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romana-pisani
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Interruttore elettronico
• Dispositivo che permette il collegamento tra ingresso e uscita agendo con un comando du un terzo elettrodo
1 2
3
Interruttore ideale
• Comando di chiusura ON corto circuito
• comando di apertura OFF circuito aperto
• non esiste alcun collegamento tra il terminale di comando 3 e qello di ingresso 1 né tra il 3 e il 2
Interruttore reale
• Resistenza ON
• resistenza OFF
• impedenze e correnti di perdita tra 1 e 3 e tra 2 e 3
• impedenze e correnti di perdita tra 1 e terra e tra 2 e terra tramite l’interruttore
• tensione di offset, correnti di offset
• Le caratteristiche prima viste permettono di costruire un modello statico dell’interruttore, ma non sono sufficieenti a caratterizzarlo.
• Occorre avere informazioni sul comportamento dinamico, ossia cosa accade quando passo da OFF a ON e viceversa
Caratteristica dinamica interruttore
Xo / Xi
t
tdtf
ON OFFtd tr
ts
1
0.9
0.1
• Xo / Xo rapporto tra la grandezza di uscita (tensione o corrente) e la corrispondente in ingresso (tensione o corrente)
• td (on) turn on delay time
• td (off) turn off delay time
• tr rise time
• tf falling time
• ts settling time
Alimentatore stabilizzato
• Passa bruscamente da una condizione di massima corrente (full load) ad una di corrente zero (no load)
t
iout
Full load
no load
• Idealmente la tensione di uscita dovrebbe rimabere costante al valore nominale
YY
xx
t
Vout
• X è il tempo necessario alla tensione di uscita per ritornare e mantenersi entro un intervallo Y della tensione di uscita nominale
• X è una caratteristica dinamica che prende il nome di Load transient recovery time
• La caratterizzazione dinamica di un dispositivo non è compito facile e nei casi reali il comportamento dinamico di un sistema dipende non solo dal sistema stesso ma anche dal tipo di eccitazione adoperato
• nel caso dell’interruttore si è usato uno step
• nel caso dell’alimentatore un impulso reale di corrente
• Se il sistema è lineare si può usare una quakunque forma di eccitazione e applicare il metodo della trasformata di Laplace o altro metodo matematico per individuare le caratteristiche del sistema
• se il sistema non è lineare non esiste un metodo matematico generale
• Un ulteriore problema nasce dal fatto che il comportamento transitorio di uno strumento può essere determinato da una grandezza di influenza e quindi da una porta di ingresso che non è quella della grandezza da misurare
• Quando si vuole considerare il comportamento dinamico di uno strumento occorre decidere le porte di ingresso a cui applicare il segnale forzante e il tipo di segnale forzante
Funzioni forzanti
• Gradino
• impulso reale
• rampa
• sinusoide che parte da un istante fissato
• Nel caso di sistemi lineari qualunque funzione forzante è equivalente alle altre, anche se mette meglio in risalto un aspetto della risposta
• nel caso reale invece ognuna è più adatta secondo il tipo di situazione che il sistema deve affrontare
• se il caso reale non è caratterizzato dalle funzioni sopra indicate occorre individuarne una più adatta
Funzioni forzanti
• Gradino simula la situazione in cui in un sistema reale viene applicata una variazione improvvisa Tale funzione è adatta per sistemi che rispondono rapidamente, quali quelli elettronici e ottici
• rampa è più indicata nel caso di sistemi che rispondono lentamente, quali quelli meccanici e termici
• Impulso reale in un sistema lineare ha un transitorio simile a quello del gradino. La differenza sta nel fatto che la sollecitazione brusca è ripetuta in senso opposto dopo un intervallo di tempo più o meno breve rispetto alle costanti di tempo del sistema
• La funzione sinusoidale, che inizia in un dato istante, eccita inizialmente il transitorio, che poi decade lasciando il posto alla risposta permanente, anch’essa sinusoidale se il sistema è lineare
• La risposta permanente viene in genere caratterizzata tramite la funzione sinusoidale vobulata (spazzata in frequenza) ottenedo i diagrammi di Bode
Caso dei sistemi lineari