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Q uattro cave e un monte. Stravolgendo il titolo di una famosa pellicola voglia- mo porre l’attenzione sulla situazione delle cave presenti a Monte Acuto che si unisco- no alle oltre 120 cave presenti in Umbria. Per due di esse, ancora funzionanti, la con- cessione sta scadendo, mentre le altre due, quelle più visibili da Umbertide, sono com- pletamente dismesse. Infatti da parecchio tempo le cave di Podere Colle e di Bucaia sono lì, immobili, abbandonate a loro stes- se, e l’occhio del cittadino ne risente, ve- dendo la “sua” montagna sventrata, ferita. Ma come vengono date le concessioni per aprire un giacimento? Il Piano Regionale delle Attività Estrattive ci informa che: «L’autorizzazione all’esercizio dell’at- tività di cava è rilasciata dal Comune competente per territorio che approva il progetto definitivo nel rispetto delle li- mitazioni e prescrizioni eventualmente impartite in occasione dell’accertamento o della successiva valutazione di impatto ambientale». Prima di dare la parola ai tecnici interpellati sulla questione, spie- ghiamo brevemente come si dividono le cave. Vi sono due tipi di cava: su roccia e alluvionale. Le quattro di Monte Acuto, sono tutte su roccia, mentre quelle allu- vionali sono tipiche delle zone di pianu- ra. Mentre sulle cave di montagna viene estratta roccia, in quelle di pianura, per lo Mensile gratuito di informazione Autorizzazione del Tribunale di Perugia n. 27 del 01/10/2008 Direttore responsabile Giovanni Codovini - Stampa Digital Editor S.r.l. Anno VI - N.11 Novembre 2013 DATI ECONOMICI VIAGGIATORI UMBERTIDESI A MILANO TASSE QUATTRO CAVE E UN MONTE I da non sono confortan per Umberde. Parliamo ancora di disoccupa e cassainte- gra. Del resto, la crisi non sembra passare in Alto Tevere, ma quello che preoccupa è l’assenza delle misure per affrontarla (vds. intervista pag. 3). I numeri della crisi non barano: sono 8381 le persone che, nel se- condo semestre dell’anno, sono iscrie al Centro per l’impiego. 2191 a Umberde, 4986 a Cià di Castello e 1204 a San Giu- sno. Salgono, inoltre, del 40% i rappor di lavoro “cassa” o per licenziamento o per non rinnovo dei contra, anche di brevi pe- riodi. A soffrire sono i lavoratori dipenden, ma anche le aziende. Problema ulteriore, in Alto Tevere, riguarda la cassa integrazione ordinaria: 51 sono le aziende che la ulizza- no, coinvolgendo 646 dipenden ad orario ridoo. Diminuisce quella in deroga. Um- berde conta 52 aziende in cassa integra- zione in deroga per 229 lavoratori; Cià di Castello sconta un peso rilevante con 155 aziende in cassa integrazione in deroga e 700 dipenden coinvol; San Giusno 29 con 122 dipenden. Rimane la cassa inte- grazione straordinaria che ene per 287 lavoratori. La gravità e urgenza della situa- zione dovrebbe far pensare ad uno scao delle istuzioni su proposte anche fuori dal coro. Ma c’è silenzio. Ci permeamo allora di suggerirne una. Mancano poliche locali di welfare? Bene: perché non ridurre l’Irpef comunale? Sarebbe una misura non solo di alleggerimento del carico fiscale, ma un po- tente simbolo per la polica locale. Invece è proprio la polica territoriale che assume iniziave contrarie allo spirito dei tempi. L’ulma riguarda la trasformazione della E 45 in autostrada sooposta a pe- daggio. L’annuncio del maxi-progeo da quasi dieci miliardi di euro sta leeralmen- te spaccando il nostro territorio e l’Umbria in due. Visioni divergen che si registrano a tu i livelli, a cominciare dalla giunta regio- nale. L’amministrazione di Umberde non ha ancora specificato la propria posizione. Perché, ricordiamo, la E45 autostrada è una nuova, sicura tassa visto che costringerà gli umbri e le imprese umbre a pagare un pe- daggio per transitare sullo stesso trao di strada che oggi è gratuito. Altro che ridu- zione delle tasse! Inchiesta sulle cave a Umbertide RECUPERO ROTTAMI FERROSI DEMOLIZIONE VEICOLI via dell’industria, fraz. calzolaro, umbertide (PG)

INFORMAZIONE LOCALE novembre 2013

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Page 1: INFORMAZIONE LOCALE novembre 2013

Quattro cave e un monte. Stravolgendo il titolo di una famosa pellicola voglia-

mo porre l’attenzione sulla situazione delle cave presenti a Monte Acuto che si unisco-no alle oltre 120 cave presenti in Umbria. Per due di esse, ancora funzionanti, la con-cessione sta scadendo, mentre le altre due, quelle più visibili da Umbertide, sono com-pletamente dismesse. Infatti da parecchio tempo le cave di Podere Colle e di Bucaia sono lì, immobili, abbandonate a loro stes-se, e l’occhio del cittadino ne risente, ve-dendo la “sua” montagna sventrata, ferita. Ma come vengono date le concessioni per aprire un giacimento? Il Piano Regionale delle Attività Estrattive ci informa che:

«L’autorizzazione all’esercizio dell’at-tività di cava è rilasciata dal Comune competente per territorio che approva il progetto definitivo nel rispetto delle li-mitazioni e prescrizioni eventualmente impartite in occasione dell’accertamento o della successiva valutazione di impatto ambientale». Prima di dare la parola ai tecnici interpellati sulla questione, spie-ghiamo brevemente come si dividono le cave. Vi sono due tipi di cava: su roccia e alluvionale. Le quattro di Monte Acuto, sono tutte su roccia, mentre quelle allu-vionali sono tipiche delle zone di pianu-ra. Mentre sulle cave di montagna viene estratta roccia, in quelle di pianura, per lo

Mensile gratuito di informazioneAutorizzazione del Tribunale di Perugia n. 27 del 01/10/2008 Direttore responsabile Giovanni Codovini - Stampa Digital Editor S.r.l.

Anno VI - N.11 Novembre 2013

DATI ECONOMICI VIAGGIATORI UMBERTIDESI A MILANO

TASSE QUATTRO CAVE E UN MONTEI dati non sono confortanti per Umbertide. Parliamo ancora di disoccupati e cassainte-grati. Del resto, la crisi non sembra passare in Alto Tevere, ma quello che preoccupa è l’assenza delle misure per affrontarla (vds. intervista pag. 3). I numeri della crisi non barano: sono 8381 le persone che, nel se-condo semestre dell’anno, sono iscritte al Centro per l’impiego. 2191 a Umbertide, 4986 a Città di Castello e 1204 a San Giu-stino. Salgono, inoltre, del 40% i rapporti di lavoro “cassati” o per licenziamento o per non rinnovo dei contratti, anche di brevi pe-riodi. A soffrire sono i lavoratori dipendenti, ma anche le aziende. Problema ulteriore, in Alto Tevere, riguarda la cassa integrazione ordinaria: 51 sono le aziende che la utilizza-no, coinvolgendo 646 dipendenti ad orario ridotto. Diminuisce quella in deroga. Um-bertide conta 52 aziende in cassa integra-zione in deroga per 229 lavoratori; Città di Castello sconta un peso rilevante con 155 aziende in cassa integrazione in deroga e 700 dipendenti coinvolti; San Giustino 29 con 122 dipendenti. Rimane la cassa inte-grazione straordinaria che tiene per 287 lavoratori. La gravità e urgenza della situa-zione dovrebbe far pensare ad uno scatto delle istituzioni su proposte anche fuori dal coro. Ma c’è silenzio. Ci permettiamo allora di suggerirne una. Mancano politiche locali di welfare? Bene: perché non ridurre l’Irpef comunale? Sarebbe una misura non solo di alleggerimento del carico fiscale, ma un po-tente simbolo per la politica locale. Invece è proprio la politica territoriale che assume iniziative contrarie allo spirito dei tempi. L’ultima riguarda la trasformazione della E 45 in autostrada sottoposta a pe-daggio. L’annuncio del maxi-progetto da quasi dieci miliardi di euro sta letteralmen-te spaccando il nostro territorio e l’Umbria in due. Visioni divergenti che si registrano a tutti i livelli, a cominciare dalla giunta regio-nale. L’amministrazione di Umbertide non ha ancora specificato la propria posizione. Perché, ricordiamo, la E45 autostrada è una nuova, sicura tassa visto che costringerà gli umbri e le imprese umbre a pagare un pe-daggio per transitare sullo stesso tratto di strada che oggi è gratuito. Altro che ridu-zione delle tasse!

Inchiesta sulle cave a Umbertide

RECUPERO ROTTAMI FERROSIDEMOLIZIONE VEICOLI

via dell’industria, fraz. calzolaro, umbertide (PG)

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più, vengono tratte fuori ghiaie e sabbie da utilizzare per scopo edilizio poiché servo-no per la fabbricazione di mattoni. È bene ricordare che oltre alle cave di montagna, sul territorio del comune di Umbertide, sono presenti anche cave di pianura. Concentriamo però la nostra analisi sul-la questione delle cave di Monte Acuto. Esse sono state incluse nel progetto per l’ampliamento del Sito d’Interesse

Comunitario della Valle del Torrente Nese, che ha interessato anche le aree di Monte Acuto e di Monte Corona, esposto lo scorso luglio dal Comune di Umbertide. Il progetto ha posto l’accento sulla que-stione delle riconversione dei giacimen-ti dismessi, ipotizzandoli come luoghi di studio geologico e geomorfologico.Il parere di due geologi umbertide-si che hanno studiato e operato sul-le cave del territorio - Francesco Brunelli e Giovanni Natale - ci aiutano a fornirci una spiegazione dettagliata.Francesco Brunelli ci spiega che: «Nel territorio comunale di Umbertide sono pre-senti due cave attive e due dismesse; tutte le cave sono collocate entro la dorsale di Monte Acuto - Monte Tezio, per ovvie ra-gioni legate alla natura dei materiali colti-vati (calcari). In particolare, interessano di-rettamente il rilievo di Monte Acuto le due dismesse, quella di Podere Colle, ben visi-bile dal centro abitato di Umbertide e quella di Bucaia, lungo la strada per Preggio; sono anche presenti altre situazioni, riferibili ad

estrazioni temporanee, che non hanno im-patti significativi sul territorio, impatti ben diversi presentano le due in questione ».Passando all’analisi delle due cave di-smesse Brunelli spiega che: «La cava di Podere Colle, presenta un fronte verti-cale alto quasi 80 m. , per cui non può essere rinverdita, in quanto un eventuale recupero sarebbe possibile solo arretran-do in fronte dandogli una pendenza molto

minore. Lo stesso si può dire per la cava di Bucaia, coltivata con il vecchio tipo a gradoni, con fronte di pendenza lievemen-te inferiore. Anche in questo caso, sarebbe possibile un recupero arretrando il fronte e adottando la tecnica della “microgradona-tura”, con la quale si realizzano fronti di scavo con pendenze minori, come avviene nelle altre cave presenti nel territorio co-munale alle pendici del nostro monte. In questi casi, il recupero è imposto dall’am-bito di destinazione del Piano Regolatore del Comune di Umbertide, essendo le cave sono comprese in ambiti di ricompo-sizione paesaggistica; e ciò implica che quando una ditta presente una richiesta di aprire una cava, già sa di dover documen-tare un reinserimento paesaggistico che sarà periodicamente controllato (la sorve-glianza è competenza della Provincia)».Nel discorso concernente le autorizzazioni il geologo ha dichiarato che: «esse devo-no essere presentate al Comune in base ad uno specifico regolamento Regionale ». Passando al progetto di riconvertire le cave

a luogo di studio, Brunelli è di parere fa-vorevole: «Visto che le due cave dismesse si trovano in ambito di notevole interesse ambientale, sia dal punto di vista naturali-stico (collocandosi all’interno di un Sito di Interesse Comunitario) che paesaggistico, vista l’impossibilità tecnico-economica di un ripristino, è una buona idea quella di utilizzare le cave dismesse sul territo-rio di Monte Acuto per scopo didattico».

Per quanto riguarda il tema della ricon-versione, il dott. Brunelli ha afferma-to che: “Qualche anno fa ho coordinato un progetto di ripristino che prevedeva un riutilizzo della cava di Podere Colle come “test site”, un sito dove poter testa-re tecniche e materiali per il recupero di siti estrattivi , erano anche interessate le maggiori ditte produttrici di materiali per i recuperi ambientali, ma per diversi motivi questo progetto non è stato portato avanti. La cava di Bucaia, invece, previa messa in sicurezza di una porzione, può essere utilizzata a fini didattici, in quanto la col-tivazione- conclude il geologo- ha messo in evidenza una buona esposizione di roc-ce della serie umbra (e mi sembra ci sia-no già ipotesi di lavoro in questo senso)».Il geologo Giovanni Natale ci spiega che: «Una cava rappresenta sempre un vulnus per l’ambiente e per il paesaggio che la circonda, perché si elimina sempre qualcosa senza lasciar spazio alla rinasci-

L’Inchiestacontinua dalla pagina precedente

PIANTE - FIORI - ADDOBBI ARTICOLI DA REGALOCONSEGNE A DOMICILIO

Vasto assortimento di Ciclamini e Crisantemirecisi e in vaso

Page 3: INFORMAZIONE LOCALE novembre 2013

l’IntervistaMARCELLA GALVANI: UN AIUTO DAI COMMERCIALISTI

Marcella Galvani è presidente dell'Ordi-ne dei commercialisti ed esperti contabili di Perugia. Originaria del nostro territo-rio ci indica alcune strategie economiche.Il dibattito attuale sulle professioni in-centra le questioni sui nodi di una mag-giore liberalizzazione e possibilità di accesso, al fine di una più ampia mobi-lità sociale. Come ha risposto e rispon-de il suo Ordine?«L’Ordine dei commercialisti ha introdotto da anni, in autonomia, con codici di auto-disciplina le liberalizzazioni di cui si parla; quella del commercialista è infatti da sem-pre una professione aperta. Non è mai esi-stito un numero chiuso per i commercialisti, chiunque voglia esercitare questa professio-ne può farlo liberamente, dopo aver svolto un tirocinio post laurea specialistica ed aver superato un esame di Stato, che consento-no l’iscrizione all’Albo. Chi non riesce a superare l’esame, può ugualmente fare il nostro lavoro, ma non è un commercialista. Il pericolo ovviamente è quello di trovare in circolazione persone che improvvisano la professione, mettendo a serio rischio i clienti che assistono. Quindi il cittadino non è obbligato ad andare da un commercialista, ma sceglie di farlo. Se vuole, può andare da un qualsiasi altro consulente (tributarista, fiscalista, aziendalista), ma senza alcuna garanzia di competenze e professionalità. L’Ordine, che è un ente pubblico, ha proprio la funzione di garantire gli utenti al corretto e competente esercizio della professione; con riferimento al commercialista quindi l’unica protezione esistente è a tutela del cittadino». A tal proposito, l’Ordine dei commer-cialisti ha inaugurato una campagna proprio sulla certificazione della profes-sionalità. Giusto, perché spesso si dice “vado dal commercialista” e poi “com-mercialista” proprio non lo è. Che fare per distinguere la copia dall’originale?«Come dicevo prima, il titolo di com-Come dicevo prima, il titolo di com-

mercialista può essere legittimamente utilizzato solo dagli iscritti all’Albo. Per distinguere la copia dall’originale basta consultare l’Albo, pubblicato nel sito www.odcecperugia.it - cerca nell’Albo, sempre accessibile a tutti, oppure chiama-re la Segreteria dell’Ordine».

Domande tecniche ad un tecnico. Come uscire dalla crisi nell’Alto Tevere e qua-li misure possibili ?«Purtroppo la crisi che stiamo vivendo non è e non esistono “ricette” per l’Alto Tevere che consentano un salvataggio svincolato da quanto accade nel resto del Paese. I nostri governanti si concentrano su interventi finalizzati a dare respiro nel breve periodo, senza cercare soluzioni a problemi che sono invece strutturali e che hanno portato ad un processo inesorabile di distruzione dell’economia. Basti pen-sare all’andamento del Pil. La scarsa pro-duttività è causata anche dalla mancanza di investimenti in ricerca e sviluppo. Tale fenomeno, in gran parte culturale e lega-to ad aspetti dimensionali, dipende anche dal contesto in cui le imprese si trovano ad operare che, con l’elevatissima pres-sione fiscale, i sempre più numerosi vin-coli burocratici e normativi, l’inefficienza

della pubblica amministrazione, l’incer-tezza delle regole, scoraggia le imprese ad investire nell’Alto Tevere, come in Italia.È necessario intervenire con urgenza an-che sugli investimenti pubblici e sui tra-sferimenti alle imprese, che sono gestiti in modo assolutamente inefficace».Sistema creditizio e PMI in Alto Teve-re e in Umbria. Punti critici e soluzioni prospettare dall’Ordine.«La domanda di credito da parte delle P.M.I. è largamente insoddisfatta: a cau-sa del credit crunch e dell’accentramento delle decisioni di concessione del credi-to, nella maggior parte dei casi, lontano dall’Umbria, decisioni assunte da respon-sabili che nulla sanno delle imprese locali.Forte è anche l’insoddisfazione per le pratiche di riscadenzamento del debito: il già ricordato accentramento decisionale comporta tempi lunghissimi per ottenere risposte; e quando le richieste vengono accolte, lo spread risulta moltiplicato, non soltanto per il periodo di allungamento, ma per l’intera durata residua dei prestiti. Un altro problema è rappresentato dall’elevato costo del credito che, in Umbria è addirittura più alto rispetto alla media nazionale. In questo difficile con-testo ognuno deve fare la propria parte e l’Ordine dei commercialisti è a disposi-zione del sistema bancario per fornire il proprio supporto.In considerazione del fatto che la difficoltà di accesso al credito è particolarmente sentita dalle micro im-prese, che non hanno l’obbligo di redazio-ne, deposito e certificazione del bilancio, né hanno un organo di controllo interno che ne attesti le risultanze contabili, i com-mercialisti, che conoscono molto bene le imprese di cui sono consulenti, sono di-sposti a certificarne gli asset ed a fornire informazioni qualitative aggiuntive, per agevolare le banche anche nella valuta-zione del merito e per facilitare l’accesso al credito a condizioni ragionevoli».

Andrea Levi Codovini

GIOIELLERIAUMBERTIDE - V.LE PATRIOTI. 4

TEL. 075 9413784

Page 4: INFORMAZIONE LOCALE novembre 2013

CulturaLEONARDO E LA FRATTA

Su Leonardo da Vinci si è detto, scritto e parlato in tutte le lingue del mon-

do. Il suo genio nella pittura, i suoi studi sull'anatomia, sul volo, sulle macchine da guerra e l'architettura militare continuano a destare meraviglia. Un argomento affa-scinante da trattare in una conferenza e si-curamente difficile, consci della difficoltà che si possono incontrare. Ma quando ab-

VIABILITÀ E CARTOGRAFIESTORICHE ALTOTIBERINE

LA FRATTA NELLE MAPPE DI

LEONARDO DA VINCI EDI EGNAZIO DANTI

Umbertide, 30 Novembre 2013 ore 17:30 Museo di S.Croce

Introduce: Prof. Ermanno BIANCONI Relatore: Ing. Giovanni CANGIInterviene: Dott. Marco LOCCHI

Sindaco di Umbertide

Con il patrocinio delComune di Umbertide

biamo scoperto che Leonardo conosceva la nostra Fratta e che l’ha indicata in una famosa mappa probabilmente quando, come cartografo, era al servizio del duca Cesare Borgia detto il Valentino, abbiamo pensato che sarebbe stato bello far cono-scere ai nostri concittadini quello, fra i suoi interessi scientifici, forse meno co-nosciuto ai più. Così, con il Patrocinio del

nostro Comune, in accordo con il Museo di S.Croce, l’Associazione Storica Alto Tevere e l’Associazione StoricaMente A.ri.es di Montone abbiamo invitato l’Ing. Giovanni Cangi ed il Prof. Ermanno Bianconi, valenti storici della nostra val-le, che si sono mostrati disponibili ad illustrare l’argomento. L'appuntamento è al Museo di S.Croce per il giorno 30 novembre alle ore 17,30. Vi aspettiamo.

La Redazione

Due cuochi e due camerieri (naturalmente non professionisti) si s�deran-no contro un'altra squadra composta allo stesso modo, sfruttando esclusi-vamente “gli insegnamenti della vecchia generazione”.Per la prima volta si troveranno alle prese con una cucina professionale e max 60 persone da sfamare in un tempo prestabilito.I team dovranno stilare una lista della spesa ed un menu soddisfacente antipasto, primo, secondo e dolce) come detto in precedenza composto di materia prima Umbra e non prodotti di alta gamma quali ad esempio Tartufo bianco.Uno chef professionista a�ancherà entrambe le squadre nella decisione del “food cost” e porzionamento.Si parte con n°8 squadre a gironi ad eliminazione diretta.Il commensale fungerà da giuria ed in quella sera si troverà di fronte a due diversi menu e due diversi servizi da valutare.Chiunque può fungere da commensale previa prenotazione; la cena avrà un prezzo all-inclusive di € 25, mentre ogni extra (vino particolare, amari...) verrà pagato a parte.I commensali giudicheranno il menu in base a dei criteri prestabiliti e tramite delle schede valutative che verranno rilasciate all' inizio di ogni singola serata.Una telecamera presente in cucina ed un monitor in sala permetteranno ai commensali di partecipare al lavoro simultaneo svolto ai fornelli da entrambe le squadre.Come spiegato precedentemente ogni commensale verrà dotato di una scheda valutativa che contribuirà al 50% nel giudizio �nale; il restante 50% sarà a carico di uno chef QUOTATO, il quale, dopo aver assaggiato tutte le pietanze e guardato il servizio esprimerà un giudizio OGGETTIVO/TECNICO

PRESENTA

via L. Grilli, 63 - 06019 Umbertide ZONA PIAGGIOLA per info e prenotazioni tel. 075 9412008

Page 5: INFORMAZIONE LOCALE novembre 2013

Società CivileNERO UMBRIA DUE

Nel numero di luglio avevo informa-to i lettori del mio licenziamento da

parte della Regione Umbria nel lontano 1998. Avevo concluso con l’auspicio che qualche abitante pro tempore del Palazzo spiegasse, con linguaggio comprensibile ai comuni cittadini, la legittimità della procedura adottata nell’acropoli perugina, che il buon senso fa apparire estranea allo stato di diritto. Prendo atto che non sono pervenuti – secondo copione – chiarimen-ti dalla Regione, asserita casa di vetro che il tempo ha oscurato. Ma parla il silenzio: l’arroccamento nella torre d’avorio fa so-spettare che le motivazioni siano insoste-nibili o inconfessabili; comunque rivela autoreferenzialità, per non dire arroganza. Oggi, dopo l’avvenuto deposito delle motivazioni con le quali è stato respinto il mio ricorso dal Tribunale del Lavoro, posso fornire liberamente la versione dei fatti, che apparentemente coinvolgono la mia persona, ma nascondono un metodo che dovrebbe preoccupare l’intera comu-nità. Ed è per questo che mi rivolgo anco-ra ai lettori.L’antefatto. Il 23 febbraio 1995 Tosti as-sume l’incarico di direttore dell’Azienda Ospedaliera di Perugia, per scelta con-giunta, basata sul curriculum professio-nale, da parte del presidente della Giunta regionale e del rettore dell’Università di Perugia.La svolta politica. Nel corso dello stes-so anno, con il subentro di un nuovo Consiglio regionale, riemergono gli appe-titi di occupazione delle cariche da parte dei partiti, man mano che si attenua il fe-nomeno “mani pulite” , durante il quale diversi vertici delle istituzioni sono stati assegnati ai “professori” ed ai “tecnici”.I moventi. In questo clima, i partiti del-la nuova maggioranza hanno interesse

a liberare il posto di direttore generale dell’Azienda Ospedaliera, in modo da usarlo come merce di scambio per con-sentire ad un esponente dell’ ex PCI di diventare sindaco del Comune di Perugia, senza che gli ex DC rimangano a bocca asciutta. La facile scelta di rimuovere Tosti, immolandolo come pedina per la mossa di apertura nel domino delle cari-che, è favorita dalla sua debolezza: non è iscritto a nessun partito ed ha preteso – ingenuo naif – di fare davvero l’interesse dei pazienti, convinto di applicare quello che, a voce, tutti avevano promesso dalle tribune. Il primo attacco. Già dopo qualche mese, il TAR annulla le nomine dei diret-tori generali, fra cui quella di Tosti, no-nostante che nessuno l’abbia contestata. Il Consiglio di Stato lo reintegra dopo tre mesi, avendo verificata l’ineccepibilità della procedura di selezione.Il secondo attacco.La Regione non solo non si preoccupa dell’indebolimento dell’azione di Tosti, per effetto della palesata mancanza di so-stegno politico in un ruolo pubblico deli-catissimo, ma affila le armi. In un ufficio della Conca, un gruppo di strateghi parto-risce un’idea geniale per eludere i vincoli del contratto di lavoro: la Giunta regiona-le faccia approvare al Consiglio una legge ad hoc, contando che passeranno almeno dieci anni perché sia smontata dalla Corte di Cassazione la sua fondatezza, tempo sufficiente a tutti i protagonisti per mette-re il somaro all’ombra. Colpito!Il 30 settembre 1998 Tosti riceve la lettera di licenziamento, con le congratulazio-ni del presidente della Giunta regionale, che gli riconosce di aver “svolto i propri compiti in modo positivo” e che l’Azien-

da ha elevato la “propria efficienza for-nendo un servizio qualitativamente più rispondente alle esigenze ed utilizzando adeguatamente le risorse disponibili”. Ma comunque, è bene che tolga il disturbo!La moraleMi propongo di trattare separatamente, in un prossimo articolo, i dettagli giuri-dici che hanno reso possibile quello che era insospettabile ed inconcepibile: il let-tore dovrebbe seguire con mente fresca e grande concentrazione i meandri della trama, nella quale potrebbe essere invi-schiato nel caso in cui dovesse formaliz-zare rapporti con la Regione.Mi preme invece trarre immediato in-segnamento, personale e generale, dal-la vicenda di cui sono stato vittima, che si inquadra nel degrado generale dello Stato, al quale la nostra Regione non è purtroppo immune, come testimoniano le cronache degli ultimi anni e anche di queste settimane.Di fronte al baratro non serve lamentar-si o inveire: ogni cittadino ha il dovere di dare il proprio contributo fattivo per rivitalizzare i valori ed i comportamenti che hanno consentito l’emancipazione della nazione dopo la dittatura e la guerra. Nessuno può restare vilmente alla fine-stra, cedendo alla rassegnazione.Per quanto mi riguarda, intendo rafforzare l’efficacia della mia azione futura, cercan-do di operare su mandato di più cittadi-ni dal banco consiliare che ho occupato quarant’anni fa: con questo obiettivo ho deciso di candidarmi alle prossime elezio-ni comunali di Umbertide. Mi spinge la consapevolezza che lo Stato potrà risor-gere solo dalla base, dai singoli uomini di buona volontà che formano il popolo.

Mario Tosti

montecastelli - 075 941 0544viale Europa 1,  tel 075 941 05 44 - Montecastelli, Umbertide

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MENTE LUCIDA: LE PIANTE A SUPPORTO DELLA MATERIA GRIGIALe Aziende informano

In un’epoca scandita dal continuo avan-zare della tecnologia, della comunica-

zione, della scienza informatica, medica e biologica, il sapere diventa un impera-tivo categorico. Il continuo aggiornarsi per stare al passo con i tempi moderni, costringe l’uomo a stare “sempre in al-lerta” nel lavoro come nello studio ed in ogni comparto dello scibile umano….Perciò di sale in zucca ne dobbiamo met-tere tanto e non solo durante l’età scolare: crescenti impegni professionali, sociali ed interpersonali, mettono a dura prova ogni fascia di età, con modalità diverse, coinvolgendo giovani, adulti, bambini ed anziani. È difficile allora mantenere a lungo standard cognitivi elevati, spesso la testa può andare “nel pallone”: in questi momenti capita di dimenticare piccole cose, un appuntamento, un impegno, fino a perdere il senso della dimensione del tempo e dello spazio. Tenere ben salda la testa sopra le spalle è importante ma complicato, perchè costante è la pressione psicologica, anche inconsapevole, di do-ver fare tutto, organizzare la giornata, in modo da essere primi e vincenti sempre.Un eccessivo stress mentale puo’ com-promettere i delicati e complessi mec-canismi dell’apprendimento, la capacità di concentrazione, di memoria e di elab-orazione. Sbalzi di umore, cefalee, stan-chezza, disattenzione e pessimismo sono tra i primi sintomi di un'alterazione delle funzioni cognitive. Il cervello rappresenta ancora oggi l’organo più interessante e misterioso del nostro corpo umano, le migliaia e migliaia di cellule stellate (la forma citologica assomiglia ad una stella) che lo costituiscono, i neuroni, sono en-tita’ biologiche finemente differenziate in grado di svolgere un compito impor-tatissimo a livello motorio, relazionale, reattivo senza dimenticare la capacità di elaborare pensieri, emozioni e stati d’amino. Tutto questo avviene principal-

mente nella regione cranica, distinta in diversi distretti e nelle mille diramazioni, i nervi ,che raggiungono con i loro infiniti filamenti (chiamati assoni), tutti i distretti dell’organismo.Le funzioni cognitive e mnemoniche sono soggette però ad un progressivo declino nel corso della vita, che può essere tran-sitorio nella età giovanile e nell’adulto, mentre si amplifica progressivamente con la senescenza. Le pressioni legate al lavoro, allo studio, agli impegni quotidi-ani vengono gestite dal nostro organismo attraverso una serie di reazioni biochi-miche, immunitarie e fisologiche così da ristabilire l’ordine. In termini tecnici si chiama OMEOSTASI, ritornare alla stabilita’ del sistema uomo; se questo

meccanismo salta, tutto l’organismo nè risente, in particolare il cervello. La re-cente ricerca nel campo della medicina naturale e degli estratti erbali consigliano diversi rimedi per contrastare lo stress os-sidativo (il cervello che va in tilt a causa del superlavoro), per aumentare le perfor-mance e la concentrazione (in età scolare e non solo) e nelle fasi della vecchiaia in cui le capacità cognitive si rallentano natu-ralmente. Le piante attualmente conosciute nel mondo fitoterapico sono:•Gingo biloba (Gingo biloba L.): neuro-protettivo, antiaggregante piastrinico, flu-idifica il sangue favorendo un maggiore apporto di ossigeno alla periferia;•Rodiaola (Rhodiola rosea L.): pianta adattogena dei climi freddi, protegge la

circolazione cerebrale, aumenta la con-centrazione ed è coadiuvante nei processi degenerativi;•Bacopa (Bacopa monnieri): dalla tra-dizione della medicina indiana migliora le facolta’ intellettive e la memoria;•Withania (Withania somnifera L.): dalla tradizione della medicina indiana aiuta nell’astenia e nella confusione mentale, ottimo adattogene;•Goji (Lycium barbarum L.): dalla tra-dizione della medicina cinese ottimo an-tiossidante e neuroprotettivo;Queste piante sono da assumere su con-siglio dello specialista: alcune di esse non possono essere abbinate a farmaci, in quanto interferiscono con la loro attività.Per i più piccoli che hanno difficoltà di concentrazione e di apprendimento, la medicina naturale consiglia estratti meri-stematici di Betulla bianca semi (2 gocce a Kg di peso) un aiuto efficace per focal-izzare le idee e fissarle nella mente. Se il panico assale prima di un’interrogazione, un esame o una presentazione di lavoro, niente paura, la giusta miscela di fiori di Bach, permetterà di superare bene l’ostacolo. Per patologia molto gravi quali quelle degenerative a carico del SN (sistema nervoso), la fitoterapia può essere un valido supporto esplicando un’azione antiossidante, ricostituente ed infine rigenerante della guaina mieli-nica (la struttura che ricopre e protegge i nervi). Recenti successi in questo campo mi hanno dato infinita gioia. “Mens sana in corpore sano”, anche le indicazioni alimentari sono importanti per una mente lucida, una dieta appropriata per lo studio o il lavoro sia fisico che intellettuale, sarà in grado di sostenere anche i periodi più difficili ed intensi. Alimenti sani e bilan-ciati, quali cereali integrali, legumi, frutta e verdura di stagione, olio di oliva, pesce e tante erbe aromatiche della tradizione mediterranea, saranno un buon sostegno per tutte le funzioni cerebrali. Il no-cibo (alcool, caffè, gelati, caramelle, e prodotti dolciari a base di grassi e zuccheri raffina-ti, bibite gassate...cioccolata) interferisce con la chimica del sistema nervoso dando solo un apparente stato di euforia e di be-nessere. Il cervello, questo meraviglioso strumento che rimane ancora oggi un mistero, ha esigenze ben specifiche perciò svolgere una regolare attività fisica, man-giare con moderazione stare più possibili lontani dagli stress fisici e psicologici, ci permettera’ di mantenerlo sempre e più a lungo in forma!

Dr.ssa Alpini AngelicaErboristeria Eufrasia

Page 7: INFORMAZIONE LOCALE novembre 2013

PoliticaPROGETTO PER UMBERTIDE - "PER RENZI"

RIFORMISTI PER RENZI

ADESSO! UMBERTIDE

In occasione delle primarie del Pd pre-viste per l'8 dicembre, i comitati di Renzi ad Umbertide mettono in evidenza le po-sizioni politiche della piattaforma Renzi.

Il voto dell’8 dicembre aperto a tutti i cit-tadini come una svolta. Per i grandi temi che interessano tutti noi : il sostegno alle piccole imprese, artigiani, commercianti, far ripartire l’economia come unica via di fuga da una crisi di idee e ideali prima an-cora che economica. Generare occupazio-ne per i giovani disillusi dalla società che gli abbiamo costruito intorno, così come

Le primarie dell’8 dicembre riguardanti la scelta del segretario nazionale del Pd sono un’occasione per tutti coloro che intendono cambiare la politica italiana. Non è una questione interna, ma riguarda l’intera società civile, chiamata a contri-buire concretamente. Le primarie aperte sono un fattore della democrazia e , come tale, vano esercitate.

L’8 dicembre sarà una data spartiacque per la politica italiana. Con ADESSO! UMBERTIDE vogliamo costruire il VERO partito democratico, quello che ancora non c’è, per cambiare verso all’Ita-lia. Facciamo sì che la curiosità prevalga sulla nostalgia, l’innovazione sulla con-

ai non più giovani che questa società vor-rebbe “inutili”. Dare in questo modo soldi e potere d’acquisto alle famiglie, ai pen-sionati, ai dipendenti in generale, restitu-ire una dignità di vita ai tanti italiani che oggi e in passato hanno fatto sacrifici per vedersi nell’impossibilità di aiutare i pro-pri figli e nipoti nel momento della cresci-ta o dell’avvio al lavoro, i propri familiari disabili o verso l’autunno della vita. Noi ci crediamo. Per saperne di più visitate-ci al Circolo di Via Garibaldi, di Piazza Matteotti o di via Ranieri. Contattateci al 377-5202170 per informazioni. Un PD

trasparente, partecipato soprattutto dagli umbertidesi, aperto a tutti i contributi e le idee di buon governo per l’Italia e la città, sia che provengano dalla società civile che dall’interno, senza paraocchi o preclusioni, che includa esperienze e che aggreghi a sé, non che allontani. Per vincere, finalmente e fare non solo “pro-poste” di governo come fatto finora. Ma dare “soluzioni”.

Il coordinatore Giovanni Natale

Qui l’idea del nostro circolo Riformisti per Renzi, già presente alle scorse prima-

servazione, il coraggio sulla paura, per ri-sollevarci e guardare al futuro con speran-za. Basta essere guidati da persone miopi, eterni perdenti. Vogliamo poter vincere! La figuraccia delle ultime politiche, il tradimento dei 101, lo scandalo delle tes-sere, non sono stati eventi casuali, ma il

rie, di non iscritti al Pd e fuori dalle lo-giche di partito, tuttavia consapevoli che cambiare il corso del partito di maggio-ranza del centro sinistra sia un’occasione irripetibile per innovare il riformismo italiano. Comunque sia, significa dare una spallata alla conservazione, malattia poli-tica dell’Italia.

Il coordinamento

ADESSO!  UMBERTIDE  Comitato  riconosciuto  e  aderente  alla  rete  nazionale  dei  comitati:  ADESSO!  per  Matteo  Renzi.  

 L’8 dicembre sarà una data spartiacque per la politica italiana. Con ADESSO! UMBERTIDE vogliamo costruire il VERO partito democratico, quello che ancora non c’è, per cambiare verso all’Italia. Facciamo sì che la curiosità prevalga sulla nostalgia, l’innovazione sulla conservazione, il coraggio sulla paura, per risollevarci e guardare al futuro con speranza. Basta essere guidati da persone miopi, eterni perdenti. Vogliamo poter vincere! La figuraccia delle ultime politiche, il tradimento dei 101, lo scandalo delle tessere, non sono stati eventi casuali, ma il risultato di una visione del partito e della politica sbagliata, lontana dalla gente. Non facciamoci convincere che cambiare è impossibile, che alla fine tutti quelli che si occupano di politica diventano uguali. L’8 dicembre Cambiamo Verso, votiamo Matteo Renzi!

Il coordinatore AlessandroVillarini

risultato di una visione del partito e del-la politica sbagliata, lontana dalla gente. Non facciamoci convincere che cambiare è impossibile, che alla fine tutti quelli che si occupano di politica diventano uguali. L’8 dicembre Cambiamo Verso, votiamo Matteo Renzi!

Il coordinatoreAlessandroVillarini

Page 8: INFORMAZIONE LOCALE novembre 2013

dall’America, l’Asia viene vista da Veronica Vannoni come un posto unico. «Parlare dell’Asia in due parole sarebbe impossibile: pensa all’India, alla sua miriade di etnie, alle sue 300 lingue, alla sua storia, alle sue religioni e alle sue leggende. In Asia, ogni angolo non somiglia ad un altro, però ha qualcosa che accomuna il tutto, anche se non saprei dirti cos’è; è una sensazione di pace mista malinconia, che ti accorgi di avere ogni volta che te ne vai. i posti che ho visitato sono: Giappone (3 volte, la sosta più lunga 2 mesi); Corea (3 settimane con una mia amica coreana); India ( per un mese). Varanasi è la mia città indiana preferita, al momento; Tokyo quella giapponese, anche se quei villaggi apparentemente isolati alle pendici del Fuji, sono meravigliosi; Gyeongju in Corea. Il cibo coreano è il mio preferito in assoluto: molto piccante e spesso agrodolce; anche se a casa preparo spesso pietanze indiane e credo che sia una delle cucine più varie e

«Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone», così

scriveva John Steinbeck in uno dei suoi libri; e se è questa la realtà, bisognerebbe chiederne il parere a chi di viaggi ne ha fatti tanti. America Asia e Africa sembrano mondi così lontani e differenti da noi che sembra impossibile poterli immaginare. Spinti dalla curiosità, sono volati oltre il nostro continente gli umbertidesi Angelo Pucci, Veronica Vannoni e Simone Mariani alla scoperta di nuove culture.«Che dirti, per me gli U.S.A. sono uno stato fantastico. Ho fatto due viaggi in America, nel 2008 ho girato tutta la California, quasi 3000 km fra le spiagge di Los Angeles alla Baywatch, Las Vegas, più che una città io la definirei un “parco giochi da grandi” dove quasi tutto è concesso, il Gran Canyon che appena lo vedi toglie il fiato, una gola creata dal fiume Colorado con precipizi di quasi 2000 metri; poi San Francisco che a mio parere, è la città che più si avvicina allo

stile europeo, caratterizzata da strade con impressionanti sali scendi, dal Golden Gate Bridge e da Alcatraz, l’ isola prigione dalla quale era quasi impossibile evadere».Così Angelo Pucci descrive il suo primo sogno americano, aggiungendo poi nel 2011 un altro bel viaggio fra New York, Toronto, Washington e Philadelphia nel suo itinerario statunitense. «New York è davvero la città che non dorme mai, appena si arriva ci vuole qualche giorno per abituarsi a tutti quei grattacieli. I primi giorni si è sempre a testa all’ insù. Una città super caotica, vanno tutti di fretta e c’è un traffico incredibile a tutte le ore. Poi ci sono le cascate del Niagara, uno spettacolo che uno dovrebbe vedere almeno una volta nella vita. Potrei parlare per ore di questi viaggi, ognuno ti fa crescere un po’ mettendo a confronto varie realtà e stili di vita, tutti diversi fra di loro, ma tutti con qualcosa da insegnare».Opposta al paesaggio moderno offerto

L'InchiestaUMBERTIDE AROUND

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Page 9: INFORMAZIONE LOCALE novembre 2013

avuto Simone Mariani, arrivato nella sua selvaggia Africa. Durante i suoi viaggi in Kenya e Zanzibar, Simone è stato ospite nel villaggio della tribù “Giriama” dove ha mangiato con loro cibo del posto e ha ricevuto la benedizione dal capo villaggio “Baba Chengo”, con il tipico vino di cocco. «Sono un barman abituato a collezionare esperienze alcoliche in qualsiasi luogo

in cui vada. L’Africa mi ha insegnato il “pole pole” e l”hakuna matata” (ovvero il piano piano e il senza pensieri), ma anche l’ingiustizia e la malattia. Appena arrivato mi hanno spiegato che per sopravvivere “il pesce grande mangia il pesce piccolo” senza troppi scrupoli. Il senso di impotenza di fronte a queste situazioni ti pervade e ti accorgi che anche se vorresti, non puoi aiutare tutti. Africa è anche il famoso “mal d’Africa”quello vero, che esiste poiché una volta andato via vorresti ripartire subito».C’è un filo rosso che accomuna tutti i viaggiatori: sembra essere la voglia di partire per saziare la loro curiosità attraverso gli usi e costumi differenti, per poi scoprirne altri e ripartire nuovamente. Il viaggio sembra essere una sorta di richiamo che ognuno sente dentro di sé orientato in ogni parte del mondo, che sia a stelle strisce, tra natura selvaggia, o con un piatto di sushi in mano, l’unica cosa da fare è partire.

Alide Benedetta Milani

curiose del mondo. Sono incredibilmente affascinata dalle religioni e i suoi derivati, dall’etnografia e dai costumi del mondo, e l’Asia è la mia panacea».Poi c’è chi si inoltra nelle calde e sperdute savane: «L’Africa è mare cristallino, pesci colorati, sabbia bianchissima, natura incontaminata, tramonti, colori, odori e sensazioni». Questa la percezione che ha

THE WORLDReportage

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PROMOZIONE OTTOBRE - NOVEMBRE

E inoltre...

Page 10: INFORMAZIONE LOCALE novembre 2013

dare Giorgio Manfroni, Ciuchi Adriano, Tripponi Aldo, Abo Gino, Lisetti Rino, Bussotti Poldo.Nel raccogliere il materiale fotografico ho avuto la possibilità di visionare delle foto storiche riguardanti la nostra frazio-ne e gli usi e costumi dei suoi abitanti, di conseguenza, mi è sembrato interessante aggiungere un’appendice riguardante la Badia di Montecorona e la vita dei mon-tecoronesi nel secolo appena passato, per contestualizzare l’oggetto della presente documentazione."Per acquistare il libro è possibile rivolger-si presso la Digital Editor, in via Roma 99 ad Umbertide - Tel. 0759415046 - 0759411872 - email: [email protected]

Eva Giacchè

Si è tenuta venerdì 27 settembre scorso, presso il Ristorante Adamo di Corlo,

l'evento-presentazione del libro "Festa Grande a Montecorona - Venti anni in-sieme", scritto da Giuliano Sabbiniani ed edito dal Gruppo Editoriale Locale di Digital Editor srl. Un appuntamento mol-to sentito, soprattutto per chi, per anni, ha partecipato e collaborato allo svolgi-mento della Festa. Una serata intrisa di ricordi e ricca di commozione arricchita soprattutto dalla proiezione di vecchie foto e video dedicate agli anni della rim-pianta Festa. All'evento - ripreso anche da TRG2- ha partecipato anche l'attuale Sindaco di Umbertide, Marco Locchi, che è intervenuto insieme al presidente della Festa, nonché parroco di Monte-corona, Don Renzo Pignani Piccioni. In ricordo della presentazione, l'autore ha ricevuto un quadro illustrato da Adriano Bottaccioli (e consegnato dal più anziano dei presenti: Francesco Giovannini), raf-figurante scorci dell'Abbazia, lo stemma dell'Abbazia e una dedica personale. Il libro, scritto a distanza di quindici anni dalla cessazione della famosa "Festa Grande" é un regalo che Giuliano Sabbi-niani ha deciso di fare a tutti coloro che l'hanno vissuta ma anche a chi, magari troppo giovane, ne ha solo un vago ricor-

do. Queste le parole dell'autore, contenute nell'introduzione del libro: "Ancora oggi, dopo oltre un decennio dalla fine della “Festa Grande” alla Badia di Monteco-rona incontro molte persone, di tutte le età, che mi parlano, con molta nostalgia, di quella che tutti ricordano come la più bella festa del comprensorio.Mi fa particolarmente piacere quando a parlarne sono i giovani che hanno parte-cipato da piccoli alla manifestazione e se la ricordano come un bel momento della loro infanzia.Le persone un po' più anziane paragonano la “Festa Grande” a quella che si svolgeva il martedì di Pasqua alla Badia, la quale anche allora richiamava centinaia di per-sone dai paesi vicini.Il fatto che ancora oggi, dopo tutto que-sto tempo, si parli ancora di questa festa, mi ha spronato a ricercare del materiale e testimonianze utili a far ricordare que-sto evento,sia a chi la festa l’ha vissuta di persona (organizzatori) sia a coloro che l’hanno vissuta da spettatori.Nello scrivere queste poche righe il ricor-do va a quelle persone che hanno dedicato molto tempo libero della loro vita per la buona riuscita della festa e che purtroppo oggi non sono più tra noi. Voglio ricor-

RICORDANDO LA "FESTA GRANDE" DI MONTECORONACultura

I d e e R e g a l o - O g g e t t i s t i c a - C o m p l e m e n t i d ’ a r r e d o B i g i o t t e r i a - B o m b o n i e r e - Ve t r e r i a

V i a M o r a n d i , 9 - U M B E R T I D E ( P G ) T e l . 0 7 5 . 9 4 1 1 4 8 8

“Festa Grande” di Montecorona Vent’anni insieme

Page 11: INFORMAZIONE LOCALE novembre 2013

DEPILAZIONEGambe totale + inguine

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Page 12: INFORMAZIONE LOCALE novembre 2013

Inchiesta

Chiedermi di scrivere quest’articolo è stata una proposta entusiasmante

quanto difficile. Credo che tanti principi giornalistici vadano a cadere quando si è troppo coinvolti in prima persona. Questo è il reportage del mio viaggio, o meglio del nostro viaggio, il racconto di umberti-desi fuori di Umbertide. Molti nel passato e nel presente hanno lasciato ‘la Fratta’ per abitare altrove spinti dalla necessità di colmare un’esigenza: lavoro, studio, amore. Noi siamo “quelli di Milano”. Le nostre storie partono dalla stessa casa, si dividono nello scorrere frenetico della cit-tà lombarda, nella corsa dei suoi impegni e di tutte le opportunità che offre, e torna-no ad intrecciarsi qualche fine settimana nei viaggi di ritorno in macchina o nel-le serate di aperitivo ai navigli o a corso Sempione o in qualche gita domenicale al museo. Vivere lontano da casa per tanto tempo fa inevitabilmente maturare den-tro qualcosa, le esperienze e le sensazioni provate sono così soggettive e varie che non è possibile parlarne in modo asettico ed uniforme per rintracciare una tendenza generale. Pertanto a ognuno la sua voce.Cristina, 24 anni, studentessa. Partire è stata fin ora la scelta più diffici-le della mia vita, un salto nel vuoto. Ho sempre amato casa mia, la sua gente, la mia quotidianità, ho pensato sempre al mio futuro ad Umbertide. Poi un’inte-ressante specialistica che aveva da of-frirmi qualche possibilità lavorativa in più rispetto a Perugia e l’idea di provare almeno un’esperienza fuori porta mi han-no convinto. Ora vivo a Milano da più di due anni, mi sto per laureare in un corso di Editoria interno a quello di Filologia Moderna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e lavoro nella direzione di uno dei Collegi dell’Università stessa. Sono soddisfatta e amo quello che faccio; inoltre l’ambiente è stimolante, le attività culturali sono un fiume in piena e la città è un crocevia di nazionalità differenti; co-noscere persone provenienti dalle diverse

parti d’Italia e del mondo mette alla prova le proprie sicurezze e costringe a pensa-re. Nuovi incontri hanno portato a legami forti di cui ora non saprei immaginarmi senza. Non ho avuto solo cose belle come alcuni hanno immaginato: è stato diffi-cilissimo, faticoso, doloroso, a volte lo è ancora. Soprattutto perché la distanza mette a nudo i rapporti con le persone di una vita, e se trova debolezza li elimina. Sei inizialmente solo e per la prima volta ti trovi a costruire una tua esistenza dal nulla; questa situazione ti scava dentro, ti pone domande, ti costringe a conoscerti e darti risposte, a crescere. Ora mi sento più forte per i passi avanti fatti, perché so su chi contare sempre, a partire dalla mia famiglia, perché so cosa cerco.Quando torno a casa ciò che prima noto sono l’odore dell’aria e il verde che invade la vista e sento di ritrovare quello che sono nel più profondo. È una sensazione piace-vole e nostalgica allo stesso tempo, come ritrovare qualcosa che ricordo meraviglio-so ma che sento non appartenermi adesso. Come una maglia che resta stretta perché si è cresciuti. Penso al mio futuro e vedo bianco come un foglio da scrivere. Per ora sento di voler continuare a vivere a Milano perché vedo che posso costruire qualcosa, ma la possibilità di tornare in un futuro ad Umbertide o in Umbria in generale -spe-rando anche in una situazione lavorativa migliore- per dare il mio contributo e co-struire la mia esistenza, resta dentro.Paolo, 33 anni, ingegnere elettronicoSono 3 anni che vivo qui a Milano, 3 settembre 2010. Data difficile perchè è il giorno del “taglio col passato”. Volen-ti o nolenti quando ci si trasferisce ci si “stacca” dalle amicizie coltivate quotidia-namente, dalle attività, dalle passioni che si mettono nel cassetto per ritirarle fuori in situazioni più tranquille. E’ però anche il momento in cui si cresce: ci si mette davanti al mondo con le proprie forze a disposizione anche se fortunatamente con la tranquillità di chi ha una famiglia alle

spalle. Il motivo che mi ha spinto a tra-sferirmi a Milano è stato lavorativo. Ave-vo un lavoro come ingegnere elettronico pagato con un assegno di ricerca, senza malattie, ferie e contributi con rinnovo annuale (regione permettendo). Il lavoro che facevo era molto interessante ma non mi dava la stabilità neanche per prendere una casa in affitto. Così mi sono guardato attorno e ho colto l’occasione che mi si è presentata. Ora lavoro come consulente per una grossa società che si occupa di au-tomotive. Il primo contratto propostomi è stato da subito un tempo indeterminato, con prospettive di crescita professionale (in seguito avvenute) e soprattutto con la possibilità di vivere senza mamma e papà che tirano fuori qualcosa dalle loro tasche. La grande differenza che ho tro-vato è stata però la diversità del rapporto datore di lavoro - lavoratore: qui io non sono solo “forza lavoro” ma “risorsa” da far crescere e specializzare. Questa diffe-renza è secondo me dovuta al fatto che, mentre in terra natale il lavoro specializ-zato era davvero raro, qui è abbastanza diffuso e quindi si tende a proteggere e valorizzare una persona che genera profit-to piuttosto che spremere a dovere «tanto dopo di te ce ne sono altri 100 che aspet-tano». Detto ciò non nascondo il deside-rio riavvicinarmi agli affetti, alle attività e soprattutto alle tavole di casa mia ma aver fatto questa esperienza sicuramente mi ha aperto gli occhi su tante cose che prima non riuscivo a decifrare: stando lontani si capisce forse a cosa si è disposti a ri-nunciare e cosa invece non è sacrificabile nella propria vita... e si riaggiusta il tiro.Ilenia, 27 anni, art director junior Dopo la laurea in Tecnica Pubblicitaria, ho deciso di seguire la mia passione per la pubblicità e per l’organizzazione di eventi conseguendo nel 2009 un master a Roma. Per circa tre anni e mezzo ho lavo-rato, sempre a Roma, presso un’agenzia di produzioni video e organizzazione even-ti, un lavoro molto dinamico e stimolante

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Page 13: INFORMAZIONE LOCALE novembre 2013

Inchiesta

che, assieme alla vita da “fuorisede”, mi ha fatto vivere una bellissima e ricchissima esperienza sia dal punto di vista professio-nale che umano. Carica di entusiasmo ho rifatto quindi le valigie e sono partita alla scoperta di Milano, dove da poco più di un anno lavoro come art director junior presso un’agenzia di comunicazione e marketing. La cosa che forse mi piace di più di Mila-no è il suo essere sempre in movimento, di Roma invece la sua capacità di non farti sentire mai un ospite, di Umbertide sicu-ramente l’affetto sincero della famiglia e degli amici. Legami veri e profondi che ti fanno affrontare in maniera più leggera gli 800 km per tornare a casa!Chiara, 24 anni, infermieraLa mia avventura è cominciata circa due anni fa, quando dopo una lunga serie di prove e concorsi, ad un anno circa dalla laurea in infermieristica, venni assunta di ruolo nell’Azienda ospedaliera di Desio e Vimercate in provincia di Monza e Brian-za. All’inizio devo ammettere che è stata dura: ripartire da capo non solo con il lavo-ro, ma anche con le persone, la città e i suoi ritmi … poi con il passare del tempo le cose hanno assunto una prospettiva nuova, e ora sono soddisfatta di quello che faccio e soprattutto guardandomi intorno mi sen-

to fortunata ad avere un lavoro, per di più che amo e mi gratifica. Certo La lontanan-za si fa sentire, tornare ad Umbertide per le ferie è ogni volta una gioia e una riscoperta e come succede per le persone, così anche per i luoghi, quando si è lontani si riesce meglio ad apprezzare e valorizzare gli aspetti positivi, che invece altrimenti nella quotidianità rischiano di passare inosser-vati o addirittura scontati. La speranza che ho nel cuore è quella , ovviamente, di poter tornare un giorno nella mia Itaca soddisfat-ta e felice del viaggio che, non senza osta-coli, ho deciso di intraprendere, ma che si-curamente ha contribuito a farmi crescere e diventare ciò che sono adesso! Giacomo, 26 anni, consulente pedagogicoSono partito da Umbertide per continuare i miei studi presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, specializzan-domi in Consulenza pedagogica per la Disabilità e Marginalità. Sono partito con la speranza di crescere, provarmi e conti-nuare a scoprirmi, portando certamente la possibilità di restare qua, o almeno di pro-vare. Ho maturato naturalmente la scelta di rimanere a Milano: non ci sono state motivazioni precise, certo sicuramente degli stimoli, come le possibilità lavorati-ve e soprattutto le nuove relazioni amicali

e non, costruite saldamente. Nulla però è bastato da poterlo identificare come il motivo, se non una volontà intrinseca di stare. Ora vivo a Saronno e lavoro a Mila-no per una cooperativa sociale e mi occu-po di persone con disabilità, con progetti volti all’autonomia e alla gestione del tempo e delle risorse che ognuno di loro, di noi, porta con sé. Pensare a casa mi ren-de felice, pensare che il posto da cui sono partito è lì, sempre e comunque, con tutti gli affetti e le persone che amo mi dà la sicurezza per restare. Non tornerò a casa, anche se di definitivo nella vita c’è poco, soprattutto se devo guardare così lontano nel futuro, però so che la mia esistenza è qua, nella mia scelta, nella mia nuova casa in affitto, nel mio lavoro, nelle perso-ne che ho incontrato e sto continuando a incontrare … e mi piace definire Umber-tide come la mia Itaca, rubando le parole a Kostantinos Kavafis “ Itaca t’ha donato il bel viaggio. Senza di lei non ti mettevi in via. Nulla ha da darti più. E se la trovi povera, Itaca non t’ha illuso. Reduce così saggio, così esperto, avrai capito che vuol dire un’Itaca.”

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Page 14: INFORMAZIONE LOCALE novembre 2013

Nero FrattaIL GENERALE SCUCCHIA E LA SORA PEPPA: SECONDO TEMPO

È diventata una piacevole consuetudi-ne subire i rimproveri di chi mi ad-

debita di aver tralasciato aneddoti sui personaggi notevoli di Fratta. Mi sdebito con loro, raccontandoli volentieri ai let-tori.

IL GENERALE SCUCCHIASolo una volta è stato visto cimentarsi al pietriccio a vagliare la rena; di norma, preferiva come sede abituale l’osteria di Via Spunta. Quando si avventurava per strada, sorretto sulle lunghe gambe storte dal bastone, era ineludibilmente investito dalle prese in giro degli scugnizzi. “Ge-ne-ra-le! Va a letto!”. Invariabile era la risposta (ripulita da chi scrive): “Portime la tu’ sorella, fiolo de ‘sta bona donna, che te la cucino io!”. Seguiva l’imman-cabile esortazione ad andare al paese oggi vagheggiato da Grillo.In tempo di oscuramento aveva provoca-toriamente messo una candela accesa sul davanzale della finestra. Immantinente la milizia, precipitatasi a casa sua, bussò al portone. “Chi è?” , lui rispose. “E’ la for-za, aprite!”, risposero i militari. “Alora, se séte la forza, aprite da vo’!”, ribatté con ironia, senza turbarsi. Non è dato sapere se il depositario della battuta sia lui o Eligio Mischianti, che l’ha usata in una situazione analoga. A noi basti sapere che quel tipo di provocazione andava di moda, a testimonianza dell’atavica disin-voltura della nostra stirpe nel rispettare la legge!LA SORA PEPPA DELLA BUCCIOTTASi era conquistata il titolo “ Sora”, perché era meno povera degli altri e poteva van-tare due figli benestanti, di cui uno ammi-raglio di marina. La Sora Peppa era in confidenza con l’Elena,l’addetta alla chiusura dei cancel-

li del passaggio a livello del ponte della Regghia, proprio adiacente a casa della signora. Ogni anno, per San Giuseppe, le consegnava un mazzo di fiori con la richiesta di farseli riportare a casa, la mat-tina della festa del Santo, da Brizio – il figlio più grande dell’Elena – con tanti sinceri auguri di buon compleanno. Un rapporto meno idilliaco intratteneva con l’altro figlio – Guerriero – che aveva il torto di aver scelto il marciapiede sotto le finestre della Sora Peppa, come pista per spingere con la manarola il cerchio-ne di bicicletta, i cui sobbalzi sulle pietre sconnesse scatenavano un frastuono indi-cibile. Sfortuna volle che Guerriero ebbe l’incarico di consegnarle la bomboniera per lo sposalizio di Toni, lo stagnino, con la Dina. Il fatto sta che il messo non fu accolto proprio con il tappeto rosso dalla destinataria dell’omaggio, con il risultato che i confetti glieli tirò dalla strada dentro la finestra.Nella puntata precedente abbiamo ap-prezzato la premurosa abitudine della Sora Peppa di succhiare le caramelle per offrirle, prima di incartarle di nuovo, agli ignari bambini golosi. Avevamo imma-ginato che la prassi fosse motivata dalla preoccupazione di verificare come cavia la bontà e la salubrità di quelle ghiottone-rie: non era il massimo dell’igiene, ma in fondo i pargoletti non rischiavano nulla, se non qualche difficoltà nello scartare le chicche appiccicose. Un’altra risparmio-sa consuetudine della signora ha portato alla spiegazione del suo comportamento: infatti persone informate dei fatti giurano che lei non lavasse i piatti, ma li pulisse con la lingua, perché – sosteneva – tul fondo c’armane’il più bono! Nonostante la sua lingua fosse così impegnata a lecca-re caramelle e piatti, trovava il tempo e la

forza per non sfigurare neanche a chiac-chiere, che a Santa Croce non mancavano, soprattutto quelle declamate fra dirimpet-tai. Sono proverbiali le discussioni fra la Sora Peppa, in finestra, e Pichichiochio, sull’uscio della bottega di falegname. All’apice di assordanti dispute, interve-niva come arbitro il merlo di Riccardo che, aizzato da Toni, gorgheggiava“ Fu- fu- fì - foooo!”. Quel fischio quadrisillabo ammonitore, valendo sia per “So - ra - pè - ppa!” che per “Pi - chi - chiò - chio!”, concludeva la dibattito con un pareggio: e ritornava momentaneamente la quiete! Conoscendone la proverbiale parsimonia, Carlo Pucci non poteva restare inerte di fronte alla gallina appesa al fresco, die-tro le ante socchiuse della persiana al pri-mo piano della saletta della Sora Peppa. Nottetempo, con l’aiuto di una scala, Carlo sfilò l’intirizzito pallido bipede da quel naturale precursore del frigorifero. È facile immaginare lo scoccodare della padrona depredata, quando si accorse che la gallina, seppure spennata, era volata via. La gente, appostata dietro le persia-ne poco aduse alla frequentazione di pol-li, commentò sommessamente divertita. Andò a finire che la gallina, in uno slancio di prodigalità di Carlo & C., fu distribui-ta al vicinato in pezzetti necessariamente microscopici, ma coniugati con tanta torta bianca. Una parte meno scarsa fu offerta anche alla Sora Peppa, la quale, se avesse conosciuto il retroscena, avrebbe non solo leccato il piatto, ma l’avrebbe sgranoc-chiato dalla rabbia. C’è chi sostiene che è da quel momento che la ricetta è detta “gallina all’arrabbiata”.

Mario Tosti

Via Unità d’Italia, 22/24 - Umbertide

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Eventi

ta del suolo. Questo almeno è quello che è avvenuto in passato sulle cave anche del nostro territorio. In casi eccezionali - pro-segue il dott. Natale - può essere drenata pure l’acqua di falda in modo irreparabile, perché avviene un cambio totale del gra-diente idraulico. Altri problemi possono essere rappresentati dalle polveri solle-vate dalle attività di cantiere, dai rumori o la stessa sicurezza dei lavoratori, la di-struzione o modifica dell’habitat di spe-cie animali, la distruzione di emergenze archeologiche importanti per l’attività turistica e così via. Nell’ambito ambien-tale/paesaggistico, quindi, possiamo dire che in fase di progetto devono essere in-traprese delle indagini geologiche, geo-morfologiche, strutturali ed ecologiche affinché il vulnus sia il minore possibile». A riguardo della lavorazione effettuata ne-gli anni passati sulle nostre cave di mon-tagna, il geologo ha affermato che: «Nel caso del nostro monte Acuto, dal punto di vista paesaggistico vi è un impatto enorme e quindi potevano essere ado-perate varie tecniche di mitigazione che oggi sono sempre più sofisticate, come ad

esempio adottare una struttura a gradoni, facendo partire dall’alto con lo scavo e approfondire mediante una “quinta di ma-scheramento”, ovvero una zona che non fa vedere il cantiere. Passando ai modi di riconversione può essere usato l’am-bientamento per lotti successivi, dove si deve procedere allo scavo del nuovo lotto riambientando il lotto precedente. Un altro grande impatto per l’ambiente è dato dalle “piste di arroccamento” per i mezzi di cantiere che sono molto grandi. Per evitare ciò - conclude Natale - pos-sono essere adoperate delle tecniche par-ticolari per effettuare il trasporto dei ma-teriali ricavati dal giacimento in tunnel». Per quanto riguarda le concessioni, il dott. Natale ci informa che: «esse sono stabilite dal Piano Regionale della cave, che pre-vede i quantitativi di materiale che pos-sono essere estratti, le tipologie, i metodi e le forme di rinnovo delle concessioni».In merito alla proposta inserita nell’am-pliamento dell’area SIC, secondo la quale le cave dismesse diverrebbero un luogo di studio, il geologo ha dichiarato: « Dopo che un “addetto ai lavori” le ha fotografa-

te, filmate, raccolto materiali per le analisi in laboratorio nei vari strati, e ricavato tutte le informazioni utili sarebbe più opportuno un utilizzo diverso, ad esempio il riem-pimento della cavità con terre e rocce naturali (non contaminate) risultanti dai vari cantieri edili o stradali della zona, tra l’altro previste per legge. Per l’uso di-dattico, nel nostro territorio,- prosegue Natale- le aree disponibili al di fuori del-le aree di cava sono molte e a costo zero, mentre attrezzare un’area di cava è sempre molto costoso ad esempio per il rischio di caduta massi o per altri problemi ». Infine, ritornando sul discorso della ricon-versione, il dott. Natale sostiene che: «Le opportunità sono offerte qualche volta dalla stessa natura e dal tempo, come ad esempio la cava di Vocabolo Montacuto, che in parte ha mitigato il suo impatto visivo negli anni anche grazie al colore scuro della roccia».

Alessandro Minestrini

Gentile Redazione, buongiorno.Vorrei mandare alcune mie riflessioni, spe-ro condivise da cittadini non solo residenti in campagna, sul movimento dei camion di immondizia che da Perugia transitano per Umbertide-Polgeto, alcuni addirittura anche per Niccone risalendo poi per Liscia-no, per raggiungere la discarica di Borgo Giglione. I camion, uscendo dalla super-strada ad Umbertide/Gubbio, attraversano tutta via Garibaldi. Passano quindi per il centro cittadino con negozi ancora aperti e all’uscita dei bambini della scuola elemen-tare. Il passaggio avviene infatti da metà mattinata in avanti, raggiungendo le punte più frequenti durante l’ora del pranzo.Al-cune domande nascono spontaneamente.

Perchè non passare in ore meno centrali? La puzza è rivoltante e insostenibile. Per-chè è stato scelto questo tragitto? Sarebbe interessante sapere quanto viene a costare a tutti noi contribuenti. Le poche proteste che sono state rivolte alle autorità sono rimaste, almeno al momento, inascolate. I Vigili Urbani fanno dei controlli, trovando, chia-ramente, tutti i documenti di trasporto in piena regola: e come potrebbe un’azienda come la Gesenu rischiare la non regolarità dei documenti di trasporto? Leggo la vo-stra rivista e mi sembra (sottolineo l’affer-mazione perché potrebbe essermi sfuggito qualcosa), che nessun articolo sia uscito al riguardo. Mi pare ridicolo che la nostra Amministrazione da una parte vanti, giusta-

mente, su riviste specializzate quali “Ville e Casali” la bellezza, la tranquillità, l’unicità di aree come laValle del Niccone, Polge-to, Montone, Preggio, elencando nomi di celebrità, di artisti, di importanti finanzieri che hanno investito milioni di euro nell’ac-quisto e nella ristrutturazione di case, per poi lasciar passare in quelle stesse zone di pregio camion di immondizia che rigettano l’essere umano all’inferno! Risolvere il pro-blema dei rifiuti è questione da affrontare in altro ambito. Riuscire a gestire il flusso, inevitabile, dei mezzi che li trasportano sa-rebbe già un segno di intelligenza.

Lettera firmata

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Il PungoloPIETÀ PER LA NAZIONE

Questo mese, senza alcun commento, vogliamo far conoscere ai nostri lettori questa poesia perché….è bella e fa pensare.

PIETÀ PER LA NAZIONE di L.FerlinghettiPietà per la nazione i cui uomini sono pecoreE i cui pastori sono guide cattivePietà per la nazione i cui leader sono bugiardiI cui saggi sono messi a tacereE i cui fanatici infestano le onde radioPietà per la nazione che non alza la

propria voceTranne che per lodare i conquistatorie acclamare i violenti come eroiE che aspira a comandare il mondoCon la forza e la torturaPietà per la nazione che non conosceNessun’altra lingua se non la propriaNessun’altra cultura se non la propriaPietà per la nazione il cui fiato è denaroE che dorme il sonno di quelli con la pancia troppo pienaPietà per la nazione Oh pietà per gli uominiChe permettono che i propri diritti vengano erosi

Via della Repubblica, 13 - Umbertide (PG) Tel. /Fax 075 941 1737 Cell. 339 7011758

e le proprie libertà spazzate viaPatria mia, lacrime di teDolce terra di libertà!Lawrence Ferlinghetti è poeta e artista americano di origini italiane nato nel 1919. Ha scritto questa poesia nel 2007 in occasione del 50nario del libro "On the Road" di Kerouac, uno dei più rappresentativi della beat generation, ispirandosi ad un testo del poeta Khalil Gibran, libanese, morto nel 1931.(Tratto da: Giada Diano: 50 poesie di Lawrence Ferlinghetti, 50 immagini di Armando Milani Editrice Gam Brescia, 2010.)

Alvaro Gragnoli

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CALCIO ED IMPIANTI: rimettiamo le cose a posto

Mensile gratuito di informazione - Autorizzazione del Tri-bunale di Perugia n. 27 del 01/10/2008 - Direttore respon-sabile Giovanni Codovini - Stampa Digital Editor S.r.l.

Per il terzo anno il movimento calcistico di Umbertide deve fare a meno di un impianto fondamentale come quello di via Cesare Battisti (il vecchio e caro USU), con pesanti ripercussioni sulle attività agonistiche e soprattutto di allenamento, ed un sovraccarico degli altri impianti (pubblici), che ne determina, insieme ad uno scarso investimento sulla manutenzione straordinaria, un rapido e profondo deterioramento (in particolare per lo storico Città di Torino).L’USU, unico impianto “regolare” in terra battuta e dotato di illuminazione, rappresentava un polmone fondamentale per il calcio giovanile, amatoriale e per società che partecipano a campionati FIGC, come Pitulum e Monteacuto. Dunque uno spazio vivo e funzionale (nonostante la carenza dei quattro

spogliatoi), ingabbiato dai lavori di valorizzazione dell’area, che prevedono, tra l’altro, un recupero della struttura ex tabacchi (si è deciso l’utilizzo?) e la ristrutturazione dell’impianto stesso con tanto di manto in erba sintetica (ci auguriamo di nuova generazione, visto che le misure non ne consentiranno un utilizzo illimitato). Andando oltre le buone intenzioni del progetto, ciò che poi è mancata è stata da una parte una adeguata programmazione degli interventi, nei tempi e nelle modalità operative, dall’altra la contestuale valutazione degli aspetti che riguardano la gestione delle strutture.La programmazione dei tempi di realizzazione di un progetto non è elemento secondario all’intervento stesso. Una cosa che si può fare in sei mesi non può rimanere incompiuta dopo quasi tre

anni. Eventuali difficoltà finanziarie o tecniche di norma si risolvono prevedendo stralci funzionali (ad esempio, nel caso specifico, un ingresso dalla parte libera dai lavori ed una diversa tempistica nella realizzazione che garantisca efficacia e sicurezze). Siccome non dubitiamo della capacità e della buona volontà dei tecnici, il problema si pone probabilmente al livello di gestione politico – amministrativa del complessivo progetto. Certo è invece il fatto che le conseguenze le pagano i cittadini utenti.La modalità di gestione “privatizzata” dell’impianto, peraltro necessitata anche dal punto di vista normativo, comporta invece un ragionamento più complessivo che avrebbe dovuto anticipare la fase dei (tentati) bandi di affidamento, e che invece ancora non si è fatto. Questa modalità infatti comporterà un approccio nuovo e diverso dell’attività calcistica con l’impiantistica: ciò che fino ad ora è stato gratuito sarà necessariamente a pagamento. E fino a qui si può comprendere. Ma il fatto stesso deve comportare un ripensamento complessivo sicuramente nella gestione degli impianti adibiti al calcio, più opportunamente di tutti gli impianti (cittadella dello sport), definendo criteri che possano garantire economicità, accessibilità, funzionalità, pari opportunità.Insomma. Rimettiamo le cose in fila. Se ne può parlare?

Stefano Conti

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NOEMI POLIMANTI: grinta e potenza nel VolleyMolto cordiale e solare fuori dal campo, sfodera grinta e potenza quando piazza i suoi colpi, che in più di una circostanza si rivelano decisivi. È questa Noemi Po-limanti, la 24enne schiacciatrice che al momento garantisce la giusta pericolosità del San Giustino Volley sugli attacchi alla banda. Proviene dall’Umbertide e cono-sce bene la Serie C regionale; fino a que-sto momento, si sta rivelando uno fra gli acquisti più azzeccati della società bian-

cazzurra e nell’analizzare il 3-1 rifilato sabato scorso alla Vis Fiamenga Foligno non ha dubbi: “È stata la vittoria del carat-tere, dopo che nei primi due set non erava-mo andate bene – afferma la Polimanti – ed è stata anche la dimostrazione del fatto che fra di noi regna la giusta sintonia”. Tu stessa ti sei come all’improvviso “sca-tenata” nel terzo set, mettendo a segno 10 punti. A cosa è dovuta questa meta-morfosi personale? “Non ero in partita:

avevo subito tre murate, ma ho capito che dovevo tranquillizzarmi e allora ho reagito nella maniera migliore, grazie anche alla palleggiatrice che mi ha dato fiducia, impo-stando su di me palloni che poi ho trasformato in punti. L’attacco ha così iniziato a funzionare e in ricezione è stato prezioso l’apporto della Rosi”. A proposito, sia quest’ul-tima che la Ottaviani non sono meglio della condizione sotto l’aspet-to fisico, per cui dipen-de principalmente dalle tue prestazioni l’attuale consistenza della squa-dra sugli attacchi a lato. Ti sei calata in questo ruolo, consapevole del-le responsabilità che ti devi assumere? “Certa-mente! È chiaro che sare-mo ancor più competitive quando la Ottaviani e la Rosi torneranno sui loro

standard. Per quello che mi riguarda, ri-tengo che le circostanze contingenti siano l’opportunità giusta per farmi maturare a livello di esperienza e quindi per crescere sotto ogni profilo”. Archiviate positiva-mente le due gare interne consecutive e con i galloni di prime della classe a pun-teggio pieno, domenica prossima sarete di scena ad Acquasparta. Già la Vis Fiamen-ga vi ha messo alla prova, ma questo è da considerare un test ancora più difficile? “Credo proprio di sì. L’Acquasparta è di per sè una bella squadra, che sul proprio campo diventa ulteriormente temibile, per cui domenica verificheremo sul serio il carattere della nostra squadra”.

da www.primopianonotizie.com

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SIMONE ANTONELLI: campione di Field Target

MEMORIAL SILVANO DIARENA 2013Ayumi Ashi Roma: questo il vincitore del prestigioso Memorial Silvano Diarena ad Umbertide, che si è imposta propria sui padroni di casa del Kodokan Fratta. Il quadrangolare dedicato alla memoria del mai dimenticato Silvano Diarena è per Umbertide e per lo sport italiano un riferi-mento fondamentale. È una vera palestra per giovani che crescono, così come ha insegnato Silvano Diarena.

Il field target (lett. "bersaglio da campo") è una simulazione di caccia con armi ad aria compressa nata nel Regno Unito nei primi anni '80. Le manifestazioni o incontri si svolgono all'aperto ed in un contesto pae-saggistico il più naturale e "selvaggio" pos-sibile. In seguito tale disciplina si è espansa anche negli USA ed in Unione Europea, in particolare Germania e Polonia. Nelle gare vengono adottate differenti categorie in fun-zione oltre che della tipologia di arma anche della potenza espressa, superiore o inferiore a 7,5 J. Sabato 5 e domenica 6 ottobre si è svolta a Lugnano la finale del campionato italiano e la finale di Coppa Italia, presso l'ex campo di tiro a volo "L'archibugio". Ed è proprio qui che, dopo una intera stagio-ne passata in giro per l'Italia a gareggiare, nella due giorni della finale si è classificato secondo in Coppia Italia l'umbertidese Si-mone Antonelli. Non solo. Alessio ha sba-ragliato gli avversari conquistando anche il primo posto nel campionato di catego-ria pcp depo 7,5j. Un ottimo risultato che migliora di molto il sesto posto ottenuto lo scorso anno nella finale di Fontechiari.

Eva Giacchè

Si pensi al bellissimo e appassionante incontro per la vittoria finale tra il giova-ne umbertidese Nicola Becchetti (atleta della nazionale italiana in forza al KdK Fratta, che si gioca un posto per le future Olimpiadi)) e Simone Tamanti (del grup-po sportivo Fiamme Azzurre). Inoltre si pensi al bellissimo punto conquistato dal diciottenne Francesco Caponeri contro il fortissimo Judo Club Camerano.

Venerdì 18 Ottobre

Ore 18 Stage Internazionale condotto dai Maestri Hannes (6ºdan) e Regina (6ºdan) Daxbacher

(Stage aperto alle classi EsA, EsB, Ca, Jun, Se) costo 5 euro procapite

Sabato 19 Ottobre

Ore 13.30 - 14.30 peso Qualificazioni Coppa Italia regione Umbria

Ore 15 inizio qualificazioni

Ore 15.30-16.30 peso Memorial Silvano Diarena (1kg di tolleranza)

Ore 17 inizio Memorial Silvano DiarenaSquadre invitate: Germania, Polonia, Fiamme Azzurre, Fiamme Oro, Rappresentativa Italiana Uisp, Judo Club Camerano, Ayumi Ashi Roma, Accademia Torino, Rappresentativa Regionale Umbra.Nel torneo, salvo approvazione del comitato orga-nizzatore è possibile l'inserimento di altre squadre.(Squadra tipo:66kg, 73kg, 81kg, 90kg,+90kg).

Domenica 20 Ottobre

Trofeo Giovani Campioni

Ore 8-9 peso categorie ragazzi e EsA

Ore9-10 peso categoria EsB

Ore 11-12 peso categoria Cadetti

(3 aree di combattimento, categorie federali, max 250 iscritti per fascia d'età, quota iscrizione 10 euro).

PREMIO SPECIALE in memoria di Lucio Brachelente

La squadra più numerosa si aggiudicherà il premio.

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