18

Indice - img.ibs.it · di Valentina Broggi e Alberto Terzi ..... 79 Yoga della Risata di Terenzio Traisci ... stress e Valentina Broggi, psicologa e psicotera-peuta. L’elenco si

Embed Size (px)

Citation preview

Indice Parte PrimaPRESENTAZIONE

Abbracciamondo: alcune domande fondamentali di Alberto Terzi ......................... 9

Parte SecondaL’EMPATIA

Gli abbracci e i neuroni a specchio di Pietro Landoni ........................................... 17

Ansia, attribuzioni, empatia e abbracci di Ludovica Scarpa ......................................... 23

Parte TerzaL’ABBRACCIOSOFIA E LE PERSONE

Il ruolo dell’ossitocina di Giulia Terzi .......... 29

Dal gesto umano alla terapia di Pietro Landoni ........................................... 33

Abbracci che guariscono di Davide Enrico ............................................ 39

I 10 benefici degli abbracci di Marta Albè ................................................. 59

Testimonianze sugli Abbracci gratis o Free Hugs autori vari ................................. 61

La donna degli abbracci, Ammadi Emma Chiaia e Jojo Struys ........................ 73

Parte QuartaIL BUONUMORE

Ridere e buonumore di Valentina Broggi e Alberto Terzi ............... 79

Yoga della Risata di Terenzio Traisci ............. 87

Parte QuintaABBRACCIAMO IL MONDO:DAGLI UMANI AGLI ANIMALI E ALLE PIANTE

Il potere del con-tatto di Lucia Giovannini ....................................... 93

La Fabbrica delle coccoledi Lucia Giovannini in collaborazione con Tiziana Spina ............... 97

La Fattoria delle coccole di Giulia Terzi in collaborazione con Bianca Tagliabue ......... 99

L’Abbraccio dei cavalli di Stefania Grappeggia ................................. 103

Le persone del popolo in piedi: abbracciare gli alberi di Lucia Giovannini ..................... 105

Parte SestaFORMAZIONE PER DIFFONDERE

L’ABBRACCIOSOFIA DEL BUONUMORE

Diffondere l’Abbracciosofia ....................... 109

Le iniziative per la formazione ................... 111

Il coinvolgimento della scuola .................... 113

Parte SettimaHUGG A PLANET.I GIOCHI DELL’ABBRACCIAMONDO

Ti sfido ad abbraccio di ferro ..................... 117

Giochi in famiglia ....................................... 119

Giochi di gruppo in società ........................ 121

Bibliografia per giocare ............................... 129

APPENDICE

Il sogno che si sta realizzando:INGAIA di Alberto Terzi ............................ 133

Le attivazioni possibili di Alberto Terzi ….. 135

Una nuova visione. La Carta dei principi .... 143

Bibliografia ................................................. 147

PARTEPRIMA

Presentazione

L’ABBRACCIOSOFIA DEL BUONUMORE 9

grazie a Google e YouTube e alla velocità dellenews nel terzo millennio.Non è necessario capire tutto o avere l’avallodella scienza per dare all’abbraccio quel valoreche ha già di per se stesso, testimoni anche solodel fatto di averlo provato, gustato e inseritonella memoria cellulare, magari nel cassettodedicato al piacere, alle emozioni e alla caricaenergetica di tipo affettivo.Questo libro ci auguriamo che soddisfi anche ipiù diffidenti, coloro che hanno semprebisogno di prove concrete, ma soprattutto sti-moli i timidi o le persone abituate a fare glispettatori a mettersi in gioco e a sperimentareazioni di leadership a partire dagli abbracci edalle coccole.In ogni caso, prima di iniziare, proviamo arispondere ad alcune domande.Dedichiamo qualche minuto a riflettere attra-verso l’arte della domanda per essere maggior-mente consapevoli di dove ci troviamo ora,nella nostra vita, e dove vorremmo andare percapire come una buona bussola ci possa aiutare.Ti piacciono gli abbracci? Sei disponibile adarli, riceverli, a coltivare un gruppo di personeche via via si possa ampliare per garantirci unadose costante di contatti umani nutrienti edenergizzanti?Ti piace fare le coccole agli animali? E a tuavolta fruire delle loro attenzioni, del loro affettoincondizionato anche se ti sembra di non poterdialogare con loro mediante le parole comefaresti con gli umani?Ti piace essere di buonumore? E vorresti diven-tare un diffusore naturale di gioia, gentilezza egratitudine, tre parole magiche che insiemesanno contagiare positivamente il clima dellerelazioni umane?Se almeno la tua curiosità è stimolata da questedomande, ti stai immergendo in una realtànuova, che noi abbiamo tanto desiderato e cheora vorremmo condividere con tutti coloro chesi vorranno mettere in gioco abbracciando gli

Abbracciamondo:alcune domandefondamentalidi Alberto Terzi

Il mondo non è comprensibile, ma abbracciabile.

Martin Buber

Nell’aforisma di Buber si potrebbe concentrarela filosofia di questo libro, ispirato da un giocat-tolo come l’Abbracciamondo, un morbidosopuff che raffigura la Terra e che può essere con-siderato un magico strumento di allenamentoall’abbraccio. Un grazie particolare a RobertForenza che ha ideato questo mappamondonegli Stati Uniti e lo sta diffondendo in tutto ilpianeta e non solo.In questo libro si trovano testimonianze, notiziee curiosità, compreso il contributo delle neuro-scienze che hanno finalmente certificato conevidenze scientifiche intuizioni e saggezze mille-narie. Inoltre, si scorge nelle parole e fra lerighe del testo un entusiasmo e una carica spe-ciale, frutto proprio dei numerosi abbracci vis-suti dai vari scrittori che non hanno voluto fer-marsi alle teorie.Storicamente si spazia, con la macchina deltempo, dagli Amanti di Valdaro, scopertiancora abbracciati da ben 6000 anni, fino allepiù recenti manifestazioni di Abbracci gratische ormai hanno raggiunto anche l’Italia inmodo epidemico, giungendo dall’Australia,continente lontano, ma allo stesso tempo vicino

a cura di Alberto Terzi – Giulia Terzi10

ecologici, siamo venuti a conoscenza di questobuffo e intrigante oggetto, abbiamo scopertodove è nato e abbiamo riscontrato l’entusiasmodi chi ce l’ha fatto conoscere. Chi nel 2013aveva il coraggio di varcare la soglia di questastrana ditta doveva mettere in conto di inciam-pare in cani e gatti, ricevere le attenzioni dicapre e asini e anche giocare con maiali liberi ditrastullarsi sul prato. L’impressione era quella di trovarsi veramentesu un’Arca degli anni duemila, diversa da quelladi Noè, ma con la stessa preoccupazione ditrarre in salvo gli animali maltrattati per farlidiventare bersaglio di coccole e allo stessotempo, in reciprocità, fonte di serenità per gliumani.Consapevoli dell’importanza del ridere e delbuonumore ci è sembrato naturale accostaretutte queste “possibilità” ed è nato così il pro-getto “Abbracciamondo” per diffondere l’Ab-bracciosofia del Buonumore, che prevede il coin-volgimento specifico di giovani i quali, speri-mentando un’attività innovativa e socialmenteutile, hanno l’opportunità di esprimere i lorotalenti e individuare possibili sbocchi alternativiai soliti lavori.Un ringraziamento particolare va fatto alla Fon-dazione provinciale della comunità comasca, laquale ha sostenuto il progetto nella fase di spe-rimentazione, con l’intento di valorizzare leidee e le pratiche dei ragazzi coinvolti.Uno stimolo fondamentale è stato quelloofferto dalle iniziative degli abbracci gratis che,nate in Australia, si sono diffuse a macchiad’olio in tutto il mondo.Ora, con questo nostro progetto, intendiamoproporre alla comunità italiana ed europea diportare a sistema la pratica degli abbracciaffinché diventi un’opportunità accessibile apiù persone possibili in modo contagioso. Eabbiamo assolutamente bisogno di nuovi colla-boratori per accelerare l’epidemia attraverso ilbuonumore.

umani, coccolando gli animali e portando ingiro per il mondo il buonumore.Anche se sei solo curioso e non proprio con-vinto di queste premesse, ben arrivato in questanuova tribù dove, se vorrai, potrai diventareleader anche tu, magari per far nascere un’ini-ziativa simile a quella che stiamo per proporti,oppure dare un contributo originale e creativoche integri quello che già esiste: sta a te rita-gliarti il ruolo che più ti aggrada, a partire da untuo desiderio, da un tuo talento da mettere afrutto o da un obiettivo interessante per miglio-rare il mondo a partire da te stesso.

Perché ci siamo imbarcati suquesta Arca?Ripartiamo dall’ABCAbbracciBaciCoccoleImmaginiamo di essere al primo giorno discuola della vita e di avere come materie gliabbracci, i baci e le coccole. Ma quanto sta-remmo meglio tutti e la nostra esistenza risulte-rebbe rivoluzionata.Pensando a questa opportunità ci siamo trovatiimmersi in un’avventura entusiasmante chepiano piano vi racconteremo.È difficile ricordare il momento esatto in cui siascattata la scintilla, ma senza dubbio, almenoper il sottoscritto, l’alchimia ha avuto originedall’Abbracciamondo, un giocattolo magico,che si chiama Hugg a planet, che ha già com-piuto 30 anni e da tempo ci osserva tutti i santigiorni dalla navicella spaziale che gira intornoalla Terra. È l’unico giocattolo ammesso dallaNasa a entrare nello spazio.Frequentando la Ecotoys, la piccola aziendache in provincia di Como produce giocattoli

L’ABBRACCIOSOFIA DEL BUONUMORE 11

Neurosemantica, Ludovica Scarpa, docenteuniversitaria sulle teorie e le tecniche di comu-nicazione interpersonale su cui ha pubblicatodiversi testi, Terenzio Traisci, psicomico anti-stress e Valentina Broggi, psicologa e psicotera-peuta. L’elenco si arricchisce anche di giovanialla prima esperienza come Pietro Landoni,Tiziana Spina, Giulia Terzi e Francesco Maio-rana, tanto per sottolineare l’intergeneraziona-lità. I due principali co-fondatori di INGAIA,Guido Gerletti e Bianca Tagliabue sono statiintervistati e hanno stimolato l’approfondi-mento di diverse parti del libro. Abbiamo datospazio anche a Kosta, una persona coraggiosache emana positività da tutti i pori, primo“Happy coach” d’Italia e a Davide Enrico chela rete ci ha permesso di conoscere grazie a unatesi sugli abbracci che guariscono. StefaniaGrappeggia, insegnante di Yoga Bimbi e opera-trice di cranio sacrale, ci ha raccontato la suaesperienza terapeutica coi cavalli.E, se nulla succede per caso, aver incontratoprima della stesura Michelle Belotti, già presi-dente di Metexi onlus, è stata una bella sor-presa, soprattutto quando abbiamo scopertoche si trovava in Australia proprio nel momentoin cui è nata l’esperienza degli abbracci gratis,nota come Free Hugs.Ci piacerebbe che i prossimi autori siate voi, apartire dalla nuova edizione del libro, volendoriportare le vostre esperienze e riflessioni dopoaver sperimentato il metodo nella vostra realtà.L’obiettivo è entrare a far parte di un networksociale contagioso, capace di creare una nuova“tribù” non ideologica che sia in grado di aprireil cuore di molte persone. Connessi alla nostraautenticità possiamo ora connetterci al mondoper renderlo migliore a partire da noi stessi.Nel frattempo, abbiamo “saccheggiato” quelche di buono, per noi, c’era sul web e abbiamoinserito articoli o testimonianze di diverse per-sone, tra cui alcuni esperti che abbiamo citato,o altri semplici assaggiatori di abbracci.

“Noi” chi siamo?Una delle cose in cui credo con maggior forza – una delle rare di cui sono pressoché sicuro –

è che fra noi e gli animali vi sia soltanto una differenza di qualcosa di più o di meno,

una differenza di quantità e non di qualità: siamodella stessa stoffa, della stessa sostanza della bestia.

Jean Rostand

Siamo di INGAIA, un’associazione senza scopodi lucro che ha l’obiettivo di ricreare un rap-porto sano tra l’uomo, gli animali e la terra,recuperando il valore fondamentale del rispettodi ogni essere, ambiente e forma di vita.Stiamo creando qualcosa di semplice e unico,un progetto che è la somma di tutto quantoabbiamo imparato, esplorato, studiato negliultimi anni, qualcosa che non riguarderà sol-tanto noi e voi, ma anche i nostri figli, e i figlidei loro figli, riguarderà la nostra Madre Terra etutte le generazioni future. Un progetto chediventerà il centro del nostro cuore e dellanostra vita.Leggendo questo libro scoprirai via via lanostra filosofia e i nostri progetti.Partecipa al progetto anche “Stringhe Colo-rate”, un’associazione di volontariato impe-gnata a portare il buonumore soprattutto negliospedali e nelle case di riposo. Grazie ai clownsociali questa missione diventa una magia che siconcretizza ogni giorno.

Un libro partecipatoÈ bello registrare che questo è un libro vera-mente partecipato, frutto di un progetto e diuna serie di contributi originali di scrittoricome Lucia Giovannini, autrice di testi sullacrescita personale e Master trainer di PNL e

Vuoi sognare insieme a noi?Sognare è osare e partire da un piccolo masignificativo gesto come quello dell’abbracciofra gli umani, delle coccole agli animali, il tuttocondito con il buonumore, proprio per sognareuna nuova umanità.E, come diceva John Lennon: “Se uno sogna dasolo è solo un sogno. Ma se molti sognanoinsieme, si tratta di una nuova realtà”.In questo caso desidero sottolineare proprio lanecessità di osare, di uscire dal pantano dellapresunta perfezione o dalla cornice della pru-denza per entrare nella terra del rischio, supe-rando i confini abituali, assaporando le ondedell’imprevisto, osando fino in fondo la ricercadi nuove vie, nuovi approcci che abbiano comepunto di riferimento la Terra, Gaia, consapevolidi far parte di un universo talmente grande danon poterlo comprendere umanamente.

Dall’empatia alla compassionePrima di addentrarci nella proposta Abbraccia-mondo, è necessario evidenziare i passaggi e lepriorità che stanno alla base del progetto.Innanzitutto vi introdurremo all’importanzadell’empatia come presupposto che dà mag-giore pregnanza alla pratica degli abbracci, mache ci sfida sulla strada che conduce a un nuovorapporto anche con gli animali. Rimettere indiscussione tale rapporto prelude a una tantoauspicata pari dignità, un valore estensibile atutti gli abitanti dell’universo siano essi per-sone, animali, piante, cose...Siamo sicuramente alle porte di un nuovo ordineuniversale, di nuove Carte dei diritti per porre sul-lo stesso piano chiunque faccia parte della Terra.Troverete diversi stimoli per sperimentare com-piutamente l’empatia come proposta del pro-

vare a mettersi nei panni degli altri, come eser-cizio di attenzione e rispetto per tutti coloro coiquali entriamo in contatto.Il passo ulteriore sul quale verrete sollecitati èquello della compassione, l’arte di condividerecon gli altri, animali compresi, le situazioni, glistati emotivi, quel tipo di condivisione chediventa terapeutico nel momento in cui perce-piamo di essere accolti e accettati dall’altro.Tutto ciò può diventare più potente ed efficacequando avviene in un clima sereno e arricchitodal buonumore.Gli abbracci, come le coccole, non si possonoimporre, ma se sappiamo preparare il terreno,l’humus, e lasciamo spazio al cuore di ricercarela modulazione di frequenza più adatta ad aprireuna relazione, allora naturalmente si creano lecondizioni, il clima, per aprire le braccia e avvol-gere col rispetto chi ci sta di fronte.

La pratica della filosofiaSinceramente, il successo di questa iniziativanon lo potremo misurare sulle iniziative di pro-mozione di una filosofia, che ci piace chiamareabbracciosofia, bensì nel constatare che la pra-tica degli abbracci e delle coccole con il buonu-more porti a frutti evidenti, a un incremento dicontatti e di relazioni abbracciose.Contano quindi anche i numeri, le esperienzediverse e l’effettiva capacità di creare un con-tagio epidemico. Saremo soddisfatti se nel mondo si moltipliche-ranno gli abbracci fra gli umani e il cerchiodelle persone che abbracciamo, con l’obiettivoche non siano sempre le stesse.Saremo contenti se una migliore attenzioneverso gli animali condurrà a una maggiore rela-zione di qualità con loro, sperimentando un’a-dozione non solo a distanza.

12 a cura di Alberto Terzi – Giulia Terzi

E non dimentichiamoci degli alberi e dellanatura che sanno rispondere agli abbracci condoni inimmaginabili, provenienti dalla terra, dalsole, dal vento, dall’acqua e non solo.Quindi pratichiamo, pratichiamo, pratichiamo:andiamo e moltiplichiamo gli abbracci e le coc-cole col buonumore.

Non pensare che un piccolo gruppo di persone, con-vinte e ostinate, non possa cambiare il mondo. Inrealtà, è così che è sempre successo.

Margaret Mead

Oggi il progetto verrà illustrato in una conferenzastampa: l’obiettivo è che i due possano avere, comeavrebbe detto Virginia Woolf, una stanza tutta persé, e magari anche un adeguato arredamento tec-nologico per illustrarne la vicenda. Che è straordi-naria, come un romanzo di cui possediamo alcunicapitoli, una narrazione al tempo stesso frammen-taria e appassionante, una storia eterna. I due sche-letri sono stati ovviamente studiati a lungo. Ora sap-piamo che sono appartenuti a due giovani, unuomo e una donna, fra i 18 e i 20 anni. A sinistra ilmaschio, a destra la femmina, vissuti intorno a 6000anni fa.Rappresentano qualcosa di unico al mondo, sia perl’antichità sia per la posizione in cui sono stati tro-vati. E recano con sé una componente di mistero,perché sul significato del loro abbraccio mortale edeterno (o quasi, dipende dai punti di vista e dalfuturo dei musei) non si possono che formulare ipo-tesi. In un primo tempo, dato che erano state tro-vate accanto alcune punte di silice, si era pensatoche potessero essere stati uccisi. Immaginare uncompagno geloso, un capo-clan irascibile, una sedu-zione finita molto male non è poi così strano, vistoche Mantova è la città del Rigoletto, e la casa doveVerdi concepì la sua (immaginaria) vicenda è a duepassi dal museo, basta attraversare la piazza. Leprime analisi, però, stabilirono che non c’erano frat-ture e neppure microtraumi, dunque l’omicidio erada escludere.Restava la malattia, forse il freddo: che i due ragazzisi fossero stretti per scaldarsi a vicenda in una gelidanottata neolitica? È possibile, ci dice la professoressaSilvia Bagnoli, animatrice e presidente del Comitato;però il luogo del ritrovamento, una necropoli, rendela cosa improbabile, o eccessivamente romanzesca.Sembrerebbe molto più verosimile pensare che idue corpi siano stati composti in quella posizione damani pietose, che forse volevano lanciare un mes-saggio, magari non a noi posteri curiosi, ma certa-mente agli spiriti dell’aldilà, chiudere in un teneroabbraccio quello che era stato un amore (coniugale,

13L’ABBRACCIOSOFIA DEL BUONUMORE

N.B. Tutti gli autori hanno ceduto i diritti aINGAIA per la manutenzione della Fattoria dellecoccole, pertanto acquistando il libro stai facendoun atto di solidarietà verso gli animali, verso lepersone che riceveranno benessere da loro e versote stesso che, mediante un piccolo dono, riceveraiprossimamente grandi doni dall’universo. Grazie,grazie, grazie!

Iniziamo con una storia di tanti anni fa...“Gli Amanti di Valdaro”: due scheletri abbracciatida 6000 anniUna storia d’amore in vetrina a MantovaAbbracciati teneramente, le gambe raccolte e incro-ciate l’uno con l’altra, le braccia di lui sul collo di lei,quelle di lei sulle spalle di lui, uniti da oltre 6000anni in una pace d’abbandono che forse è stataamore. Sono gli “amanti di Valdaro”, due scheletririsalenti al Neolitico ritrovati vicino a Mantova inuna necropoli scoperta nel 2007. Finora nessunoaveva potuto gettare uno sguardo su quelle ossainnamorate, se non in fotografia. Da ieri sono forsela cosa più bella del Festivaletteratura, pur senzaessere Festival. Un’associazione nata tutta per loroche si è battezzata “Amanti a Mantova” è riuscita eesporli per qualche giorno nell’ingresso del MuseoArcheologico, ancora in fase di ristrutturazione.

probabilmente: è verosimile che a quel tempo ci si“sposasse” assai presto), consegnarlo tale e quale,incorrotto, al lungo viaggio della morte.Queste cose le abbiamo lette nei feuilleton di JeanM. Auel, fra pitture rupestri e idilli nella caverne,sapiens-sapiens e neanderthaliani che si guardanoin cagnesco, deliziose – per l’epoca – fanciulle infiore: ma a vederle di persona e quasi toccarle l’im-patto è ovviamente incommensurabile. La terradella zona ha conservato perfettamente le ossa,tanto che per non danneggiarle al momento delloscavo è stato sollevato e riposto in un adeguato con-tenitore l’intero blocco da cui affioravano, una zollada due metri cubi che resta anche adesso il loroletto. I due amanti non hanno mai cambiato posi-zione, si stringono immutabili in un gesto che ènello stesso tempo affettuoso e sensuale, un gestod’amore. Ora, dopo un’ultima notte che si perdenella vertigine dei millenni, avrebbero diritto forse auna prima notte al museo.Non serve moltissimo, aggiunge la professoressaBagnoli: 250 mila euro per una stanza dotata di unprovvisorio accesso dall’esterno, e altri 200 mila perfarla diventare una camera multimediale. Il prezzodi un appartamento in centro. Hanno sì 6000 anni,ma restano giovani e di poche pretese. E con un po’di buona volontà, si potrebbe forse trovare postoanche per un loro antenato, non proprio il nonnovisto che risale a 6500 anni fa, ma insomma un lon-tano trisavolo, il cui scheletro è stato ritrovato nellastessa necropoli. È un cacciatore, sepolto col cane ele armi. Non è mai uscito dalla cassa in cui è rin-chiuso: esiste l’immagine, beninteso, ma salvo glistudiosi nessuno ha potuto ancora vederlo di per-sona. Per ora il cacciatore non riceve. Eppure anchelui ha una storia da raccontare, altrettanto straordi-naria anche se forse un po’ meno appassionante; chimai, del resto potrebbe rivaleggiare con un amorepaleolitico stroncato a 18 anni?

Fonte: Mario Baudino, “La Stampa”, settembre 2011

14 a cura di Alberto Terzi – Giulia Terzi

PARTESECONDA

L’empatia

Ansia, attribuzioni,empatia e abbraccidi Ludovica Scarpa*

Il contrario dell’empatia: l’ansia, la paura. Secon l’empatia siamo “connessi” al sentire e aibisogni dell’altro, con la paura siamo connessiunicamente ai nostri, e l’altro ci pare staccatoda noi, forse una fonte di disagio, un sempliceostacolo al nostro benessere.Lo viviamo quindi al limite in funzione deinostri bisogni: lo strumentalizziamo.L’ansia, un fenomeno così diffuso, in fondoproviene dal desiderio che le cose (e le persone)siano diverse da come sono (o ci pare siano): ciauguriamo che “tutto vada bene” e sappiamo,invece, che siamo “comuni mortali”, che tuttopassa. Il che potrebbe perfino consolarci: passanoanche i fastidi e i dolori grandi e piccoli. Manon ci consola affatto, e viviamo in tensione, insottile contrasto e resistenza al mondo, che sipermette, abbastanza spesso, di far di testa sua,di non adeguarsi ai nostri desideri. La radicedello stress quotidiano. Sentiamo immediatamente, nella nostra espe-rienza soggettiva, come ci sentiamo: le sensa-zioni, le emozioni, i nostri desideri e le nostreconvinzioni ci orientano. Ci fan prendere posi-zione, nel mondo. Mentre invece facciamo supposizioni e “attri-buzioni” intorno a come si sente l’altro: non“sentiamo in diretta” il suo dolore, quello che

23L’ABBRACCIOSOFIA DEL BUONUMORE

sente nel vedere le cose attraverso le lenti colo-rate dei suoi desideri e bisogni, dal suo punto divista. A meno che non entri in gioco l’empatia, intesacome la capacità di immedesimarsi, di sentirecome si sente l’altro.Tuttavia, per poter esser in grado di sentirla, hobisogno di non essere impaurita e in ansia, difronte all’altro. Se mi sento in ansia infatti, sentoil bisogno di stare in guardia o di difendermi, ilche implica appunto quella resistenza al mondocosì-come-è. O come mi sembra che sia: ma nel-l’esperienza soggettiva non ci accorgiamo, ingenere, di questi due piani logici. Già tenerconto del fatto che siamo noi stessi, con l’attri-buire i significati che attribuiamo alla realtà, acontribuire a crearla, ci aiuta ad abbassare questostress, a smettere di sentirci vittime. Tipicamentecrediamo che sia una situazione, o una persona, a“provocarci” emozioni spiacevoli: eppure questeemozioni sono nostre, dipendono dal complessoe originale tessuto di aspettative, bisogni, timori,che caratterizzano ognuno di noi. Sono queste ultime che contribuiscono ad asse-gnare quella particolare qualità, che per noi alloraquesta senz’altro ha, alla situazione o alla personain questione. Per cui quel che sentiamo rispettoad essa, la qualità della realtà come la viviamo, èun prodotto largamente autoreferenziale.Un esempio: mettiamo che io mi aspetti, ingenere, di essere trattata con gentilezza; fa partedel mio “set” di “standard”, di immaginazioniche conservo, nei miei filtri mentali, per orien-tarmi nel mondo; sarò quindi estremamentesensibile a comportamenti che definirò “arro-ganti o aggressivi”; e tenderò a interpretarecome minacciosi atteggiamenti che altri potreb-bero definire “chiari, diretti e sicuri di sé”. Pro-babilmente realizzerò, nel mio sentire, situa-zioni in cui sentirò malessere e il bisogno distare in guardia, fuggire o attaccare. Coloreròcosì di toni spaventosi e sgargianti scene banalie quotidiane, drammatizzandole.* Docente, mediatrice, counselor.

1. Lessing D., Camminando nell’ombra. La mia autobiografia, vol. II,Feltrinelli, Milano 1999, p. 328.2. Weil S., Schwerkraft und Gnade, München 1989, p. 20 (traduzionemia).

a cura di Alberto Terzi – Giulia Terzi24

vole, quel segreto “Dammelo, dammelo” di cui micompiacevo. Peggio ancora del “dammelo” era “Iovoglio fare così, voglio arrivarci. Io voglio1.

Ci sembra che il mondo, e cioè le persone chefrequentiamo su di esso, ci debbano qualcosa,siano in debito con noi: gentilezza, attenzione,considerazione, riconoscimento per i nostrisforzi e per il nostro valore, perfino amore. Ci sentiamo dunque in credito. Inoltre le aspet-tative sono per definizione fonte di delusione:provengono da noi stessi, dai nostri desideri, el’altro si comporterà sempre in funzione delleproprie aspettative, desideri, bisogni e convin-zioni, e non delle nostre.Comprendere, empaticamente, il dolore delmondo, il coro generale di aspettative delusesignifica abbracciare questa tensione, così gene-rale, che ci unisce tutti. E accorgerci che tutti siamo in debito versotutti gli altri, se tutti ci sentiamo in credito:siamo interrelati, sia emozionalmente che eco-nomicamente. E l’attuale crisi economica dram-matizza il debito, interpretando il futuro noncome fonte di opportunità, ma di difficoltà eguai, come fonte di ansia. Se non scegliamo l’empatia, vedendoci comeinterrelati, perfino nelle nostre paure, scegliamodi toglierci fiducia, e di contribuire, ognuno dinoi, a dipingere uno scenario fatto di colorifoschi.Citando Simone Weil:

Le persone ci devono quel che noi, immersi nellanostra illusione, ci aspettiamo da loro. Cancellarequesto debito. Accettare che sono diversi dalle crea-ture della nostra fantasia, significa imitare larinuncia di Dio. Anch’io sono diversa di quel checredo di essere. Sapere questo, è il perdono2.

E se sono in uno stato mentale di tensione eresistenza, di lotta, non mi aprirò empatica-mente all’altro, al suo sentire. Potrò quindiassegnargli attribuzioni svalutanti, per spie-garmi i suoi comportamenti: potrò ad esempiodire che “è un egoista”, se a mio parere prendepiù sul serio i propri bisogni e desideri che imiei, e questa situazione, così banalmenteumana, mi pare criticabile, dato che – dal miopunto di vista – sono certamente più “impor-tanti”, dato che sono i miei, quelli che sento “indiretta”.L’empatia è quindi un’emozione complessa, anziplurale: quella di cui mi occupo non è la sensa-zione immediata che a volte sentiamo spontanea-mente, ma quella che richiede una presa di posi-zione cognitiva, una scelta razionale. Siamo infatti in grado di scegliere di allenarci avedere le cose dal punto di vista dell’altro – masolo se ci esimiamo dall’interpretarlo come unacosa, un ostacolo al nostro benessere, e lo ve-diamo nella sua autonomia di persona che,come noi stessi, fa del proprio meglio per starbene, come può, orientato, nei suoi comporta-menti, dai suoi bisogni e desideri, come noistessi lo siamo dai nostri. Ma torniamo al tema delle nostre aspettative:

Noi in Occidente [...] ci aspettiamo tutto. Ci hannopromesso tutto, implicitamente o a chiare lettere[...]. Siamo convinti di meritarci tutto ciò che èbuono. La nostra reazione quando ci dicono che c’èqualcosa, un oggetto del desiderio, un grandetesoro nascosto, è che dobbiamo averla. Di diritto.Quando seppi che c’era quell’altro mondo, quellospirituale (per quanto riesca difficile usare questaparola, così svalutata) ebbi due reazioni forti. Laprima fu il disprezzo per la mia cultura, che avevaignorato in quel modo l’altro mondo, ma ildisprezzo mi veniva facile ed ero ancora lontanis-sima dal rendermene conto. L’altra reazione fu unpotente bisogno di possesso, una segreta esultanza.Era avidità, ma io non lo sapevo, per quanto lode-

3. Williamson M., Ritorno all’amore, Tea, Milano 1996.

L’ABBRACCIOSOFIA DEL BUONUMORE 25

Ovvero, parafrasando Marianne Williamson:“Mio caro, ti perdono di essere come sei e noncome io vorrei che tu fossi”3. Il concetto di perdono implica tuttavia quellodi colpa, e svanisce, se mi accorgo dello sforzoche fa l’altro per star bene, sentendo empatia. L’abbraccio empatico è allora accettazioneprofonda della nostra vulnerabilità, del nostrocomune oscillare tra entusiasmo e abbatti-mento, del nostro bisogno di vedere un sensonelle cose e quindi di mettercelo, a volte, comepossiamo. Facendo del nostro meglio, ingenere, più o meno titubanti e perplessi. Nel-l’abbraccio riusciamo a sostenerci, a stare inpiedi, nel nostro barcollare, provvisori, nelmondo.

PARTETERZA

L’abbracciosofia e le persone

I 10 benefici degli abbraccidi Marta Albè*

L’abbraccio è una vera e propria terapia per ilmantenimento della salute e del benessere. È ungesto primordiale e rappresenta il primo mo-mento di contatto tra la mamma e il bambinodopo la sua nascita. I vantaggi dell’abbraccio sono sia fisici che psico-logici e possono coinvolgere chiunque, tanto cheanche in Italia è nata una rete dedicata gliAbbracci Liberi, conosciuti all’estero come FreeHughs. E se il buonumore vi abbandona proprioquando non avete nessuno da abbracciare, pro-vate la Silvoterapia e abbracciate un albero.Ecco i 10 maggiori benefici di un abbraccio.

1)RingiovanireUn semplice abbraccio ha effetti benefici sul-l’ossigenazione del sangue. Il potere dell’ab-braccio è nel contatto tra due corpi. Quandoabbracciamo una persona rafforziamo il suoorganismo stimolando la produzione di emo-globina, che trasporta l’ossigeno ai tessuti.Quando essi ricevono ossigeno, hanno con séuna nuova energia che permette al nostrocorpo di ringiovanire.

2)GuarireL’abbraccio è parte di un vero e proprio per-corso di guarigione. È per questo che si parlatalvolta di abbraccioterapia. Gli abbracci sti-molano nel nostro organismo la produzione

59L’ABBRACCIOSOFIA DEL BUONUMORE

di sostanze benefiche che permettono l’auto-guarigione e l’autoriparazione delle cellule edei tessuti. Abbracciare un ammalato, dalpunto di vista interiore, regala un piccolomomento di sollievo.

3)BenessereL’abbraccio è un gesto reciproco e gratuito.Un abbraccio non costa nulla e non richiedemolto tempo. È un vero e proprio dono reci-proco, benefico per entrambe le persone chesi abbracciano, che si donano calore e con-forto a vicenda. È inoltre un gesto positivo diriappacificazione. Aiuta le persone a sfogarsie ad aprirsi agli altri.

4)AutostimaRicevere e donare un abbraccio migliora l’au-tostima e le capacità intellettive, oltre che lecompetenze linguistiche e il QI nei bambini.Studi scientifici hanno dimostrato che in gene-rale questo gesto reciproco favorisce l’auto-stima e le capacità mentali sia della personache abbraccia che di chi viene abbracciato.

5)DepressioneL’abbraccio può essere considerato come unaterapia naturale e completamente gratuitacontro la depressione. Gli scienziati delCanadian Community Health Survey hannoscoperto che coloro che ricevono frequentidimostrazioni di affetto, che si manifestanocon abbracci e carezze, presentano un rischioinferiore di andare incontro a depressione edisturbi mentali rispetto a coloro a cui nonvengono mai dedicati gesti gentili.

6)StressAbbracciarsi è un ottimo rimedio per alle-viare lo stress. Lo hanno dimostrato gli scien-ziati della Medical University di Vienna. Ilmerito è dell’ossitocina, una sostanza cono-sciuta come ormone del buonumore. L’ossi-tocina viene rilasciata dal nostro organismodurante gli abbracci, contribuendo a contra-stare lo stress. L’effetto antistress dell’ab-braccio sarebbe maggiore tra persone che siconoscono e che si vogliono bene.

* Blogger per GreeMe.it su comunicazione ambientale, culturale,sociale.

a cura di Alberto Terzi – Giulia Terzi60

ottenere degli effetti positivi dagli abbracci, aparere degli esperti, ne sono necessari da 4 a12 al giorno. Quattro abbracci al giorno sonosufficienti per mantenere la normale tranquil-lità, mentre la dose massima di abbracci con-tribuisce ad alleviare ansia e angoscia.

7)Mamma e bimboL’abbraccio è il più naturale e spontaneo gestod’affetto tra mamma e bambino. Se il bam-bino piange, non c’è nulla di più efficace di unabbraccio per calmarlo. Solo l’abbraccio dellamamma può calmare realmente il neonato. Lapsicoterapeuta statunitense Virginia Satirdiceva: “Ci servono 4 abbracci al giorno persopravvivere. Ci servono 8 abbracci al giornoper mantenerci in salute. Ci servono 12 ab-bracci al giorno per crescere”.

8)MemoriaAbbracciarsi migliora la memoria. Per stimo-lare il nostro cervello a ricordare meglio ciòche di importante ci accade, impariamo adabbracciarci più spesso. Come nel caso del-l’effetto antistress dell’abbraccio, il meritosarebbe ancora una volta della produzione diossitocina, come sottolineato da parte deiricercatori austriaci. Se tra le due persone chesi abbracciano esiste una fiducia reciproca, laterapia dell’abbraccio funziona meglio.

9)CuoreUn semplice abbraccio contribuisce a miglio-rare la salute del cuore. Uno studio pubbli-cato su “Psychosomatic Medicine” ha evi-denziato che gli abbracci producono deglieffetti positivi sulla salute del cuore, con par-ticolare riferimento alle donne. Nelle donne,dopo una serie di abbracci, è stato eviden-ziato un calo della pressione sanguigna e delcortisolo, a beneficio del cuore e della circo-lazione sanguigna.

10) AnsiaIn caso di ansia e panico l’abbraccio puòdiventare una vera e propria terapia. La pro-duzione di ormoni del benessere nel corso diun abbraccio è in grado di stimolare una sen-sazione di maggiore calma e di pace. La sti-molazione della produzione di endorfineavviene grazie agli abbracci frequenti. Per