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C - Relazione sui materiali Scuola primaria Y. Rabin, Interventi di riparazione e miglioramento sismico
LCF Engineering Srl Indice
1. Acciaio........................................................................................................................................................ 1
1.1. Prescrizioni comuni a tutte le tipologie di acciaio ............................................................................. 1
1.1.1. Controlli ..................................................................................................................................... 1
1.2. Principi di progettazione (ex Eurocodice 3) ....................................................................................... 3
1.2.1. Requisiti fondamentali .............................................................................................................. 3
1.3. Materiali ............................................................................................................................................ 4
1.3.1. Acciaio strutturale ..................................................................................................................... 4
1.3.2. Elementi di giunzione ................................................................................................................ 5
1.4. Fabbricazione e montaggio ............................................................................................................... 6
1.4.1. Generalità .................................................................................................................................. 6
1.4.2. Specifica di progetto .................................................................................................................. 6
1.4.3. Limitazioni per la fabbricazione ................................................................................................. 7
1.4.4. Preparazione del materiale ....................................................................................................... 7
1.4.5. Collegamenti bullonati .............................................................................................................. 7
1.4.6. Collegamenti saldati ................................................................................................................ 10
1.4.7. Tolleranze ................................................................................................................................ 11
2. Acciaio per strutture e opere provvisionali ............................................................................................. 14
3. Muratura.................................................................................................................................................. 14
3.1. Materiali .......................................................................................................................................... 19
3.1.1. Elementi per muratura ............................................................................................................ 19
3.1.2. Malta ........................................................................................................................................ 20
3.2. Proprietà di deformazione della muratura ...................................................................................... 21
3.2.1. Diagramma tensioni-deformazioni .......................................................................................... 21
3.2.2. Modulo di elasticità ................................................................................................................. 22
3.2.3. Modulo di elasticità tangenziale .............................................................................................. 22
3.2.4. Deformazione viscosa, dilatazione all'umidità o ritiro e dilatazione termica ......................... 22
3.3. Durabilità della muratura ................................................................................................................ 23
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Indice LCF Engineering Srl
3.3.1. Elementi per muratura ............................................................................................................ 23
3.3.2. Malta ........................................................................................................................................ 23
3.3.3. Acciaio da armatura ................................................................................................................. 23
3.3.4. Acciaio da precompressione .................................................................................................... 24
3.3.5. Dispositivi di precompressione ................................................................................................ 24
3.3.6. Elementi complementari e angolari di sostegno ..................................................................... 24
3.3.7. Murature interrate .................................................................................................................. 24
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1. Acciaio
1.1. Prescrizioni comuni a tutte le tipologie di acciaio
1.1.1. Controlli
Tre forme di controllo obbligatorie:
⋅ in stabilimento di produzione, da eseguirsi sui lotti di produzione;
⋅ nei centri di trasformazione, da eseguirsi sulle forniture;
⋅ di accettazione in cantiere, da eseguirsi sui lotti di spedizione.
A tale riguardo si definiscono:
⋅ Lotti di produzione: si riferiscono a produzione continua, ordinata cronologicamente mediante
apposizione di contrassegni al prodotto finito (rotolo finito, bobina di trefolo, fascio di barre, ecc.).
⋅ Un lotto di produzione deve avere valori delle grandezze nominali omogenee (dimensionali,
meccaniche, di formazione) e può essere compreso tra 30 e 120 tonnellate.
⋅ Forniture: sono lotti formati da massimo 90 t, costituiti da prodotti aventi valori delle grandezze
nominali omogenee.
⋅ Lotti di spedizione: sono lotti formati da massimo 30 t, spediti in un’unica volta, costituiti da prodotti
aventi valori delle grandezze nominali omogenee.
1.1.1.1. Controlli di produzione in stabilimento e procedure di qualificazione
Tutti gli acciai, siano essi destinati ad utilizzo come armature per cemento armato ordinario o
precompresso o ad utilizzo diretto come carpenterie in strutture metalliche devono essere prodotti con un
sistema permanente di controllo interno della produzione in stabilimento che deve assicurare il
mantenimento dello stesso livello di affidabilità nella conformità del prodotto finito, indipendentemente
dal processo di produzione.
Fatto salvo quanto disposto dalle norme europee armonizzate, ove applicabili, il sistema di gestione della
qualità del prodotto che sovrintende al processo di fabbricazione deve essere predisposto in coerenza con
la norma UNI EN ISO 9001:2000 e certificato da parte di un organismo terzo indipendente, di adeguata
competenza ed organizzazione, che opera in coerenza con le norme UNI CEI EN ISO/IEC 17021:2006.
Ai fini della certificazione del sistema di gestione della qualità del processo produttivo il produttore e
l’organismo di certificazione di processo potranno fare utile riferimento alle indicazioni contenute nelle
relative norme disponibili UNI EN 10080:2005, della serie UNI EN 10025:2005, UNI EN 10210:2006 e UNI EN
10219:2006.
Quando non sia applicabile la marcatura CE, ai sensi del DPR n.246/93 di recepimento della direttiva
89/106/CEE, la valutazione della conformità del controllo di produzione in stabilimento e del prodotto finito
è effettuata attraverso la procedura di qualificazione di seguito indicata.
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Il Servizio Tecnico Centrale della Presidenza del Consiglio Superiore dei lavori pubblici è organismo abilitato
al rilascio dell’attestato di qualificazione per gli acciai di cui sopra.
L’inizio della procedura di qualificazione deve essere preventivamente comunicato al Servizio Tecnico
Centrale allegando una relazione ove siano riportati:
1) elenco e caratteristiche dei prodotti che si intende qualificare (tipo, dimensioni, caratteristiche
meccaniche e chimiche, ecc.);
2) indicazione dello stabilimento e descrizione degli impianti e dei processi di produzione;
3) descrizione dell’organizzazione del controllo interno di qualità con indicazione delle responsabilità
aziendali;
4) copia della certificazione del sistema di gestione della qualità;
5) indicazione dei responsabili aziendali incaricati della firma dei certificati;
6) descrizione particolareggiata delle apparecchiature e degli strumenti del Laboratorio interno di
stabilimento per il controllo continuo di qualità;
7) dichiarazione con la quale si attesti che il servizio di controllo interno della qualità sovrintende ai
controlli di produzione ed è indipendente dai servizi di produzione;
8) modalità di marchiatura che si intende adottare per l’identificazione del prodotto finito;
9) descrizione delle condizioni generali di fabbricazione del prodotto nonché dell’approvvigionamento
delle materie prime e del prodotto intermedio (billette, rotoli, vergella, lamiere, laminati, ecc.);
10) copia controllata del manuale di qualità aziendale, coerente alla norma UNI EN ISO 9001:2000.
Il Servizio Tecnico Centrale verifica la completezza e congruità della documentazione presentata e procede
a una verifica documentale preliminare della idoneità dei processi produttivi e del Sistema di Gestione della
Qualità nel suo complesso.
Se tale verifica preliminare ha esito positivo, il Servizio Tecnico Centrale potrà effettuare una verifica
ispettiva presso lo stabilimento di produzione.
Il risultato della Verifica Documentale Preliminare unitamente al risultato della Verifica Ispettiva saranno
oggetto di successiva valutazione da parte del Servizio Tecnico Centrale per la necessaria ratifica e notifica
al produttore. In caso di esito positivo il Produttore potrà proseguire nella
Procedura di Qualificazione del Prodotto. In caso negativo saranno richieste al Produttore le opportune
azioni correttive che dovranno essere implementate.
La Procedura di Qualificazione del Prodotto continua con:
⋅ esecuzione delle Prove di Qualificazione a cura di un Laboratorio di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001
incaricato dal Servizio Tecnico Centrale su proposta del
⋅ invio dei risultati delle prove di qualificazione da sottoporre a giudizio di conformità al Servizio Tecnico
Centrale da parte del laboratorio di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001 incaricato;
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⋅ in caso di giudizio positivo il Servizio Tecnico Centrale provvede al rilascio dell’Attestato di
Qualificazione al produttore e inserisce il Produttore nel Catalogo Ufficiale dei Prodotti Qualificati che
sarà reso pubblicamente disponibile;
⋅ in caso di giudizio negativo, il Produttore può individuare le cause delle non conformità, apportare le
opportune azioni correttive, dandone comunicazione sia al Servizio Tecnico Centrale che al Laboratorio
incaricato e successivamente ripetere le prove di qualificazione.
Il prodotto può essere immesso sul mercato solo dopo il rilascio dell’Attestato di Qualificazione. La
qualificazione ha validità 5 (cinque) anni.
1.2. Principi di progettazione (ex Eurocodice 3)
1.2.1. Requisiti fondamentali
(1) Una struttura deve essere progettata e costruita in modo tale che:
⋅ con una probabilità accettabile essa rimarrà idonea all’uso al quale è destinata tenendo conto della
sua durata prevista e del suo costo; inoltre:
⋅ essa sopporterà, con un adeguato grado di affidabilità, tutte le azioni e tutti gli effetti che hanno
probabilità di intervenire durante l’esecuzione e l’esercizio ed avrà una durata adeguata in
relazione ai costi di manutenzione.
(2) La struttura deve inoltre essere progettata in modo tale che, a seguito di esplosioni, urti o conseguenze
di errori umani, il suo danneggiamento non sia sproporzionato rispetto alla causa originaria.
(3) Il danno potenziale deve essere limitato o evitato attraverso la scelta di una o più delle seguenti
precauzioni:
⋅ evitare, eliminare o ridurre i rischi che la struttura deve sostenere;
⋅ selezionare una tipologia strutturale che abbia ridotta sensibilità ai rischi considerati;
⋅ selezionare una tipologia strutturale ed un progetto capaci di resistere adeguatamente alla
rimozione accidentale di un singolo elemento;
⋅ assicurare il collegamento della struttura nel suo insieme.
(4) Le caratteristiche sopra indicate possono essere soddisfatte attraverso la scelta di materiali idonei,
attraverso un adeguato progetto e studio dei dettagli costruttivi ed attraverso l’indicazione delle
procedure per il controllo della produzione, costruzione ed uso, come necessario per il particolare
progetto.
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1.3. Materiali
1.3.1. Acciaio strutturale
1.3.1.1. Proprietà dei materiali per acciaio laminato a caldo
Per la realizzazione di strutture metalliche e di strutture composte si dovranno utilizzare acciai conformi
alle norme armonizzate della serie UNI EN 10025 (per i laminati), UNI EN 10210 (per i tubi senza saldatura)
e UNI EN 10219-1 (per i tubi saldati), recanti la Marcatura CE, cui si applica il sistema di attestazione della
conformità 2+.
Per gli acciai di cui alle norme armonizzate UNI EN 10025, UNI EN 10210 ed UNI EN 10219-1, in assenza di
specifici studi statistici di documentata affidabilità, ed in favore di sicurezza, per i valori delle tensioni
caratteristiche di snervamento fyk e di rottura ftk da utilizzare nei calcoli si assumono i valori nominali fy=
ReH e ft = Rm riportati nelle relative norme di prodotto.
Per l’accertamento delle caratteristiche meccaniche indicate nel seguito, il prelievo dei saggi, la posizione
nel pezzo da cui essi devono essere prelevati, la preparazione delle provette e le modalità di prova devono
rispondere alle prescrizioni delle norme UNI EN ISO 377:1999, UNI 552:1986,
EN 10002-l:2004, UNI EN 10045-1:1992.
In sede di progettazione si possono assumere convenzionalmente i seguenti valori nominali delle proprietà
del materiale:
⋅ modulo elastico E = 210.000 N/mm2
⋅ modulo di elasticità trasversale G = E / [2 (1 + )] N/mm2
⋅ coefficiente di Poisson = 0,3
⋅ coefficiente di espansione termica lineare = 12 x 10-6 per °C-1 (per temperature fino a 100 °C)
⋅ densità = 7850 kg/m3
Sempre in sede di progettazione, per gli acciai di cui alle norme europee EN 10025, EN 10210 ed EN 10219-
1, si possono assumere nei calcoli i valori nominali delle tensioni caratteristiche di snervamento fyk e di
rottura ftk riportati nelle tabelle seguenti.
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Tabella 1 - Laminati a caldo con profili a sezione aperta
Tabella 2 - Laminati a caldo con profili a sezione cava
1.3.2. Elementi di giunzione
1.3.2.1. Generalità
(1) I dispositivi di giunzione devono essere adatti all’impiego al quale sono destinati.
(2) I dispositivi idonei di giunzione includono bulloni, elementi di giunzione ad attrito, chiodi e saldature.
1.3.2.2. Bulloni, dadi e rosette
(1) Bulloni di classe minore di 4.6 o maggiore di 10.9 non devono essere utilizzati se non viene fatta
dimostrazione, per via sperimentale, della loro accettabilità per una particolare applicazione.
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(2) I valori nominali della resistenza di snervamento fyb e della resistenza a rottura per trazione fub (da
impiegarsi quali valori caratteristici nei calcoli) sono dati in Tabella 3.
Tabella 3 - Valori nominali della resistenza allpo snervamento fyb e della resistenza a rottura per trazione fub per i
bulloni
1.4. Fabbricazione e montaggio
1.4.1. Generalità
Questo punto specifica i requisiti minimi delle lavorazioni richiesti per la fabbricazione ed il montaggio al
fine di garantire che le ipotesi di progetto siano soddisfatte e che, quindi, il livello di sicurezza strutturale
desiderato possa essere raggiunto.
I requisiti minimi si riferiscono a strutture soggette prevalentemente a carichi statici e/o sismici. Qualità
delle lavorazioni più elevate e livelli di controllo e prove più rigorosi possono rendersi necessari per le
strutture nelle quali prevale il fenomeno della fatica, in funzione dei dettagli di progetto e della resistenza a
fatica richiesta o per altre ragioni.
Qualsiasi requisito addizionale specifico per strutture particolari dovrà essere dichiarato nella specifica di
progetto.
1.4.2. Specifica di progetto
Il progettista dovrà fornire, o adottare, una specifica di progetto contenente i dettagli di tutti i requisiti per i
materiali, la fabbricazione ed il montaggio necessari ad assicurare la conformità alle ipotesi di progetto in
relazione alla particolare struttura.
La specifica di progetto dovrà contenere sufficienti dettagli dei requisiti specifici riguardanti:
1) la fabbricazione;
2) il montaggio;
3) i controlli;
4) l’accettazione.
La specifica di progetto dovrà comprendere tutte le prescrizioni competenti.
La specifica di progetto può includere dei disegni in aggiunta al testo.
La specifica di progetto può integrare i requisiti delle norme di riferimento, ma non dovrà ridurre i loro
requisiti tecnologici e non dovrà trascurare quelli minimi specificati in questo punto.
Dopo l’approvazione, la specifica di progetto non dovrà essere alterata senza il benestare del progettista e
delle autorità responsabili del controllo.
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1.4.3. Limitazioni per la fabbricazione
È necessario evitare o eliminare il materiale incrudito; nel qual caso si dovrà evitare di eseguire:
1) bordi tagliati alla fiamma o tranciati;
2) fori punzonati;
3) marcatura;
4) attacchi provvisori saldati;
5) riparazioni della superficie mediante saldatura.
Nota - La condizione (e) influenza le condizioni di fornitura del materiale
1.4.4. Preparazione del materiale
Qualsiasi raddrizzatura o sagomatura necessaria dovrà essere eseguita usando metodi che non riducano le
proprietà del materiale al di sotto di quelle specificate. Le strutture in acciaio che sono state zincate
dovranno essere raddrizzate o sagomate nuovamente, se necessario, per soddisfare i limiti di tolleranza
specificati. Tutte le superfici ed i bordi dovranno essere esenti da difetti che abbiano probabilità di
compromettere l’efficacia del metodo di protezione superficiale prescritto nella specifica di progetto.
Per le superfici di appoggio a contatto dovranno essere specificati i livelli di qualità della spianatura
necessari per trasmettere le forze di progetto lungo le superfici di contatto. Qualsiasi trattamento speciale
richiesto per gli smussi dovrà essere prescritto nella specifica di progetto.
1.4.5. Collegamenti bullonati
1.4.5.1. Fori
I fori per i bulloni dovranno essere trapanati, salvo diversa specifica.
Quando sono richiesti fori a testa svasata, l’angolo di svasatura dovrà corrispondere a quello dei bulloni a
testa svasata normalizzati, salvo che siano prescritti bulloni a testa svasata speciali non normalizzati.
Si deve curare che la profondità della svasatura sia sufficiente ad ospitare la testa del bullone. Qualora ciò
implichi la svasatura di più di uno strato di piatti, le modalità per l’esecuzione devono essere stabilite nella
specifica di progetto.
I fori asolati dovranno essere, in alternativa, o asolati in una sola operazione, oppure realizzati trapanando
due o più fori circolari e rifinitura di alta qualità in modo da assicurare che il bullone possa muoversi
liberamente per tutta la lunghezza dell’asola.
1.4.5.2. Tolleranze nei fori per i dispositivi di giunzione
Ad eccezione dei bulloni calibrati oppure dove sono specificate tolleranze ridotte o fori maggiorati,
la tolleranza nominale per fori normali dovrà essere:
⋅ 1 mm per bulloni fino a Ø20;
⋅ 1.5 mm per bulloni oltre Ø20;
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Pagina 8 LCF Engineering Srl
Possono essere prescritti fori con tolleranza ridotta rispetto a quella normale.
Per bulloni M12 e M14 possono pure essere prescritti fori con 2 mm di tolleranza nominale purché il
progetto corrisponda ai requisiti indicati in 6.5.5(8) Eurocodice 3.
I fori maggiorati ed asolati possono essere impiegati per i collegamenti ad attrito solo ove specificato. La
tolleranza nominale nei fori maggiorati per i collegamenti ad attrito dovrà essere:
⋅ 3 mm per bulloni M12; ⋅ 4 mm per bulloni da M14 a M22; ⋅ 6 mm per bulloni M24; ⋅ 8 mm per bulloni M27 ed oltre. I fori maggiorati nei piatti dello strato esterno di un collegamento ad attrito dovranno essere coperti da
rosette temprate.
I fori per bulloni di fondazione possono essere maggiorati con le tolleranze prescritte nella specifica di
progetto purché questi fori siano coperti da piastre di rinforzo di dimensioni e spessore adeguati. I fori nelle
piastre di rinforzo non dovranno avere dimensioni maggiori dei fori normali.
Le dimensioni nominali dei fori ad asola corta per i collegamenti ad attrito non dovranno essere maggiori di:
⋅ (d + 1) mm per (d + 4) mm per bulloni M12 e M14; ⋅ (d + 2) mm per (d + 6) mm per bulloni da M16 a M22 ⋅ (d + 2) mm per (d + 8) mm per bulloni M24; ⋅ (d +3) mm per (d + 10) mm per bulloni M27 e oltre; dove:
d è il diametro nominale del bullone, in millimetri.
Le dimensioni nominali dei fori ad asola lunga per i collegamenti ad attrito non dovranno essere maggiori
di:
⋅ (d + 1) mm per 2,5 d per bulloni M12 e M14; ⋅ (d + 2) mm per 2,5 d per bulloni da M16 a M22; ⋅ (d + 3) mm per 2,5 d per bulloni M27 ed oltre. Le asole lunghe nei piatti dello strato esterno dovranno essere coperte da piastre di rinforzo di dimensioni e
spessore adeguati. I fori nelle piastre di rinforzo non dovranno avere dimensioni maggiori dei fori normali.
Le dimensioni richieste per i fori ad asola lunga di giunzioni soggette a movimento dovranno essere
specificate. Le asole nei piatti dello strato esterno dovranno essere ricoperte da piastre di rinforzo di
dimensioni e spessore adeguati.
1.4.5.3. Bulloni
Quando il progetto è basato su bulloni aventi il gambo non filettato disposto nel piano di taglio, dovranno
essere specificate le appropriate misure per assicurare che, dopo aver tenuto conto delle tolleranze, né la
parte filettata, né l’avvio della filettatura giacciano nel piano di taglio.
Esclusi i casi proibiti dalla specifica di progetto, possono essere usati bulloni con la filettatura fino alla testa.
La lunghezza di un bullone non precaricato dovrà essere tale che, dopo aver tenuto conto delle tolleranze:
⋅ la parte filettata del gambo dopo il serraggio sporga oltre il dado; e
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LCF Engineering Srl Pagina 9
⋅ almeno un intero filetto (oltre all’avvio della filettatura) rimanga libero fra il dado ed il tratto non
filettato del gambo.
La lunghezza di un bullone precaricato dovrà essere tale che, dopo aver tenuto conto delle tolleranze:
⋅ la parte filettata del gambo dopo il serraggio sporga oltre il dado; e
⋅ almeno quattro filetti (in aggiunta all’avvio della filettatura) rimangano liberi fra il dado e la parte non
filettata del gambo.
1.4.5.4. Dadi
Nelle strutture soggette a vibrazioni saranno presi provvedimenti per evitare l’allentamento dei dadi. Se
nelle strutture soggette a vibrazioni sono impiegati bulloni non precaricati, i dadi devono essere resi fissi
attraverso dispositivi che evitano l’allentamento od altri dispositivi meccanici. Per i dadi dei bulloni
precaricati si può assumere che siano sufficientemente resi fissi dalla normale
procedura di serraggio.
1.4.5.5. Rosette
Le rosette non sono richieste per i bulloni non precaricati, ad eccezione dei seguenti casi.
a) Dovrà essere usata una rosetta rastremata qualora la superficie sia inclinata di oltre 3° rispetto ad un
piano perpendicolare all’asse del bullone.
b) Le rosette dovranno essere usate dove ciò sia necessario a causa del requisito, prescritto dalla specifica
di progetto, di impiegare un bullone più lungo al fine di tenere i filetti del bullone fuori dal piano di
taglio o fuori da un foro calibrato.
Per i bulloni precaricati dovranno essere usate rosette temprate nei seguenti casi.
a) Una rosetta temprata dovrà essere disposta sotto la testa del bullone o sotto il dado, secondo quale
sarà la parte che verrà girata.
b) Una rosetta temprata dovrà pure essere disposta sotto la parte che non gira (testa del bullone o dado)
se prescritto nella specifica di progetto.
c) Una rosetta rastremata temprata dovrà essere usata, se necessario, per assicurare che la parte che gira
gravi su una superficie perpendicolare all’asse del bullone.
d) Una rosetta rastremata temprata dovrà essere usata sotto la parte che non gira quando la superficie è
inclinata di oltre 3° rispetto ad un piano perpendicolare all’asse del bullone.
1.4.5.6. Serraggio dei bulloni
I dadi dei bulloni precaricati dovranno essere serrati con coppia di serraggio come da CNR UNI 10011. I
bulloni non precaricati dovranno essere adeguatamente serrati per assicurare che si raggiunga un contatto
sufficiente fra le parti assemblate. Non è necessario serrare i bulloni non precaricati ad un valore
predeterminato. Tuttavia, quale indicazione, il
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serraggio richiesto deve essere:
⋅ quello che può essere raggiunto da un uomo che usa una normale chiave da montatore;
⋅ fino al punto dove un avvitatore pneumatico inizia a scorrere.
1.4.5.7. Superfici di contatto resistenti allo scorrimento
Qualora sia richiesta una condizione particolare delle superfici di attrito nelle giunzioni bullonate, si dovrà
prescrivere nella specifica di progetto la condizione richiesta per la superficie. Se in una giunzione
resistente ad attrito sono usate imbottiture in acciaio, bisogna assicurare che anche le loro superfici di
contatto siano preparate nella condizione specificata.
1.4.5.8. Accoppiamento delle superfici di contatto
Salvo che valori inferiori siano prescritti dalla specifica di progetto, il massimo dislivello fra le superfici
adiacenti di una giunzione (Figura 1) non dovrà superare:
⋅ 2 mm quando si usano bulloni non precaricati;
⋅ 1 mm quando si usano bulloni precaricati.
Dove necessario, si dovranno usare imbottiture in acciaio per assicurare che il dislivello rimanente non
superi i limiti indicati.
Salvo il caso in cui siano specificati valori maggiori, lo spessore minimo di una imbottitura in acciaio deve
essere:
⋅ 2 mm per condizioni di impiego al chiuso, in assenza di esposizione a fattori che provochino corrosione;
⋅ 4 mm per condizioni di impiego all’aperto o nel caso di esposizione a fattori che provochino corrosione.
Figura 1 - Massimo dislivello tra superfici adiacenti
1.4.6. Collegamenti saldati
L’assemblaggio e la saldatura dovranno essere svolti in modo tale che le dimensioni finali siano entro i limiti
di tolleranza appropriati.
La specifica di progetto dovrà includere i dettagli di qualsiasi collegamento saldato che richieda:
a) particolari procedure di saldatura;
b) particolari livelli di controllo di qualità;
c) particolari procedure per i controlli;
d) particolari procedure per le prove.
Le saldature possono essere effettuate in cantiere salvo divieto della specifica di progetto. I disegni devono
chiaramente indicare se le saldature di testa sono intese a completa penetrazione od a parziale
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penetrazione. Nel caso di saldatura di testa a parziale penetrazione si deve specificare la sezione di gola
richiesta.
1.4.7. Tolleranze
1.4.7.1. Tipi di tolleranze
Le tolleranze “normali” sono i limiti basilari per gli scostamenti dimensionali necessari:
⋅ per soddisfare le ipotesi di progetto per le strutture caricate staticamente;
⋅ per definire le tolleranze accettabili per le strutture di edifici in assenza di altri requisiti.
Le tolleranze “speciali” sono tolleranze più restrittive necessarie per soddisfare le ipotesi di progetto:
⋅ per strutture diverse dalle normali strutture degli edifici;
⋅ per strutture nelle quali predominano i fenomeni di fatica.
Le tolleranze “particolari” sono tolleranze più restrittive, necessarie per soddisfare i requisiti funzionali di
strutture particolari o componenti strutturali in relazione a:
⋅ aggiunte di altri componenti strutturali o non strutturali;
⋅ guide per ascensori (montacarichi);
⋅ rotaie per carroponti;
⋅ altri criteri di verifica quale il rispetto di certe distanze;
⋅ allineamento della facciata esterna di un edificio.
1.4.7.2. Applicazione delle tolleranze
Tutti i valori di tolleranza specificati in 1.4.7 dovranno essere considerati come tolleranze “normali”.
Le tolleranze “normali” si applicano alle usuali strutture di acciaio a telaio monopiano e multipiano di edifici
residenziali, amministrativi, commerciali ed industriali, ad eccezione dei casi in cui siano specificate
tolleranze “speciali” o “particolari”. Tutte le tolleranze “speciali” o “particolari” richieste dovranno essere
dettagliate nella specifica di progetto. Tutte le tolleranze “speciali” o “particolari” richieste devono pure
essere indicate nei disegni pertinenti.
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Pagina 12 LCF Engineering Srl
Tabella 4 - Tolleranze normali dopo il montaggio
1.4.7.3. Tolleranze di montaggio normali
La struttura in acciaio scarica, quando eretta, dovrà soddisfare i criteri di verifica indicati nel prospetto 2 e
rispettare i limiti di tolleranza specificati
Ciascun criterio di verifica indicato nei prospetti dovrà essere considerato come un requisito separato, da
soddisfare indipendentemente da ogni altro criterio di verifica. Le tolleranze di montaggio specificate nel
prospetto 2 si applicano ai seguenti punti di riferimento:
a) per una colonna, l’effettiva mezzeria della colonna a ciascun livello di piano ed alla base, escludendo
qualsiasi piastra di base o piastra di sommità;
b) per una trave, l’effettiva mezzeria della superficie superiore in corrispondenza di ciascuna estremità
della trave, escludendo qualsiasi piastra di estremità.
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LCF Engineering Srl Pagina 13
Figura 2 - Tolleranze normali dopo il montaggio - Parte 1°
Figura 3 - Tolleranze normali dopo il montaggio - Parte 2°
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Pagina 14 LCF Engineering Srl
Figura 4 - Tolleranze di rettilineità incorporate nelle regole di progettazione
Gli scostamenti dell’interasse fra i singoli bulloni appartenenti al gruppo di bulloni di fondazione per
ciascuna membratura non dovranno eccedere i seguenti valori:
⋅ per i bulloni annegati rigidamente, fra i centri dei bulloni: ± 5 mm;
⋅ per i bulloni alloggiati in manicotti, fra i centri dei manicotti: ± 10 mm.
2. Acciaio per strutture e opere provvisionali
Con l'entrata in vigore del D.M. del 14 gennaio 2008 gli acciai da carpenteria (laminati a caldo con profili a
sezione aperta) devono appartenere al grado da S235 a S460 secondo le UNI EN 10025 - 95 (il numero alla
destra della S indica la tensione caratteristica di snervamento espressa in MPa). Nel caso di laminati a caldo
con profili a sezione cava l'acciaio viene indicato come nel caso precedente con l'aggiunta finale di H: es.
S275H. Qui di seguito è riportata la tabella con le caratteristiche degli acciai impiegati.
Classe Tensione di snervamento caratteristica Tensione a rottura caratteristica
Fe 430/S275 275 MPa 430 MPa
3. Muratura
La fase di indagine sulla caratterizzazione dei materiali rappresenta un passo fondamentale nel percorso
conoscitivo di un edificio nonché per focalizzarne anche le tecniche di intervento più idonee. Il rilievo visivo
ed alcune indagini possono consentire di giungere ad una buona conoscenza e ad un giudizio sulla qualità
dei materiali e del loro degrado. Tuttavia, in alcuni casi la modellazione del comportamento strutturale,
specie nei riguardi dell’azione sismica, richiede la conoscenza di parametri meccanici di deformabilità e
resistenza dei materiali, ed in particolare della muratura.
Per quanto concerne il caso di studio in esame, si sono effettuati dei saggi su alcune delle pareti dell'edificio
che hanno permesso di determinare le caratteristiche della muratura, seppur non in maniera univoca.
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L'esame della qualità muraria e l'eventuale valutazione sperimentale delle caratteristiche meccaniche
hanno come finalità principale quella di stabilire se la muratura in esame è capace di n comportamento
strutturale idoneo a sostenere le azioni statiche e dinamiche prevedibili per l'edificio in oggetto, tenuto
conto delle categorie di suolo.
Di particolare importanza risulta la presenza o meno di elementi di collegamento trasversali (es. diatoni), la
forma, tipologia e dimensione degli elementi, la tessitura, l’orizzontalità delle giaciture, il regolare
sfalsamento dei giunti, la qualità e consistenza della malta.
Nella Circolare n°617, con riferimento al livello di conoscenza acquisito, vengono definiti i valori medi dei
parametri meccanici ed i fattori di confidenza secondo quanto segue:
⋅ il livello di conoscenza LC3 si intende raggiunto quando siano stati effettuati il rilievo geometrico,
verifiche in situ estese ed esaustive sui dettagli costruttivi, indagini in situ esaustive sulle proprietà dei
materiali;
⋅ il livello di conoscenza LC2 si intende raggiunto quando siano stati effettuati il rilievo geometrico,
verifiche in situ estese ed esaustive sui dettagli costruttivi ed indagini in situ estese sulle proprietà dei
materiali;
⋅ il livello di conoscenza LC1 si intende raggiunto quando siano stati effettuati il rilievo geometrico,
verifiche in situ limitate sui dettagli costruttivi ed indagini in situ limitate sulle proprietà dei materiali.
Per i diversi livelli di conoscenza, per ciascuna tipologia muraria, i valori medi dei parametri meccanici
possono essere definiti come segue:
⋅ LC1
Resistenze: i minimi degli intervalli riportati in Tabella C8A.2.1 per la tipologia muraria in
considerazione
Moduli elastici: i valori medi degli intervalli riportati nella tabella suddetta
⋅ LC2
Resistenze: medie degli intervalli riportati in Tabella C8A.2.1 per la tipologia muraria in
considerazione
Moduli elastici: valori medi degli intervalli riportati nella tabella suddetta
⋅ LC3 – caso a), nel caso siano disponibili tre o più valori sperimentali di resistenza
Resistenze: media dei risultati delle prove
Moduli elastici: media delle prove o valori medi degli intervalli riportati nella Tabella C8A.2.1
per la tipologia muraria in considerazione
⋅ LC3 – caso b), nel caso siano disponibili due valori sperimentali di resistenza
Resistenze: se il valore medio delle resistenze è compreso nell'intervallo riportato nella Tabella
C8A.2.1 per la tipologia muraria in considerazione si assumerà il valore medio dell'intervallo, se
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è maggiore dell’estremo superiore dell’intervallo si assume quest’ultimo come resistenza, se è
inferiore al minimo dell'intervallo, si utilizza come valore medio il valore medio sperimentale
Moduli elastici: vale quanto indicato per il caso LC3
⋅ LC3 – caso c), nel caso sia disponibile un valore sperimentale di resi
Resistenze: se il valore di resistenza è compreso nell'intervallo riportato nella Tabella C8A.2.1 per la
tipologia muraria in considerazione, oppure superiore, si assume il valore medio dell'intervallo, se il
valore di resistenza è inferiore al minimo dell'intervallo, si utilizza come valore medio il valore
sperimentale
Moduli elastici: vale quanto indicato per il caso LC3
All’interno della Tabella C8A.2.1 riportata di seguito vengono forniti i valori di riferimento dei parametri
meccanici (minimi e massimi) e il peso specifico medio per le diverse tipologie di muratura, riferiti alle
condizioni di: malta di caratteristiche scarse, assenza di ricorsi (listatura), paramenti semplicemente
accostati o mal collegati, muratura non consolidata, tessitura (nel caso di elementi regolari) a regola d’arte.
I valori indicati per le murature regolari sono relativi a casi in cui la tessitura rispetta la regola dell’arte. Nei
casi di tessitura scorretta (giunti verticali non adeguatamente sfalsati, orizzontalità dei filari non rispettata),
i valori della tabella devono essere adeguatamente ridotti.
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Nel caso di studio in esame, con riferimento a muratura in mattoni pieni e malta di calce, i valori che si
estrapolano dalla tabelle, sono quelli evidenziati.
Qualora la muratura presenti caratteristiche migliori rispetto ai suddetti elementi di valutazione, le
caratteristiche meccaniche saranno ottenute, a partire dai valori riportati sopra, applicando coefficienti
migliorativi fino ai valori riportanti nella Tabella C8A.2.2, secondo le seguenti modalità.
⋅ malta di buone caratteristiche: si applica il coefficiente indicato in Tabella C8A.2.2, diversificato per le
varie tipologie, sia ai parametri di resistenza (fm e ∆0), sia ai moduli elastici (E e G);
⋅ giunti sottili (< 10 mm): si applica il coefficiente, diversificato per le varie tipologie, sia ai parametri di
resistenza (fm e ∆0), sia ai moduli elastici (E e G); nel caso della resistenza a taglio l’incremento
percentuale da considerarsi è metà rispetto a quanto considerato per la resistenza a compressione; nel
caso di murature in pietra naturale è opportuno verificare che la lavorazione sia curata sull’intero
spessore del paramento.
⋅ presenza di ricorsi (o listature): si applica il coefficiente indicato in tabella ai soli parametri di resistenza
(fm e ∆0); tale coefficiente ha significato solo per alcune tipologie murarie, in quanto nelle altre non si
riscontra tale tecnica costruttiva;
⋅ presenza di elementi di collegamento trasversale tra i paramenti: si applica il coefficiente indicato in
tabella ai soli parametri di resistenza (fm e ∆0); tale coefficiente ha significato solo per le murature
storiche, in quanto quelle più recenti sono realizzate con una specifica e ben definita tecnica costruttiva
ed i valori in Tabella C8A.2.1 rappresentano già la possibile varietà di comportamento.
Le diverse tipologie di Tabella C8A.2.1 assumono che la muratura sia costituita da due paramenti accostati,
o con un nucleo interno di limitato spessore (inferiore allo spessore del paramento); fanno eccezione il caso
della muratura a conci sbozzati, per la quale è implicita la presenza di un nucleo interno (anche significativo
ma di discrete caratteristiche), e quello della muratura in mattoni pieni, che spesso presenta un nucleo
interno con materiale di reimpiego reso coeso. Nel caso in cui il nucleo interno sia ampio rispetto ai
paramenti e/o particolarmente scadente, è opportuno ridurre opportunamente i parametri di resistenza e
deformabilità, attraverso una omogeneizzazione delle caratteristiche meccaniche nello spessore. In assenza
di valutazioni più accurate è possibile penalizzare i suddetti parametri meccanici attraverso il coefficiente
indicato in Tabella C8A.2.2.
Nel caso in esame si è fatto riferimento ad un coefficiente migliorativo pari a 1.5 riferito a malta di buone
caratteristiche, come visibile di seguito.
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In presenza di murature consolidate, o nel caso in cui si debba valutare la sicurezza dell’edificio rinforzato, è
possibile valutare le caratteristiche meccaniche per alcune tecniche di intervento, attraverso i coefficienti
indicati in Tabella C8A.2.2, secondo le seguenti modalità:
⋅ consolidamento con iniezioni di miscele leganti: si applica il coefficiente indicato in tabella, diversificato
per le varie tipologie, sia ai parametri di resistenza (fm e ∆0), sia ai moduli elastici (E e G); nel caso in cui
la muratura originale fosse stata classificata con malta di buone caratteristiche, il suddetto coefficiente
va applicato al valore di riferimento per malta di scadenti caratteristiche, in quanto il risultato ottenibile
attraverso questa tecnica di consolidamento è, in prima approssimazione, indipendente dalla qualità
originaria della malta (in altre parole, nel caso di muratura con malta di buone caratteristiche,
l’incremento di resistenza e rigidezza ottenibile è percentualmente inferiore);
⋅ consolidamento con intonaco armato: per definire parametri meccanici equivalenti è possibile
applicare il coefficiente indicato in tabella, diversificato per le varie tipologie, sia ai parametri di
resistenza (fm e ∆0), sia ai moduli elastici (E e G); per i parametri di partenza della muratura non
consolidata non si applica il coefficiente relativo alla connessione trasversale, in quanto l’intonaco
armato, se correttamente eseguito collegando con barre trasversali uncinate i nodi delle reti di
armatura sulle due facce, realizza, tra le altre, anche questa funzione. Nei casi in cui le connessioni
trasversali non soddisfino tale condizione, il coefficiente moltiplicativo dell’intonaco armato deve
essere diviso per il coefficiente relativo alla connessione trasversale riportato in tabella; -
consolidamento con diatoni artificiali: in questo caso si applica il coefficiente indicato per le murature
dotate di una buona connessione trasversale.
I valori sopra indicati per le murature consolidate possono essere considerati come riferimento nel caso in
cui non sia comprovata, con opportune indagini sperimentali, la reale efficacia dell’intervento e siano
quindi misurati, con un adeguato numero di prove, i valori da adottarsi nel calcolo.
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3.1. Materiali
3.1.1. Elementi per muratura
3.1.1.1. Tipi e gruppi di elementi per muratura
(1)P Gli elementi per muratura devono essere conformi a uno dei tipi seguenti:
⋅ elementi di laterizio in conformità alla EN 771-1;
⋅ elementi di silicato di calcio in conformità alla EN 771-2;
⋅ elementi di calcestruzzo vibrocompresso (aggregati pesanti e leggeri) in conformità alla EN 771-3;
⋅ elementi di calcestruzzo aerato autoclavato, in conformità alla EN 771-4;
⋅ elementi di pietra artificiale in conformità alla EN 771-5;
⋅ elementi di pietra naturale a massello in conformità al prEN 771-6.
(2) Gli elementi per muratura possono essere di Categoria I o di Categoria II.
(3) Si raccomanda che gli elementi per muratura siano raggruppati come Gruppo 1,Gruppo 2, Gruppo 3 o
Gruppo 4 ai fini di utilizzare le equazioni e gli altri valori numerici forniti nel punto 3.6.1.2 (2), (3), (4), (5) e
(6), nel punto 3.6.1.3 e negli altri punti in cui si fa riferimento al raggruppamento.
(4) Gli elementi di calcestruzzo aerato autoclavato, di pietra artificiale e di pietra naturale a massello sono
considerati appartenenti al Gruppo 1. I requisiti geometrici relativi ai raggruppamenti di elementi di
laterizio, di silicato di calcio e di calcestruzzo vibrocompresso sono forniti nel prospetto 3.1.
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3.1.1.2. Caratteristiche degli elementi per muratura - resistenza a compressione
(1)P La resistenza a compressione degli elementi per muratura da utilizzare nella progettazione, deve
essere la resistenza a compressione normalizzata fb.
(2) Quando il produttore dichiara la resistenza a compressione normalizzata degli elementi per muratura
come resistenza caratteristica, si raccomanda che questa sia convertita al valore medio equivalente,
utilizzando un fattore di conversione basato sul coefficiente di variazione degli elementi.
3.1.2. Malta
3.1.2.1. Tipi di malta per muratura
(1) Le malte per muratura sono definite come malta ordinaria, malta per strati sottili o malta alleggerita
secondo i loro costituenti.
(2) Le malte per muratura sono considerate come malte a prestazione garantita o malte a composizione
prescritta secondo il metodo utilizzato per definire la loro composizione.
(3) Le malte per muratura possono essere prodotte in fabbrica (pre-dosate o pre-miscelate), semifinita
prodotta in fabbrica o prodotta in cantiere secondo il metodo di fabbricazione.
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(4)P Le malte per muratura prodotte in fabbrica e le malte semifinite prodotte in fabbrica devono essere in
conformità alla EN 998-2. La malta per muratura prodotta in cantiere deve essere in conformità alla EN
1996-2. La malta per muratura premiscelata a base di calce e sabbia deve essere in conformità alla EN 998-
2 e deve essere utilizzata in conformità alla EN 998-2.
3.1.2.2. Specifica per malta per muratura
(1) Si raccomanda che le malte siano classificate secondo la loro resistenza a compressione, espressa dalla
lettera M seguita dalla resistenza a compressione in Newton al millimetro quadrato, per esempio, M5. Le
malte a composizione prescritta, oltre al numero M, sono designate sulla base dei loro componenti
prescritti, per esempio con i rapporti 1 : 1 : 5 cemento : calce : sabbia, espressi in volume.
(2) Le malte per muratura ordinarie possono essere malte a prestazione garantita in conformità alla EN
998-2 o malte a composizione prescritta in conformità alla EN 998-2.
(3) Si raccomanda che le malte per muratura per strati sottili e quelle alleggerite siano malte a prestazione
garantita in conformità alla EN 998-2.
3.1.2.3. Proprietà della malta
3.1.2.3.1. Resistenza a compressione della malta per muratura
(1)P La resistenza a compressione della malta per muratura, fm, deve essere determinata in conformità alla
EN 1015-11.
(2) Le malte per muratura armata, con giunti orizzontali non armati, si raccomanda non abbiano resistenza
a compressione, fm, minore di 4 N/mm2, e per muratura con giunti orizzontali armati, non minore di 2
N/mm2.
3.1.2.3.2. Adesione tra elementi per muratura e malta
(1)P L'adesione tra la malta e gli elementi per muratura deve essere adeguata all'utilizzo prestabilito.
3.2. Proprietà di deformazione della muratura
3.2.1. Diagramma tensioni-deformazioni
(1) La relazione tra tensioni e deformazioni della muratura in compressione è non-lineare e può essere
assunta con andamento lineare, parabolico, rettangolare (vedere figura 3.2) o rettangolare per il calcolo
delle sezioni di muratura [vedere punto 6.6.1(1)P].
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3.2.2. Modulo di elasticità
(1)P Il modulo di elasticità secante per carichi di breve durata E, deve essere determinato mediante prove
in conformità alla EN 1052-1.
2) In assenza di un valore determinato da prove in conformità alla EN 1052-1, il modulo di elasticità secante
per carichi di breve durata, E, da utilizzare nelle analisi strutturali, può essere preso pari a KEfk.
(3) Si raccomanda che il modulo per carichi di lunga durata sia basato sul valore secante per carichi di breve
durata, ridotto per tenere conto degli effetti di deformazione viscosa (vedere punto 3.7.4), in modo tale
che:
3.2.3. Modulo di elasticità tangenziale
(1) Il modulo di taglio G può essere preso pari al 40% del modulo di elasticità E.
3.2.4. Deformazione viscosa, dilatazione all'umidità o ritiro e dilatazione termica
(1)P I coefficienti di deformazione viscosa, di dilatazione all'umidità o di ritiro e di dilatazione termica
devono essere determinati mediante prove.
(2) Il coefficiente di deformazione viscosa finale, la deformazione finale dovuta alla dilatazione all'umidità o
al ritiro, o il coefficiente di dilatazione termica, si raccomanda siano ottenuti mediante valutazione di dati di
prova.
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3.3. Durabilità della muratura
3.3.1. Elementi per muratura
(1)P Gli elementi per muratura devono essere sufficientemente durabile per resistere alle condizioni locali
di esposizione durante la vita utile di progetto dell'edificio.
3.3.2. Malta
(1)P La malta nella muratura deve essere sufficientemente durabile per resistere alle condizioni locali di
micro-esposizione durante la vita utile di progetto dell'edificio e non deve contenere costituenti che
possano avere un effetto dannoso sulle proprietà di durabilità della malta stessa o dei materiali contigui.
3.3.3. Acciaio da armatura
(1)P L'acciaio da armatura, in virtù della sua resistenza alla corrosione o perchè adeguatamente protetto,
deve essere sufficientemente durabilie, quando è posizionato in conformità alle regole di applicazione nella
Sezione 8, per resistere alle condizioni di esposizione locale durante la vita utile di progetto dell'edificio.
(2) Dove l'acciaio al carbonio richiede protezione per garantire un'adeguata durabilità, si raccomanda che
esso sia zincato in conformità alla EN ISO 1461, in modo tale che la zincatura non sia minore di quella
richiesta per raggiungere la necessaria durabilità [vedere (3) di seguito] o, in alternativa, si raccomanda sia
data all'acciaio una protezione equivalente per esempio per sinterizzazione di polvere epossidica.
(3) Si raccomanda che il tipo ed il minimo livello di protezione per l'acciaio da armatura siano scelti in base
alla classe di esposizione pertinente al luogo d'impiego.
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3.3.4. Acciaio da precompressione
(1)P L'acciaio da precompressione deve essere sufficientemente durabile, quando posizionato in conformita
alle regole di applicazione nella Sezione 8, per resistere alle condizioni locali di micro-esposizione durante la
vita utile di progetto dell'edificio.
(2) Quando l'acciaio da precompressione deve essere zincato, si raccomanda che esso abbia una
composizione tale per cui il processo di zincatura non ne pregiudichi le caratteristiche.
3.3.5. Dispositivi di precompressione
(1)P Gli ancoraggi, i dispositivi di giunzione, i condotti e le guaine devono essere resistenti alla corrosione in
relazione alle condizioni ambientali nei quali sono impiegati.
3.3.6. Elementi complementari e angolari di sostegno
(1) La EN 1996-2 fornisce i requisiti per la durabilità degli elementi complementari (strati impermeabili
all'umidità, connettori trasversali, incatenamenti orizzontali, ganci e mensole di sostegno, e angolari di
sostegno).
3.3.7. Murature interrate
(1)P Le murature interrate devono essere tali da non essere influenzate negativamente dalle condizioni del
terreno oppure devono essere opportunamente protette da esse.
(2) Si raccomanda che siano presi opportuni accorgimenti per proteggere la muratura, che possa essere
danneggiata dagli effetti dell'umidità quando è in contatto con il terreno.
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(3) Quando è probabile che il suolo contenga agenti chimici che potrebbero danneggiare la muratura, si
raccomanda che essa sia costruita con materiali resistenti agli agenti chimici, oppure si raccomanda che sia
protetta in modo tale che gli agenti chimici aggressivi non possano trasmettersi al suo interno.