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Breve introduzione al mondo del pianoforte. Descrizione della tastiera e utilizzo del pedale.
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SUONARE A ORECCHIO Come diventare un VERO Pianista… senza spartito!
Paolo Montalto © 20112012 Suonare A Orecchio – Tutti i diritti riservati
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Contents
INTRODUZIONE AL PIANOFORTE....................................... 3 Il pedale.................................................................................................................. 3 Le note .................................................................................................................... 4 L’ottava................................................................................................................... 5 L’intervallo............................................................................................................ 6
LA TONALITA'.................................................................... 7 La scala delle note............................................................................................10
SUONARE A ORECCHIO Come diventare un VERO Pianista… senza spartito!
Paolo Montalto © 20112012 Suonare A Orecchio – Tutti i diritti riservati
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INTRODUZIONE AL PIANOFORTE
Il pianoforte è uno strumento della famiglia dei cordofoni. Si suona
attraverso 88 tasti, 52 bianchi più 36 neri. Alla pressione di un tasto
si aziona un martelletto che colpisce le corde (da qui la definizione
di strumento a corde percosse) che, vibrando producono il suono
che sentiamo.
Il pedale
Ogni pianoforte è composto da due o tre pedali. Quello che
interesserà di più a noi (soprattutto nella parte pratica del corso) è il
primo pedale da destra, chiamato comunemente pedale di
risonanza. Durante la pressione di questo pedale i suoni che
produciamo sono legati tra di loro; una volta rilasciato un tasto il
suono rimarrà, quindi, “sospeso” sin tanto che il pedale non verrà
rialzato.
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Le note
Ogni tasto corrisponde ad una precisa nota.
Puoi notare che i tasti neri hanno due nomi diversi affiancati a due
simboli particolari: # e b. Queste alterazioni sono rispettivamente il
diesis e il bemolle; li ritroverai continuamente durante il corso di
Suonare A Orecchio (e in generale ogni volta che suoni o parli di
musica). I diesis e bemolle servono principalmente per identificare
le note sui tasti neri; partendo dal tasto Sol, il Sol# corrisponde al
tasto immediatamente successivo, mentre il Solb al tasto
immediatamente precedente. Il diesis quindi corrisponde ad un
avanzamento mentre il bemolle ad un indietreggiamento. Per
questo motivo i tasti neri hanno due nomi. Abbiamo trovato il Sol#
partendo dal Sol e avanzando di un tasto; ma se dal tasto La
scendiamo di uno troveremo il Lab. Ecco, dunque, che uno stesso
tasto nero ha due nomi diversi. In realtà anche i tasti bianchi
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potrebbero avere due denominazioni (e in alcuni casi si
utilizzeranno). Partendo dal tasto Do si può salire di un tasto per
arrivare al Do# e scendere di un tasto per arrivare al Bob. Come
puoi notare manca il tasto nero prima di Do, per questo motivo il
tasto bianco precedente, ovvero Si, si può vedere anche come
Dob. In realtà, diesis e bemolle sono principalmente affidati ai tasti
neri; vedremo comunque più avanti situazioni in cui usare un nome
con l’alterazione per i tasti bianchi.
L’ottava
Le note in totale sono 12. Sui tasti bianchi
Do – Re – Mi – Fa – Sol – La – Si
Sui tasti neri
Do# (Reb) – Re# (Mib) – Fa# (Solb) – Sol# (Lab) – La# (Sib)
Si capisce, quindi, come le note si debbano ripetere lungo la
tastiera, visto che i tasti sono ben 88. La distanza tra una nota e
quella precedente o successiva, viene definita ottava. Ad esempio,
riprendendo la figura
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la distanza tra il primo Do e il secondo è definita ottava. L’ottava
sarà al centro della nostra attenzione quando impareremo a
suonare con la mano sinistra e durante gli esercizi di ear training.
L’intervallo
L’intervallo è la distanza fondamentale che separa due tasti, che si
esprime in toni o semitoni. Il semitono, indicato con “t” è la
distanza tra due tasti consecutivi: tra Mi e Fa intercorre un
semitono. Il tono, indicato con “T”, corrisponde alla somma di due
semitoni, quindi ad un avanzamento di due note: tra Do e Re
intercorre un tono. La conoscenza dei toni sarà fondamentale
durante la costruzione degli accordi maggiori e minori che vedrai
nella versione completa.
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N.B: Ricorda che ogni concetto teorico in Suonare A Orecchio non è fine a se stesso, ma ti servirà più avanti nel corso.
LA TONALITà
Quando canti una canzone per conto tuo, la intoni ad una
determinata “altezza” vocale, che può variare a seconda del tuo
timbro: se sei un uomo probabilmente la canterai più “bassa”, o
meglio più su suoni gravi, di una donna. Ti sarà sicuramente
capitato di cantare in compagnia e, ad un certo punto della
canzone, non riuscire a raggiungere certe note con la voce, perché
troppo alte rispetto al tuo timbro. Temendo di poter stonare davanti
ai tuoi amici inizi a muovere le labbra senza emettere suono. Qual
è il rimedio a questo problema? Cantare la canzone più “bassa” in
modo che la tua voce possa arrivare tranquillamente al punto più
alto del brano. Questo cambio di “altezza” non è altro che un
Nella versione completa di Suonare A Orecchio potrai approfondire:
Gli intervalli: metodo di riconoscimento Introduzione al pianoforte: parte 2
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cambio di tonalità. Quando cantiamo un qualunque brano lo
intoniamo sempre in una precisa tonalità. Ogni volta che decidiamo
di cantare quella stessa canzone più acuta o grave (anche se di
poco!) effettuiamo un cambio di tonalità.
Ma cosa intoniamo noi quando cantiamo un brano? Le note
musicali! Il cambio di tonalità, dunque, influenzerà tutte le note. Se
abbassiamo di tanto la tonalità, poiché la canzone ci sembra
magari troppo acuta per la nostra voce, canteremo le note del
brano ad una certa distanza (più grave) da quelle originali, magari
tutte “lontane” tre o quattro tasti da quelle. Se invece ci bastasse
poco per raggiungere il punto più acuto della canzone,
abbasseremo la tonalità di una distanza inferiore rispetto alla
precedente, scendendo, magari, ad una delle due note
immediatamente sotto a quella originale. Naturalmente siamo noi a
decidere di quanto abbassare o alzare una tonalità, a seconda
delle nostre capacità vocali. Quindi siamo noi a scegliere su quale
nota intonare la nuova tonalità della canzone adatta a noi. Questo
è il primo concetto fondamentale, poiché ci dice che esiste una
precisa e determinata tonalità per ognuna delle dodici note
(Do, Do#/Reb, Re. Re#/Mib, Mi, Fa, Fa#/Solb, Sol, Sol#/Lab, La,
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La#/Sib, Si)! Parleremo, quindi, di tonalità di Do, Tonalità di Re,
Tonalità di Sib, ecc…
Il secondo concetto chiave è il seguente: ogni volta che
abbassiamo (o alziamo) la tonalità di una canzone, ovvero
abbassiamo (o alziamo) la prima nota che intoniamo, tutte le altre
note della canzone “seguono” la prima, abbassandosi o alzandosi
di conseguenza! Quindi, visto che cambiando la tonalità cambiano
anche tutte le altre note della canzone, esistono delle selezioni di
note e delle relazioni tra alcune di esse ed una certa tonalità.
Infatti una volta cambiata tonalità, tutte le note che cantavi prima
vengono sostituite da quelle della nuova tonalità, che sono state
appunto selezionate (inconsciamente) per la nuova tonalità.
Ricapitolando:
1) Esiste una tonalità per ogni nota. Es: tonalità di Fa, tonalità
di Re#, tonalità di Mib ecc…
2) Ogni canzone è fissata su una tonalità, quindi per esempio
si dirà che una certa canzone è in Tonalità di Mi.
3) La tonalità effettua delle selezioni tra tutte le dodici note
possibili, ossia in una tonalità non mi aspetterò di incontrare
ognuna delle dodici note, ma solo alcune.
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Essendoci una tonalità per ogni nota e considerando che le note
sono dodici, abbiamo un totale di dodici tonalità. Ma quali sono
queste selezioni? Vengono definite scale. Allora, quando parlo di
tonalità di Do, prendo in considerazione la selezione, o meglio la
scala di Do. Come si vede i concetti di scala e tonalità sono
analoghi. Se, ad esempio, una canzone è in tonalità di Do
(vedremo dopo come capirlo e scoprirlo) sarà fissata sulla scala di
Do.
La scala delle note
Un qualsiasi brano musicale si basa sulla tonalità e scala: è inutile,
quindi, soffermarsi su quanto siano importanti per noi questi due
concetti. Non potremo mai pretendere di suonare il pianoforte
seriamente e con risultati soddisfacenti se non si apprendono
queste semplici e brevi nozioni.
In Suonare A Orecchio troverai una unità intera dedicata alle scale
delle note
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Ricorda che potrai sempre scegliere tra il documento Pdf (come
questo), se preferisci leggere o la video-lezione, se ti trovi invece
meglio ascoltando e guardando.
La scala per eccellenza è quella di Do, che magari senza
rendertene conto, hai sempre conosciuto. Infatti, questa scala è
formata dall’elenco ordinato delle 7 note senza alterazioni (diesis o
bemolle):
Do – Re – Mi – Fa – Sol – La – Si
Questa, come si è detto, è l’esempio classico di scala maggiore.
L’errore più comune tra i principianti senza metodo è pensare che
tutte le altre scale maggiori (ricorda una per ogni nota come per la
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tonalità) siano composte dalle stesse note. Ad esempio, la scala di
Mi maggiore sarebbe formata da:
Mi – Fa – Sol – La – Si – Do – Re
In realtà, il “risultato” prodotto da questa scala di note è
completamente diverso dalla scala precedente di Do maggiore.
Alla base di ogni scala infatti risiede una precisa struttura di
intervalli che costituisce la base fondamentale. Per riuscire a
ricavare ogni scala maggiore (per tutte le dodici note) è necessario,
quindi ricavare, la struttura e applicarla alle altre note.
Nella versione completa di Suonare A Orecchio potrai approfondire:
La scala maggiore: tutte le caratteristiche principali
Struttura della scala maggiore: il metodo per ricavare una qualunque scala autonomamente
Scoprirai inoltre :
La scala minore: struttura e costruzione per una canzone in tonalità minore
I gradi della scale: scopri la struttura di base di una scala e il metodo per ritrovare ogni suo elemento.
Le scale maggiori per accordi: conoscere gli accordi di una canzone