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Dott.ssa Chiara Ferranti
INFIAMMAZIONE
ACUTA
FASE VASCOLARE: vasodilatazione
La vasodilatazione inizia precocemente dopo lo stimolo lesivo grazie
alla liberazione di mediatori vasoattivi
L’istamina rilasciata dai mastociti tissutali agisce come potente
vasodilatatore con rilasciamento della muscolatura liscia dei vasi e
rilasciamento degli sfinteri precapillari
AUMENTO DEL FLUSSO SANGUIGNO NELL’AREA INTERESSATA:
ROSSORE (rubor) e CALORE (calor)
FASE VASCOLARE:
aumento della permeabilità vasale
L’aumento della permeabilità capillare facilita la fuoriuscita di fluidi e
proteine dal sangue: formazione dell’ESSUDATO
Aumento:
• viscosità del sangue
• concentrazione di eritrociti nei piccoli vasi
RALLENTAMENTO LOCALE DELLA CIRCOLAZIONE FINO ALLA
STASI
FASE VASCOLARE:
aumento della permeabilità vasale
Acqua, sali e proteine a basso peso molecolare, fuoriescono dal plasma
nell’area danneggiata e, accumulandosi negli spazi interstiziali, causano
EDEMA (tumor – gonfiore)
Il DOLORE (dolor) deriva in parte dalla pressione esercitata dall’edema sulle
terminazioni nervose e dall’effetto diretto di prostaglandine
Se dolore e edema sono significativi e persistenti, si può avere perdita di
funzione parziale o totale della zona infiammata
INFIAMMAZIONE ACUTA
ROSSORE
CALORE
GONFIORE
DOLORE
Compito principale del processo infiammatorio è di permettere alle cellule del
sistema immunitario di raggiungere il sito della lesione: eliminare i
microrganismi presenti, rimuovere i detriti cellulari e riparare i danni tissutali
MIGRAZIONE LEUCOCITARIALa migrazione leucocitaria porta alla formazione dell’essudato infiammatorio:
• Fase intravasale: estravasazione dei leucociti
• Fase di migrazione tissutale: chemiotassi con movimento dei leucociti deileucociti nei tessuti periferici grazie ad un fattore chemiotattico
Fase intravasale
• Marginazione: i leucociti si posizionano lungo la superficie endoteliale
grazie al rallentamento del flusso sanguigno dovuto alla vasodilatazione
• Rotolamento
• Adesione all’endotelio
• Transmigrazione
Molecole di adesione
• SELECTINE: mediano le fasi iniziali del processo chemiotattico
• IMMUNOGLOBULINE: permettono il legame forte e stabile tra leucociti ed
endotelio
• INTEGRINE: permettono il riconoscimento delle molecole di tipo
immunoglobulinico
MIGRAZIONE DEI LEUCOCITI
La migrazione dei leucociti attraverso la parete vasale avviene a livello delle
giunzioni tra le cellule endoteliali
Principali fasi della migrazione dei neutrofili che porta alla formazione dell’essudato infiammatorio
CHEMIOTASSI E FATTORI CHEMIOTATTICI
I leucociti migrano negli spazi interstiziali orientandosi in base a
gradienti chimici di FATTORI CHEMIOTATTICI
FATTORI DI ORIGINE ESOGENA FATTORI DI ORIGINE ENDOGENA
Prodotti batterici
Componenti del sistema del
complemento
Prodotti del metabolismo dell’ac.
arachidonico
Chemiochine
FAGOCITOSI
• Fase di riconoscimento ed adesione del microrganismo o particella da
fagocitare
• Fase di internalizzazione e formazione del fagosoma
• Uccisione e degradazione del materiale ingerito
FORMAZIONE DEL FAGOSOMA
Caratteristiche dell’essudato
infiammatorioESSUDATO:
• PURULENTO
• SIEROSO
• FIBRINOSO
• EMORRAGICO
• CATARRALE
ESSUDATO PURULENTO
Batteri piogeni (formano pus) causano reazioni in cui èpresente un gran numero di neutrofili che liberano grandiquantità di enzimi e prodotti tossici
Insieme alle tossine batteriche determinano necrosicolliquativa dei tessuti che si riempono di essudatopurulento (pus)
La reazione si definisce suppurativa
Ascesso: il processo è circoscritto all’interno di una cavitàdelimitata da membrana fibrinosa
ESSUDATO SIEROSO
Si ha fuoriuscita di liquido a basso contenuto proteico, povero di fibrinogeno
Si forma a livello epiteliale :
• Traumi ripetuti (vesciche)
• Ustioni lievi
• Articolazioni
• Pleura
ESSUDATO EMORRAGICO
Ricco di fibrina e di eritrociti quando il danno ha causato una lesione vasale
con fuoriuscita di sangue
ESSUDATO CATARRALE
Si forma quando il processo infiammatorio interessa le membrane mucose che
secernono muco in abbondanza
Tipico delle infezioni delle vie respiratorie (raffreddore e bronchite)
Effetti sistemici dell’infiammazione
acuta• Febbre
• Aumento della concentrazione di proteine di
fase acuta nel plasma
• Aumento del numero di neutrofili nel sangue
periferico
FEBBRE
Innalzamento della temperatura corporea da 1°C a 4°C
Duplice effetto di difesa:
• Crea delle condizioni di crescita più sfavorevoli per i microrganismi
• Migliora le difese dell’organismo
LEUCOCITOSI
Il numero di leucociti si può innalzare in poche ore
Infezioni batteriche inducono neutrofilia: mononucleosi
infettiva, parotite, rosolia e altre patologie inducono
linfocitosi
Asma bronchiale, infestazioni parassitarie portano a
eosinofilia
Infiammazione cronicaSi ha quando l’infiammazione acuta non si può risolvere e/o lo
stimolo lesivo persiste causando delle alterazioni nel
processo di riparo
Cause:
• Infezioni persistenti; questi patogeni persistono nell’organismo
dando origine a malattie di tipo granulomatoso
• Esposizione prolungta ad agenti tossici sia di origine esogena
(silicosi) che endogena (aterosclerosi)
• Patologie autoimmuni: artrite reumatoide, lupus eritematoso
ecc.
Macrofagi
Sono le cellule più importanti nel processo
d’infiammazione cronica.
Il loro accumulo persiste nel tempo favorito dalla
continua produzione di fattori chemiotattici e
dall’espressione di molecole di adesione sulla
superficie endoteliale
INFIAMMAZIONE CRONICA DI TIPO
GRANULOMATOSO
Reazione tipica di certi processi infettivi o malattie croniche su base
immunologica
Il GRANULOMA consiste in una aggregazione microscopica di macrofagi che si
sono trasformati in cellule giganti di tipo epitelioide
INFIAMMAZIONE CRONICA DI TIPO
GRANULOMATOSO
Si possono distinguere diversi tipi di granuloma:
• Da corpo estraneo: le cellule epitelioidi circondano il corpo estraneo che
si viene a trovare al centro del granuloma
Es. talco, suture, fibre voluminose per essere fagocitate
• Immunologico: si forma in seguito ad infezioni con patogeni
endocellulari
Il più caratteristico granuloma immune che si conosce è il tubercolo causato
da infezioni con Mycobacterium tubercolosis
Dott.ssa Chiara Ferranti
GUARIGINE E RIPARO TISSUTALE
La guarigione comprende:
• RIGENERAZIONE: le cellule danneggiate o morte vengono
sostituite da cellule dello stesso tipo che proliferano
• RIPARAZIONE FIBROSA: le perdite di tessuto vengono
sostitite con tessuto cicatriziale
RIGENERAZIONE
La risoluzione completa si può avere quando il
danno ai tessuti di sostegno è stato minimo e le
cellule possono rigenerare
SI RIPRISTINA LA COMPLETA NORMALITA’
STRUTTURALE E FUNZIONALE DEL
TESSUTO DANNEGGIATO
RIGENERAZIONE
La rigenerazione tissutale porta alla sostituzione del tessuto danneggiato conaltre cellule dello stesso tipo
Sulla base della capacità rigenerativa, si classificano i tessuti:
– a cellule labili
– a cellule stabili
– a cellule perenni
CLASSIFICAZIONE DELLE CELLULE A SECONDA DELLA LORO
CAPACITA’ MOLTIPLICATIVA (BIZZOZZERO)
• cellule labili: si replicano continuamente e sostituiscono le cellule
differenziate mano a mano che muoiono
• cellule stabili: sono contemporaneamente fuori dal ciclo mitotico, cioe’ in fase
g0 (epatiche-muscolari-renali-connettivali); iniziano a dividersi sotto uno
stimolo appropriato
• cellule perenni: sono uscite definitivamente dal ciclo mitotico (neuroni del
s.n.c.-polimorfo nucleati maturi-cellule muscolari-linea germinale femminile)
RIPARAZIONE
Si ha quando l’agente lesivo ha danneggiato sia lo
stroma che il parenchima dell’organo; il riparo
non può avvenire soltanto con la rigenerazione
ma
IL TESSUTO PERSO VIENE SOSTITUITO CON
TESSUTO CONNETTIVALE (FIBROSI) DETTO TESSUTO CICATRIZIALE
RIPARAZIONE
Comprende diverse fasi:
• Formazione del tessuto di granulazione
• Angiogenesi
• Reclutamento e proliferazione di fibroblasti
• Organizzazione del tessuto fibroso
FORMAZIONE DEL TESSUTO DI
GRANULAZIONEDopo l’inizio dell’infiammazione, i fibroblasti e le cellule
endoteliali cominciano a proliferare per formare un
tessuto specializzato (TESSUTO DI GRANULAZIONE)
che ha lo scopo di:
• riparare i danni vascolari
• rigenerare i capillari (angiogenesi)
• ricostituire la matrice extracellulare (collagene, fibre
elastiche, proteine strutturali)
ANGIOGENESI
I capillari preesistenti, formano nuovi capillari gemmando nell’area danneggiata
Il processo comprende diverse fasi e una complessa interazione tra cellule
endoteliali, matrice extracellulare e fattori di crescita
ORGANIZZAZIONE DEL TESSUTO FIBROSO:
FIBROSIIl tessuto di granulazione si modifica velocemente ad
opera dei fibroblasti che negli spazi fra i tessuti,
depositano fibre di collagene
Successivamente: contrazione dell’area del tessuto di
granulazione e trasformazione in vera e propria
cicatrice formata da collagene denso e
frammenti di tessuto elastico
La CICATRICE appare come un ammasso di tessuto amorfo, poco
vascolarizzato, privo di annessi cutanei
GUARIGIONE DELLE FERITE
Ferita da taglio i cui margini sono tenuti a stretto contatto (es. sutura):
GUARIGIONE PER PRIMA INTENZIONE
GUARIGIONE PER SECONDA INTENZIONE:
margini della ferita sono più o meno separati
GUARIGIONE DELLE FERITE
Esito finale:
• Cicatrizzazione minima per ferite con margini a stretto contatto
• Cicatrizzazione evidente per ferite con margini separati
FERITE CON MARGINI A CONTATTO
L’incisione del tessuto causa la morte di un numero limitato di cellule
epiteliali, lo spazio si riempie di sangue coagulato che in superficie si
disidrata e forma la crosta che copre la ferita
24h: le cellule epiteliali migrano dall’epidermide adiacente e cominciano a
proliferare
48h: uno strato continuo di cellule epiteliali copre la ferita; i neutrofili
vengono sostituiti dai macrofagi; inizia la deposizione di collagene
Due settimane: essudato completamente riassorbito; accumulo di collagene
e proliferazione di fibroblasti
FERITE CON MARGINI SEPARATI
Si genera un’imponente perdita di massa di tessuto; l’area viene invasa da
abbondante tessuto di granulazione
Risposta infiammatoria più ampia con maggiore deposito di fibrina e detriti
cellulari
Il processo di riparo è più lento
Nei casi di lesioni estese: contrazione della cicatrice dovuta alla presenza di
miofibroblasti
Fattori che influenzano il riparo delle
ferite
FATTORI SISTEMICI– Tipo, dimensione e localizzazione della ferita;
Es. ferite in aree più vascolarizzate (faccia ) guariscono piùrapidamente– Infezione– Fattori meccanici, movimento– Corpi estranei che permangono nella lesione
– FATTORI SISTEMICI• Stato cardiocircolatorio• Stato metabolico del soggetto• Livelli ormonali di corticosteroidi• Stato nutrizionale del soggetto: carenze proteiche e di
vitamina C, ritardano la sintesi di collagene e il riparo