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Indice
Quadro ricognitivo e programmatorio della pianificazione di scala sovralocale ............................................................................................ 5
Piano Territoriale Regionale .............................................................. 7
Piano Territoriale d’Area dei Navigli Lombardi ................................ 23
Piano Territoriale di Coordinamento della Città Metropolitana di Milano .............................................................................................. 32
Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Lombardo della Valle del Ticino ......................................................................................... 45
Quadro conoscitivo del territorio comunale ...................................... 52
Struttura del paesaggio agrario e rurale .......................................... 56
Il Piano delle cascine e valorizzazione del territorio agricolo ...... 56
Individuazione, analisi e disciplina degli insediamenti agricoli comunali ...................................................................................... 57
Le coltivazioni agricole ................................................................ 58
Insediamenti rurali e fabbricati ................................................... 60
Variazioni dell’attività agricola nel quinquennio 2003 ‐2008 ...... 62
Struttura e caratteri del sistema urbano ......................................... 68
Evoluzione storica del sistema insediativo .................................. 68
Lo sviluppo della città attraverso i suoi piani urbanistici ............. 81
Beni culturali, Beni paesaggistici e Paesaggio ............................. 94
Sistema dei servizi ......................................................................... 101
Popolazione e dinamiche demografiche ................................... 101
Dimensionamento e stato di attuazione ................................... 109
Politiche per la casa e l’housing sociale ..................................... 119
Definizione di servizio di interesse pubblico o generale ........... 124
La mobilità ..................................................................................... 130
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Classificazione funzionale rete stradale esistente ..................... 131
Criticità della rete viaria esistente ............................................. 133
Sistema produttivo e commerciale ................................................ 135
Dinamiche socioeconomiche ..................................................... 135
Evoluzione del sistema distributivo commerciale ..................... 138
Allegati .............................................................................................. 143
Dati sintetici aziende agricole ........................................................ 144
Schede aziende agricole ................................................................ 147
Elenco beni vincolati ...................................................................... 169
Stato di attuazione dei piani attuativi ............................................ 184
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Quadro ricognitivo e programmatorio della pianificazio‐ne di scala sovralocale Nella costruzione del quadro ricognitivo e programmatorio di riferi‐mento indicato dalla L.R. 12/2005, il Piano di Governo del Territorio (P.G.T.) deve innanzitutto rapportarsi con gli strumenti e gli atti di pianificazione e programmazione emanati da enti sovra comunali che possono avere influenza diretta sulla pianificazione di scala locale. Si tratta in particolare di atti di pianificazione o di programmazione i cui contenuti travalicano i limiti amministrativi strettamente locali a favore di uno sguardo più ampio ed atto alla comprensione delle di‐namiche e degli assetti che caratterizzano il territorio e dai quali di‐scende (e deve discendere) il riconoscimento delle singolarità di cia‐scun contesto, la conoscenza delle trasformazioni avvenute e, non ul‐timo, il sistema dei valori e delle condizioni che devono indirizzare le scelte future entro un equilibrio tra crescita economica e qualità della vita nel suo complesso, intesa in termini di ambiente, accessibilità, si‐curezza, bellezza e paesaggio. Proprio questi ultimi elementi rappresentano di fatto i contenuti ri‐spetto ai quali la pianificazione di scala locale deve volgere lo sguardo verso l’esterno per garantire continuità territoriale, economica e so‐ciale alle scelte che ricadono sul proprio territorio. L’ambiente e il paesaggio così come gli aspetti relativi alle infrastrut‐ture o alle grandi funzioni urbane non possono d’altronde essere os‐servati e, ancor più pianificati e governati, entro i ristretti limiti am‐ministrativi di ciascun ente locale ma, al contrario, riferendosi ad aree geografiche ben più ampie, in parte coincidenti con gli ambiti ammi‐nistrativi e territoriali di Regione e Città Metropolitana, in parte con ambiti territoriali che, per conformazione e specificità degli elementi che ne fanno parte, hanno assunto nel tempo un ruolo che, in alcuni casi è stato riconosciuto anche a livello legislativo, quale ad esempio quello delle aree protette, rappresentato nel caso specifico dal Parco Lombardo della Valle del Ticino. Sono sostanzialmente questi gli ambiti amministrativi e territoriali con cui il P.G.T. viene a confrontarsi attraverso i seguenti strumenti di pianificazione: il Piano Territoriale Regionale di Regione Lombardia, il
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Piano Territoriale Regionale d’Area Navigli Lombardi, il Piano Territo‐riale di Coordinamento (P.T.C.P.) di Città Metropolitana, il Piano Ter‐ritoriale di Coordinamento (P.T.C.) del Parco Lombardo della Valle del Ticino. Con efficacia ed approfondimento differente, gli atti di pianificazione appena citati rappresentano di fatto gli strumenti che orientano ed indirizzano le condizioni della trasformazione in termini di compatibi‐lità (non solo ambientale) e di migliore valorizzazione delle risorse, a partire dal riconoscimento del territorio e delle sue peculiarità quale risorsa primaria da salvaguardare. Se alcuni dei contenuti degli stru‐menti più sopra citati assumono valenza prescrittiva e prevalente su‐gli atti di pianificazione locale, è pur vero, infatti, che le indicazioni che emergono dai diversi strumenti considerati possono essere di a‐iuto nell’orientare le scelte del P.G.T. e delle relative Varianti, non so‐lo in termini di pianificazione del territorio aperto, del paesaggio e degli aspetti più naturalistici ma anche per quanto concerne gli inter‐venti che vanno ad incidere sul sistema insediativo, sia esso riferito al tessuto consolidato o agli ambiti della trasformazione che potrà avere luogo nel breve e medio termine. Nell’intraprendere il processo di confronto con la pianificazione so‐vraordinata e con riferimento alla valenza prescrittiva dei diversi atti sembra opportuno sottolineare in primo luogo come entro il territo‐rio di Abbiategrasso assumano prevalenza le disposizioni contenute nel Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Lombardo della Valle del Ticino, in cui la città è totalmente inserita, fatta eccezione per l’ambito territoriale coincidente con le “zone di iniziativa comu‐nale orientata I.C.” del Parco stesso, in cui le scelte in materia di pia‐nificazione urbanistica sono innanzitutto demandate agli strumenti urbanistici comunali. La seconda sottolineatura necessaria si riferisce invece al ruolo e alla valenza attribuita ad entrambi gli atti di pianificazione sovraordinata dalle disposizioni legislative statali e regionali. Tanto il P.T.C.P. quanto il P.T.C. del Parco hanno, infatti, valore di Piano Paesistico e di piano urbanistico‐territoriale aventi finalità di salvaguardia dei valori paesi‐stici ed ambientali del territorio.
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Piano Territoriale Regionale Il PTR è stato approvato definitivamente dal Consiglio Regionale il 19 gennaio 2010 e successivamente soggetto a variazioni ed aggiorna‐menti di cui l'ultimo nel 2014 (DGR n. 557/2014). Il Piano individua 24 obiettivi generali che sono alla base degli orien‐tamenti della pianificazione e della programmazione a livello regiona‐le toccando tematiche ampie e differenziate specificate poi da stru‐menti settoriali di livello regionale o provinciale. Il Documento di Piano afferma che “al fine di consentire una lettura più immediata sia da parte delle programmazioni settoriali, sia da parte dei diversi territori della Regione, i 24 obiettivi del PTR vengono declinati secondo due punti di vista, tematico e territoriale”. Dal punto di vista dei Sistemi Territoriali in cui viene suddiviso il terri‐torio regionale dal PTR, Il comune di Abbiategrasso può essere consi‐derato: 1. parte del Sistema territoriale metropolitano, direttamente legato
all’area milanese, per il quale il vengono selezionati i seguenti o‐biettivi in quanto maggiormente attinenti alla Variante in oggetto: a. ST1.1 Tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini riducendo le
diverse forme di inquinamento ambientale: - Prevenire e ridurre i livelli di inquinamento acustico generati dalle infrastrutture di trasporto (stradale, ferroviario e aero‐portuale) e dagli impianti industriali soprattutto in ambito urbano.
- Ridurre l’inquinamento atmosferico, con una specifica at‐tenzione alle zone di risanamento per la qualità dell'aria, a‐gendo in forma integrata sul sistema di mobilità e dei tra‐sporti, sulla produzione ed utilizzo dell'energia, sulle emis‐sioni industriali e agricole.
- Promuovere la gestione integrata dei rischi presenti sul terri‐torio, con particolare riferimento agli impianti industriali che si concentrano nella zona del nord Milano.
- Tutelare il suolo e le acque sotterranee dai fenomeni di con‐taminazione e bonifica dei siti contaminati anche attraverso la creazione di partnership pubblico‐private sostenute da programmi di marketing territoriale.
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b. ST1.2 Riequilibrare il territorio attraverso forme di sviluppo so‐stenibili dal punto di vista ambientale: - Sviluppare politiche per la conoscenza e la tutela della biodi‐versità vegetale e animale sostenuta dal mosaico di habitat che si origina in città.
- Sviluppare la rete ecologica regionale attraverso la tutela e il miglioramento della funzionalità ecologica dei corridoi di connessione e la tutela e valorizzazione delle aree naturali protette, con particolare riguardo a quelle di cintura metro‐politana, che rivestono un ruolo primario per il riequilibrio per la fruizione e la ricreazione dei residenti costituendo ambiti privilegiati per la sensibilizzazione ambientale e fatto‐re di contenimento delle pressioni generate dalla tendenza insediativa.
- Favorire uno sviluppo rurale nelle aree periurbane in grado di presidiare gli spazi aperti e di contrastare il consumo di suolo, attraverso la capacità dell’attività agricola di generare funzioni multiple oltre a quella produttiva, contribuendo al riequilibrio ecosistemico, ambientale e paesaggistico oltre a creare occasioni di servizio alla città (manutenzione del terri‐torio, punti vendita, fruizione, turismo, etc).
- Promuovere l'efficienza energetica nel settore edilizio e della diffusione delle fonti energetiche rinnovabili: in particolare il geotermico a bassa entalpia, sfruttando la disponibilità di acqua di falda a bassa profondità, e il solare termico.
- Tutelare la sicurezza dei cittadini riducendo la vulnerabilità o incrementando la resilienza (la capacità del sistema socioe‐conomico territoriale di convivere con i vari tipi di rischio e di farvi fronte in caso di loro emersione).
- Promuovere politiche che favoriscano la sinergia tra pubbli‐co e privato per garantire la business continuità nel sistema dei trasporti (IC).
- Sviluppare un sistema strutturato per garantire la sicurezza delle persone e del territorio, anche in vista dell’evento E‐XPO, traendo indicazioni dagli scenari indagati con la meto‐dologia sviluppata nel PRIM (Programma Regionale Integrato
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di Mitigazione dei Rischi) e nel PIA (Piano Integrato d’Area). c. ST1.3 Tutelare i corsi d'acqua come risorsa scarsa migliorando
la loro qualità: - Ripristinare gli alvei dei fiumi e realizzare politiche per la tu‐tela dei fiumi e per la prevenzione del rischio idraulico, in particolare del nodo di Milano, anche attraverso una mag‐giore integrazione degli interventi con il contesto ambientale e paesaggistico
- Ridurre l’inquinamento delle acque e riqualificare i corsi d’acqua (con particolare riferimento a Seveso, Lambro e O‐lona) innalzando progressivamente la qualità delle acque.
d. ST1.4 Favorire uno sviluppo e un riassetto territoriale di tipo policentrico, mantenendo il ruolo di Milano come principale centro del Nord‐Italia: - Creare un efficace sistema policentrico condiviso in una vi‐sione comune, attraverso il potenziamento dei poli seconda‐ri complementari evitando il depotenziamento di Milano
- Ridurre la tendenza alla dispersione insediativa, privilegian‐do la concentrazione degli insediamenti presso i poli e piani‐ficando gli insediamenti coerentemente con il SFR.
e. ST1.6 Ridurre la congestione da traffico privato potenziando il‐trasporto pubblico e favorendo mobilità sostenibili: - Sviluppare sistemi di trasporto pubblico, e percorsi ciclo‐pedonali, di adduzione alle stazioni del Servizio Ferroviario Regionale e Suburbano.
- Rendere effettiva sul piano attuativo e temporale la realizza‐zione di edificazione di particolare rilevanza dimensionale e strategica con i tempi di realizzazione delle opere infrastrut‐turali ed i servizi di trasporto pubblico che ne rendano so‐stenibile la realizzazione.
f. ST1.7 Applicare modalità di progettazione integrata tra pae‐saggio urbano, periurbano, infrastrutture e grandi insediamen‐ti a tutela delle caratteristiche del territorio: - Applicare sistematicamente modalità di progettazione inte‐grata che assumano la qualità paesistico/culturale e la tutela delle risorse naturali come riferimento prioritario e opportu‐
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nità di qualificazione progettuale, particolarmente nei pro‐grammi di riqualificazione degli ambiti degradati delle peri‐ferie.
- Valorizzare la rete delle polarità urbane minori preservando‐ne i valori storico‐culturali messi a rischio dalla pressione in‐sediativa derivante dallo spostamento della popolazione dai centri maggiori a più alta densità, alla ricerca di più elevati standard abitativi.
- Recuperare e rifunzionalizzare le aree dismesse o degradate, con attenzione a previsioni d’uso che non si limitino ad aree edificate ma prendano in considerazione l’insediamento di servizi pubblici e di verde.
- Tutelare il suolo libero esistente e preservarlo dall’edificazione e dai fenomeni di dispersione insediativa, in particolare per quanto riguarda le aree agricole periurbane.
- Pianificare attentamente gli insediamenti della grande di‐stribuzione, per evitare la scomparsa degli esercizi di vicinato ed evitare creazione di congestione in aree già dense tramite una strategia di rilancio e valorizzazione del Distretto Urbano del Commercio.
- Favorire la realizzazione di strutture congressuali di rilevanza internazionale valorizzando appieno le risorse ambientali, paesaggistiche e storiche del sistema urbano, unitamente a quelle dell'accessibilità trasportistiche. Realizzare opere in‐frastrutturali ed edilizie attente alla costruzione del paesag‐gio urbano complessivo.
- Valorizzare il sistema del verde e delle aree libere nel ridise‐gno delle aree di frangia, per il miglioramento della qualità del paesaggio urbano e periurbano ed il contenimento dei fenomeni conurbativi, con specifica attenzione alle situazioni a rischio di saldatura.
- Assumere la riqualificazione e la rivitalizzazione dei sistemi ambientali come precondizione e principio ordinatore per la riqualificazione del sistema insediativo.
- Favorire la riqualificazione dei quartieri urbani più degradati o ambientalmente irrisolti atta a ridurre le sacche di margi‐
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nalità e disparità sociale e a facilitare l'integrazione della nuova immigrazione.
g. ST1.10 Valorizzare il patrimonio culturale e paesistico del terri‐torio: - Valorizzare gli elementi paesaggistici costituiti dal sistema delle bellezze artistiche, architettoniche e paesaggistiche dif‐fuse nell’area, costituite da elementi storici diffusi (ville con parco, santuari e chiese, sistemi fortificati testimonianze di archeologia industriale) e da presenze riconoscibili del pae‐saggio agrario (cascine, tessitura della rete irrigua, filari, mo‐lini, navigli) al fine di percepirne la natura di sistema atto a contribuire al miglioramento della qualità ambientale com‐plessiva, a produrre una maggiore attrazione per il turismo e a favorire l’insediamento di attività di eccellenza.
- Aumentare la competitività dell’area, migliorando in primo luogo l’immagine che l’area metropolitana offre di sé all’esterno e sfruttando l’azione catalizzatrice di Milano.
- Valorizzare e riqualificare le aree di particolare pregio nell'ambito del Sistema Metropolitano attraverso progetti che consentano la fruibilità turistica‐ricreativa.
h. Uso del suolo: - Limitare l’ulteriore espansione urbana: coerenziare le esi‐genze di trasformazione con i trend demografici e le dinami‐che territoriali in essere, impegnando solo aree direttamente legate ai ritmi effettivi del fabbisogno insediativo.
- Favorire interventi di riqualificazione e riuso del patrimonio edilizio.
- Limitare l’impermeabilizzazione del suolo. - Conservare i varchi liberi, destinando le aree alla realizzazio‐ne della Rete Verde Regionale.
- Evitare la dispersione urbana. - Mantenere la riconoscibilità dei centri urbani evitando le saldature lungo le infrastrutture.
- Realizzare nuove edificazioni con modalità e criteri di edilizia sostenibile, di buona qualità architettonica ed adeguato in‐serimento paesaggistico.
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- Nelle aree periurbane e di frangia, contenere i fenomeni di degrado e risolvere le criticità presenti, con specifico riferi‐mento alle indicazioni degli Indirizzi di tutela del Piano Pae‐saggistico.
- Favorire il recupero delle aree periurbane degradate con la riprogettazione di paesaggi compatti, migliorando il rapporto tra spazi liberi e edificati anche in relazione agli usi insediati‐vi e agricoli.
2. parte del Sistema territoriale della Pianura irrigua, per il quale il vengono selezionati i seguenti obiettivi in quanto maggiormente attinenti alla Variante in oggetto: i. ST5.2 Garantire la tutela delle acque ed il sostenibile utilizzo
delle risorse idriche per l’agricoltura, in accordo con le deter‐minazioni assunte nell’ambito del Patto per l’Acqua, persegui‐re la prevenzione del rischio idraulico; - Limitare le nuove aree impermeabilizzate e promuovere la de impermeabilizzazione di quelle esistenti, che causano un carico non sostenibile dal reticolo idraulico naturale e artifi‐ciale.
- Tutelare le risorse idriche sotterranee e superficiali attraver‐so la prevenzione dall’inquinamento e la promozione dell’uso sostenibile delle risorse idriche.
j. ST5.3 Tutelare le aree agricole come elemento caratteristico della pianura e come presidio del paesaggio lombardo; - Tutelare le aree agricole anche individuando meccanismi e strumenti per limitare il consumo di suolo e per arginare le pressioni insediative.
- Promuovere azioni per il disegno del territorio e per la pro‐gettazione degli spazi aperti, da non considerare semplice ri‐serva di suolo libero.
- Evitare la frammentazione del territorio agricolo da parte di infrastrutture e di insediamenti industriali, commerciali ed abitativi.
- Promuovere azioni locali tese alla valorizzazione, al recupero o alla riproposizione degli elementi propri del paesaggio ru‐rale tradizionale della pianura lombarda (macchie boschive,
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filari e alberate, rogge e relativa vegetazione ripariale, fon‐tanili e delle colture tipiche di pianura (es. risaie), fondamen‐tali per il mantenimento della diversità biologica degli agroe‐cosistemi.
- Conservare gli spazi agricoli periurbani come ambiti di me‐diazione fra città e campagna e per corredare l’ambiente ur‐bano di un paesaggio gradevole.
- Incentivare azioni per la manutenzione integrata e parteci‐pata della pianura, che riguardi gli aspetti paesaggistici e i‐drogeologici.
k. ST5.4 Promuovere la valorizzazione del patrimonio paesaggi‐stico e culturale del sistema per preservarne e trasmetterne i valori, a beneficio della qualità della vita dei cittadini e come opportunità per l’imprenditoria turistica locale; - Valorizzare il sistema di Navigli e canali quale riferimento fondamentale delle politiche di qualificazione ambientale e paesistica (recupero e promozione del sistema di manufatti storici, sviluppo di turismo eco‐sostenibile).
- Incentivare la valorizzazione e la promozione di percorsi di - fruizione paesaggistica che mettano in rete centri e nuclei storici minori, architetture religiose e rurali, anche in rela‐zione alla realizzazione di nuovi itinerari ciclabili e al recupe‐ro di manufatti rurali in abbandono.
- Promuovere una politica concertata e “a rete” per la salva‐guardia e la valorizzazione dei lasciti storico�culturali e arti‐stici, anche minori, del territorio.
l. T5.5 Migliorare l’accessibilità e ridurre l’impatto ambientale del sistema della mobilità, agendo sulle infrastrutture e sul si‐stema dei trasporti; - Migliorare le infrastrutture viabilistiche, in particolare quelle a breve raggio, e mettere in atto contestuali politiche per la riduzione della congestione viaria, anche incentivando il tra‐sporto ferroviario di passeggeri e merci.
- Razionalizzare il sistema dei trasporti nel rispetto dell’ambiente, così da incentivare l’utilizzo di mezzi meno inquinanti e più sostenibili
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- Migliorare l’accessibilità da/verso il resto della regione e con l’area metropolitana in particolare.
- Promuovere la mobilità dolce e sistemi innovativi di traspor‐to pubblico locale in aree a domanda debole.
m. Uso del suolo: - Coerenziare le esigenze di trasformazione con i trend demo‐grafici e le dinamiche territoriali in essere, impegnando solo aree direttamente legate ai ritmi effettivi del fabbisogno in‐sediativo.
- Favorire interventi di riqualificazione e riuso del patrimonio - edilizio storico e rurale − Mantenere e/o ripristinare le fun‐zionalità del suolo non edificato.
- Mantenere forme urbane compatte, evitando la dispersione e le saldature lungo le infrastrutture.
- Coordinare a livello sovracomunale l’individuazione di nuove aree produttive e di terziario/commerciale.
- Valutare attentamente le ricadute sul sistema della mobilità e nelle reti secondarie di collegamento, nonché sul sistema della produzione agricola.
- Promuovere l’utilizzo dello strumento della perequazione - territoriale di livello sovra comunale. - Evitare la riduzione del suolo agricolo anche utilizzando lo strumento della compensazione o altri strumenti di disincen‐tivazione.
La tavola 3 del PTR mostra, tra le infrastrutture prioritarie di livello Regionale che interessano il Comune di Abbiategrasso, il progetto della nuova viabilità stradale di accesso all'aeroporto di Malpensa per il traffico proveniente da Vigevano e dall'ovest Milano e la previsione di potenziamento della linea ferroviaria Milano – Mortara. Entrambe le previsioni sono già state recepite nel PGT vigente e non sono oggetto di ulteriori modifiche da parte della Variante. Con riferimento ai contenuti paesaggistici, il comune di Abbiategras‐so è collocato dal PPR nell’ambito geografico del Milanese ed all’interno dell’unità tipologica di paesaggio denominata “fascia della bassa pianura” all’interno della quale si riconoscono “Paesaggi delle
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fasce fluviali” e “Paesaggi della Pianura Irrigua” per i quali il Piano contiene la seguente descrizione ed esprime i corrispondenti indirizzi di tutela: Paesaggi della pianura irrigua Questa tipologia si estende con grande uniformità in quasi tutta la bassa pianura lombarda. Rappresenta quella grande, secolare con‐quista agricola che ha fatto della Lombardia una delle terre più ricche e fertili del continente. Ciò è testimoniato dagli insediamenti, dalla loro matrice generatrice preromana, romana e medievale, dalla dimensione discreta dei centri basata su una gerarchia che forse risponde a leggi distributive ricor‐renti. Il sistema irriguo, derivato dai fiumi e dai fontanili, è alla base della vocazione agricola, della sua organizzazione e, dunque, del pae‐saggio. Vi predomina in larga parte della sua sezione centrale, la ca‐scina capitalistica, che si configurava fino a qualche anno fa come centro gestionale di grandi aziende a conduzione salariale. La "cassi‐na‟ padana assumeva spesso il carattere di insediamento autosuffi‐ciente e popolato. Nella sezione orientale predomina la corte, anche con esempi di alto pregio formale (per esempio le corti rurali gonzaghesche del Manto‐vano) che presidia aziende condotte in economia e mediamente di minori dimensioni, abitate da una o poche famiglie. In molti casi que‐sta distinzione è oggi irrilevante a causa delle trasformazioni introdot‐te nelle pratiche colturali, specie con la diffusione di quelle cerealico‐le. L'abbandono del presidio dei campi, con il degrado delle strutture e delle dimore contadine, ha avuto il suo corrispettivo nella crescita delle città e dei maggiori centri della pianura. Ma queste strutture sono pur sempre rimaste, talune malamente riattivate dalle più re‐centi riconversioni agricole. L'introduzione di nuove colture e la mec‐canizzazione dei lavori nei campi ha gravemente impoverito la tessi‐tura minuta del paesaggio agrario, con l'eliminazione delle alberatu‐re, delle partizioni (il confronto fra una cartografia degli anni '50 e una attuale è estremamente indicativo in questo senso), della trama irrigua e di collegamento viario. Nel Cremonese, nel Pavese e in altre situazioni l'impianto territoriale
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ricalca le centuriazioni e ha un ordine quasi sempre regolare, a stri‐scie o rettangoli; altrove è la tendenza defluente dei cavi irrigui e dei canali a costruire la geometria ordinatrice del paesaggio (per esempio nella Bassa Milanese). La rilevanza persistente delle colture foraggere nella sezione a occidente dell'Adda e in parte di quella cremasca e cremonese accentua ancora il portato d'immagine dei filari, dei piop‐peti, delle alberature dei fossi. Indirizzi di tutela I paesaggi della bassa pianura irrigua vanno tutelati rispettandone la straordinaria tessitura storica e la condizione agricola altamente pro‐duttiva. Questa condizione presuppone una libertà di adattamento colturale ai cicli evolutivi propri dell'economia agricola. Ciò va tenuto presente, ma nel contempo va assicurato il rispetto per l'originalità del paesag‐gio nel quale si identifica tanta parte dell'immagine regionale, della tradizionale prosperità padana. La campagna I gravi fenomeni di inquinamento della falda impongono innanzitutto una salvaguardia ecologica della pianura rispetto a moderne tecniche di coltivazione (uso di pesticidi e concimi chimici) che possono forte‐mente indebolire i suoli e danneggiare irreversibilmente la falda frea‐tica. L'uso di fertilizzanti chimici e diserbanti va controllato e ridotto. Come pure vanno controllati e limitati gli allevamenti fortemente in‐quinanti che hanno, specie nella pianura orientale, una notevole dif‐fusione. La modernizzazione dell'agricoltura ha fortemente penalizzato il pae‐saggio agrario tradizionale. L'impressione più netta e desolante è la scomparsa delle differenze, delle diversità nel paesaggio padano, tut‐to si amalgama, si uniforma essendo venute a cadere le fitte albera‐ture che un tempo ripartivano i campi e, essendo ormai votate alla monocoltura ampie superfici agricole, essendo scomparsa o forte‐mente ridotta la trama delle acque e dei canali. A questa situazione non concorre però soltanto una diversa gestione dell'attività agricola ma anche l'impropria diffusione di modelli inse‐diativi tipicamente urbani nelle campagne, la necessità di infrastrut‐
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ture ed equipaggiamenti tecnologici, i processi di allontanamento dei presidi umani dalle campagne verso le città. Gli indirizzi normativi possibili, al fine di invertire queste tendenze, sono di diversa natura. Attraverso una più accurata gestione della pianificazione urbanistica, bisogna evitare i processi di deruralizzazione o sottoutilizzazione pro‐vocati da attese in merito a previsioni insediative ma anche prevede‐re localizzazioni e dimensionamenti delle espansioni urbane che evi‐tino lo spreco di territori che per loro natura sono preziosi per l'agri‐coltura. La cultura contadina. Il ricchissimo patrimonio delle testimonianze e delle esperienze del mondo contandino va salvaguardato e valorizzato con misure che non contemplino solo la “museificazione”, ma anche la loro attiva ri‐proposizione nel tempo. Si collegano a ciò le tecniche di coltivazione biologica, la ricomposizione di ampi brani del paesaggio agrario tradi‐zionale, la riconversione ecologica di terreni eccessivamente sfruttati e impoveriti. Paesaggi delle Fasce Fluviali Nel punto dove le valli fluviali escavate guadagnano lentamente il pi‐ano fondamentale della pianura il paesaggio muta d'aspetto. Inizialmente i fiumi vi scorrono solo lievissimamente incavati, poi possono addirittura portare il loro letto a un livello pensile con il cor‐redo antropico di continue e sinuose opere di arginatura e di conte‐nimento. Scendono verso il fiume maggiore, il Po, con andamento sud‐sudest; alcuni però, minori, confluiscono direttamente nei mag‐giori nella parte mediana della pianura. La rete di acque che essi formano ha intessuto largamente la pianura, costituendone il fondamento ordinatore sia in senso naturale che an‐tropico, delimitando ambiti geografici e insediamenti. Nonostante le loro evoluzioni nel tempo e nello spazio, con alvei abbandonati e grandi piani di divagazione, nonostante i successivi interventi antro‐pici di controllo e regimazione, tutte le valli fluviali di pianura conser‐vano forti e unici caratteri di naturalità (lanche, mortizze, isole fluvia‐li, boschi ripariali, greti, zone umide ... ). I limiti di queste fasce sono netti se si seguono gli andamenti geomor‐
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fologici (la successione delle scarpate, il disporsi delle arginature) ma sono, al tempo stesso, variamente articolati considerando le sezioni dei vari tratti fluviali, minime in alcuni, massime in altre. In questi ambiti sono compresi, ovviamente, i fiumi, con scorrimento più o meno meandrato, i loro greti ghiaiosi o sabbiosi, le fasce gole‐nali e le zone agricole intercluse, lievemente terrazzate. Gli insediamenti nella golena sono evidentemente rarefatti per i ri‐schi che tale localizzazione comporterebbe. […] Indirizzi di tutela Gli elementi geomorfologici. La tutela degli elementi geomorfologici, solo debolmente avvertibili da un occhio profano, sono importanti per diversificare una dominan‐te paesaggistica di vasta, altrimenti uniforme pianura. Tale tutela deve essere riferita all'intero spazio dove il corso d'acqua ha agito, con terrazzi e meandri, con ramificazioni attive o fossili; op‐pure fin dove l'uomo è intervenuto costruendo argini a difesa della pensilità. Delle fasce fluviali vanno protetti innanzitutto i caratteri di naturalità dei corsi d'acqua, i meandri dei piani golenali, gli argini e i terrazzi di scorrimento. Particolare attenzione va assegnata al tema del rafforzamento e della costruzione di nuovi sistemi di arginatura o convogliamento delle acque, constatando la generale indifferenza degli interventi più recenti al dialogo con i caratteri naturalistici e ambientali. Va potenziata la diffusione della vegetazione ripari a, dei boschi e della flora dei greti. Si tratta di opere che tendono all'incre‐mento della continuità "verde‟ lungo le fasce fluviali, indispensabili per il mantenimento di "corridoi ecologici" attraverso l'intera pianura padana. Le attività agricole devono rispettare le morfologie evitando la proli‐ferazione di bonifiche agrarie tendenti all'alienazione delle disconti‐nuità altimetriche. Gli insediamenti e le percorrenze. Va rispettata la tendenza a limitare gli insediamenti nelle zone gole‐nali. Vanno controllate e limitate le strutture turistiche prive di una loro dignità formale (impianti ricettivi domenicali, lidi fluviali, ritrovi ecc.) o inserite in ambienti di prevalente naturalità. Al contrario si de‐
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ve tendere, nel recupero dei centri storici rivieraschi, al rapporto visi‐vo con il fiume e con gli elementi storici che ne fanno contrappunto (castelli, ville e parchi). Non si devono obliterare le ragioni morfologi‐che della loro localizzazione – l'altura, il ripiano terrazzato, l'ansa rile‐vata – dirigendo le nuove espansioni edilizie nella retrostante pianura terrazzata. […] Vanno ripresi e conservati i manufatti relativi ad antichi guadi, ripro‐posti traghetti e ricostruiti a uso didattico i celebri mulini fluviali. Va ridefinito l'impatto delle attrezzature ricettive collocate in vicinanza dei luoghi di maggior fruizione delle aste fluviali attraverso piani pae‐sistici di dettaglio. Dalla lettura del Piano Territoriale Regionale emergono alcune speci‐fiche tutele. In particolare:
1. si rilevano le seguenti Strade panoramiche: - 63 – SS526 Est Ticino - 65 – Strada Alzaia Naviglio Grande Art. 26 comma 11: il Piano assume l'obiettivo di mantenerne il carattere di strade panoramiche e di percorsi nel verde, conse‐guibile attraverso la definizione di fasce di rispetto di adeguata ampiezza, inedificabili o edificabili secondo opportuni criteri e limitazioni, in relazione allo stato di fatto e al giusto contempe‐ramento delle esigenze di tutela e di funzionalità; al fine di valo‐rizzare il carattere di panoramicità e facilitarne la fruizione, su tali strade deve essere favorita la predisposizione di aree di so‐sta attrezzate e devono essere attentamente riconsiderati bar‐riere e limitatori di traffico laterali al fine di contenerne l'impat‐to, nel rispetto delle normative vigenti, privilegiando, nelle si‐tuazioni di maggiore naturalità, i prodotti ecocompatibili.
2. Si rileva la presenza dei seguenti Tracciati guida paesistici: - n.3 – Sentiero Europeo E 1: E’ uno dei grandi sentieri escur‐sionistici europei. Collega Capo Nord con Capo Passero in Sici‐lia. Attraversa la Lombardia da Porto Ceresio al Po seguendo l’asta fluviale del Ticino, dove si diversifica anche con alcune varianti. E’ interamente segnalato. In alcuni tratti riprende il Sentiero del Giubileo, realizzato dalla Regione Lombardia nel 2000.
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- n.37 – Greenway del Ticino e del Naviglio Grande milanese Si tratta della principale realizzazione attuata negli ultimi anni in Lombardia per lunghezza, frequentazione e importanza del territorio attraversato. Collega il Lago Maggiore (Sesto Calen‐de) con Milano seguendo la storica via d’acqua del Ticino e del Naviglio Grande. Quest’ultimo, realizzato nel Medioevo, ha svolto nei secoli un’importante funzione per il trasporto delle merci, fra cui il marmo per il Duomo di Milano e il ferro delle miniere delle Alpi Lepontine. La strada lungo fiume e l’argine del naviglio sono stati trasformati in pista ciclopedo‐nale. Attualmente la Itinerario rappresenta un’ideale via d’accesso per i milanesi che vogliono recarsi su due ruote nel Parco del Ticino. Buona parte del percorso coincide con i sen‐tieri escursionistici Sentiero del Giubileo e Sentiero europeo 1. Una diramazione, in partenza da Castelletto di Abbiategras‐so, segue il Naviglio di Bereguardo nella direzione di Pavia.
Art. 26 comma 12: In prima applicazione, si riconosce come via‐bilità di fruizione ambientale e panoramica di rilevanza regiona‐le quella indicata nella tavola E, e correlati repertori, come: "Tracciati guida paesaggistici" e "Strade panoramiche".
3. Vengono riconosciuti il Naviglio Grande ed il Naviglio di Bere‐guardo quali Infrastrutture idrografiche artificiali della pianura. Art. 21 Comma 2: La tutela dell'infrastruttura idrografica artificiale per‐segue l'obiettivo di salvaguardare i principali elementi e com‐ponenti della rete, nelle loro diverse connotazioni garantendo‐ne il funzionamento anche in riferimento alle potenzialità di ri‐sorsa paesaggistica e ambientale. Sono da promuovere, in tal senso, azioni coordinate per lo sviluppo di circuiti ed itinerari di fruizione sostenibile del territorio che integrino politiche di va‐lorizzazione dei beni culturali, del patrimonio e dei prodotti ru‐rali, delle risorse ambientali e idriche, in scenari di qualificazio‐ne paesaggistica di ampio respiro. Comma 3. Il Naviglio Grande e il Naviglio di Pavia: la pianifica‐zione locale, tramite i P.T.C. di province e parchi e i P.G.T. dei comuni, assicura le corrette modalità di integrazione fra Navi‐
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glio e contesti paesaggistici contermini, con specifica attenzione alle continuità e coerenza dei sistemi verdi, al rapporto con per‐corsi storici e di fruizione del paesaggio, al rapporto storicamen‐te consolidato tra insediamenti e residenze nobiliari e via d'ac‐qua, con specifico riferimento agli ambiti oggetto di tutela pae‐saggistica, ai sensi della Parte III del D.Lgs. 42/2004 e relativa di‐sciplina di dettaglio; La salvaguardia dei caratteri connotativi di valore storico‐culturale e morfologico del Naviglio, richiede che l'asta e le al‐zaie non vengano frammentate da attraversamenti troppo rav‐vicinati, a tal fine sono da valutare con grande attenzione previ‐sioni di nuovi ponti o infrastrutture a cavallo della via d'acqua al fine di verificarne l'incidenza paesaggistica ed individuare le mi‐gliori modalità di inserimento nel paesaggio, in termini di collo‐cazione, soluzione tecnica e architettonica e di interventi di rac‐cordo con il contesto; Nei territori compresi entro la fascia di 100 metri lungo entram‐be le sponde è fatto comunque divieto di prevedere e realizzare nuovi interventi per: grandi strutture di vendita e centri com‐merciali, impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti, ambiti estrattivi e impianti di lavorazione inerti, impianti indu‐striali e insediamenti che non siano di completamento del tes‐suto urbano e produttivo esistente; Per i territori compresi in una fascia di 10 metri, lungo entrambe le rive, sono in ogni caso ammessi solo interventi per la gestione e manutenzione del Naviglio e il recupero di manufatti idraulici e opere d'arte, interventi di riqualificazione e valorizzazione del‐le sponde e delle alzaie nonché di sistemazione del verde, con specifica attenzione alla promozione della navigabilità della via d'acqua, alla fruizione ciclo‐pedonale delle alzaie e alla massima limitazione di percorsi e aree di sosta per mezzi motorizzati, fat‐ti salvi interventi per la realizzazione di opere pubbliche da valu‐tarsi con specifica attenzione non solo in riferimento all'attento inserimento nel paesaggio ma anche alla garanzia di realizzazio‐ne di correlati interventi di riqualificazione delle sponde, delle alzaie e delle fasce lungo il naviglio.
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Comma 5. Naviglio di Bereguardo: la pianificazione locale, tra‐mite i P.T.C. di province e parchi e i P.G.T. dei comuni, assicura le corrette modalità di integrazione fra canale e contesti pae‐saggistici contermini, con specifica attenzione alla continuità dei sistemi verdi naturali e rurali, alla rete dei percorsi storici e di fruizione del paesaggio, alle relazioni e al recupero degli inse‐diamenti storici e al rapporto con gli ambiti oggetto di tutela paesaggistica, ai sensi della Parte III del D. Lgs. 42/2004, e rela‐tiva disciplina. Nei territori compresi entro la fascia di 50 metri lungo entrambe le sponde è fatto divieto di prevedere e realizzare nuovi inter‐venti relativi a : grandi strutture di vendita e centri commerciali, impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti, nuovi ambiti estrattivi e impianti di lavorazione inerti, impianti indu‐striali e insediamenti che non siano a completamento di centri e nuclei esistenti; per i territori compresi in una fascia di 10 metri lungo entrambe le rive sono in ogni caso ammessi solo interventi per la gestione e manutenzione del canale e il recupero di manufatti idraulici e opere d‟arte, interventi di riqualificazione e valorizzazione delle sponde e delle alzaie nonché di sistemazione e potenziamento del verde, con specifica attenzione alla fruizione ciclo‐pedonale delle alzaie e alla massima limitazione di percorsi e aree di sosta per mezzi motorizzati, fatti salvi interventi per la realizzazione di opere pubbliche da valutarsi con specifica attenzione non solo in riferimento all'attento inserimento nel paesaggio ma anche alla garanzia di realizzazione di correlati interventi di riqualifica‐zione delle sponde, delle alzaie e delle fasce lungo il corso d‟acqua.
4. E' individuato il paesaggio agrario tradizionale n. 43 ‐ Tessuto delle bonifiche benedettine nella Bassa Milanese Art. 16 bis comma 4, punto v, lettera d: nei paesaggi rurali di pianura devono essere salvaguardati, potenziati e valorizzati i fi‐lari e le quinte arboree o arbustive tradizionalmente correlati al‐la partizione agraria, che connotano il paesaggio agrario tradi‐zionale segnandone, tramite quinte verdi, la tessitura e le rela‐
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zioni con gli insediamenti e l'idrografia; specifica attenzione de‐ve essere rivolta alla tutela delle alberature di pregio, dei filari storici, della vegetazione lungo i bordi di fondi agricoli e dei tracciati stradali di accesso ai nuclei; devono essere altresì tute‐late e valorizzate le macchie boschive esistenti e i sistemi verdi di ripa che affiancano gli elementi dell'idrografia superficiale.
5. E' identificato il Geosito 158 (Alveo Pluricursale del Ticino) Art. 22 comma 3: I geositi di prevalente interesse geografico, geomorfologico, paesistico, naturalistico, idrogeologico, sedi‐mentologico sono oggetto di attenta e specifica salvaguardia al fine di preservarne la specifica conformazione e connotazione. Sono pertanto da escludersi tutti gli interventi che possano alte‐rarne o comprometterne l'integrità e la riconoscibilità causando sbancamenti o movimenti di terra che modificano in modo permanente l'assetto geomorfologico, nonché l'introduzione di elementi di interferenza visuale e la cancellazione dei caratteri specifici; le province e i parchi promuovono la valorizzazione museale e/o didattica dei siti suddetti, anche tramite la propo‐sta di geoparchi, in sinergia con la definizione delle reti di per‐corsi e di itinerari di fruizione paesaggistica del proprio territo‐rio.
Piano Territoriale d’Area dei Navigli Lombardi Il Piano Territoriale d’Area Navigli Lombardi è stato adottato con DGR 10285 del 07/10/2009 e successivamente approvato con DCR IX/72 del 16/11/2010. La LR 12/2005 all’art. 20 comma 6, assegna al PTRA il compito di ap‐profondire, “a scala di maggior dettaglio”, gli obiettivi già indicati dal Piano Territoriale Regionale (PTR). L’art. 21 comma 6 qualifica esplici‐tamente il PTRA come “attuativo” del PTR. In sostanza il PTRA è sog‐getto ad un vincolo di coerenza rispetto al PTR. Il PTR individua nei PTRA gli strumenti di programmazione per lo svi‐luppo di alcuni ambiti territoriali, quale occasione di promozione del‐la competitività regionale e di riequilibrio del territorio. Contiene pre‐scrizioni di carattere orientativo per la programmazione regionale di settore e ne definisce gli indirizzi entro i limiti della programmazione
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statale e comunitaria. Definisce una serie di obiettivi tematici ed una serie di obiettivi per i sistemi territoriali rilevanti per il PTRA Navigli. Obiettivi generali Gli obiettivi principali da conseguire nel PTRA (DGR 8/7452) sono:
- potenziare la fruizione del patrimonio storico/architettonico e naturalistico/ambientale che caratterizza le aree dei Navigli, go‐vernando le trasformazioni del territorio attraverso modalità corrette di utilizzo delle risorse e limitando i danni dovuti alla forte urbanizzazione e congestione delle aree presenti in alcuni tratti;
- salvaguardare il complesso delle risorse e del patrimonio cultu‐rale da fattori di rischio quali il degrado, la scarsa tutela e l‟uso improprio del territorio circostante;
- assicurare il coordinamento degli interventi e degli strumenti di pianificazione intercomunali e interprovinciali, in modo da crea‐re opportunità di sviluppo sostenibile e di migliorare la qualità di vita, per ottenere un ambito territoriale di alto valore nel cuore della Lombardia.
Indirizzi prescrittivi, vincoli e tutele Ai fini del Piano si individuano differenti livelli spaziali interessati:
a. il corpo idrico in sé del Naviglio; b. una fascia laterale di pertinenza del Naviglio, più strettamente
influenzata negli aspetti territoriali, paesaggistici, ecosistemici; c. i territori dei Comuni attraversati; d. i territori di Comuni esterni interessati da relazioni con il siste‐
ma Navigli. Con la fascia di cui al punto “b” si intende rappresentare una linea fi‐sica di delimitazione del patrimonio ambientale e paesistico da valo‐rizzare, che costituisce l‟identità stessa del sistema Navigli, stretta‐mente connessa con le qualità peculiari dei manufatti e il loro conte‐sto riconoscibile". Tale linea definisce il limite delle aree già definite da vincoli ministe‐riali, implementate da ulteriori aree non soggette a vincolo specifico, ma che presentano omogenee caratteristiche paesaggistiche e am‐
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bientali tali da creare una sorta di barriera protettiva. Area tematica Territorio Descrizione generale
- Naviglio Grande: l’area di Castelletto di Abbiategrasso è indicata come punto di snodo nel quadro della promozione della fruizio‐ne dei navigli e dei beni storico�monumentali (in particolare Palazzo Stampa e la casa del custode delle acque) e paesistico‐ambientali connessi, sia per quanto concerne la navigabilità, sia per quanto riguarda la rete ciclabile.
- Naviglio di Bereguardo: non si riscontrano ambiti a specifica cri‐ticità, piuttosto la segnalazione di aree di attenzione, in termini di valorizzazione e conservazione della tipologia del paesaggio, è da ritenere estesa all’intero naviglio, con particolare riferi‐mento ai complessi rurali in diretto rapporto con il naviglio.
OBIETTIVO 1 ‐ Strategia di tutela territoriale per la valorizzazione pa‐esistica dei navigli Azione: Indirizzi e prescrizioni per l’individuazione di una fascia di tu‐tela (100m) o per l’ambito di tutela lungo entrambe le sponde e per le interferenze di progetti sovra locali e infrastrutturali. Prescrizioni:
1. Naviglio Grande: - Conservare il carattere agricolo mantenendo i filari e le mac‐
chie boscate. - Per le intersezioni con la rete verde/ecologica regionale è
necessario promuovere la massima continuità degli spazi non costruiti evitando la frammentazione della rete.
2. Naviglio di Bereguardo: - Non vengano previsti interventi di nuova costruzione nella
fascia, venga conservato e ripristinato l’impianto a bosco e dei filari esistenti.
- Le aree contermini alla viabilità esistente dovranno essere utilizzate solo per scopi agricoli, nel caso di una futura previ‐sione di trasformazione la stessa dovrà essere ricondotta ai caratteri agricoli‐rurali che esprime il contesto.
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- Per le intersezioni con la rete ecologica regionale è necessa‐rio mantenere la continuità degli spazi non costruiti evitando la frammentazione della rete.
OBIETTIVO 2 ‐ Valorizzare il sistema rurale e paesistico ambientale A‐zione: Indirizzi per l’individuazione di ambiti per la Rete Verde Regio‐nale e la Rete Ecologica Regionale (fascia 500 m) Indirizzi per gli strumenti di pianificazione locale:
- le funzioni da svolgere sono quelle prettamente agricole; - venga garantita la conservazione di tale fascia destinata alla
funzione agricola primaria e alla qualificazione paesistica del territorio;
- vengano definiti gli assetti ecosostenibili del sistema rurale nel suo rapporto con quello eco sistemico preferendo il modello D di cui al punto 10.2 della DGR 8515/08;
- vengano tutelati gli elementi che costituiscono il paesaggio a‐grario (filari, macchie boscate, fontanili, edifici rurali );
- i documenti dei PGT dovranno assumere tale fascia come conti‐nuità della rete ecologica regionale, indicando misure di mitiga‐zione da prevedere qualora tale fascia venga interrotta;
- l’eventuale ampliamento dell’urbanizzato, da prevedere nei PGT dovrà essere motivato sulla base delle effettive esigenze di sviluppo tenendo conto dell’obiettivo di PTRA.
OBIETTIVO 3 ‐ Realizzare una rete ciclabile per valorizzare la mobilità lenta Azione: Costruzione della rete ciclabile regionale con piste esistenti e di progetto e individuazione infrastrutture correlate Obiettivi:
- la possibilità di utilizzo della bici alternativo e concorrente con l’auto nei tratti entro i 10 Km nel percorso casa‐lavoro come proposta di sviluppo sostenibile, in particolare nella città di Mi‐lano lungo le linee di accesso alla città dalla periferia verso il centro e trasversali nord‐sud, ma anche di connessione tra co‐muni distanti pochi Km. tra loro.
- privilegiare gli ambiti di maggior interesse paesistico o naturali‐
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stico; - privilegiare il riuso delle infrastrutture dismesse di interesse
storico e paesaggistico (ex‐ferrovie, argini, alzaie, ecc.); - dare continuità e connessione alle reti ciclabili delle regioni - confinanti; - coinvolgere gli Enti locali a inserire ed interconnettere le opere
locali in un sistema organico di ampio respiro regionale; - realizzare la rete ciclabile regionale compatibilmente con gli usi
delle alzaie per la gestione e manutenzione dei Navigli; Obiettivi della rete prioritaria regionale:
- proporre verso il Ticino, vista la rete già esistente, collegamenti dai centri della cultura al mondo della natura: da Abbiategrasso a Vigevano passando per il Ticino, dal naviglio di Bereguardo al Pavese passando per la Certosa di Pavia e la città di Pavia, indi‐viduando tratti che collegano i luoghi di rilevanza ambientale.
OBIETTIVO 4 ‐ Recupero aree dismesse e territori degradati Azione: Individuazione su tavola grafica delle aree dismesse e degra‐date. Incentivi per la promozione dell’edilizia sostenibile (DGR n.8/16188 del 20 dicembre 2007). Obiettivi: Nel PTRA Navigli il completamento delle aree libere intercluse e, so‐prattutto, il recupero delle aree dismesse diviene un obiettivo priori‐tario che dovrà indirizzare lo sviluppo urbanistico locale in tutto il si‐stema dei Navigli. In particolare, può rappresentare un’importante opportunità di valorizzazione di quegli episodi facenti parte del pa‐trimonio storico‐architettonico del sistema dei Navigli che oggi risul‐tano dismessi o sottoutilizzati (in primis i complessi rurali, gli edifici di archeologia industriale…) nell’ottica di riequilibrare l’offerta di fun‐zioni e servizi in campo fruitivo e culturale, attraverso interventi ca‐paci di produrre effetti positivi non solo in termini economici, ma an‐che e soprattutto in termini territoriali ed ambientali. In questa pro‐spettiva si segnalano alcune aree di particolare “attenzione”, per le loro condizioni di criticità, per le quali occorre prevedere interventi di riqualificazione paesaggistica: Castelletto di Abbiategrasso.
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OBIETTIVO 5‐ PROGETTO EXPO – Costruzione di un corridoio sosteni‐bile (il comune di Abbiategrasso non è direttamente inserito nell'a‐reale coinvolto dall'obiettivo) OBIETTIVO 6 ‐ Progetti di valorizzazione territoriale del sistema navigli Azione 5: Riqualificazione e rinnovato ruolo urbano per le stazioni del servizio ferroviario regionale. Enti coinvolti: Comuni di Abbiategrasso, Corsico, Gaggiano, Magenta, Pavia, Trezzano sul Naviglio, Turbigo, Vermezzo. Obiettivi:
- rinnovo e riqualificazione delle stazioni esistenti, evidenziando‐ne la funzione e il ruolo di attrattore urbano all’interno del tes‐suto edificato delle città attraversate;
- potenziamento del ruolo e della funzione di nodi di interscam‐bio del sistema della mobilità regionale;
- potenziamento dell’accessibilità ciclabile e pedonale alle stazio‐ni, compresa l’individuazione di spazi adeguati e custoditi per la sosta;
- conservazione e potenziamento del sistema di aree libere. Area tematica Paesaggio OBIETTIVO 1 ‐ Promuovere la conoscenza diffusa del paesaggio dei navigli Azione: Costruzione di un archivio delle conoscenze da diffondere alle comunità locali. OBIETTIVO 2 ‐ Riqualificare e restaurare le sponde, i manufatti idrau‐lici e i sistemi di attraversamento del sistema “naviglio” Azione: Rilievo delle categorie dei manufatti e definizione criteri di in‐tervento. OBIETTIVO 3 ‐ Riqualificare e riutilizzare il patrimonio edilizio esisten‐te Azione: Individuazione degli immobili e definizione criteri di interven‐to.
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OBIETTIVO 4 ‐ Promuovere il paesaggio come opportunità per l’imprenditoria turistica Azione: incentivare il restauro degli elementi di attrattività, salva‐guardare l’integrità del contesto e dei percorsi di relazione. OBIETTIVO 5 ‐ Preservare l’attività agricola e riqualificare il sistema insediativo rurale Azione: Favorire gli interventi di integrazione tra architetture rurali tradizionali e uso agricolo del territorio di pertinenza. OBIETTIVO 6 ‐ Verificare l’impatto paesaggistico delle nuove infra‐strutture Azione: individuazione dell’infrastruttura e definizione di criteri di in‐serimento paesistico. Promozione di progetti pilota. Area tematica Turismo OBIETTIVO 1 ‐ Sviluppare la navigazione Azione: sviluppo della navigazione inizialmente anche per tratti e del‐la mobilità sostenibile sul tratto lombardo dell’itinerario Locarno – Milano – Venezia: dal Lago Maggiore a Milano e da Milano a Pavia. OBIETTIVO 2 ‐ Promozione turistica degli itinerari ciclabili Azione: Miglioramento della qualità dell’offerta turistica della mobili‐tà lenta. Linee di intervento:
- completamento degli itinerari ciclabili esistenti e nello sviluppo di ulteriori circuiti turistici in relazione ad eventi e/o manifesta‐zioni;
- gestione efficiente ed unificata della rete ciclabile; - miglioramento e completamento dei nodi di interscambio mo‐
dale (in particolare con le linee ferroviarie) e con le aree di par‐cheggio e sosta;
- creazione di un efficace sistema di orientamento e segnaletica turistica, anche mediante l’utilizzo di tecnologie innovative;
- creazione di punti di ristoro, informazione ed assistenza lungo gli itinerari (infopoint, bicipoint, bici grill, noleggio bici, etc.).
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OBIETTIVO 3 ‐ Valorizzare il patrimonio storico, culturale e ambientale Azione: Realizzare circuiti turistici culturali. Indirizzi: Al fine di sviluppare percorsi a tema basati sull’elemento acqua che invitino alla scoperta delle risorse naturali e culturali presenti sul ter‐ritorio è necessario:
- migliorare l’accessibilità e quindi la fruibilità del patrimonio e delle risorse culturali rispetto ai diversi target di utenza (scuole, giovani, famiglie, gruppi, etc.);
- fare sistema tra i servizi di informazione e accoglienza al turista, in modo da far conoscere in maniera capillare le potenzialità tu‐ristiche del territorio;
- realizzare piattaforme e strumenti informatici che consentano di poter fruire di contenuti multimediali, informazioni e servizi relativi a luoghi visitabili, attrazioni turistiche, servizi informati‐vi, etc.
- collegare la partecipazione agli eventi ad altre proposte di turi‐smo culturale che incentivino il turista a permanere più tempo sul territorio (itinerari, calendari eventi e circuiti turistici);
- favorire il destination management dei servizi presenti lungo gli - itinerari e in prossimità dei luoghi di interesse turistico (es. bi‐
glietti integrati per la mobilità, card per accesso eventi / musei, servizi dedicati ai diversi target di utenza che percorrono gli iti‐nerari);
- incentivare il coordinamento dei tempi e degli orari del turismo, migliorando la capacità di accogliere tenendo conto di come servizi e luoghi visitabili rispondono alle esigenze di chi arriva e soggiorna e della qualità dell’offerta nei diversi momenti del giorno, della settimana e dell’anno.
Azione: Attivazione di un sistema museale dei Navigli. Ecomuseo dell'Est Ticino L’Est Ticino è un’area ricca di valori storici, culturali e ambientali, compresa tra il Naviglio Grande ed il Ticino. La sua peculiarità è quella di essere cerniera d’incontro tra il Parco del Ticino e il Parco Agricolo Sud di Milano; nell’area metropolitana milanese è infatti il territorio che conserva la più vasta superficie di suolo non edificato.
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Un ambiente agricolo e naturalistico di grande pregio paesaggistico che offre allo sguardo dei visitatori panorami rurali frammisti alla sel‐va boschiva a ridosso del Ticino fino al Bosco Planiziale di Riazzolo. Al‐tra peculiarità sono i corsi d’acqua, risorsa fondamentale per lo svi‐luppo delle comunità e dell’agricoltura: fontanili, canali, il Ticino e lo stesso Naviglio Grande che attraversa i due parchi. Ambiente rurale, ma anche patrimonio artistico, architettonico di no‐tevole valore culturale, religioso e civile: ville, palazzi, chiese ed abba‐zie ancora oggi ben conservate. Un territorio che conserva archivi storici e fotografici, mostre permanenti e che ha saputo valorizzare realtà produttive, saperi e capacità manuali. Lungo il Naviglio Grande e il Naviglio Pavese sono presenti numerose attrattive di carattere storico, culturale ed architettonico. Tralascian‐do Milano e Pavia, che non necessitano di presentazioni, è possibile ricordare l’importanza dei centri storici di Magenta e Abbiategrasso, oltre alla presenza di numerosi centri minori di grande interesse (Ro‐becco sul Naviglio, Boffalora, Certosa di Pavia, etc.). A questo proposito è importante ricordare l’accordo di programma sottoscritto da regione Lombardia, comune di Abbiategrasso, Provin‐cia di Milano, Università degli Studi di Milano, Aler di Milano e agen‐zia del Demanio di Milano, finalizzato al recupero funzionale di com‐plessi monumentali in comune di Abbiategrasso e che riguarda:
- Ex convento dell’Annunziata da destinare in parte a sede uni‐versitaria e in parte a sede espositiva e museale,
- Casa del Guardiano delle Acque da destinare ai laboratori della - facoltà di Chimica per studi sulle acque; - Palazzo Stampa da destinare all’allestimento di spazi museali in
particolare un Museo delle Acque. OBIETTIVO 4 ‐ Sviluppare la ricettività, i servizi di accoglienza, il mar‐keting territoriale Azione: Sviluppare una ospitalità diffusa, promuovere l’offerta turi‐stica in un’ottica di marketing territoriale.
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Piano Territoriale di Coordinamento della Città Metropolita‐na di Milano Il 22.12.2014 è stato approvato lo Statuto della Città Metropolitana di Milano con il quale il nuovo ente sostituisce la Provincia di Milano nelle funzioni di indirizzo e programmazione del territorio, facendo propri, in attesa degli opportuni adeguamenti, anche gli strumenti di pianificazione territoriale approvati dall'ente provinciale. La Provincia di Milano ha approvato l'adeguamento del Piano Territo‐riale di Coordinamento Provinciale (PTCP) alla LR 12/2005 il 17 di‐cembre 2013 con Delibera di Consiglio n. 93. Il PTCP variato ha acquistato efficacia il 19 marzo 2014, con la pubbli‐cazione dell'avviso di definitiva approvazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – Serie Avvisi e Concorsi, n. 12, secondo quanto prescritto all'art.17, comma 10 della LR 12/2005. Dalla relazione generale del PTCP si estraggono alcuni parti utili a comprendere la strategia generale dello strumento. Le strategie di Piano La strategia di fondo che orienta e caratterizza l’adeguamento del PTCP è il rafforzamento del policentrismo costitutivo e storicamente determinatosi nella costruzione del territorio milanese, oggi appan‐nato dallo sviluppo più recente concentrato in forma radiale sul polo regionale di Milano, puntando prevalentemente su:
- Potenziamento della “densità qualificata” dei poli del sistema urbano policentrico articolato in una Città centrale, che com‐prende Milano e altri 24 comuni, e in 10 Poli attrattori;
- Qualificazione ed estensione delle reti infrastrutturali, raffor‐zando le connessioni trasversali, prolungando verso l’esterno la rete metropolitana e i servizi ferroviari e potenziando il sistema degli interscambi;
- Qualificazione dell’ambiente e del paesaggio urbano, agricolo e naturalistico salvaguardando gli spazi aperti tra polo e polo e tra questi e il polo centrale;
- Potenziamento e riqualificazione del sistema paesistico‐ambientale con la costruzione di un sistema a rete degli spazi verdi articolato in una Rete verde, nelle Grande Dorsali Territo‐
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riali (Dorsale Verde Nord, Dorsali Est e Ovest rappresentate dal‐le valli dell’Olona e del Lambro), nel Sistema dei Navigli.
Obiettivo centrale per il PTCP è la “qualità”, intesa come concetto complesso verso cui concorrono aspetti di valenza paesistica, am‐bientale, estetico‐percettiva, funzionale e relazionale. Di particolare rilievo è il tema degli spazi aperti e delle aree di frangia, correlati a quello della qualità ambientale e spaziale degli insediamenti urbani. Devono essere contrastate e corrette le tendenze in atto verso un ec‐cessivo e cattivo uso del suolo che porta a disseminare gli insedia‐menti senza criterio, con gravi costi urbanistici e ambientali e con la compromissione di un bene così faticosamente e sapientemente co‐struito dalle generazioni che ci hanno preceduto quale è quello del paesaggio urbano e agrario. Per il sistema insediativo, fermo restando l’obiettivo strategico di fondo di rafforzare il sistema policentrico dei centri urbani di secondo ordine, che rappresentano le dorsali della struttura territoriale, il PTCP punta a ridurre il consumo di suolo introducendo nuovi mecca‐nismi per il contenimento dello stesso finalizzati in particolar modo alla qualificazione delle trasformazioni, alla densificazione della for‐ma urbana e al recupero delle aree dismesse o degradate. Il Piano favorisce lo sviluppo e il potenziamento dell’offerta di hou‐sing sociale con interventi di elevata qualità urbana e architettonica integrati con il tessuto urbano esistente favorendo il reperimento di aree e l’introduzione negli strumenti di pianificazione locale di appo‐siti meccanismi urbanistici finalizzati alla realizzazione degli interventi stessi. Per quanto attiene l’assetto infrastrutturale, il PTCP assume un mo‐dello a rete simile a quello messo in atto e sperimentato con successo da aree metropolitane europee analoghe a quella milanese, fondato su un sistema gerarchico basato sul trasporto pubblico su ferro, con alleggerimento del sistema urbano centrale mediante linee metropo‐litane miste che servono l’agglomerazione esterna interconnesse con le linee regionali su ferro e con le linee nazionali/internazionali su nodi anche esterni al sistema della città centrale. Il PTCP mette a sistema la rete degli spazi verdi puntando al poten‐ziamento della Rete Ecologica, alla progettazione delle Grandi Dorsali
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territoriali e alla costruzione della Rete Verde strategica per il Piano Territoriale Regionale. La Rete Verde della Provincia di Milano, individuata dal PTCP, costi‐tuisce infatti un sistema integrato di boschi, alberi e spazi verdi ai fini della qualificazione e ricomposizione paesaggistica dei contesti urba‐ni e rurali, della tutela dei valori ecologici e naturali del territorio, del contenimento del consumo di suolo e della promozione di una mi‐gliore fruizione del paesaggio. La Rete Verde si relaziona in modo stretto con la Rete Ecologica, che assume, in tal senso, specifico valo‐re paesaggistico, unitamente agli elementi del Piano d’Indirizzo Fore‐stale, ai Parchi Locali di Interesse Sovracomunale, agli ambiti di tutela faunistica di cui al Piano faunistico�venatorio, alle greenway e alle mitigazioni verdi dei corridoi infrastrutturali. In osservanza al Piano Territoriale Regionale d’Area “Navigli Lombardi”, contribuisce inoltre alla definizione della Rete Verde provinciale la “fascia di tutela di 500 m” dalle sponde dei Navigli. Opportunità connesse all’adeguamento Nell’adeguamento del PTCP è stato necessario ridefinire le previsioni con efficacia prescrittiva e prevalente e il relativo campo di applica‐zione, secondo quanto indicato all’art. 18 della LR 12/2005 e come precisato dai criteri deliberati dalla Giunta Regionale (DGR 8059/08 del 19/09/2008) e con il PTR. Nel processo di adeguamento del PTCP, sono risultate di particolare riguardo le tematiche paesaggistiche L’adeguamento ha offerto un’occasione per una rilettura degli obiettivi e delle azioni del PTCP, alla luce dell’efficacia dimostrata dall’operatività del piano stesso e della loro condivisione con gli attori delle trasformazioni territoriali. E’ stato inoltre occasione di aggiornamento e integrazione rispetto alle politiche dell’Ente, nel quadro complessivo delle linee program‐matiche individuate dall’Amministrazione. Tra queste risulta partico‐larmente innovativo, il tema del fabbisogno abitativo e dell’housing sociale, per il quale sono stati condotti specifici approfondimenti che hanno trovato concreta e sinergica applicazione all’interno dello stesso PTCP.
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I macro‐obiettivi del PTCP L’adeguamento del PTCP ha rafforzato e migliorato i macro‐obiettivi del PTCP del 2003, trasversali a tutti i sistemi territoriali rispetto ai quali è articolato il Piano, introducendone un sesto, legato al nuovo tema della casa e dell’housing sociale. I macro‐obiettivi riformulati dal PTCP adeguato sono i seguenti:
- Macro‐obiettivo 01 – Compatibilità paesistico‐ambientale delle trasformazioni. Verificare le scelte localizzative del sistema insediativo assicu‐rando la tutela e la valorizzazione del paesaggio, dei suoi ele‐menti connotativi e delle emergenze ambientali, la difesa del suolo nonché la tutela dell’agricoltura e delle sue potenzialità, cogliendo le opportunità di inversione dei processi di degrado in corso.
- Macro‐obiettivo 02 – Razionalizzazione e sostenibilità del siste‐ma della mobilità e sua integrazione con il sistema insediativo. Verificare la coerenza tra le dimensioni degli interventi e le fun‐zioni insediate rispetto ai diversi livelli di accessibilità, valutati in relazione alla presenza e alla capacità del trasporto pubblico e privato di persone, merci e informazioni, e verificare la sosteni‐bilità ambientale ed economica delle specifiche eventuali mag‐giori esigenze indotte dalle previsioni insediative.
- Macro‐obiettivo 03 ‐ Potenziamento della rete ecologica. Favorire la realizzazione di un sistema di interventi di conserva‐zione e di potenziamento della biodiversità e di salvaguardia dei varchi inedificati, fondamentali per la rete e per i corridoi ecologici.
- Macro‐obiettivo 04 – Policentrismo, riduzione e qualificazione del consumo di suolo. Favorire la densificazione della forma urbana, il recupero e la ri‐funzionalizzazione delle aree dismesse o degradate, la compat‐tazione della forma urbana, conferendo una destinazione con‐solidata, che privilegi la superficie a verde permeabile alle aree libere intercluse e in generale comprese nel tessuto urbano consolidato. Qualora le aree interessate da previsioni di trasformazioni di iniziativa pubblica
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o privata non siano attuate, favorirne il ritorno alla destinazione agricola. Escludere i processi di saldatura tra diversi centri edifi‐cati e gli insediamenti lineari lungo le infrastrutture.
- Macro‐obiettivo 05 ‐ Innalzamento della qualità dell'ambiente e dell’abitare. Favorire un corretto rapporto tra insediamenti e servizi pubblici o privati di uso pubblico anche attraverso l’incremento delle a‐ree per servizi pubblici, in particolare a verde. Tutelare i valori identitari e culturali dei luoghi. Favorire la riqualificazione am‐bientale delle aree degradate e il sostegno alla progettazione urbana e architettonica di qualità e alla progettazione edilizia ecosostenibile e bioclimatica. Favorire l’impiego di tecniche urbanistiche compensative e pe‐requative di livello comunale e sovracomunale per il persegui‐mento del macroobiettivo.
- Macro‐obiettivo 06 – Incremento dell’housing sociale in risposta al fabbisogno abitativo e promozione del piano casa. Favorire la diversificazione dell’offerta insediativa al fine di ri‐spondere alla domanda di housing sociale per i nuclei familiari che non possono accedere al libero mercato immobiliare. Favo‐rire interventi di housing sociale di elevata qualità urbana e ar‐chitettonica integrati con il tessuto urbano esistente e motori virtuosi per il recupero delle periferie. Prevedere il reperimento di aree da destinare ad interventi di housing sociale e l’introduzione negli strumenti di pianificazione locale di meccanismi urbanistici che favoriscano la realizzazione degli in‐terventi stessi.
Oltre ai macro‐obiettivi di cui sopra, le Norme di Attuazione del PTCP contengono obiettivi specifici per alcune tematiche rilevanti che si ri‐portano di seguito. Art. 17 ‐ Obiettivi per la tutela e la valorizzazione del paesaggio 1. […] costituiscono obiettivi per la tutela e la valorizzazione del pae‐saggio quelli indicati qui di seguito e nei successivi articoli del presen‐
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te capo: a) Tutelare e valorizzare gli ambiti e gli elementi costitutivi del pae‐saggio provinciale e i caratteri che ne definiscono l’identità; b) Favorire la qualità paesistica e architettonica dei progetti, ponendo particolare cura al corretto inserimento delle trasformazioni nel con‐testo; c) Riqualificare la frangia urbana e recuperare un rapporto organico tra spazi aperti e spazio urbanizzato; d) Riqualificare e recuperare gli ambiti, le aree degradate e gli ele‐menti detrattori, attraverso un’analisi delle cause di degrado e l’attivazione di politiche efficaci nella rimozione delle cause e dell’inversione del processo di degrado; e) Migliorare le condizioni di compatibilità paesistico‐ambientale de‐gli insediamenti produttivi e commerciali; f) Diffondere la consapevolezza e la conoscenza dei valori paesistici e la fruizione del paesaggio. 2. Costituisce altresì obiettivo primario per la tutela e la valorizzazio‐ne del paesaggio il recepimento delle misure di tutela del PTR regio‐nale. Art. 19bis – Il sistema rurale–paesistico‐ambientale 2. Costituiscono specifici obiettivi per il sistema rurale‐paesistico‐ambientale, da perseguire anche attuando gli indirizzi di cui al succes‐sivo comma: a. tutela della continuità spaziale tra ambienti naturali e seminaturali in funzione della connessione della rete ecologica e della costruzione della rete verde provinciale; b. tutela e valorizzazione del paesaggio agricolo e dei fattori produtti‐vi dell’attività agricola, in funzione dei diversi contesti ambientali e paesaggistici; c. contrastare fenomeni di banalizzazione e omologazione territoriale e paesistica; d. evitare l’inserimento di elementi contrastanti e/o incompatibili con i paesaggi agricoli e rurali. 3. Per il sistema rurale‐paesistico‐ambientale valgono i seguenti indi‐rizzi:
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a) considerare le aree verdi di connessione urbana quali componenti fondamentali del più complessivo sistema integrato di fruizione degli spazi aperti; b) coordinare gli interventi di recupero e riqualificazione degli spazi aperti esistenti e residui con gli spazi aperti relativi alle nuove tra‐sformazioni; c) promuovere la multifunzionalità del sistema degli spazi aperti in ambito periurbano in un’ottica di modello insediativo multipolare; d) riconoscere e rafforzare, mediante l’attuazione di interventi di ri‐qualificazione paesaggistica e ambientale, il sistema complessivo del‐le acque e della rete idrica naturale quale sistema strutturante per la valorizzazione degli spazi aperti e del territorio provinciale. Art. 36 ‐ Obiettivi per la difesa del suolo 2. […] il PTCP definisce i seguenti obiettivi specifici: a. Prevenire il rischio idrogeologico e sismico, stabilizzare e consolida‐re i terreni; b. Ripristinare gli equilibri idrogeologici e ambientali, tutelare e valo‐rizzare gli elementi geologici e geomorfologici del territorio provincia‐le; c. Tutelare, risanare e valorizzare le risorse idriche superficiali e sot‐terranee ed i relativi ambiti al fine di impedire ogni forma impropria di utilizzo e trasformazione e per prevenire e ridurre l'inquinamento e ripristinare e mantenerne la capacità naturale di auto depurazione; d. Migliorare la qualità dei suoli e prevenire i fenomeni di contamina‐zione, promuovendo altresì la bonifica dei suoli contaminati; e. Limitare e razionalizzare l’apertura di nuovi poli estrattivi evitando il prelievo in acqua, garantire la loro migliore integrazione nel conte‐sto locale e recuperare i poli dismessi. Art. 38 ‐ Ciclo delle acque 2. […] costituiscono ulteriori obiettivi per il ciclo delle acque: a) Prevedere soluzioni progettuali che regolino il deflusso dei drenag‐gi urbani verso i corsi d’acqua, anche individuando aree in grado di fermare temporaneamente le acque nei periodi di crisi e bacini multi‐funzionali fitodepuranti;
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b) Prevedere, ove possibile negli impianti di depurazione di progetto, l'adozione del trattamento terziario e di processi di fitodepurazione o di lagunaggio; c) Promuovere il risparmio idrico, la distinzione delle reti di distribu‐zione in acque di alto e basso livello qualitativo e interventi di riciclo e riutilizzo delle acque meteoriche nei nuovi insediamenti. d) Promuovere l’integrazione tra pianificazione territoriale e pianifi‐cazione dei servizi idrici, di fognatura e depurazione. Art. 42 ‐ Obiettivi per la tutela e lo sviluppo degli ecosistemi 1. […] costituiscono ulteriori obiettivi per la tutela e lo sviluppo degli ecosistemi quelli indicati qui di seguito e nei successivi articoli del presente capo. Sono altresì obiettivi considerati quelli della DGR n.8/10962 del 30/09/2009, della Rete Ecologica Regionale (RER), nonché quelli generali desumibili dalla Convenzione di Berna, ratifica‐ta con la legge 5 agosto 1981, n.503, e dalla direttiva 92/43/CEE “Habitat”. a) Valorizzare e ricostruire le relazioni tra gli ambiti di valore ambien‐tale e naturalistico di diverso ordine e grado, con particolare atten‐zione alle connessioni tra i siti della Rete Natura 2000 e gli ambiti di tutela faunistica; b) Salvaguardare la biodiversità (flora e fauna) e potenziare le unità ecosistemiche di particolare pregio; c) Salvaguardare i varchi per la connessione ecologica, evitando la saldatura degli ambiti costruiti e urbanizzati e potenziare gli altri ele‐menti costitutivi della rete ecologica; d) Rendere permeabili le interferenze delle infrastrutture lineari esi‐stenti o programmate sulla rete ecologica. Art. 64 ‐ Obiettivi del sistema infrastrutturale della mobilità 1. […] il PTCP definisce per il sistema infrastrutturale della mobilità i seguenti ulteriori obiettivi specifici: a) Sviluppare il sistema dei trasporti secondo modalità economica‐mente, socialmente ed ambientalmente sostenibili, riducendo la ne‐cessità di spostamento, favorendo le relazioni di vicinato ed orien‐tando la domanda di trasporto verso scelte modali e tecnologie meno
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impattanti; b) Utilizzare tecnologie e sistemi sostenibili al fine di minimizzare le pressioni ambientali, e indirizzando i fornitori di servizi di trasporto verso standard energetici sostenibili; c) Favorire lo sviluppo dell’information tecnology applicata ai tra‐sporti, per la gestione delle informazioni e per orientare le scelte dei viaggiatori; d) Potenziare il sistema delle connessioni viabilistiche trasversali, programmare collegamenti tangenziali per alleggerire il centro, crea‐re linee di forza esterne, attivando opportuni accordi per costruire un quadro strategico concertato che metta a sistema le scelte comunali con i progetti di rilevanza sovralocale; e) Assumere un modello a rete e gerarchico del trasporto pubblico basato sul ferro per l’accesso al sistema urbano centrale, potenzian‐do le linee ferroviarie e le metropolitane e favorendo le interconnes‐sioni su nodi qualificati, esterni al capoluogo; f) Orientare i sistemi tariffari sulla base dell’impatto ambientale dei differenti sistemi; g) Favorire lo sviluppo di una rete ciclabile di supporto agli sposta‐menti operativi quotidiani, connessa ai nodi di interscambio del tra‐sporto pubblico e ai principali generatori di traffico; h) Assoggettare lo sviluppo del sistema infrastrutturale ad azioni mi‐rate alla riduzione del consumo di suolo con adeguata progettazione delle aree contermini; i) Migliorare l’inserimento ambientale e paesistico delle nuove infra‐strutture viabilistiche e di quelle da potenziare sia mediante soluzioni progettuali ambientalmente compatibili, sia proponendo adeguate opere di mitigazione e compensazione degli interventi; j) Promuovere l’attività di mobility management a favore di uno svi‐luppo sostenibile e diffusione/incentivazione di sistemi di trasporto alternativi (car‐sharing, car‐pooling). Art. 68 ‐ Criteri per la mobilità nella pianificazione comunale 1. Oltre […] agli obiettivi specifici per la mobilità di cui all’art. 64, il PTCP definisce i seguenti ulteriori obiettivi:
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a) Integrare e coordinare la programmazione dei trasporti (persone e merci) e la pianificazione territoriale; b) Favorire modelli territoriali ed urbani caratterizzati da basso im‐patto sul sistema della mobilità, al fine di limitare la necessità di spo‐stamento casa/lavoro/servizi/tempo libero; c) Concentrare lo sviluppo urbano nei luoghi di maggior accessibilità e in condizione di sostenibilità delle differenti modalità di trasporto; d) Individuare processi e strumenti di governo della mobilità a scala locale per una gestione flessibile dell’offerta di trasporto e la diffu‐sione di tecnologie e sistemi a basso impatto ambientale. Art.69 ‐ Obiettivi per il sistema insediativo 1. […] il PTCP definisce i seguenti obiettivi specifici per il sistema in‐sediativo: a) Rilanciare la struttura policentrica, mettendo efficacemente in rete i centri del territorio provinciale, creando occasioni per implementare un percorso di pianificazione strategica costruendo sinergie tra aree di eccellenza e utilizzando meccanismi perequativi, compensativi e incentivanti per la gestione delle ricadute delle concentrazioni inse‐diative; b) Definire modelli localizzativi coerenti con un territorio basato sullo sviluppo delle vocazioni e sul sostegno all’innovazione; c) Favorire la densificazione qualificata nel Territorio Urbanizzato (TU), concentrandovi i servizi e l’eventuale fabbisogno abitativo, su‐bordinando le trasformazioni esterne al TU, al miglioramento della densità al suo interno; d) Organizzare una nuova rete territoriale che riequilibri i pesi tra centro e resto della provincia e puntare allo sviluppo delle potenziali‐tà presenti nel vasto territorio della regione urbana milanese lom‐barda, rilocalizzando le grandi funzioni urbane; e) Potenziare i poli urbani che godono delle migliori condizioni di ac‐cessibilità, favorendo in essi l’insediamento di funzioni qualificate, modulando anche i parametri sul consumo di suolo e rafforzandone l’identità; f) Mettere in atto politiche insediative non dissipative, orientate a ri‐durre il consumo di suolo e garantire la sostenibilità ambientale delle
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trasformazioni delle diverse aree del territorio provinciale, limitare l’effetto sprawl e l’addensamento lungo i tracciati della viabilità; g) Perseguire l’identità e la reciproca distinzione dei centri urbani e del territorio rurale circostante, collocando le espansioni insediative in stretta continuità con il territorio urbanizzato ed evidenziando la percezione dei confini dell’urbano con l’eventuale ridefinizione dei margini e privilegiare il recupero delle aree dismesse o degradate e non ridurre quelle utilizzate a scopi agricoli; h) Riorganizzare la città dispersa e attrezzarla perché diventi il luogo privilegiato di produzione e distribuzione di conoscenza e innovazio‐ne, anche mediante estensione e diffusione delle reti telematiche; i) Incentivare e concorrere alla realizzazione di abitazioni di housing sociale per le categorie più disagiate e attivare meccanismi di gover‐nance finalizzati al coordinamento e al sostegno delle azioni in capo ai Comuni, orientando a tali fini gli strumenti di pianificazione locali; k) Sviluppare forme di governance per le politiche insediative, coor‐dinare a livello intercomunale le politiche urbane, promuovere e fa‐vorire la concertazione tra enti e forme associative tra Enti con confi‐gurazione variabile in funzione dei temi e degli obiettivi, in particola‐re per i temi del riuso delle grandi aree dismesse da coordinare me‐diante progetti unitari che tengano conto anche delle ricadute sul si‐stema della mobilità. Art.71 ‐ Qualificazione delle trasformazioni 2. […] il PTCP definisce i seguenti ulteriori obiettivi per la qualifica‐zione delle trasformazioni: a) Integrare la componente paesaggistica nelle politiche territoriali e nei diversi percorsi pianificatori e progettuali per migliorarne la quali‐tà, caratterizzandola come supporto qualitativo per la vita dei resi‐denti e quale indicatore di efficienza economica; b) Considerare gli elementi di degrado come opportunità di recupero qualitativo dei luoghi, in particolare nelle aree di frangia, ridisegnan‐do i margini che separano la città dalla campagna e qualificando gli interventi di housing sociale, quali motori virtuosi di recupero delle periferie; c) Coordinare la qualità architettonica degli interventi, delle opere di
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mitigazione e ambientazione paesaggistica anche al fine di potenziare il sistema delle dotazioni ecologiche e ambientali; d) Promuovere un adeguato mix funzionale, evitando di creare ambiti monofunzionali, favorendo le relazioni di vicinato anche al fine di contribuire alla coesione sociale e al miglioramento della sicurezza del territorio; e) Favorire l’utilizzo di materiali naturali e ambientalmente sostenibili nell’edilizia, evitando l’impiego di sostanze potenzialmente dannose per la salute e favorendo l’utilizzo di prodotti riciclati e riciclabili; f) Favorire la progettazione orientata a controllare i consumi delle ri‐sorse primarie, le opportunità di risparmio, le possibilità di ottimizza‐zione, riciclo e recupero di energia, acqua, rifiuti; g) Incentivare il raggiungimento di elevati standard di efficienza ener‐getica negli edifici, promuovendo progetti architettonici e tecnologie edilizie di qualità energetica (classe A); h) Migliorare l’efficienza della gestione dell’acqua negli edifici, relati‐vamente all’approvvigionamento per usi potabili, per l’irrigazione e per gli eventuali interventi di regolazione del clima interno; i) Concorrere a ridurre il volume degli scarichi di punta delle acque meteoriche sulle reti di smaltimento facilitandone il recupero per usi compatibili; l) Strutturare il verde di quartiere al fine di valorizzarne la capacità di mitigare gli effetti sul clima (costituzione di isole di calore), in relazio‐ne alla funzione di controllo dei flussi d’acqua, di filtro delle contami‐nazioni, di produzione di ossigeno, al fine di compensare gli impatti delle trasformazioni; m) Coordinare le trasformazioni rispetto al territorio consolidato, e‐stendendo i vantaggi dei nuovi interventi alle porzioni di città esisten‐te, migliorandone la qualità, anche attraverso la perequazione e la compensazione; n) Razionalizzare il sistema delle reti tecnologiche, ponendo partico‐lare attenzione al tema dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici; o) Promuovere la localizzazione dei parchi fotovoltaici all’esterno del‐le aree agricole e dei contesti di pregio paesistico, favorendo altresì le localizzazioni nei contesti urbanizzati terziari, commerciali o pro‐
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duttivi, in particolare incentivando l’utilizzo delle superfici di copertu‐ra degli edifici; p) Ridurre le situazioni di degrado del clima acustico, con particolare attenzione ai recettori sensibili, e monitorare il livello di inquinamen‐to luminoso; q) Migliorare le condizioni di compatibilità ambientale degli insedia‐menti produttivi e limitare le situazioni di pericolo e di inquinamento connesse ai rischi industriali. Art.76 ‐ Il sistema del commercio 1. […] il PTCP definisce i seguenti ulteriori obiettivi per il sistema del commercio: a) Agevolare i processi di razionalizzazione e ammodernamento dell’offerta commerciale negli ambiti urbani; b) Sostenere e valorizzare lo sviluppo e la qualificazione dei sistemi commerciali urbani, dei centri commerciali naturali, dei Distretti Ur‐bani del Commercio degli esercizi di vicinato anche favorendo condi‐zioni di equilibrio tra le diverse tipologie e formule commerciali; c) Disincentivare il consumo di aree libere in contesti extraurbani per la localizzazione di nuove funzioni commerciali, in particolare medie e grandi strutture di vendita, privilegiando la localizzazione in contesti urbani, prioritariamente connessi alla riqualificazione di comparti ur‐bani con presenza di idonei mix funzionali; d) Agevolare la complessiva integrazione del sistema distributivo commerciale con il sistema della mobilità e in particolare con il tra‐sporto pubblico, favorendo interventi che risolvano criticità pregres‐se. 2. Qualora il Comune preveda la localizzazione di nuove grandi strut‐ture di vendita nel proprio territorio, il PGT supporta tale scelta con adeguate valutazioni condotte a una scala più ampia rispetto al terri‐torio comunale, in relazione all’ambito di gravitazione, al sistema e‐conomico commerciale e alle potenziali ricadute, in particolare ri‐spetto a: a) Riuso del tessuto urbano consolidato e riduzione dell’impermeabilizzazione complessiva dei suoli; b) Contributo al potenziamento, alla razionalizzazione e al coordina‐
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mento del sistema dei servizi, in particolare nei Comuni Polo Attrat‐tore; c) Rispetto dei parametri di riferimento di cui all’art.71, comma 4; d) Contributo alla sostenibilità delle condizioni di mobilità; e) Contributo all’attuazione dei progetti strategici di rete ecologica provinciale e grandi dorsali territoriali, all’attuazione dei parchi locali di interesse sovracomunale, allo sviluppo di meccanismi di compen‐sazione ambientale delle trasformazioni, in particolare in rapporto al‐la attuazione di interventi di qualificazione energetica, paesistica e ambientale del territorio. 3. Le previsioni di localizzazioni di nuove grandi strutture di vendita devono essere orientate prioritariamente nei Comuni individuati co‐me Polo Attrattore ai sensi dell’art.72. 4. È incompatibile la localizzazione e la realizzazione di aree commer‐ciali all'interno di siti della Rete natura 2000, parchi naturali, riserve naturali regionali, monumenti naturali, parchi regionali – ad esclusio‐ne delle zone IC del Parco Lombardo della Valle del Ticino.
Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Lombardo del‐la Valle del Ticino Il PTC del Parco Regionale è stato approvato con DGR VII/5983 del 02/08/2001, rettificato con DGR VII/6090 del 14/09/2001 e aggiorna‐to con DGR VIII/4186 del 21/02/2007. La tutela del Parco si rivolge a:
- la diversità biologica e i patrimoni genetici esistenti; - le acque, sia per quanto concerne il loro regime che la loro qua‐
lità; - il suolo, per le ragioni di ordinata conservazione degli elementi
che formano il patrimonio paesaggistico e naturale della Valle e delle aree contermini, ivi comprese le aree edificate;
- i boschi e le foreste, per la loro conservazione, recupero e cor‐retta utilizzazione;
- il patrimonio faunistico per la salvaguardia ed il mantenimento dell’equilibrio biologico ed ambientale del territorio;
- l’agricoltura per il suo ruolo multifunzionale e per l’attività im‐
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prenditoriale, tesa al raggiungimento dei propri risultati eco‐nomici, che svolge una funzione insostituibile per la salvaguar‐dia, la gestione e la conservazione del territorio del Parco del Ti‐cino;
- le emergenze archeologiche, storiche e architettoniche intese come documenti fondamentali per la caratterizzazione del terri‐torio e del paesaggio;
- la qualità dell’aria; - la cultura e le tradizioni popolari della valle del Ticino; - tutti gli altri elementi che costituiscono l’ambiente naturale e il
paesaggio della valle del Ticino, intesi nella loro accezione più ampia.
Il territorio del comune di Abbiategrasso risulta compreso nella sua totalità all’interno del Parco Regionale. A livello azzonativo è suddivi‐so dal PTC zone omogenee pressochè parallele tra loro che seguono l'andamento del corso del Ticino. Procedendo da est verso ovest si riconoscono:
- Zona IC (zone di iniziativa comunale orientata) Comprendente il capoluogo e le frazioni In tali aree le decisioni in materia di pianificazione urbanistica sono demandate agli strumenti urbanistici comunali da redigersi nel rispetto delle norme in materia di tutela del paesaggio.
- Zona G2 (zone di pianura irrigua a preminente vocazione agrico‐la) Corrispondente alla porzione orientale del territorio comunale nella quale si sviluppa l'urbanizzato In tale ambito l’uso del suo‐lo dovrà essere indirizzato al raggiungimento della miglior valo‐rizzazione agronomica e protettiva nonché in funzione del recu‐pero degli elementi paesistici. L’attuale destinazione agricola dovrà quindi essere mantenuta. Sono ammessi tutti gli interven‐ti edilizi inerenti la conduzione dei fondi agricoli e/o il manteni‐mento delle strutture zootecniche esistenti. E’ ammesso altresì il recupero delle strutture produttive esistenti ad usi residenzia‐li, a scopi sociali o per strutture per il tempo libero, purché non venga realizzata nuova volumetria e vengano predisposti inter‐venti di mitigazione ambientale.
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- Zona C2 (zone agricole e forestali a prevalente interesse pae‐saggistico) Corrispondente alla fascia che si estende a ridosso dell'orlo del‐la valle fluviale Nelle zone C2 il territorio è destinato prevalen‐temente all’attività agricola nel rispetto degli elementi di carat‐terizzazione paesistica, di conseguenza sono ammessi tutti gli interventi edilizi inerenti la conduzione dei fondi agricoli e/o il mantenimento delle strutture zootecniche esistenti. E’ ammes‐so altresì il recupero delle strutture produttive esistenti ad usi residenziali, a scopi sociali o per strutture per il tempo libero, purché non venga realizzata nuova volumetria e vengano predi‐sposti interventi di mitigazione ambientale. Viene imposta la tutela delle aree boscate già esistenti con la prescrizione di piantumare nuova vegetazione in sostituzione di quella eventualmente prelevata.
- Zona C1 (zone agricole e forestali a prevalente interesse fauni‐stico) L’attività agricola è consentita nel rispetto dei valori paesaggi‐stici (in particolare di rilevanza storica) che il territorio esprime. Non è consentita la realizzazione di edifici a carattere produttivo (ad eccezione di quelli connessi all’attività rurale), mentre sono consentite operazioni di recupero e parziale ampliamento delle aziende agricole (secondo quanto stabilito dalle norme del PTC). E’ ammesso altresì il recupero delle strutture produttive esi‐stenti ad usi residenziali, a scopi sociali o per strutture per il tempo libero, purché non venga realizzata nuova volumetria e vengano predisposti interventi di mitigazione ambientale. Viene imposta la tutela delle aree boscate già esistenti con la prescrizione di piantumare nuova vegetazione in sostituzione di quella eventualmente prelevata.
- Zona B3 (zone di rispetto delle zone naturalistiche perifluviali) Sono aree di connessione e filtro tra la parte di territorio a tute‐la assoluta e il restante ambito del Parco. In queste aree, oltre gli interventi di rinaturalizzazione, è ammessa l’attività agricola, soprattutto se orientata a metodologie agronomiche eco‐compatibili, purché essa non influisca negativamente sulle e‐
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mergenze paesaggistiche e naturalistiche. Non sono ammesse nuove edificazioni, ma sono consentite le opere di recupero e restauro delle edificazioni già presenti connesse all’attività agri‐cola.
- Zona B2 (zone naturalistiche di interesse botanico‐forestale) In tali zone sono incoraggiate attività di rinaturalizzazione e bo‐nifica di siti degradati e sono pertanto escluse attività edilizie fatte salve quelle volte al recupero di eventuali manufatti già presenti sul territorio.
- Zona B1 (zone naturalistiche orientate) Sono aree ove sono in atto interventi di naturalizzazione e valo‐rizzazione e nelle quali non sono ammesse edificazioni.
Vengono inoltre identificate le seguenti aree degradate da recupera‐re (R) di cui si riportano di seguito le descrizioni ricavate dalle schede di rilevamento allegate al PTC.
- N. 43 Uso attuale: Verde Privato Descrizione dell'area: Area di ex cava ora utilizzata a scopi priva‐ti (seconda casa) Criteri di intervento: Il progetto deve essere comprensivo di tut‐ta l'area e deve prevedere un recupero funzionale alla destina‐zione naturalistica di attività di tempo libero. Finalità compatibili: Tempo libero / naturalistico Limiti di accettabilità: Recupero dei volumi esistenti anche con demolizione e ricostruzione, con mantenimento delle parti ori‐ginali e di pregio architettonico degli edifici.
- N. 44 Uso attuale: Agricolo Descrizione dell'area: Area di cava comprendente più zone compromesse, con presenza di diversi punti a falda affiorante. Criteri di intervento: Qualsiasi tipo di recupero dovrà rispettare i limiti e le condizioni stabiliti dal progetto approvato. Finalità compatibili: naturalistico / agricolo / tempo libero Limiti di accettabilità: Recupero dei volumi esistenti anche con demolizione e ricostruzione, con mantenimento delle parti ori‐
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ginali e di pregio architettonico degli edifici. - N. 45
Uso attuale: Nessuno / Discarica Descrizione dell'area: Aree di cava interessante il terrazzo at‐tualmente non utilizzato se non per il deposito di materiale va‐rio. Criteri di intervento: La sistemazione geomorfologica dovrà pre‐vedere il ripristino dell'agricoltura. Finalità compatibili: agricolo / ricreativo Limiti di accettabilità: Qualsiasi destinazione dovrà essere pre‐ceduta da una bonifica ambientale certificata dalla provincia.
Viene infine individuata un'area di promozione economica e sociale (D2 n. 21) corrispondente all'area della Colonia Enrichetta. Queste sono aree riconosciute dal PTC quali già modificate da proces‐si di antropizzazione dovuti ad un uso storicizzato delle stesse, da ri‐qualificare ed integrare nel più generale contesto ambientale. Il PTC individua inoltre altri indirizzi generali che devono essere accol‐ti dai PGT: a) fissare dei vincoli di inedificabilità nei terreni storicamente soggetti ad allagamenti, spagliamenti dei corsi d’acqua e straripamenti; b) ridurre e contenere le aree impermeabilizzate; c) ripristinare la permeabilità delle aree compromesse da interventi antropici; d) nelle zone in cui è consentita, mantenere e sostenere l’attività a‐gricola; in particolare i cambi di destinazione d’uso di territori agrico‐li, quando eventualmente concessi, dovranno garantire un interesse collettivo dominante, un impatto ambientale inferiore o pari a quello derivante dall’attività agricola e la non compromissione delle valenze ambientali, non solo dei fondi oggetto di intervento ma anche di quelli contigui. Criteri dettati dal PTC per la pianificazione delle Zone di Iniziativa co‐munale Il PTC fornisce una serie di criteri metodologici per la redazione degli strumenti urbanistici comunali (art. 12.IC.3) che di seguito si riassu‐mono:
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- contenimento della capacità insediativa, orientata prevalente‐mente al soddisfacimento dei bisogni della popolazione esisten‐te nell’area del Parco;
- definizione di perimetri continui dell’aggregato urbano per di‐minuire gli oneri collettivi di urbanizzazione e conseguire una migliore economia nell’uso del territorio e delle risorse territo‐riali: l’obiettivo fissato dal PTC è evidentemente contenere e circoscrivere l’edificato entro perimetri ben definiti, evitando, nel contempo, la formazione di fenomeni, quali conurbazioni e frammentazioni;
- riutilizzo prioritario del patrimonio edilizio esistente; - aggregazione all’esistente delle nuove zone di espansione: ciò
richiede forme di inserimento ambientale e paesaggistico delle nuove costruzioni volte da un lato ad integrarsi con il contesto esistente, dall’altro a favorire un generale miglioramento e ad una riqualificazione dell’ambito urbano; per quanto riguarda le altezze degli edifici, queste dovranno integrarsi con il contesto circostante («gli indirizzi urbanistici e le altezze massime do‐vranno tener conto delle caratteristiche morfologiche del con‐testo») per un loro migliore inserimento paesaggistico; non so‐no, quindi, da ritenersi ammissibili edifici che emergano in al‐tezza in maniera significativa ed evidente rispetto all’edificato esistente, ma ci si dovrà allineare a quest’ultimo.
Per i Comuni con più di 5.000 abitanti, il PTC (art. 12.IC.5) fornisce ulteriori indirizzi ai fini del mantenimento e miglioramento del paesaggio, quali:
- miglioramento ambientale e paesaggistico delle aree di connes‐sione dei margini urbani con le aree agricole adiacenti; per gli ambiti posti a confine del perimetro di Iniziativa comunale, in particolare, per quelli a destinazione produttiva, industriale o commerciale dovranno, pertanto, essere previste e progettate adeguate forme di inserimento ambientale e di mascheratura per ridurre gli impatti paesaggistici ed ambientali al margine tra tessuto urbanizzato e spazi dedicati alle attività agricole;
- valorizzazione di assi viabili pedonali e ciclabili lungo eventuali
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corsi d’acqua esistenti; - armonizzazione con l’ambiente circostante delle aree produtti‐
ve esistenti di nuova formazione, attraverso la creazione di ido‐nee cortine di vegetazione.
Nel territorio comunale sono presenti siti ZPS (IT2080301 “Boschi del Ticino”) e SIC (IT2080002 “Basso corso e sponde del Ticino”) indivi‐duate sia sulla cartografia del piano, la disciplina è contenuta nelle Regole del Piano.
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Quadro conoscitivo del territorio comunale La comprensione dei caratteri socio‐insediativi di un territorio non può prescindere dalla considerazione degli aspetti demografici, sia come dinamica ovvero analisi delle variazioni e consistenza nel tem‐po della popolazione residente, sia come struttura e caratteristiche dei residenti. Nei successivi paragrafi sono stati pertanto individuare sommariamente quelli che sono gli indicatori principali che descrivo‐no i caratteri della popolazione residente della città di Abbiategrasso. La popolazione abbiatense ha seguito nell’ultimo secolo un trend po‐sitivo passando dai 12.000 abitanti del 1901 ai 30.994 del Censimento 2011 (32.585 al 31 dicembre 2015); tale incremento, costante per tutta la prima metà del secolo, ha subito una crescita repentina nel ventennio 1950‐1970 (fenomeno comune a quasi tutte le città dell’Italia settentrionale), passando dai 18.000 abitanti nel 1951 a 21.652 nel 1961 fino a quasi 27.000 abitanti nel 1971. Abbiategrasso si trova nella zona sud‐ovest della provincia, dista circa 20 km da Mi‐lano. Confina a nord con i comuni di Robecco sul Naviglio, Cassinetta di Lugagnano ed Albairate, ad est con i comuni di Albairate, Vermezzo e Morimondo, a sud Morimondo e Ozzero. Il fiume Ticino separa il territorio comunale dalla provincia di Novara ed in particolare dai comuni di Cerano e Cassolnovo e dal comune di Vigevano della pro‐vincia di Pavia. Con una estensione territoriale di circa 47,05 kmq, Abbiategrasso è il comune con la superficie più vasta della Città Metropolitana di Mila‐no (dopo il capoluogo) pur non essendo così fortemente abitato. Al 31 dicembre 2015 risultavano, infatti, residenti 32.585 abitanti con una densità di popolazione di circa 693 abitanti per kmq. Città Metropolitana si estende per circa 1.575 kmq con una popola‐zione residente al 2015 di 3.196.826 abitanti. Abbiategrasso ha una densità di popolazione, calcolata al dicembre 2015, di 693 abitanti per kmq di molto inferiore rispetto al dato pro‐vinciale di 2.016 abitanti per kmq. Nelle schede riferite alle singole zone omogenee che costituiscono Città Metropolitana, per il Magen‐tino‐Abbiatense è rilevata una densità abitativa di 593 abitanti per kmq, decisamente inferiore al dato rilevato nel nord Milano e nel
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Nord Ovest che oscilla fra i 2.300 e 5.400 abitanti per kmq.
La lettura dei dati riferiti alla popolazione residente ed alla densità di popolazione evidenziano una crescita pressochè costante dal 2008 al 2015, con un incremento medio di circa 200 unità. Anno Popolazione residente (al 31
dicembre) Densità abitativa
(abitanti/superficie) 2008 31.146 661,982009 31.578 671,162010 32.035 680,872011 32.168 683,702012 32.570 692,242013 32.329 687,122014 32.409 688,822015 32.585 692,56
Abbiategrasso pur presentando dati di densità di popolazione mag‐giori rispetto a quelli rilevabili nell’area del Magentino‐Abbiatense, anche se decisamente inferiori a quelli rilevati nella restante Città metropolitana, ripropone i caratteri territoriali dell’area di apparte‐nenza, dove predomina lo spazio aperto e le attività agricole caratte‐rizzano la pianura irrigua. Gli elementi che hanno strutturato nel
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tempo il territorio abbiatense sono ancora ben oggi leggibili: il com‐plesso sistema dei canali e corsi d’acqua, dal quale emergono le aste del Naviglio Grande e del Naviglio di Bereguardo, che si biforcano all’altezza della località Castelletto, che solca la pianura irrigua, la re‐te degli insediamenti rurali sparsi nella campagna, la geografia del centro urbano sorto lungo l’importante asse di collegamento di Mi‐lano con il Pavese (Vigevano, Mortara…). Altro elemento territoriale rilevante è rappresentato dallo spazio aperto con carattere naturale e boscato della porzione di territorio più prossimo al fiume Ticino. Il territorio del comune di Abbiategrasso è inserito nel Parco Lombar‐do della Valle del Ticino. Una porzione di territorio pari al 20,30%, contenuta all’interno del perimetro di Iniziativa Comunale, è soggetta alle decisioni in materia di pianificazione urbanistica dell’ente mentre la restante è soggetta alla disciplina delle norme di attuazione del PTC del Parco. Il suolo urbanizzato rappresenta il 16% della intera superficie comu‐nale1. Dati questi che riprovano l’importanza ed il ruolo dello spazio aperto e rurale del territorio comunale oltre che la valenza ambienta‐le. Con riferimento alla D.G.R. 5290 del 02.08.2007 il territorio comunale è inserito nella Zona Critica “Milano A2”. Nell’allegato 1 delle delibe‐ra sono elencate le diverse zone in cui viene suddiviso il territorio re‐gionale. La zona A è caratterizzata da elevate concentrazioni di PM10, da situazioni meterelogiche avverse alla dispersione degli agenti in‐quinanti e da alta densità abitativa di attività industriali e di traffico. La zona è suddivisa in due sottozone, quella in cui è compreso Abbia‐tegrasso è caratterizzata da una minore densità abitativa e da minori quantità di emissioni rispetto alla 1. Abbiategrasso rappresenta una centralità nodale rispetto alle diret‐trici stradali della S.P. ex S.S. 494 Vigevanese (Milano‐Abbiategrasso‐Vigevano) e della S.P. ex S.S. 526 dell’Est Ticino (Pavia‐Abbiategrasso‐ 1 Per il calcolo è stata assunta la definizione di Territorio Urbanizzato (TU) così come definita dal PTCP della Città Metropolitana approvato nel 2013, laddove all’art. 70 delle NdA è inteso quale superficie urbanizzata ed in via di urbanizzazione calcolata sommando le parti di territorio su cui è già avvenuta la trasformazione edilizia, ur‐banistica o territoriale per funzioni antropiche e le parti interessate da previsioni pubbliche o private della stes‐sa natura non ancora attuate a condizione che i relativi piani attuativi siano già adottati alla data di adozione del nuovo PGT o sue varianti.
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Magenta). La Vigevanese, in uscita da Milano, si dirige verso Abbia‐tegrasso per poi piegare verso sud‐ovest in direzione di Vigevano an‐dando a superare il fiume Ticino nelle vicinanze di Vigevano per poi proseguire verso Alessandria; la S.S. dell’Est Ticino corre parallela‐mente al Ticino in direzione nord‐ovest / sud‐est scendendo da Ma‐genta e dirigendosi verso Pavia.
Il territorio è solcato dalla linea ferroviaria Milano‐Mortara che vede la collocazione della stazione appena fuori il centro storico di fronte al lato est del quadrilatero viario (viale Cavallotti). L’impostazione della rete stradale ed in particolare il regime circolatorio sono in‐fluenzati dalla cesura territoriale rappresentata dalla ferrovia.
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Struttura del paesaggio agrario e rurale
La legge regionale n.12/2005 smi assegna al Piano delle Regole il compito di individuare, disciplinare e valorizzare le aree agricole de‐stinate all’agricoltura, sebbene tale attività deve trovare fondamento in quadro conoscitivo ben strutturato, in grado di fornire utili ele‐menti per attuare un’efficace strategia di valorizzazione e tutela inte‐grata dell’ambiente e del territorio agricolo. È in questa direzione, dunque, che nell’ambito del quadro conoscitivo e ricognitivo il piano recupera e fa propri gli studi che hanno riguardato l’esteso patrimo‐nio del paesaggio agricolo che determina e contribuisce alla defini‐zione dell’identità di Abbiategrasso.
Il Piano delle cascine e valorizzazione del territorio agricolo Nel 2002 l’Amministrazione di Abbiategrasso, in attuazione di un ac‐cordo con la Provincia di Milano2 ha realizzato un progetto pilota fina‐lizzato alla valorizzazione paesistico ambientale e la fruizione del ter‐ritorio agricolo e naturale. Questo progetto fu l’occasione di una se‐rie di incontri con le organizzazione degli agricoltori e le associazioni ambientaliste terminate con un convegno pubblico. Il progetto, denominato: “Piano delle Cascine e valorizzazione del ter‐ritorio Agricolo”3, ha rappresentato il primo studio di livello comunale che ha affrontato con ampio respiro e dettagliata documentazione la conoscenza del territorio agricolo Abbiatense. Il Piano, corredato an‐che da un corposo studio storico4 del territorio rurale, si componeva di conoscenze sul patrimonio delle cascine e dell’uso agricolo del ter‐ritorio, indagini sullo stato di conservazione e uso e definizione di proposte di valorizzazione attraverso lo sviluppo di attività comple‐mentari a quella agricola negli insediamenti dismessi o sotto‐ulizzati. Lo studio si proponeva di promuovere il recupero del patrimonio edi‐lizio rurale dequalificato, anche attraverso nuovi usi compatibili e non sostitutivi, dell’attività agricola esistente, ipotizzando di intervenire
2 Convenzione stipulata in data 7.11.2003. 3 “Piano delle Cascine e valorizzazione del territorio Agricolo” predisposto dall’Ufficio Urbanistica con la Colla‐borazione dell’arch. Luca Barone – Delibera di Giunta Comunale n. 249 del 7 ottobre 2003. 4 “Gli Insediementi rurali nel Territorio Abbiatense” – A cura di Mario Comincini 2003.
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con iniziative che non andassero ad incidere sull’attività principale per costituirne un valido supporto in termini economici e di sinergie con l’attività agricola: agriturismi, bed & breakfast, cascina didattica, vendita diretta dei prodotti, attività sportive e ricreative e sociali, centri visita, ecc. Individua e localizzava di aree attrezzate fruizione e percorsi ciclo pedonali proponendo e promuovendo una gamma di interventi tesi a migliorare l’accessibilità ciclabile, valorizzando di al‐cune strade storiche come la “strada Mercathorum” o il sentiero “Eu‐ropa 1” Lo studio era completato da una generale schedatura dei fabbricati localizzatati nelle zone agricole, verificandone sia lo stato di utilizzo, l’inquadramento urbanistico comunale, del P.T.C.P. e del Parco del Ticino. Il P.G.T. rappresenta ora lo strumento per dare concretezza e risposta ai problemi evidenziati da quello studio e che risultano ancora oggi in gran parte irrisolti. Individuazione, analisi e disciplina degli insediamenti agrico‐li comunali Per i territori, come quello di Abbiategrasso, dove l’agricoltura e la zootecnia rivestono ancora un’importanza rilevante, sia per il valore economico, sia per la consistenza del territorio interessato, si è co‐munque ritenuto necessario predisporre uno studio finalizzato a co‐noscere la realtà “produttiva” dell’agricoltura di Abbiategrasso. In tutte le fasi del processo pianificatorio del P.G.T., sia nella fase di indagine ed analisi che nella fase progettuale e strategica è stato indi‐spensabile il contributo e la concreta e fattiva collaborazione con e‐sperti e studiosi del territorio agricolo. Risulta fondamentale lo studio del dottore in agronomia, Roberto Origgi5, che ha condotto un’indagine diretta del territorio, tesa a costruire una conoscenza generale del settore agricolo abbiatense. Nello studio sono state ana‐lizzate le colture praticate, il tipo di conduzione, le dimensioni azien‐dali e, per quanto concerne la zootecnia, il tipo di bestiame allevato, il numero di capi allevati, la presenza di attività complementari, ecc. 5 Studio Associato Consulenze agricole Viale papa Giovanni XXIII 45/b Abbiategrasso –MI.
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Inoltre sono state individuate ed illustrate le principali e più recenti forme di finanziamento (comunitarie e regionali) che nel quinquennio potranno sostenere e sviluppare il tessuto agricolo locale in coerenza con la strategia di sistema. La parte operativa del piano, individuerà sia le aree da mantenere e potenziare per l’attività agricola che le forme di supporto. Le analisi sulle aree e sulle strutture produttive del settore agricolo hanno for‐nito una completa valutazione delle vocazioni agricole del territorio rimarcando che ove le scelte di piano prevedessero l’urbanizzazione di un’area agricola su di essa si attuerebbe una trasformazione prati‐camente “irreversibile” del territorio. Il lavoro eseguito non ha assolutamente la pretesa di essere un cen‐simento agricolo, ma unicamente un’indagine approfondita e cono‐scitiva delle realtà presenti sul territorio del comune di Abbiategrasso che ancora possono essere considerate agricole. La “pretesa” dell’indagine è stata quella di fare una fotografia della situazione at‐tuale del settore agricolo, evidenziandone il suo andamento, le pro‐blematiche, gli aspetti positivi, negativi e le opportunità che possono contribuire a dare un futuro all’agricoltura del nostro territorio. L’obiettivo del P.G.T. è che la realtà agricola continui ad essere nel nostro territorio e per tutta la popolazione residente, un fattore posi‐tivo di importanza primaria sotto tutti gli aspetti, da quello economi‐co a quello ambientale, occupazionale, culturale etc, per il manteni‐mento ed il consolidamento di un tessuto umano vivibile e positivo.
Le coltivazioni agricole I terreni agricoli attualmente coltivati presenti nel territorio del co‐mune di Abbiategrasso sono complessivamente di ettari 2558.05.42 così ripartiti per coltivazione principale:
- Mais ettari 968.04.82 pari al 28,66 % - Riso ettari 546.72.11 pari al 16,19 % - prato ettari 626.97.72 pari al 18,56 % - cereali autunno‐vernini ettari 262.17.76 pari al 7,76 % - altri seminativi ettari 24.97.40 pari al 0,74 %
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- ortaggi6‐piccoli frutti ettari 9.01.39 pari al 0,27 % - arboricoltura da legno
(compresi pioppeti) ettari 120.14.22 pari al 3,56 % a cui si aggiungono:
- bosco ettari 733.20.25 pari al 21,71 % - incolto ettari 53.29.93 pari al 1,58 % - ex pioppeti non coltivati ettari 29.05.36 pari al 0,86 % - zone umide ettari 4.02.55 pari al 0,12 %
Complessivamente sono pari ad ettari 3377.63.51 (33,77 kmq). Tali aree costituiscono il 71,71% dell’intero territorio comunale. Da un’attenta analisi dei dati sopra esposti emerge con evidenza che le coltivazioni cerealicole maggiormente diffuse sono il mais ed il riso. Tale diffusione, soprattutto del riso, è dovuta ai seguenti fattori:
- presenza di terreni irrigui; - diminuzione delle aziende agricole con allevamento bovino da
latte; - discreto andamento negli ultimi anni del prezzo di vendita del
risone; - maggior aiuto da parte dell’Unione Europea rispetto alle altre
coltivazioni. Infatti, per la sola coltivazione del riso, è previsto un contributo accoppiato che si aggiunge a quello disaccoppiato di aiuto al reddito per le aziende agricole. Tale contributo ac‐coppiato viene garantito dall’Unione Europea in quanto il riso è considerata una coltivazione importante ai fini della tutela am‐bientale e del territorio;
- presenza sul territorio, a livello Regionale (in particolare in Lombardia e Piemonte) di Riserie interessate al ritiro ed alla la‐vorazione del prodotto.
Risulta inoltre evidente la mancanza totale o pressoché totale di col‐tivazioni “alternative” quali girasole, colza, soia, causata:
- da un valore di mercato e una capacità produttiva poco favore‐vole;
- dalla mancanza assoluta sul territorio di realtà di industrie agro‐
6 Per quanto riguarda gli ortaggi dal calcolo sono esclusi gli orti familiari.
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alimentari o agro‐energetiche che hanno interesse a creare del‐le filiere sul territorio.
Risulta inoltre evidente una significativa presenza delle superfici a prato. Infine dall’analisi dei dati emerge un’interessante iniziale presenza di terreni agricoli destinati ad ortaggi o piccoli frutti (fragole, mirtilli, lamponi, more), coltivati da imprenditori agricoli che si stanno specia‐lizzando nel settore. Insediamenti rurali e fabbricati Gli insediamenti rurali e fabbricati storicamente esistenti evidenziati dal censimento 2003 sono n. 1667. Da un’analisi effettuata è emersa la seguente situazione attuale: Tipologia insediamento n.- Insediamenti rurali attivi 68- Insediamenti e fabbricati originariamente rurali, attualmente inattivi in parte già trasformati o in fase di trasformazione 74
- Edifici da sempre con funzioni extra‐agricole 25Totale 167
All’interno degli insediamenti rurali esistenti, sono presenti 70 azien‐de agricole attive8, così suddivise in base all’indirizzo produttivo9: Indirizzo produttivo n.- indirizzo cerealicolo‐zootecnico con allevamento bovino da latte - 22- indirizzo cerealicolo‐zootecnico con iniziale allevamento bovino da carne (linea vacca‐vitello) - 2- indirizzo cerealicolo‐zootecnico con allevamento suinicolo - 3- indirizzo cerealicolo‐zootecnico con allevamento equino - 1- indirizzo zootecnico con allevamento equino, avicunicolo, ittico - 1- indirizzo cerealicolo - 31- indirizzo cerealicolo con iniziale attività orticola - 1- indirizzo orticolo‐piccoli frutti‐vivaistico - 2- indirizzo forestale‐faunistico - 2- indirizzo prativo - 5Sommano 70
Le principali caratteristiche delle aziende agricole sopra evidenziate
7 La somma è diventata di 163 tra insediamenti e fabbricati, in quanto l’insediamento denominato Poscallo è stata considerata un’unica unità e l’insediamento Baraggetta è stato ridotto da 3 a 2 unità.
8 Vi sono tenute forestali, come la tenuta Manusardi e la quasi totalità della tenuta Moro, i cui terreni sono con‐fluiti nel Consorzio Forestale del Ticino e quindi non presenti nel conteggio sopra esposto.
9 Alcuni dati analitici sono contenuti nell’Allegato 1.
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sono di seguito riportate: Unità di Grandezza aziendali10 Quantità - Superficie Agricola Totale - ettari 2869.60.47- Superficie Agricola Utilizzata - ettari 2574.12.49- Superficie Media Aziendale - ettari 41.58.84- Superficie Agricola Utilizzata in comune di Abbiategrasso - ettari 2062.36.33- Totale UBA (Unità Bovine Adulte) aziende zootecniche da latte - n. 2.688,80- Media UBA per azienda zootecnica da latte - n. 122,21- quote latte totali delle aziende zootecniche da latte - kg. 12.260.919- quote latte medie per azienda zootecnica da latte - kg. 557.314- unità lavorative presenti totali - n. 149,05- di cui familiari11 - n. 131,66 - media unità lavorative presenti per azienda - n. 2,12
Alcune aziende agricole stanno inserendo attività complementari, si tratta di realtà ancora limitate come numero e sporadiche, ma che possono essere dei primi esempi positivi di una possibile svolta dell’agricoltura presente sul nostro territorio. Ci si riferisce in modo particolare ai seguenti insediamenti rurali:
- Cascina Costa: è presente un’avviata realtà di spaccio aziendale gestita dalla azienda agricola Cascina Costa s.s. e di vendita di‐retta del latte fresco attraverso un distributore automatico ge‐stita dall’azienda agricola Rognoni F.lli.
- Cascina Ginibissa: è presente uno spaccio aziendale con distri‐butore automatico per la vendita diretta del latte fresco.
- Cascina Canova di Sotto: ha iniziato un interessante attività di agriturismo con alloggio e prima colazione con annesso centro benessere, spaccio aziendale di prodotti agricoli e attività didat‐tica a favore di scolaresche. Inoltre, ha notevolmente sviluppato negli ultimi anni l’aspetto faunistico‐forestale ed è attualmente in progetto un impianto per produzione di energia elettrica e termica attraverso una caldaia alimentata da biomassa vegeta‐le.
- Cascina Crivella: è presente un’attività agrituristica di alloggio. - Oltre alle esperienze sopra esposte ed evidenziate in mappa, è
opportuno mettere in risalto altre esperienze attualmente di pura coltivazione, ma che nel medio termine dovrebbero strut‐
10 Per un maggiore dettaglio delle caratteristiche di ogni singolo insediamento rurale si veda l’Allegato 2. 11 Pari all’87,46%.
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turarsi anche per attività di trasformazione e vendita del pro‐dotto ed esattamente:
- Cascina Clementina: insediamento agricolo era totalmente di‐smesso fino al 2005. Il titolare ha iniziato un’interessante attivi‐tà di coltivazione di piccoli frutti (fragole, mirtilli, more, lampo‐ni,) sotto serra e sotto ombrai. La commercializzazione del pro‐dotto avviene attraverso una filiera di qualità con realtà di ban‐queting.
- Cascina Canova di Sopra: cessata l‘attività zootecnica di alleva‐mento di bestiame bovino da latte, da parte di un nuovo im‐prenditore agricolo è iniziata una nuova attività di coltivazione orticola.
- Cascina San Donato: cessata l’attività zootecnica di allevamento bovino da latte, i titolari rimasti in azienda, oltre alla coltivazio‐ne cerealicola dei terreni, hanno iniziato un’attività orticola che prevede in futuro la realizzazione di filiere per la commercializ‐zazione dei prodotti e la vendita diretta sfruttando la buona di‐sposizione logistica.
- Cascina Brogginetta: il titolare non ha introdotto nuove attività, ma trattasi di azienda agricola condotta da un giovane impren‐ditore agricolo, il quale ha deciso, in tempi assai ardui quando molti stanno abbandonando, di rischiare nuovamente sull’allevamento bovino da latte investendo nella costruzione di una nuova stalla a stabulazione libera con annessa sala di mun‐gitura.
Variazioni dell’attività agricola nel quinquennio 2003 ‐2008 Gli insediamenti rurali che hanno cessato o modificato il loro indirizzo produttivo agricolo nel quinquennio 2003‐2005 sono così suddivisi: Insediamenti rurali n.- che hanno cessato l’attività agricola - 4- che hanno cessato l’attività zootecnica di allevamento bovino da latte, ma hanno mantenuto quella di coltivazione
- 7
- che hanno cessato l’attività zootecnica di allevamento suinicolo, ma hanno mantenuto quella di col‐tivazione
- 1
- che hanno ripreso l’attività agricola - 1
Dai dati sopra esposti emerge con evidenza quanto segue:
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- prosegue la forte diminuzione delle aziende agricole presenti sul territorio e soprattutto prosegue la diminuzione delle azien‐de agricole ad indirizzo zootecnico con allevamento bovino da latte;
- questo fenomeno sta interessando sempre di più il territorio del comune di Abbiategrasso. Alle 7 aziende sopra evidenziate, ne‐gli anni ‘90 altre aziende di importanti insediamenti rurali (ca‐scina Doria, cascina Pratograsso, cascinello Chiappana per citar‐ne alcuni) hanno dismesso l’allevamento bovino da latte e at‐tualmente altre 2 realtà zootecniche da latte sono in fase di di‐smissione;
- gli allevamenti di bovini da carne presenti nel territorio, non so‐no realtà significative. Si tratta di pochi capi allevati in alcune a‐ziende per un consumo interno. Le due realtà sopra evidenziate, sono relative a iniziali esperienze di allevamenti da carne linea vacca‐vitello. Esiste una piccola realtà di allevamento equino, presso la cascina Castagnolino, ma anch’essa poco significativa.
- sul territorio comunale sono presenti quattro realtà di aziende agricole con allevamento suinicolo. Di queste la maggiore, come numero dei capi allevati, è l’azienda agricola Rognoni Cugini, la quale ha recentemente sospeso l’attività di allevamento suini‐colo ed è incerta la sua ripresa nel prossimo futuro. La causa principale, a detta del titolare, è la mancanza di personale ade‐guato. Gli altri tre allevamenti complessivamente allevano n . 2.809 capi suini.
- le aziende agricole che hanno reintrodotto una nuova attività aziendale sono 2 ed esattamente, la cascina Clementina dove è iniziata un’interessante attività di coltivazione di piccoli frutti e la cascina Canova di Sopra, dove in seguito alla dismissione dell’attività di allevamento bovino da latte, il titolare subentra‐to nella conduzione aziendale ha iniziato un’attività di coltiva‐zioni orticole.
Le motivazioni dell’andamento sopra esposto in cui si denota una forte e preoccupante riduzione delle aziende agricole attive e in mo‐do particolare degli allevamenti bovini da latte sono dovuti ad alcuni fattori:
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- mancanza di personale (figli o dipendenti) disposti a lavorare nell’azienda agricola, allevando bestiame e soprattutto ad ef‐fettuare pratiche come la mungitura;
- andamento del prezzo del latte e della carne, in forte contrazio‐ne in questi ultimi anni, malgrado i contributi di aiuto al reddito da parte dell’Unione Europea;
- necessità di effettuare investimenti di forte rilevanza economica in azienda, soprattutto per adeguare le stalle alle recenti nor‐mative in materia di benessere animali e di stoccaggio dei reflui zootecnici (Direttiva Nitrati), fatto che ha soprattutto penalizza‐to le aziende agricola condotte in affitto.
Le aziende agricole che hanno cessato l’allevamento bovino da latte, nella quasi totalità hanno proseguito un’attività di coltivazione dei terreni. In numerosi casi, tale trasformazione ha comportato:
- il passaggio da una realtà economica fino allora in grado di stare sul mercato, ad una realtà molto più debole sotto l’aspetto e‐conomico, la cui redditività è legata all’andamento estrema‐mente variabile del prezzo dei cereali ed ai contributi al reddito dell’Unione Europea, (cosiddetta PAC), garantita solo fino al 2013 e con valore annuale in continua diminuzione;
- un tentativo da parte dell’imprenditore agricolo di integrare il reddito derivato dall’azienda agricola, non più sufficiente al so‐stentamento familiare, con prestazioni d’opera in altre aziende come contoterzismo o attività similari, in modo particolare la gestione del verde pubblico o privato;
- una forte diminuzione della manodopera aziendale; - un abbandono dei fabbricati sia ad uso abitativo che produttivo,
con conseguente forte degrado delle strutture presenti all’interno dell’insediamento rurale.
Quanto sopra descritto, come andamento del settore agricolo, ha come conseguenza la presenza sul territorio di realtà esistenti che possiamo definire vitali, con discrete o buone possibilità di sviluppo, ed altre con prospettive future incerte. E’ stato assunto come criterio di giudizio nella differenziazione, l’attuale capacità dell’impresa agricola di fornire lavoro e reddito a‐
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deguato ad almeno 1 unità lavorativa. Tale capacità è dipesa dai se‐guenti fattori analizzati:
- estensione della superficie agricola coltivata; - tipologia di coltivazione effettuata; - presenza di allevamenti e relativi capi allevati; - presenza di attività connesse o complementari; - esecuzione diretta e con mezzi propri delle operazioni colturali; - esecuzione attraverso mezzi e prestazione di manodopera per
le operazioni colturali in conto terzi. La valutazione circa le prospettive di sviluppo è detta dalla situazione odierna dell’impresa agricola e dall’ipotetico mantenimento nei prossimi anni dello stesso indirizzo produttivo. Evidentemente l’introduzione di nuove opportunità dell’attività agricola, che creano un maggiore valore aggiunto, possono far diventare un’azienda agri‐cola attualmente giudicata con futuro incerto, in un’impresa agricola vitale in grado di reggere il mercato. Dall’indagine effettuata è ipotiz‐zabile la seguente situazione: Insediamenti rurali con attività agricola esistente n.- con discrete o buone prospettive di sviluppo - n. 35- con incerte prospettive di sviluppo - n. 35
La Legge Regionale 93/80 rimarcò il ruolo produttivo delle zone agri‐cole – non ancora generalmente affermata nella pratica – che da “a‐rea di riserva”, giunse ad una definizione più strutturata, in cui l’area agricola assumeva il ruolo di importante mezzo di produzione eco‐nomica. Benché la salvaguardia delle aree agricole abbia costituito una condi‐zione fondamentale per mantenere economicamente produttivo il settore primario, non si deve però ritenere che l’imposizione di vin‐coli o prescrizioni urbanistiche, a livello comunale o provinciale, pos‐sano risolvere i problemi delle aree agricole o più in generale del set‐tore economico. Negli ultimi anni il settore agro‐alimentare ha risentito profondamen‐te del processo di globalizzazione, che ridimensiona il ruolo e la forza di reazione del mercato agricolo comunitario, rispetto al mercato mondiale. Questa crisi strutturale colpirà senza dubbio duramente
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l’imprenditoria agricola che nei prossimi anni non si sarà diversificata e resa più flessibile. Va invece osservato che nelle zone prevalentemente agricole sarà necessario individuare le necessarie opere di migliorie dei fondi (riac‐corpamento parcellare, realizzazione di strade poderali, cura del reti‐colo d’irrigazione) e per motivi socio economici, prevedere, in misura più o meno limitata, l’insediamento di funzioni complementari – qua‐li la trasformazione artigianale ed eventualmente la vendita al pub‐blico dei loro prodotti, l’agriturismo ‐ o compatibili quali le attività sportive più o meno connesse all’equitazione, ecc. Infine si deve tener ben presente che il ruolo sempre decrescente delle produzioni agricole nell’Europa occidentale dovrà essere posto in relazione con le prospettive del mercato di qualificare le produzio‐ni locali, considerando anche le possibili integrazioni basate sui rap‐porti “a rete” tra i produttori e il mercato o sulla specializzazione e qualità produttiva. Una riflessione particolare dovrà riguardare il ruolo delle aree agrico‐le dismesse (e quindi dei relativi manufatti) tesa a definire l’intensità del fenomeno e le possibili priorità del loro concreto riutilizzo. Oggi le aziende agricole si riducono sia di numero che in addetti, mentre quelle che cercano di restare competitive sul mercato sono costrette ad aumentare la loro superficie coltivata. Per queste azien‐de la sfida della competitività fa sì che l’equilibrio tra il contenimento dei costi e la redditività degli investimenti favorisca l’ammodernamento e la meccanizzazione aziendale e si ripercuota sempre più negativamente sulla conservazione e manutenzione del patrimonio edilizio rurale, sia quando è ancora funzionale all’attività sia quando è oramai dismesso. La dismissione del settore agricolo colpisce pertanto in primo luogo gli edifici e marginalmente i suoli coltivati o potenzialmente coltivabi‐li. Le informazioni raccolte per ogni area e manufatto, riportate in sche‐de sintetiche (riferimenti catastali, superficie, edifici e loro caratteri‐stiche, stato di conservazione e grado di dismissione ecc.) hanno con‐sentito di delineare i contenuti essenziali di una strategia valorizza‐zione delle risorse naturali e di tutela delle valenze ambientali, accan‐
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to alle quali si pone la valutazione del grado di compromissione deri‐vante dalla diffusione degli insediamenti nelle frange urbane. L’agricoltura, intesa come settore economico “residuale” ha però as‐sunto negli ultimi tempi, almeno nella pianificazione territoriale, un ruolo sempre più centrale, soprattutto nella difesa e valorizzazione paesaggistica del territorio. Compito che però rischia di essere assai impegnativo per un settore che gode e godrà di risorse economiche e umane sempre decrescenti.
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Struttura e caratteri del sistema urbano
La lettura del sistema urbano completa il quadro conoscitivo del ter‐ritorio comunale. La lettura dell’evoluzione storica unitamente all’analisi sintetica dei piani urbanistici da conto dei caratteri e dell’assetto assunto dalla città e dai sistemi insediativi che le danno forma.
Evoluzione storica del sistema insediativo L’analisi della carte storiche e dei recenti rilievi fotografici consente di leggere il “divenire” della città nel corso dei secoli e degli anni. Mappa del lombardo veneto 1833 La lettura della mappa, consente di verificare che il borgo urbano è completamento definito entro il quadrilatero delle mura viscontee. All’esterno ed in prossimità, è possibile individuare il nucleo origina‐rio di San Pietro a Nord, localizzato all’incrocio di due strade impor‐tanti: quella proveniente da Pavia verso Corbetta (allora capo Pieve) e la strada che da Milano portava a Vercelli oltre il Ticino. Significativa la presenza di edifici posti lungo la ripa destra carreggia‐bile del Naviglio che si prolungano in linea, in direzione Milano, verso il nucleo di Castelletto. Altre presenze sono leggibili in prossimità del borgo e ancora oggi ri‐scontrabili sul territorio: a Nord il Convento quattrocentesco dell’Annunziata, ad Ovest il cinquecentesco Palazzo Arconati e lungo la via Ticino il Palazzo Larini (detto Palaziet), a Sud, a ridosso del qua‐drilatero, la seicentesca Villa Sanchioli ed il Convento dei Cappuccini. Ad Est “il Naviglietto” entrava in Abbiategrasso e, dove piegava verso il Naviglio di Bereguardo, è possibile riconoscere il Fornacino, il primo impianto lungo la sponda destra della vecchia darsena. Numerose sono le cascine distribuite sul territorio. La struttura viaria principale, delimita il quadrilatero e da questo si snodano radicalmente: a Nord le due strade verso Cassinetta e Ro‐becco, ad Ovest quelle per Vercelli e Cassolnuovo oltre il Ticino, a Sud (inizialmente unite) quelle per Vigevano e Pavia ed infine a Est, la
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strada lungo il Naviglio verso Milano.
Mappa del lombardo veneto 1833.
Cartografia IGM del 1888 12
La prima cartografia IGM, riporta quale elemento nuovo emergente sul territorio, la linea ferroviaria Milano‐Alessandria (ad Abbiategras‐so dal 1868). Tangendo il quadrilatero ad Est, essa risulterà una gran‐de opportunità per la città e condizionerà per molto tempo
12 Le cartografie dell’Istituto Geografico Militare (IGM), realizzate con finalità militari a partire dal 1888, rappre‐sentano un importante quadro di riferimento per la conoscenza del territorio. Realizzate allo scopo di definire un quadro organico per la movimentazione delle truppe e aggiornate più volte per oltre un secolo, esse consen‐tono di ricostruire l’evoluzione nel tempo degli insediamenti urbani, delle infrastrutture presenti e anche del paesaggio naturale.
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l’espansione urbana.
Cartografia IGM del 1888.
L’organizzazione viaria esterna che si irradia dal borgo, si delinea con maggiore chiarezza e si definiscono i primi isolati a Nord. L’attuale corso San Pietro si conferma l’asse principale e limitatamente al suo percorso si localizzano nuovi edifici. Nell’angolo Nord‐Ovest del qua‐drilatero, adiacente alla strada che porta a Magenta e nell’attuale piazza Vittorio Veneto, è collocato il cimitero. A Sud si definiscono due isolati: il primo determinato dal tratto di strada che congiunge l’angolo Sud‐Ovest delle mura con la strada che porta a Vigevano (quello che ospita la Villa Sanchioli) ed il secondo in‐torno al convento dei Cappuccini, definito da una strada semicircola‐re lungo la quale appaiono le prime costruzioni fuori le mura. Più e‐
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sterno al borgo e lungo la roggia Cardinala, il Mulino Nuovo.
Cartografia IGM del 1917.
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Cartografia IGM del 1917
La mappa mostra chiaramente l’inizio di uno sviluppo urbano esterno alle mura che si definisce in modo più compatto sul lato Ovest del quadrilatero. Tale sviluppo è dovuto in gran parte alla presenza di importanti strutture pubbliche per la città: la scuola elementare Um‐berto e Margherita di Savoia e l’ospedale ma anche all’espansione delle ville in stile neogotico e liberty. In questa direzione viene inoltre localizzato il nuovo cimitero, raggiungibile attraverso il viale alberato che consente dal centro una veduta prospettica della facciata. La struttura viaria si razionalizza con la creazione dell’asse di Via Novara, in prolungamento di viale Serafino Dell’Uomo. Si determina così l’asse viario che connette Magenta con Pavia (SS 526). Sul lato Sud si va completando l’edificazione entro l’isolato delinea‐tosi nell’800. A Nord si assiste al medesimo fenomeno intorno alle mura, si edifica‐no crescono i primi edifici lungo l’attuale via Novara e si conferma l’espansione intorno all’antico nucleo di San Pietro. Lungo gli assi stradali, delimitanti gli isolati già esistenti, riscontrabili ancora oggi (via Curioni, via Magenta, via Manara), si comincia a delineare l’espansione che subirà il borgo nei decenni seguenti. Anche sul lato Est delle mura, compaiono i primi edifici. Nell’angolo Nord‐Est lungo la ferrovia, legate alla presenza della roggia Cardina‐la, si localizzano alcune attività produttive per la trasformazione del pellame (concerie). A Sud, si localizza il “macello comunale” e si con‐solida l’insediamento intorno alla darsena. Il collegamento con Milano è assicurato oltre che dalla ferrovia, da una linea tranviaria, inaugurata nel 1914 ed attiva fino al 1956, che correndo lungo il Naviglio, raggiunge Castelletto e da qui, seguendo il ”Naviglietto”, arriva in città.
Cartografia IGM del 1937
La cartografia evidenzia, specie verso Nord, il consolidamento dell’espansione iniziata negli anni precedenti. Risulta ormai completo lo sviluppo a corona intorno alle mura: si crea la piazza Vittorio Vene‐to (ove esisteva il cimitero) e la strada che l’attraversa assume un
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ruolo determinante configurandosi come l’asse principale della viabi‐lità abbiatense Nord‐Sud.
Cartografia IGM del 1937.
Si forma il quartiere Colombirolo oltre la ferrovia. Lungo il lato sini‐stro dell’asse di viale Sforza a Sud, si consolida l’urbanizzazione in‐
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torno al Mulino Nuovo. Lungo la strada che porta a Pavia, in località Cascina Gennara, sorge sul lato destro, un primo nucleo di edifici re‐sidenziali. Viene costruito il nuovo alveo del Naviglio di Bereguardo, nel tratto da Castelletto alla Darsena. Le acque, così deviate, lasciano libero l’alveo del Naviglietto che viene riempito. Si costruisce viale Mazzini (1933).
Cartografia IGM del 1963
L’analisi della cartografia mostra due segni importanti sul territorio. Il primo, ad Ovest dell’abitato, è costituito dalla Strada Statale 494 “Nuova Vigevanese” che rappresenta l’alternativa al vecchio percor‐so dei bastioni. Si delineano così i quartieri compresi tra la ferrovia e questa nuova viabilità. L’edificazione si amplia anche nel comparto compreso tra viale Mazzini e l’inizio della curva della ferrovia che piega a Est verso Milano. Contemporaneamente si realizza una seconda deviazione del “Navi‐glietto” che per un tratto scorrerà parallelo alla SS “494”. Si creano così i presupposti per la successiva chiusura della darsena e dei due canali di andata e ritorno. L’altro elemento importante che compare a Nord‐Ovest della città è il canale Scolmatore delle piene del Nord Milanese. Realizzato nel 1958, il canale consente di riversare nel Ticino le acque in piena dell’Olona e del Severo. A Nord, si amplia e si consolida la città soprattutto attraverso l’edificazione compresa tra le due strade per Cassinetta di Lugagnano e quella per Magenta. Si consolida a Nord‐Est l’edificato contiguo al Convento dell’Annunciata. Ad Ovest, lungo l’attuale Via Cassolnuovo, la proprietà particolar‐mente frazionata, e anticamente caratterizzata dalla presenza diffusa di “cascinelli”, vede la realizzazione di una edificazione bassa e di‐scontinua che si consoliderà successivamente. A Sud, lungo l’asse di Viale Sforza, compaiono i primi edifici e si im‐posta la struttura viaria fino alla Cascina Pazienza. Anche a destra del‐la “Nuova Vigevanese”, dopo la strada statale 526 per Pavia, si loca‐
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lizzano i primi edifici di carattere sia residenziale che produttivo.
Cartografia IGM del 1963.
Cartografia IGM del 1979/1981
L’analisi della mappa mostra, quale elemento tra i più significativi, l’espansione a macchia della città e il consolidarsi delle tendenze in
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atto nel periodo precedente.
Cartografia IGM del 1979/1981.
A Nord, continua in modo diffuso, l’urbanizzazione tra le due strade che portano a Cassinetta. Lungo la direttrice per Ribecco, l’edificazione supera lo Scolmatore. Ad Ovest inizia il processo urba‐no di accerchiamento del cimitero Maggiore (esso stesso in amplia‐mento), e si realizza il quartiere Primavera. Ad Est si completa l’edificazione della ex darsena. Nella parte meridionale della città si satura in modo disordinato il comparto racchiuso tra Viale Sforza e la
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ferrovia e, più a Sud, si definisce autonomamente con una struttura viaria regolare, l’urbanizzazione intorno alla Cascina Pazienza. Molti sono gli insediamenti che definiscono la città a partire dalla se‐conda metà degli anni sessanta, nel periodo del “boom edilizio”: cre‐scono i quartieri pubblici (Istituto Autonomo Case Popolari) e privati (Mombellino), si realizzano diversi complessi scolastici e risalgono a questi anni gli interventi residenziali che hanno sventrato parti signi‐ficative del centro storico, con edifici pluripiano (10–12 pian). Verso Sud e Sud‐ Est, tra la ferrovia e la SS 494, avviene la grande e‐spansione urbana, con caratteristiche miste, prevalentemente carat‐terizzata da insediamenti artigianali e industriali. Si realizza anche la prima espansione produttiva ad Est della SS 494 nel tratto tra il Navi‐glio di Bereguardo e la SS 526 (tra cui la Mivar). Si definiscono inoltre quartieri produttivi autonomi: in località Mendosio ad Est oltre Ca‐stelletto; a Sud, oltre la convergenza della 494 con la ferrovia e isola‐to da tutto, il quartiere Mirabella, costituito da un gruppo anonimo di capannoni industriali. Si consolida il singolare insediamento lineare di villette in via Vigna a Castelletto. Elemento determinante per la viabilità, è a Nord‐Est, la realizzazione del primo tronco di circonvallazione. Rilievo aerofotogrammetrico
Il fotopiano mostra nella zona Ovest della città, un consolidamento dell’abitato con un’edificazione più compatta che ingloba completa‐mente lo spazio cimiteriale. Ai margini della campagna, si rileva il po‐lo scolastico comprensoriale per l’istruzione secondaria superiore. Ad Est, il comparto compreso tra la ferrovia e la SS 494 risulta ormai saturo; si completa il quartiere produttivo a Sud e intorno alla fabbri‐ca Mivar. Si realizza, inoltre il nuovo comparto industriale Mivar in‐cuneato nell’ansa del Naviglio di Bereguardo. Elemento nuovo, ma determinante, nella struttura viaria è il comple‐tamento a Nord del secondo tronco della circonvallazione: il tracciato descrive un quarto di cerchio a Nord‐Est intorno alla città che consen‐te di incanalare il flusso viabilistico pesante e in attraversamento. I‐noltre, la razionalizzazione della Milano‐Baggio a partire dagli anni
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’90, rende più agevole il collegamento con la Tangenziale Est e Mila‐no. Il successivo rilievo del 2003 evidenzia il compattamento del tessuto edificato e lo sviluppo delle frange.
Rilievo aerofotogrammetrico 1995.
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Rilievo aerofotogrammetrico 2003.
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Tavola riassuntiva del “divenire città”.
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Lo sviluppo della città attraverso i suoi piani urbanistici La presente sezione esamina le proposte urbanistiche che, nel corso degli ultimi 50 anni, hanno contribuito a cambiare il volto della città di Abbiategrasso. Alcuni tra i professionisti più prestigiosi sono stati i protagonisti di questa vicenda urbana contribuendo allo sviluppo di Abbiategrasso secondo ciò che in quel momento, erano le esigenze storiche, eco‐nomiche e sociali. Qualcuno, ha avuto delle intuizioni molto interes‐santi e ad altri, nonostante una certa lungimiranza, non è stato con‐sentito, per motivi di opportunità politica, sociale o economica, di av‐viare parte di quei processi che avrebbero migliorato la qualità urba‐na del comune e del territorio circostante. Le scelte urbanistiche, certamente non sempre facili, sono parte fon‐damentale della storia di una città.
1957 – Programma di Fabbricazione “Amadeo” I precedenti Regolamenti Edilizi di Abbiategrasso risalivano al 1911 e al 1936, entrambi però dovevano essere rivisti alla luce della nuova legge urbanistica n°1150 del 17/8/1942, la quale imponeva il rinno‐vamento dei regolamenti edilizi locali che davano adito ad inconve‐nienti, ad abusi e violazioni. Le vicende belliche con le ovvie urgenze, non avevano consentito di procedere tempestivamente all’aggiornamento dei regolamenti e perciò nel 1957 viene affidato l’incarico al dirigente dell’Ufficio Tec‐nico del Comune, il dott. ing. Amadeo. Il quale oltre a redigere un nuovo regolamento predispone anche un Piano di Fabbricazione. La relazione che presentava il lavoro è presumibilmente andata persa ma è rimasta la tavola di inquadramento generale in cui appare subi‐to evidente come si fosse presa in considerazione la possibilità della creazione di una rete di tangenziali che distribuisse il flusso del traffi‐co al di fuori del centro cittadino. La creazione delle tangenziali, almeno graficamente, ricrea la tipolo‐gia di una città difesa e rinchiusa dentro le sue mura. Infatti, proprio come fu per le vecchie mura, l’area prevista per la de‐
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stinazione residenziale va a saturare lo spazio compreso tra le nuove tangenziali. E’ l’industria che viene allontanata dal centro abitato e risulta poco definita, disegnata sulla strada Prabalò.
1964 – Piano Regolatore Generale “Buzzi – Tutino” Il percorso per il nuovo Piano Regolatore Generale è stato affidato a‐gli architetti Buzzi e Tutino. Molte sono state le osservazioni alle proposte dei professionisti che hanno modificato parzialmente il loro approccio accogliendo le con‐troproposte che venivano dalla Commissione Consultiva. Nella relazione di questa Commissione si legge ”…la soluzione del problema urbanistico non può e non deve mai prescindere dalle premesse economiche e sociali, viste nella realtà contingente… Né si vuole che Abbiategrasso sia la cavia per sperimentare criteri teorica‐mente buoni ma in realtà inattuabili nel caso specifico”. La cartografia evidenzia quali furono le scelte urbanistiche dei pro‐gettisti:
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- la circonvallazione nord‐est‐sud con conseguente svincolo del traffico veloce e alleggerimento del tessuto stradale urbano, nuovi accessi viabilistici a nord‐est e a sud‐est con la costruzio‐ne di nuove opere di sovrapasso e sottopasso alla ferrovia;
- la creazione di un collegamento intercomunale con le zone po‐ste a ovest del Ticino tramite l’alzaia del canale scolmatore ed eventuale ponte di barche sul fiume;
- spostamento del naviglio; - spostare la Pia Casa perchè elemento devitalizzante del centro
storico; - previsione di un centro turistico sul fiume Ticino.
1971 – Regolamento Edilizio Nell’allegato B al Regolamento Edilizio datato 1971, gli architetti Buz‐zi e Tutino mostrano nella corografia in scala 1:25.000 come non vi è
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più traccia della circonvallazione, della deviazione del naviglio, di co‐me si è espansa la zona residenziale e di come le zone industriali sono state sparpagliate sul territorio.
1978 – Piano Regolatore Generale “Rossi – Balzani” L’incarico del nuovo Piano Regolatore Generale viene affidato a due grandi professionisti: gli architetti Aldo Rossi e Andrea Balzani. Nel
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nuovo piano si intravede un acuto approccio culturale con soluzioni a volte discutibili, motivate da studi e analisi approfondite e serie. Da tali analisi discendono le indicazioni per il Piano Regolatore Gene‐rale:
- prevalente vincolo per attività agricola del territorio comunale e moderati incrementi residenziali e produttivi;
- centro storico da considerare come un unicum e non da trattare caso per caso;
- elementi significativi: Pia Casa e convento dell’Annunciata come nuovi poli culturali;
- necessità di garantire un facile passaggio dal mezzo di trasporto su gomma a quello su ferro, in vista della regionalizzazione della ferrovia, attraverso la realizzazione di attrezzature di inter‐scambio in adiacenza alla stazione;
- previsione del Parco Naturale del Ticino, individuando i punti di possibile concentrazione delle attrezzature complementari per una sua migliore fruizione;
- ristrutturazione della rete di viabilità urbana connettendola al sistema dei collegamenti sovra comunali costituito dalla Vige‐vanese, dalla Baggio –Castelletto e dal previsto tratto Castellet‐to‐Magenta dell’est Ticino (seguendo il tracciato proposto dalla Provincia di Milano).
Le grandi dimensioni delle tavole e l’assenza di una tavola riassuntiva in scala ridotta rende pressoché impossibile la riproduzione. 1989/1993 – Piano Regolatore Generale “Della Vecchia‐Foresti‐Gallarati” Il PRG di Rossi e Balzani non diviene mai realmente operativo così viene affidato agli architetti Della Vecchia, Foresti e Gallarati la Revi‐sione Generale al Piano Regolatore. I contenuti del PRG vengono de‐scritti per settori: 1. Mobilità
- raddoppio della linea ferroviaria Milano Mortara, concordare la permuta delle aree;
- La definizione del tracciato della Est Ticino con le dovute inte‐grazioni e ricuciture (territorio in salvaguardia esteso fino alla SS
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n°494, la circonvallazione a nord, la circonvallazione a ovest); - il sovrappasso della via Maggi sulla sede ferroviaria; - prosecuzione oltre l’incrocio a “T” sulla SS n°494 (incrocio e su‐
peramento del naviglio Bereguardo sarà a raso e si connetterà con l’est Ticino).
2. Residenza - contenimento dell’espansione residenziale in mancanza di un
incremento demografico; - recupero del fabbisogno abitativo pregresso; - quota parte per l’edilizia economica popolare.
3. Produttività - ridimensionamento del fabbisogno industriale; - reperire dotazioni di servizi per l’industria; - vengono riformulate le zone E per meglio tutelare e difendere
le zone agricole. 4. Urbanizzazioni
- strategia perequativa per singole lottizzazioni; - salvaguardia per alcune opere affidate a contribuzioni di altri
Enti; - azzonamento propone scelte indicative da adeguare a piani ge‐
nerali o progetti veri e propri. 5. Zone speciali
- zone multifunzionali, disponibili a necessità e scelte non preve‐dibili;
- strumentazioni aperte al divenire della città. Il PRG ha distribuito aree artigianali all’interno del tessuto urbanizza‐to e ha modificato le densità urbanizzative a favore di aree esterne occidentali verso il Ticino. Ha inoltre ingigantito le previsioni di svi‐luppo decennale introducendo un numero elevato di aree di trasfor‐mazione che comportano un alto consumo di suolo agricolo e una capacità insediativa decisamente robusta. I limiti di questo piano sono risultati l’eccessiva compattezza di inse‐diamenti privati (residenza, terziario, commercio, produttivo) e la prevalente espulsione di residenza pubblica e di servizi pubblici, col‐locati prevalentemente ai margini urbani, con un deficit di aree a standard con una collocazione frammentaria, disomogenea e margi‐
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nale. 1997 – Variante al Piano Regolatore Generale La logica della Variante, riguarda la necessità da un lato di recuperare le carenze quantitative di aree pubbliche o di uso pubblico, dall’altro di porre in rete tutto il patrimonio per servizi disponibili, potenziando una maglia di interconnessioni di aree a verde e, capovolgendo quin‐di la tradizionale prevalenza del disegno di aree edificabili (private) sulle aree di concessioni (pubbliche).
Un equo rapporto tra spazi pubblici e privati, tra edificati e non, in‐dubbiamente rappresenta una condizione essenziale per valorizzare
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le risorse di Abbiategrasso come polo metropolitano. La Variante propone un’inversione di tendenza, riducendo la crescita insediativa e recuperando in parte il deficit di aree a standard. Ope‐rando sia un intervento sulla capacità residua di piano in termini di stanze teoriche, sia un recupero parziale del fabbisogno di standard con una compensazione nelle aree di nuova trasformazione. La Va‐riante assume una prospettiva perequativa nel ridimensionamento delle potenzialità edificatorie nelle zone C di piano. Altre modifiche della Variante riguardano il perseguimento di un più chiaro disegno urbanistico e l’arresto alla proliferazione di piccoli insediamenti pro‐duttivi dispersi nell’urbanizzato residenziale non adeguatamente di‐stribuiti da una viabilità separata. Abbassa inoltre gli indici di edifica‐bilità, modifica i parametri e incrementa le cessioni: riducendo di fat‐to, l’edificazione ed aumentando il verde permeabile e quindi la qua‐lità e la sostenibilità dell’insediamento. 2005 – Variante al Piano Regolatore Generale Ai sensi della Legge regionale n°23/97 viene redatta una Variante che traspone la base cartografica aerofotogrammetrica redatta nel 2003, dell’azzonamento del PRG con le relative varianti, in formato elettro‐nico. Tale Variante adegua le perimetrazioni a fronte dell’effettiva situa‐zione fisica dei luoghi e aggiorna e integra le previsioni vigenti con le modifiche introdotte dalle Varianti intervenute nei tempi successivi all’approvazione del PRG senza alcuna modificazione delle destina‐zioni d’uso. Nel procedere alla trasposizione dell’azzonamento del Piano Regola‐tore Generale vigente sulla base cartografica, si è proceduto ad ese‐guire le seguenti operazioni:
- sintetizzare e rendere più chiare ed esplicite le diverse simbolo‐gie grafiche contenute nelle tavole di azzonamento del PRG vi‐gente o introdotte dalle successive varianti;
- aggiornare l’azzonamento con le modifiche e le integrazioni ap‐portate dalle varianti intervenute e non ancora trasportate sulle tavole del piano vigente.
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2009 – Piano di Governo del Territorio La legge regionale sul governo del territorio (12/2005), attuando quanto previsto dal terzo comma dell’art. 117 della Costituzione, ha fissato una nuova disciplina per il governo del territorio, obbligando i Comuni a passare dal P.R.G. al nuovo strumento il Piano di Governo
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del Territorio (P.G.T.), articolato nel Documento di Piano, Piano dei Servizi e Piano delle Regole.
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Il comune di Abbiategrasso ha avviato il processo di formazione nel 2006 (deliberazione di Giunta Comunale 293 del 07.11.2006), a cui sono seguite diverse attività di coinvolgimento della città. Il nuovo strumento adottato nel 2009 è stato approvato nel 2010 (delibera‐zione di C.C. 28 del 17.05.2010, esecutività a seguito della pubblica‐zione sul B.U. R.L. serie Inserzioni e Concorsi n. 40 del 06.10.2010). Sinteticamente la strategia del P.G.T. è fondata sui seguenti obiettivi:
- modificazione e completamento della ”forma urbis” attuale in‐vertendo il processo di espansione;
- contenimento/riduzione del consumo di suolo favorendo la ri‐qualificazione delle aree degradate, dismesse, sottoutilizzate promuovendo azioni sinergiche con le diverse politiche dei set‐tori economici;
- tutela e valorizzazione del territorio comunale, anche attraverso la qualificazione ambientale e paesaggistica del tessuto urbaniz‐zato;
- sviluppo sostenibile del territorio anche con riferimento ai pro‐getti sovra locali di potenziamento delle infrastrutture ferrovia‐rie e stradali;
- potenziamento delle funzioni di scala sovra locale, in forza dell’attribuzione del P.T.C.P., alla città di Abbiategrasso, del ruo‐lo di centro di rilevanza sovra comunale;
- sostegno alla realizzazione di opere a basso impatto ambienta‐le.
Alcuni obiettivi hanno carattere più puntuale e sono caratterizzati da azioni specifiche da attuare negli ambiti di trasformazione e nel tes‐suto consolidato:
- localizzazione degli interventi di trasformazione nelle parti di città già destinate dal PRG a funzioni urbane;
- definizione di regole e principi per una trasformazione e com‐pletamento qualitativi e non unicamente/prevalentemente quantitativi;
- consolidamento dei bordi urbani a ovest del tessuto edificato della città;
- definizione di indirizzi per il completamento urbano tali da co‐niugare le valenze urbane della città compatta, racchiusa nel
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quadrilatero storico, e le valenze ambientali e paesaggistiche;
- definizione di indirizzi e regole per l’attuazione delle “politiche
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abitative” in risposta non solo alle esigenze del mercato ma an‐che dei nuclei che per reddito potrebbero essere emarginate e escluse dall’accesso al “bene‐casa”;
- definizione di indirizzi e regole per favorire lo sviluppo dell’economia d’eccellenza attraverso la realizzazione di servizi per le imprese, individuazione di strumenti urbanistici agili e flessibili per l’operatore ma in grado di consentire all’ente il controllo dell’attuazione;
- localizzazione di nuove grandi e medie strutture di vendita all’interno di situazioni di completamento o di sostituzione di tessuti insediativi esistenti per minimizzare il consumo di suolo;
- contenimento dell’occupazione di suolo libero attraverso la ri‐pianificazione di aree con vincolo decaduto
- riqualificazione del tessuto urbano ed edilizio esistente favo‐rendo forme di recupero, tutela, conservazione, valorizzazione, in particolare nel centro storico;
- valorizzazione patrimoniale di immobili di proprietà comunale; - riqualificazione dei distretti industriali quartiere Mirabella,
Mendosio e Comparto Produttivo Sud‐ Est interessati dalla nuo‐va grande viabilità favorendo l’insediamento di un mix funzio‐nale di servizi alle imprese;
- rivitalizzazione e sostegno della funzione commerciale del cen‐tro storico, dei negozi storici e dei negozi di presidio nella città consolidata;
- risparmio della risorsa Acqua tramite la razionalizzazione del si‐stema di estrazione e depurazione;
- attivazione di un piano energetico comunale che produca un ri‐sparmio del 20% dei consumi;
- minimizzazione delle fonti di inquinamento elettromagnetico; - ri‐localizzazione dell’impianto di termovalorizzazione; - promozione di interventi e incentivi per lo smaltimento delle
coperture in amianto.
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Beni culturali, Beni paesaggistici e Paesaggio Nelle moderne società la conoscenza della propria storia, il ricono‐scimento e la salvaguardia dei segni del proprio passato sono fattori indicativi del progresso e dell’equilibrio sociale conseguito. Sono condizioni necessarie per partecipare positivamente ai processi di in‐tegrazione politica ed economica di scala mondiale. La conoscenza del patrimonio storico‐artistico e paesaggistico del ter‐ritorio è indispensabile per l’adozione delle strategie di intervento dell’azione pianificatoria locale e per concretizzare gli obiettivi di va‐lorizzazione, tutela e fruizione dei beni culturali e del paesaggio, alla base della normativa nazionale e regionale vigente in materia e di pianificazione a valenza paesaggistica di scala sovra locale. Il Documento di Piano, in questa fase ricognitiva, traccia una mappa‐tura dei beni e degli ambiti vincolati ai sensi del D.Lgs 22 gennaio 2004 n. 42 “Codice dei beni culturali e del Paesaggio”. Tali provvedimenti puntuali di vincolo devono essere però valutati al‐la luce della nuova concezione di “Paesaggio” introdotta dalla Con‐venzione Europea del Paesaggio, sottoscritta il 20 ottobre 2000. Di‐versamente dalla normativa previgente, volta alla tutela di singoli be‐ni o aree delimitate, la definizione attuale di Paesaggio, recepita par‐zialmente anche dal D.Lgs n. 42/04, attribuisce valore a tutto il terri‐torio nel suo complesso ed, in particolar modo, alla percezione che l’individuo e la comunità hanno delle sue parti, siano esse derivate dall’azione di fattori naturali che antropici. Entra in gioco pertanto il valore emozionale e simbolico attribuito al territorio dai soggetti che lo vivono e con esso interagiscono quoti‐dianamente. Meritevoli di considerazione non sono più unicamente quegli ambiti che un provvedimento di vincolo ha riconosciuto di particolare pre‐gio, ma anche quelle parti che necessitano di salvaguardia, riqualifi‐cazione o valorizzazione in quanto entrate nell’immaginario collettivo come visuali consolidate o in quanto spazi necessari alla sopravviven‐za e alla riconoscibilità dei beni vincolati puntualmente. Ciò premesso, il Documento di Piano individua sul territorio i beni immobili di interesse monumentale, distinti come segue: A. I beni culturali tutelati per legge ai sensi dell’art. 10, commi 1 e 4,
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del D.lgs. n. 42/2004, in quanto “cose immobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad o‐gni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro, che presentano interesse artistico, storico, ar‐cheologico o etnoantropologico”, e sono opera di autore non vi‐vente o la cui esecuzione risale ad oltre cinquant’anni. Sono com‐presi in questa categoria anche i seguenti beni: - le cose che interessano la paleontologia , la preistoria e le primi‐tive civiltà;
- le ville, i parchi e i giardini che abbiano interesse artistico e sto‐rico;
- le pubbliche piazze, vie, strade e altri spazi aperti urbani di inte‐resse artistico o storico;
- le tipologie di architettura rurale aventi interesse storico od et‐noantropologico quali testimonianze dell’economia rurale tra‐dizionale.
I predetti beni immobili, di proprietà dei soggetti sopra elencati, sono da considerare automaticamente beni vincolati fino a quando non sia stata effettuata la verifica della sussistenza dell’interesse culturale ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs n. 42/04. Tale procedura può confermare il vincolo o escludere l’immobile dall’applicazione della disciplina del Codice, qualora non sia riscontrato l’interesse storico‐artistico dello stesso. La possibilità di convertire i beni demaniali in musei, appartamenti o altra attività, il cui esercizio o vendita comporta un profitto, permette alla pubblica amministrazione di convertire edifici, che inutilizzati si rivelerebbero carichi costosi, e di disporre di tali edifici e di tali profit‐ti come risorse e servizi per migliorare la tutela di quel patrimonio i‐nalienabile che necessita realmente di cura pubblica. Beni demaniali privi di valore artistico o con destinazione d'uso limitata possono es‐sere messi al servizio della collettività e non costituire più solo un ca‐rico per l'amministrazione pubblica, che deve provvedere con interventi di manutenzione, restauro, ecc. a riconoscere, quindi, ciò che veramente possiede interesse artistico‐storico, senza rischiare di tutelare a "tappeto" tutti quegli edifici per loro natura "storici" ma privi di interesse culturale.
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B. I beni culturali riconosciuti tali tramite uno specifico provvedimen‐to di vincolo che ne ha declarato l’interesse culturale ai sensi dell’art. 10 comma 3 del D.lgs. n. 42/2004, in particolare: - le cose immobili che presentano interesse artistico, storico, ar‐cheologico o etnoantropologico particolarmente importante, appartenenti a soggetti diversi da quelli indicati al precedente punto;
- le cose immobili, a chiunque appartenenti, che rivestono un in‐teresse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell’arte e della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell’identità e del‐la storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose.
C. I beni immobili su cui gravano prescrizioni di tutela indiretta, quali l’obbligo del rispetto di distanze, misure e altre norme tese ad e‐vitare che sia messa in pericolo l’integrità dei beni culturali immo‐bili ubicati nelle adiacenze, ne sia danneggiata la prospettiva o la luce o ne siano alterate le condizioni di ambiente e di decoro, ai sensi dell’art. 45 del D.Lgs n. 42/2004.
Nel dettaglio, i beni di valenza monumentale presenti sul territorio e riconosciuti con specifico provvedimento, si concentrano all’interno e in prossimità del quadrilatero storico e in corrispondenza del nucleo antico di Castelletto. Fanno eccezione Palazzo Arconati e l’ex Conven‐to dell’Annunciata che hanno avuto un originario sviluppo extraurba‐no. L’elenco dei beni culturali e il riferimento ai relativi provvedimen‐ti di vincolo sono riportati in dettaglio nell’Allegato 3 al presente do‐cumento. Oltre a quanto espressamente soggetto alle disposizioni del D.Lgs n. 42/04, sono stati individuati altri elementi che hanno contraddistinto l’evoluzione urbana locale, quali:
- I tracciati viari storici, lungo i quali l’edificato ha avuto un primo sviluppo allineato con il fronte stradale che a tratti permane an‐cora oggi nella conformazione a cortina.
- Le cascine. In particolare, le informazioni estrapolate dagli studi passati e recenti che hanno coinvolto il nostro territorio agrico‐lo, hanno fornito un prezioso bagaglio di conoscenza sugli inse‐diamenti rurali esistenti, caratterizzati da un nucleo originario
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storico che segue l’impianto tipologico e funzionale della casci‐na lombarda e da edifici di recente edificazione funzionali allo svolgimento e all’implementazione della funzione agricola. I da‐ti raccolti, contenuti in dettaglio nella sezione dedicata alla struttura del paesaggio agrario e rurale, sono un importante supporto alle strategie da adottare per il recupero e la tutela del patrimonio agricolo di interesse storico e artistico, sia per quanto riguarda l’impianto tipo‐morfologico edilizio originario che il paesaggio rurale consolidato circostante.
Da evidenziare inoltre che, il territorio comunale presenta delle zone classificate a rischio archeologico dal vigente PTCP, nelle quali è ne‐cessario introdurre delle misure cautelative per regolare gli interventi invasivi del sottosuolo, che coinvolgano preventivamente, durante i lavori e in caso di ritrovamenti fortuiti sia la Soprintendenza che gli altri enti interessati. Per quanto attiene gli aspetti paesaggistici di tutela, il quadro norma‐tivo vigente crea una distinzione tra: 1. I beni paesaggistici ovvero gli immobili e le aree di notevole inte‐
resse pubblico, ai sensi dell’art. 136 del D.Lgs n. 42/2004, indivi‐duati con specifico decreto o proposta di vincolo. Rientrano in questo elenco: - le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza natura‐le o di singolarità geologica;
- le ville, i giardini e i parchi, non compresi in elenchi precedenti, che si distinguono per la loro non comune bellezza;
- i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale;
- le bellezze panoramiche considerate come quadri e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze.
2. Le aree di interesse paesaggistico tutelate per legge dall’art.142 del D.Lgs n. 42/2004), che ha recepito parte della ex Legge 8 ago‐sto 1985 n. 431 detta “Legge Galasso”, tra cui: - lett. c) i fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua iscritti negli elenchi pre‐visti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre
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1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna;
- lett. f) i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi;
- lett. g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché per‐corsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento.
Il Comune di Abbiategrasso è interessato dalla presenza di numerose emergenze di pregio architettonico e ambientale e da molteplici di‐sposizioni di natura paesaggistica dettate dagli strumenti normativi vigenti e dai piani paesaggistici di livello sovra comunale. Tutto il territorio comunale è soggetto a tutela ai sensi dell’art. 142 lett. f) del D.Lgs n. 42/04 ed è disciplinato dal Piano Territoriale di Co‐ordinamento dell’ente Parco in base alla suddivisione in zone omo‐genee. Altri vincoli cosiddetti “automatici” perché posti dall’art. 142 del D.Lgs n. 42/04, riguardano i fiumi e i corsi d’acqua presenti sul terri‐torio e contenuti negli elenchi approvati con regio decreto n. 1775/33. Oltre al fiume Ticino, la fascia di tutela di 150 m dalle sponde, ogget‐to del vincolo, coinvolge la Roggia Gambarera, il rio Rile e la Roggia Ticinello. I vincoli “diretti”, invece, posti cioè con apposito decreto, riguardano porzioni del territorio urbanizzato ritenute di particolare rilevanza paesaggistica, e in dettaglio sono di seguenti elencati:
- Decreto Ministeriale 16 novembre 1954 “Dichiarazione di note‐vole interesse pubblico della zona denominata “Fossa Visconte‐a”, sita nell’ambito del comune di Abbiategrasso”;
- Decreto Ministeriale 17 maggio 1963 “Dichiarazione di notevole interesse pubblico della zona del Castello e adiacenze nel co‐mune di Abbiategrasso”;
- Deliberazione della Commissione Provinciale per la tutela delle bellezze naturali di Milano “Proposta di vincolo ai sensi della legge 29 giugno 1939 n. 1497 e relativo regolamento 3 giugno 1940 n. 1357”.
Il Comune di Abbiategrasso è infine direttamente coinvolto nella rete
99
ecologica europea denominata “Rete Natura 2000”, volta alla con‐servazione degli habitat naturali e seminaturali appositamente indi‐viduati e alla salvaguardia delle biodiversità, il cui fondamento è dato dalla Direttiva Europea 92/43/CEE. Le Regioni redigono e aggiornano periodicamente appositi elenchi i‐dentificanti:
- i Siti di Importanza Comunitaria (SIC) ovvero i siti che contribui‐scono a mantenere o a ripristinare gli habitat e le specie, appo‐sitamente individuati dalla Commissione Europea, in uno stato di conservazione soddisfacente e concorrono al mantenimento della diversità biologica della regione biogeografia di riferimen‐to;
- le Zone di Protezione Speciale (ZPS) ovvero i siti di importanza comunitaria nei quali sono applicate le misure di conservazione necessarie al mantenimento e al ripristino degli habitat e delle specie per cui il sito è designato.
Tali elenchi iniziano a produrre effetti sulle zone individuate con la lo‐ro trasmissione alla Comunità Europea da parte del Ministero dell’Ambiente. Ciò premesso, la parte di territorio comunale prossima al fiume è compresa nella SIC “Basso corso e sponde del Ticino” e nella ZPS “Bo‐schi del Ticino”, la cui gestione è stata affidata all’ente Parco. Gli atti di pianificazione territoriale e gli interventi che interessano ta‐li aree dovranno essere sottoposti preventivamente alla Valutazione di Incidenza affinché possano essere accertati gli effetti che le azioni pianificatorie o gli interventi diretti possono avere sui siti, gli habitat e le specie oggetto di salvaguardia. Il lavoro ricognitivo della situazione esistente dal punto di vista del Paesaggio non ha riguardato solo la mera individuazione dei vincoli presenti sul territorio, derivati dalla vigente normativa statale e re‐gionale, ma ha portato ad uno studio della città consolidata nel suo insieme con la finalità di monitorare lo stato di conservazione delle sue parti. Si è proceduto quindi a distinguere il territorio agricolo, a sua volta suddiviso in una parte avente vocazione prettamente produttiva e una parte a valenza ambientale‐naturalistica (corrispondente al limite
100
del Parco Naturale della Valle del Ticino), dal tessuto urbanizzato ov‐vero il paesaggio definito “quotidiano”. Quest’ultimo è stato a sua volta vagliato al fine di individuare ulteriori elementi o parti merite‐voli di maggiore attenzione perché di pregio da conservare e valoriz‐zare o degradate da riqualificare. In particolare, è stata riconosciuta l’elevata sensibilità paesaggistica delle seguenti emergenze che costituiscono da tempo visuali consoli‐date nella memoria della comunità locale:
- il Nucleo di Antica Formazione che non si limita unicamente al quadrilatero storico, ma comprende anche le zone limitrofe e i nuclei originari di Castelletto e Mendosio;
- il Naviglio di Bereguardo, già individuato nel Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia come opera ingegneristica meri‐tevole di salvaguardia al pari del Naviglio Grande. Una particola‐re attenzione al tema emerge anche nella proposta di Piano Territoriale d’Area “Navigli Lombardi”, del quale è stato avviato il procedimento di approvazione. Il progetto di piano propone in particolare l’apposizione lungo le sponde dei Navigli di una fa‐scia di tutela di m 100, più restrittiva, che preclude la nuova edi‐ficazione e una fascia di 500 m da destinare al rafforzamento dell’attività agricola e ad opere di mitigazione e valorizzazione ambientale e paesaggistica;
- la Roggia Cardinala, caratterizzata, nei tratti a cielo aperto, da scorci interessanti e di forte riconoscibilità.
Diversamente, le aree datate a prevalenza produttiva presentano al loro interno fenomeni di degrado per episodi di dismissione, isola‐mento e frammistione di funzioni che si ripercuotono sullo stato di conservazione, la vivibilità e la percezione dei luoghi. La ricognizione del territorio in base alle peculiarità di ciascuna zona e alle reciproche interrelazioni, è stata propedeutica alla redazione del‐la carta delle sensibilità e alla stesura dei criteri paesaggistici orienta‐tivi degli interventi sul tessuto consolidato contenuti nel Piano delle Regole.
101
Sistema dei servizi
Popolazione e dinamiche demografiche
Dinamiche demografiche
La comprensione dei caratteri socio‐insediativi di un territorio non può prescindere dalla considerazione degli aspetti demografici, sia come dinamica ovvero analisi delle variazioni e consistenza nel tem‐po della popolazione residente, sia come struttura e caratteristiche dei residenti. Nei successivi paragrafi sono stati pertanto individuare sommariamente quelli che sono gli indicatori principali che descrivo‐no i caratteri della popolazione residente della città di Abbiategrasso. La popolazione abbiatense ha seguito nell’ultimo secolo un trend po‐sitivo passando dai 12.000 abitanti del 1901 ai 30.994 del Censimento 2011 (32.585 al 31 dicembre 2015); tale incremento, costante per tutta la prima metà del secolo, ha subito una crescita repentina nel ventennio 1950‐1970 (fenomeno comune a quasi tutte le città dell’Italia settentrionale), passando dai 18.000 abitanti nel 1951 a 21.652 nel 1961 fino a quasi 27.000 abitanti nel 1971. Popolazione residente 1901‐2011
1901 1921 1931 1951 1961 1971 1981 2001 2011
Magenta 8.012 10.080 12.682 15.513 18.417 23.700 23.825 22.839 22.877
Milano 538.478 701.401 960.660 1.274.154 1.582.421 1.732.000 1.604.773 1.256.211 1.242.123
Vigevano 23.560 30.029 32.972 43.805 57.069 67.909 65.179 57.450 60.109
Abbiategrasso 12.270 13.287 15.852 18.001 21.652 29.955 27.043 27.760 30.994
Città Metropolitana di Milano 1.144.148 1.560.707 1.807.367 2.324.717 2.983.903 3.727.841 3.839.006 3.707.210 3.038.420
A partire dai primi anni Ottanta invece anche la città di Abbiategras‐so, in linea con l’andamento nazionale, ha fatto registrare una situa‐zione di crescita contenuta evidenziando per i prossimi anni la ten‐denza verso un sostanziale “equilibrio demografico”. L’analisi più dettagliata della dinamica demografica di Abbiategrasso dell’ultimo decennio (2005‐2015) evidenzia una crescita complessiva di circa 2.755 unità, pari ad un incremento del 9% nel decennio; la
102
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2015
105
mette in luce come la popolazione di Abbiategrasso sia sostanzial‐mente allineata alle caratteristiche strutturali di livello nazionale: l’aumento delle aspettative di vita, la diminuzione del tasso di natali‐tà, l’accentuarsi dei processi di ‘nuclearizzazione’ della popolazione, l’invecchiamento della popolazione sono gli indicatori fondamentali dei fenomeni di trasformazione, anche profonda, dei caratteri sociali e culturali in atto. Abbiategrasso registra infatti un significativo au‐mento della popolazione anziana, una diminuzione progressiva della popolazione infantile, ed una conseguente riduzione della popolazio‐ne in età lavorativa; fenomeni preoccupanti se considerati rispetto al‐le loro implicazioni nei confronti delle tematiche assistenziali e previ‐denziali.
Piramide dell’età della popolazione residente al 31 dicembre 2015
Appare infatti evidente dalla lettura della piramide della popolazione che le fasce d’età sotto i venticinque anni registrano una consistenza molto inferiore rispetto a quelle superiori ai quaranta; inoltre il dato di popolazione in età giovanile (fino a 18 anni) risulta essere la metà
‐350 ‐250 ‐150 ‐50 50 150 250 350
1
11
21
31
41
51
61
71
81
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101
maschi femmine
106
della popolazione anziana residente, cioè in età compresa fra i ses‐santa e gli ottant’anni. Come è chiaramente visibile la piramide d’età della popolazione diventa sempre più stretta alla base e più larga nel settore medio‐alto. Popolazione per fasce d’età negli anni 2005, 2010, 2015
2005 2010 2015
maschi 314 379 284
femmine 307 308 253
0‐2 anni totale 621 687 537
maschi 444 515 478
femmine 399 524 459
3‐5 anni totale 843 1039 937
maschi 702 802 885
femmine 606 736 848
6‐10 anni totale 1.308 1.538 1.733
maschi 354 460 518
femmine 344 413 472
11‐13 anni totale 698 873 990
maschi 678 675 787
femmine 675 601 681
14‐18 anni totale 1.353 1.276 1.468
maschi 804 885 893
femmine 816 885 800
19‐24 anni totale 1.620 1.770 1.693
maschi 3.491 3.248 2.768
femmine 3.237 3.127 2.702
25‐39 anni totale 6.728 6.375 5.470
maschi 4.292 4.888 5.200
femmine 4.265 4.801 5.139
40‐59 anni totale 8.557 9.689 10.339
maschi 809 875 928
femmine 865 983 1.013
60‐64 anni totale 1.674 1.858 1.941
maschi 2.541 2.829 3.097
femmine 3.887 4.101 4.380
> 65 anni totale 6.428 6.930 7.477
maschi 2.492 2.831 2.952
femmine 2.331 2.582 2.713
0 ‐18 totale 4.823 5.413 5.665
maschi 3.350 3.704 4.025
femmine 4.752 5.084 5.393
> 60 totale 8.102 8.788 9.418
107
Procedendo nell’analisi, i dati mostrano come Abbiategrasso abbia registrato un progressivo aumento del numero dei nuclei famigliari passando da 12.447 unità nel 2005 a 13.950 nel 2015; all’aumentare del numero delle famiglie è tuttavia corrisposta una riduzione del numero medio dei componenti da 2,4 del 2005 a 2,3 del 2015, segna‐le che il modello tradizionale della famiglia sta cambiando progressi‐vamente anche ad Abbiategrasso. Il diffuso processo di frammenta‐zione dei nuclei familiari ha portato, infatti, ad un aumento delle fa‐miglie senza nucleo o delle coppie senza figli. Famiglie e numero di componenti 2005‐2015
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
popolazione residente 29.830 30.120 30.504 31.146 31.578 32.035 32.168 32.570 32.329 32.409 32.585
famiglie 12.447 12.649 12.806 13.206 13.362 13.595 13.747 13.896 13.811 13.883 13.950
numero medio componenti 2,4 2,4 2,4 2,4 2,4 2,4 2,3 2,3 2,3 2,3 2,3
L’analisi demografica trova infine completamento con una verifica degli indici di vecchiaia e di dipendenza che costituiscono importanti indicatori di struttura della popolazione residente; in particolare mentre l’indice di vecchiaia (esprime il grado di invecchiamento della popolazione) è il numero della popolazione in età da 65 anni in poi ogni 100 abitanti in età 0‐14 anni, l’indice di dipendenza (esprime il ‘carico sociale’ ovvero il livello di autosufficienza per la produzione di reddito) è il numero di popolazione in età 0‐14 e più di 65 anni (popo‐lazione ‘improduttiva’) ogni 100 abitanti in età 15‐64 anni (popola‐zione in età lavorativa). Dal confronto con i dati provinciali e regionali emerge come Abbiate‐grasso presenti una situazione sostanzialmente in linea con le dina‐miche della Città Metropolitana di Milano e con quella lombarda. Una situazione che, come mostra l’andamento del periodo 2001‐2015, si è mantenuta costante nel tempo senza particolari scostamenti rispet‐to alle dinamiche che si sono manifestate a scala più vasta.
108
Indicatori di struttura della popolazione residente 2001‐2015 2001 2005 2012 2015
Regione Lombardia 135,5 141,5 145,5 152,6
Città Metropolitana di Milano 150,96 147,6 159,5 169,7
indice di vecchiaia Abbiategrasso 145,5 151,8 16,5 147,1
Regione Lombardia 18,9 20,0 22,0 22,1
Città Metropolitana di Milano 18,07 19,5 21,5 21,8
indice dipendenza giovanile Abbiategrasso 19,0 20,0 22,5 23,0
Regione Lombardia 25,7 28,4 32,0 33,7
Città Metropolitana di Milano 27,27 26,8 34,3 34,7
indice dipendenza anziani Abbiategrasso 27,6 30,3 32,9 33,9
Regione Lombardia 44,6 48,4 54,1 55,8
Città Metropolitana di Milano 45,34 48,3 55,9 56,5
indice dipendenza totale Abbiategrasso 46,6 50,3 55,4 56,9
Regione Lombardia 17,8 19,1 20,8 21,6
Città Metropolitana di Milano 18,79 19,4 22,0 22,2
popolazione + 65 anni Abbiategrasso 18,9 20,2 21,2 21,6
109
Dimensionamento e stato di attuazione Stato di attuazione delle previsioni insediative
La legge regionale 12 del 2005 ha ribadito la necessità di determinare gli obiettivi quantitativi di sviluppo all'interno del nuovo Piano di Go‐verno del Territorio ed in particolare nell'ambito del Documento di Piano, atto preposto alla definizione degli scenari futuri per la città. Tali obiettivi tuttavia non solo informano il documento più propria‐mente programmatico del PGT ma devono essere alla base dello stesso Piano dei Servizi, laddove questo indica le necessità di sviluppo ed integrazione dei servizi esistenti in relazione alla popolazione resi‐dente, alla popolazione insediabile e alla popolazione gravitante nel territorio ed assicura rispetto alla popolazione residente e a quella da insediare una dotazione minima di 18 mq/ab. Capacità insediativa del PGT 2010
volumetria (mc)13 abitanti
popolazione residente al 31 dicembre 2008 ‐ 31.146
abitanti insediabili da previsioni PGT 2010 1.269.191 7.549
abitanti insediabili negli interventi in attuazione (da previsioni PGT) 136.830 912
abitanti insediabili negli interventi in attuazione (da previsioni PRG) 224.382 1.496
capacità insediativa totale 41.103
In questa direzione, dunque, all’interno della fase più propriamente conoscitiva del piano si è scelto, dunque, di procedere alla verifica dello stato di attuazione delle previsioni insediative del PGT 2010 e del precedente PRG e, contestualmente, alla valutazione quantitativa della cosiddetta capacità insediativa residua, ovvero degli abitanti te‐orici insediabili all’interno delle diverse previsioni insediative. Tenuto conto del parametro di 150 mc/ab, il valore individuato quale capacità insediativa totale per la città di Abbiategrasso risulta pari a 41.103 abitanti teorici, di cui 7.549 corrispondono agli abitanti inse‐diabili nelle previsioni del PGT 2010 che non hanno ancora trovato at‐tuazione, mentre 2.408 sono gli abitanti insediabili negli interventi in 13 La quantificazione degli abitanti insediabili ha assunto come riferimento il valore di 150 mc/ab adottato dal PGT 2010 quale parametro di riferimento.
110
attuazione previsti dal PGT 2010 e dai precedenti strumenti urbani‐stici14. Si tratta di dati ottenuti a fronte di un'analisi dettagliata che, come riportata nelle tabelle seguenti, ha verificato lo stato di attuazione di tutte le previsioni urbanistiche vigenti. Particolare attenzione è stata dedicata alla modalità di quantificazio‐ne degli abitanti insediabili; la componente quantitativa diventa im‐portante, infatti, per poter prefigurare scenari di sviluppo realistici e aderenti alle dinamiche locali, rispetto ai quali poter costruire politi‐che ragionevoli di sviluppo e di riqualificazione del sistema dei servizi pubblici. Gli abitanti insediabili, a fronte dell'attuazione delle previsioni urba‐nistiche vigenti, sono stati calcolati computando gli abitanti teorici in‐sediabili all'interno degli ambiti oggetto di previsioni insediative. A tal fine è stato necessario valutare lo stato di attuazione di tutti gli inter‐venti e computare la quota di volumetria residenziale che, ad inter‐vento ultimato, andrà a produrre un nuovo carico insediativo. Previsioni in attuazione (PRG e PGT)15
Superficie territoriale
(mq)
Volume residenziale
(mc)
SLP residen‐ziale(mq)
SLP attività economiche
(mq)
SLP totale (mq)
Abitanti
PGT ATS PEV 149.865 127.275 38.567 0 38.567 848PGT PA PEV 0 0 0 0 0 0PGT PII PEV 10.614 0 0 2.712 2.712 0PGT PR PEV 17.776 9.555 2.896 0 2.896 64PGT PEV 178.255 136.830 41.463 2.712 44.175 912PRG PA PEV 613.739 224.382 68.904 217.473 286.377 1.496PRG PEV 613.739 224.382 68.904 217.473 286.377 1.496totale PEV 791.994 363.212 110.367 220.185 330.551 2.408
Con riferimento agli interventi insediativi previsti dal Piano di Gover‐no del Territorio, la lettura dei dati riferiti allo stato di attuazione del‐le diverse modalità di intervento mostra come, a fronte di una previ‐sione di 8.461 abitanti insediabili complessivi, le previsioni in attua‐zione (intese come approvate e/o convenzionate) corrispondano a 136.830 mc di volumetria residenziale, equivalenti a 912 abitanti in‐
14 Per un dettaglio sullo stato di attuazione delle previsioni insediative del PGT 2010 si faccia riferimento all’Allegato 4 – Stato di attuazione dei piani attuativi della presente relazione. 15 I dati derivano dall’analisi dello stato di attuazione dei piani attuativi aggiornata al 30 giugno 2016.
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sediabili all’interno degli ambiti di trasformazione e dei piani attuativi del Piano delle Regole, ovvero al 10% del totale previsto dal PGT 2010. Stato di attuazione degli Ambiti di Trasformazione (ATS, ATPS, ATU) previsti dal PGT 2010
denominazione
superficie territoriale
(mq)
volumetria residenziale
(mc)
SLP attività economiche
(mq)Slp totale
(mq)funzione
prevalente stato
attuazione
ATS 1 A1 ‐ Ambito A 28.833 23.786 7.208 residenziale convenzionato
ATS 1 A7 4.418 2.957 896 residenziale approvato
ATS 1 A8/1 14.790 10.462 3.170 residenziale approvato
ATS 1 A8/2 2.096 2.079 630 residenziale approvato
ATS 1 A8/3 13.208 9.903 3.001 residenziale approvato
ATS 1 A9/1 17.845 14.573 4.416 residenziale approvato
ATS 1 A9/2 3.730 2.462 746 residenziale approvato
ATS 1 A9/3 24.939 16.517 5.005 residenziale convenzionato
ATS 1 A10 6.836 5.946 1.801 residenziale approvato
ATS 1 A12 ‐ lotto 1 7.871 5.194 1.574 residenziale approvato
ATS 2 PA1 Piano Sogef 25.299 33.395 10.120 residenziale approvato
ambiti ATS / ATPS / 149.865 127.275 0 38.567
Stato di attuazione dei Programmi Integrati di Intervento (PII) previsti dal PGT 2010
denominazione superficie
territoriale (mq)
volumetria residenziale
(mc)
SLP attività economiche
(mq)Slp totale
(mq)funzione
prevalente stato
attuazione
PII 2 4.215 1.200 1.200 commerciale adottato
PII 11 PR PII 11 6.399 1.512 1.512 commerciale convenzionato
ambiti PII 10.614 2.712 2.712
Stato di attuazione dei Piani Attuativi non perimetrati (art. 59, art. 61 delle Regole del Piano) previsti dal PGT 2010
denominazione superficie
territoriale (mq)
volumetria residenziale
(mc)
SLP attività economiche
(mq)Slp totale
(mq)funzione
prevalente stato
attuazione
PR San Carlo 488 3.055 926 residenziale convenzionato
PR Cascina Monza 17.288 6.500 1.970 residenziale convenzionato
piani attuativi PR 17.776 9.555 0 2.896
Nel merito degli interventi previsti dai precedenti strumenti urbani‐stici, ovvero dei Piani Attuativi vigenti (PEV), la lettura dello stato di attuazione mostra interventi in attuazione per 224.382 mc di volume‐tria residenziale “sospesa”, equivalenti a 1.496 abitanti insediabili.
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Stato di attuazione dei Piani Attuativi Vigenti (PEV)
denominazione superficie
territoriale (mq)
volumetria residenziale
(mc)
SLP attività economiche
(mq)Slp totale
(mq)funzione
prevalente stato attuazione
PP Bereguardo 22.659 14.955 4.532 residenziale approvato
PA C7 95.696 ‐ 47.848 47.848 produttivo approvato
PL 24‐25 83.361 69.600 21.091 residenziale convenzionato
PII n. 3 ‐ Sesi Dabb 30.187 54.420 3.980 21.380mix
funzionale convenzionato
PII n. 4 ‐ Via Corsica 4.901 11.550 184 3.684mix
funzionale convenzionato
PL C1 131.053 ‐ 62.707 62.707 produttivo convenzionato
PP C5 112.374 ‐ 53.915 53.915 produttivo convenzionato
PR EX ROPAL 72.265 ‐ 48.839 48.839 produttivo convenzionato
PL 37 29.894 14.947 4.529 residenziale convenzionato
PR 16 9.094 21.547 6.529 residenziale convenzionato
PR 21‐22 8.706 16.433 4.980 residenziale convenzionato
PR ANFOSSI 4.484 8.930 2.706 residenziale convenzionato
PEEP 2003 EEP 40 ‐ via Puecher 3.523 6.000 1.818 residenziale
area assegnata ad Aler con con‐
venzione
PEEP 2003 EEP 42 ‐ via Crivellino 3.783 4.000 1.212 residenziale
area assegnata ad Aler con con‐
venzione
PEEP 2003 EEP 43 ‐ via Pasubio 1.759 2.000 606 residenziale
area assegnata ad Aler con con‐
venzione
PRG ‐ PEV 613.739 224.382 217.473 286.377
Entrando nel merito del calcolo della capacità insediativa di Abbiate‐grasso, l’analisi dello stato di attuazione mostra come alla data di ap‐provazione del PGT 2010 fossero già in essere previsioni insediative connesse a piani attuativi approvati e convenzionati per un totale di 286.377 mq di slp distribuiti tra residenza (68.904 mq, equivalenti a 224.382 mq di Slp) e tessuto produttivo commerciale (217.473 mq). Una quantità davvero già consistente, cui si è aggiunta quella prevista dal PGT 2010 che, secondo gli scenari quantitativi dichiarati dallo stesso avrebbe dovuto portare, a piano ultimato, ad un incremento di 8.461 abitanti complessivi16, ovvero ad una popolazione di 39.607 a‐ 16 Il dato si riferisce agli abitanti insediabili complessivi derivati dalle previsioni insediative del PGT 2010 e com‐prende gli interventi in attuazione e gli interventi non ancora attuati.
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bitanti (di cui 31.146 rappresentano gli abitanti residenti al 2008 su cui è stata calcolata la capacità insediativa di PGT), senza contare quelli previsti nelle previsioni insediative “sospese” del precedente strumento urbanistico generale. Popolazione gravitante e utenti dei servizi
L'osservazione e la valutazione della realtà di Abbiategrasso ha porta‐to ad individuare, come si è detto, una capacità insediativa di 41.103 abitanti teorici calcolati tenuto conto della popolazione già residente e della popolazione che andrà ad insediarsi qualora le previsioni inse‐diative andassero via via ad attuarsi. Appare evidente come la conoscenza di questo dato sia di importan‐za fondamentale non solo per anticipare le dinamiche demografiche ed insediative che la città potrà affrontare in un prossimo futuro, ov‐vero per costruire i possibili scenari di sviluppo e di trasformazione, bensì anche per verificare e valutare la coerenza tra l'offerta di servizi che il Comune e gli enti preposti mettono a disposizione dei cittadini, il numero di utenti che risiedono o "transitano" sul territorio e i biso‐gni che gli stessi utenti manifestano in misura più o meno esplicita. È proprio con riferimento al sistema dei servizi, oggetto e finalità spe‐cifica del Piano dei Servizi, che occorre fare una precisazione o meglio un ulteriore approfondimento in merito all'utenza che le diverse tipo‐logie di servizi "intercettano" sul territorio. La stessa legge regionale giunge, d’altronde, a definire gli utenti dei servizi quali sommatoria di tre differenti componenti: ‐ la popolazione stabilmente residente; ‐ la popolazione da insediare, ovvero la capacità insediativa teorica; ‐ la popolazione gravitante, ovvero i cosiddetti "city user" che per motivi di lavoro, studio, turismo o altro usufruiscono e beneficiano del sistema di servizi presente sul territorio. Nell'ottica della legge, dunque, l'insieme delle attrezzature e delle at‐tività al servizio delle funzioni insediate nel territorio comunale deve essere valutata, non più solamente in funzione della popolazione re‐sidente o di quella che vi risiederà al completamento delle previsioni insediative ma anche in relazione a quel flusso di pendolari che ogni
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giorno investe la città, avvalendosi evidentemente di tutti quei servizi che la stessa città offre. Risulta quanto mai chiara la portata di un simile ragionamento, so‐prattutto in una realtà quale quella di Abbiategrasso alla quale viene riconosciuto (anche a livello provinciale) un ruolo di "polo attrattore" rispetto ai territori contermini. Occorre precisare che, rispetto alla popolazione gravitante, il legisla‐tore regionale non ha inteso introdurre la verifica della dotazione di servizi che invece rimane pertinente alla capacità insediativa (popola‐zione residente + popolazione insediabile) propria delle previsioni di piano. La considerazione di questa componente di utenti mira, invece, a va‐lutare con più attenzione il sistema di offerta in relazione ai fabbiso‐gni di tutte le tipologie di utenti (reali e potenziali), al fine di pro‐grammare in maniera più coerente le necessità di sviluppo e di inte‐grazione dei servizi esistenti. Entrando nel merito della realtà di Abbiategrasso occorre evidente‐mente e prioritariamente sottolineare il ruolo e l'importanza che la popolazione gravitante assume soprattutto in relazione alla presenza sul territorio di servizi di natura sovralocale. Si pensi, in questo senso, alle strutture socio‐sanitarie, agli uffici amministrativi, agli istituti di istruzione superiore e di formazione professionale e, ancora al Ticino con i suoi percorsi, le spiagge, il parco o agli eventi culturali e fieristici in parte legati anche al circuito Città Slow di cui Abbiategrasso fa par‐te. Queste attrezzature e questi servizi (a volte anche di natura immate‐riale), unitamente alla presenza sul territorio della stazione ferrovia‐ria, del comparto produttivo ed economico e di alcune altre funzioni di richiamo (tra cui la struttura commerciale del centro storico) de‐terminano indubbiamente un flusso di popolazione che in tempi e per ragioni diverse gravita su Abbiategrasso. Si tratta di un flusso difficilmente quantificabile data la molteplicità delle funzioni e dei servizi di richiamo, tuttavia all'interno del Piano dei Servizi è sembrato opportuno fornire una stima approssimativa della popolazione gravitante a partire da alcuni dati certi e facilmente rintracciabili.
115
A questo scopo sono innanzitutto stati individuati tutti i servizi e le funzioni che per caratteristiche, ruolo e dimensione svolgono un ruo‐lo "attrattore" nei confronti di un bacino di utenza ben più esteso del solo territorio comunale. A seguire, per ciascuno dei sistemi "attrat‐tori" sono state riconosciute le diverse tipologie di utenza in quanto le stesse esprimono bisogni differenti. Occorre sottolineare che, nel definire la popolazione che gravita per diversi motivi su Abbiategrasso, è emersa la possibilità/necessità di distinguere due componenti di quel che il legislatore regionale ha de‐nominato popolazione gravitante: da un lato, infatti, è stato possibile riconoscere tipologie di utenti che quasi quotidianamente (se non quotidianamente) giungono ad Abbiategrasso e ivi risiedono, seppur in maniera molto temporanea, per avvalersi ed usufruire dei servizi presenti in città (lavoratori, studenti); dall'altro, è stato invece possi‐bile distinguere quegli utenti che gravitano sulla città occasionalmen‐te, in concomitanza con lo svolgimento di alcuni eventi e manifesta‐zioni o per fruire delle qualità paesistiche ed ambientali che connota‐no questo territorio (visitatori, turisti). Nell'individuare e nel definire la popolazione gravitante che è possibile indicare anche quale "uten‐za territoriale", sono state perciò distinte la popolazione "pendolare" e la popolazione "occasionale". A partire dalla verifica dei servizi/funzioni e delle tipologie di utenza più sopra richiamate, la valutazione e la stima della popolazione gra‐vitante ha tenuto in considerazione anche i movimenti pendolari che caratterizzano la città e il territorio più esteso dell'Abbiatense. La let‐tura, ad esempio, dei dati relativi agli spostamenti abituali aggregati per il territorio Abbiatense‐Binaschino, seppur datati, consente di os‐servare che gli spostamenti complessivi riguardanti questo territorio (in entrata ed in uscita) sono quantificabili in 31.007, con un dato del 17,8 % per quelli interni all'area e del 27,8 % per i movimenti in en‐trata dai territori esterni. Se si considera che, all'interno del territorio Abbiatense Binaschino, le vere polarità sono rappresentate dai centri urbani di Abbiategrasso e Binasco è possibile ipotizzare che buona parte dei quasi 8.500 spostamenti in entrata convergano verso questi due poli ed in modo particolare verso Abbiategrasso dove si concen‐trano i servizi e le funzioni a maggior livello di attrattività. Tenuto
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conto di quanto finora detto, è pertanto possibile stimare che la po‐polazione gravitante su Abbiategrasso possa essere pari a circa il 15‐20 % della popolazione residente, ovvero che pressochè quotidiana‐mente "transitino" in città un numero di persone compreso tra i 4.500 e le 6.000 unità che si sommano alla popolazione stabilmente residente. È dunque anche a queste persone che occorre guardare affinché, il sistema dei servizi e la funzionalità delle strutture e delle attività che vi si svolgono possa essere in grado di rispondere adegua‐tamente alla domanda e ai fabbisogni di un bacino di utenza così complesso ed eterogeneo. Stato di attuazione delle aree per servizi
La valutazione delle previsioni quantitative e dello stato di attuazione delle aree per servizi è uno dei ruoli e degli adempimenti che il Piano dei Servizi deve svolgere. Per verificare in termini quantitativi la dotazione di servizi ad Abbia‐tegrasso è stato necessario procedere innanzitutto ad una ricognizio‐ne puntuale dello stato di attuazione delle aree destinate a servizi dal PGT vigente. Procedendo con una indagine diretta, anche tramite sopralluogo, l'a‐nalisi ha permesso di valutare lo stato di realizzazione e l'uso reale degli spazi nonché la tipologia di funzione effettivamente svolta in ogni area. Entrando nel merito dello stato di attuazione delle singole aree, la ve‐rifica quantitativa ha messo in luce una dotazione pro‐capite di servizi attuati e realmente fruibili pari a 44,35 mq/ab cui corrispondono 1.455.276 mq complessivi. Si tratta di un valore considerevole deriva‐to innanzitutto dal consistente patrimonio di servizi che il PGT 2010 portava in dotazione dai precedenti strumenti urbanistici (1.358.845 mq), cui si sono aggiunti 86.431 mq di aree per servizi ed attrezzature portati a compimento dopo il 201017. È necessario osservare come questo dato sia stato calcolato in rap‐porto alla popolazione residente, ovvero ai 32.585 abitanti rilevati al‐la fine del 2015. Trattandosi del sistema di aree ed attrezzature ad 17 I dati derivano dall’analisi dello stato di attuazione aggiornata al 30 giugno 2016.
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oggi esistente, il livello di dotazione pro‐capite deve essere, infatti, rapportato alla popolazione che realmente beneficia e si avvale di questa dotazione complessiva. Sistema dei servizi attuati ed esistenti18
superficie
(mq)dotazione pro‐capite
(mq/ab)
servizi per l'istruzione 124.600 3,82
servizi di interesse comune 392.354 12,04
servizi sanitari 105.131 3,23
verde, servizi per il tempo libero e spazi pubblici 657.814 20,19
servizi per la mobilità e la sosta 165.377 5,08
servizi attuati ed esistenti 1.445.276 44,35
Il quadro complessivo dei servizi attuati consente alcune riflessioni di carattere generale in merito alla loro distribuzione territoriale: - entro una prima fascia di territorio prossimo al centro storico vi è la massima "concentrazione" di servizi di interesse comune (attività culturali, sedi amministrative) e di servizi per l’istruzione;
- esiste una distribuzione territoriale pressoché omogenea di aree verdi e per il tempo libero, presenti in maniera significativa anche negli ambiti più periferici del territorio comunale;
- si rileva una buona diffusione dei servizi per la sosta con differenti livelli di attrezzature e regolamentazioni;
- le attrezzature sanitarie si concentrano lungo un asse di penetra‐zione ben preciso (via Cattaneo, via Serafino dell'Uomo) che trova nell'Ospedale C. Cantù e nell'Istituto Geriatrico Golgi i suoi fulcri principali.
Come emerge dai dati, l'analisi sullo stato di attuazione dei servizi mette in luce anche una quantità di aree in corso di attuazione pari a 208.460 mq. Si tratta, in particolare, delle aree di cessione previste nell'ambito dei Piani Attuativi Vigenti (PEV)19, i cui interventi non so‐no ancora stati realizzati; quantità che aggiunte alla dotazione pro‐ 18 Il calcolo della dotazione pro‐capite è stato rapportato alla popolazione residente al 31 dicembre 2015 (32.585 abitanti), ovvero alla popolazione che realmente beneficia e si avvale del sistema dei servizi esistente e fruibile sul territorio comunale. 19 Il sistema dei servizi in attuazione riguarda il patrimonio di aree in cessione riferito ai Piani Attuativi vigenti (PEC) previsti dal PGT 2010 e dai precedenti strumenti urbanistici.
118
capite già esistente, consentiranno di raggiungere valori davvero rag‐guardevoli anche a fronte dell’aumento del carico insediativo deriva‐to dall’attuazione delle volumetrie previste (2.408 abitanti comples‐sivi). Sistema dei servizi in attuazione
superficie (mq)
servizi per l'istruzione 7.974
servizi di interesse comune 16.406
servizi sanitari 0
verde, servizi per il tempo libero e spazi pubblici 169.508
servizi per la mobilità e la sosta 14.573
servizi in attuazione 208.460
Sommando gli abitanti teorici relativi agli interventi insediativi in at‐tuazione alla popolazione residente al 2015, la dotazione pro‐capite viene, infatti, ad aumentare rispetto alla situazione oggi esistente, at‐testandosi attorno ai 47,25 mq/ab. Per concludere sembra utile osservare come l'attenzione posta nel calcolo della capacità insediativa e nella valutazione del reale stato di attuazione delle aree per servizi e, più in generale, del sistema dei servizi derivi dalla necessità di prefigurare scenari di sviluppo suffi‐cientemente realistici, tali per cui sia possibile costruire ragionevoli politiche di programmazione, gestione e sviluppo del complesso si‐stema dei servizi necessari ai cittadini. In questo senso, dunque, aldilà degli aspetti qualitativi e prestazionali dei servizi offerti è sembrato opportuno in questa sede mettere in e‐videnza le prospettive future del sistema ad oggi indagato in relazio‐ne alle previsioni di sviluppo insediativo derivate dal Piano di Gover‐no del Territorio. I dati fino ad ora illustrati mostrano da questo pun‐to di vista un andamento certamente positivo non solo rispetto allo stato di attuazione ma anche in relazione all'assetto in divenire. Se la valutazione delle aree ad oggi attuate mostra un buon livello di at‐trezzature e servizi pubblici e di uso pubblico o generale, la prospetti‐va del completamento delle previsioni in attuazione e di quelle ulte‐
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riormente in essere nel PGT 201020 non potrà che incidere ancora una volta in misura positiva sulla dotazione complessiva di aree per servi‐zi. È quanto mai evidente, tuttavia, che la realizzazione delle previ‐sioni urbanistiche vigenti e di quelle che potranno trovare ulteriore definizione nel futuro dovrà essere adeguatamente indirizzata e go‐vernata affinché non venga mai meno il livello raggiunto in termini quantitativi e di qualità della vita e dell'abitare. Politiche per la casa e l’housing sociale I dati demografici dell’ultimo decennio del Comune di Abbiategrasso hanno un andamento comparabile con quelli regionali e testimoniano la modifica strutturale della società. I dati registrano una lenta crescita nel numero assoluto di abitanti ed una significativa crescita del numero di famiglie, prevalentemente composte da 1‐2 membri, spesso anziani o persone sole con minori, a questo quadro si aggiungono le cosiddette “nuove povertà” ed i biso‐gni espressi da immigrati, senza lavoro, nuove famiglie e nuclei mo‐noreddito. L’andamento della crescita del numero di famiglie é superiore a quel‐lo demografico, segno che diminuisce il numero dei componenti di ciascuna famiglia e quindi cambia anche la domanda dimensionale delle abitazioni, crescendo la richiesta di case.
Famiglie e numero di componenti 2005‐2015 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
popolazione residente 29.830 30.120 30.504 31.146 31.578 32.035 32.168 32.570 32.329 32.409 32.585
famiglie 12.447 12.649 12.806 13.206 13.362 13.595 13.747 13.896 13.811 13.883 13.950
numero medio componenti 2,4 2,4 2,4 2,4 2,4 2,4 2,3 2,3 2,3 2,3 2,3
Negli ultimi decenni le politiche nazionali e locali hanno promosso i‐niziative finalizzate a promuovere l’accesso alla casa in proprietà. Tendenza confermata anche in Abbiategrasso. Dai dati rilevati in oc‐casione del censimento del 2001 risultano 11.138 alloggi, di cui il 68%
20 Con riferimento alle previsioni per servizi non attuate, l’analisi ha messo in luce un patrimonio di aree che ammonta a 183.174 mq, articolato in verde e spazi pubblici, servizi per la sosta e servizi di interesse comune.
120
è in uso dei proprietari, il 26% è in locazione ed il 6% risulta in uso di godimento a vario titolo.
L’elevato costo degli immobili e la diffusa situazione di crisi portano numerosi nuclei famigliari, impossibilitati ad accedere alla proprietà, a ricercare soluzioni diverse al problema casa. Interventi di edilizia economico popolare
anni 80/90
Comprensorio 1 ‐ via Boccherini, Vivaldi – 4 lotti –operatori: cooperative, imprese, Aler mc 45.038 n. alloggi 150
Comprensorio 3 ‐ via Villani, Greppi, Galilei –
8 lotti – operatori: cooperative e imprese mc 65.700 n. alloggi 219
Comprensorio 4 ‐ via Cervi – 5 lotti ‐ operatori cooperative, Aler mc 41.282 n. alloggi 138
Comprensorio 5 ‐ largo Pollak – 5 lotti ‐ operatori cooperative, imprese, mc 29.620 n. alloggi 98
Comprensorio 7 ‐ via Piemonte – 8 lotti –operatori: cooperative, imprese mc 49.470 n. alloggi 165
Comprensorio A ‐ via Collodi, Verne ‐ 10 lotti – operatori: cooperative, imprese mc 36.520 n. alloggi 122
Comprensorio B ‐ via Cassolnovo – 4 lotti – operatori: cooperative,
imprese mc 16.050 n. alloggi 54
Comprensorio C ‐ via Pazienza – 9 lotti – operatori: cooperative, imprese, Aler mc 34.650 n. alloggi 116
anni 90/2000
P.E.E.P. 90 – vie diverse – 23 lotti – operatori: cooperative, imprese mc 77.597 n. alloggi 260
P.E.E.P. Machiavelli ‐ via Machiavelli – 9 lotti – operatori: cooperative, imprese, Aler mc 38.000 n. alloggi 127
dopo 2001 P.E.E.P. 2003 – vie diverse – 5 lotti – operatori: cooperative, imprese mc 79.856 n. alloggi 266
7608 alloggi in proprietà
2892 alloggi in affitto638 alloggi altro titolo
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La realtà locale, seppur diversa dalle grandi città, vive i fattori di pres‐sione, rilevati anche a livello nazionale, che stanno alla base delle re‐centi politiche sociali promosse dallo stato e dalle regioni in campo abitativo. Le significative modificazioni e trasformazioni in corso sia sul fronte demografico che sociale, contestualizzate in una situazione di sofferenza dell’economia, hanno modificato i termini in cui negli ultimi anni era valutato ed affrontato il problema casa. La rigidità del mercato immobiliare basato prevalentemente sulla ca‐sa in proprietà accresce il disagio abitativo. La casa in proprietà oggi non rappresenta una risposta ai numerosi nuclei famigliari il cui red‐dito deriva da rapporti di lavoro precari, ai nuclei costituiti da anziani o ai nuclei di nuova formazione. Inoltre la proprietà non consente una risposta flessibile alle esigenze di mobilità, di crescita del nucleo fa‐migliare, oppure alle esigenze generate dalla diminuzione del reddito famigliare. Ovviamente la proprietà non può essere una risposta ai temi dirompenti di disagio sociale. Studi del settore dimostrano che una larga fascia di popolazione non può accedere al libero mercato sia per l’acquisto in proprietà che per la locazione. Non si tratta solo di persone con basso reddito, ma di singoli e famiglie di reddito medio e medio – basso, che necessitano di risposte più flessibili ed economiche. In Abbiategrasso negli ultimi decenni sono stati promossi numerosi interventi di Edilizia Economico Popolare, in applicazione della legge 18.04.1962, n. 167; alcuni interventi sono stati assistiti da finanziamenti pubblici. Principalmente gli interventi edilizi sono stati realizzati da cooperative, alcuni sono stati eseguiti da imprese ed altri direttamente da Aler.
La volumetria assegnata ai diversi operatori è stata complessivamente di mc 513.783 pari a circa 1.715 alloggi.
Agli alloggi realizzati nella forma dell’edilizia economico popolare si devono aggiungere quelli di edilizia convenzionata, ai sensi dell’art. 17 del D.P.R. 380/2001. Si tratta generalmente di alcuni alloggi inseriti in immobili di edilizia libera realizzati in piani attuativi, in alcuni casi la dimensione dell’intervento edilizio ha consentito di destinare un’intera palazzina all’edilizia convenzionata. Raramente tutti gli
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alloggi realizzati dal piano attuativo sono assegnati nella forma dell’edilizia convenzionata, come avvenuto nel P.L. 32. Gli alloggi di edilizia convenzionata, in forza di una convenzione stipulata tra il comune e l’operatore, sono assegnati ad un prezzo inferiore a quello di vendita degli altri alloggi dell’intervento, pur avendo le stesse caratteristiche prestazionali, ed a soggetti in possesso dei cosidetti “requisiti soggettivi” (limiti di reddito, non possesso di altre abitazioni idonee al proprio nucleo famigliare, etc).
La realizzazione di alloggi di edilizia convenzionata si è resa possibile a fronte del bonus volumetrico aggiuntivo concesso per la realizzazione di detti interventi. Gli alloggi di edilizia convenzionata beneficiano dell’economia di scala dell’intervento, dell’esonero dal versamento del costo di costruzione e dalla minor incidenza del costo dell’area che grava prevalentemente sugli alloggi a libero mercato, in quanto quelli in edilizia convenzionata costituiscono la volumetria premiale.
Interventi e alloggi di edilizia convenzionata
Denominazione Piano Volumetria Massima
Autorizzata (mc)Edilizia Convenzionata (mc) Numero indicativo alloggi
P.L. 4 – via Legnano 15.026 3.005 10
P.L. 7 ‐ Variante 26.000 5.200 17
P.R. Poscallo 15.194 1.611 5
P.L. 32 ‐‐‐ 21.883 72
P.R. 20 – Ex Emicar 9.646 2.863 9
P.L. 24 ‐ 25 69.600 20.570 68
P.P. San Pietro
‐ Unità minima 2
‐ Comparto B
4.128
1.498
845
301
3
1
P.R. I Pioppi 9.020 1.503 6
P.I.I. viale Manzoni – ex Nestlè 37.850 3.785
in locazione permanente
21
locazione permanente – finanziamento POR
Totale 61.566 212
Gli alloggi cosidetti ERP di Abbiategrasso sono complessivamente 785, di cui 194 di proprietà comunale e 591 di ALER Milano.
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Complessivamente l’edilizia sociale in Abbiategrasso è rappresentata da 2.712 alloggi.
Confrontando il dato relativo al numero di alloggi rilevati dal censimento del 2001 ed il dato degli alloggi costruiti in aree PEEP entro il 2000 risulta che gli alloggi di edilizia economico popolare rappresentano più del 10% del patrimonio edilizio.
Nel 2008 a fronte di una graduatoria di 335 domande di alloggi E.R.P. sono stati assegnati 25 alloggi.
Sempre nel 2008 è stato pubblicato il bando per l’assegnazione di 32 alloggi in locazione a canone moderato realizzati dall’Aler in via Pazienza, assistiti dal finanziamento regionale “Case a canone moderato”, sono state presentate 103 domande di cui solo 29 conformi alle prescrizioni del bando.
La cospicua domanda di abitazioni in affitto formulata da nuclei famigliari con reddito basso per gli alloggi ERP, e da nuclei con reddito medio‐basso per gli alloggi a canone moderato dimostra la necessità di rispondere con nuove formule alla richiesta di abitazioni.
L’abolizione nel 1998 della legge sull’equo canone, l’immissione nel mercato immobiliare di alloggi in proprietà, hanno determinato un modesto aumento delle locazioni ma a prezzi elevati. La disciplina introdotta dalla 431/98 relativa al canone moderato non è riuscita a riequilibrare il mercato.
La politica della casa deve perciò muoversi lungo una duplice linea d'azione, da un lato individuare una nuova strategia capace di far fronte ad una domanda di alloggi E.R.P. pari a circa il doppio del
1715212
785
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numero di alloggi di proprietà comunale; dall'altro, va incentivato l'intervento indiretto per mezzo dell'edilizia "convenzionata" sia per la vendita che per la locazione, attraverso agevolazioni più incisive e non limitate all’esonero dal versamento del contributo di costruzione.
L'intervento mediante edilizia convenzionata, già previsto come "premio urbanistico" dal P.R.G., ha consentito la realizzazione di un cospicuo patrimonio edilizio realizzato a partire dal 2000.
Le numerose domande inevase di assegnazione di alloggi ERP e di accesso alla locazione a canone moderato dimostrano anche per Abbiategrasso la delicatezza della situazione. In forma meno accentuata ma non diversa la situazione trova riscontro anche in dati di carattere nazionale.
Numerosi sono gli studi promossi dai vari operatori del settore, sia pubblici (regioni, Aler, Comuni) che privati (cooperative, fondazioni), che portano ad individuare nuovi orientamenti e strategie, non essendo né immaginabile né attuabile una politica nel campo dell’edilizia sociale fondata sui finanziamenti pubblici o sulle agevolazioni concesse dalla legge 167/62 per l’acquisizione delle aree con procedure espropriative.
Inoltre si rende necessario promuovere la realizzazione di “programmi complessi”, che partendo dal principio dell’integrazione di funzioni, portino alla realizzazione di interventi promossi anche da soggetti privati e non solo pubblici (Aler) per la realizzazione di interventi articolati, integrati, differenziati, al fine di evitare la formazione di isole o interi quartieri “ghetto”.
Definizione di servizio di interesse pubblico o generale Nell'ambito della disciplina normativa, il legislatore regionale ha di‐retto la propria attenzione alla definizione di quelle attrezzature ed attività che possono essere considerate a tutti gli effetti servizi pub‐blici e di interesse pubblico o generale. Se con la disciplina urbanistica tradizionale ciò che poteva essere ri‐conosciuto come "servizio" erano le aree e le attrezzature distinte in
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base alle quattro categorie indicate dal D.M. 1444/68 (attrezzature di interesse comune, istruzione, verde e sport, parcheggi), oggi alla luce del processo di riforma regionale ma anche e soprattutto dei cam‐biamenti intercorsi nella società e nei bisogni che la stessa manifesta, l'attenzione si è spostata da un interesse strettamente quantitativo alla considerazione degli aspetti qualitativi e prestazionali connessi alle funzioni che le aree, le attrezzature e, andando addirittura oltre, le attività in esse contenute svolgono nei confronti della popolazione che ne usufruisce. L'emergere di nuovi servizi specialistici e differenziati, la varietà dei servizi da sempre considerati basilari, la differenziazione del regime di offerta, non più solo pubblica ma anche privata, mista o no profit o, ancora, la diffusione dei cosiddetti servizi "immateriali", erogati at‐traverso reti di collaborazione, prestati a domicilio o in maniera indi‐retta attraverso l'assegnazione di bonus e contributi hanno senza dubbio concorso in vario modo alla maturazione di questo processo, a tal punto da rendere necessaria la definizione non tanto del concet‐to sotteso al termine "servizio" quanto delle stesse tipologie di at‐trezzature ed attività da considerare all'interno dell'articolato e com‐plesso sistema di offerta presente sul territorio. Richiamando quanto indicato nella L.R. 12/2005, il piano definisce pertanto servizi pubblici e di interesse pubblico o generale:
- i servizi e le attrezzature pubbliche, realizzati tramite iniziativa pubblica diretta o ceduti al comune nell'ambito dei piani attuati‐vi;
- i servizi e le attrezzature, anche private, di uso pubblico o di inte‐resse generale, regolate da apposito atto di asservimento o da regolamento d'uso, redatti in conformità alle indicazioni conte‐nute nel presente piano, ovvero da atto di accreditamento dell'organismo competente in base alla legislazione di settore, nella misura in cui assicurino lo svolgimento delle attività cui so‐no destinati a favore dei cittadini residenti e della popolazione che, a vario titolo e per motivi diversi, gravita sul territorio co‐munale.
Appare evidente come le tipologie appena identificate si distinguano innanzitutto in relazione al regime di proprietà delle attrezzature e
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delle attività ma anche come, laddove è il privato che eroga diretta‐mente il servizio, diventi necessario definire criteri utili a garantire uguali modalità di accesso e di fruizione tanto al servizio pubblico quanto al servizio privato. A questo proposito la legge regionale individua fondamentalmente tre tipologie di regolamentazione e di definizione delle modalità di accesso e di fruizione del servizio da parte degli utenti: l'atto di asser‐vimento, il regolamento d'uso o ancora l'atto di accreditamento. Si tratta in tutti i casi di atti già sperimentati nei diversi settori in cui si esplica il sistema di offerta, utili in modo particolare a:
- dare garanzia agli utenti in termini di standard di qualità del ser‐vizio e delle prestazioni erogate;
- definire orari e modalità di funzionamento dei servizi in coerenza con le esigenze della comunità locale;
- stabilire le tariffe da corrispondere per l'accesso ai servizi; - individuare le tipologie di utenza cui è necessario garantire parti‐colari modalità di accesso ai servizi offerti.
Occorre osservare che gli atti appena indicati devono rispondere ai contenuti più sopra richiamati ed essere approvati con deliberazione di Consiglio Comunale. Se nell'ambito della definizione finora data di servizio si è fatto rife‐rimento in prevalenza al regime di proprietà e di gestione, sembra opportuno in questa sede indicare anche l'insieme delle tipologie di attrezzature ed attività che operano al servizio delle funzioni insedia‐te sul territorio comunale. A questo riguardo il piano identifica tre tipologie:
- i servizi pubblici e di uso pubblico o generale al servizio degli in‐sediamenti residenziali;
- le aree destinate ad accogliere l'edilizia residenziale pubblica e l’housing sociale;
- i servizi pubblici e di uso pubblico o generale al servizio degli in‐sediamenti produttivi.
Con riferimento ai servizi destinati agli insediamenti residenziali oc‐corre innanzitutto precisare che sono così definite le aree, le attrez‐zature e le attività che offrono un servizio alla popolazione residente
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e alla popolazione gravitante così come definita dalla L.R. 12/2005 e specificata nelle pagine precedenti. In particolare, fanno parte di questa categoria le tipologie di servizi indicate nelle tabelle allegate. Articolazione per aree tematiche e tipologie dei servizi per gli insediamenti residenziali area tematica sottoarea tematica tipologia
servizi per l'istruzione
primaria
asilo nido
scuola dell’infanzia
scuola primaria
scuola secondaria di primo grado
secondaria scuola secondaria di secondo grado
centri di formazione professionale
servizi di interesse comune
civici e generali
municipio
agenzia delle entrate
inps
posta
mercato
centro civico
cimitero
culturali e ricreativi
biblioteca
centri ricreativi
teatro
casa della musica
locali polivalenti
associazione culturale
religiosi
chiesa
oratorio
casa parrocchiale
altri centri religiosi
area tematica sottoarea tematica tipologia
servizi sociali e sanitario as‐sistenziali
servizi sanitari
sede Asl
associazione socio‐sanitaria
ambulatori e centri analisi
ospedale
servizi sociali
servizio sociale
centro di accoglienza residenziale/diurno
associazione di impegno sociale
centro aggregazione giovanile
centro ricreativo diurno
alloggi ERP(housing sociale)
sportello stranieri
assistenza domiciliare
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struttura residenziale / semiresidenziale
verde e spazi pubblici
giardino di quartiere
parco urbano
parco storico
piazze e spazi pubblici pedonali
verde di arredo stradale
verde ecologico
orti urbani
servizi per lo sport e il tem‐po libero
stadio comunale
piscina
associazione sportiva
campo da tennis
palestra
campo sportivo
campo sportivo in struttura religiosa
struttura sportiva polivalente
servizi per la mobilità e la sosta
mobilità
fermate del trasporto pubblico
linea trasporto su gomma
stazione ferroviaria
deposito mezzi trasporto pubblico
pista ciclabile
sosta
parcheggi attrezzati in sede propria
parcheggi per attività produttive e commerciali
parcheggi non attrezzati
parcheggi lungo strada
servizi di pubblica utilità
servizi tecnologici
cabine (reti sottoservizi)
telecomunicazioni
depuratore
inceneritore
piattaforma ecologica
sedi società di servizi tecnici e municipalizzate
servizi per la sicurezza e l’amministrazione della giustizia
carabinieri
vigili del fuoco
polizia locale
protezione civile
pretura
Per quanto concerne la seconda tipologia di servizi occorre innanzi‐tutto evidenziare il forte carattere innovativo della legge regionale laddove riconosce nell'ambito dell'offerta di servizi presente sul terri‐torio comunale anche l'edilizia residenziale pubblica e le aree su cui la stessa insiste e, più in generale, tutti gli interventi riferibili al cosid‐detto housing sociale, ovvero l’offerta residenziale prioritariamente in locazione (sociale, canone moderato, concordato e convenzionale) gestita da enti o soggetti riconosciuti (cooperative etc.), in locazione con patto di futura vendita (8‐10 anni) o, ancora, riferibile all’edilizia
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convenzionata con vincolo decennale. Relativamente ai servizi per gli insediamenti produttivi, il piano rico‐nosce in questa tipologia le aree, le attrezzature e le attività che of‐frono un supporto logistico e sociale agli addetti e alle aziende inse‐diate, al fine di migliorare le condizioni di lavoro e la permanenza nei luoghi destinati alla produzione. Nello specifico, fanno parte di questa tipologia i servizi indicati nella tabella che segue. Articolazione per aree tematiche e tipologie dei servizi per gli insediamenti produttivi area tematica sottoarea tematica tipologia
servizi alle imprese e alle attività produttive
promozione imprenditoria
mensa
incubatore d’impresa
sportello unico per le attività economiche
fondazioni
fiera e spazio espositivo
associazione di categoria
Occorre osservare che i servizi per gli insediamenti produttivi sono prioritariamente destinati agli addetti e alle aziende insediate sul ter‐ritorio, senza tuttavia escludere l'uso di tali servizi da parte della po‐polazione residente o gravitante.
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La mobilità Dall’analisi della struttura urbanistica si nota la centralità nodale di Abbiategrasso rispetto alle direttrici stradali della S.P. ex S.S. 494 Vigevanese (Milano‐Abbiategrasso‐Vigevano) e della S.P. ex S.S. 526 dell’Esticino (Pavia‐Abbiategrasso‐Magenta).
L’originale struttura viaria, che obbligava alla penetrazione dell’abitato, è stata modificata tramite la variante alla S.P. ex S.S. 494 a Sud‐Est della linea ferroviaria (via Dante Alighieri) e tramite la Circonvallazione Nord‐Est (viale Giotto) al fine di consentire lo spostamento dei flussi di attraversamento fuori dall’urbanizzato. L’asse nord‐Sud (S.P. ex S.S. 526 “via Novara” / S.P. ex S.S. 494 “via G. G. Sforza”) non ha visto la realizzazione di una bretella di bypass del centro città. La centralità nodale di Abbiategrasso rispetto alle due ex strade statali è ancora oggi fisicamente rappresentata dalla “città fortificata” verso cui convergono le radiali di penetrazione: via Novara (S.P. ex S.S. 526 trasferita in competenza al Comune), viale Mazzini (antico tracciato della S.S. 494), via G. Galilei (S.P. ex S.S. 526 trasferita in competenza al Comune) e via G. G. Sforza (antico tracciato della S.S. 494). A queste radiali di primaria importanza si affiancano: via Legnano, prosecuzione urbana della S.P. 197 da Cassinetta di Lugagnano, e viale Paolo VI, prosecuzione urbana della S.P. 114 da Albairate; la S.P. 183 da Ozzero si attesa su via D. Alighieri (S.P. ex S.S. 494).
La città fortificata, con il suo castello e le sue abitazioni, rappresenta oggi il centro storico; le strade che lo delimitano corrono limitrofe al fossato (in parte interrato) e determinano un quadrilatero viario che rappresenta l’anello circolatorio interno alla città (viale Cattaneo, viale Cavallotti, viale Manzoni, viale Dell’Uomo). Il centro storico, caratterizzato da vicoli stretti e quasi tutti a senso unico, non presenta alcuna limitazione alla circolazione.
Se verso Nord, Est e Sud le radiali di penetrazione sono rappresentate dalla prosecuzione in ambito urbano di strade statali o provinciali, verso Ovest le strade hanno sempre avuto carattere urbano e,
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proseguendo verso il fiume Ticino, rurale. Le tre strade principali nel quadrante ovest sono: via Cassolnovo, via Ticino e via Mameli. In questo stesso quadrante si colloca il Cimitero a testimonianza del fatto che questa zona era anticamente considerata zona esterna alla città non vocata allo sviluppo residenziale; centro storico e Cimitero sono collegati da viale Papa Giovanni XXIII.
L’impostazione della rete stradale ed in particolare il regime circolatorio sono influenzati dalla cesura territoriale della linea ferroviaria Milano‐Mortara che vede la collocazione della stazione appena fuori il centro storico di fronte al lato est del quadrilatero viario (viale Cavallotti).
La linea ferroviaria, in ambito urbano, presenta solo passaggi a livello che vanno inevitabilmente a diminuire la possibilità di dialogo/spostamento tra la città interna e quella esterna al tracciato del ferro. Tale tracciato, insieme alla S.P. ex S.S. 494, identifica nella zona sud‐est una fascia di territorio che ha valenza sia residenziale che commerciale/artigianale. Lo sviluppo di questa fascia, insieme a quello a est della S.P. ex S.S. 494 (artigianato‐commercio‐industria), ha soffocato il tracciato di variante alla S.S. 494 andando a diminuirne fortemente il livello di servizio e ad annullare la sua funzione di variante all’abitato con tempi di percorrenza fortemente ridotti. Questa funzione è stata invece mantenuta dalla Circonvallazione di viale Giotto.
Classificazione funzionale rete stradale esistente Il nuovo Codice della Strada (D.Lgs. n. 285/92) assegna particolare rilievo quella parte dedicata alla "Costruzione e tutela delle strade". L’obiettivo è quello di analizzare l’utilizzazione della rete esistente al fine o di adeguarla all’effettiva utilizzazione o di orientare le modifiche nell’uso della rete da parte dell’utenza. Nelle “Direttive per la redazione, adozione ed attuazione dei Piani Urbani del Traffico” (Supp. G.U. 24/6/95) è specificato l'obbligo di adottare la suddetta “Classifica funzionale delle strade esistenti”. La classificazione porta quindi ad identificare la seguente rete
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extraurbana ed urbana principale21:
1. Strade extraurbane secondarie: (direttrici di collegamento extraurbano con i comuni limitrofi) - S.P. ex S.S. 526 Abbiategrasso – Magenta; - S.P. 197 Abbiategrasso Cassinetta di Lugagnano; - S.P. 114 Abbiategrasso – Milano (q.re Baggio); - S.P. ex S.S. 494 Abbiategrasso – Milano; - S.P. ex S.S. 526 Abbiategrasso – Pavia; - S.P. 183 Abbiategrasso – Ozzero; - S.P. ex S.S. 494 Abbiategrasso – Vigevano; - Viale Sforza ‐ tra confine centro abitato e S.P. ex S.S. 494 Abbiategrasso – Vigevano;
2. Strade urbane di scorrimento: - viale Papa Paolo VI (porta est della città, baricentrica tra la S.P. 114 e la S.P. ex S.S. 494 Abbiategrasso – Milano);
- viale Giotto, tra la S.P. 114 e la S.P. ex S.S. 494 Abbiategrasso – Milano;
3. Strade urbane di interquartiere: - viale Giotto, tra la S.P. 114 e la S.P. ex S.S. 526 Abbiategrasso – Magenta;
- viale Papa Paolo VI, dal convento dell’Annunziata al centro città; - viale A. Manzoni; - via Novara (porta nord), da viale Giotto al centro città; - viale Serafino dell’Uomo; - viale Gian Galeazzo Sforza (porta Sud), dalla S.P. ex S.S. 494 Abbiategrasso – Vigevano al centro città);
- via Dante Alighieri, S.P. ex S.S. 494; - Strada per Ozzero, S.P. 183 Abbiategrasso – Ozzero; - Strada per Motta Visconti, S.P. ex S.S. 526 Abbiategrasso – Pavia;
4. Strade urbane di quartiere: - viale Carlo Cattaneo; - viale Cavallotti.
21 Si tratta di un elenco sommario, la tavola del Documento di Piano individua completamente il sistema viabili‐stico e ne definisce la gerarchia.
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Criticità della rete viaria esistente Le principali criticità della rete viaria sono rappresentate da:
- congestione del centro storico con problemi legati alla sicurezza dell’utenza debole (pedoni e ciclisti) in particolare durante l’ora di punta del mattino.
- presenza di importanti polarità comunali e sovra comunali lungo l’anello viario interno con elevata domanda di sosta (stazione ferroviaria, Ospedale, istituti scolastici, piazza del mercato, uffici comunali).
- congestione delle vie antistanti gli istituti scolastici, che sono spesso vie appartenenti alla rete urbana principale, a cui assomma il problema della sicurezza dell’utenza debole.
- mancanza, nel settore ovest, di una strada locale interzonale che consenta spostamenti urbani Sud‐Nord senza dover interessare l’anello viario centrale e le due direttrici di penetrazione via Sforza e via Novara,
- elevata congestione di via Dante Alighieri (S.P. ex S.S. 494): la capacità è influenzata dalla presenza di due impianti semaforici, i cui tempi di verde per l’asse principale consentono una capacità di transito poco inferiore alle 1000 auto/ora, dall’elevata presenza di veicoli merci leggeri e pesanti (con lente capacità di manovra e ridotta capacità di accelerazione), dalla presenza di due rotatorie e dalla presenza di accessi diretti alla strada. La capacità di questo asse risulta sensibilmente inferiore alla domanda di transito per le ore di punta.
- cesura territoriale dovuta alla ferrovia. - dall’analisi degli incidenti avvenuti nel biennio 2007‐2008,
emerge che gli incroci tra via Vittorio Veneto e Via Trieste, tra Viale Giotto e Viale Papa Paolo VI e tra viale Giotto e la S.P. 114 detengono l’indice di incidentalità più alto.
Particolare attenzione deve essere data alle situazioni dove si sono verificati incidenti mortali o gravi danni alle persone: nel 2006 si verificarono due incidenti mortali in viale Mazzini, all’intersezione con viale Giotto e all’incrocio tra viale Sforza e via Anfossi. Una più approfondita analisi relativa agli spostamenti e alle criticità
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riscontrabili sul territorio è contenuta nel Piano Urbano del Traffico approvato nel 2011.
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Sistema produttivo e commerciale
La realtà produttiva Abbiatense è caratterizzata da un modello di sviluppo tradizionale incentrato sulle attività connesse al settore manifatturiero.
Oggi la struttura produttiva è segnata da un fenomeno di deindustrializzazione. Dall’analisi dei dati dei Censimenti, infatti, si evince come il comparto manifatturiero industriale abbia retto sino alla metà degli anni Novanta, passando attraverso la crisi industriale degli anni 1992 – 1993, per imboccare poi una china discendente che la crisi di alcune grandi aziende ha reso più traumatica negli anni più recenti.
Attualmente il sistema produttivo poggia su un tessuto caratterizzato dalla piccola impresa strettamente collegata alla filiera delle attività primarie, il cui apparato e la capacità dimostrata di saper garantire una crescita, seppur lenta ha garantito un buon livello di coesione sociale e qualità ambientale.
Dinamiche socioeconomiche Alla data dell’ultimo censimento le imprese insediate sono 2.282.
Fino agli anni Novanta, Abbiategrasso ed il territorio si caratterizzava per la presenza di un forte comparto manifatturiero specializzato nel settore meccanico per la fabbricazione di macchinari e attrezzature; le ristrutturazioni settoriali degli ultimi quindici anni e la recente crisi economica internazionale hanno causato un drastico ridimensionamento delle imprese locali con la conseguente perdita di posti di lavoro e forti tassi di ricambio occupazionale, come confermato dai dati ISTAT dell’ultimo censimento, solo la micro impresa risulta in contro tendenza.22
22 Per ulteriori approfondimenti è possibile consultare I quaderni di Eurolavoro n. 17/2016 – Le dinamiche ed il posizionamento del comparto manifatturiero dell’Ovest Milano)
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Indicatori del mercato del lavoro ad Abbiategrasso Indicatore 1991 2001 2011
Tasso di occupazione maschile 62.5 60.6 59.1
Tasso di occupazione femminile 36.2 40.2 42.6
Tasso di occupazione 48.7 49.9 50.4
Indice di ricambio occupazionale 85.6 132.3 298.6
Tasso di occupazione 15‐29 anni 58.5 56.5 43.3
Incidenza dell'occupazione nel settore agricolo 1.8 2.2 2
Incidenza dell'occupazione nel settore industriale 49.4 43.7 31.1
Incidenza dell'occupazione nel settore terziario extracommercio 32.5 35.8 49.6
Incidenza dell'occupazione nel settore commercio 16.3 18.3 17.3
Incidenza dell'occupazione in professioni ad alta‐media specializzazione 25.4 37.5 33.2
Incidenza dell'occupazione in professioni artigiane, operaie o agricole 37.6 26.8 19.9
Incidenza dell'occupazione in professioni a basso livello di competenza 9.2 13.4 15.7
Rapporto occupati indipendenti maschi/femmine 161.6 179.9 164.7
Confronti territoriali al 2011
Indicatore Abbiategrasso Lombardia Italia
Tasso di occupazione maschile 59.1 60.4 54.8
Tasso di occupazione femminile 42.6 42.4 36.1
Tasso di occupazione 50.4 51 45
Indice di ricambio occupazionale 298.6 274.1 298.1
Tasso di occupazione 15‐29 anni 43.3 46.1 36.3
Incidenza dell'occupazione nel settore agricolo 2 2.3 5.5
Incidenza dell'occupazione nel settore industriale 31.1 33.1 27.1
Incidenza dell'occupazione nel settore terziario extracommercio 49.6 47 48.6
Incidenza dell'occupazione nel settore commercio 17.3 17.6 18.8
Incidenza dell'occupazione in professioni ad alta‐media specializzazione 33.2 33.5 31.7
Incidenza dell'occupazione in professioni artigiane, operaie o agricole 19.9 22 21.1
Incidenza dell'occupazione in professioni a basso livello di competenza 15.7 15 16.2
Rapporto occupati indipendenti maschi/femmine 164.7 174.9 161.1
La crisi del comparto manifatturiero ha costretto il territorio ha ricercare una nuova vocazione: nasce, con capofila Abbiategrasso, il Distretto dell’Attrattività Turistico Commerciale Abbiatense – Magentino D.A.T, evoluzione del Distretto Diffuso del Commercio, con la finalità di creare una stretta sinergia tra i Comuni, le imprese, associazioni ed Enti che operano nell’ambito del commercio, turismo, della cultura e dello sport per progettare e realizzare insieme azioni di promozione capaci di far crescere le attività esistenti, favorire la nascita di nuove imprese.
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Il Programma di Intervento individua tre macro temi caratterizzanti del Distretto:
- arte e cultura; - enogastronomia e food experience; - natura & green
sui quali puntare per attrarre nuovi visitatori e turisti ed incentivare, così, l’occupazione locale. Punto di forza del D.A.T. e dell'economia locale sono gli esercizi di vendita, il centro commerciale naturale conta la presenza di numerosi esercizi di vicinato, alcuni dei quali riconosciuti di valenza storica, soprattutto non alimentari e da una rete di negozi di prossimità alimentari nei quartieri periferici.
Il declino del comparto meccanico, la necessità di creare occupazione in settori diversi e di rispondere ai nuovi bisogni espressi dalla collettività ha portato al grande sviluppo del settore terziario extra commercio come dimostrano i dati Istat sull’occupazione, sono nate infatti:
- attività di produzione e trasformazione alimenti (laboratori di panificazione, gastronomie, pizzerie d’asporto, gelaterie, birrifici ecc)
- esercizi di somministrazione (bar) nei quali il servizio
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tradizionale è affiancato dalla vendita di prodotti da forno, i cd. pan caffè
- attività di servizio (sartorie, scuole di lingue ecc); - servizi per la famiglia ( case albergo per anziani, asili nido) - attività legate alla cura della persona ed al tempo libero
(acconciatori, estetisti e palestre) - studi paramedici (dentisti, fisioterapisti, osteopati,
audiometrici).
Commercio in sede fissa Settore merceologico N. esercizi Superficie di vendita (mq) Alimentare e misto 95 13.321 Non alimentare 317 26.144 Totale 417 39.465
Evoluzione del sistema distributivo commerciale La rete di vendita di Abbiategrasso è costituita da 417 esercizi commerciali in sede fissa per complessivi 39.465 mq. di vendita; di questi esercizi n. 95, per 13.321 mq, appartengono al settore alimentare e/o misto a prevalenza alimentare e 317, per 26.556 mq, al settore non alimentare23.
23
Dati a giugno 2016. Sono state escluse tutte le autorizzazioni abbinate a rivendite di generi di monopolio, a distributori di carburanti, rivendite di giornali e riviste, attività artigianali (acconciatori, estetisti …), attività di
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In base alla classificazione dimensionale operata dalle disposizioni legislative vigenti (esercizi di vicinato, medie strutture di vendita, grandi strutture di vendita), i 417 esercizi di Abbiategrasso si dividono come indicato nelle successive tabelle: Esercizi alimentari e misti a prevalenza alimentare
Vicinato Medie strutture Grandi strutture n. esercizi mq. esercizi n. esercizi mq. esercizi n. esercizi mq. esercizi
88 4.650 7 5.371 1 3.300
Esercizi non alimentari
Vicinato Medie strutture Grandi strutture n. esercizi mq. esercizi n. esercizi mq. esercizi n. esercizi mq. esercizi
307 15.947 10 10.197 ‐ ‐
Per valutare l’offerta commerciale di Abbiategrasso, è utile confrontare la realtà comunale con quella media regionale e provinciale24: per gli esercizi di vicinato verrà confrontato il numero medio di abitanti per singolo negozio nelle tre realtà territoriali (i punti di vendita misti saranno attribuiti al settore alimentare) mentre per le medie e le grandi strutture di vendita verrà presa a riferimento la disponibilità di mq. ogni 1.000 abitanti nei due settori merceologici nelle tre realtà territoriali. Esercizi di vicinato – settore alimentare e misto
Abitanti N. esercizi Abitanti per esercizio Regione Lombardia 10.008.349 29.571 338
Città Metropolitana di Milano 3.208.509 9.414 341
Comune di Abbiategrasso 32.585 88 370
Esercizi di vicinato – settore non alimentare
Abitanti N. esercizi Abitanti per esercizio
Regione Lombardia 10.008.349 86.814 115
Città Metropolitana di Milano 3.208.509 30.126 107
Comune di Abbiategrasso 32.585 307 106
Per la dotazione di esercizi di vicinato si riscontra in Abbiategrasso una dotazione di punti di vendita superiore alla media regionale e a somministrazione di alimenti e bevande poiché l’attività prevalente, in questi casi, non è il commercio al detta‐glio in sede fissa, oggetto di questa analisi. 24 Per i dati relativi alle diverse attività commerciali si è fattori riferimento all’Osservatorio Regionale del Com‐mercio.
140
quella della Città Metropolitana di Milano, per quanto riguarda il settore alimentare e misto, mentre per il settore non alimentare il dato comunale risulta sostanzialmente allineato sia con quello regionale sia con la realtà territoriale intermedia. Medie strutture – settore alimentare e misto
Abitanti Mq. Mq. x 1.000 ab.
Regione Lombardia 10.008.349 2.077.945 208
Città Metropolitana di Milano 3.208.509 528.329 165
Comune di Abbiategrasso 32.585 5.371 165
Medie strutture – settore non alimentare
Abitanti Mq. Mq. x 1.000 ab.
Regione Lombardia 10.008.349 3.243.449 324
Città Metropolitana di Milano 3.208.509 809.717 252
Comune di Abbiategrasso 32.585 10.197 313
Per quanto riguarda la disponibilità di mq. riferiti alle medie strutture di vendita ogni 1.000 abitanti, il Comune di Abbiategrasso risulta ben dotato per il settore alimentare e misto, come pure per il settore non alimentare, risultando in entrambi i casi in linea con le dinamiche regionali e di Città Metropolitana. Grandi strutture – settore alimentare e misto
Abitanti Mq. Mq. x 1.000 ab.
Regione Lombardia 10.008.349 3.264.238 326
Città Metropolitana di Milano 3.208.509 1.250.361 390
Comune di Abbiategrasso 32.585 3.300 101
Grandi strutture – settore non alimentare
Abitanti Mq. Mq. x 1.000 ab.
Regione Lombardia 10.008.349 682.174 68
Città Metropolitana di Milano 3.208.509 208.077 65
Comune di Abbiategrasso 32.585 0 0
Con riferimento alle grandi strutture di vendita, infine, Abbiategrasso dispone di una sola struttura appartenente al settore alimentare e misto mentre è del tutto assente il settore non alimentare. I dati relativi ad Abbiategrasso si discostano pertanto dalle dinamiche emergenti a livello territoriale, facendo emergere l’importanza e il
141
ruolo acquisito nel tempo da una rete commerciale diffusa e ben distribuita soprattutto nel centro storico, che ha portato ad identificare il tessuto esistente quale centro commerciale naturale.
Le medie strutture di vendita e la una grande struttura risultano insediate prevalentemente nel tessuto urbano consolidato e di espansione, solo due sono ubicate in prossimità del centro cittadino.
Nel centro cittadino ha sede anche il mercato che si svolge tre giorni durante la settimana ed offre un vasto ventaglio di attività del settore alimentare e non alimentare. il mercato del venerdì è riconosciuto a valenza storica.
18%
82%
esercizi vicinato
alimentari non alimentari
36%
64%
ubicazione
centro città resto territorio
15%
85%
superficie di vendita
alimentari non alimentare
33%
67%
0% 0%
medie e grandi strutture ‐ superficie
alimentari non alimentari
52%
48%
superficie vendita ‐ raffronto
esercizi vicinato medie e grandi
142
Nel 2015, anche grazie alla vicinanza con Milano sede dell'Esposizione Universale, è cresciuto considerevolmente il numero delle realtà ricettive extra alberghiere per l’ospitalità dei visitatori e turisti; si tratta di attività a conduzione famigliare insediate prevalentemente nel centro cittadino che ben si integrano con i servizi già presenti.
8%
61%
31%
attività ricettive
alberghi B&B affittacamere
143
Allegati
144
ALLEGATO 1
Dati sintetici aziende agricole
TABELLA RIASSUNTIVA DA FASCICOLO AZIENDALE
zootecniche cerealicole Totale
SUPERFICI
SAT mq 11.385.861 17.371.244 28.757.105
SAU mq 10.678.430 15.062.819 25.741.249
SAU in Abbiategrasso mq 8.911.371 11.712.262 20.623.633
COLTURA
mais mq 4.275.167 4.410.545 8.685.712
cereali autunno‐vernini mq 256.180 1.451.311 1.707.491
prato mq 3.568.682 1.039.145 4.607.827
riso mq 613.742 3.556.804 4.170.546
altri seminativi mq 3.200 419.666 422.866
set‐aside mq 178.000 120.005 298.005
arboree da legno mq 16.400 677.976 694.376
bosco mq 134.970 339.412 474.382
orticole mq 0 22.418 22.418
piccoli frutti mq 0 13.492 13.492
vivaio mq 0 900 900
2° rotazione mq 380.360 151.952 532.312
ALLEVAMENTO
tot. UBA UBA 2.688,80 2.688,80
tot. suini capi 2.809 2.809
tot. altro allevamento UBA 31,25 31,25
Quote Latte kg 12.260.919 12.260.919
MANODOPERA
famigliari n° addetti 68,16 63,50 131,66
dipendenti n° addetti 9,39 8,00 17,39
N. IMPRESE
n° tot. imprese 29 41 70
n° tot. insediamenti 31 37 68
PROSPETTIVE DI SVILUPPO DELLE IMPRESE
buone 18 17 35
incerte 11 24 35
145
AZIENDE CEREALICOLO FORESTALI
Codice mappa n. insediamenti n. aziende agricole
17 1 Cascina Casazza 1 Azienda Agricola Gabanetti Pietro
28 2 Cascina Zorzi 2 De Poli Roberto
31 3 Cascina Canova di sopra 3 Azienda Agricola il Castagneto di Sacchi Luigi Gabriele
33 4 Cascina Canova di sotto 4 Azienda Agricola I Leprotti di Bianchi Barbara
36 5 Cascina Clementina 5 Azienda Agricola Clementina
39 6 Cascina Caserio 6 Daghetta Fratelli Fabio Maria Angela Virgilio S.S.
41 7 Cascina Baraggia Roma 7 Società Agricola Baraggia Roma di Rognoni Angelo & C. S.S.
50 8 Cascina Cavallotta 8 Artusi Gianpiero
63 9 Cascina Baragetta 9 Corvini Antonio
66 10 Cascina Rusca 10 Tiraboschi Martino e Giovanbattista S.S
68 11 Cascina Scoccabarozzi 11 Maestri Gianluca
69 12 Cascina Erbierine 12 Eredi di Ragazzetti Domenico S.S.
74 13 Cascina Castagnole 13 Gus Italia di Bastubbe Guenter
77 14 Cascina Bonecchi 14 MADA s.s.
81 15 Cascina Gambarina 15 Cuneo Marco
83 16 Cascina Vismara 16 Cislaghi Dante e Angelo s.s
84 17 Cascina Stroppina 17 Palliaro Anna Maria
85 18 Cascina Popola 18 Manzoni Giovanni
86 19 Cascina Pratomaggiore 19 Azienda Agricola Dossi Mauro
90 20 Cascinello Maganza 20 Volpi‐Nicoli
101 21 Cascina S. Donato 21 Salmoiraghi cugini ‐Enrico ‐ Alessandro ‐ Tiziano ‐ S.S.
102 22 Cascina Palpegore 22 Società Agricola Duré Massimo e Tacca Angela S.S.
104 23 Cascina Nuova Kluzer 23 Invernizzi Daniele Ambrogio
105/a 24 Cascina Gaianella
24 Donà Mariangela
105/b 25 Agosti Giovanni Michele
106 25 Cascina Morosina 26 Daghetta Virginia
110a 26 Cascina Pratograsso
27 Agricola Pratograsso s.s.
110b 28 Società Agricola TAI s.a.s. di Giovanni Sebastiano Radice Fossati e C.
111 27 Cascina Brunengo 29 Galbiati Adriano e Claudio S.S.
112 28 Cascina Remondadella 30 Società Agricola Ceruti Giorgio e Zagaria Carmela Celeste S.S.
113 29 Cascina Bellotta 31 Scaglia Domenico e F.lli S.S.
119 30 Cascina Moro 32 Azienda Agricola Fratelli Moro di Maddalena Moro
125 31 Cascina Meraviglia/b 33 Perini Virginio
128 32 Cascina Boschetto 34 Pesenti Ferruccio
133 33 Cascina Palazzo 35 Binaghi Giuditta
135 34 Cascina Castello Mendosio 36 Rognoni Cugini S.S.
138 35 Cascina Crivella 37 Azienda Agricola La Crivella di Negri Guido
145/a
36 Deposito Garigiola
38 Zaina Luigi
145/b 39 Garigiola Enrico
145/c 40 Garigiola Marco
147 37 Villa Bossi 41 Azienda Agricola Bossi Gianni Pandolfo
146
AZIENDE CEREALICOLO ZOOTECNICHE
Codice mappa n. insediamenti n. aziende agricole
10 1 Cascina Concordia 1 Società Agricola Invernizzi Rocco e Carlo S.S.
12 2 Cascina Ginibissa 2 Azienda Agricola Rossi Giuseppe e Giancarlo SS
21 3 Cascina Meraviglia/a 3 Azienda Agricola Cestana Denis
34 4 Cascina Casanova Sanchioli 4 Ticozzi Gianluigi
42 5 Cascina Vecchia 5 Baroni Carlo Mario
46 6 Cascina Pestegalla 6 Carnaghi Marco
56 7 Cascina Valperone 7 Azienda Agricola F.lli Raimondi Renzo e Giuliano S.S
60 8 Cascina Fontana 8 Società Agricola Garzetti Fratelli S.S.
61/a 9 Cascina Costa
9 Azienda Agricola Cascina Costa S.S
61/b 10 Rognoni F.lli S.S.
65 10 Cascina Casalina 11 Vertua F.lli
67 11 Cascina Pietrasanta 12 Rognoni Aldo e Massimo S.S.
70 12 Cascina Nuova Volpi 13 Gambaretti F.lli di Pierangelo e Giovanni Paolo Gambaretti S.S.
72 13 Cascina Castagnolino 14 Amodeo Giovanni
73 14 Cascina Erbiere 15 Società Agricola Omassi Rino e Figli S.S
87/88 15 16 Cascina Sacchi e Fraschina ‐ Casci‐na Primavera
16 Azienda Agricola di Pagliari Giuseppe e Davide
89 17 Cascina Panizza 17 Società Agricola Locatelli Fausto e Benito S.S.
91 18 Cascina Greppi 18 Cislaghi Luciano e figli Piero e Gianluca S.S.
98 19 Cascina Ronchi 19 Società Agricola Perini Enea e Figli S.S.
100 20 Cascina Doria 20 Azienda Agricola Cascina Doria di Fornaroli Nicola
103 21 Cascina Gagliana 21 Invernizzi Angelo Enrico e Figli S.S.
114/115 22 23 Cascina Remondata ‐ Cascina Fontanone
22 Repossi Foi Emilia e Figli S.S.
117 24 Cascina Broggina 23 Azienda Agricola Andrea & Antonio Perini S.S.
118 25 Cascina Broginetta 24 Azienda Agricola Lodigiani Giovanni Giacomo
136‐130 26‐27 Cascina Galuppa –Deposito Alzaia 25 Azienda Agricola Fasani Emilio e Figlio Michele ed Ambrogio S.S.
142 28 Cascina Biglia 26 Galli Angelo
143 29 Cascina Cattabrega 27 Albini Giuseppe
146 30 Cascina in Corte Gabaglia 28 Farina Angelo e Franco
147
ALLEGATO 2
Schede aziende agricole
10 ‐ CASCINA CONCORDIA Denominazione azienda agricola : Società Agricola Invernizzi Rocco e Carlo s.s. Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 79.52.86 Superficie agricola utilizzata: 74.76.42 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 40.35.67 Indirizzo Colturale: zootecnico da latte UBA n. 294 Quota Latte kg. 1.650.401 Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. 4 addetti di cui familiari n. 2 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona G2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 32.03.38 Prato ettari 8.32.29
Note: Trattasi di azienda ad indirizzo zootecnico da latte, condotta con manodopera familiare dai 2 fratelli Invernizzi e con l’ausilio di n. 2 dipendenti. La buona dimensione della superficie agricola condotta, il buono stato dei fabbri‐cati ad uso produttivo, in modo particolare della stalla a stabulazione libera con annessa sala di mungitura, rende l’azienda agricola Invernizzi un’impresa agricola efficiente.
12 ‐ CASCINA GINIBISSA Denominazione azienda agricola : Azienda agricola Rossi Giuseppe e Giancarlo s.s. Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 21.83.39 Superficie agricola utilizzata: 21.26.39 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 20.22.19 Indirizzo Colturale: zootecnico da latte UBA n. 50,60 Quota Latte kg. 284.313 Attività collaterali presenti: spaccio aziendale e distributore automatico latte Manodopera aziendale: n. 2 addetti di cui familiari n. 2 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona G2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 11.01.59 Prato ettari 9.20.60
Note: Trattasi di azienda ad indirizzo zootecnico da latte, a conduzione familiare. La limitata dimensione della superficie agricola condotta e della limitata produzione di latte bovino, pone i titolari dell’azienda agricola nella condizione di realizzare delle iniziative in grado di garantire un valore aggiunto all’attività aziendale. In questo contesto si in‐serisce la presenza di un distributore automatico per la vendita diretta del latte alimentare. L’azienda presenta buone prospettive per il futuro.
21 ‐ CASCINA MERAVIGLIA/A Denominazione azienda agricola : Azienda agricola Cestana Denis Titolo di possesso: affitto Superficie agricola totale: 12.58.20 Superficie agricola utilizzata: 10.68.00 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 10.68.00 Indirizzo Colturale: zootecnico da latte UBA n. 146 Quota Latte kg. 40.000 Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. 2 addetti di cui familiari n. 2 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona G2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 3.38.00 Prato ettari 7.30.00
Note: Trattasi di azienda ad indirizzo zootecnico da latte, a conduzione familiare. La limitata dimensione della superficie agricola condotta e della modesta produzione di latte bovino, rende incer‐to il futuro del mantenimento dell’attività.
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31 ‐ CASCINA CANOVA DI SOPRA Denominazione azienda agricola : Az.Agr. Il Castagneto di Sacchi Luigi Gabriele Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 6.28.08 Superficie agricola utilizzata: 5.95.55 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 5.95.55 Indirizzo Colturale: orticolo UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: in fase di attuazione uno spaccio aziendale Manodopera aziendale: n. addetti 1 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona G2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 2.94.00 Prato ettari 1.98.00
Set‐aside ettari 1.03.55 Seconda rotazione ettari 5.55.55
Note: Trattasi di azienda ad indirizzo orticolo condotta dal titolare. L’azienda è di recente costituzione. La dimensione della superficie agricola è limitata, ma sufficiente per realizzare un impresa orticola in grado di permanere sul mercato. La notevole presenza di fabbricati in fase di ristrutturazione, consentirà la realizzazione di adeguate strutture produttive, in modo particolare di uno spaccio aziendale dove potrà effettuarsi la vendita diretta delle produzioni orticole.
33 ‐ CASCINA CANOVA DI SOTTO Denominazione azienda agricola : Az. Agr. I Leprotti di Bianchi Barbara Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 111.15.76 Superficie agricola utilizzata: 58.70.61 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 58.70.61 Indirizzo Colturale: prevalentemente forestale‐faunistica UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐
Attività collaterali presenti: agriturismo con camere e centro benessere, attività didattica‐culturale. Lavora‐zione legna da ardere e conseguente vendita diretta tramite spaccio aziendale
Manodopera aziendale: n. addetti 3,61 di cui familiare n. 1 (donna), n. 2 salariati fissi, 0,61 salariato av‐ventizio
Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona G2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 9.10.10 Prato ettari 1.37.55
Arboree ettari 48.15.96 Piccoli frutti ettari 0.07.00
Note: Trattasi di azienda agricola di recente costituzione, ma in forte espansione, condotta dal titolare con l’ausilio di n. 2 dipendenti. L’indirizzo colturale prevalente è quello forestale, ma sono presenti altre attività collaterali quali: l’itticoltura, il ripopolamento faunistico, il recupero di razze bovine in fase di estinzione (attività svolte in collabo‐razione con la Direzione Agricoltura della Provincia di Milano), la vendita diretta di legna da ardere, l’attività agri‐turistica di alloggio, centro benessere, attività didattica‐culturale. Attualmente l’azienda agricola ha in fase di at‐tuazione una caldaia da biomassa per la produzione di energia termica ed elettrica ed un impianto di pellettiza‐zione che le consentirà la vendita diretta di pellets.
34 ‐ CASCINA CASANOVA SANCHIOLI Denominazione azienda agricola : Ticozzi Gianluigi Titolo di possesso: proprietà Superficie agricola totale: 2.02.81 Superficie agricola utilizzata: 1.25.10 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 1.25.10 Indirizzo Colturale: zootecnico con allevamento suinicolo capi n. 844 Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 1 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona G2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Prato ettari 1.25.10
Note: Trattasi di azienda agricola a conduzione familiare ad indirizzo zootecnico con allevamento suino. E’ una delle po‐che realtà ancora esistenti sul territorio. La limitata dimensione aziendale, in modo particolare dei fabbricati ad uso produttivo, pone l’impresa agricola in una situazione di incertezza per la permanenza futura dell’attività stes‐sa.
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36 ‐ CASCINA CLEMENTINA Denominazione azienda agricola : Az. Agr. Clementina Titolo di possesso: proprietà Superficie agricola totale: 5.07.34 Superficie agricola utilizzata: 4.66.28 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 2.71.98 Indirizzo Colturale: piccoli frutti e piante ornamentali in vaso UBA n. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 2 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona G2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Prato ettari 0.86.56 Arboree ettari 1.20.50
Piccoli frutti ettari 0.55.92 Vivaio ettari 0.09.00
Note: Trattasi di azienda agricola di recente costituzione condotta dal titolare con l’ausilio di n. 1 dipendente fisso e di 2‐ 3 avventizi impiegati durante le fasi della raccolta. L’indirizzo colturale è molto particolare per il nostro territo‐rio e la forza dell’impresa è l’essere riusciti a creare una filiera per la vendita del prodotto in grado di consentire un’adeguata remunerazione del prodotto stesso. Proprio, nella filiera, sta la principale novità di questa attività agricola che produce piccoli frutti. Le fragole sono coltivate in serra, fuori terra con presenza di impianto di fertir‐rigazione automatizzato, mentre le altre coltivazioni di piccoli frutti (more, lamponi, mirtilli) e le piante ornamen‐tali in vaso, vengono effettuate sotto ombrai anch’essi dotati di un adeguato impianto automatizzato di fertirriga‐zione. L’azienda agricola è inoltre dotata di locali per la lavorazione e il confezionamento del prodotto e di celle refrigerate per lo stoccaggio. Fatto che consente di effettuare la conservazione del prodotto stesso e la vendita nei periodi ottimali.
39 ‐ CASCINA CASERIO Denominazione azienda agricola : Daghetta Fratelli Fabio Maria Angela Virgilio s.s. Titolo di possesso: proprietà Superficie agricola totale: 9.89.91 Superficie agricola utilizzata: 9.37.00 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 9.37.00 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 1,5 di cui familiare n. 1,5 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona G2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 9.37.00
Note: Trattasi di azienda agricola cerealicola a conduzione familiare. La limitata estensione dei terreni coltivati rende economicamente precaria un’attività agricola di pura coltivazione cerealicola dei terreni, il futuro molto incerto.
41 ‐ CASCINA BARAGGIA‐ROMA Denominazione azienda agricola : Soc. Agr. Baraggia Roma di Rognoni Angelo e C. s.s. Titolo di possesso: proprietà Superficie agricola totale: 189.84.19 Superficie agricola utilizzata: 174.21.82 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 111.06.80 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 1,83 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 58.57.00 Riso ettari 43.73.00
Cereali autunno‐vernini ettari 3.49.00 Prato ettari 4.87.80
Arboree ettari 0.40.00
Note: Trattasi di azienda agricola cerealicola, di notevole dimensione, condotta dal titolare con l’ausilio di n. 1 dipen‐dente, i cui terreni sono diffusi prevalentemente in comune di Abbiategrasso, ma anche in diversi comuni del territorio (Ozzero, Morimondo, Cusago). La notevole dimensione aziendale, la possibilità di effettuare diverse tipologie di coltivazione, il buono stato dei fabbricati ad uso produttivo, in modo particolare dei fabbricati uso ricovero, essiccazione e stoccaggio dei prodotti, consente all’azienda agricola Baraggia Roma di essere un’impresa agricola efficiente, in grado di permanere sul mercato e con buone prospettive.
150
42 ‐ CASCINA VECCHIA Denominazione azienda agricola : Baroni Carlo Mario Titolo di possesso: prevalente proprietario Superficie agricola totale: 20.43.90 Superficie agricola utilizzata: 20.17.00 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 20.17.00
Indirizzo Colturale: prevalentemente cerealicolo con presenza di pic‐colo allevamento bovino da carne linea vacca‐vitello
UBA n. 6
Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: piccolo maneggio Manodopera aziendale: n. addetti 1 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2, R5 Azzonamento Parco Ticino: Zona G2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 7.76.00 Prato ettari 2.86.00
Cereali autunno‐vernini ettari 9.55.00 Note: Trattasi di azienda agricola prevalentemente cerealicola a conduzione familiare. E’ una realtà in fase di cambio
generazionale, in quanto l’impresa sta passando come conduzione dal padre ad uno dei figli, il quale attualmente svolge prevalentemente un lavoro extra‐agricolo, ma che intende potenziare l’attività aziendale agricola con la prospettiva di farla diventare la sua vera impresa. Per questa ragione ha iniziato un piccolo allevamento di be‐stiame bovino da carne, linea vacca‐vitello, ed ha inserito in azienda anche maneggio. Discrete prospettive futu‐re.
46 ‐ CASCINA PESTEGALLA Denominazione azienda agricola : Carnaghi Marco Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 8.15.76 Superficie agricola utilizzata: 7.14.51 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 7.14.51 Indirizzo Colturale: zootecnica da latte (dal 1° aprile 2009) UBA n. 11 Quota Latte in fase di acquisizione Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 0,5 di cui familiare n. 0,5 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona G2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Cereali autunno‐vernini ettari 4.72.40 Prato ettari 2.42.11
Note: Trattasi di azienda agricola a conduzione familiare che ha recentemente acquistato delle quote latte per ripristi‐nare un allevamento bovino. La produzione di latte dovrebbe riprendere in data 1 aprile 2009. E’ un’iniziativa indubbiamente lodevole, ma la limitata superficie aziendale pone l’azienda stessa in una situazione precaria con possibilità di sviluppo futuro incerto.
50 ‐ CASCINA CAVALLOTTA Denominazione azienda agricola : Artusi Gianpiero Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 4.18.59 Superficie agricola utilizzata: 4.08.00 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 4.08.00 Indirizzo Colturale: cerealicolo‐prativa UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 0,5 di cui familiare n. 0,5 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona G2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Cereali autunno‐vernini ettari 1.76.00 Prato ettari 2.17.00
Set‐aside ettari 0.15.00 Note: Trattasi di azienda agricola a conduzione familiare che ha recentemente cessato la produzione di latte. Mantiene
alcuni capi di bestiame per uso domestico. La limitata estensione e la precarietà dei fabbricati ad uso produttivo la rende attualmente una realtà con prospettive future molto incerte.
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56 ‐ CASCINA VALPERONE Denominazione azienda agricola : Az. Agr. Raimondi Renzo e Giuliano s.s. Titolo di possesso: prevalentemente affittuario Superficie agricola totale: 30.61.05 Superficie agricola utilizzata: 29.96.21 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 29.96.21 Indirizzo Colturale: zootecnico con allevamento bovino da latte UBA n. 73 Quota Latte kg. 302.551 Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 4 di cui familiare n. 4 Pianificazione Urbanistica: area agricola E1 Azzonamento Parco Ticino: Zona IC Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 11.25.00 Prato ettari 18.71.21
Note: Trattasi di azienda agricola zootecnica da latte a conduzione familiare, dove l’attività di allevamento del bestiame da latte è in fase di lenta dismissione per le seguenti ragioni: 1. la localizzazione del centro aziendale, a ridosso del centro urbano in un’area destinata a Piano di Recupero; 2.la mancanza di figli che intendono assumersi l’attività di allevamen‐to del bestiame. Per la prima ragione sopra esposta, nei prossimi anni, occorrerà trovare un’altra localizzazione per l’edificazione di un altro centro aziendale adeguatamente dotato di fabbricati sia a destinazione residenziale per ospita‐re le 2 famiglie dei titolari, sia a destinazione produttiva. Data la limitata estensione dei terreni condotti, l’unica desti‐nazione cerealicola, l’età dei titolari e la mancanza di figli intenzionati a subentrare nell’attività, le prospettive di svilup‐po futuro sono incerte.
60 ‐ CASCINA FONTANA Denominazione azienda agricola : Società Agricola Garzetti F.lli s.s. Titolo di possesso: proprietà Superficie agricola totale: 140.79.06 Superficie agricola utilizzata: 134.88.71 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 89.32.15 Indirizzo Colturale: zootecnico da latte UBA n. 248 Quota Latte kg. 1.862.779 Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 9 di cui familiare n. 9
Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: parte Zona G2 e par‐
te C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 38.30.10 Prato ettari 23.48.05
Riso ettari 27.54.00 Seconda rotazione ettari 19.03.00
Note: Trattasi di azienda ad indirizzo zootecnico da latte, a conduzione familiare. La buona dimensione della superficie agricola condotta, il buono stato dei fabbricati ad uso produttivo, in modo particolare della stalla a stabulazione libera con an‐nessa sala di mungitura, e soprattutto la presenza di figli che sono rimasti a lavorare con passione in azienda, rende l’impresa agricola Garzetti una realtà produttiva efficiente con buone prospettive future.
61a ‐ CASCINA COSTA Denominazione azienda agricola : Azienda agricola cascina Costa s.s. Titolo di possesso: parte proprietà‐parte affitto Superficie agricola totale: 37.77.23 Superficie agricola utilizzata: 35.77.82 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 0.00.00
Indirizzo Colturale: zootecnico con allevamento suinicolo n. capi 1.800, vitelli da 6 a 12 mesi
UBA n. 72
Attività collaterali presenti: spaccio aziendale di prodotti agricoli Manodopera aziendale: n. addetti 3,71 di cui familiare n. 0,60 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona G2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
ettari ettari
Note: Trattasi di azienda ad indirizzo zootecnico con allevamento suinicolo condotta con manodopera familiare e con l’ausilio di dipendenti. La principale caratteristica dell’impresa agricola, che la rende anche un punto di riferimento positivo per le realtà agricole presenti sul territorio è la presenza di un’avviata attività di spaccio aziendale con vendita diretta dei prodotti agricoli. La buona dimensione della superficie agricola condotta, il discreto stato dei fabbricati ad uso produtti‐vo, l’avviata attività di spaccio aziendale, rende l’azienda agricola Rognoni una realtà agricola efficiente con buone pro‐spettive future. Alcune problematiche che l’azienda dovrà affrontare e risolvere in un prossimo futuro e che comporterà un impegno economico non indifferente sono l’adeguamento degli impianti di stoccaggio dei reflui zootecnici e la boni‐fica delle coperture in eternit dei fabbricati.
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61b ‐ CASCINA COSTA Denominazione azienda agricola : Azienda agricola Rognoni F.lli s.s. Titolo di possesso: proprietà Superficie agricola totale: 34.55.63 Superficie agricola utilizzata: 33.15.00 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 33.15.00 Indirizzo Colturale: zootecnico da latte UBA n. 125 Quota Latte kg. 844.767 Attività collaterali presenti: distributore automatico del latte Manodopera aziendale: n. addetti 2 di cui familiare n. 2 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona G2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 27.08.69 Prato ettari 6.06.31
Note: Trattasi di azienda ad indirizzo zootecnico da latte, condotta a prevalente manodopera familiare. La discreta di‐mensione della superficie agricola condotta, il discreto stato dei fabbricati ad uso produttivo, in modo particolare della stalla a stabulazione libera con annessa sala di mungitura, rende l’azienda agricola Rognoni una realtà agri‐cola efficiente con discrete prospettive future. Alcune problematiche che l’azienda dovrà affrontare e risolvere in un prossimo futuro e che comporterà un impegno economico non indifferente sono l’adeguamento degli impianti di stoccaggio dei reflui zootecnici e la bonifica delle coperture in eternit dei fabbricati.
63 ‐ CASCINA BARAGGETTA Denominazione azienda agricola : Corvini Antonio Titolo di possesso: prevalentemente affitto Superficie agricola totale: 27.70.42 Superficie agricola utilizzata: 26.46.55 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 9.03.15 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 4 di cui familiare n. 4 Pianificazione Urbanistica: area agricola E1 Azzonamento Parco Ticino: Zona IC Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Cereali autunno‐vernini ettari 5.91.00 Prato ettari 3.12.15
ettari ettari
ettari
Note: Trattasi di azienda agricola a conduzione familiare che ha recentemente dismesso l’attività di allevamento bovi‐no da latte. A causa della limitata estensione dei terreni coltivati, le prospettive future di questa azienda sono alquanto incerte.
65 ‐ CASCINA CASALINA Denominazione azienda agricola : Vertua Fratelli Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 84.02.19 Superficie agricola utilizzata: 80.23.20 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 50.88.20 Indirizzo Colturale: zootecnico da latte UBA n. 157,4 Quota Latte kg. 533.786 Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 3 di cui familiare n. 3 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona G2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 23.08.00 Prato ettari 23.34.20
Set‐aside ettari 4.46.00 Note: Trattasi di azienda ad indirizzo zootecnico da latte, a conduzione familiare. La discreta dimensione della superfi‐
cie agricola condotta, il buono stato dei fabbricati ad uso produttivo, in modo particolare della stalla a stabula‐zione libera con annessa sala di mungitura, rende l’azienda agricola Vertua una realtà agricola con discrete pro‐spettive future. Una problematica che l’azienda dovrà affrontare e risolvere in un prossimo futuro e che compor‐terà un impegno economico non indifferente è l’adeguamento degli impianti di stoccaggio dei reflui zootecnici.
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66 ‐ CASCINA RUSCA
Denominazione azienda agricola : Tiraboschi Martino e Giovanbattista s.s. Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 22.35.20 Superficie agricola utilizzata: 21.75.00 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 21.75.00 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 2 di cui familiare n. 2 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 5.60.00 Prato ettari 3.18.00
Riso ettari 12.97.00 Note: Trattasi di azienda agricola cerealicola, di piccola‐media dimensione, a conduzione familiare. A causa della limita‐
ta estensione dei terreni coltivati, le prospettive future di questa azienda sono alquanto incerte, in quanto dipen‐deranno in maniera rilevante dall’andamento dei prezzi dei cereali e dal mantenimento dei contributi PAC.
67 ‐ CASCINA PIETRASANTA Denominazione azienda agricola : Rognoni Aldo e Massimo s.s. Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 29.77.30 Superficie agricola utilizzata: 29.64.00 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 29.64.00 Indirizzo Colturale: zootecnico da latte UBA n. 77 Quota Latte kg. 324.972 Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 2 di cui familiare n. 2 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Prato ettari 29.64.00
Note: Trattasi di azienda ad indirizzo zootecnico da latte, a conduzione familiare. La limitata dimensione della superficie
agricola condotta, la precarietà dello stato dei fabbricati ad uso produttivo, in modo particolare della stalla, rende l’azienda agricola Rognoni una realtà agricola con incerte prospettive future.
68 ‐ CASCINA SCOCCABAROZZI Denominazione azienda agricola : Maestri Gianluca Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 55.03.61 Superficie agricola utilizzata: 51.28.32 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 47.04.32 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 1 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Cereali autunno‐vernini ettari 47.04.32
Note: Trattasi di azienda agricola prevalentemente cerealicola a conduzione familiare. La discreta dimensione aziendale,
la possibilità di effettuare diverse tipologie di coltivazione e il buono stato dei fabbricati ad uso produttivo, in mo‐do particolare dei fabbricati uso ricovero, essiccazione e stoccaggio dei prodotti, consente all’azienda agricola Maestri di essere un’impresa agricola con discrete prospettive future.
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69 ‐ CASCINA ERBIERINE Denominazione azienda agricola : Eredi di Ragazzetti Domenico s.s. Titolo di possesso: proprietà Superficie agricola totale: 26.16.00 Superficie agricola utilizzata: 25.59.00 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 25.59.00 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 3 di cui familiare n. 3 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 14.71.00 Prato ettari 10.88.00
Note: Trattasi di azienda agricola a conduzione familiare che ha recentemente cessato la produzione di latte. La limitata
estensione dei terreni coltivati, l’unica destinazione cerealicola, la precarietà dei fabbricati ad uso produttivo la rende attualmente una realtà con prospettive future incerte.
70 ‐ CASCINA NUOVA VOLPI Denominazione azienda agricola : Gambaretti Fratelli di Pierangelo Giovanni Paolo Gambaretti s.s. Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 61.94.40 Superficie agricola utilizzata: 59.32.88 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 53.52.58 Indirizzo Colturale: zootecnico da latte UBA n. 220,4 Quota Latte kg. 593.991 Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 2,72 di cui familiare n. 2 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 33.07.58 Prato ettari 20.45.00
Note: Trattasi di azienda ad indirizzo zootecnico da latte, a conduzione familiare. La buona dimensione della superficie
agricola condotta, il discreto stato dei fabbricati ad uso produttivo, in modo particolare della stalla a stabulazione libera con annessa sala di mungitura e la presenza di manodopera familiare, rende l’azienda Gambaretti una real‐tà agricola con discrete prospettive future.
72 ‐ CASCINA CASTAGNOLINO Denominazione azienda agricola : Amodeo Giovanni Titolo di possesso: proprietario Superficie agricola totale: 48.73.70 Superficie agricola utilizzata: 43.32.00 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 43.32.00
Indirizzo Colturale: prevalentemente cerealicolo con presenza di piccolo allevamento ovino
UBA n. 11,25
Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: piccolo maneggio Manodopera aziendale: n. addetti 1 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C1 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 25.06.00 Prato ettari 4.92.00
Set‐aside ettari 13.34.00 Note: Trattasi di azienda agricola prevalentemente cerealicola a conduzione familiare. La discreta dimensione azienda‐
le, la possibilità di effettuare diverse tipologie di coltivazione, il buono stato dei fabbricati ad uso produttivo, in modo particolare dei fabbricati ad uso ricovero e stoccaggio dei prodotti, consente all’azienda agricola Amodeo di essere un’impresa agricola con discrete prospettive future.
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73 ‐ CASCINA ERBIERE Denominazione azienda agricola : Soc. Agr. Omassi Rino e Figli s.s. Titolo di possesso: proprietà Superficie agricola totale: 46.27.42 Superficie agricola utilizzata: 44.96.00 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 44.96.00 Indirizzo Colturale: zootecnico da latte UBA n. 114,2 Quota Latte kg. 602.696 Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 4 di cui familiare n. 4 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 20.41.00 Prato ettari 24.55.00
Note: Trattasi di azienda ad indirizzo zootecnico da latte, a conduzione familiare. La buona dimensione della superficie
agricola condotta, il discreto stato dei fabbricati ad uso produttivo, in modo particolare della stalla a stabulazione libera con annessa sala di mungitura, e soprattutto la presenza di figli che sono rimasti a lavorare con passione in azienda rendono l’impresa agricola Omassi un’impresa efficiente con buone prospettive future.
74 ‐ CASCINA CASTAGNOLE Denominazione azienda agricola : GUS ITALIA di Bastubbe Guenter Titolo di possesso: proprietà Superficie agricola totale: 22.00.84 Superficie agricola utilizzata: 21.94.90 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 21.94.90 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 1 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C1 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 20.09.90 Prato ettari 0.49.00
Arboree ettari 1.36.00 Note: Trattasi di azienda agricola cerealicola, di piccola‐media dimensione, a conduzione familiare. A causa della limitata
estensione, le prospettive future di questa azienda sono alquanto incerte e dipenderanno in maniera rilevante dall’andamento dei prezzi dei cereali e dal mantenimento dei contributi PAC.
77 ‐ CASCINA BONECCHI Denominazione azienda agricola : M.A.D.A. s.s. Titolo di possesso: proprietà Superficie agricola totale: 8.32.66 Superficie agricola utilizzata: 7.76.60 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 7.76.60 Indirizzo Colturale: prativa UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 1 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 0.87.80 Prato ettari 6.88.80
Note: Trattasi di azienda agricola a conduzione familiare A causa della limitata estensione dei terreni coltivati, le pro‐
spettive future di questa azienda sono alquanto incerte.
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81 ‐ CASCINA GAMBARINA Denominazione azienda agricola : Cuneo Marco Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 25.98.10 Superficie agricola utilizzata: 25.81.97 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 25.81.97 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 1 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 16.64.97 Cereali autunno‐vernini ettari 5.51.00
Prato ettari 3.66.00 Seconda rotazione ettari 6.59.97 Note: Trattasi di azienda agricola cerealicola, di piccola‐media dimensione, a conduzione familiare. A causa della limita‐
ta estensione dei terreni coltivati, le prospettive future di questa azienda sono alquanto incerte e dipenderanno in maniera rilevante dall’andamento dei prezzi dei cereali e dal mantenimento dei contributi PAC.
83 ‐ CASCINA VISMARA Denominazione azienda agricola : Cislaghi Dante e Angelo s.s. Titolo di possesso: proprietà Superficie agricola totale: 24.03.47 Superficie agricola utilizzata: 23.54.32 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 23.54.32 Indirizzo Colturale: prativo UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 3 di cui familiare n. 3 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 8.60.64 Prato ettari 14.93.68
Note: Trattasi di azienda agricola a conduzione familiare che ha recentemente dismesso l’attività di allevamento bovino
da latte. A causa della limitata estensione dei terreni coltivati, le prospettive future di questa azienda sono al‐quanto incerte.
84 ‐ CASCINA STROPPINA Denominazione azienda agricola : Palliaro Anna Maria Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 5.69.66 Superficie agricola utilizzata: 5.42.60 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 5.42.60 Indirizzo Colturale: cerealicolo‐prativa UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 1 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Prato ettari 5.42.60
Note: Trattasi di azienda agricola a conduzione familiare che ha recentemente cessato la produzione di latte. Attività
marginale di allevamento da carne ad uso famigliare. La limitata estensione e la precarietà dei fabbricati ad uso produttivo la rende attualmente una realtà con prospettive future molto incerte.
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85 ‐ CASCINA POPOLA Denominazione azienda agricola : Manzoni Giovanni Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 19.60.15 Superficie agricola utilizzata: 19.26.48 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 19.26.48 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 1 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 19.26.48
Note: Trattasi di azienda agricola cerealicola, di piccola‐media dimensione, a conduzione familiare. A causa della limita‐
ta estensione dei terreni coltivati, le prospettive future di questa realtrà sono alquanto incerte e dipenderanno in maniera rilevante dall’andamento dei prezzi dei cereali e dal mantenimento dei contributi PAC.
86 ‐ CASCINA PRATOMAGGIORE Denominazione azienda agricola : Dossi Mauro Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 48.52.62 Superficie agricola utilizzata: 46.69.00 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 46.69.00 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 2 di cui familiare n. 2 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Riso ettari 46.69.00
Note: Trattasi di azienda agricola a conduzione familiare che ha recentemente cessato la produzione di latte. La discre‐
ta estensione e il buono stato dei fabbricati ad uso produttivo la rende attualmente una realtà con ottimistiche prospettive future.
87 ‐ CASCINA SACCHI E FRASCHINA 88 ‐ CASCINA PRIMAVERA
Denominazione azienda agricola : Az.agr. Pagliari Giuseppe e Davide s.s. Titolo di possesso: prevalentemente affittuario Superficie agricola totale: 41.41.30 Superficie agricola utilizzata: 39.46.60 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 39.46.60 Indirizzo Colturale: zootecnico da latte UBA n. 98 Quota Latte kg. 388.730 Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 2 di cui familiare n. 2 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2/C1 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 25.22.00 Prato ettari 14.24.60
Note: Trattasi di azienda ad indirizzo zootecnico da latte, a conduzione familiare. La discreta dimensione della superfi‐
cie agricola coltivata, il buono stato dei fabbricati ad uso produttivo, in modo particolare della stalla a stabulazio‐ne libera con annessa sala di mungitura, rende potenzialmente l’azienda agricola Pagliari, una realtà agricola con discrete prospettive future.
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89 ‐ CASCINA PANIZZA Denominazione azienda agricola : Soc. Agr. Locatelli Fausto e Benito s.s. Titolo di possesso: proprietà Superficie agricola totale: 25.41.75 Superficie agricola utilizzata: 24.84.75 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 24.84.75 Indirizzo Colturale: zootecnico da latte UBA n. 54,8 Quota Latte kg. 184.517 Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 2,5 di cui familiare n. 2,5 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C1 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 7.77.60 Prato ettari 17.07.15
Note: Trattasi di azienda ad indirizzo zootecnico da latte, a conduzione familiare. La limitata dimensione della superficie
agricola condotta, il precario stato dei fabbricati ad uso produttivo, in modo particolare della stalla, rende l’azienda agricola Locatelli un’impresa agricola con incerte prospettive future.
91 ‐ CASCINA GREPPI Denominazione azienda agricola : Cislaghi Luciano e figli Piero e Gianluca s.s. Titolo di possesso: proprietà Superficie agricola totale: 15.93.20 Superficie agricola utilizzata: 14.38.00 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 14.38.00 Indirizzo Colturale: zootecnico da latte UBA n. 101,8 Quota Latte kg. 373.877 Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 2,5 di cui familiare n. 2,5 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C1 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 11.15.00 Prato ettari 3.23.00
Seconda rotazione ettari 1.33.00 Note: Trattasi di azienda ad indirizzo zootecnico da latte, a conduzione familiare. La limitata dimensione della superficie
agricola condotta, il precario stato dei fabbricati ad uso produttivo, in modo particolare della stalla, rende l’azienda agricola Locatelli un’impresa agricola con incerte prospettive future. L’aspetto positivo per il futuro e la presenza dei figli che si sono appassionati all’attività di allevamento da latte.
98 ‐ CASCINA RONCHI Denominazione azienda agricola : Soc.agr. Perini Enea e Figli s.s. Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 58.96.04 Superficie agricola utilizzata: 55.70.15 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 55.70.15 Indirizzo Colturale: zootecnico da latte UBA n. 142,20 Quota Latte kg. 809.514 Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 2,89 di cui familiare n. 2 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona G2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 35.17.15 Prato ettari 20.53.00
Note: Trattasi di azienda ad indirizzo zootecnico da latte, a conduzione familiare. La buona dimensione della superficie
agricola condotta, il buono stato dei fabbricati ad uso produttivo, in modo particolare della stalla a stabulazione libera con annessa sala di mungitura, rende l’impresa agricola Perini una realtà con buone prospettive future.
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100 ‐ CASCINA DORIA Denominazione azienda agricola : Az. agr. Cascina Doria di Fornaroli Nicola Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 61.62.41 Superficie agricola utilizzata: 56.64.90 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 56.64.90 Indirizzo Colturale: cerealicolo‐zootecnica UBA n. 12 Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 1,56 di cui familiare n. 1,56 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 19.51.58 Cereali autunno‐vernini ettari 9.03.40
Prato ettari 15.78.80 Riso ettari 10.67.12 Arboree ettari 1.64.00 Seconda rotazione ettari 9.52.00 Note: Trattasi di azienda agricola prevalentemente cerealicola condotta con il supporto di agricoltori della zona. Da un
punto di vista prettamente agricolo, elemento positivo è la buona dimensione aziendale, negativa invece è l’esigenza da parte del titolare di usufruire per le normali operazioni di coltivazione di prestatori di manodopera, fatto che rende economicamente precaria un’attività agricola di pura coltivazione dei terreni. Attualmente, l’azienda ha aderito ad un progetto in fase di esecuzione per la realizzazione di un impianto di produzione di e‐nergia elettrica da biogas. Ne consegue che, qualora tale iniziativa abbia esito favorevole, per un periodo di 15 anni, buona parte della superficie aziendale è destinata a produrre trinciato di mais al servizio dell’impianto di biogas. Attualmente in azienda sono presenti una ventina di capi per la produzione di carne.
101 ‐ CASCINA SAN DONATO Denominazione azienda agricola : Salmoiraghi Cugini – Enrico Alessandro Tiziano S.S. Titolo di possesso: proprietà Superficie agricola totale: 25.70.80 Superficie agricola utilizzata: 23.61.22 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 23.61.22 Indirizzo Colturale: cerealicolo‐orticolo UBA n. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 2 di cui familiare n. 2 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 9.68.44 Prato ettari 0.39.30
Riso ettari 13.27.30 Ortaggi ettari 0.26.18 Note: Trattasi di azienda agricola a conduzione familiare che ha recentemente cessato la produzione di latte. La limitata
estensione della Superficie Agraria Utilizzata la renderebbe attualmente una realtà con prospettive future molto incerte, qualora limitasse la coltivazione alla pura cerealicoltura. L’azienda possiede qualche capo per il consumo domestico. Per questa ragione i 2 titolari rimasti a lavorare in azienda hanno, con l’anno 2008, iniziato un interes‐sante produzione orticola e obbiettivo è quello di arrivare alla vendita diretta.
102 ‐ CASCINA PALPEGORE Denominazione azienda agricola : Soc. agr. Durè Massimo e Tacca Angela s.s. Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 21.15.65 Superficie agricola utilizzata: 20.10.15 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 20.10.15 Indirizzo Colturale: cerealicolo‐prativa UBA n. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 2 di cui familiare n. 2 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 12.88.80 Prato ettari 7.21.35
Seconda rotazione ettari 3.04.00 Note: Trattasi di azienda che ha recentemente dimesso l’attività zootecnica da latte. È una realtà famigliare con limitata
dimensione della superficie agricola, la precarietà dello stato dei fabbricati ad uso produttivo, rende l’azienda agricola una realtà agricola con incerte prospettive future.
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103 ‐ CASCINA GAGLIANA Denominazione azienda agricola : Invernizzi Angelo Enrico e Figli s.s. Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 13.04.45 Superficie agricola utilizzata: 12.48.00 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 12.48.00 Indirizzo Colturale: zootecnico da latte UBA n. 84 Quota Latte kg. 459.116 Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 3 di cui familiare n. 3 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 5.54.00 Prato ettari 6.94.00
Seconda rotazione ettari 5.54.00 Note: Trattasi di azienda ad indirizzo zootecnico da latte, a conduzione familiare. Pur essendo discreta la dimensione
della superficie agricola coltivata, la precarietà dello stato dei fabbricati ad uso produttivo, in modo particolare della stalla, rende l’azienda agricola Invernizzi, un’impresa con prospettive future incerte.
104 ‐ CASCINA NUOVA KLUZER Denominazione azienda agricola : Invernizzi Daniele Ambrogio Titolo di possesso: affittuari Superficie agricola totale: 12.97.58 Superficie agricola utilizzata: 12.67.00 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 12.67.00 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 1 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 5.55.00 Riso ettari 3.56.00
Cereali autunno‐vernini ettari 3.56.00 Note: Trattasi di azienda agricola a conduzione familiare. A causa della limitata estensione dei terreni coltivati, le pro‐
spettive future di questa azienda sono alquanto incerte.
105a ‐ CASCINA GAIANELLA Denominazione azienda agricola : Donà Mariangela Titolo di possesso: proprietà Superficie agricola totale: 43.34.93 Superficie agricola utilizzata: 42.02.77 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 42.02.77 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 1 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C1 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Riso ettari 1.69.40 Prato ettari 3.40.00
Mais ettari 17.25.47 Cereali autunno‐vernini ettari 19.67.90 Note: Trattasi di azienda agricola prevalentemente cerealicola condotta con il supporto di agricoltori della zona. Da un
punto di vista prettamente agricolo, elemento positivo è la buona dimensione aziendale, negativa è l’esigenza da parte del titolare di usufruire per le normali operazioni di coltivazione di manodopera esterna, fatto che rende economicamente precaria un’attività agricola di pura coltivazione dei terreni ed il futuro risulta quindi molto in‐certo.
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105b ‐ CASCINA GAIANELLA Denominazione azienda agricola : Agosti Giovanni Titolo di possesso: proprietà Superficie agricola totale: 18.34.80 Superficie agricola utilizzata: 16.34.30 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 16.34.30 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 2 di cui familiare n. 2 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C1 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Prato ettari 0.23.00 Riso ettari 16.05.00
Arboree ettari 0.06.30 Note: Trattasi di azienda agricola a conduzione familiare. A causa della limitata estensione dei terreni coltivati, le pro‐
spettive future di questa azienda sono alquanto incerte.
106 ‐ CASCINA MOROSINA Denominazione azienda agricola : Daghetta Virginia Titolo di possesso: proprietà Superficie agricola totale: 19.71.30 Superficie agricola utilizzata: 18.92.00 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 18.92.00 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 0,5 di cui familiare n. 0,5 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 10.29.00 Cereali autunno‐vernini ettari 7.70.00
Set‐aside ettari 0.93.00 Note: Trattasi di azienda agricola prevalentemente cerealicola condotta con il supporto di agricoltori della zona. Sia per
la limitata estensione dei terreni coltivati, sia per l’esigenza da parte del titolare di usufruire per le normali ope‐razioni di coltivazione di manodopera esterna, fatto che rende economicamente precaria un’attività agricola di pura coltivazione dei terreni e rende il futuro di molto incerto.
110a ‐ CASCINA PRATOGRASSO Denominazione azienda agricola : Agricola Pratograsso Società Semplice Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 56.69.43 Superficie agricola utilizzata: 53.15.42 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 53.15.42 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 1 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Riso ettari 25.32.38 Cereali autunno‐vernini ettari 8.94.04
Prato ettari 4.05.00 Altri seminativi ettari 7.28.00 Mais ettari 7.56.00 Note: Trattasi di azienda agricola prevalentemente cerealicola a conduzione familiare. La discreta dimensione azienda‐
le, la possibilità di effettuare diverse tipologie di coltivazione, il buono stato dei fabbricati ad uso produttivo, in modo particolare dei fabbricati uso ricovero, essiccazione e stoccaggio dei prodotti, consente all’azienda agricola di essere una realtà agricola con discrete prospettive future.
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110b ‐ CASCINA PRATOGRASSO Denominazione azienda agricola : Società agricola TAI sas di Giovanni Sebastiano Radice Fossati e C. Titolo di possesso: proprietà Superficie agricola totale: 89.61.96 Superficie agricola utilizzata: 68.50.02 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 68.50.02 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 1 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Riso ettari 13.70.00 Cereali autunno‐vernini ettari 16.78.00
Arboree ettari 11.05.00 Prato ettari 4.65.00 Mais ettari 22.04.00 Altri seminativi ettari 0.06.00 Set‐aside ettari 0.22.02 Note: Trattasi di azienda agricola prevalentemente cerealicola a conduzione familiare. La discreta dimensione azienda‐
le, la possibilità di effettuare diverse tipologie di coltivazione, il buono stato dei fabbricati ad uso produttivo, in modo particolare dei fabbricati uso ricovero, essiccazione e stoccaggio dei prodotti, consente all’azienda agricola di essere una realtà agricola con discrete prospettive future.
111 ‐ CASCINA BRUNENGO Denominazione azienda agricola : Galbiati Adriano e Claudio s.s. Titolo di possesso: proprietà Superficie agricola totale: 43.89.00 Superficie agricola utilizzata: 43.53.00 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 43.53.00 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 2 di cui familiare n. 2 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 6.03.00 Prato ettari 1.18.00
Riso ettari 36.32.00 Note: Trattasi di azienda agricola prevalentemente cerealicola a conduzione familiare. La discreta dimensione azienda‐
le, la possibilità di effettuare diverse tipologie di coltivazione, il buono stato dei fabbricati ad uso produttivo, in modo particolare dei fabbricati uso ricovero, essiccazione e stoccaggio dei prodotti, consente all’azienda agricola Galbiati di essere una realtà agricola con discrete prospettive future.
112 ‐ CASCINA REMONDADELLA Denominazione azienda agricola : Società Agricola Ceruti Giorgio e Zagaria Carmela Celeste s.s. Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 32.85.15 Superficie agricola utilizzata: 31.56.30 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 31.56.30 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 2 di cui familiare n. 2 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 15.56.00 Riso ettari 16.00.30
Note: Trattasi di azienda agricola cerealicola, di piccola‐media dimensione, a conduzione familiare. A causa della limita‐
ta estensione dei terreni coltivati, le prospettive future di questa azienda sono alquanto incerte e dipenderanno in maniera rilevante dall’andamento dei prezzi dei cereali e dal mantenimento dei contributi PAC.
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113 ‐ CASCINA BELLOTTA Denominazione azienda agricola : Scaglia Domenico e F.lli s.s. Titolo di possesso: proprietà Superficie agricola totale: 65.81.87 Superficie agricola utilizzata: 65.59.17 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 65.59.17 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 6 di cui familiare n. 6 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 2.00.00 Prato ettari 3.06.27
Riso ettari 60.52.90 Note: Trattasi di azienda agricola prevalentemente cerealicola a conduzione familiare. La discreta dimensione azienda‐
le, la possibilità di effettuare diverse tipologie di coltivazione, il buono stato dei fabbricati ad uso produttivo, in modo particolare dei fabbricati uso ricovero, essiccazione e stoccaggio dei prodotti, consente all’azienda agricola Scaglia di essere una realtà agricola con discrete prospettive future.
114 ‐ CASCINA REMONDATA115 ‐ CASCINA FONTANONE
Denominazione azienda agricola : Repossi Foi Emilia e Figli s.s. Titolo di possesso: proprietà Superficie agricola totale: 88.35.67 Superficie agricola utilizzata: 77.81.00 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 73.58.00 Indirizzo Colturale: zootecnico da latte UBA n. 178 Quota Latte kg. 1.052.566 Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 6 di cui familiare n. 5
Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino:
Zona C2‐Cascina Remondata Zona C1‐Cascina Fontanone
Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 50.36.00 Prato ettari 22.90.00
Altri seminativi ettari 0.32.00 Note: Trattasi di azienda ad indirizzo zootecnico da latte, a conduzione familiare. La buona dimensione della superficie
agricola condotta, il buono stato dei fabbricati ad uso produttivo, in modo particolare della stalla a stabulazione libera con annessa sala di mungitura e soprattutto la presenza di figli che sono rimasti a lavorare con passione in azienda, rende l’impresa agricola Foi una realtà produttiva efficiente con buone prospettive future.
117 ‐ CASCINA BROGGINA Denominazione azienda agricola : Perini Andrea e Andrea s.s. Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 29.82.77 Superficie agricola utilizzata: 28.02.63 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 28.02.63 Indirizzo Colturale: zootecnico da latte UBA n. 64 Quota Latte kg. 232.636 Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 3 di cui familiare n. 3 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C1 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 8.57.00 Prato ettari 19.45.63
Note: Trattasi di azienda ad indirizzo zootecnico da latte, a conduzione familiare. La limitata dimensione della superficie
agricola coltivata, la precarietà dello stato dei fabbricati ad uso produttivo, in modo particolare della stalla, rende l’azienda agricola Perini una realtà agricola con prospettive future incerte.
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118 ‐ CASCINA BROGGINETTA Denominazione azienda agricola : Az. Agr. Lodigiani Giovanni Giacomo Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 33.54.88 Superficie agricola utilizzata: 29.15.90 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 20.20.90 Indirizzo Colturale: zootecnico da latte UBA n. 69 Quota Latte kg. 235.167 Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 2 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona C2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 6.61.00 Prato ettari 13.59.90
Note: Trattasi di azienda ad indirizzo zootecnico da latte, a conduzione familiare. E’ l’unica realtà in Abbiategrasso che
dal 2000 ha investito nell’allevamento costruendo una nuova stalla a stabulazione libera con annessa sala di mungitura. Pur avendo una limitata superficie agricola condotta, il buono stato dei fabbricati ad uso produttivo, in modo particolare della stalla e soprattutto la presenza di figli che sono rimasti a lavorare con passione in a‐zienda, rende l’impresa agricola Lodigiani una realtà produttiva con discrete prospettive future.
120 ‐ CASCINA PIZZOCHERO Denominazione azienda agricola : Az. Agr. Fratelli Moro di Moro Maddalena Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 33.09.00 Superficie agricola utilizzata: 3.63.00 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 3.63.00 Indirizzo Colturale: forestale UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 1 di cui familiare n. 1 (donna) Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona B Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Set‐aside ettari 3.63.00
Note: Azienda di limitata dimensione, la quasi totalità della sup. aziendale è stata conferita come conduzione al Consor‐
zio Forestale del Ticino. Presenta incerte prospettive future.
125 ‐ CASCINA MERAVIGLIA/B Denominazione azienda agricola : Perini Virginio Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 54.63.72 Superficie agricola utilizzata: 52.99.82 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 41.13.82 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 2 di cui familiare n. 2 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona G2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 21.12.85 Cereali autunno‐vernini ettari 12.06.60
Prato ettari 1.90.89 Set‐aside ettari 6.03.48 Note: Trattasi di azienda agricola prevalentemente cerealicola a conduzione familiare. L’impresa agricola è caratterizza‐
ta da una discreta superficie aziendale condotta ma vi sono altri elementi che rendono il futuro di tale realtà agri‐cola fortemente incerto. In modo particolare risultano negativi i seguenti fattori: l’avanzata età del titolare, il precario stato dei fabbricati ad uso produttivo, la localizzazione per cui è prevista nel prossimo futuro la realizza‐zione di un’arteria stradale.
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128 ‐ CASCINA BOSCHETTO Denominazione azienda agricola : Pesenti Ferruccio Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 80.64.79 Superficie agricola utilizzata: 77.87.01 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 56.21.01 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 1 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: area agricola E1(PR25) Azzonamento Parco Ticino: Zona IC Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 9.39.00 Cereali autunno‐vernini ettari 9.72.85
Riso ettari 14.43.16 Altri seminativi ettari 22.66.00 Note: Trattasi di azienda agricola prevalentemente cerealicola a conduzione familiare. La discreta dimensione azienda‐
le, la possibilità di effettuare diverse tipologie di coltivazione, il buono stato dei fabbricati ad uso produttivo, in modo particolare dei fabbricati uso ricovero, essiccazione e stoccaggio dei prodotti, consentono all’azienda agri‐cola Pesenti di essere un’impresa agricola con discrete prospettive future. Esiste sull’attuale PRG un piano di re‐cupero dei fabbricati che ne mette in forse la possibilità di permanenza del centro aziendale.
133 ‐ CASCINA PALAZZO Denominazione azienda agricola : Binagli Giuditta Titolo di possesso: proprietà Superficie agricola totale: 32.68.70 Superficie agricola utilizzata: 31.86.44 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 22.22.40 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 1 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: area agricola E1(PR23) Azzonamento Parco Ticino: Zona IC Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 8.75.40 Prato ettari 2.03.90
Riso ettari 11.43.10 Note: Trattasi di azienda agricola a conduzione familiare. A causa della limitata estensione dei terreni coltivati, le pro‐
spettive future di questa azienda sono alquanto incerte. Esiste sull’attuale PRG un piano di recupero dei fabbrica‐ti che ne mette in forse la possibilità di permanenza del centro aziendale.
135 ‐ CASCINA CASTELLO MENDOSIO Denominazione azienda agricola : Rognoni Cugini s.s. Titolo di possesso: prevalentemente proprietà Superficie agricola totale: 357.34.06 Superficie agricola utilizzata: 286.55.88 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 153.09.00 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 6,89 di cui familiare n. 4 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona G2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 110.42.60 Cereali autunno‐vernini ettari 2.96.40
Riso ettari 34.14.00 Arboree ettari 5.56.00 Note: Trattasi di azienda agricola cerealicola, di notevole dimensione, condotta dal titolare con l’ausilio di n. 2 dipen‐
dente, i cui terreni sono diffusi prevalentemente in comune di Abbiategrasso, ma anche in diversi comuni del ter‐ritorio contiguo. Recentemente ha dismesso l’attività di allevamento dei suini all’ingrasso e incerta è la decisione di riprendere tale attività nei prossimi mesi. Si trattava di una della maggiore realtà di allevamento suino del co‐mune di Abbiategrasso è di una delle maggiori a livello regionale. Le cause dell’abbandono dell’attività sono state in modo particolare la mancanza di manodopera in grado di lavorare con competenza e passione nel settore e l’età del titolare il quale non ha figli maschi interessati a proseguire nell’attività. La notevole dimensione azienda‐le, la possibilità di effettuare diverse tipologie di coltivazione, il buono stato dei fabbricati ad uso produttivo, in modo particolare dei fabbricati uso ricovero, essiccazione e stoccaggio dei prodotti, consentono all’azienda agri‐cola Rognoni di essere un’impresa agricola efficiente in grado di permanere sul mercato e con buone prospettive per il futuro.
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136 ‐ CASCINA GALUPPA Denominazione azienda agricola : Az. Agr. Fasani Emilio e figli Michele ed Ambrogio s.s. Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 62.71.81 Superficie agricola utilizzata: 61.51.40 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 61.51.40 Indirizzo Colturale: zootecnico con allevamento bovino da latte UBA n. 68 Quota Latte kg. 445.850 Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 2,5 di cui familiare n. 2,5 Pianificazione Urbanistica: area agricola E1(PR24) Azzonamento Parco Ticino: Zona IC Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 16.44.00 Cereali autunno‐vernini ettari 2.31.00
Prato ettari 19.60.10 Riso ettari 23.16.30 Note: Trattasi di azienda agricola zootecnica da latte a conduzione familiare. Il futuro di questà realtà è molto incerto in
quanto l’area del centro aziendale ha attualmente una destinazione a Piano di Recupero e la proprietà ha già in‐viato la disdetta agli agricoltori.
138 ‐ CASCINA CRIVELLA Denominazione azienda agricola : Az. Agr. La Crivella di Negri Guido Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 14.58.58 Superficie agricola utilizzata: 14.35.00 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 14.35.00 Indirizzo Colturale: cerealicola UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 2 di cui familiare n. 2 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona G2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 11.95.00 Prato ettari 1.68.00
Piccoli frutti ettari 0.72.00 Note: Trattasi di azienda agricola di recente costituzione. L’indirizzo colturale prevalente è quello cerealicolo. Sono pre‐
senti altre attività collaterali quali: l’attività agrituristica per il ristoro e attività didattica‐culturale. Si tratta di una azienda con discrete possibilità future di sviluppo.
142 ‐ CASCINA BIGLIA Denominazione azienda agricola : Galli Angelo Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 13.26.95 Superficie agricola utilizzata: 12.97.11 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 11.61.11 Indirizzo Colturale: zootecnico da latte UBA n. 98,8 Quota Latte kg. 461.202 Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 1 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona G2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Prato ettari 11.61.11
Note: Trattasi di azienda ad indirizzo zootecnico da latte, a conduzione familiare. Malgrado la limitata dimensione della
superficie agricola condotta, il discreto stato dei fabbricati ad uso produttivo ed in modo particolare della stalla a stabulazione libera con annessa sala di mungitura, rende l’azienda agricola Galli una realtà agricola con discrete prospettive future.
167
143 ‐ CASCINA CATTABREGA Denominazione azienda agricola : Albini Giuseppe Titolo di possesso: prevalentemente proprietà Superficie agricola totale: 25.47.90 Superficie agricola utilizzata: 24.62.62 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 14.40.66 Indirizzo Colturale: zootecnico da latte UBA n. 123,6 Quota Latte kg. 577.488 Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 3,67 di cui familiare n. 3 Pianificazione Urbanistica: area agricola E2 Azzonamento Parco Ticino: Zona G2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 5.03.00 Prato ettari 9.37.66
Seconda rotazione ettari 2.61.60 Note: Trattasi di azienda ad indirizzo zootecnico da latte, a conduzione familiare. Malgrado la limitata dimensione della
superficie agricola condotta, il discreto stato dei fabbricati ad uso produttivo, in modo particolare della stalla a stabulazione libera con annessa sala di mungitura, rende l’azienda agricola Albini una realtà agricola con discrete prospettive future.
145a ‐ DEPOSITO GARIGIOLA Denominazione azienda agricola : Zaina Luigi Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 50.16.95 Superficie agricola utilizzata: 48.20.60 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 14.81.66 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 1 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: BR2 Azzonamento Parco Ticino: Zona IC Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Riso ettari 2.85.00 Altri seminativi ettari 11.96.66
Note: Trattasi di azienda cerealicola a conduzione familiare che abbina alla coltivazione dei propri terreni anche
un’attività di lavoro in conto terzi. La discreta dimensione della superficie agricola condotta, il discreto stato dei fabbricati ad uso produttivo, rende l’azienda agricola Garigiola una realtà agricola con discrete prospettive future.
145b ‐ DEPOSITO GARIGIOLA Denominazione azienda agricola : Garigiola Enrico Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 27.46.20 Superficie agricola utilizzata: 25.69.20 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 2.98.50 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 1 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: BR2 Azzonamento Parco Ticino: Zona IC Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Riso ettari 2.98.50
Note: Trattasi di azienda cerealicola a conduzione familiare che abbina alla coltivazione dei propri terreni anche
un’attività di lavoro in conto terzi. La discreta dimensione della superficie agricola condotta, il discreto stato dei fabbricati ad uso produttivo, rende l’azienda agricola Garigiola una realtà agricola con discrete prospettive future.
168
145c ‐ DEPOSITO GARIGIOLA Denominazione azienda agricola : Garigiola Marco Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 23.27.47 Superficie agricola utilizzata: 15.56.37 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 0.00.00 Indirizzo Colturale: cerealicolo UBA n. ‐ Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 1 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: BR2 Azzonamento Parco Ticino: Zona IC Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Note: Trattasi di azienda cerealicola a conduzione familiare che abbina alla coltivazione dei propri terreni anche
un’attività di lavoro in conto terzi. L’impresa non conduce terreni nel comune di Abbiategrasso, ma date le carat‐teristiche strutturali e della manodopera si tratta di una realtà con discrete prospettive future.
146 ‐ CASCINA CORTE GABAGLIA Denominazione azienda agricola : Farina Angelo e Franco Titolo di possesso: proprietà Superficie agricola totale: 3.84.00 Superficie agricola utilizzata: 3.68.00 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 3.68.00 Indirizzo Colturale: cerealicolo‐zootecnico con allevamento suinicolo capi n. 165 Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 2 di cui familiare n. 2 Pianificazione Urbanistica: BR2 R2 Azzonamento Parco Ticino: Zona IC Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
Mais ettari 3.68.00
Note: Trattasi di azienda agricola a conduzione familiare. A causa della limitata estensione dei terreni coltivati, la preca‐
rietà delle strutture, la destinazione d’uso dei terreni, le prospettive future di questa azienda sono alquanto in‐certe.
167 – ALLEVAMENTI BRIGANTI Denominazione azienda agricola : Azienda Agricola Briganti Federico Titolo di possesso: affittuario Superficie agricola totale: 06.10.58 Superficie agricola utilizzata: 00.00.00 S.A.U. in comune di Abbiategrasso: 00.00.00 Indirizzo Colturale: allevamento ittico, equino, avicunicolo capi n. Quota Latte kg. ‐ Attività collaterali presenti: nessuna Manodopera aziendale: n. addetti 1 di cui familiare n. 1 Pianificazione Urbanistica: BR2 R2 Azzonamento Parco Ticino: G2 Riparto Colturale S.A.U. all’interno del comune di Abbiategrasso:
ettari 00.00.00
Note: La superficie è occupata interamente da strutture al servizio dell’allevamento, da bosco e laghetto di cava. Trat‐
tasi di azienda a conduzione famigliare.
A causa della limitata estensione dei terreni coltivati le prospettive future di questa azienda sono alquanto incer‐te
169
ALLEGATO 3 Elenco beni vincolati
A1
Identificativo Chiesa di S. Pietro
Ubicazione vincolo Chiesa di S. Pietro
Ubicazione attuale p.za S. Pietro
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 12/06/1912
Progressivo A.V.4
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg.
mapp.
Attuale fg. 9
mapp. A
A2
Identificativo Ex chiesa e convento dell'Annunciata
Ubicazione vincolo
Ubicazione attuale via Pontida 6
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 05/02/1911 ‐ 17/02/1919
Progressivo A.V.5
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiret art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg.
mapp.
Attuale fg. 10
mapp. 104
A3
Identificativo Castello (sec. XIV)
Ubicazione vincolo Castello
Ubicazione attuale P.za Castello
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
170
Data del vincolo 13/06/1912
Progressivo A.V.6
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg.
mapp.
Attuale fg. 21
mapp. 127
A4
Identificativo Casa con affreschi cinquecenteschi
Ubicazione vincolo corso Milano 6
Ubicazione attuale corso Matteotti
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 24/07/1942
Progressivo A.V.309
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg.
mapp. 123 ‐ 2368
Attuale fg. 21
mapp. 140
A5
Identificativo Palazzo Arconati
Ubicazione vincolo
Ubicazione attuale via F.lli Bandiera 1
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 07/09/1942 ‐ 22/07/1949
Progressivo A.V.334
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg.
mapp. 405
Attuale fg. 17
mapp. 21 parte ‐ 507
171
A6
Identificativo Palazzo già Sala Savoia
Ubicazione vincolo viale Mazzini 27
Ubicazione attuale
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 27/04/1949
Progressivo A.V.357
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg.
mapp. 1213
Attuale fg. 22
mapp. 458 ‐ 466 ‐ 467
A7
Identificativo Casa già dei nobili Cattaneo
Ubicazione vincolo corso Milano 13
Ubicazione attuale corso Matteotti 41 ‐ 43
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 11/04/1949
Progressivo A.V.358
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg.
\ mapp. 93
Attuale fg. 21
mapp. 121
A8
Identificativo Avanzi della Chiesa di S. Maria Vecchia
Ubicazione vincolo via S. Maria
Ubicazione attuale via S. Maria
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 07/09/1942 ‐ 11/04/1949
Progressivo A.V.359
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg.
172
mapp. 164
Attuale fg. 21
mapp. 212
A9
Identificativo Palazzo Stampa ‐ Cittadini
Ubicazione vincolo alzaia Naviglio Grande 4 ‐ frazione Castelletto
Ubicazione attuale alzaia Naviglio Grande 4 ‐ località Castelletto
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 24/07/1915 ‐ 23/02/1950
Progressivo A.V.274
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 1
mapp. 239
Attuale fg. 24
mapp. 13 ‐ 15
A10
Identificativo Cascina Poscallone
Ubicazione vincolo Cascina Poscallone
Ubicazione attuale Cascina Poscallone
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 16/04/1951
Progressivo A.V.275
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 4
mapp. 1078
Attuale fg. 3
mapp. 63
A11
Identificativo Arcate del portico a due piani della casa del XV sec.
Ubicazione vincolo vicolo Milano n. 2
Ubicazione attuale passaggio Centrale
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
173
Data del vincolo 22/10/1918 ‐ 27/06/1951 10/02/1959
Progressivo A.V.281 A.V.375
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 57‐all.A foglio 15 57‐all.A foglio 15
mapp. 105 sub. A sub. B sub. C 105 sub. B
Attuale fg. 21 21
mapp. 131 parte ‐ 435 131 parte
A12
Identificativo Casa ‐ Zona di rispetto del municipio e mapp. 246 ‐ Facciata e portico
Ubicazione vincolo p.za Marconi
Ubicazione attuale p.za Marconi
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 24/12/1958 (facciata e portico) 10/02/1959
Progressivo A.V.376 A.V.375
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 57‐all.A foglio 15 57‐all.A foglio 15
mapp. 5018 parte 5018
Attuale fg. 21 21
mapp. 88 parte 88 parte
A13
Identificativo Casa ‐ Zona di rispetto del municipio e mapp. 246 ‐ Facciata e portico
Ubicazione vincolo p.za Marconi
Ubicazione attuale p.za Marconi
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 24/12/1958 (facciata e portico) 10/02/1959
Progressivo A.V.377 A.V.375
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 57‐all.A foglio 15 57‐all.A foglio 15
mapp. 5016 5016
Attuale fg. 21 21
mapp. 88 parte 88 parte
174
A14
Identificativo Casa ‐ Zona di rispetto del municipio e mapp. 246 ‐ Facciata e portico
Ubicazione vincolo via S. Gerolamo
Ubicazione attuale p.za Marconi
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 24/12/1958 (facciata e portico) 10/02/1959
Progressivo A.V.378 A.V.375
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 57‐all.A foglio 15 57‐all.A foglio 15
mapp. 102 parte 102
Attuale fg. 21 21
mapp. 114 parte 114 parte
A15
Identificativo Casa ‐ Zona di rispetto del municipio e mapp. 246 ‐ Facciate
Ubicazione vincolo via C. Cantù angolo p.za Marconi
Ubicazione attuale via C. Cantù angolo p.za Marconi
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 24/12/1958 (facciate) 10/02/1959
Progressivo A.V.379 A.V.375
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 57‐all.A foglio 15 57‐all.A foglio 15
mapp. 68 parte 68
Attuale fg. 21 21
mapp. 89 parte 89 parte
A16
Identificativo Casa ‐ Zona di rispetto del municipio e mapp. 246 ‐ Facciata e portico
Ubicazione vincolo via S. Gerolamo
Ubicazione attuale p.za Marconi
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 24/12/1958 (facciata e portico) 10/02/1959
Progressivo A.V.380 A.V.375
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 57‐all.A foglio 15 57‐all.A foglio 15
175
mapp. 98 parte 98
Attuale fg. 21 21
mapp. 107 parte 107 parte
A17
Identificativo Casa ‐ Zona di rispetto del municipio e mapp. 246 ‐ Facciate
Ubicazione vincolo via XX settembre
Ubicazione attuale via XX settembre ang. P.za Marconi
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 24/12/1958 (facciate) 10/02/1959
Progressivo A.V.383 A.V.375
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 57‐all.A foglio 15 57‐all.A foglio 15
mapp. 248 parte 248
Attuale fg. 20 20
mapp. 102 parte 102
A18
Identificativo Casa ‐ Zona di rispetto del municipio e mapp. 246 ‐ Facciata e portico
Ubicazione vincolo p.za Marconi
Ubicazione attuale p.za Marconi
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 24/12/1958 (facciata e portico) 10/02/1959
Progressivo A.V.384 A.V.375
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 57‐all.A foglio 15 57‐all.A foglio 15
mapp. 5017 parte 5017
Attuale fg. 21 21
mapp. 88 parte 88 parte
A19
Identificativo Casa ‐ Zona di rispetto del municipio e mapp. 246 ‐ Facciata e portico
Ubicazione vincolo via S. Gerolamo
Ubicazione attuale p.za Marconi
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
176
Data del vincolo 24/12/1958 (facciata e portico) 10/02/1959
Progressivo A.V.385 A.V.375
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 57‐all.A foglio 15 57‐all.A foglio 15
mapp. 25 parte 25
Attuale fg. 21 21
mapp. 107 parte 107 parte
A20
Identificativo Casa ‐ Zona di rispetto del municipio e mapp. 246 ‐ Facciata e portico
Ubicazione vincolo p.za Marconi
Ubicazione attuale p.za Marconi
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 24/12/1958 (facciata e portico) 10/02/1959
Progressivo A.V.386 A.V.375
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 57‐all.A foglio 15 57‐all.A foglio 15
mapp. 5019 parte 5019
Attuale fg. 20 20
mapp. 88 parte 88 parte
A21
Identificativo Casa ‐ Zona di rispetto del municipio e mapp. 246
Ubicazione vincolo p.za Marconi
Ubicazione attuale p.za Marconi
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 10/02/1959
Progressivo A.V.375
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 57‐all.A foglio 15
mapp. 285 a ‐ c parte
Attuale fg. 20
mapp. 70 parte
177
A21
Identificativo Casa ‐ Zona di rispetto del municipio e mapp. 246
Ubicazione vincolo p.za Marconi
Ubicazione attuale p.za Marconi
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 10/02/1959
Progressivo A.V.375
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 57‐all.A foglio 15
mapp. 284
Attuale fg. 20
mapp. 73 parte
A21
Identificativo Casa ‐ Zona di rispetto del municipio e mapp. 246
Ubicazione vincolo p.za Marconi
Ubicazione attuale p.za Marconi
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 10/02/1959
Progressivo A.V.375
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 57‐all.A foglio 15
mapp. 370
Attuale fg. 20
mapp. 73 parte
A22
Identificativo Casa ‐ Zona di rispetto del municipio e mapp. 246 ‐ Facciate
Ubicazione vincolo via XX settembre ang. via S. Gerolamo
Ubicazione attuale via XX settembre ang. P.za Marconi
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 24/12/1958 (facciate) 10/02/1959
Progressivo A.V.375 A.V.375
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 57‐all.A foglio 15 57‐all.A foglio 15
178
mapp. 246 parte 246
Attuale fg. 20 20
mapp. 113 parte 113
A22
Identificativo Casa ‐ Zona di rispetto del municipio e mapp. 246
Ubicazione vincolo via S. Gerolamo
Ubicazione attuale p.za Marconi
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 10/02/1959
Progressivo A.V.375
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 57‐all.A foglio 15
mapp. 244 parte
Attuale fg. 20
mapp. 115 parte
A22
Identificativo Casa ‐ Zona di rispetto del municipio e mapp. 246
Ubicazione vincolo via S. Gerolamo
Ubicazione attuale p.za Marconi
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 10/02/1959
Progressivo A.V.375
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 57‐all.A foglio 15
mapp. 321 parte
Attuale fg. 20
mapp. 115 parte
A23 Identificativo Casa ‐ Zona di rispetto del municipio e mapp. 246
Ubicazione vincolo via S. Gerolamo
Ubicazione attuale p.za Marconi
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
179
Data del vincolo 10/02/1959
Progressivo A.V.375
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 57‐all.A foglio 15
mapp. 103
Attuale fg. 21
mapp. 114 parte
A23
Identificativo Casa ‐ Zona di rispetto del municipio e mapp. 246
Ubicazione vincolo via S. Gerolamo
Ubicazione attuale p.za Marconi
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 10/02/1959
Progressivo A.V.375
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 57‐all.A foglio 15
mapp. 104 parte
Attuale fg. 21
mapp. 116 parte
A24
Identificativo Casa ‐ Zona di rispetto del municipio e mapp. 246 ‐ Facciata e portico
Ubicazione vincolo via V. Emanuele
Ubicazione attuale p.za Marconi
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 07/01/1959 (facciata e portico) 10/02/1959
Progressivo A.V.381 A.V.375
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 57‐all.A foglio 15 57‐all.A foglio 15
mapp. 136 parte ‐ 286 parte 136 ‐ 286 parte
Attuale fg. 20 20
mapp. 69 parte 69 parte
180
A25
Identificativo Casa ‐ Zona di rispetto del municipio e mapp. 246 ‐ Facciata e portico
Ubicazione vincolo p.za Marconi
Ubicazione attuale p.za Marconi
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 11/01/1959 (facciata e portico) 10/02/1959
Progressivo A.V.382 A.V.375
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 57‐all.A foglio 15 57‐all.A foglio 15
mapp. 97 parte 97
Attuale fg. 21 21
mapp. 107 parte 107 parte
A26
Identificativo Palazzo del Municipio
Ubicazione vincolo p.za Marconi
Ubicazione attuale p.za Marconi
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 22/10/1958 10/02/1959
Progressivo A.V.375 A.V.375
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 57‐all.A foglio 15 57‐all.A foglio 15
mapp. 71 parte 71 parte
Attuale fg. 21 21
mapp. 98 parte 98 parte
A27
Identificativo Casa Cocini
Ubicazione vincolo viale Mazzini
Ubicazione attuale viale Mazzini
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 19/06/1961
Progressivo A.V.439
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg.
181
mapp. 1214
Attuale fg. 22
mapp. 50 ‐ 51 ‐ 52 parte ‐ 445
A28
Identificativo Chiesa di S. Maria Nuova
Ubicazione vincolo Chiesa di S. Maria Nuova
Ubicazione attuale via Borsani
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 13/06/1912 08/03/1967
Progressivo A.V.3 A.V.490
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 20 20
mapp. A ‐ B 44
Attuale fg. 20 20
mapp. A ‐ B 44‐202‐203‐204‐205‐206‐207
A29
Identificativo Chiesa di S. Bernardino
Ubicazione vincolo via Borsani
Ubicazione attuale via Borsani
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 14/03/1969 14/03/1969
Progressivo A.V.510 A.V.510
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 20 20
mapp. C 250‐251‐252‐253‐254‐255‐256‐257‐258‐
3803
Attuale fg. 20 20
mapp. C 85‐86‐90‐91‐92‐93‐94‐96‐98‐99
A30
Identificativo Palazzo e giardino Orsini di Roma
Ubicazione vincolo
Ubicazione attuale via Teotti
182
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 21/07/1978
Progressivo A.V.234
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 21
mapp. 154‐155‐156‐157‐140‐176‐189
Attuale fg. 21
mapp. 154‐155‐156‐157‐140‐176‐189
A31
Identificativo Ex Foresteria di Casa Stampa e rustici annessi
Ubicazione vincolo Alzaia Naviglio Grande 8 ‐ frazione di Castelletto
Ubicazione attuale Alzaia Naviglio Grande 8 ‐ località Castelletto
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 08/10/1981 20/04/1982
Progressivo A.V.609 A.V.610
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 24 24
mapp. 5 ‐ 10 ‐ 187 ‐ 188 4‐6‐7‐8‐9‐11‐12‐189‐17 parte
Attuale fg. 24 24
mapp. 5 ‐ 10 ‐ 187 4‐6‐7‐8‐9‐11‐12‐189‐17 parte
A32
Identificativo Casa ‐ Zona di rispetto del municipio e mapp. 246
Ubicazione vincolo via S. Gerolamo
Ubicazione attuale p.za Marconi
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 10/02/1959
Progressivo A.V.375
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 57‐all.A foglio 15
mapp. 242 parte
Attuale fg. 20
mapp. 125 parte
183
A33
Identificativo Chiesa di S. Rocco
Ubicazione vincolo viale Mazzini 43
Ubicazione attuale viale Mazzini 43
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 12/03/2008
Progressivo A.V.
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 22
mapp. A
Attuale fg. 22
mapp. A
A34
Identificativo Complesso residenziale ‐ Istituto Figlie di Betlem
Ubicazione vincolo corso S. Pietro 31 ‐ 33
Ubicazione attuale corso S. Pietro 31 ‐ 33
Tipologia di vincolo Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Data del vincolo 04/03/2009
Progressivo A.V.
Id. catastale Vincolo diretto Vincolo indiretto art. 45 D.Lgs 42/04
Soprintendenza fg. 9
mapp. 363 parte ‐ 370
Attuale fg. 9
mapp. 363 parte ‐ 370
184
ALLEGATO 4 Stato di attuazione dei piani attuativi
AMBITI DI TRASFORMAZIONE (ATS, ATPS, ATU) / DOCUMENTO DI PIANO
denominazione superficie
territoriale (mq) Slp (mq) funzione prevalente stato attuazione
ATS 1 A1 ‐ Ambito A 28.833 7.208 residenziale convenzionato
ATS 1 A2 6.852 2.741 residenziale non attuato
ATS 1 A3 16.270 6.508 residenziale non attuato
ATS 1 A4 10.033 4.013 residenziale non attuato
ATS 1 A5 14.416 5.766 residenziale non attuato
ATS 1 A6 9.955 3.982 residenziale non attuato
ATS 1 A7 4.418 896 residenziale approvato
ATS 1 A8/1 14.790 3.170 residenziale approvato
ATS 1 A8/2 2.096 630 residenziale approvato
ATS 1 A8/3 13.208 3.001 residenziale approvato
ATS 1 A9/1 17.845 4.416 residenziale approvato
ATS 1 A9/2 3.730 746 residenziale approvato
ATS 1 A9/3 24.939 5.005 residenziale convenzionato
ATS 1 A10 6.836 1.801 residenziale approvato
ATS 1 A11 10.766 4.306 residenziale non attuato
ATS 1 A12 ‐ lotto 1 7.871 1.574 residenziale approvato
ATS 1 A12 2.246 898 residenziale non attuato
ATS 2 PA1 Piano Sogef 25.299 10.120 residenziale approvato
ATS 2 501.494 200.597 mix funzionale non attuato
ATS 2.1 28.529 11.412 mix funzionale non attuato
ATS 3 258.466 129.233 mix funzionale non attuato
ATS 4 138.263 69.132 mix funzionale non attuato
ATPS 1.318.576 funzioni sovralocali non attuato
ATU 1 17.666 5.151 residenziale non attuato
ATU 2 5.318 2.803 mix funzionale non attuato
ATS / ATPS / ATU 2.488.715 485.110
185
PIANI ATTUATIVI (PA) / PIANO DELLE REGOLE
denominazione superficie
territoriale (mq) Slp (mq) funzione prevalente stato attuazione
PA 1 5.911 2.364 residenziale non attuato
PA 2 7.605 3.042 residenziale non attuato
PA 3 2.071 828 residenziale non attuato
PA 4 4.254 1.702 residenziale non attuato
PA 6 8.435 3.796 residenziale non attuato
PA 7 3.221 1.288 residenziale non attuato
PA 8 4.456 1.782 residenziale non attuato
PA. 9 2.115 846 residenziale non attuato
PA 10 28.003 11.201 residenziale non attuato
PA 11 9.541 3.816 residenziale non attuato
PA 12 3.377 1.351 residenziale non attuato
PA 13 16.214 3.667 residenziale non attuato
PA 14 3.667 1.624 residenziale non attuato
PA 15 1.083 433 residenziale non attuato
PA 17 2.814 1.126 residenziale non attuato
PA 18‐1 11.510 4.604 residenziale non attuato
PA 18‐2 9.967 3.987 residenziale non attuato
PA 19 2.114 846 residenziale non attuato
PA 20 2.479 992 residenziale non attuato
PA 21 100.649 40.260 residenziale non attuato
PA 22 26.342 13.171 produttivo‐artigianale non attuato
PA 23 66.044 33.022 produttivo‐artigianale non attuato
PA 321.872 135.749
186
PROGRAMMI INTEGRATI DI INTERVENTO (PII) / PIANO DELLE REGOLE
denominazione superficie
territoriale (mq) Slp (mq) funzione prevalente stato attuazione
PII 1 10.709 6.425 mix funzionale non attuato
PII 2 4.215 1.200 commerciale adottato
PII 3 3.271 1.963 mix funzionale non attuato
PII 4 4.231 2.539 mix funzionale non attuato
PII 5.1 2.190 1.314 mix funzionale non attuato
PII 5.2 2.796 1.678 mix funzionale non attuato
PII 6 2.502 1.501 mix funzionale non attuato
PII 7 9.109 5.465 mix funzionale non attuato
PII 8 55.558 33.335 mix funzionale non attuato
PII 9 4.834 2.900 mix funzionale non attuato
PII 10 3.095 1.857 mix funzionale non attuato
PII 11 PR PII 11 6.399 1.512 commerciale convenzionato
PII 12 16.716 10.030 mix funzionale non attuato
PII 13 5.531 3.319 mix funzionale non attuato
PII 131.156 75.038
PIANI ATTUATIVI NON PERIMETRATI (art. 59, art. 61 delle Regole del Piano) / PIANO DELLE REGOLE
denominazione superficie territoriale
(mq) Slp (mq)funzione
prevalente stato attuazione
PR San Carlo 488 926 residenziale convenzionato
PR Cascina Monza 17.288 1.970 residenziale convenzionato
PR 17.776 2.896
187
PIANI ATTUATIVI VIGENTI (PEV)
denominazione superficie
territoriale (mq) Slp (mq)funzione
prevalente stato attuazione
PP Bereguardo 22.659 4.532 residenziale approvato
PA C7 95.696 47.848 produttivo approvato
PL 24‐25 83.361 21.091 residenziale convenzionato
PII n. 3 ‐ Sesi Dabb 30.187 21.380 mix funzionale convenzionato
PII n. 4 ‐ Via Corsica 4.901 3.684 mix funzionale convenzionato
PL C1 131.053 62.707 produttivo convenzionato
PP C5 112.374 53.915 produttivo convenzionato
PR EX ROPAL 72.265 48.839 produttivo convenzionato
PL 37 29.894 4.529 residenziale convenzionato
PR 16 9.094 6.529 residenziale convenzionato
PR 21‐22 8.706 4.980 residenziale convenzionato
PR ANFOSSI 4.484 2.706 residenziale convenzionato
PEEP 2003 EEP 40 ‐ via Puecher 3.523 1.818 residenziale area assegnata ad Aler con
convenzione
PEEP 2003 EEP 42 ‐ via Crivellino 3.783 1.212 residenziale area assegnata ad Aler con
convenzione
PEEP 2003 EEP 43 ‐ via Pasubio 1.759 606 residenziale area assegnata ad Aler con
convenzione
PEV 613.739 286.377
188
DATI DI SINTESI STATO DI ATTUAZIONE – Superficie territoriale (St) ATS / ATU
St (mq)
PA
St (mq)
PII
St (mq)
PR
St (mq)
PEV
St (mq) St totale (mq)
non attuato 2.338.850 321.872 120.542 0 0 2.781.264
attuato 149.865 0 10.614 17.776 613.739 791.994
di cui:
adottato 0 0 4.215 0 0 4.215
approvato 96.093 0 0 0 118.355 214.448
convenzionato 53.772 0 6.399 17.776 495.384 573.331
totale 2.488.715 321.872 131.156 17.776 613.739 3.573.258
DATI DI SINTESI STATO DI ATTUAZIONE – Superficie lorda di pavimento (Slp)
ATS / ATU
Slp (mq)
PA
Slp (mq)
PII
Slp (mq)
PR
Slp (mq)
PEV
Slp (mq) Slp totale (mq)
non attuato 446.542 135.749 72.326 0 0 654.617
attuato 38.567 2.712 2.896 286.377 330.551
di cui:
adottato 0 0 1.200 0 0 1.200
approvato 26.354 0 0 0 52.380 78.734
convenzionato 12.213 1.512 2.896 233.997 251.268
totale 485.110 135.749 75.038 2.896 286.377 985.168
DATI DI SINTESI STATO DI ATTUAZIONE
St (mq) % Slp (mq) %
non attuato 2.781.264 77,84 654.617 66,45
attuato 793.621 22,16 331.202 33,55
di cui:
adottato 4.215 0,12 1.200 0,36
approvato 214.448 6,00 78.734 23,82
convenzionato 574.958 16,05 251.268 75,82
totale 3.573.258 985.168