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www.azzurro.it Le inchieste di Azzurro Child Le Regioni hanno un ruolo determinante nelle politiche per l’infanzia e l’adolescenza. Le nostre domande ai candidati delle prossime elezioni N on possono certo andare a votare. Ma ogni volta che andiamo alle urne è come se al nostro fianco ci fossero anche loro, i nostri figli, perché scegliendo chi ci deve governare per i prossimi anni influenziamo direttamente la loro vita, oltre che la nostra. Ecco perché in vista delle pros- sime elezioni regionali del 28 e 29 marzo Azzurro Child ha de- ciso di porre ai candidati presi- dente di alcune regioni doman- de dirette sui temi che stanno a cuore a Telefono Azzurro. Educazione, famiglia, diritti, tutela, salute. Sono questi gli argomenti che riguardano di- rettamente i nostri piccoli citta- dini, argomenti che vorremmo fossero al centro dei program- mi dei vari schieramenti perché le Regioni hanno ampia possi- bilità di intervento in materia. Negli ultimi anni infatti si sono succedute leggi che hanno affi- dato agli enti locali competen- ze esclusive nelle politiche so- ciali per infanzia e adolescenza con l’obiettivo di decentrare il più possibile questi servizi e av- vicinarli maggiormente alle ne- in vista della sua entrata in vi- gore definitiva. Già oggi però, sia in termini di indirizzi ge- nerali di ordine politico sia in materia finanziaria, molte delle azioni che toccano da vicino bambini e ragazzi passano ine- vitabilmente dalle amministra- zioni regionali. Per esempio per quanto riguarda gli aiuti alle famiglie, il sostegno alla genitorialità, la difficile conci- liazione tra famiglia e lavoro, la creazione e la gestione di centri e consultori per le fami- glie, gli affidamenti dei minori e le adozioni. Attività che possono contare in modo variabile su risorse statali, regionali e comunitarie attraverso il Fondo sociale eu- ropeo che tocca però agli enti locali decidere come utilizzare. Poi c’è il capitolo della sanità, che attraverso le Aziende sani- tarie locali e i distretti socio- sanitari dipende dalle Regioni, con tutto ciò che comporta per i pazienti più piccoli: vac- cinazioni, pediatria, ricovero e sostegno psicologico, oltre naturalmente alla tutela e alla difesa dei minori che subiscono abusi. E ancora: l’istruzione. Diverse sentenze hanno rico- nosciuto alle Regioni il compi- to esclusivo di stabilire i criteri per la gestione e l’organizzazio- ne degli asili nido, compreso il delicato equilibrio tra strutture pubbliche e private, ma molte delle voci di bilancio che ri- guardano anche gli altri ordini scolastici di competenza pro- vinciale o comunale si reggo- no sui trasferimenti regionali. Spetta alle Regioni occuparsi anche di diritti ed educazione dei giovani attraverso politiche di promozione di stili di vita sani, partecipazione alla vita cessità delle varie parti d’Italia. Ed è un processo che si com- pleterà col passaggio al sistema del federalismo fiscale, basato sull’autonomia finanziaria e sul concetto di “misurabilità” dei servizi, una “nuova era” che le Regioni uscite dalle urne saranno chiamate a preparare Al voto anche p e r loro Nel corso degli anni gli enti locali hanno assunto sempre più competenze nelle politiche sociali, specie per bambini e ragazzi Numero di bambini e ragazzi per regione (0-17 anni) civile, concessione e gestione di spazi per le loro attività e progetti per rendere più vivibili le città, che troppo spesso non sono pensate per i loro abitanti più deboli. Ecco alcune ragio- ni, ma l’elenco potrebbe essere più lungo, per ascoltare con at- tenzione cosa hanno da dire i candidati alle prossime elezioni regionali. LA PAROLA A... LOMBARDIA Formigoni, Penati, Pezzotta VENETO Bortolussi, De Poli, Zaia EMILIA-ROMAGNA Bernini, Errani, Galletti UMBRIA Binetti, Marini, Modena PUGLIA Palese, Poli Bortone, Vendola 664.911 20.241 1.592.328 193.443 809.739 179.285 218.273 650.249 545.446 134.804 247.114 934.766 214.233 51.606 1.215.993 769.723 102.753 368.818 977.210 258.892 Fonte: Istat, 2008

Inchiesta Azzurro Child n.56

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Inserto speciale sulle elezioni regionali 2010 e i temi di Telefono Azzurro

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Page 1: Inchiesta Azzurro Child n.56

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6 EmErgEnza infanzia Le inchiesteLe inchiestedi azzurro Child5 maggio giornata nazionale contro la pedofilia

In base ai dati raccolti da Telefono Azzurro, i bambini vittime di abuso sessuale hanno nel 62,6% dei casi un’età inferiore ai 10 anni, nel 22,6% tra gli 11 e i 14 anni e nel

14,8% sono ragazzi dai 15 ai 18 anni. Nella maggioranza dei casi (60%) si tratta di abusi perpetrati all’interno della famiglia: spicca la responsabilità del padre (32% dei casi), quindi di nonni (7%) e altri parenti (7%), mentre gli abusi a carico di persone estranee costituisco-no il 12,8% dei casi. In occasione del 5 mag-gio, Giornata nazionale contro la pedofilia, Telefono Azzurro intende porre l’attenzione sul fenomeno, particolarmente grave in Italia, del “sommerso”: vi è la convinzione infatti che numerose situazioni di abuso sessuale non ven-

gano denunciate. “Purtroppo l’Italia man-ca non solo di dati precisi sulla pre-

valenza e sull’incidenza di questo fenomeno”, ha dichiarato il Pro-fessor Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro, “ma anche di ricerche e specifici programmi

formativi. Occorre dunque investi-re maggiormente nello studio e nel-

la ricerca; analizzare le dimensioni del fenomeno, gli interventi attuati, gli strumenti utilizzati e i risultati ottenuti. Appare poi asso-lutamente necessario intervenire nello specifico ambito della prevenzione e della formazione”.

Le Regioni hanno un ruolo determinante nelle politiche per l’infanzia e l’adolescenza. Le nostre domande ai candidati delle prossime elezioni

Non possono certo andare a votare. Ma ogni volta che andiamo alle

urne è come se al nostro fianco ci fossero anche loro, i nostri figli, perché scegliendo chi ci deve governare per i prossimi anni influenziamo direttamente la loro vita, oltre che la nostra. Ecco perché in vista delle pros-sime elezioni regionali del 28 e 29 marzo Azzurro Child ha de-ciso di porre ai candidati presi-dente di alcune regioni doman-de dirette sui temi che stanno a cuore a Telefono Azzurro.

Educazione, famiglia, diritti, tutela, salute. Sono questi gli argomenti che riguardano di-rettamente i nostri piccoli citta-dini, argomenti che vorremmo fossero al centro dei program-mi dei vari schieramenti perché le Regioni hanno ampia possi-bilità di intervento in materia. Negli ultimi anni infatti si sono succedute leggi che hanno affi-dato agli enti locali competen-ze esclusive nelle politiche so-ciali per infanzia e adolescenza con l’obiettivo di decentrare il più possibile questi servizi e av-vicinarli maggiormente alle ne-

in vista della sua entrata in vi-gore definitiva. Già oggi però, sia in termini di indirizzi ge-nerali di ordine politico sia in materia finanziaria, molte delle azioni che toccano da vicino bambini e ragazzi passano ine-vitabilmente dalle amministra-zioni regionali. Per esempio

per quanto riguarda gli aiuti alle famiglie, il sostegno alla genitorialità, la difficile conci-liazione tra famiglia e lavoro, la creazione e la gestione di centri e consultori per le fami-glie, gli affidamenti dei minori e le adozioni. Attività che possono contare in modo variabile su risorse statali, regionali e comunitarie attraverso il Fondo sociale eu-ropeo che tocca però agli enti locali decidere come utilizzare. Poi c’è il capitolo della sanità, che attraverso le Aziende sani-tarie locali e i distretti socio-sanitari dipende dalle Regioni, con tutto ciò che comporta per i pazienti più piccoli: vac-cinazioni, pediatria, ricovero e sostegno psicologico, oltre naturalmente alla tutela e alla difesa dei minori che subiscono abusi. E ancora: l’istruzione. Diverse sentenze hanno rico-nosciuto alle Regioni il compi-to esclusivo di stabilire i criteri per la gestione e l’organizzazio-ne degli asili nido, compreso il delicato equilibrio tra strutture pubbliche e private, ma molte delle voci di bilancio che ri-guardano anche gli altri ordini scolastici di competenza pro-vinciale o comunale si reggo-no sui trasferimenti regionali. Spetta alle Regioni occuparsi anche di diritti ed educazione dei giovani attraverso politiche di promozione di stili di vita sani, partecipazione alla vita

cessità delle varie parti d’Italia. Ed è un processo che si com-pleterà col passaggio al sistema del federalismo fiscale, basato sull’autonomia finanziaria e sul concetto di “misurabilità” dei servizi, una “nuova era” che le Regioni uscite dalle urne saranno chiamate a preparare

Al voto ancheperloro

L’impegno diTelefono azzurrocontro la pedofilia

Da più di vent’anni Telefono Az-zurro è in prima linea nella lotta contro gli abusi sessuali sui mi-nori. Si tratta di un impegno su due fronti: sostegno alle vittime e prevenzione.

Sostegno alle vittime• con le sue due linee telefoni-che di ascolto (19696 rivolto a

bambini e ragazzi e 199.151515 per adulti ed educatori)• con il 114 Emergenza infanzia, per le situazioni che richiedono un intervento immediato• con le strutture di accoglienza sul territorio (Tetti Azzurri)

Prevenzione• con corsi di formazione e ag-giornamento per operatori socio-

sanitari e insegnanti, affinché sappiano riconoscere nel bambi-no gli indizi di disagio e abuso• con laboratori per bambini e adolescenti, perché imparino a riconoscere gli adulti malinten-zionati• con pubblicazioni che promuo-vono la ricerca e la formazione anche a livello internazionale e una cultura più attenta al tema.

Nella maggior parte dei casi i responsabili sono familiari e conoscenti

Storia:Cose difficili da raccont

are

a 12 anni

Francesca quella mattina in cui non era ancora riuscita ad andare a scuola per un “forte mal di pancia” chiama il Telefono Azzurro. La bambina, 12 anni, spiega che da qualche mese le sta succedendo qualcosa che non riesce ancora a comprendere: “papà mi chiedeva di uscire in macchina insieme a lui... siamo usciti tante volte, e mi ha portata in posti iso-

lati. In una zona di campagna mi ha fatto abbassare il sedile e ha iniziato

a toccarmi... a baciarmi...”. Francesca co-mincia a singhiozzare, non riesce ad andare oltre, il racconto è troppo doloroso e inaccettabile. “L’ho detto anche alla mamma ieri... È dall’anno scorso che succedono queste cose ma non sapevo se potevo raccontarle”. La madre di Francesca ha immediata-mente denunciato la cosa alle forze dell’Ordine e adesso la bambina è preoccupata. L’operatrice la rassicura e valorizza soprattutto il suo coraggio e la sua richiesta di aiuto a Telefono Azzurro come pure, parlando anche con la madre, la sua capacità di credere alla figlia e di aver intrapreso il per-corso di denuncia più opportuno. Si propone a Fran-cesca e alla madre che, con il loro consenso, Tele-fono Azzurro possa contattare le Forze dell’Ordine al fine di far presenti le difficoltà di madre e figlia nel far fronte a questo evento tanto traumatico.

gli abusi “sommersi”

bambini e ragazzi e 199.151515 sanitari e insegnanti, affinché

nel far fronte a questo evento tanto traumatico.

Il Punto Su lanzaroteDopo la ratifica della Camera, si attende il via libera del Senato per il provvedimento che introduce in Italia i reati penali previsti dalla Convezione di Lanzarote contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali sui minori. Sono state previste anche nuove forme di reato, quali:

•  il reato di pedofilia culturale o ideologica, al fine di contrastare l’apologia e il sostegno alla pedofilia realizzati tramite Internet o per altre vie;

•  l’adescamento in rete (“grooming”), che passa attraverso lo scambio di dati e immagini via web tramite il “peer-to-peer”.

Si tratta di un passo avanti importante, ma non basta. Telefono Az-zurro infatti sottolinea la necessità di intervenire anche nello spe-cifico ambito della prevenzione e della formazione, valorizzando gli interventi di sensibilizzazione sui principali fattori di rischio per far fronte a eventuali situazioni di pericolo.

Nel corso degli anni gli enti locali hanno assunto sempre più competenze nelle politiche sociali, specie per

bambini e ragazzi”

Numero di bambini e ragazzi per regione (0-17 anni)

civile, concessione e gestione di spazi per le loro attività e progetti per rendere più vivibili le città, che troppo spesso non sono pensate per i loro abitanti più deboli. Ecco alcune ragio-ni, ma l’elenco potrebbe essere più lungo, per ascoltare con at-tenzione cosa hanno da dire i candidati alle prossime elezioni regionali.

Campagna di sensibilizzazione di Telefono AzzurroFermiamo la violenza che strappa l’infanzia

La paRoLa a...

LombardiaFormigoni, Penati, Pezzotta

VenetoBortolussi, De Poli, Zaia

emiLia-romagnaBernini, Errani, Galletti

UmbriaBinetti, Marini, Modena

PUgLiaPalese, Poli Bortone, Vendola

664.911

20.241

1.592.328 193.443

809.739

179.285

218.273

650.249

545.446134.804

247.114

934.766

214.233

51.606

1.215.993

769.723

102.753

368.818

977.210

258.892

Fonte: Istat, 2008

Età tra 11 e 14 anniEtà tra 15 e 18 anni

Età inferiore a 10 anni

62,6%22,6%

14,8%

minori vittime di abuso sessuale

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iiiii inCHiESTainCHiESTa

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Elezioni Regionali 2010le domande

di telefono azzurro ai candidati1. le regioni hanno un ruolo sempre più importante sul versante delle politiche

per l’infanzia e l’adolescenza: quali sono gli elementi che caratterizzano il suo programma di governo per dare risposte concrete ai bambini, agli adolescenti e alle loro famiglie?

2. Quali ritiene siano le azioni da promuovere in via prioritaria, in questo momento, a favore dei bambini e delle loro famiglie?

3. Quale ruolo pensa possa avere/dovrebbe avere il mondo dell’associazionismo e in particolare telefono azzurro nello sviluppare strategie di intervento

a tutela dei bambini?

4. Quale azione concreta per l’infanzia e l’adolescenza si impegna a realizzare, appena eletta/o?

loMBarDIaRoberto Formigoni1. Famiglia e istruzione, continuando sulla linea di quanto fat-to in questi anni con interventi per 27 milioni: 17 al “Bonus famiglia” per nuclei disagiati, 7 per sostegno delle responsabi-lità familiari, disagio adolescenziale e abbandono scolastico e 3 milioni come “aiuto alla vita” nel primo anno del bambino.

2. Promozione di telelavoro e part time femminile, nuovi asili e nidi famiglia in condominio o azienda. Ma anche il quoziente familiare che chiederemo al governo: un fisco che tiene conto del numero di persone e dei servizi che la famiglia assicura ai componenti. 3. Strategico, per noi la sussidiarietà è una regola aurea. Con la “Borsa dei progetti sociali” dal 2000 abbiamo finanziato 5641 progetti di associazioni o enti non profit. Col Terzo settore costituiremo lo “Sportello so-ciosanitario unico”, per semplificare l’accesso ai servizi dei più deboli.4. Mi impegno a promuovere un “Anno speciale” fotogra-fando con ricerche lo stato della famiglia e dell’infanzia. E lan-ciare iniziative che siano di modello anche per le altre Regioni.

Filippo penati1. Azzerare le liste d’attesa nei nidi: per farlo investirò 100 milioni di euro in cinque anni come ho fatto quando ero pre-sidente della Provincia di Milano, dove abbiamo realizzato 4 mila posti in due anni. Ma anche rimodulare l’Irpef a misura di famiglia, secondo il numero dei figli, e sostenere le giovani coppie con rimborsi delle spese di cura dei bambini.

2. Rafforzare il Fondo sociale per compensare i tagli attuati dal Governo. Così aiutiamo i Comuni a mettere in campo servizi per minori in difficoltà, contrasto alla droga, adolescenti e sostegno alle famiglie con figli disabili. 3. Il ruolo delle associazioni è centrale per una vera politica di tutela dei bam-bini, perché conoscono da vicino il mondo dell’infanzia: per coin-volgerle maggiormente voglio promuovere una “Carta degli innovatori sociali”. Telefono Azzurro è un fiore all’occhiello, la sua attività va valorizzata e sostenuta in ogni modo.4. Stanzierò da subito i primi 20 milioni di euro dei 100 complessivi per la realizzazione di nuovi asili nido.

Savino pezzotta1. Per giovani, adolescenti e famiglie non servono misure spot ma una politica familiare più strutturata. Cultura e formazione devono tornare a essere percepite come vera occasione per inse-rirsi in un mercato del lavoro globalizzato come quello lombar-do. La scuola deve concentrarsi di più sull’educazione civile.

2. Bisogna iniziare a vedere la famiglia come investimento sociale. Per questo puntiamo a mettere in campo nuove misure che consentano la conciliazione famiglia-lavoro e vogliamo tasse regionali basate sul numero dei figli. Anche per le giovani coppie, più esposte al pericolo povertà nel momento in cui desi-derano dei figli. 3. È di primaria importanza coordinare e sostenere progetti di rete sussidiari alla famiglia e alla tutela dei bambini, condivisi da più attori sociali, affinché nei territori cresca e si consolidi attorno al nucleo familiare un vero “ben-essere”. In questo contesto l’attività di Telefono Azzurro si inserisce perfettamente e va valorizzata maggiormente.4. La creazione di un’Agenzia per la Famiglia per tessere una rete regionale che leghi pubbliche amministrazioni e società civile.

eMIlIa-roMaGnaanna Maria Bernini1. La valorizzazione della natalità e della gestione dell’infan-zia: conciliazione tra tempi di lavoro e cura familiare, fondi per nidi e posti bimbo, creazione di nidi in PA decentrate, micronidi condominiali o “mamme di giorno” con un albo di baby sitter e badanti. Poi una sanità e un sociale per tutti con una feconda collaborazione pubblico-privato.

2. Abbiamo in programma l’idea guida della dote-scuola, per consentire alle famiglie di scegliere per i propri figli l’educazione che desiderano, pubblica o privata. Vogliamo far crescere l’offerta formativa e migliorare i trasporti.3. Importantissimo, perché il no profit arriva dove lo Stato non può e ri-sponde al disagio in maniera tempestiva grazie alla passione di tante persone. Anche per questo proponiamo l’esenzione IRAP per queste orga-nizzazioni e piccole cooperative sociali.4. Istituire un osservatorio regionale permanente sulle fami-glie per studiare e risolvere le situazioni di disagio familiare e per valutare l’impatto degli interventi in favore della famiglia realizzati dalla Regione.

Vasco Errani1. Migliorare le città per i più piccoli con verde, piste ciclabili, spazi di lettura e gioco. Aumentare i posti negli asili nido: abbia-mo l’offerta più alta ma dobbiamo fare di più. Aiutare i genitori a conciliare lavoro e figli. Per i giovani abbiamo ridisegnato l’architettura del welfare da zero a 35 anni: continueremo.

2. Nel 2009 abbiamo aiutato 54.200 famiglie a pagare l’affitto, erogato 14.000 borse di studio e 28.000 assegni di cura, assistito a domicilio 89.500 persone. In Italia manca una politica seria per le famiglie, mentre questa Regione ne fa il perno del proprio welfare di comunità. Per questo nell’ultima Finanziaria abbiamo introdotto criteri premianti per le famiglie numerose, con una norma che estende alle famiglie anagrafiche l’accesso ai servizi.3. Importante. Le nostre politiche vivono grazie al contribu-to delle associazioni di volontariato e promozione sociale, la cui funzione è prevista e valorizzata dalle nostre leggi.4. Aumentare gli spazi per loro, vicino a casa: per attività sportive, ricreative, di gioco e di cultura.

Gian Luca Galletti1. Il nostro programma è incentrato sulle famiglie e sul prin-cipio “più figli hai, meno tasse paghi”. Per questo correggerò l’Isee per dare più peso al numero dei figli e rivedrò l’Irpef, cancellandola ai redditi fino a 10.000 euro e prevedendo il quoziente familiare, ovvero “meno tasse per famiglie con an-ziani e figli a carico”.

2. Intendo costruire dei “ponti” tra la Regione, percepita spesso come un Ufo, e le famiglie. Questi “ponti” esistono già: sono le associazioni come Te-lefono Azzurro. Si tratta di valorizzare ancora di più la relazione tra Regione e terzo settore. Per questo ascolterò dalla viva voce degli operatori e dalle famiglie quali sono le esigenze. 3. Credo che il pubblico non debba sostituirsi ai soggetti privati che, soprat-tutto nel terzo settore, hanno dimostrato di saper corrispondere ai bisogni generali della collettività. La Regione dovrebbe so-stenere fattivamente l’associazionismo.4. Istituirò l’Assessorato alla sussidiarietà e alla trasparen-za, anche per dare una segnale forte e fattivo di attenzione verso l’associazionismo.

VenetoLuca Zaia1. La lotta al maltrattamento dei minori. Lavoreremo con scuole e associazioni per risolvere eventuali casi di devianze e pedofilia; potenzieremo il ruolo del Garante dei Minori; rafforzeremo le azioni di tutela su strumenti come Internet; promuoveremo azioni di formazione delle famiglie.2. Sostenere le famiglie in difficoltà in cui lavorano entrambi i genitori; intervenire sulle dotazioni per la prima infanzia, puntare su orari di lavoro flessibili e aumentare il numero dei nidi sul lavoro; creare centri di ascolto per affiancare i genitori.

Introdurremo detrazioni per famiglie con figli e incentivi per favorire le nascite. 3. Telefono Azzurro è un riferimento fondamentale per la società adulta prima che per l’infanzia. L’azione del governo regionale deve sintonizzarsi e sincronizzarsi con Telefono Azzurro, enti locali, associazionismo e volontariato per creare una rete efficace.4. Agevoleremo gli enti locali che estendano gli orari di apertura di alcuni servizi, compresi quelli scolastici e di accoglienza per i bambini, oltre l’arco temporale 8-17.

Giuseppe Bortolussi1. Il “Veneto che verrà” deve essere un luogo dove i nostri figli possano vivere serenamente, garantendo loro sicurezza e oppor-tunità per riuscire a dare il meglio di se stessi. Per farlo la Regione dovrà rendere più accessibili ed efficaci i servizi per bambini, studenti, adolescenti e famiglie, tagliando la burocrazia che appesantisce l’erogazione e aumenta i costi.2. La priorità immediata sarà sostenere economicamente le famiglie nella crisi che continua. La prima cosa che farò sarà l’isti-tuzione di un fondo di sostegno regionale per aiutare le famiglie numerose.

3. Credo fondamentale, non per piaggeria ma perché associazioni come Telefono Azzurro sono a contatto con la realtà, sanno fotografare la situazione e disegnare mappe di intervento. È poi compito della politica orientarsi in quella mappa e trovare finanziamenti.4. Mi colpisce un’ingiustizia da eliminare quanto prima: spesso i genitori devono iscrivere i figli a una materna privata invece che pubblica per motivi indipendenti dalla loro volontà, con un grave peso per il bilancio familiare.

antonio De poli1. Per fare qualcosa per l’infanzia bisogna stare a fianco delle famiglie. Credo anche che sia vero il contrario, e cioè che una famiglia sotto scacco e in difficoltà diventa il luogo in cui l’infanzia rischia di non essere protetta e subire danni difficilmente recuperabili.2. Una famiglia non vive senza lavoro. La Regione deve impegnarsi subito con sussidi ai disoccupati e incentivi alle aziende che assumono. E poi favorire le famiglie numerose con l’introduzione del “quoziente familiare veneto”, cioè meno tasse per chi ha più figli.

3. Non si possono fare politiche per famiglia e infanzia senza ascoltare le associazioni, il volontariato, il no profit, perché solo que-sto mondo sa indicare le vie da percorrere. Il miglior partner è chi da anni lavora proprio a tutela dell’infanzia, e Telefono Azzurro è in prima fila.4. Vorrei riportare il bambino al centro delle politiche familiari. Mi impegnerei a riorganizzarle tutte considerando il bambino come il loro destinatario finale. Con un’attenzione particolare ai “tempi”, perché i tempi del bambino non sono i nostri.

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iV inCHiESTa 7

www.azzurro.it

iL Trauma nEL bambino

www.azzurro.it

intervenire subitoTelefono azzurro in campo contro i traumi

Gli eventi traumatici richiedono un in-tervento tempestivo ed efficace, per evi-

tare che ci siano conseguenze psicopatologiche nella vita di adulti, bambini e delle comu-nità in genere. Telefono Azzur-ro ha saputo svi- luppare compe-tenze specifiche in questo campo: a partire dal Ser-vizio 114 Emer-genza Infanzia si è fatto promoto-re di collabora-zioni finalizzate a invididuare le migliori pras-si operative in situazioni di emergenza che vedono coin-volti bambini e adolescenti. Collaborazioni che vedono il coinvolgimento di istituzioni ed esperti internazionali: è il caso del professor Robert Py-noos, co-direttore del NCT-

SN, il Centro Nazionale sullo Stress Traumatico americano, che Telefono Azzurro ha coin-volto nell’analisi della casistica pervenuta al 114 e dei risultati degli interventi effettuati. Interventi che, proprio sul-l’esempio del NCTSN, sono

stati realizzati in un’ottica di rete co invo l g endo anche le agenzie del territorio.Ma non è tutto: oltre a questo lavoro di anali-si, Telefono Az-zurro promuove anche percorsi di

ricerca e di studio sulle tema-tiche del trauma/emergenza in età evolutiva, sul coordi-namento tra i servizi e sul la-voro multiagency nella gestio-ne delle diverse situazioni di emergenza, attraverso incon-tri, seminari e pubblicazioni specifiche.

Sviluppate competenze

specifiche grazie al lavoro con team

internazionali

intervista al Professore robert PynoosIn occasione del suo intervento al seminario romano “Interventi in situazioni di trauma ed emergenza: quali interventi efficaci?” organizza-to il 16 febbraio da Telefono Azzurro nel corso del congresso SOPSI (Società Italiana di Psico-patologia), abbiamo intervistato il professor Ro-bert Pynoos, Co-Direttore del Centro Nazionale sullo Stress Traumatico americano.Quante situazioni di emergenza ha potuto osservare in prima persona?Molti. Dal terremoto in Armenia del 1988 a quello del 1994 a Nothrid-ge, in California, fino ai terremoti in Taiwan, Grecia, Turchia e Giappone. Ho contribuito all’intervento in se-guito all’attentato in Oklahoma e ho tenuto corsi di formazione per lo tsunami che ha colpito la regione del Pacifico. Ho lavorato anche in Bosnia, e negli Usa dopo l’attacco dell’11 settembre.I bambini soffrono maggiormente gli effetti trau-matici di eventi disastrosi rispetto agli adulti?I bambini non sono necessariamente più vul-nerabili, ma lo sono in maniera diversa rispetto agli adulti. Essi contano sulla protezione dei grandi, e quando questa viene meno cadono in uno stato di grande insicurezza. Hanno bisogno

che i genitori non solo li proteggano, ma che li aiutino a gestire sentimenti forti come la paura. Quindi i bambini (e i ragazzi) sono più vulnera-bili perché non hanno gli strumenti degli adulti per reagire al senso di pericolo, a una minaccia o a un incidente che colpisce un familiare.Che cos’è esattamente il Primo Soccorso Psi-

cologico?Il PSP è un intervento in aiuto di individui, gruppi e famiglie nel perio-do immediatamente successivo a un disastro, e serve a indirizzarli a una migliore risposta iniziale al trau-ma. È stato concepito in modo da poter essere gestito dalle persone che si trovano nei rifugi durante le

prime settimane e mesi dopo il disastro. Que-ste competenze possono essere insegnate a molte persone, non necessariamente profes-sionisti della salute mentale, e trasmesse ai sopravvissuti al disastro. Dare un aiuto e un sostegno anche “materiale” alle vittime fa sicuramente parte del PSP, ma al di là di questo si tratta di un intervento es-senzialmente di tipo psicologico.

iL TraumaUn trauma è un’esperienza che lascia un in-dividuo in preda alla paura della morte, di un danno fisico o della perdita del senso di realtà. Può trattarsi della morte inaspettata di un fa-miliare, di un disastro naturale o di disastri e atti di violenza causati dall’uomo (guerre, atten-tati, abusi, incidenti). Per le sue conseguenze psicologiche immediate, il trauma richiede un intervento tempestivo. La reazione di un bam-bino a un evento traumatico dipende da:

livello di esposizione all’evento traumatico;

fattori preesistenti (caratteristiche demo-grafiche, familiari e psicologiche);

condizioni successive all’evento (dispo-nibilità di supporto sociale, presenza di eventuali disturbi nei genitori);

sforzi messi in atto dal bambino per far fron-te allo stress.

Una guida al pSp Il libro “Primo soccorso

psicologico. Guida all’operatività sul campo”,

Ed. Guerini e Associati, rappresenta un efficace

e valido aiuto anche per i primi soccorritori

e tutti gli operatori che intervengono in

situazioni di emergenza

le domande di telefono azzurro ai candidati1. le regioni hanno un ruolo sempre più importante sul versante delle politiche per l’infanzia e l’adolescenza: quali sono

gli elementi che caratterizzano il suo programma di governo per dare risposte concrete ai bambini, agli adolescenti e alle loro famiglie?

2. Quali ritiene siano le azioni da promuovere in via prioritaria, in questo momento, a favore dei bambini e delle loro famiglie?

3. Quale ruolo pensa possa avere/dovrebbe avere il mondo dell’associazionismo e in particolare telefono azzurro nello sviluppare strategie di intervento a tutela dei bambini?

4. Quale azione concreta per l’infanzia e l’adolescenza si impegna a realizzare, appena eletta/o?

elezioni regionali 2010

uMBrIaFiammetta Modena1. Il sostegno alla famiglia, in quanto una famiglia solida può garantire un’infanzia serena. Oltre a que-sto è necessario monitorare forme patologiche di violazione dell’infanzia che si nascondono nelle pie-ghe della società regionale.

2. Credo che in Umbria vada ripercorsa la strada seguita dal Gover-no nazionale che è quella degli aiuti diretti alla famiglie privilegiando i nuclei in base al numero dei figli e al tipo di reddito.3. Telefono Azzurro appartiene al patrimonio comune della coscienza sociale politica ed è indispensabile sia per comprendere l’infanzia nel suo normale svolgimento sia per colpire i problemi, che possono essere nascosti o volontariamente occultati.4. Aumento dei posti negli asilo nido e diminuzione delle rette attraverso una miglior sinergia tra pubblico e privato.

Catiuscia Marini1. Come ex “Sindaco difensore ideale dei bambini” Unicef nel 2000 l’attenzione all’infanzia è sempre stata una mia priorità. L’Umbria ha un sistema di protezione sociale di qualità ma in tempo di crisi dobbiamo investire su nuovi sostegni alle famiglie e

una rete di servizi assieme a volontariato e privato sociale.2. Raggiungere in 5 anni l’obiettivo del 30% di posti nido, avere attenzione alla prevenzione delle dipendenze dei giovani e studiare aiuti per l’affitto per le famiglie, alla conciliazione dei tempi lavoro-famiglia, al sostegno alla genitorialità, a un potenziamento dei servizi e alla sperimentazione di nuovi servizi per l’infanzia.3. Conosco bene il prezioso lavoro di Telefono Azzurro. Penso a forme di collaborazione fra Regione e associazioni per migliorare la qualità dei servizi per l’infanzia: troveremo risorse e modalità.4. Una forte attenzione ai bambini figli di immigrati, a quella seconda generazione dalla cui integrazione sco-lastica, sociale e culturale dipende una parte non irrile-vante del futuro di tutta la comunità.

paola Binetti1. Garanzia di qualità di cura e assistenza a tutti i bambini, inclusi quelli affetti da patologie rare; parità di accesso alla formazione e allo sviluppo delle loro capacità, inclusi gli immigrati; alleanza scuola-fami-glia per garantire ai genitori la possibilità di esercitare

nel miglior modo possibile la loro alleanza pedagogica con i figli.2. Decompressione del carico fiscale e ottimizzazione delle risorse di cui le famiglie godono per la loro azione di cura ed educazione dei figli; servizi socio-sanitari concreti, anche per bambini o familiari affetti da handicap. Tra i servizi includo anche le attività sportive e di gioco. E poi flessibilità degli orari di lavoro, per un welfare basato sugli affetti.3. Telefono Azzurro può offrire ai bambini un servizio di primo livello già attraverso le telefonate, ma rappresenta un buon inter-locutore a livello istituzionale non solo delle forze dell’ordine ma anche a livello dei servizi socio-psico-pedagogici.4. Potenziare gli asili nido, diversificando l’offerta a se-conda del territorio in cui vivono i bambini.

PuGlIaRocco palese1. Avremo un atteggiamento di ascolto verso bam-bini e ragazzi. Non solo. Istituiremo un organismo di coordinamento per creare una rete tra i promotori e attuatori delle politiche per infanzia, adolescenza e famiglia che sappia darne un’attenta valutazione.

2. Bonus per nuovi nati e sostegno finanziario alle famiglie con red-dito basso per l’educazione dei figli. Investire su formazione di figure professionali esistenti o nuove; rilanciare il ruolo dei consultori nella prevenzione ma anche rivedere la legge sulla famiglia di Vendola.3. Il lavoro delle associazioni e di Telefono Azzurro si è rivelato pre-zioso. La loro collaborazione con la Regione sarebbe fondamentale per individuare le cause di malessere e istituire strumenti di tutela sempre più efficaci.4. Una veloce ricognizione delle risorse per destinare una quota certa ai progetti che favoriscono l’aggrega-zione e vedono impegnati scuola, famiglia, parrocchie, consultori, volontariato.

Nichi Vendola1. Abbiamo finanziato la costruzione di 118 nidi pubblici, siamo al primo posto in Italia per le sezioni Primavera e i servizi all’infanzia sono cresciuti del 185%. Vogliamo puntare sull’aumento delle infra-strutture sociali, assicurare maggiore presenza dei

servizi e abbattere le tariffe per le famiglie numerose. Senza dimenti-care la Prima Dote per i nuovi nati.2. Contrastare l’abbandono scolastico e lavorare sulla formazione integrata bambini-famiglie. Proseguire nell’inaugurazione di strutture come i Centri Risorse per Famiglie e potenziare il microcredito per genitori e giovani coppie.3. Determinante per l’analisi dei bisogni dei cittadini e gli interventi da realizzare. Con Telefono Azzurro ipotizzo la strutturazione di un nuovo soggetto istituzionale nelle politiche per i minori.4. Mi piacerebbe realizzare, con voi, un’agenzia regio-nale per l’infanzia che definisca politiche per bambini e ragazzi, raccolga istanze e bisogni di cittadinanza dei minori.

adriana poli Bortone1. L’infanzia deve contare sul riconoscimento asso-luto come cittadino e portatore di propri diritti, per essere rispettata nelle istituzioni, nella comunicazio-ne e nelle famiglie.2. Adozione del quoziente familiare, conciliazione fra

vita e lavoro, buono scuola per la libertà d’educazione, tutela della vita umana, prevenzione delle interruzioni di gravidanza e rilancio dei con-sultori. E poi aiutare le famiglie numerose e in difficoltà come quelle sottoposte a usura e favorire l’accesso alla casa di giovani coppie. Rico-noscendo alla famiglia fondata sul matrimonio il suo ruolo sociale.3. Telefono Azzurro fa parte della cultura sociale. È in grado di avere il termometro della situazione del bambino, e sarebbe pre-ziosa una collaborazione per studiare interventi specifici.4. Coinvolgerei le emittenti locali per una campagna mirata alla tutela e alla salvaguardia del bambino. An-che questa è violenza sui bambini.

di là di questo si tratta di un intervento es-