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Ovada Ovada CONTIENE L’INCHIOSTRINO DI BOSIO, OVADA E LE FAVOLE RACCONTATE DAI BAMBINI DI ROSSIGLIONE Sped. in abb. post. D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 D.C.B. / Alessandria / nr 570 anno 2005 / Taxe perçue / Tassa risc. ord. (inf. 500 pz) www.inchiostrofresco.it - [email protected] - Tel. 0143/46.569 Distribuito gratuitamente La voce del tuo territorio La voce del tuo territorio ANNO XXX / N. 3 - APRILE 2015 Fondato nel 1985 Fondato nel 1985 Nell’inchiostrino a scuola di Costituzione - pag. 16 - 17 Nell’inchiostrino a scuola di Costituzione - pag. 16 - 17 Il Vallestura campione provinciale - pag. 30 Il Vallestura campione provinciale - pag. 30 Ecco la storia di Soleiman Ecco la storia di Soleiman Dalla sua terra d’origine con in tasca un solo passaporto: la sua creatività e la sua voglia di fare Un sarto che ha portato in Italia la freschezza dei colori del suo Paese Q uando ho incontrato la ti- mida persona di Soleiman Coulou, ed abbiamo avu- to modo di conversare, ho inteso che predominava in lui un’unica certezza rispetto alle altre: la fede. Che non è solo l’avvicinarsi ad un credo, ma confidare in un futuro roseo, nonostante un passato poco favorevole. Decido quindi, di non dedicare questo articolo ai suoi trascorsi, ma alle sue aspettative, a quello che il suo volto mi ha co- municato: speranza, giovialità e orgoglio. Un orgoglio che trapela dalla soddisfazione, nel mostrar- ci le proprie creazioni sartoriali nate in sole tre settimane nel suo piccolo atelier, dove tra econo- mici tessuti spunta una preziosa macchina da cucire, con la quale può dimostrare con fierezza di aver imparato il mestiere nella sua terra d’origine, la Costa D’Avorio. Infatti Soleiman ci ha raccontato che ha potuto frequentare, grazie all’aiuto del fratello maggiore, un corso di cucito, durato sette anni, ad Abidjan, capitale economica del Paese. In questo modo, nonostante un iniziale praticantato in un’offi- cina meccanica, si è trovato fra le mani un mestiere che ha sentito subito suo. Soleiman Coulou, che ha appena 23 anni, possiede grandi aspirazioni e spera un giorno di af- fermarsi nel mondo della moda. Ci ELEONORA GATTI @viaggiatrice191 spiega che nella scuola di sartoria del suo Paese gli insegnanti ritene- vano gli stilisti italiani insuperabi- li. L’Italia, paese per il quale nutre una grande ammirazione, è per lui un nuovo inizio: ospitato al centro accoglienza di Stazzano, dove vive e crea, trascorre la sua giornata tra lezioni di italiano e lavori di sartoria. Da quando è arrivato nel gruppo, undici mesi fa, tutti hanno potuto notare le doti e la voglia di crescere di questo giovane ivoria- no. Gli abiti, ai quali lo stilista de- dica parecchia attenzione e cura, che per il momento sono rivolti al mondo femminile di tutte le età, ricordano la sua terra d’origine e possiedono una raffinatezza tipica dell’alta moda. Alla domanda su come descriverebbe la sua gente, il giovane risponde che è composta da persone cordiali, gioiose, che amano accogliere i turisti, e con una grande passione per il calcio. La lontananza dalla famiglia e dai suoi posti sono un vuoto che Solei- man, con difficoltà, dovrà colmare, ma non è solo: ad accompagnarlo una passione, due mani d’oro e tanta fede. Le creazioni di Soleiman Coulou sono esposte e acquistabili presso “Botte- ghe del Mondo-Altromercato” di Novi Ligure. Sul nostro sito ampio servizio fotogra- fico a cura di Federica Fossati. S oleiman (“Solo” per gli amici) Coulou è un giovane sarto della Costa D’Avorio, da poco meno di un anno arrivato in Italia come rifugiato. Ha studiato per sette anni in una scuola di sartoria ad Abidjan, la capitale, dove ha anche lavorato in un negozio come sarto. A causa degli scontri scaturiti dalla crisi politica, è fuggito dalla Costa D’Avorio ed ha affrontato un difficile viaggio. Ha trascorso alcuni mesi in Ghana e poi in Libia, dove ha nuovamente trovato lavoro in una sartoria. In questo Paese è iniziata la guerra, l’amico che lo ospitava è stato ucciso davanti ad un supermercato e, per paura di essere coinvolto negli scontri, Soleiman ha ripreso la sua fuga. Grazie ad un co- noscente è riuscito ad arrivare in Italia. Non ci ha fornito dettagli precisi del viaggio, forse per paura o per il doloro- so ricordo degli avvenimenti. Per lui, raccontare la propria storia non deve essere stato facile, più volte mi è sembra- to avesse la voce rotta e si commuovesse, in particolare quando ha ricordato la sua famiglia che è rimasta in Costa D’Avorio. Durante l’intervista ha parlato solo in francese, nonostante stia frequentando un corso di italiano. Attual- mente vive a Stazzano insieme a una comunità di rifugiati e si dedica alla sua passione, la sartoria. Confeziona bel- lissimi e coloratissimi abiti, tipici del suo Paese; alcuni di questi sono esposti alla Bottega del Mondo di Novi Ligure. Il suo sogno è quello di lavorare nell’haute couture. Federica Fossati C’ era una volta la via della Seta. Quante volte abbia- mo sentito questa frase, magari a proposito del viaggio di Marco Polo raccontato nel suo “Il Milione”, oppure nei numerosi do- cumentari di History Channel dedi- cati a questa immensa via carova- niera che collegava l’Est all’Ovest del mondo, la Cina Imperiale con la Roma dei Cesari. I tempi cam- biano e gli uomini si evolvono nel tempo, ma alcune cose rimangono. Se prima era la Cina, oggi è l’Afri- ca a farci scoprire la storia che vi proponiamo qui a fianco. La bella storia di Soleiman il sarto che è un piccolo capitolo di quell’immenso libro che è la storia dell’Uomo. Sul- la Terra globalizzata di oggi vi sono innumerevoli “vie della seta” che, se un tempo erano solamente delle piste tracciate su impervi sentieri, oggi lo sono anche quelle affronta- te su straripanti barconi. Infatti le guerre, le carestie e le grandi epi- demie colpiscono oggi come ieri e, proprio come un tempo, uomini e donne sono costretti a migrare, av- viandosi su queste novelle vie della seta per poter approdare in porti, si spera, più sicuri. Tra di loro vi possono essere (e certamente vi sono) uomini violenti, ma vi sono anche persone per bene. Anche dei sarti che hanno un sogno: far sì che il proprio vestito possa es- sere indossato ai quattro angoli del globo. In fondo una bella storia deve avere un buona trama e un buon ordito, esattamente come un vestito di qualità sartoriale. Eleuterio Un mare Un mare di seta di seta Dalla Costa d’Avorio Dalla Costa d’Avorio per realizzare un sogno per realizzare un sogno I n redazione ci è giunta noti- zia di un giovane profugo di talento ospitato a Stazzano con altri rifugiati. Quando le nostre due inviate, Eleonora Gatti e Federica Fossati, sono tornate in redazione, portandoci il re- portage, non abbiamo potuto fare a meno di dedicare a que- sto servizio la prima pagina del giornale perché, se è vero che nel mondo vi sono incolmabili disparità, è anche vero che l’in- gegno e la voglia di fare possono benissimo superarle. Come ap- punto questa storia ci nsegna. Gian Battista Cassulo Franco Camera imprenditore dell’anno - pag. 11 Franco Camera imprenditore dell’anno - pag. 11 Campo Ligure Campo Ligure Acqui Terme Acqui Terme

Inchiostro Fresco - Aprile 2015

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Page 1: Inchiostro Fresco - Aprile 2015

OvadaOvada

1l’inchiostro frescoAprile 2015

CONTIENE L’INCHIOSTRINO DI BOSIO, OVADA E LE FAVOLE RACCONTATE DAI BAMBINI DI ROSSIGLIONE

Sped. in abb. post. D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 D.C.B. / Alessandria / nr 570 anno 2005 / Taxe perçue / Tassa risc. ord. (inf. 500 pz)

www.inchiostrofresco.it - [email protected] - Tel. 0143/46.569 Distribuito gratuitamente

La voce del tuo territorioLa voce del tuo territorio ANNO XXX / N. 3 - APRILE 2015

Fondato nel 1985Fondato nel 1985

Nell’inchiostrino a scuola di Costituzione - pag. 16 - 17Nell’inchiostrino a scuola di Costituzione - pag. 16 - 17Il Vallestura campione provinciale - pag. 30Il Vallestura campione provinciale - pag. 30

Ecco la storia di SoleimanEcco la storia di SoleimanDalla sua terra d’origine con in tasca un solo passaporto: la sua creatività e la sua voglia di fare

Un sarto che ha portato in Italia la freschezza dei colori del suo Paese

Quando ho incontrato la ti-mida persona di Soleiman Coulou, ed abbiamo avu-

to modo di conversare, ho inteso che predominava in lui un’unica certezza rispetto alle altre: la fede. Che non è solo l’avvicinarsi ad un credo, ma confi dare in un futuro roseo, nonostante un passato poco favorevole. Decido quindi, di non dedicare questo articolo ai suoi trascorsi, ma alle sue aspettative, a quello che il suo volto mi ha co-municato: speranza, giovialità e orgoglio. Un orgoglio che trapela dalla soddisfazione, nel mostrar-ci le proprie creazioni sartoriali nate in sole tre settimane nel suo piccolo atelier, dove tra econo-mici tessuti spunta una preziosa macchina da cucire, con la quale può dimostrare con fi erezza di aver imparato il mestiere nella sua terra d’origine, la Costa D’Avorio. Infatti Soleiman ci ha raccontato che ha potuto frequentare, grazie all’aiuto del fratello maggiore, un corso di cucito, durato sette anni, ad Abidjan, capitale economica del Paese. In questo modo, nonostante un iniziale praticantato in un’offi -cina meccanica, si è trovato fra le mani un mestiere che ha sentito subito suo. Soleiman Coulou, che ha appena 23 anni, possiede grandi aspirazioni e spera un giorno di af-fermarsi nel mondo della moda. Ci

ELEONORA GATTI @viaggiatrice191 spiega che nella scuola di sartoria del suo Paese gli insegnanti ritene-vano gli stilisti italiani insuperabi-li. L’Italia, paese per il quale nutre una grande ammirazione, è per lui un nuovo inizio: ospitato al centro accoglienza di Stazzano, dove vive e crea, trascorre la sua giornata tra lezioni di italiano e lavori di sartoria. Da quando è arrivato nel gruppo, undici mesi fa, tutti hanno potuto notare le doti e la voglia di crescere di questo giovane ivoria-no. Gli abiti, ai quali lo stilista de-dica parecchia attenzione e cura, che per il momento sono rivolti al mondo femminile di tutte le età, ricordano la sua terra d’origine e possiedono una raffi natezza tipica dell’alta moda. Alla domanda su come descriverebbe la sua gente, il giovane risponde che è composta da persone cordiali, gioiose, che amano accogliere i turisti, e con una grande passione per il calcio. La lontananza dalla famiglia e dai suoi posti sono un vuoto che Solei-man, con diffi coltà, dovrà colmare, ma non è solo: ad accompagnarlo una passione, due mani d’oro e tanta fede.

Le creazioni di Soleiman Coulou sono esposte e acquistabili presso “Botte-ghe del Mondo-Altromercato” di Novi Ligure. Sul nostro sito ampio servizio fotogra-fi co a cura di Federica Fossati.

Soleiman (“Solo” per gli amici) Coulou è un giovane sarto della Costa D’Avorio, da poco meno di un anno arrivato in Italia come rifugiato. Ha studiato per sette

anni in una scuola di sartoria ad Abidjan, la capitale, dove ha anche lavorato in un negozio come sarto. A causa degli scontri scaturiti dalla crisi politica, è fuggito dalla Costa D’Avorio ed ha affrontato un diffi cile viaggio. Ha trascorso alcuni mesi in Ghana e poi in Libia, dove ha nuovamente trovato lavoro in una sartoria. In questo Paese è iniziata la guerra, l’amico che lo ospitava è stato ucciso davanti ad un supermercato e, per paura di essere coinvolto negli scontri, Soleiman ha ripreso la sua fuga. Grazie ad un co-noscente è riuscito ad arrivare in Italia. Non ci ha fornito

dettagli precisi del viaggio, forse per paura o per il doloro-so ricordo degli avvenimenti. Per lui, raccontare la propria storia non deve essere stato facile, più volte mi è sembra-to avesse la voce rotta e si commuovesse, in particolare quando ha ricordato la sua famiglia che è rimasta in Costa D’Avorio. Durante l’intervista ha parlato solo in francese, nonostante stia frequentando un corso di italiano. Attual-mente vive a Stazzano insieme a una comunità di rifugiati e si dedica alla sua passione, la sartoria. Confeziona bel-lissimi e coloratissimi abiti, tipici del suo Paese; alcuni di questi sono esposti alla Bottega del Mondo di Novi Ligure. Il suo sogno è quello di lavorare nell’haute couture.

Federica Fossati

C’era una volta la via della Seta. Quante volte abbia-mo sentito questa frase,

magari a proposito del viaggio di Marco Polo raccontato nel suo “Il Milione”, oppure nei numerosi do-cumentari di History Channel dedi-cati a questa immensa via carova-niera che collegava l’Est all’Ovest del mondo, la Cina Imperiale con la Roma dei Cesari. I tempi cam-biano e gli uomini si evolvono nel tempo, ma alcune cose rimangono. Se prima era la Cina, oggi è l’Afri-ca a farci scoprire la storia che vi proponiamo qui a fi anco. La bella storia di Soleiman il sarto che è un piccolo capitolo di quell’immenso libro che è la storia dell’Uomo. Sul-la Terra globalizzata di oggi vi sono innumerevoli “vie della seta” che, se un tempo erano solamente delle piste tracciate su impervi sentieri, oggi lo sono anche quelle affronta-te su straripanti barconi. Infatti le guerre, le carestie e le grandi epi-demie colpiscono oggi come ieri e, proprio come un tempo, uomini e donne sono costretti a migrare, av-viandosi su queste novelle vie della seta per poter approdare in porti, si spera, più sicuri. Tra di loro vi possono essere (e certamente vi sono) uomini violenti, ma vi sono anche persone per bene. Anche dei sarti che hanno un sogno: far sì che il proprio vestito possa es-sere indossato ai quattro angoli del globo. In fondo una bella storia deve avere un buona trama e un buon ordito, esattamente come un vestito di qualità sartoriale.

Eleuterio

Un mare Un mare di setadi seta

Dalla Costa d’Avorio Dalla Costa d’Avorio per realizzare un sognoper realizzare un sogno

In redazione ci è giunta noti-zia di un giovane profugo di

talento ospitato a Stazzano con altri rifugiati. Quando le nostre due inviate, Eleonora Gatti e Federica Fossati, sono tornate in redazione, portandoci il re-portage, non abbiamo potuto fare a meno di dedicare a que-sto servizio la prima pagina del giornale perché, se è vero che nel mondo vi sono incolmabili disparità, è anche vero che l’in-gegno e la voglia di fare possono benissimo superarle. Come ap-punto questa storia ci nsegna.

Gian Battista Cassulo

Franco Camera imprenditore dell’anno - pag. 11Franco Camera imprenditore dell’anno - pag. 11Campo LigureCampo Ligure

Acqui TermeAcqui Terme

Page 2: Inchiostro Fresco - Aprile 2015

Attraversare le vie di Cre-molino, inerpicarsi sino al maestoso castello e pas-

sare di fi anco al Santuario della Brucieta oppure alla parrocchia, signifi ca fare un tuffo indietro nel tempo, intorno all’anno mille. Quel “sapore antico” ce l’ha con-fermato anche l’incontro avuto con il Sindaco del paese, Mauro Berretta, medico odontoiatra fi no allo scorso 31 dicembre “Perché gli impegni di Primo Cittadino mal si conciliano con la profes-sione di medico”. Al Sindaco chie-diamo quali siano i pro e i contro dell’amministrazione di un picco-lo paese: “Guardi il Sindaco è un vero e proprio schermo tra il cit-tadino e le altre Autorità. Poi in un paese piccolo vuol dire anche essere una fi gura riconosciuta –

spiega Mauro Berretta – e che co-nosce i propri concittadini. È un lavoro stimolante, molto bello ma anche aspro ed arduo, visto la penuria di mezzi e di risorse per l’amministrazione”. Quali posso-no essere le soluzioni per ovviare a ciò? “La razionalizzazione del-le spese e – argomenta il Sindaco – affi darsi al volontariato, come io ho fatto e debbo dire grazie ai miei collaboratori”. Cremoli-no, facente parte dell’Unione dei Comuni “Dal Tobbio al Colma”, sarà presente ad Expo 2015: “Una bella iniziativa promossa dal Comune che ha visto l’entusia-sta adesione dei commercianti e ristoratori locali – spiega Berretta – saremo ospiti di FuoriExpo, in zona Navigli, durante la set-timana dedica-ta al

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Informiamo che il re-sponsabile della raccolta pubblicitaria per “l'in-chiostro fresco” è il geom.Umberto Cecchetto so-cio dell'Ass. "Club F.lli Rosselli".Contattarlo al:

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AI LETTORI

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L ’ INCH I OSTRO F

RESCO

“La vitalità estiva deve “La vitalità estiva deve durare anche d’inverno”durare anche d’inverno”

Intervista al Sindaco Giorgio Leoncini sulle potenzialità di Tiglieto

Cremolino: un paese Cremolino: un paese dal gusto anticodal gusto antico

Intervista al Primo Cittadino, Mauro Beretta, tra gastronomia e storia

Piemonte”. Tra le iniziative promosse dal Sindaco, oltre a quelle in campo “estetico”, come il futuro interramento di tutti i cavi elettrici, grazie ad un accor-do con Enel, nel centro storico, anche in quello gastronomico. “Sono orgoglioso di poter dire che – ci dice il Sindaco – le nostre tagliatelle alle erbette e il coni-glio alla cremolinese hanno ot-tenuto il riconoscimento de.co, ovvero denominazione comu-nale d’origine. Il migliore viati-co – conclude Mauro Berretta – per un’edizione in grande stile della 30° Sagra delle tagliatelle, dal prossimo 17 al 19 di luglio”. Cremolino è un borgo medievale come “sbarcato” nel nostro tem-po contemporaneo. Come dice il Sindaco “Abbiamo avuto in dono dai nostri avi un simile patrimonio. Ora è nostro com-pito preservarlo al meglio per le generazioni future”.

fatto e debbo dire grazie iei collaboratori”. Cremoli-

acente parte dell’Unione dei uni “Dal Tobbio al Colma“ ”, presente ad Expo 2015: “Una

iniziativa promossa dal une che ha visto l’entusia-desione dei commercianti toratori locali – spiega tta – saremo ospiti uoriExpo, in zona gli, durante la set-na dedica-

2 l’inchiostro frescoAprile 2015 LE SENTINELLE DEL TERRITORIO

Raggiungiamo nel suo uffi cio Giorgio Leoncini, sindaco di Tiglieto, “più renziano di

Renzi, perché credo nell’innova-zione e nel riformismo”, medico cardiologo che ha diretto per anni il Pronto Soccorso dell’Ospedale Galliera di Genova (“forse per que-sto amo il decisionismo, condotto con rapidità per contrastare un cronico immobilismo”). Leon-cini eletto 9 mesi fa, ha dovuto affrontare qualche piccolo disa-gio a causa delle recenti nevicate: “Quest’anno la neve non ha col-pito in maniera particolarmente forte – spiega il Primo cittadino – tuttavia, pur arrivando tardi, qualche disagio l’ha provocato, soprattutto a livello economico. Da noi – continua Leoncini – la neve non è una risorsa ma solo un disagio. Quando arriva però siamo pronti ad affrontare i pro-blemi che comporta, per garanti-re sempre la viabilità”. A parte i disagi delle precipitazioni nevose, l’inverno a Tiglieto è solo un fasti-dio? “D’inverno in questo paese la vita è certamente rallentata – risponde il nostro interlocutore – però il compito mio e di tutta la Giunta è quello di offrire i servizi basilari tutto l’anno”. Quali sono questi servizi? “Un uffi cio postale aperto almeno tre giorni la set-timana, così come uno sportello bancario, una scuola attrezzata; per l’asilo, che non ha raggiunto il numero minimo di iscritti, e per il distributore di benzina, stiamo lavorando”. C’è molta differenza di popolazione tra la “Tiglieto in-vernale” e quella “estiva”: “Sicura-mente è così. Tiglieto è una meta di turismo molto importante per la Valle Olba – certifi ca il Sindaco – basti pensare che se d’inverno la popolazione del paese è molto ridotta, d’estate, in determinati

anni, abbiamo anche raggiunto un numero di presenze dieci volte superiore!”. Quali saranno le mani-festazioni che allieteranno l’estate tiglietese?: “Per rispondere a ciò devo prima di tutto ringraziare le varie associazioni presenti sul territorio e la ri-nata Pro Loco che si è subito contraddistinta per vi-talità – afferma Giorgio Leoncini – tra le tante manifestazioni in programma cito la Festa del Gal-lo, festa tradizionale che da troppi anni mancava nella nostra valle, poi nella frazione di Acquabuona torna per il Settantesimo anno consecutivo la Sagra del Polento-ne e – conclude il Sindaco –stiamo preparando, per i giovani, una pista acrobatica di pump trak”. Chiediamo a questo punto a Leon-cini quali siano, ad oggi, i “traguar-di” raggiunti dall’Amministrazione: “A Tiglieto i problemi sono molti, ed in questi primi 9 mesi di am-ministrazione abbiamo cercato di tamponare quelli più urgen-

ti – ci dice il Primo cittadino – in più, grazie ad accordi presi, lo sportello postale e bancario, chiu-si in tanti altri paesi, dovrebbero rimanere attivi. Infi ne, grazie a soluzioni di risparmio energeti-co con l’utilizzo di pannelli sola-ri e di lampadine a led, stiamo programmando come impattare meno possibile sull’ambiente, ot-tenendo anche un risparmio di risorse”. In conclusione qual è attualmente lo sforzo maggiore dell’Amministrazione? “Permette-re ai cittadini di vivere nella loro valle – risponde senza esitare Gior-gio Leoncini – un padre un giorno mi disse: se l’asilo chiude invece di far viaggiare mio fi glio, trasfe-risco la mia famiglia. Preferisco viaggiare io piuttosto che mio fi -glio. Ecco, i nostri sforzi sono tut-ti rivolti a rispondere a domande come queste”.

MATTIA NESTO @Mattia Nesto

Si sa, gli animali, in particolare cani e gatti, sono i migliori amici dell’uomo. E la loro

presenza, anche sul posto di lavoro, soprattutto se frequentato e a contatto con il pubblico, su-scita sentimenti positivi, sorrisi e risate. Negli Stati Uniti è notizia recente che alcune azien-de abbiano dato la possibilità agli impiegati di portare in uffi cio i propri animali domestici, rendendo l’ambiente di lavoro immediatamen-te più solare, disteso e anche più pro- duttivo. E così accade in tre tabaccherie del territorio. A Cassano i clienti vengono accolti da un bellissimo husky mentre a Ovada è il bassot-to Donatello a gironzolare e fare feste. A Basaluzzo, invece, i pro-prietari Serena e Corrado sono stati adottati da Lulù, dolce e tenera gattina che un bel giorno decise che quella sarebbe stata la sua casa e non perde occasione per farsi coccolare e giocare con i clienti.

Benedetta Acri

Animali al lavoro per un ambiente più serenoAnimali al lavoro per un ambiente più sereno

Cani e gatti Cani e gatti

in negozioin negozio

OvadaOvada

CassanoCassano

BasaluzzoBasaluzzo

MATTIA NESTO @Mattia Nesto

Page 3: Inchiostro Fresco - Aprile 2015

L’ovadese coinvolto nell’innovazioneL’ovadese coinvolto nell’innovazioneUn progetto della “Pertini” che guarda al futuro fi nanziato dal Miur. Oltre trecento gli studenti coinvolti

Ha ottenuto un fi nanzia-mento di 20.000 Euro da parte del Ministero dell’I-

struzione Università e Ricerca, il progetto presentato dall’Istituto Comprensivo “Sandro Pertini” in rete con l’Istituto Superiore “Carlo Barletti” in particolare con il Liceo Scientifi co e il nuo-vo indirizzo Tecnico Agrario. Il progetto è stato realizzato in col-laborazione con l’Associazione Enoteca Regionale di Ovada, la Coldiretti, il Centro sperimentale e vitivinicolo regionale “Tenuta Cannona” e si avvale della col-laborazione che da anni il Liceo Scientifi co Pascal ha intrapreso con l’Università degli Studi di Genova, Facoltà di Biotecnolo-gie avanzate. Alla presentazio-ne sono intervenuti la Dirigente Scolastica del “Pertini” Patrizia Grillo, i referenti del progetto Sabrina Caneva ed Enrica Primo, quindi i partner Roberto Paravi-dino Presidente della Coldiretti, Felice Arlotta Dirigente dell’Isti-tuto Superiore “Barletti” e l’ex Presidente dell’Enoteca Regio-nale Silvia Ferrari con la quale il progetto ha mosso i primi passi e recentemente sostituita dal Sin-daco di Carpeneto Massimilia-no Olivieri. Il progetto “A come Agricoltura, I come Innovazio-ne” prevede il coinvolgimento di tutto il territorio Ovadese, delle realtà produttive nel setto-re vitivinicolo, degli Enti locali e degli studenti dei due Istituti presenti in Ovada in un’ottica di continuità ed orientamento. Cir-ca 300 gli studenti coinvolti nel-le attività di laboratorio, mentre tutti gli studenti dei due Istituti saranno interessati alla fase di informazione e documentazio-

Un brindisi con l’acqua

Ad Ovada si brinda non solo con il vino, ma anche con l’acqua. E’ entrato in funzione in Piazza Mar-tiri della Benedicta il nuovo erogatore di acqua

nelle tre versioni: fredda, frizzante e gassata. Alla pre-sentazione e al brindisi inaugurale sono intervenuti gli Amministratori del Comune, la famiglia Gremmo refe-rente della struttura di Candelo e semplici cittadini. L’ac-

qua erogata è quella dell’acquedotto e per il prelevamen-to bisogna introdurre una banconota da 5 euro o suoi multipli che dà diritto ad usufruire di una tessera con la quale è poi possibile servirsi nella quantità desiderata. Con 10 Euro è possibile prelevare 70 litri d’acqua; l’ero-gatore funziona 24 ore su 24 e il consiglio dato per una migliore degustazione è l’uso di bottiglie di vetro. (l.r.)

ne del progetto. In pratica avrà luogo un collegamento in rete (in streaming) tra una serie di la-boratori scientifi ci sia territoriali sia aziendali, sul tema delle bio-

tecnologie e dell’uso delle alter-native nella produzione agricola. “Un progetto ambizioso – sotto-linea la Dirigente Patrizia Grillo – articolato, coinvolgente, uno dei

pochi in Italia, per cui dovrem-mo essere fi eri in una visione che parte dalle radici storico culturali del nostro territorio e sa guardare al futuro aprendosi

all’innovazione”. Soddisfatte le referenti Sabrina Caneva ed En-rica Primo: “A conclusione delle gasi progettuali – affermano – è prevista la realizzazione di una giornata di studi dedicata al tema “Innovazione tecnologica e tradizione agricola” con l’in-tervento di Docenti Universi-tari, docenti che hanno curato i laboratori, esperti delle Asso-ciazioni e degli Enti locali”. Se-gnali positivi sono stati eviden-ziati anche dagli esponenti degli Enti e delle Associazioni nonché dal Dirigente del “Barletti” Feli-ce Arlotta, soddisfatto anche per il risultato delle iscrizioni al cor-so agrario. “Sono 42 i ragazzi provenienti dalle Medie – sotto-linea Felice Arlotta – che hanno chiesto il nuovo indirizzo di Agraria per cui con il prossimo anno ci saranno due classi pri-me con un incremento rispetto a quest’anno di 33 alunni dal momento che ne usciranno 117 con la maturità e ne entreran-no 150” L’aspetto interessante dell’indirizzo di agraria è che sono arrivate richieste dall’ac-quese, territori che di norma non guardano ad Ovada per le Superiori. Nel dettaglio: sono 22 i nuovi iscritti all’indirizzo di Scienze Applicate, 22 per la Ragioneria e 21 per il Perito Meccanico. “Stiamo lavoran-do – spiega ancora Arlotta – per coordinare le eccellenze che ab-biamo sul territorio. Presto una delegazione di quattro studenti con due insegnanti andranno a San Michele all’Adige per una visita a uno degli istituti agra-ri più prestigiosi in assoluto”.

Enzo Prato

L’Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato

ha un nuovo Consiglio di Am-ministrazione. I nominativi eletti (all’unanimità) sono: Massimiliano Olivieri, Stefano Ferrando, Federico Robbia-no, Sergio Bonanno, Gior-gio Carrara, Mario Arosio, Tiziana Zago, Paolo Baretta, Fabio Contini e Daniele Od-done. A loro si aggiungerà il rappresentante della Regione Piemonte non appena sarà concluso l’iter di nomina, che spetta al Consiglio Regionale. Il nuovo Consiglio di Ammini-strazione ha poi indicato Mas-similiano Olivieri come nuovo presidente, Stefano Ferrando vicepresidente e Tiziana Zago segretario. Assolte le prime formalità, i nuovi ammini-stratori dovranno mettersi al lavoro per tracciare le linee d’azione per il 2015, nell’ottica di diffondere la conoscenza del Monferrato ovadese e dei suoi vini, nonché promuovere l’economia del territorio nel suo complesso (partendo na-turalmente dall’agricoltura). Un ringraziamento al Consi-glio uscente guidato da Silvia Ferrari nell’auspicio che pos-sa continuare una profi cua collaborazione sia pure in for-me diverse.

Enzo Prato

Un nuovoUn nuovoConsiglio perConsiglio per

l’Enotecal’Enoteca

Da sinistra le Proff. Sabrina Caneva, Enrica Primo e la Dirigente Scolastica, dott.ssa Patrizia Grillo

Page 4: Inchiostro Fresco - Aprile 2015

4 l’inchiostro frescoAprile 2015 OVADA

Fame di parcheggi ad OvadaFame di parcheggi ad OvadaNonostane gli oltre 3000 posti auto presenti c’è sempre

C’è sempre fame di parcheggi ad Ova-da? Parrebbe pro-

prio di sì, nonostante gli stalli siano numerosi tra quelli a pagamento, liberi o a disco orario. Si parla sovente di un parcheggio adiacente lo Sfe-risterio Comunale, sembra tramontato il progetto di un parcheggio sotterraneo in Piazza Martiri della Benedic-ta, mentre si registrano con-tinue lamentale per le con-dizioni del parcheggio adia-cente le Scuole di Via Dania, soprattutto quando piove. È comunque vero che in deter-minate occasioni fi eristiche o in varie manifestazioni la ricerca di un posto macchi-na diventa impossibile per cui l’automobilista ricorre al parcheggio selvaggio. È stata più volte avanzata anche la proposta di creare dei bus na-vetta per determinati eventi in modo da non creare ingorghi nel centro. È comunque certo che il problema è sotto la len-te di osservazione di Palazzo Delfi no attento a proposte e proteste. Curiosando, gra-zie alle ordinanze in posses-so presso il Comando della Polizia Municipale, i numeri degli stalli ad Ovada liberi o a disco orario (compresi quelli per carico merci, disa-bili ecc), senza contare quelli delle frazioni e della zona del Pep, sono circa 2500, mentre gli stalli a pagamento sono 256, più 193 della Stazione Centrale che però registra delle tariffe agevolate per i pendolari che con un Euro possono permettersi una so-sta di 24 ore. In tutte le altre aree la sosta oraria è di 0.70 con un minimo di 0.20 per 17 minuti. Proprio al riguardo la società che gestisce il piano parcheggi a pagamento (TSP) ha predisposto un opuscolo a colori in omaggio presso l’Uf-

Nuovi punti luceNuovi punti luceGià avviati i lavori a cura dell’Enel

Nuovi punti luce per Ovada con l’obiettivo di migliora-re l’illuminazione pubbli-

ca della città. Dopo il sopralluogo tra l’ Assessore ai Lavori Pubbli-ci Sergio Capello e gli addetti di Enel Sole, la società che ha in gestione la manutenzione dell’il-luminazione cittadina, hanno già preso il via i lavori di sostituzione dei vecchi corpi illuminanti. Sa-ranno sostituti 25 punti luce, in alcuni casi come ad esempio in “piazza Rossa” arriveranno alcu-ne integrazioni. L’intervento più importante riguarda il tratto di via Rocca, vicino al “Borgo” dove saranno sostituiti otto lampioni con lampadine led, poi nel det-taglio, via Gea, via Vecchia Costa, via XXV Aprile (di fronte all’O-spedale vecchio), via Piave oltre ad aver già orientato i punti luce di Piazza Martiri della Benedicta per una maggiore luce. “Effetti-vamente – spiega Sergio Capel-lo – in alcuni di questi punti è molto buio. I lavori sono a costo zero per il Comune, l’intervento

è a completo carico di Enel Sole. Certamente – continua Sergio Capello – per il momento non riusciamo a soddisfare tutte le esigenze della città, in quanto la lista delle strade e vie che hanno bisogno di una nuova illumina-zione è davvero numerosa. Co-munque per quest’anno siamo intervenuti in questa parte della città e successivamente provve-deremo a rivedere la zona della periferia”. Tutto è dunque sul tavolo dell’Assessore più che mai attento al problema e che segue di persona i lavori in corso. Ma non ci sono solo i punti luce per l’Assessore Capello: entro l’esta-te prendono il via i lavori presso la Scuola di Via Dania che inte-ressano i serramenti e il tetto; ci sarà poi da intervenire sul muro di sostegno di Via Ruffi ni ed in-fi ne i lavori arrecati dai danni alluvionali dell’autunno scorso, oltre alla normale manutenzione di tutto ciò che riguarda il verde e l’asfaltatura delle strade. Il lavoro dunque non manca. (l.r.)

Via Cairoli: il Centro Storico si fa belloVia Cairoli: il Centro Storico si fa belloIl Consiglio Comunale approva l’esenzione TOSAP per coloro che intendono ristrutturare

È stato ultimato i in Ovada il restauro di una nuova facciata. Il “gioiello” è in Via Cairoli, nel cuore del centro storico al

Condominio n. 10 proprio all’inizio della via sul lato destro, percorrendola da Piazza Assunta. Si è trattato di un lavoro di completa ristrutturazio-ne riportando la facciata ai colori originari gra-zie all’intervento di Giovanni Dolcino della Ditta “Le Cose Vecchie” che con la solita maestria e bravura ha saputo dare quel tocco di ovadesità e profumo di “cose nostre” dal momento che lo stesso Dolcino lavora nella zona e non c’è nes-suno meglio di lui per rendere il centro storico un “amico di tutti i giorni”. Una via che piano piano sta riacquistando i colori di un tempo, ma anche tutto il centro storico è interessato ad un completo rinnovamento non ultimo la riqualifi -cazione delle AIE. C’è chiaramente ancora mol-to da fare, ma la giusta mentalità per rendere il centro storico più bello e abitabile è nella strada giusta. Non è solo però con le facciate restaura-

te che il centro storico rivive, ma occorrono una serie di altri interventi per renderlo più a misura d’uomo. Questo è stato discusso nelle riunioni di quartiere e i problemi riguardano maggior-mente il rumore nelle ore notturne, i parcheg-gi, la raccolta differenziata e controlli nonché multe da parte delle forze dell’ordine. C’è però l’impegno di molti di ritornare e riappropriarsi della “vecchia Ovada” e questo è già buon se-gno. Intanto il Consiglio Comunale nell’ultima riunione ha approvato ancora per quattro mesi (tre normali più uno a richiesta) l’esenzione TOSAP (tassa occupazione suolo pubblico) per coloro che intendono ristrutturare le facciate di case e palazzi del centro storico. Una politica che il Comune di Ovada persegue da anni e po-trebbe essere anche l’ultima occasione vista la tendenza governativa ad accorpare, modifi care le imposte.

Enzo Prato

fi cio di Via Buffa il mercoledì e il sabato dalle 9 alle 12 o presso il Comando della Poli-zia Municipale per spiegare il funzionamento dei 450 posti, le tariffe, le aree di sosta a pa-

gamento, i colori delle tessere e quant’altro sia utile per l’au-tomobilista, accompagnato da una planimetria della città.

Luisa Russo

Sono in corso i lavori da parte dei dipendenti comunali di

Ovada per coprire la fontana si-tuata nei giardini di Corso Sarac-co all’altezza con l’incrocio di Via Gea. La vasca è stata svuotata e al posto dell’acqua è stata riempita di terra per sostituire la fontana con un’aiuola. Si tratta di un in-tervento da tempo programmato dagli uffi ci di Palazzo Delfi no e poi confermato dall’Assessore ai Lavori Pubblici Sergio Capel-lo. Purtroppo, causa l’inciviltà di molti, la fontana era diventata un deposito di carta e poi era anche stato bucato il fondo della vasca. Da qui la decisione di sistemare l’area verde e di piantare i fi ori con la primavera sperando in un comportamento più civile della gente. (l.r.)

Dalla fontanaDalla fontanaall’aiuolaall’aiuola

Oltre 2500 gli stalli liberi o a disco orario mentre quelli a pagamento sono 256, più 193 della stazione centrale

Page 5: Inchiostro Fresco - Aprile 2015

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5l’inchiostro frescoAprile 2015OVADA

Velox infl essibile a LermaVelox infl essibile a LermaSi sta studiano la possibilità di inserire i dissuasori

A breve verrà presa una de-cisione defi nitiva circa l’in-stallazione dei Velox OK nei

Comuni che rientrano nell’Unione dal “Tobbio alla Colma”. Intanto il periodo di prova dei due box aran-cione sistemati in Corso Spinola, nella strada centrale di Lerma, ha dato la possibilità al Comune di ri-cavare dati utili relativi non solo al fl usso della circolazione, ma anche alla velocità delle auto in transito. Il tratto di strada percorso da circa 300 passaggi nella notte e un totale giornaliero di 1600, ha registrato an-che la velocità di 120 chilometri ora-ri scesi poi naturalmente dagli 80 in giù. “I due Velo Ok – precisa il Sin-daco di Lerma Alloisio - non sono stati sanzionatori, ma già la loro presenza è servita come deterrente, facendo diminuire la velocità dei veicoli. Chiaramente se si proce-derà all’installazione defi nitiva, dovrà essere una decisione una-nime a livello di Unione Montana “Dal Tobbio alla Colma” dei sette comuni e cioè oltre a Lerma, Bel-forte, Casaleggio, Mornese, Bosio, Molare e Cremolino. C’è poi l’aspet-to del costo in quanto sistemare i Velox comporta una spesa di circa 40.000 Euro”. Un problema quello dell’ eccessiva velocità che preoccu-pa anche Belforte Monferrato, il ret-tilineo tra Casaleggio e Mornese, la circonvallazione di Bosio e la zona tra Molare e Cremolino dove sono numerosi coloro i quali si lasciano andare a pericolose scorribande soprattutto in moto. Continua il Presidente dell’Unione dei Comuni nonché primo cittadino di Belforte Franco Ravera: “Dobbiamo far ca-pire che anche nei paesi più picco-li le indicazioni di velocità vanno rispettate; dobbiamo intervenire per gestire un problema che non è da sottovalutare.” Intanto anche il Comune di Ovada, già in possesso di questi limitatori di velocità in Via Molare e alla frazione Gnocchetto, pare orientato a sistemare altri box arancione in altre zone nevralgiche della città come Corso Italia e Cor-so Saracco. Proprio nei giorni scor-

Grande festa dei cucciolottiGrande festa dei cucciolottiDonato all’ENPA di Ovada un automezzo “Squadra Salvanimali”

Verrà riproposta, dopo il 21 marzo scorso, il 16 e il 23 maggio, presso il Parco “Pertini” di Ovada la grande festa degli Amici Cucciolotti.

In queste due giornate speciali i volontari dell’ENPA di Ovada saranno a disposizione di tutti i bambini e ragazzi che vorranno conoscere meglio l’operato

dell’ENPA. Per l’occasione sarà anche esposto lo “Squadra Salvanimali”, uno dei trentacinque au-tomezzi, equipaggiato con attrezzature speciali per il soccorso degli animali che la Pizzardi Editore ha donato presso il Castello Sforzesco di Milano alle As-sociazioni nazionali. L’ENPA di Ovada, grazie infatti

si si è infatti svolto un incontro tra la ditta produttrice e l’Amministra-zione Comunale, presente la Poli-zia Municipale. “Dobbiamo ancora prendere una decisione defi nitiva – conferma l’assessore alla Viabi-

lità, Sergio Capello – ma io credo che potrebbe portare benefi ci. Dove sono stati installati la velocità si è notevolmente ridotta”.

Luisa Russo

al lavoro svolto nonché all’opera di sensibilizzazione, ha avuto l’o-nore di essere stata individuata per ricevere questo automezzo Peugeot che costituisce anche la prima macchina a disposizione dei volontari. Non solo ma Ovada si è anche distinta tramite i ragaz-zi delle scuole per completare l’al-bum “Amici Cucciolotti” 2015 e le giornate del 16 e 23 maggio rap-presenteranno anche il momento per lo scambio delle fi gurine dop-pie e per il gioco delle cartolotte. Tutti coloro che hanno comple-tato l’album “Amici Cucciolotti” 2015 ricevono un esclusivo regalo da Pizzardi Editore e il certifi cato di riconoscenza dell’ENPA come ringraziamento per aver contribu-ito a salvare gli animali. (l.r.)

Lerma, grazie alla Biblioteca e l’Associazione Culturale

“Un libro per Amico”, riscopre i temi dell’arte, del restauro, dell’antiquariato e della sto-ria del mobile antico. Dopo il primo incontro dell’11 marzo scorso, durante il quale si sono esposte in linea generali le pe-culiarità di questo affascinante mondo con particolare riferi-mento al mobile antico, ha pre-so il via il ciclo di otto lezioni che trattano le principali tecni-che decorative soffermandosi sulla doratura a foglia e il rico-noscimento degli stili dei mobi-li. A tenere il corso è Roberto Boccardo che, dopo aver eser-citato a lungo la professione di antiquario e restauratore, si è dedicato alla direzione della scuola di antiquariato e restau-ro IRAAR con sede a Genova. Organizza corsi a distanza tra-mite Skype o telefono, sem-pre nel campo del restauro e dell’antiquariato. (l.r.)

ScuolaScuolad’antiquariatod’antiquariato

Ha preso il via il 9 aprile il corso base per il volon-

tariato socio sanitario orga-nizzato dall’AVULSS presso il Santuario di San Paolo della Croce di Corso Italia. Il cor-so, aperto a tutti, in svolgi-mento dalle 20.30 alle 22.30, secondo un preciso calenda-rio, si suddivide in tre parti con sedici incontri ed offre la possibilità di acquisire la preparazione per l’esercizio del volontariato in campo socio sanitario e una qualifi -cata presenza accanto a chi si trova in situazioni di bisogno e diffi coltà. La conclusione sabato 6 giugno a Grillano d’Ovada; a coloro che lo fre-quentano per i tre quarti delle lezioni, verrà rilasciato un at-testato di frequenza. (l.r.)

Corso AVULSSCorso AVULSS

Ovada all’ExpoOvada all’ExpoLa pittrice Barbara Callio espone a Milano

Entrare nell’atelier di Via San Paolo della Croce 41 ad Ovada, “casa&bottega” di Barbara Callio, pittrice originaria di Molare, è come attraversare un confi ne ideale che fa passare il visitatore dalla

quotidianità ad uno spazio senza tempo. “Senza tempo come il gesto che faccio quando dipingo – ci dice l’artista di Ovada – quando dipingo mi di-mentico del tempo, per me quel gesto ha un valore universale ed assoluto. Per tutta una vita ho sognato di fare la pittrice. Ora che sono in pensio-ne, posso, fi nalmente, investire su me stessa”. Barbara Callio ha avuto “da sempre” la passione per i colori e il disegno “Passione risalente sin dalle scuole medie, quando bastava disegnare per farmi felice”. Poi è arrivato il Liceo Artistico a Genova, il matrimonio, i fi gli e il trasferimento ad Ovada. Ma mai meno è venuta la voglia di dipingere “Piuttosto di non farlo, di-pingevo di notte”. Ha esposto recentemente a Roma, ricevendo tra l’altro i plausi di numerosi critici d’arte, tra cui Vittorio Sgarbi e Giorgio Grasso. Proprio Grasso ha invitato personalmente Barbara Callio a prendere parte alla prossima Mostra Internazionale di Pittura Italiana Contemporana, or-ganizzata presso la Centrale Idroelettrica di Trezzo d’Adda nell’ambito di Expo Milano grazie al contributo di Enel: “Si tratta di mostrare le proprie opere a tutto il mondo dal 2 maggio a fi ne luglio – ci dice entusiasta la nostra in-terlocutrice – I quadri esposti saranno in vendita e il ricavato andrà interamente in benefi cen-za. In più – conclude Barbara Callio – conte-stualmente alla mostra sarà esposto anche un’opera di Klimt. Non immagina quan-to possa essere contenta di poter dire, un giorno: ho esposto nella stessa mostra di Gustav Klimt!”. (m.n.)

Dopo Bosco Marengo, Frugarolo e Pozzolo Formigaro anche qui i Velo Ok. Sicurezza o bancomat per i Comuni?

Page 6: Inchiostro Fresco - Aprile 2015

Direttore onorario: Rino VaccaroDirettore responsabile: Luisa Russo

Sito a cura di Mattia NestoGrafi ca e impaginazione:

a cura di Sara Pontagrafi [email protected]

Editore de "l’inchiostro fresco"Club Fratelli Rosselli

Iscritto alla C.C.I.A.A. di Alessandriaal n° 226160 il 4/10/2005

P. IVA e C.F. 02096520065Sede Legale: Piazza Garibaldi, 5 - 15076 Ovada (AL)

“l'inchiostro fresco” è registrato presso:Reg. Stampa AL n. 322 del 31/01/1985

R.O.C. n. 11700 del 12/02/1998Trattamento dati: Gian Battista Cassulo

Presidente Ass. Club F.lli Rosselli

La raccolta pubblicitaria è curata in propriotramite i soci dell’Associazione Club Fratelli Rosselli

Tipografi a: Industrie Tipografi che Sarnub S.p.A. Cavaglià (BL)

La tiratura di questo numero è di 15.000 copie

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Redazione:Via Municipio, 20 - 15067 Novi Ligure

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6 l’inchiostro frescoAprile 2015 OVADA E OVADESE

“Fiera di Primavera” targata Ovada“Fiera di Primavera” targata OvadaConclusa con successo la partecipazione degli espositori ovadesi alla Fiera di Genova

Si è conclusa con successo la partecipazione degli esposi-tori ovadesi alla Fiera di Pri-

mavera, la più grande Fiera cam-pionaria di Genova. Il Monferrato Ovadese è stato protagonista con più di 500 mq di esposizione complessiva, rappresentati dalle ditte. Ambientare, Nespolo Diva-ni, Piana Legnami, Mattia Arata, Windoor Serramenti, Mobilifi cio Carosio&Olivieri, Gollo Serra-menti “Siamo soddisfatti – di-chiarano Giorgio Lottero e Mau-ro Scalzo, Presidente di Confarti-gianato e Cna Ovada – per la par-tecipazione e per la qualità degli espositori. L’ovadese conferma la sua peculiarità per l’artigianato, questa iniziativa è una riprova della dinamicità e voglia di fare delle nostre imprese. Ringrazia-mo il Comune di Ovada per la collaborazione e per aver creduto nel nostro progetto”. Soddisfatto anche Giacomo Pastorino, Asses-sore alle Attività Economiche del Comune di Ovada: “Sono tempi diffi cili e troppo spesso alle dif-fi coltà di famiglie e imprese si uniscono quelle degli Enti locali. Tuttavia siamo fortemente con-vinti che proprio nei momenti più duri occorra trovare la forza di fare rete e di unire le energie per promuovere un territorio nel suo complesso. La partecipazio-ne alla Fiera di primavera vuole essere un tassello di un disegno più ampio, della promozione di un intero territorio e delle sue peculiarità dall’agricoltura all’e-nogastronomia, all’artigianato

Il territorio è la nostra aulaIl territorio è la nostra aulaL’Associazione RESTO organizza un ciclo di studi sul paesaggio rurale

Si svolgeranno dal 7 al 10 maggio 2015 ad Ovada presso l’Enoteca Regionale

di Ovada e del Monferrato di Via Torino, giornate di incontri, ri-fl essioni ed escursioni fra vigneti e castelli del territorio ovadese dedicate al tema del paesaggio rurale. Ci sarà anche un wor-kshop fi nale il 10 maggio a par-tire dalle 9.30 presso il Castello di Trisobbio con interventi e con-tributi del mondo della cultura e della ricerca sul tema del paesag-gio e la presenza di Andrea Oli-vero, Vice Ministro alle politiche Agricole Alimentari e Forestali. Il tutto rientra in un progetto dal titolo “DE.CLA.MA” presen-tato dall’Associazione LAN.DIS con sede a Montalcino con una rete di associati a livello nazio-

nale e R.E.STO, l’associazione di giovani studenti ovadesi che ha sempre puntato sul territorio per la sua valorizzazione. Quat-tro giorni intensi che vedono la partecipazione di illustri studiosi e personaggi di spicco del set-tore vitivinicolo anche a livello nazionale. Il 7 maggio dalle 9 alle 18 avrà come tema “il paesaggio rurale: tecniche, approcci disci-plinari, il dibattito in Italia” e vede la partecipazione di Ga-etano Di Pasquale dell’Univer-sità di Napoli, Fabio Salbitano dell’Università di Firenze, Die-go Moreno e Roberta Gevasco dell’Università di Genova Lasa, Carlo Bertelli dell’Associazio-ne Charta, Chiara Pirovano del WWF Italia, Silvia Cavallero del FAI, Luca Giana dell’Università

di Genova. Venerdì 8 maggio dal-le 9 alle 18 tema della giornata è “Il paesaggio rurale: strumenti di valorizzazione, occasioni di lavoro e sviluppo del territorio” con Luca Garavaglia, Master Svi-

luppo Locale UPO, Silvia Bernar-dotti dell’Associazione Lan.dis, Gianfranco Comaschi Presiden-te dell’Associazione per il Patri-monio dei Paesaggi, Matteo Sicio Documentarista, Paolo Derchi

di qualità. Vedremo nel corso del 2015 quali saranno le opportu-nità che riusciremo a cogliere e le prossime mosse da concretiz-zare. Per ora un grazie agli ar-tigiani e allo IAT che ha collabo-rato attivamente per produrre il materiale di promozione degli eventi e delle manifestazioni del Monferrato Ovadese, materiale che naturalmente è a disposi-zione dei visitatori della fi era”. Ora si sta lavorando ad Ovada in Mostra che dovrebbe ritornare nel mese di settembre. (l.r.)

Servizio civileServizio civileLe Associazioni ovadesi selezionano giovani

Sei giovani sono richiesti dalle Associazioni di Ova-da per il servizio Civile.

La Croce Verde Ovadese ne ha selezionato quattro di età com-presa tra 18 e 28 anni più 364 giorni, per due progetti collegati al Bando di servizio Civile Na-zionale 2015. Il bando è rivolto a ragazze e ragazzi che non ab-biano già svolto attività di ser-vizio civile nazionale. La durata del servizio è di dodici mesi (30 ore settimanali). Ai volontari in servizio civile nazionale spetta

un assegno mensile di 433,80 euro. Possono candidarsi anche stranieri, cittadini Ue oppure dotati di regolare permesso di soggiorno. Gli ambiti nei quali i due progetti saranno sviluppati sono l’emergenza e il sociale. L’Associazione Vela Onlus, in-vece, ne ha selezionato due da impiegare nell’ambito del pro-getto: “Una rete per il malato oncologico 2015”, per un perio-do continuato di 12 mesi.

Luisa Russo

Agronomo, Marco Lanza dell’As-sociazione R.ES.T.O., Giacomo Pastorino Vice Sindaco di Ova-da, Paola Novelli Scuola Agra-ria Ovada, Massimiliano Olivieri Presidente dell’Enoteca Regio-nale di Ovada e del Monferrato, Enrico Giannichedda del Museo Civico “Tubino” di Masone, Elisa Paravidino del Centro Sperimen-tale Vitivinicolo della Regione Piemonte Tenuta Cannona e Claudia Parola dell’Associazione Lan.dis. Il Sabato sarà dedicato a visite a produttori ed eccellenze locali signifi cative per i legami e i rapporti con il territorio ovadese e la domenica conclusione al Ca-stello di Trisobbio. La Pro Loco di Ovada ha offerto due borse di partecipazione per ragazzi sotto i 30 anni, mentre il Comune di Rocca Grimalda ne ha offerta una per una persona under 30. La quota di partecipazione è di 260 euro e 210 euro per gli under 30 e gli studenti. Saranno atti-vate convenzioni con strutture locali per pernottamenti e cene. Il modulo di iscrizione è scarica-bile dal sito www.landis.it o su Facebook alla pagina DE.CLA.MA il cui termine utile scade il 27 aprile 2015.

Luisa Russo

Dal 7 al 10 maggio presso l’Enoteca Regiona-le di Ovada giornate di incontri, rifl essioni ed escursioni fra vigneti e castelli del territorio

Page 7: Inchiostro Fresco - Aprile 2015

Dott. Sergio DianaMedico Chirurgo

Prof. a c. di impiantologiaUniversità di Genova

Specialista in Chirurgia Maxillo - FaccialeSpecialista in Odontostomatologia

C.T.U. Tribunale di Genova

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OvadaLun 9 - 12.30Mer 9 - 12.30

Gio 15 - 19.30

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In difesa dell’Asilo PodestàIn difesa dell’Asilo PodestàMasone: mobilitazione per una struttura prescolastica di grande pregio

“Il 2015 ci ha portato una triste notizia: la proba-bile chiusura del nostro

asilo “Barone Giulio Podestà”; fondazione fortemente voluta più di 100 anni fa per un’ar-moniosa crescita della persona e dei valori cristiani dei nostri bambini. Temiamo che tutto ciò stia accadendo tra la scarsa informazione e l’indifferenza generale. Purtroppo non sia-mo nuovi a simili eventi ed è per questo che vogliamo ricor-dare la chiusura prima della scuola elementare parifi cata “Maria Ausiliatrice” di Campo Ligure e, in anni più recenti, quella dell’Istituto Tecnico Su-periore “Carlo Rosselli” sempre a Campo Ligure; due risorse di inestimabile valore per la nostra Valle. Non dobbiamo certo essere noi a rammentare che ogni volta che chiude una scuola è un impoverimento della cultura e dei valori per una comunità. La ricorrenza

del centenario della Fondazio-ne, che avrebbe dovuto essere adeguatamente festeggiata nel 2013, è stata sicuramente un’occasione persa per grati-fi care, coinvolgere e portare a conoscenza la nostra comunità della situazione estremamente diffi coltosa dell’asilo. Pensia-mo che qualcosa si possa e si debba ancora fare per non di-menticare le nostre origini, la nostra identità, il nostro vissu-to...in sintesi la NOSTRA STO-RIA: tutti noi abbiamo varcato quell’uscio, abbiamo gioiosa-mente appreso i fondamenti dell’educazione e dello stare insieme, tutti noi abbiamo corso e giocato nel nostro cor-tile assaporando quella serena atmosfera sotto l’occhio sempre vigile e materno delle nostre care Suore; e come possiamo dimenticare quella piccola e bella Cappella che ci ha visto tante volte riuniti e che, per antica tradizione, è diventata

luogo di festoso raccoglimento per i nostri bambini che ogni anno si accostano alla Prima Comunione? Riteniamo infi -ne non sia inutile ricordare il metodo preventivo di San Giovanni Bosco che si basa su quattro punti fondamen-tali: 1) Casa che accoglie; 2) Parrocchia che evangelizza; 3) Cortile dove vivere l’ami-cizia e l’allegria; 4) Scuola che educa alla vita...gli stes-si valori che hanno ispirato e guidato tutti gli educatori che si sono succeduti negli anni. Pensiamo che, in fon-do, sia nostro dovere sentirci tutti responsabili in qualche modo della possibile chiusura di questa preziosa realtà che è la nostra Fondazione Barone Giulio Podestà e che, se lo vo-gliamo, tutti insieme forse pos-siamo fare ancora qualcosa”.

Un gruppo di amici e sostenitori dell’Asilo Barone Giulio Podestà

Dedichiamo la pagina di apertura della Valle Stura

a questa lettera che ci giunge in redazione da parte di un gruppo di masonesi che si stanno adope-rando per tentare di mantenere in vita questo asilo. Noi confi diamo che il loro impegno abbia un esi-to positivo anche perché asili e scuole, uniti ad un buon sistema di collegamenti locali e di assi-stenza sanitaria in loco concor-rono a mantenere vivi ed abitati i centri non solo della Valle Stura, ma più in generale di tutto quel comprensorio che gravita attor-no alle grandi città.

La Redazione

Gli interni e gli esterni dove i

piccoli, masonesi e non, crescono,

imparano e si divertono

4.000 pendolari in rivolta4.000 pendolari in rivoltaIl Comitato Trasporti della Valle Stura si riunisce a Masone

Importante incontro giovedì 16 aprile presso la sala Consiliare del Comune di Masone, si riu-

nisce il Comitato Difesa Trasporti valle Stura ed Orba. Nato sponta-neamente due anni fa a Campo Ligure, il Comitato si prefi gge di tutelare i diritti dei pendolari valligiani. In primis fruitori della linea ferroviaria Genova-Acqui Terme e quindi dei collegamenti su gomma, tramite le linee ATP che collegano il capoluogo ligure (e Voltri) con i paesi della Valle Stura, Tiglieto ed Ovada. La costi-tuzione fu determinata allora dal paventato taglio di ben otto cop-pie di treni, che fece raccogliere in meno di una settimana oltre 4.000 fi rme consegnate poi al Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando. La clamorosa iniziativa, unita all’azione dei due consiglieri regionali Aldo Siri ed

VIRGINIA CALISSANO @MVirgiCalissano @

Antonino Oliveri, riuscì a limitare i tagli. Ma se l’ “ordinaria ammi-nistrazione”, registra continui disservizi (basti citare la chiusura della linea per il “piano neve”, cui abbiamo dato ampio resoconto nell’ultimo numero) nuove sfi de

attendono il Comitato. A breve infatti è prevista l’interruzione della linea causa lavori al “nodo” di Sampierdarena, e sono allo studio le soluzioni per consentire ai pendolari di raggiungere il ca-poluogo ligure.

l’Arca

La politica è il mestiere più onorevole del mondo perché riesce, o dovrebbe riuscire, a mettere insieme le due parti della mela che di solito se ne vanno più velocemente per i fatti loro: la teoria e la pratica.

La politica è la continua applicazione di intenzioni di carta: programmi, leggi, proposte, riforme, progetti, discussioni, tavole rotonde, convegni, studi, dossier, montagne di dati. Ma lo scopo è sempre quello: cam-biare la condizione di vita del maggior numero possibile di persone. Per questo la domanda da fare a fi ne mandato sarebbe una sola: “A quante persone pensa di essere arrivato con la sua azione, onorevole? Quante volte c’è riuscito? Onorevole, quante volte?”.

Davide Ferreri

“Quante volte, onorevole?”

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L“Quante volte onorevole?”“Quante volte onorevole?”

Page 8: Inchiostro Fresco - Aprile 2015

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Dal lontano 1950 una tradizione dolciaria che si tramanda da più generazioni

Il ritorno della Primavera non coincide soltanto con il “risve-

glio” della natura ma anche con un rinnovato calendario, denso di ap-puntamenti, per il Parco del Beigua. Iniziative ed eventi che si prefi gura-no l’ambizioso obiettivo di sensibi-lizzare il visitatore alla conservazio-ne del pianeta Terra, conservando-ne le suo risorse ambientali.

• 22 maggio si celebra la Giornata Mondiale della Diversità Biologica voluta dalle Nazioni Unite, proprio per promuovere questo non eludi-bile tema• 24 maggio Giornata Europea dei Parchi (EUROPARC) per ricorda-re il giorno in cui, nel lontano anno 1909, in Svezia venne istituito il primo parco europeo.• Il 30-31 maggio si rinnova l’ap-puntamento con il G6T Day, una due-giorni promossa dall’Associa-zione Italiana Geologia e Turismo, avente il patrocinio della Federa-zione Italiana Scienze della Terra – FIST, per la valorizzazione dell’im-menso patrimonio geologico del nostro Paese ai fi ni di un turismo qualifi cato• Il 31 maggio assieme al Club Al-pino Italiano durante il quale si fe-steggerà la giornata nazionale “in cammino nei Parchi”, un impor-tante evento organizzato grazie an-che al sostegno della Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali• Il 5 giugno si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente, istituita dall’ONU per ricordare la Confe-renza di Stoccolma sull’Ambiente Umano del 1972, durante la quale prese corpo il Programma Ambien-te delle Nazioni Unite (UNEP)• Dal 2 maggio al 7 giugno vi sa-ranno le Settimane dei Geoparchi Europei, ovvero una ricca car-rellata di attività ed iniziative che coinvolgeranno tutta la rete dei Geoparchi in Europa così da favo-rire la conoscenza ed accrescere l’attenzione del grande pubblico nei confronti del patrimonio pae-saggistico e naturalistico

Eleonora Gatti

Primavera Primavera sul Beiguasul Beigua

8 l’inchiostro frescoAprile 2015

Edoardo Rixi è l’attuale Vice Segretario federale della Lega Nord

Tenere vivo il fuoco, non adorare le ceneri, così Mons. Pier Giorgio Micchiardi, vescovo di Acqui, ha

esordito al Santuario di N.S. delle Rocche presso Molare, in occasione dell’annuale incontro delle Confraternite diocesane, tenutosi lo scorso 14 marzo. Riprendendo le parole di papa Francesco, il Vescovo ha ribadito il signifi cato delle confraternite oggi: rinnovarsi nella tradizione. Il calo dei

sacerdoti richiede un sempre maggiore im-pegno dei laici nella vita parrocchiale; ed ecco proprio organizzazioni laiche secolari quali le confraternite, possono supporta-re le necessità della Chiesa, visitando gli infermi, portando loro la Comunione, ac-compagnando i defunti al cimitero per un ultima preghiera e conforto ai congiunti. Non solo oratorio, dunque, ma fattiva par-tecipazione a sostegno del clero. Ha quindi

preso la parola Enrico Ivaldi, priore gene-rale del Priorato diocesano che ha innan-zitutto evocato la fi gura di don Vincenzo Scaglione, compianto parroco di Ferrania e profondo conoscitore del mondo con-fraternale. Ivaldi ha poi ricordato i dieci anni di impegno del Priorato ed i futuri appuntamenti, dal Cammino nazionale di Torino del prossimo 14 giugno, in occasio-ne dell’ostensione della Santa Sindone ai 950 anni della dedicazione della cattedrale di Acqui a san Guido, prevista per il 2017. Il priore generale ha anche ricordato che quest’anno scade il mandato del Priorato ed invitato le Confraternite tutte ad espri-mere con il loro voto le preferenze da sot-toporre a Mons. Vescovo. Quindi ha avuto inizio la caratteristica Via Crucis lungo il viale di accesso al Santuario, terminata all’interno della chiesa per un momento di preghiera terminato con l’Adorazione eucaristica. Alle 12,30, dopo la rituale foto di gruppo sulla scalinata del Santuario, l’in-contro ha avuto termine.

VALLE STURA

Rixi, fi glio della Valle SturaRixi, fi glio della Valle SturaIl candidato al Consiglio Regionale Ligure per la Lega Nord in una intervista per l’inchiostro fresco

“Dal 1971 a oggi il nostro entroterra ha perso il 34,3% della popolazio-

ne, uno spopolamento record, oltre quattro volte superiore a quello della media italiana dell’8,1%. Per invertire questo trend negativo dobbiamo puntare sui servizi: tra-sporto e sanità in primis”. Puntare sulle vallate interne e sui territori è il leitmotiv di Edoardo Rixi, consiglie-re regionale, vicesegretario federale della Lega Nord e oggi candidato al Consiglio Regionale Ligure. 41 anni da compiere, grande appassionato di montagna e di alpinismo, Rixi ha un forte legame con la Valle Stura: di Masone è originario il ramo materno della sua famiglia. “Solo partendo dall’entroterra potremmo rilan-ciare l’intera regione - dice Rixi – è indispensabile fornire alla popola-zione che vi abita tutti i servizi e i collegamenti di cui hanno bisogno. Pensiamo alla linea ferroviaria Genova-Ovada. Così com’è non può andare: per rendere effi ciente un servizio vitale per i pendolari è da rivedere il contratto di servi-zio della Regione con Trenitalia e fare accordi con il Piemonte. Biso-gna aggiornare i convogli. Penso al modello catalano con convogli leggeri che consentano un rapido e puntuale collegamento con Genova puntando sui passeggeri mentre Terzo Valico deve diventare una linea funzionale alle merci”. Strate-gici i collegamenti ferroviari anche in chiave turistica. “Il trasporto su ferro garantisce l’ecocompatibili-tà, dà la possibilità di spostarsi in modo rapido e di arrivare nel cuo-re del nostro entroterra. Dobbiamo prendere esempio dalla Svizzera. Solo così potremmo incentivare la ricettività diffusa e la promozione delle nostre valli”. Un entroterra popoloso è per Rixi il primo tassello per la difesa del territorio per esem-pio dagli eventi alluvionali. “Frane e smottamenti si prevengono te-nendo vivo il territorio. Ma non basta: occorre superare gli assurdi vincoli che oggi impediscono la ri-mozione della ghiaia per esempio

Confraternite al Santuario di MolareConfraternite al Santuario di MolareGrande raduno presso la N.S. delle Rocche per l’annuale incontro diocesano

dagli alvei dei fi umi e dei torrenti e agevolare il taglio degli alberi. Ci siamo battuti in Regione per supe-rare dei limiti imposti da un am-bientalismo fasullo ed estremista che limita l’utilizzo consapevole del territorio: c’è ancora molto da fare. Per esempio trovo assurdo che a un contadino si impedisca oggi il ta-glio di legna in una zona compre-sa nei Sic o di dotarsi di un mini impianto eolico, ma poi si dia l’au-torizzazione a costruire degli eco-mostri come la centrale a biomasse a Masone o il traliccio Enel sull’ex strada militare. Promuovere la cura del territorio passa anche da incentivi e detassazione delle pra-tiche agricole: pensiamo ad agevo-lazioni fi scali per chi mette in sicu-rezza i propri terreni sull’esempio di chi mette a norma con il rispar-mio energetico la propria abitazio-ne». Oltre ai servizi e a una gestio-ne del territorio più in linea con le reali esigenze della popolazione, Rixi punta sulla necessità di rivi-talizzare il tessuto economico delle

valli interne. Penso alle botteghe storiche dell’entroterra su cui sto conducendo una piccola battaglia anche a Roma. Vanno cancellati gli assurdi studi di settore che stanno facendo chiudere centi-naia di negozi la cui presenza è indispensabile per garantire alla popolazione i servizi minimi per la vita quotidiana. Puntando su progetti di cooperazione, nel com-mercio e nell’artigianato, e di de-fi scalizzazione potremmo portare giovani imprenditori nell’entro-terra per aprire nuove attività”. Da quest’anno è diventata realtà la Città metropolitana. “Mi sembra che i territori siano scarsamente rappresentati. Infi ne, se tutti i cit-tadini metropolitani hanno ugua-li doveri, dovrebbero avere anche gli stessi diritti. Perché non pensa-re a ticket integrati treno-bus come quelli esistenti nell’area di Genova anche per l’entroterra?”.

Massimo Calissano

VIRGINIA CALISSANO @MVirgiCalissanoO

Page 9: Inchiostro Fresco - Aprile 2015

Carta & fi ligrana d’autoreCarta & fi ligrana d’autoreA Mele si mette in campo la creatività dei maestri della Valle

Nei locali del Museo della te-stimonianza dell’arte carta-ria ad Acquasanta di Mele,

è stata celebrata sabato 21 marzo, la conclusione uffi ciale del proget-to regionale, co-fi nanziato dall’U-nione Europea, per il recupero degli antichi mestieri che hanno caratterizzato per secoli la vita di diverse comunità, in Liguria e nel resto d’Italia. I due progetti che riguardavano la Valle Stura erano incentrati sugli artigiani della car-ta a Mele, mentre della fi ligrana a Campo Ligure. L’evento conclusi-vo è stato introdotto, dopo i saluti del presidente di Xelon Sinergeti-ca (l’azienda che si è occupata del progetto in Liguria), dal Sindaco di Mele Mirco Ferrando che ha inizialmente ringraziato gli ex Sin-daci, Clio Ferrando e Domenico Romani, che “sono riusciti a re-alizzare un sogno, scommettendo sul ritorno dell’economia della carta artigianale, su cui Mele ha vissuto per centinaia di anni” e ha introdotto il rinnovato Museo “dove oltre alla struttura da visi-tare abbiamo un museo vivo, con l’attività di Giuseppe Traverso che permetterà a tutti di vedere quali erano le attività cartarie prima dell’avvento delle macchi-

ne a vapore”. Il sindaco Ferrando ha ribadito come il Museo sia “un punto di eccellenza, che ci per-mette di avere un pacchetto tu-ristico con le Terme ed i percorsi naturalistici delle Giutte”, con il fi nanziamento regionale. Inoltre, ha spiegato il primo cittadino me-lese “da luglio in poi sarà rimes-sa in funzione la ruota esterna che produceva l’energia per la cartiera attraverso l’acqua, quin-di chi verrà in visita al museo dall’estate troverà una cartiera che funziona come nel Settecen-to”. Giuseppe Traverso, il nuovo Mastro Cartaio, ha illustrato ai partecipanti il lavoro degli antichi cartai. Il Museo sarà aperto dal mercoledì alla domenica, per nove ore al giorno e venderà anche la carta realizzata artigianalmente in loco. Dopo il progetto dell’artigia-no della carta è stato presentato quello della fi ligrana, con il Sinda-co di Campo Ligure, Andrea Pasto-rino, che ha ringraziato tutti gli or-ganizzatori e ha spiegato che “aver organizzato il corso sull’artigia-nato della fi ligrana, è stato una grande opportunità per il nostro Comune, dove si porta avanti una tradizione che risale all’Otto-cento”, ma purtroppo, ha spiegato

il primo cittadino campese “la tra-dizione si sta via via perdendo, nel 1980 a Campo Ligure c’erano ventisei laboratori di fi ligrana mentre oggi sono appena dodici. Proprio per questo sono estrema-mente felice di questi corsi, che hanno insegnato ai giovani un mestiere straordinario che stava rischiando di scomparire”.

Fabio Mazzari

Il Museo della Carta rimarrà aperto

da mercoledì alla domenica dalle ore 9.00 alle 18.30.

È gradita la prenotazione:tel 010. 638.103

cell. 335 16.23.161

9l’inchiostro frescoAprile 2015VALLE STURA

Sassello: alunni del ventoSassello: alunni del ventoUn progetto coinvolge gli studenti da Pontivrea a Stella S. Giovanni

Nell’anno scolastico 2014-2015 le seguenti Scuole: In-fanzia di Sassello e Stella S.

Giovanni, Primarie di Pontinvrea, di Stella S. Giovanni e di Stella S. Martino, Secondaria di Sassello svolgono un percorso unitario verticale nell’ambito del Progetto di Rete dal titolo “Laboratorio del vento”. Un’importante iniziativa rivolta agli studenti del circon-dario di Sassello, coinvolti nella realizzazione di un vero e proprio itinerario narrativo-fantastico. In-fatti, “forti” anche del gemellaggio con i compagni dell’Istituto Com-prensivo di Favignana di Trapani, gli studenti delle Scuole Primarie hanno costruito un calendario meteorologico, una rosa dei venti, una bussola funzionante. Inoltre si

sono studiate anche le esperienze relative alla percezione del vento e alla costruzione di oggetti volanti. Invece gli studenti delle Scuole Primarie hanno preso parte al Progetto “Un mondo di rischi” di cui “Laboratorio del vento” fa par-te. Avvalendosi della collaborazio-ne del Parco Beigua e della CRI di Sassello, l’iniziativa ha affrontato il tema del rischio idrogeologico e la sua prevenzione, la protezione dei cittadini, i venti della Liguria le sue caratteristiche, l’energia derivata dal vento nel corso della storia ed i Parchi eolici del terri-torio. I ragazzi di Sassello hanno davvero fatto esperienza “col ven-to in poppa!”.

Mattia Nesto

Page 10: Inchiostro Fresco - Aprile 2015

Ad Acqui Terme manifesta-zioni per tutti i gusti. È

stato uffi cialmente presenta-to nei giorni scorsi a Palazzo Levi, sede del Comune di Ac-qui Terme, il calendario delle manifestazioni organizzate dall’amministrazione comuna-le. Quest’anno, le notti bianche, si terranno il 27 giugno ed il 1° agosto. La prima avrà come tema specifi co la storia romana ed in particolare i rapporto tra Bacco e Venere. Il 25 aprile vi sarà una serata dedicata al 70° anniversario della Liberazione con il concerto e spettacolo di lettura scenica “Resistenza” degli Yo Yo Mundi dedicato alla Band Tom e altre storie partigia-ne che si terrà alle 21 in piazza Bollente. Per quanto riguarda l’arte si segnala l’antologica di pittura dedicata a Pablo Picas-so dal titolo “Picasso – Segni Dialoganti” che sarà visitabile nell’area espositiva del Liceo Saracco di corso Bagni dall’11 luglio al 30 agosto. Il 28 giu-gno sarà la volta della giornata conclusiva con le premiazioni della 10° edizione del Premio “Acqui Ambiente” che si terrà nella suggestiva cornice di Villa Ottolenghi. Dal 3 al 31 luglio al Teatro Giuseppe Verdi di piaz-za della Conciliazione si terrà invece la rassegna “Acqui in Palcoscenico”. Infi ne per saba-to 17 ottobre al Teatro Ariston di piazza Matteotti è prevista la giornata conclusiva con la consegna dei riconoscimenti della 48° edizione del Premio “Acqui Storia” che ogni anno ri-chiama nella città termale molti appassionati e studiosi di storia e soprattutto il pubblico delle grandi occasioni. (g.l.f.)

Acqui in Acqui in vetrinavetrina

Con “Economia e medicina nel-la storia dell’Italia moderna”

del prof. Giorgio Cosmacini di Mi-lano si aprono le giornate culturali dell’Acqui Storia 2015. Il tradiziona-le ciclo di iniziative aperte al pubbli-co in cui fi gure di spicco del pano-rama culturale italiano presentano i propri volumi su rilevanti tematiche storiche di attualità propone uno dei più importanti cattedratici sto-rici della medicina italiani. In una gremita sala conferenze di Palazzo Robellini, ad Acqui Terme, è stato ospite il prof. Cosmacini, docente di Storia della Medicina dell’Universi-tà Statale di Milano e di Storia della Scienza dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Cosmacini ha presentato il suo libro “La scom-parsa del dottore - Storia e cronaca di una estinzione” edito da Raffa-ello Cortina Editore Milano. Figura di importante caratura, il professo-re è attualmente considerato il più rilevante storico della medicina italiano vivente. Il tema ha voluto offrire all’uditorio un taglio in parte storico in parte di grande attualità: il manifestarsi nell’Italia moderna di un contesto socio politico in cui le esigenze economiche emergen-ti hanno condizionato sempre piu l’offerta sanitaria nazionale. Intro-dotto e moderato da Carlo Sburlati, responsabile esecutivo del Premio, e dal dottor Giuseppe Gola, docente presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, l’incontro ha attirato nella cittadina termale una cospicua parte del panorama catte-dratico-medico nazionale. (f.b.)

Acqui storia Acqui storia 20152015Conad: in coda con i carrelliConad: in coda con i carrelli

Ex vetreria Borma: inaugurato il nuovo Superstore

Grandissima l’affl uenza con centinaia e centinaia di persone, armate di carello

e borse della spesa, che hanno let-teralmente preso d’assalto il nuovo supermercato della Conad, regi-strando già un ora prima dell’inau-gurazione il tutto esaurito nei due parcheggi riservati alla clientela, uno sotterraneo, l’altro, antistante l’ingresso. Queta la cronaca dell’at-tesissima inaugurazione del nuovo Superstore avvenuta il 26 marzo 2015. L’evento è da intendersi un importante risvolto per Acqui Ter-me, non soltanto dal punto di vista della nuova offerta commerciale - certamente di qualità e indub-biamente attenta alle esigenze dei nostri cittadini - il vero aspetto po-sitivo è certo quello occupazionale. A dar prova di questo, le parole dei vertici Conad intervenuti all’inau-gurazione, i quali hanno spiegato come il nuovo Store abbia una superfi cie totale di 2.800 metri qua-drati, di cui 1.640 esclusivamente riservati alla vendita, superando le 11 mila referenze proposte, im-mancabili, fra queste, il marchio di casa Conad. Un’offerta che si com-pleta con la parafarmacia e altri tre spazi che verranno prossimamente destinati al fi ne di rendere il cen-tro una risposta effi ciente ad ogni esigenza. Sottolineato il risvolto positivo dal punto di vista occupa-zionale con 41 persone assunte fra le 2000 che ne avevano fatta richie-sta. Grande soddisfazione traspare dalle parole del Sindaco Enrico Bertero, che ha detto: “L’apertura di questo nuovo punto vendita della Conad rappresenta il primo passo del riutilizzo dell’area in-dustiale dell’ex vetreria Borma. Prossimamente dedicheremo una via - interna all’area dove si stan-no realizzando una serie di edifi -

ci - alle molte persone che hanno lavorato nella vetreria”. Parole che hanno suscitato grande ap-prezzamento da parte di tutti per poi procedere alla benedizione da parte del parroco don Mario Bogliolo del santuario cittadino della Madonna Pellegrina. Sguar-do fi sso sul territorio, quindi. Non

da ultimo, l’allestimento, per l’oc-casione, di un’area degustazione di prodotti locali e specialità delle zone dell’acquese. Il nuovo punto Conad sarà aperto dal lunedì al sabato dalle 8,30 alle 20 e la dome-nica dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20.

Federica Balza

A scuola di grande calcioA scuola di grande calcioAperte le iscrizioni alla prestigiosa scuola di calcio del Real Madrid

Dopo i c a m p u s estivi di

Milan e Genoa, l’appuntamento di quest’anno per la città di Acqui Terme ha i colori madrileni. Sarà proprio questa cittadina termale ad ospi-tare, dal 22 al 26 giugno, la scuola di calcio della squadra più titolata al mondo: il Real Madrid. A parlarne con noi è il responsabile della scuola estiva, l’acquese Tonino Battaglia, che racconta come l’iniziativa sia promossa dalla Fondazione Real Madrid - attiva ormai da anni in oltre 20 nazioni - con il patrocinio del Comune di Acqui Terme. Ci spiega come i ragazzi che decideranno di par-tecipare al campus verranno seguiti esclusivamente da allenatori tesserati dal Real Madrid provenienti diretta-mente dalla Spagna e di come, quindi, questa esperienza possa rivelarsi un’opportunità unica ed entusiasmante. Sara l’occasione per una vacanza formativa all’insegna di sport e divertimento, dove ogni iscritto potrà conta-

re sull’assistenza continua di uno staff altamente qualifi cato. Il cam-pus è rivolto a ragazzi e ragazze di un età compresa tra i 7 ed i 17 anni con un costo a partire da 390 euro. Continua Battaglia: “Le iscrizio-ni al campus sono già aperte e stiamo già ricevendo adesioni

provenienti da tutte le regioni d’Italia. Un particolare ringraziamento degli organizzatori va all’ammini-strazione comunale nelle persone del sindaco Enrico Bertero e dell’assessore allo sport e manifestazioni Mirko Pizzorni. Durante lo svolgimento del campus estivo non è esclusa una visita da parte dell’allenato-re del Real Madrid Carlo Ancelotti”. Il campus estivo del Real Madrid ha anche un proprio sito internet www.scuolacalcio-realmadrid.com mentre a partire dai pros-simi giorni verrà attivato anche un numero telefonico attraverso il quale sarà possibile ottenere ulteriori infor-mazioni sul campus 331-5499287.

Federica Balza

Si terrà ad Acqui Terme, nel secondo fi ne settimana di

ottobre, il XVIII Raduno interse-zionale del I Raggruppamento sezioni del Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Francia che si pre-vede porterà circa 20 mila penne nere: si inizierà il 3 ottobre con l’inaugurazione della mostra sul-la Storia delle truppe Alpine per culminare con la grande sfi lata di domenica 11 ottobre. Il “Giorna-le d’Acqui”, nel n. 3 del gennaio 1928, comunicava la notizia che la sede Centrale dell’Associazione Alpini, incaricava il Signor Enrico Villa di Milano, socio fondatore dell’A.N.A, allora Capotecnico alla Vetreria MIVA, di formare una sezione di Alpini. Il primo gruppo ad essere inaugurato fu quello di Ponzone con una cerimonia il 19 Agosto 1928. (f.b.)

Mi sun alpinMi sun alpin

Page 11: Inchiostro Fresco - Aprile 2015

Franco Camera imprenditore dell’annoFranco Camera imprenditore dell’annoLa ditta PubbliO di Ovada, tramite il suo titolare, ha ricevuto il prestigioso premio dalla Confartigianato

Giovedì 19 marzo nella sug-gestiva cornice di Villa Bottaro di Silvano D’orba

ha avuto luogo il dibattito sul tema “Expò 2015: l’Italia sotto i rifl et-tori del mondo”, contestualmente alla 13° edizione de: “l’imprendi-tore dell’anno”, un riconoscimen-to uffi ciale da parte di Confarti-gianato al titolare della PubliO di Ovada, Franco Camera. Alla pre-senza del dott. Walter Andreazza, Project leader Confartigianato for Expò, e del Presidente zonale del-la Confartigianato, Giorgio Lotte-ro, un simbolico omaggio, la targa d’argento, è stato attribuito ad un artigiano che ha rappresentato in questi anni l’eccellenza manifattu-riera, ha saputo valorizzare, nono-stante la crisi, la produzione arti-gianale locale, offrendo prodotti di qualità, innovando costante-mente la produzione, in base alle sempre più complesse richieste del mercato. Una sfi da diffi cile, che Franco Camera ha portato avanti da tempo, come tanti altri piccoli imprenditori locali, con passione impegno, per riafferma-re l’importanza delle piccole im-prese e dell’autentico “made in Italy”, un marchio, che oggi rap-presenta l’eccellenza e la qualità. “Saranno proprio gli artigiani ovadesi - spiega il Dott. Andreazza - a partecipare dell’Expò milane-se 2015, che inizierà il 1° mag-gio a Milano e terminerà ad otto-bre”. Le aziende della provincia di Alessandria saranno allocate nei sei stand dedicati al “Fuori Expò”, in via Tortona 32, zona navigli, dal 18 al 22 giugno. “Confartigianato per la straordinaria manifesta-zione Expò 2015 - continua An-dreazza - crea l’Italian makers village, un luogo dove tradizione

Festa di primavera conFesta di primavera conBosco Marengo si apre alla bella stagione

Secondo le più rosee previsio-ni, grande affl uenza di parte-cipanti alla manifestazione

svoltasi domenica 29 marzo a Bo-sco Marengo che, come di consue-to, apre le porte alla bella stagione. Vivace e colorato, il piccolo borgo alessandrino ha attirato numerosi curiosi che, complice la splendida giornata, hanno potuto trascorrere una domenica all’insegna del relax in compagnia delle loro famiglie. Archiviati sciarpe e cappotti, le persone hanno potuto così godere del primo sole primaverile tra ban-chetti di artigianato locale, frutto dell’abilità e della creatività dei maestri di zona, fi ori, piante, moto d’epoca e fi ammanti Ducati e tan-to altro ancora. I più fortunati, che sono riusciti a raggiungere Bosco Marengo in mattinata, hanno potu-to altresì deliziarsi con i piatti of-

e modernità si fondono”. I nume-rosi Stand espositivi ospiteranno a rotazione, nelle 27 settimane di Expò, le imprese che desidere-ranno aderire alla Rassegna delle Eccellenze. Ogni settimana vedrà proposto un tema, (startup, ma-kers, business), di fi liera (fashion, design, energia/ambiente) e di prodotto (formaggio, cioccolato, vino, etc). Ogni settimana, inoltre, verrà ospitato un Paese straniero (Country Week), riservando uno spazio espositivo ed una giornata dedicata alla promozione degli usi, dei costumi e dell’economia del proprio territorio. “La Con-fartigianato ha deciso di credere

nella sfi da e nell’opportunità pre-sentate da Expò 2015 - ci dice an-cora Andreazza - poiché porterà l’Italia sotto i rifl ettori del mon-do, sarà una vetrina imperdibile per le nostre imprese artigiane, colonna portante della qualità produttiva italiana e del concetto stesso di Made in Italy”. La sera-ta si è conclusa con la parola del Parroco Don Alessandro, dei sin-daci di Ovada e Silvano d’Orba: Paolo Lantero e Ivana Maggiolino che hanno rimarcato l’importanza delle piccole imprese artigiane del territorio ovadese.

Marta Calcagno

Franco Camera con familiari e dipendenti mostra il diploma appena ricevuto dal dott. Walter Andreazza e dal dott. Giorgio Lottero

ferti dalle Pro Loco locali e cucina-ti secondo la tradizioni della zona, per poi proseguire nella visita dei prodotti esposti o dei siti di inte-resse storico-culturale, quali avan-ti tutti, il Complesso Monumentale di Santa Croce. Numerose anche le attrazioni per i più giovani come i giochi gonfi abili, un giro a cavallo o, novità di quest’anno, l’esibizio-ne di Agility Dog. Girando per le vie del paese la sensazione è stata quella di clima di grande serenità, tranquillità e grande entusiasmo, segno dell’ottima organizzazione portata a termine dall’Associazio-ne Amici di Santa Croce che, come negli anni passati, è riuscita a ra-dunare moltissime persone alla riscoperta delle piccole meraviglie racchiuse nel borgo di Papa Pio V.

Samantha Brussolo

Uno scorcio di Bosco Marengo immortalato dall’obbiettivo di Daniele Cifalà

Fra i 780 siti proposti dalle Giornate FAI di Primavera

il castello di Mornese ha me-ritato un posto d’onore. Ben organizzata la visita con mol-te spiegazioni ben descritte anche da alcuni alunni della locale Scuola Media.Un grazie anche agli artisti Bucciarelli e Miglio che hanno esposto le loro bellissime opere. Dal ricetto del castello è bella la vi-sta sui tetti del paese ed anche del Monte Tobbio. Nella scala di accesso alle stanze superio-ri del castello sono esposte anche numerose spade e ala-barde. Per l’occasione sono state proiettate delle foto dei castelli vicini come pure opere dei pittori Rubens e Van Dyck che ritrassero alcuni membri della famiglia Doria antichi proprietari del castello. Anche un bel video del Parco Delle Capanne di Marcarolo ha ar-ricchito la visita al Castello.

Giovanni Sanguineti

Il Castello Il Castello di Mornesedi Mornese

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12 l’inchiostro frescoAprile 2015

Lo scorso numero ho promesso

di parlare della cittadina che ha

sostituito “Rondinaria” come capoluogo del nostro territorio: Ovada, centro dell’ovadese. La cittadina fu, probabilmente, fondata da popolazioni liguri che, sfuggendo alle inva-sioni dal mare, si erano rifugiate nel nostro territorio: gli Iliati a Serravalle, gli Statielli ad Acqui Terme e, nel mezzo del territorio, i nostri antenati. Conquistata questa zona, i Romani costruirono un “castrum”, dove i tor-renti Stura ed Orba s’incontrano e di lì nacque Guà (Guado), cioè Ovada. Gli storici dicono che quando si parla di Storia bisogna citare documenti o reperti archeologici. Io a volte sfuggo a questa regola e mi affi do ai racconti orali o alle leggende: però è scritto che Ovada esisteva già nel 991 d.C. Gli Aleramici furono, probabilmente, i primi feudatari con la linea dei Del Bosco. Poi la Repubblica Genovese pose le sue mire espansionistiche su questo borgo, divenuto importante per il controllo delle strade che collegavano il territorio ligu-

re alla Pianura Padana. La città subì due gravi pestilenze: la prima nel 1348, quando quattro ovadesi su cinque morirono e la seconda nel 1631. Ed Ovada, pur tra alterne vicende, rima-se fedele a Genova fi no all’età Napoleonica. Mi piace prima di passare ad altro, ricordare

un fatti d’armi che causò, nel 1672, gravi per-dite alle truppe dei Savoia: infatti al primo as-salto delle truppe sabaude, gli ovadesi fecero saltare delle mine che fermarono l’avanzata. Ed allora iniziamo ad illustrare Ovada parten-do dalla sua Parrocchiale, che è sicuramente di grande bellezza. L’inizio della costruzione risale al 1800 e l’opera fu sostenuta, anche ma-terialmente, dai parroci Giò Guido Ferrando e Francesco Compalati. Questa Chiesa è ricca di pregevoli opere d’arte. Le volte delle tre campate sono affrescate dal pennello di Pie-tro Ivaldi detto “Il Muto” (Toleto di Ponzone 1815-1885), attivo in tutto l’Alto Monferrato ed in particolare nella Cattedrale di Acqui Ter-me. Alle pareti quadri affi dati a pittori di ot-tima fama, come Rodolfo Gambini, Giovanni Passano, Tommaso Cereseto, Luca Giordano, Carlo Cacciatori, Ignazio Tosi e Franco Resec-co. Molte le statue lignee di Gianbattista Dra-go ed un bellissimo organo dei fratelli Serassi di Bergamo. Con il prossimo numero prose-guiremo il percorso delle bellissime contrade ovadesi.

Pierfranco Romero

Piazza dell’Assunta in una foto dell’Accademia Urbense

RONDINARIA AMARCORD

Ecco la mia “Rondinaria”Ecco la mia “Rondinaria”Continua il viaggio di Pierfranco Romero nella Valle dell’Orba, questa volta tappa ad Ovada

La semplice bellezza di Bosco Marengo nei racconti di una volta

In questo numero parlo del mio paese ovvero Bosco Marengo che grazie ai racconti dei miei

genitori, non più giovanissimi, ho scoperto essere stato un “mondo” stupendo che ormai non esiste più. Ecco cosa ho “raccolto” grazie ai loro racconti. Anni fa (nemmeno troppo lontani), parlo degli anni ‘20, in ogni rione del paese, le don-ne più anziane, che non lavoravano più nei campi, si radunavano sia al pomeriggio che alla sera per mette-re “pezze” a pantaloni e camicie e per rammendare il rammendabile chiacchierando tra loro mentre, al pomeriggio, tenevano sotto con-trollo i bambini che giocavano a nascondino e giravano in biciclet-ta. I panni si lavavano al “lavatoio” detto “la lavera” utilizzando cenere “alseia”. Le lenzuola, di tela ruvida, venivano messe a bagno con una colata di questa cenere e strofi nate infi ne risciacquate e stese sull’erba della ripa di fronte. Il risultato di tale trattamento era perfetto, len-zuola bianchissime e profumate; profumo accompagnato da quello del Mulino attacato alla “lavera” che macinava instancabilmente grano e meliga. L’arrivo dell’inverno portava con sè quello dei “tarpisei” che alloggiavano nella locanda del mulino. I “tarpisei” setacciavano i prati alla caccia delle talpe che danneggiavano gli stessi con le loro tane e i loro cunicoli. Per i prati gira-vano anche gli acquaroli a “cavallo” delle loro biciclette e con in spalla sempre i loro fedeli badili utilizzati per incanalare le acque dei fossi per irrigare al meglio i terreni; loro non rifi utavano mai un buon bicchiere di vino offerto dai contadini per il servizio reso. Nel paese trovavano posto, e lavoravano, ben otto bot-teghe alimentari e quattro macellai. Alcune botteghe avevano il forno a legna messo a disposizione delle donne che cuocevano pane, a vol-te per intere settimane, ma anche torte e biscotti soprattutto per la festa patronale di San Pio V. I forni erano motivo di aggregazione per le donne del paese che tra una sfoglia tirata e uno stampino per i biscotti premuto sull’impasto spettegola-vano. Tutti i giorni feriali c’era la messa delle otto frequentata dai più anziani mentre nei giorni festivi ol-tre alla messa delle otto c’era quella delle undici che veniva frequentata maggiormente dagli uomini che usciti dalla funzione trovavano ad aspettarli una bancherella di for-maggi dove acquistavano prodotti per tutta la settimana a venire… In-somma un paese che non esiste più ma che mi sarebbe piaciuto vivere; molto più genuino e onesto di ora anche se a volte all’alba intorno alle 6.30 dopo aver fatto colazione al bar guardo il monumento di Papa Pio V, la piazza vuota e la chiesa e sono avvolto dal silenzio che mi riporta indietro coi pensieri.

Daniele Cifalà

Il Presidente MarconiIl Presidente MarconiDomenico Bisio ci racconta una curiosa storia di Fresonara

Sei gennaio 1906. A Freso-nara, un gruppo di citta-dini, valendosi del diritto

d’associazione concesso dallo Statuto del Regno, costituisce un sodalizio sotto il nome di Socie-tà Guglielmo Marconi per il Mu-tuo Soccorso. Passano due anni e il 19 febbraio del 1908 il Vice Presidente, dopo aver dichiara-to aperta la seduta, comunica di aver inviato a Marconi una let-

tera a nome dell’Ente. Di fronte allo stupore dei presenti legge la risposta, da Londra, dell’illustre scienziato: “Egregio Signor V. Presidente, […] gradirei se la S. V. volesse rendersi interprete presso i soci di codesta Società di M. S. dei miei sinceri rin-graziamenti delle lusinghiere espressioni rivoltemi e nel far voti per la prosperità della so-cietà stessa la prego di gradire i sensi della mia più alta stima e considerazione. Dev.mo G. Mar-coni”. L’Assemblea è unanime: bisogna nominare Marconi Presi-dente onorario del sodalizio, non essendo vivente al mondo perso-na più illustre di lui. E nel verbale del 28 maggio 1908 troviamo la lettera con la quale lo scienziato si dichiara assai lieto di accettare tale carica: “Gent. sig. Presiden-te, […] la pregherei di comuni-care ai soci di codesto sodalizio dei miei ringraziamenti dell’o-nore che hanno voluto darmi nel proclamarmi Presidente onora-rio, onore che sono assai lieto di accettare. Colgo la presente occasione per rinnovarle gli atti della mia massima stima e con-siderazione”. Uno scroscio di ap-plausi fa eco nella sala e si accetta la proposta di ricamare in oro sul nastro della bandiera “Presidente onorario G.mo Marconi”. Alle grida di evviva viene tolta la se-duta lasciando su tutti i volti un’e-spressione di contento. Finalmen-te svelata la verità: Marconi deve la sua eterna fama non per avere inventato la radio, ma per essere stato il Presidente Onorario della S.M.S. di Fresonara!

Dom&Nico BISio

Un Paese che non esiste più…Un Paese che non esiste più…

Consultabile sulla nostra pagina Facebook “l’in-

chiostro fresco” il bando del Progetto di Servizio Civile “l’i-dentità piemontese nell’Idro Geo Pietra – IGP” promosso dal Presidente della Pro Loco di San Cristoforo. La doman-da di partecipazione deve pervenire alla stessa associa-zione entro e non oltre le ore 14.00 del 16 aprile 2015.

Marta Calcagno

Bando Bando Servizio CivileServizio Civile

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13l’inchiostro frescoAprile 2015RONDINARIA “PRIMAVERA”

Noi per l’AfricaNoi per l’AfricaDa diversi anni la Scuola

Primaria di Bosio collabo-ra con l‛Associazione CE-

SAR, Fondazione Mons. Cesare Mazzolari Onlus, che si occupa di un intervento umanitario in Sud Sudan. A tale scopo l‛as-sociazione raccoglie fondi at-traverso iniziative di vario tipo. La nostra scuola in occasione del Natale e della Pasqua col-labora con l‛acquisto di panet-toni, colombe e uova pasquali. Il 31 marzo la rappresentante dell‛associazione, sig.ra Valen-tina Tamburro, ha incontrato gli alunni della Scuola Primaria di Bosio e, attraverso parole e immagini adeguate ai bambini, ha illustrato aspetti di vita e bi-sogni della popolazione del Sud Sudan. I bambini hanno parte-cipato attivamente mostrando interesse per le problematiche affrontate.

Nell‛ambito del proget-to specialistico che ogni anno l‛Ammini-

strazione Comunale di Bo-sio offre alla locale Scuola Primaria, è stato realizzato un percorso teatrale cura-to dall‛attore Romeo Lucchi. L‛attività ha avuto come fi lo conduttore “Il circo” ed i suoi immancabili clown (gli scolari). L‛aspetto ludico affi ancato a quello educa-tivo ha consentito di avvia-re i bambini allo sviluppo di maggiori capacità di con-centrazione e autocontrollo, rispetto delle regole e ac-cettazione dell‛errore come momento di crescita da cui ripartire per migliorare. Il saggio fi nale ha avuto luogo nel salone parrocchiale di fronte al folto pubblico dei genitori e dei nonni.

Teatro a scuola

Scuola Primaria “Maestro Eligio Ghio” - BosioScuola Primaria “Maestro Eligio Ghio” - Bosio

Grande iniziativa dell’Asso-ciazione Culturale Circo-

lo Dialettale Silvanese “Ir ba-giu”, che, con la fattiva colla-borazione di Riccardo Parodi, ha recuperato l’antico proiet-tore cinematografi co dei primi del Novecento, di proprietà della Famiglia Chiappino di Silvano d’Orba. Si tratta, mol-to probabilmente, del primo proiettore installato (agli inizi di dicembre del 1920) nella sala cinematografi ca della lo-cale SOMS, la Società Operaia di Mutuo Soccorso, quando il cinema era ancora “muto”; si può notare, infatti, che il “so-noro” è stato aggiunto succes-sivamente. Il restauro, durato circa tre mesi, è stato realizza-to da Riccardo Parodi, il quale non solo è riuscito a riportare la struttura all’antico splendo-re, ma soprattutto - da vero “artista” - ha saputo riportarla al suo perfetto funzionamen-to, rimettendo a nuovo e in movimento, con intelligente e paziente lavoro, tutta una

serie di ingranaggi e sistemi meccanici che adesso ci ap-paiono, come in effetti sono, molto interessanti, sia dal punto di vista meccanico che storico, ma che erano diventa-ti, con il passare dei decenni, completamente arrugginiti. “Sarebbe bello – commenta Riccardo Parodi – che i giova-ni fossero portati a conoscere meglio le realizzazioni del passato, proprio per render-li più consapevoli del gran-de progresso tecnologico che oggi li circonda”. Il Circolo “Ir bagiu”, che ringrazia sen-titamente la Famiglia Chiappi-no e Riccardo Parodi, intende posizionare questo interes-santissimo “pezzo da museo” in un luogo centrale della vita del paese. Grazie all’interven-to del Sindaco, Ivana Maggio-lino, e dell’Amministrazione Comunale tutta, la “macchina cinematografi ca” recuperata potrà essere, a breve, esposta al pubblico, molto probabil-mente nello stesso Palazzo Comunale e in un luogo di fa-cile accesso per tutti.

Chiara Boarini

Nuovo vecchio Nuovo vecchio proiettoreproiettore

Da tre anni ormai è attivo a Sezzadio, in provincia

di Alessandria, un asilo nido ricavato da alcuni locali di una cascina di metà otto-cento. La struttura si chiama Cascina RaglioDiLuna ed è stata concepita come vero e proprio centro di Educazione Ambientale ed alla Ruralità: oltre a proporre un servizio per la prima infanzia a diretto contatto con la realtà conta-dina, ogni anno RaglioDiLuna pubblica progetti rivolti alle scuole di ogni ordine e grado promuovendo la trattazione e l’esplorazione di tematiche sull’educazione e sulla soste-nibilità ambientale. L’attività di nido è connessa all’omo-nima azienda agricola che produce ortaggi e miele. Per questo motivo un aspetto importante del servizio è l’a-limentazione: i bimbi spesso visitano l’orto e la serra per raccogliere e in parte contri-buire alla coltivazione degli ortaggi che verranno consu-mati nei loro pasti. Il menù infatti prevede l’impiego di prodotti dell’azienda agrico-la e delle aziende limitrofe oltre ad alcune preparazioni artigianali come il pane, la fo-caccia e la pizza. La gestione e la direzione del nido sono affi date ad un’educatrice di Prima Infanzia. La giornata tipo vissuta da un bimbo in questo asilo nido prevede tutte le attività normalmente proposte in un servizio tradi-zionale, queste sono struttu-rate nelle classiche routine e rientrano in un progetto edu-cativo prestabilito ogni anno scolastico.

Eleonora Gatti

Asilo nido Asilo nido in cascinain cascina

LE SCUOLE DI BOSIO

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14 l’inchiostro frescoAprile 2015

I balli argentini nelle campagne alessandrineI balli argentini nelle campagne alessandrinePer diletto o come sport il tango conquista tutti: dalle pampas ai campi di grano è sempre il caso di ballare

Le danze argentine sono sinonimo di sensualità e mistero, “balli proibiti”

che richiamano atmosfere eso-tiche ed affascinanti. Presso la

scuola WB Danze di Castellaz-zo Bormida i ballerini che si cimentano in queste discipline sono molteplici e con scopi e modalità differenti. Il gruppo lu-dico, dei maestri Anna Pezzella e Romano Gian, ha scoperto il

tango grazie al suo maestro che, dopo vari balli “da balera”, ha proposto questa danza coinvol-gente ai suoi allievi che hanno accettato entusiasti. Si tratta di persone che ballano per diletto e passione. Altro discorso e al-

tre lezioni valgono per la coppia di “talentini” Elena e Marco, ballerini di 10 anni che hanno iniziato per divertimento e ben presto sono diventati “da com-petizione”. Elena e Marco han-no iniziato con il ballo da sala e il liscio, poi sono passati al tango argentino un anno e mez-zo fa. Gli altri competitori, sotto l’egida dei maestri Francesca Baradel e Wilmer Poggio, sono allenati da Rita Panebianco e Mauro Taricco, coppia AS negli ultimi 5 anni campione d’Italia, terza classifi cata agli Europei di Torino 2013 e campione mon-diale in carica. Panebianco e Taricco allenano due coppie di classe A cat. 45-55 anni: Dome-nica, detta Niki, e Matteo hanno

vinto la B e sono passati in A; Tiziana e Pietro hanno ottenu-to vari piazzamenti in fi nale. I competitori ballano tango ar-gentino, tango valzer e milonga. L’allenatore Taricco ci spiega che “per queste danze non c’è limite di età: non richiedono molta velocità, possono ballarle dai più ai meno giovani. Nel tango c’è l’abbraccio stretto, intimo, che ne denota la sua unicità. Perciò servono molta complicità, molta chimica tra i ballerini”. Ma il commento che riassume meglio la natura delle danze argentine viene dal maestro Gian: “servono cuore e passione per apprezzare e bal-lare il tango: bisogna innamo-rarsene”.

BENEDETTA ACRI @FernGully89

Incredibile storia normaleIncredibile storia normaleIncontrato con Silvia Leoncini autrice de “La guerra di Gianni”

“Mio padre era un tipo riservato, un anti-co signore genovese

pieno di ricordi. Mi ha racconta-to la sua storia solo poco prima di andarsene, quasi come se mi avesse voluto lasciare in eredi-tà una parte segreta della sua vita” con queste parole, semplici eppure gravi di signifi cato, Silvia Leoncini, “una genovese sulle montagne di Cuneo” come alla stessa scrittrice piace defi nirsi, ha voluto spiegare il “perché” del suo libro “La Guerra di Gian-ni” edito per ArabaFeniceLibri. Il volume racconta l’avventuro-sa storia di Gianni Maggiorino (“l’hanno chiamato così perché nato a maggio”), nato a Basaluz-zo nel 1922, uno dei tanti soldati del Regio Esercito che durante la Seconda Guerra Mondiale, subito dopo l’8 settembre 1943, si è tro-vato in balia di eventi più grandi di lui. “Quello che racconto è tutto vero, posseggo i documenti, ho solo un po’ romanzato i perso-naggi – ci dice Leoncini – Ho ten-

tato di rendere quello che poteva provare un giovane ragazzo di poco più di vent’anni travolto dall’inattesa piega degli eventi”. È una storia, questa, di paura per i rastrellamenti dei tedeschi, per le incertezze della guerra partigiana (“mio padre voleva subito anda-re in montagna con i ribelli ma mia nonna, donna molto autori-taria, lo sconsigliò, essendo fi glio unico”), di un ritorno insperato

dalla Germania a Verona e poi da lì fi no a Ferrara, Modena, Piacen-za e infi ne rocambolescamente a Basaluzzo, rigorosamente a piedi, con un colpo di scena fi nale. “Si pubblicano e si sentono spesso storie sulla Resistenza – spiega l’autrice – La mia voleva essere una storia un po’ diversa dove i buoni e i cattivi non esistono: esistono solo le alterne vicende della vita.” (m.n.)

Tutti avrebbero dovuto legge-re la “lettera di un padre a Renzi” pubblicata sul Cor-

riere della Sera il 24 febbraio 2015. In rete si trova ancora, andatela a vedere: una bella lezione di educa-zione agli arroganti. Al convegno PD su “la buona scuola” (che beffa tremenda!), i soliti rappresentanti del “governo dei non eletti”, si fan-no la loro brava fi gura di... davanti ai giovanissimi, proprio quelli ai quali era dedicato l’incontro, ma se la fanno perché è nella loro na-tura. Inutile scandalizzarsi troppo: è andata in scena semplicemente la totale mancanza di rispetto per il lavoro, la fatica, la preparazione altrui, tipica di chi ci governa oggi, secondo la vecchia fi losofi a del Marchese del Grillo di Alberto Sor-di, sempre attualissima “io sono io e voi non siete un c…zo” ! I giovani musicisti della JuniOrchestra, oltre 300, e tutti gli assennati presenti che hanno sofferto l’umiliazione di veder calpestate con la confusione, la caciara e l’indifferenza dei tanti politici ignoranti presenti, oltre che la Musica anche e soprattutto ore di studio, prove e paure per l’emo-zione di un’esibizione davanti a un pubblico “elevato”, ora sanno che in certi ambienti di elevato c’è proprio poco a parte lo stipendio e la boria! Finché gli permetteremo di cantar-sela e suonarsela sempre e solo tra di loro non aspettiamoci di meglio. La prossima volta tutti in piedi sulle sedie al grido di “fuori dalle p….!”.

Ester Matis

Proponiamo qui una rifl essione-sfogo della “nostra” Ester Matis a

proposito dell’imbarazzante episo-dio accaduto lo scorso 25 febbraio ai ragazzi della “Juniorchestra” di Santa Cecilia, quando, invitati a suo-nare ad un convegno con a tema la riforma renziana “La Buona Scuo-la”, i giovani musicisti non sono stati ascoltati dai presenti che si sono messi, terminato l’intervento di Matteo Renzi, a parlottare, senza degnarli di uno sguardo.

La redazione

EsternandoEsternando

Risa e schiamazzi

RONDINARIA

“Cine” a Capriata“Cine” a CapriataQuando non c’era la televisione

Ai miei tempi per vedere un fi lm si doveva fare stre-aming. Sì esatto, perché

a Capriata il cinema consisteva in un grande schermo posizio-nato nel salone della Società di Mutuo Soccorso, un vero e pro-prio cinema insomma ma senza qualcosa…infatti per vedere le pellicole bisognava portare la sedia da casa, una specie di ser-vizio take&away o “chapa su” che dir si voglia, perché le poche poltrone presenti erano sempre occupate dai “soliti noti”! Quin-di, come recita la traduzione di streaming, ci si doveva “gettare nel fl usso di persone” e pazienta-re per trovare un posto tranquillo dove posizionare la propria ca-rega. A quel punto, da due pode-rose casse Magneti&Marelli che fi schiavano a tutto andare, dopo che avevano attratto il pubbli-co con le note di “Vola colomba bianca vola”, la stentorea voce dell’annunciatore presentava la mitica Settimana Incom. Il timbro di voce di quell’annunciatore che

assomigliava ancora all’ “italica voce dell’impero”, in quegli anni di immediato Dopoguerra non era per nulla cambiato. E anche se allora non lo potevo sapere, mi ritrovai a rimuginare in maniera molto simile a quanto poi lessi nel Gattopardo “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Ma dopo questi pensieri saliva l’attesa per il cine-ma. Noi ragazzi scalciavano e pe-stavamo con i piedi sul pavimen-to, facendo un baccano infernale. Dopo la sezione del cinegiornale dove si vedeva un’epica Italia intenta alla Ricostruzione, ecco che fi nalmente, i grandi divi del cinema apparivano, quasi magi-camente, su uno schermo dove le righe di una pellicola consunta davano ancora più fascino e qua-si, un po’come anni dopo vidi in “Nuovo Cinema Paradiso”, mi sentivo anche io parte della pel-licola. Che moderno lo streaming di una volta!

Un Rondinarino

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Shopping ad OvadaShopping ad Ovada

15l’inchiostro frescoAprile 2015

Il Corriere delle quinteScuola Primaria "Giovanni Paolo II" di Ovada

AABBCC

Un vero momento di rifl es-sione sui fatti della Re-sistenza di cui le nostre

terre sono state teatro è stato vissuto dagli alunni delle quinte. Abbiamo celebrato i Martiri della Benedicta e per il prossi-mo 25 aprile cercheremo di far tesoro delle parole di “Aria” in-contrato presso la palestra con il Presidente dell‛ANPI Talino Repetto e il consigliere Franco Danielli. Mario Ghiglione so-prannominato “Aria” ha infatti partecipato alla lotta partigiana e il suo racconto appassionato, per alcuni tratti emozionan-te, ci ha coinvolto moltissimo lasciandoci senza parole per un‛ora. La sua storia personale, ricca di valori come l‛amicizia, la fratellanza, la condivisione ci ha fatto conoscere quei tragici momenti della Resistenza di cui abbiamo sempre sentito parlare dai nonni ed ora confermatoci da uno dei protagonisti. Non ci siamo fatti scappare l‛occasione di farci lasciare un autografo da questo caro signore anziano che speriamo di rincontrare presto.

Il ricordo della Resistenza Il ricordo della Resistenza col partigiano “Aria”col partigiano “Aria”

Sotto un cielo plumbeo che prometteva pioggia , ma che poi ha lasciato intravedere un bel sole e ci ha fatto godere una calda giornata, siamo

partiti, emozionati, il 26 marzo alla volta di Torino. Le nostre mete erano il Museo del Cinema e la visita alla Redazione del quotidiano “La Stampa”. Nella matti-

nata infatti, dopo una lunga attesa, abbiamo visita-to il Museo del Cinema dentro la Mole Antonelliana, percorrendo la storia dei disegni animati con l‛aiuto di due guide. I cartoni animati appassionano grandi e piccini, ma abbiamo scoperto che l‛animazione è il risultato di un‛illusione ottica dovuta ad un fenomeno

Gita al Cinema e a La Stampa di TorinoGita al Cinema e a La Stampa di Torinofi sico detto “persistenza visiva”. L‛occhio ha la capacità di tratte-nere sulla retina un‛immagine per un quindicesimo di secondo e in quella stessa frazione di secondo può essere sostituita da un‛altra lievemente diversa fornendo l‛il-lusione del movimento. Il tutto è avvenuto attraverso una serie di esperimenti e di studi che hanno avuto i suoi primordi nelle ombre cinesi, nella lanterna magica, fi no alla moderna macchina da ripresa. Ciò che vediamo sullo schermo ci-nematografi co è una serie di im-magini ferme proiettate in rapida successione (24 fotogrammi al secondo) da riuscire ad inganna-re il nostro occhio. Pensate: per realizzare cinque minuti di fi lma-to occorrono circa 7000 disegni! Abbiamo vissuto alcuni momenti emozionanti: la visita in alcune stanze predisposte per un fi lm, la

visione dall‛alto dell‛enorme sala centrale, il riposo “comodo”: sdra-iarsi sulle poltrone rosse visionan-do immagini proiettate sul soffi t-to e alle pareti. Nel pomeriggio abbiamo visitato la nuova sede del quotidiano piemontese più letto “La Stampa”. Ciò che ci ha più in-teressato è stata la storia della tipografi a cioè come avveniva la stampa del giornale attraverso la collocazione dei caratteri mobili ed ora le moderne tecnologie che hanno agevolato il lavoro. Siamo entrati anche nella redazione e abbiamo visto il lavoro dei gior-nalisti in itinere, persino una riu-nione di capiredattori in una sala particolare, così l‛intervista ad un nuovo gruppo rock che andrà in onda sul web. Dopo l‛acquisto di qualche gadget siamo ritornati a casa, stanchi ma con un bagaglio di conoscenze in più.

Noi ragazzi di quinta stia-mo studiando l‛affasci-nante mondo della Roma

antica ed abbiamo realizza-to bellissimi modellini del simbolo della romanità antica, il Colos-seo. Questo monumento è il più famoso anf i teatro esistente al mondo, e le sue grandi di-mensioni, sua storia e la sua fama rappresentano un‛icona dell‛antico Impero Ro-mano. Quest‛opera come tante altre meraviglie del passato, fa parte del patrimonio mon-diale dell‛Unesco. I lavori per la sua costruzione iniziarono sotto l‛imperatore Vespasiano e terminarono dopo la sua morte

da suo fi glio Tito, che lo donò alla popolazione. Il Colosseo ha una forma ovale, una circonfe-

renza di quasi 1 chilometro e 800 metri ed è alto 160 metri, poteva con-tenere ben

50000 spet-tatori!!! Nei

primi tre piani si trovano colon-

ne in stile dorico, ioni-co e corinzio, ed un tempo gli archi ospitavano statue bellis-sime oramai andate distrutte. Sotto il pavimento dell‛arena esistono tantissime camere e corridoi che un tempo ospitava-no i gladiatori e le bestie fero-ci. Per costruire il Colosseo gli abili romani impiegarono solo 10 anni!!! L‛anfi teatro fu costruito per feste e manifestazioni, so-prattutto per ospitare i mitici gladiatori, uomini dalla forza incredibile che combattevano l‛uno contro l‛altro fi no alla mor-te, oppure contro bestie feroci. L‛ingresso al Colosseo era gra-tuito, ma i posti a sedere erano ovviamente riservati solo ai pa-trizi, mentre i plebei restava-no in piedi. Per l‛inaugurazione, furono proclamati cento giorni di giochi e feste in tutta Roma. Interessante è anche conosce-re il nome “Colosseo” e perché si è iniziato a usarlo al posto di Anfi teatro Flavio. L‛origine non è certa, ma pare che il nome “Colosseo” derivi dal “colosso” di Nerone, un‛enorme statua, alta 30 metri, tutta rivestita in oro, che adesso è andata di-strutta ma un tempo si ergeva imponente accanto a questo mo-numento!

I ragazzi delle Quinte A, B, C

il colosseoil colosseo

Page 16: Inchiostro Fresco - Aprile 2015

16 l’inchiostro frescoAprile 2015

“Libertà è partecipazione”, partendo da questa memorabile strofa della canzone di Giorgio Gaber, la redazione de l‛inchiostro fresco ha avuto l‛idea per realizzare un nuovo ciclo seminariale assieme alle classi quinte della Scuola Primaria Giuseppe Saracco di Acqui Terme, incentrato sull‛Origine delle Costituzioni. Perché proprio

la parola “partecipazione”? Perché la partecipazione o meglio, la “voglia e i tentativi di parteci-pare”, è stata la molla che hanno spinto gli uomini nel corso dei secoli a chiedere con sempre maggiore insistenza prima e poi, fi nalmente, a dotarsi, di costituzioni. Supportato da un testo scritto da Gian Battista Cassulo, con la colla-borazione di Mattia Nesto, si è quindi organizzato un ciclo di tre lezioni pensato appositamente per gli alunni delle Classi V A, B e C della Scuola “Giuseppe Saracco”. Attraverso un “progetto didattico di continuità”, la prima parte del seminario veniva esposta ad una data classe, la quale, una volta recepita la lezione, aveva il compito di “spiegarla” ai compagni delle altre classi, che, dopo aver appreso la seconda parte del seminario, dove-vano a loro volta esporla agli altri compagni e così via. In questo modo, grazie alla partecipazio-ne fattiva degli alunni, tutti i soggetti in causa hanno potuto “partecipare” ed essere protagonisti. Ma il progetto di “casa in-chiostro” è ben più am-bizioso. Infatti grazie all‛appoggio del corpo docente del comples-so acquese e della dirigente scolastica Silvia Miraglia, si sta allestendo su questo tema anche un vero e proprio “spettacolo”, realizzato dai bambini con le sceneggiature e scenografi e di Federi-ca Fossati. Attraverso una carrellata nei secoli, partendo dalla Magna Char-ta Libertatum di Giovanni Senza Terra del 1215 ed ar-rivando infi ne al 1 gennaio 1948 con l‛entrata in vigore della Co-stituzione della Repubblica Italiana, gli alunni delle Saracco illustreranno l‛arduo cammino che uomini e donne nel corso della Storia hanno dovuto compiere nel nome del diritto alla partecipazione. Inoltre, sia nel seminario come nello spettacolo, sono stati e saranno proposti anche momenti di rifl essione sociologica, con, ad esempio, un‛analisi delle diverse forme di organizzazione sociale possibili e delle regole fondative di una società. In fondo se è vero che l‛uomo “è un animale sociale” non ci resta che “partecipare tutti quanti assieme”.

Robespierre&Scaramouche

Che cos’è una costituzione e cosa sono gli stati?Che cos’è una costituziL’inchiostro fresco propone un nuovo seminario presso

La leggenda dei papaveri.....Secondo più punti di vista

Un tempo i papaveri non erano rossi, ma bianchi. Un giorno un bambino andò a comprare un po‛ di polvere di gesso rosso. Nel tornare a casa, cadde. La polverina si sparse in un prato di papaveri. Il bambino si rialzò e vide che

i fi ori erano diventati tutti rossi. Ecco perché i papaveri ora sono così. (Noemi, Valentina, Tariq)

Un tempo i papaveri non erano rossi. Avevano un colore giallo intenso. Un‛a-pe operaia decise di costruirsi una casetta. Visto che non aveva la vernice rossa, andò da un‛amica, per farsela prestare. Prese un po‛ di pittura e

attraversò un campo di papaveri. Non se ne accorse, ma fece cadere delle gocce di vernice sui fi ori. Nella notte tutti i papaveri diventarono rossi. Ecco perché adesso sono di questo colore. (Sera, Rosita, Francesco)

Un tempo i papaveri non erano rossi, ma rosa. Un giorno i fi ori vennero a sapere da una margherita che, dall‛altra parte del campo, c‛era un fi ore color arcobaleno. Viaggiarono, arrivarono da quel fi ore e gli chiesero: –

Vorremmo uno dei tuoi colori.- Il fi ore rispose: –No! Perché, in passato, il capo dei papaveri non mi ha prestato il colore rosa.- Il papavero più intelligente pensò ad una soluzione. Infi ne fece una proposta al fi ore: – Se noi ti diamo il rosa, tu ci darai il rosso? – Il fi ore accettò. Ecco perché i papaveri sono rossi. (Camilla, Caterina, Martina)

Un tempo i papaveri non erano rossi. Un giorno un contadino, che faceva il pittore nel tempo libero, decise di fare una passeggiata nel bosco. Dopo un po‛ arrivò in campo di papaveri e pensò: – Che brutti, sono bianchi!- Allo-

ra prese il suo pennello e incominciò a dipingere i papaveri di rosso. Ecco perché ora sono di questo colore. (Arianna, Juri, Edoardo, Federica)

Un tempo i papaveri non erano rossi. Un giorno uno di loro disse ad un suo amico: –Stasera, vuoi venire a mangiare a casa mia?- L‛amico accettò l‛in-vito. –Va bene, allora ci vediamo stasera-, rispose. Decise di andare a com-

prare le fragole, per guarnire il gelato. Stavano per mangiare il dessert, quando il recipiente si rovesciò. Le fragole li macchiarono con il loro succo rosso acceso. Ecco perché ora i papaveri sono rossi. (Chiara, Lorenzo, Alesia)

Un tempo i papaveri non erano rossi. Un giorno uno di loro organizzò la festa di Carnevale. Per scherzo, mise dentro la pentolaccia della vernice rossa. Poi andò sotto, per romperla. La vernice uscì e sporcò tutti i papaveri.

Ecco perché ora sono rossi. (Viola, Christian, Pedro)

Arbitro =

Giocatori =

Pallone =

Squadra A

Allenatori = A

Gradinate con sp

Tribune riservate agl

Cu

rva

su

d

Potere giudiziario (La Magistratura)P

Potere legislativo (Il Parlamento)P

ValoriV

Partito APartito A

Campo sportivo = La CostituzioneLa Costitu

Applausi = Partecipazione politicaPartec

Tif

o =

Mili

tanz

a di b

ase

Mili

tanz

a di b

ase

Commentatori politiciCommentato

SCUOLA PRIMARIA DI ROSSIGLIONE SCUOLA PRIMARIA “G. S

Page 17: Inchiostro Fresco - Aprile 2015

17l’inchiostro frescoAprile 2015

Come si fa ad insegnare la Costituzione, a bambini di dieci anni senza cadere nei paroloni o peggio nella demagogia? Semplice. Parlando con il linguaggio del gioco, meglio ancora se questo linguaggio si riconduce al gioco per eccellenza, quello del calcio! E così eccomi alla lavagna a tracciare un rettangolo che altro non rappresenta che un campo sportivo dove gli alunni si dividono in

due squadre e si danno delle regole per disputare la partita. Un alunno decide di fare l‛arbitro e un altro l‛allenatore, men-tre il resto della classe diventa il pubblico dove i più esagitati sostengono i loro beniamini andandosi a sedere alle

spalle delle due porte pronti a gridare: “RETE” mentre il resto della classe, quelli un po‛ più tranquilli, si dispongono ai lati del campo per potersi godere una bella partita. Con questa similitudine potremmo

dire che “il gioco è fatto” nel senso che sostituendo ora ai termini calcistici quelli del Diritto pubblico, i ragazzini impareranno a menadito la materia.

La Teoria della separazione dei poteri (Montesquieu – 1748)Se al posto del termine “giocatori”, che si sono dati le regole, mettiamo

il “Parlamento” avremo indicato il potere legislativo. Se a quello dell‛allenatore, che mette in pratica queste regole, poniamo la

dizione “Governo” individuiamo il potere esecutivo e se l‛arbitro, che vigila sull‛applicazione delle regole, lo chiamassimo magistra-

to, avremo sotto mano il potere giudiziario.

La legge intesa come volontà generale (Rousseau - 1762)Le regole che gli alunni (i giocatori ovvero il Parlamen-

to) si sono date sono state condivise dagli altri alunni che guardano la partita e che la sostengono con i loro “Olè”. Ovvero i giocatori hanno il consenso della “vo-lontà generale” ed ecco quindi il principio di legge come espressione della volontà generale.

I principi che sottendono le moderne costi-tuzioniDivisione dei poteri per evitare di concentra-re troppa forza in un solo soggetto e legge in-tesa come emanazione della volontà generale per ancorarla alle tradizioni e alla cultura dei popoli sono i principi cardine sanciti dalla Rivo-luzione Francese (1789) sui quali si basano le moderne costituzioni.

Come funziona lo Stato sorretto dalle Co-stituzioni?

Nel rettangolo di gioco gli alunni si dispongono in due squadre incoraggiate dai loro sostenitori

che si sono ubicati alle spalle delle porte per gri-dare “Rete”, mentre ai bordi vi sono gli altri alunni

che vogliono vedere solo una bella partita. Orbene le squadre sono i partiti, i sostenitori sono gli iscritti

ai partiti, mentre il resto degli alunni che applaudono ora gli uni, ora gli altri a seconda di come giocano, sono

il gran numero dei cittadini. Gli alunni, i cittadini, che as-sistono alla partita ed applaudono o fi schiano rappresenta-

no la “partecipazione politica”, mentre le tifoserie delle due squadre simboleggiano la “militanza di base” che è una parte-

cipazione più impegnata, ma quando si deve stilare la classifi ca di chi, al di là delle reti fatte, ha giocato meglio, ad incidere sul voto fi nale è il gran numero dei cittadini. Questa decisione è il voto che si esprime nelle tornate elettorali e lo stadio, ovvero il com-

plesso del campo da gioco, dei giocatori, dell‛allenatore, dell‛arbitro, delle tifoserie e degli spettatori, altro non è che lo Stato.

E il pallone?Il pallone è il complesso dei Valori attorno alla quale una società si riconosce valori che sono

alla base delle costituzioni e degli Stati

Gian Battista Cassulo

Che cos’è una costituzione e cosa sono gli stati?ione e cosa sono gli stati?o le classi quinte della Scuola Primaria Saracco di Acqui Terme La leggenda dello zucchero...

Secondo due punti di vista

Un tempo lo zucchero non esisteva e si mangiava tutto salato. Un giorno il re di Salatandia chiamò un minatore. per fargli estrarre dell‛oro dalla sua miniera. Mentre stava prendendo

l‛oro, l‛uomo spaccò una pietra, vide una leva e la tirò. Si aprì una porta. Entrò e vide tanti granelli di polvere bianca. Ne prese un po‛ e la assaggiò. Poi pensò: – Che buona! La porterò al re!- Andò al castello e diede la polvere al sovrano; questo disse: – E‛ dolce! La chiameremo “zucchero”!- E, da quel giorno, lo zucchero fu usato da tutti. (Giorgio, Gabriele, Dennis)

Un tempo lo zucchero non esisteva. Un giorno un bambino sco-prì che le lacrime ne contenevano un po‛. Così pianse in un secchio. Poi mise il secchio nel frigorifero. Le lacrime diven-

tarono solide. Le fece a pezzetti, poi le assaggiò. Disse: –Zucchera-te!- Ecco perché esiste lo zucchero. (Viola, Christian, Pedro)

La leggenda delle nuvole...

Un tempo le nuvole non esistevano. Una ragazza molto bella andò in un parco, dove incontrò un giovane. I due si innamo-rarono, a prima vista. Si diedero appuntamento per il mattino

seguente. La ragazza gli preparò una coperta di lana bianca e sof-fi ce. Ma un colpo di vento la fece volare via. La coperta si strappò in mille pezzi, che salirono in cielo. Così apparvero le nuvole. (Sara, Pedro, Rosita).

Squadra B

B

pettatori vari

li esperti del gioco

Cu

rva n

ord

Potere giudiziario (La Magistratura)Potere giudiziario (La Magistratura)

Potere legislativo (Il Parlamento)Potere legislativo (Il Parlamento)

Potere esecutivo (Il Governo)Potere esecutivo (Il Governo)

ValoriValori

Partito BPartito B

La Costituzioneuzione Stadio = Lo StatoLo Stato

Partecipazione politicacipazione politica

Tifo

=M

ilitanza di baseM

ilitanza di base

Commentatori politiciri politici

SCUOLA PRIMARIA DI ROSSIGLIONESARACCO” DI ACQUI TERME

Page 18: Inchiostro Fresco - Aprile 2015

18 l’inchiostro frescoAprile 2015

Page 19: Inchiostro Fresco - Aprile 2015

• 23 aprile: ore 21 teatro Pao-lo Giacometti, spettacolo “6ª ZONA. Storie di una formazio-ne partigiana” di Marcello Fera in collaborazione con Associa-zione Conductus e con il Festi-val delle Resistenze di Bolzano. Al termine, consegna da parte dell’Amministrazione Comunale di un attestato di benemerenza e di riconoscimento ai partigiani combattenti viventi.

• 16 maggio: ore 10.30 Sala Con-

ferenze della Biblioteca Civica, presentazione di due libri scritti da Federico Fornaro “Pierina. La staffetta dei ribelli” e “Aria di libertà. Storia di un partigiano bambino”, editi da Le Mani/Isral.

• 6 giugno: cicloturistica curata dall’UISP con itinerario legato ai luoghi della Resistenza sul territorio del Novese (partenza ed arrivo di fronte al Museo dei Campionissimi).

• 25-26 aprile: Torneo Calcistico IV

Memorial “ La Benedicta” presso lo stadio Costante Girardengo

• 6 giugno: ore 16 Museo dei Campionissimi, presentazione del libro di Lorenzo Torre “Bici-cletta partigiana” edito da Joker, dodici itinerari sulle tracce della Resistenza.

L’agenda dei primi appuntamentiL’agenda dei primi appuntamenti

Novi celebra il 70° della Liberazione Novi celebra il 70° della Liberazione Numerosi ed eterogenei gli eventi in un ricco programma per onorare il 25 aprile

Un programma variegato per celebrare il 70° anniversa-rio della Liberazione è sta-

to fortemente voluto dalla Giunta e dal Comitato Organizzatore, grup-po di lavoro aperto ad accogliere nuovi membri. Il sindaco Rocchino Muliere ha dichiarato che “abbia-mo deciso di proporre questo pro-gramma per riscoprire e radicare i principi e i valori della lotta an-tifascista. È un obiettivo impor-tante, devono essere difesi nella nostra società”. L’assessore alla cultura Cecilia Bergaglio ha elen-cato tre caratteristiche dell’iniziati-va: “la prima è che si tratta di un programma con pluralità di gene-ri volto a coinvolgere tutti i citta-dini. La seconda è che si punta ad arricchire di eventi tutto l’anno, con i principali concentrati in-torno alle date-fulcro del calenda-rio civile. La terza, e più impor-tante, è il coinvolgimento delle scuole cittadine: molta attenzione è rivolta agli studenti. È sempre più raro per le nuove generazio-

ni avere elementi in famiglia che abbiano vissuto quegli anni e ciò allontana i giovani dalla memo-ria e dai valori dell’epoca. Per risvegliarli vogliamo coinvolgere testimoni viventi della Resistenza e ci saranno approfondimenti te-matici di alta validità culturale e scientifi ca, con un approccio spe-cialistico. Sono tre i fi loni di stu-dio: Resistenza e cinematografi a, Resistenza e storiografi a, Resi-

stenza e memorialistica. Rilevan-te sarà l’inaugurazione della nuo-va sede dell’ANPI Novi in Biblio-teca, sempre più centro culturale e luogo in cui si incontrano varie generazioni”. L’architetto Mariano Santaniello, membro del Comitato Organizzatore, ha sottolineato che “la linea guida è la relazione tra memoria e territorio: tutti gli eventi hanno come leitmotiv la zona del Novese”. Il dott. Franco

Barella detto “Lupo”, presidente ANPI Novi, ha comunicato che “è in corso la pubblicazione di una raccolta di documenti storici originali del periodo della Resi-stenza, per renderli disponibili alla comunità e per inquadrare in modo più oggettivo il movi-mento. Sia la glorifi cazione che la denigrazione sono fuori luogo: si vuole esaltare la vera Resistenza, quella umile”.

BENEDETTA ACRI @FernGully89

Un fi glio di Pozzolo dimenticatoUn fi glio di Pozzolo dimenticatoDon Biagio Bailo fu per 25 anni l’amatissimo parroco del Comune di Roccastrada

“Don Biagio Bailo è uno dei parroci più ama-ti nella storia della

Diocesi di Grosseto. Un gran-de uomo che fu forte con i forti e debole con i deboli”, da queste poche parole, pronunciate dal re-sponsabile dell’Uffi cio Comunica-zioni Sociali della Diocesi di Gros-seto Giacomo D’Onofrio, si può capire quanto Don Bailo fu una personalità di prima grandezza. Eppure questo insigne uomo e di Chiesa e di società è quasi come se fosse dimenticato nel suo pa-ese natio. Bailo infatti nacque a Pozzolo Formigaro, il 19 giugno 1917 (tra due anni si festeggia il centenario) da Bartolomeo Bailo e Marianna Lombardi, ma solo in pochi, pochissimi pozzolesi ne serbano ancora memoria. “L’in-chiostro fresco” ha avuto il piace-re di interessarsi a questa fi gura grazie alla gentile signora Maria Bailo che, essendo imparentata alla lontana con il religioso, ne-gli anni ha condotto una serie di accurate ricerche in merito. Ri-cerche che l’hanno portata alla conoscenza di come Don Bailo sia oltremodo stimato e ricordato non soltanto nel comune di Roc-costrada, ma nell’intera provincia di Grosseto ed oltre. Egli, a causa della sua vivacità e interesse per gli studi, a 21 anni fu spostato dal Seminario di Tortona a quello di Grosseto, dove poi, a 23 anni, il 4 aprile 1950, venne ordinato sacer-dote. Dopo alcune esperienze in zona, nel 1943, durante il tragico lunedì di Pasqua del bombarda-mento di Grosseto, si segnalò per i soccorsi prestati ai feriti e agli sfollati. Nello stesso anno diven-ne “don” a Roccastrada, dove vi rimase sino al giorno della morte (che lo colse il 13 gennaio 1968). Nel paese tutti lo ricordano per la sua grande attività sociale e a favore dei più bisognosi. Tra le sue opere ricordiamo l’edifi cazio-ne dell’Opera Pia Contessa Nella, della Scuola di Avviamento Agra-rio, dell’istituzione delle Scuole Medie, dell’Istituto Geriatrico e della ristrutturazione della Scuola Parrocchiale. Grazie ai “ricordi d’infanzia” e all’impronta peda-gogica di Don Bosco, don Bailo portò nel grossetano una cateche-si dell’infanzia al passo con i tem-pi. Favorì inoltre l’emancipazione femminile, costituendo, grazie al sostegno di Giorgio La Pira e Amintore Fanfani, un laboratorio manifatturiero. Non si fece mai mettere i piedi in testa, né dai te-deschi che nel 1944 lo deportaro-

MATTIA NESTO @MattiaNesto no in un campo per i lavori forza-ti nei dintorni di Siena (dal quale fuggì), né da un gruppo di militan-ti del PCI che nel 1948 lo aggredi-rono vigliaccamente sul far della sera. Il giorno dei funerali, cele-brati solennemente il 15 gennaio 1963, tutto il paese di Roccastrada (compresi quei “compagni pic-

chiatori” dell’aggressione sopra ricordata) tributò

un sentito omaggio. A lui è stato dedicato un busto nella piazza principale. Don Luigi Bailo sem-bra quindi a tutti gli effetti “un fi -glio dimenticato” di Pozzolo che dev’essere al più presto ricordato. Così come la Chiesa è universale, anche il giusto riconoscimento per un compaesano che ha fatto grandi cose fuori deve sorvolare il recinto del proprio paese.

Per questo numero de “l’inchiostro fresco” Aga-mennone, venutoci a far

visita in redazione, ci dice: “Ave-te presente il fi lm “Don Camillo Monsignore ma non troppo”? Bene, a Pozzolo Formigaro sta andando in onda un fi lm tutto diverso”. Infatti il polemista lo-cale si scaglia contro, a suo dire, “l’eccessiva enfasi barocca” che

l’attuale parroco di San Martino pare usi durante le sue messe. “Ma vi pare possibile proprio nel momento in cui Papa Bergoglio predica sobrietà e una Chiesa più vicina agli umili – spiega Agamennone – che il parroco di Pozzolo si agghindi con zuc-cotto, o papalina dir si voglia, la tonaca, la fascia, la camicia bianca con i gemelli e talvolta anche il bastone pastorale? Di che povertà e sobrietà andiamo a predicare?”. Il pozzolese non vuole fare una critica all’Istitu-zione religiosa o alla persona, piuttosto vuole polemizzare con certi atteggiamenti “che portano la parrocchia del paese ad essere spopolata di giovani. Quando andavo a Catechismo – continua il polemista – mi hanno insegna-to che il prete non è altro che il contadino della vigna di Dio. Anche se fosse un pastore, non avrebbe certo bisogno di un ba-stone riccamente decorato!”. Il nostro interlocutore poi illustra come di esempi positivi non ne manchino: “Papa Francesco dite che è troppo distante, che sta Roma ed è lontano? Benissimo, andiamo più vicino, molto più vicino! Basta vedere il modo di comportarsi sobrio del parro-co di San Sebastiano, sempre a Pozzolo, per prendere un esem-pio utile in questo senso”. In conclusione Agamennone, dan-doci l’arrivederci alla prossima puntata, ci ha detto: “Per correre e stare in mezzo ai ragazzi di strada bisogna indossare dei co-modi blue-jeans, una polo e delle scarpe da ginnastica. Altro che paramenti e tonache varie!”.

Scaramouche

Barocco di paeseBarocco di paeseAgamennone: monsignore ma non troppo

La Redazione dell’ “inchio-stro fresco” si unisce al

direttivo e ai soci della Boc-ciofi la Serravallese A.S.D. nel complimentarsi con la neo-dottoressa Stefania Guarne-ro, brillantemente laureatasi presso l’Università di Genova con una tesi su “Il ruolo edu-cativo e cul-turale delle Bocciofi le”

Congratulazioni!Congratulazioni!

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20 l’inchiostro frescoAprile 2015 POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA

Due diversi “no” al Terzo ValicoDue diversi “no” al Terzo ValicoIl convegno di Arquata Scrivia promossa da Legambiente potrebbe certifi care

Gli scandali di questi mesi che hanno porta-to all’arresto di Ettore

Incalza e alle dimissioni del ministro Lupi hanno travolto anche il Terzo Valico. Scrivono i magistrati: “Incalza, che da tempo aveva instaurato un rapporto corruttivo con Pe-rotti, garantiva un favorevole iter delle procedure ammini-strative per il fi nanziamen-to, l’avvio e lo svolgimento dei lavori (del Terzo Valico) e assicurava un trattamento

di favore al general contrac-tor Consorzio Cociv, com-prendente le società Salini-Impregilo e l’azienda Civ del gruppo Gavio, a fronte dell’af-fi damento sempre a Perotti dell’incarico di direzione dei lavori”. Scrivono i NoTav: “ve l’avevamo detto”. Nei giorni scorsi di Terzo Valico ad Ar-quata Scrivia si è parlato tanto in due occasioni: il 21 marzo al convegno #fuoridaltunnel or-ganizzato da Legambiente e il 27 marzo all’assemblea popo-

lare organizzata dal comitato arquatese NoTav. Tra gli ospiti di questi eventi c’erano: il vice-presidente di Legambiente, un professore di diritto penale, un responsabile del WWF, un ma-gistrato, un medico epidemio-logo, due sindaci della Val di Susa, vari esperti di tematiche ambientali, il senatore Marco Scibona e tanti altri. Ben inte-so, gli eventi erano separati. Eh sì, perché anche se Legam-biente e i NoTav chiedono le stesse cose – cancellazione

Parliamo di CeciParliamo di CeciCucina con Dalpian: colture e culture da salvare

Presen-t i a m o il cece.

Legume di origini medio-orientali che incon-triamo in quasi tutti i paesi che si affacciano sul Mediterra-neo, li troviamo in Francia, Spagna, Tunisi, Libia e Grecia. Anche in Italia i ceci vengono utilizzati in diverse regioni, dalla Liguria alla Toscana, dalla Basilicata alla Sicilia. Oggi par-liamo dell’utilizzo dei ceci nei territo-ri più vicini a noi: il Genovesato ed il Novese, proprio perché ha ripreso ad essere coltivato nella zona di Novi Ligure e nei paesi limitrofi l’ormai fa-moso ed ottimo “cece della Merella”. Perché “cece della Merella”? Per via della sua piccola dimensione, del-la buccia sottilissima e del sapore delicato, non ultimo la sua cottura abbastanza rapida, si presta inoltre a tutti i tipi di piatti: zuppe, farinate e fritti. A differenza dei ceci d’importa-zione (il 70% ormai arriva da Messi-co e Turchia) che hanno una buccia dura e fastidiosa, una cottura molto più lunga, necessitano di ammollo per ore nel bicarbonato e non sem-pre rimangono cotti uniformemente. Quindi preferiamo i ceci della Merel-la o ceci italiani, migliori dei migliori

ceci d’importazio-ne. Un bel piatto: Zuppa di ceci

alla genovese o alla novese. Io

vi parlo di quella alla genovese “Zemin di ceci”.

Piatto tipico invernale di Zena, ricor-renze storiche per il “zemin” da una parola araba che signifi ca miscuglio di verdure, il giorno dei morti e il venerdì santo. Tritare fi nemente sedano, carote, cipolla e funghi secchi e far soffriggere bene in olio extra vergine d’oliva, aggiungere un mestolino di polpa di pomodoro e far cuocere per 5 minuti. A questo punto aggiungere le bietole tagliate e far cuocere per altri 15 minuti. Dopodiché aggiungere i ceci pre-cedentemente cotti (metà cottura) con la loro acqua e 2 cucchiai di olio extra vergine di oliva e lasciar cuocere per 30 minuti circa. Tra-scorso questo tempo spegnere il fuoco e lasciare riposare la zuppa. Servire calda con una spolverata di parmigiano reggiano e dei crostini di pane saltati in padella con un poco di burro. Altri piatti splendidi se parliamo di mangiare di strada sono le panisse fritte, il panino con la farinata e i cuculli.

Giorgio Dalpian

Di recentissima pubblicazio-ne “Da Novi Ligure al resto

del mondo”, il nuovo libro di Lo-renzo Robbiano, è stato presen-tato al museo dei Campionissi-mi il 13 marzo. Assieme all’au-tore vi erano presenti autorevoli relatori e lo stesso Sergio Valdi-terra, noto imprenditore novese. Un elegante volume, dal titolo quanto mai simbolico, che ci re-gala l’immagine di una Novi d’i-nizio ‘900 già industrializzata, in cui l’avvento del treno a vapore costituisce un momento di stra-ordinaria importanza per lo svi-luppo del commercio, facendo diventare la città in pochi anni un luogo di scalo delle merci e un nodo ferroviario strategico per le comunicazioni con le più importanti città del Nord Italia. Da qui l’idea che il treno sia l’emblema del progresso. Ed è per questo che Robbiano dedica la sua pubblicazione alla storia dell’impresa Valditerra alla sua capacità di progettare brevetti e nuovi macchinari, fi no a diven-tare nel tempo l’azienda leader nel settore dell’armamento. La storia della famiglia Valditerra, racconta l’autore, è la storia di un’impresa che ha saputo tener testa al morso della crisi, poiché non ha mai cessato di innovarsi.

Marta Calcagno

Il metodo Il metodo ValditerraValditerra

della Legge Obiettivo (qualcu-no la chiama Legge Tangenti), messa in sicurezza del territo-rio e dirottamento dei fonti su sanità e scuola – il comitato arquatese NoTav ha deciso di non partecipare al convegno #fuoridaltunnel perché vi par-tecipavano anche il sindaco di Arquata Spineto e la consiglie-ra Pezzan, da tempo aspramen-te criticati dai comitati. Forse, quando c’è di mezzo il futuro della nostra terra, su certe cose bisognerebbe passarci sopra.

Arnaldo Liguori

Presentiamo in questa pagina alcuni articoli

dedicati al mondo delle fer-rovie, con approfondimenti specifi ci intorno al tema del Terzo Valico, il quale ormai da anni sta “segnando” in modo indelebile l’intero Ol-tregiogo. Là dove vi sono colture e culture di pregio dovrà passare una linea ad alta velocità, sconvolgendo-ne il paesaggio e le persone che vi abitano. Non voglia-mo venire tacciati di essere contigui all’uno o all’altro schieramento, ma neppu-re di essere considerati similari a quelli che Dante Alighieri chiamò ignavi. La redazione si sente quindi in dovere di ricordare come le ferrovie, anche e soprattutto nel nostro Paese, hanno col-legato le persone e i luoghi. Ora pare invece che le fer-rovie di nuova generazione dividano, dividano la popo-lazione in cittadini di seria a (che possono spostarsi rapidissimamente a prezzi elevati ovunque) e cittadini di serie b (che tra regionali fatiscenti e cancellazioni in serie, spostamento terra ed espropri, assistono a conti-nui sconvolgimenti).

Eleonora Gatti

Là dove c’era Là dove c’era l’erba...l’erba...

Questo il tema dell’as-semblea pubblica che

si è tenuta presso la sala Soms di Arquata venerdì 27 marzo con la partecipa-zione di Alessandro Plano, sindaco di Susa e Francesco Richetto, consigliere comu-nale di Bussoleno.

Marisa Pessino

Enti locali eEnti locali egrandi operegrandi opere

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Shopping ad ArquataShopping ad Arquata

21l’inchiostro frescoAprile 2015POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA

Knit Cafè ad ArquataKnit Cafè ad ArquataLavorare a maglia, chiacchierare e... gustare un buon caffé!!!

Una simpatica iniziativa che unisce l’hobby della ma-glia e il piacere di una cor-

diale conversazione tra amiche Durante il corso di maglia, dell’u-niversità della terza età di Arquata Scrivia, tenuto dalla signora Luisa Stevano, le “studentesse” hanno trovato una particolare intesa e af-fi nità di intenti tale da fare scatta-re la molla: perché non proseguire questi nostri incontri attivando un gruppo di Knit Cafè? L’idea è piaciuta immediatamente e, da qualche settimana, Laura, Dani-la, Cinzia, Serafi na, Paola, Bruna, Luisa, si incontrano regolarmente per dar corso alla comune passio-ne. Si ritrovano il giovedì mattina presso i locali della SOMS di Ar-quata, sferruzzando e intrattenen-dosi in piacevole conversazione. Non è una novità in quanto in nu-merose città si stanno formando dei gruppi di KNIT CAFE’ sull’on-da di ciò che avviene già da tempo

Serravalle: una società che (s)bocciaSerravalle: una società che (s)bocciaIntervista a Mauro Guarnero e Gianni Camera, membro del consiglio direttivo della USD Bocciofi la Serravallese

Il mondo delle bocciofi le per un neofi ta potrebbe apparire come un piccolo mondo antico

conchiuso su se stesso. In realtà, come più volte durante la nostra chiacchierata ha sottolineato Mauro Guarnero della USD Bocciofi la Ser-ravallese, “le bocce sono molto al-tro”. Frase migliore non poteva rac-chiudere lo spirito e la passione pro-fuse dallo stesso Guarnero assieme ai soci e al consiglio direttivo della gloriosa società, fondata nel 1950 e che negli anni ha collezionato nume-rosi ed importanti traguardi. Tra gli allori di cui la società serravallese si può fregiare ricordiamo una solida e lunga permanenza in serie B, con una “storica” stagione in serie A, nel 1986-’87. “Tuttavia nonostante i ri-sultati lusinghieri – ci dice Gianni Camera, facente sempre parte del consiglio direttivo – i successi non sono il nostro primario obbiettivo.

Infatti, da almeno 3-4 anni stiamo cercando di allargare, per così dire, i confi ni della bocciofi la, puntando sulle donne, gli anziani e i più gio-vani”. Anche se i tempi cambiano pare che talvolta nel mondo delle

bocce si sia rimasti un po’ “fermi nel tempo”: “E’ vero questo – spie-ga Guarnero – Quando abbiamo ideato la Baraonda al mercoledì sera, ovvero la serata del dilettan-te, tutti ci guardavano stupiti.

Ma adesso, grazie alle numerose adesioni, riusciamo a coinvolgere quasi 50 persone provenienti dalla valle Scrivia, dal Novese e anche da Acqui Terme, tutti i mercoledì sera dell’anno.” Il prossimo 20-21 giugno

Serravalle ospiterà l’importantissi-mo evento della Selezione Nazio-nale per partecipare al Campionato Italiano, dove i giocatori migliori di bocce si sfi deranno per accedere alla massima serie. (m.n.)

La domanda ormai se la fanno in molti, specie

alla luce dei recenti episodi di cronaca. Ricapitolando: a febbraio la Cava di Castello Armellino, nei pressi di Tor-tona, viene posta sotto se-questro per presenza di rifi uti tossici. Fatto certamente non collegabile con la costruzione del Terzo Valico, che tuttavia pone alla luce la questione ambientale anche nel nostro territorio. La terra dei fuochi, insomma, non pare poi così lontana. Qualche giorno dopo Pietro Paolo Marcheselli vie-ne sollevato dal suo incarico di direttore del Cociv, ditta incaricata, questa sì, della co-struzione del Terzo Valico. La motivazione? Traffi co illecito di rifi uti legata alla vicenda Tav del Mugello. Nienteme-no. Qualche nube comincia ad addensarsi, ma ancora è nulla rispetto al grande scan-dalo che di lì a poche setti-mana esplode in tutto il suo fragore: viene arrestato per corruzione il super manager Ettore Incalza, reo di aver gestito in maniera illecita le grandi opere nazionali, fra cui il nostrano Terzo Valico. I lavori, manco a dirlo, prose-guono indisturbati. Secondo la Procura di Firenze la maz-zetta allungata al plenipoten-ziario Incalza per garantire il suo appoggio al Terzo Valico sarebbe di 700.000 euro. Tan-to varrebbe la nostra salute. E mentre Cociv sbandiera, dopo mesi di richieste cadute nel vuoto, un’ottimistica ana-lisi dei costi-benefi ci datata 2003 e smentita nelle sue pre-visioni, a qualche “folle” viene in mente di destinare i soldi del Terzo Valico per sanare in dissesto idrogeologico ligure e basso-piemontese, territori messi in ginocchio dalle allu-vioni dello scorso autunno. Una necessità vera, sentita dalla popolazione tutta. Per-ciò irrealizzabile. Megli calare dall’alto una ferrovia. (f.c.)

Cui prodest?Cui prodest?A chi giova?A chi giova?

!!!

nei paesi anglosassoni, i quali, tra l’altro, non hanno inventato nulla perché da secoli le donne italia-ne lavorano a maglia in gruppo, nelle aie di paese, scambiandosi consigli e trovando anche il tem-po di “raccontarsela un po’”. E’ proprio ciò che avviene anche oggi, in chiave moderna anche ad Arquata, dove si porta avanti questa bellissima attività, che solo da pochi anni si è trasformata in hobby, mentre prima è sempre stata una necessità fondamentale

per la famiglia. Le giovani d’oggi hanno altri tipi di svago e quest’ar-te si sta piano piano perdendo. Eppure chi ha fatto l’alpino, anche non molti decenni fa, sa bene che lavorare a maglia non è, in alcune regioni italiane, un’arte riservata solo alle donne. Omaccioni di un metro e novanta che sferruzzano in compagnia per rilassarsi dopo un’estenuante marcia, magari rac-contandosi barzellette sguaiate, sono nella memoria di chi ha fatto l’alpino ancora intorno agli anni

’70. Oggi una cosa del genere ap-pare incredibile e forse anche risi-bile, ma ciò non toglie che, armati di due lunghi ferri e di un rotolo di lana, si può creare qualsiasi tipo di indumento: dalla sciarpa al vesti-to completo, dalle calze ai guanti. Si tratta di una profonda forma di cultura che non dovrebbe per-dersi solo perché fare maglia non è più necessario, così come è un vero peccato che scompaia l’arte di intrecciare i cesti o di lavorare all’uncinetto. Ma le signore di Ar-quata non si prefi ggono lo scopo di salvare la memoria della lavo-razione a maglia, è il piacere di condividere una comune passione a motivarle. Le partecipanti non hanno tutte uguali competenze e dimestichezza con la lavorazio-

ne a maglia e, chi è più esperta, si prodiga ad aiutare le amiche nell’acquisizione di varie tecniche e nella risoluzione di passaggi più complicati. C’è uno scambio di in-formazioni e ci si aiuta l’un l’altra con grande soddisfazione. I risul-tati pratici si vedono anche per-ché nascono maglioncini, giacche e quant’altro per regalare a mari-ti, fi gli e nipotini. In fi n dei conti basta guardarsi attorno e vedere i prezzi che hanno certi capi di abbigliamento di lana per scopri-re che quest’arte-hobby ha anche un potenziale e rilevante riscon-tro economico che, di questi tem-pi, non va disprezzato. Chiunque volesse accostarsi a questo grup-po è benvenuto, le riunioni sono aperte a tutti, ovviamente gratu-ite, e possono rappresentare per chi non ha esperienza in questo campo, un momento di svago e, possibilmente, di simpatica rela-zione. Per chi fosse interessato ad avere più informazioni, può recar-si presso la SOMS il giovedì matti-na dalle 9,30 alle 11,30, troverà le signore al “lavoro”, davanti ad un caffè. (m.p.)

Page 22: Inchiostro Fresco - Aprile 2015

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22 l’inchiostro frescoAprile 2015

Prato Nevoso: sci e non soloPrato Nevoso: sci e non soloVi portiamo sulle montagne innevate del cuneese

Sulle Alpi Marittime trovia-mo una piccola perla, con comode piste accessibili di-

rettamente dal paese. Si tratta di Prato Nevoso, tutto ciò è il “Mon-dolé Ski” – dal nome del monte che si erge sulla celebre “Conca” – comprensorio sciistico che col-lega Prato Nevoso ad Artesina e Frabosa Soprana, per un totale di 134 km di discese. Nel complesso anche lo Snow Park, per gli aman-ti dello snowboard e del freestyle; lo sci di fondo; e lo sci notturno, una delle maggiori attrazioni, per un’esperienza unica e suggestiva. Prato Nevoso è un punto di riferi-mento anche per gli stranieri, nu-merosissimi. Non è solo una meta sciistica: non ci si annoia mai. In “Conca” ci sono il Prato Nevoso Village con giochi ed attività ludi-che; lo Snow Tubing; il pattinag-gio su ghiaccio; le partenze per le passeggiate a cavallo e a piedi o con le ciaspole. I portici costitu-iscono il cuore pulsante della lo-calità, con attività storiche in cui trovare artefatti e delizie del terri-

BENEDETTA ACRI @FernGully89 torio, come i cioccolatini “prato-nevesi”; le torte di nocciole; i for-maggi quali Raschera, Frabosan Ciuc e Testun; il burro d’alpeggio e i liquori Bombardino e Genepy. Nei vari locali si possono gustare gli squisiti piatti e bevande del-

la tradizione piemontese e montana. Il borgo Stalle Lun-

ghe è meta e simbolo di un turi-smo chic, con le sue abitazioni, il centro benessere, i locali raffi nati e i negozi griffati, per una vacanza d’altura all’insegna del glamour. D’inverno come d’estate il calen-dario è ricco di eventi. Quando cala il sole tra sci notturno, feste in “Conca”, pub, discoteche, bar e ristoranti il divertimento è as-sicurato. Nei dintorni si trovano le Terme di Lurisia, il santuario di Vicoforte e Mondovì. Nei mesi caldi via libera al bob estivo ad Artesina, alle visite alle Grotte del Caudano e al rafting a Demonte, oltre alle classiche escursioni. Le passeggiate in montagna sono d’obbligo: esplorate questo bel borgo montano e ammirate i pa-esaggi mozzafi ato e la natura in-contaminata che lo circonda.

Con la 10ª edizione dello “Spring Splash” si è aperta

la stagione calda. Scopo: attra-versare la piscina al termine della discesa cercando di non fare…troppo “splash”! Tema 2015 i colori, con originali travestimen-ti e mezzi di gara. Iniziano così percorsi enogastronomici, equi-tazione, passeggiate in notturna, escursioni a piedi o in mountain bike lungo percorsi naturalistici, sentieri per Downhill/Freeride. In “Conca” golf, tennis, volley, calcio, calcetto, bag jump, Bike-Park, e molto altro.

Al via la bella Al via la bella stagionestagione

Spazzaneve di una voltaSpazzaneve di una voltaQuando lo ieri è più moderno dell’oggi

Forse, chi non è più giova-nissimo, ricorda che l’in-verno è sempre esistito. E,

d’inverno, in nord Italia capita che nevichi, almeno nell’era ge-ologica attuale. Chi ha terminato le scuole sa anche che le ferrovie in Italia esistono da fi ne ‘800, e che su queste hanno sempre cir-colato anche locomotive dotate di un utile accessorio chiamato spazzaneve. Infatti, uno dei van-taggi dell’uso della ferrovia era una volta che vi si potesse circo-lare in sicurezza anche quando le condizioni sulle strade, per neve, nebbia, ghiaccio, sono critiche. Ma a Trenitalia forse queste cose

non le sanno o le hanno dimen-ticate; e basta una nevicata nor-malissima, ben lontana da picchi d’eccezionalità, per provocare la sospensione di decine di treni sul-le linee che valicano l’Appennino. Linee che, beninteso, non salgono sui cocuzzoli delle montagne ma superano la parte più diffi cile in galleria. Quest’anno si è pure arri-vati alla cancellazione preventiva dei treni, secondo un “program-ma neve” basato sulle previsioni del tempo più pessimistiche. Per la nevicata del 4 febbraio, di certo non terribile, sono stati cancel-lati circa metà dei convogli sulla Genova-Ovada Acqui Terme e sul-

le linee tra Savona e il Piemonte. Mentre i merci hanno continuato a circolare con trazione insuffi -ciente, provocando blocchi sulla linea. Ma per questo basta già un po’ di pioggia. Le ferrovie ricorda-no un po’ quegli studenti svoglia-ti, per i quali ogni scusa per non andare a scuola va bene. Per loro, qualsiasi motivo per tagliare un treno dei pendolari è un’occasio-ne da non perdere. I viaggiatori farebbero meglio, se nevica, a de-dicarsi alla costruzione di pupazzi di neve. Sempre che di neve ne arrivi abbastanza.

Stefano Rivara

La crisi del mattoneLa crisi del mattoneIl mercato immobiliare italiano in continua diffi coltà

Ancora in calo, per tutto il 2014, i prezzi nel mercato immobiliare. Pur essendo

leggermente aumentate le compra-vendite, rispetto l’anno precedente, la crisi continua a determinare un sostanziale deprezzamento negli immobili. Tanto per fare qualche esempio, il costo medio a metro quadro di un appartamento era 2329 euro a metro quadro a gennaio 2014 e 2133 a gennaio 2015 nel comune di Genova; 3014 e 2753, sempre euro a metro quadro, come dato medio nel-la provincia intera di Genova; 1372 e 1352 a Novi Ligure, rispettivamente; e 1217 e 1132 ad Ovada. Stabile Ac-qui Terme (1195 e 1194). (I dati sono

forniti da Immobiliare.it). Anche per gli affi tti c’è stato un complessivo calo durante l’anno, pur con un an-damento più irregolare. Ad esempio, affi ttare un appartamento costava in media 8,09 euro mensili a metro qua-dro a gennaio 2014 e 7,85 a gennaio 2015 nel comune di Genova; 8,62 e 8,32 come dato medio nella provin-cia genovese; costava invece, rispet-tivamente 5,74 e 4,52 a Novi Ligure. In pochissimi comuni, ad esempio Casella, si è registrato un aumento. Nonostante la diminuzione media del costo degli affi tti, però, diven-ta ugualmente sempre più diffi cile trovare, per chi lo cerca, un appar-tamento in locazione. Perché molti

proprietari, a causa dei sempre più elevati livelli di morosità degli in-quilini, preferiscono in alcuni casi tenere un appartamento vuoto e sfi t-to, o cercare di venderlo, piuttosto di rischiare di trovarselo occupato da affi ttuari che, ad un certo punto, non sono più in grado di pagare la pigione.

Stefano Rivara

La crisi vista da Fabio Buffa

POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA

Page 23: Inchiostro Fresco - Aprile 2015

VENDO O CEDO IN GESTIONECell. 320 [email protected]

VENDO O CEDO IN GESTIONE

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Le elezioni amministrative del 2015 vedono, nella Provincia di Genova, quattro comuni

al voto: San Colombano (nell’en-troterra di Levante), Ronco Scri-via, Torriglia e Vobbia. Proprio in quest’ultimo comune, il più piccolo con i suoi circa 470 residenti, la pri-ma lista a presentarsi uffi cialmente alle elezioni è “Voce di Vobbia”, che candida alla carica di primo cittadi-no, Enrico Mendace. Mendace, 51 anni, è consulente informatico e lo-gistico, nonché presidente della lo-cale Pro Loco, ed ex assessore del Comune di Savignone nella giunta di Antonio Bigotti. “Personalmente credo che quando si vive in una comunità, specialmente quando

Torriglia: squadra che vince non si cambiaTorriglia: squadra che vince non si cambiaIl sindaco Maurizio Beltrami fa il punto sui suoi cinque anni di mandato e si prepara alle elezioni

Torriglia è uno dei comuni liguri che andrà al voto, il prossimo 31 maggio, per

rinnovare l’Amministrazione Co-munale. Il sindaco uscente, Mau-rizio Beltrami, 45 anni, vincitore lo scorso turno con il 63 per cen-to dei voti, traccia il bilancio dei suoi cinque anni di mandato ed annuncia, al nostro giornale che il percorso andrà avanti. “Mi rican-dido esattamente con la stessa squadra del 2010” dice il sindaco Beltrami “per portare avanti un progetto fatto su base decennale”, anche il nome, spiega il primo cit-tadino sarà nuovamente “Insieme per il futuro di Torriglia”. “An-che questa volta saremo una lista totalmente civica, senza persone tesserate ai partiti” dice il Sinda-co, l’unico appoggio, tra virgolet-te “è arrivato, come cinque anni fa dal Partito Democratico locale che ha riconosciuto il nostro buon lavoro e condivide come allora, il nostro programma, senza impor-re nulla”. Il momento diffi cile per i piccoli comuni viene analizzato dal sindaco Beltrami “in questi cinque anni è andata sempre peggio per i Comuni: da avere fondi dallo Stato siamo passati a dare soldi allo Stato, per via del fondo di solidarietà”. Tuttavia, in questa situazione economica diffi cile, spiega il Sindaco, il Co-mune di Torriglia è riuscito a fare un mezzo miracolo “nonostante ciò abbiamo mantenuto l’IMU al minimo, così come la Tares, riu-scendo a tenere i conti in ordine ed essere in attivo”. Sugli impegni presi, dice Beltrami “siamo riu-sciti a mantenere praticamente tutto, tra cui ricordo oltre il 70 per cento delle strade, la rinascita della Pro Loco, in cinque anni da appena quattro manifestazioni all’anno nel Comune di Torriglia, siamo passati ad averne circa

si tratta di una comunità piccola, si debbano met-tere a disposizione degli altri le proprie capacità” spiega Enrico Mendace, che prosegue “ovviamente fare il Sindaco in una realtà del genere non è per ambizione, ma per spirito di servizio”. Sulla situazio-ne economica attuale delle amministrazioni il candida-to sindaco spiega “con il fondo di solidarietà siamo stati messi in ginocchio, siamo all’assurdo che noi piccoli comuni diamo i soldi ai grandi comuni!”. Bisogna essere il portavoce delle idee e della volontà dei cittadini, dice Enrico Mendace. Le questioni impor-tanti attualmente per Vobbia, spiega il candidato, sono due: la prima è il grande numero di persone anziane, la seconda è la neccessità di far rinascere il paese, sfrut-

tando i punti di forza a cominciare dal Castello della Pietra. Sulla lista “Voce di Vobbia” Mendace dice che si tratta “una lista assolutamente apartitica ed apo-litica dove nessuno di noi ha tessere di partito in ta-sca, su dieci candidati, inoltre ben sette risiedono a Vobbia e vi sono tre giovani under-30 in lista”. Come presidente della locale Pro Loco, Enrico Mendace si è distinto per aver realizzato il gemellaggio uffi ciale con la cittadina britannica di Bolton, che ogni anno viene puntualmente rinnovato. Il programma completo e la squadra di Voce di Vobbia sono visibili sul sito uffi ciale www.vocedivobbia.it

Fabio Mazzari

Vobbia: Mendace si candidaVobbia: Mendace si candidaL’ex assessore di Savignone si candida ed è il primo a presentare la lista elettorale

È stato presentato e votato all’unanimità, dal Consiglio

Metropolitano di Genova dell’11 marzo scorso, con immediata eseguibilità, il portale realiz-zato uffi cialmente dall’uffi cio informatico dell’ex Provincia chiamato “Fuori Genova”. Come già suggerisce il nome, si tratta di una piattaforma digita-le interamente progettata dalla Città Metropolitana di Genova, destinata a far conoscere il no-stro entroterra (ma in seguito si amplierà anche ai comuni costieri) sia ai cittadini genove-si che ai turisti di altre province e regioni. Il progetto, illustrato uffi cialmente dal sindaco di Chiavari e assessore metropo-litano, Roberto Levaggi è stato immediatamente apprezzato dai consiglieri presenti in aula, in specifi co modo dal sindaco di Arenzano, Maria Luisa Biorci, e dal sindaco di Pieve Ligure, Adolfo Olcese. “Fuori Genova” si struttura come un portale cartografi co, contenente al suo interno mappe digitali estrema-mente dettagliate sui territori coperti. Possiamo avere infatti qualunque informazione riguar-do ai servizi presenti (scolastici, trasporti, sanitari, ecc…), strut-ture, reti economiche e sociali (dai singoli negozi fi no alle diverse attività produttive pre-senti), informazioni sulle ammi-nistrazioni dei Comuni e delle Unioni, notizie dettagliate sui beni storici e paesaggistici, con particolare riferimento alle aree protette e, infi ne vi è una sezio-ne dedicata interamente alle op-portunità di sviluppo in zona. Il visitatore potrà quindi accedere alle informazioni visualizzando le caratteristiche, le immagini, i contatti ed avere diversi link a siti collegati. Per il momento il portale “Fuori Genova” co-pre le due aree più isolate della Città Metropolitana di Genova, ovvero i sette comuni della Val Trebbia (Montebruno, Fascia, Propata, Rondanina, Gorreto, Rovegno e Fontanigorda) ed i tre della Val d’Aveto (Borzona-sca, Rezzoaglio e Santo Stefano d’Aveto), che fanno parte del progetto nazionale lanciato su vasta scala riguardante le aree interne. A breve “Fuori Ge-nova” si estenderà ai comuni dell’Alta Val Bisagno e del Vali-co Scoffera (Bargagli, Davagna, Lumarzo, Montoggio e Torri-glia) ed alla Val Graveglia.

Fabio Mazzari

Nasce il portale Nasce il portale “Fuori Genova”“Fuori Genova”

trenta, è stata completamente ri-lanciata la Polisportiva, con tan-tissimi bambini e ragazzi che ne fanno parte, certo non siamo più ai fasti degli anni ’60 e ’70 ma nemmeno il paese dormitorio di pochi anni fa”. Un altro duro col-po durante il mandato amministra-tivo, oltre ai tagli dovuti alla crisi economica, è stata l’alluvione del-lo scorso ottobre “Abbiamo subito numerosi danni, con le frazioni

isolate che sono state ricollegate dopo venti giorni e parecchie frane sul territorio che stiamo rimettendo a posto” spiega il primo cittadino, che prosegue “ci siamo impegnati per oltre un milione di euro, per riparare i danni, aspettando l’arrivo dei fondi dallo Stato”. Anche la soppressione della Provincia nel 2012 si è fatta sentire “siamo il quarto comune della Pro-vincia, con 64 km di strade comunali. La Provincia ci dava una grossa mano, adesso stiamo a vedere cosa farà il nuovo ente, vedendo se ci sono le risorse per farla funzionare. Il presidente Repetto e soprat-

tutto l’assessore Fossati avevano lavorato davvero bene”. Un grosso problema, per il momento ancora irrisolto, dice il sindaco è la mancanza del depuratore per il Comune di Torriglia “ma grazie all’ATO dalla fi ne dell’estate partiranno fi nalmente i lavori” così come, conclude Beltrami “il miglioramento della Strada Statale 45 all’altezza di Ponte Trebbia, il punto più pericoloso della strada, che verrà messo a posto da settembre”.

Fabio Mazzari

“Il Progetto Scuola Ferrovia vuole innanzi tutto far conoscere ai ragazzi uno degli Enti che in maggior misura ha dato lavoro a questo Paese e poi metterli di fronte ad una vera e propria possibilità occupa-

zionale” con queste parole Alessandro Cabella, storico animatore del DLF di Genova, ci ha spiegato le motiva-zioni del progetto. Da ormai quasi cinque anni infatti la sezione genovese del DLF sta promuovendo presso le scuole e gli Istituti Tecnici una serie di lezioni mirate “a far conoscere le tecnologie, come ad esempio le teleco-municazioni, i sistemi di circolazione treni o i metodi di sicurezza e segnalamento, che stanno dietro al complesso delle Ferrovie” spiega Cabella. Lo scorso 26 marzo una delegazione del DLF ha svolto una lezione presso l’I.I.S.S. Primo Levi di Borgo Fornari grazie al fattivo supporto del vice Preside Eugenio Montaldo ed a quello del professore di informatica Marco Buffa. Una bella occasione per i ragazzi di Borgo Fornari, sia per conoscere il proprio passato sia, magari, per poter organizzare il proprio futuro. Una iniziativa molto interes-sante che, a nostro parere, capita a fagiolo proprio in questi tempi per far ricordare il grande valore sociale del-le ferrovie, oggi sacrifi cato a scapito dell’Alta Velocità. (a.l.)

Borgo Fornari: a lezione di ferroviaBorgo Fornari: a lezione di ferrovia

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24 l’inchiostro frescoAprile 2015

Nella foto grande com’era l’Hotel di Praglia e nel tondo come si presenta oggi Villa Piuma.Le foto ci sono state fornite da Elisabetta Martini fi glia dello storico proprietario di questo albergo

VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE

Una notte nell’albergo abbandonatoUna notte nell’albergo abbandonatoL’entroterra genovese è ricco di leggende e fatti inspiegabili. A Praglia c’è paura.

Il nostro viaggio nei misteri dell’Oltregiogo genovese è giunto ormai alla terza punta-

ta. Dopo aver toccato le leggen-de ed i fatti misteriosi della Val Trebbia e della Val d’Aveto, ci spo-stiamo in Valle Scrivia ed alta Val Polcevera, dove, anche qui, i fatti inspiegabili non mancano. Una delle leggende più famose è quel-la del Castello di Montoggio. Qui, narrano le leggende, pare faccia la sua comparsa il fantasma di Gero-lamo Fieschi, il principe ereditario della nobile casata genovese, sconfi tta nella battaglia del 1547 contro la Repubblica Ligure di Andrea Doria. Secondo una credenza dif-fusa Gerolamo venne rin-chiuso vivo in un sacco, as-sieme a tredici gatti affamati e gettato in mare, dove andò incon-tro ad una morte orribile. Il fan-tasma dello sfortunato principe compare regolarmente ogni anno, nel mese di giugno, tra i ruderi del castello, con il volto sfi gurato ed accompagnato dalle anime dei gatti. La storia reale tuttavia, è un po’ diversa, Gerolamo Fieschi venne infatti tradito da un gruppo di mercenari e morì in battaglia, ma l’aura romantica della leggen-da rimane. Ben più inquietanti, e molto più recenti, le vicende che riguardano il Grand Hotel Praglia. Questo albergo rappresentò, per molti anni un luogo mitico per i genovesi, specialmente quelli del Ponente e delle vallate circostanti. Costruito nell’immediato secondo dopoguerra ebbe un periodo di splendore negli anni ’60 e ’70, frut-to anche di una gestione illumina-ta: nel Grand Hotel si esibirono i più famosi cantanti dell’epoca e numerosi erano gli eventi orga-nizzati. All’inizio degli anni ’80, sia per un cambio del tipo di turismo, sia perché la gestione che suben-trò non si rivelò all’altezza, l’hotel andò incontro ad un rapidissimo declino e, nella stagione 1985-86 era sommerso dai debiti al pun-to che venne irrimediabilmente

Ricordando il passato si danno prospettive per il futuro

Da alcuni anni di attività il comitato “Un tram per Genova” si propone di

reintrodurre il suggestivo mezzo di trasporto pubblico, ovviamente adattato alla tecnologia dei giorni nostri. A guidare questa “crociata” sono i due portavoce del comita-to, Fiorenzo Pampolini e Claudio Serra, che sono altresì autori del libro “Genova in tram”. La na-scita dei tram elettrici a Genova risale al 1893. Il capoluogo ligure fu la terza città a dotarsi di questi mezzi, dopo Firenze e Torino. Il tram elettrico sostituì, nel corso di pochi anni, gli omnibus, i famosi mezzi pubblici trainati dai cavalli. Il primo tram elettrico genovese effettuava la breve tratta Piazza Corvetto-Piazza Manin. Nonostan-te uno scarso successo iniziale le amministrazioni comunali dell’e-poca furono molto lungimiranti, e costruirono, in breve tempo mal-grado le scarse tecnologie di allo-ra, gallerie elicoidali, ben consci

che la conformazione della città di Genova era problematica. Già nel 1897, infatti, era in funzione la li-nea che copriva la Val Bisagno, nel 1899 il Levante fi no a Nervi, nel 1900 fu la volta della Val Polceve-ra fi no a Pontedecimo e nel 1902 il Ponente fi no a Voltri. Si può dire che l’allora UITE (la linea che ge-stiva i tram) aveva già realizzato di fatto il trasporto integrato urbano-extraurbano (l’estensione della città di Genova nei confi ni attuali avvenne solo nel 1926). Il servizio tramviario di Genova subì tagli, ma rimase sempre in funzione, anche durante gli anni del primo confl itto mondiale. Negli anni ’20, con il boom demografi co delle città, venne eliminato anche l’ul-timo servizio omnibus (nel 1921) ed introdotti i primi autobus nel-le tratte che i tram non potevano coprire. Nel 1927 vengono messi in circolazione i tram a carrelli, molto più capienti e, nel 1929 ar-rivarono due mezzi ancora amati

dai genovesi: la Guidovia della Guardia ed il treno di Casella. Gli anni ’30 vedono, a partire dal 1939 l’inizio della fortuna dei fi lobus, che vengono adottati nelle grandi città italiane. Nel 1939, un perso-naggio fondamentale nello svilup-po del trasporto pubblico genove-se, Remigio Casteggini realizza la “vettura Genova”. Lo scoppio del secondo confl itto mondiale non interrompe il servizio tramviario, anzi, nel 1942 entrano in funzione nuove vetture e, nel 1943 la UITE istituisce il simpatico “servizio sposi”, con i viaggi di matrimonio in tram riservati. Già nel maggio 1945, a pochi giorni dalla fi ne del confl itto il servizio era regolar-mente ripreso sulle trenta linee esistenti. Il dopoguerra, con le inevitabili diffi coltà economiche della ricostruzione, vede nel 1948 un importante piano di inventario fatto dalla UITE, che concentra i tram sulle grandi linee direttrici, con vetture capienti e spaziose

chiuso. Il suo abbandono, però, fece inaspettatamente la sua for-tuna: in brevissimo tempo diventò un luogo ammantato da un’aura sinistra al punto che, negli anni ’90 era di moda tra i liceali la sfi da “te la senti di passare una not-te all’albergo abbandonato?”. Il motivo di questa popolarità è do-vuto alle svariate messe nere che si tennero nell’hotel. Una di esse, nel 1995 ebbe anche notorietà, per il numero di partecipanti, sui giornali regionali. Ancora oggi si trovano, nei locali dell’ex albergo pentacoli, croci rovesciate, bam-bole sacrifi cate e quanto altro, al punto che, è ormai diffusa la fi nta leggenda che l’albergo venne ab-bandonato a causa della presenza di entità paranormali! Scendendo verso Genova, tra Mignanego e Pontedecimo si trova Villa Piu-

ma. Questa splendida villa venne abbandonata, in circostanze mai chiarite già negli anni ’30 e, da al-lora, non fu mai più abitata. Anche questo edifi cio, nel corso degli anni è stato trasformato in luogo di mes-se nere e riti satanici. Oltre a ciò Villa Piuma fu teatro di alcuni tragici fatti di cronaca: alla fi ne dell’Ottocento alcuni briganti, mentre i marchesi Piuma erano a teatro, fecero irru-zione nella casa e uccisero la fi glia e la governante. Alcuni anni dopo, un altro omicidio coinvolse la famiglia che acquistò la casa. Sembra infatti che la madre uccise il fi glio, rite-nendolo posseduto dagli spiriti, ma riguardo a ciò non vi sono ar-ticoli di cronaca. Appuntamento al prossimo numero con i misteri della Valle Stura.

Fabio Mazzari

realizzate ancora una volta da Casteggini. Tuttavia il destino del tram, a Genova e in buona parte d’Italia è ormai segnato: nel 1951 entrano in funzione le linee velo-ci, a tariffa maggiorata (chiamate “Celere”) e iniziano gli smantella-menti dei tram, considerati ormai obsoleti in un periodo di grande sviluppo industriale. Nel 1957 vi è l’ultima revisione, le linee tram-viarie rimangono quattro e, il 27 dicembre 1966 l’ultimo tram da Brignole a Struppa viene dismes-so. Oggigiorno, però, dopo anni di oblio, i tram stanno ritornando in molte città europee. La Francia è

stata la capofi la, dal 1975 ad oggi ha infatti introdotto, prima nelle metropoli poi anche nelle città più piccole il servizio tramviario e così hanno fatto anche altri paesi. In Italia, invece, sono solamen-te dodici le città dotate di tram che, con l’eccezione di Firenze e Milano, coprono brevi tratte. In momenti di aumento dei prezzi dei carburanti e di inquinamento e congestione delle città, dicono i promotori, il tram è l’unico mez-zo in grado di risolvere entrambi i problemi.

Fabio Mazzari

Genova andava in tramGenova andava in tram

X-fi le nell’Oltregiogo - terza puntataX-fi le nell’Oltregiogo - terza puntata

Nel prossimo numero Nel prossimo numero i misteri in Valle Sturai misteri in Valle Stura

Page 25: Inchiostro Fresco - Aprile 2015

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25l’inchiostro frescoAprile 2015VAL TREBBIA

Si è rafforzato il gemellaggio tra il Comune di Fontanigorda, nella Val Trebbia genovese ed il Comune francese di Saint Maime, situato nel di-

partimento di Digne Les Bains in Provenza. Una delega-zione del Comune valtrebbino, con capofi la il sindaco Margherita Asquasciati, si è recata infatti dai gemelli d’oltralpe per rinsaldare questo storico gemellaggio, nato nell’ormai lontano 1997. L’occasione è stata data dalla Festa del Ferro e del Fuoco tenutasi nella località provenzale il 27,28 e 29 marzo. Fatto abbastanza par-ticolare, per la prima volta nella loro storia, entrambi i comuni sono guidati, tutti e due dal 2014, da sindaci donna: Margherita Asquasciati appunto a Fontanigor-da e Mirelle Bor a Saint Mame. La ragione di questo gemellaggio nasce da un fatto storico: nel XIX secolo la Val Trebbia era un’area tra le più economicamente di-sagiate del Regno d’Italia, enorme era l’emigrazione, sia

verso Genova che altre città del nord Italia (come Pia-cenza, Alessandria e Milano), sia verso l’estero, come fecero una serie di fontanigordesi, che si trasferirono in Provenza, a Saint Maime appunto, per lavorare nel-la locale miniera. Ancora oggi i discendenti di quegli emigranti non hanno dimenticato le loro radici e non è diffi cile, durante i mesi estivi, sentir parlare francese a Fontanigorda.

Fabio Mazzari

Tra Fontanigorda e Saint-Maime si rinnova un antico legame

Un gemellaggio rinsaldatoUn gemellaggio rinsaldato“Achtung! Banditen”“Achtung! Banditen”In Val Trebbia parte un progetto per il 70°della Liberazione

Un progetto che coinvolge ben tre province e dicias-sette comuni, per celebra-

re in modo solenne, ma moderno, il settantesimo anniversario della liberazione dell’Italia dall’occupa-zione nazista, avvenuto nell’aprile del 1945. Questo è “Achtung Ban-diten”. “Il progetto nasce - come spiega Arnaldo Buscaglia, uno de-gli ideatori - dall’idea di diverse persone che hanno espresso la vo-lontà di celebrare il 70°anniver-sario della liberazione dando ri-salto alla Sesta zona operativa”. Area questa, che copriva l’Alta Val Trebbia, estesa sull’attuale terri-torio delle province di Genova, Alessandria e Piacenza. Il proget-to ha ottenuto l’attenzione anche della Presidenza della Repubblica e del Senato. Il fulcro di tutto ciò è la valorizzazione della storia della Resistenza dando grande ri-salto al territorio ed ai suoi punti di forza. I comuni coinvolti sono appunto 17, su un territorio che va da Bargagli a Travo. “Achtung Banditen” ha coinvolto, oltre alle amministrazioni locali e le Unioni di comuni, il mondo dell’associa-zionismo, l’Expo Alta Val Trebbia, il Parco dell’Antola e diverse atti-vità private. “Achtung Banditen” si dipana con attività e mostre in ognuno dei paesi che fanno par-te del progetto. Gli organizzatori, con questa sorta di “turismo della memoria”, puntano a far conver-gere in Valle non più il classico visitatore “mordi e fuggi”, ma ad arrivare a conquistare una perma-nenza duratura dei villeggianti. “Achtung Banditen” ha stimolato l’interesse anche di un tour opera-tor, che ha accettato la sfi da, ap-parentemente diffi cile, di puntare sulla Val Trebbia, per dimostrare le grandi potenzialità dei territori interni. Gli organizzatori spiega-no che questo sarà l’inizio di una serie di progetti che mirano a svi-luppare le potenzialità turistiche, culturali e commerciali della Val-le, cercando di contrastare il feno-meno dello spopolamento. L’ini-ziativa oltre ai numerosi incontri

svolti nelle scuole dei diciassette comuni, si articolerà in diversi appuntamenti, tra cui si segnala lo spettacolo “Cenere” di Marco Rinaldi (cabarettista dei Soggetti Smarriti - nella foto) con la par-tecipazione del notissimo comi-co Luca Bizzarri. Inoltre saranno organizzate mostre fotografi che, serate danzanti con musiche tra-dizionali, eventi eno-gastronomici e sportivi. Il clou della manifesta-zione sarà il 26 aprile con la fi era “Go Local” nel Bosco della Giaia di Rovegno, nell’area dell’Expo, che durerà l’intera giornata.

Fabio Mazzari

Il gemellaggio è un legame speciale che s’instaura tra due Comuni appartenenti ad aree geografi che differenti, sorto nella prima metà degli anni Cin-quanta quando, all’indomani della Seconda Guer-ra Mondiale, si aveva come l’intenzione di ricucire gli “strappi” provocati dal recente confl itto bellico.

Fontanigorda (GE)Fontanigorda (GE)

Village de Saint-MaimeVillage de Saint-MaimeComune francese di 863 abitanti situatoComune francese di 863 abitanti situato

nel Dipartimento delle Alpi dell’Alta Provenzanel Dipartimento delle Alpi dell’Alta Provenza

Dal 9 aprile fi no al 4 giugno, nel-la sala della Biblioteca Civica

“Bertha Von Suttner” di Busalla (in Via Chiappa, dietro al Munici-pio) si terranno i “Jove di Jazz”, si tratta di una serie di incontri set-timanali completamente gratuiti, organizzati dall’assessorato alla cultura del Comune di Busalla, che faranno conoscere, ogni gio-vedì sera, la storia della musica jazz, attraverso i racconti del mu-sicologo Giorgio Mentasti. Le se-rate tematiche narreranno l’intera storia di questo genere musicale,

tra i più popolari al mondo, co-minciando dalla nascita avvenuta grazie alla fusione di diversi generi presenti a New Orleans, passan-do per l’era del dixieland, l’epoca d’oro delle orchestre dove emer-gono le fi gure tra le altre di Louis Armstrong, Duke Ellington, Ella Fitzgerald, al dopoguerra con la nascita di nuove tendenze, come il bebop ed il cool jazz, con artisti come Miles Davis, Dizzie Gillespie e John Coltrane fi no al fusion degli anni ’70 e ’80 e la sperimentazione dei giorni nostri. (f.m.)

La storia del jazz a BusallaLa storia del jazz a Busalla

Sarà inaugurato molto probabilmente quest’estate, il primo “ospedale” per gli animali selvatici della Liguria. Il centro, defi nito a livello nazio-

nale come “centro recupero fauna selvatica” si occuperà di curare tutti gli animali non domestici rinvenuti sul territorio e bisognosi di cure. La sede di questo particolare “ospedale” sarà a Campomorone, nella frazio-ne di Santo Stefano di Larvego, lungo la strada che si collega con i Piani di Praglia. La nascita della struttura è stata fortemente voluta dall’Ammi-nistrazione comunale di Campomorone, e si tratta del primo centro di recupero della fauna selvatica nella nostra regione, fi no ad oggi, infatti, gli animali selvatici feriti o malati, trovati nei boschi e nei sentieri della Liguria venivano portati fuori regione. Per la realizzazione del centro, che vedrà la presenza oltre che ovviamente a medici veterinari, anche di vo-lontari di Enpa, Lipu ed altre associazioni; il Comune di Campomorone ha visitato centri analoghi in Emilia Romagna e Piemonte, che sono stati presi ad esempio. I pazienti del centro saranno volpi, lupi, uccelli rapaci e qualunque altro animale non domestico trovato in diffi coltà. (f.m.)

Un “ospedale” per gli animali selvaticiUn “ospedale” per gli animali selvatici

Page 26: Inchiostro Fresco - Aprile 2015

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26 l’inchiostro frescoAprile 2015

Il matrimonio: una luna di miele Il matrimonio: una luna di miele che dura tutta una vitache dura tutta una vita

Speciale Sposi

Mentre GB Cassulo e il suo povero tapino, ovvero Mattia Nesto, stavano di-

stribuendo i giornali su e giù per l’Appenino, alla radio capitò loro di ascoltare un sedicente esperto affermare che: “Il matrimonio è l’arte della tolleranza”. Un po’ interdetti nell’ascoltare queste parole, i due nel frattempo si erano fermati a Torriglia per di-stribuire le copie de “l’inchiostro fresco”. E, mentre in una pausa si stavano gustando l’uno, GB, un ricco cappuccino con schiuma, spolverata di cacao, due bustine di zucchero e una grassottella brioche con confettura di albi-cocche per risollevare le “stanche membra” e l’altro un parco caffè amaro, così come si conviene ai “bocia”, sentivano, senza vole-re, questa conversazione, con a tema giustappunto il matrimonio e la tolleranza. “Mica vero che il matrimonio è tolleranza” dice Aldina, signora di 88 anni intenta ad acquistare un po’ di focaccia al banco, “Se avessi dovuto solo tol-lerare mio marito non saremmo ancora insieme dopo quasi 70

anni di matrimonio”. Incurio-sita la barista chiese spiegazioni all’arzilla vecchietta: “Guarda Barbara che tollerare lo si può fare solo per un breve periodo, dopo una non ce la fa proprio più. Ecco perché – ha continuato Aldina – il matrimonio è molto più simile ad una luna di mie-le… senza miele!”. Davvero col-piti da questa argutissima frase, un po’ imbarazzati, porgendo alla signora una “fresca” copia del giornalino, i due cronisti “inchio-striferi” chiesero, spinti da quel dovere di cronaca, che uno ce l’ha o non ce l’ha e che ti fa venire la faccia tosta per domandare qua-lunque cosa a chiunque, che cosa volesse intendere. “Beh è sempli-ce” rispose, con un sorriso simpa-ticamente comprensivo, la torri-gliese “Una luna di miele senza miele vuol dire sapere sempre scovare un po’ di quello spirito magico del viaggio di nozze nei mille piccoli momenti del vivere quotidiano, sia quando le cose vanno bene, sia quando vanno meno bene oppure quando vi è un’improvvisa ristrettezza eco-

nomica, oppure quando ci si ritrova a bisticciare magari non per questioni legate alla vita di coppia ma per intrusioni di pa-renti o amici. E, - con un velo di nostalgia, quasi come se fos-sero stati dei suoi lontani nipoti prosegue dicendo – così come la luna ha diverse fasi, senza pre-occuparsi se sono fasi calanti, anche nella vita di coppia biso-gna essere pienamente convinti che con un pizzico di pazienza la Luna del matrimonio tornerà ben presto nella fase crescente. Ecco – concluse con un sorriso – perché bisogna sempre volgere gli occhi al cielo. Dalla Luna, le incomprensioni, sembrano mol-to ma molto più piccole”. Ammi-rati per il discorso della signora Aldina GB e Mattia tornarono alla loro Yaris Bianca ormai sbalestrata perché perennemente stracarica di giornali, dicendosi: “Altro che arte della tolleranza. Il matrimonio è un viaggio interstellare dove bisogna stare attenti alle intemperie e alle tempeste di meteoriti ma, se si è un buon pilota, beh, si toccano letteralmente le stelle con un dito!” E i due, rientrando alla base, pensarono a loro stessi. Gb che è già sposato pare si interrogò se fosse o meno un buon astronauta e Mattia che ancora oggi deve fare “il dolce passo”, si domandò se non soffrirà di vertigini!!!

Scaramouche

Page 27: Inchiostro Fresco - Aprile 2015

27l’inchiostro frescoAprile 2015

Da solo in giro per il mondo Da solo in giro per il mondo stando sempre con te...stando sempre con te...

C’era una volta un giovane che si chiamava Ottavio. Aveva da poco sposato

Lucrezia e, nonostante le diffi coltà del “mettere su famiglia” le cose fi lavano bene. Certo i soldi in casa erano sempre pochi, si “doveva fare economia” come Ottavio ave-va sentito dire da sua nonna, quan-do lei ricordava i tempi diffi cili del Dopoguerra. Ma tutto sommato

la vita in due “era più semplice”, anche se non era così. C’erano in-fatti delle volte in cui Ottavio con Lucrezia non riusciva a capirsi. Ma-gari Ottavio, che aveva una piccola ditta di lavori edili, rientrava alla sera tardi e stanco, come “un gros-so orso di ritorno dalla caccia”. Quasi subito dopo cena, si gettava sul lettone e cominciava a ronfare. Lucrezia invece, che faceva la gra-fi ca e lavorava davanti al compu-ter tutto il giorno, aveva voglia di parlare, di condividere le proprie emozioni con il marito. Ma la stan-chezza dell’uno mal si sposava con la vitalità dell’altra. E allora liti e incomprensioni. Talvolta Ottavio aveva bisogno d’aria, usciva, pren-deva la macchina e andava in giro per i boschi e i monti dell’Appen-nino, a “rifl ettere a mente fresca”. Proprio nelle zone più impervie, magari nelle strette di Perturso op-pure nel Grand canyon di Olbicel-la, luoghi che tanto s’assomigliano tra di loro, giusto quando era più solo insomma, ecco che riaffi ora-vano nella sua mente pensieri del tipo: “Guarda che bel posticino, c’è un bell’albero e un fresco pratone,

piacerebbe di sicuro a Lucrezia”. Lucrezia, nel contempo, in giro in bici per i borghi dell’Oltregiogo, stava pensando “Guarda quella trattoria, è quella in cui fanno i ceci della Merella che ad Ottavio piacciano tanto”. Pace era fatta, l’amore era tornato, come la Pri-mavera ogni anno. E un giorno,

Ottavio, uscendo dal Grand Can-yon tirò dritto verso Tiglieto e lì si ritrovo in un bell’agriturismo dove “le rose si trasformano in sciroppo”. Ne comprò una bella bottiglietta e la portò alla sua Lu-crezia. Ecco cos’è il matrimonio: essere solo ma sempre in compa-gnia di te. (e.n.)

Speciale Sposi

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Ingredienti: Per la base dei gnocchi 1kg di patate, 300g di farina, 1 uovo, sale q.b. e noce moscata Far bollire e pelare le patate. Passarle allo schiacciapatate e poi preparare tre postazioni dividendo le patate e le dosi (si otterranno tre mucchietti con le patate, 100g di farina e un terzo di uovo sbattuto). Nel mucchietto verde aggiungere 150g di spinaci bolliti e tritati.Nel mucchietto rosso aggiungere mezzo tubetto di concentrato di po-modoro. Non aggiungere nulla al mucchietto bianco.

Preparazione:Lavorare l’impasto fi no a che non si ottiene una palla omoge-nea. Dopodiché creare dei salamini della misura desiderata e tagliare gli gnocchi. Tenerasi vicino abbondante farina per spolverare gli gnocchi e la siperfi cie di lavoro.Possono essere serviti con una salsa di pomodoro, pesto, for-maggi, o piu banalmente conditi solo con il burro e maggiora-na per gustare il diverso sapore dei colori.

ucinare per una

ucinare per una

Fame da Lupi

Fame da Lupi

Vegetariano è bello! Per vegetariano s’intende una persona che non si nutre né di carne né di pesce, né di altri alimenti contenenti prodotti che derivano dall’uccisione o sofferenze

di animali. Il termine vegetariano deriva dal termine latino “vegetus” che signifi ca “Sono par-te”. Nel suo signifi cato originario quindi la parola implica anche l’idea di una persona equili-brata in senso morale. Un concetto che va al di là di una semplice dieta di verdure e frutta. In natura c’è tutto quello che si serve per far star bene e come difesa contro molte malattie. Già nel 1961 l’Associazione dei Medici Americani sosteneva che “dal ’90 al 97% delle malattie car-diache possono essere scongiurate da una dieta vegetariana”. E ora una ricetta per “stare e mangiare bene”. Zuppa di fi ori Una minestra di fi ori per buongustai è preparata con quattro manciate di petali di rose, garofani, primule, viole, fi ori di sambuco, messi in una pentola con una manciata di mandorle sbucciate, un cucchiaino di zucchero e ½ litro di latte. Dopo pochi minuti di bollore, frullate e servite la zuppa con alcuni petali disposti sul bordo del piatto e accompagnate da pane tostato. Arrivederci al prossimo mese, buona Primavera!

l'Orto l'Orto di Marisa di Marisa

Zuppa di fioriZuppa di fiori

Gnocchetti tricolori

PROFUMI, SAPORI E AMICI A QUATTRO ZAMPE

Essere perfetta nel giorno più bello è sicura-mente la prerogativa di ogni sposa, ma tra preparativi, inviti, scelta del menù ed abito

si lascia sempre per ultimo l’aspetto estetico e vie-ne perciò poco curato e trattato di fretta. Il segreto invece è organizzare un piano di lavoro completo mesi prima del matrimonio, per potersi dedicare al meglio sia al corpo che al viso e per, in alcuni casi, minimizzare qualche piccolo inestetismo. Sicura-mente le parti più esposte sono il viso e le mani, ma una pelle liscia e morbida anche se nascosta non deve essere trascurata, perciò sono necessari uno scrub corpo e dopo qualche giorno un’ epilazione. Piedi e mani vanno curati con manicure, pedicure e impacchi idratanti in caso di pelle screpolata, per quanto riguarda il viso è essenziale una pulizia viso e nel caso di macchie cutanee o rughette antiestetiche si consiglia di abbinare un pacchetto di trattamen-ti specifi ci. E per ultimo, ma non per importanza,

dopo aver scelto l’acconciatura si passa al trucco. Le tendenze di quest’anno vedono la sposa con un in-carnato non necessariamente chiaro, visto il perio-do in cui si va incontro e le occasioni di poter pren-dere un po di colore in viso; sarà fatta perciò una base il più simile possibile alla pelle della cliente (è preferibile un colorito dato da un’esposizione al sole ben protetta e non non data da solarium). I colori di quest’anno sono il Corallo e i suoi derivati, come ombreggiature verranno usati dei marroni caldi; le forme sono più morbide rispetto a quelle più decise del passato smokie eyes. Per uno sguardo più inten-so e deciso possono essere applicati ciglia a ciuffetti per un effetto più d’ impatto oppure le bellissime “one a one”, ciglia di seta applicate singolarmente a quelle naturali che allungano e/o infoltiscono sen-za appesantire e senza dare un effetto “fi nto”. Ma le protagoniste principali sono le labbra: colorate, ben defi nite ma soprattutto Rosse.

Quest’ anno fiori d’ arancio? Quest’ anno fiori d’ arancio? Ecco i consigli estetici e le tendenze trucco 2015Ecco i consigli estetici e le tendenze trucco 2015

I consigli del centro estetico I consigli del centro estetico NEW LINENEW LINE di Novi Ligure di Novi Ligure

Ecco il pranzo

Ecco il pranzo

del 25

del 25 apriaprilele

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ucinare per una

Fame da Lupi

Il “Carpeneto” scende sul terreno della serie AIl “Carpeneto” scende sul terreno della serie APresentata presso la SAOMS la squadra orgoglio del paese a guidarla sarà Federico Torriglia

Anche Carpeneto si presenta al via per l’ottava stagione nel campionato di Serie A

di tamburello. La squadra è stata presentata presso il salone della

SAOMS tra l’entusiasmo dei soste-nitori e l’orgoglio dei giocatori di far parte del team. La società par-tecipa alla serie A con l’obiettivo primario di salvarsi oltre che di in-

tegrare i giovani locali che avran-no modo anche di confrontarsi in serie D in un torneo alessandrino astigiano. La formazione di serie A guidata da Federico Torriglia con

Doppio esordio per “Ovada in Sport” categoria muroDoppio esordio per “Ovada in Sport” categoria muroTamburello in Serie B e C: la prima esperienza agonistica per il team ovadese dopo anni di pratica sportiva a livello amatoriale

Mai come quest’anno il tam-burello in Ovada è così ric-co di entusiasmo. Dopo la

“Paolo Campora” al via nella serie D a libero e le giovanili, è la volta di “Ovada in Sport” con due squadre nella categoria a muro. Per la so-cietà ovadese si tratta della prima esperienza agonistica nella discipli-na del tamburello dopo aver orga-nizzato iniziative a scopo benefi co e divulgativo della pratica sportiva tanto cara agli ovadesi nei decen-ni passati. Per il vernisagge sono intervenuti anche i pluriscudettati Beppe Bonanate e Manuel Beltrami che hanno riportato tanti ricordi all’Ovada tamburellistica. La com-pagine che prende parte alla Serie B è costituita da Stefano Frasca-ra, Corbo, Macciò, Bisio e Conta, mentre per la Serie C i giocatori sono Chiappino, Tassistro, i fratelli Gollo, Tripodi, Chiodo, Barisione, Scarso e Pizzorno. Nove le squadre al via in Serie B, oltre ad Ovada in Sport, Castell’Alfero, Grazzano, Il Torrione Portacomaro, Piea, Rocca d’Arazzo, Tonco, Vignale Il Monget-

to e Vignale. In Serie C Ovada in Sport affronta Alegra Settime, Calliano, Castell’Alfero, Il Torrione Portaco-maro, Monale, Moncalvo, Montaldo B.da, Montema-gno e Rocca d’Arazzo. “Crediamo di avere allestito due compagini che potranno ben fi gurare nei rispet-tivi campionati - affer-ma il dirigente Marco Barisione - in quanto tutti hanno maturato esperienza nel gioco a muro. In particola-re credo che la for-mazione maggiore avrà tutti i titoli per lottare per le posizioni di verti-ce. Molto dipenderà dalla capacità di

adattamento che i giocatori avranno nelle gare in tra-sferta in quanto capiterà di giocare su campi con muro di appoggio non lineari come il nostro sferisterio. A vol-te, in simili condizioni, a prevalere non è più la sola tecnica di gioco, ma la conoscenza diretta delle insidie

che possono riservare i muri medesimi. Anche la forma-zione minore avrà, comun-que, la possibilità di fare

bene dal momento in cui la rosa è particolarmen-te ampia e l’al-ternanza tra gli atleti è più che possibile”.

Enzo Prato

all’attivo due successi, è composta dai ritorni di Paolo Baggio e Ales-sio Basso provenienti dalla vicina Cremolino, quindi il giovane Ivan Carletti, 22 anni dalla Cavrianese giocatore dalle forti potenzialità. Confermato il capitano Alessan-dro Fanzaga che ha rifi utato pro-poste vantaggiose per fermarsi a Carpeneto, mentre unisce il Nord con il Sud la presenza di Salvatore Occhipinti, proveniente da Ragu-sa, campione italiano di tambu-rello indoor e che ogni week-end con l’aereo raggiunge i compagni per il campionato. Completano il quadro il vice capitano Roberto Caneva e i giovani tra i quali Ales-sio Olivieri, Nella serie D a carat-tere regionale il Carpeneto parte-cipa con Alessio Olivieri, Simone Piccardo, Marco Porazza, Grandi Giacomo, Roberto Caneva, Fabio

Pareto e Silvano Caneva. Rinnova-to anche il Direttivo che annovera il Presidente Enzo Corradi, il vice Ernesto Pisaturo e la segretaria Tiziana Zago. Alla presentazione è intervenuto anche il Sindaco Mas-similiano Olivieri che ha ricordato questo decennio di tamburello, l’’impegno dell’Amministrazione e ringraziato il tecnico dello scorso anno Pinuccio Malaspina. Anche il neo Presidente Enzo Corradi, già in passato nella società e tra i fondatori di Carpeneto 2000, ha ri-cordato un appassionato Luciano Montagna. Nelle vesti di cerimo-niere Gianni Porazza che ha rin-graziato gli sponsor che sostengo-no la squadra, gli sportivi presenti e naturalmente l’Amministrazione Comunale

Enzo Prato

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30 l’inchiostro frescoAprile 2015 SPORT

Il “Pallavolo Vallestura” è cam-pione genovese under 14. Le ragazze di Barbara Macciò nella

palestra di Via Boeddu a Genova si impongono sulle rivali del Volare con un secco 3 a 0. I parziali non la-sciano alcun dubbio sull’ andamen-

to dell’ incontro 25/20 25/10 25/19 certifi cando una supremazia netta delle vallesturine, arrivate alla fi na-le a conclusione di un campionato strepitoso in cui le giovani hanno vinto tutti gli incontri dominando incontrastate la classifi ca. La fase

fi nale ha visto il Vallestura regola-re prima il VGP Sestri ai quarti e il Serteco Volley nella semifi nale. La vittoria del torneo è stato il meri-tato coronamento di una cavalcata trionfale. Nell’ultimo atto di questa stagione in grande evidenza come sempre il capitano Marta Pastori-no. Ottime prove anche della Piazzi e della Leone quest’ultima autrice del punto che ha deciso la gara. Adesso passata la sbornia per i fe-steggiamenti le giovani atlete sono attese dal concentramento regio-nale che si disputerà il 26 Aprile a Campoligure. La vincente accederà alla fi nale regionale di Imperia.

Massimo Pesce

Il “Vallestura” campione Il “Vallestura” campione provincialeprovinciale

50 giorni in bici50 giorni in biciImpresa ciclistica per un giovane alessandrino

Quando l’iniziativa dei giova-ni diventa epica: Gianluca Bombara, ciclista alessan-

drino classe 1991, si appresta a compiere un percorso lungo e diffi -cile, toccando 38 città in 50 giorni. Un Giro d’Italia “alternativo” che consta di 3.200km, contro le 21 tappe con due giorni di riposo del “vero” Giro Rosa. Il percor-so del mirabile atleta ha preso il via venerdì 10 aprile alle ore 9 ad Alessandria e, salvo

Passione QuadPassione QuadLa Victory Team Ovada al suo esordio

Abbiamo raggiunto tele-fonicamente Maurizio Storace, storico appas-

sionati di quad e non solo, origi-nario di Ovada, che ci ha voluto annunciare la nascita del gruppo “Victory Team Ovada”. “Il Victo-ry Team è un gruppo di amici legato dalla passione per lo sta-re insieme e l’andare sui quad” ci dice l’ovadese “Il quad è un mezzo molto divertente e sicu-ro, adatto a tutti”. Chiediamo all’appassionato delle quattro ruote qualche notizia più specifi -ca sul “mezzo di divertimento”: “Il quad, che a me piace defi nire il piccolo cinghiale della strada, è derivato dagli Atv degli anni ’60-’70 ma che grazie all’odier-na tecnologia offre prestazioni molto simili ad un fuoristrada, essendo un 4X4 con marce ri-dotte, blocco differenziale e ve-ricello”. Storace prosegue dicen-do che “Il motto dei quaddisti è “tu vai veloce ovunque” e facen-do fede a ciò - spiega il motorista – anche ad Ovada abbiamo dato vita a questo realtà, che aderi-sce al progetto PARADISE, nato dalla fervida mente di Andrea Gianini, già campione di moto d’acqua, naturalmente anche di quad e titolare dell’omoni-ma concessionaria di Pavia”. Il

MATTIA NESTO @Mattia Nesto

Sabato 21 marzo si è tenuto al Circolo ILVA di Novi Ligure il “Bat-tesimo della Sella”. All’evento - iniziato alle 14 e conclusosi alle

18 - che ha previsto l’entrata gratuita per chiunque, ha assistito un nutrito pubblico di giovani e meno giovani, che ha avuto l’occasione - forse per la prima volta - di salire su un cavallo (per essere preci-si, un bardigiano, come ricordato più volte dall’organizzatrice Ilaria Raffa). La scuderia Bellaria (che ha sponsorizzato l’evento offrendo tre bardigiani) non è nuova a questo genere di eventi, che tiene re-golarmente con cadenza annuale e che offrono la possibiltà ai gio-vani virgulti novesi e non di scoprire quella che potrebbe, chissà, diventare la passione di una vita.

Davide Parodi

Il battesimo della sellaIl battesimo della sella

PARADISE è un’organizzazione che coordina tutti gli appassio-nati di quad in giro per l’Italia. “Ad oggi – ci dice Storace – sono oltre cento i gruppi sparsi per lo Stivale. La Victory Team Ovada prenderà parte al Campionato Fmi side by side. Il responsa-bile del team, oltre al sottoscrit-to, è mia fi glia Virginia, una grandissima appassionata, ça va sans dire, di quad”. Anche ad Ovada è arrivato il momento insomma che rombino i motori e che le quattro ruote, rigorosa-mente motrici, sfreccino su ogni superfi cie!

CicloAppenninoCicloAppenninoRitorna il 26 aprile lo storico appuntamento

Dopo tante tribolazioni, anche quest’anno il Giro dell’Ap-pennino, la classica di cicli-

smo giunta alla settantaseiesima edi-zione; ritorna domenica 26 aprile. Lo conferma la società organizzatrice, l’Unione Sportiva Pontedecimo. Le diffi coltà economiche avevano mes-so in forse la prosecuzione di questa corsa, cara a tutti gli appassionati di ciclismo non solo della zona. Quest’anno sarà anche Memorial Alfredo Martini (il grande Commis-sario Tecnico della nazionale di cicli-smo scomparso nei mesi scorsi, e fra l’altro vincitore della gara nel lonta-no 1947). Anche per questa edizione il raduno di partenza sarà al Serraval-le Retail Park, mentre il via uffi ciale davanti al Museo dei Campionissimi di Novi Ligure. Sono previsti traguar-di volanti a Pasturana e Carrosio. La Bocchetta, la salita più dura del per-

corso, tornerà a essere scalata dal versante più impegnativo, quello di Langasco. L’arrivo, in un primo mo-mento previsto in via XX Settembre nel centro di Genova, tornerà invece nella sede classica di Pontedecimo, a causa della scarsa collaborazione fornita dal Comune di Genova. Sce-nario meno spettacolare per l’arrivo, ma tecnicamente più interessante perché posto a ridosso delle salite, e discese, importanti, come nella tradizione della corsa. Anche se le concomitanze di calendario e gli in-teressi economici delle squadre im-pediscono di avere, come un tempo, tutti i migliori italiani e alcuni degli stranieri al via, non dovrebbero man-care campioni di prestigio. Come Damiano Cunego, due volte vincito-re della corsa.

Stefano Rivara

imprevisti, terminerà domenica 17 maggio a Novi Ligure, presso il Mu-seo dei Campionissimi intorno alle 16.30. Lì riceverà gli onori dell’Am-ministrazione Comunale, delle Au-torità civili ed ecclesiastiche e dello

staff dell’Ente di promozione sportiva CSAIN Na-

zionale, Regio-nale e Pro-

v i n c i a l e , che hanno a d e r i t o all’iniziati-

va del loro iscritto. La spe-

dizione sportiva ha il patrocinio del CONI

Regione Piemonte, della Provin-cia di Alessandria, e dei Comuni di Alessandria e Novi Ligure. Il viaggio per il Bel Paese è ambizioso e vuole ricoprire tutto il territorio della pe-nisola: da Alessandria a Catanzaro e ritorno a Novi Ligure, attraversan-do molte delle regioni italiane, per un’impresa che si preannuncia esse-re unica ed appassionante. (b.a.)

Tutta la Redazione de “l’inchiostro fre-sco” si complimenta con Guglielmo

Guido, della Bocciofi la Serravallese, che ha conseguito il pass per il Campionato Nazionale di Bocce Volo a Savignano.

Guglielmo Guido Guglielmo Guido baby campione di boccebaby campione di bocce

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