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PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI COMMISSIONE PER LA GARANZIA DELL’INFORMAZIONE STATISTICA LA RILEVAZIONE DELLE MIGRAZIONI INTERNAZIONALI E LA PREDISPOSIZIONE DI UN SISTEMA INFORMATIVO SUGLI STRANIERI Rapporto di Ricerca 02.11 Novembre 2002 a cura di: Salvatore Strozza Francesca Ballacci Marcello Natale Enrico Todisco

Imigranti Italia

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legea pentru imigranti romani in Italia

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PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

COMMISSIONE PER LA GARANZIA DELL’INFORMAZIONE STATISTICA

LA RILEVAZIONE DELLE MIGRAZIONI INTERNAZIONALI E LA PREDISPOSIZIONE DI UN SISTEMA INFORMATIVO SUGLI STRANIERI

Rapporto di Ricerca

02.11 Novembre 2002

a cura di: Salvatore Strozza Francesca Ballacci Marcello Natale Enrico Todisco

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La Commissione per la garanzia dell’informazione statistica (CGIS), istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con il decreto legislativo n. 322 del 1989, art.12, è un organo collegiale indipendente chiamato a garantire il principio della imparzialità e della completezza dell’informazione statistica. A tal fine, la CGIS vigila: (a) sulla imparzialità e la completezza dell’informazione statistica; (b) sulla qualità delle metodologie statistiche e delle tecniche informatiche impiegate nella raccolta, nella conservazione e nella diffusione dei dati; (c) sulla conformità delle rilevazioni alle direttive degli organismi internazionali e comunitari; (d) e contribuisce alla corretta applicazione delle norme che disciplinano la tutela della riservatezza delle informazioni fornite all’Istat e ad altri enti del Sistema statistico nazionale, segnalando anche al Garante per la protezione dei dati personali i casi di inosservanza delle medesime norme o assicurando altra collaborazione nei casi in cui la natura tecnica dei problemi lo richieda.

La serie “Rapporti di ricerca” raccoglie i risultati di attività di appositi gruppi di lavoro, promossi e coordinati dalla CGIS in relazione all’adempimento dei propri compiti.

La responsabilità del contenuto del rapporto è degli autori, e non coinvolge la Commissione. PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI COMMISSIONE PER LA GARANZIA DELL’INFORMAZIONE STATISTICA Antonio Golini, Presidente Achille Chiappetti Pierluigi Ciocca Marisa Civardi Giulio De Petra Giovanni De Simone Salvatore Distaso Cesare Imbriani Ornello Vitali Commissione per la Garanzia dell’Informazione Statistica Via del Tritone, n.142 00187 Roma tel. ++39-06-6779.6285 fax ++39-06-6779.6525 e-mail: [email protected]

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INDICE Capitolo 1 - Obiettivi, concetti di base, definizioni e criteri operativi ………………... 5

1.1. Principali obiettivi della ricerca ……………………………………………... 5 1.2. Definizioni e tipologie di immigrati ………………………………………… 7 1.3. Criteri di identificazione della popolazione di origine straniera ……………. 11 1.4. Tipologie in base alla legittimità o meno dell’immigrazione e della presenza 18

Capitolo 2 - Sistemi di rilevazione di flussi e stock di stranieri nei principali paesi

europei di accoglimento ……………………………………………………. 23 2.1. Un’analisi distinta di stock e flussi ………………………………………….. 23 2.2. La rilevazione dei flussi migratori …………………………………………... 25 2.3. La rilevazione dello stock di popolazione straniera ………………………… 27 2.4. I dati diffusi nelle principali pubblicazioni internazionali …………………... 30

Capitolo 3 - La rilevazione dei flussi e degli stock di popolazione di origine straniera

in Italia ……………………………………………………………………… 33 3.1. Criteri di analisi delle rilevazioni …………………………………………… 33 3.2. La misura dei flussi migratori degli stranieri ……………………………….. 36 3.2.1. I visti di ingresso ……………………………………………………………. 37 3.2.2. Le autorizzazioni al lavoro concesse a cittadini extracomunitari all’estero … 41 3.2.3. Le richieste e le autorizzazioni per ricongiungimento familiare ……………. 44 3.2.4. I rifugiati, i richiedenti asilo e gli ingressi per motivi umanitari ……………. 46 3.2.5. I nuovi permessi di soggiorno ………………………………………………. 48 3.2.6. Le iscrizioni e le cancellazioni anagrafiche da e per l’estero ……………….. 52 3.3. Lo stock di popolazione straniera …………………………………………… 54 3.3.1. Gli stranieri legali rilevati attraverso i permessi di soggiorno ………………. 56 3.3.2. Gli stranieri iscritti alle anagrafi comunali ………………………………….. 61 3.3.3. La rilevazione degli stranieri al censimento demografico …………………... 63 3.4. Gli altri eventi che incidono sul bilancio della popolazione straniera ………. 69 3.4.1. Nascite e decessi …………………………………………………………….. 69 3.4.2. Naturalizzazioni ……………………………………………………………... 73 3.5. Un quadro d’insieme ………………………………………………………... 75

Capitolo 4 - La rilevazione di particolari segmenti di popolazione e di alcuni eventi

sociali ed economici degli stranieri in Italia ……………………………… 77 4.1. Statistiche su formazione e scioglimento delle coppie ……………………… 77 4.2. Statistiche sul lavoro ………………………………………………………… 79 4.3. Statistiche sull’istruzione ……………………………………………………. 87 4.4. Statistiche sulle condizioni di salute ………………………………………… 93 4.5. Statistiche sulla criminalità ………………………………………………….. 96

Capitolo 5 - Alcuni risultati di sintesi dell’indagine conoscitiva presso gli enti pub-

blici nazionali ………………………………………………………………. 109 5.1. Considerazioni introduttive …………………………………………………. 109 5.2. Alcune caratteristiche delle rilevazioni esaminate ………………………….. 111 5.3. Caratteri e categorie rilevate: una lettura di sintesi …………………………. 114

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Capitolo 6 - Il contributo informativo delle indagini campionarie …………………… 131 6.1. Introduzione …………………………………………………………………. 131 6.2. Le principali indagini campionarie nazionali svolte da enti pubblici ……….. 132 6.3. Le principali indagini “campionarie” sugli stranieri ………………………... 136 6.4. Almeno due strade alternative ………………………………………………. 145

Capitolo 7 - Verso un sistema di indicatori di integrazione: il materiale statistico di-

sponibile e quello necessario ………………………………………………. 151 7.1. Obiettivi, definizioni e modelli ……………………………………………… 151 7.2. Ambiti specifici e possibili indicatori di integrazione ………………………. 154 7.3. Materiale statistico disponibile e materiale statistico necessario …………… 161

Riferimenti bibliografici ………………………………………………………………….. 168 Allegato 1 - Mobilità e migrazioni: le difficoltà nelle definizioni ……………………………... 179 Allegato 2 - Lista degli enti e dei responsabili delle rilevazioni contattati …………………… 191 Allegato 3 - Sintesi di alcuni degli incontri avuti con i responsabili delle principali rileva-

zioni …………………………………………………..…………….………………..

193 Allegato 4 - Tabelle sinottiche sulle notizie contenute in alcuni modelli di rilevazione ……... 201 Allegato 5 - Sintesi dell’audizione con l’Istat ……………………………………………….….. 219 Allegato 6 - Questionario dell’indagine conoscitiva presso gli enti pubblici nazionali ……… 223 Allegato 7 - Una specifica proposta operativa …………………………………………………. 233

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CAPITOLO 1

OBIETTIVI, CONCETTI DI BASE,

DEFINIZIONI E CRITERI OPERATIVI1

1.1. Principali obiettivi della ricerca

Sono ormai vent’anni da quando l’immigrazione straniera in Italia ha iniziato ad as-

sumere un certo rilievo ed è quindi ovvio che si sia passati da una fase, in cui

l’attenzione era rivolta quasi esclusivamente alla determinazione della dimensione del

fenomeno e a una prima predisposizione di disposizioni normative riguardanti essen-

zialmente ingresso e soggiorno, a quella attuale, propria di un’immigrazione ormai con-

solidata e più “matura”, che manifesta crescenti bisogni e necessità in gran parte già fat-

ti propri dal legislatore all’interno di un quadro normativo organico2. In corrispondenza

all’aumento della popolazione straniera e alla varietà delle collettività immigrate che la

compongono si sono manifestate necessità conoscitive che hanno prodotto un certo al-

largamento e miglioramento del quadro informativo generale. Anzi, se si va a guardare

le molteplicità di rilevazioni che attualmente consentono di cogliere o di distinguere gli

stranieri dai nazionali non ci si può che sorprendere per la varietà e l’eterogeneità delle

diverse fonti. Questa caratteristica se da una parte è un pregio dall’altra quanto meno

pone ancor più in evidenza possibili discrepanze e/o contraddizioni oltre che la necessità

di un effettivo coordinamento e standardizzazione delle diverse rilevazioni. In effetti,

come sarà precisato, molte rilevazioni, anche se importanti, sono il sottoprodotto di atti-

vità amministrative o, in altre parole, non sono state impostate per un’analisi specifica

degli stranieri o dei fenomeni che li riguardano.

1 Il presente lavoro è il frutto dell’impegno congiunto di tutti i componenti il gruppo di lavoro. Tuttavia le singole parti del rapporto sono da attribuire come di seguito indicato. Capitolo 1: Salvatore Strozza; Capi-tolo 2: Salvatore Strozza; Capitolo 3: Francesca Ballacci, Salvatore Strozza, Enrico Todisco; Capitolo 4: Francesca Ballacci, Marcello Natale, Salvatore Strozza, Enrico Todisco; Capitolo 5: Salvatore Strozza, Marcello Natale; Capitolo 6: Salvatore Strozza; Capitolo 7: Salvatore Strozza; Allegato 1: Enrico Todi-sco; Allegato 2: Francesca Ballacci; Allegato 3: Francesca Ballacci; Allegato 4: Marcello Natale; Allega-to 5: Francesca Ballacci; Allegato 6: Francesca Ballacci, Marcello Natale, Salvatore Strozza, Enrico To-disco; Allegato 7: Enrico Todisco. 2 Si veda il Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla con-dizione dello straniero, emanato con decreto legge del 25-7-1998 n. 286, e il relativo Regolamento di at-tuazione n. 394/99. Attualmente tale normativa è stata in parte modificata dalla recente legge Bossi Fini.

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Ben si comprende quindi come un primo obiettivo della nostra ricerca sia quello di

individuare le possibili contraddizioni tra le diverse fonti, metterle in evidenza e formu-

lare proposte operative per la loro eliminazione. Più precisamente, si intende compiere

un’attenta analisi critica delle principali fonti disponibili, che consenta di far emergere i

limiti e le potenzialità delle diverse rilevazioni, allo scopo di suggerire una serie di ini-

ziative e interventi mirati al miglioramento, all’implementazione e all’integrazione delle

informazioni statistiche. In modo schematico si intende procedere:

a.1. ad una rassegna dei sistemi di rilevazione dei flussi e degli stock di stranieri adottati

nei principali paesi europei di accoglimento;

a.2. ad una valutazione, a livello teorico ed operativo, della possibilità di pervenire per

l’Italia ad una misurazione attendibile dei flussi migratori degli stranieri, eventual-

mente attraverso l’utilizzazione complementare dei dati derivanti da differenti rile-

vazioni che riescono a cogliere parti, più o meno distinte, di tali spostamenti;

a.3. ad un esame delle capacità informative, dei limiti e delle possibilità di integrazione

delle principali rilevazioni ufficiali che forniscono statistiche di stato su vari seg-

menti della popolazione straniera presente in Italia;

a.4. ad un’analisi critica dell’apporto conoscitivo e dei problemi di rilevazione dei prin-

cipali eventi demografici, economici e sociali sperimentati sul territorio italiano

dalla popolazione straniera;

a.5. alla predisposizione di un quadro di sintesi sullo stato attuale e sulle possibili inno-

vazioni future (anche alla luce della normativa vigente) delle statistiche sulle mi-

grazioni internazionali e sulla presenza straniera in Italia, valutando la necessità,

l’opportunità e la possibilità di pervenire ad un sistema informativo integrato, an-

che a livello di unità statistiche elementari.

Un secondo obiettivo, logicamente successivo al primo almeno nella parte operativa,

è quello di individuare una serie di ambiti specifici all’interno dei quali proporre indica-

tori demografici e socio-economici, distintamente per collettività straniere e per aree ter-

ritoriali, costruibili sulla base dei dati direttamente disponibili o di quelli ricavabili a se-

guito di modifiche da proporre per alcune rilevazioni. In dettaglio, tale obiettivo si può

articolare nei due punti seguenti:

b.1. predisposizione, a seguito di un’analisi critica e comparativa degli ambiti specifici e

degli indicatori proposti in letteratura, di un sistema di monitoraggio dello stato di

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inserimento degli immigrati nella società italiana basato su batterie tematiche di

misure e indicatori distintamente per collettività e per aree territoriali;

b.2. valutazione dell’effettiva realizzazione di tale sistema teorico di monitoraggio sulla

base dei dati già disponibili, di quelli ottenibili a seguito di ragionevoli variazioni

nelle rilevazioni disponibili, nonché di quelli necessari la cui acquisizione richiede

l’introduzione di modifiche significative in alcune indagini campionarie di rilevan-

za nazionale.

Obiettivo ulteriore, solo parzialmente raggiunto durante la fase di svolgimento della

ricerca, era la realizzazione di una serie di riunioni generali con i responsabili delle

principali rilevazioni della presenza straniera nel nostro paese, incontri in parte attuati

attraverso l’intermediazione della Commissione per la Garanzia dell’informazione stati-

stica (si fa riferimento all’audizione con gli esperti dell’ISTAT). Scopo principale di tali

riunioni, alle quali hanno manifestato la loro disponibilità ad intervenire diversi esperti

contattati a più riprese nel corso degli ultimi 18 mesi, era di valutare collegialmente le

possibilità concrete e le strade percorribili per realizzare le proposte di miglioramento

avanzate. Tale finalità sarà comunque percorribile attraverso la diffusione dei risultati

ottenuti e la valorizzazione dei contatti instaurati con gli esperti o responsabili delle ri-

levazioni di interesse all’interno delle varie amministrazioni pubbliche.

Preliminare all’analisi delle fonti e dei metodi di rilevazione, ed anche alla predispo-

sizione del sistema di indicatori di integrazione, è l’introduzione dei principali concetti

di base e delle definizioni necessari per una chiara comprensione delle categorie utiliz-

zate e soprattutto come riferimento essenziale per l’esame critico delle rilevazioni e per

le eventuali proposte di armonizzazione e coordinamento.

1.2. Definizioni e tipologie di immigrati

L’analisi delle fonti e dei metodi di rilevazione delle migrazioni internazionali ri-

chiede una preventiva e attenta delimitazione del fenomeno allo studio. Storicamente

non esiste una definizione unanimemente accettata del concetto di migrante e quindi di

evento migratorio in quanto differenti sono stati i criteri adottati per isolare, all’interno

degli spostamenti territoriali, le migrazioni propriamente dette (per un’analisi dettagliata

delle possibili definizioni e soprattutto di alcune tipologie specifiche si rinvia

all’allegato 1). Una definizione restrittiva considera come migrazioni i soli spostamenti

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che danno luogo ad un cambiamento della dimora abituale (residenza) tra un luogo di

partenza e un luogo di arrivo (Henry, 1981, p. 105) appartenenti a unità amministrative

o statali differenti. Ma attraverso il criterio della residenza si esclude dalle migrazioni

una parte non trascurabile degli spostamenti che vari autori fanno rientrare tra le migra-

zioni definite come quegli eventi che danno luogo ad un cambiamento del centro di

gravità dell’individuo inteso come il luogo principale in cui vengono svolte le funzioni

essenziali della vita (Poulain, 1983, pp. 1-3). Vanno quindi considerate tra le migrazioni

anche quei movimenti che risultano connessi al bisogno di soddisfare le necessità basi-

lari dell’esistenza (Golini, 1987; 1996), in tal modo adottando come principale criterio

di selezione quello delle cause sottostanti l’atto migratorio.

Seguendo la schematizzazione proposta da Golini (2000), rientrano pertanto tra le

migrazioni propriamente dette gli spostamenti dovuti:

♦ alla ricerca, assunzione o cambiamento di attività lavorativa (nella letteratura inter-

nazionale labour migrations), riconducibili alla necessità di sostentamento

dell’individuo e della sua famiglia e/o al bisogno di promozione sociale, economica

o professionale;

♦ alla formazione, modifica, rottura o ricomposizione della famiglia (particolarmente

rilevanti sono le migrazioni per ricongiungimento familiare riguardanti i congiunti

del lavoratore in precedenza emigrato);

♦ al cambiamento della sistemazione abitativa a seguito di acquisto, acquisizione o

locazione di un immobile;

♦ al desiderio o alla necessità di vivere vicino al (o lontano dal) posto di lavoro o in

luoghi più confortevoli o più amati, si pensi agli spostamenti di persone benestanti e

di inattivi, quali i pensionati, che sono determinati dalle migliori condizioni climati-

che ed ambientali, dai legami affettivi o di appartenenza (ad esempio, i migranti di

ritorno), dal minore costo della vita e dalla maggiore quantità e qualità dei servizi

forniti;

♦ allo studio, considerando tali spostamenti connessi alla necessità di formazione e/o

per acquisire determinate competenze e qualifiche professionali.

È definita invece pseudo-migrazione la mobilità dovuta a disastri naturali (inonda-

zioni, siccità, terremoti, ecc.), guerre, occupazioni militari, presenza di regimi non de-

mocratici, limitazioni o mancanza di libertà individuali (di espressione, culto, ecc.).

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Questi spostamenti, pur essendo determinati da necessità basilari della vita, non sono

considerati tra le migrazioni in senso stretto poiché difettano dell’elemento fondamenta-

le proprio delle migrazioni fisiologiche che è il carattere della decisione individuale li-

beramente presa (Golini, 2000). La parte più ampia di tale mobilità riguarda gli sfollati,

i rifugiati e i richiedenti asilo (asylum seekers).

Infine, tutti gli altri spostamenti territoriali si può ritenere che non rientrino tra le

migrazioni. Si tratta della mobilità determinata da ragioni diverse da quelle espressa-

mente considerate per definire i movimenti migratori in senso stretto e i movimenti

pseudo-migratori. In particolare, si fa riferimento agli spostamenti ricorrenti o occasio-

nali connessi alla natura dell’attività lavorativa svolta, a quelli per affari e a quelli legati

al turismo, alle attività culturali, alle pratiche religiose e, più in generale, all’impiego del

tempo libero.

Un altro criterio di classificazione particolarmente significativo è quello della perio-

dicità e della durata dello spostamento, che consente di individuare forme diverse di

mobilità territoriale. Infatti, gli spostamenti ricorrenti possono avere una durata giorna-

liera, settimanale o stagionale nel corso dell’anno, mentre quelli non ricorrenti possono

avere una durata breve (meno di un anno), una durata media (da uno a meno di cinque

anni) o una durata lunga (cinque anni ed oltre), in quest’ultimo caso sono considerati a

livello internazionale come spostamenti definitivi. Il criterio della durata della perma-

nenza nel luogo di destinazione assume rilievo anche per distinguere le migrazioni dagli

altri spostamenti. A tale scopo è necessario determinare il periodo minimo di permanen-

za che consenta di individuare le migrazioni all’interno della mobilità complessiva. Su

tale punto ci sono però posizioni anche notevolmente diverse che portano, a seconda dei

casi, a considerare o meno come eventi migratori, ad esempio, gli spostamenti pendola-

ri, giornalieri o settimanali sia interni al territorio nazionale che con l’estero (parte degli

spostamenti frontalieri). In questa sede gli spostamenti di tipo giornaliero o settimanale

non sono presi in considerazione, mentre sono ritenuti significativi gli spostamenti di

tipo stagionale e tutti quelli non ricorrenti, anche se di durata inferiore ad un anno.

Le migrazioni internazionali, che rappresentano il fenomeno all’esame, sono costi-

tuite da quella parte di spostamenti migratori sopra definiti che dà luogo

all’attraversamento di un confine nazionale; in altri termini, rientrano nella definizione

di migrazioni internazionali i soli movimenti in cui l’area di origine e quella di destina-

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zione appartengono a differenti territori nazionali, mentre ne risultano esclusi quegli

spostamenti tra unità amministrative diverse all’interno di uno stesso paese.

I già difficili problemi di misura delle migrazioni interne risultano amplificati nel

caso delle migrazioni internazionali in quanto maggiore risulta la componente occulta

del fenomeno (si pensi soprattutto alle migrazioni clandestine o a quelle “camuffate”) e

differenti appaiono i sistemi e i criteri di rilevazione adottati nel paese di origine e in

quello di destinazione. Inoltre, i sistemi nazionali di rilevazione adottano spesso da pae-

se a paese ed anche nella stessa nazione nel corso del tempo o, nello stesso periodo, con

riferimento a rilevazioni differenti, definizioni diverse del fenomeno (Zlotnik, 1987;

Krekels e Poulain, 1996).

Le migrazioni internazionali relative ad un generico paese possono essere distinte in

base alla direzione degli spostamenti (in entrata o in uscita) e al “legame di appartenen-

za” o meno con tale paese degli individui coinvolti, individuando in tal modo quattro di-

stinte componenti (cfr. tab. 1.1).

Tab. 1.1 – Verso delle migrazioni internazionali e legame dei migranti con il paese di riferimento Legame di appartenenza Verso dello spostamento In entrata In uscita Nazionali Immigrazione di nazionali Emigrazione di nazionali Non nazionali Immigrazione di non nazionali Emigrazione di non nazionali

Il termine “appartenenza” sta ad indicare in modo neutro un legame con il paese di

riferimento che può qualificarsi in modo differente a seconda della variabile utilizzata.

Con riguardo alle migrazioni in entrata, ad esempio, si parla in genere di una immigra-

zione di nazionali o di individui originari del paese (anche detta rientri o rimpatri) e di

una immigrazione di stranieri o di individui non originari del paese. È infatti possibile

pervenire a tale distinzione attraverso caratteri diversi, quali ad esempio il paese di na-

scita, la cittadinanza o il luogo di residenza che individuano in modo differente

l’appartenenza o meno al paese. Quando l’attenzione è rivolta all’immigrazione stranie-

ra il criterio della cittadinanza sembra però quello che, almeno a livello potenziale, per-

mette di cogliere meglio i flussi migratori sia per il suo carattere di legalità e di sostan-

ziale oggettività, sia per la più chiara individuazione dei suoi limiti. Al contrario, il pae-

se di nascita potrebbe risultare occasionale e quello di residenza, pur avendo valenza le-

gale, risente maggiormente delle diverse definizioni adottate dai vari paesi, potendo ge-

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nerare non poche confusioni (cfr. Zlotnik, 1987). Soprattutto per paesi che hanno avuto

un’importante emigrazione all’estero che si è protratta fino agli anni più recenti il crite-

rio della cittadinanza appare il migliore per distinguere i flussi di nazionali da quelli di

stranieri.

1.3. Criteri di identificazione della popolazione di origine straniera Anche con riguardo allo stock di popolazione, l’individuazione nelle rilevazioni ge-

nerali della componente estera è in realtà un problema di non facile soluzione essendo

strettamente legato alla definizione della popolazione obiettivo e alla disponibilità delle

informazioni necessarie per la sua identificazione.

Con riferimento allo stock di popolazione che ha sperimentato l’evento migratorio, la

cosiddetta popolazione immigrata, la scelta del criterio di identificazione si presenta in

modo abbastanza problematico. Le Nazioni Unite “raccomandano” di definire la popo-

lazione immigrata come l’insieme di persone nate all’estero e soggiornanti per più di un

anno nel paese considerato. Tale definizione, che si basa sul criterio del paese di nascita,

pur risultando di non difficile adozione, non considera naturalmente i figli degli immi-

grati nati nel paese di accoglimento (seconda generazione), mentre comprende i cittadini

del paese di accoglimento nati all’estero, contingente che nel caso di una Nazione carat-

terizzata per un lungo periodo da consistenti flussi di emigrazione può risultare anche di

notevole entità.

Un altro criterio, che come si vedrà è adottato in molti paesi di accoglimento, è quel-

lo della cittadinanza che consente di individuare la popolazione straniera. Essa è costi-

tuita da persone non aventi la cittadinanza del paese di accoglimento, indipendentemen-

te dal luogo di nascita; tale popolazione è costituita pertanto dagli stranieri nati

all’estero e da quelli nati sul territorio nazionale. Il criterio della cittadinanza permette

di cogliere quasi per intero la cosiddetta prima generazione di immigrati (stranieri che

hanno sperimentato l’evento migratorio) e una parte variabile da paese a paese della se-

conda e delle successive generazioni (figli e nipoti degli immigrati nati nel paese di ac-

coglimento). La quota dei discendenti degli immigrati (seconda e terza generazione) che

è possibile individuare attraverso tale criterio dipende prevalentemente dalla legislazio-

ne nazionale in materia di naturalizzazione e di cittadinanza: minore dovrebbe risultare

nel caso di adozione dello ius soli, che consente ai figli di cittadini stranieri nati nel pae-

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se di accoglimento l’acquisizione automatica della cittadinanza di tale paese, maggiore

nel caso di prevalenza dello ius sanguinis, che tiene conto del legame di filiazione e di

discendenza nell’attribuire la nazionalità.

In definitiva, né il criterio della cittadinanza né quello del paese di nascita consento-

no di individuare completamente la popolazione di origine straniera. Gli immigrati

stranieri, che all’inizio del processo migratorio costituiscono praticamente la totalità del

collettivo obiettivo, col passare del tempo rappresentano solo il segmento principale a

cui va affiancato quello degli immigrati naturalizzati e quello della seconda generazio-

ne di immigrati che diventano contingenti sempre più rilevanti. In tal modo si determina

un’articolazione della realtà tale da rendere inadeguata l’adozione di definizioni sempli-

ci quali quella di immigrato o quella di straniero che non sono più coincidenti (se mai

lo sono stati) e, soprattutto, colgono soltanto una parte del collettivo d’interesse. A livel-

lo internazionale è stato sottolineato come sia necessario riuscire a identificare la popo-

lazione di origine straniera sulla base della combinazione di più criteri che consentano

una reale comparabilità tra i dati dei diversi paesi e nello stesso tempo permettano di te-

nere sotto controllo tutto il processo sociale legato all’immigrazione (Krekels e Poulain,

1996). La rilevabilità di tale popolazione obiettivo si presenta complessa sia per motivi

tecnici, sia per motivi politici. Andrebbe infatti chiesto ad ogni persona la cittadinanza

alla nascita o quella precedente (quella che aveva nel paese di origine) e ai figli degli

immigrati nati nel paese di destinazione la cittadinanza o il paese di nascita dei genitori.

Sotto il profilo politico diventa però sempre più difficile porre questo tipo di domande

che i cittadini rifiutano sottolineando l’“invasione statistica” e il pericolo di schedatura;

d’altra parte queste ultime preoccupazioni, pure in qualche misura condivisibili, sono in

contraddizione con il desiderio/esigenza di ogni minoranza di vedere riconosciute le

proprie specificità (Golini, Strozza e Amato, 2000).

D’altronde, in paesi con un passato recente caratterizzato da una forte emigrazione

all’estero, come è il caso dell’Italia e delle altre nazioni di accoglimento dell’Europa

Meridionale, l’utilizzazione separata dei criteri di identificazione, come quello del paese

di nascita o della cittadinanza attuale, può condurre a risultati assai differenti. Valga per

tutti il caso del nostro paese: anche limitando l’attenzione agli ultimi due censimenti

demografici sussistono fortissime differenze tra la popolazione residente nata all’estero

(quasi 1.000.000 al 1981 e circa 1.500.000 al 1991) e quella di cittadinanza straniera

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(210.000 al 1981 e quasi 360.000 al 1991). In sostanza, tra i nati all’estero c’è una com-

ponente prevalente costituita da italiani e una parte esigua di stranieri. Alcuni paesi

dell’Unione europea (Ue) hanno adottato la soluzione di utilizzare congiuntamente le

variabili cittadinanza e paese di nascita, riducendo in tal modo parte degli inconvenienti

insiti nell’utilizzazione separata dei due criteri3. Ma anche la combinazione del criterio

della cittadinanza attuale con quello del luogo di nascita non è sufficiente per individua-

re la popolazione di origine straniera soprattutto perché non consente di distinguere

all’interno dell’insieme costituito dalle persone nate all’estero che hanno la cittadinanza

del paese la componente di origine estera da quella di origine nazionale.

Tale difficoltà è mostrata in modo chiaro nella schematizzazione seguente in cui la

cittadinanza attuale è stata incrociata con quella precedente o alla nascita e con il paese

di nascita (tab. 1.2). In tal modo possono essere individuati otto collettivi distinti quattro

relativi alla popolazione di origine straniera (S) e altrettanti relativi alla popolazione di

origine nazionale (N). Tale schema mostra come la popolazione straniera rilevata in un

dato istante comprenda non solo gli stranieri di prima (S1) e seconda generazione (S2)

ma anche gli individui di origine nazionale emigrati (N3) o figli di emigrati (N4) rien-

trati nel paese di origine senza averne più la cittadinanza. Inoltre, la popolazione nazio-

nale è costituita non solo dalle persone che ne hanno la cittadinanza dalla nascita nate

nel paese (N1) o all’estero (N2) ma anche i naturalizzati di prima (S3) e seconda gene-

razione (S4). In sostanza, le due colonne centrali della tabella rappresentano la cosiddet-

ta “zona grigia” costituita dagli individui che in base al criterio adottato possono finire

alternativamente tra la popolazione “appartenente” o non “appartenente” al paese.

Di seguito sono indicati per la gran parte dei paesi dell’Ue e dell’ex EFTA quali ca-

tegorie di popolazione estera vengono considerate (stranieri, nati all’estero, immigrati,

seconda e successive generazioni di immigrati) e in base a quali criteri sono individuate

(tab. 1.3). È evidente come soprattutto nei paesi scandinavi ci sia molta attenzione alla

determinazione della popolazione di origine straniera, così come avviene nei Paesi Bassi

e in Francia.

3 In particolare, è possibile individuare meglio l’origine dei migranti e quindi il gruppo etnico di apparte-nenza soprattutto in quei paesi di accoglimento che hanno un importante trascorso coloniale che si riflette sulla cittadinanza degli immigrati.

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Tab. 1.2 – Categorie di popolazione presente (residente) in un dato paese individuabili combinando il criterio della cittadinanza attuale con quelli della cittadinanza precedente o alla nascita e del

paese di nascita Paese di Cittadinanza precedente o alla nascita: nascita (a) Straniera Nazionale Cittadinanza attuale: Cittadinanza attuale: Straniera Nazionale Straniera Nazionale all’estero S1. Stranieri immigrati S3. Stranieri naturaliz-

zati immigrati di prima generazione

N4. Nazionali di origi-ne, emigrati di seconda generazione rientrati che hanno perso la cittadinanza

N2. Nazionali nati occa-sionalmente all’estero o emigrati di seconda gene-razione rientrati dall’estero

nel paese S2. Stranieri immigrati di seconda generazio-ne

S4. Stranieri naturaliz-zati immigrati di se-conda generazione

N3. Nazionali di origi-ne rientrati che hanno perso la cittadinanza

N1. Nazionali

Note: (a) La variabile paese di nascita può riferirsi alla situazione de facto (paese effettivo di nascita) oppure alla situazione de iure (paese di residenza abituale della madre del nato).

Attraverso pochi dati empirici si può vedere con chiarezza quanto possano essere ri-

levanti le naturalizzazioni sull’evoluzione della popolazione straniera e come possano

cambiare le prospettive a seconda che si consideri solo il collettivo di stranieri o anche

quello degli immigrati che hanno acquisito la nazionalità del paese di accoglimento. Per

tutti valgano i due esempi seguenti:

v la popolazione straniera in Francia negli ultimi due censimenti è diminuita pas-

sando da oltre 3.700.00 persone al 1982 a meno di 3.600.000 nel 1990 fino a

3.260.000 al 1999 (tab. 1.4). Tale flessione non è però dovuta ad una emigrazione

netta di stranieri ma all’incremento dei nati all’estero e dei nati nel paese che

hanno acquisito la cittadinanza francese (cfr. rispettivamente colonne 3 e 6 della

tab. 1.4). Infatti, se la popolazione straniera risulta decrescente, la popolazione

immigrata appare ancora in crescita, così come la cosiddetta popolazione di ori-

gine straniera che risulta maggiore della prima di circa 2.500.000 unità (cfr. le ul-

time tre colonne della tab. 1.4);

v anche in Svizzera l’evoluzione della popolazione straniera risulta determinata

prevalentemente dalle naturalizzazioni. Il contenuto incremento degli stranieri

nell’ultimo decennio, soprattutto negli anni più recenti, è dovuto ad un numero di

naturalizzazioni tale da ridurre sensibilmente l’apporto positivo del saldo naturale

e di quello migratorio (tab. 1.5).

Page 15: Imigranti Italia

15

Tab. 1.3 - Criteri di identificazione dello stock di popolazione immigrata o di origine straniera nei paesi dell’Unione europea e dell’EFTA (a)

Paesi Tipo di popolazione considerata: Straniera

(1) Nata all’estero

(2) Immigrata

(3) II e III generazione di immigrati

(4) Belgio Cittadinanza Luogo di nascita - - Danimarca (b) Cittadinanza Luogo di nascita Paese di nascita, cittadinanza e

paese di nascita dei genitori Paese di nascita, cittadinanza e

paese di nascita dei genitori Germania (c) Cittadinanza - - - Grecia Cittadinanza - - - Francia (d) Cittadinanza Luogo di nascita Paese di nascita e cittadinanza Paese di nascita, cittadinanza e

paese di nascita dei genitori Irlanda - Luogo di nascita - - Italia Cittadinanza - - - Paesi Bassi (e) Cittadinanza Luogo di nascita Paese di nascita e cittadinanza Paese di nascita, paese di nascita

dei genitori Portogallo (f) Cittadinanza - - - Regno Unito (g) - Luogo di nascita - - Spagna (h) Cittadinanza - - - Finlandia (i) Cittadinanza Luogo di nascita Paese di nascita e cittadinanza - Norvegia (j) Cittadinanza Luogo di nascita Paese di nascita dei genitori Paese di nascita, paese di nascita

dei genitori Svezia (k) Cittadinanza Luogo di nascita Paese di nascita, attuale e pre-

cedente cittadinanza Paese di nascita, paese di nascita

dei genitori Svizzera (l) - Luogo di nascita - - Note: (a) Non hanno risposto all’indagine Eurostat gli Istituti Nazionali di Statistica dei seguenti paesi: Austria, Islanda, Liechtenstein e Lus-semburgo. (b) 1. Per le persone che hanno più cittadinanze nel registro della popolazione ne viene indicata solo una, quella danese se è una delle cittadinanze dell’individuo. 2. Il paese di nascita viene considerato senza preoccuparsi della cittadinanza della persona. 3. Persone nate all’estero con entrambi i genitori cittadini stranieri o nati al di fuori della Danimarca. 4. Persone, nate in Danimarca, con entrambi i genitori immigrati o seconda generazione di immigrati. (c) Sono considerati “Tedeschi” tutti gli individui in possesso di tale cittadinanza e i rifugiati o “Vertriebener” di origine tedesca. Le persone che hanno sia la cittadinanza tedesca sia quella di un altro Stato sono considerate tedesche. (d) 1. In generale, la popolazione francese per acquisizione della cittadinanza è identificata in base al criterio della cittadinanza precedente. 3. Un immigrato è una persona, nata al di fuori della Francia, che è straniera o è diventata francese. 4. L’INED usa l’espressione “popolazione di origine straniera” per descrivere i figli di immigrati nati in Francia (paese di nascita dell’individuo è la Francia, paese di nascita dei genito-ri non è la Francia). La popolazione di origine straniera contiene tutte le persone nate in Francia con almeno un genitore immigrato, vale a dire nato in un altro paese senza la cittadinanza francese. (e) 1. Per le persone di nazionalità diversa da quella olandese l’informazione è di-sponibile dal 1976. In caso di cittadinanze multiple viene presa in considerazione solo quella olandese. 2. Questo dato che definisce la prima generazione è disponibile soltanto dal 1° gennaio 1990. 3. Tutte le persone nate fuori dall’Olanda appartenenti alla prima generazione a pre-scindere dalla loro cittadinanza (anche le persone di cittadinanza olandese che non erano nate nei Paesi Bassi). Sono pubblicate tavole con l’incrocio tra paese di cittadinanza e paese di nascita. 4. Persone nate nei Paesi Bassi con almeno un genitore nato al di fuori dei Paesi Bassi. (f) 1. Un altro termine utilizzato è “Stranieri con residenza legale” (Estrangeiros com residência legalizada) che si riferisce a tutti i cittadini non portoghesi che hanno un permesso di residenza (soggiorno) per 1, 5, 20 anni o per il resto della loro vita. Le persone con meno di 14 anni non hanno bisogno del permesso e non sono registrate. (g) 1. Il criterio del “gruppo etnico” viene utilizzato in connessione con il termi-ne “popolazioni di minoranze etniche” (ethnic minority population(s)). (h) 1. Una persona che ha la cittadinanza spagnola viene classificata al censimento come tale, senza tenere conto se ha o meno anche un’altra cittadinanza. (i) 3. La popolazione immigrata non è fornita, ma c’è la possibilità di avere una tabella dove sono combinate cittadinanza e paese di nascita. (j) 2. Dal 1986 in poi. 3. Persone con due genitori nati all’estero (l’obiettivo è quello di sottrarre i norvegesi nati all’estero dalle statistiche sugli immigrati e includere la seconda generazione di immigrati). Vengono pubblicati i dati sulle persone nate in Norvegia anche con un genitore nato all’estero, ma non vengono indicati come la seconda generazione di immigrati. Vengono chiamati “Nati in Norvegia con un genitore nato all’estero”. Questa categoria non è inclusa tra la “popolazione immigrata”. 4. Un immigrate di seconda generazione è una persona nata in Norvegia e che ha entrambi i genitori nati all’estero. Questa categoria è considerata come una parte della popolazione immigrata. (k) 1. Le persone con doppia cittadinanza, svedese e straniera, sono contabilizzate come svedesi. 2. Le persone devono essere registrate nel Sistema di registrazione della popolazione della Svezia. Per essere registrate, le persone che non hanno la cittadinanza di uno dei paesi nordici devono avere un permesso di soggiorno e l’intenzione di restare nel paese per più di un anno. 3. (Prima generazione di immigrati) “Cittadini stranieri nati all’estero e naturalizzati”. Se una persona naturalizzata è nata in Svezia, al di fuori di genitori di cittadinanza straniera, appartiene alla “prima generazione di immigrati” in accordo con l’Indagine sulle Condizioni di Vita. In accordo con le Statistiche Correnti di Popolazione una tale persona è un immigrato di seconda genera-zione se almeno uno dei genitori è nato all’estero. Se entrambi i genitori sono nati in Svezia la persona non è classificata come un immigrato. 4. Persone nate in Svezia con almeno uno dei genitori nati all’estero. Se entrambi i genitori sono nati in Svezia, anche se l’individuo ha citta-dinanza straniera, l’individuo non è classificato come immigrato. Queste statistiche sono prodotte sole per le persone con meno di 18 anni. (l) Solo nel censimento del 1990, non nelle statistiche correnti sulla popolazione. Fonte: nostra rielaborazione da Krekels e Poulain, 1998 (tabelle di appendice 1a-1d, pp. 52-55).

Soprattutto in paesi dove la legislazione sulla cittadinanza e sulla naturalizzazione

sono “più liberali” (prevalenza dello ius soli) risulta necessario, per individuare alcune

categorie di popolazione, disporre di informazioni anche sul paese di nascita e/o sulla

cittadinanza dei genitori (tab. 1.3). D’altronde questo è l’unico modo per poter assegna-

Page 16: Imigranti Italia

16

re alla popolazione di origine straniera anche i nati nel paese di accoglimento da immi-

grati o figli di immigrati naturalizzati (parte della seconda e terza generazione) che ov-

viamente risultano cittadini fin dalla nascita.

Tab. 1.4 – Ripartizione della popolazione residente in Francia secondo il luogo di nascita e la nazionalità tra il 1946 e il 1999. Valori assoluti in migliaia.

Anni Popolaz. Nati in Francia Nati all’estero Immi- Stra- Pop.di totale Francesi Francesi Stranieri Francesi Francesi Stranieri grati nieri origine

di nascita acquisiti di nascita acquisiti straniera 1 2 3 4 5 6 7 6+7 4+7 3+4+6+7

1946 39.848 36.908 301 310 343 552 1.434 1.986 1.744 2.597 1954 42.781 39.571 295 245 377 773 1.520 2.293 1.765 2.833 1962 46.456 42.133 336 220 905 931 1.931 2.861 2.151 3.418 1968 49.756 44.009 297 402 1.766 1.019 2.262 3.281 2.664 3.980 1975 52.599 45.907 280 667 1.858 1.112 2.775 3.887 3.442 4.834 1982 54.296 47.169 254 845 1.991 1.167 2.870 4.037 3.715 5.136 1990 56.652 49.556 472 739 1.719 1.308 2.858 4.166 3.597 5.377 1999 58.520 51.340 800 510 1.560 1.560 2.750 4.310 3.260 5.620 Fonte: nostra elaborazioni su dati dell’INSEE.

Tab. 1.5 - Componenti dell’evoluzione della popolazione straniera in Svizzera. Periodo 1981-98. Valori assoluti in migliaia.

Anno Popolazione Saldo Saldo Acquisizione Saldo altre Popolazione a inizio anno naturale migratorio cittadinanza variazioni a fine anno 1981 892,8 7,4 23,9 14,2 0,0 909,9 1982 909,9 8,0 20,5 12,6 0,0 925,8 1983 925,8 7,2 4,3 11,7 0,0 925,6 1984 925,6 7,2 11,4 11,8 0,0 932,4 1985 932,4 7,1 14,5 14,3 0,0 939,7 1986 939,7 7,0 23,6 14,3 0,0 956,0 1987 956,0 7,8 27,2 12,2 0,0 978,7 1988 978,7 8,3 30,7 11,2 0,0 1.006,5 1989 1.006,5 8,5 35,4 10,2 0,1 1.040,3 1990 1.040,3 10,3 58,1 8,5 0,0 1.100,3 1991 1.100,3 11,3 60,2 8,6 0,0 1.163,2 1992 1.163,2 13,6 47,8 11,2 0,0 1.213,5 1993 1.213,5 13,3 46,5 12,9 0,0 1.260,3 1994 1.260,3 14,2 39,4 13,8 0,0 1.300,1 1995(a) 1.300,1 13,3 26,8 16,8 7,2 1.330,6 1996 1.330,6 14,1 12,0 19,1 0,0 1.337,6 1997 1.337,6 13,4 9,3 19,2 -0,3 1.340,8 1998 1.340,8 12,7 16,0 21,3 -0,3 1.347,9 Nota: (a) Alcune differenze rispetto all’anno precedente sono dovute all’introduzione di un nuovo sistema di trattamento dei dati. Fonte: Ufficio Federale degli Stranieri, Registro Centrale degli stranieri, 1998.

Nel caso italiano sembra ragionevole, a livello operativo, rielaborare la proposta di

Krekels e Poulain (1998), identificando e articolando la popolazione obiettivo sulla base

di una combinazione dei criteri seguenti:

• la cittadinanza attuale che consente di distinguere al momento della rilevazione i na-

zionali dagli stranieri;

Page 17: Imigranti Italia

17

• la cittadinanza alla nascita (o in alternativa il paese di nascita dei genitori), che per-

mette di distinguere tra i nazionali quelli che lo sono per naturalizzazione (sia della

prima che della seconda generazione di immigrati), e il paese di nascita che consente

di distinguere gli stranieri tra prima e seconda generazione di immigrati;

• il paese di nascita o di cittadinanza del o dei genitori, informazione necessaria per

identificare i cittadini alla nascita figli di immigrati naturalizzati;

• la durata della residenza nel paese o, in mancanza, la data di primo ingresso o altri-

menti la presenza o meno nel paese ad una data fissata, sia essa ad un anno, a cinque

anni o in occasione di un evento importante del passato recente;

• il motivo della presenza nel paese, classificato in modo da permettere di distinguere

quantomeno le ragioni economiche da quelle familiari e da quelle umanitarie.

In sostanza, l’obiettivo è quello di distinguere all’interno dei cittadini nazionali e de-

gli stranieri quelli che sono nati nel paese da quelli che sono nati all’estero. Per la cate-

goria dei nazionali è utile conoscere la cittadinanza alla nascita. Per contro, per la cate-

goria degli stranieri nati all’estero, una distinzione interessante è tra quelli che sono

immigrati di recente (per esempio, da meno di 5 anni) o da più tempo. Tra gli immigrati

recenti è importante avere una informazione sul motivo dell’immigrazione (per esem-

pio, ragioni economiche, familiari o umanitarie, di studio o pensionamento).

Questo approccio permette di individuare le seguenti categorie (fig. 1.1):

q le persone che hanno la cittadinanza del paese distinte tra quelle che la detengono

dalla nascita (cittadini nazionali di nascita), eventualmente distinte in base al paese

di nascita dei genitori4, e quelle che l’hanno acquisita a seguito di una naturalizza-

zione che potrebbero ulteriormente essere suddivise tra i nati nel paese e i nati

all’estero;

4 Infatti, anche tra i nazionali di nascita può essere presente una parte della seconda generazione, quella costituita dai figli di immigrati stranieri nati dopo la naturalizzazione dei genitori. Per la loro identifica-zione è però necessario far ricorso ad un ulteriore criterio, quello del paese di nascita o della cittadinanza alla nascita dei genitori. Va detto comunque che tale approfondimento può risultare eccessivo (dipende dalla fase del processo migratorio e dalla legislazione sulla cittadinanza) e comunque rischia di condurre all’identificazione di un collettivo ibrido comprendente italiani anche di origine con genitori nati all’estero per caso o perché figli di emigrati. Non facile appare poi la scelta se considerare o meno tra la popolazione di origine straniera i nati da unioni miste (con uno dei due genitori italiano) che risultano da subito cittadini italiani.

Page 18: Imigranti Italia

18

q gli stranieri nati nel paese di accoglimento che rappresentano una parte della secon-

da generazione degli immigrati (un’altra parte è tra i naturalizzati), definiti nella let-

teratura internazionale denizens;

q gli stranieri nati all’estero che sono ovviamente la prima generazione di immigrati

colti però al netto di quelli naturalizzati. Questo collettivo deve essere ulteriormente

articolato in immigrati di lungo periodo (o permanenti) e immigrati recenti (da meno

di 5 anni), questi ultimi ripartiti secondo il motivo dell’immigrazione.

Fig. 1.1 – Strategia operativa per l’individuazione delle principali componenti (a) della popolazione di origine straniera

Criterio della cittadinanza attuale ↓ ↓

Nazionali (N1+N2+S3+S4) Stranieri (S1+S2) (b)

Criterio della cittadinanza alla nascita Criterio del paese di nascita ↓ ↓ ↓ ↓ Nazionali di nascita (N1+N2) (c) Naturalizzati

(S3+S4) Seconda genera-

zione (S2) Immigrati (S1)

Criterio del paese di nascita (o della cittadinanza alla nascita) dei genitori

Durata della presenza

↓ ↓ ↓ ↓ ↓ ↓ Nazionali di ori-

gine nazionale Nazionali di ori-

gine straniera Naturalizzati Denizens

Immigrati

da lungo tempo Immigrati recenti

(< 5 anni)

Note: (a) Le sigle utilizzate per indicare le diverse categorie sono quelle riportate nella tab. 1.2. (b) Le categorie N3 e N4 possono essere considerate sostanzialmente trascurabili, soprattutto in quei paesi in cui prevale lo ius sanguinis. (c) Questo collettivo com-prende anche i figli di immigrati stranieri (seconda generazione) nati dopo la naturalizzazione dei genitori.

Nell’analizzare le rilevazioni concernenti i flussi e gli stock di popolazione straniera

in Italia sarà quindi fondamentale verificare la disponibilità delle informazioni necessa-

rie e suggerire l’eventuale introduzione di ulteriori notizie utili per determinare nel mo-

do più preciso possibile la dimensione e gli eventi relativi alla popolazione obiettivo.

1.4. Tipologie in base alla legittimità o meno dell’immigrazione e della presenza Un altro criterio di classificazione dei flussi migratori e della popolazione di origine

straniera presente sul territorio riguarda la condizione giuridica di ingresso e soggiorno

che rimanda alla legittimità o meno dell’immigrazione e della permanenza nel paese di

accoglimento in base alla normativa vigente in materia. In modo schematico, con rife-

rimento ai paesi di destinazione delle correnti migratorie sia i flussi di immigrati esteri,

sia gli stranieri presenti sul territorio possono essere distinti in due componenti: l’una

Page 19: Imigranti Italia

19

legale, l’altra illegale. Tale distinzione si fonda sullo status dei migranti nei confronti,

per quanto concerne i flussi, delle regole sull’ingresso nel Paese di destinazione (con o

senza visto d’ingresso o, più in generale, con o senza la documentazione necessaria) e,

per quanto riguarda gli stock, delle norme concernenti il soggiorno sul territorio (con o

senza permesso di soggiorno in corso di validità)5. Naturalmente l’ingresso senza la ne-

cessaria documentazione (ingresso illegale) comporta una permanenza nel paese di de-

stinazione al di fuori delle regole in esso vigenti (presenza illegale), mentre un ingresso

regolare dovrebbe dar luogo ad un soggiorno nel rispetto della normativa esistente (pre-

senza legale)6. I gruppi non rimangono però cristallizzati nella condizione iniziale

(Briggs, 1984; Strozza, 1996) ma possono sperimentare nel corso della permanenza nel

paese di accoglimento processi di transizione da uno status all’altro. Come mostra la

schematizzazione proposta nella tab. 1.6, al crescere della durata della permanenza nel

paese si indebolisce il legame tra tipo di ingresso (regolare o clandestino) e status di

soggiorno. Pertanto all’interno della stessa componente illegale è possibile distinguere

tra stranieri clandestini e stranieri irregolari, intendendo con i primi quegli immigrati

che sono entrati e soggiornano al di fuori della normativa vigente (colonna 7 della tab.

1.6) e con i secondi quelli che, allo scadere della validità del loro (primo o successivo)

permesso di soggiorno, sono rimasti nel paese senza rinnovare tale autorizzazione (co-

lonna 6 della tab. 1.6), sperimentando una transizione di segno negativo. Inoltre, una

parte degli illegali (irregolari e clandestini) può ottenere un valido documento di sog-

giorno a seguito, ad esempio, di una legge di regolarizzazione (cfr. rispettivamente co-

lonne 4 e 5 della tab. 1.6), sperimentando in tal modo una transizione di segno positivo.

Va notato infine come gli stranieri che usufruiscono di una sanatoria possano appartene-

5 Naturalmente, la situazione giuridica degli immigrati è legata alla legislazione ed anche alle politiche che ciascun paese di accoglimento adotta in materia di migrazioni internazionali. Tali disposizioni posso-no differire, anche in modo rilevante, da paese a paese e presentare deroghe o variazioni con riguardo a particolari categorie di immigrati e/o a specifiche aree di provenienza. 6 Quella proposta è ovviamente una schematizzazione generale. Con riguardo a singoli paesi di accogli-mento sono state proposte delle efficaci specifiche (si veda ad esempio per la Francia quella in 23 catego-rie di Moulier-Boutang, Garson e Silderman, 1986 e per la Grecia quella di Grammatikopoulou, 1998) che tengono conto anche di alcuni caratteri specifici della normativa vigente. Di recente Delaunay e Tapi-nos (1998) hanno proposto una classificazione dinamica delle situazioni degli stranieri in base all’ingresso, il soggiorno e il lavoro.

Page 20: Imigranti Italia

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re, oltre che alla componente illegale, anche a quella regolare della presenza estera (cfr.

colonna 3 della tab. 1.6)7.

Tab. 1.6 - Status giuridico degli immigrati stranieri presenti in Italia in un dato istante di tempo in

base ai principali (a) percorsi riguardanti le autorizzazioni concernenti l’ingresso e il soggiorno Documentazione Status giuridico dell’immigrato presente in Italia Legale Illegale Regolare Regolarizzato Irregolare Clandestino 1 2 3 4 5 6 7 Visto di ingresso(b) si si si si no si no Rilascio primo permesso di soggiorno si si si si no si no Rinnovo permesso di soggiorno --(c) si si no no no no Regolarizzazione no no si si si no no

Nota: (a) È prospettata una situazione semplice che prevede, tra l’altro, come ultimo evento la regolarizzazione in modo da avere non più di una transizione; pertanto i percorsi riportati sono solo i più rilevanti in quanto quelli più complessi e diversificati si col-locano comunque all’interno delle condizioni giuridiche indicate. (b) A fini esemplificativi si assume che per tutte le cittadinanze e per tutti i motivi di ingresso sia richiesto il visto. In realtà, in una serie limitata di situazioni è possibile che lo straniero entri senza dover richiedere il visto e possa quindi ottenere regolarmente un permesso di soggiorno. (c) La col. 1 rappresenta gli stranieri per i quali, risultando ancora valido il primo permesso rilasciato, non si pone il problema del suo rinnovo. Fonte: Natale e Strozza, 1997.

A livello operativo sembra necessario poter individuare all’interno del collettivo de-

gli stranieri presenti sul territorio (essenzialmente la componente S1) alcune categorie

connesse alla regolarità e stabilità della presenza sul territorio. La Birindelli (1990) ha

distinto gli immigrati esteri presenti in Italia in legali stabili (titolari di permesso di sog-

giorno iscritti nei registri anagrafici comunali), legali semi-stabili (titolari di permesso

di soggiorno non iscritti nei registri anagrafici comunali) e illegali (sia irregolari che

clandestini, vale a dire tutti gli stranieri senza un permesso di soggiorno valido). Una

più dettagliata tipologia, schematizzata nella tab. 1.7, è quella che incrocia le tre classi

proposte dalla Birindelli, in cui la stabilità della presenza può essere espressa attraverso

la residenza o, in alternativa, la presenza nel paese da almeno cinque anni, con la condi-

zione lavorativa degli immigrati (Strozza, 1994). Gli occupati sono distinti in base alla

regolarità o meno del rapporto di lavoro. Nell’economia irregolare trovano impiego sia

gli stranieri illegali (gruppo F della tab. 1.7) che non possono aspirare, ovviamente, ad

altre opportunità occupazionali, sia quelli in regola con le norme sul soggiorno (gruppi

C e C’ della tab. 1.7), che potrebbero invece trovare impiego (e in parte sono impiegati)

anche nell’economia regolare. Queste categorie permettono di evidenziare due differenti

livelli di irregolarità (sul territorio e sul lavoro la prima, solo sul lavoro la seconda) e

7 Si pensi ad esempio alle presenze regolari “camuffate” sotto motivazioni diverse da quelle di lavoro (cfr. Labat, 1986 per la Francia e Natale e Strozza, 1990 per l’Italia) che attraverso la sanatoria assumono la loro veste effettiva.

Page 21: Imigranti Italia

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nello stesso tempo mettono in luce il diverso peso giuridico delle due principali variabili

utilizzate nella determinazione dei gruppi (lo status rispetto al soggiorno vincola, nel

caso di illegalità, quello rispetto al lavoro che, almeno a livello normativo, può essere

solo irregolare).

Tab. 1.7 - Le componenti della popolazione straniera: una tipologia della situazione di fatto

Situazione rispetto Situazione rispetto alla condizione lavorativa al soggiorno ed alla Popolazione P o p o l a z i o n e a t t i v a Residenza nonattiva Occupati

regolari Occupati irregolari

Disoccupati

Regolare stabile (a) A B C D Regolare semi-stabile (b) A’ B’ C’ D’ Illegale (c) E F G Note: (a) In regola con la normativa sul soggiorno e iscritti in anagrafe (residenti). (b) In regola con la normativa sul soggiorno ma non iscritti in anagrafe (non residenti). (c) Non in regola con la normativa sul soggiorno (irregolari e clandestini). Fonte: Strozza, 1994.

La classificazione proposta verrà utilizzata in seguito per individuare quali categorie

di stranieri vengono rilevate dalle fonti ufficiali e per valutare la capacità delle rileva-

zioni disponibili di cogliere interamente alcuni segmenti della popolazione obiettivo. A

seconda delle necessità tale articolazione in 11 sub-collettivi potrà essere però ridotta

attraverso l’aggregazione di alcune delle categorie individuate. In particolare, si utilizze-

rà la distinzione tra la componente legale nel suo insieme (legS1), che si compone di

quella stabile (lstS1) e di quella semi-stabile (lssS1), e la componente illegale (illS1). Per-

tanto, la presenza straniera (S1) sarà data dalla somma delle tre categorie indicate nella

formula seguente:

S1 = legS1+ illS1= lstS1 + lssS1 + illS1

che riproducono la tipologia proposta dalla Birindelli, corrispondente alla fiancata della

tab. 1.7. Inoltre, sia gli stranieri legali che quelli illegali saranno distinti in base alla

condizione professionale e alla regolarità o meno del lavoro svolto (sette categorie otte-

nute dall’aggregazione della prima e della seconda riga della tab. 1.7). L’articolazione

secondo la condizione professionale appare fondamentale per esaminare con maggiore

precisione quello che è il segmento principale dell’immigrazione costituito dai flussi e

dagli stock di popolazione dovuti a motivi di lavoro. Tale suddivisione sarà quindi es-

senziale nella valutazione della capacità e dei limiti informativi delle rilevazioni che

colgono i lavoratori immigrati.

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22

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23

CAPITOLO 2 SISTEMI DI RILEVAZIONE DI FLUSSI E STOCK DI STRANIERI

NEI PRINCIPALI PAESI EUROPEI DI ACCOGLIMENTO

2.1. Un’analisi distinta di stock e flussi

La misura dei movimenti migratori, in particolare di quelli internazionali, presenta

vari problemi e difficoltà. Nessuna delle numerose rilevazioni in genere disponibili rie-

sce a cogliere il fenomeno nella sua interezza (Poulain, Wattelar, 1984) perché, come si

è detto (cfr. par. 1.4) una parte dei migranti, specie quella in condizione di irregolarità

rispetto alle norme sull’ingresso e/o sul soggiorno nel paese di destinazione, sfugge alla

registrazione delle fonti ufficiali, anche di quelle che hanno carattere statistico (Strozza,

1994). A tale difficoltà si aggiunge, nel caso delle rilevazioni amministrative, la scarsità

e, alle volte, la poca attendibilità delle informazioni di interesse statistico raccolte sulla

parte rilevata del collettivo a cui va sommata la disomogeneità delle classificazioni, la

inadeguatezza delle elaborazioni e/o, alle volte, la loro indisponibilità8.

Prima di analizzare in dettaglio le rilevazioni disponibili in Italia è necessario traccia-

re un quadro schematico su quelle che, in base all’esperienza straniera, sono le principa-

li rilevazioni sia dei flussi di stranieri in entrata e in uscita, sia dell’ammontare della po-

polazione estera presente nei paesi di accoglimento. Tale riferimento appare necessario

per mostrare sinteticamente pregi e limiti dei diversi sistemi di rilevazione

dell’immigrazione ma anche per saggiare l’eventuale possibilità di importare alcune me-

todologie o semplici criteri operativi dimostratisi abbastanza validi all’estero e non dif-

ficilmente realizzabili nel nostro paese (Natale M. et al., 1989).

Di seguito vengono richiamate ed esaminate in modo schematico le principali rileva-

zioni che un paese può costituire sulla base, in primo luogo, dei contatti che l’immigrato

straniero deve intrattenere con le autorità di arrivo per assolvere alle formalità giuridi-

che ed amministrative durante il suo spostamento e, successivamente, nel periodo di

8 In effetti, i dati amministrativi sono desumibili dai sistemi informativi gestionali nel quadro della speci-fica attività dei relativi Enti; pertanto, solo in mancanza di altre informazioni più rispondenti essi vengono utilizzati come indicatori di fenomeni molto diversi da quelli per la cui conoscenza le indagini erano state impostate e condotte (Natale, 1992).

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24

permanenza sul territorio di accoglimento9. I sistemi di rilevazione non vengono analiz-

zati con specifico riguardo a singoli paesi di accoglimento in quanto scopo di questo ca-

pitolo è essenzialmente quello di indicare le caratteristiche delle principali rilevazioni

esistenti, evidenziando i problemi che si incontrano nella registrazione della immigra-

zione e della presenza straniera10.

L’analisi delle fonti ufficiali viene condotta facendo ricorso ad un approccio classico

che distingue tra le rilevazioni dei flussi e quelle degli stock. Tale approccio non rappre-

senta l’unica schematizzazione possibile né risulta esente da critiche perché, com’è no-

to, alcune fonti forniscono sia misure di stato sia misure di flusso (esempi tipici sono

quello del registro della popolazione ed quello della rilevazione dei permessi di sog-

giorno che verranno quindi considerati sia tra le misure dei flussi che tra quelle di stato)

e, comunque, alle volte risulta possibile ricavare valutazioni sui flussi netti attraverso

due dati di stock e valutazioni di stato attraverso la combinazione di dati di flusso e pre-

cedenti dati di stato. D’altro canto, proprio i legami tra dati di stato e dati di flusso sulla

popolazione straniera sono stati chiaramente messi in luce analizzando le statistiche di

alcuni paesi di accoglimento (Bretz, 1999).

9 Le fonti di rilevazione delle migrazioni internazionali risultano condizionate dalla legislazione e dalle politiche migratorie adottate dai paesi di origine e, soprattutto, da quelli di accoglimento. I sistemi di rile-vazione nei paesi di arrivo dei migranti, a cui si limita la nostra attenzione, risultano strettamente legati alle necessità di controllare e limitare l’afflusso della popolazione straniera e al bisogno di valutare la di-mensione della presenza per predisporre i servizi necessari e per programmare gli ingressi futuri. 10 Per un’attenta analisi critica e/o comparativa dei sistemi di rilevazione adottati dai tradizionali paesi di immigrazione si rinvia invece ai numerosi lavori presenti nella letteratura internazionale. In particolare, i principali riferimenti sono fino agli anni Ottanta due edizioni del Demographic Yearbook che trattano come special topics le migrazioni internazionali (UN, 1977; 1989), gli atti del seminario di Calabria orga-nizzato dalla Association Internationale des Démographes de Langue Française (AIDELF) su Les migra-tions internationales e un numero monografico della rivista International Migration Review che ha come titolo Measuring International Migration: Theory and Practice (IMR, 1987). Particolarmente interessanti sono inoltre le analisi condotte da Casacchia (1983; 1986) e da Natale et al. (1989) che cercano di valuta-re la possibilità di impiantare in Italia i sistemi di rilevazione degli immigrati stranieri adottati in alcuni dei tradizionali paesi europei di accoglimento. Per quanto concerne la situazione attuale numerosi sono i riferimenti bibliografici disponibili, in particolare con riguardo ai paesi europei di immigrazione (Poulain, 1993; 1995; Salt, Singleton e Hogarth, 1994; Coleman, 1994; Eurostat, 1994; 1995; Krekels e Poulain, 1998). Una raccolta critica del materiale statistico disponibile sulle migrazioni internazionali è contenuta nei rapporti annuali SOPEMI dell’OCDE (Organization for Economic Co-operation and Development) che riguardano attualmente la gran parte dei paesi dell’Ue e dell’EFTA, la Turchia, buona parte dei paesi dell’Europa dell’Est, il Canada, gli Stati Uniti d’America, l’Australia e la Nuova Zelanda. Infine, l’Eurostat a partire dal 1989 ha iniziato a raccogliere in modo standardizzato il materiale statistico sulle migrazioni internazionali disponibile nei paesi dell’Ue e dell’EFTA. In una recente pubblicazione sono riportati i dati relativi al periodo 1980-98 (Eurostat, 1999).

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25

2.2. La rilevazione dei flussi migratori

Per la misura diretta dei flussi migratori internazionali, nei principali paesi europei di

accoglimento vengono adottati alcuni dei seguenti sistemi di rilevazione:

a. la contabilizzazione dei visti d’ingresso concessi in un dato intervallo di tempo (in

genere un anno) dalle autorità diplomatiche all’estero del paese di destinazione del

migrante. Tale nulla osta all’attraversamento della frontiera del paese di immigrazio-

ne viene concesso, com’è ovvio, prima dell’effettivo atto migratorio. È possibile,

quindi, che ci sia una differenza alle volte anche notevole tra l’ammontare dei visti

concessi e il numero di spostamenti migratori corrispondenti realmente verificatisi,

sia perché la richiesta del visto non si traduce sempre in un atto migratorio (mancata

migrazione) o, quantomeno, in una immigrazione nello stesso periodo di tempo per il

quale la documentazione viene contabilizzata (sfasamento temporale), sia perché, alle

volte, sono possibili più attraversamenti della frontiera con una stessa autorizzazione;

b. i controlli alle frontiere terrestri, portuali e aeroportuali permettono di registrare

l’evento migratorio proprio al momento in cui avviene, ma risulta spesso difficile, so-

prattutto nel caso dei confini terrestri, impiantare un tale sistema di rilevazione il qua-

le potrebbe rappresentare un enorme rallentamento del traffico, dilatando notevol-

mente i tempi di attesa, soprattutto in quei paesi in cui gli spostamenti che non hanno

carattere migratorio, quali i movimenti turistici, quelli di persone in transito e gli spo-

stamenti frontalieri a carattere giornaliero o settimanale, appaiono rilevanti. In tali pa-

esi può risultare anche più difficile distinguere gli spostamenti migratori dagli altri

movimenti di persone. Per tale ragione questo tipo di controlli e di raccolta dati risulta

limitato, in certe situazioni, ad alcune collettività o a specifiche categorie di immigra-

ti. Inoltre, è possibile che informazioni più dettagliate vengano raccolte attraverso la

predisposizione e realizzazione di indagini campionarie sugli individui che attraver-

sano la frontiera (ad esempio, nel Regno Unito viene svolta un’indagine campionaria

continua, denominata International Passenger Survey, che coinvolge una quota di ri-

spondenti volontari inferiore al 5% dei passeggeri). Tali indagini possono risultare

però molto onerose pur fornendo, alle volte, scarsi risultati in termini di rappresenta-

tività (Casacchia, 1986) e/o di stima della dimensione dei flussi migratori (Schoorl et

al., 1996). In alcuni casi è previsto all’ingresso la compilazione di un modello di rile-

vazione e il rilascio di un tagliando che l’immigrato deve restituire alle autorità di

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26

frontiera al momento dell’uscita dal paese di accoglimento in modo tale da rendere

possibile sia una valutazione del deflusso degli stranieri dal territorio nazionale, sia

una stima dell’ammontare di cittadini esteri entrati regolarmente che, non essendo u-

sciti alla scadenza della validità della documentazione, risultano presenti in modo ir-

regolare;

c. la contabilizzazione dei permessi di soggiorno o di lavoro concessi in un dato inter-

vallo di tempo (in genere un anno). Difatti, in quasi tutti i paesi di accoglimento

l’immigrato straniero deve fare richiesta di un documento di soggiorno e, se presente

per motivi di lavoro, anche di un permesso di lavoro. La contabilizzazione del nume-

ro di nuove documentazioni rilasciate nel corso di un anno - al netto quindi dei rinno-

vi - dovrebbe permettere di quantificare il flusso di stranieri in entrata, flusso che in

alcuni casi viene stimato attraverso i dati di stato relativi ad istanti successivi (in ge-

nere inizio e fine anno). Il flusso in uscita potrebbe essere determinato attraverso la

contabilizzazione dei permessi scaduti e non rinnovati, ma tale valutazione è al lordo

degli stranieri che permangono comunque sul territorio, sperimentando una transizio-

ne verso una condizione di illegalità;

d. le iscrizioni e cancellazioni dal registro della popolazione (in Italia dalle anagrafi

comunali) o dall’archivio parallelo degli immigrati stranieri, quest’ultimo presente

solo in pochissimi paesi (come, ad esempio, in Germania e in Svizzera), che permet-

tono di misurare il flusso in entrata e quello in uscita con riferimento rispettivamente

alla parte più stabile e all’intero flusso migratorio.

L’esperienza internazionale mostra come sia difficile, in generale, contabilizzare gli

spostamenti migratori internazionali e come i maggiori problemi siano legati alla misu-

razione non tanto dell’immigrazione quanto dell’emigrazione degli stranieri dal paese di

accoglimento (Poulain, 1988; Strozza, 1994; Schoorl et al., 1996). Difatti, sembra poco

praticabile la realizzazione di sistemi di rilevazione degli stranieri all’uscita del paese.

La stessa contabilizzazione dei permessi scaduti e delle cancellazioni dal registro della

popolazione sembrano sottostimare la dimensione di tale flusso a causa delle emigra-

zioni anteriori alla scadenza delle autorizzazioni o senza la necessaria comunicazione

alle autorità che gestiscono gli archivi (Salt, Singleton, Hogarth, 1994). Inoltre, la com-

parabilità internazionale tra i dati raccolti dai diversi paesi di accoglimento appare limi-

tata anche, e soprattutto, dall’adozione di legislazioni e quindi definizioni differenti in

Page 27: Imigranti Italia

27

particolare modo per quel che concerne la determinazione della durata minima dello

spostamento (in genere variabile da 1 a 12 mesi), che permette di qualificare le migra-

zioni all’interno del complesso degli spostamenti territoriali (Zlotnik, 1987; Poulain,

1988; Schoorl et al., 1996).

2.3. La rilevazione dello stock di popolazione straniera I principali sistemi di rilevazione dell’ammontare e delle caratteristiche degli stranie-

ri presenti ad una certa data sono:

a. il censimento demografico che, oltre a registrare una serie particolarmente ricca di in-

formazioni, dovrebbe cogliere, almeno a livello potenziale, la parte più ampia della

popolazione estera quando l’universo di riferimento risulta costituito da tutta la popo-

lazione presente sul territorio nazionale, comprensiva di quella illegale che normal-

mente non appare nelle fonti amministrative. Inoltre, l’indagine totale può costituire

la base di riferimento per una verifica della dimensione della popolazione straniera i-

scritta nel registro della popolazione che potrebbe risultare sovraenumerata a causa

delle mancate cancellazioni di una parte degli immigrati stranieri che hanno abbando-

nato il paese (il controllo/confronto tra registro della popolazione e censimento spesso

però non viene effettuato anche con riguardo alla popolazione locale). Un primo in-

conveniente del censimento riguarda la periodicità della rilevazione che in genere è

decennale a causa dei costi e dei tempi di acquisizione, elaborazione e diffusione dei

risultati. Inoltre, le informazioni raccolte non possono che essere abbastanza contenu-

te e il tipo di rilevazione rimane trasversale, a meno di inserire alcuni quesiti retro-

spettivi. Infine, il censimento soffre di problemi di copertura soprattutto con riguardo

alla popolazione straniera;

b. la contabilizzazione dei permessi di soggiorno e quella dei permessi di lavoro in un

dato istante, che forniscono delle misure di stato sugli immigrati presenti in modo re-

golare, rispettivamente in complesso e per motivi di lavoro. Questi archivi che non

riescono a cogliere la componente clandestina possono però sovraenumerare quella

regolare a causa della presenza di stranieri titolari di una valida documentazione che

hanno lasciato il paese e, in alcuni casi, delle mancate cancellazioni delle autorizza-

zioni scadute. Per tali ragioni in alcuni paesi, come ad esempio in Francia, questo ma-

teriale statistico, pur disponibile, non viene più utilizzato da diversi anni;

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28

c. la contabilizzazione degli stranieri iscritti nel registro della popolazione in un dato

istante che riguarda, in genere, la popolazione straniera residente. Tale registro pre-

senta almeno due vantaggi rispetto al censimento della popolazione: i dati possono

essere forniti con una certa continuità; essi potrebbero essere utilizzati per studi di ti-

po longitudinale poiché viene registrata tutta la storia di ciascun individuo. Un incon-

veniente sicuramente importante è il carattere amministrativo della rilevazione che

comporta in non pochi casi la mancata corrispondenza tra la situazione registrata e

quella reale. In alcuni paesi in cui non viene svolto il censimento demografico questo

registro rappresenta la principale fonte di informazione sugli stock e sui flussi. Va te-

nuto presente però che mentre in Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca, Belgio e

Lussemburgo esiste un Registro centralizzato e informatizzato della popolazione e

viene attribuito un numero di identificazione personale a ciascuna persona, in Germa-

nia, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Svizzera i registri della popolazione sono locali e la

loro tenuta spesso appare problematica anche perché non è possibile una verifica fre-

quente dei dati attraverso un archivio complessivo. In alcuni paesi di immigrazione

(Germania, Svizzera e Liechtenstein) esiste inoltre un archivio centrale della popola-

zione estera a cui affluiscono i dati dalle diverse amministrazioni raccolti ogni volta

che l’immigrato entra in contatto con la pubblica amministrazione. Quest’ultima rile-

vazione è certamente la più valida nei paesi in cui esiste una consolidata accettazione

di forme di controllo e di registrazione. Sembra invece difficile, nonostante le cre-

scenti sollecitazioni, importare un sistema di tale tipo in paesi in cui questo verrebbe

visto nella forma di una schedatura più o meno rigida, anche se per gli stessi cittadini

nazionali esiste ormai una consolidata specie di registrazione imposta dalla generaliz-

zata adozione di codici identificativi come quello fiscale (Natale e Strozza, 1997). Il

registro della popolazione spesso sovrastima l’ammontare effettivo degli stranieri pre-

senti sul territorio quando, in assenza di incentivi, le persone che lasciano il paese non

provvedono a farsi cancellare dall’archivio (Salt, Singleton, Hogarth, 1994);

d. i micro-censimenti e le principali indagini campionarie nazionali realizzate corren-

temente dagli Istituti Nazionali di Statistica, (in particolare, l’indagine sulle forze di

lavoro) che permettono di stimare la dimensione totale della presenza estera e di di-

sporre di informazioni sulle caratteristiche strutturali della forza-lavoro straniera. Ne-

gli USA si perviene a valutazioni della popolazione estera anche attraverso l’indagine

Page 29: Imigranti Italia

29

campionaria periodica denominata Current Population Survey (CPS). Nel Regno

Unito la dimensione delle minoranze etniche viene stimata attraverso le Labour Force

Surveys che rappresentano la principale fonte di rilevazione dello stock di popolazio-

ne di origine estera (i risultati di tali stime sono rintracciabili sulla rivista Population

Trends). Per la sua stessa natura quest’ultima indagine dovrebbe però registrare, mol-

to probabilmente, soprattutto la componente regolare dei lavoratori esteri, vale a dire

quella con regolare permesso di soggiorno (Salt, Singleton, Hogarth, 1994). Proprio

l’indagine sulle forze di lavoro è forse l’unica rilevazione campionaria svolta in tutti i

paesi dell’Ue in modo standardizzato (i concetti, le definizioni e gli obiettivi sono

formulati a seguito di concertazione tra gli Istituti Nazionali di Statistica e l’Eurostat)

e che consente di cogliere un’ampia serie di informazioni (soprattutto sul lavoro) an-

che sulla popolazione straniera residente. Ma è stato sottolineato come “une enquête

par sondage ne peut que donner des résultats en proportions ou en taux. Si la popula-

tion entière sert de base à l’échantillonnage, les résultats peuvent-ils être représenta-

tifs pour ce groupe particulier de la population qu’est la population immigrée?” (Kre-

kels e Poulain, 1998, p. 29).

A queste rilevazioni, che hanno sostanzialmente carattere di generalità, ne vanno ag-

giunte alcune, presenti solo in alcuni paesi, volte a registrare eventi specifici connessi

alla presenza straniera sul territorio e quindi in grado di fornire anche indicazioni di sta-

to su particolari sub-collettivi di immigrati11. Inoltre, alcune categorie, come ad esem-

pio gli studenti, i lavoratori stagionali, i disoccupati e i rifugiati, sono oggetto di rileva-

zioni specifiche. In particolare, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati

(ACNUR, in inglese UNHCR) raccoglie i dati sulle richieste di asilo e fornisce stime sui

rifugiati nel mondo.

Nella tab. 2.1, che è tratta da un’indagine speciale sulle migrazioni realizzata

dall’Eurostat (Krekels, Poulain, 1996), vengono indicate per i paesi dell’Ue e per la

Norvegia e la Svizzera le principali rilevazioni di stato che permettono di individuare

attraverso alcune variabili, alle volte diverse da paese a paese, la popolazione straniera.

Come si può notare tutte le rilevazioni indicate appaiono presenti nella gran parte dei

paesi considerati (in particolare, l’indagine sulle forze di lavoro, il censimento e la rile-

vazione dei permessi di soggiorno) anche se alle volte con differenti criteri di identifica- 11 Per l’approfondimento di tali aspetti si rinvia alla letteratura specifica dei singoli paesi di immigrazione e alla letteratura internazionale indicata in precedenza.

Page 30: Imigranti Italia

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zione degli stranieri (cittadinanza attuale, anteriore o alla nascita, cittadinanza dei geni-

tori, paese di nascita, gruppo etnico di appartenenza), come già sottolineato in prece-

denza (cfr. par. 1.3 e, nello specifico, tab. 1.3). Prevalente appare l’utilizzazione della

cittadinanza che non permette però di ritenere omogenei i dati dei diversi paesi per la

presenza di differenti legislazioni in materia di cittadinanza e di naturalizzazione12.

Tab. 2.1 - Principali fonti utilizzate per identificare la popolazione straniera secondo i paesi di

accoglimento dell’Europa Occidentale Paesi Censimento Registro po-

polazione Permesso soggiorno

Permesso di lavoro

Indagine for-ze di lavoro

Rilevazione istruzione

Stato Civile

Belgio x x x x x x Danimarca x x x x x x Germania x x x x x x x Grecia x x x x Francia x x x x x Irlanda x x x x Italia x x x x x x Paesi Bassi x x x x Portogallo x x x x x Regno Unito x x x Spagna x x x x x x Finlandia x x x x x x x Norvegia x x x x x x x Svezia x x x x x x x Svizzera x x x x x x Totale 13 10 13 10 15 10 12 Fonte: Eurostat, Special Study on Migration, Part II, question 2 (stralcio tab.2 di Krekels, Poulain, 1996, p. 264).

2.4. I dati diffusi nelle principali pubblicazioni internazionali È interessante a questo punto esaminare rapidamente l’origine dei dati sui flussi mi-

gratori e sulla presenza straniera riportati nelle principali rilevazioni internazionali allo

scopo di valutare la loro diffusione, il collettivo di riferimento e la stabilità della fonte

utilizzata (i dati pubblicati dai vari organismi internazionali potrebbero essere tratti da

rilevazioni differenti). Inoltre, questa rapida e, per forza di cose, superficiale ispezione

consente di trarre prime considerazioni sulle informazioni statistiche sui flussi e sugli

stock di stranieri disponibili a livello internazionale con riguardo al nostro paese.

Prima di tutto va notato come per i paesi che dispongono del registro della popola-

zione o degli stranieri, soprattutto nel caso in cui tale archivio è informatizzato e centra-

12 Per garantire un’effettiva comparazione delle rilevazioni appare necessario, secondo Poulain (1995), seguire due strategie complementari: l’armonizzazione delle legislazioni relative all’attribuzione della na-zionalità; l’utilizzazione di una combinazione di criteri che vanno dalla cittadinanza attuale e dall’origine dell’individuo (ad esempio, il paese di nascita o di precedente residenza) alla durata della residenza nel paese di accoglimento e al motivo della presenza (per ragioni economiche, familiari, umanitarie).

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lizzato, sia i dati sui flussi migratori che quelli sugli stock di stranieri derivano da

quest’unica fonte (cfr. tab. 2.2 e tab. 2.3). All’estremo opposto si trovano sostanzial-

mente i paesi di nuova immigrazione (Italia, Spagna, Portogallo e Grecia) per i quali al-

cune volte i dati non sono disponibili e comunque è frequente il caso in cui le informa-

zioni riportate si riferiscono ai permessi di soggiorno.

Tab. 2.2 – Sistemi di rilevazione dei dati sui flussi migratori internazionali pubblicati dai principali organismi internazionali. Situazione dei paesi dell’Ue e dell’ex EFTA al 1999

Paese Nazioni Unite Consiglio d’Europa Eurostat OCDE- Sopemi Immigr.

totate. Emigr. totale

Immigr. totale

Emigr. totale

Saldo Migrat.

Immigr. totale

Emigr. totale

Immigr. Stran.

Emigr. Stran.

Immigr. Stran.

Emigr. Stran.

Austria - - - - R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. - Belgio R.P. R.P. ? ? ? R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. Danimarca R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. Finlandia R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. Francia ? ? - - F.I. - - F.I. - P.S. - Germania R.P. R.P. ? ? ? R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. Grecia F.I. F.I. - - F.I. F.I. F.I. F.I. F.I. - - Irlanda I.C. I.C. ? ? ? I.C. I.C. I.C. I.C. - - Italia R.P. R.P. - - R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. - - Lussemburgo R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. Paesi Bassi R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. Portogallo ? ? - - - - - F.I. F.I. - - Regno Unito I.C. I.C. I.C. I.C. I.C. I.C. I.C. I.C. I.C. F.I. F.I. Spagna R.P. R.P. - - ? R.P. R.P. R.P. R.P. - - Svezia R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. Norvegia R.P. R.P. - - R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. Svizzera R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. R.P. Note: R.P. = Registro della popolazione o registro degli stranieri; I.C. = Indagine campionaria; P.S. = Permessi di soggiorno o di lavoro rilasciati; F.I. = Fonti indirette. Fonte: nostra elaborazione su dati delle Nazioni Unite, Demographic Yearbook. Special Topic: International Migra-tion Statistics (vari anni), del Consiglio d’Europa, Recent demographic development in Europe (vari anni), dell’Eurostat, Migration Statistics 1999 e dell’OCDE-Sopemi, Trends in International Migration, Annual Report (va-ri anni).

Nel caso dell’Italia va notato come i dati sui flussi migratori internazionali in totale

(nazionali e stranieri) e distinti per cittadinanza sono tratti dal registro della popolazione

(anagrafi comunali) e si riferiscono quindi alla sola componente che registra un cam-

biamento di residenza. Tale informazione, in apparenza corrispondente a quella diffusa

per la gran parte dei paesi dell’Ue, non appare in grado di riflettere l’evoluzione effetti-

va dell’immigrazione legale in Italia poiché la registrazione anagrafica è in genere suc-

cessiva anche di alcuni anni all’effettivo ingresso nel paese e risente inoltre delle regola-

rizzazioni come mostrano i picchi osservati negli anni in cui sono state svolte le sanato-

rie. Forse per questa ragione l’OCDE non pubblica per il nostro paese dati

sull’immigrazione o l’emigrazione di stranieri.

Page 32: Imigranti Italia

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Tab. 2.3 – Sistemi di rilevazione dei dati sulla popolazione straniera pubblicati da alcuni organismi internazionali. Situazione per i paesi dell’Ue e dell’ex EFTA al 1999

Paese Organismo internazionale Consiglio d’Europa Eurostat OECD - Sopemi Report Austria Censimento popolazione Censimento popolazione Registro popolazione Belgio Registro popolazione Registro popolazione Registro popolazione Danimarca Registro popolazione Registro popolazione Registro popolazione Finlandia Registro popolazione Registro popolazione Registro popolazione Francia Censimento popolazione Censimento popolazione Censimento popolazione Germania Registro popolazione Registro popolazione Registro popolazione Grecia Indagine forze di lavoro Indagine forze di lavoro - Irlanda Indagine forze di lavoro Indagine forze di lavoro Indagine forze di lavoro Italia Registro popolazione Registro popolazione Ministero dell’Interno Lussemburgo Registro popolazione Registro popolazione Registro popolazione Paesi Bassi Registro popolazione Registro popolazione Registro popolazione Portogallo Ministero dell’Interno Ministero dell’Interno Ministero dell’Interno Regno Unito Indagine forze di lavoro Indagine forze di lavoro Indagine forze di lavoro Spagna Ministero dell’Interno Ministero dell’Interno Ministero dell’Interno Svezia Registro popolazione Registro popolazione Registro popolazione Norvegia Registro popolazione Registro popolazione Registro popolazione Svizzera ? ? Registro popolazione Fonte: nostra elaborazione su dati del Consiglio d’Europa, Recent demographic development in Europe (vari anni), dell’Eurostat, Migration Statistics 1999 e dell’OCDE-Sopemi, Trends in International Migration, Annual Report (va-ri anni).

Anche con riferimento allo stock di popolazione straniera emergono per il nostro pa-

ese alcune incongruenze. Prima di tutto, va notato come il Consiglio d’Europa e

l’Eurostat riportano i dati tratti dalle anagrafi comunali che si riferiscono ai soli stranieri

residenti (legali stabili), mentre l’OCDE pubblica i dati sui permessi di soggiorno che

dovrebbero riguardare gli stranieri, per lo più maggiorenni, presenti legalmente nel pae-

se. Entrambi questi dati non forniscono una misura precisa del fenomeno, in genere

sovrastimando la popolazione oggetto della rilevazione. Infatti, nelle anagrafi comunali

permangono quegli stranieri che hanno lasciano il paese senza darne comunicazione,

mentre i dati sui permessi di soggiorno forniti nel corso degli anni novanta all’OCDE

dal Censis contengono anche documenti scaduti e/o duplicati. Tale situazione appare

particolarmente grave soprattutto alla luce del fatto che negli ultimi anni l’Istat ha prov-

veduto a rivedere gli archivi mensili del Ministero dell’Interno eliminando i permessi

scaduti e i doppi conteggi e fornendo quindi un dato più attendibile sulla presenza stra-

niera nel nostro paese (Istat, 1998; 1999; 2000).

Page 33: Imigranti Italia

33

CAPITOLO 3

LA RILEVAZIONE DEI FLUSSI E DEGLI STOCK DI

POPOLAZIONE DI ORIGINE STRANIERA IN ITALIA

3.1. Criteri di analisi delle rilevazioni Alla luce delle considerazioni svolte in precedenza (in particolare, nel cap. 2) appare

opportuno condurre un’analisi capillare delle rilevazioni dei flussi e degli stock di popo-

lazione straniera o di origine straniera, ponendo attenzione sia alle definizioni, alle pro-

cedure e alle informazioni raccolte, sia alle diverse fasi del processo di genesi del dato

statistico (la rilevazione attraverso il modello cartaceo, l’acquisizione delle notizie su

supporto informatico, le procedure di controllo ed elaborazione dei dati, i meccanismi di

acquisizione delle informazioni a livello centralizzato, la diffusione finale del dato su

supporto elettronico e/o cartaceo).

Allo scopo di standardizzare, per quanto possibile, i criteri di analisi delle diverse ri-

levazioni è stato predisposto un quadro sinottico in cui sono state indicate le principali

procedure da seguire per acquisire gli elementi conoscitivi di base necessari per

un’adeguata valutazione della situazione, evidenziando pregi, difetti e possibili integra-

zioni e/o modifiche nelle indagini disponibili (tab. 3.1).

Particolare attenzione sarà rivolta alla verifica della presenza delle informazioni ne-

cessarie per l’individuazione di alternative popolazioni obiettivo (popolazione straniera,

popolazione immigrata, popolazione di origine straniera, seconda generazione di immi-

grati) e per l’articolazione del collettivo straniero in base alla condizione giuridica di

soggiorno e/o di residenza (stranieri legali stabili, legali semi-stabili, illegali). Inoltre, si

cercherà di evidenziare, attraverso l’analisi comparativa di dati di fonti differenti,

l’adeguatezza e l’attendibilità delle notizie disponibili.

Per quanto concerne le variabili rilevate è parso necessario che alcune informazioni

siano presenti in tutte le rilevazioni. Le variabili irrinunciabili che devono essere comu-

ni a tutte le rilevazioni per pervenire ad un sistema integrato di informazioni statistiche

sugli stranieri sono: il paese di cittadinanza, il paese di nascita, il sesso, l’anno di nasci-

ta, il comune di dimora abituale in Italia (di residenza anagrafica o di soggiorno), il co-

Page 34: Imigranti Italia

34

mune di presenza o di evento. Almeno per queste variabili risulta assolutamente neces-

sario che tutti gli enti preposti alla rilevazione adottino le stesse definizioni, le stesse

modalità e le stesse codifiche.

Tab. 3.1 - Elementi conoscitivi di base da acquisire per l’analisi critica delle rilevazioni relative agli

stranieri Num. progr.

Principali operazioni

1. Accertamento dell’esistenza di un modello di rilevazione e verifica del tipo (cartaceo e/o infor-matizzato, individuale e/o aggregato) e dell’unicità o meno di quello adottato dalle unità “ele-mentari” di rilevazione.

2. Indicazione dell’effettiva unità statistica rilevata. 3. Individuazione della/e categoria/e a cui l’unità statistica effettiva è riconducibile e con quali li-

miti. 4. Indicazione delle variabili che consentono di identificare nelle rilevazioni generali la popolazio-

ne straniera o gli eventi ad essa relativi e valutazione della loro adeguatezza e del tipo di classifi-cazione e codifica adottata.

5. Indicazione delle altre variabili presenti nel modello di rilevazione. 6. Verificare se i dati sono informatizzati e se lo sono a livello individuale oppure a livello aggre-

gato e, in quest’ultimo caso, indicare qual è la variabile di aggregazione. 7. Elencare le variabili registrate a livello informatico e quelle effettivamente disponibili (pubblica-

te, diffuse su Internet, disponibili su supporto informatico o comunque ottenibili a richiesta). 8. Verificare che la codifica delle principali variabili riportate su supporto informatico sia uguale a

quella adottata dall’Istat. 9. Valutare il grado di adeguatezza della fonte nel rilevare la dimensione del fenomeno in oggetto

alla luce sia delle disposizioni normative ed amministrative vigenti sia del tipo di gestione dell’archivio o del data set. Evidenziare eventuali mancate registrazioni, duplicazioni, assenza o inadeguatezza dei controlli, ecc..

10. Evidenziare l’esistenza di legami tra dati di stato e dati di flusso valutando la possibilità di rico-struire e verificare empiricamente l’eventuale equazione di bilancio.

11. Suggerire l’introduzione di variazioni, correttivi o integrazioni per: - una più precisa identificazione della popolazione obiettivo; - ampliare il livello di copertura e ridurre/eliminare i problemi di accuratezza della rilevazio-

ne (mancata registrazione, doppi conteggi, ecc.); - garantire quantomeno la disponibilità di informazioni essenziali; - garantire la standardizzazione nelle modalità considerate relativamente alle variabili princi-

pali e favorire l’adozione della stesse codifiche (prendere a riferimento quelle dell’Istat); - assicurare la più ampia elaborazione e diffusione dei dati.

Nota: (a) In questa sede si guarda in special modo ai modelli individuali ed anche a modelli aggregati (di sintesi) nei casi in cui l’informazione disponibile è disponibile solo attraverso tali indagini.

Per valutare la concreta possibilità di miglioramento delle rilevazioni esistenti appare

essenziale poter capire quale sia l’unità amministrativa che raccoglie le informazioni a

livello individuale e se queste rimangono esclusivamente sui modelli cartacei o vengano

poi registrate su supporto informatico. Quando l’acquisizione elettronica dei dati avvie-

Page 35: Imigranti Italia

35

ne in modo decentrato occorre inoltre verificare l’effettiva disponibilità o possibilità di

disporre dei microdati a livello centralizzato.

Nelle analisi successive ci si avvarrà delle informazioni acquisite tramite i numerosi

contatti e colloqui avuti con i responsabili di varie rilevazioni (cfr. allegati 2 e 3), attra-

verso l’audizione che la Commissione per la Garanzia dell’Informazione Statistica ha

chiesto all’ISTAT su tale tematica (cfr. allegato 5) e per mezzo dell’indagine conosciti-

va svolta presso i principali enti pubblici nazionali responsabili di rilevazioni concer-

nenti solo o anche la popolazione straniera (cfr. capitolo 5 e allegato 6). Alcune consi-

derazioni scaturiranno inoltre dall’analisi di dati individuali o aggregati messi a disposi-

zione dagli enti preposti alla loro rilevazione.

In modo schematico, le tappe successive che hanno condotto, a livello operativo, al

reperimento delle notizie necessarie sono state le seguenti: nella prima fase sono stati

stabiliti contatti all’interno dei vari enti con le persone responsabili della raccolta, ge-

stione e/o elaborazione dei dati con la finalità di acquisire almeno gli elementi conosci-

tivi essenziali (cfr. tab. 3.1), attraverso colloqui, verifiche empiriche e la richiesta di ma-

teriale di base (dai modelli di rilevazione ai criteri di raccolta dei dati fino alla loro e-

ventuale elaborazione pubblicazione); nella seconda fase è stata chiesta un’audizione

all’ISTAT allo scopo di discutere delle principali problematiche relative ai dati sugli

stranieri nelle numerose rilevazioni gestite dall’istituito; nella terza fase è stata realizza-

ta un’indagine conoscitiva presso i principali enti pubblici nazionali sulla base di un

questionario strutturato per ottenere informazioni standardizzate non solo sugli aspetti

di base ma anche su ulteriori elementi ritenuti significativi, emersi in alcuni casi dai

numerosi colloqui e dall’audizione con l’ISTAT.

Di seguito viene proposto un esame delle rilevazioni che consentono di misurare di-

rettamente i flussi migratori, la popolazione straniera e quindi gli altri eventi che con-

corrono all’evoluzione di tale aggregato. Al termine delle analisi svolte distintamente

per flussi, stock ed altri eventi si cercherà di fornire una visione d’insieme.

Page 36: Imigranti Italia

36

3.2. La misura dei flussi migratori degli stranieri Fino ai primi anni novanta, il nostro paese era una delle poche aree di accoglimento

per le quali non erano diffusi a livello internazionale dati sull’ammontare annuale degli

immigrati (o delle immigrazioni) e degli emigrati (o delle emigrazioni). Solo di recente

(a partire dalla metà degli anni novanta) l’Eurostat ha iniziato a pubblicare i dati sulle

iscrizioni e le cancellazioni anagrafiche da e per l’estero di cittadini stranieri facendo

partire la serie dal 1989 (i dati dei primi due anni, 1989 e 1990, risultano però differenti

da quelli diffusi dall’Istat). Tuttora l’OCDE nel suo rapporto annuale SOPEMI non

pubblica per l’Italia dati sui flussi migratori di stranieri, mentre indica come afflusso di

lavoratori stranieri (inflows of foreign workers) un ammontare che è corrispondente al

numero di avviamenti al lavoro concessi dal Ministero del Lavoro ai cittadini extraco-

munitari già presenti in Italia (cfr. ad esempio, OCDE, 1998, p. 226). È evidente quindi

che tale dato non ha nulla a che vedere con i flussi di ingresso nel nostro paese di lavo-

ratori stranieri. Il quadro che ne deriva a livello internazionale è pertanto lacunoso o ad-

dirittura errato nonostante che ormai dall’inizio degli anni novanta siano disponibili in

Italia alcune rilevazioni amministrative che consentirebbero di fornire un’informazione

abbastanza realistica sull’immigrazione straniera.

Tali rilevazioni attengono alle autorizzazioni e nulla osta necessari per richiedere il

visto di ingresso, al rilascio del visto stesso, alla concessione del primo permesso di

soggiorno e all’iscrizione anagrafica. Per quanto concerne l’emigrazione le informazioni

utilizzabili riguardano invece il mancato rinnovo del permesso e la cancellazione

dell’anagrafe per trasferimento della residenza all’estero.

Prima di approfondire l’analisi con riguardo a ciascuna rilevazione un primo quadro

d’insieme sui criteri di identificazione degli stranieri nelle diverse rilevazioni viene ri-

portato nella tab. 3.2. Nella rilevazione dei flussi migratori il criterio della cittadinanza è

ovviamente quello più idoneo anche se per cogliere completamente gli spostamenti in-

terni e l’emigrazione verso l’estero di tutte le componenti della popolazione di origine

straniera sarebbe opportuno considerare anche altre variabili di identificazione.

L’ordine seguito nell’analisi delle diverse fonti è quello della successione temporale

degli atti concernenti l’immigrazione straniera, nel senso che le rilevazioni via via con-

siderate corrispondono a fasi successive, anche se non sempre necessarie, dei meccani-

Page 37: Imigranti Italia

37

smi amministrativi regolanti l’ingresso, il soggiorno e la residenza. Le rilevazioni ri-

guardanti gli atti amministrativi necessari per la concessione del visti di ingresso sono

trattate successivamente al sistema dei visti per rendere più agevole la comparazione.

Tab. 3.2 – Possibili criteri di identificazione e classificazione delle migrazioni di popolazione immigrata o di origine straniera per le diverse rilevazioni disponibili

Possibili criteri di identificazione e classificazione

Visti di ingresso

Autorizzazioni al lavoro

Nuovi permessi di soggiorno

Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche (a)

(Min. Affari Esteri)

(Min. del Lavoro) (Min. dell’Interno)

Istat (APR/4)

Istat (P.3)

Paese di nascita S C S T Paese di cittadinanza attuale S C S T S Paese di cittadinanza precedente Paese di cittadinanza alla nascita Paese di nascita dei genitori Paese di cittadinanza dei genitori Paese di residenza (attuale/ precedente) S C T Data di arrivo/durata della presenza ? ? S Motivo della presenza S C S Note: T = Popolazione totale; S = Popolazione straniera; C = Specifiche categorie di popolazione. (a) Tale rilevazione riguarda sia le migrazioni con l’estero sia quelle interne.

3.2.1. I visti di ingresso Una possibile misura dell’immigrazione extracomunitaria potrebbe derivare dalla ri-

levazione dei visti d’ingresso concessi dalle autorità consolari e diplomatiche italiane

all’estero ai cittadini stranieri che intendono entrare nel nostro paese. Con l’ingresso o-

perativo dell’Italia nel sistema di Schengen (26/10/1997) i cittadini dell’Ue possono

varcare il territorio italiano senza bisogno di visti o passaporti. La loro concessione, che

corrisponde ad un nulla osta all’ingresso, è vincolata per gli extracomunitari alla pre-

senza di alcuni requisiti che variano in base al motivo per cui si intende accedere in Ita-

lia. I 21 visti previsti dalla convenzione di applicazione dell’Accordo di Schengen , “vi-

sti Schengen uniformi”(V.S.U.) hanno una durata diversa a seconda dei tipi (Caritas,

2000): una descrizione schematica è contenuta nella tab. 3.3. Il Ministero degli Affari

esteri (MAE), Ente che cura la raccolta dei visti, da alcuni anni pubblica a cura

dell’Ufficio di statistica che opera all’interno dell’Unità di Analisi e programmazione

nell’ambito della Segreteria Generale del MAE , un annuario statistico intitolato “Il Mi-

nistero degli Affari Esteri in cifre” (Ministero degli Affari esteri, 2000; 2001; 2002). Ta-

li volumi contengono anche i dati relativi ai visti di ingresso in Italia rilasciati negli anni

dal 1998 al 2001 distinti per motivo e per area geografica di rilascio.

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Tab. 3.3 – Descrizione dei visti di ingresso concessi per le diverse motivazioni Tipo visto V.S.U. V.N. Descrizione (cosa consente, a quali condizioni, sulla base di quali disposizioni)

Lavoro subordinato X X

Consente l’ingresso, ai fini di un soggiorno di breve o lunga durata, a tempo determinato o indeterminato, allo stranie-ro che sia chiamato in Italia a prestare un’attività lavorativa a carattere subordinato.

Lavoro autonomo X X

Consente l’ingresso in Italia, per un soggiorno di breve o lunga durata, a tempo determinato o indeterminato, allo stra-niero che intenda esercitare un’attività professionale o lavorativa a carattere non subordinato. Per quelle attività auto-nome che non trovano corrispondente iscrizione nel registro delle imprese e che siano svincolate da licenze ed autoriz-zazioni, da denunce di inizio attività o dall’iscrizione ad albi, registri od elenchi abilitanti (per esempio collaborazioni coordinate e continuative), oppure che riguardino lo svolgimento di attività in qualità di socio e/o amministratore in società o cooperative di produzione e lavoro, lo straniero deve essere in possesso della apposita documentazione.

Inserimento nel mercato del lavoro

X Consente l’ingresso in territorio italiano, ai fini di un soggiorno di lunga durata, al cittadino straniero in favore del quale sia stata accettata la garanzia per l’accesso al lavoro. I requisiti e le condizioni per l’ottenimento del visto sono previsti dagli artt. 34 e 35 del D.P.R. 394/1999.

Ricongiun-gimento familiare

X

Consente l’ingresso in Italia ai cittadini stranieri che intendano riacquistare la loro unione familiare con cittadini ita-liani o di un Paese dell’Unione Europea, ovvero di un Paese aderente all’Accordo sullo spazio economico europeo, o con stranieri di cittadinanza diverse da quelle predette, regolarmente soggiornante in Italia, titolare di carta o permesso di soggiorno di durata non inferiore ad un anno, rilasciato per lavoro subordinato, per lavoro autonomo, per asilo per studio o per motivi religiosi. Il visto per ricongiungimento familiare sarà rilasciato anche nel caso di adozione di stra-nieri maggiorenni da parte di cittadini italiani, in presenza di un provvedimento definitivo adottato in tal senso dall’Autorità giudiziaria italiana competente.

Familiari al seguito X

Consente l’ingresso, ai fini di un soggiorno di lunga durata a tempo determinato o indeterminato, allo straniero che intenda fare ingresso in Italia al seguito di un familiare cittadino italiano, o di un Paese dell’Unione Europea, oppure di un Paese aderente all’accordo sullo spazio economico europeo, o al seguito di un familiare straniero, cittadino di Paesi diversi da quelli citati, titolare di carta di soggiorno, o di visto di lavoro subordinato relativo a contratto non inferiore ad un anno, o per lavoro autonomo non occasionale, ovvero per studio o per motivi religiosi; in tal caso può essere concesso un visto “per familiare al seguito” alle condizioni di cui all’art. 29, comma 4, del T.U. sull’immigrazione.

Adozione X Consente l’ingresso in Italia, ai fini di un soggiorno di lunga durata a tempo indeterminato presso gli adottanti o gli affidatari, al minore straniero destinatario del provvedimento di adozione o di affidamento pre-adottivo emesso dalla competente autorità straniera in conformità alla legislazione locale.

Residenza elettiva

X

Consente l’ingresso in Italia, ai fini del soggiorno, allo straniero che intenda stabilirsi nel nostro Paese e sia in grado di mantenersi autonomamente, senza esercitare alcuna attività lavorativa. Lo straniero dovrà fornire garanzie circa la disponibilità di una abitazione da eleggere a residenza, e di ampie risorse economiche autonome, di cui si possa ragio-nevolmente supporre la continuità in futuro.

Studio X X

Consente l’ingresso in Italia, ai fini di un soggiorno di breve o lunga durata, ma a tempo determinato, allo straniero che intenda seguire corsi universitari, corsi di studio o di formazione professionale presso istituti riconosciuti o quali-ficati oppure allo straniero che sia chiamato a svolgere attività culturali e di ricerca. Per l’ottenimento del visto sono necessari: documentate garanzie circa il corso di studio, formazione professionale o attività culturale da svolgere; adeguate garanzie circa i mezzi di sostentamento; polizza assicurativa per cure mediche e ricoveri ospedalieri; età maggiore di quattordici anni.

Reingresso X Consente l’entrata nel territorio nazionale, ai fini della prosecuzione di un soggiorno di lunga durata a tempo determi-nato o indeterminato, agli stranieri titolari di carta o permesso di soggiorno che si trovino incidentalmente sprovvisti di tali documenti ed intendano rientrare nel territorio italiano.

Diplomatico (per accre-ditamento o notifica)

X

Consente l’ingresso in Italia, per un soggiorno di lunga durata a tempo indeterminato, allo straniero, titolare di passa-porto diplomatico o di servizio, destinato a prestare servizio presso le rappresentanze diplomatico-consolari del suo Paese, in Italia o presso la Santa Sede. Il visto diplomatico è rilasciato anche agli stranieri componenti lo stretto nu-cleo familiare convivente del titolare.

Affari X

Consente l’ingesso in Italia, per un soggiorno di breve durata, allo straniero che abbia finalità economico-commerciali. Per l’ottenimento del visto sono necessari. La condizione di “operatore economico-commerciale” del richiedente; la finalità economico-commerciale del viaggio; l’effettiva attività svolta in Italia dagli operatori economici che richieda-no il rilascio del visto in favore dell’operatore straniero; adeguati mezzi economici di sostentamento.

Motivi reli-giosi X X

Consente l’ingresso ai religiosi stranieri, intesi come coloro che abbiano già ricevuto ordinazione sacerdotale, o condi-zione equivalente, religiose, ministri di culti appartenenti ad organizzazioni confessionali iscritte nell’elenco tenuto dal Ministero dell’Interno, che intendano partecipare a manifestazioni di culto o esercitare attività ecclesiastica, religiosa o pastorale. I requisiti e le condizioni per l’ottenimento del visto sono: l’effettiva condizione di “religioso”; documentate garanzie circa il carattere religioso della manifestazione o delle attività addotte a motivo del soggiorno in Italia; nei casi in cui le spese di soggiorno dello straniero non siano a carico di enti religiosi, l’interessato deve disporre di ade-guati mezzi di sussistenza.

Cure medi-che X X

Consente l’ingresso, per un soggiorno di breve o lunga durata, a tempo determinato, allo straniero che abbia necessità di sottoporsi a trattamenti medici presso strutture sanitarie italiane, pubbliche o private accreditate. Il visto per cure mediche può essere rilasciato anche all’eventuale accompagnatore che assista lo straniero infermo, in presenza di ade-guati mezzi economici di sostentamento.

Gara sporti-va X

Consente l’ingresso, per un soggiorno di breve durata, agli sportivi stranieri che intendano partecipare a manifestazio-ni sportive, nonché al loro staff.

Missione X X Consente l’ingresso in Italia, per un soggiorno a tempo determinato, allo straniero che per ragioni legate alla sua fun-zione politica, governativa o di pubblica utilità debba recarsi in territorio italiano.

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Tab. 3.3 (segue) – Descrizione dei visti di ingresso concessi per le diverse motivazioni

Tipo visto V.S.U. V.N. Descrizione (cosa consente, a quali condizioni, sulla base di quali disposizioni) Invito X Consente l’ingresso, per un soggiorno di breve durata, allo straniero invitato da enti, istituzioni, organizzazioni, quale

ospite di eventi politici o scientifico-culturali, le cui spese di soggiorno siano a carico dell’Ente invitante. Il visto è parimenti rilasciato allo straniero convocato o invitato dall’autorità giudiziaria italiana.

Turismo X Consente l’ingresso per breve durata, in Italia e negli altri Paesi dello spazio Shengen al cittadino straniero che intenda viaggiare per motivi turistici Per l’ottenimento del visto sono necessari: adeguati mezzi finanziari di sostentamento; il titolo di viaggio di andata e ritorno ( o prenotazione) oppure la disponibilità di autonomi mezzi di viaggio; la disponi-bilità di un alloggio (prenotazione alberghiera, dichiarazione di ospitalità, ecc.). Nel caso di invito da parte di cittadino italiano o straniero regolarmente residente, dovrà essere esibita una “dichiarazione di invito” con cui il dichiarante attesti la sua disponibilità ad offrire ospitalità in Italia al richiedente il visto.

Vacanze lavoro

X Consente l’ingresso, per un soggiorno di lunga durata, ai cittadini dei Paesi con cui l’Italia abbia stipulato degli speci-fici accordi in materia. La durata massima del visto è di un anno, ferme restando le limitazioni dell’attività lavorativa disposte dall’art.40, comma 16, del D.P.R. 394/1999.

Transito X Consente ad un cittadino straniero di attraversare il territorio delle parti contraenti nel corso di un viaggio da uno Stato terzo ed è concesso a condizione che allo stesso sia garantito l’ingresso nello Stato di destinazione finale e che il tra-gitto debba ragionevolmente portarlo a transitare sul territorio delle altre parti contraenti.

Transito aeroportuale

X Consente al cittadino straniero specificamente soggetto a tale obbligo di accedere alla zona internazionale di transito di un aeroporto, durante scali o tratte di un volo o di voli internazionali, senza entrare nel territorio della parte contraente che ha rilasciato il visto. L’obbligo del visto costituisce un’eccezione al diritto generale di libero transito attraverso la zona internazionale di transito degli aeroporti.

Trasporto X Consente l’ingresso, per un soggiorno di breve durata, allo straniero che intenda recarsi in Italia per brevi periodi per svolgere attività professionale di trasporto di merci o persone, sia per via terrestre che per via aerea.

Legenda: V.S.U. = Visti Shengen Uniformi che attribuiscono il diritto all’ingresso in tutti i paesi aderenti agli accordi di Shengen, indipendentemente dal paese che li ha rilasciati. Sono di tre tipi: tipo A per transito aeroportuale; tipo B per transito con validità di 5 giorni; tipo C per soggiorni di breve durata o di viaggio, con validità massima di 90 giorni. V.N. = Visti nazionali che sono di tipo D a lunga durata con validità superiore ai 90 giorni.

Non vanno comunque trascurati i limiti che tale rilevazione ha nella misura

dell’immigrazione straniera che sono ascrivibili a due cause distinte: la prima di tipo po-

litico-legislativo, che determina una sottovalutazione dell’afflusso di stranieri, è ricon-

ducibile all’esistenza di accordi bilaterali che permettono ai cittadini di alcuni paesi e-

steri di entrare in Italia senza visto e alla non obbligatorietà dello stesso per alcuni moti-

vi di ingresso13; la seconda di tipo tecnico è connessa all’oggetto della rilevazione che

non è l’evento migratorio ma l’autorizzazione a compiere tale atto e, com’è evidente,

non c’è una relazione biunivoca tra rilascio del visto e immigrazione.

Inoltre, il modello di richiesta del visto cambia da consolato a consolato anche se

dovrebbe esserci un nucleo centrale di informazioni in comune, come sembrerebbe e-

mergere dall’esame di alcuni modelli riportati su Internet (cfr. tab. A3.2). Solo di recen-

te tali informazioni sembrano registrate su supporto informatico in modo standardizzato

ma le notizie attualmente diffuse sono soltanto quelle sul paese in cui è stata avanzata la

richiesta, sulla cittadinanza del richiedente e sul motivo del visto di ingresso concesso.

13 Il Regolamento n. 2317 del Consiglio dell’Ue del 25/9/1995 in vigore dal 3/3/96 determina un “elenco comune dei Paesi terzi i cui cittadini devono essere in possesso di un visto per l’attraversamento delle frontiere esterne agli Stati membri”. Per i Paesi non inseriti in tale elenco l’esenzione vale solo per il tran-sito e per soggiorni di breve durata (in Italia per turismo, affari e missione).

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Il numero di visti rilasciati in un anno risulta elevato (tab. 3.4: 741.077 nel 1998,

834.680 nel 1999, 1.008.971 nel 2000 e 947.322 nel 2001) anche se l’ammontare di

quelli riconducibili a spostamenti migratori o pseudo-migratori rappresenta una quota

che si aggira intorno al 20% (tab. 3.4). Per l’esattezza il numero di permessi ascrivibile

a spostamenti migratori si è accresciuto tra il 1998 e il 2001 passando all’incirca da

135.000 a 210.000 unità (tab. 3.4): questi valori potrebbero costituire, per gli anni indi-

cati, una buona stima dell’immigrazione straniera legale, vale a dire al netto dei flussi

migratori non registrati o registrati sotto altre voci.

Tab. 3.4 – Visti di ingresso in Italia per finalità. Anni 1998-2001. Valori assoluti e percentuali Finalità Numero visti % per finalità

1998 1999 2000 2001 1998 1999 2000 2001

1. Lavoro subordinato 30.452 35.902 71.490 74.043 4,1 4,3 7,1 7,8 2. Lavoro autonomo 6.344 7.279 7.566 5.987 0,9 0,9 0,7 0,6 3. Inserimento nel mercato del lavoro … … 10.623 16.964 … … 1,1 1,8 4. Ricongiungimento familiare 48.447 44.666 48.705 64.800 6,5 5,4 4,8 6,8 5. Familiari al seguito … … 3.092 5.590 … … 0,3 0,6 6. Motivi familiari 19.869 24.342 8.423 5 2,7 2,9 0,8 0,0 7. Adozione 2.711 3.420 3.710 1.885 0,4 0,4 0,4 0,2 8. Dimora (residenza elettiva) 393 499 518 791 0,1 0,1 0,1 0,1 9. Studio 26.153 31.609 35.626 38.366 3,5 3,8 3,5 4,0

10. Tirocinio 932 1.010 704 1 0,1 0,1 0,1 0,0 11. Reingresso 887 1.492 2.505 3.059 0,1 0,2 0,2 0,3

12. Diplomatico (accreditamento o notifica) 617 735 1.077 998 0,1 0,1 0,1 0,1 13. Affari 142.185 145.850 156.731 137.667 19,2 17,5 15,5 14,5 14. Culto (motivi religiosi) 13.010 6.080 8.006 7.018 1,8 0,7 0,8 0,7 15. Cure mediche 2.333 2.775 3.125 1.906 0,3 0,3 0,3 0,2 16. Attività sportive 842 990 629 1 0,1 0,1 0,1 0,0 17. Gara sportiva 12.352 13.153 13.370 11.707 1,7 1,6 1,3 1,2 18. Missione 14.633 16.243 16.203 20.206 2,0 1,9 1,6 2,1 19. Invito 26.947 24.568 25.987 23.312 3,6 2,9 2,6 2,5 20. Turismo 336.901 389.149 463.778 434.468 45,5 46,6 46,0 45,9 21. Vacanze lavoro … … … 26 … … … 0,0 22. Turismo-Giubileo … 107 31.804 92 … 0,0 3,2 0,0 23. Transito 47.979 79.057 84.765 80.095 6,5 9,5 8,4 8,5 24. Transito aeroportuale 7.090 5.754 5.159 6.045 1,0 0,7 0,5 0,6 25. Trasporto … … 5.375 12.290 … … 0,5 1,3

1-11. Visti per spostamenti migratori 136.188 150.219 192.962 211.491 18,4 18,0 19,1 22,3

12-25. Visti per spostamenti non migratori 604.889 684.461 816.009 735.831 81,6 82,0 80,9 77,7 1-25. Totale visti di ingresso 741.077 834.680 1.008.971 947.322 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: nostra elaborazione da Ministero degli Affari Esteri (2000; 2001; 2002).

Infatti, non va dimenticato che la gran parte dei visti, anche di quelli per motivi turi-

stici che sono di gran lunga i più numerosi (poco meno della metà dei visti), vengono

rilasciati dai consolati italiani presenti nei paesi a forte pressione migratoria, in partico-

lare dai consolati situati nei paesi dell’Europa dell’Est (Golini e Conti, 2000). Tali visti

potrebbero riguardare almeno in parte migrazioni “camuffate” sia di breve durata, sia di

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durata più lunga in tal caso comportando una parte della presenza sul territorio italiano

in stato di irregolarità rispetto alle norme sul soggiorno.

3.2.2. Le autorizzazioni al lavoro concesse a cittadini extracomunitari all’estero A partire dall’inizio del 1992, il Ministero del Lavoro ha predisposto un’apposita

contabilizzazione delle autorizzazioni al lavoro concesse a cittadini extracomunitari an-

cora all’estero mediante il modello aggregato AUT1/ST, nel quale gli Uffici provinciali

del lavoro e della massima occupazione (UPLMO) devono contabilizzare i flussi trime-

strali.

Le autorizzazioni al lavoro forniscono una misura dell’immigrazione regolare di la-

voratori extracomunitari poiché il conseguimento di tale atto costituisce requisito preli-

minare al rilascio del visto di ingresso per motivi di lavoro subordinato.

L’autorizzazione viene concessa dall’UPLMO a cui ne è fatta richiesta dal datore di la-

voro che intenda assumere lo straniero a condizione che sia accertata la indisponibilità,

per la stessa qualifica, di una offerta inevasa di lavoratori nazionali o comunitari.

Pertanto, la procedura per il rilascio dell’autorizzazione e del successivo visto per la-

voro risultava, soprattutto in passato, particolarmente complessa e selettiva14, anche se

per alcune categorie di lavoratori è stata snellita e semplificata. Le autorizzazioni al la-

voro, soprattutto per il passato, risultavano concesse prevalentemente per impieghi nei

servizi domestici e, in via del tutto subordinata, per occupazioni in settori in cui la do-

manda di lavoro non trovava un’adeguata offerta locale. Le possibilità di accesso rego-

lare in Italia per motivi di lavoro erano quindi limitate principalmente a quelle collettivi-

tà che si erano specializzate in questo tipo di attività e, in particolare, alla componente

femminile dell’immigrazione estera.

Negli anni dal 1994 in poi si è registrato invece un notevole incremento assoluto (ed

anche relativo) delle autorizzazioni rilasciate per impieghi nell’agricoltura, circoscritte

territorialmente quasi esclusivamente al Trentino Alto Adige e riguardanti prevalente-

mente maschi originari dei paesi dell’Europa dell’Est (in particolare cechi e slovacchi).

Si tratta principalmente di autorizzazioni per assunzioni stagionali per chiamata diretta 14 Questa rilevazione coglie quindi un sottoinsieme selezionato dell’immigrazione complessiva per lavo-ro: la sola componente regolare; sfugge invece quella parte costituita dai lavoratori esteri che entrano in Italia o con un visto rilasciato per altri motivi (migrazioni “camuffate”), ma ottenibile con maggiore faci-lità (ad esempio per turismo o per motivi di studio), o in modo clandestino senza nessuna documentazio-ne.

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che riguardano soprattutto cittadini dell’Est europeo perché sottoposti a minori vincoli e

accertamenti rispetto a quelli originari del continente africano (Campani, Carchedi,

Mottura, 1996).

A seguito della promulgazione della legge n. 40/1998, diviene reale la possibilità di

fare incontrare la domanda e l’offerta di lavoro: “la programmazione dei flussi implica

una limitazione degli ingressi in funzione della capacità di assorbimento del nostro mer-

cato del lavoro” (Zanfrini 2000, p.75). Ogni tre anni vengono individuati i criteri gene-

rali dei flussi in ingresso e ogni anno vengono indicate per decreto le quote massime dei

lavoratori stranieri da ammettere. Prima del 1998 l’unico meccanismo previsto per

l’ingresso dei nuovi lavoratori dall’estero era quello della chiamata nominativa, a segui-

to dell’entrata in vigore della legge n. 40/1998 l’immigrazione per lavoro può avvenire

in molti modi: per chiamata nominativa da parte dei residenti in Italia; per prestazioni di

garanzia da parte di residenti in Italia per la venuta di lavoratori; per assegnazione di

quote preferenziali ai Paesi convenzionati con l’Italia in materia di immigrazione (Cari-

tas 2000).

Solo una parte delle informazioni raccolte a livello individuale al momento della ri-

chiesta di autorizzazione al lavoro sono recuperate nel modello aggregato di rilevazione

adottato dal Ministero (cfr. tab. A3.3-A3.5). Il confronto al 1998 e al 1999 tra i dati sul-

le autorizzazioni e quelli sui visti per lavoro subordinato evidenzia differenze abbastan-

za contenute (tab. 3.5) che potrebbero dipendere sia dallo sfasamento temporale tra i

due atti amministrativi, sia dalla non perfetta corrispondenza tra i due universi di riferi-

mento. Quest’ultimo aspetto potrebbe assumere un ruolo più rilevante negli ultimi due

anni per i quali risultano disponibili i dati (il 2000 e il 2001), visto che le differenze ri-

sultano sensibilmente più rilevanti (tab. 3.5).

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Tab. 3.5 – Confronto tra autorizzazioni al lavoro concesse a lavoratori extracomunitari ancora all’estero e visti di ingresso per lavoro subordinato. Italia, 1998-2001.

Anno Autorizzazioni Visti per Differenze al lavoro lavoro subordinato Assolute Relative (Min. Lavoro) (Min. Affari Esteri) (1)-(2) (3)/(2)*100 (1) (2) (3) (4) 1998 27.303 30.452 -3.149 -10,3 1999 36.454 35.902 552 1,5 2000 58.038 71.490 13.452 -18,8 2001 (a) 50.880 74.043 23.163 -31,3 Nota: (a) I dati sulle autorizzazioni al lavoro sono provvisori.

La indisponibilità di dati sui visti di ingresso distinti congiuntamente per cittadinanza

e motivo del rilascio (in questo caso per lavoro subordinato) non consente un confronto

più analitico con le autorizzazioni al lavoro.

Il confronto per il periodo 1992-2001 tra la serie delle autorizzazioni e quella dei

nuovi permessi di soggiorno per lavoro subordinato distinti in base alla loro validità o

meno a fine hanno consente ulteriori valutazioni sulla possibilità di disporre di dati di

flusso su una così importante componente dell’immigrazione straniera. Il numero delle

autorizzazioni risulta in alcuni anni intermedio tra quello dei nuovi permessi validi a fi-

ne anno e quello dei nuovi permessi in totale (comprensivo anche di quelli scaduti) e le

differenze non sembrano troppo ampie (tab. 3.6). Più marcate e di segno opposto sono

le differenze riscontrate, in particolare, negli anni delle ultime due sanatorie degli anni

novanta: nel 1996 le autorizzazioni sono nettamente inferiori rispetto ai nuovi permessi,

esattamente il contrario nel 1999 (tab. 3.6), con un numero di autorizzazioni che risulta

più elevato e simile all’ammontare dei visti di ingresso (tab. 3.5). Invece, per il 2001

sembra esserci maggiore corrispondenza tra il dato sui visti di ingresso per lavoro su-

bordinato e quello sui nuovi permessi di soggiorno rilasciati per la stessa motivazione

(cfr. tabb. 3.5 e 3.6).

Page 44: Imigranti Italia

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Tab. 3.6 – Confronto tra autorizzazioni al lavoro concesse a lavoratori extracomunitari ancora all’estero e nuovi permessi per lavoro dipendente. Italia, 1992-2001.

Anno Autorizzaz. Nuovi permessi per lavoro dipendente Differenze assolute Differenze relative

al lavoro

dall’estero Validi a

fine anno Scaduti a fine anno

Totale (2)+(3) (2)-(1) (4)-(1) (5)/(1)*100 (6)/(1)*100

(1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) 1992 31.629 24.114 5.788 29.902 -7.515 -1.727 -23,8 -5,5 1993 23.088 24.700 6.516 31.216 1.612 8.128 7,0 35,2 1994 22.474 20.996 5.635 26.631 -1.478 4.157 -6,6 18,5 1995 24.246 23.552 6.083 29.635 -694 5.389 -2,9 22,2 1996 16.619 18.305 5.749 24.054 1.686 7.435 10,1 44,7 1997 20.739 17.845 4.221 22.066 -2.894 1.327 -14,0 6,4 1998 27.303 23.516 5.250 28.766 -3.787 1.463 -13,9 5,4 1999 36.454 21.355 7.489 28.844 -15.099 -7.610 -41,4 -20,9 2000 58.038 51.271 n.d. n.d. -6.767 … -11,7 … 2001 50.880 85.337 n.d. n.d 34.457 … 67,7 … Fonte: nostra elaborazione su dati del Ministero del Lavoro e del Ministero dell’Interno (cfr. Caritas, 2001; 2002).

Anche se le differenze assolute non risultano in genere particolarmente marcate (fatta

eccezione per il 1999 e il 2001) e quindi possono essere attribuite a sfasamenti tempora-

li nell’adempimento dei tre atti amministrativi (l’autorizzazione al lavoro precede la

concessione del visto per mezzo del quale lo straniero attraversa la frontiera e fa succes-

sivamente richiesta del permesso di soggiorno) e nella non perfetta corrispondenza tra

gli universi che vengono registrati (in particolare, i nuovi permessi riguardano gli extra-

comunitari che si sono effettivamente avvalsi dell’autorizzazione e del visto per lavoro

ma anche i cittadini dell’Ue che non hanno bisogno delle due suddette concessioni), ri-

mane aperto il problema di quale tra le tre fonti sia quella più attendibile o comunque

più coerente per misurare l’immigrazione per lavoro subordinato.

3.2.3. Le richieste e le autorizzazioni per ricongiungimento familiare A partire dal 1990 vengono raccolte, sempre dal Ministero del Lavoro (Servizio per i

problemi dei lavoratori immigrati extracomunitari e delle loro famiglie), le richieste e le

autorizzazioni al ricongiungimento familiare concesse ai lavoratori extracomunitari15.

Le condizioni necessarie affinché il richiedente possa usufruire di tale normativa sono

essenzialmente due: essere iscritto in un’anagrafe comunale italiana con permesso di 15 A stranieri coniugi o genitori a carico di un cittadino italiano o di un altro Paese dello “spazio economi-co europeo” residente in Italia verranno rilasciati visti per “motivi familiari” e non per “ricongiungimento familiare”.

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soggiorno non inferiore ad un anno; svolgere un’attività lavorativa regolare con un red-

dito sufficiente a garantire il sostentamento dei familiari.

Ad un anno di distanza dall’arrivo in Italia il coniuge e i figli dei lavoratori extraco-

munitari possono ottenere il permesso di lavoro. È quindi evidente come

l’immigrazione per ricongiungimento, che negli ultimi anni rappresenta una parte note-

vole del fenomeno complessivo, può costituire una modalità privilegiata di ingresso per

lavoro.

La procedura per il ricongiungimento risulta particolarmente complessa anche se i

tempi amministrativi, a partire dal 1993, sono stati ridotti a seguito di un maggior con-

certo tra il Ministero dell’Interno, a cui viene inoltrata la richiesta e che rilascia il nulla

osta, il Ministero del Lavoro, che certifica la condizione attuale di occupazione

dell’immigrato, e il Ministero degli Affari esteri che provvede, a seguito di parere favo-

revole, al rilascio del visto di ingresso.

I dati disponibili per il passato riguardano pertanto le principali fasi del percorso

amministrativo attraverso il quale si perviene all’atto finale del ricongiungimento fami-

liare: le richieste, i nulla osta e i visti. Nulla osta e visti mostrano un andamento sostan-

zialmente simile giustificato dalla consequenzialità dei due atti (al nulla osta segue in

genere la concessione del visto di ingresso) (Natale e Strozza, 1997). Per il periodo

1996-97 non ci sono dati diffusi, mente per gli anni più recenti sono utilizzabili quelli

relativi ai visti di ingresso e ai nuovi permessi di soggiorno per motivi di famiglia che

non riguardano solo i ricongiungimenti. Tali dati potrebbero essere confrontati con

quelli sui nuovi permessi di soggiorno validi a fine anno concessi per motivi di fami-

glia: per i quattro anni disponibili emerge una sostanziale concordanza tra le due fonti

anche se nel 2000 la differenza tra i due valori non appare affatto modesta (tab. 3.7).

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Tab. 3.7 - Richieste, nulla osta e visti per ricongiungimento familiare o per motivi di famiglia. Italia, 1991-2001

Anni Richieste inoltrate al Min. Interno

Nulla osta rilasciati dal Min. Interno

Visti rilasciati dal Min. Affari Esteri

Nuovi perm. soggiorno Min. Interno (a)

1991 7.485 4.861 4.846 1992 10.983 8.963 6.518 1993 12.743 13.446 14.426 1994 13.140 11.225 12.430 1995 16.247 13.943 8.341 1996 n.d. n.d. n.d. 1997 n.d. n.d. n.d. 1998 n.d. n.d. 48.447 45.537 1999 n.d. n.d. 44.666 44.974 2000 n.d. n.d. 48.705 56.214 2001 n.d. n.d. 64.800 60.027 Nota: (a) Dati diffusi dalla Caritas (2000; 2001; 2002).

Il flusso di immigrati per ricongiungimento familiare riguarda il coniuge, i genitori e

i figli minori del richiedente. Proprio questi ultimi sono contabilizzati soltanto tra i nulla

osta e tra i visti di ingresso, mentre non dovrebbero risultare nei dati sui permessi di

soggiorno in quanto le persone con meno di 18 anni non sono, in genere, titolari di

un’autonoma autorizzazione al soggiorno. Pertanto, i nulla osta e i visti di ingresso do-

vrebbero fornire, almeno a livello teorico, una misura dell’immigrazione per ricongiun-

gimento più attendibile di quella derivante dalla contabilizzazione dei nuovi permessi di

soggiorno per motivi di famiglia.

3.2.4. I rifugiati, i richiedenti asilo e gli ingressi per motivi umanitari Un’altra modalità di accesso in Italia espressamente prevista è costituita dall’ingresso

come rifugiati o richiedenti asilo. Possono fare richiesta le persone che hanno timore di

essere perseguitate per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un de-

terminato gruppo sociale o per le proprie opinioni politiche, o fuggono da situazioni di

guerra e di gravi violazioni dei diritti fondamentali. Con la legge 39/90 è stata rimossa

la “riserva geografica” che limitava il riconoscimento dello status di rifugiato ai soli cit-

tadini dell’Est europeo ed è stata quindi applicata la convenzione di Ginevra. Va sottoli-

neato però che solo nel 1991 il numero delle richieste di riconoscimento dello status di

rifugiato è risultato consistente (oltre 26.000 domande) a causa del flusso di cittadini al-

banesi (sono quasi 18.000 le richieste inoltrate da tali immigrati) che hanno lasciato il

loro paese in conseguenza della crisi economica in atto, solo una minima parte dei ri-

Page 47: Imigranti Italia

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chiedenti, però, ha ottenuto il riconoscimento di rifugiato anche se, per alcune migliaia

di albanesi, si è proceduto alla normalizzazione della loro presenza e, tra l’altro, il Mini-

stero degli Affari Esteri italiano ha dichiarato lo stato di necessità di tale popolazione

(decreto 13 febbraio 1992). Tra il 1993 e il 1997 non ci sono state molte richieste (meno

di 2.000 all’anno) e, comunque, la quota di quelle accolte in modo favorevole solo in un

anno ha raggiunto il 20%. Nei due anni seguenti (1998 e 1999) il numero di richieste

d’asilo è sensibilmente aumentato, anche a seguito dei casi riassegnati all’Italia in base

alla Convenzione di Dublino16.

Va tenuto presente che nel corso del 1992 è stato applicato per la prima volta il con-

cetto di “rifugiato di fatto” ai profughi della Somalia, successivamente esteso a quelli

della ex Iugoslavia. Ciò ha comportato il rilascio nel periodo 1992-94 di circa 5.000

permessi di soggiorno “straordinari” a cittadini somali e circa 35-40 mila a quelli

dell’ex Iugoslavia, stranieri accolti in Italia per motivi umanitari e a cui è stato consenti-

to lo svolgimento di attività lavorative e l'iscrizione anagrafica.

Questi immigrati non risultano però nei dati sulle richieste di riconoscimento dello

status di rifugiato, né in quelli sulle autorizzazioni al lavoro, ma possono essere rintrac-

ciati analizzando la crescita dei permessi di soggiorno rilasciati a stranieri originari di

queste due aree tra la fine del 1992 e quella del 1993 e del 1994. Si tratta infatti di im-

migrati in modo clandestino o, in alcuni casi, con visti rilasciati per motivi diversi dalle

ragioni effettive (ad esempio, per turismo) che hanno poi ottenuto per motivi umanitari

un permesso di soggiorno.

Vediamo in dettaglio gli adempimenti amministrativi e quindi le procedure di rileva-

zione con riguardo alla situazione più recente. La richiesta d’asilo deve essere presenta-

ta immediatamente al momento dell’arrivo in frontiera oppure dopo l’entrata, sia regola-

re che irregolare, sul territorio italiano. La richiesta deve essere presentata alle autorità

di Polizia di frontiera oppure alla Questura del luogo dove il richiedente asilo si trova.

Al momento della richiesta la polizia ritira il passaporto (quando viene presentato, ma

anche coloro che non sono in possesso di documenti possono avanzare richiesta di asi-

16 In Europa occidentale gli accordi di Schengen e la Convenzione di Dublino hanno spostato alle frontie-re esterne il compito di controllare i flussi di rifugiati. L’Unione Europea ha ribadito la sua volontà di ri-spettare la Convenzione di Ginevra e di introdurre misure di protezione di massa in caso di esodi di mas-sa.In base all’articolo 26 della Convenzione di applicazione dell’Accordo di Schengen si stabilisce che i singoli Stati adottino norme che obbligano il vettore a ricondurre nel Paese di partenza lo straniero respin-to, imponendo dure sanzioni a chi trasporta stranieri privi di documenti in regola (Caritas, 2000).

Page 48: Imigranti Italia

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lo). La polizia redige un verbale contenente informazioni sul viaggio effettuato, i mem-

bri della famiglia presenti in Italia o altrove, sui motivi per i quali ha lasciato il paese di

origine, sulla propria storia personale. Il richiedente asilo dichiara espressamente di vo-

ler essere sentito personalmente dalla Commissione Centrale per il riconoscimento dello

status di rifugiato, unico organo competente a decidere sulla concessione dell’asilo, di

avere bisogno di un aiuto economico se privo di mezzi di sussistenza, in quale lingua

vuole essere intervistato dalla Commissione Centrale. Dal 1° settembre 1997 è applicata

in Italia la Convenzione di Dublino relativa alla determinazione dello Stato competente

per l’esame della domanda di asilo. La Questura consegna al richiedente un permesso di

soggiorno con la dicitura “Convenzione di Dublino 15/6/1990”, valido per un mese,

rinnovabile17. Se l’Italia è responsabile ad esaminare la richiesta di asilo, la Polizia ritira

il permesso di soggiorno con scritto “Convenzione di Dublino 15/6/90” e consegna al

richiedente un nuovo permesso di soggiorno con la dicitura “per richiesta di asilo”, va-

lido tre mesi. Il richiedente, se riconosciuto rifugiato, acquisisce una nuova posizione

giuridica con un nuovo permesso di soggiorno e nuovi diritti e doveri riconosciuti. Se il

parere della Commissione è negativo, viene ritirato il permesso di soggiorno per asilo

temporaneamente concesso. Il richiedente può fare ricorso.

3.2.5. I nuovi permessi di soggiorno Una misura globale dei flussi migratori potrebbe scaturire dalla rilevazione continua

dei permessi di soggiorno che vengono rilasciati dagli uffici territoriali (Questure) del

Ministero dell’Interno. Infatti, i cittadini stranieri sono tenuti, entro otto giorni lavorativi

dal loro ingresso in Italia, a “dare contezza di sé” e a fare richiesta del permesso di sog-

giorno che viene rilasciato, in genere, per le stesse motivazioni riportate sul visto

d’ingresso, in modo automatico per semplice presa d’atto. Pertanto l’ammontare dei

nuovi permessi concessi nel corso di un anno dovrebbe rappresentare una buona misura

dell’immigrazione straniera legale, comprensiva anche delle autorizzazioni concesse a

seguito di riconoscimento dello status di rifugiato. Tale dato però dovrebbe sottostimare

17 Il richiedente asilo ha diritto all’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, l’alloggio nei centri di acco-glienza, un contributo di prima assistenza di circa 18 Euro al giorno per 45 giorni in caso di grave povertà ed assoluta indigenza, l’iscrizione scolastica per i figli minori, la libertà di circolazione solo sul territorio italiano con l’obbligo però di comunicare alla Questura il cambiamento di indirizzo. Il richiedente non può lavorare o studiare, non può lasciare l’Italia.

Page 49: Imigranti Italia

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il flusso di minori poiché tali soggetti solo in alcuni casi sono titolari di un proprio per-

messo di soggiorno.

Fino al 1991 il dato sui flussi non è mai stato contabilizzato, mentre per il 1992

l’Istat, aveva pubblicato i dati sui flussi trimestrali dei permessi di soggiorno per le

principali cittadinanze e per regione di rilascio (cfr. rispettivamente tavola 3 e tavola 10

in Istat, 1993). Ma le tabelle riportate si riferivano esclusivamente ai permessi concessi

e a quelli cancellati attraverso i quali non era possibile pervenire ad una valutazione di

quelli rilasciati per la prima volta18.

L’Istat ha negli ultimi anni provveduto a revisionare l’archivio del Ministero

dell’Interno ed è pervenuta anche ad una stima dei nuovi permessi di soggiorno concessi

nel corso di ciascun anno (Istat, 1998; 1999; 2000). Le poste di bilancio tra dati di stock

ad inizio e fine anno, riportate nella tab. 3.8, sono stimate nel modo seguente: i nuovi

permessi di soggiorno sono determinati come l’ammontare dei permessi movimentati

dopo inizio anno, classificati come nuovi documenti e relativi a persone entrate in Italia

nel corso dell’anno; i permessi scaduti e non rinnovati sono ottenuti invece come resi-

duo. Anche la Caritas di Roma a partire dal Dossier statistico sull’immigrazione del

1999 pubblica i dati sui nuovi permessi di soggiorno anche denominati “nuovi ingressi”

(Caritas, 1999; 2000; 2001).

18 È infatti indispensabile poter distinguere, all’interno dei permessi rilasciati e di quelli cancellati, il nu-mero di rinnovi che per differenza potrebbe fornire una misura dei nuovi permessi (immigrazioni) e di quelli scaduti e non rinnovati (emigrazione al lordo delle nuove presenze irregolari). Solo per i permessi relativi al 31 dicembre 1990 l’Istat (1991) pubblica una tabella per durata della permanenza in Italia che dovrebbe permettere di stimare, sulla base della modalità “durata inferiore ad un anno”, i nuovi permessi rilasciati nel corso del 1990 per un periodo uguale o superiore ad un anno, in assenza di permessi scaduti e non cancellati.

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Tab. 3.8 - Permessi di soggiorno. Anni 1992-1998 (migliaia)

Anni Permessi Movimentazione permessi nell’anno Permessi Variazioni al 1° gennaio concessi (a) non rinnovati al 31 dicembre assolute (1) (2) (3) (4)=(1)+(2)-(3) (5)=(4)-(1) 1992 649 100 160 589 -60 1993 589 122 62 649 60 1994 649 118 89 678 29 1995 678 132 81 729 51 1996 729 339 82 986 257 1997 986 124 87 1.023 37 1998 1.023 153 85 1.091 68 1999 1.091 370 120 1.341 250 Nota: (a) I dati degli anni 1995, 1996, 1997 e 1998 comprendono permessi concessi in base alla legge 489/95 (legge Dini), stimabili rispettivamente in circa 15.000, 221.000, 14.000 e 6.000 unità. Il dato dell'anno 1999 include circa 195.000 permessi di regolarizzazione rilasciati a seguito del DCPM del 16.10.1998. Fonte: stralcio da Istat, 2002, p. 17.

Un primo confronto tra le stime dei nuovi permessi ottenute dall’Istat, quelle pubbli-

cate della Caritas e i dati sui visti di ingresso per spostamenti migratori evidenzia diffe-

renze di un certo rilievo che non risultano comunque mai particolarmente ampie (tab.

3.9). Appare quindi necessario approfondire l’analisi delle procedure adottate per la de-

terminazione dei nuovi permessi tenendo presente che il Ministero dell’Interno conserva

nel proprio archivio informatizzato tutti i permessi di soggiorno rilasciati dal 1974 in

poi e quindi è possibile valutare quali siano effettivamente i nuovi permessi di soggior-

no.

Concentrando l’attenzione al 1999, è possibile fare un raffronto tra i dati diffusi

dall’Istat (2002) e dalla Caritas (2000) con riguardo ai nuovi permessi di soggiorno va-

lidi a fine anno distinti per motivo del rilascio (tab. 3.10). Prima di tutto va notato come

sia modesta la differenza nell’ammontare totale fornito dai due enti. Anche distintamen-

te per motivo non si registrano discrepanze assolute particolarmente accentuate, anche

se va sottolineata la differenza di un certo rilievo per quanto concerne i nuovi permessi

per ragioni familiari19 e soprattutto per quelli riportati sotto la voce altro. Quest’ultima

differenza riguarda essenzialmente la contabilizzazione dei nuovi permessi concessi per

richiesta di asilo politico o per emergenza Kosovo.

19 In questo caso il dato dell’Istat risulta diverso anche da quello del Ministero degli Affari Esteri sui visti di ingresso per motivi di famiglia (cfr. tab. 3.7).

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Tab. 3.9 – Confronto tra visti di ingresso per migrazione e nuovi permessi di soggiorno pubblicati dall’Istat e dalla Caritas di Roma

Anni Visti di ingresso (a) Nuovi permessi di soggiorno (Min. dell’Interno) (Min. Affari Esteri) Elaborazione Istat Elaborazione Caritas Totale (b) Totale (c) Validi a fine anno (d) 1990 n.d. n.d. 82.775 56.767 1991 n.d. n.d. 135.812 90.726 1992 n.d. 100.000 116.984 75.748 1993 n.d. 122.000 150.750 100.772 1994 n.d. 118.000 138.305 94.210 1995 n.d. 117.000 137.297 89.034 1996 n.d. 118.000 112.566 73.859 1997 n.d. 110.000 155.241 85.337 1998 136.188 147.000 176.999 119.858 1999 (e) 150.238 175.000 200.471 130.745 2000 (e) 192.962 … 202.384 155.244 2001 211.491 … 306.000 232.813 Note: (a) Sono considerati soltanto i visti concessi per le prime undici finalità indicate nella tab. 3.4. (b) Sono compresi i permessi non più validi a fine anno mentre sono stati esclusi quelli per sanatoria (cfr nota a della tab. 3.8). (c) Permessi concessi per la prima volta nel corso dell’anno esclusi quelli per sanatoria. (d) Dai permessi concessi per la prima volta nel corso dell’anno sono esclusi sia quelli per sanatoria sia quelli scaduti a fine anno. (e) I dati diffusi dalla Caritas sono stati depurati dai permessi concessi per la prima volta a seguito della regolarizzazione del 1998-99 a seguito del DCPM del 16.10.1998. Poiché non era previsto un carattere che distinguesse tale collettivo dagli altri i dati ottenuti sono frutto di una stima sulla base dei risultati della sanatoria (Caritas, 2001). Fonti: Ministero degli Affari Esteri (2000; 2001; 2002); Istat (2002); Caritas (2001, p. 78; 2002).

Tab. 3.10 – Nuovi permessi di soggiorno ancora in vigore a fine anno per motivo del rilascio. Con-fronto dati Istat e Caritas. Italia, 1999.

Motivo Nuovi permessi validi a fine anno Differenze dell’ingresso Istat (2002)(a) Caritas (2000) assolute relative (%) Famiglia 55.639 44.974 10.665 23,7 Lavoro 25.972 23.015 2.957 12,8 Studio 13.900 12.605 1.295 10,3 Turismo 5.923 10.800 -4.877 -45,2 Adozione e affidamento 4.886 3.603 1.283 35,6 Religione 4.785 4.146 639 15,4 Residenza elettiva 3.798 3.049 749 24,6 Salute 2.500 1.422 1.078 75,8 Altro 7.239 27.131 -19.892 -73,3 Totale 124.642 130.745 -6.103 -4,7

La possibilità di confrontare i nuovi permessi di soggiorno con i visti di ingresso di-

stintamente per motivo del rilascio dovrebbe consentire una più puntuale analisi delle

differenze in parte dovute al diverso universo di riferimento (ad esempio, è stato già sot-

tolineato come i minori sono contabilizzati tra i visti ma solo in parte tra i permessi di

soggiorno).

Page 52: Imigranti Italia

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3.2.6. Le iscrizioni e le cancellazioni anagrafiche da e per l’estero L’unica misura sui flussi migratori di stranieri disponibile fin dall’inizio degli anni

ottanta è quella sulle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche da e per l’estero. Infatti, nel

1980 è stato inserito nel modello individuale di rilevazione (modello APR/4) dei cam-

biamenti di residenza anche l’informazione sulla cittadinanza. I flussi registrati attraver-

so la fonte anagrafica si riferiscono solo alla parte più stabile degli stranieri, vale a dire

a quelli che hanno stabilito la loro residenza in Italia. Inoltre, non appare possibile risali-

re al momento effettivo dell’ingresso in Italia (immigrazione) che risulta sicuramente

antecedente, alle volte anche di alcuni anni, a quello di iscrizione anagrafica. Va poi no-

tato come, pur potendosi ipotizzare coincidenza temporale tra cancellazione ed emigra-

zione dal paese, i dati sulle cancellazioni possano essere sottostimati in quanto non c’è

un interesse specifico dello straniero a comunicare la cessazione di residenza. Tra il

1980 e il 1999 si nota un andamento praticamente stabile dell’ammontare delle cancel-

lazioni per l’estero di cittadini stranieri, plausibile solo in presenza di una decrescente

propensione all’emigrazione.

Particolarmente contenute sembrano, in special modo, le cancellazioni registrate da-

gli archivi delle regioni meridionali (soprattutto della Campania e della Sicilia). Aspetto

che potrebbe far presumere una minore corrispondenza in tali aree tra la situazione car-

tacea e quella di fatto, anche con riguardo alla componente straniera della popolazione

residente20.

L’andamento delle iscrizioni dall’estero, al contrario delle cancellazioni, risulta dal

1987 in poi particolarmente dinamico, soprattutto negli anni delle sanatorie (rispettiva-

mente 1987-88, 1990, 1995-96 e nel 1998-99) e/o in quelli immediatamente successivi.

L’incremento notevole delle iscrizioni in tali periodi non dipende tanto da

un’immigrazione più consistente quanto dall'acquisizione della residenza da parte di cit-

20 Con riguardo al totale dei residenti senza distinzione per cittadinanza (sia italiani che stranieri) le diffe-renze, nelle età tra i 10 e i 40 anni, tra la popolazione censita al 1991 e quella attesa alla stessa data (otte-nuta per aggiornamento dei dati del censimento del 1981 sulla base del saldo naturale e di quello migrato-rio per l’interno relativi al periodo intercensuario) risultano generalmente positive al Nord e al Centro e negative nel Mezzogiorno, in special modo in Campania e in Sicilia (Istat, 1996b). Se da un lato il segno dei residui potrebbe manifestare la distinzione tra aree di attrazione e aree di espulsione, dall’altro la con-sistenza assoluta e relativa della differenza sembra testimoniare la presenza nelle due regioni indicate di rilevanti problemi di attendibilità dei dati di stato e di quelli sui flussi migratori. In particolare, appaiono sottostimate in Campania e in Sicilia le cancellazioni per l’interno e quelle per l’estero (Cortese, Greco, 1993; Istat, 1996b).

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tadini extracomunitari già presenti nel paese in modo irregolare o clandestino che hanno

usufruito delle sanatorie (Natale e Strozza, 1997).

A livello territoriale disaggregato particolare attenzione va rivolta alle iscrizioni regi-

strate nel Lazio che nel corso degli anni Ottanta risultano assai contenute, sia in termini

assoluti (in media 1000 l’anno nel periodo 1982-86 e circa 3500 nel quinquennio suc-

cessivo) che relativi (circa il 5% del totale). Si può quindi presumere una sottovaluta-

zione dell’ammontare effettivo degli iscritti dall’estero dovuta a problemi, al momento

di difficile individuazione, collocabili o nella fase della rilevazione o, più probabilmen-

te, in quella della trasmissione all’Istat del materiale statistico relativo quantomeno al

comune di Roma.

Per gli ultimi anni sono possibili più puntuali riscontri a seguito della predisposizione

di nuove rilevazioni e/o della diffusione di maggiori informazioni. In particolare, dal

1988 l’Istat pubblica anche i dati relativi ai cambiamenti di residenza per l’interno dei

cittadini stranieri e dal 1994, nel modello aggregato di rilevazione dell’ammontare degli

stranieri iscritti a fine anno nelle anagrafi comunali (modello P.3), è stato inserito un

prospetto sul bilancio naturale e migratorio della popolazione straniera rispetto alla fine

dell’anno precedente, prospetto in cui è stato aggiunto dal 1996 il dato sulle acquisizioni

della cittadinanza italiana. Il confronto, per il periodo 1997-99, tra i dati desunti dalla

rilevazione individuale e quelli ricavati dalla rilevazione aggregata a livello comunale

sulle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche da e per l’estero per migrazioni non mettono

in evidenza differenze particolarmente ampie. Va notato comunque che il numero delle

cancellazioni registrate nel modello aggregato sono, anche se di poco, maggiori di quel-

le derivanti dal conteggio delle schede APR/4, mentre la differenza tra i due dati sulle

iscrizioni risultano di segno variabile e di dimensione crescente (tab. 3.11). Un’analisi a

livello territoriale disaggregato dovrebbe consentire di individuare specifiche aree pro-

blematiche, anche se le due modalità di registrazione dello stesso fenomeno forniscono

in buona sostanza misure tra loro congruenti.

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Tab. 3.11 – Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche da e per l’estero di cittadini stranieri. Confronto tra i dati raccolti con il modello individuale (APR/4) e con quello aggregato (P.3). Italia, 1997-99

Anni Dati individuali (modello APR/4) Dati aggregati (modello P.3)

Iscrizioni Cancellazioni Saldo migratorio Iscrizioni Cancellazioni Saldo

migratorio 1997 132.505 7.289 125.216 129.451 9.591 119.860 1998 127.114 7.937 119.177 134.997 10.782 124.215 1999 152.900 8.590 144.310 164.581 11.086 153.495 Fonte: Istat.

Va infine ricordato che nel modello aggregato a partire dal 1997 sono state aggiunte

le informazioni sul numero di stranieri residenti con meno di 18 anni distinti per sesso;

in questo modo, dunque, si può arrivare a cogliere la componente minorenne non dedu-

cibile dai permessi poiché i minori, come detto, in genere non sono titolari di un proprio

documento di soggiorno.

3.3. Lo stock di popolazione straniera Per quanto concerne l’ammontare di stranieri presenti o residenti in Italia l’OCDE

pubblica nel rapporto annuale del SOPEMI la serie a partire dal 1980 dei dati sui per-

messi di soggiorno contabilizzati a fine anno. I valori riportati sono superiori a quelli re-

lativi ai permessi in corso di validità poiché contengono anche i permessi scaduti e/o

duplicati. L’Eurostat e il Consiglio d’Europa pubblicano invece il dato sugli stranieri i-

scritti alle anagrafi comunali. L’universo di riferimento delle due rilevazioni è differen-

te: nel primo caso si tratta degli stranieri legalmente presenti sul territorio, nel secondo

di quelli legali stabili. Anche nel caso del dato anagrafico c’è una presumibile sovrasti-

ma dell’universo obiettivo a causa, come detto, delle mancate cancellazioni degli stra-

nieri che hanno lasciato il paese senza darne comunicazione. Pertanto, a livello interna-

zionale circolano due informazioni distinte sulla presenza straniera in Italia, accomunate

dal fatto che entrambe sovrastimano la dimensione reale del loro universo di riferimen-

to. Tutto ciò può comunque apparire non così grave se si tiene conto che a livello nazio-

nale circolano cifre diverse, in alcuni casi anche di alcune centinaia di migliaia di unità,

pure con riguardo ad una stessa fonte informativa.

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Le rilevazioni di stato della popolazione straniera in Italia risultano numerose e alcu-

ne disponibili già da diversi anni21 anche se nessuna riesce a cogliere il fenomeno mi-

gratorio nella sua interezza. Come vedremo alcune colgono una parte ampia degli stra-

nieri (rilevazioni generali), altre possono essere considerate rilevazioni specifiche in

quanto si riferiscono a particolari segmenti della presenza estera. In questo paragrafo si

limita l’attenzione alle rilevazioni generali, sia relative a tutta la popolazione sia riferite

alla sola componente residente, mentre nel prossimo capitolo saranno esaminate anche

quelle rilevazioni che colgono specifiche categorie di popolazione.

La tab. 3.12 consente di evidenziare quali dei caratteri fondamentali per individuare

la popolazione obiettivo (popolazione straniera, immigrata o di origine straniera) sono

presenti nelle diverse rilevazioni. Solo la cittadinanza attuale viene registrata in tutte le

indagini considerate, il paese di nascita anche se presente tra i caratteri rilevati spesso

non risulta disponibile quando i dati sono acquisiti a livello centralizzato attraverso mo-

delli aggregati (è questo il caso dei dati anagrafici e di quelli del collocamento). La cit-

tadinanza precedente, che dovrebbe consentire di cogliere la popolazione naturalizzata,

è stata inserita soltanto nel modello di famiglia della rilevazione dell’ultimo censimento

demografico.

Tab. 3.12 – Criteri di identificazione e classificazione dello stock di popolazione immigrata o di origine straniera nelle differenti rilevazioni ufficiali

Possibili criteri di identifica-zione e classificazione

Permesso/carta di soggiorno

Iscritti nelle anagrafi comunali (Istat)

Censimento della popolazione (Istat)

Iscritti collocamen-to (Min. Lav.)

Forze di lavoro

Studenti (Min. P.

(Min. Interno) AP/5 P.3 Sez. II Sez. III C/iscriz. OML1/ST (Istat) Istruz.) Paese di nascita S T T T Paese di cittadinanza attuale S T S T T T S T T Paese di cittadin. precedente T Paese di cittadin. alla nascita Paese di nascita dei genitori ? Paese di cittadin. dei genitori Data di arrivo/durata presenza S T T T T Motivo della presenza S T T Note: T = Popolazione totale; S = Popolazione straniera.

Data di arrivo e motivo della presenza sono registrati nei dati dei permessi di sog-

giorno e in quelli censuari. Allo stato attuale solo il censimento consente di definire con

una certa precisione le categorie indicate in precedenza (cfr. fig. 1.1).

21 Da un primo esame sembra che le informazioni relative all’Italia siano più numerose di quelle disponi-bili negli altri paesi se queste vanno ricercate esclusivamente nelle pubblicazioni a carattere internaziona-le. In verità, alcuni problemi di comparazione conseguenti alla presenza di più rilevazioni per uno stesso segmento di popolazione straniera sono presenti anche in tradizionali paesi di accoglimento.

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3.3.1. Gli stranieri legali rilevati attraverso i permessi di soggiorno La rilevazione che coglie la parte più ampia della popolazione straniera è quella del

Ministero dell’Interno sui permessi di soggiorno validi ad alcuni istanti di tempo. Difatti

qualsiasi straniero presente sul territorio è tenuto a richiedere l’autorizzazione al sog-

giorno alle autorità di pubblica sicurezza. Inoltre, con la legge n. 40/1998 è stata intro-

dotta la carta di soggiorno che consente di permanere nel paese a tempo indeterminato.

Essa può essere richiesta sia dagli stranieri che abbiano vissuto regolarmente sul territo-

rio italiano per almeno 5 anni e siano in possesso di un permesso di soggiorno che con-

senta più rinnovi, sia dal coniuge e dai figli minorenni di uno straniero titolare di carta

di soggiorno22.

Per le ragioni appena indicate l’archivio del Ministero dell’Interno dovrebbe regi-

strare tutti gli immigrati esteri presenti in Italia in modo regolare, mentre le altre fonti,

almeno quelle amministrative, dovrebbero rilevare, in base alla normativa vigente, solo

una parte di questi23 (Birindelli, 1988). Ampio spazio va quindi dedicato all’esame di

questo materiale statistico che costituisce il principale riferimento per la determinazio-

ne della dimensione della presenza straniera complessiva e di alcune sue specifiche

componenti.

La rilevazione dei permessi non consente ovviamente di stimare la popolazione di

origine straniera poiché l’obbligo dell’autorizzazione al soggiorno riguarda soltanto le

persone che non hanno la cittadinanza italiana. All’interno del collettivo degli stranieri è

però possibile, avvalendosi del criterio del paese di nascita, individuare gli immigrati di

seconda generazione non naturalizzati e distinguere tra gli immigrati di prima genera-

zione quelli presenti da lungo tempo (durata della presenza uguale o superiore a cinque

anni, oppure per il futuro i titolari della carta di soggiorno).

Il modello che lo straniero è tenuto a compilare per richiedere il permesso di sog-

giorno (209, ex 178 bis) o il suo rinnovo (210, ex 178 bis e 207 bis) permette di regi-

strare i principali caratteri demografici (sesso, età, stato civile, paese di nascita e paese

22 La richiesta va presentata al questore che dopo aver accertato che sussistono i requisiti la rilascia entro 90 giorni dalla richiesta. La carta permette di entrare (e uscire) in Italia senza la necessità del visto, di par-tecipare alla vita pubblica del Paese, di svolgere attività e accedere ai servizi. 23 Ad esempio per ottenere l’iscrizione anagrafica gli stranieri devono o esibire il permesso di soggiorno di durata non inferiore ad un anno o risultare iscritti da almeno un anno nello schedario della popolazione temporanea del comune (art. 14 del D.P.R. n. 223/89). Quest’ultima possibilità è stata abrogata dalla leg-ge Martelli che ha limitato la possibilità di iscrizione anagrafica al possesso del permesso di soggiorno e alla verifica annuale della sua validità (cfr. art. 6 della legge 39/90).

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57

di cittadinanza) e diverse altre informazioni sul documento o sul suo titolare (in partico-

lare, il motivo, il tipo e la durata del permesso, la data di arrivo e la presenza dei fami-

liari al seguito, ecc.). Ma una serie continua, dal 1968 ad oggi, risulta disponibile con

riferimento soltanto alle distribuzioni semplici per provincia, per cittadinanza e per mo-

tivo del soggiorno. Le distribuzioni per sesso, per classi d’età e per stato civile, di gran-

de interesse nell’analisi delle caratteristiche demografiche della popolazione straniera,

sono fornite soltanto a partire dal 1989.

I dati diffusi dal Ministero dell’Interno fino a qualche anno fa non costituivano una

valutazione certa della componente legale della presenza straniera perché risultano so-

vrastimati i maggiorenni e sottostimati i minori.

La sopravvalutazione dei primi è stata di gran lunga il problema più rilevante sia

perché risultava particolarmente consistente, sia perché era variabile, anche in modo no-

tevole, di anno in anno e da questura a questura, rendendo impossibile un’analisi certa

dell’evoluzione temporale del fenomeno e della sua distribuzione territoriale. Due sono

le cause di tale sovrastima: poiché l’unità di rilevazione non è l’individuo ma il docu-

mento/autorizzazione vengono contabilizzati anche gli stranieri titolari di un permesso

valido che hanno lasciato il paese senza darne preventiva comunicazione; una quota non

trascurabile di permessi scaduti e di duplicazioni permane nell’archivio e continua ad

essere contabilizzata.

Il Ministero dell’Interno solo periodicamente ha effettuato dei controlli rigorosi sulle

documentazioni di soggiorno allo scopo di eliminare quelle scadute ma non cancellate;

quindi, nei periodi intercorrenti tra due verifiche successive è probabile che siano con-

tabilizzati anche quei permessi non più validi ma ancora registrati24. Paradossale è la si-

tuazione che si è venuta a creare nei primi anni novanta quando risultavano disponibili

tre serie distinte di dati (cfr. tab. 3.13):

• quella fornita dal Ministero dell'Interno che diffonde materiale statistico relativo ad un

ammontare di permessi, al lordo di quelli scaduti, che oscillava nella prima metà degli

anni novanta tra 860.000 e quasi 1.000.000 di unità;

• la prima revisione predisposta dall'Istat (Ferruzza, Gabrielli, Giovannelli, 1995a;

1995b; Istat, 1996a), corrispondente ai permessi di soggiorno validi alla fine di cia-

24 Ad esempio, il decremento delle autorizzazioni di soggiorno verificatosi tra la fine del 1988 e del 1989 è dovuto principalmente ai controlli effettuati dal Ministero nell’ottobre del 1989 che hanno portato ad una decurtazione di circa il 30% dei permessi in precedenza contabilizzati (Natale, 1990).

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scun anno ottenuti considerando la situazione effettiva a tale istante di tempo, dopo

aver decurtato i permessi scaduti e/o duplicati;

• la seconda revisione approntata dall’Istat (Istat, 1996a; Ferruzza, Gabrielli, Giovannel-

li, 1996), relativa ai permessi di soggiorno che vanno ritenuti validi a fine anno attra-

verso una lettura dell’archivio a fine giugno dell’anno successivo, lettura che permette

di contabilizzare sia le documentazioni che, pur risultando scadute a fine anno, sono

state rinnovate nel corso dei sei mesi successivi, sia i nuovi permessi richiesti prima

della fine dell’anno ma concessi solo nel semestre seguente.

Le due serie proposte dall’Istat derivano da un’attenta analisi dei singoli record

dell’archivio del Ministero dell’Interno, archivio che a partire dal 1991 viene trasmesso

all’Istituto Nazionale di Statistica su nastro magnetico concernente la situazione alla fi-

ne di ogni mese (Istat, 1996a). Sulla base della data di scadenza dei permessi registrati

dal dicastero sono stati individuati quelli risultanti scaduti a fine anno che sono stati e-

sclusi dalle elaborazioni successive. La serie derivante dalla prima revisione predisposta

dall’Istat sottostimava il fenomeno perché considerava i soli permessi effettivamente in

vigore a fine anno, non contabilizzando quelli che, a causa dello sfasamento temporale

tra richiesta e rilascio/rinnovo, pur decorrenti da una data anteriore al 31 dicembre, era-

no registrati nel corso dell’anno successivo.

La seconda revisione realizzata dall’Istat è parsa la più realistica perché cercava di

stimare l’ammontare effettivo degli stranieri presenti legalmente nel paese25. Sulla base

di questo approccio sono stati rivisti i dati relativi a tutti gli anni a partire dai dati relati-

vi all’inizio del 1992 (Istat, 1998; 1999; 2000). Negli ultimi due anni anche il Ministero

dell’Interno ha accolto la necessità di diffondere i dati sui permessi al netto di quelli

scaduti, adottando una procedura di contabilizzazione simile a quella seguita dall’Istat.

Le cifre ottenute risultano leggermente inferiori a quelle derivanti dalla seconda revisio-

ne dell’Istat (tab. 3.13) poiché solo in parte sono considerati i permessi rilasciati dopo la

fine dell’anno ma con validità retroattiva (sia rinnovi che nuovi permessi). A questo

punto sembra necessario un (più forte) coordinamento tra i vari enti in modo che si pos-

25 Tale valutazione, basata su una lettura posticipata dell’archivio del Ministero, potrebbe soffrire però di alcuni inconvenienti connessi ad alcune variazioni che intervengono nell’intervallo di tempo tra l’istante di riferimento (fine anno) e quello di rilevazione dei dati (sei o più mesi dopo la fine dell’anno). In parti-colare, i permessi scaduti e/o cancellati durante il periodo in oggetto potrebbero non essere contabilizzati e alcune caratteristiche dei titolari dei permessi aggiornati durante tale intervallo potrebbero risultare dif-ferenti da quelle relative a fine anno. Quest’ultimo aspetto sembra particolarmente rilevante con riguardo al motivo del soggiorno che è in genere soggetto a variazioni più frequenti.

Page 59: Imigranti Italia

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sa pervenire ad un’unica valutazione del fenomeno facendo ricorso all’approccio che è

possibile ritenere più adeguato a cogliere la situazione effettiva. Di fatto va però consta-

tato come per circa un anno e mezzo l’Istat non ha più ricevuto dal Ministero

dell’Interno gli archivi mensili (l’ultimo è riferito ad aprile del 2001) tanto che non è

stato possibile produrre dati sui permessi di soggiorno all’inizio del 2001 corrispondenti

per costruzione a quelli ottenuti per gli anni precedenti.

Tab. 3.13 – Confronto tra i dati sui permessi di soggiorno e sulla popolazione straniera legale pubblicati. Italia, 1° gennaio degli anni dal 1992 al 2000

Anni Permessi di soggiorno Stranieri presenti legalmente compresi i minori (1° genn.) Min. Istat Istat Caritas (d) Strozza (e)

dell’Interno (a) I revisione (b) II revisione (c) 1992 862.977 585.789 648.935 - - 735.000

1993 925.757 501.607 589.457 - - 666.100 1994 987.405 582.065 649.102 - - 733.500 1995 922.706 619.544 677.791 - - 762.800 1996 991.419 - 729.159 - - 819.800 1997 1.095.602 - 986.020 - - 1.117.400 1998 1.240.721 - 1.022.896 - 1.200.000 1.155.300 1999 1.033.235 - 1.090.820 1.245.000 1.250.214 - 2000 1.251.994 - 1.340.655 1.520.000 1.489.873 - 2001 1.388.153 - n.d. n.d. 1.687.000 - 2002 1.362.630 - n.d. n.d. 1.600.000 - Fonti: (a) Mistero dell’Interno (1999; 2000) e Caritas di Roma (vari anni); Istat (1996) e Natale e Strozza (1997); I-stat, 2000; Caritas di Roma (1998; 1999; 2000; 2001; 2002); (e) Natale e Strozza (1997) e Strozza (2000).

Il dato sui permessi di soggiorno in corso di validità fornisce una sottostima della

presenza straniera regolare in quanto non tutti i minori sono contabilizzati. Fino a qual-

che anno fa erano titolari di un proprio permesso di soggiorno quasi esclusivamente

quelli presenti in Italia per motivi di affidamento o adozione. Gli altri erano indicati

come figli o parenti al seguito all’interno dell’autorizzazione di soggiorno concessa ai

familiari/genitori del minore (Istat, 1991). Va notato però che negli ultimi due anni si è

accresciuto l’ammontare di minori titolari di permesso che non sono più soltanto quelli

presenti in Italia per affidamento e adozione ma anche quelli presenti per ricongiungi-

mento familiare, lavoro ecc. Appare opportuno cercare di capire in base a quali criteri

ad alcuni minori viene rilasciato un permesso e ad altri risulta semplicemente

l’indicazione all’interno del documento di un familiare (dovrebbe trattarsi prevalente-

mente di persone in età compresa tra i 14 e i 17 anni compiuti). Tale aspetto è partico-

larmente importante poiché si potrebbe pervenire ad una valutazione dei minori presenti

Page 60: Imigranti Italia

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regolarmente in Italia sommando ai permessi e, in futuro, alle carte di soggiorno rila-

sciate a stranieri minorenni il numero di quelli indicati come al seguito nei permessi dei

congiunti maggiorenni. Ma anche l’informazione sui minori al seguito, che viene acqui-

sita pure su supporto magnetico, può risultare poco attendibile. Pur essendo precise le

disposizioni impartite dal Ministero, non si è certi che vengano indicati i soli figli al se-

guito (potrebbero risultare anche quelli rimasti in patria) e che lo stesso minore non ri-

sulti aggregato a più di un permesso di soggiorno (ad esempio, sia a quello del padre

che a quello della madre). Allo stato attuale sono quindi disponibili soltanto delle stime

della popolazione straniera complessiva (compresi i minori) facendo ricorso a tecniche

di confronto e/o sovrapposizione tra le fonti (cfr. tab. 3.13).

Sempre con riguardo alla dimensione degli stranieri in Italia va inoltre tenuto pre-

sente che una parte dei permessi sono concessi per motivazioni che di fatto non rientra-

no (ad esempio, motivi turistici, religiosi ecc.) nella definizione adottata di migrante.

Alcune delle categorie indicate nella fig. 1.1 sono determinabili in base alle informazio-

ni disponibili. Il paese di nascita, come sottolineato in precedenza, dovrebbe consentire

di distinguere gli immigrati di prima da quelli di seconda generazione26. Tra i primi, la

causa del soggiorno consente di distinguere gli immigrati per lavoro da quelli per motivi

familiari o umanitari. Inoltre, l’informazione sulla data di arrivo in Italia dovrebbe con-

sentire di individuare gli immigrati da poco tempo da quelli presenti nel paese da medio

o da lungo tempo. Va sottolineato però che la data di arrivo indicata nel permesso po-

trebbe essere quella di primo ingresso anche in modo clandestino così come quella di

ultimo arrivo in modo regolare. In sostanza, mentre per gli stranieri entrati in modo re-

golare non dovrebbero esserci problemi, soprattutto se non hanno mai lasciato il paese,

per gli stranieri regolarizzati le informazioni raccolte potrebbero essere eterogenee oltre

che, in alcuni casi, volutamente non veritiere. Tale informazione è di grande importanza

anche perché consente di distinguere gli stranieri per coorti di immigrazione e permette

di determinare l’ammontare di potenziali (o di effettivi) stranieri permanenti (quelli pre-

senti da più di 5 anni potevano richiedere la carta di soggiorno, tale limite è stato sposta-

to con la legge Bossi-Fini a 6 anni).

26 Va notato però che il campo relativo al paese di nascita non ha l’Italia tra le modalità codificate. Su 1.090.000 permessi validi all’inizio del 2000 in quasi 50.000 casi (il 4,5% del totale) non c’è corrispon-denza tra paese di nascita e di cittadinanza. Tra questi, in quasi 23.000 casi non è indicato il paese di na-scita.

Page 61: Imigranti Italia

61

Infine, va lamentata la mancanza nel modello di rilevazione dei permessi di una do-

manda sulla residenza in Italia degli stranieri titolari dell’autorizzazione di soggiorno.

Questo limite rende impossibile distinguere tra regolari stabili e regolari semi-stabili e

confrontare l’ammontare dei primi con le corrispondenti cifre derivanti dalla rilevazione

censuaria e da quella anagrafica.

3.3.2. Gli stranieri iscritti alle anagrafi comunali Infatti, gli stranieri con permesso di soggiorno di durata almeno annuale possono ri-

chiedere l’iscrizione in un’anagrafe comunale. In sostanza, l’acquisizione della residen-

za è vincolata alla possibilità/intenzione, quantomeno formale, di permanenza sul terri-

torio per non meno di 12 mesi. La popolazione straniera residente nel nostro paese viene

contabilizzata attraverso una rilevazione specifica a cui l’Istat ha dato inizio nel 1986.

Tale indagine viene realizzata attraverso la collaborazione degli ufficiali anagrafici co-

munali che devono compilare un modello di rilevazione (mod. ISTAT P.3) contenente

informazioni sull’ammontare degli stranieri iscritti nel comune a fine anno distinti per

sesso e cittadinanza. Fino al 1992 i conteggi relativi a tali residenti non sono stati rigo-

rosi come quelli concernenti il calcolo corrente della popolazione residente comunale

complessiva (italiana e straniera) che si basa sull’aggiornamento, attraverso il bilancio

anagrafico sia naturale che migratorio, dell’ultimo dato censuario. Dal 1993 è stato però

predisposto un nuovo modello di rilevazione che integra quello precedente attraverso

l’introduzione di un prospetto contenente il bilancio anagrafico annuale (nascite, morti,

immigrazioni ed emigrazioni) che permette l’aggiornamento, rispetto alla fine dell’anno

precedente, della popolazione straniera residente distinta per sesso. Dal 1996 tale pro-

spetto è stato ulteriormente articolato distinguendo tra le iscrizioni quelle dall’estero e

quelle da altro comune italiano e tra le cancellazioni quelle per l’estero, per l’interno,

ma anche per irreperibilità e per acquisizione della cittadinanza italiana. La richiesta di

queste ulteriori informazioni, oltre a permettere una verifica dei cambiamenti anagrafici

di residenza degli stranieri (per l’interno e per l’estero) e a rendere disponibili dati sugli

eventi naturali della componente stabile, potrebbe migliorare la qualità del dato di stock,

dovendo essere rispettata da parte dei comuni la corrispondenza tra le cifre registrate a

fine anno e quelle ottenute a calcolo.

Page 62: Imigranti Italia

62

I dati forniti dai comuni possono però risentire sia delle mancate cancellazioni degli

stranieri che lasciano il paese senza darne comunicazione sia, più in generale, della cat-

tiva tenuta dei registri anagrafici.

La differenza di oltre 180 mila unità al 1991 tra gli iscritti in anagrafe (537.000) e i

censiti come residenti (356.000) può dipendere sia dalla sovraenumerazione della prima

fonte a causa delle mancate cancellazioni anagrafiche per l’estero di stranieri non più

residenti in Italia, sia dalla incompleta rilevazione al censimento della componente sta-

bile dell’immigrazione estera.

Con riguardo ai dati più recenti una indicazione imprecisa anche se comunque signi-

ficativa dei problemi di aggiornamento degli archivi anagrafici comunali può derivare

dal confronto tra il dato sugli iscritti e quello sui permessi di soggiorno. Infatti,

l’iscrizione anagrafica degli stranieri maggiorenni è vincolata al possesso di un valido

documento di soggiorno sul territorio.

In 49 delle 103 province italiane il numero di stranieri maggiorenni iscritti in anagra-

fe risulta per almeno uno dei due sessi superiore al numero di maggiorenni titolari di

permesso di soggiorno (tab. 3.14). Si tratta soprattutto delle province del Mezzogiorno,

in particolare di quelle siciliane, in cui risultano maggiori i problemi di tenuta e aggior-

namento delle anagrafi comunali27. Si può ritenere in sostanza che una parte degli stra-

nieri che hanno lasciato i comuni di iscrizione anagrafica per spostarsi verso altre aree

dell’Italia o all’estero continuino a risultare tra i residenti. A livello nazionale la manca-

ta cancellazione degli stranieri che hanno lasciato il paese comporta una sottostima del

flusso di emigrazione (cfr. par. 3.2.6) ed una sovrastima dello stock di residenti, mentre

gli spostamenti interni potrebbero anche non incidere sul valore a livello nazionale se

non hanno dato luogo a iscrizione anagrafica nel comune italiano di nuovo insediamen-

to. Nel caso contrario (iscrizione in altro comune come nuova iscrizione e non come tra-

sferimento interno) si determina una sottostima degli spostamenti interni, una sovrasti-

ma dei flussi dall’estero e una sovrastima dello stock di residenti dovuta ad un doppio

conteggio di una stessa persona.

27 Sono in questa situazione anche sei delle otto nuove province. In questo caso è probabile che l’eccedenza delle iscrizioni anagrafiche sia dovuta al mancato trasferimento dei permessi alla nuova que-stura di riferimento.

Page 63: Imigranti Italia

63

Tab. 3.14 – Confronto per provincia tra il numero degli stranieri maggiorenni iscritti alle anagrafi comunali e quello degli stranieri con permesso di soggiorno. Italia, 1° gennaio 1999

Ripartizioni Numero Num. province con A>PS % province territoriali province per entrambi i

sessi solo per i ma-

schi solo per le femmine

Somma (2)+(3)+(4)

con A>PS (5)/(1)*100

(1) (2) (3) (4) (5) (6) Nord-Ovest 24 6 2 2 10 41,7 Nord-Est 22 1 0 0 1 4,5 Centro 21 4 3 1 8 38,1 Sud 23 12 3 2 17 73,9 Isole 13 9 3 1 13 100,0 Totale 103 32 11 6 49 47,6 Note: A = numero stranieri iscritti alle anagrafi comunali; PS = numero permessi di soggiorno.

La rilevazione censuaria della popolazione residente costituisce un momento impor-

tate anche per verificare la tenuta degli archivi anagrafici, in special modo con riguardo

alla componente straniera, attraverso il confronto censimento-anagrafe.

3.3.3. La rilevazione degli stranieri al censimento demografico

Infatti, il censimento demografico, rilevazione totale della popolazione presente a

qualsiasi titolo sul territorio nazionale, rappresenta uno strumento idoneo alla rilevazio-

ne degli stranieri: la differenziata situazione legale e anagrafica che caratterizza tale col-

lettivo non consente infatti ad alcuna altra rilevazione di coglierne unitamente tutte le

componenti. Come noto, però, la caratteristica di esaustività della rilevazione censuaria

non si traduce nella reale capacità di raggiungere l’intera popolazione presente e le dif-

ficoltà di censimento si concentrano maggiormente proprio nelle fasce di popolazione

più marginali e più soggette a mobilità. Per tale ragione, i risultati del censimento hanno

sempre evidenziato una sensibile sottoenumerazione degli stranieri, nonostante la parti-

colare attenzione rivolta negli ultimi decenni dagli esperti Istat al fenomeno delle mi-

grazioni, i cui cambiamenti hanno condotto ad una profonda revisione del censimento

quale strumento di rilevazione di una fascia di popolazione di crescente importanza.

Il Censimento del 1991

Fino al censimento 1981, la rilevazione della popolazione straniera è avvenuta con le

stesse modalità di quella italiana: venivano raccolte le medesime informazioni per en-

trambe le unità di analisi allora individuate: i residenti ed i temporaneamente presenti.

Page 64: Imigranti Italia

64

In seguito alla condizione di paese di immigrazione configuratasi per l’Italia negli

anni ottanta, l’Istat ha rivolto particolare interesse al censimento quale strumento di ri-

levazione dei cittadini stranieri. Il 1991 è stato dunque anno di sostanziali cambiamenti:

alla tradizionale rilevazione dei cittadini residenti e presenti nel Paese è stata affiancata

una speciale rilevazione dei cittadini stranieri non residenti in Italia. Sono state infatti

ritenute inadeguate le informazioni precedentemente raccolte per la popolazione presen-

te, ai fini della descrizione della cosiddetta componente di stranieri “non radicati” (sti-

mata di notevole consistenza) la cui presenza non si riteneva caratterizzata dalla occa-

sionalità che contraddistingue viceversa la tradizionale unità di analisi.

In sostanza la rilevazione è stata adeguata ad una riclassificazione della popolazione

straniera presente sul territorio, che ha individuato tre componenti, connotate da un di-

verso grado di stabilità e radicamento:

1. Gli stanziali, ossia gli stranieri residenti stabilmente in un comune, per i quali è stato

introdotto un quesito sull’anno di trasferimento della dimora abituale in Italia;

2. I “non radicati”, caratterizzati da una situazione abitativa precaria e da elevata mo-

bilità, per i quali è stato predisposto un apposito modello di rilevazione, improntato

oltre che alla rilevazione delle caratteristiche anagrafiche e della condizione abitati-

va (parte A), alla conoscenza del livello di istruzione, del livello di apprendimento

della lingua italiana, del motivo prevalente della presenza in Italia, dell’eventuale

presenza di parenti nel Paese e della situazione lavorativa nella settimana precedente

la data del Censimento (parte B);

3. I presenti occasionalmente per affari o turismo, identificati con gli ospiti d’albergo

da meno di un mese, tenuti alla compilazione della sola parte A del modello ideato

per i non radicati.

La nuova articolazione del questionario ha introdotto la difficoltà di corretta attribu-

zione degli stranieri alle tre categorie individuate, finalizzata in particolare

all’individuazione degli stranieri aventi realmente dimora abituale in un comune, a pre-

scindere dalla situazione anagrafica. Il riconoscimento di tale situazione di fatto, non te-

stimoniata da elementi di natura giuridico-amministrativa, ha reso in tale contesto molto

discrezionale il lavoro del rilevatore, tenuto a certificare l’eventuale condizione di dimo-

ra abituale in base all’assunzione delle notizie necessarie prima della rilevazione (di non

Page 65: Imigranti Italia

65

sempre facile reperimento) e alla valutazione soggettiva della stabilità dell’assetto abita-

tivo (Zindato, 2000).

Per quanto attiene alla difficoltà di effettuare un conteggio esaustivo, tipica delle ri-

levazioni censuarie, le misure attivate per sensibilizzare e tranquillizzare gli stranieri in

merito alla rilevazione non sembrano essere state efficaci per il superamento delle con-

suete remore ad essere intervistati manifestate in particolare da persone in situazione di

illegalità; inoltre l’azione di controllo nei punti frequentati da persone senza dimora (li-

mitata alla sola sera del giorno del censimento) non è risultata sufficiente al reperimento

degli stranieri sul territorio (Natale et al., 1999), risultato in molti casi impossibile an-

che a causa della elevata mobilità territoriale degli stessi.

Il Censimento del 2001

Nel corso dei dieci anni che separano il Censimento 1991 da quello del 2001, il fe-

nomeno migratorio ha subito una notevole evoluzione sia dal punto di vista quantitativo

che qualitativo; la ormai ventennale storia di immigrazione ha dato luogo in Italia, oltre

che al crescente impatto numerico dei flussi migratori e della presenza straniera, al con-

solidamento del fenomeno: la continuità nei flussi, il ricongiungimento familiare tra i

più frequenti motivi di immigrazione, la notevole presenza di donne tra i nuovi venuti e

le numerose regolarizzazioni ottenute - oltre alle necessità di mano d’opera straniera re-

centemente espresse in alcuni settori dell’economia – conferiscono una connotazione di

non temporaneità alla presenza di molti stranieri, le cui condizioni di vita sono in conti-

nua evoluzione verso un maggior radicamento.

Per tale ragione l’Istat, nella predisposizione del Censimento 2001, i cui limiti nella

capacità di reperimento della presenza straniera irregolare erano già ragionevolmente

previsti, ha posto tra gli obiettivi prioritari la conoscenza approfondita delle caratteristi-

che sociodemografiche della popolazione straniera residente, che costituisce ormai una

parte consistente di quella presente sul territorio. Tale componente è stata rilevata

nell’ambito della sezione del questionario destinata alla popolazione residente, con

l’inserimento di alcuni quesiti rivolti unicamente agli stranieri; in particolare è stato in-

serito il quesito sul motivo della presenza in Italia che al 1991 era rivolto soltanto ai non

radicati.

Page 66: Imigranti Italia

66

Allo scopo di cogliere la crescente componente di immigrati che hanno ottenuto la

cittadinanza italiana è presente un quesito volto all’accertamento di tale eventuale ac-

quisizione, che prevede la specificazione della cittadinanza precedente. I questionario

non consente invece l’identificazione degli immigrati di seconda generazione con citta-

dinanza italiana alla nascita, tale caratteristica rappresenta infatti elemento di assimila-

zione alla popolazione italiana.

In sintesi, la sezione numero 2 (denominata “cittadinanza”) della lista A, che contie-

ne quesiti specifici sugli stranieri, fornisce le seguenti informazioni:

§ possesso della cittadinanza italiana o straniera;

§ Paese di cittadinanza (per i cittadini stranieri)

§ possesso dalla nascita o acquisizione della cittadinanza italiana

§ stato estero di cittadinanza precedente (per i cittadini italiani per acquisizio-

ne)

§ anno di trasferimento e motivo principale del trasferimento in Italia (per i cit-

tadini stranieri e gli apolidi, se nati all’estero).

Altro importante obiettivo è quello di contribuire all’aggiornamento delle anagrafi at-

traverso la verifica della reale presenza nei comuni degli stranieri iscritti in anagrafe e la

rilevazione delle presenze stabili sul territorio per le quali non risulti l’iscrizione anagra-

fica, che è stata incentivata pubblicizzandone i vantaggi.

Per quanto attiene alla componente di popolazione immigrata soggetta a maggior

mobilità e precarietà abitativa, identificata nel precedente censimento con il termine

“non radicati”, questa è stata definita con un diverso criterio che non consente la compa-

rabilità con l’omologa unità di analisi del 1991: è stato introdotto il concetto di popola-

zione “temporaneamente dimorante”, alla quale era stata dedicata un’apposita sezione di

questionario nell’ambito della seconda indagine pilota e che è stata invece identificata

nella rilevazione finale attraverso una domanda filtro rivolta alle persone “non dimoran-

ti abitualmente”.

In sostanza, nella seconda indagine pilota sono state rilevate presso l’alloggio, unità

di rilevazione del censimento, le seguenti unità di analisi elementari (si riporta dalla di-

citura del modello di rilevazione della seconda indagine pilota):

Page 67: Imigranti Italia

67

1. Le persone residenti, ossia le persone dimoranti abitualmente in questo alloggio, i-

scritte in anagrafe (presso questo alloggio) o che hanno i requisiti per iscriversi in

anagrafe.

2. Le persone temporaneamente dimoranti, ossia le persone che attualmente utilizzano

questo alloggio (che è diverso da quello di residenza) come dimora temporanea, tor-

nando periodicamente al proprio alloggio di residenza.

3. Le persone occasionalmente presenti, ossia le persone che, alla data dell’indagine (2

aprile 2000), sono presenti presso questo alloggio per motivi occasionali.

Il questionario, articolato in più parti, era composto da tre liste individuali, A, B, C ,

rispettivamente per la rilevazione delle persone residenti, delle temporaneamente dimo-

ranti e delle occasionalmente presenti; ed in tre sezioni, I, II, III rispettivamente conte-

nenti informazioni sull’abitazione, sui componenti della famiglia residente presso

l’alloggio e sulle persone temporaneamente dimoranti presso l’alloggio.

Nell’ambito di tale struttura, i cittadini stranieri erano stati registrati tra i residenti,

temporaneamente dimoranti o occasionalmente presenti se residenti in Italia e tra i tem-

poraneamente dimoranti o gli occasionalmente presenti se residenti all’estero (Zindato,

2000).

Nella specificazione dei soggetti che dovevano collocarsi nelle diverse liste, per i cit-

tadini stranieri residenti in Italia è stata adottata la stessa casistica utilizzata per quelli

italiani (stessi criteri dunque per la collocazione nella lista A). Al fine di distinguere le

presenze occasionali da quelle con connotazione migratoria, anche recente, da collocarsi

nella lista B, per i cittadini stranieri non residenti in Italia la casistica per la collocazione

in tale lista comprendeva invece, oltre alle possibilità previste per i cittadini italiani (ad

esclusione di quelli residenti all’estero temporaneamente dimoranti presso l’alloggio

considerato), anche i presenti da più di tre mesi, i presenti da meno di tre mesi per moti-

vi non occasionali (diversi da turismo, visite a parenti, etc.), i minori non accompagnati

e i richiedenti asilo. Veniva dunque affiancato il criterio basato sul motivo a quello ba-

sato sulla durata della permanenza per l’identificazione della presenza conseguente ad

un atto migratorio.

Nella rilevazione censuaria di ottobre 2001 è stata effettuata la rilevazione diretta

di due unità di analisi:

Page 68: Imigranti Italia

68

1. Le persone dimoranti abitualmente nell’alloggio (tenute alla compilazione della lista

A);

2. Le persone non dimoranti abitualmente nell’alloggio (tenute alla compilazione della

lista B).

L’accorpamento delle liste relative ai “temporaneamente dimoranti” ed agli “occa-

sionalmente presenti” è stato dovuto alle difficoltà di corretta collocazione che i soggetti

hanno incontrato nella compilazione dell’articolato questionario della seconda indagine

pilota.

Come si accennava, la distinzione tra le due unità di analisi, l’una caratterizzata da

una presenza con connotazione migratoria e l’altra occasionalmente presente, è avvenu-

ta a posteriori, in funzione della risposta ad un quesito filtro collocato nella lista B: indi-

care se nel corso degli ultimi 12 mesi la persona ha vissuto in questo alloggio comples-

sivamente (anche se in maniera non continuativa) fino a 90 giorni; da 91 a 180 giorni;

da 181 a 270 giorni; da 271 a 365 giorni.

I dimoranti nell’alloggio per un intervallo di tempo complessivo inferiore ai tre mesi

sono stati classificati in sede di analisi come occasionalmente presenti. In sede di rileva-

zione è stato previsto che questi terminassero la compilazione, dopo aver fornito le stes-

se informazioni rilevate nel 1991 per l’omologa unità di analisi.

Gli altri soggetti sono stati invece classificati tra i temporaneamente dimoranti, ai

quali è stata destinata la restante parte del questionario, contenente gli stessi quesiti ri-

volti ai “non radicati” nel 1991, ad esclusione di quelli relativi all’istruzione ed alla co-

noscenza della lingua (rivelatisi troppo complessi) ed a quello sulla presenza di parenti

in Italia, con l’aggiunta, invece, di un quesito sul motivo principale dell’utilizzo

dell’alloggio.

Per quanto attiene ai criteri per l’inserimento nelle due liste (A e B), con la finalità di

cogliere in particolare la componente straniera stabile, per la collocazione nella lista A è

stata fatta distinzione tra i cittadini italiani, che vi si sono dovuti inserire quando aventi

dimora stabile presso l’alloggio considerato, e i cittadini stranieri, per i quali è stata ri-

chiesta aggiuntivamente per la collocazione nella lista l’iscrizione in anagrafe o il pos-

sesso dei requisiti per iscriversi in anagrafe.

I criteri per l’inserimento nella lista B non hanno invece previsto distinzioni tra citta-

dini italiani e stranieri.

Page 69: Imigranti Italia

69

Per il potenziamento della rilevazione degli stranieri non solo per quanto attiene ai

contenuti informativi, sono stati utilizzati diversi strumenti di supporto, quali la tradu-

zione del questionario in undici lingue e l’impiego di persone di madre lingua. Erano

state inoltre progettate molte altre misure finalizzate alla qualità e copertura della rileva-

zione degli stranieri, sulla cui realizzazione ed eventuale efficacia non si hanno infor-

mazioni specifiche. Queste erano: la realizzazione di una campagna informativa mirata

a sensibilizzare e tranquillizzare; l’organizzazione di una rete di associazioni (immigra-

ti, volontari, sindacati) coinvolte nella campagna; l’impegno, anche attraverso l’apposita

formazione dei rilevatori, al raggiungimento dei senza tetto; l’intervento presso i luoghi

di incontro degli immigrati; la richiesta agli Uffici Comunali di Censimento di dedicare

particolare attenzione alla rilevazione degli stranieri (Zindato, 2000).

Il dato censuario provvisorio sulla popolazione straniera residente si attesta sulle

985.000 unità. La fonte anagrafica indica che a gennaio 2001 risultano residenti in Italia

circa un milione e mezzo di stranieri. Nonostante siano state previste specifiche opera-

zioni di revisione dell’anagrafe pre-censimento, anche in comuni esemplari per efficien-

za il dato anagrafico è affetto da nota sovrastima, in particolare per gli stranieri, princi-

palmente a causa delle mancate cancellazioni.

Considerando che il dato censuario provvisorio è destinato ad incrementarsi con il

completamento delle operazioni di revisione, a fronte della sopraccitata sovrastima del

dato anagrafico, il censimento sembrerebbe aver raggiunto con un buon livello di preci-

sione la componente straniera residente.

I non residenti, sembrano essere stati raggiunti, come previsto, con difficoltà. Il dato

provvisorio attuale ad essi relativo, 250.000 unità, indica infatti una notevole sottoenu-

merazione.

3.4. Gli altri eventi che incidono sul bilancio della popolazione straniera

3.4.1. Nascite e decessi

A partire dal 1984 l’Istat ha inserito nei modelli di rilevazione degli eventi di stato

civile (nascite, morti e matrimoni) il quesito sulla cittadinanza rendendo possibile la ri-

levazione degli eventi naturali concernenti la popolazione straniera. Le informazioni su

Page 70: Imigranti Italia

70

questi eventi dovrebbero permettere quindi di determinare con esattezza il contributo

delle singole componenti all’evoluzione dell’ammontare degli immigrati in Italia.

L’individuazione degli eventi relativi a cittadini stranieri fino al 1988 è stata effet-

tuata attraverso l’estrazione manuale delle schede riferite rispettivamente ai decessi di

stranieri, ai nati da almeno un genitore straniero e ai matrimoni con almeno uno degli

sposi di cittadinanza estera. Dal 1989 queste rilevazioni avrebbero dovuto entrare a re-

gime con lo spoglio informatizzato delle schede, ma pare che alcuni problemi abbiano

reso necessario anche per tale anno e per quelli successivi il ricorso al materiale carta-

ceo. Per il periodo 1990-91 la registrazione effettuata dagli uffici regionali dell’Istat

sembra aver sottoenumerato in modo rilevante gli eventi relativi a stranieri.

Sembra particolarmente interessante poter distinguere gli eventi di stato civile rela-

tivi a cittadini stranieri in base anche al luogo di residenza che dovrebbe permettere di

scomporre quelli relativi ai residenti in Italia da quelli concernenti la parte restante delle

presenze estere (componente semi-stabile e componente illegale). La disponibilità dei

dati sugli eventi naturali relativi agli stranieri residenti potrebbe consentire di calcolare,

anche se in modo approssimato in quanto il denominatore del rapporto - ammontare de-

gli stranieri residenti - non è un dato certo, l’intensità della fecondità e il livello della

mortalità della componente stanziale dell’immigrazione28. Tali informazioni potrebbero

servire anche per procedere ad un più preciso controllo della congruità dei dati anagrafi-

ci di stato (stranieri residenti a fine anno) e di flusso (iscrizioni e cancellazioni anagrafi-

che), oltre che permettere, sulla base di metodi indiretti di stima, di pervenire a valuta-

zioni della presenza straniera “globale”. Inoltre, per poter individuare gli eventi naturali

(nascita di un figlio e decesso) relativi a stranieri naturalizzati sembra opportuno dispor-

re dell’informazione non solo sulla cittadinanza attuale (nel primo caso quella dei geni-

tori del nato, nel secondo quella del deceduto) ma anche su quella precedente o alla na-

scita.

Va sottolineato però che a seguito dell’introduzione della legge sulla privacy (legge

n. 675 del 31 dicembre 1996) e del riassetto della pubblica amministrazione (legge Bas-

sanini), l’ISTAT ha dovuto approntare un nuovo sistema di rilevazione delle nascite in

28 Ciò non risulta possibile con riferimento al totale delle presenze estere in quanto, com’è ovvio, non è conosciuto il suo ammontare data la presenza di una componente irregolare o clandestina non trascurabile da cui derivano una parte degli eventi demografici. È invece possibile calcolare il quoziente di mortalità infantile risultando disponibile sia il dato sugli stranieri morti nel primo anno di vita (numeratore del rap-porto), sia quello sui nati da cittadini stranieri (denominatore del rapporto).

Page 71: Imigranti Italia

71

sostituzione della tradizionale e consolidata registrazione di stato civile. La nuova rile-

vazione totale fa riferimento ad un universo leggermente differente rispetto a quello col-

to dalla rilevazione precedente, riguardando gli iscritti in anagrafe per nascita. Inoltre, le

informazioni vengono attualmente raccolte seguendo modalità differenti rispetto al pas-

sato: il modello di stato civile (modello ISTAT D.1 e D.2), sul quale venivano registrate

informazioni medico-sanitarie sulla gravidanza e alcune specifiche notizie sui genitori

del nato tratte essenzialmente dal certificato di assistenza al parto, è ora sostituito da un

modello anagrafico (modello ISTAT P.4) contenente un numero assai ridotto di infor-

mazioni29.

Le variazioni intervenute, già di non poca rilevanza per la misura della fecondità

dell’intera popolazione (si pensi semplicemente alla mancanza di continuità temporale

per le variazioni intervenute nell’universo rilevato e soprattutto alla impossibilità di co-

struire misure specifiche per ordine di nascita e per parità), risultano ancora più signifi-

cative con riguardo alla componente straniera. Infatti, accanto alle limitazioni nelle pos-

sibilità conoscitive e di analisi comuni al complesso della popolazione, è possibile evi-

denziare due difficoltà aggiuntive nel caso di tale componente (Casacchia, Sonnino,

Strozza, 2002):

Ø in primo luogo, poiché quella attuale è una rilevazione anagrafica, risulteranno regi-

strate tutte (o quasi) le nascite relative a genitori stranieri residenti in Italia, anche

quelle verificatesi al di fuori del territorio nazionale. Non saranno però considerate

le nascite da genitori solo temporaneamente presenti nel paese: nel periodo 1992-96

tra i nati da almeno un genitore straniero il 21% dei casi riguardava madri non resi-

denti in Italia, tale proporzione raggiungeva il 31% se i genitori erano entrambi stra-

nieri (tab. 3.15). L’informazione sulle nascite non potrà più essere utilizzata, ad e-

sempio, per stimare gli stranieri illegali, visto che per definizione gli stranieri resi-

denti dovrebbero essere tutti in regola con le norme sul soggiorno. Per un verso,

dunque, si ha un recupero delle nascite nei paesi di origine relative a genitori resi-

denti in Italia e, per un altro verso, una lacuna riguardante eventi, non più registrati,

dovuti a stranieri non residenti in Italia: ad una prima valutazione, è ben difficile che

29 Buona parte delle notizie contenute nel precedente modello sono peraltro recuperate attraverso un’indagine di tipo telefonico riguardante circa il 10% delle madri dei nati registrati in anagrafe, colletti-vo che pur rappresentativo dell’universo complessivo delle nascite difficilmente lo sarà per il sottoinsie-me dei nati da uno o entrambi i genitori stranieri.

Page 72: Imigranti Italia

72

il bilancio di una tale operazione sia favorevole ad un allargamento

dell’informazione ma è da attendersi, semmai, il contrario;

Ø in secondo luogo va sottolineato che la sola informazione sulla cittadinanza dei ge-

nitori del nato al momento dell’evento non consente, come si è detto in precedenza,

di selezionare tutte quelle nascite derivanti da almeno un genitore di origine stranie-

ra che ha acquisito la cittadinanza italiana per matrimonio o per naturalizzazione or-

dinaria. L’importanza di tale aspetto appare evidente nel momento in cui si intenda

analizzare la fecondità degli stranieri e dei naturalizzati distintamente per area o pa-

ese di origine. Tale analisi potrebbe assumere un certo rilievo con la stabilizzazione

dell’immigrazione che dovrebbe comportare più di frequente la formazione delle u-

nioni e la nascita di figli nel paese di accoglimento. In prospettiva, anche l’esame

della fecondità delle promozioni di matrimonio all’interno della prima generazione

di immigrati stranieri non sarà possibile senza l’introduzione nel modello di rileva-

zione anagrafica della cittadinanza precedente (o alla nascita) dei genitori del nato30.

Tab. 3.15 – Nati da almeno uno o entrambi i genitori stranieri per residenza della madre. Italia, 1992-1996

Anno Numero nati da % nati da % con madre residente all’estero tra i nati da almeno un genitori entrambi almeno un entrambi genitore straniero stranieri genitore straniero i genitori stranieri 1992 15.865 55,1 22,3 35,7

1993 17.197 58,0 24,8 36,7 1994 20.012 59,0 22,4 33,2 1995 21.612 61,0 20,6 29,3 1996 24.061 61,0 17,5 24,9 1992-96 98.747 59,1 21,2 31,2

Fonte: nostra elaborazione da dati dello Stato civile.

Accanto alle rilevazioni che si basano su modelli individuali bisogna prendere in

considerazione l’apporto informativo derivante dalle indagini svolte attraverso modelli

contabili a livello comunale. Dal 1993 l’Istat ha inserito nella scheda di rilevazione ag-

gregata degli stranieri iscritti nelle anagrafi comunali italiane, l’informazione sui flussi

30 Più in generale, per cercare di valutare il legame tra nuzialità, fecondità e migrazioni all’interno della prima generazio-ne di immigrati potrebbe risultare utile il ricorso al record-linkage tra l’archivio dei permessi di soggiorno e quelli relativi ai matrimoni e alle nascite di stranieri. Distinguendo i nati secondo il possesso o meno del permesso di soggiorno da par-te dei genitori e secondo la celebrazione in Italia o all’estero del matrimonio dei genitori dei nati legittimi, sarebbe possi-bile analizzare la fecondità degli stranieri per luogo di celebrazione del matrimonio (in Italia o all’estero) e per durata di presenza in Italia. Tale procedura appare però particolarmente difficile nel caso degli stranieri e andrebbe valutata atten-tamente la sua effettiva applicabilità (Casacchia, Sonnino, Strozza, 2002).

Page 73: Imigranti Italia

73

naturali e migratori degli stranieri distinti per sesso. Sono quindi disponibili, a partire da

tale anno, i dati sulle nascite da genitori residenti entrambi stranieri31 e i decessi di stra-

nieri residenti nel nostro paese. Per le nascite questa è l’unica informazione disponibile

per gli anni 1997 e 1998, visto che in tale periodo non risultava più attendibile la tradi-

zionale rilevazione di stato civile e ancora non era partita la nuova rilevazione anagrafi-

ca.

Sempre con riguardo ai nati un primo raffronto è possibile per il periodo 1993-1996

tra i dati anagrafici aggregati e quelli individuali di stato civile relativi alle sole nascite

da genitori entrambi stranieri. Controlli più attenti richiedono la disponibilità di questo

dato di stato civile relativamente alla sola componente residente (ad esempio, sulla base

del paese di residenza della madre).

3.4.2. Naturalizzazioni Con la legge 5 febbraio 1992 n. 91 sono state introdotte “Nuove norme sulla cittadi-

nanza”, la cui disciplina risaliva ad una legge del 1912 parzialmente modificata nel cor-

so degli anni Ottanta (leggi 123/83 e 180/86).

Con riguardo ai cittadini stranieri le possibilità di acquisizione della cittadinanza ita-

liana vengono ricondotte dalla legge alle seguenti fattispecie:

1 - matrimonio con cittadino italiano che permette di acquisire la cittadinanza dopo sei

mesi di residenza in Italia oppure dopo tre anni di matrimonio (art. 5);

2 - naturalizzazione ordinaria che può essere concessa dopo un periodo di residenza le-

gale in Italia di quattro anni per i cittadini della CEE (ora dell’UE) e di dieci anni per

gli extracomunitari (art. 9);

3 - iuris communicatio, vale a dire che lo straniero che ha acquisito la cittadinanza può

comunicarla ai propri figli minorenni conviventi (i figli maggiorenni devono invece

ricorrere alla naturalizzazione ordinaria);

4 - beneficio di legge per nascita in Italia che riguarda i nati da cittadini stranieri che i-

ninterrottamente fino alla maggiore età hanno conservato la residenza nel nostro pa-

ese e dichiarino, prima di compiere il diciannovesimo compleanno, di voler diventa-

re italiani (comma 1 dell’art. 4).

31 Infatti, se uno dei due genitori è italiano il nato ha di diritto la cittadinanza italiana e non va considerato nella determinazione del bilancio annuale della popolazione straniera iscritta in anagrafe.

Page 74: Imigranti Italia

74

Proprio quest’ultima modalità di acquisizione della cittadinanza sembra però alquan-

to restrittiva perché non consente di divenire italiani ai nati sul nostro territorio da geni-

tori stranieri il cui paese di origine contempli la trasmissione della cittadinanza al figlio

nato all’estero. Sembra quindi prevalere nel nostro ordinamento lo ius sanguinis rispetto

allo ius solis adottato in diversi paesi di immigrazione.

Il Ministero dell’Interno rileva i dati sulle concessioni della cittadinanza tratti dalle

istanze presentate alle Prefetture competenti sulla base della residenza dei richiedenti o

presentate ai comuni e trasmesse alle Prefetture nel caso in cui i richiedenti sono coniugi

di cittadini italiani. Queste statistiche non contemplano i casi di acquisizione della citta-

dinanza per iuris communicatio e per beneficio di legge per nascita in Italia. L’Istat at-

traverso l’indagine condotta in collaborazione con le anagrafi comunali (modello di ri-

levazione aggregata P.3) contabilizza le acquisizioni della cittadinanza italiana per tutte

e quattro le fattispecie, limitatamente però alla sola popolazione residente (che in vero

dovrebbe essere quella prevalentemente interessata dal fenomeno).

La gran parte delle concessioni della cittadinanza italiana sono conseguenti a matri-

monio con coniuge italiano (circa l’85%), mentre ancora statisticamente poco rilevanti

sono le naturalizzazioni in senso stretto. L’acquisizione della cittadinanza è un evento

che comporta il passaggio dell’immigrato e/o dei suoi discendenti dal collettivo degli

stranieri a quello degli italiani, determinando una variazione dell’ammontare di questi

due gruppi. Pertanto, con il radicarsi della presenza straniera e con lo sviluppo della se-

conda generazione di immigrati (e di quelle successive) si porrà sempre più il problema

dell’adozione del criterio più idoneo per identificare il collettivo oggetto di rilevazione o

indagine.

Appare importante poter pervenire ad una valutazione del numero di stranieri natu-

ralizzati in un dato istante di tempo. Accanto alle diverse possibilità di stima adottate in

alcuni tradizionali paesi di accoglimento sembra opportuno valutare la possibilità di ri-

salire a tale informazione attraverso l’archivio del Ministero dell’Interno.

In ogni modo appare fondamentale l’adozione di un criterio idoneo per identificare e

classificare la popolazione di origine straniera nelle rilevazioni a carattere generale (ad

esempio, censimento demografico e rilevazione anagrafica).

Page 75: Imigranti Italia

75

3.5. Un quadro d’insieme Nel quadro sinottico seguente vengono riportate le principali fonti che consentono di

misurare la consistenza della popolazione straniera, i flussi migratori e i principali even-

ti demografici e giuridici che incidono sulla sua evoluzione, indicando le unità statisti-

che rilevate, le categorie registrate e i modelli di rilevazione utilizzati (tab. 3.16).

Il quadro sinottico proposto mette in evidenza come sia possibile, almeno a livello

teorico, costruire un modello contabile in cui l’ammontare della popolazione straniera

legale (permessi di soggiorno contabilizzati in un dato istante) si alimenti per

l’immigrazione legale (visti di ingresso o nuovi permessi di soggiorno) e per le nascite

da genitori entrambi stranieri (in questo caso non è però disponibile l’informazione sul

possesso del permesso di soggiorno da parte dei genitori) e viene decurtata per emigra-

zione (permessi scaduti e non rinnovati), per morte o per naturalizzazione. In realtà ciò

non è attualmente possibile. Anche con riguardo alla rilevazione aggregata degli stranie-

ri residenti per comune, rilevazione che ha al suo interno proprio il bilancio anagrafico,

permangono problemi legati tra le altre cose alla difficoltà di effettuare controlli in as-

senza di un archivio centralizzato.

Tab. 3.16 - Principali rilevazioni dei flussi e degli stock di popolazione relativi agli stranieri in Italia. Modelli di rilevazione e categorie rilevate

Ente di rilevazione

Unità statistiche rilevate Cate- gorie

Modello di rilevazione

Flussi migra-

• Min. del Lavoro Autorizzazioni al lavoro concesse a extracomunitari ancora all’estero

L AUT1/ST

tori • Min. dell’Interno Nulla osta per ricongiungimento familiare L • ACNUR e M. Int. Riconoscimento status di rifugiato L •Min.Affari Esteri Visti di ingresso distinti per motivo L • Min. dell’Interno Nuovi permessi di soggiorno L 209 • Istat-Anagrafi - Iscrizioni e cancellazioni di stranieri da e per l’estero LS APR/4 e P.3 - Iscrizioni e cancellazioni di stranieri da e per l’interno LS APR/4 e P.3 Stock di • Min. dell’Interno - Permessi di soggiorno e regolarizzazioni L 209 e 210 popola- - Carta di soggiorno L 207 bis zione • Istat-Censimento - Cittadini stranieri residenti LS CP.1 e CP.2 (a) Demografico 1991 - Cittadini stranieri temporaneamente presenti LSS+I CP.3 (b) • Istat-Anagrafe Stranieri iscritti nelle anagrafi comunali LS AP/5 e P.3

Eventi • Istat-Stato Civile - Nascite da almeno un genitore straniero T D.1 e D.2 (b) naturali - Morti di cittadini stranieri T D.4, D.4bis, D.5 e D5bis e giuri- - Matrimoni con almeno uno sposo straniero T D.3 dici • Istat-Anagrafi Nascite e morti relative a stranieri iscritti in anagrafe LS P.3 e P.4 (c) • Min. dell’Interno Naturalizzazioni ordinarie e per matrimonio con italiano/a LS • Istat-Anagrafi Naturalizzazioni di stranieri iscritti in anagrafe LS P.3 Legenda: L = stranieri legali (stabili e semistabili); LS = stranieri legali stabili; LSS = stranieri legali semistabili; I = stranieri illegali; T = Tutte le categorie (stranieri legali e illegali); P = provinciale; C = comunale. Nota: (a) Si fa riferimento al censimento del 1991. (b) Dal 1999 questa rilevazione non è più disponibile. (c) Il modello P.4 riguarda solo i nati. Fonti: nostra integrazione da Golini e Strozza (1998) e Gabrielli, Gallo e Strozza (2000).

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77

CAPITOLO 4

LA RILEVAZIONE DI PARTICOLARI SEGMENTI DI POPOLAZIONE E DI ALCUNI EVENTI SOCIALI ED

ECONOMICI DEGLI STRANIERI IN ITALIA

L’analisi proposta in questo capitolo riguarda lo stato delle principali rilevazioni che

consentono di cogliere alcuni segmenti specifici della popolazione straniera e/o partico-

lari eventi economici e sociali. L’esame viene condotto per tematiche all’interno delle

quali saranno prese in considerazione le diverse indagini disponibili senza far ricorso

alla distinzione tra dati di stato e di flusso adottata nel capitolo precedente. L’analisi

proposta va ulteriormente supportata dalle considerazioni emerse in alcuni incontri con i

responsabili delle diverse rilevazioni (cfr. appendice 3) e dalle tabelle sinottiche

dell’appendice 4.

4.1. Statistiche su formazione e scioglimento delle coppie Come per le nascite e i decessi, anche per i matrimoni fin dal 1984 è stato inserito nel

modello di rilevazione dello stato civile (Istat D.3) il quesito sulla cittadinanza. Più di

recente (dal 1997) agli sposi italiani viene chiesto di specificare se tale cittadinanza è

posseduta dalla nascita o è stata acquisita successivamente. È quindi possibile distingue-

re gli italiani per nascita dai naturalizzati e dagli stranieri. Solo questi ultimi sono inoltre

articolari secondo il paese di cittadinanza attuale.

Il matrimonio è un evento che può essere sperimentato da qualsiasi categoria di stra-

niero. Va detto però che si può presumere che i matrimoni registrati riguardino soprat-

tutto gli stranieri legali, in particolare quelli stabili. Gli immigrati illegali tendono a po-

sticipare tale evento ad una data successiva alla regolarizzazione della loro presenza sul

territorio (o al rientro nel paese di origine) o comunque propendono a costituire unioni

di fatto che non danno luogo ad una registrazione allo stato civile.

Inoltre, poiché la rilevazione riguarda soltanto i matrimoni celebrati in Italia (quelli

della popolazione presente), non vengono colte, ovviamente, tutte le unioni che gli im-

migrati formalizzano al di fuori del nostro territorio nazionale e, in particolare, nel paese

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di origine. Qualche dubbio sul grado di copertura della rilevazione insorge anche per i

matrimoni tra stranieri contratti in Italia mediante il solo rito religioso: non è certo, ad

esempio, se tutte le unioni sancite con rito mussulmano sono registrate dagli uffici di

stato civile. Si può presumere che siano registrati in modo pressoché completo le unioni

in cui uno dei due sposi è italiano, mentre una parte non quantificabile di legami tra par-

tner stranieri della stessa o di diversa cittadinanza di cui almeno uno residente in Italia

viene sancita (consacrata) al di fuori del territorio italiano.

Qualche indicazione, per quanto approssimativa, del grado di copertura della rileva-

zione di stato civile con riguardo soprattutto alle unioni tra stranieri potrà derivare dal

confronto di tali dati con quelli dell’ultimo censimento demografico sul numero di stra-

nieri censiti che hanno contratto matrimonio negli anni immediatamente precedenti

l’indagine totale, tenendo però sotto controllo l’informazione sull’anno di arrivo in Ita-

lia (Casacchia, Sonnino, Strozza, 2002).

Per quanto concerne le separazioni e i divorzi, fino al 1999 non era stato inserito nei

modelli di rilevazione dell’Istat (rispettivamente M.252 e M.253) il carattere paese di

cittadinanza dei coniugi. Il luogo di nascita e quello di residenza pur presenti nel model-

lo consentivano soltanto di individuare le persone nate e/o residenti all’estero, senza al-

cuna specifica per singolo paese o area geografica. Per il 2000 i modelli di rilevazione

sono stati rivisti e notevolmente integrati. Per la prima volta è stata inserita la cittadi-

nanza con un’articolazione per grandi aree geografiche (Unione europea, ex Urss, altri

paesi europei, Africa, Asia, America settentrionale, America centro-meridionale, Ocea-

nia, apolidi), tali aree sono state utilizzate anche per quanto riguarda il luogo di nascita e

quello di residenza.

In prospettiva, bisognerà probabilmente adottare una classificazione più analitica dei

paesi esteri di cittadinanza e di nascita ed inoltre sarà opportuno valutare le possibili so-

luzioni per cercare di analizzare anche gli scioglimenti delle unioni miste che sono di

difficile individuazione visto che a seguito del matrimonio il partner straniero acquisisce

la cittadinanza italiana. Una strada possibile, ma va valutato quanto praticabile anche

alla luce dei problemi connessi alla privacy, è quella di far ricorso al record-linkage tra

le schede di matrimonio e quelle di divorzio utilizzando come chiave di collegamento il

codice fiscale.

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79

4.2. Statistiche sul lavoro

Le fonti statistiche sull’occupazione in Italia non risultano adeguate per la rilevazio-

ne della situazione occupazionale degli immigrati stranieri e non esistono indagini pe-

riodiche apposite che consentano di ottenerne una descrizione complessiva.

Il Censimento della Popolazione costituisce un non trascurabile patrimonio informa-

tivo sull’inserimento lavorativo degli stranieri sia per il dettaglio dell’informazione rile-

vata sia perché si riferisce all’intera popolazione presente sul territorio, individuando

un’ampia porzione di popolazione straniera, compresi gli irregolari e i clandestini. I noti

problemi di copertura di cui soffre la rilevazione risultano però particolarmente accen-

tuati per gli extracomunitari ed in special modo per la componente non regolare, di più

difficile reperibilità. La popolazione straniera risulta inoltre più fortemente sottoenume-

rata (Censimento 1991) nei grandi comuni, e ciò può condurre a notevoli distorsioni

nella rappresentazione della situazione lavorativa degli stranieri a livello nazionale.

Le informazioni relative alla sfera professionale ottenute con la rilevazione censua-

ria, che prevede l’autocompilazione del modello di rilevazione, non sono inoltre da rite-

nersi di sicura attendibilità e vanno dunque considerate con la dovuta cautela.

Il Censimento Intermedio dell’Industria e dei Servizi fornisce dati sull’occupazione

straniera attraverso la rilevazione degli addetti delle unità locali, distinti a seconda della

provenienza da paesi comunitari o meno.

In generale, attraverso le rilevazioni censuarie non è comunque possibile seguire

l’andamento dell’occupazione, per l’estensione dell’intervallo di tempo che separa due

rilevazioni successive (10 o 5 anni) e per il ritardo con cui i dati sono resi disponibili ri-

spetto alla data a cui si riferiscono.

L’indagine trimestrale sulle forze di lavoro dell’Istat fornisce dati aggiornati a ca-

denza trimestrale sull’occupazione della popolazione straniera a partire dal 1992, anno

in cui è stata inserita l’informazione sulla cittadinanza nel modello di rilevazione. Gli

stranieri rilevati risultano comunque di numerosità esigua e variabile da indagine a in-

dagine; non è stata pertanto finora possibile l’elaborazione dei dati distintamente per ita-

liani e stranieri. Tali dati sono stati però diffusi dall’Eurostat nei volumi relativi

all’indagine sulle forze di lavoro.

Le tre rilevazioni considerate colgono anche parte dell’occupazione irregolare, ma

non consentono di distinguerla da quella regolare.

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80

È stato svolto dall’Istat, nell’ambito del Sistan, un complesso lavoro di revisione di

alcune rilevazioni di tipo amministrativo, che attualmente costituiscono le principali

fonti informative sulla situazione e sulla dinamica occupazionale degli immigrati stra-

nieri.

La natura amministrativa di dette rilevazioni consente di cogliere soltanto la compo-

nente regolare dell’occupazione.

La registrazione dei permessi di soggiorno da parte del Ministero dell’Interno (cfr.

par. 3.2.4 e 3.3.1) consente la stima del numero di occupati regolari e di disoccupati in

base alla contabilizzazione dei permessi rilasciati rispettivamente per motivi di lavoro e

per iscrizione alle liste di collocamento. I dati di stock così ottenuti risultano spesso so-

vrastimati a causa delle frequenti mancate cancellazioni dall’archivio di pratiche relative

ad immigrati che hanno lasciato il paese senza darne comunicazione e alle mancate can-

cellazioni, che talvolta si verificano, di permessi scaduti.

La rilevazione trimestrale dei lavoratori extracomunitari iscritti alle liste di collo-

camento del Ministero del lavoro costituisce un’altra fonte per la stima del dato di stock

(unico disponibile) sulla disoccupazione della popolazione immigrata. Quest’ultima,

che per alcuni anni fornisce dati sensibilmente diversi dalla prima, è da ritenersi più af-

fidabile in quanto meno soggetta alla sovrastima: esiste infatti l’obbligo di verifica an-

nuale della condizione di disoccupato che non adempito comporta la cancellazione di

ufficio dalle liste. Come noto, la disoccupazione non è comunque un fenomeno misura-

bile con precisione in questi termini; infatti attraverso la contabilizzazione del numero

degli iscritti alle liste di collocamento non è colta la componente, non trascurabile, di

popolazione disoccupata non iscritta alle liste e viceversa vengono rilevati come disoc-

cupati coloro che mantenendo tale status formale sono impegnati in attività lavorative

irregolari.

La rilevazione degli avviamenti al lavoro realizzata dal Ministero del Lavoro a parti-

re dal 1990 registra a cadenza trimestrale gli avviamenti al lavoro concessi agli extra-

comunitari già presenti nel territorio, nella maggior parte dei casi iscritti alle liste di col-

locamento (a parte la minoranza coinvolta per il cambio di datore di lavoro o di attività);

generalmente la regolarizzazione di un rapporto di lavoro già precedentemente esistente

non dà luogo alla registrazione di un avviamento al lavoro. Nel caso dell’ottenimento di

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81

più avviamenti al lavoro da parte di uno stesso soggetto nel trimestre, questo sarà conta-

bilizzato due volte nella rilevazione.

Non vengono contabilizzate le cessazioni dell’attività lavorativa e gli ingressi nella

disoccupazione per ricerca di una nuova occupazione o del primo impiego. In tal modo,

la conoscenza dei flussi di ingresso regolare nel lavoro non integrata da quella sui flussi

in uscita non consente la giusta interpretazione del dato e fornisce una visione distorta

del fenomeno misurato.

La rilevazione dei libretti di lavoro rilasciati nel corso di un anno effettuata

dall’Ispettorato del Lavoro (Ente competente del rilascio) dovrebbe consentire la stima

del numero di extracomunitari che entrano a far parte ufficialmente della popolazione

attiva, l’ottenimento di tale libretto è infatti indispensabile per poter effettuare

l’iscrizione alle liste di collocamento.

L’Inps gestisce ed elabora le informazioni relative ai versamenti contributivo-

assistenziali effettuati dai datori di lavoro. Tale materiale è organizzato in diversi archi-

vi (circa trenta) a seconda del tipo di attività lavorativa svolta dal soggetto, ossia della

tipologia di contributo versata. I lavoratori stranieri non vengono rilevati a parte ma, a

partire dal 1996, vengono elaborati separatamente i dati relativi agli stranieri che, in ba-

se alle informazioni a disposizione, è possibile identificare come tali. Rientrano in que-

sto sottogruppo i lavoratori domestici, per i quali si dispone dell’informazione sulla na-

zionalità ed i lavoratori titolari di un permesso di soggiorno rilasciato per motivi di la-

voro, i cui dati vengono forniti all’Inps dal Ministero dell’Interno su archivio informa-

tizzato.

Ciascuno degli archivi gestiti o utilizzati dall’Inps consente di individuare con diver-

so livello di approssimazione i lavoratori stranieri, dato che l’informazione relativa al

Paese di provenienza è rilevata o codificata in maniera diversa.

Di seguito si riporta l’elenco dei principali archivi con la specificazione delle variabi-

li disponibili per l’identificazione dei lavoratori stranieri:

Archivio dei lavoratori dipendenti di aziende: a partire da febbraio 1999 il datore di

lavoro è tenuto a consegnare al lavoratore il nuovo modello di certificazione unica

(CUD) relativo alle contribuzioni corrisposte l’anno precedente. Tale certificazione so-

stituisce il modello 01/M, che il datore di lavoro doveva obbligatoriamente compilare

annualmente.

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Prima del 1999 nell’archivio venivano riversate le informazioni contenute nel model-

lo 01/M. Attualmente, nonostante non sia cambiato il contenuto informativo dei modelli

utilizzati, i dati vengono forniti all’Inps dal Ministero delle Finanze in seguito alla di-

chiarazione dei redditi: le informazioni provengono dalla sezione “C” (che riporta gli

stessi dati contenuti nel CUD) del modello 770, compilato dal datore di lavoro per la di-

chiarazione dei redditi.

Nell’attuale modulistica, così come nel modello 01/M è prevista la specificazione del

Paese di nazionalità del dipendente, da indicare con un codice alfanumerico a tre cifre.

In base a quanto riportato dai funzionari Inps, è risultato dall’analisi della variabile che

l’informazione ricavata è affidabile soltanto nel 10% dei casi circa. I datori di lavoro

sembrano infatti incontrare difficoltà ad attenersi al sistema di codifica stabilito.

Anche per questo archivio, il cui potenziale informativo è più ampio di altri, la sola

variabile che possa dare indicazioni sulla provenienza del lavoratore è il paese di nasci-

ta, ricavato dal codice fiscale.

Un ulteriore informazione di sintesi sulla numerosità dei lavoratori dipendenti stra-

nieri si ha in funzione della denuncia nominativa dei dipendenti che il datore è tenuto a

presentare mensilmente, nella quale deve essere specificato il numero di lavoratori e-

xtracomunitari. L’informazione ottenuta aveva un maggior livello di precisione fino al

1999, anno in cui è stato abolito il pagamento da parte del datore di lavoro del contribu-

to aggiuntivo di rimpatrio.

Archivio dei lavoratori domestici i cui dati vengono forniti a cadenza trimestrale, in

corrispondenza del pagamento del bollettino di conto corrente postale che l'Inps invia a

domicilio al datore di lavoro.

Per questa categoria di lavoratori è prevista la dichiarazione della nazionalità da parte

del datore di lavoro al momento dell’iscrizione presso l’Istituto. Tale informazione è

necessaria dato che i lavoratori domestici extracomunitari sono sottoposti ad un diffe-

rente trattamento rispetto a quelli comunitari. Il dato sulla nazionalità viene registrato,

utilizzando un codice alfanumerico di cinque cifre, dal dipendente Inps. Ciò ne assicura

un buon livello di attendibilità.

Archivio dei lavoratori autonomi nel quale confluiscono con cadenza trimestrale i

dati relativi ad artigiani, commercianti, coltivatori diretti, mezzadri e coloni, parasubor-

dinati (liberi professionisti e collaboratori coordinati e continuativi).

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Nel bollettino per il pagamento dei contributi non è contenuta l’informazione sulla

nazionalità del lavoratore, mentre è ricavabile il paese di nascita dal codice fiscale.

Archivio degli operai delle aziende agricole che è aggiornato con dati derivanti dalle

denunce trimestrali dei datori di lavoro. Per la categoria di lavoratori che vi rientrano è

disponibile la sola informazione sul paese di nascita.

L’Archivio ARCA è un archivio con funzione di raccordo tra quelli sopra menzionati

(e gli altri minori), in cui è contenuta l’anagrafica di ciascun lavoratore, identificato con

un codice, che consente il collegamento con i record relativi al singolo soggetto, presen-

ti nei restanti archivi.

Ovviamente per ciascun lavoratore si possono avere più tipologie di contributi nello

stesso anno. In questi casi, allo scopo di elaborare statistiche sul numero di lavoratori

nei vari settori, viene normalmente considerato il record relativo al versamento effettua-

to per il maggior numero di settimane. In caso di ugual numero di settimane di versa-

mento per diverse tipologie, viene scelta la tipologia contributiva più recente. In en-

trambe le situazioni viene attribuito al settore che prevale il numero totale di settimane

lavorate dal soggetto nei diversi ambiti. Questa soluzione non altera l’informazione sul-

la durata dell’attività lavorativa complessiva del lavoratore nell’anno, ma comporta una

sovrastima del numero di settimane lavorate nei settori prevalenti in caso di attività mi-

ste durante l’anno.

Archivio dei permessi di soggiorno rilasciati per lavoro

Come accennato in precedenza, tale archivio viene fornito dal Ministero dell’Interno

all’Inps, consentendo la possibilità di ampliare e dettagliare notevolmente

l’informazione relativa ad alcuni lavoratori stranieri.

Effettuando un record linkage tra i dati contenuti in questo archivio e quelli relativi

alle diverse gestioni è possibile identificare, tra tutti i soggetti presenti negli archivi

Inps, i lavoratori stranieri, o meglio gli stranieri appartenenti alle categorie di lavoratori

per i quali è prevista l’assicurazione con l’Inps. Sono, infatti, esclusi dal linkage i dati

relativi ai permessi di soggiorno rilasciati a lavoratori assicurati presso altri enti (come

ad es. i lavoratori dello spettacolo, etc.), per i quali, ovviamente, l’Inps non dispone di

informazioni. Va inoltre sottolineato che non sono presenti nell’archivio fornito dal Mi-

nistero dell’Interno i dati relativi agli stranieri titolari di permessi di soggiorno rilasciati

per altre motivazioni, tra i quali sono comunque presenti molti lavoratori. Non è dunque

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84

possibile effettuare il linkage per i record presenti negli archivi Inps relativi a tale tipo-

logia di assicurati.

La chiave per il collegamento tra record è stata finora il nominativo dello straniero,

dato che l’informazione relativa al codice fiscale del titolare del permesso di soggiorno

non era, fino a poco tempo fa, fornita su supporto informatico. L’utilizzo del nominati-

vo, non sempre registrato con esattezza, come chiave del raccordo non ha spesso con-

sentito la combinazione dei dati relativi a soggetti effettivamente presenti in entrambi

gli archivi (ARCA e permessi di soggiorno). Per ovviare a questa carenza informativa,

l’Inps, in base ai dati anagrafici contenuti nel permesso di soggiorno, ricostruiva il codi-

ce fiscale del soggetto e lo sottoponeva al Ministero delle Finanze che ne doveva effet-

tuare una validazione. Il confronto poteva poi avvenire in maniera più precisa, attraver-

so il codice fiscale, tra soggetti appartenenti all’archivio dei permessi di soggiorno con

codice fiscale validato e soggetti appartenenti all’archivio Inps. E’ chiaro, comunque,

che tale procedura comportava un ulteriore restringimento del collettivo da poter sotto-

porre a confronto . Il recente inserimento del codice fiscale nell’archivio fornito dal Mi-

nistero dell’Interno all’Inps dovrebbe in futuro consentire l’estensione del linkage ad

una porzione più ampia di lavoratori stranieri, sempre con i limiti sopra accennati.

Per i soggetti per cui è possibile combinare i dati delle due fonti si dispone di

un’informazione molto precisa che consentirebbe l’elaborazione di statistiche dettaglia-

te. Per quanto riguarda, invece, l’insieme dei lavoratori per cui si hanno contributi,

l’Istituto produce statistiche soltanto ad uso interno, sia per il significato approssimativo

che può essere attribuito alla variabile più frequentemente disponibile per

l’identificazione degli stranieri (paese di nascita), sia per l’inaffidabilità (come si dice-

va) della più precisa informazione sulla nazionalità, disponibile in alcuni archivi. Allo

scopo di valorizzare al massimo il patrimonio informativo disponibile, sono stati elabo-

rati presso l’Inps dei programmi di controllo finalizzati alla individuazione dei soggetti

registrati nell’archivio dei lavoratori dipendenti di aziende per i quali poteva stabilirsi

con un certo livello di precisione la nazionalità.

A partire da marzo 2000, da quando i datori di lavoro sono tenuti a comunicare

all’Inail il codice fiscale dei lavoratori assunti o cessati dal servizio contestualmente

all’instaurazione o alla cessazione del rapporto di lavoro, vengono forniti all’Inps i rela-

tivi archivi. La combinazione dei dati contenuti in questi archivi con quelli relativi ai

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permessi di soggiorno, fornisce informazioni anche sui lavoratori stranieri per i quali

ancora non si hanno versamenti (a causa dei tempi tecnici che intercorrono) o non si di-

spone ancora del dato contributivo aggiornato. Anche in mancanza degli specifici dati di

tipo contributivo, l’Inps dispone in questo modo di un’informazione aggiornata su nu-

merosità e caratteristiche di una parte dei soggetti assicurati che sarebbero stati, altri-

menti, ignorati fino all’inserimento del dato contributivo, in alcuni casi disponibile con

consistente ritardo. Ciò è vero in particolare per alcune categorie di lavoratori, quali i

dipendenti di aziende, i cui dati, come abbiamo visto, percorrono un iter complesso

prima di pervenire all’Istituto.

L’Inail gestisce una gamma differenziata di dati che riguardano le aziende e i dipen-

denti di aziende che occupano lavoratori in attività che la legge individua come rischio-

se. Non esistono rilevazioni o gestioni separate per i lavoratori stranieri, che possono, al

più, essere identificati in base al paese di nascita. Di seguito si riportano le principali

fonti informative:

§ Entro il 16 febbraio di ogni anno il datore di lavoro deve fornire all’Inail la di-

chiarazione delle retribuzioni. Le informazioni contenute nell’apposito modello

da compilare non riguardano i singoli dipendenti bensì il complesso delle cosid-

dette “masse salariali”. In base alla conoscenza di queste è possibile effettuare

una stima del numero di lavoratori-anno impiegati nell’azienda, senza poterne

dedurre specifiche caratteristiche. Tale mole di dati risulta dunque infruttuosa al-

lo scopo di tratte informazioni sui lavoratori stranieri. Il problema relativo al ca-

rente contenuto informativo della dichiarazione delle retribuzioni rispetto ai di-

pendenti aveva indotto a trovare soluzioni graduali che proponevano

l’inserimento di alcune notizie sui dipendenti (quali codice fiscale, qualifica pro-

fessionale e assicurativa) nella dichiarazione.

§ A partire dal 1999 i titolari di una posizione assicurativa Inail devono comunica-

re i dati relativi al personale assicurato mediante la compilazione della sezione

“SA” del modello 770 per la dichiarazione dei redditi. Il Ministero delle Finan-

ze, destinatario delle dichiarazioni, provvede poi a fornire all’Inail queste infor-

mazioni. L’identificazione della provenienza del lavoratore avviene in base al

codice fiscale nel quale è codificato il paese di nascita del soggetto.

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§ A decorrere da marzo 2000 tutti i datori di lavoro pubblici e privati sono tenuti a

comunicare all’Inail, contestualmente all’instaurazione del rapporto di lavoro o

alla sua cessazione, i codici fiscali dei lavoratori. La denuncia nominativa degli

assicurati fornisce un’informazione molto tempestiva in termini di flussi. Con la

tempestiva disponibilità delle informazioni sui nuovi assicurati viene aggiornata

la banca dati assicurati di recente realizzazione, la cui unità elementare è costi-

tuita, appunto, dall’assicurato e non dall’azienda. La banca dati contiene anche i

dati di stock provenienti dal modello 770. Anche in questo caso l’individuazione

della popolazione di interesse è possibile soltanto in modo approssimativo attra-

verso l’informazione sul paese di nascita.

§ In caso di infortunio sul lavoro, il lavoratore deve informare subito il datore di

lavoro che, entro due giorni dal ricevimento del certificato medico, deve effet-

tuare la relativa denuncia all’Inail. In caso di malattia professionale, il lavoratore

deve informare il datore di lavoro e consegnare il certificato medico entro 15

giorni, nei successivi cinque giorni il datore di lavoro deve presentare la relativa

denuncia all’Inail. Nella denuncia è specificato il codice fiscale del soggetto, e

questo consente di individuare gli eventi che riguardano i lavoratori nati

all’estero. Le denunce di infortunio o malattia professionale sono oggetto di ri-

levazione dell’Inail dal 1951, mentre elaborazioni separate per gli stranieri (o

meglio per i nati all’estero) sono state effettuate a partire dal 1987. Dette elabo-

razioni sono diffuse in maniera non sistematica, nell’ambito pubblicazioni occa-

sionali.

§ Analogamente a quanto avviene per i casi denunciati, l’Inail gestisce, a partire

dal 1951, l’informazione relativa ai casi di infortunio sul lavoro e di malattia

professionale indennizzati, la cui modulistica di riferimento (certificato medico e

denuncia del datore di lavoro) è la stessa delle denunce. Anche per quanto ri-

guarda i casi indennizzati, dunque, si dispone dell’informazione sul pese di na-

scita del soggetto. In base a tale variabile dal 1987 l’Istituto elabora in maniera

non sistematica statistiche specifiche per i nati all’estero.

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4.3. Statistiche sull’istruzione Il Ministero della Pubblica Istruzione è stato uno dei primi che ha prestato attenzione

al fenomeno della presenza straniera nel sistema Italia. Infatti fin dagli anni ’80 si è po-

sto l’obiettivo della conoscenza della utenza scolastica straniera e di vasta parte dei pro-

blemi connessi. È stata costituita una apposita Commissione (sinteticamente chiamata

Commissione Amatucci dal nome del funzionario che la presiedeva) alla quale hanno

partecipato alcuni ministeriali su delega delle varie direzioni (dalla scuola materna alle

scuole superiori e tecniche) ma anche rappresentanti di organismi scolastici che hanno

avuto modo di riportare le esperienze dirette raccolte sul territorio. Tra le tappe toccate

dal Ministero, anche a seguito dell’attività della Commissione, vanno ricordate:

• emissione della circolare 205 del 26.7.90 con la quale sono date alcune indicazioni

sull’inserimento degli alunni stranieri e sulla conseguente organizzazione scolastica

• predisposizione di una Circolare (C.M. 308 del 15.10.91 relativa all’avvio

dell’indagine sulle attività interculturali e sulla presenza degli alunni stranieri)

• predisposizione di una vasta ricerca censuaria affidata al Centro Studi Emigrazione

di Roma (Analisi dei problemi organizzativi e didattici che la presenza degli alunni

stranieri comporta per il sistema scolastico italiano. Relazione finale, Cser, Roma,

1992)

• Relazione “di propria iniziativa” del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione

sulla educazione interculturale nella scuola, espressa nell’adunanza del 23 aprile

1992

• Repertorio dei testi e dei sistemi multimediali per l’insegnamento agli stranieri

• Organizzazione di un Seminario nazionale di studio ed aggiornamento su “Migra-

zioni e società multiculturale: il ruolo della scuola”, svoltosi a Punta Ala (Grosseto)

il 5-7 dicembre 1991.

La lievitazione della popolazione scolastica straniera ha comportato anche una mag-

giore sensibilità degli organismi scolastici sui temi dell’educazione al multiculturalismo

e all’interculturalismo. Si sono moltiplicate le iniziative, condotte molte volte a livello

locale. Sono stati organizzati corsi di aggiornamento da parte degli I.R.S.S.A.E. regio-

nali rivolti agli insegnanti. Indagini specifiche sono state condotte da alcuni Provvedito-

rati.

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88

Nel corso degli anni ’90 si è verificata una fervente attività di circolari, note infor-

mative, disposizioni, progetti nazionali (ma anche internazionali) sulla didattica, così

come sull’organizzazione scolastica e del corpo degli insegnanti. Nell’ambito di queste

aree spesse volte una attenzione specifica è stata dedicata agli alunni stranieri come nel

progetto che riguarda la salute e l’alimentazione.

In questo panorama di aggiornamento, anche la parte relativa alle rilevazioni statisti-

che ha subito una evoluzione positiva. Agli inizi degli anni ’90 è iniziato il processo di

trasferimento dell’organizzazione statistica dall’Istat al Ministero stesso. In precedenza

ogni rilevazione relativa alla scuola ed alla sua popolazione (studentesca e di personale)

veniva effettuata dall’Istat sulla base di un questionario che ogni singola scuola doveva

compilare e rimandare direttamente all’Istituto Nazionale di Statistica. I questionari a-

dottati erano differenziati per livello scolastico. Specifiche indicazioni venivano raccolte

con apposite sezioni in merito agli studenti stranieri. Tuttavia queste informazioni pec-

cavano di una scarsa omogeneità (cfr. Immigrazione. Dossier Statistico. Caritas di Ro-

ma, ed. Anterem, 1999). Mancavano indicazioni sulla provenienza dei bambini stranieri

nelle scuole materne e della loro distribuzione territoriale. Per le scuole superiori non si

avevano informazioni sui paesi di provenienza; la tempestività nella diffusione delle sta-

tistiche relative agli stranieri era diversa da quella relativa agli studenti italiani.

Dal 1993-94 la “gestione” statistica è passata al Ministero che si è progressivamente

aggiornato ed organizzato. Sono fortemente incrementati i risultati positivi raggiunti un

po’ in tutti i settori, ivi compresi quelli relativi agli stranieri.

Attualmente le informazioni statistiche sono raccolte con un questionario predisposto

dal Ministero, omogeneo per tutti i livelli scolastici. Anche le statistiche sugli alunni

stranieri sono ora omogenee per i vari livelli di scuola.

I dati vengono raccolti e diffusi tramite apposite pubblicazioni edite dallo stesso Mi-

nistero. Successivamente pervengono all’Istat che cura i consueti annuari

sull’istruzione. Deve essere aggiunto e sottolineato, ad onore dello sforzo organizzativo

del Ministero, che dal corrente anno scolastico ogni scuola è collegata informaticamente

con il Ministero e le informazioni dalla fonte arrivano direttamente agli uffici del Mini-

stero, senza passare più attraverso i Provveditorati ( di cui è prevista a breve la scompar-

sa).

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Va rilevato che il processo di informatizzazione risponde ad una necessità operativa

e funzionale delle scuole che non può più seguire gli storici canali verticistici tramite i

Provveditorati agli Studi, peraltro caratterizzati da differenziati livelli di efficienza. I

problemi delle scuole sono numerosissimi e altrettanto consistenti sono gli interventi

che il Ministero deve programmare. E’ necessario perciò una conoscenza dell’ambiente

scolastico puntuale e tempestiva. A solo titolo esemplificativo vale la pena ricordare

l’intervento a favore degli handicappati o quello della sicurezza degli edifici che neces-

sitano di informazioni dettagliate al fine di ripartire secondo le effettive necessità i fondi

destinati allo scopo. Il collegamento informatico diretto con ogni scuola consente di su-

perare nodi di inefficienza o di rallentamento burocratico.

Se queste sono le note positive, non si possono tacere quelle negative che si spera

possano essere solamente transitorie fino a quando l’organizzazione del sistema non

consentirà di evitare gli esistenti colli di bottiglia. Ci riferiamo al fatto che il sistema

statistico messo in atto dal Ministero (nel cui ambito rientra la rilevazione degli stranie-

ri) riveste un carattere derivato e non originale. Infatti ogni statistica resa nota dal Mini-

stero è la conseguenza di impostazioni di atti amministrativi che interessano direttamen-

te la gestione della scuola pubblica. Anche l’informatizzazione delle singole scuole con-

sente un miglior collegamento tra periferia e centro per poter disporre direttamente e

tempestivamente delle informazioni necessarie alla gestione politico-amministrativa

della scuola e alla ripartizione dei costi e dei finanziamenti.

Si tratta di un problema all’apparenza limitato. Che possa essere costruita una stati-

stica in maniera autonoma oppure che la stessa statistica possa essere ricavata da una

funzione amministrativa potrebbe essere del tutto marginale. Interessa il risultato finale

piuttosto sul come a questo si perviene. Il “ma” è rappresentato dal fatto che la funzione

amministrativa non interessa tutto il sistema scolastico ma soltanto quello pubblico che

rientra nelle competenze del Ministero. Vi è tutto il settore della scuola privata che se-

gue una prassi diversa e per il quale la conoscenza statistica soffre ancora di diverse in-

certezze.

Le scuole private hanno una generica “approvazione ministeriale”, ma si nutrono so-

spetti che le informazioni in possesso del Ministero in ordine alle scuole private sono in

una certa parte incomplete o quanto meno non facilmente disponibili. Le scuole materne

ed elementari private hanno una “appartenenza” alla direzione didattica competente per

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90

territorio che deve esercitare “la vigilanza”. Molte informazioni sulle scuole private ri-

mangono alla periferia dell’interno della Direzione Didattica e non pervengono al cen-

tro.

D’altro canto il processo di informatizzazione è esteso alle sole scuole statali mentre

per le private non c’è un obbligo formale. Questo mutila la possibilità di un rapido pas-

saggio di informazioni. Quando statistiche possono essere costruite anche per il settore

privato, queste hanno una tempestività ritardata rispetto alle scuola statale.

Un altro campo in cui ci si deve impegnare per un miglioramento è quello relativo

all’educazione degli adulti stranieri. Si tratta dei corsi di alfabetizzazione (per il conse-

guimento della licenza elementare) o dei corsi “150 ore” (per il conseguimento della li-

cenza media) frequentati da adulti ( e fra questi anche adulti stranieri) durante

un’attività didattica collaterale a quella istituzionale rivolta ad una utenza infantile o

giovanile. Le informazioni a questo riguardo sono assolutamente carenti.

Nelle competenze del Ministero vi è anche l’educazione tecnica e professionale,

mentre la formazione tecnica e professionale rientra nelle attività delegate alle Regioni

secondo il Decreto 616. Informazioni su questa attività, svolta da soggetti diversi da

quelli usuali delle scuole statali, sono disponibili a carattere locale presso le singole Re-

gioni, mentre una statistica nazionale che comprenda i risultati delle iniziative regionali

non viene effettuata né dal Ministero né dall’Istat. Si tenga presente che spesso i corsi di

qualificazione organizzati dalle Regioni sono rivolti anche agli stranieri (tutt’altro che

rari sono i casi di corsi organizzati solamente per gli stranieri).

Che la presenza straniera ed i problemi che questa genera su tutta l’organizzazione

scolastica siano ben presenti all’amministrazione ministeriale è rappresentata dal fatto

che oltre ad una rilevazione corrente, annuale, su aspetti di carattere quantitativo, il Mi-

nistero ha condotto indagini specifiche su diversi aspetti qualitativi volte alla conoscen-

za delle problematiche della utenza straniera. Nel 2001 è stato portato a termine uno

studio, affidato alla LUISS, volto a determinare l’inserimento scolastico dei bambini e

ragazzi stranieri, il grado di competenza linguistica, i risultati scolastici e gli abbandoni,

la formazione del personale insegnante per l’accoglienza degli alunni stranieri e per

l’educazione all’intercultura, l’organizzazione scolastica di fronte agli alunni immigrati.

Sono stati effettuati cinque diversi focus group in diverse parti d’Italia e rivolti a sogget-

ti diversi (insegnanti, genitori, studenti). Queste indagini preliminari sono servite per la

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91

messa a punto di una indagine campionaria che ha interessato un notevole numero di

scuole.

A completamento della rassegna sulle statistiche e sulle modalità del rilevamento dei

dati relativi all’Istruzione pubblica, precisiamo:

a) Ogni scuola dispone di collegamento informatizzato con il Ministero, attraverso una

rete specifica, mediante il quale comunica i dati relativi alla propria popolazione

scolastica. Va detto che le informazioni si riferiscono a tutto il circolo didattico op-

pure a tutta la direzione didattica. Il circolo e la direzione possono comprendere più

edifici scolastici, a volte anche in Comuni diversi. Problema questo di ridotta portata

quando si debba fare una analisi disaggregata a livello provinciale, ma non più ac-

cettabile se l’unità amministrativa territoriale diviene il Comune

b) La rilevazione avviene mediante la compilazione di alcuni modelli sui quali devono

essere riportate le informazioni riferite all’inizio dell’anno scolastico. Ogni modello

deve essere relativo alle scuole appartenenti allo stesso Comune. Se al Circolo Di-

dattico fanno capo scuole appartenenti a Comuni diversi, devono essere riempiti tan-

ti questionari diversi quanti sono i Comuni interessati

c) Per le scuole materne ogni circolo è tenuto a compilare due distinti modelli (MPI/1a

e MPI/1b), il primo riferito alle scuole materne statali, il secondo alle scuole mater-

ne non statali (di Enti locali territoriali, di altri enti pubblici, di enti religiosi, di enti

e persone laiche). La sezione riguardante i bambini stranieri è la stessa. Essa riporta

i dati aggregati e consente per ciascuna nazionalità (stato straniero di cittadinanza)

di conoscere quanti maschi e quante femmine sono risultati iscritti. La rilevazione

riguarda i bambini con cittadinanza non italiana includendo gli apolidi ed i nomadi

non italiani. Sono esclusi i bambini con doppia cittadinanza di cui una italiana

d) Per le scuole elementari i modelli di rilevazione (MPI/2a e MPI/2b) sono pratica-

mente uguali per le scuole statali e per quelle non statali. Le informazioni sulla

componente straniera sono le stesse rilevate per le scuole materne: per ogni Stato

straniero di cittadinanza (Stato per esteso e codice dello Stato) sono riportati il totale

degli alunni stranieri di cui, a parte, le femmine. Va rimarcato che se le informazioni

sugli stranieri sono uniformi (le stesse per tutti gli ordini scolastici), sono tuttavia

molto ridotte ed insufficienti. Ad esempio per l’utenza nazionale sono riportati i dati

per ogni anno delle scuole elementari, secondo l’anno di nascita, secondo il sesso, se

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92

ripetenti o meno, se portatori di handicap, se in pluriclasse. Per gli stranieri, oltre al-

la indicazione delle nazionalità e del sesso, valida per tutti gli alunni stranieri fre-

quentanti la scuola, indipendentemente dall’anno del ciclo scolastico di afferenza, vi

è una sola domanda che ripartisce tutta l’utenza straniera per anno di corso ma senza

distinzione di sorta come per il sesso.

e) Per le scuole medie la situazione è sostanzialmente la stessa già indicata per le scuo-

le elementari. Un apposito quadro, sia per le scuole statali (mod. MPI/3a) sia per

quelle non statali (mod. MPI/3b) riporta gli alunni con cittadinanza non italiana,

raggruppati per Stato estero di cittadinanza e distinti per sesso (totale M e F, sola-

mente F), in maniera del tutto analoga a quanto descritto per le scuole elementari.

Anche in questo caso vi è la distribuzione per anno di corso ma senza l’indicazione

per sesso e senza la possibilità di avere altre informazioni, disponibili invece per

l’utenza italiana (come se si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica,

se usufruiscono del servizio di mensa, se a tempo normale o a tempo prolungato, e

così via). Rispetto alle elementari vi è in più un prospetto che riguarda gli esami. Per

gli alunni con cittadinanza non italiana, distintamente “interni” ed “esterni”, si ripor-

tano le cifre degli scrutinati/esaminati, di quelli promossi/licenziati, di quelli non va-

lutati. Queste notizie sono assolutamente parziali in quanto non distinguono l’anno

di corso ovvero se riferite all’esame finale di licenza, né riportano l’indicazione del

sesso, né la cittadinanza di appartenenza.

f) Anche per le scuole secondarie di II grado (scuole superiori) si fa ricorso a due di-

stinti modelli: per le scuole statali (MPI/4a) e per le scuole non statali (MPI/4b). La

sezione degli alunni con cittadinanza non italiana è del tutto identica a quella degli

altri ordini scolastici: riporta per ciascuna nazionalità il numero complessivo degli

studenti, distinti solamente per sesso. Una voce specifica nel prospetto II, notizie su

classi ed alunni, riporta anche la situazione degli alunni con cittadinanza non italiana

distintamente per anno di corso, questa volta anche con l’indicazione del sesso. Più

carente degli analoghi modelli per le scuole medie è la parte relativa agli esami, sia

intermedi sia di licenza: mancano del tutto informazioni sugli studenti stranieri

g) Per l’università non è stato possibile appurare le procedure di rilevamento. Tuttavia

il sistema statistico sembrerebbe essere abbastanza puntuale in quanto l’Istat pubbli-

ca l’Annnuario sull’istruzione universitaria in cui vengono riportate informazioni sia

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sugli studenti sia sui laureati stranieri, addirittura per sede universitaria e per corso

di studio.

Come si può evincere dalle constatazioni sopra fatte, il rilevamento degli studenti

stranieri è migliorato in tempi recenti. Ora si hanno informazioni omogenee per ogni

ordine scolastico. Si tratta tuttavia di informazioni minimali che non consentono una

conoscenza sufficiente della utenza straniera, del suo inserimento nell’organizzazione

scolastica, del suo rendimento scolastico, delle sue caratteristiche demografiche. Non

può essere dimenticato che nella scuola italiana la componente nazionale e quella immi-

grata hanno comportamenti a forbice: in contrazione la parte indigena in forte espansio-

ne la parte immigrata. Anche se la parte straniera è ancora minoritaria, i problemi che

questa si trascina possono essere ben più rilevanti della esiguità delle cifre. Il Ministero

della Pubblica Istruzione dovrebbe compiere qualche sforzo in più per estendere la co-

noscenza della quota straniera degli alunni, cercando di omogeneizzare la disponibilità

delle informazioni statistiche fra tutti i livelli scolastici, evitando, cioè, che alcuni dati

esistenti per le scuole medie, per esempio, non trovino gli omologhi per le scuole supe-

riori o per le elementari. Inoltre il Ministero dovrebbe progressivamente abbandonare o

allentare il condizionamento amministrativo delle statistiche. Ricordiamo che attual-

mente le statistiche sono derivate dal sistema organizzativo-amministrativo del Ministe-

ro e delle scuole. Le informazioni occorrono per la gestione delle risorse economiche ed

umane e servono sia per la programmazione delle attività e di tali risorse, sia per la ge-

stione corrente. Molte volte per questi aspetti gestionali non occorre fare distinzione fra

gli alunni stranieri e quelli italiani. Ma in tal modo vengono meno quelle informazioni

sugli stranieri che pure servono alla gestione di un segmento così particolare della popo-

lazione scolastica.

4.4. Statistiche sulle condizioni di salute Come in altri settori, le statistiche sulla sanità in Italia prendono lo spunto da attività

amministrative delle strutture sanitarie. Parte di queste informazioni sono utilizzate per

fornire un quadro nosologico delle condizioni di salute di coloro che si rivolgono alle

strutture di cura. Le statistiche sanitarie, infatti, hanno come riferimento le SDO, schede

di dimissione ospedaliera. Tali schede sono raccolte a livello regionale e vengono op-

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94

portunamente sintetizzate secondo uno standard emesso dall’Ufficio Statistica del Mini-

stero della Sanità.

Viene segnalata dal Ministero una limitata uniformità da parte delle Regioni in quan-

to ve ne sono alcune (soprattutto nel centro-nord) più efficienti e meglio organizzate,

mentre altre lasciano a desiderare (soprattutto nel sud). Da parte del Ministero vi sono

poche possibilità di controllo in quanto di fatto non ci sono possibilità di fare verifiche

sul campo per valutare le procedure in atto sulla raccolta delle informazioni. L’Ufficio

Statistica del Ministero si può limitare soltanto a far presente ai settori interessati

l’esistenza di palesi incongruenze ed incoerenze dei dati trasmessi. A titolo esemplifica-

tivo, è stata rilevata una eccessiva segnalazione di apolidi, frutto questo di una limitata

sensibilità sulle funzioni della statistica da parte degli enti ospedalieri che tendono a

fornire le informazioni con una certa leggerezza. Ciò rende urgente ed indispensabile

una azione diretta ad una maggiore maturità e rispetto verso le informazioni statistiche

attraverso idonei corsi di aggiornamento e formazione professionale, un po’ a tutti i li-

velli.

Le statistiche elaborate dal Ministero sono essenzialmente volte alla descrizione delle

attività ospedaliere. Un Primo compendio del servizio sanitario nazionale, riguardante

gli anni 1991-95, è stato pubblicato nel 1996. Comprende indicazioni sugli utenti del

S.S.N. ed il bisogno sanitario (capitolo I), sull’assistenza ospedaliera (capitolo II), sui

servizi extra-ospedalieri (capitolo III), sulla spesa sanitaria (Capitolo IV). Non ci sono

informazioni sulla utenza straniera. Le indicazioni relative agli immigrati sono conglo-

bate nell’unico valore esposto relativo a tutta l’utenza, nazionale o proveniente

dall’estero. Il Compendio non si limita a riportare le cifre, ma accompagna le tabelle

con brevi note di illustrazione.

Una seconda edizione del Compendio del Servizio Sanitario Nazionale ha visto la lu-

ce verso la fine del 1999 e riporta i dati riferiti al 1997. E’ articolata in maniera analoga

a quanto fatto nella precedente edizione. Ancora una volta non c’è alcun riferimento a

malati di origine straniera.

Nel 1999 il Sistema Informativo Sanitario del Ministero della Sanità, Dipartimento

della Programmazione, Ufficio di Statistica, ha pubblicato due sostanziosi volumi con-

tenenti le indicazioni sulle strutture e le attività delle Aziende Sanitarie Locali. Per cia-

scuna Azienda sono riportate le indicazioni sulla popolazione residente, distinta in in-

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95

fantile, adulta, anziana. Nessun riferimento viene riportato sulla popolazione immigrata.

Seguono sezioni dedicate alla caratteristiche organizzative, alla assistenza di base, alle

strutture sanitarie, alla attività di assistenza di base, al personale dipendente. I dati ripor-

tati nei due fascicoli ricordati sono consultabili anche sul sito internet del Ministero:

http://www.sanità.it/usl/.

Sulla base delle SDO, è stata elaborata una pubblicazione, uscita nel luglio 2000, dal

titolo Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero riferito ai dati SDO del

1998. Si tratta di un fascicolo più ampio che non un semplice volume di statistiche. Uno

dei primi capitoli riguarda le misure di completezza e qualità della rilevazione SDO. I

dati sono riportati nelle sezioni seguenti: un capitolo è dedicato ai dati ed indicatori di

attività, ma non vengono mai riportate informazioni sugli stranieri. La pubblicazione è

da segnalarsi per il suo contenuto definitorio e per la documentazione allegata. Ad e-

sempio viene riportato il D.M. 26 luglio 1993, Disciplina del flusso informativo sui di-

messi dagli Istituti di ricovero pubblici e privati, nel quale sono riportate le indicazioni

relative alle SDO. All’art. 3 è riportato l’elenco delle informazioni che devono essere

contenute nelle schede di dimissione ospedaliera; fra queste è riportata anche la cittadi-

nanza (con un codice a tre caratteri, pari a 100 se la cittadinanza è quella italiana, ovve-

ro con il numero dello Stato estero, definito dal Ministero dell’Interno, se la cittadinanza

è estera; non è specificato se si tratta dell’ultima cittadinanza o quella di nascita). Sem-

brerebbe, pertanto, che alla fonte l’indicazione di appartenenza alla popolazione italiana

o a quella immigrata ci sia ma che poi non viene elaborata.

Motivi di bilancio hanno ristretto l’attività di divulgazione delle statistiche mediante

l’eliminazione della edizione cartacea dell’annuario contenente i dati delle SDO che

comunque sono disponibili su sito internet.

Il Ministero della Sanità non pubblica dati sugli stranieri ma, data l’esistenza del ca-

rattere cittadinanza, sarebbe in grado di fare elaborazioni specifiche su richiesta. Tutta-

via molte volte proprio il carattere della cittadinanza non è chiaramente identificabile

tanto che viene semplificata la compilazione della SDO riportando la voce “apolide”

ciò che fa aumentare oltre ogni ragionevole limite l’ammontare dei privi di cittadinan-

za, ma certamente non per motivazioni statistiche.

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96

I dati sulle SDO vengono raccolti ogni quattro mesi ma pubblicati una volta all’anno.

Poiché le SDO sono riunite per data del ricovero, si possono fare elaborazioni per ogni

qualsiasi cadenza temporale.

Il Ministero della Sanità non effettua rilevazioni sulle vaccinazioni, sulle visite am-

bulatoriali, sulle interruzioni della gravidanza.

Gli addetti all’Ufficio Statistica del Ministero hanno lamentato uno scarso coordina-

mento a livello Sistan. Non ci sono scambi con le altre amministrazioni pubbliche men-

tre sarebbe utile stabilire “circoli di qualità statistica”. Più in generale è stata riportata

una scarsa sensibilità a livello locale per l’informazione statistica, in dipendenza anche

della precarietà e non professionalità di molta parte del personale destinato alla compi-

lazione delle SDO.

Si deve segnalare, in tempi recenti, un certo avanzamento nella attività di raccolta ed

elaborazione dei dati statistici attraverso un miglioramento del trattamento delle SDO,

una maggiore standardizzazione, una più specifica attenzione alla componente straniera.

Si è ricavata l’impressione che l’Ufficio di Statistica del Ministero è pronto alla ela-

borazione corrente delle informazioni relative agli stranieri e che finora non si è cimen-

tato al riguardo in quanto non è stato specificamente sollecitato. Il nostro contatto è ser-

vito per sollevare alcuni problemi organizzativi e per attivare l’attenzione su un tema –

quello degli stranieri - finora lasciato nella periferia della curiosità piuttosto che posto

alla evidenza di un problema avente dimensione sociale.

4.5. Statistiche sulla criminalità

La raccolta delle informazioni statistiche nell’ambito del Ministero della Giustizia è

piuttosto articolata.

A nostra conoscenza si tratta dell’unico Ministero che nel suo organigramma dispone

di una vera e propria Direzione Generale Statistiche poiché in generale le altre Ammini-

strazioni dispongono di Sezioni, Dipartimenti o semplicemente Uffici. Tuttavia, come è

stato precisato dai funzionari contattati, l’interesse della Direzione non è quello di rile-

vare dati sulla criminalità quanto registrare informazioni quantitative sulla organizza-

zione e sul carico di lavoro degli Uffici giudiziari, sia nell’area del civile che del penale.

Così viene rilevato il numero dei provvedimenti concernenti ciascuna cancelleria, per

tipologia, data di emissione; essenzialmente si tende a valutare entità e variazione della

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97

forza lavoro dipendente dal Ministero, il lavoro da questa svolto, tipologia degli atti e-

messi dalle cancellerie, e così via.

Le statistiche sulla criminalità, invece, sono elaborate dall’Istat che valuta le infor-

mazioni provenienti dai diversi settori giudiziari fra i quali il Casellario Giudiziale.

Altra importante fonte è costituita dal DAP, Dipartimento della Amministrazione Pe-

nitenziaria.

Vediamo specificamente queste tre attività.

Direzione Generale Statistiche. Con il 1 gennaio 1999 si è attuato il passaggio (per

la materia penale) della titolarità delle rilevazioni sul movimento dei procedimenti pres-

so gli uffici giudiziari, dall’Istat al Ministero della Giustizia. Ciò ha comportato una re-

visione dei modelli statistici utilizzati anche in conseguenza di un ampliamento del

campo di indagine e del miglioramento della qualità del dato. Occorre tenere conto che

negli ultimi anni sono state introdotte nuove importanti normative come la riforma del

giudice unico del 1998, la legge delega per l’attribuzione al giudice di pace di compe-

tenze penali (1999), la depenalizzazione dei reati minori (2000), l’unificazione degli uf-

fici di primo grado penali (2000). Le innovazioni legislative hanno comportato

l’introduzione di nuovi registri generali informatizzati (Re.Ge.) ed il conseguente pro-

gressivo abbandono dei vecchi registri cartacei. Ciò da un lato ha reso più rapide la rac-

colta e le elaborazioni statistiche ma d’altro canto ha provocato un rallentamento nelle

procedure comunicative in quanto non tutti gli uffici giudiziari si trovano ad un livello

accettabile e minimale di organizzazione informatizzata. La prima conseguenza è che

non è stato possibile rispettare la periodicità trimestrale prevista per la rilevazione.

Sul sistema Re.Ge. occorre precisare che la sua introduzione risale ormai a diversi

anni fa quando alcune sedi di cancellerie penali hanno svolto una azione pilota. Lo sco-

po era quello di sostituire il tradizionale registro cartaceo utilizzato negli uffici giudi-

ziari di primo grado giudicanti e requirenti. Tuttavia sono emerse difficoltà dovute alla

mancanza di capacità a compiere operazioni diverse dalla semplice registrazione delle

informazioni. È solo in una fase successiva, quando il sistema si è esteso a tutte le can-

cellerie, che è maturata l’esigenza e la possibilità di estrarre anche informazioni di tipo

statistico. Tuttavia non tutte le informazioni richieste sono estraibili dai Registri Gene-

rali in quanto i registri continuano a mantenere una struttura finalizzata allo svolgimento

di ogni singolo processo. Molte indicazioni continuano tuttora ad essere rilevate me-

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98

diante conteggio manuale da registri cartacei particolari ancora in uso (come quello del-

le intercettazioni telefoniche).

È stata introdotta una nuova versione dei Re.Ge. in tutti gli uffici giudiziari giudican-

ti e requirenti che prevede un collegamento in rete tra la banca dati dell’ufficio di procu-

ra e le due banche dati installate presso il tribunale (ufficio del GIP/GUP e ufficio del

dibattimento). Ciò assicura un aggiornamento automatico dei tre archivi informatici o-

gni qualvolta uno degli uffici interessati interviene sul fascicolo.

Il modello M313PU in dotazione presso le Procure della Repubblica è diviso in nove

sezioni che consentono di acquisire informazioni sui procedimenti e le attività desumi-

bili dai registri delle notizie di reato così come dai registri dei fatti non costituenti noti-

zia di reato, sull’attività del pubblico ministero in materia civile, sull’attività svolta dalla

direzione distrettuale antimafia. Il modello M317GIP/GUP riguarda l’attività

dell’ufficio GIP/GUP distinguendo i provvedimenti definitori dai provvedimenti inter-

locutori. Anche questo modello è stato diviso in sezioni in cui sono separati i procedi-

menti iscritti nel registro in cui si annotano le richieste del PM contro autori identificati

da quelli iscritti nel registro delle richieste contro autori ignoti. I modelli M314C e

M314M tengono conto della distinzione, nei processi penali, tra reati consumati o tenta-

ti di competenza del tribunale in composizione monocratica e reati di competenza del

collegio giudicante. Il mod. M314C viene compilato dai 164 tribunali che utilizzano il

sistema Re.Ge. informatizzato. Il mod. M314M riguarda le sezioni staccate dei tribuna-

li che non dispongono di accesso alla banca dati informatizzata e che, quindi, continua-

no la compilazione manuale dei modelli di rilevazione. (1)

Vastissima parte delle informazioni contenute nel Re.Ge. concernono le varie fasi del

procedimento giudiziario e forniscono indicazione sui carichi di lavoro delle varie se-

zioni degli uffici giudiziari. Il Ministero non è interessato a tenere conto della cittadi-

nanza di chi commette il reato quanto, invece, a seguire lo stato e l’onerosità dei vari

transiti procedurali.

Dati sulla nazionalità di chi commette il fatto delittuoso sono raccolti dall’Istat (mod.

M315, rilevazione della criminalità: imputati per delitto condannati o prosciolti con

provvedimento irrevocabile). Su tale modello, per ciascun procedimento figurano le se-

guenti variabili: data della denuncia; data del delitto; luogo del delitto (Comune, Pro-

vincia o stato estero); sesso; data di nascita; luogo di nascita (Comune, Provincia o stato

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99

estero); cittadinanza (da precisare per esteso quando trattasi di cittadinanza non italia-

na); stato civile; istruzione; professione; settore di attività economica; condizione; pro-

cedimenti penali; notizie relative al processo (provvedimento, delitti considerati nel

provvedimento irrevocabile, pena inflitta, pena sostitutiva, recidiva, sospensione condi-

zionale della pena, dichiarazione di abitualità, misure di sicurezza, custodia cautelare,

durata della custodia cautelare).

Il modello Istat M310 concerne la rilevazione della criminalità: scheda di denuncia o

querela di delitti di autore noto per i quali è stata iniziata l’azione penale, e contiene le

seguenti variabili relative al singolo caso anche se eseguito da più soggetti: indicazioni

di ufficio (ufficio giudiziario, procura presso pretura o tribunale o tribunale per i mino-

renni, corte d’appello, numero del procedimento del Re.Ge.); data del commesso delitto;

luogo del commesso delitto (Comune, Provincia, o stato estero); fonte informativa; reati

(articoli del C.P. o di altre leggi); persone oggetto della denuncia; di cittadinanza italia-

na (maschi, femmine, di cui minori di 18 anni); di cittadinanza straniera (per ciascuna

cittadinanza: maschi, femmine, di cui minori di 18 anni).

Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP). È attivo un archivio in-

formatico che riguarda tutti i “ristretti” (persone che varcano la soglia di un penitenzia-

rio). L’inserimento dei dati avviene a livello di ogni singolo istituto ad opera dei “matri-

colisti” (operatori del carcere addetti all’accettazione). Per le indicazioni anagrafiche ci

si basa sulle dichiarazioni del “ristretto” mentre la sezione giudiziaria è fatta sulla base

della documentazione ufficiale relativa al reato commesso e alla pena comminata. Le

informazioni anagrafiche possono essere inficiate da errori od indeterminazioni essendo

legate alla dichiarazione dell’interessato. Non vengono effettuati controlli sul campo.

Vengono tuttavia effettuate verifiche di coerenza che vengono segnalate all’ufficio e-

mittente; tali coerenze vengono controllate sia al momento dell’entrata sia in una suc-

cessiva fase di elaborazione dei dati. Quando i detenuti escono dal carcere, viene ag-

giunto un record e le informazioni migrano in un archivio storico.

Sono tre i contingenti rilevati: presenti, entrate ed uscite. L’unità statistica è

l’individuo per quanto riguarda i presenti, mentre per le entrate e le uscite si fa riferi-

mento al numero di matricola (numero di identificazione progressivo dell’istituto di pe-

na). Viene registrato “l’evento” (entrata o uscita). Non vi è corrispondenza tra soggetti

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100

ed eventi in quanto uno stesso soggetto potrebbe entrare in carcere più volte durante

l’anno.

Il DAP è in grado di fare elaborazioni, relativamente agli stranieri, secondo le carat-

teristiche rilevate. Così i soggetti possono essere divisi in comunitari ed extra-

comunitari, ad esempio, oppure se appartenenti ai paesi dell’Est o ad aree geografiche

specifiche. Queste elaborazioni appaiono sulle pubblicazioni dell’Amministrazione.

Queste ultime sono inviate a vari organi istituzionali e sono disponibili a richiesta. E’

allo studio la messa a disposizione su interne. Il DAP pubblica:

v un rapporto mensile sulla popolazione penitenziaria (inizio della pubblicazione

dal 1990)

v caratteristiche socio-lavorative, giuridiche, demografiche della popolazione de-

tenuta (semestrale) (inizio della pubblicazione dal 1999)

v rilevazione detenuti lavoranti frequentanti i corsi professionali negli Istituti peni-

tenziari (semestrale) (inizio della pubblicazione dal 1990)

v indagine nazionale sui detenuti tossicodipendenti e affetti da virus HIV (seme-

strale) (inizio della pubblicazione dal 1991)

Dal 1999 le informazioni vengono inviate all’Istat che le inserisce nelle proprie pub-

blicazioni.

Il Rapporto mensile sulla popolazione penitenziaria è diviso in tre parti:

I – capienza istituti e detenuti presenti (riepilogo generale, capienza istituti peniten-

ziari e detenuti presenti, posizioni giuridiche, ospedali psichiatrici giudiziari, situazioni

regionali)

II – movimento detenuti e reati ascritti (ingressi dalla libertà per sesso e nazionalità,

serie storica mensile, reati ascritti alla popolazione detenuta)

III – Detenuti stranieri (per nazionalità, per area geografica, comunitari ed extraco-

munitari, per regione di detenzione sesso e posizione giuridica, per regione di detenzio-

ne ed area geografica, reati ascritti alla popolazione detenuta straniera)

Dalla situazione rilevata al 31 marzo 2002 riportiamo i seguenti dati sintetici riferiti

ai primi tre mesi del 2002

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101

Tab. 4.1 – Detenuti stranieri secondo l’appartenenza all’Unione Europea Comunitari Extra-comunitari Totale Data

donne uomini totale donne uomini totale donne uomini Totale 31.1.01 51 380 431 972 15.395 16.367 1.023 15.775 16.798 28.2.02 55 385 440 952 15.486 16.438 1.007 15.871 16.878 31.3.02 54 375 429 973 15.538 16.511 1.027 15.913 16.940 Fonte: DAP,Ufficio per lo sviluppo e la gestione del Sistema Informativo Automatizzato, Sezione Statistica

Mentre per quanto riguarda i reati la seguente tabella fornisce la situazione al 31

marzo 2002. Si tenga presente che il singolo detenuto può essere implicato in più fatti, il

numero dei reati ascritti è superiore al numero dei soggetti. Infatti, a fronte di 16.940 de-

tenuti stranieri, i reati sono stati 38.207 (tab. 4.2).

Il volume sulle Caratteristiche socio-lavorative, giuridiche e demografiche della

popolazione detenuta viene reso noto ogni semestre e fa riferimento ai dati individuali

dei detenuti. Le variabili prese in considerazione sono di varia natura ma sono state ri-

condotte a tre tipologie principali: caratteristiche di tipo demografico, sociale, giuridico.

Ogni variabile viene rilevata su base regionale; per ogni caratteristica esaminata sono

disponibili quattro tabelle: la prima riporta i valori assoluti per tutti i detenuti in com-

plesso, la seconda i valori assoluti per le sole donne, la terza i valori percentuali calco-

lati per il complesso dei detenuti, la quarta i valori percentuali per le sole donne. Va sot-

tolineato che le tabelle sono riferite a tutta la popolazione detenuta, senza distinzione tra

nazionali e stranieri. Solamente all’interno di due tabelle finali (tab.15, popolazione de-

tenuta per regione di detenzione e regione di nascita; tab.16, popolazione detenuta per

regione di detenzione e regione di residenza) vi è un riferimento agli stranieri essendo

prevista una voce “stato estero”. Pur essendo una pubblicazione significativa per la de-

scrizione della popolazione detenuta, non è, viceversa, utilizzabile per la descrizione

della componente estera in quanto questa è “nascosta” all’interno di tutto il collettivo

statistico esaminato.

Page 102: Imigranti Italia

102

Tab. 4.2 – Reati ascritti alla popolazione detenuta straniera Donne Uomini Totale Tipologia dei reati N. % N. % N. %

Associazione di stampo mafioso 53 2,46 489 1,36 542 1,42 Droga 1.020 47,35 16.704 46,33 17.724 46,39 Armi 31 1,44 1.090 3,02 1.121 2,93 Ordine pubblico 12 0,56 423 1,17 435 1,14 Contro il patrimonio 513 23,82 8.107 22,49 8.620 22,56 Prostituzione 206 9,56 1.606 4,45 1.812 4,74 Contro la Pubblica Amministrazione 23 1,07 1.487 4,12 1.510 3,95 Incolumità pubblica (strage, incendio, ecc.) 4 0,19 98 0,27 102 0,27 Fede pubblica (monete false, ecc.) 62 2,88 1.342 3,72 1.404 3,67 Moralità pubblica (atti osceni, istig.prost.) 1 0,05 32 0,09 33 0,09 Contro la famiglia 7 0,32 72 0,20 79 0,21 Contro la persona (omicidio, lesioni, ecc.) 153 7,10 3.479 9,65 3.632 9,51 Contro la personalità dello Stato (vilipen.) 0 0 22 0,06 22 0,06 Contro l’Amministrazione della Giustizia 20 0,93 201 0,56 221 0,58 Economia pubblica 5 0,23 9 0,02 14 0,04 Libro terzo della contravv. (ubriach., ecc.) 11 0,51 222 0,62 233 0,61 Legge stranieri 30 1,39 494 1,37 524 1,37 Contro sentim.relig. e pietà dei defunti 1 0,05 26 0,07 27 0,07 Fallimento bancarotta 0 0 10 0,03 10 0,03 Reati finanziari 1 0,05 62 0,17 63 0,16 Emissione assegni a vuoto 0 0 1 .. 1 .. Altri reati 1 0,05 77 0,21 78 0,20 Totale 2.154 100,00 36.053 100,00 38.207 100,00 Fonte: DAP,Ufficio per lo sviluppo e la gestione del Sistema Informativo Automatizzato, Sezione Statistica

La pubblicazione Rilevazione semestrale detenuti lavoranti e frequentanti i corsi

professionali negli istituti penitenziari è frutto di elaborazioni parziali a livello di isti-

tuti di pena. Ha l’obiettivo di monitorare la situazione relativa al lavoro svolto in ambito

penitenziario ed ai corsi professionali tenuti appositamente per i detenuti. Lavoro e for-

mazione professionale rientrano nel percorso riabilitativo e di reinserimento sociale del

detenuto. Il lavoro non si configura come una attività forzata, bensì come una attività

remunerata e regolata dalle stesse norme della società civile. Il rapporto con la società

esterna è fortemente auspicato dallo stesso legislatore quando ha statuito “…possono

essere istituite lavorazioni organizzate e gestite direttamente da imprese pubbliche o

private e possono essere istituiti corsi di formazione professionale organizzati e svolti

da aziende pubbliche, o anche da aziende private. Il lavoro penitenziario non ha caratte-

re afflittivo ed è remunerato. L’organizzazione ed i metodi del lavoro penitenziario de-

vono riflettere quelli del lavoro nella società libera al fine di far acquisire ai soggetti una

preparazione professionale adeguata alle normali condizioni lavorative per agevolarne il

reinserimento sociale”.

Dall’ultima edizione del fascicolo, che si riferisce al 31 dicembre 2001, si ricava che

nell’ultimo lustro la percentuale dei detenuti che hanno una occupazione in carcere si

Page 103: Imigranti Italia

103

aggira attorno al 25%. Tale valore è leggermente più basso (23%) per i detenuti stranie-

ri, ciò che conferma l’esistenza di sostanziali parità di opportunità lavorative per gli

stranieri in carcere. La percentuale degli stranieri lavoranti rispetto al totale dei detenuti

che lavorano è pari al 28%, valore questo perfettamente paragonabile con lo share dei

detenuti stranieri sul complesso dei detenuti in carcere (29%). Anche la percentuale de-

gli stranieri frequentanti i corsi professionali è sullo stesso livello (27%) così come la

percentuale degli stranieri che portano a termine i corsi professionali (28%). I corsi più

seguiti sono quelli di informatica, cucina e ristorazione, elettricità ed elettronica, giardi-

naggio, arte e cultura.

Il fascicolo è diviso in tre sezioni ed una appendice. Nella prima parte sono riportate

le serie storiche e i grafici, nella seconda i riepiloghi nazionali, nella terza gli elenchi

per istituto, nell’appendice la classificazione dei corsi professionali.

Nella prima sezione sono riportate le indicazioni riferite a tutta la popolazione carce-

raria. Tuttavia una tabella (tab.5, graf. 8 e 9) riporta i dati sugli stranieri partecipanti ai

corsi professionali e quelli sui detenuti stranieri promossi.

La seconda sezione riporta i dati regionali sul lavoro svolto dai detenuti nei vari set-

tori. Nel riepilogo della scheda A (lavoranti alle dipendenze dell’Amministrazione pe-

nitenziaria) e della scheda B (lavoranti non alle dipendenze dell’Amministrazione Peni-

tenziaria) sono riportati gli stranieri, distinti per regione, che prestano attività lavorativa

tuttavia senza la specificazione del settore di impiego. Nella scheda D sono riportati i

detenuti iscritti ai corsi professionali attivati nel semestre, distintamente per il totale dei

detenuti e per quelli stranieri, per ogni regione. La scheda E riporta i detenuti iscritti e

promossi ai corsi professionali terminati nel semestre, con le stesse ripartizioni.

Nella terza sezione sono riportati i dati, classificati come nella seconda sezione, ma

con una disaggregazione territoriale più dettagliata: secondo ogni istituto. Naturalmente

sono disponibili le informazioni sulla utenza straniera.

Con carattere semestrale il DAP pubblica anche l’Indagine nazionale sui detenuti:

tossicodipendenti ed affetti dal virus dell’HIV. La rilevazione ha per oggetto i dete-

nuti tossicodipendenti, alcooldipendenti ed affetti da HIV. Dall’indagine sono esclusi

gli istituti per minorenni e le case mandamentali. L’indagine si articola in tre fasi:

v compilazione delle schede di rilevamento da parte degli uffici matricola, del per-

sonale sanitario operante negli istituti e nei Centri di Servizio Sociale

Page 104: Imigranti Italia

104

v raccolta dei dati da parte dei Provveditorati regionali, primo controllo di validità,

riepilogo e trasmissione al DAP

v verifica finale dei dati, elaborazione e produzione di statistiche da parte della

Sezione di Statistica del DAP.

Per quello che riguarda le definizioni adottate, la diagnosi di tossicodipendenza dei

soggetti detenuti nelle strutture penitenziarie è affidata al medico d’istituto. La diagnosi

accerta la dipendenza fisica e psicologica da sostanze stupefacenti o psicotrope (crisi di

astinenza, sintomi fisici o psichici di intossicazione, segni di assunzione abituale, ri-

scontro documentale di trattamenti socio-sanitari precedenti) e sintetizzata dal responso

clinico del medico. La diagnosi di alcooldipendenza viene effettuata dal medico

d’istituto. E’ considerato alcooldipendente il soggetto che non può fare a meno di dosi

giornaliere quantitativamente variabili da un minimo ad un massimo di sostanze alcoo-

liche e che può andare incontro a fenomeni acuti o cronici, tipo ebbrezza patologica o

cronica intossicazione.

Il fenomeno della tossicodipendenza in ambito penitenziario presenta un andamento

decrescente, qualora riferito al numero dei detenuti complessivi. Infatti il numero asso-

luto è andato aumentando nel tempo, ma i tossicodipendenti non sono cresciuti alla stes-

sa velocità tanto che la percentuale della loro incidenza si è progressivamente contratta

negli ultimi anni (dopo il 1994) scendendo a valori che non hanno superato il 30%.

Questa contrazione potrebbe aver subito l’influenza di due fattori: da un lato la diminu-

zione dei detenuti che si sottopone volontariamente al test per l’accertamento del virus

HIV, dall’altro la scarcerazione dei malati gravi, affetti da AIDS conclamata o sieropo-

sitivi con deficit immunitario grave.

La percentuale dei detenuti stranieri tossicodipendenti, ristretti per l’art.73 del T.U.

309/90 (produzione, traffico e vendita di sostanze stupefacenti), rispetto al totale degli

stranieri tossicodipendenti è del 59,1%. L’analoga percentuale riferita a tutto il com-

plesso dei detenuti è di 10 punti più bassa (49%). In altre parole fra i detenuti stranieri

tossicodipendenti è più consistente la quota di coloro che sono anche spacciatori.

Dal CED del Dipartimento è stata messa a punto una scheda di rilevamento informa-

tizzata fin dal 1993 in modo che i dati vengono trasmessi in tempo reale dagli istituti di-

rettamente al centro. La scheda è stata elaborata con i medici che operano negli istituti

penitenziari e consente di conoscere il tipo di sostanza assunta, l’eventuale sottoposi-

Page 105: Imigranti Italia

105

zione del soggetto ad un trattamento disintossicante in istituto, il tipo di intervento me-

dico sul soggetto, gli screening effettuati, e così via. Queste informazioni possono esse-

re collegate con la scheda matricolare ciò che consente di fare valutazioni sulle caratte-

ristiche demografiche, sulle posizioni giuridiche, sul grado di istruzione, sui reati asso-

ciati ai detenuti. Motivi di ordine tecnico non consentono di avere le informazioni con

sufficiente tempestività (per il ritardo tra l’accertamento della tossicodipendenza e

l’inserimento dei dati). Tuttavia sulla base delle informazioni registrate, che costituisco-

no un ampio campione della popolazione dei tossicodipendenti, è possibile desumere

varie caratteristiche. Ad esempio, la fascia di età più colpita sembra essere quella com-

presa tra 21 e 39 anni che racchiude il 77% dei casi. Gli assuntori di droghe sono più

fortemente indirizzati verso le droghe pesanti (eroina e cocaina) nell’82% dei casi cam-

pionati.

La tabella 4 del rapporto si riferisce ai detenuti stranieri di cui si rileva il motivo del-

la restrizione, per tossicodipendenti e non tossicodipendenti, per ciascuno degli anni dal

1992 al 2001, in relazione ai reati di cui all’art.73 del T.U. 309/90 (spaccio) o per altri

reati.

La parte relativa alle caratteristiche demografiche e sociali dei detenuti tossicodipen-

denti, relativa ad un campione di oltre 5000 casi, non fa distinzione fra italiani e stranie-

ri.

Nella sezione “riepiloghi nazionali” sono riportate 7 schede con i dati riferiti alle sin-

gole regioni italiane, alla situazione rilevata al 31 dicembre 2001. Mentre le prime quat-

tro schede riportano le informazioni (di carattere clinico-medico e giuridico) per tutta la

popolazione dei tossicodipendenti, la scheda n.5 si riferisce esplicitamente ai detenuti

stranieri affetti da HIV. La tabella relativa riporta i dati, per ciascuna regione e distinta-

mente per uomini e donne, relativi ai detenuti stranieri presenti (16.442) di cui tossico-

dipendenti 3.879. La stessa distribuzione per regione e sesso riguarda gli stranieri affetti

da HIV (asintomatici, sintomatici, affetti da malattie indicative di AIDS). I dati sono

stati rilevati a seguito di screening volontario.

Le stesse 7 schede sono riprese nella sezione “riepiloghi regionali” dove sono ripor-

tate le informazioni relative ai singoli istituti, regione per regione.

Sistema informativo del Casellario giudiziale. Il servizio del Casellario Giudiziale

assolve, prevalentemente, una funzione certificativa in materia penale, civile ed ammi-

Page 106: Imigranti Italia

106

nistrativa, in favore degli organi aventi giurisdizione penale, delle pubbliche ammini-

strazioni e degli enti incaricati di pubblici servizi e, più in generale, di tutte le persone

interessate. Il Casellario Giudiziale Centrale, presso il Ministero di Giustizia ha ricono-

sciuto uno specifico potere di controllo sul tempestivo inserimento delle iscrizioni nel

sistema e di vigilanza sui casellari locali. Il Casellario è destinatario di tutte le informa-

zioni che riguardano l’esecuzione delle pene principali, sia detentive che pecuniarie,

nonché quelle accessorie.

Il Sistema Informativo del Casellario Giudiziale, della Direzione Generale degli Af-

fari Penali, del Ministero di Grazia e Giustizia, pubblica un Annuario nel quale vengo-

no riportati attività e dati.

Con Decreto del 30 novembre 1988, Approvazione del modello 1 MEC per la reda-

zione automatizzata della scheda per il casellario giudiziale, è stato introdotto un nuovo

modello di rilevazione che comprende i dati anagrafici del soggetto. Manca

l’indicazione della cittadinanza mentre quella del luogo di nascita è lasciata aperta (va

esplicitata la denominazione della località).

La procedura denominata RCS ha lo scopo di produrre il registro dei certificati di

sportello e di fornire informazioni sui certificati emessi per finalità statistiche. La pro-

cedura RELSEM (relazioni semestrali) è finalizzata a rilevare le attività inerenti il servi-

zio del Casellario Giudiziale.

La conservazione e la gestione di tutti i dati relativi alle sentenze ed ai provvedimenti

emessi in materia penale deve apparire, nelle intenzioni del legislatore, come condizio-

ne per fornire i dati di sintesi a supporto di studi e ricerche condotte con supporti stati-

stici. A seguito della introduzione dell’informatica nel servizio del Casellario, si è ri-

scontrato anche un sempre maggior utilizzo degli archivi per l’acquisizione di informa-

zioni utili per indirizzare le scelte legislative e gli orientamenti di politica giudiziaria. I

dati statistici sulla attività del Casellario Giudiziale non forniscono, tuttavia, indicazioni

disaggregate per nazionalità degli esecutori dei reati registrati essendo principalmente

rivolti alla attività di certificazione e documentazione.

Criminalità minorile

La competenza delle notizie sui delitti commessi dai minorenni rientra nell’apposita

direzione del Ministero di Giustizia. Le statistiche a riguardo vengono fornite dalle Pro-

Page 107: Imigranti Italia

107

cure per i minorenni mediante la scheda IstatM141N, minorenni denunciati nei confron-

ti dei quali è iniziata azione penale o il procedimento è stato archiviato. Tale scheda ha

carattere individuale e si riferisce ad ogni richiesta del P.M., di archiviazione o di azione

penale. Oltre che riferimenti amministrativi (numero del procedimento, data iscrizione

nel registro), sono riportate notizie sulla data e luogo del delitto, sul numero di delitti

commessi e sulla loro tipologia, sulla fonte informativa. L’anagrafico del minorenne ri-

porta il sesso, la data di nascita, il luogo di nascita (Comune o stato estero), la residenza

(Comune o stato estero), la cittadinanza. Chiude il formulario l’indicazione dello status

del minore, delle misure cautelari, dei precedenti penali, della correità.

Page 108: Imigranti Italia

108

Page 109: Imigranti Italia

109

CAPITOLO 5

ALCUNI RISULTATI DI SINTESI DELL’INDAGINE

CONOSCITIVA PRESSO GLI ENTI PUBBLICI NAZIONALI 5.1. Considerazioni introduttive

Tra maggio e settembre del 2002 il gruppo di lavoro ha svolto per la Commissione

per la Garanzia dell’Informazione Statistica un’indagine conoscitiva presso gli enti pub-

blici sulle “Principali caratteristiche delle rilevazioni statistiche o amministrative che ri-

guardano anche la popolazione straniera o di origine straniera” (il questionario adottato

è riportato nell’allegato 4).

Sono pervenuti in totale 42 questionari compilati relativi a 40 distinte rilevazioni. In-

fatti, le informazioni sulla rilevazione delle schede di dimissione ospedaliera (SDO) so-

no state fornite sia del Ministero della Salute, che è responsabile della rilevazione, sia

dall’Istat che ne cura l’analisi e la diffusione; le informazioni sulla popolazione detenuta

sono state fornite sia dal Dipartimento Amministrazione Penitenziaria (DAP) del Mini-

stero della Giustizia sia dal CED-Interforze del Ministero dell’Interno che acquisisce ta-

li dati dal DAP. Inoltre, sono pervenuti due moduli distinti relativi alle denunce: l’uno

del Ministero della Giustizia e l’altro del Ministero dell’Interno. Sono stati considerati

entrambi poiché nel primo caso il riferimento è alle denunce (e alle persone denunciate)

per le quali si è dato inizio all’azione penale (si tratta quindi di un sottoinsieme delle

denunce fatte), mentre nel secondo si fa riferimento ai denunciati-indagati, cioè alla se-

gnalazione di atti di polizia giudiziaria negli schedari del CED-Interforze. Infine, sono

state escluse dalle analisi seguenti due ulteriori rilevazioni svolte dal Ministero

dell’Interno che non riguardano direttamente gli stranieri ma le iniziative a loro favore:

censimento delle strutture per extracomunitari; problematiche ed iniziative relative

all’immigrazione extracomunitaria in Italia32.

32 Questa ultima rilevazione cerca di cogliere la situazione a fine anno con riguardo alle strutture di acco-glienza presenti sul territorio, alle attività e alle iniziative volte alla soluzione di problemi specifici (misu-re a favore dei meno abbienti, interventi per favorire l’occupazione, organizzazione di corsi di lingua, ac-cesso ai servizi sanitari), all’integrazione scolastica dei minori (modifiche di programmi scolastici, misure per favorire l’apprendimento della lingua italiana, iniziative volte a favorire la partecipazione dei minori alla vita della comunità scolastica), alla condizioni abitative (tipologia, disponibilità e idoneità degli al-

Page 110: Imigranti Italia

110

Pertanto, nella breve analisi di sintesi che viene proposta saranno considerate com-

plessivamente 38 distinte rilevazioni. Mancano all’appello alcune indagini totali per le

quali non sono state fornite o non sono ancora pervenute le informazioni richieste. Si fa

riferimento in particolare ad alcune rilevazioni concernenti specifiche categorie di im-

migrati: le autorizzazioni al lavoro di cittadini extracomunitari ancora all’estero; i ri-

chiedenti asilo e gli stranieri esaminati dalla Commissione Centrale per il Riconosci-

mento dello Status di Rifugiato; i trasferimenti in Italia di richiedenti asilo da altri paesi

dell’Ue ai sensi della convenzione di Dublino.

Le informazioni raccolte attraverso l’indagine sono state già utilizzate, insieme alle

notizie acquisite nel corso di vari contatti con i responsabili delle rilevazioni dei vari en-

ti nonché nell’ambito di una specifica audizione richiesta all’Istat dalla Commissione

per la Garanzia dell’Informazione Statistica, nell’analisi dettagliata delle singole rileva-

zioni sviluppata in precedenza. Adesso sembra opportuno trarre alcune considerazioni

d’insieme sulla base dei dati specifici dell’indagine conoscitiva.

Prima di tutto va sottolineato che certe informazioni fornite nel questionario da alcu-

ni dei responsabili delle rilevazioni non trovano riscontro in altre notizie già disponibi-

li33. In particolare, spesso non appare attendibile l’indicazione della data di inizio della

rilevazione. I dati sui permessi di soggiorno sono disponibili fin dalla fine degli anni

sessanta (Natale e Strozza, 1997), non è quindi possibile che tale archivio risalga solo

all’inizio degli anni ottanta se non alla metà di tale decennio (cfr. tab. 5A.1). Va detto

però che dal 1980 vengono contabilizzati anche i permessi di durata 1-3 mesi che prima

non venivano considerati (Natale e Strozza, 1997). Stesso discorso vale per la rilevazio-

ne degli studenti stranieri che non è possibile abbia avuto inizio solo nel 1995 (cfr. tab.

5A.1), visto che risulta disponibile una serie storica che risale almeno all’inizio degli

anni ottanta (Natale, 1983; Todisco, 1990; Cammelli, 1991; Maffioletti e Todisco,

1992). Forse la data indicata fa riferimento al passaggio della rilevazione dall’Istat al

Ministero della Pubblica Istruzione (adesso MIUR) e non all’effettiva introduzione nei loggi, condizione igienico sanitarie degli immobili, ecc.) e all’accesso agli alloggi sociali e a quelli di edi-lizia residenziale pubblica. Attraverso questa rilevazione vengono raccolti anche alcuni dati sui minori extracomunitari iscritti a scuola e sugli immigrati iscritti al collocamento desunti però dalle specifiche fonti di rilevazione (rispettivamente Provveditorati agli studi e uffici provinciali del lavoro). 33 Sarebbe stato opportuno ricontattare i responsabili delle diverse rilevazioni che hanno risposto ai que-stionari per cercare di chiarire, in uno spirito di collaborazione, i dubbi emersi da alcune notizie fornite. Per ragioni di tempo ciò non è stato finora possibile ma è auspicabile che a breve si provveda a consolida-re questi contatti anche nell’ipotesi di un monitoraggio periodico dello stato delle rilevazioni disponibili o potenzialmente tali.

Page 111: Imigranti Italia

111

modelli di rilevazione dell’informazione sul numero di studenti di cittadinanza straniera.

Anche altre informazioni sembrano meritevoli di ulteriori approfondimenti. Si è però

deciso di riportare in questo capitolo le notizie così come sono state fornite, anche se in

alcuni casi sarà ulteriormente evidenziato il problema della loro attendibilità. Questa si-

tuazione potrebbe rappresentare infatti un segnale, da non trascurare, della presenza in

alcuni enti di responsabili di specifiche rilevazioni che non hanno una conoscenza piena

dei dati che si trovano a gestire.

5.2. Alcune caratteristiche delle rilevazioni esaminate

Nella tab. 5.1 vengono riportate per le 38 rilevazioni considerate alcune informazio-

ni tratte dai questionari. Oltre all’indicazione dell’ente centrale responsabile della rile-

vazione, vengono riportati il tipo di indagine (individuale o aggregata), il collettivo di

riferimento (italiani e stranieri oppure solo stranieri) e alcune informazioni quantitative

sia sulla presenza dei caratteri identificativi degli stranieri o della popolazione di origine

straniera e di altre caratteristiche irrinunciabili, sia sulla possibilità di cogliere ed indivi-

duare particolari categorie di immigrati stranieri.

Appare evidente come la quantità di informazioni risulti assai contenuta, in alcuni

casi quasi nulla, per le indagini totali che si basano su modelli aggregati di rilevazione

(tab. 5.1). Al riguardo è bene fare almeno due esempi esplicativi della situazione.

I dati sulla popolazione straniera residente derivano, come detto in precedenza, da un

modello di rilevazione aggregato (Istat P.3) che consente di avere il dato di stock sugli

stranieri iscritti nelle anagrafi comunali italiane distinto per sesso e cittadinanza. Tali in-

formazioni sono tratte dai registri anagrafici comunali nei quali le notizie disponibili,

alcune non troppo attendibili (ad esempio, il titolo di studio e la condizione professiona-

le), sono sicuramente più numerose di quelle che è possibile acquisire con il modello

aggregato. Pertanto, mentre a livello comunale sono disponibili dati individuali, nella

gran parte dei casi riportati su supporto informatico (i comuni che hanno un’anagrafe

informatizzata sono circa il 90%, anche se adottano differenti sistemi di gestione dati),

con una serie di caratteristiche per ciascun iscritto in anagrafe, a livello nazionale le

possibilità conoscitive sono, allo stato attuale, assai più contenute.

Page 112: Imigranti Italia

112

Tab. 5.1 – Principali caratteristiche e capacità informative sugli stranieri o le persone di origine straniera in alcune rilevazioni totali. Risultati dell’indagine conoscitiva presso gli enti pubblici.

Denominazione rilevazione Ente di Tipo di Universo Numero di (a)

rilevazione [diffusione

dati]

di rileva-zione

di riferi-mento

caratteri identifica-

zione (b)

rilevazione [diffusione

dati] Popolazione straniera residente ISTAT AGGR S 1 1 0 XIV Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni ISTAT IND T 3 5 5 Permessi di soggiorno MINT IND S 4 7 9 Visti di ingresso in Italia MAE IND S 1 6 4 Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche per spostamenti migratori ISTAT IND T 2 4 0 Stranieri espulsi con intimazione MINT AGGR S 1 0 0 Stranieri respinti alla frontiera MINT AGGR S 1 0 0 Stranieri respinti dai questori MINT AGGR S 1 0 0 Stranieri espulsi con accompagnamento alla frontiera MINT AGGR S 1 0 0 Stranieri espulsi su provvedimento dell'Autorità Giudiziaria MINT AGGR S 1 0 0 Stranieri riammessi nei paesi di provenienza MINT AGGR S 1 0 0 Indagine sulle cause di morte ISTAT IND T 3 5 1 Matrimoni ISTAT IND T 1 4 0 Iscritti in Anagrafe per nascita ISTAT IND T 3 2 0 Acquisto della cittadinanza italiana MINT IND S 2 4 0 Iscrizioni al collocamento di cittadini extracomunitari MLAV AGGR T 1 2 3 Avviamenti al lavoro a favore di cittadini extracomunitari MLAV AGGR T 1 3 3 Rilascio di libretti di lavoro a cittadini extracomunitari MLAV AGGR S 1 2 0 Archivio integrato degli stranieri registrati all'INPS INPS IND S 2 8 5 Infortunio sul lavoro e malattia professionale indennizzati INAIL IND T 1 4 0 Infortunio sul lavoro e malattie professionali denunciate INAIL IND T 1 4 0 Denuncia Nominativa degli Assicurati (DNA) INAIL IND T 1 2 0 Rilevazione delle scuole secondarie di 2° grado non statali MIUR AGGR T 1 1 0 Rilevazioni integrativa delle scuole elementari statali MIUR AGGR T 1 1 0 Rilevazione delle scuole elementari non statali MIUR AGGR T 1 1 0 Rilevazione integrativa delle scuole secondarie di 1° grado statali MIUR AGGR T 1 1 0 Rilevazione integrativa delle scuole materne statali MIUR AGGR T 1 1 0 Rilevazione delle scuole materne non statali MIUR AGGR T 1 1 0 Rilevazione delle scuole secondarie di 1° grado non statali MIUR AGGR T 1 1 0 Rilevazione integrativa delle scuole secondarie di 2° grado statali MIUR AGGR T 1 1 0 Dimessi dagli istituti di ricovero pubblici e privati MSAL IND n.i. 2 5 0 Interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) ISTAT IND T 2 4 2 Dimesse dagli istituti di cura per aborto spontaneo ISTAT IND T 2 4 2 Denunciati – indagati MINT IND S 3 5 13 Arrestati MINT IND S 3 6 13

Statistica degli imputati condannati CASGIUD [ISTAT] IND T 1 2 0

Denunce e persone denunciate MGIUS [ISTAT] IND T 1 3 0

Popolazione detenuta DAP IND T 2 3 13 Note: (a) Sono esclusi dal conteggio quei caratteri e quelle categorie che corrispondono perfettamente all’universo rilevato (ad e-sempio, la categoria degli studenti per le rilevazioni degli studenti per ordine e grado). (b) Sono considerati sei caratteri di identifi-cazione della popolazione straniera o di origine straniera (cfr. nell’allegato 6 la domanda 20 del questionario): cittadinanza attuale; cittadinanza precedente; cittadinanza alla nascita; cittadinanza dei genitori; paese di nascita; paese di nascita dei genitori. (c) Sono considerati nove caratteri (cfr. nell’allegato 6 le domande 10.1 e 11 del questionario): sesso; età (data di nascita); stato civile; data (o anno) di primo arrivo in Italia; data (o anno) di ultimo arrivo in Italia; possesso o meno del permesso di soggiorno; iscrizione o me-no in anagrafe; comune di iscrizione anagrafica; iscrizione al collocamento. (d) Le tredici categorie indicate sono (cfr. nell’allegato 6 la domanda 21 del questionario): richiedenti asilo; rifugiati; lavoratori stagionali; lavoratori stranieri; personale altamente qualifi-cato; turisti; studenti stranieri; stranieri senza permesso di soggiorno (illegali); stranieri con permesso di soggiorno di durata inferio-re ad un anno; stranieri con permesso di soggiorno di durata uguale o superiore ad un anno; stranieri con carta di soggiorno; diplo-matici e personale consolare; membri delle forze armate straniere. Legenda: CASGIUD = Casellario Giudiziario Centrale; DAP = Dipartimento Amministrazione Penitenziaria; INAIL = Istituto Na-zionale dell’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro; INPS = Istituto Nazionale della Previdenza Sociale; MAE = Ministero degli affari esteri; MGIUS = Ministero della Giustizia; MINT = Ministero dell’Interno; MIUR = Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca; MLAV = Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; MSAL = Ministero della Salute. IND = Rilevazione individuale; AGGR = Rilevazione aggregata. T = Popolazione totale (nazionali e stranieri); S = Popolazione straniera. Fonte: indagine conoscitiva svolta presso gli enti pubblici.

Page 113: Imigranti Italia

113

Questa situazione è ben differente rispetto a quella di diversi paesi europei che di-

spongono di registri della popolazione completamente informatizzati e centralizzati. Va

ricordato però che tali paesi hanno quasi sempre una dimensione demografica sensibil-

mente più contenuta di quella italiana.

Il secondo esempio riguarda i dati del Ministero dell’istruzione, dell’università e del-

la ricerca (MIUR) sugli studenti stranieri nelle scuole pubbliche e private distinte per

ordine e grado. In questo caso il modello di rilevazione disponibile riguarda sia gli ita-

liani che gli stranieri ed è aggregato a livello di singolo complesso scolastico. A livello

centrale sono raccolte informazioni sugli allievi stranieri distinti per sesso e cittadinanza

dagli archivi delle scuole che contengono in realtà una mole di notizie assai più ampia.

Allo stato attuale, se diamo fiducia ai risultati dell’indagine, risulta che sono soprat-

tutto alcune fonti amministrative, che dispongono a livello centralizzato di informazioni

individuali, a cogliere un numero più ampio di caratteristiche di base e di categorie di

immigrati stranieri (tab. 5.1). Si tratta di rilevazioni del Ministero dell’Interno sui per-

messi di soggiorno, sui denunciati-indagati e sugli arrestati, del Dipartimento Ammini-

strazione Penitenziaria (DAP) sulla popolazione carceraria e dell’INPS sugli stranieri

con almeno una settimana di contributi in un anno presenti nell’archivio integrato con i

dati sui permessi di soggiorno.

Va però sottolineato che il Ministero dell’Interno non ha mai pubblicato per alcuna

delle tre rilevazioni dati concernenti la gran parte delle caratteristiche che vengono indi-

cate come disponibili nei rispettivi archivi34. Lo stesso discorso vale anche per la rileva-

zione del DAP sulla popolazione carceraria straniera. A questa indisponibilità effettiva

dei dati si associa un possibile problema della loro attendibilità con riguardo ad alcune

caratteristiche o categorie di stranieri.

Particolare è invece la situazione dell’archivio integrato dell’INPS. In questo caso la

ricchezza informativa deriva dal record-linkage tra l’insieme degli archivi dell’istituito

(archivio ARCA) e quello dei permessi di soggiorno. Si tratta del più significativo e-

sempio di collegamento tra dati individuali di fonti differenti. Senza tale operazione ri-

sulterebbe difficile estrarre i record relativi agli stranieri da alcuni archivi dell’INPS in

cui non è presente o risulta poco attendibile l’informazione sulla cittadinanza. Diversi 34 Inoltre, i dati sui permessi, come detto ampiamente in precedenza, risultano abbastanza problematici poiché va individuato un criterio ottimale per determinare la popolazione straniera legale, cioè in regola con le norme sul soggiorno.

Page 114: Imigranti Italia

114

sono ancora i problemi insoluti, ma questa sembra una strada che bisogna continuare a

percorrere.

Per finire, qualche parola va spesa per la rilevazione totale della popolazione. Il XIV

censimento demografico consente di determinare in modo abbastanza attento la popola-

zione straniera e quella di origine straniera (come detto in precedenza, attraverso la cit-

tadinanza attuale, quella precedente35 e il paese di nascita) e, nello stesso tempo, dato il

suo carattere di universalità, dovrebbe cogliere tutte le diverse categorie di immigrati

stranieri, anche se non tutte possono essere identificate. Inoltre, non trascurabile è il

problema del livello di copertura che per alcune categorie potrebbe risultare più rilevan-

te. Rimane però particolarmente ampio l’apporto conoscitivo soprattutto con riguardo

alla popolazione straniera con dimora abituale in Italia.

5.3. Caratteri e categorie rilevate: una lettura di sintesi

Per cercare di fare il punto della situazione, vengono adesso riportate alcune infor-

mazioni quantitative di sintesi sulla presenza dei principali caratteri di identificazione

della popolazione di origine straniera, sulla registrazione di altri caratteri considerati ir-

rinunciabili (o di base) e sulle categorie di immigrati rilevate.

Per quanto concerne i criteri di identificazione della popolazione straniera o di origi-

ne straniera la cittadinanza attuale appare il carattere più frequente, soprattutto dopo la

sua introduzione negli ultimi anni in diverse rilevazioni (fig. 5.1). Va sottolineato inoltre

che per le indagini sulla popolazione scolastica la cittadinanza alla nascita è stata indica-

ta dai compilatori del questionario come la variabile rilevata (cfr. tab. 5A.3). In vero, ta-

le informazione non appare attendibile visto che nel modello di rilevazione viene richie-

sto il numero di allievi distinti per “Stato straniero di cittadinanza”. Inoltre, in un'altra

parte del questionario viene risposto positivamente alla presenza del carattere cittadi-

nanza attuale (cfr. fig. 5.2 e tab. 5A.4).

Anche alla luce di queste considerazioni appare evidente come, oltre alla cittadinanza

attuale, il paese di nascita rimanga l’altro carattere presente in numerose rilevazioni.

Anzi va notato come in due indagini (quelle sugli imputati-condannati e sulle denunce e

persone denunciate) si sia passati negli ultimi anni, in base alle indicazioni fornite, dalla

35 Solo per le persone che hanno acquisito la cittadinanza italiana.

Page 115: Imigranti Italia

115

registrazione della cittadinanza a quella del paese di nascita. Tale situazione rappresenta

ovviamente un regresso di non trascurabile rilevanza.

Fig. 5.1 – Numero di rilevazioni che registrano alcuni caratteri necessari per identificare la popolazione straniera o di origine straniera(a). Risultati dell’indagine conoscitiva presso gli

enti pubblici nazionali.

Nota: (a) Sono escluse dal numero di rilevazioni che registrano la cittadinanza attuale quelle degli imputati condannati e delle de-nunce e persone denunciate, indagini che non colgono più tale carattere, anche se lo hanno fatto in passato (rispettivamente fino al 1995 e al 1998).

Tra i caratteri essenziali quello più frequentemente presente nelle rilevazioni ed ela-

borato a fini statistici è il sesso (in 32 rilevazioni su 38) seguito dall’età, assai meno fre-

quente risulta invece lo stato civile (fig. 5.2). La data di primo o ultimo arrivo in Italia

viene colta solo in alcune rilevazioni, mentre il comune di iscrizione anagrafica o la

semplice indicazione dell’iscrizione in un’anagrafe comunale appare indicata con mag-

giore frequenza (fig. 5.2). Queste ultime due informazioni, se attendibili, dovrebbero

consentire di individuare situazioni ed eventi relativi ad uno specifico sottoinsieme della

popolazione straniera, permettendo la costruzione di rapporti di derivazione.

0

5

10

15

20

25

Cittadinanzaattuale

Paese dinascita

Cittadinanzaalla nascita

Cittadinanzaprecedente

Cittadinanzadei genitori

Paese dinascita dei

genitori

N. r

ilev

azio

ni

n.i

1996 e oltre

fino al 1995

Page 116: Imigranti Italia

116

Fig. 5.2 – Numero di rilevazioni in cui sono presenti alcuni caratteri ritenuti essenziali(a), distinte a seconda dell’utilizzo del carattere: solo rilevato (presente), anche acquisito su

supporto informatico (acquisito) o elaborato per produrre e diffondere tabelle statistiche (elaborato). Risultati dell’indagine conoscitiva presso gli enti pubblici nazionali.

Nota: (a) Sono considerate anche quelle rilevazioni che colgono specifiche categorie (ad esempio, la rilevazione dei permessi di soggiorno si riferisce ovviamente ai soli stranieri che sono in possesso di un permesso). Il numero di rilevazioni che colgono la cit-tadinanza attuale risulta nettamente superiore a quanto indicato nella tabella precedente poiché tale informazione è stata indicata come elaborata anche in tutte le rilevazioni sulle scuole del MIUR e nelle rilevazioni sulle denunce e le persone denunciate.

Più complessa e di non facile analisi appare l’indicazione emersa dal quesito sulle ca-

tegorie di immigrati stranieri colte nelle diverse rilevazioni e sulla possibilità di distin-

guerle. Non pochi dubbi emergono dalle risposte fornite e inoltre le categorie indicate

sono, in alcuni casi, quelle oggetto di specifiche rilevazioni. Nella fig. 5.3 le categorie

colte in indagini specifiche sono evidenziate e quindi possono essere eventualmente e-

scluse dal conteggio. La gran parte dei gruppi indicati risulta colta in alcuni archivi in-

dividuali del Ministero dell’Interno (permessi di soggiorno, arrestati, denunciati-

indagati) e da quello del DAP sulla popolazione detenuta (tabb. 5A.6 e 5A.7). Va evi-

0

5

10

15

20

25

30

35

Cittadinanzaattuale

Sesso Età (data dinascita)

Stato civile Comuneiscriz.

Anagrafica

Iscrizionein anagrafe

Data primoarrivo Italia

Possessoperm.sogg.

Data ultimoarrivo Italia

Iscrizionecollocam.

N. r

ilev

azio

ni

presente acquisito elaborato

Page 117: Imigranti Italia

117

denziato come i dati sui permessi sono ovviamente relativi alla sola popolazione stranie-

ra presente legalmente e le categorie individuate in base al motivo del soggiorno non è

detto che corrispondano sempre alla reale situazione degli stranieri. Questo ultimo a-

spetto riguarda anche le altre rilevazioni appena citate. La fonte che potrebbe cogliere in

modo più attento le diverse categorie di immigrati è, tra quelle considerate, il censimen-

to della popolazione.

Fig. 5.3 – Numero di rilevazioni che colgono alcune specifiche categorie di stranieri(a). Risultati dell’indagine conoscitiva presso gli enti pubblici nazionali.

Nota: (a) Per identificabile si intende una categoria che è distinguibile dalle altre categorie rilevate. (b) Per rilevata si intende una categoria che viene compresa nella rilevazione ma non è distinguibile dalle altre categorie registrate. (c) Sono colte in modo esclusi-vo quelle categorie che costituiscono l’unico oggetto di una rilevazione specifica (ad esempio gli studenti sono la categoria che vie-ne colta in modo esclusivo nelle otto indagini specifiche del MIUR).

Tale rilevazione dovrebbe contabilizzare, almeno in parte, la componente illegale

della presenza straniera anche se non è possibile distinguerla da quella dei legali instabi-

li. Tale componente viene invece colta in modo distinto dalle altre categorie in alcune

indagini totali di tipo amministrativo (arrestati e popolazione detenuta). Ci sono inoltre

alcune rilevazioni di tipo aggregato del Ministero dell’Interno che riguardano proprio

0

2

4

6

8

10

12

14

16

Lavoratori Studenti PdS < 1anno

PdS 1+anni

Carta disoggiorno

Personalead altaqualif.

Lavorat.stagion.

Turisti Diploma- tici

PersonaleForze

Armate

Senzaperm.sogg.

(illegali)

Richied.asilo

Rifugiati

N. r

ilev

azio

ni

identificabile(a) rilevata(b) colta in maniera esclusiva(c)

Page 118: Imigranti Italia

118

tale componente (le diverse categorie di stranieri espulsi o respinti). Complessivamente

sembrerebbe che questa componente risulti registrata solo in pochissime indagini totali,

anche se questa affermazione dovrebbe riguardare soprattutto la sua individuazione.

Per quanto concerne le altre categorie di stranieri va notato come quelle più frequen-

temente colte e identificabili riguardano i lavoratori e gli studenti. Nelle indagini, per la

verità non troppe, in cui vengono rilevate non è detto che la loro individuazione sia pre-

cisa, soprattutto nel caso di rilevazioni di tipo amministrativo.

A chiusura di questo sintetico esame delle principali indicazioni emerse dall’indagine

conoscitiva presso gli enti pubblici sembra non banale sottolineare come dai contatti

avuti con i responsabili di varie rilevazioni sia emerso un interesse crescente verso la

valorizzazione delle informazioni raccolte dalle amministrazioni e una forte attenzione

verso l’acquisizione e l’analisi dei dati relativi alla popolazione straniera. È questo ter-

reno favorevole per promuovere un effettivo coordinamento tra le varie amministrazioni

dello Stato allo scopo di migliorare, omogeneizzare e implementare le conoscenze su

diversi aspetti riguardanti la componente straniera o di origine straniera della popola-

zione. Tale operazione potrebbe essere svolta con l’obiettivo di produrre annualmente

statistiche il più possibile standardizzate raccolte attraverso la collaborazione tra tutti gli

enti che a vario titolo sono coinvolti nell’acquisizione, controllo ed elaborazione dei dati

relativi all’immigrazione e alla popolazione straniera. L’obiettivo di pubblicare periodi-

camente un volume che racchiuda al suo interno le informazioni dei vari enti potrebbe

essere un’occasione importante di confronto tra i responsabili delle rilevazioni e di sti-

molo a migliorare e adeguare - quantomeno ad uno standard minimo concordato - il ma-

teriale statistico disponibile.

Page 119: Imigranti Italia

119

Tab. 5A.1 – Caratteristiche generali delle rilevazioni concernenti gli stranieri indicate nell’indagine conoscitiva svolta presso gli enti pubblici nazionali (domande 1, 2, 3, 3.1, 4.1, 4.2, 4.3, 9.1 del questionario)

Denominazione rilevazione ENTE

RILEVAZIONE Unità statistica rilevata DETTAGLIO Anno

[diffusione dati] territoriale inizio ril. estens. Str. disp. dati

Popolazione residente ISTAT Comune comune 1993 1993 1993

XIV Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni ISTAT Persone dimoranti abitualmente in famiglia o in convivenza e persone non dimoranti a-bitualmente in famiglia o convivenza comune 1861 1861 1971

Permessi di soggiorno MINT Permesso di soggiorno provincia 1985 1985 1980

Visti di ingresso in Italia MAE Direzione generale per gli italiani all'estero e le politiche migratori - Uff. VI altro 1999 1999 1999

Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche per spostamenti migratori ISTAT Comune comune 1955 1955 1969

Stranieri espulsi con intimazione MINT Provvedimenti di espulsione con intimazione provincia 1998 1998 1998

Stranieri respinti alla frontiera MINT Provvedimento di respingimento alla frontiera provincia 1998 1998 1998

Stranieri respinti dai questori MINT Provvedimento di respingimento del questore provincia 1998 1998 1998

Stranieri espulsi con accompagnamento alla frontiera MINT Provvedimento di espulsione con accompagnamento alla frontiera provincia 1998 1998 1998 Stranieri espulsi su provvedimento dell'Autorità Giudiziaria MINT Provvedimento di espulsione giudiziaria provincia 1998 1998 1998 Stranieri riammessi nei paesi di provenienza MINT Provvedimento di Riammissione provincia 1998 1998 1998 Indagine sulle cause di morte ISTAT Singolo decesso … 1881 1881 1992 Matrimoni ISTAT Ogni matrimonio celebrato in Italia comune 1926 1995 1995 Iscritti in Anagrafe per nascita ISTAT Ogni iscritto in anagrafe per nascita comune 1999 1999 1999 Acquisto della cittadinanza italiana MINT provincia 1998 … … Iscrizioni al collocamento di cittadini extracomunitari MLAV Cittadino extracomunitario iscritto al collocamento altro (a) 1990 1990 1990 Avviamenti al lavoro a favore di cittadini extracomunitari MLAV Comunicazione obbligatoria di assunzione del datore di lavoro altro (a) 1990 1990 1990 Rilascio di libretti di lavoro a cittadini extracomunitari MLAV Lavoratori extracomunitari (libretto di lavoro) provincia 1998 1998 1998

Archivio integrato degli stranieri registrati all'INPS INPS Rilevazione effettuata esclusivamente attraverso l'utilizzo di procedure informatiche su data base provenienti da polizia, INAIL, INPS … 1996 …

Infortunio sul lavoro e malattia professionale indennizzati dall'INAIL INAIL Consulenza statistico attuariale altro (b) 1951 1951 1987 Infortunio sul lavoro e malattie professionali denunciate all'Inail INAIL Consulenza Statistico Attuariale altro (b) 1951 1951 1987 Denuncia Nominativa degli Assicurati (D.N.A.) INAIL Direzione centrale servizi informativi e telecomunicazioni (DCSIT) altro (b) 2000 2000 2000 Rilevazione delle scuole secondarie di 2° grado non statali MIUR Scuola comune 1921 1995 1995 Rilevazioni integrativa delle scuole elementari statali MIUR Scuola comune 1921 1995 1995 Rilevazione delle scuole elementari non statali MIUR Scuola comune 1921 1995 1995 Rilevazione integrativa delle scuole secondarie di 1° grado statali MIUR Scuola comune 1921 1995 1995 Rilevazione integrativa delle scuole materne statali MIUR Scuola comune 1921 1995 1995 Rilevazione delle scuole materne non statali MIUR Scuola comune 1921 1995 1995 Rilevazione delle scuole secondarie di 1° grado non statali MIUR Scuola comune 1921 1995 1995 Rilevazione integrativa delle scuole secondarie di 2° grado statali MIUR Scuola comune 1921 1995 1995

Page 120: Imigranti Italia

120

Tab. 5A.1 (segue) – Caratteristiche generali delle rilevazioni concernenti gli stranieri indicate nell’indagine conoscitiva svolta presso gli enti pubblici nazionali (domande 1, 2, 3, 3.1, 4.1, 4.2, 4.3, 9.1 del questionario)

Denominazione rilevazione Ente rilevazione Unità statistica rilevata DETTAGLIO Anno

[diffusione dati] territoriale inizio ril. estens. Str. disp. dati Dimessi dagli istituti di ricovero pubblici e privati MSAL Dimessi da strutture di ricovero e cure pubbliche e private altro (c) 1995 1995 1999 Interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) ISTAT Interruzione volontaria della gravidanza … 1979 1979 1995 Dimesse dagli istituti di cura per aborto spontaneo ISTAT Aborto spontaneo … 1979 1979 1995 Denunciati - indagati MINT Segnalazione atti di P.G. negli schedari C.E.D. provincia 1985 1985 1980 Arrestati MINT Segnalazione - C.E.D. - (Schedari) - Arresto provincia 1985 1985 1980

Statistica degli imputati condannati CASGIUD [ISTAT]

Uffici Giudiziari altro (d) … 1969 1969

Denunce e persone denunciate (a) MGIUS [ISTAT] Procure della Repubblica presso i tribunali per i procedimenti giudiziari penali altro (d) … 1988 1988 Popolazione detenuta DAP Detenuti altro (e) 1987 1987 1987 Note: (a) I centri per l’impiego sono circoscrizionali (in molti casi abbracciano più comuni, per alcuni grandi comuni sono invece sub-comunali). (b) Si tratta delle sedi INAIL che sono circa 200 sul territorio nazionale. (c) I dati sono raccolti dagli Ospedali pubblici e privati, mentre il dato informatizzato è fornito al Ministero della Salute dagli assessorati alla sanità delle regioni o dalle agenzie regionali. (d) Si tratta della circoscrizione giudiziaria (uffici giudiziari per i dati sugli imputati condannati e delle procure di tribunale per i dati sulle denunce e le persone denunciate). Si tratta degli Istituti Penitenziari. Legenda: CASGIUD = Casellario Giudiziario Centrale; DAP = Dipartimento Amministrazione Penitenziaria; INAIL = Istituto Nazionale dell’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro; INPS = Istituto Na-zionale della Previdenza Sociale; MAE = Ministero degli affari esteri; MGIUS = Ministero della Giustizia; MINT = Ministero dell’Interno; MIUR = Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca; MLAV = Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; MSAL = Ministero della Salute.

Tab. 5A.2 – Caratteristiche specifiche delle rilevazioni sugli stranieri in base alle indicazioni fornite nell’indagine conoscitiva svolta presso gli enti pubblici nazionali (domande 5, 9, 10, 12, 12.1, 19 del questionario)

Denominazione rilevazione Ente di rilevazione Modalità Unità territoriali Unico modello Micro-dati Livello territor. Nazionalità [diffusione dati] acquisizione dati di rilevazione di rilevazione? informatizzati? informatizzazione collettivo rilevato

Popolazione residente ISTAT misto Sì Sì Sì centrale S

XIV Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni ISTAT cartaceo Sì Sì Sì centrale T

Permessi di soggiorno MINT informatico Sì Sì Sì centrale S

Visti di ingresso in Italia MAE misto Sì Sì Sì centrale S

Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche per spostamenti migratori ISTAT misto No Sì Sì locale T

Stranieri espulsi con intimazione MINT cartaceo Sì Sì Sì intermedio S

Stranieri respinti alla frontiera MINT cartaceo Sì Sì Sì intermedio S

Stranieri respinti dai questori MINT cartaceo Sì Sì Sì intermedio S

Stranieri espulsi con accompagnamento alla frontiera MINT cartaceo Sì Sì Sì intermedio S

Stranieri espulsi su provvedimento dell'Autorità Giudiziaria MINT cartaceo Sì Sì Sì intermedio S

Stranieri riammessi nei paesi di provenienza MINT cartaceo Sì Sì Sì intermedio S

Page 121: Imigranti Italia

121

Tab. 5A.2 (segue) – Caratteristiche specifiche delle rilevazioni sugli stranieri in base alle indicazioni fornite nell’indagine conoscitiva svolta presso gli enti pubblici nazionali (domande 5, 9, 10, 12, 12.1, 19 del questionario)

Denominazione rilevazione Ente di rilevazione Modalità Unità territoriali Unico modello Micro-dati Livello territor. Nazionalità [diffusione dati] acquisizione dati di rilevazione di rilevazione? informatizzati? informatizzazione collettivo rilevato

Indagine sulle cause di morte ISTAT cartaceo No n.d.r. Sì centrale T

Matrimoni ISTAT informatico Sì Sì Sì locale T

Iscritti in Anagrafe per nascita ISTAT misto Sì Sì Sì locale T

Acquisto della cittadinanza italiana MINT misto Sì Sì Sì intermedio S

Iscrizioni al collocamento di cittadini extracomunitari MLAV misto Sì Sì Sì locale T

Avviamenti al lavoro a favore di cittadini extracomunitari MLAV misto Sì Sì Sì locale T

Rilascio di libretti di lavoro a cittadini extracomunitari MLAV cartaceo Sì Sì No centrale S

Archivio integrato degli stranieri registrati all'INPS INPS altro No n.d.r. Sì n.i. S Infortunio sul lavoro e malattia professionale indennizzati dall'I-NAIL INAIL cartaceo Sì Sì Sì centrale T

Infortunio sul lavoro e malattie professionali denunciate all'Inail INAIL cartaceo Sì Sì Sì centrale T

Denuncia Nominativa degli Assicurati (D.N.A.) INAIL misto Sì Sì Sì centrale T

Rilevazione delle scuole secondarie di 2° grado non statali MIUR cartaceo Sì Sì Sì intermedio T

Rilevazioni integrativa delle scuole elementari statali MIUR informatico Sì Sì Sì locale T

Rilevazione delle scuole elementari non statali MIUR cartaceo Sì Sì Sì intermedio T

Rilevazione integrativa delle scuole secondarie di 1° grado statali MIUR informatico Sì Sì Sì locale T

Rilevazione integrativa delle scuole materne statali MIUR informatico Sì Sì Sì locale T

Rilevazione delle scuole materne non statali MIUR cartaceo Sì Sì Sì intermedio T

Rilevazione delle scuole secondarie di 1° grado non statali MIUR cartaceo Sì Sì Sì intermedio T

Rilevazione integrativa delle scuole secondarie di 2° grado statali MIUR informatico Sì Sì Sì locale T

Dimessi dagli istituti di ricovero pubblici e privati MSAL altro n.i. No Sì locale n.i.

Interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) ISTAT cartaceo No n.d.r. Sì intermedio T

Dimesse dagli istituti di cura per aborto spontaneo ISTAT cartaceo No n.d.r. Sì intermedio T

Denunciati - indagati MINT informatico Sì Sì Sì n.i. S

Arrestati MINT informatico Sì Sì Sì centrale S

Statistica degli imputati condannati CASGIUD [ISTAT] altro Sì n.i. Sì centrale T

Denunce e persone denunciate MGIUS [ISTAT] altro Sì n.i. Sì locale T

Popolazione detenuta DAP informatico Sì Sì Sì locale T Legenda: cfr. tab. 5A.1.

Page 122: Imigranti Italia

122

Tab. 5A.3 – Presenza nelle rilevazioni di alcuni quesiti necessari per identificare la popolazione straniera o di origine straniera in base alle indicazioni fornite

nell’indagine conoscitiva svolta presso gli enti pubblici nazionali (domanda 20 del questionario) Denominazione rilevazione Ente di rilevazione Cittadinanza Cittadinanza Cittadinanza Cittadinanza Paese di Paese di nascita [diffusione dati] attuale precedente alla nascita dei genitori nascita dei genitori

Popolazione residente ISTAT 1993 No No No No No

XIV Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni ISTAT 1971 2001 No No 1981 No

Permessi di soggiorno MINT 1980 1980 1980 No 1980 No

Visti di ingresso in Italia MAE Si No n.i. No n.i. n.i.

Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche per spostamenti migratori ISTAT 1969 No No No 1995 No

Stranieri espulsi con intimazione MINT 1998 No No No No No

Stranieri respinti alla frontiera MINT 1998 No No No No No

Stranieri respinti dai questori MINT 1998 No No No No No

Stranieri espulsi con accompagnamento alla frontiera MINT 1998 No No No No No

Stranieri espulsi su provvedimento dell'Autorità Giudiziaria MINT 1998 No No No No No

Stranieri riammessi nei paesi di provenienza MINT 1998 No No No No No

Indagine sulle cause di morte ISTAT 1989 No No 1989 1989 No

Matrimoni ISTAT 1994 No No No Sì No

Iscritti in Anagrafe per nascita ISTAT 1999 No No 1999 2000 No

Acquisto della cittadinanza italiana MINT 1998 No Si No Sì No

Iscrizioni al collocamento di cittadini extracomunitari MLAV 1990 No No No No No

Avviamenti al lavoro a favore di cittadini extracomunitari MLAV 1990 No No No No No

Rilascio di libretti di lavoro a cittadini extracomunitari MLAV 1998 No No No No No

Archivio integrato degli stranieri registrati all'INPS INPS 1996 No No No 1996 No Infortunio sul lavoro e malattia professionale indennizzati dall'I-NAIL INAIL No No No No 1951 No

Infortunio sul lavoro e malattie professionali denunciate all'Inail INAIL No No No No 1951 No

Denuncia Nominativa degli Assicurati (D.N.A.) INAIL No No No No 2000 No

Rilevazione delle scuole secondarie di 2° grado non statali MIUR No No 1995 No No No

Rilevazioni integrativa delle scuole elementari statali MIUR No No 1995 No No No

Rilevazione delle scuole elementari non statali MIUR No No 1995 No No No

Rilevazione integrativa delle scuole secondarie di 1° grado statali MIUR No No 1995 No No No

Rilevazione integrativa delle scuole materne statali MIUR No No 1995 No No No

Page 123: Imigranti Italia

123

Tab. 5A.3 (segue) – Presenza nelle rilevazioni di alcuni quesiti necessari per identificare la popolazione straniera o di origine straniera in base alle indicazioni fornite nell’indagine conoscitiva svolta presso gli enti pubblici nazionali (domanda 20 del questionario)

Denominazione rilevazione Ente di rilevazione Cittadinanza Cittadinanza Cittadinanza Cittadinanza Paese di Paese di nascita [diffusione dati] attuale precedente alla nascita dei genitori nascita dei genitori

Rilevazione delle scuole materne non statali MIUR No No 1995 No No No

Rilevazione delle scuole secondarie di 1° grado non statali MIUR No No 1995 No No No

Rilevazione integrativa delle scuole secondarie di 2° grado statali MIUR No No 1995 No No No

Dimessi dagli istituti di ricovero pubblici e privati MSAL 1995 No No No 1995 No

Interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) ISTAT 1995 No No No 2000 No

Dimesse dagli istituti di cura per aborto spontaneo ISTAT 1995 No No No 2000 No

Denunciati - indagati MINT 1985 No 1985 No 1985 No

Arrestati MINT 1985 No 1985 No 1985 No

Statistica degli imputati condannati (a) CASGIUD [ISTAT] 1969-95 No No No 1996 No

Denunce e persone denunciate (b) MGIUS [ISTAT] 1988-98 No No No 1988 No

Popolazione detenuta DAP No 1987 No No No 1987 Note: (a) La cittadinanza è stata acquisita fino al 1995. Dal 1996 viene rilevato il paese di nascita. (b) La cittadinanza e il comune di iscrizione anagrafica è presente solo per i minorenni denunciati. Per gli adul-ti la cittadinanza è stata registrata fino al 1998, dal 1999 viene registrato il luogo di nascita. Legenda: cfr. tab. 5A.1.

Tab. 5A.4 – Caratteri demografici presenti nei modelli di rilevazione, acquisiti su supporto informatico e elaborati per produrre tabelle statistiche in base alle

indicazioni fornite nell’indagine conoscitiva svolta presso gli enti pubblici nazionali (domande 10.1 e 11 del questionario) Denominazione rilevazione Ente di rilevazione Cittadinanza Sesso Età Stato [diffusione dati] attuale (data di nascita) civile

Popolazione residente ISTAT elaborato elaborato No No

XIV Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni ISTAT elaborato elaborato elaborato elaborato

Permessi di soggiorno MINT elaborato elaborato elaborato elaborato

Visti di ingresso in Italia MAE acquisito acquisito acquisito acquisito

Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche per spostamenti migratori ISTAT elaborato elaborato elaborato elaborato

Stranieri espulsi con intimazione MINT elaborato No No No

Stranieri respinti alla frontiera MINT elaborato No No No

Stranieri respinti dai questori MINT elaborato No No No

Stranieri espulsi con accompagnamento alla frontiera MINT elaborato No No No

Stranieri espulsi su provvedimento dell'Autorità Giudiziaria MINT elaborato No No No

Page 124: Imigranti Italia

124

Tab. 5A.4 (segue) – Caratteri demografici presenti nei modelli di rilevazione, acquisiti su supporto informatico e elaborati per produrre tabelle statistiche in base alle indicazioni fornite nell’indagine conoscitiva svolta presso gli enti pubblici nazionali (domande 10.1 e 11 del questionario)

Denominazione rilevazione Ente di rilevazione Cittadinanza Sesso Età Stato [diffusione dati] attuale (data di nascita) civile

Stranieri riammessi nei paesi di provenienza MINT elaborato No No No

Indagine sulle cause di morte ISTAT elaborato elaborato elaborato elaborato

Matrimoni ISTAT elaborato elaborato elaborato elaborato

Iscritti in Anagrafe per nascita ISTAT elaborato elaborato elaborato n.i.

Acquisto della cittadinanza italiana MINT elaborato elaborato elaborato elaborato

Iscrizioni al collocamento di cittadini extracomunitari MLAV elaborato elaborato elaborato No

Avviamenti al lavoro a favore di cittadini extracomunitari MLAV elaborato elaborato elaborato No

Rilascio di libretti di lavoro a cittadini extracomunitari MLAV elaborato elaborato elaborato No

Archivio integrato degli stranieri registrati all'INPS INPS acquisito acquisito acquisito acquisito

Infortunio sul lavoro e malattia professionale indennizzati dall’INAIL INAIL No elaborato elaborato No

Infortunio sul lavoro e malattie professionali denunciate all'Inail INAIL No elaborato elaborato No

Denuncia Nominativa degli Assicurati (D.N.A.) INAIL No presente presente No

Rilevazione delle scuole secondarie di 2° grado non statali MIUR elaborato elaborato No No

Rilevazioni integrativa delle scuole elementari statali MIUR elaborato elaborato No No

Rilevazione delle scuole elementari non statali MIUR elaborato elaborato No No

Rilevazione integrativa delle scuole secondarie di 1° grado statali MIUR elaborato elaborato No No

Rilevazione integrativa delle scuole materne statali MIUR elaborato elaborato No No

Rilevazione delle scuole materne non statali MIUR elaborato elaborato No No

Rilevazione delle scuole secondarie di 1° grado non statali MIUR elaborato elaborato No No

Rilevazione integrativa delle scuole secondarie di 2° grado statali MIUR elaborato elaborato No No

Dimessi dagli istituti di ricovero pubblici e privati MSAL elaborato elaborato elaborato acquisito

Interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) ISTAT presente presente presente presente

Dimesse dagli istituti di cura per aborto spontaneo ISTAT presente presente presente presente

Denunciati - indagati MINT elaborato elaborato acquisito acquisito

Arrestati MINT elaborato elaborato presente presente

Statistica degli imputati condannati (a) CASGIUD [ISTAT] No elaborato elaborato No

Denunce e persone denunciate (b) MGIUS [ISTAT] elaborato elaborato elaborato No

Popolazione detenuta DAP elaborato elaborato elaborato elaborato Note: (a) La cittadinanza è stata acquisita fino al 1996. Dal 1996 viene rilevato il paese di nascita. (b) Dal 1999 la cittadinanza attuale viene rilevata solo per i minorenni denunciati. Legenda: cfr. tab. 5A.1.

Page 125: Imigranti Italia

125

Tab. 5A.5 – Caratteristiche migratorie e di soggiorno sul territorio presenti nei modelli di rilevazione, acquisiti su supporto informatico e elaborati per pro-durre tabelle statistiche in base alle indicazioni fornite nell’indagine conoscitiva svolta presso gli enti pubblici nazionali (domande 10.1 e 11 del questionario) Denominazione rilevazione Ente di rilevazione Data primo Data ultimo Possesso del Iscrizione Comune di Iscrizione

[diffusione dati] arrivo in Italia arrivo in Italia permesso sogg. Anagrafica iscriz. Anagrafica collocamento

Popolazione residente ISTAT No No No elaborato elaborato No

XIV Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni (a) ISTAT elaborato elaborato No No No No

Permessi di soggiorno MINT elaborato n.i. elaborato elaborato elaborato elaborato

Visti di ingresso in Italia MAE acquisito acquisito acquisito No No No

Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche per spostamenti migratori ISTAT No elaborato No elaborato elaborato No

Stranieri espulsi con intimazione MINT No No No No No No

Stranieri respinti alla frontiera MINT No No No No No No

Stranieri respinti dai questori MINT No No No No No No

Stranieri espulsi con accompagnamento alla frontiera MINT No No No No No No

Stranieri espulsi su provvedimento dell’Autorità Giudiziaria MINT No No No No No No

Stranieri riammessi nei paesi di provenienza MINT No No No No No No

Indagine sulle cause di morte ISTAT No No No elaborato elaborato No

Matrimoni ISTAT No No No No elaborato No

Iscritti in Anagrafe per nascita ISTAT No No No elaborato elaborato No

Acquisto della cittadinanza italiana MINT No No n.i. n.i. elaborato n.i.

Iscrizioni al collocamento di cittadini extracomunitari MLAV No No No No No elaborato

Avviamenti al lavoro a favore di cittadini extracomunitari MLAV No No No No No elaborato

Rilascio di libretti di lavoro a cittadini extracomunitari MLAV No No No No No No

Archivio integrato degli stranieri registrati all’INPS INPS acquisito acquisito acquisito No acquisito acquisito Infortunio sul lavoro e malattia professionale indennizzati dall’INAIL INAIL No No No elaborato elaborato No

Infortunio sul lavoro e malattie professionali denunciate all’Inail INAIL No No No elaborato elaborato No

Denuncia Nominativa degli Assicurati (D.N.A.) INAIL No No No No No No

Rilevazione delle scuole secondarie di 2° grado non statali MIUR No No No No No No

Rilevazioni integrativa delle scuole elementari statali MIUR No No No No No No

Rilevazione delle scuole elementari non statali MIUR No No No No No No

Rilevazione integrativa delle scuole secondarie di 1° grado statali MIUR No No No No No No

Page 126: Imigranti Italia

126

Tab. 5A.5 (segue) – Caratteristiche migratorie e di soggiorno sul territorio presenti nei modelli di rilevazione, acquisiti su supporto informatico e elaborati per produrre tabelle statistiche in base alle indicazioni fornite nell’indagine conoscitiva svolta presso gli enti pubblici nazionali

(domande 10.1 e 11 del questionario) Rilevazione integrativa delle scuole materne statali MIUR No No No No No No

Rilevazione delle scuole materne non statali MIUR No No No No No No

Rilevazione delle scuole secondarie di 1° grado non statali MIUR No No No No No No

Rilevazione integrativa delle scuole secondarie di 2° grado statali MIUR No No No No No No

Dimessi dagli istituti di ricovero pubblici e privati MSAL No No presente No elaborato No

Interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) ISTAT No No No presente No No

Dimesse dagli istituti di cura per aborto spontaneo ISTAT No No No presente No No

Denunciati - indagati MINT acquisito No elaborato No No No

Arrestati MINT presente No presente No presente No

Statistica degli imputati condannati CASGIUD [ISTAT] No No No No No No

Denunce e persone denunciate MGIUS [ISTAT] No No No No elaborato No

Popolazione detenuta DAP n.i. n.i. n.i. n.i. n.i. n.i. Note: (a) Per le persone dimoranti abitualmente viene rilevato l’anno di trasferimento della dimora abituale in Italia. Per le persone non dimoranti abitualmente viene rilevato da quando (mese e anno) la persona è presente in Italia. Legenda: cfr. tab. 5A.1.

Tab. 5A.6 – Categorie di stranieri rilevate e identificabili in alcune rilevazioni in base alle indicazioni fornite nell’indagine conoscitiva svolta presso gli enti

pubblici nazionali (domanda 21 del questionario) Denominazione rilevazione Ente di rilevazione Richiedenti Rifugiati Lavoratori Lavoratori Persone altam. Turisti Studenti [diffusione dati] asilo stagionali qualificato

Popolazione residente ISTAT No No No No No No No

XIV Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni ISTAT No No No Sì No No No

Permessi di soggiorno MINT identif. Identif. Identif. Identif. Identif. Identif. Identif.

Visti di ingresso in Italia MAE No No No identif. No identif. Identif.

Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche per spostamenti migratori ISTAT No No No No No No No

Stranieri espulsi con intimazione MINT No No No No No No No

Stranieri respinti alla frontiera MINT No No No No No No No

Stranieri respinti dai questori MINT No No No No No No No

Stranieri espulsi con accompagnamento alla frontiera MINT No No No No No No No

Stranieri espulsi su provvedimento dell’Autorità Giudiziaria MINT No No No No No No No

Stranieri riammessi nei paesi di provenienza MINT No No No No No No No

Page 127: Imigranti Italia

127

Tab. 5A.6 (segue) – Categorie di stranieri rilevate e identificabili in alcune rilevazioni in base alle indicazioni fornite nell’indagine conoscitiva svolta presso gli enti pubblici nazionali (domanda 21 del questionario)

Denominazione rilevazione Ente di rilevazione Richiedenti Rifugiati Lavoratori Lavoratori Persone altam. Turisti Studenti [diffusione dati] asilo stagionali qualificato

Indagine sulle cause di morte ISTAT No n.i. identif. No No No No

Matrimoni ISTAT No No No No No No No

Iscritti in Anagrafe per nascita ISTAT No No No No No No No

Acquisto della cittadinanza italiana MINT n.i. n.i. n.i. n.i. n.i. n.i. n.i.

Iscrizioni al collocamento di cittadini extracomunitari MLAV No No identif. Sì identif. No No

Avviamenti al lavoro a favore di cittadini extracomunitari MLAV No No identif. Sì identif. No No

Rilascio di libretti di lavoro a cittadini extracomunitari MLAV n.i. n.i. n.i. n.i. n.i. n.i. n.i.

Archivio integrato degli stranieri registrati all'INPS INPS No No identif. identif. No No No

Infortunio sul lavoro e malattia professionale indennizzati dall’INAIL INAIL No No No No No No No

Infortunio sul lavoro e malattie professionali denunciate all'Inail INAIL No No No No No No No

Denuncia Nominativa degli Assicurati (D.N.A.) INAIL No No identif. Sì No No No

Rilevazione delle scuole secondarie di 2° grado non statali MIUR No No No No No No identif.

Rilevazioni integrativa delle scuole elementari statali MIUR No No No No No No identif.

Rilevazione delle scuole elementari non statali MIUR No No No No No No identif.

Rilevazione integrativa delle scuole secondarie di 1° grado statali MIUR No No No No No No identif.

Rilevazione integrativa delle scuole materne statali MIUR No No No No No No identif.

Rilevazione delle scuole materne non statali MIUR No No No No No No identif.

Rilevazione delle scuole secondarie di 1° grado non statali MIUR No No No No No No identif.

Rilevazione integrativa delle scuole secondarie di 2° grado statali MIUR No No No No No No identif.

Dimessi dagli istituti di ricovero pubblici e privati (b) MSAL No No No No No No No

Interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) ISTAT No No No identif. No No identif.

Dimesse dagli istituti di cura per aborto spontaneo ISTAT No No No identif. No No identif.

Denunciati - indagati MINT identif. identif. identif. identif. identif. identif. identif.

Arrestati MINT identif. identif. identif. identif. identif. identif. identif.

Statistica degli imputati condannati CASGIUD [ISTAT] No No No No No No No

Denunce e persone denunciate MGIUS [ISTAT] No No No No No No No

Popolazione detenuta (a) DAP identif. identif. identif. identif. identif. identif. identif. Note: (a) La risposta fornita è poco chiara: tutte le categorie indicate non sono rilevate ma sono identificabili. Legenda: cfr. tab. 5A.1.

Page 128: Imigranti Italia

128

Tab. 5A.7 – Categorie di stranieri rilevate e identificabili in alcune rilevazioni in base alle indicazioni fornite nell’indagine conoscitiva svolta presso gli enti pubblici nazionali (domanda 21 del questionario)

Denominazione rilevazione Ente di rilevazione Senza permesso Con perm. sogg. Con perm. sogg. Con carta di Diplomatici e Membri delle [diffusione dati] di soggiorno durata <1 anno durata 1+ anni Soggiorno personale consol. Forze Armate

Popolazione residente ISTAT No No No No No No

XIV Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni ISTAT Sì Sì Sì Sì No No

Permessi di soggiorno MINT No identif. Identif. identif. identif. identif.

Visti di ingresso in Italia MAE No No No identif. No No

Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche per spostamenti migratori ISTAT No No No No No No

Stranieri espulsi con intimazione MINT identif. No No No No No

Stranieri respinti alla frontiera MINT identif. No No No No No

Stranieri respinti dai questori MINT identif. No No No No No

Stranieri espulsi con accompagnamento alla frontiera MINT identif. No No No No No

Stranieri espulsi su provvedimento dell’Autorità Giudiziaria MINT identif. No No No No No

Stranieri riammessi nei paesi di provenienza MINT identif. No No No No No

Indagine sulle cause di morte ISTAT No No No No No No

Matrimoni ISTAT No No No No No No

Iscritti in Anagrafe per nascita ISTAT No No No No No No

Acquisto della cittadinanza italiana MINT n.i. n.i. n.i. n.i. n.i. n.i.

Iscrizioni al collocamento di cittadini extracomunitari MLAV No identif. identif. No No No

Avviamenti al lavoro a favore di cittadini extracomunitari MLAV No identif. identif. No No No

Rilascio di libretti di lavoro a cittadini extracomunitari MLAV n.i. n.i. n.i. n.i. n.i. n.i.

Archivio integrato degli stranieri registrati all'INPS INPS No identif. Sì Sì Sì Sì Infortunio sul lavoro e malattia professionale indennizzati dall'I-NAIL INAIL No No No No No No

Infortunio sul lavoro e malattie professionali denunciate all'Inail INAIL No No No No No No

Denuncia Nominativa degli Assicurati (D.N.A.) INAIL No No No No No No

Rilevazione delle scuole secondarie di 2° grado non statali MIUR No No No No No No

Rilevazioni integrativa delle scuole elementari statali MIUR No No No No No No

Rilevazione delle scuole elementari non statali MIUR No No No No No No

Rilevazione integrativa delle scuole secondarie di 1° grado statali MIUR No No No No No No

Rilevazione integrativa delle scuole materne statali MIUR No No No No No No

Page 129: Imigranti Italia

129

Tab. 5A.7 (segue) – Categorie di stranieri rilevate e identificabili in alcune rilevazioni in base alle indicazioni fornite nell’indagine conoscitiva svolta presso gli enti pubblici nazionali (domanda 21 del questionario)

Denominazione rilevazione Ente di rilevazione Senza permesso Con perm. sogg. Con perm. sogg. Con carta di Diplomatici e Membri delle [diffusione dati] di soggiorno durata <1 anno durata 1+ anni Soggiorno personale consol. Forze Armate

Rilevazione delle scuole materne non statali MIUR No No No No No No

Rilevazione delle scuole secondarie di 1° grado non statali MIUR No No No No No No

Rilevazione integrativa delle scuole secondarie di 2° grado statali MIUR No No No No No No

Dimessi dagli istituti di ricovero pubblici e privati (a) MSAL No No No No No No

Interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) ISTAT No No No No No No

Dimesse dagli istituti di cura per aborto spontaneo ISTAT No No No No No No

Denunciati - indagati MINT Sì identif. identif. identif. identif. identif.

Arrestati MINT identif. identif. identif. identif. identif. identif.

Statistica degli imputati condannati CASGIUD [ISTAT] No No No No No No

Denunce e persone denunciate MGIUS [ISTAT] No No No No No No

Popolazione detenuta (b) DAP identif. identif. identif. identif. identif. identif. Note: (a) Dall’inizio del 2001 è previsto il codice STP per coloro che non sono in possesso del permesso di soggiorno. (b) La risposta fornita è poco chiara: tutte le categorie indicate non sono rilevate ma sono identificabili. Legenda: cfr. tab. 5A.1.

Tab. 5A.8 – Diffusione dei dati raccolti nelle rilevazioni in base alle indicazioni fornite nell’indagine conoscitiva svolta presso gli enti pubblici nazionali

(domanda 24, 24.1 e 24.2 del questionario) Denominazione rilevazione Ente di rilevazione Diffusione dati Pubblicazioni specifiche Pubblicazioni generiche [diffusione dati] della rilevazione solo sugli stranieri con tabelle sugli stranieri

Popolazione residente ISTAT Sì Sì n.d.r.

XIV Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni ISTAT Sì Sì n.d.r.

Permessi di soggiorno MINT No n.d.r. n.d.r.

Visti di ingresso in Italia MAE Sì Si No

Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche per spostamenti migratori ISTAT Sì No Sì

Stranieri espulsi con intimazione MINT No Sì Sì

Stranieri respinti alla frontiera MINT No Sì Sì

Stranieri respinti dai questori MINT No Sì Sì

Stranieri espulsi con accompagnamento alla frontiera MINT No Sì Sì

Stranieri espulsi su provvedimento dell'Autorità Giudiziaria MINT No Sì Sì

Stranieri riammessi nei paesi di provenienza MINT No Sì Sì

Page 130: Imigranti Italia

130

Tab. 5A.8 (segue) – Diffusione dei dati raccolti nelle rilevazioni in base alle indicazioni fornite nell’indagine conoscitiva svolta presso gli enti pubblici nazionali (domanda 24, 24.1 e 24.2 del questionario)

Denominazione rilevazione Ente di rilevazione Diffusione dati Pubblicazioni specifiche Pubblicazioni generiche [diffusione dati] della rilevazione solo sugli stranieri con tabelle sugli stranieri

Indagine sulle cause di morte ISTAT Sì Sì Sì

Matrimoni ISTAT Sì Sì Sì

Iscritti in Anagrafe per nascita ISTAT Sì Sì Sì

Acquisto della cittadinanza italiana MINT n.i. n.i. n.i.

Iscrizioni al collocamento di cittadini extracomunitari MLAV Sì No Sì

Avviamenti al lavoro a favore di cittadini extracomunitari MLAV Sì No Sì

Rilascio di libretti di lavoro a cittadini extracomunitari MLAV No No n.d.r.

Archivio integrato degli stranieri registrati all'INPS INPS Sì No Sì

Infortunio sul lavoro e malattia professionale indennizzati dall'INAIL INAIL Sì No Sì

Infortunio sul lavoro e malattie professionali denunciate all'Inail INAIL Sì No Sì

Denuncia Nominativa degli Assicurati (D.N.A.) INAIL Sì Sì n.d.r.

Rilevazione delle scuole secondarie di 2° grado non statali MIUR Sì Sì n.d.r.

Rilevazioni integrativa delle scuole elementari statali MIUR Sì Sì n.d.r.

Rilevazione delle scuole elementari non statali MIUR Sì Sì n.d.r.

Rilevazione integrativa delle scuole secondarie di 1° grado statali MIUR Sì Sì n.d.r.

Rilevazione integrativa delle scuole materne statali MIUR Sì Sì n.d.r.

Rilevazione delle scuole materne non statali MIUR Sì Sì n.d.r.

Rilevazione delle scuole secondarie di 1° grado non statali MIUR Sì Sì n.d.r.

Rilevazione integrativa delle scuole secondarie di 2° grado statali MIUR Sì Sì n.d.r.

Dimessi dagli istituti di ricovero pubblici e privati MSAL Sì Sì n.d.r.

Interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) ISTAT Sì No Sì

Dimesse dagli istituti di cura per aborto spontaneo ISTAT Sì No Sì

Denunciati – indagati MINT No n.d.r. n.d.r.

Arrestati MINT No n.d.r. n.d.r.

Statistica degli imputati condannati CASGIUD [ISTAT] Sì No Sì

Denunce e persone denunciate MGIUS [ISTAT] Sì No Sì

Popolazione detenuta DAP Sì No Sì Legenda: cfr. tab. 5A.1; n.d.r. = non deve rispondere.

Page 131: Imigranti Italia

131

CAPITOLO 6

IL CONTRIBUTO INFORMATIVO DELLE INDAGINI CAMPIONARIE

6.1. Introduzione

Finora sono state considerate le rilevazioni a carattere statistico o amministrativo che

rilevano la popolazione, alcune sue componenti, eventi o comportamenti della stessa a

livello totale (l’oggetto della rilevazione è l’intero universo di persone e/o di eventi). At-

tenzione specifica va adesso dedicata all’apporto conoscitivo che deriva o potrebbe de-

rivare dalle informazioni raccolte nelle principali indagini campionarie di tipo socio-

economico sulle famiglie e/o sulle persone residenti (o semplicemente presenti) sul ter-

ritorio italiano.

Di seguito le indagini campionarie vengono suddivise in due gruppi distinti: il primo

formato da quelle inchieste nazionali relative a determinati fenomeni economici e socia-

li in cui si può (o si potrebbe) individuare ed estrarre la parte relativa alle persone stra-

niere o nate all’estero (indagini generali); il secondo costituito da indagini dirette e-

spressamente alla popolazione straniera e finalizzate ad indagare alcuni aspetti specifici

di tale collettivo (indagini specifiche).

L’articolazione proposta riflette in sostanza la suddivisione passata ed attuale riscon-

trabile nelle indagini realizzate finora in Italia. Questa situazione è dovuta essenzial-

mente alla specificità delle tecniche di campionamento adottate per gli stranieri e alla

peculiarità degli approfondimenti tematici riguardanti tale segmento di popolazione.

L’approccio proposto appare inoltre essenziale poiché nel paragrafo finale (par. 6.4) sa-

ranno discusse in modo schematico, ma allo stesso tempo abbastanza approfondito, le

possibilità e le opportunità (analisi dei costi e dei benefici) di far ricorso all’uno,

all’altro tipo di indagine o ad una soluzione intermedia che preveda l’adozione di en-

trambe le soluzioni. L’alternativa tra indagini generali con un sub-campione rappresen-

tativo di stranieri e indagini specifiche sugli stranieri sarà ulteriormente discussa nel

prossimo capitolo (cap. 7) dove si cercherà di fare il punto della situazione sulle notizie

attualmente disponibili o comunque acquisibili senza eccessivi sforzi attraverso le rile-

Page 132: Imigranti Italia

132

vazioni totali e su quelle necessarie per il monitoraggio delle condizioni di vita e di la-

voro degli stranieri difficilmente acquisibili senza il ricorso ad indagini campionarie.

6.2. Le principali indagini campionarie nazionali svolte da enti pubblici

L’attenzione viene rivolta essenzialmente alle indagini campionarie correnti dell’Istat

che si caratterizzano per una numerosità campionaria tale da poter far pensare alla pos-

sibilità di disporre di un sottoinsieme di stranieri intervistati dalla dimensione non trop-

po esigua36. Il problema sarà quello di valutare se nei modelli di rilevazione di tali inda-

gini è stato inserito il quesito sulla cittadinanza e/o sul paese di nascita, ma soprattutto

appare essenziale stabilire se il sottoinsieme di interesse possa essere considerato rap-

presentativo dell’universo a cui appartiene e a quale livello di disaggregazione (per cit-

tadinanza, sul territorio, ecc.).

Nella tab. 6.1 sono riportate le indagini che di seguito saranno brevemente esaminate

con l’indicazione dell’ente responsabile, della periodicità dell’inchiesta, dell’anno rela-

tivo all’ultima indagine disponibile e della dimensione campionaria in termini di fami-

glie (teoriche o effettivamente intervistate) e di persone.

Com’è noto, l’indagine trimestrale sulle forze di lavoro consente in ogni trimestre di

acquisire informazioni su oltre 75.000 famiglie per un totale di circa 200.000 individui37

distribuiti in 1.351 comuni italiani (Istat, 2002). Negli ultimi 15 anni si è verificato un

processo di armonizzazione promosso dall’Eurostat che ha comportato l’introduzione di

successive trasformazioni nell’indagine. Le modifiche più rilevanti sono state introdotte

nel 1992 ed hanno comportato il cambiamento di alcune definizioni, l’assunzione di

nuove classificazioni, l’adozione di un nuovo modello di rilevazione, l’utilizzazione di

nuove procedure di controllo e di stima degli aggregati. È a partire da tale anno che è

stata inserita nel prospetto sui componenti della famiglia la domanda sulla cittadinanza.

36 Non sono invece prese in esame alcune indagini sociali periodiche che, pur essendo svolte nell’ambito di progetti internazionali, hanno una dimensione campionaria contenuta che implica un numero di stranie-ri intervistati assolutamente trascurabile. Tra queste va ricordato l’Eurobarometro (circa 1.000 interviste in Italia), l’International Social Survey Programme (circa 1.000 interviste) e l’Indagine sociale europea (sono programmate circa 3.000 interviste) di recente avviamento. Tali indagini sono però importanti poi-ché in alcune tornate affrontano tematiche sugli immigrati (ad esempio, l’integrazione, il multi culturali-smo, la xenofobia e il razzismo), consentendo di monitorare le opinioni e gli atteggiamenti della popola-zione nazionale verso i nuovi venuti. 37 Nell’arco di un anno si hanno oltre 300.000 famiglie campione per un totale di circa 800.000 persone. In vero, data la procedura di rotazione che prevede la presenza delle famiglie campione per due trimestri successivi e la sostituzione ogni trimestre della metà del campione, si hanno in un anno poco meno di 200.000 famiglie differenti, corrispondenti a qualcosa come 500.000 individui.

Page 133: Imigranti Italia

133

Tab. 6.1 - Alcune caratteristiche delle principali indagini campionarie correnti a livello nazionale. Denominazione Ente re-

sponsa-bile

Periodicità rilevazione

Anno ulti-ma indagi-

ne

N. famiglie

(a)

N. persone

intervistate Indagine sulle forze di lavoro Istat Trimestrale 2001 75.516 200.000 Sistema di Indagini multiscopo sulle famiglie - Aspetti della vita quotidiana (b) Istat Annuale 2001 24.000 53.113 - Condizione di salute e ricorso ai servizi sanitari (c) Istat Quinquennale 1999/00 60.110 140.000 - Tempo libero e cultura (d) Istat Quinquennale 2000 24.000 54.239 - Sicurezza del cittadino Istat Quinquennale 2002 60.000 60.000 - Famiglia, soggetti sociali e condizione infanzia (e) Istat Quinquennale 1998 24.000 59.050 - Uso del tempo Istat Quinquennale 1988/89 26.600 n.d. Panel europeo sulle famiglie (f) Istat Annuale 1998 6.571 15.934 Indagine sui consumi (g) Istat Annuale 2001 26.832 … Bilanci familiari Banca

d’Italia Pluriannuale 2000 8.001 22.268

Note: (a) Con l’eccezione degli ultimi tre dati, si tratta del numero teorico e non di quello effettivo delle famiglie intervistate. (b) Sono state raggiunte effettivamente 19.920 famiglie. (c) Il campione teorico era di 60.110 famiglie. Ogni tre mesi è stato intervistato un quarto del campione complessivo che è risultato di 52.332 famiglie, per un totale di circa 140.000 individui distribuiti in 1149 comuni. (d) Il numero effettivo di famiglie intervistate è stato nel 2000 uguale a 19.996. (e) Le famiglie effettivamente campionate sono state 20.153. (f) Il campione iniziale del 1994 comprendeva 7.989 famiglie e 24.063 individui residenti in 208 comuni italiani. Si tratta di un’indagine longitudinale: vengono annualmente intervistate le stesse famiglie e gli stessi individui. (g) È un’indagine continua: ogni mese vi partecipano circa 2.250 famiglie del campione teorico per un totale annuale di circa 27.000 famiglie teoriche. Quelle effettivamente intervistate sono state nel 2001 esattamente 23.918. n.d.=non disponibile.

Tale informazione non è stata finora utilizzata dall’Istat, anche se il dato italiano,

come quello degli altri paesi dell’area economica europea, viene pubblicato

dall’Eurostat, che fornisce informazioni sui principali aggregati e indicatori concernenti

il mercato del lavoro distintamente per la popolazione nazionale, per gli stranieri appar-

tenenti agli altri paesi dell’Ue e per gli stranieri extracomunitari. L’indagine che viene

utilizzata per le comparazioni internazionali è quella relativa al mese di aprile, che viene

condotta sulla base di un questionario integrato contenente, rispetto agli altri trimestri,

un modulo aggiuntivo sulla situazione ad un anno prima. Il numero di stranieri campio-

nati dovrebbe, in linea teorica, superare le 4.000 unità per trimestre, almeno negli anni

più recenti38. È possibile però che risulti sensibilmente più basso a causa della maggiore

difficoltà che si incontra nel reperimento delle famiglie campione di cittadinanza stra-

niera, sostituite in molti casi con quelle italiane39.

Particolare attenzione va adesso dedicata al Sistema di indagini sociali Multiscopo

sulle famiglie. Com’è ben noto dal 1993 viene condotta un’indagine annuale sugli “A-

38 Tale valore è ottenuto supponendo che gli stranieri iscritti in anagrafe siano circa 1.200.000 (assunzione cauta), corrispondenti al 2,1% del totale della popolazione residente in Italia. 39 Dal confronto con altre fonti statistiche e amministrative l’Istat è giunta alla conclusione che il campio-ne di stranieri dell’indagine sulle forze di lavoro non è rappresentativo degli stranieri residenti in Italia e per tale ragione ha chiesto all’Eurostat di non pubblicare più il dato italiano.

Page 134: Imigranti Italia

134

spetti della vita quotidiana” su un campione teorico di circa 24.000 famiglie, cinque in-

dagini diverse su tematiche specifiche sono realizzate ciascuna con cadenza quinquen-

nale e dimensione campionaria variabile (tab. 6.1), infine dal 1997 è stata introdotta una

nuova indagine trimestrale di tipo CATI su “Viaggi e vacanze” riguardante pressappo-

co 3.500 famiglie per trimestre. Come si può notare, la dimensione campionaria è tale

che nell’indagine annuale dovrebbero essere colti in teoria circa 1.200-1.400 stranieri

nel 2000 e nel 2001; nell’indagine quinquennale sulle condizioni di salute e il ricorso ai

servizi sanitari il numero di stranieri campionati dovrebbe, sempre in teoria, raggiungere

le 3.000 unità, visto che la dimensione del campione è stata sensibilmente aumentata.

In vero, nell’ambito delle inchieste rientranti nel sistema di indagini multiscopo sulle

famiglie viene rilevata la cittadinanza (quantomeno la distinzione tra italiani, stranieri e

apolidi) e, in alcuni casi, il paese estero di nascita dei componenti delle famiglie sele-

zionate. Tali informazioni tuttavia non sono state mai, sin dalla nascita del Sistema di

indagini sociali Multiscopo, utilizzate e validate in quanto i criteri di selezione delle

unità di rilevazione (le famiglie di fatto) non garantiscono la rappresentatività statistica

di questo specifico segmento della popolazione. A causa della più elevata mobilità e in-

stabilità abitativa, è stato osservato come il tasso di irreperibilità delle famiglie con cit-

tadini stranieri sia molto più elevato rispetto a quello delle famiglie italiane. Inoltre, non

è previsto l’impiego di intervistatori opportunamente preparati per superare eventuali

difficoltà linguistiche, con la sola eccezione per la lingua tedesca, nella provincia di

Bolzano. Per le ragioni sopra elencate questa preziosissima fonte informativa non è in

grado attualmente di fornire notizie anche semplicemente sull’insieme complessivo de-

gli stranieri residenti in Italia.

Tra le altre indagini dell’Istat va segnalato che in quella rientrante nel panel europeo

sulle famiglie pur essendo presente nel modello di rilevazione il quesito sulla cittadi-

nanza la quota di stranieri considerati appare nettamente sottostimata e il numero asso-

luto è talmente esiguo (tab. 6.2) da rendere inutile qualsiasi considerazione ulteriore40.

L’indagine sui consumi, che ha una dimensione campionaria abbastanza ampia (nel

2001 quasi 27.000 famiglie) non contiene però nei questionari adottati alcun richiamo

40 Nel momento in cui sarà progettata una nuova indagine longitudinale, sarà però auspicabile un’attenta valutazione della possibilità di avere un insieme rappresentativo di famiglie straniere eventualmente pre-vedendo un sovra campionamento, sulla scia di quanto già previsto, ad esempio, nel Panel socio-economico tedesco avviato nel 1984.

Page 135: Imigranti Italia

135

alla cittadinanza o al paese di nascita rendendo impossibile l’identificazione sia degli

stranieri sia dei nati all’estero.

Tab. 6.2 - Famiglie e persone intervistate nel Panel europeo sulle famiglie. Numero totale e numero di famiglie e persone di cittadinanza straniera.

Anni Numero famiglie N. persone > 15 anni intervistate % famiglie % stranieri

Totale di cui con almeno

uno straniero Totale di cui

straniere con almeno uno

straniero intervistati

1994 7.115 9 17.729 12 0,1 0,1 1995 7.128 35 17.780 50 0,5 0,3 1996 7.132 39 17.736 55 0,5 0,3 1997 6.713 31 16.594 43 0,5 0,3 1998 6.571 50 15.934 62 0,8 0,4 Fonte: nostra elaborazione su dati non pubblicati dell’Istat.

Anche nell’indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane non è pre-

visto il quesito sulla cittadinanza dei componenti della famiglia intervistata ma solo

quello concernente l’area geografica di nascita per le persone nate all’estero (Europa o-

rientale, Europa occidentale, America del Nord, America centrale e del Sud, Africa, A-

sia e Oceania). Tale informazione, che non consente di individuare la popolazione stra-

niera o di origine straniera, risulta comunque di scarsa utilità anche per chi fosse inte-

ressato alla popolazione nata all’estero. Infatti, gli intervistati che risultano nati

all’estero, pur essendo passati nel corso del decennio scorso da poco meno di 350 a oltre

500 persone, costituiscono una quota del totale del campione (tab. 6.3: l’1,4 nel 1991 e

il 2,3% nel 2000) inferiore a quella registrata al censimento del 1991 (2,6%). In sostan-

za, il campione della Banca d’Italia non risulta rappresentativo del sotto insieme dei nati

all’estero. Tale componente risulta infatti sotto rappresentata ed è possibile che gli in-

tervistati costituiscano un gruppo selezionato rispetto all’insieme delle persone nate

all’estero. Ulteriori elementi di discussione possono scaturire dall’analisi del numero

medio di componenti per famiglia: nel corso degli anni novanta tale valore è sceso per il

complesso del campione da 3 a 2,8 persone per famiglia (tab. 6.3). Il rapporto tra perso-

ne nate all’estero e famiglie con almeno un componete nato all’estero risulta uguale a

circa 1,2 (tab. 6.3), valore notevolmente inferiore a quello complessivo a testimonianza

che nella gran parte dei casi i nati all’estero appartengono a famiglie con altri compo-

nenti nati in Italia.

Page 136: Imigranti Italia

136

Tab. 6.3 - Famiglie e persone intervistate nelle nell'indagine sui bilanci delle famiglie italiane della

Banca d’Italia. Numero totale e numero di famiglie e persone nate all’estero. Anno di N. famiglie intervistate N. persone intervistate % famiglie % persone N. medio componenti indagine

Totale con almeno

un nato all’estero

Totale

di cui nati all’estero

con almeno un nato

all’estero

nate all’estero

Totale (3)/(1)

nati all’estero

(4)/(2) (1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) 1991 8.188 275 24.930 343 3,4 1,4 3,0 1,2 1993 8.089 310 24.013 387 3,8 1,6 3,0 1,2 1995 8.135 332 23.924 410 4,1 1,7 2,9 1,2 1998 7.147 326 20.901 422 4,6 2,0 2,9 1,3 2000 8.001 385 22.268 506 4,8 2,3 2,8 1,3 Fonte: nostra elaborazione su dati non pubblicati forniti dalla Banca d’Italia.

In sintesi, sembra che finora non siano stati fatti sforzi particolari nella direzione di

avere informazioni attendibili e rappresentative sull’insieme delle famiglie straniere (o

con uno o più componenti stranieri) e delle persone di nazionalità estera nelle principali

indagini campionarie correnti. Tale stato di cose appare abbastanza ovvio se si tiene

presente che solo nel corso dell’ultimo decennio la presenza straniera ha assunto una

dimensione di un qualche rilevanza. Inoltre, garantire la rappresentatività di tale collet-

tivo richiede l’introduzione di variazioni significative in tutte le fasi dell’indagine (nella

predisposizione del questionario e la sua traduzione in più lingue, nella fase di estrazio-

ne e sostituzione delle unità-campione, nelle modalità di rilevazione con eventuali inter-

vistatori specializzati, ecc.).

6.3. Le principali indagini “campionarie” sugli stranieri

L’indisponibilità di informazioni sugli stranieri derivanti da indagini parziali a carat-

tere nazionale è stata almeno in parte colmata attraverso un numero ampio di indagini di

campo, nella gran parte dei casi circoscritte a specifiche aree del nostro paese. Di segui-

to viene proposta una rapida rassegna delle inchieste sugli stranieri svolte nell’ultimo

ventennio in Italia. Tale esame non ha carattere esaustivo, né vuole averlo, sia perché il

forte interesse verso la problematica degli stranieri determina un crescente sviluppo di

indagini locali la cui documentazione non è facilmente rintracciabile, sia perché si è vo-

luta limitare l’attenzione alle sole indagini con tecnica di campionamento ben definita e

dimensione campionaria sufficientemente ampia (almeno un migliaio di unità).

La prima indagine di un certo rilievo sugli immigrati stranieri è stata realizzata alla

fine degli anni settanta dal CENSIS in alcune aree geografiche dell’Italia. In seguito fu-

rono svolte alcune inchieste locali dovute all’iniziativa di singoli studiosi o di alcuni en-

Page 137: Imigranti Italia

137

ti (si pensi, ad esempio, all’Istituto Fernando Santi) particolarmente attenti all’emergere

dell’immigrazione straniera e allo studio delle tematiche connesse a tale fenomeno.

Per iniziativa di Nora Federici nel 1983 ebbe inizio la ricerca universitaria a livello

nazionale dal titolo “La presenza straniera in Italia”, finanziata dal Comitato Italiano per

lo Studio dei Problemi della Popolazione e diretta prima dalla Federici stessa e succes-

sivamente da Marcello Natale. La ricerca, a cui hanno partecipato 12 gruppi universitari

costituiti da studiosi di differenti aree disciplinari, si prefiggeva lo scopo di approfondi-

re la conoscenza sull’immigrazione straniera nei diversi contesti territoriali italiani at-

traverso un attento esame delle fonti informative disponibili e facendo ricorso ad inda-

gini sul campo che consentissero di acquisire materiale conoscitivo il più possibile at-

tendibile e rappresentativo (Natale, Strozza, 1997). Nella tab. 6.4 sono riportate alcune

caratteristiche delle indagini svolte all’interno di tale progetto. Tra il 1984 e il 1988 fu-

rono realizzate più di 3.000 interviste su collettività di immigrati e categorie professio-

nali variabili da un’area all’altra e, soprattutto, adottando differenti tecniche di campio-

namento (ragionato per quote, areale, a valanga, ecc.) al fine principale di superare le

difficoltà di rilevazione della componente illegale della presenza estera. Fu predisposto

un questionario con un nucleo centrale (core questionaire) vincolante per tutti (cfr. Ge-

sano, 1986), allo scopo di poter disporre di una base minima di informazioni comuni e

quindi comparabili, lasciando comunque la facoltà ai singoli gruppi di ricerca di integra-

re la parte comune con l’inserimento delle notizie opzionali e/o di quelle corrispondenti

alle esigenze conoscitive specifiche del territorio di riferimento (Natale, Strozza, 1997).

Il questionario comune conteneva informazioni su alcune caratteristiche strutturali, sulla

condizione lavorativa al momento della rilevazione, sull’esperienza migratoria, sulle

condizioni di vita e sulle prospettive migratorie. I risultati di tali indagini furono pubbli-

cati in vari articoli (si vedano in particolare i numeri 71, 82-93 e 91-92 di Studi Emigra-

zione) e alcuni volumi monografici pubblicati dalla Franco Angeli, che rappresentavano

il momento conclusivo della ricerca svolta nello specifico contesto territoriale.

La diversità delle collettività e delle categorie considerate nelle varie aree e la man-

canza di metodi di indagine adeguati portarono i gruppi di ricerca ad individuare solu-

zioni tecniche ed operative autonome. Le metodologie di rilevazione predisposte risulta-

rono differenti da gruppo a gruppo e, in alcuni casi, anche all'interno dello stesso gruppo

di ricerca per differenti collettività di immigrati (Natale, Strozza, 1997). Tale esperienza

Page 138: Imigranti Italia

138

ha però consentito di acquisire importanti conoscenze sulla presenza straniera nei conte-

sti indagati ed ha rappresentato un importante banco di prova di tecniche di campiona-

mento alternativo per popolazioni sfuggenti o elusive.

Tab. 6.4 - Caratteristiche delle indagini parziali sugli stranieri svolte tra il 1986 e il 1988 in diverse

aree italiane all’interno della ricerca coordinata su “La presenza straniera in Italia”(a). Regione di riferimento unità di ricerca

Area di indagine

Periodo di rilevazione

Paesi o aree di cittadinanza degli intervistati

Categorie considerate

N. in-tervi-stati

Lombardia Milano (am) fine 1986 - inizio 1987 Paesi arabi, Eritrea, Filip-pine

attivi 273

Friuli V.G. intera regione febbr. - giu. 1987 Iugoslavia attivi 325

Emilia-R. intera regione 1987 Tutte attivi 471

Toscana intera regione (b) 1986 Capo Verde, Iran, Filippine attivi 215

Umbria Perugia (co) giugno 1986 tutte studenti 111

Marche Ancona, Urbino (co) autunno 1986 Africa, Asia, Europa studenti 431

Lazio Roma (co) estate 1984 Filippine, Capo Verde, Corno d’Africa

attivi

491 Roma, Ladispoli (co) nov. 1986 - genn. 1987 Africa, Asia, Est Europa attivi

Campania Caserta, Napoli, Sa-lerno (pr)

giu. - dic. 1986 Africa, Asia, Est Europa attivi 317

Puglia Bari (am) fine 1986 - inizio 1987 Eritrea attivi 131

Sicilia Palermo (am) 1988 Africa, Asia attivi 190

Sardegna Intera regione (c) fine 1986 - inizio 1987 Marocco, Senegal, Polonia attivi 275 Note: (a) Da questo prospetto è esclusa l’indagine svolta in Abruzzo perché realizzata successivamente al periodo considerato (esat-tamente tra il 1991 e il 1994, su 230 studenti universitari appartenenti a tutte le nazionalità presenti. (b) Per la collettività iraniana l’indagine è stata svolta solo nel comune di Firenze. (c) Per i polacchi si è trattato di una rilevazione totale di quelli occupati in una fabbrica polacca localizzata in provincia di Cagliari. Legenda: (am)=area metropolitana; (co)=comune; (pr)=provincia. Fonte: nostra integrazione da Moretti e Strozza, 1996.

Nel periodo tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta diverse indagini

locali sono state realizzate senza far ricorso a tecniche di campionamento probabilistico.

L’indagine più importante è stata realizzata dal CENSIS nel 1990 su un campione di

1.525 immigrati stranieri di 16 differenti cittadinanze contattati in 5 diverse aree geogra-

fiche dell’Italia. I risultati sono stati pubblicati negli atti della prima conferenza nazio-

nale degli immigrati (Censis, 1991).

Nei primi anni novanta Gian Carlo Blangiardo, proseguendo la sperimentazione delle

tecniche di campionamento degli stranieri iniziata con la ricerca nazionale, giunse a de-

finire, nel corso di alcune indagini successive svolte sugli immigrati a Milano e in altre

aree della Lombardia, una particolare tecnica di campionamento probabilistico denomi-

nata “metodo per centri e ambienti di aggregazione” (Blangiardo, 1993) che ha ulte-

riormente perfezionato negli anni più recenti (Blangiardo, 1996; IRP, 1999).

Page 139: Imigranti Italia

139

Nella ricerca universitaria nazionale finanziata dal MURST su “L’integrazione degli

immigrati …”, che idealmente rappresentava la prosecuzione di quella voluta dalla Fe-

derici, la tecnica di campionamento proposta da Blangiardo fu adottata nella realizza-

zione delle inchieste sugli immigrati stranieri provenienti dai Paesi del Terzo Mondo e

dall’Europa dell’Est. Nel periodo 1993-94 furono realizzate 3.139 interviste sulla base

di uno stesso questionario con domande a risposte semi-chiuse (102 domande di cui 32

obbligatorie per tutte le unità di ricerca) in 10 diverse aree del territorio italiano (mag-

giori dettagli sono riportati nella tab. 6.5).

Tab. 6.5 - Le indagini campionarie sugli immigrati extracomunitari svolte tra il 1993 e il 1994 in

diverse aree italiane all’interno della seconda ricerca coordinata. Area di svolgimento dell’indagine

N. comuni conside-rati

Anno di indagine

N. interviste

Milano (co) 1 1993 412 Torino, Biella e Cuneo (co) 3 1993 250 Bologna (am) 6 1993 252 Marche 15 1993 250 Roma (co) 1 1993 328 Frosinone (pr) 6 1993 103 Latina (co) 1 1993 221 Napoli (co) 1 1994 824 Caserta (pr) 4 1994 319 Bari (co) 1 1994 180 Totale 3.139 Legenda: (am)=area metropolitana; (co)=comune; (pr)=provincia. Fonte: estratto da Moretti e Strozza, 1996.

I risultati preliminari di tale ricerca sono stati pubblicati sulla “Rivista Italiana di E-

conomia, Demografia e Statistica” (1996, vol. L, n. 2) e alcuni dati definitivi derivanti

dall’insieme delle indagini svolte sono riportati nel capitolo 6 del libro di Natale e

Strozza (1997). Successivamente sono usciti vari articoli e due volumi contenenti i ri-

sultati finali relativi alle informazioni acquisite in alcune delle aree di indagine. Pur-

troppo, anche per questa ricerca nazionale, come per la precedente, non è mai stato pub-

blicato un volume generale che raccogliesse il complesso dei dati raccolti, i più signifi-

cativi risultati e le principali considerazioni sugli sviluppi futuri in termini sia di appro-

fondimenti tematici e metodologici sia di sviluppi ulteriori nelle tecniche di campiona-

mento degli stranieri. La grande rilevanza di tali indagini non è comunque in discussio-

ne: non va dimenticato, ad esempio, che la stima della componente illegale della pre-

senza straniera ad aprile del 1998, predisposta dal Ministero dell’Interno (Blangiardo,

Page 140: Imigranti Italia

140

1998), si è basata anche sui dati delle indagini svolte nel 1993-94 nell’ambito della ri-

cerca nazionale.

Dopo il 1994 molte indagini sono state realizzate in aree locali, in alcuni casi sugli

immigrati appartenenti a specifiche aree di origine (nazionalità). Tra le altre va sottoli-

neata l’indagine periodica (pressappoco annuale) condotta in alcune aree della Lombar-

dia con la tecnica di campionamento per centri e ambienti di aggregazione. Queste in-

dagini sono state realizzate dalla Fondazione Cariplo per le Iniziative e lo Studio sulla

Multietnicità (I.S.MU.) che ha costituito nella seconda metà degli anni novanta un im-

portante gruppo di ricerca interdisciplinare. I risultati delle numerose ricerche e indagini

campionarie svolte sono stati diffusi attraverso le pubblicazioni dell’I.S.MU..

Nella prima metà del 1997, un’importante indagine campionaria è stata realizzata

dall’Istituto di Ricerca sulla Popolazione (IRP) del Consiglio Nazionale delle Ricerche

(CNR), all’interno di un progetto internazionale finanziato dall’Eurostat e diretto dal

NIDI riguardante i fattori di spinta e di attrazione delle migrazioni internazionali. Tale

inchiesta, realizzata col metodo dei centri e ambienti di aggregazione, ha riguardato due

collettività straniere, quella egiziana e quella ghanese (rispettivamente 709 e 819 inter-

viste), colte in alcune aree del nostro paese. Il modello di rilevazione adottato, partico-

larmente ampio ed analitico, consente di approfondire varie tematiche oltre a quelle che

costituiscono l’obiettivo specifico della ricerca (le cause delle migrazioni internaziona-

li). I risultati generali dell’indagine sono riportati nel volume contenente il rapporto na-

zionale italiano (IRP, 1999).

Nel periodo 1997-99, all’interno di una ricerca dell’Università di Roma “La Sapien-

za” su “Movimenti di persone e di capitali in Europa” diretta da Eugenio Sonnino e Ni-

cola Acocella, è stato sviluppato un sotto progetto su “L’inserimento nel mercato del la-

voro, il reddito e le rimesse degli immigrati stranieri in Italia”. Tale segmento della ri-

cerca ha richiesto la realizzazione tra la metà di dicembre del 1997 e la fine di luglio del

1998 di un’indagine campionaria con il metodo dei centri e ambienti di aggregazione

sugli immigrati originari di alcuni paesi dell’Europa dell’Est (ex Iugoslavia, Albania,

Polonia e Romania) e dell’Africa mediterranea (Marocco) colti in alcune aree di tre re-

gioni italiane (in Veneto nelle province di Treviso, Verona e Vicenza; in Campania nel

comune di Napoli e nella provincia di Caserta; nel Lazio nel comune di Roma). In totale

sono state realizzate 1.920 interviste (tab. 6.6) con un modello di rilevazione partico-

Page 141: Imigranti Italia

141

larmente ampio che era volto ad acquisire informazioni non solo sui temi specifici della

ricerca (inserimento nel mercato del lavoro, reddito, consumi, risparmi e, soprattutto,

rimesse degli immigrati) ma anche sulle principali caratteristiche degli intervistati (de-

mografiche e sociali), sulla storia e le prospettive migratorie, sulla condizione giuridica

di soggiorno, sulla situazione familiare nello spazio migratorio (nell’area di insediamen-

to e in quella di origine) e sulla condizione abitativa.

Tab. 6.6 – Numero di interviste per paese di cittadinanza e area di indagine. Ricerca su “Inserimento lavorativo, reddito e rimesse degli immigrati” svolta nel periodo 1997-98.

Area di Paese di cittadinanza N. totale indagine Albania ex Iugoslavia Polonia Romania Marocco interviste

Veneto (a) … 179 … … 168 347 Roma (b) 112 85 201 202 200 800 Campania (c) 167 … 209 … 397 773

Totale interviste 279 264 410 202 765 1.920 Note: (a) L’indagine è stata svolta nei comuni più importanti delle province di Verona, Vicenza e Treviso. (b) L’indagine è stata svolta solo nella capitale e nel comune di Ladispoli. (c) Indagine svolta nel comune di Napoli e nei più importanti comuni della pro-vincia di Caserta. (…) Indagine non svolta. Fonte: Natale e Strozza, 2002.

Più di recente è stata svolta una ricerca sull’immigrazione straniera nelle regioni a-

driatiche italiane, realizzata all’interno del progetto “Intemigra” diretto dalla Regione

Abruzzo e finanziato dal Fondo sociale europeo. La prima fase di tale ricerca ha com-

portato la realizzazione di un’indagine campionaria su quasi 1000 stranieri presenti in

alcune aree (67 per l’esattezza) delle sette regioni adriatiche (tab. 6.7). La rilevazione è

stata condotta sulla base di un unico questionario e le interviste sono state svolte nei

luoghi di aggregazione e con la tecnica di rilevazione “a palla di neve”.

Tab. 6.7 – Numero interviste per regione di indagine. Progetto Intemigra “L’immigrazione straniera nelle regioni adriatiche”. Periodo 1999-2000.

Regioni di indagine N. interviste % per regione Friuli V. G. 251 25,3 Veneto 150 15,1 Emilia R. 149 15,0 Marche 102 10,3 Abruzzo 170 17,2 Molise 50 5,0 Puglia 119 12,0 Totale interviste 991 100,0 Fonte: Carchedi, 2001

Con riguardo alle indagini realizzate negli ultimi tempi in aree specifiche del territo-

rio italiano sembra opportuno limitare l’attenzione a tre esempi particolarmente signifi-

cativi.

Page 142: Imigranti Italia

142

Tra la primavera del 2000 e i primi mesi del 2001 è stata svolta in Emilia Romagna

(con l'esclusione della provincia di Ferrara) un'indagine diretta da Mottura (2001), in

collaborazione con l'IRES regionale, che ha riguardato oltre 1.600 lavoratori stranieri di

23 cittadinanze differenti (tab. 6.8) colti nei Centri Stranieri delle Camere del Lavoro,

direttamente sui luoghi di lavoro, durante riunioni concordate con i sindacati e nelle abi-

tazioni private previo appuntamento con gli interessati. È stato adottato un questionario

strutturato volto a cogliere informazioni sul lavoro attuale e sull'azienda in cui il sogget-

to è impiegato, sull'istruzione, sulla formazione e sulle esperienze lavorative in patria e

in Italia, sulla struttura familiare e sui progetti di ricongiungimento, sui rapporti con il

sindacato.

Tab. 6.8 - Numero intervistati in Emilia Romagna nel 2001 distinti per sesso e cittadinanza.

Paese di Sesso % cittadinanza Maschi Femmine Totale femmine Marocco 402 48 450 10,7 Ghana 233 41 274 15,0 Tunisia 112 16 128 12,5 Altro 79 26 105 24,8 Senegal 92 12 104 11,5 Nigeria 48 48 96 50,0 Pakistan 94 1 95 1,1 India 85 7 92 7,6 Albania 55 23 78 29,5 Filippine 19 19 38 50,0 Sri Lanka 20 3 23 13,0 Eritrea 7 15 22 68,2 Altro 94 44 138 31,9 Totale 1.340 303 1.643 18,4 Fonte: nostra rielaborazione da Mottura, 2001, p. 94.

Tra settembre e novembre 2001 è stata svolta un’indagine campionaria

sull’integrazione degli immigrati filippini, marocchini, peruviani e romeni presenti

nell’area romana. In totale sono state realizzate quasi 1.300 interviste a persone maggio-

renni, poco più di 300 per ciascuna delle 4 collettività (tab. 6.9), adottando il metodo di

campionamento per centri e ambienti di aggregazione. Attraverso un questionario a do-

mande semi-chiuse è stato possibile acquisire informazioni sulle caratteristiche struttu-

rali (caratteristiche demografiche e sociali, il capitale umano, la famiglia nello spazio

migratorio), sulla storia riproduttiva, migratoria e lavorativa, sulle condizioni di vita at-

tuali (lavoro, reddito, consumi, sistemazione abitativa, salute, ecc.), nonché

Page 143: Imigranti Italia

143

sull’associazionismo, sul ricorso alle strutture pubbliche, sui valori e la percezione della

propria situazione, sulle prospettive future.

Tab. 6.9 – Immigrati stranieri intervistati a Roma nel 2001 per paese di cittadinanza e sesso(a). Valori assoluti e percentuale femmine.

Paese di Sesso % cittadinanza maschi femmine Totale femmine Filippine 97 227 324 70,1 Perù 121 215 336 64,0 Romania 201 118 319 36,9 Marocco 252 66 318 20,8

Totale 671 625 1.297 48,2 Nota: (a) Dati provvisori ponderati con il sistema di pesi proposto da Blangiardo (1996; 1999). Fonte: Strozza, 2002.

Particolare attenzione va infine rivolta all’esperienza maturata in Lombardia che ne-

gli ultimi anni ha portato prima alla creazione di osservatori provinciali

sull’immigrazione sotto la direzione dell’I.S.MU. e poi all’istituzione recente (nel di-

cembre 2000) da parte della Giunta regionale dell'Osservatorio Regionale per l'integra-

zione e la multietnicità. All'interno di tale osservatorio è stata svolta un'apposita indagi-

ne campionaria riferita all'universo degli stranieri presenti in Lombardia a metà dell'an-

no 2001. L'indagine è stata svolta estendendo a livello regionale la metodologia e le e-

sperienze maturate nel corso degli ultimi cinque anni in occasione di analoghe rileva-

zioni riguardanti prima l'area milanese e successivamente anche altre aree della regione.

È stata definita una numerosità campionaria pari a 7.800 unità e si è imposto il criterio

di effettuare un numero di interviste per provincia non inferiore alle 400-500 e non su-

periore alle 1.000-1.200 unità (tab. 6.10). Il totale dei casi assegnati ad ogni area è stato

poi ripartito tra un campione di comuni estratti con appropriati criteri di rappresentativi-

tà. La popolazione obiettivo era costituita dagli stranieri con più di 14 anni originari dei

PVS e dell'Europa dell'Est contattati seguendo l'approccio del campionamento per centri

e ambienti di aggregazione. Il questionario utilizzato conteneva informazioni sulle ca-

ratteristiche strutturali individuali e familiari, sulla condizione lavorativa e su quella abi-

tativa, sui progetti futuri e sulle relazioni con l'ambiente e le strutture locali. Tra i com-

piti dell’Osservatorio è prevista la realizzazione periodica (con cadenza annuale) di

un’indagine campionaria sugli stranieri presenti nella regione, con un questionario che

rimarrà lo stesso nella parte generale ma ogni volta affronterà in modo più analitico una

tematica specifica.

Page 144: Imigranti Italia

144

Tab. 6.10 - Sintesi della copertura territoriale dell’indagine campionaria svolta nelle province della

Lombardia a metà del 2001. Province Unità campionarie 1° stadio Unità campionarie di 2° stadio N. comuni N. N. interviste N. casi ponderati selezionati intervistatori realizzate provinciale regionale Varese 43 6 600 600 414 Como 38 7 500 500 297 Sondrio 20 6 355 400 47 Milano (città) 1 11 1.153 1.000 2.666 Milano (resto prov.) 34 11 860 1.000 1.388 Bergamo 41 14 802 800 718 Brescia 46 12 995 1.000 1.123 Pavia 24 7 501 500 273 Cremona 25 10 502 500 242 Mantova 24 10 500 500 312 Lecco 24 9 631 500 195 Lodi 22 4 500 500 125 Totale 342 107 7.899 7.800 7.800 Fonte: Osservatorio regionale per l'integrazione e la multietnicità, 2002, p. 37.

A conclusione di questo sintetico e non esaustivo richiamo delle principali indagini

svolte in Italia sugli immigrati stranieri appare importante sottolineare come le inchieste

non di rado siano state realizzate sulla base di risorse economiche contenute. La scarsità

delle disponibilità finanziarie e la mancanza di strutture organizzative ramificate sul ter-

ritorio hanno comportato una limitata copertura territoriale e una dimensione campiona-

ria quasi sempre non troppo ampia. Va sottolineato però come negli ultimi anni sia au-

mentata l’attenzione a livello locale (comunale, provinciale e regionale) da parte degli

enti pubblici territoriali e di alcuni organismi di ricerca verso una più attenta conoscenza

del fenomeno dell’immigrazione attraverso il ricorso alle fonti ufficiali e soprattutto alle

indagini campionarie. Tali inchieste sembrano infatti essenziali per il monitoraggio del-

la situazione, consentendo di acquisire notizie difficilmente ricavabili dalle rilevazioni a

carattere amministrativo e di estendere le conoscenze anche al segmento della popola-

zione straniera più sfuggente, costituito dalle persone non in regola con le norme sul

soggiorno in Italia.

Le numerose esperienze maturate hanno, tra l’altro, permesso di predisporre tecniche

di campionamento ad hoc che consentano di superare alcuni problemi specifici quali la

parzialità delle liste da cui estrarre il campione e la difficile reperibilità di quella ampia

fetta della popolazione straniera costituita da persone assai mobili sul territorio. Alla lu-

Page 145: Imigranti Italia

145

ce di tali considerazioni sembra opportuno discutere la possibilità di realizzare

un’indagine campionaria nazionale sugli stranieri delle cittadinanze più numerose o

sull’insieme degli stranieri originari dei PVS e dell’Europa dell’Est. Esperienze di que-

sto genere sono già state realizzate in quasi tutti i tradizionali paesi europei di immigra-

zione.

6.4. Almeno due strade alternative

Senza entrare nello specifico dei problemi tecnico metodologici, si intende in questa

sede introdurre in modo schematico il dibattito sull’opportunità di valorizzare le indagi-

ni campionarie attualmente esistenti, estendendo la rappresentatività del campione an-

che al sottoinsieme degli stranieri, oppure prevedere una specifica indagine campionaria

nazionale sulla popolazione straniera da ripetere periodicamente. Di seguito, vengono

indicati i principali vantaggi, alcune modalità di realizzazione e gli svantaggi o le diffi-

coltà specifiche, distintamente per le due ipotesi alternative.

In primo luogo, vediamo perché dovrebbe essere opportuno valorizzare le indagini

nazionali già esistenti:

• possibilità di confronto con la popolazione nazionale;

• maggiori possibilità di comparazione internazionale per le indagini armonizzate a

livello di Ue o altro (dire quali indagini e se negli altri paesi il dato sugli stranieri

viene utilizzato) con questionario di norma standardizzato;

• si tratta di indagini consolidate a livello nazionale con una struttura organizzativa

(nella realizzazione dell’indagine) ben consolidata;

• si potrà disporre di informazioni aggiornate periodicamente;

Per garantire la rappresentatività della componente straniera appare necessario:

§ prevedere, se possibile, un sovracampionamento della popolazione straniera;

§ tradurre il questionario nelle principali lingue degli stranieri in Italia (le 10-12 più

importanti) e/o utilizzare intervistatori stranieri o rilevatori speciali in grado di

somministrare (face to face, vale a dire porre le domande e superare eventuali in-

comprensioni) il questionario anche in alcune lingue estere;

Page 146: Imigranti Italia

146

§ tenere sotto controllo il campione degli stranieri nella fase dell’estrazione e nella so-

stituzione delle unità campionarie non intervistate per irreperibilità o per rifiuto. In

sostanza, sostituire gli stranieri non intervistati con altri stranieri, possibilmente del-

la stessa nazionalità;

§ valutare la possibilità di modificare la tecnica di campionamento allo scopo di ridur-

re i casi di irreperibilità.

Si presentano però i seguenti svantaggi rispetto ad indagini specifiche sugli stranieri:

Ø assenza di quesiti specifici sugli immigrati stranieri (ad esempio, la storia migrato-

ria, le difficoltà di inserimento, la problematica della lingua, ecc.);

Ø accrescimento dell’impegno in termini di risorse umane e finanziarie più che pro-

porzionale all’incremento del numero delle interviste;

Ø in particolare, necessità in alcune aree di fare pre-indagini ad hoc sulla popolazione

straniera e di adeguare i registri anagrafici che proprio per gli stranieri risultano più

spesso poco o per niente aderenti alla realtà a causa dei più frequenti cambiamenti

residenziali alle volte non registrati;

I vantaggi insiti nella realizzazione di un’ampia indagine campionaria nazionale sugli

stranieri, preferibilmente con un campione di controllo sulla popolazione autoctona (op-

pure impostando allo stesso modo una serie di quesiti presenti nelle altre indagini cam-

pionarie nazionali) sono:

• possibilità di affrontare tematiche specifiche concernenti la popolazione straniera

immigrata e la seconda generazione (ad esempio, storia migratoria, status giuridico;

inserimento socio-economico; rapporto con la popolazione italiana; prospettive di

rientro nel paese di origine; rimesse; legami con il paese di origine e con la colletti-

vità di appartenenza; prospettive di naturalizzazione);

• maggiore possibilità di considerare non solo gli stranieri residenti in uno dei comuni

italiani ma anche quelli solo temporaneamente presenti (sia legali che illegali);

• possibilità di considerare specifici segmenti della popolazione straniera (stranieri

immigrati da meno di 5 anni; stranieri immigrati da più di 5 anni; immigrati natura-

lizzati; naturalizzati figli di immigrati; stranieri figli di immigrati);

Page 147: Imigranti Italia

147

• possibilità di far ricorso a tecniche d’indagine ad hoc già sperimentate con successo

in alcune indagini svolte negli ultimi anni in alcune aree del paese (cfr. par. prece-

dente), in tal modo superando alcune specifiche problematiche operative che si pre-

sentano nella fase della rilevazione;

• possibilità di valutare gli effetti di eventuali politiche sociali a favore degli immigra-

ti;

• verifica e controllo delle informazioni derivanti da rilevazioni totali di tipo ammini-

strativo (questo, entro certi limiti, vale per entrambe le tipologie di indagini);

Per realizzare tale ricerca occorre adottare alcuni accorgimenti simili a quelli già in-

dicati per le indagini generali ed alcuni specifici interventi. In dettaglio:

§ tradurre il questionario nelle principali lingue degli stranieri in Italia (le 10-12 più

importanti) e/o utilizzare intervistatori stranieri o rilevatori speciali in grado di

somministrare (face to face, vale a dire porre le domande e superare eventuali in-

comprensioni) il questionario anche in alcune lingue estere;

§ predisporre una tecnica di campionamento ad hoc (metodo dei centri o ambienti di

aggregazione; campionamento areale; ecc.)41;

§ tenere sotto controllo il campione distintamente per paese di cittadinanza nella fase

dell’estrazione e nella sostituzione delle unità campionarie non intervistate per irre-

peribilità o per rifiuto. In sostanza, sostituire gli stranieri non intervistati con altri

stranieri della stessa nazionalità;

I problemi e gli svantaggi rispetto alla valorizzazione delle indagini nazionali corren-

ti sono:

Ø maggiore difficoltà di comparazione dei risultati relativi agli stranieri con quelli

concernenti gli italiani (l’eventuale campione di italiani sarebbe comunque di nume-

rosità contenuta e la comparazione tra quesiti, se impostati allo stesso modo delle al-

tre indagini nazionali, sarebbe comunque minore);

Ø necessità di limitare l’attenzione ad alcune tematiche specifiche;

Ø disponibilità di risorse umane e finanziarie specifiche di notevole entità;

41 Alcune tecniche possono essere valide per alcune aree e assolutamente inutilizzabili in altri contesti ter-ritoriali.

Page 148: Imigranti Italia

148

Ø necessità di impiantare completamente la rilevazione in tutte le sue fasi dalla proget-

tazione, alla realizzazione, al controllo dei dati, alla elaborazione e diffusione dei ri-

sultati;

Ø mancanza di periodicità o, quantomeno, di una periodicità breve tra due indagini

successive.

Va infine sottolineato come sarebbe possibile adottare una strategia mista che preve-

da, da una parte uno sforzo diretto a garantire la rappresentatività della componente

straniera solo in alcune delle indagini campionarie correnti, dall’altra la realizzazione di

un’indagine specifica sugli stranieri, o sulla popolazione di origine straniera, che appro-

fondisca tematiche specifiche ed abbia una periodicità non troppo ampia (ad esempio,

ogni due anni, eventualmente nello stesso periodo dell’indagine generale rappresentati-

va anche per la componente straniera).

Per quanto riguarda l’indagine da valorizzare, si potrebbe pensare a quella sulle forze

di lavoro che potrebbe essere più ampia e più attenta agli stranieri, forse solo nel trime-

stre relativo alla rilevazione utilizzata a livello europeo anche se, data la procedura di

rotazione, lo sforzo andrebbe profuso in tutti i trimestri. L’attenzione verso questa in-

chiesta è giustificata da due ordini di fattori: la sua dimensione campionaria è maggiore

rispetto alle altre indagini sociali, consentendo di pervenire ad un sottocampione di stra-

nieri più ampio; la valorizzazione dei dati sugli stranieri derivanti da questa indagine è

già tra gli obiettivi dell’Eurostat che, come si è detto, dall’inizio degli anni novanta

pubblica per ciascun paese dell’area economica europea, tra cui l’Italia, i dati assoluti e

alcuni indicatori sul mercato del lavoro distintamente per nazionali, stranieri apparte-

nente ad altri paesi dell’Ue e stranieri non appartenente all’Ue42. Inoltre, la riorganizza-

zione dell’indagine, che è attualmente in corso e dovrebbe realizzarsi completamente

entro l’inizio del 2004, potrebbe costituire un’occasione importante per valutare empiri-

camente gli accorgimenti da adottare per garantire la rappresentatività della componente

straniera. Si tratta ovviamente di considerazioni generali che richiedono però un soste-

gno più attento di tipo metodologico e tecnico-operativo che potrebbe essere realizzato

42 Non va dimenticato inoltre che in alcuni paesi (Regno Unito e Irlanda) tale indagine è di base per la stima della dimensione della popolazione straniera e dei gruppi etnici.

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149

all’interno di un vero e proprio progetto di fattibilità43. In tale sede andrebbe valutata

anche l’eventualità di un sopracampionamento degli stranieri per cercare di avere dati

rappresentativi per le principali cittadinanze degli immigrati distinti quantomeno per ri-

partizione territoriale.

Per quanto concerne l’indagine specifica sugli stranieri sarà opportuno valutare pre-

liminarmente quale possa essere l’universo obiettivo: tutti gli stranieri (eventualmente

solo dei PVS e dell’Europa dell’Est) o soltanto quelli appartenenti alle collettività (cit-

tadinanze) più consistenti? Nel primo caso la numerosità campionaria dovrebbe essere

maggiore per garantire la rappresentatività per singola cittadinanza, nel secondo caso si

avrebbe un collettivo che costituisce soltanto una parte del fenomeno complessivo. Inol-

tre, andrebbe valutata l’opportunità di far ricorso a tecniche di campionamento partico-

lari (centri e ambienti di aggregazione, areale, adattativo, ecc.) dopo aver condotto spe-

cifiche indagini pilota nelle aree di rilevazione.

A chiusura di questo capitolo va ribadito che la necessità di indagini campionarie su-

gli stranieri rimane una delle indicazioni più forti poiché, come si vedrà anche nel pros-

simo capitolo (ed è ben chiaro se si rivolge l’attenzione alla situazione in alcuni dei tra-

dizionali paesi europei di accoglimento), esse costituiscono una fonte preziosa di am-

pliamento delle conoscenze di base, assolutamente non realizzabile attraverso le rileva-

zioni correnti non campionarie.

43 Preliminarmente, andrebbero analizzate attentamente le cause sia della sottovalutazione della propor-zione di stranieri all’interno dei campioni delle indagini citate sia della loro selezione rispetto all’universo che dovrebbero rappresentare, tenendo a mente che finora questo sub-collettivo non rientrava tra gli obiet-tivi specifici delle rilevazioni in oggetto.

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150

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151

CAPITOLO 7

VERSO UN SISTEMA DI INDICATORI DI INTEGRAZIONE:

IL MATERIALE STATISTICO DISPONIBILE E QUELLO NECESSARIO

7.1. Obiettivi, definizioni e modelli

In questo capitolo finale, l’attenzione sarà rivolta essenzialmente a fornire una prima

analisi sul materiale statistico necessario per predisporre un sistema di monitoraggio pe-

riodico del processo di integrazione delle collettività straniere nelle principali aree di in-

sediamento del territorio italiano44.

La distinzione per cittadinanza appare essenziale visto che nel nostro paese

l’immigrazione straniera si contraddistingue per la presenza di un numero elevato di na-

zionalità ed etnie che differiscono tra loro per storia migratoria, caratteristiche demogra-

fiche e sociali e, soprattutto, per modalità di insediamento territoriale e per intensità e

forme di inserimento nelle diverse sfere (economiche, sociali e culturali) della società.

Anche il riferimento al contesto territoriale appare fondamentale poiché le opportunità

di inserimento dei nuovi venuti risultano differenti nelle diverse zone e realtà del nostro

paese e la concentrazione in alcune aree specifiche, soprattutto nei grandi comuni me-

tropolitani, di determinate collettività immigrate rende necessaria un’analisi che non

può trascurare la dimensione spaziale.

Per perseguire l’obiettivo indicato appare essenziale procedere preliminarmente ad

una definizione del concetto di integrazione e ad una breve discussione dei principali

modelli adottati. Non è facile fornire una definizione condivisa del fenomeno in oggetto

poiché entrano in gioco sia le aspirazioni, i progetti e le propensioni dei gruppi immi-

grati, sia gli atteggiamenti e i comportamenti del gruppo prevalente, quello degli autoc-

toni, di cui è in buona parte espressione il modello di “integrazione” adottato dallo Stato

di accoglimento.

44 Il riferimento è essenzialmente alle ripartizioni geografiche, anche se primaria è l’attenzione che va ri-volta ad alcune province metropolitane in cui la presenza straniera appare consistente come quota rispetto al totale nazionale ma soprattutto come incidenza sulla popolazione autoctona.

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152

Il termine integrazione esprime un concetto complesso il cui significato può variare

nel tempo e nello spazio a seconda del paese considerato, delle circostanze storico poli-

tiche e della fase dell’immigrazione. Notevoli sono pertanto le difficoltà nel fornire una

formulazione univoca e puntuale del termine. In modo schematico si può dire che

l’integrazione degli immigrati nel paese di adozione si presenta come un fenomeno di-

namico e pluridimensionale. A seconda della partecipazione degli immigrati alla vita

economica, sociale e culturale del paese di insediamento e quindi della progressione

della posizione occupata in vari settori, come l’impiego, la sistemazione abitativa,

l’istruzione e la partecipazione politica, si può tentare di misurare l’evoluzione e il livel-

lo dell’inserimento raggiunto da tale collettivo.

In particolare, l’integrazione è vista in termini di processo come un percorso che

coinvolge due entità distinte, l’individuo che cerca di inserirsi, ed anche di coesistere al

meglio, nel contesto di accoglimento e la società ospitante che lo aiuta, lo lascia fare o

lo ostacola nel raggiungere il proprio scopo (Golini, Strozza, Amato, 2001). Nella sua

accezione di processo, l’integrazione comprende tutte le modalità attraverso le quali

l’immigrato può essere “incorporato” nella realtà di adozione. L’inserimento può assu-

mere forme e caratteristiche assai differenti, in un continuum che va dall’assimilazione

al multiculturalismo (Macura e Coleman, 1994).

L’assimilazione definisce un processo unidirezionale di adattamento dello straniero

al nuovo ambiente sociale. Si tratta di un processo di “interpenetrazione e di fusione per

il quale persone o gruppi acquisiscono memorie, sentimenti e attitudini di altre persone

o gruppi e, modellati dalla loro esperienza e storia, sono incorporati in una vita culturale

comune” (Park e Burgess, 1921, p. 360). L’immigrato si confonde quindi con il resto

della popolazione e ne acquisisce anche la “nazionalità culturale”, rinunciando alle pro-

prie caratteristiche linguistiche, sociali e culturali (Golini, Strozza, Amato, 2001). Lo

Stato che adotta un tale modello deve cercare di creare le condizioni giuridiche ed ope-

rative che favoriscano l’adattamento dell’individuo al nuovo ambiente sociale, senza ri-

conoscere e ufficializzare l’esistenza delle minoranze etniche. La traduzione nella realtà

di tale modello non ha condotto ai risultati attesi, il caso più significativo è rappresenta-

to dall’esperienza francese.

Un altro modello di incorporazione è quello della marginalizzazione e/o

dell’esclusione che prevede la partecipazione degli immigrati solo ad alcune specifiche

Page 153: Imigranti Italia

153

sfere della società, per lo più quelle legate all’inserimento nel mercato del lavoro, rifiu-

tandogli invece l’accesso alle altre dimensioni del vivere sociale. Lo Stato per mettere in

atto tale modello può adottare misure e strumenti normativi che rendano difficile

l’accesso non solo alla cittadinanza giuridica ma anche a quella sociale, attraverso at-

teggiamenti discriminatori che impediscano un pieno inserimento dell’immigrato nella

società ospitante (Golini, Strozza, Amato, 2001).

Il modello della coesistenza si fonda sull’idea di preservare le differenze linguistiche,

culturali e di tradizioni tra i gruppi minoritari e tra questi e il gruppo maggioritario (To-

disco, 1995). La collettività nativa non si attende che gli individui rinuncino alla loro

diversità ma che accettino alcuni valori fondamentali della società di adozione. Il rischio

connesso all’applicazione di questo modello è la costituzione di comunità ripiegate su

se stesse e non interagenti tra di loro (Golini, Strozza, Amato, 2001).

Il modello proposto per l’Italia dalla Commissione per le politiche di integrazione

degli immigrati era volto a superare alcuni limiti dei modelli precedenti intendendo per

integrazione sia l’integrità delle persone, delle collettività coinvolte in tale processo, sia

l’interazione positiva e la pacifica convivenza tra tutte le collettività, compresa ovvia-

mente quella autoctona (Zincone, 2000). Occorre per applicare tale modello riconoscere

e rispettare le esigenze e le differenze dei diversi gruppi, senza però creare le premesse

per l’emergere di realtà separate e isolate. Obiettivo di fondo dell’integrazione è, al con-

trario, quello di realizzare interazioni positive tra nazionali ed immigrati nel quadro di

un dialogo che si articoli su più piani, propagandosi in tal modo a tutte le sfere del con-

vivere, e che sia in grado di costituire un arricchimento per le diverse parti in causa

(Zincone, 2000; Golini, Strozza, Amato, 2001).

Il breve richiamo ad alcuni modelli di integrazione serve da un lato a segnalare ulte-

riormente il carattere pluridimensionale del fenomeno dall’altro a sottolineare come allo

stesso fenomeno possono essere date diverse chiavi di lettura e differenti traduzioni ope-

rative. In base al modello prescelto possono cambiare, almeno in parte, le dimensioni

considerate significative e le modalità di costruzione delle possibili misure e indicatori

di interesse.

Nella letteratura internazionale è emersa infatti la necessità di costruire misure di sin-

tesi atte ad evidenziare differenze o similitudini nei comportamenti e nelle situazioni

che coinvolgono immigrati e nazionali (Haut Conseil à l’Intégration, 1991a). Si cerca di

Page 154: Imigranti Italia

154

monitorare un processo di per sé di difficile quantificazione facendo ricorso a misure o

indicatori statistici che a livello comparativo possono segnalare situazioni generali o

specifiche di non integrazione o di discriminazione rispetto agli autoctoni di alcune

(molte o tutte) le collettività immigrate.

7.2. Ambiti specifici e possibili indicatori di integrazione

Date le finalità di questo capitolo, non verrà presentato un sistema di misure e indica-

tori di integrazione, che è già stato proposto per il nostro paese da diversi autori (Cagia-

no et al., 1994; Casacchia, Strozza, 1995; Natale, Strozza, 1997; Golini, Strozza, Ama-

to, 2001; Cagiano, 2001), ma saranno indicati alcuni ambiti specifici di interesse con

l’individuazione dei caratteri, delle categorie o degli eventi che è necessario rilevare per

poter costruire alcuni indicatori ritenuti essenziali (tab. 7.1). Per quanto concerne le mo-

dalità di costruzione di tali indicatori si rimane sostanzialmente sul generico, visto che

tale aspetto non costituisce oggetto specifico di questa trattazione e gli indici riportati

nella tab. 7.1 sono solo delle misure possibili. Sembra però opportuno proporre almeno

qualche considerazione generale. Va detto che agli indicatori elementari (uno dei nume-

rosi esempi possibili è il tasso di attività) potrebbe risultare opportuno sostituire dei rap-

porti tra indici (odd-ratios) in cui quello relativo a ciascuna collettività straniera viene

rapportato a quello concernente la popolazione nazionale che funge ovviamente da rife-

rimento (il tasso di attività di ciascuna collettività viene rapportato quindi a quello della

popolazione italiana). In altri casi sarà opportuno esaminare la dissomiglianza della di-

stribuzione relativa di un dato fenomeno nelle collettività straniere rispetto alla distribu-

zione osservata nella popolazione nazionale (potrebbe essere questo il caso della struttu-

ra per settore economico di impiego).

Tornando al quadro generale di riferimento, va sottolineato come siano stati indivi-

duati dieci ambiti specifici di integrazione all’interno dei quali si collocano alcuni carat-

teri, categorie o eventi (in totale sono quaranta) che costituiscono quantomeno il nume-

ratore di possibili misure o indicatori atti a monitorare la situazione delle collettività

immigrate (tab. 7.1).

Il primo ambito di osservazione riguarda le caratteristiche demografiche che consen-

tono di delineare la “morfologia” delle comunità straniere, elemento imprescindibile per

approntare mirate politiche sociali. L’articolazione secondo i principali caratteri struttu-

Page 155: Imigranti Italia

155

rali appare infatti basilare per valutare in modo specifico squilibri ed eventuali necessità

(Golini, Strozza, Amato, 2001). La struttura per età dovrebbe consentire di evidenziare

l’importanza assunta dalla popolazione in età lavorativa, di quella giovanile e di quella

anziana, mettendo in luce la fase del processo migratorio (da un’immigrazione per lavo-

ro al prevalere dei ricongiungimenti familiari fino all’eventuale invecchiamento del col-

lettivo allo studio) e il manifestarsi di distinti e specifici bisogni (per i più giovani di i-

struzione e formazione, per gli adulti di inserimento lavorativo e di accesso ai servizi

per la famiglia, per gli anziani di assistenza). La struttura per sesso, oltre a segnalare lo

stadio del processo migratorio, consente di evidenziare possibili difficoltà nelle relazio-

ni sociali in presenza di forti squilibri nella composizione tra maschi e femmine. Anche

la struttura per stato civile rivela una realtà che incide profondamente sulla sfera affetti-

va dell’immigrato e quindi sui suoi atteggiamenti e comportamenti. L’esistenza o meno

di vincoli matrimoniali e la presenza o meno del coniuge in Italia esercita notevole in-

fluenza sul vissuto del migrante. È tra l’altro un’informazione utile per cogliere antici-

patamente i possibili comportamenti nuziali e il numero atteso di richieste di ricongiun-

gimento familiare (Golini, Strozza, Amato, 2001).

Anche le caratteristiche migratorie espresse essenzialmente dalla distribuzione per

anno (o coorte) di immigrazione, per motivo dell’arrivo e/o della presenza sul territorio

e per condizione giuridica di soggiorno (stranieri legali stabili, legali semi-stabili e ille-

gali) costituiscono un ambito specifico di grande importanza. È noto come la durata del-

la presenza nel paese di arrivo indichi la fase dell’immigrazione e sintetizzi il processo

di adattamento alla nuova realtà; la legalità della presenza sul territorio è condizione es-

senziale per un compiuto inserimento economico e sociale.

Alcuni dati sulle caratteristiche demografiche e migratorie delle collettività straniere

(in particolare, sesso, età e anno di immigrazione) sono inoltre necessari in quanto pos-

sono costituire il denominatore di alcuni tassi specifici. Si fa riferimento in particolare,

ma non esclusivamente, alle misure di intensità e di cadenza utilizzate per analizzare i

comportamenti demografici (le principali misure analitiche sono i tassi di fecondità, di

nuzialità o di divorzialità specifici per età) delle collettività straniere. Va sottolineata poi

l’opportunità di standardizzare alcune misure per anno di immigrazione, in modo da te-

nere sotto controllo, nel confronto della situazione tra collettività e nel tempo, le diffe-

renze e le variazioni nella durata della presenza in Italia.

Page 156: Imigranti Italia

156

Tab. 7.1 – Ambiti specifici dell’integrazione distinti secondo i caratteri, le categorie o gli eventi da rilevare e i connessi possibili indicatori o misure.

AMBITI SPECIFICI ALCUNI POSSIBILI INDICATORI O MISURE CARATTERI, CAREGORIE O EVENTI PER COLLETTIVITÀ STRANIERA

Caratteristiche demografiche Sesso % donne; squilibrio tra i sessi Età (data di nascita) Età media; struttura per classi di età Stato civile Struttura per stato civile Tipologia familiare Struttura per tipologia familiare, quota familiari nel paese d’origine Caratteristiche migratorie Anno di arrivo (durata della presenza) Durata media della presenza, % presenti da 10 e più anni Motivo della presenza % per motivi familiari Condizione giuridica di soggiorno % presenti illegalmente Istruzione e conoscenza della lingua Popolaz.ne (25 anni e più) per titolo di studio Struttura per titolo di studio Iscritti scuola elementare, media e superiore Tassi di scolarizzazione Ritardi e insuccessi scolastici Quota ritardi scolastici, tassi di ripetenze Conoscenza della lingua italiana % che conosce l’italiano, grado di conoscenza dell’italiano

Comportamenti demografici

Nascite Tasso di fecondità totale (TFT) Matrimoni Tasso di nuzialità, tasso di nuzialità mista, % matrimoni con italiani Divorzi Tasso di divorzialità, divorzi per 100 matrimoni celebrati in Italia Relazioni con paese di origine e di accoglimento(a) Ricongiungimenti familiari Tassi di ricongiungimento familiare Iscrizioni ad associazioni etniche % iscritti ad associazioni etniche Acquisizione della cittadinanza italiana % naturalizzati, tasso di naturalizzazione Lavoro Condizione professionale Tasso di attività, tasso di disoccupazione Numero attività lavorative svolte % con più di un’attività lavorativa Posizione nella professione % lavoratori autonomi Settore di occupazione Dissomiglianza nella struttura settoriale rispetto agli italiani Attività lavorativa svolta Dissomiglianza nelle professioni rispetto agli italiani Infortuni sul lavoro Tasso di infortunio Ore settimanali di lavoro Numero medio di ore a settimana, rapporto rispetto agli italiani Reddito Reddito individuale da lavoro Reddito medio da lavoro, rapporto rispetto agli italiani Reddito familiare Reddito medio familiare, % al di sotto della soglia di povertà Possesso di alcuni beni durevoli % che possiede alcuni beni durevoli Risparmio % risparmi sul reddito percepito Rimesse % rimesse in denaro sul reddito percepito Consumi per tipologia % consumi per beni di prima necessità (alimentari e abbigliamento) Abitazione Distribuzione territoriale indice di segregazione territoriale nei grandi comuni Tipo di sistemazione abitativa Struttura per tipo di abitazione, % senza tetto Titolo di godimento dell’abitazione % proprietari dell’abitazione Affollamento Indice di affollamento Servizi disponibili nell’abitazione % che dispone nell’abitazione di alcuni servizi Salute Condizione di salute e principali malattie % in cattivo stato di salute, dissomiglianza nel quadro nosologico Decessi Tasso di mortalità specifico per età, tasso di mortalità infantile Aborti Tasso di abortività totale Devianza Denunciati Denunciati per 1000 presenti, Condannati per reato Condannati per 1000 presenti, condannati per 100 denunciati Popolazione carceraria % sul totale della popolazione detenuta, % sulla popolazione presente Nota: (a) Si tratta solo di quegli aspetti che non sono già colti nelle altre dimensioni.

L’istruzione e la conoscenza della lingua italiana sono aspetti di notevole rilevanza

nell’inclusione degli stranieri nella nuova realtà. Per la prima generazione di immigrati

il livello d’istruzione e il grado di conoscenza della lingua del paese di adozione costi-

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157

tuiscono rispettivamente il capitale umano generico e quello specifico che incidono in

modo significativo, in particolare il secondo, sulle possibilità di impiego e, soprattutto,

sulla mobilità professionale ascendente. L’inserimento scolastico sia dei bambini immi-

grati al seguito dei genitori sia della seconda generazione di immigrati (figli nati in Ita-

lia) rappresenta una variabile chiave dell’integrazione dell’intera collettività. I ragazzi

rimangono in molti casi “intrappolati” tra la scarsa padronanza dell’italiano e la pro-

gressiva perdita d’uso della lingua d’origine (Golini, Strozza, Amato, 2001). È impor-

tante monitorare la partecipazione, gli insuccessi e i ritardi scolastici poiché la scuola

rimane una tappa fondamentale per il miglioramento delle proprie condizioni e per una

positiva mobilità sociale intergenerazionale delle comunità di origine straniera.

Anche i comportamenti demografici (matrimonio, nascita dei figli e divorzio) posso-

no essere, sotto vari aspetti, segnali del radicamento o meno nella società di adozione.

Fenomeni come lo sposarsi e l’avere figli vengono vissuti dall’immigrato in maniera

particolare, spesso con difficoltà e ritardi dovuti all’aver sperimentato l’esperienza del

trapianto in un’altra realtà. Particolare attenzione viene in genere rivolta al processo di

convergenza della fecondità degli immigrati, soprattutto di quelli provenienti da paesi

ad alta fecondità, verso i livelli sperimentati dalla popolazione del paese di accoglimen-

to. Occorre considerare però un possibile iniziale declino della fecondità, dovuto alle

difficoltà connesse all’emigrazione (Maffioli 1996) ed allo squilibrio nella struttura per

sesso45 (Natale, Strozza, 1997), ed una successiva ripresa che in molti casi non raggiun-

ge i livelli osservati nei paesi di origine, poiché una parte della fecondità rinviata non

verrà più recuperata dalle generazioni e/o il modello riproduttivo tenderà ad avvicinarsi

a quello della popolazione autoctona (Golini, Strozza, Amato, 2001). Se la nuzialità

rappresenta un altro indicatore del comportamento demografico degli immigrati, i ma-

trimoni misti sono al tempo stesso un indice di integrazione e un fattore di maggiore

mescolanza delle popolazioni residenti nel paese (Coleman, 1992). I tal senso questo fe-

nomeno costituisce un importante aspetto sia dell’instaurazione di relazioni sia della

commistione tra autoctoni e immigrati (Natale, Strozza, 1997; Golini, Strozza, Amato,

2001). Va tenuto presente però che le coppie miste potrebbero risultare meno stabili di

quelle costituite da coniugi connazionali per la difficoltà di far coesistere nella vita di

tutti i giorni le differenze culturali tra i due partner (Golini, Strozza, Amato, 2001). 45 Nel primo periodo di immigrazione, infatti, la bassa fecondità potrebbe dipendere soprattutto dalla pro-porzione di bambini nati prima dell’evento migratorio e/o dalla separazione delle coppie.

Page 158: Imigranti Italia

158

Le relazioni con il paese di origine e con quello di accoglimento sono sintetizzate at-

traverso tre fenomeni specifici: i ricongiungimenti familiari, la partecipazione ad asso-

ciazioni etniche in Italia e l’acquisizione della cittadinanza italiana46. Il ricongiungimen-

to familiare riduce sicuramente la forza del legame con il paese di origine, anche se può

costituire una tappa ambivalente, per quanto essenziale, del processo di integrazione: se,

da un lato, il ricongiungimento familiare può essere interpretato come un segnale di sta-

bile radicamento nel paese ospite, dall’altro rafforza i legami di base e ripropone valori

e tradizioni del paese di origine in quello di adozione (Natale, 1995). È certo che la rico-

stituzione dei nuclei familiari, così come la formazione e lo sviluppo di nuove unioni, fa

degli immigrati dei portatori di nuove istanze in termini, in particolare, di necessità abi-

tative, sanitarie e culturali: si passa in sostanza dalle esigenze del singolo a quelle del

nucleo familiare (Golini, Strozza, Amato, 2001). L’iscrizione ad associazioni etniche

può costituire, nella prima fase dell’esperienza migratoria, un valido supporto per il

nuovo venuto, a livello psicologico, in base alla riproduzione su scala ridotta della co-

munità di origine, e a livello materiale, come importante punto di riferimento per acqui-

sire informazioni necessarie sulla nuova realtà. Nelle fasi successive del processo mi-

gratorio, l’associazionismo etnico potrebbe anche indicare una certa chiusura e una

qualche volontà di coesistenza all’interno della propria comunità, più che di interazione

e commistione con le altre. Infine, l’ottenimento della cittadinanza italiana per natura-

lizzazione può essere intesa in due modi: da una parte come strumento capace di facili-

tare il percorso di integrazione; dall’altra come coronamento, tappa ultima (o quanto-

meno fondamentale) dello stesso processo, in quanto attraverso tale istituto si raggiunge

la piena parità giuridica dei diritti e dei doveri con la popolazione nazionale (Bisogno,

Gallo, 2000).

Un ambito sicuramente prioritario dell’integrazione degli immigrati è costituito da

quello lavorativo che dovrebbe costituire premessa e sostegno essenziale per

l’inserimento nelle altre dimensioni essenziali della società di adozione. Infatti, il lavoro

rappresenta un importante fattore di socializzazione tramite il quale l’immigrato in un

certo qual modo rielabora l’insieme dei rapporti sociali e apprende i fondamenti

dell’economia moderna, come il rapporto tra tempo e denaro, impegno e riuscita socia-

46 Altri aspetti che comunque attengono a questo ambito dei possibili e differenti legami e interazioni so-no, ad esempio, le rimesse a favore di familiari rimasti in patria e i matrimoni misti, fatti che sono stati collocati all’interno di altri ambiti specifici.

Page 159: Imigranti Italia

159

le. Secondo alcuni studiosi, nella gran parte dei paesi europei di accoglimento era alla

situazione occupazionale che erano legati, oltre allo status sociale, la giustificazione

della presenza dell’immigrato, il suo sostentamento e tutta una serie di diritti che pote-

vano progressivamente acquisire e imparare ad esercitare. Negli ultimi due decenni que-

sto legame si è in parte allentato anche se l’integrazione dovrebbe comunque avvenire

non solo nel lavoro ma in parte anche attraverso il lavoro. Tra le informazioni necessa-

rie appare opportuno segnalare prima di tutto la condizione professionale attraverso la

quale ricavare la situazione di disoccupazione che in genere comporta, soprattutto per

gli immigrati, un elevato rischio di marginalizzazione. Altre notizie essenziali riguarda-

no il numero di attività lavorative svolte, la posizione nella professione, il settore di at-

tività e la qualifica professionale ricoperta. Seguendo Bauböck (1994), una concentra-

zione di alcune collettività immigrate in particolari settori del mercato del lavoro (ad e-

sempio, nell’economia irregolare e quindi nel lavoro “nero”), in alcuni comparti del si-

stema produttivo e nelle posizioni più basse della scala delle professioni è spesso indica-

tiva di una scarsa integrazione o addirittura di una situazione di segregazione. Le notizie

sul numero di ore lavorate a settimana e sugli infortuni sul lavoro segnalano da una par-

te l’importanza e lo sforzo profuso nell’attività occupazionale e dall’altra le condizioni

di rischio che caratterizzano le attività svolte.

Alla situazione lavorativa appare connessa in modo non trascurabile il reddito perce-

pito dagli immigrati ed in parte anche il suo impiego. Il guadagno individuale può e-

sprimere infatti il livello di successo raggiunto sul lavoro e, più in generale, il reddito

complessivo è una evidente estrinsecazione delle possibili condizioni di vita individuali

e familiari dei nuovi venuti che dipendono ovviamente anche dal possesso di alcuni im-

portanti beni durevoli. La struttura dei consumi fornisce inoltre indicazioni sulle abitu-

dini degli immigrati rispetto a spese che non siano quelle strutturalmente necessarie

(Golini, Strozza, Amato, 2001). La riduzione del risparmio e lo sviluppo di consumi che

non siano quelli di base potrebbe segnalare infatti un cambiamento delle prospettive fu-

ture e l’adozione di modelli comportamentali meno distanti da quelli della popolazione

stanziale. Un aspetto che chiarisce, almeno in parte, la posizione dei migranti all’interno

dello spazio migratorio è costituito dalla quota del reddito disponibile destinato ai fami-

liari rimasti in patria. Tali trasferimenti monetari o l’invio di merci e beni di vario tipo

consentono, entro certi limiti, di misurare la forza del legame che le collettività immi-

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160

grate conservano con le aree di provenienza. Tale legame naturalmente condiziona gli

standard di vita nell’area di accoglimento: il perdurare di un forte legame con il paese di

origine comporta maggiori sacrifici nel paese di adozione con la prospettiva di un even-

tuale rientro in patria.

Sempre con riferimento alle condizioni di vita appare di grande rilievo disporre di in-

formazioni sull’abitazione con riguardo al tipo di alloggio, al titolo di godimento, non-

ché al numero di vani disponibili (e al livello di affollamento) e alla presenza di servizi

igienico-sanitari e di altri confort. È importante anche poter studiare la diffusione delle

collettività immigrate sul territorio e all’interno di una stessa città, per vedere se ha luo-

go una qualche sorta di concentrazione residenziale, dovuta magari alla specializzazione

produttiva o al costituirsi di quartieri etnici.

Condizioni di salute e devianza degli stranieri sono due ambiti particolarmente rile-

vanti della vita dei nuovi venuti nella società di adozione. La possibilità di tutelare la

propria salute e di ridurre al minimo incidenza e prevalenza della morbosità rappresenta

condizione indispensabile per esercitare le proprie potenzialità lavorative, formative e

relazionali e, più in generale, per un positivo inserimento nella realtà sociale di acco-

glimento. Al riguardo le informazioni da considerare sono relative sia allo stato di salute

soggettivo e alla presenza di patologie croniche, sia al ricorso alla ospedalizzazione e

alle altre forme di assistenza sanitaria. Di un certo rilievo è anche l’abortività per quel

che riguarda la salute materno-infantile e la mortalità in generale e con specifico riferi-

mento a quella nei primi anni di vita per quanto concerne le condizioni di sopravvivenza

nel nuovo contesto territoriale delle collettività straniere. L’analisi di tali aspetti riporta

l’attenzione alle generali condizioni di vita degli immigrati e alle effettive opportunità di

assistenza offerte dal servizio sanitario pubblico (Golini, Strozza, Amato, 2001).

Numerosi studi hanno evidenziato l’esistenza di un legame fra devianza degli stranie-

ri e livello di integrazione sociale ed economica. Recenti teorie hanno inoltre messo in

risalto l’importanza del conflitto culturale, ossia delle differenze esistenti nelle norme di

comportamento e nel sistema di valori tra immigrati e popolazione autoctona, come uno

dei fattori che agiscono sulla devianza straniera. Di fatto, un ruolo molto importante è

giocato anche dalla coesione interna alla stessa collettività straniera e dalle sfavorevoli

condizioni economiche sperimentate dagli immigrati che possono favorire una loro con-

centrazione in aree “a rischio”, caratterizzate da maggiori livelli di devianza (Baldacci,

Page 161: Imigranti Italia

161

Natale, 1995). Appare quindi rilevante poter analizzare tale fenomeno attraverso i dati

sulle denunce e sulle condanne, nonché sul flusso in entrata (entrati dallo stato di liber-

tà) e sullo stock di popolazione nelle carceri.

A chiusura di questa rapida presentazione degli ambiti specifici da considerare, va

sottolineato che nella predisposizione degli indicatori di integrazione un punto cruciale

è rappresentato dall’esatta definizione dei segmenti di popolazione a cui i dati si riferi-

scono. In maniera schematica possono essere individuati almeno tre segmenti di interes-

se a cui corrispondono differenti bisogni e livelli di partecipazione sociale: i naturalizza-

ti, gli stranieri legali (eventualmente distinti nella componente stabile e in quella semi

stabile) e quelli illegali. Le collettività immigrate mostrano una strutturazione interna

secondo questi sub-gruppi anche enormemente differenziata, riflettendo fasi e modelli

migratori diversi (le collettività di più recente costituzione hanno una quota più elevata

di illegali e più contenuta di naturalizzati) a cui corrispondono livelli variabili nella pro-

pensione all’inserimento nella società di accoglimento. Sarebbe sicuramente di grande

interesse poter considerare tutti e tre i segmenti, o quantomeno pervenire ad una valuta-

zione della loro consistenza, in quanto ciascuno di essi incide in modo differenziato sul-

la società di arrivo ed è destinatario di specifiche politiche sociali. Spesso però i dati ri-

levati e/o disponibili fanno riferimento prevalentemente al segmento centrale, quello co-

stituito dalla popolazione straniera legale. Inoltre, alcuni indicatori sono di difficile co-

struzione per la mancanza di corrispondenza tra i collettivi di riferimento a numeratore e

denominatore dei rapporti; alla frequente mancanza di alcuni dati, si aggiunge la scarsa

robustezza di altri con riguardo sia ai gruppi etnici che alle entità territoriali considerate.

7.3. Materiale statistico disponibile e materiale statistico necessario

Alla luce di quanto detto finora, per i caratteri, le categorie o gli eventi appartenenti a

ciascun ambito specifico dell’integrazione vengono indicate nella tab. 7.2 le fonti dei

dati disponibili o di quelli potenzialmente tali, cercando di specificare il tipo di popola-

zione straniera a cui le informazioni si riferiscono (solo i legali stabili, i legali in com-

plesso, tutta la popolazione straniera legale e illegale47). Nel caso delle fonti ammini-

strative viene riportato l’ente responsabile della rilevazione, mentre per le numerose ri-

47 Non viene considerata la componente costituita dai naturalizzati poiché, come osservato nel capitolo 3, solo al censimento demografico risulta in qualche modo individuabile.

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162

levazioni dell’ISTAT si fa ricorso ad una distinzione più analitica che consente di di-

stinguere il censimento demografico, i dati anagrafici di stock, le rilevazioni continue

(nascite, morti, matrimoni, divorzi, ecc.) e le differenti indagini campionarie.

Di seguito verrà prima discussa la situazione attuale, con e senza l’apporto conosciti-

vo derivante dal censimento demografico del 2001, poi sarà rivolta l’attenzione ai pos-

sibili miglioramenti del quadro informativo attraverso la valorizzazione di alcune rile-

vazioni totali o campionarie già esistenti.

Le caratteristiche demografiche della popolazione straniera sono desumibili annual-

mente dalla rilevazione dei permessi di soggiorno del Ministero dell’Interno48 e, in par-

te, anche da quella sugli iscritti nelle anagrafi comunali. Il censimento demografico con-

sentirà, con riferimento al 2001, di disporre di informazioni analitiche sulle caratteristi-

che degli stranieri residenti e di quelli solo temporaneamente presenti sul territorio ita-

liano, com’è ovvio limitatamente alle persone che l’indagine è riuscita a raggiungere

(tab. 7.2). Tali rilevazioni non sempre si riferiscono allo stesso universo di stranieri:

l’anagrafe coglie la sola componente legale stabile; il Ministero dell’Interno si riferisce

agli stranieri legali; il censimento riguarda tutti gli stranieri, anche se viene distinta la

componente legale stabile.

Sempre dalla conta censuaria e dall’archivio sui permessi di soggiorno derivano le

principali informazioni sulle caratteristiche migratorie degli stranieri (anno di immigra-

zione e motivo del trasferimento o della presenza in Italia).

In modo più schematico, si può notare come gli eventi demografici (nascite, matri-

moni e divorzi) siano disponibili in particolare per gli stranieri legali stabili. I dati sui

ricongiungimenti familiari e sull’acquisizione della cittadinanza italiana (per matrimo-

nio o per naturalizzazione) forniti rispettivamente dal Ministero degli Affari Esteri e dal

Ministero dell’Interno, si riferiscono più in generale alla popolazione straniera legale,

anche se le condizioni richieste dovrebbero limitare il collettivo alla parte più stabile.

Notizie sul lavoro sono desumibili attualmente in modo sufficientemente analitico

dalla rilevazione censuaria e in modo sostanzialmente frammentario utilizzando, alle

volte congiuntamente, i dati di varie fonti amministrative (i permessi di soggiorno del

Ministero dell’Interno distinti per motivo del rilascio, gli iscritti al collocamento e gli

48 Anche se, come sottolineato in precedenza (cfr. par. 3.3.1), solo una parte dei minori risulta titolare di un permesso di soggiorno e quindi le misure e gli indicatori costruibili andranno circoscritti agli stranieri legali con 18 anni e più.

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163

avviamenti al lavoro del Ministero del Lavoro, i versamenti contributivi dell’INPS, le

posizioni assicurative rilevate dall’INAIL) che oltre a cogliere solo specifici segmenti o

aspetti del fenomeno possono dare un’idea - alle volte però non troppo aderente alla re-

altà, riflettendo essenzialmente la situazione formale e non quella di fatto -

dell’inserimento lavorativo regolare.

Particolarmente delicata appare la situazione relativa alle possibilità conoscitive sulle

condizioni di vita degli stranieri: dati sul reddito e sul suo impiego non risultano a tutto-

ra disponibili49, mentre quelli sulla sistemazione abitativa sono desumibili, allo stato at-

tuale, solo dalla rilevazione censuaria.

Per quanto concerne la salute si può fare riferimento ad alcune rilevazioni continue

come quella sui deceduti, quelle sulle interruzioni di gravidanza e quelle sulle dimissio-

ni ospedaliere. Con riguardo a questa ultima indagine va sottolineato come dal 2001 do-

vrebbe essere stato inserito nelle schede di dimissione ospedaliera (SDO) di tutte le re-

gioni italiane il cosiddetto codice “STP” per gli stranieri senza permesso di soggiorno

che potrebbe consentire di distinguere gli eventi (i ricoveri) relativi agli stranieri illegali

da quelli concernenti gli stranieri legali. Allo stato attuale tali dati non sono però ancora

diffusi e l’accesso ai dati individuali è rigidamente circoscritto al solo ISTAT.

Le informazioni sulla devianza degli stranieri sono ricavabili da alcune rilevazioni

del Ministero della Giustizia su denunciati e condannati, nonché da quella gestita dal

Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), sempre dello stesso dicastero,

sui flussi in entrata e gli stock della popolazione carceraria. Anche il Ministero

dell’Interno coglie alcuni aspetti della criminalità degli stranieri anche se l’universo ri-

levato appare più ampio riflettendo le segnalazioni che comportano anche attività di

prevenzione e sorveglianza delle forze dell’ordine. Dall’indagine conoscitiva presso gli

enti pubblici svolta dalla Commissione per la Garanzia dell’Informazione Statistica è

49 In vero, qualche informazione è desumibile da alcune rilevazioni che colgono però una parte limitata dei fenomeni di interesse. Dagli archivi INPS sarebbe possibile ricavare il salario corrisposto ai lavoratori stranieri dipendenti per i quali sono effettuati versamenti contributivi. Sono disponibili dati sulle rimesse registrati dall’Ufficio italiano cambi (tale rilevazione è di recente passata alla Banca d’Italia) che riguar-dano i soli invii monetari che si avvalgono del sistema bancario. Non è però possibile distinguere la citta-dinanza delle persone che effettuano l’operazione ma solo il paese di destinazione del flusso monetario. Di recente l’Uic ha realizzato un’indagine presso le agenzie di money transfer che ha permesso di stimare il flusso dei trasferimenti che si avvalgono di tale canale di trasmissione. Rimangono esclusi dalla rileva-zione non solo i trasferimenti che non passano attraverso i canali ufficiali ma anche quelli, ad esempio, che si avvalgono degli uffici postali. Per quanto riguarda le spese (o i consumi) per beni durevoli sono disponibili dal 1998 i dati dell’ACI sul numero di autovetture nuove ed usate acquistate da cittadini stra-nieri (Golini, Strozza, Amato, 2001).

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164

emerso che all’interno di queste rilevazioni è possibile distinguere la componente legale

da quella illegale della presenza estera. Va comunque tenuto presente che allo stato at-

tuale dati di questo tipo non sono stati ancora elaborati o quantomeno diffusi all’esterno

degli enti che gestiscono i dati individuali.

Il quadro generale che emerge da questo esame sintetico appare abbastanza proble-

matico se si ha come obiettivo il monitoraggio continuo, o quantomeno periodico, delle

condizioni di vita e del grado di integrazione delle collettività straniere nelle ripartizioni

territoriali italiane. Infatti, appare evidente che il sistema informativo, abbastanza ampio

per il 2001 anno del censimento demografico, risulta negli altri periodi ampiamente la-

cunoso. Ne deriva un quadro in chiaro scuro con tinte forti per alcune aree specifiche di

approfondimento: ci sono alcune dimensioni essenziali dell’inserimento economico e

sociale degli stranieri che risultano non monitorabili in base ai dati statistici attualmente

disponibili o comunque rilevati dalle fonti statistiche o amministrative.

Poco adeguate e non sempre attendibili sono le informazioni sul lavoro desumibili

dalle principali rilevazioni amministrative, praticamente nulle sono quelle concernenti la

situazione abitativa, così come risultano in pratica inesistenti quelle sul reddito e sul suo

impiego, che neanche al censimento demografico sono rilevate.

I possibili interventi volti a migliorare la situazione solo in parte sono riconducibili

all’adeguamento e/o al miglioramento di rilevazioni amministrative già esistenti. È que-

sto ad esempio il caso delle rilevazioni del MIUR sugli alunni per ordine e grado che,

senza pensare ad una possibile centralizzazione degli archivi delle singole scuole, po-

trebbero essere integrate quantomeno mediante l’articolazione per singola cittadinanza

dei dati, raccolti con il modello aggregato, sugli esiti scolastici. Un altro caso è quello di

alcune rilevazioni dell’INAIL che potranno fornire dati effettivamente compatibili con

quelli di altre rilevazioni nel momento in cui sarà acquisito oltre al paese di nascita,

spesso desunto dal codice fiscale, anche quello di cittadinanza. L’introduzione del que-

sito sulla cittadinanza renderebbe fruibile anche alcuni dati del Ministero delle Finanze

sui versamenti fiscali e sui redditi dichiarati50, notizie che sarebbero comunque ascrivi-

bili al segmento legale e occupato regolarmente della popolazione straniera.

50 Il Ministero delle Finanze ha una gestione centralizzata degli archivi relativi alle diverse imposte (le principali sono l’IRPEF, l’IRPEG, l’IRAP e l’IVA) le cui informazioni confluiscono nella Gestione dell’Anagrafe Tributaria che contiene notizie anagrafiche e fiscali a livello individuale su persone e socie-tà. Tra i caratteri rilevati c’è il paese di nascita delle persone fisiche, desumibile dal codice fiscale, e il luogo di residenza (comune italiano o stato estero di residenza). Solo per i residenti all’estero viene rac-

Page 165: Imigranti Italia

165

In generale, per cercare di ridurre le lacune informative sembra comunque necessario

far ricorso ad alcune indagini campionarie di tipo generale (cioè che riguardano italiani

e stranieri) e/o a indagini specifiche sulla popolazione straniera (o di origine straniera)

da ripetere periodicamente.

Nella tab. 7.2 sono state indicate le principali indagini campionarie correnti attual-

mente esistenti che potrebbero essere ampliate per rendere più consistente e, soprattutto,

rappresentativo il sottoinsieme delle famiglie e degli individui stranieri intervistati. È

banale sottolineare come attraverso tali indagini parziali sarebbe possibile acquisire in-

formazioni sul reddito e sui suoi impieghi, notizie attualmente non disponibili e diffi-

cilmente ricavabili in modo ampio da fonti amministrative.

Va notato comunque che l’approntamento di un’indagine ad hoc sugli stranieri po-

trebbe consentire di estendere le conoscenze anche alla componenti legale semistabile e

illegale del fenomeno e di acquisire notizie pure su aspetti che riguardano in modo spe-

cifico la popolazione obiettivo. Si fa riferimento, ad esempio, alla condizione giuridica

di soggiorno51, al grado di conoscenza della lingua italiana, all’iscrizione o meno ad as-

sociazioni etniche, ai progetti migratori futuri e al volume di rimesse monetarie e non

trasmesso nel paese di origine.

colta anche l’informazione sulla nazionalità distinguendo solo gli italiani dagli stranieri senza il dettaglio del paese di cittadinanza. Sarebbero di grande utilità poter disporre, ad esempio, di dati aggregati, distin-tamente per paese di cittadinanza e sesso, sul numero di stranieri che hanno pagato l’IRPEF e sul reddito medio dichiarato. Due sono le strade possibili per cercare di superare il problema della mancanza dell’informazione sulla cittadinanza negli archivi del Ministero: a) tentare il record-linkage con l’archivio del Ministero dell’Interno sui permessi di soggiorno e, in seconda battuta, con quelli dell’INPS relativi ai versamenti contributivi e con quello dell’INAIL sulle denunce nominative degli assicurati; b) introdurre nei modelli di rilevazione l’informazione sulla cittadinanza quantomeno per tutti i nati all’estero, ma in prospettiva per tutte le persone che effettuano versamenti fiscali. La prima soluzione, che appare abba-stanza onerosa e richiede inoltre un’attenta valutazione sulla sua effettiva praticabilità alla luce dei vincoli imposti dal segreto fiscale e dalla legge sulla privacy, consente però di rendere disponibili anche i dati e-sistenti per gli ultimi anni e non solo per il futuro. Inoltre, il collegamento informatico con l’archivio dei permessi dovrebbe permettere di recuperare non solo la cittadinanza ma anche altre notizie di rilievo. Per-tanto, si potrebbe pensare che tale operazione sia opportuna anche dopo che sia stata introdotta la cittadi-nanza tra i caratteri essenziali contenuti negli archivi del Ministero delle Finanze. 51 Informazioni di tipo amministrativo sulle persone senza permesso di soggiorno sono in genere disponi-bili limitatamente a quelli che si sono avvalsi delle disposizioni eccezionali di regolarizzazione. Con ri-guardo alla sanatoria prevista dalla legge Bossi-Fini le informazioni raccolte sul datore di lavoro e, so-prattutto, sul lavoratore dipendente straniero sono diverse e soprattutto collegabili con quelle eventual-mente contenute in altri archivi (permessi di soggiorno del Ministero dell’Interno, visti di ingresso del Ministero degli Affari sociali).

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166

Tab. 7.2 – Fonti dei dati disponibili o potenzialmente disponibili per le diverse dimensioni dell’integrazione distintamente per condizione giuridica dello straniero

(T= legali e illegali; L= legali; LS= legali stabili). AMBITI SPECIFICI DATI DISPONIBILI DATI POTENZIALI

CARATTERI, CAREGORIE O EVENTI T L LS T L LS

Caratteristiche demografiche Sesso CENS MINT CENS, AN Età (data di nascita) CENS MINT CENS AN Stato civile CENS MINT CENS AN Tipologia familiare (a) CENS Caratteristiche migratorie Anno di arrivo (durata della presenza) CENS MINT CENS Motivo della presenza CENS MINT CENS Condizione giuridica di soggiorno Istruzione e conoscenza della lingua Popolazione (25 anni e più) per titolo di studio (a) CENS IFDL, IMULT, IBI Iscritti scuola elementare, media e superiore MIUR Ritardi e insuccessi scolastici MIUR Conoscenza della lingua italiana Comportamenti demografici Nascite CONT CONT Matrimoni CONT CONT Divorzi CONT CONT Relazioni con paese di origine e di accoglimento(a) Ricongiungimenti familiari MEST Iscrizioni ad associazioni etniche Acquisizione della cittadinanza italiana MINT Lavoro Condizione professionale CENS MINT,

MLAV CENS IFDL, ICON, IBI

Numero attività lavorative svolte IFDL Posizione nella professione (a) CENS IFDL, ICON, IBI Settore di occupazione CENS INPS CENS IFDL, I_CON, IBI Attività lavorativa svolta (a) CENS IFDL Infortuni sul lavoro INAIL Ore settimanali di lavoro (a) CENS IFDL, IBI Reddito Reddito individuale da lavoro ICON, IBI Reddito familiare ICON, IBI Possesso di alcuni beni durevoli IMUL, ICON Risparmio ICON Rimesse Consumi per tipologia ICON, IBI Abitazione Distribuzione territoriale CENS CENS, AN Tipo di sistemazione abitativa CENS CENS Titolo di godimento dell’abitazione (b) CENS IMUL, ICON, IBI Affollamento (b) CENS IMUL, ICON, IBI Servizi disponibili nell’abitazione (b) CENS IMUL, ICON Salute Condizione di salute e principali malattie MSAL IMUL Decessi CONT CONT Aborti CONT CONT Devianza Denunciati MGIUS Condannati per reato MGIUS Popolazione carceraria DAP

Note: (a) Queste informazioni non sono rilevate per le persone censite solo come temporaneamente od occasionalmente presenti nell’alloggio e per quelle che sono state colte soltanto in una convivenza dove però non hanno dimora abituale. (b) Queste informazioni non sono rilevate oltre che per le persone indicate nella nota precedente anche per quelle che hanno dimora abituale nelle convivenze. Legenda: AN= Anagrafe; CENS =Censimento demografico; CONT= Rilevazioni totali continue; DAP= Dipartimento Amministrazione Pe-nitenziaria; IMUL= Indagine multiscopo sulle famiglie; ICON= Indagine sui consumi; IFDL= Indagine sulle forze di lavoro; IBI= Indagine sui consumi delle famiglie italiane della Banca d’Italia; MEST= Ministero degli affari esteri; MGIUS= Ministero di Grazie a e Giustizia; MINT= Ministero dell’Interno; MIUR= Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca; MLAV= Ministero del Lavoro; MSAL= Ministero della Salute.

Se la necessità di disporre di indagini campionarie periodiche, che siano rappresenta-

tive per le principali nazionalità degli stranieri e per grandi aree di insediamento, appare

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167

allo stato attuale indiscutibile, rimane aperto il problema su quale sia la soluzione più

conveniente e quale la più facilmente praticabile. Come sottolineato in precedenza (cfr.

par. 6.4), l’indagine sulle forze di lavoro, già utilizzata anche per stimare la popolazione

straniera in alcuni paesi dell’Ue (nel Regno Unito e in Irlanda), sembra quella con i re-

quisiti migliori per cercare di rendere rappresentative e fruibili le informazioni concer-

nenti la componente straniera. Tale indagine, che copre in modo ampio il tema

dell’inserimento nel mercato del lavoro, non consente di colmare in modo adeguato le

lacune informative relative ad altri aspetti economici e sociali dell’inserimento degli

stranieri in Italia. Inoltre, è esclusa dalla rilevazione quella parte dell’universo costituita

da tutte quelle persone che non vivono in famiglia, frazione che è sicuramente più rile-

vante nel caso della popolazione straniera. La realizzazione di un’indagine periodica su-

gli stranieri costituisce quindi una vera e propria necessità della quale dovrebbe farsi ca-

rico probabilmente l’ISTAT, sia per il suo ruolo istituzionale sia per la disponibilità di

strutture che consentono la copertura dell’intero territorio nazionale, avvalendosi

dell’esperienza acquisita nel corso degli ultimi anni da alcuni enti ed esperti esterni

all’istituto.

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168

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Page 178: Imigranti Italia

178

ALLEGATI

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179

Allegato 1

MOBILITÀ E MIGRAZIONI:

LE DIFFICOLTÀ NELLE DEFINIZIONI

Non v’è fenomeno demografico come le migrazioni che presenta sfaccettature, tipo-

logie, metodi di analisi, numerose quanto variabili ed aleatorie. Un nato è un prodotto

del concepimento che vede la luce. Può essere un nato vivo o un nato morto. Per essere

vivo deve aver dato un segno della propria vitalità. Qualcuno fa riferimento al momento

in cui il concepito esce dall’utero materno, qualcuno considera invece un sufficiente

tempo dal parto tanto che in certi paesi viene considerato nato morto il prodotto del con-

cepimento deceduto entro le 24 ore seguenti al parto. Ma non ci sono dubbi

sull’oggetto: è il prodotto di un concepimento fra due ceppi ereditati da un padre e da

una madre. Analogamente per un morto: si tratta di un essere vivente che ad un certo

momento della sua esistenza, cessa di vivere. Si tratterà di stabilire le cause del decesso,

ma è ovunque accettato che quando un essere umano non dà più segni vitali, deve essere

considerato “un morto”.

Nascite e morti sono fatti biologici che possono essere abbastanza facilmente identi-

ficati e quindi definiti. Le migrazioni, invece, rientrano nell’area più vasta dei fenomeni

sociali i quali hanno differenziazioni tenendo conto del luogo (o dei luoghi) in cui si ve-

rificano, del tempo intercorso, della cultura di colui che si sposta, della cultura del luogo

dove l’immigrato si insedia, delle spinte individuali e collettive allo spostamento, alla

politica dei luoghi di insediamento e di quella dei posti di origine.

Come dice Golini (2000), in una popolazione che cresca con un suo ritmo naturale,

fatto di nascite e di morti, occorrono 6 anni affinché un figlio vada a scuola, circa 20

perché cominci a lavorare, circa 60 perché vada in pensione e circa 75 perché muoia. I

tempi di ingresso in ciascuna fase della vita possono differenziarsi da individuo ad indi-

viduo, ma grosso modo i percorsi sono gli stessi. Queste cadenze di vita hanno una loro

isteresi ed un loro movimento abbastanza lento tanto che è prevedibile con una buona

approssimazione quale sarà la popolazione scolastica, quale quella lavorativa, quale

quella dei pensionati, tanto che la società potrà organizzare una politica scolastica, una

politica del lavoro, una politica delle pensioni. Le migrazioni hanno invece la capacità

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di sconvolgere questi “bioritmi” in quanto in intervalli temporali a volte brevi si posso-

no modificare quantità e qualità di una popolazione ( o quanto meno di due popolazioni:

quella di arrivo ma anche quella di origine). Così forti flussi immigratori possono in-

crementare la popolazione scolastica, quella dei lavoratori, in qualche caso anche quella

dei pensionati nel territorio di nuovo insediamento. Ma in maniera analoga cambia an-

che la struttura per età nei luoghi di origine in quanto diminuiscono i giovani, gli adulti

e a volte anche gli anziani.

L’esemplificazione è fortemente riduttiva in quanto non intervengono solamente e-

lementi di natura numerica, ma sono coinvolti molti altri aspetti sociali ed economici

della vita dei singoli individui e delle collettività intere. Avremo modo di tornarci fra

non molto. Consideriamo invece le poste del movimento demografico di una popolazio-

ne.

Nascite e morti sono eventi a spot che hanno una collocazione puntuale nel tempo.

Le migrazioni, invece, sono un processo che si colloca nell’asse del tempo, occupando-

ne un intervallo più o meno lungo. La nascita e la morte sono il punto iniziale e termina-

le di una linea di vita nello schema di Lexis. Le migrazioni, invece, sono uno status che

si protrae nel tempo ed occupa un tratto più o meno lungo della linea di vita. Nascita e

morte identificano l’inizio e la fine di un periodo ( la vita, intesa come processo vitale

generale e totale). Le migrazioni sono un intervallo temporale nella vita totale di un in-

dividuo. Concettualmente non è corretto mettere nascite e morti nello stesso piano di

lettura delle migrazioni: le prime rappresentano le code di un processo vitale, le migra-

zioni sono esse stesse un processo. Tradizionalmente in demografia si fa riferimento

agli eventi; nascite, morti, migrazioni sono considerati eventi demografici aventi pari

dignità ed importanza nella determinazione dell’ammontare di una popolazione.

L’equazione della popolazione

Pt = Po + Ni – Mi + Ii – Ei

consente di determinare la popolazione al tempo t sommando ad una popolazione inizia-

le Po le nascite e le immigrazioni e sottraendo le morti e le emigrazioni, intervenute

nell’intervallo i che separa il tempo 0 dal tempo t. In altre parole, l’ammontare di una

popolazione al tempo t è data dalla popolazione iniziale alla quale sommiamo e sot-

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traiamo gli eventi che nel frattempo sono intervenuti. La giustificazione pratica sta nel

fatto che con I ed E si intende non già l’immigrazione o l’emigrazione, intesa come pro-

cesso, ma l’inizio del processo stesso, sia esso in entrata che in uscita rispetto alla popo-

lazione che si sta considerando.

Una eventuale rilevazione statistica consente di accertare quanti, nel momento della

conta, si trovano all’interno di tale processo. E’ come un censimento che valuta ed enu-

mera tutti coloro che sono già nati e non ancora morti; si tratta dei viventi ad una data

precisa. Così per gli immigrati, si può valutare l’ammontare degli stranieri entrati fino

alla data del rilevamento; in termini demografici potremmo parlare di sopravviventi allo

stato di immigrato. In maniera analoga al censimento che consente di accertare lo stock

della popolazione, una rilevazione fatta ad una data di riferimento precisa (ad esempio,

la fine dell’anno) consentirebbe di valutare lo stock degli immigrati.

Questa precisazione è necessaria perché la rilevazione quantitativa conseguente ne

può essere in qualche maniera influenzata. Un certo grado di confusione origina dal fat-

to che nascita e morte sono eventi di un processo (la vita) mentre con il termine di mi-

grazioni si identifica sia l’evento che il processo. Così che una rilevazione fatta a fine

anno non enumera l’esistenza degli immigrati che insistono su un determinato territorio,

come invece viene fatto per la popolazione locale attraverso il calcolo della popolazione

residente a fine anno. Non enumera, cioè, quanti si trovano nello status di immigrato e

quanti sono titolari del processo immigratorio. Le statistiche che vengono diffuse, inve-

ce, si limitano a riportare il numero complessivo a fine anno degli eventi immigratori

che si sono verificati nel corso dell’anno. Nell’opinione pubblica si ingenerano incertez-

ze interpretative in quanto non sempre sono chiare le posizioni iniziali relative a ciò che

viene misurato: eventi o processi.

Consideriamo qualche altro aspetto che certamente non contribuisce ad una interpre-

tazione lineare della fenomenologia. Secondo una lettura formale con migrazione si in-

tende “ogni spostamento, definitivo o temporaneo, di gruppi di esseri viventi (uomini o

animali) da un territorio ad un altro, da una ad un’altra sede, determinato da ragioni va-

rie, ma essenzialmente per necessità di vita” (Dizionario Enciclopedico Italiano della

Treccani). La migrazione è pertanto legata ad uno spostamento, entrambi sinonimi di

mobilità. Ma mentre uno spostamento può essere genericamente la manifestazione di

una necessità esistenziale quotidiana, la migrazione può essere legata ad una fase della

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182

vita che interessa archi temporali più estesi. Uno “spostamento” può essere quello che

effettuiamo ogni giorno per raggiungere il posto di lavoro o di studio ovvero il percorso

che la donna di casa fa per raggiungere il mercato; una migrazione è sinonimo di una

mobilità che travalica il quotidiano anche se potrebbe essere ricorrente, e copre distanze

normalmente più elevate. Pertanto diamo al termine di “mobilità” un significato più va-

sto e generico mentre con migrazione ci riferiamo a quella parte della mobilità che in-

terviene tra due località appartenenti a circoscrizioni amministrative diverse. Non si

tratta, però, soltanto di un fatto spaziale. Le migrazioni sono un fenomeno multidimen-

sionale che non è possibile identificare e definire facendo ricorso ad una sola variabile.

Todisco (2000) propone tre piani di lettura che fanno riferimento allo spazio, al tem-

po, e alle motivazioni. Golini (1987 e 2000) ne propone quattro: distanza, periodicità e

durata, causa, legittimità.

La dimensione spaziale delle migrazioni non fa riferimento alla usuali misure geo-

grafiche della distanza. Il punto di origine ed il punto di destinazione possono essere u-

niti su una carta geografica da una linea retta che rappresenta la distanza teorica, espres-

sa in chilometri o in miglia. La stessa distanza potrebbe essere espressa con le coordina-

te (latitudine e longitudine) delle località di origine e di destinazione. Questo approccio

costituisce una semplificazione di una realtà che si presenta molto più variegata e che

concerne anche il metodo di trasporto. Così, tenendo conto che gli spostamenti avven-

gono generalmente su strada, la distanza dovrebbe essere calcolata sul percorso stradale

che occorre fare per raggiungere il posto di arrivo partendo dal posto di origine. E’ chia-

ro che il percorso effettivo può essere di molto superiore a quello della linea retta trac-

ciata su una mappa geografica. Diverso è il discorso se lo spostamento avviene utiliz-

zando l’aereo; in questo caso le distanze si potrebbero misurare in termini di ore di volo

ben sapendo che gli aerei possono avere velocità molto diverse a seconda

dell’aeromobile usato. Ci riferiamo ai soli aeromobili commerciali, subsonici, quali

spesso utilizzati per le migrazioni. Velocità di crociera e velocità operative (compren-

denti le fasi di decollo, di avvicinamento e di atterraggio) possono differenziarsi di mol-

to da un modello all’altro. New York era raggiungibile da Roma con un DC-7 ad elica

con 18 ore di volo contro circa 6 ore di volo con un jet MD10. Anche le distanze coper-

te per via marittima complicano le valutazioni. A volte si è costretti a seguire percorsi

commerciali piuttosto che utilizzare vie più rapide. Per non parlare dei movimenti dei

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183

clandestini per i quali i percorsi sono economicamente illogici dovendo rispondere ad

obiettivi finali di arrivo piuttosto che a rapidità dello spostamento.

Di fatto la distanza non segue queste tradizionali forme di misurazione. Nel caso del-

le migrazioni non si fa riferimento ai chilometri percorsi o alle ore di volo o alle giorna-

te occorse per il trasferimento. Si prende come indicatore il paese di provenienza. In tut-

te le statistiche riguardanti i migranti non si troveranno mai indicazioni sulle distanze

chilometriche coperte né sui tempi di percorrenza, ma soltanto riferimenti al paese di

partenza.

La variabile temporale interviene come determinazione della periodicità e della du-

rata della migrazione. Ci sono movimenti ricorrenti che possono avere una periodicità

giornaliera, settimanale, stagionale. I movimenti non ricorrenti possono avere una dura-

ta breve, media, lunga o essere permanenti.

Il tempo può avere un significato attuale ed uno atteso. La migrazione viene affronta-

ta dall’individuo quasi sempre con un carattere di temporaneità. Nei progetti del mi-

grante vi è uno spostamento limitato nel tempo. I due/tre anni inizialmente ipotizzati si

possono allungare. Rispetto alle ipotesi progettuali di partenza il tempo si allunga e po-

trebbe addirittura diventare caratteristico di una migrazione stabile fino a diventare de-

finitiva. Così vi è un progetto migratorio atteso che può non coincidere ( e molto spesso

non lo è) con la durata effettivamente realizzabile. Tuttavia la durata presuppone un ini-

zio ed una fine; se l’inizio di una migrazione può essere identificato, la fine si può av-

vertire solo nel momento del ritorno o comunque della cessazione dello status di mi-

grante (come potrebbe accadere per l’acquisizione della nuova cittadinanza). Una mi-

grazione può essere temporanea o definitiva. Il temporaneo fa riferimento solamente al-

la cessazione di uno stato ed il ripristino della situazione precedente. Il definitivo signi-

fica l’assorbimento di uno nuovo status che annulla quello precedente di temporaneo.

Due sono i casi che possono identificare una migrazione definitiva: il già accennato del-

l'acquisizione della cittadinanza del luogo di permanenza e quello della morte

dell’interessato. Va da se che non è possibile aspettare che tutti i migranti muoiano per

poterli identificare come definitivi. Si fa ricorso ad una interpretazione “attuale” legata

fondamentalmente al tempo di permanenza. Quando tale tempo diventa superiore ad un

certo numero di anni, “presumibilmente” la migrazione diverrà stabile. Il problema è

fissare tale ragionevole numero di anni. Inoltre non è da escludere che anche superando

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184

tale limite temporale, un soggetto possa lasciare il paese di immigrazione come avviene

per i ritirati dal lavoro che molte volte rientrano nel paese di origine.

La terza dimensione delle migrazioni è sociale ed in questa possono farsi rientrare i

due criteri evocati da Golini: quelli sulla causa e quelli sulla legittimità.

Riprendiamo l’esemplificazione fatta da Golini (2000, op. cit.) e riportiamo le cause

dei movimenti territoriali:

a) lavoro che è la ragione prevalente degli spostamenti. Ha la funzione di una promo-

zione sociale, economica, professionale;

b) formazione, modifica e rottura di una unione familiare;

c) abitazione: l’acquisizione di un alloggio diverso può essere alla base di uno sposta-

mento;

d) desiderio o necessità di vivere vicino al (o lontano dal) posto di lavoro o in luoghi

più confortevoli (per clima, servizi, costo della vita, natura). A questo riguardo è

crescente, anche in Italia, il fenomeno delle migrazioni da ritiro che non coincidono

con le migrazioni di ritorno. Queste ultime interessano soggetti già immigrati che,

una volta pensionati, rientrano nei luoghi di origine. Le migrazioni di ritiro, invece,

concernono soggetti che, una volta in pensione, decidono di stabilirsi per il resto

della propria esistenza in un luogo diverso da quello di usuale residenza (tali gli in-

glesi sulle coste spagnole, i tedeschi in Italia, gli americani in Florida);

e) studio che coinvolge una quantità non indifferente di giovani;

f) disastrosi eventi naturali come inondazioni, siccità, terremoti che costringono a

spostamenti, anche di lungo o di lunghissimo periodo;

g) guerre, regimi non democratici, occupazioni militari, trattati, mancanza di libertà

religiosa che spingono individui così come gruppi di individui a fuggire da priva-

zioni, persecuzioni, oppressioni. Il numero dei richiedenti asilo tende ad aumentare

nel tempo;

h) lavoro che richiede necessariamente uno spostamento ricorrente (come quello del

personale viaggiante, di manager, uomini d’affari) od occasionale (come chi parte-

cipa a corsi di formazione o aggiornamento all’estero, chi partecipa a congressi in-

ternazionali, gli sportivi in trasferta);

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i) turismo e attività culturali, pratiche religiose o legate all’uso del tempo libero, ai

consumi , allo sport e alla burocrazia che portano sempre più a spostamenti di bre-

ve, medio o lungo raggio e di breve, media o lunga durata.

Il criterio della legittimità consente di distinguere quegli spostamenti che avvengono

all’interno di una normativa esistente su un territorio. In molti regimi totalitari la mobi-

lità territoriale è stata ed è ancora fortemente avversata come è avvenuto in Italia duran-

te il fascismo o come è avvenuto durante il regime comunista in tutti i paesi di oltre cor-

tina. A questo tipo di normativa riguardante l’uscita dei propri cittadini si contrappon-

gono le normative concernenti l’ingresso di cittadini provenienti da altri territori. Si trat-

ta delle politiche immigratorie che concernono oggi molti paesi europei.

Vale la pena di rimarcare come il diritto allo spostamento è riconosciuto dalla Carta

dei diritti umani secondo la quale ogni essere umano è libero di entrare ed uscire dal

proprio paese di cittadinanza. Questo tipo di libertà si scontra, però, con la mancanza di

libertà di entrare in un qualsiasi altro paese diverso dal proprio. La libertà individuale

trova, cioè, una limitazione dovuta alla sovranità esercitata da un qualsiasi Stato

sull’accessibilità nel proprio territorio.

Sulla natura sociale degli spostamenti di popolazione si possono aggiungere diverse

constatazioni così come la letteratura in merito ha messo ben in evidenza. I fattori di

push-pull sono quasi tutti di natura sociale e riguardano gli elementi che spingono ad

uscire dal proprio territorio e quelli attrattivi esercitati da un altro territorio. Quasi tutti

gli elementi che caratterizzano i fattori di push e quelli di pull sono stati elencati in pre-

cedenza. Resta da aggiungere che non sempre a fattori di spinta da un luogo fanno ri-

scontro fattori attrattivi da parte di altro luogo. Quando vi è corrispondenza tra di essi si

genera una corrente migratoria ben identificata. Vi sono casi, invece, in cui i fattori di

push sono molto più forti ed impellenti di quelli di pull tanto da non creare direzioni

specifiche negli spostamenti. Tale è il caso dei disastri naturali in cui la gente è costretta

a muoversi per motivi di sopravvivenza, non ha importanza dove. Tale è il caso, soprat-

tutto, dei rifugiati i quali non hanno riguardo a dove andare quanto piuttosto a quello di

uscire dal proprio paese in cui le condizioni di vita (politica, religiosa) sono divenute in-

sostenibili. Non è il benessere e le possibilità di una occupazione a costituire oggetto di

richiamo; è prevalente la necessità di uscire in quanto sarebbe compromessa l’esistenza

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stessa dell’individuo e dei suoi familiari. L’importante è andare via; dove andare divie-

ne secondario. Questa necessità è sottolineata dal fatto che le correnti più rilevanti di

profughi si creano verso altri paesi, spesso sottosviluppati, in cui le condizioni e le a-

spettative di vita non costituiscono un richiamo.

Un altro criterio di valutare gli spostamenti migratori riguarda il numero di coloro

che si spostano simultaneamente. Si possono avere migrazioni individuali così come

migrazioni familiari, migrazioni per gruppi o migrazioni di popolazioni. Queste ultime

costituiscono il caso eccezionale degli esodi. Invece le migrazioni individuali e per

gruppi familiari sono i casi certamente più ricorrenti. Tutte le conseguenze economico-

sociali connesse alla integrazione sono strettamente legate, anche, alla modalità

dell’ingresso. Le necessità di servizi, attività assistenziale, istruzione, sanità, previdenza

sono fortemente correlate alle migrazioni familiari piuttosto che non a quelle individua-

li.

Un altro criterio di classificazione può essere importante per definire le migrazioni:

vi sono le migrazioni di massa che devono essere considerate distinte dalle migrazioni

di qualità (Todisco, op. cit.). Le migrazioni di massa concernono gruppi di individui

con bassa o scarsa scolarizzazione, privi di qualificazioni specifiche, che si muovono

sotto l’influsso di fattori di push (uscita dalla propria disperata situazione attuale) che

non dei fattori di attrazione, alla ricerca di una occupazione qualsiasi, con la speranza di

poter tornare ai luoghi di origine dopo qualche anno ma senza concrete certezze. Le mi-

grazioni di qualità, al contrario, sono più condizionate dai fattori attrattivi (fattori di

pull), hanno più facilmente un carattere temporaneo, riguardano soggetti con buone qua-

lificazioni professionali e lavorative, ed il progetto migratorio è più chiaro.

Nella categoria delle migrazioni di qualità rientrano tipologie diverse di soggetti che

hanno connotazioni ben riconoscibili e che hanno fattori distintivi legati al settore di

occupazione e di utilizzazione. Rientrano nella categoria:

migrazioni degli scienziati, ricercatori, studiosi

migrazioni degli esperti internazionali

migrazioni dei funzionari internazionali

migrazioni dei manager delle multinazionali

migrazioni dei religiosi

migrazioni degli artisti, attori, lavoratori dello spettacolo e del turismo

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migrazioni dei professionisti dello sport

migrazioni dei lavoratori specializzati

migrazioni degli ufficiali, sottoufficiali e truppe specialistiche negli eserciti internazio-

nali

migrazioni degli studenti e dei perfezionandi

Quando si pensa alle migrazioni di qualità viene immediato fare riferimento alle mi-

grazioni intellettuali. Certamente scienziati, ricercatori, studiosi ed anche studenti e per-

fezionandi rientrano in questa categoria. Ma certamente un professionista dello sport o

un sacerdote non possono farsi rientrare nelle migrazioni intellettuali.

Le categorie sopra riportate sono sufficientemente indicative. Qualche chiarimento

tuttavia si ritiene necessario per le migrazioni degli esperti internazionali che riguardano

persone qualificate assunte con contratti a termine dalle agenzie delle Nazioni Unite

(vacancies) e che vengono inviate generalmente nei paesi in via di sviluppo per orga-

nizzare alcuni settori operativi e tecnici del governo locale. Si tratta di persone diverse

dai funzionari internazionali costituiti da soggetti che prestano la propria opera in ma-

niera stabile o comunque a lunga scadenza presso organismi plurinazionali come

l’Unione Europea, l’Ocde, le Nazioni Unite e le sue varie agenzie tematiche e territoria-

li. I manager delle multinazionali sono costituiti dai vertici decisionali delle grandi im-

prese internazionali. Possono riguardare sia individui interessati al settore finanziario e

di investimento, sia tecnici con il compito di valutare la parte impiantistica e produttiva

dell’impresa. Nell’ambito dei professionisti dello sport vanno distinte due categorie: co-

loro che praticano una disciplina sportiva e coloro che la supportano. Da un lato vi so-

no gli atleti che prestano la propria attività sportiva generalmente presso alcune squadre

( basti pensare alle squadre di calcio) e dall’altro gli operatori che lavorano al servizio

dello sport attivo e professionistico (come ad esempio i coaches, i preparatori atletici, i

medici sportivi, i massaggiatori). I lavoratori specializzati sono costituiti da quadri e

tecnici altamente qualificati che operano nei cantieri internazionali dove la forza lavoro

di progettazione e quella di alto livello esecutivo viene immigrata. Anche gli ufficiali, i

sottoufficiali e i soldati che prestano la propria attività alle dipendenze di forze interna-

zionali rientrano a pieno diritto nelle immigrazioni di qualità essendo dotati di prepara-

zione tecnica e professionale di alto livello.

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Tenendo conto degli elementi sopra elencati con le lettere da a a i, Golini (2000) ri-

tiene di poter identificare tre tipi di mobilità migratoria:

• mobilità migratoria in senso stretto;

• mobilità pseudo-migratoria;

• mobilità non migratoria.

La mobilità migratoria include principalmente, ma non esclusivamente, i casi in cui

lo spostamento dell’individuo è accompagnato dal cambiamento della residenza (luogo

di dimora abituale). Le categorie da a fino ad e rientrano in questa tipologia.

Con mobilità pseudo-migratoria, Golini intende riferirsi agli spostamenti che avven-

gono contro la volontà dei soggetti interessati come nel caso della conseguenza di disa-

stri naturali o come nel caso di persecuzioni politiche o religiose (tipologie f e g).

Nella mobilità non migratoria rientrano, per esclusione, tutti gli altri casi di sposta-

menti per turismo, attività culturali, pratiche religiose ( si pensi al giubileo) o legate

all’uso del tempo libero, per lavoro ricorrente od occasionale ed ogni altra attività che

non comporta un cambiamento di abitazione abituale.

Le tipologie sopra indicate sono sufficientemente esaustive e permetterebbero di ar-

rivare ad una classificazione riconoscibile anche a livello internazionale. Rimangono al-

cune difficoltà difficilmente superabili come il fatto che molto spesso le motivazioni al-

lo spostamento non sono univoche. La migrazione degli studenti si accompagna alla

migrazione per lavoro. Un ricongiungimento familiare può comportare una migrazione

per studio per i figli minori. E così di seguito. Inoltre le varie fonti dei dati sono scarsa-

mente rispondenti all’esigenza di rappresentare un frazionamento così dettagliato delle

categorie di immigrazione.

Le difficoltà classificatorie sono generalizzate a tutti i paesi e non sono solamente un

fatto italiano. Alla ricerca di un consenso, nel 1995 si è tenuta a New York una riunione

di esperti internazionali, convocati congiuntamente dalla Statistical Division delle Na-

zioni Unite e dall’Ufficio Statistico delle Comunità Europee, con lo scopo di aggiornare

il documento Recommendations on Statistics of International Migration, Series M.58,

1980. Un lungo dibattito si è dovuto registrare attorno alla definizione di migrante. Due

differenti linee di pensiero si sono schierate a favore del criterio della residenza e della

cittadinanza, rispettivamente. Inoltre si è discusso molto se fare riferimento al migrante

o alla migrazione. I contrasti più evidenti si sono sollevati sul confine da mettere tra mi-

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grazione a breve termine e quella a lungo termine o permanente. Alla fine è prevalsa la

definizione di breve termine legata ad un cambio di residenza all’interno di un anno, e

quella di permanente se riferita ad un cambio di residenza per più di un anno. Per quel-

lo che concerne la definizione di migrante è stata accettata quella che recita “migrante è

colui che cambia la sua usuale residenza. Una migrazione internazionale è costituita dal

cambio di paese sede della usuale residenza e comporta l’attraversamento di almeno una

frontiera internazionale” (United Nations-Eurostat, 1995)

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Allegato 2

LISTA DEGLI ENTI E DEI RESPONSABILI DELLE RILEVAZIONI CONTATTATI

§ Ministero della Salute- Ufficio Statistica, lungotevere Ripa, 1 – 00153 Roma.

Dott. Franco Pennazza.

§ Ministero dell’Interno - Dipartimento Pubblica Sicurezza, Ufficio Coordina-

mento e Pianificazione FF.PP. – Servizio III, Sistema Informativo Interforze –

Divisione II – CED, Via del Castro Pretorio, 5 – 00185 ROMA. Colonnello Ra-

metta, Ispettore Cataldo.

§ Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Direzione Generale Reti In-

formative e Osservatorio del Mercato del Lavoro, via Fornovo, 8 – 00192 Roma.

dott. Paolo Tarantini.

§ Ministero degli Affari Esteri – Ufficio di Statistica, piazzale della Farnesina 1

– 00194 Roma. Cons. Stefano Baldi.

§ Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Servizio per

l’Automazione, viale Trastevere 76/A - 00153 Roma. Dott. Mignosi.

§ INPS - Direzione Centrale Sistemi Informativi e Telecomunicazioni, via della

Civiltà del Lavoro, 46 – 00144 Roma. Dott. Giulio Blandamura.

§ INPS - Ufficio Monitoraggio dei Flussi Migratori, via Ciro il Grande, 21 –

00144 Roma. Dott. Massimo Saraz.

§ INPS - Ufficio Statistiche Attuariali, via Ciro il Grande, 21 – 00144 Roma.

Dott.ssa Adriana Toderi.

§ INAIL – Consulenza Statistico Attuariale, via Stefano Gradi, 55 – 00143 Roma.

Dott.ssa Galeotti.

§ Ministero della Giustizia – Dipartimento Amministrazione Penitenziaria

(DAP), Ufficio per lo Sviluppo e la Gestione dei Sistemi Informativi, Largo Da-

ga, 2 – 00164 Roma. Dott.ssa Tagliaferro.

§ Ministero della Giustizia – Casellario Giudiziale.

§ CIR, Consiglio Italiano per i Rifugiati, via del Velabro 5/A – 00186 Roma.

Dott. Christofer Hein.

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Allegato 3

SINTESI DI ALCUNI DEGLI INCONTRI AVUTI

CON I RESPONSABILI DELLE PRINCIPALI RILEVAZIONI

Ministero della Sanità. Referente: dott. Pennazza (ufficio di statistica)

A partire dal 1996 l’ufficio di statistica del Ministero della Sanità cura l’elaborazione

dei dati relativi alle schede di dimissione ospedaliera (SDO) che pervengono su suppor-

to informatico dalle regioni. La SDO è un estratto del certificato di dimissione ospeda-

liera il cui contenuto informativo è tarato essenzialmente in funzione di esigenze eco-

nomico-gestionali ed è stabilito a livello nazionale con decreto ministeriale.

Le regioni, che dispongono di un set informativo più ampio, variabile da regione a

regione, sono preposte al controllo dei dati a mezzo di un software fornito dal Ministero

della Sanità; questa delicata fase del processo di creazione dell’informazione non sem-

bra essere curata adeguatamente ed effettuata in maniera standard, cosicché i dati che

pervengono, in forma ormai definitiva, al Ministero sono lacunosi e non affidabili. A

monte di tale problema si pone la scarsa sensibilità statistica degli addetti regionali e il

mancato affidamento della gestione dell’informazione a personale qualificato. Al ri-

guardo va notato che la rilevazione in molti casi non viene curata dall’ufficio statistico,

anche laddove tale organo risulti già istituito presso la regione.

Data la finalità soprattutto economica del flusso di informazione, sono trascurate im-

portanti variabili, utili ai fini della rilevazione della presenza straniera e della relativa

fruizione dei servizi sanitari: non perviene al Ministero il dato sul luogo di nascita del

dimesso, cosicché gli stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza italiana non sono indi-

viduabili. Inoltre, il dato sulla cittadinanza, disponibile in teoria, non viene spesso inse-

rito a causa di difficoltà nella comprensione del documento cartaceo; in tal modo, la

gran parte degli stranieri coinvolti nella rilevazione viene classificata come apolide.

In generale il Ministero non effettua specifiche analisi relative agli stranieri: ciò può

avvenire in seguito a particolari richieste motivate da ragioni economiche, come si è ve-

rificato, ad esempio, relativamente alle dimissioni per parto delle straniere, per le quali è

stata effettuata un’elaborazione.

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Per l’anno in corso sono previste notevoli innovazioni: ampliamento della SDO,

maggiori informazioni relative agli stranieri (anche in merito alla regolarità), maggior

standardizzazione.

Questura di Roma – ufficio stranieri. Referente: dott. Di Maio

Ogni questura registra automaticamente su supporto informatico i dati relativi ai

permessi di soggiorno in seguito al rilascio e gestisce localmente il relativo archivio.

Ciò non avviene con una procedura standard e non esiste raccordo, né tantomeno un

collegamento in rete tra le varie questure.

I dati non informatizzati confluiscono alla questura di Napoli che ne cura la trasmis-

sione di un estratto all’archivio di Polizia, gestito dal Ministero dell’Interno.

Tali dati conducono ad una sovrastima della presenza straniera dovuta alla frequente

non cancellazione dei permessi non più validi (in teoria, in caso di partenza, dovrebbero

essere riconsegnati alla frontiera ma questo spesso non accade). C’è inoltre discrepanza

tra il numero di minori immigrati risultanti dalle statistiche scolastiche e quello derivan-

te dalle statistiche del Ministero dell’Interno. Va tenuto presente però che i minori non

sono titolari di un permesso di soggiorno, la loro presenza viene annotata in genere su

quello dei genitori. Dunque si possono verificare sia casi di annotazione sul permesso di

entrambi i genitori (con conseguente sovrastima) sia casi di mancata enumerazione di

qualcuno, nel caso di più figli (quando si faccia riferimento al numero di permessi di

soggiorno con annotazione, trascurando il numero delle annotazioni contenute da cia-

scuno). A causa dunque dell’inaffidabilità di tale dato il numero di figli non viene regi-

strato e trasmesso: è adottata una variabile dicotomica che ne segnala la presenza.

Relativamente alla data di ingresso rilevata sui permessi di soggiorno, questa si rife-

risce in teoria al giorno reale dell’arrivo in Italia, ma spesso non viene dichiarata corret-

tamente.

Molti problemi che affliggono l’affidabilità dei dati desunti dai permessi di soggior-

no sono da ascriversi alle difficoltà incontrate dagli addetti, spesso inadeguatamente

preparati, nella comprensione della lingua dei richiedenti e nella corretta trascrizione di

informazioni anagrafiche. Tali difficoltà sono aggravate dalle condizioni di scarsa orga-

nizzazione (e conseguente stress degli addetti) in cui si svolge il lavoro presso gli spor-

telli.

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Va sottolineato come la questura di Roma, così come le altre grandi questure del pae-

se, ha predisposto uno specifico sistema di acquisizione informatizzata dei dati su diver-

se procedure amministrative riguardanti gli stranieri. Tale sistema rimane però interno

alla questura e, in alcuni casi, serve per assolvere a specifiche richieste provenienti dal

Ministero. Per tale ragione le informazioni riportate su supporto magnetico per ciascun

atto amministrativo non sono state standardizzate e le procedure di codifica sono diffe-

renti da questura a questura.

Ministero dell’Interno – Ufficio di Coordinamento e Pianificazione delle Forze di Polizia – Centro Elaborazione Dati (CED). Referenti: Col. Rametta, sig. Cataldo, sig. Labate

Il CED ha il compito di raccolta e diffusione dati nell’ambito dell’Uff. di Coordina-

mento e Pianificazione delle Forze di Polizia e gestisce la Banca Dati (BD) delle Forze

di Polizia.

I dati relativi ai permessi di soggiorno che confluiscono alla Banca Dati provengono

dal CEN di Napoli, che cura l’automazione del lavoro di ufficio di tutte le questure (cfr.

Questura di Roma). I responsabili del CED non sono a conoscenza del patrimonio in-

formativo gestito a Napoli del quale solo una parte è convogliata al Ministero. Tale in-

formazione non è tarata per un utilizzo di natura statistica ed è soprattutto finalizzata al

lavoro di polizia.

Per quanto attiene il problema dell’individuazione dei flussi in entrata, i “nuovi sog-

giornanti” vengono identificati effettuando una ricerca basata su nome e cognome estesa

ai precedenti record dell’archivio (in teoria 50 milioni a partire dal 1974). Non è peral-

tro garantito l’esito positivo della ricerca nel caso in cui il nome del soggetto sia stato

indicato in maniera diversa in più occasioni (come a volte accade). I responsabili so-

stengono che con l’utilizzo della BD sarebbe possibile individuare un percorso che con-

duca ad ottenere dati sui flussi piuttosto corretti, ma non è altrettanto verosimile che

questi dati siano coerenti con quelli disponibili presso le istituzioni (Questura, Istat,

Min. Interno stesso, etc.). Sarebbe invece molto importante e costituisce un obiettivo del

lavoro del gruppo tentare di attivare collegamenti tra i vari archivi.

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Nella BD sono assenti importanti informazioni, quali quelle necessarie

all’individuazione dei naturalizzati anche se sono acquisite le notizie sulle concessioni

per naturalizzazione ordinaria e per matrimonio.

Sembra preminente il problema della formazione del personale addetto, sia presso le

questure, sia presso il Ministero, vista la mancanza di sensibilità statistica e l’inadeguata

preparazione diffusa tra soggetti che rivestono ruoli importanti ai fini della creazione e

diffusione dei dati sulle immigrazioni. È tra l’altro da rilevarsi la scarsa disponibilità di

specifici strumenti statistico-informatici, anche se presso il CED del Ministero è presen-

te un elaboratore capace di consentire in tempi brevi la realizzazione di complesse pro-

cedure di record-linkage.

Ministero degli Affari Esteri. Referenti: dott. Baldi, dott. La Sala

I dati relativi ai visti rilasciati presso le rappresentanze diplomatiche all’estero che

pervengono al Ministero degli Affari Esteri possono fornire, per loro natura, una misura

molto approssimativa degli ingressi in Italia a scopo migratorio.

Il rilascio di un visto non necessariamente implica l’attraversamento di frontiera da

parte di chi l’ha ottenuto; non esistono verifiche di tale accadimento, anche se esiste una

forma di riscontro dovuta al fatto che la questura è interessata sia dalla fase precedente

all’ingresso, con l’emissione del nulla osta al rilascio del visto, che a quella successiva,

per il rilascio del permesso di soggiorno

È impossibile monitorare i flussi in uscita che avvengono prima della scadenza del

visto. In seguito alla possibilità di libera circolazione stabilita dal trattato di Schengen,

non è ipotizzabile, salvo realizzando accordi internazionali, il sistema USA di controllo

dei flussi in entrata ed in uscita

Non esiste uno standard per la compilazione del modello cartaceo presso le amba-

sciate; esistono soltanto dei campi obbligatori. Talvolta l’informazione contenuta in tali

modelli è molto dettagliata (ad esempio, visti per cure mediche). Attraverso il sistema

informativo preposto confluiscono al Ministero soltanto dati aggregati, relativi al nume-

ro di visti rilasciati, per tipologia, nazionalità del richiedente e paese di rilascio. Vengo-

no trascurate importanti informazioni (disponibili su cartaceo presso le ambasciata) qua-

li sesso ed età.

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Istituto Nazionale di Statistica – Unità che cura il volume su “La presenza stranie-ra in Italia”. Referente: Dott. Gabrielli

Con riguardo alla rilevazione dei permessi di soggiorno va notato che di recente an-

che il Ministero dell’Interno, che è l’ente che cura la rilevazione, ha fatto propria nella

fase di revisione e diffusione del dato la necessità di escludere dalla contabilizzazione le

documentazioni scadute. La procedura di contabilizzazione utilizzata è però differente

da quella adottata dall’Istat (il Ministero contabilizza i permessi validi a fine anno par-

tendo dall’archivio relativo a al mese di febbraio successivo, l’Istat utilizza quello di

giugno o, negli anni successivi alle sanatorie, quello di settembre) e la valutazione a cui

si perviene risulta leggermente inferiore.

Relativamente alle notizie acquisite su supporto magnetico dal Ministero è stata sot-

tolineata la necessità di introdurre nel tracciato record almeno un campo che consenta di

sapere se lo stranieri ha usufruito di disposizioni di sanatoria e, in caso positivo, di qua-

li. Tale informazione, attualmente raccolta solo per una parte del collettivo, va espres-

samente prevista prima dell’inizio di eventuali ulteriori sanatorie.

La procedura di determinazione dei nuovi permessi di soggiorno (entro certi limiti

assimilazione al flusso di immigrazione) messa a punto dall’Istat è la seguente: a partire

dai dati di stock a fine anno, ottenuti dalla lettura dell’archivio del Ministero a fine giu-

gno dell’anno successivo, vengono individuati i permessi movimentati negli ultimi 18

mesi (nell’anno di stima dei flussi e nei sei mesi successivi) pervenendo alla determina-

zione del flusso sulla base delle ulteriori informazioni concernenti il tipo di documento

(nuovo permesso, rinnovo, duplicato, regolarizzazione, ecc.) e la data di arrivo in Italia.

Il flusso di permessi scaduti e non rinnovati è ottenuto invece come residuo tra lo stock

di stranieri ad inizio e fine anno e la stima dei nuovi permessi di soggiorno. Il CED del

Ministero dell’Interno è in grado, attraverso procedure di record-linkage, di controllare i

nuovi permessi, verificando che l’intestatario non sia stato in precedenza titolare di un

altro documento di soggiorno.

Con riguardo ai dati anagrafici è emerso che l’Istat sta valutando l’opportunità e la

possibilità di condurre anche per i soli stranieri residenti un’indagine in collaborazione

con i comuni che consenta di acquisire informazioni sulla popolazione a fine anno di-

stinta per sesso, anno di nascita e stato civile, in tal modo duplicando l’indagine

POSAS. Alcuni sviluppi ulteriori sono inoltre legati alla realizzazione del progetto

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SAIA (acronimo di Sistema di Accesso e Interscambio Anagrafico). Rimane aperto il

problema dell’aggiornamento delle anagrafi comunali che si spera venga realizzato nei

prossimi anni attraverso il confronto censimento-anagrafe. Di difficile realizzazioni

sembrano invece le altre possibili procedure di controllo dell’effettiva presenza sul terri-

torio degli stranieri iscritti in anagrafe.

Per quanto concerne la rilevazione delle nascite sono state illustrate le soluzioni adot-

tate a seguito della revisione dell’indagine totale per garantire il rispetto della legge sul-

la privacy. Sarà sicuramente possibile determinare il numero di nati da almeno un geni-

tore straniero (ma non quelli da genitori di origine straniera o naturalizzati italiani) tra la

popolazione iscritta in anagrafe, più problematica sarà l’individuazione dei nati da stra-

nieri non residenti.

Comitato italiano rifugiati (CIR). Referente: Dott. Christofer Hein In Italia l’assistenza legale e sociale ai rifugiati è prestata dal CIR, Consiglio Italiano

per i Rifugiati, Onlus avente sede a Roma. Rappresentanti del CIR si trovano presso al-

cune frontiere più coinvolte nel movimento di arrivo dei rifugiati.

Nel 1999 sono pervenute 34.300 domande (nel 1998 sono state 13.000). Secondo il

Ministero dell’Interno hanno ottenuto il visto “convenzione di Dublino” 3000 richieden-

ti (1980 nel 1998). Sempre nel 1999 la Commissione Centrale ha accettato 809 doman-

de e ne ha respinte 7.522. Fra i soggetti che avanzano domanda figurano al primo posto

i kosovari che approdano alle frontiere meridionali. Ciò fa si che le Questure pugliesi e

siciliane si trovano ad affrontare molto lavoro, di molto superiore al carico usuale. Ciò

comporta l’allungamento dei tempi canonici previsti dalla normativa. Anche i tempi di

esame da parte della Commissione Centrale sono piuttosto lunghi. Tutto ciò spinge mol-

ti richiedenti, una volta ottenuto il permesso provvisorio, a far perdere le proprie tracce.

Questo giustifica la grande discrasia che esiste fra il numero delle richieste presentate

alla frontiera ed il numero limitato di casi esaminati dalla Commissione.

Il rilevamento statistico è in questo settore fortemente carente ciò che penalizza il no-

stro Paese anche nei riguardi degli aiuti internazionali. Come il Direttore del CIR, dr.

Christofer Hein, ha avuto modo di far presente, durante un colloquio concessoci, non

esistono statistiche ufficiali riguardanti i rifugiati ed i richiedenti asilo. In Germania ed

in Svizzera, al contrario, vengono diffusi dati addirittura con cadenza mensile. Esiste

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una rete europea con sede a Londra alla quale l’Italia non fa affluire i dati perché dispo-

nibili tardivamente e aventi carattere parziale. La Commissione dell’Unione Europea

gestisce un Fondo Europeo per i Rifugiati ed eroga fondi ai Paesi interessati sulla base

delle statistiche accertate negli ultimi tre anni. L’Italia, data la sua inefficienza statistica,

di fatto non accede a tale fondo. Abbastanza recentemente è stato istituito presso il Mi-

nistero dell’Interno un nuovo ufficio che si interessa anche dei rifugiati: il Dipartimento

Libertà Civili ed Immigrazioni.

A causa del citato superlavoro di alcune frontiere, molti richiedenti vengono lasciati

a lungo in attesa prima di poter fare il colloquio e stendere il verbale (documento che

deve essere inoltrato alla Commissione Centrale). Molti preferiscono sparire e pertanto

le pratiche che materialmente arrivano alla Commissione si stima siano appena il 10 %

dei richiedenti. Inoltre, come già detto, la Commissione nell’esaminare le richieste e a

seguito del colloquio, può accettare o rigettare le domande. Nel caso di rifiuto è ammes-

so il ricorso al Tribunale Civile. Non si ha nessuna informazione sullo stato e sulla solu-

zione dei pur numerosi ricorsi; non c’è statistica alcuna sui ricorsi pendenti e su quelli

accettati.

Esiste una particolare categoria di soggetti denominati “rifugiati per motivi umanita-

ri” che non sono propriamente dei rifugiati ma sono individui che provengono da zone

di guerra ed ai quali le Questure possono rilasciare un permesso di soggiorno per motivi

umanitari cosa che rientra nei “rifugiati di fatto” previsti dall’art. 19 della Legge

40/1998 (Turco-Napolitano).

Per cercare di porre un po’ d’ordine nel sistema delle statistiche per i rifugiati occor-

rerebbe:

a) definire l’oggetto della rilevazione statistica attraverso corrette definizioni di ri-

fugiato, al momento della prima richiesta, al momento dell’accettazione della domanda,

al momento della discussione da parte della Commissione Centrale, al momento della

approvazione, al momento della approvazione o rigetto definitivo ad opera del Tribuna-

le;

b) Stabilire un tavolo di discussione ma soprattutto operativo al quale dovrebbero

sedersi i rappresentanti dell’ISTAT, del Dipartimento delle Libertà Civili e delle Immi-

grazioni, della Pubblica Sicurezza, del Ministero degli Esteri, dell’Alto Commissariato

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per i Rifugiati, del CIR, dell’Istat, di esperti del settore, per la messa a punto di un si-

stema di rilevazione certo ed affidabile.

Si segnala che il Bollettino CIR Notizie, anno X, n.10-11, ottobre-novembre 2001 è

stato dedicato interamente al tema Il diritto d’asilo e la convenzione europea dei diritti

dell’uomo, redatto da Nuala Mole, del Centro di Consulenza per la tutela dei diritti indi-

viduali in Europa, Londra, con il contributo del Consiglio d’Europa. Inoltre, sempre a

cura del CIR, è stato pubblicato un dossier illustrativo del Progetto Odissea. Progetto di

ricerca sui flussi dei richiedenti asilo e sfollati di guerra alla frontiera italiana ed entro

l’Unione Europea e formazione degli operatori, ottobre 2000.

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Allegato 4

TABELLE SINOTTICHE SULLE NOTIZIE CONTENUTE

IN ALCUNI MODELLI DI RILEVAZIONE

Nelle pagine seguenti sono riportati alcuni prospetti nei quali sono indicate tutte le

notizie raccolte nei modelli cartacei di rilevazione, sia di quelli individuali sia di quelli

aggregati. Tali prospetti saranno integrati per tenere conto delle informazioni registrate

su supporto magnetico e di quelle elaborate e diffuse.

Questa fase conoscitiva appare essenziale poiché risulta funzionale sia per la propo-

sizione di eventuali suggerimenti (modifiche o integrazioni) sui caratteri e le modalità di

acquisizione degli stessi, sia per la predisposizione di indicatori effettivamente costrui-

bili atti a monitorare il processo di integrazione degli immigrati (cfr. capitolo 7).

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Tab. A4.1 – Principali modelli che rilevano gli stranieri e gli eventi ad essi relativi ENTE DI RILEVAZIONE

OGGETTO DELLA RILEVAZIONE MODELLO UTILIZZATO

Ministero degli Affari Esteri Visti di ingresso Ministero del Lavoro Autorizzazioni dall’estero AUT1/ST Istat – Anagrafe Iscrizioni e cancellazioni da e per l’estero e da e per

l’interno APR/4

Istat – Anagrafe Cittadini stranieri iscritti in anagrafe P.3 Ministero dell’Interno Permessi di soggiorno 209 Ministero dell’Interno Carte di soggiorno 207 bis Istat Censimento Istat Rilevazione trimestrale delle forze di lavoro P/90/E Ministero del Lavoro Iscrizione nelle liste di collocamento C/ISCRIZIONE

OML1/ST Ministero della Pubblica Istruzione Studenti stranieri scuole materne statali MPI/1a Ministero della Pubblica Istruzione Studenti stranieri scuole materne non statali MPI/1b Ministero della Pubblica Istruzione Studenti stranieri scuole elementari statali MPI/2a Ministero della Pubblica Istruzione Studenti stranieri scuole elementari non statali MPI/2b Ministero della Pubblica Istruzione Studenti stranieri scuole secondarie di I grado statali MPI/3a Ministero della Pubblica Istruzione Studenti stranieri scuole secondarie di I grado non statali MPI/3b Ministero della Pubblica Istruzione Studenti stranieri scuole secondarie di II grado statali MPI/4a Ministero della Pubblica Istruzione Studenti stranieri scuole secondarie di II grado non statali MPI/4b Ministero dell’Interno Naturalizzazioni Istat – Stato civile Morti nel 1° anno di vita per maschi D.5 Istat – Stato civile Morti nel 1° anno di vita per femmine D.5 bis Istat – Stato civile Morti oltre il 1° anno di vita per maschi D.4 Istat – Stato civile Morti oltre il 1° anno di vita per femmine D.4 bis Istat – Stato civile Matrimoni D.3 Istat – Anagrafe Iscritti in anagrafe per nascita P.4 Istat Separazioni personali dei coniugi M. 252 Istat Scioglimenti e cessazioni degli effetti civili del matrimo-

nio M. 253

Istat – Ministero dell’Interno Denuncia di suicidio o tentativo di suicidio 173 Istat Minorenni denunciati M. 141N Istat Denuncia o querela di delitti per cui è stata iniziata

l’azione legale M.310

Istat – Ministero della Sanità Ammissioni di malati nei servizi psichiatrici degli istituti di cura

D.16

Istat – Ministero della Sanità Dimesse dagli istituti di cura per aborto spontaneo D.11 Istat – Ministero della Sanità Interruzioni volontarie di gravidanze D.12

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Tab. A4.2 – Informazioni raccolte nei formulari dei visti di ingresso di alcuni Paesi STATI UNITI CARATTERI RILEVATI

San Francisco

New York

ROMANIA

Bucarest

GRAN BRETAGNA

Londra

TUNISIA Tunisi

MACEDONIA Scopje

INDIA Bombay

TURCHIA Istambul

CINA

Cognome e nome x x x x x x x x x Luogo di nascita x x x x x x x x x Data di nascita x x x x x x x x x Nazionalità x x x x x x x x x Paternità x x x x Maternità x x x x Indirizzo x x x x x x x x Telefono x x x x x x Nazionalità di origine per gli apolidi x Numero passaporto x x x x x x x x x Luogo e data di rilascio x x x x x x x x x Data di scadenza validità x x x x x x Numero permesso di soggiorno x x Data di scadenza permesso x Stato civile x x x x x x x x x Professione x x x x x x x x x Datore di lavoro x x x x x x x x Referenze nel Paese di origine x x x x Referenze in Italia (garanti) x x x x x x x x Motivo del soggiorno x x x x x x x x x Destinazione principale x x x x Durata del soggiorno x x x x x x x x x Frontiera di entrata x x x x x x x x Data di arrivo x x x x x x Frontiera di uscita x x x x x x x Numero di ingressi x x x x Indirizzo in Italia x x x x x x x Connotati x

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Tab. A4.2 (segue) – Informazioni raccolte nei formulari dei visti di ingresso di alcuni Paesi STATI UNITI CARATTERI RILEVATI

San Francisco

New York

ROMANIA

Bucarest

GRAN BRETAGNA

Londra

TUNISIA Tunisi

MACEDONIA Scopje

INDIA Bombay

TURCHIA Istambul

CINA

Nome, data di nascita, sesso e legame di parentela con il titolare del passaporto

x x

Prima o successiva richiesta di visto per l’Italia

x

Mezzo di trasporto x x Ammontare delle valute per il viaggio x Presenza di parenti in Italia (nome, professione, indirizzo)

x

Data di assunzione dell’ultimo impiego x Sesso x Mezzi di sostentamento x

NOTIZIE RISERVATE ALL’UFFICIO Tipo di visto x x x x x Numero visto x x Giorni di validità x x x x x x Inizio decorrenza x x x x x Data di rilascio x Numero ingressi x x x x x Annotazioni x x x x x x x Numero targhetta x x Annotazioni ministeriali x x Numero pratica x Data domanda x x x x x x x x Motivo x Tassa cc. gg. Denari x

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Tab. A4.3 – Informazioni raccolte nelle domande di autorizzazione al lavoro per cittadini extraco-munitari ancora all’estero

Caratteri rilevati Richiesta nominativa di autorizzazione al lavoro

(impiego nei servizi domestici)

Richiesta nominativa di autorizzazione per lavoro

subordinato Generalità del datore di lavoro o del legale rappresentante

Cittadinanza x x Cognome e nome x x Luogo e data di nascita x x Luogo di residenza x x Codice fiscale x x Luogo di impiego del lavoratore x x Denominazione azienda x Partita IVA x Sede legale (comune, provincia, indirizzo) x Telefono/fax x x

Dati anagrafici del lavoratore Cognome e nome x x Data e luogo di nascita x x Luogo di residenza (Stato, città, indirizzo) x x Codice fiscale x x Sesso x

Notizie sulle condizioni lavorative Qualifica professionale x x Mansioni da svolgere x x Livello di inquadramento x Durata contratto di lavoro x x Orario settimanale di lavoro x x Retribuzione mensile netta x x Livello/categoria x C.C.N.L applicato x Tab. A4.4 – Informazioni contenute nello schema di contratto individuale di lavoro subordinato per

il lavoratore ancora all’estero Notizie sul datore di lavoro o committente lavoro a domicilio

Denominazione ditta Sede Attività Codice fiscale/partita I.V.A.

Notizie sul titolare o rappresentante legale Cognome e nome Cittadinanza Luogo di nascita Luogo di residenza

Notizie sulle generalità del lavoratore Cognome e nome Cittadinanza Luogo di nascita Luogo di residenza Codice fiscale

Notizie sulle condizioni contrattuali Livello Qualifica C.C.N.L applicato Località di impiego Durata del contratto Orario di lavoro

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Tab. A4.5 – Informazioni contenute nelle autorizzazioni concesse a cittadini extracomunitari ancora all’estero Caratteri rilevati Autorizzazioni al

lavoro in ditta Autorizzazioni per

addestramento formativo

Autorizzazioni per collaboratore fa-

miliare

Autorizzazione per colf al seguito

Autorizzazione al lav. dall’estero Mod. AUT1/ST

NOTIZIE SUL DATORE DI LAVORO (PRIVATO, DITTA O SOCIETA’) Denominazione dit-ta/società

x x

Sede x Indirizzo x x Cognome e nome x x Luogo di nascita x Luogo di residenza x Indirizzo x Codice fiscale x

NOTIZIE SUL LAVORATORE Cognome e nome x x x x Cittadinanza x x x x Sesso x x x x Luogo di nascita x x x x Data di nascita x x x x x (a) Luogo di residenza x

NOTIZIE SUL LAVORO Qualifica professionale x x x x Livello/categoria x C.C.N.L. applicato x Luogo di lavoro (co-mune, prov e ind)

x x

Periodo di addestra-mento

x

Orario di lavoro x Settore produttivo x Durata del contratto x x x Nota: (a) classi di età

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Tab. A4.6 – Informazioni raccolte nelle rilevazioni del movimento migratorio della popolazione

residente e dei cittadini stranieri iscritti in anagrafe Caratteri rilevati Iscrizioni e cancellazioni

Mod. APR/4 Popolaz. straniera residente

Mod. P.3 Comune x x Provincia Sesso x x Cittadinanza x x Cognome e nome x Codice fiscale x Data di nascita x Luogo di nascita x Stato civile x Numero carta di identità e data di rilascio x Cognome e nome del coniuge x Luogo matrimonio x Data matrimonio x Luogo di morte del coniuge x Data divorzio/morte x Anno e luogo di trascrizione mat/div/morte x Posizione nella professione x Settore di attività x Condizione non professionale x Professione x Titolo di studio x N° libretto di pensione ed ente erogatore x N° libretto di lavoro e comune e data di rilascio x Ammontare popolazione straniera residente Nati vivi Morti Iscritti da altri comuni italiani x Iscritti dall’estero x Iscritti non altrove classificabili x Cancellati per altri comuni italiani Cancellati per l’estero x Cancellati per acquisizione citt. italiana Cancellati per irreperibilità x Cancellati non altrove classificabili x Ammontare minorenni stranieri residenti

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Tab. A4.7 – Informazioni contenute nei permessi di soggiorno e nelle carte di soggiorno Permessi di soggiorno Caratteri rilevati

Mod. cartaceo Mod. 209

Tracciato record Min. Interno

Carta di soggiorno Mod. 207 bis

Cittadinanza x x x Cognome e nome x x x Luogo di nascita x x x Data di nascita x x x Sesso x x Stato civile x x x Status di rifugiato x x Residenza all’estero x Comune e provincia di residenza in Italia x Recapito in Italia: comune e provincia x x Indirizzo x x Presenza del coniuge x x Persone a carico conviventi x x Mezzi di sostentamento x x Tipo documento x x x Data di ingresso in Italia x x x Frontiera di ingresso x x Possesso del visto, ufficio di rilascio e scadenza x Motivo del visto di ingresso x Motivo del soggiorno x x Tipo soggiorno precedente x Referenze in Italia x Provincia segnalazione soggiorno x Autorità rilascio documento x Categoria speciale o pregiudizio x Data scadenza soggiorno x Validità soggiorno x Attività professionale o religiosa x

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Tab. A4.8 – Informazioni raccolte nella rilevazione trimestrale delle forze di lavoro MOD ISTAT P/90/E

NOTIZIE RELATIVE A TUTTI I COMPONENTI DELLA FAMIGLIA (COMPRESI I CONVIVENTI) Relazione con l’intestatario del foglio di famiglia Sesso

CITTADINANZA Data di nascita Stato civile Motivo dell’assenza dal comune di residenza Durata dell’assenza dal comune di residenza Località dove si trova l’assente Titolo di studio più elevato conseguito Anno di conseguimento del titolo di studio più elevato Analisi dei titoli di studio più elevati della licenza media inferiore Anni di residenza Numero componenti della famiglia

NOTIZIE SULLA CONDIZIONE UNICA O PREVALENTE Condizione attuale Ore di lavoro effettuate nella settimana di riferimento

NOTIZIE SULL’ATTIVITA’ LAVORATIVA Orario di lavoro Posizione nella professione Presenza di dipendenti in caso di lavoro autonomo Branca di attività economica dell’unità locale in cui si lavora Professione Numero di persone che lavorano nell’unità locale Località in cui si svolge prevalentemente l’attività lavorativa Data di inizio del rapporto di lavoro attuale o dell’attività autonoma Lavoro a tempo pieno o parziale Carattere dell’occupazione Durata complessiva dell’occupazione a termine Modalità di svolgimento del lavoro nelle quattro settimane precedenti l’intervista Motivo per cui si cerca un altro lavoro Esistenza di un’altra occupazione o attività oltre a quella principale Posizione nella professione dell’attività secondaria Branca di attività economica dell’unità locale in cui si svolge l’attività secondaria Professione svolta nell’attività secondaria Ore di lavoro svolte nell’attività secondaria nella settimana di riferimento Tipo dell’occupazione secondaria

NOTIZIE SULLE ESPERIENZE DI LAVORO PRECEDENTI Svolgimento di un’attività lavorativa nel corso della vita Mese e anno di conclusione dell’ultimo lavoro svolto Motivo di abbandono dell’ultima occupazione Posizione nella professione nell’ultima occupazione Branca di attività economica dell’unità locale di lavoro Professione esercitata nell’ultima occupazione

NOTIZIE SULLA RICERCA DI LAVORO Ricerca di lavoro Motivo per cui non si cerca lavoro Disponibilità a lavorare Numero dei mesi di ricerca di lavoro Azioni di ricerca effettuate nelle quattro settimane precedenti l’intervista Ultima azione di ricerca effettuata Mesi trascorsi dall’ultima azione di ricerca di lavoro Disponibilità immediata al lavoro Tipo di occupazione prevalentemente cercato Orario di lavoro desiderato Luogo di lavoro in cui si è disposti a lavorare Livello di retribuzione minimo per cui si è disposti a lavorare Condizioni precedenti la ricerca di lavoro

NOTIZIE SUI RAPPORTI CON GLI UFFICI DI COLLOCAMENTO Ricevimento di offerte di lavoro, di formazioni e consulenze negli ultimi sei mesi Ricevimento di compensi per CIG, indennità di mobilità o sussidi di disoccupazione nell’ultimo mese Iscrizione all’Ufficio pubblico di collocamento Mesi di iscrizione ininterrotta

NOTIZIE SULL’ISTRUZIONE E LA FORMAZIONE PROFESSIONALE Conclusione di un corso di formazione professionale organizzato o riconosciuto dalla Regione Livello del corso frequentato e concluso Partecipazione a corsi di formazione professionale o ad altri corsi extra-scolastici nelle quattro settimane precedenti l’intervista Motivo per il quale si è frequentato il corso di formazione Modalità di svolgimento del corso Durata complessiva del corso Numero medio di ore settimanali Iscrizione ad un corso scolastico nelle quattro settimane precedenti l’intervista

NOTIZIE SULLA SITUAZIONE NELLO STESSO MESE DELL’ANNO PRECEDENTE Condizione Posizione nella professione Branca di attività economica dell’unità locale di lavoro Luogo di residenza Titolo in base al quale la famiglia dispone dell’abitazione in cui vive

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Tab. A4.9 – Informazioni raccolte nelle rilevazioni sui lavoratori extracomunitari disoccupati Caratteri rilevati Mod. C/ISCRIZIONE Mod. aggregato

OML1/ST DATI ANAGRAFICI DEL LAVORATORE

Cittadinanza x Cognome e nome x Data di nascita x Sesso x x Stato civile x Comune di nascita x Comune di residenza x Indirizzo x Codice fiscale x Telefono x Paese di origine x

DATI ANAGRAFICI DEL CAPOFAMIGLIA Cognome e nome x Data di nascita x Sesso x Comune di nascita x Codice fiscale x

FORMAZIONE SCOLASTICA Titolo di studio x x Istituto x Votazione x Lingue conosciute x

PROFESSIONALITA’ ACQUISITA Corsi professionali (ente, qualifica conseguita, durata, anno di conseguimento qualifica)

Precedenti lavorativi (azienda, attività economica, quali-fica prof., periodo, tipo rapporto)

Qualifiche (descrizione, grado, macchine usate) x ALTRE NOTIZIE

Patente di guida x Servizio militare x Classificazione x Disponibilità alla mobilità x Disponibilità per rapporti di lavoro a tempo parziale, determina-to, di breve durata

x

Aspirante a corsi di qualifica x Reddito lordo individuale x Tipo di iscrizione x x Numero persone a carico x Coniuge (cognome e nome, C.F., condizione prof.) x Anzianità di iscrizione x Settore di iscrizione x

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Tab. A4.10 – Informazioni contenute nelle statistiche sul sistema scolastico

Caratteri rilevati

Scuole Materne Statali Mod. MPI/1a

Scuole Materne non statali

Mod.MPI/1b

Scuole Elementari Statali

Mod.MPI/2a

Scuole Elementari non statali

Mod.MPI/2b

Scuole Secondarie di I grado

Statali Mod.MPI/3a

Scuole Secondarie di I grado non statali

Mod.MPI/3b

Scuole Secondarie di II grado Statali Mod.MPI/4a

Scuole Secondarie di II grado non statali

Mod.MPI/4b

NOTIZIE SUGLI ALUNNI STRANIERI N°. alunni con cittadinanza non italiana x x x x x x x x N° alunni appartenenti a comunità nomadi x x x x x x x x Sesso x x x x x x x x Stato straniero di cittadinanza x x x x x x x x N° alunni interni con citt. straniera scrut/esam, prom/lic., non valutati

x x x x

N° alunni esterni con citt. straniera esaminati, prom./lic.

x x x x

Anno di corso x x x x ULTERIORI NOTIZIE SUGLI ALUNNI

N° alunni frequentanti x x x x N° alunni per anno di nascita x x x x x x x x N° alunni che non si avvalgono dell’ins. della reli-gione cattolica

x x x x x x x x

N° alunni ripetenti x x N° alunni per tipo di frequenza x N° alunni per lingua straniera studiata x x x N° alunni in pluriclasse x x N° alunni non freq. e collocati in lista d’attesa x x N° alunni portatori di handicap per tipo x x x x x x x x Anno di corso x x x x x x N° alunni interni scrutinati/esaminati x x x x x x N° alunni interni promossi/licenziati x x x x x x N° alunni interni non valutati x x x x x x N° candidati esterni esaminati x x x x x x N° alunni promossi con debito formativo x x N° candidati esterni promossi/licenziati x x x x x x N° studenti che hanno assolto l’intero anno scolasti-co

x

N° alunni in classi a tempo normale x x x x N° alunni in classi a tempo prolungato x x x N° alunni provenienti da scuola non statale x x N° alunni in doppi turni x x N° alunni provenienti da scuola statale x x x N° alunni in classi normali x x N° alunni in classi sperimentali x x N° alunni provenienti da altro tipo di istituto x x N° alunni frequentanti i corsi per il recupero del debito scolastico

x x

N° alunni frequentanti attività integrative x x N° alunni frequentanti l’anno integrativo per libero accesso all’università

x

N° alunni frequentanti corsi post-secondari x

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Tab. A4.10 (segue) – Informazioni contenute nelle statistiche sul sistema scolastico

Caratteri rilevati

Scuole Materne Statali Mod. MPI/1a

Scuole Materne non statali

Mod.MPI/1b

Scuole Elementari Statali

Mod.MPI/2a

Scuole Elementari non statali

Mod.MPI/2b

Scuole Secondarie di I grado

Statali Mod.MPI/3a

Scuole Secondarie di I grado non statali

Mod.MPI/3b

Scuole Secondarie di II grado Statali Mod.MPI/4a

Scuole Secondarie di II grado non statali

Mod.MPI/4b

NOTIZIE SULLA SCUOLA Denominazione x x x x Indirizzo x x Codice comune x x x x Comune x x x Tel/fax x x Località x Codice scuola x x x x x Numero distretto x Codice Istituzione principale x x x x x x Denominazione Istituzione principale x x x x x x Numero delle sezioni x x Servizi disponibili x x x x x N° scuole presenti nel circolo didattico e nel comune x N° aule utilizzate x x N° scuole che ricevono sussidi x N° classi x x x x x x N° classi per orario adottato x x x x x N° classi con insegnamento lingua straniera x x x Tipo di organizzazione modulare x N° classi con portatori di handicap x x x x x N° classi con doppi turni x x Tipo edificio x x N° corsi finalizzati al recupero del debito scolastico x x Tipo di qualifica o di licenza x x Tipo di corsi x x N° corsi post-secondari x

NOTIZIE SUL PERSONALE DOCENTE E NON DOCENTE Ammontare personale docente x x x x Ammontare personale non docente x x x x Amm. personale in servizio anche presso altre unità scolastiche

x x

Amm. docenti impegnati nei corsi di recupero per il deb. form.

x x

Amm. docenti impegnati nelle attività integrative x x Amm. docenti impegnati nell’anno int. per libero acc. Univ.

x

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Tab. A4.11 – Informazioni contenute nell’istanza di naturalizzazione DOMANDA DI ACQUISIZIONE DELLA CITTADINANZA IN CASO DI MATRIMONIO CON CONIUGE ITALIANO

Cognome e nome Sesso Data di nascita Luogo di nascita (città e Stato) Paternità Maternità Cittadinanza Luogo di residenza (città, provincia e indirizzo) Data inizio residenza Stato civile Data del matrimonio Comune italiano di trascrizione Titolo di studio Stato di conseguimento Professione Numero del permesso di soggiorno Questura e data di rilascio Motivo del permesso di soggiorno Data di scadenza del permesso di soggiorno Eventuali indirizzi all’estero (Stato, città, via e periodo trascorso) Data del primo ingresso in Italia Data di prima uscita dall’Italia Data di successivo ingresso / uscita Data di ultimo rientro in Italia Comune dell’anagrafe di iscrizione Data di iscrizione in anagrafe Indirizzo Cognome, nome, luogo e data di nascita dei membri del nucleo familiare Posizione giudiziaria

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Tab. A4.12 – Informazioni raccolte nelle rilevazioni sulle nascite Caratteri rilevati Nascite

Mod. D.1 e D.2 (a) Iscrizione in anagrafe

per nascita Mod. P.4

NOTIZIE SUL NATO Data di nascita x x Sesso x x Luogo di nascita x Cittadinanza x Codice individuale x

NOTIZIE SUI GENITORI Cognome e nome x Luogo di residenza della madre x Data del matrimonio x Data di nascita x x Cittadinanza x x Grado di istruzione x Condizione professionale o non prof x Posizione nella professione x Ramo di attività economica x Codice individuale x Stato civile x

NOTIZIE SULL’INTESTATARIO DEL FOGLIO DI FAMIGLIA Cognome e nome x N° totale componenti della famiglia x Indirizzo x

NOTIZIE SULLA FILIAZIONE Genere del parto x Legittimità della filiazione x Ordine di nascita x Ordine di nascita nell’attuale matrimonio x Esito dei precedenti concepimenti x Tipo di parto x Luogo del parto x Presentazione del neonato x Peso del neonato x Durata della gestazione x Tipo di anomalia o malformazione congenita x Nota: (a) Dal 1999 i modelli D.1 e D.2 non vengono più utilizzati.

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Tab. A4.13 – Informazioni raccolte nelle rilevazioni relative ai decessi e ai suicidi Caratteri rilevati

Morti

nel 1° anno di vita Mod. D5 e D5 bis

Morti oltre il 1° anno di vita

Mod. D4 e D4 bis

Denuncia di suicidio o ten-tativo di suicidio

Mod. 173 Cittadinanza x x Cognome e nome x x Luogo di nascita x x x Data di nascita x x Sesso x x x Età compiuta x x x Stato civile x x Luogo di residenza x x Grado di istruzione x x Professione x Condizione professionale o non x x Posizione nella professione x x Ramo di attività economica x x Codice individuale x x

NOTIZIE SUI GENITORI Cittadinanza x Luogo di residenza della madre x Data di nascita della madre x Grado di istruzione x Condizione professionale o non x Posizione nella professione x Ramo di attività economica x Codice individuale x Professione x

NOTIZIE SUI DECESSI Data del decesso x x Luogo del decesso x x Causa iniziale x x Causa intermedia o complicazioni x x Causa terminale x x Intervallo inizio malattia e decesso x x Altri stati morbosi rilevanti x x Causa violenta x x Descrizione della lesione x x Malattie e complicazioni soprav-venute

x x

Stati morbosi preesistenti x x Mezzo o modo col quale la lesione è stata determinata

x x

Data e luogo dell’accidente o dell’infanticidio

x

Intervallo azione violenta e morte x x Movente x Modalità x Data e luogo dell’accidente, suici-dio, omicidio

x x

NOTIZIE SULLA FILIAZIONE Genere del parto x Legittimità della filiazione x

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Tab. A4.14 – Informazioni raccolte nelle rilevazioni sui matrimoni, sulle separazioni e sui divorzi

Caratteri rilevati Matrimoni Mod. D.3

Separazioni personali dei coniugi M. 252

Scioglimenti e cessazioni effetti civili del matrimo-

nio M.253

NOTIZIE DEMOGRAFICHE E SOCIALI SUL MARITO E SULLA MOGLIE Luogo di nascita x x x Data di nascita x x x Luogo di residenza x x x Cittadinanza x x x Stato civile prima dell’attuale ma-trimonio

x x x

Codice individuale x x x Titolo di studio x x x Condizione professionale o non prof.

x x x

Posizione nella professione x x x Ramo di attività economica x x x Eventuale ricorso assistenza legale x x

NOTIZIE SUL MATRIMONIO E SULLA FILIAZIONE Data celebrazione matrimonio x x x Tipo di rito x x Regime patrimoniale scelto x x x Luogo di resid. dopo il matrimonio x N° figli nati dall’attuale matrim. x x Data di nascita dei figli x x Sesso dei figli x x Tipo di affidamento x x

NOTIZIE SUI PROVVEDIMENTI ECONOMICI Previsione di una forma di sosten-tamento economico per i figli

x x

Genitore obbligato a corrispondere il sostentamento economico ai figli

x x

Previsione di una forma di sostentamento eco-nomico per uno dei coniugi

x x

Coniuge obbligato a corrispondere una forma di sost econ all’altro coniuge

x x

Coniuge cui è stata assegnata l’abitazione familiare

x x

NOTIZIE GENERALI Tribunale x x Data iscrizione al ruolo del procedim. x x Data del provvedimento x x Coniuge che ha presentato doman-da di separaz/divorzio

x x

Rito di apertura del procedimento x x Modalità di esaurimento del proc. x x Rito di esaurimento del proc. x Esistenza di una precedente sen-tenza parziale

x x

Causa dello scioglimento o cessa-zione degli effetti civili del matri-monio

x

Data della separazione x Tipo di separazione giudiziale x Freq. delle visite ai figli minori stabilita per il genitore non affida-tario

x

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Tab. A4.15 – Informazioni raccolte nelle statistiche giudiziarie penali Caratteri rilevati

Minorenni denunciati M.141N

Denunce o querele di delitti per i quali è stata iniziata l’azione pena-

le M.310

Sesso x Cittadinanza x x Data di nascita x Luogo di nascita x Luogo di residenza x Luogo di domicilio x Persone oggetto di denuncia di cittadinanza straniera per età

x

ALTRE NOTIZIE Data del delitto x x Data della denuncia x Luogo del delitto x x Delitti x x Fonte informativa x x Status del minore x Misure cautelari x Procedimenti penali x Correità x Persone oggetto di denuncia di cittadinanza italiana

x

Procura per i minorenni x Richiesta del P.M. x Data della richiesta x Archiviazione x Azione penale x N° procedimento x x Data di iscrizione del procedimento nel R.A.P. x

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Tab. A4.16 – Informazioni raccolte nelle statistiche sanitarie Caratteri rilevati

Ammissione malati nei servizi psichiatrici

Mod D.16

Dimesse dagli istituti di cura per aborto spontaneo

Mod D.11

Interruzione volontaria del-la gravidanza

Mod D.12 Data di nascita x x x Sesso x Cittadinanza x x x Provincia di nascita x x x Comune di residenza x Provincia di residenza x x x Stato civile x x x Titolo di studio x x x Condizione professionale o non professionale

x x x

NOTIZIE SULL’ISTITUTO DI CURA Denominazione x x x Provincia e comune x x x Azienda U.S.L. x x x Indirizzo x

ALTRE NOTIZIE Primo o successivo ricovero x Tipo di ricovero x Diagnosi x N° nati vivi in gravidanze prec. x x N° nati morti in grav. prec. x x N° aborti spontanei in grav. prec. x x N° interruzioni volontarie di grav. in gravidanze precedenti

x x

Età gestazionale x x Data dell’aborto x Luogo dell’aborto x x Causa dell’aborto x Tipo di intervento x x Terapia antalgica x x Durata della degenza x x Complicazioni x x Ricorso a tecnica di riproduzione Medico-Assistita

x

Data dell’interruzione x Data della certificazione x Responsabile certif. autorizzazione x Urgenza x Assenso per la minore x Comune x Provincia x

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Allegato 5

Sintesi dell’Audizione con l’ISTAT

“Le statistiche sugli immigrati e sulla popolazione di origine straniera”

Data

13 novembre 2001.

Partecipanti

ISTAT: dott.ssa V. Buratta, dott. V. Terra Abrami, dott. D. Gabrielli, dott.ssa C. Giovannelli, dott. A. Caputo.

Commissione per la Garanzia dell’Informazione Statistica (CGIS): prof.ssa G. Caselli.

Consulenti esterni presso la CGIS (gruppo di ricerca su “La rilevazione delle migrazio-ni internazionali e la predisposizione di un sistema informativo sugli stranieri”): Dott. S. Strozza, Prof. M. Natale, Prof. E. Todisco.

Segreteria tecnica della Commissione: dott.ssa F. Ballacci.

Materiale predisposto dal gruppo di ricerca

Nota per l’Istat: - elenco del materiale da fornire nell’audizione - traccia degli aspetti, generali e specifici, da affrontare durante l’audizione

Materiale fornito dall’ISTAT

(a) Lista delle rilevazioni dell’Istat o di altri enti (con dati gestiti dall’Istat) che ri-guardano (o consentono di individuare) la popolazione straniera o di origine straniera

(b) Copia dei modelli di rilevazione (quando disponibili) (c) Schemi riassuntivi di alcune delle rilevazioni.

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Sintesi dell’audizione

Introduce la dott.ssa Buratta esponendo le principali linee di impegno dell’Istat ri-spetto al sistema di rilevazione sulla popolazione straniera:

1) L’obiettivo di realizzare, come già effettuato con l’handicap, un sistema in-formativo caratterizzato da un approccio integrato delle varie fonti esistenti, molte delle quali non sono specificamente orientate alla rilevazione del fenome-no.

2) Come già avvenuto per l’indagine sull’abortività volontaria, saranno modificate altre indagini relative a fenomeni che riguardano in maniera differenziale la po-polazione straniera, allo scopo di curare nello specifico aspetti a questa relativi.

3) E’ in programma la predisposizione di un sistema dinamico di aggiornamento, disponibile su Internet, che guardi ai vari aspetti dell’immigrazione. I dati saran-no aggiornati con tempi diversi, a seconda delle amministrazioni di pertinenza. A tale scopo è previsto un grande lavoro di validazione dei dati, in funzione del diverso livello di attendibilità delle varie fonti. Minore attendibilità è caratteri-stica, in particolare, dei dati da fonti “non dedicate” (lavoro, scuola, giustizia, sanità, sicurezza pubblica); in tali ambiti, infatti, l’informazione relativa alla provenienza del soggetto non è considerata rilevante e quindi, anche se prevista, è frequentemente trascurata o inaffidabile.

4) L’utilizzo di un linguaggio comune nelle rilevazioni: è stata effettuata l’omogeneizzazione della classificazione delle cittadinanze nell’ambito delle ri-levazioni Istat. In tal senso è stata attivata una collaborazione con le altre ammi-nistrazioni, per le quali, però, non è ipotizzabile l’adozione in tempi brevi di una classificazione standard.

Vengono in seguito affrontate alcune delle questioni all’ordine del giorno (cfr. trac-

cia degli aspetti da affrontare durante l’audizione), ed altri temi rilevanti:

La rilevazione delle variabili indispensabili per l’identificazione della popolazione straniera o di origine straniera

- La singola informazione sulla cittadinanza non consente l’identificazione della popolazione oggetto di interesse. Una migliore approssimazione è determinata dalla conoscenza combinata di paese di cittadinanza e paese di nascita. Entrambe le informazioni non vengono, però, rilevate in molte indagini e sono spesso da ritenersi inaffidabili quando disponibili. Ad esempio, nelle rilevazioni sanitarie, pur esistendo un notevole livello di dettaglio informativo (vengono registrati pa-ese di cittadinanza, paese di nascita e luogo di residenza), i dati relativi a tale a-rea tematica non sono affidabili, in quanto ritenuti irrilevanti allo scopo specifi-co della rilevazione: l’erogazione di fondi.

- L’informazione sulla cittadinanza alla nascita fornirebbe elementi di classifica-zione più precisi, ma potrebbe essere rilevata solo nell’ambito di un indagine ad hoc. Non sarebbe infatti opportuno appesantire il carico lavorativo presso le amministrazioni responsabili delle diverse indagini “non dedicate” ove la sensi-bilità rispetto al fenomeno è scarsa ed una eccessiva richiesta informativa si tra-durrebbe in una minore accuratezza.

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Il Censimento della Popolazione Vengono illustrate le strategie che sono state messe in atto in occasione della rileva-

zione censuaria: - mantenere il normale funzionamento delle rilevazioni sulla popolazione straniera

nel periodo interessato dalle attività censuarie; - fornire ai comuni tutti gli strumenti per cogliere correttamente la componente

straniera - incentivare il tempestivo confronto censimento-anagrafe, in modo che la distan-

za tra i due dati sia minimizzata in sede di rilevazione. In merito al confronto, i comuni dovranno far pervenire all’Istat due modelli P3 (in-

dagine sulla popolazione straniera residente): uno prodotto prima della rilevazione cen-suaria e l’altro compilato successivamente, nel quale deve essere scorporata la compo-nente di popolazione da ascriversi alla regolarizzazione post censuaria.

La componente straniera rilevata nelle statistiche giudiziarie penali - L’Istat acquisisce l’informazione dagli archivi gestionali informatizzati degli or-

gani giudiziari. I dati contenuti nei fascicoli giudiziari, che confluiscono poi nell’archivio, riguardano anche la cittadinanza del soggetto, ma questa è spesso omessa nel fascicolo stesso, o nella successiva fase di registrazione informatica. Ai fini dell’iter giudiziario tale informazione viene infatti ritenuta di scarsa rile-vanza.

- La codifica Istat dei paesi stranieri è stata diffusa presso tutti i rispondenti stati-stici giudiziari.

- Relativamente ad alcuni fatti delittuosi di particolare rilevanza sociale ma non di frequente accadimento (i.e. suicidi, violenze sessuali) saranno effettuate indagini in profondità. Dato che soltanto il 90% delle informazioni di interesse è presente negli archivi informatizzati, sarà necessaria l’analisi dei fascicoli processuali ad opera del personale delle cancellerie, che riceverà apposita formazione. Le in-formazioni raccolte riguarderanno anche le caratteristiche della vittima, compre-sa la provenienza. Ciò consentirà l’analisi secondo una diversa ottica delle pro-blematiche che riguardano la popolazione straniera.

Le indagini campionarie

- Le tecniche di campionamento adottate ed i criteri di sostituzione delle unità non rilevate non tengono conto delle variabili relative alla provenienza del soggetto.

- Il principale problema è costituito dalla difficile reperibilità dei soggetti e non dalla dimensione campionaria: il numero di stranieri rilevati è più basso nella più estesa Indagine campionaria sulle Forze di Lavoro che nell’Indagine Multi-scopo sulle famiglie. Tale differenza è dovuta essenzialmente al differente con-testo di riferimento.

- Le stime che queste indagini forniscono per la popolazione straniera sono molto instabili e dunque non vengono pubblicate dall’Istat. Eurostat, nonostante sia stata sottolineata l’inaffidabilità dell’informazione, continua a pubblicare i dati sulle forze di lavoro, distintamente per cittadini italiani e non italiani.

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- In seguito a pressioni da parte dei media e della comunità scientifica è in pro-gramma l’istituzione di un gruppo di lavoro interdipartimentale per mettere a punto una specifica metodologia di stima per la presenza straniera.

Il Sistan e la qualità dell’informazione Il già accennato problema della qualità dei dati da fonte amministrativa sembra mo-

strare sintomi di miglioramento: - Non è confermata la tradizionale geografia del fenomeno, che vede il sud in

condizioni di particolare svantaggio. - Il decentramento dei poteri determina una maggiore responsabilizzazione ed una

sorta di competizione da parte delle autonomie locali, che rende migliore il rela-tivo lavoro.

In tal senso viene espresso apprezzamento per il sistema di rete in cui sono articolati i rapporti tra i diversi organi statistici, e che consente reciproca visibilità tra l’Istat e le diverse amministrazioni. Viene pertanto espressa preoccupazione rispetto alla eventuali-tà che possa trovare riscontro la richiesta di riscrittura delle legge istitutiva del Sistan. Si auspica un intervento della Commissione in merito. Le conseguenze dell’applicazione della normativa sulla privacy

- E’ attualmente sospesa da parte del Min. dell’interno la fornitura all’Istat dei dati nominativi sui permessi di soggiorno. Ciò impedisce le operazioni di controllo e ripulitura (e dunque l’utilizzo) dei dati.

- Attualmente, per effettuare linkage nominativi tra archivi (ad es. archivio dei permessi di soggiorno e archivio dei denunciati) è necessaria l’autorizzazione dell’Autorità garante della riservatezza dei dati personali. Il frequente verificarsi di notevoli ritardi nella concessione dell’autorizzazione non consente all’Istat di svolgere correntemente gli opportuni controlli ed approfondimenti, realizzabili con il record linkage.

L’interpretazione che è stata data in Italia alla normativa sulla privacy è ritenuta ec-cessivamente rigida e troppo vincolante per la produzione e gestione dell’informazione statistica.

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Allegato 6

QUESTIONARIO DELL’INDAGINE CONOSCITIVA PRESSO GLI ENTI PUBBLICI NAZIONALI

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Commissione per la Garanzia dell’Informazione Statistica della Presidenza del Consiglio dei Ministri

Gruppo di lavoro su

La rilevazione delle migrazioni internazionali e la predisposizione di un sistema informativo sugli stranieri

Principali caratteristiche delle rilevazioni statistiche o amministrative che riguardano anche la popolazione straniera o di origine straniera

Questa scheda informativa è volta ad acquisire alcune notizie fondamentali con-cernenti le principali rilevazioni statistiche ed amministrative che hanno la popola-zione straniera o quella di origine straniera e gli eventi ad essa relativi come spe-cifico collettivo di riferimento o semplicemente come una parte di un più ampio col-lettivo comprendente anche i nazionali (ad esempio, la popolazione residente o quella presente, la popolazione scolastica, le forze di lavoro, i lavoratori assicurati, gli eventi demografici e quelli sociali, ecc.). L’obiettivo è quello di delineare un quadro com-plessivo sullo stato delle rilevazioni concernenti la popolazione straniera e sulle pos-sibilità di implementazione delle conoscenze attraverso l’introduzione di eventuali variazioni, integrazioni o specificazioni nell’acquisizione, informatizzazione e/o ela-borazione dei dati.

A tal fine si richiede ad ogni Ente o Istituzione di compilare un distinto questio-nario per ciascuna delle “proprie” rilevazioni che riguardano la nostra popolazione "bersaglio" (popolazione straniera o di origine straniera ed eventi ad essa relativi).

I questionari compilati dovranno essere spediti per posta o inviati via fax entro e non oltre il 20 maggio prossimo alla Commissione per la Garanzia dell’Informazione Statistica (indirizzo: Via Po, 16/A – 00198 Roma; Fax: 06-84563344)

Per quesiti e problemi nella compilazione del questionario rivolgersi a: • Dott.ssa Ballacci Francesca (tel. 06-84563346; fax 06-84563344; e-mail: [email protected]) • Dott. Strozza Salvatore (tel. 06-49919521; fax 06-85303374; e-mail: [email protected])

1. Denominazione estesa della rilevazione:

____________________________________________________________________

____________________________________________________________________ 2.1. Denominazione dell’Ente centrale (nazionale) responsabile della rilevazione (raccolta dati o aggiornamento dell’archivio):

____________________________________________________________________ 2.2. Denominazione dell’Ente centrale (nazionale) che provvede alla elaborazione e diffusione dei dati:

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3.1. Definizione dell’unità statistica (o amministrativa) di rilevazione: ____________________________________________________________________

____________________________________________________________________ 4.1. Anno di inizio della rilevazione: |__||__||__||__| 4.2. Anno in cui la rilevazione è stata estesa agli stranieri: |__||__||__||__| 4.3. Anno dal quale sono disponibili dati sugli stranieri: |__||__||__||__| 5. Come sono acquisite le informazioni?

- attraverso un modello di rilevazione (o questionario) cartaceo |__| - attraverso un modello di rilevazione informatico (direttamente da elaboratore) |__| - in parte da modello cartaceo in parte direttamente in modo informatizzato |__| - in altro modo (specificare): __________________________________________ |__| 6. Il modello di rilevazione (questionario) è disponibile anche in lingua straniera?

- No |__| - Sì |__| In quali lingue: __________________________________________ ___________________________________________

7. Da dove sono tratte le informazioni? (anche più di una risposta) - dalle indicazioni (dichiarazioni) fornite dalla persona interessata |__| - dalle indicazioni fornite dai familiari |__| - da documenti ufficiali (specificare quali): _____________________________ |__| - da altri registri (specificare quali): ___________________________________ |__| - altro (specificare): ________________________________________________ |__| 8. Per l’acquisizione dei dati sugli stranieri si fa ricorso a personale specializzato?

- No |__| - Sì, a traduttori di madrelingua |__| - Sì, a intermediari culturali |__| - Sì, ad altro personale specializzato (specificare): ____________________________ 9. Ci sono unità territoriali di rilevazione (ad esempio, a livello regionale, provincia-le, comunale, ecc.)?

- No |__| (vai alla dom. 11) - Sì |__| 9.1. (se dom. 9 =Sì) A quale livello territoriale? (indicare un solo livello facendo riferimento all’unità territoriale minima di rilevazione) - regionale |__| Denominazione: ________________________ - provinciale |__| Denominazione: ________________________ - comunale |__| Denominazione: ________________________ - altro: _______________________ Denominazione: ________________________

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10. Viene adottato lo stesso modello di rilevazione da tutte le unità territoriali?

- No |__| Perché? _____________________________________________________ _____________________________________(vai alla dom. 10.1) - Sì |__| Qual è la sua denominazione? ___________________________________ __________________________________________________________

(allegare una copia del modello di rilevazione) (vai alla dom. 11) 10.1. (se dom. 10=No) Elencare i caratteri (vale a dire informazioni come, ad esem-pio, il sesso, la data di nascita o l’età, ecc.) comuni a tutti i modelli di rilevazione a-dottati dalle unità territoriali, indicando se queste utilizzano le stesse codifiche delle modalità: Carattere Stessa codifica?

1.______________________________________________ Sì |__| No |__| 2.______________________________________________ Sì |__| No |__| 3.______________________________________________ Sì |__| No |__| 4.______________________________________________ Sì |__| No |__| 5.______________________________________________ Sì |__| No |__| 6.______________________________________________ Sì |__| No |__| 7.______________________________________________ Sì |__| No |__| 8.______________________________________________ Sì |__| No |__| 9.______________________________________________ Sì |__| No |__| 10.______________________________________________ Sì |__| No |__|

11.______________________________________________ Sì |__| No |__| 12.______________________________________________ Sì |__| No |__| 13.______________________________________________ Sì |__| No |__| 14.______________________________________________ Sì |__| No |__| 15.______________________________________________ Sì |__| No |__| 11. Indicare se i caratteri seguenti sono presenti nel modello unico di rilevazione (o in tutti i differenti modelli adottati sul territorio), sono acquisiti su supporto informatico, sono elaborati per produrre e diffondere tabelle statistiche: Presenti? Acquisiti? Elaborati? No Sì No Sì No Sì - Sesso |__| |__| |__| |__| |__| |__| - Data di nascita |__| |__| |__| |__| |__| |__| - Età (se non viene rilevata la data di nascita) |__| |__| |__| |__| |__| |__| - Stato civile |__| |__| |__| |__| |__| |__| - Data (o anno) di primo arrivo in Italia |__| |__| |__| |__| |__| |__| - Data (o anno) di ultimo arrivo in Italia |__| |__| |__| |__| |__| |__| - Paese di cittadinanza attuale |__| |__| |__| |__| |__| |__| - Possesso o meno del permesso di soggiorno |__| |__| |__| |__| |__| |__| - Iscrizione o meno in anagrafe |__| |__| |__| |__| |__| |__| - Comune di iscrizione anagrafica |__| |__| |__| |__| |__| |__| - Iscrizione al collocamento |__| |__| |__| |__| |__| |__|

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227

12. Le informazioni relative alle singole unità statistiche (o amministrative) di rileva-zione sono registrate su supporto informatico?

- No |__| (vai alla dom. 14) - Sì |__| 12.1 (se dom. 12 = Sì) A quale livello territoriale viene svolta la registrazione su sup-porto informatico delle informazioni relative alle singole unità statistiche (o ammini-strative)?

- dalle unità territoriali di livello più piccolo |__| - da unità territoriali intermedie |__| - a livello centrale (nazionale) |__| (vai alla dom. 14) 12.1.1. Le unità territoriali (minime o intermedie) adottano gli stessi programmi di acquisizione e gestione dei micro dati su supporto informatico? - Sì |__| - No |__| 12.1.2. I micro dati “informatizzati” dalle unità territoriali sono disponibili a livello centralizzato (nazionale) su supporto informatico? - Sì |__| (vai alla dom. 14) - No |__| (prosegui con dom. 13) 13. Qual è il tipo di informazione che perviene a livello centrale?

- I singoli modelli individuali di rilevazione |__| - Modelli con dati aggregati (o riassuntivi) |__| - Entrambi |__| 14. I microdati disponibili su supporto informatico possono essere utilizzati o consul-tati da persone esterne all’Ente?

- No, non sono accessibili all’esterno ………………………………………... |__| - No, non sono direttamente accessibili ma possono essere richieste analisi

specifiche …………………………………………………………………... |__|

- Sì, sono accessibili ma solo attraverso i supporti informatici dell’Ente ...…. |__| - Sì, sono acquisibili a richiesta con l’esclusione di alcuni caratteri (escluso

nominativo e/o codice identificativo, nonché alcuni caratteri sensibili)……. |__|

- Sì, sono acquisibili a richiesta senza l’identificativo (cioè senza la indica-zione del nominativo e/o del codice identificativo, ma con tutti i caratteri rilevati) ………...……………………………………………………………

|__|

- Sì, sono acquisibili in modo nominativo senza restrizioni (archivio comple-to) …………….……...…………………………………………………..

|__|

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228

15. Quali categorie di soggetti esterni all’Ente possono accedere ai dati individuali (microdati)?

- Nessuna |__| - Personale di altri enti nell’ambito di attività comuni |__| - Personale dell’ISTAT |__| - Personale di Enti appartenenti al SISTAN |__| - Ricercatori universitari e di altri enti pubblici |__| - Tutte le categorie, a seguito di autorizzazione del Garante |__| - Tutte le categorie senza la necessità di essere autorizzati dal Garante |__| - Altro (specificare): ___________________________________________________ 16. Sono previsti dei costi:

- per l’acquisizione dei microdati? Sì |__| No |__| - per l’elaborazione dei dati (fornitura di dati aggregati)? Sì |__| No |__| 17. I microdati della rilevazione in oggetto sono stati collegati in modo informatico (record-linkage) con microdati di altre rilevazioni?

- No |__| - Sì |__| con quale/i? 1. ________________________________________ 2. ________________________________________ 3. ________________________________________ 18. I microdati della rilevazione in oggetto potrebbero essere collegati (record-linkage) ad altri microdati?

- No - Sì |__| A quale/i? 1. ________________________________________ 2. ________________________________________ 3. ________________________________________ Parte specifica sugli stranieri e sulla popolazione di origine straniera 19. Questa rilevazione riguarda solo gli stranieri o anche gli italiani?

- solo gli stranieri |__| - stranieri ed italiani |__| 20. Indicare se sono rilevati i seguenti caratteri e da quale anno: No Si Da quale anno?

- cittadinanza attuale |__| |__| |__||__||__||__| - cittadinanza precedente |__| |__| |__||__||__||__| - cittadinanza alla nascita |__| |__| |__||__||__||__| - cittadinanza dei genitori |__| |__| |__||__||__||__| - paese di nascita |__| |__| |__||__||__||__| - paese di nascita dei genitori |__| |__| |__||__||__||__|

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21. Indicare se sono rilevate le seguenti categorie di immigrati o di stranieri e se è possibile identificarle (distinguere le une dalle altre): No Sì Identificabile? - richiedenti asilo ………………………………………. |__| |__| |__| - rifugiati (stranieri a cui è riconosciuto tale status) …… |__| |__| |__| - lavoratori stranieri stagionali ………………………… |__| |__| |__| - lavoratori stranieri ……………………………………. |__| |__| |__| - studiosi, scienziati stranieri e altro personale altamente

qualificato ………………………………….…………

|__|

|__|

|__| - turisti …………………………………………………. |__| |__| |__| - studenti stranieri ……………………………………… |__| |__| |__| - stranieri senza permesso di soggiorno (stranieri pre-

senti in modo illegale) ……………………….…….

|__|

|__|

|__| - stranieri con permesso di soggiorno di durata inferiore

ad un anno …………………………………………….

|__|

|__|

|__| - stranieri con permesso di soggiorno di durata uguale o

superiore ad un anno ………………………………….

|__|

|__|

|__| - stranieri con carta di soggiorno ………………………. |__| |__| |__| - diplomatici e personale consolare ……………………. |__| |__| |__| - membri delle forze armate straniere ………………….. |__| |__| |__| 22. Sono rilevati gli stranieri senza permesso di soggiorno?

- No |__| (vai alla dom. 23) - Sì |__| 22.1. E possibile identificarli?

- No |__| (vai alla dom. 23) - Sì |__| 22.2. Attraverso quale/i informazione/i? _________________________________

_______________________________________________________________ 23. È possibile identificare gli immigrati naturalizzati?

- No |__| (vai alla dom. 24) - Sì |__| 23.1. Attraverso quale/i informazione/i? _________________________________

_______________________________________________________________ 24. Vengono pubblicati o comunque diffusi (anche su CD o su web) i dati della rile-vazione?

- Sì |__| - No |__| (vai alla dom. 25)

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230

24.1 Ci sono pubblicazioni specifiche solo sugli stranieri e/o sulle persone di origine straniera?

- Sì |__| - No |__| (vai alla dom. 24.2)

24.1.1. (se dom. 24.1 = Sì) Che tipo di pubblicazioni sono quelle specifiche sugli stranieri o sulle persone di origine straniera? - occasionali, una tantum |__| - periodiche con cadenza superiore ad un anno |__| - periodiche con cadenza annuale |__| - periodiche con cadenza inferiore ad un anno |__| - altro (specificare): ___________________________________________________ (allegare copia dell’ultima pubblicazione) 24.2. (se dom. 24.1 = No) Sono presenti nella/e pubblicazione/i generali tabelle rela-tive agli stranieri o alle persone di origine straniera? - Sì |__|

- No |__| (vai alla dom. 25) 24.2.1. (se dom. 24.2 = Sì) Che tipo di pubblicazioni sono quelle in cui ci sono anche dati relativi agli stranieri o alle persone di origine straniera?

- occasionali, una tantum |__| - periodiche con cadenza superiore ad un anno |__| - periodiche con cadenza annuale |__| - periodiche con cadenza inferiore ad un anno |__| - altro (specificare): ___________________________________________________ (allegare copia dell’ultima pubblicazione) 25. Osservazioni e altre informazioni utili: (se si tratta di archivi/registri specificare: quali sono i flussi di ingresso e di uscita da tali archivi, indicando le categorie di stranieri interessate e gli eventuali problemi riscontrati; se si tratta di indagini campionarie specificare: il tipo di campionamento adottato, l’unità statistica di rilevazione, le modalità di intervista, il numero di interviste a stranieri, le prime cinque cittadinanze rilevate e la quota di mancate interviste, i problemi di rilevazione degli stranieri) ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________

Page 231: Imigranti Italia

231

Dati relativi alle persone che hanno compilato il questionario

Referente principale

R1.1. Cognome: _____________________________________________________

R1.2. Nome: _____________________________________________________

R1.3. Funzione svolta (ruolo ricoperto): ____________________________________

R1.4. Indirizzo ufficio: Via ___________________________________ n. ______

Città ______________________ cap. |__|__|__|__|__|

R1.5. Altri recapiti: tel. ____________________; fax ____________________;

E-mail: __________________________________________ Eventuale altro referente

R2.1. Cognome: _____________________________________________________

R2.2. Nome: _____________________________________________________

R2.3. Funzione svolta (ruolo ricoperto): ____________________________________

R2.4. Indirizzo ufficio: Via ___________________________________ n. ______

Città ______________________ cap. |__|__|__|__|__|

R2.5. Altri recapiti: tel. ____________________; fax ____________________;

E-mail: __________________________________________

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Allegato 7

UNA SPECIFICA PROPOSTA OPERATIVA

Le procedure amministrative sono articolate e sconnesse. Lo straniero che viene a

contatto con il sistema burocratico italiano si trova in difficoltà sia per la non conoscen-

za dei sistemi di registrazione sia per la limitata informativa che su tali sistemi gravita.

Uno straniero che viene da un paese dove non esiste un anagrafe o dove il meccanismo

di registrazione statistica è “sottosviluppato” non ha dimestichezza con le complesse

procedure in atto nel nostro paese.

È difficile far capire, ad una persona che entra nel nostro paese per lavorare, che oc-

corre il visto di ingresso, il permesso di soggiorno, l’iscrizione anagrafica, il permesso

di lavoro. Sono quattro stadi messi in atto dal nostro Governo, molto spesso alla pari

con quanto accade in altri paesi, per identificare i livelli diversi dell’introduzione ed in-

serimento dell’immigrato. Ma sono fasi lunghe e dispersive che hanno come conse-

guenza quella di condurre in porto l’immigrato dopo il completamento di steps di cui

non è chiara la logica ed interpretate spesso come procedure per rendere più difficile

l’ingresso.

Occorrerebbe un ripensamento su queste procedure in maniera da semplificare gli atti

burocratici, da rendere più chiara ed immediata la trafila che lo straniero deve fare, da

rendere più efficiente il sistema di rilevamento statistico.

Se questi quattro livelli burocratico-normativi non possono essere eliminati, vuoi per

limiti imposti dalla legislazione vigente (ma una legge può essere cambiata) vuoi per ot-

temperare a comportamenti comuni a livello internazionale, possono essere tuttavia in-

trodotte semplificazioni in grado di ridurre i disagi e le difficoltà.

Non è pura utopia pensare ad un unico documento ( definiamolo pure libretto dello

straniero) nel quale siano riportate le generalità anagrafiche dell’immigrato, complete

ed esaurienti (come ad esempio, la cittadinanza di nascita, la cittadinanza dei genitori, la

cittadinanza attuale, gli anni di studio ed i diplomi conseguiti, le precedenti esperienze

lavorative certificate o certificabili, la composizione della propria famiglia con

l’indicazione chiara se al seguito o in patria). Una sezione di tale libretto potrebbe esse-

re riempita dal consolato italiano competente al rilascio del visto di ingresso. Una se-

conda sezione potrebbe essere riempita dalla questura e sarebbe relativa al permesso di

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234

soggiorno. Una terza sezione potrebbe essere compilata dall’Anagrafe e sarebbe relativa

alla iscrizione nel registro della popolazione residente. Una quarta sezione potrebbe es-

sere di competenza degli uffici di collocamento e riguarderebbe l’iscrizione al colloca-

mento e gli avviamenti al lavoro. Una quinta sezione potrebbe riguardare la concessione

della nazionalità italiana. Una sesta sezione aperta alle iscrizioni particolari come

l’identificazione dei rifugiati, le vaccinazioni obbligatorie per i minorenni,

l’assolvimento degli obblighi scolastici e così via.

Tale documento sarebbe individuale. Anche i minori al seguito dei genitori dovreb-

bero averne uno con le indicazioni che li riguardano e non già essere inseriti in quello

degli adulti da cui originano.

Il libretto dello straniero avrebbe valore legale come documento di riconoscimento.

Fra i vantaggi di una simile procedura si citano:

1) lo straniero avrebbe un unico documento e non già una raccolta di atti difficile da

tenere insieme

2) lo straniero avrebbe anche l’informazione delle procedure da seguire in quanto le

pagine del libretto gli ricorderebbero quali passi sono ancora da svolgere

3) ad uno straniero sarebbe assegnato un codice unico di riconoscimento e non già tan-

te posizioni diverse quante sono le amministrazioni interessate anche se quasi

sempre tali amministrazioni fanno riferimento al cognome e nome. Tuttavia non

può essere sottovalutato che molte volte la trascrizione di nomi espressi con carat-

teri non latini viene fatta sulla base delle assonanze ciò che porta un funzionario di

una amministrazione ad una interpretazione che può essere diversa da quella fatta

da un altro funzionario di un’altra amministrazione. Ciò può avere la conseguenza

di identificare due casi diversi quando in realtà si tratta della stessa persona.

4) Un libretto unico dello straniero consentirebbe anche un processo agevole e sicuro

di identificazione statistica in quanto il linkage fra le attuali diverse fonti sarebbe

automatico. Ogni amministrazione farebbe riferimento ad un unico archivio cen-

tralizzato nel quale convergerebbero tutte le informazioni riguardanti gli immigra-

ti. Dai dati singoli è poi facile derivare tutti gli incroci immaginabili sulle variabili

raccolte per avere le statistiche secondo le varie caratteristiche conoscitive che oc-

corrono.

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235

È appena il caso di rimarcare che non si violerebbe alcuna normativa sulla privacy in

quanto le informazioni raccolte nel libretto sono esattamente le stesse riportate nei sin-

goli atti amministrativi, opportunamente centralizzate. Inoltre il libretto dello straniero

rimarrebbe strettamente in possesso dello stesso immigrato e le informazioni individuali

non potrebbero quindi circolare.

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237

SERIE “RAPPORTI DI RICERCA”

93.01 Valutazioni di procedure di oscuramento delle informazioni individuali e di canoni di pubblicazione di informazioni a minimo rischio di individuazione, (M. Angrisani)

93.02 Gli investimenti pubblici: problemi di contabilità pubblica e di contabilità nazionale, (G. Trupiano)

93.03 Investimenti pubblici lordi e netti: problemi analitici, (V. Selan)

93.04 L’indice dei prezzi al consumo in Italia, (F. Franceschini, G. Marliani, M. Martini)

94.01 Privatizzazione e sistema statistico nazionale, (G. Di Gaspare)

94.02 Stato delle statistiche sociali in Italia, (G.B. Sgritta)

94.03 Statistica sociale e Statistiche sociali, (L. Bernardi)

94.04 Prospettive preliminari per possibili analisi longitudinali nella statistica ufficiale italiana, (U. Trivellato, G. Ghellini, C. Martelli, A. Regoli)

94.05 Analisi di alcune caratteristiche del Programma Statistico Nazionale 1995-1997, (D. Cotzia, S. D’Andrea,E. Mastantuoni)

94.06 Verifica dei ritardi rispetto alle previsioni di stampa delle pubblicazioni ISTAT negli anni 1993 e 1994, (D. Cotzia)

94.07 Analisi sulla tempestività della Produzione di informazione statistica (Esame di alcune rilevazioni ed elaborazioni dell’Istat), (D. Cotzia)

94.08 La suddivisione territoriale della spesa pubblica per investimenti, (G. Trupiano)

94.09 Il consolidamento della spesa pubblica per investimenti, (G. Trupiano)

94.10 Investimenti netti, ammortamenti e spese di manutenzione. Stock di capitale: un’ipotesi censuaria, (V. Selan)

94.11 Le spese per investimenti nelle statistiche Eurostat sui conti delle amministrazioni pubbliche, (M. Colazingari)

94.12 Gli investimenti pubblici del Comune di Roma, (P. Palmarini)

94.13 La revisione del Sistema dei Conti Nazionali: problemi e prospettive per l’Italia, (B. Bracalente, G. Carbonaro, M. Carlucci, M. Di Palma, L. Esposito, G. Ferrari, R. Zelli)

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238

94.14 La tutela della riservatezza e l’identificazione dei rispondenti alle rilevazioni statistiche svolte nell’ambito del Sistan: rapporto preliminare, (M. Angrisani, L. Buzzigoli, A. Giusti, L. Grassini, G. Marliani)

94.15 I dati statistici produttivi di effetti giuridici determinati e la loro sindacabilità, (G. Manto)

94.16 Ufficialità del dato e Programma Statistico Nazionale, (G. D’Alessio)

94.17 Valutazioni preliminari sulla qualità dei dati dell’ultimo censimento generale della popolazione e delle abitazioni, (G. De Santis, A. Bonaguidi, A. Santini)

94.18 La revisione del Sistema dei Conti Nazionali: problemi e prospettive per l’Italia - rapporto finale, (B. Bracalente, G. Carbonaro, M. Carlucci, M. Di Palma, L. Esposito, G. Ferrari, R. Zelli)

95.01 Classificazione delle province italiane in clusters e determinazione delle province outliers in riferimento alle correzioni degli errori di coerenza e di range del censimento dell’agricoltura 1991, (S. D’Andrea)

95.02 La qualità dei dati dell’ultimo censimento generale della popolazione e delle abitazioni, (G. De Santis, S. Salvini, A. Santini)

95.03 Stato delle Statistiche sociali in Italia - Sintesi del rapporto, (G. B. Sgritta)

95.04 Lo Stato dell’informazione statistica nei comuni e negli altri enti territoriali intermedi del Sistan: le province di Ferrara e Siena, (A. Buzzi Donato, I. Drudi, M.R. Ferrante, C. Filippucci, G. Gesano, G. Ghellini, T. Giovani, A. Lemmi)

95.05 Analisi delle funzioni del Sistema di Informazione Geografica-GISCO della Commissione delle Comunità Europee, (E. Mastantuoni)

95.06 Stato ed evoluzione delle statistiche ambientali in Italia, (L. Fabbris, M. Lo Cascio)

95.07 Rapporto sugli aspetti statistici nella Legislazione Ambientale - I. Aria, (S. Bordignon, A. C.S. Capelo, G. Lovison, G. Masarotto)

95.08 Il Sistema Statistico delle Imprese in Italia: rapporto preliminare, (S. Biffignandi, M. Pratesi, T. Proietti, L. Schionato)

95.09 Prospettive per possibili analisi longitudinali nella statistica ufficiale italiana, ( U. Trivellato, G. Ghellini, C. Martelli, A. Regoli)

95.10 Per una estensione dei compiti della Commissione per la Garanzia dell’informazione statistica, (G. Calvi, M.T. Crisci, S. Draghi, L. Ferrari, A. Rizzi)

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239

95.11 Rapporto sugli aspetti statistici nella legislazione ambientale - II. Rumore, (S. Bordignon, A. C.S. Capelo, G. Lovison, G. Masarotto)

95.12 Innovazioni integrazioni nel sistema dei conti nazionali: Problemi aperti e soluzioni possibili - Sintesi e suggerimenti -, (B. Bracalente, G. Carbonaro, M. Carlucci, M. Di Palma, L. Esposito, G. Ferrari, R. Zelli)

95.13 Disaggregazione spaziale e temporale delle statistiche ufficiali sulla qualità dell’aria, (L. Fabbris)

95.14 Disaggregazione spaziale e temporale delle statistiche ufficiali sulla qualità delle acque, (L. Fabbris)

95.15 L’esercizio della funzione statistica a livello locale: lo stato degli uffici di statistica comunali dopo il d.lgs. n.322/89, (G. Manto)

95.16 Gli uffici di statistica dei Ministeri, (C. Gallucci)

95.17 Le statistiche comunitarie e le statistiche nazionali: evoluzione, coordinamento, integrazione e processi di uniformazione, (G. Di Gaspare)

95.18 Organizzazione ed attività statistica delle regioni nel contesto del Sistan, (G. D’Alessio)

96.01 Rapporto sullo stato dell’informazione statistica nei comuni della provincia di Bari, (C. Cecchi, V. Nicolardi, A. Pollice, N. Ribecco)

96.02 Sistemi Nazionali di statistica: loro organizzazione e funzionamento in alcuni paesi dell’unione europea, (B. Carelli)

96.03 L’attività delle amministrazioni centrali dello Stato per il programma statistico nazionale del triennio 1996-98, (G. Filacchione)

96.04 Rapporto sugli aspetti statistici nella legislazione ambientale - III. Dati mancanti -, (S. Bordignon, A.C.S. Capelo, G. Lovison, G. Masarotto)

96.05 Osservatorio Statistico Locale: Studio di un modello per il Sistan, (P. Bellini, S. Campostrini, T. Di Fonzo, M.P. Bellini)

96.06 La tutela della riservatezza e l’identificazione dei rispondenti alle rilevazioni statistiche svolte nell’ambito del Sistan - rapporto finale, (M. Angrisani, L. Buzzigoli, A. Giommi, A. Giusti, L. Grassini, G. Marliani)

96.07 Analisi dell’organizzazione e delle iniziative del Sistan - Esame delle pubblicazioni presenti nel Catalogo Sistan 1994, (A. De Nardo, S. Sagramora)

96.08 Sistema Statistico delle Imprese, (S. Biffignandi, M. Pratesi, T. Proietti, L. Schionato)

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240

96.09 Monitoraggio della diffusione dei dati riguardanti alcuni indicatori dell’Istat su prezzi, lavoro e commercio con l’estero, (A. De Nardo, E. Mastantuoni, M. Notarnicola, S. Sagramora)

96.10 Monitoraggio della qualità e tempestività dell’indice della produzione industriale, (V. Napoli, F. Tagliafierro)

96.11 La qualità dei dati del VII censimento dell’industria e dei servizi: alcune valutazioni dal punto di vista dell’utilizzatore, (R. Guarini, R. Zelli)

96.12 Analisi del processo di revisione corrente delle stime provvisorie dei dati del Commercio con l’Estero, (E. Mastantuoni, S. Sagramora)

96.13 Prime indagini sull’accesso ai dati statistici individuali nell’ambito del Sistan, (L. Buzzigoli, C. Martelli, N. Torelli)

97.01 Interconnessione di basi di dati: problemi di sfruttamento statistico, (A. Cortese)

97.02 La formazione statistica nelle amministrazioni dello Stato: profili comparativi ed elementi propositivi, (F. Covino)

97.03 Rapporto sull’autonomia degli uffici di statistica nelle amministrazioni centrali dello Stato, (F. Covino)

97.04 Rapporto sulle regioni e le province autonome nel sistema statistico nazionale, (N. Belvedere)

97.05 Il sistema statistico europeo. Stato attuale e possibile riforma, (I. Savi)

97.06 Rapporto preliminare sulla statistica in Francia e nel Regno Unito, (E. Marotta)

97.07 Verifica della programmazione nell’attività del Sistan e dell’attività di vigilanza, (F. Bigazzi)

97.08 Indagine sulle statistiche della Sanità, (P. Golini)

98.01 Evoluzione e prospettive della statistica comunitaria: un aggiornamento, (I. Savi)

98.02 L’incidenza sul SISTAN delle leggi di riforma amministrativa e della disciplina in materia di privacy, (N. Belvedere, I Savi)

98.03 Analisi sullo stato di attuazione degli uffici di statistica dei comuni. Analisi preliminari e progetto di rilevazione, (A. De Nardo, M. Notarnicola)

98.04 Documentazione statistica su fenomeni di emarginazione sociale: offerta e fabbisogni: Tossicodipendenze, (B. Colombo, G. Filacchione)

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241

98.05 Analisi delle caratteristiche dei non rispondenti con riferimento alle principali indagine campionarie sulle famiglie condotte dall’ISTAT, (E. Mastantuoni, S. Sagramora, F. Tagliafierro)

98.06 La razionalizzazione della statistica giudiziaria, (F. Giusti, S. Andreano, M. Fabri, V. Napoli, R. Santoro)

99.01 Validità e qualità degli indici dei prezzi al consumo. Atti del Seminario, Roma, 12 dicembre 1997

99.02 Analisi della disponibilità delle statistiche di genere, (M.E. Graziani)

99.03 La razionalizzazione della statistica giudiziaria - Rapporto finale, (F.Giusti, S. Andreano, M. Fabri, V. Napoli, R. Santoro)

99.04 Le procedure di destagionalizzazione di serie storiche economiche: esperienze internazionali e pratica nell’ambito dell’Istat, (T. Di Fonzo, B. Fischer, T. Proietti)

99.05 Lo stato dell’informazione statistica sul lavoro, con particolare riguardo alla partecipazione al lavoro ed a retribuzioni e costo del lavoro, (G. Faustini, E. Rettore, P. Sestito)

99.06 Analisi delle caratteristiche dei non rispondenti con riferimento alle principali indagini campionarie sulle famiglie condotte dall’Istat, (E. Mastantuoni, S. Sagramora)

99.07 Statistiche dei rifiuti, (L. Fabbris, G. Nebbia)

99.08 Problemi di adeguamento della legislazione italiana alla normativa comunitaria e internazionale sulla tutela della riservatezza di dati personali utilizzati per finalità statistiche, (N. Belvedere, I. Savi, F. Tufarelli)

99.09 Stato di attuazione degli uffici di statistica dei comuni, (A. De Nardo, M. Notarnicola)

99.10 Il confronto tra censimento ed anagrafe: per un maggior grado di coerenza tra le due fonti, (L. Ciucci, G. De Santis, M. Natale, M. Ventisette)

99.11 Censimenti economici e schedari delle imprese, (R. Castellano, C. Quintano, G. Screpis, F. Tassinari)

99.12 Accesso ai dati statistici individuali: l’esperienza di altri paesi, (L. Buzzigoli, C. Martelli, N. Torelli)

00.01 Analisi della qualità delle operazioni sul campo con riferimento alle principali indagini campionarie dell’Istat sulle famiglie, (C. Filippucci, B. Buldo, V. Napoli, R. Bernardini Papalia)

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00.02 Analisi delle procedure di correzione/imputazione utilizzate dall’Istat nelle principali indagini sulle famiglie: volume I, (L. Fabbris, C. Panattoni, M. Graziani)

00.03 Analisi delle procedure di correzione/imputazione utilizzate dall’Istat nelle principali indagini sulle famiglie: volume II, (C. Panattoni, M. Graziani, D. Cotzia)

00.04 Indicatori per l’analisi dell’attività della giustizia, in particolare della giustizia amministrativa, (V. Napoli, N. Belvedere, I. Savi)

00.05 Rilevazione delle attività e delle strutture con compiti di raccolta di informazioni statistiche nelle Pubbliche Amministrazioni, (B. Buldo, G. Amendola, F. Ballacci, L. Cataldi, C. Fabi, V. Napoli, C. Panattoni)

00.06 Verso la trasparenza dei dati sulla distribuzione commerciale e i consumi delle famiglie italiane, (G. Marbach, M. Barile, M. Carlucci, V. de Martino)

01.01 Completezza e qualità delle informazioni statistiche utilizzabili per la valutazione della spesa pensionistica, (F. Peracchi, E. Barbi, A. Brugiavini, T. Tamborrini, E. Viviano)

01.02 L’esperienza in tema di indagini multiscopo e dell’European Community Household Panel (ECHP): lezioni e indicazioni nella prospettiva di un’indagine panel sulle famiglie, (A. Schizzerotto, H.P. Blossfeld, B. Buldo, A. D’Agostino, G. Ghellini, V. Napoli)

01.03 L’informazione economica congiunturale a livello locale, (S. Casini Benvenuti, R. Ricci)

01.04 I conti economici regionali: alcune possibili estensioni, (G. Carbonaro, F. Tenna, R. Zelli)

02.01 Attuazione del SEC95: stato delle iniziative, programmi, prevedibili sviluppi e suggerimenti, (M. Di Palma, C. Lupi, G. Pellegrini, G. Parigi)

02.02 Misure di inflazione e sistema di monitoraggio prezzi: esperienze e prospettive, (G.M. Gallo, L. Buzzigoli, B. Pacini, C. Martelli)

02.03 Definizione di un set di indicatori per il monitoraggio e la valutazione dell’attività sanitaria, (P. Bellini, M. Braga, S. Rodella, E. Vendrani, V. Rebba)

02.04 Realizzazione del Sistan e costituzione di uffici di statistica (o simili) estranei al sistema, (I. Savi, V. Napoli, C. Panattoni)

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02.05 L’articolazione territoriale delle piccole e medie imprese. Un’analisi delle informazioni statistiche concernenti la gestione industriale, finanziaria e la dinamica dimensionale delle imprese manifatturiere, (A. Giannola, L. Cataldi, A. Lopes, G. Marini, N. Netti, P. Senesi )

02.06 Le statistiche sugli investimenti diretti esteri e sull’attività delle imprese multinazionali, (N. Acocella, F. Reganati, M.G. Pazienza )

02.07 Atti del Seminario: “Indicatori per il monitoraggio e la valutazione dell’attività sanitaria”, (Roma, 19 giugno 2002)

02.08 Censimenti 2000-2001, (C. Filippucci, F. Ballacci, B. Buldo, L. Cataldi, L. Ciucci)

02.09 Action Plan comunitario e indicatori congiunturali, (T. Di Fonzo, A. Gavosto, F. Lisi, G. Parigi)

02.10 Indagini sul clima congiunturale e le aspettative degli imprenditori, (F. Giusti, I. Faiella, E. Giovannini, S. Nisticò, A. Russo)

02.11 La rilevazione delle migrazioni internazionali e la predisposizione di un sistema informativo sugli stranieri, (S. Strozza, F. Ballacci, M. Natale, E. Todisco)

Il presente rapporto di ricerca è stato riprodotto nel mese di dicembre 2004.