora

è

giorno. S e invece

ne vedete in

luogo

di

questa

sola

tante quanto i

granell i di

sabbia sulla r iva del mare ; allora

c 'è

ancora

una piccola luce ( 3 2 ) che sorpassa in

splendore

tutta

questa schiera d i soli(”): una notte di cu i

s' invaghiscono

poet i

e

ladri.

Il poeta ( 3 4 ) su l fa r del giorno è identico al ladro ( 3 5 )

al t ramonto . . .

Tutti i color i del m o n d o più

bello sbiadiscono, non ap-

pena

soffochiate

quella

luce,

il pr imo

gemi to

della

creazione.

S e

v os tro d io

è il

ventre,

anche i capell i del

vostro capo

stanno

sotto la

sua

tutela.

O g n i

creatura

diviene

reciproca-

mente vostra

vittima e

vostro idolo.

Assoggettata c ontro v og lia -m a per speranza - essa so-

spira

sotto

il servaggio e

sulla

vanità,.fa _ d e l suo m eglio per

sfuggire

alla

vostra

t irannia

e sotto

1 più

ardent i

ampless i

anela a

quella l ibertà, di cu i gli an ima l i fecero om aggio ad

A d a m o ,

poiché

IDI›Io

li

condusse

a l l 'uomo,

perché

egli

ve-

desse

quale

n o m e

dare loro,

giacché secondo

il

n o m e

che

avrebbe

dato

loro A d a m o , dovevano ch iamars i 1 3 ° .

Questa analogia dell'uom o

a l

Creatore

assegna

ad ogni

creatura il suo ruolo e il suo carattere da

cu i

dipende

fedeltà

e

fiducia

in

tutta

la na tu ra .

Quanto più

vivace è in noi l°idea

che

c'è

nel nostro an imo

l ' immagine

sim igl ian te

dell'invisibile

IDDIo(1°),

tanto più

s iamo

capaci di

vedere

nelle creature

la

( 3 2 ) e

otho

lumine 1 2 5 .

Catull.

C a rm .

Sec. ad Dian.

( 3 3 )

micat

nter

omnes

Iulium sidus, velut inter

ignes

Luna

minores .

Horat.

Lib. I. Od.

XII

1 2 7 .

( 3 4 ) 2 Cor.

IV,

6113.

( 3 5 ) Apoc .

XVI, 15129.

( 3 6 ) slxtbv

- : o ü G s o ü

' c o ü

áopårou

Coloss. I, 15131 .

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A E S T H E T I C A IN N U C E 125

Sua

aflabi l i tà

e gustarla,

guardarla,

prenderla in m a n o . O g n i

impressione d ella na tu ra

nell'uom o non

è

solo un r icordo, m a

un pegno della verità

fondamentale:

Chi è il S I G N O R E . O g n i

reazione

del l 'uomo

verso la

creatura

è

una

lettera

e

un

sigillo

di partecipazione nostra alla natura divina

( 3 7 ) ,

del

fatto

che

noi

s iamo della sua razza ( 3 3 ) .

O una Musa c ome il

fuoco

d i un

orefice e

c ome

il

sapone

d ei la va nd ai ( 1 9 ) . . .

Essa oserà

purgare il

naturale

uso

dei sensi dal l ' innatu-

rale

uso

delle

as traz io ni(“°) , per

cu i

i

nostr i

concetti

delle

cose

vengono altrettanto mutilati che oppresso ed

ofieso il

nome

del

Creatore. Parlo a Voi,

Greci

1 1 ° perché sembrate

più

saggi

dei ciambel lani della chiave gnostica; provate solo

a

leggere

l'Iliade, dopo che abbiate tolto v ia mediante astra-

zione le due vocal i o t e I n

1 1 7 ,

sappiatemi dire dell”intell igi-

bilità e

musical i tà del

poeta.

Mnvw ' s n ö e ® e' - : c ' r 1 ) . ' r 1 \ . '

8:' ”)(I.)mog 1 ”.

Vedete

la

grande e piccola masora dei f i losofi ha inon-

dato

c ome un diluvio il testo della natura. N on

avrebbero

dovuto sciogliersi in acqua

tutte

le sue bellezze e ricchezze?

D'altra

parte

v o i

fate miraco l i ben più grandi d i quant i m ai

( 3 1 )

tata;m t v o v o t q › ú « = « › › › ; .

2

Pietro I,

4 ; v v u u ô p o v v s

- r ñ s fi i r ö v v s * w fi

ü w ü

aüfoü. Rom.

VIII,

2 9 1 3 2 .

( 3 3 )

Atti

Ap.

XVII,

27

e c c .

1 3 3 .

( 3 9 )

Malach . III, 2134.

( 4 0 ) Bacon de interpretatione

Naturae

et

regno

Hominis Aphor ism.

CXXIV. Modulos

ineptos

mundorum

et tam quam sim iolas, quas in

Philosophiis (nelle

teorie delle scienze) phantasiae hominum

extruxerunt,

omnino diss ipandas ed ic imus . Sciant itaque

hom ines ,

quantum intersit

inter h u m a n a e

m entis

Idola et

div inae m entis

Ideas. H u m a n a e

ment i s

Idola nil aliud

sunt

quam

abstractiones

ad pla citu m : Div ina e mentis

ideae

sunt

v era s igna cu la

Creatoris

super c rea tu ras,

prout

in

materia

per

lineas veras

et exquisitas impr imun tu r

et

terminantur.

Itaque

ipsis-

simae res sunt

Veritas

et Utilitas:

atque

Opera

ipsa

pluris

facienda

sunt, quatenus

sunt

veritatis pignora, quam propter vitae commoda

(per

la panc ia ) .

In altri

punti

egl i ripete questo

richiamo:

tutte

le opere

della na tu ra

d ov reb bero s erv ire non

solo

come

benefieia vitae m a

anche

c o m e veritatir

pignora 1 3 5 .

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126

scRITTI sUL L I N G U A G G I O

s i siano compiac iut i gli dei ( 3 1 ) , con querce

( 3 3 )

e statue

d i sale, pietri f icazioni e m eta m o rfo s i a lc him is tic he e

favole

per convincere il

genere

umano . Voi accecate la natura perché

appunto

sia

la

vostra guida

o

megl io

vi

siete

cavat i

gli

occhi

da

v o i

stessi con

l'epicu reism o,

per poter essere tenuti in

conto da i

profeti,

che si succhiano da

tutte

cinque

le dita

ispirazione

e

interpretazione.

Volete dominare sulla natura e vi legate da v o i stessi m a n i

e

piedi

con lo stoic ismo, per potere più

toccantemente zu-

folare

elegie

s ulle a da m a ntine

catene

del

destino

n elle v os tre

raccolte

d i poesie varie

1 3 1 .

Per il fatto di essere m e m b r i della vergogna cessano forse

per ques to le pass ioni d i essere a r m i della virilità? Compren-

dete Voi forse la lettera della ragione megl io d i quanto abbia

compreso

lo spirito della Scrittu ra q uell'a l legorico ciambel lano

della

Chiesa

alessandrina

che si

fece

da

s e

stesso

eunuco

per

il Regno dei

cieli?1 3.

I

maggior i

ma lvag i contro

s é

medes im i

sono

fatti da l

principe

d i

questo

secolo suoi

favoriti... i

suoi

b uffon i d i corte

sono

i più

accanit i nemic i della

natura

bella,

che

s e ha

cor ibant i e

Galli c ome

preti

pancioni, ha spiriti forti

c ome

ver i

adoratori .

Un

filosofo

instaura

legg i m o na ca li, a lla

stregua

d i

Saul.. .

( 3 3 )

la

sola

passione fornisce

tanto alle

astrazioni che

alle

ipotesi

man i ,

pied i, a li;

a

i m m a g i n i e segni spiri to, vita e l ingua.. .

Dove

c i sono

argomentazioni

più rapide? Dove s i

genera

il

rotolante tuono dell”eloquenza e suo compagno il monosi l -

lab ico lam po (“)...

( 4 1 ) o ß k o n a l v u o v e ç yàp mi o i Ø e o v í , Socrate nel

Cratilo

1 3 9 .

(42)

Socrate a Fedro:

Oi

ö å Y',

6 ' ; q ›D . z - : ,

šv 1 1 3 'roü Anòç 'soü A w ö w v a i o u

i s p q ß öpuòç kóyouç ä q m a a v p.av¬:I.xo\`›ç 1 ¬ : p d › ¬ : o u ç yevåcüai . . 'roíç p.èv

oüv

'ró-rs, åìrs

oùz o ü m . d o c p o íç ó ' a a ' 1 t a p úusíg

oi

v å o v . , ánéxpn

ö p u ò ç

xm l

- n z é r p a ç åxoústv \ ' › - n : ' š \ m -

üsiaç, s l. uóvov

åìnfiñ

Ãéyotav ' Gol

8 í ao ›ç

S t a t p é p e l .

'tig

ò 7 » . é † I › › v xtzì. t toöaitóç.

o ù

'yåp

šxt-:ivo

u ov ov a x orteíç ,

1 4 0

s i - r i - :

oil-:mg

E11:

äìkwç

ëxet;

( ' 1 3 )

1 Sam. XIV,

24143.

( 4 4 ) Brief a s the l ightning in

collied

night,

That (in a

spleen)

unfolds

heav'n

on earth

And ere m an has power to

say: Behold

The j a w s of

darkness to

d e vo u r it u p.

Shakespeare in

M id summer -

Night`s Dream 1 * .

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A i a s r i - I E T I G A

I N N U C E 127

Perché

dovrei

io ,

o lettori ignorant i per

ceto,

prestigio e

rango,

definire

tra infinite una parola, a ffinché possia te da

v o i

stessi osservare dappertutto nella società

u m a n a

le mani -

festazioni

delle pa s sioni?:

come

ogni

fatto,

per

q uanto lon-

tano,

con

singolare direzione colpisca un

an imo

nell'affetto,

com e

ogni singola sensazione si dilati

oltre l'am bi to di tutti

gli

oggetti

esterni

( ' 3 3 ) , c ome noi sappiamo appropriarci m e-

diante

un'applicazione

personale dei casi più

generali

e co-

v i a m o

ogni

singola

privata circostanza

fino

a farne un

pubbl ico

spettacolo

al

cospetto

del c ielo

e

della

terra.

O g n i

v erità in div id u a le

cresce

ad

essere la base di un

progetto

più straordinario d i

q u ella pelle bovina che del im itò

il

territorio

d i

uno stato 1 4 ° ,

e

u n progetto ,

più largo

di un

emisfero, si

r iduce alla puntual i tà d i un punto d i vista. . . In -

s o m m a il

compimento

dei

programmi ,

il

vigore della

loro

esecuzione,

la

concezione

e

nascita

d i

idee

e

di

espressioni

nuove,

il

lavoro

e il ripos o d el

saggio

1 3 7 , la sua

consolazione

e la sua

nausea giacciono

sepolti nel grem bo fecondo

delle

passioni

innanzi ai nostr i sensi.

< < Il

pubbl ico

del filologo, il suo m o n d o d i lettori, sembra

essere simi le ad un

uditorio,

che

abbia

r icolm ato un solo Pla-

tone

› › ( ' 1 3 ) .

Continua

consolato

Ant imaco ,

-

c ome

è

scrit to:

«Non

missura cutem

nisi

plena

cruoris

hirudo

› ›

1 4 3 .

Proprio

c ome s e

il

nostro

apprendere fosse un mero ri-

cordare,

s iamo r imandat i sempre

ai m o n u m e n t i degl i antichi

a riform arc i lo spirito

attraverso

il r icordo. Perché

però

c i si

sofferma

alle

cisterne

bucate

dei

Greci

1 1 °

e

si

abbandonano

le

sorgenti

più vive

dall 'antichità?

Forse non

sappiamo

nep-

pure

noi

esattamente c iò che vener iamo

fino all'idolatria

nei

Greci

e

nei

Roman i .

Da ciò v iene

la contraddiz ione

male-

detta ( ' 1 7 ) nei nostr i libri s imbol ic i che

fino ad

oggi

sono

( ' 1 5 )

C'est

l'effet

ordinaire

de

notre

ignorance

de

nous

peindre

tout

semblable

à

nous et de

repandre nos portraits

dans toute la

nature,

dice

F on te ne lle n ella Histoire

du Theatre Franç. Une grande passion

est

une espece

d'Ame, immortelle à

sa m aniere et

presque

independante

des Organes .

Fontenel le

nell”Eloge

de

M s . de Verney145.

( 4 3 ) Plato enim UNUS instar

omnium

est. Cicero in Brut.

( ' 1 7 ) Salm.

LIX, 13150.

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AESTHETICA IN NUCE 129

La salvezza v iene da i Giudei . . . Ancora io non la avevo

veduta ; m i

attendevo però da i

loro scritti

fi losofic i concetti

più sani, a vostra confusione, o Cristiani

Tuttavia

v o i

sentite il

pungolo

del

buon

nome,

da

cui

siete

denominat i (3° )

altrettanto poco che l 'onore che IDDIO

ha tratto da l nomignolo d i

Figlio

del l'uom o. . .

Natura e

spirito

sono dunque i m ateria l i

dello

spirito

bello,

operante, im itatore. . .

Bacone paragona la

mater ia a Penelope; i

suoi

sfrontat i

proci

sono

i

fi losofi

e

gli

scritturisti133.

La storia

del

mendi-

cante, che apparve a

corte

ad I taca,

la

eccita; non

la

ha

infatti

tradotta

O m e r o in vers i greci e Pope in versi inglesi?.. .

Con quale mezzo

r isusci teremo

il defunto l inguaggio della

natura da i m orti? . . .

Con pellegrinaggi alla felice

Arabia,

con crociate in Oriente

e

con

la

restaurazione

della

sua

magia,

di

cu i

ci

impadroni -

remo con

l 'astuzia

delle

vecchie

f emmine , che è

pu r

sempre

la

m igl iore? 1 3 4 .

Abbassate

g li

occhi,

pigroni e

leggete

quanto poet icamente

scrive della magia Bacone ( 3 1 ) .

Giacché i vostr i morbidi piedi in scarpe da

danza

non

s opportera nno u n

così

disagevole

v iagg io , la s cia tev i indicare

la

direzione

con un'iperbole(33). . .

Ille caput viridi fessum

submiss i t

in herba;

Lumina nox

clausit domin i

mirantia f o rmam .

' funš q uo q ue sei) postquam

est

inferna sede receptus,

n

tygia

specta

a t

aqua

Planxerunt Dryades;

plangent ibus assonat

Echo ,

Iamque rogum quassasque

faces

feretrumque

parabant ,

N u s q u a m

corpus erat, Croceum pro corpore

florem

Inveniunt foliis

m ed iu m c ingentib us

albis

1 5 1 .

( 5 0 )

G iac o m o , II,

7152.

( 5 1 ) MAGIA in

e o

potissimum versabatur, u t architecturas et

fabricas

rerum

naturalium

et civilium symbol isantes notaret

N ec

similitudines

merae

s u n t

(quales

hominibus

fortasse

parum

perspicacibus

videri

pos-

sint)

sed plane

una eademque naturae

vestigia a u t

signacula diversis

m ater iis et subjectis

impressa. Bacone

nel III libro

de aug m e n t i r scien-

tiarum, dove ritiene di

spiegare

la

mag ia

anche

in base a u na s cientia

consemuum

rerum univerxalzgšrz e attraverso questo baluginio l 'appari-

'

dei M a

i a

Bethlehem

.

Zlone(-52)

Kai

g r z .

xouì ' ùnspßoìvhv òöòv

\'›p.ìv 81-: xvu|i|.156_

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130 sciurrr

sUL L I N G U A G G I G

O

Tu che squarc i i cieli e li abbatt i al cu i

giungere

s i

disciolgono

i

m o n t i

c ome vaporizza

l 'acqua

all 'ardore d i un

violento fuoco,

perché

sia noto il tuo n o m e tra i

nemic i

d i

esso

che

pure

si

nominano

secondo

esso,

perché

apprendano

il t imore i

pagani

consacrati al cospetto delle

meravigl ie

che

Tu compi , che

nessuno

si aspettal,

fa

sorgere

nu ov i fu och i

erranti in Orientel,

suscita

la curiosità

dei

suoi saggi perché

spontaneamente

rechino

nel nos tro paese i loro tesori:

m irra ,

incenso

e il loro oro di

cu i

a noi

più

im porta

che della loro

magia

Fa che i re siano da

e s s a

beífat i , invano f rema

la

loro fi-

losofica Musa

contro

b a m b i n i e dottr ine infantili; fa

però

che

Rachele non pianga invano . . .13 1 .

Come poss iamo

noi

inghiottire la mor te nelle pentole per

rendere mangiabi le la minestra ai discepoli dei profeti? 1 3 3 con

che

cosa

poss iamo

placarne

lo

spirito

amareggiato

della

Scrit-

tura?

«

Credi

forse che io voglia mangiare

carne

d i m a n z i

0 bere sangue

d i

capro? › › 1 3 3 ' . N é la fondatezza dogmat ica d i

far isaici Ortodossi , né la sontuosità poetica di liberi spiriti

sadducei c i r innoverà

l'invio

dello

Spirito,

che spinse

i

santi u o m i n i di Dio (aüxa ipwç å t x o u fi p w ç 1 3 ° ) a parlare e a

scrivere

Que l

figlio

prediletto

dell 'Unigenito,

che è nel seno

del

Padre

c e

lo ha

annunziato:

che lo

spirito

della

profezia

vive

nella testim onianza d ell°Unic o N om e,

attraverso

il quale sol-

tanto diveniamo

beat i e

poss iamo essere

eredi

della

promessa

d i

questa vita

e

della vita futura;

del

N o m e

che

nessuno

conosce,

tranne

ch i

lo

raccomanda,

che

è

al

di

sopra

d i

tutti

i n o m i , s ì che nel n o m e d i G E s I ` J si devono

piegare

le ginocchia

d i tutti quel l i che sono nel

cielo

e sulla terra e sotto la terra;

e

tutte le

l ingue devono riconoscere che Gizsù CRISTO è il

S I G N O R E

a onore d i

Dio

1 3 1 de l Creatore che è

lodato

in eterno

A m e n

La

test imonianza

d i

GEsI`J

qu ind i

è

lo spirito

della

pro-

fezia(33) e il

pr imo

segno, con cu i Egli

manifesta la

maestà

( 5 3 )

Apoc.

XIX,

1 0 1 1 5 2 .

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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A a s r i - I E T I G A I N N U c I - : 1 3 1

della

sua

servitù, t ras forma

i

sacri libri dell 'Al leanza in

buon

vino vecchio

che inganna

il

giudizio

dei maest r i

d i

tavola

1 3 3

e conforta lo s tomaco f iacco dei critici. Lege l ibros

prop/aeticos

non

intellecto

CI-IRISTO

-

dice

il

punico

( 3 1 )

padre

della

Chiesa

-

qu id ta m imipidum et ƒatuum invenier?

Intellige

ibi CHRI-

STUM, non solum rrzpit. quod legis, . v e d etiam i›zebriat133.

( 5 4 ) Cfr. La risposta alla

domanda

circa

l ' influenza

delle

opinioni

s u l l inguaggio

e d el

l inguaggio sul le opinioni,

che ha ottenuto il premio

posto

in

palio

dal la

Regia

Accademia

delle

Scienze

per

l'anno

1 7 5 9 :

cfr. p. 66, 67164. Al

proposito

s i pu ò c on ve nie nte m e nte c on s ulta re : The

Art of Punning or

the

Flower of Languages in seventy-nine

Rules

fo r

the Labour

and Industry

of TUM

PUN-SIBI1°5.

Ex a m b i g u o dieta vel

argut iss ima putantur;

sed non semper in

ioco,

sed etiam in gravitate versantur . Ingeniosi enim

videntur

vim verbi in

aliud atque

c e te ri a c c ip ia n t,

posse dicere. Cicero

de Orat. lib. 2. The

second

Edition 1 7 1 9 . 8 °.

Questa

dotta

opera (di cui io posseggo

pur-

troppo

soltanto

un

esemplare

difettoso)

ha

per

autore

Swift,

la

gloria

del

clero,

Hagedorn .

(The

glory of the Priesthood and the sham e )

Essay

on

Criticism.

e si comincia

con

una

definizione

logica,

fisica

e

morale. In senso logico

Pur m a ta dicuntur aut alio

quovir

m o d o ad aliud reƒeruntur . Secondo

la fis ica

(dell'avventuroso

e

fantast ico Cardano) il Punning is an Art

of harmon ious

Jiggling

upon

w o r d s which

passing in

a t the Ears and

falling upon the

Diaphragma ,

excites

a

titillary Motion in

those

Parts,

and

this being convey'd by the

An ima l

Spirits

into

the

Muscles

of

the

Face raises

the

cocklcs of th e Heart.

Secondo

la casist ica invece

È

a

Virtue, that mo s t

eifectually

promotes

the End

of

good

Fellowship

Un esempio d i questa

virtù

artificiosa si

ritrova

tra

altre

dello s t e s s o

conio nella

sopra

citata risposta a l pa ragone punico tra

il

profeta Mao-

metto e il padre

della Chiesa

Agostino che

sembrano s imi l i

ad

un

anfi-

bologico amante della poesia dotato di un ' immag inaz ione m e t à entusia-

stica

e m e t à scolast ica, che

non

pare di gran lunga a ncora a bb as ta nz a

dotto

per

capire

convenientemente

l 'uso

del linguaggio

figurato,

per

non

dire della sua capacità di valutare esperienze spirituali. Il

buon

Vescovo

par lava

ebraico senza saperlo c o m e quel

gentiluomo

borghese

parlava

senza saperlo in prosa

e

allo s t e s s o

m o d o

in cui ancora al giorno

d'oggi

attraverso questioni dotte e

relativa

risposta si può s e n z a saperlo

rivelare

la

barbar ia

dei propri

tempi

e la

perfidia

d el

proprio cuore,

a

costo

della

profonda verità

che

tutti

sono

peccatori,

che

tutti sono

peccator i e m a n c a n o della

gloria che

s i finge

loro

di attribuire:

tanto

l'arabico

profeta

di

menzogne

quan to il

buon

pastore

afr icano

e

il

capo

arguto (di cu i a v re i dovuto innanzi

tutto

fare il

nom e) a l

qua le

è

venuta in

mente la

pensata

d i tirare per i capelli

a

paragone mediante

una c o s ì ridicola collazione d i passi quei

due

confessori della Provvi-

denza

con formemente

alla

punica

teoria della

ra gione d ei

nostri

odierni

cabba l i s t i a i quali ogni foglia di

fico è u na rag io ne su ffic ie nte

ed ogni

accenno un compimento.

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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1 }2 scRITTI sUL L I N G U A G G I O

« A dispetto però

degl i spiriti temerar i

e superbi. . .

A d a m o

deve essere

mor to

pr ima di patire questo e bere il

vino forti-

ficante. Bada perciò d i non bere

vino

s e sei ancora un lat-

tante; ogni

dottr ina

ha

la

sua

misura ,

il

suo

tempo

e

la

sua

età › ›

(33).

IDDIO, dopo aver

parlato

a ttraverso na tu ra e Scrittura, per

mezzo d i

creature

e d i veggenti,

con ragioni

e

figure,

per bocca

di poet i

e

d i profeti s i era

esaurito e

non

aveva

più fiato

per

parlare: così alla sera del giorno c i ha parlato attraverso il

Suo

Figlio

-

ieri

ed

oggi

-

fino

a

che

sarà

stata

compiuta

- non più in figura d i servo -

la

promessa del suo

futuro 1 3 3 .

Tu re della gloria S I G N O R E Gasù C R I S T O

Tu s e i il F I G L I O

eterno

d i Dio P A D R E ;

N on avesti in

orrore

il corpo

della Vergine

1 3 3 ( 3 3 ) .

Si

sarebbe condannat i per ingiuria a dare dell'im b eci lle

ai

nostr i argut i sofist i

che

tengono

in

conto d i

somaro

il

legislatore

degl i Ebre i

e

di sterco di

piccione i

proverb i dei

loro maest r i

cantori; m a

verrà per loro

il giorno del S I G N O R E . . .

una

Domenica

più buia della mezzanotte in cu i armate in -

vincibili

sono

stoppie.. .

Il

più

clissoluto

maestrale,

un

araldo

del l”u l tim a

tempesta (poeticol

c ome

soltanto

può pensare

ed

esprimere

il S I G N O R E

delle

schiere)

sopra ífa rà con

il

s u o

fra-

gore

allora l'arzillo

trom b ettiere:

la gioia di

A b r a m o

toc-

cherà

la vetta suprema,

il

suo calice traboccherà.

Di

sua m a n o

I D D I O tergerà dagli occhi di Abramo,

padre

dei

credenti,

l 'ul-

t im iss ima l ac r ima incomparabi lmente

più

preziosa

di

tutte

( 5 5 ) Parole del

nostro

Lutero

(che

si sarebbe rovinato

un

po' lo

sti le

con

la lettura di Agostino) tratte dal la sua f amosa pre fa z io ne a lla

lettera a i R oma n i , che io

non

mi stanco di leggere com e la sua prefazione

a l Salterio.

Ha

citato qui il

passo

con u n

così

detto ar rang iamento , giacché

in

quel

passo

Lutero

parla

dell'abisso

della Provv idenza

divina

e

secondo

la

sua lodevole abitudine assicura

sul la

sua

parola

«che non

s i pu ò

met ters i contro

la

Provv idenza senza so ffe renza , c roce

e

agonia di m orte ,

né contro D1 0

senza

danno e

senza

segreta col lera

› › .

( 5 5 ) Il

pio

lettore

com pleterà

da solo

la

cadenza

di questa strofa

d i canto d i Chiesa. La m ia

memor ia

m i abbandona

arbitrariamente.

Semper ad eventum et

quae

desperat

-

relz'nquit153.

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A E S T H E T I C A IN N U C E 133

le perle, di cu i andrà altera l'ultima regina

d'Egitto;

l 'estrema

lacr ima

sull'ultimo

incendio di Sodoma e su l rapimento del-

l'ultimo

m artire

( 3 1 )

Q uel giorno

del

S I G N O R E ,

che dà

ai

Crist iani

il

coraggio

di predicare la mor te del S I G N O R E , svelerà i più

stupidi

villani

di tutti

gli angeli,

per i

qua l i

è prepa ra to u n

fuoco

infernale.

I diavol i

credono

e t remano m a non t remano i

vostr i

sensi

resi

folli

dalla furbizia della ragione.

Voi

ridete s e A d a m o ,

il peccatore, si

soffoca

con una m ela e

Anacreonte,

il

saggio,

con

un

acino

d 'uva

N on

ridete

s e

delle

oche

salvano

il

Cam-

pidoglio e dei corv i nutrono il Patriota171 nel cu i

Spirito

consisteva l°artiglieria e la cavalleria

d'Israele?

Dentro d i

v o i vi

congratulate a

vostro

accecamento,

s e

IDDIO

sulla

Croce

v iene a nnov era to tra i

m al fa t tor i,

e

s e un

essere abbominevo le

a Ginevra o a R o m a , all 'Opera o nella

Moschea,

è

fatto

oggetto

d i

apoteosi

e

coloquint idato. . .

Pinge

duos

angues pueri, sacer est locus; extra

Meiite; discedo

P E R s . 1 7 1

Il

genetliaco

d i

un

genio v iene

d i

solito

accompagnato

a

m o' d i

festa

da l martirio d i innocen ti bam b in i.

Mi

sia concesso

paragonare r ima

e metro a b a m b i n i

innocenti,

che nella nos tra

più recente

poetica

paiono

esposti alla

minaccia di un peri-

colo

morta le.

S e

la

r ima appartiene al genere della

paronomasia(33),

la

sua

origine

deve

essere

pressappoco

coetanea

della

natura

d ei lingu aggi e delle

nos tre rappresentaz ioni

sensibili

Chi t rova troppo greve il giogo della r ima non è ancora

per

questo

autorizzato a perseguitarne il

talento ( 3 3 ) .

Il

verso

scapolo avrebbe

altrimenti

fornito

a

questa

volubi le

penna

( 5 7 ) 2

Pietr. II, 8 1 7 ° .

( 5 1 1 ) Cfr.

a : Lowthii

Praelect. X V : 7 6.

Nota

dell'Editore. Algarotti

vol.

III 1 7 3 .

( 5 9 )

Lieve

s'insinua

la r ima

nel cuore, s e lo trova disposto;

Sostiene ed adorna l'armonia e f issa il

discorso alla

m e m o r i a

Elegie e

lettere. Strassburg,

1 7 6 0 1 7 4 .

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1 3 4

s c R I T T I

s U L L I N G U A G G I O

tanta occasione

ad uno

scritto

pungente,

quanta

ne poté avere

Platone per eternare il singhiozzo di Aristofane nel Convito

0

Scarron

il proprio in un sonetto 1 7 3 .

L'impianto

l ibero

che

s i

perm ette

Klopstock,

questo

grande

restauratore

del canto lirico, è prob ab ilm ente u n arcaismo,

che fe l icemente imita l 'enigm a tica meccanica della poesia sacra

degl i Ebrei, in cu i secondo l 'acuta osservazione

dei

più fon-

dat i critici del nostro

tem po(°°) non

si registra che «una

prosa artificiosa

disciolta

in tutte le particole dei suoi periodi,

ciascuna

delle

qua l i

può

considerarsi

un

singolo

verso

di

un

particolare

metro

si l labico,

e le

considerazioni

o sensazioni

dei poet i più

antichi

e sacri paiono di per

s é

stesse (forse

con la stessa casualità degli

a t o m i

di Epicuro) essersi disposte

in linee s im m etric he, che sono

perfettam ente

musical i , anche

s e non hanno alcuna struttura

sil labica

(preordinata né lega-

l izzata)

› › .

Il metro

monotono

di O m e r o

dovrebbe r isul tarci

parados-

sale

almeno

quanto

la scioltezza del Pindaro

tedesco

( 3 1 ) .

La

m ia

ammiraz ione o igno ranza della causa di una

generale

m i-

sura

sil labica

nel poeta greco è stata temperata

da

u n v ia ggio

attraverso la

Curlandia

e la Livonia. Ci sono in quelle con-

trade

cert i

m o d i

in

cu i

si sente

cantare

il

popolo

lettone

o

non

tedesco

durante tutto il tempo

del

lavoro, nient'altro

che

(°°) Cfr. la q uarta nota dell'Editore alla

terza

lezione del Lowth

a

p.

149

e

la

cinquantunesima

lettera della terza parte dei «Briefe

die neueste

Litteratur

betrefiend › › .

( 5 1 )

Non

sarebbe

stato

farsesco

s e

il

Sig.

Klopstock

a v e s s e

voluto

spiegare al suo com pos itore

o

a

u na

Margot la Ravadeuse, qua le è

la

Musa

del

filologo, i mot i v i per i

qual i fa

s tampare andando

a capo

le

sue im press ion i poetiche, che hanno per oggetto qual i ta tes occul tae per

il Volgo

e

che in l inguaggio

galante

sono dette

sensazioni

pa r excel lence.

Nonostante

il

m io gergo impossibi le

sarei ben

lieto d i riconoscere

lo

stile

prosast ico d el Sig. Klopstock u n m od ello di classica perfezione.

In

base

a piccoli controlli r iconosco a questo

autore

una

conoscenza tanto

pro-

fond a d ella

sua

lingua

materna

e

in

particolar

m odo d ella

sua

prosodia

che la

sua

musicale misura

sillabica

m i sembra

la

più adatta ad e s s e r e

l”abito d i cerimonia della

lirica

per un cantore che non

vuole e s s e r e

volgare. Io

distinguo i pezzi originali

del

nostro Asaf

dal le

sue meta -

morfosi degl i antichi cant i di

Chiesa

e addirittura dal la sua Epopea, la

cu i

storia è

nota

e che è s im ile a

q uella d e l

Milton s e non totalmente

almeno

nel

profilo175.

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A E s T I - I E ' r I c A I N

N U G E 1 3 5

una cadenza d i pochi

suoni,

che

ha

mol ta simigl ianza con un

m e t r u m . S e dovesse sorgere

tra

costoro un

poeta,

sarebbe

del

tutto naturale che

tutti

i suoi versi fossero tagliat i secondo

questo

canone

delle

loro

voci .

Richiederebbe

troppo

tempo

porre

nella dovuta luce questa piccola circostanza (ineptis

gratum ƒortasse, q u i vo lan t illa

ealamistr is inurere)177, met-

terla a confronto con altri fenomeni , ricercarne i motivi e

svi lupparne le

feconde

conseguenze.

Ia m

satis

terris nivis

atque

dirae

Grandinis

mis i t

Pater

et rubente

Dex

Vera

sacras

iaculatus

arces

Terruit

u r bem ,

Terruit

gentes ; gra ve

ne rediret

Seculum

Pyrrae,

nova

monst ra

quaestae,

O m n e

q u u m

Protens pecus

agit

altos

Visere

montes

HoRATIUs.

1 7 °

Aposti l la

In qualità d i pr imo lettore di questa rapsodia in

prosa

cabbalist ica m i

ritengo in dovere, in forza del diritto d i

prim ogenitura, d i

lasciare in

eredità

ai

m ie i

fratelli

più

gio-

van i che m i

succederanno, ancora un

esempio

d i

giudizio m i-

sericordioso:

Questa noce

estetica

s a mol to d i vanità proprio d i vanità

Il rapsodista(°3)

ha letto, osservato, pensato, cercato

e

t rovato parole

gradevoli , citato

fedelmente:

simi le ad

un

naviglio mercant i le è andato a

prendere

a grande distanza

l . e proprie derrate e

le

ha trasportate da lontano. H a

compi-

lato

proposizione

su

proposizione,

com e

si

contano

le frec-

( ° 2 ) 01w ~ | › ' l I › 5 ° l š ø w ì v å w v åøu flvfi í ç Socrate nello

Ione

d i

Pla-

tone

1 7 9 .

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136

scRITTI sUL

I . I N G U A G G I o

c e

( 3 3 ) su un

campo

d i

battagl ia; e ha

tracciato

con il

c o m -

passo le

sue

figure c ome

si

martel la

i

picchett i

d i

una tenda .

Invece che

picchett i

e palett i

egli

ha in compagnia dei petìts-

m aitre :

e

dei

pedanti

del

suo

tempo

e

piantato

obelischi

e

asterischi ( 3 1 ) .

Asco l t iamo

ora il r isultato complessivo della sua nuova

estetica,

che è poi

la

più antica:

Temete

IDDIO

e

rendete

a Lui onore,

perché il

tempo

del

giudizio

è

venuto,

e

adorate

Colui

che

ha

fatto

cielo e terre e

mare

e sorgenti d'acqua

( 5 3 ) Procop. de

bello persico.

I, 1 8 1 3 ° .

( 5 4 )

Asteriscus

illucescere facit; obeliscus jugulat et c onfon dit: H ie-

r ony mu s in praefat . P en ta te uc hi. C on f.

Laertius

in Platone. Un abi le

uso

d i questi

segni masoretici

potrebbe

servire altrettanto a

ringiovanire

gli scritti sa lomonic i ,

c o m e u no d ei

più

recent i

interpreti

ha spiegato

d u e

lettere d i Paolo

con

il m etodo dei

§ §

e

delle

tabelle 1 3 1 .

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Due

recensioni

con

un'aggiunta,

circa

l'origine

del l inguaggio.

quota portio faec is Achaee .

IUvEN.IIL

6 1 1 ”

Dodsley

e

Compagnia

1 3 3

1

7 7 2 .

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« Königsberg ische gelehrte u nd po litis c he Zei tungen › › .

Con

la

più graziosa l ibertà

Numero

104,

venerdì 27 dicembre

1 7 7 1 .

Riga.

].

F. Har tknoch

Editore: Versuch

einer

Erklärung

des

Urs pru ngs d er Sprache, 1 7 7 2 . pp. 256 in 8° ( 1 )

La presente trattazione consta d i due parti, di cu i una

r iguarda il l inguaggio e l'altra

l ' invenzione

d i esso. La

pr ima

sezione

della

pr ima

parte

contiene

oltre

ad

un”introduzione

nove

capitol i :

1 )

definizione del

term ine:

l inguaggio, 2) dei

vocabol i , 3 ) dell ' intento del l inguaggio, 4 ) delle espressioni

universal i ,

5) delle espressioni singolari, 6) della

ricchezza d i

un

l inguaggio, 7 ) della sua

leggiadria

(o piuttosto

musica-

lità), 8 ) della sua

duttilità

(l'Autore considera questa espres-

sione

nuova

e

paradossale),

9 )

della

sua

chiarezza

di

significato.

La s econda s ezione, sulle

parti

del l inguaggio, tratta in

cinque capitol i : del

nome ,

dei pronomi , dei verbi ,

degl i

agget-

tivi

e

della cos truz ione sintattica.

La

pr ima sezione

della seconda parte comprende un' intro-

duzione e

i seguenti

quattro

capitoli : 1 ) dubbio ,

2) g li

u om in i

possono

emettere

suoni

e

avere

rappresentazioni

senza

suoni,

3 )

gli

u o m i n i possono connettere suoni con rappresentazioni,

4 ) necessità d i conne ttere s u on i e rappresentazioni. I cinque

capitol i

dell'ultima

sezione trattano

dell ' invenzione

dei

n o m i ,

( 1 ) d i H .

E. Tied em a nn,

Cand.

Iuris ed ex-precettore in Liv on ia .

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1 4 0 scRITTI

sUL L I N G U A G G I O

dei pronomi , dei

verbi, degli aggettivi e della

costruzione

sin-

tattica.

La conclusione

r iguarda il problema: « donde

vengono

le es pres sioni universal i? › › .

L'Autore

definisce

il

l inguaggio

«

un

insieme,

una

rac-

colta

(perché

non addir i t tura

una macchina, c ome

quel-

l ' amico

di

pag. 57?)

d i

suoni,

mediante

la

connessione e

la

consecuzione

reciproche

dei

qua l i

è pos sib ile com uni-

carsi

a

vicenda i

pensieri

› ›

« Una parola -

egli

dice - è un rum o re o un suono al

quale

ch i

lo

emette

collega

una

determina

rappresentazione,

rappresentazione che egli è in grado

di

evocare anche

in

colui

nei

confront i del quale

emette il

suono › › . L'Autore

ritiene

invero

q ues t'u l tim a

definizione

«

a lquanto pro lissa

e

non

adatta

ad

essere

imparata

a memor ia

› › , sembra del resto piuttosto

soddisfatto della sua prolissa e

inadatta

fondatezza. L'origine

del

l inguaggio

u m a n o

e

l ' invenzione

delle

partes

orationis

sono

comunque

cose tanto diverse tra loro, quanto ragione,

logica e barbara celarent13 '3 .

Per la

spiegazione della pr ima

domanda

il maggiore m o-

mento si concentrerebbe

sul

capitoletto che

l ”Autore nel

suo

id ioma peculiare

ha intitolato: Necessità

del

col legamento

dei suoni

con

le

rappresentazioni.

Lasc iamo

ai

lettori,

che

abbiano presumib i lmente u l tim ato il ginnasio pu r

senza e s -

sere giornal ist i navigati, d i sperimentare

da

s é quanto sia scipita

e superficiale la fi losofia

del l 'Autore

Che esempi

sbadigl iant i

e

strabici

senza

né spirito

scelta e la

sua

.tuppelex

erudita?.. .

quam curta 133 . A pre-

scindere

da l

fatto

che

non

è

stato

in

grado

d i

vedere

il

lin-

guaggio altrimenti che da l

punto

d i vista grammat ica le, sembra

anche poco es perto della sua

stessa

l ingua

materna. La m e-

mor ia herderiana, che at tendiamo ansiosamente, c i offrirà

maggiore mater ia e piacere per indagini di

questo

genere.

L'anonimo

autore

del presente saggio ha probabi lmente scritto

soltanto per

fars i

conoscere

-

per

dirla

alla

sua

maniera

-

per fars i vedere.

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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« Königsbergische gelehrte und politische Zei tungen

› ›

N u m e r o

26,

lunedì, 30 marzo

1 7 7 2 .

Berlino.

Herrn Herder's

Abhand lung über den Ursprung der Spra-

che,

welche

den

v on

der

Akademie

d er W is sens cha ften

für

das ]ahr 1 7 7 0 gesetzten Preis erhalten hat.

Auf

Befehl der

Akademie

herausgegeben.

Vocabula sunt notae re rum. Cic.

1772, pp.

222 in 8°133 .

L'Autore

ha

avuto

il m erito di conquistare con la sua

«

disobbedienza

› ›

il

premio

del l 'Accademia.

L'

< <

inappunta-

bilità

› › d i ques ta d iscrepanza sta nel

fatto

che il Sig. Herder,

anziché fornire

un”ipotesi,

tenta piuttosto con il suo

trattato

d i elim inare un'ipotesi, « che considerata

da tutti

i

lati

è e

deve essere

stata per

mo l to

tempo

occasione

per

lo spirito

u m a n o

soltanto di

annebbiamento e d i

discredito › › .

Che

significa

origine

divina

del

l inguaggio?

«

Tu

non

sei

in grado d i rendere rag ione del l inguaggio in

base

alla

natura

umana ,

qu ind i è

div ino › ›

L'assurdità

d i

questa argomentazione non

è

né celata né

sotti le

Il Sig.

Herder

dice: «io sono in grado d i darne

ragione

in

base

alla

natura

u m a n a

ed

esclusivamente

in

base

ad

e s s a

› › .

Chi

ha

detto d i

più?

Il

pr imo

si nasconde

dietro

un riparo

e

grida:

« Qui

c'è

Dio

› › . L'altro si met te bene in vista,

opera... « Vedete

sono

un uom o

› › 1 3 7 .

E ffe ttiv a m e nte ris c on tria m o

nello

stile

del

sig.

Herder

mol ta azione,

nel senso teatrale;

s e

però

l 'autenticità

e la

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1 4 2 s c R I T T I s U L

L I N G U A G G I G

vera direzione

del l'um ani tà deve consistere nella « prudenza › › ,

abb iamo t rovato in

quest'opera premiata

pagine e

passi,

dove

la < < prudenza › › deve avere agito sul l 'Autore in

un

grado

talmente

im percettib ile

che

l'ecce

b 0 m o 1 3 1 1

potrebbe

servire

piuttosto com e

«nota

caratteristica

› ›

o « termine

conven-

zionale › › del crit ico

im prud ente

o troppo umano .

« S e non siete in grado d i

definire

il

l inguaggio

in

base

alla

natura

umana , allora

nessuno

può

definirlo e la s u a

origine

r imane

del tutto

inspiegabile

› › .

«

A

m e

-

dice

il

Sig.

Herder

-

non

risulta

incom prensibi le

in

base

al l'anim a u m a n a alcun elem ento del l inguaggio nel

suo

inizio

e in ogni suo progresso;

anzi,

s e pres cind o d al l in-

guaggio, m i

diventa

inspiegabile

l'intera anima

umana .

L'in-

tera specie

u m a n a non

è più una

specie

naturale,

s e non

porta

innanzi la

formazione del l inguaggio

› ›

Ent ramb i

i

partiti

dicono

forse

d i p iù

delle

loro

intenzioni

e

sembrano

spiegarsi o dialogare più

nello

spirito che secondo

il

filo

del

discorso.

« Un origine superiore

-

continua il

signor

Herder

-

non

ha nulla a suo

sostegno,

neppure la test imonianza della Sc rit-

tura orientale, giacché questa palesemente

attr ibuisce

al l in-

guaggio

un

inizio

um ano a ttra vers o

l 'assegnazione

del

n o m e

agli anim al i(2) .

L'invenzione u m a n a ha tutto

a suo favore e assolutamente

nulla contro di sé:

essenza

del l 'anima

u m a n a

e carattere

del l inguaggio Analogia del genere u m a n o e

analogia

dei

processi

l inguistici Il

grande esempio

di

tutti

i popoli,

temp i

e

parti

del

mo n do

› › .

< < L'origine

superiore, per quanto pia possa anche appa-

rire, è del tutto indegna della Divinità. Ad

ogni

passo r im -

picciolisce

Iddio con Pantropomorf i smo più

volgare

e

balordo.

L'origine u m a n a

fa

apparire

Iddio in

maggior

luce, producendo

e svi luppando una

Sua

opera, un'an ima

umana , da s é

sola

(2) 'rñ 1 ' : p I h ¬ : ' n 'soü Anptkkfou unvòç Ihvóuadsv

'Aöåu

'rà äypta

ünpíot

ü e ù p

rw xaptuxra-tt.

Georg. Syncellus in Jo. Alb . Fabrici i codice Pseudographo V .

T. Vol. I, p.

13149 .

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L ' o R I G I N I = .

D E L

L I N G U A G G I O 1 4 3

un l inguaggio: giacché l 'opera d i Dio è proprio essa: l'an im a

umana .

Com e una Creatrice, c ome un ' immag ine del Suo Es-

sere, e s s a s i c os tru is ce q u es to

senso

della ragione. L”origine

diviene perciò soltanto

in

quanto

umana ,

convenientemente

div ina › › .

Qui Qui

(per la vita del Faraonel, q u i

c'è

il

dito

d i

Dio ) 1 3 ° .

Questa

apoteosi

-åno lswxúvroc tç

o anche

apoƒteirosir

_

a forse più d i gal imatbias che non il più vol-

gare e sconveniente, m a

tu tta v ia priv ile gia to ,

antropomor-

fi s m o 1 3 1 .

< <

L'ipotesi

s uperiore n on

serve

a

nulla

ed

è

estremamente

dannosa.

Dis trugge ogni causalità

del l 'anima

umana , non

spiega

nulla

e

rende

inspiegabile

tutto:

psicologia e scienze

(3),

giacché con il l inguaggio gli u o m i n i hanno r icevuto

tutti

i

s e m i della

conoscenza

dalla m a n o di Dio Nulla dipende

qu ind i

dal l 'an ima umana L'inizio d i ogni

arte, scienza

e

conoscenza

è

sempre

inco m prens ib ile

L'origine

u m a n a

non

permette d i fare alcun passo

senza

vedute e feconde mot i -

vazioni

in

tutte

le parti della filosofia e in

tutte

le specie d i

relazioni

su l l inguaggio

› › . L'Autore

ne ha presentate alcune

nella

sua

trattazione

e

noi non

dub i t iamo né

della

possi-

bilità né della facil ità di suscitarne

prenderne a

prestito

farne

marciare

fuori

dalla

terra

una

legione.

Egli

si

è

dato

da

fare,

a sua stessa test imonianza, per «raccogl iere dati

sicur i tratti da ll'an im a umana ,

da l l ' umano

organis m o, da lla

struttura

di tutte

le

l ingue

antiche e

moderne

e

dall ' intera

economia

del genere u m a n o e d i provare

così la

sua

tesi tanto

quanto

può essere provata la più

sicura verità

filosofica › > anzi

più

di

quanto

siano

dim ostrab ili

tutti

i

teoremi

dei

Turch i

c irca la divinità del Corano: ch i

infatti

può

essere

più

inti-

m a m e n t e persuaso della potenza e della forza d i una prova

che l 'autore specifico della

medesima?

Tuttavia i nostri

areopagit i di gu sto a rc heologic o e neologico

possono pu r

sempre

trovare

«in mezzo a lacune e

deficienze › ›

il «

germe

surrogatorio

› › .

La

trattazione

consta compless ivamente

d i

due

parti.

La

pr ima s i chiede:

avrebbero g li

uomin i ,

aff idati

alle loro c a -

( 3 )

Continens -

contentum 1 9 2 .

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Aggiunta al

numero

37

della « Königsbergsche gelehrte u nd po litis c he Zei tung

› ›

1 7 7 2

Completamento della recensione

contenuta

nel numero

26.

La

Farce

enfin

lui

sert

à

tout

masquer .

Epitre

au

Sr.

Noel.

Il

problema

dell'01-igine del l inguaggio, per quel lo che io

ne comprendo, s i r iduce alla

domanda : «

s e

il

l inguaggio

più

antico, il l inguaggio originario, sia stato partecipato al l°uomo

allo

stesso

m o d o

in

cu i

ancora

oggi

a vv iene la propa ga zione

delle l ingue › › .

Tutti

g li abbonat i

o

sottoscrittori

della « Königsbergsche

gelehrte und politische Zei tung

› ›

non

potranno

fare a meno

d i rispondere a questa domanda con un s ì o un no. La

bilancia

sembra, c ome a l solito, pendere più a v anta ggio del partito

del

sì,

e

g li

avversari

sono da

ogni

parte

esposti

a

difficoltà

tanto

sgomentant i , che

l”intera

s olu zione del problema sembra

essere pressoché vana.

Qua l i sussidi infatti

poss iamo

trovare per giungere anche

soltanto ad un concetto dell'origine d i un fenomeno, s e tale

origine non è conforme al

ciclo

abituale d ella natu ra ? E

come

sarà

possibile

imboccare

la

v ia

giusta

in

tale

ricerca?

Senza

il filo

conduttore di un'ana1ogia un ' immagine

fal lace d i

questa

s i esaurirebbe in un labirinto

senza fine,

la cu i v ia

d'uscita

r imane i rraggiungibi le. Nessun polo né bussola potranno

fis-

sare e

garantire

la s trada delle nostre scoperte.

S e un lettore dovesse essere tanto audace d i prendersi

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146

SCRITTI SUL

LINGUAGGIO

sulle

corna la decisione d i tutte

queste difficoltà, nessuno

scrit-

tore ragionevole

pianterebbe

lì, per compiacere un unico

montone

del deserto, le sue altre novantanove pecore che

secondo

ogni

probabi l i tà

avrebbero

già scelto

il

partito

più

prudente e sicuro d i consentire con un chiaro si alla

detta

do-

manda

ad

occhi

piam en te c hius i.

Dopo

aver

noi

qu ind i con

opportuna

brevità deciso: « che

il pr imo l inguaggio, il più

antico, l'originario

è

stato parte

cipato a l l 'uomo

unicamente

nella

maniera

che

ancora

oggi

è

effettiva

e

quot id ianamente

accessibile

› › ,

si

verrebbe

non

d i m eno alla domanda : « per quale v ia ha

luogo

oggi

la

par-

tec ipazione del l inguaggio? › › . In base a

tutte

le in form az ioni

possibil i , che sono riuscito

ad

ottenere attorno a questo

punto, s i

danno q u i al m a s s i m o

tre

s trade: la v ia

dell'istinto,

la v ia

dell ' invenzione, la

v ia dell'inseg nam ento.

Sia

l 'esperienza

più

generale

che

la

garanzia

fornita

dalle

eccezioni più singolari sono

dichiaratamente a favore,

con la

test imonianza

più inconfutabi le, dell'ultima via,

che s a -

rebbe

fatica

del tutto sprecata

sof fermarsi

sulle

altre due.

Orecchio e

l ingua hanno

una relazione reciproca

così i m m e -

diata, che nei var i esempi dei sordi nat i e nei casi ancora più

straordinari

di

avventurat i

esseri

u m a n i

che

sono

potuti

cre-

scere

al d i fuori del

commerc io

sociale, la mancanza del lin-

guaggio è stata

sempre

una

immancab i le

circostanza con-

seguente.

Quindi

l ' ingegnosa ipotesi che

attr ibuisce

ad invenzione

u m a n a l 'origine del

l inguaggio è

in

sostanza

una

pensata

ba-

lorda

d i

alcuni

Nevvtoniani

d i

terra

fe rma ; appartenenti

tutti

-

secondo l 'opinione

del Pope

-

alla

bizzarra

specie delle

s c i m m i e 1 9 5 che paiono

avere

u l t imamente

perduto

con il

princ ipio d i contraddizione completamente il giudizio.

Inven-

zione e ragione

presuppongono

già piuttosto un l inguaggio e

non si possono

concepire

senza di esso così come non è con-

cepibile

l'a r itm etica

senza

i

num eri. . .(° ) .

Giacché

posso

ra-

( 4 ) Certe prior anima

quam

littera

et

prior sermo

quam l iber et

prior sensus q u a m

stylus

et

prior

h o m o

ipse

q u a m

phi losophus

et poeta.

Nunquam ergo

credendum est

ante

literatutam et

divulgationetn ejus

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148 SCR ITTI SUL LINGUAGGIO

animale e al gusto

fino

di un ancor più astuto

popolo,

s e il

vecchio principe d i Dessau 1 ” è degno di fede

quanto

Mosè?. . .

S e

fossi

un valoroso Accademico degli

Ozios i

come

De

La

Porta

2 ° ° ,

mi

sarebbe

facile

comparare

le fis ionomie

delle

l ingue

u m a n e

con le voc i delle fiere,

assodare

la natività

dei

l inguaggi viventi

e

rendere addirittura

v is ib ile in specula

et

in aenigmate

l'om bra

del pr imo

più

antico originario i d ioma.

L'intero

enigma, d i cu i tengo

ancora

per m e la chiave,

poggia su un persz`flage(°), su l suono del grido di guerra in

una

l ingua

div ina,

sulla

cu i

eccellenza

e

sulla

cu i

monarch ia

universale deve aver profetato in un'aurea

opera

- che io

lamento d i

non

avere

non

dico

letto, m a neppure

visto

-

l'a n tic o m a rtire

Henricus Stephanus.. .

2 * ” .

Per sbrigarmela però com piu ta m ente

con l 'autore della

recensione

contenuta

nel num ero vent iseiesimo, dirò che non

posso

considerarlo

che

uno

straniero

in

Israele,

che

non

s a

neppure che il suo presunto filologo,

sotto

aguzzini trasfor-

m a t o al più in una arc iapule ica bestia

da

soma, porta sacchi

cinque

ore a l

m attino e quattro

ore alla

s e r a . . . 2 ' ° 2 .

Per

quanto

r iguarda l 'aggett ivo

cabbal ist ico

dice

Leibniz

nei suoi Unvorgreiflícbe Gedan/een wegen Verbesserung der

deutrcben

Sprache:

«

Si

deve

ricercare

la

cabbala

o

arte dei

segni non solo nei m is teri della l ingua

ebraica

m a pure in

ogni lingu aggio, non certo nei

cavilli

letterali

bensì

nella

retta intellezione e

nel

giusto uso dei termini › › .

I

meriti

del

nostro

Leibniz

immor ta le

- anche senza

m o n u m e n t i -

(Sia r ingraziato Apollo, che m i

benefichi

della

medes ima

grazia )

stanno

a

quel l i

del

suo

lapponico

suc-

cessore, c ome il caro lat inardo Conte Algarotti sta inversa-

mente

ad

Ovidio

e a N e w t o n

2 0 3 .

Chi s a intendere, intenda;

io per

parte

m ia mi sono

fatto

tali risate s u lla epis to la de

(6)

Cfr.

circa

il

te rm ine

persiflage:

Rev ot, M em o ires

d'un

honnete

h o m m e

e

Mes Fantais ies.

In queste

è detto:

]”ai toujours

cru, q u e

les

petits R o m a n s de Voltaire, s e s lettres en vers, s e s pieces

detachées

et

s e s poemes satyr iques avo ient donné l'idée d u mot persiflage, qui s' in-

troduit

depuis peu et donc

le sens

n'est

pas auss i

vague q ue

d'abord il

le

paroit. Le

persiflage

es t a m es

yeux la

decom pos ition

des objets

imposans reduits

à

leur

valeur.

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L ' o R 1 G I N E

D E L L I N G U A G G I O

149

met/sode d i

Cartesio

nei m ie i anni d i scuola

da diventare un

mezzo Sir

Hudibras

2 ° ' .

Il

nostro compaesano dalla trista

figura

2 ° 5 circa

la

questione

accademica

attorno

all”origine

delle

l ingue

invece

di

uno

scritto d i concorso in sette capitoli - in

corrispondenza

alle

sette parole capital i del recensente - fors e d alla polvere della

sua um ilia z io ne b ro nto lereb b e: «Che

ne s o

io del vostro

tema?

E che cosa

m e

ne

im porta ? L'a lb a,

il

m eriggio

e il

t ramonto

d i

tutte le scienze e le arti belle

-

che

si r iconoscono

ah imé

da i

loro

frutti

-

non

ha

altra

inf luenza

sulla

m ia

fe-

licità presente s e non che quelle spietate sorelle in terrom pono

il profondo sonno del m io

riposo

con al lotr iocos m ic i sogni,

spostano la

sacra pietra

d i confine delle m ie spese d i qualche

m a gro centes im o delle m ie

ristrettezze,

r iducono il m io abito

ad una marsina rivoltata e la m ia dieta a mezza birra e cib i

f reddi

e

-

que l

che

è

peggio

-

insidiano

anche

i

preziosi

e

dolc i

m o m e n t i

che

dovrei dedicare

al balbett io e al favoleg-

giare

del

rampol lo della

m ia an ima e ai giochi e ai

sorrisi

sulla

culla della m ia bambinet ta . . .

2 ° ° .

Sebbene secondo la professione d i fede dei vostr i

anti-

salomonic i

maest r i d i scuola il tim ore di Dio è la

fine

della

sapienza

2 ° 7 ,

r imanga

m io

grande guadagno l'essere

devoto

e

contento del

pocol . . .

La

pace

nell'alto supera ogni ragione.. . 2 ' ”

e l 'amare Cristo ogni l ingua d'angelo e

d 'uomo . Questo

grande architetto

e

pietra

d'angolo2°9

di un

sistema

che so-

pravviverà a

cielo

e terra c d i un pa tr iot tis m o che

va

oltre

il

m o n d o

ha

detto: Il vostro parlare sia sì, sì, no,

no,

2 1 ° ;

tutto

il

resto

è

del

diavolo. . .

e

q u i

sta

tutto

lo

spirito

delle

leggi

e del contratto sociale, comunque si chiamino. . .

Malgrado tutto

prev ed o però che i critici universal i e g li

almanacchist i

partico la r i a ttribu iranno

con altrettanta

fedeltà

al filologo

questo

trat tam ento metà

dotto e

metà

politico d i un

recensente,

com e

Senofonte

il Ciropedista attribuì al saggio

Socrate

i

suoi

edificanti

discorsi

conviv ia l i

e

Migue l

de

Cer-

vantes

Saavedra

le sue pagine che

m ai

appariranno

all 'arabico

storiografico Cid I - Iamet

2 .

Aristobulo.

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SOCRATE

nel

Filebo

di

Platone

Donum

proƒecto

DEORUM ad homines,

uh m i/a i

videtur, per Prometbeum

quendam

una cum quodam

luc id iss im o

igfze descendit .

Etenim

prircz'

nobis praestantiores,

Dnsque

propinquiorer, haec nobis oracula tradideruntm

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Favete

l inguis 2 1 6

S e si presuppone Iddio all 'origine di

tutti

i fatti nel

grande

e nel piccolo, ossia in cielo e sulla

terra,

a llora ogni capello

contato

del

nostro capo

è

altrettanto div ino

che

il

Behemoth,

inizio delle v ie di Dio 2 . Lo s pirito delle leggi mosaiche

si

estende

perta nto fi no

alle

più

nauseanti escrezioni

del

cadavere

umano . Tutto è

a

questo

punto

div ino e il

problema

dell'ori-

gine del male si

r iduce

alla

fine

ad un gioco d i

parole

e ad una

chiacchiera di scuola. Tutto il divino è

però anche

u m a n o :

poiché

l ' uomo non può

né agire

né patire che secondo l 'ana-

logia d ella

sua natura, sia

esso

una m a cc hina s em plic e o c o m -

plica ta q ua nto

si

vuole.

Questa

communica t io

di

id iomata

divini

ed u m a n i

è

una legge di

fondo ed un argom ento capita le

d i ogni nostra

conoscenza

e dell ' intera

economia

visibi le.

Poiché a lm eno gli s t rument i del

l inguaggio

sono

un

regalo

del l'a lm a mat e r

Natura

(nei confront i della quale i

nostr i

spi-

riti forti

colt ivano

un'idolatria insulsa e scandalosa quanto

quella

della plebag lia

del

paganesimo

e

d el pa pa to)

e

poiché,

con la m ass im a

ver isim igl ianz a filosofica,

il Creatore

ha

voluto

e dovuto

accludere

a questo

st rumento

dell'arte anche

le

relative

is truzioni per

l 'uso, l 'origine del l inguaggio

u m a n o è

certamente div ina(1) .

( 1 ) invenissedicuntur necessaria ista vitae, non

istituisse;

quod

antea

invenitur,

fuit,

et

quod fuit, non

eius deputabitur,

q u i

invenit,

sed eius

qui

instituit.

Erat enim antequam inveniretur. Tertullianus in

Apologet. adv.

gentex.

Cap. IX; Id . de testimonia

animae

aduerrus gentes.

Cap.

V.

DEUS

et

m entis

et

vocis

et l inguae artifex. Lactant . Lib.

VI, 21

numquamuisse homines

in terra,

q u i

propter in fan tiam

non

loque-

rentur, intelliget, cui ratio non deest.

Id . VI, 1 0 2 1 3 .

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156

scRITTI sui . L I N G U A G G I O

S e

però

un

essere

s u perio re o un Angelo

vuole operare

per

mezzo della nostra l ingua, c ome

nel

caso dell 'asino d i Balaam 2 1 ° ,

allora

è necessità che

tutte

queste operazioni,

s imi lmente

agli

an ima l i

parlant i

delle

' favole

d i

Esopo,

siano

espresse

in

ana-

logia della

natura

umana :

e sotto

questo

rapporto

l”origine

del l inguaggio - e par iment i il suo

svi luppo

-

non può essere

e apparire

che umana . Per questo già

Protagora

definì

l ' uomo

mensura

omn ium

rerum (2). Il nostro secolo

è

fecondo di

an ime

grandi,

che venerano e fanno proprie

le

reliquie del

sistema

epicureo

nelle

Oeuvres

phi losophique:

de

M r.

de

la

Mettrie, nel Systèm e de la Nature e nell'Evangz'le du Iour

2 2 1 ;

tuttavia

la

produzione del genere u m a n o

da

una palude e da l

m u c o

a m e risulta pu r sempre una maschera

ben dipinta

m a

senza cervello. Dall'opera complessiva si m ostra non un pen-

tolaio

d i

f o rme

plastiche

m a

un

padre

d i

spiriti

d i fuoco e

di

forze

respiranti.

Qualcuno può osare dubitare delle

r ivelazioni

d i un Ga-

lilei, d i un

Keplero,

di un N e w t o n - a m e almeno l'incrollabile

fede d i un Voltaire e d i uno H u m e nel

vangelo

d i queste

teorie

è

r isultata

più d i

una volta

sospetta -; è anche difficile met -

tere d”accordo

il

fatto

che

i

nostr i

spiriti

odierni

siano stati

tanto

penetranti

e

sicuri

nelle

scoperte

celesti

e

siano

invece

così annebbiat i nelle

loro

con tingenze dom es tiche. N on

ap-

pena però lo spirito di osservazione matemat ico sarà stato

calato dalle sfere dell'etere nell 'orizzonte d ella nos tra

piccola

atmosfera

mora le,

tosto

l” ipotesi

d i

un'unica

coppia

u m a n a

e

la follia dei

calcol i

cronologici cinesi ed egiziani circa lo stato

attuale

della

nostra

terra

appariranno

alla

luce

della geom etria .

Recentemente un

giovane

medico(3 ) in

un discorso

cele-

brat ivo tenuto

nel

teatro

anatomico

di

Pavia

ha

provato che

l ' incedere eretto su due gambe del l 'uomo

è

un

incedere

ere-

ditato

e artificiale.

S e

il Cavaliere d i Rosacroce

volesse

pro-

fanare l 'adamant ino ca lamo dei suoi av i alla maniera in cu i

i

nostr i

acchiappanuvole

più

in

vista

d i Montbard , d i

Voré,

d i

(2)

Plato

in Tbeaeteto et Cratylo 2 2 ° .

(3 ) Mosca t i

2 2 2 .

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ULTIME

voLoNrA

D E L C A V A L I E R E

D I r › . o s A c R o c E

1 5 7

Ferney en Bourgogne (4), di. . . in.. . hanno

fatto

uso della loro

s ta rnazzante penna d'oca,

questa memor ia

sarebbe diventata

una deduzione d i prammat ica con cu i

tutte

le Accademie greche

del

Sacro

Romano

Impero

si

sarebbero

erudite

in

mater ia

d i

cadaveri e spettri, giacché avrei

dimostrato

con le

fauc i

dei

loro

cannibal i e

zingari, appaltatori

e

tagliaborse, ƒouaciers(5)

e

avvelenator i

che

anche

il

mangiare

e bere

non

è

una trovata

innata alla specie u m a n a m a deve

essere

senz'altro

un'usanza

ereditata ed artificiale.

Tutto,

proprio

tutto,

è a

favore

d i

questa

prova:

la

na-

tura

dello

stomaco u m a n o (che inghiotte pelle e

pelo,

pietre

e vene d i metal lo c ome pillole, fiu m i d i sudore e d i sangue

carichi interi d i

sospiri

e d i imprecazioni c ome acqua distil-

lata),

il carattere della

f a m e

e della sete (la

c ui c upid ig ia

o

piuttosto

attrattività ai principeschi palat i

dei nostr i finan-

zieri

e

innovator i ,

Cretesi

ed

Arabi ,

rende

tutto, tutto,

tutto

appetibile e nutriente - perfino quello sterco che dà frutto e in -

teresse,

che in parte

sdegnò

in parte gustò con amarezza

l 'Ebreo

nella

terra dei

Caldei presso l'acqua di

Chebar ,

durante un suo

profetico assedio ( 6 ) per un

patriott ico

progetto), l 'analogia tra

la

cucina

fredda

d i un Lappone o indigena e le cucine

erut-

tanti

fuoco

di

u n

Apicio

o

di

un

coquin

panda

et

parvenu,

tra

il

Fritz nella

culla d i

porpora

e il

Fritz

in praerepio, che

da am bo le

parti

non

avrebbero

imparato

a

mangiare né

con

cucchiai

d i

legno né con cucchiai

d'oro,

s e

le loro

m a d r i 0

ba lie non avessero

cosparso d i pappa

la loro boccuccia

spa-

lancata e non avessero fedelmente atteso

il

grande mistero

della d iges tione

2 5 .

Ma non capirete dunque proprio m a i ,

v o i

f i losofi così

intelligenti,

che non

c'è

alcun legame fisico tra causa ed ef-

fetto, tra mezzo e

intenzione,

bensì un nesso spirituale

ed

ideale? quello cioè della

fede

delle donnette, c ome ha pro-

c lamato

il più grande

scri t tore(7)

d i storia terrena d ella sua

(4 )

Buffon, Helvetius

2 2 3 .

(5)

Rabela is

( 2 2 4 ) .

(6)

Ezechiele,

IV.

(7 ) Hume 2 2 ° .

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1 5 8

s c r a n - T I s U L L I N G U A G G I O

patria

e

della

chiesa

naturale

Il

felice

tentativo d i tenere

ins iem e anim a e corpo

con le

ghiandole 2 2 7

fu dunque

una tro-

vata

dei

vostr i spiritosi e

addomest icat i patr iarchi che in

un

linguaggio

d i

natura

più

grugnente

che

fo rma lmente

definiente

si

nominavano

aborigines o autocbtone: ed ebbero la

fortuna

di venire al m o n d o in

grandi

boschi d i

querce, dove sotto

l°aureo regime dell'età dispendiosa

sarebbero

certo

morti

tutti

d i

f a m e s e

grazie a ll'occas iona le insegnam ento dei

loro

rivali

e suddi t i all ' ingrasso

non s i fossero

senz'indugio decisi

alla

cinica

dieta

delle

ghiande.

In

r ingraziamento

d i

questa

benefica dieta

ghiandaria

date ai maia l i

quest i

tre

anni d i

succose

v inacce con cu i i v o s tri p erd u ti

figli

del

paese

potreb-

bero tenere tavola

imband i ta ,

mentre

gli

dè i e i

colonizzatori

del

paese

succhiano oro e s e lo lasciano dietro.. .

Gli

i n f i ammat i fratelli del

genere

umano , i sofist i della

Sodoma-Samaria

che si

edificano

giorno

e

notte

con

i

sol i loqui

dell 'autocrate

Marcantonino hanno

certo letto nel tred ices im o

capitolo

del suo sesto

libro che la cbevi l le

v iv ifique(8 ) ,

cu i

compete l'intera sopravvivenza

e m oltiplica zione

delle âmes

nzoutonnières del loro

branco

da macel lo, consiste in parv i

i lztestini

aflrict ione

m u ciq ue ex cretione convu ls ina ; m a essi

aggiogano

i

caval l i

a

Fetonte.. .

e

perfino

la

sapienza

di

Salo-

m o n e nel Predicatore del mat t ino(9 ) olezza com e il ba lsamo

di nardo d i Dem etrio [cfr. il

grande

catechismo della ra -

gione(1°)

alla

parola

L a m i a ] di

glans regia...

2 ' ” .

Giacché

il Cavaliere di Rosacroce non conosce alcuna

Ar-

cadia né alcun

Eldorado,

dove si

benedice

Iddio com e si

vuole,

il

suo

canto

del

cigno

benedice

tutti

i

ferventi

giovani

e

vecchi non

secondo

una

sua arbitraria

pietà bensì

secondo

una

l itania

del

coro

celeste: «Devono essere c ome l 'erba sui

tetti

che

inaridisce pr ima

che la si

strappi,

d i cu i il m iet itore

( 1 1 ) Rabela is .

(9 )

...que

l”on prie Dieu dans m on R o y a u m e

c o m m e

l 'On veut et

que l'on y

f...

c o m m e

lion

peut. Matinées Royales ou Entretiens

:ur

l'Art

de regncr. 1766.

( 1 0 ) Bayle. Prefazione

dell'Extrait.

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U L T IM E v o L O N r A

D E L c A v A L I E R E D I 1 I o s A c 1 I o c E

1 5 9

non si

r iem pie la

m a n o , né fa una bracciata il legatore d i

covoni

e i passanti dicono: ayez

bonte

pour vos

Ancêtres › › 2”.

Il

sognato

e m entito

paradiso della

sotadica”° tolleranza

che

Maomet to ,

ex

utroque

Caesar,

un

altrettanto

sfacciato

latro

che ipocrita, promette ai suoi proselit i e

schiavi

non è che un

Mare

mor to , secondo il detto; mor tua est illa pars, qua quan-

dam Achille: eram / Nessun carro

tonante,

nessuna f i a m m a

della spada che fende l'aria può

megl io

custodire

la

v ia al-

l 'albero

della

vita B 1

che la

peste bubbonica

ai

marg in i e

nelle

intimità

dello

Stato,

che

o r m a i

si

t rasformerà

in

un

Hotel-

Dieu, dove la

t remenda

necessità del

bisogno

insegna

a

pre-

gare; perché, sebbene Erode Attico 2” perseguit i la divina follia

del Crist ianes im o con il

fuoco

della sua Musa, con

la

spada

della sua prosa - in v erità in un

id ioma,

la cu i sintassi San

Diderot

c ons id era es trem a m ente metaf is ica: ecco

nonostante

tutto

tutte

le leggi,

i

decreti,

le

ordinanze

più

r isonant i

e

innumerevol i che le

onde

e i

granell i

d i sabbia

dello

schiu-

mante

mare

non solo acc lamano il

Dio

della grazia,

da cui

viene

effettiva m ente

governato

tutto

ciò che appare

bisognoso

d i governo, m a spirano evangelicamente addirittura uno spi-

rito

di

usura(“),

che addossa ai

suddi t i

impoveriti ed op-

pressi

le nove

beatitudini

del

discorso

della

montagna

e

com-

pirà

un'altra volta

la

profezia di Gioele (II, 20.21 ) : « Mar-

cirà

e puzzerà;

grandi

cose ha fa tto . N on temere,

m ia

terra

m a

esulta e

rallegrati, perché

il

Signore pu ò fare

cose

grandi › › .

« Ecco:

il

suo Controleur-General arriva a

convertire

i

cuor i

dei

padr i ai figli del

paese

e gli

incredul i

a lla pru denz a

dei

giust i

››...

S e dunque

l ' uomo,

secondo

la

tes tim onianza un iversa le

e

l 'esempio d i tutti i popoli ,

temp i

e paesi, non è in grado da

s é solo e senza l ' influsso sociale dei suoi

custodi

e tutori - vale

a dire s e non iu sru s ( 1 2 )

-

di imparare a marciare su due gambe

e a

spezzare il

pane quot idiano senza

sudore

della fronte,

tanto

meno

allora

è

in

grado

d i

cogliere

il

capolavoro

del

( 1 1 ) F v í v w fl fi r ø a rv fl š fi fl ß ö ó m u v i I

.A. Fabric.

d e Dictis Christi

in

C o d d .

Apocr .

N .

T.

p.

3 3 0 2 3 3 .

( 1 2 ) Ovidlus,

M e t a m .

I 2 3 4 .

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ULTIME

voLoNrA

D E L

cAvALIEI:E

D I

R O s A c 1 I o c E 1 6 1

missione

politica

d i

popolare

la terra e dominar la

mediante

la parola della bocca(1°) . . .

La stessa

ineguaglianza

tra

gli

u o m i n i e il contratto

s o -

ciale

sono

qu ind i

conseguenza

di

un'ist ituzione

originaria,

giacché , secondo il più a ntic o d oc um ento ,

già

un

accadimento

assai antico (che è

tanto

adeguato

alla culla

del genere u m a n o

che la

veridicità

del racconto

relativo

schiaccia

la

testa

d i

serpente ad

ogni

volontà d i dubbio e rende ridicole tutte

le punture al calcagno

dell ' i ronia)

diede occasione alla sot-

tomissione

della donna

al

volere

dell 'uomo.. .2'11.

A d a m o

era q uind i d i

Dio:

e Iddio

stesso

presentò il pri-

mogeni to e maggiore

della

nostra

stirpe

com e

feudatar io

ed

erede del m ondo compiu to

dalla

parola della sua bocca. An-

geli, b ram os i d i contemplare il suo

volto

celeste, furono

ministri e cort igiani

della

pr ima monarch ia . Al coro

delle

stelle

del

m attino

esultarono

tutti

i

figli

d i Dio .

Tutto

aveva

sapore e

aspetto di cosa nuova

e

fresca

e palesava la bene-

volenza

del l 'Artefice

che per terra giocava

e

si divert iva con

i figli

degl i

uomin i .

Ancora nessuna creatura contro

il

suo

volere era soggetta

al

sistema

della

caducità,

sotto

il

quale

presentemente sba-

diglia,

sospira

e

ammuto l i sce ,

simi le

al

tr ipode

delfico

e

al-

l 'eloquenza ant im ac hiav ellica d i Demostene per efIetto dell 'an-

gina

dell”argento,

o al m ass im o sm ania, rantola e alla

fine

s i

strangola nel ra bb ios o petto di un Tacito...242.

O g n i manifestazione della natura era una parola: il segno,

l ' immag ine sensibile,

il

pegno di una

unione, partecipazione

e

comunicaz ione

nuova,

segreta,

indicibi le

di

idee

ed

energie

divine. Tutto c iò che l ' uomo in principio udì , vide con gli

oc chi, gu ard ò e le sue m a n i tastarono fu una parola vivente:

perché Dio era

la Parola . Con questa Parola sulla

bocca

e nel cuore l'inizio del l inguaggio

fu

naturale, pross imo, facile

( 1 6 ) Qui primus, q u o d s u m m a e

s a pien tia e P yth a go ra e

visum est,

o m n i b u s

rebus

imposuit

nomina?

Cic. Tuscu l . Quaest .

1 ,

25.

Il

ne faut qu'un a m a n t passionné pour inventer 1'écriture, m a i s 30

Leibnitz

suffiroient

à

peine pour créer la

premiere langue. De

la Philo-

sopbie

de

la

Nature . Amst.

[1]770.

Tom.

II. p. 2 9 8 .

Philonis Opp . Edit. Franc. 6 9 1 . p. 1 7 , 32, 34 , p. 1 7 8 ,

1 4 8 2 4 ° .

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162

SCRITTI SUL

LINGUAGGIO

c ome

un

gioco

d i

b a m b i n i giacché l'u m a na na tu ra d all'a lb a al

t ramonto r imane simi le al

regno dei

cieli c ome

a un

fermento,

con

la

cu i piccolezza

ogni

donna

è

in

grado

d i fare gonfiare tre

misure

di

farina

2 4 3 .

Io matagrabol izzerei ancora in

lungo

e in largo e in pro-

fondo(11)

s e

non sapessi che

troppe

prediche stancano

l'udi-

tore non meno del corpo del sacro

oratore;

mi accontento

pertanto

per oggi d i aver

t rovato, grazie ad

un pellegrinaggio

in

cenere e

sacco(12),

l 'essenza

del l inguaggio - l'alfa

e

l ”omega

-:

la

Parola

e

averla

nominata . . .

Per c onclu dere il Cavaliere d i Rosacroce

invita

tutti

gli

astut i furboni del regno d i

Yve to t

2 4 5 e

gli

sc imuni t i

pietri-

ficat i o entusiasti in coemeterio Pisorum ( 1 9 ) , che non s i ver-

gognano

di essere o d i

diventare

schiett i tedeschi,

alla d imora

di suo padre,

dove

non mancano

privilegi

e benefizi che sono

lucrativi

quanto

a

sacri

nastri ,

guanti, ceri

e

bacchette

di

ce-

ralacca, nel f ra t tem po

egli

va

fantasticando

giorno

e notte

attorno ad Roman

der

Oeconomíes et Servitudes ( 2 1 1 )

e covando

l'ultimo

capolavoro

della scienza

politica

romana, il progetto

d i rapina di Giul iano ai danni dei Part i d i confine 2 4 1 .

A soddisfare i

Signori

Entrepreneurs à l 'enseigne des trois

Vertues

couronnées

d'Amarant /oe

2 4 1

( 2 1 1 )

s e

m ai

dovesse

loro

impor tare

- nel

caso

di un

m io prem a tu ro

exil ium in

miglior

patria - del manoscr i t to d i quest i f r a m m e n t i o del torso d i

un m io

sprecato m onu m en to

in agro

Pisano

Aest iorum

( 2 1 ) ,

provvederà

il m io giovane gent i luomo

Johann

Michel

Joseph

Nazir2'19,

su l cu i capo possano accumulars i al di sopra delle benedizioni

dei m i e i

av i

la benedizione d i suo padre fino ai

gradi t i

colli

( 1 7 ) Matagraboliser, uarmßorpwvßvhšeßv Rabelais

2 4 4 .

( 1 1 1 ) Art Roya l d u

Cheval ier de

Rosecroix, à

Londres 1 7 7 0 .

8 °, p. 1 8 .

( 1 9 )

Algarotti24°.

( 2 1 1 ) V.

l'Edition originale des Memoirs de Sully.

( 2 1 )

Ca i

Herennii

Sermo ad Pisones.

Poesia

d el mio defunto

maes t ro

Rappolt sui piselli

2 4 8 1 1 1 2

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U L T I M E

V O L O N T A D E L

G A V A L I E R E

D I n o s A c R o c E 1 6 3

dell'età

matura che

speriamo

egli

possa

affrontare

presto

in

compagnia di qualche

fratello(22).

A tutti

i m i e i

critici invece, che hanno in orrore il lardo

francese

e

latino

del

m io id iom a,

auguro

che

il

tempest ivo

manova le del Gerofante sia stato

un

poliglotta, c o m e Pa-

nurge(22)

e

Quintus

Icilius25°, affinché non

potessero

affatto

leggere

la sua traduzione: car te l est notre p la is ir. .. Salute a

:hi po i vorrà attendere que i due o

tre

o magar i quatt ro anni

necessari perché si schiuda il senso di questa u l tim a

volontà,

il

cu i

segreto

intento

è

ancora

sigillato

(L.

S.)

Cognovi t DOMINUS q u i

sun t EIUS.

2

Tim. II.

19.251

( 2 2 )

Scritto nella

notte della Dom enica delle

Palme 1772,

un paio

d”ore prima della nascita

della

m ia figlia maggiore

Lisette Reinette.

( 2 1 )

Rabela is .

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Ghir ib izzi

e

dubb i

filologici

attorno

ad una memor ia accademica

Salm. CXX. 4 .

È c o m e frecce

appunti te

di u n

forte,

come fuoco in u n ginepraio.

ànou vúw ,

pri] tåpuot Icpoßòtg, äxovir

' c s X < z } » x o - r c o ì p o u o v , ô p c r o u .

Ooàv

Y } » 6 3 o ' o ' a v

Pindar. Nem.

VII

Con

altri

passi

di

quest 'ode,

ciascuno al

suo

posto.

Mess i per iscritto

da l

Mago

del

Nord.

Nell'ottobre

1 7 7 2 .

Stampato

presso: qui arriva

lo

stampatore

della <<Al lgm. Bibliothek»

neque ego illi

detrahere

ausim

Haerentem

capiti

m u l t a cum la ud e corona m .

Horat. Satyr.

I.

X .

4 8 . 4 9 2 5 2 .

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Gött ingische Anzeigen v on gelehrten

Sachen

› › _unter

der

Auss ich t der

Königl.

Gesel lschaft der W issenscha f ten  o l.

LXXVIII,

n u m .

722) .

(Il suo s tile non è certo un

modello

d a

imitare,

m a in quanto s u o

stile

personale

ci piace).

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Aristotele

con il suo acume abituale ha cercato d i

distin-

guere tra voce e l inguaggio. In

conseguenza delle

sue defini-

zioni

( 1 )

g li

Aããã

e

. .

.

. . . . .

.

. . _

rcomoì

r c o m o t

Itomot

nana

Itam a . fiom ot

lente,

ins iem e al

f ischio nasale › < í

- I 

2 :

3

C - I

C -I

C r

C -ì

N )

s e

del

celebre

eroe do-

del

parassita

nel Pluto, sono nel

senso

più proprio suono della voce, che

d'altra parte è

senz'altro

radice e

tronco, linfa

nutritiva e

spirito d i v ita del l inguaggio, soprattutto

della

sua

onomato-

poesia.

Il

concetto

di gradi e

d i

maniera si rifà a similitudini

assai

arbitrarie e l 'opposto d i queste

relazioni

ha meno influenza

sul la conoscenza delle cose

stesse.

O g n i m ec ca nic ità pres uppone un

organismo

( 2 ) ed ogni

vita

visibi le presuppone

entrambi .

Queste tre ruote si pre-

sentano sempre in m is ura ta lm ente

grande ed

eccedente, che

non

si

può né misconoscere né tanto meno

distinguere

la

loro

reciproca

azione motr ice.

L 'uomo non solo ha

in

comune con gli an ima l i la

vita,

(1) 'ij

L L È V ofav QQNH 'toü HAEOZ noti AYIIHPOY € 6 1 1

ÉHMEION,

Stò

nal. 'roìç äììtoiç

ùnápxsi .

X q ß o t ç p . s ' ) ç p L 'yåp

'ro\'›'tou

'E 1 c p ú o w ç aúröv é ) . † ) } . u 1 7 E v ,

G S U T E

oticrììáweowìat

-:oü

kuvmpoü

nati ñöš oç noti

- t a ~ 3 - t u t

anuot ivsw

à . ) t 7 . ' r ' 1 7 » c L ; ,

ó

S è

AOl O2`.

êni.

'rip önkoüv

È o t i. 'tò Z Y M I D E P O N noti T5 BAABEPON,

äzãfe xai .

'tò

AIKAION

m z ì . 'tò AAIKON, 1:00-to

-yàp

fipòç -rà ã 7 . 7 . o c Z _ ( ; › a 'coíç ávñpdmotç iötov,

'tò

uòvov

Al A@O Y n o t i .

KAKOY

m z ì .

AIKAIOY

nati

'IGN

ä } » ) . < . O v aÉo'ñco'W š x s w . De Republ

I 2,

Sci

šuxhuxóv

-ts e I v a t L

'rò Túrtrov noti

ucfà o o ' . v 1 < z o ' z ' . a ; twóç' ZIIMANTIKOE

* f l i p fi: \ l 1 ë c f › ° :

švfìv

ñ < o w v 1 ' r

D e

Anima II,

8

2 5 3 .

(2 )

OPFANA S è

m zi -rà 'töãv q › u ¬ : t - W ušpn, å}.).à †:ow'v:}»ú'›; åfikã Aristot.

De Anima, II, 1 2 5 5 .

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1 7 0 scRITTI sUL L I N G U A G G I O

bensì è

pure

sim ile sia al

loro

organismo che al

loro

mecca-

n i smo

più

O

meno , ossia

secondo gradi.

Il

carattere

distintivo

capitale

dell'uom o deve qu ind i r iguardare la

maniera

d i

vita.

N ei

r iguardi

della

socialità

il

saggio

Stagirita

considera

l ' uomo neutrale.

Io sospetto pertanto

che

il

vero carattere

della

nostra

natura consista nella

dignità

di

giudice

e d i

au-

torità(2) d i un animale politico ( 4 )

e

che qu ind i

l ' uomo

stia

al l 'animale

come

il principe a l suddito.

Questa dignità però, c ome ogni ruolo

onorifico,

non sup-

pone ancora alcuna

d ign ità in teriore

m erito

precedente

della

nostra natura, bensì è piuttosto - come anche q ues t'u l tim a

-

un dono grazioso

del

s o m m o Datore

d i tutto.

N on

mancano

a

nessun

eroe e poeta, possa

egli

essere una

prefigurazione del

Messia o

un

profeta dell'Anticristo,

periodi

d i

vita, nei

qua l i ha ben mot i vo d i confessare con

Dav id :

«

Sono

un

verme

e

non

un

u o m o

› ›

2 5 2 .

Senza

la

l ibertà

di essere

catt ivo

non

cӏ m erito e senza

la l ibertà di

essere

buono non

c'è

addebito di

colpa,

anzi

neppure cogniz ione del bene e del male .

La

l ibertà è il mas-

s i m o e il

m i n i m o

di tutte

le

nostre

forze

d i natura e

addir it-

tura sia l ' impulsO

fondamentale

che il

fine

ultimo di ogni

loro

indirizzo,

svi luppo

e

conversione.

istinto

sensu:

c om-

mun i s condizionano q u ind i l'u om o;

diritto naturale

diritto delle genti il

principe. Ciascuno

è legislatore d i

s é

stesso m a nello

stesso tempo è

il

prim ogenito e

il

pross imo

dei suoi suddit i .

Senza

la

legge

perfetta della

l ibertà(5) l ' uomo

non

s a -

rebbe

capace

d i

q u el l'im ita zione,

su

cu i

tuttavia

poggia

ogni

educazione e scoperta,

giacché

l ' uomo è tra tutti g li an ima l i

per natura il m a s s i m o pan tom imo( ° ) .

(3 ) 'n:oM-:ng 8'å†:M'› ' › ;

oùöevi

'cóìv ¢ ' i } » 7 » O . › v òplšrran

uãìlov

- F 1 - : G s p . s ¬ : É ) ( e | . v

n ø i d fi w c

m i

å ø x ñ c .

Id .

De Republ.

III,

1 2 5 ° .

(4 ) HOAITIKA 8'ša t i .v ( T a v ëv 'tt

xal .

x o w ò v Yivsfou. 1:á.v¬:wv

-rò

ëpyov. Id,

De Histor. Animal. I, 1 2 5 7 .

(5) Ö

öå 'n:0tptI.xú\.].m.ç

I-:lg

NOMON

TEAEION

TON

TI-I):

EAEYØEPIAX

foñroç] IIOIHTHZ

O G - r o ;

uax áp toç šv ¬ : ' ñ IIOIHZI-II aùtoü E - : ' < 1 ¬ : a L . Jac. I,

25

2 5 9 .

(6) 'ró - r s 'yàp utueìzrüat r r ú u c p u r o v -role å v ñ p w - : t o n e šx - n : a . f . ' 6 o . w

ša-ti x a i

¬ : o ú ' r q ›

ö u x c p š p o u o w .

' c ó ' › v ãì.}»G›v

Ctpwv

8 - : L I . u . u n ¬ : I . m › ' › ¬ : o I ¬ : ó v š o ' 1 : L xal .

- :àç

| J . a . i H ) o ' e L ; vtoteìtou

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GIIIxIBIzzI

E

D U B B I 1 = I L O L o G I c I

1 7 1

La coscienza,

l 'attenzione,

l 'astrazione e perfino

la co-

scienza morale

sembrano

essere per la maggior parte

energie

della

nostra libertà.

Alla

l ibertà

non competono

solo

forze

indeterm inate

m a

anche

il privi legio repubbl icano d i

poter essere

compartecipi

della loro determinazione. Queste condizioni furono indispen-

sabi l i alla natura del l 'uomo. La sfera degli a nim a li d eterm in a

qu ind i

- com e si suol dire - la direzione d i

tutte

le sue forze

e dei suoi impu l s i ad

opera dell'istinto

sia

ind iv idua lmente

che

complessivamente,

laddove

al

contrario

il

punto

di

vista

del l'uom o si estende all 'universale

e

addir i t tura

si

perde nel-

Pinfinito.

Aristotele

paragona

l ”anima alla

m a n o , perché

questa è

appunto lo s t rumento di tutti

gli

strum enti, quella invece la

f o rma d i

tutte

le f o rm e sensibi l i e intellettuali(1).

Probabi lmente

i

sensi

stanno

all'intelletto

c ome

lo

sto-

mac o agli altri vasi , senza

la cu i

circolazione e influenza lo

s tomaco

stesso

non sarebbe in grado d i adempiere il suo ufliicio.

Nulla

c'è

dunque nel nostro

intelletto

senza

che sia stato

pr ima nei nostr i sensi: così c ome non

c 'è

nulla nel nostro

corpo che non

sia

passato pr ima per lo stomaco

nostro

O dei

nostr i

parenti.

Gli

stamina

e

i

m ens tru a d ella

nostra

ragione

sono perciò nel significato più

proprio r ivelazioni

e tradi-

zioni,

che noi

prendiamo in nostro possesso, t ras fo rmiamo

in nostre linfe

e forze e vengono

così assunte al nostro

de-

stino di in parte palesare in parte

t ramandare la

dignità cri-

tica

e

arcontica

di an ima l i politici.

L'analogia del l 'economia

animale

è

l 'unica

guida

alla

co-

ötå p . u I ' r ' 1 a ' z - : m g rà; Itpdnraç, Mai. 'rò Xaipetv

107.;

utuñuam

rtávtaç,

cmp.sìov B è

'coú-tou

' s ò

cruußaìvov

E - 1 1 : 1 . ¬ : t T › v ëp-ywv' ó ì

yàp

atù¬:à ìunnpóç ô pöusv , ' .oú¬:wv rà;

Eixóvaç ' ràç

p . á t ) . v . o ' - : o t

fptprßwušvotç xa ipouev üswpoüv-:sg oiov ñnpiwv

'rs

p.opq݈;

¬ : L ' Z › v

å7pu››¬:o't-twv uaì.

vsxpôãv,

otirtov

S è noti.

wcüro ,

öft

uavñávrtv

uóvov

toi;

cptìocóootç

fiötwtov

åììå

Mai

'toìç

äìtketç

óuo iwç ,

<ì).}.'e.-.l.

ßpaxù xo tvwvoüm .

oufrroü, öuì 'yåp

1 0 1 7 1 0

) ( o u ' . p o u a ' L

-tàç

s i xóvaç

öpôbvrsç,

ö ¬ : L

u u u ßa i v s t ñswpoüvraç

uav ô áv s n v xml .

a'u}»Ã.o'yi§sa*ñaL - r r ' . šxao'-rov,

olcv

ëft

oü-.og éusìvoç.

A1-1510: ,

De

Poetica 4 2 6 ° .

(7 ) å ' › o ' ¬ : e 1 1 )

I l a u x h

G i a ' - : t a p

ñ

X s i p š ø ' ¬ : w ° nat

Yàp

ñ xsip öpyavóv š a ' 1 : I òpydtvwv,

n a t i .

ò voüç

e l ö o ç

š | . 8 ó ' › v mi - ñ aløünatç

rlöoç a i a e ° ? ~ q 1 z 7 w . Aristot, De a n i m a

III 8261 .

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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172

scRITTI sUL

L I N G U A G G I O

noscenza

anagogica

del l”economia

spirituale

(2),

che assai pro-

babi lmente è solo in

grado

d i sciogliere e

completare

i fe-

nomen i e le quali tates occultae d i questa parte visibi le e

m utila .

A m m e s s o

qu ind i anche

che

l ' uomo

venga al

m o n d o

simi le

ad un Otre vuoto, proprio questa mancanza lo rende tanto

più capace d i

godere

della Natura

attraverso

esperienze e atto

alla

comuni tà

del suo genere grazie a tradizioni. La nostra

ragione almeno scaturisce

da

questo duplice insegnamento

fatto

d i

r ivelazioni

sensibi l i

e

d i

test imonianza

umana , le

qua l i

sono

partecipate

sia

attraverso mezzi , ossia

caratteri,

ana-

loghi che

secondo

leggi

analoghe(9).

Da

sempre i

f i losofi

hanno

detto

addio

alla

verità per il

fatto che separano c iò che

la na tura

ha congiunto e vice-

versa:

ed

è per

questo

mot i vo

che tra

g li altri

eretici

la filo-

sofia

ha

visto

nascere

anche

i

suoi

Ariani,

Maomet tan i

e

So-

ciniani, che hanno voluto spiegare tutto in

base

ad un”unica

forza posit iva o entelechia(1°)

dell 'anima2°1.

Poiché il mistero del connubio

tra

nature

così opposte

qua l i

l ' uomo interiore e l ' uomo esteriore

-corpo ed

an ima

-

è

grande,

è

senz'altro

necessario per

giungere ad un con-

cetto com prens iv o d ella

m oltepl ici tà

nell'unità

del

nostro

e s -

sere

u m a n o

u n ric onos cim ento di parecchi caratteri distintivi

terreni.

L 'uomo non è dunque soltanto un vivente campo m a

anche

il

Figlio

del campo ; e non soltanto campo e seme (secondo il

( 5 )

Toutes

l e s puissances du corps et

de Fentendement

ne sont-elles

pas des fa cu ltés et qui

pis

est,

des facul tés trè s ignorées , de f ranche

qual i tés

occultes

à c o m m e n c e r par

le

m o u v e m e n t , dont personne n”a

decouver t

l'origine ]e

ne sais s'il

n'y

auroit pas dans

cet a b i m e une

preuve

de

l 'existence de

l'Etre

Supreme.

Il

y

a u n secret dans

tous

les prem iers ressorts

de

tous les Etres On c o m m e n t ce secret, sans

que personne le süt?

il

faut bien qu' i l a it un etre, q u i

soit

au fait.

Q u es tions s ur

l'En cyc lo ped ie . Pa rt.

VI.

Art.

Facul té p.

1 3 ,

1 5

2 6 2 .

(9 )

Cfr. Rechercher s u r l'Entendernent h u m a i n d'après les Principes

d u

sens c o m m u n

pa r

T h o m a s Reid .

Ou v r a ge

traduit

de l'anglois

à

A m s t e r d a m .

[1]

7 68 2 6 5 .

(10)

Ea u

' y à z p

È E åv r t ksxs íq t

[ëv-toe] Itåvra 'tà

yuyvópxva .

A1-istot, De

Anima,

III, 7 .

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G I ¬ I I x I D I z z I

E

D U B B I F I L O L O G I G I

1 7 3

sistema dei m ateria l is t i e degli

idealisti)

bensì anche

Re(11)

della

terra, padrone

d i

seminare

nel suo

campo buon

grano

o

zizzania mal igna

2 6 5 ; cos'è infatti un

campo

senza sem e e

un

principe

senza

terra

proventi?

Queste

tre

cose

sono

dunque in noi un'unica

cosa,

ossia ®soi'› 'yštopyuov ( 1 2 ^ ) :

come

tre

sagome

sulla parete sono l'om bra

naturale

d i un unico

corpo, che ha dietro d i

s é

una

duplice

luce

Dopo essermi gettato vert ig inosamente nell'em pireo san-

tuario

del l 'umana

natura, O per m eglio

dire,

dopo essermi

spinto

inn anz i a lq u a nto

le

m ie peripatetiche

bolle

d i

sapone,

a

metà

strada

e s s e

si dissolvono

nelle gocce

d i rugiada

seguenti:

< < L 'uomo apprende,

può,

deve e vuole usare e reggere

tutte le

sue m e m b r a e i

suoi

sensi -

qu ind i

anche

orecchie

e l ingua -

perché

può,

deve

e

par im enti vuole imparare.

Di

conseguenza

l'origine del l inguaggio

è

altrettanto naturale

ed

u m a n a

quanto

l'origine

d i

tutte

le nos tre opera zioni,

capa-

cità

ed

arti. N on

d i meno

ogni

allievo coopera a l proprio

insegnamento in funzione della sua inclinazione, capacità e

occasioni

di apprendere: qu ind i l 'apprendere in senso proprio

non è invenzione

più

di quanto non

sia

semplice

r icordo

› › .

N ei m iei ghir ibizzi non ho preso

v ie

traverse, s iamo già

alla meta, ossia alla recentissima

pro va pla to nic a

dell'origine

del l inguaggio.

Sarebbe s o m m a m e n t e

r idicolo orga nizza re u na

confuta-

( 1 1 ) Qui igitur exisse ex

potestate

dicuntur, idcirco dicuntur,

quia

non

s u n t in

po te s ta te m e ntis ,

cu i

regnum

totius animi a natura tributum

est. Cicero. Tuscul .

Quaest .

III. S.

O m n e m

enim

naturam necesse

est,

quae

non solitaria sit neque

s imp lex , sed

cum

alio juncta

atque

connexa

habere

al iquem in s e

prin-

cipatum, ut

in h o m i n e

mentem in belva

quiddam s im ile

ment i s

Prin-

cipatum

antem

id

dico, q u o d Graec i

'ñvtl lvvwöv

vocant : q u o

nihil

in

hoc

genere nec

potest,

nec debet esse

praestant ius.

Id.

de

N at. Deoru m . II, 1 1 .

Antoninus

c riu s : (C om rn en ta riu s )

v .

§ 1 9 .

Dux et

Imperator

vi tae

mortalium

a n i m u s

est.

Sal lust io Iugurt/›a

2 6 5 .

( 1 2 ^ ) E

questo

il

nome

dato da Paolo alla Chiesa in

1

Cor. III,

9 :

u n

term ine scolast ico

altrettanto equivoco quan to sono rimasti fino a l

giorno d'oggi

i

term ini «an ima › ›

e

«natura umana › › 2 6 7 .

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1 7 4

sciurr i s U L L I N G U A G G I O

zione di una verità non s oltanto saldamente dimostrata

m a

anche

coronata ( 1 2 1 1 ) . Mi trov o q u ind i nella gradevole neces-

sità

d i poter bruciare

incenso alla

m o d a del

m io

tempo

con

l'esprim ere

dubb i .

Fuor i

da

tutto l 'oscil lante sogno d i dubb i , aleggianti in -

nanzi a lla

m ia

an ima, da quando,

sette

m e s i

or sono, less i

la memor ia

prem ia ta da ll'Accadem ia , torno

in m e stesso

in un

m o m e n t o

di veglia

per

so f fe rmarmi

del iberatamente

su

un

unico dubbio e sottoporlo a

chiara

e più giusta

osservazione.

Quell 'unico

dubb io

consiste

in

ciò:

«

anche

il platonico

Apo-

logista dell 'origine

u m a n a

del l inguaggio ha preso davvero sul

serio il suo

tema

sia per dim ost rar lo che

anche

solo per pren-

derlo

in considerazione? › >

( 1 2 ) .

A prendere in esame

questo dubbio

e nessun altro m i

induce

un mare

d i caratteri;

ne porrò in evidenza alcuni

ed

invero

tra

i

m e n o

importanti:

il

fatto

cioè

che

l'intera

d imo-

strazione platonica

costituita

da un c irco lo chiuso, da una

perenne trottola e da una contraddizione che non è né

na-

scosta

né sotti le, poggia su forze occulte di n o m i arbitrar i

e d i parole d'ordine sociali o di fantasie private per r idurs i

infine addirittura ad

una Genesi

div ina,

che di

fatto

è

più

sovrannaturale,

sacra

e

poetica

del l'ant ich iss im a

storia

orien-

tale della Creazione

del cielo e d ella terra .

Possibile che il d otto A u to re abbia scritto su l serio? pos-

sibile che s i sia esposto così

del iberatamente

e alla leggera

a

ricevere un c ontra cc am b io d alla crit ica in una misura c om-

pressa,

scossa, iperbol ica m ente pleonastica, abbia abusato d i

s é

stesso

fino

a

fars i

oggetto

d i ferite

e

di

ammaccature

da

parte

di a r m i

polemiche

o abbia

realizzato sempre

l 'opposto

( 1 2 1 1 )

contendere

durum

Cum

victore Hor.

I, Serm.

9 2 6 1 .

( 1 5 )

curriculo

ulverem

olympicum

Collegisse juvat, m e t a q u e

ƒervidis

evitata

rotis. . . . . Hor. I. 1 .

Quis

circum pagos et circu m com pita

pugnax

Magna

coronar i con t emna t Olympia, cui spes,

Cui sit

conditio

dulcis sine pulvere

pa lmae?

Horat. I.

Ep.

1 2 5 9 .

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176

scRITTI sUL

L I N G U A G G I O

Un

intero

oceano di

sensazioni passa

sussurrando

per

tutti i nostr i

sensi:

per rendere alla

fine

il lettore attento

al piccolo pollice accademico dell 'appercezione.

I n s o m m a :

«Ques to

carattere

prim ar io

della

consapevo-

lezza

intellettiva

diventa parola del l 'anima, Con

esso

il

lin-

guaggio u m a n o

è

inventato › › Eúpmmt

Un

arciprete

ben noto

nella sua diocesi rammentava

con

in tim a affl izione di avere udito in non s o quale

festa

eccle-

siastica vuota

da l punto

d i

vista

razionale non meno che

morale

un

pastore

di

vil laggio

2 2 1 ,

che

div ideva

il

suo

tema

in

due parti,

delle qua l i

ciascuna

conteneva

in

s é un'ant i tesi

e che

parevano abol irs i

l 'una

con

l'altra

m a

che in sostanza

provavano in tuitiva m ente c iò

che dovevano dimostrare, ossia

un 'ar itm etica singolar iss ima,

inco m prens ib ile

e soprannaturale.

Con

tutta

la m ia più in tim a tristezza per aver

perduto

a

cagione

di

un 'art im et ica

dannatamente

politica

cinque

talleri

per

ogni

fat icato e industr ioso mese della

m ia preziosa vi ta,

non

posso fare a

meno

d i sorridere

della

somiglianza

della

d im os tra zione pla tonic a con

il tema d i q u el pred ic atore d i

campagna

probabi lmente

povero

d i spirito.

La

prova

platonica dell 'origine

u m a n a

del l inguaggio consta

d i

due

parti:

una

negativa

ed

una

posit iva.

La

pr ima

contiene

ragioni

per sostenere che l ' uomo

non

è

un

animale, la seconda

contiene

ragioni

per

sostenere

che l ' uomo è

comunque

un

animale.

Una cotale

apocalitt ica

creatura,

quale

l ' uomo

neo-

platonico che non è un a nim a le eppu re

lo

è, può e deve ne-

cessariamente

essere l ' inventore

del

l inguaggio,

giacc hé nessun

animale

è

in

grado

d i

inventare

un

l inguaggio

e

nessun

Dio

ha lecito mot i vo d i farlo.

S e avessi la m i n i m a voglia di rendermi immor ta le con

note

interminabili e im per tinen ti per eru d iz ion e e

parlantina

ad un magro testo e con un com m en t o fi losofico attorno a

due parole latine e diventare uno scrittore per gli spiriti

grandi

e

per

g li

ancor

più

grandi

sciocchi,

la

mera

parte

negativa della

prova

platonica m i potrebbe

offrire

mater ia

per

un capolavoro

storico-critico.

A

stare

a

certe

edizioni e

t raduzioni

corrent i nel

quarto

illuminato della

nostra terra potrebbe saltare

in mente forse

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G I - II I < I B I z z I

E

D U B B I F I L O L O G I G I 177

ad

un

im peratore

cinese del secolo pross imo d i

canonizzare

il m io saggio

condensato

in sostanzioso compendio al ruolo

d i

testo di

edificazione

domest ica

e d i

vendere ai

suoi suddit i ,

c o m e

fosse

la

lepre sulla

luna

cara

a

San

Confucio,

un

cavolo

cotto

e

ricotto d i

ghir ibizzi e d u b b i

nella m aterna

l ingua

alto-tedesca la qua le è perfettam ente barbarica e cenciosa-

mente superba quanto la l ingua

materna

del

beat iss imo

Bayle

e

del Sig. Henry

Ophelo t

de la

P a u s e ( 1 ' 1 )

2 7 2 . Da l

m o m e n t o però

che sono cordialmente nemico de lla c ia rla taneria cinese o gal-

lica degli

autor i

e

d'altra

parte

il

m io

presente

interesse

a

sua

volta non mi richiede affatto d i sottoporre ad esame puni-

tivo la parte negativa della

prova p la tonica ,

a piene m a n i am -

met to < < che

l ' uomo

non è un animale e non ha istinti › › , tanto

più che il più

recente

apologista dell 'origine

u m a n a

del

lin-

guagg io pare presupporre un istinto in ogni

animale

in maniera

tanto

essenziale

quanto

il

genio

in

ogni

u o m o

che

sia

almeno

uno scrit tore;

per

cu i

l'istinto diventa

senz'altro una

condit io

sine qua non d i

ogni

animale, per potere con

tanto più

vigore

e

sicurezza elevare

l ' uomo

oltre

la sfera degli

an ima l i

e

situarlo

in un superiore ordine d elle c rea tu re distinto in guisa

spe-

cifica e non

per gra do.. .

Nella

storia

del

nostro

secolo

ora

corrente

balena

agli

occhi

per

più

d i

un

esempio quanto

poco

occorra per

essere

una

creatura

che non

per motivi d i grado

m a

per sua spe-

cifica

natura

sta in piedi, o sdraiata o seduta o

magar i

s e ne

va qua e là -al d i sopra d i quegl i animal i , che nella vita d i

tutti i giorni si

ch iamano

suddi t i : tale creatura, grazie alla

sua

forza

posit iva

l iberamente

operante,

a

secondo

della

va-

rietà dei cieli, delle l ingue e dei temp i prende il n o m e d i

t iranno

o d i

Dio

in terra; il suo carattere

consiste

nella to -

tale

determinazione di

tutte le

forze

superiori

nei confront i

delle

forze inferiori (la

cu i psicologia complessiva

però

negli

( 1 4 ) cette

angue

herissée encore de termes barbares, qui s e

tra in e p en ib le m e nt avec tout son

attirail

minutieux

d”articles

et de verbes

auxi l ia i res et qui n'oppose q ue son orguei l leuse pauvreté à la

m ag n i -

ficence de l'idiome de Cervantes,

à la dou ceu r

de celu i d u

Tasse et

à

l 'ene.rgie de celu i des Bol ingbrokes et des Shaftesburys.

Préface

à l”Histoire

des

douze Césars de

Svetone

etc.

p.

XII.

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GHIRIBIZZI E

D U B B I E IL O L O G I C I 179

corti

e c irconc is i o rtodoss i che

dubi tano

del

loro test im onia . . .

af f inché

dunque

io non

s ia

accusato di avere

s m a g a t o la

pla-

tonica apologia dell'origine

u m a n a

del l inguaggio della sua

vigoria

poetica,

intonerò

un

f r a m m en to

della

genesi

più

re -

cente

in

dialetto

orientale s u una pindarica lira da noleggio

al pitico

vincitore per

sua gloria e incenso:

Courage,

allons,

prends

ta harpe benie(15)

et

m o q u e

toi de son Academic

Egli lo creò non

animale

ed

animale

t raendolo da

un

intero oceano

di

sensazioni, da

tutto

l 'ondeggiante

sogno

delle f o r m e

che

aleggiavano

innanz i a i suoi

sensi e al-

l'a ctu s d el

loro

r iconoscimento,

a segno della

sua

consa-

pevolezza di intenzioni deposero innanz i

a

lui le a r m i .

Sub l ime

sopra

gli an ima l i non per grado m a per speci-

ficità

d i

istinto

s o r s e

Pandrogino

platonico

in

qualità

d i

non-animale:

senza istinto.

V a , dom ina su gli uccel l i da preda ed i mostri del m ar e ,

s ii però

m u t o e

stupido disse l'Andriantoglifo a l

proto-

plasto d el lin gu a gg io 2 7 4 , giacché al m o m e n t o in c u i rico-

noscerai il frutto del

tu o

istinto interno ed es terno, la

tu a

bocca s i

aprirà

e

tu

sarai

un

animale

pieno

d'istinto

esterno e interno e

il tu o

carattere

non-animale appas-

sirà

c o m e

erba.

Il platonico

androgino

r imaneva ancora, nato m u t o ,

nel sogno d i forze

nascoste. Ecco

Accadde tutto d'un

tratto;

sprofondò sempre

più giù nel

s u o

elemento,

in

un intero oceano di sensazioni, in

tutto

u n oscil lante

sogno

di

f o rme ,

e

s i

trovò

posto

in

uno stato

di

consa-

pevole

intenzionalità

e

di stupore, che

d'altra

parte gli

era proprio.

Ed ecco

in quel lo stesso m o m e n t o

gli

ac-

cadde che gli sfuggisse il primo suono del suo istinto

esteriore quale segno

e

parola comunicat iva dell”istinto

interiore.

Quindi la prima parola nacque dall' istinto esterno

ed

interno e

da l

non-animale,

situato

al

di

sopra

degli

an ima l i dalla mancanza dell'istinto, nacque u na crea tu ra

( 1 5 ) Cfr. George dans

la

Pucel le d'Orleans; Cha n t XVI.

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1 8 0 scRITTI sUL L I N G U A G G I O

sospinta dall'istinto esternamente

e

in ternam ente, ossia

u n

animale

consapevole

di intenzioni e creatore di lin-

guaggio:

salute al l” inventore del

l inguaggio

G rid iam og li un sa lomonico   H K È SQ   ( 1 1 ) .

Con questo organo div ino del l” in te lle tto è stato inventato

l'intero Corano delle sette arti 2 7 ° e l'intero T a l m u d delle

quattro

facoltà e su questa roccia s i

erge

la fortezz a d ella

fede

filo sofica d el

nostro

secolo,

innanzi

a

cu i

devono

inchinarsi

tutte le

porte della poesia orientale.

Ho

dato

il

n o m e

di

platonica

a

questa

prova

soprannatu-

rale dell 'origine

u m a n a

del l inguaggio

perché coincide

con il

termine

tecnico

neologico

d i «consapevolezza

intenzionale

› › ,

quale

« punto

singolo

e scintilla illu m ina nte dell'intero si-

stema > › , e ritorna infine ad una sinonimia greca e

perché

i

Platonici hanno rumina to , ah intra et ad extra fino alla nausea

c ome

lo

svedese

contemplatore

di

arcani,

il

Aóyoc, švönátìls toç

o švùuunuarixóç e il Aóyoç rtpocpoputóç, la

parola

interiore

ed

esteriore

2 7 7 .

Filone annoverava

a sesto senso

una

'yóvtuoç

cpwviì ( 1 7 )

e

pare proprio che parli della genesi del l inguaggio

come del

< <

nisus

de ll'em b rione a parlare

a l

m o m e n t o

della

sua

matura-

zione

(p.

1 4 8 )

> ›

( 1 1 1 ) ,

considera

però

un

grosso azzardo

< <

accen-

( 1 6 )

Voic i c e que j 'ai

trouve c'est que

Dieu à crée l ' homme juste;

m a i s ils ont c herc hé b ea uc ou p de discours . Eccles.

VII,

3 0

2 7 5 .

( 1 7 )

To uèv yfìp äìtoyov Ilruxñç

u é p o ç

šëaxñ öneìtùv 6 önutoupyog, E E uoipotç

sipydcaaso, ëpourw,

ysüdtv , åxofiv, i $ ø ' q › p ' n o ' w , åqrhv , Yóv tuov q › u . › v ' f ) v .

Filone,

Opera,

ed.

Francoforte

1691,

pp.

512-513.

Quis rerum

divinarum

haeres 2 7 5 .

(13)

'O 'yàp

ötovyvüç

p . ' h ¬ : p o w

åxåo'-tO›v, 1 : 0 6 uèv voü -:tpòç

'càç

vor]-tdtç nevra-

ì v ñ i l ø e t ç ,

'roü ö š kóyou - : t p ò ç -rà;

ö t t z owvñç švrpyéuzç,

- r í ô v ö š

o u . a ' i H 1 a ' s w v

Itpòç -tà;

durò

'vöv ü fto us u ré vw v š y yw o uá v otç q ra v fo w lo tç ,

- v o ü 8 : 1 : a't¦›p.a.'toç

- n z p ò ç 'ttìç

oinaiouç

aù-toü

a ' ) ( é c r s v . ç

- t à

xatì x tv-haute, d t ó p o t - : o g

x a ì

d ' n : e p p . c t - : t x ò ç x t z i .

-taxvutòç

xotl

Orio.:

š ° fl -

7 ~ 6 ' Y ° € .

Ibid.

p.

4 9 7 2 7 9 .

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G I - I I R I B I Z Z I E D U B B I I = I r . o L O G 1 c I 1 8 1

nare a

corpi

m ediante om bre e a cose mediante parole › > ( 1 2 ) .

Potrei,

s e

ne valesse

la

pena,

smontare

da

ancora più

d i

una

parte la

prova, intessuta

tu tta d i

postulat i arbitrar iam ente

assunt i

e

d i

fa ls i

a ss iom i circ a

la

natura

del

l inguaggio,

e

fare

apparire l 'Apologista

in una certa

luce,

in cu i q u i non deve

invece apparire.

Mi

perm etto solo ancora d i

osservare

che s e

secondo la sua legislazione risulta

fuori

discussione

l 'origine

di un

l inguaggio u m a n o che

s i va f o rmando da s é

e d i

un'an ima

che s i va f o rmando da s é ,

la

tesi

è

in

verità

fraintesa

e

confusa.

Tanto m e n o voglio dire dei f r a m m e n t i poetici per

un'ar-

cheologia

della storia del l inguaggio 2 2 1 . S e però il

l inguaggio

u m a n o è

stato

inventato con la pr ima parola,

allora

forse l 'ar-

cheologo intende

per parola, secondo un id io tism o

usuale tra

gli Oriental i ,

tutt'altra cosa. Secondo infatti la Conc ord ia

Na-

turae

del

Wa c h t e r

e «

per

il

fatto

che

gli

ant ichi

inventori

vogl iono dire tutto in una volta

› ›

(p. 1 3 3 ) , questa

pr ima

parola

non sarà stata proprio né un nomen né un verhum,

m a per lo meno un

periodo

intero

( 2 ° ) , in rapporto inverso d i

proporzione

per

vigore

e

intensità

alle

nostre

odierne

crie

aftoniche d i

tre

fogl i . . .

2 2 2 .

« E basta con i

giochi

di parole › › .

L 'uomo

dovette

qu ind i

essere

senz”altro

-

com e

ha

provato

il nostro caro Platone, secondo

la sapienza

che gli è stata

donata, fino

a fa rne la parola

profetica più

salda,

che

risplende

là nel buio, - u na crea tu ra che sta al di sopra

degl i

an ima l i

non per

grado

m a per natura

specifica, per rendersi

degno

(19 )

Tóknuot o \ ' ›

pmtpòv

6 1 . 6 : o ' › t | . t ' › ' . › v p . o v .

adiuotta,

8 1 . 6 : b n | J . a ' t ¬ : o › v

rtpátyuara, ån ap

åuñxavov ñv ösuwúvou.

Ibid.

4 9 1 2 1 1 1 1 .

( 2 0 )

Come dice

della scrittura cinese

il

Bou la nger nei suoi

Essays

sur la

population

d'Amerique. Amsterdam, 767.

Tom.

IV,

p. 278.

Les

caracteres chinois n'étant pas d e s lettres, mais d e s

mots,

des termes,

ou des phrases.

Oppure

come

le statue

più antiche

6 3 v

- : é x v n

š ö ó x s t

1 * ) G u a - r o ì m mi

f-Xvåflìc.

Demetrius

Phalereus

de

Elocutione

§

XIV.

Per

potersi

fare

un'idea

del

l inguaggio

più antico,

per

persuadersi

che u n lingu agg io è possibi le

anche

senza tutta la

nostra

g ra m m a t i ca

così

c o m e senza

la

lingua né l'apertura

della

bocca

è possibi le a i più

moderni

ventriloqui

o engastrimiti

e

via dicendo, rimando per il

seguito

all 'opera

del

mio

compatriota Th. Sig. Bayer

M u s eu m

Sin icum. Petro-

poli 730

2 5 2 .

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GHIRIBIZZI E DUBBI

FILOLOGICI

183

Perché non dovre i andarmene in pace e

contento

dietro

i m iei pa d ri tra il

suono

d i

t rombe,

trom bette, arpe, violini,

salteri,

liuti e s t rument i a corda d'ogni genere, d i

cu i sono

invero

virtuosi

i

begl i

spiriti

di

questo

secolo

e

che

mediante

la cultura

«

del

senso mediano

nella sfera della

sensibilità

dall”esterno

› › s i sono

fatti

un nome maggiore

che

non

il

Dio

degli Ebrei con le t rombe dei suoi sacerdoti, che sapevano

sì abbattere

città

m a non fabbr icarne

come

i nostr i

odierni

Anfioni. . . tutto con

la

sola forza

della

mus ica e del

loro

gusto

musicale,

che

sente

crescere

l`erba...2'27.

M a

che

cosa

sto

ancora

a

dire? N on

è stato deciso d al c on siglio

dei

guar-

dian i in

base

a ll°aritm etica

politica

che non si deve più bru-

ciare a lcun

mago,

bensì far lo mor i re d i f reddo e d i f ame, am -

messo anche che ci

fossero

nel

paese

7000 suoi confratel l i ,

numero che io in verità non sarei in grado d i stabil ire

senza

la

superiore

rivelazione

de ll'a ritm e tica po litica ,

alla quale

io

non posso pensare

senza

la più profonda a ffliz ione de lle

m ie

viscere

più di quanto un certo predicatore d i corte

possa

pensare all”aritm etica

divina

( 2 2 ) .

N on

ha

dovuto il

m io

amico

Herder

andare

in

caccia

della

g e m m a del premio

messo

in

palio, della meta messa in

serbo

in

precedenza

nei forzieri

accademici?

non ha dovuto cor-

rere a caso e tirar d i scherma com e chi com batte al vento?

Egl i ha sofferto da buon lottatore ed è stato

giustamente

coronato, perché

ha

combat tu to secondo le regole

( 2 7 ) .

Come

un

saggio

ammin is t ra tore

di

un

ingiusto

M a m m o n a non

ha

potuto

porre a

fondamento della

sua

trattazione

altro che

le r ivelazioni e la tradizione del suo

secolo e

costruire la

sua prova con

sabbia,

ro ttam i, legno,

fieno,

stoppie.. . e tutto

certo secondo

lo

stile

architettonico

più recente del suo

tempo.

È colpa sua s e nel nostro secolo economist ico, estetizzante ( 2 2 )

( 2 6 )

Ueb er d ie Nützbarkeit

des P re dig ta m ts u nd

deren

Beförderung.

Berlin

7 7 2 . p. 1 34

2 5 8 .

( 2 7 )

v ° l J - i u w ~ ;

2

Tim. II, 5

2 2 9 .

( 2 1 1 )

Sentimental.

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1 8 4 sciurrr s U L

L I N G U A G G I O

e spietatamente

giusto

vengono

tollerati

di contro ad alcuni

pochi us i e pregiudizi d i un

giuda ismo

occulto

e

rivelato di

benefica quanto segreta

inf luenza, che

però

il m o n d o

cieco

non

riconosce,

perché

non la

vede, ancora

tornei

arabici ,

com e dice il conte Algarott i(29) (le

cu i ossa

possono riposare

in una maniera

placida

quanto

costosa )?

N on

avrebbe do-

vuto piuttosto formare

un sonettO(2°) per soddisfare

un

pub-

blico avido di quest ioni e d i guerre d i parole?

N on

avrebbe

dovuto abbassarsi

alla crit ica

e arcontica debolezza di un

secolo,

la

cui

politica

non

è

mero

so lec i smo

(21),

gallio-

n ismo

( 2 2 ) , m a il

mistero

della

più sacrosanta contraddizione?

(che tuttavia

domina il c l ima

ed

è

s o m m a m e n t e att iva nei

b amb in i ) ; in

un

secolo innanzi al cu i

critico

naso un G io-

vann i

Salomone

Mathanasius

di Hal le 2 2 1 può versare

l'in-

tero carico degli

acidi

e fieli di una erudizione putrefatta,

in

cu i

addir i t tura u o m i n i

illustri

in

almeno

tre

Facoltà

e

in -

signi m e m b r i del ceto d o tto , m ilita re

ed agricolo

possono nu-

trire

e fortif icare la

loro

sana

ragione

d i

una

m..

.a di

fede

storica

( 2 2 ) ? ; in un

secolo morale

che sta con le orecch ie

ritte ad ascoltare

l'algebra(2'1)

delle realitates, alle qua l i ha

dato

in precedenza il suo imprimatur la sinagoga?; in un

secolo

d i

Crist ianesimo

universale

in

cu i

un Angelo

della

comu-

nità dal l”unghia del piede divisa (il suo n o m e sta sulla tua

bocca, o

posterità,

c ome

il

suo

stile, acqua

tiepida )29 2 ha

il

( 2 9 )

C'est aux Arahes , qu'on doit

l'usage

des Theses

puhliques,

que

l'on pourroit

n o m m e r

les

Tournois

et

les

/ 'outes de

la

Philosophie.

Oeuvres du C o m t e

Algarotti.

< <

Dulces

ante o m n i a Musae› › .

Traduit

de

l'Italien. Berlin 7 7 2 . Vol.

V, p. 464.

( 5 0 ) Les

Academ ies fondées par

l e s

Princes recueillent pour ainsi

dire les

Sonnets

des

Sciences

_

t j ama is

un livre. Ibid. 369 .

( 5 1 ) Le solec ism e de

vouloir

la

fin

sans emp loyer les

moyens , qui

y conduissent .

Id.

Vol. VII, p. 385 .

(32)

oùöšv

:oú¬:t››\›

1 1 1 :

Faìtìtitovt

ëusksv .

Atti,

XVIII,

1 7 ,

La

città

di

Susa era impazz i ta , frattanto il re e il suo consigl iere, che

presumibil-

m e n t e era un appaltatore d1espr i t e di

bon

ton, sedevano

e bevevano .

Ester

III, 1 5 2 9 ° .

( 5 5 )

Di

C. T. D. *** Berlino 1772 . A spese dell 'autore292.

( 5 4 ) Toutes les actions de

la

vie se

reduissent

à autant de

prob lemes

de

Maximis et Minimis,

ha già predetto Algarotti Vol. V,

p.

2 9 1 .

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GI-IIRIBIzzI

E

D U B B I E I L O L O G I G I 185

diritto d i

rinnegare il

sacerdozio spirituale e la

professione

più santa

con

doppie imperdonabi l i menzogne, al

paragone

delle qua l i tutte le

farse anacreontiche

sono mora le

genuina

e

tutti

i

pitanologici

paralogismi29'1

sull 'origine

del

l inguaggio

oro e pietre preziose?...

Per

innalzarsi con una

grande

vittoria il

m io

amico Herder

non

poteva

che scrivere una satira

per

una

cruda e rozza

adultera

che non

è

né non-animale, né non-uomo, m a una

mostruosi tà con un braccio di ferro, un ventre d i fo rmica e

il

volto

d i

Anubi(22), per

una

razza che

rinnega

Dio

e

si dà

premura per arricchire e pensa d i

depredare

cielo e terra

con

Opere varie

in

poesia e in

prosa 2 2 2 .

L'Angelo della mor te e l 'erede del

loro granaio r ico lmo

li

ch iama

per nome(22). . . in un secolo comico e tragico in

cu i perfino un Mago dell 'Europa non si vergogna di battere

la

testa

nel

m u r o

e

gemere

nel

m a s s i m o

tono

elegiaco(27):

Arithmetique pol i t ique rends

m oi

m es 5 ecus

2 7 7 .

N on piange te , o

c o m m o s s i

Lettori, su l Mago del Nord ,

che vi vedete innanzi con una piccola Mu sa O Grazia d i sei

m e s i

su l suo braccio destro e un piccolo Apollo d i

tre

anni

alla

sua m a n o sinistra.

Vedete

che non mi è r imasta una

terza

m a n o

per

profanar l i

c ome

il

bastardo

celtico

gigante

del

Sig.

Marmontel29°.

Posto du nq ue che il Mago del

Nord

debba m or ire di f a m e

( 3 5 ) Je

ferai,

c e que

dit le

Florentin,

Bras de fer, ven tre de fourmi ,

am e de

chien.

C'est

à

dire; pour

deven i r

r iche,

j'endurerai

tant

de

travail

q u e m on corps purra

porter:

je m e passera i

aux

plus petits despens

qu'il

m e

sera possible:

d e cons cienc e

j'

en

auray

a u ta nt q u”u n

chien.

Lequel

dernier

point s1accorde assez

bien avec

cet autre proverbe:

Pour

devenir bien-tot r iche, il faut tourner

le

dos a

Dieu.

Traité preparatiƒ à

l'Ap0logie

pour

Herodote pa r Henry

Estienne.

L'An 1 566 au

m o i s

de

Novembre,

p. 41 .

( 5 6 )

Luca

XII, 20 2 9 6 .

( 5 7 )

Supplées,

s'il

vous

plait.

cet

mot

des f rançais reveré

mot energique au plaisir consacré

Mot

< < qui

est

au

jurement

des Italiens ce q ue l'action

est

à l'instrument › › .

Dan

Apuleius Risor ius , Benedictin 2 9 7 .

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186

scRITTI sUL L I N G U A G G I O

- sotto

il regime d i un

Federico

generoso verso

gli ingrat i

c ome un Dio

e abitante

in una

luce inaccessibile e sotto

l ' am-

m inistraz ione d i un

Mecenate

che

non

si

vergogna di essere

amico

d i

Oraz i

e

d i

Virgili

tedeschi

e

patrocinatore

d i

uno

Zöl lner 2 9 ° ,

- posto

che debba mor i re, cosa di cu i dubi to

quanto

della forza e sicurezza di tutti i m ie i

ghiribizzi,

che forse non

hanno

maggiore

né minore significato che l 'apparizione d i

un'aurora

boreale...

( 2 2 ) .

Posto du nq ue

che

il Mago oggi

o

d o m a n i

abbia

a

mor i re,

sapete,

o

Lettori,

che

muo re

c ome

un

Mago

che ha

amato

Iddio, il suo re

e

la sua patria e

si attrista

del vostro analogo

destino.. .

N O N

oMNIs. . . 2 9 2

perché

egli lascia da educare al

suo amico Herder un ometto e una donnina.

A lui, al più degno d i

tutti

i

m i e i amic i ,

che sono non

solo tutti grandi, fedeli e teneri m a anche innumerevo l i

(Va,

Giuda

'lo xo tp td rrng im p icca ti

e

crepa

2 1 1 2 )

nel

Nord

e

in

Ger-

mania (cosa m i im porta infatti dei Borgognoni, d ei G u as coni,

di

quel l i della Champagne

e di quei bastardi d i

Italiani?).

Al

m io Herder, il più degno d i tutti i m ie i am ic i del Nord

e d i Germania, lascio in testamento la

m ia

gioia e la

m ia

co-

rona(22),

Davvero

io il Mago del

Nord muo io

il genuino

sangue

del

m io

cuore

Egli

d ia

loro

pane

e

v ino(1°) ,

a

m e

invece

nessun monumento di pietra. E x E G I ( ' 1 1 ) .

( 5 5 ) pectus inaniter angit

_

Irritat, mu lce t ,

falsis

terroribus

implet.

Ut MAGUs Hor. II.

Ep.

1 5 ° 1 .

( 5 9 ) Filipp. IV,

1 5 1 1 4 .

( ' 1 9 )

La m . G erem . II,

1 2 5 0 5 .

( 4 1 )

H0;

sos

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Eternel,

dél ivre.

Q u e le R oi

nous reponde au jours que nous

crierons

Salmo X X. 1 0 5 9 1 1 .

In am ici tia gerenda, s icut in cer tamine currendi , non

ita

conveni t

exerceri,

ut,

quoad

necesse

s it, pe rv e nire

possisz

sed

ut

productus

studio et vir ibus, ultra facile procurras propter quod in cursore

tantum velocitatis esse

oporteat,

ut efferatur usque ad fi n e m : in

am i co

tantum

benevolentiae, ut ultra,

quam

amicus

s e ntire po s s it,

procurra t a m ic itia e s tu d io .

Rhetor. ad Herenn ium , Lib. IV. 4 7 5 1 1 9 .

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SIRE,

sono un

povero

diavolo,

pazzo per

i suoi

bastardi ,

che

ho

appena

aff idati alla tutela d i

un

giovane perduto alla sua

patria, m a degno d i essere il Presidente del l 'Accademia delle

Scienze, dalla quale è

stato

coronato vincitore per un d i-

scorso

catt ivo

quanto

il

secolo,

che

lascia

m or ire

di

f a m e

i

Magh i

invece d i getta rli in una fornace d i fuoco ardente.

V .

M .

è c iò che i

Sapienti

del Secolo

ch iamano

un Essere

Supremo sulla terra, e Voi,

Sire,

avete

fatto balenare la

su-

periorità del

Vostro genio

al

di

sopra

di tutti gli

altri re per

tante

meravigl ie,

quanto il DIO

degli Ebrei ha reso glorioso

il

suo

nome

al

d i

sopra

d i

tutti

gli

idoli

delle

genti.

Il

Mago

del Nord Vi adora,

Sire

con una devozione che

rivaleggia

con quella che già ispirò i Saggi

d'Oriente. Sia

benedetto l'Eterno che ha giudicato i fini della Prussia, che

ha da to forza al suo

re,

innalzato il capo del suo Consacrato

e adempiuto

le

promesse fatte

ai

Vostri padr i 500 anni or sono.

Poiché

l'Eterno

ha

amato

il

Su o

popolo,

SALOMONE

è

stato

costituito RE su tutti i

Prussiani

Ma dove sono i tem pli? gli altari? i

sacerdoti

consacrati

alla religione dell”Essere

Supremo

della Prussia?

Il

gusto

sub l ime di

V.M.,

paragonabile allo Spirito del

Crist ianesimo, non vuole altro

culto

che quello dello spirito

e

della

verità

2 1 ° ,

altri

altari

che

i

cuor i

dei suoi

suddi t i ,

altri

ministri

che quant i

amano

e predicano

la

Verità, che

am ano e pra ticano la

Virtu.

Ma

dov'è questa

stirpe eletta? questo sacerdozio regale?

questo popolo santo? questa nazione

tenuta

in possesso che

annuncia le

virtù

d i colu i che

li

ha ch iamat i d alle teneb re

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192 scRITTI

sUL

L I N G U A G G I O

alla

sua

luce m irab ile? 2 1 1 . Dove sono

quest i magi ,

che

offrono

i loro corpi in

sacrificio

vivente, santo

e accettabile a V.M.,

la qua le non vuole in tutti i suoi

stati

che un ragionevole os-

sequ io?

2 1 2 .

O

Dio le genti sono

penetrare nel

TUO

retaggio, il

tempio

della

TUA

Santità è stato profanato Signore r icordaTi del-

l'obbrobrio con cu i i TUOI nemic i hanno di f famato le orme

del suo consacrato.. . 2 1 2 .

Il Vostro Secolo, Sire,

non

è che

un giorno d'angoscia,

d i

castigo

e

di

ingiuria211.

Tutti

i

sarcasmi,

tanto

numeros i

quanto

accreditati, con la Provvidenza

del

PADRE che

è nei

cieli,

contro il

Vangelo del Su o

Figlio e

contro le

Oeuvres

diverses dello

Spirito

Santo non sono che sorrisi

e

canzo-

nette a paragone

dei

pensieri e delle pa role s acrileghe con

cu i s i

oscura il Vostro

augusto

N o m e ,

la

saggezza

del

Vostro

Regno

e

g li

oracoli

della

Vostra

Volontà

e

del

Vostro

Spirito.

Il most ro

più

stupefacente in questa

S

ocietà -com e dice

uno ( 1 )

di quest i

autor i modern i

-

è

uno schiavo

che pensa

l ibera-

m ente. Ecco fino

a che punto

tutti

i

Vostri

Suddit i stanno per

degenerare mercé l ' insolenza e la corruzione di

quest i

bel l i

spiriti, che superano in ingrat i tudine il celebre ribelle

Assa-

lonne21°.

Gli

Ebrei

non

si

sono

immag ina t i

il

loro

Dio

così

af famato della carne dei grossi tori e del sangue dei

capri

2 1 7

da rendere fa m ilia re l'id ea d i un genio insaziabile del

sudore

e del sangue dei

figli

del suo

regno

per

ingrassarne

dei

botoli

2 1 2 ,

ai qua l i

un Secolo

idolatra prodiga mausole i non ostante

il

d iv ino princ ip io del ris pa rm io. M a preferirei masticare

la

m ia

l ingua

b a lb u ziente per sputarla

in

faccia

ai

Vostri

nemic i ,

e

preferirei - c ome dice

S .

Paolo -

offrire

il m io corpo

da

bru-

ciare

2 1 ° , piuttosto che

t radurre

o

compendiare tutti gli abom in i

esibit i

nel tem pio

Santo

dell 'Essere

supremo d i Prussia. Che

la posterità

leggendoli

possa non farvi caso

M a Sire Voi non avete

affatto

considerato un'usurpa-

zione

la

f o rm a

d i

un

Essere

supremo,

che

può

mandare

in

perdizione le

anime e i

corpi fino al

fuoco

della Gehenna

e

(1 ) Nouvel les

Lettres Persannes

p.

29 7 5 1 5 .

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A L

s A I . O M O N E D I I›RUssIA

193

Vi

siete annientato fino a renderVi

simi le

al Re dei Giudei ,

che è il re dei re e che nondimeno è stato

messo

al livello

dei

m al fa t tor i,

dei br igant i e dei pendagli

da

forca

2 2 ° .

Vi

siete

abbassato

per

volontà Vostra

ed

essendo

stato

t rovato

in figura d i

infelice

Pruss iano, g iungerete

in

fine

a

diventare

il

nostro PADRE, che ben saprà donare ai suoi figli buone

cose, c o m e il

nostro PADRE

che è nei cieli, giacché

. .

. . .c 'est le

m eilleur

des Peres

Et

sans

nous

engourdir

par

des

Loix

trop

austères

Il veut que s e s enfans, en petits Libert ins,

S'amusent en jouant

de l 'oeuvre

de s e s mains :

Il renvoya le prix à la prochaine année ( 2 ) .

Siate dunque perfetto, Sire, c ome è perfetto il Padre

V O S T R O che sta nei cieli, e il Vostro nome sarà santificato al

d i sopra d i ogni nome. La

magnif icenza,

la potenza, la

gloria

del Vostro Regno sarà restaurata e aumentata,

perché l ”Eterno

Vi ha innalzato

sovranamente donandoVi

una Maestà

regale,

quale non ebbe alcun Re pr ima

d i

VOI

e

VOI siederete sul

trono dell 'Eterno per

essere il

Re

dei re 2 2 2 . Tutta la Pruss ia

VI

obbedirà

e la V O S T R A volontà

sarà

fatta in terra c ome

in cielo.

Dopo essere diventato il Model lo dei

re,

il Principe delle

virtù, delle a r m i e d elle legg i e il Padre eflett ivo delle

Vostre

genti

prussiane senza le grucce d'un

braz /uomo

c ome il Sally,

d 'u n C on tro lle u r

General

des

Finances,

Voi

avrete

ancora,

Sire, la

fortuna

d”essere il creatore d'uno storiograƒo origi-

nale della sua nazione e del Vostro secolo. Le

rac im olature

d i un grande genio non sono forse migliori d i

tutte

le ven-

d e m m i e d i un 'im itaz ione servile e precaria?.. . ( 2 ) .

Il sangue del

grande

Winc ke lm a nn 2 2 2 sarà

vendicato

e

i

Vostri

natural i

suddi t i

non espatrieranno

più,

non

rischie-

(2) Les systemes di

Voltaire

5 2 1 .

(5) Giudici, VIII, 2525.

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A L

S A L O M O N E

D I

PIIUssIA

195

l'orO saggiato da l fuoco, affinché

tutto

ridondi a lode, a onore

e a

gloria, quando

il

Salomone

di

Prussia

sarà

innalzato 2 2 1 (7).

Il magg iordomo

ne

recherà

notizia

a

Pechino stri l lando

c ome

un

porcell ino

cinese:

ogni

sovrano

serve

il

buon

v ino

per

pr imo, m a

Tu

m io Apollo

e

Signore ha i tenuto il vino

buono in serbo fino ad oggi

2 2 2 .

Or quan t au peage

Io

brucio(2)

e

mi

struggo

invocando

l'Eterno

a

giudice

d'Israele

con

la

sua mascel la d'asino 2 2 2 : Signore Eterno, Ti

prego, ric ord a ti d i m e, o Essere Supremo Ti prego, fortifi-

cam i : che d'un solo colpo

possa

vendicarmí dei m i e i due

occhi. Che io muo ia ins ieme agli Arithm etic iens

poli t iques,

che mi

hanno ridotto il salario di

5

scudi a l

mese senza

logica

ragione

mentre

io

sono

troppo c onv in to

che

V.M.

am a

l 'una e

l`altra.

VIXI.

( 7 )

Jam FIDES et

PAX

et H O N O S , PUDORque

PRISCUS

et n eg lec ta

redire

VIRTUS,

Audet,

adparetque

BEATA pleno

COPIA

cornu .

Hora t 5 5 2 .

( 5 ) . . .o mare O terra ardeo.

Quantum

neque

atro delibutus Hercu les

Nessi

cruore,

nec

Sicana

fervida

Furens in Aetna t lamma.

Horat.

V.

O d. 1 7

5 5 4 .

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Alla

Giunta

segreta

della

Loggia Massonica

di

Königsberg in Prussia

a

garanzia

per

la stam pa

segreta

di

un

piccolo

manoscri t to,

dopo 1 ” e s a m e

da parte

d i una

Commissione straordinaria

1 3 Ottobre

” 7 7 2

† ' † †

† H † †

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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La

pace sia

con

Voi;

da l

m o m e n t o

che

amate

i

fratelli:

anche

quel l i che sono fuori e lontano

S e

è possibile,

senza essere

stato

iniziato

ai vostr i m i-

steri,

conoscerl i

fino nel loro intimo più

profondo,

allora

il

n o m e non è pronunciabi le m a il d io non m i è sconosciuto.

Egli vorrà a m m ettere nella sua Arca dell 'al leanza la pres ente

supplica

con

la

stessa

b enev olenz a c on

cu i

il

Geloso

accolse

q u i cinque bu bbon i d'oro e i cinque

topi

d'oro

3 % .

Nella sua

giusta

e perfetta

d imora

cerca riparo il

vostro

vic ino, che

avvol to

nella sua innocenza

c ome un

vero Mas-

sone,

ha da

dolersi d i

due

vos tri con fra te lli,

che mi hanno

condannato

senza conoscere

e

senza

discrezione m i hanno

non

solo

giudicato

m a

respinto.

Comunque

la

faccenda

r iguarda:

1 . la pietra

angolare

d i un segreto, che in

s é

stesso per

la

verità

non

è tale,

m a

che tuttavia deve essere

trattato

com e tale;

2. il

destino

d i fratelli loro

e

precisamente di fratelli

che non sono né fuori né lontano;

3.

la

sacertà

e

l ' adempimento

del

vostro

voto

«

d i

mostrars i

compassionevole

verso

tutti gli

u o m i n i e in particolare

verso

i

loro fratelli: di essere fedeli, doci l i

e

disponibi l i

nei con-

fronti

dell 'autorità

e

delle

leggi, come è dovere d i un vero

Massone.. .

› › .

Sarà noto almeno ad alcuni v o s tri c o nfra te lli, non

però

per

m ia

colpa,

che

io

sono

stato

finora s otto

il

grembiu le un

piccolo

scrittore ed ora ho in

mente

d i comunicare al m o n d o

nella

guisa

più

solenne

un segreto che per dodici anni mi

sono portato in grembo: e poiché questo non può

accadere

altrimenti

che mediante

la

stampa,

ho

bisogno

dell 'appoggio

di un

Ord ine segreto.

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200

sciurrr sUL L I N G U A G G I O

Un u o m o d”onore, o per dirlo più

secondo

il vostro cuore,

un vero

Massone, non ha mot i vo d i

vergognarsi

della sua

stoltezza,

più di quanto abbia mot i vo il

m o n d o

di andar

superbo

di

splendidi

vizi

e

di

peccati

ignoti.

La vanità

è

una

debolezza talmente inevitabile per un autore anche

m i n i m o ,

che sarebbe

da

perdonare

tanto

più a m e, in quanto il m io

piccolo capolavoro

m i

è

costato

dodic i anni e

durante

questo

lungo

tempo

divers i

gradi

d i

prove,

pr ima che abbia potuto

muovere il pr imo passo pubbl ico per giungere al compimento .

Nelle

doglie

la

m ia Musa

ha

scosso

cielo

e

terra,

voglio dire,

è stata

prodiga

d i strilli e d i lament i per indurre i due librai

di

qui ,

in qual i tà di

confratel l i

d i una giusta e compiuta

Loggia,

alla

segreta

edizione d i

un segreto

manoscr i t to tedesco-

francese, che lo stesso padre del

gallico

esprit,

v oglio d ire

Rabelais,

avrebbe

battezzato

il vero Amirogyne du Diable e

l'a v rebbe a do tta to

3 3 7 .

Il m io

vicino

ed amico ,

direttore

d i lotteria 3 ”, il fratello

Johann Jakob Kanter, ha r icevuto da m e l ' incarico d i por-

gere al suo confratello Har tung durante la vostra riu nione d i

oggi una

lettera

aperta in cu i s i fa parola d i 2 Dimpƒe, che io

da

cinque anni

devo alla Libreria

Hartung

per

carta

sciupata

e

che

non

pago

in

contant i

per il

semplice

mot i vo

che

c i

sono

imprescrittibili leggi dello Sta to a lle qua l i

io

spero di vivere

e

di m or ire fedele,

docile e

disponibi le;

si

fa

parola

di 2 globi

che m i fu rono promessi due volte e che io due volte ho sol-

lecitato

senza

nulla

ottenere; d i due

fogli

piccoli imbrattati,

che io

rec lamo

c ome

m ia proprietà, alla

consegna dei

qua l i

una

giusta

e

compi ta Loggia

costringerà il

fratello

Har tung,

da l m o m e n t o che un

imbrogl ione e arciscellerato

ha

osato

forgiarli a m io n o m e e con la m ia m a no; contro d i lui, anche

s e ha tagliato la corda, non mancherò d i procedere giuridi-

camente.

Poiché il

fratello

comput ista Har tung, senza

saperlo,

c ome

egli

m i

assicura

assai

credibilm ente,

e

c o m e

bene anche

si

addice del resto ad un editore socratico, è

il vero

ed ef-

fettivo editore di cert i

Memorabilim

segreti

stampat i

nel

1759 ad Amsterdam su quatt ro fogli in 8° piccolo, che io ho

offerto alla sua Libreria c ome prim iz ia e dono d i

Dio;

m a

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ALLA GIUNTA DELLA

LOGGIA

MASSONICA 201

attualmente non

ha

intenzione d i pubbl icare,

senza

saperlo,

quattro

fogli in

prezioso

Royal

Quar t

- che io - s e

voluto -

avrei potuto

battezzare L'/ lpocalypse

du

Salomon du

Nord e

destinare

alla

camera

da

letto

del

neonato

re

di

Prussia”

senza solenne garanzia ed avval lo che io

non sono

u n imbro -

glione ecc.,

m i vedo costretto

a

sottoporre

il

m io segreto

manoscr i t to alla sentenza decisionale

del

t r ibunale d i una

giusta e compi ta Loggia e

a

chiedere a ta l fine una c o m m i s -

sione straordinaria d i

otto

fratelli dei

qua l i

io per parte m ia

scelgo

i

due

fratelli

predicatori

d i

corte, il

fratello

pratico

di

t r ibunale

e d i mensa

Hippel

e il

fratello

Laval ,

quale

u o m o

d i sana

ragione

che

possiede nel

contempo

conoscenza della

l ingua

francese

3 ' . Lascio

la

scelta

degl i

altri

quatt ro fratelli

all'arbitrio d i u na giu sta e compi ta Loggia o anche alla contro-

parte, ossia alla l ibera

decisione

del fratello

Direttore

di lot-

teria

e

del

fratello

ragioniere,

con la

lim itaz ione

comunque

d i non nominare che

Prussiani

d i nascita e possibi lmente

fa -

miliari

con

la l ingua

francese.

Questa

segreta Commiss ione

per

la

segreta

s tampa

d i pochi

fogli, l 'esame dei qua l i non potrà

durare mol to

più d i un'ora,

non vorrà r i cusarmi il

favore

d i dedicare a m e e ai m i e i due

avversari

la

pr ima

sera

in

una

delle

vostre

anticamere,

che

non

negheranno,

c ome spero, il

m io

apparirv i in

v ia

straor-

dinaria

c ome una

profanazione o

un

sacrilegio

ai

danni d i

un luogo sacro.

Poiché per un vero Massone e per ogni u o m o

onesto

è

maggiore

gioia

perdere una cosa buona

piuttosto

che guada-

gnarne

una

catt iva,

la

Commiss ione

straordinaria

d i

una

giusta

e

compi ta

Loggia sarà

in ogni caso

soddisfatta

della

m ia

in differen za n ei confront i dell 'esito. Dovessi

però

avere

la

fortuna

d i

ottenere

ragione, sarò

pronto

ad un détai l che

dovrebbe soddisfare anche i m i e i avversari

ed

oppositori .

Attendo

con

la più

gra nd e im pa zienz a una decisione fa-

vorevole;

con la

più

grande

impazienza

perché

la

perdita

d i

ogni

istante

m i è preziosa e m i

impegno ancora

una volta a

giustif icare fino al chiaro mot i vo tutte le oscurità e le

appa-

renti

r id icolaggini

delle m ie precauzioni.

Con il

più

sincero ossequio dovuto a tutti i

Misteri,

pos-

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202

scmrrr

sUL

L 1 N G U A G G 1 o

sano essere grandi o piccol i finché

si

vuole, ho l°onore

d i

fi r m a r m i

quale

tacito ammi ra tore

e

amico

vicino d i

una

giusta e

perfetta

Loggia:

Johann

Georg H a m a n n .

1 3 ottobre 1 7 7 2 .

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Soliloquio

d i

un

autore.

Con

4 5 scoli i

Tecum loquere:

et

Te

adhibe

in

cons i l i um:

Te a ud i:

Tibi

obtempera.

M. Tullius

Cicero ad Cur ionem. Epist . II. 7 “Z

MDCCLXXII

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Maijm Amykin

Aetza belaeb

Isch.

Prov. XX. 5 . 3 4 3

Insisti ancora nella tua debolezza, caro cuore

('),

d i d i-

ventare

un

pubbl ico

autore

in

grande

e

d i

impersonare

que l

Iustum et

temzcem

proposit i

v irum (2)

che cantò il tu o Oraz io , il

grande

codardo?

N on

ti

spaventa l'eno rm ità della vanità più ridicola e

della

più

notoria

usura

che

marchierà

a

fuoco ogni

lettera

del

tu o nome , cognome

e

soprannome

f ino

al

numero

della

porta

della

tu a casa? Abbisogna

proprio il

romanzetto

della

tu a

attività

di autore

di speciosa

miraculam e

non sei stato

abbastanza

avvisato

da tre o

quattro

editor i del tu o

paese

dell'inutilità

della fatica d i scrivere al tu o

amico

M .

Coelius?

( 3 ) .

Per

ottenere

a

forza

una

sua

risposta

magar i

con

una

leva 0 per sciogliere in maniera netta e decisa il nodo del-

( 1 ) Pindaro chiama pbilon etor il

suo

beotico Io .

. . . Botw-nfiav

Ö v . . .

Olymp.

VI.

152,

1 53

3 4 4 .

(2) Hofatiux III.

O d .

3345.

(3 )

M.

Coeliu s non

è u n

indovino

ed augure

latinardo c o m e

Mar-

cel lo, bens ì u n

vero

R o m a n o ,

che

parla

di se

stesso c o m e

di

u o m o

et oc-

cupato

et

ad

literar

rcr ibendas ut nosti pigerrimo. Cfr. Ciceronis Epist.

ad Div.

VIII.

I;

la F reu nd s cb a ƒ tlic he Co rre spo nd efl z d el

defunto

T h o m a s

A b b t e

la

fine del IV numero della «Bibl iothek der schönen

Wiss . › ›

dell'attualmente

vivente

G. R.

Klotz

3 4 7 .

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206 SCRITTI SUL

LINGUAGGIO

l 'oracolo ti consiglio, caro

cuore,

d i fare

approntare

la tu a

lettera

da

un qualche amanuense ( 4 ) d el Conte di Shaftesbury. . .

Senza

metamor fos i non si

diventa

immor ta le ed

occorre

una

virtù

degna

d i

Odisseo

per

accecare

un

Pol i femo

mono-

colo che

russa

c ome un Bruto e rendersi invisibili 3”. Siediti

dunque, caro cuore, e scriv i d i

volo

in n o m e d i un Manda-

rino della corte della Mezzanotte(5) al

celebre

editore del

Tod fiirs

Vaterlana',

della «

Al lgemeine deutsche Bibliothek

› › ,

della

Neue Apologie des

Sokrates

ecc. ecc. 3 5 ° .

Io

sono,

senza

va n t a rm i

e

per

servirVi ,

Signor

m i o ,

un

Cinese

Dopo

avere appreso

con la dov uta fa tica

e con il

rischio d i dis imparare

la

m ia l ingua materna

un

paio d i l ingue

europee vecch ie

e nuove

sono

sulle

mosse di

ritornare a Pe-

chino. Poiché

non

posso però

presentarmi

a

m ani vuote o

senza

un saggio della

m ia

dotta miseria in Europa ai piedi

del

H oam -ty-rim -ta- fu

( 6 )

al

cospetto

del

suo

sapiente

Te-

tai-su(7), Vi offro, Signor

m i o ,

per

tren ta fed eric i d'oro in

contante un m anoscritto

tedesco-francese,

che non cederò

certo a nessun altro

editore

di

tutta Europa,

secondo un

aumento sibillino del com m erc io

librario,

per

meno

di

cin-

quanta federici

d'oro.

I

m i e i

com patrio ti

in

verità

grazie

alla

loro

m oralità

ed

onestà

in fatto

d i tra ffic i

godono

d i

una fam a

maggiore

forse

di quanto meri tano,

desidererei

però che da

questo

lato

la

superiorità teorica

e

pra tic a d eg li Europei non

c i fosse

tanto

svantaggiosa c ome in m olte a ltre

cose.

Per ovviare in

precedenza

ad ogni magnan imo frainten-

d imento

d i

accort i imprenditori

voglio

farVi solo

d i

passaggio

(4 ) This

ou r Author

being

so often

a nd

zealously co m p l i m e n t e d

b y

b is A ma nu ens i s (for so he

calls

b is Boo/eseller

or

Printer)

on

th e

F a m e

of

b is

first Piece. Cbaracter ist icks

Vol.

III. Misc . I. 2343.

(5)

S .

T. Bayeru r

Regiornontanus,

morto

però

di

nostalgia

a

Sa n

Pie-

troburgo,

spiegò il

nome

Pe-Kim come Septentrionis aula. Cfr. Museum

Sinicum Tom . II,

pag.

247.

( 6 ) Titulus summae

Maiestatis, Sanetus

et

Augustus, Magnus Pater

ut Pater Patr iae 3 5 1 .

( 7 )

Summus Magister. In

e o

Magistratu sunt, q u i

Imperatorem et

Principem

iuventutis

ad

doetr inam

instituunt 3 5 2 .

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soLn.oQU1o

D I U N

A U T O R E

207

notare

che per il ritorno

d i

uno spilorcio in

Prussia

50 fe-

derici

d'oro bastano, m a per un

Mandar ino. . .

e a

Pechino

S e il

m io

n o m e cinese r imane ancora un segreto, forse

però

il

m io

carattere

non

è

sconosciuto

in

Europa

o

per

lo

meno nel

Nord

al punto che, alla guisa

dei

loro

geografi, che

stanno all 'ancora in Asia, debbo sprecare il

Vento

del

Nord

in

d isonorevoli le tte re

d i

supplica,

anziché

af f re ttarm i

a Pe-

chino, dove

attendono

mess i

da

parte tante

m igl ia ia d i

pezzi

d'oro per

broui l lons

di classe.

Io

ho

lavorato

alla

m ia operina ,

caro

Signore, nov e

anni

interi ( 3 ) s e non dodici , e giace pronta già dall'ultimo splen-

dido Ottobre, dei

frutti

della cu i v end em m ia io certo q u i non

berrò più.. .

Sia nella scelta della mater ia che nella c om pos iz ione ho

avuto

cura di

accostarmi

il più possibile

alla

letteratura

tedesca

fino

al

nostro

character

universal is

che

deve

essere

piaciuto

già

al

dotto

Catius

( 9 )

aventi

Ponere signa

novis praeeeptis, qual ia

v incant

Pythagoram,

Anyt ique re um ,

doc tumque

Platonem

3 5 4 ;

per

c iò il suo n o m e non solo fu eternato nell'età d'oro d i

R o m a

da i più saggi poeti, m a annunziato

addir i t tura

a Pechino da i

Gesui t i com e un apostolo(1°) del santo

F03”.

La parte tedesca del

m io manoscr i t to

non s i

estenderà

per

più

di

tre fogli

in 4°

grande alla

W i n k e l m a n n

e contiene

tre

sezioni delle qua l i la

pr ima è

un

embrione d i Enciclopedia,

conformemente

ai viventi

det tam i

d ell'u m a na n atu ra , la quale

tuttavia

degenererà

presto

in Europa

da i

petits -m a itre: ai

pigmei . Questo

embrione

non assomigl ia

d'aspetto

al Roland

( 3 ) nonumque prematur in

annum

Membranis intus positis Horat ad Pisones 3 5 3 .

( 9 ) Docte Cati

Horat.

II. S e - r m .

4 .

( 1 0 ) Magister artis ingeniique

largitor

Persius

3 5 5 .

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208

scxur r i sUL

L I N G U A G G I G

della

Vostra

monocola 3 5 7 Pucelle, il

cu i lungo

cannocchiale

par abus - l 'abuso pare essere

il

legislatore

del

l inguaggio ( )

del Vostro

continente

-

prende

il n o m e

di

Veri tà,

m a non

è

affatto un

occhio

naturale

bensì

un

tubo

con

delle

lenti

che

si possono

mettere

e r ivoltare a piacere.

Per la loro caratteristica divina nel nostro Qvon-Hoa( )

gli

occhi della

nostra

m in i-enc ic loped ia prendono il n o m e di

Critica e di Polit ica.

Prescindendo da

ogni

pregiudizio

nazionalistico io Vi

chiedo,

Signor

m i o ,

sulla

Vostra

coscienza

d i

editore,

s e

una

ragazza

con due buon i occhi non

s ia accettabile

in ogni pa rte del

m o n d o più che

un'anziana

fata

monocola ,

s i

ch iam i

pure Ilia

o

Egeria

o Verità(”)3°°.

Ho cercato di

assumere

il tono scolastico dei

Mandar in i

europei in un

unico

passo, che preferisco cancellare da l

m io

documento

per

incorporarlo

nel

presente

prospetto

o

pro-

g r a m m a , giacché a Pechino le definizioni sono leggi e appar-

tengono al monopol io del monarca .

« La critica e una virtù in parte naturale in parte acquisita

d i riconoscere

e

di fare proprio relat iva m ente

a lla nos tra

sfera o

per

conoscenza

intuitiva e

rivelazione o per consenso

e

tradizione,

il

vero

e

il falso,

il

buono

e

il

catt ivo, il bello

e il brutto. La

politica

invece è una facoltà - in parte

eredi-

tata in parte acquisita - d i

r idurre

con miraco l i e segni a

( 1 1 )

At nos virtutes

ipsas invertirnus atque

Sincerum v a s cupim us incru sta re. Prob us q uis

Nobiscum

vivit,

mul tum

demissus

homo;

illi

« Tardo

› ›

a c

cognomen

«

pingui › › damus.

I-Iic

fugit omnes

Insidias,

null ique m a lo latus

obdit apertum

(Quum genus

hoc

inter vitae versemur, ub i acris

Invidia

atque

vigent,

ub i crimina)

pro

bene sano

a c

non incanto « fictum

astutumque

› › vocamus

Simplicior

quis

et

est

(qualem m e

saepe libenter

Obtulerim Tibi Maecenas) ut forte legentem

Aut

tacitum

a d pe lle t q u o v is

sermone

moles tus

«Communi

sensu

plane

caret›› inquimus

Horat.

I Serm.

3

3 5 3 .

( 1 2 )

Lingua Sinica ab eruditis

excul ta, q u a m

Europae i Mandarinicam

a ppella nt, q u od aulicorum

et

eruditorum sermon ibus ex colitur 3 5 9 .

( 1 3 ) do nom en q u o d

libet illi,

Horat.

I

Serm.

2 .

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s o L n . o Q U 1 o D 1 U N

A U T O R E

2 0 9

misura del nostro gusto crit ico il

vero

e il falso, il buono

e il catt ivo il

bello

e il

brutto

al più e al meno › › 3 6 1 .

«

Car

les

Romains,

à

q u i

tout

fut

soumis ,

Dom pto ient

l ”Europe

au m ilieu des /niracles:

Le

Ciel

pour

eux

prodigua

les Oracles ››(14)

dice

uno dei Vostri profeti, l'immortale Ant i -Omero(15) ,

la cu i

epica eroica è

più che degna soltanto d i un

secolo

socratico

e

ancora

a

lungo

rim arrà il

non

plus

ultra

dell'epopea

nelle starnazzanti Gall ie.

Io

spero, caro

Signore,

c h e i

Vostr i

compatrioti

non

s i

o ffenderanno del titolo di monocola, giacché i

Vostri

sapientiae

consul t i ( 1 ° ) s i autodefiniscono erem iti e al giorno d'oggi per

dire

Ciclopi si dice

con

l 'enfasi di tre sil labe in più

Enciclo-

pedisti,

con

il

quale

n o m e

altro

non

si

intende

che

cavalieri

erranti

o

poderosi

cacciatori, che

am ano la Verità(”)

non per

la

sua destinazione naturale bensì s olta nto per il piacere della

caccia e del passatempo.

Giacché Voi, Signor

m i o ,

siete un m e rite vo le ed ito re d i

Socratici v o l u m i

( 1 8 ) ed

io in vista del m io viaggio a

Pechino

( 1 4 )

C ƒ r .

Pucelle

d'Orleans Edit.

de

Don Apuleios

Risorius, Bene-

dictin.

à

Londres

764. Ch. III, p.

3 5, 3 6.

( 1 5 )

Nam

ƒuit Cunnus deterrima belli

c a u s a . . . 3 f ' 1

invece la Fanc iu lla

d'Or1eans ne è

l'universal-crist iana antitesi.

( 1 6 )

Parcus Deorum

cultof

et in ƒ req u ens

Insanientís dum

sapientiae

Consul tus ero

Horat. I. O d. 34

3 6 3 .

( 1 7 ) Lepore/nvenator u t alta

In nive

sectetur ,

positum

s ic

tangere nolit

m e u s

est a m o r

huic

similis

Transvolat in m e d io posita et ƒugient ia captat.

C ƒ r . Horat.

Serm.

1 . 2 .

e

Divisen

a u ƒ

deutsche gelehrte

Dichter

und

Künstlcr

n u m .

9364.

( 1 5 )

Rem

tibi

Socraticae potuerunt

ostendere

chartae

Verbaque provisam

rem non invita

sequentur.

Q ui didicit P A T R I A E quid debeat

et

quid

Aivucrs

Quo s it amore P A R E N S ,

quo F R A T E R

am andus et

Hosves ;

Quod

sit

conscripti, q u o d

judicis

ofiicium: quae

Partes

ad bellum miss i

ducis.

ILLE

profecto

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21 0

scRITTI

sUL L I N G U A G G I O

devo

r inunciare

all 'onore

d i essere v inco la to a ll'Eu ropa , leggo

nel Vostro occhio ironico ogni

questione

prelim ina re.

Sono

d'accordo

sul fatto

che l 'uovo

orfico

del

pr imo

ca-

pitolo

della m ia

opera

da

solo

dif fic i lm ente,

anche

tra

i

fra-

telli d i uno

stesso

continente, può

valere

i suoi cinquanta

federici d'oro. Tuttavia io ho scritto secondo le più

rigorose

leggi

natural i del r ispa rm io e

intendo

d i conseguenza porre

analoghi

limiti

al suo r iconoscimento

da

parte dei

signori

editori d'Europa. . . ( 1 9 ) .

M a

g li in

folio

e

in

quarto

dei

Vostri

Enciclopedist i

non

r isulteranno magar i

spregevoli

e ridicoli alla posterità quanto

quel poderoso convito

( 2 ° )

d i Trim alcione?

Anche lì

si dice:

symphonia

discors

Et

crassum unguentum et

sardo cum mel le papaver

Offendunt ;

poterat

duc i q uia

eoena

sine

istis

3 ° ” .

Reddere personae

scit

convenienter

cu ique,

Respicere exemplar vitae morumque jubeto

Doctum

imitatorem et

v ivas

hinc ducere voces

Interdum

speciosa

locis,

m o ra t a q u e recte

Fabu la ,

nullius

veneris,

sine

pondere

et

arte

Valdius oblectat populum

mel iusque

moratur

Quam versus

inopes rerum nugaeque

canorae

GRAIIS

ingenium,

GRAIIS dedit

ore rotundo

Musa loqui,

praeter

laudem null ius avari

R O M A N I pueri longis

rationibus

discunt

In

partes centum diducere assem

Cfr. Horat i i Serrn. ad Pisones 3 6 5 e Traite' des

Finances et

de

la

fausse

nzonnoye

d e s

Rornains,

auquel

on

a

joint

une

Dissertation sur la

m a-

niere

de

discerner

les

medai l les ant iques

d'avec les contreƒaites

à Paris

740 .

( 1 9 ) Pausania de

pausamenu,

d idascus i gar m e

isa

legein hoi SoPHoI.

Cfr.

Opera

Platonis

3 6 ° .

( 2 0 ) On y servit avec profusion

Des a n i m a u x

entiers

de toute

espece

D'un porc surtout le

cadavre

hideux

Si revoltant, si choq u a n t à nos yeux ,

Fut

etalé

roti

tout

d'une

piece;

Desque

s e s flancs

furent t ranchés

en

d e ux ,

On en tira l`oiseau brillant

de Phase

Chapons, dindons , becs-figues et perdrix.

Les

conviés

tout

ravis

en ex ta se,

A cette aspect

jetterent de grandes

cris,

Le

cuisinier

fut loué pa r betise,

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s o L I L o Q U 1 o

D I

U N A U T O R E 2 1 1

Il

fondatore della

Nuova Alleanza

al quale, quas i

fosse

Signore ed

anfitrione

della terra intera, sono da ogni

parte

consacrate

tante

c a s e

( 2 1 ) e mense ( Z 2 ) , m i pare sia stato u o m o

d'un

epicureismo

tanto

div ino

ed

universale,

da

mettere

in

r idicolo con il suo gusto tutti i Trim alc ioni del vecchio e del

nuovo m o n d o (B) e tale che io non posso sottrarm i da l pro-

c lamare della

sua sapienza polit ica quanto dice Orazio

della

Musa

del padre

O m e r o :

Quanto rectius

HIC,

q u i

nil

molitur

inepte

«

Dic mihi,

Musa,

virum › › N.3 .

N on

ridete(21)

qu ind i troppo, Signor m i o , di uno stra-

niero che cerca di commendars i c o m e a utore n ella f o rm a del-

l 'usignoletto

grigio

( 2 5 )

al suo dic iottesim o secolo in

Europa

con una

fuggevole

paginetta

più

che

con

un

grosso

v o lume

d i rapine arabiche e d i menzogne

cretesi

0 con una ventosa

Chacun mangea

selon

s a friandise,

On

d ev ora le

porc et s e s

debr is

Cfr.

Lode al

Sig.

Noel

nel

francese

del

Re

della

Cina.

Berlino,

1772

3 6 7 .

( 7 1 )

Chiesa

[Kirche]

non può

significare

c a s a

del

Signore,

perché

la

parola greca Kuria/ee

non

s i

trova

negl i

antichi

scritti latini. La d eri-

vazione da arca, barca,

harga,

haruga, da una c a s s a come

ventre

d i Dio

è

più

veros im ile .

Cfr. Dizionario tedesco-latino

del

Fr isch.

( 2 3 )

L'intera

poesia d ella m etam orfos i

d i

un

tavolo in un

altare

è

riportata ne1l'Abregé de l 'Histoire ecclesiastique de

Fleury.

Traduit de

l 'anglois

a

Berne,

1766.

Alla

trasformazione

dell'altare in

un'altana

la -

vorano

con

famoso impegno i manoval i lat inardi della recentissima storia

ecclesiastica.

Rendi

salda

nell 'etere

la

sua

al tana.

Cfr.

< <

Allgemeine

deut-

s c h e Bibl . › › vol. XXII,

n um . 1 , pag. 128 circa

il Saggio d i

traduzione

d ei

Sa lm i

d el

Teller

3 6 9 .

( 1 3 )

Quid

causae est, merito quia illis Iuppiter anzbas

Iratus

buccas

inflet

Horat.

I

Serm. 1 3 7 ° .

( 2 4 ) rident

Sim plices Nym phae,

ƒerus

et

Cupido

Sernper ardentes acuens sagittas

Cote

cruenta.

. Horat.

II. O d. 8372.

( 2 5 )

Cfr. Giunone

e l 'us igno1o

nelle Favole di Helck.

Ma

tu, mio caro

padrone,

Va, canta, fatti piccino e

grigio 3 7 3 .

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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21 2

scRITTI

sUL L I N G U A G G I O

cicalata(2°) che mena

per

il

naso,

al m o d o

d i

cu i ha

dato

saggio

un vagabondo A r m e n o

3 7 5 .

N o niente

frutti

di conoscenza

intuitiva

e d i rivelazione

al

contrario

io

ho

tratto

i

principii

della

m ia Enciclopedia

dalle

fonti

più pure della tradizione ossia da i docum enti

del

discepolo

socratico, che m eritò di essere

un

Maestro d i

Alessandro

il

Grande.

N on

temete tuttavia che il m io oggetto abbia

a mancare

il sorgere del giorno in

quanto

pare che gli volga le spalle.

Tutti

i

m ie i

presupposti

s i

r i fanno

alla

m em oria prem ia ta

dal l 'Accademia e

finiscono

con la conclusione che

l ' uomo

< < deve

imparare tutto e qu ind i anche il

l inguaggio,

che

l 'appren-

dere non è né invenzione né reminiscenza, infine che l”ori-

gine

del linguaggio non

è né divina né umana , secondo l 'uso

l inguist ico

( 7 7 )

dispotico-dittatorio vigente, m a soprattutto pie-

namente

naturale

› › .

Con tutti i vantaggi di una tattica

peripatetica

la seconda

sezione della

m ia

opera i r rompe c o m e una falange contro

la

pro va pla to nic a

dell 'origine

u m a n a

del

l inguaggio,

giacché

tutto c iò che tratta di voce e di

grammat ica

non è

pertinente

né alla

questione

né ai

fatti; e poiché

fin da l

principio

de-

finisco

la

differenza

tra

voce

e

l inguaggio

secondo

lo

Stagirita,

concludo con la breve nota che dice < < che un l inguaggio

senza

grammat ica

( inventata con tutta probabi l i tà dopo

la

scrit-

tura

alfabetica)

non solo è possibile m a è tuttora di fatto

esistente

› ›

3 7 7 quale unico m odello

originario

d el lingu aggio

più antico del genere umano. . .

O

gente

d'Europa

avete

t imore

o

vergogna

ad

aprire

il

vostro occhio

e a

leggere

cose che sono state date

alla luce

nel

vostro stesso

paese

da

vostr i

fratelli?

Di

qua l i grilli

ed elucubrazioni cerebral i correte in caccia?

La

voce ve-

spertina

della posterità è incom prensibile agl i

orecchi

dei

vostr i sonnecchianti

critici

quanto

il

sacro

l inguaggio

dei

( 7 6 )

Nuper

ventosa is thaec et

enormis loquacitas Spartam e

Gallia

commigrav i t

animosque juvenum ad

m agna s urgentes velut i pestilenti

quodam

sidere

afllavit,

s imu l

corrupta eloquentiae regula stetit et

ob-

mutuit. Petr. Arbit. Satyr icon 3 7 4 .

( 2 7 )

Quem penes

arbitrium

est / ' u s

et

norma

loquendi37°.

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S O L I L O Q U I O D I U N A U T O R E 21 3

m ie i

Padr i

e

la loro fi r m a

universale

c ome una

Fenice

dal-

l 'an ima d'oro(28), che non è selvaggina

per

piatto di con-

torno

e d i

pol lame

dei vostr i erem it i. . .

Ecco

sono

nelle

vostre

m a n i

nel

vostro

campo

e

su l

vostro

terreno Il m io zelo per l”ono re

della

m ia

Patria

è un peccato

troppo

splendido, perché possa

sperare il

vostro perdono;

sappiate comunque

che

l'Im peratore

d i Pechino

vendicherà

il

mio

sangue. . .

Devo dunque c ome un

eremita

rivo lgerm i ad

un

santuario

per

farVi

notare,

Signor

m i o ,

che

il

m io

manoscr i t to

a

cinquanta

federici d'oro r imane

pu r

sempre un vero regalo

per gli

editori

europei.

L'organo generatore ( 2 9 ) s o r p a s s a

tut-

ta v ia l”om b elic o e la testa, potrei

dire addir i t tura, l 'attesa

d i

tutta la

letteratura tedesca,

perché

è un'apolOgia - del pi-

tico ( 3 ° ) vincitore in

persona

- piena di unzione e di fuoco,

d'audacia

e

d i

magnan im i tà :

par i

a

tutti

i

capolavor i

della

Vostra

Casa

editrice

Il Polymet is d i Spence”°

preferisce

i sermoni e

le

epi-

stole dell'alticciO Flacco

( 7 1 )

a i

suoi

carmi ,

perciò

l'om bra,

QUUM

TOT

SUSTINEAS

ET TANTA NEGOTIA SOLUS 3 ”,

è un

pindarico

( 3 7 ) model lo per

predicatori

politici

e critici

che non hanno voglia di fare un

maggiore

viaggio fi no a

Pechino

chapeau bas e à pas de balet, com e Giovann i il

lavandaio mora le

del

deserto

3”.

( 2 3 )

Cfr.

Platonis

Opera .

( 2 9 )

Spectatum

admiss i risum teneatis

amic i

Horat.

ad

Pisones

3 7 3 .

( 3 0 ) Leurs /'eux sont des

miracle:

Leurs liures

des Oracles

Par

Apollon dictes.

Cfr.

le

Retablissement de l ' / lcademie

3 7 9 .

( 3 1 ) O m n e

vafer v itiu m rid en ti Flaccus

amico

Tangit,

et

admissus

circum

praecordia

ludit,

Callidus excusso populum suspendere

naso:

Men

mutire

neƒas, nec

clam

nec

cum scrobe?

Persius

3 3 1 .

( 3 2 ) Immensusque

ruit

profundo

Pindarus

ore.

Horat. IV.

O d .

2333.

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214

SCRITTI

SUL LINGUAGGIO

All'arrivo del Vostro

ordine

d i pagamento farò fare

la

copia

definit iva

già

pronta

per il

torchio,

né incasserò

il Vostro

denaro s e non dopo

Papprontamento

d i alcuni fogli con

il

titolo

seguente:

Ghiribizzi e d u b b i

filologici

attorno

ad una memor ia

accademica.

Il

m io

n o m e

cinese

è

Mien-Man-Hoam(33) .

Indirizzate

tuttavia la Vostra ris pos ta , Signor m i o , semplicemente al

Mago del Nord , residente

alla

t omba vecchia N u m . 7 58 a

Königsberg in Prussia. Scritto la seconda Domenica d'Av-

vento

1 7 7 2 .

Ecco, caro

cuore

è

un

parto

della

montagna

( 3 1 )

d i

con-

cetto

ad un

Editore «

et occupatus et ad

litteras scríbendas,

ut

nos ti pigerrim u s › › .

O h

s e non s i t rova il

tempo neppure

per

buttar

giù due

righe,

si ha poco diritto e titolo d i in -

nalzarsi

fino

al terzo cielo com e

epistolografo, né

d i affret-

tarsi a

Pechino

c o m e un m o m i c o ragout. . . 3 8 7 .

Senza

la

prova

ottica

della tu a

vert igine

tu

saresti

stato

un derisore del sistema copernicano del m o n d o altrettanto

incredulo

quanto lo

fu il c oron ato a s tron om o

Alfonso 3 del

sistema

alessandrino(35) vigente al suo

tempo:

Dj bene fecerunt

. . .(3°).

S e

ti

fosse sopravvissuto,

l'am ichev ole Abbt avrebbe

certamente

f rugato

in lungo e in

largo

la c a s s a vuota del

( 3 3 )

Avis

crocea in

montibus saltuosis

tuta et q uieta.

Conƒucius

a it

in Tahioz

_

n stat ione ostendit ,

se decere

s ta t ionem. Q u o m o d o ? Homo

etiam

non

s ic

avis?

Cfr.

Theophili

Bayer i Regiom ontan i .

Societatis

Regiae

Berol .

Sodalis.

M u s eu m

Sin icum.

Petropoli 7 3 0 . Tom. I, pag.

1 32

3 3 5 .

( 3 4 )

Quid

d ignu m ta n to

ƒeret

hic

prom isso r

hiatu?

Parturiunt

montes , nascetur

Horat. a d Pis ones 3 3 3 .

( 3 5 ) Claudio To lo m e o

visse

ad

Alessandr ia

sotto il

regno

di Antonino.

( 3 3 ) Horat. I

Serm.

4339.

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S O L I L O Q U I O D I U N

A U T O R E 21 5

tu o

cervello,

perché

era

un u o m o

d i parola

-

e scrisse su l

m erito c ome

un

predicatore - cortigiano e f reddur is ta, non

però

tanto stupido da immolarsi33°,

come

quei sacerdoti eroi

e

caval ieri

pagani

ed

ebrei...

Vuoi, caro

cuore,

con i tuoi cinquanta federici d'oro fare

il duca

Michele

e comprar t i

forse un cam po

del sangue

in

Borgogna

3 9 1 ( 3 7 ) o fare un pellegrinaggio

a

un angolino del

camposanto nel paese

deg li ita lianard i(33 ) ,

o magar i

spedire

a R o m a il premio del tuo

otium per

farvi recitare colà Messe

per

la

povera

anima

d i

un

Brandeburghese,

che

m or ì

in

peccato,

per aver commesso in buona fede la stupidaggine

d i scambiare per un compagno del suo gusto entusiastico

un arcibugiardo e arc iassass ino. .. ha ottenuto un busto a suo

r icordo lo

s to riog ra fo de ll'a rte?

3 3 4

c'è stata

una

donna

di

Tekoa

( 3 9 )

per lo

scacciato Herder?

Si deve spegnere anche

la

sua

f i a m m a ,

che

al

genio

tedesco

non rim anga

più

nul la,

neppure un

nome?

La

Prussia

piange sopra i suoi

figli ed

è

inconsolabi le,

perché sono spacciati . . . ( ' 1 9 ) .

Fino a quando

andrai

raminga, o

fig lia rib e lle

poiché

il

Signore farà cose nuove

sulla

terra, e s e ne

parlerà

fino a

che venga.. . 3 3 7 ( ' 1 1 ) .

La

tu a

pacificazione

d ipend e d unq u e,

caro

cuore,

da l

bene

della Patria, e il bene della Patria

dalla

volontà del

m igl iore

e maggiore dei monarch i ( ' 1 3 ) di essere

Egli

felice per conto

proprio e r ivelarsi

al SUO popolo c ome

un DIO

della

terra.. .

( 3 7 )

Ille

terrarum

mihi

praeter

omnes

Angulus

ridet392.

( 3 1 1 ) ...ibi tu calentem

Debita

sparges l ac ryma

ƒavi l lam

Vatis amici

Horat. II O d .

6393.

( 3 9 ) 2 Sam .

XIV 3 9 5 .

( 4 0 ) Gerem. XXXI,

1 5 ,

22 3 9 3 .

( 4 1 )

O n

a

tant

crié

NOEL

qu'enfin

il

est

venu.

Cfr. Cathol icon

alla

lettera

N393.

( 4 2 )

et

qu idem

ante O PTIMUS, id

est

beneficent iss imus ,

q u a m

MAXIMUS; m a / ' u s est certeque gratius P R O D I - : s s I ~ : O M N I B U S quam opes

m a g n a :

habere. Cic. de

Nat .

Deorurn II.

25 .

I deoque ille Parens hominum

Deorumque

OPTIMI prius ,

deinde

MAXIMI

nom ine cole tur.

Plin.

Panegyr.

Cap.

88

3 9 9 .

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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21 6 scRITTI sUL L I N G U A G G I O

S e in questo consiste la tu a

Enciclopedia

e il

sigillo

della

sua

Apocalissi ,

allora FEDERICO, sacerdote

supremo

del SUO

popolo alla maniera d i

Melchisedek

7 1 1 ° , ascolterà la tua pre-

ghiera

e

il

DIO

del

cielo

( 4 3 )

trasfigurerà

il

n o m e

del

SALO-

MONE

d i PRUSSIA, allargherà('1'1) il SUO regno e

glorificherà

la SUA

volontà,

d i essere felice ins ieme

ai figli

del SUO

re-

taggio.

Allo

spiedo e bene arrostito

concludi il tu o

canto

del

cigno ( 4 3 ) , caro

cuore:

com e Orazio il suo polym etrum

satur-

flluffli

. . . . . Ego DIS

am icum

Seculo fes tas referentes

luces

Reddid i carmen, docil is

m odor u m

Vatis HORACI

4 1 ” .

Stampato

nell'Inferno

di m a n o del Dott. Faust e sotto il suo m antello .

(43) Hãç

ßaatksùç

Blnatoç

ispartnhv ë x e v . T.-åšw. Cƒr_

Iraeneus

lib,

IV

contra Haereses.

Cap.

X X . ex

edit.

Io . Eon. Grabi i Oxon. 1702,

p.

305.

DIS Te

m inorem q uod

geris imperas.

Horat. III

O d.

6401.

( 4 4 ) Latius regnes

q u a ms

U T E R Q U E

P O E N U S

Serv ia t UN I

Horat.

II. O d . 2402.

( 4 5 ) Non usitata, non tenui ƒerar

Penna b iƒo rm is

per

liquidum

aethera

Vates

Horat. II. O d.

20 4 0 3 .

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Alla

Strega

di

Kadmonbor

7 3 3

M .

TULLIUS

CICERO PRO M .

COELIO

§

XIV

Aliquis m i h i a b inferis excitandus est, barbatis

illis,

non hac

bar-

bu la , qua ISTA

delectatur, sed illa

horr ida,

qu a m

in

statuis

an-

tiquis

et

imaginibus videmus,

q u i obiurget mulierem et

pro

m e

loquatur,

ne

ISTA m ih i

forte

succenseat.

Existat

igitur

ex

H A C

IPSA FAMILIA al iqu is ,

ac

pot iss imus

COECUS

ILLE; minime

enim dolorem capiet,

q u i ISTAM non

videbit

4 0 ° .

Berl ino,

scritto il mar ted ì grasso

MDCCLXXIII

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220 scRITTI sUL L I N G U A G G I O

ai

labirinti e

ai palcoscenici del

passato

m a

anche

al

gusto

prevalente del secolo per piccolezze e farse, che passano

d i

m a n o

in m a n o assai lette,

poco

acquistate e v ia dicendo,

m i

rende

soprattutto

attento

a

fare

presenti

al

venerabile

Mien-

Man-Hoam4°3 le

più nobili

prevenzioni circa

il

buon

tratta-

mento

degl i Europei

nei

confront i

d i

scrittori

d i ogni

nazio-

nalità

e religione, per dargl i m o d o ,

con il felice

ritorno - che

il

cielo

gli conceda -alla corte della Mezzanotte di poter fa r

guadagni ad usura a tutto vantaggio del m io n o m e e di un

eventuale

im pianto

d i

un

commerc io

librario

tedesco

laggiù.

Senza

avanzare

la m i n i m a

pretesa nei confront i del m a-

noscritto

of fertom i,

in

verità però

troppo angusto

per

il

gusto

e l 'orizzonte del

nostro secolo,

ho

l 'onore, Ma da m e ,

d i tra-

smettere

con

la m ass im a

sol lecitudine il compenso da m e

richiesto quale

pretium

in contant i sub e a

condit ione,

ne qu id

post

e a

(3),

com e si

espresse

in

u na circ os ta nz a

analoga

un

com patriota

del nostro M . Coelius buon'an ima.

Il Latore

della presente, saggia

Signora, è

degno

oggetto

della

Vostra conoscenza e

magia

nera. È l'om bra elisiaca del

Sig.

Magister

Sebaldus Nothanker,

il

quale

ot t imamente

si

raccomanderà

alla Vostra demoniaca f iducia con il dono della

pr ima

parte

della

sua

Storia d ella

vita,

della

fede

e

dei

do-

lori.

Nonostante

l 'obolo

dei m i e i am i c i < < soocrathici, plaplato-

nici, ovvaz ian i ed anagreontici › › sono

costretto

presentemente

a

sudar sangue

per prov v ed ere

c ome un

padre

putat ivo ter-

reno

alla sorte della fam iglia

che

ha

lasciato

indietro,

per

vederla felice al d i qua dello Stige quanto l'ormai trasfigurata

Gugl ie lmine

e

la

sua

Carlottina

sono

già

diventate

al

di

dello Stige per la prematura mor te da m artire della

m ia

do-

lente forza invent iva ai danni del Dott. Stauz e di suo

co-

gnato 4 1 ° . La m ia

m ental ità, Ma da m e ,

è assai lontana dal-

l'im pertinenz a

indiscreta

di

que l

Profeta

( 3 )

sì da voler pene-

trare

i

Vostri

segreti d i famig l ia , per

sapere in

maniera

de-

finitiva

s e

il

Mandar ino

d ella M ez za no tte

sia

effettiva m ente

Vostro mar i to , e quale sia nel

succedersi

dei

medes im i . N on

( 2 ) Cfr.: Cicero, pro Archia S X 4 0 9 .

( 3 ) Giov. , IV, 1 8

4 1 1 .

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A L L A

s T R E G A

D I

K A D M O N B O R

221

ho neppure intenzione d i

sprecare

inu tilm ente il

m io

sacro

potere

della chiav i

4 1 3 ,

che

gloriosamente

esercito su tutti gli

scrittori

tedeschi, nei confronti d i un Confuc iano vagante.

S e

egli

non

vuo l

prestar

fede

all'intero

n os tro s ined rio

della

letteratura nuova e tedesca, tanto

meno

darà ascolto, Saggia

Signora,

al

Vostro

ospite

dell 'Elisio

che per

le

opinioni che

circolano q u i

dalle

nostre parti

in

cotta,

là c i ha r imesso

lo

scarso

ferraiuolo e il colletto. A

dirvela

in un orecchio, lo

spirito d i menzogna e di persecuzione domina nella nos tra

sfera

e

fino

al

m o m e n t o

in

cu i

Vi

scrivo

invisibi le

e

rabbioso

c ome dovunque e sempre e i

dizionari

c ongela ti d ai qua l i

si

dovrebbe apprendere il linguaggio de lla

nostra

nuova fede non

sono, detto in

tutta

serietà, che raccolte dei più spassosi

giochi d i

parole.. .

Fate dunque,

saggia Signora , opera di

carità

nei

confront i

del

nostro

forestiero

con

due

occhi,

la cu i

miopia

consiste

nel

r i tenersi di vista più

acuta

degl i

altri

cos m opoliti.

Adoperate

tutta

la

forza della vostra eloquenza, che ra -

pisce

c ome un

cielo

aperto

ogni

test imone dei

Vostri

azzurr i

limpidi Occhi; anzi rivolgete tutto il

vigore

del

Vostro

spi-

rito di Amazzone a

im pad ron irV i,

c ome quella benedetta

Giaele('1),

dei

suoi

bi joux

indiscrets,

e

a

pestare

sotto

il

Vostro

calcagno c o m e

scorpioni

e basi l ischi queste

uova

orfiche o or-

chiche

4 1 4 ,

qualora il

Vostro cuore

non

sappia sopportare il

dolore

d i

vedere

r i legati

in

cuoio suino

con fe rm arg li d'ar-

gento alla

maniera

degl i

in

ƒolio d'una volta, alla maniera

an-

tica

invece che con m a nchettes i suoi m icro logic i Ghiri-

bizzi

e

dubbi . . .

Al

Vostro

spirito

profetico,

che

non

è

certo

della razza

superficiale

delle

nostre

fate d i oggi, non sarà

sfuggito

il m is tero finora non penetrato della vita e delle

opinioni del

nostro

eroe ecclesiastico e la

m ia

intenzione sta-

tistica

d i

essere il

suo

storiografo.

Di fatto,

Madame,

io

sto

cercando d i f a r m i il

m erito,

c ome

l 'antico

Neemia ,

della

ed ifi ca zione della

Nuova

Geru-

sa lem m e

' 1 1 5

e

v ivo

nella speranza d i conquistare con

la

manna

nascosta nel m io l ibr iccino più an ime d i

a m b o

i sessi che

non

( 4 ) G iu dic i V , 2 4 4 1 3 .

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2 2 2

s c R I T T I

s U L L I N G U A G G I O

l'intera legione

d i nostr i

santi

D. e T. 4 1 °

con tutti

i

loro

cannoni

grossi e piccoli.

Le s plend ide c olonne d ella nos tra s alom on ic a reggia

tro-

v eranno nelle

leggende sebaldiche

più

edif icazioni

e

pascoli

del l'an im a che

nell ' intero

libro d i Ruth O in quella

Chronique

scandaleuse, dove

tra

le

tante

im pertinenze

e ancor più gros-

solane

inv eris im igl ian ze

è detto: «E

il

re e

A m a n n

sede-

vano

e

tr incavano(3), m a la

città

d i

Susa impazziva

› › .

Sì, M ad am e, neppu re le porte dell ' inferno prevarranno 4 1 1

sulla

fede

storica

d i

questo

capolavoro

d i

storia

p r a m m a -

tica, s e solo il

nostro

Strabone, c ome io

ho

mot i vo di lu -

s ingarmi in

funzione

del suo zelo

d'ufficio

per

ogni

buona

causa,

vorrà apprestare un

posticino d'onOre al nostro

Ma-

gister Sebaldus Nothanker nelle sue «Notizie

sett imanal i

circa

nuove mappe e libri geografici e

storici

› › 4 1 ° .

Osservate,

saggia

Signora,

sfogl iando

il

vo l u m e

nit ida-

mente stampato ed adorno di

incisioni

di

D.

C. il foglietto

inserito

a

p. 1 1 7

4 3 ° : è q uel lo . . . nel vero senso

della Chiesa,

il m io com penso già citato e non invero in corruttibili fe-

derici

d'orO, O in

Augus t i

d'oro o in Bahama d'Oro, m a in

preziosi floc ci-na uc i-pili-n ih i li d 'oro (°), il

cu i

oro ho io stesso

reso

ardente

e

raffreddato

nel

fuoco

e

ho

trattato

con sabbia,

sale e cenere...

quale non perfectius

Meae

laborar int manus (7 ) .

m a

in

un°ora

del

tutto

infausta

al

m io

metatarsus. . . 4 3 3 .

Per la vita e la barba d i

San

Sebaldus

c'è

puzza d i pesce

(5)

Secondo

il

testo

f ondamenta le :

c o m e

mi

assicurò

lo

spiritoso

e

dotto am ico . Sig.

C a nd id a to C orra d o

Photorin,

che giace o r m a i_

h i m é

_

agli

estremi e

la

cui vita e opinioni m i propongo d i

presentare

al

pubblico pross imamen te 4 1 7 .

(0)

Cfr.

circa

questa rara pièce:

Will.

Shenstone°s Works

vol .

II,

p.

155,

London 7 64

4 2 1 . '

(7 ) Horat. Epod.

5422.

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A L L A

S T R E G A D I

K A D M O N B O R

223

marc io(3)

e

tutta la

faccenda

non va

come

dovrebbe. Tutto

ad un tratto la m ia lettera si t ramuta in sol i loquio e Voi, saggia

Signora,

Vi

t ramutate in un Aletto bifronte, con un giunonico

occhio

d i

vitello

ed

un

cisposo

occhio

d i

civetta

Al

para-

gone della

m ia

triplice gloria che posseggo sul Mercur io 4 3 3 ,

Apollo e Genius

Saeculi

Voi non siete che una

v ecchia m ale-

dett issima strega, senza

neppure

che

abbia

a preoccuparmi

della

profezia del Vostro

Metatarsus.

Il

Vostro

Mien-Man-Hoam

possa,

c ome

quel

discepolo

del

Maestro, impiccars i

con

i

m ie i

trenta

niente

d'oro all'alta

e

splendente

forca dei

suoi antenati

4 3 ° .

Per non essere secondo nella

prodigalità

al re d i Gerar ( 9 )

nei confront i di vecchie zingare e tagliaborse g li fi r m o un

assegno d i m ille federici a copertura A copertura dei Vostri

dannat i

occhi che mi fanno

più

paura del gelido incendio,

da

cu i il cielo

voglia

serbare

in

grazia il

m io

Metatarsus

A m e n

A m e n

M.

TULLIUS CICERO PRO

M.

COELIO

§

III

Aliud

est

maledicere,

al iud

accusare

Maledictio

nihil

habet

pro-

positi praeter con tume l i am ,

quae,

s i petulant ius

jactata,

conv i c ium ;

s i facetius, urbanitas nominatur 4 2 3 .

(3 ) .....turpiter atrum

_

Desinat in pzscem mulier f o rmosa superne.

H . d P'

4 2 4 .

9 ) G e n ' X X , 1 6

mi

orat a :son

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N u o v a apologia

della

lettera H

Oss ia :

Considerazioni

straordinarie

attorno all 'o1-tografia

dei

Tedeschi

del maest ro di

scuola

H.

S.

et

nobili:

et

decens,

Et

pro

solicitis non tacita: reis,

Et

centum puer

artium

Late signa ƒeret

militiae

TUAE.

Seconda

edizione

m igl iorata

Pisa, 1 7 7 3 4 2 9 .

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Mi dà occasione alle presenti considerazioni

sul l 'orto-

grafia uno straordinario

maestro

di

religione

con le

inizial i

C.T.D.,

il

q ua le dice d i s é « di essere

autorizzato

dalla

ragione

u m a n a universale, pratica

e sana a

spiegare una

buona

volta

a noi Tedeschi com e la lettera H, che non viene

m a i

pro-

nunciata,

sia

stata

inserita

tra

le

sil labe

da

cert i

scr ivani

e

così detti cancell ieri di mestiere e che

questa

grafia della let-

tera H deve essere abolita c o m e abitudine

inutile,

infondata,

che appare

barbarica agli occhi di

tutti

gli stranieri

e

ingiu-

riosa a lla

nostra

Nazione › ›

4 3 ° .

Nonostante tutta la

mitezza

della sua genuina religione,

nonostante

tutta

la

fondatezza

con

cu i

cerca

di

confutare

l 'accusa di una

fantasia

esaltata,

egli

dichiara schiav i tutti

i

Tedeschi

che

scrivono

nel

mezzo

o alla

fine

di una parola

u n ' H m ai pronunciata Anz i

conclude

i suoi

pensieri

casuali

pertinenti alla questione principale con

la

sentenza oracolare:

« Chi non è

fedele

nell 'ortografia della

piccola

lettera H, è

fac ilm ente in fedele

e

fuori

sesto

anche

circa

le

g ra nd i riv ela -

zioni e

i grandi

mister i

della

religione universale, sana e

pratica degli u o m i n i › ›

4 3 1 .

L'Autore s i

rende

da s é

g loriosa tes tim onianza < < che

mi ra

sempre più

alla precisa

d eterm ina tezza d ei pensieri,

spiega

nella maniera più esatta

ogni pa rola ,

non si

attiene a nessuna

regola

d i

cu i

non

si

veda il

fondamento,

non

vuole

sapere

d i

pos tu la ti im poss ib ili ed

esagerati

e v ia dicendo

› › .

Tutta

questa

autoglorificazione è tanto più sfacciata in q uanto non tocca

neppure con un

dito

l'intero

peso

del suo metodo 4 3 2 nella

q u es tio ne c apita le della lettera H. Una così

tangibile

infedeltà

e

urlante

ingiustizia in una pedanteria ortografica e pressoché

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228 sciurrr

sUL

L I N G U A G G I O

infantile dim ostrerà alle persone più ragionevol i dell' intera

nazione che

povero

peccatore sia q ues to m a es tro straordinario

d i religione agli occhi della sua

stessa

così detta

u m a n a

ragione

universale,

sana

e

corrente

e

quanto

poca

grazia

possa

sperare

innanzi al

misericordíoso

t r ibunale di essa...

S e

entusiasta

si

dice in

tedesco

ispirato [begeistert],

pare

che l ”autore dei

Pensieri

casual i pert inenti

alla

questione

prin-

cipale attorno alla

lettera

H « tragga da ll'ispi1 -az ione della

sua al tamente lodata

ragione u m a n a le

sentenze

più

inusual i e

meno

germanicamente

precise

e

con s lancio

eccessivo

o

con

concetto esagerato › › gridi il crucifige 4 ” contro u n'inno-

cente aspirata, che

alcuni

elucubrator i linguistici non hanno

voluto riconoscere neppure c ome lettera.

Benevolo Lettore io sono un maestro di scuola

in

pensione, né

dest i tuito, anche

s e

sono un

po' avant i

negli

anni.

Da

alcuni

fogli

fuggevol i ,

che

ho

fatto

stampare

in

qual i tà

d i

maestro

che cerca

c iò che

è veramente

il

megl io

per la gioventù, è universalmente noto com e

la

m ia mi ra sia

stata

sempre d i indirizzare i m ie i scolari, che presentemente

hanno

raggiunto

il numero di 120,

ad

un'ortografia dignitosa

della loro

l ingua

materna. Sostenuto

nel

m io

sudato e penoso

uflicio

dalla

m ia

cara

mogl ie

e

dalla

m ia

figlia

maggiore,

mangio

con gioia il m io pane e

sale

e

bevo,

a lavoro u l tim ato , la

m ia

caralfetta di

birra

di buona

voglia.

Il

buon

Padre che è

nei

cieli

voglia

ai

m i e i

vecchi giorni proteggermi dalla triplice

tentazione « d i

procurarm i

al iment i

con una straordinaria

fab-

bricazione

d i libri, di

cadere

in una confidenza

carnale

e fa -

risaica

nell 'ortodossia

della

m ia ortografia,

di

non permet-

tere m ai nel gregge di

a m b o

i sessi afl ìda tom i una mis tu ra di

lettere quale ha in

programma

di introdurre tra le nazioni di

Germania il maestro straordinario di religione › › .

Conosco

del

n o m e

del

m io

avversario

soltanto le tre

ini-

ziali.

Comunicherò

a l

benevolo Lettore, che

può

conoscerlo

ancor m eno,

in

base

ai

document i

d i

cu i

dispongo

un

breve

compendio della di lui vita e

opinioni, per

gius tifica rm i s e

lo considero

u o m o

con cu i m i sia lecito

-

spero -non ver-

gognarm i d i scambiare un paio d i fogli stampat i o

scontrarmi

in un duel lo

ortografico.

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A 1 > o L o G t A

D E L L A L E T T E R A

  2 2 9

« Il

Sig. C.

T. D.

quaranta o

cinquant 'anni

fa fece

i suoi

studi , in condizioni

a

quanto

pare

stentate, presso un'uni-

versità sospetta.

ln

migliori

condizioni

percorse

per

alcuni anni

in

u na delle

migliori

ore del giorno, a c iò per Fappunto invar iabi lmente

destinata, gli scritti in tedesco e in lat ino d i un immor ta le

Wolff

con

meccanica precisione per

giungere

a

sapere

che

cosa signif ichi

concett i ,

connessione

dei

pensieri, pensare.

Parecchie

centinaia d i volte tenne pubbl iche prediche,

contro

le

sue

migliori

intenzioni e

quella buona

coscienza,

con

cu i

at tualmente scrive;

ha

tradotto e commenta to il Nuovo

Testamento - alcuni pezzi

più

d'una

volta -

oltre

ad alcuni

libri latini e greci ››...

N on

è un

peccato

e una tristezza che una vita tanto glo-

rio sa m ente im peg na ta

debba

essere

oscurata

da l

più

nero

tra-

dimento ai

dann i

di una lettera innocente?

Le opinioni del l 'Autore,

pu r

non essendo - c o m e egli

stesso ammet te -

nuove

né sconosciute,

r isultano tuttavia

tutte

con f o rm i al rango d i un docente di

religione

straor-

dinario e al gusto del suo secolo

illum ina to. Egli considera

la

sua

an ima

«

una

proprietà

del

suo

corpo,

organizzato

con

arte estrema ed in

maniera intelligente

› ›

che

tuttavia

nei

pross imi giorni

apparirà

una vecchia c a s a deserta e disabi-

tata. « Una proprietà

procedente

d alla na tu ra del corpo è la

sua

ragione

› › ,

grande c ome

la Diana

di Efeso,

miracolosa

c ome

Pimmagine d i questa

caduta da l

cielo,

una sacra ver-

gine

parim enti

immaco la ta .

La

sua

religione

pratica,

sana

e

universale nonché

la

chiara

paterna volontà d i

Dio,

al d i là

d i ogni

parassit ismo

e zizzania terrena consiste in un dili-

gente esercizio

dell'istinto

anche più oscuro

››...

In mezzo

alle considerazioni comprensib i lmente in

rec iproco con tras to

e infruttuose attorno alla sua religione del l 'uomo la singolare

apparizione

d i

un

canone

ortografico

è

un vero

Deus

ex

m a-

c/nina a cu i

sono ded ica te le m ie

considerazioni

presenti.

Poiché

le lettere

non sono soltanto segni d i suoni arti-

colati, m a spesso anche sil labe e parole,

s ì da

potere

perfino

rappresentare il

n o m e di

un docente

straordinario di reli-

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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2 3 0

sciurrr

s U L u N G U A G G 1 o

gione, è

facile

indovinare che il suo concetto fi losofico

d i

lettera dell 'alfabeto

sarà abbastanza generale

da adattarsi anche

ad

u na s em plic e aspirazione 0 spiritus.

Passiamo

ora

a lla q u es tione

principale

e

cerchiamo,

s e

ci

riesca, di prospettare

la

ragione sufliciente per cu i la let-

tera H non deve essere scritta

nel corpo né alla

fine

d i

una sil laba.

Prima ris osta

ossibile'

perché

non viene pronunciata.

Presento questa risposta

unicamente

c ome possibile senza

addossarla

di

fatto

al

m io

avversario,

per non dover

comin-

ciare troppo

presto a vergognarmi d i

lui, nel

caso che seria-

mente

volesse

spacciare

com e

un assioma della

nostra orto-

grafia e della

ragione

universale umana il fatto « c h e

nessuna

lettera, che non venga pronu nc ia ta , non deve

essere

scritta

e che

qu ind i

la

pronuncia

d i una lettera sia l 'unico supremo

t r ibunale

che

può

decidere

in

German ia

dell 'ortografia

› › .

S e 1 ” H deve essere

omessa

in

corpo

e in fine d i sil laba per

il

fatto

che non v iene pronunciata, tanto più dovrebbe

cadere

ogni raddoppiamento d i

consonante

in

fine

d i sil laba. Forse

che è possibile

ad

una l ingua umana , per quanto universale,

sana ed esercitata, pronunciare un ll, s s , tt, nn?

Ciò

nonostante

l'Autore

s i serve

di

un raddoppiamento

straordinario

e

suo

peculiare nella particella ann,

senza

che io ris c on tri nul la d i

straordinar iamente

diverso

nella

pronuncia

di questa conso-

nante senza la m odifica zione d elle vocal i . M a non dovrebbe

allora essere più efficace per una certa m od ifi ca zione nella

pronuncia

delle vocal i

il

segno

dell 'aspirazione, che non il

raddoppiamento,

par im enti

im poss ibi le per

la

l ingua,

di

un

determinato suono

articolato?

Il canone d i

non scrivere

nessuna lettera che

non venga

pronunciata

è il

postulato

nella

pratica

più

im poss ibi le

e

ina-

doperabile.

Perché

l'Autore

stesso

è

infedele alle

sue proprie

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A 1 = o L o G I A

D E L L A L E T T E R A H 231

regole non solo rispetto

alle

a ltre le tte re m a nei r iguardi

della

stessa H ?

perché non

scrive in

invece

d i

ib n

e inn in luogo d i

in, o ir

invece d i

i /Jr

e

tu n in

luogo d i tbun, per soddisfare

a lmeno

ad

un'apparenza

d i

analogia?

M a

quale

mot i vo

s i

può

supporre

per

la

sua

parzialità

nei

c on fron ti d i tutte le altre

lettere e

del

suo ingiust i f icato rigore

nei

c on fron ti d i un'aspi-

razione che non è un suono articolato?

S e la pronuncia delle lettere

fosse

stata elevata a tr ibunale

supremo universale al d i sopra dell'ortografia

quale

quel lo che

r ivendica

a

s é ,

sotto

il

manto della

l ibertà,

la

così

detta

ragione

degl i

u o m i n i nei

confront i

della religione, è facile prevedere

quale sarebbe il destino della nostra l ingua materna.

Qua l i

divis ioni quale babilonica confusione, quale

miscugl io

di let-

tere Tutta la m oltepl ici tà

dei dialetti

e

delle

parlate e dei

loro Sibbolet

4 3

si rovescerebbe nei libri d i

ogni

provincia e

quale diga

[Damm]

potrebbe opporsi

a

questo

diluvio

orto-

grafico? L” H cacciata dalla

cruda

mezzanotte della

Germania

pro lificherebbe neg li scritti

di

nazioni

maggior i e più tempe-

rate del Sacro Romano Impero con un tale rigoglio che non

s i

intonerebbe

affatto alla saggia

l iberalità

di un celebrato

t raduttore

di

rotoli

d i

sacre

pergamene in casi assai

particolari .

A

farla

breve: nel

giro

d i

pochi anni

sarebbe

spezzato

ogni

vincolo sociale tra le nazioni di German ia in campo letterario,

con il

m a s s i m o

pregiudizio de ll'au tentica re lig ione pratica

universa le, della sua

diffusione

e della pace

da e s s a

promessa. . .

M a con quale coscienza può un

u o m o ,

che tanto

si

da fare per la precisione e chiarezza

dei pensieri

ed una di-

ligen te fedeltà

nelle

piccolezze,

fare

piazza

pulita

dei

piccoli

sussidi d i ortografia per la chiarif icazione e la m igl iore deter-

m inazione dei

concetti?

Una

testa di Tedesco 4 3 5 , alle spese del

qua le

Wolfi

s i

è

fatto meriti im m orta li, ritenne tutte le

radici

della nostra

l ingua materna monosi l labiche e

l'im perat iv o la

radice

delle

form e v erb a li.

Fu'/or

[guidall

è pertanto l'etimo del verbo ƒiibren [gui-

dare] .

Perché

la

cara tte ris tica e tim o log ica delle lettere che

l'Autore

non

pare avere ancora

negato né

rinnegato

non

dovrebbe tornare a pu ntino proprio nel

caso dell'H

per

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232 scRITTI

sUL L I N G U A G G I O

rendere

sensibile ed intuitiva

la

d iffe renza nelle seguenti due

righe d i un v ec ch io c anto d i chiesa:

Tu

che

sei

mor to

per

[ƒiir]

m e

guida

[ƒ i i /Jr] pure il m io

senso

e il m io cuore.

La

pronuncia delle

sempl ic i lettere determina già la pro-

nuncia d i una

parola?

Come

potrebbe

la

mera pronuncia

delle lettere

determinare l 'ortografia?

Un bamb i n o

è in

grado

d i

leggere

non

appena

appreso

l'

A .

B. C.?

Può

un

do-

cente straordinario d i religione del suo illuminato secolo igno-

rare che tutti i b a m b i n i devono riconoscere le singole lettere

pr ima d i

imparare a leggere

e che par im enti devono essere

ammaest ra t i per pronunciare

le

sil labe c ome

costituite

da

lettere?

Benevolo

Lettore

Malgrado

il

m io serio

proposito d i sot-

tra rm i

a

tutti

i pensieri

occasionali non

immed ia tamente per-

t inenti alla

questione

principale

e d i

opporm i caval lerescamente

a quest i com e ad

altrettante meschine tentazioni di una fan-

tasia oscura, devo - sia pure d i passaggio

- dichiarare a lmeno

che sono intenzionato a rendere al m io

avversario

giustizia in

misura ben più larga d i

quanto

si può aspettare da cert i ga-

bell ieri politici della letteratura tedesca e dalle loro recensioni

universal i

fredde

ed indifferenti,

che aggiungono al

mucch io

della loro privi legiata infedeltà e ingiustizia d i giudizio la più

rozza ingrat i tudine

verso il Docente straordinario

di religione

del

loro

illuminato pubbl ico, mentre cospargono del grasso

fecondo

delle

loro

opinioni i

loro romanzi ,

dizionari,

saggi

e

lettere provincial i per invitare

tutti

i pagani e

gli sciocchi

d i

Germania al

tavolo

gratuito del

loro

nuovo cielo e

rendere

tutti

i saggi secondo

la

carne,

tutti

i

violenti, tutti

i nobili

tanto

beat i

nello spirito quanto

il

già infat icabile

Ercole

soddisfatto alla

tavola

della gioia

del

suo gioviale padre,

secondo un

noto

canzoniere(' ) .

(1 ) Sicovis .

Interest epulis impiger Hercules

4 3 6 .

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A P o L o G 1 A D E L L A L E T T E R A

H

233

N on è

del resto

senza

ragione che la piccola H sia una

grande

pietra d i

scandalo

e

che in

generale il

penoso

giogo

della lettera possa

essere

ind ic ib ilm ente a llev ia to d al

canone

del l 'omissione

d i tutte

le

lettere

che

non

vengono

pronun-

c ia te, spec ia lm en te d alla pic cola insignificante H.

Uno

scrit-

tore

che,

c ome il nostro Autore, non ha

m ai

scritto una

lettera senza

ponderazione

e rif lessione ha

sentito in maniera

più

distinta e

vivace nella forte luce del l ”umana

ragione

questa

diff icoltà dei d ifenso ri de ll'a lfa be to d i

quanto

debbano e

possano

scons ig lia ti s c rivan i

d i

mestiere.

Per questo

egli

ha

avuto la generosa idea di sgombrare da l cam m ino dei suoi

Lettori questa pietra

dello

scandalo, per quanto g li fosse stato

possibile.

La

m ia

intenzione non è comunque d i offendere i nostr i

Tedeschi,

anche

s e is t int iva m ente

penso che

non dov reb be

e s -

sere

possibile

a

tutti

gli

scrittori

né ai

critici

del

nostro

secolo

illuminato

prospettare

precisamente

la ragione

sufli-

ciente per cu i s i

sil laba

0-ba e tuttavia

si pronu nc ia u n sem-

plice o e

perché

s-i-e-ba

possa

essere

reso

fonicamente con

un semplice si.

Sarebbe qu ind i un'assai

degna

impresa

per

un editore di

spiriti patriottici nei

confront i

della

universale sana

ragione

pratica dell”unTanità e laborare una nuova ediz ione delle Con-

siderazioni sul la religione d i C.T.D. nel

più

stretto senso

del nuovo canone

ortografico

e con la

totale

omissione d i

tutte

le lettere non

pronunciate,

senza

pregiudizio

personale

verso

una

vocale

o u na cons ona nte, per fa rne un nuovo

testo

scolastico.

Tale

edizione

renderebbe

superfluo il

giogo che è

gravato

fino

a q u i

su

maest r i e

scolari

e

tutto

il cerim oniale

del-

l 'esercito della lettera.

Secondo un”osservazione

fatta già da l

Saggio

Aristotele

( 2 )

il

pr imo seme

della perniciosa fede, che

manca

della

visione

della

ragione suflíciente,

sarebbe

gettato

a

livello

d i

alfabeto,

quando

in buona fede un bam b ino impara a pronunciare ad

(2 ) A E E

'yàp nLo reú:W -ròv

p . o w ô o ' w c * . r r c , z .

Hsph

o'o<pw-rin.

š 7 » š Y 7 _ u › v ,

II,

1 4 3 7 ,

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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23 4 scRITTI sUL L I N G U A G G I O

esem pio una sil laba fatta dalle tre

lettere

i-e-/:Ia

com e un

unico

i. Si com inc ia du nq ue q u i ad insegnare ad adorare ciecamente

e ad

instil lare

negli scolari i precett i più

inco m prens ib i li

infruttuosi

e

r ipugnant i

ins ieme

ad

ogni

ragione

infanti le.

In

seguito l'an im a di un bamb i n o

riceve

con il

lusso

delle

lettere le pr imiss ime impressioni della

dannosa

sovrabbon-

danza e superfluità

nei

m o d i della

diligenza

e genialità arti-

stica,

che s e la

r idono

- ahimé - della

universale, sana

e

pratica ragione umana , religione

ed ortografia.

Una

siffatta

nuov a ed iz ione

delle

Considerazioni,

elabo-

rata

nello

spirito più rigoroso del canone

ortografico

del-

Pespressione, con accurata attenzione all*ortografia, mette-

rebbe d'accordo

tosto

le

nazioni d i German ia

circa

il vero

n o m e

e carattere del Docente

straordinario di religione. Sarebbero

d'un

solo

tratto superate tutte le div is ioni

e

aboliti gli sc ismi

f ino

ad

oggi

vigenti

attorno

al

problema

« s e

l ' uomo

sia

un

credente o incredulo -oxe -aner -iste

oppure

un mero qu id

dicere nolo › ›

4 ”.

La

Germania

intera riconoscerebbe unan ime

il segnale della

sana

ragione pratica ed

universale

nella

sem-

plice

ortografia

dei suoi profeti, lo benedirebbe a gran voce,

e ne eternerebbe lo

straordinario

m erito

ad opera

d i un

ca-

ritatevole

pritaneo

a

beneficio

suo

e

dei suoi

devot i

fratelli

spirituali che non

si

stancano con

romanzi ,

dizionari, lettere

provincial i e piccoli saggi di circoincidere, smoccolare, fil-

trare, edificare il sistema della ragione universale degli u o m i n i

per

rendere

largo e comodo lo scarso sentiero e la porta s tre tta

che introducono

alla

vita 4 ” anzi d i rendere di

pubbl ica

uti-

lità

per

tutti

i

pagani

e

gli

stolti

delle

nazioni

d i

Germania

un m inistero sacro,

in

contrasto

totale con la

final i tà

della

sua

natura. . .

Tuttavia pre ferisco d ieci

volte

parlare a perdifiato

al vento

con

un na to

cieco della

pr ima e

della

q u arta giorna ta

della

storia mosaica della

creazione 4°

o con un

nato

sordo all 'ar-

monia

di

un m inuscolo us ignolo

o

d i

un

eunuco

lat inardo

piuttosto che get tarmi v ia ancora con un

avversario

che non

è neppure

capace

di

vedere

che una l ingua, una ragione, una

rivelazione sana, universale, pra tic a d ell”u om o

senza

principii

arbitrarii

sarebbe un

forno

d i

ghiaccio 4 ”.

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A P o L o G I A D E L L A

L E T T E R A H

235

Passo dunque

d i

fretta

alla:

seconda risposta effettiva:

secondo cu i «la m ia pronunciata H

è

stata inserita tra

le

si l labe da

scrittori

disattent i .

E

l 'uso dei così detti can-

cellieri

e l”abitudine

di scr ivani mercenar i

che

non pen-

s a n o . Un uomo c h e scrive pensando non

deve

orientarsi

secondo gente di

tale

fatta. E un'abitudine

in fondata che

agl i

occh i

degl i

stranieri

appare

barbarica

ed

è

quindi

ingiuriosa per la nostra Nazione, le cu i catene non s i into-

nano a lla libertà delle

teste,

degl i occhi

e

delle dita dei

Tedeschi › › .

Benevolo

Lettore

Io

conosco

un

u o m o :

s e

sia

u n

mal -

vagio o un semplice

vanesio

megl io d i m e e di te lo s a

l'onni-

sciente

Conoscitore

dei cuori . . .

Quest 'uomo

ha

prestato ser-

vizio senza r isultato in due cancellerie r ispettiva m ente per

uno e

sei

mesi . N on poté raggiungere il modesto bene d i

diventare nella

sua patria

un

onesto

gabelliere

per la schiac-

ciante

concorrenza

d i

invalidi

lustrascarpe

e

guastamestieri .

Egl i

è

a ttu alm ente u no

d i q uei m a es tri d i scuola che cercano

il vero m eglio

della gioventù, cosa in fondo più

rispettabile

che essere un ben sistemato angariatore, mediatore di mer-

cato,

un

Jourdan

M a m a m u s c h i con tre

berrette

da notte, sen-

z'altra testa che la b r a m a di denaro.. .   4 2 .

Celebriamo

pure le nos tre

tes te Tedesche:

è

però

un

fatto

che anche

g li

im piegat i

d i cancelleria

dell 'universale

ragione

e religione del l 'uomo r imangono fino ad oggi fedeli alla con-

suetudine

nella grafia della piccola lettera H

e si

vergognano

più della l ibertà

ortografica

che d i

tutte

le altre e straordi-

narie opinioni del

loro

zoppicante Mastro Martino

(3)...

S e

invece

secondo

la

sua

propria

dichiarazione

d i

fede

il

l inguaggio e la sua ortografia « si fon da s u ll'u s o delle

persone

più ragionevoli dell' intera

Nazione › › ,

come può essere r iu-

( 3 )

Cfr.

p.

Gerundio 4 4 3 .

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236

scRITTI sUL L I N G U A G G I O

scito

in tutto il m o n d o ad alcuni scrivani

prezzolati

che non

pensano e ad alcuni così detti im piegat i di cancelleria di ren-

dere universale un tale barbarico

ed

ingiurioso incremento d i

profitto

a

r iguardo

della

lettera

H ? N on

è

stato

per

caso

un

qualche

coscienzioso consigliere ammin is t ra t i vo o direttore a

manovrare q u es ta a ss urd ità ?

Gli occhi di tutti i lettori erano incantat i quanto le

dita

d i alcuni scr ivani che non pensano? L'intero stato era costi-

tuito

di fi losofi à la

turque?

Una narra zione poetica d i questa

vicenda

senza

data

luogo

sarebbe

estremamente

divertente

per la

meditazione

s toric a d el nostro politico

secolo...

Ma a

qua l i

stranieri al lude lo straordinario

profeta? Perché

non parla con chiarezza e precisione? Allude ai Francesi?...

Fino dalla giov inezza ho diflidato della loro l ingua per

v ia d i quel l 'odiato ed equivoco nome. . . 4 ' .

Al lude

agli

Inglesi?...

In

qual i tà

d i

maestro

d i

scuola

ho

conosciuto la malat t ia inglese,

grazie

a Dio non nei figli della

m ia

carnel ;

il

loro

l inguaggio

però

non era ancora di m o d a ai

mie i

tempi .

Io non s o s e

queste

due

nazioni

possano essere di

fatto

tanto coscienziose da pronunciare

ogni

H scritta con

preci-

sione

e

chiarezza

e

alta

voce

distineta

com e

que l

lepido

La-

t ino;

c om u nq u e nella

m ia povera

Patria

ho

udito

Francesi assai

grandi

e piccoli

parlare

tedesco, i

qua l i

hanno m altrattato

la nostra H

tedesca

in maniera altrettanto irresponsabile che

il Docente straordinario d i

religione,

e

soprattutto

nei

con-

fronti d i

entrambe le nazioni ho tale pregiudizio da non essere

in

grado

di

m etter le

in

paragone con

i

nostr i

Tedeschi.

Sono forse gli O la nd es i a llora che c i accusano

d i essere

barbar i per v ia d i una piccola

lettera?...

Benevolo

Lettore

per

quanto

io

sia stato fino ad

oggi

un

grande

amico

delle

fumer ie,

ho tuttavia fatto voto una

volta per tutte d i non i m m i s c h i a r m i in

polemiche

olandesi

m ai

in

vita

m ia ,

r iguardino

e s s e

l 'ortografia

o

Portodossia.

Ciò m i è costato - ah imé -più d i un occhio pesto. Quest i

barbar i non capiscono

lo scherzo

il Crist ianesimo, bensi

sono, per dirlo in una parola, Olandesi La loro l ingua è un

coltello

affi lato.. .

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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A i> o L o G I A D E L L A

L E T T E R A

H 237

Ma vengo

ormai

con

c o m m o s s a penna

a l-

l'ultima

risposta

-

puramente

Verisirnile

_

alla

questione:

< < c ome lo straordinario

Docente

d i religione sia caduto

nell”eresia ortografica d i omettere (escluse le paro le s tranie re

ed

alcuni

arbitrari casi

particolari)

l'

H,

perché non

viene

pronunciata,

in

corpo

e

in

fine

d i

sil laba,

e

sia

arrivato

a

sfi-

gurare Portografia della sua l ingua materna defraudando

e

oppr imendo una

piccola

lettera in maniera ta nto infond a ta

quanto im propria,

che appare di catt ivo gusto

agli

occhi

di

tutti i

Lettori

ragionevol i e ingiu riosa perfino alle

dita

del-

l'Autore? › › .

Secondo

le m ie presenti

considerazioni

e

secondo

l 'ap-

pendice

sugl i effett i delle

rappresentazioni

oscure non

c'è

da

sospettare

s e

non

che

uno

spirito persecutorio

così

straordi-

nario

nei

confront i di una lettera innocente

debba essere un

effetto della più

crassa ignoranza e

della più farsesca vanità.

C'è una specie di ignoranza della volontà che non può

e s -

sere

sanata

né da

meriti

crist iano-wolf l iani

in

l ingua

tedesca

e

latina né da diligenti

t raduzioni e

c o m m e n t i della

Sacra

Scrittura.

Questa

specie d i ignoranza

« s e m b r a pura a

s é m e-

desima

mentre non s i

è

elevata al di sopra del suo sterco › › .

«Tiene alto

lo

sguardo

e

solleva le ciglia», anzi

che vergo-

gnarsi

della sua scandalosità. Questa specie di ignoranza si

gonfia

e

parla

gonfiando

le

guance:

< <

La nostra

ragione

è

universale,

sana

e suff icientemente esperta › › , senza sapere

« che è misera, lacr imevole, povera, cieca e nuda › › 4 4 5 . Anche

s e gli

è

possibile umanamente parlando, giungere una volta

o

l'altra alla

chiara

consapevolezza

d i

un

id io tism o

presu-

mib i lmente

innato alla

sua

an ima fino dall'inizio della

sua

esistenza

o

forse

già

nella

matr ice

generativa

del

suo

corpo

fatto a regola d'arte - a parte il

fatto

che potrebbe mani fe-

starsi di per

s é

con altrettanta

evidenza

in

tutta

la sua vita

-

quanto nelle opinioni infantili, tuttavia r imane nascosto ai

suoi propri

occhi...

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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238 scRITTI sUL L I N G U A G G I Q

L'ignoranza

più crassa è la vanità più sfacciatal . . .

Poderosi errori ed una superstizione più che m irac olist ica

nei

confront i

d i menzogne e mister i della tenebra e della

malvagi tà l . . .

Stupidità

testarda

in

pallio

pbi losopbico

ed

una

rapace

brutal i tà

in vest i d i

pecora”

contro

l 'unico vero Dio

e

l ' immag ine

della sua

invisibi le Essenza

nella natura umana l . . .

O ttu sa a troc ità

e assassinio spir itualel . . .

Un

calice

dell 'eb-

brezza 4 '

di una ragione

ubriaca e

che butta fuori

4 4 8 ,

che

a cagione del suo s tomaco in disordine o del suo

cuore,

il

sangue

dei

tes t imoni

d i

GESU,

la

fo rza delle

loro

prove,

dando

a lla tes ta .. .

O ignorante detrattore di una provvidenza divina e di

una ragione umana

universale

non considerare un cieco

gioco del caso il

fatto

che Portografia del

Doc ente s tra or-

dinario di

religione

si addica a lla questione

principale

quanto

allo

spirito

del

suo

secolo

illum ina to,

la

cu i storia

f ilosofica

e politica è

un

vero d itiram bo per

la

fede

storica di

quelle

creature

dei raccont i

di

vecchie, che t remano ' 4 9 e

di cu i

negò

l 'esistenza, non

ostante

il tangibi le in flu s s o d ella

loro

ispira-

zione, il predicatore della loro

fede

storica, solo perché il

canuto

Wol f fiano

una volta scrisse in

que l

senso...

Benevolo

Lettore

Le m ie

tre

classi

mi

aspettano

e

devo

prendere

congedo

da te

senza

neppure

la

speranza

d i

m a i ri-

vedere il tu o

volto. Il

m io cognome verrà

abbastanza presto

cancellato da l libro della vita

4 5 °

e perirà con l ' invecchiata

tra-

duzione

luterana della Bibbia, dove lo potra i ritrov a re, s e

te ne im porta , nelle profezie di

Geremia

contro M oab

(XLVIII.

1 2)

4 5 ' .

La

piccola

lettera

H,

con

cu i

comincia il

m io buon

n o m e di bat tes imo di Heinr ich, possa parlare da

s é

in

sua

difesa, s e ha un respiro in corpo. Io non intendo

preoc-

cuparm i ulter iorm ente

del

suo

destino

futuro, né

del

m o n d o

intero, che

giace

nel male

e attendo

ogni sera il

sonno

e la

sua sorella con la

m ia pipetta

e la m ia

caraffina.

Il

Padre

m io

dei

cieli

si

preoccuperà

o r m a i

delle

m ie

po-

vere vedove e dei m i e i

figli

minorenni , senza che abbiano

bisogno d i

piegare il ginocchio al cospetto

d i Baalm e dei

suoi

ministri

e

preti o diventare

straordinari

miscelator i

d i

lettere, ragione e religione. Salve anzi

addio

per sempre

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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Nuova

apologia

della

lettera

H

da parte d i lei s t e s s a

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Profetucol i di B öm is ch -B red a(4 ) , non m erav ig lia tevi che

io Vi

parli con

voce

u m a n a

per

punire la Vostra prevari-

cazione simi le a quella

m u t a bestia da

soma 4*.

La vostra vita è

quel lo

che sono io: un soffio. N on pen-

sate

qu ind i che

debba

strisciare al

vostro cospetto

per im -

plorare

d i

essere

conservata

o

abbia

a

piangere

d 'essere s ta ta

bandita

di punto in bianco o estirpata da i

vostr i

scritti.

Considero un

onore

e un beneficio essere soggetta al

servizio della vostra vanità meno delle

m ie

consorelle vocal i

e consonanti .

La m ia esistenza e conservazione dipendono da

Colui

che

tutto

regge

con

la

Sua

parola

possente

e

che

ha

detto

e

giu-

rato: < < Fino a q uando cielo e terra non passeranno, non

passerà né la più piccola lettera

un apice › › 4 5 5 .

Profetucol i d i Bömisch-Breda vedo che in tutto siete su-

perstiziosiss im i. Il

Dio invisibi le,

e d i conseguenza a

v o i

sco-

nosciuto, è

senza

dubb io il padre della ragione e della reli-

gione,

che

sono

però

spirito

e

verità,

e

d i

conseguenza

na-

scosti ai

vostr i sensi quanto

l'invisibile

- e qu ind i

a v o i

sco-

nosciuto

- IDDIO 4 5 ° .

Ciò

che nessun occhio

ha veduto,

nessun orecchio

udi to

e che

non

è

v enu to nel cuore di

nessun

u o m o .

In

c iò cons is te

l 'unica

religione,

degna

d i

un

Essere Supremo e

a Lui

conve-

niente,

che

Iddio

ha

preparato per coloro

che

Lo

amano

4 5 ' .

M a

è possibile un

amore

u m a n o senza conoscenza e s im-

patia?

( 4 )

Le

prophete de

Bömiscb Breda.

M r. Gr imm contre Rousseau

4 5 3 .

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242 scRITTI sUL L I N G U A G G I O

Voi vi

vantate

di

conoscere

Dio; com e siete giunti a

questa gloriosa

cognizione?

Attraverso

la considerazione delle

Sue

opere 4 5 ° .

Donde

sapete che

q ueste opere

Lo

conoscono

megl io

d i

v o i

stessi e non sono

invece

d i gran

lunga

meno capaci d i

Voi stessi d i questa

alta

rivelazione e di parteciparla a

voi?

Per

conoscere un

semplice u o m o , quello più alla m ano,

per

conoscere v o i

medes im i ,

vi affidereste ad opere esteriori? Quan-

to

poco

e s s e sono

s im ili,

quanto remote ed es tra nee, addir i t-

tura

contraddit tor ie

rispetto

alla

profondità

del l 'uomo

inte-

riore nascosto nel

cuore

4 5 9 .

N on

m entite qu ind i contro la

verità

con

la vos tra m illan-

tata conoscenza di Dio,

giacché

le menzogne

competono

ad

una

saggezza

che

è

terrena, umana ,

diabolica. Menzogna

sono

tutte le

f o rmu le

della

vostra

così

detta sana,

universale ed

esercitata

ragione

più

inco m prens ib ile,

contraddit tor ia

e

ste-

rile

d i tutti i m is teri, m ira c oli e segni della s antis sim a fed e,

che v o i perseguitate altrettanto invano q uanto invano il

Do-

cente

straordinario

di religione del

vostro

secolo nei suoi

Pensieri casuali attinenti

al

prob lema

principale

perseguita m e,

che parlo

a voi , simi le a

que l m u t o animale da

soma

che

parlò

per

stornare

la

stoltezza

del

profeta

che

portava,

e

che

lo perc uotev a nella

passione

della sua incredulità o della

sua esagerata creduloneria 4 6 ° .

Profetucol i

d i Bömisch-Breda Per rica va re da vv ero co-

noscenza

sulla

base della vostra piccola cometa, c ome v o i

stessa la

definite, non

r imane

invero altro mezzo più

natu-

rale

e

ragionevole

s e

non

che

uno dei

vostri

fratelli

ascenda

d i

persona

al cielo e r idiscenda giù nell 'abisso dei

morti 4 6 1 :

giacché

IDDIO

non è

un

DIO dei

morti

m a dei

viventi 4 6 2 .

Voi

invece

siete

viventi morti e

il vostro

v ero d es tino è d i giun-

gere alla

vita

solo

attraverso

la morte .

N on

bestemmia te con una falsa l ingua che

a c c e s a

dall'In-

ferno

denigra

l'intero

processo

a

regola

d'arte

della

vostra

metamor fos i . Il

v os tro od io

verso

Dio

è, c ome il suo sdegno

nei vostr i

r iguardi, infinito; il pr imo un ve rme che non m uore,

il secondo un fuoco che non s i può spegnere

4 6 3 .

Parlate d i

amore

naturale

verso Dio solo

quando

tutti

i

corpi della

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APOLOGIA DELLA LETTERA I-I

243

vostra terra abbiano

rinnegato la

forza della

loro inerzia

e i

principii della loro gravità lungo il

nastro

d ella v os tra

voce m irab ile W .

La

gravitazione

delle

vostre

incl inazioni,

tutto

il

dars i

da

fare del vostro cuore fino dalla giovinezza ha c ome meta il

centro della terra.

Una

manifestazione

scevra

da imped iment i

della vostra

attività

vi a llonta nereb be d al Padre

della

luce in un vuoto

infinito,

senza

la Sua superiore,

graziosa,

immedia ta forza

d i

attrazione

dall 'alto,

giacché

tutto

ciò

che

cӏ

nel

m o n d o

non

è del Padre m a del mo n do .

M a

v o i a ppa rtenere a l m o n d o e

non conoscete il l inguaggio di Chi non è del m o n d o e non

potete udire le

Sue

parole.

Profetucol i

di Bömisch-Breda L'oggetto delle vostre con-

siderazioni e della vostra

pietà

non è

Dio

m a una semplice

piccola

parola figurata,

c ome

la

vostra universale

ragione

umana , che

divinizzate

in

persona

esistente mediante una

licenza

più che

poetica

e fabbricare tali dè i e tali

persone

mediante

la

transustanziazione

delle vostre

parole

figurate,

tanto che al paragone della vostra idolatr ia filosofica il più

crasso paganesimo e il più cieco papismo saranno al Giudizio

finale

giustif icati

e

fo rse assolti.

La na tu ra d i quest i termini f igurat i vi è dunque

sconosciuta

quanto

il

DIO

geloso

“S che violentate

nel n o m e

e

nell 'onore

c ome ladri e assassini? Tutta

la vos tra

ragione

u m a n a

è forse

altro che tradizione ed

eredità

e

occorre mol to

a r icondurre

il libro d i

fam igl ia

delle vostre trite calve e due volte mor te

opinioni

alla radice

dell 'albero

genealogico?

La

vostra

ragione

u m a n a

non è forse un organo in form e, un

naso finto ,

un gal-

letto segnatempo a

cu i

è preferibile la lettera, che è stata

scritta a lmeno una

volta

e che è r imasta

fino ad

oggi d i un

canone

sacro?

Il

f amoso

principium co inc identiae oppos ito -

rurn(5) vi

è del

tutto

sconosciuto? È lo

spirito che

viv i f ica;

la

lettera

è

carne

e

i

vostr i

vocabolar i

sono

fieno

W '.

Profetucol i

di Bömisch-Breda Chi

pretende

da v o i una

dichiarazione con bol lo del

fatto

che non ve ne im porta

un

( 5 )

Iord.

Brunus.

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244

SCRITTI SUL LINGUAGGIO

fico della posterità e che

la

maggioranza delle

voc i e

dei

quat-

trini

è

per

voi il

cuore

e

il s o m m o

bene. Voi

dite: «i

nostr i

padr i insegnavano

le

costumanze del loro

tempo,

ai nostr i

tem pi pru dono

le

orecchie

e

no i

dobb iamo grattare

› ›

4 6 7 .

Ipocriti non

test im oniate

voi stessi di essere

figli

dei

vostr i padr i e vi

scagliate contro

di

loro

e

contro v o i

stessi?...

4 ° ” .

Un personaggio

centrale

del suo

secolo

c ome Saul ed una

platea

del suo livello possono sempre trarre al im ento dalla

buratt inata

d i

un

profeta

defunto

e

di

una vecchia

“°,

m a

ispirare ad una piccola

lettera

c ome m e un'apologia tanto

nuova c ome la m ia non è certo cosa da voi , o grandi

Profeti

di Bömisch-Breda

Qualem m in is t rum

fu lm in is alitem

Cu i

REX

DEORUM

regnum

in

aves

vagas

Perm is i t, expertus fidelern

Juppiter

in Ganymede f lavo

. . . . . m ox

in ovil ia

Demis i t

hostem

v iv idus

impetus

Nunc in reluctantes

dracones

Egit a m o r dapis atq ue pugnae 4 7 ° .

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NOTE

DEL

TRADUTTORE

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1 Nella

conc lus ione

dell 'ode VI

del primo

libro (vv. 17-20) rivolto

a M. Vipsanio Agrippa

Oraz io ,

decl inando il troppo

a rduo im pegno

dell'epica

guerresca,

dice: «

N oi cantiarno (convit i e)

attacchi

d i a g g r e s -

sive

vergini dalle tagliate

unghie

a giovanotti ; distaccati o, s e qualche

volta pres i da fu oco, non m e n o d el solito

scherzosi› › .

Z Al termine ebraico che s ignifica m a s s i m a fa

seguito

la cifra r ica-

vata

da

una

parte dei vers i

136-139

dell'Epistola

III

del

l ibro

II

(ad

Pisones, sive da arte poet ica) di Oraz io che in te gra lm e nte d ic o no :

« N o n inizierai come il

poeta

ciclico una volta: 'Canterò

la sorte

d i

Príamo e

la gloriosa guerra' . Che potrà presentare

il

promettente

che

s i a

degno

d i tanta

enfasi?

Partoriscono i mont i e nascerà un ridicolo

topolino › › .

3 È u n

passo d el ra gion am en to

de l l'am ante

accorto

in un

apologo

di Socrate nel Fed ro platonico

(237b6-d

1 ) :

«In

ogni

caso,

ragazzo,

c ” è

un unico

principio

per

quant i

intendono

decidere

come si deve:

occorre sapere di che

cosa

s i

debb a dec idere; altrimenti l'errore è

inevitabile;

a

molti

r imane celato tuttavia il

fatto

di

non

sapere

l 'essenza delle

singole cose; sì che, q u a s i sapessero,

non si mettono

d'accordo

all'inizio

dell' indagine e più

innanzi

ne pagano il fio, in

quanto

non trovano accordo

né in s e stessi né con

gli

altri.

Che

quindi tu ed io non abbiamo a

tollerare

ciò che

r iprendiamo

negli

altri...

conduciamo

l ' indagine

avendo

posto

una

definizione

alla

base

d el

par lare co m u n e , rivolgendo a questa lo sguardo e a questa

riferendoci .

_

.

› › .

N.

B. Ci

perm ettiam o di

c orreggere q u a

e là

il testo

greco d i Hamann --

e

aggiungere accenti

e

spiriti-uale

è

fornito

dal

Nadler seguendo l'edizione di Platone

del

Burnet .

4 << . .d ivenut i dotti in apparenza anzi

che sapienti

› › . P L A T O N E ,

Fedro,

27 5

b2.

5

PLATONE,

Sofista,

23 3

c 10-

1 1 :

«

ll

solista

risulta

a

noi

possedere

una c erta a ppa renz a di scienza attorno ad

ogn i

cosa, non tuttavia

la

verità».

° Sotto il

n o m e

quas i mitico d el

m e d i c o

Ippocrate

nato

a Cos

nel

4 60 a.

C. sono

raccolti 53 scritti. H a m a n n

c ita la

conclus ione

d i

u n

brev i ss imo scritto, la Legge:

«

...sono d u n q u e

due : la

scienza

e l'opi-

nione e d i e s s e l 'una fa sapere, l'altra ignorare,

la

scienza infatti fa

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248 scRITTI sUL L I N G U A G G I O

sapienti,

l 'opinione

invece rende ignoranti. Le

c o s e

s a c r e però si

palesano

agli

uomin i santi:

ai

profani non

sono

lecite

prima

che

siano stati

iniziati a i

misteri

della

sc ienza» .

(cfr. Nôv-0;,

IV

9-V3).

7

I due

dott i sarebbero secondo il

Nadler

(cfr.

VI

4 1 9 ) Iohann

Christoph

Got tsched

e

Johann

David

Michael is .

8 EsIOD0,

Le opere e

i giorni,

vv.

648-649 e 661-662: < < ...ti m o-

strerò i

ritmi

dell'altisonante m a r e , / pur

non

essendo esperto né di

marineria

di

n a v i

› › .

..

«ma nondimeno ti dirò

l'animo

di

Z e u s che

tiene l 'egida, /

le

M u s e mi insegnarono infatti a cantare u n inno inef-

fabile

›› .

9

T h o m a s

Willis,

M. D.

Sedleian

Professor

of

Natural

Philosophy

a t Oxford, fu autore di nu mer os i

scritti

di med ic ina

e

neurologia , rac-

c olti in ed iz ione c om pleta nel

1 6 8 1

a Londra e nel 1682

ad

Amsterdam.

T I - I .

W ILLIS, Cerebri

Anatome,

cui accessit nervorum desc riptio et

a s u s . Londini, 1664,

p.

29 2

s s

(cfr. N .

VI, 400).

1 °

Samuel Werenfels

(1657-1740), professore

d i

teologia

nella

na-

tale Basilea, difese

il v alore d ella

religione storica,

biblista,

fu d i idee

aperte in c am po e cc le sio lo gic o.

Oltre agl i

O p u sc u la Tb eo lo gic a , Philo-

sophica

et Pbilologica, 2 tomi, Basi lea 1 7 1 8 (II ed iz . Los anna e

Ginevra,

1 7 3 9 ) ,

s i ricordano

i Three

Discourses

(Londra, 1 7 1 8 ) , i due volumi

di

Dissertat iones ( A m s t e r d a m , 1 7 1 6 ) , A dissertat ion upon superstition in

natural things (London, 1 7 4 8 ) ,

la

Dissertatio de

Logornacbi is Eruditorum

( A m s t e r d a m , 1 7 0 2 ) , che godette di du e

edizioni

in G e rm an i a (Fran-

coforte s . M., 172 4 e 1 7 3 6 )

e

di

una

versione inglese

(Londra,

1 7 1 1 ) .

1 1 Cfr. J. G. HAMANN, Kleeblatt Hellenistic/Jer

Brieƒe

in Kreuzzüge

des

Pbilologen

(N .

II,

170) :

«Ogni

maniera

d i

pensare,

che

si

faccia

u n po' m o d a , ogni minimo t raboccare di passione colora Yespressione

d ei nostri concetti › › .

1 2

La

s toria delle

trasformazioni

subite da un cappello che

p a s s a

d i

mano

in mano è l 'atgomento d i una

delle

Fabeln und Erzäblungen d i

Ch.

F. Gellert (1715-1769)

raccolte in vo lume

a Lipsia nel 1746-48.

1 3

PLATONE,

Simposio

(207d1-208a2)

<<... la natura

m orta le

cerca per quan to

pu ò

di

essere

sempre e di

essere

immortale: le è

possibile tuttavia unicam ente m ed iante la

generazione,

in quanto lascia

indietro

in luogo

de1l'essere

vecchio

un

altro essere

nuovo: e [per

q u es to ] a ppu nto ogn i

vivente

singolo

è

detto

vivere

[ed essere il m e-

des imo 

om e è detto il

m e d e s i m o

qua l cuno da

fanciullo

fino

a

che

s ia diventato

vecchio: è

detto il

m e d e s i m o

m a

non ha

affat to gli

stessi caratteri] anz i senza

posa s i

rinnova

e

ins ieme va

perdendo

taluni

caratter i

quanto

a i

capell i , alla

carne,

alle

ossa,

a l

sangue

e

a l

corpo

nel suo

ins ieme, e non già

sol tanto rispetto a l

corpo

bens ì nei

riguardi

dell'aniI-na

del pari

abitudini,

opinioni, desideri, piaceri, dolori, ti-

mori: nulla di tutto

c iò

r imane identico in c iascuno, m a ta lune cose

nascono

altre

periscono. E -- c o s a vieppiù

strana

-

e

scienze a loro

volta subiscono

tale

sorte:

senza

dire

infatti

che ta lune

nascono

ed

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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N o T E D E L

T R A D U T T O R E 24 9

altre vengono meno rispetto

a

noi

e

che neppure noi permaniamo iden-

tici

nei loro

riguardi,

ciascuna delle scienze singolarmente presa

sottostà

alla

m e d e s i m a v icenda › › .

1 4 Natalis

Anton Pluche ( 1688 -1761 ) ,

g r am m a t i c o e linguista,

autore

tra

l”a1tro

di

La

Mécban ique des

langues et l'art de

les

enseigner, Pa-

rigi, 1 7 5 1 .

Denis Diderot

( 1 7 1 3 - 1 7 8 4 )

encic lopedista ed estroso scrittore su-

scitò

scanda lo con

le tes i sostanz ia lmente atee

avanzate

nel 1 7 4 9 nella

Lettres s u r les aveugles

à

l 'usage de ceux qui voient .

In

lettre su r les

sourds et les muets à

l'usage de ceux

q u i entendent et q u i parlent

è

contenu ta nel Vol.

II

dei

suoi

Oeuvres pbilosopbiques,

litéraires et

drama t i ques .

Londra

1 7 7 3 .

1 5

«ingannando

con ragionamenti speciosi››

secondo il

detto d i

Paolo (Coloss., II, 4-5) «iva unöelç ùuãç napakoy lšnrar å v ntñavokoyiq. ›› :

«ut

nemo vos decipiat in

subl imítate sermonum

› › .

1 6 Il passo citato

da

Hamann

appartiene

al cap. IX

del l ibro

II

della

Politica di Aristotele

( ' A p w † ° 1 é 7 ~ ° \ › s

Hohrwöv B 1 2 . 1274a 2 5 - 3 0 )

dove

a

proposito

d ei

legislatori

Za leuco

e

Caronda

è

detto:

«taluni

cercano di metterli ins ieme partendo

d a l

presupposto che

Onomacrito,

primo illustre

legislatore, s ia

stato educato

a Creta, essendo egl i di

Locri ed essendosi trasferito

colà

per v ia

della

m a ntica : Talete sarebbe

diventato suo

compagno e

suo

discepolo

Licutgo nonché

Za leuco :

Ca-

ronda sarebbe

stato

a

sua volta discepolo di Zaleuco».

1 7

M O N T E S Q U I E U ,

C I - I . , L'esprit

des

lois, 1748 .

1 3

Nella

Satira VI enumerando

i

molti

vizii

e

difetti

delle

mogli

Giovena le fa

anche

la critica della donna dotta

e pedante

che s i

picca

d i bene parlare appellandosi s e n z a posa

alla

grammatica. «Che un

marito abbia bene il diritto di

lasciarsi

scappare un so lec ismo

› ›

(v .

456) .

1 9 Iohann

Bernard Merian (1723-1807) ,

di

Basilea,

m e m b r o del-

l 'Accademia

delle scienze

d i Berlino nel 1749 , fu nel 1770

nominato

direttore

della sezione

delle

Scböne

Wissenscbaƒten, e nel

1797 alla

morte

d i

Formey eletto

segretario

dell 'Accademia.

Autore

d i

scritti

vari

di fi losofia e di scienza, fu

relatore

tra l'altro dello

scritto

di I.

D.

Mi-

chaelis

su l

rapporto tra l inguaggio e opinioni

del

1 7 5 9 .

2 °

I

Corinti

XIII, 8-9 : «La cari tà

non

viene m a i m e n o :

le

pro-

fezie si

esauriranno, le lingue cesseranno, la scienza s a r à

distrutta.

Cono-

sc iamo

parz ia lm ente

e parz ia lm ente

profetiamo

. . . › › .

2 1

Non

potendo

rim anere indifferente all 'attacco di Encolpio contro

la

vanità

diseducat iva

di

u na

oratoria

enfatica

fattasi

m o d a ,

il

retore

Agamennone interviene

con

le parole che,

togliendo

a prestito da Pe-

tronio, H a m a n n fa

sue

dopo

il

«

Salve

a l

ma levo lo

lettore › › . PETRONII

ARBITRI

Satiricon

III,

1 ): «

.

.Giovanottol Giacché

t ieni discorsi

che

non sono secondo il gusto del pubbl ico e

_o s a

a s s a i

rara

-am i

il buon

senso,

non ti nasconderò i

segreti

dell'arte › › .

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250 scRITTI

sUL L I N G U A G G I O

2 «Sei

impazzito?

o

m i

prendi in giro

a

ragione

veduta con

queste

profezie oscure? › › , protesta

Ulisse contro i

cinici ammaestra-

menti di Tiresia nella satira oraziana che colpisce i cacc iator i di eredità.

(ORAZIO,

Satira

V

del

libro II, V. 58 ) . La

citazione

oraziana ha Paria

d i

commentare

l 'incisione

sovrastante,

che

ornò

l 'edizione

del

saggio

nei

Kreuzzüge del 1762.

Goethe

racconta

(Dichtung

und

Wahrheit, 3. Teil. 1 2. B u ch ) c o m e

quell'incisione abbia alienato

a

H a m a n n

la

s im pat ia suscitata

da i

Me-

nzarahi l i

Socratici :

«Anche i

silenti

della campagna, c o m e

venivano

definiti tra il serio

e

il faceto quel le

a n i m e

pie che pur

senza

professare

l 'appartenenza ad alcuna

società costituivano

una

chiesa

invisibile, gli

rivolsero l'attenzione

e

per

la

m ia

Klettenberg

non

m e n o

che

per

il

suo amico

Moser

il Mago del Nord fu

un'apparizione

benvenuta. .

_

Una

tale

buona intesa non sarebbe dovuta però durare a lungo. Questi pii

uomin i lo

avevano immaginato

più

alla

loro

maniera, in qualità

d i Mago

d el Nord

lo avevano trattato con reverenza e credevano che anch”egl i

avesse

ad assumere tosto un

at teggiam ento r iguardoso.

A v ev a invece

già urtato alquanto con le Nuvole, u n po stlu d io ai

Menzorahili

Socratici,

ed

ora

s i

rendeva

ridicolo

con la

pubbl icaz ione

d ei

Kreuzzüge

des

Philo-

logen,

nei

qual i

si

poteva vedere non solo sotto il

titolo

il profilo d i

u n cornuto Pan m a

su u na

delle

prime pagine

un

grosso

gallo in inci-

sione

l ignea,

che segnava il t e m p o

a

delle gallinelle che stavano innanzi

a lui con

mus ica

tra gli

artigli,

con

il

che si in tendeva

prendere

in giro certe musiche d i chiesa non approvate

dall 'Autore.

Ne derivò

un

disagio tra

quelle

anim e ben

pensanti

e delicate, che

s i

fece notare

all 'Autore, che per nulla

lusingato

si sottrasse a più stretti rapporti › › .

7 3

Gli

Unuorgreiƒ l iche

Gedan/een,

betreffend

d ie

Ausiihung und

Verhesserung

der Teutschen

Sprache di G .

W. Leibniz

(del 1 6 9 7 ) ,

citati

da

Hamann

secondo la Illustris viri G. G. Leihniti i Collectanea

Etymo-

logíca, illustrationi linguarum, veteris

C eltica e, G e rm a n ica e, Gal l icae, al ia-

rumque inservientia; cu m preƒ atione I. G. Eccardi. 2pt. Hanoverae,

1717 , furono

editi in seguito

dall'Accadem ia delle

Scienze di Berlino,

nel

1792

[Discours

q u i

ont

été lús dans Vassemhlée

puhlique

de

l 'Académie

des

sciences

de

Berlin

tenue

le

26.

Ianuier

1 7 9 2 .

(On

a

ajouté le plan

d u célêhre Leibnitz s u r

la

culture

et

la

perfection de

la

language alle-

rnande)] e nel

1794 (nella Sammlung I. dei Beiträge zur deutschen

Sprach/eunde.

Vorgelesen in der Königlichen

A k a d e m i e

der W iss en-

schaƒten zu Berlin).

2 4

Ecclesiastico

X, 1 9 «

.

. .e tutto obbedirà al danaro». ARIsToTELE,

Etica Nicomachea,

l ibro V

cap.

8 (E . 8.

1133

b, 20-33):

«bisogna

che

ci

s i a

un'unità

stabilita

per

convenzione

e

per

ciò

si

chiama

no-

misrna

[d a

v ö u - 0 ; , norma, regola]:

il denaro

rende infatt i tutte le c o s e

commensurabi l i ; tutto si

misura

a denaro › › . A R I S T O T E L E , Politica, lib. I,

cap.

III, 1 7 (1257b23): il

denaro «è

l'elemento

e

il limite

del

c o m -

mercio›› .

1 5 « Si assomigliano

infatti

lo scambio della moneta e l 'uso della

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NOTE

DEL

TRADUTTORE

251

parola»

PLUTARCI-II

Opera , ed.

]. I.

Reiskii,

Lipsiae, 1 7 7 7

VII,

59 9

(cfr. N.

VI,

4 0 1 ) .

N elle V ita e (owxúwv,

V

34-35),

lodata

la forza derivante all'oratoria

di Focione dal la

concis ione,

Plutarco spiega che «Come u na m o neta

in

poca

m o l e

ha

grande potenza,

cos i

la

forza

delle parole

risulta

indicare molto con poco›› . (È stato corretto il greco della citazione

hamann iana (N

Il, 12 9 , 38-40 )

stravolto

da errori).

2 ° Histoire des douze César:

de

Sveton, traduite pa r H .

O P I - I E L L O T

D E

L A

PAUsE

[]. B. C. IsoARD DELISLE: cfr. British Museum, Gen.

Cat.

p.

B.,

1964,

CCXXXII, 352]

avec

des rnélanges philosophiques

et des

notes.

4

t o m .

Paris,

1 7 7 1 .

2 7

C .

SvEToNII

TRANQUILLI

De

Vita

Caesarum,

lib.

I,

cap.

LVI:

Reliquit et «De analogia» duos

libros

et «Anticatones»

totidem

ac

praeterea

poema

quod

inscribítur

«

Iter › › . Quorum l ibrorum primos in

transitu Alp ium, cum ex

citeriore

Gallia conventibus

peractis ad

exer-

citum rediret... fecit».

2 ° Nel f rammento 22 degli Academica di Cicerone,

derivante

da

Agostino (De Civ. Dei

VI.

2) , è detto della disputa

«

. . .cum M. Var-

rone h o m i n e

omnium

faci le

a cu tis s im o et

sine

ulla duhitatione

doct is-

simo». Da

una

probabile

contarninat io con il litteratissimus togatorum

detto di

Q .

V.

Sosanus n el c ic ero nia n o

De Oratore

(III,

1 1 )

deriva

l'ap-

pellativo h am an n ian o a Varrone .

2 9 John Law, barone di

Lauriston

( 1 67 1 - 1 7 29 ) , dopo avere cono-

sciuto

grande fam a e potenza

c o m e finanziere

e teorico

del l'econom ia,

fu

travolto d a l crollo

d el

s is tema

da

lui tentato in Francia in c a m p o

m onetar io .

A

lui si

deve

la cost i tuzione della

Banca

Reale

di

Francia

e

della

Compagn ia

delle Indie. Divennero

classiche le

sue

Considérat ions

s u r

le

nu rnéra ire et le c o m m e r c e (La

Haye ,

1720-24 ) . A

difesa

d el

suo

p r o g r a m m a

s ta u n M érno ire / 'ust ificatiƒ

del

1723 .

3 ° La

tirata

iniziale

d i Encolpio contro i cattiv i re tori contemporanei

( P E T R O N I I Satiricon II, 2) :

«Sia

detto con

vostra pace,

m a siete stati

voi i

primi

a m a n d a r e in ma l o r a la retorica › › .

3 1 Francesco Algarotti

( 1 7 1 2 -1 7 6 4 ) veneziano 

Ovidii aemu lus

e Neutoni discipulus›› scrisse Federico II sul la sua t o m b a in Pisa

_

percorse le

corti

d'Europa

professando

un

brillante

illuminismo.

Le

sue

opere furono raccolte in un'edizione in

8

vo lum i apparsa a Li-

vorno

nel

1 7 6 4 . Una

edizione

francese fu curata da

D.

Micheless i

nel

1 7 7 2 a

Berlino

(7

voll.):

Oeuvres d u

cornte Algarotti. Traduit

de

l'italien [par Belletier].

3 2

Socrate

nel Cratilo platonico (410

a

4) indica come d i origine

barbarica

il termine

n ü p

(fuoco)

perché

poco intonato al greco

e

per-

ché « [ch iaram ente

così

lo

c h i a m a n o ]

i Frigi decl inando un poco...››.

3 3 M . FABI QUINTILIANI Institutionis

Oratoriae

libri XII: nel

l ibro X (cap.

1 ,

32)

si

ricorda

come

lo stile deg li s to riografi ,

che

rac-

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252

scRITTI sUL L I N G U A G G I O

contano

fatti del

passato

con

intento unicamente narrativo, male s i

addica a lla d is cu ss ion e di

una causa

in

tribunale: < <

...né

la

brevità

sal lust iana, di

cui

non c i

pu ò

essere nulla di più perƒetto per un orecchio

libero

e

dotto, dovrà

impiegarsi

nei confronti d i un

giudice

occupato da

diversi

pensier i

e

assai spesso

indotto,

basterà

il

generoso

latte

di

Livio ad informarlo, giacché cerca garanzie e

non

bellezza espositiva».

3 4

P I E R R E

R E S T A U T ,

Prnicipes

généraux et

raisonnés de la grarnrnaire

ƒrançoise pa r

denzandes et

réponses.

Paris,

1 7 3 0 . Nel 1 7 5 0 la

g ra m m a t i ca

aveva

già

raggiunto la 6 '*

edizione.

3 5 « L'orecchio degli Arabi è avidissimo d i r i tmo

con

allitterazione › › ,

scr ive

Albert

Schultens

a

p.

1 60 d el Florilegium sentent iarum

arahicarurn,

aggiunto unitamente

ad

una

clavis

dialectorurn

ai

Rudimenta Linguae

Arabicae d i Th. Erpenius

(1733) .

(Schultens r ipubblicò la

Grammat ica

dell'Erpenius nel 1748 , 1767 , 1770 e in edizione tedesca nel 1771 .

In

J . C. V O N ORELLI,

Opuscu la

Graecorum Veterurn, t o m .

2,

1 8 1 9 s i trova

pure

il

Florilegium sentent iarurn et

proverhiorum

Arahicorurn

Elnawahig

dictorum,

latine redditum ah

A L B E R T O S C H U L T E N S ).

Nella prefazione

Sc hu ltens d ic e di

questa

anto logia: « Florilegio, r icavato

d a l

codice m a-

noscritto

d i

una

b ib lio teca pubb lica ,

d i

detti

nei

qual i

risalta

egregia-

m e n t e il genio della

lingua

arabica ed

è possibi le

vedere quel

suo

ca-

rattere nativo

che irradia

genuino

acume

attraverso i ritmi

e

le allit-

terazioni...

Elnawabig

O

Ennawawig è

il n o m e di questo florilegio

bellissimo: il termine designa

vuoi

le

scaturigini

poet iche

vuoi

ritmi o

versi che si

raccomandano per

una

certa vena

d i maggiore nobiltà...

L'opuscolo

i l lustrato dal commento di Zarnachsjar, pr imo d i gran

lunga

tra

tutti

i

filologi

arabi,

è

degno

d i

apparire per

intero».

3 ° Nadler

(N . VI,

304) opina

che l 'a1lusione

hamanniana sia rivolta

a i Marrnora Danica sive iscriptionum

ƒasciculus

( 1 7 3 9 )

di Erik Pontop-

pidan (Entropius Philadelphus; 1698-1765)

autore

d i

opere

storiche,

geografiche ed economiche d i argomento danese e vescovo d i Bergen.

Si

ricorda però anche un

Erik

Erikson Pontoppidan, Vescovo d i

Dront-

heim, autore d i

una

Grammat ica

danica

(1668).

3 7 N .

B E A U Z É E ,

Grammai re

générale,

ou

exposition

raisonnée

des

elements nécessaires du langage. Paris, 1767.

3 3

John W allis

(1616-1703), Savilian Professor a Oxford , autore

d i s critti d i matematica, d i teologia trinitaria

e

d i prediche, pubbl icò

nel 1653 ad

Oxford u na

G ra m m a tic a lin gu a e

Angl icanae, che raggiunse

nel 1765 a Londra

la

VI edizione.

3 9 Il lustris viri G. G. LEIRNITII Collectanea Etyrnologica, i l lustra-

tioni

linguarum,

veteris

Celticae,

Gerrnanicae,

Gal l icae,

a l i a rum que in -

servientia; cum praeƒatione J .

G .

Eccard i . , 2pt.,

Hanoverae,

1 7 1 7

(cfr.

N. VI, 275).

4 ° Pierre-Louis

Moreau de

Maupertuis

(1698-1759) , geografo,

astro-

nomo,

fisico,

m em b ro d ell'Accad em ia d i

Francia,

diresse nel 1736 una

spedizione geografica in Lapponia, fu dal 1746 presidente

dell'Aleadernie

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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N O T E

D E L T R A D U T T O R E

253

berl inese,

dove

difese il

punto di v is ta n ew to nia no .

In

fi losofia fu

in -

cline

al deismo. Le Réflex ions philosophiques sur l'origine des langues

et

la signification des

m o t s

sono u n

opusco lo

di 4 7

pp.

in

8 °

senza

data

luogo di edizione.

4 1

ORAZIO,

O de

XXIV

del

lib.

I

(in

mor t e

di

Quintilio:

«Quale

ritegno o limite

a v re m o

nella

nostalgia

di u n

così

caro

amico? › ›

(vv. 1-2).

4 2 PLINI S E C U N D I Naturalis Historiae libri XXXVII. Del pittore

Timante,

illustre per

forza espressiva,

è

detto (lib.

X, cap. XXXV, 7 4 ) :

«

nelle

opere di

questo

artista un ico s i capisce sempre di più di quanto

sia rafligurato

e

pure essendo la sua arte

somma,

la supera tuttavia il

suo ingegno».

(Hamann

ha

alterato

leggermente il testo pliniano).

4 3

LAMBERTI B05

Mysterii

ell ipsios

graecae

expositi spec imen. In

quo pleraeque loquutiones Graecorum deƒectivae supplentur

et

ad inte-

gram

structurarn reƒeruntur,

Frankerae,

1702. L”opera godette d i

molte

ediz ioni arricch ite dal

contributo

d i diversi studiosi; fu tradotta in

greco ( 1 8 0 3 ) e in

inglese

( 1830 ) .

4 4

ORAZIO, Epistula III

libri II

ad Pisones seu De

arte

poetica

(vv. 42-45): «Questa sarà, s e non

m i

sbaglio, la

forza e

la bellezza

della disposizione:

che

l`a u to re d el

c a r m e

promesso

dica

adesso

c iò

che

s i deve dire

adesso e che differisca o om etta per il m o m e n t o

il

resto:

sappia amare una

c o s a

e

lasciar

perdere

l'altra › › .

4 5 La

m u s i ca

fu ripetutamente

oggetto d elle

non

sempre discrete

attenzioni di

J ea n-J ac qu es R ou ss ea u ( 1 7 1 2 - 1 7 7 8 )

c o m e esecutore, c o m -

positore e teorico.

Conosciuta a

Venezia

nel 1743-44

la musica italiana,

la esaltò a scherno

della

m u s i ca francese susci tando

lo sdegno

del-

l'Opéra

parigina

e

il

disprezzo

di

Ram eau con

il

tentato

balletto

les

Muses galantes.

In

piena polem ic a

pubbl icò

nel

1753

(sine loco)

una

Lettre s u r

la

m u s i q u e

ƒrançoise

(II + 9 2 pp. in 8° ) .

N el

Berliner

Notizbuch (fogli 20-22 r. del

Nachlass

herderiano ) Ha-

mann

annotò

alcuni titoli in

pamphlets

contro

Rousseau e s t e s e

un

riassunto

della

Lettre in discussione (cfr.

N .

V, 143) .

4 6

Sallustio (De

Bello

Iugurthino,

1 ,

4 ) ammonisce

coloro che

vor-

rebbero

scaricare

sulla

debolezza

dell'um ana na tu ra le responsabilità

dei

gua i derivanti

d a i loro vizi:

«

...ciascuno

dei

responsabi l i

trasfetisca

alle faccende

le

sue proprie colpe › › .

4 7

« ...A

ch i avrà

saputo

scegliere il tem a secondo

le forze non

verrà m e n o Fespressione né la chiara disposizione

› › assicura Oraz io

nel-

l'Ars poetica (Epist. II,

3,

vv. 40-41 ) .

4 3 La

Henriade

di

Voltaire è

spogl iata

delle

sue

ambizioni

epiche

e ridotta

a l

rango

di f i lastrocca.

4 9

F R I E D R I C H

KARL

voN MosER, Der Herr und der Diener geschil-

dert m it

Patriotischer Freyheit. Frankfurt (J . A.

Raspe) 1759.

5 °

Anne Marie Louise

Henriette

d 'Or léans duchessa di Montpensier,

figlia di Gastone d 'Or léans e di Maria di Borgogna,

detta

la

Grande

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2 5 4 s c R I T T I s U L L I N G U A G G I O

Mademoise l le (1627-1693 ) fu

attiva ne1l'età

della Fronda:

apparvero

nel

1728 a Parigi

i

Memoi res de Mademoise l le de Montpensier, che eb-

bero una mez z a

dozzina

di edizioni in O lan d a

e

a

Londra

fino

a l

1746 . Nadler (N. II, 402 ) riporta l'indicazione

d el

passo: parte I,

p.

1 7 9 ,

senza

precisare

l'edizione:

«I

Borboni

s i

danno

u n

gran

da

fare per

stupidaggini...

e forse io non

m e n o

degl i

altri...

› › .

5 1 Pia desideria (1675) sono opera famosa d i

Philipp

Jakob

Spener

( 1635-1705 ) fondatore

del

Pietis m o. H a m a nn

(Biga 54 ,

585 ; cfr.

N.

V,

42) possedeva pure

uno sc ritto da llo

s t e s s o

titolo del Gesuita

Hermann

Hugo (1588-1639) del

1657.

5 2

ORAZIO,

Carm ina , III, I

v .

3 0:

ch i s i

accontenta

d el

poco

non

s i

preoccupa

delle

tempeste

m ar i n e

d ella g ra nd in e sul la v igna

del « suolo deludente › › nei

suoi

frutti.

5 3 «

Smetti

d i correre dietro

alle

maritate: c'è da

cavarne

più del

magro

affanno

che non da coglier frutti › › O R A Z I O , Satira

II

del l ibro

I

v v . 7 8 - 7 9 .

5 4

Un

folgorante colpo di genio.

5 5

Sully

(1560-1641)

e

Colbert

(1609-1683)

illustri

amministrator i

delle

finanze

d i

Francia.

5 °

Nadler

(N .

II, 408) riporta

la

citazione esplicativa hamanniana

d i un passo d i

Leibniz

(Unvorgreifliche

Gedanken

wegen Verbesserung

der deutschen Sprache §

8 . p. 259

in

Collectanea

Etymologica i l lustra-

t ioni l inguarum

veteris

Celticae, Germ anicae, Gallicae, alia rum q ue in-

serv ien tia . p. I, Hanoverae

1 7 1 7 : «

. . .si deve

cercare

la

Cabbala ossia

la

semantica

non soltanto nei

mister i

della

l ingua

ebraica

m a

in

ogni

l inguaggio,

non

già in certi cavilli su l senso

letterale bensì

nella retta

comprens ione e nel retto

uso d ei v oc ab oli › › .

5 7

Libro d ei

Giudici V, 3 0: «...bottino di stoffe

variopinte...

s toffe ricam are per

il suo

collo

› › . È

il

penult imo verso

del

canto d i

Debora .

5 ° Libro

d i Giobbe,

XXXII, 19-22

(pr imo discorso

d i Eliu) : «Ecco

il

m io

interno

/

è

come

vino

che

cerca

d i

uscire,

/

come

otri

nuovi

che

stanno per

scoppiare. /

Parlerò

dunque

per aver

sollievo,

/

aprirò

la

m ia

bocca

e r isponderò.

/ Non

porterò certo

riguardo

a

nessuno / e

uom o a lcuno

non a d ulerò: /

poiché non

sono u n

adulatore, d'un su-

bito / m i toglierebbe d i mezzo il m io

Creatore

› › .

5 9

«Detesto il

volgo dei

profani

e

lo tengo lontano. Trattenete

la lingua:

Sacerdote

delle

M u s e

intono

c a r m i

m a i prima uditi per le

vergini

e

i ragazzi.

Tremendi

i

re

signoreggiano

i

propri

greggi,

m a

a l di sopra d ei

re s tess i s ta

l'autorità di

Giove, glor ioso

d el

trionfo

riportato

sui

Giganti, che

tutto governa con un aggrottar

del

ciglio › › .

O R A Z I O , Carmina III, 1 , vv . 1 - 8 .

6 °

« Manderò a Babilonia vagliatori che la vagl ieranno e spazzeranno

il suo territorio: l 'assal i ranno da ogni parte nel giorno della

tribola-

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N O T E D E L

T R A D U T T O R E

255

zione»

Geremia, L, 2 .

«

Ha in mano

il

venti labro,

pulirà

bene la sua

aia e raccoglierà il suo f rumento nel granaio, m a brucerà

la pula con

f uoco inestinguibile › › , Matteo, Ill,

1 2.

6 1 L'allusione è a Johann David Michael is e

alla

sua Beurteilung

der

Mittel, we lche

m an anwende t ,

d ie

ausgestorbene hebri i ische

Sprache

zu vers tehen

( 1 7 5 7 ) .

Dal canto di Debora è tolta l `apostrofe: «Voi,

che cava lcare

candide giumente

o che

sedete su i

drappi, e

voi,

che

camminate per via, riflettere _ . . › › .

Giudici,

V,

1 0 .

5 2

Il

«saggio id iota», il sapiente chiuso nella

propria indiv idua -

lità, che l°ignoranza circostante non s a comprendere:

Hamann

Socrate

cristiano (« .

. .scandalo

per i Giudei,

stoltezza

per i Genti l i

.

_ . › › , 1 Cor.

I,

23) .

Il

f uoco

generat ivo dell'ispirazione

è

nel l ” immagine dello

stal-

lone che spiega

la c ita zione

d a l Cratilo platonico (396d-397 a ) :

«Er-

mogene: `Davvero, Socrate, m i sembr i proprio

sul

punto d i metterti

a

vaticinare

da

un

momento

all'altro come gli

ispirati

' Socrate: “ E ne

denuncio,

o

Ermogene, il mot ivo principalmente nel fatto

che

m i è

piombata addosso da

parte

d i

Eutifrone

d i Prostalta; fino dall”alba in -

fatti mi

sono

molto intrattenuto con

lui

e

aguzzavo

l'orecchio. C'è

pericolo

d u n q u e

che,

ispirato,

non

solo

mi

abbia

riempito

le

orecchie

di demon ica

sapienza

m a abbia

preso

anche

l'anima. Mi pare quindi

che

c i convenga

fare in

questo

m odo: per tutt`oggi serv i rs i di essa...

d o m a n i invece, s e

anche

voi siete

d 'a ccordo, la s congiu rerem o

e c i

purificheremo

a patto

d i trovare

qualcuno c a p a c e

d i operare

purificazioni

si f fatte,

s ia egli u n

sacerdote

oppu re u n s ofi s ta °›› .

5 3 «

...come

i

geroglifici

stanno

alle

lettere, così

le

parabole

più

ant iche

stanno

a i

rag ionam enti

.

..››.

BACONE.

6 4

Il

passo

paolino (Eƒesini , V, 1 3 ) :

«tutto c iò

che appare è luce › ›

è addotto consecutivamente

a

Genesi

I,

3:

«Dio

disse: 'Sia la l uce '

e la luce fu ›› : l'inizio della Creazione.

5 5 Genesi I, 27 : «Iddio creò

l 'uomo a

s u a

immagine,

a immagine

di Dio lo creò. .

. › › .

3 5 Nadler (N. II, 4 0 8 ) riporta u n'a nn ota ziO n e h a m a nn ia na

(Wiener

1 2 4 ) che a proposito di

«figura velata › ›

suggerisce i seguent i riferi-

menti:

PLATONE,

Leggi (644

d):

«L'Ateniese:

'...figuriamoci

ciascuno

di

noi

viventi

c o m e u na marionetta degli

dei

( i 7 € ì < W

I M - G u a )

c o m e

u no

scherzo

in

vista d i

un

fine serio ' › › . P L A T O N E , Repubblica

(non

H e p t

S I . -

uaiou)

(IX 58 9 a) : «

dire che

conviene

essere

giusti significa

che

bisogna

fare dire

ciò per

cu i

l 'u0mo interiore

abbia ad e s s e r e

il

più possibile

padrone dell'umana . . . › › .

M.

MANILII

Astronomicon

libri

V .

Lib.

II

vv.

105-125:

«A questo

punto

ch i oserà

porre in

dubbio

che a bb ia una connessione

con

il

cielo

l ” uomo,

cui

la

Natura concesse in

dono

la lingua e u n

ingegno

che capisce ed uno spirito alato? In quale

altro

e s s e r e

discende

ed abita

Iddio e r icerca

se stesso? Non considero

altre capacità, delle quali

non

gli è concesso il potere: capacità

dubbie e

doveri a l di

d ella n os tra

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2 5 8

s c R I T T I s U L

L I N G U A G G I O

a mettere insieme il verso

con

il

nome

diviso in

due

ed avrai fatto come

il vate Lucilio

› › . L'uso della

t m e s i

era f requente nella poesia arcaica

qui

t ipizzata da

Lucilio.

7 9

Johann Georg

Wachter

( 1663 -1757 )

è significativo

per

l 'accosta-

m e n t o proposto tra

la fi losofia

dello

Spinoza

e

la

Cabbala

(Der Spino-

z i smus

im

Iudemfum... 1 6 9 9 ; Elucidarius

cabbalisticus...

1 7 0 6 ;

Die

m it i/sr

selbst streitende

Harmonie der neueren Weltweisen 1724) .

Naturae

et

scr ipturae concordia ,

commen t a t i o de

literis ac numer i s pri-

maev i s , al i isque rebus m e m o rab i l i b us ,

cum

ortu literarum conjunct ís ,

i l lustrata

et tabulis

aeneis depic ta (17 52) .

Il Wachter al § II

del

II

cap.

(cfr. N. II, 4 0 9 ) osserva: «il circolo, che fu da

principio

i m m a g i n e

del

sole,

fu

assunto

più

tardi

a

significare

Dio,

il

c ie lo , 1 'e te rn ità ,

l'anno

e

altre

realtà

che

si

accostano

al circolo per v ia d i s im il itudine › › e al

§ I

del cap. V :

«la scrittura

fu

pittura

parlante».

3 °

« Da non

mol to questa loquacità

gonfia e smodata è

giunta ad

Atene dal l ”Asia ed esercitò sugl i animi di giovani

volti

a grandi cose

u n

pesti lenziale

influsso e

una volta corrotta la regola, l 'e loquenza

ristette

e

a m m u t o l ì . Chi in seguito giunse

alla

s o m m a f a m a di Tucidide,

o

di

Iperide?

Ma

neppure un

canto

brillò

d i

colorito

sano:

tutti,

quasi

nutriti dello stesso

c ibo,

non riuscirono

a

giungere

alla canizie della

vecchia ia . An ch e la pittura

non

fece miglior

riuscita

dopo

che

l 'audacia

degli Egiziani

ebbe

inventato un

compendio

d i

quell'arte

grande». P E -

Txomo,

Satiricon, II, 7-9.

8 1 « O Socrate,

con che facilità

inventi storie dell”Egitto o del

p a e s e

che

ti aggradi › › ( P L A T O N E , Fedro,

27 5

b),

esclama

Fedro alla fine del

racconto

socrat ico

dell'origine

della

scrittura

in

cui

s i

descr ive

la

discus-

sione

tra

il dio Theut inventore dell'aritmetica, della

geom etr ia e della

scrittura e

T h a m o u s

re di Tebe attorno a i vantaggi e

agl i

svantaggi

dell'uso d i quest'ul t ima nei confronti del sapere.

8 2

«

Mostra

la

m ater ia m a

non

la

perizia

d el

fabbricatore › › .

3 3

Wentwor th

Dillion, conte d i Ros com m on (1 63 3?-1 68 5) , prote-

stante, studiò a Caen, c o m p ì u n v iaggio in

Franc ia,

Ger ma n i a e a

R o m a ,

fu

reintegrato

nei

suo i

possessi

d opo la

restaurazione

di

Carlo

II.

Tentò

la costituzione d i un'accademia

letteraria

a Londra.

Si

ricordano

d i lui

Poems,

traduzioni

di Oraz io

e

di T o m a s o da Celano

e

An Essay on

Translated Verse (in vers i )

Londra,

1684 (24 pp. in 4° ) .

J a m e s Howell (1594?-1666) ,

studiò ad

Oxford,

nel

1616

iniziò

u n viaggio

commerc ia le

di alcuni ann i in Europa che

favorì la

sua

fo rm az ione linguistica.

Nel

1622

fu in

miss ione

dip lom at ico-com m erc ia le

in

Spagna

e

Sar-

degna,

nel

1632

in

Dan imarca .

Nel

16 40

pubblicò a Londra A E v 5 P ° 7 ~ ° Y W -

Dodona's

Grove , or

the voca l

Forest,

la sua attività letteraria di temat ica

politica e d”occasione fu s t im o la ta da

una situazione

economica

incerta

e fu resa

osci l lante

dal le

mutevoli condizioni impos te

d a i

disordini

civili d el tem po. La

sua faci le

e

volubile vena risulta nelle Epistolae

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Noris

D E L T R A D U T T G R E

259

Ho-Elianae. ..

Fanzi l iar

Letters

domes t i c and ƒorren;

divided into six

sections:

partly

historicall,

politicall, philosophicall, upon emergent

o c -

casions. 5pt., London, 1645, accresciutesi quantitativamente nelle suc-

cessive edizioni del 1650

e

d el

1655.

Dalla

VII

ed iz ione lond ines e d el

1 7 0 5

Nadler

riporta

il

passo

che

interessa

H a m a n n

(cfr.

N. II,

4 09 ) : « Som e

bold t ranslat ions not

unlike to

he,

The w r o n g

side

of

a

Tur/ey Tapistry. (Or Wine

drawn

of th e lees,

Which fill'd in

flask , Lose sornewhat

of

their Strenght they

had in Cas/e) › › (sez. VI, p.

24 9 ) .

3 4

Salmo

XXXIII,

9 :

« Perché Egli disse e fu fatto, comando e

tutto fu › › .

8 5

Giovanni

X X ,

15-17 :

<<Le

dice

Gesù:

'Donna,

perché

piangi?

Chi cerchi?'

Quella,

credendo che

fosse

l 'ortolano, gli dice:

'Signore,

s e tu lo hai portato

via,

d i m m i dove lo hai messo

e

io lo

prenderò '.

Le

dice Gesù:

“Maria”. Voltandosi ella gli

dice

in ebraico: “Rabbuni l ',

che

vuol

dire Maestro. Le

dice Gesù :

“Non

mi

trattenere più oltre,

perché

non

sono salito a l

Padre.

Va' invece da i miei fratelli e di' loro:

Ascendo

a l

Padre mio

e Padre

vostro, Dio mio

e

Dio vostro ' › › .

3 °

Romani,

IX ,

21 :

«

Il

vasaio

non

è

egli

padrone

della

propria

ar-

gilla

in m o d o da

mode l l a re

dal la

stessa

pasta

u n vaso

di

pregio

e

uno ordinario? › › .

3 7

Endimione,

a m a t o

da

Selene e

avvolto

in u n profondo sonno,

è

i m m a g i n e che si fonda con q uella d e l

sonno

di A d a m o e la

creazione

della donna . «

Il

Signore

Iddio fece

scendere

su Adamo u n sonno pro-

fondo:

s i a ddorm entò. E

ment re

dormiva Dio trasse da lui

una

co-

stola.

.

. › › .

Genes i

II,

21 .

8 3

Edward Young

( 1683 -1765 ) fu reso f a m o s o

d a l

Complaint, or

Night

Thoughts

on

Life,

Death and

Im rnortal i ty

(1742-1745); Samuel

Richardson ( 1 68 9 - 1 7 61 ) fu autore di fortunati

r o m a n z i

sentimentali e

m oral ist ici

che

interessarono

l 'Europa settecentesca e

romantica: Pamela,

or Virtue rewarded (1740) , Clarissa Har lowe (1747-1748 ) , The History

of Sir

Charles

Grand ison ( 1 7 53 - 1 7 54 ) .

3 9

Genesi ,

II,

23 :

< <

Dixitque

Adam:

Hoc

nunc

os

ex

ossihus

nzeis,

et

caro

de carne

m e a :

haec vocahitur virago, quon ìam de

viro

s u m p t a

est ›› .

9 ° L'allusione sembra

a lla pa ra b ola

d el

Samar i tano

(« ...et

Levita,

cum esset secus

locunz

et videret

e u m ,

pertransiit. Luca , X , 3 2) e al-

l'ebreo Moses

Mendelssohn

col laboratore

dei < <

Briefe

d ie

neueste

Litte-

ratur betreffend › › .

9 7

«

. .

.e

v ide

d a l

cielo

aperto

scendere

qualcosa

c o m e

un 'am pia

tela,

che per le quattro cocche ven iva calata sul la terra e

dov e erano

tutti i

quadrupedi

e i rettili della

terra

e

gli

uccelli

del cielo››.

Atti

degl i

Apostoli,

X,

11-12.

9 2

«Risposero

i Giudei e dissero:

Non

a v e v a m o forse ragione di

dire che

sei

u n

Samar i tano e

ha i un

demon io? › ›

Giovanni,

VIII,

4 8 .

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260 scRITTI sUL L I N G U A G G I O

9 3 «È diflicile dire in maniera conveniente

luoghi

comuni...».

O R A Z I O , Epistola

III del l ibro

Il (De arte poetica ) v .

128.

9 4

Orazio

nell 'Ode XXII del pr imo l ibro

Integer vitae scelerisque

purus .

_

. ›› )

celebra

l'inviolabilità della vita spirituale

cultrice

di bellezza

nei confronti

della

brutalità: «nella

selva

Sabina

un

lupo

fuggì dinanzi

a m e ment re dimentico d'afIanni vago lavo

fuori

dell'abitato intento

a

cantare

la m ia Lalage›› (vv. 7-12); in qualunque luogo ínospita le

della

terra

e sotto

qua ls ias i

clima

imperterrito «amerò Lalage

che

dolce-

mente

ride,

do lcemente

dice

»

(vv. 23-24) .

9 5 Nel

già citato cap. XIII

del l ibro

II

del De dignitate

et augm en-

tis scient iarum F.

Bacone,

par lando dei diversi generi di

poesia

para-

bol ica, esempl ifica , conc ludendo

circa

i significati

filosofici

di detta

espressione,

con

il

mito

di

Bacco

ralíigurante

la

passione. Penteo

ed

Orfeo

fatti a brani dalle baccanti rappresentano la curiosità e l *ammo-

n iz io ne m ora le,

che

la pas sione

scatenata

non sopporta : «le

orge non

tollerano né

Penteo né Orfeo

› › .

9 °

« Vieni, Bacco, pendono dalle tue

corna

dolci tralci;

corónati

le

tempie,

o Cerere, d i spighe › › TIBULLO, Elegia I del II l ibro, vv . 3-4.

9 7 « ...anche s e

io conto q uanto una noce». PsI=.UDo-OvIDIo,

Nux,

v . 1 9 .

9 8

L'illustre

e

dott issimo Rabbi è J.

D.

Michaelis

annota tore delle

lezioni accademiche

di R. LOWTH,

De

sacra poes i

H ebr a eor u m . Il

postiglione con le gote

gonfie che

soflìa

nel corno

era

l`irnmagine che

ornava

la testata

della

«

Oberpostamtzeitung

› › (cfr.

N .

VI,

306).

9 9

Giudici,

V ,

28 .

«

Affacc ia ta a lla fines tra

la m adre

d i

Sisara

sospi-

rava

tra

le

persiane: “ Perché tarda a

venire

il suo carro? Perché sono

ta n to le nte

le

sue

quadr ighe?

'››.

1 0 °

« In verità, in verità

v i dico, che

dic iamo ciò

che

sappiamo e

tcst imoniamo d i ciò

che abb iamo

veduto; m a voi

non

accogliete la

nostra

testimonianza › › . Giovanni, III, 11 .

1 0 1 Nel

libro

IX

d el

De dignitate ed augnzentis scient iarurn Bacone,

giunto

alla conclusione

del

suo

discorso,

accenna

alla

fo rma

di

scienza

propria della

teologia

e, distinguendo

u na m a niera m etod ica

da

una

man iera libera di interpretare

la

Scrittura,

denuncia due eccessi della

libera

interpretazione.

< < Nella maniera d i interpretare

si

incontrano

due

e c c e s s i .

L'uno

presuppone nelle Scritture una perfezione di tale

natura

per

cui si

debba pretendere

dalle

loro fonti anche ogni genere di filosofia, quasi

che

la

fi losofia

fosse

una

qua ls ias i

cosa

profana

e

pagana.

Questa

in tem -

peranza

prese

piede

principalmente

nella scuola di

Paracelso

e pure

presso di noi:

le

sue sorgent i

furono

tuttavia i Rabbini ed i Cabba-

listi.

In

verità

costoro sono

b en lungi d a l

conseguire

c iò

che

vogliono

e

neppure tr ibutano alle Scritture l 'onore

che

credono, anzi piuttosto

le svi l iscono

e le

profanano.

Allo

stesso m o d o

infatti

che cercare la

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2 6 2

scxrrr l

s U L

L I N G U A G G I O

egli

s t e s s o da qualche

parte

con ragioni

e

con

l'esernpio

raccomanda

l ' impegno del riassumere.

Apprezzo

com plessivam ente la s u a

Didactica

e

non accedo alle obiezioni

mosseg l i da l

Becher nella sua Methodus . Il

Becher

è

dell'idea che s i

debbano presentare

a i discenti i

vocabo l i

disposti

secondo

u n

ordine

natura le

m a

disgiunti

e

separat i

e

non

le -

gati nella continuità

del

discorso.

A

m e invece una

m e ra

congerie di

vocabol i ,

c o m u n q u e disposta, sembra

priva di

luce e

di

gusto,

c o m e

ri-

sulta

anche troppo dall'esempio s t e s s o becheriano. Sono d'accordo piut-

tosto con il

Com enio su l fatto

che

la

Ianua linguarum

e

la

Encyclopae-

diola devono e s s e r e

la

s te s s a c o s a . .

.

› › cfr. G. W . LEIBNIZ, Philosophischer

Brieƒwechsel , AK.

Ausg .

2. Reihe,

1 . B. (1926) , p.

1 9 9 . Cfr. ibidem

p.

20 1

l'epicedio leibniziano

d el

1671

In

Comenii obiturn,

inviato

allo

Hesentha ler .

1 0 3 Jan Amos

Komensk§›

(Comenius) (1592-1670),

sacerdote e

vescovo

della co m un i t à

d ei Fratelli Bo e m i , visse

gli ann i tragici dell'Europa

cen-

trale

attorno

al

trattato

d i Westfal ia in vario esilio

a

contatto con

il

multiforme m o n d o della Riforma, sorretto

da

ideali profetici e

pedago-

gici,

dei

quali

lasciò

test im onianza in

una poderosa opera

letteraria re-

datta

in più

lingue: Didactica

Magna .

Universa le

omnes

o m n ia docend i

artificium exibens (1631

in

b o e m o e

1657 in latino); Ianua linguarum

reserata

( 1 6 3 1 ) ; ]anua

linguarum reserata. Vestibulurn ( 1633 ) . L›Orbis

rerum sensual iunt pictus ( 1658 )

è u n

primo

tentativo

di u n met odo d i-

dattico intuitivo fondato sull'immagine e

redatto

in testo bilingue

tedesco-latino.

Friedrich Muzell (Muzelius)

«Dopo

essere stato istruito d a l padre

studiò a

Herborn

e Marburg, nel

1 7 0 9

divenne rettore della Landschu le

a

Diez, nel

1711

rettore

della

scuola

r i formata

appena

costituita

d i

Cüstrin, a Francoforte sul la Oder ottenne il titolo di Magister e si

trasferì nel

1718

da

Cüstrin

in

qualità

d i professore e

correttore al

ginnasio di Ioachimsthalt di Berlino. Era nato a

Ruckeroht

nella contea

di Wied nel

16 84 , morì

l'11 gennaio 175 3 › › .

Cfr.

I.

G . MEUSEL, IX 4 8 1 (ed. Lipsia 1 8 0 9 ) . Il Meuse l cita

una

trentina d i opere prevalentemente

relative alla

didattica del latino:

f a m o s i per le

ripetute edizioni

furono

i

suo i

manuali: quali

la Clavis

vestibuli Marchici et totius

Latinitatis.

.. ( 1 7 4 7 ) , l'Inƒundibulurn

G r a m -

rnaticae Lat inae ( 1 7 4 5 ) _noto c o m e il « Trichter › › (« imbuto ›› )

-

il

Compend iu rn universae latinitatis, ad duc tum Cellarii Libri rnem or ia l is

_

. .

(1720) e

l ' / lbregé

de la

langue

Françoise

e n 28 5

Dia logues (17 30) . Tutti

ques t i

m a n u a l i

sono dotati di

eserciziario.

W Matteo,

XVIII, 3 : «

In verità vi dico: s e non vi sarete

conver-

titi

e

non

sarete

c o m e

bambini

non entrerete nel

regno

d ei

cieli

› › .

Giovanni, XIV, 16-18 :

«

E io

pregherò

il Padre

e

vi darà u n altro

consolatore, perché r imanga

con

voi in eterno: Spirito d i Verità che

il m o ndo non

può accogliere perché non

lo vede e non lo conosce. Voi

invece lo conoscerete perché

rimarrà con

voi

e

sarà in voi › › .

1 0 5 Giovanni,

III,

8 :

«

Spiritus

ub i vu l t spirat;

et

vocem eius audis

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N o T E D E L T I 1 A D U ' r ' r o R E

263

sed

nescis unde veniat

aut quo vadat; sic

est

omnis q u i natus

est

ex

Spiritu › › .

1 0 6

< <

Oh delitto

indegno Si distruggerà il prezioso

scrit to? Si

infranga piuttosto

la

venera.nda potestà delle leggi.

Bacco e

Cesare, ac-

correte in aiuto ...››. Veteris scholast ic i poetae

versus,

sub

n o m in e

Augusti Caesaris

Vers. 4 , 1 7 ,

8. P. Virgilii Opera

Ed. Chr. Gottl. Heyne.

Edilio a lte ra Lip s ia e 1 7 8 8 . 1 . CCXX

(N.

II, 4 1 0 ) . Nel codice ( mss . can.

lat.

51 ) del

secolo

XV

della

Bodle iana (Oxford) della

Vita

Vergilíi

di

Donato figura un'interpolazione

a proposito

del testam ento con

cu i

Virgil io condannava alle fiam m e la non perfetta

Eneide:

«restano

sul-

l'argom ento

anche molti bellissimi vers i di Augusto... “

m a

s i deve

serbare

fedeltà

alle

leggi,

è

necessità

obbedi re

a

c iò

che

comanda

ed

ordina

che s i

faccia

l'ultima volontà. Si infranga

la

veneranda

potestà

delle leggi,

piuttosto

che tante

fatiche riu nite d i notti

e

d i giorni siano

inghiottite

da

un

solo giorno

' › › .

Augus to stesso _c riv e poco

oltre Donato

_i

assunse la respon-

sabilità dell'edizione dell'Eneide che

fu operata

da

Vario (edidit autem

auctore

Augusto

Varius.

. .) . La breve nota b iogra fica virgiliana di

Probo

s i

conc lude

così :

«

L'Eneide

fu

salvata

da

Augusto,

quantunque

Virgilio l 'avesse condannata nel suo

testam ento aff inché non

r imanesse

nulla di quanto

non

aveva

egl i

di

persona

pubblicato.

Il

fatto

è

confer-

m a t o

anche

da Servio, con

questo

e p i g ra m m a : “Virgilio aveva

co-

m a n d a t o

che

fossero

distrutti

da rapido fuoco i cant i

che aveva nar-

rato

del

duce

frigio. Si

opposero

Tucca e

Vario e ins ieme tu,

s o m m o

Cesare,

ti

pre oc cu pa s ti n on

di te m a

della

storia

latina › › .

Cfr.

I. BRUM-

MER, Vitae Vergi l ianae. « Divus Augus tus carm ina Vergili c r ema r i contra

tes tam enti eius

verecundiam

vetuit,

m a i u s q u e

ita vati testimonium

contigit q u a m si

ipse

sua probav isset › › .

C.

PLINII S E G U N D I N atu ra lis H is to riae lib . VII, cap. 30.

1 0 7

George

Benson

(1699-1762) teologo d i intonazione

sociniana fu

autore d i

Paraphrases

and Notes

on

the Epis tles of St. Paul (1734) e

d i un com m ento alle sette

epistole

cattoliche

(1756).

].

D.

Michaelis

t radusse e annotò

nel 1 7 4 6 a

Halle la parafras i del Benson al l”epistola

di

S .

G iac o m o .

Ricordiamo

anche

The

History

o ƒ

th e

first

Planting

of

the

Chris tian Relig ion:

t a / e e n

from

the

Acts

o ƒ

the Apostles,

and

their

Epistles.

Together

with th e remar /eable ƒacts o ƒ th e Iewish and

R o m a n

History, which

aflected th e

Christ ians, within this

period...

With

an

appendix: to prove, that St.

Luke

wrote

the Acts of the Apostles

etc.

2

vol . , London,

1 7 3 5 (II ed. ampl ia ta in 3 voll.,

London, 1756) .

Nel

1 7 4 3

pubblicò The Reasonahleness of

th e

Christian

Religion as del ivered

in

the Scriptures

(II

ed.

1 7 4 6 ,

III

ed.

1 7 5 9 ,

London).

1 0 3 Antoine Houdart de La

Motte ( 1672-1731 ) autore

di test i

d i

fortunati balletti

e

di m e n o

apprezzate

tragedie fu

reso

f a m o s o da una

t raduz ione francese in

vers i

dell'Iliade condot ta

sul la

t raduz ione latina

di

M . m e

Anne

Lefe bu re D ac ie r

del 1 6 9 9 : L'Iliade en vers f rançais

et

en douze chants ,

avec

un discours sur Homère

(1712) .

Le a c c u s e

dirette

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264

scRITTI sUL L I N G U A G G I O

in

questo

discorso ad Omero suscitarono

una

querelle aperta da Des

c a u s e s de la

corruption du

goiit d i

M . m e

Dacier

nel

1714

e

arbitrata

da l

Fénelon. Samue l Clarke ( 1675-1729 ) newtoniano e teologo, noto per

la

discussione

con

Leibniz

d el

1715 -16 attorno a i principi della religione

naturale.

Si

ricordano

i

saggi su

B eing and

Attributes

of

God

( 1 7 0 4 )

e

su Evidence: of Natural

and

Revealed

Religion

( 1 7 0 5 ) , il

celebre

trattato

The Scripture

- Doctrine

of

th e

Trinity

d el

1 7 1 2 . Tra

le

sue opere c 'è

un”edizione Homeri Ilias graece et

latine

( 1 7 2 9 )

e

u na

Exposition of

th e

Church

Ca tech is m (1 7 29 ) .

1 1 1 9 Cafarnao

è

il

luogo

dove

iniziò

la

predicazione

Gesù: «

...la-

sciata Nazareth

venne

a

Cafarnao

marittima

e

vi abitò,

sul le terre di

Z a b u l o n

e

di

Neftalim,

aff inché

s i

adempisse

il

detto

d el

profeta

Isa ia :

`

Terra

d i Zabulon

e

terra d i Nefta l im, v ia del

mare

Oltre il Giordano,

la Galilea

dei

Gentili;

il

popolo

che sedeva nelle tenebre

vide una

grande luce: per

coloro che

sedevano

nella

regione dell 'Ombra della

mor t e

è

spuntata la

luce

'. Da lì Gesù

cominc iò

a predicare . . . › › . Matteo,

V, 13 - 17 .

Cfr. Marco,

IV, 21-39 ; Luca,

IV,

31 -43 .

1 1 °

Eco,

ninfa

innamorata d i

Narciso e

da lui respinta, si t ramutò in

pietra

r isonante.

Alla

radice

della

sua

sventura

fu

il

suo

poco

sapere

dire. In

un”altra versione

s i

dice che sia stata condannata

da

Giunone

a ripetere

le

ultime si l labe delle altrui

parole

per avere

favorito

u n tra-

dimento di Z e u s .

N.

II,

4 1 0 riporta

la

nota

hamann iana (Wiener

1 3 1 ) :

«Vide

de

hac Dea loq uace et Panos conjuge Epist. Juliani ad Geor-

gium Catholicum LIV,

p.

440...

1 1 1

« In

parabola».

1 1 2 Joha nn Albrecht Bengel ( 1687 -1752 ) , Magister di fi losofia

nel

1704, predicatore a Denkendorf nel 1713, preposto del

chiostro

d i

Hert-

brecht ingen

nel

1 7 4 1 ,

dottore in teologia

nel

1 7 5 1 . Autore di

molti

scritti su lla vers ione greca del Nuovo Testamento. Gnomon Nov i

Testa-

menti, in

quo ex nativa

verborum

v i

simplicitas,

proƒunditas,

concinnitas,

salubritas sensuurn coelestium indicatur, Tubingae 1742 (II ed.

1759) .

«Più

pollice che

indice» definisce

l'opera Hamann [cfr.

CICERONE,

Epist.

a d .

Atticum

XIII,

46

(Wiener

131 ) ] .

Cfr.

N.

II,

410 :

«

L'astrat-

tczza

si addice agli inizi

nascosti, la

concretezza all”età matura › › .

1 1 3 «Farò

apparire prodigi su

nel cielo

e segni

giù in terra, sangue

e

f uoco

e

vapore

di

fumo ›› :

d a l primo discorso di Pietro ai Giudei.

Atti

degl i Apostoli, II, 1 9 .

1 1 4

« Q u a n d o si esasperava la m ia

mente

e il mio

cuore

era

trafitto,

ero

u no

stolto

e

non cap ivo :

fui

davan t i

a

Te

c o m e

una

bestia».

Salmo, LXXIII, 21-22.

1 1 5

« In qua le

m e t ro

si

possano descr ivere

imprese di

re e

di

con-

dottieri

e

luttuose guerre m o s t rò O m e r o . In

vers i uniti

di diverso

metro fu

racch iuso

dappr ima

il

l amento , in

seguito

anche il sent im ento

della

speranza

co m p i u t a :

circa

l'autore

però

che

per

primo

m i s e in

uso

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N O T E

D E L T R A D U T T O R E 265

le

tenui elegie,

i grammat ic i

sono in

disaccordo e la

contesa non è

a n -

cora decisa › › .

Oraz io nell'Ars poetica (Epistola III, lib. II): v v .

73 -78 .

1 1 6 F.

BACONE,

De

dignitate et augment ìs

sc ientia rum , lib.

Il

cap.

XIII:

« Le

favole mitologiche

paiono som ig liare ad una

auretta

lieve:

dal le

tradizioni

d elle n az io ni più

antiche

finirono

nei flauti dei

Grec i

› › .

1 1 7 Giovanni, XI, 49 -51 :

«Uno

di loro di n o m e

Caifa,

essendo pon-

tefice quel l ”anno,

disse

loro:

“Non sapete nulla e

non pensate

che con-

viene

che u no

solo

m u o i a a vantaggio

del

popolo e che non vada in

perdiz ione

l'intera popolazione

'››.

Socrate

incalza

verso

la

fi ne

d el dialogo il m alcapita to rapsodo a

rendere

conto

d ella na tu ra

dell`arte

sua: «

...O

sei

tanto

smemora to?

eppure

un

rapsodo

non dov rebbe e s s e r e smemorato › › :

P L A T O N E ,

Jone,

53 9 e 7 -9 .

1 1 3

Fozio

(820c-891), imparentato con la famigl ia imperiale, attra-

verso la

lunga

contesa con Ignazio

per il p o s s e s s o della cattedra

patriar-

cale di Bisanzio occasionò

anche

una

frattura con R o m a (la

q u es tio ne d el

Filioque). Opere monumenta l i qual i il

Myriobiblion

(o Bibliotheca) e il

Lexikon

sono

fonti

importanti

per

la s to ria d ella

cultura.

Johann Christoph W o l f (1683-1739 ) , ebra is ta

pastore

e

professore

a Amburgo, pubblicò

nel

1 7 3 5 quaran tase i 'Auoßìöxßa (sive in Sacras

Litteras

et Quaest iones Diatribae)

di

Fozio

nel IV v o l u m e

(pp. 651-815 )

delle sue Curae phi lologicae

et

crit icae in

IV

S .

S.

Evangel ia et Actus

Aposto l icos (et in S . Paul i , Jacob i , Petri, Judae

et Joannis

Epistolas,

hu/ 'usque Apoca l . Accedit E x a m e n locorum aliquot Paulinorum

a

L. M .

Artemonio

nuper

temere et

ínfeliciter

solicitatorum. Accedunt

quacdam

ex Photii

Amphilochiis adhuc

non editis cu m interpretatione

Latina

et

notis.) I-Iamburgi, 1733 (II ed.)

1735, 4

tom .

H a m a n n cita un

passo

d ella Q u a es tio CCCVII [Coisl. Taur.

CXX]

«Cur praecipit H erodes Ma gis , q u i

Salvatorem nos tru m Ch ris tu m

ado-

raturi veniebant: “

Inquirite

diligenter', inquiens, 'in

puerum; ub i

vero

ínvenerítis, renuntiate

mihi , u t et ego

v eniens a dorem

eum '? › › Fozio

sospetta

che

Erode

abbia

senza

volerlo

profetato

l 'adorazione

che

sarebbe

stata

tributata

a Gesù

d a i pagani e d a i Giudei,

essendo

egli rappresen-

tante

per nasci ta

e

per ruolo di entrambi. «Nulla

vieta

_

spiega

Fozio

 

he s i

pensi

che

abbia agito

p ro fe tic a m e nte . A n ch e

Caifa non

sapeva cosa

dicesse: ment re furente

la sua m ente correva a l delitto,

le

sue la bb ra pro feta va no d ic en do: “È megl io che

u no m u oia piuttosto

che perisca

u n popolo intero'.

Infatti

s e Cristo Dio non fosse soggia-

ciuto alla mor te ,

m a i

il genere

u m a n o

s i sarebbe

salvato.

Quan t un que

entrambi

fossero

indegni

del

loro

dono

profetico,

da

u na

parte

la

d i-

gnità sacerdotale dall'altra la dignità regale godettero di

una

grazia,

q uando non

erano ancora

giunti all'uccisione

del Signore

nostro.

Potresti

vedere che allo stesso m o d o

anche

altre cose proflerite con a n i m o ma l -

vagio

e con

furia

omic ida

ebbero la sorte di profezie › › .

Cfr. MIGNE,

P. G .

T.

CI,

1151

D.

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NOTE

DEL TRADUTTORE 267

veglia e custodisce

le s u e v esti per

non

dovere andare nudo

e mostrare

le

sue

vergogne

› › .

1 3 °

«Dopo

avere

formato

dal la

terra tutti

gli

animali terrestri e

i

volatili d el

cielo, il Signore

Iddio li condusse ad A d a m o per vedere

che

n o m e

avrebbe dato loro: q u a l u nq u e n o m e avesse imposto ad ogni

vivente

infatti

quello sarebbe r imas to . Ed

A d a m o

diede il

n o m e

a tutti

gli an im a l i, a

tutti

gli uccel l i del cielo

e a

tutte

le

fiere della

terra.

Per A d a m o

non

si trovò però u n aiuto

adatto

a lui › › .

1 3 1 Colossesi I, 15-17 : «Che

è i m m a g i n e

di Dio invisibile, prim o-

genito di ogni creatura, giacché in

lui

sono state fondate

tutte le

c o s e

nei

cieli

e

sul la terra,

le

visibili e le invisibili, sia i troni, sia

le

d o m i -

nazioni ,

s ia

i

principati,

s ia

le

potestà:

tutte

le

cose

sono

s ta te c rea te

per mezzo di lui e in lui ed egli

è

prima di

tutte le

cose e

tutte

le

c o s e esistono

in

lui › › .

1 3 2 2 Pietro I,

4 : «...per

il

quale ci donò

promesse

somme e

preziose, aff inché grazie a queste diventiate com par tec ip i della na tu ra

divina, fuggendo la corruz ione che

è nel

m o n d o a

causa

della

concupi-

scenza».

R o m a n i

VIII,

29 :

«Giacche

coloro

che

ha

in

prec ed enza c ono-

sciuti, li

ha pure

predestinati

ad e s s e r e

conformi al l ' immagine del

Suo

Figlio, affinché il

Suo Figlio

sia

il

prim ogenito tra tutti i

redenti

› › .

1 3 3

Atti

degli

Apostoli XVII, 27-28: «

._

.perché

ricerchino

Dio e

possano

pure a tentoni trovarlo, benché Egli

non sia lontano

da ciascuno

di

noi .

In lui infatti viviamo, c i m o v i a m o

e

s iam o , com e hanno detto

anche a lcun i vostri poeti: 'Siamo sua

progenie

'››:

da l discorso

di

Paolo

al l 'Areopago.

1 3 1

Malachia III, 2: «

Chi potrà

sopportare il

giorno

della

s u a

ve-

nuta?

Chi

potrà reggere la sua

vista?

È come il

fuoco del

fonditore

e la

potassa

dei

l a vanda i

› › .

1 3 5 F. B A C O N E ,

Novum O rganum , parte

II;

Aphor ismi

de Inter-

pretatione

Naturae

et

Regno Homin is ; Aphor isma CXXIV: «Procla-

m i a m o che

devono essere dissol te

le immagini ba lorde

del

m o n d o , imi-

tazioni

scimmiesche,

fabbricare dalla

fantasia

umana.

Sappiano

gli

uomin i

la d ifferenz a

che intercorre tra gli idoli

della m ente

u m a n a e

le idee

della m e n t e

divina.

Gli idoli della m e n t e u m a n a

non sono

che

astra-

zioni arbitrarie;

le idee della

m e n t e

divina

sono tracce autent iche del

Creatore

impresse

sul la

creatura,

s tampate

e definite nella

mater ia

con

contorni veri

e

precisi .

La

Verità

e

l'Utilità sono du nq u e

realtà

simpliciter

e le opere devono essere più s t imate in s e stesse in quanto

sono

pegni

di

Verità

e

non

a

cagione

d elle c om o dità

che

arrecano›>.

1 3 ° In Wiener

1 32

c 'è u n rimando a

Taziano

a

p. 1 53

della raccol ta:

Justini

Philosophi

et Martyris

Opera . Item

Athenagorae Atheniensis ,

Theophili Antiocheni, Tatiani

Assyri

et H e rm i ae Philosophi t ractatus

aliquot_ Editio

nova

/'uxta

Parisinarn

anni 1636

(d i

F. Sylburgius)

2 pt.

Coloniae,

1686.

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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268

sciurri

sur.

L I N G U A G G I O

1 3 7 Il principio dell'intelligibilità della Natura è Dio: cfr. Apoca-

lisse I, 8 :

« IO sono

l'alfa

e

l 'Omega, dice

il

Signore Iddio,

colui che

è,

che era e

che

viene: l”Onnipotente››.

1 3 3 Restaurando

a e w

r iappare il verso iniziale dell'Iliade « L'ira

canta o diva , d e l Pelide

Achile

.

_ _ ›› :

Mñvl-V

G É L Ö E ,

1 7 E å ›

HHN-åöfiw

'AX'-751°;

-

- -

1 3 9 PLATONE,

Cratilo,

4 06

c: «

...anche gli

d ei

a m a n o lo

scherzo › › .

1 4 ° PLATONE, Fedro, 27 5 b: «Ma quelli, mio caro, dicevano che

i discorsi d i una quercia nel Santuario d i

Zeus

d i Dodona

siano

stati

i primi vaticinii_ A

quelli

di allora du nq u e , che non

erano

sapient i

c o m e

voi giovani,

bastava sempl icemente

udire

u na querc ia

e

u na

pietra,

purché

dicessero

la

verità.

Ma

anche

a

te

importa

chi

s i a

a

parlare

e

donde?

non

badi invece un icamente se

è così

o altrimenti? › › .

Wiener 132 r imanda a pag. 152 d i Taziano

nella

citata edizione d i

Giustino

d i

Colonia

del 1686.

1 4 1 L`allusione potrebbe attagliarsi

a

Federico II d i Prussia,

nella

cui varia opera politica è palese una coraggiosa presa d i posizione

da-

vanti ad

u n

dest ino senza

conforti

di Provv idenza divina.

4

volumi di

Oeuvres du

Phi losophe de Sans-Souci

erano appars i «Au Donjon du

Chateau › › tra il

1 7 5 0

e

il 1762 .

1 4 2 Or igene sembra avere r igor is t ica m ente inteso

alla

lettera il passo

di

Matteo

XIX, 1 2: « _ ..vi

sono

e un uch i

che s i sono

fatti

eu nu ch i

da

s e

stessi,

per il

regno

d ei

cieli. Chi può capire, capisca › › .

1 3 3 1 Samue le XIV, 24 :

«Allora

Saul, sebbene gli uomini fossero

csaust i ,

c o m m i s e

un

grave

errore:

fece fare

a l popolo

questo

g iu ramento :

'Maledetto

ch iunque

prenda c ibo

prima

di

sera,

q uan d o

mi

sarò

ven-

dicato

dei miei

n e m i c i '_ Ed ef fettiva m ente il popolo non toccò cibo

fino a sera › › .

1 4 4

«Breve come il la m po nella

notte

più

fonda,

che (estrosamente)

scopre

cielo e

terra

e

prima

che si

possa dire:

Badal,

le

fauci

della

tenebra l'hanno

inghiottito

› › .

SHAKESPEARE, Midsummer-Night's

Dream.

1 4 5 Cfr. Oeuvres III, 27-28; VI, 460.

1 4 °

Morto

Sicheo

per

m a n o

di

Pigm a l ione,

Didone

profuga

ottiene

da Iarba di

acquis tare

tanta

terra q ua n to

q u ella c irc on da ta da

u na

pelle

bovina:

ridotta in

sottil i strisce

la pelle, la regina congiungendole

p oté tra c cia re

il perimetro della

futura Cartagine.

1 4 7 Wiener

1 33

suggerisce u n passo

del

cap. VI

d el

libro I p. 9 5

(d i una ediz. non

precisata)

del Pedagogo d i Clemente Alessandrino (cfr.

N.

II,

411 ) .

1 4 3

Nel

Brutus

(LI, 1 9 1 )

Cicerone

osserva:

«

Neppure

Demostene

in

persona avrebbe potuto dire ciò

che si

racconta aver d etto A ntim a co,

l”illustre poeta, che, riunito

un

uditorio, andava leggendo

q u e l suo

grande libro che ben conoscete: ment re

leggeva però

lo

piantarono

in

asso

tutti,

ad eccezione

del

solo

Platone. ' Leggerò ugua lmente

_isse --

Platone per m e fa

le vec i

di

centom ila

'››.

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Norß D E L

T R A D U T T O R E

269

Ad Antimaco per parte sua

H a m a n n

met te in bocca il verso

4 7 6

del-

l'Ar: poetica oraziana:

«la sanguisuga

non m ollerà la

pelle

prima d i

essere piena di sangue › › .

1 4 9

Gerem ia

II,

1 3 :

«Due m a l i ha

c o m m e s s o il

mio popolo:

hanno

abbandonato m e

sorgente

di acqua

v iva

e si sono scavat i

cisterne:

c i-

s tern e b u ca te

che

non

sanno

tenere l 'acqua › › .

1 5 °

Sa lmo

LIX, 1 3 : «È

peccato della loro bocca la

parola sul le

loro l abbra ; siano imprigionati dal la loro

superbia

e dal le menzogne

e dal le

maledizioni che

profer iscono

› › .

1 5 1 Davvero degna di Narc iso

la

lunga

citazione

estratta da i vers i

4 1 7 - 5 1 0 del libro III

delle

Metamorfosi

di

Ovidio

[ 4 1 7 ]

«

Am a un

sogno

incorporeo,

dà corpo

a d un ombra.

Stupisce

davanti

a

s é medesimo, r imane immobi le con la faccia

d i una

statua

d i 1narmo pario.

Contempla

a

terra, astri

gemelli,

i suoi occhi

e quei capelli degni d i Bacco e d i

Apollo:

le guance l iscie, il collo bianco,

la

bella

bocca,

il

rossore com m is to a l

candore della neve;

ammi ra

tutte

quelle

c o s e

che

lo

fanno

mirabile.

[438] ...abbandonato

sul l ierba

opaca

guarda con inesausto

occhio

la forma

fallace

e

smuore

ad opera dei suoi

propri

occhi; e sollevandosi

un poco,

tendendo le

braccia

a i

bosch i

che gli

stanno

intorno:

“Ahimèl

Chi, o

selve,

ebbe

più

c rudo amore?

(Voi sapete,

e

foste

conveniente

nascondigl io a

tanti)

. . .

[446]

Mi

piace

e

lo

vedo ;

m a

c iò

che

vedo

e

mi

piace

non

so tuttavia raggiungere.

Gr a nde

è

1' i l lus ione che imprigiona

un amante.

E ciò

che

più

m i angoscia:

non c'è

tra

noi Pimmenso mare,

ci separa la distanza,

o

la

montagna, o m u ra dalle

porte

serrate.

Siamo im pediti da

poca

acqua...

Sembra che s i giunga a

contatto.

Picco liss im a cosa è

c iò

che

ostacola

gli amant i .

Chiunque

tu sia,

esci fuori

qui

[ 457 ]

Il tu o volto promette

non so

quale speranza. . .

[459]

. . .ho notato più

volte

le tu e

l ac r ime

a l mio pianto

e

rispondi

anche

a l cenno. . .

[463]

In te sono

io .* L'h o sentito.

E la v is ta

non m 'inganna . _ _

[466]

Con

m e

è

ciò

che

bram o: la troppa

abbondanza

m i

ha fatto

misero.

O potess i s taccarm i

dal

m io corpo

Desiderio nuovo

nei confronti di

un

aman te _

..

[474]

Disse e folle

ritornò

a

q u e l volto,

e

intorbidò di la c r im e

le

acque e confusa

si fece Fimmagine

nell'acqua

mossa. Al vederla sparire

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27 0 scRITTI sUL

L I N G U A G G I O

[ 4 7 7 ] gridò: ' Possa almeno contemplare

c iò

che

non mi è dato

toccare e al im entare

così la

m ia povera

pazzia ' . . .

[502]

Abbassò

il capo s tanco sull'erba

verdeggiante;

La

notte

chiuse

quegli

occhi

che miravano Yimmagine del

loro

signore.

E

q uan d o l 'ebbe

accolto

la

casa d el profondo

ancora

s i specchiava

nel l 'acqua stigia...

[507] Piansero

le

Driadi;

e alle

piangenti

consuona

Eco.

Stavano

ormai approntando il

rogo, le

fiaccole da

agitare

e il

feretro,

m a

il corpo non

c'era

più.

In

luogo

del

corpo trovano un fiore

croceo all' interno, ricínto d i petali bianchi › › .

*

H a m a n n

ha modificato Finizio

del

verso

463 :

Isle

ego

s u m . (Co-

stui sono io) .

1 5 2 G i a c o m o II,

7 :

«Non sono essi che oltraggiano il

bel

n o m e

che

portate? › › .

1 5 3

Nel

cap.

XIII

del

l ibro

II

del De

dignitate

et

augmentis

scien-

tiarum

all'inizio

del

I esempio d i

filosofia secondo

le pa ra bole

antiche

circa la

scienza

della

Natura

Bacone

discute

il mito della nascita di

Pan: «Dicono

che i proci abbiano

avuto

collettivamente

un rapporto

con

Penelope e

che da

questa promiscua unione s ia

nato,

figlio co-

m u n e ,

Pan › › . La t raduz ione in

inglese

del l 'Odis . tea compiuta da

A. Pope

in collaborazione

con

W . Broome e E. Fenton (1 7 25) godette d i larga

popolarità

e

d i

molte edizioni.

1 5 4

L'allusione sembra rivolta

a I. D.

Michael is che nel 175 7 aveva

pubblicato una Beurtheilung circa i

m e z z i

atti

a

c om pren dere la

defunta

lingua ebraica

e stava allora preparando

una sped iz ione archeologica in

Arabia

e nel

vicino

Oriente ad

uso

della quale fu da

lui

redatta una

serie

d i Fragen (Francoforte sul Meno, 1762). L'allusione pare continuare

anche

nel periodo contrassegnato dal la

nota

LII.

1 5 5

F. Bacone tratta

d el

s ignificato e delle degenerazioni della mag ia

(expurgatio vocabu l i

Magiae)

nel cap. V

d el

III

libro

d el De dígnitate

et augment i s

sc iemf ia rum.

I pezzi citati

sono

tuttavia altrove

(cfr.

N. VI,

209 ) :

«

La mag ia consisteva

specialmente nel

notare

le strutture

e

le

con-

formazioni

s imbo l i che

dei fatti

naturali

e civili

.

..

Né s i

tratta di

s im i -

litudini vuote ( come potrebbero credere uomini di vista corta) m a sin-

golari

e

costant i tracce o indicazioni della Natura impresse

in

m ater ie

e

soggett i

differenti».

1 5 °

1

Corinti

XII, 3 1 :

letteralmente:

< <

E

vi mostro una

via

per

iperbole

› › .

1 5 7 Geremia

XXXI ,

15: «Un

grido si ode in Rama,

un

lamento

e

lacrime

amare:

è Rachele che piange il suo popolo e non può e s s e r e

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Noris D E L

T R A D U T T O R E

27 1

consolata dai

suoi

figli, perché non

sono

più».

Il passo

ritorna

alla

lettera in Matteo Il, 1 8 qua le profezia

della

strage degl i innocenti in

Betleem decretata da Erode.

1 5 3 Essendoci

carestia

u n

servo

di

Eliseo

aggiunse

alla

m ines tra

certi

v egeta li d ei

quali ignorava

la

natura

benefica:

«

Quindi

serv ì

i

c o m p ag n i

perc hé m a ngia ss ero; m a appena assaggiata

quel la

m inestra

gridarono:

“Uomo

di Dio, c 'è

la

morte nella

caldaia

” . E non poterono

m an g i a rn e » . 2

Re

IV, 4 0. Eliseo annullò ogni in flu enza del veleno

aggiungendo

farina

alla

mines t ra .

Così

Nadler (N. VI, 3 8 1 )

inserisce

l 'episodio nel non fa cile contesto: «La ragione ha

ucciso il linguaggio

della Natura. Il poeta che

la imita

ha

la

m o r t e n ella pe nto la . Occor re

un

miracolo

di

santa

mag ia ,

perché

il

poeta

non

ne

attinga

m o r t e

m a

vita: una nuova nascita del Bambino d i Betleem , una

nuova

venuta

dei Re

Magi,

una nuova discesa dello

Spirito,

una nuov a nom inazione,

una nuova ispirazione per poter parlare e scrivere secondo Iddio. ..››.

1 5 9

Sa lmo L, 12-13 :

«

Se av rò fam e

non

lo dirò a te , giacché m ia

è la terra e

c iò che

la r ico lm a .

Mangerò io

forse

la

carne

d ei tori o

berrò il sangue

dei

capri? › › .

1 6 °

2 Timoteo

IV, 2: «predica la pa ro la ,

insisti

a t e m p o

e fuori

tempo ,

riprendi, minacc ia , esorta

_ _

. › › .

1 6 1 Filippesi I, 9 - 1 1 : « .

_

.e Dio lo ha esaltato

e

gli ha donato un

n o m e

che

è

a l di

sopra

di ogni

n o m e , sì

che nel

n o m e

di Gesù ogn i

ginocchio

si

pieghi

dei

celesti,

dei

terrestri e degl i

inferi

ed ogn i

lingua

confessi

che

Gesù Cristo Signore

è nella

Gloria d i Dio Padre».

1 6 2

Apocal isse

XIX,

1 0:

«

...adora

Iddio.

Lo spirito

di

profezia

è

test im onianza di Gesù › › .

1 6 3 Giovanni II, 9 -10 : L 'acqua fu mutata in

vino

durante

le

nozze

d i Cana e

presentata al

direttore d i m ensa che « .

_

. come

ne

ebbe gustato

e non sapendone la provenienza,

mentre

la

sapevano

i

servi che

avevano

attinto l 'acqua,

chiamò lo sposo e

gli

disse:

“Tutti mettono in tavola

prima

il vino buono e quando sono

alticci

quello più scadente, tu in -

vece ha i tenuto

in

serbo

fino a

qui

il

vino

buono ' › › .

1 6 4

Dal

Saggio su

una quest ione accademica appare

chiaro lo sdegno

di H a m a n n

nei confronti

d el

carattere

«punico»

attribuito

a

S .

Ago-

stino da

]. D.

Michaelis nello scritto De l'influence des opinions

s u r

les

languages

etc.

premiato nel

'5 9

da ll'Acc ad em ia

berl inese.

1 6 5 Nell”elenco de lla biblioteca hamann iana

(Biga

Bibliothecarum 168/

6 1 4 )

figura

(con

l” ind ica z ione «es em p la re

difettoso

››):

Ars

Pu n

-

ica,

sive

Flos linguarum: The

Art

of Punnin,

or

the flower o ƒ languages; in

seventy-nine ru les: for th e ƒartber improvement of conversat ion and help

of

m e m o r y .

By th e labour a nd industry of Tom Pu n Sibi

(i.

e)

Ionatban

Swift.

Second edition

( ris tam pa

del1'edizione di

Dublino),

].

Roberts ,

London, 1719 (pp. XIII + 27).

L'attribuzione a

Jonathan Swif t (1667-

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

http://slidepdf.com/reader/full/johann-g-hamann-scritti-sul-linguaggio-1760-1773-bibliopolis-1977-1 272/330

27 2

scxrrri

sUL

L I N G U A G G I O

1745) ,

il

turbolento

e

satirico

Dean

of Saint Patrick's, feso famoso in

tutto il

m o n d o

d a i Tra ve ls into

severa l

Remote Nations of

tb e

World.

B y L e m n e l

Gulliver

first

a

surgeon, a nd t /Jen a captain oƒ several

Sbips

(London, 1726)

e

dal1'amore per Stella,

è

incerta;

si è pensato anche

alla

penna

di

Th om a s Sherid an ( 1 68 7 - 1 7 3 8 ) .

L'esergo

consta

di

du e

passi

d el secondo

libro d el

De Oratore di Cicerone:

«Le

cose dette

amb igua -

m e n t e

sono

m a g a r i

considerate assai

acute,

m a

non sono sem pre spiri-

tosaggini, talora sono cose serie › › (II, 250) :

< < _ _ _

sembra che s ia

proprio

dell'uomo di ingegno

poter rivolgere

il senso di u na

parola

ad u n

oggetto

diverso da quello co m u n e m e n t e inteso.

_

. › › (Il, 254) .

Hamann fa seguire u n giudizio su Swift «Gloria e vergogna del

clero

› ›

che

risale

allo

Essay

on

Criticism

di

A.

Pope

( 1 7 1 1 ) ,

di

cui

una

versione tedesca in

vers i

con testo a fronte

e

note

aggiunt ive

a cura di

G.

E. Mueller

apparve

presso

G. C. Wal ther

a

Dresda

nel 1745,

pre-

ceduto da un preannuncio in

tedesco

legato al

nome

d i Hagedorn, per

il

qua le Nadler

r i ch iama i

«Sämtlicben

poetiscben Werke» di

Friedrich

Hagedorn (Hamburg, 1756 ,

3 voll.)

(cfr.

N. VI,

163 ) .

H a m a n n , passando acrobat icamente dal l ”aggett ivo

punico

a l

termine

sorto

in Inghilterra

nella

seconda

m e t à

del

secolo

XVII

pun,

punning

di incerta origine

(cfr.

T/ve O x ƒ o r d English Dictionary VIII, 15 94

e

1605,

Oxford , 1933) , edifica un

divertimento

sulla b a s e d'una definizione

logica

(di

non

dichiarata origine)

secondo cui

« punnato

è equiva lente

di

appartenente

ad altri

o

di

riferito

ad

altro › › ,

ad

una definiz ione

natu-

ralistica [per cui v iene scomodato Gerolamo Cardano (1501-1576)] in

grazia

della

qua le

il punning sarebbe

<<l”arte

di

fare

armon iosamen te

tintinnare

le parole,

che,

il

tintinnio

passando

per

le

orecchie

e

r icadendo

s u l

d i a f r a m m a ,

stimoli

u n

moto

titillatorio locale che convogl iato

nei

m u s c o l i

del volto dag l i

spiriti animali

suscita

il sorriso». Si

aggiunge

la

definiz ione di

Swift

nello scritto in quest ione:

«la

capacità di pro-

durre con la migliore

efiicacia

la

fine

d i

una buona

amiciz ia».

Le ripres e

<<puniche›› sul tema

Agostino-Maometto in

J .

D.

M i-

chaelis

sono state i l lustrate in occasione del Saggio d i

una

questione

accademica.

1 6 6 < < Se leggi

i libri profetici senza avere capi to Cristo

--

scr ive

S . Agostino

-_ che c o s a potresti trovare d i a ltre ttan to ins ip ido e s c i -

pito?

Capisci Cristo

e

ciò

che leggi non

solo

ha sapore,

m a

addirittura

inebria › › .

1 6 7 Ebrei

I,

1-4:

«

Multifariam multisque m o d i s olim Deus loquens

patribus

in

prophetis,

nov iss ime, diebus istis

locutus est

nobis in

Filio,

quem

constituit

heredem

universorum,

per

quem

fecit

et

saecula;

qui

cu m

sit s ple nd o r g lo ria e

et

figura

substant iae

ejus

porta ns qu e om nia

verbo virtutis

s u a e , purgationem

peccatorum faciens sedet ad dexteram

m ajestat is in excelsis .

_ _

› › .

Filippesi

II,

7 : «

. . _ s e m e t ipsum

exinanivit

formam

serv i acci-

piens _ . . › › .

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Nona D E L T R A D U T T O R E 27 3

1 6 3 «Tu rex

gloriae,

Christe

Tu

Patris

sempiternus e s

Filius

[Tu ad liberandum suscepturus hominem]

Non horruisti Virginis

uterum

_ _ _

Versi

del

Te

D e u m ,

citati

da Hamann

nella

tra d u z io n e lu te ra n a .

1 6 9 O R A Z I O ,

De

arte poetica

(Ep. III, lib.

II)

vv .

148-150:

« _ _ .viene

subito

a l nocciolo

e

t rascina l 'ascoltatore nel

cuore

della v icenda c o m e

s e già ne

fosse

a l corrente

e

lascia

perdere

c iò che dubiti che nella

trattazione possa risultare poco

chiaro.

_

.››.

1 7 °

2

Pietro

II,

6-10:

«

_ _

_ conda nnò a lla

distruzione

e

r idusse

in

cenere

le

città

di

Sodoma

e di Gomorra, perché fossero di esempio

a tutti

gli

empi futuri, e l iberò il giusto Lo t, ra ttris ta to dalla con-

dotta d i

quegli

uomin i s e n z a freno nella loro d is solu tezza : poiché

quest'uomo, pur

abitando in

mezzo a

loro,

si manteneva giusto d i

fronte

a

tutto quello

che vedeva

e

ascoltava, nonostante che tormentassero ogni

giorno

la sua

anim a con opere nefande_ Il Signore s a

liberare dal la

prova gli

uomini

pii e r iserbare gli em p i per essere puniti

nel

giorno

del

giudizio,

specialmente

quell i

che seguono

la

carne

nei

suoi

desideri

immondi

e disprezzano l'autorità.

Audaci ed arrogant i essi

non

temono

d i insultare

la gloria

dei cieli

_ _

. › › .

1 7 1

Elia:

di fensore

della

tradizione

rel igiosa

di Israele

contro

il

culto di Baal . 1

Re

XVII, 6:

«I

corvi gli por tavano

d el pane

a l

m a t -

tino

e

della carne alla

sera, e

beveva a l torrente

› › .

1 7 2 La coloquintide

è

una cucurb itacea da

cui

s i

ricava

un energico

purgante.

Persio,

rivendicando il vigore della

satira

popolaresca

contro

le

nuove

raif inatezze ellenizzanti ,

saggio n ella Sa tira I (vv. 1 1 3 - 1 1 4 )

di una r isposta

indubbiamente

volgare a l

compito interlocutore che

non

consente che

la

reggia della poesia s ia lordata: «Dipingi due scrpi :

Ragazzi, è luogo sacro,

andate

a

orinare

fuori › › .

1 7 3 Nadler

così completa

la nota hamanniana

(N .

II, 4 1 1 ) : «Va le la

pena

di leggere

la

dissertazione sul la paronomas ia

pubblicata

nel 1 7 3 7

a

Halle

da

m io

padre...

S e

lo

seguo,

come

lo

sento, confesso

che

non

m i piace pressocché nulla del genere paronomatico in un dire elevato,

specialmente

poetico › › .

ROBERT LOW /TH,

De

Sacra Poesi

H ebr a eor u m , Göttingen, 1 7 5 8 .

Nota

76'* (p. 290 ) dell'Editore

I. D.

Michael is . < < La rime s'introduisit dans

le m o nde

avec

le

duel et le

droit

féoda l c o m m e u ne

agréable

contagion,

dit Salv in i (Tom. II. Dis cou rs 2.) , qui sortie des vers Leonins infccta

toutes

les

langues

vulgaires

› › .

Oeuvres

d a

C o m te

Algarotti

vol.

III.

Essay

s u r la

R im e , p.

7 6.

1 7 4 Ludwig Heinrich Freiherr von Nicolay ( 1 7 3 7 - 1 8 20 ) ,

nativo

di

Strasburgo e morto in

Finlandia,

fu s eg re ta rio d 'a m b a s c ia ta ,

professore

d i logica, ricoprì varie cariche in Russia

fino

a

diventare

nel

'9 8 diret-

to re d e ll'A c c a d em ia

russa delle scienze,

scrisse

nella

scia

caval leresca del

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2 7 4 sciursr sur. L I N G U A G G I Q

Boiardo, dell 'Ariosto e

prossimamente

del

Wieland.

Elegien und Briefe,

Strassburg,

176 0

(a p.

81 precisa Nadler).

1 7 5

P L A T O N E ,

Convito

185

c:

« Fatta

pausa Pausan ia . . . Aristodemo

disse che toccava

ad

Aristotele parlare:

m a perché

troppo pieno

o

per

altro gli era venuto il singhiozzo

e

non

era in

grado

di parlare».

P a u l Scarron

(1610-1660)

il marito di

M a d a m e

de Maintenon: il

sonetto d el singhiozzo

 

i

informa

il Nadler

(N.

VI, 335 ) conte-

nuto

nel

vol. VII

d ei suo i

Oeuv res

completes d el

1752 .

1 7 6

Friedrich

Gottlieb

Klopstock

( 1724 -1803 ) acqu is tò

f a m a di

poeta

biblico

cristiano _[donde l `accostamento

a l

Paradise lost

(1665)

di

J. Milton]

con

il Messias (1746-1773) . H am a nn ric hia m a

indirettamente

i

Geistlicbe

Lieder

(1758-69)

e

lo

cita

con

il

nome

d i

Asaf,

levita

e

sa lmis ta a i

tempi

d el

re David.

Nella

Biga Bibliothecarum (163/548)

è

registrato in un

volume

miscellaneo: «Margot la Ravandeuse, H a m b .

800 (750)

›› .

1 7 7 CICERONE, Brutus lib. II. 262: «Sono davvero degni di lode,

d iss i ; sono nudi, diritti e

belli,

quas i spogl iat i da ogn i rivestimento ora-

torio ornamentale. Ma mentre voleva offrire un materiale già pronto per

quelli

che

avessero

voluto

scrivere

di

storia,

fece

forse

u n

favore

a

quegli incapaci

che

vorrebbero

arricciarli come

i capelli col ferro

ca ldo:

ha tolto invece il

coraggio

di

scrivere alla gente

di b uo n

gusto .

Non c 'è nulla infatti nella storia di più bello di u na c onc is ione

pura

c

limpida › › .

1 7 3 ORAZIO,

O de

II

d el

libro I, v v . 1-8. «Di neve e di m a l a

grandine il Padre ne ha mandata

giù

abbastanza, e

con mano

di fuoco

ha

saettato

i

pinnacoli

e

spaventato

la

città:

la

gente

ha

avuto

paura

che

tornasse

la trista età di Pirra che

l amentò

inauditi

f enomen i ,

q u a ndo

Proteo

sospinse

le greggi sul le

vette

d ei

monti.__››.

1 7 9 PLATONE,

Ione,

VI (535 A): « Socrate: '

Dunque

a vostra volta

voi

rapsodi

interpretate i detti

dei poeti?

'

Ione: *E

in ciò

dici il

vero'.

Socrate:

“ Siete dunque interpreti d i interpreti? ' _

1 8 ° Procopio d i Cesarea, storico dell'età d i Giustiniano, segretario

di

B e lis a rio ne lle

campagne

d'Africa,

d'Italia

e di

Persia,

le

fece

oggetto

dei pr im i otto libri delle sue Storie ai qual i si aggiunse un nono l ibro

di Historia arcana

su i retroscena

della politica giust inianea.

Nel

libro

I della prima

tetrade (1 8 C) nel

corso della

narrazione

della

guerra

persiana è riferito l'uso persiano di contare i caduti di

una

campagna .

«

È usanza in Persia che in occasione di

u na s ped iz ione

di

guerra

il

re

segga

s u l

trono,

essendo

molti

cesti

situati vicino

a

lui,

alla

pre-

senza d el comandan te a cu i

è confidata la

guida

del l`esercito

contro

il

nemico :

l'intero esercito,

soldato

dopo soldato, s i

presenta

a l re

e

ciascuno getta una

freccia

nelle ceste, che poi vengono conservate sigil-

late con il

ma r ch i o

regio. Q u a n d o

l 'esercito

fa ritorno in Persia, cia-

scuno d ei soldati

estrae

dal le

ceste u na frecc ia .

Fatto

il

calcolo delle

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Nona

D E L

T R A D U T T O R E 27 5

frecce non ritirate rispetto agli uomini ,

coloro che

hanno questo com-

pito

annunc iano

a l re il n u m e r o

dei

soldat i che

non

sono ritornati

e

risulta

così

chiaro

quanti siano

morti nella guerra › › .

1 8 1 S . E u s eb í i

Hieronymi Str idonensis presbyteri Divina

bibliotbeca:

Praeƒatio in Pentateucbum ad Desiderium (Migne PL. XXVIII,

1 7 9

A):

« [Origene] _ ._ misch iò all'edizione antica

la

t raduz ione

di

Teodozione

servendos i dell 'asterisco 9 % e del l ”obel isco -: - ossia della

stella e

della

f reccia [veru,

obelos ]

per

distinguere

nel

corso

dell'intera opera:

cosi

o

evidenzia cose prima

m e n o perspicue

o r iduce e affossa cose

superflue

› › .

Nel l ibro terzo (dedicato

a

Platone)

delle

Vite

dei

filosofi d i Diogene

Laerzio

(39 ) .

«

Dal

m o m e n t o che

a i libri di Platone

sono

apposte anche

delle

note,

d i c i am o

qualcosa

in

proposito.

La

lettera

X

è

usata

per

frasi

e

figure

e soprattutto

per

segnalare l 'uso

platonico; la

doppia X

per indica re

sentenze e

opinioni sue caratteristiche; X

accompagnata

da

punti

da ogni

parte per

le frasi

più

im portant i

e

per

l'eleganza del

dire; la

doppia

X puntata da ogni pa rte per le correzioni; l'obelisco

puntato

da

ogni

lato

per le

c o s e non

provate;

Pantisigma puntato da

ogni lato per

gli

usi duplici

e

per le traduzioni d i s critti;

il

ceraunio

per

l'insegna m ento della

fi losofia ;

l'a s te ris c o pe r la

concordanza

delle

sentenze: l'obelisco per

la rip ro v a zio ne ››_

L'interprete recente di

du e

lettere

paol ine

è J . D. Michael is .

1 1 1 2

Umbric ius, nauseato

della

Roma im peria le d iventa ta p o s s e s s o

d i

speculatori e ammantata d i falso

ellenismo,

sul punto d i emigrare

sfoga

con

Giovena le

la

sua

amarezza .

GIOVENALE,

Satira

III, vv. 60-61:

« . _ _ N o n

riesco

a

sopportare,

o

Quiriti, una città

greca,

quantunque

s ia da

chieders i

quanto

c i

s ia

in

proporzione

di

ƒeccia

acbea

› › .

1 3 3

Riportiamo

la

nota

esplicativa del Nadler

(N .

VI, 9 8 :

«

Robert

Dods ley

( 1 7 03 - 1 7 64 )

scrittore

ed

editore

inglese. Citato qui in riferi-

mento al

teologo

Christian Gotthold Contius (1750-1816)

e

al

suo

scritto

Aaƒgeƒangener l iterariscber

Brieƒwecbsel

der Dodsleysc/Jen Kunstricbter

und andrer Gelehrten.

(1772) .

Recensito da

Goethe

sulle «Frankfürter

Gelehrten

Anzeigen › › il

24 novembre

1772.

1 3 4

Barbara,

celarent

darii

ƒerio

baralipton

è

la nota

formula

classica

per memor i zza re i

modi

della prima figura

del

s i llogism o.

1 3 5

Socrate

a m m o n i s c e

Alcibiade a n on giu dic are

il pross imo m a a

rientrare piuttosto

in s e stesso

oltre la

maschera

dell'opinione

altrui;

il

verso

finale della IV

Satira

di

Persio

(v . 62) è una

sentenza: «Sta

a

casa tua :

ti accorgerai quanto

scarso

ne s ia l'arredamento › › .

1 1 1 6

C I G E R G N E , A d Trebatium topica, VIII, 35: «qu ia sant verba

rerum

notae

› › ,

cfr. N.

III,

4 1 7 .

1 6 7 Giov. XIX, 5-6: «Exivit ergo Jesus

portans coronam spineam

et

purpureum

ve s t i m e n t um . Et dicit eis:

Ecce

h o m o . Cu m ergo v id issent

eu m

ponti f ices

et ministri, c l am ab an t dicentes:

C ru c ifi g e , c ru c ifi g e

eum › › .

  In connessione al precedente

«

Vedete, sono un uomo › › con cui

Herder rivendica all'uomo

la

dignità

di creatore della parola, H a m a n n

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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27 6

scan-T1 sUL L I N G U A G G I O

fa

balenare l'um anità sanguinante del

Verbo

incarnato: Giovanni XIX,

5:

«

Gesù

uscì

fuor i con la porpora

e

la corona d i spine, Pilato

disse

loro:

Ecco

l'uomo ' › › .

1 1 1 9 Riportiamo

l'i l lustrazione

del

Nadler: c fr. N .

III,

417 . «FA-

BRICIUS ]_ A., Codex

pseudepigrapbus

veteris Testament i . I vol., H a m -

burgii,

1772,

N r.

XI. A d a m i vita. Ex

hoc Georgius Syncellus p.

5,

chro-

n ic i refert dierum numerum, quibus nomen animalia sortita sunt _ . . › › .

1 9 °

Esodo VIII, 1 5: « Allora i

m a g h i dissero

a l Faraone: ' Qui

c 'è

il dito di Dio

› › . (Dopo

la

terz a pia ga

caduta

sull'Egitto: le zanzare) .

1 9 1

Per

protestare contro il

decreto

d el

Senato

che

proc lamava

il

defunto Claudio

assunto

tra

gli

d ei (a po te os i) ,

Seneca

compose

la

sarca-

stica Divi Claudii

A pocolocy ntbos is . G ioca ndo

su i

termini « deificazione › ›

e « zucchificazione››

Hamann introduce

il concetto

d i

«

nientificazione › ›

o

«aborto

› › (sulla base del verbo å f r v o ì l fi l p w ) quasi

un

« parturiunt mon-

tes

› › . Indubbiamente

si

gioca d i

parole (galirnatias).

1 9 2

«

Con assoluto

rigore logico

› › .

1 9 3 Già

nell 'Aest/aetica

in nuce Hamann s i era attribuito il

titolo

di

«

cabbalistico

› › .

1 9 4

Lettera

d i S .

Giacomo III,

5-8: «Così anche la l ingua; è un

m em bro piccolo,

m a

può vantarsi d i

grandi

c o s e . Vedete un piccolo

fuoco qua le

grande foresta

pu ò

incendiare.

A nche

la

lingua è u n fuoco,

e il mondo dell' iniquità [6 1 6 0 1 1 0 ;

' v ñ s å ö t - 1 ¢ l f 1 § ] , vive inserita

nelle nostre

membra

e contamina

tutto

il corpo e

incenclia

il

corso

della

vita,

tra end o la sua fi a m m a

dal la

Geenna.

Infatti

ogni

sorta

di bestie

e

di

uccel l i ,

di

rettili

e di

esseri

marini-

sono

domati

e

sono

stati

domati

dal la

razza u m a n a , m a la lingua

nessun u om o la

può

d o m ar e : è u n m a l e

ribelle, è piena di

veleno

m orta le › › .

1 9 5 Superior Beings, when of late

they

saw

A morta l Man

unfold

a ll Nature's Law ,

Admi red such Wisdom in an earthly shape,

And

shew'd a Newton a s

w e

shew

an Ape.

P o m a ,

An

Essay

on

Man,

Epistle

II.

1 9 6

« Indubbiamente

c 'è prima la vita che il sapere, prima

la

pa-

rola che il l ibro,

pr ima

il

senso

che

la

penna,

pr ima

l 'uomo in quanto

tale

che il

filosofo

e

il poeta. Ci si

deve

pertanto

guardare dal

credere

che prima delle lettere

e

dei

m e z z i

di

comunicaz ione

scritta gli uomini

siano vissuti privi d i parola

e

d i espressione.__››: T E R T U L L I A N O , De

testimonia

an imae

adversus

gentes, cap. V.

1 9 7

Nella

descriz ione

che

lo

Straniero

fa

delle

età cosm iche

e

dei

lo ro effe tti

sullo

stato dei vivent i si parla nel

Politico

platonico (272, b.,

8 )

di

tpó cptuot 'toü Kpó vou.

1 9 1 1 2

Tim.

3 , 5-9

« _

__Guardati da

costoro

Tra loro

c i

sono cer-

tuni che vanno per le case ad accalappiare donnette piene di peccat i e

di

passione, che

stanno lì ad

imparare

s e n z a giungere

m ai

alla

conoscenza

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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Nora D E L

T R A D U T T O R E

27 7

della verità.

Sul

m ode llo di

Iannes

e I ambres che s i opposero a Mosè

s i

oppongono

alla

Verità: uomini

dalla

mente

corrotta e

riprovati

in

m ateria di fede. Ma non a nd ra nno oltre: la loro stoltezza sarà palesata

a

tutti c o m e

avvenne per

quelli

› › .

Secondo la tradizione

giudaica Iannes

e

I ambres

furono

i

capi

dei

m a gh i eg iz ia ni

che

s i

opposero

a

Mosè

(cfr.

Esodo

7 ,

1 1 ) .

Pangloss

è

il personaggio

del

Cand ide

ou

de l'Optimisme

( 1 7 5 9 )

in

cu i

Voltaire incarna

paradossa lmente

la

fiduc ia in u n

ottimismo

di m a r c a

leibniziana_

Claude

Adrien Helvétius

( 1 7 1 5 - 1 7 7 1 ) ,

esperto di

f inanza

e filosofo

m ater ia l is ta,

v ide

in una legislazione

meccanica lo s trum ento

per coor-

dinare

il

gioco

d el

radicale

ego i smo

degl i

individui.

Destò

scalpore

il

saggio De

l'esprit (1 7 5 8 ), c ond anna to

dal le pubbliche Autorità e

ap-

parso

postumo

nel 1772 con

il titolo De

l 'homme, de

s e s

facultés intel-

lec tuelles et de son éducation.

Appartenne alla

équipe novatrice di

F e -

derico II.

Achitofel

il

Ghilonita,

consigl iere

perverso

di Davide e di

Assalonne, finì

su ic ida:

« ...in quei giorni u n consigl io

dato

da

Achi-

tofel era come una parola data

da

Dio

a

chi lo

consulta.

Così era di

tutti

i consig l i di

Achitofel

per David e per Assalonne › › .

2

Sam. XVI, 23 .

1 9 9

Il

Nadler (III, 4 1 8 )

segnala

una

glossa

a l tes to

secondo cui:

«

Il

popolo francese non

è

fedele né

a

Dio né agli uomin i › › . È citato

il prin-

cipe Leopoldo

d i Dessau (1676-1747 ) , una

colonna dell'esercito prussiano.

2 1 1 ° G ia m b attis ta Della Porta

(1535-1615),

genti luomo

napoletano,

fu famoso per le sue ricerche natural i e fu

tenuto

in sospetto d i

magia.

A fianco

dei

f a m o s i

Magiae

naturalis sive de miraculis rerum

naturalium

libri

IV

( 1558 )

ricordiamo

anche

i

4

libri

De

h u m a n a

phys iognomonia

(1586) che

anticiparono i tentativi d i I.

C. Lavater.

1 Cor. XIII, 1 2: «Videmus

nunc

per speculum in aenigmate, tunc

autem facie ad

faciem

› › .

2 0 1 Attraverso

la

balenante immagine del protom artire

Stefano

(Atti

VI,

8-VII,

62)

l 'allusione

va

al

famoso filologo Henry Estienne

(« le

Grand › › ) (1528 o

1531-1598) ,

al cui merito si ricorda a titolo

principale

l'edizione di

a l m e n o 58 classic i latini

e

7 4 grec i. Il

« martirio › › fu forse

il

d anno econom ico

derivatogli

dall'edizione

del suo

grande

dizionario

della lingua greca.

Leggiamo infatti

nel vol.

II

(Cambr idge , 1 9 0 8 ) di

A History oƒ Classical Scholarsh ip di ]. E.

Sandys

(pp. 175-6 ) :

«He

ru ined him s elf

over the publication of

h is Thes au rus

Graecae Linguae

( 1572 )

and

h is

Plato

( 1 5 7 8 )

...it w as Thesaurus that (a s th e publisher

bitterly r ema r ked )

m a d e

him poor

instead

of rich.._››_ L'opera a cu i

H a m a n n

al lude

sembra essere il Projet d u livre

intitulé De

la

precellence

d u

langage

François,

Paris

(Mamert

Pat isson)

1 5 7 9 ,

pp.

29 5

in

8 °.

Ricordiamo

ancora

sull 'argomento altri

saggi

dell'Estienne: un

Traicté

de

la conƒ orm ite d u langage François

avec

le

Grec, Geneve 1565-6,

Paris

1569 e Deux

dialogues

du nouveau langage ƒrançois italienizé et autre-

ment designizé, principalernent entre

les courtisans de c e

temps.

De

plusieurs nouveautez q u i

ont

accompagné c e s t e nouveauté

de

langage.

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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2 7 8 sciurr i s U L L I N G U A G G 1 o

De quelques courtisanismes m odernes, et

de quelques

singularitez cour-

t isanesques. __,

Geneve,

1 5 7 8 .

2 0 2 H a m a n n

s i

d ic hia ra tra s fo rm a to in bestia da s o m a in quan to

ridotto

ad

im piegato

della

pubblica

a m m in is tra zio ne n on d iversamente

del l ”avventuroso Lucio, divenuto u n

somaro secondo i Metamorphoseon

libri XI di Apuleio di Madaura .

2 1 1 3 P ie rre -Lo u is M o re au

de

Maupertuis ( 1 69 8 - 1 7 59 ) fu autore di

scritti as t ronomic i e cosm olog ic i . Cercò

element i a fa vore d ella

teoria

newton iana

dello

sch iacciamento

della

sfera

terrestre a i poli con una

spedizione in Lapponia nel

1736. Già m em b ro d ell'Accad em ia

parigina

d a l

1 7 3 1 ,

fu

ch iamato alla

presidenza

de ll'Acc adem ia

delle

Scienze

di

Berlino nel

1745

da

Federico

II,

alla carica già occupa ta un tempo

dal

Leibniz. Sono del 1748 le s u e

Ré/léxions

philosopbiques sur l'origine d e s

langues

et

la signification des mots. A 1

suo

fianco Hamann

evoca

l 'ombra

di u n altro protetto di

Federico

II:

il

veneziano

Francesco Algarotti

(1712-1764), autore

de Il newtonianismo per le

dame

(Milano, 1737 ) e

di u n saggio Sopra

la

necessità

di scr ivere nella propria

l ingua.

Nel

1 7 7 2

apparve

a Berlino

il I vol. di Oeuvres

d u co m t e Algarotti. _ _

Traduit de

l'italien.

(cfr.

N .

V ,

308-28

s s .

e

38

s s . ) .

2 0 4 Hudibras è

il protagonista

donchisc iot tesco

dell 'epos satir ico

omonimo ( 1663 -1678 ) di S a m u e l Butler. Nella biblioteca di H a m a n n

figu -

rano

du e esemplar i

dell 'opera

(Biga

bibliothecarum 166 /594

e

1 7 2 / 6 9 2 )

d i cui il secondo contrassegnato dalla d iz ione « donum Herderi

nostri

› ›

è:

Hudibras,

with Cuts

design'd

and

engrav'd b y Hogard. Lond_

[1]

7 3 9 .

2 1 1 5

Viene

trasferito

a

Herder

il

titolo

di

«

c l

cabal lero

de

la

triste

figura›› assunto da Don Quijote

nel

cap. XIX della I

parte

dell 'opera

del Cervantes: El ingenioso hidalgo Don Q uijote de la Mancha

(1605).

2 0 6 Elisabeth Regine

era

nata

il

1 2 aprile

1772.

2 0 7 « Initium

sapientiae

est t imor

Domin i

› › : Prov. I, 7 .

Di

contro

Federico II,

il Salomon

du Nord per Hamann,

pareva proporsi

a

scopo

del l 'educazione civile il

timore d el

principe.

2 1 1 8 Filip. IV,

7 :

« Et

pax

Dei,

quae

exsuperat

o m n e m

sensum ,

custo-

diat

corda

vestra

et

intelligentias vestras in Christo Jesu › › .

2 1 1 9 Is. XXVIII, 16:

«Ecce

pono in Sion lapidem s u m m u m angu-

la rem , elec tu m , pretiosum;

et qui

crediderit in e u m ,

non

confundetur › › .

2 1 °

Matt.

V , 33:

«

S ia invece

il

vostro parlare s ì ,

sì;

no,

no; il

più

viene

d a l

Maligno».

L'allusione seguente

è

palesemente a

l'Esprit des

lois

d el

Montesquieu

e

a l

Contrat

socia l

di

Rousseau.

2 1 1

Senofonte, autore della Ciropedia ( K ú p o u w w - ö e l a ) , fu apologeta d e -

voto quanto modesto

della

persona e del pensiero di Socrate ne1l'Apologia

di

Socrate, nei Detti memorabili

di

Socrate,

nel Simposio .

Nel cap.

IX

della prima parte

d el

Don Qui/ 'ate

Ce rv a ntes ra cc on ta

di avere sempl icemente tradotto da certe ca rte

acquis tate

alla ventura

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NOTE

DEL

TRADUTTORE 279

in

Toledo la

storia

dell'Ingenioso

Hidalgo

narrata in

arabo da tale

Cide Hamete

Benengeli_

2 1 2 La

frase

citata è

appartenente

a l Sa lm o

1 1 5

(v . 1 0) ed

è

riportata

da

Paolo

in

2 Cor. IV, 1 3 :

«

Animati

da quello stesso spirito di fede

di

cu i

sta

scritto:

 Ho

creduto,

perciò

ho

parlato',

anche

noi

c red iamo

e

perciò parliamo

_ _ _

› › .

2 1 3

Il Nadler

(N.

III, 420 )

riporta la

nota ha m a nnia na

aggiunta

con-

secut ivamente

alla

citazione

greca: «Epicteti, Enchiridion.

Item

Arriani

co m m e n t a r i o rum de Epicteti Disputationibus Lib. IV. Omnia

Hieronimo

Wolf-io interprete. Londini

1670.

Lib.

III.

c a p . XXI, p. 306:

Quid

aliud,

homo,

nisi Cereris

initia divulgas? Domic i l ium,

inquis,

est Eleusine:

Ecce

et

hic.

Illic sacrorum antistes:

Et

ego

fa c ia m a n tis tite m _

Illic

praeco:

Et ego praeconem

instituam

› › .

« Anch'io

farò

l'iniziatore

ai misteri › › annuncia Hamann

in

abito

d i

m is terioso a lchim is ta

d i

una

favolosa consorteria sfociata orma i

nella

ben

nota

Massoner ia .

Nella Biga bibliothecarum

(190/ 164 )

H a m a n n la -

m e n t a

la

perdita dell'Art Roya l d u C hev a lier

de

Rosecro ix , Londres, 175 0 .

Il

titolo d i

ierofante

spetterà proprio a _ ) . A. Starck

(1741-1816) :

dal

1769

professore

di

oricntalistica

a

Königsberg

e

m e m b r o

della

locale

Dreikronenloge contro

cui Ham a nn diresse nel 1775 i

Hierophantische

Briefe.

2 1 4 Dal cap. XLII

del

libro I

d el

Gargantua et

Pantagrue l

di F. Ra-

belais.

In

alcune

redaz ioni Hamann aveva fornito

la fa lsa da ta

di

edi-

zione

1 7 7 0 . Di

fatto

il

libretto

fu edito a Königsberg

nel 1 7 7 2 da

Kanter.

2 1 5 All'inizio del

Filebo

platonico Socrate chiamato a giudice attorno

a l

prob lema del

primato

d el

piacere

e

della

salvezza

annuncia

il

m is tero

dell'unità

e della

molteplicità, dell'infinità e

limitazione della

parola:

«

Un dono degli dei

a

m io parere

disceso

per opera d i un

ta le Prom eteo

agl i uomini in

unione

ad

u n

fuoco

l u m i nos i s s i mo .

Ci hanno t r amanda to

gli antichi

-

noi superiori

e

situati più

presso gli

dei

-

questo

oracolo _ _ _

› ›

Filebo 1 6 c , 5-8.

2 1 6 Odi profanum vu lgus

et

arceo.

Favete

linguis;

carm ina non

prius

audi ta Musa rum

sacerdos

Virginibus puer isque

canto.

O R A Z I O , O di III, I, 1 - 4 .

Il sacerdote

delle Mu s e

i mpone il

silenzio dopo

avere al lontanato

i non iniziati.

2 1 7 Luca, XII, 6-7: «

Cinque

passeri non s i vendono forse per due

soldi?

Eppure

neppure u no

di

essi

è dimenticato davanti

a

Dio.

Anche

i c a pe lli d el vostro

capo sono tutti

contat i . Non temete, voi valete più di

molti

passeri › › .

Be h e m o th è

nel

Libro di Giobbe Pippopotamo: < < Esso è la prim a

delle opere di

Dio, il suo

creatore lo ha fornito di difesa › › .

Giobbe,

XL,

1 9 .

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28 0 sciurrt

sUL L I N G U A G G I O

Al tema

dei capelli

contati

del

citato passo

d i Luca una glossa

d'autore (cfr. Nadler

III,

4 20) ricond uce un commento di Clemente

Alessandrino tratto dal

cap. III

del l ibro III del Pedagogo

(P. G. VIII,

581

B C) : u n c o m m e n t o analogo s i

ritrova

nel

cap. XXVI,

2

d el

libro II

dell'Adversus

haereses

di

Ireneo

(P .

G .

VII,

8 00

C)

a

cu i

sembra

al ludere l'impreciso rimando di H a m a n n .

2 1 3

Tertulliano contestando

la tes i

secondo cu i la Divinità sarebbe

frutto di una

div in izzaz ione u m a n a ,

most ra

che

nulla di quan to è

necessario

alla

vita degl i uomini poté essere opera di

produz ione

u m a n a :

gli uomin i trovarono ciò

che era

stato già per loro

creato

e

predisposto

da Dio: «s dice che gli uomini

hanno

trovato

gli elem enti

ind ispen-

sabi l i alla

vita

terren a, no n

che

li

hanno

creat i ;

c iò

che

è

stato

trovato

infatt i c'era già in antecedenza

e ciò che

già pr ima era

non poté e s s e r e

attribuito

a

colui

che

lo ha

trovato

bensì

a colui che

l'ha creato,

giacché es is teva già

prima

d i e s s e r e

trovato

› › . Tertull iano,

Apolo-

geticus adversus gentes, cap.

XI,

7 .

Nel De testimonia

an imae

a dv ers us gentes (cap. V,

64-72) Tertul-

l iano più a m pia m ente d ic e: « Queste test im onianze

dell'anima

in quan to

sono

vere

sono

sem plic i ,

in

quan to

semp l i c i

sono

ovv ie ,

in

quan to ovv ie

sono universali,

in quan to

universali

sono naturali, in quan to naturali

sono divine La Natura

è la maest ra ;

l'anima

la

scolara_ C o m u n q u e

tutto

c iò

che l'una insegna e l'altra apprende

è

s ta to d a to

da Dio,

che

è

a sua volta il maest ro della maest ra stessa. Che cosa l'anima

possa

pretendere d i sapere d el Fond atore originario sta a

te stabilire sulla

base del l ”anima che c”è in te Senti colei che fa sì che tu senta

ritrova

nelle

profezie

colui

che

parla,

in

tutti

i

fatti

l ”augure,

in

tutti

gli event i

il prcveggente

È straordinario

che

essa,

data a l l`uom o

da

Dio,

conosca

la pro fe zia ?

È

straordinario che conosca colui

da cui

è

stata

donata?

A nche assediata

da l nemico essa s i

ricorda d el suo

creatore e

della

bontà

e

volontà di lui

e

della sorte propria del nemico. Così

è

naturale che,

donata da

Dio,

l 'anima

canti quanto Dio

le ha

concesso

conoscere

d i S é . Ma chi non crede

che

queste espressioni spontanee del-

l'anima sono u n

insegnamento

della Natura

e

doti segrete

aflidate

ad

una

coscienza

ingenita

e

congenita,

parlerà

piuttosto

d i

uso

letterario

in connes sione c on

opinioni correnti

e addirittura di u n vizio ormai

acquis i to

di esprim ers i in

u n

certo m o d o . Senza

dubbio l'anima precede

la

cultura, e la

parola

lo scritto; certam ente c 'è

prima

il

pensiero

che

lo s trum ento graf ico

e

c 'è prima l'uomo in quanto

tale

che il filosofo

e

il poeta.

Si

deve a questo punto allora credere che

prima

delle

lettere

e

della loro divu lgaz ione

gli

uomini

privi

di q u e i m e z z i

espressiv i

siano

rimasti

muti?

Nessuno

par lava

di

Dio

e

della

Su a

bontà,

nessuno

par-

lava della m o r t e né degl i Inferi:

la pa ro la

andava

mend icando , anzi

non c'era

affatto:

d a l

m o m e n t o che

mancavano quel le

condizioni

senza

le

quali

neppure oggi

potrebbe avere migliore sorte di r icchezza

e

di

acume ,

se cioè

prima

che venissero a l m o n d o

le

lettere, prima

cioè

della

nascita

 redo

_di Mercurio non esistevano q u e i fattori che

oggi

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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NorE

D E L T R A D U T T O R E 281

sono sempre presenti,

tanto

prossimi, quasi nascenti sulle

labbra

s t e s s e .

E

donde

è venuta alle lettere stesse la

legge

che ha consent i to di

co-

noscere

e d isseminate

nel l”uso linguistico

c iò

che

m a i

m e n t e prima

aveva

concepito,

né lingua pronunziato, né

orecchio

udito?

› › .

Con

profetica

po lemica

H a m a n n

ins eris ce la

voce

di

Lattanzio:

« ...certi letterati

accostandosi alla religione di Dio hanno

difficoltà

a credere, giacché,

abituati ad una prosa o ad una

poesia

curata e

ra ffinata,

spregiano c o m e rozzo il par lare

sempl ice

e

c o m u n e

della

Scrittura

divina e cercano

piuttosto

c iò che

accarezza i sensi, s i

lasc iano

persuadere

da

ciò

che

piace

e penetra

ne1l'animo per la

v ia del diletto.

Ma Iddio, ƒorgiatore della mente , della voce c della

l ingua,

non

pu ò

forse

parlare

con

eleganza?

Diciamo

piuttosto

che

la

divina

Provv idenza

volle

fosse privo d i splendore ciò

che è

divino, perché

ciascuno

potesse

com-

prendere ciò che gli

diceva

› › . Lattanzio,

Divinae

institutiones, lib.

VI,

c a p . 21 , 4-6.

Nel

cap. 1 0 del l ibro VI (12-14)

delle

s u e Div inae ins titu tiones

Lattanzio aveva già denunciata

la

falsità

della

tesi

d i

coloro

che a

spiegazione

de l l ”umana

società

avevano

favoleggiato un primigenio

stato

in

cui

gli

uomini,

sgorgat i

dal la

terra,

sarebbero

vissuti

in

bosch i

e

caverne, vittime degl i

assal t i d elle fi ere

fino a

che,

s pa v e nta ti d a lla vio-

lenza, s i sarebbero

riuniti

in una m u t u a associazione di di fesa. In

vista di questa al leanza d ifens iv a q ues ti ominidi da

prima avrebbero

m ani fes ta to a

cenni la

loro

volontà e poi avrebbero saggiato

i

primordi

di u n linguaggio e in seguito,

assegnando ad

ogni cosa un n o m e , sarebbero

riusciti

a

poco

a

poco

a m ettere a

punto

u no s trum ento linguistico.

A

costoro

Lattanzio replica

che « giomini

non

sono nati

q ua

e

su

tutta

la

superf icie

terrestre

c o m e

dal la

semenza

di

u n

drago,

come raccontano

certi poeti, bensì

che Iddio plasmò

un unico

uo m o

e che a partire

da quello tutta

quanta

la terra fu popolata d i

uomini :

proprio c o m e successe dopo

il

Diluvio: fatto questo

che nessuno s i

attenterà d i negare. Qualunque persona intelligente a

questo

punto

capirà che in

principio

non ebbe luogo alcuna convenzione

d el

genere,

né che m ai

ci

furono sulla terra uomin i c h e ,

al

d i fuor i dall”infanzia,

non

parlassero››_

ib .

(19-20).

Nell”ultima

proposiz ione

H a m a n n

anzi che

«

praeter infantiam

> › dice

«propter

infant iam›› ,

quasi si trattasse di uom ini

che

non parlavano

perché ancora

infanti.

2 1 9

Per

tre volte l 'angelo

d el

Signore,

invisibile

a Balaam e a i

suoi s erv i,

con

la

spada

sguainata

f e r m a l 'asina

su

cu i il profeta

cavalca, il qua le infine

reagisce

percuotendola . «Allora il Signore aprì

la

bocca

dell 'asina

ed

essa

disse

a

B a l a a m :

«Che

ti

ho

fatto

perché

tu

mi

percuota

per la

terza

vol ta? › › Balaam

le

r ispose:

«

Perché ti sei

presa

gioco

di

m e

Se avess i

u na

spada ti ucciderei

› ›

L'asina disse

a

B a l a a m : «Non sono io

la

tu a asina,

sul la

qua le ha i cavalcato fino ad

oggi?

Agisco

forse ab itua lm ente così? › › Egli r ispose:

< <

No › › Allora il

Signore aprì gli occh i

a

Balaam

ed egl i

v ide

l 'angelo

del Signore,

che

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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282 scRITTI sUL L I N G U A G G I O

stava sulla strada

con

la spada sguainata.

Balaam

si

inginocchiò

con la

faccia

a

terra.

Numeri, XXII,

28-31 . « fu

ipreso per

la

sua iniquità:

u n muto g iumento ,

par lando

con voce u m a n a ,

impedì

la

demenza del

profeta››_

2

Pietro,

II,

1 6.

2 2 ° Una glossa di H a m a n n

(cfr.

N. III,

4 20 ) : «Dice

il Ficino:

' Sec und um

vero

Protagoram

sap ien t i ss imum,

hom i nem rerum omnium

esse

mensuram'

(Thaetetus, sive

de

scient ia) ; 'Quemadmodum Prota-

goras tradidit rerum

omnium

dicens

h o m i n e m

esse

mensuram'

(Cra-

ty lus,

sive

de recta nominum

ratione)››.

P L A T O N E , Teeteto

166d2-3:

«uétpov ra p

ëxaatov

fiuãw : I v a n

- : m v

ta

öv-:mv :tal

p x h

›› ,

PLATONE,

Cratilo

385e6

-

386a2:

<<å ' ›v1 tsp

How-ra-fópa;

ëkzyev

X é y m v “-:cav-:uv x p ~ n p . á . - : m v p.é¬:pov

elvat

ävzìpmtov -- c h e

äpa ola

ò lv

šuoì

tpalvntat

'tà

t tpá-yum-ra

[slv¢1.v.], ¬ : o L a . \ ' J - t a uš v

š crtw š uol ››,

2 2 1 Julien Olfray Lamettrie

( 1 7 0 9 - 1 7 5 1 ) :

il m ateria l ism o totale

espresso ne

L'homme

mach ine

(Leida, 1 7 4 8 )

gli

procurò

una

pubblica

condanna. Lo

accolse Federico

II ne ll'Acc adem ia

berl inese.

Apparvero

postumi

nel 1 7 52 ad Am s t e rd am 2

voll.

di Oeuvres

philosophique:

d el

Lamettrie

(che

f igurano nella

biblioteca

di

H a m a n n ) .

Le Système de

la

nature

d el

barone

Pau l

Heinrich

Dietrich

d'Hol-

bach

apparve in 2 voll. ad

A ms t e r da m

nel

1 7 7 0

sotto lo p se ud o n im o

di J . B. Mirabaud con il mentito luogo di

edizione < <

Londra › › . L'Holbach

( 1 7 23 - 1 7 8 9 )

fu a Parigi

la b and iera

di u n radicale

mater ia l i smo

attorno

a l qua le s i mossero i magg ior i

Enciclopedisti.

Un'annotaz ione

d el

28 ot-

tobre

1777

nel q uaderno di appunti (G . II,

29 )

mostra Hamann in

traccia

del

vero

autore

del

Système

(Cfr.

N .

V .

334, 29

s s . ) .

2 2 2 Pietro Mosca t i (1 7 3 9 -1 8 2 4 ) pro fes s ore a Pavia e

d a l

'7 2 m e d i c o

a

Milano

intrecciò

la

professione

con

v a rie a v ven tu re

politiche

nell”età

napoleonica. P etr. M os ca ti,

Von

dem

körperlichen

wesent l ichen Unter-

scbeide

zwischen der Struktur der Thiere und der

Menschen,

Goettingen,

1 7 7 1 .

(Cfr. Biga bibl. 1 0 9 / 2 0 2 ) .

2 2 3

Il

terzo luogo

citato

r ichiama Voltaire. Rimane aperta l°allusione

ad

un

quarto

personaggio

della

schiera

«

illum ina trice

› › .

2 2 4

«

Auquel temps l e s ƒouaciers de Lerné passoient le grand quar-

roix, menans dix

ou douze charges de fouaces à la ville». Rabela is,

Gargantua I, cap.

XXV.

(<<fouacier

› › equivale

a fabbricante

e

venditore di focacce) .

2 2 5

Una grandiosa imprecazione contro

l'a v a ra a m m in is tra z io n e

fiscale

organizzata da

Federico

II seguendo gli s c h e m i dell'illuminismo gall ico

s i

in ce ntra s u lla

vocazione

profetica

di

Ezechiele

e

il

suo

annunc io

del-

l 'assedio di G e ru s a l e m m e .

Ezechiele

I, 3 : «

la

parola

d e l

Signore fu

rivolta

a l sacerdote Eze-

chiele figlio

di

B u z ì, nel

paese

dei Ca ld ei,

lungo il canale

Chebàr .

Qui fu sopra di lui la

m a n o

d el

Signore › › .

Ezechiele TV, 1 5-1 6:

«Egli

mi

r ispose:

' Ebbene, invece di escre-

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Norß D E L

T R A D U T T O R E

28 3

ment i u m a n i

ti

concedo lo sterco d i bue; lì

sopra

cuocerai il tu o

pane'. Poi soggiunse: “

Figlio dell 'uomo,

e c c o

io

tolgo

a Gerusalemme

le ris erv e d el pane; mangeranno

il pane a razione e con angoscia

e

berranno

l ”acqua

a mi s u r a in

preda

al l 'af fanno; così, m a n c a n d o pane

e

acqua,

langui ranno

tutti

ins ieme

e

s i

consumeranno

nella

loro

iniquità

'

› › .

Si

profila l'immagine

bestiale del

pubblico che tutto

inghiotte

fino

a

crepare,

a

cui

si volge la prima dedica dei Memorabili rocratici

(cfr.

N. II, 59 ,

24/26)

e che

nasce

da

Daniele

XIV,

27 : «Daniele

prese

allora pece, gra ss o e peli e li fece cuocere e li

gettò

in bocca a l drago

che li inghiottì

e scoppiò; quindi

soggiunse:

'Ecco

che

cosa

adora-

vate

'› ›

cui s i mischia

la

poco

nobile

immagine del

principe indicato

con

un

Vespasiano

aneddotico.

Stupidità rispetto a i valori e

avidità

di beni materiali: Arabi

e

Cretesi

sono

gli stranieri

che

presiedono

a ll'im pianto fiscale

prussiano

sul la

base

di: «I Cretesi

sono

sempre bugiardi, m a l e

bestie,

ventri

pigri».

I Tito I,

12.

Cucina e nutrizione

paiono

essere in

ana logia con cultura e vita

spirituale: al d i là d i

una

povera cultura contadina tedesca

(piatti

f reddi

e

un piccolo

Federico

evangelicamente

nato

in

stalla

e

nutrito

a lla b uona

con il

cucchia io

di legno) e delle raffinatezze f rancesi

( cuoch i

e pen-

dag l i da

forca

 fr. Rabela is, cap.

23

del libro

V

e

il ghiottone sui-

cida Apicio 

d educazione di corte)

la

sostanza

che a l im enta

la

vera

vita spirituale

viene

dal la tradizione

materna volta

ad

u na fede

in -

fantile:

«C h i

non accoglie

il

regno d i Dio

come

un bambino, non v i

entrerà».

Luca XVIII, 1 7 .

2 2 °

D. H u m e

fu oltre

che

noto per la s u a

critica

al

concetto

d i

causal i tà,

autore

di

una

History oƒ

Great

Britain

( 1754 -61 )

e di

The

natural

History

of Religion

( 1 7 5 7 ) .

2 2 7

L'a ccenno a lla

ghiandola

pineale,

proposta da

Cartesio

c o m e

punto

d i

collegamento

tra

anima

e corpo,

consente

(giocando

sul

termine

ghianda-ghiandola) di ritornare nella

polemica

contro Pamministrazione

della

Prussia

afiidata

da Federico II ai Francesi.

2 2 5 Marco Aurelio Antonino ( 121 -180 ) im peratore e seguace della

fi losofia stoica è

figura

di Federico II di

cu i

s i

fl ag ella la

corte

berl inese

libertina

(Sodoma-Samar ia )

e

la

politica demogra f ica a scopo

bel l ico.

H a m a n n c rudamente r iduce a

funzione biologica

ogni esaltazione erotica,

m a g a r i

artificiale.

Il te rm ine preso da

Rabelais

(lib. III, cap. 8 ) e

la

definiz ione fornita

dall'Autobiografia di Marco Aurelio (lib. VI, cap. 1 3 )

concorrono

nella

riduzione biologica

del m o m e n t o amoroso .

Il

periodo seguente

(com-

prese

le note

IX

e

X )

insiste

nel l 'accusa

di

libertinismo

rel igioso

e

mora le

contro

Federico II (Salomone) ,

cu i H a m a nn

attribuisce gli Entre-

t iem-

.m r l'Art

de

Regner,

divise: en

cina

.voirées

(1 7 66) , d a lla

cui

Seconde soirée de la religion (pp. 4 -9 ) --

a

quanto r i ferisce il

Nadler

(III,

4 2 1 ) _

è

r icavata la cinica sentenza riportata dal la

nota

IX.

L'aneddoto

l upanaresco in

cu i

l`imperatore Demetrio r ivendica, rivol-

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28 4 sciurrl sUL

L I N G U A G G I O

gendosi

alla

flautista Lamia, le

superiori

doti

generative

del sangue

reale, proviene dal la nota H. alla voce Demetrius

d el

Dictionnaire

birtorique

et

critique di Pierre Bayle, III ed. Rotterdam,

1720 (cfr.

Nadler , loc.

cit.).

L”aneddoto

serve

a

concludere

il

lungo

diver tiss em ent sul le

ghiande

in

cu i

si sfoga il sarcasmo contro il

libertinismo

importato da Fede-

rico

II.

Il termine

«ca t héch i s me de la raison › › è

attribuito

alle

opere

dei filosofi a

p.

VI dell” / l11ant-propos

dell'Extrait

d u

Díctionaire

bitto-

r ique

et critique d el Bayle

edito

a Berlino nel

1765 .

2 2 ° Salmo CXXIX,

6:

«

Siamo come l 'erba dei tetti».

Geremia III,

24 :

«L'infamia ha divorato fino dal la

giovinezza

il

frutto

delle

fat iche

dei

nostri

padri,

i

loro

greggi

e

i

loro

arm enti,

i

loro

figli e le loro figlie › › .

2 3 °

Sotade: poeta del

IV-III

secolo d i proverbiale licenziosità e a g -

gressività.

2 3 1 Genes i III, 24 : « Scacciò

l'uomo

e pose

ad

oriente

del

giardino

di Eden i cherubini e la fi a m m a della spada

folgorante,

per

custodi re

la via

all'albero

della vita › › .

2 3 2

Erode

Attico

(101-177)

sofista,

maestro

d i

Marco

Aurelio,

è

q u i

figura

di Federico II.

2 3 3 «

Diventate banch ier i

abili

› ›

Johann

Alber. Fabr ic ius ( 1668-1736 )

erudito

classicista autore

del Codex

apocrypbus

N ov i Testamenti in

3

voll.

( 1 7 0 3 - 1 7 1 9 )

da cu i

è tratta

la

citazione.

2 3 4

L'allusione

è

_econdo

la

congettura

d el

Nadler

_-

a l verso

39 9

delle

Metamorfosi

I d i

Ovidio,

dove

è

narrata

la

palingenesi

degli

uomini

rin as ce nti d a i sassi,

che

Deucal ione

e Pirra

s i

gettavano

secondo

il

co m a n do divino dietro le

spalle

senza

guardare:

«

Discedunt velantque

caput tunicasque

recingunt

Et / ' u s s o x lapides

s u a

post vestigia mi t tunt › › .

7 - 5 Scrive

Montaigne

nel

luogo cita to

dei suoi Essais:

«]'ayn-le

l 'alleure poetique à sauts et à

gambades.

C'est un art,

come

dit

Platon,

leger,

volage,

demoniac le

› › .

B 6 P L A T O N E ,

Ione,

53 4

b : «cosa lieve

è il

poeta ed alata

e

s a c r a › › .

2 3 7 Circa questi

«eletti

› › il r iferim ento non è chiaro; c irca l'aned-

doto sott inteso il Nadler

(III,

422) s i

chiede:

«È il

passo

di Ra-

belais (libro

III,

capp.

2-4) in cui Panurge

si

dif fonde nell” illustrazione

del sacrosanto ruolo del

debitore?

› › .

2 3 8

Nicolas Beauzée

è

autore d i una Grammai re génerale ou

expo-

sition

ra i ronnée

des

é l émen : d u

langage

edita

in

2

voll. a

Parigi

nel

1 7 6 7 .

Di Jacob Harris ( 1 7 08 - 1 7 8 0 )

s i ricorda

H e rm e s ,

or

a

pbilosopbical

Inquiry concerning

language

a nd un iversa l G r a m m a r ,

London,

1752 .

2 3 9 Thomas Brown (1605-1682) fu medico ricco d i interessi

archeo-

logici e

filosofici, in cu i s i

profila l'in te re s s e b a c on ia n o

per la

ricerca

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N O T E

D E L T R A D U T T O R E 28 5

empirica

e

per la critica

delle

tradizioni favolose. Destò scalpore la

s u a

Religio

medici (1642).

Il

suo scritto principale è Pxeudoxia Epidemica,

or

inquiriex

into

very

m a n y received tenentr and c o m m o n l y accepted

tbrutbs del 1646:

nella

biblioteca hamann iana figura una copia da ta ta

1650

(cfr.

Biga

bibl.

96/8);

il

Nadler

(III,

422)

cita

una

t raduz ione

tedesca di Christian

Rautner

del

1680 .

2 4 ° Nel XXV cap. (§ § 61-62)

d el

libro

I

delle Tuxcu lanae

disputa-

tioner

Cic erone pone la d o m a n d a circa la natura

del

pensiero:

«Che

cosa è

quel la

forza che in ves tig a c iò che è nascosto, che

viene

detta

inventiva o pensiero? Ti pare

e s s a

costituita da

questa vita

terrena

m orta le

e

caduca

e di tale natura ti pare essere

chi

per

primo

impose

u n

n o m e

ad

ogni

cosa

_

atto

che

parve

a

Pitagora

segno

di

u na

sapienza s o m m a- chi raccolse in unità e chiamò ad

una

vita sociale

gli

uomin i

sperduti,

o

chi concluse nell'arco d i

poche

lettere i

suoni

della voce

che parevano infiniti, o chi fissò e descrisse

le

orbite,

gli

avanzament i ,

le staz ioni degli astri erranti? › › .

De lg Nature (-:ñç q › ú o ' t - : m g ' ypauparsùç 'ñv 'tòv xåkauov å r toßpšxwv

à ú v o u v Suid. De Ari.tt.), à Amsterdam:

chez E. va n

Harrevelt. MDCCLXI.

(8°,

pp.

456) .

Il

saggio

attribuito

a

Iean

B.

René

Robinet

( 1735-1820 )

fu il

tema

delle Näscbereyen hamanniane del 1762 (N . II, 188

s s . ) .

Hamann recensì

il

II vo lume

del

De la Nature (1763, pp. 443 in 8°,

Amsterdam)

nel

n u m .

4 del

1 3 febbraio

1764 delle «Königsbergsche

Zeitungen›› (cfr.

N.

IV, 271-272) . L'opera

d el

Robinet ra ggiuns e nel

176 6 il

4 °

vol.

N el Königsberger Notizbucb

(56)

è registrato uno schema per

c a -

pitoli

d el

saggio

De la

pbiloxopbie

de

la Nature .

(Nunquam

aliud

N a-

tura ,

aliud Sapientia dicit.

Iuven. XIV.), T o m . I

A m s t e r d a m ,

1 7 7 0 .

Riportiamo i passi d i

Filone Ebreo su ggeriti

dalla nota haman-

niana (che s i

riferiscono

alla

creazione

dell'uorno

e alla

sua n atu ra n ella

prospettiva

bibl ica).

L'edizione

a cu i si ri fanno i numer i delle

pagine

indicati

da Hamann

è

la seguente: C D I A Q N O Z IOYAAIOY ZYFFPAMMATA.

Pbilonir Iudaei,

o m n ia

quae extant

opera. Ex accurat iss ima Sig ismund i

Gelenii, et aliorum

interpretatione,

partim ex Adriano

Turnebo,

pro-

fessore

regio,

e

christianissimi

regis

bibliotheca,

partim

a Davide

Hoescheli ex Augustana, edita

et

illustrata Francofurti . Apud ]ere-

m i a m

Schrey

et

Heinrichi ]oh. Meyeri

Haeredes .

Anno

MDCXCI.

p. 1 7

B-C:

De

mundi opificío:

C o m e

ch i

fa

u n invito a u n convito

o

a uno spettacolo si preoccupa che

prima

dell”arrivo

dell'ospite tutto

sia

preparato «

cos ì a nche il

Signore dell'Universo

intero, c o m e

fosse il diret-

tore di

mensa o

d ei

giochi ,

a l

m o m e n t o

di ch iamare l ” u omo a l

convito

e

allo

spettacolo

preparò

tutto

c iò

che

era

relativo

a i

due

av ven im enti,

affin-

ché l'uomo, entrato nel m o n d o , t rovasse u n convito e

u no

spettacolo dav-

vero divino › › .

p.

3 2

E:

De mundi

opificioz «

Se def in iamo il

nostro

capost ipi te

non

solo

primo u o m o , m a solo cittadino del m ondo, d ic ia m o

la

verità;

il

m o n d o era per lui

infatti

casa

e città

› › .

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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286 scRITTI sUL L I N G U A G G I O

p. 34 B:

De

m u n d i ojz'/icio: « È giustis sim o

a s s e g n a r e al

pr imo uomo

anche Fim pos iz ione

d ei

nomi:

è questa infatti opera

di sapienza

e

di

regno › › .

p. 1 7 8

C:

De

eo, q u o d deteriur potiori insidiari roleat: La

parola

obbedisce

alla

mente

così

come

Iddio

volle

che

Aronne

fosse

lo

stru-

m ento della

mani festaz ione sensibi le d ei

pensier i che Egli r ivelava a

Mo s è : < < Fece infatti s t rumento di

tutto c iò

di

cui

s i a m o c o m p o s t i la

voce

articolata › › .

p. 1 48 E:

De

racrificiis Abelis et

Caini:

«Togliete una

particella

dal le primizie d el vostro pane fermentato, la separarerete

da l resto.

Questo

fermento

_per

dire

la verità _

propriamente

s i a m o

noi,

[nati]

in

seguito

alla

riunione

e

fus ione

di

più

essenze,

perché

ne

s i a m o distinti › › .

2 * Alle tesi rousseauiane ed enciclopedistiche attorno al fonda-

mento

della

società

umana,

d i cui

il

linguaggio

è fattore

prim ario,

I - Iamann contrappone la Bibbia, qua le «

alteste

Ur/eunde de: Menrcben-

ge_tc/vlecbts»

per usare il te rm ine reso noto da Herder di lì a poco:

«'Porrò inim icizia

tra te

e

la

donna,

tra la

tua

stirpe

e

la

stirpe di

lei:

ella

ti

schiaccerà

il

capo

e

tu

le

insidierai

il

calcagno

'.

Alla

donna

disse: 'Moltiplicherò i tuoi dolori e

le

tu e gra vid anze, con dolore

partorirai

i figli.

Verso

tu o marito ti porterà l'istinto, ed egli ti asser-

virà'››.

Generi

III, 15-16.

2 4 2 Nel

corso

della storia la c rea tu ra è a ss oggetta ta a l m a l e : Ro-

mani , VII,

18-19:

«C'è in m e il desiderio

del

bene, m a non la

capacità di

attuarlo:

infatti

io non com pio il bene che voglio

m a

il

m a l e

che

non

voglio

›› ;

ib.

VIII,

19-23 .

«La

creazione

stessa

attende

con

impazienza la r ivelazione dei

figli di Dio;

essa infatti

è

stata

sot-

tomessa

a lla ca du cità

non

per suo volere, m a per volere di lui che

l'ha assoggettata

e

nutre

la

speranza di

essere liberata

dal la schiav i tù

della corruzione Sappiamo

infatti

che tutta

la

creazione soffre

e

g em e

fino ad oggi nelle doglie del parto, e anche

noi,

che

possediamo le

prim izie

dello spirito, gemiamo interiorm ente aspettando l 'adozione

a

figli e

la

redenzione d el nos tro c orpo › › . Nel corso tem pora le

la

parola

stessa

è

oppressa

d a i

tiranni,

che

servono

il

nemico ,

con

la corruz ione

e la pau ra :

così

Filippo il M ac ed one to ls e

con il

denaro la pa ro la al-

l'Oracolo di

Delfi

e a Demostene

e

Tacito

soffocò in cu o r suo lo

sdegno

al cospetto

della corruzione

dell 'im pero

d i Roma. Nadler

(VI,

355) suggerisce u n raffronto con il cap. 56 del libro 4

dell”opera

di

Rabelais .

2 4 3 Giovanni I, 1 :

« In

principio erat Verbum et Verbum erat a pu d

D e u m , et

Deus

erat

Verbum

› › .

1

Giovanni

I,

1 :

«

Quod

fuit ab

initio,

q u od a u d iv im u s , q u od vidimus ocul is nos tris , q uod

perspex imus et

manus

nostrae

contrectaverunt

de verbo vitae». Romani X, 8 e

Deuteronomio 30, 14 :

«Questa parola

ti

è

vicina;

nella

tu a

bocca

e

nel

tuo cuore».

Matteo

XIII,

31 -33 :

«Disse loro un”al t ra

parabola:

' Il

regno dei

cieli s i pu ò paragonare a u n granellino di senapa, che

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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Noris D E L T R A D U T T O R E 28 7

un uom o prend e e semina nel suo

campo. Esso

è il più piccolo d i tutti

i

s e m i m a,

u na

volta

cresciuto,

è

più

grande degl i altri legumi

e

diventa

u n albero,

tanto

che vengono gli uccel l i

d el c ielo e

s i annidano

tra

i

suo i rami'. Un'altra parabola disse loro:

“Il

regno

d ei cieli si

può

paragonare col

lievito

che

una

donna

ha

preso

e

im pas ta to

con

tre

mi s u r e di farina perché

tutta

fermenti ' › › .

2 4 4 Nadler

(III,

423 )

c i

r i ma nda

all'inizio del

capitolo 22

del

3

libro dell 'opera di Rabela is, dove Panu rge dichiara: «Il m e s d i t de

bons Peres mend ians Cordeliers

et Jacob ins ,

qui

sont

les deux

hémi -

sphaeres de la

Christianté,

et par la

gyrognonomonique

circumbil iva-

gination desquels ,

c o m m e

pa r

deux

fi lopendoles

coelivages,

tout l'auto-

m at i c

metagrabo l i sme

de

l ”Ecl ise roma ine ,

soy

sentente

embure lucoquuée

d'aulcun baragovinage d'erreur ou d'haerésie,

homocentricalement s e

t rémousse

› › .

Il termine artificioso

e burlesco

n a s c e dall'unione dei

termini

ud-

- m u - o ç (

= vano, sciocco), Y p å o fi i v (= scrivere), ß ° M š E w

(=

gettare): quindi

q ua lcosa com e «buttar

fuori

per

iscritto

stupidaggini», «cicalare per

iscritto

› ›

2 4 5

Yvetot in

N o r m a n d i a ,

presso

Caux ,

fu fino a l

1681

u n

principato

indipendente,

R e a m e proverbialmente sonnacchioso a detta

di J . Simon

(J .

G .

H a m a nns Sc lv ri/ ten zur Sprache, Frankfurt a . M. 1 9 6 7 , p.

245) .

2 4 4

Allusione

a l mauso leo

fatto

erigere da

Federico

II nel cimitero

di Pisa

all'Algarotti.

2 4 7 Maximilien de Béthune duca di Sul ly

(1560-1641 )

impress ionò

H a m a nn per

i

suo i

progetti amministrativi

aflidati

a i

Mémoirr

des

rage:

et royalle:

Oeconomies

d'E:tat

de Henry

le

G ra nd , A m s terd am 1634-33,

3 voll.

Dal II taccuino di Königsberg

(cfr.

N. IV 307 /29 -38 e

308 /23 -27 )

risulta che

in

data 11 ,

1 7

e 20

luglio

1772

Hamann

redasse uno

schema

riassuntivo per capitoli

rispettivamente

dei

tre

vo lum i dell'opera del

Sul ly di cui il

II

vol. risulta edito

a

Parigi nel 1662.

Il

titolo

d el

I t o m o

riportato

è :

Memoi res des : age : et royales

O e c o n o m ie r

d'Ertat

domertiquer,

politique:

et

militaires

de

Henry

etc.

et

der rervitutes utiles, obeisances convenables et administrat ion loyale

de

Maximilien

de Bet/June. Nunquam marcescet virtus, à Am ste lredam

chez Alet inosgraphe de [?] et Graphexeilon

de

[P] à l 'Enseigne des

3

Vertus

couronnées

d'Amaranthe

folio

p.

502

I

progetti

di

Giuliano

l'Apostata contro i Parti abitanti agl i es t rem i confini orientali dell'Impero

palesemente

designano l 'azione finanziar ia

e

culturale di Federico II

a i

danni degli

onesti

Lu tera ni d i

Germania.

2 4 8 Gli

Entrepreneurs

à l 'en.teigne

de

trois

Vertuer

couronnéer d'A-

rnarantbe sono

ovviamente

i

capi

dell 'amministrazione prussiana ispirata

alla

finanza francese

s imboleggiata

d a l Sul ly, a cu i s i al lude

r i ch iamando

l'editore

d ei

Mémoirr secondo l ”edizione da

noi

c ita ta nella nota

pre-

cedente.

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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288

scRITTI sUL L I N G U A G G I O

2 4 4 b i s Il

calembour d i Pisa-pisello-Pisone

(c ui H am a nn aggiunge

l'altro

sul cimitero

pisano e

regiomontano)

è

nel

titolo e

nel

luogo

d i

edizione

d i una esercitaz ione faceta d i Ka rl Heinrich

Rappolt

(1702-1753) prc»

fessore

d i fisica

a Königsberg,

buon latinista

e

maestro d i Hamann :

Cai

Herenni i

Rapidi

(Car.

Henr.

Rappo lt) P is on ir

Sermo

ad

Pisones,

Pisae Aestiorum 1 7 4 0 .

La

«Pisa dell 'Est›› è Königsberg: è chiaro nel titolo l'accenno

all'Ars

poetica

d i Orazio (II Epist.

3

« a d Pironer

› › ) .

2 4 9 Il primogenito d i

Hamann

nato il 27 settembre 1769.

Karl

Gottlieb

Guichard

( 1 7 24 - 1 7 7 5 ) poliglotta e

latinista

fu

di

professione

militare:

autore

di Mémoirer militaires s u r le x Greci '

et

les

Ro m a i n s

( 1 7 5 8 ) . E bbe

il

soprannome

di

Quintus

Icilius

da

Federico

II

della

cui corte fece parte

come

ufficiale e dotto.

2 5 1 2 Timoteo II, 1 9 : «Tuttav ia

il

fondamento

gettato

da Dio sta

sa ldo e

porta

questo sigillo:

“ Il

Signore

conosce

i

suoi'

e

ancora ' Si

allontani dall' iniquità chiunque invoca

il

nome del

Signorei».

Lettore,

salute

2 5 2 Sono appunti a l saggio herder iano sull'origine

d el

linguaggio pre-

miato dall 'Accademia

d i

Berlino:

nel

frontespizio

la

citazione

del

Salmo CX X dichiara

che

s a r à un attacco

penetrante e

bruciante,

m a

le

citazioni

di

Pindaro

e di

Orazio assicurano rispettivamente che

s a ra nn o os s erv a te

le regole

d ella lea ltà

e

che non s i

discute

il

merito

d i Herder

alla

palma.

N el cantare la v itto ria d i Sogene

nella

VII Nemeica Pindaro ritorna

su

certe critiche

e s p r e s s e nel VI

Peana

che

avevano

irritato quell i d i

Egina,

compatrioti

del

vincitore:

è

una

situazione

parallela

a

quella

d i

Hamann

nel lodare

Herder vincitore presso l 'Accademia

berl inese,

certo

non

cara a H a m a n n . Il

passo

citato

è

tratto dal la

fi ne

della 4' strofa

della VII

Nemeica

(vv . 1 03 /1 06) : « . . .giuro

d i non passare il lim ite

nello scagliate, c o m e u n bronzeo dardo, la

m ia

guizzante parola › › .

Nella X Satira del

I

l ibro (vv.

48-49)

Orazio

torna sulle

critiche

già e s p r e s s e sulla poesia d i Lu cilio

nella

IV Satira dello s t e s s o l ibro

e

assicura

«

c o m u n q u e non

oserei

strappargli

quel la

corona

che

con

ta nta lod e

porta

piantata in capo › › .

Nel frontespizio sono pure tracce della

compos iz ione

e della

manca ta

edizione

dello scritto. La data di comp le tamento

d el

saggio « m e s e

del vino

1 7 7 2

› > è

confortata dal la lettera a Herder

del

6/7

ottobre

1 7 7 2 .

Il

luogo di s tampa è sopperi to

da un'allusione

a l Nicolai,

editore

della

«Al lgemeine deutsche Bibliothek>› cu i Hamann offrì

a

m o'

di sfida

il

pericoloso

manoscritto

già

decl inato

da i

librai

regiom ontani.

Il

titolo

«Mago

del

Nord

› ›

r ich iam a

K.

F.

V.

Moser ,

a cui

r isale,

e a l q u a le H a m a n n aff idò

il m anos cr itto

rifiutato in deposito, ch iaman-

dolo a test im one

della

v icenda.

Una Nota del Nadler

(III,

425) ci fornisce una

glossa d'autore

alla

f rase

d el

frontespizio «Messo per iscritto

d a l

M a go

d el

Nord

e c c .

› ›

che propone

la variante:

«

Un f rammento

del

Signor

Giov. Giorgio

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Nona D E L T R A D U T T O R E 28 9

H a m a n n _detto il Mago del Nord _

esidente

a l n u m . 7 58 delle

F o s s e Vecchie a Königsberg in Prussia. Stampato

all'Inferno

d i propria

m a n o

d a l Dott.

Faus t

sotto il suo m ante llo , 1 7 7 2 › › .

2 5 3

< < ...la voce è segno di dolore e di

piacere

e la

posseggono

(tutti)

gli

altri

animal i

_

a

loro

natura

infatt i

è

arrivata

al

punto

che hanno

la

sensazione

del

dolore e

del

piacere e possono darsene

comun icaz ione

tra

loro; la

parola

però

è determ ina ta a

mani fes tare c iò

che conviene e c iò che

non

conviene e di

conseguenza

anche il giusto

e l'ingiusto:

è

proprio infatti degl i uomini

a

preferenza

degl i

altri

ani-

ma l i l'avere in esclusiva il senso del bene e del male, del giusto e

dell'ingiusto

e di

cose del

genere › › Aristotele, Politica, lib. I, cap. I,

1 1

(1253a ) .

Il

l inguaggio

secondo

Aristotele

genera

la

famiglia e lo

stato.

< < ciò che si fa

udire occorre

che s i a

animato

e

fornito

d i

fantasia:

giacché

la

voce

è

un suono significante › › . Aristotele,

De

an ima , lib. II,

cap. 8 (420 b) . La

voce non è

un

suono

qualsiasi

come

la tosse.

2 5 4

Le esc lamaz ion i

dolorose

sono d el Filottete di Sofocle (vv. 745 -

7 4 6 ) ; l'intenzione ammirativa è tratta

d a l

Pluto di Aristofane (v .

8 9 5 ) .

2 5 5 « . . .anche

le parti

delle piante

sono

organi , m a affatto sem-

plici

› › .

Aristotele,

De

an ima ,

lib.

II,

cap.

II,

1

(412

b).

2 5 6

«

Il

cittadino

non può e s s e r e semplicemente meglio definito

che

d a l fatto di partecipare alle funzioni

giudiziarie

e di autorità». Ari-

stotele,

Politica lib. III, cap. I,

4

( 1275

a) .

2 5 7 «Sono viventi civili quell i per cu i c'è un

unico

lavoro

comune

di tutti che non fanno tutti gli animali

del

gregge. A

questa

specie

appartiene

l'uomo, nonché l 'ape,

la

vespa, la formica,

la

gru › › . Ari-

stotele,

De

historia

an im a l iu rn

I,

1

( 1 1 ) .

2 5 5

Salmo

XXII, 7 : «

Sono

un verme non un

uomo:

in famia degli

uomini, rifiuto

d el mio

popolo › › .

2 5 9

G iac o m o

I,

25:

«Chi invece fissa lo

sguardo sul la

legge perfetta,

la

legge

della

l ibertà, e

le resta

fedele, non

come

un ascoltatore

s m e -

m o ra t o m a c o m e u no che

la

met te in pra tic a, q u es ti troverà

la

sua

felicità nel praticarla››. Dal testo di G i a c o m o qui

riportato

H a m a n n

ha

tratto

la

frase:

< <

ch i

invece

fissa

lo

sguardo

sul la

legge

perfetta,

la

legge

della

libertà ques t i

è

poeta ques t i sarà

beato

nell'attuazione

di

essa

› › .

2 6 ° «la

m i m i c a è in na ta negli uomini fi no dall'infanzia e si distin-

guono

dagl i

altri

animali

proprio per il fatto che c 'è questa

estrema

mimeticità e i primi apprend im enti

vengono

fatti a ppu nto per m i m e s i ,

senza

dire che tutti

gli uomini t raggono soddisfazione dal la m i m e s i .

N e

è

test im onianza c iò

che

di

fatto

avv iene:

s e

infatti

osservando

anche

cose spiacevol i , t ra iamo piacere

dal la considerazione

delle

immagini più

fedeli di esse:

m a g a r i

figure di an i m a l i orrendi e di cadaver i . Il m o-

tivo

è ancora

che l lapprendere

è

gradito assai

non

solo

agl i

a m a n t i

d e l

sapere m a

ugua lmen te

a

tutti

gli altri uomini,

anche

s e ne

parte-

c ip iam o

per u n tem po breve. G o d i a m o

alla

vista delle

immagini

infatti

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2 9 0

sciurrr

s U L L I N G U A G G I o

proprio perché guardando s i

impara

e si induce ciò

che

è ogni singola

cosa:

ad

esempio

che questa

è

quel la

cosa

› › . Aristotele,

Poetica, IV,

2-6 (1448

b) .

261'«l'anima

è

dunque

come

la m ano: la

mano

è

lo

strumento

degl i

strumenti, l'intelletto

è la

forma

delle

forme,

la

sensazione

è

la

forma

d ei

sensibili». Aristotele, De

a n i m a ,

lib. III, cap.

8

(432 a) .

Abb iamo

corretto

l'errata indicazione

d i Hamann

alla

fine della cita-

zione (Ibid. 8 ) che r imanderebbe ad u n passo inesistente

della

Poetica.

2 6 2

L'Encyclopédie, ou Dictionnaire

raisonné

des

sciences,

des

arts

et

des

mét iers ,

pa r

une

societé de

gens

de lettres apparve in 28

volumi

a

Parigi

d a l

175 1

a l

1 7 7 2 .

Le

Q ues tions su r

l'E nc y clo pé d ie , p a r

des

amateurs furono

edite

a

Ginevra

attorno a l

1770 -71 e

vengono connesse

con l'opera d i Voltaire.

2 6 3

L'Inquíry

into the H u m a n

Mind

on

the

Principles

o ƒ Common

S e n s e d i Thomas

Reid

(1710-1796)

aveva

la

sua

prima

edizione nel 1764.

2 6 4 «tutte le c o s e divenienti infatti dipendono dall'entelechia ››.

Aristotele, De

a n i m a ,

lib.

III, cap. 7

(431 a) .

2 6 5

C I C E R O N E , Tusculanae disputationes, III, 5 (11 ) :

«Quando

si

dice

di qua l cuno che

non

è più

padrone

di sé, s i vuole proprio dire

che

non

è più sotto il controllo della

mente ,

cu i

la natura

ha

af f idato il

governo

dell 'anima

intera».

CICERONE,

De

natura

d e o r um ,

II, 1 1 : «È

necessità

che ogni na-

tura,

che

non sia

separata e semplice

m a

unita e connessa

con le

altre,

abbia in s é un

principio

direttivo: come

la

mente nell 'uomo e qualcosa

d i

simile

alla m ente

nelle

bestie

Chiamo

principio

direttivo

ciò

che

i

Greci

chiamano n r w - O v w ö ç z nulla

in questo

campo può né

deve e s -

sergl i

superiore».

Marc i Antonini Philo so ph i Co m m enta rii quos ipse sibi scripsit,

(Lipsia

1775)

p.

7 3 :

«Le c o s e

in

s e s t e s s e non

possono in

alcun

m o d o

raggiungere l'anima, né

hanno

adito

alcuno

ad essa, né

la

pos-

sono

alterare o

muovere

› › .

G.

SALLUsTIo CRIsPo,

De bello

Iugurtbino,

I,

3:

«

Duce

e

generale

della vita

degl i

esseri

mortali è lo spirito › › .

2 4 5

Il

t ema

del

c a m p o e

d el

seme sembra unire

all'allusione

evan-

gelica in

cui

culmina

il

periodo un r ichiamo alla fecondità

dei

s e s s i .

Matteo XIII, 24-30: < < ...e il regno dei

cieli s i pu ò

paragonare ad

u n u o m o che ha

seminato

d el

b u o n seme

nel

suo

campo .

Ma ment re

tutti dormivano

venne

il suo

nemico , sem inò

zizzania

in mezzo a l

grano

e

se

ne

andò

› › .

Matteo

XIII,

37-39:

«Colui che

semina

il

buon s e m e

è il Figlio

dell'uomo. Il c a m p o

è

il m o n d o . Il s e me b uo n o sono i figli

d el

regno;

la zizzania

sono i

figli

del

mal igno , e

il

nemico

che l'ha

seminata è il

diavolo . La mietitura rappresenta la

fine

del m o n d o , e i

mietitori

sono

gli angel i › › .

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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Norß D E L T R A D U T T O R E 29 1

Matteo

XIX,

23-25.

« ...il regno dei cieli

è

simile a un re che

volle fare i

conti con i suo i

serv i

› › .

2 4 7

1 Corinti III, 6-9: «Io ho piantato,

Apollo

ha

irrigato, m a

è

Dio che ha

fatto

crescere. N é ch i pia n ta , né ch i

irriga è qua lche

cosa, m a è Dio che fa crescere. Non c 'è dif ferenza tra

ch i

pianta e

chi

irriga,

m a

ciascuno ricev erà la

sua mercede

secondo

il

proprio

lavoro. Siamo infatt i

collaboratori

d i Dio

e

voi siete

il

campo d i Dia,

l'edificio

di Dio › › .

2 5 3 < < è

ardua

im pres a c on tra s ta re

chi

ha già vinto › › c o m m e n t a

Orazio rassegnandosi al

suo

assillante interlocutore ai

versi

42-43 della

IX Satyra del

I

libro.

2 5 9 « [Ci sono certuni

_

dice

Orazio

nella I O de del

I

libro

(vv. 3-6) _ cu i fa piacere essersi riem piti d i

polvere

in Ol impia ; e

l'a vere sfiora to

la meta

con

ruote

scottanti e

la

distinzione

della palma

li

fa

sentire i padroni

del

mondo, addirittura dèi ] ››.

Orazio

ritorna sulla

vanità degli onori nella

I Epistola

del li -

bro I a

Mecenate

(vv. 4 9 - 51 ) : «Per crocicchi

e villaggi

chi

è

quel -

l'atleta

che

abb ia

fondate

speranze e s ia nella

condiz ione

di vincere

senza

fat ica

che

rinunci

a lla corona

o lim pica?

› › .

2 7 ° Per citazioni e

parafrasi

è riportata

la

tesi d i Herder nel

saggio

Ueber Ursprung der

Sprache,

cfr. ed. Suphan,

Vol.

V, p.

27

ss.

2 7 1 Il Nadler pensa

di

identificare

nell'«arciprete›› Ludwig

Ernst

Borowsk i

(1740-1831) , divenuto nel 1770

superintendent

e più tardi

vescovo evangel ico,

autore

di

una Darstellung

des

Lehens

und

Charaleters

Immanuel Kants rivista

da

Kant stesso

e

pubblicata

nel

1 8 0 4 ,

e

nel

«

predicatore

di

campagna

› >

il

turbolento

Johann

Heinrich

Schu lz (1 7 3 9 -

1823) resosi più tardi

noto

per scritt i

scandalistici

tanto da

e s s e r e

detto il «predicatore dell'ateismo›› (cfr. N. VI

1 21

0 9 9 ) .

2 7 2 Histoire des douze Césars de Sveton, traduite par Henry

Ophelot

de

la Pause:

avec des

Melanges phi losophiques et

des

Notes. à Paris

[1] 771 gr.

8

en 4 tom es. Nel Königsherger Notizhuch II.

(38)

Hamann

annota

dopo il titolo:

«Pre face .

Les langues

s ont peu t-etre c o m m e

les

signes

de

l'Algebre, qui

etendent

les

Vues

d u

Geomet re

qui

s'etudie

à

ces interpretes››. A

p.

XI-XII

definisce il francese «cette langue

heriseé celu i

de

Bolingbroke et de

Shaf tesbury › ›

p. XII.

I

Melanges

phi losophiques ne cost i tu iscono 29

capp. dei

quali

l'ultimo

s i intitola:

Des hom m e s

de

Lettres qui ont fleuri sous le regne des douze Cesars.

Vol. IV: «Aper Orateur

celebre

le Fontanel le de son s iecle.

Charm ins des bains froids, Demosthene am i de

la

verité › › . Riprende

la

polem ica del

patriottismo

tedesco

contro

l ”esot ismo

di

u n

«impe-

ratore

cinese

› › ecc. fautore di nuove lingue

e

credenze all'ultima m o d a :

è implicita u na

reazione

all'Ellenismo

avanzato quas i a

surrogato

d el

Cr is t iane s im o.

2 7 3

Il ciar latano

( W E P U O M Y O Q : Atti

XVII,

1 8 ) ,

che

la tol leranza im-

periale pare avere protetto d alla c ollera

d el

cielo,

non

è Voltaire,

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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29 2

scRITTI sUL L I N G U A G G I O

autodefinitosi

« citoyen

du m o n t

Krapac

› › , m a C(hris tian) T(obia) Da m m

(1699-1778) , che nelle

annotazioni

alla

sua

traduzione d el

Nuovo Testa-

m e n t o

( 1 7 6 4 )

aveva m ani fes ta to

spirito

deist ico. Cos ì sem b ra suggerire

il Nadler che

correggerebbe le

iniziali

L.T.D.

d el

testo hamann iano

in

C.T.D.

trovandole

coincidenti

con

quel le del D a m m

(N.III,426).

[Con-

fesso

d i non ca pire però il s e n s o del

periodo

né il s e n s o del periodo

i mmed i a t a men t e seguente dove si parla di un'az ione di mutilazione

c o m -

piuta

nei confronti del

padre da un

figlio che

s e g u e la linea gallica d i

dubbia forza geniale.

Il «

calvo

capo

› ›

potrebbe

essere quello di H a m a n n ,

che

la «

to lle ra n za d e lla

c orte b erlin es e

› › non ha ancora

punito, e

che

imperversa a i

danni d el «Seco lo

d ei Lumi››. Questo Hamann geniale

ha

visto

la

propria

teoria d el l inguaggio

mutilata

da l

figlio

Herder

per

compiacere il gusto dell'Acca dem ia . L'invettiva

è

però

t roncata e

s i passa ad un'ironica

celebrazione del

coronato Herder

e

della sua

pla tonica teoria

del l 'uomo generatore

del linguaggio.

Le sigle

e il titolo

ex

rector possono spiegarsi a

questo

punto c o m e u n

m e r o

sche rmo per

fare

cadere

la

responsabi l i tà

di

u n

attacco assai duro contro Herder].

2 7 4 Hamann intesse

sull'immagine del l ”androgino (l'e ssere b isessua to

che

miticamente

Aristofane

nel

Convito

platonico

( 1 8 9 e )

evoca

a

primo-

genitore del l 'umanità)

la

parodia

dell'alata tesi dell”origine

del linguaggio

da u n essere

preumano ,

divino

e

larvale, che con

la

generazione

del

linguaggio sarebbe divenuto il pr imo u o mo (protoplasto). Iddio viene

designato

qui

con

il fantasioso titolo di «forgiatore» di figure di

uo-

mini ›› :

andriantoglifo

(dwöpuìç = ¬ statua

+

Y 7 ~ \ ' › < | > E W

=

scolpire) .

2 7 5

Ecclesiaste,

VII, 29 : «Vedi questo

solo ho

trovato (m aza th i) :

Dio

ha

fatto

l'uomo

giusto,

m a

essi

cercano

tanti

rag ionament i

fallaci

›› .

2 7 5

H a m a n n aveva dato il titolo di «Corano delle belle arti›› in

Leser

u nd

Kunstrichte ( 1762 ) e (N. II 342/34)

alle

Betrachtungen

ü ber

die Malerei

(1762) d i Christian

Ludwig

Hagedorn

attorno

alle

qual i

aveva elaborato il proprio

saggio.

2 7 7 La Besonnenhei t designa

nel

saggio herder iano

sull'origine

del

l inguaggio

il

carattere essenziale e distintivo

dell'uomo.

Nel

176 6

i Triiume

eines

Geistersehers erläutert durch T r ä u m e d er

Metaphysi /e

di

Kant

avevano richiamato

l'attenzione

sul le

m isteriose

esperienze di E. Sw ed enb org

(1688 -1772 )

che aveva pubblicato da l

1 7 4 9

a l 175 8 a Londra

8 volumi

di Arcana coelestia, quae in Scriptura Sacra

seu

Verbo

Domini sunt detecta. Una cum

mirahilihus, quae

visa

s u n t

in m u n d o

spirituum et

in coelo ange lo rum.

Sull'opposizione di

interno ed esterno (il Nadler

_

fr.

VI, 192 _

suggerisce

l'oraziano «

Iliacos

ntra

m u r o s peccatur

et

extra».

Epist.

I, 2, 1 6)

viene art icolata la

distinzione

tra parola

interiore

o

pensiero

( 7 » < 5 Y ° §

Évöl-åfififcc

0

š v 1 3 1 › U - T ì l w f w f ö s )

e

parola proƒƒerita esternamente

( 7 » 6 Y ° ~ ;

r a o s v o p w ó s ) .

Cfr.

Filone 1 , 23 2

e 2, 154;

Plutarco,

Moralia 777 e

973 .

7 ~ < 5 Y ° : š v ö ß d ñ s s v s è termine

usato

da

Filone

e da

Plutarco

per desi-

gnare il l inguaggio

interiore; š v Ö \ › | J 1 1 L 1 0 W I - K 6 ;

è aggett ivo che

dice «interno

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2 9 4 scmr r t s U L

L I N G U A G G I Q

inseriti da Hamann

nel

suo Selhstgespriich eines Autors del 1773 (cfr.

N. III, 7 2 / 9 - 1 7 ) .

2 3 5

Christian Adolf Klotz ( 1 7 3 8 - 1 7 7 1 ) illustre classicista e professore

a

Halle pubblicò

d a l 176 7

a l ”7 1 la « Deutsche Bibliothek der schönen

W issenscha f ten

› ›

da cu i

vennero

pesant i

at tacchi

a Herder e a lla c erc hia

di Königsberg. Karl

Rena tus H aus en (1 7 4 0-1 8 05) profess ore

a Halle e

autore

tra l'altro di u na Pragm atis che G es ch ich te d er P ro te sta n te n in

Deutschland

(1767) è ricordato in connessione con

Klotz.

2 3 3 Un'altra geremiade

sul le

ristrettezze economiche

derivate

a l Mago

del Nord dai

provvediment i fiscali

della moderna

amministrazione di

Federico II poggia su due test i biblici.

Ecclesiaste

XII, 2-4: < < ...prima che

s i

oscur i

il

sole,

la

luce,

la

luna

e

le s telle

e

ritornino le nub i

dopo

la pioggia;

quando

tremeranno

i

cus tod i

del la casa e si curveranno i gagliardi e cesseranno di

lavorare

le donne

che

macinano, perché

r imaste in poche e si

attristeranno

quelle

che guardano dal le

finestre

e s i ch iuderanno

le

porte

sul la st rada;

q uan d o

s i

attenuerà

lo strepito della

m o l a e

il cinguettio degl i

uccel l i

ed ogni voce di canto».

Daniele

racconta

a l

(cap.

III)

della

persecuzione

scatenatasi

nel-

l'Impero babi lonese contro coloro che rifiutavano di adorare

la

statua

d'oro

innalzata

da

Nabucodonosor :

tre

Ebrei rifiutatisi all'atto di ido-

latria furono gettati vivi in una forna ce a rd en te, da c ui u sc irono però

illesi miraco losamente .

Al

verso

1 9

d el

cap. III di Daniele s i narra che:

«

Na bu codonos o r

acceso

d'ira e

con aspetto

minacc ioso

contro Sadrach,

Mesach

e

Abde-

nego,

ordinò

che

si

aumentasse

il

fu oco nella fornace

sette

volte

più

del

solito › › .

Ma il M ag o

del Nord

confida

nel soccorso

divino:

< < non è senza

dè i il

coraggioso giovane».

ORAZIO, Odi III,

4 ,

20.

2 3 7 Daniele

III,

4-7: «Un banditore gridò

a

voce spiegata: ' Popoli,

nazioni e

lingue,

a Voi è

rivolto questo

proclama: Quando udirete il

suono

del

corno,

del

flauto,

della

cetra,

dell'arpicordo, del salterio,

della

zampogna

e

di

ogn i

specie

di

strumenti

mus i ca l i ,

vi

prostrerete

ed

adorerete la statua d”oro

che il re Na bu codonos o r ha

fatto innalzare.

Chiunque

non si sarà

prostrato

alla statua sarà subito g etta to d en tro

una

fornace

di fuoco ” .

Perciò

tutti i

popoli

di ogn i nazione

e

lingua all”udire il suono del

corno, d el flauto, dell'arpicordo,

d el

salterio e di

ogn i

specie di stru-

m e n t i muisca l i , s i prostrarono ed

adorarono

la

statua

d'oro, che aveva

fatto innalzare Na bu conodos o r il re › › .

Giosuè

VI,

20 :

«Allora

il

popolo

lanciò

il grido

d i

guerra

e

s i

suonarono

le

t rombe . C o m e il popolo udì

il

suono d e lla trom b a ed

ebbe

lanciato u n grande grido, le m u r a

della città

crollarono; il popolo

allora salì

verso

la

città,

ciascuno diritto davan t i a sé,

e

occuparono

la città

› › .

Arnfione fec e s orgere

le

m u r a

di

Tebe

con il suono

della

lira: al-

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N o r i s

D E L

T R A D U ' r ' r o I u - : 2 9 5

lusione

a

Federico II, suonatore d i flauto. J. Sim on (op. cit.

p.

248)

cita

u n

passo

di

Federico II

(Werke,

VIII, p.

59 ,

Berlino, 1 9 1 3 ) :

«che

Amfione

con il

suono

della sua lira abbia edif icato

le

m u r a di

Tebe

s ta a

significare

che

le

arti addolc i rono

i

c o s t u m i

d ei popoli

sel-

vaggi

e

promossero

il

sorgere

della

società

civile

› › .

2 3 3 Autore d el saggio è

secondo il

Simon (ih. 246) Johann Joach im

Spalding

( 1 7 1 4 - 1 8 0 4 ) prevosto in Berlino, di spirito illuministico.

2 3 9

2 Timoteo

II, 5: «Anche

nelle gare

atlet iche non

r iceve

la

co-

rona s e non

ch i

ha lottato secondo

le

regole › › .

2 9 °

Atti

XVIII, 1 7 : «Allora

tutti afferrarono Sostene ca po

della

Sinagoga

e

lo

percossero

davanti

a l

tribunale,

m a

Gallione

non

s i

curava

aflatto di

c iò

› › .

Gli abitanti

della

colonia d i Soli in

Cilicia

avevano corrotto

il

puro

idioma

greco a

contatto con le popolazioni

indigene.

Il gallionismo

in-

dica u na indi f ferenza

d el

potere statale

nei confronti

di cose di reli-

gione,

il s olec is m o pa re invece

in q u es to c on te sto s ig nifi ca re c om pro m is -

s io ni lo c a li.

Ester

III,

1 5:

«I corrieri partirono in

tutta fretta per

ordine

del

re

e

il

decreto

fu

promulgato subito

nella

cittadella

di

Susa.

Mentre

il re

e Aman stavano

a

g ozzo v ig lia re , la città di

Susa era

costernata› › .

Gli ebre i perseguitat i

nel

corso di

questo

attacco sono

gli

onest i Lu-

terani

di

Ger ma n i a .

2 9 1 Il

soprannome

di

Mathanas ius

è

attribuito

qui a l professore

di

Halle Johann Sa lomon

S e m m l e r

(1 7 25-1 7 9 1 ) teo logo

e

critico

neo-

testam entario di impronta illuministica di

cu i ricordiamo

la Abhandlung

von

der

ƒreien

Untersuchung

des

Kanons

( 1 7 7 1 - 7 5 )

in

4

tomi.

Par lando

di S e m m l e r nella lettera a Herder

del

2-3 aprile

1 7 7 4 (cfr.

J . G .

H a m a n n ,

Brieƒwechsel ,

a

cura

di

W.

Z i e s e m e r

e A.

Henkel, Vol.

III

( 1 9 5 7 )

p. 7 9 ) .

H a m a n n

confessa: «

Di

questo va len tuomo [Semmler]

non ho

letto

che il

Canon,

che m i ha

attristato

e

irritato per la eru-

diz ione

grezza e maldigerita › › .

A

J. A. Eberhard

aveva scritto il 7 ottobre

1792 (cfr.

ih.

p.

19 )

_

giocando

su l

te rm ine

hiillisch

(di

Halle)

e höllisch (infernale)

_:

« [Il

Nicolai] ha

fortuna

in veste di

«General

Bibliotecario

del-

l'Universal

Germania»

pubblicando

certe lettere apocrife (attribuite

a

certi

apostol i

del

bu on

gusto alla

cu i critica

canonica

met te a

dispo-

sizione per ogni

verso

la sua

a n i m a

critica

l ' inƒernale

Sa lomon Matha-

nasius › › . Il

n o m e M a th an as iu s v ie ne

da

u no ps eu don im o

di Hyacinthe

Oordonnier nello

scritto:

Le

cheƒ d'oeuvre

d'un i nconnu, poeme hereu-

sement

decouver t

et m is ,

avec des remarques savantes

et

rechercheés, pa r

Monsieur

le

docteur

Chrysostome

Mathanas ius ,

la

Have , 1 7 1 4

(cfr.

N .

VI 75 ) .

2 9 2 C(hristian)

T(ob ias ) D(a m m ) ,

Betrach tungen über die Religion,

Berlino, 1773 .

2 9 3

Sullo

s fondo si

profilano

gli

«Angeli delle sette

chiese» i

cu i

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296 SCRITTI SUL LINGUAGGIO

messaggi s i stendono

nei

capitoli II

e

III

dell`Apocalisse. In

particolare

s em b ra echeggia re

la

minacc ia di Apocal isse III, 1 4 :

«

...poiché sei

tiepido, non

sei

cioè

né freddo

né ca ldo,

s to per vomitarti

dal la

m ia

bocca › › .

L'unghia

d iv is a u nita m e nte

a l

ruminare

contraddist ingueva

gli

ani-

mali puri secondo Levitico XI,

3 e

s s .

2 9 4 † = L 3 ° W ° 7 ~ ° Y w ¢ ö s 1 = = 1 P ¢ 1 7 ~ ° ' t ' W u - ö c : argomento

apparente

che mira alla

persuasione (anz i che alla

verità).

2 9 5 Oeuvres diverses di

Federico

II.

2 9 °

Luca

XII

20 : «Ma

Dio gli

disse:

Stolto,

questa notte s t e s s a

ti sarà r ichiesta

la

tu a vita.

E quello

che

ha i

preparato

di

chi

sarà? › › .

2 9 7 La Pucelle d 'Or leans ,

avec

une preface

de

Dom

Apuleius

Ri-

sorius.

Londres,

176 4 .

2 9 3 «Economia politica,

rendimi

i miei c inque

scud i

› › Piange il

Mago d el Nord

contro

la

riduzione

di

stipendio

operata dall'ammini-

strazione im per ia le echeggiando il

«Varo, rendimi le m ie

legioni › › di

Augusto (cfr.

Svetonio,

Augusti vi ta,

cap. 23) .

2 9 9 Jean François

Marmontel

(1723-1799) , collaboratore

dell'Ency-

clopédie,

fu

autore del

ro m a n z o

B élis a ire (1 7 67 )

a cui

al lude

H a m a n n

a

co m p i m e n t o del

quadro in cu i rafl igura s e

stesso

con

la pic cola Reinette

Lisette di poch i m e s i in braccio

e

il treenne Johann

Michael

per

m a n o :

l'allusione

secondo J . Simon (op.

cit.

p. 250) è a l fatto

che il

prota-

gonista

del

ro m a n z o s i presenta in veste di

mendicante .

3 ° ° Johann Friedrich Zöllner ( 1 7 53 - 1 8 04 )

predicatore

e prevosto

in Berlino fu

uno

d ei principali

organizzator i

dell'istituzione scolastica

in

Prussia .

3 3 1

< < [il poeta]

che

senza causa

reale

strazia

il

cuore, lo esaspera,

lo

intenerisce,

lo riempie di v a n i terrori, c o m e u n m a g o › › . Oraz io ,

I Epistola

del

II

l ibro, vv.

211-212.

3 0 2 « Exegi

monumentum

a e r e

perennius

(v .

5) N on

omnis

mor iar

(V. 6) › › . Oraz io , O de X X X ,

lib.

III.

«Ho

eretto un monumento più

perenne

del

bronzo

e

più

a lto d ella

statua

delle

Piramidi

che

non

può

distruggere

la

pioggia

che

consuma,

né la

v io len za d el

vento né

una

serie innumerevole di ann i né il fuggire

del

tempo, Non

morirò tutto

intero, grande

parte di

m e

eviterà Libi-

tina›>

(vv. 1-7 ) .

3 0 3 Atti I, 1 7 : <<Et

hic qu idem

pos sed it a gru m de mercede ini-

quitatis

et

suspensus crepuit med ius ,

et

diflusa sunt

o m n ia

viscera

eius

› › .

3 0 4

Filippesi

IV,

1 :

< <

Perciò,

fratelli

miei

ca r i s s im i

e

tanto

desi-

derati,

m ia

gioia e m ia corona, rim anete

sa ld i nel

Signore cos ì com e

avete

im p ara to , c a ris s im i

› › .

3 0 5 Lam entaz ion i di Gerem ia

II,

1 2:

«Alle loro madri dicevano:

' Dove

è

il

grano

e

il vino?' Intanto venivano m e n o c o m e feriti nelle

piazze della città; esalavano

il

loro

respiro

in

g r e m b o

alle loro madri › › .

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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NorE

D E L T R A D U T T O R E 29 7

3 0 3

O R A Z I O ,

O de

XXX

del

l ibro III verso 5 , cfr.

nota

302.

3 0 7 Dall'Epitre au Sieur Noel par

l 'Empereur

de la

Chine,

à

Pekin 1 7 7 2 .

Riportata

nella

Lobschriƒt auf

Herrn

Noel, dell 'Im peratore della

Cina:

tradotta

da l

f rancese;

Berlino

1 7 7 2 . (cfr. N. III,

4 28 ) .

«I piatti

squisiti

prendendo

per

la

gola

i

Prussiani ,

li

hanno

tra-

mutati in Epicurei › › ib . p. 1 5, vers i 57-58.

«L'illusione, il prestigio

e

la f a m e

c i renderanno

tutti probabil-

mente

antropoƒagi › ›

ib .

p.

9 ,

versi

18-19.

3 0 3 Sa lmo

XX ,

1 0: «Salva il re, o Signore, rispondici, q uan d o ti

i nvoch iamo

› › .

3 0 9 «Nell'esercizio del l'am ic iz ía, c o m e nelle

gare

di

corsa,

occorre

allenarsi in mo do da arrivare non

soltanto

al punto richiesto m a perché

sospinto dall ' impegno

e dalle forze tu

possa con facilità superarlo

quindi s e al corridore

si

richiede una quantità d i velocità

che

lo porti

fino

al

traguardo,

all 'amico s i richiede

una

quantità

di volere bene tale

che

gli

consenta di andare nell 'esercizio dell'amicizia a l di là di quan to

l'altro

am ico possa aspettarsi › › .

Cicerone,

Rhetor ica

ad

Herennium,

lib.

IV, cap. 4 7 .

3 1 0

Giovanni

IV, 24 :

«Dio

è

spirito, e

quelli

che lo

adorano

de-

vono

adorarlo

in spirito

e

verità».

3 1 1 1 Pietro II, 9 : «Vos autem

genus

elec tum, regale sacerdot ium,

gens

sancta,

populus adquisitionis, ut virtutes adnuntietis eius, qui de

tenebris vos vocavit in admirabile lumen s u u m › › .

3 1 2 R o m a n i

XII,

1 :

«

Obsecro

i taque

vos

f ratres,

per m iser icord iam

Dei, u t exhibeatis corpora vestra

hostiam

viventem, sanctam,

Deo

pla-

centem,

rationabile

obsequium

vest rum›› .

3 1 3

Salmo LXXIX, 1 : «O Dio,

nella tua

eredità

sono

entrate le

nazioni, hanno

profanato

il tu o santo tempio, hanno

ridotto

in cenere

Gerusalemme

› › .

Sa lmo

LXXXIX, 52:

« Signore,

tuoi n e m i c i

insultano, insultano

i

passi

d el

tuo

consacrato

› › .

3 1 4

Soƒonia I, 15:

«Giorno

d'ira quel giorno,

giorno

d i angoscia

e

di

aff l izione, giorno

di rovina

e di

sterminio,

giorno di tenebre e di

caligine,

giorno d i nub i

e

d i

oscurità».

3 1 5 J .

Simon

(op. cit., p. 250) precisa il titolo e

l'autore:

Lettres

d'un Persan

en

Angleterre

à

son ami

à

Ispahan ou

nouvel les

lettres

persannes

l'on trouve

la

continuation de l'histoire des Troglodites,

cornmencée

par

M.

de

Montesquieu;

1770

à

Londres.

Autore

è

G.

Littleton.

3 1 3 Di Assalonne, ribelle figlio di

David, s i racconta

in

2

Samue le

XIII-XIX.

3 1 7 Salmo L, 13: «Mangerò forse la

carne

dei tori,

berrò

forse il

sangue dei capri? › › .

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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29 8

scRITTI sUL L I N G U A G G I O

3 1 3 Matteo

XV,

26:

« . . .Non è bene prendere il

pane

dei figl i

per gettarlo ai cagnolini››.

È

la solita lamentela contro il fisca l i smo a

danno

d ei

Tedeschi

e il

mecena t i smo

a fa v ore d ei Latini

d ei quali è

esem pio la t o m b a

eretta

da

Federico

II all'Algarotti in agro

Pisanorum .

3131

Corinti XIII, 3 :

«

...e se anche distribuissi

tutte le

m ie

sostanze

e dessi

il mio corpo

per

essere bruciato, m a non avess i

la

carità, niente mi giova › › .

3 2 0

Di

contro

all'empio

Federico II,

che non

inca rna la

volontà

di Dio vero ed unico

< < Re

di tutti i re

e

Signore d i tutti i dominant i › › ,

si

profila

l'immagine di Cristo, obbediente

Figlio

di Dio che ha glori-

f icato il Padre nella

cui gloria

siede.

Filippesi

II, 5-11 : «Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono

in

Cristo

Gesù,

il qua le pure essendo

di

natura divina, non

considerò

un tesoro geloso [non

rapinam

arbitratus

est]

la s u a uguaglianza con

Dio;

m a

spogliò s e stesso, assumendo la

condiz ione

di

servo

e

divenendo

s im ile

agl i

uomini; apparso in forma u m a n a umiliò s e stesso facendos i

obbediente fino

alla

mor t e

e alla

m o r t e

di

croce.

Per questo Dio lo ha

esaltato

e

gli ha dato un nome

che è

al d i sopra d i ogni altro nome;

perché

nel

n o m e

di

Gesù

ogn i ginocchio

si

pieghi

nei

cieli,

sul la

terra

e

sottoterra;

e

ogni lingua proclami che Gesù Cristo

è

il Signore, a

gloria

di Dio Padre › › .

Matteo XXVII, 3 7 : « Al di sopra d el suo capo, posero

la

mot i v a -

zione

scritta

della

s u a condanna: '

Questi è

Gesù,

il

re

dei Giudei

' › ›

Luca XI, 1 3 : < < Se

d u n q u e

voi, che siete cattivi,

sapete

dare cose

buone a i

vostri figli,

quanto più il Padre vostro celeste darà lo

Spirito

Santo

a

coloro

che

glielo

chiedono

› › .

3 2 1 Nella satira

Les systemes

il Creatore

differisce

l 'assegnazione d el

premio

m esso

in palio in u n

concorso

accademico tra gli uomini per

la

redazione d el migliore s is tema fi losofico.

3 2 2 Alla

conclusione

della

dossologia

d i

Filippesi II s e g u e

come

valore

di fondo il «Padre nostro › › (Matteo VI, 9 - 1 3 ) introdotto

dal la

citazione d i

Matteo V, 48 : «Siate

dunque

perfetti

come è

perfetto

il Padre

vostro

celeste».

Apocal isse

V,

1 2:

«

...e d icevamo a gran voce: “L'Agnello che fu

immolato è

degno di r icevere potenza

e

r icchezza,

sapienza e

forza, onore,

gloria

e

benediz ione ' › › .

Sa lmo 1 1 0 ,

1 : «Ha

detto il

Signore

a l mio

Signore:

'Siedi alla

m ia

destra,

finché

io ponga i tuoi

n e m i c i

a sgabel lo

d ei

tuoi piedi ' › › .

3 2 3 Giudici, VIII, 2:

«

...La

rac im o la tura

di Efraim, non v a le più

delle

v e n d e m m i e

di

Abiezer?

› › .

3 2 4

Johann

Joach im Winckehnann ( 1 7 1 7 - 1 7 6 8 ) , stor ico e teorico

dell'arte

classica (Von d er

Grazie

in

den

W/er/een

der

Kunst, Lipsia

1 7 5 9 ;

Geschichte

der Kunst des Altertums, Dresda 1 7 6 4 ) , morì assassi-

nato a

Trieste, pare

a

scopo

di

rapina.

3 2 5

Johann Georg

Scheffner (1736-1820) d i

Königsberg,

amico d i

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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N O T E D E L T R A D U T T O R E

29 9

H a m a n n , ufl-iciale,

è celebrato

buon

amicone, dalla vena faci le e

l icen-

ziosa, attraverso

il

richiamo

a

Johann

Baptista

Villart de

Grécourt

( 1683 -1743 ) e con

il ricordo d e lla d e fi niz io n e data da Augusto di Oraz io .

3 2 6 2

Cronache

IX, 1 0: «gli uomini di

Horam

e

di Salomone

car icavano

oro

da

Ofir ›› ;

ib .

21 :

« ogni

re

a nn i to rna va no

le

na v i

di Tarsis car iche di oro,

d'argento,

d'avorio, di s c i m m i e

e

di babbuini › › .

3 2 7 Oraz io , Satira IV del libro

I,

vers i 1 3 9 - 1 4 3 : «Questo

è u no

di

que i

mediocri vizi; s e

non

vorrai starci

anche

tu, verrà una gran

schiera d i poeti in

m io aiu to:

perché

siamo

tanti e

alla

maniera degli

Ebrei v i costringeremo a entra re nel nostro

gruppo

› › .

3 2 3 Ecclesiaste X ,

20:

«Non

dire

m a l e

d el

re neppure con il

pensiero

e nella

tua stanza da letto non dire male del

potente,

perché

un

uccello

del

cielo

trasporta

la

voce e un alato riferisce

la

parola».

3 2 9 2

Cronache IX , 8 :

«Sia

benedetto

il

Signore tu o Dio, perché

s i è

compiaciuto

d i

te

e

ti

ha costituito, sul suo

trono,

re per il

Signore

Dio

tuo.

Poiché

il

tu o Dio

am a Israele e

in tende renderlo

stabile

per

sempre,

ti

ha

costituito suo re , perché tu esercit i il diritto e la giu-

stizia

› › . L”al lusione

all'Asia

pu ò essere

alla

Russia di Caterina II.

3 3 0 Matteo VI, 28-29:

«

Osservatec o m e

crescono

i

gigli

del

c a m p o ; non la v ora no e non fi la no . Eppure io vi

dico

che

neppure

Salomone

con

tutta la sua gloria vest i c o m e

u no

di

loro

› › .

Matteo XXVII,

3 5:

«Dopo

aver lo

crocefisso si spartirono le sue

vest i tirandole

a sorte».

I   igli

sono l ' emb l ema di

Fra nc ia , d ond e

l'allusione

alla

vita sine cura

d ei f rancesi

protetti di Federico II a

s p e s e del regno prussiano .

3 3 1 Giovanni XII, 32: «Io quando

sarò

innalzato da terra, atti-

rerò

tutti a

m e › › .

3 3 2 «Già

osa

ritornare la

fedeltà

e la pace

e

l'onore e il r iserbo

antico,

e

il coraggio

lasciato

in

disuso e

fa capolino

l'abbondanza

beata

con

la co l m a cornucopia › › .

Oraz io ,

Carmen

Saeculare, vv. 57-60.

3 3 3 Giovanni II, 10:

< <

Tuttiervono da principio

il

vino buono

e ,

quando

sono

un

po'

brilli,

quello

meno

buono,

tu

invece

hai

conser-

vato

fino ad

ora

il

vino

b uo n o › › .

3 3 4 O ra zio , Epod on liber XVII, 30-33 : «O mare , o terra, brucio

quanto neppure

Ercole

cosparso del

nero

sangue d i Nesso,

né la

fi a m m a

ardente che s'agita nell'Etna › › .

3 3 5 Giudici XV, 1 5:

«Trovò

allora

una

mascel la d'asino

ancora

fresca,

stese la m a n o , l ”afferrò

e uccise con

essa mille

uomini

› › . Giudici

XVI,

28 :

«Allora

Sansone

invocò

il Signore

e

disse:

'Signore,

r icor-

dati di m e Dammi forza per questa volta sol tanto,

o Dio,

e in

u n

solo

colpo mi

vendicherò

dei Filistei per i miei due occh i › › .

3 3 3

1

Samuele VI, 4-5:

«Chieseroz 'Quale

ripa razione dobb iam o

pagare? ' Risposero:

'Secondo

il

numero

dei capi dei Filistei,

cinque

bubboni

d'oro e cinque topi d'oro, perché

unico

è stato

il

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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3 0 0

s c R I T T I

sui.

L I N G U A G G I O

flagello per tutto il popolo e

per

i vostri capi.

Fate

dunque immagin i

dei

v os tri b ub boni

e

immagin i dei vostri topi

che

infestano la terra

e datele in omagg io a l Dio

d'Israele,

sperando che sia tolto

il peso

della sua

m a n o

da voi, d a l vostro dio

e

d a l vostro paese

” › › .

3 3 7 L'allusione va allo scritto rifiutato costituito

d a i

Phi lologische

Einƒiille

und

Zwe iƒe l

e

dalla

supplica Au Salomon du

Nord

(scritto

metà in

tedesco

e metà in francese e pertanto per così dire maschio

e

f e m m i n a ad u n

tempo ) .

L”Androgyne

non

è però

solo

il saggio

bilingue,

le

m olte

allusioni ivi

contenute

alle ef femminatezze

della

corte

di Fe-

derico

II paiono intrecciarsi

sotto

l'insegna du Diab le.

3 3 3

Johann

Ja kob Kanter

( 1 7 3 8 - 1 7 8 6 ) ,

editore delle

«

Königsbergsche

Gelehrte und Politische

Zeitungen››,

ebbe

stretti rapporti

con

Hamann

per decenni.

Pur

sostenuto

da

Federico II

si trovò

in difficoltà con

il

fisco,

tra

l'altro essendo stato appaltatore d i lotterie (abolire queste

ultime

da

Federico

II per ragioni di

programmaz ione

econ om ico-pol itica ) :

cfr .

la

lettera di H a m a n n a Herder del giorno

1 -2

gennaio

1 7 8 0

(J . G .

H a m a n n , Brieƒwechsel ,

vol.

IV a cura di A. Henkel ( 1 9 5 9 ) p. 1 4 9 ) .

3 3 9 Le h am a nn ia ne So kra tis c he Denkwiirdigkeiten furono s tampate

presso

l”editore

Hartung

subito

dopo

la

m o r t e

d el

titolare

Michael

Christian (1738-1759) ; nel 1763

la

c a s a

editrice passò sotto

la

gestione

di

Gottlieb

Lebrecht Hartung

( 1 7 4 7 - 1 7 9 7 )

a l qua le Hamann s i

rivolge

in

occasione

della

Lettera alla Loggia

che

stiamo considerando.

3 4 0 Il 3

agosto

1 7 7 0

era nato un

figlio

a l futuro

successore

di

Federico

II:

Federico

Guglielmo

III

(cfr.

N. VI, 226): il riferimento

d i Hamann

è ovviamente

allusivo.

3 4 1

Du e

a m i c i di

H a m a n n : Theodor

Hippel ( 1 7 4 1 - 1 7 9 6 ) avvocato

e

infine borgomas t ro di Königsberg, di

lieta

convivialità

e

di felice

penna;

Jean Claud

Laval, cognato di Sophie Marianne Courtan, nata

Toussaint,

che

s p e s s o

r i troviamo

nel carteggio ham anniano .

3 4 2 Nella

settima lettera

del

II

libro

della

corrispondenza

ad ƒami-

liares

Cicerone,

congratulandosi

con qualche ritardo con

Curione

per

il

conseguimento del tribunato,

esprime

una

raccomandazione

ripetuta

a non fidars i

d i

altri

che

del

proprio

discernimento

in

una situazione

particolarmente infida legata alla crisi

politica del m om ento: « ti prego

e

ti incito

a

decidere

e

regolarti in

tutto

secondo il tuo

discern im ento

e a

non

lasciarti guidare

da i consig l i altrui. Non c 'è nessuno

che

possa

consigliarti più saggiamente di te stesso, s e dara i ascolto

a

te stesso

non

vaci l lerai .

Non

ti scr ivo alla

leggera:

so

a

chi scr ivo, conosco il

tuo a n i m o e la tua l inea; sono certo che

non

agirai né in

maniera

esitante

in

maniera

avventata

quando

ti

troverai

a

sostenere

ciò

che

personalmente

sentirai

essere giusto. Senz'altro ti

rendi

c onto d ella

si tuazione d a l m om e nto che non sei capitato m a ti sei m esso dentro

questa f a s e della politica:

deliberatamente

e non a c a s o infatti hai

disposto il tuo tribunato proprio incontro

alla

crisi; sono

certo

che

cons ider i

la fo rza

delle

circostanze politiche, l'instabilità,

l ' incertezza

dei

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N O T E D E L T R A D U T T O R E 301

risultati, la m u tev olezza degli

atteggiamenti,

le insidie

e

la vanità

della

vita: m a ti prego, considera

e

tieni in m e n t e

c iò

che ti ho

detto

fino

dall'ini2io:

non è

una

novità,

è

sempre

la

stessa

cosa: parla

con

te stesso, consul ta te stesso, ascolta te

stesso, d ai re tta a

te stesso › › .

Nadler

(III,

4 3 0 )

fornisce

u na

glossa

d”autore

a l

frontespizio:

«

Il

padre delle moderne artificiosità

che

hanno

tanto

danneggiato

il

nostro

sti le, il sig. H a m a n n , è da capo sceso in c a m p o e ha pubblicato certi

soliloqui che

lui

solo è

in grado di d e c ifra re . Sed o tto da

ques t i splendidi

difetti u n

giovane

scrittore,

autore

di un

libretto,

per altro degno di

essere letto,

sul la architettura tedesca, ha cercato di brillare

ricorrendo

ad

ornam entaz ion i che

in

architettura

sono

dette volute.

'Der

deutsche

Merkur

',

n u m .

3

d el

II

vol.

(g iugno

1 7 7 3 ) ,

pag.

207

(s e gu ito d elle

no-

tizie

sul la

si tuazione del P arn as o ted es c o) . G . › › .

3 4 3 Proverbi XX,

5:

«Co me acque profonde

sono

i consigli nel

cuore

umano,

l 'uomo

accorto

le s a attingere».

3 4 4 La «porca Beozia › › designa proverbialmente

la

rozza

ignoranza.

Così

nella V

strofa dell'Olimpica VI Pindaro

s i rivolge

a l

m aes tro del

coro

(vv.

147-152): «Ed ora Enea

invita

i compagni

a

cantare

la

vergine

Era e a

vedere

s e

r ius c i rem o

davvero

a

sfuggire

il

vecch io

in -

sulto di 4 porca Beozia ' › › .

3 4 5 Oraz io , O de III

d el

III libro, v . 1 : «Un u o m o giusto

e

di

tenace

volontà non

è

s c o s s o nel

suo

saldo

proposito

dall'esaltazione

di cittadini

che

i m po n g o n o cose ma lvage , né dal la

faccia

del tiranno

che gli s ta addosso, né dall”Austro › › .

3 4 5 Oraz io , Epistola III

d el

libro II (Ars

poetica) ,

v . 1 4 4 :

« Si pro-

pone

non

già

di

produrre

fumo

d alla fo lgore

bensì

di

fa re s ca tu rire

dal

f u m o

luce,

per esprimere bellezze mirabi l i › › .

3 4 7

La prima lettera

del

l ibro

VIII della corrispondenza ciceroniana

ad

ƒamiliares

è d i Marco Celio

Rufo.

«Mi sono dato da fare per sod-

disfare

la

promessa

fatta a te a l

m o m e n t o della

partenza

di

darti

conto con

la

mass ima diligenza d i tutto quello che a c c a d e s s e in città

e mi sono procurato

u na persona

che

seguisse

tutto

per

filo e

per

segno

a l

punto

che

mi

viene

il

timore

che

ta le p re cis io ne non

ti

abbia

a risultare esagerata, anche s e conosco

la tu a

curiosità

e

so

quan to

sia

gradito

a i lontani l 'essere informati delle cose anche

minime

che

avvengono in patr ia. Ti

prego c o m u n q u e

di non

c on sid era re u na

inso-

lente disinvoltura il

m o d o in

cu i

ademp io

il mio

impegno,

per

il

fatto

che

l 'ho delegato ad un

altro:

non già per pr ivarmi

del

piacere d i

fare cosa, che mi

faccia

r icordare te anche s e

sono

occupato e assai

pigro

_

om e

bene

sai

_

nello

scrivere

lettere:

basterà

a

s c u s a r m i

il

mal loppo

che

ti invio › › .

C. Claudio Marcel lo , console

nel

50-49 a . C.,

scrisse sul la

div inazione.

T h o m a s

Abbt

( 1738 -1766 ) , am ico di Mendelssohn e del

Nicolai, col-

laborò in

«Literaturbr iefe»,

fu prosatore di stile e d i spirito

illum i-

nato. Fu f a m o s o per i saggi

«

patriottici

› ›

Vom Tode

für

das Vaterland

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302

scRITTI sUL L I N G U A G G I O

(1761) e Vom Verdienste (1765). S e i

vo lum i

d i

sue

Vermischte

Schriften

furono

pubblicati d a l Nicolai tra il 176 8

e il

1 7 8 1 .

La

sua

Freundschaƒt-

l iche Co rres po nd cn z (1 7 7 1 ) fu

ripetutamente

oggetto

di citazione pro-

verbia le da parte di H a m a n n .

Chr .

A.

Klotz

( 1 7 3 8 - 1 7 7 1 )

è

l'illustre

filologo

che

con

la

«Deutsche

Bibliothek

der schönen W issenscha f ten»

( 1 7 6 7 - 1 7 7 1 )

tentò

la dittatura

nel

m o n d o

letterario

tedesco;

gli

s i

opposero Lessing, Herder e

H a m a n n .

3 4 3

Nell'aneddoto shaf tesbur iano c 'è forse

u n

paral lelo con il suc-

cesso ottenuto dal la primizia hamann iana

delle

So/eratische Denkzvürd ig-

/eeiten pubblicate da Hartung

nel

1759 (sull 'episodio Hamann

tornerà

marca tamen te nelle battute iniziali

d el F lie ge nd er Brief).

3 4 9

Accecare

u n

essere

già

ubr iaco

e

risultare invisibile

Su l

t ema

s i

propongono

le immag in i di Polifemo ebbro ed accecato

e della

fuga

d i

Odisseo

del l ibro

IX

dell'Odissea nonché

dell'episodio

d i

Plutarco

relativo a l sonno di Bruto a

cui

H a m a n n già s i era riferito nell'apertura

d ei

Fünƒ

Hirtenbrieƒe

das Schuldra hetreflen del

1763 .

Al capitolo 62 della Vita d i

Giulio

Cesare

Plutarco,

raccontando

d e lla p re pa raz io ne

della congiura

contro

il

dittatore,

r i ferisce

l'episodio

seguente:

«i

fautor i

della

rivoluzione

avevano

messo

gli

occhi

su

d i

lui [Bruto] in

maniera esclusiva e c o m u n q u e

principale: non osavano

fa rg lie ne pa ro la m a di notte ricoprivano il tribunale

ed

il seggio da

cui

prestava il suo

uificio d i pretore d i biglietti d i questo tipo:

4 Dormi ,

Bruto? ' oppure 'Non s e i Bruto? ' › › .

3 5 0 Christoph

Friedrich

Nicolai ( 1 7 3 3 - 1 8 1 1 ) , il principale

regista

dell'illuminísmo ber l inese attraverso l 'autOrevOle «Allgemeine Deutsche

Bibliothek»

( 1 7 65 - 1 7 9 8 ) ,

fu

editore

tra

l'altro

di scritti di

successo

quali

i citati: Vom

Tod /ür:

Vaterland di T h o m a s

Abbt

( 1 7 6 1 ) e

Neue Apologie des

Solerates

di J . A. Eberhard ( 1 7 7 2 ) .

3 5 1 Bayer, Museum Sinicum II pp. 198-199 :

«

titoli dell'impe-

ratore: H oam ty

dice

Somma maestà ...; X i m : santo ed augusto;

ta

fu

padre grande,

come

dire: padre della patria

› › .

3 5 2

Bayer,

Museum Sinicum

II p.

200: « . . .magistrat i

civili...

ta i

su

significa

som m o m a estro,

te

aggiunge:

honoris

c a u s a .

Questa

carica

spetta

a

chi

fa

da

maestro

all 'im peratore

o

al

principe

ancora

giovane › › .

3 5 3

Oraz io , III Epistola

d el

II libro, v v . 3 8 8 - 9 :

«

lo s i torchí

per il nono anno dopo aver posto

d ei

filtri › › .

3 5 4

L'universalità, che fu

già prerogativa

del

pensiero

greco, è oggi

la

nota

dell'età d ei

lumi, che consente d'accostare nella verità

le

civiltà

più

disformi : alla radice

però d i

questo verbo pare annidarsi

talora

u n

germe

epicureo,

che sbocca

in

cucina

(Feder ico

lodatore

di

Monsieur Noë l ...). Ed

e c c o

Catius il

gastronomo

della IV

Satira

del

II Libro:

«'Non

ho t empo di fermarmi

anche

s e mi sarebbe caro:

devo m ettere per iscritto precetti nuovi, tali da

fare passare

in seconda

lin ea P ita go ra

e

[Socrate] il gran colpevole secondo Anito,

e

il sa-

piente Platone '›› (vv. 1-3 ) .

(Il

character universali: o

Sig m un è

de-

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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N O T E D E L T R A D U T T O R E 303

stinato dunque a fissare i nova praecepta, che sono po i ricette culinariel).

Un M arcu s Ca tiu s Insuber d el I

sec. a .

C.

è ricordato da Cicerone

(a d Familiare: XV, 1 6) e da Quintiliano

(X ,

1 , 24) .

«O

dotto Catius, ti

prego

per l'amicia e

gli dèi ,

non ti scordare,

es audendo la

u nic a ric hie sta ,

di

condurmi

con

te

dov u nq u e

tu

vada

› ›

(IV Sat.

del II lib.

vv.

8 8 - 8 9 ) .

3 5 5 «Maestro dell'arte

ed

elargitore di ingegno è il ventre › › pro-

c lama

Persio

nei coliambi 1 0

e 11

cons iderat i il Prologo

delle

sue

Satirae.

3 5 0

Con

il termine FO pare sia designato in cinese

il

Buddha (cfr.

N .

VI 13 3 ) .

3 5 7

Continua

il

divertimento

sul tema dell”occhio

solo introdotto

dall'accecamento del ciclope Poli femo in apertura.

S e ciclope

significa

«occhio

tondo» l 'aggiunta d i en (uno) dà

luogo

a enciclopedico nel

senso di «

unico

occhio

tondo »:

ciclope monoco l o

Da

qui l 'estensione

d i

unilateralità

d i

visione

all'Encyclopédie

e

al l'illum inism o in generale:

donde

il

Nicolai in figura di Polifemo, Voltaire di P uc elle m onoc ola e

di n uo vo Nicolai in veste di Roland, protagonista ed eroe fra nc es e,

a

dell

età

d ei

lumi.

3 5 3 Orazio, III Satira

del

I l ibro, vv . 55-56:

« Ma

noi

r ivolt iamo

il

senso

della

stessa

virtù e

f acc iamo di

tutto

per

trovare

sporco

u n

reci-

piente pulito.

S e

tra noi v ive

una

persona onesta, mol to alla buona,

le

d i a m o il

soprannome

di tonda o di pigra. Se u no riesce a schivare

tutte le

t rappole

e

non

scopre il fianco

a

malignità

a lcuna _q uan d o

viviamo in

u n

amb ien te dove l ussureggiano invidia e delitti

_anzi

che

dirlo

equilibrato

e prudente

lo

ch iam ia m o fa ls o

e

astuto .

Se

un

altro

è

malaccor to

( come tante

volte

sono

stato

io con

te , Mecenate) ,

tanto

da

importunare

ch i s ta

leggendo o s e

ne s ta quieto

con un

discorso

quals ias i ,

'Manca di

elem entare

b u o n

senso

'

diciamo».

3 5 9 Bayer, Mu seum Sinicum , I,

3:

« C'è una l ingua cinese del po-

polo

e una

l ingua colta

propria dei dotti;

la prima

è costituita dai dia-

letti delle province,

la

seconda

è

detta

d a i

Cinesi Qvon-Hoa e da

noi linguaggio

dei

Mandarini :

tale

l inguaggio

è

coltivato

dal

parlare

di corte e dei

dotti

› › .

3 5 0 Oraz io , II Satira

d el

I libro, v . 126: < < è Ilia ed Egeria: le dò

qua ls ias i n o m e

› › .

3 3 1 Cfr. nota 284.

3 0 2

Oraz io ,

III

Sa tira del

I libro

v .

1 0 7 : «Già

prima

di

Elena

il

sesso f e m m i n e o fu

causa

temibilissima di contesa › › .

3 5 3 Oraz io , O de

XXXIV

d el

I libro,

v v .

1-3: «

...confidando

in

una fi losofia pazza da legare,

con

una

pratica

religiosa

scarsa e sal-

tuar ia,

v a do alla

deriva ››.

3 3 4 Orazio,

II

Satira del

I

l ibro vv . 105-108: «Il

cacciatore

va

in

traccia

della

preda sui mont i nevosi: non

la

vorrebbe s e gliela

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304

sciurrt

sUL

L I N G U A G G I O

mettessero sotto il naso già pronta» < < Il m io

m o d o

d i

atnare

a s s o -

miglia a lui:

p a s s a oltre

a

ciò

che è messo lì

davanti

e va a

caccia

di cose difficili da afferrare». Nadler precisa il seguito della nota

(III, 4 31 ) : Dev isen

auƒ

deutsche

Gelehrte,

Dichter

und

Künstler,

Aus

deutschen

Dichtern

gezogen.

Lemgo

1772.

L'autore

della

raccolta

è

Ludwig

August Unzer

e

il

motto

attribuito a

H a m a n n

è: «

Le

sue

dottrine sono troppo accorte:

c iò

che è troppo

accorto

è sciocco › › .

3 6 5

«Gli in se gn am en ti s o cra tic i

potranno mostrarti il concetto,

le

pa ro le non fa ra nno fatica a

fare seguito

a l

concetto u na

volta che

sia

s ta to a fferra to .

Chi

abbia imparato quale sia il dovere verso

la patria

e

qua le il dovere

verso gli amic i , qua le diverso a m o r e s ia dovuto a l

padre,

al

fratello,

all”ospite,

quale

sia

il

ruolo

del

senatore

e

quale

quello d el g iu dic e, quali siano

i

compiti

d el

generale in

guerra,

ques t i

s e n z a dubbio saprà

attribuire

ad

ogni

persona ciò

che

le

compete.

Io

lo

inviterò

[lo /'ubeto

del

v.

29

proposto

dal testo hamanniano non

è

confortato

fi lo log icam ente

e

leggo

pertanto

iubebo] a guardare da

imitatore

intelligente a i

modelli di

vita

e

di moralità

e r icavarne

inse-

gna men t i viventi. A volte u n d r a m m a

brutto

m a b en

proporzionato

nelle

sue

parti e

b en

definito

nei

caratter i

anche

senza

grande

consi-

stenza

arte piace molto di più

a l

pubblico

e

lo intrattiene megl io

che

non

vers i

senza contenuto di fatti un icamente

melod ios i .

Ai Grec i

ha concesso la Musa questo dono, ai

Greci

che

non

mirano

ad altro

che al l 'applauso ha

concesso il par lare

in punta di

l abbra ;

i ragazzi

r o m a n i invece apprendono a dividere con infiniti ca lcol i u n asse in

cento

parti››. Oraz io , Epistola III

del

II

libro

(De arte poet ica)

vv.

310-326.

3 3 3 P la to ne, Sim pos io

185C

3-4: «Fatta Pausania pausa : sono i

dotti

che

mi insegnano

a

fare

assonanze

› › .

L'assonanza

qui

pare

essere

tra « Ver leger sokrat ischer Bãnde» e «in Europa gebunden ›› : c o m u n e

è

sul

pia no d el s ignifi ca to

l'idea

del v inco la re

(binden).

3 3 7

Versi

69-81: pp.

16-19 dell'edizione 1772 d i Berlino (cfr.

N .

III, 432).

3 3 3

Orazio,

Epistola

III

del

II

l ibro:

« dà

fastidio

nel

bel

mezzo

di u n

pranzo gra dev ole u na mus ica

stonata, u n

profumo pesante, una

mistura di papavero e mie le di

Sardegna:

perché s i potev a fa re la cena

senza

queste

cose › › .

3 5 9 Claude Fleury ( 1640-1723 )

educatore alla

corte di Franc ia e

fautore

delle tesi gal l icane pubblicò

a Parigi

nel 1691 una Histoire

ecclésiast ique

in 20 voll.

condannata

dal la Chiesa di

R o m a .

Jean-Martin

de Prades

(1 7 2 7 -1 7 8 2 ), s is tem a to

da

Federico

II

a

Breslavia

in

qualità

di canonico, es send os i res o sospetto

per

le sue opinioni deistiche, pub-

blicò

nel

176 6 a

Berlino

u n

s unto dell”opera d el Fleury preceduto da

una aggressiva

prefazione

(anon ima ) di

Federico

II: Abrégé

de

l'histoire

ecclésiastique

de

Fleury. Traduit de

l 'Anglois.

A

Berne,

1766, in

due

parti

con u n A va nt-P ropos (PP- 3-38 ) . (Il lu og o d 'ed iz io ne è finto).

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N O T E D E L

T R A D U T T O R E

305

Nel 1767

Federico

II aveva inserito

nella

gerarchia religiosa u n altro

fautore avanzato del l'Il lum inism o,

il teologo

W ilhelm Abraham Teller

( 1 7 3 4 - 1 8 04 ) già professore

a

Helmstedt, che nel 1764

aveva pubblicato

u n Lebrbucb

der

cbristlicben

Glauben.

Nel 1 7 7 3 a Lipsia il

Teller

pubblicò

u n

Verrucb

einer

Psa lm eni ibe rretzun g

in

cu i

(cfr. N.

III,

4 3 2 )

proponeva

un'eterodossa

t raduz ione

del

verso

3

del

Salmo 104 .

3 7 °

Trimalcione

è

il balordo anfitrione

del

Satir icon di Petronio, a

cu i s i

aflianca l'immagine dell'avidità

e

incontentabilità

degl i uomini

che fa perdere

la

pazienza a

Giove

nella I Satira

del I

libro di

Oraz io

(vv.

22-23): «Percbé

a

questo punto Giove non dovrebbe

a

buon

diritto s bu fla re gonfia nd o

le

guance irato

che

d'ora in poi non

s a r à

più

tanto

faci le

a

dare

ascolto

alle

ric h ie ste d eg li

uomini?

› › .

3 7 1

Orazio, III Epistola del

II

l ibro

v .

140:

«Con

quanta più

ragione colui,

che nulla

fa

a

c a s o D i m m i ,

o Musa

del l 'uomo › › .

3 7 2 Confidando

nella

s u a venustà B arine pu ò farsi beffe

dei

mor t i

e

dei

celesti

e

di

ogn i verità:

«Ne

riderà

Venere stessa,

ne rideranno

le

sem pl ic iotte

Ninfe e

Cupido che

im perversa

sempre impegna to ad

aguzzare le sue frecce brucianti su una cote macch ia ta di

sangue» .

O ra z io , O d e

VIII

d el

II

libro,

W.

13-16.

3 7 3 Iohann Christian

I-Ielck,

Fabeln, Dresda

e Lipsia,

1 7 5 1 .

3 7 4 «Di

recente

questa loquaci tà gonfia e smoda ta s i

è

trasferita

dal la

Gallia

a Sparta e ha gonfiato gli animi

d ei

giovani

volti

a grand i

cose c o m e l'influsso di u n astro mal igno ,

nel

con tempo

le

buone regole

del l 'eloquenza sono r imas te inerti

e

m u t e c o m e s e

fossero

state avve-

lenate›› . Petronio,

Satir icon

II 7 -9 . Il passo era già stato

proposto

da

H a m a nn nella nota X

dell'Aestbetica

in

nuce

(N.

II,

1 9 9 / 2 8 - 3 1 ) .

3 7 3

R ou ss ea u. Sec ond o

una

glossa citata

da l

Nadler

(III, 432 ) .

3 7 5 Orazio,

Epistola

III del II l ibro, vv. 70-73: «Rinasceranno

molti

vocabo l i caduti

in oblio

e ne ver ranno

m e n o altri ora in onore

se così vorrà l'uso presso c u i ris ied e l'arbitrio, il diritto e la

norm a del

l inguaggio

› › .

3 7 7

Cfr.

H a m a n n ,

Pbi lo logiscbe

Einƒiille und

Z w eiƒ el, nota

X X

a

p.,181 di questa t raduz ione.

3 7 3 Oraz io , III

Epistola

del II libro,

v .

5: « a m m e s s i

a

tale spetta-

colo

c o m e

po tres te, a m ic i,

trattenere

il r iso?

› › .

3 7 9 Il pitico vincitore

è

Herder.

3 3 ° ]0S. Spence: Polymetir; or

an Inquiry

c on ce rn in g th e agreement

between tb e

works of

th e

R o m a n poets,

London

1 7 4 7 . IV Dialogo,

p.

3 3

s s .

3 3 1 Auli Pers i Flacci

xatnrarum

liber,

Sat.

I, vv . 116-119: « Flacco

mal iz iosamente

m entre l'amico ride gli fa tocca re con

m a n o

ogn i

difetto

e trovato accesso a l

suo

cuore s i diverte a beffare

il pubblico con naso

sdegnoso.

E

io non

avrei

il diritto di b is b ig lia re? M a i? neppure in

segreto

o

parlando

con una

muta fossa? › › .

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306

scRITTI sUL L I N G U A G G I O

3 3 3 Orazio,

I Epistola

del

II

l ibro (A Cesare

Augusto) v. 1 :

« D a l

m o m e n t o

che sopporti

tanti

grav i problemi da solo › › .

3 3 3 Oraz io , II O de

del

IV libro, vv. 5-8: «Come u n fi u m e , gon-

fiato dal le

piogge oltre le

rive consuete, ribolle e s i

rovescia inconte-

nibile Pindaro dal la profonda

bocca

› › .

3 3 4 Giovanni

I,

23 :

«Io

sono una voce

che grida

nel deserto:

preparate la

via

del

Signore c o m e disse il profeta

Isaia».

Malacb ia

III,

2: «Egli

è

c o m e il

fuoco

d el

fonditore

e c o m e la

l isciva

d ei

lavandai››. Giovanni Giorgio H a m a n n non dubitò di

attri-

buirsi

il titolo di predicatore del

deserto:

e

quindi «lavandaio›› .

3 3 3 Bayer,

M us eu m Sin icu m I, 132-3: Mien m an

hoatn

è u n

uccel lo

color zafferano

(corr ispondente

alla

favolosa fenice) . Hamann ha con-

tratto

il passo

del

Bayer ricavandone un'allusione

a s e

s t e s s o che sta

a distanza quieto e s icuro s ulla montagna.

3 3 6 Orazio, III Epirtola del libro

II

vv .

138-139:

«Che

c o s a

of-

frirà di degno di

tanto

strepito ch i ha promesso? Pattor iscono le

montagne :

ne nascerà u n topolino

› › .

Nel

testo

è

unito il passo

di

Cicerone (Epixt. ad Div. VIII, I) relativo a

Coelius

citato in apertura

del

saggio

(N

III

69/32).

3 3 7

Nadler cita una

glossa

d'autore (N

III,

433) : «Cfr.

Epitre a

Sr. Noel: Oeuvres

de

Fréd. II, T o m e VII., Berlin, 1 7 8 8 , p.

50

› › . Momo

è il dio del

r iso

e

dello

scherzo.

3 1 3 3 Alfonso

X

el

Sabio re di Castigl ia

e

di León (1221-1284 )

vanta

meriti

insigni nel

c a m p o

delle

lettere, del diritto

e

s pec ia lm ente d el-

l`as tronom ia.

Fece

tradurre

scritti

as t ronomic i

dal l 'arabo

e

red igere le tavole

che vanno sotto il suo n o m e .

3 3 9 Orazio, IV

Satira

del I l ibro, vv . 17-18: «Gli dei hanno fatto

bene a

farmi

di

a n i m o modes to e timido poco propenso

a

par lare e

d i poche parole › › .

3 9 °

Allusione ai titoli

d i noti s c ritti d i Thomas Abbt :

cfr.

nota

347 .

3 9 1

Michele

è

duca

dei

mend ican t i . Il

c a m p o

d el

sangue

in

Bor-

gogna

è

il

possedimento

di

Ferney

en

Bourgogne,

residenza

di

Voltaire:

quasi acquistato a prezzo del

tradimento

d i Cris to (c fr.

Matteo XXVII,

8 : «Perciò

q u e l

c a m p o fu

denomina to

'Campo

d el

Sangue ' fino ad

oggi

›› ;

Atti

I, 1 8 - 1 9 : «Giuda c o m p r ò u n pezzo

di terra

con

i

pro-

venti

d el suo delitto e poi

precipitando

innanzi

crepò

e le sue v i-

scere s i sparsero intorno.

La

cosa

è

divenuta così nota a tutti gli

abi-

tanti dí Gerusalemme, che quel terreno è stato chiam ato nella loro

lingua

A k e l d a m à ,

cioè

C a m p o

del

Sangue

››).

3 9 2

Oraz io ,

O de

VI

del II libro

vv.

13 -14 : «

Di

tutti

i post i

della

terra

m i sorride quell 'angolino.. . › › .

3 3 3 Orazio,

O de

VI del l ibro II vv .

22-24 «

...lì spargerai debita-

mente di

pianto

la

cenere

ancor calda

d el

poeta am ico › › . L'allusione

va

alla

t o m b a dell'Algarotti a

Pisa.

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N o r r - : D E L

T I I A D U T T O R I - : 307

3 9 4 Il Winckelmann assassinato a Trieste

nel

1 7 6 8 .

3 9 3

2

Samuele XIV,

2-21:

la donna d i Tekoa per consiglio d i Toab

riesce

con u n artifizio a indurre David a rich iam are il figlio Assa lonne

dall'esilio.

3 9 6

Gerem ia

XXXI, 1 5:

« Una

oce s i

ode da

R a m a , l amento e

pianto

a m a r o :

Rachele

piange i suo i figli, rifiuta d'essere

consolata

perché

non

sono

più › › .

3 9 7 Geremia XXXI, 22: «Fino a

quando

andra i vagando,

figlia

ri-

belle?

Poiché

il

Signore

crea

u na cosa nuova sul la terra:

la

donna

cingerà

l3u0m0

›› .

3 9 3 Catbol icon,

ou

díctionnaire

universel

de

la

Langue

Françoise

pa r Mr. Schmidlin,

Hamburg,

1771 -75 .

3 9 9 Al

capitolo 25

del

II libro del

De Natura

Deorum Cicerone

scrive:

« il

Padre Giove [Iuppiter], ossia

il

padre

che aiuta

[ iuvanr

pater] che

così

c h i a m i a m o nella decl inazione

da

iuvare,

è detto

d a i

poeti 'padre degl i

dei

e degl i umani' ment re

d a i nostri

vecch i era

detto

ottimo m a s s i m o e

 

i noti

_rima

ottimo~ssia generos iss imo

nel

fare il

bene

 

he

m a s s i m o ,

giacché

è

cosa

più

grande

e

indub-

biamente più graziosa e s s e r e d i conforto a tutti

che

l'avere grande

potenza › › .

In

un

inciso del

capitolo 88

del Panegyricur

Traiano imperatori

dictux

Plinio

il giovane osserva:

«

Per questo il

padre

degl i uomini

e

degl i

d ei

è venuto prima con il titolo di

ottimo

e

poi con

quello di

mass imo › › .

3 0 °

Salmo

CX,

1-4:

«Ha

detto

il

Signore

al

m io

Signore:

'

Siedi

alla

m ia destra, f inché io

ponga i

tuoi nem i c i a sgabel lo

dei

tuoi piedi'.

Lo s cettro d el tuo

potere

stende il

Signore

da

Sion: '

Domina

in mezzo

a i tuoi

nemic i .

A

te

il

principato: nel giorno

della

tu a

potenza tra

santi

splendori

nel seno

de]l'aurora

come

rugiada io

ti ho generato”. Il

Signore

ha

giurato e non s i

pente:

'Tu s e i sacerdote per sem pre al

mo do d i Melchisedek ' › › .

' 1 0 1

Oraz io ,

VI

O de del

libro

III,

v .

5:

«Proprio

perché

ti

comporti

come un inferiore rispetto

agli

dèi, hai il comando».

« Ogni giusto re

ha

l'ordine sacro › › Ireneo,

Contra Haereses,

cap. IV,

lib. X X .

4 1 1 2 Orazio, II O de

del

II l ibro, vv .

9-12:

«Sarai più

grande

come

re

d o m a n d o

lo spirito di

avariz ia

che

non

s e tu

partito

da Cadice

conquis tass i la

Libia

e entrambi i popoli punici servissero ad un

unico

re».

4 9 3

Oraz io ,

XX O de del

II

libro, vv .

1-4:

« Io poeta

dal la duplice

f o r m a sarò innalzato per il limpido etere da ali

inusitate

e forti . . . › ›

4 ° * Orazio,

VI O d e

d el IV

libro,

v v . 4 1 - 4 4 : «

Nella festa

secolare

io canta i il carm e caro

a gli dè i,

obbediente ai metri del

poeta

Orazio › › .

4 0 3 Il

n o m e

Kadmonbor È una libera invenz ione di H a m a n n : at-

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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308 scrurrr sUL L I N G U A G G I Q

torno a poss ib ili contigu ità

occasionali e allusive

r iportiam o le

consi-

d era zio ni d el Nadler

(N

III, 4 3 4 ) :

« nel

libro della Genes i (XIV, 1 )

c'è un

re

d i Chedorlaomer e

(XV,

19 )

un

popolo d i Kadmonit i : c'è -

inoltre

 

na

località

di confine Kades-Barnea (Numeri XXXIV, 4 ) ,

una

località

K a m o n

(Giudici

X ,

5)

e

una

località

Bor-Asan

(1

Sa-

m u e l e X X X 30 ) . Nella Biga sono registrati a

p.

1 51

con

il n u m . 363

Götter

und Heldengerpräcbe

(Hamburg,

1 7 5 8 )

e

con il n u m . 3 64 Re-

ligiöre Gerpriicbe der Todten (Frankfurt 1763) . È presupposto

princi-

palmente

il

libro del

Nicolai: Dar

Leben

und d ie Meinungen

der

Herr

Magister

Sebaldus

Notban/eer (Berlin und Stettin, 1774 ) . W illhelm ine

è la

celeste ama ta di Sebaldus della V(/ ' il lbelm ine ( 1764 ) di Moritz August

v on

Thümmel:

nel

ro m a n z o

d el

Nicolai,

divenuta

mogl ie

di

Sebaldus,

m u o r e

in seguito alla dest i tuzione d el marito e allo sfratto dal la casa.

Muore invece di vaiolo Charlotte

la

figlia

minore

di

Sebaldus e

Will-

helmine. C'è poi Stauzius,

il

sovraintendente

che fa

destituire Sebaldo

e

m as t r o Truffelius, fidanzato di

Ursula

Stauzin.

Ci sono

stralci

fatti

da Hamann in proposito nella

biblioteca

di Königsberg › › .

' 1 0 6 Cicerone, Pro Coelio, XIV, 33 :

«bisogna

che evoch i dag l i

inferi

qua l cuno

di

que i

barboni,

non

di quelli

con la

barbettina,

che

piace

a

costei, m a con

la b a rb u cc ia

ispida che v ed ia m o nelle

statue

e nelle

rafligurazioni

di

una

volta: u no che le faccia la

paternale e

parli a l mio posto, perché non abbia costei a prendersela

con

m e.

Sorga d u nq ue q ua lcu no di questa

stessa

famiglia,

m a gari q u el

cieco

[Appio Claudio Cieco]: giacché s í irriterà meno, non

vedendola».

4 0 7

Karl Günther Ludovici, Vol ls tändiges

Kauƒmãnn i rcbes

Lexicon

oder

A k a d e m i e

der Kaufleute,

Lipsia,

1752 .

G.

S.

Bayer,

M u s eu m Sini-

c u m ,

2 voll.,

Pietroburgo, 1 7 3 0 .

4 0 3

«Mien-Man-Hoam

è

u n uccel lo color zafferano, identificato di

solito con la

nostra Fenice».

Bayer, Museum Sinicum I, 132.

4 0 9 Cicerone,

intercedendo

per il

poeta

Archia,

ricorda

che

il severo

Silla

s i

era

sempre

mostrato ben disposto

verso i poeti, anche

quando

nei confronti d i un pessimo verseggiatore «comandò

che

g li fosse

a s -

segnato

u n

premio

...a

condiz ione

che

smettesse

di

scrivere

dei

versi».

Cfr. Pro Archia, X, 25.

4 1 °

Cfr. nota 405.

4 1 1 Giovanni IV, 1 8 : «

...hai

avu to c inque mariti e quello che

hai non

è

tu o m ar ito . . . › › .

4 1 3 Matteo XVI, 1 9 : «A te darò le

chiavi

del regno d ei cieli,

e tutto

c iò

che

sciogl ierai

sul la terra

sarà

sciolto

anche

nei

cieli››.

4 1 3 Giudici, V, 24 : « Sia benedetta

tra le

donne G ia ele, la

m oglie

di Eber il Kenita,

benedetta

tra

le

donne

della

tenda › › .

4 1 4

Il

breve

(micrologico)

scritto ha

in

sé la fo rza genera tiv a del-

l'autore

come l 'uovo

orfico

del mondo e i testicoli (bi/'aux

indircrets,

ö ø x i s ) .

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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Norß D E L Ttmnurroxß

309

4 1 5 Neemia, ricostruttore d i Gerusalemme ai

tempi

di Artaserse,

come

narra il

l ibro om onim o della

Bibbia. La nuova

Gerusalemme è

il

regno

di Dio secondo molti test i scritturali: ad es. Apocal isre III, 1 2:

«

la città

di Dio,

la nu ov a G e ru s a l e m m e

che discende d a l

cielo › › .

4 1 6

Christian

Tobias

D a m m ( 1 6 9 9 - 1 7 7 8 )

e

Wilhelm

Ab rah am

Teller

(1734-1804) : teologi d i impronta

deistica

protetti da Federico II.

4 1 7 Tímorus di Conrad

Photorin

è una presa in

giro

di J . K. La-

v a te r. So tto

il n o m e di

Photorin

si nasconde il bizzarro

Georg

Christoph

Lichtenberg (1 7 4 2-1 7 9 9 ) , s cienz ia to e

scrittore

filosofeggiante

e

sa-

tirico. Il testo citato

è

Ester III,

1 5.

4 1 3

Matteo

XVI,

1 8 :

«

...Tu

sei

Pietro

e

su

questa

pietra

edifi-

cherò la m ia

chiesa e

le

porte

degli

inferi non

p re va rra n no c on tro di

essa › › .

4 1 9

Dietro

il

nome

del classico Strabone

(65 a . Chr. -

20 p.

Chr.)

sta

Anton

Friederich

Büsch ing

( 1 7 2 4 - 1 7 9 3 ) che nelle sue «Wöchentliche

N ac hric hten v on

neuen Landkarten, geographischen, statistischen und

histor ischen

Büchern»

(n . 1

del

1 7 7 3

p.

23 1 ) aveva pubblicato u n

annunzio

bibliografico

del

Sebaldus

Notban/eer

d el

Nicolai.

4 2 ° Nadler (III, 435) ci

fornisce il

passo: «C'è a s s a i d i rado

da noi

u n

dotto,

un

letterato.

Da

noi

il

dotto è

un

teologo,

un

giu-

rista u n corettore, u n sottorettore, u n baccelliere

e

anche

quello

scrive soltanto per i

suoi

ascoltatori e dipendenti».

D.

C. è per Daniel Ch od ow iec ki (1727-1801) pittore e i l lustratore

di

Danzica .

4 2 1

Il

passo

di

Shenston

qui

citato

è fornito

d a l

Nadler

(N.

VI,

1 3 3 ) :

« Egot i sms ,

from

m y

ow n Sensations

V.

]. loved Mr. Som ervile ,

because

he

knew so perfectly

what

belonged

to

th e

flocci-nauci-nihili-pilification

of m o n e y › › .

4 2 2 O ra zio, Epodo V , vv . 55-60: «Mentre le

belve

giacciono

nelle

paurose

selve

abbandonate in

dolce

sonno

abbaino _si che

ne a b -

b iano

a

r idere

tutti

 e cagne subur rane a l vecch io drudo unto d'un

unguento

cbe

non

potrebbero

fare

migliore

le m ie

.ttesre

m a n i

› › .

È

una

scena di sortilegio.

4 2 3

Metatarru:

è

te rm in e a lc h im is tic o per

la tra s form a zion e.

Allu-

sione

forse a l potere genera tiv o (gen io )

dell'autore:

en cbevi l le vivifique

di

Rabelais

(cap.

VIII

del

III

libro).

Cfr. N.

III

29-30.

4 2 4

Oraz io ,

III

Epistola

del II libro:

vv .

3-4:

«

sì che in maniera

r ipugnante una donna b ella nella parte

superiore

fin isca in un brutto

pesce

› › .

4 2 5 L'allusione

potrebbe

partire da l

«Teutscher Merkur››,

la

ri-

vista di letteratura

e var ietà

di spiriti

illuministici

guidata da l

Wieland.

4 2 ° I

trenta

denar i

e il su ic ido di Giuda

Iscariota.

4 2 7

Genes i

X X , 1 6: « A Sara disse: “Ecco ,

ho

dato mille

pezzi

d'ar-

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310

scRITTI S U I . L I N G U A G G I O

gento

a

tu o fratello: sarà per

te

come

un risarcimento d i fronte a quant i

sono con

te . Così tu sei in

tutto

riabilitata ' › › .

4 2 3 Cicerone,

Pro Coel io, II,

6:

«Altra cosa è m a led ire, a ltra

accusare. L'accusa r ichiede il crimine, per fare

il processo,

per denun-

ciare

il

reo,

per

portare

argoment i ,

per

a d d u rre te s tim o n ia n ze ;

la male-

d iz ione non

ha nulla di quan to detto

t ranne

l 'of fesa, che se è sban-

dierata

con

petulanza è detta

insulto, s e con spirito: facezia››.

4 2 9 H .

S .

sono le iniziali di Heinrich Schröder, l ' immaginar io maestro

di

scuola che Hamann

presenta c o m e autore

del saggio:

finta

è l'indi-

cazione d i «

II

ediz.

m igl iorata»

nonché il luogo: l'editore fu Gebhard

e

il luogo di

edizione Francofor te .

L'esergo

è

costituito

d a i vers i

13-16

della

I

O de d el

IV

libro

di Oraz io :

«

nobile bello,

facondo

di fensore degl i ans ios i

rei,

giovane dal le infinite r isorse porterà

bene

innanzi i

vessilli

della tu a

guerra

› › .

4 3 °

Il fuoco

del l 'at tacco

hamann iano sono

le

Betracbtungen

über

d ie

Religion durcb C.T.D.

d el teo lo go

e

filologo

deista Christian

Tobias

D a m m

( 1 69 9 - 1 7 7 8 ) , apparse a

Berlino in

4 parti

e un'appendice nel

1 7 7 3 .

Il

passo

è

riportato

d a l

§

5.

Einige

z ufä llig e, z u r

Haupt-Sache

sich

passende, Gedanken,

II, pp. 232-234.

4 3 1

D a m m , op cit.,

II, p. 234.

4 3 2

Luca XI, 4 6: «

...Guai

anche

a

voi,

dottori della

legge,

che

caricate gli

uomini

di

pesi insopportabili,

e q u e i pesi

voi non

li toc-

cate neppure con u n

dito

› › .

4 3 3 Marco XV, 1 4 : « ...'

Quid

enim mali fecit? '

At

illi

c lamaban t :

'

Crucifige

eum

'

› › .

4 3 4 Giudici XII, 5-6:

«Quelli

di Galaad

b loccavano

gli Efraimiti

ai

gu a d i

del

Giordano,

q uan d o

u no

dei fu gg ia sch i di Efraim diceva:

“Lasciatemi passare”, gli uomin i d i Galaad

gli

chiedevano: 'Sei un

Efraim í ta?” S e

quegli

rispondeva 'No', i Galaadit i gli dicevano: 'Eb-

bene,

d i' Scibbolet '

e

quegli diceva Sibbolet, non sapendo pronunciare

bene.

Allora lo

aifrontavano

e

lo

uccidevano presso il guado del

Giordano

› › .

4 3 5 Leibniz.

4 3 °

Oraz io ,

VIII O de

d el

IV

libro,

vv.

29-30: «Così l'instancabile

Ercole

partecipa

a i bramati conviti di Giove

› › .

4 3 7 Aristotele, Elencbi soƒist ic i II, 1 : «È necess ità che l'allievo

s i

fidi››.

4 3 3

Forse

le

terminali

appartengono

ai

vocabo l i :

Orthodoxe,

Wolf-

fianer, Encyclopãdiste (cfr.

Nadler VI,

280);

possono

anche

dare

unendo

tedesco, greco

e

latino:

«

Ochse åvñp

iste ›› :

« è u n

b u e

q u es t ' u omo

› ›

oppure 

iovenale,

VIII Satira

d el

III libro v.

27 5 _«non voglio

dire che cosa › › .

4 3 9 Matteo VII, 13-14:

«

Entrate per la porta stretta, perché

è

larga

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NOTE DEL TRADUTTORE 311

la porta ed

è

spaziosa la

v ia che conduce

alla perdizione

e

mol t i

sono

quell i

che

s i

mettono

per e s s a ; la porta

che

conduce alla vita è

invece

stretta e

la v ia è angusta, e

sono

poch i

quelli che

la trovano».

4 4 ° Nel libro

della

Genes i si racconta c o m e

nel

primo giorno fu

creata

la

luce

e

separata

dal le

tenebre

(I, 3-5) e

nel

quarto

giorno

furono

creati gli

astr i

del f i rm am e n t o (I, 14 -19 ) .

4 4 1

Betracbtungen

über

d ie

Religion durcb C.T.D. II,

p.

65 in

nota:

«

Pensa u n forno di

ghiaccio:

pensare

le

due

cose s ingolarmente

è possibile

ossia

è possibile il

forno

ed è possibile

il ghiaccio. Non

è

però

possibi le

pensare le due cose ins ieme › › .

4 4 2

Monsieur

Jourdain

_

'ambizioso

Bourgeois

gent ilbo rnm e

del

Molière _

iene

nominato

dal

pretendente

della

figlia, che s i

spaccia

per figlio

del

G ran Turco, M a m a m u s c h i ,

pascià

di Tre

code

di caval lo.

Nella lettera a

Herder del

20

d icembre

1 7 7 4

(cfr. ].

G .

H a m a n n ,

Brieƒwecbsel, hrsg. v.

W . Ziesemer U. A. Henkel,

vol.

III,

p.

130)

a b b i a m o la

spiegazione

d el gioco

di allusioni. « Il nostro vecch io

am ico

Kanter

_crive Hamann _ diventato stampatore a

Marienwerder

e

da

poco ha

m esso su

una cart iera a Trutenau. A suo critico

avv iso

noi

due s iam o una

coppia

di

scrittori

da

la sc ia re con

u n

p a l m o

di

naso; e

dato

che

non

s a r e m m o

in

grado

di fornirgli merce corrente,

sc r i ve remmo

cose eteree a l di

fuori

della

sfera

del

pubblico,

di

cu i

egl i deve pur vivere

e

che a sua volta non è in

grado

di campare

d'etere,

_v rebbe

voluto

t rovare

il

m o d o

di farci correre.

Mamamusch i

s i

riferisce

al Bourgeo is gentil/som m e del Molière

e

a ppa re già nell'Apologia

della H,

dove le

tre berrette

da

notte ind icano

le

tre

tesorerie

di

Königsberg,

di

Gumbinnen

e di

Marienwerder.

Voi

sapete, a m ic o c aris s im o, che

Heinrich Schröder,

il

nostro vecch io conci t -

tadino,

è stato registrato

u na

volta

anche

c o m e

caval iere

di Rosacroce.

Dal m o m e n t o

che

non è riuscito a diventare

un Bassa

(r icco cono-

scente) né

delle

tre

code d i cavallo né

delle

tre

berrette,

la

facezia

vale

per il

cart iere di Trutenau:

stante

che

fa diventare il

suo

vecch io

g io rnalis ta un Mamamusch i

dalle

tre penne da scrivere › › .

4 4 3

Nella b ib lio teca

d i

Hamann

(Biga

149 /330 ) figura

la

Gescbicbte

des Bruders

Gerundio

(Lipsia, 1 7 7 3 ) , tra du zio ne d ella Historia del

f amoso pred icador Fray

Gerundio de Campazas

(Madrid,

1 7 5 8 )

di

Fr. Lobon de Salazar (pseudon imo

d el p.

Fr. Isla

S .

].).

Mastro Martino

è

u n personaggio

del rom anzo: zoppo

e grande calligrafo

egli

si fa

prom otore di u n nuovo m e to d o grafico. La t raduz ione tedesca del

1 7 7 3

fu operata da I.

Bertuch su l tes to della

t raduz ione inglese

del

Baretti

d el

1 7 7 2 :

Tb e

History of tb e f a m o u s

preacber

ƒr iar

Gerund

de Cam pazas, otberw ise Gerund

Zotes ,

t ranslated from

tb e

Spanisb.

Il

vol .

I della Historia apparve

a

Madrid nel

1 7 5 8 .

4 4 4 «Syphilis sive de

m o r b o

gallico».

Subito

dopo s i al lude alla

rachi t ide, nota

c o m e m o r b o inglese.

4 4 5 Proverbi

X X X , 12-13 : «C'è

gente

che s i crede pura m a

non

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312

scRITTI sUL

L I N G U A G G I O

s i è lavata della

s u a immondizia .

Gente

dall'occhio superbo

e dal

ciglio altezzoso › › .

Apocal isse

II, 1 7 : «Tu dici: 'Sono

r icco, mi

sono arricchito;

non

ho b is ogno di

nulla” e non

sai di essere

infelice,

u n m iserab ile ,

u n

povero,

cieco

e

nu do

› › .

4 4 4 Matteo

VII,

1 5: «Guardatevi da i fa ls i profeti che vengono a

voi in veste di pecore, m a dentro sono lupi rapaci › › .

4 4 7

Isaia LI, 1 7 : «Svegliati, svegl iat i ,

alzati, G e ru s a l e m m e ,

che

ha i

bevuto dal la

m a n o d el Signore

il calice della sua ira; la coppa della

vertigine ha i bevuto:

l'hai

vuotata › › .

4 4 3

Isaia

XXVIII, 7-8:

«

Sacerdoti

profeti

barcollano

per

la

bevanda inebriante, affogano nel vino; perdono

la strada ubriachi

Tutte

le

tavole sono piene d i fetido vomi to, non c'è

un

posto

pulito

› › .

4 4 9

I Timoteo IV, 7 : «Rifiuta le

favole profane,

roba da vec-

chiette››. Isaia XXXII, 1 1 : «Temete,

o

spensierate;

t remate,

o

ba ldan-

zose,

deponete

le v es ti, s po glia te vi, c in ge te vi i fi an ch i di

sacco

› › .

4 5 °

Apocal isse

III,

5:

« Il vincitore

sarà

vestito di bianche vest i ;

non

cancel lerò

il

suo

n o m e

d a l

libro

della

vita,

m a

lo

r iconoscerò

da-

vanti a l Padre mio e davan t i a i

suo i

angel i › › .

4 5 1

Geremia

XLVIII,

1 2:

« verrà

il

giorno

_

dice il

Si-

gnore _n cui gli

manderò

travasatori

a

travasarlo, vuoteranno le sue

botti, frantumeranno

i suo i otri››.

Nella tra d u z io n e lu te ra n a c 'è il ter-

m i n e

S cb röte r (e tim o lo gic a m e nte

«colui che divide ›› ) equiva lente a

Schröder, pseudonimo d i Hamann in questo scritto.

4 5 2

Soƒonia

I,

4 :

«

sterm inerò

da

questo

luogo

gli

avanz i

di

Baa l

e il n o m e stesso d ei

suo i falsi sacerdoti››;

R o m a n i XI, 4 :

«

M

sono

riservato

settemila

uomini ,

che

non hanno piegato

il ginocchio

davan t i

a Baa l

› › .

4 5 3

Frédéric-Melchior

Gr imm

(1723-1807) personaggio

del mondo

parigino

ed europeo

dell'età

dei l um i , prese le parti

della

musica nuova

italiana

nella

querelle d e s Bouflons attaccando J. I.

Rousseau,

per

cui

ebbe

u na pers ona le

inimicizia,

nell'opu sc olo Le

petit

propbète

de

Boebmiscb

Breda (1 7 53 ) .

4 5 4 Il

profeta

Balaam percuote l ”asina che lo

t rasporta

perché s i

rifiuta

di

proseguire

e

miraco losamente

l'animale

prende

a

par lare:

Numeri XXII, 28-30.

4 5 5 Matteo V, 1 8 .

4 5 5 Atti XVII,

22-24:

«Allora Paolo, alzatosi in

m e z z o

al l 'Areopago,

disse:

'

Cittadini

Ateniesi,

vedo

che

in

tutto

siete

molto

timorati

degl i

dèi .

Passando

infatti

e

osservando i

monumenti

del

vostro culto,

ho

trovato anche

un'area

con l'iscrizione: Al Dio

Ignoto.

Quello che voi

adorate senza conoscere, io ve lo

annunzio

' › › .

Esodo

XXXIII,

18-23 : «Gli disse:

'Mostrami

la

tu a gloria '

R i-

spose: (Farò passare davan t i a

te

il mio splendore

e

proc lam erò il

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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Noris D E L

T R A D U T T O R E

313

m io

nom e, Signore, davanti a te. Farò grazia a chi vorrò fare grazia

e

avrò misericordia

di

chi

vorrò

avere m isericordia'. Soggiunse: 'Ma

tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun u o m o

pu ò v ed erm i

e

restare vivo '.

Aggiunse

il

Signore: 'Ecco

u n luogo vicino

a

m e.

Tu

starai

sopra

la rupe: quando

passerà

la

m ia gloria,

io

ti

porrò

nella

cavità

della

rupe

e ti

coprirò con la mano, finché

sarò

passato.

Poi

toglierò

la m a n o

e vedra i

le

m ie spalle, m a il mio volto

non

s i

pu ò

vedere ' › › .

Giovanni

I,

1 8 : « N e s s u n o ha

m a i veduto Iddio:

l'Unigenito

che

è

nel seno

d el Padre, egl i stesso

ee

l'ha

fatto

conoscere

› › .

Giovanni IV,

24 : «Dio è

spirito

e quell i che lo

adorano

devono

adorar lo

in

spirito

e

verità».

4 5 7

1 Corinti II, 9 :

«Quel le c o s e che occhio non vide, né orecchio

udì, né m ai

entrarono in cuore d i uomo, queste

ha preparato Iddio

per coloro che lo

a m a n o » .

4 5 3 R o m a n i

I,

18-23 : «In realtà l'ira di Dio

s i

mani fes ta

d a l

cielo

contro ogni

empietà e

ogn i ingiustizia di uomini che

soffocano la

verità

nell'ingiustizia, poiché

c iò

che di Dio

s i

può conoscere è loro m an ifes to;

Dio

stesso

lo

ha

loro

mani fes ta to .

Infatti

dal la

creazione

del m o n d o

in

poi

le sue perfezioni

invisibili

possono essere contem pla te con

l 'intelletto

nelle

opere da lui compiute,

come

la s u a eterna potenza

e divinità;

essi sono d u n q u e

inescusabi l i , perché, pur conoscendo

Dio, non gli

hanno

dato gloria né gli

hanno

reso

grazie

c o m e

a

Dio, m a hanno

vaneggiato

nei

loro rag ionam enti

e

si è

ottenebrata

la

loro m e n t e

ottusa.

Mentre s i d ic h ia ra v a no s a pie nti sono diventati

stolti

e

hanno c am b ia to

la

gloria incorruttibile di Dio

con la figura

e

Yimmagine

del l 'uomo

corruttibile

› › .

4 5 9 1 Corinti II, 1 1 - 1 4 : «Chi conosce i segreti dell'uomo se

non

lo

spirito

dell'uomo che

è

in lui?

Così

anche

i

segreti

di Dio nessuno

li

ha

m a i

potuti

conoscere s e

non

lo Spirito di

Dio.

Noi

non

a b b i a m o

ricevuto

lo spirito del mondo,

m a lo Spirito d i Dio per

conoscere

tutto

c iò

che

Iddio

c i

ha

donato .

Di

queste cose noi

parliamo non con

un

linguaggio suggerito

dalla

sapienza umana, m a

insegnato

dallo

Spirito,

espr imendo

cose

spirituali in

termini spirituali.

L'uomo

natura le

però

non com p rend e le cose

dello

Spirito

di Dio;

esse

sono follia per lui

e

non è

capace di intenderle, perché s e ne

può giudicare solo

per

m ezzo dello Spirito».

4 4 ° Cfr. nota 452. Numeri XXII, 21-28.

4 5 1

Giovanni VI, 4 6: «Nessuno

ha

m a i visto

il

Padre s e non

co lu i che

viene

da Dio › › .

Giovanni

III,

1 6:

«Nessuno

è

m a i

sali to

a l

cielo,

fuorché

il

Figlio dell'uomo che è

disceso

d a l cielo › › .

Giovanni

XVI,

28 : < <

Sono uscito

da l Padre e

sono venuto nel

m o n d o : ora lasc io di n uo vo il m o n d o e v a do a l Padre › › .

4 6 2 Marco XII, 27 : «Non è

un Dio dei

morti m a d ei

viventi Voi

siete in errore › › .

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31 4 scRITTI sUL L I N G U A G G I O

4 4 3

Marco IX ,

48 :

«

. . .dove

il loro verme non muore e il fuoco

non s i estingme ›› ; Isaia LXVI,

24 : « Uscendo

vedranno i

cadaver i

degl i

uomini

che s i sono

ribellati contro di m e; poiché

il loro v e r m e

non

morirà, il loro

fuoco

non

si

spegnerà

e

saranno un

abotninio

per tutti › › .

4 5 4 Cant ico

d ei

cantici IV, 3 : «Come u n nastro di porpora le tue

labbra , e la tu a

bocca

è

soffusa di

grazia;

c o m e u no

spicchio

di mela-

grana la tu a guancia attraverso il velo › › .

4 6 5 Esodo X X , 5-6: «Non ti

prostrerai davanti a

loro

e

non

li

servirai . Perché Io, il

Signore,

sono il tuo

Dio,

un Dio geloso, che

punisce la

colpa dei

padri

nei

figl i

fino

alla terza

e quarta gene-

razione, per coloro che mi odiano, m a che d im os tra il suo favore fino

a

mil le

generazioni

per

quell i

che

m i

amano

e

osservano

i

mie i

c o -

mandament i › › .

4 5 ° 2

Corinti

III, 6: « laettera ucc ide, lo Spirito dà

la

vita››.

Salmo XXXVII, 1-2: « N o n adirarti contro gli

empi,

non

invidiare

i malfattori: c o m e fieno presto appassiranno, cadranno c o m e l'erba

del

prato › › .

Sa lmo

XC, 5-6: «Li annienti, li s o m m e r g i

nel

sonno; sono com e

l 'erba

che

germ ogl ia

a l

mattino:

a l

mattino

fioris ce, germ oglia , a lla

sera è fa lciata

ed inaridisce››.

4 5 7 2 Timoteo IV, 3-4: «Verrà giorno in cui non si sopporterà

più

la

sana dottrina, m a per il prurito di udire qualcosa gli uomini

s i c i rconderanno di

maest r i ,

secondo

le

proprie vogl ie, rifiutando di

dare ascolto

alla

verità per v olg ers i

alle

favole

› › .

4 3 1 3

Matteo XXIII,

29-31 : «Guai a voi, scribi e Farisei ipocriti,

che

innalzate

i

sepolcr i

a i

profeti,

a dorna te le t o m b e d ei

giusti

e

dite:

' Se

f oss imo

vissuti a i tempi

dei

nostri padri,

non

c i s a r e m m o

uniti

a

loro

per

versare il

sangue

d ei profeti':

così

testimoniate

contro voi

stessi di essere figli degl i uccisor i

d e i

profeti

› › .

4 5 9

1

Samuele

XXVIII 3-25: Saul

mediante la pitonessa d i

Endor

evoca

l 'anima d i

Samuele.

4 7 °

Oraz io ,

IV O d e d el IV

libro,

vv. 1-4,

9-12 : «Simile

all'alato

servi tore

della

folgore _cui

il

re

degl i

dè i

concesse

il

predominio

su i

vagant i uccel l i , dopo averne sper im entata

la

fedeltà nella faccenda

del

biondo

G an im e d e

_che l'istinto aggressivo

b en pres to indusse

ad attaccare gli ovil i,

e che

ora

il

bisogno d i cibo

e

di lotta ha sospinto

contro

combattivi serpent i › › .

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NOTA

BIBLIOGRAFICA

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Il

prob lem a del lingu aggio, pur essendo

centrale nell'orientamento

hamann iano , non

è

_ nostro

avv iso

_organicam ente isolabi le in

f o r m a

di

trattazione

s is temat ica

dal

contesto

v issuto e

culturale

del-

l 'Autore.

Siamo

pertanto

dell'opinione

che

Hamann

debba

e s s e r e

affrontato

sempre tutto intero.

La strada

è

costituita d alla linea

biografica,

per

cui

vale sempre

il profilo _anche

s e

talora d i

faticoso

impiego _d i ]. N A D L E R ,

I. G .

H a m a n n . Der Zeuge des Corpus

myst icurn .

Sal isburgo, 1 9 4 9 .

Le informazioni

vengono

d a l

r icco Brieƒwecbsel , che ora

a b b i a m o

a

disposizione

ordinato e comp le to

nei c inque volumi

dell'edizione

di

W. Z iesemer

e

A.

Henkel (W iesbaden , 1955-1965) .

All'edizione

dei

Sämtlicbe

Wer/ee

hamanniani

d i

J .

Nadler

(Vienna,

1 9 4 9 - 1 9 5 7 , 6

voll.)

pos sono a ncora utilmente aff iancars i

le

v ec ch ie ed i-

zioni di F. Roth

(Berlino,

1821-1825,

7 voll.) e

di C. H. Gildermeister

(Gotha, 1 8 5 7 - 1 8 7 3 , 6 voll.), di quest'ultima è r icca di

notizie

l'intro-

d u zio ne b io gra fic a . Pa rtico larm ente preziosa

è

la

Clavis

interpretativa

offerta

d a l Nadler

nel

VI

v olu m e d e lla sua edizione.

È in corso di pubb l i caz ione l'edizione curata da F. Blanke

e

L.

Schreiner

(iniziata

nel

1956

a

G üters loh) : Ioh ann

Georg Hamann,

Hauptscbriƒten,

er/elärt

von F. Blanke, E.

Biicbsel,

K.

Gründer,

E.

I.

Scboonboven,

E. Metzke, L. Schreiner, M.

Seils,

d i cui sono apparsi

a lcun i

volumi dotati

di un

c o m m e n t o

stor ico esauriente.

Il

primo di ques t i volumi è una

bibliografia

com ple ta degl i

studi

hamanniani, alla quale rim a nd ia m o u nita m e nte al bollettino haman-

niano

edito da J. O ' Flaherty in complessivi 3 voll . fino al 1 963:

«The

Hamann

News-Letter››.

Nel 1967 I.

Simon

ha raccol to in u n

v o l u m e edito

da S u h r k a m p

a

Frankfurt

a .

M.

(Iobann

Georg

H a m a n n ,

Scbriƒten zur

Spracbe) i test i

ha ma nn i a n i relativi a l

l inguaggio. In

appendice il

Sim o n

fornisce u n

elenco delle trattazioni

relative

a

questo specifico argomento,

a

cui

r i ma nd i a mo .

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Genesi:

I,

3

3-5

14 -19

27

II, 21

23

III, 15-16

21

24

XIV,

1

X X , 1 6

XLI, _

XLIX, 9

1 2

Esodo:

VII,

11

VIII,

1 5

X X ,

5-6

XXXIII,

18-23

Levitico:

XI, 3

Numeri:

XXII,

21-28

28-31

XXXIV, 4

INDICE

DEI TESTI

BIBLICI

255

31 1

31 1

255

259

259

28 6

257

28 4

308

223,

266

1 82

1 82

27 7

27 6

3 1 4

3 1 2

2 %

3 1 3

2 8 2 ,

s o s

3 09

3 1 2

Deuteronomio:

X X X ,

1 4

Giosuè:

VI,

20

Giudic i :

V , 1 0

24

28

30

VIII,

2

IX ,

2

1 5

X,

5

XII, 5-6

X V , 1 5

1 Samue le :

VI,

4 - 5

X I V ,

2 4

XXVIII, 3 - 2 5

X X X , s o

2

Samuele:

XIII-XIX, _

XIV,

_

2-21

28 6

29 4

1 1 3 , 2 5 5

2 2 1 ,

s o s

2 6 0

1 1 0 ,

254

1 9 3 , 29 8

1 1 4

256

308

3 1 0

29 9

2 9 9

1 2 6 ,

2 6 8

3 1 4

3 0 8

2 9 7

21 5

307

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322

XVI, 23

1

Re:

XVII,

6

2 Re:

IV,

4 0

2

Cronacbe:

IX, 8

1 0

XXV,

1 8

Ester:

III,

1 5

2 Maccabei:

I,

_

1 0

Giobbe:

XIQIII,

19-22

XL, 1 9

Salmi:

X I X ,

2 - 5

X X , 1 o

X X I I ,

7

X X X I I I , 9

X X X V I I ,

1 - 2

L ,

1 2 . 1 3

L I X , 1 3

L X X I I I ,

2 1 - 2 2

L X X I X , 1

L X X X I X , 5 2

X c ,

s - 6

C I V , 3

G X ,

1

1 4

CXV, 1 0

CXX, _

4

CXXIX, 6

s

27 7

27 3

27 1

29 9

29 9

1 1 4 ,

1 8 4 ,

1 3

65

1 1 1 ,

27 9

2 5 7

1 8 9 ,

2 8 9

1 1 6 ,

3 1 4

2 7 1 ,

1 2 7 ,

1 2 1 ,

2 9 7

29 7

3 1 4

3 05

29 8

307

27 9

28 8

68

28 4

,

1 65

CRITTI SUL

256

29 5, 3 09

254

29 7

259

29 7

269

264

L I N G U A G G I O

Proverbi:

I,

7

X X , 5

X X X ,

12-13

Ecclesiaste [Qoèlet]

VII, 29

30

X , 2 0

XII,

2 - 4

Ca ntico d ei Cantici :

IV, 3

27 8

205,

301

31 1

29 2

1 80

1 9 4 ,

29 9

29 4

314

Ecclesiastico [Siracb]:

X ,

1 9

Isaia:

XXVIII, 7 - 8

1 6

XXXII , 1 1

LI,

1 7

LXVI, 24

Geremia:

II, 1 3

III, 24

XXXI , 1 5

22

XLVIII, 1 2

L, 2

Lam entaz ion i :

II, 1 2

Ezechiele:

I, 3

IV, _

15-16

250

31 2

27 8

3 1 2

3 1 2

3 1 4

269

28 4

215,

3 07

3 07

238 , 31 2

255

1 s 6 , 2 9 6

28 2

1 57

28 2

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Daniele:

III,

 

4-7

1 9

XIV,

27

Gioele:

II, 20-21

Soƒoniaz

I,

4

1 5

Malacb ia :

III,

2

Matteo:

II,

7 -8

1 8

III, 1 2

V ,

1 3 - 1 7

1 8

33

4 8

VI,

9 -13

28-29

VII,

13 -14

1 5

XIII, 24-30

31-33

37-39

XV,

26

XVI, 1 8

1 9

XVIII, 3

XIX, 1 2

23-25

XXIII,

29-31

XXVII,

8

35

37

Marco:

IV,

21-39

INDICE DEI TESTI BIBLICI

29 4

29 4

182 ,

29 4

28 3

1 59

31 2

29 7

125,

267, 306

265

27 1

255

264

3 1 2

27 8

29 8

29 8

29 9

3 1 0

3 1 2

29 0

28 6

29 0

29 8

309

3 08

262

268

29 0

3 1 4

3 06

29 9

29 8

264

IX,

4 8

XII,

27

XV,

1 4

Luca :

IV, 31-43

X ,

32

XI, 13

4 6

XII,

6-7

20

XVIII, 17

Giovanni:

I, 1

1 8

› - 1 - 4 : V 1 - 4

-x )

› ^ \ › ›

› -o › - o o

1 6

Iv , 1 8

2 4

VI,

4 6

VIII,

4 8

X I , 4 9 - s o

XII,

3 2

X I V , 1 6 - 1 8

XVI,

28

XIX,

5

5 - 6

XX,

15-17

Atti:

I,

1 7

1 8 - 1 9

II,

1 9

VI, 8

V 1 1 ,

6 2

X ,

1 1

1 1 - 1 2

XVII, 1 8

2 2 - 2 4

2 7

31 4

31 3

31 0

264

259

29 8

3 1 0

27 9

185,

29 6

28 3

28 6

3 1 3

3 06

29 9

262

260

3 1 3

220,

3 08

2 9 7 ,

3 1 3

31 3

259

122, 265

29 9

262

3 1 3

27 6

27 5

1

1 6,

259

29 6

3 06

12 1 ,

264

27 7

27 7

1 1 7

259

29 1

3 1 2

1 25

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3 24

27-28

XVIII,

1 7

R o m a n i :

I,

18-23

VII, 18-19

VIII, 19-23

29

IX, 21

X , 8

XI,

4

XII,

1

1 Corinti:

I,

23

II, 9

11-14

III,

6-9

9

XII, 3 1

XIII, 3

8-9

1 2

2 Corinti:

III,

6

IV, 6

1 3

Efesini:

V, 1 3

Filippesi:

I, 9-11

II,_

7

5-11

IV,

1

7

Cola x x e s i

:

I, 1 5

15-17

II,

4

SCRITTI SUL

267

184,

29 5

31 3

28 6

28 6

125,

267

1 16, 259

28 6

3 1 2

29 7

255

313

31 3

29 1

173

27 0

29 8

27 7

24 9

31 4

124,

267

151,

27 9

255

27 1

29 8

27 2

2 9 8

1 8 6 , 2 9 6

2 7 8

1 24

267

9 2

LINGUAGGIO

1 Timoteo:

IV,

7

2

Timoteo:

II,

5

1 9

III, 5-9

IV,

2

3-4

1

Tito:

I,

1 2

Ebrei:

I,

1 -4

Giacomo:

I, 25

II, 7

III, 5-8

1

Pietro:

II,

9

2

Pietro

I,

4

II, 8

6-10

1 6

1

Giovanni:

I,

1

A

pocalixse:

I,

8

II, 1 7

II-III,_

III,

5

1 4

V ,

1 2

I X , 1 1

X V I ,

1 5

X I X , 1 o

3 1 2

1 8 3 ,

2 9 5

1 6 3 , 2 8 8

2 7 6

2 7 1

3 1 4

28 3

27 2

1 7 0 ,

28 9

129 , 27 0

27 6

29 7

125,

267

133

27 3

28 2

28 6

2 6 7 , 2 6 8

3 1 2

2 9 6

3 1 2

2 9 6

2 9 8

2 5 7

1 2 4 , 2 6 7

1 3 0 , 2 7 1

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INDICE DEI NOMI

Abbt , Th., 45, 46, 47 n., 205 n.,

21 4, 301 , 302, 306.

A bc lenego, 29 4 .

Abelardo Virbio

( H a m a n n ) , 4 0.

Abele,

286.

Abigail, 33 .

Ab im e lech , 256.

Abramo,

132.

Achil le, 268.

Achitofel,

1 4 7 ,

2 7 7 .

Adamo, 116, 124, 132, 133,

257,

259 , 266, 276.

Adanson,

M.,

19 .

Aftonio, 293 .

Agamennone, 249.

Agostino, Aurelio, 20, 21 , 23-25,

1 3 1 n.,

132 n., 251, 271, 272.

Agrippa,

M.

Vipsanio,

247.

Alcibiade,

7 7 , 27 5.

Alembert ,

J.

Le

Ronde

de,

16

n.

Alessandro Magno,

212.

Alfonso

X

di Castigl ia e León,

214,

306.

Algarotti, F., 101n . ,

1 3 3

n.,

148,

162

n.,

182

n.,

184, 184

n., 251,

2 7 3 , 278 , 2 8 7 , 29 8 , 3 06.

Amann,

222, 29 5.

A m a s i a ,

256.

Amfione, 29 4 , 29 5.

Anacreonte,

133 .

Anito, 206, 302.

Antimaco,

127 , 268.

Aper,

M., 291.

Apicio, M. Gavio, 157 , 283 .

Apollo, 2 9 1 .

Appio Claudio Cieco, 308.

Apuleio

d i

Madaura,

278.

Apuleius Risorius (Voltaire),

185n. ,

209n . ,

296.

Archia, Aulo

Licinio,

3 0 8 .

Ariosto,

L.,

2 7 4 .

Aristio, M. Fusco, 1 1 7 .

Aristobulo

(Hamann) , 1 3 , 83,

149 .

Aristodcmo,

2 7 4 .

Aristofane, 1 3 4 , 2 8 9 .

Aristotele,

92 n., 169-172 n., 212,

233, 249 -251 , 27 4, 285, 289 ,

29 0, 31 0.

Arnauld,

A.,

104

n.

Arnoldt,

D. H .,

44 .

Aronne,

286.

Arriano, Flavio, 1 5 1 , 1 7 9 .

Artaserse, 3 0 9 .

Artemonius, L.

M.,

265.

Asaf

(v.

Klopstock), 2 7 4 .

Assa lonne,

192,

27 7 , 29 7 , 3 07 .

Atenagora, 267.

Attico, T. Pomponio, 264.

Augus to ,

G .

Giulio

Cesare

Otta-

v iano, 120, 194n., 263 , 29 6,

306.

A us on io , Dec im o Magno,

1 1 5

n.,

257.

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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3 2 6 s c R I T T I s U L L I N G U A G G I O

Bacone,

F.,

100 ,

1 1 4

n., 116 ,

1 1 8 n.,

1 1 9

n. ,

1 22, 1 24 ,

1 25 n.,

129 , 1 29 n., 255, 256, 260, 265,

267,

270 .

Balaam,

281,

312.

Baretti, G., 4 8 , 3 1 1 .

Barine, 305.

Bassa, 3 1 1 .

Bayer, G . S., 1 81

n., 206 n.,

21 4

n. ,

29 3 , 3 02, 303 , 3 06, 308 .

Bayle, P.,

15811 . ,

1 7 7 , 284 .

Beauzée,

N.,

1 03

n.,

160,

252,

284 .

Becher,

B., 262.

Belisario, 274.

Belletier, 251.

Bengel, J .

Albr.,

121n., 264.

Benson, G .,

1 20

n.,

263.

Berens

(famiglia),

1 4 ,

22,

32-

Berens,

I-I.

E., 23 .

Berens I., Chr., 30, 32.

Berens,

K.,

32, 3 3 , 7 5.

Berkeley, G., 65 n., 256.

Bertuch,

Fr.

I., 3 1 1 .

Blainville, Ch. H. de, 35.

Blanke,

F.,

3 1 7 .

Bock , K.

G., 4 5.

Boiardo, M. M., 274 .

Bolingbroke,

H . Saint-]ohn

of,

1 7 7 n . , 2 9 1 .

Borowski , L.

E.,

291.

Bos,

L.,

105,

253.

Boulanger , N. A., 1 81

n.

Brooke,

H., 7 2.

Broome ,

W., 270 .

Brown,

M.,

4 8 .

Brown, Th.,

1 60

n., 284 .

B r u m m e r ,

I., 263.

Bruno,

Giordano,

243

n.

Bruto,

M. Giunio,

206, 302.

Büchsel ,

E.,

3 1 7 .

Bud d h a , 303 .

Buffon, G . L. de, 24 , 123 , 1 57 n. ,

266.

Burnet,

J.,

247.

Burnet, Th., 24 .

Büsch ing, A. Fr.

(Strabone),

3 0 9 .

Butler, S . , 278.

Buz i ,

282.

Caifa,

122, 1 22 n. , 265.

Caino,

286.

Campanella,

T.,

103 n.

Cardano,

G .,

1 31

n., 272.

Carlo

II d'Inghilterra, 258.

Caronda,

9 2

n., 24 9 .

Cartesio, 1 4 9 ,

283 .

Caterina

II di

Russ ia ,

7 5,

2 9 9 .

Catius, M.

Insuber,

207 ,

207

n.,

302, 303.

Catone,

M.

Porcio, 25.

Catullo, G. Valerio, 1 24 n., 266.

Cella rio, Chr. (Keller), 262.

Cervantes

Saavedra,

M. de,

1 1 6

n.,

149,

177

n.,

278.

Cesare, G.

Giulio,

1 00, 1 59 , 302.

Chladen,

J.

M.,

23 , 24 .

Chodowiecki, D. N .,

222, 309 .

Cicerone, M.

T., 24 ,

1 00

n.,

1 27

n.,

1 3 1 6 . ,

1 4 1 , 1 4 7 1 1 . , 1 6 1 6 . ,

1 7 3

n., 203 , 205 n.,

21 5

n. , 2 1 7 ,

220 n., 223 , 251 , 264 , 268 , 27 2,

27 4, 275, 285, 290, 297 , 300,

303 , 3 06-3 08 , 31 0 .

Cid, Ham et

Benengeli, 149,

279.

Clarke, S . , 120 n.,

264.

Claudio, T.

Cesare

Augusto

Ger-

manico,

276.

Clemente

Alessandr ino, 268 , 28 0.

Coelius,

M .

Rufus,

205

n., 217 ,

223,

301 , 306,

308, 31 0.

Coel ius,

M. Serotinus (Nicolai),

74 -76 ,

205, 220.

Colbert,

J . B ., 1 0 7 , 254.

Comenio,

I. A. (Komensky) ,

119 ,

261 , 262.

Condi l lac,

E.

Bonnot

de, 52.

Confucio, 1 7 7 , 21 4 n.

Contius,

Chr.

G., 275.

Cordonnier, H. (Matanasius

Chrysostome) ,

295.

Courtan, Toussaint , S. M., 300.

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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I N D IC E D E I

N o M I

3 2 7

C. T.

D.

(Dam m , Chr. T.), 80,

1 7 8 ,

1 84

n.,

227 , 229 , 23 3 ,

292,

295 , 3 1 1 .

Curione, G. Scribonio, 203, 300.

Dacier, A. Lefebure, 263, 264.

D a m m , Chr. T. (C. T. D.),

7 9 ,

222, 29 2, 295, 309 , 310.

Daniele,

283 .

David, 170, 274, 277, 307.

Debora, 7 4, 254, 255.

Della

Porta,

Giambattista,

1 4 8 ,

277.

Demetrio Falereo,

181n . ,

293.

Demetrio

Poliorcete, 158,

283,

284.

Demostene,

16 1 , 268, 28 6, 29 1 .

Desider ius , 275 .

Diderot, D.,

9 1 , 24 9 .

Didone, 268.

Diogene Laerzio,

1 36

n., 27 5.

Dods ley, R., 275.

Donato ,

Elio,

263.

Eber il Keniota, 308 .

Eberhard ,

I.

Aug.,

69

n.,

7 0,

295,

302.

Eccard, ]. G ., 250, 253 .

Elena,

303 .

Elia, 273 .

Eliseo,

271.

Eliu,

1 1 1 , 254.

Elnawabig (o Ennawawig),

1 03

n.,

252.

Encolpio,

2 4 9 , 251.

Enea,

3 0 1 .

Ennio, Q .,

9 3

n.

Enrico IV

di Francia, 287 .

Epicuro, 134 , 1 47

n.

Epitteto, 151 , 179 .

Erasmo

da

Rotterdam,

257.

Erennio, 1 8 9 ,

2 9 7 .

Ermogene, 1 1 3

n., 255.

Erode

Antipa,

122,

1 22 n.,

265.

Erode

Attico,

15 9 , 284 .

Erodoto, 1 8 5

n.

Erpe, Th. van

(Erpenius), 1 0 3 n.,

252.

Esiodo,

9 0,

248 .

Esopo,

57 ,

1 1 7 , 156.

Estienne,

H.

(Stephanus),

1 8 5

n.,

277 .

Eutifrone, 1 1 3 ,

1 1 4 n., 1 1 6 n.,

123,

255.

E zec hiele, 28 2.

Fabr ic ius, ]o. Alb.,

1 42

n.,

1 59

n.,

276,

284 .

Federico

II di Pruss ia ,

1 6,

3 8 ,

4 3 ,

69 , 216, 251 , 268 , 277 , 27 8,

282, 283, 284, 287, 288, 294,

295,

29 6, 29 8, 29 9 ,

300, 302,

304, 305, 306.

Federico

Gugl ielmo

III

d i

Prus-

sia, 300.

Federico

V di Dan imarca

e

Nor-

vegia, 1 5.

Fénelon, Fr. de Salignac

de

la

Mothe, 264.

Fenton, E . , 270 .

Ficino,

Marsilio, 282.

Filippo II

il

Macedone, 286.

Filone

d'Alessandr ia ,

161n.,

1 8 0 ,

1 8 0 6 . ,

2 6 6 , 2 8 5 , 2 9 2 , 2 9 3 .

Fleury, Cl., 211n., 304 .

Focione, 251.

Fontenelle,

B. La Bovier de, 1 00 n.,

118n.,

1 23 n.,

127n.,

2 9 1 .

Formey,

I. H . S . , 48 , 49 , 67 .

Förster,

G .

L.,

1 6

n.

Fozio, 1 22 n., 265.

Frine,

1 1 6

n.

Fr isch, L., 2 1 1 .

Fugère, A.

C.,

257.

Fulberto,

Kulmius, v . Nicolai.

Galilei, G .,

156.

Gallione,

1 84

n.,

295.

Garbe,

I. G., 4 4 .

Gebha r d

(editore), 7 5, 7 9 , 31.0.

Gelemio , Sig ismondo, 285.

Gellert, Ch. F., 9 1 , 248 .

Gcllio,

A.,

9 3 n.

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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3 2 8 scmr r r s U L

L I N G U A G G I O

Genest,

Ch. 48.

Harrevelt, E. van,

285.

G eorg iu s Ca th olic us , 264.

Harris, ].,

160, 284 .

Geremia,

238. Hartknoch,

J. F.,

48

n.,

65, 71 ,

Geroƒante

(Starck

J . Aug.) ,

151,

139.

1 6 3 .

H a r t u n g ,

G . L . ,

7 0 , 2 0 0 , 3 0 0 .

Gesù

Cristo,

1 4 ,

34 ,

130-132,

1 4 9 ,

Hartung, M.

Chr. , 300, 302.

159

n.,

238, 259, 264, 265, 267 , Hausen C. R.,

182,

294.

2 7 1 , 2 7 2 , 2 7 5 , 2 7 8 2 9 8 . H a y m , R . , 4 5 ,

4 5 1 1 .

G i a c o m o di Z ebedeo, 263 . Helck, I. Chr. , 211n., 305.

Giacomo (lettera

di),

265, 289. Helvétius,

Cl.

A,

147 ,

157 n., 277.

Giaele,

7 4 ,

221, 308 . Henkel, A.,

9 ,

295, 300 , 3 1 1 , 3 1 7 .

Giannone,

P.,

1 03

n.

Herder,

I.

G.,

7 ,

42-45,

4 5

n.,

Gildemeister, C.

H., 3 1 7 .

46-50n.,

51 -54 , 56-58 , 60-66,

G i o a s ,

1 1 4 ,

2 5 6 . 6 8 - 7 4 n . ,

7 9 ,

1 4 1 , 1 4 2 ,

1 4 4 ,

G i o b b e ,

2 7 9 .

1 8 2 , 1 8 5 , 1 8 5 , 1 8 6 , 1 9 4 ,

2 1 5 ,

Giotamo,

1 1 4 , 256. 27 5, 27 6, 27 8 , 28 6, 28 8 , 291 -

Giovanni

il Batt ista,

2 1 3 .

29 5, 300, 3 02, 31 1 .

Giovanni l 'Evangel ista, 265. Hermann,

Hugo,

254.

Giov ena le, Dec im o

Giunio,

9 3

n.,

Hermias

d i

Alessandria,

267.

1 1 8 n., 1 3 7 , 24 9 , 27 5, 3 1 0 . Hesentha ler , M ag n us , 262.

Girolamo, Eusebio, 136

n., 275. Heyne, Chr.

G.,

263.

Giuda Iscar iota, 186, 3 0 9 . Hinz, I. Fr., 7 1 , 7 5.

Giuda (lettera

di), 265.

Hippel, Th.,

201 , 300.

Giugurta,

1 7 3

n. Hoeschel , D., 285.

Giuliano l 'Apostata, 162,

287.

Hogarth, W .,

278.

Giuseppe (figlio

di Giacobbe ) , 266. Holbach, P. H. D. de, 282.

Giustiniano,

274 .

Horam,

2 9 9 .

Giustino (martire), 267 , 268 . Howel, I., 1 1 6 n., 258.

G o e t h e ,

J . W . ,

5 1 ,

4 8 , 2 5 0 , 2 7 5 . H u m e , D . ,

6 4 ,

1 5 6 , 1 5 7 6 . , 2 8 5 .

Gognet ,

A. Y., 115 , 257 .

G o n s c h e d ,

J .

C h r . ,

2 4 8 .

I “ f “ b “ * S ›

1 4 7 › 2 7 7 -

G m b i u s ,

J .

E . , 2 1 6

6 . I fl “ “ < = S ›

1 4 7 ›

2 7 7 -

Grecourt, I. B. Villart de,

194 ,

Iarbai

268'

_

299_

Ignazio

di

Costantinopoli,

265.

Grim,

F r .

M . , 5 5 , 2 4 1 n . , 3 1 2 . 1 P ° f i d ° › 1 1 6 1 1 - › 2 5 8 -

Gründer, K” 31-/_ Ippocrate, 8 8

n.,

247 .

Guarini, G _

B”

194

n _ Ireneo

d i Lione, 21 6 n., 280,

307.

G ' 1 1

a , K . G . ' I'1' ,

I s a i a -

2 6 4 -ìiš288. (Quintus c11us)

Isla, Fr.,

3 1 1 '

H aged orn, Ch r.

L.,

292.

Johnson, S.,

4 8 .

Hagedorn, Fr.,

46,

131n . ,

272.

Julianus,

264.

H a m a n n ,

Johann

Christoph,

1 3,

42. Kadmonbor, strega di (v . Nico-

H a m a n n ,

Johann

Michael, 296. lai), 7 5, 21 7 .

H a m a n n , Lisette

Reinette,

1 63 n., Kant, I., 32, 4 2, 4 4 , 4 5, 29 1 , 29 2.

27 8, 29 6. Kanter, I. ]., 1 4 , 32 n., 3 3 , 39 ,

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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I N D I C E .

D E I

N O M I 329

4 0, 4 3 , 4 5, 65, 7 0, 7 2, 200,

2 7 9 , 300, 3 1 1 .

Kepler,

I., 156.

Klettenberg, Susanna von,

250.

Klopstock,

Fr. G.,

1 3 4 ,

134n.,

2 7 4 .

Klotz, Chr. A., 4 7 ,

205

n. , 294 ,

302.

Kortholt,

Chr. ,

1 1 9

n., 262.

Kowalewski , C., 30, 30 n.

Lalage, 1 1 7 , 260.

Lambert ,

I. H ., 51 .

La Mettrie, I. Offroy

de, 156,

282.

Lam ia , 15 8 , 284 .

La Motte, Houdar A.

de,

1 20

n.,

263.

Lancelot , Dom. Cl.,

1 04 n.

La

Pause,

Henr i

Ophelot

de (I.

B.

C.

Isoard

Delisle),

1 00 n.,

1 7 7 , 251 , 29 1 .

Latro,

M.

Porcio, 266.

Lattanzio,

Firmiano,

155,

281.

Laura,

60.

La v a l, Cl. , 201 , 300.

Lavater,

I.

C., 27 7 ,

3 09 .

Law, I. of

Lauriston,

100,

251.

Leibniz, G.

W ., 104

n.,

119 n.,

148, 161n. , 250, 253, 254 , 262,

264, 27 8, 310.

Leopoldo

d i Dessau,

277.

Lessing,

G. E., 4 5, 4 6, 4 7 , 302.

Lichtenberg,

G.

Chr.,

309.

Licurgo, 9 2 n., 249 .

Lindner, G. I.,

22,

23,

26.

Lindner,

I.

G.,

13

n., 29 ,

30n.,

31 , 33, 3 3 n., 36, 36

n.,

38, 40,

45.

Líttleton,

G.,

297.

Lowth,

R.,

114

n., 1 3 3

n., 134

n.,

256,

257,

260, 27 3.

Luca, 263, 280.

Lucilio,

G .,

24 , 257 , 258 , 288 .

Ludovici, K.

G.,

21 9 , 3 08 .

Luigi

XIV

di

Francia,

4 8 .

Lutero, M., 132 n.

Magus im

Norden

(Hamann) ,

38, 68, 7 0, 72,

7 5, 7 7 ,

78 , 165,

182,

185 , 1 8 6, 1 9 1 , 1 9 4 , 2 1 4 ,

250, 288, 289 , 294 , 296.

Maintenon,

Françoise

d'Aubigné

de, 2 7 4 .

Mamert, Patisson, 2 7 7 .

Manilio,

M .,

114

n., 255, 256.

Maometto, 20, 21 ,

131n . , 159,

272.

Marcello, C. Claudio, 205

n.,

3 0 1 .

Marco

Aurelio

Antonino,

158,

1 7 3 n., 214n., 28 3 , 28 4 , 29 0.

Maria

d i Borgogna, 253.

Maria d i

Magdala,

259.

Marmontel, I.

Fr.,

185,

296.

Matanas ius , Chrysostom e (v . Cor-

donnier

H.), 295.

Mathanasius, Iohann

Salomon (v .

S e m m l e r

I.

S.), 1 8 4 ,

295.

Maupertuis,

P.

L. Moreau de, 1 04 ,

252, 27 8 .

Mecenate, G . C., 186 ,

208

n., 2 9 1 ,

303.

Melchisedek, 3 0 7 .

Mendelssohn,

M., 4 0, 4 6,

67 ,

259,

301.

Merian, I.

B ., 1 6 n.,

1 7 ,

21 , 9 3 ,

249.

Mesach, 2 9 4 .

Metzke,

E . , 3 1 7 .

Meusel ,

I.

G ., 262.

Meyer, H . I., 285.

Meynier,

1 04

n.

Michael is , I. D., 1 3 , 1 4 , 1 6, 1 6 n.,

1 7 ,

1 7 n., 1 8 , 20, 20 n., 22, 39 ,

4 1 ,

4 4 ,

44n., 1 1 4

n.,

248 , 2 4 9 ,

255, 257 , 260, 263 , 270 , 2 7 1 ,

272, 273 , 275.

Michelessi , D., 251 .

Micol,

33 .

Migne,

I.

P.,

266,

275 .

Milton, I.,

1 34 n., 2 7 4 .

Mirabaud, I. B. (v . d 'I-Io lb ac h) ,

282.

M oa b , 238.

Molière (I.

B.

Poquelin),

311 .

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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3 3 0

scxr-rrr

sur. L I N G U A G G I O

Montaigne, Michel de, 76,

147

n.,

160,

284.

Montesqu ieu, Ch., 24 9 , 27 8 , 29 7 .

Montpensier, Anne Marie Loui-

s e

Henriette

d 'Or1éans

de,

253.

Moscati,

P.,

156 n., 282.

M o s è ,

1 5 ,

2 3 , 1 1 6 ,

1 2 1 1 1 . ,

1 4 8 ,

277 , 286.

Moser ,

Fr. C.

V.,

32, 34 , 3 5, 36,

37 ,

38, 39 , 42, 46,

75, 77-79 n.,

1 0 7 1 1 . , 2 3 0 , 2 5 4 , 2 8 8 .

Mueller,

G. E.,

272.

Muzell,

F r. (M uz eliu s) ,

119 ,

261.

Nabucodonosor , 2 9 4 .

Nadler,

J.,

9 , 22, 39 n., 70,

7 0 n., 24 8 , 252,

254-256,

259,

266, 27 1 -27 7 , 27 9 , 280, 283-288,

2 9 1 , 292, 301 , 304 , 306, 3 08 -

31 0, 3 1 7 .

Nazir, J . M. J .,

162.

Neemia ,

220.

Newton, I., 1 23, 1 4 8 , 156, 251 ,

266, 27 6.

Niceta Paflagone, 266.

Nicolai, Chr.

Fr., 4 0, 4 1 , 4 3 , 4 5,

64 , 67 , 7 2, 7 3 , 7 4 ,

7 5,

7 6, 28 8 ,

295, 3 01 , 302, 303 , 308 , 3 09 .

Nicolav, L. H.

v . ,

273 .

Nieuwentyt, B. (Nieuwendijdt),

1 2 3 , 2 6 6 .

Noel ,

145 ,

211n.,

21 5

n. , 2 9 7 , 302,

306.

N o e m i ,

7 9 .

O'Flaherty,

I., 3 1 7 .

O m e r o , 1 2 9 , 1 3 4 ,

2 1 1 , 2 6 3 , 2 6 4 .

Onomacri to, 249.

Orazio Flacco,

Quinto,

69 ,

83,

97 ,

105,

106 n., 107 n.,

113, 117 ,

1 24 n., 135, 165,

1 7 4

n.,

1 82

n.,

1 8 6 ,

1 9 4 1 1 . , 1 9 5 1 1 . ,

2 0 3 ,

2 0 5 1 1 . ,

2 0 7 1 1 . , 2 0 8 n . , 2 0 9

n . ,

2 1 0 1 1 . ,

2 1 1 ,

2 1 1 1 1 . ,

2 1 3 ,

2 1 3

n . ,

2 1 4 1 1 . ,

2 1 3 1 1 . , 2 1 6 , 2 1 6 n . , 2 2 2 1 1 . ,

2 2 3 n . , 2 4 7 , 2 5 0 ,

2 5 3 , 2 3 4 ,

2 5 7 ,

258, 260, 265, 266, 272, 274 ,

2 7 9 , 28 8 , 29 1 , 29 4 , 29 6, 29 7 ,

2 9 9 ,

301 -307 ,

3 0 9 ,

3 1 4 .

Orelli, J . C., 252.

Orfeo,

260.

Origene,

268 , 27 5.

Or léans, Gaston de, 253.

Ovidio Nasone,

Publio, 128

n.,

1 4 8 ,

1 5 9 1 1 . , 2 5 1 , 2 6 9 , 2 8 4 .

Paolo

di

Tar-so,

1 36

n., 1 7 3 n.,

1 9 2 ,

2 4 9 , 2 6 3 , 2 6 5 , 2 7 9 , 3 1 2 .

Paracelso

(Theophras t

B o m b a s t

v on Hohenheim),

260.

Pausania,

21 0

n., 274 , 304.

Penelope,

270 .

Penteo,

260.

Pergolesi, G . B ., 35.

Persio Flacco, Aulo,

133 , 207

n.,

21 3 n., 273, 27 5, 303, 305.

Petra rc a, F. ,

60.

Petronio, 95,

101, 115

n.,

21 2

n.,

249, 251, 258, 305.

Photorin,

Conrad

(v .

G.

Chr.

Lichtenberg), 222 n.,

309.

Pietro,

117 , 264 , 265,

309.

Pigmalione,

268.

Pilato,

Ponzio,

276.

Pindaro,

165,

205

n.,

21 3

n., 301,

306.

Pitagora, 161n., 206, 28 5, 302.

Platone,

25, 8 7 n., 8 8 n., 9 1 n.,

1 0 2 n., 1 1 3 n., 122 n.,

127,

1 27 n.,

1 3 4 ,

1 35 n., 13611 . ,

1 4 7 1 1 . ,

1 5 3 ,

1 5 6

n . ,

1 6 0 ,

1 6 0

o . ,

1 8 1 , 1 9 4 ,

2 0 6 ,

2 1 0 1 1 . , 2 1 3 1 1 . ,

247, 248, 255, 258, 265, 268,

27 4 , 27 5, 27 7 , 28 2, 284 , 288 ,

302, 304 .

Plinio il Giovane, 215, 3 07 .

Plinio il Vecchio , 1 04 n., 253,

263.

Pluche,

N .

A.,

9 1 ,

1 0 2 1 1 . ,

249.

Plutarco di Cheronea, 251, 292,

302.

Pontoppidan,

E.

(Entropius Phi-

l ade lphus ) ,

103 , 252.

P o p e ,

A . ,

1 2 9 , 2 7 0 , 2 7 2 , 2 7 6 .

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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INDICE

Potifar,

73, 74 .

Prades , J . M. de, 304 .

Pr í am o , 2 4 7 .

Probo, M. Valerio, 263.

Procopio di

Cesarea,

1 36 n., 27 4 .

Protagora

d i Abdera, 282.

PseudcrOv id io , 260.

Quintiliano, M. Fab io , 251, 303 .

Quintilio Varo, P., 253.

Quintus Icilius (Guichard),

1 6

n.,

163.

Rabelais, Fr.,

151,

157n. ,

158

n.,

1 62n., 1 63n.,

194 ,

27 9 , 282,

283, 284 , 286, 287 , 293,

309.

Rachele,

13 0 ,

270,

306.

Rameau ,

I. Ph. , 35, 253.

Rappolt,

K. H . (Caius

Herennius

Rapidus ) ,

1 62

n.,

288 .

Raspe, J .

A.,

254.

Rautner, Chr., 285.

Raynal , G . Th., 35.

Reid,

Th.,

1 7 2 n. , 290 .

Reiskii, ]. J ., 251.

Restaut ,

P.,

26, 252.

Revot ,

G.,

1 48

n.

Richardson, S., 259 .

Riedel,

Fr.

J., 47 .

Roberts,

I., 272.

Robinet, J . B. R., 40, 44, 285.

Romolo,

25.

Rosacroce, Cavaliere d i

(Hamann) ,

66,

151, 156, 158, 162, 162 n.,

3 1 1 .

R o s c o m m o n , Wentworth Dillion

o f ,

1 1 6 1 1 . ,

2 5 8 .

Roth,

F.,

3 1 7 .

Rousseau, I. I., 34 , 3 5, 4 0, 4 4 ,

52,

106,

24 1 n., 253, 27 8, 305,

312 .

R o i ,

2 2 2 .

Sadrach, 2 9 4 .

Salazar, Fr. Lobon de (v . Fr. Isla),

311.

Sallus tio Crispo, Gaio ,

106,

173 n.,

253, 2 9 1 .

m a r N o r v n

3 3 1

Salomon de Pruxse 0 du Nord

(Feder ico II), 7 0, 7 3 , 7 5, 1 8 7 ,

191, 194, 195, 201, 216, 278,

283, 300.

Salomone,

15 8 , 182,

1 9 4 , 2 9 9 .

Salvini , A. M., 273 .

Samuele,

3 1 4 .

Sandys, J . E., 2 7 7 .

Sansone,

69 , 29 9 .

S a r a ,

309.

Saul, 126, 268.

Scarron,

P.,

1 3 4 ,

2 7 4 .

Scheffner,

I. G. 194 n., 298.

Schm id l in , I. I., 3 0 7 .

Schoonhoven, E. I., 3 1 7 .

Schreiner, J ., 3 1 7 .

Schrey, J ., 28 5.

Schröder,

H., 7 9 ,

225,

3 10 ,

3 1 1 ,

312.

Schultens, A., 103 n., 252.

Schulz, ].

H., 2 9 1 .

Schumacher,

A. R., 41 , 42, 43.

Seils, M., 3 1 7 .

Selis,

N.

I., 39 .

Semmler, ].

S .

(Mathanasius), 295.

Seneca,

Lucio

Anneo

(il

Vecchio ) ,

266.

Seneca, L. Anneo , 276.

Senofonte,

1 4 9 , 278 .

Servio, M., 263.

Shaftesbury,

Anthony

Ashley

Coo-

per, 177 n., 206,

291.

Shakespeare, W ., 126 n., 268.

Shenston,

W .,

48 , 222 n. , 309.

Sheridan, Th., 272.

Sicheo, 268 .

Simon,

I.,

257 , 28 7 ,

293 ,

296,

2 9 7 , 3 1 7 .

Sisara,

260.

Socrate,

1 4 ,

3 2, 7 0,

8 7

n.,

1 02

n.,

1 1 3 1 1 . ,

116n.,

1 2 2 1 1 . ,

l26n.,

1 35

n., 1 4 9 , 1 53 , 206, 24 7 ,

255, 257, 258, 265, 274, 275,

278 ,

2 7 9 ,

302.

Sofocle,

21 0 n., 289 .

Sogene, 288 .

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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332

s cRITTI s UL

Sosanus, Q .

V.,

251 .

Sostene,

295 .

Sotade

d i Maronea, 284.

Spalding, I. I., 4 6, 29 5.

Spence,

Ios . ,

21 3 ,

305.

Spener,

Ph. I., 254.

Spinoza, B., 258.

Starck, I.

A., 2 7 9 .

Stefano (protom artire), 277.

Stella

(Esther

Iohnson), 272.

Stephanus, H .,

148.

Strabone

(v .

anche

A.

Fr.

Bü-

sch ing) , 222,

3 09 .

Suida, 285.

Sully, Ma xim ilien de Béthune

de,

107,

162n., 193,

254, 287 .

Süssmilch,

I.

P.,

49 ,

51 ,

55, 56.

Svetonio

Tranquil lo, Gaio, 100 n.,

1 7 7

n., 250, 29 1 ,

296.

Swedenborg ,

E., 292.

Swift, I., 131n.,

272.

Sylburgius,

F.,

267.

Syncellus,

G.,

1 4 2 n., 276.

Tacito , Cornelio ,

161,

286.

Talete

d i Mileto,

65 n.,

249.

Tasso,

T.,

1 7 7

n.

Taziano, 267 , 268.

Teller,

W. A., 211n., 222, 305,

309.

Teodozione, 275 .

Teone, 257.

Tertulliano,

Quinto Settimio

Flo-

renzio,

1 4 7

n.,

155

n., 27 6,

280.

T h a m o u s , 258.

T h ü m m e l , M. Aug., 308 .

Tibullo, Albio, 1 1 8

n.,

260.

T iedemann , D., 65, 65 n.,

1 39

n.

Timante,

1 04

n., 253.

Tiresia, 250.

Toab,

3 0 7 .

Tolomeo,

Claudio,

21 4

n.

Tolomeo VI

Filometore, 65.

Tolomeo VII Evergete II, 13,

1 4 .

T o m m a s o

da

Celano,

258.

Tom

Pun Sibi

(v .

Swift

I.), 1 31 n.,

27 2

LINGUAGGIO

Tottien,

Chr. A.,

42.

Traiano, M. Ulpio, 307.

Trebaz io, C.

Testa,

275.

Trescho, S. F., 4 0.

Tucca,

Plozio,

263.

Tucidide, 1 1 5 , 258.

Turnebus ,

Adrianus (A.

de

Tur-

nèbe) , 285.

Ulisse, 250.

Unzer, L. Aug., 304 .

Vario, L. Rufo, 263.

Varo,

296.

Varrone, M. Terenzio,

100,

251.

Verney,

127 n.

Vespasiano, T.

Flavio,

283 .

Virgilio

Marone,

Publio, 120

n.,

186 , 263.

Voltaire

(F .

M.

Arouet),

30,

121 , 121n., 122, 122n., 156,

1 9 3 . 1 . , 2 3 3 , 2 7 7 , 2 8 2 , 2 9 0 , 2 9 1 ,

303, 306.

Voss, Chr. , 4 9 ,

49n.

Wachter, I. G.,

115

n.,

181,

258,

293 .

W a g e n m a n n

I.

A.,

1 6

n.

Wallis, I.,

1 04 n., 252.

Walther,

G . C., 272.

Warbur ton

W .,

257.

Werenfels,

S . ,

90 n., 248.

Wieland,

Chr.

M., 2 7 4 ,

3 09 .

Willis,

Th.,

9 0, 248 .

Winckelmann,

I.

I.,

4 6, 4 7 ,

1 9 3 ,

207 , 29 8 , 3 07 .

Wolf,

I.

Christoph, 1 22 n., 265.

Wolff, Christian, 229, 231 .

Wolfius, Hieronimus, 2 7 9 .

Y o u n g , E., 1 1 7 n. , 259.

Za leuco ,

9 2

n., 2 4 9 .

Zam achs ja r (az-Zam akhsharí) ,

1 0 3 1 1 . ,

2 5 2 .

Zebedeo, 1 4 .

Z i e s e m e r

W., 9 ,

295 ,

3 1 1 , 31 7 .

Zöllner,

I.

Fr., 186 , 296.

7/21/2019 Johann G. Hamann-Scritti Sul Linguaggio (1760-1773)-Bibliopolis (1977) (1)

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