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Il Volto Santo Periodico religioso fondato da Padre Catanoso - Suore Veroniche del Volto Santo - Reggio Calabria Anno XVIII - Nuova serie - N° 33 - Aprile 2013 Spedizione in abbonamento postale - Art. 20/c Legge 662/96 - Filiale di RC

Il V l Sa · L’ immagine a tutti familiare del Beato Padre Gaetano Catano-so è quella che lo ritrae come un vegliardo, lo sguardo luminoso, il sorriso, la talare nera con un fazzo-

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Il Volto SantoPeriodico religioso fondato da Padre Catanoso - Suore Veroniche del Volto Santo - Reggio CalabriaAnno XVIII - Nuova serie - N° 33 - Aprile 2013

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Il Volto SantoPeriodico religioso fondatoda Padre Gaetano Catanoso

Anno XVIII - Nuova serieN° 33 - Aprile 2013

Congregazione Suore Veronichedel Volto SantoVia Padre Catanoso, 289128 Reggio CalabriaTel. 0965. 22957Fax 0965.26752c.c.p. 12562898

Direttore Responsabile:Sac. Domenico Marturano

Amministrazione:Suore Veroniche del Volto Santo

Registrazione al Tribunaledi Reggio Calabria n° 2 del 17.2.89

E-mail: [email protected]: www.suoreveroniche.altervista.org

Stampa: Azienda Grafica Biroccio (RC)

Spedizione in abbonamento postaleArt. 20/c Legge 662/96 - Filiale di RC

Il Volto Santo2Aprile 2013

Rit.O Padre Catanosodi noi sii padre e guidasicura si affida,a te la Congregazione.

1) O padre tu dal Cieloprega per noi tue figlie:salvaci dai periglio nostro fondatore. Rit.

2) O Padre che ogni una di noiconosci tu per nome:accetta il nostro cantoche ci sgorga dal cuor. Rit.

3 ) vogliamo essere gratea tanto padre santo,noi tue Figlie natedal tuo grande cuor. Rit.

4) O Padre ti preghiamo,per il tuo grande amore,deh! non ci abbandonare,pietà di noi, pietà. Rit.

5) Vogliamo essere unitecompatte nell’amore:amar con tutto il cuore,il Volto di Gesù. Rit

6) Tenendoci per mano,Facciam Ia strada insieme,se tu ci dai la mano,noi salirem lassù. Rit

7) O padre Gaetano,amico del Signore,diciam con tutto il cuoreguidaci a Gesù. Rit.

8) Così condotti in cielodal Padre Fondatore,amiamo il buon pastore,lo Sposo che è Gesù. Rit.

9) insieme con Maria,la Mamma Immacolata,la Vergine Beata,lodiamo Dio Lassù. Rit.

INNO A SAN GAETANO CATANOSOdi suor Chiara Palmenta

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Il Volto Santo 3Aprile 2013

Ca r i s s im ilettori, que-st ’anno laPasqua ca-de pochig iorni pri-ma dellacelebrazio-ne del 50°del transitoal cielo diS. GaetanoCatanoso e,questa me-moria cele-

brata nella settimana di pasqua acquista unsignificato particolare. Il Santo Parroco diReggio Calabria, Fondatore delle Suore Ve-roniche del Volto Santo, ha trascorso tutti isuoi giorni immerso nella contemplazionedel Volto Santo, nell’adorazione all’Eucari-stia, unito alla Vergine Madre in una recitacontinua di Rosari, vivendo il Mistero delVolto di Cristo Signore dolente e gloriosoche abbiamo visto nella Trasfigurazione eche si celebra nel Triduo pasquale e nellaPasqua. Possiamo dire che il Carisma di S.Gaetano Catanoso attinge la sua spiritualitànel Mistero pasquale. Mistero della pienezzadi vita che il Cristo porta a tutta I’umanitàcon la sua Passione - Morte -Risurrezione,mistero che richiama noi ad associarci a Luisempre più nella Riparazione e nella diffu-sione del suo Volto radioso di luce. Il 4 apri-le prossimo, 50° anniversario della sua mor-te, è il giovedì della settima di Pasqua. Tuttala Chiesa celebra il Volto glorioso di CristoGesù e noi, Figlie e fedeli di S. Gaetano, locelebriamo con gioia particolare facendomemoria del Santo Fondatore e vivendocon maggiore fervore il suo Carisma che, inquest’anno dedicato alla Fede, riporta al piùgrande mistero della nostra Fede: Passione,Morte e Risurrezione di Cristo.La Congregazione delle Suore Veroniche

del Volto Santo, unita alla sua Parrocchia ealla Diocesi, si è preparata e si prepara aquesto evento con varie iniziative, la più si-gnificativa delle quali è la peregrinatio dellareliquia del Santo, settimanalmente, nelleparrocchie della Diocesi che riuniscono i fe-deli attorno alla Reliquia celebrando una S.Messa, facendo riflessioni sulla vita di S.Gaetano e ascoltando Testimonianze di Reli-giose Veroniche e laici che hanno conosciu-to il Santo.Auguriamo che questa S. Pasqua così spe-

ciale per noi, quest’anno possa arricchircifrutti di pace e di gioia nonché di tutte quel-le grazie che desideriamo per vivere in pie-nezza la nostra vocazione e missione cristia-na. Buona Pasqua a tutti. S. Gaetano Cata-noso ci aiuti e ci benedica.

Auguri di una Santa Pasquaa tutti i lettori e benefattori

di Madre Tiziana Codello

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L’immagine a tutti familiare delBeato Padre Gaetano Catano-so è quella che lo ritrae come

un vegliardo, lo sguardo luminoso, ilsorriso, la talare nera con un fazzo-letto bianco al collo, le mani intrec-ciate alla corona del Rosario...La co-rona era parte del suo abbigliamen-to... Pregava, ovviamente, innumere-voli rosario... Ma, al di là della pre-ghiera, padre Catanoso stava (stabat)con il Rosario in mano...Nello ‘stabat’ di Maria ai piedi della

croce c’era anche la preghiera, il si-lenzio c’era... ma oltre la preghierac’era la vita... c’era quel suo esseretutt’uno col Figlio...Qualcosa di quello stabat mi sembradi cogliere nel o permanere’ del Ro-sario tra le mani di padre Catanoso...Lì c’era la sua vita, il silenzio c’era... ei drammi della gente, c’era l’abban-dono dell’orante, l’esperienza delvecchio e il candore del fanciullo...Tutto padre Catanoso era lì, le manie la corona...

PADRE CATANOSOLE MANI E LA CORONA

di don Pippo Curatola

Memoria del padre

Aprile 20134 Il Volto Santo

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“Amate Gesù Sacramentato, amate laMadonna e nella vostra vita saretefelici. Le benedizioni non vi man-

cheranno”.Pregava sempre davanti al ss’mo’ ed era

molto devoto della Madonna, Madre ricon-ciliatrice dei peccatori, il proposito di ripara-re è stato costante aveva una grande fedenella provvidenza. Ricordo che nel 1957vennero demolite le vecchie casette basse,specie di capannoni costruiti con estremaeconomia, nella casa Madre. Dopo aver rac-colto lira su lira e acquistato il materiale perla prima parte della Casa Madre, fatte lefondamenta, nella notte ci rubarono il ferro.Al mattino, tutte le Suore eravamo angustia-te, ma il padre, per nulla turbato, con moltacalma e serenità ci disse: figliuole, andiamoda Gesù Sacramentato a pregare, la Provvi-denza ci penserà! Nello Stesso giorno arrivò(da parte di un ignoto benefattore) il denarosufficiente per il riacquisto del ferro rubato.

Prima di far aprire la busta (lui i soldi non litoccava mai), abbassò il capo esclamando:“Siamo nel miracolo della Provvidenza!”Fatte le fondamenta della Casa Madre, ci

chiamò (assieme alle mie compagne di No-viziato ad osservare: “vedete figliuole, percostruire la casa Madre si è dovuto primademolire le vecchie baracche, poi scavare edopo fatte le fondamenta, si sono messi acostruire; ma prima di andare in alto biso-gna scavare profondo del nostro cuore, per-ché col cuore pieno di superbia non si puòandare avanti nella via della santità”‘ - “Vive-te nell‘umiltà e nella preghiera e il VoltoSanto di Gesù ci concederà tante grazie. Sia-te benedette!”A volte non cerano soldi neppure per com-

prare il pane, c’erano da sfamare gli orfanellie oltre una ventina di suore, suonava il mez-zogiorno e non c’era nulla. Ricordo che ungiorno siamo entrate nella stanzetta del Pa-dre, per dirgli che non c’era nulla da mangia-

TESTIMONIANZADI UNA VOCAZIONE

di Suor Dorotea Palamaraseconda parte

Memoria del padre

Aprile 20135Il Volto Santo

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Il Volto Santo6Aprile 2013

Memoria del padre

re e subito si accompagnò con noi nella cap-pellina del Volto Santo (era di fronte alla suastanzetta), e così pregò, ad alta voce “Gesù,gli orfanelli sono tuoi ed anche le suore sonotue, Tu ci devi pensare, io sono soltanto unpovero asinello!” Terminata la preghiera sonoarrivati alimenti sufficienti per tutti.La costruzione della casa Madre, e delle

fondamenta del SANTUARIO del Voltosanto, sono frutto della sua grande fede nel-la provvidenza. La gente veniva da ogni par-te per ricevere una parola di aiuto e diconforto, e spontaneamente, secondo leproprie possibilità, lasciava il suo contributo.Ricordo che un giorno il padre venne chia-mato da una famiglia vicina perché il loropadre era in coma: assieme alla Madre Ge-nerale del tempo, Madre Anastasia Mazzeo,e alcune di noi ancora Novizie, abbiamoaiutato il Padre Fondatore a camminare, sof-friva di artrosi, per giungere nella casa delmalato grave. Appena giunto al capezzaledell’ammalato, dopo aver recitato un’AveMaria, chiamò per nome l’ammalato che erain coma, e questi alla voce del Fondatoreaprì gli occhi, lo riconobbe, lo chiamò congioia; e il Sig. Cuzzola migliorò e visse anco-ra per alcuni anni.Veniva molta gente per confessarsi da lui:

laici, religiosi ed anche dei Vescovi. Un gior-no abbiamo visto una donna, che dopo laconfessione usciva dalla stanzetta esaltavadalla gioia davanti al piccolo cortiletto escla-mando: “Questo vecchietto è santo! Questovecchietto è santo! Ho confessato i miei mo-ti peccati, da lunghi anni ho vissuto nel di-sordine, e gli ho chiesto di darmi una grandepenitenza, e lui, con tanta paternità mi ha ri-sposto: “Oh! Figlia! La tua vita è stata tuttauna penitenza! Vai in pace!”.Raccomandava sempre: “Non bisogna mai

parlare male di nessuno, se non si può par-lare bene tacere sempre. Non giudicare maigli altri, giudicare se stessi. Non guardaremai i difetti degli altri, ma guardare noi stes-si. E aggiungeva ancora: “il cuore dell’uomoè buono, perche è abitazione dello SpiritoSanta con il Battesimo. ll cuore dell’uomo èbuono, sono a volte le occasioni che lo svia-no, ma il cuore è buono”.Un giorno, ci raccontò un episodio che gli

era capitato. Quando da Pentidattilo vennetrasferito nella Parrocchia della Candelora diReggio Calabria, viveva con i suoi genitori econ la sorella Angelina. Una notte attorno

alle ore 0,2, sentì bussare alla Canonica. Sialzò, mentre i suoi dormivano, e si vide da-vanti due giovani, bendati, che gli facevanocenno di salire su una carrozza. Partirono insilenzio e lo condussero sull’Aspromonte, aGambarie, dove giaceva una donna, quasi infin di vita. Lo fecero scendere dalla carrozzae gli fecero cenno di dare una benedizionea quella donna morente. Dopo di che lo in-vitarono a risalire nuovamente sulla carrozzae lo condussero a casa, nella Canonica, dadove l’avevano preso.Gli abbiamo chiesto se, quando quegli uo-

mini bendati si presentarono a lui senza pa-role e lo condussero sulla montagna, avesseavuto paura. Rispose di sì, perché nonavrebbe mai potuto immaginare il motivo diquei gesti. E poi concludeva che lui non ave-va mai giudicato male nessuno, ma che, inquella occasione, aveva avuto la confermache il cuore dell’uomo è buono: anchequando viene sviato, in fondo rimane sem-pre una fiammella accesa, per cui, mai biso-gna dare giudizi negativi.Quanti racconti abbiamo ascoltato stando

vicino a lui!. In tutto il suo dire e agire mani-festava sempre la sua umiltà. Del canonicoAnnibale Maria di Francia di Messina esalta-va la spiritualità eucaristica. Di Don Orioneda Torino veniva a Reggio e celebrava alSantuario di S. Antonio che apparteneva allaParrocchia della Candelora. Padre Catanosoaveva collaborato per la costruzione dell’Or-fanotrofio, mediante le offerte dei devoti ve-niva chiamato: “ll Parroco delle cassette”. Andava nella canonica a visitare più volte

i suoi vecchi genitori. Qualche volta si face-va accompagnare dal Fondatore in casa diammalati. Un giorno andò a visitare un am-malato grave, i parenti erano in cima allascala, attendevano in silenzio, aspettavano lagrazia. Il padre Fondatore saliva qualche sca-lino indietro. Quando giunsero alla fine del-la scala, Don Orione si ferma e lo spingeavanti, e senza attendere che i parenti lo sa-lutassero, incominciò a parlare: “Mi son fat-to accompagnare dal Canonico Catanoso,loro lo conoscono, l’ammalato come sta! E ilPadre nella sua umiltà ci raccontava: e il ca-nonico Catanoso si prese l’umiliazione dellapresentazione, in Domino!”‘ Don Orione di-ceva che: “Per trovare un prete come il ca-nonico Catanoso, bisognava girare un po’sul Nord Italia! Padre Pio lo aveva visitatonel 1922, per chiedere dei consigli, sulla

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Il Volto Santo 7Aprile 2013

Memoria del padre

fondazione della congregazione: lo ritenevasanto, perché nella dura prova era felice nelSignore.Riferiva con gioiosa commozione del col-

loquio avuto a Roma col Papa Pio XII nelsettembre 1941: “Ho visto il papa, gli ho po-tuto aprire filialmente il mio cuore, gli hoesposto i miei progetti, parlato in particolaredell’istituto, e lui mi ha paternamente ascol-tato, incoraggiato, confortato, benedetto: Èfatta, è fatta! Gaetano, cosa vuoi di più?Deo gratias! In Domino!”Nei suoi racconti aveva sempre il senso

dell’umorismo. Ci raccontava che quandoera Dittereo di Pentidattilo, negli anni diffici-li della prima guerra mondiale, fu Vicario so-stituto anche della Parrocchia di Montebello,furono anni di un incessante servizio pasto-rale, per l’enorme difficoltà di movimento,specie nei mesi invernali, non essendoci al-tra strada che il retto del torrente sant’Eliaspesso pericolosamente in piena!Un giorno mentre cavalcava l’asina, tra le

acque impetuose, l’asina lo buttò dentro ilfiume e il sacrestano Antonino Battaglia lotirò fuori. In una casa vicina gli fornirono ilvestito di cacciatore, e lui col suo umorismo,senza far pesare la sua paura del rischio del-la vita, ha fatto ridere anche i suoi genitori

che si mostravano preoccupati per quel ve-stito.I vecchietti di Pentidattilo interrogati dal

Postulatore, Padre Antonio Ricciardi, nel1981, per l’apertura della causa di canonizza-zione del Padre Catanoso (ero presente an-ch’io), conservano lucida memoria visiva:“Preti come il Padre Catanoso non abbiamopiù, irto, quello era davvero un santo; mite epio, sensibile, coraggioso! Neppure l’impetodella fiumara arrestava il suo zelo! Ridevaquando raccontava che i Seminaristi, in nu-mero di 170 nel seminario di Reggio, anda-vano spesso da lui, che era Padre spirituale, eper potersi intrattenere più a lungo con lui,gli disfavano il letto e poi lo riassettavano. Al-lora il letto era di crine, e ridendo commen-tava: “Non vi dico, immaginate voi come sidormiva bene la notte su quel letto di crine,disfatto e rifatto per 170 volte al giorno!” Econtinuava a ridere come un bambino. Nullalo turbava. Tutto era via a Dio, soprattutto ildatore. Uomo della semplicità, uomo dellapace nella sofferenza e nel silenzio. La soffe-renza, per lui, era un dono del Signore. Uo-mo della preghiera costante, l’uomo dell’u-miltà vera. Bastava stare accanto a lui pertrovare, gioia, pace, serenità, forza nelle pro-ve. Era una luce che brillava.

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Il Volto Santo8Aprile 2013

Memoria del padre

L’affermazione di Paolo trova una con-ferma anche fisica nello stato di con-servazione del corpo di P. Gaetano

Catanoso, che ognuno può verificare nelSantuario del Volto Santo. Ora a cinquant’anni dalla morte è bello ri-

farsi al momento della riesumazione dellasalma eseguita giorno 21 marzo 1997 daidottori Renzo iacopino e Antonio Milardi,alla presenza delle autorità ecclesiastiche aciò designate, alla Madre Generale delleSuore veroniche del Volto Santo e ad alcunesuore. Nel verbale leggiamo che all’aperturadella cassa di zingo “si rinviene all’internouna salma in buono stato di conservazione,con caratteristiche fisiognomiche ancora be-ne evidenziabili e riconducibili, per cono-scenza personale, a quelle di Mons. GaetanoCatanoso”.Viene descritta la posizione ed enumerati

gli indumenti e i paramenti sacri che indos-sava. Quindi descrive come si presenta ilvolto: “Il tegumento che riveste il cranio-visoha colore bruno-giallastro. Bulbi oculari af-flosciari. È possibile riconoscere nelle lorosedi i capelli e la barba, che hanno colorbiancastro. Liberato dagli indumenti “il cadavere ap-

pare in stato di corificazione, il tegumentoche ricopre la superficie corporea, è di colo-re grigio oscuro, ispessito e resistente al ta-glio, afflosciatoo sullo scheletro, pur tuttaviaesso mantiene una certa flessibilità e morbi-dezza. Le articolazioni sono morbide, percui i movimenti, molto limitati, sono possibi-li. Distacco completo delle ossa metacarpalidi destra. L’addome si presenta incavato abarca”. Il corpo è strumento dei nostri rapporti

con gli altri e di tutte le nostre azioni versodi loro. Per P. Catanoso è stato strumentoper lo svolgimento della sua missione dievngelizzazione, per la sua opera di santifi-cazione attraverso i sacramenti, per la realiz-zazione delle numerose iniziativ di carità.Inoltra – ci ricorda S. Paolo – il nostro

corpo è “tempio dello Spirito Santo”: è in P.Catanoso lo Spirito vi dimorò permanente-mente. Chi ha avuto la fortuna di guardaloin faccia scopriva chiaramenti gli effetti di ta-le presenza nel suo volto trasparente e sem-pre più trasfigurato.Poter continuare a contemplare quello

splendore anche dopo la morte è una graziada non sottovalutare e una sollecitazione asomigliargli nella santità.

“DOV’È O MORTELA TUA VITTORIA?”

Di don Domenico Marturano

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Il Volto Santo 9Aprile 2013

Memoria del padre

L’accoglienza riservata alla reliquia delsanto nelle nostre comunità parroc-chiali ci ha rivelato la grande sensibi-

lità che ha la figura del nostro santo: proba-bilmente perché lo sente familiare e la suasantità la percepisce come ordinaria e, quin-di, imitabile.Nelle testimonianze abbiamo cercato di ri-

velare che le radici della sua santità sono ra-dici comuni e, poi, abbiamo descritto i pila-stri che la sostennero: tutti facilmente ritro-vati nell’esperienza di tante persone cono-sciute delle nostre comunità cristiane.Prima di tutto il clima familiare che so-

stenne la sua crescita. Ne abbiamo offertouna testimonianza nella parola del Padreche trovate in questo numero: la consideralo spettacolo “tra i più belli che Dio permet-te ai nostri occhi disincantati di contemplaresulla terra” e “un poema di bellezza e di me-raviglie”.La famiglia era luogo di trasmissione di vi-

ta santa. E lo è stato almeno fino a tutti glianni cinquanta: anche se ora sembra oscura-ta dai mezzi di trasmissione della societàcontemporanea, rimane anche per l’attualegenerazione un termine di paragone con cuimisurarsi.La famiglia, almeno fino a quando ero ra-

gazzo io, trasmetteva una concezione dellavita che era santa e valeva per tutta la co-munità, perché condivisa anche da coloroche Ignazio Silone chiama “cristiani senzaChiesa”. Era normale centrare tutta la vitafamiliare sulla donazione, che si chiamava“sacrificio”: il padre rappresentava la dona-zione responsabile col suo lavoro “per man-tenere la famiglia”; la mamma si alzava perprima e si coricava per ultima e mostravauna dedizione amorevole instancabile; noifigli eravamo educati a condividere le nostrecose con gli altri; anche la mamma di P. Ca-tanoso lo mandava a portare il pane caldo i poveri del paese; così impa-

ravamo a guardare ai bisognosi. Era normaleche uno, che diceva di non credere in Dio,quando parlava del futuro dicesse”Se vuole

Dio”, che facesse un segno di croce sul solcoprima di seminare, che dopo mangiato di-cesse ai figli “ ringraziamo Dio che, per oggiabbiamo mangiato.Il Padre in famiglia ricevette la tradizione

di santità che attraversò mille anni della no-stra vita popolare, la santità dei monaci ita-logreci, che gli studiosi chiamano isicasmo,che lui concretizzava nelle brevi espressioni“Fiat”, “Deo gratias”, “In Domino”, con cui ave-va imparato ad offrire a Dio tutte le prove

IL CARISMA

LA SANTITÀ DEL PADRENELLA NOSTRA CHIESA LOCALE

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Il Volto Santo10Aprile 2013

Memoria del padre

della vita: “Era convinzione profondamentematurata nella coscienza del Padre che nonsi possa quaggiù amare sul serio Iddio senzapartecipare alla espiazione dell’oltraggio cheil peccato continua ad infliggere a Gesù Re-dentore; senza perciò consolare il suo Cuo-re ferito a morte dall’indifferenza, dall’ingra-titudine e dalle empietà degli uomini, so-prattutto se consumate dai discepoli; senzacompensarlo in qualche modo con le pro-prie sofferenze” (V. Lembo).La nostra Chiesa locale gli offrì l’opportu-

nità di formarsi per 13 anni alla “Scuola delCard. Portanova”: oltre alla formazione per-sonale, culturale, spirituale e pastorale, lequotidiane relazioni coi compagni misero lebasi per la nascita di profonde amicizie, ca-ratterizzate da una viva tensione spirituale,da una forte carica missionaria e dal comu-ne impegno di apostolato sacerdotale. Per P.Catanoso fu preziosa l’amicizia coi sacerdotiGiovanni Calabrò, parroco di Condera, e

Salvatore De Lorenzo, par-roco della Candelora,da cuiricevette la devozione alVolto Santo di Gesù, nellaprospettiva dell’oblazioneriparatrice, e la devozionealla Madonna de La Salet-te. P. Catanoso assunse congrande serietà tali devozio-ni. Il Volto Santo di Gesù di-venne per lui esempio daimitare: come lui, era ne-cessario assumere su di sé ipeccati dell’umanità e ac-cettare sacrifici, povertà eumiliazioni secondo la tra-dizione religiosa popolare.Primo punto di riferimentodi tale devozione è la per-sona di Gesù. Diceva P.Catanoso: “Il signore vuoleessere riparato e la peniten-za è il grande mezzo persantificarci. I mali che ci af-fliggono serviranno semprepiù a consolare Gesù e a ri-parare, specie per i peccatidi bestemmia”. Questo at-teggiamento spirituale pog-gia psicologicamente sullasecolare esperienza dellaChiesa come Consolatrice

della nostra popolazione nelle varie afflizioniriserbate dalla nostra storia. Per P. Catanoso era naturale vivere il rap-

porto con Gesù come consolazione, attra-verso la partecipazione alla sua sofferenzacon la nosta. In tutte le nostre Chiese erapraticata la devozione al Sacro Cuore di Ge-sù, visto simbolicamente come la sede del-l’amore e della sofferenza di Dio per l’uma-nità: rappresentato sanguinante e coronatodi spine esprimeva in modo eloquente lasofferenza inflitta a Dio dall’umanità, che ri-chiedeva la riparazione. La spiritualità dellariparazione si esprime con l’atto di consacra-zione da rinnovarsi ogni anno, con la comu-nione riparatrice del primo venerdì di ognimese, con le ore di adorazione, chiamate“ore sante”.Lungo il secolo XIX si era consolidato il

legame tra la spiritualità della riparazione el’Adorazione Eucaristica: anch’essa divennepunto fisso della spiritualità della riparazio-

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Il Volto Santo 11Aprile 2013

Memoria del padre

ne: l’adorazione all’Ostia consacrata comeriparazione agli attacchi contro la religione.“Ah! Davvero il tuo Cuore, o Gesù, è unafornace ardente di carità! Ma qual è il con-traccambi di tanto amore?...Non ti sono ri-conoscenti, sicché tu sei costretto ad escla-mare: Io non ricevo dalla maggior parte de-gli uomini che ingratitudine con le irriveren-ze, coi sacrilegi e con la freddezza con cuimi trattano in questo sacramento del mioamore”. Ma l’adorazione opera positivamente la

trasformazione degli adoratori. Perciò esortale sue suore: “Andate, parlate con Gesù, di-scorrete con Gesù, vivete con Gesù. Conso-late Gesù, fate tutto con Gesù, annientatevisempre e allora voi vivrete sempre di Gesùe porterete Gesù alle anime”. “La lampadadell’Eucarestia deve essere sempre accesa,simbolo della nostra anima che dev’essereaccesa d’amore divino, amore eucaristico,desiderio ardente di amare Gesù”; dato chel’ostia “non è l’immagine di nostro Signorecome l’immagine della Madonna o l’imma-

gine di un Santo, ma è la realtà: Gesù sacra-mentato, vivo in anima, corpo, sangue e di-vinità”: perciò “quando ogni giorno vi nutri-tedi Gesù, portate Gesù con voi, nel vostrocuore, e, allora, sarà un lembo di Paradiso lavostra comunità”. L’Eucaristia opera il legame di carità con

Dio: “O Carità divina, infiamma ad incendiale fibbre di ogni cuore, perché in tutti i cuoriregni nostro Signore Gesù Cristo. Tale caritàdivina lega tra loro le persone: “Una solaverga si spezza, due verghe o tre pure, matante verghe unite insieme nella carità nes-suno le potrà spezzare”.P. Catanoso sintetizza la spiritualità della

riparazione nella contemplazione del Voltodolorante di Cristo: “Siate devoti al Voltosanto. Guardatelo! La fronte è coronata dispine: gli occhi sono aggrumati di sangue.Gesù è dissetato con aceto e fiele. Il Volto diGesù è coperto di sputi, è schiaffeggiato. Ep-pure Gesù, di sulla croce, si sforzava di apri-re gli occhi, per guardare i poveri peccatori, isuoi crocifissori, che lo bestemmiavano”. Col

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Il Volto Santo12Aprile 2013

Memoria del padre

suo Volto sofferente Gesù ci dimostra che ciama veramente, fino al massimo. Per questoconsidera la croce come “La grande cattedrascelta dal reddentore per ricapitolare e san-cire la dottrina del cristianesimo”. Anelantedi scoprire il vero Volto di Dio, percorre duepercorsi: da una parte cerca di scoprire ilVolto di Dio in se stessi, il suo amore, il suodisegno di salvezza; dall’altra ricercare e sco-prire il Volto di Dio nei fratelli, il volto uma-no di Dio. Suo desiderio profondo è asciu-gare il volto di Gesù scernito ed umiliato datutti, che continua a camminare sulla terracarico della croce. Suo programma asceticoè ricercare e consolareil Volto sfigurato delSignore, riflesso in tutti i “crocifissi” di oggi,incarnando il pietoso e coraggioso “gesto”della Veronica.Si interessa di tutti i bisogni delle persone

che incontra, ma non perde mai di vista lafinalità ultima della sua missione sacerdota-le: “Non si vince solo con l’insegnare a leg-gere e a scrivere. Tutto questo asservimentoal vizio, alla prepotenza, si vince facendo co-noscere agli uomini la legge di Dio. Dio èamore. Dio è carità. Dio deve vivere nelcuore di ciascuno di noi e nelle nostre fami-glie. L’uomo deve imparare ad amare, deveimparare a conoscere Dio, deve imparare anon avere paura. Non si tratta di miseria di pane, si tratta di

un’altra miseria ben più grande. La miseriasta dentro di noi, non fuori. La miseria con-siste nella mancata conoscenza delle vie delSignore. L’uomo deve imparare ad essere li-bero per poter amare il Signore e servirlo inumiltà”. Questo costituisce il carisma delleFiglie di Santa Veronica: contemplazione delVolto Santo di Gesù e apostolato operoso“fra la gente più umile, nei paesi remoti enelle borgate di campagna, dove si giungecamminando a piedi, con scule di catechi-smo, asili per l’infanzia, laboratori per le ra-gazze, assistenza ai moribondi, cura dellesuppellettili delle chiese e delle cappelle…La suora Veronica dev’essere il Volto di Ge-sù, con l’esempio, con la bontà, con la ca-rità”.Tale attenta ricerca e venerazione inizia la

trasfigurazione del volto umano attraversol’azione ricreatrice dello Spirito dell’amore.La trasfigurazione viene indicata alle suoreVeroniche come la loro festa. La loro consa-crazione e il loro apostolato mira a metterein azione l’azione trasfiguratrice dello Spirito

nel cuore e nel volto dell’uomo. Come diceS. Paolo, la gloria di Dio, che risplende sulvolto di Cristo, si riflette come in uno spec-chio nei credenti, in modo che, di gloria ingloria, continuamente trasformati a sua so-miglianza, tendiamo a somigliare al suo Vol-to glorioso.Mentre in Piazza S. Pietro attendavamo

l’inzio della funzione della canonizzazione diP. Catanoso, mi chiedevo: Cosa può dire P.Catanoso a tutti i cristiani del mondo? Misono ricordato della proposta che GiovanniPaolo II aveva fatto a tutta la Chiesa per ilterzo millennio, alla fine del Giubileo: “Gliuomini del nostro tempo, magari non sem-pre consapevolmente, chiedono ai credentidi oggi non solo di parlare di Cristo, ma in-certo senso difarlo loro vedere. La Chiesa ha il compito di “riflettere la lu-

ce di Cristo in ogni epoca della storia, farnerisplendere il volto”. Per riflettere la luce del volto di Cristo il

papa indica la via della fede: “alla contem-plazione piena del volto del Signore non ar-riviamo con le nostre sole forze, ma lascian-doci prendere per mano. Solo l’esperienzadel silenzio e della preghiera offre l’orizzon-te adeguato in cui può maturare e sviluppar-si la conoscenza più vera, aderente e coe-rente, di quel mistero” dell’incarnazione, percui “Il Verbo si fece carne e venne ad abita-re in mezzo a noi; e noi vedemmo la suagloria, gloria come di unigenito dal Padre,pieno di grazia e di verità” (Gv. 1,14). Il volto che contempliamo è quello del Fi-

glio di Dio: Gesù ne ebbe chiara consapevo-lezza e lo affrmò con chiarezza, tanto cheper questo fu respinto e cercavano di ucci-derlo. Nella sua passione contempliamo il Volto

dolente di Cristo: “un aiuto rilevante puòvenirci da quel grande patrimonio che è lateologia vissuta dei Santi”. Ma la contemplazione della Chiesa del

Volto di Cristo “non può fermarsi all’imma-gine di lui crocifisso. Egli è il Risorto!”. NelVolto di Cristo la Chiesa “contempla il suotesoro, la sua gioia…quanto è dolce il ricor-do di Gesù, fonte di vera gioia del cuore!”.Gli fa eco P. Catanoso: “Il Volto Santo è lamia vita, Lui è la mia forza! Io ho cercatonel miglior modo possibile di essere un mis-sionario. Il Signore ha voluto che io portassiavanti la devozione al Volto Santo; e voi ve-dete ora la Congregazione del Volto Santo”.

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Il Volto Santo 13Aprile 2013

Memoria del padre

Cinquant’anni, ormai. Cinquant’annida quel 4 aprile del 1963 che segnòil “transito” della terra al cielo di Pa-

dre Gaetano Catanoso. Cinquant’anni, or-mai, dal giorno delle sue Esequie - il 5 apriledel 1963 - quando, durante l’omelia, l’alloraarcivescovo di Reggio, Giovanni Ferro (delquale è in corso l’iter della Causa di Beatifi-cazione), pronunciò quelle indimenticabiliprofetiche parole: “Una luce si è spenta sullaterra per risplendere di più vivo fulgore inCielo”.La Chiesa lungo questi cinquant’anni ha

riconosciuto la santità del grande sacerdotereggino, una santità sentita e conosciuta dal-la gente, ma emersa poi lungo l’iter dellaCausa di Beatificazione e Santificazione in-

trodotta dal compianto arcivescovo Mons.Aurelio Sorrentino il 15 dicembre 1981 eportata a termine dall’amato arcivescovoMons. Vittorio Mondello, lungo il cui epi-scopato P. Catanoso fu dapprima dichiaratoBeato da Giovanni Paolo II il 4 maggio1997 e poi dichiarato Santo da BenedettoXVI il 23 Ottobre 2005. La Congregazionedelle Veroniche del Volto Santo, che eglivolle fondare per amore agli ultimi della ter-ra, ha ideato di far conoscere ancor di piùPadre Catanoso in questo cinquantesimo

LA RELIQUIA DI SAN GAETANO CATANOSOACCOLTA NELLA BASILICA CATTEDRALE

Pellegrini con Padre Catanosoa 50 anni dal suo transito al cielo

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Il Volto Santo14Aprile 2013

anniversario della sua morte: e lo ha fatto, elo sta facendo, con la promozione dei “pel-legrinaggi della sua Reliquia”, attraverso l’in-tera diocesi, nelle parrocchie che lo deside-rano.La Reliquia del Santo è così andata un po’

dappertutto, portata sempre dal Cappellanodel santuario del Volto Santo, don MimmoMaturano, e accompagnata dalle Suore Ve-roniche oranti. È passata da San Giuseppe diPettogallico a San Salvatore di Cataforio,dalla zona di Bova a quella di Gallico, daSan Giorgio al Corso alla Basilica Cattedra-le. È proprio di questo pellegrinaggio in Cat-tedrale che vogliamo fermarci un attimo aparlare. Un pellegrinaggio singolare perchévissuto alla presenza anche dell’arcivescovoreggino, mons. Vittorio Mondello. Due sonostati i giorni di presenza della Reliquia delSanto in Cattedrale, il 2 e il 3 Marzo, giornilungo i quali ogni celebrazione dell’Eucari-stia ha registrato una miriade di fedeli chegremivano il santo Tempio; una miriade difedeli che si recava al termine, con emozio-ne, per il bacio della Reliquia. In ogni cele-

brazione la figura del Santo è stata rievocataora dal Prevosto don Gianni Polimeni, orada mons. Antonino Denisi, ora da donMimmo Maturano, ora da una stessa SuoraVeronica, Sr. Dorotea, già Madre generaledella Congregazione. Nella celebrazioneconclusiva di Domenica sera, il Presulemons. Mondello - che l’ha presieduta - si èsoffermato nell’omelia a commentare le let-ture del giorno (la III Domenica di Quaresi-ma, Anno C) mettendo in luce l’importanzae la necessità della conversione, a cu tuttisiamo chiamati. Un cammino difficile, maanche spiritualmente esaltante, lungo il qua-le - oltre la grazia di Dio - ci viene in aiutol’esempio dei santi. È stato in quel contestoche Mons. Mondello ha richiamato la vene-rata figura di San Gaetano Catanoso, che -come Mosé sul monte - ha vissuto con le“mani levate” nella preghiera per la nostrachiesa diocesana, alla quale ha offerto l’e-sempio straordinario di una donazione sen-za limiti, un amore teso alla consolazionedegli ultimi. Per la redenzione dei quali - hadetto l’arcivescovo - ha voluto anche darevita alla Congregazione delle Veroniche delVolto Santo.

DALLA TESTIMONIANZADI SR. DOROTEA

Ho avuto la fortuna di conoscere il Pa-dre Fondatore il 9 Settembre 1957quando sono entrata a farmi suora

nella Congregazione Suore Veroniche delVolto santo da Lui fondata il 2 dicembre1934.Ricordo, dopo 56 anni della mia entrata,

come se fosse oggi, con quale tenerezza miha accolta. Ho ancora luminoso, il suo sorri-so, la sua parola cordiale, semplice, il suo at-teggiamento umile, paterno. La povertà che lo circondava, una stanzet-

ta povera con poche cose umida ed ancheun po’ buia ma lui, con la sua corona in ma-no, dava il segno della pace e della gioia.Da tutta la sua persona traspariva un qual-

cosa di divino. Di fronte a quella povera stanzetta, si tro-

vava una Cappellina con l’immagine delVolto Santo. Quando celebrava la S. Messa,sembrava che parlasse a tu per tu con il Si-gnore, sembrava ancor più luminoso. Si fer-mava a pregare davanti al Santissimo per

Memoria del padre

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Il Volto Santo 15Aprile 2013

parecchio tempo. Le casette erano tipo ca-pannoni, ma lui era felice. La sua serenità epace incantava tutti. Ricordo anche, quandofurono demolite le vecchie casette della casaMadre, nel 1957 e la gioia del Padre nel ve-dere le fondamenta, l’abbiamo sentito escla-mare: “Signore fa che prima che io muoia,che queste figliuole abbiano una casa”. Dicendo: “Figliuole, vedete, prima di co-

struire la casa Madre, si son dovute demolirele vecchie casette e scavare profondo, cosìognuna di voi deve scavare profondo nelproprio cuore, per mettere le basi dell’umiltà,perché col cuore pieno di superbia non sipuò andare avanti sulla via della santità! Ungranellino di superbia distrugge una monta-gna di santità. Figliuole siate come le viole,nascoste, umili, e il Volto Santo ci guarderàcon particolare occhi di misericordia”...La gente veniva numerosa a visitarlo, tutti

lo ritenevano un Santo. La sua parola erasemplice, ma riusciva a penetrare in tutti icuori, mentre contemplava il volto Santo diGesù, questo volto lui lo vedeva riflesso nel-la sofferenza di ogni creatura e voleva dareaiuto, conforto, consolazione, asciugare le la-crime di Gesù.

Memoria del padre

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Vita della Congregazione

Il Volto Santo16Aprile 2013

COMUNITÀ ALLOGGIO PER ANZIANE “CASA CHIRICO” SUORE VERONICHE DEL VOLTO SANTO

VIA SANTA CATERINA 80 RC

Il celebrante ha brevemente introdotto laliturgia nella quale si colloca la ricorrenzadel centenario di vita della Signora Olivia

Gatto, attorniata dai familiari convenuti perla significativa circostanza.Ha poi invitato i presenti a vivere la cele-

brazione eucaristica come, rendimento digrazie” al Signore per la longevità della fe-steggiata che, nonostante la recente gravissi-ma infermità, ha seguito, con partecipazionedi fede, di religiosa pietà, l‘intero svolgimen-to della S. Messa reso intensamente festosodalla animazione della comunità delle SuoreVeroniche. Nell’omelia Mons. Latella ha sot-tolineato che l’evento che ha radunato fami-liari, amici, conoscenti della veneranda Si-gnora Olivia, costituisce felice occasione perinterrogarsi sul senso umano e cristiano del-la vita ed a considerare la longevità comeuna benedizione di Dio. È Dio che accom-

pagna e sostiene i suoi figli nelle varie fasidell’esistenza terrena, con amore di padre eprovvida protezione, nell’ora della prova enei giorni perché benedetti da Lui. Ha quin-di esortato le altre Ospiti a non scoraggiarsise talvolta le loro giornate sono interminabilie vuote, con pochi impegni e incontri. Rifa-cendosi all’insegnamento del S. Padre ne hariportato e commentato alcune espressionirivolte ad una comunità di anziani: t’voi sie-te una ricchezza per la società, anche nelleinevitabili difficoltà e prove dell’anzianità edella vostra salute.Non dimenticate che tra le risorse prezio-

se di sapienza ed esperienza della tarda età,c’è quella essenziale della preghiera che pro-tegge il mondo e sorregge continuamente lamissione della Chiesa. Voi anziane poteteessere e portare nella società smarrita edegoista, un raggio dell’amore di Dio”.

Mosignor Umberto Giovanni Latella ha celebrato la S. Messa nella comunità alloggio per anzianein Santa Caterina, in occasione dei 100 anni della Signora Olivia Mallamace in data 01/10/2012

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Vita della Congregazione

Il Volto Santo 17Aprile 2013

Nella commemorazione del Dies Nata-lis del nostro santo fondatore SanGaetano Catanoso, desidero ricorda-

re con grande sentimento di riconoscenza isacrifici e le fatiche che le prime suore han-no sopportato per far arrivare nel lontane Fi-lippine il Carisma del santo Fondatore SanGaetano Catanoso. La professione religiosadelle prime Suore Filippine è stato un puntodi arrivo ma è anche di partenza per la mis-sione delle Filippine. Un punto di arrivo,perche adesso possiamo dire che dopo qua-si venticinque anni di presenza, la Congre-gazione è anche filippina, poiché ha un vol-to, un cuore e un sentire filippino, e il cari-sma cresce con la presenza di una nuovacultura. Il Carisma della riparazione… l’asciugare il

volto di un Dio che soffre tra la sua gente è

considerato la passione più profonda di Pa-dre Catanoso che nonostante siano trascorsimolti anni, risulta più che mai attuale.Nelle Filippine con la presenza di due co-

munità religiose, questa passione del Padrecontinua a mantenere la sua forza e vigoreincarnandolo attraverso l’educazione deibambini nella scuola intitolata a lui: la “SAINT GAETANO CATANOSO

SCHOOL” e anche attraverso la casa di for-mazione che provvede alla Congregazioneogni anno, nuovi membri desiderosi di per-petuare nella Chiesa quel Carisma da lui hatanto amato e testimoniato.Cosa ci lega veramente a questo Padre? A

questo Santo? Conosciuto solamente attra-verso i libri, i racconti e testimonianze dellepersone che hanno avuto la fortuna di in-contrarlo in vita. Per noi suore provenienti

MISSIONE NELLE FILIPPINEGUARDANDO IL FUTURO… IN ASIA

di Suor Lourdes Carpio

Le suore Veroniche con le postulanti e alcuni laici

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Vita della Congregazione

Il Volto Santo18Aprile 2013

missione speciale la propagazione della de-vozione al Volto Santo di Gesù, con conse-guente riparazione delle bestemmie e delleprofanazioni contro il nome santo di Dio. Atal fine il loro apostolato operoso viene svol-to fra la gente umile, nei paesi remoti e nel-le borgate di campagna dove si giunge cam-minando a piedi, con la scuola di catechi-smo, asili per l’infanzia, laboratori per le ra-gazze, assistenza ai moribondi, cura dellasuppellettile delle chiese delle cappelle e intutte le altre forme che la divina carità chenostro Signore sa suscitare per il ministerodi anime votate al suo servizio”. E aggiungeva: “Il vostro posto è quello

che gli altri hanno rifiutato, tra la gente piùpovera e più umile “. Ecco allora il sogno guardando il FUTU-

RO, di vedere esteso fino ad altri paesi del-l’Asia, e di tutti i continenti il carisma dellaRiparazione e la devozione al Volto Santo,tanto caro al Padre. Egli ci guardi dal cielo eprega perché possa realizzare questo sognodi portare oltre l’Italia, Filippine e Tanzanial’eredità spirituale che egli ha lasciati a que-sta piccola famiglia.Il mondo non si accorge in quanto si com-

pie in questa piccola famiglia religiosa, ma ilPadre che è nei cieli premia la fatica, innaffiae continua a far sbocciare i semi piantati.

Le Suore nelle filippine durante una lezione

Prima Professione Religiosa nelle manidella Madre Generale

dai paesi lontani come Filippine e Tanzania,ci sentiamo molto legate a questo Padre e cisentiamo uniti a lui in modo più profondoperché sappiamo che ha pensato anche anoi e ai nostri paesi lontani, fondando unaCongregazione di Religiose ispirata alla figu-ra della “Veronica”, che con il dono di rico-noscere il Volto del Signore e quello dei fra-telli, per amarli e servirli. “Le Figlie di SantaVeronica, - come diceva il Padre - hanno per

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Vita della Congregazione

Il Volto Santo 19Aprile 2013

MISSIONE IN TANZANIA MOSHI

La Madre Generale Madre Tiziana Codello in visita alla comunità in Tanzania con le suore e lecandidate alla vita religiosa: Novizie Aspiranti e Postulanti.

Il Carisma della congregazionedelle “Suore Veroniche del voltoSanto” è quello della riparazione

alla Santità di Dio offesa dai peccatidell’umanità, in particolare dall’ini-quo insulto della bestemmia e dallaprofanazione del giorno festivo. Edin modo speciale, al Volto Santo delSignore sfigurato dalla Passione.A questo scopo, consapevoli che

ogni dolore umano è dolore di Cri-sto e che nei poveri e sofferenti con-tinua la sua passione e morte le suo-re Veroniche del Volto santo, presta-no il loro servizio, con preferenzatra la gente più umile e bisognosa,nei luoghi più disagiati, mediante leopere educative e assistenziali deter-gendo il volto di Gesù nei fratellicontinuando nella chiesa il coraggio-so gesto della veronica sulla via dolorosa delCalvario, la loro presenza in Tanzania è gui-data dall’ardente fede del Loro santo Fonda-tore San Gaetano Catanoso animate dal suoamore filiale per la chiesa con il cuore e sul-le labbra il Volto Santo Vanno “avanti sem-

pre” “in Domino” nel servizio ai poveri nelleparrocchie e nei villaggi dove con il loroapostolato, la loro preghiera troveranno im-pulso e l’ispirazione per diventare semprepiù anime riparatrici.

E.G.

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Il Volto Santo20Aprile 2013

Vita della Congregazione

Sr. Clementina è nata 79 anni fa in questacittà di Reggio Calabria da una famiglia cri-stiana da cui ha attinto la fede, il senso deldovere e una grande laboriosità. Nel 1961 èentrata a far parte delle Figlie di S. GaetanoCatanoso assumendone il Carisma e lo spiri-to del Santo Fondatore. Nel 1963 ha emes-so la Prima Professione e nel 1968 quellaPerpetua. Ha dato generosamente tutta sestessa lavorando nel settore educativo in Ca-labria, a Roma e a Salerno ed ha formatocristianamente ed educato molte generazio-ni di persone che la ricordano in benedizio-ne fino ad oggi. È stata una Suora Veronica

esemplare e fedele ai suoi impegnidi consacrata apostola del VoltoSanto, sia come semplice religiosache come superiora. Era una don-na di grande fede capace di tra-smetterla con tutto il suo essere:nelle sue parole, nei suoi gesti, nel-la capacità di capire i bisogni deglialtri aiutandoli a costo di grandi sa-crifici. Ha seminato tanto bene eha dato tutta se stessa con grandegenerosità fino alla fine. Nella ma-lattia lunga e dolorosa ha saputosoffrire in silenzio e offrire al Si-gnore i suoi dolori col sorriso sullabocca, senza far pesare nulla a nes-suno fino all’ultimo giorno trascor-so in Casa Madre nel compimentodei momenti di preghiera e di tuttigli atti comuni. Se ne è andata dibuon mattino, in silenzio, consu-mata da un male che non perdo-na, e ripetendo sempre: “Sia fattala volontà di Dio. lo sono dispostaal compimento della sua volontà,sapeva, suor Clementina che la suafine era vicina e si è ritirata in casaMadre, dal suo lavoro in S. Gio-vanni in Sambatello, solo due setti-mane prima.

Le tue consorelle, suor Clementina, ti rin-graziano degli esempi avuti da te, donna for-te e generosa che sapevi amare tutti, piccolie grandi e donarti a loro senza risparmio ditempo e di forze. Ti pensano, ora beata e fe-lice di contemplare il volto del signore assie-me al tuo santo Fondatore e a tante altreconsorelle, godendo il frutto del tuo lavorogeneroso e dell’accoglienza, piena di fede,nel compimento della volontà del signore.Prega per tutti noi, suor Clementina chesentiremo la tua mancanza, ma che ti avre-mo vicina ovunque come nostra protettrice.

BREVE BIOGRAFIADI SUOR CLEMENTINA

VAZZANA

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Il Volto Santo 21Aprile 2013

Lo spettacolo della famiglia è certamen-te tra i più belli che Dio permette ainostri occhi disincantati di contemplare

sulla terra. Vien voglia di pensare, che se laterra e la vita hanno ancora la potenza di le-gare a se gli uomini, ciò si debba a questopoema di bellezza e di meraviglie.A contemplarla nella luce della storia, sot-

to la fuga dei secoli, in qualunque puntodello spazio, questa incomparabile creazionech’è la famiglia cristiana è sempre un incan-to, un mistero, un miracolo che stupisce,che mette in cuore della gioia, che inabissanell’oblìo ogni sofferenza dello spirito, ognipessimismo pericoloso. Albero secolare. lecui radici s’estendono fino al primo crepu-scolo del genere umano, e sul quale la ma-no della Chiesa ha innestato la vita di Cri-sto, la famiglia cristiana s’è chiusa con talesplendore e fecondità non mai visti primaneppur nell’epoca delle grandiose civiltà del-l’Oriente.” Per noi la Famiglia è bella e sacra, perché

opera del Signore. Prendi nelle mani, il librosacro, la Bibbia. E Dio creò l’uomo a sua im-magine,... lo ha fatto maschio e femmina;poi benedisse l’uomo e la donna e disse lotoCrescete e moltiplicatevi e riempite la terra.Per questo intervento creatore la famiglia ècostituita. Essa dovrà riprodurre l’esemplaredivino sul quale è stata concepita. lI padre,la madre, iI figlio costituiscono la trinitàumana. Certo analogia è scialba; solo lonta-namente richiama Ia Trinità del Cielo Nulla-dimeno essa dovrà custodirne l’impronta. Lamaestà del Padre che sta nei Cieli discen-derà sul capo della società domestica; la bel-lezza sublime della madre avrà riflessi delVerbo l’amore, opera dello Spirito Santo, in-trecciandosi, produrrà iI frutto che sarà iIvincolo concreto della loro unione”.Per tal guisa Dio ha realizzato sulla terra

una immagine della famiglia divina Padre,Figlio e Spirito Santo. La famiglia è perciò Iacellula fondamentale ll medico, col sussidiodel microscopio, armato di inesauribile pa-

LA FAMIGLIAda “Il Volto Santo” luglio 1934

La Parola del Padre

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Il Volto Santo22Aprile 2013

zienza mediante ripetute osservazioni, con-stata che la lotta fra la vita e la morte, tra lasalute e la malattia si svolge nella cellula. Fi-no a che la cellula è sana, tutto l’organismoreagisce, resiste vittoriosamente alle invasio-ni microbiche e all’azione di altri agentiestranei con una prontezza sorprendente leperdite ordinarie e quelle fattori imprevisticausano frequentemente. quando la cellulaè addentata seriamente, allora tutto l’organi-smo ne risente, corre serio pericolo e magarianche soccombe. Un’immagine della famiglia. Perché, anche

se per I’osservatore superficiale pare che l’in-dividuo e non già la famiglia sia da conside-rarsi cellula o elemento primordiale della so-cietà, di fatto è la famiglia che costituisce laprima sorgente e l’ultima ancora di salvezzadella società, della prosperità pubblica.Quando si vuol uccidere o salvare un popo-lo è la famiglia che si deve colpire o salva-guardare Quando la famiglia è sana ; quan-do nel focolare domestico circolano principibuoni, convinzioni morali, persuasioni cri-stiane quando i costumi sono corretti, la reli-gione e la pietà nutrono gli spiriti, iI senti-mento del dovere e dell’onore predominasu egoismi della carne a sulle vanità dellospirito; quando Ia virtù regna e risplende,l’esempio guida ed educa, la sobrietà e l’e-quilibrio sono alla base di ogni sviluppo, diogni attività domestica... allora la famigliacrea degli uomini e dei cittadini perché fadei cristiani.La dentro ci sono superbe energie,magni-

fiche capacità, ricchezza di elementi vitali.Tutti i valori della vita, fisici e morali, civili ereligiosi circolano, con una prodigiosa am-piezza. La vita la dentro canta il suo poemadi forza e di bellezza, di gioia e di pace. Alcontrario, si bacilli della corruzione, dell’e-goismo, dell’orgoglio, dell’insubordinazionecorrodono la famiglia, allora è l’anemia, l’e-saurimento, la cancrena, la decrepitezza, l’ir-rimediabile vecchiaia, la morte. Di conse-guenza, è Roma travolta dalla tormenta deibarbari e Bisanzio che muore sotto il colpovibrato dalla mezza luna, sono i comini itali-ci, le gloriose Repubbliche, le signorie che sisfasciano irreparabilmente.La famiglia è anteriore a qualunque altra

società, storicamente e logicamente. Neconsegue che i principi costitutivi e i dirittidella famiglia sono al di sopra dei diritti edelle leggi della società, la quale è anzi ob-

bligata a tutelarne l’assistenza e gli sviluppi,vigilando, perché questa sua cellula si man-tenga sana, efficiente, in grado quindi di es-sere in verità il coefficiente principale dellavita e dell’organismo sociale.Anteriore alla società civile e religiosa, allo

stato e alla Chiesa, la famiglia deve tuttaviacoordinarsi e subordinarsi all’uno e all’altrain tutto ciò che concerne la finalità e gli sco-pi sociali e religiosi, e che il diritto naturale edivino, quello ecclesiastico e civile approvae sancisce a vantaggio del singolo come del-la collettività.Non dunque l’arbitrio, non il diritto della

forza, non per conseguenza i principi sgor-ganti dalle false, antiumani e anticristianiideologie possono autorizzare e fare lecitaogni ingerenza della società nella famiglia:bensì il diritto che deriva logicamente dallaretta ragione e dalla fede. Perchè la famigliaappartiene a Dio, per la sua costituzione di-vina, per le finalità per le quali è stata creatada Dio; perché appartiene a Cristo, in quan-to Cristo l’ha redenta dalla schiavitù avvilen-te dell’uomo, l‘ha consacrata, mediante laindissolubilità, l’ha soprannaturalizzata, ele-vando il matrimonio alla dignità di sacra-mento. Opera di Dio, conquista di Cristo,cellula fondamentale della società e dellaChiesa, istituzione anteriore a ogni altra for-ma sociale, bisognerà che tutti in distinta-mente rispettino la famiglia, amino la fami-glio, cooperino con la famiglia, abbiano ilculto della famiglia per la vita e per la pro-sperità dell’individuo e della società.Esemplare domestico fu la santa famiglia

di Nazareth. Ogni famiglia cristiana deve fa-re ricevere e custodire in seno al proprio fo-colare domestico tutte le belle tradizioni cri-stiane, dalla preghiera in comune al rispettovicendevole, dallo spirito di povertà all’equi-librio morale, dall’educazione sentitamentereligiosa all’obbedienza incondizionata allachiesa, dall’osservanza a tutte le leggi,all‘esercizio di ogni più bella virtù.Nella tua famiglia, o cristiano, gli uomini

devono ammirare un sintetico panoramaevangelico. Le più belle rivelazione di Cristo:quello del Padre che è nei cieli, della provvi-denza che veglia su ogni creatura, dello spiri-to santo e della carità; le più suggestive valo-rizzazioni: quelle delle piccole azioni, del fan-ciullo, del povero, della donna, nella tua fami-glia devono risplendere di smagliante luce aconforto dei tuoi, all’esempio degli altri.

La Parola del Padre

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Per meglio conoscere il SANTO Gaetano Catanoso

e la Congregazione delle Suore Veroniche del Volto Santo

Biografie, libri di Spiritualità, Video del Santo, costituiscono una fonte a cui attingere perconoscere, scoprire e approfondire la sua spiritualità e il fecondo carisma di contemplazionee di azione consegnato alla Congregazione delle Suore Veroniche del Volto Santo.

Per la richiesta rivolgersi a: Suore Veroniche del Volto Santo - Via Padre Catanoso, 2- 89128 Reggio Calabria - Tel. 0965.22957 - Fax 0965.26752

Il Volto Santo 23Aprile 2013

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ALLELUIAIL SIGNORE È RISORTO

ALLELUIA

PREGHIERA DI GESU’“Padre Santo, custodisci nel tuo nome coloro che hai dato a me

perché siano una cosa sola come noi;perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gloria”.

Io ho dato loro la tua parola e il mondo li odia perché non sono del mondo come io nonlo sono. Non chiedo che tu li tolga dal mondo ma che li salvi dal maligno.

Santificali nella verità; la tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo,così io ho mandato loro nel mondo. E per loro sacrifico me stesso affinché anch’essi sianoconsacrati nella verità. “ Non prego per loro soltanto ma anche per quelli che crederan-no in me mediante la loro parola, perché tutti siano una cosa sola. Come Tu padre seiin me ed io in Te, cos’ anch’essi siano in noi perché il mondo creda che Tu mi hai man-

dato e che hai amato loro come hai amato me.Padre voglio che dove sono io siano anche quelli che mi hai dato

per contemplare la mia Gloria”.