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Industria e Dirigenti: un patrimonio italiano Industria e Dirigenti: un patrimonio italiano MARZO 2014 ANNO LXVII Spedizione in abbonamento postale - Tariffa ROC - articolo 1, comma 1, del D.L. 24.12.2003 n. 353, convertito in L. 27/2/04 n. 46 - Pubbl. inf. 45% DCB di Milano - € 1,03

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Industria e Dirigenti:un patrimonio italianoIndustria e Dirigenti:un patrimonio italiano

MARZO 2014 anno LXVII

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Parla il direttore sanitario di ODONTOBI Dental Clinic, la Dott.ssa Emanuela Bianca:

“I tempi cambiano, la crisi economica fa sentire le sue conseguenze. Aumenta il “turismo dentale” all’estero e

cliniche odontoiatriche low cost diventano sempre più numerose. Ma è forse saggio affi dare la propria salute

a realtà del genere? Con un’equipe affi atata e competente, in ODONTOBI crediamo che disponibilità,

professionalità, aggiornamento e tecnologia siano armi vincenti nel tempo.”

La salutenon èlow cost

...la qualità prevale nel tempo.

Dir. Sanitario - Dott.ssa Emanuela Bianca

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Struttura Odontoiatrica convenzionata con FASI, e loro famigliari per tutto il Nord Italia

Dir. Sanitario - Dott.ssa Emanuela Bianca

ODONTOBI S.r.l.Via Aronco, 5 - 28053 Castelletto Ticino (No)Tel. 0331 962405/971413 - Fax 0331 971545Email: [email protected] - www.odontobi.it

Affi dati allaqualità italiana

Dirigente d'Azienda_A4.indd 2 14/02/14 11:31

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DI 1Dirigenti inDustria marzo 2014

Romano AmbrogiPresidente

Genio e talento italico: patrimonio industriale del Paese

Davvero è necessario dare una svolta alla nostra vita sociale ed alla nostra economia, in questo ennesimo volgerci alle vicissitudini politiche del nostro Paese ed ai segnali, invero deboli e confusi, che ci vengono dalle cancellerie europee e dalla burocrazia di Bruxelles. Questo numero della nostra rivista intende gettare quindi un po’ di luce su una delle eccellenze che l’Italia, e la Lombardia in particolare, hanno saputo crea-re, mantenere e sviluppare.Meccatronica è una parola per esperti, è un titolo inusuale per i nostri stessi discorsi da manager associati. Ma se vogliamo dare un contributo reale al rilancio della pro-duttività e della produzione industriale, proprio di qui siamo chiamati a cominciare, dalle cose che facciamo, dalle cose che sappiamo fare, dal mondo (in senso globaliz-zato) che frequentiamo e che abbiamo imparato a conoscere. E il patrimonio dei col-leghi, professionalmente implicati nelle imprese (innovative e dinamiche) che hanno coniugato con creatività e ingegno l’automazione, l’informatica ed una miriade di macchine ed utensili, viene presentato da “Dirigenti Industria” e proposto all’atten-zione di tutti gli iscritti ALDAI.Tutto questo è un primo esempio dell’impegno che sottende tutta l’azione di ALDAI, con una pluralità di interventi volti a comunicare il valore della nostra professione di manager. L’azione della nostra Associazione si fonda sulla comunanza di sentire e di sapere fra gli associati, senza distinzione tra chi lavora nel settore specifico, tra chi è immerso senza respiro nel proprio settore, tra chi è in cerca di nuove e diverse oppor-tunità, tra chi - perché no - pur fruendo di un trattamento di pensione, ha mantenuto curiosità e passione di manager.Conoscere quindi, conoscerci, per farci conoscere, per recitare quella parte che è no-stra, è dovuta a noi, per il merito e per il talento che rivendichiamo.Quanto ci annoia, quanto ci disgusta e ci angustia il vacuo contrapporsi di luoghi comuni, di parole d’ordine sempre nuove e così irrimediabilmente obsolete!Quanto abbiamo bisogno di concentrarci sulle questioni che ci portano vera ricchez-za, che creano valore, che fanno crescere le effettive “smart specialization”, oggetto dei piani di sviluppo territoriale delle nostre Regioni in coerenza con il partenariato di Stati Membri ed Unione Europea. Da queste impostazioni nascono gli approfondimenti sulla politica industriale da parte della nostra Commissione Sindacale e Lavoro, sull’innovazione e sull’interna-zionalizzazione da parte del Gruppo di Lavoro dedicato della Commissione Studi, già presente su alcuni tavoli di contrattazione.Su questi temi mi muoverò, anche nel mio ruolo di Coordinatore Regionale della CIDA, per sostenere le nostre proposte alle Amministrazioni Locali.Chiedo a tutti unanime attenzione e simpatia per questo sforzo ed un generoso, pur se limitato dagli impegni di ciascuno, contributo di idee e proposte. ■

“Meccatronica è una parola per esperti, è un titolo inusuale per i nostri stessi discorsi da manager associati. Ma se vogliamo dare un contributo reale al rilancio della produttività e della produzione industriale, proprio di qui siamo chiamati a cominciare, dalle cose che facciamo, dalle cose che sappiamo fare...”

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DI2 Dirigenti inDustria marzo 2014 DI

Sndagine aldaiiPensioni, Previdenzaè partita l’indagine di ALDAI

pensata per i dirigenti senior.ALDAI è da sempre impegnata ad offrire ai suoi Associati in pensione ed ai loro famigliari servizi qualificati, mirati e vantaggiosi. L’Associazione, nell’ottica di incentivare e promuovere attività finalizzate a migliorare i vantaggi riservati agli iscritti ed ampliare la gamma delle offerte, ha deciso di svolgere un’indagine approfondita rivolta a tutti i suoi dirigenti “senior”, termine con il quale ci vogliamo rivolgere a tutti i dirigenti iscritti ALDAI in pensione.

Hai un indirizzo e-mail? Controlla la tua posta elettronica. ALDAI ha inviato via e-mail a tutti gli iscritti in pensione, di cui l’Associazione dispone degli indirizzi di posta elettronica, l’invito a compilare il questionario online e a dare il proprio contributo per la Categoria.

Non hai un indirizzo e-mail? Agli iscritti di cui ALDAI non dispone di indirizzo e-mail, è stata inviata copia cartacea del questionario allegato a questo numero di Dirigenti Industria.

La busta è preaffrancata: basta compilare il questionario e spedire.

I risultati dell’indagine costituiranno la base solida per iniziative volte ad una risposta sempre più adeguata alle esigenze dei dirigenti senior.

Se non hai ricevuto il questionario via e-mail o cartaceo contatta ALDAI all’indirizzo e-mail:

[email protected]

Compila il questionario, le tue esigenze sono la nostra missione.

e Tutela sanitaria:

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DI 3Dirigenti inDustria marzo 2014DI

ommarioSMARZO 2014 anno LXVII

eDItORIAle 1 Genio e talento italico: patrimonio industriale del Paese Romano ambrogi

INDAGINe AlDAI 2 Pensioni, Previdenza e Tutela sanitaria: è partita l’indagine di ALDAI pensata per i dirigenti senior

letteRe 4 a.B. - Bruno nunziati

FOCUS - eCONOMIA

6 Meccatronica Franco Del Vecchio

10 Innovare non è rottamare Mario Giambone

MANAGeMeNt 12 La funzione dirigenziale in prospettiva Franco Del Vecchio

16 Aggregazioni tra imprese e competenze manageriali anna Censi Maurizio Volonghi

18 Atteggiamenti di successo Franco Del Vecchio

FOCUS - eCONOMIA

MeccatronicaFranco Del Vecchio

20 Premio ALDAI Merito e Talento

NOtIZIe DAl CONSIGlIO DIRettIVO 21 Approvato il bilancio 2014: preventivo in pareggio antonio Zenatelli

FORMAZIONe 22 I dirigenti contribuiscono alla Dote Unica Lavoro Marcello Valentini

lAVORO24 Dirigenti e politica industriale: cosa possiamo fare? Giuseppe Colombi

PReVIDeNZA27 Federmanager a tutela dei diritti dei dirigenti pensionati Giorgio ambrogioni

28 Hot mail con il nostro esperto INPS Salvatore Martorelli

ASSISteNZA SANItARIA29 Domande e risposte... Cristiana Scarpa

30 Il FASI muove verso la dematerializzazione Stefano Cuzzilla

31 Benefici fiscali dei contributi versati al FASI 33 Contatti ALDAI

VItA ASSOCIAtIVA 34 News da Vises Fiorenza Trabucchi Marcello Valentini

OPINIONI 36 La legge di stabilità... democristiana Edoardo Lazzati

38 La parola d’ordine è “destabilizzare” Vanni nastari

40 Il lavoro Sergio Bollani

CUltURA e teMPO lIBeRO 42 Arte e Italia del Novecento: un ricordo alberto Cantoni

44 Grupo Cultura ALDAI Bando concorso letterario

SeRVIZI AGlI ASSOCIAtI 46 Convenzione Assocaaf 2014 Assistenza fiscale - II parte

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DI4 Dirigenti inDustria marzo 2014

@Egr. ing. Franco Del VecchioPubblichiamo la comunicazione dell’associato che ringraziamo per il sostegno.Il Presidente Federmanager Giorgio Ambrogioni ha accolto la proposta del socio, proponendo al Presidente del Consiglio dei Ministri le misure contenute nell’articolo, per promuovere le iniziative per rilanciare veramente il Sistema Italia.

Sono un pensionato ex dirigente industriale iscritto all’ALDAI dal 1º dicembre 1985. Leggo sempre con molto interesse i vari articoli riportati sul mensile “Dirigenti Industria” e sul recente numero di dicembre ho particolarmente apprezzato l’intervento del prof. Dominick Salvatore le

cui considerazioni, benché con più modesta esperienza del professore, anch’io sostenevo durante la mia attività lavorativa.Avrei in proposito un grande desiderio: non sarebbe possibile, con il suo prezioso sostegno unito a quello della Presidenza Nazionale di Federmanager, recapitare l’intervista del prof. Salvatore al premier ed ai suoi ministri affinché operino efficaci interventi economici per cambiare e rilanciare veramente il nostro Sistema Italia?Forse chiedo troppo ma comunque la ringrazio per aver promosso l’intervento in questione: “Il segreto dell’eccellenza”.Con i più cordiali saluti

A.B. - socio ALDAI

Gentile Direttore, da lettore chiedo un vostro commentoPubblichiamo la lettera pervenutaci con l’auspicio che gli interessati partecipino alla discussione così ravvivando un argomento di sicuro interesse ed attualità.

Ho letto l’esame fatto da Nomisma sul problema relativo al fatto che... “più consumiamo beni di altri Paesi e meno esportiamo dei nostri la situazione debitoria del Paese si allarga”. Viene quindi raccomandato alle aziende italiane di essere più competitive, abbassando i prezzi. Sembra una ricetta semplicistica, ma ritengo sia giusta e possibile!Ho sempre operato nel settore tessile e il costo viene costruito come segue: scheda costo (composizione di tutti i costi reali, dove nel tessile il puro costo lavoro incide mediamente del  30%) +120% dall’Azienda e  +140% dal negozio. Ergo se il costo reale è di 50 euro il prodotto sarà posto in vendita a 264 euro. Teniamo conto che il puro costo del lavoro considerato nel 30% su 50 euro è pari a 15 euro.

Credo che  i problemi siano altri. Mi riferisco alla GDO oggi presidiata dai francesi (Auchan, Carrefour, Decathlon ecc.). Penso poi alla poca attenzione di tanti dirigenti della nostra GDO nell’analisi attenta prima di delocalizzare.A tale proposito ho fatto una analisi presso le COOP (analisi a braccio e non certificata) e il 70% dei prodotti posti in vendita non sono Made in Italy. Siamo certi dell’assoluta indispensabilità di delocalizzare per “stare sul mercato”?A mio avviso quindi le aziende produttrici (oggi importatrici)e le aziende commerciali (catene negozi GDO, ecc.), vogliono mantenere questi moltiplicatori con la seguentegiustificazione... “L’elasticità di poter abbassare i prezzi per una azienda sana deve potersi identificare intorno al 30/40%, vale a dire nasce un concorrente agguerrito io ho la forza di contrastarlo abbassando il prezzo...Cordiali saluti

Bruno Nunziati 

VADeMeCUM PeR GlI AUtORI - COMe INVIARe I teStI AllA ReDAZIONe “DIRIGeNtI INDUStRIA”teStiI testi devono pervenire alla redazione della rivista in formato WORD, senza inseri-menti multimediali, tasselli, immagini, immagini di testo. Una pagina è composta da 4.000 battute spazi inclusi. Se è previsto l’inserimento di grafici, immagini, foto, figure, ecc. il numero di battute va proporzionalmente ridotto. Per l’ottimizza-zione dei tempi e per non creare disguidi nell’iter della lavorazione tecnica della rivi-sta invitiamo cortesemente ad inviare alla Redazione i testi in versione definiti-va. Il titolo fornito dall’Autore può essere modificato dalla redazione per uniformità, come lunghezza e stile, con i titoli degli altri articoli della rivista.

illUStraZioniLe immagini non devono essere inserite nel documento di testo bensì inviate separatamente in file in alta risoluzione per la stampa (300 dpi). Formato per le foto: JPG (non compresso) o TIFF. Formato per i grafici: JPG o PDF.

Per Ulteriori chiarimentiGabriella Canuti - Segreteria di Redazionevia Larga, 31 - 20122 MilanoTel. 02.58376.237 - Fax 02.5830.7557 - E-mail: [email protected]

lettere e articoli firmati impegnano tutta e sola la responsabilità degli autori e non rispecchiano necessariamente l’opinione di aldai. gli articoli sono pubblicati a titolo gratuito.

ettereLDAI NOStRI ASSOCIAtI

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Giorgio Motta - Personal Financial AdviserFINECO CENTER - MILANOVia GB Pirelli, 32 -20124 Uff: +39 02 36606011 - Cell: +39 335 8438258 [email protected]

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DI6 DIRIGeNtI INDUStRIA MARzO 2014

Meccatronica Un settore strategico per il futuro industriale del Paese

l a meccatronica identifica un grup-po di “prodotti” nei quali sono applicate in modo congiunto e coordinato le diverse tecnologie

meccaniche, elettroniche, informatiche e dei sistemi di controllo. L’integrazione sinergica dell’ingegneria meccanica con l’elettronica ed il controllo computeriz-zato intelligente per la progettazione e la manifattura dei prodotti raggruppa un insieme di settori industriali che rap-presentano complessivamente più di un quarto del PIL italiano, secondo i dati di un articolo di Paolo Bricco, Il Sole 24 Ore del luglio 2013.La meccatronica impiegava comples-sivamente in Lombardia nel 2005 oltre 250.000 addetti, dei quali circa 100.000 nella provincia di Milano con il 65% oc-cupato nelle imprese meccaniche.La crisi iniziata nel 2008 ha ridimensio-nato il mercato interno, ma la stabilità delle esportazioni, che rappresentano circa un terzo dei 320 miliardi di euro di fatturato complessivo, ha permesso di far fronte alle difficoltà degli ultimi anni. Secondo l’analisi ANTARES 2013 il setto-re vale il 34% dell’intero export italiano. La quota di export che è cresciuta di più negli ultimi dieci anni è quella destinata ai Paesi extra europei e la Lombardia è fra le regioni più competitive fuori d’Eu-ropa, di cui la quota BRIC in forte ascesa (+7 miliardi) rappresenta il 28%.Se la meccatronica rappresenta un pa-trimonio di competenze che genera oc-cupazione e ricchezza per il Paese, con interessanti prospettive di sviluppo, non possiamo confonderla con l’inarresta-bile fenomeno di deindustrializzazione che caratterizza le economie occidentali. Secondo i dati Eurostat nell’Unione Eu-ropea a 27 membri ci sono più di 150 mila imprese specializzate nella mecca-tronica e di queste circa 30 mila sono in

Italia con 650 mila addetti, 25 mila circa in Germania con 1,7 milioni di addetti. Il numero medio degli addetti per impre-sa in Italia è di poco superiore a 20, in Francia è più di 50 e in Germania è di 68 ed è necessario superare la questione di-mensionale con lo sviluppo di “Cluster” e reti di imprese per migliorare la compe-titività del sistema industriale.Il futuro della meccatronica è strategico per lo sviluppo dell’intero settore ma-nifatturiero italiano. Il settore appare davvero una delle strutture portanti del nostro sistema industriale con il 75% basato al Nord del Paese e con eccellen-ze della Lombardia nel comparto delle macchine utensili e dell’automazione.La vocazione industriale e “meccatro-nica” del territorio lombardo emerge chiaramente osservando il peso della regione sul totale nazionale. La regione, infatti, concentra circa un quarto degli addetti dell’intero manifatturiero nazio-nale, incidenza analoga a quella che si registra per l’insieme delle attività ricon-ducibili al sistema della meccatronica. Osservando i singoli settori del siste-ma, la Lombardia concentra oltre il 30% degli addetti delle industrie collegate all’elettronica.Nell’area milanese e lombarda sono presenti diverse realtà produttive che

Franco Del VecchioVicepresidente ALDAI

ocUS - economiaf

“fanno meccatronica” e che operano in diverse aree: dall’automotive, agli elet-trodomestici, alla meccanica strumen-tale, alla componentistica elettronica. Tra le imprese di maggiore dimensione ricordo il contributo di: ABB, Bianchi In-dustry, Bosch, Brembo, BTicino, KONE, Magneti Marelli, N&W Global Vending, Schindler, Siemens, ST Microelectro-nics, Whirlpool. Ci sono però anche prestigiose PMI, fra le quali: Balance Systems, CMS SpA, Colombo Filippetti, Cosberg, Grafikontrol, IMS Deltamatic, Frattini, Giovenzana, Logika Control, Scaglia INDEVA, Persico, Promatech,

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DI 7DIRIGeNtI INDUStRIA MARzO 2014

ocUS - economiaf

Vimercati, zD Mechatronics ed altre migliaia.La meccatronica milanese e lombarda costituisce un sistema di attori e di re-lazioni di eccellenza che possono espri-mere risultati rilevanti se opportuna-mente valorizzate dal contesto territo-riale e dalla capacità di fare sistema. Nel territorio sono presenti numerose im-prese sulla frontiera tecnologica, ovvero imprese che “fanno meccatronica” nel senso più elevato del termine – proget-tazione integrata e manufacturing del dispositivo meccatronico – e per le quali la meccatronica costituisce un fattore

chiave di competitività che ha consenti-to di raggiungere posizioni di leadership a livello anche globale, nei rispettivi seg-menti e nicchie di mercato. La meccani-ca strumentale milanese e lombarda, in particolare, è ricca di esempi di questo tipo, sia per quanto riguarda piccole sia medio-grandi realtà imprenditoriali; come anche la filiera dell’automotive, nell’ambito della quale operano diverse importanti realtà della componentistica elettronica.La meccatronica è applicata con eccel-lenza in diversi settori del tessuto pro-duttivo milanese: aeronautico, ferrovia-

rio, settore della casa e degli elettrodo-mestici. Questa ricchezza di settori di ap-plicazione della meccatronica, nei quali sono evidenti le eccellenze, costituisce un punto di forza del sistema milanese e lombardo, che lo distingue a livello in-ternazionale.Le forti specializzazioni funzionali sul versante della componentistica elettro-nica (Milano) e della meccanica (Lom-bardia), come anche dei servizi – pro-gettazione e prototipazione – utili allo sviluppo della meccatronica, fanno in generale dell’area milanese e lombarda un “terreno decisamente favorevole” per

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DI8 Dirigenti inDustria marzo 2014

ocUS - economiafsviluppare e realizzare prodotti mecca-tronici.Il programma di sviluppo della Xa legi-slatura lombarda, deliberato dal Consi-glio della Regione Lombardia nel luglio 2013, è un documento di 272 pagine nel quale nemmeno compare la parola “meccatronica”, ma compare due volte la parola meccanica, una volta nella fra-se: “Confrontando il numero di addetti emerge l’importanza dell’industria in senso stretto e, ancora, del manifatturie-ro. Gli addetti ammontano nel 2010 a ol-tre un milione e il comparto assorbe così il 27% dell’occupazione regionale. Le imprese del manifatturiero presentano, infatti, la maggiore dimensione media, cioè 12,1 addetti per impresa, sostan-zialmente in linea con il dato 2009. Nel comparto si conferma prevalente il ruo-lo della metalmeccanica. Il settore della fabbricazione di metalli di base e lavo-razione di prodotti in metallo impiega nel 2010 oltre 212 mila addetti, tra lavo-ratori dipendenti e indipendenti, cioè il 5,4% degli addetti regionali. Il comparto della fabbricazione di macchinari impie-ga circa 137 mila addetti, assorbendo il 3,5% dell’occupazione regionale”.Le principali linee strategiche del pro-gramma della Regione Lombardia ri-guardano “la politica di sostegno alla competitività volta a realizzare una reale integrazione tra le misure identificate nelle diverse aree del Programma Regio-nale di Sviluppo e negli ultimi Documen-ti Strategici annuali (politiche industriali, infrastrutturali, ambientali, per l’innova-zione e la semplificazione, per il capitale umano e il mondo del lavoro ecc.)”. Non ho trovato nel documento pro-grammi concreti di politica industriale oltre ad un capitolo sulle “Aree industria-li dismesse e riqualificazione territoriale”. La mancanza di una politica industriale in grado di contrastare la crisi ha ridotto l’indice della produzione del 25% in cin-que anni ed è necessario salvaguardare il patrimonio rappresentato dai settori strategici, come la meccatronica, per evitare la desertificazione industriale. L’industria non è una fonte inesauribile di ricchezza; va rinnovata con passione e sostenuta continuamente con interventi per favorirne la competitività: la prepa-

Meccatronica - Un settore strategico per il futuro industriale del Paese

razione e l’aggiornamento delle compe-tenze tecniche/manageriali, la riduzione della burocrazia e degli oneri fiscali, l’ef-ficienza delle infrastrutture di comunica-zione, il sostegno dell’opinione pubblica e lo sviluppo della ricerca.Non possiamo depauperare il patri-monio dei centri di ricerca d’eccellenza lombardi la cui attività è rilevante per la meccatronica: ■ il Politecnico di Milano (Dipartimento

di Meccanica - DIMEC e Dipartimento di Elettronica e Informazione - DEI);

■ l’Università di Bergamo (Dipartimento di Ingegneria Industriale - DII e Dipartimento di Progettazione e Tecnologie - DiPT);

■ l’Università di Brescia (Dipartimento di Ingegneria Meccanica); l’Università di Pavia (Dipartimento di Meccanica Strutturale).

Non possiamo dimenticare i centri di ricerca e trasferimento tecnologico non universitari: ■ il Consorzio Intellimech; ■ il CESAP (Centro Europeo Sviluppo

Applicazioni Plastiche); ■ il CNR ITIA (Istituto di Tecnologie

Industriali ed Automazione); ■ il MOMA Nanotech.Non possiamo abbandonare migliaia di imprese e centinaia di migliaia di occu-pati. Abbiamo, insieme agli imprendi-tori, il dovere di rappresentare il valore dell’industria per il Paese, analizzare le opportunità e le prospettive dei settori strategici sostenendo la politica delle infrastrutture e dell’ammodernamento del sistema che impone la competitività globale. ■

Come vedela meccatronica? Ma... cusa l’è?

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DI10 Dirigenti inDustria marzo 2014

Innovare non è rottamare Parliamo di meccatronica

u no degli impegni di cui noi, in qualità di portavoce della categoria di appartenenza, ci sentiamo investiti, è anche

quello di porre all’attenzione dei colle-ghi tutti non soltanto quanto avviene nel nostro mondo associativo, ma an-che quanto accade nell’area produttiva del settore di appartenenza, cioè quello industriale. Senza avere l’ambizione di dettare linee definitive o strategie da perseguire, sentiamo come nostro compito quello di osservare e quindi riferire, attraverso queste pagine, quanto accade o viene discusso in quello che è rite-nuto “il mondo dell’economia reale”. Non mancano al riguardo le occasioni realizzate per di-scutere sulle questioni che impediscono un concreto ri-lancio del nostro settore che, da troppo tempo, langue. Si veda il qualificato intervento, riportato nel numero di dicem-bre di questo nostro periodico, del prof. Dominick Salvatore, docente di

Mario Giambone

ocUS - meccatronicaf

Economia Internazionale presso la For-dham University di New York, nel corso del convegno sulla competitività, da noi ospitato a Milano. Ed anche quanto di-scusso con il Presidente di Confindustria Lombardia ing. Alberto Barcella, nel corso del dibattito “Aziende e Manage-

Mario Giambone a colloquio con Raffaele Ghilardi.

ment alla prova del cambiamento”, nel corso del quale si è voluto mettere in evidenza, per meglio qualificarle, quelle che sono da considerare come “valenze positive“ le qualità manageriali espresse dalla nostra categoria. Premesse tali considerazioni e giusto per meglio portare a “fattor comune” quanto citato nel titolo, si è cercato di affrontare l’argomento attraverso un contatto diretto con chi si rende prota-gonista delle progettazioni e concretiz-zazioni di una realtà ormai condivisa ed intesa come necessità da perseguire. Per considerare le specificità della mec-catronica non si può omettere di rilevare l’esigenza che viene posta alla sua base, cioè quella dettata dalla necessità di in-novare. Questo non significa “gettare“ il vecchio (o cioè “rottamare“ come viene dileg-giato oggi da alcuni), ma assumere un diverso atteggiamento, in primo luogo, con se stessi. Al riguardo riportiamo qui di seguito le risultanze di una gradevole conversazio-ne intrattenuta con Raffaele Ghilardi, determinato e risoluto imprenditore bergamasco, nonché Presidente del set-tore metalmeccanico di Confindustria Bergamo, comparto che annovera circa 500 aziende con più di 35.000 addetti.

D: Signor Ghilardi, nel rigraziarLa per la disponibilità, riteniamo importante

raccogliere l’opinione di un imprendi-tore impegnato come Lei.R: Più che un imprenditore prefe-risco ritenermi un industriale.

D: Questo migliora l’approccio in quanto ci sentiamo per vocazione

e militanza appartenenti a questo settore. Allora possiamo affron-

tare l’argomento parlando di crisi, di mancanza di mercato, difficoltà a

cambiare, situazione stagnante?R: Guardi che la mia propensione è quel-la di seguire la teoria di Darwin…

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DI 11Dirigenti inDustria marzo 2014

ocUS - meccatronicafD: …nel senso che esiste una lotta conti-nua per la sopravvivenza all’interno della stessa specie?R: Non intesa nel senso cruento di so-praffazione, ma nell’osservare che nella stessa specie si riscontra un’ampia varia-bilità di caratteri. Ve ne sono di più lenti e di più veloci a prevalere nella capacità di cogliere i mutamenti, prevalgono “gli individui” più adatti e che meglio sfrut-tano le risorse. A sopravvivere non sarà quindi la specie esistente, ma quella che meglio si adatterà al cambiamento.

D: Quindi aperti al nuovo ed essere solleci-ti e disponibili a trovare nuove soluzioni, in pratica realizzare il cambiamento?R: Per affrontarlo ci vuole volontà di at-tuarlo, si deve partire anche dai compor-tamenti personali; conosco colleghi che utilizzano ancora telefonini di prima ge-nerazione per non impegnarsi con quelli più evoluti e multifunzionali.

D: Certo l’esigenza di accettare il “nuovo” riguarda innanzitutto un atteggiamento, individuale, ma come fronteggiare la crisi del mercato che viene meno?R: Osservo che ci sono ancora molti che sono stati abituati a trovare le mele all’altezza del braccio alzato e quindi ora non le trovano più, non rendendosi conto che non sono le mele a mancare, ma si tratta di alzare di più il livello di ricerca.

D: Metafora eloquente, quindi maggiore impegno, ma può bastare? R: L’impegno è indispensabile, ma va accoppiato alla volontà di investire per crescere: piccolo non solo non è più bel-lo, ma inutile e dannoso.

D: Le risorse necessarie sono poi reperibili?R: Se si riferisce ai soldi, questi si posso-no trovare, ma bisogna dare garanzia di qualità, il che significa impegnarsi anche nell’utilizzo di nuove tecnologie e pro-fessionalità adatte.

D: Al riguardo pensa sia una buona op-portunità utilizzare risorse professionali di colleghi dirigenti, in momentanea mobi-lità, disponibili ad essere di ausilio, specie nelle piccole e medie imprese?

R: La reputo un’opportunità positiva e concordo su questa eventualità, ma con la premessa che vi siano reali capacità da esprimere.

D: Quindi la considera una circostanza utile, anche per esperienza diretta?R: La ritengo utile per superare le diffi-coltà culturali esistenti in alcuni casi; so di iniziative positive in tal senso, nel mio caso ho provveduto ad investire per tempo cercando le professionalità adat-te, anche se non sono mancate alcune esperienze negative.

D: Prima di salutarLa, una domanda diret-ta che riguarda la meccatronica e le azien-de da Lei aggregate nell’insieme dell’IMS – GROUP (il sorriso è d’obbligo…)R: Mi ritengo un antesignano! Da tempo il Gruppo ha perseguito una politica di crescita aggregando aziende eccellenti nei settori di appartenenza, ma con pro-blematiche per dimensioni.

D: Allora l’unione fa la forza?R: Non basta. Quella che sembra una semplice somma delle diverse discipline è in realtà una evoluzione che aggrega e sviluppa le potenzialità di aziende spe-cializzate, in settori diversificati.

D: Si può quindi ritenere raggiunto l’obiet-tivo che è alla base della meccatronica? R: Ritengo di sì, in modo compiuto, se la si considera come la branca dell’ingegneria dell’automazione che studia il modo di far interagire tre discipline come la mec-

canica, l’elettronica e l’informatica, ma personalmente aggiungerei… con voca-zione manifatturiera… la mia passione!

La rappresentazione grafica del Gruppo (figura 1) evidenzia chiaramente l’insie-me di tali aggregazioni.

Nel congedarci ringraziamo Raffaele Ghilardi per la disponibilità; ci piace inol-tre esprimere la gradevole sensazione di “coinvolgimento” percepita nel corso della visita e formuliamo a tutto il Grup-po un sentito “buon lavoro”.Per quanto ci riguarda, proseguiremo nel proposito di fornire un’ulteriore ed ampia indicazione su quanto viene operato nel campo dell’innovazione tecnologica, riproponendo nei prossimi numeri del nostro periodico ulteriori contributi informativi. ■

Figura 1

Uno scorcio della Deltamatic, operativa nel comparto della meccatronica.

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DI12 Dirigenti inDustria marzo 2014

anagementmLa funzione dirigenzialein prospettivaLe riflessioni sul ruolo manageriale alla luce delle recenti indagini sulla dirigenzaFranco Del VecchioVicepresidente ALDAI

l o scorso 16 gennaio si è svolto presso ALDAI il convegno dell’as-sociazione dei direttori del per-sonale GIDP che ha permesso di

condividere i risultati delle indagini 2013 realizzate da ALDAI, GIDP e Federma-nager per delineare le prospettive della dirigenza e più in generale del manage-ment italiano.

Paolo Giovanni Del Nero, Assessore allo Sviluppo Economico, Formazione e Lavoro della Provincia di Milano, ha aperto i lavori del convegno con un’ana-lisi della situazione econo-

mica e occupazionale. La crisi nata per motivi finanziari è diventata recessione strutturale allargata ad un numero cre-scente di Paesi. Il Presidente Hollande per affrontare la crisi ha recentemente sottolineato la necessità di “generare ric-chezza prima di pensare a distribuirla”. Nonostante le difficoltà il nostro “export” continua a crescere, a dimostrazione del valore del management delle imprese e dell’apprezzamento dei prodotti italiani: dagli alimentari alla moda, alla meccani-ca di precisione, per citarne alcuni. La cri-si ha rivalutato il ruolo dell’impresa, per il contributo determinante allo sviluppo sociale del territorio. I manager svolgono un ruolo evidente all’interno dell’impre-sa e, come categoria, svolgono un ruolo crescente anche all’esterno dell’azienda. Nello sviluppo di un Paese è fondamen-tale il loro contributo. Per recuperare professionalità importanti per le imprese

e per la società, la Provincia di Milano ha recentemente finanziato, insieme a Fondi-rigenti, il “percorso di sostegno alle transa-zioni occupazionali” per 79 dirigenti; una iniziativa concreta a favore dell’occupazio-ne, che mostra negli ultimi due trimestri i primi segnali di ripresa.

Alessandra Ceccarelli, Re-sponsabile Organizzazio-ne, Immagine e Sviluppo Federmanager, ha intro-dotto l’indagine “Ritratto dei manager italiani 2013” realizzata da Episteme con

l’obiettivo di comprendere il contesto del vissuto manageriale, nell’attuale situazio-ne di contrazione non solo economica, per adeguare la “Casa del Dirigente” alle nuo-ve aspettative della categoria. L’indagine sul “manager come ruolo e come per-sona”, che sarà oggetto di pubblicazione scientifica, è stata realizzata attraverso più di 1.000 questionari, interviste individua-li e “Focus Group” con dirigenti associati Federmanager e non, operanti presso grandi, medie e piccole imprese, per de-lineare un ritratto aggiornato della realtà manageriale italiana.

Monica Fabris, Presidente Episteme, ha quindi pre-sentato i risultati dell’in-dagine, evidenziando gli aspetti significativi.Nonostante l’eterogeneità dei vissuti e delle situa-

zioni personali, si avverte nelle biografie dei manager la grande coerenza dei tratti distintivi, la forte identità, la personalità e la propensione naturale verso l’assun-zione di responsabilità, l’impegno e la

valorizzazione del merito, che farebbero pensare: “manager si nasce” piuttosto che diventarlo con l’impegno continuo.Si nota la diffusa tensione evolutiva ad af-frontare il cambiamento, a cogliere le sfi-de e cercare nuovi progetti. Emerge una categoria, duramente colpita dalla crisi, ma capace di rispondere alle difficoltà con forte volontà, approccio positivo ed impegno. Il manager, abituato a conqui-stare il riconoscimento sul campo, giorno per giorno, affronta l’incertezza come se tale condizione fosse congenita del ruolo.Questa forte identità non si è però tra-sformata in un ruolo coeso socialmente riconosciuto. Risulta evidente la differen-za fra gli stereotipi della figura manage-riale espressione dell’immaginario comu-ne, caratterizzata da edonismo e cinismo, rispetto al ritratto che emerge dall’inda-gine con attributi valoriali umani e sociali dominanti. È palese la consapevolezza del profondo cambiamento da “capo” a “leader” impegnato nel raggiungimento dei risultati attraverso la valorizzazione del collettivo e del merito, i comporta-menti etici centrati sulla sostenibilità e la coerenza con la realtà quotidiana. Un’evoluzione positiva del management che ha fatto propri valori fondamentali della società, iniziando a diventare riferi-mento per altre categorie: la politica, le istituzioni e la società in generale.

Paolo Citterio, Presiden-te dell’Associazione Diret-tori del Personale GIDP, ha presentato i risultati dell’indagine 2013 rivolta ai direttori risorse umane, dalla quale emergono pro-

ve evidenti della profonda crisi industria-

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DI 13Dirigenti inDustria marzo 2014

anagementmle italiana. Nell’ultimo periodo è sempre più difficile vedere assegnata la nomina a dirigente e le aziende tendono a rin-viarla il più possibile o preferiscono ser-virsi di un quadro. Analizzando nel det-taglio i risultati dell’indagine risulta che: il 54% delle imprese non ha nominato dirigenti nell’ultimo anno; il 62% dichia-ra che è aumentata la tendenza a rinvia-re le nomine; più del 50% dichiara di non aver continuato il rapporto con almeno un dirigente. I direttori del personale hanno dichiarato, nel 53% dei casi, che i dirigenti hanno lasciato l’azienda su proposta della stessa: perché sono stati invitati a lasciarla (26%), per giustificato motivo oggettivo (15%), per proposta di trasferimento all’estero (9%) e per giu-stificato motivo soggettivo (3%). Il 47% degli intervistati ha dichiarato che il di-rigente ha lasciato volontariamente l’im-presa: per retribuzione non adeguata (9%), per raggiungimento dell’età pen-sionabile (18%) ed altre motivazioni per-sonali (20%). I dirigenti maschi hanno la-sciato l’azienda proporzionalmente più delle donne: 87% di coloro che hanno lasciato l’azienda sono maschi rispetto al 76% di dirigenti occupati maschi, contro il 13% delle donne che rappresentano il 24% dei dirigenti occupati. Ma i direttori risorse umane dichiarano che le motiva-zioni dell’allontanamento non dipendo-no in alcun caso dal sesso.

L’età della nomina a dirigente è in au-mento. Nel grafico 1 è indicata la media degli anni per il passaggio da quadro a dirigente, rilevati dall’indagine. I criteri e gli elementi determinanti nel momento in cui si decide di nominare un dirigente sono in ordine di importanza: leadership (25%), capacità di pianificare e organiz-zare (21%), gestione delle risorse (11%), problem solving (11%), capacità relazio-nali (10%), decision making (8%), control-lo (3%) ed altro (11%). La retribuzione media annua lorda dei di-rigenti, comprensiva della parte variabile, rilevata dall’indagine è di 114 mila euro e nel grafico 2 è indicata la distribuzione per le diverse fasce retributive. Nel concludere l’intervento il Presidente GIDP ha sottolineato: «senza manager viene a mancare la spinta ad innovare

e si blocca lo sviluppo aziendale, so-prattutto quando si considera l’esercito di piccole e medie imprese».

Nel mio intervento ho pre-sentato gli aspetti rilevanti emersi nelle recenti analisi ALDAI. Una indagine basata su dati Eurostat (v. tabella 1) rileva una percentuale di

manager italiani, complessivamente diri-genti e quadri, del 3,74% sul totale degli occupati, rispetto al 6,07% della media europea e i giovani con meno di 40 anni sono solo il 27% contro una media UE del 33%. Non deve meravigliare quindi che fra le grandi economie continentali “lo Stivale” abbia la più alta concentrazione di manager senior, dai 50 ai 64 anni: sono 41 ogni 100, contro il 35% in Germania, il 34% in Spagna e Gran Bretagna. In so-stanza l’Italia conta solo 2 manager junior ogni 3 senior, mentre il rapporto è di qua-si 1 a 1 in tutti i maggiori Paesi dell’intero continente europeo. “Più che in altri Paesi stiamo assistendo ad un vero e proprio smantellamento della produzione industriale e, a diffe-renza di altri Paesi, l’Italia non sta creando le condizioni per lo sviluppo di imprese in-novative in grado di rimpiazzare i posti di lavoro della produzione tradizionale. C’è bisogno di un maggior numero di diri-genti in grado di promuovere, coordinare e gestire la realizzazione degli obiettivi azien-dali per garantire la piena efficienza delle aziende in una realtà complessa e sempre più competitiva come quella che viviamo”. Secondo il prof. Enrico Moretti dell’Uni-versità di Berkeley “per ogni nuovo posto di lavoro in imprese innovative hi-tech si creano cinque altri posti di lavoro nel ter-ritorio ed invece di valorizzare il Capitale Umano assistiamo in Italia allo sperpero delle competenze dei manager, che hanno raggiunto percentuali di disoccupazione dello stesso livello dei giovani”.Negli ultimi 10 anni la Lombardia ha per-so 1.000 imprese su 7.000 che occupava-no almeno un dirigente. Nelle provincie di Milano, Lodi, Monza e Brianza negli ultimi cinque anni hanno perso il lavoro più di 10.000 dirigenti. Oltre a promuovere le iniziative di riqua-

Grafico 1

Grafico 2

N. Paese % Manager

1 Gran Bretagna 10,78%

7 Svizzera 8,43%

11 Francia 7,46%

12 Olanda 7,42%

13 Portogallo 6,89%

15 Polonia 6,34%

eu 27 6,07%

21 Spagna 5,01%

24 Germania 4,50%

25 Grecia 4,46%

27 Croazia 4,29%

30 Italia 3,74%

Tabella 1

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DI14 Dirigenti inDustria marzo 2014

anagementm

lificazione e ricollocazione dei colleghi, è giunto il momento di condividere le riflessioni sulle iniziative necessarie ad evitare la desertificazione industriale e l’impoverimento.Le imprese italiane sono meno motivate rispetto ad altri Paesi ad assumere i ma-nager. Secondo l’indagine Hay 2013 (v. grafico 3) la retribuzione netta del ma-nager in Italia rappresenta solo il 40% del costo aziendale contro un 60% in Germa-nia e addirittura il 74% negli Stati Uniti. Il maggior costo della fiscalità e del sistema contributivo pregiudica le competitività del sistema Paese. Senza manager vengono a mancare le competenze per lo sviluppo e si compro-mette il futuro del Paese.Tutte le ricerche indicano la necessità di rendere l’Italia un Paese “normale”. Solo a parità di condizioni con altri Paesi è pos-sibile competere e rilanciare l’industria e l’intero sistema economico. L’alternativa è il collasso.

Stefano Cuzzilla, Presi-dente FASI, ha sottolinea-to il valore del welfare per i 130.000 dirigenti delle 16.000 imprese iscritte al Fondo di Assistenza Sani-taria Integrativa e la ne-

cessità di assicurare la sostenibilità del servizio. La perdita di occupazione dei dirigenti rappresenta un serio problema per chi si ritrova senza lavoro, un pro-blema che ha assunto dimensioni tali da coinvolgere progressivamente l’intera ca-tegoria e il sistema di “welfare” venendo a ridursi i contributi delle imprese e dei di-

rigenti in servizio. Da tre anni i dirigenti in pensione iscritti al FASI hanno superato i dirigenti in servizio ed è possibile tenere fede al patto generazionale solo attivan-do le iniziative per un oculato equilibrio gestionale che permetta di bilanciare l’al-lungamento delle aspettative di vita con i maggiori fabbisogni del Fondo. Dobbia-mo governare responsabilmente l’ente bilaterale Confindustria - Federmanager attivando quindi le necessarie iniziative per dare certezza del servizio agli iscritti.

Il Presidente Paolo Citterio, nel ricordare la situazione di difficoltà del mercato del lavoro che ha allungato i tempi di ricollo-cazione a 12 -14 mesi, anche per i più gio-vani e preparati, ha poi introdotto la dott.

Anna Rita Borraccetti Senior Partner di MCS - che opera da 20 anni nella Ricerca e Selezione dei ma-nager dei settori industria, banche e fashion, propo-nendole alcune domande:

D: Rispetto al passato quali sono le propo-ste retributive? R: Negli ultimi anni c’è stato un cambia-mento del mercato del lavoro coerente con le considerazioni emerse dalle in-dagini presentate oggi. Se in passato si utilizzava la leva economica e il ricono-scimento della dirigenza per motivare il cambiamento, oggi la pressione com-petitiva e la necessità di ridurre i costi spingono le imprese a sostituire le figure dirigenziali con quadri, ai quali sono pro-posti livelli retributivi fino a 90.000 euro.Le imprese preferiscono i quadri suppo-

nendo costi inferiori e ritenendo che la dirigenza il candidato se la deve guada-gnare in azienda dimostrando di essere il manager in grado di guidare l’impresa verso il futuro.

D: Quali sono le funzioni più ricercate? R: A livello internazionale le funzioni tec-nico commerciali sono le più richieste, alle quali segue l’area della ricerca e svi-luppo per determinati settori e tipologie di imprese.

D: La parte variabile è proposta e retribuita? R: La componente variabile delle funzio-ni commerciali è diminuita dal 30% al 15-20% circa rispetto al passato, mentre per le altre funzioni è rimasta abbastan-za stabile intono al 10-15%. Però solo il 30-40% percepisce parte della compo-nente variabile.

D: I dirigenti che conoscono le lingue vanno all’estero o non si muovono? R: È aumentata la disponibilità, soprat-tutto dei giovani manager, agli incarichi internazionali che implicano il trasferi-mento in altri Paesi. La globalizzazione inciderà progressivamente, nei prossimi 3-5 anni, sul mercato del lavoro e sono in aumento i network internazionali di ricer-ca di personale, ai quali anche la nostra società ha aderito.

Gli interventi dei partecipanti al conve-gno GIDP hanno poi permesso di condi-videre riflessioni e proposte orientate ad unire gli intenti per innescare un circolo virtuoso per arrestare la perdita occupa-zionale e rilanciare il sistema produttivo.

Rispondendo alle numerose domande dei presenti ho concluso il dibattito ricordan-do le recenti iniziative per lo sviluppo delle funzioni manageriali:■ la revisione dello statuto ALDAI 2013

per accogliere i manager quadri;■ la rinnovata Confederazione Italiana

Dirigenti d’Azienda CIDA, per rappresentare in modo unitario la dirigenza italiana;

■ il ruolo propositivo dell’Associazione che, in aggiunta alle attività di tutela e rappresentanza della categoria, intende dar voce alle proposte dei

Grafico 3

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DI 15Dirigenti inDustria marzo 2014

anagementm

manager per favorire l’occupazione e lo sviluppo;

■ le proposte di rilancio dell’industria lombarda, che costituisce vocazione del territorio, attraverso le iniziative:

a) “piano straordinario” per rafforzare le industrie strategiche, come meccanica, chimica-farmaceutica, ICT, energia;

b) “progetto speciale” per le start up innovative: biotecnologie, nanotecnologie, new media;

c) investimenti in infrastrutture logistiche e digitali, almeno il 2% del prodotto interno lordo, per migliorare la competitività;

d) riduzione del 25% in 5 anni del carico fiscale e contributivo sulle imprese e sui redditi di lavoro;

e) inserimento di figure qualificate nelle aziende e valorizzazione delle competenze manageriali rendendole produttive per i progetti regionali, fra i quali: EXPO 2015, Reti d’Imprese e Internazionalizzazione;

■ le iniziative per sentirci sempre più cittadini europei, facendo nostre le regole e le sfide del mercato globale, per sviluppare proattivamente la produttività del territorio;

■ le implicazioni del recente parere della Corte di Giustizia dell’Unione

Europea, che considera incongruente l’esclusione dei dirigenti dalle procedure di mobilità e di cassa integrazione, peraltro già finanziata con i contributi delle imprese;

■ il dialogo con le istituzioni e la società civile per diffondere “best practices” manageriali per il governo del Paese, come si inizia a notare nel dibattito politico degli ultimi mesi;

■ le proposte per un deciso cambiamento nella gestione del Paese, basato sul taglio della spesa pubblica improduttiva, la riduzione del carico fiscale, l’investimento in infrastrutture per migliorare la competitività e la valorizzazione del patrimonio.

Condividiamo con i direttori del perso-nale responsabilità complementari per lo sviluppo delle imprese e siamo con-vinti che i manager rappresenteranno sempre più il motore dello sviluppo in grado di generare valore a beneficio della società. I cambiamenti epocali che stiamo vivendo implicheranno inevita-bili sviluppi della categoria ma, risolti i problemi contingenti del Paese, la fun-zione dirigenziale avrà le stesse prospet-tive di altri Paesi europei e non manche-rà di dare il suo contributo. ■

Milano metropoli industriale lombarda.

“Senza manager vengono a mancare le competenze per lo sviluppo e si compromette il futuro del Paese.Tutte le ricerche indicano la necessità di rendere l’Italia un Paese “normale”. Solo a parità di condizioni con altri Paesi è possibile competere e rilanciare l’industria e l’intero sistema economico. L’alternativa è il collasso”.

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DI16 DIRIGeNtI INDUStRIA FEBBRAIO 2014

anagementmAggregazioni tra impresee competenze managerialiAnna Censi *Manager di rete ed esperta in gestione e sviluppo di reti di impresa

s i respira aria di aggregazione, di condivisione di progetti strate-gici tra le imprese italiane. Que-sta sembrerebbe una chiave di

lettura del fenomeno emergente delle reti di impresa che a partire dal 2009, anno di entrata in vigore della prima legge sul contratto di rete, sono cresciu-te a ritmo sostenuto fino a toccare quota 1.240 all’inizio di dicembre 2013. In real-tà i modelli collaborativi hanno da sem-pre caratterizzato il sistema economico del nostro Paese, basato sul cosiddetto “capitalismo molecolare”; i limiti indot-ti dalla ridotta dimensione delle nostre imprese hanno infatti storicamente costituito una spinta propulsiva per la cooperazione nei territori, nell’ambito dei quali si sono sviluppati i modelli di-strettuali di impresa diffusa e i modelli consortili primariamente finalizzati ad ottenere economie di scala in termini di costi operativi e di processi di vendita.Le reti tra imprese intendono superare l’ambito territoriale/locale per conse-guire vantaggi strategici in un conte-sto economico profondamente mutato nell’arco dell’ultimo decennio, nel quale la contrazione del mercato domestico, la globalizzazione dei mercati mondia-li e lo sviluppo dell’innovazione e della tecnologia hanno messo duramente alla prova il nostro sistema. Le reti sono infatti funzionali a creare “massa critica” integrando competenze, apporti finan-ziari, volumi di produzione, processi per accrescere la competitività e l’innovati-vità delle imprese partecipanti.

A distanza di circa quattro anni dall’isti-tuzione del contratto di rete i risultati conseguiti, seppur ancora numerica-mente marginali nel quadro economico generale, sono sicuramente incorag-gianti. Sono state avviate reti di impresa nei settori e nelle aree geografiche più varie, grazie anche a programmi di in-centivazione pubblica messi in atto da molte regioni italiane e da specifiche misure dell’Unione Europea. In questo contesto chi a vario titolo si occupa del-la tematica non si limita più a registrare la crescita del fenomeno, ma si interro-ga sul valore sviluppato dalle reti costi-tuite. Si sta cercando di determinare in quali condizioni le reti sviluppano valore e quali siano i fattori che favoriscono il conseguimento dei risultati.A riguardo esistono già alcune evidenze raccolte da università e istituti di ricerca, concordi nell’individuare quali primari fattori abilitanti la chiarezza del proget-to condiviso e la presenza di strutturate attività di coordinamento. Ciò potrebbe sembrare a prima vista un’ovvietà, ma nella pratica delle reti non lo è. Molte imprese infatti iniziano a collabo-rare con l’obiettivo di definire più preci-samente i contorni del progetto condi-viso, senza creare processi strutturati di coordinamento: in alcuni casi questa è una fase fisiologica dello sviluppo della rete, ma il perdurare di una tale condi-zione costituisce spesso una debolezza fatale per il successo dell’aggregazione. Per questo motivo la funzione di coordi-namento della rete è un tema di grande interesse al quale si fa spesso riferimen-to utilizzando il termine “Manager di Rete”: si assume così che il ruolo venga

Maurizio Volonghi **Consulente in automazione e gestione della produzione

assolto da un’unica figura professionale, reclutata all’esterno della compagine di rete con il compito di avviare la rete e gestirne le attività comuni. Il Manager di Rete sta quindi emergendo come specifico ruolo professionale al quale vengono richieste competenze profes-sionali diversificate (come la finanza, il marketing, l’organizzazione, la revisione dei processi, l’Information Technology, la conoscenza del settore specifico) e trasversali (come la capacità di comu-nicazione, la negoziazione, la gestione dei conflitti), le quali sono oggetto di specifici corsi di formazione. Particolare attenzione in questi percorsi formativi è dedicata ai cosiddetti “soft skills” ritenu-ti competenze necessarie nel bagaglio professionale del Manager di Rete per mediare e far convergere le posizioni delle diverse imprese partecipanti.Nei fatti la figura del Manager di Rete può contribuire efficacemente all’avvia-mento ed allo sviluppo della rete solo se ha acquisito capacità gestionali nel suo percorso professionale, cioè se ha ricoperto ruoli manageriali all’interno di organizzazioni strutturate di qualsivo-glia dimensione. È in primo luogo l’espe-rienza acquisita sul campo a qualificare il Manager di Rete, laddove ogni aggrega-zione necessita di competenze gestio-nali maturate in settori/funzioni specifici ed un percorso formativo sul tema è es-senziale per comprendere al meglio gli aspetti caratteristici delle aggregazioni.Allo stesso tempo il mercato del lavoro delle posizioni dirigenziali è oggetto di profonde mutazioni: nel solo anno 2012 sono stati 13.3001 i dirigenti di aziende private (industria e servizi) interessati da

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DI 17Dirigenti inDustria marzo 2014

anagementmlicenziamenti e risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro, più di 30.000 se li si considera a partire dal 2010. Un capi-tale umano di grande valore disponibile per nuove attività professionali che rap-presenta un patrimonio importante per un Paese, come il nostro, alla ricerca di risorse per tornare a crescere. Lo sviluppo delle reti di impresa costi-tuisce quindi un potenziale terreno di incontro tra competenze manageriali e nuovi modelli industriali, tra domanda e offerta di professionalità atte a con-tribuire ad una efficace realizzazione di progetti imprenditoriali innovativi. Nel-la pratica emergono però una serie di ostacoli, sia sul lato della domanda sia sul lato dell’offerta, che ad oggi limitano le reali potenzialità:1. in primo luogo ad oggi solo un

esiguo numero di reti di impresa ha reclutato un Manager di Rete dall’esterno, quindi la domanda per tale figura professionale è modesta. Nella maggior parte dei casi le attività di avviamento e coordinamento della rete vengono svolte principalmente all’interno delle strutture delle imprese partecipanti. Ciò avviene per due principali ordini di motivi: innanzitutto la fase recessiva del mercato ha determinato una generale sottoutilizzazione produttiva delle imprese italiane. Questo implica una generale disponibilità di “capitale umano” all’interno delle imprese e un conseguente minore ricorso a risorse esterne, ciò a maggior ragione si applica al caso delle organizzazioni reticolari in virtù della loro natura multidimensionale. In secondo luogo, la piccola-media impresa italiana, caratterizzata prevalentemente da una conduzione familiare, è culturalmente e tradizionalmente poco orientata ad assegnare incarichi con responsabilità gestionali a figure professionali esterne, tanto più se queste provengono da realtà industriali di una certa dimensione. Questi fattori hanno contribuito a determinare la scarsa presenza di

un Manager di Rete esterno nelle aggregazioni attualmente avviate. Tuttavia la maggior parte delle reti ad oggi attive si sono costituite recentemente e si trovano quindi nello stadio iniziale del loro sviluppo: con il progressivo consolidamento delle organizzazioni reticolari è ragionevole ipotizzare una maggiore presenza di incarichi assegnati a manager esterni alla rete.

2. Sul lato dell’offerta emerge il bisogno di adattare le competenze dei manager a realtà organizzative più “liquide” e meno strutturate della medio-grande impresa industriale, ma non per questo meno orientate al conseguimento di risultati economici. Nei fatti ciò significa riconfigurare nella sostanza come nella forma il proprio bagaglio di conoscenze ed esperienze per adeguarlo a diverse condizioni gestionali ed organizzative. Nelle aggregazioni anche l’aspetto di formalizzazione degli incarichi è meno strutturato: vengono difatti privilegiati accordi di collaborazione a carattere temporaneo o basati sulla condivisione del rischio di impresa o su compenso a raggiungimento di risultati. Ne consegue che ad oggi è poco probabile l’assunzione a tempo determinato/indeterminato in ottemperanza delle disposizioni dei contratti nazionali dei dirigenti dell’industria o dei servizi. Ciò significa nei fatti accettare e

condividere un certo grado di incertezza nella stabilità del rapporto di lavoro e nel compenso economico, che non sempre i manager possono o vogliono accettare.

Per concludere, le reti di impresa ne-cessitano e necessiteranno sempre di più nel prossimo futuro, di competenze gestionali che costituiscono un tradizio-nale patrimonio della classe dirigente industriale, in una fase in cui il mercato del lavoro ha reso disponibile un nume-ro significativo di manager dalle profes-sionalità qualificate. Si tratta però di creare un terreno cultu-rale comune e di promuovere iniziative di dialogo e confronto per avvicinare la realtà delle imprese e delle reti a quel-le dei manager. Sono state avviate al ri-guardo numerose iniziative e il percorso è ad uno stadio iniziale. In questo pro-cesso il ruolo delle Associazioni datoriali e delle Associazioni di rappresentanza dei manager del settore privato risulterà fondamentale. ■

note1) Stime effettuate da Manageritalia, giugno 2013

* Laurea in Scienze Statistiche ed Economiche e Master in Business Administration presso la SDA Bocconi è Amministratore Unico, Alkemia. Manager di rete ed esperta in gestione e sviluppo di reti di impresa è docente a contratto in modelli e pratiche di reti di impresa presso la Luiss Business School, Master in sviluppo e gestione reti di impresa e collabora con l’Osservatorio sulle reti di impresa della Fondazione Bruno Visentini.

** Laurea in Ingegneria Chimica e Master in Executive Business Administration presso il MIP, Politecnico di Milano, è consulente in automazione e gestione della produzione, oltre che manager di rete. Attualmente nel CdA del FASI, ha ricoperto in 33 anni ruoli di crescente responsabilità presso grandi organizzazioni italiane e multinazionali, in Italia e all’estero, dedicandosi inizialmente ad aspetti ingegneristici per evolvere nell’area commerciale e sviluppare progetti innovativi.

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DI18 Dirigenti inDustria marzo 2014

anagementmAtteggiamenti di successoCosa hanno in comune le persone di successo rispetto alle persone che non hanno successo?

Franco Del VecchioVicepresidente ALDAI

lCos’hanno in comunele persone di successoCompliment - Sono persone generose che non lesinano i complimenti. Non di-mentichiamoci di fare pubblicamente i complimenti alle persone meritevoli. Il riconoscimento del merito e del talento costituisce la miglior motivazione, sia per la persona che riceve il complimento, sia per le altre persone che faranno il possibile per ottenere il riconoscimento.Forgive others - Le persone di successo perdonano e non serbano rancore. Perdo-nare gli altri costituisce la prova del valore

attribuito alle relazioni rispetto all’egoi-smo, alla ricerca del proprio vantaggio a scapito degli altri. Il nostro successo è de-terminato dalla considerazione che gli altri hanno di noi. Dobbiamo quindi coltivare la fiducia piuttosto che il rancore.Accept responsibility for their failures - Accettare e condividere responsabilmen-te i fallimenti delle altre persone costi-tuisce un comportamento comune delle persone di successo. Non è accettabile alimentare il proprio successo con gli in-successi altrui.Keep a journal - Le persone di successo tengono un calendario aggiornato per ri-spettare gli impegni con gli altri e con se stessi.Want others to succeed - Chi ha succes-so desidera il successo altrui. Il successo è contagioso e si propaga amplificato alle persone che contribuiscono ad alimentar-lo e promuoverlo. Keep a “to-be” list - Le persone di succes-so si impegnano ad essere esattamente come vogliono. Tengono una lista dei valori e del profilo di riferimento al quale ispirarsi per assicurare continuità nella cre-scita personale. Set goals and develop life plans - I “Le-ader” amano fissare obiettivi e pianificare la propria vita. Il successo è il risultato di un serio e continuo impegno; di un’atten-ta definizione di obiettivi di medio-lungo termine e di una pianificazione accurata per verificare passo passo la strada verso il raggiungimento della meta. Continously learn - La curiosità e l’ap-prendimento continuo sono elementi di-stintivi degli individui di successo. La pas-sione per l’analisi, la scoperta delle cause, l’interesse per le novità, la mentalità aper-ta, la predisposizione all’innovazione e il desiderio di futuro sono i tratti del profilo di chi vive intensamente per conseguire grandi risultati. Keep a “to-do project list” - Chi vuole ottenere il massimo risultato ha un elenco aggiornato delle cose da fare. L’elenco per-mette di tenere sotto controllo le attività, concentrando l’attenzione sulle priorità

L’analisi degli atteggiamenti di successo ed insuccesso può lasciare perplessi per quanto sia banale. Eppure ci sono ancora persone che si comportano inconsapevolmente alimentando giorno per giorno i propri fallimenti. Ne conosco diversi che predicano bene e costruiscono il proprio insuccesso e quello della propria “squadra”. A queste persone consiglio di acquistare il libro The Success Indicators; 57 pagine disponibili su Amazon anche in versione per Kindle a 5,56 dollari - www.maryellentribby.com/success

a distinzione fra una persona di suc-cesso ed un’altra con scarse proba-bilità di successo è sovente istintiva; una percezione basata sull’intuito

nell’impossibilità di valutare i molteplici fattori del successo, ben diversi secondo ciascuno di noi. C’è chi ritiene che “perso-na di successo” si nasce e chi sostiene inve-ce che “persona di successo” si diventa con l’impegno continuo nel miglioramento dei propri comportamenti.Mary Ellen Tribby, fondatrice e presidente di “Working Moms Only” (www.working-momsonly.com), ha analizzato gli atteg-giamenti che hanno in comune le persone di successo e i comportamenti delle per-sone che non hanno successo, sintetizzan-do i risultati nelle due immagini MetEdge LLC di questo articolo.Mi limito ad una sintesi degli indicatori come li ho percepiti, senza commentarne l’attendibilità, anche se la convergenza verso la cultura globale li rende largamen-te applicabili anche agli italiani di entram-bi i sessi.Consiglio a chi è interessato ad accelerare la propria “leadership” di riflettere sui pro-pri comportamenti, con approccio critico e costruttivo, per identificare percorsi di sviluppo coerenti con i propri valori.Conoscere i fattori ritenuti comunemente di successo ed insuccesso può favorire e accelerare il proprio percorso di crescita.

SUCCeSSFUl PeOPle

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DI 19Dirigenti inDustria marzo 2014

anagementmper evitare di occuparsi dei dettagli. Il suc-cesso è determinato dall’abilità di investire al meglio “il proprio tempo”, la nostra risor-sa più importante.embrace change - La passione per il cam-biamento è fattore comune dei “Leader”. Il cambiamento implica problemi, ma al tempo stesso opportunità che aiutano a conseguire il successo. Alle posizioni difensive e conservative queste persone preferiscono atteggiamenti propositivi; sono visionari alla ricerca delle prospetti-ve favorevoli; agiscono proattivamente; anticipano gli eventi promuovendo l’inno-vazione per acquisire vantaggio e creare percezione di valore. exude joy - Le persone di successo trasu-dano gioia e contagiano chi le frequenta. Gli altri ne risultano affascinati e si giovano dell’influsso che migliora l’umore, fa bene alla salute e permette di conseguire mi-gliori risultati.Share information and data - I Leader di successo condividono liberamente dati e informazioni stimolando gli altri a dare il loro contributo. Sono finiti i tempi dei capi che tengono le informazioni nel cassetto per dimostrare il proprio ruolo e potere. Oggi le informazioni fanno parte del “gio-co” al quale partecipano tutti per ottenere insieme risultati migliori. talk about ideas - Le persone afferma-te stimolano e promuovono il dibattito sulle idee. Considerano il confronto il miglior modo per favorire la partecipa-zione attiva e raggiungere ambiziosi ri-sultati collettivi. Read everyday - Le persone di successo leggono e si informano ogni giorno. Vivo-no intensamente e con passione la realtà che li circonda, ne sono parte attiva e san-no interpretarne le condizioni favorevoli per conseguire il successo. Give other people credit for their vic-tories - Riconoscere pubblicamente alle persone il merito per i risultati conseguiti aumenta la tensione per il successo, favo-risce lo spirito di squadra e la considerazio-ne per il Leader al servizio del gruppo.Have a sense of gratitude - Il senso di gratitudine nei confronti delle altre perso-ne aumenta l’autostima, crea un clima di fiducia, rinforza la collaborazione e la vo-lontà di contribuire al successo. Il rispetto degli altri e la stima sono alla base delle re-

lazioni. Ciascuno ha un talento, un “dono” da coltivare ed è utile riconoscerlo per cre-are le condizioni per il successo.

Cos’hanno in comune le persone che non sonodi successoCriticize - Sono persone ossessionate dal-la critica, soprattutto la critica distruttiva nei confronti di tutto ciò che non può es-sere cambiato. Una critica che influisce ne-gativamente sulle relazioni e il sentimento delle persone. Hold a grudge - A differenza delle perso-ne di successo, conservano rancore e cer-cano di conquistare potere e trarre bene-ficio dall’accanimento nei confronti degli altri. Cercano di innescare il contenzioso ed amplificano i problemi per prevalere sugli altri, cercando di trarre vantaggio dalle disgrazie altrui.Blame others for their failure - Incolpano gli altri per i propri fallimenti. Manipolano le informazioni per conseguire i propri fini.Say they keep a journal but really don’t - Dicono di aggiornare il proprio calendario, ma in realtà non lo fanno. think they know it all - Pensano di sa-pere tutto e si dimostrano saccenti, senza alcun rispetto per gli altri.Operate from a transactional perspec-tive - Ragionano ed agiscono unicamente nella prospettiva materiale della transazio-ne. Non fanno nulla per niente.Secretly hope others fail - Sperano e confidano nel fallimento altrui. Ordiscono trame e congiure per discreditare gli altri a proprio vantaggio.Don’t know what they want to be - Non sanno quello che vogliono essere. Inter-pretano la propria vita in modo istintivo senza un progetto di crescita.Never set goals - Non si impegnano mai in obiettivi precisi. Evitano di proporre so-luzioni e non accettano le sfide.exude anger - Trasudano collera e danno l’impressione di essere sempre arrabbiati.Horde information and data - Bloccano

l’accesso ai dati ed alle informazioni che tengono gelosamente nascoste. Lasciano trapelare solo le informazioni ritenute utili ai propri fini.talk about people - Amano parlare “e sparlare” delle persone piuttosto che di-scutere di fatti oggettivi.Fly by their seat of their pants - Decido-no di procedere di propria iniziativa, utiliz-zando la propria percezione piuttosto che un piano condiviso e predeterminato. Fear change - Temono ed ostacolano pas-sivamente il cambiamento.Watch tV everyday - Guardano la televi-sione tutti i giorni.take all the credit for their victories - Si prendono tutto il merito dei risultati, sen-za condividerlo con chi ha contribuito.Have a sense of entitlement - Si sento-no investiti del diritto di superiorità, non amano essere contraddetti e reagiscono con veemenza alle critiche, anche se co-struttive. ■

Per essere certi di assumere atteggiamenti percepiti di successo consiglio di fare un onesto esame di coscienza, aggiornando il profilo di riferimento al quale ispirarsi per assicurare continuità nella crescita personale e manageriale.

UNSUCCeSSFUl PeOPle

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DI20 Dirigenti inDustria marzo 2014

anagementm

Mercoledì 26 marzo 2014 - ore 17,45Sala Alessi - Palazzo Marino, Piazza della Scala 2 - Milano

Premiazione di 18 donne esempi di merito e talento con 18 master sulla leadership gentilmente forniti da “Il Sole 24 Ore”.

La premiazione sarà preceduta da una tavola rotonda sul tema:

“Donne che creano valore” (valore in termini di business e posti di lavoro)

alla quale è prevista la partecipazione di:

Tommaso Arenare - Egon Zehnder

Benedetta Arese Lucini - Uber

Chiara Bisconti - Assessora al Benessere, Qualità della vita, Sport e tempo libero, Risorse umane, Tutela degli animali, Verde, Servizi generali del Comune di Milano

Giorgio Boggero - Cloetta Italia

Piera Cusani - Women for Expo

Alessia Mosca - Onorevole Membro della Camera dei deputati Capogruppo Pd XIV Commissione (Politiche dell’Unione europea), promotrice della legge sui CdA e smart working

Claudia Parzani - Linklaters e Valore D

Jane Reeve - Camera Nazionale della Moda Italiana

Monica Regazzi - The Boston Consulting Group (la società contribuirà distribuendo copie del libro “Le donne Vogliono di Più. Capire e conquistare il mercato che cresce di più al mondo” di M. Silverstein, K. Sayre, J. Butman, a cura di N. Pianon, M. Regazzi)

Modera: Laura La Posta - Caporedattore Il Sole 24 Ore

Premio ALDAI Merito e Talento

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otiZie dal conSiglio direttivonApprovato il bilancio 2014: preventivo in pareggio

i l Consiglio Direttivo ALDAI del 30 gennaio 2014 ha approvato, con un solo contrario e l’astensione del Tesoriere, il bilancio preventivo

2014 elaborato e proposto dalla Giunta Esecutiva. Il confronto fra le proposte ha trovato, nel dibattito iniziato a dicembre e concluso con la proposta di pareggio ampiamente condivisa dal Consiglio Di-rettivo, la coesione dei partecipanti per far fronte alle sfide del 2014. Il contesto è

infatti caratterizzato dal perdurare degli effetti negativi della crisi, nonostante i de-boli segnali di ripresa, con evidenti situa-zioni di criticità per il settore industriale: sia in termini di perdita di posti di lavoro sia di riduzione delle nomine, con un preoccu-pante rischio di sperpero di capitale uma-no per il Paese. La necessità di conciliare i ricavi generati dalle quote associative, che rappresentano il 90% del totale delle risor-se disponibili, con i costi di gestione per-messi dal pareggio di bilancio, ha imposto una rigorosa revisione delle spese per as-

Antonio ZenatelliTesoriere ALDAI

Potenziamento dell’immagine e del ruolo managerialeinsieme allo sviluppo delle relazioni con i colleghi ed il contenimento delle spese per affrontare le sfide del 2014

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sicurare le risorse necessarie a sostenere i costi fissi, 82% dei costi totali, e impiega-re nel miglior modo il rimanente 18% di risorse per garantire continuità dei servizi agli associati, le comunicazioni istituzio-nali e le iniziative di sviluppo associativo. Per il conseguimento degli obiettivi 2014 il Consiglio Direttivo ALDAI confida nel contributo dei soci che partecipano vo-lontariamente alle Commissioni e Gruppi di Lavoro dell’Associazione. Per realizzare il pareggio di bilancio il Consiglio Diretti-vo ha approvato la proposta di eliminare e ridurre le spese ritenute di minor valore strategico per il conseguimento degli sco-pi associativi, riservandosi di valutare pro-poste integrative per conseguire specifici obiettivi nel corso dell’anno. ■

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DI22 Dirigenti inDustria marzo 2014

ormaZionefI dirigenti contribuiscono alla Dote Unica Lavoro

e ro interessato ad acquisire le tecniche di valorizzazione del-le potenzialità personali ed ho partecipato al percorso formati-

vo Erickson International School of Co-aching per conseguire la certificazione della International Coaching Federation. Ho potuto finanziare il corso attraverso l’avviso 2013 Fondirigenti e partecipare agli interventi formativi a Milano presso il Palazzo del Lavoro di piazza Quattro Novembre, grazie all’accordo esclusivo di Asset Management (Gi.Group) con la società canadese.Il percorso formativo è iniziato con un modulo di “Personal Branding”, ovve-ro come sviluppare e gestire la propria reputazione professionale per emer-gere nel mercato del lavoro. I moduli successivi mi hanno dato la possibilità di arricchire le conoscenze di processo, tipiche del coaching, per complemen-tare le competenze manageriali e spe-cialistiche acquisite durante la carriera in azienda, sviluppando al tempo stesso le professionalità per nuove opportuni-tà di occupazione. Ho avuto la possibi-lità di approfondire le competenze: di

consulenza di processo, di coaching, di sviluppo delle relazioni e delle comuni-cazioni avanzate, nonché di acquisire le tecniche di marketing del coaching. In particolare ho appreso gli aspetti specifi-ci del processo di coaching: come creare una relazione di fiducia con il “coachee”, le tecniche di analisi dei bisogni, il “Goal Setting”, la comunicazione avanzata, lo sviluppo del potenziale e la gestione dei conflitti e delle obiezioni.Nell’ambito del percorso formativo As-set Management ha anche offerto l’ac-cesso a specifici corsi internazionali, fra i quali: “power of vision” un programma intensivo sulla leadership e sulla comu-nicazione, “renaissance management” per pensare come Leonardo ed agire come Edison, “strategic sales manage-ment” per creare un team di vendita di successo.Terminato il percorso formativo lo scor-so gennaio Gi.Group, del quale Asset Management fa parte, ha messo alla prova i partecipanti coinvolgendoli nel programma di ricollocazione Dote Uni-ca Lavoro della Regione Lombardia, per realizzare gli interventi di coaching pre-visti dai servizi di consolidamento delle competenze a favore dei disoccupati, in gran parte giovani.La combinazione del percorso di riqua-lificazione Senior Coach certificato ICF e la collaborazione nell’ambito della Dote Unica Lavoro rappresenta un interessan-te esempio di qualificazione e valorizza-zione delle competenze manageriali al servizio del sistema produttivo finalizza-to ad aumentare l’efficienza del mercato del lavoro. ■

Marcello ValentiniSocio ALDAI

I colleghi che hanno completato a gennaio 2014 il percorso Senior Coach Certificato ICF di Asset Management, sono diventati soggetti attivi nella erogazione dei servizi di coaching Gi.Group a favore dei giovani disoccupati.

“Il percorso formativo è iniziato con un modulo di Personal Branding, ovvero come sviluppare e gestire la propria reputazione professionale per emergere nel mercato del lavoro”.

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DI24 Dirigenti inDustria marzo 2014

avorolDirigenti e politicaindustriale: cosa possiamo fare?Giuseppe ColombiPresidente Commissione Sindacale e Lavoro ALDAI

Manca il progetto

Ormai è chiaro a tutti: nell’Italia attu-ale sono svanite molte delle passate eccellenze nella siderurgia, nella chimi-ca, nella farmaceutica, in settori della meccanica e poi nell’informatica, si è ridotto il peso dell’impiantistica e del contracting infrastrutturale; oggi è in discussione la sopravvivenza del set-tore nazionale degli elettrodomestici e probabilmente anche dell’auto.Da qualche mese nella Commissione Sindacale e Lavoro ALDAI stiamo discu-tendo di politica industriale: sono più di venticinque anni che questo Paese ha smesso di sviluppare e praticare una qualche idea strategica sul proprio fu-turo. Mentre molti pseudo-esperti conti-nuano a gingillarsi con parole d’ordine ormai vuote, come “liberalizzazione” o “privatizzazioni”, in molti altri Paesi, a partire forse proprio da quelli che più si erano avventurati su quelle strade, è in atto un profondo ripensamento. Torna di moda, se non Colbert, almeno Keynes. E noi sentiamo l’urgenza di intervenire, perché a fronte di questa evoluzione, la nostra categoria, che pure saprebbe esprimersi con autorevolezza, si è limi-tata sinora a mantenere un prudente si-lenzio, impotente a contrastare le scel-te più assurde, più controproducenti, eterodirette e dannose.

In che Paese viviamo? La qualitàNon neghiamolo, il declino del Paese è evidente: crescono le sperequazioni e la percentuale di nuovi poveri, è entrata in crisi la classe media e ha cessato di fun-zionare il cosiddetto “ascensore sociale”.La qualità di vita si è ridotta in modo tan-gibile, non solo nei redditi, ma nel livel-lo dei servizi quali la sanità, la pubblica istruzione, la giustizia, la previdenza o anche solo la gestione dei rifiuti. Ma latita anche la qualità intesa in sen-so industriale, non quella di prodotto, spesso elevatissima, ma quella che si riconosce per l’esistenza di un sistema formalizzato e regolato da norme, con-suetudini, codifiche (chi non ricorda la sigla ISO 9000?) accettato da tutti ed uti-lizzato coerentemente in tutto il mondo del lavoro. Da noi le aree di mancata applicazione prevalgono: si può citare ad esempio la sciatteria levantina che caratterizza il trattamento di ogni for-ma di utenza, dal rapporto con uffici e call-center alla quotidiana esperienza di bollette tanto minuziose quanto incom-prensibili. Più sudditi che cittadini, non godiamo nemmeno dei diritti altrove ri-conosciuti ad utenti e consumatori.Così ciascuno di noi è indotto a ritirarsi nel proprio triste “particulare” ed appa-iono desuete quelle forme di partecipa-zione e controllo dal basso che, quando erano di moda qualche decennio fa,

sarebbero dovute diventare il sale della democrazia. Da quel problema storico tuttavia non si sfugge: soprattutto noi dirigenti possiamo sviluppare gli stru-menti per rendere più squillante la no-stra voce.

Uno Stato azzeccagarbugli costoso ed inefficientePer dare una dimensione ai fenome-ni che abbiamo davanti, diciamo per esempio che oggi i “costi della politica” assommano ad una cifra tra 20 e 25 mi-liardi di euro all’anno, suddivisi tra 7-8 miliardi per le istituzioni centrali, con il resto equanimemente sperperato tra regioni, province, enti minori e società partecipate. Il tutto assicura condizioni di assoluto favore a 150-200 mila privile-giati, per lo più cooptati e non scelti, cui è associato un numero forse doppio di diretti subordinati. Qualche collega passato per ristruttu-razioni aziendali, purtroppo sempre più frequenti, saprebbe forse dimezzare senza traumi questi costi: di certo nessu-no glielo ha mai chiesto. E ancora, gli esperti dicono che la produ-zione legislativa dello Stato e degli enti locali, tripla o quadrupla rispetto a qua-lunque altro Paese civile, è di pessima qualità, sia nella forma sia nella sostan-za: tutti ne sperimentiamo la confusione e spesso l’inapplicabilità. Tutto è diven-tato difficile, tanto da dover essere affi-dato a specialisti a pagamento: qualun-que atto privato o pubblico può cadere in un ginepraio infinito di blocchi e con-testazioni. Parimenti, risulta inadeguato il ruolo giocato dalle entità di garanzia e tutela: che si tratti del Garante della Privacy, o dei vari controllori di assicu-razioni e banche, della concorrenza nel

“Da qualche mese nella Commissione Sindacale e Lavoro ALDAIstiamo discutendo di politica industriale: sono più di venticinque anni che questo Paese ha smesso di sviluppare e praticare una qualche idea strategica sul proprio futuro”.

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DI 25Dirigenti inDustria marzo 2014

avorolsettore energetico (elettricità, gas, ecc.), dei diritti nel trasporto pubblico o negli acquisti, le varie Autorità si caratterizza-no per la loro inutilità, quando non per collusione ed autoreferenzialità. Si tratta di organismi imbottiti di mag-giorenti e/o politici da ricollocare, di so-lito irraggiungibili dal comune cittadino, poco impegnati a svolgere fattivamen-te i loro ruoli. Ma tutti con retribuzioni stratosferiche: la tematica del controllo dei salari dei manager, in particolare di quelli pubblici, rimane come argomento tabù, da non rompere nemmeno quan-do un giornalista (tedesco) ci fa capire che la retribuzione della onnipotente ed inefficiente alta burocrazia nazionale è di tre-quattro volte superiore a quella degli omologhi germanici. Ed è del tutto svincolata dai risultati.Almeno noi dirigenti, nel corso dei lavori preparatori della nostra piattaforma di rinnovo contrattuale, ci siamo doman-dati se non fosse il caso di considerare limiti nel rapporto tra le retribuzioni massime e minime nell’ambito della nostra categoria, perché è evidente che, soprattutto in momenti di crisi, le distan-ze eccessive si fanno più intollerabili ed è lecito considerare l’opportunità di un intervento. Più in generale, la nostra am-bizione sarebbe di contribuire a cambia-re questo stato di cose.

L’essenzialità dei grandi gruppi nazionaliUn tempo si diceva giustamente che lo Stato non deve produrre panettoni: tut-tavia i grandi Stati, non solo europei, si preoccupano del futuro della loro strut-tura industriale e, senza generare scan-dalo, la proteggono. Altroché disfarsene per “ridurre il debito pubblico”! Enel ed Eni, ma anche altri, come Tele-com ed Autostrade (in passato), costitui-scono l’esempio storico di come grandi gruppi pubblici, quando abbiano una missione chiara ed una gestione appena decente, possono nei decenni generare valore per il Paese e fertilizzare l’intero comparto industriale. Quando invece grandi gruppi privati, fortemente sussidiati da sempre, han-

no semplicemente rastrellato valore a loro esclusivo beneficio. Ma non è que-stione di contrapposizione tra privato e pubblico: semplicemente serve visione nazionale. Se l’intento è soltanto quello di lasciare campo libero alle energie ani-mali del mercato globale, allora è inutile il contributo dei dirigenti industriali e persino i contabili, con tutto il rispetto, diventano un lusso.

Il ruolo che potremmo svolgere: conoscere, quantificare, stimolare

Una recente indagine di Federmanager ha individuato nei dirigenti una singola-re vocazione ad occuparsi del bene co-mune: e dove meglio farlo se non nella formulazione e nel controllo delle stra-tegie industriali?Il ruolo della dirigenza nel processo di analisi di un settore potrebbe essere fon-damentale, così come tornerebbe utile la capacità di leggere in modo corretto i bilanci e di quantificare i fenomeni.I dirigenti pensionati, in particolare, go-drebbero del vantaggio di essere liberi da possibili condizionamenti aziendali nel sostenere anche tesi probabilmente inopportune per i colleghi in servizio. Non è detto che su tutte le questioni emergerebbe un’unica posizione stra-tegica, unanimemente condivisa: è anzi probabile che si possano confrontare ipotesi diverse, quando non opposte: ma un serio e trasparente confronto tra persone abituate a misurare le opzioni e a decidere sarebbe certo preferibile alle bandierine ideologiche contrapposte, sventolate da politici inconcludenti e portatori di interessi inconfessati.Alla fine, si potrebbe fornire supporto oggettivo alle decisioni di chi ci governa ai vari livelli con vantaggio anche per il mondo imprenditoriale. E si riuscirebbe a controllare che la politica faccia corri-spondere i fatti alle intenzioni espresse. Federmanager, se coinvolta, potrebbe giocare un ruolo essenziale: su questi temi si è concentrata la nostra discus-sione nell’ambito della Commissione Sindacale e Lavoro di ALDAI e ci stiamo organizzando. ■

“Una recente indagine di Federmanager ha individuato nei dirigenti una singolare vocazione ad occuparsi del bene comune: e dove meglio farlo se non nella formulazione e nel controllo delle strategie industriali?”

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Bilancio e Governance Aziendalein conformità alle direttive europee sulla trasparenzaa cura di ANIMP-OICE

Milano, 3-4 aprile 2014

Ciclo operativo e relazionale dell’ingegneria civilea cura di ANIMP-OICE

Roma, 14-15 aprile 2014

Il corso è diretto ai responsabili di enti e funzioni aziendali, con speci-fici obiettivi di “profit & loss” sui progetti e programmi di fornitura e di appalto, con particolare attenzione agli aspetti economici e finanziari ed alle interazioni con il bilancio aziendale: project manager, direttori di funzioni quali operations, commerciale, vendite, marketing, acqui-sti e supply chain, risorse umane, controllers e, in generale, dirigenti dell’azienda.

Il corso è rivolto a posizioni operative di Società che sviluppano progetti e/o commesse nei settori infrastrutture, ingegneria civile, costruzioni, pubblica amministrazione. Pertanto Direttori di Progetto, Direttori di Funzione, Project Manager, Project Engineering Manager, Construction e Site Manager, Project Control e, in generale, tutti i componenti dei team di progetto.

Per ulteriori informazioni o per ricevere il depliant informativo del corso rivolgersi alla Segreteria Corsi ANIMP (Manuela Corbetta) dalle ore 9.00 alle ore 13.00tel. 02.6710.0740 - fax 02.6707.1785e-mail: [email protected] oppure consultare il sito www.animp.it alla voce CORSI

Comunichiamo che, su nostra richiesta, la Direzione ANIMP ci ha confermato che ai Soci ALDAI che si iscriveranno ai corsi promossi dall’ANIMP a titolo individuale verranno concesse le stesse agevolazioni praticate ai loro iscritti

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DI 27Dirigenti inDustria marzo 2014

revidenZapFedermanager a tutela dei diritti dei dirigenti pensionati

Roma, 28 gennaio 2014Gentile Collega,ti scrivo per consentirti di valutare al meglio l’intenso impe-gno che questa Federazione ha messo in campo per tutela-re i diritti dei dirigenti in quiescenza in un momento certa-mente non facile.Insieme a CIDA e Manageritalia, siamo stati in prima fila per ar-ginare le preoccupanti derive demagogiche che hanno spinto vari Governi a reiterare blocchi della perequazione automatica, contributi di solidarietà e/o prelievi straordinari sulle pensioni medio-alte.In questa sede desidero porre alla Tua attenzione quelli che va-luto essere stati i risultati più importanti:

1. Indicizzazione delle pensioni. Si è riusciti ad evitare l’ennesimo blocco dell’adeguamento

delle pensioni che era stato proposto anche per il 2014, grazie alle iniziative giudiziarie da noi attivate: prima con la sentenza n. 316/2010 della Corte Costituzionale e successivamente con la decisione del Tribunale di Palermo che ha ritenuto fondate le nostre obiezioni rinviando alla stessa Suprema Corte la pronuncia sulla legittimità costituzionale del blocco dell’indicizzazione delle pensioni disposta per gli anni 2012 e 2013.

Il risultato non si è rivelato in linea con le nostre aspettative: più di questo obiettivamente non era possibile,

ma almeno abbiamo ottenuto che per il biennio 2015-2016 l’adeguamento sia più consistente e che, dal 2017,

venga ripristinato il più favorevole meccanismo di rivalutazione automatica in vigore nel 2011. Mi preme, tuttavia, sottolineare l’importanza del

risultato, che pone le premesse affinché in futuro nessun Governo possa reiterare l’applicazione di questi iniqui blocchi della indicizzazione delle pensioni.

2. Divieto di cumulo tra redditi di lavoro e di pensione. Le nostre iniziative hanno evitato di vanificare una grande

conquista della nostra Organizzazione, quella della eliminazione di ogni divieto di cumulo tra pensione e redditi di lavoro dipendente ed autonomo. La disposizione è stata

stralciata ed è stata rieditata limitatamente ad incarichi pubblici.

3. Contributo di solidarietà sulle pensioni “d’oro”. Ci siamo attivati con la dovuta tempestività sul piano

politico-istituzionale per limitare la portata negativa del previsto prelievo straordinario stabilito sulle pensioni “d’oro”, cercando di elevare il più possibile la soglia di applicazione. Stiamo, comunque, valutando la possibilità di presentare dei nuovi ricorsi in sede giudiziaria per contestare la legittimità costituzionale anche di questo iniquo provvedimento.

4. Contributo di solidarietà sugli ex INPDAI e altri Fondi speciali.

Ulteriori iniziative giudiziarie sono state attivate con riferimento all’applicazione del contributo di solidarietà introdotto con la Legge n. 214/2011 a carico dei dirigenti iscritti all’ex INPDAI, balzello in vigore dal 1º gennaio 2012 e fino al 31 dicembre 2017 sull’esito delle quali forniremo un aggiornamento non appena possibile.

Spero di averTi dato concreto segno del nostro pressante impe-gno per la difesa dei Tuoi diritti, frutto anche della collaborazio-ne di tanti colleghi in pensione che, con passione, si dedicano alla vita associativa. Peraltro, la nostra Associazione offre tutta una serie di opportunità a dimostrazione della grande atten-zione che viene rivolta a questa componente associativa, come ad esempio i progetti di tutoring offerti dai dirigenti senior che mettono a disposizione il loro know-how e la propria esperienza per favorire l’inserimento di giovani nel mondo del lavoro oppu-re attraverso le numerose iniziative che consentono ai seniores di dedicare le proprie competenze ed il proprio tempo libero a vantaggio del sociale.Confido, naturalmente, nella Tua attiva adesione e/o parteci-pazione e, per ogni evenienza, ti invito a rivolgerti ad una delle nostre sedi territoriali o a consultare il nostro sito www.federmanager.it dove potrai essere aggiornato sulle pensioni e, più in generale, sulle nostre numerose iniziative.Cordiali saluti.

Giorgio Ambrogioni

Abbiamo ritenuto opportuno pubblicare la lettera che il Presidente Federale ha inviato il 28 gennaio scorso ai dirigenti pensionati, innanzitutto perché emblematica dell’impegno della Federazione contro l’accanimento del Governo nei confronti dei pensionati. Importante la precisazione secondo la quale l’obiettivo per il futuro è impedire la reiterazione degli “iniqui blocchi della indicizzazione delle pensioni”. In effetti in un Paese in cui la pressione fiscale ha ormai raggiunto il 50% del Pil, sono sempre più inaccettabili ulteriori decisioni punitive nei confronti della parte più debole della società.

Sergio zeme

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DI28 Dirigenti inDustria marzo 2014

Hot mailcon il nostro esperto INPSSalvatore MartorelliGiornalista - Consulente Previdenziale

revidenZap

Sono un dirigente nato nel febbraio 1954, iscritto ALDAI e avrei una domanda da porle. Le riassumo brevemente la mia situazione previdenziale: ■ lavoratore dipendente (continuativo) con qualifica quadro

dal 1° luglio 1980 al 31 dicembre1998;■ lavoratore dipendente (continuativo) con qualifica

dirigente dal 1° gennaio 1999 al 31 dicembre 2012;■ preavviso non pagato dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2013;■ disoccupazione non agricola dal 1° novembre 2013

al 31 ottobre 2014;■ riscatto (già completato) degli anni di laurea e specialità

per 5 anni (dal 1978 al 1983) e 8 mesi (nel 2010).Secondo il mio piano (che peraltro avevo verificato con lei ver-so la metà del 2012) al termine del periodo di disoccupazione avrei versato contributi volontari per 2 anni e 11 mesi e nell’ot-tobre 2017 avrei ottenuto la pensione anticipata secondo le regole introdotte dalla riforma Fornero-Monti. Ed ecco la domanda: ho sentito da più parti che gli anni riscat-tati per laurea e specializzazioni nonché i contributi figurativi da

Le scrivo per capire la mia posizione in merito alla possibilità di andare in pensione: sono uno dei tanti nati nel 1952 che han-no 40 anni di contributi versati. Ho letto che per noi è possibile andare in pensione con 64 anni di vita indipendentemente da-gli anni di contributi raggiunti.

Il caso che La riguarda è disciplinato dal comma 15 bis dell’artico-lo 24 della Legge 214/2011. Questa norma prevede una partico-lare regolamentazione per l’accesso alla pensione anticipata per i lavoratori dipendenti del settore privato, in servizio alla data del 28 dicembre 2011, che avrebbero maturato i requisiti per la pen-sione di anzianità nel 2012 con quota 96, visto che in quell’anno avrebbero raggiunto i 35 anni di contributi e 61 di età o, in alter-nativa, 36 anni di contributi e 60 di età. Si tratta di un correttivo stabilito per evitare che, proprio sulla linea del traguardo, questi lavoratori possano vedere rinviata la data del pensionamento anche di sei anni.L’esempio tipico è quello di un lavoratore dipendente che compie, a giugno del 2012, 61 anni di età e che, in pari data, matura le “fatidiche” 1.820 settimane di contribuzione.

disoccupazione non sarebbero più validi per il calcolo degli anni di contribuzione necessaria ad accedere alla pensione anticipa-ta (nel mio caso 43 anni e 7 mesi mi sembra), ma per questo cal-colo varrebbero solo gli anni effettivamente lavorati mentre gli anni riscattati servirebbero solo per incrementare l’ammontare della pensione stessa. Ciò corrisponde al vero? Sarebbe una tra-gedia! E nel caso, quando potrei ottenere la pensione (a questo punto penso di vecchiaia)? E da ultimo, sempre nella malaugu-rata ipotesi di non potere più accedere alla pensione anticipata, ritiene che mi convenga effettuare versamenti volontari?

Ciò che Le hanno riferito non è esatto. I contributi da riscatto (ivi compresa la laurea) e quelli accreditati per i periodi di disoccu-pazione indennizzata sono utili sia per il diritto sia per la misu-ra della pensione anticipata. Possono solo provocare, qualora si acceda alla pensione prima del compimento dei 62 anni di età, una penalizzazione della parte retributiva della pensione (quella maturata al 31 dicembre 2011), pari all’1% per i primi due anni di anticipo e del 2% per quelli oltre i due anni.

Con le “vecchie” regole” egli avrebbe potuto ottenere la pensione di anzianità, con la complicità della “finestra mobile” di un anno, a luglio del 2013. Se si applicassero, senza aggiustamenti, le rego-le per il diritto alla pensione anticipata, il traguardo per lui più vi-cino sarebbe stato quello della pensione di vecchiaia che avrebbe maturato a 66 anni e 7 mesi, ovvero a febbraio del 2018. Con una deroga particolare, che non riguarda né i dipendenti pubblici né i lavoratori autonomi, chi è nelle condizioni che abbiamo prima elencato potrà ottenere la pensione dal mese successivo al com-pimento dei 64 anni di età. Si tratta, in pratica, di uno “sconto” di due anni rispetto alla data del pensionamento prevista dalle nuove regole. Poiché al requisito anagrafico dei 64 anni va appli-cato l’adeguamento automatico all’aspettativa di vita, l’accesso alla pensione può avvenire dal mese successivo al compimento dei 64 anni e 7 mesi. Per darle, nel Suo caso specifico, una risposta precisa avrei ne-cessità di conoscere la Sua data di nascita e di visionare il Suo estratto conto certificativo (è un documento diverso dal normale estratto conto) che potrà chiedere, anche on line, alla Sede INPS della Sua zona di residenza.

Riscatto anni di laurea e di specialità

Legge 214/11 - Articolo 24 - comma 15bis

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SSiStenZa Sanitariaa

Non ho ancora ricevuto il plico Fasi contenente la modulistica per la richiesta trimestrale di prestazioni. Come devo fare?A tutti gli iscritti che hanno comunicato al Fasi il proprio indirizzo di posta elettronica non sarà più inviato il plico cartaceo contenente la modulistica per la richiesta trimestrale di rimborso. Puoi rivolgerti al Servizio Fasi e Assidai di ALDAI. Provvederemo ad istruire la tua richiesta di rimborso ed invieremo al Fasi tutta la documentazione in originale con spese a nostro carico.

Cosa devo fare per poter accedere a questo tipo di servizio?Chiama un addetto del servizio Fasi e Assidai di ALDAI e lascia un messaggio alla casella vocale chiedendo un appuntamento per la richiesta trimestrale di rimborso. In alternativa puoi utilizzare l’indirizzo e-mail. La tua richiesta di appuntamento sarà evasa il prima possibile.

Oltre al Fasi, AlDAI si occupa anche di predisporre le richieste di rimborso all’Assidai?Certamente. Il Servizio Fasi e Assidai di ALDAI valuterà la documentazione utile anche per la richiesta di rimborso all’Assidai, in coerenza con il piano sanitario sottoscritto, e predisporrà la richiesta da inviare al Fondo senza l’utilizzo dei moduli prestampati.

Cosa devo portare all’appuntamento?È necessario portare in ALDAI, oltre agli originali di spesa, il dispositivo USB CARD FASI e la lettera contenente i codici di attivazione in caso di primo utilizzo, nonché il numero di iscrizione Assidai.

Quindi da oggi non devo più preoccuparmi di istruire la pratica di richiesta di rimborso ai Fondi e di provvedere alla spedizione della documentazione?Esatto! Vieni in ALDAI, ci pensiamo noi!

Domande e risposte...Rubrica del Servizio Fasi e Assidai di ALDAICristiana ScarpaServizio Fasi e Assidai di ALDAI

Non si preoccupi...

è solo stress da modulistica!

Giovedì 3 aprile 2014 alle ore 18 ,00AlDAI - sala Viscontea - via larga 31 - Milano Presidium illustra agli iscritti in servizio ed in pensione le nuove polizze di “tutela legale” a contraenza individuale.Parteciperanno esperti in materia assicurativa che risponderanno ai quesiti dei presenti.

Modalità di prenotazioneGli interessati possono prenotarsi online attraverso il sito www.aldai.it, sezione “ALDAI Eventi”, selezionando dal calendario la data interessata e compilando gli appositi spazi alla voce “iscriviti”. Le date pubblicate potrebbero variare successivamente alla stampa della rivista; invitiamo pertanto i lettori a prendere visione delle periodiche newsletter e del sito per dettagli e conferma degli incontri. Per chi non avesse la possibilità di effettuare la prenotazione online è possibile inviare un fax al numero 02.5830.7557 indicando nell’oggetto “Polizza Tutela Legale”.

POlIZZe DI tUtelA leGAle

DI 29DIRIGeNtI INDUStRIA MARzO 2014

...PARlANDO DI MODUlIStICA

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DI30 Dirigenti inDustria marzo 2014

SSiStenZa SanitariaaIl FASI muove verso la dematerializzazioneStefano CuzzillaPresidente FASI

i nutile negarlo: il nuovo paradig-ma della società dell’informazio-ne si chiama dematerializzazio-ne. Non è un mistero, infatti, che

la comunicazione e la trasmissione di documenti stiano traghettando tutti noi verso un’era compiutamente digitale, di cui vediamo ancora solo le premesse. È bene, dunque, che anche il nostro Fon-do non si faccia trovare impreparato di fronte a questo processo, che è in atto e promette di rivoluzionare le nostre esi-stenze, il modo di fare impresa e lo stes-so ruolo del manager.Il FASI sta realizzando l’adeguamento in-formatico necessario a governare questa transizione che ci condurrà all’obiettivo di razionalizzare la gestione dell’Ente e massimizzare le sue funzionalità.Un primo passo, piccolo ma significativo, è rappresentato dai prospetti predispo-sti dal FASI per ciascuna delle richieste di prestazioni sanitarie rimborsate che, a partire dall’ultimo trimestre 2013, sono periodicamente forniti agli interessati in formato elettronico. Questo documento, in cui sono riportati la spesa sostenuta dal dirigente per prestazioni sanitarie e il rim-borso erogato dal FASI, assume una veste elettronica ad ogni effetto equiparata al vecchio cedolino cartaceo. Il che consen-te, tra le altre cose, di trasmettere in tempi rapidi queste informazioni agli altri Fondi accreditati presso il FASI, che operano ad integrazione del FASI stesso, e che posso-no più agevolmente disporre la liquidazio-ne delle somme di loro competenza.Accenno a questo esempio di demate-rializzazione della corrispondenza per-ché, seppur attivo da pochi mesi, sta portando risultati concreti in termini di rapidità di riscontro e di risparmio di spesa, senza rinunciare alla protezione della privacy degli assistiti.

Sono perciò convinto della necessità di agevolare, laddove possibile, la dema-terializzazione dei rapporti documentali con i nostri colleghi dirigenti e le nostre imprese, soprattutto quando essa con-duce ad un risparmio economico di tale rilievo da consentire agli amministratori del Fondo di indirizzare le relative risorse sul capitolo dell’assistenza sanitaria tout court. Vale a dire, rifinanziando l’attività principe su cui il nostro Fondo deve con-centrare il proprio impegno.Ecco anche perché, per la prima volta, le Guide FASI relative alle strutture sanitarie convenzionate in forma diretta nel 2014 non sono state trasmesse via posta agli iscritti. La Guida Verde, riferita alle strut-ture odontoiatriche e la Guida Blu, riguar-dante tutte le restanti convenzioni, sono disponibili online, nella sezione “la modu-listica dirigenti” del sito www.fasi.it.Inoltre, sempre sul medesimo sito web, nella sezione “le convenzioni” è possibile consultare gli elenchi sempre aggiornati nonché approfondire, tramite le apposi-te funzioni di ricerca, le tipologie di pre-stazioni rimborsate in forma diretta o, ancora, la distribuzione territoriale delle strutture. In questo modo, abbiamo evitato di stampare guide cartacee che via via si sono fatte sempre più corpose – e, inevi-tabilmente, più costose – per effetto del crescente numero di convenzioni siglate e che, a pochi mesi dalla stampa, perdo-no d’attualità, non potendo recepire le variazioni che naturalmente intervengo-no in corso d’anno. Sebbene il ricorso all’online ancora non sia percepito da tutti i nostri colleghi come un invito gradito, sono evidenti i vantaggi tratti sia in termini di congruità delle informazioni fornite, che sul web sono costantemente aggiornate, sia in termini di contenimento della spesa per stampa e distribuzione ai circa 130mila dirigenti assistiti.

Il processo di dematerializzazione che stiamo attivando deve assumere il si-gnificato di rinnovamento e di sempli-ficazione del nostro Ente ed è un passo necessario che, per essere integralmen-te percorso, necessita di una spinta culturale innovativa. Non chiediamo ad imprese e dirigenti di disconoscere l’importanza dei mezzi di comunica-zione tradizionali, ma di migrare verso strumenti che vogliamo introdurre con la giusta gradualità e, soprattutto, nel ri-spetto delle specificità dei singoli utenti del web. Penso alla categoria dei pensio-nati, meno incline all’abbandono della carta, come a coloro che diffidano del web per la trasmissione di dati personali. Per tutte queste sensibilità il FASI cer-cherà di guidare questi – così come i fu-turi – interventi di dematerializzazione con la opportuna progressività e, se pos-sibile, offrendo servizi ad hoc agli assisti-ti. A riguardo, va ricordato che dall’otto-bre 2013 è attiva l’opzione 3 del numero FASI (06/518911), cui potersi rivolgere per tutte le problematiche attinenti alla consultazione del nostro sito web. In pochi mesi sono stati risolti circa 10mila casi. Un presidio importante su cui i colleghi possono fare valido affida-mento. ■

“Il processo di dematerializzazione che stiamo attivando deve assumere il significato di rinnovamento e di semplificazione del nostro Ente ed è un passo necessario che, per essere integralmente percorso, necessita di una spinta culturale innovativa”.

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Sul numero di gennaio 2014 della rivista AlDAI “Dirigenti Industria” - a pagina 27 - è riportato un comunicato con il quale viene illustrato il Bilancio Sociale FASI 2012.

Nel quarto capoverso relativamente ai benefici fiscali è stato scritto: “il rispetto, da parte del FASI, dei parametri previsti dalla legislazione in materia, consente alla totalità degli iscritti di dedurre dal proprio reddito i contributi versati al Fondo”.Al riguardo si ritiene opportuna una precisazione alla luce di richieste di chiarimenti pervenute da parte di alcuni lettori.Si conferma, infatti, che il Decreto del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali del 27.10.2009 stabilisce la non concorrenza alla formazione del reddito dei contributi versati in favore dei Fondi e Casse di natura negoziale – a valere sui soli redditi da lavoro dipendente, come previsto dall’articolo 51 del TUIR - fino ad un tetto massimo di € 3.615,20, purchè venga garantito che almeno il 20% delle risorse complessivamente destinate all’assistenza degli iscritti sia riservato alle prestazioni così dette “vincolate”, a partire dall’anno gestionale 2010.L’accertato rispetto di tale vincolo, da parte del FASI, consente di mantenere i benefici fiscali sui contributi versati.

Conseguentemente, le spese sanitarie sostenute dai dirigenti in servizio sono detraibili per la differenza rimasta a loro carico, a seguito dell’intervenuto rimborso del FASI, nei limiti del 19% per la parte che eccede € 129,11.

Di contro, tenuto conto che i contributi versati al FASI dai dirigenti pensionati concorrono alla formazione del loro reddito imponibile, ne consegue che le spese sanitarie sostenute dagli stessi pensionati sono integralmente detraibili dall’imposta lorda nella misura del 19% per la parte che eccede € 129,11, anche per la quota già rimborsata dal Fondo.

Nella suddetta tipologia di regime fiscale rientrano anche coloro che mantengono l’iscrizione al Fondo, ricorrendone le condizioni, in assenza di un rapporto di lavoro dirigenziale (iscritti in via convenzionale).

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aldai (P) istituzionale 2014:Layout 1 27/02/14 11:30 Pagina 2

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DI 33DIRIGeNtI INDUStRIA MARzO 2014

Chi siamo e che cosa facciamoL’ALDAI (Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali) con circa 17.000 iscritti è il maggiore tra i Sindacati territoriali che fanno capo alla Federazione Nazionale (FEDERMANAGER). Al fine di perseguire i propri scopi istituzionali di tutela e promozione dell’immagine e del ruolo dei dirigenti indu-striali, l’Associazione si occupa delle problematiche collettive e individuali della categoria, nelle situazioni più diverse, offrendo servizi nei vari settori agli iscritti quale che sia la loro condizione: dirigenti in servizio, inoccupati, in pensione o che svolgono attività di tipo professionale. Tra i vari servizi, prestati gratuitamen-te, ricordiamo:■ il Servizio Sindacale rivolto a fornire ai dirigenti iscritti supporto

ed assistenza nell’ambito di tutte le problematiche relative all’instaurazione, svolgimento e cessazione del rapporto di lavoro nonché ad aspetti di carattere fiscale e previdenziale;

■ il Servizio FASI/ASSIDAI che fornisce consulenza ed assistenza in merito alla stesura ed alla presentazione delle pratiche di rimborso oltre che di iscrizione ai due Fondi;

■ il Servizio Orientamento e Formazione per i dirigenti interessati: alla ricerca di nuove opportunità professionali, al bilancio delle competenze e ai percorsi formativi di sviluppo professionale, all’analisi delle criticità manageriali con il “Tutoring” dei colleghi Senior e alle iniziative di riqualificazione e ricollocazione per i dirigenti inoccupati.

Ricordiamo infine le iniziative di carattere culturale (organizzazione di confe-renze, convegni, corsi, concerti, visite guidate) e ricreativo tendenti a favorire l’aggregazione tra i soci (viaggi).Di tutti i servizi riportiamo le necessarie indicazioni per poter stabilire gli op-portuni contatti.

SeDe e UFFICIvia Larga, 31 - 20122 MilanoM1 Duomo - M3 MissoriMezzi di superficie: 12 - 15 - 27 - 54

CeNtRAlINO 02/58376.1FAx 02/5830.7557

APeRtURALunedì / VenerdìDalle ore 8.30 alle ore 12.30e dalle 13.30 alle 17.30

SItO WeB www.aldai.itFORUM AlDAI Dirigentinsieme

Servizi e contattiALDAI

Presidenza■ Presidente: ROMANO AMBROGI - [email protected]■ Vicepresidente: FRANCO DEL VECCHIO - [email protected]■ Vicepresidente: FRANCESCO SOLETTI - [email protected]■ Tesoriere: ANTONIO ZENATELLI

Direzione [email protected]■ Direttore: ANNALISA SALA■ Segreteria Presidenza e Direzione - [email protected] Silvia Romagnoli 02.58376.204 ■ Comunicazione e Marketing - [email protected] Chiara Tiraboschi 02.58376.208

Servizio Sindacale■ Consulenze sindacali ANNALISA SALA: [email protected] Cristiana Bertolotti: [email protected] Lorenzo Peretto Valeria Briganti 02.58376.221 Francesca Sarcinelli 02.58376.222 Maria Caputo 02.58376.225 ■ Salvatore Martorelli - Consulenze previdenziali 1°, 2°, ultimo lunedì di ogni mese dalle 8.00 alle 15.30 3° mercoledì di ogni mese dalle 8.00 alle 15.30■ Rosanna Versiglia - Consulenze previdenza complementare / INPS Martedì e giovedì dalle 9.00 alle 14.00■ Valeria Briganti - Consulenze previdenza complementare / INPS Mercoledì dalle 8.30 alle 12.30■ Silvia Barbieri - Consulenze convenzione ENASCO / INPS Tutti i venerdì dalle 9.00 alle 12.00 3° lunedì di ogni mese dalle 14.00 alle 17.00 solo domande di pensione■ Giovanni Mura - Consulenze fiscali Martedì pomeriggio e mercoledì pomeriggio

Servizio FASI/ASSIDAI [email protected] Pisto 02.58376.229Livia Corda 02.58376.206Cristiana Scarpa 02.58376.224 ■ Ricevimento degli iscritti previo appuntamento Lunedì e mercoledì ore 8.30-12.00 / 14.00-16.30 Martedì, giovedì e venerdì ore 8.30-12.00■ Consulenze telefoniche martedì, giovedì e venerdì ore 14.00-17.00Servizio Orientamento e Formazione [email protected] Romagnoli 02.58376.219 (pomeriggio) [email protected] Bondi 02.58376.220Cristina Bergamini 02.58376.219Servizio Amministrazione - Organizzazione [email protected] BITETTI [email protected] Cernuschi 02.58376.227Laura De Bella 02.58376.231 Stefano Corna 02.58376.234 Giordano Bergomi 02.58376.235 Gruppo Giovani Dirigenti [email protected]: MARIO CAPPIELLo

ARUM S.R.L. SOcIetà eDItRIce e SeRvIzI ALDAI■ Presidente: PATRIZIA GIORGETTI■ Redazione “Dirigenti Industria” - [email protected] Gabriella Canuti 02.58376.237

cOMItAtO NAzIONALe DI cOORDINAMeNtO DIRIGeNtI PeNSIONAtI■ Presidente: MARCELLO GARZIA - [email protected]■ Presidente Onorario: SERGIO ZEME 02.58376.209 [email protected]

FONDIRIGeNtI■ Agenzia Lavoro - [email protected]

UNIONe ReGIONALe FeDeRMANAGeR LOMbARDIA■ Presidente: TIZIANO NEVIANI 0372.535411 [email protected] [email protected]

cOORDINAMeNtO cIDA LOMbARDIA■ Presidente: ROMANO AMBROGI - [email protected]

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ContributoAssociativo 2014

euro 240,00 - dirigenti in servizioeuro 120,00 - dirigenti in pensioneeuro 112,00 - dirigenti in pensione ante 1988Un segnale di solidarietà nei confronti dei colleghi che hanno perso il lavoro: ALDAI dimezza la quota associativa (€ 120,00) dei dirigenti inoccupatiche autocertificano un reddito inferiore a € 50.000 annui (modello scaricabile dal sito).euro 30,00 - contributo una tantum per chi si iscrive per la prima volta

aldai (P) istituzionale 2014:Layout 1 27/02/14 11:30 Pagina 2

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ita aSSociativavNews da VisesFiorenza Trabucchi Marcello ValentiniComponenti Gruppo VISES di Milano

Nella Sala Verde di San Carlo al Corso, a fine dicembre 2013, si è svolta la presen-tazione dei risultati del progetto di coo-perazione A.I.M.A realizzato da VISES in Marocco: un Paese in grande trasforma-zione tra tradizione e modernità, ma che ha ancora ampie situazioni di povertà ed analfabetismo. Il progetto ha permesso a 400 donne di Syba, periferia di Marrakech, di diventare estetiste, parrucchiere, decoratrici, ope-ratrici video e fotografe. Avevamo dato notizia dell’avvio del progetto, finanziato da Fondazione Cariplo, Comune di Roma ed iniziative dirette di raccolta fondi (v. “Dirigenti Industria” ottobre 2010.) Il Coordinatore del progetto, Valentina Vangoni, ha illustrato la storia e la me-todologia del lavoro, alcuni aspetti che

Donne al lavoro nel Marocco che cambia: raggiunti i risultati fissati dal progetto A.I.M.A. Apprendre et Informer pour Mieux Agir

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ita aSSociativav

Martedì 21 gennaio 2013 VISES ha organizzato al Liceo Scien-tifico Vittorio Veneto di Milano un evento di informazione e formazione sulla rianimazione cardiopolmonare e diffusione della defibrillazione precoce rivolto a studenti, docenti e fa-miglie. VISES in tale occasione ha donato al Liceo – grazie al generoso contributo di UTENGAS Industrie srl, società con sede a Co-mun Nuovo (Bergamo) – un defibrillatore semiautomatico di ul-tima generazione, supporto importante a tutela degli studenti (circa 1.200) nelle attività sportive del Liceo, che potrà essere utile anche al vicino Istituto Tecnico Ettore Conti. All’incontro hanno partecipato come relatori Giorgio Ser-vadio, medico rianimatore; Angelo Sassatelli, Responsabile del Nucleo Sommozzatori; Giorgio Colombo, Commissario

ne hanno determinato il buon esito e la possibilità di una sua replicabilità: assi-curazioni di infortuni per le frequentatri-ci dei corsi, scelta di mestieri da svolgersi in ambienti esclusivamente dedicati alle donne, conoscenza approfondita del territorio e collaborazione con gli enti locali. L’incontro ha avuto un notevole successo di pubblico con interessante dibattito coordinato dal giornalista di Radio 24, esperto nei problemi dell’Afri-ca, Gigi Donzelli.Il Console Generale del Marocco a Mila-no, Mohammed Benali, in rappresen-tanza del governo marocchino, ha riba-dito l’importanza del lavoro delle Ong e del settore della cooperazione per lo svi-luppo di rapporti di convivenza pacifici ed improntati allo scambio fra culture che hanno radici comuni.Halima Oulami, Presidente di El Ama-ne, associazione locale partner di VISES nel progetto, ha presentato il lavoro di lobbying che svolge in Marocco, sotto-lineando l’importanza di continuare il lavoro di modifica della Modwana – il codice della famiglia marocchino – e della normativa in materia di violenza

Aggiunto responsabile del progetto “RianimaMi” della Polizia Locale di Milano e Marcello Valentini, socio VISES ed ALDAI, che ha coordinato gli interventi. Sono stati illustrati gli aspetti medici ed operativi della rianimazione cardiopolmonare: gli ufficiali della Polizia Locale hanno illustrato i progressi del pro-getto RianimaMi del Comune di Milano che sta procedendo all’installazione in vari punti strategici della città di totem con defibrillatori e si prefigge di rendere sempre più Milano prima città cardioprotetta. Sono stati proiettati filmati illustrativi, tra cui la testimonianza di una giovane milanese salvata dall’inter-vento tempestivo di soccorritori abilitati. La manifestazione si è conclusa con esercitazioni pratiche svolte da alcuni studenti sotto la guida dei relatori, tutti istruttori abilitati alla rianima-zione BLSD.

Da VISES è arrivato un defibrillatore al Liceo Scientifico Vittorio Veneto di Milano

SOlIDARIetà A COStO ZeRO? CON Il 5 x MIlle SI PUòDevolvi il 5 x Mille a Vises Onuls, Ong di riferimento di Federmanager.

Scrivi nella tua denuncia dei redditi il C.F. 08002540584

contro le donne, già intrapreso dal Go-verno marocchino, integrandolo con la partecipazione delle associazioni e della società civile. Interventi vari tra cui quel-lo della rappresentante della Fondazio-ne Cariplo, Cristina toscano. Al termi-ne dell’intervento sono stati proiettati video documentari, realizzati dalle fre-quentatrici del corso di formazione in Multimedia, con le storie di quattro don-ne protagoniste dei corsi.

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Da sinistra: Valentina Vangoni, Halima Oulami e Mohammed Benali.

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PinionioLa legge di stabilità…democristiana

p rima di scrivere queste note ho sentito molti colleghi, a nome dei quali penso di poter esprimermi, essen-do ovvio che altri colleghi possano non essere legit-timamente d’accordo. Non

penso valga la pena commentare ogni singolo aspetto della manovra del go-verno Letta-Alfano, dal momento che ci hanno già pensato, abbondantemente, i vari quotidiani con commenti ispirati alle varie appartenenze. Mi sembra più opportuno un commento generale nella veste di cittadino e di manager che ha vissuto circa cinquant’anni nel sistema industriale del nostro Paese.Ecco, d’istinto mi è venuto un titolo che richiama negativamente i lunghi periodi di vita della Democrazia Cristiana. Non la gloriosa DC di De Gasperi, artefice della ricostruzione dopo il disastro della Seconda Guerra Mondiale, ma la DC dei compromessi facili pur di mantenere il potere, la DC dalle svariate correnti inter-ne in lotta permanente per il potere; ed in ciascuna di queste fasi la leva diven-tava il debito pubblico, come strumento di politica sociale volta al mantenimento del consenso, con il più tacito consenso delle forze politiche di sinistra.Il compromesso diventava lo strumento per la sopravvivenza con governi, spes-so, della durata balneare. Credo che i cittadini, non ideologicamente schierati, si siano subito resi conto, al di là delle proteste dei vari soggetti sociali, della sostanziale inconsistenza della legge di stabilità.Ma quale stabilità? Quella delle poltro-ne, delle cariche, del potere?Ma come è possibile che questa classe dirigente politica non si renda conto di

stare danzando sul Titanic dopo che lo scontro con l’iceberg è già avvenuto e la grande nave italiana sta già affondan-do? Che senso ha un Governo di larghe intese o meglio di intese larghine (visto che un pezzo di PDL se ne è andato)? La sua vita è giustificata dalla necessità di misure talmente straordinarie e drasti-che da richiedere grandi maggioranze a prescindere dagli schieramenti di parte. Invece questa manovra dà la netta sen-sazione di risultare, punto su punto, una operazione di grande mediazione tesa soltanto a tenere coeso il pacchetto di maggioranza. Ma come possono pensa-re questi politici di salvare il Paese con dei pannicelli caldi? L’Italia è ormai un malato terminale che ha bisogno, in un estremo tentativo di salvezza, di un in-tervento chirurgico demolitorio e di una cura medica altrettanto radicale.Invece si inneggia ad una riduzione del carico fiscale con provvedimenti qua-si risibili; ma non ci sono soldi, dicono, quindi abbiamo fatto il massimo. No, non è vero, non avete fatto il massimo; avete fatto della ordinaria manutenzio-ne, cercando anche di alzare una cortina fumogena sulle imposte che graveranno sulla casa, per le quali nessuno ha anco-ra capito esattamente quanto ci verrà chiesto in più; quel che è certo è che il mercato immobiliare, traino fondamen-tale di ogni economia, sarà definitiva-mente distrutto; le stesse astruse deno-minazioni sembrano inventate apposta, da una burocrazia sempre più lontana dalla gente ed autocratica, per creare ul-teriore confusione nei contribuenti.Già, non ci sono risorse, è il ritornello ed è vero; ma perché non ci sono? Perché la spesa pubblica, malgrado i vari provve-dimenti annunciati, continua ad aumen-tare come un cancro che si mangia tutte le cellule sane. Ci vuole tempo, si rispon-de, tanto tempo. Ma non è vero; la verità

è che manca la volontà nei cosiddetti rappresentanti del popolo, sempre più chiusi nel fortino dei loro troppi privilegi su cui tanto è stato documentato inva-no da anni; sembra che abbiano perso il contatto con la vita quotidiana.Perché dopo aver tanto parlato di Pro-vince si è fatto sostanzialmente un altro rinvio con un altro pasticcio istituziona-le che forse costerà più di oggi? Perché inutili Comunità Montane continuano nella loro inutile funzione? Perché non si prevede l’accorpamento di migliaia di Comuni con popolazioni numericamen-te ridotte? Ha senso avere comuni con meno di mille abitanti, ma con una se-rie di strutture minime e costose? E poi neppure operazioni di immagine che nei momenti di crisi e di difficoltà fanno capire che si risparmia su tutto il rispar-miabile!Diverse migliaia di “auto blu”, ormai gri-gie per essere meno visibili, potrebbero essere tagliate dalla mattina alla sera, di-rottando gli autisti a funzioni più utili ed eliminando questa odiosa manifestazio-ne del potere, mantenendole soltanto per le cariche istituzionali importanti e per vere esigenze di sicurezza. Si è parla-to a iosa dei privilegi non solo economi-ci di deputati e senatori del nostro Par-lamento e del Parlamento europeo, dei privilegi degli ex Presidenti di Camera e Senato e dei costi regali della Presidenza della Repubblica. Ma ci vuole così tanto a fare un provvedimento che dimezzi i trattamenti attuali? Demagogia? Cosa dite voi, rappresentanti del popolo, a quelle persone che faticano ad arrivare a fine mese, ai disoccupati, agli esodati, ai pensionati con pensioni minime? È più facile colpire i pensionati, partico-larmente quelli che hanno pagato 35-40 anni di contributi o, come il sottoscritto, più di 50 circa. Le pensioni d’oro non sono mai frutto di contribuzioni così

Edoardo LazzatiPresidente Federmanager Pavia

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Pinionioconsistenti, ma sono quasi sempre frut-to di ignobili privilegi. E che dire di certe pensioni del settore pubblico che sulla base di leggi vergognose del passato hanno consentito a molte persone di an-dare in pensione a quarant’anni di età? Ma è meglio fare di tutt’erba un fascio e colpire con il blocco della perequazione tutte le pensioni al di sopra di un certo moltiplicatore della pensione minima, violando, quando fa comodo, i principi costituzionali tanto conclamati.Non esiste più il rispetto per la merito-crazia, per la responsabilità e neppure per i principi costituzionali; di fatto si creano delle ingiuste distorsioni tra pen-sionati riducendo progressivamente nel tempo quella pensione che dovrebbe essere sempre considerata frutto di con-tributi versati e salvaguardata dai guasti dell’inflazione.Un Governo di larghe intese o di emer-genza nazionale si giustifica solo se adotta provvedimenti coraggiosi: tagli alle spese improduttive, privatizzazio-ni intelligenti, riforme, taglio secco del cuneo fiscale almeno per la fascia più debole di lavoratori, riforme istituziona-li, provvedimenti forti a sostegno della crescita. Cosa si trova in questa legge? Poco o nulla, tutto è rinviato al futuro, a leggi speciali. Ci dobbiamo credere? Persino il tanto odiato finanziamento ai partiti, già bocciato a suo tempo da un referendum e poi ignobilmente ripristi-nato, è stato di fatto rinviato al 2018!Volete un altro piccolo esempio di cose immediatamente fattibili? Vi sono mi-gliaia di aziende comunali spesso inef-ficienti, gestite da Consigli di Ammini-strazione totalmente politicizzati con guasti evidenti. È così complicata una norma che preveda la cessione ai privati di almeno il 51%? I comuni potrebbero con queste entrate ridurre i loro debiti, spesso molto elevati, e le nuove aziende acquisirebbero certamente più efficien-za e fornirebbero migliori servizi agli utenti-clienti, evitando di mantenere il sottogoverno dei partiti. Potremmo an-cora proseguire, ma non serve. Si dice-va, il Parlamento potrà migliorarla; ma come è sempre successo, alla fine scatta il maxi emendamento del Governo che pone poi la fiducia; solito copione, solita

recita e solito sperpero di denaro pub-blico (le “marchette” per essere sicuri di questo o quel voto!).In questa situazione Federmanager ha agito con tutte le leve possibili per pro-porre e sostenere emendamenti intelli-genti; ma tutto è stato inutile. Una parola finale sui cosiddetti forconi; al di là della estemporaneità o meno di questi movimenti, al di là dei possibili futuri interessi o meno di qualcuno dei

promotori, il sentimento di ribellione contro questa classe incapace e talvolta cialtrona (vedere le inchieste giudiziarie in corso) aleggia in molti di noi come or-mai nella gran parte dei cittadini e delle persone oneste.Ma è possibile che non se ne rendano conto? Forse sì, se ne rendono conto, ma è meglio diventare sordi e resistere fino all’ultimo respiro nel loro mondo di pri-vilegi. Amen!!! ■

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PinionioLa parola d’ordine è “destabilizzare”

h o partecipato ad un incontro in cui autorevolissimi esponenti del mondo della finanza hanno stilato la pagella dei governa-

tori delle banche centrali. Letteralmente “Banchieri centrali, redentori o peccato-ri?”. Molto interessante la conclusione.Uno dei relatori ha affermato che la cri-si è stata determinata dall’incapacità di molti Paesi di adeguarsi alla globalizza-zione, cioè alla mancanza di competitivi-tà nel mercato globale. Il risultato è stato la diminuzione dei redditi pro-capite e la tendenza ad indebitarsi molto al di so-pra delle proprie possibilità per mante-nere un alto livello di vita. Precisa la sin-tesi napoletana ”Domani pago i debiti e oggi sono re!”, nobilitata da Keynes con l’eufemismo “Deficit Spending”.L’anticamera della bancarotta è diven-tato il vessillo della sinistra sempre più ansiosa di distruggere il capitale privato. Due le considerazioni.La prima è che i Paesi non turbati dalla globalizzazione sono stati soltanto quel-li petroliferi, Arabia Saudita, Irak, Libia Kuwait, Russia e pochi altri. A questi va aggiunta la Cina, Paese con regime na-zional capitalista, grazie all’unfair advan-tage di un costo del lavoro che è una fra-zione di quello degli altri.Negli Stati Uniti la leadership tecnologi-ca non impediva ai “barboni” di dormire nei loro cartoni tra le vetrine della Fifth Avenue e ad Obama di aumentare il de-bito per finanziare il Servizio Sanitario Nazionale. È stato deciso di destabiliz-zare Paesi come la Libia, con un reddito di cittadinanza che l’Occidente può sol-tanto sognare, come l’Egitto, l’Irak ecc. che avevano raggiunto un livello di sta-bilità notevole ormai compromesso per decenni. Intanto Paesi come l’Eritrea, in preda al caos da sempre, generano migliaia di profughi, ma questo non in-

teressa a nessuno perché la parola d’or-dine è: ”Destabilizzare in tutti modi!”. Ri-guardo all’accusa di immaturità da parte dei cittadini che spendono, inviterei l’autorevole relatore a visitare una delle aziende di credito al consumo affinché si renda conto che la restituzione del debi-to è un problema del creditore, non del debitore. La seconda considerazione riguarda l’assoluzione delle Banche centrali dall’accusa di aver generato la crisi. Non possiamo ignorare le “pressioni!” di Obama sul Parlamento americano con-clusesi con lo sfondamento del tetto del debito. I banchieri centrali sarebbero non responsabili perché condizionati dalla politica? È sicuro!Ma anche le banche “normali” ci hanno messo del loro, basta ricordare le vicen-de del Monte dei Paschi. Che dire poi di Banca Intesa! Il nuovo Amministratore Delegato di Banca Intesa ha dichiarato che nel 2012 la Banca ha perso 30 mi-liardi di euro per crediti inesigibili e nei

primi nove mesi del 2013 “soltanto” 9 mi-liardi, pari a tutto il costo del personale del periodo.Sono cifre spaventose e che sicuramen-te non hanno molto a che fare con l’at-tività bancaria tradizionale. La stretta creditizia ha colpito inesorabilmente la dinamica finanziaria delle aziende italia-ne. La persistenza della crisi ha indotto le banche ad azzerare i finanziamenti alle PMI, il motore dell’economia italia-na. Come giustificare perdite su crediti così elevate? Torniamo al quesito inizia-le: le banche, questa volta tutte, vittime o carnefici? I manager bancari: virtuosi o incapaci? Questa volta la risposta è sem-plice, basta andare a leggere i bilanci e le note integrative.Intanto il debito continua implacabil-mente a salire, perché evidentemente aumenta la spesa pubblica, mentre per-sonaggi autorevoli mettono persino in dubbio le difficoltà della finanza italiana. La sottovalutazione dell’euro tedesco non si riverbera nello spread con gli al-

Vanni Nastari

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Pinioniotri Paesi europei, altrimenti, secondo la previsione di Soros, l’esperienza della moneta unica europea si sarebbe già conclusa.Rinnovo l’invito al Governo a fare qual-cosa prima che il momento magico fi-nisca e gli avvoltoi della finanza ripren-dano il volo. Il sentimento di apparte-nenza all’Europa è saldo, basta notare le vicissitudini della Grecia per rimanere nell’Unione e le aspirazioni dell’Ucraina. L’Europa è l’Euro, senza Euro non c’è più l’Europa; è un messaggio indirizzato a quanti auspicano gli Stati Uniti d’Euro-pa, anche senza moneta unica, citando l’Inghilterra. L’Inghilterra non è mai stata Europa, è soltanto l’attracco degli Stati Uniti d’America in Europa, infatti è stato il primo Paese europeo ad importare il dissesto della finanza.Il nostro Governo non si pone questi in-terrogativi, è impegnato a grattare un

barile ormai senza fondo con una pres-sione fiscale alle stelle, condizione forse necessaria ma certamente insufficiente. Risibili interventi di correzione della spe-sa sono spalmati negli anni in modo da poter essere annullati successivamente, come è sempre successo per gli inter-venti precedenti. È necessario affondare il bisturi sulla spesa pubblica spazzando via tutti gli enti che hanno dato pessima prova di funzionamento.Credo che pochi abbiano capito le ragio-ni della crisi e quasi nessuno desideri ve-ramente studiare dei rimedi. I sindacati invocano un intervento forte da parte del Governo. In assenza di un nuovo im-probabile miracolo economico si prepa-ra un intervento forzoso, l’esproprio del-la proprietà privata, il prelievo del 50% della liquidità privata?Qualcuno dice: “Ci vorrebbe un nuovo piano Marshall”. Negli Stati Uniti, quan-

do il mercato prenderà coscienza che il debito americano è irredimibile, il costo del debito sarà insostenibile e nemme-no l’autosufficienza energetica li rispar-mierà dalla bancarotta. Solo gli Stati Uniti d’Europa, con o senza l’Inghilterra, possono accendere la luce in fondo al tunnel e credo che presto lo capirà an-che la Germania, ma non è rimasto mol-to tempo. È necessario resistere a tutte le forze antagoniste e procedere con decisione sulla strada dell’integrazione europea.Intanto un economista americano ha ri-cevuto il Nobel perché ha studiato l’an-damento dei prezzi durante le crisi eco-nomiche. Alla domanda “Come vanno i prezzi nelle crisi?”, chiunque avrebbe saputo rispondere: “Scendono” (magari a dente di sega come nell’economia di scala). Peccato che non era in lizza per il Nobel. ■

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Pinionio

DI40 DIRIGeNtI INDUStRIA MARzO 2014

Il lavoro

è evidente che la causa deter-minante la disoccupazione e la conseguente strisciante po-vertà deriva essenzialmente

dalla diffidenza con la quale gli occhi degli imprenditori analizzano il nostro Paese. Da tale analisi emerge una realtà politicamente instabile in cui è assente una seria politica di sviluppo economi-co, le infrastrutture sono carenti, il costo dell’energia è elevato, non esiste la cer-tezza del diritto, la burocrazia disarma chi vuol fare impresa nel mentre il fisco ne falcidia i redditi, non esiste un obbli-go di legge che renda certo il saldo a scadenza dei debiti contratti dagli enti pubblici e privati.Tra gli spauracchi degli investitori sareb-be grave non accennare all’Articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori che, al pari di norme, regole e procedure relative ai contratti di lavoro, dovrebbe essere

rivisitato alla luce di un moderno rap-porto tra impresa e sindacato. Di fronte ad una disoccupazione dilagante, non sono certo efficaci né slogan né istrioni-ci proclami; sarebbe invece urgente ed obbligatorio agire in modo determinato per affrontare e risolvere i problemi con-nessi ai su esposti temi, rappresentando essi un argine nei confronti degli investi-menti imprenditoriali.È pertanto disarmante assistere ai timidi e parziali tentativi in atto per cui sarebbe da sprovveduti credere alla favola di una imminente ripresa quando manca evi-denza di uno sforzo condiviso e mirato a perseguire gli obiettivi primari, mentre troppi appaiono i fronti ideologicamen-te aperti su temi non aventi carattere di urgenza. L’incredulità nasce dal prevede-re il tempo necessario per raggiungere detti obiettivi considerando gli anni sin qui inutilmente spesi, senza che nessu-no abbia chiesto scusa, nel tentativo di portare a compimento leggi riguardanti il funzionamento dello Stato, la riduzio-

ne della spesa pubblica e una nuova legge elettorale. Si trae invece sconforto dall’osservare che agli accorati appelli alla stabilità fa eco una litigiosità motiva-ta da arrivismi personali e da ideologici presupposti che danno origine ad incoe-renti scelte di percorso dimenticando gli urgenti bisogni e le aspirazioni di chi si trova senza lavoro.Considerato il sentenziato sbarco dei clandestini a bordo di una barca in balia della tempesta, sarebbe tempo e occa-sione di fornire all’elettorato gli stru-menti che consentano di selezionare un nuovo equipaggio disposto a svolgere responsabilmente le varie funzioni di bordo. Ciò significa, tra l’altro, non tentare ripe-tutamente di togliere di mano il timone al comandante di turno per provocare il naufragio della barca e adoperarsi inve-ce per una navigazione tranquilla verso acque meno agitate evitando che, con la barca, vadano perse tutte le speranze di chi si trova senza lavoro. ■

Sergio BollaniConsole Emerito Federmaestri Consolato Provinciale di Milano e Socio ALDAI

WindoWS XP Fine del SUPPortoQuali rischi corriamo. Che soluzioni adottare.

Ce ne parlerà e potremo discuterne con ANDReA SOMMARUGAPresidente Commissione Ingegneria dell’InformazioneOrdine degli Ingegneri della Provincia di Milano

La conferenza si terrà in ALDAIlunedì 10 marzo 2014 - ore 17.30 - 19.30 sala Viscontea - via larga 31 - Milano

Modalità di prenotazioneGli interessati possono prenotarsi online attraverso il sito www.aldai.it, sezione “ALDAI Eventi”, selezionando dal calendario la data interessata e compilando gli appositi spazi alla voce “iscriviti”. Le date pubblicate potrebbero variare successivamente alla stampa della rivista; invitiamo pertanto i lettori a prendere visione delle periodiche newsletter e del sito per dettagli e conferma degli incontri. Per chi non avesse la possibilità di effettuare la prenotazione online è possibile inviare un fax al numero 02/5830.7557 indicando nell’oggetto “Windows XP fine del supporto”.

grUPPo vdS aldaiWORKSHOP

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Azienda San Gregorio, l’oasi del buon Prosecco tutta al femminile

azienda San Gregorio, circon-data dai vigneti, è situata vici-no al centro di Valdobbiadene nella pittoresca zona del Pro-

secco Superiore DOCG. Il prosecco è un vitigno autoctono coltivato su questi colli fin dall’inizio dell’800. Già dal 1300 i Padri Benedettini insegnarono alla gen-te di Valdobbiadene a coltivare la vite e prestarono la loro opera per il bene della cittadinanza. Valdobbiadene, caratterizzata da pendii dolci ai piedi delle Prealpi, crea uno spet-tacolo inatteso: l’esposizione a sud delle colline, il clima, la composizione del ter-reno e del microclima creano le condi-zioni ideali per produrre un vino leggero con aroma intenso e accattivante. L’origine dell’azienda, oggi tutta al fem-minile condotta e gestita da 5 sorelle, risale a una tradizione di famiglia che si protrae da diverse generazioni, impe-gnata nell’amore per la terra e i suoi pro-dotti, in particolare per la vite che qui, come un incanto alla meravigliosa vista, crea un giardino della natura. La nostra filosofia aziendale può essere così riassunta: curare il prodotto dall’uva alla bottiglia partendo da una materia prima conosciuta per origine e storia e seguendo con immutata passione e me-todica disciplina ogni fase della lavora-zione.

Passione, esperienza, Qualità e Fami-liarità: quattro caratteristiche indispen-sabili per far sentire il visitatore a casa sua. Con grande cura, viene effettuata la raccolta delle uve, tutta svolta a mano e con allegria, in un salutare clima di festa. Nuove tecnologie enologiche sono sta-te adottate dall’azienda per realizzare al meglio i processi di vinificazione; tutto viene seguito con cura dalla produzio-ne all’imbottigliamento, garantendo in questo modo la provenienza e la tipicità dei propri vini. L’azienda ottiene così vini

di alta qualità con uve raccolte e coltiva-te esclusivamente nella zona di Valdob-biadene.

L’azienda ha per questo ricevuto impor-tanti riconoscimenti in diversi concorsi enologici:■Vinitaly 2012: ”Gran Medaglia d’Oro” e

“Denominazione di Origine 2012” per il Prosecco DOCG Superiore Spumante Extra Dry Millesimato 2011;

■Vinitaly 2012: “ Diploma di Gran Men-zione” per il Prosecco DOCG Superiore Dry Millesimato 2011;

■Vinitaly anno 2010/2011: “Diploma di Gran Menzione”; Prosecco DOCG Su-periore Brut Millesimato 2010‐2009;

■“Marengo d’Oro“ Prosecco DOCG Brut Millesimato 2012 al concorso Maren-go d’Oro di Venezia 2013.

l’

INFORMAzIONE PUBBLICITARIA

San Gregorio Az. Agricola s.s. via San Gregorio 18 31049 Valdobbiadene (TV) Tel. +39 0423 975534Fax +39 0423 905406 [email protected]

Vieni ad assaggiare i nostri vini al Vinitaly, salone internazionale

del vino e dei distillati, che si svolgerà a Verona dal 6 al 9 aprile 2014

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UltUra e temPo liberoc

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Arte e Italia del Novecento: un ricordo

a noi, giovani studenti nella Mila-no degli anni ’60, non era sfug-gita l’eco mondiale del Galileo di Brecht oppure l’integrale dei

Notturni di Chopin con Dino Ciani che spiegava e suonava come mai nessuno a Milano avrebbe dimenticato. Non solo a Brera si poteva parlare con Karl Plattner della sua lettura del corpo umano, cari-co di quella angoscia che tanto apriva al mondo di Bacon e di Lucian Freud, ma era anche normale ammirare le tele ta-gliate di Fontana, riflettere sui lavori di Burri che posavano sul quadro forme di ogni tipo, bruciate con il furore della distruzione che tutto annulla e ricrea, e seguire Willem de Kooning alla Biennale di Venezia con le sue incarnazioni fiam-minghe diventate simbolo della nuova scuola di New York.

La musica quindi: nel 1950 Furtwängler firmava alla Scala una integrale del Ring wagneriano che metteva a tacere ogni presunta assenza dell’Italia dall’opera tedesca. Duecento anni dalla nascita di Mozart, Guido Cantelli alla Piccola Scala ricreava il Così Fan Tutte di Mozart con una produzione che ha fatto storia ben oltre la sua prematura e tragica morte ad Orly nel novembre dello stesso 1956 e Bruno Maderna a Roma nel 1959 regi-strava una esecuzione della Lulu di Al-ban Berg che ancora oggi è riconosciuta come modello del dramma in musica. È un fatto però che l’Italia del Novecen-to non ha saputo fare sistema e rappre-sentare un cosmo universale degno del miracolo del nostro Rinascimento; non ha saputo costruire una presenza alter-nativa alla stanchezza europea quando il mondo intero si è trasferito a New York per fare pittura. Gli italiani quindi nei pri-mi anni del secolo se ne sono andati a

Parigi per diventare Modigliani, De Chi-rico e Magnelli, negli anni della ricostru-zione Maderna ha lavorato in Germania con Pierre Boulez e Giulini ha diretto di norma a Los Angeles e Chicago per in-contrare un mondo infinito che parlava tutte le lingue e le esperienze possibili. Perché in Italia no? Osserviamo e vivia-mo in breve la storia che ha condizio-nato il Novecento. Quando nel 1863 i burocrati degli affermati Salon esclusero di fatto un intero mondo di pittori non passò tempo che Napoleone III offrisse l’opportunità alternativa e di rivalsa con il Salon des Refusés e nel 1874 – sempre a Parigi presso lo studio del fotografo Nadar – si tenne la prima Exposition Impressioniste. Pochi anni e la pittura fu avvolta da un nuovo modo di essere oggetto individuale, ma subito lo spiri-to geniale di Cézanne se ne staccò per rifugiarsi nella sua Aix-en-Provence e proseguire nella ricerca dell’immagine in se stessa e libera da personali interfe-renze. È indiscutibile che sia stato l’isola-to e personale atto di Cézanne nel voler cercare l’obiettività a dare il via a quanto può essere chiamato moderno nell’arte. Matisse comprese che in un quadro la struttura trova ragione nel rapporto coe-rente dei colori che la compongono, cer-cando prima l’unità della composizione e quindi i colori che la possono degna-mente rappresentare. In Italia Segantini non lasciava cadere invano la lezione dei francesi con una riflessione originale e contemporanea.

Alberto Cantoni

L’arte italiana del ‘900 presenta molti artisti che hanno determinato la storia dell’arte e che sono talvolta immeritatamente sottovalutati per il fatto di essere vissuti in un Paese dove, forse per la presenza di troppi capolavori che il mondo ci invidia, la loro opera non è adeguatamente conosciuta. Essi hanno dovuto trasferirsi spesso in altri Paesi, specialmente Francia, Stati Uniti ed anche Germania. In Francia, dal secolo diciottesimo considerata la culla dei movimenti artistici più innovativi (basti pensare all’Illuminismo), nella Germania del Bauhaus, dell’Espressionismo e di Kandinsky, e negli Stati Uniti sempre pronti ad accogliere talenti e a farne riferimento per lo sviluppo di forme d’arte innovative. Anche il periodo del fascismo, come è successo contemporaneamente in Germania, ha allontanato talenti che non potevano essere schiavi di un’arte soggetta al potere. Sono stati infatti vent’anni di scarsa crescita artistica. Ma il talento non viene annullato da questi momenti; l’esplosione è solo in attesa di tempi migliori. Così è successo e l’Italia è ridiventata centro di scuole famose dovunque. Certo, l’arte è sempre più dipendente dal denaro e ciò non favorisce né artisti, né compratori, ma il genio riesce comunque ad emergere. Dal “Futurismo” di Marinetti fino ad oggi il percorso è ben più lungo e più pieno di arte italiana di quanto si pensi o si sia portati a credere.

Mario Garassino

Da sinistra: Maderna, Boulez e Stockhausen.

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UltUra e temPo liberoc

DI 43DIRIGeNtI INDUStRIA FEBBRAIO 2014

Da Cézanne a Matisse, dalla sterzata di Picasso, che tutto ha rimesso in di-scussione con le Demoiselles d’Avignon (1907), si svilupparono nello scorrere del tempo la ricerca ideale di Modigliani, il Blaue Reiter e Kandinsky, il credo pitto-rico di Klee ove “L’arte non rappresenta il visibile – piuttosto rende visibile”, la costruzione ad oggetti di De Chirico e di Carrà, la rappresentazione plastica del movimento in Boccioni e nel Futurismo (questo proprio italiano). Una guerra devastante doveva rappre-sentare solo l’inizio della morte sul mon-do e in Germania nel 1919 fu fondato il Bauhaus (Gropius e ancora Klee con Kandinsky), si estesero in tutta Europa le immagini di Beckmann per una nuo-va coscienza sociale nell’arte e l’appa-rente gelido rigore non rimase estraneo all’astrazione in Mondrian. Non stupisce allora se l’ansia del nuovo sia stata sosti-tuita da un massivo ritorno all’ordine. In Italia la corrente Novecento della Sarfat-ti raccolse di fatto negli anni Venti e non senza successo tutte le personalità arti-stiche più importanti, fino alla naturale scissione di chi non poteva accettare le costrizioni di un regime e in Germania l’esclusione degli artisti fu ben più dra-stica tanto da essere esposti a pubblica accusa come “arte degenerata”, segno evidente di violenza razziale ed ideologi-ca. La conclusione fu la fuga dall’Europa verso l’America del meglio della cultura e della scienza e sarà la seconda guer-ra mondiale a chiudere il discorso delle capitali europee dell’arte per trasferire oltre oceano, in una società pragmatica, la ricerca del nuovo da rappresentare. Siamo così al Black Mountain College e al 9th Street Show del 1951, big bang di un modo di fare pittura che di fatto ha utilizzato tutta la cultura europea per trasformare l’arte come allora acquisita in art autre (Michel Tapié 1952). Sono nati a questo punto nel mondo in-tero spazi di aggregazione e di riflessio-ne che hanno fatto arte a tutto campo,

dove ancora l’Italia ha saputo trovare per un breve ma significativo spazio di tempo, la sua presenza di motore della cultura mondiale. I pannelli neri della disperazione di Rothko, l’impasto fi-gurativo di Jorn, la costrizione umana di Debuffet e la dissociazione di Bacon si sono contrapposti alla sottile poeti-ca di Giacometti e Melotti, all’estremo pensiero di Morandi, alla violenza di Burri e al rigido Zero di Uecker. Se non fosse ricordo di tragica ironia, si potreb-be dire, come Jaques in As you like it di Shakespeare, che veramente “All the world’s a stage, and all the men and wo-men merely players”. Ricordate Ages di Bruno Maderna, Prix Italia 1972? Quale eredità rimane del Novecento italiano? Proviamo un percorso, pur limi-tato e personale: dai postumi dell’Otto-cento in Belloni e Tavernier alla luce sud-divisa di Fornara e Barabino il cammino prosegue con le immagini di Felice Ca-rena, Siro Penagini, Piero Marussig e Ar-dengo Soffici per giungere agli anni ’50 di Morlotti e Birolli e toccare, con dubbia considerazione, la forzata aggregazione della Transavanguardia. Un salto ancora

all’inizio del Novecento e con il Futuri-smo ci portiamo verso Baldessari, Fillia (non lontano dalle figure di De Chirico) e Prampolini, mentre in anni non mol-to differenti Manlio Rho, Mario Radice e successivamente Carla Badiali aprono da Como un percorso di astrazione e co-struzione che anticipa il tempo del MAC di Munari, Soldati e Dorfles. Nel sorgere degli anni ’50, per motu proprio o sulla scia di Fontana e dei grandi maestri della “non forma” che lavoravano in America come in Europa, una potente esplosione di nuova pittura lascia una traccia inde-lebile che merita una considerazione dovuta ai grandi maestri. Parliamo, con il dubbio di dimenticare qualcosa, di Osvaldo Licini che da anni conduce un percorso irripetibile, Bice Lazzari mae-stra del segno, Sergio Romiti pittore di angoscianti architetture, Mario Nigro e lo spazio totale, Carol Rama spregiudica-ta ma poeta oltre misura e dell’america-no, figlio della spiritualità di Assisi, Wil-liam Congdon testimone del Crocefisso come immagine umana. Non solo di loro si dovrebbe parlare, ma ogni cosa deve avere un termine. ■

Il Gruppo Cultura, tenendo anche conto degli interessi espressi dai soci, ha preso l’iniziativa di una serie di tre incontri sul tema “Arte italiana del ‘900” e sul suo inserimento, a tutti gli effetti fondamentale, nel panorama dell’arte mondiale. Il conduttore dei tre incontri sarà Alberto Cantoni, che spesse volte ci ha intrattenuto sull’arte contemporanea (e che ha recentemente coordinato gli incontri su Kandinsky). La sua esperienza ci porterà a fatti, personaggi e opere talvolta non molto noti, ma che hanno avuto e hanno un’importanza fondamentale nella storia dell’arte. I suoi interventi saranno particolari, non seguendo solo il tradizionale metodo cronologico. Nello sviluppo del programma saranno selezionate visite alle opere più significative che si trovano esposte a Milano.

I tre incontri si terranno nella sala Viscontea di ALDAI, alle ore 17.30, nelle seguenti giornate:■ martedì 2 aprile 2014 ■ mercoledì 9 aprile 2014 ■ mercoledì 14 maggio 2014

Modalità di prenotazioneGli interessati possono prenotarsi online attraverso il sito www.aldai.it, sezione “ALDAI Eventi”, selezionando dal calendario la data interessata e compilando gli appositi spazi alla voce “iscriviti”. Le date pubblicate potrebbero variare successivamente alla stampa della rivista; invitiamo pertanto i lettori a prendere visione delle periodiche newsletter e del sito per dettagli e conferma degli incontri. Per chi non avesse la possibilità di effettuare la prenotazione online è possibile inviare un fax al numero 02.5830.7557 indicando nell’oggetto “Arte italiana del ’900”.

ARTE ITALIANA DEL ’900

Kandinsky, Fragil, 1931. © Centre Pompidou.

grUPPo cUltUra

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UltUra e temPo liberoc

DI44 DIRIGeNtI INDUStRIA FEBBRAIO 2014

Al concorso possono partecipare tutti i soci (ALDAI e di tutte le altre Associazioni Federmanager della Lombardia), coniugi, ascendenti e discendenti diretti con un solo racconto inedito per nucleo familiare.Il racconto dovrà essere di fantasia, incentrato sul tema delle emozioni e dei sentimenti; sono da evitare biografie, persone vere e fatti realmente accaduti.

■Il racconto non dovrà superare le sette cartelle, sarà elaborato su supporto elettronico.■Carattere: Times New Roman - corpo 12 - interlinea singola■Impostazione pagina: 34 righe (comprese quelle saltate), 70 battute per riga (compresi gli spazi bianchi) per un totale di

15.000 battute max.

Al fine di permettere l’assoluta correttezza del concorso i testi dovranno risultare anonimi e pervenire, entro il 30 giugno 2014 in busta chiusa senza mittente, presso:AlDAI - CONCORSO letteRARIO - UN RACCONtO “eMOZIONI. PUlSIONI. PASSIONI”via Larga 31 - 20122 Milano

All’interno della busta ci saranno:■due copie del racconto con il titolo prescelto e al posto del nominativo dell’autore uno pseudonimo;■una seconda busta sigillata che riporterà all’esterno il titolo del racconto e lo pseudonimo dell’autore e all’interno conterrà

un foglio con i seguenti dati: nome e cognome, indirizzo e-mail e numero di telefono dell’autore, eventuale parentela e numero della tessera Federmanager di ALDAI o altra provincia del socio.

Il risultato del concorso verrà reso noto entro la fine del mese di ottobre 2014.I primi tre racconti classificati verranno premiati nel corso di un evento organizzato dal Gruppo Cultura ALDAI e saranno pubblicati sulla rivista “Dirigenti Industria”.I racconti giudicati meritevoli saranno pubblicati in un volume e gli autori si impegnano ad acquistarne 10 copie dall’Editore a prezzo scontato rispetto a quello di copertina (max 8/10 € per copia).ALDAI potrà acquistarne dall’Editore alcune copie scontate per proprio uso.L’Editore porrà in vendita il libro nelle librerie e ne curerà la promozione.Tutti i racconti (vincenti e non) non saranno restituiti e apparterranno ad ALDAI.

Per ulteriori chiarimenti contattare: ■Bruna Clerici tel. 02/65.90.884 e-mail: [email protected]■Nicoletta Bruttomesso tel. 348/31.89.055 e-mail: [email protected]■Mario Garassino tel. 335/52.63.203 e-mail: [email protected]

grUPPo cUltUra aldaiBANDO CONCORSO LETTERARIO

Un racconto“Emozioni. Pulsioni. Passioni”

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STUDIO DENTISTICO

Sorriso & Salute

www.sorrisoesalute.it

Direttore SanitarioGiuseppe Dott. CaputoVia Gaslini, 120090 MonzaTel. 039 2022 489 - 039 6320 951Fax 039 2022 489

La struttura odontoiatrica è aperta ai pazienti nei seguenti giorni e orari:Lun-Mar-Mer-Gio-Ven dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 19.30

In ambulatorio si eseguono i seguenti trattamenti nel pieno rispetto delle norme igienico-sanitarie:❚ Prevenzione e igiene❚ Implantologia❚ Protesi (fissa, su impianti e mobile)❚ Chirurgia ossea ricostruttiva❚ Chirurgia orale❚ Ortodonzia infantile e dell’adulto❚ Odontoiatria infantile

Lo Studio aderisce al Progetto Prevenzione malattie sistemiche e trattamento dell’edentulia con protesi dentarie fisse/mobili e con costi interamente a carico del Fondo.

Struttura Odontoiatrica di riferimento

MEnSILE DELL’aSSoCIaZIonE LoMBaRDa DIRIGEnTI aZIEnDE InDUSTRIaLI

direttore reSPonSabile Romano ambrogi

Segretaria di redaZione Gabriella Canuti

comitato di redaZione Franco Del Vecchio, Mario Giambone, annalisa Sala, Francesco Soletti,Chiara Tiraboschi, Sergio Zeme.

Società editrice aRUM S.r.l., Via Larga 31, 20122 Milano Partita IVa 03284810151Tel. 02.5837.6237 - Fax 02.5830.7557Iscritta al Registro nazionale della Stampa con il numero 5447, vol. 55, pag. 369, del 20.11.1996.Società soggetta alla direzione e coordinamento dell’aLDaI (associazione Lombarda Dirigenti aziende Industrali).

Spedizione in abbonamento postale, 45%,tariffa RoC, art. 1, comma 1, del D.L. 24.12.2003 n. 353convertito in L. 27.2.2004 n. 46.

autorizzazione del Tribunale di Milano, 20 novembre 1948, numero 891.

art direction Camillo Sassi, MilanoRaffaella Castelli, Milano

StamPa amilcare Pizzi, Cinisello B.

PUbblicità e PromoZione Ideaplan S.r.l. - via Cenisio, 32 - 20154 MilanoInfo: www.ideaplan.it/dirigentiindustriaTel. 02.3310.1692e-mail: [email protected]

raccolta PUbblicitaria Dimetec Srl - via Puglie, 75 - 37139 VeronaInfo: www.dimetec.it/dirigentiindustriaTel. 045.5116.015e-mail: [email protected]

Formato delle inSerZioniPagina intera 210x297 mmMezza pagina verticale 104x297 mmMezza pagina orizzontale 210x145 mmPiedino interno 60x190 mmSovra copertina (allegato) 210x297 mmDoppia sotto copertina 420x297 mmInserto PI - quartino 210x297 mm (fronte retro)

hanno collaborato a qUeSto nUmeroRomano ambrogi, Franco Del Vecchio, Mario Giambone, anna Censi, Maurizio Volonghi, antonio Zenatelli, Marcello Valentini, Giuseppe Colombi, Sergio Zeme, Giorgio ambrogioni, Salvatore Martorelli, Cristiana Scarpa, Stefano Cuzzilla, Fiorenza Trabucchi, Marcello Valentini, Edoardo Lazzati, Vanni nastari, Sergio Bollani, alberto Cantoni, Mario Garassino, Elisa Radice

qUeSto nUmero è Stato chiUSo in tiPograFia il 27 Febbraio 2014

associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati in possesso - legge 675/96 (Tutela Dati Personali) che sono utilizzati al solo scopo di inviare il mensile “Dirigenti Industria”, nonché la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo direttamente a:arum - Via Larga, 31 - 20122 Milano

Per esercitare i diritti di cui all’art. 7 del DLGS 196/2003 inviare un fax al numero02.5830.7557 o inviare una mail a: [email protected] indicando un recapito presso cui essere contattati.

Dichiarazione di tiratura resa al Garante per l’editoria, ai sensi del comma 28 della Legge 23.12.96 n. 650:n. 29.900 copie.

Costo abbonamento 11 numeri: euro 15,00.

Il pagamento della quota associativa aLDaIcomporta automaticamente la sottoscrizionedell’abbonamento a “Dirigenti Industria”.

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erviZi agli aSSociatisConvenzione ASSOCAAF 2014

Assistenza fiscale - II parte

a seguito a quanto pubblicato alle pagine 26/27 del nume-ro di febbraio, si informa che, nell’ambito dei servizi offerti

alla categoria, anche quest’anno l’ALDAI metterà a disposizione degli iscritti, in quanto contribuenti, una qualificata as-sistenza con particolare riferimento alla compilazione del Modello 730 e del Mo-dello Unico Persone Fisiche. Abbiamo confermato la convenzione con ASSOCAAF cui ci siamo rivolti con soddi-sfazione gli anni scorsi, per motivi di ordi-ne logistico/organizzativo ed economico.

Ricordiamo le varie tariffe (IVA compresa).

■ Compilazione del Modello 730 •dichiarazionesingolaeuro45,00 (anziché 55,00)•dichiarazionecongiuntaeuro80,00 (anziché 110,00).

■ Assistenza al Modello 730 già impostato dal contribuente •dichiarazionesingolaeuro25,00•dichiarazionecongiuntaeuro50,00.

■ Consegna del Modello 730 precompilato•Ilservizioègratuito.

■ Compilazione del Modello Unico Persone Fisiche•Dichiarazioneeuro80,00 (anziché 100,00).

■ Compilazione dei quadri RW, RM, Rt•quadroaggiuntivoeuro40,00 (anziché 50,00).

Convinti di fare cosa utile per i dirigenti che si apprestano a compilare il model-lo presso la sede ALDAI o le sedi ASSO-CAAF, riportate nella rivista di febbraio, pubblichiamo qui di seguito la docu-mentazione da presentare per l’assi-stenza fiscale.

Documentazione da presentare per l’assistenza fiscale1) Documenti di identità: copia docu-mento di identità valido e della tessera sanitaria del dichiarante, del coniuge e dei familiari a carico.2) 730/2013 o Unico/2013 o ultima di-chiarazione presentata (solo per chi non ha presentato la precedente dichiarazio-ne con Assocaaf ).3) Redditi: CUD 2014 redditi 2013 e CUD 2013 redditi 2013.4) Altri redditi: certificazioni e docu-mentazione di altri eventuali redditi per-cepiti nel 2013 (cassa integrazione CIG, mobilità e indennità di disoccupazione, pensioni estere, assegni periodici perce-piti dal coniuge, compensi per lavori oc-casionali, compensi per attività sportiva dilettantistica, ecc.).5) terreni e/o fabbricati: visure catasta-li o atti notarili (sia a titolo di proprietà, usufrutto, possesso), se non presentati in anni precedenti. Prospetto di calcolo IMU dovuta 2013, scorporato per ogni singolo terreno/immobile. In caso di immobili affittati contratto di locazio-ne, oppure modello 69 oppure SIRIA con i relativi riferimenti di registrazione dell’Agenzia delle Entrate.6) Spese sanitarie: fatture, ricevute di prestazioni mediche e scontrini fiscali di farmaci del dichiarante, del coniuge, dei familiari a carico e certificazioni di eventuali rimborsi ricevuti. Se si è rice-vuto un rimborso da una polizza sanita-ria, indicare su ogni singolo documento l’importo non rimborsato.Per spese sanitarie si intendono: a) scontrini acquisto farmaci con descri-

zione dei prodotti e codice fiscale del soggetto che sostiene la spesa;

b) spese odontoiatriche o oculistiche (occhiali, lenti a contatto e liquidi);

c) dispositivi medici con marcatura CE; d) prestazioni per visite mediche generi-

che o specialistiche; e) prestazioni mediche chirurgiche e

degenze ospedaliere;

f ) ticket ospedalieri/sanitari e esami la-boratorio;

g) acquisto/affitto protesi, apparecchi e attrezzature sanitarie classificate come dispositivi medici;

h) prestazioni rese da soggetti abilita-ti all’arte ausiliaria della professione sanitaria come ad esempio fisiotera-pista, dietista, odontotecnico, podo-logo, ecc.

i) sedute di psicoterapia (da medico specialista iscritto all’albo);

j) certificati medici per usi sportivi, per la patente, ecc.;

k) terapie eseguite nei centri autorizzati: riabilitazione, fisioterapia, ginnastica correttiva, cure termali purché ci sia la prescrizione medica o sul documento risulti la figura professionale che ha eseguito la prestazione.

7) Spese per persone con disabilità (riconosciuta da Legge 104/92): a) spese sanitarie per i mezzi necessari

all’accompagnamento, deambulazio-ne, sollevamento (acquisto o affitto di poltrone e carrozzelle, stampelle, tra-sporto in ambulanza, ecc.) e per sussi-di tecnici e informatici che facilitano l’autosufficienza e l’integrazione (fax, computer, modem, stampante, tele-fono viva voce, ecc).

b) spese veicoli: motoveicoli e autovei-coli, adattati per consentire la locomo-zione di soggetti con ridotte capacità motorie oppure di serie non adattati per il trasporto dei non vedenti, sordo-muti, persone con handicap psichico o mentale, sindrome di down, titolari di indennità di accompagnamento, inva-lidi con gravi e permanenti limitazioni alla deambulazione.

c) spese mediche e di assistenza: relati-ve a medicinali, assistenza infermie-ristica e riabilitativa, personale qua-lificato addetto all’assistenza di base o operatore tecnico assistenziale, educatore professionale, altre spese specifiche. In caso di ricovero presso istituto di assistenza la parte deduci-bile riguarda le spese mediche di as-sistenza e non la retta di degenza.

DI46 DIRIGeNtI INDUStRIA MARzO 2014

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erviZi agli aSSociatis8) Mutui per acquisto abitazione prin-cipale (importo massimo detraibile euro 4.000): certificazione relativa agli interessi passivi pagati nel 2013 o singo-le quietanze di pagamento (indicanti la quota degli interessi), rogito di acquisto (estratto con intestatario, data e importo d’acquisto) e contratto di mutuo (estrat-to con intestatario, data e importo fi-nanziato). Per chi ha acquistato casa nel 2013 anche fattura del notaio (relativa al contratto di mutuo).9) Intermediazione immobiliare (im-porto massimo detraibile euro 1.000): fattura del soggetto di intermediazione immobiliare per l’acquisto di unità immo-biliare da adibire ad abitazione principale ed estratto del rogito riportante i riferi-menti della fattura e del pagamento.10) Assicurazioni vita (importo mas-simo detraibile euro 630): certificazioni rilasciate dalle compagnie assicuratrici o quietanze delle singole rate relative ai premi per assicurazioni sulla vita, infor-tuni, rischio morte, invalidità permanen-te superiore al 5%, non autosufficienza nel compimento degli atti quotidiani.11) Spese di istruzione: ricevute dei versamenti effettuati per frequenza istruzione secondaria di primo e secon-do grado, universitaria e di specializza-zione universitaria, master, dottorato di ricerca, conservatorio, accademia delle belle arti, ecc. Per gli istituti privati è necessario un prospetto, rilasciato dagli stessi, indicante la quota detraibile.12) Asili nido (importo massimo de-traibile euro 632 a figlio fino ai tre anni): quietanze di pagamento della retta di frequenza.13) Spese per attività sportive pre-state dai ragazzi (importo massimo detraibile euro 210 a figlio): quietanze di iscrizione annuale e abbonamento, per i ragazzi di età tra i 5 e i 18 anni, ad associazioni sportive dilettantistiche, palestre, piscine ed altre strutture ed im-pianti sportivi destinati alla pratica spor-tiva dilettantistica. Le quietanze devono riportare i dati anagrafici della società, i dati anagrafici di chi effettua l’attività sportiva e l’oggetto della prestazione sportiva.14) Spese funebri (importo massimo detraibile euro 1.549,37 a funerale): fat-

tura dell’agenzia di pompe funebri. Sul documento indicare il legame di paren-tela e chi e in quale percentuale benefi-cia della detrazione.15) Spese veterinarie (importo mas-simo detraibile euro 387,34): fatture o scontrini di spese sostenute per la cura di animali.16) erogazioni liberali: quietanze di pagamento a favore di ONLUS, ONG, isti-tuti scolastici, istituzioni religiose, movi-menti/partiti politici, associazioni sporti-ve dilettantistiche, società di mutuo soc-corso, enti dello spettacolo, fondazioni operanti nel settore musicale, delle po-polazioni colpite da calamità pubbliche o da altri eventi straordinari, anche se avvenuti in altri stati, effettuate tramite Onlus, organizzazioni internazionali di cui l’Italia è membro, altre fondazioni, associazioni, comitati, Amministrazioni pubbliche, ecc.Le erogazioni devono essere effettuate con versamento postale o bancario, con carte di credito, bancomat, carte prepa-gate, assegni bancari e circolari (NON IN CONTANTI).17) Spese per assistenza personale soggetti non autosufficienti (importo massimo detraibile euro 2.100): ricevuta debitamente firmata rilasciata dal sog-getto che presta l’assistenza contenente gli estremi anagrafici e il codice fiscale di chi presta l’assistenza e di chi effettua il pagamento (assistito o familiare dell’as-sistito) e certificazione medica attestan-te lo stato di non autosufficienza. Spetta se il reddito complessivo non supera euro 40.000.18) Contributi previdenziali ed assi-stenziali: quietanze dei premi pagati re-lativi a RC di auto/moto (quota SSN se ec-cedente euro 40), bollettino assicurazio-ne obbligatoria Inail casalinghe, bolletti-ni riscatto periodo di laurea, pagamenti contributi previdenziali volontari o di ri-congiunzione periodi assicurativi, ricevu-te bancarie o postali relative a contributi obbligatori versati da categorie come ad esempio medici, farmacisti, ecc…19) Contributi per addetti ai servizi domestici e familiari (importo massi-mo deducibile euro 1.549,37): MAV quie-tanzati per colf, baby-sitter, assistenti alle persone anziane.

20) Previdenza complementare (im-porto massimo deducibile 5.164,57): certificazione dei premi versati diretta-mente dal contribuente.21) Assegno periodico al coniuge: co-dice fiscale dell’ ex coniuge cui sono cor-risposti gli assegni periodici, sentenza di separazione o divorzio, ricevute di versa-mento/bonifici periodici all’ex coniuge. Non sono deducibili le somme corrispo-ste in una unica soluzione e quelle desti-nate al mantenimento dei figli.22) Adozioni: certificazione dell’am-montare complessivo della spesa da parte dell’ente autorizzato che ha rice-vuto l’incarico di curare la procedura di adozione di minori stranieri.23) Spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio-ristrutturazio-ne (36-41-50-65%): – bonifici bancari di pagamento con in-

dicati gli estremi di legge;– fatture relative ai lavori eseguiti;– modulo comunicazione al Centro

Operativo di Pescara e relativa racco-mandata (per le ristrutturazioni fino al 13/05/2011;

– dati catastali dell’immobile (reperibili dal rogito o da una visura per le ristrut-turazioni dopo il 14/05/2011;

– in caso di ristrutturazione condominia-le la dichiarazione dell’amministratore con l’importo detraibile dal singolo proprietario o tabella ripartizione delle spese e rate pagate al condominio.

24) Acquisto mobili e/o grandi elet-trodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i forni) finalizzati all’ar-redo dell’immobile oggetto di ristruttu-razione dei contribuenti che fruiscono della detrazione del 50% prevista per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio: ricevute dei bonifici, ricevute di avvenuta transazione ed estratto conto della carta di credito/bancomat, fatture di acquisto dei beni indicante la relativa natura, qualità e quantità.25) Spese per interventi di riqualifica-zione energetica (55-65%): – Bonifici bancari di pagamento con in-

dicati gli estremi di legge;– Fatture relative ai lavori eseguiti;– Asseverazione del tecnico abilitato

alla progettazione (se dovuta) o certi-ficazione del produttore;

DI 47DIRIGeNtI INDUStRIA MARzO 2014

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DI48 DIRIGeNtI INDUStRIA MARzO 2014

erviZi agli aSSociatis– Attestato di certificazione (o qualifica-

zione) energetica (se dovuto);– Scheda informativa (allegato E o F);– Ricevuta della documentazione invia-

ta all’ENEA;– In caso di intervento di riqualifica-

zione condominiale la dichiarazione dell’amministratore dell’importo de-traibile dal singolo proprietario o ta-bella di ripartizione delle spese e rate pagate dal condominio.

26) Versamenti F24: deleghe bancarie F24 quietanzate degli acconti d’imposta IRPEF e/o di cedolare secca sugli affitti pagati direttamente dal contribuente.27) Credito d’imposta riacquisto pri-ma casa: rogiti di acquisto di entrambi i fabbricati (nuovo e vecchio) oppure di-chiarazione del notaio in caso di credito risultante dalla dichiarazione dell’anno scorso (730/2013 o quadro RN Unico 2013).28) Contratti di locazione ex legge 431/98 relativi ad immobili adibiti ad abitazione principale: – Contratti di locazione registrati per

immobili utilizzati come abitazione principale secondo quanto dispo-sto dall’art. 2 comma 3 della Legge 431/98;

– Contratti di locazione di immobili uti-lizzati come abitazione principale da lavoratori dipendenti che trasferisco-no la residenza per motivi di lavoro;

– Contratti di locazione stipulati o rin-novati ai sensi della legge 431/98 da-gli studenti universitari iscritti ad un corso di laurea presso una università situata in un comune diverso da quel-lo di residenza.

– Quietanze di pagamento del canone d’affitto.

Importante

La documentazione deve essere pro-dotta e consegnata agli incaricati Asso-caaf solo ed esclusivamente in fotoco-pia e deve essere chiaramente leggibile. La documentazione in originale deve essere conservata dal contribuente fino al 31 dicembre 2018.Sono considerate spese detraibili (si recupera la percentuale del 19% o del

24%) o oneri deducibili (l’importo si deduce sul reddito imponibile) tutte le spese sostenute nell’anno 2013.In caso di spese intestate ai figli va indi-cato sul documento la percentuale che si intende portare in detrazione.La documentazione relativa agli inter-venti del 36-41-50% e del 55% degli anni precedenti è da presentare solo se il re-lativo modello 730 non è stato presenta-to ad Assocaaf.

Cosa c’è di nuovo

Numerose sono le novità relativamente alla dichiarazione dei redditi 730/2014.

Tra le principali ricordiamo:■ Possibilità di presentare il modello 730

per i contribuenti che nel 2013 hanno percepito redditi di lavoro dipenden-te, redditi di pensione e/o alcuni red-diti assimilati a quelli di lavoro dipen-dente, che nel 2014 non hanno un sostituto d’imposta che possa effet-tuare il conguaglio.

■ I rimborsi superiori a euro 4.000 verranno erogati direttamente dall’Agenzia delle entrate (previo possibili controlli documentali) en-tro dicembre e non più dal sostituto d’imposta.

■ Per i premi di assicurazione sulla vita e contro gli infortuni, l’importo com-plessivo massimo sul quale calcola-re la detrazione del 19% è pari a 630 euro.

■ Le detrazioni relative alle erogazioni liberali a favore delle ONlUS e alle erogazioni liberali a favore di partiti e movimenti politici sono elevate dal 19 al 24%.

■ Nel caso di opzione per la cedolare secca, è ridotta dal 19 al 15% la misura

dell’aliquota agevolata prevista per i contratti di locazione a canone con-cordato.

■ Per i fabbricati concessi in locazione, è ridotta dal 15 al 5% la deduzione for-fettaria del canone di locazione.

■ Per le spese relative a interventi di re-cupero del patrimonio edilizio so-stenute nell’anno 2013 la detrazione d’imposta è riconosciuta nella misura del 50% con il tetto massimo agevola-bile pari ad euro 96.000.

■ Ai contribuenti che fruiscono della de-trazione per le spese relative ad inter-venti di recupero del patrimonio edili-zio (sostenute dal 26 giugno 2012), è riconosciuta una detrazione d’impo-sta del 50% nel limite di euro 10.000 anche per gli acquisti sostenuti dal 6 giugno 2013 per mobili e grandi elet-trodomestici (classe energetica ‘A’+ o superiore ed ‘A’ per i forni), finaliz-zati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione.

■ È stata prorogata fino al 31 dicembre 2014 la detrazione d’imposta per le spese relative agli interventi finaliz-zati al risparmio energetico degli edifici. La misura della detrazione per le spese sostenute dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2013 è elevata dal 55 al 65%.

■ Viene riconosciuta una detrazione d’imposta nella misura del 65%, fino ad un ammontare complessivo di spesa non superiore a 96.000 euro ad unità immobiliare, per le spese soste-nute dal 4 agosto al 31 dicembre 2014 per gli interventi relativi all’adozione di misure antisismiche, le cui proce-dure autorizzatorie sono state attivate dopo il 4 agosto 2013, su edifici adibiti ad abitazione principale o ad attività produttive ricadenti nelle zone sismi-che ad alta pericolosità. ■

Per completezza di informazione rimandiamo i lettori all’articolo di febbraio oppure al sito www.aldai.it dove è possibile visionare e scaricare l’articolo completo.

Page 51: Industria e Dirigenti: un patrimonio italianostatic.sevendaysweb.com/2077/2017/01/16/95368/3-marzo.pdf · Aumenta il “turismo dentale” all’estero e cliniche odontoiatriche low
Page 52: Industria e Dirigenti: un patrimonio italianostatic.sevendaysweb.com/2077/2017/01/16/95368/3-marzo.pdf · Aumenta il “turismo dentale” all’estero e cliniche odontoiatriche low

Vacanze estive di sogno a Tropea

Il Resort “La Pizzuta” è divenuto negli anni una meta fissa per i dirigenti industriali vogliosi di relax, mare, natura e alta ristorazione.Un soggiorno “ad alto gradimento” è offerto agli ospiti grazie ai seguenti otto vantaggi:❚ quotazioni settimanali speciali, a partire da € 483,00 con sistemazione

in belle camere dotate di tutti i comfort, con trattamento di pensione completa, incluso il vino ai pasti,

❚ natura stupenda: il complesso è sul mare, davanti alle isole Eolie, immerso in un grande giardino fiorito con tante varietà botaniche,

❚ spiaggia privata, di sabbia bianchissima e scogli, raggiungibile con l’ascensore a mare,

❚ piscina “hollywoodiana” a quattro petali, con vasche per bambini e per idromassaggio,

❚ livello di ristorazione eccellente, ricco di squisiti piatti serviti al tavolo (un famoso gastronomo ha scritto “Alla Pizzuta avrete due gioie sicure al giorno, i pasti”),

❚ escursioni di grande suggestione: dalla mini-crociera di un giorno alle isole Eolie alla visita al Museo di Reggio Calabria (Bronzi di Riace), alle gite in motobarca a Capo Vaticano e alle varie escursioni sui pianori montani,

❚ tornei sportivi e di carte (bocce, bridge e burraco, pallavolo, ping-pong, ecc.),❚ brillante animazione (giochi, ginnastica, acqua-gym, cabaret e assistenza

sportiva).

La serata speciale con “cena di gala” a bordo piscina.

La spiaggia privata di sabbia bianchissima e scogli.

Come si giunge al Resort “La Pizzuta”In aereo, treno o auto. Per l’arrivo in aereo (aeroporto di Lamezia Terme) o in treno (stazione di Tropea) meglio prenotare con buon anticipo per avere le quotazioni migliori. In ogni caso il villaggio assicura il servizio transfer con taxi convenzionato. Se invece si giunge in auto percorrendo l’Autosole, il casello di uscita è Pizzo Calabro, direzione Tropea seguendo la litoranea statale.

Informazioni e prenotazioniVisitate il resort cliccando www.lapizzuta.itPer info e prenotazioni: Segreteria milanese di Piazza Velasca, 5 (Torre Velasca, 8° piano).Tel. 02 798 493 - Cell. 335 5216 217 - Fax: 02 76007916 - E-mail: [email protected]

Due settimane di avvincenti tornei di bridge e burraco

Dal 24 al 31 maggio e dal 13 al 20 settembre

sono organizzate per gli ospiti appassionanti settimane

di gioco dirette da istruttori federali.

mare, comfort e super-quotazioni

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